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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 19 Marzo 2007 |
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A JANET THORNTON, NUMERO UNO DELLA BIOINFORMATICA MONDIALE, IL PREMIO CITTA’ DI FIRENZE 2007 HA CREATO IL PIÙ GRANDE DATABASE BIOLOGICO DEL MONDO A FERRUCCIO DE BORTOLI, DIRETTORE DE IL SOLE 24 ORE, IL PREMIO “SCIENZA E COMUNICAZIONE” PER L’INSERTO NOVA 24 |
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Firenze, 19 marzo 2007 - Il Premio Città di Firenze sulle Scienze Molecolari, istituito da Società Chimica Italiana e promosso da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Camera di Commercio di Firenze e Banca Cr Firenze,verrà assegnato a Janet Thornton, direttrice dell’Istituto Europeo di Bioinformatica con sede a Cambridge. La bioinformatica, scienza che utilizza l’informatica per analizzare i dati biologici, è uno strumento essenziale per rendere possibile, tra gli scienziati di tutto il mondo, la condivisione e lo scambio di dati fondamentali per il futuro dell’umanità. A Janet Thornton va riconosciuto un fondamentale contributo allo sviluppo della bioinformatica e, di conseguenza, alla comunità scientifica internazionale. La professoressa Thornton infatti, assieme ai suoi collaboratori, ha saputo creare, organizzare e sviluppare il più grande archivio di dati biologici attualmente disponibile nel mondo e che rappresenta, grazie alla sua accessibilità, uno strumento di estrema importanza per lo sviluppo del lavoro dei ricercatori sulle scienze della vita. La scelta sulla professoressa Thornton, proposta al Comitato dei Promotori dal Comitato Scientifico del Premio, presieduto dal professor Ivano Bertini, direttore del Cerm, è stata effettuata tra numerosi candidati di grande prestigio scientifico a livello mondiale. Durante la cerimonia di premiazione, che sarà moderata dalla presentatrice televisiva Lorena Bianchetti, Janet Thornton terrà una conferenza dal titolo “La bioinformatica al cuore della biologia e della medicina”. Verranno anche affrontati vari temi tra i quali: le nuove frontiere della ricerca scientifica, la divulgazione e le politiche europee per lo sviluppo della scienza. Nel corso della serata verrà consegnato il Premio intitolato “Scienza e Comunicazione” a Ferruccio De Bortoli, direttore responsabile de Il Sole 24 Ore, per il contributo offerto dall’inserto settimanale Nova 24 alla divulgazione della ricerca scientifica e dell’ innovazione in Italia. Lunedì 19 marzo al Teatro La Pergola (ore 18. 00) l’assegnazione del prestigioso premio scientifico alla direttrice dell’European Bioinformatics Institute di Cambridge . |
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CURE MEDICHE ALL´ESTERO: OCCORRE UNA NORMA EUROPEA |
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Milano, 19 marzo 2007 - Il Parlamento europeo ritiene necessario creare un quadro giuridico per la prestazione transfrontaliera di servizi di assistenza sanitaria. Chiede inoltre di garantire la certezza giuridica in merito al rimborso delle spese mediche sostenute all´estero e reputa necessario creare un meccanismo di ricorso per i casi di malasanità transfrontaliera. Sottolinea infine che occorre definire una Carta comune dei diritti dei pazienti e assicurare a questi ultimi l´informazione circa i loro diritti ed obblighi. A seguito del dibattito in Aula scaturito da un´interrogazione orale alla Commissione, il Parlamento ha adottato una risoluzione sulle prestazioni transfrontaliere di servizi di assistenza sanitaria. I deputati, ricordando che i servizi sanitari sono stati esclusi dalla direttiva sui servizi, accolgono anzitutto con favore l´iniziativa della Commissione di avviare una consultazione volta a individuare il tipo di azione comunitaria più idoneo al fine predisporre un quadro regolamentare relativo agli aspetti transfrontalieri dell´assistenza sanitaria. Nel ricordare che il trattato sancisce l´obbligo di garantire un livello elevato di protezione della salute umana in tutte le politiche della Comunità, il Parlamento reputa infatti necessario creare un quadro giuridico per la prestazione transfrontaliera di servizi di assistenza sanitaria «che sia atto a garantire il tempestivo accesso dei pazienti a un´assistenza sanitaria adeguata e di qualità, lo sviluppo della prestazione transfrontaliera di servizi sanitari e la sostenibilità del finanziamento dell´assistenza sanitaria». La Commissione è poi sollecitata a definire principi comuni e orientamenti di base per l´assistenza sanitaria «onde garantire la sicurezza dei pazienti». In proposito, il Parlamento rileva che è molto importante mettere a punto indicatori di sanità armonizzati a livello comunitario ad esempio standard in materia di esami del sangue), per sviluppare gli scambi di migliori prassi. Nel sottolineare poi la necessità di garantire in ogni caso la sicurezza dei pazienti, indipendentemente dal luogo in cui viene fornita l´assistenza sanitaria e dalle modalità di prestazione, il Parlamento ritiene necessario inserire nel quadro giuridico l´obbligo per le autorità nazionali di scambiarsi le informazioni sulla registrazione e il regime disciplinare e di professionisti della salute che prestano assistenza sanitaria transfrontaliera. Occorre inoltre creare un meccanismo di ricorso per i casi di malasanità in ambito transfrontaliero e, in proposito, invita gli Stati membri a introdurre un approccio "sportello unico" per le denunce dei pazienti. Osservando inoltre che l´assistenza sanitaria e le cure mediche presuppongono visite di controllo che possono estendersi su un lungo periodo di tempo, riconosce la necessità di norme chiare circa la ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra i prestatori di servizi sanitari durante le varie fasi del trattamento e delle cure. L´introduzione di un quadro giuridico comunitario, per i deputati, è il miglior modo per garantire la certezza del diritto ai pazienti, ai sistemi sanitari nazionali e ai privati che forniscono prestazioni di assistenza sanitaria. Inoltre, così facendo, si promuove un utilizzo ottimale delle risorse sanitarie e si rende più rapido l´accesso alle cure. Ritengono inoltre necessario inserire nel futuro quadro europeo una Carta comune dei diritti dei pazienti, per garantire l´esercizio pratico di tali diritti sia nel proprio paese sia in ambito transfrontaliero. I deputati ritengono inoltre che «sia una questione prioritaria» garantire certezza giuridica per quanto riguarda il rimborso delle spese relative alle cure mediche ricevute all´estero, tanto per i pazienti, quanto per i sistemi sanitari nazionali e i prestatori di servizi sanitari. Sottolineano pertanto la necessità di chiarire le procedure e le condizioni per il rimborso nei vari casi. Il Parlamento, infine, sottolinea il ruolo importante dell´Ue nel migliorare la disponibilità delle informazioni destinate ai pazienti, in particolare riguardo alla mobilità transfrontaliera, coordinando la cooperazione tra Stati membri. Invita la Commissione a riservare un´attenzione particolare all´informazione dei pazienti circa i loro diritti ed obblighi e ad introdurre disposizioni adeguate nella sua proposta legislativa, conferendo così ai cittadini europei «autonomia e capacità di decisione in quanto pazienti». Anche perché la mobilità dei pazienti «deve essere sempre una libera scelta», che non deve essere soggetta a pressioni di sorta. Secondo il commissario Kyprianou, le prime misure di inquadramento dell´assistenza sanitaria transfrontaliera dovrebbero essere proposte dalla Commissione entro la fine dell´anno. . |
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L´EUROPA SI IMPEGNA AD ASSUMERE IL RUOLO DI GUIDA NELLA LOTTA CONTRO L´HIV/AIDS |
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Bruxelles, 19 marzo 2007 - In una dichiarazione formulata nell´ambito della conferenza dell´Ue su Hiv/aids svoltasi nella città tedesca di Brema i rappresentanti dei governi degli Stati membri dell´Ue e dei paesi vicini, nonché la Commissione europea, si sono impegnati ad assumere la guida politica nella lotta contro l´Hiv/aids a livello nazionale, europeo e internazionale. «Alla conferenza di Brema siamo riusciti a concordare sul fatto che la lotta contro l´Hiv/aids può essere vinta soltanto con una forte guida politica», ha osservato il ministro della Sanità tedesco Ulla Schmidt. «È un argomento che deve essere affrontato al massimo livello politico possibile. » Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto di ritenere che Brema sarebbe diventata «sinonimo di una nuova offensiva europea contro l´Hiv/aids». Nella dichiarazione di Brema si riconosce che «l´Hiv/aids, a più di un quarto di secolo dalla comparsa dell´epidemia, e nonostante i molteplici sforzi compiuti a livello nazionale, internazionale e globale, continua a sfuggire al nostro controllo e registra un alto tasso di incidenza tra gli uomini e un aumento nelle donne in molte regioni del mondo». La ricerca occupa un posto di primo piano nella dichiarazione. «Riconosciamo che si devono sostenere al contempo la ricerca di strumenti più adeguati per la promozione della salute, la prevenzione, l´accesso agli esami, la diagnosi e il trattamento [. ]», hanno affermato i firmatari. «È indispensabile anche intensificare le attività di ricerca sui microbicidi, i vaccini e la profilassi prima dell´esposizione, nonché sui modi più efficaci per riuscire a ottenere una modifica nei comportamenti. » Nel suo intervento introduttivo alla conferenza, Angela Merkel ha sottolineato quanto sia importante sviluppare cure per la malattia e renderle disponibili per i pazienti. «Una cosa è chiara. Senza la prospettiva di una cura in caso di risultato positivo è molto difficile che si riesca ad aumentare la disponibilità delle persone a sottoporsi a un esame», ha affermato. Nella dichiarazione si chiede alla Commissione europea di includere nel Settimo programma quadro di ricerca (7Pq) le questioni di sanità pubblica relative alla prevenzione, al trattamento, alla cura e all´assistenza in materia di Hiv/aids, e si invita l´industria farmaceutica a instaurare partenariati con il settore pubblico per sostenete le attività di ricerca e sviluppo (R&s) e il trasferimento tecnologico. Nel corso della riunione, il direttore esecutivo dell´Unaids, il dottor Peter Piot, ha espresso soddisfazione per quanto compiuto finora dall´Europa nel campo della ricerca sull´Hiv/aids. «Fin dall´inizio l´Europa ha svolto il ruolo di guida nella promozione della ricerca scientifica. I singoli governi e la Commissione europea finanziano la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti per la prevenzione e la cura dell´Hiv», ha detto. «Attualmente la Commissione sta instaurando alcuni nuovi partenariati dinamici con una serie di soggetti del settore privato che si occupano di sviluppo di microbicidi e vaccini. » Nel suo intervento, il cancelliere Merkel ha promesso di illustrare i risultati della conferenza in occasione del vertice del Consiglio dei capi di Stato e di governo europei che si terrà in giugno. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Eu2007. De/ . . |
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MINISTERO DELLA SALUTE: IN GAZZETTA NUOVE NORME SUI DISPOSITIVI MEDICI |
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Roma 19 marzo 2007 - Sono stati pubblicati il 16 marzo sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana due decreti del Ministro della Salute, entrambi datati 20 febbraio 2006, riguardanti i dispositivi medici. Il primo decreto approva la classificazione nazionale dei dispositivi medici (C. N. D. ) messa a punto dalla C. U. D. (Commissione Unica sui dispositivi medici). Si tratta di uno strumento, espressamente voluto dal legislatore, necessario per mettere ordine nel complesso, articolato settore dei dispositivi, che abbraccia molte migliaia di prodotti di interesse sanitario, di varia natura, che vanno dal semplice materiale di medicazione (come garze e cerotti) alle più complesse apparecchiature diagnostiche (Tac, Pet, ecc. ) e ai dispositivi impiantabili che permettono la mobilità (ad es. Protesi d’anca) o la stessa sopravvivenza del paziente (es. Pace-makers, valvole cardiache, ecc. ). Con il secondo decreto vengono indicate le nuove modalità per la registrazione dei dispositivi nella banca dati del Ministero della Salute (tali nuove modalità non riguardano, però, i diagnostici in vitro). Il provvedimento è di ampia portata: infatti, da una parte - innovando le modalità tecniche di raccolta delle informazioni e soprattutto la qualità dei dati raccolti - agevolerà l’attività di sorveglianza del mercato e di vigilanza sui dispositivi medici (consentendo una migliore rintracciabilità attraverso il numero di repertorio attribuito ai dispositivi); dall’altra, l’ottemperanza a tale obbligo sarà requisito indispensabile per la partecipazione alle gare per l’acquisto dei dispositivi da parte del Ssn, a partire dalle date fissate nel provvedimento. Pertanto esso potrà avere un impatto favorevole sulla spesa sostenuta dal Ssn per i dispositivi medici, in forte crescita negli ultimi anni, consentendo una scelta consapevole e confronti tra le caratteristiche dei prodotti sul mercato, raggruppati in maniera omogenea secondo la Classificazione Nazionale dei Dispositivi Medici (Cnd). Il provvedimento prevede scadenze sfalsate per i nuovi dispositivi commercializzati in Italia dopo il 1° maggio 2007 e per quelli già commercializzati a tale data, per consentire di superare (senza strappi e traumi per le Aziende) l’attuale meccanismo di registrazione: senza, infatti, obbligare le aziende che hanno effettuato negli anni passati la suddetta registrazione ad un nuovo immediato adempimento, il decreto prevede che tale obbligo scatti in una prima fase (dal 1° maggio prossimo), solo per la prima commercializzazione in Italia di un nuovo prodotto. Il suo rispetto risulterà necessario, dal 1° agosto prossimo, per poter proporre tali prodotti per l’acquisto da parte del Ssn. La registrazione è subordinata al pagamento di una tariffa di € 100,00 dovuta per ogni dispositivo, ove per “unico dispositivo” devono intendersi i dispositivi che abbiano uno stesso file tecnico. E’ in preparazione, con il contributo della Commissione Unica per i dispositivi medici (Cud), un ulteriore decreto (previsto dalla Finanziaria 2007) nel quale sarà stabilito cosa si debba intendere per “dispositivo unico”. Per le aziende che avevano già effettuato la registrazione prevista dall’articolo 13 del d. Lgs. 46/1997 e che vendono dispositivi al Ssn, l’obbligo di iscrizione al solo repertorio, ai fini della vendita al Ssn, scatterà in una fase successiva. Infatti, solo a partire dal 1° gennaio 2009 il Ssn non potrà acquistare, utilizzare o dispensare tali dispositivi medici se non già registrati nel Repertorio. Per i fabbricanti di dispositivi su misura, infine, continueranno a restare valide le modalità di registrazione attualmente in vigore, che prevedono l’invio di una serie di schede scaricabili dal sito internet del Ministero della Salute; per tali prodotti pertanto è irrilevante la nozione di “dispositivo unico” sopra richiamata e non è previsto il pagamento della tariffa di € 100,00. . |
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RICERCATORI INDIVIDUANO LA MOLECOLA DIFETTOSA CHE SCATENA LE MALATTIE INFIAMMATORIE INTESTINALI |
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Bruxelles, 19 marzo 2007 - Un´équipe di ricercatori ha scoperto che le malattie infiammatorie intestinali, quali il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, sono provocate da un ciclo vizioso di segnali infiammatori scatenati da una molecola di segnalazione difettosa. Il lavoro, finanziato in parte a titolo del Sesto programma quadro dell´Ue, è pubblicato on line dalla rivista «Nature». Le malattie infiammatorie intestinali, quali il morbo di Crohn, colpiscono più di quattro milioni di persone in tutto il mondo. I sintomi del morbo di Crohn includono dolore, diarrea, spossatezza e perdita di peso. Attualmente non esistono cure per questa condizione debilitante, sebbene possa esse gestita attraverso steroidi e immunosoppressori. La comprensione dei fattori che innescano l´infiammazione dell´intestino è un aspetto fondamentale della ricerca su queste malattie. In quest´ultimo studio, gli scienziati hanno esaminato il ruolo di una molecola di segnalazione chiamata Nf-kb, coinvolta in una serie di patologie con componenti infiammatorie, quali la sclerosi multipla. Il nostro intestino contiene un numero molto elevato di batteri che ci aiutano a digerire gli alimenti che assumiamo, ma che, se penetrano nelle pareti dell´intestino, possono provocare malattie. Per evitare questo processo, il nostro intestino è rivestito di uno strato di cellule chiamato epitelio, che agisce da barriera, mantenendo i batteri nel luogo in cui devono stare all´interno dell´intestino. Per studiare il ruolo della molecola Nf-kb in questo contesto, i ricercatori hanno creato topi le cui cellule epiteliali intestinali non producevano una proteina chiamata Nemo, che attiva la molecola Nf-kb. I topi hanno quindi sviluppato una grave infiammazione intestinale, simile alla colite negli umani e un esame più approfondito ha rivelato che il rivestimento del loro intestino era stato danneggiato, consentendo ai batteri di penetrare nelle pareti dell´intestino e scatenando un circolo vizioso di segnali infiammatori che causano i sintomi della malattia. «L´nf-kb funge da segnale di sopravvivenza per le cellule», ha spiegato Manolis Pasparakis dell´Università di Colonia. «Senza la molecola, le cellule hanno maggiori possibilità di morire ed è ciò che è accaduto nell´intestino dei nostri topi; le singole cellule epiteliali sono morte, distruggendo il rivestimento dell´intestino». Quando i batteri si fanno strada sulla parete intestinale attraverso l´epitelio dell´intestino, scatenano una forte risposta del sistema immunitario intestinale. Alcuni dei segnali inviati dal sistema immunitario danno luogo ai sintomi dell´infiammazione. «Ecco dove il circolo vizioso si chiude», ha commentato Markus Neurath dell´Università di Magonza. «I segnali infiammatori raggiungono anche le cellule epiteliali che, a causa dell´assenza dell´Nf-kb, sono molto sensibili e muoiono. Il decesso di più cellule epiteliali crea buchi più profondi nel rivestimento dell´intestino, lasciando così penetrare un numero maggiore di batteri. Il risultato è una costante risposta immunitaria che porta ad un´infiammazione cronica simile alle malattie infiammatorie intestinali che conosciamo negli esseri umani». Dato che il sistema immunitario dei topi è simile a quello umano, i ricercatori auspicano che il loro lavoro favorirà lo sviluppo di nuovi trattamenti per queste dolorose malattie. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Nature. Com/nature/ . |
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CONVEGNO PROSTATA 2007 LE ATTUALI TERAPIE DEL TUMORE PROSTATICO NUOVI FARMACI E TRATTAMENTI , PREVENZIONE ,ANTICORPI MONOCLONALI, VACCINI |
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Torino, 19 marzo 2007 - Dal Progetto Prostata Torino lo stato dell’arte nel 2007 per la cura delle forme localizzate e delle forme avanzate del tumore alla prostata (adenocarcinoma) che esordisce in modo subdolo senza sintomi finché non raggiunge uno stadio avanzato e colpisce in Italia il 30% degli uomini over 50 con 21 mila nuovi casi l’anno ponendosi primo in classifica per diagnosi e incidenza . “Si tratta “ dice il professor Alessandro Tizzani, Direttore Clinica Urologica I Università di Torino, Responsabile Progetto Prostata Torino, Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista, Torino, di un problema primario di salute pubblica in preoccupante aumento nel mondo ne sono affetti oltre 500 mila uomini e recenti stime indicano che entro 2015 il tumore alla prostata sarà la neoplasia più frequente nella popolazione maschile”. Le cause della malattia restano ancora misconosciute anche se esiste una certa predisposizione genetica ereditaria per cui il tumore alla prostata può manifestarsi in più persone della stessa famiglia. Fondamentale quindi scoprirlo prima di una sintomatologia già indice di malattia, giocando d´anticipo. Prima si interviene e più aumentano le possibilità di guarigione”. A Torino il 16 marzo si parlerà di terapia: dalle terapie chirurgiche tradizionali alla innovativa chirurgia laparoscopica robot assistita. I principali esperti che operano all’interno del primo “Prostate Cancer Center” Italiano esporranno inoltre le più innovative possibilità terapeutiche radioterapiche, sia radioterapia esterna che interstiziale (la Brachiterapia), chemioterapiche, immunoterapiche e con anticorpi monoclonali. Si parlerà anche di nuovi farmaci “Nelle forme ormai avanzate e con metastasi, spiega Tizzani ,” l’unica terapia è quella farmacologica con specifici farmaci gli Lhrh analoghi che bloccano la secrezione del testosterone - l’ormone che stimola la crescita della neoplasia (un tempo l’unica possibilità era la castrazione chirurgica- orchiectomia- ) Questi farmaci riducendo i livelli del testosterone in circolo rallentano o stabilizzano il tumore. E proprio nel campo farmacologico un arma in più arriva da un nuovo farmaco (appartenente alla classe degli Lhrh analoghi ): la leuprolide nuova formulazione, grazie a un innovativo sistema di rilascio è in grado di garantire rispetto agli altri farmaci esistenti, un controllo ottimale del testosterone su una percentuale maggiore di pazienti. Novità ancora più importante legata alla leuprolide è che costa circa il 20% in meno rispetto agli analoghi già in commercio consentendo così, oltre ad un controllo ottimale della malattia anche un notevole risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. Altre promettenti sostanze - quando il male non risponde più alla terapia ormonale, sono i bifosfonati di terza generazione che bloccano la crescita delle metastasi nell’osso. Sempre sull’osso, oltre alla tradizionale radioterapia, si possono impiegare radionuclidi beta-emittenti farmaci dotati di debole radioattività che si concentrano selettivamente nelle lesioni ossee. La chemioterapia classica non consente di ottenere risultati sul tumore di prostata. I taxani sono una nuova classe di chemioterapici che in studi preliminari hanno consentito di bloccare la progressione del tumore nel 38-46% dei pazienti. Infine una delle più promettenti novità è l’associazione della “vecchia” terapia con gli estrogeni (gli ormoni femminili impiegati fin dagli anni 60 e poi soppiantati dagli analoghi Lhrh) con gli analoghi della somatostatina in quei tumori che dopo anni di terapia con Lhrh, “scappano”dal controllo trasformandosi nei cosiddetti tumori neuroendocrini della prostata”. La Chirurgia - Terapie Radicali “Oggi i progressi in campo anestesiologico e chirurgico”, sottolinea il professor Tizzani “consentono di operare con sicurezza anche tumori localmente avanzati o pazienti con altre comorbilità . Le scelte terapeutiche per il trattamento del cancro della prostata dipendono dall’estensione della malattia (stadio clinico) e dall’aspettativa di vita del paziente (quindi dall’età e dalla presenza di co-morbidità) . La prostatectomia radicale è l’unico intervento in grado di curare e guarire il tumore prostatico quando localizzato alla ghiandola prostatica. L’intervento, che può essere eseguito per via retropubica o perineale con o senza linfoadenectomia, comporta l’asportazione chirurgica di tutto il contenuto della loggia prostatica. In pazienti a basso rischio e con un tumore di dimensioni ridotte e circoscritto è possibile eseguire l’operazione con la tecnica “ nerve sparing” che preserva i nervi erettori almeno da un lato. Ora , grazie alla diagnosi precoce è possibile effettuare questo tipo di intervento nell´80% dei casi, conservando la potenza sessuale”. La chirurgia mininvasiva. “ Alla chirurgia tradizionale”, continua Tizzani , “si affiancano strumenti che consentono di asportare la prostata “senza tagli” attraverso piccoli fori praticati nell’addome e microtelecamere che guidano il bisturi. Questo approccio già noto come laparoscopia aveva molti svantaggi (tempi operatori lunghi, rischio di sanguinamento elevato, difficoltà di insegnamento ai “giovani chirurghi”). Ora questi problemi sono superati con la chirurgia robotica che grazie all’impiego di visori tridimensionali e di microstrumenti capaci di rotazioni a 360 gradi supera i tradizionali ostacoli della laparoscopia. Grandi speranze anche per quei pazienti che a causa di tumori più avanzati non erano candidati all’intervento chirurgico. La Intra-operative radiation Therapy – Iort, consente di trattare, durante l’intervento, con la radioterapia direttamente i tessuti sani non rimossi dopo l’asportazione della prostata, per eliminare anche eventuali cellule di tumore “già scappate” dall’organo e non visibili ad occhio. Ampio è il capitolo del trattamento radioterapico: si passa da quello standard (la Radioterapia Conformazionale Tridimensionale 3D-crt), alla sua sofisticata evoluzione cioè alla Radioterapia con Modulazione di Intensità- Imrt). Tale modalità di irradiazione permette di modulare meglio l’intensità della dose nell’ambito di ogni campo di trattamento e quindi colpire solo il tessuto prostatico malato. La Image Guided Radiation Therapy (Igrt) prevede invece l’impianto di semi di oro posizionati, sotto guida ecografica, nella ghiandola prostatica, consentendo un ottimizzazione del trattamento radioterapico. Un’ulteriore modalità di trattamento è rappresentata dalla brachiterapia prostatica interstiziale indicata per pazienti a basso rischio che prevede il posizionamento di semi di iodio radioattivi nella prostata malata . Il vantaggio di questa tecnica mininvasiva è quello di controllare la malattia salvaguardando la potenza sessuale e la continenza urinaria . High Intensity Focused Ultrasound Therapy “Tra le metodiche ancora sperimentali” prosegue il professore Tizzani , “rientra anche la High Intensity Focused Ultrasound Therapy (Hifu) “ , che consente una ablazione selettiva della ghiandola con ultrasuoni ad alta energia focalizzati sul tessuto malato. Con l’immunoterapia invece si induce il sistema immunitario da uno stato di tolleranza a uno stato di sorveglianza verso il tumore. Ciò si può raggiungere tramite un vaccino, costituito da cellule prelevate dal paziente stesso e trattate con nuove tecnologie in modo da renderle capaci di stimolare il sistema immunitario del paziente contro il tumore. Infine gli anticorpi monoclonali, che potrebbero essere impiegati come traccianti o come farmaci. - si tratta di anticorpi tutti uguali l’uno all’altro e prodotti con innovativa tecnologia (George J. F. Köhler e César Milstein - premio Nobel per la medicina nel 1984) in grado di produrli in elevate quantità capaci di legarsi in modo selettivo e speciifico sulle cellule del cancro . Quello che fa la differenza oggi è la scelta del bersaglio Psma (prostate spefic membrane antigen ) e la selezione e degli anticorpi che avviene con il metodo microarray” (che consente di aiutare il medico a scegliere quegli anticorpi che attancandosi alla cellula tumorale accendono o spengono i geni chiave”. Epidemiologia - “Ogni anno”dice il professor Alessandro Tizzani, Direttore Clinica Urologica I Università di Torino, Responsabile Progetto Prostata Torino, Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista, Torino, “in Italia 21. 000 uomini sono colpiti dal tumore prostatico e 7. 000 muoiono a causa di questo tumore. In Italia il carcinoma prostatico rappresenta il primo tumore più comune nella popolazione maschile, nonché la patologia neoplastica più diagnosticata nell’uomo oltre i 75 anni . Il cancro della prostata è il sesto più comune tumore al mondo per numero di nuovi casi, il terzo più frequente nella popolazione maschile, e il più comune negli uomini di Europa, Nord America e di alcuni paesi dell’Africa. Nel 2000 il numero di nuovi casi al mondo è stato stimato essere di 513. 000; questa neoplasia costituisce mediamente il 9,7% di tutti i tumori della popolazione maschile. I dati epidemiologici raccolti dal Registro Tumori Piemonte nel periodo 1998-2000 mostrano un tasso standardizzato d’incidenza di 78. 6/100. 000 abitanti maschi ed un tasso standardizzato di mortalità di 16,8/100. 000 abitanti maschi. La sopravvivenza relativa a 5 anni di osservazione è cresciuta dal 55,5% del periodo tra il 1985 e il 1989, al 79,8% del periodo tra il 1995 e il 1998; questo incremento sembra principalmente dovuto all’anticipazione diagnostica . Il cancro della prostata raramente è diagnosticato prima dei 50 anni (in meno dell’0,1% dei casi), l’età media dei pazienti affetti da questa neoplasia è di 72-74 anni, e in circa l’85% dei casi viene diagnosticato dopo i 65 anni . I risultati di studi autoptici suggeriscono che la maggior parte degli uomini sopra gli 85 anni ( più dell’75%) presenta un carcinoma prostatico latente . L’incidenza del carcinoma prostatico varia sensibilmente nelle diverse etnie e nazioni: i tassi più bassi si osservano nelle popolazioni asiatiche, i più alti tra gli Afro-americani residenti negli Stati Uniti” . Zanetti R, Gafà L, Pannelli F, Conti E, Rosso S: Il cancro in Italia. I dati di incidenza dei registri tumori. Vol. Iii:1993-1998. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore 2001. Parkin Dm, Whelan Sl, Ferlay J, Teppo L, Thomas Db, eds: Cancer incidence in five continents. Vol Iiv. Lyon: Iarc Sci Publ, 1997. Parkin Dm, Bray Fi, Devesa Ss: Cancer burden in the year 2000: the global picture. Eur J Cancer 2001; 37 (suppl): S4-66. E. Pagano, G. Ciccone, C. Galassi, N. Segnan, F. Merletti: Relazione Sanitaria sull’oncologia in Piemonte: Aspetti Epidemiologici. 2004; capitolo 1: tavola 12. Sakr Wa, Haas Gp, Cassin Bf, Pontoes Je, Crissmass Jd: The frequency of carcinoma and intraepithelial neoplasia of the prostate in young male patients. J Urol 1993; 150: 379-85. I Principali Fattori Di Rischio - Età “E’ il fattore di rischio principale” , spiega il professore , “ legato allo sviluppo di neoplasia prostatica. La malattia è rara prima dei 50 anni, mentre dopo questa età l’incidenza e la mortalità aumentano in modo quasi esponenziale. Fattori genetici L’aggregazione familiare del cancro prostatico può essere dovuta ad una suscettibilità genetica , all’esposizione a comuni fattori ambientali o al solo caso in considerazione dell’elevata prevalenza di questo tumore. Il 10-15% dei pazienti affetto da questa neoplasia ha almeno un parente anch’esso colpito , ed i parenti di primo grado di pazienti con carcinoma prostatico hanno un rischio 2-3 volte maggiore di sviluppare la malattia; inoltre, tale rischio aumenta all’aumentare del numero delle persone affette in famiglia e al ridursi dell’età alla diagnosi. Fattori razziali L’incidenza del carcinoma prostatico varia ampiamente tra le popolazioni. I cinesi residenti in Cina hanno una incidenza pari a 19 su 100000 abitanti mentre gli afro-americani residenti negli stati uniti hanno una incidenza pari a 137 su 100000 abitanti. Fattori dietetici di rischio: latticini, grassi, carni rosse cotte ad elevata temperatura”. Fattori Dietetici Protettivi licopene carotenoidi ,Vitamina E , Selenio Il licopene è una sostanza antiossidante contenuta nei pomodori, che potrebbe ridurre il rischio di sviluppare tumore alla prostata. La Chirurgia Terapie Radicali “Oggi i progressi sia in campo anestesiologico che chirurgico”, sottolinea Tizzani “consentono di operare con sicurezza anche tumori localmente avanzati o pazienti con altre comorbilità Le scelte terapeutiche per il trattamento del cancro della prostata” ;” dipendono dall’estensione della malattia (stadio clinico) e dall’aspettativa di vita del paziente (quindi dall’età e dalla presenza di co-morbidità) . La prostatectomia radicale è l’unico intervento in grado di curare e guarire il tumore prostatico quando localizzato alla ghiandola prostatica. L’intervento che può essere eseguito per via retropubica o perineale con o senza linfoadenectomia, comporta l’asportazione chirurgica di tutto il contenuto della loggia prostatica. In pazienti a basso rischio (Psa < 10, Gleason < 7 ) e con un tumore di dimensioni ridotte e circoscritto è possibile eseguire l’operazione con la tecnica “ nerve sparing” che preserva i nervi erettori almeno da un lato. Ora , grazie alla diagnosi precoce è possibile effettuare questo tipo di intervento nell´80 per cento dei casi, conservando la potenza sessuale”. La nuova chirurgia minivasiva “Alla chirurgia tradizionale”, aggiunge Tizzani, “si affiancano oggi strumenti che consentono di asportare la prostata “senza tagli” attraverso piccoli fori praticati nell’addome e microtelecamere. Questo approccio già noto come laparoscopia aveva molti svantaggi (tempi operatori lunghi, rischio di sanguinamento elevato, difficoltà di insegnamento ai “giovani chirurghi”). Oggi questi problemi sono superati con la chirurgia robotica (da Vinci S). Che grazie all’impiego di visori tridimensionali e di microstrumenti capaci di rotazioni a 360 gradi supera i tradizionali ostacoli della laparoscopia. Grandi speranze anche per quei pazienti che a causa di tumori più avanzati non erano candidati all’intervento chirurgico. La Intra-operative radiation Therapy – Iort, possibile al momento solo durante interventi chirurgici tradizionali, consente di trattare durante l’intervento con la radioterapia direttamente i tessuti sani non rimossi dopo l’asportazione della prostata, per eliminare anche eventuali cellule di tumore “già scappate” dall’organo e non visibili ad occhio. Radioterapia Il trattamento radioterapico standard è rappresentato dalla Radioterapia Conformazionale Tridimensionale (Tridimensional Conformal radiation Therapy, 3D-crt), modalità di irradiazione che consente di somministrare una dose elevata di radiazioni (78 Gy) ad un volume ben circoscritto, con significativa riduzione dell’esposizione ad alte dosi del tessuto sano adiacente. Una ulteriore intensificazione della dose totale somministrata (81 Gy), accompagnata da una parallela riduzione della tossicità iatrogena, è permessa dalla Radioterapia con Modulazione di Intensità (Intensity Modulated Radiation Therapy, Imrt), sofisticata evoluzione della 3D-crt. Tale modalità di irradiazione permette di modulare l’intensità della dose nell’ambito di ogni campo di trattamento attraverso l’uso di collimatori multilamellari gestiti da specifici software, migliorando ulteriormente la distribuzione della dose in termini di scarto terapeutico tra copertura della ghiandola prostatica e risparmio dei tessuti sani. La Image Guided Radiation Therapy ( Igrt) prevede l’impianto di semi di oro posizionati, sotto guida ecografica, nel contesto della ghiandola prostatica, consentendo una ulteriore ottimizzazione del trattamento radioterapico mediante correzione on-line degli errori di posizionamento del paziente. Intra-operative radiation Therapy – Iort Un’ulteriore modalità di trattamento è rappresentata dalla brachiterapia prostatica interstiziale con semi a perdere (Iodio 125), che prevede l’infissione di sorgenti radioattive nel contesto della ghiandola prostatica sotto guida ecografica. L’aumentato interesse, da parte della comunità scientifica e dell’opinione pubblica, nei confronti della brachiterapia prostatica interstiziale, ha condotto ad un incremento del numero di pazienti trattati con tale metodica. I risultati ottenuti consentono di affermare come, in pazienti selezionati 8Gleason < 7 e Psa < 10), il trattamento brachiterapico sia del tutto sovrapponibile, in termini di controllo locale alle altre modalità di trattamento con intento radicale, con una minore tossicità. Tra le metodiche ancora sperimentali rientra anche la High Intensity Focused Ultrasound Therapy (Hifu). Che consente una ablazione selettiva della ghiandola con ultrasuoni ad alta energia focalizzati sul tessuto malato”. Terapie Farmacologiche “Nelle forme ormai avanzate e con metastasi” spiega il professor Tizzani. “quando l’età del paziente non consente il ricorso alla chirurgia o per importanti comorbiltà, l’attesa di vita del paziente sia inferiore ai 10 anni, l’unica terapia è quella farmacologica con specifici farmaci , gli Lhrh analoghi che bloccano la secrezione del testosterone , l’ormone che stimola la crescita della neoplasia (un tempo l’unica possibilità era la castrazione chirurgica- orchiectomia- ) Questi farmaci riducendo i livelli in circolo del testosterone rallentano o stabilizzano il tumore. E proprio nel campo farmacologico un arma in più arriva da un nuovo farmaco (appartenente alla classe degli Lhrh analoghi ) giunto in Italia da pochi mesi : la leuprolide nuova formulazione, grazie a un innovativo sistema di rilascio è in grado di garantire rispetto agli altri farmaci esistenti, un controllo ottimale del testosterone su una percentuale maggiore di pazienti. La novità ancora più importante legata alla leuprolide è che costa circa il 20% in meno rispetto agli analoghi già in commercio consentendo così, oltre ad un controllo ottimale della malattia anche un notevole risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale”. “Quando la malattia non risponde più alla terapia ormonale”, prosegue Tizzani si può ora ancora intervenire con bifosfonati di terza generazione che bloccano la crescita delle metastasi nell’osso. Sempre sull’osso oltre alla tradizionale radioterapia si possono impiegare radionuclidi beta-emittenti farmaci dotati di debole radioattività che si concentrano selettivamente nelle lesioni ossee”. Di notevole interesse sembra essere l’Acido Zoledronico nella prevenzione della compromissione ossea che ,come si sa è ,un punto di non ritorno del tumore . (Manteining bone health in pat. With prostatic cancer Med J. 2006 feb 20,184 ) “La chemioterapia classica” precisa Tizzani ,” non consente di ottenere risultati sul tumore di prostata. I taxani sono una nuova classe di chemioterapici che in studi preliminari hanno consentito di bloccare la progressione del tumore nel 38-46% dei pazienti. Infine una delle più promettenti novità è l’associazione della “vecchia” terapia con gli estrogeni (gli ormoni femminili impiegati fin dagli anni 60 e poi soppiantati dagli analoghi Lhrh) con gli analoghi della somatostatina in quei tumori che dopo anni di terapia con Lhrh, “scappano” dal controllo della terapia trasformandosi nei cosiddetti tumori neuroendocrini della prostata. Recenti studi hanno evidenziato, per la combinazione estrogeni-somatostatina, risposte cliniche oggettive nel 90% dei pazienti trattati con miglioramento del dolore osseo, del performance status, riduzione della Cromogranina A circolante (Cg-a) e del Psa”. Patel Vr, Tully As, Holmes R, Lindsay J. Robotic radical Prostatectomy in the community setting – the learning curve and beyond: initial 200 cases. Urology. 2005 July; 174: 269-272. Abstract. Nccn: Clinical Practice guidelines in Oncology – v. 2004 . Nutting Cm, Convery Dj, Cosgrove Vp et al: Reduction of small and large bowel irradiation using an optimized intensity-modulated pelvic radiotherapy technique in patients with prostate cancer. Int J Radiat Oncol Biol Phys 2000; 48: 649–656. Pollack A, Zagars Gk, Smith Lg et al: Preliminary results of a randomized radiotherapy dose-escalation study comparing 70Gy with 78 Gy for prostate cancer. J Clin Oncol 2000; 18: 3904–3911. Akerley W, Butera J, Wehbe T, et al: A multiinstitutional, concurrent chemoradiation trial of strontium-89, estramustine, and vinblastine for hormone refractory prostate carcinoma involving bone. Cancer 2002; 94: 1654–1660. Saad F, Gleason Dm, Murray R et al: A randomized, placebo controlled trial of zoledronic acid in patients with hormone-refractory metastatic prostate carcinoma. J Natl Cancer Inst 2002; 94: 1458–1468 Terapia Vaccinica Presso il Laboratorio di Immunologia dei Tumori dell’Università degli Studi di Torino”, dice Tizzani ,” è in studio un vaccino destinato a pazienti affetti da tumori della prostata in progressione. La preparazione di questo biofarmaco di nuova istituzione, è stata approvata dall’Istituto Superiore di Sanità (protocollo 24/9/2004-0045052) per l’impiego nella sperimentazione clinica di fase I. Il vaccino è stato messo a punto dalla professoressa Lina Matera presso il Laboratorio di Immunologia dei Tumori dell’Università di Torino, e nell’ambito di Progetti di Ricerca Finalizzati della Compagnia di San Paolo e della Regione Piemonte. Il vaccino è costituito da cellule isolate dal sangue del paziente e re-iniettate dopo qualche giorno di coltura in strutture appositamente studiate. Impiego del vaccino nella sperimentazione clinica. Quando: l’inizio è esclusivamente subordinato all’autorizzazione, da parte dell’Autorità Regolatoria, delle “cell factory” per la produzione di biofarmaci destinati all’impiego nell’uomo”. Anticorpi Monoclonali Si tratta, spiega Tizzani , “ di anticorpi, cioè molecole in grado di riconoscere in modo estremamente selettivo e specifico porzioni definite di altre molecole (antigeni). Il termine monoclonale indica l’origine da un solo clone di cellule. In altre parole sono tutti uguali (con la stessa specificità di legame) ed è possibile produrli in grande quantità. La tecnologia per la produzione di anticorpi monoclonali è stata sviluppata da George J. F. Köhler e César Milstein (premio Nobel per la medicina nel 1984). In poche parole: i linfociti prelevati da topi immunizzati contro l’antigene bersaglio, vengono fusi con cellule di mieloma murino per trasformarli in “ibridomi”. Gli ibridomi così ottenuti sono cellule immortali, quindi in grado di replicarsi e sopravvivere in vitro per un periodo di tempo indefinito, e capaci di produrre anticorpi contro un antigene noto: “bersaglio”. Gli anticorpi monoclonali, se resi simili a quelli umani (umanizzati) possono essere impiegati come traccianti o come farmaci. Un anticorpo monoclonale umanizzato in grado di legarsi specificamente su antigeni tumore associati può infatti essere marcato con sostanze radioattive e quindi essere impiegato come localizzatore estremamente sensibile di cellule tumorali nell’organismo o, a dosi maggiori, può essere impiegato come radiofarmaco. Se l’anticorpo viene coniugato con una tossina, diventa un veicolo specifico per portare il farmaco solo sulle cellule tumorali (immunotossina). Il bersaglio adottato in partenza è il Psma (Prostate-specific Membrane Antigen), un ectoenzima espresso ad elevata specificità in tumori primari e secondari di prostata e in endoteli di vasi neoformati. Altri anticorpi sono stati prodotti immunizzando con cellule ottenute da campioni chirurgici di tumori prostatici e successivamente identificati in base alla capacità di legare in modo differenziato cellule normali e tumorali. Gli anticorpi specifici per Psma sono stati prodotti e purificati clinical grade e marcati con 131Iodio. Il modello in vivo adottato si è basato su topi Scid trapiantati con linee continue di tumore prostatico umano Psma+. Gli anticorpi marcati sono stati iniettati in vivo, ove ne sono state valutate la capacità di localizzare in modo specifico le lesioni tumorali sia primarie che secondarie, ottenute facendo crescere il tumore nell’osso femorale. Il pannello di anticorpi ottenuti (ma di cui non si conosce ancora la specificità) è stato analizzato con un approccio innovativo basato sulla capacità di indurre una modulazione positiva o negativa di geni umani valutati con tecniche di microarray. In altre parole ne è stato sfruttato la capacità di indurre segnali positivi e negativi, oltre ad identificare quelli che sono funzionalmente inerti. Sono stati così selezionati anticorpi monoclonali in grado di legare molecole di superficie appartenenti alla famiglia delle heat shock proteins ed altri il cui legame era in grado invece di indurre l’accensione di geni codificanti metastasis related proteins-2 (mrp-2) o callicreina-3. Il primo bersaglio identificato consente di disegnare degli anticorpi come farmaci in grado di identificare lesioni tumorali con tecniche scintigrafiche e utili per applicazioni terapeutiche a distanza. Il secondo anticorpo invece potenzialmente rientra come farmaco in grado di indurre espressione de novo di molecole di superficie, che a loro volta possono diventare bersaglio di difese cellulari naturali e di strategie farmacologiche di inibizione della diffusione metastatica”. . |
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IRE E ENEA PRODUCONO NELLE PIANTE UN VACCINO TERAPEUTICO CONTRO HPV NUOVE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE CONTRO IL VIRUS PRESENTE NEL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA IL LAVORO, PUBBLICATO DA VACCINE,È UN MODELLO DI IMMUNOTERAPIA DI SEMPLICE PRODUZIONE , |
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Roma, 19 marzo 2007 - Il Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire) ed il Dipartimento Biotecnologie, Agroindustria e Protezione della Salute del Centro Ricerche Casaccia dell’Enea grazie alla collaborazione con il Center for Molecular Biotechnology del Fraunhofer Institute, Usa, mettono a punto un vaccino immunoterapico capace di contrastare l’Hpv 16, il virus associato con maggior frequenza al cancro della cervice uterina. Una strategia terapeutica per tutte le donne che sono state infettate e per quelle che non potranno usufruire della vaccinazione preventiva contro il cancro della cervice uterina risulta alquanto urgente. Il sistema immunoterapico studiato apre ad una possibilità terapeutica per quelle lesioni preneoplastiche per le quali ad oggi non vi è alcun trattamento. Il lavoro è uscito su Vaccine, ed ha dimostrato un’altissima efficacia in un modello animale in cui si è ottenuta la guarigione di tumori sperimentalmente indotti. La particolare formulazione, la semplicità di produzione e il basso costo di produzione aprono ad una applicazione clinica in tempi brevi nell’uomo. In Italia, l´incidenza del carcinoma invasivo della cervice uterina è di 10 casi ogni 100. 000 donne e la fascia di età delle donne colpite va dai 45 ai 55 anni. Diversa è l´ incidenza delle forme pre-neoplastiche o neoplasie cervicali intraepiteliali di vario grado che è di 10 casi ogni 1. 000 donne con 3 casi ogni 1. 000 donne per il solo Cin Iii. Per queste lesioni la fascia di età va dai 25 ai 35 anni per il Cin di vario grado. Le forme pre-neoplastiche in genere precedono in media di circa 10 anni la comparsa di una neoplasia invasiva, anche se è possibile una progressione molto più ravvicinata. Dalla storia naturale dell’infezione da Papilloma Virus ( Hpv) si sa che una quota delle infezioni, per fortuna molto bassa (3-5%), può evolvere a tumore. Il vaccino profilattico di recente approvazione e di prossima distribuzione è di fatto il primo contro i tumori, ma oltre a prevenire occorre pensare anche a strategie terapeutiche innovative per la popolazione a forte rischio di malattia. Le lesioni pre-neoplastiche ed il carcinoma della cervice uterina, ricordiamo, rivelano sempre la presenza di alcuni tipi di Papilloma virus (in particolare Hpv 16 e 18) e ancora oggi richiedono lo studio di nuove strategie terapeutiche. Anche con l’introduzione del vaccino profilattico sarà necessario sviluppare terapie valide e, rispetto ai trattamenti esistenti, sempre meno tossiche, per due principali ordini di motivi: le campagne vaccinali, ora in fase di avvio, avranno una ricaduta sulla malattia neoplastica fra decenni e quindi urgono interventi terapeutici per le donne già infette o che si infetteranno perché escluse dalla vaccinazione per motivi di età; con sistemi di screening della cervice efficienti, quale quello presente in Italia attraverso il Pap test e il test virale (Hpv-dna), si potrebbero trattare con un vaccino terapeutico solo le donne a rischio già infette e non tutta la popolazione femminile come richiesto da una vaccinazione profilattica, con un notevole risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. Gli attuali vaccini, inoltre, sono molto costosi e quindi c’è la necessità di studiare vaccini di seconda generazione a basso costo. Fin dall’inizio degli anni’90 il Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire), grazie ad un Progetto Finanziato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Cnr, ha cominciato a studiare diversi modelli di immunoterapia comprendenti vaccini a Dna e di derivazione proteica. Di recente, grazie alla collaborazione con l’Enea e l’Iss sono stati sviluppati dei vaccini Hpv-specifici costituiti da estratti di piante. “Una valida terapia- illustra il Dott. Aldo Venuti, Responsabile del Laboratorio di Virologia Ire - potrebbe essere stimolare il sistema immunitario dell’ospite a riconoscere la cellula tumorale infetta ed eliminarla. Questo procedimento, che sarebbe più corretto chiamare di immunoterapia piuttosto che vaccinazione terapeutica, è stato ipotizzato per molti tumori ma, nel caso dei tumori collegati all’infezione da Hpv, sembra essere più promettente perchè è rivolto contro le proteine del virus e non contro quelle dell’ospite. In altre parole, una proteina del virus viene utilizzata come vaccino (immunogeno) per fare in modo che il sistema immunitario riconosca ed elimini tutte le cellule in cui è presente questa proteina. ” Il Laboratorio di Virologia Ire ed il Dipartimento Biotecnologie, Agroindustria e Protezione della Salute del Centro Ricerche Casaccia dell’Enea grazie alla collaborazione con il Center for Molecular Biotechnology del Fraunhofer Institute, Usa hanno utilizzato nuove tecnologie per la preparazione di proteine di fusione purificate da piante di tabacco che hanno portato alla messa a punto del vaccino per immunoterapia contro l’Hpv 16, il virus più associato con la patologia neoplastica. Tale lavoro, oggetto di una pubblicazione apparsa sulla rivista Internazionale Vaccine, è un vaccino costituito da un antigene virale a cui è legata una proteina di origine batterica che ne esalta le capacità immunogeniche. “Altro dato saliente – sottolinea la Dott. Ssa Rosella Franconi, ricercatrice Enea presso la Sezione Genetica e Genomica Vegetale - è la sua preparazione a basso costo in piante di tabacco e la sua attività adiuvante che lo rende efficace senza l’aggiunta di altri composti nelle preparazioni, come ad esempio l’alluminio, uno dei tanti adiuvanti in genere presenti nei vaccini di uso clinico. ” Il vaccino ha dimostrato un’altissima efficacia in un modello animale in cui si è ottenuta la guarigione di tumori sperimentalmente indotti. Per il tipo di formulazione, la semplicità di produzione, si prevede che, una volta superati gli idonei test di tossicità, potrà essere applicato, a breve, per studi clinici di fase I nell’uomo. . |
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UN DENTE DI 160 000 ANNI FORNISCE INFORMAZIONI SULLA COMPARSA DELL´UOMO MODERNO |
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Bruxelles, 19 marzo 2007 - Un´équipe di scienziati ha rivelato che le fasi della vita dell´homo sapiens vissuto 160 000 anni fa erano molto simili a quelle dell´uomo moderno. Grazie al ritrovamento di un dente di bambino di homo sapiens nelle grotte di Jebel Irhoud in Marocco, nonché alla tecnologia messa a disposizione dal Laboratorio europeo delle radiazioni di sincrotrone (Esfr) in Francia, gli scienziati hanno dimostrato che la durata dell´infanzia nel paleolitico era la stessa di quella dei bambini di oggi. La scoperta, pubblicata sul numero di marzo dei «Proceedings of the National Academy of Sciences» (Pnas), si contrappone agli studi svolti in passato, secondo cui i primi esemplari di homo sapiens avrebbero avuto un´infanzia più breve, simile a quella di primati come i gorilla e gli scimpanzè. Gli scienziati ritenevano che l´uomo moderno fosse nato 20 000 - 30 000 anni fa, ma ora il nuovo studio anticipa la data della loro comparsa a oltre 100 000 anni prima. I denti contengono molte informazioni sull´evoluzione dell´uomo, in quanto la loro crescita riflette altri aspetti della maturazione e dello sviluppo dei primati. L´équipe di ricerca dell´Istituto di antropologia evolutiva Max Planck e l´Esrf hanno utilizzato la microtomografia con raggi X di sincrotrone per contare le linee di crescita all´interno del campione di dente in modo da stabilire l´età del proprietario, applicando una procedura analoga a quella utilizzata per calcolare gli anelli di un tronco. Gli esperti hanno concluso che il proprietario del dente aveva quasi otto anni. A differenza dei fossili umani risalenti a periodi precedenti, che avevano rivelato una crescita dentaria minore e più rapida, analoga a quella degli scimpanzè, il dente di bambino di homo sapiens vissuto 160 000 anni fa è cresciuto molto più lentamente, suggerendo un´infanzia più lunga. Oltre a utilizzare la radiazione di sincrotrone nelle strutture dell´Esrf, i ricercatori hanno combinato una nuova tecnica denominata «phase imaging» con l´analisi dello sviluppo. «Si tratta del primo approccio non distruttivo per definire lo sviluppo dentario con un elevato grado di precisione, in quanto le immagini messe in luce dal sincrotrone rivelano microscopiche linee di crescita interne senza danneggiare il campione» ha spiegato Paul Tafforeau, uno degli autori e sviluppatori della paleoistologia dentaria virtuale tramite l´utilizzo delle radiazioni di sincrotrone. . |
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IL PILOTA AUTOMATICO DELL’IMITAZIONE UN NUOVO TEST NEUROPSICOLOGICO PER INDIVIDUARE IL DEFICIT DELL’APRASSIA |
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Trieste, 19 marzo 2007 - L’imitazione è un importante processo di apprendimento, il più economico. Osservare un modello e riprodurne l’azione è una capacità innata nell’uomo, però, in seguito a una lesione cerebrale dell’emisfero sinistro si può assistere a una riduzione drammatica della capacità di riprodurre i gesti osservati. Questo deficit è noto col nome di aprassia. Un team di ricercatori, coordinati da Raffaella Rumiati della Sissa, ha condotto una ricerca neuropsicologica con pazienti con aprassia, come illustrato nell’articolo pubblicato sulla rivista americana Brain, che valida il modello cognitivo di imitazione a due vie e con il quale dimostrano come il test da loro impiegato sia più sensibile a individuare il deficit aprassico. Ai soggetti coinvolti nello studio, pazienti vascolari, è stato chiesto di riprodurre una serie di gesti mostrati dallo sperimentatore. «In base al modello di imitazione a due vie – spiega Raffaella Rumiati coordinatrice del settore di Neuroscienze Cognitive della Sissa di Trieste – quando si osserva un gesto e lo si riproduce, si possono utilizzare due differenti strategie. La ripetizione di un’azione, cioè, può essere perseguita in due modi: imitando il gesto senza pensare a ciò che si sta facendo, senza alcuna attribuzione di significato attraverso una conversione automatica (via diretta o non semantica), oppure riconoscendo l’azione grazie alle conoscenze pregresse, recuperando le informazioni corrispendenti all’input e implementandole nell’output motorio (via semantica)». Se sono azioni note si attivano quindi le rappresentazioni immagazzinate nella memoria semantica, se sono invece gesti nuovi si utilizza una via di elaborazione automatica al fine di riprodurre l’azione. In condizioni normali, gli individui sani usano ambedue questi processi per riprodurre i movimenti. In chi, invece, ha subito una lesione può succedere che una di queste strategie venga meno, perchè in parte segregate in alcune regioni del cervello che una volta lese fanno saltare questo meccanismo di imitazione. Normalmente, negli individui destrimani, il controllo del movimento finalizzato è a carico dominante dell’emisfero sinistro (corteccia motoria primaria, corteccia paretiale, corteccia premotoria, gangli della base), ma lo studio di Alessia Tessari, Nicola Canessa, Maja Ukmar e Raffaella Rumiati permette di distinguere le regioni comuni alla capacità imitatoria da quelle specifiche per il tipo di movimento da imitare. «Finora in Italia – continua la neuroscienziata - si è usato un test pubblicato nel 1980 da De Renzi e colleghi, in cui al paziente si chiede di copiare 24 gesti simbolici e non (noti e non), presentati di tre in tre in un’unica lista. Questo tipo di somministrazione mista dei due tipi di stimoli non permette di mettere in evidenza un eventuale deficit della via diretta o semantica, nonostante i due processi abbiano elaborazioni indipendenti. Per questo noi proponiamo di valutare i deficit aprassici utilizzando una prova in cui i gesti riconoscibili e quelli senza senso siano presentati in due liste separate». Sottoposto a un’unica lista di stimoli, il paziente cerebroleso infatti tende ad attivare la strategia diretta, più economica, che gli consente - come una sorta di pilota automatico - di copiare tutti i tipi di gesti, sia quelli che conosce sia quelli che non conosce. Così facendo, però, qualora il soggetto avesse lesa propria la via diretta, finirebbe con l’eseguire in modo poco accurato anche i gesti riconoscibili che al contrario potrebbe imitare per la via semantica. «Individuare selettivamente il tipo di errore che il paziente commette – conclude Raffaella Rumiati - è determinante per capire quali aspetti dell’organizzazione del gesto sono stati intaccati dalla lesione, cioè serve per fare una diagnosi più accurata. Allo stesso tempo serve per verificare la bontà di un modello dell’organizzazione del gesto». . |
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NUOVA RISONANZA CON IL PROGETTO "FIRE" |
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Trieste, 19 marzo 2007 - I cittadini del Friuli Venezia Giulia disporranno a breve di una nuova risonanza ad alto campo magnetico, che permetterà di sviluppare ricerche avanzate nel campo delle neuroscienze ma anche di realizzare la diagnosi precoce e la caratterizzazione di neoplasie mammarie, prostatiche ed epatiche. Lo prevede il progetto Fire, illustrato il 16 marzo in Giunta regionale dagli assessori alla salute Ezio Beltrame e all´Università e Ricerca Roberto Cosolini. La nuova macchina per la ricerca e la diagnostica clinica sarà acquista grazie a un finanziamento di 3 milioni di euro dell´Amministrazione regionale (parte con le risorse per gli investimenti nel settore sanitario, parte con quelle destinate alla ricerca) e sarà gestita congiuntamente da alcuni ospedali, Università e istituti che si sono alleati fra loro. Proprio per gestire il progetto Fire, la prossima settimana - hanno spiegato in Giunta Beltrame e Cosolini - sarà siglato un Protocollo d´intesa fra la Sissa (Scuola superiore di studi avanzati) di Trieste, l´Università di Udine, l´Azienda Ospedaliero-universitaria di Udine e l´Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) "E. Medea" - La Nostra Famiglia. Con il Protocollo sarà in particolare stabilita la collocazione della macchina, la suddivisione degli oneri di investimento e gestione, le modalità di accesso e di utilizzo, il personale e l´organizzazione delle attività di ricerca e assistenziali. . |
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PREVENZIONE ONCOLOGICA: VENDOLA, " A MAGGIO AVVIO SCREENING DI MASSA" |
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Bari, 19 Marzo 2007 - “Nel prossimo mese di Maggio partirà la prima campagna di screening di massa sul territorio dedicata al tumore della mammella”. Lo ha annunciato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della settimana della prevenzione oncologica, organizzata dalla Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) con la partecipazione del Presidente Nazionale dell’Associazione Prof. Francesco Schittulli. “Lo screening di massa libererà gli ospedali dalla congestione delle liste d’attesa e permetterà una separazione tra visite urgenti di diagnosi e visite di controllo” ha aggiunto Vendola, facendo riferimento al progetto al centro del nuovo Piano Sanitario Regionale di “Case della Salute” dove poter eseguire tutti gli accertamenti clinici e le analisi ambulatoriali senza piu’ ricorrere alle strutture ospedaliere. Infine Vendola ha ricordato come i malati oncologici e le loro famiglie necessitano di un “accompagnamento terapeutico che li aiuti a superare una condizione di solitudine” e che quindi l’esperimento adottato nella Asl Lecce di un “Care Manager puo’ diventare la soluzione giusta per seguire il paziente in toto, dalla diagnosi alla riabilitazione post-operatoria”. . |
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TELEMEDICINA, PRESIDI MOBILI NELLE AREE RURALI MARTEDI SARA INAUGURATO IL SERVIZIO DI ASSISTENZA |
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Caserta, 19 marzo 2007 - Sarà inaugurato martedì prossimo, 20 marzo, alle ore 11 nell’aula magna dell’azienda ospedaliera “Sant’anna e San Sebastiano” di Caserta, il servizio di telemedicina integrata nei presidi mobili di diagnostica. Il sistema è stato promosso dall’assessorato alle Politiche agricole, forestali e della montagna della Provincia, in collaborazione con le autorità sanitarie locali, e garantirà una più efficace e tempestiva assistenza diagnostica e terapeutica, soprattutto nei casi di urgenza, nelle aree rurali, riducendo i tempi di ricovero dei pazienti e il pendolarismo casa-medico-ospedale. Sono interessati dal servizio i territori delle aree interne della provincia e complessivamente il progetto coinvolgerà 140mila cittadini, di cui il 60 per cento anziani localizzati nei centri rurali e montani. L’obiettivo è di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali, contenere lo spopolamento e garantire il presidio del territorio, evitando l’isolamento della popolazione. Alla presentazione dell’iniziativa martedì parteciperanno il presidente della Provincia, Sandro De Franciscis, il direttore generale dell’Azienda ospedalieri, Luigi Annunziata, i manager delle Asl Caserta 1 e Caserta 2, Francesco Bottino e Angela Ruggiero. Il funzionamento del servizio sarà illustrato da Alessandro Accinni, dirigente dell’Asl Caserta 1 e da Leonardo Carracciolo, responsabile Telemedicina dell’azienda ospedaliera. “Si tratta – spiega l’assessore Dell’aquila – di una piattaforma integrata di servizi sanitari unica nel suo genere, finanziata con fondi del Por Campania. Intendiamo così agevolare l’accesso ai servizi sanitari a tutti quei cittadini dell’entroterra che potrebbero avere più difficoltà a raggiungere determinate strutture specialistiche”. La centrale unica di telemedicina avrà sede nell’azienda ospedaliera di Caserta e sarà collegata con i presidi ospedalieri di Piedimonte Matese, Teano, Aversa e Sessa Aurunca. . |
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ELISOCCORSO ANCHE DI NOTTE IN TRENTINO AUMENTA LA FLOTTA, GLI ELICOTTERI SARANNO TRE |
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Trento, 19 marzo 2007 - Razionalizzazione e potenziamento del servizio di elisoccorso, con particolare riferimento al volo notturno. Muove da questa precisa volontà la delibera del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, approvata quest’oggi dalla Giunta provinciale. Con la decisione presa oggi il servizio di elisoccorso svolto dal nucleo elicotteri del Corpo permanente dei Vigili del fuoco viene così strutturato: disponibilità, anche in caso di fermo tecnico di mezzi del nucleo, di almeno due elicotteri attivi per servizio di elisoccorso idonei al volo notturno per 365 giorni annui; ogni singolo elicottero non supererà le 12 ore di servizio al giorno; il primo elicottero presterà servizio per 12 ore consecutive a partire dalle effemeridi mattutine; il secondo elicottero presterà servizio nelle 12 ore che precedono le effemeridi serali. L’organizzazione giornaliera del servizio di elisoccorso potrà essere garantita esclusivamente tramite la disponibilità di almeno 3 elicotteri sanitari in dotazione al nucleo, di cui almeno 2 idonei al volo notturno. Per questo si è anche deciso di acquistare due elicotteri modello Aw 139 della Augusta. Nella delibera approvata il 16 marzo si rileva come la sistematica revisione dell’organizzazione funzionale e dell’assetto tecnico-operativa del servizio di elisoccorso svolto dal nucleo elicotteri del corpo permanente dei vigili del fuoco costituisce un obiettivo di questa Giunta, dettato dalla necessità di mantenere un livello elevato di tutela della pubblica incolumità sul territorio provinciale. Il potenziamento e il perfezionamento del servizio di elisoccorso impegna l’amministrazione in una serie di azioni coordinate, quali: - l’adozione di idonee misure di organizzazione funzionale del servizio, tra cui rientra, con carattere di priorità, l’attivazione del volo notturno; - lo studio e l’attuazione di procedure operative volte a garantire la tempestività, l’efficienza e la sicurezza dell’intervento; - lo studio e l’adozione di altre misure gestionali per l’ottimizzazione del servizio, quali l’addestramento del personale addetto al servizio medesimo; - lo studio, la programmazione e la realizzazione di interventi di carattere strutturale quali l’integrazione e l’ammodernamento della flotta aereomobile, l’implementazione e l’adeguamento tecnico e dimensionale delle piazzole di atterraggio degli elicotteri, per garantire una copertura capillare del territorio con il servizio di elisoccorso. Aspetto di primaria importanza è costituito dall’adeguamento della dotazione dei mezzi del nucleo elicotteri in funzione dell’espletamento del volo notturno. In generale, gli aereomobili a disposizione del nucleo devono rispondere agli standard tecnico-operativi imposti dalle recenti disposizioni tecniche in materia di volo aereo di soccorso (ad esempio: impiego di soli mezzi bimotore per l’effettuazione di missioni di soccorso Hems, omologazione “Human Cargo” dei verricelli) e devono garantire i migliori standard prestazionali in relazione alle peculiari situazioni locali di volo e di soccorso, derivanti dalla conformazione geomorfologica e dalle condizioni climatiche e ambientali che caratterizzano il territorio provinciale. Ulteriori particolari requisiti sono richiesti per l’espletamento del volo notturno. La funzionalità, l’efficienza e la sicurezza del servizio di elisoccorso deve inoltre essere testata in relazione allo stato di conservazione e alla durata tecnica dei mezzi in uso, per disporre, dove necessario, la loro sostituzione. In particolare, risulta prassi comunemente adottata nelle attività di elisoccorso, l’impiego di elicotteri in uso da non più di 20 anni, a garanzia della sicurezza del volo e dei soccorsi. Uno degli elicotteri Hems della flotta aeromobile in dotazione al nucleo elicotteri del corpo permanente della provincia di Trento per il servizio di elisoccorso sta in effetti raggiungendo la vita tecnica di 20 anni. E’ pertanto necessario avviare le procedure per la sua sostituzione. In relazione a queste esigenze, il 17 novembre 2006 la Giunta provinciale ha disposto la costituzione di un’apposita commissione incaricata di sviluppare uno studio organico in ordine agli aspetti organizzativi, tecnico-strumentali ed operativi del servizio provinciale di elisoccorso svolto dal nucleo elicotteri del corpo permanente dei vigili del fuoco di Trento, in funzione del miglioramento della sua operatività e per l’esigenza di ottimizzare le condizioni di sicurezza del volo e del soccorso, con particolare riferimento all’attivazione del volo notturno. Per una valutazione pluridisciplinare e oggettiva, la commissione è stata integrata con tutte le componenti professionali coinvolte nel servizio di elisoccorso. Pertanto, oltre agli specialisti piloti e tecnici, hanno partecipato alla commissione anche l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, con riferimento al personale medico e infermieristico, e il Corpo Nazionale Soccorso alpino e speleologico – sezione trentina. In quella delibera, la Giunta evidenziava in particolare la necessità di valutare le prospettive, le possibilità e le condizioni di attivazione del volo notturno con garanzia di copertura del servizio tramite 2 equipaggi per l’intero periodo dell’anno. La commissione ha svolto l’incarico affidatole e gli esiti dei lavori sono riportati nella “Relazione conclusiva del lavoro svolto dalla commissione”, approvata quest’oggi. La commissione ha appunto appunto individuato i requisiti minimi dell’organizzazione del servizio di elisoccorso e il dimensionamento della flotta aeromobile a disposizione del nucleo elicotteri idonei per garantire il servizio di elisoccorso in orario compreso tra le effemeridi mattutine e le effemeridi serali per 365 giorni annui. L’organizzazione su base giornaliera è così definita: 1. Disponibilità, anche in caso di fermo tecnico di mezzi del nucleo, di almeno due elicotteri attivi per servizio di elisoccorso idonei al volo notturno per 365 giorni annui; 2. Ogni singolo elicottero non supererà le 12 ore di servizio al giorno; 3. Il primo elicottero presterà servizio per 12 ore consecutive a partire dalle effemeridi mattutine; il secondo elicottero presterà servizio nelle 12 ore che precedono le effemeridi serali (o le 20. 00 nel caso di effemeridi antecedenti alle ore 20. 00). L’organizzazione giornaliera del servizio di elisoccorso sopra descritta può essere garantita esclusivamente tramite la disponibilità di almeno 3 elicotteri sanitari in dotazione al nucleo, di cui almeno 2 idonei al volo notturno. Successivamente si è quindi proceduto a valutare se l’attuale flotta Hems sia in grado di sostenere un servizio giornaliero/annuale di elisoccorso quale quello ipotizzato: ne è emersa la necessità di integrare la flotta attuale, costituita da 2 macchine, con un ulteriore elicottero Hems. Tenuto inoltre conto di quanto sopra precisato, in merito alla necessità di sostituire uno degli elicotteri Hems attualmente utilizzati dal nucleo, che sta raggiungendo una vita tecnica di 20 anni, il fabbisogno totale di nuovi mezzi risulta di 2 elicotteri. La commissione ha poi individuato le caratteristiche tecniche che dovrebbe possedere il nuovo mezzo, anche sulla base di studi di esperti di settore e di un raffronto comparato delle soluzioni tecniche adottate da soggetti addetti all’espletamento di servizi di elisoccorso in altre realtà in Italia e in Europa. La commissione ha quindi svolto, sempre mediante un’analisi comparata delle soluzioni adottate in sede europea, una ricerca di mercato indirizzata ad individuare i modelli di elicottero compatibili con le caratteristiche tecniche fissate nelle fasi precedenti di lavoro della commissione stessa, avvalendosi di ogni canale di informazione disponibile (pubblicazioni delle case costruttrici, manuali di volo, motori di ricerca internet, riviste di settore, ecc. ). A seguito delle verifiche effettuate risulta che l’unico mezzo che soddisfa tutte le condizioni poste è il modello Aw 139 di Augusta. I lavori della commissione si sono quindi conclusi evidenziando alcune considerazioni attinenti alla necessità di adottare, conseguentemente all’implementazione della flotta aeromobile con nuovi mezzi, le necessarie misure di verifica e di adeguamento organizzativo, formativo, operativo e strutturale e logistico. In particolare sarà necessario programmare e realizzare con procedure di massima urgenza l’adeguamento delle piazzole di elisoccorso, anche in coordinamento con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari per quelle di competenza della stessa. L’urgenza è determinata dal fatto che l’assenza di superfici conformi all’atterraggio dei nuovi elicotteri provocherebbe l’interruzione di un servizio essenziale quale quello di elisoccorso sanitario. . |
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GENOVA, ASSESSORE MONTALDO: "AL VIA RETE REGIONALE CURE PALLIATIVE, PARTE PROGETTO PILOTA A VILLA SCASSI IN COLLABORAZIONE CON IST E PALLIATIVE CARE INSTITUTE DI LIVERPOOL" |
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Genova, 19 marzo 2007 - Cure palliative di elevata qualità per malati terminali, erogate in modo appropriato ed equo per i pazienti e le famiglie di tutte e cinque le Asl della Regione e coordinate da una struttura regionale collocata presso l´Istituto Tumori di Genova. Lo stabilisce la delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute, Claudio Montaldo, per garantire standard elevati del servizio erogato su tutto il territorio, promuovendo programmi di formazione e interventi di miglioramento della qualità delle cure in fase avanzata e terminale di malattia. Ogni rete locale sarà costituita da nuclei territoriali e ospedalieri pubblici e del volontariato non profit, integrati con i medici di famiglia che si organizzeranno in rete, per offrire risposte immediate a chi ne ha bisogno. La rete regionale è finalizzata a rispondere ai bisogni dei circa 6. 000 pazienti che ogni anno muoiono di tumore nella nostra regione. La sua struttura organizzativa le consentirà di estendere l´attività anche ad altre patologie inguaribili e ad andamento progressivo come l´Aids, alcune malattie neurologiche, cardiologiche e respiratorie. Il piano operativo dei prossimi mesi prevede: attivazione di un servizio di cure palliative presso l´Ist con funzioni di promozione e coordinamento della rete; avvio, entro aprile - maggio, della rete locale di cure palliative nel territorio della Asl 1 imperiese; avvio, entro luglio, della rete locale di cure palliative nel territorio della Asl 3 genovese. Per l´organizzazione della rete regionale, la Regione ha stanziato 200. 000 euro. "La realizzazione di una rete regionale di cure palliative - ha spiegato l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - è un tema di rilievo sociale e civile che tocca la salute e la dignità della persona e che si inserisce nell´ambito della realizzazione su tutto il territorio regionale del programma hospice". E sempre in tema di cure palliative, è partito presso l´azienda ospedaliera Villa Scassi di Genova un intervento innovativo finalizzato a migliorare la qualità delle cure di fine vita erogate ai pazienti oncologici. L´intervento, presentato questa mattina in Regione alla presenza del Prof. Franco Henriquet, presidente dell´Associazione Gigi Ghiotti, Massimo Costantini, della rete regionale di cure palliative presso l´Ist, Alberto Ferrando, presidente dell´Ordine dei Medici della Liguria e Pierclaudio Brasesco in rappresentanza dei medici di famiglia, sarà realizzato nel reparto di Medicina dell´ospedale di Sampierdarena, integrando competenze professionali di cure palliative dell´Ist, di Villa Scassi e della Asl 3 genovese. Si tratta di un progetto pilota, primo nel suo genere in Italia, frutto della collaborazione tra Ist e il Palliative Care Institute di Liverpool. "La sperimentazione che durerà circa sei mesi - ha spiegato Massimo Costantini - vuole rendere competente il personale medico e infermieristico dell´ospedale di Sampierdarena nell´affrontare i complessi bisogni dei pazienti alla fine della vita e delle loro famiglie e a questo proposito formeremo 50 persone tra medici e infermieri che potranno essere supportati nella somministrazione di oppiacei". Il programma prevede interventi di formazione, supporto e tutoraggio al reparto effettuato da esperti di cure palliative delle tre aziende. L´obiettivo è quello di trasferire, per quanto possibile, l´eccellenza dell´hospice in un reparto di medicina utilizzando il programma di qualità messo a punto a Liverpool. Il progetto si concluderà a novembre e se avrà successo si estenderà anche ad altre aziende sanitarie della regione. . |
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OFTALMOLOGIA: NASCER UNA RETE REGIONALE TRA GLI OBIETTIVI UNA MIGLIORE DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI |
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Torino, 19 marzo 2006 - Identificare criticità o anomalie nella distribuzione dei servizi sul territorio, eliminare eventuali situazioni di inappropriatezza nell’uso delle prestazioni e garantire percorsi di diagnosi e cura condivisi. Sono questi gli obiettivi sui quali dovrà poggiare la nuova rete oculistica, le cui fasi di realizzazione sono state discusse quest’oggi durante un incontro tra l’assessore regionale alla tutela della salute e sanità, Mario Valpreda, il direttore dell’Assessorato, Vittorio Demicheli, i tecnici regionali e i primari dell’ospedale Oftalmico di Torino. «E’ fondamentale, in un primo momento – afferma Valpreda – verificare se le eventuali criticità siano il frutto di un’induzione errata alla domanda o di reali necessità della popolazione. Solo in seguito sarà possibile definire le linee programmatiche necessarie alla costruzione di una rete efficace». In una seconda fase l’Asl 1, che comprende anche l’Oftalmico, dovrà articolare i diversi livelli della rete, attraverso un sistema di collaborazione con le aziende sanitarie dell’area metropolitana di Torino che consentirà una distribuzione omogenea dei servizi e delle competenze nelle diverse strutture erogatrici. L’ultimo passo sarà costituito dalla creazione di un percorso professionale e di formazione riconosciuto da tutti i soggetti che opereranno all’interno della rete. «La realizzazione di percorsi di diagnosi e di cura condivisi – conclude Valpreda – deve necessariamente coinvolgere i medici di medicina generale, gli specialisti che operano all’interno dell’Oftalmico e quelli che invece lavorano presso gli altri presidi». . |
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CONVEGNO A VERONA SU RUOLO SPECIALISTICA AMBULATORIALE INTERNA NELLA TRASFORMAZIONE DELLA SANITA’: ASSESSORE TOSI |
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Verona, 19 marzo 2007 - “Per ridurre il tasso di ospedalizzazione, cioè il ricorso alle strutture ospedaliere dei pazienti affetti da patologie non acute, dovremo continuare il più rapidamente possibile nella riorganizzazione della medicina sul territorio, investendovi risorse adeguate”. Lo ha affermato l’assessore regionale alle politiche sanitarie Flavio Tosi intervenendo sabato, a Verona, al Convegno sul tema “La specialistica ambulatoriale interna nel processo di trasformazione dell’assistenza socio-sanitaria” organizzata dal Sumai (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana). “L’evoluzione della sanità e i costi crescenti dell’ospedalizzazione – ha aggiunto l’assessore regionale – impongono, come la Regione del Veneto sta già facendo, di potenziare la medicina di base, la specialistica ambulatoriale interna e le Utap (Unità Territoriali di Assistenza Primaria) che sono dei punti sanitari di integrazione fra medicina generale e medicina specialistica, alternativi al ricorso al pronto soccorso ospedaliero. Per questo motivo la giunta regionale aveva fissato per i direttori generali delle Ulss l’obiettivo di creare, nel biennio 2006-2007, almeno due Utap per ogni Ulss e, nell’ultimo riparto del fondo sanitario regionale per il 2007 ha destinato 7 milioni di euro per gli ospedali di comunità e ha vincolato lo 0,25% del bilancio di ogni Ulss (complessivamente circa 18 milioni di euro) per la realizzazione delle Utap”. “Il nostro obiettivo – ha concluso Tosi – è di razionalizzare l’uso delle risorse non per spendere di meno ma per spendere meglio, migliorando il servizio che il sistema sanitario deve rendere ai cittadini. I tempi purtroppo per la copertura capillare del territorio regionale con le Utap non dipendono da noi: è una riforma complessa che richiede o una nuova contrattazione con i medici di medicina generale a livello nazionale o nuovi strumenti legislativi che diano più forza e più poteri alle regioni nel rapporto con la medicina di base”. . |
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PRESENTATO REPORT 2006 TRAPIANTI NEL VENETO: ASSESSORE TOSI: “IL NOSTRO SISTEMA TRAPIANTISTICO E’ ASSOLUTAMENTE SICURO” |
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Padova, 19 marzo 2007 - “Le verifiche eseguite in Veneto dopo il recente episodio di trapianti d’organi prelevati da un soggetto sieropositivo in un’altra Regione hanno dimostrato che il nostro sistema dei trapianti è assolutamente sicuro: i nostri sistemi di controllo sono completamente automatizzati ed escludono, quindi, ogni possibilità di errori umani nella trascrizione dei referti. Del resto anche i dati del 2006 confermano che il Veneto è regione leader nel settore dei trapianti d´organo”. Lo ha affermato il 16 marzo l’assessore regionale alle politiche sanitarie, Flavio Tosi, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Report 2006 dei trapianti d’organo nel Veneto tenutasi presso l’Azienda Ospedaliera di Padova: erano presenti anche il dott. Giampietro Rupolo, direttore del Centro regionale trapianti del Veneto (Crt) e il Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera patavina, Adriano Cestrone. “Subito dopo esser venuto a conoscenza del drammatico errore verificatosi nell’Ospedale di Careggi a Firenze – ha aggiunto Tosi – ho chiesto al Crt di effettuare una verifica sui laboratori veneti: il risultato è che tutti i laboratori della regione sono certificati e le loro procedure vengono garantite sotto il profilo della sicurezza; che tutti i laboratori veneti sono dotati di apparecchiature automatizzate per le quali non è necessaria la trascrizione manuale dei dati che vengono refertati in automatico; che in alcuni laboratori più avanzati, la comparsa del segnale di sieropositività provoca automaticamente il blocco della procedura e della macchina analizzatrice, con un ulteriore livello di sicurezza in quanto può essere riavviata solo manualmente; che, infine, il sistema trapianti del Veneto ha, da sempre, un secondo livello di sicurezza garantito da alcune reperibilità 24 ore su 24 sull’anatomia patologica e sul laboratorio per quegli elementi di sospetto che dovessero comparire nelle donazioni provenienti da Ospedali piccoli o tecnologicamente meno dotati”. “Entro breve tempo, infine – ha concluso Tosi – la Giunta regionale adotterà uno specifico provvedimento per finanziare ulteriormente il sistema dei trapianti del Veneto”. Il dott. Giampietro Rupolo ha sottolineato le cifre più significative del 2006: i 3. 000 donatori di tessuti, i 202 accertamenti di morte con criterio neurologico, i 136 donatori effettivi, i 392 trapianti effettuati e l’alta capacità attrattiva dei centri veneti di trapianto; la percentuale dei donatori extracomunitari si aggira tra il 5 e il 6 per cento. Su tutte le tipologie di trapianto le liste d’attesa in Veneto sono decisamente più basse della media nazionale; il numero dei decessi per lesioni cerebrali è in diminuzione, a dimostrazione dell’ulteriormente accresciuta efficacia dell’attività dei nostri reparti di terapia intensiva. . |
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DONAZIONI E TRAPIANTI, SI ANALIZZANO ECCELLENZE E CRITICITÀ ESPERTI ITALIANI E INTERNAZIONALI A CONFRONTO SUI TEMI DELLA SICUREZZA E DELLA RICERCA DAL 18 AL 21 MARZO AL CONVITTO DELLA CALZA IL CONVEGNO DELL´AIRT |
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Firenze, 19 marzo 2007 - Come aumentare le donazioni nelle regioni che sono oggi sotto la media nazionale? Come migliorare la formazione degli operatori? Come rendere più sicuri donazioni e trapianti? Come sviluppare la ricerca? Se ne parla a Firenze, al 18° convegno annuale dell´Airt, l´Associazione Interregionale Trapianti, che si terrà al Convitto della Calza dal 18 al 21 marzo. L´airt - che raggruppa Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Valle d´Aosta, Provincia autonoma di Bolzano - è una delle tre organizzazioni che coordinano donazioni e trapianti (le altre due sono Nit, North Italian Transplant, e Ocst, Organizzazione centro sud trapianti) e che a livello nazionale fanno capo al Centro Nazionale Trapianti. Al convegno parteciperanno tutti gli esponenti istituzionali della rete trapiantologica nazionale, oltre a esperti internazionali. Con questo convegno, la Toscana lascia il suo turno di presidenza dell´Airt. "Abbiamo registrato una crescita costante dei volumi di attività, rafforzato la pratica dei trapianti più consolidati e curato lo sviluppo dei programmi innovativi, del prelievo e della conservazione dei tessuti", dice il professor Franco Filipponi, attuale presidente Airt, che non si nasconde comunque problemi e difficoltà. "Accanto alle eccellenze che hanno spinto l´Italia ai vertici dei livelli donativi europei e mondiali, lo scenario mette in luce numerose criticità. Dobbiamo colmare le lacune organizzative e strutturali, rimuovere i dislivelli, mediare le differenze, armonizzare eccellenze e criticità, stimolare il progresso. In altri termini, consolidare la rete nazionale trapianti sull´intero territorio nazionale". Nel corso del convegno saranno discusse eccellenze e criticità della rete trapiantologica, a cominciare da quanto accaduto in Toscana nel caso dei tre pazienti trapiantati con organi Hiv positivi; si parlerà della necessità di intervenire per una piena integrazione dei servizi di laboratorio all´interno dei percorsi dei trapianti di organi e tessuti in stretta collaborazione con gli esperti di gestione del rischio clinico, sia a livello nazionale che regionale. Ecco cosa prevedono i lavori del convegno. Domenica pomeriggio è convocato il consiglio direttivo Airt. Lunedì, dopo una lettura su ´Il trapianto come modello di sanità´, tenuta da Didier Houssin, direttore generale del ministero della sanità francese ed esperto di trapianti, i tre responsabili delle associazioni interregionali (Franco Filipponi, Airt, Cristiano Martini, Nit, e Vito Gaudiano, Ocst) si confronteranno su ´La rete nazionale dei trapianti: criticità ed eccellenze´. Alessandro Nanni Costa, del Centro nazionale trapianti, e Rafael Matesanz, responsabile dell´organizzazione spagnola dei trapianti, faranno il punto sulla realtà italiana e su quella europea. Altri temi che saranno affrontati nelle giornate successive; tessuti e cellule, l´opportunità del futuro; la sicurezza nella donazione e trapianto; il trapianto pediatrico; integrazione volontariato-istituzioni, come ottimizzare il sistema donazioni. A chiusura del convegno, il 21 mattina, le testimonianze dei cittadini, coordinate dal presidente regionale del Tribunale per i diritti del malato Domenico Gioffré. . |
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UNGHERIA, ZENTIVA NEL MERCATO FAURMACEUTICO LOCALE |
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Trieste, 19 marzo 2006 - La società farmaceutica Zentiva N. V. , già ben piazzata sui mercati ceco, romeno e polacco, farà tra breve il suo ingresso nel mercato farmaceutico ungherese, con l´intento di estendere e consolidare la propria posizione sui mercati dell´Europa Centro-orientale. Lo comunica l´Ice. La Zentiva ha formalizzato l´acquisizione di 23 farmaci generici dalla francese Sanofi-aventis, insieme ad assets operativi e personale. Le due società hanno da tempo instaurato una forte cooperazione e la Aventis possiede un quarto del pacchetto azionario di Zentiva. La società, quotata alla Borsa di Praga, ritiene molto promettenti le potenzialità del mercato farmaceutico ungherese, che ha sperimentato negli ultimi anni una crescita media del 10 p. C. Ed un fatturato di 2 miliardi di euro nel 2006. I farmaci generici equivalgono al 25 p. C. Delle vendite totali. . |
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EXPO 2015, FORMIGONI: SOSTEGNO ANCHE DA ARGENTINA |
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Milano, 19 marzo 2007 - Dopo quello di El Salvador, Costarica e Nicaragua, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha ottenuto il sostegno anche dell´Argentina alla candidatura di Milano come sede per l´Expo del 2015. Affiancato dall´assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo e dal sottosegretario alla Presidenza, Robi Ronza, il presidente Formigoni, infatti, ha incontrato oggi in Regione il Vice presidente della Repubblica e presidente del Senato, Daniel Osvaldo Scioli, al quale già lo scorso autunno, durante un incontro informale, aveva presentato la candidatura per ribadire l´importanza del sostegno argentino anche in forza dei legami antichi che intercorrono con il paese sudamericano. "Il vicepresidente Scioli - ha detto Formigoni al termine dell´incontro - ha garantito il pieno sostegno alla nostra candidatura per l´Expo del 2015. Con l´Argentina ci legano antichissimi rapporti di amicizia e collaborazione che vogliamo riprendere e sviluppare con grande determinazione". "In questo senso - ha aggiunto Formigoni - vogliamo che l´esposizione del 2015 sia un´occasione di incontro fra i Paesi, non una semplice vetrina ad appannaggio esclusivo di Milano e della Lombardia, e dunque siamo convinti che anche l´Argentina possa svolgere un ruolo da protagonista nell´organizzazione dello stesso evento". Dal canto suo, lo stesso Scioli ha dimostrato grande interesse per il tema sul quale verterà la manifestazione nel caso in cui questa si svolgesse a Milano ossia "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Buona parte dell´economia argentina si basa infatti proprio sull´agricoltura e sulla filiera agroalimentare. Sono di vecchia data i rapporti Lombardia/argentina. "L´incontro con Scioli - ha spiegato Formigoni - è per noi l´occasione privilegiata per riconfermare il protocollo d´Intesa che abbiamo sottoscritto a maggio del 1999 con la Provincia di Buenos Aires per la collaborazione nei settori sociale, culturale, ambientale, commerciale, turistico, formativo e lo scambio di informazioni nei settori tecnologico e tecnico che è scaduto a maggio del 2004". Anche in campo sanitario la collaborazione è molto forte: fra l´ospedale Carlo Poma di Mantova e quello italiano Garibaldi di Rosario è in corso un Progetto di gemellaggio (attivato nel 2005) che prevede una collaborazione nei settori della chirurgia generale, pediatria e neonatologia e della gestione amministrativa ospedaliera. Nell´accordo, inoltre, sono state previste anche attività formative e di aggiornamento del personale medico, paramedico e amministrativo. Questa collaborazione ha già permesso di ristrutturare due sale chirurgiche e di completare i lavori su ulteriori due sale. Sono state acquistate anche nuove strumentazioni e apparecchiature. Nell´ultimo quinquennio, Regione Lombardia, con uno stanziamento complessivo di 1. 760. 000 euro, ha sostenuto anche 14 progetti di cooperazione in Santa Fe, Buenos Aires, Stroeder, La Plata, San Miguel de Tucuman, nelle province di Misiones, Buenos Aires, Santa Fe, Entre Rios e Nequen e nellStato di Rio Grande do Sul. Ma, come ha ricordato l´assessore Cattaneo che ha recentemente visitato lo stato argentino, anche nel campo delle infrastrutture e della trasformazione dei rifiuti "c´è molto spazio per collaborare", tenuto presente che la stessa Argentina sta affrontando situazioni di emergenza che la Lombardia ha già risolto acquisendo conoscenze e competenze che potrebbero essere loro molto utili. . |
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EXPO 2015, EL SALVADOR UFFICIALIZZA SI´ A MILANO FORMIGONI RICEVE LA LETTERA DALL´AMBASCIATORE SALAZAR |
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Milano, 19 marzo 2007 - L´ambasciatore di El Salvador in Italia, Josè Roberto Andino Salazar, ha consegnato oggi al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, la lettera ufficiale con la quale il governo dello Stato del Centro America ha deciso di sostenere la candidatura di Milano come sede per l´Expo del 2015. Una lettera, quella che Formigoni ha ricevuto oggi, che il presidente della Repubblica di El Salvador, Elias Antonio Saca Gonzales, aveva preannunciato allo stesso presidente lombardo durante la missione istituzionale della Regione in Centro America. Prosegue dunque nel migliore dei modi la collaborazione Lombardia/el Salvador che, fra l´altro, permetterà di inaugurare il prossimo 13 maggio il primo volo diretto Malpensa-el Salvador. Anche in campo economico si stanno già vedendo i primi risultati: l´ambasciatore Salazar è infatti oggi e Milano per presentare agli imprenditori lombardi le potenzialità di Proesa, l´Agenzia per la Promozione di Investimenti Esteri del Salvador. La visita a Milano del presidente Saca, prevista per il prossimo mese di ottobre, conferma l´attenzione con cui El Salvador guarda alla Lombardia. . |
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A&B 14ª MIA PRIMAVERA – MOSTRA ABITARE & BENESSERE MONZA, POLO FIERISTICO 17 – 25 MARZO 2007 |
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Monza, 19 marzo 2007 - L’assessore regionale all’Artigianato e ai Servizi, Domenico Zambetti ha inaugurato sabato 17 marzo la 14ª edizione di Mia-abitare & Benessere, la mostra di primavera dell’Ente Mostre di Monza e Brianza, che si protrarrà fino a domenica 25 marzo presso il Polo Fieristico di Monza. Nel suo intervento Domenico Zambetti ha sottolineato come l’artigianato sia un motore per la Regione Lombardia: “277. 000 aziende, 850. 000 addetti pari al 17% del totale degli occupati in Lombardia e l’11% del Pil. Naturalmente l’ottica deve essere che il prodotto si fa qui, ma si vende in tutto il mondo. Per questo Regione Lombardia vuole fare linea con le associazioni di categoria per aiutare le imprese artigiane che possono imporsi sul mercato grazie a qualità, genialità e gusto. ” Gianvittorio Brunello, coordinatore di Mia, ha percorso virtualmente la mostra sottolineando come il binomio abitare e benessere sia vincente: “Abitare come luogo dove vivere e incontrarsi e benessere come attenzione all’ambiente, al corpo e alla mente. Semmai mi piace dire che anche questa volta abbiamo anticipato una tendenza. ” Artisti bulgari e rumeni sono presenti nei padiglioni di Mia-abitare & Benessere e i rappresentanti dei due paesi, neomembri della Comunità Europea, rispettivamente G. Agopian e I. Ioan, hanno portato il saluto delle loro Nazioni e hanno illustrato le opportunità di investimento per le piccole e medie aziende e le aziende artigiane. Il presidente di Apa-confartigianato di Milano, Dario Visconti ha con forza ribadito che le imprese devono guardare ai paesi emergenti come una possibilità perché questo consente di produrre a prezzi più competitivi e perché la crescita economica di queste nazioni apre nicchie di mercato in cui si possono inserire i nostri prodotti che hanno il design e l’innovazione come punti di forza: “Formazione, innovazione e internazionalizzazione sono le parole che devono guidare la nostra azione. ” Con una battuta ha anche sottolineato di non voler parlare del polo fieristico: “Le nostre ambizioni si stanno concretizzando: volevamo la Provincia e l’abbiamo, da luglio ci sarà la Camera di Commercio: occorre avere pazienza e qui finisco. ” Michele Faglia, sindaco di Monza, ha espresso soddisfazione per i dati economici positivi: “Incremento delle imprese, dell’occupazione e del fatturato e in questa ripresa l’artigianato è trainante. ” Sul nuovo polo fieristico il sindaco di Monza ha confermato l’incontro di mercoledì prossimo a Roma che si spera sblocchi la situazione, ma ha anche precisato che nel nuovo Piano di governo del territorio per la prima volta è chiaramente indicata l’area di ubicazione del polo fieristico. . |
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ARTE: IL 2006 CHIUDE IN BELLEZZA E IL 2007 SI TINGE DI ROSA FRA OTTOBRE E DICEMBRE 40 "TOP LOT" ALL’ASTA PER 18 MLN NOMISMA PUBBLICA IL PRIMO RAPPORTO SULL’ARTE |
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Bologna, 19 marzo 2007 – Quaranta "top lot" venduti dalle casa d’asta fra ottobre e dicembre 2006 per oltre 18 milioni di euro, un record per l’Italia. All’apice dei prezzi di opere d’arte svetta una tela del Tiepolo battuta per 5,1 milioni in primavera, una cifra mai raggiunta prima nel nostro Paese e una premessa di rango agli eccellenti risultati di fine anno, quando ben cinque lotti sono stati venduti per oltre un milione di euro ognuno, da un olio del 1950 di Mario Marini, a un Concetto spaziale di Lucio Fontana, a un "piccolo" Pablo Picasso (una tavola di 54 cm per 65 cm), a una Natura Morta di Giorgio Morandi, a due tele del ‘700 di Giacomo Ceruti. Il mercato dell’arte in Italia continua ad allargarsi e il 2006 si chiude con un giro d’affari complessivo superiore al miliardo di euro (+5,5%). Positive le previsioni anche per il 2007: prezzi e scambi sembrano destinati a crescere ancora leggermente, mentre aumenta l’appeal dei disegni, soprattutto perché più accessibili anche quando firmati da un grande artista. È una fotografia con il grandangolo quella scattata da Nomisma sul mercato dell’arte nel primo volume dedicato a questo settore (pubblicato dal centro studi nella collana "Libri per l’economia", in vendita dal 21 marzo prossimo) e che contiene dati congiunturali di fine anno ancora inediti. Il libro, dal titolo "Commercio dei beni artistici 2006", offre una panoramica a 360 gradi, grazie ai consuntivi messi a disposizione dalla principali case d’asta italiane (una ventina), ma anche a 400 interviste originali ad antiquari, rivendite, collezionisti, art advisor. "E’ un’opera unica nel suo genere – spiega Stefano Stanzani, curatore del rapporto – un’intuizione di Nomisma particolarmente felice in questo momento, dove la domanda di investimento in arte appare in crescita. Si tratta, fra l’altro, di investimenti che nel 2006 hanno conquistato il terzo posto in classifica nella rivalutazione del capitale, dietro a oro e azioni, ma davanti agli immobili. Questi ultimi però producono anche redditi da locazione, mentre l’arte offre abitualmente soltanto un dividendo estetico". La bella stagione dell’arte inverdisce anche i fatturati delle case d’asta: Sotheby’s Italia ha superato lo scorso anno i 50 milioni di euro (+6,8%), mentre Farsetti è arrivata a 24 milioni, con un balzo del 15%. L’italia oggi è il quarto mercato al mondo, dopo Usa, Uk e Francia, benché, come piazza per gli scambi internazionali, il suo ruolo sia modesto (l’1%). Quello italiano è un mercato importante, ma soprattutto interno, vincolato da leggi attente all’import-export. Un freno che pone limiti da un lato, ma che contribuisce dall’altro a tenere a bada i prezzi, mettendo gli investitori parzialmente al riparo dal rischio bolla. L’italia non figura dunque fra le principali piazze del mondo per commercio internazionale di beni artistici (il 90% di tali flussi passa per otto piazze), ma questo ha anche un effetto positivo: lo stesso autore a Londra può costare cinque volte quello che costa a Roma. Per quanto riguarda gli oggetti compravenduti regina del settore resta la pittura e in particolare quella moderna e contemporanea. Nei quaranta lotti venduti all’asta negli ultimi tre mesi ben 5 erano quadri di Fontana, 3 di De Chirico e due di Balla. L’alta epoca (fino al ‘700) sembra destinata però a rivalutarsi maggiormente, mentre nel moderno e contemporaneo c’è una variabile di cui tenere conto: la certificazione. L’oggetto d’arte unico è quello che vale di più, ma quando è recente l’unicità non è il solo elemento che fa lievitare il valore, è necessario anche il giudizio di un esperto che garantisca l’opera. Tavola 10 Top lot in ordine decrescente di prezzo di aggiudicazione di case d’asta italiane nel periodo ottobre-dicembre 2006
Casa d’aste |
Autore |
Titolo |
Tecnica |
Dimensioni |
Stima |
Aggiudicazione |
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cm |
x |
cm |
min |
max |
(Euro) |
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Christie’s |
Giacomo Ceruti |
Il bravo; e vecchia contadina |
Olio su tela |
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1. 264. 350 |
Farsetti |
Marino Marini |
Giochi d’immaginazione, 1949-51 |
Olio su tela |
210 |
x |
150 |
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1. 138. 200 |
Finarte |
Lucio Fontana |
Concetto spaziale, Attese, 1965 |
Idropittura su tela bianca e legno laccato bianco |
102 |
x |
132 |
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1. 100. 000 |
Finarte |
Pablo Picasso |
Le peinte et so modèle, 1965 |
Olio su tela |
54 |
x |
65 |
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1. 050. 000 |
Christie’s |
Giorgio Morandi |
Natura morta, 1919 |
Olio su tela |
49,1 |
x |
69 |
700. 000 |
1. 000. 000 |
1. 003. 650 |
Christie’s |
Giorgio De Chirico |
Le muse inquietanti, 1962 |
Olio su tela |
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500. 000 |
700. 000 |
790. 350 |
San Marco |
Angelo Puccinelli |
Thronum Gratiae |
Tempera e oro su tavola |
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744. 000 |
Farsetti |
Mario Sironi |
Composizione metafisica, 1918 |
Tecnica mista su cartone applicato su tela |
141,2 |
x |
122 |
450. 000 |
550. 000 |
696. 500 |
Christie’s |
Giacomo Balla |
Dimostrazione Xx Settembre |
Olio su tela, cornice dipinta dall’artista |
75 |
x |
100 |
650. 000 |
850. 000 |
640. 000 |
Sotheby’s |
Emilio Vedova |
Trittico della libertà, 1950 |
Olio su tela, cornice dipinta dall’artista |
135 |
x |
186,5 |
200. 000 |
300. 000 |
618. 900 |
Sotheby’s |
Lucio Fontana |
Concetto spaziale, 1962-63 |
Rame con lacerazioni e graffito |
91 |
x |
54 |
200. 000 |
250. 000 |
584. 250 |
Christie’s |
Joseph Heintz Ii |
Lo sbarco alla Piazzetta di San Marco di un Capitan da Mar accolto dal Doge Francesco Molin |
Olio su tela |
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300. 000 |
400. 000 |
517. 800 |
Farsetti |
Alberto Burri |
Sacco, 1950-53 |
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506. 100 |
Farsetti |
Lucio Fontana |
Concetto spaziale, 1966-67 |
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499. 800 |
Sotheby’s |
Enzo Cucchi |
La seggiola di Van Gogh, 1984 |
Olio su tela |
260 |
x |
340 |
150. 000 |
200. 000 |
468. 750 |
Sotheby’s |
Lucio Fontana |
Concetto spaziale, 1966 |
Idropittura gialla su tela |
61 |
x |
50 |
300. 000 |
400. 000 |
422. 550 |
Sotheby’s |
Carlo Carrà |
Madre e figlia, 1939 |
Olio su tela |
91 |
x |
71 |
150. 000 |
200. 000 |
353. 250 |
San Marco |
Giambattista Tiepolo |
Sacrificio d’Ifigenia |
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337. 000 | Segue Tavola 10
Casa d’aste |
Autore |
Titolo |
Tecnica |
Dimensioni |
Stima |
Aggiudicazione |
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cm |
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cm |
min |
max |
(Euro) |
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Sotheby´s |
Giorgio De Chirico |
Ettore e Andromaca, 1955 |
Olio su tela |
40 |
x |
50 |
150. 000 |
200. 000 |
330. 150 |
Sotheby´s |
Giacomo Balla |
Balfiore – Zinnie, 1928 |
Olio su tela |
100 |
x |
75 |
300. 000 |
350. 000 |
330. 150 |
Art |
Domenico Piola |
Mosè salvato dalle acque e Labano mostra Rachele a Giacobbe |
104 |
x |
153 |
300. 000 |
400. 000 |
326. 700 |
Finarte |
Carlo Maratti |
La Maddalena Penitente |
Olio su tela |
153 |
x |
115,2 |
250. 000 |
350. 000 |
300. 000 |
San Marco |
Biagio d’Antonio Tucci |
Madonna con Bambino |
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300. 000 |
Sotheby´s |
Lucio Fontana |
Concetto spaziale, 1959 |
Graffiti, buchi, anilina e inchiostro su carta telata |
65 |
x |
65 |
100. 000 |
150. 000 |
283. 950 |
San Marco |
Guido Reni |
San Sebastiano |
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280. 000 |
Sotheby´s |
Giorgio De Chirico |
Piazza d´Italia, 1965 |
Olio su tela |
50 |
x |
60 |
160. 000 |
200. 000 |
260. 850 |
Christie’s |
Giulio Turcato |
Grande reticolo, 1957 |
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150. 000 |
200. 000 |
251. 175 |
San Marco |
Luca Carlevarijs |
Veduta di un porto di mare |
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230. 000 |
San Marco |
Tomàs Yepes |
Natura morta con melograni |
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230. 000 |
San Marco |
Marco Palmezzano |
Giuditta con la testa di Oloferne |
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220. 000 |
Babuino |
Biagio Barzotti |
Piazza San Pietro con soldati, carrozze e moltitudine di fedeli, 1850 |
Micromosaico su ardesia |
83 |
x |
50 |
20. 000 |
30. 000 |
208. 800 |
Sotheby´s |
frà Matteo Bavera |
San Francesco in corallo |
Scultura |
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28 |
90. 000 |
100. 000 |
203. 100 |
Babuino |
Antonio Canova |
L’amicizia lacrimante presso l´erma del defunto |
Bassorilievo in gesso |
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60. 000 |
80. 000 |
188. 000 |
Art |
Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro |
Marina partenopea con pescatori e Convivio sulla sponda di una marina |
53 |
x |
118,5 |
200. 000 |
300. 000 |
187. 550 |
San Marco |
Guido Cagnacci |
Morte di Cleopatra |
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182. 000 |
Finarte |
Ferrau´ Fenzoni |
La crocifissione |
Olio su tela |
107 |
x |
144 |
110. 000 |
130. 000 |
180. 000 |
San Marco |
Juan de Arellano |
Coppia di Vaso di fiori |
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175. 000 |
San Marco |
Fausto Zonaro |
La Veduta di Costantinopoli |
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160. 000 |
San Marco |
Gian Paolo Panini |
Capriccio architettonico con l’Arco di Costantino |
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155. 000 |
San Marco |
Johann Richter |
Veduta della piazzetta |
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140. 000 | Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Arcadja e comunicazioni aziendali. . |
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INAUGURATA A BRESSANONE LA MOSTRA SU KäTHE KOLLWITZ LA PRIMA DONNA MEMBRO DELL’ACCADEMIA PRUSSIANA DELLE ARTI. |
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Bressanone, 19 marzo 2007 - Dal 17 marzo, e sino al 27 maggio 2007, il Museo diocesano di Bressanone ospita un evento particolare: una mostra temporanea con oltre 60 opere della grande artista tedesca Käthe Kollwitz (1867-1945) provenienti dal Käthe Kollwitz Museum di Colonia. La Kollwitz fu la prima donna eletta nella Accademia Prussiana delle Arti. L’elevato numero di opere grafiche, disegni e sculture fa di questo evento un inventario assolutamente particolare ed inedito sul nostro territorio della produzione di questa celebre artista tedesca. L’esposizione ruota principalmente attorno alle acqueforti, alle incisioni, ai disegni e alle statue in bronzo, di cui fanno parte i cicli di grafica “Guerra dei contadini” e “Una rivolta dei tessitori” nonché temi quali madre e figlio, morte, pace, tutti con spiccate connotazioni socio-politiche. Non mancheranno i suoi famosi autoritratti. In mostra inoltre una notevole dotazione di stampe originali. La mostra, organizzata dal Museo diocesano di Bressanone e dalla Ripartizione famiglia, beni culturali e cultura tedesca della Provincia Autonoma di Bolzano, è stata inaugurata questo pomeriggio (venerdì 16 marzo), dal presidente Luis Durnwalder e dall´assessora Sabina Kasslatter Mur. "Grazie a questa esposizione - ha sottolineato con soddisfazione la Kasslatter Mur - siamo riusciti a portare per la prima volta in Alto Adige le opere di Käthe Kollwitz, che è unanimemente considerata una delle più importanti artiste tedesche del secolo scorso". Saranno numerose, nel corso di questi oltre due mesi di esposizione, gli eventi collaterali, che puntano ad approfondire la conoscenza della vita e delle opere della Kollwitz. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Museo Diocesano di Bressanone (tel. 0472-830505, brixen@dioezesanmuseum. Bz. It, www. Hofburg. It), oppure la Ripartizione provinciale famiglia, beni culturali e cultura tedesca (www. Provincia. Bz. It/kulturabteilung). . |
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GENOVA: MOSTRA DI ACQUERELLI A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE GIGI GHIROTTI |
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Genova, 19 marzo 2007 - Sabato 17 marzo, nella Sala del Sottoporticato del Palazzo Ducale di Genova in Piazza Matteotti 9, è stata inaugurata la mostra nazionale di acquerelli a favore dell’Associazione Gigi Ghirotti “Un acquerello per la vita”. La mostra benefica rimane aperta, dalle 10. 00 alle 19. 00, fino al 25 marzo e, nelle giornate di domenica 18, mercoledì 21 e sabato 24 marzo, ci saranno anche dimostrazioni d´acquerello a cura della Presidente dell’Associazione Italiana Acquerellisti, Alessandra Arecco, e di alcuni soci. La mostra è patrocinata dal Rotary Club Genova Sud Ovest (http://www. Rotarygeso. Org/htmlmenu. Htm) per aiutare l’Associazione Gigi Ghirotti nella sua opera di assistenza. Le offerte per l’acquisizione delle opere in esposizione, infatti, vanno a favore dell’Associazione Gigi Ghiotti (http://www. Gigighirotti. It/homepage. Html), nata a Genova nel 1984 per assistere, gratuitamente, a casa i malati di tumore nelle fasi più avanzate della malattia. In particolare l’associazione si impegna ad alleviare il dolore e a dare sostegno psicologico e sociale ai malati e ai loro familiari. Le opere esposte sono state messe a disposizione dai soci dell’Associazione Italiana Acquerellisti (http://www. Acquerello-aia. It/), nata a Milano nella primavera del 1974 con l’intento di promuovere e diffondere la pittura ad acquerello, una tecnica affascinante e magica nella sua immediatezza, già conosciuta ed usata dai pittori dell´antichità. Gli associati propongono l´uso dell´acquerello "puro", cioè assolutamente trasparente che utilizzi il bianco della carta per rappresentare le luci senza interventi di altri mezzi pittorici (tempera, pastello, ecc. ). . |
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ROCCO DUBBINI “L’OGGETTO APPARENTE ALIENA LA PROSPETTIVA DEL TEMPO VISIVO MANIFESTANDO LA PROPRIA IMMAGINE IN EVOLUZIONI NON IDENTIFICATE” |
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Cupra Marittima, 19 marzo 2007 - Proseguono le mostre del progetto “Nudi come Vermi”, dopo Incontri Ravvicinati, una panoramica sull’arte sarda, presentata da Josephine Sassu, il quinto appuntamento alla Galleria Marconi, Domenica 25 Marzo alle 18:00, avrà come protagonista Rocco Dubbini, che presenta una personale dal titolo “L’oggetto apparente aliena la prospettiva del tempo visivo manifestando la propria immagine in evoluzioni non identificate”, col testo critico di Elvira Vannini. La mostra segna il ritorno di Dubbini alla Galleria Marconi, dopo alcuni anni, per l’occasione presenterà gli ultimi lavori del suo percorso artistico che ruota intorno all’uomo e al concetto di normalità. “Il percorso concentrato e lineare di Rocco Dubbini, seppur nella difformità stilistica che lo contraddistingue, raggiunge una complessa identità nell´attraversamento mediale di diversi linguaggi: scultura e installazione, video, elaborazioni digitali, fotografia. L´indagine sull´alterità e le zone di confine al limite del normale fluire dell´esperienza, le instabili situazioni concettuali che normalmente ci sfuggono, passano inosservate, si manifestano in composizioni ambientali, con lavori complessi e rigorosi, che colgono la condizione transitoria del proprio dispiegarsi nel tempo e nello spazio. Rocco Dubbini opera sempre in sinergia con le peculiarità dei luoghi che lo ospitano. L’apparente diversità, anche dissonante, dei lavori in mostra, trova la propria organizzazione nella relazione mai neutrale con lo spazio, disarticolando con modalità sempre site-specific, una domanda aperta, irrisolta, sul mondo e sulla realtà. Ogni pronunciamento dell’artista, appare come una sorta di monolite. Compiuto, nell’immanenza della propria evidenza fisica è indicibile, ma è anche l’esito di continue inferenze dall’apparenza fluida in una dimensione spazio-temporale imprescindibile. “L’oggetto apparente aliena la prospettiva del tempo visivo manifestando la propria immagine in evoluzioni non identificate” esprime un senso di assolutezza, di impossibilità a sciogliere il paradosso che spesso sottende alcune soluzioni espositive”. (Elvira Vannini) Lo scopo del progetto “Nudi come vermi” è creare un ponte ideale tra artisti affermati e giovani, lanciando uno sguardo anche alle arti fuori dai confini nazionali. Gli artisti si mostrano nudi nel loro percorso di ricerca, perché soltanto così possono risultare veri e riuscire a descrivere la propria inquietudine verso il mondo moderno, il disagio e il contatto continuo con le realtà più diverse. Soltanto in una condizione di nudità, ci liberiamo dei pesi che affliggono la condizione umana e si può riuscire a vedere ed estrapolare il bello anche dalle più cupe realtà che ci circondano, così quello che normalmente è un modo di dire dispregiativo assume una nuova valenza estetica e diventa un nuovo canone di bellezza. . |
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MOSTRA PERSONALE DI PAOLO BARATELLA MILANO ANNI ´60: BARATELLA IERI ED OGGI ANNUNCIATA GALLERIA D´ARTE 14 MARZO 2007 AL 14 APRILE 2007 |
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Milano, 19 marzo 2007 - Dal giorno 14 marzo prosegue il ciclo "Milano anni ´60", con un´esposizione personale del maestro Paolo Baratella (Bologna, 1935). Baratella cominciò ad esporre sin dagli anni ´60, proseguendo la propria attività espositiva anche all´estero (Bonn, Parigi, Berlino, Barcellona, Basilea, Helsinki, Bruxelles, Mosca, oltre che a New York, San Francisco, Toronto e Montreal). Sin dagli inizi, usa il mezzo pittorico, non tanto per crogiolarsi un un mero ed effimero gioco di colori, ma per denunciare la mancanza di valore morale della società moderna, che, agli occhi stupiti del maestro-bambino, appare in tutta la sua brutalità con incidenti aerei, navi, scontri, bombe e così via. Alla vanità della società contrappone la sua pittura, in cui l´estetica costituisce il fine morale irraggiungibile da ricercare instancabilmente come valore duraturo ed universale, a dimostrazione del fatto che la razza degli artisti veri, fortunatamente, non si è ancora estinta. In mostra opere degli anni ´60 affrontate ad opere recenti, per illustrare l´ evoluzione dell´artista in quarant´ anni di attività pittorica. . |
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GRANDE ATTESA PER “ETRUSCHI”:LA MOSTRA ARCHEOLOGICA CHE RIUNISCE, DOPO 150 ANNI, LA COLLEZIONE BONCI CASUCCINI |
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Siena, 19 marzo 2007 - Manca ancora un mese all’apertura e c’è già grande attesa per la mostra archeologica, che dopo 150 anni, riunisce a Siena e a Chiusi – luoghi della loro formazione - i due nuclei fondamentali di una delle più celebri e ricche raccolte archeologiche private d’Italia: la collezione Bonci Casuccini. La rassegna dal titolo “Etruschi. La collezione Bonci Casuccini”- in programma dal 21 aprile al 4 novembre 2007 - è articolata in due sedi: il Complesso museale Santa Maria della Scala a Siena e il Museo Archeologico Nazionale di Chiusi e propone una selezione di oltre 200 opere. Una grande varietà di reperti: dai sarcofagi ai cippi, dalla statue-cinerario alle urne, da alcuni straordinari esempi di ceramica greca ed etrusca figurata ad una ricca selezione di bronzi, annoverati fra i maggiori capolavori dell’eredità storica ed artistica tramandataci dagli Etruschi. L’esposizione – promossa da Comune di Siena, Istituzione Santa Maria della Scala, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Comune di Chiusi, Regione Siciliana, Regione Siciliana – Assessorato ai Beni Culturali, Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” di Palermo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Banca Monte dei Paschi di Siena main sponsor - rende omaggio al principale artefice della raccolta, Pietro Bonci Casuccini, nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita. Fu, infatti, proprio Pietro Bonci Casuccini nel corso dei primi decenni dell’800, a metterne insieme il nucleo originario, di cui facevano parte numerosissimi materiali recuperati nei terreni di famiglia. Sculture in pietra tra cui sarcofagi, urne, cippi, statue-cinerario, ceramica greca ed etrusca figurata, ceramiche ellenistiche e bronzi in ragguardevole quantità, per un patrimonio di circa diecimila pezzi, tra interi e frammentari. Lo stesso Pietro Bonci Casuccini aveva ipotizzato di destinare un vero e proprio museo all’immenso patrimonio accumulato. L’incremento dei rinvenimenti lo portò ad ampliare in più occasioni, i locali in cui erano conservati. Alla morte del fondatore, avvenuta nel 1842, la collezione passò agli eredi che in un primo tempo proseguirono le indagini, affidandole sempre più a specialisti, ma in un secondo momento iniziarono a vendere alcuni dei materiali. Alla collezione, acquistata nel 1863 dal Museo Archeologico di Palermo, dove è tuttora conservata, si sostituì col tempo una seconda raccolta, creata da un pronipote di Pietro, Emilio Bonci Casuccini, che alla fine dell’800 iniziò ad assemblare - ancora una volta con scavi effettuati nei terreni di famiglia - una nuova collezione, oggi conservata nel Museo Archeologico di Siena all’interno del Complesso museale Santa Maria della Scala. Quest’ ultima raccolta si formò sotto il diretto influsso e la guida illuminata del giovane Ranuccio Bianchi Bandinelli, allora impegnato nella redazione della tesi di laurea sulle necropoli chiusine, che seppe indirizzare il nobile collezionista verso criteri diversi dall’esclusivo amore per l’oggetto pregiato ed esteticamente attraente, suggerendogli una “più moderna” e corretta sensibilità a scavi condotti nel tentativo di chiarire problemi e fornire risposte a precise domande. La collezione di Emilio, che si contraddistingueva proprio per il modo nuovo di fare collezionismo - per la particolare attenzione posta sui contesti di rinvenimento dei reperti, per i quali si conservavano dunque dati sull’associazione originaria e sui luoghi in cui venivano rinvenuti - comprendeva anche i pochi oggetti salvatisi dalla precedente vendita, tra cui alcune antefisse provenienti dalla località della Martinella, il corredo della tomba a ziro rinvenuto in località Ficomontano, vasi dal podere Montebello, tutte località di proprietà della famiglia. A questi reperti andarono presto ad affiancarsi i materiali degli scavi effettuati, tra l’altro, presso la villa di famiglia della Marcianella. Il percorso espositivo proposto a Siena e Chiusi si snoda lungo due direttrici. La mostra che ha sede nel Complesso museale Santa Maria della Scala, ricostruisce la storia della collezione, dalla formazione all’acquisizione da parte dei Musei di Palermo e Siena. Sono qui illustrate e valorizzate le figure che contribuirono alla formazione della collezione ed è esposta una larga parte dei materiali raccolti da Pietro, Emilio e dagli eredi moderni della famiglia. Trova spazio anche l’odierna collezione di Niccolò Casini, erede della famiglia Casuccini, costituita da pochi, ma significativi esemplari che rimasero di proprietà della famiglia come arredi interni ed esterni della Villa della Marcianella dopo la vendita del primo nucleo a Palermo, e da qualche altro reperto che si andò aggiungendo nel tempo. Una sezione è dedicata ad importanti reperti, etruschi e non, che facevano un tempo parte della collezione Casuccini, ma che già i collezionisti stessi avevano donato ad altre nobili famiglie toscane o avevano scambiato con reperti appartenenti ad altri, come nel caso di una notevole testa di bronzo a grandezza naturale, probabile realizzazione pseudo-antica di età rinascimentale che sembra ritrarre Paride. L’ultima sezione della mostra è riservata alla storia delle vicende familiari Bonci Casuccini attraverso documenti, fotografie, materiali d’archivio. La rassegna senese si chiude con la ricostruzione della “Tomba del Colle Casuccini”, celebre ipogeo etrusco a più camere, con ciclo di pitture parietali che raffigurano scene di banchetto, giochi funebri, danze e virtuosismi ginnici, realizzato intorno al 460 a. C. Per una famiglia principesca di Chiusi. La tomba scoperta nel 1833, attualmente non visitabile per ragioni di tutela e conservazione, fu ricopiata con pitture ad olio in scala da Guido Gatti, pochi anni dopo la sua scoperta. E sarà proprio grazie a queste fedeli riproduzioni che il visitatore potrà fisicamente “entrare” nella tomba ricostruita ed apprezzarne proporzioni volumetriche e giochi prospettici delle scene dipinte. A Chiusi, nelle sale espositive annesse al Museo Archeologico Nazionale, una sezione importante è dedicata alla scultura arcaica, prodotta dalle botteghe che lavoravano nella stessa Chiusi - l’etrusca Clevsi - tra il tardo Vii e la fine del Vi sec. A. C. Della grande produzione dell’epoca è esempio straordinario il cosiddetto Plutone, appartenente alla serie delle statue-cinerario di tradizione chiusina ascrivibili al Vi secolo a. C. Si tratta di un pezzo eccezionale sia per iconografia che dal punto di visto stilistico. La statua rappresenta una figura maschile seduta su un trono dalla larga spalliera ricurva. E il busto, cavo, doveva essere stato progettato per contenere le ceneri del defunto. Le opere delle collezioni di Pietro e Emilio Bonci Casuccini esposte rappresentano uno spaccato significativo dell’attività delle tante botteghe poste al servizio della committenza locale di rango elevato, che ne utilizzava i prodotti per adornare le lussuose tombe di famiglia, per impreziosire altari e templi e per accompagnare rituali funerari che prevedevano l’impiego di lussuose suppellettili. Era, infatti, proprio attraverso l’ostentazione di tali lussuosi arredi ed ornamenti che veniva costantemente ribadito all’intera comunità il ruolo di egemonia politica, economica e culturale delle famiglie aristocratiche. Apposite postazioni multimediali, predisposte nei luoghi della mostra ed a Palermo, faranno da costante richiamo ai musei che hanno contribuito alla realizzazione di questo straordinario evento. . |
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UNA MOSTRA CHE FOTOGRAFA LA TERRA DEL LAZIO |
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Roma, 19 marzo 2007 - “Lazio,terra”, promosso dall´Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio e prodotto da Zoneattive, società che organizza il Festival “Fotografia”, è un progetto di fotografia che mira a promuovere il territorio laziale, contribuendo alla definizione di una nuova identità contemporanea. Un segno forte e tangibile di un fermento nella Regione e della sua capacità, attraverso il lavoro sul territorio, di presentarsi con un’immagine attuale sulla scena internazionale. Nella mostra collettiva dal titolo “Non tutte le strade portano a Roma”, realizzata grazie a Litorale Spa, che è stata inaugurata il 16 marzo come prima anticipazione del festival “Fotografia”, è in esposizione il lavoro di 7 fotografi in uno spazio che per la prima volta verrà restituito alla Città: l´ex Gil - Gioventù Italiana Littoria - uno dei più interessanti esempi di architettura razionalista, realizzato nel 1933 dall´architetto Luigi Moretti e inutilizzato per molto tempo che, per questa esposizione, è stato riaperto all’uso di spazio culturale polivalente. Oltre cento immagini e un libro fotografico, a cura di Marco Delogu, per una ricerca sul territorio che si è concentrata sulla Sabina e sul litorale laziale. I fotografi - Angelo Antolino, Luca Campigotto, Raphaël Dallaporta, Giuliano Matteucci, Luca Nostri, Xavier Ribas e Guy Tillim - hanno già lavorato sul tema del paesaggio, ma provengono da esperienze artistiche e sensibilità molto differenti. Ad ulteriore conferma del connubio tra fotografia e territorio, il progetto “Lazio,terra” vedrà un ulteriore sviluppo con un campus rivolto a giovani fotografi che frequenteranno tre workshop formativi in estate a Vulci e Montalto di Castro. I fotografi avranno la possibilità di trascorrere una permanenza estiva in alcuni dei luoghi più suggestivi della Regione, confrontandosi e lavorando fianco a fianco con i docenti. Lo scopo è costituire un focus in cui i giovani, attraverso la fotografia, possano incontrarsi e crescere in professionalità e sensibilità artistica. . |
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UN TOUR IN TECHNICOLOR IL MUSICAL “JOSEPH” PROPOSTO CON SUCCESSO IN PROVINCIA DI PARMA DAGLI ARTISTISENZANOME ANDRÀ IN SCENA IL 25 MARZO 2007 AL TEATRO SOCIALE DI MANTOVA. |
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Mantova, 19 marzo 2007 - Dopo la buona riuscita delle tre serate felinesi e il tutto esaurito anche a Noceto (Parma) del musical “Joseph e la strabiliante tunica dei sogni in technicolor”, gli Artistisenzanome (www. Artsitisenzanome. Com), un gruppo di 22 ragazzi provenienti da tutta la provincia di Parma, sono pronti per spiccare il volo oltre i confini regionali. In attesa di debuttare a Parma il 6 aprile 2007, la prossima tappa vedrà esibirsi la compagnia sul palco del Teatro Sociale di Mantova domenica 25 marzo 2007 alle ore 16. Verrà rappresentato uno dei più affascinanti racconti della Bibbia. Le musiche e i testi sono quelli originali di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, autori di musical di grande successo come “Jesus Christ Superstar”. Lo spettacolo, guidato dal giovane regista Emanuele Valla (Joseph) con il contributo coreografico di Cecilia Bernazzoli e Alessandra Giavarini, sarà cantato dal vivo nella spumeggiante versione italiana di Simone Giusti, Franco Travaglio e Mara Mazzei. Tra le ballerine spicca il sorriso di Silvia Soncini, l’affascinante vincitrice della fascia di Miss Parma 2006; tra i fratelli di Joseph troviamo invece la promettente voce di Gian Marco Schiaretti che vedremo la prossima estate tra i protagonisti di un grande evento musicale a livello internazionale. Altro traguardo questo maturato dalla “fabbrica di idee e di sogni” racchiusi nella contagiosa mente di Valla che, mese dopo mese, con la costanza e la passione di tutti, sono diventati realtà. La forte unità, amicizia e complicità di questo gruppo è immediatamente percepibile negli sguardi e nei movimenti che catturano in ogni istante l’attenzione dello spettatore, coinvolto in un vortice di emozioni e momenti di grande musica che accompagnano la narrazione della storia di Giuseppe. Storia fatta di perdono e coraggio, narrata attraverso tutti i generi musicali dal rock’n’roll ai ritmi caraibici, in un connubio tra classico e moderno che trasforma una storia dai valori universali in un divertente musical adatto a tutte le età. Ad accompagnare i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 30 anni, ci sono i Jo kids, dodici bambini che con il loro coro di voci bianche affiancano gli attori. I mille colori evocati dalla “strabiliante tunica” del titolo traboccano dalle vivaci scene di Maurizio Faccini, Fausto Zarotti e Christian Varoli, dai colorati costumi di Rosanna Serra e dalla voce dei protagonisti, tra i quali spicca Vanessa Azzolini che, nei panni di narratrice, guida magistralmente il pubblico nel dispiegarsi dell’avvincente storia. . |
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FRANCO MENEGUZZO. IL PROGETTO CERAMICO 50 TESTI INEDITI RISCRIVONO LA STORIA DELLA CERAMICA DEL ‘900 MIAAO – MUSEO INTERNAZIONALE DELLE ARTI APPLICATE OGGI 19 APRILE - 27 MAGGIO 2007 |
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Torino, 19 marzo 2007 - Il Miaao di rende omaggio al valore storico dell’opera ceramica di Franco Meneguzzo con la mostra dal titolo “Il progetto ceramico”, che rimarrà aperta al pubblico dal 19 aprile al 27 maggio 2007. Franco Meneguzzo (Valdagno 1924) è un attore straordinario, da reilluminare, della storia dell’arte, dell’arte applicata, del design del Xx secolo. Il Meneguzzo pittore non è profeta in patria, ma in Germania sì: il grande conoscitore tedesco Volker Feierabend gli ha assegnato un posto d’onore nella sua celebre collezione, esposta nel 2005 al Mart nella mostra Un secolo di arte italiana. Lo sguardo del collezionista. Opere dalla Fondazione Vaf. La stessa Vaf Stiftung cura la prossima pubblicazione di un volume dedicato alla sua pittura, che diverrà anche il catalogo di una mostra antologica programmata nel 2007 dai musei di Aschaffenburg e Gelsenkirchen. Il Meneguzzo ceramista era invece stato già rivalutato in Italia nel 1999 con una mostra e un libro curati proprio dal direttore del Miaao (Enzo Biffi Gentili, Franco Meneguzzo: l’avventura ceramica 1949-1963, Associazione Jacqueline Vodoz et Bruno Danese, Milano 1999). Al Miaao Franco Meneguzzo ha donato, oltre a un importante vaso del 1958, un corpus inedito di oltre 50 tempere, realizzate tra il 1950 e il 1955: tutti progetti per ceramiche poi realizzate tra Valdagno, Vicenza e Milano ove si trasferì per dar vita, con Bruno Danese, alla Dem, la manifattura all’origine di Danese, ‘casa editrice’ di oggetti di design simbolo dell’età d’oro del Made in Italy. La grandissima importanza storica delle tempere entrate a far parte delle collezioni del Miaao consiste nel loro essere insieme opere ‘autonome’ e disegni ‘funzionali’ alla creazione di vasi, ciotole, piatti, pannelli, tutti da Meneguzzo poi personalmente e artigianalmente realizzati in esemplari unici. Si tratta insomma di un caso, raro nell’ambito delle arti applicate, di pluriennale riflessione teorica, e complessa pratica operativa, compiuta dalla stessa persona, su quel rapporto progetto-oggetto che sembrava riservato al design. Infatti secondo una recente considerazione di Decio Carugati, che riprende una tesi di Klaus Leuschel, il disegno sarebbe patrimonio esclusivo del design industriale perché “nel suo rapporto diretto con il materiale, l’artigiano può attuare eventuali modifiche nei confronti dell’oggetto in lavorazione: nella produzione industriale, invece, tale intervento non è possibile. Si deve partire da un disegno, un bozzetto, uno schizzo, una prefigurazione, in altri termini, si rende necessario qualcuno in grado di ideare, configurare, rappresentare l’articolo da fabbricare, prima che si cominci il lavoro. Questa capacità progettuale è stata, più tardi, definita con il vocabolo design…”. Al contrario Meneguzzo, pur operando diverse variazioni durante la foggiatura e la decorazione dell’oggetto non rinuncia mai a un preliminare disegno di progetto. Tra argilla e carta non si manifesta così una ‘dipendenza’ , una ‘obbedienza’ del momento esecutivo rispetto a quello ideativo, ma una ‘concorrenza’ espressiva (il che rappresenta una attualissima lezione contro la frequente gerarchica ‘supponenza’ dell’artista o del designer verso l’artigiano) . La mostra al Miaao è quindi un’ulteriore prova del peso e del rilievo storico del lavoro ceramico di Franco Meneguzzo, dimostrato ieri da Biffi Gentili documentando suoi testi fittili ‘avanguardisti’ iniziati nel 1949 (precedenti quindi più noti esiti come quelli ‘albisolesi’) e confermato oggi da ‘carte’ che sono prove documentali di una prima ‘rivoluzione’ nelle arti applicate a livello internazionale. In mostra, accanto alle carte, saranno esposte ceramiche coeve di Meneguzzo e sei grandi quadri storici, tra i quali spicca il capolavoro della Mantide del 1958, prestato da Paolo Marzotto. . |
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"PRIMA LA MUSICA", 900 GIOVANI MUSICISTI IN CONCORSO A VIPITENO |
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Bolzano, 19 marzo 2007 – Da oggi sino a sabato 24 marzo, si svolgerà a Vipiteno la 13esima edizione del concorso "Prima la musica". La città dell´Alta Val d´Isarco sarà invasa da circa 900 musicisti in erba. La manifestazione è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa dall´assessora provinciale alla cultura tedesca Sabina Kasslatter Mur, e dal suo omologo tirolese Erwin Koler. Il concorso musicale pantirolese "Prima la musica" fa tappa per la terza volta in Provincia di Bolzano. Dopo le edizioni di Bressanone del 1998, e di Appiano del 2001, questa volta sarà Vipiteno ad ospitare l´ormai tradizionale manifestazione che raccoglie giovani musicisti provenienti dall´Alto Adige, dal Tirolo del Nord e dal Tirolo dell´Est. Saranno circa 900 i partecipanti che si esibiranno a Vipiteno, i migliori dei quali si qualificheranno per la finale di Vienna. "Grazie all´ottima collaborazione con il Tirolo del Nord - ha commentato durante la conferenza stampa l´assessora Kasslatter Mur - i nostri ragazzi avranno anche quest´anno la possibiltà di partecipare ad una importante manifestazione musicale. Eventi come questo permettono ai giovani di appassionarsi sempre di più alla musica, migliorando anche le proprie capacità". L´assessore alla cultura del Land Tirolo, Erwin Koler, ha sottolineato l´importanza anche sociale della musica: "Le scuole di musica del nostro Land - ha spiegato Koler - possono contare su oltre 24mila iscritti, e credo che un concorso come "Prima la musica" possa contribuire ad avvicinare altri giovani a questa realtà". Tutti i concerti di "Prima la musica", che si svolgeranno a Vipiteno tra il 19 e il 24 marzo, saranno gratuiti ed aperti al pubblico. La premiazione dei vincitori avrà luogo sabato 24 marzo, alle ore 16, presso la sala grande del Teatro comunale di Vipiteno. . |
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FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO, LANCIATA CANDIDATURA REGIONE LOMBARDIA, PROVINCIA E COMUNE INSIEME PER GRANDE EVENTO D´AUTUNNO |
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Milano, 19 mrzo 2007 - "La nostra candidatura è sicuramente la più autorevole e forte, sia perché nasce dalla volontà comune e dell´intesa concorde di tre istituzioni, sia perché il patrimonio e il sistema teatrale della Lombardia non hanno eguali in Italia". E´ quanto ha dichiarato il presidente lombardo, Roberto Formigoni, nel corso della conferenza stampa di presentazione della candidatura congiunta di Regione, Provincia e Comune di Milano (rappresentati oggi dal presidente Filippo Penati e dal sindaco Letizia Moratti) al Festival nazionale del Teatro promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. "Il nostro sistema teatrale è d´assoluta eccellenza per l´altissima creatività e professionalità dei soggetti che vi operano, oltre che per le sue dimensioni, penso solo alle 350 sale attive in Lombardia - ha spiegato Formigoni - caratteristiche e condizioni che ci permetteranno, se la nostra candidatura verrà accolta, di svolgere un servizio prezioso per l´intero Paese. Il Festival sarebbe infatti un´occasione unica per far conoscere a tutto il mondo, dai nostri palcoscenici, l´intera tradizione teatrale italiana". Il presidente lombardo ha quindi voluto ricordare il ruolo svolto dalla Regione in questo campo "nel promuovere, valorizzare e riqualificare gli spazi teatrali e l´intero patrimonio culturale e storico della Lombardia. Anche il recente insediamento di un Comitato Scientifico che porterà in tempi brevi alla stesura di una Legge Quadro sullo Spettacolo ci pone all´avanguardia in Italia". "Insomma, abbiamo tutte le carte in regola per vincere questa sfida - ha concluso Formigoni - e per ospitare un Festival che avrà oltretutto un carattere regionale, coinvolgendo nel progetto tutte le Province lombarde con i loro luoghi d´arte e di spettacolo". Ottimista anche l´assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie, Massimo Zanello: "Abbiamo di fronte un´occasione straordinaria che è stata resa possibile dal lavoro comune delle tre istituzioni coinvolte e di tutte le undici Province lombarde - ha dichiarato -. Oggi è un giorno di festa per il quale ringrazio tutti coloro che vi hanno lavorato, con l´auspicio di continuare sempre su questa strada". In ogni caso sia Formigoni che Zanello hanno dichiarato che, anche nel caso che il Festival venga assegnato ad un´altra realtà, un grande evento teatrale potrà essere realizzato lo stesso. "Certo nessuno intende rinunciare - ha commentato l´assessore - ai 5 milioni più l´indotto che si otterrebbero in caso di successo". . . |
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IL PRESIDENTE BASSOLINO SULLA CANDIDATURA DELLA CAMPANIA E DI NAPOLI A SEDI DEL TEATRO FESTIVAL ITALIA |
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Napoli, 19 marzo 2007 - "Abbiamo presentato oggi (15 marzo) al Ministero dei Beni culturali la candidatura della Campania e di Napoli a diventare sedi del Teatro Festival Italia, un grande evento culturale di respiro nazionale ed internazionale su cui punta il nostro governo. La nostra è una candidatura forte perché Napoli e la Campania sono da secoli patrie privilegiate del teatro e dei vari generi che sono riconducibili a questa importante attività culturale. Qui, infatti, a Napoli e nelle tante città della regione, possiamo contare su un patrimonio davvero unico e ricco per autori, attori, strutture e competenze e dove una straordinaria tradizione - basti pensare alle grandi famiglie del teatro napoletano che sono state protagoniste della storia del teatro italiano - si è accompagnata ad una forte capacità innovativa. Infatti, soprattutto oggi, in Campania e a Napoli vengono realizzati tanti e tanti progetti artistici di qualità in campo teatrale che hanno avuto una significativa rilevanza nazionale ed internazionale. Abbiamo, dunque i titoli e le risorse umane e culturali per poter ospitare ed organizzare questo grande evento. " . |
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PRESIDENTE ILLY A INAUGURAZIONE TEATRO PIER PAOLO PASOLINI A CASARSA (PN) |
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Casarsa, 19 marzo 2007 - - "Ogni teatro che si apre costituisce non solo un evento culturale ma anche un arricchimento del tessuto civile. Il teatro è infatti luogo di produzione e diffusione di cultura e, nello stesso tempo, momento di incontro e di scambio sociale in cui si riconosce una comunità. Con questo spirito, pertanto, auguro al nuovo Teatro comunale Pier Paolo Pasolini di Casarsa di saper rispondere con le sue attività alle attese dei cittadini". Questo l´augurio del presidente della Regione, Riccardo Illy - intervenuto il 17 marzo all´inaugurazione assieme all´assessore regionale alla Cultura, Roberto Antonaz, e ad altri esponenti della Giunta e del Consiglio regionali - al nuovo Teatro comunale di Casarsa della Delizia. In precedenza avevano portato il loro saluto il sindaco di Casarsa, Claudio Colussi, e il presidente della Provincia di Pordenone, Elio De Anna, che hanno ricordato come la nuova struttura - a servizio del territorio comunale e mandamentale - si colleghi al Centro Studi "Pier Paolo Pasolini", che ha sede nella vicina casa materna del poeta. Il nuovo Teatro comunale si compone di una sala principale di 430 posti, cui se ne aggiungono altri 50 nelle balconate; e di un ridotto di 100 posti. Una struttura polivalente, quindi, in grado di poter ospitare spettacoli teatrali e musicali, ma anche convegni e incontri. La spesa complessiva per la realizzazione è stata di 4 milioni e 300 mila euro, per oltre il 90 per cento coperta dalla Regione. La serata inaugurale ha visto sul palcoscenico l´Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia diretta dal maestro Tiziano Severini, che ha eseguito la Sinfonia in re magg. Di Cherubini e la Sinfonia n. 5 in do min. Op. 67 di Beethoven. Il programma inaugurale prevede varie iniziative di diverse espressioni artistiche fino al prossimo 20 aprile, aperte a tutta la cittadinanza. . |
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TEATRO ARSENALE, IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO |
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Milano, 19 marzo 2007 - Dopo il viaggio nel mondo dei numeri primi, delle geometrie non euclidee, delle probabilità, dei grafi, il nuovo appuntamento del Teatro in Matematica è dedicato alla Teoria dei Giochi, argomento di grande attualità. Nata dalla mente di un matematico, Von Neumann, e di un economista, Morgenstern, e approfondita dal premio Nobel John Forbes Nash jr (a cui è stato dedicato il film A Beautiful Mind), la Teoria dei Giochi è divenuta la scienza del prendere decisioni in un ambiente competitivo, una raccolta di modelli con regole semplificate delle più grandi competizioni quotidiane. Il titolo dello spettacolo s’ispira ad una delle più famose formulazioni di questa scienza affascinante, il dilemma del prigioniero. Una vicenda densa di mistero. I temi centrali introdotti dal geniale matematico, la cooperazione e il conflitto tra i due concorrenti, ben si prestano ad una elaborazione teatrale. I due contendenti hanno due alternative: cooperare tra loro, cioè convivere pacificamente, o combattersi mantenendo così la scissione. Lo scontro tra le due parti lascia dietro di sé anche alcune vittime, in una storia piena di colpi di scena. Cosa è successo veramente in quella casa in montagna? Ludovico ed Emma avevano deciso di prendersi una vacanza per riprendersi dal dolore per la perdita del figlio, ma ben presto erano rimasti bloccati dalla neve. E cose strane avevano cominciato ad accadere… Era davvero un fantasma quello che si aggirava per casa, oppure uno dei due coniugi stava tramando qualcosa ai danni dell’altro? O c’era qualcun altro ancora, nascosto in quella soffitta? Una storia gotica, in cui è impossibile capire se chi ci sta davanti è un amico da proteggere o un nemico da eliminare. Quartetto del dilemma è il titolo delle musiche originali dello spettacolo composte da Maurizio Pisati. Quattro oggetti sonori concreti - telefono, radio, tempesta, rumori in soffitta - vengono elaborati elettronicamente, indagando le variabili offerte dalla Teoria dei Giochi e, più precisamente, da quello che è noto come il dilemma del prigioniero. Le trasformazioni del suono appaiono dapprima concatenate alle sole necessità teatrali, senza apparente connessione musicale o formale tra loro. Strada facendo danno invece origine a un teatro parallelo quasi indipendente: sequenze di suoni si ritrovano in una sorta di super-dilemma a quattro soggetti, che origina un quartetto di intrecci musicali e infinite soluzioni possibili. “Il Dilemma Del Prigioniero” di Riccardo Mini; regia Valentina Colorni; con Maria Eugenia D’aquino e Riccardo Magherini; musiche Maurizio Pisati; spazio scenico Riccardo Magherini; luci Fulvio Michelazzi; videoinstallazione Ino Lucia; costumi Maria Eugenia D’aquino; consulenza scientifica Prof. Alberto Colorni e Prof. Roberto Lucchetti del Politecnico di Milano; produzione Teatro Arsenale. Prima nazionale Giovedì 22 marzo 2007 - ore 21,15 . . |
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GOLF - CAMPIONATI NAZIONALI FOURSOMES: VINCONO FRANCESCO GARBIN/FRANCESCO TESTA E CHIARA BRIZZOLARI/ALESSIA KNIGHT |
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Milano, 19 marzo 2007 - Francesco Garbin/francesco Testa e Chiara Brizzolari/alessia Knight hanno vinto i Campionati Nazionali Foursomes che si sono disputati sull´impegnativo percorso dell´Adriatic Golf Club di Cervia. Nel torneo maschile, Trofeo Dadi Bergamo, grossa sorpresa in semifinale dove sono uscite le due coppie favorite. Luca Beneduce/marco Beneduce, infatti, sono stati sconfitti da Edoardo Bisetti/alessandro Grammatica (entrambi del Gc Sanremo) con un secco 3/1, identico punteggio con il quale hanno perso Alberto Campanile/giacomo Tonelli per mano di Garbin (Dei Laghi) e Testa (La Rossera). Questi ultimi poi hanno avuto ragione per 1 up dei due liguri dopo una finale molto incerta e combattuta. L´epilogo a sorpresa è stato in linea con gli altri due turni di match play, dove sono stati eliminati Luca Saccarello/filippo Vianelli, primi nella qualifica medal con 144 colpi, e Leonardo Motta/benedetto Pastore, secondi con 147, coppie che erano tra le più gettonate. Nessuna sorpresa, invece, nel campionato femminile, Trofeo Rosanna Bergamo Puricelli, dove Chiara Brizzolari (Gc Rapallo)/alessia Knight (Gc Bologna) hanno conquistato il titolo dopo aver anche offerto la miglior performance nella qualificazione. Vinta largamente con 150 colpi, dodici di vantaggio su Carola Marsala/erica Benassi. Le due azzurre, dopo aver superato largamente Alessandra Napoleone/vittoria Delli Ponti nel primo turno di match play (4/3), hanno eliminato in semifinale Chiara Venezia/eleonora Guarini (2 up). In finale hanno incontrato Enrica Prando (Gc Padova)/susanna Malossini ((Gc Verona), che dopo una qualifica sofferta hanno trovato scioltezza di gioco battendo nell´ordine Marsala/benassi (2/1) e Federica Rossi/virginia Votano in semifinale (2 up). Anche in questo caso la finale è stata ricca di emozioni con Brizzolari/knight che hanno prevalso di misura (1 up). European Tour: Vittoria Annunciata Del Thailandese Chapchai Nirat - Vittoria annunciata del thailandese Chapchai Nirat (266 - 61 66 68 71) nel Tcl Classic, il quindicesimo torneo nel calendario dell´European Tour che sul percorso del Yalong Bay Golf Club di Sanya, ad Hainan Island in Cina, ha concluso la fase extra continentale del circuito. Nirat, che ha messo un punto fermo al suo successo con il 61 nel primo turno (nuovo record del percorso), ha lasciato a tre colpi l´argentino Rafael Echenique (269 - 64 69 68 68), lo scorso anno membro del Challenge Tour. A completare il successo thailandese il terzo posto conquistato da Prayad Marksaeng con 271. Al quarto con 272 l´australiano Simon Nash e l´inglese James Heath, al 9° posto con 274 Lee Westwood, al 13° con 275 Nick Dougherty e solo al 34° con 279 il deludente Paul Mcginley. Alla gara non hanno partecipato giocatori italiani. Il ventitreenne Nirat, professionista dall´età di quindici anni, è il terzo thailandese a vincere nell´European Tour dopo Thongchai Jaidee e Thaworn Wiratchant. "All´inizio del giro - ha detto - ero molto nervoso e devo parecchio al mio caddie Manop Santhiap, che ha saputo darmi i consigli giusti, così come aveva fatto anche nei giri precedenti. Dedico il successo alla mia famiglia, che mi è stata di grande aiuto sin dall´inizio della carriera. Ora proverò a giocare anche nell´European Tour, ma non tralascerò l´Asian Tour perché ho ancora bisogno di fare esperienza". Margherita Rigon Undicesima In Sudafrica - Margherita Rigon si è classificata all´undicesimo posto con 214 colpi (74 69 71) nel Telkom Women´s Classic, torneo del mini tour femminile sudafricano disputato al Benoni Lakes Cc di Johannesburg. Ha vinto la spagnola Tanja Elosegui con 204 (67 65 72) davanti a Rebecca Hudson e a Stacy Bregman, seconde con 205. In quarta posizione con 208 la giovanissima dilettante sudafricana Simon Ashleigh, che la settimana prima si era imposta (205 colpi, 69 64 72) nell´Ace Women´s South African Open, al Durban Cc. Nell´occasione la Rigon è giunta 15ª con 220 (73 71 76) Us Pga Tour: Tiger Woods A Cinque Colpi Dalla Vetta - Classifica ancora rivoluzionata nell´Arnold Palmer Invitational (Us Pga Tour), che si conclude sul tracciato del Bay Hill Club & Lodge, a Orlando in Florida. Nuovo leader è Vaughn Taylor con 202 (64 71 67), che ha due colpi di vantaggio su Ben Curtis (204 - 68 67 69). Al terzo posto con 205 Vijay Singh, rientrato in corsa per il titolo dopo una partenza piuttosto lenta, e Tom Lehman, che sarà una delle ´stelle´ al prossimo Telecom Italia Open (Castello di Tolcinasco G&cc, 3-6 maggio). Ci sono almeno sedici giocatori in grado di vincere e tra costoro Sergio Garcia e Trevor Immelman, quinti con 206, Tiger Woods e Retief Goosen, decimi con 207. Ancora un giro poco brillante di Woods che ha messo insieme il 70 del par con un birdie e un bogey e che dovrà ricorrere a uno dei suoi "miracoli" se vorrà cogliere il secondo alloro stagionale. Solo possibilità di un buon piazzamento per Geoff Ogilvy 21° con 209, Ernie Els 26° con 210, Henrik Stenson 32° con 214 e Phil Mickelson 35° con 212. Quasi in coda Mike Weir, 77° con 221. Il torneo mette in palio cinque milioni di dollari dei quali 900. 000 andranno al vincitore. . |
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CONCLUSA CON SUCCESSO LA FINALE DI COPPA DEL MONDO DI SCI ALPINO DISABILI ZONCOLAN 12-14 MARZO 2007 |
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Trieste, 19 marzo 2007 - Bilancio positivo dell’evento mondiale appena conclusosi in Friuli Venezia Giulia. E mentre la prima finale di Coppa del Mondo di sci alpino disabili sta ancora girando tra immagini e notizie, gli addetti ai lavori hanno già aperto un capitolo 2008. Gli organizzatori hanno visto bene: stupire! „Ospiti di gente unica“ non è solo un motto ma una realtà. Le sedici delegazioni internazionali presenti in regione per partecipare alle finali di Coppa del Mondo di sci alpino disabili, le più forti al mondo in assoluto per la categoria che si sono sfidate a suon di paletti e „sciolina“ aggiudicandosi il punteggio maggiore per qualificarsi a questa finale sono rimaste positivamente colpite dalla macchina organizzativa coordinata in maniera a dir poco esemplare dai responsabili dello Sci Club Due Us Acli di Ronchi dei Legionari, società organizzatrice dell‘evento. La creazione di una filiera attraverso i volontari dello sci club, la Protezione Civile, gli Alpini e quanti hanno reso possibile la manifestazione, ha dato ad un evento importante come una finale di Coppa del Mondo la giusta visibilità e merito. Facendo una sintesi della manifestazione bisogna ricordare che gli eventi collaterali erano iniziati già a gennaio con un’interessante mostra fotografica sullo sci alpino disabili organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste ed il primo convegno nazionale sul tema „Sport & Disabilità“ “Il Ruolo Delle Regioni Nei Confronti Della Disabilita’” organizzato sempre a gennaio a Trieste che ha visto tra i suoi principali relatori Massimo Bernardoni, Presidente Dipartimento Sport Invernali del Comitato Italiano Paralimpico, Paolo Anibaldi, coordinatore nazionale delle politiche dell’handicap dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e Giuseppe Trieste, Presidente Nazionale di Fiaba Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche ed trovato nel regista Gil Rossellini, testimonial della manifestazione, l’ospite d’onore della serata di gala. Nelle settimane antecedenti la finale, le gare sono sono state presentate ai soci del Panathlon, dei Llyons e del Rotary nel corso di alcune riunioni conviviali in regione. Arrivando ai giorni scorsi, gli atleti ed i loro accompagnatori sono rimasti a bocca aperta quando – dopo essersi allenati nel corso della mattinata del sabato sullo Zoncolan – in sole due ore hanno visto il mare ed hanno fatto il loro ingresso nella Piazza più bella d’Europa e sicuramente tra le più belle del mondo. Tre lati di bellissimi palazzi baciati dal sole del tramonto ed una finestra immensa sulle montagne innevate della regione hanno accolto nel „salotto buono“ di Trieste Austria, Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Canada, Giappone, Usa e Sudafrica. Grande successo e fortissime emozioni per una cerimonia di apertura vissuta in una splendida giornata primaverile con Piazza dell’Unità baciata dal sole ed un cielo terso spazzato da raffiche di bora hanno accolto le rappresentative che sono sfilate in Piazza dell’Unità accompagnate dai ragazzi dello Sci Club Due di Ronchi dei Legionari, da quelli del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, dal gruppo folkloristico „Lis Zirandulis“ di Nimis e dalla Banda Arcobaleno di Trieste, „colonna sonora“ della cerimonia. Un manifestazione ricca di significati morali, sociali e sportivi che ha trovato nella „Cerimonia delle Bandiere“ seguita dal saluto delle autorità e dall‘inno nazionale il suo momento più intenso ed emozionante. Entusiasti gli atleti e gli accompagnatori, ammirati gli spettatori, emozionati gli organizzatori: queste le sensazioni che si sono provate nella prima giornata che ha visto „ospiti di gente unica“ le sedici nazioni più forti al mondo nello sci alpino disabili. Nell’abbraccio lungo duecento chilometri, dal mare giuliano alla montagna carnica, le immagini si sono fuse ai suoni, i colori delle bandiere, alle emozioni. Il benvenuto agli atleti è stato dato in primis dall’assessore regionale allo sport Roberto Antonaz „Sono molto contento che il Friuli Venezia Giulia ospiti la finale di Coppa del Mondo di sci alpino disabili e che la nostra regione abbia la possibilità di vedere quegli atleti che molti hanno potuto ammirare durante le gare di Torino 2006. Una finale di Coppa del Mondo è sempre un grande appuntamento e una grossa occasione per promuovere la nostra regione, ma lo è ancora di più quando si parla di sci, e quando questo appuntamento viene programmato in Carnia, sullo Zoncolan. La Carnia è una delle zone più belle del Friuli Venezia Giulia dove tanta è la passione per gli sport invernali e dove la capacità organizzativa e la disponibilità degli abitanti renderanno il soggiorno delle delegazioni straniere davvero indimenticabile. Dopo aver assistito alle finali di Coppa Europa 2006 ha visto come gli atleti partecipanti gareggiano in maniera assolutamente sportiva con una grande voglia di vivere e di competere. La politica regionale pone grande attenzione allo sport per disabili ed è stata premiata con la scelta della Carnia e dello Zoncolan come sede per la Finale di Coppa del mondo di sci alpino disabili. Indice di grande professionalità è il fatto che in una stagione invernale caratterizzata da condizioni climatiche non favorevoli agli sport invernali, tutte le gare e tutte le manifestazioni previste sono avvenute. Portare inoltre la cerimonia di apertura in una piazza come quella di Trieste che in un lungo abbraccio attraverso il golfo arrivando fino alle montagne non può far altro che amplificare il messaggio che una regione come la nostra vuole dare ed essere esempio di sensibilità ed impegno. “ L’assessore provinciale allo sport Maurotommasini ha indicato il Friuli Venezia Giulia come una regione che, grazie all’impegno dell’amministrazione pubblica, è un punto di riferimento nell’organizzazione di manifestazioni sportive ad alto livello: importante è la volontà di far diventare lo sport per disabili, come una fetta dello sport e non uno sport a sé stante. Grande soddisfazione anche da parte del Presidente del Comitato Organizzatore Paolo Tavian e dalla Presidente del Comitato Regionale del Comitato Italiano Paralimpico Marinella Ambrosio. Gli interventi delle autorità si sono conclusi con l’Assessore alla promozione e protezione sociale del Comune di Trieste Carlo Grilli che nel dare il benvenuto agli ospiti ha sottolineato quanto lo sport per i disabili sia un momento di ricerca di normalità e di divertimento. Ha chiuso il cerimoniale dei saluti l’Assessore al Coordinamento Eventi Franco Bandelli che ha espresso la sua soddisfazione per l’inaugurazione di una manifestazione che assume un significato di alto contenuto sportivo, morale e culturale, in quanto momento in cui trova forza il concetto di eguaglianza, solidarietà e civiltà. „E‘ proprio una battaglia civile quella che accomuna tutti noi nel cercare di abbattere ogni barriera, non solo architettonica, ma soprattutto psicologica che limita la libertà e la dignità di chi ha capacità motorie ridotte, ma non per questo deve rinunciare alla partecipazione attiva nella realtà sociale delle nostre comunità. Bisogna allora coinvolgere e sensibilizzare, con la consapevolezza, che nello sport, come in altri campi, le prestazioni di chi porta qualche disabilità possono comunque declinarsi in risultati che si avvicinano di molto a quelli delle competizioni ufficiali. Lo sport, dunque, è uno degli strumenti irrinunciabili per integrare coloro che da diversamente abili hanno ogni diritto a essere protagonisti nella vita. Questo percorso deve iniziare da subito, fin dalla scuola, dove il contatto diretto con l’handicap educa i ragazzi a crescere senza barriere mentali nei confronti di chi è portatore di qualche problema fisico e o motorio. Perché il pericolo che sta sempre in agguato è quello della discriminazione, della chiusura ideologica che tende a ghettizzare e non a includere. Bisogna allora sconfiggere ogni tipo di ignoranza e puntare sull’emersione di quei talenti diversamente abili che si manifestano sempre più spesso in ogni campo. Va allora individuato con fermezza il ruolo degli enti pubblici, che deve essere quello di accompagnare tutte quelle politiche di sostegno e di integrazione, che consentono al confronto e alla conoscenza di rendere le persone disabili protagoniste: capaci di raccogliere le sfide nelle professioni, nell’arte e anche nello sport. “ Una visita lampo che ha portato gli atleti dalla montagna al mare supportata dalle immagini della regione proiettate sul motorhome. Mentre le ombre della sera scendevano su Piazza dell’Unità e le note della Banda Arcobaleno intonavano l’“Inno alla Gioia“ le bandiere, danzando nel vento, prendevano la strada dello Zoncolan pronte a svettare sulla Coppa del Mondo ormai alle porte, non senza però fare prima una suggestiva sosta bordo della Emerald Princess, l’ultimo fiore all’occhiello della Fincantieri che l’ha accolta nei suoi splendidi saloni per un ulteriore benvenuto. Un gioiello pronto a salpare che ha lasciato tutti i visitatori ancora una volta „stupiti“. Perchè questa era la volontà degli organizzatori: dimostrare che chi viene per qualsiasi motivo in Friuli Venezia Giulia (sia questo di lavoro, turismo o sport) è veramente „Ospite di Gente Unica“. Ed è per questo motivo che Paolo Tavian, Presidente del Comitato Organizzatore ha voluto commentare così la giornata di apertura della finale di Coppa del Mondo di sci alpino „ E‘ stato bellissimo. Abbiamo coronato un sogno: quello di portare gli atleti nella splendida cornice di Piazza dell’Unità per fagli vedere le bellezze della nostra regione: in due ore dalla montagna al mare. E poi la conclusione della serata sulla Emerald Princess. Indimenticabile. I giusti festeggiamenti per questi atleti, campioni del mondo ad altissimo livello che meritano la giusta visibilità ma anche un modo per promuovere il turismo attraverso gli eventi. “ Dopo una domenica passata nelle località ospitanti (Arta Terme, Ravascletto, Sutrio e Paluzza) tra relax ed allenamenti sullo Zoncolan, il lunedì mattina sono iniziate le gare di slalom. Il primo benvenuto sulle nevi di Carnia dopo la prima manche è stato dato dalla pattuglia nazionale delle Frecce Tricolori che hanno „stupito“ ancora una volta gli ospiti provenienti da tutto il mondo ed emozionato chi continua a sentire le Frecce come un „bene“ proprio unico ed indispensabile; la radiocronaca del „passaggio“ è stata curata in diretta dal Capitano Saia responsabile dell’Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni della Pan che si è auspicato una continua futura collaborazione nell’orgnizzazione dell’evento. Nel pomeriggio di lunedì ha trovato posto nella programmazione collaterale alle gare un tavolo di lavoro organizzato dal Servizio rapporti internazionali e partenariato territoriale – Direzione centrale relazioni internazionali, comunitarie e autonomie locali e dalla Direzione Centrale Salute e Protezione Sociale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con ospite una delegazione della regione Vysocina (Republica Ceca) sul tema “Sport & Disabilità” “Il Comitato italiano paralimpico Fvg: ruolo ed attività“ – „L’evento mondiale“. La delegazione era composta da responsabili dell’ente regionale ed ospedaliero provenienti dalla regione Vysocina della Repubblica Ceca accompagnati dalla Dott. Ssa Martina Dlabajovà, consulente per l’Europa Orientale del Servizio rapporti internazionali e partenariato territoriale, ed ha incontrato Marinella Ambrosio, Presidente Regionale del Comitato Italiano Paralimpico per esaminare il ruolo e l’attività del Comitato Paralimpico Italiano regionale e conoscere con Paolo Tavian Presidente del Comitato Organizzatore e con la responsabile dell’ufficio stampa della Ipc Alpine Skiing World Cup Finals, i passaggi fondamentali nell’organizzazione di un evento sportivo mondiale e nella sua promozione tramite i media nazionali ed internazionali. Martedì la delegazione della regione Ceca si è trasferita sulle nevi dello Zoncolan per ammirare la bellezza dei paesaggi tra un giro in seggiovia ed uno in motoslitta, assistere alla prima manche dello Slalom Gigante, tifare per la loro nazionale e complimentarsi con i loro connazionali impegnati in gara. Dopo lo slalom gigante, nel pomeriggio, la carovana del circo bianco si è trasferita a Paluzza dove gli atleti hanno ricevuto il benvenuto ed i complimenti del „padrone di casa“ nonchè campione del mondo Giorgio Di Centa, dall’Assessore regionale Marsilio, dal Sindaco di Paluzza, dal Sindaco di Ronchi dei Legionari e dal Dott. Tullio Cianciolo, responsabile dell’Area Adriatica della Banca Popolare Friuladria, sponsor ufficiale della manifestazione che da anni affianca lo sci club nella sua attività e da sempre è azienda sensibile nell’ambito sportivo e sociale. Dopo le premiazioni della prima e della seconda giornata di gara, la serata si è conclusa con una grande festa e balli fino a notte fonda. Il mercoledì si è tenuto il Super G mentre a fine mattina il parterre dello Zoncolan ha visto assegnare la Coppa del Mondo alla nazione più forte, l’Austria seguita da Usa e Germania. Un momento di intensa emozione lo si è vissuto nel momento di ricordo dell’indimenticabile Hans Erlacher e di spensierata goliardia con la „Coppa a sorpresa“ al mitico Palù da dieci anni coach della nazionale tedesca. Il saluto conclusivo agli atleti è stato portato dal Presidente Regionale del Coni, Emilio Felluga. La torta gigante ed i brindisi di rito hanno concluso questa bellissima avventura sportiva accompagnati dalle note della fanfara della Julia. Sicuramente un plauso deve andare a Promotur per la gestione delle piste in giornate tanto calde e per la professionalità con cui in collaborazione con la Protezione Civile ha sostenuto l’organizzazione nei trasporti e nella sicurezza oltrechè offrire la disponibilità a giornalisti, fotografi ed operatori nazionali ed internazionali di realizzare servizi ed immagini ad altissimo livello accompagnandoli nei punti più spettacolari e suggestivi dell’area di gara. Un abbraccio lungo oltre duecento chilometri, un palcoscenico straordinario, buona neve e temperature straordinarie hanno fatto da splendida cornice alla finale di Coppa del Mondo di sci alpino disabili ma senza il sostegno silenzioso ed insostituibile degli oltre duecento volontari l’evento sicuramente non avrebbe avuto la medesima riuscita. Risultati delle giornate di gara Slalom Visually Impared Skiers Female: Gasteiger Sabine Aut ; Forestell Kathleen Can; Farkasova Henrieta Svk. Sitting Skiers Female: Obinata Kuniko Jpn; Victor Stephani Usa; Loesch Claudia Aut. Standing Skiers Female: Woolstencroft Laure Can; Rothfuss Andrea Ger; Corradini Melania Ita. Visually Impared Skiers Male: Santacana Jon Spa; Williamson Christopher Can; Dal Maistro Gian Maria Ita. Sitting Skiers Male: Egle Juergen Aut; Morii Taiki Jpn; Braxenthaler Martin Ger. Standing Skiers Male: Pfyl Thomas Sui; Meusburger Robert Aut; Falch Martin Aut. Slalom World Cup; Visually Impared Skiers Female Austria; Sitting Skiers Female Usa; Standing Skiers Female Canada; Visually Impared Skiers Male Canada; Sitting Skiers Male Austria; Standing Skiers Male Giappone. Giant Slalom Visually Impared Skiers Female: Gasteiger Sabine Aut; Forestell Kathleen Can; Farkasova Henrieta Svk. Sitting Skiers Female: Obinata Kuniko Jpn; Victor Stephani Usa; Loesch Claudia Aut. Standing Skiers Female: Woolstencroft Laure Can; Rothfuss Andrea Ger; Corradini Melania Ita. Visually Impared Skiers Male: Santacana Jon Spa; Williamson Christopher Can; Dal Maistro Gian Maria Ita. Sitting Skiers Male: Egle Juergen Aut; Morii Taiki Jpn; Braxenthaler Martin Ger. Standing Skiers Male: Pfyl Thomas Sui; Meusburger Robert Aut; Falch Martin Aut. Giant Slalom World Cup - Visually Impared Skiers Female Austria; Sitting Skiers Female Usa; Standing Skiers Femalegermania; Visually Impared Skiers Male Spagna; Sitting Skiers Male Germania; Standing Skiers Male Svizzera. Super G Visually Impared Skiers Female: Gasteiger Sabine Aut; Kuliskova Anna Cze; De Troyer Natasha Bel. Sitting Skiers Female: Stephens Laurie Usa; Victor Stephani Usa; Jones Kimberly Can. Standing Skiers Female: Rothfuss Andrea Ger; Woolstencroft Lauren Can; Haslacher Danja Aut. Visually Impared Skiers Male: Santancana Jon Spa; Williamson Christopher Can; Dal Maistro Gianmaria Ita. Sitting Skiers Male: Salzmann Klaus Aut; Egle Juergen Aus; Devlin-young Christopher Usa. Standing Skiers Male: Pfyl Thomas Sui; Schoenfelder Gerd Ger; Lackner Walter Aut. World Cup: Austria; Usa; Germania. . |
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COPPA AMERICA: PRONTI PER LA SFIDA! |
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Milano, 19 Marzo 2007 Vincenzo Onorato, presidente di Mascalzone Latino-capitalia Team, ha presentato il 15 marzo a Milano, al pubblico e alla stampa, il Team che sta per affrontare la Louis Vuitton Cup torneo di selezioni per l’America’s Cup ed i suoi Partner. La sfida del Reale Yacht Club Canottieri Savoia, lo ricordiamo, era stata accettata il 9 marzo 2005 dal Defender Alinghi. “E’ noto a tutti - ha affermato Vincenzo Onorato - che l’America’s Cup è un volano che muove una grande quantità di denaro, con budget di spesa che, per alcuni team, superano ampiamente i 100 milioni di Euro. Perché vi sarete chiesti - probabilmente molte volte - un’azienda o una società decidono di finanziare uno sport quale la vela ed in particolar modo un team che partecipa alla Coppa America…? Di risposte potrebbero essercene molte: perché un evento internazionale di questo livello può esporre ad un vasto pubblico loghi e marchi, oppure perché lo sport della vela rappresenta una simbiosi perfetta tra agonismo e natura. Anche dal punto di vista economico finanziario la Coppa America ha un grande vantaggio rispetto, ad esempio, ad uno spot televisivo di pochi secondi, che costa un’enormità ed è sempre una cosa costruita artificialmente. Al contrario di un pubblicità televisiva in queste regate le barche rimangono in tv per ore e rappresentano un contenuto di verità che è proprio ed unico di questo evento. E, infine, non dimentichiamo nemmeno il valore storico di un evento al termine del quale viene attribuito un trofeo messo in palio per la prima volta nel 1851. ” “La lettura che mi piace dare - continua Vincenzo Onorato - sul fatto che mi ritrovi per la seconda volta a condurre una sfida all’America’s Cup è però legata anche alla passione. Rappresento e guido, infatti un team formato da oltre 100 persone che ha scelto, per passione, di dedicare due e più anni della sua vita a quella che apparentemente molti considerano solo una regata. In verità, però, l’America’s Cup è tutto quanto sopra e anche di più. Sono convinto che il lavoro svolto in questi anni non solo ci abbia portato ad una crescita tecnica ma anche e soprattutto umana. ” “Insieme a tutti i velisti, i tecnici, e i membri del Mascalzone Latino-capitalia Team – conclude Vincenzo Onorato - ringrazio il nostro Main Sponsor Capitalia, i nostri Official Partner Regione Campania, Bigmat e tutti i Partner che hanno creduto nelle nostre motivazioni e ci hanno permesso di affrontare questa nuova grande avventura. ” . |
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VELA: L’EQUIPAGGIO DEL GARDA PER 1° TROFEO CROCE ROSSA ITALIANA A VENEZIA |
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Venezia, 19 marzo 2007 – Grande successo di pubblico sulle banchine a mare del Salone Nautico Internazionale di Venezia che ieri ha potuto assistere alle manovre di partenza delle 10 imbarcazioni Giro 34 (messe a disposizione da Cino Ricci) per la regata 1° Trofeo Croce Rossa Italiana. A tempo di record, meno di un’ora, il primo concorrente ha coperto le circa 4 miglia del percorso, in una giornata di sole e con un vento da nord-est sui 6/7 nodi di intensità: la vittoria è andata all’equipaggio gardesano (sponsor Abm Merchant) guidato da Gianni Torboli (Paolo Malossini, Massimo Cigalotti, Franco Rossi, Stefano Morandini, Vittorio Franzoi). Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente gli equipaggi guidati da Lorenzo Bortolotti (sponsor Cia) e da Enrico Zennaro, quest’ultimo sorpassato proprio negli ultimi metri di regata dopo aver doppiato le boe di San Marco in testa e aver mantenuto fino a qual momento la leadership della flotta. Una regata che si è dimostrata particolarmente impegnativa dal punto di vista tattico:”Molto tecnica - come ha dichiarato il timoniere di Riva del Garda”. Spettacolare l’ultima parte della regata in cui gli equipaggi ingaggiati fra di loro si sono dovuti destreggiare fra numerose manovre. Il ricavato della sfida, ideata e curata dal veneziano Mirko Sguario, verrà devoluto per l’assistenza dei bambini malati provenienti da territori interessati da eventi calamitosi o di altra natura: “la casa dei bambini di Nicola” è un progetto Cri che ricorda Nicola Ciardelli, il 34enne ucciso con altri commilitoni nell’aprile 2006 a Nassirya. L’iniziativa si propone di finanziare la ristrutturazione di una casa colonica nelle campagne di Firenze che ospiterà bambini che necessitano di cure specialistiche. Tutti i premi assegnati nel 1° Trofeo Croce Rossa Italiana sono stati creati dalla nota vetreria veneziana Venini. Nel prossimo fine settimana (domenica 25 marzo), che concluderà il 6° Salone Nautico Internazionale di Venezia, è il programma il Trofeo Porti Alto Adriatico promossa dall’Autorità Portuale veneziana, una bellissima sfida che si disputerà lungo lo stesso percorso del 1° Trofeo Croce Rossa Italiana (Salone-canale della Giudecca-boe nel bacino di S. Marco-salone) con tre imbarcazioni Vor60: gli skipper saranno Giorgio “Dodo” Gorla per Venezia, Guglielmo Danelon per Trieste e Matteo Simoncelli per Ravenna. Domani, in occasione della tradizionale Festa del Papà il campo di regata del Salone Nautico Internazionale di Venezia, si disputerà la Regata Padri e Figli con le imbarcazioni delle imbarcazioni Beneteau 21. 7 e con le imbarcazioni a remi mascarete. In settimana sarà la volta, nei giorni 22/24 marzo, della regata in parallelo Interforze A Vela tra le polizie, che verrà disputata con le imbarcazioni Elan 34 messe a disposizione da Adria Ship di Grado e nel fine settimana degli Ufo 28. . |
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VENTO LEGGERO PER IL 29´ TROFEO ROBERTO BIANCHI VINCONO CAVALLINI (ASSO 99), REDAELLI (PROTAGONIST) E AZZI (FUN) |
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Gargnano, 19 marzo 2007 - Brezze medie-leggere per la 29´ edizione del Trofeo Roberto Bianchi organizzato nelle acque dell´alto lago Garda lombardo dal Circolo Vela Gargnano, il Club che sarà in Coppa America con "+39". La famiglia Cavallini (figli e padre) hanno vinto nella classi Asso 99 con i colori dei Club di Gargnano e Domaso. Secondo si sono piazzati Trevisani-larcher (Cv Gargnano), terzo Diego Petrucci (Cv Gargnano). Nella prima tappa del circuito Ingdirect della classe Protagonist l´affermazione è andata a "Piccolo Principe" dello skipper di casa Marco Redaelli che ha battuto i cremaschi Pola ed Osti, terzi Bonatti e Cicchetti (Cv Gargnano). Nei Fun si impongono i fratelli Azzi (Cv Campione). 2´ Tagliani (Cv Maderno), 3´ Sueri-benedetti (Canottieri Garda). . |
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