Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Ottobre 2009
GLI SFORZI DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER RAFFORZARE I CONTROLLI SUI FONDI STRUTTURALI OTTENGONO RISULTATI POSITIVI  
 
Bruxelles, 29 ottobre 2009 - La Commissione europea ha adottato ieri una relazione sull’attuazione del suo piano d’azione per il rafforzamento della gestione condivisa dei Fondi strutturali e di coesione dell’Ue. Questa relazione, presentata da Paweł Samecki, commissario europeo per lapolitica regionale, e da Vladimir Špidla, commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, descrive le misure adottate per migliorare i controlli finanziari negli Stati membri e ridurre gli errori che possono dare origine a pretese infondate di pagamento a carico del bilancio dell’Ue. Paweł Samecki, commissario per la politica regionale, ha dichiarato: “La Commissione attribuisce la massima importanza al miglioramento dei sistemi di gestione e di controllo. Con il sostegno degli Stati membri abbiamo messo in atto un piano d’azione per garantire una certificazione delle spese affidabile e rigorosa. Questo contribuirà a ridurre il tasso di errore e a garantire che il denaro dei contribuenti sia speso bene. Oggi possiamo constatare che i nostri sforzi comuni stanno dando frutti: la Commissione e gli Stati membri sono impegnati ad adottare misure appropriate quando riscontrano errori. Stiamo facendo progressi anche negli sforzi volti a semplificare le regole di finanziamento. ” Vladimir Špidla, commissario per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, ha aggiunto: “La Commissione si è impegnata a fondo assieme agli Stati membri per garantire che il denaro dei contribuenti sia utilizzato in modo efficace e i fondi dell’Ue vadano a beneficio dei cittadini. La semplificazione è di particolare importanza per i promotori dei progetti più piccoli e, per questo motivo, abbiamo introdotto, sin dall’inizio dell’attuale periodo di programmazione, alcune semplificazioni contabili per la dichiarazione dei costi indiretti. La Commissione ha promosso attivamente l’effettiva messa in atto di questa semplificazione e sono lieto di constatare che sono stati compiuti progressi; in questi ultimi mesi la maggior parte degli Stati membri ha comunicato alla Commissione le misure adottate per l’insieme o una parte dei loro programmi. ” .  
   
   
REGISTRO DEI LOBBISTI: A UN ANNO DALL´INTRODUZIONE LA COMMISSIONE EUROPEA NE PROPONE UN MIGLIORAMENTO  
 
Bruxelles, 29 ottobre 2009 - La Commissione ha adottato ieri una comunicazione nella quale riassume le conclusioni che si possono trarre dall´esperienza di un anno di funzionamento del registro dei rappresentanti di interessi (lobbisti) accreditati presso le Istituzioni europee. L´iscrizione in tale registro è diventata ormai una prassi normale per coloro che desiderano interagire con le istituzioni europee. Con oltre 2000 organizzazioni registrate ad oggi, l´approccio adottato un anno fa, che prevede l´iscrizione su base volontaria, si è dimostrato efficace e il registro è diventato una solida base per uno sviluppo futuro. Pur mantenendone i principi fondamentali - carattere facoltativo dell´iscrizione, adesione ad un codice di condotta, livello ragionevole di informazioni finanziarie, dichiarazioni rese dalle organizzazioni anziché da singole persone - la Commissione propone alcuni miglioramenti. Campo d´applicazione del registro e specifiche categorie di rappresentanti di interessi - Il riesame definisce con maggiore precisione i campi delle attività contemplate dal registro e quindi da prendere in considerazione ai fini delle informazioni finanziarie. La definizione rivista delle attività ammissibili copre le attività dirette di lobbying e i canali indiretti quali le relazioni elaborate da gruppi di riflessione, le piattaforme, i forum o le campagne di sensibilizzazione. Orientamenti supplementari dovrebbero facilitare l´adesione di organizzazioni ancora riluttanti ad iscriversi. Avvocati e gruppi di riflessione - Due specifiche categorie di rappresentanti di interessi sono tuttora sottorappresentate a un anno dall´introduzione del registro. Benché siano stati individuati fin dall´inizio tra i destinatari del registro, gli studi legali evitano di iscriversi adducendo il fatto che l´iscrizione al registro violerebbe le regole di appartenenza al loro ordine professionale. La Commissione è convinta che sia possibile registrarsi senza contravvenire alle regole dell´ordine degli avvocati. Per facilitare tale registrazione sono introdotte informazioni complementari volte a precisare la distinzione tra l´attività di consulenza giuridica e quella di lobbying. La Commissione intende proseguire attivamente il dialogo con le associazioni di avvocati per risolvere questo problema. L´esercizio di revisione del registro conferma l´approccio secondo il quale i gruppi di riflessione (think tanks) dovrebbero esservi iscritti; la definizione proposta precisa infatti che l´influenza indiretta esercitata spesso attraverso l´organizzazione di eventi e di pubblicazioni da parte dei gruppi di riflessione deve essere assimilata a un´attività di lobbying. Per facilitarne la registrazione, è stata introdotta nel registro una specifica categoria al fine di sottolinearne la specificità rispetto ad altri lobbisti. Informazioni finanziarie - Sono state aggiornate anche le informazioni finanziarie da richiedere alle società di consulenza in materia di affari pubblici. L´esperienza maturata nell´anno passato evidenzia che la scelta di esprimere il "peso" rappresentato dai clienti in tranche di 50. 000 euro o di 10 punti di percentuale di fatturato non ha permesso di raggiungere l´obiettivo inizialmente perseguito. In pratica, i dichiaranti che optano per il sistema percentuale hanno reso pubblico l´elenco dei loro clienti, ma senza indicare con più trasparenza il "peso" relativo di questi clienti, obiettivo che la richiesta di informazioni inizialmente si prefiggeva. Ciò riguarda soprattutto le grandi imprese, con la conseguenza – del tutto involontaria – che l´obbligo di trasparenza imposto alle piccole imprese risulta maggiore. La Commissione propone pertanto di sostituire le attuali opzioni con una griglia unica composta da scaglioni in euro d´importo crescente. Oltre alle informazioni già fornite dInformazioni finanziarie al registro in relazione alle risorse finanziarie destinate alle attività di lobbying, i dichiaranti devono anche fornire informazioni sulle risorse umane impiegate. Nel prossimo futuro - Alla luce delle conclusioni emerse dall´esercizio di riesame, la Commissione riprenderà ora i lavori per realizzare un registro comune con il Parlamento europeo. La prossima riunione del gruppo interistituzionale ad alto livello – del quale fanno parte i membri del Parlamento europeo Diana Wallis, Isabelle durante, Gu Leinen e Carlo Casini e il vicepresidente Siim Kallas per la Commissione europea – avrà luogo il 12 novembre. .  
   
   
SEVIZIO DIPLOMATICO DELL´UE: UN´EUROPA PROTAGONISTA SULLA SCENA MONDIALE?  
 
 Bruxelles, 29 ottobre 2009 - "Chi devo chiamare quando voglio parlare con l´Europa?", ha chiesto una volta il famoso Segretario di Stato americano Henri Kissinger. Il Trattato di Lisbona dà una risposta: l´Alto Rappresentante europeo per la politica estera. Ma questa figura basterà a garantire che l´Europa parli con una voce sola sulla scena globale? Il Parlamento vuol essere coinvolto nel futuro delle relazioni esterne dell´Ue. La voce dell´Europa - Il Trattato di Lisbona istituisce la figura dell´Alto Rappresentante e il Servizio di azione esterna dell´Ue per migliorare l´impatto, la visibilità e la coerenza della politica estera europea. Il nuovo corpo diplomatico (Seae) sarebbe al servizio dell´Alto Rappresentante, che rivestirebbe anche il ruolo di Vicepresidente della Commissione europea con la delega agli Esteri: una fusione fra strutture che fanno capo ai governi e azioni pilotate dall´esecutivo Ue per parlare con una voce sola, la voce dell´Europa. Le operazioni sostenute dai governi in seno al Consiglio dell´Unione e delle delegazioni della Commissione europea nel mondo costituiscono infatti una duplicazione che non ha più ragion d´essere. Ma anche il Parlamento ha voce in capitolo nella costituzione del nuovo corpo: è necessario il suo consenso prima di istituirlo. I deputati hanno votato durante la scorsa sessione plenaria la relazione del popolare tedesco Elmar Brok, che parla del possibile assetto istituzionale del nuovo servizio. Seae sotto scrutino parlamentare? Il Servizio dovrebbe essere finanziato da fondi Ue e dovrebbe dipendere dalla Commissione: solo così, secondo il Parlamento, si può assicurare il controllo democratico dell´assemblea sul suo funzionamento e sulle operazioni. Le delegazioni della Commissione europea nel mondo - oltre 130 uffici nei 5 continenti - dovrebbero inoltre fondersi con i vari uffici del Consiglio, che nell´insieme impiegano oltre 5000 persone, per creare le "ambasciate dell´Ue" gestite dal personale del nuovo Servizio di Azione esterna, sotto il comando dell´Alto Rappresentante. La formazione dei "diplomatici europei" dovrebbe essere affidata a una nuova scuola di diplomazia europea. Infine i deputati consigliano ai governi di coinvolgere il Parlamento "fin dalla prima fase di negoziati sulla struttura del servizio, in modo da non perdere tempo prezioso in controversie politiche", e poter essere operativi sulla scena internazionale subito dopo l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Europa: da prima contribuente a prima attrice - Prima potenza commerciale del mondo, primo donatore ai Paesi in via di sviluppo, punto di riferimento globale in materia di diritti umani, democrazia e stabilità. Nonostante tutti i primati, l´Ue è stata descritta in più occasioni come un gigante economico e un nano politico. Il Servizio di azione esterna dell´Ue servirà a controbilanciare la situazione? "Credo che il Trattato di Lisbona, l´Alto Rappresentante che è allo stesso tempo membro della Commissione, e il Servizio di Azione esterna - spiega Brok - mettano l´Europa in una situazione migliore per avere una politica estera coerente. Insieme alla forza economica, il nuovo assetto istituzionale darà al nostro continente una notevole forza politica. Dobbiamo considerare l´Europa come un attore principale, non un contribuente". Ma allora che numero bisognerà comporre? "Quello dell´Alto Rappresentante e vice-presidente della Commissione", risponde Brok. "Dev´essere chiaro che è lui l´unico responsabile per le operazioni di politica estera, il Presidente del Consiglio non c´entra niente. I poteri operativi devono essere conferiti a una sola persona, e non può essere che l´Alto rappresentante". Un problema c´è se. L´attuale responsabile per la politica estera dei Paesi Ue Javier Solana, che ha poteri molto più ridotti rispetto a quelli previsti dal Trattato di Lisbona per l´Alto Rappresentante, ha definito la diplomazia europea "troppo divisa, troppo lenta e troppo soft. Verbosa nelle dichiarazioni e limitata nell´azione". Non sono mancati, infatti, i casi in cui i Paesi Ue si sono divisi su questioni di politica estera fondamentali, come la guerra in Iraq, o in cui la necessità di mettere tutti e 27 i Paesi d´accordo ha limitato l´efficacia dell´intervento. Anche i due terzi dei cittadini europei ritengono che l´Ue debba essere più unita nella politica estera: lo rivela un´inchiesta Eurobarometro del 2008. Per questo il Parlamento ha messo in chiaro che la struttura del servizio diplomatico dell´Ue sarà uno dei criteri chiave per giudicare il futuro Alto Rappresentante durante le audizioni parlamentari e per accordargli la fiducia. .  
   
   
29 E 30 OTTOBRE: I LEADER DELL´UE SI RIUNISCONO PER DISCUTERE DI CAMBIAMENTI CLIMATICI ED ECONOMIA  
 
 Bruxelles, 29 ottobre 2009 I cambiamenti climatici, la situazione economica e le questioni istituzionali legate al trattato di Lisbona saranno al centro del vertice Ue che si terrà a Bruxelles il 29 e 30 ottobre. Il primo Consiglio europeo sotto la presidenza svedese si propone di discutere di alcune delle maggiori sfide cui è confrontata l´Unione. In vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà in dicembre, è previsto che i capi di Stato e di governo lavorino su un mandato globale per i negoziati di Copenaghen. L´ue desidera mantenere il suo ruolo guida nei colloqui sul clima. Ora che il processo di ratifica del trattato di Lisbona sta per concludersi, i leader dell´Ue faranno il punto della situazione ed esamineranno il modo in cui portare a buon fine questo lungo processo. Per quanto riguarda la crisi economica, il vertice fornirà orientamenti per i futuri lavori, compreso il rafforzamento della vigilanza sui mercati finanziari. Altri temi trattati saranno l´immigrazione clandestina nel Mediterraneo e la strategia dell´Ue per la regione del Mar Baltico. Queste ed altre questioni che saranno affrontate nella riunione sono state preparate dai Ministri degli affari esteri riunitisi in Lussemburgo il 26 e 27 ottobre. Al termine del vertice, le conclusioni della presidenza saranno diffuse ai media e rese immediatamente e integralmente disponibili su questo sito Internet. .  
   
   
LA CADUTA DEL MURO VISTA DA JACQUES SANTER  
 
Bruxelles, 29 ottobre 2009 - "Il giorno dopo la caduta del Muro, era pieno di ´Trabis´ alla frontiera del Lussemburgo", ricorda Jacques Santer, ex-presidente della Commissione europea e Primo ministro lussemburghese ai tempi della caduta del Muro. "Arrivavano dalla Germania dell´Est per venire a vedere la radio del Lussemburgo, simbolo di pace e libertà". Un´intervista esclusiva per raccontare il 1989 visto dal centro dell´Europa. Presidente, che ricordi ha del 1989? In che modo era coinvolto negli eventi di quell´anno? A quell´epoca ero Premier del Gran Ducato del Lussemburgo, e nel 1990 avevamo la presidenza di turno dell´Ue. Quest´ondata di tedeschi dell´Est, che ha portato alla caduta del Muro, ci ha sorpreso ed emozionato, come tutti all´epoca. Ma sapevamo già che c´era una serie di avvenimenti che andavano in quella direzione anche prima, in Ungheria, in Cecoslovacchia e in Polonia. L´indomani dalla caduta del Muro, c´erano un sacco di ´Trabis´, le vecchie macchine della Germania dell´Est, alla frontiera con il Lussemburgo. Allora i doganieri lussemburghesi mi hanno chiamato e mi hanno chiesto cosa ci facevano lì tutte quelle persone senza visti. Erano lì perché volevano vedere la radio del Lussemburgo, che per loro era un simbolo perché diffondeva un messaggio di pace e di libertà. Allora io li ho fatti entrare, abbiamo mostrato la radio, e poi li abbiamo fatti tornare indietro, perché chiaramente non avevano il permesso di soggiorno. Subito dopo, sono iniziati discussioni e dissensi fra i democristiani europei. Come presidente del Ppe, io ho convocato un summit di democristiani europei a Pisa. Lì ci siamo messi d´accordo sulla necessità di sostenere Helmut Kohl e sulla strategia per la riunificazione tedesca. Vista dall´Europa dell´Ovest 20 anni dopo, come le sembra la situazione oggi? Le riforme di allora sono servite? Credo che sia una storia di successo. Chiaro, la caduta del Muro ha creato nuovi problemi, gli sforzi sono stati considerevoli. Ricordo due momenti di quando ero presidente della Commissione europea di cui vado fiero: uno è l´introduzione dell´euro nel 1999, senza il quale, vista la crisi di oggi, non sappiamo dove sarebbe l´Ue. Due, la definizione da parte della mia Commissione della prima strategia per l´allargamento a Est, che ha portato agli allargamenti del 2004 e del 2007. Sono onorato di aver contribuito in questo modo all´unificazione del nostro continente nella pace e nella libertà. .  
   
   
COSA PUÒ FARE PER TE L´EUROPA SOCIALE? OGGI A BOLOGNA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA CAMPAGNA UE SUI DIRITTI SOCIALI  
 
Bologna, 29 ottobre 2009 - Arriva oggi in Emilia-romagna il Circo sociale, la campagna itinerante della Commissione europea per fare conoscere i diritti sociali e le politiche promosse dall´Unione e raccontare in modo semplice i vantaggi apportati ai cittadini dalle politiche sociali europee. Dopo Praga, Parigi, Lisbona, Marsiglia e altre città europee, ora la kermesse approda prima a Bologna poi a Ravenna, con una serie di iniziative organizzate dalla Commissione europea in collaborazione con Giunta e Assemblea legislativa della Regione Emilia-romagna e numerosi altri enti e istituzioni locali. La tre giorni di Bologna comincia oggi in piazza del Nettuno, dalle ore 9,30, con esibizioni di giocolieri, prestigiatori, clown e trampolieri dell´associazione Gelsomina, stand informativi, incontri dedicati a bambini e ragazzi, conferenze, spettacoli, seminari e laboratori didattici. Si parlerà di ciò che l´Europa può fare in termini di diritti e di opportunità per donne, uomini, persone disabili o in difficoltà, anziani, giovani e immigrati. Anche scoprendo le nuove opportunità di lavoro e formazione. Alle ore 12 è in programma l’inaugurazione con il sindaco di Bologna Flavio Delbono, la vicepresidente della Regione Emilia-romagna Maria Giuseppina Muzzarelli, la presidente dell´Assemblea legislativa Monica Donini, la presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti e il direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea Carlo Corazza. Modera Patrizio Roversi. Il 5 novembre la campagna circense si sposterà a Ravenna in Piazza del Popolo dove, alle ore 12, è prevista l’inaugurazione con il sindaco Fabrizio Matteucci, la presidente Donini, la vicepresidente Muzzarelli e l’assessore della Provincia di Ravenna Emanuela Giangrandi. .  
   
   
L´EUROPA INCONTRA LA CREATIVITÀ REGGIANA OGGI SCAMBIO DI BUONE PRATICHE ED ESPERIENZE NEL SETTORE DELLE INDUSTRIE CREATIVE  
 
Reggio Emilia, 29 ottobre 2009 - Anche Reggio Emilia i suoi Open Days. Il 29 ottobre nell´Aula magna dell´Università di Modena e Reggio Emilia - su iniziativa di Regione, Provincia e Comune di Reggio, Università, Europe Direct Carrefour Emilia e Camera di commercio - sarà infatti sviluppato uno dei temi principali discussi a inizio mese agli Open Days di Bruxelles: l´industria creativa come motore di sviluppo delle regioni europee. "Dopo aver portato a Bruxelles l’esperienza emiliano-romagnola, giovedì a Reggio intendiamo immergere l’Unione Europea nel contesto locale, mostrando in maniera concreta le eccellenze della nostra regione nell’ambito delle industrie creative - spiega la presidente della Provincia, Sonia Masini - In particolare, vogliamo discutere delle sfide che le regioni europee devono affrontare per rispondere alla crisi globale, dato il ruolo cardine che governi regionali e locali svolgono nello stimolare il potenziale dei loro territori. L’industria creativa è considerata uno dei punti di forza del sistema produttivo emiliano-romagnolo, ed in particolare della provincia di Reggio Emilia, un settore innovativo in crescita, importante per lo sviluppo dell’economia del territorio così come per la sua competitività". Il programma degli Open Days a Reggio prevede tre sessioni con la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni e delle Regioni europee, nonché delle autorità locali, che hanno comparato e condiviso esperienze e migliori pratiche. Di "Innovazione e istituzioni", a partire dalle 9. 30, discuteranno la presidente della Provincia di Reggio Sonia Masini, il sindaco Graziano Delrio, il prorettore dell´Università Luigi Grasselli, il presidente della Camera di commercio Enrico Bini e due funzionari della Commissione europea: Charles White della Direzione generale Politica regionale ed Ekaterini Karanika della Direzione generale Istruzione e cultura. "L’emilia-romagna verso la creatività" è invece il tema che, dalle 11, verrà affrontato da Fabrizio Montanari, coordinatore di Opera, unità di ricerca sulle industrie creative dell’ Università; da Armando Sternieri, presidente del Gruppo Terziario innovativo degli Industriali; da Ivan Farioli, coordinatore dell´Area tecnica Confapi Pmi e da Fausto Bigliardi, presidente Cna Terziario avanzato. Le prime due sessioni di lavoro saranno coordinate dal giornalista Massimiliano Panarari. L´ultima sessione della mattina - incentrata su "Industrie creative in Regioni creative" – vedrà infine confrontarsi Gerald Elbaze, direttore Medias-cité – Regione Aquitania; Inmaculada Falero, della Regione Extremadura; Cristina Rosa Velardo, imprenditrice spagnola; Solvita Krese, direttore del Centro Lettone di Arti contemporanee; Teodora Tsanova, esperta del Dipartimento Programmi Europei del Comune di Sofia ed il consigliere regionale Marco Barbieri. Il ruolo di coordinatore dei lavori sarà ricoperto da Carla Cavallini, direttore dello Europe Direct - Carrefour europeo Emilia. Nel pomeriggio il tema dell´industria creativa sarà al centro di una tavola rotonda, a cui seguirà la visita ad alcune aziende eccellenti del territorio reggiano. .  
   
   
“LA GLOBALIZZAZIONE ALLA PROVA DELL´INTEDIPENDENZA”. A FIRENZE LE GIORNATE DELL´INTERDIPENDENZA 2009 CRISI ECONOMICA, AMBIENTE, PACE E RICONCILIAZIONE I TEMI DA DISCUTERE  
 
 Firenze, 29 ottobre 2009 - Tornano a Firenze le giornate dell’Interdipendenza. Promosse da Acli, Comunità di Sant’egidio, Legambiente, Focsiv, Movimento politico per l’unità/Focolari e Regione Toscana, le Giornate dell´Interdipendenza sono laboratori di formazione e dialogo per chi opera nella comunicazione e nell’informazione in ambito educativo e/o sociale. Lo scopo è quello di rileggere i temi dell’attualità superando gli stereotipi e promuovendo equità e responsabilità. Oggi la manifestazione è stata presentata a palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione Toscana. Per la Regione era presente il vicepresidente Federico Gelli che ha ringraziato gli organizzatori per “aver avuto la voglia, e anche il coraggio di promuovere un momento di confronto di respiro internazionale di cui si sentiva il bisogno in un momento di appiattimento culturale come quello che sta vivendo il nostro Paese. Questa è un´occasione – ha concluso – per alzare il livello del confronto e della discussione. » Sulla stessa linea gli interventi dei rappresentanti di Legambiente e del Movimento Politico per l´Unità-focolari. I conferenza stampa sono intervenuti anche il deputato brasiliano Luis Carlos Hauly e Kezevino Aram, rappresentante del movimento Ghandiano Shanti Ashram, che hanno illustrato il senso della loro presenza alle Giornate dell´interdipendenza. Le “Giornate dell´Interdipendenza” nascono da un´iniziativa ideata negli Usa dal politologo Benjamin Barber e dalla Associazione Civ-world che ebbe una grande partecipazione di pubblico e un grande risalto mediatico. Nel settembre 2004, ad un anno dall´attentato alle Torri Gemelle, si tenne a Roma la seconda edizione. Negli anni successivi fu scelta invece Montepulciano. Le tematiche furono quelle del rapporto con l´Islam (2006) e di quello con la Cina (2007). Il tema dello scorso anno fu invece quello dell´Africa e i lavori furono tenuti a Firenze. La città scelta per l´edizione di quest´anno è stata nuovamente Firenze. Il titolo della manifestazione, che si terrà il 29 e il 30 ottobre, è “La globalizzazione alla prova dell´intedipendenza”. A distanza di 5 anni dalla prima edizione si punta cioè a rileggere il tema dell’interdipendenza, nelle sue coordinate generali, attraverso le principali sfide di oggi: la crisi economica, la crisi ambientale, l’urgenza della pace. Al centro di questa ricerca: le città del terzo millennio, con la forza e la criticità del loro peso specifico, là dove la convivenza tra persone e gruppi, tra popoli e culture, af fronta più da vicino le sfide dell’interdipendenza e dove la globalizzazione chiede alle istituzioni e alla società civile nuovi modelli di governance, tra locale e globale. Giovedì 29 ottobre i lavori si terranno al Palagio di Parte Guelfa. Si inizierà alle 15,30 con l´apertura di Andrea Olivero, presidente delle Acli, e i saluti di Matteo Renzi, sindaco di Firenze e Massimo Toschi, assessore alla cooperazione internazionale della Regione Toscana. Alle 16 inizierà il dibattito che vedrà la presenza di Benjamin Barber, il politologo americano che ha “creato” le giornate, il cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, presidente della Caritas internazionale e arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras), Luis Carlos Hauly, deputato federale del Brasile ed esperto di economia internazionale. Il dibattito sarà moderato dal direttore di Città Nuova, Michele Zanzucchi. Sono previsti interventi anche di Roberto della Seta della segreteria di Legambiente e Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps. Venerdì 30 ottobre (9:30 - 18:30) – i lavori si svolgeranno invece nel Salone dei Dugento -Palazzo Vecchio. Tre le sessioni. La prima, intitolata “Intedipendenza e crisi economica sarà coordinata da Roberto Natale, presidente della federazione nazionale della stampa. Relatori: Sergio Marelli, direttore generale Focsiv, Luigi Bruni, docente di Economia all´Università Bicocca di Milano e Andrea Oliviero, presidente delle Acli. La seconda sessione, intitolata Interdipendenza e riconciliazione, sarà moderata dal direttore della rivista Vita, Giuseppe Frangi. Relatori: l´assessore regionale Massimo Toschi, il presidente della comunità di Sant´egidio, Marco Impagliazzo e Kezevino Aram, pediatra e direttrice dello Shanti Ashram, movimento Gandiano in India. Infine la tersa ses sione, intitolata Interdipendenza e crisi ambientale, sarà coordinata da Elisabetta Galgani, direttrice di La Nuova Ecologia. Relatori: Vittorio Cogliato Dezza, presidente di Legambiente. Marzio Galeotti, docente di economia dell´ambiente all´Università di Milano, Carlos Vinueza Montufar, della Fondazione per la difesa dell´Ambiente dell´Ecuador. La conclusione a Marco Fatuzzo del Mppu- Focolari. .  
   
   
FORMIGONI/ANGELETTI: INCONTRO SU PROBLEMI LAVORO  
 
Milano, 29 ottobre 2009 Il presidente Roberto Formigoni ha incontrato ieri mattina al Palazzo della Regione Lombardia il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Abbiamo discusso i principali problemi sindacali ed economici - ha detto Angeletti al termine del colloquio con Formigoni - Si tratta di temi di confronto naturali tra un sindacato e il presidente della più importante Regione italiana. In particolare ho sollevato la questione della necessità di una riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti". Come ha riferito lo stesso Angeletti, che ha definito l´incontro "positivo", è stato toccato anche il tema della politica contrattuale "sulla quale - ha detto il segretario della Uil - le Regioni hanno una importanza fondamentale soprattutto per quello che riguarda sanità ed enti locali". "E´ stato un confronto positivo - ha detto Formigoni - durante il quale abbiamo affrontato vari temi che riguardano il lavoro e l´economia, oltre che alcune iniziative e proposte da discutere in sede di Patto per lo Sviluppo". .  
   
   
LOMBARDIA: PRIMI PER TUTELA CONSUMATORI IL PIANO 2010 PRESENTATO E CONFRONTATO CON LE 18 ASSOCIAZIONI  
 
Milano, 29 ottobre 2009 - Educazione al risparmio, al credito personale, al consumo consapevole, alla mobilità sostenibile e alla sicurezza stradale. Sono queste le cinque linee d´azione contenute nel Programma di tutela dei consumatori per l´anno 2010, presentato da Regione Lombardia e condiviso dalle 18 Associazioni per la tutela del consumatore riconosciute dal "Comitato regionale consumatori e utenti". "Il programma 2010 - ha spiegato l´assessore al Commercio, Fiere e Mercati della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani - è una sfida a migliorare ulteriormente le già significative performance del 2009, in cui Regione Lombardia ha attivato 42 progetti con un investimento complessivo di 2,5 milioni di euro, parte dei quali messi a disposizione dal Ministero per lo Sviluppo Economico". Le 18 Associazioni contano in Lombardia oltre 265. 000 iscritti, 349 sportelli sparsi nelle 12 Province e ogni anno svolgono migliaia di pratiche a tutela dei cittadini. La Lombardia, secondo una relazione illustrata durante i lavori del "Consiglio nazionale consumatori e utenti", è la Regione più virtuosa per l´utilizzo trasparente delle risorse pubbliche, per il grado di innovazione dei progetti, per l´educazione al consumo e per i sistemi di monitoraggio e di controllo adottati. "Siamo orgogliosi - ha detto l´assessore Nicoli Cristiani - che il metodo adottato dalla Lombardia sia stato riconosciuto, a livello nazionale, come un esempio di lotta agli sprechi, di uso intelligente delle risorse pubbliche e di attenzione ai cittadini consumatori. Su questa linea, cioè quella basata sul principio di sussidiarietà che si realizza attraverso un attivo partenariato tra Regione Lombardia e le Associazioni, si svilupperanno anche i progetti per il 2010". .  
   
   
VENETO, PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE. APPROVATI PROGETTI PER 130 MLN DI CUI 90 MLN FINANZIATI DALLA REGIONE  
 
Venezia, 29 ottobre 2009 - 35 progetti a regia regionale per oltre 130 mln di euro di investimenti, di cui 90 mln di contributi regionali in conto capitale, sono stati approvatori oggi dal Tavolo di Paternariato riunitosi a Palazzo Balbi per esaminare lo stato di attuazione del Programma Operativo regionale Fse 2007/2013 per la competitività e l’occupazione. Al tavolo, oltre alla Regione, partecipano gli Enti Locali, le rappresentanze sindacali e le associazioni di categoria. I progetti approvati riguardano interventi per l’innovazione e la ricerca destinati a laboratori strutturali a servizio dell’impresa e delle nanotecnologie ( 18,791 mln € ); interventi per la difesa del suolo, in particolare per la sicurezza del territorio, anche in relazione ai danni causati dalle avversità atmosferiche ( 39,4 mln € ); interventi nel campo dei beni culturali e museali collegati anche alle imprese per la ristrutturazione del patrimonio ( 13,5 mln € ); interventi per Parchi nazionali e regionali ( 9,667 mln € ); interventi per le Infrastrutture e logistica, in particolare per migliorare e rafforzare l’intermodalità dei porti di Venezia e di Chioggia e gli interporti di Verona, Padova e Rovigo ( 51,845 mln € ); Interventi per il completamento delle opere di interscambio ferro-gomma nel tratto metropolitano Sfmr Venezia – Portogruaro. “Si tratta – ha sottolineato l’Assessore regionale alle Politiche per l’Economia Vendemiano Sartor – di progetti che consentiranno una notevole iniezione di risorse, per i quali abbiamo deciso di accelerare il più possibile l’iter delle procedure per la loro esecuzione. E’ un’iniziativa – ha proseguito – che contribuirà sicuramente a far ripartire la nostra economia, rendendo più competitivo il sistema veneto delle imprese, non solo dal punto di vista della mobilità, ma anche della qualità della tecnologia e dell’innovazione e che consentirà ai nostri prodotti di essere più competitivi sui mercati internazionali”. Dal giugno 2008 ad oggi – ha poi ricordato Sartor – la Regione del Veneto ha messo a disposizione della programmazione per le imprese 115 mln di €, in particolare a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile e per l’ingegneria finanziari. Nei prossimi mesi, ha concluso Sartor, verranno attivate altre due misure per circa 30 mln di € finalizzata all’innovazione e entro febbraio del 2010 altri 50 mln verranno attivati per l’innovazione, la ricerca, il trasferimento tecnologico, i servizi innovativi alle imprese e per l’energia. .  
   
   
FVG: INCONTRO TONDO-AMBASCIATORE AUSTRALIA  
 
Trieste, 29 ottobre 2009 - Un nuovo impulso alle relazioni commerciali e culturali tra l´Australia ed il Friuli Venezia Giulia può passare anche attraverso la valorizzazione ed il "coinvolgimento" del sistema imprenditoriale australiano nelle attività delle comunità dei corregionali presenti in quel Paese. E´ quanto hanno convenuto, ieri a Trieste, il presidente della Regione Renzo Tondo e l´ambasciatore dell´Australia in Italia, Amanda Elise Vanstone, in visita, per la seconda volta in pochi mesi, a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia. E´ sempre molto alto, ha infatti osservato il diplomatico australiano, l´interesse ed il valore che l´Australia assegna al "made in Italy" e lo stesso Paese può confermarsi tuttora una grande opportunità di sviluppo per le aziende italiane e dello stesso Friuli Venezia Giulia. In questo contesto, hanno sottolineato Tondo e Vanstone, importante può risultare il ruolo del sistema delle Regioni italiane, coordinate dal Governo nazionale, per presentarsi organicamente in Australia. Occasioni per rinforzare contatti e collaborazioni tra Australia e Friuli Venezia Giulia potrebbero essere una prima missione istituzionale e commerciale nel corso del prossimo anno e, a giugno 2010, il "Forum degli Imprenditori italiani nel mondo", che Regione e ministero degli Affari esteri stanno organizzando in questi mesi, ha ricordato il presidente Tondo, che era accompagnato dal vicepresidente ed assessore alle Attività produttive Luca Ciriani e dall´assessore alla Cultura Roberto Molinaro. .  
   
   
FINANZIARIA FVG: TONDO E GIUNTA INCONTRANO PARTI SOCIALI  
 
Trieste, 28 ott - Una Finanziaria completamente diversa da quella degli ultimi vent´anni, che impone senso di responsabilità e coraggio di compiere delle scelte all´interno di una visione di sistema. È questo il messaggio che il presidente della Regione Renzo Tondo ha voluto lanciare ieri ai sindacati e alle categorie economiche, nel corso di una lunga giornata dedicata a un primo confronto sulla legge Finanziaria regionale per il 2010, che sconta una drastica riduzione delle entrate a causa della crisi economica. A segnare una svolta è stato lo stesso metodo scelto: non più una riunione plenaria con tutte le categorie economiche ma incontri bilaterali mirati, prima con le organizzazioni sindacali e poi singolarmente con i rappresentanti di industriali, artigiani, commercianti, agricoltori, cooperative, Camere di commercio ed Enti fieristici. Ai tavoli si sono alternati in pratica quasi tutti gli assessori, e in particolare Sandra Savino (Risorse economiche), che ha illustrato la manovra di bilancio in fase di messa a punto in questi giorni, e Luca Ciriani (Attività produttive), per iniziare un approfondimento sulle poste destinate ai vari comparti economici. Abituati negli ultimi vent´anni, in cui le cose si potevano sistemare, si potevano aggiustare con il solito e collaudato metodo della concertazione. La situazione è talmente complessa, che richiede di assumere scelte importanti". L´azione della Giunta regionale è ispirata in questa fase critica a un "pragmatismo lungimirante", come lo ha definito lo stesso presidente, che punta ad aprire una fase di profonde riforme, a cominciare da quella della Pubblica amministrazione regionale, per renderla più efficiente e meno costosa. Nel corso degli incontri sono state illustrate le cifre della Finanziaria per il 2010. La riduzione delle entrate, rispetto al 2009, dovrebbe attestarsi attorno al 10 per cento. Anche iscrivendo a bilancio 450 milioni che lo Stato deve alla Regione per le compartecipazioni sui tributi pagati dai pensionati Inps, e aumentando di 200 milioni l´indebitamento, mancheranno comunque 260 milioni. In queste condizioni si è deciso di mettere in sicurezza alcuni grandi capitoli: sanità, welfare, lavoro, infrastrutture (non solo la terza corsia della A 4 ma anche 500 milioni di opere complementari). Per tutto il resto ci saranno tagli, su cui i singoli assessori stanno già lavorando, ha rilevato Tondo, con grande senso di responsabilità. Per quanto riguarda la spesa sanitaria è stato programmato un aumento della spesa nel 2010 di soli il 2,5 punti percentuali, inferiore a quello degli anni scorsi. Su questo Tondo si è mostrato fiducioso: "Ce la possiamo fare senza diminuire il livello dei servizi". Altro strumento che sarà utilizzato è il blocco per un anno delle assunzioni nel Pubblico impiego regionale, salvo comprovate eccezioni (per esempio gli infermieri nel settore sanitario). Sulla questione dell´indebitamento la Regione eredita una notevole "rigidità" a causa di scelte compiute nel passato: il debito regionale ha infatti raggiunto 1,6 miliardi con oltre 500 milioni di nuove autorizzazioni. Sul questo Tondo è stato chiaro: "Anche se fosse possibile ricorrere a un ulteriore aumento del debito rispetto a quello che abbiamo già previsto, e tecnicamente in questo momento non lo è, non lo farei ugualmente. Non abbiamo nessuna garanzia che il prossimo anno sia meno peggio di questo". L´assessore Sandra Savino ha anche sottolineato come sia stata avviata una incisiva politica delle entrate, cosa che era finora mancata e dalla quale ci si attendono risultati significativi in termini di recupero di gettito finora nascosto. Ci sono in sostanza grandi gruppi bancari e industriali, ma anche amministrazioni dello Stato, che continuano a versare a Roma l´Irpef dei loro dipendenti che operano in Friuli Venezia Giulia. Nel bilancio 2010 del settore Attività produttive ci saranno 46 milioni di euro in meno rispetto all´anno precedente, quando vi erano disponibilità per 183 milioni. È quanto emerso ieri a Trieste negli incontri promossi dalla Giunta regionale con le categorie economiche sulla prossima legge Finanziaria, in questi giorni in fase di messa a punto. Come ha spiegato il vicepresidente della Giunta e assessore alle Attività produttive Luca Ciriani, la diminuzione è in realtà più ampia, perché una parte del bilancio della direzione riguarda spese obbligatorie e incomprimibili. Di fatto, dunque, i capitoli di spesa riservati ai diversi comparti sconteranno una diminuzione di circa il 50 per cento. A questa contrazione si è già cercato di far fronte con la legge anticrisi approvata nei mesi scorsi, che ha destinato al sistema economico del Friuli Venezia Giulia risorse aggiuntive per 450 milioni di euro, senza contare che sarà mantenuto lo sconto sull´Irap a favore delle imprese. Sarà inoltre possibile utilizzare la leva dei vari Fondi europei: oltre un miliardo di euro nel periodo di programmazione 2007-2013. I bandi saranno messi a punto in modo da indirizzare le risorse verso il sistema delle imprese, in sostituzione delle risorse regionali ordinarie, cercando di accelerare i tempi al 2010. L´assessore Ciriani ha anche anticipato che è in fase di definizione una norma che renderà possibile un ampliamento della operatività dei Fondi di rotazione, in modo da rispondere meglio alle esigenze delle imprese. Alle riunioni di oggi con i sindacati e con i rappresentanti delle diverse categorie economiche seguiranno tavoli su questioni specifiche, prima di un nuovo incontro generale alla vigilia dell´approvazione in Giunta della Finanziaria, che dovrà essere poi trasmessa al Consiglio regionale entro il 16 novembre. Con i sindacati sono stati in particolare concordati tavoli con gli assessori alla Salute Vladimir Kosic sul settore sanitario, e al Personale Andrea Garlatti sul comparto unico del pubblico impiego. .  
   
   
´LO SVILUPPO E´ UN DIRITTO, GARANTIRLO UN DOVERE. SFIDE E OPPORTUNITA´ PER LE AREE MONTANE´ ´ GLI INTERVENTI DEL PRESIDENTE GIAN MARIO SPACCA E DELL´ASSESSORE GIANLUCA CARRABS AL SEMINARIO UNCEM MARCHE.  
 
Ancona, 29 Ottobre 2009 - Pari opportunita` ai territori, infrastrutture viarie e informatiche, salute, beni culturali, politiche turistiche, energie rinnovabili e valorizzazione del patrimonio forestale: il tutto finalizzato a una crescita di qualita`. Queste le maggiori tematiche approfondite dal presidente Spacca. ´Dallo scorso luglio ´ ha detto - la sentenza della Corte costituzionale ha fatto chiarezza tra i ruoli dei vari livelli di governo sulle politiche per la montagna, affermando la potesta` esclusiva delle Regioni su questa materia. Cio` comporta un´assunzione di responsabilita` per azioni concrete che siano all´altezza di questo ruolo. Responsabilita` che la Regione Marche si e` assunta in pieno, perche` perfettamente coerente con la strategia che il governo regionale persegue da tutta la legislatura: dare medesime opportunita` di sviluppo, sicurezza sociale e ambientale, a tutti i cittadini della regione, a prescindere dal luogo in cui risiedono, a cominciare proprio dalle zone rurali e montane. Le Comunita` montane dovranno operare sempre piu` secondo capacita` progettuale e di reperimento delle risorse a finanziamento dei progetti elaborati. Analogamente a quanto fatto dalla Regione, e` sempre piu` necessario sopperire alla caduta dei trasferimenti statali, con nuove fonti di finanziamento e rinnovata iniziativa progettuale. La C. A. R. T. A. Di Fabriano che viene presentata oggi, va proprio in questa direzione e si basa dunque sulla logica della progettualita`, anziche` sulla concertazione diretta alla distribuzione di risorse trasferite, che vengono via via meno. La politica regionale per la montagna non si basa solo sulle risorse finanziarie ´ che peraltro nel passato assestamento di bilancio, relativamente alla cooperazione forestale, hanno trovato integrazione - ma trova linfa anche nello sforzo di infrastrutturazione che stiamo portando avanti. Le infrastrutture sono importanti per le aree intere, perche` tolgono dall´isolamento e forniscono opportunita` di crescita. Nella dorsale appenninica il progetto Quadrilatero sta realizzando un miliardo e 800 milioni di investimenti viari, e poi la pedemonatana che sta diventando realta`, la ferrovia, il collegamento Fabriano, Matelica e poi Camerino. Ma oggi infrastrutture determinanti sono anche quelle immateriali, come la fibra ottica: il piano telematico regionale ha l´obiettivo di una completa cablatura del territorio entro il 2012, per dare risposte positive alle esigenze di crescita dei cittadini dell´area appenninica. Una politica della montagna efficace non puo` prescindere dal protagonismo dei soggetti radicati sul territorio. Per questo, nella legge finanziaria regionale per l´anno prossimo, inseriremo una scelta precisa in questa direzione, coniugando sviluppo e diversificazione energetica, puntando sulle rinnovabili. Le centrali a biomasse, infatti, potranno utilizzare esclusivamente materiale forestale autoctono, creando energia per istituti scolastici e impianti sportivi. Un circuito virtuoso, quindi, fatto di lavoro, ambiente e valorizzazione del patrimonio forestale. L´orologio di Fonte Avellana va avanti, come dimostra il potenziamento fatto dei presidi sanitari della dorsale appenninica, con Fabriano nodo centrale di una rete di strutture, che grazie ad una convenzione con la Regione Umbria, potra` contare anche su un elicottero. Abbiamo voluto il progetto Appennino perche` le Marche siano sempre piu` regione d´eccellenza, con due motori di sviluppo: quello manifatturiero e quello delle eccellenze turistiche, agro ambientali e dei beni culturali. Il turismo spirituale, ad esempio, e` una di queste eccellenze, un circuito di monasteri per una nuova forma di turismo specializzato e peculiare. Un secondo motore che sta andando forte e su cui investiamo con decisione. Vogliamo far conoscere e valorizzare le Marche nel mondo, percio` abbiamo dato vita all´iniziativa con Dustin Hoffman, con una campagna basata su spot che andranno sui piu` importanti network internazionali, e che saranno girati concentrandosi sull´entroterra. In questo modo l´attrattivita`, innanzitutto turistica, delle Marche aumentera`, facendo conoscere a una platea sempre piu` vasta, una regione che basa la sua forza, non sull´aiuto degli altri, ma sulle proprie risorse, energie, creativita` e imprenditorialita`´. All´evento e` stato presente anche l´assessore alle Politiche per la montagna, Gianluca Carrabs, che ha partecipato alla tavola rotonda di approfondimento. ´La riflessione sulle comunita` montane ´ ha detto - non deve tanto concentrarsi sulla veste giuridica, bensi` sullo strumento per dare servizi ai cittadini delle aree interne e presidiare il territorio. E´ necessario un riequilibrio territoriale tra fascia costiera ed entroterra, non ci sono infatti cittadini di serie A e cittadini di serie B, ma tutti devono avere pari opportunita` nell´accesso ai servizi. Dobbiamo dare medesime opportunita` di uguaglianza non di assistenza. La manutenzione del territorio e` l´opera infrastrutturale piu` importante per tutto il Paese e le comunita` montane sono fondamentali per questo. Noi facciamo la nostra parte, come fatto con l´accordo per la messa in sicurezza dei fiumi in ambito montano. Nelle Marche, a differenza di altre regione, gli enti montani hanno costituito una vera e propria best practice, ora il problema e` capire dove vuole andare il governo nazionale, perche` l´indirizzo non e` chiaro. .  
   
   
PARTECIPAZIONE, TRE GIORNI A MONTAIONE CON ESPERTI DA TUTTO IL MONDO LA PAROLA AI CITTADINI: QUEL CHE SUCCEDE NEGLI STATI UNITI, FRANCIA, ARGENTINA, ITALIA E TOSCANA DAL 12 AL 14 NOVEMBRE 2009 UN SEMINARIO INTERNAZIONALE NEL SALONE VILLA SERENA  
 
Firenze, 29 ottobre 2009 - Tre giorni a parlare di partecipazione, per conoscere e imparare come i diversi paesi e istituzioni del mondo danno la parola ai cittadini e li coinvolgono nelle grandi decisioni da prendere. Non solo ogni quattro o cinque anni, quando si vota. “Partecipazione per decidere prima e meglio – ricorda l´assessore alle riforma istituzionali, Agostino Fragai -, partecipazione come antidoto alla crisi e al distacco della politica, partecipazione per favorire la trasparenza”. E´ quello che accadrà dal 12 al 14 novembre 2009 a Montaione in provincia di Firenze, il comune che con il borgo di Castelfalfi primo in Italia ha sperimentato su un progetto urbanistico di governo del territorio il ´dibattito pubblico´ alla francese ed ha anticipato la legge regionale sulla partecipazione di c ui la Toscana, dal 19 dicembre 2007, prima e finora unica regione in Italia si è dotata dopo essere stata anche la prima a istituire, con un´altra legge nel 2004, le primarie per la scelta dei candidati presidenti e consiglieri. Quelli di Montaione saranno tre giorni per studiosi e operatori: un seminario internazionale che si propone di diventare appuntamento annuale. Ma sarà anche un incontro utile per gli amministratori che vogliano confrontarsi con la complessità delle politiche pubbliche e le diverse modalità di esperienze partecipative. In questa prima edizione de “Le giornate di Montaione”, promosse dall´assessorato regionale alle riforme istituzionali assieme al Comune e in collaborazione con l´Autorità regionale per la partecipazione, il Garante regionale della comunicazione del piano di indirizzo territoriale, l´Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpat) e la rete delle Agende21 locali de lla Toscana, si parlerà di come si ´partecipa´ negli Stati Uniti e dell´esperienza dei bilanci partecipativi nelle scuole nella regione francese del Poitou-charentes. Si discuterà di come iniziative partecipative possono aiutare la progettazione locale. Naturalmente non mancherà, vista il caso di Castelfalfi, un momento dedicato all´urbanistica partecipata. Ma ci sarà anche spazio per raccontare, con la viva voce di protagonisti, il dibattito pubblico per la realizzazione della gronda autostradale di Genova, i wolrd cafè e le giuria dei cittadini. Nel corso del convegno sarà consegnato anche un premio per la migliore esperienza partecipativa internazionale – per la prima edizione è stato scelto un progetto argentino, gestito dal governo federale, per la soluzione del problema delle baraccopoli – e un secondo riconoscimento per il miglior processo partecipativo toscano, che sarà invece selezionato da una giuria di cittadini. Il convegno si svolgerà nel Salone “Villa Serena” di Montaione. La parola ai cittadini - La legge toscana sulla partecipazione sostiene il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che le istituzioni devono prendere. Lo fa con un dibattito pubblico, un po´ come accade già in Francia, per le grandi opere: un confronto aperto nella fase preliminare di un progetto, entro sei mesi e quindi con tempi definiti. Ma lo fa anche per i progetti di interesse locale con elettronic town meeting, laboratori partecipativi, bilanci partecipati ed altri strumenti della democrazia partecipativa. Un po´ come nel Settecento accadeva nelle cittadine del New England in America, dove ancora non era stato eletto un sindaco, o come, per gli appassionati del cartoon Simpson, si vede si vede a Springfield quando tutta la città si riunisce nella sala municipale. A chiedere un dibattito pubblico o un processo partecipativo possono essere cittadini, associazioni o istituzioni. C´è anche un Authority, che ha sede in Consiglio regionale. Tra la fine dell´anno scorso e la metà di quest´anno sono già 40 i processi partecipativi locali già approvati e finanziati. L´ultima decisione spetta pur sempre alle istituzioni e alle assemblea elette, ma sarà in questo modo più partecipata e ragionata. .  
   
   
FVG: 20,6 MILIONI DI EURO LA RICHIESTA ALLA GIUNTA DELLO STANZIAMENTO DA ISCRIVERE A BILANCIO 2010 PER IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE E DEI SUOI UFFICI.  
 
Trieste, 29 ottobre 2009 - L´ufficio di presidenza ha quantificato in 20,6 milioni di euro la richiesta alla Giunta dello stanziamento da iscrivere a bilancio 2010 per il funzionamento del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e dei suoi uffici. Si conferma quindi la previsione di una richiesta di 2 milioni in meno rispetto al bilancio 2009, anche se la cifra è inferiore al fabbisogno reale, ha precisato il presidente Edouard Ballaman. Agli impegni si farà comunque fronte attingendo al fondo di riserva che ha la necessaria disponibilità, oltre al rinvio all´anno successivo di alcune spese non urgenti. Il dettaglio delle voci di spesa del Consiglio verrà affrontato fra un mese. E´ stata inoltre autorizzata, ai sensi dell´articolo 10 comma 4 del Regolamento interno del Consiglio, la costituzione del nuovo gruppo Idv-lista Di Pietro, come richiesto dai consiglieri Enio Agnola e Alessandro Corazza che, nella lettera al presidente Ballaman, hanno specificato di ritenere esaurita l´attuale esperienza fatta assieme ai consiglieri che fanno riferimento al gruppo dei Cittadini, Stefano Alunni Barbarossa e Piero Colussi. La norma in questione prevede che l´Ufficio di presidenza autorizzi la costituzione di gruppi di due consiglieri, purché facciano riferimento a una formazione politica presente nel Parlamento nazionale. "Tale operazione - ha dichiarato Ballaman - non comporterà maggiori costi per il Consiglio regionale". .  
   
   
ABRUZZO, CHIODI: MIOPE PUNTARE SUL LOCALISMO ESASPERATO LA REGIONE IMPEGNATA SU INFRASTRUTTURE, SANITA´ E SVILUPPO  
 
Pescara, 29 ottobre 2009 - "Una Regione senza strategie non solo non ha futuro ma non ha nemmeno ragion d´essere. E´ per questo che abbiamo articolato una seria di strategie destinate ad incidere in più settori". Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, concludendo, a Pescara, nella sede della facoltà di Economia, la presenzantazione del libro del professor Giuseppe Mauro, "Dalla globalizzazione al localismo. Alcune riflessioni sull´economia abruzzese", davanti ad una platea gremita di studenti, ha fornito un´analisi della situazione economica regionale ed ha offerto anche il senso dell´impegno del suo Governo in questi primi mesi di legislatura. "Non è un mistero che l´Abruzzo abbia uno dei peggiori tassi di infrastrutturazione in Italia relativamente alla rete ferroviaria, a quella portuale ed a quella aeroportuale. Pertanto, in relazione a questo aspetto - ha affermato Chiodi - la firma dell´Intesa quadro con il Governo da sei miliardi di euro da spalmare su 10-15 anni rappresenta il raggiungimento di un obiettivo molto importante ma troverà un´applicazione concreta solo sulla base di progetti cantierabili. E in questa direzione va il progetto della Pedemontana Abruzzo-marche da 600 milioni di euro che è stato appena trasmesso al Cipe". Un´altra strategia chiave del Governo Chiodi è quella legata al rilancio dell´economia regionale che passa attraverso l´accordo con il Ministero per lo Sviluppo Economico e che prevede un "master plan" di risorse di oltre un miliardo di euro. "Inoltre, - ha aggiunto il Presidente - il nostro disegno di governance complessivo punta anche sulla riduzione del numero di Asl da sei a quattro, al considerevole assottigliamento del numero delle Ipab che passerà da 200 a 15 amministratori ed alla riduzione delle Comunità montane ma soprattutto farà leva su un sistema di welfare meritocratico che andrà sostenere chi ha veramente bisogno". In relazione al progetto di ristrutturazione della rete ospedaliera, il presidente della Regione ha rivelato che "non servirà tanto per ridurre i costi, quanto per migliorare la qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie. A tal proposito, - ha continuato - intendiamo potenziare i grandi ospedali non per penalizzare quelli di ridotte dimensioni ma per offrire ai cittadini abruzzesi una sanità di più elevata qualità". Infine, un riflessione sulla crisi economica che ha colpito anche l´Abruzzo. "Il localismo esasperato degli ultimi anni è stato a dir poco miope - ha sostenuto Chiodi - ed anche se lo stesso può rappresentare una ricchezza da un punto di vista culturale, sotto il profilo gestionale è stata un vera e propria iattura. Oggi, se si vuole generare nuovo sviluppo, bisogna attivare una rete di attori locali ed extra locali sempre più ampia che superi almeno i confini provinciali. Inoltre, se è vero che la politica è chiamata a cambiare marcia, anche gli imprenditori dovrebbero uscire dalle logiche corporative che alla lunga finiscono per penalizzare il territorio". All´incontro con gli studenti della facoltà di Economia, oltre allo sesso autore, sono intervenuti anche il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione, il direttore di Confindustria regionale, Giuseppe D´amico, il segretario regionale della Uil, Roberto Campo, ed il direttore del Dipartimento di Economia e Storia del Territorio dell´Università "G. D´annunzio", Piergiorgio Landini. .  
   
   
REGGIO EMILIA: DELEGAZIONE DI PARLAMENTARI DEL MAROCCO IN PROVINCIA SONO STATI RICEVUTI A PALAZZO ALLENDE DALLA PRESIDENTE SONIA MASINI  
 
Reggio Emilia, 29 ottobre 2009 - La presidente della Provincia Sonia Masini ha ricevuto nei giorni scorsi a Palazzo Allende una delegazione di parlamentari del Marocco che erano in città per partecipare ad un convegno incentrato sul tema delle seconde generazioni di marocchini in Italia e sul futuro della convivenza. La delegazione era accompagnata dall´assessore del Comune di Novellara Youssef Salmi ed ha compiuto in città diversi incontri con i rappresentanti delle istituzioni e dell´associazionismo, approfondendo così la conoscenza delle politiche di integrazione nella provincia di Reggio Emilia. Alla delegazione marocchina la presidente Masini ha rivolto il proprio saluto, soffermandosi in particolare "sull´importanza di momenti di conoscenza reciproca ai fini di una convivenza pacifica fra persone che hanno origini diverse". La presidente Masini ha inoltre messo l´accento sul ruolo delle donne: "Qui a Reggio abbiamo compiuto un processo di emancipazione, a partire dal secondo Dopoguerra, che ha portato molte cittadine a ricoprire ruoli chiave, nelle istituzioni, nell´associazionismo e nel mondo economico. Abbiamo davvero sperimentato come le donne possano rappresentare un enorme valore aggiunto per la società, perciò il mio augurio è che questo cammino possa essere intrapreso da altri Paesi ancora, che hanno tradizioni e culture differenti". La presidente Masini ha concluso: "Per questa ragione la nostra attenzione e premura va in questo momento alle giovani donne di seconda generazione, che sono un anello delicato, ma al tempo stesso imprescindibile, del sistema di relazioni interculturali". I rappresentanti del parlamento marocchino hanno infine rivolto alla presidente Masini un invito a visitare la realtà istituzionale del proprio Paese "caratterizzata in questo momento da un decisivo sviluppo sotto il segno della democrazia, sebbene con un divario di alcuni decenni rispetto ai Paesi occidentali. Sono molte le donne che ricoprono ruoli importanti nella vita pubblica del Paese e che lavorano in settori fondamentali come l´istruzione - hanno raccontato i parlamentari marocchini - e saremmo lieti di continuare nella conoscenza reciproca delle nostre realtà, sostenendo in questo modo, a partire dalle relazioni di amicizia fra piccole istituzioni che sono forse anche più semplici da instaurare, la convivenza pacifica fra i popoli". .  
   
   
REGIONE SICILIA RICEVE CAMERA COMMERCIO INDO ITALIANA  
 
Palermo 29 ottobre 2009 – L’assessore regionale alla Cooperazione, Titti Bufardeci, ha ricevuto, ieri mattina a Palerrmo, una delegazione della Indo Italian Chamber of Commerce and Industry di Mumbai. Guidata dal segretario generale Sergio Sgambato, la delegazione ha proposto l’avvio di una serie di partnership strategiche, proponendo una collaborazione con l’amministrazione regionale siciliana. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Sgambato – è realizzare un workshop nei prossimi mesi, per raccordare le attività dei distretti produttivi siciliani e ipotizzare un percorso operativo che qualifichi, con una presenza delle eccellenze siciliane, le iniziative in calendario a Mumbai il prossimo mese di marzo, quando si celebrerà la festa del made in Italy in India”. Per l’assessore regionale Titti Bufardeci, “bisogna essere attenti a cogliere le opportunità che il mercato mondiale offre alle produzioni di alta qualità espresse dal nostro territorio. Quel mercato, la cosiddetta area di Cindia che unisce Cina e India, è insieme al Brasile la vera locomotiva della ripresa economica mondiale. Con i nostri centri di ricerca, con le nostre produzioni di eccellenza, possiamo essere attivi e presenti su quei mercati altamente competitivi”. .  
   
   
PIÙ CONTROLLI PER NEUTRALIZZARE LE AZIENDE MAFIOSE PREPARATI PER FERMARE CHI RICICLA DENARO SPORCO IN TOSCANA AL VIA LA DUE GIORNI SU APPALTI PUBBLICI E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA  
 
 Firenze, 29 ottobre 2009 - Ammonta a 5 miliardi di euro all´anno il mercato regionale degli appalti pubblici, di cui 4,5 miliardi direttamente riferibili alla pubblica amministrazione toscana: una cifra molto consistente che dà la misura di quelli che possono essere gli interessi della criminalità organizzata in Toscana. E proprio l´esigenza di fermare ogni eventuale infiltrazione è uno degli obiettivi della legge regionale sugli appalti pubblici, che ora potrà tradursi anche in un´intensificazione dei controlli. Questo il tema affrontato ieri, nella prima giornata del convegno “Appalti, come fermare le infiltrazioni mafiose” in svolgimento a Palazzo Strozzi Sacrati. «Indubbiamente la Toscana è una regione appetibile per le grandi organizzazioni criminali, che negli appalti pubblici possono reinvestire il denaro sporco, ma grazie anche alla nostra legge oggi abb iamo prodotto adeguati anticorpi – ha spiegato il vicepresidente Federico Gelli – È necessario che sia garantita la solidità economica e la serietà delle imprese che vincono gli appalti e questo è nell´interesse delle amministrazioni, ma anche delle imprese oneste, che non potranno mai fare le stesse offerte di un´azienda di mafia». Le nuove disposizioni toscane prevedono, tra le altre cose, l´effettuazione sistematica di controlli sul subappalto e sulle modalità del suo svolgimento e, più in genere, la limitazione dell´istituto stesso del subappalto. «Questo nella convinzione che è soprattutto attraverso il subappalto che la mafia riesce a infiltrarsi nei lavori pubblici – sottolinea Gelli – Ma questa precauzione si inserisce in un quadro di impegno complessivo per la creazione di sinergie in fase di vigilanza e di potenziamento dei controlli. Sono convinto che regole chiare e controlli pot ranno consentire alle imprese più sane e virtuose di aggiudicarsi appalti. E questo sarà un vantaggio anche per l´economia toscana, visto che le nostre imprese troppo spesso sono battute dalla concorrenza di imprese provenienti da altre regioni e a volte meno rispettose della legalità». In effetti solo il 40% del valore degli appalti pubblici viene aggiudicato da imprese che hanno sede in Toscana. .  
   
   
RAPPORTO CARITAS/MIGRANTES 2009: IN EMILIA-ROMAGNA SONO 421.509 I CITTADINI STRANIERI RESIDENTI (9,7% CIRCA DELLA POPOLAZIONE COMPLESSIVA). IN CRESCITA GLI ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA (12,7%) E I LAVORATORI (18,8% SUL TOTALE). OLTRE 273 MILIONI DI EURO DI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E PIÙ DI 365 MILIONI DI EURO DI GETTITO FISCALE VERSATI DAI LAVORATORI STRANIERI NEL 2007.  
 
Bologna, 29 ottobre 2009 – Ancora una volta si conferma la regione con la più elevata incidenza a scuola degli iscritti non italiani sul totale degli alunni. Ma è anche la regione dove i lavoratori stranieri rappresentano il 18,8% dei lavoratori complessivi (la media nazionale è del 15,5%) e dove la percentuale di donne, sull’insieme dei residenti stranieri, ha raggiunto quota 50,1%. E’ una presenza sempre più consolidata e diffusa quella degli immigrati in Emilia-romagna, dove, secondo le stime della Caritas al 31/12/2008, i soggiornati sarebbero 461. 800, ovvero circa il 10,5 % della popolazione totale. Il punto sul fenomeno migratorio, a livello nazionale e regionale, contenuto nell’edizione 2009 del Rapporto Caritas/migrantes è stato presentato ieri da Pietro Pinto (Comitato Scientifico Dossier Caritas/migrantes), Anna Maria Dapporto (assessore regionale Politiche sociali e immigrazione) e Gianmarco Marzocchini (direttore Caritas Reggio Emilia e delegato Caritas Emilia-romagna). L’assessore Dapporto ha espresso preoccupazione per il taglio del Fondo nazionale politiche sociali, “che in due anni si è quasi dimezzato”. Ha poi ribadito l’impegno della Regione per le politiche di integrazione “come fattore di coesione sociale. Tre le nostre priorità: alfabetizzazione, mediazione e antidiscriminazione”. I residenti - Esaminando il dato delle residenze (421. 509 all’1/1/2009) emerge, rispetto all’anno precedente, un incremento dell’incidenza percentuale: passa infatti dal 8,55 al 9,72. La crescita della popolazione straniera residente è, rispetto ai dati all’1/1/2008, del 15%: un dato analogo alle tendenze percentuali dello scorso anno ma decisamente superiore al 10% del 2006 e 12% del 2005. Dal 2007 al 2008, la percentuale di donne sul totale dei residenti stranieri è passata dal 49,4% al 50,1%: un dato che conferma la tendenza verso un riequilibrio nella composizione per genere. I Comuni emiliano-romagnoli che superano il 10% dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 114 del 2008 con Galeata (Fc) al 20,1%, Luzzara (Re) al 18,9%, Castel San Giovanni (Pc) 17,8%, Rolo (Re) 16,3%. I principali paesi di provenienza sono il Marocco (14,9%), l’Albania e la Romania (12,9%) Appare in crescita il dato della Romania e dell’Est Europeo in generale (Polonia, Ucraina, Moldavia, e così via). Lavoro - Nel corso del 2008 nella banca dati Inail risultano occupati per l’Emilia-romagna 302. 003 lavoratori stranieri - di cui 125. 396 donne, ovvero il 41,5% - che rappresentano il 18,8% dei lavoratori complessivi. Un dato di poco inferiore alla media delle regioni del nord est, con il 19,3%, e superiore alla media italiana: 15,5%. Quel 18,8% dell’Emilia-romagna conferma la crescita costante registrata negli ultimi anni (nel 2007 i lavoratori stranieri rappresentavano il 17,8%). I settori dove si concentrano prevalentemente sono l’industria (26,7%), le costruzioni (13,6%), l’alberghiero (12,9%), i servizi alle imprese (9,8%) e l’agricoltura (8,4%). Secondo i dati elaborati dalla Cna, aggiornati a maggio 2009, in Emilia-romagna sono attive 22. 360 imprese con titolare straniero: rappresentano circa il 12% del totale nazionale. Si stima che i lavoratori stranieri abbiano versato nel 2007 oltre 273 milioni di euro di contributi previdenziali (273. 783. 555) e più di 365 milioni di euro di gettito fiscale (365. 803. 245). Scuola - Anche nell’anno scolastico 2008/2009 l’Emilia-romagna si è confermata la regione con la più elevata incidenza degli iscritti non italiani: 72. 606 (su 569. 616 alunni totali). La percentuale è salita al 12,7% (7% a livello nazionale), mentre nell’anno scolastico 2007/2008 era dell’11,8%. In particolare, c’è un significativo incremento nella scuola primaria e secondaria di primo grado, dove la percentuale degli alunni stranieri è già superiore al 14%. 1. Permessi di soggiorno Tav 1. 1. Stima dei soggiornanti stranieri in Emilia-romagna per province e in Italia al 31. 12. 2008
Provincia Stima 2008
Regione Emilia-romagna 461. 800
Nord est 1. 173. 000
Italia 4. 329. 000
Fonte: Stima Dossier Caritas/migrantes su dati del Ministero dell´Interno, Ministero Affari Esteri e Istat 2. Residenti Tav. 2. 1 - Residenti stranieri per comune nella regione Emilia-romagna al 1. 1. 2009. Primi 50 comuni
Comune V. A. %
1 Bologna 39. 480
2 Reggio nell´Emilia 24. 401
3 Modena 22. 857
4 Parma 21. 747
5 Ravenna 15. 703
6 Piacenza 14. 351
7 Rimini 12. 908
8 Forlì 11. 130
9 Ferrara 8. 121
10 Carpi (Mo) 7. 599
11 Cesena 7. 425
12 Sassuolo (Mo) 5. 099
13 Faenza (Ra) 5. 016
14 Imola (Bo) 4. 893
15 Castelfranco Emilia (Mo) 3. 349
16 Vignola (Mo) 3. 270
17 Mirandola (Mo) 3. 254
18 Cento (Fe) 3. 050
19 Lugo (Ra) 2. 996
20 Casalecchio di Reno (Bo) 2. 889
21 Riccione (Rn) 2. 812
22 Correggio (Re) 2. 700
23 Cervia (Ra) 2. 592
24 Castel San Giovanni (Pc) 2. 438
25 Fidenza (Pr) 2. 372
26 Salsomaggiore Terme (Pr) 2. 216
27 Bellaria-igea marina (Rn) 2. 192
28 Savignano sul Rubicone (Fc) 2. 103
29 Cesenatico (Fc) 2. 092
30 Formigine (Mo) 2. 066
31 Fiorenzuola d´Arda (Pc) 1. 954
32 Argenta (Fe) 1. 941
33 Novellara (Re) 1. 902
34 Scandiano (Re) 1. 895
35 San Giovanni in Persiceto (Bo) 1. 883
36 Crevalcore (Bo) 1. 878
37 Guastalla (Re) 1. 844
38 San Lazzaro di Savena (Bo) 1. 772
39 Luzzara (Re) 1. 723
40 Spilamberto (Mo) 1. 719
41 Pavullo nel Frignano (Mo) 1. 714
42 Finale Emilia (Mo) 1. 611
43 Novi di Modena (Mo) 1. 590
44 Massa Lombarda (Ra) 1. 483
45 Rubiera (Re) 1. 436
46 Castelnuovo Rangone (Mo) 1. 412
47 Casalgrande (Re) 1. 406
48 Nonantola (Mo) 1. 390
49 Castel San Pietro Terme (Bo) 1. 377
50 Cattolica (Rn) 1. 347
Totale 276. 398 65,57
Altri Comuni 145. 111 34,43
Regione Emilia-romagna 421. 509 100,00
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica – Rer Tav. 2. 2. Incidenza stranieri residenti su popolazione residente totale nella regione Emilia-romagna al 1. 1. 2009. Primi 50 comuni. Valori percentuali
Comune % stranieri
1 Galeata (Fc) 20,08
2 Luzzara (Re) 18,92
3 Castel San Giovanni (Pc) 17,80
4 Rolo (Re) 16,25
5 Fabbrico (Re) 16,12
6 Boretto (Re) 15,72
7 Borgonovo Val Tidone (Pc) 15,71
8 San Possidonio (Mo) 15,54
9 Campagnola Emilia (Re) 15,26
10 Fornovo di Taro (Pr) 15,10
11 Calestano (Pr) 15,00
12 Reggio nell´Emilia 14,74
13 Colorno (Pr) 14,66
14 Sarmato (Pc) 14,55
15 Spilamberto (Mo) 14,38
16 Massa Lombarda (Ra) 14,34
17 Vergato (Bo) 14,22
18 Novi di Modena (Mo) 14,14
19 Piacenza 14,10
20 Agazzano (Pc) 14,07
21 Villanova sull´Arda (Pc) 14,06
22 Novellara (Re) 14,04
23 Zocca (Mo) 14,00
24 Crevalcore (Bo) 13,96
25 Bazzano (Bo) 13,89
26 Langhirano (Pr) 13,82
27 Civitella di Romagna (Fc) 13,64
28 Mezzani (Pr) 13,60
29 Vignola (Mo) 13,56
30 Camposanto (Mo) 13,49
31 Mirandola (Mo) 13,47
32 Cortemaggiore (Pc) 13,37
33 Conselice (Ra) 13,22
34 Fiorenzuola d´Arda (Pc) 13,20
35 Galliera (Bo) 13,12
36 Savignano sul Panaro (Mo) 13,06
37 Sant´agata Bolognese (Bo) 12,68
38 Ziano piacentino (Pc) 12,62
39 Modena 12,57
40 Castel del Rio (Bo) 12,46
41 Premilcuore (Fc) 12,42
42 Savignano sul Rubicone (Fc) 12,39
43 Rio Saliceto (Re) 12,31
44 Sassuolo (Mo) 12,28
45 Guastalla (Re) 12,28
46 Polesine parmense (Pr) 12,25
47 Grizzana Morandi (Bo) 12,20
48 Pianello Val Tidone (Pc) 12,13
49 Concordia sulla Secchia (Mo) 12,06
50 Cavezzo (Mo) 12,00
Regione Emilia-romagna 9,72
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica - Rer Tav. 2. 3. Incidenza stranieri residenti su popolazione residente totale per provincia in Emilia-romagna all´1. 1. 2009
Provincia Stranieri residenti Incidenza % stranieri
M F Totale M F Totale
Piacenza 16. 953 16. 181 33. 134 12,2 11,0 11,6
Parma 22. 768 23. 226 45. 994 10,8 10,4 10,6
Reggio Emilia 30. 380 29. 049 59. 429 11,9 11,0 11,4
Modena 39. 066 37. 216 76. 282 11,6 10,6 11,1
Bologna 42. 213 44. 490 86. 703 9,0 8,8 8,9
Ferrara 10. 085 11. 900 21. 985 5,9 6,4 6,1
Ravenna 18. 759 18. 044 36. 803 10,0 9,1 9,5
Forlì-cesena 17. 741 17. 260 35. 001 9,4 8,7 9,0
Rimini 12. 443 13. 735 26. 178 8,4 8,8 8,6
Regione Emilia-romagna 210. 408 211. 101 421. 509 10,0 9,5 9,7
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica - Rer Tav. 2. 4. Residenti stranieri in Emilia-romagna all´1. 1. 2009. Prime 20 nazionalità
Paese di cittadinanza %
1 Marocco 14,87
2 Albania 12,89
3 Romania 12,86
4 Tunisia 5,25
5 Ucraina 4,79
6 Cinese, Rep. Popolare 4,59
7 Moldova 4,26
8 India 3,05
9 Pakistan 2,99
10 Polonia 2,68
11 Filippine 2,51
12 Ghana 2,23
13 Macedonia 2,01
14 Senegal 1,93
15 Nigeria 1,80
16 Bangladesh 1,38
17 Serbia e Montenegro 1,21
18 Sri Lanka 1,18
19 Bulgaria 1,03
20 Turchia 0,91
Altri Paesi 15,57
Totale 100,00
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica - Rer 3. Scuola (*) Tav. 3. 1. Scuola statale e non: alunni con cittadinanza non italiana iscritti per anno scolastico e sesso. Regione Emilia-romagna
Alunni con cittadinanza non italiana Totale alunni % alunni con citt. Non ital. Sul totale alunni
Scuola statale Scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole
Mf F Mf F Mf Mf Mf Mf Mf F Mf F Mf
a. S. 1997/1998 (**) 7. 851 3. 505 1. 159 557 9. 010 386. 285 70. 626 456. 911 2,03 0,91 1,64 0,79 1,97
a. S. 1998/1999(***) 10. 053 4. 349 1. 438 648 11. 491 390. 133 71. 552 461. 685 2,58 1,11 2,01 0,91 2,49
a. S. 1999/2000 13. 389 6. 019 1. 335 584 14. 724 393. 755 72. 235 465. 990 3,40 1,53 1,85 0,81 3,16
a. S. 2000/2001 15. 989 7. 370 1. 673 766 17. 662 393. 981 68. 602 462. 583 4,06 1,87 2,44 1,12 3,82
a. S. 2001/2002 20. 899 9. 536 1. 915 888 22. 814 405. 183 69. 708 474. 891 5,16 2,35 2,75 1,27 4,80
a. S. 2002/2003 26. 530 12. 000 2. 838 1. 353 29. 368 421. 802 73. 815 495. 617 6,29 2,84 3,84 1,83 5,93
a. S. 2003/2004 31. 866 14. 579 3. 229 1. 467 35. 095 427. 358 73. 636 500. 994 7,46 3,41 4,39 1,99 7,01
a. S. 2004/2005 39. 742 18. 388 4. 033 1. 894 43. 775 443. 503 77. 697 521. 200 8,96 4,15 5,19 2,44 8,40
a. S. 2005/2006 46. 467 21. 684 4. 532 2. 066 50. 999 454. 390 79. 947 534. 337 10,23 4,77 5,67 2,58 9,54
a. S. 2006/2007 53. 723 24. 902 4. 798 2. 252 58. 521 467. 030 80. 260 547. 290 11,50 5,33 5,98 2,81 10,69
a. S. 2007/2008 60. 399 28. 571 5. 414 2. 550 65. 813 477. 573 81. 460 559. 033 12,65 5,98 6,65 3,13 11,77
a. S. 2008/2009 67. 187 31. 709 5. 419 2. 603 72. 606 489. 745 79. 871 569. 616 13,72 6,47 6,78 3,26 12,75
(*) I dati riportati in questa sezione fanno riferimento ad alunni con cittadinanza non italiana e provengono dalle rilevazioni integrative delle scuole statali e non statali acquisite dal Sistema informativo del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. La voce “scuola non statale” comprende le scuole di enti locali territoriali, di altri enti pubblici, di enti religiosi e di soggetti privati laici. (**) I dati riferiti alla Scuola secondaria di Ii grado sono fonte Istat a. S. 1997/98 (***) I dati riferiti alla Scuola secondaria di Ii grado sono fonte Istat a. S. 1998/99 Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Sistema Informativo e Dg per gli Studi e la Statistica e i Sistemi informativi del Ministero dell´Istruzione, Università e Ricerca Tav. 3. 2. Alunni con cittadinanza non italiana nell´anno scolastico 2008/2009 per tipologia di scuola e sesso. Regione Emilia-romagna
Tipologia scuole Alunni con cittadinanza non italiana Totale alunni % alunni con citt. Non ital. Sul totale alunni
Scuola statale Scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole
Mf F Mf F Mf Mf Mf Mf Mf F Mf F Mf
Scuola dell´infanzia 8. 690 4. 053 4. 781 2. 280 13. 471 50. 874 59. 235 110. 109 17,08 7,97 8,07 3,85 12,23
Scuola primaria 26. 543 12. 541 336 151 26. 879 175. 089 10. 891 185. 980 15,16 7,16 3,09 1,39 14,45
Scuola secondaria I grado 15. 307 6. 921 110 59 15. 417 103. 445 4. 663 108. 108 14,80 6,69 2,36 1,27 14,26
Scuola secondaria Ii grado 16. 647 8. 194 192 113 16. 839 160. 337 5. 082 165. 419 10,38 5,11 3,78 2,22 10,18
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Sistema Informativo e Dg per gli Studi e la Statistica e i Sistemi informativi del Ministero dell´Istruzione, Università e Ricerca. 4. Mercato del lavoro Tav. 4. 1. Distribuzione lavoratori dipendenti (*) per area di provenienza nella regione Emilia-romagna. Anno 2008
Area di provenienza N. %
Italia 1. 303. 458 81,2
Estero 302. 003 18,8
Totale 1. 605. 461 100,0
(*) I lavoratori riportati in tabella si riferiscono alle persone contate una sola volta che nel corso del 2008 hanno lavorato almeno un giorno. Fonte: Elaborazione Caritas/migrantes su banca dati lavoro dipendente – Inail Tav. 4. 2. Distribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri (*) per provincia nella regione Emilia-romagna. Anno 2008
Provincia Stranieri %
Piacenza 19. 392 6,4
Parma 26. 108 8,6
Reggio Emilia 35. 619 11,8
Modena 52. 536 17,4
Bologna 67. 034 22,2
Ferrara 14. 464 4,8
Ravenna 31. 298 10,4
Forlì-cesena 27. 409 9,1
Rimini 28. 143 9,3
Regione Emilia-romagna 302. 003 100,0
(*) I lavoratori riportati in tabella si riferiscono alle persone nate all´estero contate una sola volta che nel corso del 2008 hanno lavorato almeno un giorno Fonte: Elaborazione Caritas/migrantes su banca dati lavoro dipendente - Inail Tav. 4. 3. Distribuzione lavoratori dipendenti stranieri (*) per settore economico nella regione Emilia-romagna. Anno 2008
Settore d´impiego Stranieri %
Agricoltura 25. 271 8,4
Pesca 73 0,0
Estrazione di Minerali 163 0,1
Industria 80. 733 26,7
Elettricità, gas, acqua 260 0,1
Costruzioni 41. 166 13,6
Commercio 22. 323 7,4
Alberghi e ristoranti 39. 002 12,9
Trasporti 21. 193 7,0
Intermediazione finanziaria 901 0,3
Informatica e servizi alle imprese 29. 677 9,8
Pubblica amministrazione 2. 602 0,9
Istruzione 1. 200 0,4
Sanità e assistenza sociale 9. 632 3,2
Servizi Pubblici 11. 763 3,9
Attività svolte da famiglie 11. 549 3,8
Attività non determinate 4. 495 1,5
Totale 302. 003 100,0
(*) I lavoratori riportati in tabella si riferiscono alle persone nate all´estero contate una sola volta che nel corso del 2008 hanno lavorato almeno un giorno. Fonte: Elaborazione Caritas/migrantes su banca dati lavoro dipendente - Inail .
 
   
   
INCONTRO INTERREGIONALE CENTRO-ITALIA A CAGLI - DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE GIAN MARIO SPACCA.  
 
Cagli, 29 Ottobre 2009 - ´Il Centro Italia rappresenta una ´unicita` virtuosa´. Al riguardo serve un pensiero strategico unitario tra questi territori: l´abbiamo chiamata una ´coalizione del Centro´. Qualcosa che consenta di transitare dal concetto di macro-regione ´in se`´ ´ come evidentemente il Centro Italia e` - a macro-regione ´per se`´, ossia ad un aggregato in grado di esprimere non solo dei valori comuni, ma una progettualita` condivisa. Nelle ´terre di mezzo´, infatti, si guarda forse un po´ meno allo Stato come soggetto a cui rivolgere lamentele e chiedere la soluzione dei problemi e un po´ piu` alle istituzioni regionali con le quali costruire risposte concrete. Proprio la sussistenza di un certo livello di fiducia nei soggetti pubblici e nella loro consueta modalita` di azione contribuisce ad arginare quelle richieste di ´bassa pancia´ che si registrano diffusamente in altre aree del Paese (nel Sud come nel Nord), mentre molto meno nel Centro. Gli Enti territoriali presenti nell´Italia centrale, dunque, hanno responsabilita` importanti. Non tanto perche` circa i tre quarti del valore aggiunto di questa macroarea si origina sotto la loro diretta amministrazione, ma soprattutto perche` possono contribuire alla tenuta di un modello ´terzo´, alternativo a quel dualismo rancoroso del Nord o del Sud che vagheggia soluzioni potenzialmente portatrici di un allargamento ulteriore delle differenze socio-economiche tra i diversi territori dell´Italia, che mette in campo azioni di tipo rivendicativo, e mina l´unita` del Paese. Le aree del Centro-italia, infatti, sono quelle dove si e` sviluppata la migliore cooperazione tra cittadini e istituzioni e dove risiede il maggior spirito civico. Il mantenimento di una buona coesione sociale ha consentito di esorcizzare, almeno in parte, le paure del cambiamento. L´attenzione diffusa alla qualita` dei beni pubblici ´ e alla risorsa ambientale, in particolare - ha evitato, ad esempio, la corsa alla deregulation urbanistica. Il Centro Italia si conferma ´resistente´ anche rispetto alle difficolta` della recessione internazionale: l´Istat rileva che le Marche e l´Emilia Romagna, insieme al Trentino, sono le uniche regioni italiane che non hanno avuto cali degli occupati tra il giugno 2008 e 2009. E´ proprio di questi giorni la classifica, sempre dell´Istat, sulla crescita del Pil degli ultimi 10 anni, che evidenzia il primato delle Marche e come tutte le Regioni del Centro Italia siano sopra la media nazionale. Tali dati sono il segno di una capacita` delle istituzioni locali di offrire risposte positive al bisogno di una politica economica tesa a difendere il lavoro ed i processi di crescita delle comunita` locali. ´ . .  
   
   
VDA: IL PRESIDENTE ROLLANDIN INTERVIENE IN MERITO ALLE ZONE FRANCHE MONTANE  
 
 Aosta, 29 ottobre 2009 - In seguito all’autorizzazione da parte della Commissione europea di attuare in Italia le Zone Franche Urbane, il Presidente Augusto Rollandin ribadisce il proprio impegno per l’istituzione di Zone Franche Montane che, sul modello di quelle urbane sperimentate con successo in Francia e tra poco introdotte in Italia, prevedano agevolazioni ed incentivi previdenziali e fiscali in grado di attrarre gli investimenti di capitale e sostenere le imprese, con benefici per l’occupazione. «Domani, giovedì 29 ottobre – dichiara il Presidente Rollandin – interverrò a Roma, nell’ambito della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, in qualità di Coordinatore della Commissione Montagna e in quell’occasione sarà mia premura sollevare la questione. Ho già avuto modo di affermare che l’approccio delle zone franche montane potrebbe riaprire, da una prospettiva diversa, la complessa questione dell’attuazione dell’articolo 14 dello Statuto speciale della Valle d’Aosta». .  
   
   
CALABRIA: ISTITUZIONE DELLE ZONE FRANCHE URBANE  
 
Reggio Calabria 29 ottobre 2009 - L’assessore regionale alle “Attività Produttive” Francesco Sulla è intervenuto, in rappresentanza della Regione, alla firma del contratto tra il Ministero dello Sviluppo Economico, rappresentato dal Ministro Claudio Scajola, ed i ventitre Comuni selezionati in Italia per l’istituzione delle Zone franche urbane (Zfu). Con la firma del contratto si chiude l’iter burocratico, avviato dal precedente Governo Prodi, che aveva individuato questo sistema per sostenere l’insediamento di micro e piccole imprese nelle aree più deboli del Paese, garantendo agli insediamenti produttivi una serie di sgravi contributivi, come l’esenzione da Irap, Ires, Ici, sgravi sui sistemi previdenziali, per un periodo di quattordici anni. Dopo una selezione dei Comuni calabresi, da parte dell’assessorato alle Attività Produttive, indicate al Ministero, a seguito di una valutazione delle proposte progettuali presentate dagli stessi comuni, e dell’indice di disagio economico comunale, sono state individuate, per la Calabria le aree di Crotone, Lamezia Terme e Rossano. Per sostenere l’iniziativa sono stati stanziati dal Governo cento milioni di euro. I contributi destinati alle tre “zone franche” calabresi sono così ripartiti: Crotone 4. 856. 770 euro, Lamezia Terme 3. 797. 252 euro, Rossano 4. 759. 926 euro. “Personalmente – ha dichiarato Sulla - sono soddisfatto che tutte le richieste avanzate dal nostro assessorato siano state accolte positivamente dal Ministero e sono fiducioso in un’estensione dello strumento ad altre aree della nostra regione. L’obiettivo che speriamo di raggiungere – ha aggiunto - è di rafforzare le micro e piccole imprese ed aumentare l’occupazione, così come avvenuto in modo significativo nella positiva esperienza francese delle zone franche urbane. L’individuazione di tre zone franche (anziché due, come inizialmente previsto) è frutto di una proposta, avanzata dalla nostra Regione e sostenuta da altre Regioni meridionali, rivolta ad estendere a più aree questo strumento di sostegno alle imprese. La Regione Calabria, nel corso dell’iter, ha segnalato al Ministero la necessità di un ulteriore ampliamento dello strumento, che potrebbe realizzarsi con lo stanziamento di ulteriori cinquanta milioni di euro. Un finanziamento – ha detto infine l’assessore Sulla - che permetterebbe di istituire una quarta zona franca in Calabria che, in base alla graduatoria dei progetti presentati, corrisponde all’area “Località Marinate” di Vibo Valentia. .  
   
   
PUGLIA, Z.F.U.: “SI PASSI NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE ALLA FASE ATTUATIVA"  
 
Bari, 29 ottobre 2009 - “Sono state sbloccate finalmente le Zone Franche Urbane previste dall’allora Governo Prodi, con Ministro Bersani e firmati i contratti con i sindaci. ” Esprime la sua soddisfazione la Vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, ieri presente a Roma alla cerimonia tenutasi presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, accanto ai sindaci di Lecce, Taranto ed Andria. “Tre le Zone Franche in Puglia inserite nell’elenco delle 22 autorizzate in Italia dal Ministro dello Sviluppo Economico dell’attuale Governo Berlusconi, -precisa la Vicepresidente- tre sole al momento approvate dal Ministero rispetto alle 18 ritenute ammissibili dalla Regione Puglia. 3 milioni e 900 mila 508 euro per Lecce; 4 milioni 903 mila euro per Andria e 6 milioni 463 per Taranto. Risorse ripartite in due anni. “Le zone franche urbane possono costituire un’ opportunità significativa per le aziende che intendono insediarsi nel territorio. Le piccole e micro imprese che iniziano nel periodo compreso tra il primo Gennaio 2008 e 31 Dicembre 2012 una nuova attività economica nelle z. F. U, possono fruire di agevolazioni fiscali quali esenzione dalle imposte sui redditi, esenzione dall’Irap ed esenzione dall’Ici; esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Per le imprese esistenti al primo Gennaio 2008 sono concesse agevolazioni, che corrispondono al limite del de minimis. “Siamo contenti che finalmente tale provvedimento, opportunamente previsto in carico al Ministero dello Sviluppo Economico dell’allora Ministro Bersani, sia stato ripreso dal Ministro Scajola. I fondi stanziati tuttavia non sono molti e non sono certamente sufficienti a coprire le numerose esigenze delle zone periferiche, ma si aggiungono ad altri importanti provvedimenti assunti dalla Regione Puglia, come gli incentivi per lo start up di imprese commerciali specificamente destinati a quelle attività che nascano nelle zone franche di cui possono costituire la cerniera di relazione tra le residenze e le attività produttive. Certo la Regione aveva ritenuto ammissibili 18 zone franche in Puglia, il Ministro ne ha approvate 3 ma si è impegnato a ad estendere il beneficio anche ad altre aree per futuro oltre che a rafforzare il contributo economico per quelle già approvate. Ci auguriamo ora si passi nel più breve tempo possibile alla fase attuativa. ” .  
   
   
ZONE FRANCHE URBANE, AL VIA DAL 1 GENNAIO TORRE A., NAPOLI EST E MONDRAGONE - BASSOLINO: DALLA REGIONE ULTERIORI INVESTIMENTI PER LA SICUREZZA  
 
 Napoli, 29 ottobre 2009 - E´ stato sottoscritto ieri, presso il ministero dello Sviluppo Economico, il contratto per l´avvio, a partire dal 1° gennaio 2010, dei progetti relativi alle 22 Zone Franche Urbane. Per la Campania, le aree interessate sono Napoli Est, Torre Annunziata e Mondragone. Il lavoro per l´individuazione e la delimitazione delle Zone Franche Urbane campane è stato effettuato dall´assessorato regionale alle Attività Produttive. Le Zone Franche Urbane (Zfu) sono aree infra-comunali dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e microimprese. Obiettivo prioritario delle Zfu è favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse. Le agevolazioni previste dal piano consistono in: esenzione totale dalle imposte sui redditi per 5 anni; decorso questo primo quinquennio, è prevista poi un´uscita graduale dal regime di esonero; esenzione dall´Irap fino al 2012, ma fino al limite di 300mila euro per ciascun periodo d’imposta; esenzione dall´Ici, sempre fino al 2012, per soli immobili siti nelle Zfu, posseduti e utilizzati per l´esercizio delle nuove attività economiche; esonero dal versamento dei contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti per 5 anni, subordinato al fatto che almeno il 30% degli occupati delle imprese beneficiarie risieda nel sistema locale di lavoro in cui ricade la Zfu. Complessivamente, per le tre Zone Franche Urbane della Campania vengono messi a disposizione 15,6 milioni di euro così suddivisi: Torre Annunziata: 5,34 milioni di euro; Napoli Est: 6,463 milioni di euro; Mondragone: 3,961 milioni di euro. La Regione Campania, attraverso il Paser, metterà a disposizione un ulteriore 20 percento di risorse sulle tre Zone Franche, per sostenere le attività commerciali e finanziare progetti di telesorveglianza e sicurezza urbana. "L´avvio delle Zone Franche Urbane è un´iniziativa importante in territori strategici per lo sviluppo della Campania. Siamo arrivati a questo importante risultato grazie al lavoro e alla collaborazione con gli enti locali, le imprese e il Governo", ha dichiarato il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. "La Regione metterà a disposizione ulteriori risorse, rispetto a quelle già previste, per creare migliori condizioni di sicurezza e di legalità. La criminalità organizzata è il primo nemico della crescita del Mezzogiorno. Noi vogliamo far andare avanti assieme sviluppo e sicurezza. Per questo investiamo in progetti di sviluppo, mettendo i lavoratori e le imprese nelle migliori condizioni per crescere", conclude Bassolino. .  
   
   
ROMA, REDDITO MINIMO GARANTITO: DAL 5 NOVEMBRE INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE DELLA GRADUATORIA  
 
 Roma, 29 ottobre 2009 - Con la Legge Regionale n. 4 /2009 “Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati” è stato messo in campo uno strumento di concreto sostegno alle fasce sociali più svantaggiate. Il termine per presentare le domande è scaduto il 30 settembre 2009. Notizie in merito alla pubblicazione della graduatoria verranno diffuse entro il 5 Novembre 2009 Si ricorda, inoltre, che dal 1 settembre è attivo il numero telefonico 0645499898 dello “sportello welfare” promosso dall’Ufficio Politiche del lavoro della Provincia di Roma. Dal lunedì al venerdì - dalle 9,30 alle 13,30 - e il martedì e il giovedì anche il pomeriggio, dalle 14,30 alle 17,30 i cittadini possono telefonare per accedere a qualunque notizia sulle politiche attive del lavoro, sul welfare locale e sul sostegno al reddito. .  
   
   
ABRUZZO, GATTI: OLTRE 1 MILIONE DI EURO PER PROGETTO RETI ORIENTAMENTO E CONSULENZA PER REINSERIRE ESPULSI DA LAVORO  
 
 L´aquila, 29 ottobre 2009 . Ieri a Pescara e´ stato firmato dall´assessore al Lavoro Paolo Gatti e dai 4 assessori provinciali l´intesa per prorogare il "Progetto Reti" con un cofinanziamento complessivo di oltre 1 milione di euro. Il progetto, promosso a suo tempo dal Ministero al Lavoro, e´ stato attuato nelle province abruzzesi attraverso la progressiva costruzione di un sistema in rete per realizzare azioni personalizzate di orientamento e consulenza rivolte ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria, in mobilita´ ed in condizioni di svantaggio sociale, per consentire il reinserimento nel mercato del lavoro. Dei 1077 lavoratori trattati, 264 hanno trovato una nuova collocazione lavorativa. "Con le Province che ringrazio per l´intesa - dichiara Gatti - abbiamo deciso di proseguire un percorso che ha prodotto risultati percentualmente importanti in termini di ricollocamento dei soggetti esclusi dal mercato del lavoro. Soprattutto se comparati ai numeri dei Centri per l´Impiego. Un progetto serio che ci stimola a ragionare insieme anche sul come ammodernare i Centri per l´Impiego, per farli divenire uno strumento più utile e assumere un ruolo diverso in questa fase di crisi occupazionale". .  
   
   
IN CALABRIA PARTONO LE AGEVOLAZIONI ALLE IMPRESE CHE HANNO PARTECIPATO AL BANDO “PIA”  
 
Reggio Calabria, 29 ottobre 2009 - Sono stati firmati i primi decreti del Dipartimento “Attività Produttive” che prevedono le agevolazioni a favore delle imprese che hanno partecipato al bando regionale “Pia” (Pacchetti integrati di agevolazione) per l’industria, l’artigianato ed i servizi. Una boccata d’ossigeno per le imprese calabresi in un momento di crisi generalizzata. I “Pia”, pubblicati nel giugno dell’anno scorso,rappresentano un forte sostegno anche per le grandi aziende, quelle che costituiscono il tessuto forte dell’industria calabrese. Ammonta a ottantaquattro milioni di euro la somma complessiva messa a disposizione dalla Regione. Allo stato sono sessantaquattro le imprese beneficiarie ma si prevede che potranno diventare almeno una novantina. Le agevolazioni hanno interessato le aziende in prima linea in investimenti, servizi reali, innovazione e formazione. “I Pia sono uno strumento nuovo- a parlare è l’assessore alle Attività Produttive Francesco Sulla – il primo esperimento che facciamo in Calabria in questo senso. Abbiamo offerto la possibilità ad oltre ottanta aziende di partire, di ristrutturarsi, di ampliarsi e creare occupazione. In un momento difficile come questo abbiamo dato un forte input alle imprese calabresi”. In cantiere, presto, nuove opportunità. “Già nei primi mesi del prossimo anno – ha concluso Sulla - contiamo di offrire alle aziende nuovi pacchetti di agevolazioni utilizzando tutte le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per continuare su questo percorso di sostegno all’economia locale e alla competitività del sistema”. .  
   
   
DISTRETTI PRODUTTIVI: PARTE LA CONSULTA REGIONALE DELLA SICILIA  
 
Palermo, 29 ottobre 2009 - L’assessore regionale alla Cooperazione, commercio, artigianato e Pesca, Titti Bufardeci ha firmato il decreto che dà il via libera alla Consulta regionale dei distretti. Si tratta dell’organismo di coordinamento e concertazione dei distretti riconosciuti per l’attuazione e il monitoraggio dei patti di sviluppo industriale. Fanno parte della consulta l’assessore al ramo che la presiede, i rappresentanti di tutti i distretti produttivi, il dirigente del dipartimento, il dirigente del servizio e un esperto designato dall’assessore. La consulta potrà esprimere pareri sui patti di sviluppo industriale, sui progetti relativi alle singole linee d’azione dei patti distrettuali e, ove richiesto, sulle modalità di attuazione delle linee d’intervento del Po Fesr 2007 2013. “E’ un passo avanti – spiega l’assessore – per consolidare la politica di sviluppo del territorio secondo la logica virtuosa delle alleanze e delle sinergie. Con i distretti produttivi si rafforza il tessuto imprenditoriale siciliano, seguendo un percorso di qualificazione e integrazione per segmenti di prodotto e servizio, offrendo ai mercati nazionali e internazionali una visione più moderna e competitiva della nostra realtà imprenditoriale e artigianale” .  
   
   
PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2008 DELL´INAIL TRENTINO: PIU´ DIGNITA´ AL LAVORO CON LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI  
 
Trento, 29 ottobre 2009 - Nel 2008 gli infortuni sul lavoro sono diminuiti in Trentino del 7,1 per cento (- 4,1 % a livello nazionale), passando dai 12. 325 dell´anno precedente ad 11. 446. Il dato è vieppiù positivo se si tiene presente che nell´anno di riferimento c´è stato un aumento dell´occupazione a livello provinciale pari all´1,76 %. Anche gli infortuni mortali sono diminuiti, passando da 11 a 8, un "recupero" che sarà però purtroppo vanificato dall´andamento degli infortuni mortali che si sta registrando quest´anno, specie in agricoltura. Sono questi i principali dati che emergono dal Rapporto annuale provinciale 2008 dell´Inail Trentino, alla cui presentazione, ieri alla Sala Rosa della Regione, è intervenuto anche l´assessore all´industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi. "La richiesta della Provincia autonoma di Trento di avere dallo Stato la delega in materia di ammortizzatori sociali - ha affermato Olivi - è anch´essa un segnale importante della volontà di intervenire con strumenti più efficaci per dare maggiore dignità ed etica sociale e culturale al lavoro, proseguendo sulla strada di una sempre maggiore corresponsabilità tra tutti gli attori del sistema produttivo provinciale". Per quanto riguarda l´andamento degli infortuni nei vari settori, il 2008 segna un calo del 9,4 % in agricoltura, con 1004 infortuni (1108 nel 2007), e del 7,1 % nell´industria e servizi. Il settore di attività che registra il calo di infortuni più vistoso (- 16,5 %) è quello delle costruzioni. Bene anche il settore manifatturiero (- 15,5 %), mentre in controtendenza è invece il settore dei trasporti che registra un aumento del 13,8 %. Relativamente alla modalità de´evento, il 2008 registra un calo del 7 % degli infortuni avvenuti in ambiente di lavoro ordinario, e del 6,7 % di quelli dovuti alla circolazione stradale. Si evidenzia tra l´altro uan diminuzione degli infortuni in itinere (percorso casa-lavoro-casa) nell´ordine del - 8,9 %. Sostanzialmente stabile invece si conferma il dato delle malattie professionali sia nel settore industria ne servizi sia in agricoltura. Dati dunque abbastanza positivi, quelli del 2008, ma che non consentono di "abbassare la guardia". "Fondamentale - ha affermato l´assessore Olivi, che ha ringraziato l´Inail per l´importante ruolo svolto - diventa la stretta sinergia con gli enti e organizzazioni che operano sul territorio per prevenire gli infortuni sul lavoro, a partire dai lavoratori, i sindacati, le imprese, l´Azienda provinciale per i servizi sanitari e l´Università. Una delle priorità assolute per il nostro territorio è connotare la produttività anche in chiave civile e culturale attraverso un´alleanza tra gli attori della produzione capace di dare una nuova e più avanzata etica all´intero sistema produttivo". .  
   
   
ROMAA: CREATIVITÀ E INNOVAZIONE: PROROGA DEL BANDO PER L´ACCESSO AI FONDI E´ STATO PROROGATO AL 30 NOVEMBRE IL BANDO PER L´ACCESSO AL FONDO PER LA CREATIVITÀ.  
 
Roma, 29 ottobre 2009 - Si tratta di uno strumento grazie al quale la Provincia e la Camera di Commercio di Roma hanno voluto sostenere congiuntamente le imprese esistenti nel territorio, favorendo la nascita di nuove imprese e incentivando lo sviluppo del segmento economico relativo al settore della creatività. L’unione Europea ha infatti riconosciuto l’importanza della ‘creatività’ come risorsa economica e il suo legame profondo con i processi di innovazione, dichiarando il 2009 “Anno europeo della Creatività e dell’Innovazione”. In quest´ottica, il presente Bando prevede uno stanziamento complessivo di € 450. 000,00 per contributi in conto capitale finalizzati a sostenere: 1. La creazione e l’avvio di Micro, Piccole e Medie Imprese ad alto contenuto creativo ed innovativo; 2. Iniziative progettuali ad alto contenuto creativo ed innovativo di Micro, Piccole e Medie Imprese di recente formazione (con iscrizione al Registro delle Imprese della Cciaa di Roma successiva al 7 marzo 2008). È possibile scaricare il testo integrale del Bando (che, lo ricordiamo, scadrà il 30 novembre 2009) e le quattro Sezioni che compongono lo schema di domanda nell´area sottostante. .  
   
   
AUTONOMIA, MARKETING TERRITORIALE, DISTRETTO DELL’ENERGIA, RIQUALIFICAZIONE DI DOMO2: I 4 PUNTI CARDINE DEL PIANO GENERALE DI SVILUPPO DEL VERBANO CUSIO OSSOLA.  
 
Verbania, 29 ottobre 2009 - Con il voto a favore della maggioranza di centro-destra, il voto contrario dell’opposizione di centro-sinistra e l’astensione del Consigliere Giuseppe Sterpone (della lista civica ‘Per il Vco con Ravaioli) è stata approvato nella seduta del 26 ottobre del Consiglio Provinciale il Piano Generale di Sviluppo. Uno strumento di programmazione quinquennale che si propone di fare sintesi tra mandato politico e piani di previsione finanzaria, per tradurre le enunciazioni amministrative in azioni di governo attraverso le risorse disponibili. Il Piano Generale di Sviluppo votato (previsto dall’art. 13 comma 3 del D. Lgs. N. 170/2006 che vede il Vco tra le prime cinque province d’Italia ad averne applicate le disposizioni) è frutto della sintesi e confronto tra il programma elettorale del Presidente Massimo Nobili e le priorità emerse con consultazioni condotte nelle scorse settimane con enti pubblici e soggetti privati in rappresentanza delle diverse realtà istituzionali, economiche e sociali del territorio. Partecipazione, dunque la parola chiave alla base di questo documento, strutturato in quattro interventi prioritari come ha evidenziato nella sua presentazione il Presidente Nobili. Autonomia del Verbano Cusio Ossola (in attesa dell’approvazione del Disegno di Legge proposto dalla Giunta regionale, un rafforzamento dei rapporti con le province alpine ‘consorelle’ di Belluno e Sondrio e la riattivazione della Commissione per l’Autonomia). Un marketing territoriale per il Vco (la promozione integrata – anche attraverso un ‘brand’, un marchio identificativo – di tutto il territorio provinciale: un posto bello per una vacanza, ma anche interessante per potenziali investitori. Un’azione da intraprendere con Distretto Turistico e Camera di Commercio: favorendo quindi la vocazione turistica del Vco ma anche raccogliendo il testimone della sua storia industriale e artigianale). Il Distretto dell’Energia (un Ente strumentale che lavori in stretta collaborazione con il Polo dell’Innovazione delle Energie Rinnovabili, voluto dalla Regione, al Parco Tecnologico del Lago Maggiore. Un Distretto che sia motivo di attrazione per nuove imprese richiamate dall’offerta di energia ‘pulita’ a costi vantaggiosi e da proposte sviluppate nel solco della ‘green economy’). Riqualificazione dello Scalo di Domo2 (con un progetto di fattibilità già pronto per farne un centro intermodale merci e una piattaforma logistica che porti all’urbanizzazione di 500. 000 metri quadrati dismessi. 10 le linee politiche di intervento, enumerate secondo le priorità emerse dalle consultazioni con gli ‘stakeholder’ del territorio, per 65 obiettivi e 223 attività e interventi. Sostenibilità ambientale, efficienza energetica, sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, sicurezza del territorio e delle persone. Progettualità in cui rientrano la gestione del ciclo integrato dell’acqua e dei rifiuti. Per il primo – alla vigilia dell’Assemblea Generale dell’Ato n. 1 – il Presidente Nobili ha anticipato come fermo restando per l’anno in corso il mantenimento delle tariffe vigenti si guardi in avanti a una revisione dell’intero sistema gestionale interprovinciale puntando a razionalizzazioni amministrative e territoriali. Per la gestione del ciclo dei rifiuti, ribadita la volontà di dismissione del Forno di Mergozzo, salvaguardando gli attuali livelli occupazionali e verificando le possibilità di condivisione con la Provincia di Novara di un moderno impianto di termovalorizzazione. Qualità, governance ed integrazione dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro. Massima attenzione alle opportunità formative in grado di reintegrare nel mondo produttivo chi estromesso in un momento di crisi come questo, favorire l’occupazione femminile e l’inserimento professionale dei giovani. Il tutto in un’ottica di sviluppo locale che sostenga nel suo complesso l’economia provinciale, con al suo interno un segmento di rilevanza quale il frontalierato. In questa politica rientrano percorsi da definire con gli Istituti di Credito affinché tornino a fare le banche del territorio a fianco delle imprese locali. Sviluppo del sistema produttivo locale e rafforzamento delle filiere produttive. Centrale la promozione dell’innovazione, del sapere tecnologico che insieme a una politica d’incentivazione energetica richiami nuove imprese nel Verbano Cusio Ossola. Mirate strategie di marketing territoriale verranno finalizzate anche per attrarre investimenti sul territorio. Si individua l’utilità di creazione di un’Agenzia di Sviluppo, riconvertendo enti già esistenti e mettendoli in correlazione sinergica (Saia, Tecnoparco, Centri Servizi Lapideo, Camera di Commercio). Welfare locale e servizi alla persona, nel nome della sussidiarietà e solidarietà, con il progetto di costituzione di un fondo di garanzia per il finanziamento di soggetti non-profit. Promozione e valorizzazione dei sistemi turistico-cultural-sportivo, con una forte integrazione tra i soggetti titolati alla programmazione (Provincia), all’accoglienza (Distretto Turistico) e alla promozione (Provincia e Camera di Commercio). Riqualificazione territoriale. Tra i punti cardine: migliorare la viabilità e mobilità locale sia su strada che su rotaia. Superamento del ‘digital-divide’ per assicurare la copertura della banda larga e del segnale digitale terrestre a tutto il Vco. Programmare il territorio valorizzando la sua identità socio-economica. In particolare evidenza l’adeguamento del Piano Territoriale Provinciale alle aspirazioni di sviluppo sostenibile (un processo complesso che si scontra con nuove problematiche alla luce della definizione del Piano Paesaggistico Regionale). Dimensione economico-finanziaria e strategia aziendale-organizzativa. Con questa politica s’intende tenere costantemente sotto controllo l’andamento contabile ed economico dell’Ente, coordinare e sviluppare società partecipate, sperimentare il ‘bilancio sociale’. Comunicazione, informazione e marketing: con un potenziamento e miglioramento complessivo di tutti questi aspetti fondamentali per qualsiasi piano di sviluppo. Governance e sviluppo locale nell’ambito dei rapporti con Ue, Stato e Regione per individuare nuovi filoni di finanziamento e conseguire ulteriori risorse. 227 milioni di euro le risorse complessivamente previste nel quinquennio 2010-2014. “Questo Piano di Governo è stato improntato all’efficienza e alla concretezza” – ha concluso il Presidente Nobili ricordando come attraverso il Bilancio Sociale e riunioni di Giunta itineranti tra i diversi comuni della Provincia si voglia dare la massima trasparenza al percorso politico-amministrativo che si sta per intraprendere e favorire il più stretto confronto con le molteplici comunità del territorio. “In questi primi 140 giorni di mandato, senza la definizione di questo nostro documento-guida, non siamo stati comunque fermi. Su alcuni dei temi portanti di questo programma ci siamo già mossi, creando le basi dalle quali procedere per mettere a segno risultati che a tutti costi vogliamo siano importanti e tangibili per lo sviluppo del Vco”. .  
   
   
NUOVI INTERVENTI A FAVORE DEI LAVORATORI PUGLIESI  
 
Bari, 29 ottobre 2009 - La Commissione Regionale per le Politiche del Lavoro convocata dall’Assessore Losappio ha deliberato di utilizzare una parte dei fondi finalizzati agli ammortizzatori sociali in deroga e non ancora utilizzati nel 2009 per fornire ai lavoratori che hanno usufruito di mobilità ordinaria cessata nel 2008 (legge 223/91), 4 mesi di ammortizzatori sociali. L’importo, complessivamente di circa 2. 800 euro per beneficiario, consentirà di aiutare i lavoratori espulsi dalla produzione per crisi aziendale e le proprie famiglie in questo particolare e difficile momento. Per le stesse motivazioni la Commissione ha ugualmente deliberato di provvedere, sulla base dell’accordo fra Sindacati e Regione del 31 ottobre 2007, all’erogazione di 4 mensilità sui fondi 2009 a favore dei lavoratori che nel corso del 2008 non hanno beneficiato di alcun ammortizzatore, previa presentazione di domanda. Su iniziativa delle Organizzazioni Sindacali la Commissione ha confermato l’apprezzamento per il bando predisposto dal Governo Regionale a favore dei disoccupati over 50 e ha valutato opportuno un approfondimento nell’ambito del confronto sul Piano Welfare to work per valutare nuovi finanziamenti da destinare a tale fascia sociale anche alla luce dei compiti e delle responsabilità delle Province che verranno chiamate al confronto. Anche la situazione del Tac e la possibilità di una integrazione del reddito di quei lavoratori sarà oggetto di una verifica specifica. “Con questi provvedimenti” –ha dichiarato l’Assessore Losappio- “si potenzia ulteriormente l’intervento della Regione a sostegno dei lavoratori e delle fasce più deboli nell’ambito di politiche antirecessive che la Puglia ha avviato per tempo e con cospicui finanziamenti”. .  
   
   
VITERBO - IMPRENDITORIA FEMMINILE NELLA TUSCIA  
 
Viterbo, 29 ottobre 2009 - In un periodo caratterizzato dalla crisi dei mercati e dalle crescenti difficoltà per le imprese, in molti casi al limite della sopravvivenza, notizie confortanti arrivano dall’imprenditoria femminile della Tuscia che nel periodo compreso tra giugno 2008 e giugno 2009 hanno messo a segno un incremento dello 0,7%. Un lieve aumento che assume ancor più rilevanza se si considera che il numero complessivo di imprese ha registrato una contrazione dello 0,3%. Tra i settori in evidenza la ricettività e somministrazione (alberghi, bar e ristoranti) con +6%, la movimentazione merci e comunicazione con +10%, i servizi innovativi alle imprese con +6,8%, e soprattutto dal punto di vista numerico il commercio, cresciuto dello 0,5%. In calo, invece, l’agricoltura (-0,6%) e le attività manifatturiere (-0,7%), anche se in modo inferiore al trend decrescente provinciale, che è pari rispettivamente a -1,2% e -2,2%. Particolarmente importante è la crescita delle società di capitale in rosa che, amplificando il movimento già in essere per tutta l’imprenditoria provinciale, mette a segno un importante +10,8% rispetto a un più ridotto +4,2% dell’intero sistema imprenditoriale viterbese, segno che nel processo di ispessimento della struttura imprenditoriale la componente femminile sta dando un apporto fondamentale. “Sono piccoli segnali positivi – sostiene Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo – che confidiamo possano essere confermati nei prossimi mesi. Certo è che per le imprese femminili è sempre più necessario un supporto in termini di servizi sociali, accesso al credito e formazione per superare le proprie fragilità”. .  
   
   
RIMINI: AL VIA LA TERZA EDIZIONE DELLA SCUOLA DI CITTADINANZA  
 
Rimini, 29 ottobre 2009 - Conoscere meglio la società in cui si vive e sapersi orientare nella rete dei servizi offerti ai cittadini, per sentirsi parte di una comunità variegata, unita e accogliente. Questa è l’idea alla base di “Scuola di cittadinanza”, ormai giunta alla sua terza edizione. Si tratta di un percorso gratuito di 12 incontri rivolto a cittadini stranieri per conoscere leggi, diritti e servizi presenti sul territorio. Gli appuntamenti si terranno tutti i lunedì alle 15, a partire dal 26 ottobre 2009 fino al 21 dicembre, con ripresa dopo la pausa natalizia l’11 gennaio 2010, presso la Casa dell’Intercultura in via Farini 1, a Rimini. Si partirà con Giovanna Longhi, dirigente Area Diritti Civili della Prefettura di Rimini, che ci parlerà di “Cittadinanza e permesso di soggiorno”, anche alla luce delle molte novità del 2009 in materia di immigrazione. Ma molti saranno i temi che verranno affrontati. Dai diritti e doveri dei cittadini ai principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà, senza dimenticare questioni come il lavoro, i servizi sanitari, la casa e le politiche abitative a sostegno delle categorie meno abbienti. Saranno inoltre presi in esame il ruolo e il funzionamento di istituti di credito, dei servizi finanziari e postali. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Arcobaleno e dalla la Provincia di Rimini - Settore Pari Opportunità, ed è realizzata con il contributo di Coop Adriatica. Per informazioni: tel. 0541 363986 tel. 0541 50555 .  
   
   
ITALIANI I NONNI PIÙ ATTIVI: NELLA CURA DEI NIPOTINI DEMOGRAFIA. UN CONFRONTO COL NORD EUROPA SVELA UNA CARATTERISTICA CONDIVISA CON SPAGNA E GRECIA DI CHIARA PRONZATO, RESEARCH FELLOW DEL CENTRO DONDENA PER LA RICERCA SULLE DINAMCIHE SOCIALI DELLA BOCCONI  
 
 Milano, 29 ottobre 2009 - È ormai riconosciuto, soprattutto in Italia, che l’invecchiamento della popolazione porta con sé problemi di sostenibilità del sistema pensionistico e proibitivi costi per la sanità. Tuttavia l’Italia è uno dei paesi dove gli over 60, seppure vadano in pensione prima rispetto ad altrove, rimangono attivi per molti anni, prendendosi cura dei più giovani componenti della famiglia. Un’indagine sugli over 50 in Europa (Share) rivela che in Italia metà dei nonni sono impegnati nella cura di un nipote sotto i 13 anni almeno una volta a settimana; uno su tre quotidianamente. La percentuale è molto più alta che in altri paesi europei, come la Francia e la Danimarca, dove rispettivamente solo un nonno su tre (in Francia) e uno su cinque (in Danimarca) si prende cura dei nipoti su base settimanale. Quello che più sorprende sono le caratteristiche dei nonni che aiutano. Da nord a sud dell’Europa i nonni più collaborativi hanno 60-65 anni, per poi ridurre drasticamente l’offerta di aiuto a partire dai 70 anni, con eccezione dell’Italia, della Spagna e della Grecia, dove i nonni tra i 70 e gli 80 anni sono ancora attivi nella cura dei nipoti. Da una parte, questi numeri possono rivelare che le famiglie italiane preferiscono non delegare il compito educativo al di fuori delle mura domestiche. D’altra parte, però, questi dati possono anche essere rivelatori di una mancanza di servizi di cura alternativi o di un loro prezzo eccessivo. Infatti, se la disponibilità di nonni (giovani, in salute, fuori dal mercato del lavoro) incide positivamente su una serie di decisioni, come il lavoro della donna e la scelta di avere figli, il ricorso a tale disponibilità è da considerarsi come prova che la cura dei figli più piccoli è un elemento fondamentale nel momento in cui la famiglia si trova a dover prendere importanti decisioni di vita. Come dimostrato in diverse ricerche condotte al Centro Dondena (Aassve, Meroni, Pronzato, 2009, Grandparents’ Help and Fertility Decisions e Arpino, Pronzato, Tavares, 2009, The Role of Grandparents in Mother’s Labour Market Participation. Evidence from Italy), la possibilità di un aiuto da parte dei nonni aumenta del 35% la probabilità che una mamma italiana lavori (dati Multiscopo, 2003). L’effetto è più forte se si prendono in considerazione solo le mamme con livello di istruzione più basso e le mamme con figli sotto i 3 anni, rivelando come il costo dell’asilo o della baby-sitter sia troppo oneroso per le mamme meno istruite (e quindi potenzialmente con un reddito più basso) e che la mancanza di servizi per l’infanzia sia particolarmente sentita nella fascia d’età tra 0 e 2 anni. Un’altra ricerca, che comprende più paesi europei (dati Share, 2004), mostra che a parità di altre caratteristiche, le donne nel Sud Europa che potenzialmente possono ricevere aiuto dai nonni sono quelle che con più probabilità avranno un bambino nei due anni successivi (dati Share, 2006). Non si trova invece nessun effetto per le donne nel Nord Europa, dove gli asili sono più diffusi ed i congedi parentali più lunghi e generosi. Come risollevare quindi i bassi tassi di partecipazione delle donne italiane al mercato del lavoro e i bassissimi livelli di fecondità? Non è possibile aumentare l’offerta di aiuto da parte dei nonni… anzi i recenti cambiamenti demografici e sociali fanno presagire che la disponibilità si ridurrà degli anni. Se da una parte la distanza in età sta aumentando tra generazioni, dall’altra la vita media si sta allungando con maggiori probabilità che i potenziali nonni si debbano ancora prendere cura dei loro genitori. La maggiore mobilità geografica nel mercato del lavoro e le nuove regole pensionistiche allontanano le diverse generazioni per più tempo. A questo si deve aggiungere che i nonni, anche se potenzialmente giovani e in buona salute, difficilmente possono farsi carico di più bambini alla volta, riportando sempre alla scelta del figlio unico. Un insieme coordinato di politiche pubbliche potrebbe invece essere una strada percorribile nel sostenere la possibilità di scelta delle famiglie italiane e rendere conciliabili scelte lavorative e famigliari anche a quelle famiglie senza la disponibilità di nonni: partire con un incremento dei posti negli asili e con la possibilità di scegliere il tempo pieno nelle scuole primarie sarebbe un ottimo inizio. . .