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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Febbraio 2011
Politica
IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE MAGGIORI GARANZIE PER LE AUTORITÀ DI VIGILANZA FINANZIARIA  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2011 - La commissione economica del Parlamento ha deciso martedì di posticipare la valutazione dei candidati ai posti di presidente delle tre autorità europee di supervisione finanziaria chiedendo alla Commissione e agli Stati membri maggiori garanzie in termini di indipendenza di tutti i dirigenti delle autorità, un bilancio e risorse umane consoni alla missione e una procedura di selezione del personale più efficace. Tre sono i candidati che hanno risposto alle domande dei deputati: Steven J. Maijoor, candidato per il posto di presidente dell´Autorità europea per i valori mobiliari, Gabriel Rodrigo Ribeiro Tavares Bernardino per l´Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali e l´italiano Andrea Enria, candidato alla presidenza dell´Autorità bancaria europea. Indipendenza - Durante le audizioni, che si sono svolte lo stesso giorno, i deputati della commissione economica hanno espresso dubbi sulla capacità delle autorità di essere incisive nelle loro azioni vista la scarsità di risorse umane e finanziarie. I deputati hanno anche interrogato i candidati su come garantire alle autorità europee indipendenza dai supervisori nazionali e hanno criticato la procedura di selezione del personale, sottolineando il rischio che non si verifichi un auspicato cambio di cultura fra le vecchie e le nuove autorità di vigilanza. Le priorità - Su temi più prettamente finanziari, i deputati hanno insistito sulla necessità di integrare maggiormente la dimensione della protezione del consumatore fra gli obiettivi principali delle autorità, con un´attenzione particolare alla questione della riforma dei sistemi pensionistici e il rischio persistente di rendere meno efficaci, a furia di eccezioni e deroghe, le regole sui requisiti patrimoniali. Inoltre, i deputati hanno posto domande sulla possibilità di vietare il commercio di alcuni prodotti finanziari che porrebbero rischi particolari alla stabilità del sistema e per proteggere chi investe e sulla necessità di non abusare della cosiddetta clausola fiscale che permette agli Stati membri di rifiutare di agire conformemente alle richieste dell´autorità europea adducendo motivazioni di bilancio. Enria: attenzione alle Pmi e rapidità di risposta in caso di crisi - La prima priorità, nel caso Andrea Enria fosse confermato direttore della nuova autorità per la supervisione del sistema bancario, l´European Banking Authority (Eba), sarà: "il successo dell´esercizio dello stress test europeo", che serve a evidenziare gli istituti che non resistono alla pressione di un eventuale peggioramento della situazione economica, ha spiegato il candidato italiano. La creazione di un vero "Single rulebook" europeo, un manuale di regole uniforme che garantisca parità di trattamento e convergenza delle pratiche nazionali è la seconda priorità indicata da Enria, alla quale aggiunge l´obiettivo di rendere l´Eba conosciuta e ascoltata dagli addetti ai lavori e, infine, la garanzia di piena indipendenza dell´autorità, "dall´industria, dalle istituzioni nazionali ed europee". In particolare, Gianni Pittella (S&d, It) ha chiesto al candidato un parere sulle nuove regole per la gestione dei rischi del sistema bancario di Basilea Iii e i loro "effetti drammatici sul livello di finanziamento dell´economia reale, soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese (Pmi)" e l´eventuale ruolo dell´Eba in questo contesto. Enria ha risposto che, nel caso, sarà necessario utilizzare gli strumenti contro-ciclici a disposizione per evitare che le Pmi soffrano restrizioni del credito, sottolineando che il trattamento preferenziale, già in vigore, concordato alle Pmi è stato confermato nelle nuove regole e che sono soprattutto le banche medio piccole, cioè quelle meno colpite dai nuovi requisiti, che prestano capitali alle Pmi. Mario Mauro (Ppe, It) ha invece proposto un "caso di scuola", chiedendo a Enria: "Nel caso l´Eba fosse già stata attiva (prima della crisi), cosa avrebbe potuto e dovuto fare l´autorità?". Il candidato presidente ha spiegato, raccontando la sua passata esperienza nel Comitato europeo dei supervisori bancari, che "non abbiamo agito rapidamente", mentre oggi, con i nuovi poteri dell´Eba, sarebbe possibile agire più velocemente, grazie alla possibilità di agire anche senza il consenso fra le autorità nazionali, d´imporre maggior disciplina in alcuni paesi e di costringere le banche a uno scambio d´informazioni "che può rivelarsi molto utile".  
   
   
UNIONE DELL´INNOVAZIONE: L´UE CRESCE MENO DI USA E GIAPPONE  
 
Roma, 2 febbraio 2011 - Persiste lo scarto tra le prestazioni in materia d´innovazione dell´Ue e quelle dei suoi principali concorrenti internazionali: gli Usa e il Giappone. Sebbene l´andamento nella maggior parte degli Stati membri Ue sia promettente, nonostante la crisi economica, i progressi non sono abbastanza rapidi. Mentre l´Unione mantiene un chiaro vantaggio sulle economie emergenti di India e Russia, il Brasile continua ad avanzare e la Cina la sta velocemente raggiungendo. Queste sono alcune delle conclusioni del Quadro valutativo dell´Unione dell´innovazione del 2010 pubblicato oggi dalla Commissione europea. Il Quadro valutativo è alla sua prima edizione nell´ambito dell´iniziativa Unione dell´innovazione; esso sostituisce il Quadro europeo di valutazione dell´innovazione. Il quadro valutativo si aggiunge all´Analisi annuale della crescita pubblicata di recente (Ip/11/22) allo scopo di aiutare gli Stati membri a identificare i propri punti forti e le proprie debolezze e a potenziare le prestazioni in materia d´innovazione mediante i rispettivi programmi nazionali di riforma nell´ambito della strategia Europa 2020. All´interno dell´Ue la Svezia ha ottenuto i migliori risultati, seguita da Danimarca, Finlandia e Germania. Subito dopo si attestano, nell´ordine, Regno Unito, Belgio, Austria, Irlanda, Lussemburgo, Francia, Cipro, Slovenia ed Estonia. L´italia rientra nel gruppo dei c.D. "innovatori moderati", quelli le cui prestazioni sono inferiori dal 10 al 50% rispetto alla media Ue. "Il quadro valutativo evidenzia che dobbiamo aumentare il nostro impegno per rendere l´Europa maggiormente innovativa, per raggiungere i nostri principali concorrenti e riprendere il cammino verso una crescita solida e sostenibile", ha sottolineato il vicepresidente Antonio Tajani, Commissario per l´Industria e l´imprenditoria. "Il nuovo e migliorato Quadro valutativo dell´Unione dell´innovazione mette in luce l´emergenza a cui l´Europa deve far fronte in tema di innovazione. L´innovazione è essenziale per un´economia moderna ed è il principale strumento di creazione di posti di lavoro". Ha dichiarato Máire Geoghegan-quinn, Commissaria per la Ricerca, l´innovazione e la scienza. Il quadro valutativo del 2010 si basa su 25 indicatori relativi a ricerca e innovazione e considera i 27 Stati membri dell´Ue, la Croazia, la Serbia, la Turchia, l´Islanda, la Norvegia e la Svizzera. Gli indicatori sono raggruppati in tre principali categorie: - "Elementi abilitanti", ovvero gli elementi fondamentali che rendono possibile l´innovazione (risorse umane, finanziamenti e aiuti, sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi); - "Attività delle imprese" che mostrano in che modo le imprese europee sono innovative (investimenti, collaborazioni e attività imprenditoriali, patrimonio intellettuale); e - "Risultati" che mostrano come ciò si traduce in benefici per l´intera economia (innovatori, effetti economici). Un confronto tra gli indicatori di Ue-27, Usa e Giappone evidenzia che l´Unione non riesce a colmare il divario nelle prestazioni in materia d´innovazione che la separa dai suoi principali concorrenti. Le differenze maggiori si riscontrano nella categoria "Attività delle imprese", nell´ambito della quale l´Ue-27 è in ritardo in termini di co-pubblicazioni pubblico/privato, spesa delle imprese per attività di R&s e, rispetto al Giappone, brevetti Pct (Trattato di cooperazione in materia di brevetti). Questi dati sottolineano che il deficit di innovazione dell´Europa deriva innanzitutto dal settore privato. Dovrebbe quindi essere data priorità alla creazione di condizioni normative e quadro atte a incoraggiare maggiori investimenti del settore privato e ad agevolare l´impiego dei risultati della ricerca da parte delle imprese, in particolare tramite un sistema di brevetti più efficiente. Il divario è particolarmente ampio e in rapido aumento per quanto riguarda le entrate dall´estero derivanti da licenze e brevetti. Questo elemento è un indicatore importante del dinamismo economico ed evidenzia che nell´Ue il modello economico e il funzionamento del mercato interno della conoscenza protetta devono essere migliorati. Esso dimostra inoltre che l´Unione produce meno brevetti ad alto impatto (che generano entrate significative da paesi terzi) rispetto a Usa e Giappone e che non raggiunge una posizione adeguata nei settori a crescita globale elevata. Si riduce leggermente lo scarto, ancora notevole, riguardante il numero di persone che portano a termine gli studi di istruzione terziaria, con una crescita relativamente elevata nell´Ue. L´ue-27 ottiene invece risultati migliori rispetto agli Usa nell´ambito della spesa pubblica per R&s e delle esportazioni di servizi ad elevata intensità di conoscenze. Negli ultimi cinque anni la maggiore crescita degli indicatori di innovazione dell´Ue-27 si è registrata nei sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi (co-pubblicazioni scientifiche internazionali, pubblicazioni ad alto impatto, dottorandi extraeuropei) e nel patrimonio intellettuale (deposito di marchi Ue, brevetti Pct e disegni e modelli dell´Ue). Complessivamente l´Ue-27 rimane in posizione più avanzata rispetto a India e Russia, mentre sta perdendo il proprio vantaggio sul Brasile e soprattutto sulla Cina, il cui deficit in termini di prestazioni si sta rapidamente assottigliando. Il quadro valutativo suddivide gli Stati membri nei seguenti quattro gruppi di paesi (si veda figura 2): - Leader dell´innovazione: Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia presentano risultati molto al di sopra della media dell´Ue-27. - Paesi che tengono il passo: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito presentano risultati che si avvicinano alla media dell´Ue-27. - Innovatori moderati: i risultati di Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna sono inferiori alla media dell´Ue-27. - Paesi in ritardo: i risultati di Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania sono molto inferiori alla media dell´Ue-27.  
   
   
NUOVO QUADRO VALUTATIVO DELL´UNIONE DELL´INNOVAZIONE: NONOSTANTE I PROGRESSI COMPIUTI IN MOLTI STATI MEMBRI I PRINCIPALI CONCORRENTI DELL´UNIONE CRESCONO A RITMO PIÙ SOSTENUTO DELL´UE  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2011 - Persiste lo scarto tra le prestazioni in materia d´innovazione dell´Ue e quelle dei suoi principali concorrenti internazionali: gli Usa e il Giappone. Sebbene l´andamento nella maggior parte degli Stati membri Ue sia promettente, nonostante la crisi economica, i progressi non sono abbastanza rapidi. Mentre l´Unione mantiene un chiaro vantaggio sulle economie emergenti di India e Russia, il Brasile continua ad avanzare e la Cina la sta velocemente raggiungendo. All´interno dell´Ue la Svezia ha ottenuto i migliori risultati, seguita da Danimarca, Finlandia e Germania. Subito dopo si attestano, nell´ordine, Regno Unito, Belgio, Austria, Irlanda, Lussemburgo, Francia, Cipro, Slovenia ed Estonia. Queste sono alcune delle conclusioni del Quadro valutativo dell´Unione dell´innovazione del 2010 pubblicato oggi dalla Commissione europea. Tale quadro è alla sua prima edizione nell´ambito dell´iniziativa Unione dell´innovazione (Ip/10/1288); esso sostituisce il Quadro europeo di valutazione dell´innovazione. Il quadro valutativo si aggiunge all´Analisi annuale della crescita pubblicata di recente (Ip/11/22) allo scopo di aiutare gli Stati membri a identificare i propri punti forti e le proprie debolezze e a potenziare le prestazioni in materia d´innovazione mediante i rispettivi programmi nazionali di riforma nell´ambito della strategia Europa 2020. "Il quadro valutativo evidenzia che dobbiamo aumentare il nostro impegno per rendere l´Europa maggiormente innovativa, per raggiungere i nostri principali concorrenti e riprendere il cammino verso una crescita solida e sostenibile", ha sottolineato il vicepresidente Antonio Tajani, commissario per l´Industria e l´imprenditoria. "Il nuovo e migliorato Quadro valutativo dell´Unione dell´innovazione mette in luce l´emergenza a cui l´Europa deve far fronte in tema di innovazione. L´innovazione è essenziale per un´economia moderna di successo come l´acqua lo è per la vita. Essa è al centro delle politiche economiche ed è il principale strumento di creazione di posti di lavoro. Pertanto l´attuale quadro valutativo è un caposaldo della strategia Europa 2020. Desideriamo che gli Stati membri se ne avvalgano appieno per valorizzare i propri punti di forza e affrontare le proprie debolezze". Ha dichiarato Máire Geoghegan-quinn, commissario per la Ricerca, l´innovazione e la scienza. Il quadro valutativo del 2010 si basa su 25 indicatori relativi a ricerca e innovazione e considera i 27 Stati membri dell´Ue, la Croazia, la Serbia, la Turchia, l´Islanda, l´ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la Norvegia e la Svizzera. Gli indicatori sono raggruppati in tre principali categorie: "Elementi abilitanti", ovvero gli elementi fondamentali che rendono possibile l´innovazione (risorse umane, finanziamenti e aiuti, sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi); "Attività delle imprese" che mostrano in che modo le imprese europee sono innovative (investimenti, collaborazioni e attività imprenditoriali, patrimonio intellettuale); e "Risultati" che mostrano come ciò si traduce in benefici per l´intera economia (innovatori, effetti economici). Un confronto tra gli indicatori di Ue-27, Usa e Giappone evidenzia che l´Unione non riesce a colmare il divario nelle prestazioni in materia d´innovazione che la separa dai suoi principali concorrenti. Le differenze maggiori si riscontrano nella categoria "Attività delle imprese", nell´ambito della quale l´Ue-27 è in ritardo in termini di co-pubblicazioni pubblico/privato, spesa delle imprese per attività di R&s e, rispetto al Giappone, brevetti Pct (Trattato di cooperazione in materia di brevetti). Questi dati sottolineano che il deficit di innovazione dell´Europa deriva innanzitutto dal settore privato. Dovrebbe quindi essere data priorità alla creazione di condizioni normative e quadro atte a incoraggiare maggiori investimenti del settore privato e ad agevolare l´impiego dei risultati della ricerca da parte delle imprese, in particolare tramite un sistema di brevetti più efficiente. Il divario è particolarmente ampio e in rapido aumento per quanto riguarda le entrate dall´estero derivanti da licenze e brevetti. Questo elemento è un indicatore importante del dinamismo economico ed evidenzia che nell´Ue il modello economico e il funzionamento del mercato interno della conoscenza protetta devono essere migliorati. Esso dimostra inoltre che l´Unione produce meno brevetti ad alto impatto (che generano entrate significative da paesi terzi) rispetto a Usa e Giappone e che non raggiunge una posizione adeguata nei settori a crescita globale elevata. Si riduce leggermente lo scarto, ancora notevole, riguardante il numero di persone che portano a termine gli studi di istruzione terziaria, con una crescita relativamente elevata nell´Ue. L´ue-27 ottiene invece risultati migliori rispetto agli Usa nell´ambito della spesa pubblica per R&s e delle esportazioni di servizi ad elevata intensità di conoscenze. Negli ultimi cinque anni la maggiore crescita degli indicatori di innovazione dell´Ue-27 si è registrata nei sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi (co-pubblicazioni scientifiche internazionali, pubblicazioni ad alto impatto, dottorandi extraeuropei) e nel patrimonio intellettuale (deposito di marchi Ue, brevetti Pct e disegni e modelli dell´Ue). Complessivamente l´Ue-27 rimane in posizione più avanzata rispetto a India e Russia, mentre sta perdendo il proprio vantaggio sul Brasile e soprattutto sulla Cina, il cui deficit in termini di prestazioni si sta rapidamente assottigliando (si veda la figura 1). Figura 1: Confronto Con I Concorrenti Chiave - Il quadro valutativo suddivide gli Stati membri nei seguenti quattro gruppi di paesi (si veda figura 2): Leader dell´innovazione: Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia presentano risultati molto al di sopra della media dell´Ue-27. Paesi che tengono il passo: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito presentano risultati che si avvicinano alla media dell´Ue-27. Innovatori moderati: i risultati di Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna sono inferiori alla media dell´Ue-27. Paesi in ritardo: i risultati di Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania sono molto inferiori alla media dell´Ue-27. In seguito all´adozione della comunicazione sull´Unione dell´innovazione nell´ottobre 2010, il Quadro europeo di valutazione dell´innovazione - uno strumento riconosciuto e consolidato per valutare i risultati dell´innovazione negli Stati membri dell´Ue - è stato rivisto e ribattezzato Quadro valutativo dell´Unione dell´innovazione. Commissionato dalla direzione generale per le Imprese e l´industria della Commissione europea, il Quadro valutativo dell´Unione dell´innovazione è elaborato dal Maastricht Economic and Social Research and Training centre on Innovation and Technology (Unu-merit) in collaborazione con il Centro comune di ricerca della Commissione europea (Ccr). La relazione completa è disponibile ai seguenti indirizzi: http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/innovation/facts-figures-analysis/index_en.htm  e http://www.Proinno-europe.eu/metrics    
   
   
EUROPA REGIONI:LA NUOVA POLITICA DI SVILUPPO PREMIA L´EFFICIENZA  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2011 – E’ iniziato il 31 gennaio con il quinto forum sulla coesione, una nuova stagione per la politica europea destinata allo sviluppo delle regioni. Il documento programmatico che ispirera´ - a partire dal 2014 e fino al 2020 - tutte le iniziative comunitarie e´ stato ufficializzato nello scorso mese di novembre. E da quel momento i governi, le regioni, i territori, hanno avuto la possibilita´ di esprimere - al proprio livello di governo e di responsabilita´ - valutazioni e proposte. Il forum che ha richiamato a Bruxelles oltre ottocento rappresentanti della "governance multilivello": ministri, rappresentanti del parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, amministratori regionali e locali, rappresentanti delle universita´ e delle organizzazioni sociali, ha visto la partecipazione del commissario alle politiche regionali Johannes Hahn e di quello agli affari sociali Laszlo Andor. Nel corso dei lavori sono stati illustrati i risultati della consultazione pubblica e saranno definite le linee guida sulle politiche di coesione per la prossima stagione comunitaria, in coerenza con la cosiddetta strategia 2020, che guida l´intera macchina comunitaria. Nel periodo 2014 - 2020, le istituzioni europee continueranno a farsi carico - proprio attraverso le politiche di coesione - dello sviluppo equilibrato dei territori europei. Ma il rilancio della politica di sviluppo passera´ attraverso un sistema di incentivi destinati alle regioni capaci di impiegare i fondi in maniera piu´ efficiente. La Regione Siciliana, a cui e´ stato affidato il coordinamento delle politiche comunitarie della Conferenza delle Regioni italiane, ha seguito la fase di consultazione pubblica, che ha caratterizzato in questi mesi l´attivita´ del Comitato delle Regioni, a Bruxelles. Il ruolo della Sicilia si rafforza anche nel contesto della Conferenza delle regioni periferiche e marittime d´Europa - Crpm - che rappresenta la sede in cui e 60 regioni d´Europa definiscono le proposte utili allo sviluppo dei territori geograficamente lontani dal "cuore" delle istituzioni europee. Nelle ore immediatamente precedenti all´apertura del Forum, il segretario generale della Crpm - Eleni Marianou - e´ stata in visita alla sede della Regione a Bruxelles, per incontrare il dirigente generale Francesco Attaguile. L´attivita´ della Regione - che ha attivato il primo Gect delle isole del Mediterraneo - aumenta la visibilita´ politica della Sicilia, che nella Conferenza delle regioni periferiche e marittime ha gia´ la vice presidenza della commissione "isole" e fa attivamente parte della commissione intermediterranea. Il Gect - gruppo europeo di cooperazione territoriale - e´ infatti uno degli strumenti piu´ innovativi della politica di coesione: serve a superare gli ostacoli alla cooperazione transfrontaliera nei progetti di cooperazione economica. Mentre se ne discute ancora in tutta Europa, la Sicilia ha gia´ avviato il Gect Archimed, che permettera´ alle maggiori isole del Mediterraneo: da Cipro alle Baleari, dalla Corsica a Malta, passando naturalmente per la Sicilia, di sviluppare progetti comuni in materia di pesca, turismo, energie rinnovabili. E´ questa la strada indicata dalle istituzioni europee e che sara´ ufficializzata dal Forum: finanziamenti a un numero minore di progetti, ma con un maggiore impatto sulla crescita locale e - soprattutto, basati sul coinvolgimento dei capitali privati attraverso lo strumento del partenariato. Nella direzione della qualificazione della spesa va gia´, del resto, la politica sui fondi comunitari espressa dal governo regionale. In sincronia con la pubblicazione delle linee guida della nuova politica di coesione, il 23 novembre scorso, la giunta regionale siciliana ha infatti deciso di avviare una corposa rimodulazione del programma operativo 2007-2013, ridefinendo o integrando le priorita´ operative. La nota metodologica approvata dalla giunta prevede di destinare risorse al rafforzamento delle azioni gia´ previste per il settore dei rifiuti, la depurazione delle acque, le azioni infrastrutturali per le scuole, il sistema di accesso alle cure domiciliari. Maggior attenzione sara´ destinata anche ai progetti di infrastrutture corredate da un cronoprogramma che ne assicuri la realizzazione entro i tempi previsti. Il governo assicura attenzione ai progetti dei 26 contesti territoriali che mirano allo sviluppo urbano sostenibile; alle attivita´ collegate alla realizzazione dei distretti produttivi; alla concentrazione degli interventi per la salvaguardia dell´assetto idrogeologico. Nella rimodulazione - predisposta dal Dipartimento della programmazione guidato da Felice Bonanno - si fa riferimento anche a nuove aree tematiche. Risorse saranno destinate infatti a iniziative che puntino all´efficienza energetica e all´utilizzo di energie rinnovabili per l´edilizia residenziale pubblica; allo sviluppo del territorio delle aree della provincia di Messina colpite dalle calamita´ naturali tra il 2009 e il 2010; alle aree di crisi industriale; alla cooperazione interregionale e al coordinamento delle politiche territoriali.  
   
   
EUROPA REGIONI: FORUM COESIONE/QUALE FUTURO PER IL SUD  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2011 - La nuova politica di coesione - destinata a riequilibrare le condizioni socioeconomiche delle diverse regioni d´Europa - finanziera´ meno progetti e piu´ efficienza. E´ questa l´unica certezza per il periodo 2014-2020, che si ricava dal Forum sulla coesione che ha richiamato a Bruxelles rappresentanti di tutta la "governance multilivello". Ai lavori hanno partecipato rappresentanti del parlamento e della commissione europea, dei governi e dei parlamenti nazionali, delle regioni e degli enti locali, delle universita´ e delle associazioni. La due giorni comunitaria e´ servita a fare il punto della situazione, dopo la consultazione pubblica avviata in novembre con la pubblicazione della bozza programmatica della Commissione. La Commissione - ha assicurato il commissario alle politiche regionali Johannes Hahn- terra´ conto delle valutazioni acquisite nell´elaborazione della proposta legislativa che sara´ definita entro giugno. Rimangono senza risposta le questioni che determineranno il futuro per le regioni meridionali - come la Sicilia -, dove il ritardo di sviluppo e´ una delle caratteristiche endemiche del territorio. Non si sa quante risorse finanziarie saranno destinate alle politiche di coesione. E non si tratta di una questione secondaria. Anche il bilancio comunitario risente della crisi: cinque Stati hanno chiesto infatti che sia "congelata" l´attuale impostazione. Il resto d´Europa chiede - per voce di Mercedes Bresso, presidente del comitato delle regioni - che le politiche di coesione siano destinate a tutti i territori. "Solo le procedure concordate della coesione potranno - afferma - dare una spinta concreta alle politiche dei trasporti, della ricerca e dell´innovazione". Perche´ cio´ accada, occorrono pero´ piu´ risorse. O, in alternativa, la concessione di nuovi spazi di autonomia alle regioni, che permetta loro di scegliere - per l´economia e lo sviluppo di ciascun territorio - tra la finanza comunitaria e assistita e la defiscalizzazione. Questi saranno i temi che caratterizzeranno il dibattito della prossima stagione politica.  
   
   
L’ASSESSORE TOSCANO MARSON ELETTA VICEPRESIDENTE DELLA RETE EUROPEA RECEP-ENELC PER IL PAESAGGIO  
 
Firenze, 2 febbraio 2011 – L’assessore regionale al governo del territorio Anna Marson è stata eletta all’unanimità vicepresidente della rete Recep-enelc, la rete europea di regioni e enti locali per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio che ha sede a Firenze nella Villa Medicea di Careggi. Aderiscono a Recep gran parte degli Stati europei. Le elezioni si sono svolte nell’ambito della quinta riunione dell’assemblea generale della rete, che si è tenuta il 31 gennaio a Strasburgo presso il Consiglio d’Europa. Nel ruolo di presidente è stato eletto Lluis Recorder (Catalogna, Spagna), che sarà affiancato, oltre che da Anna Marson, da altri due vice: Alfonso Sanz (Paese Basco, Spagna) e Lars Nordstrom (Vastra-gotaland, Svezia). I neoeletti resteranno in carica per quattro anni.  
   
   
"CRISI ECONOMICA, CRISI DI GOVERNANCE: LE SFIDE DEL 2011 PER L’ITALIA E L’EUROPA"  
 
Roma, 2 Febbraio 2011 - Il 3 febbraio prossimo, alle ore 16.00, la Camera dei Deputati e l´Ispi promuovono a Roma una Tavola Rotonda dal titolo: "Crisi economica, crisi di governance: le sfide del 2011 per l’Italia e l’Europa" L´evento è organizzato in occasione della presentazione del Rapporto L´evoluzione della governance economica alla luce della crisi e l’impatto sulle relazioni internazionali, curato da Franco Bruni nell´ambito dell´"Osservatorio di politica internazionale", progetto di collaborazione tra il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati ed il Ministero degli Affari Esteri. L´incontro, che si terrà alla Camera dei Deputati, presso la Sala del Mappamondo (ingresso da Piazza del Parlamento, 24). Segreteria (tel. 02 86 93 053, e-mail: ispi.Eventi@ispionline.it  sito: www.Ispionline.it/    
   
   
NAPOLITANO AMMIRA LA GRANDE ARTE CON FORMIGONI MILANO, LA VISITA DEL CAPO DI STATO AL MUSEO DEL NOVECENTO  
 
Milano, 2 febbraio 2011 - È partita ieri alle ore 10.30 dalla bellezza Made in Italy e, in particolare, dalla visione del ´Quarto stato´ di Giuseppe Pellizza da Volpedo la visita ufficiale del capo dello Stato Giorgio Napolitano in Lombardia: accanto a lui, durante il percorso fatto all´interno del Museo del Novecento di Milano, il presidente della Regione Roberto Formigoni. Le istituzioni - assieme a Napolitano e Formigoni erano presenti i rappresentanti del Comune e della Provincia di Milano, oltre al presidente del Consiglio regionale Davide Boni - si sono ritrovate per ammirare l´arte contemporanea: il popolo dei lavoratori di Pellizza da Volpedo, dunque, ma anche la scultura futurista di Umberto Boccioni, la ricerca pittorica di Giacomo Balla, la natura morta metafisica di Carlo Carrà, i valori plastici di Arturo Martini e le celebri provocazioni del lombardo Piero Manzoni. A dominare dall´alto l´Arengario, sede del Museo del Novecento, la grandissima bandiera d´Italia esposta su Palazzo Reale. Dura più di un´ora l´incontro di Napolitano e Formigoni davanti ai capolavori della pittura e della scultura collezionata ed esposta a Milano. L´ultima stretta di mano tra i due era avvenuta lontano dalla Lombardia, a Shanghai, nel 2010, in occasione della visita all´Esposizione universale. Non è solo l´astrattista Osvaldo Licini a incuriosire i presidenti con il suo ´Obelisco´ o l´´Angelo ribelle su sfondo giallo´. La visita è l´occasione anche per ammirare dall´alto il capoluogo lombardo, per l´esattezza di fronte alle immense vetrate di questa sede museale: "È un insieme unico di architettura, di connessione con i monumenti vicini, dal Duomo a Palazzo Reale e all´Arengario, e di opere d´arte" sottolinea Formigoni. All´ingresso della galleria, davanti alle vetrate del Museo, un grande cartello introduce il corteo presidenziale all´appuntamento di domani, la visita ufficiale di Napolitano a Bergamo: c´è scritto "150esimo", riferimento alle celebrazioni dell´Unità d´Italia. "Bergamo e la Lombardia - commenta Formigoni, presente domani mattina nel capoluogo bergamasco assieme al capo del Quirinale - hanno dato un apporto straordinario all´unificazione della nostra patria. Domani avvieremo le celebrazioni non in maniera retorica, rinnovando il nostro impegno per portare avanti il Paese e farlo migliorare a livello economico, istituzionale, costituzionale e del rispetto reciproco e della competitività nel mondo". Per questa ragione Formigoni concorda con l´invito espresso dalle istituzioni bergamasche: "Ha fatto bene il sindaco a invitare a esporre il tricolore". Italia della bellezza, dunque, ma anche Italia unita. Questi i temi dell´incontro istituzionale avvenuto oggi a Milano. E se Napolitano invita, intervistato sulle pagine del ´Messaggero´, le istituzioni a un sempre maggior dialogo, Formigoni dice di condividere l´invito ad abbassare i toni, nella consapevolezza che "i cittadini guardano alle istituzioni aspettandosi che lavorino per il bene comune". Si conclude alle 11.36 l´incontro all´Arengario di Milano tra Napolitano e Formigoni. Oltre alla stretta di mano c´è anche spazio per una battuta del capo dello Stato rivolta al presidente della Regione: "Cappello anche per il presidente della Regione?" scherza Napolitano. Pronta la risposta di Formigoni: il gesto di saluto con il cappello ricambiato da quello del presidente della Repubblica, mentre sale sulla Lancia presidenziale.  
   
   
PRIMO GIORNO A WASHINGTON PER IL PRESIDENTE DEL PIEMONTE COTA TRE GIORNATE DI APPROFONDIMENTO  
 
 Torino, 2 Febbraio 2011 – Ieri primo giorno a Washington per il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, in visita negli Stati Uniti su invito del Dipartimento di Stato americano. Tre giornate di approfondimento per poi partire giovedì alla volta di Detroit, sede della Chrysler, dove incontrerà l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Nella capitale americana imbiancata dalle tempeste di neve, sempre nell’ambito dell’International Visitors Leadership Program sulle politiche dell’immigrazione e lo sviluppo economico promosso dal Dipartimento di Stato, il presidente Cota ha incontrato gli analisti del Dipartimento per la sicurezza interna, organismo fondato dopo l’11 settembre 2001 per il controllo dell’immigrazione federale, una task force per favorire da un lato l’integrazione e promuovere la cittadinanza per i possessori di green card e, dall’altro, assicurare i confini. A seguire un confronto alla Nga, l’associazione nazionale dei governatori americani e degli enti locali, dove Cota ha approfondito insieme al direttore David Parkhurst le strategie della Nga per favorire lo sviluppo economico dei territori con assistenza politica e tecnica e i pregi e le differenze rispetto alla nostra Conferenza delle Regioni. Ma nella settimana che vede alla Camera l’acceso dibattito sulla riforma federale fortemente voluta dalla Lega, Cota ha parlato con l’esperto di federalismo della Georgetown University prof. Eric Langenbacher, in particolare del sistema di governo americano nella sua natura decentralizzata e del sistema decisionale che da esso ne deriva. Infine, l’incontro con l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Giulio Terzi di Sant’agata, per fare il punto sulla situazione politica nazionale e i rapporti sempre ottimi con il governo americano.  
   
   
BOLZANO: CONOSOLE GENERALE USA CAROL PEREZ DAL PRESIDENTE DURNWALDER  
 
 Bolzano, 2 febbraio 2011 - La situazione attuale dell’autonomia altoatesina ma anche possibili collaborazioni nel settore della ricerca e sviluppo sono stati i temi al centro del colloquio di martedì 1. Febbraio 2011, che il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha affrontato assieme alla Console generale degli Usa a Milano, Carol Perez. Carol Perez riveste dal maggio 2001 la carica di Console generale degli Stati Uniti d´America a Milano. Nella visita che nella mattinata di oggi, martedì 1. Febbraio 2011, ha reso al presidente della Provincia Durnwalder, la signora Perez ha mostrato particolare interesse ai programmi nel settore ricerca e sviluppo in provincia di Bolzano suggerendo la possibile collaborazione fra imprese statunitensi e l´Alto Adige. Inoltre, la Console generale Usa si è espressa a favore di scambi di studenti fra la Libera Università di Bolzano ed università statunitensi. Da parte sua il presidente Durnwalder sottolineando di essere favorevole alla possibilità di scambi per gli studenti altoatesini per raccogliere importanti esperienze all´estero; spetterebbe, però, alla Lub adottare le decisioni in tal senso. Anche nel settore della ricerca e dello sviluppo il presidente Durnwalder ha assicurato alla console generale Perez grande interesse allo scambio e quindi disponbilità alla collaborazione.  
   
   
TOSCANA, ROSSI: “CREARE SPAZI, OCCASIONI E NUOVE OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI”  
 
Firenze, 2 febbraio 2011 - Storie di delusioni, di occasioni colte al volo, di opportunità sfruttate. Tutte racchiuse in un video proiettato prima dell’incontro “La Toscana non è un paese per giovani?”, che si è svolto al Teatro Puccini di Firenze e al quale ha partecipato il presidente della Regione Enrico Rossi insieme al rettore dell’Università di Firenze Alberto Tesi. Dopo il video, collegamento via skype con altri giovani che si trovano in varie parti del mondo e che raccontano la loro esperienza di diplomati e laureati fuggiti dall’Italia in cerca di fortuna. “Che i giovani vadano all’estero a me non dispiace – ha sottolineato Rossi – ma forse pecchiamo nella capacità di attrarre studenti e laureati dall’estero e andrebbe rivisto anche il modo in cui si sono fatti i concorsi, in maniera tale che siano premiati i più meritevoli”. “Vedo insoddisfazione rispetto alle prospettive”, ha proseguito ancora Rossi. “Vedo una società ferma e un’economia che non tira. L’idea di andare all’estero è un modo per creare un orizzonte diverso. Trovo singolare che a volte la Toscana sia un po’ troppo conservatrice, troppo portata a guardarsi l’ombelico a crogiolarsi sul benessere raggiunto. La generazione dei miei genitori si è rimboccata le maniche e si è fatta una casa. Dobbiamo rimetterci in moto. Ripartire, riuscire a creare spazi e opportunità”. Rossi ha poi affrontato il tema della riduzione dei finanziamenti all’universita e la mancanza di una politica per i giovani. “Su questo – ha concluso – ci stiamo provando, mettendoci qualche decina di milioni di euro. Ad esempio per la casa, con un contributo di stampo europeo da 150 a 250 euro come contributo affitto. Vogliamo dare autonomia ai giovani con provvedimenti che adottare a giugno e la partenza dei primi bandi”.  
   
   
PIANO PER IL SUD: CABINA DI REGIA PER UNA EFFICACE STRATEGIA UNITARIA  
 
Bari, 2 febbraio 2011 - “Il processo in corso verso il federalismo esige strumenti adeguati e incisivi per valutare gli effetti delle politiche nazionali in Puglia, anche rispetto al più ampio contesto del Mezzogiorno e in vista del Programma 2020 dell’Unione Europea.” Questa l’indicazione espressa dall’Assessore Marida Dentamaro nel corso della seduta della Giunta regionale del 31 gennaio scorso e che riportiamo nella nota che segue. L’assessore al Sud e Federalismo ha tracciato una sorta di primo bilancio del confronto a livello nazionale sui decreti relativi al ‘federalismo fiscale’, sulla delibera Cipe inerente la riprogrammazione delle risorse nazionali e comunitarie nell’ambito del “Piano per il Sud”, nonché per le risorse aggiuntive e gli interventi speciali volti alla rimozione degli squilibri economici e sociali. “Gli elementi di particolare criticità finora emersi – ha sottolineato la Dentamaro - riguardano da un lato la tendenza accentratrice del Governo nazionale circa le decisioni in materia di fondi destinati alle Regioni del Mezzogiorno; dall’altro la costante decurtazione, sempre ad opera del Governo centrale, delle risorse destinate alle Regioni meridionali. “Per quanto riguarda in particolare il cosiddetto “Piano per il Sud” - ha poi aggiunto - si tratta fondamentalmente di una ‘filosofia di governo’ tesa a comprimere il ruolo delle Regioni nella individuazione delle strategie e nel potere decisionale. “Va in ogni caso tenuto presente - ha evidenziato la Dentamaro - che il “Piano” sarà attuato attraverso i ‘contratti istituzionali di sviluppo’. “In questa prospettiva, l’Assessore al Sud e Federalismo ha sottolineato l’urgente necessità di un’azione coordinata delle strutture regionali, che coinvolga anche gli altri livelli territoriali di governo e il partenariato. “Diversamente si finirebbe per attribuire allo stesso Ministero il ruolo di dominus assoluto nelle negoziazioni con rappresentanze settoriali e parcellizzate, ognuna impegnata in modo isolato a interloquire con il cappello in mano. “Tale rovinosa ipotesi esproprierebbe la comunità pugliese della possibilità di definire, concertandole, scelte fondamentali in ordine allo sviluppo del territorio, in favore del sistema socio-economico, nonché per l’utilizzo di ingenti risorse di sua pertinenza.” La Dentamaro ha quindi proposto di avviare “ il processo di concertazione, istituendo nell’immediato una cabina di regia tra gli assessori interessati (con il supporto delle corrispondenti strutture tecniche); ciò consentirebbe - ha concluso la titolare della delega al Sud e Federalismo - di stabilire le priorità, mettere a punto le proposte, organizzare e realizzare il confronto con gli altri livelli istituzionali e un proficuo raccordo con il Consiglio regionale.”  
   
   
DELEGIFICAZIONE IN SICILIA: ALTRO PASSO VERSO APPROVAZIONE FINALE  
 
Palermo, 1 febbraio 2011 - La piu´ importante delle riforme per modernizzare l´Amministrazione siciliana e´ stata esitata ieri dalla Commissione bilancio dell´Ars con il parere favorevole del Governo. Per agganciare la ripresa e favorire gli investimenti abbiamo necessita´ di un´amministrazione snella ed efficiente". Lo afferma l´assessore per l´economia, Gaetano Armao, a conclusione della seduta della Commissione Bilancio che ha approvato il d.D.l. Sulla riforma della pubblica amministrazione, stralciando le norme che determinano spesa al fine di pervenire all´approvazione nelle prossime sedute dell´Ars. "La semplificazione amministrativa e´ indifferibile e va approvata subito, ecco perche´ ho ritenuto di far prevalere le esigenze di celerita´ dell´esame in commissione ed ho concordato di presentare in Aula gli emendamenti che consentono il recepimento in Sicilia del codice dell´amministrazione digitale (vigente dal 25 gennaio scorso) e l´accelerazione delle procedure di spesa dei fondi europei".  
   
   
CALABRIA: ATTUAZIONE DEI PISL  
 
Catanzaro, 2 febbraio 2011 - L´assessore al Bilancio e alla Programmazione Comunitaria Giacomo Mancini comunica l´avvio di una delle fasi più importanti in materia di Pisl (Progetti Integrati di Sviluppo Locale). La Regione, infatti, ha ricevuto i rapporti di priorità strategiche territoriali presentati da ognuna delle cinque provincie e, quindi, adesso è nelle condizioni di predisporre il Quadro Unitario della Progettazione Integrata (Qupi) che consentirà di definire le priorità territoriali e settoriali sulle quali investire le ingenti risorse del Por Fesr 2007-2013. Una volta definito il Qupi e, comunque entro il prossimo quattro marzo, la Regione pubblicherà gli avvisi per la presentazione delle richieste dei Pisl da parte dei partenariati di progetto che avranno novanta giorni per presentare le loro proposte. “I Pisl sono una componente importante del Por Fesr Calabria 2007-2013 – ha affermato l´Assessore Mancini - in termini strategici e in termini finanziari. La loro attuazione implica una cooperazione istituzionale sia verticale (tra Regione, Provincia e Comuni) sia orizzontale (tra le istituzioni locali) e consente di concertare a livello locale le strategie e gli interventi in diversi settori strategici: sistemi di mobilità intercomunale, realizzazione di servizi intercomunali per la qualità della vita, realizzazione di Sistemi Turistici Locali, realizzazione di Sistemi Produttivi locali, distretti agroalimentari e distretti rurali, interventi di contrasto allo spopolamento dei territori marginali e in declino. È un risultato importante - ha fatto presente l’Assessore Mancini- della nuova stagione guidata da Giuseppe Scopelliti quello di aver sbloccato delle procedure così complesse che languivano immobilizzate da due anni, nonostante la notevole importanza per lo sviluppo del territorio regionale. In tempi rapidi e certi, l’amministrazione Scopelliti - ha concluso Mancini - guiderà nuovi investimenti del valore complessivo di circa 450 milioni di euro che avranno forti ricadute positive sui Comuni della Calabria.”  
   
   
SVILUPPO BASILICATA: AL VIA PROGETTO “2INS CLUSTERS” PER PMI  
 
Potenza, 2 febbraio 2011 - Avviato il progetto 2Ins Clusters un progetto congiunto transnazionale per creare Cluster di supporto all’innovazione e all’internazionalizzazione delle Pmi (2Ins Clusters - Smes’ Innovation and Internationalization Support Clusters Programma Med 2007-2013). Individuare, sviluppare ed implementare (attraverso una metodologia transnazionale comune ed azioni congiunte) Cluster territoriali di supporto alla Innovazione e alla Internazionalizzazione delle Pmi (“2Ins Clusters”) attraverso il coinvolgimento degli stakeholder locali, è questo l’obiettivo che si pone il Progetto approvato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Med ed attuato in Basilicata da Sviluppo Basilicata, società in house della Regione. Il progetto – spiega Sviluppo Basilicata in un comunicato - si avvarrà delle competenze di una Rete Transnazionale di Esperti (2Insnet) che agirà da collettore al fine di ridistribuire la conoscenza e fornire una effettiva cooperazione tra i Cluster e, conseguentemente, tra i sistemi locali. Il 25 e 26 us si è svolto il 1° Steering Committee del progetto, organizzato da Sviluppo Basilicata a Matera nei Rioni Sassi, finalizzato a caratterizzare di forte interconnessione lo start up e la realizzazione delle prime attività per ogni componente e fase da parte della partnership internazionale di sviluppo. Presenti ca 20 rappresentanti dell’intera partnership (Ec Business and Innovation Centre of Attika (Lead Partner), University Of Patras - Department Of Business Administration, Region of Attica, Ccimp Chamber of Commerce and Industry of Marseille, Antipolis Innovation Campus, Sviluppo Basilicata Spa, Province of Matera, University-enterprise of the Balearic Islands Foundation (Fueib), Isla Local Council). L’occasione dell’incontro ha consentito, a valle delle sessioni di lavoro, di far conoscere inoltre il Sito Unesco non solo da punto di vista architettonico ma nel suo potenziale di attrattore di produttività e occupazione (l’Incubatore culturale di prossima inaugurazione è stato visitato e rappresentato nella sua funzione di incubatore di iniziative e imprese dedicate alla cultura). 7 Clusters, insediati presso le sedi dei Partner, baseranno il loro funzionamento su regole e strumenti comuni all’intera partnership, come il management system integrato, gli strumenti metodologici concernenti l’internazionalizzazione delle imprese, il trasferimento tecnologico con le relative applicazioni informatiche e fornirà supporto integrato, consulenza, capacity building a Pmi pilota negli ambiti territoriali della partnership di sviluppo. Saranno coinvolte imprese; agenzie di sviluppo e di disseminazione della conoscenza; organizzazioni e strutture che supportano l’imprenditorialità, l’internazionalizzazione e l’innovazione delle Pmi; agenzie governative; istituti di ricerca e di formazione; Camere di Commercio; Organizzazioni Sindacali; Esperti e Policy Maker dei settori individuati nel corso dell’implementazione del progetto; Imprese di consulenza. Per Raffaele Ricciuti, Amministratore Unico di Sviluppo Basilicata, l’obiettivo di questi progetti è la diffusione dei risultati e la sensibilizzazione delle strutture regionali e delle associazioni di categoria rispetto alle attività messe in opera dagli altri Stati europei a favore dello sviluppo delle imprese. Tra i principali prerequisiti per il successo delle Pmi vi è soprattutto quello dell’accesso ai processi strutturati di knowledge, di diffusione e trasferimento dell´innovazione e di internazionalizzazione, e pertanto l’implementazione delle strutture previste (2Inscluster) a livello territoriale con le figure dei facilitatori ("facilitatori 2In") potrà assicurare il necessario sostegno all’innovazione e internazionalizzazione delle Pmi in qualità di veri e propri “mentori delle Pmi”, partendo dal livello territoriale, ed operando e collaborando all´interno di contesti internazionali mediante una piattaforma organizzativa e metodologica chiara, razionale e organizzata, in termini di funzionamento e sostenibilità. Il Meccanismo 2Ins punta infatti al trasferimento della conoscenza dei processi come fattore complementare allo sviluppo sostenibile e alla competitività delle Pmi e all’utilizzo dei partenariati locali come mezzo potenzialmente potente per sostenere l’Innovazione e l´internazionalizzazione delle Pmi. Il progetto è attuato da 9 Partner provenienti da 5 nazioni dell’area geografica mediterranea del territorio Med: Grecia (regione Attika e Grecia occidentale), Francia (Provence – Alpes – Cote d’Azur), Italia (Basilicata), Spagna (Isole Baleari), Malta. Sviluppo Basilicata in particolare sarà impegnata nello sviluppo di strumenti metodologici e del modello di Business Plan 2Ins per supportare l’imprenditorialità innovativa e internazionalizzata, coordinerà il piano di comunicazione generale del progetto e parteciperà all’attuazione di tutte le altre fasi sul proprio territorio.  
   
   
CONTROLLI SUI CONTRIBUTI PUBBLICI PRO ALLUVIONATI: CONVENZIONE REGIONE VENETO – GUARDIA DI FINANZA. MODELLO UNICO IN ITALIA  
 
Venezia, 1 febbraio 2011 - Luca Zaia, Commissario delegato per il superamento dell’emergenza alluvione e presidente della Regione del Veneto, ha sottoscritto ieri mattina con il generale Walter Lombardo Cretella, comandante regionale Veneto della Guardia di Finanza, un protocollo d’intesa finalizzato a controllare il corretto impiego dei finanziamenti e delle agevolazioni destinate alle comunità colpite dai devastanti eventi dell’ottobre – novembre scorsi. Nel suo genere, ha ricordato lo stesso generale Cretella, l’accordo è il primo in Italia per il tipo di collaborazione che costruisce, secondo “un principio che è di federalismo morale”: “è un Patto di stabilità per la legalità tra enti – ha concluso il generale – tra lo Stato e la società nella sua dinamica regionale”. “Noi abbiamo piena fiducia nei nostri cittadini e nei nostri sindaci – ha ribadito Zaia – e se c’è anche un solo furbetto in questa vicenda, è bene che sia scovato nell’interesse degli alluvionati. La Guardia di Finanza ha mezzo a disposizione i suoi uomini, in piena e totale collaborazione, con la volontà di essere precisi fino in fondo”. Il documento, stipulato su richiesta dello stesso Zaia nella sua veste di Commissario per l’emergenza, si riferisce alle verifiche della effettiva titolarità a ricevere i finanziamenti, i contributi e le agevolazioni previsti dall’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, così da garantire l’efficiente, trasparente ed efficace impiego delle risorse finanziarie. La firma ha visto la presenza della Giunta regionale e dei comandanti della Guardia di Finanza: il capo di Stato Maggiore del Comando veneto Pierluigi Pisano, Francesco Mora per Belluno, Bruno Biagi per Verona, Claudio Pascucci per Treviso, Ivan Maccani per Padova, Antonio Morelli per Vicenza e Renzo Nisi della Polizia Tributaria di Venezia. L’intesa in questione prevede l’attivazione di controlli mirati individuali e individua come prioritari i seguenti ambiti: soggetti privati che beneficeranno dei contributi per la ricostruzione degli immobili danneggiati; imprenditori che beneficeranno delle diverse forme di sostegno economico previste; altri soggetti che otterranno comunque rimborsi. Saranno effettuati controlli a campione, cui si aggiungeranno controlli mirati su beneficiari che abbiano percepito acconti senza aver fornito rendicontazione della spesa e in relazione ad eventuali anomalie riscontrate nel corso delle istruttorie. La Guardia di Finanza opererà in via tradizionalmente autonoma. “Abbiamo realizzato un modello di efficienza e di tempestività nell’intervento in emergenza – ha commentato ancora Zaia – che assieme a questo modello di controllo sarà sicuramente esportato anche in altre situazioni”. “Conosciamo bene l’importanza del Veneto dal punto di vista della laboriosità e dal punto di vista sociale e produttivo – gli ha fatto eco il generale Gretella – e per quanto ci riguarda daremo corso all’attività che ci è propria con ‘eleganza’, senza atteggiamenti di polizia ma di legalità e metodologia puntuale e corretta. Inizieremo tra qualche giorno e stabiliremo il nostro raggio di azione in ragione di quello che risulterà dalle prime campionature”.  
   
   
OCCUPAZIONE: DA GIUNTA REGIONALE UMBRA NUOVO BANDO PER “BORSE LAVORO” IN UFFICI GIUDIZIARI  
 
Perugia, 2 febbraio 2011 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore allo sviluppo economico Gianluca Rossi, ha riproposto, con alcune modifiche, il bando per l´ottenimento di borse di lavoro da parte di lavoratori cassaintegrati a zero ore e in mobilità negli uffici giudiziari del Distretto della Corte d´Appello di Perugia. "L´obiettivo - ha detto l´assessore Rossi - è di introdurre alcuni correttivi per accrescere il numero dei lavoratori che, in base al bando, possono svolgere una attività integrativa di rilevanza sociale beneficiando di provvidenze aggiuntive rispetto a quelle garantite dagli ammortizzatori sociali". Delle 30 domande presentate per il primo bando, per 22 borse lavoro, solo sei sono state ammesse a finanziamento. Parte delle richieste sono state escluse perché i lavoratori non avevamo un periodo residuo di godimento dell´ammortizzatore sufficiente a coprire la durata di 12 mesi dell´intervento. In accordo con gli Uffici Giudiziari verrà riproposto il bando per le restanti 16 borse lavoro. Le modifiche apportate, a seguito dei contatti avuti con gli Uffici giudiziari della Corte d´Appello di Perugia, riguardano la durata delle attività che passa da 12 a 6 mesi, eventualmente prorogabili per i lavoratori che al termine dei 6 mesi sono ancora percettori di cigs a zero ore o mobilità, la riduzione del possesso di un periodo residuo di trattamento da 15 a 9 mesi al momento della presentazione della domanda e l´affidamento della gestione ed erogazione delle borse lavoro al servizio amministrazione del personale della Direzione alle risorse umane della Regione Umbria. Sono escluse dal nuovo bando, che ha una dotazione finanziaria di 96 mila euro a valere sul Por Umbria 2007-2013, le sedi del Tribunale di Terni e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, le cui disponibilità sono state coperte con il primo bando. "Rimane comunque intatta la filosofia dei due provvedimenti - ha detto Rossi - nata dalla collaborazione tra Regione Umbria e Corte D´appello. Il bando consente infatti di raggiungere il duplice obiettivo di supportare l´attività degli Uffici giudiziari, che soffrono come denunciato dalla stessa Magistratura umbra di una grave carenza di organico, e di offrire una possibilità di integrazione al reddito a lavoratori in difficoltà".  
   
   
PARMA: IL VALORE MONTAGNA LA PROVINCIA CONVOCA LA CONFERENZA PROVINCIALE. IN DISCUSSIONE QUALE FUTURO IL TERRITORIO VUOL DARE ALL’APPENINO PARMENSE. IL PRIMO APPUNTAMENTO VENERDÌ 4 A LANGHIRANO.  
 
Parma, 2 febbraio 2011 – “Stiamo vivendo un momento particolare di transizione in tutti i settori e fino ad oggi abbiamo vissuto più gli aspetti negativi della crisi e sul mantenimento degli equilibri sociali, piuttosto che le opportunità”. E’ dal contesto, dalle criticità e dalle nuove tendenze che si manifestano, che il presidente Vincenzo Bernazzoli ha preso le mosse per spiegare le ragioni che hanno portato la Provincia di Parma a indire la Conferenza provinciale sulla Montagna. Tre appuntamenti – a Langhirano venerdì 4 poi il 4 marzo a Borgotaro e l’11 a Parma con la presentazione dei risultati – per ragionare di quale futuro questo territorio vuol dare all’Appennino parmense. A confrontarsi sarà platea molto vasta di sindaci (23 comuni montani), associazioni di categoria, imprese e sindacati, e gli Enti: Camera di commercio, Università, Fondazioni bancarie, Consorzi, Parchi, Aziende sanitarie, Direzioni scolastiche, ecc. Tanti soggetti per una discussione larga, aperta, libera dalle rappresentazioni dell’Appennino come “area in ritardo” da assistere e sostenere a prescindere. “Nella nostra visione dello sviluppo la montagna ha un ruolo attivo, vogliamo passare da questa visione alla concretezza delle opportunità: questo è il senso vero della conferenza – ha detto Bernazzoli - Non consideriamo la montagna una palla persa, ma una palla in gioco nello sviluppo del nostro sistema territoriale. E non vogliamo che la discussione che andiamo ad aprire sia una mozione di affetto per l’Appennino ma qualcosa di vero. Come? Essendo tutti attori, tutti in campo positivamente attorno al progetto camune”. Della crisi la montagna ha risentito non poco, e la Provincia, ricorda il presidente, è stata in campo, insieme ai sindaci, da subito con i fondi per le imprese, il sostegno al sistema dei servizi e i tavoli istituzionali sulle crisi che sono passati dai 4 del 2009 a 11 nel 2010. La Conferenza è il precorso che Provincia e Comunità montane propongono per riempire di contenuti la prospettiva senza disconoscere le criticità di questa parte di territorio, come il calo demografico, la rete infrastrutturale, il dissesto idrogeologico. “Ne siamo consapevoli – dice ancora Bernazzoli - e per ognuna di queste cerchiamo di dare risposte con servizi. Abbiamo speso in 10 anni più di 200 ml di euro e dai nostri bilanci sociali emerge che l’investimento procapite in montagna è sei volte quello che investiamo in altre parti del territori. Vogliamo valorizzare questa parte, toglierla da una visione assistenziale, prendere quello che c’è e trasformarlo in energia per lo sviluppo”. In tutti e tre gli appuntamenti parteciperà la Regione, che condivide l’impianto della Conferenza: a Langhirano l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni; a Borgotaro il 4 marzo l’assessore regionale alle Attività produttive, sviluppo sostenibile, economia verde Gian Carlo Muzzarelli; l’ 11 marzo a Parma in Provincia con Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-romagna con delega alla valorizzazione della montagna. “E’ un lavoro in progress, un cantiere che inizia, una sfida dell’intera giunta provinciale, e al documento che poniamo in discussione hanno lavorato più assessorati – ha spiegato il vicepresidente Pier Luigi Ferrari sottolineando che si tratta di una traccia in cui sono contenuti i cambiamenti della realtà montana, gli interventi realizzati con le politiche di settore di cui ha beneficiato l’Appennino negli ultimi anni, i possibili scenari del riassetto delle funzioni amministrative e delle responsabilità di governo del territorio. “Se c’è un dato che emerge è la necessità di fare squadra e rete, a cominciare dalle istituzioni comuni. L’idea è quella di realizzare una cabina interistituzionale in cui Provincia, Regione, Comunità montane e comuni programmino gli interventi concertati e visionando gli esiti”. Anche per il presidente della Comunità montana Appennino Est Giordano Bricoli (Luigi Bassi dell’Unione comuni delle Valli del taro e del Ceno è stato trattenuto a Borgotaro) questi tre appuntamenti sono importanti per il confronto, l’individuazione dei problemi e delle opportunità da sfruttare. “Stiamo lavorando a trasformare la comunità montana in Unione di Comuni, per essere più efficienti e ridurre i costi – ha detto Bricoli - La montagna ha una complessità socio economica che va rivista per far sì che le opportunità siano messe a sistema e possano dare risultati. Un altro messaggio che vogliamo lanciare è quello di sollecitare lo Stato a condividere questa emergenza in modo che la montagna rientri nell’agenda del governo”. La conferenza è una occasione perché ognuno possa dare il suo contributo, un momento condiviso che coinvolga l´intera comunità provinciale, per questo è stato attivato il sito www.Provincia.parma.it/montagna201 1 e l’indirizzo montagna2011@provincia.Parma.it  A cui fare arrivare osservazioni, richieste, segnalazioni. Il punto di partenza, i problemi, le caratteristiche locali La situazione socio-economica dei territori montani presenta spiccati elementi di specificità nel contesto provinciale e regionale, con differenze non riconducibili alla parte alta o bassa delle valli. Ecco i più significativi. La situazione demografica, seppur in controtendenza in alcuni comuni, resta critica per la parte alta dell´Appennino. La crisi ha creato alcune situazioni acute. Sforzi crescenti si rendono necessari per garantire il mantenimento del livello medio dei servizi essenziali per la popolazione ed emergono alcune situazioni di estrema difficoltà in particolare nei settori dove minore è l´autonomia di manovra della Regione e degli Enti Locali, primo su tutti quello della scuola dell´obbligo. La difesa del suolo, il rischio di erosione e impoverimento restano problemi serissimi e potenzialmente in grado di aggravarsi in uno scenario di cambiamento climatico globale. Alcuni fenomeni emergenti che coinvolgono un uso nuovo delle risorse naturali possono rappresentare un´opportunità, ma hanno bisogno di essere messi a fuoco correttamente e governati adeguatamente e con lungimiranza. Alcuni elementi storici di debolezza delle aree montane - l´ambiente meno accessibile e quindi meglio preservato, la minore integrazione nei sistemi di produzione di massa e quindi la sopravvivenza di produzioni di nicchia, ecc.- possono effettivamente diventare punti di forza in un mondo che cambia. Occorre da un lato far emergere il reale patrimonio di risorse del nostro Appennino e dall´altro di scorgere e saper cogliere tempestivamente i mutamenti di scenario, per nuove opportunità. Se per lungo tempo le politiche per la montagna sono state politiche per frenare alcuni fenomeni che naturalmente portavano allo spopolamento e al depauperamento, si possono pensare oggi politiche per accelerare l´innovazione e aiutare così il nostro Appennino ad “agganciare” la corrente delle trasformazioni sociali ed economiche. Alcuni progetti sono già sul tavolo: il patto per l’Alta Val Taro per lo sviluppo di quei comuni, il lavoro sulle scuole di montagna per il mantenimento del presidio sul territorio e miglioramento dell’offerta educativa, il sostegno al distretto del prosciutto di parma e a quello dei motorini elettrici. Su altri temi si possono fare ulteriori passi avanti rispetto al lavoro già fatto negli scorsi anni per capitalizzare i risultati. Tante le situazioni: la produzione di energia da fonti rinnovabili (gli impianti fotovoltaici sulle case protette e a terra, oppure le caldaie termiche a biomassa legnosa a Monchio, Palanzano, Borgotaro), la qualificazione del turismo e degli operatori turistici a partire dall’esperienza in corso del Distretto Appennino Parma Est, la gestione sostenibile e integrata del territorio (difesa del suolo, difesa attiva).  
   
   
OCCUPAZIONE, PARCO AGRICOLO SUD MILANO, EXPO E PROLUNGAMENTI DELLE METROPOLITANE AL CENTRO DELLA GIUNTA APERTA ITINERANTE DI SAN DONATO MILANESE  
 
Milano, 2 febbraio 2011 - Occupazione, Parco Agricolo Sud Milano, Expo e trasporto pubblico. Sono risultati questi i temi approfonditi dal presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà e dai componenti l’esecutivo di Palazzo Isimbardi, nell’ambito della «Giunta aperta itinerante», che s’è svolta il 28 gennaio presso l’aula consiliare del Comune di San Donato Milanese (Collegio elettorale n. 43). Oltre ai membri della Giunta provinciale, all’incontro hanno partecipato pure il sindaco di San Donato Milanese, Mario Dompè, e il presidente del Consiglio comunale, Marco Compagnone. Si è trattato, dopo quelli di Arconate, Sesto San Giovanni, San Colombano, Legnano, Magenta, Segrate-idroscalo, Trezzano sul Naviglio e Parabiago, del nono appuntamento con quest’iniziativa, che il presidente Podestà ha improntato, nell’ottica del dialogo con il territorio, a un confronto diretto con i cittadini, le associazioni e le Amministrazioni coinvolte. «Uno dei primi obiettivi che mi sono posto nelle vesti di presidente della Provincia è stato quello di riavvicinare l’Ente ai cittadini - ha dichiarato Podestà -. Mi piace ricordare che il Milanese e Milano producono il 10% del Pil nazionale. Proprio per questa ragione, sono convinto dell’importanza che assume la fase di ascolto direttamente sul territorio, capace di facilitare la comprensione delle criticità». Il presidente Podestà si è, poi, rivolto alla delegazione di studenti dell’Istituto tecnico industriale “Enrico Mattei” di San Donato Milanese. «La crisi economica globale ha sollecitato l’Amministrazione provinciale a maturare un interesse sempre maggiore verso il mondo del lavoro – ha dichiarato il presidente Podestà -. Proprio per questa ragione, cari studenti, la Provincia di Milano, pure grazie all’operato dell’assessore alla Formazione, Paolo Del Nero, vi affiancherà verso la realizzazione professionale». Durante la seduta aperta al pubblico, preceduta dalla consueta Giunta a porte chiuse, il presidente Podestà si è a lungo soffermato sul futuro del Parco Agricolo Sud Milano. «È fondamentale tutelare il patrimonio naturalistico del primo parco perturbano agricolo d’Europa – ha dichiarato il presidente Podestà – ma non dobbiamo limitare la crescita occupazionale delle aziende che operano appena fuori dai confini dell’area protetta». Durante l’incontro, l’assessore provinciale ai Trasporti, Giovanni De Nicola, ha illustrato le azioni dell’Ente per favorire il prolungamento fuori dal capoluogo delle Metropolitane. Presentata, inoltre, ai cittadini l’iniziativa «Expo incontra Milano», che si terrà il 4 e il 5 febbraio. L’assessore all’Expo, Silvia Garnero, ha annunciato un incontro tra la Provincia di Milano e i sindaci dei Comuni del Milanese nell’ottica di discutere dei benefici prodotti dall’esposizione mondiale. Sono intervenuti pure l’assessore alla Sicurezza, Stefano Bolognini, che ha annunciato la realizzazione del nuovo Polo per la sicurezza integrata dell’Ente presso il Centro scolastico di San Donato Milanese, l’assessore all’Istruzione e all’Edilizia scolastica, Marina Lazzati, che ha anticipato la riapertura del Centro di orientamento scolastico di San Donato Milanese in collaborazione con Afol e, infine, l’assessore all’Agricoltura, Luca Agnelli, che ha illustrato il progetto di recupero del bosco di Zivido a San Giuliano.  
   
   
LAVORO. IN EMILIA-ROMAGNA 14 MILIONI PER L´APPRENDISTATO  
 
 Bologna, 2 febbraio 20110 – Sono oltre 14 milioni di euro le risorse con cui nel 2011 si finanzieranno in Emilia-romagna le attività formative per gli apprendisti assunti dalle aziende della regione. Circa 3 milioni saranno dedicati all’apprendistato in alta formazione e ai giovani che con l’apprendistato compiono il diritto-dovere di istruzione e formazione. La Regione ha definito i profili formativi per gli apprendisti all’interno del Sistema Regionale delle Qualifiche. “Affinché l’opportunità formativa sia reale – ha detto l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi – il percorso per gli apprendisti deve essere finalizzato a sviluppare le competenze tecnico-professionali adatte a migliorare la loro capacità di operare anche su processi lavorativi complessi, che possono dare nuove possibilità di occupazione”. Per raggiungere questi obiettivi la Regione ha messo a disposizione di apprendisti e imprese un catalogo regionale dell’offerta formativa, con le proposte presentate dagli enti di formazione accreditati. La Regione riconosce a tutti gli apprendisti che scelgono l’offerta formativa regionale un co-finanziamento, mentre i costi non coperti dal finanziamento regionale sono a carico del datore di lavoro. In Emilia-romagna si potranno acquisire anche titoli post laurea lavorando, con un contratto di apprendistato in alta formazione. La Regione sta acquisendo dagli atenei dell’Emilia-romagna dei percorsi di master che costituiranno l’offerta formativa per giovani laureati con meno di 25 anni, che potranno conseguire il titolo di Master universitario di I livello con un contratto di “Alto Apprendistato”. Tramite il contratto di “Alto Apprendistato” si potrà acquisire anche il dottorato di ricerca e il master di Ii livello. Nell’ultimo triennio sono stati circa 110 mila i contratti di apprendistato stipulati in Emilia-romagna.  
   
   
BOLZANO: DALLA PROVINCIA MINIAPPARTAMENTI PER PADRI SEPARATI O DIVORZIATI  
 
Bolzano, 2 febbraio 2011 - La Provincia ha deciso di mettere a disposizione a Bolzano, attraverso l’Ipes, quattro alloggi per padri separati o divorziati: la specifica delibera è stata approvata ieri (31 gennaio) dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore all’edilizia abitativa Christian Tommasini. La Provincia di Bolzano è il primo ente pubblico in Italia a varare una misura di questo genere. A integrazione del programma di costruzione dell’Istituto per l’edilizia sociale, l’assessore Tommasini ha portato ieri in Giunta una delibera che impegna l’Ipes a individuare 4 minialloggi a Bolzano idonei per la sistemazione dei genitori separati o divorziati. "Questi appartamenti, che dovranno sostituire la casa albergo di via Alessandria, sono considerati più idonei ai fabbisogni abitativi delle persone separate e divorziate", spiega Tommasini. Un ragionamento condiviso anche dall’Asdi (Centro per l’assistenza di separati e divorziati), che aveva accompagnato l´inziativa della casa albergo. La delibera è stata approvata dalla Giunta e sono state già individuate le quattro abitazioni che l’Ipes metterà a disposizione nel capoluogo: si trovano in via Milano, in via Piacenza e due in via Torino. Il provvedimento, oltre ad andare incontro alle esigenze dei padri singles e rispondere a un problema sempre più sentito, ha anche una valenza di buona pratica: quello adottato dalla Provincia di Bolzano è infatti il primo esempio di ente pubblico che mette a disposizione alloggi per questa tipologia di beneficiari.