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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Novembre 2013
Politica
LA GOVERNANCE ECONOMICA DELL´UE IN DETTAGLIO  
 
Bruxelles, 13 novembre 2013  - Gli insegnamenti tratti dalla recente crisi economica, finanziaria e del debito sovrano hanno portato a successive riforme delle norme Ue con l´introduzione, tra l´altro, di nuovi sistemi di sorveglianza delle politiche economiche e di bilancio e di un nuovo calendario di bilancio. Le nuove disposizioni (introdotte con il "six pack", il "two pack" e il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance) sono integrate nel calendario decisionale dell´Ue, denominato "semestre europeo". Questo sistema integrato garantisce norme più chiare, un migliore coordinamento delle politiche nazionali nel corso dell´intero anno, la verifica regolare e l´applicazione più rapida di sanzioni in caso di violazione delle norme. Gli Stati membri sono in tal modo incitati a rispettare i loro impegni di riforma e di bilancio rendendo così più solida l´Unione economica e monetaria nel suo complesso. Di seguito si illustrano le principali caratteristiche del nuovo sistema. Coordinamento Durante Tutto L´anno: Il Semestre Europeo Prima della crisi la programmazione di bilancio e economica nell´Ue avveniva mediante processi diversi. Non esisteva una visione globale degli sforzi compiuti a livello nazionale, e gli Stati membri non avevano la possibilità di discutere una strategia collettiva per l´economia dell´Ue. Coordinamento e orientamento Il semestre europeo, introdotto nel 2010, assicura che gli Stati membri discutano i loro programmi economici e di bilancio con i partner dell´Ue in momenti specifici dell´anno. Ciò consente loro di fare osservazioni sui programmi degli altri e permette alla Commissione di offrire un orientamento politico in tempo utile prima che vengano adottate decisioni a livello nazionale. La Commissione verifica altresì se gli Stati membri stiano lavorando per la realizzazione degli obiettivi in materia di occupazione, istruzione, innovazione, clima e riduzione della povertà fissati da Europa 2020, la strategia di crescita a lungo termine dell´Ue. Un calendario chiaro Il ciclo inizia ogni anno, a novembre, con l´analisi annuale della crescita della Commissione (priorità economiche generali per l´Ue), che fornisce agli Stati membri orientamenti politici per l´anno successivo. Le raccomandazioni specifiche per paese pubblicate in primavera offrono agli Stati membri una consulenza specifica sulle riforme strutturali di più vasta portata, il cui completamento richiede spesso più di un anno. Il monitoraggio dei bilanci nella zona euro si intensifica verso la fine dell´anno, quando gli Stati membri presentano i loro documenti programmatici di bilancio che vengono valutati dalla Commissione e discussi dai ministri delle Finanze della zona euro. La Commissione esamina anche l´orientamento di bilancio per la zona euro considerata nel suo insieme. La Commissione verifica l´attuazione delle priorità e delle riforme più volte all´anno, concentrandosi sulla zona euro e sugli Stati membri con problemi finanziari o di bilancio. Novembre: l´analisi annuale della crescita definisce le priorità economiche generali dell´Ue per l´anno successivo. La relazione sul meccanismo di allerta analizza la situazione degli Stati membri per individuare eventuali squilibri economici. La Commissione pubblica i suoi pareri sui documenti programmatici di bilancio (per tutti i paesi della zona euro) e sui programmi di partenariato economico (per i paesi della zona euro con disavanzi di bilancio eccessivi). I documenti programmatici di bilancio vengono discussi anche dai ministri delle Finanze della zona euro. Dicembre: gli Stati membri della zona euro adottano i bilanci annuali definitivi, tenendo conto della consulenza della Commissione e dei pareri dei ministri delle Finanze. Febbraio/marzo: il Parlamento europeo e i ministri dell´Ue competenti in materia di occupazione, economia, finanze e competitività, riuniti in sede di Consiglio, discutono dell´analisi annuale della crescita. La Commissione pubblica le sue previsioni economiche invernali. Il Consiglio europeo adotta le priorità economiche dell´Ue sulla base dell´analisi annuale della crescita. Nello stesso periodo vengono pubblicati gli esami approfonditi della Commissione relativi agli Stati membri con potenziali squilibri (individuati nella relazione sul meccanismo di allerta). Aprile: gli Stati membri presentano i programmi di stabilità o di convergenza (piani di bilancio a medio termine) e i programmi nazionali di riforma (piani economici), che devono essere in linea con tutte le precedenti raccomandazioni dell´Ue. Il termine di presentazione è il 15 aprile per i paesi della zona euro e la fine di aprile per l´Ue. Eurostat pubblica i dati verificati relativi al debito e al disavanzo dell´anno precedente, indispensabili per appurare se gli Stati membri stiano raggiungendo i loro obiettivi di bilancio. Maggio: la Commissione propone raccomandazioni specifiche per paese e una consulenza politica ad hoc per gli Stati membri in base alle priorità individuate nell´analisi annuale della crescita e alle informazioni ricavate dai piani ricevuti in aprile. A maggio la Commissione pubblica anche le sue previsioni economiche di primavera. Giugno/luglio: il Consiglio europeo approva le raccomandazioni specifiche per paese e i ministri dell´Ue ne discutono in sede di Consiglio. I ministri delle Finanze dell´Ue adottano le raccomandazioni a luglio. Ottobre: gli Stati membri della zona euro presentano alla Commissione i documenti programmatici di bilancio per l´anno successivo (entro il 15 ottobre). Se un documento programmatico non è in linea con gli obiettivi a medio termine dello Stato membro la Commissione può chiedere che venga riformulato. Bilancio Più Responsabile Il patto di stabilità e crescita è stato concluso contestualmente alla creazione della moneta unica, per garantire finanze pubbliche sane. Tuttavia, il modo in cui è stato attuato prima della crisi non ha impedito l´insorgere di gravi squilibri di bilancio in alcuni Stati membri. Il patto è stato riformato mediante il "six pack" (entrato in vigore nel dicembre 2011) e il "two pack" (entrato in vigore nel maggio 2013) e rafforzato dal trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance (entrato in vigore nel gennaio 2013 nei 25 paesi firmatari). Regole più efficaci Limiti al disavanzo e al debito nominali: i limiti del 3% del Pil per il disavanzo e del 60% del Pil per il debito, fissati nel patto di stabilità e crescita e sanciti dal trattato, restano validi. Una maggiore attenzione al debito: le nuove norme rendono operativo il limite del 60% del Pil applicato al debito. Questo significa che la procedura per i disavanzi eccessivi viene avviata nei confronti degli Stati membri con un debito superiore al 60% del Pil che non viene ridotto in misura sufficiente (nel senso che la differenza non diminuisce almeno del 5% all´anno in media nell´arco di tre anni). Un nuovo parametro di riferimento per la spesa: ai sensi delle nuove norme, la spesa pubblica non può aumentare più velocemente della crescita potenziale del Pil a medio termine, a meno che non sia coperta da entrate adeguate. L´importanza della posizione di bilancio sottostante: il patto di stabilità e crescita è maggiormente incentrato sul miglioramento delle finanze pubbliche in termini strutturali (tenendo conto degli effetti sul disavanzo di una recessione economica o di misure una tantum). Gli Stati membri fissano i propri obiettivi di bilancio a medio termine, aggiornati almeno ogni tre anni, allo scopo di migliorare il saldo strutturale dello 0,5% del Pil all´anno. Questo garantisce un margine di sicurezza contro il superamento del limite del 3% per il disavanzo nominale; gli Stati membri, in particolare quelli con un debito superiore al 60% del Pil, vengono esortati a fare di più quando la congiuntura economica è favorevole e meno quando la congiuntura è sfavorevole. Un patto di bilancio per 25 Stati membri: ai sensi del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance economica, a partire da gennaio 2014 gli obiettivi di bilancio a medio termine devono essere sanciti nel diritto nazionale e deve essere previsto il limite dello 0,5% del Pil per i disavanzi strutturali (che può salire all´1% se il rapporto debito/Pil è nettamente inferiore al 60%). Sono disposizioni previste dal cosiddetto Patto di bilancio. Il trattato dispone anche che in caso di superamento del limite del disavanzo strutturale (o di deviazione dal percorso di avvicinamento ad esso) scatti automaticamente un meccanismo di correzione, che impone agli Stati membri di prevedere nel diritto nazionale le modalità e i tempi per porre rimedio alla violazione nei bilanci futuri. Flessibilità nel corso di una crisi: ponendo l´accento sulla posizione di bilancio sottostante a medio termine, il patto di stabilità e crescita può essere flessibile nel corso di una crisi. Se la crescita si deteriora inaspettatamente, agli Stati membri con un disavanzo di bilancio superiore al 3% del Pil può essere concesso più tempo per correggerlo, purché essi abbiano adottato le azioni strutturali necessarie. Questo si è verificato nel 2012 per Spagna, Portogallo e Grecia e nel 2013 per Francia, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia. Migliore applicazione delle regole Migliore prevenzione: gli Stati membri sono giudicati sulla base del rispetto dei loro obiettivi a medio termine. I progressi sono valutati nell´aprile di ogni anno, quando gli Stati membri presentano i loro programmi di stabilità/convergenza (piani di bilancio triennali, i primi per i paesi della zona euro e i secondi per l´Ue). Questi documenti sono pubblicati ed esaminati dalla Commissione e dal Consiglio al massimo entro tre mesi. Il Consiglio può adottare un parere o invitare gli Stati membri a modificare i piani. Allarme precoce: in caso di "deviazione significativa" dall´obiettivo a medio termine o dal percorso di avvicinamento ad esso, la Commissione rivolge un avvertimento allo Stato membro, che deve essere approvato dal Consiglio e che può essere reso pubblico. La situazione è poi monitorata nel corso di tutto l´anno e, se non corretta, la Commissione può proporre un deposito fruttifero pari allo 0,2% del Pil (solo per i paesi della zona euro), misura che deve essere approvata dal Consiglio. La somma può essere restituita allo Stato membro in caso di correzione della deviazione. Procedura per i disavanzi eccessivi: contro gli Stati membri che non rispettano il criterio del disavanzo o quello del debito viene avviata la procedura per i disavanzi eccessivi, in virtù della quale vengono assoggettati a controlli supplementari (di norma ogni tre o sei mesi) e viene loro imposto un termine per la correzione del disavanzo. La Commissione verifica la conformità durante tutto l´anno, basandosi sulle previsioni economiche periodiche e sui dati Eurostat relativi al debito e al disavanzo. Sanzioni più rapide: le sanzioni contro gli Stati membri della zona euro soggetti a procedura per i disavanzi eccessivi possono essere applicate prima e possono essere aumentate gradualmente. La mancata riduzione del disavanzo può comportare un´ammenda pari allo 0,2% del Pil. Le ammende possono arrivare ad un massimo dello 0,5% in caso di frode statistica accertata e le sanzioni possono includere la sospensione dei finanziamenti del fondo di coesione (anche per i paesi non appartenenti alla zona euro). Parallelamente, i 25 Stati membri che hanno firmato il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance possono essere condannati a pagare un´ammenda pari allo 0,1% del Pil qualora non abbiano integrato adeguatamente il patto di bilancio nell´ordinamento nazionale. Nuovo sistema di voto: le decisioni sulla maggior parte delle sanzioni nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi sono prese mediante voto a maggioranza qualificata inversa: le ammende si ritengono approvate dal Consiglio a meno che la maggioranza qualificata degli Stati membri non capovolga la decisione. Ciò non era possibile prima dell´entrata in vigore del "six pack". Inoltre, i 25 Stati membri che hanno firmato il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance hanno convenuto di utilizzare il meccanismo del voto a maggioranza qualificata inversa anche in una fase più precoce della procedura, ad esempio, quando si tratta di decidere se avviare la procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti di uno Stato membro. Sorveglianza Rafforzata Nella Zona Euro La crisi ha dimostrato che le difficoltà in uno Stato membro della zona euro possono avere importanti effetti di contagio sui paesi confinanti. Pertanto, la maggiore sorveglianza è giustificata per contenere i problemi prima che diventino sistemici. Il two pack, che è entrato in vigore il 30 maggio 2013, ha introdotto un nuovo ciclo di monitoraggio per la zona euro con la presentazione, ad ottobre, dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri (ad eccezione di quelli oggetto di programmi di aggiustamento macroeconomico) su cui la Commissione esprime un parere. Questo consente un monitoraggio più approfondito dei paesi della zona euro con un disavanzo eccessivo e una sorveglianza più rigorosa di quelli con difficoltà più gravi. Gli Stati membri oggetto di una procedura per disavanzo eccessivo devono riferire periodicamente sul modo in cui stanno correggendo il disavanzo. Ora la Commissione può chiedere ulteriori informazioni o raccomandare l´adozione di ulteriori misure ai paesi che rischiano di non raggiungere in tempo i loro obiettivi in termini di disavanzo. Gli Stati membri della zona euro con un disavanzo eccessivo devono presentare anche programmi di partenariato economico contenenti piani dettagliati di riforme di bilancio e strutturali (riguardanti, ad esempio, le pensioni, l´imposizione fiscale o la sanità pubblica) atti a correggere il disavanzo in modo duraturo. Gli Stati membri che hanno difficoltà finanziarie e quelli beneficiari di un programma di assistenza a titolo precauzionale finanziato mediante il meccanismo europeo di stabilità sono soggetti a "sorveglianza rafforzata", il che significa che sono oggetto di missioni di verifica periodiche da parte della Commissione e devono fornire informazioni aggiuntive sul loro settore finanziario. Programmi di assistenza finanziaria: Gli Stati membri le cui difficoltà potrebbero avere "effetti molto negativi" sul resto della zona euro possono essere invitati a predisporre programmi completi di aggiustamento macroeconomico. La decisione in materia è adottata dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata su proposta della Commissione. Tali programmi sono soggetti a missioni di verifica trimestrali e a condizioni rigorose in cambio dell´assistenza finanziaria. Sorveglianza post-programma: gli Stati membri sono sottoposti a sorveglianza post-programma finché il 75% dell´aiuto finanziario prelevato resta in essere. Monitoraggio Esteso Agli Squilibri Macroeconomici Basandosi sull´esperienza della crisi, le riforme del six pack hanno introdotto un sistema di monitoraggio delle politiche economiche, che si aggiunge alla normale sorveglianza nell´ambito del semestre europeo. Si tratta della cosiddetta procedura per gli squilibri macroeconomici, che prevede una serie di fasi successive: Migliore prevenzione: tutti gli Stati membri continuano a presentare il programma nazionale di riforma. Attualmente viene presentato ogni anno in aprile. I programmi sono pubblicati dalla Commissione e da essa esaminati per assicurare che le riforme programmate siano in linea con le priorità dell´Ue in materia di crescita e occupazione, tra cui la strategia Europa 2020 per la crescita a lungo termine. Allarme precoce: per individuare potenziali squilibri gli Stati membri sono sottoposti a esame sulla base degli 11 indicatori, di indicatori ausiliari e di altre informazioni, che misurano gli sviluppi economici nel tempo. Ogni anno la Commissione pubblica, a novembre, i risultati nella relazione sul meccanismo di allerta (cfr.Memo/12/912). La relazione individua gli Stati membri per i quali occorre un´ulteriore analisi (esame approfondito) ma non trae conclusioni. Esame approfondito: la Commissione procede a un esame approfondito degli Stati membri individuati nella relazione sul meccanismo di allerta potenzialmente a rischio di squilibri. L´esame approfondito è pubblicato in primavera e conferma o nega l´esistenza di squilibri e se detti squilibri sono eccessivi o no. Gli Stati membri devono tener conto delle conclusioni dell´esame approfondito nei loro programmi di riforma per l´anno successivo. Le conclusioni delle verifiche sono integrate nella consulenza che la Commissione fornisce a ciascuno Stato membro nelle raccomandazioni specifiche per paese pubblicate alla fine di maggio. Procedura per gli squilibri eccessivi: se conclude che in uno Stato membro esistono squilibri eccessivi, la Commissione può raccomandare al Consiglio che lo Stato membro predisponga un piano di azioni correttivo, comprendente i termini di attuazione delle nuove misure. Le raccomandazioni sono adottate dal Consiglio. La Commissione e il Consiglio verificano durante tutto l´anno l´attuazione delle politiche previste nel piano di azioni correttivo degli Stati membri. Ammende a carico degli Stati membri della zona euro: Le ammende vengono imposte solo in ultima istanza e sanzionano la ripetuta mancanza di azioni, non la mancata correzione degli squilibri. Se conclude ripetutamente che il piano di azioni correttivo di uno Stato membro della zona euro è insoddisfacente, ad esempio, la Commissione può proporre al Consiglio di imporre un´ammenda pari allo 0,1% del Pil all´anno. Le sanzioni possono essere imposte e aumentate se gli Stati membri non adottano misure sulla base del piano (si parte da un deposito fruttifero pari allo 0,1% del Pil, che può essere convertito in un´ammenda in caso di infrazione ripetuta). Le sanzioni si intendono approvate a meno che non siano capovolte a maggioranza qualificata degli Stati membri. Un Piano Per Il Futuro Le riforme intraprese negli ultimi tre anni sono senza precedenti, ma la crisi ha dimostrato in che misura è aumentata l´interdipendenza delle nostre economie dalla creazione dell´Unione economica e monetaria. È particolarmente importante che i paesi della zona euro collaborino più strettamente per adottare decisioni politiche che tengano conto degli interessi degli altri membri della zona euro. Le idee della Commissione europea per il futuro figurano nel piano per un´Unione economica e monetaria autentica e approfondita, pubblicato il 28 novembre 2012 (cfr. Ip/12/1272). Il piano delinea come procedere passo per passo nei prossimi mesi e anni sulla base dell´architettura di cui disponiamo. La Commissione ha già sviluppato le proprie idee su un quadro per il coordinamento ex ante delle grandi riforme strutturali e su uno strumento di convergenza e di competitività per incoraggiare e sostenere gli Stati membri che attuano riforme difficili (cfr. Ip/13/248). Le proposte saranno sviluppate dopo le discussioni al Consiglio europeo. Ulteriori Informazioni sul semestre europeo: http://ec.Europa.eu/europe2020/making-it-happen/index_it.htm    
   
   
ACCORDO SUL BILANCIO UE 2014  
 
Bruxelles, 13 novembre, 2013 - Di seguito la dichiarazione di ieri del Commissario per il bilancio Janusz Lewandowski: ´Dopo oltre 16 ore di negoziati abbiamo raggiunto un accordo sul bilancio dell´Ue per il 2014. Sono lieto che l´accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio prevede opportunità di investimento molto più necessari per le imprese d´Europa, scienziati, le città, le regioni e gli studenti in un momento in cui l´investimento è tanto necessario. Posso elogiare solo il Parlamento europeo, la Presidenza lituana del Consiglio e dietro di esso gli Stati membri europei per lo spirito di cooperazione che ha prevalso nel corso di questo processo di negoziazione, nonché per i compromessi che sono stati disposti a fare per non fallire tutti quelli in Europa che attendono finanziamenti Ue. Accordo di stasera rappresenta anche un passo fondamentale nella direzione dell´adozione del prossimo quadro finanziario pluriennale (Qfp 2014-2020). ´ Sfondo L´accordo vede un livello complessivo di impegni pari a 142,6 miliardi e dei pagamenti di Eur 135,5 miliardi. Esso include anche un accordo su vari pendenti bilanci rettificativi per il 2013 (progetto di bilancio rettificativo 8 e 9, rispettivamente, 3,9 miliardi di euro per pagare i crediti nella politica di coesione e 400 milioni di euro per compensare le regioni colpite da alluvioni violente scorsa primavera. In vista dei negoziati La proposta iniziale della Commissione per il bilancio 2014 (. Incl. Lettere che modifica n ° 1 e 2) è pari a: Eur 142,6 miliardi in impegni e di 136,1 miliardi di euro in pagamenti. La posizione del Consiglio sul bilancio 2014 è stato: Eur 142,2 miliardi in impegni e 135 miliardi di euro in pagamenti. La posizione del Parlamento europeo è stata: Eur 143,1 miliardi in impegni e di 136,4 miliardi di euro. Prossimi passi Le istituzioni hanno raggiunto un accordo politico di oggi. Sia il Parlamento europeo e il Consiglio devono ancora adottarlo formalmente.  
   
   
CREDERE NELLE PERSONE: BILANCIARE LE SCALE IN DIRITTO PENALE EUROPEO  
 
Bruxelles, 13 novembre 2013 – Di seguito l’intervento di ieri Viviane Reding Vice-presidente della Commissione europea, commissario Ue alla Giustizia alla Conferenza sull´iniziativa politica penale europea, organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell´Università Ludwig-maximilians-universität di Monaco di Baviera: “ Signore e signori, Grazie per avermi chiesto di venire a parlare con voi oggi. E ´un piacere assoluto. Mi dà particolare soddisfazione per incontrare il professor Helmut Satzger e gli altri membri della iniziativa politica penale europea. Grazie per aver dedicato un ruolo costante e attivo per aiutarci nella progettazione e realizzazione di una solida politica penale dell´Unione europea si. Avete appena mi ha presentato con il secondo Manifesto sul Diritto processuale penale europeo. Sono grato per questo e non vedo l´ora di discutere le vostre idee, sulla scia della buona tradizione di stretta collaborazione e di dialogo che abbiamo stabilito nel corso degli anni. Nel 2009, mi hai presentato il primo Manifesto sulla politica penale dell´Unione europea. E ´elencato i principi chiave della politica criminale europea, radicate nelle diverse tradizioni giuridiche degli Stati membri. Il Manifesto è stato una fonte molto importante di ispirazione per la Commissione europea. La nostra comunicazione sulla politica criminale del 2011 ha fatto eco molte delle vostre chiamate. Abbiamo definito le condizioni alle quali l´Unione e gli Stati membri possono lavorare insieme per mettere in atto una politica penale dell´Unione europea coerente e consistente . A tal fine abbiamo fissato quattro criteri guida importanti come: che il diritto penale rimane una misura di ultima istanza; che le sanzioni penali sono riservati per gravi reati; che la nuova legislazione rispetta i diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell´Ue e che ogni decisione in materia di diritto penale è accompagnato da chiari elementi di fatto. Questi quattro principi sono stati guidano il nostro lavoro da allora. Diritto penale è un settore molto specifico della legge. Si tratta di progettare e realizzare gruppi intrusivi di regole, che può portare a privare le persone della loro libertà . La Carta dei diritti fondamentali stabilisce limiti per l´azione dell´Ue in questo campo. E la Carta è il metro con cui misuro diritto penale . Si tratta di un settore in cui la diversità tra gli ordinamenti giuridici nazionali in Europa è notevole, e queste differenze non andrà via presto . Il Trattato di Lisbona obbliga le istituzioni dell´Unione europea di rispettare le diverse tradizioni giuridiche degli Stati membri. Ed è giusto così, in quanto, come nessun altro settore del diritto, diritto penale riflette i fondamentali valori, abitudini e scelte di una data società. Progressi compiuti dopo il Trattato di Lisbona - Prima che il trattato di Lisbona, il diritto penale dell´Unione europea è stato un affare spicciolata . ´stato fatto in Consiglio dei ministri - per lo più a porte chiuse - e soggetta alla regola dell´unanimità. Non c´era alcun controllo parlamentare e quasi nessun controllo giudiziario. L´attenzione si è concentrata sulla sicurezza e il rispetto e dei diritti del cittadino sono stati trascurati. Prima che il trattato di Lisbona, procedimento penale erano tutti di catturare il criminale. Lady Justice teneva due spade e senza squame. Nel discorso alla Accademia di diritto europeo di Treviri nel marzo 2010, ho creato un programma ambizioso per la giustizia penale. L´obiettivo principale era quello di correggere gli squilibri della zona pre-Lisbona. L´obiettivo era quello di equilibrare la bilancia della politica dell´Ue in materia penale. Oggi, la maggior parte di questa è diventata una realtà. La conferenza di oggi è l´occasione per fare il punto e per riflettere su quanto siamo venuti in diritto penale dell´Unione europea, da allora. E ´anche un buon momento per guardare avanti a dove dovremmo essere voce nello sviluppo di una politica penale dell´Unione europea. L´obiettivo resta quello di progettare una politica di diritto penale pienamente coerente: una politica del diritto penale, che risponde alle evoluzioni della criminalità nel 21 ° secolo, mentre il rafforzamento della fiducia reciproca tra gli Stati membri e le magistrature nazionali. Verso una politica penale dell´Unione europea più coerente - Nel 2011 la nostra comunicazione abbiamo deciso una visione per una politica penale dell´Unione europea coerente e consistente. Vogliamo arrivare ad una comprensione comune dei principi guida alla base della legislazione Ue nel diritto penale. Esempi sono l´interpretazione dei concetti giuridici fondamentali del diritto penale dell´Unione europea, e di come le sanzioni penali a livello europeo in grado di fornire benefici aggiuntivi. Questo era un primo e un passo senza precedenti. Abbiamo ottenuto molto nel corso degli ultimi due anni. Il gruppo di esperti della Commissione ha istituito nel 2012 ci fornisce un prezioso contributo. Gli esperti, alcuni dei quali vedo qui in sala oggi, contribuiscono alla qualità della nostra legislazione. Il ruolo svolto dal Parlamento europeo nel processo decisionale porta anche a una migliore legislazione. Alcuni dei responsabili di questo fatto sono qui oggi - come Jan-phillip Albrecht e Dennis de Jong - e li ringrazio per il loro lavoro. Per rendere il diritto penale dell´Ue più efficace, dobbiamo garantire che le promesse fatte sulla carta corrispondono alla realtà sul terreno. Diritto penale dell´Unione europea ha in molti casi né stata recepita né usato in pratica a livello nazionale. Il trattato di Lisbona ci offre la possibilità di cambiare questo stato di cose. Esso permette alla Commissione di garantire l´attuazione effettiva e il rispetto, così rigorosa come qualsiasi altra politica dell´Ue. Post-lisbona diritto penale è monitorata dalla Commissione e soggetto al controllo giurisdizionale della Corte di Lussemburgo. L´ora delle leggi lettera morta - concordato in sede di Consiglio e difficilmente attuato - è finita . Diritti procedurali Forti - Abbiamo fatto una grande differenza sui diritti procedurali. Voglio assicurare i diritti procedurali di indagati, le così come vittime accusati siano rispettati, in tutta Europa . Ho deciso di ripristinare e mantenere l´equilibrio nel diritto penale tra scudo e spada, tra Stato e individuo. Avremo solo la fiducia reciproca in Europa una volta ogni Stato membro si è guadagnato la fiducia; una volta ogni Stato membro dimostra che la sua giustizia penale sistema è costruito su una solida roccia garantire processi equi. Ora ci sono un certo numero di strumenti giuridici che danno forti diritti di difesa per i cittadini: il diritto di interpretazione e traduzione, il diritto all´informazione e il più recente riguardante l´accesso a un avvocato e il diritto di comunicare al momento dell´arresto. Le vittime di reato avranno un diritto di informazione, sostegno e protezione, nonché i loro diritti procedurali quando partecipano a un procedimento penale. Tutte queste regole sono pubblicate nella Gazzetta ufficiale - sono parte del libro delle regole dell´Ue . Sono questi diritti non auto-evidente e già applicato in tutta l´Ue? La risposta, purtroppo, è no. Questo è il motivo per cui apprezzo iniziative come questa conferenza: tutti quelli plasmare giustizia dell´Ue dovrebbero essere consapevoli del fatto che le persone, i cittadini, devono essere al centro di tutto ciò che facciamo. Come voi, mi sono impegnato a conseguente protezione ancora migliore per l´individuo nel processo penale. Una volta attuate dagli Stati membri, le direttive sui diritti procedurali faranno in modo che le persone indagate o accusate beneficiare di una vasta gamma di garanzie. Ma l´agenda di diritti procedurali deve essere completato. È per questo che sto lavorando per presentare altre iniziative nelle prossime settimane. I presenterà iniziative legislative in: assistenza legale per indagati o imputati, garanzie speciali per i bambini e le persone vulnerabili, e sulla presunzione di innocenza. Io presenterò un pacchetto equilibrato di misure. Le nostre azioni saranno favorire la reciproca fiducia che è essenziale per lo spazio europeo di giustizia. Con il completamento del pacchetto di diritti procedurali, ci consegnerà alla promessa fatta a Treviri nel 2010 : quello di proporre una serie completa di diritti procedurali nel 2013. Questo è anche un impegno importante da consegnare nel 2013 - l´Anno europeo dei cittadini. Migliore tutela degli interessi comunitari - Oltre al programma del cittadino, abbiamo sviluppato una nuova dottrina per proteggere meglio veri e propri "beni europee", come l´euro - la moneta comune dell´Unione europea - e gli interessi finanziari dell´Unione contro la frode. Se non li proteggiamo, nessuno lo farà per noi. Per meglio proteggere il bilancio dell´Ue contro le frodi, nel luglio di quest´anno abbiamo proposto di istituire una procura europea. L´obiettivo è di garantire che i reati che ledono il bilancio dell´Ue siano efficacemente indagati e perseguiti e il denaro viene recuperato. W e hanno adottato un approccio prudente e pragmatico. Noi non presentiamo un codice europeo di procedura penale. Stiamo rispettando i sistemi giudiziari nazionali e delle tradizioni giuridiche. Abbiamo proposto una struttura decentrata e integrata. La maggior parte del lavoro sarà fatto in collaborazione con le autorità nazionali. La creazione dell´ufficio del pubblico ministero europeo non riesce a passare il potere alla procura. I poteri della procura europea per indagare e perseguire sono equilibrati con forti garanzie procedurali per le persone. Tali garanzie sono per esempio il diritto di accesso a un avvocato e il diritto all´assistenza legale. Vorrei vedere te e gli esperti provenienti dal mondo accademico a comunicare a noi il modo migliore per raggiungere l´ufficio del pubblico ministero europeo concordato e messo al lavoro. Le sfide del futuro per la giustizia penale dell´Ue Vorrei condividere con voi alcune idee sul futuro della giustizia penale europea. L´azione dell´Ue nel campo del diritto penale dovrebbe continuare a promuovere la fiducia dei cittadini nel fatto che essi vivono in uno spazio europeo di giustizia. Qualsiasi azione dell´Ue in questo campo deve mettere al primo posto gli interessi e le esigenze dei cittadini. Giustizia penale europea finirà per maturare in un campo normale politica dell´Ue. Esso rimarrà sempre sensibile, ma la configurazione istituzionale dovrebbe essere come in qualsiasi altro campo della politica. Il Parlamento europeo dovrebbe essere il co-legislatore in tutte le procedure legislative e la Corte di giustizia dovrebbe avere il pieno controllo su tutta la legislazione penale dell´Unione europea. Abbiamo fatto passi importanti in questa direzione con il Trattato di Lisbona. E dobbiamo continuare su questa strada in futuro. Indubbiamente, il progresso ulteriore solido nell´agenda dei diritti procedurali "e l´Ufficio del Procuratore europeo richiederà continue discussioni. Dovremmo anche concentrarsi sulla efficacia del diritto penale dell´Unione europea. Gli impegni assunti a livello comunitario devono essere tradotti in norme e misure che consentano ai cittadini di effettivamente beneficiarne. Ci sono molti strumenti giuridici comunitari che rafforzano la posizione della persona nei procedimenti penali. Per esempio, la decisione quadro relativa al ordinanza cautelare europea contribuisce a limitare la custodia cautelare, fornendo al giudice con l´alternativa di controllo non detentiva. La presente decisione quadro avrebbe dovuto essere recepita nel diritto nazionale entro il 1 ° dicembre 2012, ma è stata attuata solo in dieci Stati membri finora. Come possiamo migliorare la fiducia reciproca, se gli Stati membri non applicano sul campo ciò che hanno concordato a Bruxelles? I cittadini hanno bisogno di lex certa, hanno bisogno di poter contare sulla prevedibilità della legge. La Commissione avrà un ruolo importante da svolgere nel garantire l´efficacia della legislazione Ue. In base al trattato di Lisbona, la Commissione ha la possibilità di far rispettare l´applicazione del diritto penale dell´Unione europea e questa possibilità è sempre più rilevante con la fine del periodo di transizione, nel dicembre 2014. Continueremo a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri a rendere la legislazione comunitaria efficace per i cittadini e conosciuto e utilizzato dai professionisti. La Commissione continuerà inoltre a offrire formazione a tutti i soggetti interessati e promuovere le migliori pratiche. Conclusione - Il 21 e 22 novembre, si terrà la conferenza ´Assise de la giustizia´ a Bruxelles. Giudici, avvocati, studiosi e politici discuteranno il futuro della giustizia nell´Unione europea. Questa sarà un´ottima occasione per voi per modellare giustizia dell´Ue negli anni a venire e non vedo l´ora di incontrarvi di nuovo lì. Desidero ringraziare ancora una volta per il Manifesto presentato oggi. Mi aspetto che sia un importante contributo al dibattito sul futuro della giustizia penale dell´Unione europea. Dopo tutto, come si parla nel Manifesto: " giustizia penale efficace è il presupposto di base per una convivenza pacifica in ogni società ". Vi auguro una proficua discussione. Grazie.”  
   
   
LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ NELLA UE  
 
Vilnius, 13 novembre 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Cecilia Malmström Commissario Ue per gli Affari interni, alla Conferenza sui Diritti fondamentali: “ Ministro, Direttore, Signore e Signori, L´agenzia dei diritti fondamentali ha scelto un argomento estremamente importante per quest´anno ´conferenza - crimini di odio. Crimini d´odio attaccano il nucleo di ciò che noi crediamo in quanto europei. Essi minano i valori che ci stanno a cuore, i valori che abbiamo sanciti dal trattato sull´Unione europea. Rispetto della dignità umana, libertà, uguaglianza e diritti umani. Ogni volta che un crimine d´odio è commesso, questi valori sono messi in pericolo. Attraverso tutta la mia vita politica, ho lavorato per proteggere quei valori, e per promuovere i diritti umani. Come parte di questo lavoro, ho partecipato ad un evento all´inizio di quest´anno al Parlamento Europeo per commemorare le atrocità commesse ad Auschwitz. Ci hanno mostrato un film molto commovente in bianco e nero sugli orrori del ghetto di Varsavia. Più tardi quella sera abbiamo visto un film che mostra i giovani uomini in marcia per le strade, molesto, offensivo, e urlando al popolo rom. Ma che film era a colori. Era da Ungheria, oggi. Non è solo in Ungheria che vediamo questi problemi. Odio la criminalità sta diventando sempre più visibile in tutta Europa. La scorsa estate, estremisti di destra picchiato a morte un giovane uomo a Parigi, solo perché era gay. Più di recente, la Grecia è rimasta sconvolta dalla morte di Pavlos Fyssas, un artista hip hop che hanno fatto campagna contro l´aumento dell´estremismo. Potrei andare avanti. Ma questi esempi sono sufficienti per ricordare che il problema del crimine di odio non è sul punto di scomparire. In realtà è in crescita, e c´è ancora molto lavoro da fare per affrontare il problema. Oggi mi si concentrerà quindi su tre punti. Guardando sviluppi in Europa lo farò, prima, spiega perché sono preoccupato, per non dire profondamente preoccupato, circa i crimini d´odio e l´intolleranza che li nutre. Io poi puntare a qualche segnale di speranza, di quello che potrebbe essere una nuova volontà di affrontare il problema. E, infine, presenterò un paio di idee, dal mio punto di vista, come Commissario europeo, di ciò che può essere fatto, a livello nazionale ed europeo, per prevenire e combattere i crimini di odio. Gli esempi che ho già di cui non sono incidenti isolati. In tutta Europa, il pregiudizio e l´odio sono motivanti il ​​comportamento criminale. Abbiamo visto lo sviluppo di islamofobi, antisemita e ideologia della supremazia bianca a gruppi di estrema destra. Questi gruppi sono anche anti-democratico, intollerante e violento. Sono divisioni, utilizzando un l´altro per creare diffidenza e l´odio tra le comunità. Questi gruppi sono dietro una marea montante di molestie e di violenza contro i richiedenti asilo, gli immigrati, le minoranze etniche e delle minoranze sessuali in molti paesi europei. Questa ondata di violenza è stata documentata in indagini e rapporti, l´Agenzia e gli altri diritti fondamentali. Questi rapporti mostrano alcuni fatti agghiaccianti: per esempio, nel 2011, quasi uno su cinque sub-sahariana stato aggredito fisicamente, molestati o minacciati a causa della loro origine etnica. Popolazioni Rom subiscono simili livelli di abuso. E circa il 10% del Nord Africa e del popolo turco ha riferito di essere stato vittima di reati con movente razzista nello stesso periodo. Negli ultimi cinque anni, circa uno su quattro lesbiche, gay, bisessuali, trans-o intersessuali persone sono stati attaccati o minacciati di violenza. Il recente rapporto della Fra sulla discriminazione vissuta da questi gruppi mostra l´impatto che l´intolleranza e l´abuso ha sulla loro vita di tutti i giorni: più della metà degli intervistati sentono di dover nascondere il loro orientamento sessuale in luoghi pubblici per paura di aggressioni, abusi o discriminazioni. Crimine di odio antisemita è stata vissuta da uno ogni quattro persone ebree che rispondono a un recente sondaggio, mentre ogni seconda persona ebrea rispondendo temeva di diventare la vittima di un crimine d´odio. Nei paesi che raccolgono dati affidabili su tali crimini d´odio, si vedono gli alti livelli di episodi di antisemitismo. Non è solo nelle strade che queste minoranze devono affrontare abusi. Strumenti online come chat e social media è una forza per il bene, quando contrastare l´intolleranza e la discriminazione. Ma questi strumenti possono anche essere dirottati per recapitare i messaggi di odio. Uno su dieci di tutti i rispondenti all´indagine della Agenzia dei diritti fondamentali sull´antisemitismo ha detto che erano stati oggetto di commenti offensivi o minacciosi online. E quasi il 10% delle molestie nei confronti delle persone Lgbti si svolge su Internet. Odio i crimini contro le donne sono ancora più comune on-line, con quasi cinque di giovani donne che subiscono abusi in questo modo ogni anno. Crimini di odio hanno le loro radici nella intolleranza e l´ignoranza. Sono quindi molto preoccupati del fatto che non stiamo solo assistendo a più reati di odio commessi. Stiamo anche assistendo a un cambiamento di atteggiamento nei confronti delle minoranze. Durante l´ultimo decennio, gli atteggiamenti verso i musulmani, ebrei e rom hanno peggiorato, secondo lo studio i valori europei. Lo stesso vale per gli atteggiamenti verso gli immigrati. Questa tendenza sta giocando nelle mani dei partiti populisti. Abbiamo già visto un partito neonazista entrare nel parlamento di uno Stato membro dell´Ue. In tutta l´Ue, i partiti populisti stanno guadagnando terreno usando la retorica, che è dannoso per le minoranze. Allo stesso tempo, i partiti politici tradizionali spesso non riescono a contrastare questo cambiamento populista. I politici non sono più così disposti a parlare del ruolo positivo svolto da immigrati nella società europea. I benefici della diversità sono evidenti. Il fatto che l´Europa ha bisogno di immigrazione per affrontare la sfida demografica è altrettanto chiaro. Ma vi è una preoccupante mancanza di coraggio politico e di leadership su questi temi. Invece di difendere i contributi delle migranti e delle minoranze nell´Unione europea, i politici si uniscono troppo spesso partiti populisti nel biasimare le minoranze per i ceppi sui loro sistemi di sicurezza sociale, per i problemi nei loro sistemi sanitari o per alta disoccupazione. Alcuni politici importanti sono stati più direttamente xenofobo. Prima di lasciare l´ufficio, Silvio Berlusconi ha detto che il suo paese ´una riduzione di extracomunitari in Italia significa meno persone vanno a ingrossare le schiere dei criminali.´ E quando un deputato di estrema destra nel parlamento ungherese ha chiesto un registro degli ebrei da elaborare, la leadership del paese ha preso un bel po ´di tempo per saltare a condannare le osservazioni. Sono, in altre parole, preoccupati del fatto che idee estremiste e intolleranti sembrano guadagnare terreno tra i cittadini europei, e tra i partiti politici europei. Crimini d´odio sono un problema crescente. E ´tempo che l´Ue e gli Stati membri ad agire con fermezza contro di essa. Questo mi porta al secondo punto, i segni di progresso. Nel gennaio di quest´anno, presso il Consiglio informale europea a Dublino, ministri dell´interno hanno discusso la necessità di agire per contrastare l´intolleranza, il razzismo, l´antisemitismo, la xenofobia e l´omofobia. Nel mese di marzo, gli Stati membri hanno scritto alla Commissione, ci incoraggia a prendere provvedimenti per salvaguardare i valori fondamentali nell´Ue. In giugno, il Consiglio ha adottato conclusioni che chiedevano più lavoro da fare in questo campo. Le parole di 17 ministri dell´Ue responsabili per l´integrazione sono incoraggianti. Nel mese di settembre, si unirono a condannare gli insulti razzisti vergognosi volte a quello italiano ministro Cécile Kyenge. La loro dichiarazione, destinata "per ricordare l´Europa dei suoi valori fondanti", sottolinea che la lotta contro il razzismo, la discriminazione per motivi di razza, e la xenofobia è responsabilità di tutti noi. Si riconosce che i leader politici hanno una responsabilità particolare per combattere l´intolleranza, sia nelle parole e nelle azioni. Quindi sono molto felice di vedere il signor Shatter qui oggi, come un politico di primo piano per portare avanti il ​​dibattito su come combattere il crimine d´odio. Il vice presidente del Parlamento europeo, on Surjan, è anche con noi oggi. Il Parlamento europeo è stato a lungo una voce forte nella lotta contro l´intolleranza e il pregiudizio. Ha sottolineato la necessità di più lavoro, promuovere il rispetto dei diritti fondamentali, per far odiare crimine visibile, e di condannare coloro che stare a guardare mentre i crimini d´odio sono commessi. Solo poche settimane fa, il Segretario Generale del Consiglio d´Europa, Thorbjørn Jagland, ha espresso le sue preoccupazioni circa il modo in cui ´razzista, antisemita, islamofobia, anti-minoranze, anti-Lgbt e anti-immigrazione retorica´ ha messo radici nella politica tradizionale . Ha chiesto ai politici di prova di coraggio e di leadership, spostando il dibattito pubblico lontano dal razzismo e intolleranza. Non potrei essere più d´accordo. Così, nella Ue vi è un senso crescente che qualcosa deve essere fatto. La domanda, allora, è che cosa dobbiamo fare? Questo mi porta al mio ultimo punto. Gli esempi di odio che ho citato già sono tratte da tutta Europa. Il problema del crimine di odio non è limitata a pochi Stati membri dell´Ue. E ´quello che ci riguarda tutti, non importa dove siamo o dove viviamo e lavoriamo. L´ue ha quindi un ruolo importante da svolgere per affrontarla. Questo coinvolgimento dell´Ue deve iniziare con una forte leadership chiara, politico. Ho citato i contributi positivi da un certo numero di ministri e Membro del Parlamento europeo. Ma si può fare. Crimine d´odio è un tema che merita impegno politico al più alto livello per portare a casa il messaggio che non è accettabile, in tutta l´Ue. Ma le dichiarazioni politiche e le dichiarazioni sono ovviamente non basta. Essi devono essere tradotte in azioni concrete con un impatto reale. Permettetemi di fare solo alcuni esempi di ciò che l´Ue sta già facendo, e dove io credo che si possa fare. L´azione deve partire dalla prevenzione: l´Ue e gli Stati membri devono intervenire per evitare l´intolleranza trasformarsi in crimine d´odio violento. Per questo motivo la Commissione ha istituito il Awareness Network radicalizzazione Ue nel 2011. La rete di più di 600 esperti provenienti da tutta Europa sostiene gli Stati membri nella lotta contro l´estremismo violento. Lo ha fatto il lavoro, ad esempio per l´uso di Internet per evitare l´intolleranza violenta e su come incoraggiare i giovani a pensare criticamente materiale bigotto. La rete è strettamente impegnato con la società civile, che ha un ruolo essenziale per la posizione in questo settore. La Commissione continuerà a sostenere la società civile. Basandosi sul Awareness Network radicalizzazione, la Commissione presenterà quanto prima un programma Ue sulla contrastare l´estremismo violento con una casella degli strumenti per aiutare gli Stati membri nei loro sforzi per prevenire i crimini di odio in una fase iniziale. Parallelamente a questo lavoro il lavoro di prevenzione, la Commissione sostiene le attività di sensibilizzazione sui diritti e doveri dei cittadini, e forniamo assistenza per il potenziamento delle capacità di organismi nazionali di parità. Abbiamo anche finanziare le attività che mirano a conservare la memoria delle violazioni di massa dei diritti umani durante il periodo del nazismo e dello stalinismo. La Commissione aumenterà il suo sostegno finanziario a tali progetti ricordo negli anni a venire. Abbiamo anche importante legislazione Ue in atto per contrastare alcuni crimini di odio. La decisione quadro sul razzismo e la xenofobia adottate dal 2008 obbliga gli Stati membri a criminalizzare reati basata sulla razza, il colore, la discendenza, la religione o l´origine etnica o nazionale. Spetta agli Stati membri di esaminare singoli accuse di crimini di odio. Ed è per loro giudici nazionali verificare se i reati sono di fatto crimini d´odio. Stiamo vivendo in un periodo di austerità, ei bilanci sono spremuti. Ma tutti gli Stati membri hanno la responsabilità di assicurare che tale legislazione sia recepita, e che le loro autorità ei giudici hanno mezzi sufficienti per dar seguito segnalazioni di crimini di odio. La Commissione tornerà più avanti nel corso dell´anno, quando si presenterà un rapporto su come gli Stati membri ad attuare la decisione quadro. Detto questo, le agenzie dell´Ue - come Europol e Eurojust - possono assistere gli Stati membri in cui indagare e perseguire i crimini di odio. Ciò è particolarmente importante nel campo della cyber-odio. Il Centro di criminalità informatica europea presso l´Europol sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri per valutare come contrastare i crimini di odio commessi utilizzando o agevolata da strumenti online. Il Centro si riferisce all´inizio del prossimo anno sui risultati del suo lavoro in questo e relative aree di criminalità informatica. Ma la legislazione, le risorse e il supporto dell´agenzia europea non sarà sufficiente, se i crimini di odio sono nascoste, se non vengono denunciati alla polizia. Quando quasi l´80% dei casi di grave violenza omofobica viene fatta sparire ogni anno, quando tra il 75% e il 90% delle vittime di grave violenza razzista e xenofoba non informare la polizia, le forze dell´ordine è semplicemente in grado di fare il suo lavoro. Un grosso problema è che molte vittime non denunciano i crimini contro di loro alla polizia perché non sentono nulla accadrà in seguito. Altri tacciono per paura di una reazione negativa da parte delle forze dell´ordine. Ciò indica una mancanza di fiducia nelle forze di polizia da parte di gruppi minoritari che sono vittime crimini d´odio. L´ue può e deve assistere gli Stati membri nella costruzione di questa fiducia. Per cominciare, mi auguro che gli Stati membri dovranno attuare la direttiva sui diritti dei nuovi Vittime dell´Ue senza indugio. La formazione dei funzionari e l´accesso al sostegno alle vittime che la direttiva richiede, si spera provocare più vittime a farsi avanti e denunciare crimini d´odio. Agenzie dell´Ue - tra cui l´Agenzia dei diritti fondamentali e della Polizia Training College Cepol - forniscono anche consulenza e formazione per le forze dell´ordine sul rispetto dei diritti fondamentali. Questo è molto importante, e merita di essere rafforzata. In combinazione con gli scambi delle migliori prassi tra autorità degli Stati membri, la formazione può contribuire ad aumentare l´impegno tra i gruppi vulnerabili e le forze di polizia. Sono sicuro che le nostre agenzie continueranno questi sforzi nei prossimi anni, e mi auguro che le autorità degli Stati membri si impegneranno pienamente con quel lavoro. Infatti, grazie a Morten, ora ho più recente contributo della Fra, un Manuale per i formatori di polizia in materia di diritti fondamentali, fresco di stampa. Un breve sguardo attraverso le pagine di apertura mi suggerisce che questo sarà uno strumento molto utile per i professionisti delle forze dell´ordine in tutta l´Ue. Ora, vorrei concludere. I passi concreti che ho appena citato ci aiuterà a prevenire e combattere il crimine d´odio, in qualche misura, nel breve e medio termine. Ma nel lungo periodo, non saranno sufficienti. Dobbiamo chiederci come possiamo invertire le tendenze alla intolleranza nell´Ue. Dobbiamo pensare a come proteggere i nostri valori fondanti di fronte alle difficoltà, il cambiamento demografico, e la pressione sulle risorse derivanti dal cambiamento climatico. Affrontare questi problemi ora ci aiuterà a prevenire i reati di odio in futuro. Ma in fondo, tutto si riduce alla leadership. Questo deve essere mostrato a tutti i livelli, da organizzazioni di base tutta la strada fino ai capi di stato. Sono sicuro che questa conferenza darà un contributo molto utile a tale discussione. Spero anche che questa conferenza stimolare il dibattito, che ha appena iniziato, su quali priorità l´Ue dovrebbe concentrarsi su nel campo della giustizia e degli affari interni per i prossimi anni. Personalmente vedo le sfide di affrontare crimine d´odio come un elemento molto importante nella discussione. Non vedo l´ora di sentire le opinioni di quanti più possibile di parti interessate su questo punto nei prossimi mesi. Grazie per la vostra attenzione.”  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: SOUTH4GROWTH, I GIOVANI DEL SUD BUSSANO ALLA PORTA DELL´UE  
 
Strasburgo, 13 novembre 2013 - Lavoro, in particolare per i giovani, ma anche accesso al credito e rilancio dell´economia reale. Questi i temi principali emersi durante i dibattiti fra eurodeputati e giornalisti di Grecia, Italia, Irlanda, Portogallo, Cipro e Spagna lunedi 4 novembre ad Atene in occasione dell´evento South4growth, ovvero cosa può fare il Sud dell´Europa per invertire il trend e rilanciare la crescita. La giornata ateniese, organizzata congiuntamente dai sei uffici di informazione del "Sud" del Parlamento europeo oltre all´Irlanda, accomunato ai compagni meridionali di "sventura economica", si è tenuto alMegaron Concert Hall in una sala gremita da centinaia di persone in particolare giovani delle scuole superiori. Ad aprire gli interventi il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz che sintetizza così il suo impegno per l´Europa che vorrebbe: creazione di un´Unione bancaria, lotta alla disoccupazione, in particolare giovanile, investimenti nell´economia reale e soprattutto una rinnovata fiducia al´interno di "casa Europa". Schulz ricorda come l’essere in Grecia non fa più pensare alla crisi, ma “alla speranza, alla crescita, al lavoro”. Occorre "restaurare la fiducia" fra gli Stati membri - ripete come un mantra - per restituire ai cittadini europei in particolare quelli del Sud dell´Europa un´Unione europea vicina e non matrigna col volto della Troika. Prima di iniziare i dibattiti nei tre panel divisi fra economia, soldi e lavoro, anche gli interventi del ministro dello sviluppo greco Kostis Chatzidakise della vice-presidente dell’Assemblea di Strasburgo Anni Podimata, responsabile della comunicazione in vista delle elezioni 2014. Nei dibattiti succedutisi nei tre panel, a cui hanno partecipato eurodeputati e giornalisti di Grecia, Italia, Cipro, Spagna, Portogallo e Irlanda, per l´Italia Dario Carella, vicedirettore Rai del Tgr, Giampiero Gramaglia del Fatto Quotidiano e Valeria de Rosa di Radio24, si rincorrono le parole crescita, lavoro e solidarietà. Molte le sfide citate che occorre affrontare assieme: la concorrenza globale, l´energia, l´ambiente, l´innovazione, l´unione bancaria e fiscale o la ricerca. Unanime la necessità di incrementare i fondi di coesione e il fondo Youth Guarantee per i giovani o la necessità di disporre di project bonds per infrastrutture comuni. La speranza di cui parla il Presidente del Parlamento europeo si legge negli occhi dei centinaia di giovani rimasti fino alla fine in religioso ascolto attenti a captare risposte per il loro futuro e propositivi con domande in cerca di piste concrete. E`dai loro occhi e dalle loro speranze che deve ripartire il progetto europeo. In vista dell´evento era stato prodotto un viral video e 37 eurodeputati avevano registrato una videoclip di sprone e d’ottimismo ricordando i temi più urgenti da affrontare e risolvere in Europa per far ripartire la crescita.  
   
   
UE-ALBANIA: DOPO LA 1 ° SESSIONE DI DIALOGO AD ALTO LIVELLO  
 
Bruxelles, 13 novembre, 2013 – Il commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Stefan Fule, ha visitato Tirana per avviare un dialogo ad alto livello sulle priorità fondamentali, con l´Albania, che è quello di fornire un valido supporto per le riforme fondamentali. Il dialogo ad alto livello servirà come strumento per strutturare Ue-albania cooperazione e per aiutare il paese a mantenere attenzione e il consenso sull´integrazione europea migliorando le sue possibilità di successo. La riunione del dialogo ad alto livello esaminato i progressi compiuti per data per quanto riguarda le riforme nel Stato di diritto e la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, in particolare le azioni intraprese da Albania durante i pochi mesi passati, così come i piani di Albania in questo settore. Dopo la 1 ° sessione del dialogo ad alto livello durante la conferenza stampa congiunta con il primo ministro Edi Rama, il Commissario Füle ha dichiarato: ´E´ stato un buon anno per l´Albania e per il suo impegno nel processo di adesione all´Ue. E ´stato un buon anno nella realizzazione di elezioni libere e democratiche e ai trasferimenti costruttiva del potere. Questo ha anche permesso di confermare chiaramente nella recente relazione intermedia che l´Albania consegnato in merito alle condizioni relative alla status di candidato. Ci ha permesso di raccomandare agli Stati membri di concedere lo status di candidato e spero che prenderanno questa raccomandazione - e un sacco di informazioni aggiuntive da questo incontro - molto serio quando faranno l´importante decisione politica sulla status di candidato per l´Albania. Qual è la reazione della Commissione europea di maggiori sforzi da parte albanese? Più impegno dalla nostra parte. Albania ei suoi cittadini dovrebbero avere chiaro il senso della strada verso l´Unione europea e per vedere risultati concreti su questa strada. È per questo che abbiamo lanciato insieme il dialogo ad alto livello sulle priorità chiave, dove si parla di cinque temi che stanno tra l´Albania e la nostra raccomandazione di avviare i negoziati di adesione. Mi aspettavo una buona partenza e una buona discussione, ma in realtà è stato ottimo inizio ed eccellente discussione con l´impegno di tutti coloro che hanno partecipato alla riunione. Ci abbiamo messo quasi tre ore a parlare di sostanza e di formato e fare un certo numero di conclusioni operative. Lasciatemi descrivere cinque tra i più importanti: 1) siamo stati in grado di definire l´obiettivo del dialogo ad alto livello per sostenere il processo di integrazione dell´Albania Esso mira a strutturare la nostra cooperazione e di aiutare l´Albania a mantenere l´attenzione e il consenso sull´integrazione europea. 2) abbiamo confermato l´importanza di inclusività e trasparenza per il nostro approccio e il primo ministro già un rinvio per il fatto che il presidente della Ue Integrazione Comitato sig.Ra Bregu ha svolto un ruolo costruttivo nella riunione odierna. Abbiamo concordato di rafforzare l´elemento di inclusione del dialogo ad alto livello. 3) non abbiamo intenzione di incontrare di volta in volta solo per parlare, abbiamo concordato tabella di marcia concreta, o piano d´azione, per i prossimi incontri, da come le autorità albanesi vorrebbero realizzare le cinque priorità fondamentali, naturalmente con il nostro aiuto e assistenza 4) abbiamo apprezzato l´intenzione del governo di formare una piattaforma per il dialogo nazionale in materia di integrazione europea che coinvolge non solo l´opposizione, ma anche la società civile e abbiamo chiarito che tale piattaforma permetterà di consolidare ulteriormente il consenso a livello nazionale in agenda dell´Ue basata sul competenza ed energia all´interno della società albanese. 5) abbiamo anche convenuto che poi in inverno, il prossimo anno, avremo un altro incontro. In generale, abbiamo concluso che tra oggi e la prossima relazione ci saranno quattro turni, se questo dialogo, anche se il numero dipende molto sui temi della nostra agenda e desideri di entrambe le parti. E un´altra importante osservazione: Ho apprezzato in particolare le informazioni di dettaglio sia per iscritto che verbalmente sulle azioni del governo dell´Albania nel campo della lotta agains la corruzione e la criminalità organizzata. Queste sono le due aree in cui abbiamo menzionato gli sforzi del governo devono continuare in modo che gli Stati membri dell´Ue abbracciare pienamente l´idea di concedere lo status di candidato per questo paese. Con l´approccio rappresentato alla prima sessione del dialogo ad alto livello sono fiduciosi che la Commissione europea dovrà argomenti sostanziali di condividere con gli Stati membri ´.  
   
   
PHILIPPE MAYSTADT, CONSIGLIERE SPECIALE DEL COMMISSARIO MICHEL BARNIER, PRESENTA LE SUE RACCOMANDAZIONI PER RAFFORZARE IL RUOLO DELL´UE NELLA DEFINIZIONE DEGLI STANDARD CONTABILI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 13 novembre 2013 – Le scelte politiche contabili prevedono puntate di interesse pubblico, quali il legame con i requisiti prudenziali per le banche o compagnie di assicurazione, le regole applicabili al sistema bancario ombra, l´impatto sugli investimenti a lungo termine e l´accesso al finanziamento per le Pmi. Con questo in mente, marzo 2013 il Commissario europeo per il Mercato interno ei servizi, Michel Barnier, incaricato Philippe Maystadt di esaminare gli strumenti per rafforzare il contributo dell´Ue agli International Financial Reporting Standards (Ifrs) e il miglioramento della governance degli organismi europei coinvolti nello sviluppo di questi standard ( Ip/13/242 ). La relazione dell´onorevole Maystadt è parte di un più ampio dibattito sui principi contabili, che prende in considerazione anche gli sviluppi internazionali in questo campo e la revisione del regolamento relativo all´applicazione degli Ifrs , prevista per la fine del 2014. Maystadt ha tenuto una serie di colloqui e consultazioni prima di redigere la sua relazione, che si presenterà ai Ministri delle Finanze in occasione della riunione del Consiglio Ecofin del 15 novembre 2013. Barnier ha fatto la seguente dichiarazione in proposito: "L´esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato che i principi contabili sono più di una convenzione linguaggio semplice Essi possono avere un impatto sulla stabilità dei mercati finanziari, influenzando il comportamento degli attori su. Tali mercati. Ho mandato Maystadt per valutare se il sistema per l´adozione degli Ifrs messo in atto dall´Unione europea è stata efficace e ha permesso all´Ue di svolgere pienamente il suo ruolo nel dibattito. Ho preso atto della sua eccellente relazione. Ho intenzione di discutere con i ministri delle finanze dell´Ue in occasione del Consiglio Ecofin del 15 novembre e subito con il Parlamento europeo. Sono particolarmente appassionato che le raccomandazioni del Presidente Maystadt dovrebbero essere attuate rapidamente in modo che le nostre imprese e gli utenti dei loro bilanci possono più presto possibile beneficiare di principi contabili internazionali di elevata qualità. Questo lavoro consentirà all´Ue di organizzare al meglio se stessa al fine di garantire che i bisogni dei suoi mercati siano pienamente presi in considerazione nel dibattito contabile internazionale, eccessivamente concentrata in questi ultimi anni l´obiettivo della convergenza con i principi contabili statunitensi (Us Gaap). " Maystadt ha detto:. "La crisi finanziaria ha sollevato la consapevolezza dei numerosi attori economici e decisori politici sul potenziale impatto dei principi contabili sui risultati resi pubblici dalle imprese e per l´economia in generale ho trovato che l´obiettivo di un singolo quadro contabile internazionale, vale a dire gli Ifrs, è stata in gran parte confermata. Tuttavia, l´influenza dell´Unione europea nella definizione degli standard contabili internazionali è ridotta perché è diffusa. Consiglio la creazione di una struttura che sia in grado di effettuare un´analisi strategica dell´impatto economico delle norme e coordinare meglio le posizioni europee in materia ". Maystadt propone un approccio triplice: 1) Egli suggerisce il mantenimento di una procedura di adozione "standard-by-standard", compresa la possibilità di accettare o rifiutare uno standard emanati dallo Iasb (International Accounting Standards Board). Ogni mossa di introdurre una maggiore flessibilità (ad esempio modificare o adattare un normale) deve essere strettamente regolamentato (criteri e le condizioni precisi) in modo da non ostacolare l´obiettivo di applicare gli standard globali. Maystadt propone di aggiungere criteri di adozione del regolamento relativo all´applicazione degli Ifrs (non mettere in pericolo la stabilità finanziaria e non ostacolare lo sviluppo economico della regione). In caso contrario, la Commissione potrebbe chiarire l´interpretazione del criterio che specifica che una norma debba contribuire all´interesse pubblico. 2) Maystadt ha individuato tre opzioni per rafforzare l´influenza dell´Unione europea nel normazione contabile internazionale: (A) riorganizzare l´attuale Efrag (l´European Financial Reporting Advisory) di aumentare la sua legittimità e la rappresentatività. (B) il trasferimento dei compiti assume Efrag europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma). (C) la creazione di un´agenzia dell´Unione europea. Per vari motivi esposti nella relazione, in particolare per garantire una rapida attuazione, egli raccomanda l´opzione (a). 3) Infine, Maystadt propone che il comitato di regolamentazione contabile, Arc, sviluppare ulteriormente il dialogo con l´Efrag in una fase precoce del processo, al fine di essere più efficaci nel portare influenza a sopportare sulle attività del Efrag e Iasb.  
   
   
UBS CONFERENZA EUROPEA 2013  
 
 Londra, 12 novembre 2013- Di seguito l’intervento di ieri di Joaquín Almunia Vice Presidente della Commissione europea responsabile per la politica della concorrenza: “ Signore e Signori: Bancario e il settore finanziario sono venuti sotto maggiore controllo nel corso degli ultimi anni. L´opinione pubblica ei media sono preoccupati che i mercati finanziari sono ancora troppo complesso e opaco e che possano ancora comportare rischi per l´economia. I politici e regolatori stanno facendo un grande sforzo per rispondere a queste preoccupazioni. La loro azione consiste nel determinare cambiamenti significativi nel settore finanziario. Ma questo non è solo cambiamenti nel funzionamento della finanza. Il modo bancario e finanziario si evolve avrà un impatto significativo sul processo di integrazione europea, sulle prestazioni delle nostre economie e sul benessere delle nostre società. È per questo che accolgo con favore ogni opportunità di partecipare al dibattito pubblico su questi temi. Conferenza europea Ubs di quest´anno è una di queste opportunità, e voglio ringraziare l´onorevole Ermotti per avermi invitato ad aprire. Stato dei lavori - Rafforzare la regolamentazione dei servizi finanziari e la definizione di una nuova architettura di vigilanza prudenziale europea sono tra i nostri principali sforzi. Dal 2010, la Commissione ha proposto quasi 30 insiemi di regole per garantire che tutti gli attori finanziari, prodotti e mercati siano regolamentati e controllati. Le principali riforme - già approvati o in corso di approvazione - includono riforme per migliorare la stabilità del sistema bancario attraverso forti requisiti prudenziali e di liquidità. Misura specifica ai sensi tali voci includono l´adozione del pacchetto Crd Iv, il quadro di riferimento per la gestione delle crisi, chiamato Recovery Banca e risoluzione direttiva, e la proposta di armonizzare i sistemi nazionali di garanzia dei depositi. Sono state adottate altre importanti misure per rafforzare la regolamentazione dei mercati finanziari e delle infrastrutture. Ciò include l´adozione di Emir - che è di circa il trading e clearing di derivati ​​su ben regolata e trasparente piattaforme-Mifid Ii e Mifir, che migliorerà il quadro per i mercati mobiliari, nonché le proposte in materia di fondi di investimento e prodotti assicurativi. Abbiamo anche adattato la nostra architettura di vigilanza, con la creazione di tre nuove autorità di vigilanza europee - Eba, l´Esma e il Ceiops - e l´istituzione del Comitato europeo per il rischio sistemico. Union Banking Queste iniziative di regolamentazione sono concepiti per sostenere il funzionamento del mercato interno finanziario in tutta l´Unione europea. Tuttavia, essi non affrontano appieno le specificità di una unione monetaria, come la zona euro e in particolare il circolo vizioso tra banche e governi. Per affrontare le sfide specifiche che la Uem, i capi di Stato e di governo lanciato nel giugno dello scorso anno il progetto Union Banking, che mira a stabilire un unico meccanismo di controllo e di un meccanismo di risoluzione unico con un unico fondo di risoluzione. Il progetto è stato progettato per le banche dell´area dell´euro, ma è aperto anche ai paesi che decidono di farne parte, anche prima che diventino membri dell´Uem. I suoi obiettivi principali sono semplicemente dichiarato: Rompere il circolo vizioso tra banche e governi e che rafforza l´Unione economica e monetaria; Garantire che il sistema bancario dell´Ue rimane in buona forma, e Ripristino normale e anche le condizioni di prestito per l´economia in tutto il mercato unico. I progressi nella creazione delle tre pilastri dell´Unione Banking è irregolare. Considerando che l´unico supervisore sarà pienamente operativo il prossimo anno, il meccanismo di risoluzione e il suo fondo di risoluzione sono ancora oggetto di dibattiti difficili tra i membri della zona euro. Singolo meccanismo di controllo e Bce Comprehensive Assessment Il ruolo del meccanismo unico di vigilanza è stato attribuito alla Banca centrale europea. A partire dal novembre 2014, la Bce vigilerà direttamente circa 130 grandi banche dell´area euro, pari a circa il 85% del sistema bancario della zona. Per preparare il suo nuovo compito, la Bce sta cominciando questo mese una valutazione complessiva che si concluderà nel mese di ottobre 2014. La valutazione sarà composto da tre elementi: una valutazione del rischio di controllo per esaminare i principali rischi di una banca si trova ad affrontare; una revisione della qualità dell´attivo per migliorare la trasparenza delle esposizioni bancarie e un test di stress per esaminare la capacità di recupero di bilancio delle banche a scenari di stress. Quando la valutazione globale è finita, tra un anno, avremo un quadro dettagliato e indipendente da tutte le banche rilevanti nell´area dell´euro. L´esercizio porterà anche benefici più ampi nel processo. La trasparenza e le modifiche che promuoverà in tutto il settore per i prossimi mesi faranno aumentare la fiducia nelle prospettive di stabilità e il futuro dell´economia della zona euro. Unico meccanismo di risoluzione: dove stiamo andando? La proposta della Commissione relativa alla risoluzione del meccanismo unico - come la direttiva sul recupero Bank e risoluzione per l´Ue-28 - è in discussione al Parlamento e al Consiglio ed è previsto entrare in vigore nel 2015. In sostanza, il meccanismo avrebbe usato gli stessi strumenti come il recupero e la direttiva risoluzione. La differenza principale è che un unico corpo zona euro - invece di 28 autorità nazionali - deciderà come risolvere una banca. Le trattative sono ancora in corso e non sappiamo per certo la forma del meccanismo avrà fine. Ma lasciatemi spiegare come dovrebbe funzionare secondo la proposta presentata dalla Commissione europea lo scorso luglio. Una risoluzione del Consiglio singolo avrebbe preparato e di effettuare la risoluzione della banca contrassegnato come mancanza o probabilità di fallire da parte della Bce nel suo ruolo di unico supervisore. La risoluzione del Consiglio singolo controllerà anche il fondo unico europeo istituito con il contributo del settore bancario. Sulla base della proposta di risoluzione del Consiglio di unico, la Commissione europea potrebbe decidere se e quando mettere una banca nella risoluzione. Questo permetterà di garantire l´indipendenza e la responsabilità del meccanismo complessivo. Completamento della Union Banking è urgente. Tuttavia, ci sono molte domande irrisolte sul tavolo. Vorrei sottolineare alcuni di loro: Chi sarà il responsabile ultimo per la risoluzione di una banca in fallimento? Andiamo a farci un antiretro comune che l´autorità di risoluzione può usare? Soprattutto, abbiamo perso il senso di urgenza di giugno 2012, quando il Consiglio europeo ha preso un fermo impegno per creare la Union Banking? I prossimi mesi saranno cruciali. Abbiamo bisogno di sostenere i timidi segnali di ripresa, ed eliminare le incertezze relative al quadro normativo e istituzionale del sistema bancario in un periodo di importanti cambiamenti politici. Avremo un nuovo Parlamento europeo nel giugno 2014 e una nuova Commissione, entro la fine del prossimo anno. Come il nuovo governo di coalizione tedesco allestirà le sue posizioni, la nuova Commissione stabilire le sue priorità, e il nuovo Parlamento deciderà di coordinare con il Consiglio sono importanti segni di questioni politiche. Il futuro delle nostre economie e della Uem, così come la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee, tutti dipendono dalla loro capacità di trovare le risposte giuste. In cima a questo, non c´è tempo da perdere. La tempistica di queste decisioni è anche strategicamente cruciale. L´unione bancaria deve essere pienamente in vigore entro la fine di questo mandato. Cosa fa la Commissione Se la valutazione globale effettuata dalla Bce è così rigorosa e credibile come dovrebbe, non possiamo escludere che fermi d´arresto pubbliche nazionali o dal Meccanismo europeo dovranno essere nuovamente utilizzato per ristrutturare o risolvere altre banche. Qui, il modo in cui il controllo degli aiuti di Stato funziona è di grande importanza. Nel corso degli ultimi cinque anni, abbiamo utilizzato le regole sugli aiuti di Stato come un sostituto per le autorità preposte alla risoluzione che mancano nella Ue. La Commissione ha analizzato la ristrutturazione di 67 banche pari a circa un quarto del settore bancario europeo in termini di attivi - e 23 di loro avevano da risolvere. E il lavoro non è finito. Abbiamo ancora 27 casi pendenti, in particolare nella periferia dei paesi dell´area dell´euro. Le nuove regole sugli aiuti di Stato per le banche che sono entrate in vigore nel mese di agosto sono state preparate a gestire la transizione verso l´Unione bancaria, e attingere l´intuizione e l´esperienza che abbiamo acquisito con quelle vecchie per cinque anni. Le nuove regole introducono tre modifiche principali. In primo luogo, rafforzare il principio che le banche dovrebbero condividere l´onere della ristrutturazione, nel caso di una ricapitalizzazione di precauzione, così come in una procedura di risoluzione. Ciò significa che, prima di chiedere fondi pubblici, le banche dovrebbero andare al mercato; utilizzare le risorse interne disponibili, e toccare i loro azionisti, titolari di ibridi, ei creditori junior debito. Il modo in cui le nuove norme sugli aiuti di Stato a trattare la questione "bail-in" in ricapitalizzazioni precauzionali ha creato un certo dibattito. Logicamente, gli investitori vogliono chiarezza sulle battute che verranno utilizzati. Sono pienamente d´accordo. Vorrei chiarire la nostra posizione. Che cosa succede se la revisione completa effettuata dalla Bce rivela deficit di capitale? Prima che una banca cerca di ricorrere ai fermi d´arresto pubblici, a livello nazionale o Uem, la condivisione degli oneri sarà effettuata in base alle nuove norme sugli aiuti di Stato. Questo significa soprattutto che gli azionisti e creditori subordinati dovrà contribuire a colmare le lacune di capitale che possono essere rivelate dalla revisione globale. Naturalmente, se la stabilità finanziaria era a rischio, le nuove regole prevedono una clausola di eccezione. In questo caso eccezionale, battute pubbliche possono intervenire prima "bail-in" si svolge. Preservare la stabilità finanziaria è sempre stata una priorità per la Commissione e tutte le nostre decisioni su singoli casi hanno riflettuto questa preoccupazione. Ora l´eccezione rende questo esplicito. In secondo luogo, prima di qualsiasi denaro pubblico viene erogato, la Commissione dovrà stabilire le modalità risorse private delle banche saranno utilizzati per colmare le lacune di capitale e come saranno ristrutturati. Infine, la nuova normativa tappo esecutivo pagare per tutte le banche che ricevono aiuti pubblici. Ovviamente, le nuove regole sono pienamente coerenti con il quadro di risoluzione che sta prendendo forma e che porterà la Union Banking. Le lezioni apprese La nostra esperienza con le banche in difficoltà - nei paesi del programma e altrove - mi permette di trarre alcune conclusioni generali. Che cosa è andato storto con le banche che hanno chiesto un sostegno pubblico dal 2008? Problemi con il finanziamento e la liquidità sono al primo da un miglio. Abbiamo visto molte banche in difficoltà a causa delle loro politiche passate sconsiderate, in particolare il loro eccessivo affidamento sul finanziamento all´ingrosso. In secondo luogo, abbiamo imparato che non esiste una cosa come un modello di business sicuro. Anche le banche commerciali e pubblici hanno sofferto nella turbolenza. In altre parole, abbiamo avuto ampia conferma che il sistema bancario è sempre circa la prudente gestione del rischio. Infine, le banche e si occupano di diverse autorità nazionali transfrontaliere hanno aggiunto livelli di complessità, quando si tratta di risolvere una banca. Certo, non voglio affermare che ora sappiamo come prevedere e prevenire tutte le future crisi bancarie. Ma vi posso dire abbastanza tranquillamente che un settore bancario più sicuro e più solida ha bisogno di un adeguato livello di capitalizzazione, corretta gestione del rischio e una migliore governance e di supervisione. Sono proprio questi i principi che sono alla base del progetto Union Banking. Chiudere Signore e Signori: Vorrei concludere con un´ultima osservazione. Cinque anni in crisi, rivelazioni di pratiche irresponsabili e addirittura illegali continuano ad emergere nella stampa. Stiamo arrivando in queste pratiche di business in una serie di casi che stiamo indagando, come ad esempio la nostra indagine su una presunta manipolazione dei parametri di riferimento Libor e Euribor. Simili preoccupazioni benchmark di manipolazione sono allevati in un caso che è appena stato portato alla nostra attenzione nel mercato dei cambi. Inoltre, sospetta collusione nel corso di un processo di reporting richiesto i controlli che abbiamo effettuato lo scorso maggio presso le sedi di diverse società attive - come l´agenzia di comunicazione dei prezzi Platts-nella fornitura di servizi per il petrolio greggio, prodotti petroliferi raffinati e dei biocarburanti. Infine, stiamo esaminando il mercato dei credit default swap in un caso di grandi banche di investimento e dei principali fornitori di informazioni-finanziaria. Mentre osserviamo i primi segnali di ripresa dopo un lungo periodo di recessione, abbiamo bisogno di un diverso tipo di finanziamento per sostenerlo: più sicuro, più trasparente, e focalizzata sul finanziamento dell´economia reale. Non ho alcun dubbio che la risposta globale dell´Ue ha dato alla crisi finanziaria ci porterà più vicino a questo obiettivo. Un quadro normativo più forte e la Union Banking daranno agli investitori maggiore certezza nelle regole del gioco: sfruttatela finanza in Europa più stabile, e sostenere il suo ritorno alla crescita. Grazie.”  
   
   
IL MEDIATORE EUROPEO CRITICA LA COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI STAKEHOLDER DI EUROPEAN BANKING AUTHORITY  
 
Bruxelles, 13 novembre 2013 - Il Mediatore europeo, Emily O´reilly , ha criticato il modo in cui l´Autorità bancaria europea (Eba) ha selezionato il suo organo consultivo chiave, il gruppo delle parti interessate bancario. Questo segue una denuncia da Uni Europa, una federazione sindacale europea, riguardante la sovrarappresentazione della "vecchia" industria bancaria ´Stati membri dell´Unione europea, così come altri squilibri del primo gruppo, istituito dalla Eba nel 2011. Il Mediatore ha chiesto l´Eba per riferire su come le carenze sono state affrontate nella composizione del nuovo gruppo di stakeholder di Eba che è stato annunciato nel mese di ottobre 2013. Emily O´reilly ha dichiarato: " L´eba è stato istituito a seguito della crisi e lezioni finanziaria e bancaria devono ancora essere imparato da quella crisi consulenza delle parti interessate - una parte cruciale dell´ingresso sulla regolamentazione bancaria - dovrebbe, per quanto. Possibile, essere perfettamente rappresentativa non solo del settore di consumo diverso settore e ma anche equilibrio geografico d´Europa. " Sovrarappresentazione del settore bancario dei "vecchi" Stati membri " L´eba è stata fondata nel 2011 a Londra per garantire la regolamentazione e la vigilanza efficace e coerente in tutto il settore bancario europeo. Prima di adottare norme, linee guida e raccomandazioni, l´Eba ha l´obbligo di consultare la sua Banking Stakeholder Group (Bsg). Questo gruppo è composto da 30 rappresentanti del settore bancario e dei suoi dipendenti, così come da parte dei consumatori, utenti al dettaglio dei servizi bancari, e delle Pmi. Il primo Bsg è stata fondata nel marzo 2011. A settembre 2011, Uni Europa si rivolgeva al Mediatore, evidenziando diversi squilibri nel Bsg, inclusi, tra gli altri, una sovra-rappresentazione dei "vecchi" Stati membri ´del settore bancario, una sovra-rappresentazione dei "nuovi" Stati membri´ organizzazioni di consumatori, e una sovrarappresentazione di cittadini del Regno Unito. L´eba ha spiegato la sua scelta, in termini di necessità di stabilire un equilibrio geografico per il Bsg nel suo complesso. Essa ha aggiunto che la maggior parte delle applicazioni per la categoria "industria" erano venuti dai "vecchi" Stati membri e che, pertanto, nove su dieci rappresentanti del settore sono stati selezionati da tali paesi. Emily O´reilly ha riconosciuto le difficoltà che possono sorgere nello stabilire un Bsg equilibrata. Tuttavia, ha individuato diversi casi di cattiva amministrazione in materia di selezione del Eba del settore, consumatori, utenti di vendita al dettaglio, e rappresentanti dei lavoratori. In particolare, il Mediatore ha criticato l´Eba per non aver assicurato un equilibrio geografico all´interno di ogni categoria. Ha aggiunto che l´Eba dovrebbe, in futuro, evitare il rischio che uno Stato membro potrebbe essere visto come sovra-rappresentati. Nel mese di ottobre 2013, l´Eba ha annunciato la composizione del suo nuovo Bsg. Il Mediatore si aspetta che le carenze individuate nel corso della sua indagine sono stati presi a bordo. Emily O´reilly ha invitato l´Eba per il follow-up sulle sue scoperte, spiegando come sia rivisto il suo approccio durante il secondo processo di selezione. Decisione completa del Mediatore è disponibile all´indirizzo: http://www.Ombudsman.europa.eu/en/cases/decision.faces/en/52432/html.bookmark    
   
   
UE MOBILITA NUOVO SUPPORTO PER LA RICOSTRUZIONE DELLE FILIPPINE  
 
Bruxelles, 13 novembre, 2013 - Sviluppo dell´Ue commissario Piebalgs ha annunciato 10.000.000 € di aiuti supplementari Ue per la riabilitazione delle zone Typhoon Haiyan colpite. I nuovi fondi vengono come una prova che l´Ue sta esaminando il collegamento più veloce e più efficace tra sollievo e riabilitazione a favore delle persone a terra nel minor ritardo possibile. L´annuncio è stato fatto durante la sua visita nelle Filippine, che si conclude oggi ed è stato alterato dagli effetti devastanti del tifone. Dopo i suoi colloqui a Manila con i funzionari governativi e con gli esperti umanitarie in loco, il commissario Piebalgs ha dichiarato: " Al di là di assistenza umanitaria, l´Ue sta già facendo le risorse per la riabilitazione e la ricostruzione a disposizione per garantire che ci sia una transizione graduale dalla gestione delle crisi alla ricostruzione la vita delle persone. Vorremmo vedere alcuna differenza tra gli aiuti d´emergenza e le azioni a lungo termine, e lavoreremo a stretto contatto con il governo e altri partner per lo sviluppo che questo accada. " I settori di intervento possono includere acqua e servizi igienico-sanitari di riabilitazione, riparazione della rete elettrica, di base, sostegno sostentamento, protezione e riparazione delle infrastrutture che dovrebbero essere più resistenti ai futuri tifoni o terremoti. Tale assistenza è in cima alla prima tranche di aiuti umanitari di € 3 milioni precedentemente annunciati e carichi aereo di aiuti umanitari e squadre di soccorso sulla strada da Stati membri dell´Unione europea. La quantità di assistenza umanitaria dovrebbe aumentare in modo significativo una volta che le informazioni sui bisogni in aree remote è più chiaro.  
   
   
MACROREGIONE ADRIATICO IONICA, SPACCA AL CONVEGNO DELLA CNA. “PROGETTI CONCRETI PER IL PIANO D’AZIONE”.  
 
Ancona, 13 novembre 2013 - Una Cloud adriatico ionica, una scuola di amministrazione sul modello della francese Ena, la crescita della rete infrastrutturale in ambito europeo e l’incentivazione dell’aggregazione tra piccole e medie imprese. Sono alcuni dei progetti da inserire nel Piano d’azione della Macroregione adriatico ionica che il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha annunciato ieri mattina nel corso del convegno della Cna “Una strategia per la Macroregione adriatico ionica. Crescita e Sviluppo Sostenibile, Coesione Territoriale, Ruolo delle Micro e Piccole Imprese. Il contributo della Cna alla definizione del Piano di Azione”, alla presenza del ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia. Progetti da realizzare attraverso la combinazione di fondi strutturali dei diversi Paesi Ue della Macroregione e risorse dei Paesi in pre-adesione. “Quello di oggi – ha detto Spacca – è un incontro molto importante, attraverso il quale la Cna interpreta pienamente la possibilità che viene offerta di inserire alcuni progetti nel Piano d’azione della Macroregione in via di realizzazione. Una costruzione dal basso che richiama il contributo di istituzioni, enti locali, categorie economiche e sociali, associazioni. Da parte nostra, tra i progetti che intendiamo inserire nel Piano d’azione, ricordo quello della Cloud adriatico ionica da creare con una sinergia istituzionale e scientifica. Si tratta di una infrastruttura non pesante in grado di far dialogare rapidamente le comunità della Macroregione. Abbiamo già raccolto la disponibilità dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) a collaborare al progetto”. Secondo tema, la cultura amministrativa delle aree macroregionali. “Per accrescerla – ha annunciato Spacca – pensiamo ad una scuola stile Ena. Ci sono poi progetti di sviluppo delle piccole e medie imprese, improntati soprattutto alla creazione di reti, e il tema delle infrastrutture fisiche”. Spacca ha ricordato i passi avanti già compiuti per il Corridoio mediterraneo, con l’inserimento della Fano-grosseto (land bridge sulla rotta Penisola Iberica-balcani) nelle reti europee Ten e l’approvazione da parte del Cipe, e per il corridoio Helsinki-la Valletta con l’inserimento del porto di Ancona. “Più complicata – ha aggiunto – è la situazione per il corridoio Baltico-adriatico che sta trovando una resistenza incomprensibile. C’è ancora da lavorare con determinazione per ottenerne il prolungamento fino ad Ancona”. “Dobbiamo lavorare velocemente alla costruzione del Piano d’azione – ha concluso Spacca – non con orientamenti ma con progetti concreti. L’appuntamento di febbraio ad Atene con la discussione del Piano, è vicino. Le Marche ci credono, ci crede l’Italia che farà della Macroregione adriatico ionica una delle azioni prioritarie del suo turno di presidenza della Ue. E ci crede l’Europa che ha compreso la necessità di intervenire su quest’area la cui fragilità rischia altrimenti di mettere in discussione la stessa coesione europea. La Macroregione è un progetto che richiede una forte spinta dal basso, ma anche una forte coerenza rispetto alla filiera istituzionale, con la convergenza di azioni da parte di ciascuno. L’appuntamento di oggi è, in questo senso, di grande significato”.  
   
   
ITALIA E RUSSIA: UN LEGAME DA RAFFORZARE PER LO SVILUPPO E L’INNOVAZIONE A TORINO CIRCA 800 OPERATORI ISCRITTI PER LA VENTITREESIMA EDIZIONE DELLA “TASK FORCE”  
 
Torino, 13 novembre 2013 - Edizione da record per la ventitreesima task force italo-russa sui distretti e le piccole e medie imprese, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano e dalla Rappresentanza Commerciale Russa in Italia, con l’obiettivo di sostenere la collaborazione per lo sviluppo industriale dei due Paesi. Sono circa 800 gli operatori iscritti a Torino, tra rappresentanti istituzionali e imprenditori, di cui oltre 300 piemontesi e circa 180 componenti della delegazione russa. Numeri che in questa edizione sono notevolmente migliorati anche rispetto agli appuntamenti precedenti, che già avevano fatto registrare ampia partecipazione. Stamani, a Torino, al “Centro Torino Incontra”, si è svolta la sessione plenaria di inaugurazione. «Una task force organizzata in modo impeccabile – ha detto il Vice Ministro dello Sviluppo economico della Federazione Russa, Pavel Korolev – I delegati che sono qui presenti hanno le idee ben chiare, per cui sono in campo prospettive di cooperazione molto consistenti, che indubbiamente porteranno risultati a breve termine». «Il Piemonte è una regione industriale che più di altre ha sofferto la crisi – ha aggiunto il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota - ma proprio da un evento di questo tipo possiamo cogliere l’occasione per ripensare la crisi stessa come opportunità di rilancio dell’economia. Non è infatti possibile superare la congiuntura negativa senza guardare ai mercati esteri. Quello russo è certamente strategico. Il Governo regionale è al fianco delle piccole imprese piemontesi per aiutarle ad affrontare la sfida dell’export». Sullo scambio di opportunità ed esperienze tra gli imprenditori dei due Paesi ha puntato l’attenzione la Presidente della Rappresentanza Commerciale russa in Italia, Natela Scengheliya, secondo la quale «è fondamentale che ci sia la possibilità di discutere concretamente di progetti, che portino poi alla firma di impegni contrattuali». L’occasione della due giorni di Torino è propizia e, da questo punto di vista, il Presidente della Task Force, Pietro Celi, ha voluto sottolineare le tipicità dell’evento. «Non sono molti gli appuntamenti che si svolgono con tanta frequenza e continuità – ha dichiarato Celi – Nelle ventidue sessioni precedenti abbiamo coinvolto 83 regioni russe e 10 italiane, dando così ampia voce ai territori rappresentati». I lavori della mattinata sono stati moderati da Giuseppe Donato , presidente Ceipiemonte, che ha ricordato i temi al centro della task force: «energia, edilizia, meccanica legata all’automotive e aerospazio sono temi in cui l’Italia e il Piemonte hanno molto da dire, soprattutto in termini di proposte progettuali. Comparti che Ceipiemonte segue da vicino coordinando anche numerose azioni volte proprio a favorire sinergie e collaborazioni tra le aziende piemontesi e russe». Il programma dell’evento prosegue anche nel pomeriggio e nella giornata di domani con confronti e dibattiti su efficienza energetica, energie rinnovabili, edilizia, meccanica, automotive, aerospazio e un business forum sul turismo. A quest´ultimo tema viene dedicata particolare attenzione, considerato anche che la ventireesima task force si realizza proprio in occasione dell’anno della promozione reciproca del turismo tra i due paesi. Nell´ambito del forum saranno così presentate le nuove opportunità di collaborazione. Nel 2012 più di 15,3 milioni di turisti russi si sono recati all’estero: un aumento del 6% rispetto al 2011 (dati di fonte russa). Tutti i settori sono di estremo interesse per l’Italia e in particolare il Piemonte, il cui export verso la Russia, nel corso dello scorso anno, ha superato i 787,7 milioni di euro, registrando un aumento del 4,3% rispetto al 2011, mentre il valore delle importazioni dalla Russia ha raggiunto poco più di 66,4 milioni di euro. La Russia è il dodicesimo Paese verso il quale sono destinate le vendite all’estero dei prodotti piemontesi (il terzo tra i cosiddetti "Bric"). Già nell’ambito del Piano Strategico per l’Internazionalizzazione del Piemonte il mercato russo era stato individuato tra i prioritari, tant´è che vi è stato dedicato un apposito progetto integrato di mercato, le cui attività di realizzazione sono state affidate a Ceipiemonte. Nel corso della task force verrà anche dedicato spazio agli strumenti finanziari attraverso cui realizzare le forme di collaborazione, sia sotto il profilo bancario sia riguardo gli investimenti diretti dalla Russia verso l’Italia e viceversa. La Regione, in particolare, ha istituito la formula del contratto di insediamento per attrarre nuovi investimenti, che ha già prodotto diversi risultati. Ne è conferma la presenza a Biella dell´azienda russa Synhesalloys, specializzata nei metalli preziosi per l´industria, che ha un investimento programmato di 13 milioni di euro, con un contributo di 1 milione e 400 mila da parte della Regione. A regime saranno 70 i nuovi posti di lavoro creati. Rispetto agli investimenti in Russia, invece, verrà data testimonianza dell’esperienza dell’azienda Cellino srl (filiera dell’automotive), che si sta rafforzando sul mercato russo con un investimento in loco, senza per questo pregiudicare l’insediamento piemontese: un esempio virtuoso di come è possibile investire all’estero senza necessariamente dover per forza delocalizzare.  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE, CALENDA GUIDA MISSIONE ITALIANA IN AZERBAIJAN SVILUPPO INFRASTRUTTURALE GRANDE CHANCE PER LE NOSTRE AZIENDE  
 
Roma, 13 ottobre 2013- A pochi giorni dalla conclusione della missione negli Stati Uniti, il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda guiderà la missione imprenditoriale di Ice, Confindustria, Ance e Federprogetti partita ieri per l´Azerbaijan. La missione coincide con un forte rilancio delle relazioni tra i due Paesi, sviluppo che fa seguito alla visita del Presidente del Consiglio Letta lo scorso agosto e all´annuncio, alla fine di giugno, della scelta a favore del progetto Tap (Trans Adriatic Pipeline) per la distribuzione in Europa, attraverso l´Italia, di oltre 10 miliardi di metri cubi di gas estratti dai giacimenti azeri. L´italia è da diversi anni il primo partner commerciale di Baku e l´obiettivo primario della missione è quello di riequilibrare una bilancia commerciale che ci vede ampiamente deficitari, a causa dell´importazione di idrocarburi. La crescita economica del Paese caucasico è prevista nel 2013 al di sopra del 5% e i progetti di sviluppo delle infrastrutture rappresentano una grandissima opportunità per le imprese italiane che operano, oltre che in questo settore, anche in quello dei beni di consumo e di investimento. Gli oltre 130 imprenditori italiani che partecipano alla missione avranno più di 300 incontri bilaterali con le loro controparti locali e l´opportunità di confronto con le Autorità competenti per i progetti di sviluppo infrastrutturali. Il Vice Ministro Calenda incontrerà il Vice Ministro dell´Economia e dell´Industria azero, oltre al Ministro dell´Ecologia, responsabile per progetti di riqualificazione ambientali ed infrastrutturali ai quali sono particolarmente interessate le nostre aziende del settore. Durante l´incontro con il Vice Ministro dei Trasporti, inoltre, saranno presentati grandi progetti ferroviari, di ampliamento della metropolitana di Baku, un piano di costruzioni civili, residenziali e commerciali. E´ infine previsto un colloquio con il direttore del Fondo sovrano azero, denominato Sofaz, il cui portafoglio eccede i 35 miliardi di dollari, nel quale verranno presentate le opportunità offerte dal pacchetto "Destinazione Italia".  
   
   
IL PRESIDENTE DEL PIEMONTE COTA INCONTRA A TORINO L’AMBASCIATORE USA IN ITALIA  
 
Torino, 13 novembre 2013 - “Ringrazio l’ambasciatore per aver scelto il Piemonte come luogo della sua prima visita ufficiale. Quello di ieri è stato un incontro molto positivo e concreto: siamo entrati subito in sintonia sulla possibilità nel concreto di sviluppare anche con gli Stati Uniti occasioni di incontro, per mettere a confronto i nostri due sistemi produttivi ed interconnettere il più possibile le diverse realtà imprenditoriali. Sostanziare con eventi di questo tipo la storica amicizia con gli Usa sarà per noi una sfida importante”. È quanto ha dichiarato oggi il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, dopo l’incontro con l’ambasciatore Usa in Italia, John Phillips, nel palazzo della Regione Piemonte a Torino. “Ringrazio il presidente Cota – ha detto l’ambasciatore Phillips - per avermi accolto oggi nella regione che amministra e che è una delle più dinamiche del nord Italia. Mentre ero in viaggio per arrivare a Torino ho ammirato il paesaggio del Piemonte, con le sue colline e i suoi vigneti e mi sono sentito come sempre intimamente legato all’Italia. Come sapete ho con l’Italia un rapporto d’amore che deriva dalla storia della mia famiglia e che non si è mai interrotto. Ora, da ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, ho l’opportunità di conoscere da vicino le realtà locali e vi scopro uno spirito imprenditoriale ed un pragmatismo molto vicini allo spirito americano.”  
   
   
MARONI: SPERO STOP TAGLI A LOMBARDIA IN MANOVRA  
 
Milano, 13 novembre 2013 - "Non corro dietro alle migliaia di emendamenti che sono stati presentati alla legge di Bilancio, ma mi auguro che per quanto riguarda i saldi della Regione Lombardia, almeno non venga peggiorata, dal momento che abbiamo già subito tagli per oltre 300 milioni di euro". Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni alle domande dei cronisti, che - a margine della firma dell´addendum al protocollo d´intesa con Abi attraverso il quale Regione Lombardia aiuta le giovani coppie a sostenere il mutuo per l´acquisto della prima casa - gli hanno chiesto un commento sul dl Stabilità. Costi Standard Innovazione Positiva - Rimanendo in materia di Bilancio, il governatore è tornato a sottolineare l´importanza dell´intesa trovata con le Regioni per l´introduzione dei costi standard già a partire dal 2013. "Un fatto molto positivo - ha ribadito - perché porta nelle casse della nostra Regione una cinquantina di milioni di euro in più nella spesa sanitaria, che serviranno per ridurre i ticket. E´ un impegno che avevo preso e che abbiamo mantenuto".  
   
   
XIII SESSIONE PROGRAMMATICA CNCU-REGIONI. CONTRATTI DI SERVIZIO E CARTE DI QUALITÀ AL CENTRO DEL DIBATTITO DELLA DUE GIORNI  
 
Napoli, 13 novembre 2013 - Si terrà per la prima volta a Napoli, presso la Mostra d’Oltremare, il prossimo 18 e 19 novembre la Xiii Sessione Programmatica Cncu-regioni, l’appuntamento annuale nel corso del quale le Associazioni dei Consumatori incontrano gli enti locali al fine di favorire ogni forma di raccordo e coordinamento tra le politiche nazionali e regionali in materia di consumatori e utenti. Il Ministero dello Sviluppo economico ha accettato, nel marzo scorso, la candidatura della Regione Campania ad ospitare la tredicesima sessione del Cncu-regioni. Una candidatura nata soprattutto dall’esigenza di mettere al centro delle politiche regionali le criticità da cui sono colpiti i cittadini e le problematiche in materia di tutela dei consumatori. Il tema di confronto della due giorni saranno le carte della qualità e i contratti dei servizi pubblici locali. L’iniziativa, infatti, sarà l’occasione per presentare le Linee Guida sui criteri da applicare per individuare i principi e gli elementi minimi da inserire nei contratti di servizio e nelle carte di qualità dei servizi pubblici locali relativamente al ruolo delle Associazioni dei Consumatori. Approvato lo scorso 26 settembre dalla Conferenza Unificata e pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 29 ottobre, il documento ha l’obiettivo di riportare al centro della discussione politica il tema della qualità dei servizi pubblici locali e il coinvolgimento delle associazioni di tutela degli utenti nella definizione degli standard di qualità da inserire nei contratti di servizio siglati tra l’ente locale e le aziende. Le due giornate di lavori saranno così strutturate: Lunedì 18 novembre sono previste due sessioni di lavoro: una dedicata a “Servizi Pubblici e Carte della Qualità” in cui verrà presentato il lavoro tecnico del Tavolo Istituzionale permanente Cncu-mise-regioni da parte di un rappresentante dell’Anci, di uno delle regioni e di uno delle associazioni dei consumatori. La sessione pomeridiana, invece, sarà orientata su un dibattito su “Le Nuove sfide della Rappresentatività” con interventi dei rappresentanti delle Associazioni nazionali dei consumatori e delle Regioni. Martedì 19 novembre: ci sarà una tavola rotonda sull’esecutività e il monitoraggio dei contratti di servizio pubblico locale; verrà, poi, presentato il documento finale dell’evento. Scheda sull’Infopoint regionale Campania - Per la prima volta in Campania tutti i fondi messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo economico a favore dei consumatori, circa un milione di euro, saranno impegnati per il bando rivolto alle associazioni, per la realizzazione del programma “Infopoint Regionale Campania” a favore dei consumatori e degli utenti per l’esercizio dei loro diritti nell’ambito dei servizi pubblici. Per la realizzazione della misura, il Ministero dello Sviluppo Economico assegna alla Campania fondi pari a 927.455 euro. Il programma Infopoint Regionale Campania mira a rendere i consumatori maggiormente consapevoli dei propri diritti in ogni settore, dai trasporti pubblici, alle assicurazioni, fino a sanità, telecomunicazioni, credito al consumo. A tale scopo, saranno attivati su tutto il territorio regionale 160 nuovi punti informativi presso le associazioni dei consumatori. I fondi stanziati saranno oggetto di un bando pubblico per l’acquisizione della manifestazione di interesse per la realizzazione degli interventi del programma, in sinergia con le associazioni dei consumatori. L’obiettivo è quello di rendere gli utenti ed i consumatori più informati su sicurezza e qualità dei prodotti, politiche tariffarie e normative allo scopo di rendere più competitivo il sistema produttivo regionale.  
   
   
“FONDI STRUTTURALI 2014-2020”. APPUNTAMENTO A SENIGALLIA PER UN PONTE FRA MARCHE E CROAZIA.  
 
Ancona, 13 novembre 2013 - Si terrà a partire dalla ore 9.15 di giovedì 14 novembre presso la Rotonda a Mare di Senigallia l’appuntamento annuale con la Politica Regionale Unitaria della Regione Marche. Prenderanno parte all’evento il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e l’assessore alle Politiche comunitarie Paola Giorgi, ai quali saranno affidate le conclusioni. La riflessione portante di quest’anno sarà incentrata sul tema “Fondi strutturali 2014-2020 e accordi di collaborazione tra istituzioni e imprese della Regione Marche e della Croazia”. Come ogni anno l’incontro si concentrerà anzitutto sull’avanzamento della Programmazione Regionale Unitaria delle Marche, ma sarà impreziosito dalla partecipazione del “sistema Croazia” che ha aderito all’Unione europea dal 1° luglio 2013 e al quale sarà dedicata la sessione pomeridiana dei lavori. Dopo una prima parte incentrata sull’attuazione dei programmi e sui risultati conseguiti dalla Regione Marche illustrati dal dirigente Politiche Comunitarie e Autorità di Gestione Fesr e Fse della Regione Marche Mauro Terzoni, seguirà una sessione dedicata allo stato dell’arte sulla programmazione 2014-2020 alla quale prenderanno parte Sabina De Luca, capo del Dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica del Ministero dello Sviluppo economico e Melaniya Milic, dell’Agenzia regionale per lo Sviluppo della Regione di Dubrovnik e della Neretva. Nel pomeriggio i lavori proseguiranno con due workshop dedicati alle opportunità e alla collaborazione fra imprese e istituzioni della regione Marche e della Croazia, anche nell’ottica della strategia della Macroregione Adriatico-ionica e con una sessione di incontri Btob tra imprese marchigiane e imprese croate. Dalle ore 16.00, infine, sarà prevista una sessione plenaria alla quale prenderanno parte, fra gli altri, il professor Antonio Nuzzo dell’Università Luiss Guido Carli, alcuni rappresentanti dell’Istituto Italo-croato e l’ambasciatore di Croazia Damir Grubisa. Il programma completo è disponibile su www.Europa.marche.it    
   
   
ROSSI INCONTRA LA COMUNITÀ FILIPPINA: 50 MILA EURO DALLA REGIONE TOSCANA PER INTERVENTI URGENTI  
 
Firenze, 13 novembre 2013 - La Regione Toscana stanzierà 50 mila euro per gli interventi di prima urgenza in soccorso della popolazione delle Filippine. La decisione, che verrà formalizzata nella giunta di giovedì prossimo, è stata annunciata oggi dal presidente della Regione, Enrico Rossi, che ha ricevuto una delegazione della comunità filippina di Firenze guidata dal console Fabio Fanfani. Rossi, che era accompagnato dall´assessore alla salute Luigi Marroni e dal consulente per la cooperazione internazionale Massimo Toschi, ha voluto portare a tutta la comunità filippina la vicinanza della Toscana per la tragedia che ha colpito il loro Paese. "In Toscana - ha ricordato Rossi - vive una comunità importante, sono 12 mila persone, che svolgono un ruolo prezioso in particolare nella cura e nell´assistenza delle persone anziane. La nostra vicinanza in un momento come questo è doverosa, è una sorta di reciprocità". Lo stanziamento della Regione Toscana andrà a confluire nel fondo nazionale stanziato dal Ministero degli Affari Esteri che attualmente è dotato di 1 milione di euro. "Se anche le altre Regioni faranno come la Toscana - ha aggiunto Rossi - potremmo forse raddoppiare il fondo." Il presidente della Regione ha inoltre aggiunto di aver attivato contatti con la Farnesina e di aver messo a disposizione il Gruppo di Chirurgia d´Urgenza diretto dal professor Evangelista, che è pronto a partire. "E´ un nostro centro d´eccellenza - ha spiegato Rossi - che naturalmente la Regione doterà di tutto il necessario, come facciamo ogni volta che il Gruppo parte per una missione, perchè le attrezzature vengono lasciate ogni volta in loco." Rossi ha inoltre sollecitato al Console Fanfani e ai componenti della delegazione suggerimenti per altri possibili interventi e dichiarato la disponibilità della Regione a contribuire in termini di prodotti sanitari e medicinali. Altri aiuti sono stati annunciati da Arci, che da due decenni ha attivato progetti di cooperazione con le Filippine, e Unicoop Firenze, anch´essa attiva in zona con il progetto "Il cuore si scioglie". Il presidente Rossi ha inoltre sottolineato come "disastri come quello delle Filippine sono causati dall´uomo" e ha indicato le responsabilità "in quel capitalismo finanziario che sfrutta le risorse senza preoccuparsi dei danni che si creano alla biosfera". "Credo - ha concluso Rossi- che gli Stati dovrebbero cominciare a pensare come far ripagare i danni di questi disastri a quelli che li hanno causati". Per raccogliere aiuti la Comunità Filippina ha attivato alcuni centri, presso i quali confluiranno anche gli aiuti in termini di presidi sanitari e medicinali della Regione: Comunità Filippina di San Barnaba - Via Guelfa 41- 50129 Firenze- (Riferimento: padre Reynold Corcino) Cbn - London - Ltd - Bdo- Via della Spada 36r - 50123 Firenze La Caritas ha messo a disposizione un conto corrente con Iban: It 67 L033 5901 6001 0000 0067 361 per versamenti con causale "Emergenza Filippine"- Oppure un C.c.p n. 26091504 intestati a Associazione Solidarietà caritas Onlus.  
   
   
SOCIETÀ PARTECIPATE: “I PASSI AVANTI DELLA GIUNTA VENETA PREMIATI DA APPREZZAMENTO CORTE DEI CONTI E DA RISPARMI MAGGIORI DI QUELLI PROSPETTATI  
 
Venezia, 13 novembre 2013 - “Hanno ragione i consiglieri Tiozzo e Ruzzante: la loro proposta è veramente rivoluzionaria. A tal punto rivoluzionaria da non tener conto nemmeno delle disposizioni del Codice Civile e della normativa nazionale vigente”. Non s’è fatta attendere la replica dell’assessore regionale al bilancio e alle società partecipate, Roberto Ciambetti, alle dichiarazioni del capogruppo Pd sull’astensione del gruppo consiliare della Lega e sull’atteggiamento della Giunta regionale relativamente alla proposta di legge sulla riforma delle società partecipate all’esame della prima commissione consiliare. “E’ per lo meno bizzarro e singolare – spiega Ciambetti – che i consiglieri regionali vogliano legiferare, per altro con notevole ritardo, su materie che sono di competenza dello Stato. Il diritto societario, ad esempio, rientra nel Codice Civile. Già da tre anni la Giunta regionale si è attivata per adeguare, attraverso precise direttive, alle nostre società le disposizioni emanate dal Governo e votate dal Parlamento e le nostre scelte, la governance della transizione e il controllo attivato hanno avuto l’apprezzamento concreto della stessa Corte dei Conti, il che è garanzia per il cittadino della bontà del nostro operato, del lavoro svolto dalle nostre strutture e del fatto che noi si stia applicando correttamente la legge”. “Per quanto riguarda i risparmi possibili di cui i consiglieri menano vanto – continua l’assessore –, dagli studi emerge che la loro proposta prevede, per presidenti e membri del Cda, amministratori delegati e sindaci o revisori dei conti, compensi medi che complessivamente sono di gran lunga superiori a quelli già applicati sulla base delle disposizioni date dalla Giunta. Anche per quanto riguarda il numero dei membri dei Cda siamo già ad uno sfoltimento avanzato. Ma non solo: ci sono previsioni nella proposta di legge che finiscono per essere in deroga alle stesse norme, cogenti, sulla trasparenza e gli appalti pubblici. Si pensi che abbiamo già reso operative in Veneto alcune disposizioni particolarmente restrittive e rigide sulle società che, secondo la stessa Corte dei Conti, non erano obbligatorie per la Regione ma che noi abbiamo voluto ugualmente accogliere”. “Non posso poi non far notare anche previsioni che lasciano oltremodo perplessi nel fronte della contrattualistica del lavoro – conclude Ciambetti –: se passasse la norma proposta, credo che le organizzazioni sindacali avrebbero da ridire qualcosa. Per quanto la materia si presti a battute a effetto, che magari permettono un passaggio televisivo, un’intervista radiofonica e qualche centimetro quadrato sulla carta stampata, il tema non può essere affrontato con lo spirito demagogico e con affermazioni che sono fuorvianti”.  
   
   
MILANO, PARTECIPATE. PISAPIA: “AMMINISTRATORI COMPETENTI CON LA CULTURA DEL CONTROLLO”  
 
Milano, 13 novembre 2013 - “L’onestà è un presupposto basilare ma non basta, ci vuole competenza. Credo che gli amministratori delle società pubbliche debbano far propria la cultura del controllo. Non sempre le società pubbliche hanno una buona reputazione, però ci sono tanti casi in cui gli amministratori lavorano bene e con competenza per il bene comune. Il mio impegno quando ho dovuto fare delle scelte è sempre andato in questa direzione”. Lo ha affermato il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia nel corso della presentazione del libro ‘La buona governance: piccolo manuale per amministratori di enti e società a partecipazione pubblica’ curato da Franco Morganti, Marco Rescigno e Andrea Scafidi di Nedcommunity in collaborazione con Arcipelagomilano. “Quelli legati alla gestione delle società pubbliche sono spesso temi chiave per la gestione dei Comuni e degli Enti Locali in genere e la governance di queste aziende è molto rilevante. C’è bisogno di buona governance, che comprenda competenza ed esperienza, per evitare che si ripetano casi molto negativi accaduti nel passato. Il bene collettivo dipende anche da questo”, ha concluso il Sindaco.  
   
   
RISORSE UMANE: L´ASSESSORE ABRUZZESE FA CHIAREZZA  
 
Pescara, 13 novembre 2013 - Dall´assessore alle Risorse Umane, Federica Carpineta, riceviamo e pubblichiamo quanto segue. "E´ opportuno fare chiarezza sulla posizione ufficiale dell´amministrazione regionale. E questo va fatto proprio oggi perché domani si discute al tavolo sindacale la questione della retribuzione legata ai risultati dei dirigenti. Sia chiaro che la volontà politica è di non distribuire neanche un euro in più, rispetto all´anno precedente, ai dirigenti regionali. Nelle precedenti riunioni del tavolo è già stata verbalizzata la mia richiesta di accantonare le eccedenze del fondo del risultato dei dirigenti e, quindi, di non distribuirla tra gli stessi, cosicché non ci sia alcun incremento delle somme destinate ai singoli dirigenti rispetto all´anno precedente. Quel che c´è di più oggi c? è anche perché abbiamo ridotto del 35% il numero delle posizioni dirigenziali, cosa mai avvenuta prima. Poter utilizzare, in parte, quel risparmio per incrementare il fondo della retribuzione di produttività dei dipendenti regionali che hanno visto, al contrario, la propria retribuzione decurtata, è giusto, è opportuno ed è auspicabile. Nelle prossime ore, su proposta della maggioranza, verrà depositata in Consiglio Regionale una apposita legge per destinare al fondo accessorio dei dipendenti le eccedenze del fondo della dirigenza derivanti dai processi di riorganizzazione, che in gran parte abbiamo già attuato. Mi auguro vivamente che questo percorso legislativo possa raggiungere un esito positivo. Nel mentre, val la pena precisare che il fondo accessorio viene costruito secondo le regole del Ccnl (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro). Non è nella facoltà della Giunta Regionale né dell´assessore pro-tempore disdire il Ccnl o modificarne gli effetti. Ma il tavolo di contrattazione con i sindacati può decidere sicuramente di accantonare l´eccedenza del fondo della dirigenza in attesa di verificare di poterne utilizzare una parte o tutta per i dipendenti del comparto. Da parte mia devo ricordare che dal 2008 a oggi la spesa per il personale è diminuita da 92 a 78 milioni di euro. Abbiamo risparmiato 14 milioni di euro di pubblico denaro, grazie anche al blocco del turn-over e a altre scelte fatte con coraggio da noi, non ultima quella di non fare infornate di personale soprattutto in vista delle elezioni. Devo ricordare anche che il Consiglio Regionale ha già approvato, nel 2011, su proposta della Giunta Regionale, una legge per distribuire il salario accessorio secondo criteri di meritocrazia ed efficienza. Quella legge è diventata operativa dal 2013. E dal 2014 gli Abruzzesi ne vedranno i primi effetti. Devo anche ricordare che questa Giunta Regionale, su mia proposta, ha già approvato la legge di riforma della nostra macchina burocratica. Il testo della proposta di legge regionale di iniziativa della Giunta è, da più di un anno, all´attenzione del Consiglio Regionale, accompagnata dai pareri favorevoli dei sindacati e delle altre parti sociali. Mi piace ricordare che quella proposta di legge innovativa punta alla efficienza, alla flessibilità, alla formazione continua e alla valorizzazione del personale e, non per ultima, alla trasparenza, secondo i criteri più avanzati. Voglio infine precisare, non tanto per difendere l´operato della Giunta e della Direzione risorse umane quanto, soprattutto, a tutela della dignità dei signori dipendenti regionali che, dalla soppressione di Arssa, Aptr e Abruzzo Lavoro ad oggi, nessun dipendente ha bivaccato o si è smarrito senza meta negli uffici regionali. Tutti sono assegnati alle Direzioni regionali con regolare contratto ed hanno lavorato al massimo delle possibilità, continuando così a fare il proprio dovere".  
   
   
AMMORTIZZATORI IN DEROGA, I DATI PER REGIONE CAMNPANIA  
 
Napoli, 13 novembre 2013 - La Regione Campania, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2012, ha erogato circa 426 milioni di euro per gli ammortizzatori in deroga, corrispondenti al 6,3% di incidenza sulla spesa storica in base alla popolazione. Nel confronto con le altre Regioni la Campania spende un terzo di ciò che risulta erogato ad esempio dalla Lombardia e quasi la metà della Puglia. Il costo unitario sulla popolazione è di 74 euro pro capite, contro i 202 euro in Calabria, 107 in Lombardia, 242 in Sardegna. La spesa della Campania può essere paragonata a territori come il Friuli Venezia Giulia e la Liguria, in cui la crisi non è stata vissuta come in Campania. Per quanto riguarda il totale delle ore erogate nel 2013 dalle singole Regioni, in Campania sono poco più di 15 milioni, meno della metà di quelle erogate ad esempio in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. "Con questa analisi - sottolinea l´assessore regionale al Lavoro Severino Nappi - innanzitutto mi preme sgomberare il campo da ogni tipo di strumentalizzazione che pure si è fatta in passato: lo strumento degli ammortizzatori in deroga è utile ed è necessario laddove la crisi è congiunturale. Ma non può e non deve diventare. La politica, anche attraverso un´operazione di risparmio, rigore e qualità, è chiamata a fare delle scelte di campo, che molto spesso comprendono anche la selezione delle aziende da sostenere con gli ammortizzatori. Nel dicembre 2012, con il presidente Caldoro abbiamo stabilito di costituire, nell´ambito del Piano Azione Coesione, un fondo straordinario di 200 Meuro - aggiuntivo rispetto alle risorse stanziate dal Governo nazionale - per sostenere i nostri lavoratori espulsi dal mercato del lavoro con ammortizzatori in deroga e politiche di reinserimento. Grazie a questa intuizione, i nostri lavoratori sono in sicurezza sino al 2014 e già nelle prossime settimane verrà autorizzata la prosecuzione del trattamentosino a tutto il 31 dicembre 2013. Ma abbiamo fatto di più, d´intesa con le parti sociali: già dal 2011 abbiamo tagliato migliaia di persone che da troppo tempo godevano degli ammortizzatori senza prospettiva e per gli altri abbiamo affiancato al sostegno al reddito anche le politiche di reinserimento dei lavoratori. Oggi si scopre che altrove non è sempre così, e tante volte abbiamo assistito alla denuncia di spreco di risorse pubbliche da parte delle Regioni del sud. Stavolta, come risulta dalle stesse tabelle ministeriali, sono molte le Regioni, quasi tutte del nord, che hanno creato questa condizione. La verità, come sempre, è che le cose si devono fare per bene e con serietà. Anche se costa sacrificio e qualche rischio. Queste politiche di rigore e di gestione intelligente delle risorse pubbliche in Campania stanno dando i loro frutti: garantiamo chi ne ha più bisogno e non sforiamo i tetti. Non è dunque il caso di mettere in discussione l´istituto che protegge le nostre imprese, perlopiù piccole e piccolissime, altrimenti senza tutela, ma chiediamo al Governo di garantire altrove l´applicazione del metodo Campania", conclude l´assessore Nappi.  
   
   
ESODATI IN LOMBARDIA: AIUTATI I LAVORATORI, FONDI NON TOLTI A CIG  
 
Milano, 13 novembre 2013 - La Sottocommissione di Regione Lombardia per la formazione ed il lavoro ha approvato un Addendum all´Accordo Quadro degli ammortizzatori in deroga per il secondo semestre 2013, per consentire di utilizzare la mobilità in deroga anche per gli esodati presenti sul territorio regionale. Ne hanno dato notizia gli assessori regionali Valentina Aprea (Istruzione, Formazione e Lavoro) e Massimo Garavaglia (Economia, Crescita e Semplificazione). All´incontro era presente anche Pietro Foroni, consigliere regionale. Da Esodati Senza Coperture A Lavoratori In Mobilita´ - "Potranno accedere all´indennità di mobilità in deroga - ha spiegato Aprea - lavoratori subordinati cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e collocati in mobilità ordinaria o in deroga a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, che alla data odierna sono coperti dal trattamento di mobilità ordinaria e che, senza soluzione di continuità, maturino i requisiti alla pensione, ante D.l.201/2011, durante il periodo di godimento dell´indennità di mobilità in deroga e in ogni caso entro il 31 dicembre 2014". Accordo Non Toglie Risorse A Cig - "Resta salva - ha sottolineato l´assessore regionale - la previsione dell´Accordo Quadro di destinare l´80% delle risorse 2013 alla Cassa integrazione in deroga ed il 20% alla mobilità in Deroga". Risposte Concrete A Problema Che Sembrava Senza Soluzione - "Oggi abbiamo cominciato a dare risposte - ha evidenziato Aprea - ad un problema che sembrava senza soluzione". Ricostruendo le tappe che hanno portato alla situazione cui Regione Lombardia ha dato una prima risposta concreta, l´assessore Aprea ha ricordato gli enormi problemi creati dalla Legge Fornero, per effetto della quale sono rimasti privi di ogni copertura economica tutti quei dipendenti che, in procinto di maturare il diritto alla pensione, avevano stipulato un accordo con la propria azienda per interrompere il rapporto di lavoro (o sono stati collocati in mobilità) con retribuzione garantita dalle loro aziende fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici. L´allungamento dei termini di pensionamento della riforma Fornero ha penalizzato migliaia di lavoratori, anche in Lombardia. Via Libera Inps Al "Modello Lombardo" - "Ci siamo basati - ha spiegato Aprea - sul fatto che, in attuazione dei diversi interventi di salvaguardia degli esodati, le norme nazionali sono di non facile interpretazione: ipotizzando un´applicazione estensiva dell´ultima di queste, in ordine di tempo, Regione Lombardia ha trovato la validazione dell´Inps". Sollecitato Parere A Ministero Del Lavoro - Resta comunque necessario, a questo punto, un esplicito parere del Ministero del Lavoro che, nonostante i numerosi solleciti, non si è ancora espresso. "Regione Lombardia -ha proseguito Aprea - ha proposto alle parti sociali di prendere comunque la decisione di tutelare una più ampia platea di esodati, confidando in un rapido via libera da parte del Ministero del Lavoro". Altre Regioni Pronte A Copiare Soluzione - Il "modello" Lombardia, una volta ottenuto il via libera da parte del Ministero del Lavoro - che non dovrebbe tardare, visto l´assenso già dato dall´Inps - potrebbe essere "copiato" da altre regioni che stanno affrontando il delicato tema esodati: "Il Veneto, in particolare - ha riferito Aprea - attraverso il suo presidente Zaia, ha già chiesto dettagli sulle modalità con cui abbiamo operato". Garavaglia: Risolto Il Problema - "Abbiamo trovato una soluzione molto semplice ad un problema complesso, quello dei cosiddetti ´esodati´, un problema creato dalla legge Fornero. Ora ci aspettiamo che il Ministero a brevissimo dia il suo ok". Lo ha spiegato l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia Massimo Garavaglia, nel corso della conferenza stampa tenutasi a Palazzo Pirelli insieme all´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea, per presentare l´accordo per consentire di utilizzare la mobilità in deroga anche per gli esodati. La Soluzione Con L´applicazione Della Mobilita´ In Deroga - "Si tratta - ha sottolineato l´assessore Garavaglia - di un sistema molto semplice: applicando la mobilità in deroga, infatti, si riesce a coprire il periodo di contribuzione mancante agli esodati per avere i requisiti pensionistici; in questo modo si riesce a scavallare il periodo che non consentiva di avere i requisiti per andare in pensione. E in alcuni casi, è bene ricordarlo, questo periodo era di poche settimane. C´erano lavoratori cui mancava una settimana o un mese di contributi e avrebbero dovuto aspettare mesi, se non anni, per raggiungere la pensione. In questo modo, invece, applicando la mobilità in deroga per questo periodo mancante si può tranquillamente risolvere il problema. Ripeto, una soluzione semplice per un problema complesso. E ancora una volta - ha concluso l´assessore Garavaglia - la Regione Lombardia da sola ha trovato la soluzione, e le risorse necessarie, per risolvere un grave problema creato da Roma". La Regione Lombardia Dalla Parte Dei Cittadini - Soddisfatto per il via libera a questo accordo il consigliere regionale Pietro Foroni che ha collaborato con gli assessori Aprea e Garavaglia durante il lavoro che ha portato a questa positiva soluzione per i lavoratori esodati lombardi: "Abbiamo risolto integralmente questo problema: c´erano persone che per due o tre settimane mancanti per raggiungere i vecchi requisiti rischiavano di andare in pensione tra sei o sette anni e la Regione Lombardia - ha rimarcato il consigliere Foroni - ha trovato una soluzione che ha permesso loro di poter andare in pensione secondo i vecchi requisiti".  
   
   
IMMIGRAZIONE: IL LIBRO “BADANTI DIRITTI E DOVERI”  
 
Cagliari, 13 novembre 2013 - "L´immigrazione dai paesi dell’ex Unione Sovietica rappresenta un fenomeno molto significativo. Un tipo di immigrazione con una forte presenza femminile, di over quarantenni con un buon livello culturale, che in patria hanno svolto lavori di alta professionalità. Donne e uomini che hanno scelto di immigrare per migliorare il proprio reddito o per mantenere la propria famiglia". Con queste parole l’assessore del Lavoro, Mariano Contu ha presentato alla stampa il libro “Badanti diritti e doveri”, realizzato con fondi regionali messi in campo dall´assessorato del Lavoro”. “Le donne, in particolare, della Comunità russofona - ha affermato l’assessore - svolgono un ruolo importante nel settore dell’assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti, coprendo una carenza della nostra società italiana, causata dal progressivo invecchiamento della popolazione. L´immigrazione per la funzione sociale che svolge va considerata, quindi, una risorsa per la collettività, non un problema. La presenza di una lavoratrice-badante, infatti, permette ai familiari di gestire più liberamente il proprio tempo e, nello stesso tempo migliora le condizioni di vita dell’anziano, disabile, malato o bambino che può ricevere un’assistenza continua". "La pubblicazione di Inna Naletko - ha spiegato il console il console bielorusso, Giuseppe Carboni, scritta in lingua italiana e russa, illustra il nuovo contratto nazionale di lavoro dei dipendenti del settore domestico e della cura alle persone, le tabelle 2013 del salario minimo sulla base della categoria di inquadramento e il registro pubblico degli assistenti familiari. L´obiettivo dell’autrice, infatti, è quello di facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, promuovendo la cooperazione tra la comunità di immigrati, le istituzioni e i sindacati, e la tutela i rapporti di lavoro”. Il libro è distribuito gratuitamente presso l’oratorio della Chiesa di Santa Eulalia, che ospita il centro di aggregazione culturale e la biblioteca della comunità immigrata dell’Est Europa "Rodnoe Slovo". Le amministrazioni comunali possono richiedere una copia all´assessorato del lavoro.  
   
   
L´EVENTO DI APERTURA DEL "FESTIVAL DELLA FAMIGLIA"  
 
Trento, 13 novembre 2013 - Si terrà sabato 30 novembre a Vezzano, presso il Teatro della Valle dei Laghi alle ore 16.30, ingresso libero, l´evento di apertura del "Festival della Famiglia", in programma a Riva del Garda il 6 dicembre. Accanto alla presentazione del Festival, verrà proiettato il film "Touch of the light", vincitore del Fiuggi Family Festival 2013. Nel frattempo proseguono i preparativi della seconda edizione: sul sito www.Festivalfamiglia.it sono on line le tesi emerse dal Festival 2012, inoltre è stato pubblicato il nuovo spot 2013. Le famiglie che volessero partecipare all´evento devono prima iscriversi, compilando l´apposito modulo sul sito www.Festivalfamiglia.it alla sezione "registrazione". Il giorno 6 dicembre si terrà a Riva del Garda presso il Centro Congressi la seconda edizione del Festival della Famiglia, il cui scopo è sottolineare il ruolo centrale dell’istituto familiare, sia come risorsa insostituibile che come potenziale strumento di crescita della società. L’iniziativa, intitolata “Famiglia risorsa della società. Politiche familiari e politiche di sviluppo economico: un binomio possibile?, è organizzata dall’Agenzia per la famiglia della Provincia autonoma di Trento, dal Distretto Famiglia “Alto Garda” e dal Comune di Riva del Garda, in collaborazione con il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per info e iscrizioni: www.Festivalfamiglia.it    
   
   
ANCHE IN LIGURIA L´AGRICOLTURA APRE AL SOCIALE. NUOVE OPPORTUNITÀ E POSSIBILITÀ PER IL COMPARTO DAL TERZO SETTORE AGLI AGRI-NIDI PER I BAMBINI  
 
Genova, 13 novembre 2013 - "Aprirsi al mondo del sociale vuol dire offrire nuove opportunità e possibilità all´agricoltura Ligure". È il commento di Giovanni Barbagallo, assessore regionale all´Agricoltura al termine del Consiglio Regionale che, per la prima volta in Liguria, incentiverà, regolandoli, i rapporti possibili tra un mondo produttivo ed imprenditoriale, come quello agricolo, e il vasto mondo del Terzo Settore, come accade in altre reagioni italiani e in diversi Paesi europei. Per agricoltura sociale si intende quel complesso di attività che, "dalle azioni co-terapeutiche, all´avvicinamento sociale e lavorativo, dall0 educazione e formazione per persone a bassa contrattualità e con disagio e disabilità, all´accoglienza di persone in difficoltà, bene si innestano in un mondo che riconosce lo stabile equilibrio tra produzione e relazione sociale, tra economia ed ambiente, favorendo l´integrazione fra il comparto agricolo e gli obiettivi sociali regionali", spiega Barbagallo. L´agricoltura sociale" risulta perfettamente allineata alla così detta Strategia Europa 2020 che punta a rilanciare l´economia dell´Ue nel prossimo decennio ponendosi cinque ambiziosi obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima ed energia. "Con questa legge l´agricioltura si apre a un mondo composto anche di imprese, basti pensare alle cooperative sociali (oltre quattrocento in Liguria) e al mondo associativo, che puntano a diventare imprenditori agricoli con positive ricadute per il recupero del territorio", aggiunge Barbagallo. L´agricoltura sociale, oltre a offrire un´opportunità integrativa di reddito agli agricoltori, inserendo in azienda persone disagiate, potrebbe favorire anche aree svantaggiate dove le fattorie didattiche degli agriturismi potrebbero diventare fattorie sociali. "Penso agli anziani, ma anche ai bambini che, in casi di difficoltà dei piccoli comuni montani, le fattorie sociali potrebbero trasformasi in inediti agri-nidi per i bambini di quel territorio", spiega Barbagallo. Dare un´opportunità di occupazione nel settore agricolo a persone o a gruppi di persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro e offrire nuovi servizi ai cittadini delle zone rurali è un anche obiettivo del Psr 2014-2020.  
   
   
INCONTRO PUBBLICO SU CONCILIAZIONE DEI TEMPI LAVORO-FAMIGLIA  
 
Ravenna, 13 novembre 2013 - Conciliazione dei tempi Lavoro-famiglia nell´organizzazione aziendale, in una prospettiva di rete tra aziende: questo il tema dell´incontro pubblico che si terrà venerdì 29 novembre alle ore 8,30 nella Sala del Consiglio Provinciale (Piazza dei Caduti per la Libertà, 2) di Ravenna. Si tratta dell’incontro pubblico conclusivo del Progetto “Conciliazione dei tempi lavoro-famiglia nell´organizzazione aziendale, in una prospettiva territoriale di rete fra aziende”, percorso formativo promosso dai Comuni di Ravenna e di Faenza e dal Tavolo Provinciale Conciliazione Lavoro e salute delle donne. Tale percorso, nato al fine di aumentare la consapevolezza e l’informazione sul tema, per meglio elaborare le opportune soluzioni conciliative, ha visto la partecipazione dei responsabili delle associazioni datoriali, delle organizzazioni sindacali, dei dirigenti di aziende pubbliche e private a cui compete la gestione delle risorse umane, degli imprenditori/trici e lavoratori/trici autonomi, dei Cug delle aziende pubbliche. Il Tavolo Lavoro Conciliazione e Salute delle Donne è costituito dalla Provincia di Ravenna, dal Comune di Ravenna, dal Comune di Lugo, dal Comune di Faenza, dalla Consigliera di Parità provinciale, dalle Organizzazioni Sindacali, dall’Asl di Ravenna, dal Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Ravenna e dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Ravenna. Invitati permanenti sono l´Inail e gli altri Enti Locali. Il Tavolo promuove la crescita della cultura di contesto in relazione al tema della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, della qualità del lavoro e della salute delle donne, tiene un raccordo di merito tra i componenti, sulle specifiche aree di intervento, per rinforzare le politiche del lavoro delle donne in stretta connessione con i temi della conciliazione e delIa salute di genere.  
   
   
POVERTÀ: A MILANO AIUTI PER OLTRE 42 MILIONI DI EURO, MAI FATTO TANTO PRIMA D´ORAORA GOVERNO DIA RISPOSTE CHIARE SUI TEMPI DI EROGAZIONE DELLA SOCIAL CARD, LA CITTÀ NON PUÒ PIÙ ASPETTARE  
 
Milano, 13 novembre 2013 - Forse a Natale. Sono queste le ultime risposte da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l’erogazione della “social card”, la carta acquisti destinata alle famiglie in condizioni di grave indigenza grazie a un finanziamento statale per Milano pari a 5.588.211 euro. In attesa circa 1.500 nuclei familiari indicati dal Comune all’Inps che sta svolgendo i controlli sulle posizioni economico-patrimoniali per poi procedere con l’assegnazione del contributo, mensile, tra i 200 e i 400 euro, a seconda del numero dei figli. “Siamo ancora in attesa di comprendere quando effettivamente troveranno risposta le famiglie che da due mesi abbiamo segnalato come beneficiarie della social card”, afferma l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. “Abbiamo consegnato le prime liste dei nominativi a fine settembre, come richiesto dall’Ente di Previdenza, e ora siamo solo in attesa di una loro risposta che ci aspettiamo giunga con la massima sollecitudine. Ora più che mai le famiglie hanno bisogno di un sostegno che non possiamo far mancare oltre, per problemi burocratici o lentezze inopportune”. Il Comune di Milano negli ultimi 15 mesi ha destinato 31,8 milioni di euro come contributi di sostegno al reddito, aiutando quasi 15.000 persone in difficoltà: anziani, persone con disabilità e disagio mentale, nuclei famigliari con minori, adulti in difficoltà, tra cui donne e uomini espulsi dal mercato del lavoro che hanno ricevuto il sussidio previsto dal Fondo Anticrisi del Comune. Solo con il Fondo Anticrisi, aperto tra il giugno del 2012 e l’aprile del 2013, sono stati destinati quasi 9 milioni di euro. A ciò vanno sommati gli oltre 5,5 milioni di euro di contributi erogabili attraverso la social card e i 5,2 milioni di euro legati all’emendamento presentato dalla maggioranza in Consiglio comunale per il sostegno al reddito e interventi riguardanti l´utilizzo del trasporto pubblico per cittadini in difficoltà economica. Una cifra complessiva, quindi, di oltre 42,6 milioni di euro. “Il Comune di Milano, nella sua storia, non ha mai stanziato e ‘mosso’ tante risorse a sostegno delle persone in difficoltà”, sottolinea l’assessore Majorino. “In molti casi il nostro aiuto permette alle persone di rialzarsi. Proprio per questo sollecitiamo il Governo a fare in fretta con la social card e a istituire misure non sporadiche ma strutturali di sostegno al reddito. Da soli non possiamo farcela, le città non possono portare praticamente in solitudine tutto il peso degli interventi anticrisi. Interventi che credo il Comune debba comunque garantire sempre”.