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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Marzo 2005
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BARROSO INVITA INNOVATORI E IMPRENDITORI ALLA MOBILITAZIONE PER CREARE "UN'EUROPA DELLE OPPORTUNITÀ"  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - "Società della conoscenza" e "innovazione" sono "espressioni inflazionate", secondo il Presidente della Commissione José Manuel Barroso, ma sono tuttavia essenziali alla crescita e all'occupazione necessarie per "rimettere in carreggiata l'Europa". Invitato a partecipare alla Robert Schumann Lecture 2005 per il Consiglio di Lisbona, il Presidente Barroso ha esordito promettendo ai presenti che non avrebbe fatto uno dei "soliti discorsi" illustrando gli obiettivi dell'agenda di Lisbona e della revisione intermedia. Al contrario, ha presentato quello che ha definito il "vero messaggio" di Lisbona e le sfide che essa comporta. "Società della conoscenza" e "innovazione" possono essere espressioni inflazionate che "evocano l'immagine di tecnici informatici dai capelli lunghi e persone in camice bianco in laboratori di alta tecnologia" ma, ha aggiunto il Presidente Barroso, "si tratta di concetti vitali per ogni economia moderna, dinamica e sostenibile. Nel nuovo mercato unico, non devono essere solo considerati in termini di ricerca e di istruzione superiore, bensì valutando la loro capacità di schiudere nuove opportunità economiche". Ecco le ragioni per cui conoscenza e innovazione sono state scelte come uno dei settori chiave dell'agenda di Lisbona rivista, insieme all'obiettivo di fare dell'Europa un luogo in grado di attrarre investimenti e lavoro nonché creare nuovi e migliori posti di lavoro. Benché la responsabilità della conoscenza e dell'innovazione spetti agli Stati membri, l'Ue ha un proprio ruolo da svolgere, ha affermato il Presidente Barroso. In particolare, è compito dell'Ue mobilitare le risorse per la ricerca e l'istruzione superiore. Il Presidente della Commissione ha poi aggiunto che avrebbe discusso della questione con un gruppo di premi Nobel. Il Presidente Barroso ha poi accennato ad una serie di proposte lanciate dalla Commissione con l'intento di imprimere un impulso alla conoscenza e all'innovazione: la creazione di "poli di innovazione" a livello regionale e locale, che coinvolgano l'alta tecnologia, le piccole e medie imprese (Pmi), le università e il mondo economico; la fondazione di un istituto europeo di tecnologia per attrarre da tutto il mondo i cervelli e le aziende migliori; e l'istituzione di un consiglio di ricerca europeo per selezionare progetti da finanziare unicamente sulla base dell'eccellenza scientifica. La conoscenza e l'innovazione devono altresì essere considerate riguardo alla loro capacità di schiudere nuove opportunità economiche, ha aggiunto il Presidente della Commissione. Per sfruttare a fondo tale capacità occorre aumentare gli investimenti del settore privato nella ricerca. Se spetta alle imprese stesse ridefinire le proprie priorità di spesa, il Presidente Barroso ha annunciato che la Commissione, da parte sua, riesaminerà il regime degli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo. Apportare cambiamenti alla politica "promuoverà una migliore integrazione degli interventi pubblici e privati nella ricerca nell'interesse generale, ha dichiarato. Un ulteriore ed evidente incentivo all'aumento degli investimenti del settore privato nella ricerca è costituito dai risultati stessi della ricerca, qualora si traducano in guadagno economico, ha aggiunto il Presidente Barroso. Il Presidente della Commissione ha poi concluso esortando alla mobilitazione e a guardare avanti quanti sono decisi a beneficiare dell'agenda di Lisbona. "Se vogliamo che la revisione intermedia sia un successo, se vogliamo creare un'Europa di opportunità reali, dobbiamo guardare avanti", ha dichiarato. "Tutti i gruppi di interesse istituiti hanno un importante contributo da dare, e lo hanno dato. Ma dove sono i giovani imprenditori? Il pubblico? I "risk-taker", i consumatori, le piccole e medie imprese, gli innovatori? È necessaria la loro mobilitazione per superare la resistenza al cambiamento".  
   
   
APPALTI PUBBLICI: LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA MISURE VOLTE A FAR APPLICARE IL DIRITTO COMUNITARIO IN SPAGNA, REGNO UNITO, PORTOGALLO E ITALIA  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - La Commissione europea ha deciso di chiedere alla Spagna di presentare le sue osservazioni sulla compatibilità con il diritto comunitario della procedura utilizzata nel concorso architettonico organizzato per lo sviluppo del porto di Santa Catalina a Las Palmas, Gran Canaria. Una lettera simile è stata inviata al Regno Unito per quanto riguarda il modo in cui sono stati aggiudicati gli appalti relativi alla progettazione e alla costruzione del nuovo edificio del Parlamento scozzese a Holyrood. La Commissione ha parallelamente richiesto al Portogallo di conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee dell’ottobre 2004 che gli impone di applicare correttamente la legislazione europea relativa alle procedure di ricorso per gli offerenti che ritengono di essere stati trattati in modo scorretto nel corso di procedure di aggiudicazioni di appalti di lavori e di forniture. La Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte europea in relazione ad appalti di lavori idraulici nel comune di Stintino (Sassari, Sardegna). Il diritto comunitario degli appalti pubblici intende garantire che le condizioni di aggiudicazione degli appalti pubblici siano eque per tutte le imprese europee. Poter contare su procedure di appalto aperte e trasparenti significa favorire la concorrenza, rafforzare le disposizioni anti-corruzione, ottenere un miglior rapporto qualità-prezzo per i contribuenti e, in fin dei conti, avere un’Europa più competitiva. Gli appalti pubblici dell’Unione europea rapprensentano un importo di più di1.500 miliardi di Euro, vale a dire più del 16% del Pil totale dell’Unione europea. Secondo un documento di lavoro della Commissione, le direttive applicabili in materia di appalti pubblici hanno consentito di rafforzare la concorrenza transfrontaliera esistente in questo settore e di ridurre di circa il 30% i prezzi pagati dalle pubbliche autorità per i beni e servizi appaltati (vedi Ip/04/149). Spagna – sviluppo del’’istmo di Santa Catalina a Las Palmas La Commissione ha inoltre inviato una lettera di messa in mora per quanto riguarda il concorso architettonico per lo sviluppo dell’istmo di Santacatalina a Las Palmas organizzato nel 2004 dalla Commissione Mista Porto-comune di Las Palmas de Gran Canaria per infrazione alle direttive 92/50/Cee e 89/665/Cee. La Commissione ritiene che la procedura di aggiudicazione di tale concorso non abbia rispettato la direttiva 92/50/Cee, dal momento che non si è avuta pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Inoltre, gli architetti invitati direttamente dal potere aggiudicatore sono stati selezionati sulla base di criteri sconosciuti, che non sono stati pubblicati nei documenti della procedura né nell’invito a presentare offerte. Infine, le proposte di ciascun candidato non sono state presentate né valutate in modo anonimo dalla giuria, visto che le norme concorsuali prevedono una presentazione orale da parte di ciascun candidato delle relative proposte e una esposizione pubblica, prima della decisione della giuria. La Commissione ritiene inoltre che il sistema spagnolo di misure provvisorie non abbia consentito di sospendere la procedura di aggiudicazione dell’appalto. La Corte spagnola ha impiegato tre mesi e mezzo per respingere la domanda di sospensione presentata dal ricorrente (la decisione di rigetto ha la stessa data della decisione della giuria). Ha respinto inoltre la domanda urgentissima (provisionalísima) di sospensione per non sussistenza delle circostanze di particolare urgenza (circostanze quasi mai ammesse dai tribunali spagnoli in materia di appalti pubblici), e ciò è contrario all'effetto utile e alle esigenze di urgenza della direttiva 89/665/Cee. Regno Unito – costruzione del Parlamento scozzese a Holyrood La Commissione ha deciso di inviare una lettera di messa in mora al Regno Unito in relazione al modo in cui sono stati aggiudicati gli appalti relativi alla progettazione e alla costruzione del nuovo edificio del Parlamento scozzese a Holyrood. La Commissione è preoccupata in particolare per quanto riguarda in modo in cui le autorità britanniche, per il tramite dello Scottish Office, hanno realizzato la procedura di appalto per designare l’architetto incaricato della progettazione del nuovo edificio del Parlamento scozzese. La Commissione ritiene che questa procedura abbia violato le disposizioni comunitarie sugli appalti pubblici e non abbia rispettato in particolare i principi di uguaglianza di trattamento e di trasparenza. Le autorità britanniche sono oggi invitate a presentate le loro osservazioni alla Commissione. La Commissione esprime inoltre preoccupazione per il modo in cui le autorità britanniche hanno realizzato la procedura d’appalto destinata a designare il direttore della costruzione del nuovo edificio del Parlamento scozzese. Tale questione è attualmente oggetto di un ricorso di diritto privato dinanzi alla Court of Session in Scozia. La Commissione seguirà da vicino e con interesse l’azione avviata dinanzi a questa Corte. La Commissione accoglie con favore l’niziativa dell’esecutivo scozzese di elaborare un piano d'azione destinato a migliorare l’applicazione delle disposizioni comunitarie in materia di appalti pubblici in Scozia. Le procedure di appalto aperte e trasparenti richieste dalla normativa europea sono sinonimo di una maggiore concorrenza e di un migliore rapporto qualità-prezzo per i contribuenti. La Commissione attende di ricevere ulteriori informazioni sul modo in cui tale piano d’azione sarà attuato. Portogallo – procedure di ricorso La Commissione ha deciso di inviare una lettera di messa in mora al Portogallo poiché ha constatato che alla scadenza del termine di tre mesi a decorrere dalla sentenza della Corte di giustizia del 14 ottobre 2004 (Commissione contro Repubblica portoghese, causa C-275/03), le autorità portoghesi non avevano ancora adottato le misure necessarie all'esecuzione di questa sentenza e al corretto recepimento della direttiva 89/665/Cee del Consiglio relativa all’applicazione delle procedure di ricorso in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici di forniture e di lavori. Nella sua sentenza, la Corte di giustizia delle Comunità europee ha ritenuto che, contrariamente a quanto previsto nella direttiva ricorsi, il diritto portoghese subordina la concessione del risarcimento danni in rapporto a violazioni delle disposizioni comunitarie in materia di appalti pubblici alla produzione della prova, da parte dei soggetti lesi, che gli atti illegali dello Stato o delle persone giuridiche di diritto pubblico siano stati commessi in modo colposo. La difficoltà di produrre simile prova può in pratica avere come conseguenza che i ricorsi volti a ottenere il risarcimento danni per i pregiudizi subiti siano lenti e molto probabilmente inefficaci. Italia – opere idrauliche a Stintino – Sardegna La Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia in relazione all'aggiudicazione dell'appalto di lavori per la realizzazione di una serie di opere idrauliche nel comune di Stintino (Sassari). Nel 1991 è stata stipulata una convenzione tramite trattativa privata per la realizzazione di questi lavori, seguita da undici atti aggiuntivi, l’ultimo dei quali nel 2001. La Commissione ritiene che l’aggiudicazione diretta di questo appalto, senza una previa procedura concorsuale, costituisca una violazione della direttiva 71/305/Cee, applicabile all’epoca della convenzione originaria.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA DICHIARA ILLEGITTIME LE AGEVOLAZIONI FISCALI CONCESSE DALL’ITALIA ALLE SOCIETÀ AMMESSE ALLA QUOTAZIONE IN UNA BORSA VALORI EUROPEA  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - La Commissione europea ha deciso che un regime italiano che riduce l’aliquota nominale e l’aliquota effettiva dell’imposta sul reddito delle società che sono state ammesse alla quotazione in un mercato regolamentato dell’Ue nel 2004 viola le regole del trattato Ue in materia di aiuti di Stato (articolo 87). Questa decisione è stata presa dopo un’indagine approfondita avviata nel febbraio 2004. Il regime falsa la concorrenza in quanto si applica ad un numero limitato di società – quelle in grado di farsi ammettere alla quotazione nell’arco del breve periodo di tempo (l'anno 2004) previsto dalla legge che l'ha istituito e costituisce una aiuto al funzionamento a favore di alcune delle imprese italiane a più rapida crescita. L’aiuto è stato messo ad esecuzione senza la previa autorizzazione della Commissione e deve essere rimborsato dai beneficiari. Le autorità italiane avevano previsto per il solo 2004 un minor gettito fiscale di 56 milioni di euro. “L’intervento della Commissione eviterà gravi distorsioni di concorrenza vietando sostanziose agevolazioni fiscali a favore di un ristretto numero di beneficiari in Italia” ha commentato il commissario competente per la politica di concorrenza, la signora Neelie Kroes. L’italia aveva istituito uno speciale regime fiscale destinato a concedere una riduzione (del 13%) per tre anni dell’aliquota dell’imposta sui redditi delle società a favore delle società ammesse alla quotazione in un mercato regolamentato nel corso del 2004, più la deduzione per un anno dall’imponibile delle società stesse di un importo corrispondente alle spese sostenute per ottenere l’ammissione alla quotazione. Benché ne potessero formalmente usufruire tutte le imprese che ottenessero l’ammissione alla quotazione in una qualsiasi borsa valori dell’Ue, il regime è apparso alla Commissione come una potenziale sovvenzione occulta a favore delle società in grado di farsi ammettere alla quotazione nel breve arco di tempo previsto. Avviando un’indagine formale nel febbraio 2004 (Ip/04/1494), la Commissione intendeva accertare se il regime configurasse o no un aiuto. Da un’indagine approfondita è emerso che nel 2004 sono state ammesse alla quotazione in Italia solo dieci società, ognuna delle quali avrebbe potenzialmente potuto beneficiare di una riduzione delle imposte per un totale di svariati milioni di euro. Benché l’importo esatto dell’aiuto vari da una società all’altra, la Commissione ha ritenuto che, visto che le società che ne avrebbero potuto usufruire erano tutte imprese in rapida crescita, il regime avrebbe avuto un impatto considerevole nei tre anni in cui le agevolazioni sarebbero state applicate. Dopo aver esaminato le osservazioni dell’Italia e i commenti ricevuti da terzi, la Commissione ha concluso che il regime costituisce un aiuto di Stato selettivo in quanto consente unicamente alle società ammesse alla quotazione durante il 2004 di fruire di una riduzione dell’imposta. L’aiuto è proporzionale agli utili realizzati dai beneficiari nel periodo ed equivale perciò ad un aiuto al funzionamento, un tipo di aiuto che è vietato. Inoltre, poiché l’aiuto è concesso mediante il sistema tributario nazionale, sono di fatto favorite le imprese registrate in Italia. Infine, il fatto che dell’agevolazione fiscale potessero beneficiare solo le società che si facevano ammettere alla quotazione in borsa si traduceva in un aiuto occulto a favore di alcune delle imprese con il tasso di crescita più alto nell’economia italiana ed aveva quindi effetti pregiudizievoli sugli scambi e sulla concorrenza all’interno della Comunità. La Commissione ha rilevato che l’aiuto non era neppure destinato a finanziare investimenti ammessi a beneficiare di un sostegno nel quadro delle regole sugli aiuti di Stato e doveva quindi essere considerato incompatibile con il mercato comune. Poiché ha dato esecuzione all’aiuto senza la previa autorizzazione della Commissione, l’Italia dovrà recuperare gli aiuti di cui I beneficiari abbiano già illegittimamente usufruito. L’italia aveva avvertito i potenziali beneficiari della possibilità che l’agevolazione avrebbe potuto essere considerata un aiuto illegittimo già al momento dell’avvio dell’indagine formale e questo dovrebbe facilitare il recupero.  
   
   
GESTIONE FINANZIARIA NELL'AMBITO DEL 6PQ  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - Il 21 aprile a Bruxelles si svolgerà un briefing sui principi di gestione finanziaria che regolano i progetti finanziati nell'ambito del Sesto programma quadro comunitario (6Pq). Il workshop farà ricorso ad esempi pratici e casi-studio per fornire un approfondimento sulla posizione della Commissione in materia di norme riguardanti la gestione finanziaria. I seguenti temi saranno trattati nel corso della manifestazione: fonti di riferimento per le norme finanziarie; norme finanziarie e strumenti del 6Pq; costi ammissibili e subappalto; stanziamento delle risorse; responsabilità collettiva e gestione della responsabilità; analisi annuali; audit. Per informazioni : Berkley Associates Tel: +32 2 219 0532 Fax: +32 2 219 0498 E-mail: berkleyassociates@skynet.Be  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE IN MATERIA DI RICERCA E INNOVAZIONE  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - La Commissione ha pubblicato un invito a presentare proposte per l'individuazione di nuovi metodi di promozione e incoraggiamento di trasferimenti tecnologici internazionali nell'ambito della sezione "Ricerca e innovazione" del Sesto programma quadro (6Pq). Lo strumento oggetto del presente invito è rappresentato dalle Azioni specifiche di sostegno. Il bilancio totale indicativo è di 10 milioni di euro. Http://fp6.cordis.lu/fp6/call_details.cfm?call_id=200  
   
   
IL GRUPPO CAPITALIA INTENDE ADOTTARE I PRINCIPI CONTABILI IAS/IFRS A PARTIRE DALLA RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 31 MARZO 2005  
 
Roma, 17 marzo 2005 - In relazione alla richiesta della Consob dello scorso 10 marzo 2005 (Dme/5015175) sullo stato di attuazione dei sistemi e delle procedure contabili per l’applicazione dei principi contabili internazionali Ias/ifrs, Capitalia conferma - come già annunciato alla comunità finanziaria - che è intenzione del Gruppo adottare i nuovi standard a partire dalla Relazione trimestrale al 31 marzo 2005. E’ in corso la riconciliazione agli Ias/ifrs delle grandezze relative al 2004; con riguardo all’eventuale incarico alla società di revisione di verifica dei dati risultanti dal processo di transizione, Capitalia intende sottoporre a verifica la riconciliazione prevista dall’Ifrs 1 in sede di Relazione semestrale al 30 giugno 2005. Si sottolinea che il progetto di bilancio di esercizio ed il bilancio consolidato già depositati a disposizione del pubblico, nonché resi disponibili sul sito internet www.Capitalia.it  contengono un’ampia descrizione dello stato di implementazione dei nuovi standard contabili e dei principali impatti di bilancio. Si ricorda anche che Capitalia, nell’ambito delle presentazioni al mercato del 10 settembre 2004 (1H 2004 Results and Management discussion) e del 24 febbraio 2005 (Ye 2004 Results Outlook 2005 ahead of the new Bp), anch’esse disponibili sul sito internet, ha fornito le stime sull’impatto patrimoniale ed economico dei nuovi principi contabili. Con riferimento all’attuazione delle nuove procedure, si conferma che sono in fase di ultimazione gli interventi sui sistemi informativi e sui processi, coerentemente con il calendario previsto per l’adozione compiuta dei principi Ias/ifrs. Si sta inoltre operando nella gestione delle tematiche relative alla prima fase di applicazione dei nuovi principi (First Time Adoption). Capitalia intende applicare i nuovi principi internazionali a partire dal 2005 anche a livello individuale.  
   
   
CENTROBANCA NOMINA PRESIDENTE IL CAV. DEL LAV. MARIO BOSELLI E VICE PRESIDENTE IL DOTT. GIORGIO FRIGERI BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2004 UTILE NETTO A 41,2 MILIONI DI EURO (-85,2 AL 31 DICEMBRE 2003)  
 
 Milano, 17 marzo 2005 – Il Consiglio di Amministrazione di Centrobanca ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2004, che verrà sottoposto all’Assemblea degli Azionisti, convocata per il 20 aprile. L’esercizio 2004 ha rappresentato per Centrobanca un anno di svolta nel corso del quale sono stati realizzati interventi mirati a rifocalizzare il ruolo della Banca, a ri-orientare le attività di business, ad operare i conseguenti adeguamenti della struttura e dei processi interni con l’obiettivo fra l’altro di conseguire un’efficace integrazione operativa-commerciale con le Banche Rete del Gruppo. Significativi sono stati i provvedimenti adottati per la riqualificazione dell’attivo patrimoniale, da cui sono derivati un miglioramento del credito anomalo e, più in generale, del profilo qualitativo di tutti gli asset. L’attività svolta ha consentito di chiudere l’esercizio con un utile netto di 41,2 milioni di euro, da raffrontarsi con la perdita di 85,2 milioni registrata nel dicembre 2003, che includeva accantonamenti per circa 46 milioni di euro a fronte della ricostituzione di riserve utilizzate per Italfondiario. La gestione patrimoniale Il 2004 è stato caratterizzato da un primo semestre riflessivo, influenzato dal cambiamento avvenuto ai vertici dell’azienda e dalla successiva riorganizzazione. Nel secondo semestre si è per contro assistito ad un’accelerazione delle attività, accompagnata da una ripresa dei volumi che ha consentito di parzialmente compensare l’andamento registrato nella prima parte dell’anno. Per quanto riguarda i singoli aggregati, gli impieghi (verso clientela e Banche) si sono attestati a 5.193 milioni di euro, in contrazione dell’’11,7% rispetto ai 5.879 milioni del dicembre 2003. L’andamento degli impieghi, in particolare nel primo semestre, è stato influenzato dalla riorganizzazione della Banca, dal riorientamento delle politiche creditizie e dalla situazione dell’economia. Nell’intero anno sono stati registrati nuovi flussi erogati per circa 1.109 milioni di euro, concentrati per oltre il 60% nel secondo semestre anche a seguito dell’attivazione delle convenzioni in essere con le Banche rete del Gruppo, a fronte di flussi di rimborsi per scadenza contrattuale pari a 1.102 milioni di euro, e di rimborsi anticipati per 513 milioni di euro. Le nuove erogazioni, nel rispetto del ruolo strategico attribuito a Centrobanca, si sono focalizzate per oltre il 68% sul credito industriale (58% nel 2003) e per il 29,5% sulla finanza d’impresa (39,6% nel 2003). Per quanto riguarda la qualità del credito, si ricorda che a partire dal 4° trimestre 2003, e residualmente nel corso del 1° semestre 2004, il portafoglio crediti è stato oggetto di un riallineamento della classificazione e della valutazione delle posizioni agli standard e criteri di Gruppo. Il confronto dei dati al 31 dicembre 2003 con quelli riferiti al 31 dicembre 2004 consente di rilevare un calo dell’11,4% delle sofferenze nette (da 464,3 a 411,5 milioni di euro) e del 27,7% degli incagli netti (da 187,7 a 135,7 milioni di euro). La citata contestuale contrazione del portafoglio impieghi complessivo ha comportato la sostanziale invarianza del rapporto sofferenze nette/impieghi, attestatosi al 7,9%, mentre si nota un miglioramento del rapporto incagli netti/impieghi al 2,6% (3,2% nel 2003). Si rammenta che sono in corso approfondimenti per una possibile cessione di una quota di portafoglio di crediti “non performing”, che dovrebbe perfezionarsi nel corso del primo semestre del 2005. Sempre dal lato dell’attivo, si segnalano consistenti investimenti in titoli e attività finanziarie, riconducibili ad acquisti di polizze di capitalizzazione emesse da primarie società assicurative per 1.410 milioni di euro, ed all’acquisto del portafoglio di Bpu International Finance Dublino, società in liquidazione, costituito da corporate bonds per 389 milioni e da polizze di capitalizzazione per 350 milioni. Tali investimenti, caratterizzati da un basso profilo di rischio, hanno contribuito al margine d’interesse grazie alla buona redditività che li caratterizza. Dal lato della provvista onerosa, l’aggregato ha segnato una crescita del 24,3% a 7.158 milioni di euro. L’accentramento delle funzioni di provvista e di gestione della tesoreria presso la Capogruppo ha portato ad una ricomposizione del funding, con un netto decremento degli strumenti di debito emessi da Centrobanca (-21,5% a 4.153 milioni di euro) e l’aumento della voce raccolta diretta da banche, ove viene rilevata la provvista fornita dalla Capogruppo (da 446 a 2.789 milioni di euro). La gestione economica La gestione economica ha evidenziato un margine d’intermediazione pari a 125,6 milioni di euro contro i 150,2 nel dicembre 2003. Al netto di proventi non ricorrenti per 21,6 milioni di euro registrati nel 2003 e di oneri non ricorrenti per circa 2 milioni registrati nel 2004, ambedue riferibili a operazioni di private equity, il margine d’intermediazione è risultato sostanzialmente stabile (-0,7%), nonostante la flessione del margine d’interesse (da 90,7 a 87,5 milioni) legata alla diminuzione degli impieghi, grazie all’apporto delle commissioni (+6,4%, da 25,2 a 26,8 milioni di euro) anche collegato all’attività di assistenza e consulenza finanziaria alle imprese su progetti di natura straordinaria, che si è fra l’altro concretizzata con 13 interventi di “equity capital market”, 3 operazioni di M&a e nell’origination di una cartolarizzazione. Prosegue il contenimento delle spese amministrative, complessivamente contrattesi del 10,5% da 43,9 a 39,3 milioni di euro. Al risultato hanno contribuito sia le altre spese amministrative, in calo del 18,8% a 17,7 milioni di euro, che le spese di personale, contrattesi del 2,2% a 21,6 milioni di euro - a fronte di uscite nette di 34 dipendenti da Centrobanca e dell’entrata di 26 risorse a seguito dell’incorporazione di Finanzattiva Sim - e nonostante incentivi all’esodo per 1,2 milioni di euro. Il numero di dipendenti di Centrobanca risulta pari a 248 a fine 2004 contro 256 a fine 2003. Il risultato lordo di gestione, normalizzato per tener conto dei proventi di cui sopra, segna una crescita del 4,4%. Tale margine, non normalizzato, evidenzia una flessione del 18,8% a 86,4 milioni di euro. Le rettifiche e gli accantonamenti per l’esercizio risultano complessivamente in contrazione del 70%, essenzialmente a seguito del netto miglioramento della qualità del credito. Le rettifiche di valore su crediti si sono complessivamente ridotte da 186,7 milioni di euro a 76,3 mentre sono aumentate le riprese di valore passate da 24,6 a 36,6 milioni di euro. Nel 2004, il saldo netto delle rettifiche di valore su crediti, pari a 39,7 milioni di euro, rappresenta lo 0,76% degli impieghi a clientela (2,8% nel 2003). L’andamento delle voci sopracitate ha consentito il conseguimento di un utile delle attività ordinarie pari 35,3 milioni di euro, che va a confrontarsi con il dato del 2003, negativo per 81,8 milioni di euro. Dopo proventi ed oneri straordinari, che includono gli effetti del disinquinamento fiscale, e dopo imposte risultato netto d’esercizio si è attestato a 41,2 milioni contro una perdita di 85,3 nel 2003. Tale risulta consentirà di proporre all’Assemblea, oltre alle destinazioni di legge, la distribuzione di un dividen unitario di 0,116 euro alle 336.000.000 azioni che compongono il capitale di Centrobanca. Coefficienti patrimoniali Al 31 dicembre 2004, il Tier 1 si attesta al 7,49% , il total capital ratio al 10%.  
   
   
GRUPPO BANCA PROFILO PROGETTO DI BILANCIO E IL BILANCIO CONSOLIDATO AL 31/12/2004 - UTILE NETTO CONSOLIDATO A € 13,056 MILIONI (+100,4% RISPETTO A € 6,514 DEL 2003) NICOLÒ ANGILERI NOMINATO AMMINISTRATORE DELEGATO APPROVATA LA RELAZIONE SUL SISTEMA DI CORPORATE GOVERNANCE  
 
 Milano, 17 marzo 2005 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Profilo ha approvato ieri il Progetto di Bilancio al 31 dicembre 2004 da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti del 22 aprile p.V. E il Bilancio Consolidato dello stesso periodo. Gruppo Banca Profilo: risultati consolidati al 31 dicembre 2004 L’utile netto consolidato al 31 dicembre 2004 è risultato pari € 13,056 milioni, in crescita dell’100,4% rispetto agli € 6,514 milioni di Euro registrati al 31.12.2003. L’utile lordo consolidato si attesta a € 13,334 milioni, in significativo incremento (+30%) rispetto a € 10,285 milioni registrati al 31 dicembre 2003. Il margine di intermediazione conso lidato è pari a € 44,285 milioni, in linea con il risultato del 2003. I costi amministrativi consolidati per il 2004 si attestano a € 35,048 milioni, in crescita del 18,9% anno su anno. All’interno del “totale spese amministrative consolidate”, la compon ente riferita alle “spese per il personale” passa da € 16,665 milioni del 31.12.2003 agli € 20,711 milioni del 31.12.2004 (+ 24,3% anno su anno), principalmente in relazione all’incremento medio del numero delle risorse (dalle 177 unità al 31.12.2003 alle 194 unità al 31.12.2004). Le “altre spese amministrative”, anch’esse in aumento, per quanto più contenuto, passano da € 12,815 milioni del 31.12.2003 a € 14,338 milioni del 31.12.2004 (+11,9%). Il totale dell’attivo consolidato al 31.12.2004 è pari a € 1. 286 milioni, in calo del 8,5% rispetto al totale dell’attivo consolidato al 31.12.2003, pari ad Euro 1.405 milioni. Il patrimonio netto al 31.12.2004 è pari a € 113,951 milioni, in aumento del 6,1% rispetto ai 107,401 milioni di Euro di fine 2003. Il dato tiene conto dei 13,056 milioni di Euro di risultato netto di esercizio. La raccolta al 31.12.2004 è tutta allocata su Banca Profilo ed ammonta a € 2.377 milioni, in calo dell’11,8% rispetto ai 2.696 milioni di Euro di raccolta consolidata al 31.12.2003. Il decremento è interamente riconducibile a raccolta riveniente dall’acquisizione Hsbc. Banca Profilo S.p.a. Banca Profilo S.p.a. Chiude l’esercizio al 31.12.2004 con un utile netto pari a € 14,152 milioni, in crescita del 100,3% rispetto agli € 7,064 milioni registrati a fine 2003. Il dato beneficia di componenti straordinarie, relative a dividendi incassati da società controllate, e del minor carico fiscale conseguente alle nuove disposizioni di carattere tributario, anche a seguito dell’adesione al consolidato fiscale nazionale. L’utile lordo, pari a € 12,130 milioni, è in crescita del 13% rispetto a € 10,731 milioni del 31.12.2003. L’esame dei dati di conto economico evidenzia un margine di interesse che passa da € 6,630 milioni del 31.12.2003 a € 6,737 milioni del 31.12.2004 (+1,6%). Il margine dei servizi passa da € 36,872 milioni di fine 2003 a € 41,805 milioni del 31.12.2004 (+13,4%). La componente profitti e perdite da operazioni finanziarie e dividendi passa dai 16,403 milioni di Euro del 31.12.2003 ai 20,998 milioni di Euro del 31.12.2004 (+28%). Il margine di intermediazione al 31.12.2004 è pari a € 48,542 milioni, in aumento del 11,6%, rispetto a € 43,502 milioni registrati a fine 2003. L’area Finanza contribuisce con un margine di intermediazione di € 27,8 milioni e l’Area Private Banking con € 16,3 milioni. Per la restante parte, il margine di intermediazione è costituito da € 4,4 milioni di dividendi incassati da società controllate. Nel 2003 il dividendo incassato da controllate era pari a € 1,6 milioni. Il totale “spese amministrative” cresce del 21,5% anno su anno, passando da € 27,820 milioni del 31.12.2003 a € 33,792 milioni registrati al 31.12.2004. In particolare, la componente riferita alle “spese per il personale” fa segnare l’incremento più significativo, passando da € 15,402 milioni di fine 2003 a € 19,577 milioni del 31.12.2004 (+27,1%); detto aumento è dovuto principalmente alla crescita del numero medio di dipendenti che, passa da 159 a 179 anno su anno, ed all’incidenza di oneri per incentivazioni. Le altre spese amministrative (+ 14,5% anno su anno) passano da € 12,418 milioni del 31.12.2003 a € 14,215 milioni del 31.12.2004 e comprendono gli investimenti sostenuti sui sistemi informativi per circa € 2 milioni. Il Roe al 31.12.2004 è pari al 13,10%. L’esame delle principali voci di stato patrimoniale, evidenzia un totale dell’attivo al 31.12.2004, pari a €1.285 milioni, in calo del 7,6% rispetto a € 1.391 milioni del 31.12.2003. Il patrimonio netto a fine 2004 risulta pari ad Euro 115,585 milioni, in crescita del 7,1% rispetto ai 107,951 milioni di Euro dell’esercizio 2003. Il dato comprende i 14,152 milioni di Euro di risultato netto maturato al 31.1 2.2004. Nell’anno è stata ceduta la partecipazione relativa al 50% di Profilo Life S.p.a.. La dismissione ha consentito di realizzare una plusvalenza di Euro 508.000. A partire dai primi di novembre 2004, con l’accentramento sulla Banca dell’attività di g estione patrimoniale individuale, la raccolta è tutta allocata sulla Capogruppo. Il totale dei “mezzi amministrati” al 31.12.2004 è pertanto confrontato con i “mezzi amministrati” consolidati al 31.12.2003. Il totale della raccolta al 31.12.2004, pari a € 2.377 milioni, risulta in calo dell’11,8% rispetto a € 2.696 milioni di raccolta consolidata al 31.12.2003. Il decremento riguarda la raccolta riveniente dall’operazione Hsbc. L’area Private Banking chiude il 2004 con un margine di intermediazione di E uro 16,3 milioni, in crescita del 18,1% rispetto ai 13, 8 milioni del 2003. L’attività creditizia in favore di clientela non istituzionale, divenuta una fonte di ricavi autonoma a seguito dell’acquisizione del ramo d’azienda da Hsbc, per quanto strumental e al business di Private Banking, pesa per il 2,4% sul margine di intermediazione riferito all’Area. Il totale crediti verso cli entela privata è pari a ca. € 93 milioni al 31.12.2004, in crescita del 17,5% rispetto a € 79 milioni del 31.12.2003. L’area Finanza , fa registrare un margine di intermediazione al 31.12.2004 pari a € 27,8 milioni, in linea con quello del 31.12.2003. In notevole incremento, anno su anno, il portafoglio titoli della Banca, che passa da € 345,392 milioni del 31.12.2003 a € 740,510 milioni del 31.12.2004 (+114,3%). Nell’anno, infatti, la Banca ha attuato un’intensa attività di arbitraggio su titoli obbligazi onari, coprendosi dal rischio emittente attraverso lo strumento dei Credit Default Swap. Le risorse umane passano da 159 a 179 anno su anno. Al 31.12.2004 i dipendenti sono 171. Proposta di destinazione dell’utile Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deciso di sottoporre all’Assemblea la proposta di: 1 – destinare l’utile netto come segue: - Quanto ad € 63.961 a Riserva Legale; - quanto ad € 13.462.336 agli Azionisti a titolo di dividendo in ragione di Euro 0,1100 per azione, al lordo delle ritenute di legge, se applicabili. Il dividendo è calcolato su un totale di 122.384.874 azioni costituenti il capitale sociale i.V. Della società, al netto delle 1.095.126 azioni proprie in portafoglio alla società alla data della presente proposta, cui non spetta il dividendo ai sensi dell’art. 2357 ter c.C.; il dividendo risulta dunque accresciuto della parte spettante alle azioni proprie; - quanto all’importo residuo di € 625.229 ad Altre Riserve. 2 - mettere in pagamento il dividendo, a partire dal 12 maggio 2005, con stacco della cedola n. 7 al 9 maggio 2005 Nomina Amministratore Delegato Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato la nomina ad Amministratore Delegato di Nicolò Angileri, che mantiene anche l’incarico di Direttore Generale e membro del Comitato Esecutivo. In qualità di Ad, Angileri avrà delega su Private Banking, Finanza e funzioni di staff, oltre al coordinamen to dei responsabili dell’Asset Management della Banca, della Direzione Relazioni con la Clientela e della Clientela Direzionale. In qualità di Dg, Angileri mantiene delega sui Servizi Societario, Organizzazione, Area Rischi, Pianificazione Strategica, e il coordinamento della funzione di Internal Auditing. La nomina di Angileri si inquadra nell’ambito della riorganizzazione funzionale e operativa che la Banca ha recentemente avviato per affrontare al meglio le sfide e gli obiettivi di crescita a medio - lungo termine (sviluppo delle attività di Investment Banking con conseguente diversificazione di settori di interesse, riorganizzazione dell'Area Asset Management, lancio della nuova Area Servizi Immobiliari, ecc.) e risponde anche all'esigenza del Presidente S andro Capotosti di lasciare la conduzione operativa della società per concentrarsi maggiormente sulle attività di livello strategico capaci di aprire prospettive e opportunità di business per tutti i settori della banca, assicurandone i necessari margini d i sviluppo. In capo al Presidente Sandro Capotosti rimangono le deleghe: - sul coordinamento delle strategie della Banca e del Gruppo e, in particolare, sulla promozione e applicazione del Piano Strategico in relazione ad acquisizioni, fusioni, riorganizza zioni; compete al Presidente designare i componenti gli organi sociali delle controllate e partecipate, nonché i titolari delle massime cariche direttive delle controllate; - sulla Comunicazione e sul Marketing Nicolò Angileri, 45 anni, è entrato in Banca Profilo nel 2000 dopo una esperienza decennale in Credito Emiliano, istituto presso il quale ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità fino ad assumere la guida della Direzione Finanziaria di gruppo. Consigliere delegato di Banca Profilo dal marzo 2000, ha assunto la carica di Direttore Generale nell’aprile 2001. Stato di avanzamento del progetto Ias/ifrs Il progetto di transizione verso i nuovi principi contabili internazionali Ias/ifrs, che dovranno essere adottati nella redazione del bilancio e delle situazioni contabili infra-annuali a partire dal 2005, è stato avviato dalla Banca nella seconda parte del 2003. In proposito, si informa che Banca Profilo si avvarrà del regime transitorio illustrato dalla Consob nel Documento di Consultazione "Principi Contabili Internazionali: rendicontazioni periodiche, prospetti di sollecitazione/quotazione, definizione della nozione di Parti Correlate", pubblicato in data 17.02.2005. E' attualmente in corso l'adeguamento delle procedure contabili e del sistema informativo ai nuovi principi contabili. Il progetto è seguito da un team di persone composto da risorse interne ed esterne, ed in particolare dell'outsourcer informativo - contabile. Il prospetto di riconciliazione relativo all'applicazione degli Ias/ifrs sarà allegato alla prima rendicontazione infrannuale redatta secondo i nuovi principi contabili internazionali. La società incaricata della revisione contabile si occuperà di verificare i dati risultanti dalla transizione.  
   
   
BANCA POPOLARE DI LODI: PRECISAZIONI SU NOTIZIE DI STAMPA  
 
Lodi, 17 marzo 2005 - In relazione alle notizie di stampa diffuse in data 15 marzo 2005, a seguito di formale richiesta da parte della Consob, la Banca Popolare di Lodi precisa: 1) di possedere, allo stato attuale, come comunicato in data 09 marzo 2005, azioni pari al 4,983% del capitale di Banca Antonveneta, di cui lo 0,333% a titolo di pegno. Detta partecipazione è finalizzata a poter collocare la Banca Popolare di Lodi fra gli azionisti stabili di Banca Antonveneta, esplorando ipotesi di aggregazione che valorizzino l’identità e l’autonomia della banca sul territorio di riferimento; la Banca Popolare di Lodi non possiede né direttamente né indirettamente, altre partecipazioni nel capitale di Banca Antonveneta; 2) L’attività di intermediazione per conto terzi sul titolo Banca Antonveneta, svolta dalla Banca Popolare di Lodi nel rispetto formale e sostanziale delle vigenti disposizioni, non ha alcun nesso con la partecipazione detenuta né tantomeno con pretesi accordi con gli attuali azionisti di Banca Antonveneta ipotizzati da alcuni organi di stampa; 3) di non aver stipulato nessun accordo (opzioni, contratti preliminari, a termine o condizionati, accordi per l’acquisto o per il voto) con gli attuali azionisti di Banca Antonveneta aventi ad oggetto azioni della medesima.  
   
   
LE PRIME MONETE OLIMPICHE ITALIANE DELLA STORIA SARANNO REALIZZATE DALLA ZECCA DELLO STATO E DISTRIBUITE DAL GRUPPO SANPAOLO IMI  
 
Torino, 17 marzo 2005 - A partire da Helsinki 1952, i programmi di monete commemorative dei Giochi Olimpici hanno sempre ottenuto un notevole successo tra i collezionisti di tutto il mondo: anche per la collezione numismatica dedicata ai Giochi di Torino 2006 ci si attende un grande successo di prenotazioni, grazie all'elevato contenuto artistico dei prodotti realizzati dalla Zecca dello Stato e alla volontà del pubblico internazionale di contribuire al sostegno dello sport Olimpico. Il programma numismatico di Torino 2006, presentato ieri al Salone d'Onore del Coni, prevede l'emissione di 11 monete commemorative a corso legale (6 in argento e 5 in oro) in quattro momenti successivi a partire da marzo 2005, per un valore nominale variabile fra i 5 Euro e i 50 Euro. «A undici mesi dai Xx Giochi Olimpici Invernali - ha detto l'onorevole Mario Pescante, Sottosegretario ai Beni Culturali con delega allo Sport e Supervisore di Torino 2006 - le monete commemorative, realizzate con grande perizia dall'istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, rappresentano un momento molto importante di promozione dei Giochi, degli sport invernali e del territorio. Fin dall'inizio della storia Olimpica moderna le emissioni di monete commemorative hanno ricoperto un ruolo fondamentale, unendo il mondo dello sport, dell'arte, della cultura e del collezionismo, e fungendo da preziosi ambasciatori del Movimento Olimpico. Le monete di Torino 2006 sono anche un'ulteriore rappresentazione del design tipico di Torino 2006, che il Cio stesso ha già avuto modo di apprezzare». «Per il Poligrafico e Zecca dello Stato - ha affermato il Presidente dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.a Silvano Boroli - si tratta di un impegno di grande valenza artistica e culturale: un compito prestigioso, il dar vita a questo importante programma numismatico, quali ambasciatori dell'Arte e dello Sport italiano nel mondo, attraverso una collezione che rende onore nella sua preziosità anche all'impegno dei nostri atleti. E l'occasione offertaci dalle Olimpiadi 2006 è stata da noi accettata di buon grado e accolta come una vera sfida sportiva: i nostri Maestri della Zecca - tre artisti di rinomata fama - hanno saputo trasfondere nella loro opera il vero spirito che anima le Olimpiadi». Sulle monete in argento 925 saranno riprodotti i pittogrammi ufficiali che rappresentano le discipline Olimpiche invernali, mentre su quelle in oro 900 saranno raffigurati alcuni dei monumenti più rappresentativi di Torino e del suo territorio, con l'eccezione dell'ultima emissione aurea del valore di 50 Euro, prevista per gennaio 2006, che dovrebbe recare l'effige del Viaggio della Fiamma. Tutte le monete saranno prodotte dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.a., in seguito all'accordo sottoscritto con il Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Torino 2006. Le monete saranno distribuite in Italia dal Gruppo Sanpaolo Imi, Sponsor Principale di Torino 2006, attraverso le sue filiali delle banche appartenenti al gruppo (Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Friulcassa, Banca Popolare dell'Adriatico, Carisbo, Cassa di Risparmio di Venezia) e dall'Istituto Poligrafico attraverso i suoi canali abituali (Punti vendita della Zecca dello Stato, Libreria dello Stato e sito internet www.Ipzs.it). Il programma delle emissioni prevede per marzo 2005 la coniazione delle monete del valore nominale di 5 Euro in argento raffiguranti il pittogramma del pattinaggio di figura, da 10 Euro in argento con lo sci alpino e da 20 Euro in oro con l'effige delle Porte Palatine. A.. Nel giugno 2005 verranno distribuite le monete da 5 e 10 Euro in argento raffiguranti rispettivamente lo sci di fondo e l'hockey su ghiaccio, e le monete da 20 Euro in oro riproducenti Palazzo Madama. B.. A novembre 2005 sarà la volta delle monete da 5 Euro in argento con il salto, da 10 Euro in argento con il pattinaggio di velocità, da 20 Euro in oro con la Palazzina di Caccia di Stupinigi e da 50 Euro in oro raffigurante la Statua Equestre di Emanuele Filiberto. C.. L' ultima emissione, ancora in fase di sviluppo, è prevista per gennaio 2006 con la distribuzione delle monete d'oro del valore nominale di 50 Euro che dovrebbero raffigurare l'effige del Viaggio della Fiamma. D.. Le versioni delle monete in argento saranno commercializzate in coppia come dittico, mentre quelle d'oro saranno distribuite singolarmente. Le misure delle monete, tutte di qualità "proof" (fondo specchio), a seconda del valore nominale, sono: 32 millimetri e 18 grammi per i 5 Euro d'argento, 34 millimetri e 22 grammi per i 10 Euro d'argento, 21 millimetri e 6,451 grammi per i 20 Euro d'oro e 28 millimetri e 16,129 grammi per i 50 Euro d'oro. Le monete di Torino 2006 avranno un contingente massimo di 40.000 pezzi nel caso del dittico d'argento della prima emissione e di 35.000 per le successive; il contingente massimo sarà di 10.000 per le monete d'oro da 20 euro e di 6.000 per quelle d'oro da 50 euro: tale limitata disponibilità contribuisce ad accrescere ulteriormente il valore e l'interesse nel Programma Numismatico dei Xx Giochi Olimpici Invernali. Queste monete rappresentano inoltre le prime emissioni numismatiche ufficiali commemorative di un'edizione dei Giochi Olimpici svolta in Italia: non furono emesse monete commemorative né in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Cortina 1956 né in occasione dei Giochi Estivi di Roma 1960. Www.torino2006.org  
   
   
GRUPPO TELECOM ITALIA: CON IAS UTILE NETTO 2004 PASSA A 1,8 MLD, IL DEBITO E’ PARI A 32,8 MLD MA GLI EFFETTI SONO GIA’ STATI CONSIDERATI DALLE AGENZIE DI RATING  
 
Milano, 17 marzo 2005 – Il Cfo del Gruppo Telecom Italia, Enrico Parazzini, ha presentato ieri agli analisti i principali effetti sul bilancio di Gruppo 2004 derivanti dall’adozione degli Ias/ifrs, che diventano obbligatori per i bilanci consolidati delle società quotate a partire dall’esercizio 2005. Il Gruppo Telecom Italia adotterà i nuovi principi contabili a partire dal 1 gennaio 2005 ed i dati relativi al primo trimestre dell’anno saranno comunicati in base a questi ultimi. Anche gli obiettivi economico-finanziari 2005-2007, che verranno presentati l’8 aprile 2005 alla comunità finanziaria, saranno predisposti secondo tali principi. I nuovi principi saranno applicati al bilancio civilistico a partire dal 2006. I principali effetti derivanti dall’adozione dei nuovi principi sul bilancio 2004 sono i seguenti: Un miglior risultato operativo per 0,4 miliardi euro (da 7,2 a 7,6 miliardi di euro); Un maggior utile netto (quota Capogruppo) per 1 miliardo di euro (da 0,8 a 1,8 miliardi di euro); Un aumento del patrimonio netto di 1,2 miliardi di euro (da 15,2 a 16,4 miliardi di euro); Un incremento della Posizione Finanziaria Netta di 3,3 miliardi di euro (da 29,5 a 32,8 miliardi di euro). A livello di conto economico, il principale effetto dei nuovi principi contabili riguarda l’ammortamento del goodwill (pari a 1,5 miliardi di euro nel 2004): in base agli Ias/ifrs il goodwill non è più soggetto al processo sistematico d’ammortamento ma viene sottoposto annualmente ad un processo di verifica di valore, definito impairment test; altri minori effetti sul conto economico derivano da riclassificazioni, da un diverso criterio di riconoscimento dei ricavi, nonché dal mutato trattamento di alcune cessioni immobiliari. Anche l’incremento del Patrimonio Netto da 15,2 a 16,4 miliardi di euro è essenzialmente dovuto al venir meno dell’ammortamento del goodwill. Le variazioni dell’indebitamento finanziario netto sono principalmente dovute al diverso trattamento contabile delle operazioni immobiliari di vendita e riaffitto di immobili avvenute nel periodo 2000-2003, delle operazioni di cartolarizzazione e del factoring. Tali effetti, relativi alla rappresentazione dell’indebitamento finanziario netto, erano già stati considerati dalle agenzie di rating nelle riclassifiche da esse effettuate. Alcune operazioni di cessione di immobili effettuate dal Gruppo, con contestuale riaffitto per 19-21 anni, con i nuovi principi vengono contabilizzate con la metodologia finanziaria: pertanto, nello Stato patrimoniale vengono evidenziati, all’attivo, i beni riaffittati ed al passivo il debito residuo; nel conto economico verranno iscritti, anziché i canoni di affitto, le quote di ammortamento e gli interessi passivi; la plusvalenza realizzata al momento della vendita verrà differita lungo la durata del contratto. Il diverso trattamento contabile di tali operazioni immobiliari origina contabilmente un aumento nella rappresentazione dell’indebitamento finanziario netto a fine 2004 per 1,6 miliardi di euro. Per quanto riguarda i contratti di cartolarizzazione, l’adozione dei nuovi principi contabili prevede il consolidamento della società veicolo Ti Securitization Vehicle, costituita ad hoc per tali operazioni, in quanto, pur essendo interamente posseduta da soggetti terzi, la sua attività è di fatto controllata da Telecom Italia. L’effetto contabile negativo sulla rappresentazione dell’indebitamento finanziario netto, derivante da tale consolidamento, determina un aumento di 0,7 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece la voce factoring, poichè i nuovi principi contabili prevedono criteri più restrittivi per il riconoscimento della cessione crediti a titolo definitivo, si registra un effetto contabile sulla rappresentazione dell’indebitamento finanziario netto che determina un aumento di 0,8 miliardi di euro. Con riferimento ai dati economici delle principali Business Units, gli effetti sono trascurabili a livello di ricavi, mentre principalmente a causa delle riclassifiche di oneri e proventi straordinari (oltre che di rettifiche relative a riconoscimento ricavi e fondi rischi) il risultato operativo di Wireline passa da 5,2 a 4,8 miliardi di euro, quello della Bu Mobile da 4,07 a 3,98 miliardi di euro e quello di Internet & Media da -0,09 a -0,07 miliardi di euro.  
   
   
MARZOTTO S.P.A.: CONVOCATA L’ASSEMBLEA ORDINARIA E STRAORDINARIA PER IL 19 APRILE 2005 DIVIDENDI: STACCO 25 APRILE 2005 – PAGAMENTO 28 APRILE 2005  
 
Milano, 16 marzo 2005 – Marzotto rende noto che è stata convocata l’Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti per il giorno 19 aprile 2005, alle ore 16,30 (1a convocazione) e 20 aprile 2005 (2a convocazione), presso la sede legale in Milano, via Turati 16/18, con il seguente Ordine del giorno Parte ordinaria: Deliberazioni ai sensi dell'art. 2364, punti 1 e 2, del Codice Civile; Parte straordinaria: Proposta di approvazione del progetto di scissione parziale proporzionale di Marzotto S.p.a. (Società scissa) mediante trasferimento del complesso aziendale del settore abbigliamento in favore di una Società beneficiaria interamente controllata che sarà denominata Valentino Fashion Group S.p.a. (attualmente Italfashion S.p.a.). Deliberazioni inerenti e conseguenti. Il dividendo proposto dal Consiglio di Amministrazione di: Euro 0,36 (2003: Euro 0,32) a ciascuna delle azioni ordinarie; Euro 0,38 (2003: Euro 0,34) a ciascuna delle azioni di risparmio convertibili; Euro 0,42 (2003: Euro 0,38) a ciascuna delle azioni di risparmio non convertibili; verrà messo in pagamento il giorno 28 aprile 2005 (data stacco 25 aprile 2005). Con riferimento alla proposta di scissione, la documentazione prevista dalla normativa vigente è stata messa a disposizione del pubblico presso la Sede sociale, la Sede Amministrativa e Borsa Italiana S.p.a., nonché trasmessa a Consob.  
   
   
EDISON: L’UTILE NETTO SALE A 155 MILIONI (+7,6%), IL RISULTATO OPERATIVO A 615 MILIONI (+48,2) I RICAVI DI ENERGIA E GAS CRESCONO DEL 10,3%; L’INDEBITAMENTO DIMINUISCE DI 288 MILIONI  
 
Milano, 17 marzo 2005 – Il Consiglio di amministrazione di Edison ha approvato ieri il bilancio 2004, che chiude con un utile netto consolidato di 155 milioni di euro, in crescita del 7,6% rispetto al 2003. “Il 2004 è stato molto positivo per la società che ha migliorato tutti i risultati grazie alla crescita avvenuta sia nell’energia elettrica che nel gas – ha commentato Umberto Quadrino, presidente di Edison –. Una crescita destinata a proseguire per effetto del programma di investimenti che vedrà, nel corso del 2005, l’entrata in produzione di ben 5 centrali (3 di Edison e 2 di Edipower) che aumenteranno la nostra disponibilità di capacità produttiva di 2.800 Mw”. I risultati ottenuti sono stati raggiunti anche grazie alle sinergie esistenti tra i settori dell’energia elettrica e del gas, che hanno permesso accrescere la competitività complessiva dell’azienda. Una scelta in linea con i piani strategici della società e destinata a garantire nei prossimi anni un ulteriore miglioramento dei risultati. Il Consiglio ritiene quindi che non si debbano modificare i piani e l’attuale perimetro operativo del gruppo che prevedono l’integrazione dei due business energia elettrica e gas e un ulteriore sviluppo della capacità produttiva. Risultati di gruppo L’utile netto è pari a 155 milioni di euro, superiore del 7,6% rispetto a quello del 2003 che aveva peraltro beneficiato di proventi straordinari netti per circa 300 milioni. Più che triplicato il risultato prima delle imposte e dei componenti straordinari che passa da 111 a 380 milioni. Il risultato operativo migliora del 48,2% raggiungendo i 615 milioni contro i 415 dell’esercizio precedente. Il Mol aumenta del 13,7% (1.254 contro 1.103 milioni del 2003). I ricavi netti pari a 6.497 milioni crescono del 3,3% rispetto all’esercizio precedente. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2004 è pari a 3.855 milioni con una diminuzione di 288 milioni rispetto ai 4.143 milioni rilevati al 31 dicembre 2003. Il miglioramento della posizione finanziaria netta è dovuto principalmente ai flussi di cassa generati dal core business. Grazie alla riduzione dell’indebitamento e alla crescita dei risultati, nel corso del 2004 le due principali agenzie internazionali di rating hanno migliorato il merito di credito su Edison: Standards&poors ha innalzato il rating M/l da Bbb a Bbb+, Moody’s ha modificato l’outlook del rating Baa3 da negative a positive. Nel febbraio 2005 Moody’s ha inoltre posto il rating di Edison sotto esame per un possibile upgrading. Highlights
Core business (energia e corporate) Gruppo
i in milioni di euro2004 (*) 2003 (*) Δ 2004 (*) 2003 (*)Δ
Ricavi netti Margine operativo lordo % sui ricavi Risultato operativo % sui ricavi Risultato prima delle imposte e dei componenti straordinari Risultato netto di Gruppo 5.668 1.226 21,6% 592 10,4% 342 132 5.141 1.087 21,1% 439 8,5% 167 339 10,3% 12,8% 34,9% 104,8% n.S. 6.497 1.254 19,3% 615 9,5% 380 155 6.287 1.103 17,5% 415 6,6% 111 144 3,3% 13,7% 48,2% 242,3% 7,6%
(*) I dati sono riferiti al conto economico e allo stato patrimoniale redatti ai sensi dello Ifrs5 Risultati del core business Il risultato netto è pari a 132 milioni di euro, in calo rispetto al dato 2003 (339 milioni) che beneficiava però del contributo di 320 milioni di plusvalenze nette non ripetibili per la cessione di riserve di gas in Egitto. Il risultato prima delle imposte e dei componenti straordinari passa da 167 a 342 milioni. Il risultato operativo è uguale a 592 milioni in aumento del 34,9%. Il Mol è pari a 1.226 milioni con un incremento del 12,8%. I ricavi netti sono cresciuti del 10,3% rispetto all’esercizio 2003, attestandosi a 5.668 milioni. I risultati positivi riflettono soprattutto il significativo incremento dei volumi sia nell’energia elettrica (+14,3%) che nel gas (+13,7%) e il forte miglioramento della gestione industriale nell’energia elettrica. Nell’energia elettrica i ricavi netti sono pari a 4.581 milioni di euro e il Mol ammonta a 989 milioni, in crescita rispettivamente del 17,8% e del 19,7% rispetto al 2003 in un mercato in cui la domanda nazionale è stabile (+0,7%). Il sensibile miglioramento dei risultati riflette il vantaggio dovuto alla maggiore disponibilità di energia elettrica (51,5 Twh, +14,3% rispetto al 2003) che ha consentito a Edison di poter ottimizzare i mercati di destinazione e migliorare la struttura dei prezzi. In particolare crescono del 38,1% le vendite sui mercati liberalizzati grazie all’incremento delle vendite ai clienti non vincolati (+5,3%) e a quelle effettuate sulla Borsa elettrica e sul cosiddetto “Stove” (rispettivamente per 3,4 e 2,1 Twh) operativi solo dal 2004. La maggiore disponibilità di energia elettrica è prevalentemente riconducibile alla piena operatività a partire dal gennaio 2004 del contratto di tolling con Edipower. Nel settore idrocarburi i ricavi netti sono saliti del 9,3% a 2.291 milioni di euro grazie principalmente all’aumento dei volumi di vendita aumentati del 13,7% rispetto a un mercato nazionale in crescita del 4%. Il Mol, pari a 325 milioni, risulta tuttavia in flessione: la riduzione dei margini operativi è riconducibile principalmente all’andamento negativo della forbice tra i costi di importazione e i prezzi di vendita, un fenomeno che ha invertito la sua tendenza nel secondo semestre 2004 e che è destinato presto a riassorbirsi. Le vendite ammontano complessivamente a 11,5 miliardi di mc. In forte sviluppo sono soprattutto le vendite di gas per usi civili (+21% circa), realizzate direttamente da Edison o attraverso le alleanze con alcune ex municipalizzate. Crescono dell’11,8% anche le vendite per usi termoelettrici legate all’aumento dei consumi di Edison e di Edipower. I consumi per usi industriali crescono del 6,5%. Lo sviluppo del piano industriale. Prosegue il programma di sviluppo della società per ampliare la capacità produttiva di energia elettrica e potenziare l’offerta di gas. Gli investimenti tecnici aumentano di conseguenza nel 2004 da 328 a 442 milioni, con un aumento del 34,8%. Nel corso del 2004 i lavori negli impianti in costruzione sono proseguiti regolarmente e già a partire dalla fine del 2005 le centrali di Altomonte, Candela e Torviscosa entreranno in produzione apportando al piano industriale Edison 2.000 Mw di nuova potenza. Altri 800 Mw proverranno dalla centrale di Simeri Crichi, il cui cantiere è stato inaugurato nel maggio 2004. Procede anche il repowering di Edipower che nel 2004 ha avviato i nuovi gruppi della centrale di Sermide; le nuove centrali di Chivasso e Piacenza saranno inaugurate nel 2005. Si ricorda che l’obiettivo di Edison è di arrivare a 14.000 Mw di capacità installata entro il 2008 (a partire dai 10.000 Mw attuali), pari al 20% del mercato nazionale. Nel settore degli idrocarburi sono in corso numerose iniziative per consentire a Edison di immettere sul mercato 17 miliardi di mc di gas entro il 2008 (rispetto alla disponibilità di 11,5 di mc del 2004), pari al 20% del mercato nazionale. A ottobre è stato inaugurato il gasdotto Eni che collega l’Italia alla Libia: attraverso questa infrastruttura Edison potrà disporre direttamente del gas del contratto libico per 4 miliardi di mc. In avanzato sviluppo il progetto del terminale Edison di rigassificazione Gnl dell’Alto Adriatico che ha ottenuto le autorizzazioni ed entra nella fase esecutiva. L’impianto, che verrà realizzato con Exxonmobil e Qatar Petroleum in mare a 15 chilometri dalla costa, avrà una capacità produttiva di 8 miliardi di mc l’anno, di cui l’80% è riservata a Edison. Edison Spa chiude il 2004 con un utile netto di 312 milioni di euro, raddoppiando il valore rispetto ai 144 milioni dell’esercizio precedente. Il risultato operativo è pari a 316 milioni (erano 8 milioni nell’esercizio precedente), il Mol ammonta a 719 milioni (+68,8%) e i ricavi netti sono a pari 3.384 milioni (+15,5% rispetto al 2003). All’assemblea chiamata ad approvare il bilancio sarà proposto di destinare l’utile al parziale ripianamento delle perdite pregresse. Prestiti obbligazionari emessi nel 2004. Nel mese di gennaio è stata emessa una tranche da 100 milioni di euro a valere sul prestito obbligazionario già collocato per 600 milioni nel dicembre 2003 con durata settennale e cedola annua del 5,125%. Nel luglio 2004 è stato inoltre emesso un prestito obbligazionario di 500 milioni di euro, con durata di 7 anni e cedola trimestrale variabile di 60 punti base sopra il tasso Euribor a 3 mesi. Le due operazioni si inseriscono nell’ambito del programma Emtn (Euro Medium Term Notes) approvato nel novembre 2003 per un totale di 2 miliardi di euro ed attualmente utilizzato per 1.200 milioni L’importo totale dei quattro prestiti obbligazionari in circolazione è pari a 2.630 milioni di euro, con scadenze nel 2007 per 1.430 milioni, nel 2010 per 700 milioni e nel 2011 per 500 milioni. Previsioni 2005. Il trend positivo dei mercati di riferimento, la prevista entrata in esercizio di nuova capacità produttiva e l’introduzione dei nuovi principi contabili internazionali (Ias), che porterà al consolidamento proporzionale del 50% di Edipower, consentono di prevedere un miglioramento dei risultati operativi. La relazione sulla gestione, il progetto di bilancio dell’esercizio 2004 e il bilancio consolidato 2004 saranno messi a disposizione del pubblico, presso la sede della società e la Borsa Italiana, nonché sul sito Internet www.Edison.it entro il 31 marzo 2005. Convocazione dell’assemblea. Come già comunicato al mercato il Consiglio di amministrazione ha convocato l’Assemblea degli azionisti per i giorni 19 e 20 aprile 2005, rispettivamente in prima e seconda convocazione, per l’approvazione del bilancio 2004. L’assemblea sarà inoltre chiamata a nominare il Consiglio di amministrazione, il Collegio sindacale e la Società di revisione. Incorporazione di Megs in Edison. Il Consiglio di amministrazione ha approvato inoltre la proposta di incorporazione di Megs (100% Edison) in Edison. Megs è una società che svolge attività di esercizio e manutenzione su impianti di produzione di energia elettrica principalmente in Italia. L’operazione si inserisce nell’ambito del programma di razionalizzazione dell’assetto societario delle controllate del core business, avviato nel 2002. Il progetto di fusione sarà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea dei soci di Megs (convocata per il 10 maggio 2005) e del Consiglio di amministrazione di Edison (previsto per la stessa data), fatto salvo il diritto degli azionisti di Edison che rappresentano almeno il 5% del capitale di richiedere che la decisione di approvazione della fusione sia adottata dall’assemblea, inviando domanda indirizzata alla società entro 8 giorni dal deposito del progetto di fusione presso il Registro delle imprese. Relazione sulla corporate governance. Il consiglio di amministrazione ha approvato anche la relazione sulla corporate governance che si ispira alle raccomandazioni e alle norme contenute nel codice di autodisciplina della Borsa italiana, in linea con la migliore prassi internazionale. In particolare, la società ha riservato all’esclusiva competenza del consiglio di amministrazione le operazioni aventi significativo rilievo economico, patrimoniale e finanziario e quelle con parti correlate. Il consiglio di amministrazione inoltre esamina ed approva annualmente il piano strategico industriale e il budget. Con cadenza almeno trimestrale, come previsto dallo statuto, gli amministratori con poteri esecutivi riferiscono al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale in merito all’attività svolta e all’esercizio delle deleghe. In merito agli amministratori indipendenti, il consiglio di amministrazione utilizza i criteri individuati nel codice di autodisciplina di Borsa Italia per valutarne l’indipendenza e l’adeguatezza del loro numero. Gli amministratori indipendenti sono attualmente quattro su un totale di 12. La società ha istituito in seno al consiglio i seguenti comitati: il comitato per il controllo interno, il comitato di remunerazione, il comitato strategico e l’organismo di vigilanza, richiesto dalla legge 231.
 
   
   
GRUPPO MONTEFIBRE, REGISTRA UNA PERDITA DI 1,6 MILIONI, E IL PROGETTO DI BILANCIO 2004 DI MONTEFIBRE S.P.A. REGISTRA UNA PERDITA DI 8,5 MILIONI  
 
Milano, 17 marzo 2005 - Il Consiglio di amministrazione, riunitosi il 16 marzo 2005, ha approvato il Bilancio consolidato 2004 del Gruppo Montefibre, che registra una perdita di 1,6 milioni, e il Progetto di bilancio 2004 di Montefibre S.p.a., che registra una perdita di 8,5 milioni. I ricavi netti del Gruppo sono calati dell’1% rispetto all’anno precedente, con una diminuzione dell’11,7% per volumi e un incremento del 10,7% per prezzi. I ricavi da fibre acriliche, pari a 367,6 milioni, sono cresciuti del 13,9% rispetto ai 322,6 milioni del 2003 sia per volumi (+3,7% nonostante la chiusura a fine aprile 2003 dello stabilimento di Ottana), sia per prezzi (+10,2%). I ricavi da prodotti poliestere, pari a 50,7 milioni, sono diminuiti, rispetto ai 92,1 milioni dell’anno precedente, sia per l’azzeramento delle vendite di polimeri, a causa della scissione societaria del 28/2/2003, sia per le minori vendite di fibra poliestere (-39,4%), a causa della fermata delle linee di produzione nell’aprile 2004; anche i prezzi di vendita della fibra poliestere sono risultati in calo dell’1,3%. I costi per acquisti, prestazioni e diversi sono diminuiti del 6,6%, poiché l’effetto dei minori volumi del settore poliestere ha più che compensato il significativo aumento del prezzo delle materie prime. Il costo del lavoro è passato dai 56,5 milioni del 2003 ai 47,9 milioni del 2004, in conseguenza della scissione societaria (-281 persone dal 1° marzo 2003) e della riduzione del personale operativo sia per la chiusura dello stabilimento di Ottana, sia per la fermata delle produzioni poliestere. L’organico medio è passato dalle 1.398 unità (di cui 1.275 operative) del 2003 alle 1.220 unità (di cui 939 operative) del 2004. I proventi netti su partecipazioni, che nel 2003 erano ammontati a 0,6 milioni in quanto ridotti dalla svalutazione (1,6 milioni) della partecipazione in Mediobanca per adeguamento ai corsi del titolo, nel 2004 sono stati pari a 4,3 milioni, avendo beneficiato dell’integrale ripristino (1,6 milioni) del valore della partecipazione in seguito al recupero delle quotazioni di borsa. Gli oneri straordinari netti includono, principalmente, una svalutazione di 18,5 milioni apportata al valore di bilancio degli impianti di fiocco poliestere sulla base della stima dei flussi reddituali che saranno generati dall’attività fiocco, alimentata da polimero prodotto da Ngp, dopo il completamento del progetto di riconversione industriale di Ngp, un provento di 9,1 milioni per obbligazioni accessorie a contributi per investimenti di anni precedenti e l’effetto sulle rimanenze iniziali, positivo per 3,0 milioni, della variazione dei principi contabili, da Lifo a costo medio; questa variazione, peraltro, ha comportato una diminuzione di 0,5 milioni del risultato della gestione ordinaria. Pertanto, il risultato netto del Gruppo Montefibre ha registrato un forte miglioramento, passando da una perdita di 40,4 milioni nel 2003 a una perdita di 1,6 milioni nel 2004, con un risultato della gestione ordinaria in utile per 10,7 milioni. La posizione finanziaria netta migliora di 23,2 milioni perché il flusso di cassa generato dalle attività di esercizio, pari a 22,6 milioni rispetto ai 13,6 milioni del 2003, è stato destinato agli investimenti solo per circa 7 milioni; il miglioramento risente anche dell’inclusione tra le attività finanziarie della partecipazione in Mediobanca, pari a 8,2 milioni, a seguito dell’uscita dal Patto di sindacato. Nel 2004 i consumi europei di fibre acriliche sono ulteriormente scesi del 9% rispetto al 2003; anche le consegne dei produttori europei sul mercato domestico hanno fatto registrare un calo del 12%, compensato da un incremento delle esportazioni del 4,4% che ha consentito di mantenere stabili i volumi complessivi di vendita. Il Gruppo Montefibre ha migliorato nettamente la redditività soprattutto nei primi tre trimestri dell’anno, mentre nell’ultimo non è stato possibile recuperare nei prezzi di vendita i forti aumenti di costi subiti dalla materia prima. Anche per il 2005 si prevede che prosegua, sebbene a ritmo inferiore a quello del 2004, la riduzione dei consumi in Europa Occidentale, solo in parte compensata da incrementi nell’Europa dell’Est. Crescerà quindi la quota delle vendite del Gruppo Montefibre nei mercati extra europei, rese peraltro meno remunerative dalla perdurante forza dell’euro. Rimangono sempre in tensione i costi della materia prima, mentre le forti resistenze che attualmente si registrano nei mercati di sbocco spostano al secondo trimestre del 2005 un più significativo aumento delle quotazioni dei prodotti finiti. I margini unitari pertanto sono previsti in discreto recupero rispetto agli attuali insoddisfacenti valori; si registra, comunque, il pieno utilizzo della capacità produttiva del Gruppo. Per quanto riguarda il fiocco poliestere, nel 2004 i consumi europei sono aumentati di almeno l’1%, mentre le importazioni sono cresciute di oltre il 12% nei primi dieci mesi dell’anno; le consegne dei produttori europei sul mercato domestico sono rimaste sostanzialmente stabili, nonostante la fermata produttiva di Montefibre. Tale fermata ha condizionato l’attività poliestere di Montefibre, il cui margine lordo è stato, pertanto, ancora negativo. Con il primo trimestre 2005 saranno pressoché terminate le vendite degli stock di fibra prodotta dalle linee fermate. La fibra per auto prodotta sulle linee short spinning ha subito nell’ultimo trimestre 2004 forti rincari della materia prima che non sono stati totalmente compensati da incrementi dei prezzi di vendita, determinando anche per questa attività un margine lordo leggermente negativo. Questa situazione dovrebbe permanere anche nel primo semestre 2005, cosicché solo nel secondo semestre si potrà tornare a margini lordi positivi. Complessivamente, dopo un primo trimestre peggiore dell’ultimo trimestre 2004, il previsto lento recupero dei margini unitari dovrebbe consentire, nel secondo trimestre, un margine lordo consolidato positivo, che potrebbe essere insufficiente a coprire gli ammortamenti. Nonostante le criticità sopra indicate di questo inizio d’anno, è previsto che l’indebitamento finanziario netto nei prossimi mesi si mantenga sostanzialmente stabile. Si allegano i prospetti riclassificati di sintesi dello stato patrimoniale, del conto economico e del rendiconto finanziario del Gruppo e di Montefibre S.p.a.; si tratta di dati ancora in corso di verifica da parte della Società di revisione e che sono oggi messi a disposizione del Collegio sindacale. Si informa che Montefibre non ha ancora posto in essere le procedure per la transizione agli Ias/ifrs. Tali attività saranno intraprese a breve; la prima relazione trimestrale sarà predisposta secondo la previgente normativa, mentre la transizione è prevista con la relazione semestrale.  
   
   
GRUPPO VENTAGLIO, PRIMO TRIMESTRE 2005: (1° NOVEMBRE 2004 - 31 GENNAIO 2005): RISULTATO ANTE IMPOSTE PARI -17,9 MILIONI DI EURO IN MIGLIORAMENTO DI CIRCA 4 MILIONI DI EURO RISPETTO AL PRIMO TRIMESTRE 2004 (-21,8 MILIONI DI EURO) POSITIVO ANDAMENTO, NEL CORSO DEL SECONDO TRIMESTRE, DEL PORTAFOGLIO PRENOTAZIONI RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE  
 
 Milano, 17 marzo 2005 - Il Consiglio d’Amministrazione de I Viaggi del Ventaglio S.p.a. Ha approvato ieri i risultati relativi al primo trimestre chiuso al 31 gennaio 2005. Il Gruppo ha registrato un valore della produzione pari a 111,2 milioni di Euro sostanzialmente in linea con lo stesso periodo del precedente esercizio (115,5 milioni di Euro nel primo trimestre 2004). L’andamento del primo trimestre, per quanto attiene l’attività di tour operating, è stato peraltro influenzato, così come la seconda parte dell’esercizio 2004, da una situazione congiunturale di ridotto sviluppo economico che ha determinato una parziale limitazione di spesa turistica a cui si è aggiunta una negativa dinamica di mercato avvenuta su alcune destinazioni. I margini reddituali, Ebitda ed Ebit, pari rispettivamente a -7 milioni di Euro e -11,5 milioni di Euro (-1,1 milioni di Euro Ebitda e -5,5 milioni di Euro Ebit al 31 gennaio 2004), hanno risentito in particolare della significativa contrazione dei ricavi della destinazione Egitto (-38%) e parzialmente della destinazione Maldive (- 35%). Il settore è stato, infatti, influenzato da una significativa riduzione di passeggeri su entrambe le destinazioni che ha riguardato in particolare i tour operator italiani che hanno assistito, nei mesi di novembre e dicembre, ad una riduzione di presenze sul Mar Rosso, pari rispettivamente al 45% e al 33% (fonte Astoi). Le destinazioni Maldive e Oriente hanno risentito degli effetti dello Tsunami; tuttavia il Gruppo, nell’esercizio 2005, risulta meno esposto su tali destinazioni per effetto delle decisioni assunte nel corso del 2004 di disimpegnarsi da alcune strutture alberghiere localizzate nell’area direttamente interessata. Il risultato ante imposte è migliorato di circa 4 milioni di Euro attestandosi a -17,9 milioni di Euro rispetto ai -21,8 milioni di Euro al 31 gennaio 2004; tale risultato è stato determinato da minori oneri per operazioni su derivati in tassi e cambi registrati nel primo trimestre 2005. Il risultato ante imposte negativo realizzato nel primo trimestre risente degli effetti derivanti dalla significativa stagionalità delle vendite del Gruppo. Il primo trimestre, infatti, rappresenta una quota piuttosto limitata (circa il 15%) del fatturato annuo mentre la quasi totalità dei costi indiretti, in modo particolare quelli fissi e di struttura, è sostenuta in modo costante durante l’esercizio. La posizione finanziaria netta consolidata si attesta a -94,8 milioni di Euro al 31 gennaio 2005 in significativa riduzione rispetto alla situazione alla stessa data dell’anno precedente (-124,6 milioni Euro) per effetto dell’aumento di capitale intervenuto per 44,8 milioni di Euro e in crescita, conseguentemente alla stagionalità del business, rispetto a – 83,5 milioni di Euro al 31 ottobre 2004. Nel dettaglio la posizione finanziaria netta a breve termine è passata da -91,6 milioni di Euro al 31 ottobre 2004 a –106,2 milioni di Euro del primo trimestre 2005, mentre la posizione finanziaria netta a medio/lungo termine da +8,1 milioni di Euro a +11,4 milioni di Euro. La posizione finanziaria netta della capogruppo I Viaggi del Ventaglio S.p.a al 31 gennaio 2005 è pari a +10,1 milioni di Euro rispetto a +12,4 milioni di Euro del 31 ottobre 2004. I crediti verso le parti correlate sono pari a 0,8 milioni di Euro ai quali si aggiungono debiti di natura commerciale inerenti i contratti di locazione in essere con il Gruppo Belt (azionista al 4,16%) per 0,01 milioni di Euro e crediti nei confronti della collegata Ventaclub Events S.r.l. Per circa 2,34 milioni di Euro. Il portafoglio prenotazioni presenta un incremento dei ricavi per il periodo febbraio-ottobre 2005 pari al +1% rispetto al corrispondente periodo del 2004. In particolare, i dati relativi alla stagione estiva, che rappresentano il periodo di concentrazione del fatturato e della marginalità del Gruppo, forniscono iniziali indicazioni confortanti. La capogruppo I Viaggi del Ventaglio S.p.a. Ha concluso positivamente, a dicembre 2004, un aumento di capitale da 44,8 milioni di Euro che ha consentito l’ingresso nella compagine azionaria di due primarie istituzioni finanziarie, Unicredit Banca Mobiliare S.p.a. E Banca Intesa S.p.a., con quote rispettivamente del 15,53% e del 7,76 %. Nell’ambito della stessa operazione, Unicredit e Banca Intesa hanno inoltre messo a disposizione della società linee di credito per complessivi 113 milioni di Euro, dei quali 95 milioni dedicati al rimborso dell’Eurobond da 100 milioni. Si conferma quindi che il Gruppo rimborserà l’Eurobond da 100 milioni di Euro emesso dalla controllata Ventaglio International Sa alla scadenza prevista il 15 maggio 2005, utilizzando le linee di credito derivanti dall’accordo sopraccitato, ed in particolare il finanziamento dedicato da 95 milioni di Euro che avrà scadenza nel novembre del 2006, potendo concentrare così le proprie forze sulla realizzazione del Piano Industriale. Il gruppo ha avviato, nel contempo, le attività di ricerca, raccolta e preliminare valutazione delle offerte relative alla dismissione delle due strutture alberghiere nella Repubblica Dominicana e in Messico, delle quali è previsto in ogni caso il mantenimento della gestione e della commercializzazione. Il ricavato della cessione immobiliare sarà destinato a rimborsare il finanziamento dedicato di 95 milioni di Euro, o a rimborsare l’Eurobond, qualora l’operazione di cessione avvenisse prima del 15 maggio 2005. In questi primi mesi dell’esercizio 2005 il Gruppo è impegnato nella realizzazione del Piano Industriale triennale 2005-2007, approvato a novembre 2004 dal Consiglio di Amministrazione.tale Piano mira a consolidare la leadership raggiunta nei vari segmenti di mercato incrementando gli obiettivi di redditività attraverso il miglioramento dell’efficienza operativa. Il Gruppo ha infatti già attivato nel trimestre appena concluso una serie di interventi di recupero di efficienza riguardanti i processi di acquisizione dei servizi turistici di terra e dei voli, le logiche di erogazione della scontistica e gli acquisti di beni di funzionamento: ad oggi il programma di recupero di efficienza non rileva scostamenti rispetto agli obiettivi del piano , tali da modificarne le previsioni. Il Piano prevede il ritorno ad un risultato operativo positivo nell’esercizio in corso e un risultato netto in equilibrio nell’esercizio 2006. Con riferimento all’entrata in vigore del Regolamento europeo che stabilisce l’applicazione dei principi contabili Ifrs (International Financial Reporting Standards) per la redazione del Bilancio, il Gruppo Ventaglio informa che il bilancio al 31 ottobre 2006 sarà il primo esercizio che recepirà il Regolamento sopra indicato. Il Gruppo Ventaglio, pur avendo già identificato le attività da intraprendere, non ha ancora iniziato il processo di transizione agli Ifrs; il gruppo sarà in grado di fornire le prime indicazioni sulle differenze rilevanti entro quanto stabilito dalla normativa vigente.  
   
   
DUCATI MOTOR HOLDING: RIFINANZIAMENTO DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO IN SCADENZA  
 
Bologna, 17 marzo 2005 – Ducati Motor Holding S.p.a. , la casa costruttrice di motociclette ad alte prestazioni ha annunciato di aver conferito mandato in esclusiva ad Unicredit Banca Mobiliare S.p.a. Per l’organizzazione e la sindacazione di un finanziamento di Euro 73,3 milioni. Il finanziamento, che Unicredit Banca d’Impresa S.p.a. Si è impegnata a sottoscrivere interamente, è finalizzato a finanziare: a) i fabbisogni dela Società per il rimborso del residuo ammontare del proprio prestito obbligazionario in scadenza ala data del 31 maggio 2005 pari a Euro 54,0 milioni e di alcuni finanziamenti bancari a breve termine utilizzati per il riacquisto di parte delo stesso, per Euro 20,0 milioni circa; b) ulteriori fabbisogni aziendali legati al capitale circolante dela Società e dele sue controlate. La Società, di comune accordo con Unicredit Banca Mobiliare S.p.a., intende aumentare l’importo complessivo del finanziamento fino ad un massimo di Euro 110,0 milioni, subordinatamente al’andamento dela sindacazione. Tutti gli altri termini e condizioni del finanziamento verranno resi noti al mercato quando l’operazione verrà finalizzata.  
   
   
IL LEAN ENTERPRISE MANAGEMENT PER TORNARE A ESSERE COMPETITIVI  
 
Bologna, 17 marzo 2005 - - Meccanica, mezzi di trasporto, chimica, gomma, plastica, tessile e abbigliamento, calzature, carta e stampa ed editoria: sono questi i settori industriali più propensi all’innovazione, sia di prodotto che di processo. E’ quanto emerge dalle prime analisi condotte dal Diptem (Dipartimento Ingegneria della Produzione, della Termoenergetica e dei Modelli matematici) dell’Università di Genova nell’ambito del Network of Excellence on Lean Enterprise Management (Nelem), la comunità di aziende e istituzioni promossa da Oracle Italia e Jmac Europe per diffondere anche in Italia la cultura dell’impresa snella e sostenere così le aziende italiane nel recupero della competitività. Scopo dello studio che il Diptem sta realizzando e che ha presentato a Bologna presso il Museo Ducati è quello di individuare dei raggruppamenti omogenei di aziende che condividono la necessità di un modello gestionale di tipo lean. “Le caratteristiche del gruppo di imprese – come spiega il Prof. Flavio Tonelli del Diptem dell’Università di Genova – con la maggiore propensione all’innovazione nell’area del lean enterprise management verrà definito in relazione a varie dimensioni; tra queste certamente il valore aggiunto alla produzione industriale, la capacità di competere sui mercati esteri, la tipologia di processo produttivo, le dimensioni per numero di addetti e la propensione all’utilizzo di nuove tecnologie”. Lo studio, che si sta configurando come un vero e proprio “Osservatorio sul Lean Enterprise Management in Italia”, verrà svolto presso il Polo di Savona della Facoltà di Ingegneria. Coordinato dai Professori Roberto Mosca e Flavio Tonelli, sarà articolato in varie fasi: analisi dei diversi settori industriali attraverso le fonti ufficiali somministrazione di un questionario che si compone di circa 60 domande e che potrà essere compilato online all’indirizzo: http://www.Gestionale.inge.unige.it/nelem  verifica e confronto dei dati ufficiali con quanto emerso dal questionario e, quindi, definizione dei gruppi di imprese potenzialmente più interessate a nuovi modelli gestionali basati sui principi del modello di lean enterprise. “Il recupero di competitività non è più procrastinabile - afferma ancora il Prof. Mosca -, il ritardo che il mondo industriale italiano presenta rispetto ai principali competitori extranazionali, in termini di modelli gestionali, tecniche produttive e tecnologie, può essere recuperato solo attraverso massicci investimenti sull’innovazione e sullo sviluppo stante la elevatissima percentuale di inefficienze che affliggono il nostro sistema industriale”. “L’univocità del dato e l’automazione dei processi rappresentano due componenti centrali dei sistemi informativi della lean enterprise - spiega Grazia Calorio, Senior Director Sales Oracle Applications. - Quando parliamo di automazione dei processi ci riferiamo a tutte le funzioni aziendali, non solo ad alcune, perché è grazie all’applicazione di questi concetti a tutta l’impresa, a tutta la catena del valore (dai fornitori ai clienti) che l’azienda può diventare più veloce, più reattiva e, quindi, più competitiva”. “Secondo la nostra esperienza – spiega Paolo Sganzerla, responsabile dell’area di competenza Lean Enterprise & Manufacturing di Jmac Europe - il modello lean si applica con successo anche alla realtà industriale italiana fatta di piccole e medie aziende. Le differenze culturali con il Giappone, dove le metodologie lean sono nate, non rappresentano un vincolo; basta costruire un percorso di cambiamento personalizzato sulle specifiche esigenze dell’azienda e perseverare nell’applicazione dei principi di base”.  
   
   
I MANAGER A SCUOLA PER UNA COMPETITIVITA’ POLITICALLY CORRECT  
 
Milano, 17 marzo 2005 - Il 18 marzo alla Camera di Commercio di Milano, presso Palazzo Affari ai Giureconsulti, in piazza Mercanti 2, alle ore 9.00, prende avvio a Milano la prima edizione del corso “Sviluppo del management delle imprese di pubblica utilità e di servizi ambientali nei contesti multiculturali” , promosso dal Ministero delle Attività produttive, sulle Linee guida Ocse per le imprese operanti sui mercati esteri, che affrontano i problemi etici dello sviluppo sostenibile. Il Map ha istituito già da tempo il Punto di Contatto Nazionale con l’obiettivo di dare capillare diffusione e corretta attuazione alle “ Linee guida destinate alle imprese multinazionali” promuovendone la conoscenza e risolvendo le controversie derivanti dalla loro applicazione. Il Pcn è uno strumento a disposizione dei Governi per perseguire politiche di crescita responsabili, fondate sui valori condivisi e per il benessere socio economico. E’ questa la prima iniziativa che, promossa anche da Regione Lombardia - Servizi di Pubblica Utilità e Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione, in raccordo con Servizio ambiente e territorio della Camera di Commercio di Milano, Confservizi Lombardia, Assolombarda, Assindustria Monza e Brianza, Api Lombardia, Associazione Anima, Logos realizza per divulgare e promuovere le linee guida dell’Ocse per le imprese operanti all’estero, in particolare in tema di ambiente, di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e dei minori. Gli argomenti trattati prevedono l’acquisizione di nuove competenze, al fine di accrescere nei partecipanti le abilità e capacità professionali richieste per chi opera sui mercati internazionali. L’arricchimento professionale consentirà loro di operare in imprese di medie e grandi dimensioni nella corretta applicazione delle linee guida, e al fine di implementare un sistema di buone prassi, anche con l’adozione di codici di comportamento, nelle attività produttive che avranno luogo in paesi extra Ue.  
   
   
PRESENTATA INDAGINE FILAS-FEDERLAZIO SULLA CAPACITA’ INNOVATIVA DELLE PMI DEL LAZIO  
 
 Roma, 17 marzo 2005 - Ieri mattina, presso L’enoteca Regionale Palatium (via Frattina, Roma), la Federlazio e la Filas, società regionale dedicata all’innovazione, hanno presentato i risultati di un’indagine congiunta sulla capacità innovativa delle piccole e medie imprese del Lazio svolta dall’Osservatorio Filas, centro studi e documentazione per le imprese laziali. All’incontro erano presenti l’Amministratore Unico di Filas, Fabrizio Sacerdoti, il Capo Progetto dell’Osservatorio Filas, Luis Iurcovich, il Vicedirettore della Federlazio, Luciano Mocci. L’indagine ha permesso di fornire un quadro dell’innovazione nella nostra regione dal punto di vista delle piccole e medie imprese, ed è stata realizzata su un campione di 560 imprese, di cui 200 della Federlazio. Sette imprese su dieci hanno un proprio sito web, mentre il 31% realizza innovazioni di prodotto e di processo e comunque il 50% sperimenta una qualche forma di innovazione. In termini generali è chiara la predominanza di alcuni settori altamente innovativi, quali il Biochimico, il settore delle Telecomunicazioni e quello Informatico. Basse performance nell’innovazione sono invece emerse dai settori Editoria, Pubblicità e Audiovisivo. Per quanto riguarda le attività di ricerca e sviluppo ciò che emerge dall’indagine è una discreta propensione a realizzare attività di questo tipo al proprio interno, a dispetto di altre forme di collaborazione con altre imprese, con le Università o con Centri di ricerca pubblici o privati. Un risultato molto interessante è rappresentato anche dal 50% delle imprese che dichiara di aver fatto ricorso a finanziamenti per l’innovazione, in particolare fondi Filas e fondi regionali, con un forte aumento rispetto al passato. Il 18% delle imprese intervistate, inoltre, dichiara di aver depositato brevetti e tra queste quasi tutte (l’80% circa) presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti. Anche questo è un dato molto significativo perché l’attività brevettale costituisce uno degli indicatori più significativi per stabilire il grado di innovazione di una nazione o di una regione. Infine, positive sono risultate le previsioni degli imprenditori laziali: dall’indagine emerge infatti che il 70% degli intervistati pensa di investire in innovazione nel corso dell’anno, mentre tre imprese su quattro ritengono che il loro fatturato possa crescere nel prossimo futuro di almeno il 5%.  
   
   
I VANGELI IN VERSI E IN RIMA UNA LETTURA INSOLITA  
 
 Milano, 17 marzo 2005 – Questa sera alle ore 18.30 presso la Libreria Egea di via Bocconi, 8 presentazione del libro Vangeli in versi e in rima, di Francesco Fiorista. Oltre all’autore saranno presenti Gerolamo Arrigo, che introdurrà il volume e Silvana Filippelli che ne leggerà alcuni versi. Vangeli in versi e in rima è un libro semplice, volutamente popolare come i testi canonici a cui si ispira. Un modo del tutto insolito di leggere i Vangeli. Ingresso libero.  
   
   
LA CAPACITÀ INNOVATIVA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL LAZIO. RISULTATI DELLA SECONDA INDAGINE DELL’OSSERVATORIO FILAS 2005  
 
Roma, 17 marzo 2005 - Aspetti introduttivi e finalità dell’indagine Questa seconda indagine, che l’Osservatorio Filas e Federlazio realizzano per la prima volta congiuntamente, intende fornire un quadro dinamico dell’innovazione nella regione Lazio mediante l’analisi del comportamento innovativo delle imprese che vi operano. Essa presenta importanti novità rispetto alla precedente[1]. Innanzitutto, è stata aumentata la numerosità del campione di imprese. Tale ampliamento è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Federlazio, che ha messo a disposizione la propria conoscenza della realtà imprenditoriale Laziale. Il campione più grande ha permesso di ottenere un più ampio set di risposte raffinando così l’analisi. Per quanto riguarda i contenuti sono stati introdotti elementi di assoluta novità cercando di colmare il gap relativo ad alcune tematiche di particolare interesse. In particolare, si è scelto di estendere l’analisi ad aspetti quali la conoscenza e l’utilizzo di strumenti di proprietà intellettuale (brevetto); l’interesse nei confronti di strategie aziendali di internazionalizzazione (nel presente e nel futuro) ed il ricorso alle diverse tipologie di finanziamenti ottenuti per favorire l’innovazione. Il quadro italiano che ci presentano i media e i principali enti di ricerca è chiaro: il sistema italiano delle imprese attraversa una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da una concorrenza internazionale sempre più agguerrita. L’ aumento degli investimenti in ricerca e innovazione appaiono necessari per il mantenimento di una posizione competitiva sul mercato. Investire in innovazione (di prodotto, di processo e organizzativa) diventa per l’impresa moderna una necessità che dovrà e essere accompagnata da una vera e propria rivoluzione culturale che consideri il percorso innovativo come un evento “naturale” e non “eccezionale”. L’innovazione tecnologica costituisce quindi un elemento fondamentale per lo sviluppo economico di un Paese o di una regione. Nel panorama italiano il Lazio rappresenta una realtà piuttosto dinamica sul fronte dell’innovazione e possiede tutte le potenzialità per fare da traino per le altre regioni. L’innovazione[2], inoltre, può assumere forme differenti dalla ricerca svolta nei laboratori. In molti casi si tratta infatti di tecnologie incorporate in nuovi materiali, d’integrazione tra design e nuovi materiali o, infine, dell’applicazione di tecnologie avanzate in prodotti personalizzati per comprendere e rispondere alle esigenze del cliente. È proprio questo il caso del modello di innovazione della regione Lazio che, come quello italiano, è caratterizzato da una forte capacità di innovare e che non si identifica necessariamente nella spesa per ricerca come rilevato dagli indicatori tradizionali. Ciò significa che sia la ricerca di base che quella industriale dovranno necessariamente assumere un ruolo maggiore. Inoltre, le ridotte dimensioni delle imprese se da un lato hanno permesso al nostro paese di essere flessibile e competitivo in molti settori, dall’altro non hanno favoriti gli investimenti in ricerca di base, la quale costituisce sempre più un elemento su cui puntare per restare competitivi a livello internazionale. In sintesi, all’interno del territorio regionale convivono diverse realtà economiche accomunate da una necessaria “tendenza” alla modernizzazione dei propri processi e prodotti industriali (si pensi, ad esempio, ai comparti dell’Aerospazio, delle Telecomunicazioni e del Biomedicale) e realtà produttive di tipo tradizionale che iniziano a sperimentare nuove “formule” di innovazione (tecnologica e non). Il funzionamento di tutto ciò è sintomo di una elevata dinamicità del network resa possibile anche dalla presenza sul territorio di numerosi Centri di Ricerca, Università e Poli tecnologici che contribuiscono a diffondere la cultura dell’innovazione accanto a quella del “saper fare”, cultura che contraddistingue le piccole e medie imprese laziali. L’innovazione nella regione Lazio: le risposte all’indagine L’innovazione è un elemento indispensabile per rilanciare le politiche industriali e strategiche e rimanere al passo delle economie in crescita. Nell’ambito di questa seconda indagine che l’Osservatorio Filas dedica all’innovazione e alla dinamicità delle imprese laziali emerge una buon livello di vitalità del tessuto imprenditoriale. Tuttavia alcuni settori presentano, ad un’analisi più critica, una situazione per certi versi preoccupante ed una scarsa attenzione all’innovazione e al confronto con un mercato sempre più competitivo e globale. I risultati dell’indagine confermano la dinamicità del Lazio, ribadita sia dall’Eurispes che dal Quadro Regionale di Valutazione dell’Innovazione[3]: sette imprese su dieci hanno un proprio sito web, mentre il 31% realizza innovazioni sia di prodotto che di processo e, comunque, una su due sperimenta nella propria azienda una qualche forma di innovazione. E’ evidente come i settori maggiormente propensi all’innovazione abbiano finalmente raccolto la sfida “innovativa” e sia iniziato un processo di trasformazione che porterà allo sviluppo di imprese più competitive ed innovative. In termini generali è chiara la predominanza di alcuni settori altamente innovativi, quali: il Biochimico, il settore delle Telecomunicazioni e quello Informatico. Tali indicazioni, che risultano confermate anche dai dati nazionali, appaiono particolarmente interessanti soprattutto perché questi tre settori sembrano essere, peraltro, quelli più rappresentativi della realtà imprenditoriale della regione. Discorso a parte merita il settore dell’Audiovisivo, che si contraddistingue nettamente dagli altri settori dell’indagine anche e non solo per la dimensione regionale che ha un peso particolarmente rilevante nella città di Roma. In effetti, il tanto sperato rilancio del settore dell’Audiovisivo, che avrebbe dovuto trovare un naturale sostentamento nell’integrazione della gestione aziendale con aspetti di ordine creativo/culturale, non è mai avvenuto e ciò ha contribuito al peggioramento di una situazione già critica. Analizzando i risultati complessivi emersi dall’indagine, con particolare attenzione alle modalità con cui avviene l’innovazione all’interno dell’impresa, le aziende laziali sembrano maggiormente orientate ad introdurre innovazioni di processo[4]. Infatti, il 52% del campione ha risposto di aver realizzato tale forma di innovazione, contro il 49% che ha introdotto solo innovazioni di prodotto[5]. Un aspetto particolarmente interessante emerso dall’indagine, che ha riguardato circa il 67% delle imprese intervistate, è legato al contributo che l’introduzione delle nuove tecnologie ha fornito al processo di innovazione organizzativa interna alle imprese. Le opportunità per quest’ultime di gestire i propri processi aziendali facendo ampio ricorso ai mezzi elettronici ha agevolato la nascita di nuove relazioni a livello intra-organizzativo e inter-organizzativo, favorendo contemporaneamente lo sviluppo del fenomeno delle reti d’impresa. Nell’indagine condotta si è voluto fornire anche un contributo previsionale circa l’interpretazione dei dati, cercando di sondare l’umore degli attori principali del sistema economico. I risultati emersi sono piuttosto positivi, soprattutto se comparati con il clima di sfiducia registrato a livello nazionale. Circa il 70% delle imprese intervistate pensa di investire in innovazione nel corso dell’anno, mentre tre imprese su quattro ritengono che il loro fatturato possa crescere nel prossimo futuro di almeno il 5% e tre su dieci pensano di realizzare un aumento uguale o maggiore del 20%. Nell’ambito dell’indagine si è cercato anche di investigare le opinioni e i sogni “internazionali” degli imprenditori laziali, che appaiono da un lato fortemente interessati all’idea di delocalizzare parte o tutta la loro produzione all’estero e dall’altro mostrano forti incertezze su come e dove trasferire il processo produttivo. I paesi europei appaiono ancora tra le aree di maggiore interesse per gli imprenditori, mentre paesi come India e Cina non sembrano aver conquistato, almeno per il momento, le mire strategiche delle imprese laziali. Per quanto riguarda le attività di ricerca e sviluppo ciò che emerge dall’indagine è una discreta propensione a realizzare attività di questo tipo al proprio interno, a dispetto di altre forme di collaborazione con altre imprese, con le Università o con altri Centri di ricerca pubblici o privati. Molto interessanti sono inoltre le informazioni emerse in relazione ai finanziamenti per innovazione: circa la metà delle aziende intervistate ha dichiarato di avere fatto ricorso a finanziamenti per l’innovazione, in particolare fondi Filas e fondi regionali. Dai dati dell’indagine emerge un ricorso ancora limitato ai finanziamenti comunitari, anche se una recente indagine condotta dalla Commissione Europea ha rilevato come il Lazio sia tra le regioni italiane quella che ha presentato, dopo la Lombardia (474 e 853 rispettivamente), il maggior numero di progetti nell’ambito del Programma Europeo Craft (V Programma Quadro), dedicato ai progetti delle Pmi. Dato ancora più significativo, che trova conferma anche nell’indagine, è un forte aumento rispetto al passato dei progetti presentati dalle Pmi finanziati da fondi nazionali e regionali, di supporto alla ricerca ed innovazione: si registra un forte aumento rispetto al passato. Infine, vale la pena soffermarsi sull’attività brevettuale. Dalla nostra rilevazione il 18 % delle imprese intervistate dichiara di aver depositato brevetti e, tra queste, quasi tutte (l’80% circa) presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti. Notevoli sono le differenze all’interno dei settori oggetto della rilevazione ed è questo un dato su cui riflettere soprattutto perché l’attività brevettuale costituisce anche uno degli indicatori più significativi per stabilire la propensione ed il grado di innovazione e creatività di un paese o di una regione. In pratica, occorre realizzare un processo di “trasferimento tecnologico” che favorisca l’incontro tra i laboratori delle università, i centri di ricerca e le aziende: è auspicabile infatti che le idee originate nei primi siano poi catturate e sviluppate dalle seconde. Per fare questo è necessario l’impegno di tutti: delle imprese in primo luogo, ma anche degli enti locali e degli stessi centri di ricerca. Differenze settoriali Dalle risposte ottenute alle domande poste alle aziende, è possibile sintetizzare il livello d’innovazione nei settori considerati nell’indagine. Aumenta il gap del livelli d’innovazione nelle imprese: si conferma l’alto grado di innovazione dei settori Biomedicale, Informatica e Telecomunicazioni mentre Bassa invece la performance delle realtà dell’Editoria, della Pubblicità, dell’Audiovisivo e dei Servizi alle Imprese.
[1] http://www.Osservatoriofilas.it/studiricerche.asp?id_pagina=43&dato=381&anno=
 [2] E’ importante distinguere tra invenzione e innovazione. L’invenzione è la creazione di qualcosa di nuovo. Una invenzione diviene una innovazione quando è applicata ad un nuovo prodotto o ad un nuovo processo ed è sfruttata economicamente da una impresa. Il processo delle invenzioni è quindi legato al campo delle attività scientifiche, mentre l’innovazione si lega alla tecnologia e alle capacità imprenditoriali. Non basta saper solo concretizzare una nuova idea si deve essere in grado di agire per introdurre nel mercato l’invenzione.
[3] http://www.Osservatoriofilas.it/scoreboard.asp?id_pagina=46&dato=345&anno=
 [4] L’innovazione di processo consiste nel cambiamento (miglioramento) del modo di produzione di un prodotto già esistente. La maggior parte delle innovazioni di processo sono incrementali e si traducono in una diminuzione del costo del prodotto o in un miglioramento della sua qualità o in entrambi. [5] L’innovazione di prodotto avviene quando si immettono sul mercato prodotti nuovi o nuove versioni, di qualità superiore, dei prodotti già in commercio. Innovazioni di processo e di prodotto possono avvenire congiuntamente.
 
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROSEGUE LE SUE AZIONI CONTRO GLI ACCORDI "CIELI APERTI" ILLEGALI NEL SETTORE AEREO FIRMATI ACCORDI CHE CONTENGONO CLAUSOLE DENOMINATE "DI NAZIONALITÀ" CHE RISERVANO I BENEFICI DEGLI ACCORDI STESSI AI SOLI VETTORI NAZIONALI  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - A seguito delle misure adottate in luglio e dicembre 2004 per indurre gli Stati membri ad osservare le sentenze "cieli aperti" della Corte di giustizia (Ip/04/967 e Ip/04/1478), la Commissione europea, nella propria veste di custode dei trattati, ha deciso oggi di inviare lettere di costituzione in mora e pareri motivati a undici Stati membri che hanno concluso accordi di servizi di trasporto aereo con gli Stati Uniti. Tutti gli Stati membri che hanno sottoscritto accordi bilaterali con gli Stati Uniti (vale a dire, 20 Stati su 25) sono attualmente oggetto di procedure d'infrazione. Tali accordi nel settore aereo contengono clausole denominate "di nazionalità" che riservano i benefici degli accordi stessi ai soli vettori nazionali degli Stati firmatari, in flagrante violazione del diritto europeo. Allo stesso tempo la Commissione sta preparando il rilancio dei negoziati con gli Stati Uniti per la conclusione di un accordo globale. La Commissione ha deciso di inviare pareri motivati a quattro Stati membri (Francia, Grecia, Italia e Portogallo) per gli accordi internazionali di servizi di trasporto aereo tra gli Stati membri e gli Stati Uniti. Ha altresì deciso di inviare lettere di costituzione in mora a sette Stati membri: Spagna, Irlanda, Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Malta. A seguito del pacchetto del luglio 2004, ad oggi, tutti gli Stati membri che hanno concluso accordi con gli Stati Uniti (vale a dire, 20 Stati su 25) sono pertanto oggetto di procedure d'infrazione[1]. La Commissione ha inoltre deciso di inviare due pareri motivati all'Austria in merito agli accordi che legano tale paese alla Siria, a Cuba, alla Cina e all'Egitto. Tali accordi contravvengono al diritto europeo a motivo delle clausole di nazionalità in essi contenute e che sono contrarie alle disposizioni del trattato in materia di libertà di stabilimento. Nel caso di Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Austria, inoltre, tali accordi sono stati conclusi in violazione della competenza esclusiva dell'Unione. Per gli altri Stati membri interessati (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Malta), gli accordi sono stati conclusi prima della loro adesione all'Unione europea e, pertanto, senza violare la competenza esclusiva di quest'ultima. Il 5 novembre 2002, la Corte di giustizia aveva condannato otto Stati membri che avevano concluso accordi di servizi aerei con gli Stati Uniti per la violazione del diritto europeo. La Corte aveva così messo in evidenza l'illegalità delle clausole di nazionalità e aveva sottolineato che gli Stati in questione avevano ignorato la competenza esclusiva che spetta all'Unione di trattare determinati aspetti della politica comunitaria nel settore dell'aviazione con i paesi terzi, quali le bande orarie e i sistemi telematici di prenotazione. Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione responsabile della politica dei trasporti, si recherà a Washington il 21 e 22 marzo prossimi. La sua visita è finalizzata all'elaborazione di una strategia comune con gli Stati Uniti al fine di rilanciare i negoziati per la creazione di uno spazio aereo comune.  
   
   
T-SYSTEMS GESTISCE L'INFRASTRUTTURA ICT PER LO SVILUPPO DEI SERVICE PROVIDER DELL'AIRBUS A380 L'AEREO PIÙ GRANDE DEL MONDO  
 
Milano, 17 marzo 2005. – Airbus sta sviluppando i sistemi per la cabina di pilotaggio del nuovo aereo di linea ad alta capacità A380 nella sede di Amburgo-harburg. T-systems farà funzionare e gestirà tutte le tecnologie Ict per i service provider del costruttore dell'aereo, concentrati nel parco tecnologico “Channel” della città. Il contratto avrà una durata iniziale di tre anni. T-systems supporta, inoltre, la costruzione dell'A380 con ulteriori servizi, quali, per esempio, il supporto delle 42.000 workstation di Airbus, il funzionamento del data center internazionale dell'azienda a Tolosa e lo sviluppo di un'applicazione software funzionale alla costruzione dell'aereo. T-systems gestisce inoltre la rete di comunicazioni mondiali ecoWan in più di 60 sedi per conto di Eads, casa madre di Airbus. I service provider ad Amburgo-harburg stanno sviluppando i sistemi della cabina di pilotaggio dell'aereo più grande del mondo, che includono sistemi video e audio nonché la tecnologia di telecomunicazioni per l'equipaggio. Per conto di tali service provider, T-systems si occuperà degli impianti telefonici, delle workstation, di una parte dei server e di tutte le applicazioni, attraverso un collegamento ai data server di Airbus. In tal modo ciascun provider sarà collegato direttamente alla rete Airbus e questo consentirà un miglioramento dell’efficienza grazie all'eliminazione della conversione dei dati. T-systems fornirà, inoltre, l'infrastruttura comune destinata a tutti i service provider, che include stampanti, plotter e sale di proiezione nelle quali si effettua l'analisi dei prototipi digitali. È la prima volta in cui Airbus si avvale di una tale forma di cooperazione con i partner che l'assistono nello sviluppo, concentrati in un'unica sede. Un miglior coordinamento dei processi e l’abbattimento dei costi sono i principali vantaggi derivanti da questa scelta. Airbus trae un altro vantaggio dalla funzione di capo commessa svolta da T-systems: la riduzione sostanziale del capitale necessario per costruire l'infrastruttura Ict. La consociata di Deutsche Telekom, inoltre, aggiorna continuamente le workstation delle varie aziende per soddisfare le specifiche e gli standard del Gruppo. Ciò implica che i service provider coinvolti nello sviluppo hanno sempre accesso alle medesime informazioni. Un ulteriore vantaggio di tale approccio consiste nel fatto che esso assicura un notevole livello di trasparenza. T-systems offre queste funzionalità agli sviluppatori su pagamento di un canone mensile fisso, senza ricorrere a investimenti di capitali. Questi girano i costi sostenuti ad Airbus, contestualmente alle fatture per i servizi di sviluppo. Una connessione veloce in fibra ottica fornita da T-systems, con una larghezza di banda garantita di 1 gigabit al secondo, collega le workstation ospitate nell'edificio “Channel” con il centro di calcolo principale di Airbus. In tal modo i service provider possono accedere direttamente ai sistemi messi a loro disposizione al fine di scambiare informazioni relative agli sviluppi. Ciò consente a tutte le parti coinvolte di operare su un'unica base centralizzata di dati di sviluppo.  
   
   
MOBY HA ADERITO ALLO SCIOPERO DEGLI ARMATORI PRIVATI NAPOLETANI CONTRO LA CONCORRENZA SLEALE DELLA COMPAGNIA DI STATO  
 
Milano, 17 marzo 2005 – Anche i traghetti Moby in linea per l’isola d’Elba si sono fermati ieri in segno di solidarietà con la giornata di sciopero indetto dagli armatori privati campani per protestare contro la concorrenza sleale praticata dalla compagnia di Stato. Lo stop è avvenuto per un paio d’ore, dalle 14:30 alle 16:30 e nonostante la società di navigazione di proprietà di Vincenzo Onorato non operi né nel Golfo di Napoli né in quello di Salerno, teatro dell’iniziativa. Gli armatori campani intendono richiamare l’attenzione dell’Unione Europea, del Governo Italiano, della Regione Campania e di tutte le istituzioni competenti, sull’impossibilità di gestire aziende sane a fronte dei continui aumenti dei costi di gestione e di una concorrenza pubblica forte di incessanti sovvenzioni da parte dello Stato. «La forbice crescente tra le tariffe “calmierate” proposte dalla Compagnia di Stato e quelle più care praticate a “prezzi di mercato” dagli armatori privati - dichiara Onorato -, rischia di creare una situazione di vero e proprio dumping commerciale a danno di questi ultimi tale da renderne l’offerta non più concorrenziale e non più giustificata nemmeno dal miglior livello di servizio. Sono anni che mi batto, dapprima in sede europea e successivamente in seno alla stessa confederazione armatoriale, per porre fine al sistema che consente a Tirrenia di sopravvivere nonostante una gestione perennemente in perdita e in contrasto con tutte le più basilari norme della libera economia di mercato».  
   
   
AIUTO DI STATO: LA COMMISSIONE CONSENTE ALL’ITALIA DI CONCEDERE AL GRUPPO ACEA UN AIUTO AMBIENTALE PER EUR 3,8 MILIONI, PURCHÉ SIA PRIMA RECUPERATO UN PRECEDENTE AIUTO  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - La Commissione europea ha autorizzato, ai sensi delle disposizioni del trattato Ce in materia di aiuti di Stato, un aiuto ambientale a favore di un progetto di teleriscaldamento nei pressi di Roma. La Commissione ha però deciso che l’aiuto non possa essere concesso finché il destinatario, che fa parte del gruppo Acea, non abbia restituito un precedente aiuto di Stato dichiarato illegittimo ed incompatibile dalla Commissione nel 2002 (cfr. Ip/02/817). La Commissione ritiene che il cumulo dell’aiuto ricevuto dall’Acea nel 2002 con il nuovo aiuto ora notificato possa avere effetti particolarmente distorsivi. “Con questa decisione” ha dichiarato il Commissario Kroes “la Commissione rafforza l’applicazione delle regole in materia di aiuti di Stato, impedendo alle imprese di ricevere ulteriori aiuti qualora abbiano già ricevuto da uno Stato membro aiuti illegittimi che ancora non hanno restituito”. L’aiuto ambientale approvato riguarda la concessione da parte della regione Lazio di Eur 3,8 milioni per un impianto di teleriscaldamento a Torrino Mezzocamino, un sobborgo di Roma. Il precedente aiuto non rimborsato è di importo molto superiore, come confermano le stesse relazioni finanziarie dell’Acea. Riepilogo dei fatti Destinatario dell’aiuto approvato dalla Commissione, che l’ha subordinato a certe condizioni, è l’Aceaelectrabel Produzione (Aep), impresa di cui hanno il controllo congiunto Acea ed Electrabel. Acea è un’impresa del settore dell’energia controllata dal comune di Roma. Essa, con altre municipalizzate italiane, ha fruito di un aiuto che la Commissione ha dichiarato illegittimo e incompatibile nel 2002. Dopo due anni l’Italia non ha ancora recuperato detto aiuto e la Commissione ha recentemente deciso di deferirla alla Corte di giustizia per non aver dato esecuzione a tale decisione (Ip/05/76).  
   
   
AIUTO DI STATO: LA COMMISSIONE APPROVA UN AIUTO DI STATO DI 18,5 MILIONI DI EURO PER RIDURRE LE EMISSIONI DI MERCURIO IN ITALIA  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - La Commissione europea ha autorizzato, in base alle norme dell'Unione europea sugli aiuti di Stato, aiuti a favore di due produttori di cloro in Italia per la costruzione di due impianti nuovi che permetteranno di produrre cloro senza mercurio. Rosignano Solvay riceverà un aiuto di 13,5 milioni di euro destinati a promuovere un investimento di 48 milioni di euro e Altair Chimica beneficerà di 5 milioni di euro per un investimento previsto di 13,5 milioni di euro. Le società beneficiarie cesseranno la produzione basata sulla tecnologia a mercurio e adotteranno la cosiddetta tecnologia a membrana che non richiede l'utilizzazione di mercurio. La Commissione ha concluso che l'aiuto verosimilmente non causerà indebite distorsioni di concorrenza nel mercato unico e quindi è compatibile con le regole in materia di aiuti di Stato contenute nel trattato Ce (articolo 87). Il Commissario Kroes ha spiegato: “Queste misure promuovono l'obiettivo della sostenibilità previsto dalla strategia di Lisbona in quanto evitano futuri costi ambientali e sono interamente conformi con la strategia comunitaria proposta dal gennaio 2005 di ridurre l'inquinamento da mercurio. L'aiuto alla tutela dell'ambiente ha un ruolo importante da svolgere nell'incoraggiare le imprese a comportarsi in una maniera più compatibile con l'ambiente". L'aiuto di 13,5 milioni di euro destinati a Solvay Rosignano, che promuovono un investimento di 48 milioni di euro e l'aiuto di 5 milioni di euro a favore di Altair Chimica, che prevede di realizzare un investimento di 13,5 milioni di euro, rappresentano il 30% del costo di investimento ammissibile, maggiorato del 10% del costo ammissibile nel caso di Altair trattandosi di un'impresa di medie dimensioni. I beneficiari costruiranno nuovi impianti di capacità non eccedente quella attuale e procederanno alla depurazione dei vecchi impianti; pertanto a partire dal 2007 non vi saranno più emissioni di mercurio nell'atmosfera o nell'acqua. La dismissione dei vecchi impianti diminuirà il rischio di perdite di mercurio dai vecchi stabilimenti che contengono in totale 270 tonnellate di mercurio per le due imprese. La nuova tecnologia apporterà inoltre altri vantaggi ambientali, tra cui risparmi energetici. L'autorizzazione dell'aiuto è stata condizionata all'impegno da parte delle autorità italiane di controllare attentamente la dismissione dei vecchi stabilimenti e di inviare le regolari relazioni alla Commissione. Qualora la depurazione non sia realizzata nel rispetto integrale delle norme ambientali, all'Italia potrebbe essere ingiunto di recuperare l'aiuto. Per maggiori informazioni sulla strategia comunitaria volta alla riduzione dell'inquinamento da mercurio proposte dalla Commissione nel gennaio 2005, vedasi Ip/05/114.  
   
   
RISPARMIO ENERGETICO E FORME ALTERNATIVE ECO-COMPATIBILI  
 
Torino, 17 Marzo 2005 - I temi del risparmio energetico e delle forme alternative eco-compatibili sono state al centro dei lavori della Commissione Ambiente di oggi, presieduta da Pier Giorgio Crosetto, che ha ascoltato una relazione presentata dal direttore generale di Aem Torino Roberto Garbati. Aem Torino si differenzia ampiamente rispetto alla media nazionale, ha affermato Garbati, nel mix di produzione energetica: infatti la sua produzione è per circa un 50 per cento prodotta da fonte idroelettrica e per l’altro 50 per cento da fonte termoelettrica in cogenerazione, rispetto ad una situazione nazionale nella quale l’idroelettrico è presente solo al 20%. L’azienda Energetica Metropolitana ha confermato l’entrata in servizio nel corso dell’anno di due nuovi importanti impianti: il terzo gruppo a ciclo combinato in assetto di cogenerazione di Moncalieri e l’impianto idroelettrico di Pont Ventoux - Susa. Il nuovo ciclo combinato di Moncalieri (400 Mw) è, fra l’altro, funzionale allo sviluppo del teleriscaldamento verso le aree centrali della Città (Circoscrizioni 1 e 3), mentre l’impianto di Pont Ventoux rappresenta oggi la più importante realizzazione nel campo idroelettrico in Italia. Riguardo l’impianto di Pont Ventoux, si evidenzia che la produzione di un quantitativo equivalente di energia elettrica mediante i tradizionali impianti termoelettrici comporterebbe ogni anno l’emissione di circa 258.000 tonnellate di Anidride Carbonica, di 1.000 tonnellate di Ossidi di Azoto e di 1.900 tonnellate di Biossido di Zolfo. In tema di fonti alternative, s’è parlato di impianti fotovoltaici. La città di Torino, infatti, ha promosso e finanziato un programma triennale 2004-2006 per la realizzazione di sedici nuovi impianti fotovoltaici dei quali Aem cura la progettazione e la costruzione: di questi cinque, in edifici scolastici, sono già in corso di realizzazione. Questi sedici impianti, una volta ultimati, consentiranno una produzione di 368.688 kWh di energia elettrica, determinando un risparmio energetico equivalente a 84,80 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) e corrispondenti alla mancata emissione di 247 tonnellate di anidride carbonica l’anno. Nel campo dell’illuminazione pubblica è stato evidenziato che sui nuovi impianti le lampade a vapori di mercurio e quelle fluorescenti sono via via sostituite con quelle a vapori di sodio ad alta pressione e ad alogenuri metallici, le quali, a parità di potenza, emettono una maggiore quantità di luce. Ad oggi in città, per l’illuminazione pubblica, non sono più usate lampade ad incandescenza, sostituite da quelle ad alta efficienza.  
   
   
“VERSO UN USO PIÙ RAZIONALE DELL’ENERGIA NEGLI EDIFICI” CONVEGNO INTERNAZIONALE LOW EXERGY BUILDINGS WORKSHOP  
 
Sarmeola di Rubano ( Pd ) 17 marzo 2005 - Verso un uso più razionale dell’energia negli edifici” è il tema del “Low Exergy Buildings”, il workshop internazionale organizzato dal Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova e dal Gruppo Termotecnico del Collegio degli Ingegneri di Padova, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Padova, di Assistal e Aicarr, e che si svolgerà giovedì 14 aprile 2005, dalle 9 alle 18, nella sede della Cassa di Risparmio di Sarmeola di Rubano (Padova). Obiettivo del convegno internazionale è di sensibilizzare e incentivare gli operatori italiani del settore (progettisti, costruttori, utilizzatori) a nuove forme e processi di risparmio energetico in ambito edile. Un tema che riveste particolare importanza in vista dell’ormai prossima applicazione delle norme attuative della Direttiva Europea 2002/91/Ec sulla certificazione energetica degli edifici (Epbd). Già in altri Paesi sono disponibili sul mercato e adottate soluzioni innovative che consentono di abbattere il consumo energetico degli edifici e ridurre di conseguenza anche l’inquinamento atmosferico. In Italia queste soluzioni sono ancora poco diffuse ed il dibattito è stato finora ristretto a livello di specialisti del settore operanti prevalentemente nelle sedi universitarie e negli altri organismi di ricerca. Particolare attenzione, durante l’incontro, sarà invece rivolta all’impostazione divulgativa e non specialistica degli argomenti. Durante il workshop esperti nazionali ed internazionali illustreranno esperienze maturate in Italia ed all’estero (Germania, Giappone, Svezia, Svizzera e Cina). Tra gli interventi in programma: il problema energetico e il surriscaldamento del pianeta; l’idea della società dei “ 2000 W “ a persona proposta dalla Svizzera; come utilizzare l’energia gratuita; comfort e qualità dell’aria in edifici energeticamente efficienti; ottimizzazione dell’involucro edilizio per ridurre i consumi energetici; edifici sostenibili e a basso consumo energetico; aspetti economici e legislativi relativi alla cogenerazione nel contesto della liberalizzazione del mercato dell’ energia; le nuove frontiere della componentistica e le opportunità di risparmio nell’efficienza delleapparecchiature; il contributo della Building Automation al risparmio energetico; la filosofia della progettazione integrata per i sistemi “ soft heating and cooling” prospettive dell’ energia solare termica e fotovoltaica; nuove soluzioni impiantistiche (cogenerazione, teleriscaldamento, pompe di calore geotermiche, building automation, ecc.); le problematiche di risparmio energetico degli enti locali; la certificazione energetica degli edifici e la nuova Direttiva Europea. La partecipazione al Convegno è gratuita. È richiesta però l’iscrizione, da effettuare alla segreteria del Collegio degli Ingegneri di Padova, telefonando al n. 049-8756160 ( tel e fax ) o all’indirizzo e-mail : collegioingpd@tiscalinet.It  Low Exergy Buildings è un workshop organizzato con periodicità annuale dal gruppo di lavoro Lowexnet. Questo gruppo nasce dall’Annex 37 "Low Exergy Systems for Heating and Cooling in Buildings” della Iea (International Energy Agency) che, nel periodo dal 2000 al 2003, sulla base delle esperienze di diversi Paesi, ha approfondito i temi relativi all’energetica degli edifici, in particolare: l’impiego di energia termica di recupero, le sorgenti termiche e gli utilizzatori a bassa temperatura.  
   
   
FORUM SULL'ENERGIA IN SPAGNA  
 
Bruxelles, 17 marzo 2005 - Una conferenza sulla promozione di tecnologie ambientali ed energetiche applicate al risparmio e all' efficacia energetici in seno all'Unione europea avrà luogo a Pamplona (Spagna) dal 15 al 17 giugno. L'obiettivo principale della conferenza è di promuovere un'intesa comune sul ruolo delle tecnologie energetiche nella gestione delle politiche in materia che intendono promuovere il risparmio e l'efficacia energetici come fattori chiave per combattere le emissioni di anidride carbonica e i cambiamenti climatici. Le attività svolte nell'ambito della conferenza saranno articolate sui seguenti punti: presentazione della situazione riguardante il risparmio e l'efficacia energetici nell'Unione europea; scambio di otto esperienze positive riguardanti la diffusione pubblica di tecnologie ambientali e le iniziative per il risparmio e l'efficacia energetici a livello europeo; visita ai centri di ricerca energetica situati in Navarra (Spagna); presentazione di una proposta per l'istituzione di una rete europea per la diffusione di tecnologie alla luce dei cambiamenti climatici. Per informazioni (in spagnolo) consultare il seguente sito web: http://www.Crana.org  Oppure rivolgersi a: E-mail: energyforum@crana.Org  
   
   
K2: I PRIMI DATI DALLA STAZIONE METEOROLOGICA CNR VERRANNO PRESENTATI AD ISLAMABAD DURANTE L’INTERNATIONAL KARAKORUM CONFERENCE (APRILE 25-27)  
 
Roma, 17 marzo 2005 - Ha già dato i primi risultati la stazione meteorologica italiana allestita nella regione del K2, a 4000 metri di quota, nata per osservare l’estensione e lo spostamento della nube di aerosol e di inquinanti che minaccia il Sud-est Asiatico e per monitorare i cambiamenti climatici. A raccogliere i primi dati sarà Gian Pietro Verza, tecnico del progetto di ricerca “Ev-k2” del Cnr, attualmente in cammino verso Urdokas, lungo il ghiacciaio del Baltoro in Pakistan, dove la temperatura minima è di -19 C°. I dati rilevati dalla struttura, installata lo scorso giugno nel quadro del programma delle attività scientifiche intraprese nell’ambito di “K2 2004 - 50 anni dopo”, saranno presentati dai ricercatori italiani e pakistani ad Islamabad, durante l’International Karakorum Conference(aprile 25-27), organizzata dal Pakistan Academy of Geological Sciences dell’Università di Lahore, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, con il supporto del Ministero degli Esteri e dell’Ambasciata Italiana in Pakistan. “Questa stazione meteorologica” spiega Agostino Da Polenza presidente del Comitato Ev –K2 “l’unica nell’area, rappresenta la prosecuzione e il potenziamento di una tradizione italiana di ricerca scientifica tra le montagne del Karakorum iniziata oltre 50 anni fa da esploratori e scienziati italiani. Dopo questa stagione di collaudo, diverrà un nuovo nodo nella rete di monitoraggio climatico ad alta quota (in Nepal e Pakistan) voluta dall’Italia per compiere rilevamenti ambientali in aree remote, dando così un contributo insostituibile ai maggiori programmi di monitoraggio internazionali per la valutazione degli effetti dei cambiamenti climatici necessari al World Meteorological Organization e all’Unep- United Nations Environment Programme. Non solo la meteorologia, la climatologia e la chimica dell’atmosfera suscitano l’interesse della comunità scientifica internazionale in queste aree, ma anche lo studio e il monitoraggio della morfologia dei ghiacciai, i più lunghi del mondo, da oltre 50 anni oggetto di indagine da parte di italiani”. Seguendo le orme del Prof. Ardito Desio, ricercatori e tecnici sono tornati a compiere rilievi con Gps e Georadar sui ghiacci del K2, analizzando i loro mutamenti per capire anche ciò che avviene nelle Alpi. Il supporto scientifico-tecnico italiano nel Karakorum e nell’Himalaya sarà inoltre fondamentale per l’avviamento di un’altra importante iniziativa: la costituzione del Central Karakorum National Park, un’area di 10.000 Km2 attorno alla quale risiede una popolazione di 800.000 persone. Questa istituzione dovrebbe favorire lo sviluppo ecosostenibile del territorio e, nello stesso tempo, salvaguardare uno dei patrimoni ambientali dell’umanità. “In tale contesto” conclude Da Polenza “l’Italia, grazie alla sua esperienza decennale in questi luoghi estremi, è stata chiamata a sostenere numertosi interventi: i previsione e mitigazione del rischio idrogeologico, contenimento dell’impatto antropico, promozione del turismo sostenibile, ricerche epidemiologiche e supporto sanitario, pianificazione sistemica di interventi infrastrutturali”. Per informazioni: Agostino Da Polenza, presedente Comitato Progetto “Ev -K2” del Cnr, tel. 035/3230511, e mail: adp@montagna.Org  
   
   
IL MINISTRO MORATTI NON SI PRESENTA ALL’INCONTRO CON LE ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI E DELEGA PER IL MIUR IL DOTT. MASIA E LA DOTT.SSA SALMINI  
 
Roma, 17 marzo 2005 - Il Ministro per l’ Istruzione Moratti in data 11.3.2005, ha convocato le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza universitaria per il 16.3.2005 per un confronto sul disegno di legge delega sullo stato giuridico dei docenti universitari, tornato in Vii Commissione alla Camera. All'incontro il Ministro non si è presentato. Sono intervenuti il Capo di Gabinetto, avv. Di Pace, e per il Miur il dott. Masia e la dott.Ssa Salmini. Il Capo di Gabinetto ha giustificato l'assenza del Ministro con un improvviso impegno di Governo e ha manifestato la volontà di proseguire l'incontro per ascoltare le Organizzazioni e le Associazioni presenti e riferirne al Ministro. La risposta delle Organizzazioni e delle Associazioni è stata unitariamente espressa in un solo intervento che ha precisato che la disponibilità delle Organizzazioni e delle Associazioni ad incontrare il Ministro esiste solo in quanto il Ministro in prima persona, con piena assunzione di responsabilità politica, sia realmente disponibile a prendere in considerazione le richieste tante volte pubblicamente espresse dalle Organizzazioni e dalle Associazioni e ampiamente condivise dal mondo universitario. Tali richieste sono ben note e contenute nella proposta unitaria per l'Università italiana delle Organizzazioni e delle Associazioni, proposta che è radicalmente alternativa al Ddl governativo, in primo luogo nei principi. Solo la presenza e una risposta politica del Ministro avrebbe reso politicamente rilevante e impegnativo l'incontro, testimoniando la concreta volontà di ripensare profondamente l'impianto stesso del progetto governativo. Ciò detto, le Organizzazioni e le Associazioni hanno dichiarato concluso da parte loro l'incontro. Il Capo di Gabinetto, da parte sua, ha preso atto e ha fatto cenno alla possibilità di un incontro con il Ministro in un generico tempo successivo alla Pasqua. Data la situazione, anche parlamentare, si conferma la necessità di proseguire lo stato di mobilitazione.  
   
   
"DUE ANNI DOPO LA GUERRA IN IRAQ: GLI STATI UNITI E I LORO ALLEATI"  
 
Milano, 17 marzo 2005 - il prossimo 21 marzo alle ore 18.00, l'Ispi promuove il quinto e ultimo incontro del ciclo "L'iraq e i suoi vicini: prospettive per la regione", organizzato nell'ambito del programma Mimed - Comune di Milano, sul tema: "Due anni dopo la guerra in Iraq: gli Stati Uniti e i loro alleati" Intervengono: Alessandro Colombo, Università degli Studi di Milano e Ispi e Vittorio Emanuele Parsi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Segreteria Organizzativa ,tel.: 02 86 93 053, e.Mail: ispi.Eventi@ispionline.it  sito: www.Ispionline.it