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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Aprile 2014
PARLAMENTO EUROPEO, FRA I TEMI DELLA SESSIONE 14 – 17 APRILE : PRIMA GUERRA MONDIALE, UNIONE BANCARIA, CONTO BANCARIO, ETICHETTE, PENSIONI  
 
Strasburgo, 14 aprile 2014 - Centenario della Prima Guerra Mondiale - Mercoledì mattina alle ore 9,00, i Capigruppo discuteranno, con il Presidente della Commissione Barroso e la Presidenza greca, l’eredità della Prima Guerra Mondiale e le lezioni da trarne per il futuro dell´Europa. Unione bancaria: voto finale su norme per proteggere i contribuenti - I deputati discuteranno e approveranno martedì il pacchetto di misure volto a garantire che le banche si addossino i rischi di un fallimento piuttosto che fare affidamento sui contribuenti. Le norme, due riguardanti le banche in difficoltà e una l´aggiornamento del sistema di garanzia dei depositi sotto i 100,000 euro, integrano il sistema di supervisione bancaria unica, già in atto, e fanno compiere all´Ue un grosso passo in avanti sulla via dell´unione bancaria. Un conto bancario di base per tutti - Mobilitazione più rapida degli aiuti dell´Ue per paesi e regioni colpiti da calamità- Gli aiuti Ue ai paesi Ue e a quelli candidati, colpiti da inondazioni o altre calamità naturali, dovrebbero essere disponibili con più celerità ed efficienza grazie alle modifiche alle norme del Fondo di solidarietà dell´Unione europea (Fsue) in votazione martedì. Made in: rafforzare la sicurezza dei prodotti e la sorveglianza. La votazione sule norme sulle etichette "Made in", che dovrebbero essere obbligatorie per i beni venduti nel mercato comunitario, avrà luogo mercoledì. La Commissione ha proposto inoltre pene più severe per le imprese che vendono prodotti potenzialmente pericolosi. Tali proposte sono incluse in due nuovi disegni di legge che rinforzano i requisiti di sicurezza dei prodotti e il sistema di sorveglianza del mercato per rafforzare la tutela dei consumatori nell´Ue. Migliorare la protezione dei lavoratori dislocati all´estero . I lavoratori dislocati temporaneamente all´estero otterranno una maggiore protezione grazie a un progetto di legge, informalmente concordato con il Consiglio e in votazione mercoledì. I negoziatori del Parlamento hanno rafforzato la proposta iniziale chiarendo le norme per le imprese, distinguendo fra dislocazioni vere e tentativi di aggirare la legge e anche dando agli Stati membri una certa flessibilità nelle esecuzioni delle ispezioni. Mantenere i diritti pensionistici trasferendosi in un altro stato dell´Ue - Secondo un accordo legislativo tra il Parlamento e i governi nazionali che sarà votato giovedì, i lavoratori dell´Ue che si trasferiscono in un altro stato membro saranno in grado di salvaguardare i loro diritti alla pensione integrativa. La normativa si applica ai lavoratori comunitari che si trasferiscono all´interno dell´Ue e, su insistenza del Parlamento, anche ai lavoratori transnazionali. Meno sacchetti di plastica e più ispezioni su rifiuti esportati - Secondo le nuove norme che saranno messe ai voti giovedì, gli Stati Ue dovrebbero ridurre dell´80% il consumo dei sacchetti di plastica più diffusi e inquinanti entro il 2019. Inoltre, giovedì, i deputati discuteranno e voteranno una normativa per reprimere le esportazioni illegali di rifiuti all´interno dell´Ue e verso paesi terzi. Dibattito sulla regione orientale dell’Ucraina - In un dibattito che si terrà mercoledì mattina con Stefan Füle, Commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato, i deputati discuteranno gli sviluppi in Ucraina, con un occhio particolare alla pressione russa e alla destabilizzazione dell´Ucraina dell´est. Sicurezza alimentare: rafforzare le misure contro le malattie degli animali e i parassiti - I deputati voteranno martedì su misure per prevenire e reagire a focolai di malattie negli animali, come la peste suina africana, e per limitare l´introduzione di nuovi parassiti pericolosi nell´Ue. I deputati rafforzeranno i controlli lungo la filiera alimentare per combattere la frode e migliorare la sicurezza alimentare. Semplificazione della re-immatricolazione delle automobili - Grazie a un progetto di regolamento in votazione martedì, potrebbe essere data risposta a una delle 20 principali preoccupazioni dei cittadini europei riguardo il mercato interno: la registrazione di un´automobile in un altro paese Ue. Il Parlamento dovrebbe, infatti, ribadire la volontà di limitare a tre mesi il tempo necessario per re-immatricolare un’automobile. Proteggere il denaro dei piccoli investitori - Secondo un progetto di regolamento in votazione martedì, i “piccoli investitori” (i non professionisti) saranno maggiormente protetti contro i fondi di investimento che corrono rischi eccessivi. Le norme, già informalmente concordate con gli Stati membri, disciplinano anche le regole di remunerazione dei gestori dei fondi per incoraggiarli a correre rischi ragionevoli e ad avere una visione a lungo termine. Informazioni per i piccoli investitori - Le nuove norme Ue in materia di informazioni da offrire ai “piccoli investitori” prima della firma di un contratto, già concordate con il Consiglio, saranno messe in votazione martedì. Le norme richiederanno informazioni chiare, comparabili e complete riguardo ai prodotti di investimento da fornire obbligatoriamente nel cosiddetto documento di informazione (Key Information Document - Kid), in un formato di massimo tre pagine A4. Nuove norme per il soccorso in mare d´immigrati - Mercoledì saranno votate nuove norme per le operazioni di ricerca e soccorso di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione sul controllo delle frontiere esterne dell´Unione europea), che includono regole su sbarco e ricevimento degli immigrati. Queste norme, già informalmente concordate fra Parlamento e Consiglio, dovrebbero consentire a Frontex di rispondere più efficacemente a situazioni di emergenza e prevenire le morti in mare. Vietato l´accesso alle specie esotiche invasive - Mercoledì saranno messe al voto nuove misure per bloccare l´accesso di piante, animali o insetti esotici “invasivi” nell´Ue, oppure per limitare il danno ecologico ed economico causato dalle specie che sono già entrate e si sono diffuse. Il progetto legislativo, già informalmente concordato con i ministri europei, vieterebbe le specie dichiarate di "preoccupazione dell´Unione" e obbligherebbe gli Stati membri a coordinare i loro sforzi per eliminarle dal territorio comunitario. Facilitazione della restituzione dei beni culturali illegalmente esportati - Mercoledì saranno messe al voto nuove regole Ue per garantire una procedura di rimpatrio più semplice e meno costosa delle opere d´arte illecitamente esportate in un altro Stato membro dal 1993 in poi. Nel progetto di legge, informalmente concordato con il Consiglio, sarà richiesto ai possessori di tali oggetti di dimostrare che li abbiano acquisiti in buona fede e di controllare che siano stati esportati legalmente, nel caso desiderino richiedere un risarcimento per la loro restituzione. Le "risorse proprie" dovrebbero ridurre i contributi nazionali al bilancio Ue - La quota di contributi al bilancio degli stati membri, che si basa sul reddito nazionale lordo, dovrebbe essere ridotta dal 64% al 40% del totale delle entrate dell´Ue e sostituita da "risorse proprie", come prescritto dal trattato Ue e ribadito nei progetti di risoluzione al voto mercoledì. Anche le entrate basate sui prelievi Iva, che oggi forniscono l´11% del bilancio dell´Ue, necessitano una drastica riforma.  
   
   
PAWEł KOWAL: SE LA REAZIONE DELL´UE È DEBOLE, PUTIN FARÀ UN ALTRO PASSO AVANTI  
 
Bruxelles, 14 aprile 2014- Negli ultimi quattro mesi l´Ucraina è stata sulla prima pagina di tutti i giornali. Quello che era iniziata come una manifestazione di massa è diventata un guerriglia violenta sfociata con l´annessione della Crimea da parte della Russia. In chat il 9 aprile, il presidente della delegazione del Pe in Ucraina, Paweł Kowal (Ecr, Polonia) ha ricordato che l´Ue "avrebbe dovuto reagire con più anticipo". Durante la chat Facebook organizzata dal Parlamento europeo Kowal ha ricevuto molti messaggi di preoccupazione rispetto alle azioni della Russia in Crimea. Secondo il presidente della delagazione del Pe, le azioni intraprese contro la Russia non sono abbastanza e "l´Ue avrebbe dovuto reagire molto prima". "Dobbiamo fermare la cooperazione militare con la Russia e interrompere il commercio delle armi". Kowal ha anche aggiunto che Putin sta valutando con attenzione la reazione dell´Europa all´azione militare in Crimea. "Se la reazione è debole, Putin farà un altro passanto avanti". Rispetto alla politica energetica molto Stati membri dipendono dal gas russo. Secondo Kowal, non bisogna preoccuparsi di una crisi energetica perché "gli Stati membri hanno abbastanza gas e potremo anche importare il gas dagli Stati Uniti´. In ogni caso, "l´Ue dovrebbe rendersi indipendente dal gas russo". Per quanto riguarda l´accordo di associazione tra Ue e Ucraina, l´accordo è ora pronto per essere firmato e Kowal spera che sia possibile dopo le elezioni presidenziali di maggio.  
   
   
DIRITTI DEI MINORI: CONSULTAZIONE PUBBLICA DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 

Bruxelles, 14 aprile 2014 - Quali misure sono più efficaci per combattere la violenza sui minori? Quali le principali sfide per i sistemi nazionali di protezione dei minori? Come può aiutare l´Unione? Per rispondere a queste domande la Commissione europea ha lanciato il 10 aprile una consultazione pubblica online. Lo scopo è aiutare gli Stati membri a sviluppare sistemi di protezione dei minori integrati e efficaci. I contributi della consultazione confluiranno negli orientamenti con cui l´Ue informerà sulla legislazione e sulle politiche dell´Ue in materia. La consultazione permetterà di verificare se l´Ue può sostenere i sistemi nazionali di protezione dei minori e individuerà le buone pratiche in quest´ambito in contesti transfrontalieri e nazionali. La consultazione online è aperta fino al 3 luglio a tutti i cittadini e a tutte le organizzazioni che si occupano di protezione di bambini e ragazzi. "È responsabilità dell´Unione europea proteggere i cittadini più vulnerabili. Oggi, tre anni dopo la presentazione del programma Ue per i diritti dei minori, i fatti parlano: la Commissione ha adottato norme per tutelare meglio i minori vittime di reati o indagati in procedimenti penali. Abbiamo attivato in tutta Europa il numero verde per i minori scomparsi e offerto formazione a tutori e autorità pubbliche che operano a stretto contatto con i minori non accompagnati. È giunto il momento di cambiare marcia e di fare in modo che tutte le politiche europee e nazionali sostengano sistemi di protezione a misura di minore", ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la giustizia. "Questi sistemi saranno in grado di aiutare i minori solo se potranno assicurare la collaborazione di tutti coloro che operano a contatto con bambini e ragazzi – nel campo dell´istruzione, della salute, dello Stato sociale, della giustizia, della società civile e della collettività – per creare un ambiente protettivo. È proprio questo lo scopo della consultazione che apriamo oggi: agire sempre e innanzitutto nell´interesse del minore." Nell´ue i sistemi di protezione dei minori competono principalmente agli Stati membri. L´unione ha però il mandato di definire norme comuni nei settori che chiamano in gioco i loro diritti: procedimenti penali, libera circolazione all´interno dell´Ue, richieste di asilo o tratta di esseri umani. L´ue può essere determinante anche quando la sicurezza di un minore coinvolge due o più paesi, ad esempio quando un minore non accompagnato si sposta da un paese all´altro o quando un minore scompare. La consultazione della Commissione su come migliorare i sistemi nazionali di protezione dei minori va di pari passo con il bilancio dei progressi realizzati dal Programma Ue per i diritti dei minori, adottato a febbraio 2011 (Ip/11/156). A distanza di tre anni la Commissione è riuscita a realizzare le 11 azioni prioritarie del programma in una serie di ambiti: giustizia a misura di minore, protezione dei minori vulnerabili, difesa dei minori dalle violenze e partecipazione dei minori. Grazie all´impulso della Commissione, tutte queste misure sono attualmente in corso (cfr. Allegato 1). I contributi raccolti tramite la consultazione lanciata oggi sui sistemi di protezione dei minori permetteranno all´Ue di fornire agli Stati membri, entro la fine del 2014, orientamenti in materia, basandosi sui risultati conseguiti nell´attuazione del programma Ue per i diritti dei minori. Gli orientamenti passeranno in rassegna gli strumenti dell´Ue che possono incidere sulla tutela dei diritti dei minori e daranno indicazioni su come i sistemi nazionali di protezione possono sfruttarli meglio. Come previsto dalla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, in particolare l´articolo 19 (diritto alla tutela contro ogni forma di violenza), saranno prese in considerazione tutte le forme di violenza. Contesto Nell´ue un minore su quattro vive in condizioni di povertà e corre notevoli rischi; ogni giorno fino a un quarto dei richiedenti asilo è costituito da minori; ogni anno vengono denunciati 250 000 casi di bambini e ragazzi scomparsi; il 15% delle vittime identificate della tratta di esseri umani è costituito da minori e più di un milione di bambini e adolescenti in Europa vive in strutture di accoglienza. Per ulteriori informazioni Consultazione pubblica sugli orientamenti per i sistemi di protezione dei minori: http://ec.Europa.eu/justice/newsroom/fundamental-rights/opinion/140402_en.htm  I diritti dei minori nell´Unione europea: http://ec.Europa.eu/justice/fundamental-rights/rights-child/index_en.htm  I sistemi di protezione dei minori nell´ambito del 7º e 8º forum europeo sui diritti dei minori: http://ec.Europa.eu/justice/fundamental-rights/rights-child/european-forum/seventh-meeting/index_en.htm  http://ec.Europa.eu/justice/fundamental-rights/rights-child/european-forum/eighth-meeting/index_en.htm

 

 
   
   
GIUSTIZIA EUROPEOA: UNO STATO MEMBRO NON PUÒ ESCLUDERE L’ESENZIONE FISCALE DEI DIVIDENDI VERSATI DA SOCIETÀ STABILITE IN LOCO A FAVORE DI UN FONDO DI INVESTIMENTO SITUATO IN UNO STATO TERZO QUALORA TRA I DUE STATI SUSSISTA L’OBBLIGO DI RECIPROCA ASSISTENZA AMMINISTRATIVA  
 
 Lussemburgo, 14 aprile 2014 - In Polonia, la legge relativa all’imposta sulle società prevede l’esenzione da imposta per i fondi di investimento. Per poterne beneficiare, i fondi di investimento devono avere tuttavia sede sul territorio polacco. La Emerging Markets Series of Dfa Investment Trust Company, fondo di investimento americano la cui attività consiste, in particolare, nell’assunzione di partecipazioni in società polacche, ha chiesto nel 2010 all’amministrazione finanziaria polacca il rimborso dell’eccedenza dell’imposta forfettaria sulle società versata per gli esercizi 2005 e 2006. Tale imposta era stata applicata in misura del 15% sui dividendi versati al fondo da società stabilite in Polonia. A seguito del rigetto della richiesta, il fondo ha proposto ricorso dinanzi al Wojewódzki Sąd Administracyjny w Bydgoszczy (tribunale amministrativo della regione di Bydgoszcz, Polonia). Quest’ultimo si rivolge alla Corte di giustizia per chiedere se il diritto dell’Unione osti ad una normativa tributaria nazionale in virtù della quale i dividendi versati da società stabilite in Polonia a favore di un fondo di investimento situato in uno Stato terzo non possono beneficiare dell’esenzione fiscale. Nella sentenza odierna, la Corte ritiene, anzitutto, che la libera circolazione dei capitali trovi applicazione in una fattispecie in cui, per effetto della normativa tributaria nazionale, i dividendi versati da società stabilite in uno Stato membro a favore di un fondo di investimento stabilito in uno Stato terzo non costituiscono oggetto di esenzione fiscale, laddove i fondi stabiliti nello Stato membro medesimo ne beneficiano. Inoltre, una differenza di trattamento fiscale dei dividendi tra fondi di investimento residenti e non residenti può dissuadere, da un lato, i fondi stabiliti in un paese terzo dall’assumere partecipazioni in società stabilite in Polonia e, dall’altro, gli investitori residenti in Polonia dall’acquisizione di quote in fondi non residenti. La Corte precisa che la disposizione del Trattato in virtù della quale gli Stati membri possono operare una distinzione tra i contribuenti che non si trovino nella stessa situazione con riguardo alla loro residenza o al luogo di investimento dei loro capitali costituisce una deroga al principio fondamentale della libera circolazione dei capitali e deve essere quindi oggetto di interpretazione restrittiva. Affinché una normativa tributaria nazionale possa essere considerata compatibile con le disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione dei capitali, occorre che la differenza di trattamento riguardi situazioni oggettivamente non comparabili ovvero che sia giustificata da un motivo imperativo di interesse generale. La Corte ritiene che, nel caso di una normativa tributaria che assuma quale criterio di distinzione principale il luogo di residenza dei fondi di investimento e che, conseguentemente, implichi la riscossione o meno di una ritenuta alla fonte sui dividendi versati da società polacche, i fondi di investimento non residenti si trovano in una situazione oggettivamente comparabile a quella dei fondi con sede sul territorio polacco. In merito alla necessità di garantire l’efficacia dei controlli fiscali, la Corte rileva che una simile giustificazione di una restrizione è ammissibile solamente qualora la normativa di uno Stato membro subordini il vantaggio fiscale all’assolvimento di condizioni il cui rispetto può essere verificato unicamente ottenendo informazioni dalle competenti autorità dello Stato terzo e qualora, in assenza di un obbligo convenzionale a carico di detto Stato terzo di fornire informazioni, risulti impossibile ottenerle. Nella specie, tra la Polonia e gli Stati Uniti d’America esiste un quadro normativo di reciproca assistenza amministrativa che consente lo scambio delle informazioni necessarie all’applicazione della normativa tributaria. Spetta, nondimeno, al giudice nazionale esaminare se tali obblighi convenzionali siano effettivamente idonei a consentire alle autorità fiscali polacche di verificare, all’occorrenza, le informazioni fornite dai fondi stabiliti negli Stati Uniti di America al fine di accertare che questi ultimi operino in un contesto normativo equivalente a quello dell’Unione. In merito alla necessità di garantire la coerenza del sistema fiscale, la Corte precisa che, per accogliere un argomento fondato su tale giustificazione, occorre che sia dimostrato un nesso diretto tra il vantaggio fiscale e la compensazione dello stesso con un prelievo fiscale determinato, ove il carattere diretto di tale nesso dev’essere valutato con riguardo all’obiettivo perseguito dalla normativa. Orbene, in l’assenza di un nesso diretto di tal genere, la normativa nazionale polacca non può essere giustificata dalla necessità di garantire la coerenza del sistema fiscale. In merito alla necessità di salvaguardare la ripartizione della potestà impositiva e la salvaguardia del gettito fiscale, la Corte sottolinea che, laddove uno Stato membro abbia scelto di non assoggettare ad imposta i fondi di investimento residenti beneficiari di dividendi di origine nazionale, non si può invocare la necessità di garantire una ripartizione equilibrata della potestà impositiva tra gli Stati membri per giustificare l’assoggettamento ad imposta dei fondi non residenti beneficiari di tali redditi. Peraltro, l’assenza di reciprocità nell’ambito delle relazioni tra gli Stati membri e gli Stati terzi non può giustificare una restrizione ai movimenti di capitali tra gli Stati medesimi. Parimenti, la riduzione del gettito fiscale è un motivo imperativo di interesse generale idoneo a giustificare tale restrizione. Infine, la Corte respinge la richiesta del governo polacco di limitare nel tempo gli effetti della sentenza. Le conseguenze finanziarie che possano derivare per uno Stato membro da una sentenza pronunciata in via pregiudiziale non giustificano, di per sé, la limitazione degli effetti di una sentenza nel tempo. Importante: Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell´ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.  
   
   
UE-TURCHIA: NECESSITÀ DI RI-AVVIARE RIFORME IN LINEA CON LE NORME DELL´UE  
 
 Bruxelles, 14 Aprile 2014 - Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha incontrato il ministro turco per gli Affari europei e capo negoziatore Mevlüt Çavuþoðlu oggi a Bruxelles per discutere di come intensificare il dialogo sugli elementi chiave delle relazioni Ue-turchia. Prima del loro incontro entrambi partecipato alla sessione della commissione parlamentare mista Ue-turchia ( cfr. Discorso del Commissario Füle ). Nella riunione bilaterale hanno concordato una stretta cooperazione in settori di reciproco vantaggio per l´Unione europea e la Turchia, in particolare nel settore dello Stato di diritto. Il Commissario Füle ha espresso preoccupazioni dell´Unione europea circa i recenti sviluppi in Turchia che minano l´indipendenza della magistratura e la libertà di espressione. Egli ha sottolineato che la Turchia, in quanto paese candidato desideroso di andare avanti nei negoziati di adesione, ora ha urgente bisogno di re-impegnarsi pienamente nel processo di riforma in linea con gli standard europei. " Abbiamo bisogno di cambiare il modo in cui collaboriamo per quanto riguarda i negoziati di adesione. Ciò è particolarmente importante per le zone dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. Dobbiamo intensificare il dialogo in tutte le fasi del processo politico e legislativo su questi temi che sono al centro del processo di adesione. Essi devono essere trattati come una priorità assoluta. Dobbiamo anche lavorare a stretto contatto sulla valutazione della legislazione esistente ", ha sottolineato il commissario Füle. Ha inoltre accolto con favore la buona cooperazione con la Turchia sul dialogo sui visti. I primi avvisi sono già iniziate e sono state pianificate ulteriori quelli. Cooperazione turco su questo tema è della massima importanza. Il Commissario Füle e il ministro Çavuþoðlu hanno discusso anche della modernizzazione dell´Unione doganale. Dopo il loro incontro il Commissario Füle ha espresso un discorso di apertura alla manifestazione organizzata dal Centro per gli studi politici europei a Bruxelles per lanciare la relazione sulla valutazione dell´Unione doganale Ue-turchia .  
   
   
ANTI-CORRUZIONE LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE È UN BUON INIZIO, MA MANCANO LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER SOSTENERE LA POLITICA ANTIFRODE E ANTICORRUZIONE - QUINDI I SINDACI DELL´UE  
 
Lussemburgo, 14 aprile 2014 - Nella sua lettera pubblicata il 10 aprile, il presidente delle istituzioni europee criticato la Corte dei conti europea (Cce), la Commissione sulla relazione di corruzione era eccessivamente descrittivo e troppo poco analitica, non contiene constatazioni sostanziali e si basa invece sui risultati delle indagini volte alla percezione della corruzione, che sono di uso limitato. "A prima vista, le conclusioni della relazione della Commissione appaiono allarmanti. Eppure sostenere le conclusioni della relazione principalmente sulla percezione dei cittadini e delle imprese ", ha detto il signor Alex Brenninkmeijer, che è responsabile per l´analisi di membro della Corte dei conti . " La realtà può essere molto diversa . Purtroppo, la Commissione ha adottato le istituzioni e gli organi non compresi nella loro analisi dell´Ue. " Secondo i revisori dell´Ue minano la corruzione e la frode di fiducia nelle istituzioni pubbliche e della democrazia, ma anche minano il funzionamento del mercato interno dell´Ue. La Corte accoglie favorevolmente la relazione anticorruzione della Commissione come un preludio promettente per un dibattito benefico. L´istituzione di audit esterno indipendente, favorisce un tale dibattito, dal momento che rende un importante contributo alla responsabilità delle istituzioni pubbliche nei confronti dei cittadini europei, sia a livello nazionale che a livello dell´Ue. Rafforzare la buona governance migliorando la trasparenza e la responsabilità - soprattutto nel campo della lotta contro la corruzione - è fondamentale per stabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche. Una politica di trasparenza e responsabilità delle istituzioni pubbliche è fondamentale esigenza di svolgere correttamente le loro funzioni e per garantire l´integrità del loro personale. La trasparenza e l´integrità sono prerequisiti essenziali per la lotta contro la frode e la corruzione. Secondo il parere della Corte dei conti, ancora più intensa per fondati - aggiornate e precise - per lavorare i dati e le valutazioni indipendenti a livello comunitario che a livello degli Stati membri di determinare, 1) dove le aree a rischio sono in realtà, 2) con conseguente danneggiamento e 3) le misure da adottare e quali misure si sono dimostrate efficaci. Misure anti-corruzione deve essere basato su percezioni piuttosto che sulla presenza effettiva della corruzione, il rischio che le misure appropriate sono inutilmente complicate e camminano oltre le reali cause della corruzione pone. La lettera può essere letta per intero al: http://www.Eca.europa.eu/de/pages/newsitem.aspx?nid=4775    
   
   
PROFESSIONE FORENSE IN ITALIA MADE IN SPAGNA E ROMANIA. PER LA CORTE DI GIUSTIZIA UE NON È ABUSO DEL DIRITTO ACQUISIRE IL TITOLO DI LEGALE DOVE È PIÙ FACILE. L’ITALIA NON PUÒ CREARE PREGIUDIZIO ALLA PROFESSIONE DEI SUOI CITTADINI CHE HANNO OTTENUTO LA QUALIFICA ALL’ESTERO. LA PRASSI DI RIFIUTO COMPROMETTE FUNZIONAMENTO E OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA EUROPEA  
 
 Lecce, 14 aprile 2014 - Per qualcuno di fatto una scorciatoia che elude l’esame di abilitazione nazionale che non si riesce a superare mentre per altri è un diritto di ciascun cittadino europeo. Alla fine Lussemburgo si schiera con gli Abogados "spagnoli" e Avocat "rumeni". Per l’avvocato generale della Corte di giustizia Ue Nils Wah non costituisce un abuso del diritto la condotta dei cittadini italiani che scelgono di acquisire il titolo di avvocato di un altro Stato membro, come ad esempio la Spagna, per beneficiare di una normativa più favorevole. Di più: la prassi italiana di rifiutare ai propri cittadini che abbiano conseguito il titolo in un altro Paese comunitario l’iscrizione nella sezione speciale dell’albo prevista per gli avvocati che hanno ottenuto la qualifica all’estero pregiudica il corretto funzionamento della direttiva Ue e compromette i suoi obiettivi. Queste le conclusioni del “procuratore” Ue nelle cause riunite C-58/13 e C‑59/13 che contrappone due abogados a un Consiglio dell’Ordine forense delle Marche. Bisognerà tuttavia aspettare la sentenza dei giudici comunitari, comunque. Secondo l’avvocato generale Wahl, affinché si configuri un abuso, si richiede il concorso di circostanze oggettive e di un elemento soggettivo (la volontà di ottenere un vantaggio derivante dalla normativa dell’Unione mediante la creazione artificiosa delle condizioni necessarie per il suo ottenimento). Spetta comunque al giudice nazionale accertare l’esistenza dei due elementi conformemente in base alla normativa interna, a condizione che l’efficacia del diritto dell’Unione non ne risulti compromessa. La direttiva non consente che l’iscrizione di un avvocato nello Stato Ue ospitante possa essere subordinata a ulteriori condizioni, come ad esempio un colloquio inteso ad accertare la padronanza della lingua o lo svolgimento di un determinato periodo di pratica o di attività come avvocato nello Stato membro di origine. Se non è richiesta alcuna precedente esperienza per esercitare, ad esempio, come «abogado» in Spagna, non vi è ragione di richiedere una tale esperienza per esercitare con il medesimo titolo professionale («abogado») in un altro Paese comunitario. Insomma: non può essere attribuita alcuna importanza al fatto che l’avvocato intenda approfittare di una normativa estera più favorevole o che egli presenti la domanda di iscrizione all’albo poco dopo aver ottenuto il titolo professionale all’estero. Non resta ora che aspettare il verdetto dei giudici di Lussemburgo. Per Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il fenomeno da ora in poi sarà in crescita. Saranno centinaia infatti i cittadini italiani che ogni anno si recheranno all’estero per accedere alla professione forense soprattutto per chi butta la spugna già al secondo tentativo e sceglie la via facile dell’abilitazione professionale all’estero, dove non c’è alcun esame. All’origine di tutto una normativa europea con la quale si fornisce la possibilità agli avvocati iscritti negli altri ordini europei di esercitare la professione forense anche in altri paesi della comunità al termine di un triennio. Attualmente gli Ordini forensi che contano il maggior numero di avvocati “stabiliti” di nazionalità italiana, iscritti nell’elenco speciale, sono Roma (1058), Milano (314), Latina (129) Foggia (126). Un fenomeno anche che nasconde abusi “commerciali”, pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevole, da parte di agenzie, società, associazioni che millantano risultati immediati con messaggi ingannevoli tipo “diventa avvocato senza fare l’esame”, magari ad alti costi. Anche su internet esistono diversi siti che pubblicizzano la possibilità di diventare avvocato iscrivendosi all’ordine di questo o quel paese europeo, convertendo poi facilmente il titolo in Italia ad alti costi economici. Addirittura sono nate molteplici associazioni e/o scuole volte unicamente ad assistere il candidato nell’iter volto a ottenere il titolo abilitativo all’estero: insomma, come con i tour operator, si vende un vero e proprio “pacchetto professionale” per chi decide di intraprendere questa strada.  
   
   
BOLZANO: MOLTO SEGUITO DAGLI ESPERTI IL CONVEGNO "L´IMPATTO DELL´UE SULL´AUTONOMIA LEGISLATIVA DELLA PROVINCIA"  
 
Bolzano, 14 aprile 2014 - “L’impatto dell’Unione Europea sull’autonomia legislativa ed amministrativa della Provincia Autonoma di Bolzano: casi scelti” questo il titolo del convegno tenutosi l’ 11 aprile nella sala interna di Palazzo Widmann a Bolzano al quale hanno preso parte numerosi esperti del settore. L´autonomia dell´Alto Adige si colloca tra due diverse sfere d´influenza. Da una parte c´è o Stato, che ne regola le competenze attraverso la Costituzione e lo Statuto di Autonomia, dall´altra parte c`è l´Unione Europea che limita il margine di manovra della Provincia attraverso regolamenti, direttive e raccomandazioni che valgono per tutti gli Stati membri dell´Ue e quindi anche per le loro entità sub statali. In certi ambiti le competenze di Roma o di Bruxelles sono esclusive e determinano in linea di principio l´andamento dell´Autonomia, in altri invece sono in concorrenza e le decisioni che vengono prese sono il risultato di un´interazione tra diversi livelli. Al centro del convegno odierno a Palazzo Widmann dal titolo "L´impatto dell´Unione Europea sull´autonomia legislativa ed amministrativa della Provincia Autonoma di Bolzano: casi scelti" un progetto biennale di Eurac, Università di Innsbruck e Libera Università di Bolzano che analizza l´impatto dell´Unione Europea sull´Autonomia dell´Alto Adige. Per farlo i ricercatori hanno preso in esame dieci diverse competenze tra cui artigianato, turismo, appalti pubblici, energia, edilizia agevolata e le hanno analizzate per verificare come le norme giuridiche vengano applicate nella prassi amministrativa quotidiana. Nel corso del suo intervento al convegno il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha posto l´accento sul fatto che in merito alle questioni autonomistiche e legislative la Provincia tende a guardare sempre verso Roma, mentre è meno frequente che la Provincia rivolga la propria attenzione verso Bruxelles e Strasburgo dalle quali comunque giungono regolamenti, direttive e raccomandazioni che valgono per tutti gli Stati membri dell´Ue. In questo senso è in fase di definizione una bozza della nuova legge provinciale in materia di appalti, basata sulle direttive dell´Unione Europea, che prossimamente sarà presentata agli organismi europei. Nel corso del convegno hanno preso la parola in qualità di relatori Walter Obexer, dell´Università di Innsbruck, il quale ha trattato il tema "Le competenze degli Stati membri: i parametri del diritto dell´Unione Europea". Nella sua relazione Obexer ha rilevato che già oggi il diritto dell´Unione Europea determina il 60% delle competenze degli Stati membri, nel settore dell´economia questa influenza arriva addirittura all´80%. Francesco Palermo, senatore e direttore dell´Istituto per lo studio del federalismo e del regionalismo dell´Eurac, ha quindi trattato il tema "Il quadro costituzionale delle competenze autonome". Nella sua trattazione Francesco Palermo ha criticato l´eccessiva complessità dei "Cataloghi delle competenze" che nel quadro della riforma costituzionale devono essere semplificati ed ha sottolineato che l´Autonomia non ha più solo il compito di garantire la tutela delle minoranze e deve essere sempre più legata al territorio. Sono stati quindi illustrati da Stefania Bonacelli della Lub e da Flavio Ruffini, direttore di Ripartizione della Provincia, i primi risultati dello studio per quanto riguarda i settori del pubblico impiego, dell´urbanistica, della tutela dell´ambiente del paesaggio. Hanno quindi preso la parola il vice rettore dell´Università di Innsbruck, Paul Psenner, il presidente dell´Eurac, Werner Stuflesser ed il rettore della Lub, Walter Lorenz. Le informazioni sulla prassi legislativa che emergeranno dallo studio saranno opportunamente rielaborate dai ricercatori e confluiranno in una pubblicazione. Lo scopo del volume è quello di individuare gli ambiti legislativi in cui ci sono degli spazi di manovra per la Provincia di Bolzano e di indicare come poterli utilizzare proficuamente.  
   
   
BOLZANO: LA FESTA DELL’EUROPA DEL 9 MAGGIO SARÀ ALL’INSEGNA DELLE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bolzano, 14 aprile 2014 - “Questa volta è diverso” all’insegna di questo slogan, riguardante le Elezioni del Parlamento Europeo del 25 maggio, verrà celebrata, come di consueto, il 9 maggio la Festa dell’Europa. "Questa volta è diverso" all´insegna di questo slogan, riguardante le Elezioni del Parlamento Europeo del 25 maggio, verrà celebrata, come di consueto, il 9 maggio la Festa dell´Europa. Al fine di sensibilizzare gli elettori in vista delle elezioni per il Parlamento Europeo 2014, "Europe Direct Alto Adige" allestirà uno stand informativo nello spazio antistante il palazzo di via Conciapelli,69 a Bolzano. Lo stand verrà inaugurato mercoledì 7 maggio e rimarrà aperto al pubblico fino al 9 maggio, giornata nella quale tradizionalmente si celebra la Festa dell´Europa. Presso lo stand sarà a disposizione materiale informativo sull´Unione europea e sulle prossime elezioni. Il personale inoltre risponderà alle domande del pubblico. Le scuole dell´Alto Adige allieteranno la manifestazione con vari interventi.  
   
   
"L’EUROPA A TRENTO, L´EUROPA SULL´ASSE DEL BRENNERO”  
 
Trento, 14 aprile 2014 - Presentare le opportunità offerte dall’Europa nella regione e lanciare il dibattito sul futuro dell´Unione europea. Questo l´obiettivo de "L’europa a Trento, l´Europa sull´asse del Brennero”, incontro in programma martedì 15 aprile alle 10.30 a Trento, presso il Castello del Buonconsiglio. L´iniziativa, promossa dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con gli Europe Direct di Trento, Bolzano e Verona vedrà la partecipazione diretta della Commissione europea, accanto a rappresentanti delle autorità regionali e locali, del mondo universitario e della società civile. A Trento sarà illustrata la nuova programmazione finanziaria 2014-2020 e i servizi offerti dai centri “Europe Direct” presenti in Trentino e sull´asse del Brennero. Seguirà la presentazione della nuova applicazione "L´europa intorno a me", per individuare sul proprio smartphone le più vicine reti europee di consulenza gratuita. Nel 2013 è stata rinnovata la rete dei centri d’informazione “Europe Direct” in tutti i 28 Stati membri dell´Unione europea. La nuova generazione di centri conta oggi 50 punti distribuiti capillarmente su tutto il territorio italiano. In Trentino Alto- Adige e sull´asse del Brennero sono presenti centri Europe Direct a Trento, Bolzano e Verona. “Europa intorno a me!” ( http://www.Europaintornoame.eu/ ) è un portale internet e un’applicazione che permette di geolocalizzare i servizi, i centri d’informazione e gli eventi riguardanti l’Unione europea.  
   
   
MILANO A FIANCO DELLO STATO BRASILIANO DELL’ACRE UNA COLLABORAZIONE PER PROMUOVERE L’ECONOMIA DELLA REGIONE DI CHICO MENDES  
 
Milano, 14 aprile 2014 – Si è svolto l’ 11 aprile a Palazzo Marino, l’incontro con una delegazione dello Stato brasiliano dell’Acre per consolidare i rapporti tra Milano, città che ha dedicato a Chico Mendes un albero in piazza Fontana, e coloro che in Amazzonia sono in prima fila nella promozione di politiche di sviluppo coerenti con la lotta di Chico Mendes. In occasione della Fiera del Mobile il governo dell’Acre organizza a Palazzo dei Giureconsulti due esposizioni di mobili e calzature “sostenibili”: “Acre: made in Amazzonia” e “Acre Latex Design Lab”. La foresta, in Acre, offre ai propri abitanti principalmente legno e gomma e per valorizzare i suoi prodotti lo stato brasiliano ha scelto come interlocutore l’Italia e in particolare Milano, come città leader nel design e nella moda. All’incontro erano presenti Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale, Sandino Gadelha Bezerra Mendes, figlio di Chico Mendes, Marlucia Candida Primeira dama, consorte del governatore Acre Tiao Viana, rappresentanti di Senai e Sebrai, gli organismi della Federazione delle industrie brasiliane che si occupano di formazione professionale, Pierangelo Cortesini, direttore del Settore Presidenza del Consiglio Comunale e Raffaella Scalisi, direttore del Settore Relazioni Internazionali. L’acre, stato brasiliano al confine con Perù e Bolivia, è noto nel mondo per Chico Mendes, il raccoglitore di gomma che 25 anni fa venne ucciso perché si opponeva alla distruzione della foresta. Dal 1999 i suoi ideali si stanno realizzando in Acre con l’avvio di una politica di sviluppo sostenibile, capace di rendere compatibile la crescita economica con la tutela dell’ambiente e dei diritti. Il successo delle politiche di sviluppo sostenibile è legato principalmente alla capacità di valorizzare in loco le limitate risorse naturali che si possono estrarre dalla foresta senza pregiudicarne l’equilibrio e la salvaguardia. La presenza dell’Acre a Milano vuole quindi ampliare i rapporti già in atto, invitando le imprese italiane a collaborare alle politiche di sviluppo sostenibile come opportunità per loro di crescita di mercato.  
   
   
MILANO: INCONTRO CON IL SINDACO DI VIENNA MICHAEL HäUPL GIULIANO PISAPIA HA INCONTRATO IL PRIMO CITTADINO DELLA CAPITALE AUSTRIACA. FRA I TEMI TOCCATI EXPO, SCAMBI CULTURALI E L´INCREMENTO DEI FLUSSI TURISTICI  
 
Milano, 14 aprile 2014 – Il Sindaco di Milano ha ricevuto l’ 11 aprile a Palazzo Marino il Sindaco di Vienna Michael Häupl. Si è trattato di un incontro molto cordiale nel corso del quale sono state messe a confronto le rispettive esperienze nella costruzione di uno sviluppo urbano sostenibile: dalla mobilità dolce con percorsi di pedonalizzazione e traffico a velocità limitata, alla gestione avanzata dei rifiuti urbani. Un modello, quello di Vienna, a cui Milano guarda da tempo con molto interesse. Particolare attenzione è stata anche dedicata alla collaborazione culturale tra le due città in vista di Expo Milano 2015, cui l’Austria partecipa con un padiglione che è stato presentato proprio negli scorsi giorni. Una collaborazione già bene avviata come testimonia tra l’altro la grande mostra dedicata all’opera di Gustav Klimt in corso a Palazzo Reale. Da parte del Sindaco Pisapia è venuta la proposta di fare di Vienna una delle città protagoniste di “Expo in città”, i sei mesi di eventi che faranno di Milano un palcoscenico mondiale per manifestazioni e convegni che spazieranno dall’arte alla musica, dalla scienza allo sport. Al fine di incrementare i reciproci flussi turistici, peraltro già soddisfacenti, è stato messo in cantiere anche uno scambio di settimane della cultura per far meglio conoscere le eccellenze di due città che hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia della cultura europea, dalla musica alle arti figurative, dall’architettura alla letteratura.  
   
   
EXPO, PRESIDENTE CONSIGLIO HA GARANTITO IMPEGNO DEL GOVERNO  
 
Milano, 14 aprile 2014 - "Quello con il presidente del Consiglio è stato un incontro utile, in cui il Governo ha garantito gli impegni a sostegno di Expo, sia in termini organizzativi che di risorse". Lo ha spiegato ilpresidente della Regione Lombardia al termine dell´incontro con il presidente del Consiglio dei ministri, avvenuto a Milano, alla sede della società Expo 2015.  
   
   
BOLZANO; DELEGAZIONE DA LUCERNA PER STUDIARE L´AUTONOMIA ALTOATESINA  
 
Bolzano, 14 aprile 2014 - L´assessora provinciale Stocker ha illustrato ai rappresentanti della Staatsbürgerliche Gesellschaft des Kantons Luzern ( Società civica del Cantone di Lucerna) le caratteristiche dell´Autonomia e il suo sviluppo. Un gruppo di rappresentanti della Staatsbürgerliche Gesellschaft des Kantons Luzern , unione indipendente per la promozione della formazione politica che opera a Lucerna, in Svizzera, è stato accolto nella sala sedute del Consiglio provinciale di Bolzano, dove ha fatto tappa per acquisire informazioni sull´Autonomia altoatesina e il suo sviluppo. L´assessora Martha Stocker ha illustrato agli ospiti svizzeri la storia recente della provincia, dalla politica di assimilazione del fascismo alla politica di creazione di una maggioranza italiana negli anni del primo dopoguerra, dall´aspirazione all´indipendenza portata avanti in parte con trattative e in parte con le bombe e dal voto sul Pacchetto del 1969 all´attuale Autonomia, e alla necessità di vigilare costantemente sulla sua tutela. I rappresentanti della Staatsbürgerliche Gesellschaft hanno poi mostrato interesse per una serie di questioni politiche e istituzionali riguardanti la provincia di Bolzano: i rapporti con Roma e Trento, la democrazia diretta, la questione dell´immigrazione, la percezione dell´Austria come patria e anche il ruolo delle donne in politica.  
   
   
ANCI TOSCANA PRESENTA LA SCUOLA ANTICORRUZIONE PER DIPENDENTI PUBBLICI IN TOSCANA QUASI TUTTI I COMUNI HANNO NOMINATO IL RESPONSABILE ANTICORRUZIONE E ADOTTATO IL PIANO TRIENNALE E CIRCA L´80% SI È ADEGUATO ALLA NORMATIVA SULLA TRASPARENZA  
 
Firenze, 14 aprile 2014 - Nasce in Toscana la prima Scuola per l´Anticorruzione, sezione specifica dell´Agenzia formativa di Anci Toscana espressamente rivolta a dirigenti, dipendenti e responsabili anti corruzione e trasparenza degli enti locali toscani. La Scuola, presentata il 10 aprile a Firenze nell´ambito di un convegno formativo, si propone di rispondere ad un adempimento, in quanto la Pa è tenuta ad adottare dei piani triennali di formazione su questo tema, ma anche alla necessità di formare un livello culturale sulla legalità e quindi di diffondere le regole da seguire attraverso i piani triennali dell´anticorruzione e della trasparenza . Ma quali sono gli adempimenti a cui sono tenute le Pubbliche amministrazioni in materia di anti corruzione e trasparenza? "Il Piano nazionale anti corruzione - spiega l´avvocato Marco Giuri, che segue il progetto per conto di Anci Toscana - impone per tutte le Pa l´adozione di un Piano triennale anti corruzione a livello locale. C´è poi l´obbligo di nominare un responsabile anti corruzione, associando poi a questo l´adozione di un codice di comportamento per i dipendenti". In Toscana "la situazione è abbastanza positiva - spiega Giuri -, quasi tutti i comuni hanno nominato il responsabile anti corruzione e adottato il Piano triennale dell´anticorruzione". Sulla trasparenza "i dati sono ugualmente positivi - aggiunge Giuri - circa l´80 per cento dei comuni toscani si è adeguato all´adozione di siti web e quindi al mettere on line tutte le informazioni obbligatorie per legge". Attraverso la Scuola, Anci Toscana offre ai comuni e alla Pa un servizio di supporto e accompagnamento all´attuazione di questa normativa. Tutto questo, commenta il segretario generale di Anci Toscana Alessandro Pesci, "occorre che sia pervaso da un nuovo atteggiamento, da un cambio di mentalità nella Pa nei confronti della ipotetica corruzione". I primi corsi della Scuola prenderanno il via nei mesi di maggio e giugno e si concentreranno su sette argomenti: la legge e i reati contro la Pa, il nuovo Codice di Comportamento, le incompatibilità nel pubblico impiego, la figura del responsabile della prevenzione alla corruzione, l’aggiornamento del Piano triennale, trasparenza e privacy, la gestione del “sistema trasparenza”. Al convegno ha preso parte anche Andrea De Martino, ex prefetto di Firenze, che ha ricordato come "il nostro Paese si colloca al 69esimo posto nella graduatoria dei Paesi con maggior grado di corruzione, il che si traduce in un costo per l´Italia, in termini di imprese, di 60 miliardi, pari alla metà dell´intero costo europeo della corruzione". Con la nuova normativa, ha aggiunto De Martino, "la Pa ha ruolo fortissimo di prevenzione dei fatti corruttivi, non basta redigere piani o organizzare strumenti, occorre calare tutto il personale nella nuova dimensione delineata dalla legge 190, un cambio di mentalità che non può tener fuori gli stessi cittadini. La Toscana è un territorio abbastanza capace di proteggersi dal male della corruzione e su questo la Scuola di Anci Toscana va incidere in maniera ancora più vantaggiosa proprio perché si parte da un punto particolarmente positivo, in confronto ad atre regioni". A porre l´accento sull´importanza della prevenzione è anche Antonio Martone, consigliere Anac (Autorità nazionale Anticorruzione): "Ogni amministrazione deve individuare quali sono le posizioni e le funzioni esposte a rischio, se c´è un organico adeguato si può stabilire una rotazione per evitare che si consolidino posizioni. Accanto a questo bisogna formare. Oltre al codice di comportamento nazionale, occorre un codice di comportamento integrativo tenendo conto delle specificità dell´ente. Poi c´è questione della trasparenza: i cittadini devono poter accedere sui siti ai provvedimenti di maggior rilievo. Infine la questione delle inconferibilità degli incarichi e incompatibilità tra carica politica e carica amministrativa".  
   
   
IL FERMANO PROTAGONISTA DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014/2020.  
 
Ancona, 14 aprile 2014 - Fare delle Marche una regione intelligente, sostenibile e inclusiva. È con questa prospettiva che la Regione ha avviato dal 18 luglio 2013 un percorso di confronto con i diversi attori economici, sociali e istituzionali del territorio, per costruire, in modo partecipato, il nuovo quadro della programmazione dei fondi strutturali 2014-2020. Dopo le tappe di Ancona, Camerino, Urbino e Comunanza, l’ultimo appuntamento di questo percorso si è svolto sabato 12 aprile . L’appuntamento ha consentito di focalizzare, con l’ausilio e il contributo di tecnici, esperti, docenti e rappresentanti istituzionali territoriali, le azioni e gli interventi ritenuti necessari e prioritari per lo sviluppo e la coesione del territorio marchigiano. A partire dalle ore 8.30 la Regione Marche ha aperto uno spazio di confronto con gli stakeholders territoriali in vista della programmazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per il periodo 2014/2020. Dopo i saluti e la relazione introduttiva dell’assessore regionale alle Politiche Comunitarie, Paola Giorgi, la giornata prosegue con la relazione dell’Autorità di Gestione Fesr della Regione Marche Mauro Terzoni incentrata sul tema “Programmazione Europea 2014-2020: aggiornamento sullo stato del negoziato”. È’ prevista, inoltre, la presentazione di un caso di studio da parte della Dott.ssa Annarita Pilotti, titolare dell’ azienda Loriblu Spa. E’ seguita una tavola rotonda sul tema, alla quale prenderanno parte i rappresentanti delle organizzazioni regionali di sindacati, artigiani e industria. A partire dalle ore 11.15 i lavori si sono articolati in quattro workshop paralleli dedicati rispettivamente alle seguenti tematiche portanti per lo sviluppo regionale: “Piccole e medie imprese: innovazione ed internazionalizzazione”; “Agenda digitale”; “Energia, mobilità sostenibile, rischi ambientali”; “Valorizzazione delle risorse culturali nelle aree interne”. La discussione di ciascun workshop è stata facilitata dalla presenza di esperti e tecnici della Regione Marche. I risultati del confronto tematico sono stati riportati e condivisi nella sessione plenaria finale. Il programma dettagliato dell’incontro è consultabile sul portale www.Europa.marche.it    
   
   
USURA, PREVENZIONE E MAGGIOR SUPPORTO DAL SISTEMA BANCARIO PER COMBATTERLA  
 
Firenze, 14 aprile 2014 - Ristabilire un rapporto di collaborazione con le banche e potenziare gli strumenti di prevenzione (a partire dalle scuole) sul fenomeno. Sono stati questi gli aspetti principali analizzati stamattina nel corso della presentazione del bilancio di missione 2013 della Fondazione toscana per la prevenzione usura Onlus che si è tenuta in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati. Insieme alla vicepresidente della Regione sono intervenuti il presidente della Fondazione Lelio Grossi, il capo segreteria del viceministro dell´Interno ed il presidente della commissione regionale Abi Toscana Giancarlo Barbieri. La vicepresidente della Regione ha dapprima sottolineato come la Fondazione rappresenti un esempio quasi unico in Italia, sostenendo la necessità di continuare e potenziare l´impegno della Regione condotto a suo fianco in tutti questi anni. Ricordando poi le misure adottate dalla Regione a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie in difficoltà, con l´approvazione della legge 45, ha evidenziato quindi l´esigenza di valutarle ed eventualmente apportare correzioni. La vicepresidente ha quindi spiegato l´importanza di lavorare sulla prevenzione per ridurre al minimo la possibilità di caduta nelle maglie di un fenomeno, l´usura, che ha mille volti, a partire dall´educazione fin dai banchi di scuola ad esempio sulla gestione del bilancio familiare e si è detta disponibile a collaborare con la Fondazione su questo terreno considerato fondamentale. Il presidente della Fondazione Grossi, illustrando il bilancio di missione 2013, ha soffermato la propria attenzione soprattutto sul rapporto con le banche. Ha spiegato le cause principali di ricorso all´aiuto della Fondazione: separazioni, mancanza di lavoro, problemi di salute, ma che quella più preoccupante è la perdita del lavoro che colpisce famiglie virtuose, costrette a ricorrere all´indebitamento con il rischio di perdere la propria casa. Il rapporto con le banche, ha dichiarato, è fondamentale ma la riduzione progressiva del loro supporto è evidenziata dai numeri: il 50 per cento delle proposte avanzate nell´ultimo anno, 132 interventi di garanzia per quasi 8 milioni di euro, sono state declinate dalle banche mentre appena 4 anni fa la percentuale era del 10 per cento. Quindi ha precisato come una pratica completamente istruita dai centri di ascolto, che dovrebbe avere una risposta entro 30 giorni, resti senza almeno per 5 mesi in media e che sarebbe più utile averne una, anche se negativa, subito piuttosto che far passare il tempo, far ingigantire il problema e rendere a quel punto difficile dare una risposta. Grossi ha poi concluso diffondendo altri dati interessanti, come i 1.816 finanziamenti garantiti dal 1998 per un totale di oltre 78 milioni di euro, oltre il 50 per cento dei quali a garanzia della propria abitazione. Uno dei provvedimenti introdotti dalla legge regionale 45 (entrata in vigore ad agosto 2013 per dare sostegno finanziario a famiglie e lavoratori in difficoltà) è il fondo regionale da 1,5 milioni di euro messo a disposizione della Fondazione per fornire garanzie integrative ed agevolare l´accensione di mutui alle famiglie toscane in gravi difficoltà finanziarie. La Fondazione, che opera a titolo completamente gratuito senza cioè recuperare alcuna spesa o commissione, può rilasciare una garanzia del 25% dell´importo del mutuo concesso dalla banca. A questo si aggiunge la garanzia del 50 per cento che sempre la Fondazione rilascia utilizzando il fondo statale previsto dalla legge 108 del 1996, portando così la garanzia fino al 75 per cento. A partire da ottobre 2013, quando cioè Regione e Fondazione hanno siglato l´accordo di collaborazione, le richieste per garanzie integrative avanzate ai centri di ascolto della Fondazione sono state 44 per oltre 4 milioni di euro. Finora il fondo regionale è stato impegnato per 660 mila euro. La collaborazione della Fondazione con la Regione è iniziata nel 1998, pochi mesi dopo aver ottenuto dal Ministero del tesoro l´iscrizione nel Registro delle Fondazioni ed Associazioni autorizzate a svolgere attività di prevenzione dell´usura. La rete di centri di ascolto è cresciuta dai 10 iniziali fino ad arrivare ai 42 attuali, presenti in tutte le province. I volontari impegnati sono 188.  
   
   
"PERUGIA 2019", A VILLA UMBRA CORSO ALTA FORMAZIONE IN VALORIZZAZIONE E GESTIONE BENI CULTURALI  
 
Perugia, 14 aprile 2014 - Avrà inizio il 17 aprile il corso di alta formazione in Valorizzazione e gestione dei beni culturali organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica quale contributo alla candidatura di "Perugia con i luoghi dei San Francesco d´Assisi e dell´Umbria" a capitale europea della Cultura 2019. Un´iniziativa che nasce dall´adesione della Scuola come socio della Fondazione "Perugiassisi2019", - spiega Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola – e dal successo di due precedenti giornate di approfondimento in materia, organizzate a Norcia e a Perugia. Il percorso formativo è stato progettato in collaborazione con il Comitato Scientifico della Fondazione "Perugiassisi 2019" e intende affrontare il tema della valorizzazione e gestione dei beni culturali secondo tre diverse prospettive; giuridica, economica e tecnologica. È dalla capacità dell´operatore culturale di coniugare queste tre differenti prospettive, sottolineano dalla Scuola, che possono scaturire soluzioni innovative nella valorizzazione e nella gestione dei beni culturali. Gli approfondimenti tematici, che saranno condotti da qualificati docenti, troveranno una conclusione nell´analisi di alcune tra le più significative esperienze di capitali europee della cultura. Saranno analizzati casi concreti per dimostrare come città e territori possano funzionalmente ed efficacemente trasformarsi e creare un nuovo tessuto infrastrutturale, fatto di imprese culturali e creative, capaci di valorizzare beni culturali radicati nella storia e nel paesaggio, nonché di offrire possibilità di lavoro a giovani qualificati. Il corso è gratuito e riservato a dirigenti e responsabili dei servizi per la tutela e valorizzazione dei Beni Culturali della Regione Umbria, delle Province di Perugia e Terni, dei Comuni dell´Umbria, dei soci della Scuola, delle Diocesi umbre e dei soggetti gestori. L´iscrizione deve pervenire alla Scuola entro il il 16 aprile. L´attività è articolata in sei moduli formativi e in un convegno finale, per un totale di sette giornate di formazione d´aula. La metodologia sarà diversificata in base ai contenuti e allo stile formativo del docente, quindi un mix tra lezione frontale e "action learning" per favorire il massimo apprendimento e scambio di esperienze tra i corsisti. I docenti saranno Bruno Bracalente, presidente della Fondazione "Perugiassisi 2019"; Stefano Fantini, Consigliere Tar Umbria; Valentina Sessa, professore aggregato di diritto amministrativo Università E-campus, docente di Legislazione beni culturali in diversi atenei fra cui il Politecnico di Milano; Alberto Avoli, presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per l´Umbria; Antonio Bartolini, professore ordinario di Diritto amministrativo, Facoltà di Giurisprudenza dell´Università degli studi di Perugia; Alessandro Bollo, cofondatore e responsabile area Ricerca e consulenza Fondazione "Fitzcarraldo", Torino; Luca Dal Pozzolo, vicepresidente e responsabile della ricerca nel settore delle Attività e dei beni culturali e ambientali Fondazione "Fitzcarraldo", Torino; Giuseppe Liotta, professore ordinario di Ingegneria Informatica, Facoltà di Ingegneria, Università degli studi di Perugia; Antonio Borri, professore ordinario di Scienza delle Costruzioni, Facoltà di Ingegneria, Università degli studi di Perugia; Annalisa Lalumera, amministratore di General sas, società di consulenza in comunicazione, marketing e "fund raising", Bologna; Luca Ferrucci, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, Università degli studi di Perugia.  
   
   
CERCHI LAVORO? "WEBINAR" TI INSEGNA LE TECNICHE PER CURRICULA E COLLOQUI  
 
Firenze, 14 aprile 2014 - Come imparare a scrivere un curriculum efficace, come utilizzare il web per cercare il lavoro, come affrontare un colloquio di selezione, quali tecniche per la ricerca attiva di un lavoro. Sono i quattro "webinar" (web seminari) illustrati all´assessore regionale che si occupa di Istruzione e Formazione. A raccontare, nel contesto delle politiche attive verso il lavoro, l´esperienza dei "webinar" sono stati i responsabili del Centro per l´impiego di Poggibonsi - in uno spazio che unisce tre diverse tipologie: scuola di formazione, centro per l´impiego, spazio Trio - che l´assessore ha visitato nell´ambito di un tour per prendere contatto con quanto le istituzioni fanno, in Toscana, per agevolare le persone, giovani o meno, che cercano lavoro. "Webinar", neologismo nato dalla fusione dei termini web e seminar, identifica seminari interattivi tenuti direttamente sul web tramite apposite piattaforme: seminari che è dunque possibile seguire "a distanza", da pc o tabel che dispongano di audio e microfono. L´iniziativa è presente nei centri per l´impiego della Toscana nell´ambito del Trio (il sistema di web learning della Regione Toscana con un catalogo di quasi 1.800 corsi). In questo contesto vengono fornite nozioni specifiche riguardanti anche la web reputation ("reputazione virtuale"); si punta a mettere in guardia i giovani rispetto a un utilizzo accorto dei social-network per favorire una maggiore consapevolezza circa le conseguenze dei loro comportamenti sulla rete. L´assessore regionale a Istruzione e Formazione ha anche visitato, a Colle Val d´Elsa, il Tecnico superiore per la gestione e la verifica di impianti energetici, uno dei 7 "Its" esistenti in Italia nel settore dell´efficienza energetica: una scuola post diploma che, attraverso corsi biennali, prepara, in alta formazione, tecnici specializzati in grado di rispondere alle reali esigenze di professionalità richieste dalle imprese. L´assessore toscano si è incontrato con insegnanti, studenti e vertici della Fondazione (formata da enti locali, scuole, agenzie formative, università, imprese, consorzi, ordini professionali) che, in questo tipo di Istituti Tecnici, ha funzione di governo. Circa 20, nella struttura di Colle Val d´Elsa, gli allievi per ogni biennio (è appena iniziato il terzo). Cinque i laboratori:elettrotecnica e impiantistica elettrica, misure termotecniche, domotica e automazione del risparmio energetico, energie rinnovabili, prestazione energetica negli edifici. Fra gli sbocchi occupazionali anche quelli legati al ruolo di energy manager.  
   
   
LAVORO, LOMBARDIA: PER CASSA IN DEROGA MANCANO SOLDI, SUBITO RIUNIONE  
 
Milano, 14 aprile 2014 - "La dichiarazione del ministro del Lavoro sull´assenza di risorse per la Cassa integrazione in deroga ci allarma molto. Per questo ho deciso di convocare urgentemente una riunione straordinaria con le parti sociali già lunedì, per valutare le azioni da attivare". Lo ha dichiarato l´assessore regionale all´Istruzione Formazione e Lavoro. Già Trasmesse Necessità Lombarde - "Abbiamo trasmesso al ministro - ha specificato l´assessore - l´allarme per il fabbisogno di ammortizzatori sociali per i lavoratori lombardi. Questa settimana abbiamo anche trasmesso i dati precisi dei fabbisogni finanziari, di cui Regione Lombardia ha bisogno, per fronteggiare le domande già presentate: 159 milioni solo per il 2013". Esecutivo Provveda Subito - "Abbiamo anche detto - ha aggiunto l´esponente della Giunta lombarda - che non vogliamo ripetere le esperienze già vissute con i precedenti Governi, che ci hanno costretto a questuare continuamente il rifinanziamento degli ammortizzatori a fronte dell´elevato volume di domande da parte delle aziende". "Chiediamo - ha concluso l´assessore - che il Governo provveda subito a rifinanziarla e a mettere a disposizione di imprese e lavoratori uno strumento che ha finora garantito la tenuta sociale del Paese da parte delle Regioni"  
   
   
CASSA IN DEROGA, LE REGIONI SOLLECITANO IL FINANZIAMENTO URGENTE  
 
Firenze, 14 aprile 2014 - Il finanziamento della Cassa integrazione e della mobilità in deroga per i periodi maturati e non ancora coperti del 2013 e per tutto il 2014 è un tema improrogabile per evitare che la tensione, determinatasi in molte realtà del Paese, sfoci in un vera e propria emergenza sociale. Lo ha spiegato l´assessore alle attività produttive credito e lavoro della regione Toscana che, nella sua veste di coordinatore delle Regioni per il settore lavoro, è intervenuto su questo nella seduta della Conferenza delle Regioni. Sono migliaia i lavoratori che, da mesi, aspettano il finanziamento delle indennità maturate nel 2013 alla quale hanno diritto, ma che non sono state mai erogate. A questo si aggiunge il fatto che, a causa della mancanza di risorse, molte Regioni non hanno potuto ancora procedere alle autorizzazioni per il 2014. L´assessore ha riferito che il ministro del Lavoro in risposta ad una lettera del presidente della Conferenza delle Regioni, ha prospettato una ricognizione sulla situazione delle risorse e dei residui presenti presso l´Inps, in modo da consentire un rapido utilizzo per coprire almeno una parte del fabbisogno che, per il 2013, ammonta a circa 680 milioni di euro a livello nazionale. Per la Toscana, rimangono escluse dalla copertura finanziaria 4.772 domande relative a periodi 2013, alle quali si aggiungono le 2.812 domande relative all´annualità 2014 per un totale di oltre 40 milioni di euro di fabbisogno. La Conferenza delle Regioni, ribadendo la necessità di una riforma complessiva del sistema che porti al superamento degli ammortizzatori attuali e vada verso una copertura universalistica, ha preso atto dell´annuncio della volontà espressa dal ministro del Lavoro di procedere all´erogazione delle risorse e ha chiesto che vengano fatti con urgenza gli atti per l´assegnazione dei fondi.  
   
   
CONCLUSO IL FESTIVAL DELLA GIOVENTU’ DELL’EUREGIO 100 RAGAZZI FRA I 16 ED I 19 ANNI A CONFRONTO SUI TEMI DELLO STUDIO DEL LAVORO E DEL VOLONTARIATO.  
 
Trento, 14 aprile 2014 - Si è conclusa il 12 aprilea presso il Liceo Da Vinci la terza edizione del Festival della Gioventù dell’Euregio. Studio, lavoro, società: scopri le tue potenzialità, questo lo slogan scelto per l’edizione 2014 e sul quale si sono confrontati circa cento ragazzi fra i 16 ed i 19 anni provenienti da Trentino, Alto Adige e Tirolo. Tre le tappe previste per questa edizione, che è cominciata a Lienz per proseguire poi a Brunico e concludersi oggi a Trento. Nel corso di questi tre giorni i ragazzi si sono confrontati sui temi del lavoro, dello studio e del volontariato nella società, attraverso workshop in piccoli gruppi e incontri con esperti, partecipando anche a momenti culturali e di svago. Oggi, presso l’Aula Magna del Liceo da Vinci di Trento, i ragazzi hanno incontrato il Presidente della Provincia autonoma di Trento e della Regione Ugo Rossi, che si detto molto interessato al lavoro e alle proposte che scaturiranno dal Festival della Gioventù, perché sono proprio questi ragazzi i protagonisti delle politiche che riguardano il futuro ed è quindi giusto ascoltare cosa dicono. Il Presidente ha poi evidenziato l’importanza del progetto dell’Euregio che affonda le proprie radici nel passato, ovvero alla storia comune che lega Trentino, Alto Adige e Tirolo, ma che poi si proietta sul presente con le molte questioni su cui i tre territori devono confrontarsi, a cominciare dai problemi del traffico e dell’agricoltura di montagna. Un’esperienza però che deve guardare soprattutto al futuro, con la capacità di costruire quel senso di appartenenza all’Europa, un’appartenenza che vada oltre le cartine geografiche per un’Europa che sia in presa diretta con il vivere quotidiano dei cittadini. Alla fine dai ragazzi è arrivata una proposta concreta: ideare un biglietto unico, rivolto ai giovani, da utilizzare su tutti i mezzi di trasporto pubblico di Tirolo Alto Adige e Trentino.  
   
   
TRENTO: PIANI GIOVANI: LE NOVITÀ RELATIVE AI CRITERI PER I PROGETTI  
 
Trento, 14 aprile 2014 - La Giunta provinciale di Trento, su proposta dell´Assessore alle politiche giovanili, ha approvato l’ 11 aprile i criteri e le modalità per finanziare i progetti cosiddetti "non prevedibili" e i progetti di rete nei Piani giovani di zona e d´ambito per l´anno 2014. I progetti "non prevedibili" sono quelli non programmabili da parte del Tavolo del confronto e della proposta al momento della definizione del Piano operativo giovani (Pog) e che però non sono rinviabili all´anno seguente; i "progetti di rete" sono quelli, invece, che vengono proposti da più Piani giovani per un´iniziativa condivisa e maggiormente efficace. I criteri riguardanti i Piani giovani prevedono che annualmente la Giunta provinciale destini parte delle risorse delle Politiche giovani alla realizzazione dei particolari progetti promossi dai Tavoli del confronto e della proposta. Si tratta dei “progetti di rete” e dei “progetti non prevedibili”. I Piani giovani di zona sono formati da comuni limitrofi e coprono quasi tutte le aree del Trentino, mentre i Piani giovani d’ambito sono formati da soggetti dello stesso ambito tematico (giovani professionisti, universitari e associazioni di categoria). Al Tavolo partecipano, generalmente, sia soggetti istituzionali sia soggetti della società civile portatori di interessi collettivi riguardanti i giovani (scuole, oratori, associazioni, ecc.). La normativa prevede che i Tavoli elaborino e presentino alla Provincia entro il 30 aprile di ogni anno il Piano Operativo giovani, formato da un insieme di progetti, che ha per target la popolazione tra gli 11 ed i 29 anni per i Piani di zona e dai 18 ai 35 anni per i piani d’ambito. L’approvazione dei criteri dei progetti di rete permetterà a più Piani giovani di individuare e presentare un unico progetto condiviso. La gestione di tali progetti può essere demandata alle Comunità di Valle, nel caso in cui i Piani appartengano alla stessa Comunità. Ciò offre la possibilità di realizzare progetti che hanno un notevole impatto e un maggior coordinamento e toccano questioni più ampie della sola piccola area del singolo Piano (ad esempio nelle tematiche riguardanti il lavoro ed i tirocini formativi). L’approvazione dei criteri relativi ai progetti non prevedibili offre invece la possibilità, ai singoli Piani Giovani, di presentare un progetto non programmabili al momento della definizione del Piano Operativo Giovani, che di norma avviene verso la fine dell’anno precedente la realizzazione del progetto stesso, e non rinviabili all’anno successivo. La definizione di queste possibilità va nella direzione della elasticità e della facilitazione per cercare di stare al passo con una realtà giovanile in continua evoluzione. Essa si propone, inoltre, di rendere possibile il protagonismo dei giovani nel pensare e realizzare iniziative rivolte ai loro coetanei.  
   
   
GIOVANI: REGIONE LOMBARDIA DECIDE I CRITERI PER FINANZIARE ORATORI  
 
Milano, 14 aprile 2014 - "Abbiamo definito i criteri cui Regione intende attenersi per sostenere i progetti a favore dei giovani in collaborazione con la Regione ecclesiastica Lombardia e le Diocesi". Così l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani regionale commenta la delibera approvata dalla Giunta. Collaborazione Con Le Diocesi - "Con questa delibera - spiega l´assessore - abbiamo determinato i criteri di collaborazione con la Regione ecclesiastica Lombardia e le Diocesi per il finanziamento, che, di norma, non potrà superare il 70 per cento dei costi totali dei progetti presentati". I progetti dovranno essere coerenti con gli obiettivi regionali, avere un elevato coinvolgimento territoriale ed eventualmente cofinanziati con altre risorse pubbliche o private. Progetti Per La Crescita Dei Giovani - "Aspettiamo dalla Regione ecclesiastica Lombardia e dalle Diocesi - dice l´assessore - progetti che come Assessorato finanzieremo e sosterremo secondo i criteri definiti e approvati". "Regione Lombardia - conclude l´assessore - sosterrà, con il finanziamento dei progetti delle Diocesi e della Regione ecclesiastica Lombardia, la vita degli oratori, ma anche lo sviluppo stesso dei nostri giovani lombardi. Attraverso questa collaborazione con la Regione ecclesiastica Lombardia e le Diocesi, favoriremo e potenzieremo l´associazionismo e i progetti per i giovani, incentiveremo la partecipazione dei giovani alla vita delle comunità e favoriremo la loro crescita personale".  
   
   
SLOT, REGIONE LOMBARDIA: VIA LIBERA A LEGGE AL PARLAMENTO  
 
Pavia, 14 aprile 2014 - "Da Pavia è partita la sfida di Regione Lombardia al gioco d´azzardo patologico: in questa città abbiamo presentato con il presidente la legge regionale sulle ludopatie e, sempre da qui, desidero lanciare una sfida ambiziosa: far sì che questa città possa essere citata non più per i suoi primati sulle slot, ma per essere la prima città a sconfiggere questa piaga sociale". Lo ha detto l´assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, a Pavia per presentare la Legge regionale 8/2013 sulle ludopatie, nell´ambito dei seminari in tutte le provincie lombarde, che hanno già toccato Bergamo, Brescia e Cremona. All´incontro erano presenti, tra gli altri, l´assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione e il sindaco di Pavia. Commissione Regionale Invia Legge Parlamento - "Ma c´è di più - aggiunge l´assessore - proprio oggi la Commissione consiliare ha dato il via libera alla Proposta di legge al Parlamento che prevede, fra l´altro, un aumento della tassazione sul gioco, finalizzato alla costituzione di un fondo per il sostegno ai malati di ludopatia, e una serie di autorizzazioni per le sale gioco e l´installazione di ´macchinette´, in capo al sindaco quale sola autorità competente. Bene anche gli articoli che prevedono una restrizione alla diffusione di messaggi pubblicitari legati al gioco. Mercoledì la proposta, votata all´unanimità in Commissione, passerà al vaglio del Consiglio e, da lì in avanti, ci auguriamo che il Parlamento e il Governo la facciano propria, agevolandone l´approvazione in tempi rapidi". Ludopatia Piaga Sociale - "Nel territorio pavese - ha sottolineato l´assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione - esistono straordinarie risorse ed eccellenze, ma anche criticità, che vanno fortemente contrastate, come la ludopatia, vera piaga sociale. Regione Lombardia, grazie al lavoro dell´assessore al Territorio, come team leader della squadra che ha elaborato la Legge 8 del 2013, ha individuato importanti strumenti per prevenire, contrastare e trattare chi è colpito da questo fenomeno. "Come dimostra questo ciclo di incontri sulla Legge - ha aggiunto - è importante far conoscere le misure previste dalla Regione, che raccolgono le istanze e i bisogni espressi sia da chi cerca di combattere la dipendenza dal gioco d´azzardo, sia da chi ne è colpito. Come Regione Lombardia vogliamo essere al loro fianco e ci impegniamo a garantire il massimo supporto con azioni concrete e tempestive. Nel contempo ci aspettiamo che anche il Governo centrale faccia la sua parte". Distanze Minime Da Luoghi Sensibili - Tornando alla legge regionale già in vigore in Lombardia, l´assessore al Territorio ha ricordato, che la stessa "prevede distanze minime dai luoghi sensibili per l´installazione di nuove macchinette, riconosce la ludopatia come malattia e per questo attiva una serie di misure per la prevenzione e il recupero, azzera l´addizionale regionale Irap per gli esercenti che decidono di rinunciare alle slot". Impegno Da Parte Di Tutti - "Lo Stato - ha concluso l´assessore - non può continuare a favorire la diffusione del gioco d´azzardo in un momento in cui ai cittadini vengono richiesti enormi sacrifici economici. Regione Lombardia ha fatto la sua parte e adesso è necessario uno sforzo dal Governo".  
   
   
IMMIGRAZIONE, REGIONI, ASSESSORE LIGURIA A GOVERNO: “DI FRONTE A NUOVI AFFLUSSI SERVE COINVOLGIMENTO ENTI LOCALLI“  
 
Genova, 14 aprile 2014 - "Il metodo che era stato costruito con l’emergenza Nord Africa non va perso, per evitare nuove crisi sul territorio serve il coinvolgimento delle Regioni e degli Enti locali". Lo chiede al Governo la coordinatrice della commissione affari sociali della Conferenza delle Regioni, Lorena Rambaudi, al termine della riunione odierna del tavolo nazionale di coordinamento del Ministero dell’Interno e della Conferenza unificata, dopo lo straordinario afflusso di nuovi immigrati. "Il Governo deve assolutamente riprendere il metodo di collaborazione tra Regioni, Enti locali territoriali e Prefetture, che era stato seguito nel passato - ha sottolineato Rambaudi - per gestire al meglio i nuovi flussi secondo un sistema di leale collaborazione tra livelli". Secondo Rambaudi che, insieme al sindaco di Catania e rappresentante dell’Anci, Enzo Bianco, hanno partecipato agli incontri odierni "deve essere garantita anche la copertura economica, sia per l’accoglienza immediata che per l’assegnazione successiva dei posti nell’ambito della rete Sprar".  
   
   
IMMIGRAZIONE: IN REGIONE LOMBARDIA ALTRI 500 PROFUGHI  
 
Milano, 14 aprile 2014 - "Sono in arrivo sul territorio lombardo tra oggi e domani altri 500 presunti profughi. Si tratta di arrivi imposti dallo Stato centrale e dalle Prefetture senza il minimo coinvolgimento della Regione e degli enti locali. È assurdo che la Regione Lombardia sia venuta a conoscenza di una imposizione del genere attraverso fonti non istituzionali. Pare che siano in corso riunioni segrete nelle sedi delle Prefetture per decidere dove sistemare queste persone". Con queste parolel´assessore all´Immigrazione della Regione Lombardia ha annunciato l´arrivo di altri 480 stranieri sul territorio regionale: 60 a Bergamo, 50 a Brescia, 50 a Como, 50 Cremona, 30 a Lecco, 50 a Mantova, 50 a Monza, 50 a Pavia, 50 a Sondrio e 40 a Varese. Necessario Aiuto Ue - "E mancano ancora i dati di Lodi e Milano. - ha aggiunto l´assessore - Sarebbe opportuno che il governo, iniziasse a chiedere aiuto all´Unione europea per gestire il fenomeno. Chi manterrà queste persone - si è chiesta la titolare regionale all´Immigrazione - Chi pagherà i servizi da erogare? Ovvio, gli stessi enti locali che non sono stati coinvolti nelle decisioni, quindi i cittadini lombardi". No Al Silenzio - "Non faremo calare il silenzio su questa situazione - ha dichiarato -. I lombardi devono sapere quali sono le conseguenze di scelte come l´abolizione del reato di clandestinità. - ha concluso l´assessore - Spiace evidenziare come ancora una volta le Prefetture si rivelino enti non solo inutili, ma dannosi, senza la minima coscienza delle necessità del territorio che dovrebbero tutelare".  
   
   
VIOLENZA FEMMINILE: A ROMA TASK FORCE O.N.DA – OMS PER PROMUOVERE L’IMPEGNO DELLE ISTITUZIONI NEL PREVENIRE GLI ABUSI  
 
Roma, 14 aprile 2014 – Presentare le Linee Guida Oms e definire l’impegno dell’Italia nel favorire la ratifica della Convenzione di Istanbul negli altri Paesi europei: questi i principali obiettivi del Tavolo tecnico sulla violenza femminile, promosso dall’Osservatorionazionale sulla salute dellaDonna(o.n.da), in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e tenutosi il 10 aprile a Roma, alla presenza di Parlamentari italiane e straniere, clinici e associazioni femminili. La violenza contro le donne è un fenomeno in costante crescita e di drammatica attualità, una vera e propria emergenza sanitaria, in Italia come nel resto del mondo. Secondo i dati del recente rapporto Oms, oltre 1 donna su 3 nel mondo è vittima di abusi fisici e/o sessuali, spesso per mano del proprio partner, e il 30% degli atti di violenza si verificano all’interno delle mura domestiche. Preoccupanti anche i dati che si registrano nel nostro Paese: in base alle ultime stime Istat disponibili, circa 7 milioni di italiane, nella fascia d’età compresa tra i 16 e 70 anni, hanno subìto una forma di violenza, fisica o sessuale, nel corso della propria vita – nel 14,3% dei casi da parte del proprio compagno – ma soltanto il 7% delle donne lo ha denunciato. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d´Europa ha approvato nel 2011 la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e la violenza domestica che, tuttavia, per entrare in vigore necessita ancora della ratifica di altri 2 Stati Membri Ue. La ratifica italiana della Convenzione di Istanbul e l’approvazione del Decreto legge contro il femminicidio, avvenute nel 2013, rappresentano importanti azioni del nostro Governo per contrastare un fenomeno che costituisce una vera e propria “malattia” sociale, con conseguenze negative sulla salute fisica e mentale delle vittime. “La rapida ratifica della Convenzione di Istanbul testimonia, con chiarezza inequivocabile, un cambiamento di rotta, una rinnovata percezione della necessità di agire in modo coeso”, afferma il Sottosegretario al Ministero degli Esteri, Mario Giro. “L’italia sostiene l’inserimento dei diritti delle donne come un asse portante dei nuovi obiettivi di sviluppo del Millennio post 2015 e sostiene l’adozione di una risoluzione Onu su matrimoni forzati come seguito delle precedenti risoluzioni Onu che davano mandato per informativa sul tema. La condanna di tutte le forme di violenza nei confronti delle donne e delle fanciulle, in quanto violazioni del pieno godimento dei diritti umani da parte delle stesse, deve essere una certezza. Né le tradizioni o gli usi consuetudinari, né le pratiche culturali, la riservatezza o la religione, né il cosiddetto “onore” od un presunto trattamento disuguale giustificato dalla diversità dei ruoli possono essere invocati a giustificazione della violenza o della discriminazione. L’obiettivo finale è rendere la discriminazione e le violenze contro le donne inaccettabili, sia culturalmente che socialmente. Lavoriamo insieme per favorire la promozione dei diritti umani delle donne e l’uguaglianza di genere: lo dobbiamo alle donne e agli uomini, ma soprattutto a tutte le vittime, ai caduti ed anche alle sopravvissute di una violenza, ormai di portata globale.” “Allo scopo di rendere applicabile la Legge contro il femminicidio nel nostro Paese, è necessario continuare a tenere alta l’attenzione delle Istituzioni italiane su questo tema. Il ruolo delle Parlamentari nella lotta alla violenza sulle donne è strategico sia per i loro contatti con le realtà locali sia per la possibilità di legiferare", afferma Francesca Merzagora, Presidente O.n.da. “Il Tavolo tecnico di oggi prosegue il percorso di sensibilizzazione sulla violenza intrapreso dallo scorso anno a fianco dell’Oms. Tra gli obiettivi dell’incontro, possibile grazie al sostegno a O.n.da di Mediolanum Farmaceutici, vi è la divulgazione in Italia delle Linee Guida dell’Oms, volte ad aiutare i Paesi a migliorare l’approccio del proprio sistema sanitario nell’affrontare casi di abusi, la presentazione alle Parlamentari inglesi e belga del lavoro svolto nel nostro Paese per arrivare alla ratifica della Convenzione di Istanbul e il tentativo di far sì che l’Italia diventi guida nel favorire la ratifica negli altri 2 Stati Membri dell’Unione Europea, a testimonianza dell’impegno del nostro Governo nel contrastare la violenza di genere”. “I dati del rapporto mondiale Oms sulla violenza femminile sono assolutamente preoccupanti e illustrano come il problema riguardi trasversalmente tutte le donne senza differenza di età, origine, stato sociale, luogo”, dichiara Marleen Temmerman, Direttore del Dipartimento di Salute Riproduttiva e Ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “I dati impongono quindi una lettura che non sia solo limitata ai confini nazionali, ma che veda i diversi soggetti della comunità internazionale impegnati sullo stesso fronte. In questa lotta verso un sistema di tolleranza zero nei confronti della violenza sulle donne, i Parlamentari possono giocare un ruolo chiave. Grazie ai poteri in tema di legislazione, accountability, promozione e definizione del bilancio, possono far sì che le politiche nazionali siano adeguate alla lotta e prevenzione di questo fenomeno. Possono anche fare in modo che i Paesi aderiscano ad impegni internazionali, quali la Convenzione di Istanbul”.  
   
   
CENTRI OCCUPABILITÀ FEMMINILE ATTIVI IN CPI MANFREDONIA E S.SEVERO  
 
 Bari, 14 aprile 2014 - «Attuare servizi a favore delle figure particolarmente svantaggiate del mercato del lavoro è un obbligo al quale non possiamo sottrarci. Tra le figure maggiormente svantaggiate indubbiamente vi sono le donne. Per queste ragioni noi abbiamo il dovere di sperimentare servizi sempre più vicini alle esigenze reali del mercato del lavoro, in particolare alla figura femminile, attraverso un censimento delle persone interessate e la definizione di programmi di accompagnamento, di formazione e di informazione e altre forme di sperimentazione per giungere al possibile inserimento lavorativo» ha dichiarato Leo Caroli, assessore al Lavoro, durante la manifestazione di avvio del progetto “Incontriamoci”, che prevede l’implementazione dei Centri per Occupabilità Femminile (Cof) presso i Centri per l’Impiego di Manfredonia e San Severo. «Molte donne - ha continuato Caroli - non si iscrivono nemmeno ai Centri per l’Impiego e non manifestano la propria intenzione a ricercare un’attività lavorativa, questo perché spesso costrette da retaggi culturali all’esclusivo lavoro di cura e perché, sempre a causa di questi retaggi, l’occupazione femminile è sempre più frequentemente collegata all’occupazione più che precaria, sovente a nero. Ma questa - ha concluso l’assessore - è anche l’occasione, dopo la sperimentazione a Manfredonia e San Severo, di verificare come i servizi per l’impiego in Puglia, in particolare nella provincia di Foggia, rispondano alle esigenze dei cittadini, degli iscritti, delle donne, dei disoccupati e degli inoccupati e, naturalmente, delle aziende». I Centri per l’Occupabilità Femminile (Cof), avviati in via sperimentale presso i Cpi del territorio pugliese, si presentano come spazi fisici di ascolto e rete attiva per il fronteggiamento delle discriminazioni a carico delle donne, e si pongono l’obiettivo di sviluppare politiche attive che consentano a queste l’accesso e la permanenza nel mercato del lavoro, contribuendo a migliorare i livelli di protezione delle lavoratrici e a rafforzare la parità di genere attraverso azioni di informazione, orientamento, di tutoring ed accompagnamento al lavoro. L’iniziativa è finanziata con risorse del Po Puglia Fse 2007-2013 Asse Vii “Capacità Istituzionale”.  
   
   
TRENTO: CONTRIBUTI PER INIZIATIVE NELL´AMBITO DELLE PARI OPPORTUNITÀ, NUOVI CRITERI  
 
Trento, 14 aprile 2014 - La Giunta provinciale, su proposta dell´assessora alle pari opportunità, ha approvato nuovi criteri e modalità per la concessione di contributi nell´ambito delle pari opportunità tra uomo e donna. Dal 16 aprile al 4 giugno è possibile presentare le domande di contributo . Le iniziative che saranno sostenute dovranno diffondere la cultura delle pari opportunità. Potranno, per esempio, contribuire al superamento degli stereotipi di genere e all’eliminazione degli ostacoli che impediscono la realizzazione della parità tra donne e uomini. Oppure potranno favorire la condivisione e la corresponsabilità tra donne e uomini e la promozione di un’equa presenza dei due generi negli ambiti in cui sono sottorappresentati. Potranno riguardare anche l’attivazione di servizi per la conciliazione vita-lavoro, per sostenere l’occupazione delle donne e per riaffermare il valore sociale della maternità e della paternità. L´approvazione dei nuovi criteri rappresenta anche la volontà di orientare le risorse verso progetti di qualità e maggiore impatto. Tutti i soggetti pubblici e privati del territorio provinciale, ad esclusione delle persone fisiche, possono presentare domanda di contributo. L’unico vincolo è quello di attivare una collaborazione tra almeno un soggetto pubblico e uno privato. Uno dei soggetti dovrà avere il ruolo di capofila; gli altri parteciperanno al progetto in qualità di partner. I progetti presentati verranno valutati sulla base di alcune caratteristiche quali: le motivazioni, gli obiettivi, le attività, l’impatto, le collaborazioni che muovono, la chiarezza espositiva e la coerenza del piano finanziario. Entro il mese di agosto verrà approvata la graduatoria in base alla quale saranno poi concessi i contributi, fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Le spese previste dal progetto verranno finanziate fino all’80% per un importo massimo di 15.000 euro. Per assicurare la diffusione su tutto il territorio provinciale della cultura di genere e delle pari opportunità tra donne e uomini sarà finanziato almeno un progetto, che ne abbia i requisiti, per il territorio relativo ad ogni Comunità di valle. Le attività possono essere avviate dal momento della presentazione della domanda e devono essere concluse entro il 31 dicembre 2015 senza alcuna possibilità di proroga. E’ possibile chiedere un anticipo del contributo del 50% mentre il saldo sarà concesso a conclusione delle attività. Non ci sono vincoli particolari per il tipo di spese ammissibili, ma è necessario che siano strettamente riferite al progetto finanziato ed inserite nel piano finanziario. L’unico limite è per le spese di rappresentanza, come buffet e rinfreschi, che sono ammesse nella misura massima del 5% rispetto al costo complessivo. Per la compilazione delle domande è necessario utilizzare i moduli disponibili sul portale del settore pari opportunità della Provincia autonoma di Trento. E’ importante seguire attentamente le indicazioni contenute nelle “domande guida”. Nella compilazione è anche consigliabile tenere come riferimento i criteri di valutazione in modo da orientare la selezione delle informazioni da inserire e la modalità di esposizione. Il modello di domanda comprende anche il piano finanziario del progetto, dove vanno indicate le spese previste e le eventuali entrate. E’ utile ricordare che il contributo non è compatibile con altri finanziamenti della Provincia mentre è possibile un finanziamento da parte di altri soggetti pubblici. Infine, è necessario presentare con la domanda anche le lettere di adesione dei partner e, nel caso di soggetti pubblici, il provvedimento dell’organo competente ad approvare il progetto. A partire da questa legislatura è entrato in vigore l´articolo 10 della legge provinciale 18 giugno 2012, n.13, che stabilisce che la Provincia può concedere a soggetti pubblici e privati contributi per la realizzazione di progetti finalizzati alla promozione della cultura di genere, al raggiungimento della parità di trattamento e opportunità per donne e uomini nonché all´equilibrio tra i generi. (lr) Per info: www.Pariopportunita.provincia.tn.it  pariopportunita@provincia.Tn.it