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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Giugno 2009
PARLAMENTO EUROPEO, IRAN: "NON POSSIAMO LASCIARE LA POPOLAZIONE DA SOLA"  
 
Bruxelles, 25 giugno 2009 - È la manifestazione di piazza più imponente dalla rivoluzione del 1979. Da dieci giorni, centinaia di migliaia di iraniani manifestano contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad. Gli occhi del mondo sono puntati sull´Iran, mentre la comunità internazionale condanna l´uso della violenza contro i manifestanti e l´imbavagliamento dei media. Il presidente uscente del Parlamento Europeo, Hans-gert Pöttering: "Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quanto sta accadendo". Non si sa ancora nulla sul numero dei morti. L´unica cosa certa è che Neda Salehi Agha-soltan, studentessa di 26 anni, non c´è più. La sua morte, ripresa da una telecamera, ha già fatto il giro del mondo ed è diventata uno dei cavalli di battaglia dell´opposizione all´appena rieletto presidente iraniano Ahmadinejad. La condanna del Parlamento Europeo Al summit del Consiglio Europeo del 18-19 giugno, i leader politici di tutta Europa hanno condannato "l´uso della violenza contro i manifestanti che ha già causato dei morti". Nel suo discorso, Hans-gert Pöttering, ha espresso la sua più profonda preoccupazione per l´escalation di violenza in Iran. "Questa è un´ulteriore prova dell´inadeguatezza delle regole della legge, in particolare la restrizione della libertà di espressione e di manifestazione in Iran ". Secondo Pöttering "l´Unione europea non può ignorare l´enorme numero di cittadini che sono scesi nelle strade di Teheran e di altre città del Paese nei giorni scorsi. Il rifiuto del risultato delle urne dei giorni scorsi non è limitato a una ristretta elite. Questo movimento è sostenuto da molti progressisti e gode di un vasto appoggio popolare". Nella dichiarazione sull´Iran adottata, i leader europei hanno anche condannato "le restrizioni imposte ai giornalisti, le pressioni esercitate sui media sull´informazione e sugli oppositori, in assoluto contrasto con il relativamente aperto ed incoraggiante periodo preelettorale. Le reazioni degli eurodeputati: "L´iran si trova a un bivio" Per la presidente della delegazione parlamentare delle relazioni con l´Iran, la verde Angelika Beer, la dichiarazione del consiglio "non basta". "Il Parlamento Europeo e l´intera Ue dovrebbero supportare la richiesta di nuove elezioni in Iran, facendosi portavoce del desiderio non solo dell´opposizione ma anche dei cittadini". Secondo l´eurodeputata, l´Iran si trova di fronte ad un bivio: o ci sarà un massacro o si dovrà aprire al resto del mondo. "La mia paura più grande è che altri cittadini che stanno dimostrando per la loro libertà perdano la vita e che la situazione possa degenerare in un massacro". "Per questo motivo non possiamo lasciare gli iraniani da soli", l´invito è rivolto anche alla comunità internazionale. La socialista Christa Prets, vicepresidente della delegazione delle relazioni con l´Iran, ha dichiarato: "Mi auguro che gli oppositori tengano duro. Dopo quello che sta succedendo, le cose non saranno più le stesse. Il governo non sarà in grado di reggere la pressione della popolazione spalleggiata dalla comunità internazionale". "La situazione è ad un punto cieco". Secondo Prets, il leader supremo Khamenei potrebbe arrivare alla conclusione che la soluzione migliore sono nuove elezioni con nuovi candidati. Sullo spargimento di sangue di questi giorni, la deputata è sicura che "se il governo di Teheran aprirà il fuoco sulla propria popolazione non mancheranno conseguenze internazionali". .  
   
   
L´ITALIA ALLA PROVA DELL´EUROPA (SE LA STORIA È MAESTRA DELLA VITA...)  
 
Roma, 25 giugno 2009 - L’italia post-bellica ha perseguito per quarantasette anni (1947-1994) una politica estera determinata dal principio delle « convergenze parallele » fra i due poli di attrazione dell’Europa occidentale: l’egemonia statunitense e lo sviluppo di una crescente solidarietà sovranazionale continentale. Nel ricostruire lo Stato unitario travolto da venti anni di fascismo e dalla guerra condotta a fianco di Hitler, la società politica italiana ha percepito immediatamente il mutamento avvenuto nelle relazioni internazionali, laddove la questione centrale non era solo la scelta fra indipendenza nazionale e interdipendenza internazionale ma soprattutto la coincidenza fra dimensione politica statuale e dimensione politica internazionale: una coincidenza che ha reso ogni volta velleitarie e incoerenti – e dunque contrarie ai nostri interessi – talune scelte che hanno voluto ignorare l’interdipendenza. La scelta atlantica e quella europea sono state imposte da questo mutamento nelle relazioni internazionali ed hanno costituito il quadro degli impegni in politica estera dell’Italia anche quando – con ricorrenza quasi decennale – è maturato il rischio di una rottura fra l’una e l’altra scelta: con la morte di Stalin e la caduta della Ced a metà degli anni ’50, con la distensione internazionale e la decolonizzazione a metà degli anni ’60, con le guerre mediorientali e la crisi della solidarietà insieme atlantica ed europea a metà degli anni ’70 ed infine con l’acuirsi delle tensioni fra Est ed Ovest alla vigilia del crollo del sistema sovietico a metà degli anni ’80. Se si fa eccezione della ricerca pubblicata nel 1967 dallo Iai sulla politica estera della Repubblica Italiana, nata dal Convegno omonimo promosso da Altiero Spinelli nel gennaio dello stesso anno, sono stati scarsi i contributi intellettuali che hanno analizzato in quegli anni le ragioni e il percorso delle scelte italiane e tale scarsità è certamente legata al modesto contributo che gli intellettuali italiani hanno dato alla conoscenza dei problemi internazionali, modestia che si unisce alla pressoché inesistente politica estera dei partiti e delle forze economiche. Dalla creazione delle Comunità europee in poi, la storia della partecipazione dell’Italia alla costruzione europea è divenuta in buona parte storia dei documenti ora disponibili (alla scadenza trentennale) presso gli Archivi Storici delle Comunità europee ma anche sui siti della Commissione europea e delle altre istituzioni oltre che su fonti non ufficiali come, fra tutte, il Bollettino quotidiano «Agence Europe» inventato da Emanuele Gazzo e pubblicato ininterrottamente dal 1953 prima a Lussemburgo e poi a Bruxelles. La crisi della Prima Repubblica e l’avvento al potere di nuove formazioni politiche come Forza Italia e la Lega Nord ha prodotto un mutamento sostanziale nella politica estera dell’Italia e nelle sue relazioni bilaterali con un’incidenza che è stata fino ad ora scarsamente valutata sul suo modo di stare in Europa. All´inizio di una nuova legislatura europea vale la pena di porsi e porre alcune domande alle quali la scarsa storiografia italiana sull’Europa contemporanea e la parziale conoscenza di documenti ancora inediti non ha ancora dato una risposta esaustiva: - dove stanno i motivi della scelta italiana per l’integrazione europea? - quali obiettivi sono stati raggiunti, quali mancati? - quale è stato il contributo dell’Italia al dibattito politico-istituzionale sull’Europa? - in che modo l’Italia ha influenzato gli sviluppi dell’integrazione europea?. Per quindici anni (1947-1962), la fedeltà atlantica e la scelta europeista sono state al centro della collocazione del sistema politico italiano governato dai partiti di ispirazione cattolica, liberale e socialdemocratica essendo osteggiate – seppure in diversa misura – dai socialisti di Nenni e dai comunisti di Togliatti fino – per quanto riguarda il solo Psi - alle aperture di Nenni alla politica estera italiana nella primavera del 1962 (discorso alla Camera del 1962) ed al primo governo Moro con la partecipazione dei socialisti (4 dicembre 1963). Per quanto riguarda il Pci, l’attesa di una sua evoluzione europeista ed atlantica è durata fino agli inizi degli anni ’70 quando fu firmata alla Camera da tutti i partiti dell’arco costituzionale una dichiarazione secondo la quale la Nato e la Cee rappresentavano «il termine fondamentale di riferimento della politica estera italiana». Da allora e fino al 1994 la fedeltà atlantica e la scelta europeista hanno dunque determinato la collocazione internazionale dell’Italia e la posizione politica di quasi tutto l’arco dei partiti italiani (con l’eccezione del Msi di estrema destra e, più tardi, dei protagonisti della scissione a sinistra del Pci). La collocazione europea dell’Italia non è mai stata una conseguenza della scelta atlantica né tanto meno che vi è stata (dal terzo governo De Gasperi-sforza del 1947 – anche se questo governo fu in qualche modo il risultato politico più eclatante del viaggio oltre-oceano di De Gasperi all’inizio del 1947 – fino al governo Ciampi-andreatta del 1993/1994) una piatta coincidenza fra europeismo ed atlantismo. Le scelte di politica estera dell’Italia durante le fasi iniziali della storia repubblicana furono il frutto di grandi dibattiti che coinvolsero gli uomini di governo e i leader dei partiti con la partecipazione di una parte consistente del mondo economico e della stampa, alcuni intellettuali soprattutto vicini al pensiero federalista e, attraverso di essi, anche dell’opinione pubblica. A questo dibattito contribuirono personalità come De Gasperi, Einaudi, La Malfa, Vanoni, Segni, Scelba, Saragat, Lombardo e Nenni in un confronto spesso aspro ma civile con Togliatti, Amendola, Di Vittorio, Paietta e, più avanti negli anni ’50 e ’60, con Andreotti, Colombo, Fanfani, Giolitti e Moro. La linea di politica estera dell’Italia fu certo facilitata dalla continuità nella gestione delle nostre relazioni internazionali poiché Carlo Sforza fu ministro degli Esteri dal 31 maggio 1947 fino alla sua morte il 4 settembre 1952, essendo poi sostituito dallo stesso De Gasperi fino all’agosto 1953, una continuità che ha poi caratterizzato fasi successive della storia italiana con Aldo Moro (ministro degli Esteri dal 1964 al 1966 – durante il periodo difficile della crisi fra la Francia e gli altri cinque partner europei – e poi dal 1969 al 1976 e cioè dal rilancio del processo di integrazione dopo la scomparsa di De Gaulle fino alla decisione di indire le elezioni a suffragio universale e diretto del Parlamento europeo, quando Moro fu prima ministro degli Esteri e poi capo del governo) e quindi con Giulio Andreotti dal 1976 al 1979 e poi dal 1983 al 1992 sia come capo del governo che come ministro degli Esteri. Trascorso il periodo delle scelte di fondo (1947-1957), gli impegni atlantico ed europeo dell’Italia furono essenzialmente decisioni dei governi, soprattutto del Gabinetto Zoli (1957-1958), con uno scarso coinvolgimento delle forze politiche, economiche e sociali se si eccettuano le battaglie di retroguardia di una parte del mondo industriale contro il Mercato Comune ed una pressoché totale estraneità del mondo accademico, oltre ad un diffuso disinteresse della pubblicistica. Fino al 1994, le «convergenze parallele» della fedeltà atlantica e della scelta europeista hanno consentito all’Italia di coniugare gli interessi nazionali con l’attiva e convinta partecipazione del paese alla costruzione di un sistema internazionale ed europeo che chiudesse i conti definitivamente con il passato. L’europa o meglio i vincoli esterni derivanti dalle regole comunitarie sono stati considerati in questo quadro come la premessa indispensabile per il consolidamento dello Stato travolto dal fascismo e dalla guerra e come la bussola (oggi si direbbe: il navigatore) necessaria per pilotare l’Italia sul buon cammino delle riforme. A metà degli anni novanta e con l’inizio di una nuova fase della politica italiana, si è invece interrotto questo lungo periodo fecondo in cui gli interessi nazionali si sono coniugati con la scelta europea ed in cui la nostra collocazione strategica ha fatto bene all’economia e alla politica del paese. L’arrivo di nuovi soggetti politici ha coinciso talvolta con fenomeni culturali di implicita nostalgia della politica di potenza del Regno d’Italia prima e del regime fascista poi, quando l’Italia dei Savoia e quella del Duce avevano perseguito una politica di potenza nazionale giocata soprattutto attraverso alleanze e capovolgimenti di alleanze, protezionismi e velleitarie difese degli interessi nazionali. In particolare – nel nome della patria – con una discutibile e discussa rilettura storica della transizione dalla caduta di Mussolini nel luglio 1943 all’Armistizio dell’8 settembre ed al ruolo svolto dagli italiani nella Resistenza, è nota la tesi di Ernesto Galli della Loggia secondo cui il cedimento di Badoglio agli Alleati suonò come il De Profundis dello Stato nazionale, aprendo poi le porte ad altri cedimenti di sovranità nazionale fino all’ultima e più recente perdita dell’identità nazionale a favore della crescente egemonia culturale laicista e dell’inquinamento religioso di origine islamica. Probabilmente Galli della Loggia si è dimenticato di chiedersi se era patria quello Stato che discriminava gli italiani in base alla pretesa differenza di razza, che toglieva loro la libertà, che stringeva alleanza con un’altra dittatura e scatenava una guerra in chiaro contrasto con l’interesse nazionale. Poiché la campagna elettorale europea non ci ha illuminato sugli orientamenti dei partiti italiani in relazione alla partecipazione dell´Italia al processo di integrazione europea, aspettiamo con interesse che questi orientamenti si chiariscano giorno per giorno di fronte alle decisioni che dovranno essere prese durante la settima legislatura europea. Pier Virgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea .  
   
   
IN PROGRAMMA IL POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITÀ DI RICERCA COMUNI UE - USA  
 
Bruxelles, 25 giugno 2009 - Secondo uno studio condotto da esperti vi sono alcune differenze tra il modo di fare ricerca nell´Unione europea e negli Stati Uniti. L´ecrti (European Conference of Transport Research Institutes) e la Trb (Transportation Research Board) hanno analizzato come sfruttare tali differenze in modo da promuovere le innovazioni all´interno di progetti di ricerca comuni. Gli enti che si occupano della coordinazione delle attività di ricerca sui trasporti nell´Unione europea e negli Stati Uniti hanno studiato il ruolo rivestito dalla ricerca per quanto riguarda il mercato dei trasporti e i progressi ottenuti in questo settore. Nella relazione, intitolata "Collaborazione Ue - Usa per la ricerca sui trasporti: sfide e opportunità", il gruppo di lavoro composto da Ectri/trb afferma l´importanza di intensificare la collaborazione nell´ambito della ricerca al fine di istituire in futuro progetti di ricerca di più ampia portata. La relazione sottolinea che mentre le differenze riscontrabili tra Europa e Stati Uniti sotto il profilo economico e politico sono tangibili, "queste differenze scompaiono se messe in relazione alle analogie tra le barriere che entrambi si trovano ad affrontare nella creazione di progetti comuni di ricerca sostenibili e basati sulla collaborazione". Ectri e Trb osservano inoltre che la cooperazione internazionale dovrebbe assumere dimensioni maggiori alla luce della crisi economica che sta causando problemi a livello mondiale. "Le realtà della globalizzazione richiedono cooperazione e la condivisione delle risorse intellettive e finanziarie. È giunto il momento "di decidere se le nazioni possono continuare a lavorare individualmente come unità concorrenziali distinte all´interno di ´un sistema basato sull´anarchia´, oppure se esse possono riunire le proprie forze per la risoluzione di problemi inizialmente considerati irrisolvibili," si legge nel rapporto. I rappresentanti sono convinti della possibilità (e della necessità) di un´effettiva collaborazione globale. Tra gli elementi presi in considerazione dallo studio figuravano la gestione delle attività di ricerca, i finanziamenti e le innovazioni nel settore dei trasporti in entrambe queste realtà. Inoltre, lo studio ha evidenziato quali sono le tipologie di ricerca e innovazione supportate dai sistemi, ha descritto gli accordi adottati in materia di finanziamenti e ne ha valutato l´utilità. Un confronto tra la ricerca nell´ambito dei trasporti portata avanti da Eu e Stati Uniti ha dimostrato che nella prima le attività sono concentrate su trasporto su rotaie e via acqua, dimostrando che l´Ue applica un approccio più ampio. Gli Stati Uniti, invece, concentrano le proprie attività sul trasporto su strada e sulla possibilità di individuare soluzioni pratiche legate ai mercati. Nella relazione viene affermato che mediante l´integrazione di approcci diversi i ricercatori potrebbero fornire i presupposti per la creazione di nuove innovazioni. ´. Nel rapporto si legge che "le differenze presentano caratteristiche di base comuni: entrambi [i sistemi] hanno un grado di complessità elevato, coinvolgono un ampio numero di interessati e dispongono di una gestione effettiva che si sviluppa su più livelli, coinvolgendo attori locali, statali, nazionali e federali. Ma i ricercatori e gli enti di ricerca come possono accrescere le attività svolte su scala globale? Secondo il gruppo di lavoro, l´attuazione di misure concrete potrebbe promuovere la crescita della loro partecipazione. Inoltre, un´aumentata interazione nella ricerca nel settore dei trasporti tra Ue e Stati Uniti favorirebbe la creazione di un maggior numero di innovazioni. In questa relazione, il gruppo di lavoro raccomanda la mobilitazione delle reti di ricerca tra Ue e Stati Uniti, come anche lo sviluppo di modelli e metodi di cooperazione, la creazione di programmi di ricerca e fondati su tecnologie comuni e la creazione di politiche che favoriscano queste attività. I rappresentanti di Ectri e di Trb invitano inoltre a rivedere e rimuovere eventuali ostacoli alla cooperazione. La creazione di banche dati condivise potrebbe inoltre rendere più efficace la comunicazione tra queste due realtà. Altri metodi per favorire la collaborazione sono costituiti da programmi comuni di formazione e di formazione per la ricerca. Le proposte del gruppo di lavoro, presentate a Janez Potocnik, il commissario europeo per la Scienza e la ricerca, saranno utilizzate per la pianificazione dei futuri programmi di ricerca dell´Unione europea. Per maggiori informazioni e per scaricare la relazione, visitare: Ectri: http://www. Ectri. Org/ Trb: http://www. Trb. Org/ .  
   
   
IL PRESIDENTE DELLAI A COLLOQUIO CON IL CAPITANO DEL TIROLO PLATTER IERI A INNSBRUCK IL PUNTO SULLA COLLABORAZIONE TRANSFRONTALIERA NELL’AMBITO DELL’EUROREGIONE  
 
Trento, 25 giugno 2009 - Il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai si è recato ieri ad Innsbruck per incontrare il presidente del Land Tirol Guenther Platter, ricambiando così la sua visita in Trentino di due mesi fa. Assieme a Dellai, anche l’assessore provinciale alla cultura e ai rapporti euroregionali Franco Panizza. Obiettivi generali della visita: ribadire la solidità dei rapporti che legano Trentino e Tirolo ed esaminare i temi concreti al centro della collaborazione fra Trentino, Tirolo e Alto Adige all’interno dell’Euregio, anche in vista della seduta comune dei tre consigli previsto per la fine di ottobre. In mattinata inoltre la delegazione trentina ha anche fatto visita al sindaco di Innsbruck Hilde Zach e all’ex- presidente del governo del Land Tirol, oggi presidente del Landtag ed inoltre impegnato sul fronte europeo come presidente del Comitato delle Regioni del Parlamento europeo, Herwig Van Staa. “Abbiamo registrato una perfetta identità di vedute sui temi politici e su quelli programmatici – ha detto Dellai nella conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro – . Dobbiamo presentarci unitariamente ad un’Europa che in futuro dovrà necessariamente dare sempre più spazio alle regioni, e si è uniti quando sussistono due condizioni fondamentali: una storia comune e un’idea di futuro comune. Noi una storia comune ce l’abbiamo, come testimoniato dalle manifestazioni hoferiane che si tengono in questo 2009 e che culmineranno con una grande manifestazione ad Innsbruck il 20 settembre, scevra da ogni visione nostalgica. Abbiamo inoltre un’idea comune di futuro, che si sostanzia in un’Euroregione pluralista, fortemente unita sul piano economico e sociale. Abbiamo individuato, anche in vista dell’incontro dei tre Consigli, diversi temi comuni che costituiranno l’indirizzo politico dell’Euroregione che stiamo costruendo, e a cui dobbiamo dare un più solido profilo istituzionale. ” Plattner ha detto di condividere la proposta di preparare la prossima congiunta dei Consigli, anche elaborando un documento comune con le linee programmatiche delle tre Giunte, con il contributo degli assessori competenti e degli apparati tecnici dei rispettivi governi. Per quanto riguarda gli argomenti concreti di collaborazione: l’Euregio è al primo posto, considerato che si avverte l’esigenza di dare ad essa un più solido profilo istituzionale. In secondo luogo l’attenzione si concentra sulle iniziative rivolte ai giovani, in particolare per superare le barriere linguistiche. Viene anche auspicato un rafforzamento dei rapporti culturali, sull’esempio delle Landesaustellung, che però dovrebbe concentrarsi su tematiche in grado di restituire con maggiore efficacia l’idea di una storia e una identità condivise. Un quarto tema è quello della cooperazione sul versante della solidarietà, dell’aiuto allo sviluppo e ai più poveri, in particolare con la creazione di un asse nei confronti di un’altra regione transfrontaliera, al confine fra Uganda e Tanzania, e con il sostegno alla creazione di una serie di villaggi sos in Nepal. Molto importante per Dellai l’approfondimento della collaborazione sul versante dell’università e ricerca scientifica, puntando alla realizzazione di una piattaforma comune che consenta di affrontare in maniera unitaria la sfida della globalizzazione. Altrettanto importante la cooperazione sul fronte dell’energia, con riferimento sia all’energia idroelettrica sia a tutte le altre fonti di energia alternativa. La stessa cooperazione sul versante sanitario, pure già molto sviluppata, è suscettibile di ulteriori approfondimenti. “All’inizio di ottobre – ha detto infine Dellai - dovremo parlare anche di trasporti, quantunque in questo settore abbiamo già fatto molti passi in avanti. Purtroppo con la tragica scomparsa di Van Miert abbiamo perso un grande alleato”. La proposta messa fuoco dai due governatori è quella di scrivere una lettera congiunta al presidente della Commissione Barroso auspicando che il successore abbia le stesse caratteristiche di Van Miert. “Dovremo ribadire – ha confermato Platter - la nostra convinzione relativamente alla ferrovia del Brennero e delle infrastrutture per l’ autostrada viaggiante. ” Nel corso dell’incontro il presidente Dellai ha infine parlato telefonicamente con il presidente Durnwalder aggiornandolo sulle decisioni prese e concordando anche con lui le azioni comuni future. . .  
   
   
ANCONA - INCONTRO SULLE RETI DI COOPERAZIONE EUROPEA  
 
Ancona, 25 giugno 2009 - Venerdì 26 giugno 2009 si svolgerà, a partire dalle ore 9. 30 presso la Camera di Commercio di Ancona (Sala Parlamentino – 2’ piano), l´incontro “Reti di cooperazione nella progettazione europea: strumenti e metodi di lavoro”. L´evento, promosso dal Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, dalla Regione Marche e dal Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico-ionica, in collaborazione con la Camera di Commercio di Ancona, Sviluppo Marche e Ineuropa Srl, è cofinanziato nell’ambito del Nuovo Programma di Prossimità Transfrontaliero Adriatico. L’obiettivo del seminario è quello di presentare le principali reti di cooperazione esistenti nell’area Euro-adriatica e le loro attività; illustrare le opportunità europee di finanziamento e promuovere la creazione di una rete di soggetti e organizzazioni del territorio marchigiano attive nella progettazione europea, attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti web e di tecnologie open source. Nel corso dell’evento verrà presentata la piattaforma informatica Sea che diverrà il comune strumento di lavoro per tutti coloro che opereranno per lo sviluppo locale. I corretti rapporti di collaborazione fra partenariati territoriali regionali, interregionali, interadriatici, reti esistenti di soggetti locali, infatti, hanno permesso e continueranno a permettere di rafforzare l’azione nazionale e regionale nell’area Adriatica e dei Balcani occidentali anche in considerazione dell’avvio, a partire dal 16 giugno 2009, della presidenza italiana del Segretariato permanente dell’Iniziativa Adriatico-ionica. Per partecipare all´evento, effettuare la registrazione online. Http://www. Seadriatic. Net/index. Php?option=com_rsform&formid=2&itemid=99999 . .  
   
   
REGIONE FVG ISTITUISCE GRAN PREMIO ALPE ADRIA DI TROTTO  
 
 Trieste, 25 giugno 2009 - Anche per onorare i trent´anni, compiuti nel 2008, della Comunità di lavoro Alpe-adria-pannonia, la Regione Friuli Venezia Giulia ha deciso di istituire il Gran Premio Alpe Adria di trotto, dotandolo da parte sua di 50 mila euro. Il Gran Premio si disputerà ogni anno all´ippodromo Montebello di Trieste tra cavalli sloveni, austriaci e italiani. Lo ha comunicato ieri mattina il presidente della Regione e della Comunità Alpe-adria-pannonia, Renzo Tondo, al termine di un incontro con Goffredo Gambassini, già consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia. Alla Nord-est Ippodromi, che gestisce la struttura di Montebello, viene demandato il compito di definire con gli Enti ippici della Slovenia e dell´Austria gli aspetti tecnici e le modalità di partecipazione, mentre al presidente dell´Unire Gianfranco Sottile sarà chiesto di contribuire all´importanza del gran premio e di metterlo in calendario tra le manifestazioni ippiche del 2010. La Comunità di lavoro Alpe-adria-pannonia ha già concesso il patrocinio ufficiale e la facoltà di utilizzare il proprio logo. La Comunità di lavoro Alpe Adria è stata fondata il 20 novembre 1978 a Venezia e nell´ultima assemblea plenaria tenutasi a Pamhagen, in Austria, il 21 novembre 2008 ha assunto la denominazione di Comunità di lavoro Alpe-adria- Pannonia, alla quale aderiscono regioni di Italia, Austria, Ungheria, oltre a Slovenia e Croazia. .  
   
   
ITALIA-SLOVENIA: OGGI SUL WEB I PROGETTI AMMESSI A 2A FASE  
 
 Trieste, 25 giugno 2009 – E’ pubblicata da oggi, sul sito www. Ita-slo. Eu sezione "bandi pubblici", la graduatoria dei progetti ammessi alla seconda fase del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-slovenia 2007-2013. La graduatoria è stata definita nei giorni scorsi durante la 7a riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma. Ben 86 delle 92 proposte progettuali oggetto di esame hanno ottenuto un punteggio superiore al minimo richiesto dal bando (50 punti su 100) nell´ambito della valutazione di qualità, curata dal Segretariato Tecnico Congiunto in collaborazione con i Gruppi Transfrontalieri di Esperti. Sul web saranno comunque indicati anche i progetti che non hanno ottenuto il punteggio minimo richiesto. Il prossimo 1 luglio saranno poi pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia il bando n. 01/2009, relativo alla seconda fase per progetti strategici, e il bando pubblico n. 02/2009, diretto al finanziamento di progetti standard. Il bando n. 01/2009 si chiuderà all´inizio del mese di settembre, mentre la scadenza dei termini per la presentazione di proposte progettuali di tipo standard a valere sul bando n. 02/2009 è prevista intorno alla metà di ottobre. Per fornire ai potenziali beneficiari il necessario supporto durante la fase di progettazione ed utili informazioni in merito alla documentazione e modulistica adottata dal Programma, l´Autorità di Gestione, congiuntamente al Segretariato Tecnico Congiunto, sta organizzando alcuni incontri informativi , che avranno inizio già a luglio. . . .  
   
   
BERLINO: MILIONI DI CLUSTER BOMBS PRONTE PER ESSERE DISTRUTTE!  
 
Berlino, 25 giugno 2009 - Dal 24 al 25 Giugno, delegazioni che rappresenteranno più di 80 paesi si incontreranno nella capitale tedesca per discutere su come pianificare la distruzione degli arsenali di munizioni cluster. La nuova convenzione internazionale sulle munizioni cluster sta dando vita a risultati significativi: paesi firmatari, infatti, pianificano la distruzione di questi ordigni prima che venga ratificato il trattato; lo sostiene la Cluster Munition Coalition (Cmc) alla vigilia della Conferenza di Berlino. Da quando la Conferenza di Oslo, che si è tenuta nel dicembre del 2008, ha ufficializzato l’adesione alla Convenzione sulle munizioni cluster, 98 paesi hanno già firmato e 10 hanno ratificato. Il trattato avrà legittimità internazionale 6 mesi dopo che il 30esimo paese avrà depositato la sua ratifica presso il Palazzo delle Nazioni Unite a New York. La Convenzione obbliga i paesi firmatari a distruggere i propri arsenali di munizioni cluster il prima possibile, ma non più tardi di 8 anni dalla sua ratifica. 31 paesi firmatari su 32 che attualmente possiedono ancora arsenali di bombe cluster parteciperanno all’incontro di Berlino questa settimana ed è attesa la loro volontà di rispettare i termini del Trattato. Più di una dozzina di paesi hanno già iniziato (la Spagna ha già terminato) a distruggere i propri arsenali. “La distruzione di queste armi è la dimostrazione di una incredibile evoluzione realizzata da molti paesi” afferma Steve Goose, direttore della divisione armi presso la Human Rights Watch che affianca la Cmc. “Queste armi una volta erano considerate cruciali negli arsenali militari e ora iniziano a essere ridotte a semplici avanzi di metallo inoffensivo. Ogni cluster bomb distrutta è un’arma che non ucciderà o menomerà più nessun civile innocente nei prossimi giorni. ” Centinaia di milioni di cluster bombs sono ancora possedute da paesi che non hanno aderito alla Convenzione di Oslo e la società civile di tutto il mondo continuerà a lavorare instancabilmente per assicurare che questi paesi firmino e che i loro arsenali vengano distrutti affinché non vengano feriti civili. “ Speriamo che il nostro paese mantenga il buon risultato già ottenuto con la distruzione delle mine antipersona, distruzione che ricordiamo fu in grado di concludere con un anno di anticipo su i 5 anni concessi” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine “ Essere tra i primi 30 paesi a depositare lo strumento di ratifica sarebbe significativo. Nel frattempo però attendiamo che il nostro Paese colmi il gravissimo gap creato con l’azzeramento del Fondo per lo sminamento umanitario appena 8 giorni dopo le firme della Convenzione di Oslo. ” Conclude Schiavello. L’impegno di questi paesi, ancora prima che il trattato sia stato ratificato, dovrebbe essere un esempio per rispettare e mettere in atto tutti gli obblighi del trattato il prima possibile. L’assistenza alle vittime, lo sminamento, l’incremento dei fondi per i paesi contaminati e, ovviamente, il divieto all’uso, alla produzione e al commercio dovrebbero diventare realtà il prima possibile. I primi passi sono graditi, ma è fondamentale che il trattato acquisti forza di legge il prima possibile. In concreto questo significa che deve iniziare il conto alla rovescia affinché vengano rispettati i termini del trattato: 8 anni per la distruzione degli arsenali e 10 per sminare i territori. Sono necessarie altre 20 ratifiche perché il trattato abbia totale legittimità. . .  
   
   
ALBANIA, ZONA FRANCA A VALONA  
 
Tirana, 25 giugno 2009 - Il Governo Albanese proclama "zona franca" il territorio con una superficie di 478,14 ettari ubicato nella città di Valona per: svolgimento delle attività portuali, industriali e di trasformazione; attività commerciali e di magazzinaggio di beni; servizi, a esclusione delle attività relative alla produzione dell´acciaio. Lo rende noto l´Ice. La superficie è di proprietà privata e il Governo albanese prevede l´espropriazione e/o la compensazione del terreno sulla base della legge n. 8561 del 22. 12. 1999. La costruzione sarà oggetto di una concessione governativa di 35 anni e darà un nuovo impulso allo sviluppo del Paese. Lo schema previsto è Bot (Build - Operate - Transfer). Lo svolgimento della gara e la scelta del contraente saranno effettuati secondo le procedure stabilite dalla legge n. 9663 del 18. 12. 2006, successivamente modificata. .  
   
   
UNGHERIA, BERS PER CONSULENTI  
 
Budapest, 25 giugno 2009 - La Bers (Banca Europea Ricostruzione e Sviluppo) intende reclutare un consulente che possa fornire assistenza nel monitoraggio e nelle verifiche sull´attuazione dell´Eu/ebrd Municipal Finance Facility - Energy Efficiency Window (Mffee) in Ungheria. Secondo la Bers esiste ancora un notevole potenziale di sviluppo di progetti di efficienza energetica nel settore pubblico ungherese e molte amministrazioni locali necessitano di assistenza tecnica per l´identificazione degli interventi utili e per lo sviluppo ed attuazione dei relativi progetti. Lo rende noto l´Ice. La Bers ha in programma l´apertura di linee di credito dedicate all´introduzione di misure di risparmio ed efficienza energetica attraverso le banche ungheresi con le quali collabora . Si prevede che per il finanziamento di progetti di questo tipo saranno disponibili fino a 25 milioni di euro, ai quali si dovrebbero affiancare finanziamenti provenienti da altre fonti (si prevedono circa 5 milioni di euro dalla Ue). La Bers intende reclutare consulenti per 2 aspetti: a) Un consulente che dovrà effettuare il marketing del Mffee, accrescendone la divulgazione e curando gli aspetti tecnici dei criteri di accesso ai finanziamenti, preparando e valutando i progetti e curandone l´amministrazione, comprensiva del monitoraggio sull´attuazione; b) il secondo consulente sarà quello che verificherà l´avvenuta realizzazione dei progetti infrastrutturali nelle amministrazioni locali e la fattibilità degli interventi minori, come quelli sugli edifici pubblici, procurando consulenza in relazione alla possibiità di ottenere incentivi finanziari. L´incarico avrà una durata di 24 mesi e un budget massimo disponibile di 150 mila euro. Il prescelto per l´incarico a) non potrà essere valutatore e viceversa. .  
   
   
NOBEL PER PACE: CRESCONO LE ADESIONI PER IL CAVALIERE SILVIO BERLUSCONI  
 
Milano, 25 giugno 2009 - Anche i parlamentari Giampiero Catone, Paola Pelino, Pietro Franzoso e Luigi Ramponi hanno aderito alla proposta del Comitato della Libertà di candidare Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la Pace 2010. E dopo le adesioni degli eurodeputati italiani Antoniozzi, Salatto, Patriciello, Gargani il 10 luglio 2009, all´indomani del G8, il Comitato della Libertà in conferenza stampa in Sulmona annuncerà le adesioni di alcuni importanti europarlamentari stranieri. Intanto, il sito www. Silvioperilnobel. It è stato tradotto in lingua russa ed il 21 settembre verrà inviata una lettera ufficiale a tutti i rappresentanti della Duma con la richiesta di adesione alla candidatura di Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la Pace 2010. Alla mediazione di Berlusconi viene riconosciuto un apporto determinante nella crisi in Georgia dell’agosto 2008, e tra Usa e Libia, il Cavaliere ha svolto, inoltre, un ruolo riconosciuto e autorevole per giungere a una pace duratura tra Israele e Palestinesi, ha ricreato tra Stati Uniti e Federazione Russa lo stesso clima di dialogo e di amicizia che era sfociato nel vertice di Pratica di Mare del 2003, e che pose definitivamente fine alla Guerra Fredda. Sicuramente positivo appare il cammino che l’Italia di Silvio Berlusconi ed il primo ministro israeliano vogliono intraprendere per risolvere i conflitti mediorientali, portando avanti il processo di pace. Così ha commentato il presidente del Comitato della Libertà, Avv. Emanuele Verghini il vertice a Roma tra il premier e Benjamin Netanyahu. Emanuele Verghini mette in particolare l’accento sull’incipit del discorso del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, alla conferenza stampa a Palazzo Chigi, secondo cui “Berlusconi è un grande campione di pace, sicurezza e libertà … abbiamo parlato di come fare progredire la pace nella regione mediorientale”. L’avv. Verghini prosegue poi riportando anche le parole del premier: “Ho espresso apprezzamento per le prospettive circa la smilitarizzazione dello Stato palestinese che ci sembra assolutamente doveroso e anche per il fatto che lo Stato di Israele debba essere riconosciuto … con Netanyahu abbiamo parlato della situazione attuale in Medio Oriente e abbiamo confermato il nostro sostegno al rilancio del dialogo israelo-palestinese per promuovere la pace in Medio Oriente”. “Intanto – conclude Verghini – la nostra attività prosegue instancabile ed oggi registra l’apertura del Comitato della Liberta della Città di Roma ad opera del suo Presidente, Vito Pacillo al quale rivolgo il mio personale e più caloroso augurio di buon lavoro!”. . . .  
   
   
MODIFICA DEL QUORUM PER IL REFERENDUM: LA PROSSIMA SETTIMANA IN COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI  
 
Roma, 25 giugno 2009 - L’ufficio di Presidenza della Commissione Affari costituzionali del Senato imprime oggi una decisa accelerazione alla discussione sulla modifica dell’istituto del referendum. Su sollecitazione della Senatrice Marilena Adamo (Pd) e dello stesso capogruppo del Pd Enzo Bianco, è stato calendarizzato per la prossima settimana l’esame del disegno di legge costituzionale di modifica del quorum per il referendum abrogativo e per l’introduzione del referendum propositivo presentato dalla stessa senatrice del Pd lo scorso ottobre. L’esame del disegno di legge Adamo - Ceccanti ed altri avverrà in abbinamento con l’analogo progetto di legge di cui è primo firmatario il Senatore Peterlini (Udc-svp-aut) e con gli altri eventuali Ddl che saranno presentati nel frattempo. Nell’annunciare i risultati elettorali il Ministero dell’interno Maroni lunedì aveva dichiarato che avrebbe presentato a sua volta un disegno di legge di modifica dell’istituto referendario. Ma questa è materia tipicamente parlamentare: è tempo che il Parlamento avvii autonomamente un processo di riforma degli strumenti di democrazia diretta, senza spirito di autoconservazione, né aspettando che sia il Governo ad intervenire. Disegno Di Legge Costituzionale d’iniziativa dei senatori Adamo, Ceccanti, Di Giovan Paolo, Incostante, Legnini, Ignazio Roberto Maria Marino, Procacci, Vitali e Pertoldi Comunicato Alla Presidenza Il 7 Ottobre 2008. Modifiche agli articoli 71 e 75 della Costituzione recanti l’introduzione del referendum propositivo e la revisione del quorum funzionale del referendum abrogativo. Onorevoli Senatori. – Il programma elettorale del Partito Democratico, a cui il presente disegno di legge intende ispirarsi, recita: «Vanno introdotti il referendum propositivo, nel caso in cui una proposta di legge di iniziativa popolare con un milione di firme sia ignorata dal Parlamento per un biennio» e che «il quorum di partecipazione per la validita` dei referendum va ricondotto alla meta` piu` uno dei partecipanti politicamente attivi, quelli che hanno votato alle precedenti elezioni politiche». Una norma analoga e` stata del resto inserita dall’articolo 4 della recente riforma costituzionale francese (legge costituzionale n. 2008-724 del 23 luglio 2008), la quale, novellando l’articolo 11 della Costituzione della Quinta Repubblica, ha previsto il referendum propositivo su iniziativa di un quinto dei parlamentari e di un decimo degli elettori nel caso in cui un progetto di legge da essi presentato si scontri con l’inerzia del Parlamento per un periodo di tempo che sara` fissato da una futura legge organica. Da quale analisi traggono alimento tali proposte? La progressiva diminuzione della partecipazione popolare al voto referendario e la prospettazione continua di iniziative referendarie sulle piu` varie questioni, anche di carattere prevalentemente tecnico, unitamente all’esigenza di potenziare l’esercizio della iniziativa legislativa popolare, segnalano la necessita` di una nuova regolamentazione costituzionale del referendum abrogativo e l’esigenza della introduzione del referendum propositivo. Per un verso, quindi, si impongono limiti piu` rigorosi per l’esercizio del referendum abrogativo, tali da garantire che effettivamente le richieste siano fondate su un consenso popolare diffuso e che si eviti un uso non sempre chiaro nelle intenzioni e nelle conseguenze, dell’istituto. A tale esigenza si ispira l’articolo 2 del presente disegno di legge costituzionale che eleva il numero degli elettori e dei consigli regionali che possono fare richiesta di referendum. Per i primi si passa da cinquecentomila a un milione, mentre i consigli regionali che possono fare richiesta passano da 5 a 10. Sempre sul piano del rafforzamento dei controlli volti ad evitare abusi nell’utilizzo dei referendum, viene inoltre anticipato il controllo di ammissibilita` del quesito referendario da parte della Corte costituzionale, la quale decide con sentenza in seguito al deposito del comitato promotore di un numero di firme di elettori non inferiore a cinquantamila. Si tratta di una forma di controllo in via preventiva che risponde all’esigenza, da un lato, di razionalizzare e rendere piu` efficiente la complessa procedura richiesta per la proposizione del quesito referendario e, dall’altro, di attenuare le ricadute politico-costituzionali del giudizio di ammissibilita` da parte della Corte costituzionale. Sarebbe tuttavia estremamente riduttivo intervenire in materia solo per introdurre limiti, per imporre restrizioni e per alcune limitate razionalizzazioni. L’uso, talora anche eccessivo, ha fatto emergere spinte di democrazia reale che debbono essere recuperate in modo piu` razionale. Da qui la proposta, proveniente da piu` parti, sin dai tempi della «Commissione Bozzi» fino alla proposta di legge Soda, atto Camera n. 1617, della Xiv Legislatura, di potenziare lo strumento dell’iniziativa legislativa popolare, oggi scarsamente usato in quanto non in grado di impegnare il Parlamento. Si prevede cosý`, in caso di mancato dialogo del Parlamento con le istanze dei cittadini elettori, lo strumento del referendum propositivo, in precisi ambiti di intervento e comunque non in materia costituzionale (articolo 1). Questo secondo strumento, concepito come «stimolo rafforzato» al Parlamento, piu` flessibile, in quanto elemento di negoziato con i rappresentanti eletti, e` opzione preferenziale. Presenta, quindi, limiti minori per il suo azionamento. Con esso e` altresý` garantita anche una presenza aggiuntiva e alternativa a minoranze non parlamentarizzate dal sistema elettorale. La compiuta definizione delle materie sottratte al referendum propositivo (modifiche costituzionali, tutela delle minoranze, materia tributaria, rapporti fra Stato-chiesa e confessioni religiose) ed il vincolo di omogeneita` del progetto proposto rappresentano gli ulteriori limiti naturali dell’istituto. Il referendum propositivo, nella forma qui avanzata, e` ammissibile solo quando le Camere non abbiano approvato, entro diciotto mesi dalla sua presentazione, un progetto di iniziativa popolare. Su richiesta di una quota sufficientemente significativa di elettori, le Camere deliberano di sottoporre a referendum i princý`pi fondamentali contenuti nel progetto proposto. Oggetto del referendum e` l’approvazione o il rigetto dei princý`pi fondamentali della proposta di legge di iniziativa popolare. Il Parlamento procedera` a tradurre in legge il progetto che abbia ottenuto la maggioranza dei voti validi. La disciplina proposta, quindi, rientra nella ricerca degli istituti di bilanciamento complessivo del nostro sistema costituzionale, diventata piu` urgente con l’introduzione di meccanismi elettorali non speculari, che puo` consegnare la maggioranza dei seggi parlamentari ad una forza o ad una coalizione di forze politiche che sia minoranza nel Paese. Essa consente alle minoranze, soprattutto a quelle non rappresentate, di concorrere alla funzione legislativa quando siano, anche se solo su singoli problemi, maggioranza del Paese. In entrambi i casi il quorum, che era stato fissato dal Costituente alla meta` piu` uno degli aventi diritto, supponendo la persistenza di una mobilitazione pressoche´ totale dell’elettorato, viene riportato alla soglia effettiva della partecipazione attiva, quella delle precedenti elezioni politiche. Il tasso di partecipazione delle elezioni piu` recenti ha mostrato infatti che il tasso di astensionismo e` nettamente in aumento anche nel nostro paese, cosý` come ormai da anni si riscontra negli altri paesi del continente europeo, con il rischio che un quorum cosý` elevato per il referendum abrogativo risulti un ostacolo troppo elevato all’impiego di quel fondamentale strumento di democrazia che lo caratterizza. Non si tratterebbe inoltre di una soluzione del tutto estranea al nostro ordinamento, considerando che anche l’articolo 75 del nuovo Statuto regionale toscano stabilisce la necessita` di raggiungere «la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni», anziche´ quella degli aventi diritto al voto. Per quanto sopra esposto, si auspica un esame ed un’approvazione in tempi rapidi del presente disegno di legge costituzionale. Disegno Di Legge Costituzionale Art. 1. (Iniziativa popolare e referendum propositivo) 1. L’articolo 71 della Costituzione e` sostituito dal seguente: «Art. 71. – L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno centomila elettori, di un progetto redatto in articoli. Ove le Camere non approvino il progetto di cui al secondo comma entro il termine di diciotto mesi o comunque lo approvino con modifiche che ne tocchino i princý`pi fondamentali, un milione di elettori puo` richiedere che le Camere deliberino, entro i successivi sei mesi dalla scadenza del medesimo termine, che i princý`pi fondamentali contenuti in tale progetto siano sottoposti a referendum propositivo. La proposta soggetta a referendum propositivo e` approvata se e` raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi e se ha partecipato alla votazione un numero di elettori pari ad almeno la meta` piu` uno degli elettori che hanno preso parte alle precedenti consultazioni elettorali per la Camera dei deputati. Le Camere procedono, entro i sei mesi successivi alla data dello svolgimento del referendum, all’approvazione del progetto di iniziativa popolare o dei progetti che recepiscono i princý`pi fondamentali approvati con il referendum propositivo. Non e` ammesso il referendum propositivo su progetti che comportino modifiche della Costituzione o di leggi costituzionali, di leggi che garantiscano minoranze linguistiche o relative alle materie disciplinate negli articoli 7 e 8. Non e` altresý` ammesso il referendum propositivo su progetti che contengano norme meramente abrogative o che si riferiscano a piu` oggetti fra loro non omogenei o che non prevedano la copertura finanziaria degli oneri previsti. Non e` comunque ammesso il referendum propositivo su progetti in materia tributaria o che comportino erogazioni finanziarie a vantaggio di determinate categorie di cittadini. La legge determina le modalita` di presentazione dei progetti di iniziativa popolare e le modalita` di attuazione del referendum propositivo, la disciplina dei poteri del comitato promotore, sia nella discussione parlamentare del progetto sia nell’eventuale procedura referendaria, compresa la fase di enucleazione dei princý`pi da sottoporre a referendum propositivo, e l’accesso delle formazioni politiche e sociali interessate ai mezzi di informazione, pubblici e privati. La legge determina altresý` le modalita` relative ai criteri di ammissione dei referendum propositivi, effettuata a cura dalla Corte costituzionale, su richiesta del comitato promotore, in data precedente alla raccolta delle adesioni». Art. 2. (Referendum abrogativo) 1. L’articolo 75 della Costituzione e` sostituito dal seguente: «Art. 75. – E`indetto referendum popolare abrogativo per deliberare l’abrogazione di una legge o di un atto avente valore di legge ovvero di articoli o di commi degli stessi quando lo richiedano un milione di elettori o dieci Consigli regionali. Non e` ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum e` approvata se e` raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi e se ha partecipato alla votazione un numero di elettori pari ad almeno la meta` piu` uno degli elettori che hanno preso parte alle precedenti consultazioni elettorali per la Camera dei deputati. Spetta alla Corte costituzionale giudicare se le richieste di referendum siano ammissibili. La Corte costituzionale decide con sentenza in seguito al deposito da parte del Comitato promotore di un numero di firme di elettori non inferiore a cinquantamila». .  
   
   
LA SCUOLA DI STUDI POLITICI DI MOSCA IN BASILICATA  
 
Potenza, 25 giugno 2009 - E’ iniziata ieri la visita in Basilicata della Scuola di Studi politici di Mosca. Dopo la due giorni in terra lombarda, la delegazione, guidata da Elena Nemirovskaya, Direttrice dell’istituto di ricerca, ha preso parte ad un incontro tenutosi presso l’hotel San Domenico a Matera. Al centro del dibattito, al quale hanno partecipato addetti ai lavori ed esponenti del mondo istituzionale e politico, l’utilizzo dei Fondi Strutturali. L’iniziativa rientra nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto tra la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e la Scuola di Mosca nata nel 1992, con il sostegno del Consiglio d’Europa, per promuovere lo sviluppo delle istituzioni democratiche e civili nella società russa. Ha introdotto i lavori il consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Basilicata, Antonio Di Sanza, il quale dopo gli indirizzi di saluto ed il benvenuto alla delegazione giunta dalla capitale russa ha sottolineato che “la Regione Basilicata è stata da sempre ai primi posti per la capacità di spesa dei fondi comunitari e costituisce, pertanto, un modello da prendere ad esempio. Senz’altro – ha concluso Di Sanza – la Basilicata può essere considerata una regione pilota”. “La Regione Basilica - ha ribadito il dirigente generale del Dipartimento Formazione e Lavoro della Regione Basilicata, Maria Teresa Lavieri – ha saputo reagire alla crisi economica in senso positivo, ponendo in essere la capacità di crescita legata all’utilizzo dei fondi europei, investendo in settori chiave che hanno contribuito agli indici di sviluppo del territorio”. La dirigente ha, poi, tracciato un excursus degli investimenti comunitari, ricordando che “la Regione Basilicata è da considerarsi antesignana, essendo destinataria dei fondi comunitari sin dal 1986. Fondi indirizzati verso la viabilità, per la creazione di un sistema di piccole e medie imprese e per la ristrutturazione e conservazione di beni culturali di pregio”. La signora Elena Nemirovskaya dopo una serie di domande volte a comprendere meglio i meccanismi di accesso ai finanziamenti europei ha sottolineato che “le Regioni italiane hanno avuto questo pronto e prezioso intervento dell’Unione europea. Da noi – ha precisato – la situazione è molto differente. Porteremo come esempio questo modello positivo nella speranza che il nostro Governo possa attivare e sostenere azioni di sviluppo per tutte le regioni dello Stato”. La Nemirovskaya ha concluso esprimendo “parole di apprezzamento per le sinergie che la Basilicata ha saputo attivare, sostenendo progetti di grande valenza”. La delegazione, formata da politici, tecnici, docenti universitari, personalità del mondo della cultura e dell’emittenza radio-televisiva, e accompagnata dal consigliere regionale della Lombardia Gianpietro Borghini, ha poi visitato i Sassi di Matera. Giovedì 25 giugno, i membri della Scuola russa visiteranno il centro di ricerca Metapontum Agrobios e l’azienda Pantanello. Nel pomeriggio, alle ore 17,00, sempre presso l’hotel San Domenico, a Matera, seminario conclusivo dal tema “Da vergogna nazionale a patrimonio Unesco” con il presidente della Fondazione Zetema, Raffaello De Ruggieri. .  
   
   
PARTERNARIATO FVG-VOJVODINA  
 
Udine, 25 giugno 2009 - Si riunisce oggi e venerdì 26 giugno a Udine, nella sede dell´Amministrazione regionale, il Gruppo di lavoro misto Friuli Venezia Giulia-vojvodina per approfondire, anche nel corso di un apposito seminario, ulteriori forme di collaborazione con la Provincia autonoma dell´Europa centrale. L´iniziativa fa seguito all´accordo stipulato lo scorso 30 gennaio tra il Presidente Renzo Tondo e il presidente della Vojvodina, Bojan Pajtic, e rappresenta la prima delle tappe del programma del Gruppo di lavoro bilaterale. Tale organismo terrà proprio domani a Udine la sua prima riunione ufficiale. In occasione del seminario, realizzato dalla Presidenza della Giunta regionale - Relazioni Internazionali e Comunitarie, in collaborazione con Informest, i rappresentanti dei diversi settori di competenza della nostra Regione presenteranno le attività in atto, e le potenzialità che lo statuto dell´autonomia consente di sviluppare e valorizzare anche nei confronti delle relazioni internazionali. Saranno infatti anche rappresentanti del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia a illustrare i temi della specialità. Alla predisposizione del seminario in programma con inizio oggi alle ore 9,30, ha concorso anche la struttura dello sportello di rappresentanza del Friuli Venezia Giulia, che era stato inaugurato lo scorso mese di aprile, a Novi Sad, in Vojvodina dall´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali, e alla Pesca, Claudio Violino. Il quale interverrà venerdì a conclusione dei lavori seminariali. .  
   
   
SI È SVOLTA OGGI A BOLZANO LA RIUNIONE DEL COMITATO OPERATIVO DEL FSE  
 
Bolzano, 25 giugno 2009 - Si è tenuta il 24 giugno presso la sede della Camera di Commercio, la quarta riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma operativo del Fondo Sociale Europeo Obiettivo 2 – Competitività regionale e occupazione – 2007-2013 della Provincia autonoma di Bolzano. Il Comitato di sorveglianza, presieduto dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder, è composto dai rappresentanti della Commissione europea, del Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche sociali, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dello Sviluppo economico, del Dipartimento per i diritti e le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ne fanno parte anche gli assessori della Giunta Provinciale, Barbara Repetto (con diritto di compartecipazione sul Fse) e Sabina Kasslatter Mur, la coordinatrice del Servizio Fse, i rappresentanti delle parti economiche e sociali della Provincia e rappresentanti e funzionari di diverse Ripartizioni provinciali. Il Comitato di sorveglianza ha il compito di accertare l´efficacia e la qualità dell´attuazione del Programma operativo del Fondo Sociale Europeo della Provincia ed ha lo scopo di promuovere vuole promuovere la competitività provinciale, la piena occupazione e la coesione sociale attraverso politiche finalizzate all’innovazione del sistema economico e dei sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro, all’adattabilità dei lavoratori e dell’imprese, all’innalzamento delle conoscenze e delle competenze del capitale umano, garantendo la qualità e la sicurezza dei posti di lavoro e le pari opportunità per tutti. A partire dalla primavera del 2007 la Provincia autonoma di Bolzano si è attivata per dare avvio al nuovo Programma operativo del Fse (disponibile sul sito www. Provincia. Bz. It/fse/ ). Con il primo bando per attività formative e di orientamento dell’estate 2007 sono stati presentati 213 progetti di cui 139 sono stati approvati dalla Giunta provinciale per un totale di 19. 848. 610 €. Con il secondo bando per attività formative e di orientamento della primavera 2008 sono stati presentati 177 progetti di cui 111 sono stati approvati e le risorse disponibili ammontano a circa 15. 500. 000 €. Con il terzo bando dell’autunno 2008 per azioni di sistema sono state messi a disposizione quasi 10 milioni di euro. Sono state presentate 90 proposte progettuali, di cui 61 sono state approvate dalla Giunta provinciale nel mese di marzo 2009. Il concreto avvio dei progetti è stato previsto per nei mesi di giugno-luglio e si dovranno concludere entro il 2010. La Provincia è intervenuta, nel rispetto di quanto previsto Commissione europea e nel febbraio il Servizio Fse si è attivato per pubblicare un nuovo bando “anti crisi” dotato di 13 milioni di Euro per sostenere l’economia e le imprese locali il 3 marzo 2009 (primo bando Fse in Italia per affrontare la crisi). Tali risorse finanziarie sono state destinate a finanziare le politiche attive del lavoro (corsi di formazione, riqualificazione, ecc). Nei mesi di maggio, giugno e luglio 2009 gli uffici provinciali valutano le 172 proposte progettuali ricevute con il bando anti crisi. Ben 75 proposte sono state presentate sull’Asse I. Del Programma operativo dedicato all’accrescimento dell’adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori , al fine di migliorare l’anticipazione e la gestione positiva dei cambiamenti economici. Mentre sull’asse dedicato all’occupabilità sono state presentate 43 proposte progettuali, di cui 22 rivolte a progetti per l’integrazione dei migranti, per l’invecchiamento attivo, per il lavoro autonomo e l’avvio d’impresa. Dall’estate 2007 sino alla fine del 2008 sono stati approvati 313 progetti formativi con un impegno di quasi 42 milioni di Euro (41. 781. 821,13 €) pari al 26,08% del totale Programma operativo 2007-2013 (160 milioni di Euro). Sino al 31. 12. 2008 la Provincia ha pagato quasi 14 milioni di Euro ai beneficiari (13. 965. 518,48 €) pari al 8,72 % del totale programmato (160 milioni di euro); 12. 089 persone hanno partecipato ai corsi del Fse: il 35,7 % dei partecipanti ai corsi sono donne. Sul totale dei partecipanti 74 % sono occupati, 6 % sono disoccupati, 20 % sono inattivi. Il 71,3 % dei destinatari adulti e in età compresa tra i 25 ed 54 anni ed over 64); il 24,7 % sono giovani tra i 15 – 24 anni. Il livelli di istruzione dei partecipanti sono: 42,3 % diploma maturità (isced 3); 34,2 % scuola media (isced 1 e 2); 12,3% formazione universitaria (isced 5). Questi dati confermano l’alto interesse che vi è nella nostra Provincia per il Fondo sociale europeo e che questo è ormai uno strumento consolidato e pienamente accettato dalla popolazione sudtirolese, dalle istituzioni, dalle associazioni, dagli enti pubblici e privati e dalle imprese. La Provincia è inoltre è stata la prima Autorità di gestione del Fse in Italia a certificare le spese sostenute. Entro la fine dell’anno, con la collaborazione degli enti beneficiari, si riusciranno a certificare alla Commissione Europea tutte le somme dovute per rispettare i Regolamenti comunitari e non incorrere nel disimpegno automatico. La Commissione europea, rappresentata dal Davide Bonagurio ha quindi potuto costatare nel corso della riunione odierna, sottolinea il Servizio Fondo Sociale Europeo che “La diminuzione delle risorse assegnate per il nuovo periodo di programmazione (in totale 160 milioni di Euro per 2007-2013 - circa 40 milioni di Euro in meno rispetto al 2000-2006) non impedisce il raggiungimento degli obiettivi prefissati, grazie alla messa in atto di una strategia fondata su relazioni molto strette di causalità tra risorse, attività e risultati perseguiti, garantendo una corretta gestione delle risorse in termini di efficienza ed efficacia”. .  
   
   
AGGIORNAMENTO CONFERENZA REGIONALE PPR IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 25 Giugno 2009 - Per martedì 30 giugno è in programma a Cagliari, alle 10 nella sala congressi della Fiera Campionaria, la Conferenza regionale nel corso della quale saranno tratte le conclusioni del lavoro di raccolta delle sollecitazioni pervenute dal territorio e di concertazione frutto dell´attività svolta nel corso dei Tavoli tematici e delle singole Conferenze territoriali. L´assessore regionale dell´Urbanistica Gabriele Asunis, negli ultimi due mesi, ha incontrato le realtà locali per il varo della riforma del Piano paesaggistico regionale e pianificazione territoriale. Queste tematiche sono state affrontate nei nove incontri di lavoro in calendario ad Alghero e Arzachena (18 maggio), Lanusei e Muravera (22 maggio), Pula (4 giugno), Oristano (8 giugno), San Gavino (9 giugno), Carbonia (16 giugno) e ieri a Nuoro. Le Conferenze territoriali, che sono state precedute dai Tavoli preliminari di lavoro, hanno rappresentato un´occasione di "stimolo e ascolto" con amministratori locali, tecnici, esponenti del mondo sociale ed economico, ma anche associazioni ambientaliste, mirate alla ricerca condivisa di una strategia per la valorizzazione del paesaggio della Sardegna. La conferenza di martedì prossimo a Cagliari rappresenta quindi il naturale traguardo della concertazione avviata con gli enti locali in vista del via libera alla riforma del Piano paesaggistico regionale e della pianificazione territoriale. .  
   
   
A NUORO LA NONA CONFERENZA TERRITORIALE  
 
Nuoro, 25 Giugno 2009 - "Sono convinto che l´azione delle Amministrazioni locali, conoscitrici del territorio e titolari di un proprio disegno programmatico ed economico, deve essere rispettata dalla Regione. Ecco perchè sono un pò critico nei confronti dell´attuale Ppr, non perchè non ne condivida gli obiettivi, ma in quanto è privo di una strategia ed una ipotesi di sviluppo, lo definisco privo di un pezzo d´anima. Se questo riusciremo a costruirlo insieme, ci troveremo nelle condizioni di mantenere in piedi il Piano. E´ una grande fortuna che non sia stato impugnato, infatti ciò ci consente di poter lavorare per migliorarlo, ma non per essere accreditati come risolutori del problema, bensì per dare una risposta concreta a tutti noi sardi". Sono queste le parole pronunciate dall´assessore dell´Urbanistica, Gabriele Asunis, a conclusione del suo intervento a margine della nona ed ultima Conferenza "di stimolo ed ascolto dei territori dell´isola" sul tema riguardante la riforma del Piano paesaggistico. Dopo lo svolgimento delle programmate otto Conferenze territoriali, iniziate ad Alghero ed Arzachena il 18 maggio u. S. , e proseguite nei centri di Lanusei, Muravera, Pula, Oristano, San Gavino e Carbonia, l´approdo di Nuoro rappresenta l´atto finale di questa serie di assemblee promosse dalla regione, prima dell´epilogo rappresentato dalla Conferenza regionale in calendario per il prossimo 30 giugno alla Fiera di Cagliari. Il risultato di questo lavoro, attraverso le questioni emerse nei paesi visitati, consentirà la definizione delle linee guida per un sistema partecipato di governo. Attraverso il coinvolgimento di Amministratori locali, tecnici, esponenti del mondo sociale ed economico, ma anche associazioni ambientaliste, infatti, la Regione completa così il ciclo di incontri mirato alla individuazione di una strategia condivisa per la valorizzazione del paesaggio della Sardegna. La riunione interessa l´Amministrazione provinciale di Nuoro, con il coinvolgimento di 52 comuni. In apertura dei lavori, il sindaco, Mario Zidda, e l’assessore provinciale, Rocco Celentano, hanno manifestato apprezzamento per il nuovo corso intrapreso dall´Amministrazione regionale. Un metodo di confronto che consente alle Amministrazioni locali l’opportunità di esporre le necessità, ma anche denunciare le criticità delle aree da loro rappresentate, in merito alla applicazione del Ppr, auspicando la possibilità di apportare i giusti correttivi e dargli gambe attraverso la realizzazione dei Puc. "Si avvia un percorso giusto, corretto e propositivo - ha detto Celentano - e questo alla regione va riconosciuto. La tanta evocata concertazione finalmente arriva, e a noi, rappresentanti di Enti locali, è concessa la possibilità di esprimere opinioni e valutazioni. Tutto questo - ha aggiunto - introduce principi innovatori basati sulla sussidiarietà, sull´adeguatezza, sull´autonomia e, soprattutto, sulle modalità di co-pianificazione e partecipazione. La Provincia - ha concluso - si rende totalmente disponibile a collaborare con la regione, per la rivisitazione di uno strumento che ha una enorme rilevanza, sia per la pianificazione territoriale che per lo sviluppo economico. Perchè quando si pianifica bene, in un´ottica di condivisione, si è destinati solo a crescere". "Dall’insediamento della Giunta Cappellacci – ha detto l’assessore Asunis – abbiamo cercato di capire e analizzare profondamente la pianificazione comunale e provinciale, rilevando che dopo l´avvenuta approvazione del Ppr 2006, solo due comuni ogliastrini, Elini e Girasole, erano riusciti ad approvare i propri strumenti urbanistici, peraltro non ritenuti coerenti con il Ppr dall’Amministrazione regionale. In queste ultime settimane, anche i comuni di Arborea e Posada hanno concluso il loro processo, trasmettendo alla regione il loro Puc, ma non per un controllo ed una approvazione dello stesso, bensì per verificare se sussiste una coerenza in ordine alla pianificazione di rango regionale". "Questa situazione ci ha fortemente allarmato. Da qui - ha aggiunto - l’identificazione di un percorso condiviso per dare voce ai cittadini, per il tramite dei loro rappresentanti istituzionali, confermando che per noi il metodo di governo assume valenza almeno analoga a quella dei contenuti, e che è necessario fondare la nostra azione sul metodo partecipativo. Abbiamo inoltre identificato il territorio, considerato nella sua duplice accezione di patrimonio ambientale da tutelare e difendere, e di luogo da restituire al protagonismo delle autonomie locali e funzionali, come uno dei tre assi strategici del modello di sviluppo per la nostra isola”. "L´esecutivo, dunque, conferma quello già affermato in campagna elettorale, ossia che riteniamo fondamentale il metodo della partecipazione e della condivisione, in merito a quelle che sono le scelte più importanti da compiere, soprattutto quando interessano la nostra regione. Desideriamo inoltre confermare l’impegno di sviluppare una politica rispettosa dell’ambiente e delle prerogative locali, ed è proprio questo il motivo che ci spinge, prima di assumere le decisioni, al confronto con il territorio, cioè il destinatario di queste pratiche e di questi strumenti. Ovviamente, non per abdicare al nostro ruolo istituzionale, che ci obbliga a fare sintesi di tutto quello di cui si discute, bensì per consentirci di avere sull’argomento un quadro chiaro ed esaustivo, al fine di cogliere le migliori opportunità e compiere le migliori scelte". "Siamo consapevoli che l´articolazione del Piano è complessa, ma sia ben chiaro che non abbiamo nessuna intenzione di azzerare il Ppr. Se dovessimo rilevare, in previsione della Conferenza regionale programmata per il 30 giugno p. V. , una forte convergenza da parte delle amministrazioni locali, in ordine ad alcuni punti di criticità del Piano, e se questi possono in qualche modo essere trasfusi in 3 – 4 articoli da collocare all’interno del ddl di recepimento del "Piano Casa", credo che questa operazione possa concludersi positivamente entro il 15 luglio prossimo”. "Credo che questo metodo di lavoro, basato sul dialogo e il confronto con le amministrazioni locali - ha concluso Asunis – vista la competenza, la preparazione, l’organizzazione e l’attenzione mostrata nei confronti di questa tematica, constatata anche la numerosa partecipazione alla riunione, debba essere ulteriormente affinata, per condurci alla formalizzazione di atti che nascano dalle esigenze locali, per poi essere trasferiti in documenti che siano, ancor prima di approvarli, condivisi dalle stesse Amministrazioni comunali, al fine di ridare loro certezza e dignità, nonché garanzia dell’esercizio di una attività amministrativa di cui purtroppo sono stati privati". .  
   
   
BOLZANO: SI È RIUNITO NEI GIORNI SCORSI IL “TAVOLO DELLA COOPERAZIONE”  
 
Bolzano, 25 giugno 2009 - Tra gli scopi principali del “Tavolo della cooperazione” convocato dall’assessore Barbara Repetto vi è il potenziamento della cooperazione e la sua valorizzazione a livello provinciale quale strumento strategico per uscire dalla crisi economica. Su questi temi si è svolto nei giorni scorsi il confronto del “Tavolo della cooperazione” convocato dall’assessore provinciale, Barbara Repetto, competente per i settori lavoro, innovazione, bilancio, formazione e pari opportunità. I vertici delle centrali cooperative provinciali sono stati invitati ad elaborare una proposta condivisa per arrivare ad una strategia comune nella lotta alla crisi economica. “Proprio la cooperazione”, dice l’assessore “rappresenta quel valore aggiunto per affrontare nel migliore dei modi il difficile momento economico”. Si vuole, tra l’altro, arrivare al potenziamento del ruolo di “incubatore” delle Centrali cooperative. Selezione, promozione ed accompagnamento delle nuove cooperative: questo l’obiettivo per evitare di partire con il piede sbagliato in un periodo congiunturale non certo facile. “Le cooperative godono di buona salute” prosegue la responsabile provinciale del settore “e per questo motivo è indispensabile salvaguardare e proteggere un settore di fondamentale importanza per l’intero sistema economico altoatesino”. Tra gli obiettivi identificati dal Tavolo di confronto vi è quello di migliorare le competenze manageriali dei gestori delle singole cooperative presenti sul territorio altoatesino. .  
   
   
GIUNTA FVG APPROVA REGOLAMENTI MISURE ANTICRISI  
 
Trieste, 25 giugno 2009 - "Una corsa contro il tempo" per offrire in tempi ristretti risposte urgenti - in questo difficile momento di crisi - soprattutto a favore del tessuto di piccole e piccolissime imprese della regione. Con questo obiettivo, la Giunta regionale ha varato ieri, hanno successivamente illustrato il vicepresidente della Regione ed assessore alle Attività produttive Luca Ciriani e l´assessore alle Risorse economiche e finanziarie Sandra Savino, i Regolamenti che renderanno operativi già nell´immediato gli strumenti d´intervento previsti dalla recente legge regionale 11, del 4 giugno scorso (pubblicata sul Bur in data 10 giugno 29009), per sostenere il tessuto socio-produttivo del Friuli Venezia Giulia. Complessivamente, hanno illustrato Ciriani e Savino, si tratta di una manovra "fuori bilancio" per circa 1 miliardo di euro, tra una maggiore e temporanea liquidità di cassa (400 milioni) ed un nuovo meccanismo di autofinanziamento (600 milioni) con il ricorso al mercato finanziario. Una manovra che sia a livello di quantità delle risorse sia per la "qualità" della legislazione approntata "pone indubbiamente il Friuli Venezia Giulia all´avanguardia delle altre Regioni italiane nel campo delle misure anticrisi", ha osservato il vicepresidente Ciriani. I 400 milioni di euro, quindi, sono una delle due quote del complessivo miliardo derivante dal nuovo sistema di trasferimento diretto delle compartecipazioni ai tributi erariali riscossi in ambito regionale e da un versamento di una parte del "maxicredito" che l´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia vanta dallo Stato. "Tale liquidità - hanno indicato gli assessori Ciriani e Savino - viene messa temporaneamente a disposizione delle esigenze straordinarie delle piccole e piccolissime aziende regionali, tenendo comunque presente che dovranno rientrare nel medio-lungo periodo per essere impiegate per i fini istituzionali cui queste risorse sono state destinate". Gli strumenti individuati riguardano l´ampliamento dell´operatività dei Fondi di rotazione, delle garanzie, le obbligazioni, nonché la possibilità di rendere per un certo periodo di tempo "meno restrittive" le normative Ue sugli aiuti di Stato alle imprese, dando così la possibilità di aiutare anche le aziende in difficoltà, in particolare quelle entrate in crisi dopo l´1/7/2008. Viene pertanto creato un "Fondo di rotazione per la stabilizzazione del sistema economico regionale" che potrà concedere anticipazioni (per complessivi 200 milioni di euro) al Frie, al Fondo regionale di garanzia per le Pmi ed ai Fondi di rotazione destinati alle imprese artigiane, alle imprese commerciali/turistiche/di servizi e del settore agricolo allo scopo di consentire alle imprese di questi settori l´accesso al credito agevolato, in particolare per il consolidamento di debiti a breve in debiti a lungo termine, nonché per la rimodulazione e la rinegoziazione dell´indebitamento contratto. Anche l´industria potrà godere di uno strumento analogo attraverso obbligazioni già sottoscritte e che vengono rinnovate. Parallelamente, viene dato avvio ad un nuovo "Fondo regionale smobilizzo crediti" (70 milioni di euro), destinato alle piccole e micro aziende che non riescono a riscuotere i loro crediti dal tessuto di grandi e medie imprese (a loro volta in difficoltà) e dalle pubbliche amministrazioni. Si potrà accedere a questa provvidenza, a tasso zero, fino ad un massimo di 6 anni e sino ad un massimo di 300 mila euro. Dal lato delle garanzie, invece, viene aumentato di 50 milioni di euro il Fondo di garanzia istituito presso il Frie, che in tal modo potrà concedere garanzie, con i Confidi, sulle rinegoziazioni e sui consolidamenti ed eventualmente anche garanzie dirette e sarà altresì in grado di estendere l´attività alla controgaranzia della Regione. In un secondo tempo, hanno quindi annunciato Ciriani e Savino, la Regione si convenzionerà con il sistema bancario per l´acquisto di obbligazioni nell´intento di favorire l´accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese e per offrire nuova liquidità al sistema imprenditoriale sempre con l´obiettivo dello smobilizzo dei crediti. .  
   
   
SINDACO, GIUNTA, SERVIZI COMUNALI: COSA NE PENSANO I ROMANI  
 
Roma, 25 giugno 2009 – Presentato in Campidoglio il terzo sondaggio Ipsos sul livello di soddisfazione espresso dai cittadini romani nei confronti del sindaco, della Giunta capitolina e dei servizi erogati dal Comune di Roma. La rilevazione è stata condotta dal 22 al 24 maggio 2009 su un campione di mille persone intervistate per telefono e selezionate in base a sesso, età, titolo di studio e zona di residenza (tutti i Municipi, dal centro alle periferie). Il 53% degli intervistati è di sesso femminile, il 61% di età compresa tra i 30 e i 64 anni, il 24% oltre i 64 anni. Confermato il trend positivo espresso dal precedente sondaggio (dicembre 2008). Vediamo i dati nel dettaglio. Sindaco e Giunta - Alla domanda "qual è il suo giudizio sull´operato del sindaco?" il 60% degli intervistati ha dichiarato il proprio gradimento. Il dato è lo stesso di dicembre 2008 ma crescono le punte di consenso: i voti più alti (da 8 a 10) passano dal 18% di dicembre all´attuale 25%. Lieve flessione, invece, per la Giunta: alla domanda "qual è il suo giudizio sull´operato della Giunta comunale?" il 45% degli intervistati ha espresso un voto positivo, registrando un -3% rispetto a dicembre 2008. Tuttavia, il totale dei voti negativi (tra 1 e 5) è pari al 36%, per cui nel complesso prevale il giudizio positivo (45% contro 36%). Sicurezza, Roma Capitale, giovani e violenza, eventi, strisce blu…: le domande ´tematiche´ Il sondaggio ha posto una serie di domande su alcuni settori rilevanti dell´amministrazione comunale: Sicurezza. Alla domanda "lei quanto si sente sicuro nella zona in cui vive?", il 63% degli intervistati risponde positivamente (il 24% con voto da 8 a 10, il 39% con voto 6-7). Rispetto a dicembre 2008 le opinioni positive salgono di 2 punti percentuali (da 61 a 63). Alla domanda "a suo parere la sicurezza a Roma nell´ultimo anno è: aumentata, invariata (cioè sicura come prima), invariata (cioè insicura come prima) o diminuita?", gli intervistati rispondono: aumentata 28%, invariata (sicura come prima) 23%, invariata (insicura come prima) 21%, diminuita 25%. Rispetto a dicembre 2008 cresce la percentuale dei pareri positivi (da 25% a 28%, +3%), confermando il trend già in atto a settembre 2008 – da allora l´incremento complessivo delle opinioni positive è dell´8% –. L´ultima domanda in tema: "crede che l´amministrazione Alemanno stia facendo un´efficace politica sulla sicurezza?". Qui il 55% del campione risponde "sì", facendo registrare un balzo in avanti di 11 punti percentuali rispetto a dicembre 2008 (da 44 a 55). Roma Capitale, ovvero il nuovo assetto istituzionale della città e il modo in cui viene percepito (livello di conoscenza, vantaggi e svantaggi). Il 53% degli intervistati è a conoscenza della riforma (tra questi, il 18% afferma di conoscerla in dettaglio e il 35% in termini generali, a fronte di un 47% che risponde di non conoscere l´argomento. Alla domanda "a suo parere questa riforma porterà più vantaggi o svantaggi agli abitanti, agli operatori economici, al funzionamento della pubblica amministrazione cittadina?", il 59% ritiene che la riforma porterà vantaggi ai romani, il 55% pensa che vi saranno benefici sia per gli operatori economici che per la macchina amministrativa locale Violenza giovanile. La terza domanda tematica riguarda la fiction sulla banda della Magliana "Romanzo criminale" (andata in onda su Sky) e sui possibili riflessi negativi sui comportamenti dei giovani. Alla domanda "secondo alcuni, la fiction sulla Banda della Magliana avrebbe delle responsabilità nell´aumento degli episodi di violenza compiuti dai giovani, che avrebbero imitato i comportamenti violenti dei protagonisti della serie. Lei a riguardo direbbe che la serie "Romanzo criminale" ha delle responsabilità al riguardo oppure non ne ha?" il 45% degli intervistati afferma d´esser d´accordo sul fatto che il serial tv sia ´a rischio´, il 24% pensa che invece non lo sia e il 31% non risponde. Eventi culturali. Il quarto quesito tematico è sugli eventi che hanno sostituito la Notte Bianca: Futurismo, Natale di Roma, Notte dei Musei. Al quesito "lei ha partecipato a qualcuna delle manifestazioni?" il 22% del campione risponde di aver partecipato ad almeno un evento. Di questi, l´89% ha espresso un giudizio positivo (53% voti da 8 a 10, 36% voti da 6 a 7). Formula 1 a Roma. E´ il quinto quesito ´ad hoc´. Alla domanda "riguardo a questa iniziativa, lei direbbe di essere molto d´accordo, abbastanza d´accordo, poco d´accordo, per nulla d´accordo?", gli intervistati rispondono: molto d´accordo il 23%, abbastanza d´accordo 25%, poco d´accordo 15%, per nulla d´accordo 32%. Dato aggregato: 48% favorevoli, 47% contrari. Sottopasso a Castel Sant´angelo. Il sesto quesito tematico riguarda l´ipotesi di realizzazione di un sottopasso per le auto a Castel Sant´angelo. Alla domanda "lei al riguardo direbbe di essere: molto d´accordo, abbastanza d´accordo, poco d´accordo o per nulla d´accordo?", il campione risponde: molto d´accordo 25%, abbastanza d´accordo 31%, poco d´accordo 16%, per nulla d´accordo 19%. Dato aggregato: 56% favorevoli, 35% contrari. Strisce blu. E´ l´ultimo dei sette quesiti a tema. Alla domanda "l´amministrazione comunale da alcuni mesi ha ridotto del 20% il numero dei parcheggi a pagamento (strisce blu), sostituendoli con parcheggi gratuiti (strisce bianche). Cosa ne pensa di questa scelta?", gli intervistati rispondono: molto d´accordo 50%, abbastanza d´accordo 28%, poco d´accordo 9%, per nulla d´accordo 8%. Dato aggregato: 78% favorevoli, 17% contrari. Le opinioni sui servizi comunali - I risultati di quest´ultima sezione del sondaggio esprimono – su scala da 1 a 100 – il livello di soddisfazione dei romani nei riguardi dei servizi erogati dal Comune. Ecco i dati, confrontati con quelli di dicembre 2008: Attività culturali 62 (58 a dicembre 2008), cura monumenti e arte 61 (58), anagrafe 57 (56), mense 54 (53), scuole pubbliche comunali 52 (54), assistenza anziani 48 (49), operato vigili urbani 45 (46), cura e manutenzione del verde 44 (48 a dicembre 2008), cura e manutenzione della città 39 (43), viabilità e traffico 27 (30), parcheggi pubblici 25 (32). Il livello generale di soddisfazione si attesta su 50, contro il 51 di dicembre. .  
   
   
PROGRAMMA PARI, ALTRE RISORSE PER NUOVI POSTI DI LAVORO NELLE MARCHE  
 
Ancona, 25 Giugno 2009 - Aumentano le risorse regionali per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. La Regione Marche ha stanziato ulteriori 950 mila euro destinati a finanziare il Programma Pari (interventi per il reimpiego). I fondi sono stati previsti nel bilancio di assestamento della Regione e serviranno a garantire l´assunzione di tutte le 300 persone svantaggiate che hanno presentato richiesta con i bandi scaduti il 15 giugno. ´Lo stanziamento ´ come comunicato alle amministrazioni provinciali dall´assessore al Lavoro, Fabio Badiali ´ consentira` di integrare le risorse regionali gia` disponibili, qualora fossero insufficienti a soddisfare le previste assunzioni, visto l´alto numero di domande pervenute ai Centri per l´impiego´. Il Programma Pari - promosso dal ministero del Lavoro, attuato dalla Regione Marche con l´assistenza di Italia Lavoro e gestito dalle Province - e` operativo da tre anni. Sperimenta politiche di sostegno ai soggetti colpiti dalla crisi e alle imprese che intendono innovarsi per favorire nuova occupazione. Le Province marchigiane hanno pubblicato i bandi (fine aprile) per promuovere sul territorio progetti di inserimento dei lavoratori svantaggiati attraverso azioni di sostegno, incentivazione e formazione. A ciascun lavoratore selezionato e agli imprenditori che hanno presentato domanda, viene erogato ´ nei tre mesi di tirocinio previsti ´ un´indennita` mensile di 450 euro o di 250, nel caso in cui i lavoratori godono di indennita` di mobilita` o disoccupazione. Una volta assunti, e` prevista un´integrazione di 8 mila euro (tempo indeterminato) o di 4 mila euro (tempo determinato) a favore delle aziende. ´Le Marche ´ commenta l´assessore Badiali ´ sono impegnate sul fronte della salvaguardia occupazionale con una serie articolata di interventi che non riguardano solo la cassa integrazione o la mobilita`. La scelta e` quella di incentivare le politiche attive del lavoro, valorizzando al massimo le potenzialita` offerte da progetti innovativi come il Pari´. .  
   
   
PUGLIA: PUBBLICATE GRADUATORIE PER PARTENARIATO COOPERAZIONE  
 
Bari, 25 giugno 2009 - Si riferiscono alle due tipologie di intervento “Partenariato fra Comunità Locali” (art. 3) e “Cooperazione Internazionale” (art. 4), le graduatorie definitive relative alle proposte progettuali presentate a seguito dell’avviso pubblico inerente il Programma annuale 2008 delle attività regionali di “Partenariato per la cooperazione” (L. R. 20/2003). Le graduatorie sono pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 85 del 12 giugno 2009 e sono consultabili attraverso i siti istituzionali: www. Regione. Puglia. It (Bollettino ufficiale) e www. Europuglia. It (cooperazione regionale). In base ai criteri definiti dal Bando, risultano finanziati per l’art. 3 i primi 5 progetti e per l’art. 4 i primi 7 progetti in graduatoria. La legge n. 20 "Partenariato per la cooperazione", di cui la Regione Puglia si è dotata il 25 agosto 2003, riconosce nelle comunità locali i reali destinatari degli interventi di partenariato internazionale e favorisce il rafforzarsi della cultura del partenariato fra comunità e istituzioni. .  
   
   
REPUTAZIONE GRANDI CITTÀ INTERNAZIONALI, ROMA AL QUARTO POSTO  
 
Roma, 25 giugno 2009 – Roma è al quarto posto nella classifica sulla percezione dei consumatori dell´immagine e della reputazione di 50 città del mondo, dietro solo a Sidney, Parigi e Londra, ma davanti a città come New York, Barcellona, Los Angeles, Vienna e Madrid. Lo rivela un sondaggio stilato da Gfk Roper Public Affairs & Media, in collaborazione con Simon Anholt, autorità mondiale dell´immagine e delle identità delle nazioni, e membro del Public Diplomacy Board del governo britannico. Dal settembre del 2008 il Gfk Roper Public Affairs & Media è partner ufficiale dell´Asociated Press, relativamente ai sondaggi. Il sondaggio è stato realizzato in 20 paesi diversi, tra 10. 000 soggetti maggiorenni e misura la percezione di ogni città, che influenza le scelte della gente sul luogo dove vivere, lavorare, andare in vacanza. Nel sondaggio si chiede agli intervistati di esprimersi sulla "presenza" di una città (la sua immagine e la percezione del suo contributo alla cultura mondiale), sulla "località" vera e propria (in termini di pulizia, bellezze architettoniche, clima), sui "pre-requisiti" (la ricettività e la qualità dei luoghi pubblici), sulla capacità di "accoglienza" degli abitanti (la disponibilità agli incontri personali, ma anche alla diversità culturale), sulla "vivacità" (lo stile di vita, gli eventi temporanei) e sul "potenziale" (per un eventuale business, trovarvi un lavoro o andare a studiare). Roma si e´ piazzata al secondo posto per qualità estetiche del luogo e al terzo per vivacità e vitalità. In merito ai risultati del sondaggio il sindaco Gianni Alemanno ha dichiarato: "Il quarto posto di Roma nella top ten del sondaggio sulla reputazione delle 50 città più importanti a livello internazionale, promosso da Gfk Roper Public Affairs & Media, è una grande conferma che dimostra come l´immagine della nostra città sia in crescita in tutto il mondo. Qui non si parla soltanto di bellezze storiche e architettoniche, né di clima né di semplice turismo; qui si parla di credibilità e di apprezzamento complessivo. E Roma è nel gruppetto di testa che rappresenta il vertice mondiale. Questo risultato è tanto più significativa perché proviene da un istituto di sondaggi che è partner ufficiale di una storica agenzia di stampa estera. Si tratta di una base importantissima sulla quale dobbiamo continuare a lavorare non solo per far crescere quantitativamente e qualitativamente i flussi turistici, ma per aumentare la competitività complessiva di Roma fra tutte le grandi metropoli internazionali". .  
   
   
TASSO DI POVERTÀ: IN TRENTINO LIVELLI MIGLIORI DEI PAESI SCANDINAVI PRESENTATA ALLA FACOLTÀ DI ECONOMIA LA SECONDA INDAGINE SULLE CONDIZIONI DI VITA DELLE FAMIGLIE TRENTINE NELL´ISTRUZIONE RECUPERATO IL GAP RISPETTO ALL´ITALIA ED ALL´EUROPA, MA VI SONO ANCORA DISUGUGLIANZE DETERMINATE DALLE ORIGINI SOCIALI  
 
Trento, 25 giugno 2009 - Solo un residente ogni 30 nella nostra provincia può essere definito povero, mentre lo è una persona ogni 12 tra gli abitanti nel resto del Paese. Il tasso di povertà trentino, misurato in base alla soglia nazionale, pone il Trentino in posizioni addirittura migliori di quelle dei floridi Paesi scandinavi, dove circa un abitante su 20 lamenta carenze da reddito. E´ quanto emerge dalla seconda indagine sulle condizioni di vita delle famiglie trentine effettuata dall´Osservatorio permanente per l´economia, il lavoro e la valutazione della domanda sociale (Opes) in collaborazione con il Servizio Statistica della Provincia, presentata oggi alla Facoltà di Economia. L’indagine sulle “Condizioni di vita delle famiglie trentine” realizzata per la prima volta nel 2004, e ripetuta nel tempo come panel, ha costruito, e alimenta nel tempo, una base informativa capace di delineare un quadro complessivo dei principali aspetti economici e sociali della vita quotidiana delle famiglie e degli individui che risiedono in Trentino. Il Servizio Statistica, in collaborazione con Opes, ha intervistato circa 3. 000 famiglie per un totale si circa 8. 000 individui attraverso una rete di più di 80 rilevatori in tutti i 223 comuni del Trentino. L’intervista è composta da un questionario familiare e uno individuale, che raccolgono dati relativi alle famiglie (caratteristiche strutturali, caratteristiche sull’abitazione, situazione economica) ed ai componenti maggiorenni della famiglia (mobilità geografica, origini familiari, reddito, istruzione, lavoro). I risultati presentati oggi fanno riferimento all’indagine svolta nel periodo 2005/2006, la prima con modalità panel, che ha impegnato per la loro analisi il Servizio Statistica per oltre un anno. L´indagine evidenzia come negli ultimi anni il Trentino abbia fatto registrare buoni livelli di funzionalità collettiva, riuscendo a coniugare tra loro in modi ragionevolmente coerenti i principi dell’efficienza, dell’equità e della coesione. Il Trentino - si afferma in particolare - ha recuperato, attraverso adeguate politiche per l’istruzione e il lavoro, la condizione di svantaggio rispetto all’Italia e all’Unione europea relativamente all’istruzione, mentre si conferma la sostanziale assenza dalla comunità locale di fenomeni di disoccupazione adulta e la riduzione a livelli assai contenuti di quella giovanile. I dati raccolti con l’indagine evidenziano che il Trentino è una società più meritocratica rispetto all’Italia settentrionale e all’intero Paese. Infatti, i condizionamenti netti delle origini sociali sui destini occupazionali delle persone sono assai meno consistenti di quanto non accada nel resto del Paese. Ma quel che più conta è che la maggior fluidità sociale mostrata dal Trentino appare crescente nel tempo. Altro aspetto positivo è la contenuta incidenza dei trentini che si trovano in condizioni di povertà monetaria. Si rileva, anche, un limitato grado di dispersione della distribuzione dei redditi individuali e familiari. In effetti, solo 1 ogni 30 residenti nella nostra provincia può essere definito povero, mentre lo è 1 persona ogni 12 tra gli abitanti nel resto del Paese. Il tasso di povertà trentino, misurato in base alla soglia nazionale, pone la collettività provinciale in posizioni addirittura migliori di quelle dei floridi Paesi scandinavi dove circa 1 abitante su 20 lamenta carenze da reddito. Analoghe considerazioni valgono per la deprivazione sociale, ossia per il rischio di vivere in condizioni di forti difficoltà a causa della riduzione del valore d’acquisto delle disponibilità monetarie correnti e degli effetti cumulati di più episodi di povertà o, comunque, di basso reddito. La crescente fluidità sociale, l’aumentato benessere e le contenute disparità economiche hanno portato alla scomparsa dei fenomeni migratori entro la popolazione trentina. I processi di mobilità geografica attualmente osservabili tra i trentini rispondono al libero disegno di personali progetti di vita e non a condizioni di natura materiale. Il Rapporto, oltre agli aspetti positivi, evidenzia i problemi della collettività trentina e le aree di possibile intervento. Infatti, vi sono disuguaglianze nelle opportunità di istruzione che vedono le origini sociali ancora condizionare tali scelte. Anche sul fronte della mobilità occupazionale si rileva che le probabilità di permanere nelle stesse posizioni dei padri appaino particolarmente elevate per i figli degli imprenditori, dei liberi professionisti e dei dirigenti e tra i discendenti nell’agricoltura, ma propensioni non trascurabili all’immobilità intergenerazionale si osservano anche tra i discendenti dei lavoratori manuali dell’industria e del terziario. Vi sono consistenti disparità tra uomini e donne che se si sono quasi annullate nel campo dell’istruzione ma si rilevano fenomeni di segregazione su base di genere nella scelta degli indirizzi formativi. Queste difformità formative portano a minori opportunità sul mercato del lavoro. Disuguaglianze sono, infine, presenti nei carichi di lavoro domestico e/o di cura della famiglia e di disponibilità di tempo libero. Il problema del non equo funzionamento del mercato del lavoro si riverbera anche sulle disparità collegate alle appartenenze generazionali e ciò comporta un progressivo rallentamento del processo di formazione di nuove famiglie e altrettanto contenuti tassi di natalità e fecondità. .  
   
   
A TRIESTE PRIME VOLONTARIE DELL´AUTODIFESA  
 
Trieste, 25 giugno 2009 - Cinquanta donne triestine tra i 18 ed i 65 anni sono le allieve del primo corso femminile di autodifesa organizzato in Friuli Venezia Giulia dopo l´approvazione della legge regionale in materia di sicurezza e polizia locale. Promosso dal Comitato Trieste in Palio guidato da Roberto De Gioia, il corso è stato ufficialmente inaugurato ieri nella palestra del Quadrilatero di Melara dall´assessore regionale alla Sicurezza, Federica Seganti, che, accreditata della cintura marrone di karate, è stata anche protagonista di una dimostrazione pratica con gli istruttori presenti. "Sviluppare capacità di autodifesa - ha sottolineato Seganti - può essere determinante per uscire indenni da situazioni molto spiacevoli per una donna. Acquisire maggiore consapevolezza delle tecniche di protezione - ha aggiunto - contribuisce anche a preparare ed allenare la mente alle situazioni di pericolo". Il programma regionale per la Sicurezza prevede il finanziamento di questi corsi, considerandoli "un segnale forte nei confronti dell´intera comunità", ma anche le attività utili a contrastare il fenomeno del bullismo e l´uso di stupefacenti. "Il Friuli Venezia Giulia - ha poi ricordato l´assessore - è la terza regione più sicura d´Italia, un dato che conforta ma soprattutto stimola ad impegnarsi ancora di più per garantire le migliori condizioni di vita possibili a tutti i cittadini". Citando i Volontari per la Sicurezza, Seganti li ha definiti "occhi ed orecchi attenti sul territorio nei luoghi e nei frangenti più a rischio, vere e proprie sentinelle pronte a riferire ogni possibile abuso o presenza sospetta alle autorità competenti". In questo modo, ha commentato, rispondiamo alle richieste ed alle necessità del territorio, contribuendo a sviluppare un fondamentale senso civico che ha bisogno di percorsi educativi certi e ad alto impatto popolare, condizione essenziale per elevare gli standard qualitativi a cui tutti noi abbiamo il diritto ed il dovere di aspirare. .  
   
   
PROTEZIONE SOCIALE FVG: DA GIUNTA OK A PIANO TUTELA MINORI  
 
Trieste, 25 giugno 2009 - Su proposta dell´assessore alla salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, la Giunta regionale ha approvato in via definitiva il "Piano regionale d´azione per la tutela dei minori nel sistema integrato dei servizi". Il documento vuol rivisitare, qualificare ed innovare il sistema regionale dei servizi per la tutela dei minori, definendo linee guida operative per tutti i diversi soggetti chiamati ad occuparsene, con particolare riferimento ai minori fuori famiglia in affido familiare, adozione e comunità; a quelli stranieri non accompagnati; ai minori interessati da problematiche legate a maltrattamento e abuso. Nello specifico, come spiega l´assessore, si intende garantire che i servizi di tutela dei minori vengano assicurati a tutti i bambini e ragazzi della regione, siano essi di nazionalità italiana o straniera, inclusi ovviamente i portatori di handicap. Tra gli obiettivi strategici che la Regione si prefigge di promuovere, vi sono il miglioramento della qualità dei servizi offerti, anche attraverso l´elaborazione di standard qualitativi e quantitativi, nonché l´uniformità e la tempestività dell´offerta; il Piano prevede anche di favorire il raccordo tra i servizi e il confronto fra le istituzioni, gli enti e le organizzazioni del terzo settore che si occupano della tutela dei minori, per assicurare una presa in carico integrata e unitaria e lo sviluppo di progetti personalizzati. Parallelamente il Piano non manca di riservare attenzione alla formazione degli operatori, alle metodologie di conoscenza della realtà, allo sviluppo dell´informatizzazione, alla promozione di una nuova cultura sociale. .  
   
   
INTEGRAZIONE RETTE NIDI: L´ASSESSORE MOIOLI DEVE PRENDERSI CARICO DELLA INCREDIBILE VICENDA CHE COINVOLGE 470 FAMIGLIE MILANESI  
 
Milano, 25 giugno 2009 - Ha dell’incredibile ciò che sta capitando ad almeno 470 famiglie milanesi. A distanza di cinque anni, L´amministrazione comunale richiede l’integrazione delle rette per l’iscrizione ai Nidi d’Infanzia per l’anno 2004-2005. Integrazione dovuta ad un errore della stessa Amministrazione. Molte di queste famiglie, ben 214, avevano garantita la gratuità, ora il Comune chiede 103 € per ogni mese frequentato da loro figlio ben 5 anni fa. Tra l’altro, nell’interpretazione della norma ci sono delle forti perplessità e molte famiglie si sono rivolte a legali. Abbiamo chiesto l’interruzione dei termini di pagamento con un ordine del giorno presentato lunedì 15 giugno. Oggi David Gentili, consigliere comunale Pd e Ettore Martinelli, consigliere comunale Pd o riproporranno in aula, chiedendo che se la richiesta venisse accolta lo si comunichi a tutte le famiglie coinvolte. L’assessore, assente in commissione, deve prendersi carico di tutte le responsabilità politiche della vicenda. Deve renderne conto al Consiglio Comunale e deve interloquire con l’Ufficio del Difensore Civico, che ha già ascoltato alcune famiglie. .