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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Marzo 2013
Politica
PAPA FRANCESCO È INVITATO AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Roma, 20 marzo 2013 - Il Papa Francesco è stato invitato a rivolgersi al Parlamento europeo durante il suo primo giorno alla guida della Chiesa cattolica. Il presidente del Pe Martin Schulz, che ha partecipato alla messa d´inaugurazione in Vaticano, martedì mattina, ha sottolineato che il Papa sarà sempre il benvenuto a Strasburgo. "Spero di poter presto ricevere il Papa Francesco, per lanciare un messaggio europeo ed universale sui diritti fondamentali di cui oggi più che mai abbiamo bisogno". Martin Schulz si è unito ai più alti rappresentanti della politica internazionale durante la cerimonia in San Pietro, un luogo che riflette il desiderio del Papa di concentrarsi sulla semplicità. "Papa Francesco è sempre stato un uomo tra gli uomini, vicino ai poveri e ai bisognosi" ha dichiarato Martin Schulz, "Questo rappresenta una speranza sia per i credenti che per i non credenti".  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: 10 COSE IMPARATE DURANTE LA PLENARIA DI MARZO  
 
Strasburgo, 20 marzo 2013 - I deputati non accetteranno l´attuale proposta di budget europeo per il periodo 2014-2020 e si preparano a negoziare con i governi nazionali. Hanno anche definito la loro posizione per i negoziati relativi alla politica agricola comune, più verde e più giusta, e hanno approvato nuove leggi relative al risarcimento rapido per le controversie commerciali on line. Le fatture del 2012 e il 2013 non pagate non dovrebbero essere trasferite nel bilancio del prossimo anno, afferma il Parlamento in una risoluzione adottata mercoledì. I deputati insistono sul fatto che le fatture dello scorso e di quest´anno devono essere pagate al più presto, in modo che il 2014, primo anno del nuovo quadro pluriennale, possa iniziare senza un deficit contrario al diritto europeo. Per garantire un approvvigionamento alimentare stabile e di alta qualità per i consumatori europei, migliorando anche la protezione dell´ambiente, la nuova politica agricola comune (Pac) deve rendere le misure "ecologiche" obbligatorie, ma introdurre anche la flessibilità necessaria per permettere agli agricoltori di affrontare le sfide dei mercati. Questo si afferma nel mandato negoziale approvato dal Parlamento mercoledì. Le nuove norme approvate martedì dal Parlamento sono volte a promuovere la crescita e aumentano i poteri di sorveglianza e di veto sui bilanci dei paesi della zona euro della Commissione, rinforzandone allo stesso il controllo democratico. La normativa introduce anche regole per i paesi che richiedono assistenza finanziaria all´Ue. Nel suo discorso di martedì ai deputati, il presidente israeliano Shimon Peres ha dichiarato che il suo paese resta determinato a trovare una soluzione con due Stati. A partire dalle elezioni del 2014, il Parlamento europeo conterà meno seggi elettorali perdendo 15 deputati e passando da 766 a 751. Come verranno distribuiti i seggi tra i 28 Stati membri? Il Pe ha adottato mercoledì 13 marzo una proposta per una ripartizione equa e giusta, che rispetti i limiti imposti. Le nuove norme comunitarie sui sistemi di risoluzione alternativa delle controversie (Alternative Dispute Resolution o Adr in inglese) e quelli specifici per le vendite online (Online Dispute Resolution o Odr), già informalmente concordate con gli Stati membri, mirano a garantire che organismi Adr siano presenti in tutti i settori economici. In una risoluzione non vincolante adottata martedì, i deputati evidenziano come le donne, più degli uomini, soffrano a causa della crisi che ha portato a tagli dei bilanci e della spesa sociale, che devono quindi essere compensati da investimenti nella formazione professionale e nell´imprenditoria femminile. Due altre risoluzioni riguardano le misure di lotta contro gli stereotipi di genere nell´Ue e la tutela dei diritti delle donne nell´Africa del Nord. Il miglioramento della sicurezza alimentare in Europa era all´ordine del giorno martedì. A seguito dello scandalo della carne di cavallo, i deputati hanno incontrato il commissario europeo alla Salute Tonio Borg. I deputati hanno dicusso mercoledì pomeriggio della situazione in Siria e della minaccia nucleare che rappresenta la Corea del Nord, con l´Alto rappresentante dell´Ue Catherine Ashton. Giovedì, i deputati hanno anche richiesto alla Cina di procedere a delle riforme politiche. Sulla base della risoluzione votata giovedì, gli Stati membri dell´Ue dovrebbero intensificare i loro sforzi per combattere la corruzione nello sport, introducendo sanzioni comuni per le partite truccate. Al voto giovedì.  
   
   
DOMANI LA COMMISSIONE EUROPEA A COLLOQUIO CON IL GOVERNO RUSSO  
 
Bruxelles, 20 marzo 2013 - Il presidente José Manuel Barroso e la Commissione europea si riuniranno con il governo russo guidato dal primo ministro Dmitry Medvedev a Mosca il 21 marzo 2013. Questi colloqui coprono una vasta gamma di cooperazione Ue-russia, dalle discussioni sul Nuovo accordo Ue-russia alle questioni commerciali, la cooperazione energetica, i trasporti e la mobilità. Come parte di questa visita, il presidente Barroso incontrerà anche con il Presidente Putin. Gli incontri tra il governo russo e la Commissione si sono svolti dal 1997, più di recente a Bruxelles nel febbraio 2011. La riunione del Collegio dei Commissari con i loro ministri di contropartita della Federazione Russa sarà il più grande mai. L´incontro sarà l´occasione per rinvigorire l´relazioni Ue-russia e di dimostrare un interesse comune per affrontare problemi comuni attraverso il dialogo aperto. La visita dovrebbe consentire l´avanzamento ulteriore della cooperazione bilaterale in zone sotto la responsabilità della Commissione. Il presidente Barroso ha dichiarato: "Non vedo l´ora di andare a Mosca discutere con il primo ministro Medvedev e il Presidente Putin. La nostra relazione intensa e multiforme è ben illustrata nel nostro ordine del giorno: nuovo accordo Headway, nonché la cooperazione nei settori del commercio, dell´energia e della mobilità dovrebbero essere tra gli argomenti più importanti. La Russia è un partner strategico con cui vogliamo costruire la fiducia più strategico. Accanto agli accordi bilaterali che concludere, spero che questo sia il principale risultato dei nostri incontri ".  
   
   
UN PASSO IMPORTANTE VERSO UN REALE SINDACATO BANCARIO IN EUROPA  
 
Bruxelles, 20 marzo 2013 – L’intervento del Commissario Michel Barnier in seguito all´accordo trilogo relativo al creazione del meccanismo unico di vigilanza per la zona euro:” Abbiamo fatto un passo essenziale oggi e mi congratulo con il Parlamento europeo e il Consiglio per aver raggiunto un accordo su un importante pacchetto legislativo che affida alla Banca centrale europea, responsabile per la supervisione delle banche nel quadro del meccanismo unico di vigilanza e l´adeguamento delle norme di esercizio della European Banking Authority (Eba) a questo nuovo quadro. Vorrei in particolare ringraziare i ruoli svolti dalla Presidenza irlandese e dei relatori Marianne Thyssen e Sven Giegold. Questo è un primo passo fondamentale verso una unione bancaria vera e propria, che deve ristabilire la fiducia nelle banche della zona euro e garantire la solidità e l´affidabilità del settore bancario. Ciò contribuirà a rafforzare il mercato unico e per garantire la stabilità finanziaria. La zona euro è in questo momento esposto a difficoltà. Se l’ unione bancaria ed il funzionamento fossero già in vigore oggi, la gestione di questi problemi sarebbe molto più facile. Questi eventi rafforzano la nostra determinazione nel riformare la governance delle banche in modo significativo. Poche settimane dopo che i ministri dell´Economia e delle Finanze hanno confermato nel loro ultimo incontro i termini dell´accordo sulle regole che impongono requisiti patrimoniali più severi per le banche (il pacchetto Crdiv), abbiamo anche un accordo sulla creazione di un obiettivo e imparziale garante europeo, che dovrebbe essere operativo a partire da metà 2014. Ma l´architettura del sistema di sindacato bancario non si ferma qui. Stiamo anche lavorando alla creazione di un sistema integrato di risoluzione europea per tutti i paesi che partecipano al sindacato bancario. Questo sistema sarà costruito sulle fondamenta della direttiva sulla risoluzione bancaria per gli Stati membri, a causa di imminente adozione. Con l´accordo di oggi, un pilastro fondamentale del sistema di sindacato bancario è stato messo in atto. Vorrei ringraziare il Parlamento europeo il cui atteggiamento costruttivo ha permesso un ottimo risultato finale da raggiungere in tempi record. Sono fiducioso che il Parlamento europeo presto confermerà l’ accordo con un voto in plenaria. L´accordo apre la strada ad un pacchetto globale ed equilibrato legislativo, che pur riconoscendo la responsabilità della Banca centrale europea per tutte le banche della zona euro, stabilisce una chiara divisione dei compiti tra le autorità di vigilanza nazionali e la Bce. Inoltre, l´accordo protegge l´integrità del mercato unico, non solo perché il meccanismo unico di Vigilanza è aperta agli Stati membri al di fuori della zona euro, aprendo la strada a un sindacato bancario allargata, ma anche perché conferma il ruolo dell´Autorità bancaria europea rafforzando i suoi poteri. Il testo approvato dal Parlamento e dal Consiglio stabilisce anche regole per la gestione e la responsabilità della Banca centrale europea, che garantisce una netta separazione tra i compiti di vigilanza e le sue funzioni di politica monetaria. Prevede inoltre di meccanismi utili a rafforzare la responsabilità democratica della Bce per le sue attività di vigilanza. Un forte segnale di impegno e responsabilità è quindi stato dato oggi da parte dell´Ue per stabilizzare la zona euro, rafforzare il mercato unico e costituiscono una base per la crescita kickstart. Sfondo Il 12 settembre 2012 la Commissione ha adottato due proposte per l´istituzione di un unico meccanismo di controllo (Ssm) di banche guidato da Banca centrale europea (Bce). La proposta di regolamento Ssm scopo di affidare alla Bce compiti specifici di vigilanza su istituti di credito della zona euro. La proposta di accompagnamento per il regolamento l´Autorità bancaria europea (Eba) volto ad introdurre limitate modifiche al regolamento che istituisce l´Eba per garantire un equilibrio nel suo processo decisionale strutture tra l´area dell´euro e non Stati membri dell´area dell´euro. Il pacchetto legislativo ha seguito il vertice dell´area dell´euro del 29 giugno 2012, che ha invitato la Commissione a presentare proposte per l´istituzione di un unico meccanismo di controllo come precondizione per una eventuale ricapitalizzazione diretta delle banche da parte della Esm (European Stability Mechanism). Un accordo è stato raggiunto all´unanimità in seno al Consiglio Ecofin del 13 dicembre, la proposta della Commissione per un singolo meccanismo di vigilanza. Il Consiglio europeo del 14 dicembre ha accolto con favore l´accordo raggiunto e ha invitato i co-legislatori "concordare rapidamente in modo da consentire la sua attuazione nel più breve tempo possibile". A seguito di negoziati trilogo intensi mesi di gennaio e febbraio, co-legislatori hanno raggiunto un accordo sul pacchetto il 19 marzo 2013. Elementi chiave della Ssm: L´istituzione del meccanismo unico di vigilanza (Ssm) è un primo passo verso un´unione bancario e una delle pre-condizioni per la ricapitalizzazione diretta da parte della Esm. Un sistema integrato di "Union Banking" comprenderà anche un comune meccanismo di risoluzione nel settore bancario, sostenuta da un corpus unico di norme. L´ssm si applica a tutti dell´area dell´euro gli Stati membri ed è aperto alla partecipazione di altri Stati membri che desiderano intraprendere un percorso di maggiore integrazione della supervisione. Non Stati membri dell´area dell´euro possono decidere di aderire al Ssm stabilendo una stretta cooperazione tra le autorità competenti e la Bce. In tal caso essi possono, in condizioni di parità con l´euro gli Stati membri dell´area, partecipa alle attività del Consiglio di Sorveglianza di nuova costituzione che si occupa di pianificare ed eseguire i compiti di vigilanza attribuiti alla Bce. Il regolamento conferisce compiti di vigilanza e poteri alla Bce su tutti gli istituti di credito insediati all´interno della zona euro. La Bce svolge i suoi compiti all´interno di un Ssm composto dalla Bce e le autorità nazionali competenti. All´interno del Ssm, la Bce sarà responsabile della supervisione di tutte le banche del 6000 l´area dell´euro. In particolare: la Bce garantire l´applicazione coerente del singolo libro delle regole nella zona euro. La Bce a presidiare le banche con un patrimonio di oltre 30 miliardi di euro o che costituiscono almeno il 20% del Pil del loro paese d´origine o che hanno richiesto o ricevuto assistenza diretta finanziarie pubbliche del Efsf (European Financial Stability Facility) o Esm. La Bce sorvegliare le autorità nazionali di vigilanza di banche meno significativi. La Bce può in qualsiasi momento decidere di controllare direttamente uno o più di questi istituti di credito per garantire l´applicazione uniforme di elevati standard di vigilanza. Il lavoro delle autorità di vigilanza nazionale è integrato nel Ssm: per esempio, la Bce invierà le istruzioni alle autorità di vigilanza nazionali, e autorità di vigilanza nazionali hanno il dovere di comunicare alla Bce decisioni di vigilanza di conseguenza concreta. La struttura di governance della Bce sarà costituito da un Consiglio di Sorveglianza separata supportato da comitato direttivo, il Consiglio direttivo della Bce, e un pannello di mediazione per risolvere le controversie che possono sorgere tra le autorità nazionali competenti e il Consiglio direttivo. Netta separazione tra compiti di politica monetaria della Bce e dei compiti di vigilanza è pienamente garantita. Per le banche attive transfrontaliere sia all´interno che all´esterno degli Stati membri che partecipano al Ssm, esistenti interni / ospiti procedure di coordinamento supervisore continuerà ad esistere come fanno oggi. Nella misura in cui la Bce ha assunto diretti compiti di vigilanza, che svolge le funzioni dell´autorità di origine e di accoglienza per tutti gli Stati membri partecipanti. Le norme relative al funzionamento della Eba sarà adattata e il suo ruolo rafforzato. L´eba continuerà a sviluppare il corpus unico di norme applicabile a tutti i 27 Stati membri. Al fine di favorire la coerenza e l´efficacia delle prassi di vigilanza in tutta l´Unione, si svilupperà un manuale unico di vigilanza. Essa assicurerà inoltre che una regolare stress test vengono effettuati per valutare la resilienza delle banche europee. Ci saranno garanzie per gli Stati della zona euro non-membri mediante prescrizioni voto a doppia maggioranza per le decisioni dell´Eba sulla mediazione e sulle norme tecniche. Ciò garantisce che le decisioni sono supportati da entrambi a maggioranza dei partecipanti e dei non partecipanti degli Stati membri. L´ssm è previsto essere a posto un anno dopo l´entrata in vigore dei testi concordati. Per consentire una transizione senza una certa flessibilità per mezzo di disposizioni transitorie è previsto. Dopo un accordo sulle proposte in sospeso sulla ristrutturazione bancaria e risoluzione dei sistemi di garanzia e di deposito, come passo successivo, la Commissione presenterà una proposta relativa ad un meccanismo unico risoluzione europea per una gestione efficace risoluzione transfrontaliera banca ed evitare il denaro dei contribuenti andare in salvataggio banche .  
   
   
IL NUOVO SUPPORTO UE A CONTINUARE A MIGLIORARE LA SICUREZZA IN SOMALIA  
 
Bruxelles, 20 marzo 2013 - Ieri l´Unione europea ha deciso di fornire un sostegno supplementare di € 33 milioni di euro per la missione dell´Unione africana in Somalia (Amisom), che svolge un ruolo essenziale nel garantire il paese nel suo cammino verso la pace duratura, prosperità e stabilità. Il rinnovato sostegno Ue permetterà Amisom di continuare ad adempiere al proprio mandato e di raggiungere la sua forza totale di 17.731 truppe, come autorizzato dalle Nazioni Unite. Il sostegno dell´Ue copre i costi, come le indennità, le spese delle truppe della polizia e componente civile della missione, ei costi operativi del quartier generale della missione a Nairobi, in Kenya. Andris Piebalgs, commissario europeo per lo Sviluppo ha dichiarato: " Amisom continua a svolgere un ruolo fondamentale nella creazione di un ambiente più sicuro e più sicuro in Somalia a beneficio del popolo somalo e lo sviluppo del paese nel suo complesso L´ue è impegnata a continuare. Il suo sostegno alla Somalia per aiutare i somali per superare le sfide rimanenti non solo nel campo della pace e della sicurezza, ma anche per esempio migliorando la sicurezza alimentare, il rafforzamento dello stato di diritto e creazione di migliori scuole per i bambini ". Alto rappresentante Catherine Ashton ha detto: "Sostenere Amisom è un elemento chiave della strategia globale dell´Ue in Somalia, garantendo la necessaria sicurezza per il governo federale della Somalia per fornire governance, ristabilire lo stato di diritto e di fornire servizi sociali di base alle persone . Amisom continueranno ad essere importanti, come la Somalia, con il sostegno della Ue e gli altri partner, sviluppa le sue capacità e si assume la responsabilità per la propria sicurezza. A seguito della nomina del nuovo Presidente e del governo lo scorso agosto, l´Unione europea mantiene il suo impegno a sostenere la Somalia sviluppare ulteriormente la propria nuovo ordine politico. Ciò include la finalizzazione della Costituzione nel periodo fino a future elezioni generali. " Ciò equivale nuovi finanziamenti per € 33 milioni e porta il contributo complessivo dell´Ue a oltre € 444 milioni dal 2007. Dalla fine del 2011, notevoli progressi sono stati raggiunti, come Amisom, le forze di sicurezza nazionali somale e truppe allineate al governo somalo hanno ripreso il controllo della maggior parte del capitale di Mogadiscio e in altre parti del paese.  
   
   
INTERVENTO DEL RAPPRESENTANTE DELL´UNIONE EUROPEA CATHERINE ASHTON DOPO IL SUO INCONTRO CON IL PRIMO MINISTRO PALESTINESE SALAM FAYYAD  
 
Bruxelles, 20 marzo 2013 - "Primo Ministro, sono lieta di darvi il benvenuto ritorno a Bruxelles oggi. L´ultima volta che ci siamo incontrati, nel mese di ottobre, i negoziati per il nuovo piano d´azione per la politica di vicinato si era appena concluso, e sono molto lieto di annunciare che il Consiglio ha adottato la piano di ieri. Questo piano d´azione è il risultato di un impegno condiviso per approfondire le nostre relazioni bilaterali e rafforzare la nostra partnership privilegiata. Abbiamo discusso oggi il modo migliore per realizzare gli obiettivi comuni di questo piano d´azione, in particolare l´obiettivo di lanciare accordo per una vera e propria associazione. Ma, come si sa Signor Primo Ministro, non è solo su questo - si tratta anche di un impegno per uno stato palestinese basato sullo stato di diritto e rispetto dei diritti umani, si tratta di lavorare per uno sviluppo economico sostenibile, di realizzare il risanamento finanziario e migliorare la coesione sociale in tutta la Palestina. Si tratta anche di concentrare gli sforzi su Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza e l´Area C. Sono lieto che il presidente del Consiglio e io ora firmare un 7.000.000 € contratto di finanziamento proprio per questo scopo. L´accordo è volto a sostenere la presenza palestinese e promuovere lo sviluppo sociale ed economico in zona C, che tutti sappiamo è di fondamentale importanza per la vitalità economica della Palestina. Non vedo l´ora di lavorare in modo costruttivo con tutti i partner verso un cambiamento significativo in Area C. E non vedo l´ora soprattutto oggi, per continuare le discussioni con te Primo Ministro quando ci incontriamo nel quadro del Comitato ad hoc di collegamento.  
   
   
CONSIGLIO NAZIONALE PER L´INTEGRAZIONE EUROPEA  
 
Pristina, Kosovo, 20 marzo 2013 Di seguito l’intervento di ieri di Štefan Füle Commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato al Consiglio Nazionale per l´integrazione europea: “ Presidente, i membri del Consiglio nazionale, Signore e Signori, Quasi un anno fa ad oggi, ho avuto l´onore di parlare a voi in occasione della riunione inaugurale di questo importante Consiglio. Vorrei ringraziarvi per avermi dato una seconda opportunità di rivolgermi a voi oggi. L´ultima volta che ci siamo incontrati, ho avuto il piacere di lanciare il nostro Studio di fattibilità per un accordo di stabilizzazione e di associazione. Ho segnato un passo importante nello sviluppo della Unione Europea / Kosovo relazioni. Le conclusioni del Consiglio del dicembre dello scorso anno ha confermato questo. Abbiamo pubblicato lo studio nel mese di ottobre 2012 e ha indicato che ci avrebbe presentato direttive di negoziato per un accordo quando il Kosovo ha affrontato le priorità chiave dello stato di diritto, riforma della pubblica amministrazione, tutela delle minoranze e del commercio. Sono lieto che un po ´di tempo fa in occasione dell´incontro con il Vice Primo Ministro e Ministro Kuçi Citaku sono stato in grado di dire che il Kosovo ha infatti compiuto notevoli progressi su queste priorità. Rispondere a queste priorità saranno la base per me a proporre la presentazione di direttive di negoziato al Consiglio. L´ultima volta che ci siamo incontrati, ho anche chiamato sul Kosovo a mantenere le riforme. E tu hai fatto buoni progressi. Ma non si deve fermare qui, si deve continuare a fornire. Importanti riforme richiedono tempo. Lo studio di fattibilità inclusi suggerimenti aggiuntivi per il Kosovo al follow-up su. Il Kosovo deve proseguire gli sforzi per affrontare questioni cruciali come il sistema giudiziario, la riforma elettorale, l´Assemblea, e dei diritti umani e fondamentali. Kosovo avrà bisogno di mostrare continui progressi su questi temi per il prossimo futuro. Ma il Kosovo deve anche consegnare su altre questioni importanti, che sono tutti in discussione al dialogo strutturato sullo stato di diritto. Sai cosa mi riferisco. Il Consiglio prende una decisione positiva dell´accordo di stabilizzazione e di associazione direttive di negoziato se la valutazione della partecipazione del Kosovo nel suo dialogo con la Serbia è positivo. Settimo incontro di domani tra il primo ministro Thaçi e il primo ministro Dacic sarà fondamentale in questo senso. Entrambi i ministri hanno lavorato molto duramente sul dialogo da ottobre e li raccomando per questo. Entrambi continuano a mostrare coraggio, determinazione e visione. Le questioni sul tavolo sono complesse e molto sensibili, e le decisioni sarà difficile. Tuttavia, è essenziale continuare il buon lavoro e portarlo alla sua conclusione giusta. I vantaggi di un accordo sono semplicemente troppo importanti per perdere. Il primo ministro Thaçi non può farlo da solo. Nel dialogo con la Serbia, il supporto di tutti i capi responsabili del Kosovo, a prescindere dal loro posto nella divisione politica o le loro opinioni e lealtà su altre questioni è necessario. Un accordo con la Serbia richiede sostegno trasversale ai partiti, se è quello di lavorare. E deve funzionare se il Kosovo è quello di crescere e prosperare. E se il Kosovo è quello di crescere e prosperare, le diverse comunità deve essere in grado di vivere insieme in pace. Il dialogo domani e ulteriori progressi del Kosovo nel suo rapporto con la Serbia sono di fondamentale importanza per le relazioni con l´Unione europea. Sono inoltre fondamentali per il futuro della regione e le persone che vivono qui. Ho quindi cogliere l´occasione per fare appello agli altri partecipanti a questo incontro - soprattutto non quelli del governo - per il loro sostegno. E mi appello anche a coloro che hanno scelto di non essere qui oggi per partecipare a questo Consiglio e sostenere il suo buon lavoro. Come l´esperienza con altri paesi ha mostrato ulteriori progressi verso l´Europa necessita di un ampio consenso nazionale. Il Kosovo ha fatto progressi, sia nel dialogo con la Serbia e nei preparativi tecnici per un accordo di stabilizzazione e di associazione. Il Kosovo non dovrebbe fermarsi qui. Vogliamo che il Kosovo essere pronti a tutto campo, in modo da poter convincere i nostri Stati membri a sviluppare ulteriormente il nostro rapporto. Il Kosovo deve continuare con lo stesso dinamismo, con ulteriori sforzi credibili per lo stato di diritto e dei punti sottolineati nello studio di fattibilità 2012. La Commissione continuerà a sostenere il Kosovo in questo. Per concludere, vorrei ricordare l´ambizioso programma di Unione europea-Kosovo i rapporti stabiliti dal Consiglio lo scorso dicembre: Kosovo deve prendere decisioni coraggiose nelle future discussioni con la Serbia; Kosovo deve continuare ad attuare tutti gli accordi fino ad oggi e di essere costruttivo nel raggiungimento di nuovi; Kosovo deve continuare a lavorare per lo Stato di diritto e le altre priorità individuate nel nostro studio di fattibilità e da parte degli Stati membri, nel mese di dicembre; Kosovo deve prepararsi per essere pronti a iniziare negoziati per un accordo di stabilizzazione e di associazione. Le conclusioni anche confermato il nostro rendez-vous nel mese di giugno. Sono sicuro sia il Kosovo e l´Unione europea ce la farà. Vi auguro il coraggio e la saggezza. Ringrazio il Presidente, ancora una volta per avermi invitato a parlare qui oggi e per fornire l´opportunità di condividere con voi i messaggi importanti l´Alto rappresentante / Vicepresidente Catherine Ashton e ho avuto per il Kosovo. Ho fatto il punto che la Commissione europea è pronta a fare il caso che nessuno deve mettere in discussione la posizione del Kosovo nel mainstream dell´allargamento. La ringrazio molto per la vostra attenzione.  
   
   
POLITICA EUROPEA DI VICINATO (PEV) - SCHEDA INFORMATIVA  
 
Bruxelles, 20 marzo 2013 - La politica europea di vicinato (Pev) è stata elaborata nel 2004, con l´obiettivo di evitare l´emergere di nuove linee di divisione tra l´Ue allargata ei nostri vicini e invece rafforzare la prosperità, la stabilità e la sicurezza di tutti. Essa si basa sui valori della democrazia , stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Questo quadro della Pev è proposto al 16 del dell´Ue vicini più prossimi - Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldavia, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia e Ucraina. La Pev è principalmente una politica bilaterale tra l´Ue e ciascun paese partner. Si è ulteriormente arricchita e completata da regionali e multilaterali iniziative di cooperazione: il partenariato orientale (lanciato a Praga nel maggio 2009), l´Unione per il Mediterraneo (il partenariato euromediterraneo, in precedenza noto come il processo di Barcellona, ​​rilanciato nel Parigi nel luglio 2008), e la Sinergia del Mar Nero (lanciato a Kiev nel febbraio 2008). Nell´ambito della Pev l´Ue offre ai nostri vicini una relazione privilegiata, sulla base di un impegno reciproco verso valori comuni (democrazia e diritti umani, stato di diritto, del buon governo, principi dell´economia di mercato e sviluppo sostenibile). La Pev comprende l´associazione politica e una più profonda integrazione economica, una maggiore mobilità e più people-to-people contatti. Il livello di ambizione della relazione dipende dalla misura in cui sono condivisi questi valori. L´enp deve rimanere separata dal processo di allargamento, anche se non pregiudica, per i vicini europei, come il loro rapporto con l´Unione europea può sviluppare in futuro, in conformità delle disposizioni del trattato. Nel 2010-2011, l´Ue recensione della Pev e mettere un forte accento sulla promozione della democrazia profonda e sostenibile, accompagnata da uno sviluppo economico. Democrazia profonda e sostenibile comprende in particolare elezioni libere ed eque, la libertà di espressione, di riunione e di associazione, l´indipendenza giudiziaria e di lotta contro la corruzione e il controllo democratico sulle forze armate. L´ue ha anche sottolineato il ruolo della società civile, determinando la democrazia profonda e sostenibile. L´ue ha presentato "more for more" principio, in base al quale l´Ue svilupperà maggiormente partenariati con i vicini che fanno maggiori progressi verso una riforma democratica. Come funziona? Al centro della politica europea di vicinato sono i piani d´azione bilaterali tra l´Ue e ciascun partner della Pev (12 di loro sono stati d´accordo). Questi ha definito un programma di riforme politiche ed economiche con priorità a breve e medio termine, da 3 a 5 anni. Piani d´azione Pev riflettere le esigenze di ciascun partner e capacità, così come la loro e gli interessi dell´Ue. Anche i nomi dei piani d´azione variano a riflettere la situazione particolare di ciascun partner e alcuni sono chiamati "ordini del giorno d´associazione. La Pev non è ancora pienamente ´attivo´ per l´Algeria, Bielorussia, Libia e Siria in quanto tali non hanno ancora concordato piani d´azione. Un piano d´azione con l´Algeria è attualmente in fase di negoziazione. Sotto il piani d´azione Pev l´Ue collabora con i suoi partner per sviluppare società democratiche, socialmente eque e inclusive, e offre la sua integrazione economica vicini, migliora la circolazione delle persone attraverso le frontiere, assistenza finanziaria e la cooperazione tecnica verso ravvicinamento agli standard dell´Ue. La Commissione europea fornisce un sostegno finanziario sotto forma di sovvenzione ai partner, la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo integrare questo sostegno attraverso prestiti. La società civile svolge un ruolo importante nel contribuire alla costruzione della democrazia e del buon governo nei paesi partner. L´ue sostiene le organizzazioni attraverso la strumento per la società civile. La Pev si basa su accordi legali in essere tra l´Ue e il partner in questione: accordi di partenariato e di cooperazione (Apc) o accordi di associazione (Aa). L´attuazione della politica europea di vicinato è congiuntamente promosso e monitorato attraverso i comitati e sotto-comitati istituiti nel quadro di tali accordi. Il Servizio europeo per l´azione esterna e la Commissione europea pubblica ogni anno le relazioni sui progressi compiuti Pev. Le valutazioni contenute nelle relazioni sui progressi costituiscono la base per la politica dell´Ue nei confronti di ciascun partner nell´ambito della politica europea di vicinato "more for more" principio. Il 2013 Pev pacchetto - Il pacchetto 2013 Pev consiste in una comunicazione che tiene conto delle tendenze generali nei paesi vicini all´Ue, in 12 relazioni sui progressi (uno per ogni prossimo che ha concluso un piano d´azione Pev) e due relazioni regionali, uno per il Sud e uno per l´Oriente. Esso include anche un allegato statistico con indicatori quantitativi sui progressi verso la democrazia profonda e sostenibile e inclusiva dello sviluppo economico, nonché lo sviluppo delle relazioni economiche e people-to-people contatti tra l´Ue ei suoi partner. Lo sapevate che? Nel 2011, il commercio totale tra l´Ue ei suoi partner Enp valeva € 230 miliardi. Nel periodo 2007-2013, l´Ue ha fornito partner con oltre € 12 miliardi di soldi di concessione per l´attuazione della politica europea di vicinato. L´ue ha rilasciato 3.200.000 visti Schengen ai partner della Pev nel 2012.  
   
   
CONSULTAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SU COME MIGLIORARE I MEZZI DI RICORSO DEI CONSUMATORI NELLE CONTROVERSIE TRANSFRONTALIERE  
 
Bruxelles, 20 marzo 2013 - La Commissione europea ha avviato il 18 marzo una consultazione pubblica su come migliorare l´accesso alla giustizia per i consumatori e le piccole imprese nelle controversie transfrontaliere di modesta entità. Il procedimento europeo per controversie di modesta entità è uno strumento semplice ed economico di composizione delle controversie transfrontaliere il cui importo non supera i 2 000 euro e che non necessita di procedure giuridiche complesse. Aiuta il consumatore a far valere i suoi diritti, ad esempio in caso di mancata consegna di merci ordinate da un altro paese dell´Ue. Da una relazione dello scorso anno presentata dalla rete dei centri europei dei consumatori è emerso tuttavia che questo strumento di facile impiego è ancora poco conosciuto e spesso sottoutilizzato (Ip/12/985). La Commissione europea ha deciso pertanto di raccogliere i pareri dei consumatori, delle imprese e dell´opinione pubblica sull´attuale funzionamento del procedimento e su come potrebbe essere migliorato, semplificato o modernizzato. L´obiettivo è accrescere la fiducia negli acquisti transfrontalieri, aiutando in tal modo i consumatori e le imprese a sfruttare appieno le potenzialità del mercato unico europeo. La vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia, ha dichiarato: "Cercando buoni affari oltrefrontiera i consumatori possono ottenere le migliori condizioni nel mercato unico, ancora più a portata di mano grazie alla possibilità di comprare online. Talvolta però qualcosa va storto, ci possono essere problemi con i prodotti o con la consegna. Per evitare procedure legali lunghe, costose e difficili, l´Ue facilita l´accesso alla giustizia per i consumatori europei affinché possano esercitare in maniera concreta i loro diritti." La consultazione durerà fino al 10 giugno 2013, dopodiché la Commissione valuterà i contributi pervenuti ed entro la fine del 2013 riferirà sul funzionamento del procedimento per le controversie di modesta entità a cinque anni dalla sua introduzione. La relazione sarà accompagnata, se necessario, da una proposta di revisione del relativo regolamento. La consultazione mira a raccogliere pareri sull´attuale utilizzo del procedimento per le controversie di modesta entità e su come migliorarlo, chiedendo, ad esempio, se si possa applicare anche alle controversie superiori all´attuale tetto massimo di 2 000 euro, se la relativa documentazione giuridica possa essere inviata per via elettronica e se si debba anche affrontare la questione delle spese processuali. Sui mercati nazionali, negli ultimi 12 mesi, circa il 20% dei consumatori europei dichiara di aver incontrato problemi con un prodotto, un servizio, un dettagliante o un fornitore. Il valore medio stimato delle perdite è di 375 euro per caso. Il 60% dei consumatori intervistati ha trovato una soluzione soddisfacente direttamente con il commerciante ma il restante 40% non ha ottenuto soddisfazione e, di questi, il 25% non ha neppure tentato di reclamare. Il numero di consumatori che agisce in giudizio contro imprese quando ha un problema è poca cosa (2% di coloro che hanno incontrato un problema, negli ultimi 12 mesi). Di essi, molti (26%) sostengono di non aver reclamato per l´esiguità dell´importo in questione; alcuni (13%) ritengono il procedimento troppo oneroso rispetto alla somma reclamata, altri (12%), lo ritengono troppo lungo. Il procedimento per le controversie di modesta entità è stato concepito proprio per questi casi. Tuttavia, è ancora poco conosciuto e sottoutilizzato. La Commissione europea sta quindi portando avanti una campagna di sensibilizzazione insieme agli Stati membri per richiamare l´attenzione sull´esistenza di questo strumento e garantirne l´applicazione. Ad esempio, sta collaborando con le autorità giudiziarie e i centri europei dei consumatori per promuoverlo attivamente tra i consumatori e in ambito giudiziario. Esempio di un caso risolto con il procedimento per le controversie di modesta entità Un consumatore austriaco aveva ordinato abiti da surf a un sito web tedesco e pagato 228 euro in anticipo tramite bonifico bancario. Il venditore non aveva consegnato la merce né aveva rimborsato il prezzo d´acquisto. Il consumatore ha avviato quindi un procedimento europeo per le controversie di modesta entità e il giudice competente a Linz ha emesso una sentenza a favore del consumatore, successivamente eseguita dalle autorità tedesche a Charlottenburg. Il consumatore ha ottenuto la restituzione del prezzo d´acquisto. Contesto Il procedimento europeo per le controversie di modesta entità (regolamento (Ce) n. 861/2007) è diretto a migliorare l´accesso alla giustizia, semplificando i ricorsi transfrontalieri per dirimere piccole controversie in materia civile e commerciale e riducendone i costi. È stato appositamente concepito per aiutare i consumatori a far valere i loro diritti e garantire l´accesso alla giustizia nelle cause transfrontaliere. Il meccanismo è entrato in vigore il 1º gennaio del 2009. Le controversie cosiddette "di modesta entità" riguardano importi non superiori a 2 000 euro, esclusi gli interessi, i diritti e le spese (al momento in cui il modulo di domanda perviene all´autorità giudiziaria competente). La sentenza è pronunciata nel paese di residenza del consumatore, salvo che il consumatore non scelga quello della parte avversa. Essa tutela i diritti processuali del consumatore ed è direttamente applicabile nel territorio della parte soccombente e in qualsiasi altro paese dell´Ue. Il procedimento si svolge soprattutto per iscritto, ricorrendo a moduli predefiniti. Non è necessario essere rappresentati da un avvocato. A partire dal 2013, i consumatori in 7 paesi pilota (Portogallo, Estonia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Repubblica ceca e Austria) potranno compilare i moduli per le controversie di modesta entità e portare a termine l´intero iter giudiziario per via elettronica, attraverso il portale "e-Justice". La versione elettronica dei moduli standard è già disponibile online (in 22 delle lingue ufficiali dell´Ue).  
   
   
LOMBARDIA, NASCE LA GIUNTA MARONI: 14 ASSESSORI, METÀ SONO DONNE  
 
Milano, 20 marzo 2013 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha annunciato la composizione della Giunta regionale della X Legislatura, che è costituita da 14 assessori, "come promesso con parità di genere" (7 donne e 7 uomini). Ecco l´elenco. Mario Mantovani, vice presidente, Salute; Valentina Aprea Istruzione, Formazione e Lavoro; Viviana Beccalossi Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo; Simona Bordonali Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione; Paola Bulbarelli Casa, Housing sociale e Pari opportunità; Maria Cristina Cantù Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato; Cristina Cappellini Culture, Identità e Autonomie; Alberto Cavalli Commercio, Turismo e Terziario; Maurizio Del Tenno Infrastrutture e Mobilità; Gianni Fava Agricoltura; Massimo Garavaglia Economia, Crescita e Semplificazione; Mario Melazzini Attività produttive, Ricerca e Innovazione; Antonio Rossi Sport e Politiche per i giovani; Claudia Terzi Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile. Segretario generale, come già anticipato, sarà Andrea Gibelli. "La scelta - ha spiegato Maroni - è stata fatta sulle competenze di ciascuno, sul carattere che hanno mostrato e che ho conosciuto incontrandoli. Questa è una squadra: non ci sono differenze di carattere politico per me. E´ e deve essere una grande squadra, che lavora sulla base di un programma, che è stato presentato agli elettori e che gli elettori hanno confermato e premiato". "Quella della mia Giunta - ha proseguito Maroni - sarà un´azione concreta e spero efficace, ma assolutamente rispettosa delle prerogative del Consiglio regionale, che io voglio coinvolgere e valorizzare e a cui voglio assegnare compiti importanti di riforma". "Si apre oggi - ha spiegato ieri il presidente - una legislatura che dovrà affrontare temi rilevanti a cominciare da quello del lavoro e della crisi economica ma che dovrà essere segnata anche da grandi riforme, a cominciare da quella del sistema sanitario, che è ottimo ma che si può migliorare, facendo tutto ciò che serve per rendere la Lombardia e il sistema lombardo l´eccellenza in Italia e in Europa". "Abbiamo poi - ha chiarito Maroni - la prospettiva di realizzare un grande accordo di collaborazione e di cooperazione con le altre Regioni, con il progetto della Macroregione che è nel programma di governo e che rappresenta una sfida, che riguarda non solo l´Italia ma anche l´Europa". Il presidente Maroni ha poi riferito che la prima riunione di Giunta si terrà domani e che il Consiglio regionale si riunirà invece il 27 marzo. "Confronto e dialogo - ha concluso Maroni - a cominciare dalla prima seduta del Consiglio regionale, saranno le caratteristiche della mia amministrazione. Confronto e dialogo con il Consiglio nel rispetto dei reciproci ruoli, con le parti sociali e con chiunque ha interesse a fare proposte e a partecipare alle iniziative che Regione Lombardia elaborerà in questa legislatura". I curriculum degli assessori saranno disponibili sul portale di Regione Lombardia http://www.regione.lombardia.it/  
   
   
LA REGIONE SICILIA, ABOLISCE LE PROVINCE : ELEZIONI DI MAGGIO CANCELLATE  
 
Palermo, 20 Marzo 2013 – Abolite le Province regionali in Sicilia. Gli enti saranno commissariati ed entro l´anno dovranno essere sostituiti, con una nuova legge, da liberi consorzi di comuni. Per i consorzi dei comuni sono previste elezioni di secondo grado, dunque i componenti saranno indicati dai sindaci e non ci saranno più elezioni per presidenti di Provincia e consiglieri. Il maxi-emendamento a firma dei capigruppo di Pd, Udc e lista Crocetta, è stato approvato con 53 sì e 28 no, con voto segreto. Il gruppo 5stelle ha votato in linea con la maggioranza. Seduto nei banchi del governo, ieri sera, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha accolto la votazione con un applauso.  
   
   
PROVINCIA DI TORINO: AL VIA LA RIDUZIONE DEL NUMERO DI ASSESSORI  
 
Torino, 20 marzo 2013 - “Con le dimissioni da assessore provinciale all’edilizia scolastica ed istruzione rassegnate oggi dal neo parlamentare Umberto D’ottavio, comincia il dimagrimento della Giunta provinciale. Riassegnerò internamente le deleghe di D’ottavio, che ringrazio per l’impegno di questi lunghi anni a Palazzo Cisterna in entrambe le mie amministrazioni”: lo ha detto il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta informando ieri mattina gli assessori durante la seduta della Giunta provinciale. “Non sono certo i tempi di nominare nuovi assessori – aggiunge Saitta – sia per contenere le spese sia per evitare di far crescere una macchina come quella della Provincia di Torino che a causa dei pesantissimi tagli alle risorse da parte della Regione Piemonte rischia di trovarsi in questo 2013 con funzioni delegate da svolgere e senza i soldi per poterlo fare”.  
   
   
SARDEGNA, DELIBERA SU TEMPI PROCEDIMENTI, TRASPARENZA E ANTI-CORRUZIONE. CAPPELLACCI: "DIAMO VITA AD UNO SHOCK ANTIBUROCRAZIA"  
 
Cagliari, 20 Marzo 2013 - "Una serie di azioni per dare luogo ad un vero e proprio shock anti-burocrazia". Così il presidente della regione, Ugo Cappellacci, annuncia l´approvazione durante la riunione di ieri della Giunta di una delibera destinata a contrastare le lentezze della pubblica amministrazione. "É intollerabile - osserva Cappellacci - che i tempi della pubblica amministrazione siano diversi da quelli che tutti noi viviamo nel quotidiano come cittadini, lavoratori, imprenditori, studenti eccetera. Per questo - ha aggiunto il presidente - occorre una netta distinzione tra la buona amministrazione e quella che invece non rispetta i cittadini. Il rispetto dei tempi di ogni procedimento - evidenzia Cappellacci - sarà ancorato alla valutazione del responsabile e la mancata o tardiva emanazione del provvedimento sarà elemento di valutazione della performance individuale nonché di responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente. Abbiamo inoltre istituito - prosegue il presidente - la figura del sostituto del responsabile del procedimento, che subentra nel caso di inerzia del responsabile: ciascuna Direzione Generale dovrà nominare tale figura. L´elenco sarà pubblico e consultabile sul sito Web istituzionale della Regione. Inoltre - prosegue Cappellacci - abbiamo stabilito che il Piano della Performance ed il Programma Triennale per la trasparenza e l´integrità, che saranno approvati entro il 30 maggio, saranno strettamente collegati alle misure anti-corruzione, per sottolineare la necessità di contrastare le patologie della pubblica amministrazione con azioni volte a incrementare la trasparenza della stessa".  
   
   
PUGLIA, INSEDIAMENTO NUOVA GIUNTA. VENDOLA: "CHIEDO CONDIZIONI DI BUONA POLITICA"  
 
Bari, 20 marzo 2013 - “Penso di aver fatto, nel modo forse meno felice per come si è sviluppata questa vicenda, il miglior governo possibile, nelle condizioni date in questa regione, per rispondere ai problemi di questa terra. Soprattutto spero che questo sia davvero il miglior governo, nelle cose che sarà in grado di fare”. Lo ha detto ieri pomeriggio il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola parlando con i giornalisti al termine dell’insediamento della nuova giunta regionale. “La riunione di oggi è stata anche l’occasione per fare il punto sulla situazione – ha detto Vendola - e per ragionare su quale debba essere la marcia con cui questa amministrazione riprende il suo cammino con l’obiettivo di completare la legislatura fino al 2015. Abbiamo avuto una prima messa a punto di quella che deve essere una straordinaria esperienza di rilancio e non un governo di sopravvivenza”. Molteplici per Vendola gli obiettivi, primo fra tutti “dare un impulso straordinario all’insieme delle attività che sono in corso e che riguardano l’opera di modernizzazione della nostra regione, il completamento delle infrastrutture, l’apertura dei cantieri, la partenza della seconda fase della riforma del nostro sistema socio sanitario”. “Ma occorre soprattutto – ha sottolineato Vendola – che questo governo consolidi quel dato che avete visto ieri sul Sole24ore (L’indice di disagio socioeconomico che vede la Puglia vicino alla media nazionale insieme con Lazio, Toscana e Abruzzo e davanti a tante regioni non solo del Sud ndr) frutto di 8 anni di fatica, di impegno, di sudore per tirare fuori la Puglia dal precipizio nel quale è finito quasi tutto il mezzogiorno d’Italia. La Puglia fa la differenza nel sud, tutti gli indicatori macroeconomici confermano questa realtà ma per noi questo è soltanto un promemoria per capire quanto possiamo fare. Non è l’agenda dell’autoconsolazione ma avere la consapevolezza che si può fare molto e che noi dobbiamo fare ancora di più”. Vendola si è poi soffermato sulle condizioni per restare al timone della Puglia per i prossimi due anni, “condizioni – ha detto - che sono legate esattamente al far corrispondere una esperienza di governo all’attesa che c’è in Puglia, e cioè a fare di questo governo un esecutivo che combatta giorno e notte contro la povertà e che possa sentire fino in fondo il dolore degli 800mila nuovi poveri pugliesi”. Per fare questo occorre “avere una squadra di governo coesa, entusiasta e capace di esprimere questo protagonismo forte. Significa - ha aggiunto Vendola - avere una maggioranza, speriamo larga che senta sempre di essere al servizio della comunità pugliese. Senza queste condizioni non ci sarà ne il governo né il Presidente Vendola. Sono le condizioni della buona politica quelle che io mi sento di chiedere a tutti. Potersi concentare di più sulla funzionalità di un esecutivo e quindi sulle funzioni che devono essere reclutate per mettere in piedi un gabinetto di combattimento è stata l’unica bussola che io ho avuto”. Per quanto riguarda i partiti Vendola ha sottolineato la sua volontà “di rispettarne fino in fondo la sensibilità e il ruolo senza mai però rinunciare alle mie prerogative”. “L’esercizio delle mie prerogative - ha aggiunto - è un vantaggio per i partiti. Se solo si capisse questo punto credo che eviteremmo molte battaglie in un bicchiere d’acqua. Soprattutto quando è particolarmente complicata la geografia dei partiti”. Vendola infine si è soffermato su che cosa significhi fare un rimpasto. “Fare un rimpasto è una cosa molto complessa da un punto di vista politico ed è terribile dal punto di vista delle relazioni personali – ha detto il Presidente – se c’è un potere di cui avrei fatto volentieri a meno è il potere di interferire nella vita degli altri sia quando tolgo dalla sua quiete domestica una persona sia quando valuto che si sia concluso un mandato di un singolo assessore. Io a chiunque abbia potuto ferire in questa vicenda – ha concluso Vendola - mi sento di chiedere scusa, non volevo ferire nessuno. Penso, tra gli altri, a Fabiano Amati con il quale ho avuto anche sentimenti di amicizia. Ma questo appartiene esattamente alla natura di un rimpasto”.  
   
   
MALTEMPO IN TOSCANA, ROSSI: “IL GOVERNO ESCLUDA GLI INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DAL PATTO DI STABILITÀ”  
 
Firenze, 20 marzo 2013 – Il presidente Enrico Rossi chiederà lo stato d’emergenza nazionale perché il Governo si faccia carico dei danni subiti con l’ultima ondata di maltempo, che da una prima stima ammonterebbero a 30 milioni di euro. “Ma soprattutto – ha aggiunto Rossi – chiederemo al nuovo governo, che mi auguro si insedi al più presto, di escludere gli investimenti per gli interventi di messa in sicurezza idraulica e idrogeologica dal Patto di stabilità. Ancor prima di chiedere nuove risorse chiederemo questo. E’ assurdo finire sott’acqua per i vincoli di Maastrich. E’ bene che Governo e Parlamento se lo mettano in testa. Chiederò a tutti i nostri parlamentari di essere al nostro fianco in questa battaglia che siamo pronti a portare avanti anche con proteste forti, se sarà necessario”. All’indomani delle nuove ferite subite dalla Toscana a causa dell’ultima ondata di maltempo, il presidente Rossi insieme all’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini fa un primo bilancio. Sette le provincie interessate dalle esondazioni e dalle frane: Pistoia, Prato, Massa Carrara, Lucca, Firenze, Arezzo e Livorno. Ad oggi si calcolano circa 30 milioni di danni, a fronte dei quali sarà firmato in giornata il decreto presidenziale per la richiesta dello stato d’emergenza. Ma lunedì sarà portata in giunta la delibera più dettagliata con i danni subiti Comune per Comune con la stima effettiva e allora la cifra potrebbe salire a 50 milioni di euro. “Al netto dei cambiamenti climatici di cui ormai è chiara l’incidenza – ha poi continuato Rossi- è evidente che là dove siamo intervenuti o interverremo, le cose stanno andando meglio. Mi riferisco per esempio all’Ombrone, dove la realizzazione della cassa di espansione di Ponte alle Vanne ha aiutato e vitato il peggio. La questione degli interventi per l’assetto idraulico – ha proseguito – la Regione la prende sul serio. Solo a dicembre abbiamo stanziato 100 milioni per le ultime alluvioni di Grosseto e Massa. Ma senza un impegno forte da parte del Governo non ce la possiamo fare. E quindi non solo chiediamo che tenga fuori dal Patto questi 100 milioni, ma anche i 110 milioni stanziati dal Governo stesso e tutti i residui che abbiamo già impegnato ma che non possiamo spendere”. Lunedì in giunta l’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini porterà l’elenco delle esigenze già programmate in Toscana necessarie per la riduzione del rischio e che la Regione chiede siano escluse dal Patto. Scheda Maltempo: Nella giornata di ieri è transitata sulla nostra regione un’intensa perturbazione atlantica associata a piogge diffuse su tutta la Toscana particolarmente persistenti ed abbondanti sulle zone settentrionali dove si sono registrati massimi puntuali fino a 225 mm in 24 ore. Per fare capire l’importanza del fenomeno, basti pensare che nella giornata di ieri a Pistoia sono caduti circa 80 mm di pioggia contro una media mensile di 93 mm. Danni: Colpite 7 province su 10: Pistoia, Prato, Massa- Carrara, Lucca, Firenze, Arezzo e Livorno. La situazione più critica: Pistoia il fiume Ombrone e suoi affluenti così come Prato che ha avuto anche l’emergenza Bisenzio; Livorno con il torrente Isola a Collesalvetti; Lucca con parte del reticolo minore fra cui il Fossa Nuova nella zona di Capannori. La provincia di Firenze con la Sieve e il Bisenzio ma soprattutto l’Ombrone a Poggio a Caiano. Interventi più urgenti: sul Bisenzio, sono necessari due tipologie di intervento: a nord id Prato con la realizzazione di una zona di invaso delle acque mentre a valle di Prato con il consolidamenti puntuale degli argini, consolidamenti puntuali che si estendono da Prato alla confluenza dell’Arno., la prima stima di questi interventi si aggira sui 15 milioni. Sull’ombrone la situazione è più complicata e difficile, non ci sono spazi sufficienti per realizzare casse d’espansione, oltre alle due già previste che sono quelle della Querciola (Quarrata), dove c’è già il progetto definitivo in fase di ultimazione. I cantieri apriranno ad ottobre-novembre per un investimento di 4 milioni (di cui 3,8 della Regione disponibili) Altro intervento, quello di Laghi Primavera (Pistoia), per un investimento di circa 8 milioni dove le risorse sono già disponibili.  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE SCOPELLITI HA COMMENTATO IL RAPPORTO DEL CENSIS  
 
Catanzaro, 20 marzo 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha così commentato il rapporto del Censis: “Il rapporto presentato dal Censis fornisce uno spaccato preoccupante ma deve esserci utile per capire come reagire immediatamente ad una fase negativa mondiale che coinvolge anche il Sud Italia. Per troppo tempo i governi che si sono susseguiti hanno cercato di trovare soluzioni idonee alla rinascita del Mezzogiorno, chi più attivamente e chi meno ha provato a far ripartire una zona dell’Italia da sempre ritenuta un peso. Il nostro non è un territorio così disgraziato su cui non scommettere, basterebbero pochi accorgimenti per avviare la scintilla del rilancio. Lo Stato dovrebbe garantire un grande investimento nelle infrastrutture per il miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari già esistenti. Potenziando questi due aspetti il Sud sarebbe già più attraente agli occhi degli investitori italiani e stranieri. Se a questa operazione si aggiungesse una reale sburocratizzazione per la costruzione di nuove installazioni industriali in rispetto di una ecologia e di uno sviluppo sostenibile e una vera defiscalizzazione per le nuove assunzioni, nel giro di poco tempo ci troveremo a poter gestire una delle aree più ricche in produzione e scambi commerciali del Mediterraneo. Solo così si potrebbero trasformare i rapporti negativi sullo stato dell’economia del Sud Italia in un felice quadro di sviluppo e armonia. Nessuno potrà più parlare di disoccupazione perché potremo permettere ai nostri giovani di rimanere nella loro terra a lavorare, una maggiore crescita demografica, una migliore sanità senza migrazione per le cure ma fiduciosa nelle eccellenze che si trovano nelle regioni del meridione italiano. E’ arrivato il momento di far smettere le chiacchiere e di agire. Non serve un programma fantascientifico ma un programma di buon senso che potremmo tradurre nelle parole di Seneca: "Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, è perché non osiamo farle che diventano difficili”.  
   
   
COMMISSIONI PROVINCIALI PER L’ARTIGIANATO: VIA ALLE LINEE GUIDA. CAMPANIA: RAPIDITÀ D´AZIONE E RISPETTO DEI PRINCIPI DI TRASPARENZA  
 
Napoli, 20 marzo 2013 - L´assessorato alle Attività produttive e allo Sviluppo economico della Regione Campania ha diffuso le linee guida necessarie ad assicurare il regolare svolgimento delle attività delle Commissioni Provinciali per l’Artigianato, ricostituite a gennaio 2013, impegnate nello smaltimento delle pratiche arretrate di iscrizione all´albo delle imprese artigiane. L´assessorato sottolinea la necessità che le domande pervenute in Commissione, esaminate secondo l’ordine cronologico, vengano istruite esclusivamente dal personale delle singole Camere di Commercio allo scopo di evitare confusioni di ruoli tra gli istruttori, responsabili del procedimento, e i componenti delle Cpa, che sono invece i soggetti decisori. La nota chiarisce che, qualora non fosse possibile accertare i presupposti per l’iscrizione all’albo delle imprese artigiane, i sopralluoghi presso le aziende vanno ridotti al minimo indispensabile e comunque riportati all’interno di una specifica relazione, in applicazione dei principi di trasparenza. "Le regole che le Commissioni Provinciali per l´Artigianato - sottolinea Fulvio Martusciello, consigliere del presidente Caldoro alle Attività produttive e allo Sviluppo economico - applicheranno nell´esercizio delle loro funzioni rispondono ai più rigorosi principi di trasparenza, affinché il lavoro relativo allo sblocco delle pratiche, fondamentale per rimettere in moto un settore vitale per il nostro tessuto produttivo come l´artigianato, contemperi rapidità d´azione, efficacia ed evidenza pubblica."  
   
   
“PATTO DI STABILITÀ PER I PICCOLI COMUNI DELLA BASILICATA”, IL 21 UN SEMINARIO  
 
Potenza, 20 marzo 2013 - “Il patto di stabilità per i piccoli Comuni” è il tema di un seminario organizzato dall’Ufficio Autonomie locali e in programma per il 21 marzo nella Sala Inguscio della Regione. I lavori avranno inizio alle ore 9. Durante il seminario si procederà all’analisi degli adempimenti e si parlerà di soggetti passivi e fattispecie escluse, di calcolo degli obiettivi, connessioni con il bilancio tradizionale e modalità del monitoraggio, di certificazioni, controlli e rendicontazioni. Saranno analizzati, inoltre, il concetto di saldo di competenza mista utile ai fini del patto di stabilità interno, le sanzioni e le modalità applicative, i profili di responsabilità in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi e in caso di artifici contabili o altre forme elusive, non tralasciando esempi pratici e consigli operativi. Introdurrà i lavori il dirigente dell’Ufficio Pasquale Monea, relazionerà Vincenzo Cuzzola, esperto di problematiche degli Enti locali.  
   
   
VENETO: IN AUMENTO RICHIESTE CIG IN DEROGA, MOBILITA’ E CONCORDATI; SITUAZIONE DRAMMATICA  
 
Venezia, 29 marzo 2013 - “La crisi sta diventando sempre più aggressiva, aumenta l’incertezza del futuro da parte delle nostre aziende e dei nostri lavoratori. Crescono le richieste di cassa integrazione in deroga, le procedure per i concordati fallimentari e le richieste per la messa in mobilità dei lavoratori. Già nel dicembre 2012 avevamo detto che si sarebbero esauriti i fondi per gli ammortizzatori sociali, quando il Governo aveva assegnato al Veneto risorse insufficienti a farvi fronte. Oggi ripetiamo il grido d’allarme lanciato allora perché il nostro fabbisogno è di almeno 78 milioni di euro, nettamente superiore ai 38 milioni di euro assegnati che ci consentirà una copertura degli ammortizzatori sociali non oltre maggio. Trovo pertanto scandaloso e indecente, lo dico con un misto di ironia e di rabbia, l’emendamento “vongole” approvato in Consiglio regionale perché dimostra di non aver colto la drammaticità della situazione. I lavoratori del settore della pesca sono in crisi come lo sono tutti gli altri settori. Non si può pensare, come invece è stato fatto, di distrarre risorse dal capitolo sulle politiche attive del lavoro in Veneto a cui sono stati tolti ben 2 milioni di euro”. Lo ha detto stamani l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan intervenuta all’incontro con la stampa a conclusione della seduta della Giunta regionale, nella sede di Palazzo Balbi a Venezia. L’assessore ha fatto il punto sulla situazione del lavoro nel territorio regionale, fornendo i dati aggiornati della banca dati di Veneto Lavoro: le richieste di cassa integrazione in deroga sono state 6693 nei primi due mesi del 2013, riguardano 40 mila lavoratori, e sono pari a 313 milioni di euro, ma con un ‘tiraggio’ (cioè un fabbisogno effettivo) del 20-25% che è tuttavia in netto aumento rispetto agli ultimi anni. Donazzan ha fatto presente che domani non sarà a Roma dove si terrà l’incontro tra le Regioni e il Ministro Fornero, né andrà a Mel dove pure c’è un incontro importante e delicato per la sorte dell’Acc: “ma resterò in Consiglio regionale – ha sottolineato – a difendere il bilancio sul lavoro”. Inoltre l’Assessore veneta si è soffermata sulle domande di aziende che hanno chiesto la cassa integrazione in deroga negli ultimi mesi del 2012 e che giacevano da tempo in Regione perché bloccate a livello ministeriale. “Quelle domande – ha rilevato - hanno tutte ricevuto risposta dopo un lavoro “straordinario ed encomiabile” portato avanti dalla task-force creata nell’ambito della direzione regionale lavoro con l’aiuto delle direzioni regionali istruzione e formazione . “Il Governo – ha informato Donazzan - aveva previsto che tutti gli accordi sulla cig in deroga terminassero al 31 dicembre 2012, senza tener conto delle domande presentate verso la fine dell’anno e che ricadevano nel 2013. La Regione pertanto si trovava ad avere bloccate le autorizzazioni, con una situazione di caos vero e proprio, senza copertura né finanziaria né normativa. Alla fine, dopo che le Regioni hanno praticamente sfidato il Ministero, ci è stata garantita la copertura per questa tranche di richieste, e grazie al lavoro della direzione regionale tutte le richieste avanzate dalle aziende venete sono state autorizzate. Ora il problema rimane quello della copertura finanziaria”. Altri elementi informativi sulla questione lavoro forniti dall’esponente del Governo veneto sono stati quelli relativi al numero dei disoccupati per il 2012: 150 mila lavoratori; quelli in mobilità sono 37 mila circa. “Numeri drammatici – ha sottolineato Donazzan – che accrescono l’inquietudine perché non vediamo garantita la copertura degli ammortizzatori sociali che tanta parte hanno avuto anche nel mantenimento del legame tra lavoratore e azienda”. Tuttavia il peggioramento della crisi, secondo l’Assessore, si vede da due dati principali: l’aumento dei concordati fallimentari e il fatto che le stesse aziende chiedono per la quasi totalità dei loro lavoratori l’avvio delle procedure di ammortizzatori sociali che negli anni scorsi venivano assegnati solo a una parte di lavoratori. “E’ come se non ci fosse più speranza, più dimensione del futuro” – ha detto. Ma “in tutto questo grigio – ha continuato Donazzan – invece la speranza c’è ed è riposta nelle azioni efficaci e innovative che si possono fare anche all’interno di un bilancio in grave difficoltà”. Cosa che non è stata capita dall’Aula consiliare con l’”emendamento vongole”, secondo l’Assessore regionale. “Tra le azioni innovative che riproponiamo - ha evidenziato - ci sono i lavori di pubblica utilità, proposti da due anni dalla Regione, riservato a quei lavoratori senza più coperture, lavori da effettuarsi con accordi tra Regione e Comuni e pagati al 50% da ciascuna dalle due parti, con una durata di sei mesi. Sui circa 1000 lavoratori impiegati nei lavori di pubblica utilità il 35% sta ancora lavorando, molti con un lavoro a tempo indeterminato, un altro 36%, finito il lavoro di pubblica utilità, ha trovato un altro lavoro, mentre il 29% non ha più lavorato; insomma il 70% ha trovato un’altra opportunità di lavoro. Non sarebbe stato meglio che il Consiglio regionale si fosse indirizzato qui invece che verso le vongole?”.  
   
   
IMMIGRAZIONE, AUMENTA INTEGRAZIONE DEGLI STRANIERI PRESENTATI I DATI DELLA CONSULTA REGIONALE PER L’INTEGRAZIONE ELABORATI DA AGENZIA LIGURIA LAVORO. CRESCONO GLI STUDENTI E I LAVORATORI OCCUPATI IN MESTIERI A RISCHIO ESTINZIONE.  
 
Genova, 20 Marzo 2013. Crescono gli stranieri residenti in Liguria, ma meno di qualche anno fa. Dai dati del censimento a fine 2011 ammontavano a 11.971, facendo registrare, nel decennio,una crescita di 75.468 unità. E aumentano, sempre nel 2011, il numero dei permessi di soggiorno (quelli rilasciati sono 108.714), facendo registrare un +6,7%, rispetto al 2010. Nonostante l’incremento la crescita degli stranieri è più contenuta che in passato, negli anni 2008 e 2009 gli incrementi registrati si attestavano intorno al 14,3% e 13,2%. Sono questi alcuni dati presentati alla Consulta regionale per l’integrazione dei cittadini stranieri dall’Osservatorio sul mercato del lavoro di Agenzia Liguria Lavoro, che li ha elaborati. Una presenza straniera dunque, quella ligure, che appare strutturata e stabilizzata, anche se il fenomeno migratorio sta attraversando un momento di assestamento, con una crescente integrazione degli stranieri nelle realtà locali. La crescita risulta maggiore nelle province di Imperia, Savona e La Spezia, dove l’incremento della componente straniera supera la flessione del complesso della popolazione locale. A Genova, invece, la popolazione straniera cresce di 38.501 unità, non compensando la flessione della popolazione complessiva che registra una diminuzione di 60.479. Per la maggior parte sono donne, il 55,2% delle presenze liguri è femminile. Sul totale degli stranieri, il 22,6% ha meno di 17 anni, mentre l’11,8% ha tra i 30 e i 34 anni. Per quanto riguarda i paesi di provenienza prevale l’Ecuador con 22.024 unità (+4,9% sul 2010), seguito dall’Albania con 21.882 unità (+6,5% sul 2010) e dal Marocco con 14.761 unità e un +4,1% sul 2010. Per quanto riguarda la presenza scolastica, ammontano a 21.988 gli studenti stranieri nelle scuole liguri nell’anno 2011/2012, il 7,3% in più rispetto all’anno precedente, pari all’11% della popolazione studentesca complessiva (200.475 unità). In crescita anche gli stranieri occupati in Liguria che ammontano a 83.088 (il 15,7% degli occupati totali), + 9,7% rispetto al 2010 con alcune novità. Se da un lato, infatti, gli stranieri continuano a svolgere mansioni di bassa qualifica (operaio non specializzato, cameriere, aiuto cameriere, tuttofare e badante tra le qualifiche professionali più richieste), dall’altro rappresentano gli unici eredi di tradizioni professionali, soprattutto artigiane, che si stanno perdendo e che rappresentano un settore importante per le economie locali.