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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 09 Settembre 2008 |
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BRAINNET EUROPE INCENTIVA LA RICERCA SUL TESSUTO CEREBRALE |
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Bruxelles, 9 settembre 2008 - Dal Xix secolo gli scienziati eseguono autopsie sul cervello umano per capire meglio la patogenesi dei disturbi del sistema nervoso centrale (Cns). Ma nonostante i progressi metodologici nel settore delle banche del cervello abbiano lasciato un segno nel mondo della ricerca, c´è ancora molto da fare. Chiaramente, il problema maggiore è rappresentato dalla raccolta di cervello umano, e Brainnet Europe (Network of European Brain and Tissue Banks for Clinical and Basic Neuroscience - Network di banche europee di tessuto cerebrale per la neuroscienza clinica e di base) si propone di trovare la soluzione. Questa Rete di eccellenza, finanziata dall´Ue nell´ambito del 6° Pq attraverso il programma Life Science con 7,74 Mio Eur, è un consorzio di banche del cervello attivo in tutta l´Europa. Costituito da 18 banche del cervello a pieno titolo, una banca del cervello associata e il gruppo Gabo:mi (project management e Pr) Brainnet Europe si propone 6 obiettivi strategici, inclusa la promozione delle banche del cervello come risorse per la neuroscienza in europa, determinando i limiti dell´uso del tessuto cerebrale post-mortem per le tecniche molecolari avanzate e alimentando la collaborazione con i centri di neuroscienze nel mondo. Brainnet Europe ritiene che una ricerca forte, che è lo scopo internazionale, sia direttamente collegata alla disponibilità di campioni di tessuto cerebrale di alta qualità, i quali siano clinicamente e neuropatologicamente convalidati secondo gli standard più alti. Altrettanto importante è la disponibilità di "materiale di controllo normale", dicono i partner del progetto. Partito nel 2001, Brainnet Europe è riuscito a riunire esperti di banche del cervello e istituti di spicco per fare della qualità delle banche del cervello europee un punto di riferimento, dichiarano i partner. Inoltre, le banche del cervello, i medici e i biologi molecolari di tutta l´Europa sono determinati a lavorare insieme per assicurare dei risultati positivi. I partner del progetto sostengono che la concentrazione delle conoscenze nella ricerca sul cervello è unica in Europa e sta indicando la via nella ricerca sul cervello, sia a livello regionale che internazionale. Brainnet Europe è anche determinata ad alimentare il controllo della qualità, specialmente definendo dei "gold standards" nella raccolta del tessuto cerebrale e nella diagnostica neuropatologica, come anche conducendo degli study interlaboratoriali per l´armonizzazione della diagnostica neuropatologica in tutta l´Europa. In uno sviluppo correlato, Brainnet sta organizzando la seconda conferenza internzionale sulla Ricerca sul tessuto cerebrale umano, in programma dal 10 al 12 dicembre 2008 a Monaco, Germania. Per ulteriori informazioni, visitare: Brainnet Europe: http://www. Brainnet-europe. Org/index. Php Conferenza Brainnet: http://www. Brainnet-europe. Org/conference/ . |
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IL LIBRO VERDE "LA VITA BUONA NELLA SOCIETÀ ATTIVA" |
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Roma, 9 settembre 2008 - Il futuro del Welfare in Italia. Con il libro verde prodotto dal ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, il ministro Maurizio Sacconi avvia un dibattito pubblico sul futuro del sistema del welfare in Italia, nella speranza di pervenire a soluzioni il più possibile condivise dagli attori istituzionali, politici e sociali. Affinché il dibattito possa dispiegarsi nel confronto più aperto possibile, sarà aperta una consultazione pubblica per un periodo di tre mesi, fino al 25 ottobre, attraverso la casella di posta elettronica libroverde@lavoro. Gov. It. Con la prefazione a cura del Ministro, il libro verde propone una visione del futuro del nostro modello sociale "nella prospettiva della vita buona nella società attiva", un modello, cioè, capace di concorrere alla costruzione della coesione sociale, fondamentale obiettivo della nostra società, così come è stato individuato dall´Unione Europea con la cosiddetta Strategia di Lisbona. In particolare, è stata la Commissione Europea sulla salute, nel suo recente Libro bianco, a sottolineare lo stretto legame tra salute e prosperità economica, avvalorando il concetto cardine evidenziato dalla Strategia di Lisbona, che pone al centro il benessere dei cittadini per la crescita e l´occupazione. Il Libro verde del welfare parte da considerazioni cui non si sfugge: "Le tendenze demografiche, i grandi cambiamenti nella coscienza dei bisogni e nella struttura delle risposte, la globalizzazione sregolata e una crescita dell´economia che rimane al di sotto del potenziale stanno progressivamente sgretolando la rete delle vecchie sicurezze". Ricostruire un welfare capace di riproporre la centralità della persona e della sua salute significa ridurre la povertà, l´emarginazione e il disagio sociale, incrementando la produttività del lavoro, i tassi di occupazione e la crescita complessiva dell´economia. "La sfida a cui siamo chiamati non è solamente economica ma, prima di tutto, progettuale e culturale. Vogliamo riproporre la centralità della persona, in sé e nelle sue proiezioni relazionali a partire dalla famiglia", si legge nella prefazione del libro verde, che individua un futuro welfare capace di dare rilievo, insieme alle imprescindibili funzioni pubbliche proprie delle istituzioni, anche al valore della famiglia e a tutti i corpi intermedi che concorrono a fare comunità. L confronto che si intende sollecitare con questo Libro verte su aspetti specifici che già di per sé conducono ad un nuovo sguardo sulla nostra società e sulle regole sulle quali si fonda. Le disfunzioni, gli sprechi ed i costi del modello attuale di welfare; la capacità di transitare verso un nuovo modello sociale che consideri prioritario accompagnare le persone lungo tutto l´arco della vita senza perdere di vista il binomio opportunità – responsabilità; un modello di governance che garantisca la sostenibilità finanziaria; perseguire gli obiettivi strategici per realizzare concretamente un nuovo modello, anche attraverso il costante e proficuo confronto con le migliori esperienze internazionali; la formulazioni di linee guida sui pilastri su cui si basa il sistema, con programmi specifici dedicati alla natalità, alla famiglia, alla formazione legata all´occupazione (occupabilità) e alla prevenzione per la salute. Con nuovi interventi su lavoro, sanità e pensioni, il Libro verde dà il via ad un pecorso che porterà, entro la fine dell’anno, alla riforma dello Stato Sociale. I passi necessari a produrre tale riforma saranno illustrati dal ministro Sacconi in autunno, con la presentazione di un Libro bianco che sarà fonte e avvio dei nuovi provvedimenti sul welfare. . |
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UNO STUDIO SOVVERTE LE REGOLE DI FARMACOLOGIA SECOLARI |
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Bruxelles, 9 settembre 2008 - Pare che uno dei principi di base più antichi della farmacologia stia per essere confutato. Sembra che nuove scoperte effettuate dai chimici della Università di Warwick nel Regno Unito contraddicano la "legge di Overton" secolare che spiega la velocità con la quale le sostanze chimiche, come le medicine, possono attraversare le pareti cellulari. Le scoperte hanno conseguenze enormi per lo sviluppo dei farmaci. Molti farmaci devono entrare nelle cellule per funzionare in modo efficace. Mentre alcune molecole riescono ed entrare nella cellula in modo attivo tramite strutture speciali integrate nella membrana cellulare, altre vi accedono passivamente, permeando la membrana lipidica della cellula. La legge di Overton riguarda le molecole che entrano nelle cellule tramite permeazione passiva. Intorno al 1890, lo scienziato svizzero Ernst Overton ha sviluppato un´equazione che prevede la velocità con la quale una data molecola entra in una cellula. La legge che ne deriva, che prende il nome dal suo inventore, indica che più semplice è per una sostanza chimica dissolversi nei lipidi (grassi), più velocemente verrà trasportata nella cellula. Uno dei parametri più importanti della legge di Overton è K, che definisce la lipofilicità (natura oleosa) delle sostanze chimiche sotto studio. Maggiore è il valore di K, più rapida sarà la velocità di diffusione attraverso la membrana cellulare. In altre parole, più la sostanza chimica preferisce i lipidi, più velocemente entra nella cellula. Nel secolo in cui per la prima volta il dottor Overton ha ideato questa equazione, gli scienziati medici hanno fatto affidamento sulla legge di Overton per progettare studi e trial clinici. Nella recente parte della ricerca, gli scienziati hanno usato le ultime tecnologie per studiare in dettaglio ciò che accade esattamente quando una molecola entra in una cellula. Per lo studio hanno usato acidi deboli: secondo la legge di Overton, queste molecole lipofiliche dovrebbero passare attraverso la membrana cellulare in modo relativamente veloce. I loro risultati sono stati pubblicati online nel Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Ciò che hanno osservato ha scioccato i ricercatori. I loro risultati erano in contrasto con la scienza accettata ed hanno contraddetto direttamente la legge di Overton. In breve, le molecole più lipofiliche ci hanno messo di più ad attraversare la membrana e gli acidi meno lipofilici ci hanno messo di meno. La nuova regola suggerisce che la regola di Overton si deve cambiare completamente: secondo questi risultati più facile è per le sostanze chimiche dissolversi in un lipide, più lentamente vengono trasportate attraverso la membrana cellulare. "Si tratta di una scoperta sorprendente ed emozionante. Pare che le nostre osservazioni dirette minino completamente una regola chiave che ha resistito al test del tempo per oltre un secolo," ha affermato il ricercatore capo, il professor Patrick Unwin. "Ora effettueremo osservazioni con una serie di altre sostanze chimiche e con altre tecniche per spiegare ulteriormente la base molecolare per le nostre osservazioni. I libri di testo si dovranno riscrivere per rivedere una regola sulla quale è stato fatto affidamento per oltre un secolo. Le tecniche avanzate, come quella che abbiamo sviluppato, dovrebbero spiegare molto più chiaramente l´azione di una vasta serie di molecole di farmaci, che saranno di interesse particolare per gli sviluppatori di farmaci. " Per ulteriori informazioni, visitare: Università di Warwick: http://www. Warwick. Ac. Uk Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas): http://www. Pnas. Org . |
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PUBBLICATE SUL JOURNAL OF HYPERTENSION LE NUOVE LINEE GUIDA EUROPEE PER L’AUTOMISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA |
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Milano, 8 settembre 2008 – Com’è noto l’ipertensione arteriosa è fonte di gravi malattie cardiovascolari e chi ne è colpito, per prevenire i rischi ad essa correlati, deve monitorarla costantemente. Ma affinché la diagnosi, la prevenzione e la terapia siano efficaci è necessario che la misurazione della pressione arteriosa venga effettuata anche al di fuori dello studio medico. Tuttavia, quando è effettuata direttamente dal paziente fuori dal controllo medico, è importante che tale misura sia fatta in modo corretto evitando errori. L’automisurazione a domicilio della pressione arteriosa, infatti, è una pratica di larghissima e ancora crescente diffusione anche in Italia e può essere utilissima per una diagnosi accurata dell’ipertensione e per gestirne il trattamento, ma è spesso mal utilizzata dal paziente, talvolta anche in modo superficiale e senza collaborazione con il proprio medico, con tutti i rischi che ne derivano. Sul numero di agosto del Journal of Hypertension (vol. 26, No 8) sono state pubblicate le nuove linee guida stilate dalla European Society of Hypertension per l’automisurazione a domicilio della pressione arteriosa. Si tratta di una sorta di decalogo che i medici dovrebbero seguire per guidare le persone affette da ipertensione (che rappresentano circa il 44% della popolazione generale in Europa, una percentuale che sale oltre il 70-75% nei soggetti più anziani; dati che corrispondono anche alla popolazione italiana) ad effettuare un controllo corretto della pressione a domicilio e a scegliere e a usare al meglio gli strumenti di misurazione disponibili sul mercato. La versione precedente delle linee guida europee risaliva al 2000. Il documento è stato messo a punto da un gruppo di studiosi, medici e ricercatori che include gli esperti mondiali del settore, coordinati dal professor Gianfranco Parati del dipartimento di Medicina Clinica e Prevenzione dell’Università di Milano-bicocca. Il documento è stato realizzato in stretta collaborazione con il professor Giuseppe Mancia, docente di Medicina interna e afferente allo stesso dipartimento e con l’assistenza del Dr. Grzegorz Bilo, proveniente dall’Università di Cracovia e Dottore di Ricerca in Ipertensione e Rischio Cardiovascolare presso l’Università di Milano-bicocca e della Dr. Ssa Miriam Revera, dottoranda in Ipertensione e Rischio Cardiovascolare presso la stessa Università (per l’elenco completo degli autori dello studio si veda il documento allegato). Le regole per misurare la pressione arteriosa Condizioni ideali: prima di effettuare la misurazione è opportuno riposare per almeno 5 minuti e aver sospeso il fumo e l’assunzione di caffeina da 30 minuti. Bisogna stare seduti, appoggiati a uno schienale e col braccio su un tavolo. Posizionare correttamente il bracciale dell’apparecchio, rimanere immobili, con le gambe distese, non parlare e cercare di rilassarsi. È opportuno ripetere la letture a intervalli di 1-2 minuti scrivendo i risultati se il dispositivo non è dotato di memoria elettronica. Quando effettuare la misurazione e quante volte: Una volta che il paziente è stato adeguatamente istruito dal suo medico all’uso dello strumento, le misurazioni a domicilio vengono raccomandate sull’arco di una settimana prima di ogni visita medica. Le misurazioni vanno effettuate in sessioni di sette giorni, due volte al giorno (mattina e sera, prima di assumere farmaci e mangiare) avendo cura di ripetere due volte ciascuna misurazione. Le misurazioni effettuate il primo giorno non devono essere considerate. Nel lungo periodo bastano misurazioni più saltuarie, utili anche per mantenere il paziente attivamente coinvolto nella gestione del suo “problema pressione” e per migliorare la sua aderenza ai trattamenti prescritti, problema questo ancora non soddisfacentemente risolto. . |
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UNO STUDIO DIMOSTRA CHE DEGLI ESERCIZI SPECIALI POTREBBERO ALLONTANARE LA DISLESSIA NEI BAMBINI |
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Bruxelles, 9 settembre 2008 - Secondo l´ultima ricerca del centro di eccellenza finlandese su apprendimento e ricerca sulla motivazione, è possibile prevenire una dislessia completamente sviluppata usando esercizi speciali. La dislessia fa vagamente riferimento alle disabilità di lettura, mentre nella comunità medica viene definita come condizione derivante da cause neurologiche, di maturazione e genetiche. I ricercatori finlandesi hanno isolato con successo gli identificatori chiave dell´inizio dell´insorgenza della dislessia ed hanno evitato che si sviluppasse grazie all´uso di esercizi speciali. Gli esercizi vengono incorporati in un programma al computer che al momento è disponibile gratuitamente online. L´ambiente interattivo simile a un gioco contribuirà alla prevenzione della dislessia. È stato sviluppato in base ai risultati dello studio di ricerca condotto dal professor Heikki Lyytinen presso l´Università di Jyväskylä in Finlandia. Secondo il professor Lyytinen, il gioco al computer attira e mantiene l´attenzione dei bambini efficacemente in un modo che "i bambini trovano divertente, anche se hanno difficoltà a imparare a leggere. " Lo studio di ricerca prevedeva un confronto tra 107 bambini che avevano almeno un genitore con dislessia e un gruppo di controllo di bambini senza predisposizione ereditaria. I ricercatori hanno poi seguito lo sviluppo dei bambini dalla nascita attraverso l´età scolare. "Metà dei bambini i cui genitori avevano difficoltà di lettura e scrittura, ritenevano l´apprendimento alla lettura più difficile rispetto ai bambini del gruppo di controllo," ha spiegato il professor Lyytinen. "Le caratteristiche atipiche dello sviluppo linguistico di questi bambini indicavano il rischio in una fase molto precoce e sono state anche in grado di delineare un quadro più chiaro della progressione tipica di uno sviluppo che indica difficoltà di lettura e scrittura. " Il gruppo di ricerca ha individuato due identificatori chiave dell´insorgenza precoce della dislessia. Una è la capacità ritardata di percepire ed elaborare mentalmente le sottigliezze della voce di una persona, mentre l´altra è la risposta ritardata nel nominare oggetti familiari, presenti visivamente. Quando crescono, pare che i bambini abbiano più problemi a ricordare i nomi e i suoni delle lettere. "Acquisire la capacità di leggere richiede molta più pratica da questi bambini rispetto ai loro coetanei. L´automatizzazione della lettura rappresenta una sfida aggiuntiva. Inoltre, un´abilità di lettura fluente è un prerequisito per essere in grado di capire una parte di testo impegnativa," ha affermato il professor Lyytinen. "Chi legge lentamente non è in grado di afferrare un certo testo nel suo complesso e pertanto è difficile seguire la storia. Per questo motivo dovremmo prestare particolare attenzione non solo alla precisione di lettura e scrittura, ma anche alla comprensione dei testi, anche con frasi molto lunghe. " Secondo il ricercatore non è mai troppo tardi per iniziare a usare i programmi di apprendimento sviluppati dal gruppo. Tuttavia, prima inizia la formazione, meglio è. "Il migliore momento per iniziare questi esercizi è l´ultima parte dell´età prescolare, ma non è troppo tardi nemmeno quando i bambini hanno iniziato la scuola," ha affermato il professor Lyytinen. "Ovviamente, il risultato dell´apprendimento migliora con una formazione continua: più di una volta al giorno e in sessioni brevi. La durata ottimale per una singola sessione di gioco dipende comunque da quanto i bambini la trovano divertente. " Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Lukimat. Fi. . |
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ASSISTENZA ODONTOIATRICA IN PROVINCIA DI TRENTO “LA SALUTE DELLA BOCCA DIVENTA UN VERO SERVIZIO PUBBLICO” IL MODELLO TRENTINO PUNTA SULLA PREVENZIONE |
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Trento, 9 settembre 2008 - La Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alle politiche per la salute Remo Andreolli, ha approvato venerdì 25 luglio la delibera che fissa le direttive per l’anno 2008 dell’assistenza odontoiatrica, settore della sanità pubblica che in Trentino vede la Provincia autonoma di Trento offrire un servizio di gran lunga superiore alla media nazionale. La delibera ridefinisce i criteri di intervento della Provincia in questo che diventa – come ha ribadito il 28 luglio nel corso di una conferenza stampa l’assessore alle politiche per la salute Remo Andreolli – un vero e proprio servizio attivato su larga scala a favore della popolazione: “La salute della bocca diventa in Trentino a pieno titolo e in maniera strutturata un vero servizio delle prestazioni garantite dal servizio sanitario provinciale”. Tre le novità di rilievo, tra le tante, introdotte dalla delibera: l’istituzione del Libretto odontoiatrico per i giovani, così da favorire la prevenzione, l’aumento delle numero di cure rimborsate dall’ente pubblico (ad esempio, gli impianti fissi), e la possibilità di convenzioni con gli studi privati. Da settembre, in generale, i pazienti potranno così scegliere tra le strutture pubbliche e private (convenzionate) e, sulla base degli indicatori Icef (reddito familiare), beneficiare di forme di “compartecipazione della spesa”. La situazione in Italia. L’assistenza odontoiatrica rappresenta il settore cui il Servizio sanitario nazionale ha dedicato tradizionalmente un impegno limitato, malgrado le molteplici implicazioni di carattere sanitario e sociale collegate a questo tipo di assistenza: in primo luogo, il livello di qualità della vita legata alla salute della bocca e, da un punto di vista economico, la gravosità economica di determinati interventi protesici. Per questa ragione, la Provincia autonoma di Trento ha deciso da tempo di intervenire a favore di fasce della popolazione con reddito limitato. I limiti del Servizio sanitario nazionale e gli alti costi delle prestazioni offerte nel libero mercato, creano – infatti - condizioni di disuguaglianza nell’accesso all’assistenza odontoiatrica che, quindi, dipende quasi esclusivamente dal livello di reddito personale. Oggi l’organizzazione dell’offerta odontoiatrica da parte dei Servizi sanitari delle Regioni è assolutamente disomogenea e, accanto alla promozione di comportamenti positivi di prevenzione individuale, si sta assistendo su tutto il territorio nazionale ad iniziative per garantire uniformità ed omogeneità di servizi per le cure odontoiatriche (attraverso la definizione della tipologia delle prestazioni che devono essere garantite da tutte le Aziende sanitarie delle Regioni) e allo sviluppo di reti di servizi per le cure odontoiatriche, gestiti direttamente o in convenzione. Le indicazioni nazionali limitano la competenza del Servizio sanitario nazionale ai programmi di tutela della salute odontoiatrica in età evolutiva (0-14 anni), all’assistenza odontoiatrica e protesica a favore di soggetti in condizione di particolare vulnerabilità, riferita alla salute e alla condizione sociale e alla garanzia per la popolazione generale del trattamento delle urgenze. Il quadro normativo. La Provincia autonoma di Trento ha disciplinato il settore dell’assistenza odontoiatrica attraverso la legge provinciale numero 20/1991 (Interventi volti ad agevolare l’accesso a prestazioni di assistenza odontoiatrica, protesica ed ortodontica); e la delibera della Giunta provinciale n. 1788/2004 che (aggiornata dalle successive deliberazioni 1059/2007 e 1060/2007) ha definito la rete dei servizi rivolti all’età evolutiva, a categorie di soggetti in condizioni di vulnerabilità sanitaria, sociale ed economica, alla popolazione generale. Più recentemente, con la legge provinciale che disciplina l’assistenza odontoiatrica in provincia di Trento (numero 22/2007), il consiglio provinciale ha approvato la nuova disciplina per il settore e, in particolare, la tipologia delle prestazioni e dei servizi che devono essere garantiti agli assistiti del Servizio sanitario provinciale e le forme e modalità di partecipazione alla spesa da parte degli utenti. La legge provinciale del 2007 rinvia a specifici provvedimenti attuativi annuali - da adottare a cura della giunta provinciale - la disciplina di condizioni, limiti e modalità d’accesso, ivi inclusa l´eventuale compartecipazione degli assistiti alla spesa. Il nuovo sistema trentino. Con la delibera approvata venerdì e presentata dall’assessore provinciale alle politiche per la salute Remo Andreolli, la giunta provinciale ha approvato i provvedimenti attuativi e, pertanto, diventano operative le previsioni della legge provinciale. Gli ambiti di tutela odontoiatrica (soggetti beneficiari, tipologia di prestazioni erogabili, modalità di compartecipazione alla spesa) previsti dalla legge provinciale 22/2007 sono descritti nella tabella, illustrata dal dirigente del Servizio economia e programmazione sanitaria Guido Baldessarelli.
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Legge Provinciale 12 Dicembre 2007, N. 22 "Disciplina Dell´assistenza Odontoiatrica In Provincia Di Trento |
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Soggetti Destinatari (beneficiari) |
Tipologia Prestazioni |
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Livello di Assistenza e Compartecipazione alla spesa |
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Art. 2 - Soggetti in età infantile ed evolutiva |
Soggetti minori di anni 18 (alla data della richiesta) |
prevenzione |
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Livello Essenziale a titolo Gratuito per tutti i soggetti presenti sul territorio provinciale |
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Interventi curartivi |
Livello Aggiuntivo a titolo Gratuito per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
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fornitura di apparecchi per ortodonzia (+ attività clinica connessa) |
Livello Aggiuntivo con articolazione tariffaria secondo Indicatore Icef per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
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Art. 3 - Soggetti in condizione di particolare vulnerabilità |
a) |
Soggetti disabili psico-fisici |
Interventi curartivi fornitura di protesi fisse e mobili (+ attività clinica connessa) |
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Livello Aggiuntivo a titolo Gratuito per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
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b) e c) |
Soggetti con patologie generali gravi e Soggetti con patologie specifiche |
Interventi curartivi fornitura di protesi mobili (+ attività clinica connessa) |
Livello Aggiuntivo con articolazione tariffaria secondo Indicatore Icef per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
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d) |
Soggetti a elevato rischio infettivo (solo sieropositivi Hiv) |
Interventi curartivi fornitura di protesi fisse e mobili (+ attività clinica connessa) |
Livello Aggiuntivo a titolo Gratuito per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
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Art. 3 - Soggetti in condizione di particolare vulnerabilità |
e) |
Nuclei familiari a bassa condizione economico/patrimoniale |
Interventi curartivi fornitura di protesi mobili (Apss) / concorso spese (studio privato) |
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Livello Aggiuntivo con articolazione tariffaria secondo Indicatore Icef per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
f) |
Soggetti anziani (età = > 65 anni) |
Interventi curartivi |
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Livello Aggiuntivo a titolo Gratuito per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
fornitura di protesi mobili (+ attività clinica connessa) |
Livello Aggiuntivo con articolazione tariffaria secondo Indicatore Icef per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
g) |
Donne in gravidanza oltre il 3° mese |
prevenzione Interventi curartivi |
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Livello Aggiuntivo a titolo Gratuito per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
Art. 4 - Generalità della popolazione |
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Iscritti al Ssp e residenti |
prestazioni di Chirurgia orale di particolare complessità, in regime ambulatoriale e di day surgery, che rispondono a specifico grave quadro clinico e la propedeutica visita specialistica di consulenza odontoiatrica |
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Livello Aggiuntivo a titolo Gratuito per gli iscritti al Servizio sanitario provinciale con il requisito della Residenza |
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Iscritti al Ssn |
prestazioni di Urgenza odontoiatrica |
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Livello Essenziale a titolo Gratuito per tutti i soggetti presenti sul territorio provinciale | L’attivazione delle prestazioni di assistenza protesica fissa è rinviata a successivo provvedimento in attesa della predisposizione, a cura dell’azienda provinciale per i servizi sanitari entro il termine di sei mesi, di specifiche linee guida operative. Il provvedimento approverà anche uno specifico modello Icef per determinare le condizioni di accesso a tale forma di assistenza. In termini generali, la delibera approvata venerdì prevede – con l’obiettivo di semplificare l’accesso alle cure, una serie di opzioni a favore dell’utente. In primo luogo, il paziente potrà scegliere in maniera libera e trasparente l’operatore sanitario cui rivolgersi, contattando direttamente senza mediazioni, lo studio odontoiatrico di gradimento - che deve essere ovviamente convenzionato - e accordarsi per le cure. Ciascun Distretto sanitario dell’Azienda renderà disponibile e consultabile l’elenco provinciale degli odontoiatri convenzionati con il Sistema sanitario provinciali. Per le prestazioni assoggettate a compartecipazione alla spesa in funzione dell’indicatore Icef, l’utente – che accede allo studio odontoiatrico (pubblico o privato convenzionato) – dovrà esibire la certificazione Icef, acquisita presso i Centri di assistenza fiscale della provincia e nella quale viene specificato, per ogni singola prestazione, la tariffa provinciale e la quota personale di compartecipazione alla spesa (calcolata sull’Icef). La somma dovrà essere versata personalmente dal paziente. “Con il nuovo sistema – ha sottolineato l’assessore Andreolli – abbiamo scelto di far concorrere alla spesa in maniera progressiva e sulla base della capacità di reddito. In altre parole, abbiamo volutamente escluso il principio secondo cui una persona rientra pienamente nei parametri o ne viene escluso. Nel caso del sistema odontoiatrico trentino, un paziente sarà chiamato a concorrere alla spesa sulla base dell’indicatore Icef: una variazione dell’indicatore porterà ad una variazione della spesa a carico del paziente”. Secondo la delibera, l’accesso del paziente implica necessariamente la prima visita che è, pertanto, obbligatoria. L’odontoiatra, a seguito della prima visita, elabora il Piano di cura e prenota le successive sedute dell’utente. Ogni singola seduta – nel corso della quale possono essere erogate fino a 4 prestazioni - determina il pagamento della quota di compartecipazione alla spesa (se e in quanto dovuta) da parte dell’utente e riscosso direttamente dallo studio. E’ anche previsto che le prestazioni di assistenza odontoiatrica, ortodontica e protesica disciplinate dalla legge potranno essere erogate, in via indiretta presso ambulatori e studi odontoiatrici privati non convenzionati solo in caso di superamento del tempo di attesa massimo prestabilito per la prima visita e fissato al 60° (sessantesimo) giorno decorrente dalla prenotazione della prestazione presso il Centro Unico di Prenotazione (Cup) dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Si segnala peraltro che, in prima applicazione, anche questo aspetto è rinviato all’adozione delle Linee guida operative da parte dell’Azienda sanitaria. Uno dei punti di partenza del nuovo assetto per l’assistenza odontoiatrica riguarda la prevenzione: “Crediamo che una corretta e costante azione di informazione – ha spiegato l’assessore Andreolli – consentirà nei prossimi anni di ridurre il numero di pazienti di devono rivolgersi alle cure”. Per questo motivo, la delibera introduce il Libretto odontoiatrico per i giovani di età inferiore ai 18 anni, che sarà redatto nei primi mesi di vita dai genitori e poi dagli operatori sanitari. I soggetti beneficiari delle nuove misure sono i ragazzi dai 0 ai 18 anni (nel resto d’Italia la soglia di età è fissata a 14 anni), le categorie vulnerabili (anziani, persone con basso reddito e disabili) e la generalità della popolazione purché rientri nei parametri Icef. Le prestazioni per cui viene riconosciuto un concorso dell’ente pubblico nella spesa sono la prevenzione e l’igiene orale, le cure (estrazioni, ablazioni, carie ed otturazioni), apparecchi fissi e mobili, assistenza protesica mobile (dentiere), impiantologia e assistenza protesica (corone e ponti). Le prestazioni possono essere di tipo dirette (presso le strutture sanitarie pubbliche o studi convenzionati) o indiretta (a cui si può accedere trascorsi i 60 giorni di attesa e mediante un rimborso su base tariffaria). L’assistenza sarà definita sulla base di un “indice di necessità odontoiatrica”, ovvero sulla base dell’urgenza dell’intervento. . . |
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QUINTO CONGRESSO EUROPEO SULLA NUTRIZIONE E LA SALUTE DELLE PERSONE ANZIANE |
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Varsavia, 9 settembre 2008 - Dal 15 al 17 settembre si terrà a Varsavia, in Polonia, il quinto Congresso europeo sulla nutrizione e la salute delle persone anziane intitolato "Invecchiare bene attraverso una dieta ed uno stile di vita sani" ("Successful ageing through diet and healthful lifestyle"). I temi principali affrontati attraverso sessioni plenarie, dibattiti, presentazioni orali e attraverso poster includono: prospettive future della nutrizione degli anziani, modelli dietetici e malattie croniche nel mondo, interazione tra nutrizione, invecchiamento e malattie, nutrizione, atttvità fisica e salute ossea, nutrizione nel sostegno della qualità della vita nell´anzianità, nutrizione nella sanità pubblica relativa all´anzianità, Europa: politiche e progetti, raccomandazioni e linee guida per gli anziani. A partire dal 1991 il congresso è stato organizzato ogni quattro anni. Vuole essere una piattaforma per la condivisione di esperienze e lo scambio di idee e informazioni nel campo dell´alimentazione, della dieta e della salute della popolazione che invecchia. Per ulteriori informazioni, visitare: http://nhecongress2008. Sggw. Pl/ . . |
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SALUTE FVG: BANDO PROGETTI INNOVATIVI PER NON AUTOSUFFICIENTI |
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Trieste, 9 settembre 2008 - La direzione regionale Salute e Protezione sociale, su indicazione dell´assessore Vladimir Kosic, lancia un bando per progetti finalizzati alla promozione attiva della domiciliarità per le persone non autosufficienti, da attuarsi attraverso attività di sviluppo di comunità, utilizzo di tecnologie per la domiciliarità e introduzione di modelli innovativi nella gestione dei servizi, in particolare attraverso lo sviluppo dell´informatizzazione. I progetti saranno finanziati con le risorse stanziate in base all´articolo 22 della legge regionale sull´innovazione (legge 26 del 2005 "Disciplina generale in materia di innovazione, ricerca scientifica e sviluppo tecnologico"). Su un totale di 600 mila euro a disposizione, 400 mila sono stati appunto riservati a progetti selezionati attraverso la procedura di bando. Il bando e i moduli per la presentazione delle domande e delle proposte progettuali saranno prossimamente pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Friuli Venezia Giulia. La scadenza per la presentazione delle domande e della documentazione è prevista per la fine di ottobre. . |
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PRESENTATO A MILANO IL NUOVO ELISOCCORSO 118 OPERATIVO H24 |
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Milano, 9 settembre 2008 - "L´elisoccorso di Como rappresenta, con la sua evoluzione del servizio a copertura totale nelle 24 ore, un tassello importante del programma che la Regione Lombardia sta portando avanti per risolvere il problema dei trasporti secondari interospedalieri e l´efficienza e la qualità che tale servizio deve garantire". Lo ha il 21 luglio dichiarato a Erba (Co) l´assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, nel corso della presentazione del nuovo elisoccorso 118. "Un primo passo è stato compiuto attribuendo il ruolo complessivo di coordinamento del 118 all´Azienda regionale Emergenza Urgenza - ha aggiunto Bresciani - che dovrà in futuro coordinare anche gli aspetti di trasporto su ruota e la loro integrazione con l´attività di elisoccorso". Attualmente in Lombardia sono presenti 5 elisoccorsi (Bergamo, Brescia, Como, Milano, Sondrio) di cui uno già operativo per il volo notturno. Complessivamente il servizio, che si avvale in prevalenza di anestesisti rianimatori ospedalieri e personale infermieristico proveniente da area critica, svolge la sua attività principalmente nel soccorso primario con la presenza continuativa del Soccorso Alpino a bordo, così da garantire attività di soccorso anche in aree montane ed impervie. Tale caratteristica è presente in tutti i servizi di elisoccorso regionale così da garantire una completa interfunzionalità e la possibilità di integrare completamente il sevizio. Nel 2007 sono stati effettuati complessivamente poco meno di 4000 missioni sia sul territorio lombardo che extraregionale di questi circa 60 di sono svolti durante le ore notturne. L´attuale sviluppo del trasporto notturno richiede l´incremento della disponibilità di piazzole abilitate da utilizzarsi non solo per l´attività di soccorso sanitario ma anche per altre attività che richiedano l´uso del mezzo. Alla presentazione erano presenti anche il direttore generale dell´Ao di Como, Andrea Mentasti, e il direttore generale dell´Areu, Alberto Zoli. . . |
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CONFERENZA DEL FES SU GENOMICA FUNZIONALE E MALATTIE |
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Innsbruck, Austria, 9 settembre 2008 - La terza conferenza del Fes (Fondazione europea della scienza) su genomica funzionale e malattie è programmata ad Innsbruck, Austria, dall´1 al 4 ottobre. Gli sviluppi nelle tecnologie per la genomica funzionale insieme con i concetti in espansione della biologia dei sistemi hanno offerto nuove possibilità alla comprensione dei meccanismi di malattia. Successivo alle due precedenti conferenze, questo avvenimento riunirà esperti del settore che discuteranno le sfide da affrontare e le tecnologie che porteranno a nuove soluzioni. Gli argomenti principali previsti includono: associazioni genomiche complessive; genomica comparativa; proteomica, epigenetica, reti regolatorie; biologia dei sistemi; medicina personalizzata; oncogenomica; invecchiamento; lipidomica; bioinformatica; tecnologie ad alto rendimento Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Esffg2008. Org/ . . |
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DICHIARAZIONE DI MORTE CEREBRALE: SE NE PUÒ DISCUTERE MA SULLA BASE DI PROVE SCIENTIFICHE LA SOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA ANALGESIA RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA (SIAARTI) RICHIAMA UN CORRETTO METODO DI DISCUSSIONE |
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Milano, 9 settembre 2008 - Nell’editoriale di Lucetta Scaraffia, apparso sull’Osservatore Romano del 2 settembre, si introduce il concetto secondo cui nuove ricerche scientifiche hanno riaperto la discussione e alcuni sono "concordi nel dichiarare che la morte cerebrale non è la morte dell´essere umano. Il rischio di confondere il coma (morte corticale) con la morte cerebrale è sempre possibile". In merito a questo articolo, Siaarti deve ribadire che ad oggi non esistono studi scientifici definitivi che supportino le conclusioni tratte dall’editoriale dell’Osservatore Romano, studi che sono guida indispensabile all’agire del medico. “Pertanto, - precisa il suo portavoce Prof. Ferdinando Raimondi - pur ritenendo necessario e fondamentale mantenere aperta ogni discussione sul piano scientifico ed etico, la Siaarti ribadisce la sua adesione alla definizione di morte della persona basata sulla cessazione irreversibile delle funzioni encefaliche e al suo riconoscimento tramite i suddetti criteri scientifici”. La Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva esprime perplessità di fronte ad affermazioni non dotate della necessaria chiarezza e robustezza scientifica; esse infatti possono indurre nell’opinione pubblica sentimenti di incertezza e sfiducia, in grado di aprire laceranti conflitti nelle delicate relazioni umane che si instaurano tra i medici e i familiari di coloro che si trovano nella condizione di morte cerebrale. Siaarti respinge l’ipotesi che l’utilizzazione del criterio di morte cerebrale per definire il decesso di una persona derivi dalla necessità di effettuare prelievi di organi e successivi trapianti. Tali attività, infatti, sono possibili soltanto con il consenso espresso in vita dal potenziale donatore, anche con la formula del silenzio assenso, prevista per legge ma praticamente inapplicata, o dagli aventi diritto (come disposto dal Dlgs 8 aprile 2000). E’ quindi da escludere che dalla dichiarazione della morte possa discendere automaticamente il prelievo di organi. . |
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POTENZIATA LA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA ALL’OSPEDALE “SAN GIOVANNI” DI MEZZOLOMBARDO ALL’INTERNO DEL PRESIDIO ANCHE UN AMBULATORIO ASSOCIATO DI MEDICINA GENERALE E PEDIATRIA |
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Trento, 9 settembre 2008 - L’ospedale “San Giovanni” di Mezzolombardo sarà dotato di una unità operativa di Riabilitazione cardiologica, con una dotazione complessiva di 30 posti letto. La decisione, formalizzata il 29 agosto dalla Giunta provinciale con l’approvazione di una delibera dell’assessore alle politiche per la salute che assegna all’Azienda provinciale per i servizi sanitari il compito di attivare la nuova unità operativa, s’inquadra in un più ampio progetto di riqualificazione e riassetto delle funzioni del presidio ospedaliero rotaliano che tocca anche Medicina generale e l’attività di chirurgia diurna. A Mezzolombardo la riabilitazione cardiologica viene attualmente erogata in regime di day hospital e ambulatoriale potendo contare su una dotazione di 20 posti letto in regime diurno. Con l’istituzione della nuova Unità operativa di Riabilitazione cardiologica, a questi 20 posti letto se ne aggiungono altri 10 in regime di degenza ordinaria. L’intervento di riqualificazione e potenziamento del presidio ospedaliero prevede anche la conferma dell’Unità operativa di Medicina generale, con i suoi attuali 30 posti letto (più 1 in regime diurno) che saranno però tutti esclusivamente dedicati all’attività propria di detta unità operativa (attualmente, infatti, 6 posti letto sono riservati a pazienti trasferiti direttamente dalla Cardiologia e Cardiochirurgia dell’Ospedale S. Chiara). Ulteriori 10 posti letto sono riservati ai lungodegenti. Al “San Giovanni” sarà anche creata una sede di ambulatorio associato di medicina generale e di pediatria, per garantire la disponibilità continuativa, con una copertura oraria 8-20, del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta. Confermata, ma anch’essa destinata ad essere riorganizzata, pure l’attività di chirurgia diurna (7 posti letto day surgery) attualmente erogata sotto la gestione dell’Unità operativa di Chirurgia generale 2ª dell’Ospedale S. Chiara di Trento. Completano il quadro il Punto di primo intervento ambulatoriale, con orario 8-20. Nulla cambia, all’Ospedale di Mezzolombardo, per quanto riguarda le attività del poliambulatorio specialistico (odontoiatria, urologia, cardiologia, dermatologia, geriatria, medicina generale, malattie infettive, neurologia, pediatria, chirurgia generale e vascolare, ortopedia-traumatologia, ostetricia-ginecologia, oculistica e otorinolaringoiatria). . |
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SORESINA (CR): 3,5 MLN PER NUOVO POLO SANITARIO |
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Milano, 9 settembre 2008 - Ammonta a 3,5 milioni di euro lo stanziamento approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, per la realizzazione del nuovo Polo sanitario di Soresina (Cremona). Nel nuovo presidio "Robbiani-s. Croce" troveranno collocazione un ospedale di comunità, un Centro unico di prenotazione ambulatoriale, area amministrativa e direzionale, area specialistica poli-ambulatoriale, centro prelievi, servizio di Radiologia, Centro assistenza limitata, Riabilitazione fisiatrica, Distretto sanitario, medici di Medicina veterinaria, e Medicina del Lavoro. Il costo complessivo è di circa 8 milioni di euro (di cui 4,5 a carico dell´Azienda ospedaliera Maggiore di Crema). "La decisione di realizzare un nuovo Polo sanitario in alternativa agli interventi di ristrutturazione previsti inizialmente sul vecchio presidio - commenta l´assessore Bresciani - è stata presa perché questi ultimi non erano più convenienti da un punto di vista economico. L´intervento di realizzazione della nuova struttura sanitaria polifunzionale mantiene tuttavia gli obiettivi e le finalità originari e sarà quindi in grado di dare piena soddisfazione ai bisogni dei cittadini, aggiungendovi in più quelli che derivano dalla riunificazione di tutte le attività sanitarie del comprensorio". La nuova struttura realizzata secondo le più moderne tecniche costruttive e logistiche consentirà di ridurre sia le spese di gestione che di personale necessario. Consentirà inoltre nella fase transitoria di mantenere in esercizio l´attività poli-ambulatoriale (cosa non possibile con la ristrutturazione del vecchio "Robbiani") e di eliminare i disagi per i circa 25. 000 assistiti che gravitano su questo bacino di utenza. . . |
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DUE NUOVE COMUNITA´ PSICHIATRICHE NEL CREMONESE 20 POSTI LETTO E GESTIONE PUBBLICO-PRIVATO A SAN BASSANO (CR) |
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Milano, 9 settembre 2008 - L´offerta sanitaria della Regione Lombardia in campo psichiatrico si arricchisce di due nuove strutture in provincia di Cremona. Su proposta dell´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, la Giunta regionale ha infatti dato il via libera all´attivazione di due comunità residenziali psichiatriche, più precisamente una Comunità Riabilitativa a Media Assistenza (Crm) e una Comunità Protetta a Media Assistenza (Cpm) per un totale di 20 posti letto, ambedue nel Comune di San Bassano. L´attivazione delle due comunità avverrà grazie a un progetto sperimentale di gestione che vede collaborare alla realizzazione delle due strutture sia il soggetto pubblico che quello privato. "Si tratta di un progetto che rientra nell´ambito dei Programmi innovativi in salute mentale - commenta l´assessore Bresciani - e che testimonia la politica adottata dalla Regione Lombardia per rispondere in modo sempre più appropriato ai bisogni delle persone affette da disturbi psichiatrici: mettere cioè al centro la persona e canalizzarle attorno le energie di un´intera comunità, a partire dal ruolo essenziale e insostituibile delle famiglie, adeguatamente supportate nel loro compito". Le due strutture andranno ad arricchire e a diversificare l´offerta di posti letto residenziali nel Cremonese, con il duplice obiettivo di favorire il rientro di pazienti in carico al Dipartimento di Salute Mentale (attualmente collocati in strutture residenziali psichiatriche fuori provincia) e di facilitare il passaggio dei pazienti a livelli meno intensivi di assistenza, agevolando così il loro percorso di reinserimento nel proprio contesto sociale e abitativo. . . . |
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ACCORDO CON CANADA PER CRO AVIANO |
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Trieste, 9 settembre 2008 - Princess Margaret Hospital di Toronto, il più prestigioso istituto di ricerca sul cancro del Nord America dopo quello di Houston, e Cro di Aviano daranno il via ad una stretta collaborazione scientifica ed operativa che potrà contare su una disponibilità finanziaria di 1,5 milioni di euro. L´accordo, denominato "Friuli Cancer Research Academic Exchange Pmh and Cro", propiziato dalla Contea di Toronto del Ducato dei Vini Friulani, è stato confermato il 26 luglio a Trieste dal presidente della Regione, Renzo Tondo, nel corso di un incontro con il presidente della Camera di Commercio italo-canadese, Primo Di Luca, ed il segretario generale del Ducato dei Vini Friulani, Michelangelo Boem. "E´ un impegno sociosanitario di altissimo livello - ha affermato Tondo - ed un´eccellente opportunità di crescita e valorizzazione internazionale per la struttura di Aviano, comunque già all´avanguardia in un ambito di sempre maggiore urgenza di intervento quantitativo e qualitativo". Il Fondo, che garantirà la copertura economica all´interscambio di idee e di apporto professionale tra i due istituti di eccellenza per la lotta contro il cancro, è stato costituito, in forma paritaria, dalla Comunità friulana e dalmata di Toronto e dalla Fondazione Crup. "E´ un momento importante per il Friuli Venezia Giulia e per noi che continuiamo a rappresentarlo in tutti i modi e con grande orgoglio oltreoceano", ha commentato Di Luca, preannunciando un grande evento a scopo di beneficenza per il prossimo 3 ottobre a Toronto, quando il governatore Tondo presenzierà ad un´ulteriore raccolta fondi a favore del Friuli Cancer Research Academic Exchange Pmh and Cro. Un Gala Dinner, è stato precisato, al quale parteciperà anche il Coro Brigata Alpini in congedo, proprio in quei giorni in tournèe in Canada. Nell´occasione, inoltre, il presidente della Regione incontrerà le più alte cariche istituzionali del Governo dell´Ontario, rafforzando rapporti di amicizia e di cooperazione che risalgono ancora all´epoca della precedente Giunta Tondo. . |
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I NUOVI LEA RESTANO UN SOGNO PER LE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI? |
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Roma, 9 settembre 2008 - Apprendiamo con grande preoccupazione la revoca da parte del Governo del Dpcm, riguardante la definizione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Così Mariadelaide Franchi, Presidente dell’Associazione Italiana Pazienti Bpco Onlus, dopo la scelta di mettere in un cassetto l’approvazione dei Lea, dopo anni di attesa e numerose ‘battaglie’ da parte di tante Associazioni pazienti. “I nuovi Lea esistono davvero o li abbiamo solo sognati? La notizia di una revisione e di una nuova versione dei Lea dopo l’estate in versione ‘light’ ci trova perplessi. Si parla tanto di tagliare le spese e poi i primi a saltare sono i finanziamenti per i malati? La scelta del Governo è gravissima perché costituisce un passo indietro nella politica di prevenzione e di tutela di portatori di malattie rare e croniche. In quanto malati Bpco ne siamo particolarmente colpiti perché il Dpcm ‘saltato’ aveva previsto nell’Allegato 8 la Revisione del Decreto Ministeriale 329 del 1999 sulle malattie croniche e invalidanti (D. M. Del 28 maggio 1999, pubblicato nella G. U. N. 226 del 25 settembre 1999 e successive modifiche), con il riconoscimento della Bpco proprio come patologia cronica e invalidante e con la definizione delle prestazione essenziali per il suo monitoraggio. La lista delle prestazioni esenti per la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (codice 057) e la revisione di quella relativa all’insufficienza respiratoria cronica (codice 024. 518. 81) sono state pubblicate nel sito del Ministero della Salute e sono state accolte con soddisfazione dalla nostra Associazione e da tutti coloro che si sono impegnati per ottenere questa importante decisione”. Il fatto è che la Bpco è cronica per definizione e invalidante sulla base di numerose evidenze scientifiche (Linee guida internazionali Gold-global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease). Cosa possiamo aspettarci ora? Rivolgiamo un appello al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, affinchè ascolti le nostre giuste richieste e trovi una soluzione rapida alla nostra istanza. “L’inserimento della Bpco nella lista delle malattie croniche - conclude Mariadelaide Franchi -rappresenta una misura di migliore tutela del paziente, ma per noi è soprattutto il mezzo per ottenere il riconoscimento del suo impatto economico e sociale, che è il punto di partenza per una migliore prevenzione e una più adeguata gestione di una patologia in crescita, con allarmanti tassi di prevalenza e di mortalità”. La Bpco è al quinto posto in Italia nella lista delle malattie croniche, provocando circa 17mila decessi l´anno, pari a circa la metà delle morti per malattie respiratorie. I ricoveri ospedalieri sono quasi 115mila, con una degenza media di 10 giorni. La più grave e temuta complicanza della Bpco è l’insufficienza respiratoria che richiede l’ossigenoterapia o la ventilazione assistita. Attualmente nel nostro Paese le persone in ossigenoterapia sono circa 62mila mentre le stime parlano di 20mila persone in ventilazione meccanica assistita. . |
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LA RIABILITAZIONE ALCOLOGICA ANCHE IN REGIME AMBULATORIALE |
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Trento, 9 settembre 2008 - Dal prossimo 1° settembre le prestazioni di riabilitazione alcologica sono erogate dal Servizio sanitario provinciale anche in regime ambulatoriale. Lo ha stabilito il 29 agosto la Giunta provinciale approvando una delibera dell’assessore alle politiche per la salute che integra il nomenclatore tariffario. Il provvedimento nasce dalla necessità, evidenziata dagli esiti di un’analisi ricognitiva e valutativa sulle misure di carattere preventivo, terapeutico e riabilitativo finora intraprese per contrastare il fenomeno dell’alcolismo, di potenziare l’attuale offerta di servizi prevedendo, accanto all’assistenza ospedaliera e residenziale, nuove forme d’intervento che possano agire in sinergia con i servizi già presenti sul territorio. Naturalmente non tutti i pazienti potranno essere curati in ambulatorio. Nella delibera si fa riferimento, a questo proposito, ad una necessaria selezione che tenga conto delle condizioni cliniche degli stessi pazienti, del loro grado di stabilità, autonomia e motivazione, nonché delle condizioni familiari e logistiche. Saranno i servizi territoriali di alcologia che indirizzeranno il paziente verso il percorso più appropriato (ricovero ospedaliero per i soggetti con complicanze cliniche o con minore potenzialità di autonomo e partecipato recupero, prestazione ambulatoriale per quanti dimostrano una maggiore capacità di partecipazione attiva al percorso di recupero, trattamento residenziale in comunità per i casi in cui l’alcoldipendenza si somma a forma di disagio psichico) al fine di assicurare la migliore risposta al bisogno dei singoli assistiti. Il percorso di recupero viene impostato in termini innovativi, utilizzando professionalità altamente qualificate e prevedendo momenti decisivi di valutazione iniziale e finale. . |
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SARDEGNA: PIANO SANGUE E PLASMA, APPROVATE LE LINEE GUIDA |
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Cagliari, 9 Settembre 2008 - La Giunta regionale, a distanza di 22 anni dall´ultimo Piano, ha adottato una delibera con le linee guida per raggiungere progressivamente, entro il 2010, l´autosufficienza per fronteggiare l´emergenza sangue e plasma. Il Piano si propone sei obiettivi: 1. Raggiungere la progressiva autosufficienza regionale di sangue, emocomponenti e farmaci emoderivati, al fine di garantire la costante disponibilità di sangue e di emocomponenti per i pazienti sardi; 2. Conseguire una più efficace tutela della salute dei cittadini attraverso il conseguimento dei più alti livelli di sicurezza; 3. Ridefinire la rete trasfusionale, attraverso l´informatizzazione, il consolidamento delle attività di laboratorio e l´adozione di sistemi di controllo di gestione; 4. Adeguare il patrimonio tecnologico e promuovere lo sviluppo scientifico mediante la realizzazione di progetti di innovazione dei servizi trasfusionali anche a supporto dell´attività dei trapianti; 5. Avviare il processo di accreditamento delle strutture trasfusionali basato sulla definizione di standard strutturali, tecnologici e organizzativi; 6. Sviluppare iniziative a sostegno delle Associazioni di volontariato del sangue. Incremento delle donazioni - E´ prevista la predisposizione, attivazione e monitoraggio del piano regionale di produzione di emocomponenti; il monitoraggio più esteso dello stato di salute dei donatori periodici e offerta ai donatori di servizi sanitari supplementari; la promozione delle donazioni di sangue ed emocomponenti mediante l’assegnazione di specifici obiettivi di produzione alle singole strutture del Dimt. Sono previste campagne di comunicazione per la promozione di una cultura e di una sensibilità nei confronti del valore sociale della donazione, attraverso l´ideazione e la conduzione di eventi strutturati di comunicazione che prevedano il pieno coinvolgimento delle Associazioni dei volontari e dei malati. Si punta ad una maggiore efficienza negli scambi intraregionali, attraverso la creazione di una rete informatica su piattaforma regionale. Rete trasfusionale - Il Piano ridefinisce la rete con l’istituzione di due Dipartimenti interaziendali di Medicina Trasfusionale, che consentano di mettere a sistema le diverse strutture trasfusionali; la riorganizzazione dei servizi trasfusionali aziendali prevedendo una articolazione organizzativa a livello provinciale; consolidamento delle attività di laboratorio in un numero limitato di strutture e avvio dei processi di valutazione esterna di qualità delle prestazioni di diagnostica clinica; il potenziamento di Unità Operative dipartimentali di Validazione Biologica Trasfusionale presso i due Centri di Riferimento Regionali Metodiche Nat. Accreditamento delle strutture trasfusionali - Il Piano si propone di garantire livelli essenziali di assistenza, uniformi su tutto il territorio regionale; tutte le Strutture Trasfusionali devono essere accreditate sia per gli aspetti organizzativi sia per quelli strutturali/tecnologici. Vengono definiti specifici requisiti di autorizzazione e accreditamento per i Servizi Trasfusionali regionali; per ciascuna struttura trasfusionale e Unità di Raccolta il Piano prescrive l’adeguamento ai requisiti previsti per l’autorizzazione e l’accreditamento, con obiettivi intermedi e tempi di raggiungimento degli stessi; il monitoraggio periodico degli interventi di adeguamento effettuati e del raggiungimento degli obiettivi intermedi; la valutazione del possesso dei requisiti e rilascio delle autorizzazioni e accreditamenti definitivi; l’avvio dei processi di miglioramento continuo della qualità attraverso l’individuazione degli strumenti e standard idonei. Ruolo delle Associazioni di Volontariato - La Regione riconosce il valore della donazione e il ruolo fondamentale svolto dai donatori volontari, organizzati nelle Associazioni, i quali consentono con la loro donazione di far fronte al grande fabbisogno della Sardegna e contribuiscono ad affrontare, anche se ancora parzialmente, le notevoli necessità dei pazienti sardi. La Regione riconosce il ruolo fondamentale ed insostituibile del volontariato, rappresentato dalle Associazioni dei donatori volontari di sangue, ai sensi della legge 23 dicembre 1978 n. 833 "Istituzione dl Servizio Sanitario Nazionale" e della legge 11 agosto 1991 n. 266 "Legge quadro sul Volontariato". Il patrimonio etico e sanitario rappresentato dal Volontariato è fondamentale per assicurare agli ammalati la costante disponibilità di sangue, emocomponenti ed emoderivati. La sicurezza del sangue e la continuità delle donazioni sono garantite dai donatori periodici organizzati in Associazioni di Volontariato che devono essere promotori di stili di vita e modelli comportamentali basati sui valori dell’altruismo e sulla cultura della solidarietà. Le Associazioni garantiscono la trasparenza e l´uso ottimale del sangue donato, nonché il rispetto delle normative vigenti e la tutela della salute dei donatori. La Regione può autorizzare l´attività di raccolta in convenzione con le Associazioni e Federazioni dei Donatori di sangue che ne facciano richiesta, sotto la supervisione del Dimt territorialmente competente, nel rispetto della normativa vigente. . |
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LA PREPARAZIONE ATLETICA NON BASTA, OCCORRE INTERPRETARE I GESTI DEGLI ALTRI IL VERO SEGRETO DELL´ECCELLENZA SPORTIVA? OSSERVARE LE AZIONI IN CAMPO E ANTICIPARNE L´ESITO |
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Roma, 9 settembre 2008 - Comprendere le azioni altrui è una necessità fondamentale nella vita quotidiana e diventa una sfida decisiva per gli atleti di alto livello che devono affinare la capacità di prevedere ed anticipare quelle sul campo di gioco. Ora una ricerca tutta italiana - pubblicata sulla prestigiosa Nature Neuroscience - ha evidenziato che gli atleti d´elite sono effettivamente capaci di prevedere l´esito di un´azione in una gara della loro disciplina (ma non di altri sport). Lo studio ha preso in esame la pallacanestro e coinvolto tre gruppi di soggetti: il primo composto da giocatori di eccellenza di questo sport, il secondo da giornalisti sportivi e allenatori non praticanti, il terzo da persone che non lo avevano mai praticato. Il confronto tra i gruppi ha consentito di capire se bastava un´esperienza, anche notevole, come spettatore per riuscire a predire l´esito di un´azione di gioco oppure se questa occorreva anche saperla eseguire. I risultati hanno mostrato che solo gli atleti sono in grado di prevedere, con altissima precisione e largo anticipo, l´andamento di tali azioni. La ricerca ha coinvolto l´Irccs Fondazione Santa Lucia e l´Università di Roma La Sapienza. È stata realizzata dal prof. Salvatore Maria Aglioti* in collaborazione con il dott. Cosimo Urgesi** dell´Irccs "E. Medea" - Polo Regionale Friuli Venezia Giulia e la dott. Ssa Paola Cesari*** della Facoltà di Scienze Motorie dell´Università di Verona. Il lavoro scientifico si è avvalso dei finanziamenti del Ministero dell´Università e Ricerca e del Ministero della Sanità. Le neuroscienze sono sempre più interessate ai comportamenti agonistici, in cui i tempi di reazione richiesti dalla velocità degli eventi sono al limite delle capacità fisiologiche dei sistemi sensoriali e motori umani. Studiare i meccanismi che ne sono alla base permette di acquisire preziose informazioni da utilizzare poi in molti altri campi, tra cui proprio quello dell´ottimizzazione della pratica sportiva, il cui apprendimento sembra derivare non solo dalle azioni che l´atleta esegue ma anche dall´osservazione di quelle altrui. La capacità di comprendere i gesti e i comportamenti di altre persone è un processo fondamentale per la comunicazione e l´interazione sociale e potrebbe essere legata al funzionamento dei cosiddetti neuroni specchio, coinvolti sia nell´esecuzione che nell´osservazione di un´azione. Nel caso specifico, questa ricerca ha ora mostrato che l´apprendimento visivo consente di raggiungere determinate capacità motorie ma che soltanto la combinazione di osservazione ed esecuzione permette di raggiungere l´eccellenza in campo agonistico. Lo studio coordinato dal prof. Aglioti si è svolto in due fasi. Nella prima ai tre gruppi di soggetti sono stati fatti osservare filmati che mostravano tiri liberi di pallacanestro e tiri in porta nel gioco del calcetto, interrotti a diversi intervalli temporali dall´inizio del loro svolgimento. Nella metà dei casi i tiri erano dentro il canestro o nella porta e nell´altra metà fuori. Gli osservatori dovevano giudicare se il tiro sarebbe andato a segno oppure no. Nella seconda fase è stata utilizzata la tecnica neurofisiologica della stimolazione magnetica transcranica (Tms) che ha consentito di esaminare lo stato funzionale del sistema motorio durante l´azione osservata: sia gli atleti che gli "osservatori esperti" (giornalisti sportivi ed allenatori) hanno presentato una maggiore attività durante i tiri a canestro rispetto a quelli in porta. Tuttavia, solo negli atleti di pallacanestro il sistema motorio è risultato specificamente attivato durante l´osservazione dei tiri fuori del canestro, peraltro proprio nell´istante in cui la mano imprimeva alla palla la rotazione necessaria a determinare il successo o l´insuccesso dell´azione. Complessivamente dallo studio è emerso che il gruppo degli osservatori esperti e quello dei semplici "tifosi" hanno saputo prevedere l´andamento dei tiri solo nella loro fase finale, basandosi principalmente sulle informazioni che provenivano dall´andamento della traiettoria della palla. Gli atleti di basket, invece, sono stati in grado di predire l´esito dei tiri fin dai primi istanti dell´azione osservata: ciò ha indicato che essi basavano la loro predizione sulla lettura della cinematica del corpo dell´altro atleta che la stava compiendo. Inoltre, la capacità di giudicare l´esito del tiro a partire dai movimenti del corpo ha permesso loro di predire con elevatissima accuratezza e con molto anticipo il destino dei tiri sbagliati, come se l´errore già contenuto nella cinematica dell´azione fosse subito captato e trasformato in informazione rilevante per una predizione assai più precoce e precisa del suo esito finale. Lo studio potrà quindi avere notevoli ricadute nella scelta del tipo di allenamento e, potenzialmente, sarà in grado di ottimizzare il raggiungimento dei risultati durante un confronto agonistico ai massimi livelli, miscelando opportunamente addestramento motorio e attenta osservazione delle azioni sia dei compagni di squadra sia degli avversari. Studio pubblicato su: Nature Neuroscience, August 10, 2008 Action anticipation and motor resonance in elite basketball players . . |
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TUMORE DEL POLMONE, L’80% DEI MALATI CHIEDE PIÙ AIUTO PSICOLOGICO ARRIVA IL DECALOGO PER GESTIRE AL MEGLIO LE DIFFICOLTÀ EMOTIVE AL VIA OGGI NEL NOSTRO PAESE IL PROGETTO INSPIRE CHE COINVOLGE ONCOLOGI E PSICONCOLOGI |
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Milano, 9 settembre 2008 – Annotate le vostre emozioni in un diario. Non pretendete di offrire sempre risposte. Non temete di chiedere al medico informazioni, fino a quando non è tutto chiaro. Il dolore può essere calmato, non sforzatevi di sopportarlo. Il dialogo è fondamentale: cercate un posto tranquillo per non essere disturbati. Sono questi alcuni dei consigli pratici che compongono il “decalogo” che oncologi e psiconcologi propongono ai pazienti di tumore al polmone (32 mila nuovi casi in Italia nel 2008) e ai loro familiari. E ancora: scegliete il momento giusto per parlare, non sempre il malato è in grado di affrontare una discussione. Offrite al malato il modo di trovare da sé le soluzioni più appropriate. Concedetevi passeggiate: la natura aiuterà voi e il vostro caro ad alleggerire lo spirito. Anche se state assistendo il vostro caro, non trascurate la vostra salute. Utilizzate un “termometro” per “misurare” la temperatura emotiva… e, se “sale” troppo, chiedete aiuto. La Sipo (Società Italiana di Psiconcologia) e la Fondazione Aiom aderiscono al progetto Inspire, per offrire un supporto a chi affronta questa neoplasia e migliorare la qualità di vita del malato e di chi lo assiste. Hanno quindi realizzato due apposite guide, presentate oggi in un incontro a Milano: strumenti per sensibilizzare sulle conseguenze emozionali del cancro, fornire informazioni pratiche, consigli su come gestire le situazioni di crisi e suggerimenti per facilitare la relazione. “La nostra speranza - afferma il prof. Luigi Grassi, presidente della Sipo - è che pazienti e familiari possano trovare beneficio e conforto in questi opuscoli che identificano la comunicazione, anche con gli operatori sanitari, come fondamento per la miglior gestione della malattia”. Il progetto Inspire - un’iniziativa internazionale promossa da Ipos (International Psycho –Oncology Society) con il sostegno di Roche – ha inoltre condotto anche un’indagine europea sui bisogni dei malati: nel nostro Paese il 32% di questi ritiene di non ottenere un sufficiente supporto emotivo, l’80% gradirebbe riceverne di più, solo il 52% conosce l’esistenza di associazioni di pazienti e soltanto l’8% dispone di opuscoli dedicati. “Per cercare di rispondere a questa esigenza dal 2003 abbiamo attivato il numero verde dell’oncologia (800. 237. 303) – spiega Emilio Bajetta, presidente della Fondazione Aiom - un servizio di counselling e orientamento, attivo i giorni feriali dalle 14 alle 17, che fino ad oggi ha registrato oltre 45. 000 telefonate (45/55 al giorno) di cui oltre 15. 000 relative al tumore del polmone”. Le guide, disponibili nei dipartimenti di oncologia di tutto il Paese, si potranno scaricare dal sito internet www. Siponazionale. It e www. Fondazioneaiom. It, e rappresentano uno strumento utile per colmare un “vuoto” del sistema: “I dati della letteratura indicano come il 60% dei pazienti avrebbe necessità di interventi psico-oncologici – spiega infatti il prof. Grassi – . Quando ci si trova ad affrontare una patologia seria come il cancro l’intero equilibrio familiare “salta” con il rischio che il malato si senta ancor più in difficoltà. I risvolti e le conseguenze psicologiche e sociali rappresentano aspetti essenziali di cui occuparsi quando ci si prende cura di persone colpite da tumore del polmone”. Una neoplasia che forse più di altre crea difficoltà emotive: la causa principale è infatti il fumo e questa consapevolezza può determinare nei malati senso di colpa e di impotenza per non aver saputo o potuto smettere. “Le chiamate al numero verde riflettono questa preoccupazione – afferma Bajetta -. Il 20% del totale relativo a questa neoplasia proviene inoltre da figli o coniugi di fumatori in cerca di rassicurazioni sui rischi dell’esposizione forzata. Chiamano più le donne degli uomini (64% vs 36%). È inoltre frequente la richiesta di quale sia il centro migliore in Italia con un dato significativo: questi pazienti, più di altri, sono disposti a trasferirsi anche molto lontano dal proprio domicilio per farsi curare”. Il tumore del polmone resta la prima causa di morte per cancro nei Paesi Occidentali e il numero di decessi supera la somma di quelli di mammella, colon e cervice. “Il fumo di sigaretta è la causa principale di insorgenza nell’87% dei casi – spiega il prof. Roberto Labianca, direttore del dipartimento di Oncologia ed Ematologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo -. Ma il messaggio che dobbiamo trasmettere è che non è mai troppo tardi per smettere: se un tabagista cessa di fumare, il rischio di sviluppare la malattia si riduce progressivamente e dopo 10-15 anni le possibilità che si ammali sono identiche a quelle di una persona che non ha mai fumato. Bisogna inoltre porre fiducia nelle nuove terapie a bersaglio molecolare, che anche in questo tipo di cancro, particolarmente arduo da sconfiggere, stanno iniziando ad ottenere miglioramenti nella sopravvivenza”. . |
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CONCLUSO CON SUCCESSO L’AUMENTO DI CAPITALE DI PIERREL S.P.A.: SOTTOSCRITTO ALL’85,82% |
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Milano, 9 settembre 2008 – Si è conclusa l’offerta in opzione agli azionisti di massime n. 4. 120. 000 azioni ordinarie Pierrel S. P. A. Di nuova emissione con abbinati “Warrant Azioni Ordinarie Pierrel S. P. A. 2008 – 2012”. Durante il periodo di offerta in opzione (7 luglio 2008 - 23 luglio 2008) sono stati esercitati n. 8. 839. 030 diritti di opzione pari all’85,82% dell’offerta in opzione, corrispondenti a n. 3. 535. 612 azioni ordinarie Pierrel S. P. A. Di nuova emissione, per un controvalore complessivo pari a 14,67 milioni di Euro. Gli azionisti P Farmaceutici S. A. S. , Bootes S. R. L. E Fin Posillipo S. P. A. Hanno integralmente adempiuto ai rispettivi impegni di sottoscrizione, come indicati nel Prospetto Informativo. Al termine del periodo di offerta in opzione risultano pertanto non esercitati n. 1. 460. 970 diritti di opzione, pari al 14,18% dell’offerta in opzione corrispondenti a n. 584. 388 azioni ordinarie di nuova emissione, per un controvalore complessivo pari a 2,42 milioni di Euro. I diritti di opzione non esercitati saranno offerti sul Mercato Expandi, organizzato e gestito da Borsa Italiana S. P. A. , da Banca Imi S. P. A. Per conto di Pierrel S. P. A. Nelle riunioni del 28, 29, 30 e 31 Luglio 2008 e del 1° agosto 2008 (“Offerta in Borsa”). Nella prima riunione sarà offerto il totale dei diritti di opzione non esercitati e nelle successive solo il quantitativo eventualmente non collocato nei giorni precedenti. I diritti di opzione potranno essere utilizzati per la sottoscrizione delle azioni ordinarie di nuova emissione al prezzo unitario di 4,15 Euro, di cui 3,15 Euro a titolo di sovrapprezzo, nel rapporto di sottoscrizione di n. 2 nuove azioni ogni n. 5 diritti di opzione posseduti. Ad ogni n. 1 azione di nuova emissione sottoscritta è abbinato gratuitamente n. 1 Warrant. Tali Warrant potranno essere esercitati a partire dal 1° gennaio 2010 e sino al 30 novembre 2012. I titolari dei Warrant potranno sottoscrivere n. 3 azioni ordinarie di Pierrel S. P. A. Di nuova emissione per ogni n. 10 Warrant esercitati, al prezzo di 7,80 Euro per azione, di cui 6,80 Euro a titolo di sovrapprezzo. La sottoscrizione delle nuove azioni ordinarie Pierrel S. P. A. Dovrà essere effettuata, a pena di decadenza, entro il 4 agosto 2008. Banca Imi S. P. A. , come indicato nella Sezione Seconda, Capitolo V, Paragrafo 5. 4. 3. , del Prospetto Informativo, si è impegnata a sottoscrivere o a far sottoscrivere le azioni di Pierrel S. P. A. Corrispondenti ai diritti di opzione eventualmente non esercitati ad esito dell’Offerta in Borsa, al netto delle azioni di nuova emissione oggetto degli impegni di sottoscrizione sopra indicati. . . |
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EUROTECH: PARTE IL PRIMO PROGETTO DI TELE ASSISTENZA PER ANZIANI |
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Amaro, 9 settembre 2008 - La tecnologia di Eurotech rende possibili le prime applicazioni di telemedicina. Impegnati nel progetti i prodotti wearable, il computer da polso Zypad e l’innovativo ciondolo Zytag che indossati da medici e pazienti comunicheranno tra loro ottimizzando l’efficienza delle cure e registrando e scambiando i dati con il database regionale. Eurotech fornirà le proprie piattaforme hardware a Selex Service Management Spa, azienda del gruppo Finmeccanica, che a sua volta attraverso le applicazioni dei propri servizi a valore aggiunto sarà fornitore della Regione Abruzzo. La commessa prevede l’utilizzo dei prodotti nei Distretti Sanitari di tutta la Regione Abruzzo che sarà pilota per l’estensione in un prossimo futuro su tutto il territorio nazionale. Attraverso l’installazione di un’ applicazione sul server locale di ogni singolo Distretto e la fornitura dello Zypad agli operatori sanitari si potrà costruire un’efficiente rete di tele assistenza in grado di monitorare e trasferire simultaneamente i dati raccolti in loco sul paziente. Lo stesso paziente sarà dotato di un ciondolo Zytag contenete tutte le informazioni di base della propria cartella clinica, ovvero i dati della tessera sanitaria nazionale per la registrazione e il riconoscimento, il gruppo sanguigno, le allergie e ogni altra informazione utile al personale medico per la somministrazione e il dosaggio della terapia. I ciondoli, in grado di comunicare direttamente con il wearable Pc in un raggio di una decina di metri, trasferiranno i dati del paziente direttamente “al polso” dell’operatore sanitario, apparendo sul dispaly grazie all’interazione di questi strumenti tramite il protocollo Zigbee. Simultaneamente i dati verranno raccolti e memorizzati sullo Zypad che potrà trasferirli attraverso il sistema Wi-fi alla rete locale e ai database nazionali. . |
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UNA MEDAGLIA A CHRISTIAN DE DUVE, “DETECTIVE” DELLA VITA IL GRANDE SCIENZIATO A FIRENZE PER UN CONVEGNO INTERNAZIONALE |
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Firenze, 9 settembre 2008 - Ottenere una conoscenza sempre più approfondita della biologia fondamentale e applicare le scoperte più recenti al miglioramento del benessere e della salute: secondo le biografie ufficiali sono questi gli obiettivi che il professor Christian de Duve, il novantunenne biochimico belga insignito nel 1974 del premio Nobel per la Medicina, ha perseguito nel corso della sua lunga e straordinaria carriera e che continua a perseguire ancora oggi. “Proprio per sottolineare il valore di questo impegno – afferma l´assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi – abbiamo voluto invitare il professor de Duve nella sede della giunta e esprimergli la nostra gratitudine e il nostro apprezzamento consegnandogli una onorificenza”. La semplice cerimonia si è svolta il 29 agosto nella Sala Paesaggio di Palazzo Strozzi Sacrati. Il professor de Duve, a Firenze per partecipare al quindices! imo convegno internazionale sull´Origine della vita, ha ricevu! to una m edaglia d´argento e un libro. Il premio Nobel era accompagnato dal professor Enzo Gallori, docente di genetica all´Università di Firenze, dal presidente uscente dell´Issol (International astrobiology society) professor Antonio Lazcano e dal nuovo presidente dello stesso istituto professoressa Janet Siefert. Il professor Christian de Duve nasce in Inghilterra (Thames Ditton, 2 ottobre 1917) da una famiglia di emigrati belgi poi ritornati a Nethen vicino a Bruxelles (paese di origine) nel 1920. Christian de Duve studia all´Università Cattolica di Lovanio (K. U. Leuven) ove si specializza in biologia cellulare. A lui è dovuta la scoperta dei lisosomi e dei perossisomi. Nel 1974 ottiene il Premio Nobel per la medicina e la fisiologia insieme ad Albert Claude e George Emil Palade, con questa motivazione: "per le loro scoperte sull´organizzazione strutturale e funzionale della cellula". Ha fondato l´International institute of cellu! lar and molecular pathology, che ha diretto fino al 1991 e dove prosegue tutt´ora le sue ricerche sulle origini della vita. Ha ricevuto numerose onorificenze e riconoscimenti ed è membro di alcune delle più prestigiose accademie scientifiche del mondo. E´ autore di saggi di grande successo. Nel 1998 è pubblicata in Italia la sua opera "Polvere Vitale" (Titolo originale "Vital Dust"). Il libro cerca di ricostruire i quattro miliardi di anni della storia della vita sulla Terra, dalle prime biomolecole alla mente umana. Del 2003 è invece il suo "Come evolve la vita. Dalle molecole alla mente simbolica" (Titolo originale "Life Evolving. Molecules, Mind, and Meaning". L´opera fa il punto su quel che sappiamo oggi dell´ evoluzione a un secolo e mezzo da Darwin e a cinquant´anni dalla scoperta della struttura del Dna. Nell´aprile 2008 è uscito "Alle Origini della Vita" (titolo originale Sin! gularities: Landmarks on the Pathways of Life – 2005). . |
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CINA, BOSCAGLI FIRMA PATTO PER INSERIMENTO DISABILI |
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Pechino, 9 settembre 2008 - La Cina è una grande opportunità per il commercio e l´industria e in giro per Pechino la curiosità per l´Occidente è palpabile. Una curiosità che le Olimpiadi prima e le Paralimpiadi in questi giorni non hanno potuto che acuire. La coreografia dell´inaugurazione delle Paralimpiadi, curata fin nei minimi particolari e a tratti toccante - come si è visto nel caso della bimba che ha ballato il Bolero di Ravel sulla sedia a rotelle - ha dimostrato la particolare sensibilità della Cina nel settore della disabilità. Un sensibilità che ha portato ieri, nel corso della missione istituzionale dell´assessore alla Famiglia e solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, a Pechino, alla firma di un progetto di intenti tra Lombardia e municipalità di Pechino per sviluppare la pratica dello sport da parte dei disabili e il loro inserimento nel mondo del lavoro. La firma, che ha visto coinvolte oltre alla Regione, l´associazione Monserrate e la Federazione disabili della capitale cinese, è avvenuta nel centro di addestramento della Federazione, 36mila metri quadri di palestre, piscine, aule e servizi dedicati allo sviluppo dello sport anche per giovani non vedenti, con difficoltà di deambulazione e con diverse forme di disabilità. "Quella della piccola ballerina è un´immagine che mi ha commosso - commenta l´assessore Boscagli - la Cina è un grande paese con cui siamo onorati di collaborare e al quale mettiamo volentieri a disposizione la nostra esperienza in questo settore attraverso Monserrate, un´esperienza che potrà essere molto utile visto il lavoro che viene fatto qui. Sono convinto non esista lo sport per i disabili e quello per i normodotati, al contrario si tratta di un grande strumento di parificazione e di uguaglianza tra ogni atleta". Una lettera di intenti che sarà seguita domani da un Accordo vero e proprio con l´associazione Monserrate per la realizzazione del centro Hai Qiao per l´inclusione sociale dei disabili di Bejing. Anche l´ambasciatore Italiano Riccardo Sessa, durante un incontro con la delegazione della Regione avvenuto nei locali dell´Ambasciata, ha detto "di attendersi molto dalla Lombardia, perché nell´ambito del welfare è in grado di esportare realtà molto interessanti". . |
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BOLDINI MON AMOUR MONTECATINI TERME (PT) DAL 18 SETTEMBRE AL 30 DICEMBRE 2008 |
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Montecatini Terme (Pt), 9 settembre 2008 - Nelle sale del Polo Espositivo ex Terme Tamerici, 110 dipinti e 60 disegni ricostruiscono il rapporto con l’universo femminile del pittore ferrarese, tra i più importanti esponenti dell’Ottocento italiano, in una mostra unica per bellezza e valore scientifico che comprende anche 60 fotografie originali e inedite, oltre a lettere sinora mai pubblicate e materiale documentario originale. Inoltre, 20 capolavori di De Nittis, Zandomeneghi, Picabia, Corcos, Helleu, Signorini e Banti. Dal 18 settembre al 30 dicembre 2008, Montecatini Terme ospiterà un imperdibile appuntamento d’arte. Nelle storiche sale del Polo Espositivo ex Terme Tamerici, si terrà la mostra Boldini. Mon Amour, dedicata a uno degli indiscussi protagonisti dell’arte italiana ed europea di fine Ottocento e primi Novecento. Promossa dall’Assessorato alla Cultura e dall’Assessorato al Turismo del Comune di Montecatini Terme, l’esposizione, curata da Tiziano Panconi, il maggior esperto dell’opera di Giovanni Boldini - cui si deve il catalogo ragionato delle opere pubblicato nel 2002 – ricostruirà il rapporto con l’universo femminile del pittore ferrarese, attraverso 110 oli su tela, tra i più rappresentativi della sua produzione e 60 disegni su carta, provenienti dalle più prestigiose raccolte pubbliche, quali il Museo Boldini di Ferrara, la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Galleria d´Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, la Gam di Milano, il Museo di Capodimonte di Napoli, i Musei Civici di Pavia, la Pinacoteca di Brera di Milano, il Museo d’Arte Moderna di Lugano, il Museo Villa Belgioioso Bonaparte di Milano, la Gam di Palermo) e dalle più importanti collezioni private. Il percorso presenterà inoltre 20 capolavori di De Nittis, Zandomeneghi, Picabia, Corcos, Helleu, Signorini, Banti, oltre a 60 fotografie originali e inedite, lettere sinora mai pubblicate e materiale documentario originale del pittore ferrarese. La bellezza, soprattutto quella femminile, è stato l’effettivo terreno di azione su cui Boldini effettuò una vasta ricognizione estetica e una profonda indagine psicologica. Su queste basi, seppe coniare un modello di grazia idealizzato del tutto rispondente all’avvenenza aristocratica ed emancipata e ai tratti fisionomici di Berthè, la sua prima modella e amante francese. Ne sono un esempio, le tele che raffigurano Madame Ferguson, Madame Lanthème, la Contessa de Rasty, e altre ancora. Foto edite e inedite, molte della moglie, Emilia Cardona, sono qui raccolte insieme ai biglietti da visita lasciati in vita presumibilmente ma indistintamente sia a Giovanni Boldini, sia al terzo marito di Emilia, lo scultore Francesco La Monaca - all’epoca anch’esso domiciliato a Parigi - e rinvenuti in ordine sparso nell’abitazione di Pistoia dal nipote della vedova Boldini. Inoltre, il ritrovamento di una importante testimonianza epistolare e fotografica inedita ha consentito di ricostruire alcuni passi fondamentali delle vicende umane e affettive che segnarono la controversa convivenza fra l’insigne ma ormai anziano maestro italo francese e la giovane letterata piemontese che coltivava una relazione sentimentale parallela. I numerosi disegni a matita dedicati a Milly, come lui la chiamava affettuosamente, così come le immagini inedite delle suppellettili e degli esemplari originali - sculture, mobili, carrozze, tutti in miniatura - utilizzati come modelli per i quadri, rinvenuti presso lo studio del maestro, completano il quadro di una lunga esistenza contrassegnata dalla convulsiva attrazione per le donne e dal persistente affinamento di un gusto estetico superiore su cui poggiò la sua originale cifra espressiva. Accompagna l’iniziativa un catalogo Pacini editore. Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931) Giovanni Boldini inizia sin dalla giovane età a lavorare sotto la guida del padre pittore e, dopo essersi iscritto all´Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 1862, viene a contatto con l’entourage dei pittori così detti Macchiaioli che frequentano il Caffè Michelangelo. La fama di Boldini è però legata soprattutto ai celebri ritratti cui arriva dopo l´esperienza macchiaola. Importante in questa fase la permanenza a Castiglioncello. A Firenze si avvicina ai ritrattisti italiani come Michele Gordigiani e all´ambiente della colonia straniera toscana, fra cui i nobili inglesi Falconer, divenuti poi i suoi mecenati. Nel 1867 è a Parigi per la prima volta in occasione dell´Esposizione Universale dove frequenta la bella società parigina e si intrattiene con gli amici artisti in lunghe passeggiate sulle rive della Senna. Dopo un breve soggiorno londinese, Boldini si stabilisce definitivamente a Parigi nel 1871 e diventa il ritrattista indiscusso e contesissimo delle belle e nobili donne della città. Tra il 1872 ed il 1910, il maestro trionfa nei salons parigini, fornendo con i suoi ritratti, una nuova rappresentazione della femminilità, alla quale le sue clienti sono felici di adeguarsi; produce immagini di raffinatissima sensuale bellezza, talvolta raccolta e accentuata in un solo particolare anatomico, come le braccia o le mani. . |
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LA LUNA DI PULCINELLA DAL 14 AL 20 SETTEMBRE AL CASTELLO DEI CAVALIERI DEL TEMPIO, ALLA MAGIONE DI POGGIBONSI, ERNESTO DI GIACOMO ESPONE UNA VENTINA DI OPERE RECENTI, ISPIRATE ALLA CELEBRE MASCHERA NAPOLETANA |
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Poggibonsi, 9 settembre 2008 - Per gli amanti dell’arte e del colore, per gli amici e gli appassionati di pittura, arriva la nuova personale del pittore Ernesto Di Giacomo curata da Martina Corgnati. La mostra, dal titolo “La Luna di Pulcinella”, sarà ospitata nell’incantevole sito Alla Magione di Poggibonsi dal 14 al 20 settembre e colorerà il Castello dei Cavalieri del Tempio, creando un indimenticabile effetto. Le ventitre opere, realizzate appositamente per questa personale, raffigurano momenti, sensazioni ed esperienze ritratte sulla tela in composizioni piene di armonia e sono realizzate con una tecnica del tutto singolare, messa a punto da Ernesto Di Giacomo in anni di ricerca e grazie a una sensibilità per i toni cromatici particolarmente intensa: l’artista infatti non realizza alcun disegno preparatorio ma sfrutta la densità delle paste cromatiche scaraventandole direttamente sulle tele e poi tirandole a spatola. Le sue pennellate sono corpose, evocano vitalità e passione, caratteristiche tipiche di una cultura mediterranea fatta di luce, sole, colori, da cui scaturisce la splendente Napoli dove l’artista è nato e di cui rivendica la dimensione aperta e generosa, colta e vitale, che problemi e disavventure sociali e d’immagine non riusciranno mai a sommergere. Lo stile di Di Giacomo inoltre è la manifestazione di una vita personale e professionale trascorsa tra le bellezze europee, Nord America e Australia. È questa dinamicità di espressione che consente alle sue opere di colpirci generando emozioni specifiche per poi attrarci in direzione di un altro scenario, un´altra opera. L’artista esprime così la sua autonomia rispetto a canoni artistici e formali tipici delle accademie di pittura; ogni lavoro per lui è un’avventura diversa, un viaggio verso quel nuovo ancora da scoprire. E un paesaggio, un interno o un mazzo di fiori resta uno strumento capace di far risuonare le vibrazioni della “vera” pittura, quell’antico e insostituibile modo di trasmettere libertà e felicità. Queste opere recenti sono tutte caratterizzate dalla mancanza di un vero e proprio soggetto così come di uno sfondo: ogni singolo elemento ha pari importanza all’interno della composizione, così come in un brano musicale ogni nota riveste un’importanza essenziale nell’insieme. Inoltre dappertutto emerge l’idea della presenza di un uomo (noi stessi) che in realtà non appare mai, ma c’è, muto osservatore della bellezza della natura o dell’accoglienza della casa: un rapporto intimo generato da colori e forme, lo stesso rapporto che l’artista vuole intrattenere con le sue creazioni. Pittura per Ernesto Di Giacomo vuol dire sintesi. Teatralità, musica e colore diventano un tutt’uno all’interno del quadro. Ed è proprio per questo che in occasione dell’inaugurazione, il 13 settembre, queste tre forme d’arte diventeranno le protagoniste della giornata. Sarà possibile, infatti, assistere ad un’interessante rappresentazione teatrale Il dialogo tra Pulcinella e la Luna tratto da “Una Marionetta sulla Luna” realizzato dalla compagnia del Teatro delle Marionette degli Accettella di Roma. Seguirà l’esibizione del quintetto Brass Around The World di Torino composto da Enrico Negro, Federico Alotto, Florin Bodnarescul, Diego Bruno e Alessandro Faccin. Sfruttando al massimo le potenzialità dei singoli strumenti, il gruppo presenterà un repertorio che spazia dalle più grandi composizioni napoletane ai ritmi della patria del musical, Broadway, con arrangiamenti del tutto originali. La vita è bella, Per un pugno di dollari, Volare, My way sono solo alcuni dei brani presenti in repertorio. Milano, Roma, Torino, Venezia, Napoli, Lugano: alcune delle città che dal 1993 hanno ospitato personali di Ernesto Di Giacomo. Dal 2000 è la volta delle grandi metropoli europee: due esposizioni a Parigi – Hotel Sofitel arc du Trionphe (2001) e Mairi du Xiv Arrondissement (2001) – e nelle città di Bruxelles (Esposition Tecno 2000) e Charleroi (Salle del Pas Perdue de la Ville de Martinelle 2000) hanno costituito importanti tappe sul sentiero di un’affermazione importante e indiscutibile. Prossimamente lo vedremo protagonista di altre due importanti personali che si terranno a Madrid e Santander (Spagna). Colori, forme, passione, ritmo, fascino. Questi gli elementi che rispecchiano il pittore: un uomo e un artista che ha fatto della pittura una fondamentale componente del suo modo di essere. . |
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ANTONIO TESTA. IL SACRO E IL PROFANO DIANO D’ALBA (CN), PALAZZO RUFFINO, DAL 27 SETTEMBRE AL 23 NOVEMBRE 2008 |
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Diano d´Alba (Cn), 9 settembre 2008 - Il Comune di Diano d´Alba, in collaborazione con l´Associazione Culturale Antonio Testa, presenta la mostra tematica "Antonio Testa. Il Sacro e il Profano", che si svolgerà a Diano d´Alba (Cn), presso le sale recentemente inaugurate di Palazzo Ruffino (sede del Comune), nel cuore del centro storico del paese, e che rimarrà aperta al pubblico fino al 23 novembre 2008. L’inaugurazione della mostra avverrà nella Sala del Consiglio Comunale sabato 27 settembre alle ore 17,30 a Palazzo Ruffino, prestigiosa sede del Comune di Diano d’Alba, piccolo ma affascinante centro vitivinicolo, da sempre sensibile ai richiami dell’arte e della cultura. Diano d´Alba ha deciso in questo modo di rendere omaggio non solo ad un artista, ma ad un uomo di profonda cultura, oltre che pittore anche scrittore, scultore, fumettista e fotografo, che ha lasciato un numero assai consistente di quadri e scritti. Un artista "completo" profondamente legato alle sue colline, le Langhe e il Roero. Durante la cerimonia di inaugurazione interverranno: Claudio Cardinale, sindaco di Diano d’Alba, Luciano Spacca, presidente dell’Associazione Culturale Antonio Testa, Anna Maria Cavanna ed Emilia Ferri, curatrici della mostra, ed Elisa Testa, figlia dell´artista. A seguire, presso la Cantina Comunale I Sorì, verrà offerto un rinfresco. Il tema dell´esposizione, "Il Sacro e il Profano", può considerarsi il filo conduttore di una produzione artistica che segue tutta la vita del pittore in un evolversi continuo della ricerca di una tecnica pittorica e filosofica, come egli stesso scrive nel suo libro autobiografico, edito nella primavera del 2008, "Ricerca di una Tecnica" (Edizioni L´artistica di Savigliano). La caduta di San Paolo Antonio Testa fu anzitutto pittore e uomo di profonda cultura. Ultimo di tre fratelli nacque a Torino nel 1904, ma visse fin dalla sua più tenera infanzia nel castello di famiglia a Baldissero d’Alba, una casa, quasi magica, che trasuda in ogni sua parte cultura e storia e che gli fu per tutta la vita una preziosa guida. Nei suoi scritti ricorre sovente il ricordo di quei tempi lontani, quando i lumi erano a candela e a petrolio, quando la lettura avveniva nella “Saletta dei Colonna” e la conversazione nel “Salone dei Savoia” così chiamate per le rispettive quadrerie. Si laurea, più per dovere in legge e per aspirazione in filosofia, ma è la pittura che lo interessa e lo assorbe completamente; il Padre lo affida al pittore orientalista Alberto Rossi con cui compirà diversi viaggi in Oriente. Sono degli stessi anni i viaggi a Parigi e a Londra dove conosce le varie correnti della pittura a lui contemporanea, ma mantiene sempre, fin da allora una indipendenza intellettuale. In questo primo periodo sono numerose le Esposizioni, i premi del Re e della Regina, le grandi opere sacre, dove lo studio e l’amore per la pittura spagnola del Seicento sono sempre presenti. Del 1933 la grande “Ultima Cena” per la Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina a Baldissero d’Alba, del 1934 l’Abside della Cappella di San Giovanni de La Salle a Torino e del 1938 la decorazione della Chiesa della Divina Provvidenza ancora a Torino. E’ di questi anni l’incontro con la sua Musa ispiratrice: la bellissima Valentina, prima valente cantante lirica e poi ceramista di altissimo livello. L’avvento della guerra interrompe un percorso che sembrava muoversi sotto i migliori auspici: le bombe degli inglesi su Torino distruggono il suo grandioso studio, l’eredità della tenuta di Baldissero d’Alba ed una forma di rinuncia al successo esteriore per la ricerca di una soddisfazione personale nella riuscita di tecniche pittoriche sempre nuove, lo allontanano dalla vita pubblica. Tuttavia nasce negli anni Sessanta una lunga collaborazione con la Pia Società San Paolo di Alba che si concluderà, quando ottantaseienne, dipingerà un’ “Ultima Cena” ancor più drammatica della prima e che oggi si trova a Cinisello Balsamo (Mi). Dello stesso periodo è la decorazione della Chiesa dei Santissimi Apostoli a Piossasco (To). In questo secondo momento della sua vita, quando non attende più ad un successo di pubblico, ma ad una soddisfazione interiore, dipinge moltissimi ritratti, paesaggi, fiori, e monotipi, crea sceneggiature dalle illustrazioni del Doré e negli ultimi anni, riuscendogli troppo faticoso dipingere, scrive una serie di romanzi che sarà cura dell’Associazione Culturale Antonio Testa dare alle stampe. Un approfondimento sulla vita e sull´opera dell´artista piemontese si può avere attraverso la lettura della Monografia del pittore Antonio Testa a cura di Cottino, Ferri e Cavanna, e del libro autobiografico "Ricerca di una Tecnica" di Antonio Testa, Edizioni L´artistica di Savigliano. . |
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WALTER VALENTINI E’ UNA NOTTE STELLATA. ECCO IL PROGETTO INCISIONI, DIPINTI, SCULTURE DI WALTER VALENTINI DAGLI ANNI 70 AD OGGI ANCONA, MOLE VANVITELLIANA 18 SETTEMBRE-30 NOVEMBRE 2008 |
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Ancona, 9 settembre 2008 - “E’ una notte stellata. Ecco il progetto. Incisioni, dipinti, sculture di Walter Valentini, dagli anni ’70 ad oggi”, alla Mole Vanvitelliana di Ancona, (una fortezza settecentesca sull’acqua situata all’ingresso del porto storico, opera dell’architetto Luigi Vanvitelli) dal 18 settembre al 30 novembre 2008, a cura di Elena Pontiggia, è una mostra che si propone di riesaminarne tutto il percorso, a partire dagli esordi, individuando le differenti fasi e documentando la sua ricerca nel campo delle varie tecniche e dei vari materiali. In mostra saranno esposti tra l’altro oltre alle sculture, alle incisioni, alle tele, alle tavole e alle installazioni i libri d’artista. Marchigiano, nato a Pergola nel pesarese, anche se da tempo vive a Milano, Walter Valentini ha sempre mantenuto nel suo lavoro, condotto nei modi dell’astrattismo geometrico, un’impercettibile ascendenza classica. I segni che si incidono sulla superficie delle sue opere sembrano il progetto di una città ideale, che però si interrompe bruscamente, come se l’architetto non potesse più costruirla. Nelle sue opere, così, si sente tutta la nostalgia dell’antico e al tempo stesso tutta la drammaticità, ma anche il desiderio di bellezza, della modernità. La pittura di Valentini (intesa in termini allargati per comprendere tutta la sua arte, che in tutte le sue declinazioni presenta una singolare compattezza e coerenza) esprime una continua ricerca di armonia fino alla convinzione che l’armonia esista. Ma esprime anche il sentimento di uno scacco finale. La sua scala di Giacobbe non sale fino al cielo, ma si ferma improvvisamente. La musicalità delle sue composizioni termina ostinatamente nel silenzio. E le sue divine proporzioni si rivelano figlie di un dio minore, segnate da un’inaspettata afasia. La rassegna comprende tutte le più importanti opere (le prime le realizza dopo i quarant’anni), raggruppate secondo temi conduttori e per fasi temporali. Alla fine degli anni Settanta Valentini ha già avviato una stagione analitica, caratterizzata da un’individualità e da una sequenza seriale del segno. Opere come “Progetto” del 1979, o “La stanza del tempo” (1983) si strutturano come una enumerazione, ma anche come una riduzione ai minimi termini, al grado zero, delle singole linee. È una stagione minimalista, caratterizzata da un’accentuazione dell’intenzionalità dell’opera, del suo carattere di progetto architettonico. La sua tavolozza, del resto, è sempre stata quella di un architetto: il bianco, appunto, il grigio della pietra serena, il nero, a cui si aggiungono il blu, qualche scintilla di un rosso introverso e austero, che ha più della pietra dura che non del fiore o del frutto, e, in anni più recenti, l’oro. Lungo gli anni Ottanta, invece, e già nella “Stanza del tempo” se ne coglie la presenza; Valentini accentua così la dimensione materica della sua pittura. È una matericità che ricorda l’intonaco e il foglio di carta antica, la porosità della terra e la granulosità della superficie: mai però invasiva. La tavola sgranata, la sabbiatura dell’estensione, il detrito lieve, come di pigmento o di deposito alchemico rilasciato sul fondo della fiala, ha la stessa funzione della matericità della pergamena, che non impedisce la stesura limpida del segno, ma gli dona una nobile preziosità. A partire dai tardi anni Ottanta si apre una fase più visionaria. Una visionarietà che rimane intima e trattenuta, che non si traduce in facili effusività, ma che pure emerge silenziosa: emerge nelle grandi visioni di “Cieli” metafisici e leopardiani; nelle luminose apparizioni della “Città del Sole”; nell’aprirsi delle “Porte del tempo”. Misurare il cielo, misurare l’infinito; racchiudere l’infinito nel finito. Le opere di Valentini in mostra alla Mole possono voler dire: “Lo spazio della pittura, della scultura, del libro è una superficie limitata, ma tutte le stelle dell’universo la percorrono e la rischiarano”. La mostra è di forte impatto nei confronti del pubblico, con un originalissimo progetto allestitivo di Roberto Bua, Silvia Cuppini e Martos. (Il visitatore costeggia, all’ingresso degli spazi espositivi della Mole Vanvitelliana, una impalcatura che si estende dal pavimento al soffitto, il cui senso viene svelato al termine del percorso. Superata la stanza delle geometrie originarie, dell’artista, tutte opere degli anni settanta, la voce dell’artista in un’immagine animata suggerisce al pubblico le due direzioni della mostra: il cielo, le costellazioni, il sistema solare sul piano di calpestio e le soglie, le porte sul soppalco. Il pubblico può liberamente scegliere di iniziare da uno dei due percorsi, al termine del quale, sulle impalcature che reggono una parte del soffitto, il visitatore può leggere il breve racconto di Tecla, narrata da Marco Polo al Kublai Kan nelle Città invisibili di Italo Calvino: chi chiede dove sia il progetto viene invitato ad attendere. Con l’arrivo della notte, con lo sguardo rivolto al cielo stellato giunge finalmente la risposta: Ecco il progetto). Catalogo edito da Skira’, che è una monografia definitiva sull’artista e un’antologia di saggi (Armando Ginesi, Elena Pontiggia, Roberto Budassi, Sandro Parmiggiani) che permettono di seguirne analiticamente tutta la ricerca. . |
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LUIGI GROSSI “IN PRINCIPIO ERA LA LINEA” |
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Napoli, 9 settembre 2008 - “Pensieri luminosi” è la nuova esposizione dell’artista napoletano Luigi Grossi dall’11 al 26 settembre a Palazzo Reale. A creare la magia visiva è un telecomando, strumento reso indispensabile dai tempi correnti ma pur sempre strumento del pensiero che, unico, decide di vedere ciò che sceglie di vedere. L’idea creativa di Grossi è quella di affidare alle scatole geometriche i tre momenti essenziali dell’Essere: Anima-corpo-pensiero. Pensieri luminosi sono segni illuminati. Per l’artista l’anima trascende la terra e arriva nell’aere che non è il vuoto dell’universo, ma la densità di aria e arie che lo compongono ed entrano nel pensiero e lo illuminano. Realizza nell’opera Totem, con pezzetti di specchio, una illuminazione che rende possibile vedere al di dentro e si accende appena ci si accosta; attraverso i piccoli specchi frammentati, la propria immagine riflessa a tratti dietro il confine della prima lastra muove il piano restrostante, come a definire la rarefazione dell’immagine alla ricerca di se stessa nella complessità del suo esistere. Gli ambienti della Sala Leopardi ospitano infatti opere che chiamano continuamente il fruitore ad interagire con esse. Nel primo ambiente vive l’installazione del Totem; nel secondo sono collocati a parete dipinti che appaiono alla luce artificiale che poi, spegnendosi per riaccendersi in ogni opera, crea nuovi quadri enfatizzando gli stessi che appaiono racchiusi in scatole luminose; nel terzo ambiente il pensiero si fa azione con l’uso del telecomando e come in un salotto simulato ciascuno va alla ricerca delle sue immagini: come dire, in origine era la linea. . |
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CUCUTENI - TRYPILLYA UNA GRANDE CIVILTA DELL’ANTICA EUROPA (5000 – 3000 A.C.) ROMA, PALAZZO DELLA CANCELLERIA 16 SETTEMBRE - 31 OTTOBRE 2008 |
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Roma, 9 settembre 2008 - Si presenta in anteprima mondiale a Roma, a Palazzo della Cancelleria, la mostra dedicata ad una magnifica e antica civiltà d’Europa: i Cucuteni -Trypillya, una delle prime e importanti manifestazioni della civiltà del Vecchio Continente. L’eccezionale rassegna vede per la prima volta la collaborazione in campo storico e culturale fra Romania ed Ucraina, con uno speciale contributo della Repubblica di Moldavia. La stretta collaborazione tra gli esperti dei musei dei tre paesi confinanti si risolve in un progetto espositivo unitario che illustrerà al pubblico lo splendore ed il mistero dell’antica civiltà neolitica. Composta da oltre 450 reperti, fra i più significativi finora emersi dagli scavi e provenienti dai musei e dalle collezioni private più importanti dei tre paesi, la mostra Cucuteni-trypillya: Una Grande Civiltà Dell’antica Europa verrà presentata con uno speciale allestimento che proporrà diverse visioni delle proto-città ricostruite dagli archeologi. Gli studi finora condotti confermano che fra gli aspetti più importanti raggiunti da questa civiltà si può verosimilmente parlare di uno stadio proto-urbano: una condizione certamente significativa per una civiltà, le cui prime testimonianze risalgono al V millennio a. C. L’importante rassegna è promossa dall’Ambasciata d’Ucraina presso la Santa Sede; dal Ministero della Cultura e degli Affari Religiosi di Romania; dal Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Moldavia; dal Ministero della Cultura e del Turismo d’Ucraina. La parte scientifica vede la collaborazione dei massimi esperti e accademici dei tre Paesi: la Dott. Ssa Lacramioara Stratulat, Direttrice del Complesso Museale Nazionale “Moldova” di Iasi, il Prof. Nicolae Ursulescu, Direttore del Centro Interdisciplinare di Studi Archeostorici dell’Università “Alexandru Ioan Cuza” di Iasi, il Dr. Romeo Dumitrescu, Presidente della Fondazione “Cucuteni pentru Mileniul Iii” di Bucarest, il Dr. Sergiy Krolevets, Direttore del Museo Nazionale Storico-culturale “Kyevo-pecherska Lavra”, il Dr. Sergiy Chaykovskyi, Direttore del Museo Nazionale Storico dell’Ucraina, i Sig. Ri Sergiy Taruta e Mykola Platonov, comproprietari della famosa collezione “Platar” di arte antica (Ucraina) e con la partecipazione dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina ed il Museo Storico Nazionale di Dnipropetrovsk. Per la Repubblica di Moldavia i contributi scientifici sono a cura del Dr. Eugen Sava, Direttore del Museo Nazionale di Archeologia e Storia della Repubblica di Moldavia, del Dr. Valentin Dergacev, Direttore dell’Istituto della Memoria Culturale di Chisinau. La rassegna si avvale del patrocinio dell’Ambasciatore d’Ucraina presso la Santa Sede S. E. Sig. Ra Tetiana Izhevska, del Ministro della Cultura e del Turismo d’Ucraina On. Vasyl’ Vovkun, del Ministro della Cultura e degli Affari Religiosi di Romania, On. Adrian Iorgulescu e del Segretario Generale del Ministero della Cultura e degli Affari Religiosi di Romania, On. Virgil Nitulescu. La mostra è organizzata da Artifex, Comunicare con l’Arte, e si avvale del sostegno dell’Unione Industriale di Donbass (Ucraina), Sig. Sergiy Taruta, Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Uid, il Progetto “Artinvest”, nonchè dal Sig. Mykola Platonov, comproprietario del Museo del patrimonio nazionale culturale “Platar” (Ucraina) e Presidente del Fondo di beneficenza in memoria di Sergiy Platonov. Cucuteni - Trypillya Considerata la prima grande civiltà d’Europa, quella di Cucuteni-trypillya è emersa e si è sviluppata nelle regioni che oggi fanno parte di tre differenti stati: Romania, Ucraina e Repubblica di Moldavia. Gli scavi, iniziati alla fine dell’800 e da allora mai interrotti, hanno restituito al patrimonio culturale universale una civiltà caratterizzata da una forte originalità e da un livello di progresso sorprendente per quell’epoca. Il nome di questa civiltà è stato stabilito in modo convenzionale dagli archeologi in base ai nomi dei villaggi Cucuteni in Romania, vicino a Iasi, e Trypillya in Ucraina, vicino a Kiev, dove, alla fine del Xix secolo sono state rinvenute per la prima volta ceramiche dipinte e statuette di terracotta, categorie di oggetti divenuti simbolo di quest’antica popolazione. A più di cento anni dalla loro scoperta questi siti archeologici sono entrati nella letteratura scientifica di tutto il mondo. Siamo di fronte ad una civiltà estesa su circa 350. 000 km quadrati con insediamenti di varie dimensioni, proto-città che si sviluppavano su centinaia di ettari, elaborate fortificazioni, abitazioni che variavano da capanne interrate a costruzioni fino a due piani, oggetti in ceramica la cui utilità si abbina in modo armonioso all’aspetto estetico, una religione affascinante le cui tracce sono marcate fra idoli e oggetti cultuali dall’incredibile simbolismo, oggetti rituali la cui funzionalità è ancora in fase di interpretazione. Maggiori sono le informazioni raccolte sulla civiltà Cucuteni-trypillya, più questa cultura diventa misteriosa, soprattutto per ciò che riguarda i luoghi e il suo ruolo ricoperto nella storia universale; vi è anche l’ipotesi che questi luoghi potrebbero essere il punto di partenza della civiltà dei Sumeri se non, addirittura, che a questi luoghi sia riferibile il mito di Atlantide. Alla fine del Xix secolo un nucleo fondamentale di scoperte archeologiche hanno modificato la visione della storia dell’umanità: Schliemann scoprì la città di Troia, Evans rivelò al mondo il Palazzo di Knossos a Creta, in Medio Oriente si diede inizio alle scoperte delle civiltà mesopotamiche, conosciute, fino ad allora, solo in antichi scritti. Per quello che riguarda l’Europa dell’Est vi era un’opinione secondo cui, in quest’area, nell’epoca preistorica i contributi allo sviluppo della civiltà furono pochi. Contrariamente, grazie agli scavi dal 1884 in Romania e dal 1893 in Ucraina, furono portati alla luce i primi segni delle civiltà che progressivamente hanno modificato l’idea che gli storici avevano, fino a quel momento, del progresso della civiltà in Europa. Un gruppo di intellettuali di Iasi (Theodor Burada, Nicolae Beldiceanu, Grigore Butsureanu e George Diamandi), effettuando gli scavi su Dealul Cetatuia, nel villaggio Cucuteni, scoprirono belle ceramiche dipinte e numerose statuette di terracotta, raffiguranti uomini e animali. La comunicazione dei risultati ad un congresso internazionale, svoltosi a Parigi nel 1889, introdusse nel circuito scientifico europeo i dati necessari per l’avvio allo studio di queste antica civiltà. A quell’eccezionale congresso erano presenti, nel ruolo di componenti del comitato scientifico e archeologico, figure quali Schliemann, Evans, de Mortillet e Montelius, che convalidarono il legame fra le scoperte di Cucuteni, le scoperte del bacino Egeo e quelle dell’Asia Minore. Poco tempo dopo, l’archeologo ucraino V. Khvoyka, divenuto successivamente uno dei fondatori del Museo Nazionale di Storia dell’Ucraina, trovò in un sito archeologico nelle vicinanze del villaggio Trypillia, vicino Kiev, resti di vasi in argilla, statuette raffiguranti donne e armi in pietra e rame, risalenti sicuramente a periodi antecedenti a quelli finora ipotizzati. I ritrovamenti rivelarono come gli abitanti che vivevano in quei territori coltivavano la terra, erano abili artigiani ed avevano credenze religiose. Fin dall’inizio del Xx secolo si determina un collegamento fra le scoperte portate alla luce in Romania ed in Ucraina; la forma è quella di un’unica grande civiltà, Cucuteni-trypillya, pur se, nei due paesi, furono mantenuti nomi differenziati. La moltitudine delle scoperte riferibili a Cucuteni-trypillya, dall’est della Transilvania fino al fiume Dnipro e dal nord-est di Muntenia fino al sud della Polonia, hanno dimostrato l’unità di questa grande civiltà con luoghi estesi e ricchi, con edificazioni e oggetti di un senso estetico del tutto peculiare. Gli scavi archeologi provarono l’eccellente grado raggiunto dalla popolazione nell’agricoltura, confermarono come non solo vi erano solo villaggi comuni, ma anche centri abitati di dimensioni davvero impressionanti con superfici che variavano dai 150 fino ai 450 ettari. Non si trattava, chiaramente, di singole abitazioni anche se molto grandi, ma di vere e proprie “città preistoriche”. In particolare l’insediamento del bacino del Bugo Meridionale mostrava strutture urbane con abitazioni poste in cerchi concentrici oppure disposte in linee parallele o gruppi, tese a formare piazze e luoghi destinati ad attività pubbliche o comunitarie. Alcune abitazioni erano molto grandi, da 300 a 600 metri di lunghezza, composte da molte stanze. I muri ed il soffitto erano decorati con disegni neri e rossi. I letti e altri arredamenti d’interni erano decorati con disegni complicati realizzati con colori brillanti. Alcune delle statuette ritrovate negli scavi archeologici rappresentavano i personaggi importanti che vivevano nelle costruzioni appartenenti a queste città preistoriche. I volti maschili sono allungati, con nasi pronunciati. Mentre tutte le statuette rappresentanti le donne sono state trovate senza alcuna maschera sul volto e questo è uno dei misteri della civiltà Cucuteni-trypillya. Il numero delle statuette maschili ritrovate è decisamente inferiore rispetto a quelle femminili e, in tutte, si può notare la forma ovale del volto o la presenza di una maschera. La maggior parte delle statuette femminili sono aggraziate, con lunghe gambe, alcune nude e altre avvolte in quello che sembra un abito da festa. La ragione per cui le figure femminili sono “senza volto” non è chiara, ma si presume possa essere riferibile a esigenze rituali. Uno studio approfondito rivela che le maschere sono caratterizzate da raffigurazioni di animali: pecore, maiali, lucertole, tartarughe, serpenti e pennuti quali galli, galline, cicogne, falchi, anatre e altri uccelli sacri. Perché il volto era coperto ed il corpo no? Gli esami sulle statuette rivelarono che i corpi delle donne erano tatuati in diversi punti, soprattutto sullo stomaco e sulla schiena. I disegni ornamentali più diffusi erano spirali, rombi e serpentine (l’Albero della Vita). Alcune delle statuette portano ancora segni di colori rosso e nero che riprendono i dettagli dei vestiti. L’ornamento più popolare sembra essere stato la gonna con frange di varie lunghezze, ma anche grembiali. L’ultimo stadio nello sviluppo della civiltà Cucuteni-trypillya rivela un cambiamento nel modo di vestire. Le donne iniziano ad indossare vestiti aderenti e probabilmente anche qualcosa di simile ai pantaloncini corti. Questi indumenti erano tutti decorati con spirali e serpentine. Le statuette e le figure sui vasi indicano che le donne indossavano anche alti stivali rossi. I capelli erano pettinati in vari modi. Le raffigurazioni sui vasi mostrano che i capelli delle donne erano raccolti oppure sistemati in alto con due trecce. Comunque erano pettinati indietro per le occasioni speciali. Le occupazioni di base della popolazione di Cucuteni-trypillya erano l’agricoltura e l’allevamento di suini, ovini e bovini; verosimilmente addomesticavano i cavalli. Gli specialisti di paleo-botanica hanno dimostrato l’esistenza di certi tipi di grano, orzo, cereali, legumi, viti, ciliegi e prugni. La loro agricoltura era avanzata per quei tempi, usavano, infatti, aratri a trazione animale. La popolazione di Cucuteni-trypillya usava dei forni per cuocere la ceramica. Nel villaggio di Vesely Kut (letteralmente tradotto: angolo allegro) furono trovati resti di sofisticati forni. Ad Ariusd nel sud-est della Transilvania, sono stati ritrovati forni evoluti, composti da due camere separate che permettevano di ottenere alte temperature per la cottura in profondità degli oggetti di ceramica. I vasi erano di diversi tipi e stili, decorati in almeno 20 diversi modi. Nell’insediamento di Nebelivka, vicino a Maydanetsky in Ucraina, gli archeologi portarono alla luce quello che potrebbe essere considerato il più antico set di ceramiche dell’Est Europa, con piatti, ciotole e coppe riportanti lo stesso decoro. La ceramica di qualità era opera di alcuni maestri specializzati e costituiva uno dei beni di prestigio utilizzato negli scambi commerciali intercomunitari. I metallurgici della civiltà Cucuteni-trypillya conoscevano diversi metodi di lavorazione del rame, e perfino i metodi per ottenere le leghe metalliche, compresi rame e argento. In proporzione inferiore lavoravano anche l’oro con cui realizzavano gioielli di prestigio. Gli oggetti di metallo erano accumulati quali tesori (come quelli scoperti a Ariusd, Habasesti, Brad, Carbuna, Horodnica). Il tesoro di Ariusd (Romania) conteneva ben 1. 992 oggetti di rame, il tesoro di Carbuna (Repubblica di Moldavia) 444 oggetti di metallo, mentre i tesori di Ariusd e Brad (Romania) contenevano anche oggetti in oro. Gli insediamenti di Cucuteni-trypillya (oggi denominati “piccole fortezze” per via della posizione dominante) mostrano sistemi di fortificazione che consistono in fossati, terrapieni e palizzate. Nell’ultima fase di sviluppo della civiltà Trypilliana, le città di tipo proto-urbano dell’area est (Trypillia) estendevano le fortificazioni fino a tutto il perimetro dell’abitato, innalzando, talvolta, anche muri di pietra. Queste fortificazioni avevano lo scopo di difendere gli insediamenti e le ricchezze dagli attacchi delle comunità vicine e dalle tribù nomadi infiltrate nell’area attraverso le regioni delle steppe. Gli archeologi, i fisici e i paleo-botanici, impegnati nello studio della civiltà Cucuteni-trypillya, presumono che uno dei fattori che determinarono il declino di questa civiltà agli apici del suo sviluppo fu il progressivo peggioramento della situazione ecologica, sentita in tutta l’area dell’Eurasia. Ma le vere ragioni della scomparsa della civiltà Cucuteni-trypillya non sono ancora del tutto chiare. Altresì, ad oggi, non si conosce l’idioma parlato pur se; secondo varie opinioni, è fra la popolazione di Cucuteni-trypillya che andrebbe cercata l’origine della lingua Indo-europea. La civiltà Cucuteni-trypillya ha attraversato distinte fasi di evoluzione, designate in modo diverso nella letteratura specifica della Romania e dell’ex Unione Sovietica. Nella loro fase più antica, le dimore di Cucuteni-trypillya erano relativamente piccole, alcune di esse scavate nel terreno. Nella fase media, le dimensioni degli insediamenti e delle abitazioni crebbero. Durante l’ultima fase la decorazione della ceramica è più raffinata, vi si rappresentano scene mitologiche. Allo stesso tempo si realizzano armi sempre più sofisticate, sia di metallo (pugnali e asce), sia in pietra (asce, punte di freccia e lance), che mettono in evidenza come il combattimento occupasse un posto sempre più importante nella vita della comunità. La loro religione e i loro culti trattavano in tutta evidenza argomenti quali la cosmogonia e l’aldilà. Tra i culti più sviluppati vi è il culto per la Madre Terra (che assicurava fecondità e fertilità), per il Toro Celeste e per il Fuoco (come attributo celeste). Gli artefatti trovati negli scavi archeologici suggeriscono l’esistenza di scambi commerciali con le altre tribù del centro e sud-est Europa, ma anche con quelle delle aree di steppa, del Caucaso e dell’Asia centrale. Al momento vi sono molte più domande che risposte su questa importante civiltà dell’est europeo, ciò può solo aumentare l’aura di mistero che ancora ne avvolge usi e costumi, ma la ricerca continua e nuove scoperte potranno certamente chiarire, almeno in parte, il ruolo storico e l’apporto all’evoluzione dell’uomo dell’antica civiltà Cucuteni-trypillya. . |
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MAGICMINDCORPORATION – IACOPO VAJA TRASFORMAZIONI.TRAMONDI |
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Parma: 13 settembre - 17 ottobre 2008 Parma, 9 settembre 2008 - Si inaugura sabato 13 settembre presso il temporary Artbox, P. Za Carlo Alberto Dalla Chiesa, Parma, la mostra Trasformazioni. Tramondi di Magicmindcorporation e Iacopo Vaja. L’esposizione, a cura di Marco Turco, è organizzata dall’Archivio Giovani Artisti di Parma e Provincia, struttura dell’Assessorato alle Politiche Culturali e alla Creatività Giovanile – Servizio Eventi e Mostre – del Comune di Parma, in collaborazione con Fondazione Monte di Parma, Stu Area Stazione e 00:am Casa Creativa. La casa di produzione Magicmindcorporation presenta il “colossal di cartone” Tramondo, opera interamente realizzata con personaggi di plastilina, animati con la tecnica della stop-motion. In una città di cartone le vite di cinque personaggi s’incrociano per un istante. Uno scambio di persona, un omicidio, piccoli disastri e grandi tragedie al tramonto del sole in una giornata come le altre. Critica a chi oscura e a chi si fa oscurare, il leit motiv dell’opera è il fumo. Il fumo di una sigaretta accesa soprappensiero, come uno dei tanti gesti compiuti automaticamente, come accendere la televisione: un autoannebbiarsi, un piccolo gesto che avrà grosse ripercussioni. Negli scatti di Iacopo Vaja troviamo una città trasognata, dove edifici e strutture spesso pensati solo per la loro funzione, senza pretese architettoniche, acquisiscono dignità grazie al lavoro del fotografo. Vaja ne coglie prospettive e dettagli o, in certi casi, ne travisa completamente l´aspetto, dando vita a giochi di puro astrattismo, insistendo col nero della notte quale tono dominante per fare emergere in maniera prepotente l’essenza delle forme. Il taglio verticale scelto per questo lavoro è per sovvertire ancora di più il punto di vista consueto. Frammenti, schegge, visioni di una Città che non ti aspetti, che lavora, che studia, che si muove, che vive lontano dagli sfarzi dei grandi monumenti. Un invito a non fermarsi al primo sguardo, ma a guardare sempre dietro le apparenze. Tramondi è dunque l´occhio nuovo con cui interpretare gli spazi urbani, anche quella periferia che a volte fingiamo non esista. Iacopo Vaja è nato a Parma nel 1979. Laureato in Ingegneria Meccanica, attualmente dottorando di ricerca in Ingegneria Industriale presso l’Ateneo Parma, è impegnato nello studio dei sistemi energetici e delle fonti rinnovabili. Realizza fotografie su pellicola, prevalentemente in bianco e nero, senza ricorso ad interventi di fotoritocco. È alla sua prima esperienza espositiva. . |
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GRANDE SUCCESSO DELLA STRAORDINARIA PERSONALE DI JüRGEN BRODWOLF ALLA GALLERIA ARTE MODERNA AMMANN DI LOCARNO |
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Locarno, 9 settembre 2008 – Grande successo e foltissima partecipazione di collezionisti, critici, appassionati alla Galleria arte moderna Ammann della mostra I 50 anni della figura di Jürgen Brodwolf (Dübendorf, Zh, 1932) considerato tra i principali artisti contemporanei svizzeri. La mostra, presentata dal critico Luca M. Venturi, comprende una trentina di opere tra cui quadri, assemblaggi, sculture e continua fino al 31 ottobre 2008, nella sua sede di Via Panelle 10 a Locarno. La personale di Jürgen Brodwolf alla Galleria Ammann di Locarno consente di approfondire gli aspetti più recenti e inquietanti dell’opera dell’artista, documentando un’epoca intensa e significativa per lo sviluppo dell’arte dello scultore di origini zurighesi che oggi lavora in Germania, alternando periodi di soggiorno creativo in Ticino, a Vezia. Questa mediazione tra natura e cultura, tra immediato e meditato, tra visto e capito costituisce una delle funzioni distintive dell´artista, e permette di comprendere quanto si può trovare di vero, ma anche di parziale e di mutilato nell´arte. Nato a Duebendorf, Zurigo nel 1932, Brodwolf vive e lavora a Kandern nella Foresta Nera in Germania. Studia da litografo alla Kunstgewerbeschule di Berna dal 1948 e nel 1953 si reca a Parigi dove si dedica alla pittura da autodidatta e vive la stagione dell’Informale. Nel 1955 ottiene una borsa di studio federale per la pittura e si trasferisce a Vogelbach, nella Foresta nera, dove si dedica anche al restauro di opere medievali e alla pittura su vetro. Rieceve una borsa di studio della Akademie der Künste di Berlino nel 1968, diviene Professore alla Fachhochschule für Gestaltung di Pforzheim nel 1976 e dal 1982 al 1994 è Professore di Scultura alla Staatlichen Akademie der Bildenden Künste di Stoccarda. Nel 1958 scopre la manipolazione dei tubetti di colore denominata dall’artista “Tubenfigur” e dal 1959 la figura diventa la caratteristica del suo lavoro. Nelle sue opere Brodwolf impiega materiali non convenzionali inseriti in un contesto sempre diverso, in dialogo costante con le sue figure, facendo scaturire un dialogo intenso e misterioso tra l’arte e gli oggetti di uso quotidiano. L’artista lavora concettualmente sulla figura umana in maniera essenziale e minimale. Il trascorrere del tempo, la trasformazione, il ciclo vita - morte sono il tema principale della sua opera. Le sue figure emanano una spiritualità che avvicina Brodwolf agli antichi maestri italiani, sempre ammirati e studiati dall’artista. A volte monocromo, a volte raffinatissimo nella stesura del colore, Brodwolf lavora nel piccolo e nel grande formato con la stessa forza e tensione. Dalla prima mostra personale nel 1962, l’artista ha esposto in gallerie e musei in tutta Europa, ma soprattutto in Germania, Svizzera e Italia. Le sue opere si trovano nei più importanti musei tedeschi. Innumerevoli sono le sue grandi installazioni ospitate nei musei, nelle gallerie, negli spazi aperti. In Ticino si ricorda la sua grande mostra antologica Jürgen Brodwolf e la leggenda della fonte di cristallo a Fescoggia nel 2000. Ha partecipato a Documenta 6 di Kassel e alla Biennale di Venezia nel 1982. Il 29 agosto 2005 è nata la fondazione Jürgen-brodwolf-stiftung con sede in un edificio del Xvi a Kandern di cui è prevista la trasformazione in museo. . |
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ITALIAN GENIUS NOW A CURA DI MARCO BAZZINI TRAVENCORE HOUSE, NEW DELHI DAL 15 AL 30 SETTEMBRE 2008 |
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Prato, 5 settembre 2008 - Si inaugurerà il prossimo 15 settembre presso la Travencore House di New Delhi Italian Genius Now la rassegna a cura di Marco Bazzini che dopo il grande successo ottenuto a Seul, Tokio e Taipei approda in India. In mostra, a testimonianza della grande creatività italiana, opere dalla vincente combinazione d´intenti formali e sperimentazioni linguistiche di artisti, designer, architetti, fotografi a partire dagli anni Cinquanta ad oggi. La rassegna prodotta dal Centro per l´arte contemporanea Luigi Pecci in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, testimonia oltre un cinquantennio di arte e design attraverso un allestimento creato per tracce sparse nei decenni e nel dialogo tra i diversi campi di quella cultura estetica e materiale che rimane l´immagine più rappresentativa del Paese Italia. Per il prodotto italiano il riconoscimento trova facile sintesi nel Made in Italy, una formula di successo planetario che non deve essere confusa con un restrittivo slogan patriottico da applicarsi a tutto quanto è realizzato nel nostro paese ma piuttosto ricondotta alla totale immagine artistica con cui è riconoscibile, soprattutto all´estero, l´Italia. Una matrice originaria che è fatta di un diffuso sapere, proprio come il patrimonio artistico sul territorio, dove è rimasta nei secoli intatta la qualità costruttiva, la capacità dialettale che si è fatta linguaggio nazionale attraverso artisti e artieri che hanno tramandato e custodito la virtù dell´opera insieme alla capacità del mestiere. Un´immagine artistica che geneticamente è presente in ogni produzione delle arti maggiori e minori, nei grandi capolavori da ammirare come nei piccoli oggetti d´uso quotidiano, in cui la qualità utile dell´arte si intreccia con l´utilità che piace, nella memoria di un´ampia storia dell´arte che continua ancora oggi a sorprendere per la sua vivacità e a far scontrare storie di un tempo e ricerche di oggi. Italian Genius Now rappresenta anche un progetto esemplare da punto di vista della produzione degli eventi espositivi/format. La mostra nasce secondo un modello operativo che il Centro Pecci sta cercando di portare avanti operando con criteri non soltanto culturali ed estetici ma anche mutuati dal mondo produttivo, quali efficacia, efficienza e razionalizzazione delle risorse, sfruttamento dell´economia di scala. Italian Genius Now intende affermare per irraggiamenti e rimandi formali il genio creativo italiano, a partire dalla Vespa Gs 150 di Corradino D´ascanio sviluppata per la Piaggio, per passare alla sperimentazione spaziale di Paolo Scheggi o al design moderno di Marcello Nizzoli e Achille Castiglioni. A rappresentare gli ultimi decenni sono le forme ambigue del design di Stefano Giovannoni per Alessi, le assonanze glamour tra le opere di Vanessa Beecroft e Sissi, le foto rappresentatnti i siti di massa di Massimo Vitali, per finire con la visionarietà ´futurista´ dell´ultimo scooter Piaggio, l´Mp3, con le sue due ruote anteriori e una posteriore. A testimonianza degli anni Sessanta la pittura pop di Roberto Barni, Umberto Buscioni e i giochi di parole di Gianni Ruffi, il design di Ettore Sottsass, Marco Zanuso e dei gruppi dell´Architettura Radicale (Archizoom e Superstudio) che produssero tra gli altri per Poltronova. Per gli anni Settanta spiccano le opere di Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Chiari, Emilio Isgrò, Franco Vaccari e la produzione industriale di sculture poliuretaniche della Gufram (Pratone di Ceretti-derossi-rosso e Sassi di Piero Gilardi). Gli anni Ottanta, invece, si caratterizzano per la “classicità” delle sculture di Roberto Barni per i ritratti di molti artisti nel loro studio realizzati da Aurelio Amendola. Il fascino del Made in Italy oltrepassa sin dai primi anni ´50 le frontiere nazionali consolidandosi non solo in Europa e in America, dove i creatori italiani ricevono riconoscimenti ufficiali per il loro indiscusso genio con collaborazioni prestigiose, premi e inviti ad esposizioni internazionali, ma in tutto il mondo. Un aneddoto racconta come il ´prodotto´ italiano intessuto di bellezza, funzionalità e modernità non conoscesse alcuna frontiera e fosse famoso nonostante l´anonimato del suo progettista. A bordo degli incrociatori italiani, recatisi in Vietnam per un´operazione umanitaria, i profughi, che fraternizzarono presto con il personale di bordo, interrogati su come immaginassero l´Italia e cosa conoscessero di essa, risposero in molti: "la Vespa". Finita la Seconda Guerra mondiale anche in Italia, un paese tragicamente in ginocchio, comincia l´epoca della ricostruzione. Mentre il cinema e la letteratura restituiscono, con la straordinaria stagione del Neorealismo, l´immagine di una nazione alle prese con molti problemi quotidiani, l´arte, l´architettura e il design, che in quegli anni sono fortemente intrecciati, iniziano a proporre un mondo dinamico, colorato, moderno, accessibile che anticipa quella libertà e creatività che dagli anni Sessanta saranno definite, prima, il miracolo italiano, poi, il Made in Italy. In quegli anni l´Italia ritrova e rilancia sul piano internazionale, per poi consolidarlo nuovamente nei decenni successivi, il genio del suo carattere: il gusto per la bellezza, per l´arte, per il progetto e talvolta per l´eccentrico che ha contraddistinto la sua cultura nei secoli precedenti con i grandi protagonisti del Rinascimento, del Manierismo e del Barocco che hanno segnato la cultura occidentale. Opere di: Carla Accardi, Aurelio Amendola, Archizoom Associati, Marco Bagnoli, Nanni Balestrini, Lorenzo Banci, Roberto Barni, Carlo Bartoli, Massimo Barzagli, Vanessa Beecroft, Luca Bertolo, Umberto Buscioni, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Giorgio Ceretti - Pietro Derossi - Riccardo Rosso, Giuseppe Chiari, Fabrizio Corneli, Vittorio Corsini, Corradino D´ascanio, Andrea Facco, Roberto Fallani Carlo Fei, Salvatore Ferragamo, Isabella Gherardi, Piero Gilardi, Stefano Giovannoni, Giulio Iacchetti - Matteo Ragni, Emilio Isgrò, Marco Lambri, Ketty La Rocca, Aldo Londi, Arrigo Lora-totino, Lucia Marcucci, Amedeo Martegani, Andrea Martinelli, Alberto Meda, Alessandro Mendini, Sabrina Mezzaqui, Massimo Mussapi, Marcello Nizzoli, Luciano Ori, Mimmo Paladino, Paolo Parisi, Gaetano Pesce, Lamberto Pignotti, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella, Sara Rossi, Gianni Ruffi, Maurizio Savini, Tobia Scarpa, Paolo Scheggi, Sissi, Ettore Sottsass, Superstudio, Gianluigi Toccafondo, Ufo, Franco Vaccari , Massimo Vitali, Marco Zanuso - Richard Sapper, Gilberto Zorio. . |
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ARTE E LETTERATURA LO SGUARDO DELL´OMBRA_CHICCA GAGLIARDO E LUCIANO MASSARI GALLERIA NICOLA RICCI PIETRASANTA |
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Pietrasanta, 9 settembre 2008 - Sabato 13 settembre 2008, alle ore 18. 00, presso la sede della Galleria Nicola Ricci di Pietrasanta, Via del Marzocco 38, la scrittrice Chicca Gagliardo presenterà il suo romanzo Lo sguardo dell’ombra, edito da Ponte alle Grazie. Per questa occasione saranno esposte le “Ombre” di Luciano Massari, lastre in nero del Belgio e resine rosse. Insieme a Chicca Gagliardo interverranno Stefania Grassi e Luciano Massari. Il libro - È mattina. Un’ombra, che si è staccata da un corpo, si aggira nel centro di Milano. Incontra Agnese, una donna che profuma di riccio di castagna chiuso, il profumo della passione spenta. Agnese è legata a un uomo che l’ha tradita: sarà l’ombra a mostrarle la strada per ritrovare se stessa. Raccontata dalla voce (e vista con gli occhi) dell’ombra, la storia si dipana in ventiquattro ore. In una di quelle notti magiche che, come le comete, appaiono una sola volta nell’arco di una vita, Agnese conoscerà gli esseri che popolano il lato nascosto della realtà, incontrerà gli spiriti dei morti e gli spiriti dei vivi, attiverà il senso della percezione del dolore, quello del tempo e poi della meraviglia. All’alba, finalmente, vedrà cosa si cela dentro l’amore in cui è rinchiusa. Mentre l’ombra scoprirà la sorte che l’ha costretta a diventare un’ombra staccata. In questo suo primo romanzo, esatto, lieve e misterioso come un quadro di Magritte, Chicca Gagliardo costruisce un universo fantastico e intensamente reale, dipingendo con meticolosa immaginazione scenari metropolitani dove un’umanità dolente pare condannata a costruire la propria infelicità. E insieme apre le porte con allegria sui segreti di un mondo che affascina da sempre artisti e filosofi, psicoanalisti e visionari, offrendo al lettore la prima esauriente storia naturale delle ombre, il primo illuminante trattato letterario di ombrologia. L’evento - Le Ombre di Luciano Massari sono lastre in nero del Belgio e resine rosse, nelle quali l’artista ha fermato il segno di una umanità intenta a perpetuare i propri cicli vitali. Capitolo di collegamento della grande narrazione scultorea iniziata con le Isole e gli Arcipelaghi, le Ombre sono il risultato della tensione concettuale che caratterizza la ricerca artistica recente che Massari sta conducendo sulla natura stessa del gesto di scolpire, trasformando la pesantezza del marmo in trasparenza e levità. Le Ombre di Luciano Massari, come quelle di Chicca Gagliardo, sono incorporee e vivono di luce e colore. Per questa occasione si confronteranno scrittura e scultura, ombre di marmo e ombre di “carta” nel segno della “leggerezza pensante”, teorizzata da Italo Calvino nella prima delle sue Lezioni Americane, sola strategia per prendere efficacemente le misure del mondo. Chicca Gagliardo vive a Milano. Nel 2006 ha pubblicato Nell’aldilà dei pesci (Ponte alle Grazie), una raccolta di racconti da cui sono nati la mostra Immagini dall’aldilà dei pesci al Mart di Rovereto, con quadri, fotografie e video, e il corto Nell’aldilà di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Luciano Massari vive e lavora a Carrara e a Torino. La sua produzione artistica recente nasce da una ricerca dai forti toni progettuali: da questa indagine prendono vita gli interventi ambientali ad alto contenuto formale, il dialogo tra la scultura e la poesia, le collaborazioni con altri artisti e poeti. Le sue installazioni scultoree permanenti sono esposte in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Tra queste si ricordano: “7 Verità” (2004) nel sito Puna Pau all’Isola di Pasqua, “Isola dell’identità” nella Collezione Gori al Parco di Celle (Pt) e “Isola nell’isola” nel parco della Fondazione di Daniel Spoerri a Seggiano (Gr). Con l’installazione Arcipelaghi è presente alla Xiii Biennale Internazionale di Scultura, attualmente in corso a Carrara, nella Sezione Sculture e installazioni per la città. . |
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GIULIANO GHELLI. SOGNI IN VIAGGIO MASSA MARITTIMA, PALAZZO DELL’ABBONDANZA DAL 10 AGOSTO AL 2 NOVEMBRE 2008 |
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Massa Marittima, 9 settembre 2008 - Dal 10 agosto al 2 novembre 2008 si terrà a Palazzo dell’Abbondanza di Massa Marittima la mostra Giuliano Ghelli. Sogni in viaggio, organizzata dal Comune di Massa Marittima e a cura di Maurizio Vanni. L’esposizione parte dal presupposto dell’importanza della consapevolezza, per gli artisti della nostra contemporaneità, del proprio potere onirico, della lucida capacità di utilizzare la fantasia per superare le rassicuranti porte del finito e della razionalità. Giuliano Ghelli è sempre stato un artista eclettico, fantasioso, positivo, curioso e aperto ad ogni nuova opportunità espressiva. Fin dalla fine degli anni Sessanta, l’artista fiorentino non ha mai perso l’occasione per sperimentare nuove tecniche pittoriche e inediti materiali fino ad arrivare, con risultati importanti, alla scultura e alla ceramica. Ogni volta che inizia una nuova produzione o che deve realizzare qualche lavoro a tema, Ghelli si esalta perché riesce a mantenersi coerente con il suo approccio artistico, a ottenere prodotti originali e accattivanti, pieni di simboli e di quell’energia positiva appannaggio solamente di chi è nato per creare. Da una parte l’immaginazione sfrenata, le coscienti illusioni, l’uso di una simbologia ricorrente e i rapporti interattivi con i grandi maestri del passato, remoto o recente (da Leonardo a Picasso); dall’altra il concetto del viaggio, fisico o cerebrale, che permette a un artista come Ghelli di rimanere legato alla tradizione pur violando ogni forma di convenzione possibile. Il volo leonardesco, così come la corsa picassiana di Ghelli, ci porta diretti al concetto del viaggio, al mezzo per intraprendere una nuova avventura, alla volontà di unire due luoghi attraverso lo spostamento del corpo e della mente; infatti, il viaggio non corrisponde solamente al movimento fisico che ha un punto di partenza e una propria destinazione, ma può essere considerato anche una sorta di evoluzione interiore. Spesso la paura di allargare i nostri confini, minando di fatto le nostre certezze, non ci permette di andare oltre le apparenze delle cose. Ma chi non osa guardare oltre, chi non vede al di là della superficie delle cose è destinato ad avere un’esistenza prevedibile. Per questo non dovremmo meravigliarci più di tanto se le “Porte” di Ghelli ammiccano all’oltre invitandoci a oltrepassare la soglia, suggerendo stimoli visibili in grado di minare i nostri pregiudizi. La mostra ruoterà intorno a 8 grandi Porte (strutture di 150x100 cm) che scandiranno il ritmo di uno spazio espositivo privo di precisi riferimenti spazio-temporali proprio per permettere a ogni spettatore di oltrepassare virtualmente la soglia per proiettarsi in altre dimensioni. 6 dipinti ad olio: 4 Migrazioni (150x100 cm) e 2 opere (100x100 cm) legate alla simbologia degli Aborigeni rafforzeranno il concetto del viaggio inteso anche come ricerca interiore e come introspezione. 30 lavori su carta completeranno la parte dedicata alla pittura: acquerelli e alcune tecniche grafiche che, fin dagli anni Sessanta, hanno contraddistinto il lavoro di un artista che non ha mai smesso di ricercare soluzioni originali o, quantomeno, adatte a esprimere pensieri e stati d’animo di un preciso momento. Un discorso a parte merita il suo Esercito di terracotta: 25 sculture che si trasformano in contenitori di messaggi e simboli, in raccoglitori di passioni ed emozioni e in palinsesti per concetti e pensieri propri o di coloro che sono chiamati a incidere la materia con lui. L’esercito di terracotta di Ghelli si appresta a invadere luoghi pieni di tradizione, di cultura, di folclore e, perché no, ambienti pronti a scrivere nuovamente la propria storia. Il suo esercito è formato da manichini armati di poesia, vestiti di allusive simbologie, condannati in eterno a proteggere la purezza del sogno e a difendere il potere dell’immaginazione. L’immortalità anelata dall’Imperatore cinese, committente degli 8. 000 guerrieri di terracotta, è offerta da Ghelli a tutti coloro che avranno il coraggio di aprire il proprio cuore alle emozioni proposte da un manichino impertinente, curioso, ammiccante e pieno di vita. . |
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MILANO DAL 16 OTTOBRE AL 7 DICEMBRE 2008 ALLA GALLERIA BELLINZONA LA MOSTRA INTERNAZIONALE 1908-2008 IL NERAZZURRO È ARTE |
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Milano, 9 settembre 2008 - Dal 16 ottobre al 7 dicembre 2008, alla Galleria Bellinzona di Milano (via Volta 10), si terrà la mostra Internazionale 1908-2008. Il Nerazzurro è arte. L’iniziativa celebra il primo centenario di fondazione della ‘Beneamata’ – così amano definire la propria squadra, i tifosi interisti. L’esposizione, curata da Luca Melloni e Oreste Bellinzona, presenta 60 opere di artisti italiani e stranieri contemporanei – da Marino a Tàpies, da Rouault a Miró, da Chagall a Licini, da Christo a Frangi, da Hartung a Rebeyrolle, da Paladino a Cragg, da Calder a Rainer che, in modo consapevole o solo accidentale, hanno espresso la loro creatività attraverso l’uso del colore nerazzurro. Per l’occasione, il giovane artista Nicola Villa ha creato una cartella di otto monotipi nerazzurri, cui si affiancheranno alcune opere su tela, dedicate agli eroi della storia nerazzurra. Il progetto è nato dalla comune passione dei due curatori – l’uno, titolare di un’agenzia di promozione di eventi culturali, l’altro, gallerista – per uno sport e una squadra – come appunto il calcio e l’Inter – e si è sviluppato cercando di disegnare, a grandi linee, una storia dell’arte minima, caratterizzata dalla dominanza di due colori – il nero e l’azzurro – che si fondono per crearne uno solo. In questo modo, la passione per il football si sposa con la grande arte del Novecento. “Oreste e io – sottolinea Luca Melloni – abbiamo sempre pensato in nerazzurro, quindi nessuno stupore nello scoprire che questo rapporto virtuoso tra i due colori (quello del cielo e quello della notte) producesse opere belle. Essere interisti vuol dire essere allenati al bello, a volte anche a momenti bui, ma alla fine è molto più affascinante tenere agli indiani che ai cowboy”. Accompagna l’esposizione, un catalogo (coedizione Clp-galleria Bellinzona) con testi dei due curatori, una serie d’interviste a interisti di generazioni diverse e a Lella Confalonieri, presidentessa de ‘La spina nel fianco’, il club di interisti che lavorano a Mediaset, realizzate da Diego Minonzio, oltre agli apparati biobibliografici e alle schede delle singole opere curati da Flavio Arensi e Francesco Garrone. . |
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GOLF - PRIMA VITTORIA DI CAMILO VILLEGAS NELL’US PGA TOUR VIJAY SINGH IPOTECA I 10.000.000 DOLLARI DELLA FEDEX CUP |
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Roma, 9 settembre 2008 - L’attesa prima vittoria nell’Us Pga Tour di Camilo Villegas si è materializzata sul tracciato del Bellerive Cc di St. Louis, nel Missouri, dove il ventiseienne colombiano (265 - 65 66 66 68) ha dominato con una corsa di testa il Bmw Championship, la terza delle quattro prove dei Playoffs che assegneranno al primo di una speciale classifica a punti i 10. 000. 000 di dollari della Fedex Cup. E sarà il fijano Vijay Singh, vincitore delle prime due prove, a intascare la cifra: gli basterà, infatti, semplicemente completare le 72 buche del Tour Championship, l’ultima prova riservata ai primi trenta della graduatoria in programma dal 25 al 28 settembre all’East Lake Cc di Atlanta in Georgia, e indipendentemente dalla posizione seguirà nell’albo d’oro Tiger Woods. Sarà comunque interessante anche la lotta per le altre posizioni di vertice, perché regaleranno consistenti premi di 3 milioni, 2, 1,5 e 1 milione, dalla seconda alla quinta. Dietro Singh (122. 661 punti) ci sono Villegas (112. 050), Sergio Garcia (110. 900), Jum Furyk (109. 130) e Mike Weir (109. 088), ma sono in lotta almeno altri cinque giocatori tra i quali Phil Mickelson (9°). Villegas, che è al terzo titolo in assoluto in carriera dopo il Colombia Open vinto nel 2001 a 19 anni, e il Tokai Classic (fine dello scorso anno in Giappone), ha contenuto i tentativi di rimonta finali grazie a un putter micidiale dalla media e dalla lunga distanza con il quale ha superato qualche incertezza nel gioco lungo. Quasi in chiusura è spuntato Dudley Hart, che con una serie di prodezze sul green ha conseguito la seconda posizione (267 - 67 69 66 65) grazie anche a un errore di Anthony Kim sull’ultima buca (268 - 68 67 66 67) scivolato in terza dove ha trovato la compagnia di Jim Furyk (70 62 66 70), che era l’avversario più pericoloso per il vincitore e che invece è stato piuttosto alterno. Al quinto posto con 269 Stephen Ames, K. J. Choi e D. J. Trahan. Mai in corsa per il successo Ernie Els e Phil Mickelson 17. I con 274, Sergio Garcia, 20° con 275, Angel Cabrera 22° con 276, Geoff Ogilvy 28° con 277, Vijay Singh 44° con 280, Adam Scott 50° con 281 e Padraig Harrington 55° con 282. Villegas ha ricevuto un assegno di 1. 260. 000 dollari su un montepremi di sette milioni di dollari. Bene Gli Azzurri Nel Turkish Open Amateur: Niccolo’ Ravano 3°, Joon Kim 4°, Giacomo Tonelli 7° - Belle prova dei tre azzurri impegnati nel Turkish Open Amateur Championship, sul percorso del Cornelia Golf Club ad Antalya in Turchia, finiti tutti nelle prime posizioni. Si è classificato al 3° posto Niccolò Ravano (292 - 70 71 75 76), dopo essere stato leader a metà gara, subito dietro Joon Kim quarto con 294 colpi (81 68 75 70) e settimo con 299 Giacomo Tonelli (81 74 68 76). Ha vinto il portoghese José Maria Joia (287 - 70 76 71 70), che con un 70 ha sorpassato lo svizzero Richard Heath (288 - 68 74 71 75). Il danese Nicolai Aagaard ha chiuso alla pari con Joon Kim e il suo connazionale Peter Baunsoe ha occupato la sesta piazza con 298. . |
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PARALIMPIADI, BRONZO TRIBOLI: COMPLIMENTI FORMIGONI BOSCAGLI A PECHINO PER INAUGURARE NUOVO CENTRO PER DISABILI |
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Pechino, 9 settembre 2008 - "Vive congratulazioni" per la medaglia conquistata ieri alle Paralimpiadi di Pechino da Fabio Triboli nel ciclismo (inseguimento individuale su pista) sono state espresse dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni che ha parlato di "un risultato straordinario, una gioia grandissima". "Sono particolarmente soddisfatto - ha aggiunto l´assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli - perché la prima medaglia italiana è stata conquistata da un atleta lombardo di Lecco". Boscagli in questi giorni si trova in missione istituzionale proprio a Pechino per inaugurare un centro sperimentale per l´inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, sulla base dell´esperienza maturata in questo campo dalla Lombardia. "La nostra Regione - ha concluso Boscagli, che sabato ha voluto partecipare all´inaugurazione delle Paralimpiadi per sottolineare la vicinanza della Lombardia a questi atleti - si conferma dunque terra di grandi campioni". . |
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VELA/ELBA: ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DEL CIRCOLO DELLA VELA MARCIANA MARINA |
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Marciana Marina, 9 settembre 2008 – In occasione dell’assemblea annuale dei soci è stato eletto, il 27 agosto, il nuovo consiglio direttivo per il prossimo quadriennio olimpico che, a partire dal 2009, gestirà le attività del Circolo della Vela Marciana Marina. L’elezione ha confermato sette dei consiglieri attualmente in carica con due nuove entratecon le nuove cariche assegnate nella prima riunione: Piero Canovai, confermato nel ruolo di Presidente nel suo quarto mandato; i vicepresidenti sono Giuseppe “Popi” Adriani e Stefano Ciumei, quest’ultimo con delega al settore rimessaggio; Giuliano Viliani segretario e tesoriere con delega al settore rimessaggio; Pierfrancesco Saviotti consigliere con delega ai settori segreteria e tesoro, Ermanno Volontè, confermato nel ruolo di direttore sportivo, Piero Uglietta consigliere con delega al settore pontili e canottaggio, Enzo Danielli consigliere con delega al settore pontili e vela) e Luciano Niccolai consigliere. In apertura dell’assemblea, che si è svolta nella Sala Polifunzionale messa a disposizione dal Comune di Marciana Marina, l’attuale presidente in carica Piero Canovai ha ringraziato tutti coloro che in questi anni hanno contribuito al buon funzionamento del sodalizio velico nonché i soci - sono quasi 700 – che hanno contribuito a tenerlo molto attivo. Uno speciale ringraziamento è stato rivolto al Sindaco di Marciana Marina, Andrea Ciumei che con l’amministrazione comunale ha sempre sostenuto le iniziative verso il porto e la nautica a Mm (attualemente i Cvmm può contare su 300 posti barca e 150 posti in rimessaggio attrezzato) e la collaborazione , come da Statuto, del settore canottaggio a sedile fisso, l’Associazione Kayak da mare e la pesca sportiva. Inoltre Canovai ha ringraziato i preziosi collaboratori di sempre nelle persone degli addetti alla segreteria, Gabriella Allori e Giovanni Serena, il nostromo Egidio Scotti con i marinai dei pontili della cooperativa La Tore, l’istruttore della scuola vela Fabrizio Marzocchini, Tommaso Babic che si occupa del controllo del rimessaggio e della gestione del bar della sede. Il consigliere Pierfrancesco Saviotti ha illustrato con puntualità il Bilancio redatto al 31 dicembre 2007 e la situazione finanziaria, mentre il direttore sportivo Ermanno Volontè ha tracciato un breve riassunto su quello che riguarda l’attività agonistica passata e futura del circolo. Ha anche ricordato che il Cvmm con gli altri 8 circoli elbani che fanno capo al Ccve (Comitato Circoli Velici Elbani) con i quali organizza importanti eventi sportivi e di cui Piero Canovai è Presidente in carica. Fra l’altro nell’ultima settimana di settembre - dal 17 al 20 – la più famosa prestigiosa nave scuola italiana, l’Amerigo Vespucci, sarà di nuovo all’isola d’Elba, in occasione del Trofeo Vespucci in programma a Portoferraio il 27 settembre. Piero Uglietta, nella sua veste di consigliere e allenatore dell’armo di canottaggio femminile Campione Italiano nella specialità Gozzo Italiano a sedile fisso (titolo conquistato per tre anni nel 2005, 2006 e 2007), ha poi confermato che nel 2009 il Campionato Italiano della specialità si disputerà nel mese di settembre proprio a Marciana Marina con l’organizzazione del Cvmm. . |
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