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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2008
IL PARLAMENTO EUROPEO INVITA LA COMMISSIONE A VIETARE LA CLONAZIONE DEGLI ANIMALI PER SCOPI ALIMENTARI  
 
Il 3 settembre, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita a vietare la clonazione di animali per scopi di approvvigionamento alimentare e a bloccare le importazioni di animali clonati e dei loro prodotti e progenie. Le principali riserve sono legate al fatto che la clonazione costituisce una minaccia per il benessere degli animali, la diversità genetica, la fiducia dei consumatori e l´immagine e la sostanza del modello agricolo europeo. La clonazione degli animali è solitamente eseguita usando il trasferimento nucleare di cellula somatica (Scnt). Questa procedura prevede l´inserimento di geni provenienti dall´animale donatore in un ovulo il cui nucleo è stato rimosso. L´ovulo forma quindi un embrione, che viene poi trasferito ad una madre surrogata. Bovini e maiali clonati con successo usando la procedura Scnt sono in apparenza normali, tuttavia, si verificano gravi effetti nocivi per la salute e anormalità dello sviluppo negli animali quando si verificano errori durante la fase di "riprogrammazione" della clonazione. I sostenitori della clonazione degli animali sperano che la tecnologia permetterà loro di produrre bestiame di alta qualità, ad alta resa e resistente alle malattie, e che questo porti a sua volta alla riduzione del bisogno di antibiotici e ad altri benefici. Per esempio, se un animale fosse naturalmente resistente all´encefalopatia spongiforme bovina (Bse), clonare questo animale potrebbe contribuire all´eliminazione della malattia da una mandria. La decisione contro l´uso della clonazione per scopi di approvvigionamento alimentare è stata raggiunta dopo aver ponderato questi potenziali vantaggi rispetto alle questioni etiche, in particolare il benessere degli animali. Poiché la Comunità europea (Ce) e gli Stati membri sono obbligati a "tenere nella dovuta considerazione il benessere degli animali nel formulare e implementare politiche riguardanti l´agricoltura e la ricerca", è stato chiesto all´Autorità europea per la sicurezza alimentare (Aesa) di condurre uno studio completo sugli effetti provocati dalla clonazione degli animali sul loro benessere. È stata richiesta inoltre l´opinione del Gruppo europeo per l´etica nella scienza e nelle nuove tecnologie (Ege). Lo studio dell´Aesa ha concluso che "la salute e il benessere di una significativa percentuale di animali clonati erano influenzati negativamente, spesso in modo grave e fatale". Lo studio ha rivelato che la morte e la malattia nelle prime fasi della vita (dovute a collasso cardiovascolare, immuno-deficienze, collasso del fegato, problemi respiratori, anormalità dei reni e muscolo-scheletriche) si verificano più frequentemente in animali clonati rispetto a quelli prodotti sessualmente. Inoltre, si è osservato che aborti spontanei e problemi durante la gravidanza si verificano in modo sproporzionato in madri surrogate di cloni. L´ege ha concluso che la clonazione degli animali per scopi di approvvigionamento alimentare non era eticamente giustificata. La risoluzione passata dal Parlamento ha riconosciuto che l´allevamento di animali che crescono velocemente desta preoccupazioni per quanto riguarda la salute e il benessere degli animali quando si usa l´allevamento selettivo (citando disturbi alle zampe e anomalie cardiovascolari nei maiali, zoppia e mastite nei bovini). Esistono rilevanti preoccupazioni sul fatto che la clonazione risulterà in una maggiore incidenza di problemi di questo tipo. Inoltre, il potenziale della clonazione di "ridurre significativamente la diversità genetica nelle popolazioni di bestiame" è stata considerata come una minaccia alla sicurezza della mandria, visto che i cloni possono manifestare impreviste suscettibilità alle malattie. La mancanza di dati disponibili sulle implicazioni della clonazione animale per scopi di approvvigionamento alimentare (la progenie degli animali clonati non ha vissuto abbastanza) è stata considerata come uno dei motivi fondamentali per proibire l´uso di animali clonati, i loro prodotti (per es. Seme, embrioni, carne, latte) e progenie nell´Ue. Accettare la pratica della clonazione è stato visto come "una grave minaccia all´immagine e alla sostanza del modello agricolo europeo, che si basa sulla qualità dei prodotti, su principi eco-compatibili e sul rispetto di standard rigorosi relativi al benessere degli animali". La risoluzione invita la Commissione a vietare (per scopi di approvvigionamento alimentare) la clonazione degli animali, l´allevamento di animali clonati o della loro progenie e la vendita di carne o prodotti caseari derivati da animali clonati o dalla loro progenie. Invita anche a bloccare le importazioni di animali clonati, dei loro prodotti e progenie (tali prodotti non sono attualmente venduti in Europa o nel resto del mondo). La risoluzione è applicabile esclusivamente alla clonazione a scopi di approvvigionamento alimentare. È stata adottata con 622 voti favorevoli, 32 contrari e 25 astensioni. Androula Vassiliou, commissario Ue per la Salute e la Sicurezza alimentare, ha commentato: "Sulla base degli studi condotti e dell´opinione dell´Aesa, la Commissione valuterà se le restrizioni debbano essere imposte. " Per ulteriori informazioni, visitare: Parlamento europeo: http://www. Europarl. Europa. Eu Autorità europea per la sicurezza alimentare: http://www. Efsa. Eu. Int/efsa/efsa_locale_1178620753820_home. Htm Gruppo europeo per l´etica nella scienza e nelle nuove tecnologie: http://ec. Europa. Eu/european_group_ethics/ . .  
   
   
NUOVA NORMATIVA EUROPEA SUI RESIDUI DI PESTICIDI NEL CIBO  
 
Dal 1° settembre una nuova normativa dell’Ue, valida in tutti i Paesi membri, impone perfetta uguaglianza di limiti sui residui di antiparassitari nei generi alimentari, così da ridurre il più possibile l´assunzione di tali sostanze ed evitare inaccettabili rischi per la salute. Le nuove regole, quindi, intendono tutelare i consumatori e favorire il commercio e le importazioni. "I generi alimentari – ha affermato il Commissario per la Salute, Androulla Vassiliou -, prodotti o importati in uno Stato membro, devono essere sicuri per i consumatori di tutti gli Stati europei",. La normativa sui residui di antiparassitari, che interessa circa 1. 100 sostanze utilizzate in agricoltura all´interno e all´esterno dell´Ue, elenca i livelli massimi di residui per un´ampia gamma di prodotti, come, ad es. , le carni, il latte, la frutta, la verdura, le noci, le spezie, i mangimi. I limiti si applicano sia ai prodotti freschi, sia a quelli sottoposti a trasformazione, diluizione o concentrazione. In passato, per alcuni pesticidi l´Unione europea aveva stabilito dei livelli massimi, mentre i singoli Stati membri avevano la facoltà di stabilirne altri, con la conseguenza che i residui non tollerati in un Paese, perché superiori al limite fissato, in un altro erano invece considerati accettabili, mentre per talune sostanze non esisteva alcun limite. La mancanza di uniformità era perciò motivo di confusione tanto per gli operatori quanto per i consumatori. La nuova normativa, nello stabilire i livelli massimi, tiene conto soprattutto delle esigenze delle fasce più vulnerabili dei consumatori, come neonati e bambini, e sancisce questo importante principio: la sicurezza alimentare viene prima della protezione delle piante. La Commissione europea si riserva la facoltà di controllare che tutti i Paesi membri dell’Ue facciano rispettare la nuova normativa. Per verificare i livelli massimi stabiliti per determinate sostanze o colture è possibile consultare la banca dati on-line sui residui di antiparassitari. .  
   
   
IDENTIFICATO IL CEPPO DEL VIRUS DELLA LINGUA BLU  
 
Un´equipe internazionale di scienziati, inclusi istituti europei e un istituto in Sudafrica, ha identificato il ceppo del virus della lingua blu che ha minacciato il bestiame europeo nel 2006-2007. Si ritiene che il ceppo abbia avuto origine nell´Africa subsahariana. La ricerca, finanziata in parte dall´Ue, è stata pubblicata in un recente articolo nella rivista Virology. Barbara Sherry, uno degli editori di Virology, ha commentato l´importanza di questa ricerca. "Delle informazioni così tempestive e di importanza sempre maggiore sulle origini dei virus emergenti non porteranno solo a una maggiore comprensione su come si diffondono i virus come quello della lingua blu, ma anche a uno sviluppo razionale dei vaccini," ha commentato. Il virus della lingua blu prende il nome dalla sua caratteristica principale: la lingua degli animali colpiti diventa blu, una condizione chiamata cianosi della lingua. Il virus è caratterizzato anche da febbre alta, salivazione eccessiva e rigonfiamento di testa e collo. Viene trasmesso dagli insetti e attacca i ruminanti come bovini, caprini e cervidi, ma soprattutto gli ovini. Nel 2006 le autorità sono state allertate su un focolaio del virus della lingua blu che si stava diffondendo nel Nord Europa. Nel 2007 il virus è uscito dall´ibernazione ed ha colpito il Regno Unito, confermando la paura che le malattie animali stessero attraversando sempre di più i confini internazionali. Gli esperti erano preoccupati anche da quanto a nord riuscisse a diffondersi il virus. Scoperto inizialmente in Sudafrica, il virus della lingua blu è arrivato in Europa meridionale alla fine degli anni ´90. Non si prevedeva una sua migrazione verso nord dato che gli esperti ritenevano che il virus non fosse in grado di sopravvivere alle temperature fredde dei paesi europei situati ad altitudini elevate. Le temperature fredde e le forti gelate uccidono i moscerini che trasmettono la malattia. Quando il virus ha raggiunto l´Olanda, era necessaria una spiegazione sul perché stesse succedendo. Gli scienziati dovevano scoprire se avevano a che fare con un nuovo ceppo virale e dovevano capire come si stava adattando il virus. I risultati indicano che nonostante gli elevati livelli di somiglianza ad altri ceppi europei, il virus della lingua blu che stava colpendo il bestiame europeo "rappresenta l´introduzione di un nuovo ceppo, che ha avuto origine nell´Africa subsahariana". Grazie alla ricerca, gli scienziati saranno in grado di paragonare questo ceppo con eventuali focolai futuri, contribuendo a monitorare il movimento del virus. I confronti fatti contribuiranno anche all´identificazione di eventuali eventi di riassortimento successivi che coinvolgono questo ceppo e all´identificazione di altri ceppi correlati che si manifestano in luoghi diversi. Il suo arrivo così a nord è stato attribuito ai cambiamenti climatici e il focolaio iniziale coincide con le temperature massime record registrate in Europa nel 2006. Tuttavia, invece di essere distrutto dal freddo inverno, il virus è riuscito a sopravvivere ed ha continuato a progredire in Europa nel 2007. In alcune aree europee quasi il 50% del bestiame è andato perduto a causa del virus della lingua blu. Per ulteriori informazioni, fare clic: qui http://www. Elsevier. Com/wps/find/journaldescription. Cws_home/622952/description#description Misure di controllo Ue per il virus della lingua blu: http://ec. Europa. Eu/food/animal/diseases/controlmeasures/bluetongue_en. Htm . . .  
   
   
BRUXELLES, BELGIO: CONFERENZA "NEW TECHNOLOGIES AND LIFELONG LEARNING IN RURAL TOURISM" (NUOVE TECNOLOGIE E FORMAZIONE CONTINUA NEL TURISMO RURALE)  
 
 Una conferenza su "New technologies and lifelong learning in rural tourism: the project Forestur" (Nuove tecnologie e formazione continua nel turismo rurale: il progetto Forestur) si svolgerà a Bruxelles, in Belgio, il 15 settembre. Per le aree rurali, il turismo e le risorse umane nel turismo sono la chiave per la crescita economica, l´impiego e la sostenibilità. In questo contesto è necessario potenziare una formazione professionale per raggiungere gli obiettivi di Lisbona. Tuttavia, i professionisti del turismo nelle aree rurali solitamente hanno difficoltà di accesso alla formazione date le lunghe distanze dalle aree urbanizzate in cui la formazione è disponibile, la struttura del settore turistico e la mancanza di consapevolezza per quanto riguarda i bisogni di formazione. Il progetto Forestur, che verrà presentato nell´ambito di questa conferenza, si occupa di queste problematiche ed ha contribuito a stabilire programmi pilota permanenti in Romania, Ungheria, Italia e Spagna usando le tecnologie dell´informazione e delle comunicazioni (Ict). La conferenza riunirà diversi interessati Ue coinvolti nell´uso delle Ict e di programmi di formazione permanente per contribuire alla diversificazione e alla sostenibilità delle economie locali e per facilitare lo scambio di esperienze sulla formazione continua di alta qualità sia per gli impiegati che per i responsabili di piccole e medie imprese (Sme) che lavorano nel turismo rurale. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Uegva. Info/fundacioncv/documentos/program. Pdf .  
   
   
IL CONSORZIO CONTROLLO QUALITÀ ALTO ADIGE NOMINATO DALL’UE ORGANO DI CONTROLLO PER I PRODOTTI DOP/IGP  
 
Il Consorzio Controllo Qualità Alto Adige ha ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unione Europea quale primo organismo di controllo indipendente dell’Alto Adige per i prodotti Dop/igp. Gli assessori Werner Frick ed Hans Berger hanno accolto con particolare soddisfazione assieme al presidente Karl Weiss ed al direttore Dietmar Sinner la designazione del Consorzio Controllo Qualità Alto Adige da parte dell’Unione Europea al ruolo di organismo di controllo indipendente per l’Alto Adige per i prodotti Dop/igp. Questa scelta, hanno sottolineato gli assessori provinciali, è la testimonianza tangibile della notevole competenza ed obiettività maturata in questi anni dal Consorzio Controllo Qualità Alto Adige. La norma europea En45011 prevede il controllo di qualità per i prodotti dotati del marchio Dop/igp da parte di un organo di controllo indipendente. Il Consorzio Controllo Qualità Alto Adige è stato fondato nell’anno 2001 e non persegue scopo di lucro. Esso svolge circa 8. 000 controlli all’anno, e si pone come obiettivo: la certificazione dei prodotti nel settore alimentare, il controllo e la certificazione dei prodotti con denominazione di origine protetta (Dop) e con indicazione geografica protetta (Igp), delle specialità tradizionali garantite (Stg), nonché dei prodotti recanti denominazioni analoghe, come previste dal diritto comunitario ed altre attività di controllo/ispezione su incarico di terzi Il Consorzio Controllo Qualità Alto Adige lavora da anni nel campo delle ispezioni nel settore agro alimentare in Alto Adige e ha da sempre puntato alla qualità dei propri servizi. I clienti del Consorzio sono le aziende agricole, le cooperative e altri centri di confezionamento. .  
   
   
SEMPRE PIÙ CONSUMATORI GLOBALI CONTROLLANO LE INFORMAZIONI NUTRIZIONALI SULLE ETICHETTE, MA MOLTI NON HANNO ANCORA CHIARO COSA STANNO LEGGENDO I CONSUMATORI ASIATICI SONO I PIÙ INTERESSATI A QUESTO TIPO DI INFORMAZIONI IL CONTENUTO DI GRASSI CONTINUA AD ESSERE LA PRINCIPALE PREOCCUPAZIONE DEI CONSUMATORI, SEGUITO DA CALORIE E CONSERVANTI  
 
Milano - Secondo i risultati della ricerca Nielsen “Nutritional Labelling & Health Foods” condotta in internet in 51 Paesi e pubblicata da The Nielsen Company, due consumatori on-line globali su tre (66%) affermano di prestare più attenzione alle informazioni nutrizionali sulle etichette rispetto a due anni fa, ma meno della metà (45%) afferma di comprendere tutto ciò che legge. Secondo la ricerca Nielsen, un consumatore globale su cinque (24%) controlla sempre le informazioni nutrizionali quando acquista cibi – un dato in crescita rispetto al 21% di tre anni fa. “Le conclusioni della nostra ricerca dimostrano chiaramente fino a che punto salute e alimentazione abbiano assunto un ruolo chiave nel nostro stile di vita”, ha commentato Deepak Varma, Svp Nielsen Customized Research, Usa. “Mentre i tassi di obesità continuano ad aumentare in tutto il mondo e le cardiopatie riconducibili allo stile di vita restano al primo posto tra le cause di morte, cresce la pressione sui governi e l’industria alimentare perché si facciano maggior carico dell’educazione dei consumatori su ciò che mangiano. L’urgente bisogno di etichette chiare ed esaurienti è diventato uno dei temi più dibattuti e controversi negli ultimi anni”, ha concluso Deepak Varma, Svp Nielsen Customized Research, Usa. Il Nord America guida la corsa tra chi vuole comprendere le etichette dei generi alimentari. Il 67% dei consumatori di questa regione afferma di comprendere quasi tutto delle etichette. Per molti acquirenti del Nord America esaminare le etichette è diventata routine e i produttori più sofisticati hanno fatto di queste etichette un incisivo strumento di marketing. Secondo lo studio Nielsen Labeltrends, negli Stati Uniti i prodotti con etichette che indicano l’assenza di grassi hanno un valore di Us$45,6 miliardi, con un aumento del 12% anno dopo anno. Inoltre i prodotti che indicano l’assenza di grassi transgenici, i grassi più nocivi dal punto di vista nutrizionale, sono aumentati del 30% nello scorso anno (aprile 07 - aprile 08) e valgono oggi Us$11,8 miliardi. Secondo la ricerca Nielsen, quasi la metà (43%) dei consumatori statunitensi controlla sempre il contenuto di grassi transgenici degli alimenti confezionati. “Sebbene i consumatori Nord Americani siano in testa a questa speciale classifica, i consumatori in Asia Pacifico si sono messi al passo con questa tendenza negli ultimi tre anni”, ha affermato Deepak Varma, Svp Nielsen Customized Research, Usa. Infatti il 68% dei consumatori in questa regione afferma di prendere nota delle informazioni nutrizionali sulle confezioni in misura maggiore rispetto a due anni fa. “Oltre il 70% dei consumatori cinesi e degli Emirati Arabi afferma di prendere nota delle informazioni nutrizionali sulle confezioni in misura maggiore rispetto a due anni fa. Lo sviluppo dei supermercati e la modernizzazione del commercio nei mercati emergenti degli ultimi dieci anni ha messo a disposizione dei consumatori una pletora di nuovi prodotti confezionati. Molti consumatori scoprono nuovi prodotti solo quando li vedono esposti in negozio, e pertanto le informazioni nutrizionali sulla confezione aiutano a informare gli acquirenti su cosa comprano e cosa mangiano”, ha spiegato Deepak Varma, Svp Nielsen Customized Research, Usa. Nel 2005, il 21% dei consumatori asiatici affermava di verificare sempre le informazioni nutrizionali sulle confezioni di alimenti, rispetto al dato del 25% emerso dallo studio di quest’anno. Nella ricerca del 2008, il 34% dei consumati asiatici afferma di controllare le informazioni nutrizionali solo nel considerare per la prima volta l’acquisto di un prodotto, mentre il 27% lo controlla solo quando acquista certi tipi di generi alimentari. “Il rapporto tra consumatori e informazioni nutrizionali ed etichette offre una chiara prospettiva sulle preoccupazioni in materia di salute e alimentazione così come sullo stile di vita dei consumatori delle diverse regioni del mondo”, ha osservato Deepak Varma, Svp Nielsen Customized Research, Usa. Il Nord America si è classificato al primo posto per numero di coloro che controllano sempre il contenuto di grassi transgenici, sale/sodio e fibra, mentre gli asiatici sono più interessati al contenuto di additivi, conservanti e coloranti. Un consumatore americano e australiano su cinque afferma di controllare le informazioni nutrizionali quando è a dieta, mentre il 45% di danesi, greci e filippini controlla le informazioni nutrizionali quando sta pensando di acquistare un prodotto per la prima volta. Nonostante la distanza geografica, la ricerca Nielsen rivela che i consumatori francesi e giapponesi hanno attitudini notevolmente simili per quanto riguarda informazioni nutrizionali e etichette. Il Giappone (18%) e la Francia (16%) sono ai primi posti mondiali per il numero di coloro che affermano di non controllare mai le informazioni nutrizionali sui cibi confezionati, ma sono anche tra le prime dieci nazioni per numero di coloro che affermano di non comprendere affatto le etichette. “Verificare il contenuto nutrizionale è semplicemente meno importante per francesi e giapponesi. Il 65% dei giapponesi e il 61% dei francesi - dati anche in questo caso ai primi posti - affermano di non comprendere la differenza tra grassi saturi e insaturi. I giapponesi vanno oltre nella loro indifferenza in questo senso, classificandosi al primo posto anche per il numero di coloro che non controllano mai il contenuto di grassi, grassi transgenici, proteine, zuccheri e carboidrati. “La maggior parte dei giapponese tende a preoccuparsi più della provenienza dei cibi e a prestare più attenzione alle calorie ingerite, al rapporto tra vitamine e minerali, ecc. , al fine di tenere sotto controllo il proprio peso forma. " Dato interessante, queste due nazioni sono agli ultimi posti mondiali per quanto riguarda i tassi di obesità e hanno in comune una cultura dell’alimentazione basata prevalentemente su prodotti freschi e naturali, con attenzione assai inferiore su cibi altamente trasformati e sul fast food. Un consumatore europeo su dieci afferma di non controllare mai le informazioni nutrizionali. Sebbene un italiano su tre (29%) affermi di controllare sempre le informazioni nutrizionali sui prodotti confezionati, uno su dieci afferma di non comprenderle affatto. “Gli italiani sono noti per l’amore e l’apprezzamento del buon cibo, che ne definisce la cultura. Per questo non stupisce che essi vogliano sapere ciò che acquistano e che mangiano. Se i produttori italiani di alimenti confezionati offrissero etichette più chiare e indicazioni sugli aspetti salutari dei loro prodotti, potrebbero forse ricavarne maggiori vendite”, ha affermato Chiara Magelli, Nielsen Customized Research Manager, Italia. Grassi, calorie e conservanti: le tre cose a cui i consumatori prestano maggiore attenzione Dal punto di vista globale, è l’interesse nel contenuto di grassi a spingere quasi la metà dei consumatori a verificare le etichette sulle confezioni. Il 48% dei consumatori globali afferma di guardare sempre le etichette dei cibi per verificarne il contenuto di grassi, cui seguono calorie (45%) e conservanti (42%). Verificare il contenuto di conservanti ha superato l’interesse per gli zuccheri (41%), che evidentemente sono ritenuti oggi fonte di minor preoccupazione. Quest’ultima risultanza è in linea con quelle di un’altra ricerca globale condotta nel 2007 da Nielsen sugli alimenti funzionali. Secondo la ricerca globale Nielsen 2007 su alimenti biologici e funzionali, due consumatori globali su cinque (38%) considerava un prodotto pieno di zucchero ma privo di aromatizzanti, coloranti e additivi più sano di un prodotto con meno calorie ma senza succedanei artificiali. Secondo lo studio Nielsen Labeltrends, negli Stati Uniti i prodotti con etichette che promuovono l’assenza di ingredienti artificiali hanno un valore di Us$21,3 miliardi, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. “Negli ultimi cinque anni i mezzi d’informazione di ogni categoria si sono occupati moltissimo di salute, alimentazione e stile di vita. I consumatori non sono mai stati più ossessionati in passato dalla salute nella vita di tutti i giorni, e gli addetti al merketing più intelligenti hanno compreso che enfatizzare gli aspetti salutari di un prodotto è fondamentale per il suo successo commerciale”, ha affermato Deepak Varma, Svp Nielsen Customized Research, Usa. Cenni sulla ricerca - La ricerca Global Online Consumer Survey, condotta da Nielsen Customized Research ogni 6 mesi sulle opinioni e la fiducia dei consumatori, ha l’obiettivo di valutare il livello di fiducia, le intenzioni e i comportamenti di spesa correnti, così come le questioni che stanno maggiormente a cuore ai consumatori a livello mondiale. Quest’ultima ricerca, condotta in Aprile 2008, ha coinvolto più di 28. 000 utenti di Internet di età superiore ai 15 anni in 51 Paesi di Europa, Asia, Pacifico, Nord America e Medio Oriente. Ecco l’elenco completo: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Corea del Sud, Danimarca, Emirati Arabi, Egitto, Estonia, Filippine, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Hong Kong, India, Indonesia, Irlanda, Israele, Italia, Lettonia, Lituania, Malaysia, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Pakistan, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Taiwan, Thailandia, Turchia, Ungheria, Venezuela e Vietnam. .  
   
   
RINCARO DEI PRODOTTI ALIMENTARI A LIVELLO MONDIALE: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN SISTEMA SPECIALE DI FINANZIAMENTO CON UNA DOTAZIONE DI UN MILIARDO DI EURO PER AIUTARE GLI AGRICOLTORI DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO  
 
La Commissione europea ha proposto in data 8 luglio di istituire un sistema speciale di reazione rapida all´aumento dei prezzi dei generi alimentari nei paesi in via di sviluppo, con una dotazione di un miliardo di euro e una durata biennale (2008-2009). Tale dotazione andrà ad aggiungersi ai fondi di sviluppo esistenti e sarà prelevata dagli stanziamenti non utilizzati del bilancio agricolo dell´Unione europea. I fondi saranno erogati ai paesi in via di sviluppo che più ne necessitano e che saranno selezionati sulla base di una serie di criteri obiettivi. Tra le priorità del sistema figurano misure volte a stimolare l’offerta e a favorire un migliore accesso ai mezzi di produzione agricola, quali sementi e fertilizzanti, eventualmente mediante l´erogazione di crediti, e misure di sicurezza finalizzate a migliorare la capacità produttiva nell´agricoltura. Il sostegno sarà erogato per il tramite di organizzazioni internazionali, segnatamente a livello regionale. La proposta rientra nella procedura di codecisione e la Commissione auspica che il Consiglio e il Parlamento europeo raggiungano un accordo in novembre per evitare di perdere gli stanziamenti non utilizzati del bilancio 2008. José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato al riguardo: "Il rincaro dei generi alimentari ha un impatto particolarmente pesante per le popolazioni più povere e rischia di compromettere gli sforzi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio e di esacerbare le tensioni nei paesi poveri, in modo particolare in Africa. Con questa dotazione di un miliardo di euro si intende dare una risposta forte e rapida in termini di offerta agricola. Si tratta nel contempo di un atto di solidarietà con i paesi più poveri e di una misura responsabile per rafforzare la stabilità. L’intervento mira ad accrescere la produzione agricola nei paesi in via di sviluppo per contrastare gli effetti del rincaro dei generi alimentari. L´incremento dell´offerta è necessario per far fronte all´impennata dei prezzi registrata a livello mondiale. " Il commissario per lo sviluppo e gli aiuti umanitari Louis Michel ha affermato: "L´aumento dei prezzi dei generi alimentari ha colpito duramente soprattutto gli agricoltori e le popolazioni dei paesi in via di sviluppo. Il notevole apporto di liquidità garantito dal sistema aiuterà a risollevare la produzione agricola in tali paesi, mettendo a disposizione degli agricoltori i mezzi – ad esempio più sementi e fertilizzanti – che consentiranno di fare la differenza nel medio e lungo termine. È questa l´Europa che reagisce in tempo reale e con azioni efficaci. È questa l´Europa che propone soluzioni efficaci per aiutare gli agricoltori dell´Africa e di altre regioni in via di sviluppo". La commissaria all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha così commentato: "È di fondamentale importanza dare agli agricoltori dei paesi in via di sviluppo i mezzi di cui necessitano. L´aumento dei prezzi dei generi alimentari può stimolare la produzione nei loro paesi e, personalmente, mi compiaccio di questo esempio concreto di solidarietà tra agricoltori che può aiutare a aumentare rapidamente la produzione nei paesi in via di sviluppo". L´aumento dei prezzi dei generi alimentari, registrato nel 2007 e 2008, ha avuto effetti negativi su molti paesi in via di sviluppo e sulle loro popolazioni. Centinaia di milioni di persone si sono ritrovate più povere e rischiano di essere vanificati i recenti progressi verso il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. L´aumento dei prezzi dei generi alimentari ha provocato rivolte, tensioni e instabilità in diversi paesi, rischiando di mettere a repentaglio anni di investimenti in campo politico, ambientale e di mantenimento della pace. La nuova situazione, tuttavia, potrebbe offrire le opportunità per stimolare una reazione sul piano dell´offerta da parte degli agricoltori dei paesi in via di sviluppo. Essa presenta nuove prospettive di guadagno che potrebbero far uscire le comunità rurali da una situazione di povertà, fornendo incentivi per realizzare investimenti e miglioramenti della produttività. Allo stesso tempo i prezzi elevati dei prodotti agricoli hanno contribuito a una riduzione delle spese di mercato nel bilancio Ue del 2008 e alla formulazione di stime più basse per il bilancio 2009 relativamente alla rubrica 2 del quadro finanziario. La Commissione ritiene che si tratti di un´opportunità eccezionale per mettere in atto interventi – per quanto temporanei – atti a stimolare l´agricoltura nei paesi in via di sviluppo e si aspetta che tra i risultati positivi di questo intervento vi siano un aumento della produzione agricola e della sicurezza alimentare nei paesi beneficiari, una diminuzione dei livelli di denutrizione e una riduzione dell´inflazione dei prezzi dei generi alimentari. I paesi ammessi a beneficiare del sostegno, e l´entità dello stesso, saranno selezionati sulla base di criteri trasparenti. Saranno utilizzate le informazioni fornite dalla task force dell´Onu e dalle organizzazioni internazionali (soprattutto agenzie dell´Onu, quali la Fao, il Pam, la Banca Mondiale e il Fmi), integrate eventualmente da informazioni specifiche sui singoli paesi ottenute dalle delegazioni Ce. Se da un lato tutti i paesi in via di sviluppo sono potenzialmente ammissibili al sostegno, esso sarà tuttavia erogato ai paesi gravemente colpiti in termini socioeconomici e politici dalla crisi dei prezzi dei generi alimentari e che sono privi dei mezzi o della capacità di adottare senza aiuti esterni le misure necessarie in questo contesto. Tra i criteri indicativi per la selezione dei paesi figurano la dipendenza dalle importazioni di generi alimentari, l´inflazione dei prezzi dei generi alimentari e la vulnerabilità sociale e di bilancio. Saranno presi in considerazione anche i finanziamenti messi a disposizione dei singoli paesi dalla comunità dei donatori, come pure le loro potenzialità per aumentare la produzione agricola. Il sistema prevede inoltre la possibilità di elaborare programmi su base regionale a beneficio di tutti i paesi di una data zona geografica. Possono essere finanziate anche iniziative a livello mondiale purché attuate tramite un´organizzazione regionale o internazionale. Gli aiuti erogati per il tramite delle organizzazioni internazionali potrebbero ad esempio riguardare le attività della Fao (programmi per la concessione di contributi di emergenza), dell´Ifad (ad esempio, finanza rurale), dell´Unicef (nutrizione infantile, reti di sicurezza in campo alimentare), del Pam (assistenza umanitaria in campo alimentare), della Croce Rossa (assistenza alimentare) e della Banca Mondiale (gestione del rischio basata sugli strumenti di mercato, reti di sicurezza). La Commissione auspica che la procedura di codecisione possa concludersi entro novembre per consentire di impegnare i fondi nel 2008 e di erogarli all´inizio del 2009. . .  
   
   
BIOCOMBUSTIBILI: UNA FILIERA SOSTENIBILE AL SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA E DELL’AMBIENTE BIOCARBURANTI E TRASPORTO PUBBLICO URBANO: INSIEME PER L’AMBIENTE.  
 
 Durante il convegno dedicato all’utilizzo del biodiesel nel trasporto pubblico locale, tenutosi il 25 luglio al Vega, Parco scientifico e tecnologico di Venezia, rappresentanti del mondo agricolo, istituzioni, aziende trasformatrici si sono confrontati sulle opportunità aperte dalla nuova normativa, che recepisce le direttive europee. Dal 2008, le compagnie petrolifere hanno l’obbligo (sanzionabile) di rispettare la quota del 2% di biocombustibili da miscelare ai carburanti tradizionali per autotrazione. Questa quota salirà al 3% già nel 2009. La Comunità europea prevede di salire al 5,75% entro il 2010. Un’opportunità di crescita per il settore agricolo, soprattutto nel Nord- Est. Veneto e Friuli Venezia Giulia sono forti produttrici di derrate agricole, possiedono un efficiente sistema di produzione-trasformazione, dispongono di infrastrutture logistiche, di stoccaggio delle materie prime agricole e distribuzione di energia. Il Veneto, in particolare, lancia segnali positivi: le aziende agricole che coltivano cereali per usi energetici (colza, girasole, soia) sono passate in un solo anno da 54 ad oltre 1. 000 e nel Friuli Venezia Giulia la situazione è altrettanto positiva. La filiera regionale o sovraregionale tra agricoltori, trasformatori e utilizzatori è di fatto già realizzabile. Secondo i dati relativi ai consumi di carburanti nelle due regioni, nel Veneto nel 2010 serviranno 122 mila ettari per colture energetiche e 27 mila per il Friuli. Obiettivi raggiungibili, un quanto la nuova politica agricola comunitaria ha eliminato l’obbligo di mettere ‘a riposo’ il 10% dei terreni agricoli comunitari. L’utilizzo dei biocarburanti in miscela con il gasolio di origine fossile può contribuire allla riduzione dell’inquinamento da polveri sottili. Una ricerca del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Padova ha dimostrato con una serie di test che l’utilizzo di una semplice miscela di un 30% di biodiesel e un 70% di gasolio, consente di abbattere le polveri ultrasottili (cioè inferiori al Pm 10) fino al 30% e diminuisce del 35 - 40% i pericolosi idrocarburi policiclici aromatici. Per incentiva l’uso di biodiesel, la Cna di Venezia in collaborazione con Cereal Docks - azienda vicentina che si è recentemente dotata di un nuovo impianto con una capacità di 150 mila tonnellate anno per la produzione di biodiesel – ha avviato una sperimentazione in collaborazione con l’azienda veneziana dei trasporti pubblici locali: i bus delle linee 13 e 18 saranno alimentati con una miscela biodiesel al 30% e gasolio. Un piccolo, ma significativo contributo all’abbattimento delle emissioni nocive. Secondo la Presidente di Assocostieri, l’associazione nazionale di produttori di biodiesel, Maria Rosaria Di Somma, la scelta dei biodiesel rappresenta una soluzione da perseguire: è disponbile subito, non richiede modifiche ai motori degli autoveicoli, ha prestazioni analoghe al gasolio, un’elevata biodegradabilità, non compromette scelte future sulle energie alternative come l’idrogeno e sviluppa un circolo virtuoso tra i settori agricolo ed energetico e l’ambiente. Quali sono allora i problemi da superare? Il costo ancora elevato dei biocarburanti, anche se il gap rispetto al petrolio si va riducendo. La soluzione? La defiscalizzazione del biodiesel italiano utilizzato nelle flotte del trasporto pubblico. Per il Veneto si è calcolato che l’utilizzo sui mezzi pubblici di biodiesel richiede un contributo annuale pari a 5 – 6 milioni di euro. La defiscalizzazione potrebbe sostenere i prodotti di origine nazionale impegnati nelle municipalizzate, con particolare riguardo a dove il problema è più acuto e sentito: ovvero nei centri urbani. E, per quanto riguarda l’accusa che le colture energetiche ‘rubano’ risorse a quelle destinate ad usi alimentari, risponde così Mauro Fanin presidente di Cereal Docks azienda leader nel settore della trasformazione di cereali per uso alimentare: ‘Utilizzando la miscela al 30% di biodiesel servono circa 20 mila tonnellate di prodotto che corrispondono a circa 20 mila ettari di terreno: circa il 10% della superficie coltivata a barbabietole da zucchero di qualche anno fa e ampliamente sovvenzionata. Le colture energetiche non affamano il mondo: l’80% dei cereali continua ad andare al consumo alimentare’. .  
   
   
EDIFICI RURALI, NESSUN ABBATTIMENTO SE L´USO RESTA AGRICOLO LA REGIONE TOSCANA CHIARISCE I DUBBI LEGATI ALL´APPLICAZIONE DELLA LEGGE URBANISTICA  
 
Firenze - Nessun obbligo di demolizione se l´uso dell´annesso varia ma la destinazione resta agricola. E nessuna richiesta di denaro a garanzia del fatto che, se l´uso cambierà, l´annesso venga appunto demolito. La Regione risponde alla Coldiretti, che aveva sollevato più di un dubbio e si era ieri lamentata delle promesse fatte e a suo dire non mantenute. E tranquillizza le imprese agricole preoccupate. L´obbligo previsto dalla legge urbanistica toscana di abbattere gli edifici rurali quando ne viene cambiato l´uso - e da agricolo diventa altro – rimane. «E´ una garanzia contro le speculazioni edilizie e il rischio che un magazzino o un ovile diventi una villa o un appartamento. Del resto un´indagine degli anni scorsi pubblicata dal Sole 24 ore dimostra come fino al 2005, quando la nuova legge toscana è stata approvata, gli investimenti immobiliari delle aziende agricole d! elle nostra regione erano doppi, in percentuale, rispetto al r! esto d´I talia» sottolinea l´assessore al governo del territorio, Riccardo Conti. Ed è scontato il motivo: la campagna toscana ha il suo fascino, a molti piacerebbe vivere in collina in mezzo ai cipressi e sul mercato la domanda era alta. «Abbiamo voluto cercare di liberare risorse da investire sullo sviluppo del reddito agricolo, salvaguardando il paesaggio» continua l´assessore Conti. Ma se al posto di un ovile un annesso viene trasformato in una stalla per cavalli o in un deposito per il pecorino, e dunque il suo uso rimane agricolo, nessuno imporrà la sua demolizione. Gli uffici della Regione lo ribadiscono. Il dubbio era già stato chiarito nel regolamento che è seguito alla legge, spiegano. In tal caso basterà che l´agricoltore invi in Comune una raccomandata indicando la variazione e il nuovo uso agricolo che dell´annesso intende fare, all´interno del nuovo e variato programma aziendale. La Coldiretti aveva s! ollevato preoccupazioni anche riguardo alla garanzia in denaro da versare, a fronte della futura demolizione dell´immobile. Ma è anche questo è scomparso o scomparirà presto. «Abbiamo modificato la norma con la ´legge di manutenzione´ che è già in Consiglio regionale e che sarà approvata entro la fine dell´anno – conclude Conti - Nel frattempo abbiamo anticipato le nuove disposizioni con una circolare». .  
   
   
“PANE NOSTRUM” FESTA INTERNAZIONALE DEL PANE 18 . 19 . 20 . 21 SETTEMBRE 2008 SENIGALLIA (MARCHE – AN) TEMA DELL’VIII EDIZIONE: I PANI DELLE AREE DELLE LINGUE MINORITARIE D’ITALIA  
 
Senigallia “Città dell’Arte Bianca”. Pane sfornato in piazza durante il giorno, corsi gratuiti di panificazione per grandi e bambini, fragranze e sapori nella Città dell’Arte Bianca. Torna dal 18 al 21 settembre 2008 “Pane Nostrum”, Festa Internazionale del Pane a ingresso libero che si svolge ogni anno a Senigallia (Marche – An), allungando la stagione da vivere all’aperto sulla spiaggia di velluto. Un affascinante e articolato viaggio nella storia e nella geografia del pane, diventato anno dopo anno un punto di forza dell’offerta turistica della città a livello nazionale e internazionale. “Appuntamento con la qualità, la tipicità ed i sapori delle tradizioni panificatorie delle varie regioni d’Italia e del mondo”. Per 4 giorni, i maestri panificatori mettono idealmente in scena uno spettacolo di gestualità e fragranze, preparando il pane davanti al pubblico e raccontando le diverse tecniche, l’evoluzione e le tradizioni di tutta Europa. Ammaliati, i visitatori osservano, assaporano, chiedono, annotano ricette e segreti e in più, imparano a impastare. “Pane Nostrum” è una manifestazione del Comune di Senigallia, Confcommercio e C. I. A. Della Provincia di Ancona, realizzata in collaborazione con Camera di Commercio di Ancona, Provincia di Ancona Assessorato all’Agricoltura, Regione Marche Assessorato Agricoltura. La Festa internazionale del pane arrivata alla Viii edizione, coinvolge il cuore della città tra la bellissima Piazza del Duca e la Rocca Roveresca splendidamente conservata e Piazza Manni, con lo spettacolo dei forni a cielo aperto e dei maestri panificatori all’opera, degli stand dei pani del mondo, delle aree dove degustare o acquistare prodotti da forno ancora caldi, ma soprattutto con lo spettacolo partecipato dei laboratori dove imparare a fare il pane. I corsi di panificazione sono certamente tra i più apprezzati e popolari appuntamenti di “Pane Nostrum”, che ogni anno dà la possibilità a adulti e bambini di mettere le mani in pasta e dare vita a gustosi prodotti da forno con l’aiuto di esperti panificatori. Particolarmente frequentati oltre ai pomeriggi di gioco per i bambini, sono anche i corsi pensati per le scuole a cui ogni anno aderiscono numerose classi, in un percorso che unisce il gioco, la manualità e educazione su corretta alimentazione, consapevolezza e scelte responsabili. Quest’anno, per le scuole, accanto alla panificazione c’è anche il laboratorio artistico sul pane e i suoi elementi, attraverso cui i ragazzi imparano a osservare e riprodurre dipingendo ciò che vedono. Tra le collaborazioni ci sono conferme e novità. Si rinnova e rafforza infatti la collaborazione con l’Associazione Italiana Celiachia Marche Onlus (Aic) che ha dato buoni frutti nell’edizione passata, informando sull’intolleranza al glutine e registrando una grande partecipazione al corso di panificazione riservato a celiaci e non. Lo stand informativo e il corso saranno dunque riproposti con la novità di un’aula dedicata alla panificazione (presso il giardino della Rocca Roveresca), situata in una zona separata da quella dove hanno luogo i corsi tradizionali e dove i celiaci e tutti coloro che avranno piacere potranno gustare uno degli alimenti più tipici della cucina mediterranea: la pizza! Si conferma anche la partecipazione delle aziende aderenti alla C. I. A. Confederazione Italia Agricoltori (che figura tra i soggetti organizzatori di Pane Nostrum) per la “Strada delle Fattorie” attraverso prodotti del territorio certificati e quella con Slow Food condotta dei Galli Senoni – Senigallia con i “Laboratori del gusto”. Novità di quest’anno invece è la collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi attraverso la quale vedenti e non potranno condividere percorsi dedicati al pane, scoprendo un po’ delle reciproche realtà quotidiane. La domenica sarà infatti proposto un corso di panificazione per non vedenti, mentre viceversa il pomeriggio sarà proposto a Palazzo del Duca un interessante percorso multisensoriale di degustazioni aperto a tutti e guidato da non vedenti. Sempre domenica, altra novità di questa edizione di Pane Nostrum è la Cena sul prato. Seduti su plaid comodamente adagiati sull’erba curata, si potrà gustare un menù di campagna (in contenitori biodegradabili), godendosi suggestioni e sapori antichi di campagna all’ombra di una magnifica Rocca. Sabato invece, saranno proposte animazione, musica tradizionale e danze che affiancheranno la consueta panificazione in forni accesi per l’occasione fino alla mezzanotte. Viaggio nella storia e nella geografia del pane, “Pane Nostrum” plasma le sue edizioni su temi o aree geografiche mirate, conducendo i visitatori alla scoperta dell’alimento principe della tavola in moltissime culture, cercando di approfondirne la conoscenza consapevole. “Pane Nostrum” è infatti un “appuntamento con la qualità, la tipicità ed i sapori delle tradizioni panificatorie delle varie regioni d’Italia e del mondo”. Il Tema Di Pane Nostrum 2008 Grazie al tema scelto o all’area geografica individuata come protagonista, a “Pane Nostrum” arrivano esperti e accreditati panificatori da tutto il mondo. Nelle ultime edizioni, i visitatori hanno potuto assaggiare pani del Mediterraneo e pani del Grande freddo. L’edizione 2008 E’ Dedicata Ai Pani Delle Aree Italiane Dove Si Parlano Lingue Minoritarie. Aree diffuse su tutto il territorio nazionale da nord a sud come quella piemontese (Minoranza Occitana del comune di Ostana in provincia di Cuneo), quella del Trentino (Minoranza Ladina del comune di Vigo di Fassa in provincia di Trento), l’Alta Valsugana, Valle del Ferina (Minoranze Mochene del comune di Sant’orsola Terme in provincia di Trento) e ancora in Veneto (Minoranza Cimbra del comune di Roana provincia di Vicenza), scendendo in Calabria (Minoranza Arbereshe del comune di Civita in provincia di Cosenza). Realtà e culture tutte da scoprire e apprezzare. Inoltre: Uno Dei 5 Forni A Cielo Aperto È Riservato Alle Marche e sforna dunque esclusivamente pane marchigiano di filiera come il Pane al Farro, Pane da Agricoltura Biologica, Pane del Duca e tanti altri anche meno conosciuti da assaggiare e apprezzare, grazie al progetto di certificazione della Camera di Commercio di Ancona “Marchio Qualità Panifici Provincia di Ancona”. Oltre a questi, si potranno anche gustare, oltre ad assistere in diretta alla preparazione in un Altro Forno Dedicato, i pani di Francia, Inghilterra e Germania, delle città gemellate con il Comune di Senigallia, Sens, Lorrach, Chester con i loro prodotti più emblematici. Si può, infatti, senz’altro affermare che è ormai diventata una tradizione per il pubblico di Pane Nostrum poter assaggiare gli “hot cross buns” o il “brown bread (with)” (Pane con noci, formaggio, uvetta e albicocche) inglese o il “brezel” o il “Zopf” (treccia) o il “Fastenbrotchen” (Panino di quaresima) tedesco o “baguettes” e “croissants” francesi. E Poi Ancora, nel penultimo giorno di manifestazione, sabato 20 settembre, Pane Nostrum ospita gruppi di musica popolare e leggera che tengono sveglia la città con musica e danze tradizionali assieme al profumo dei forni accesi in piazza anche di sera, con i panificatori al lavoro nella preparazione soprattutto di Dolci, Croissant E Prelibatezze oltre l’orario consueto (10. 00-22. 00) della manifestazione. La formula piace ai visitatori che accorrono ogni anno a migliaia per vivere una gustosa “settimana bianca” alternativa con tante iniziative: corsi di panificazione, laboratori del gusto e degustazioni di prodotti marchigiani in abbinamento, area food e area vendita dove acquistare tutti i pani sfornati, Strada delle fattorie. Non è previsto un biglietto di ingresso, né il pagamento dei corsi di panificazione. E’ inoltre prevista un’area vendita dove acquistare i pani appena sfornati. “Pane Nostrum” è una manifestazione del Comune di Senigallia, Confcommercio e Cia della Provincia di Ancona, realizzata in collaborazione con Camera di Commercio di Ancona, Provincia di Ancona Assessorato all’Agricoltura, Regione Marche Assessorato Agricoltura. Info 338. 4861951 / info@panenostrum. Com .  
   
   
PRESENTATO A FIRENZE IL DECIMO RAPPORTO REGIONALE SULL’AGRICOLTURA LUCI E OMBRE NEL 2007, PER IL SETTORE AGRICOLO TOSCANO  
 
 Firenze - Dieci anni fa l’agricoltura faceva notizia soprattutto per le emergenze sanitarie e per la distruzione, con fondi pubblici, di pomodori e altri prodotti agricoli a causa della loro eccessiva produzione. Dieci anni dopo l’alimentazione è tornata ad essere uno dei grandi temi di dibattito mondiale, l’offerta agricola è tornata ad essere strategica e sull’agricoltura, anche in Toscana, si torna ad investire. In questo contesto Regione, Arsia ed Irpet hanno presentato il 22 luglio a Firenze nella sala convegni del Monte dei Paschi di Siena il decimo rapporto annuale sull’economia agricola e rurale. E in dieci anni il cambiamento è significativo: dieci anni fa neppure si parlava, ad esempio, di sviluppo rurale. Oggi il Pil agricolo supera i 3 miliardi di euro, il 3,3% del totale regionale, e il 5,9 su scala nazionale, originato per il 62! % da agricoltura selvicoltura e pesca, e per il 38 dall’! industri a alimentare. Le aziende agrarie sono 46. 000 con 50. 000 occupati (più circa 11. 000 lavoratori irregolari) A fronte però di una crescita complessiva dei temi connessi all’agricoltura, il 2007, oggetto dell’indagine presentata oggi, propone dati in chiaroscuro, come ha sottolineato il presidente della Regione Claudio Martini: ““In un anno – sintetizza Martini - in cui tutta l’economia ha rallentato, anche il comparto agroalimentare ha avuto i suoi contraccolpi tanto che il Pil nel 2007 ha avuto una crescita bassa, fermandosi ad un +0,3%. In particolare l’agricoltura ha subito gli effetti dell’aumento dei prezzi agricoli al consumo. Per il 2007 si annotano segni positivi, penso al vivaismo e all’agriturismo (+7% e + 11% rispetto al 2006), ma anche indicatori negativi: l’olivicoltura, che è parte dell’immagine stessa della nostra regione ha perso in anno il 22% del valor! e corrente; conseguenza prevalentemente di eventi climatici avversi. Altre spie rosse da tenere sotto osservazione riguardano l’export agroalimentare (-2,6%) e l’occupazione agricola che nel 2007 ha registrato una contrazione del 16%, superiore a quella nazionale, ma in linea con quella delle altre regioni del centro. Tuttavia occorre ricordare che nel medio periodo abbiamo un incremento significativo: la media degli occupati negli anni 2002-2007 risulta infatti superiore del 21% rispetto al valore del quinquennio precedente. Questo aumento è il più alto registrato tra le regioni leader nelle produzioni agricole, in molte delle quali si registra invece una riduzione anche rilevante (in Emilia Romagna del 22%, in Umbria del 40, nel Lazio del 12%)”. Non solo: il settore continua a avere la spinta necessaria a investire su stesso, a “coltivare il suo futuro”: e un segnale chiaro arriva dai primi dati del Piano di sviluppo rurale! , che ha chiuso la prima serie di bandi appena un mese fa. Le ! domande presentate, in questa primissima fase (il piano si sviluppa fino al 2013 con oltre 800 milioni di euro di interventi) sono state ben 9. 000. “In particolare – ha evidenziato il presidente – sorprende l’elevato numero di giovani che hanno fatto domanda di primo insediamento, 1. 500, come l’alto numero di soggetti che hanno presentato progetti di investimento, circa 4. 000 imprenditori agricoli”. «La sfida per la pubblica amministrazione – ha detto Martini - sarà ora quella di selezionare i beneficiari, dando priorità ai giovani e agli investimenti che mirano ad un’elevata sicurezza sul lavoro e ad un miglior impatto ambientale». Tra gli obiettivi indicati da Martini per il rafforzamento del settore c’è anche l’adeguata spinta alle politiche di filiera, per sostenere la presenza della nostra offerta sui mercati (con i progetti di filiera corta come strumento integrativo) e il ! costante sostegno verso un’agricoltura sostenibile (di qui battaglie come quella sugli Ogm). Infine il presidente ha annunciato l’imminente varo del piano agricolo regionale. “Siamo stati tra le prime Regioni in Italia a tagliare il traguardo del Piano di sviluppo rurale. Dobbiamo adesso mantenere lo stesso livello di impegno e di attenzione per raffinare l’intervento pubblico regionale, ricalibrando gli altri interventi con il piano agricolo regionale che sarà varato entro l’anno ». .  
   
   
"MISURA QUANDO BEVI - NON BERTI LA VITA": ETICHETTE PERSONALIZZATE SUI CONTENITORI DI ALCOLICI (BIRRA, ALCOOLICI COME LIQUORI, BEVANDE CON BASI ALCOOLICHE)  
 
Contro l’alcolismo e le stragi del “sabato sera” la proposta del componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia Dei Valori, Giovanni D’agata, che chiede l’introduzione di etichette personalizzate sui contenitori di alcolici (birra, alcoolici come liquori, bevande con basi alcooliche) come "filo-prevenzione” con slogan chiari al fine di promuovere la tutela della vita e avvertire sulle conseguenze dannose, come è stato imposto per i pacchetti di sigarette o di tabacco. L’alcolismo non è più solo la conseguenza di un "vizio", ma oggigiorno va considerato come una "piaga sociale mondiale", che causa ogni anno nel mondo milioni di vite. E’ un dato statistico ormai certo, infatti, che al di là delle patologie conseguenti all’abuso di alcol, gran parte delle giovani vittime degli incidenti stradali più gravi hanno perso la vita perché il conducente aveva bevuto qualche drink. Nasce la necessità, quindi, d’intervenire per porre un freno con campagne educative e preventive, anche perché l’inasprimento delle pene in materia di Codice della Strada per chi assume alcol prima di mettersi alla guida, pare non abbia dato i risultati sperati, tant’è che in questi giorni il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteoli, ha proposto un’ulteriore giro di vite. Ritiene lo scrivente, che non è sufficiente un’ulteriore stretta ed inasprimento delle pene, ma è necessario, sin da subito avviare campagne di sensibilizzazione e misure atte a "scoraggiare" questa "pratica dannosa" e dai costi sociali impressionanti. La prima e di semplice realizzazione dovrebbe essere quella d’introdurre per legge l’obbligo di etichettatura sui contenitori di alcolici di appositi slogan come "filo-prevenzione” contro l’abuso di alcol (birra, alcoolici come liquori, bevande con basi alcooliche) sulla falsariga di quanto già avviene per i pacchetti di sigarette o di tabacco, al fine di promuovere la tutela della vita e avvertire sulle conseguenze dannose, nonché informare sulle pene che spettano a chi trasgredisce il codice della strada avendo bevuto prima di mettersi alla guida. Tale iniziativa potrebbe essere un altro passo in avanti nell’azione contro l’abuso delle bevande alcoliche e per prevenire le stragi di giovani del sabato sera. L’obiettivo principale è quello del rispetto del diritto di chi non assume bevande alcoliche di non essere sottoposto a rischio per il comportamento di chi al contrario consuma alcol. Il sottoscritto propone già questa etichetta: “Misura Quando Bevi - Non Berti La Vita”. .  
   
   
IGP VITELLONE, CONFRONTO COL GOVERNO SUL DISCIPLINARE IL 10 SETTEMBRE A PERUGIA PIÙ GARANZIE AI CONSUMATORI NEL RISPETTO DELLA TRADIZIONE DI QUALITÀ  
 
Firenze - Il Ministero delle politiche agricole e forestali si confronterà il prossimo 10 settembre con imprenditori, organizzazioni di categoria ed enti locali per discutere le modifiche al disciplinare di produzione dell´Indicazione Geografica Protetta I. G. P. “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”, un punto di riferimento importante per tutti i consumatori italiani negli anni in cui, per le varie emergenze sanitarie, la carne è stata vista con timore. L´appuntamento è per le 11. 30 presso la Sala Partecipazione di Palazzo Cesaroni della Regione Umbria in piazza Italia 2 a Perugia. La proposta di modifica, presentata dal Consorzio di Tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” di Ponte San Giovanni (Pg), verte essenzialmente sull’allargamento dell’area di produzione a quei territori dell’Italia Centrale che hanno mantenuto l&r! squo;allevamento delle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola! nei 10 anni di riconoscimento della I. G. P. (includendo per la Toscana anche il territorio pistoiese), e nuove garanzie di tracciabilità e chiarezza nei confronti dei consumatori sulla provenienza dei vitelloni. L’i. G. P. Del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale è costituita da una rete di allevamenti che hanno mantenuto il rapporto tradizionale con il territorio e che allo stesso tempo hanno saputo rinnovarsi per offrire ai consumatori garanzie e qualità senza pari. .  
   
   
WORKSHOP SULL´INIZIATIVA FOOD CLUSTER  
 
L´8 ottobre si è tenuto a Bruxelles (Belgio) un workshop sull´Iniziativa Food Cluster avviata recentemente. Lo scopo era quello di discutere gli obiettivi, gli sviluppi e il potenziale risultato della creazione di cluster europei nel settore dell´alimentazione. Creata all´inizio del 2008, l´Iniziativa Food Cluster intende essere uno strumento per creare la capacità di ricerca per il rafforzamento della cooperazione tra le regioni europee. Al fine di creare una rete europea più completa delle regioni coinvolte nel settore dell´alimentazione, l´iniziativa prosegue e include il lavoro della Rete europea per l´innovazione alimentare (Fine- Food Innovation Network Europe), che è sostenuta nell´ambito del Sesto programma quadro (6°Pq). Il workshop si terrà in occasione della Settimana europea delle regioni e delle città che si svolgerà dal 6 al 9 ottobre. Per ulteriori informazioni sul workshop, contattare: Sig. Jozsef Mikita Per ulteriori informazioni sulla Settimana europea delle regioni e delle città, visitare: http://www. Opendays. Europa. Eu/ .  
   
   
FIRENZE: MARTINI HA INAUGURATO IL “MERCATALE” IN PIAZZA DELLA SIGNORIA «UN´OCCASIONE PER AVVICINARE I CITTADINI AI PRODOTTI DEL TERRITORIO» NEL 2008 LA REGIONE HA PROMOSSO 36 PROGETTI DI FILIERA CORTA. A VOLTERRA APERTO “ARTE E CIBO”  
 
Firenze - Con il taglio del nastro, sabato 6 settembre alle ore 8 e 10 da parte del presidente della Regione Claudio Martini, affiancato dall´assessore all´ambiente del Comune Claudio del Lungo, si è aperta ufficialmente la prima edizione del “mercatale” di Firenze, ospitato eccezionalmente in piazza della Signoria, ma che avrà la propria sede, almeno una volta la mese, in piazza Santa Croce. Martini ha poi iniziato un lungo giro tra le due file di banchi – tutti rigorosamente in legno con copertura in tela grezza – intrattenendosi con i singoli produttori locali di formaggi, ortaggi, frutta, miele, marmellate, zafferano, tartufi e vino, e cedendo anche a qualche assaggio: ricotta fresca della Rufina, fichi di San Godenzo, pane con l´olio (di San Casciano), che ha definito «la mia colazione prefe! rita, la migliore che ci sia al mondo». Il presidente si! è ; informato sull´andamento delle varie produzioni, ha preso atto tra l´altro dei problemi degli apicoltori che devono fronteggiare, visto l´aumento di morti delle api, una notevole riduzione nella raccolta di miele e ha apprezzato, insieme alla elevata qualità dei prodotti tipici, anche alcune esperienze innovative, come un corso di coltivazione dello zafferano che un´azienda agricola di San Gimignano ha tenuto dentro il carcere di Ranza o un “agricampeggio” a Monticchiello. «I mercatali – ha detto il presidente concludendo il suo giro tra i banchi – servono per avvicinare i cittadini ai prodotti di qualità del proprio territorio, per accorciare la filiera e tagliare i livelli intermedi, in cui si innestano processi speculativi. Oltre ai vantaggi della commercializzazione diretta, viene dato anche un forte contributo alla salvaguardia e valorizzazione dei prodotti tipici». Quello di Firenze è uno dei 36 pro! getti di filiera corta promossi dalla Regione nel 2008 e articolati in mercati, spacci, punti di arte e cibo e patti di filiera. I finanziamenti regionali assommano a 2. 285. 000 euro di contributi e a 2. 856. 000 euro di investimenti (80% di contributo massimo erogato), a favore di oltre 4. 500 aziende di cui oltre 3. 000 agricole e 1. 500 extraagricole (artigiani, piccoli commercianti, ristoratori). Dal 9 agosto scorso è aperto a Volterra, accanto al bookshop del museo Guarnacci, il primo dei progetti Arte e cibo, che mette in vendita dei piccoli kit di prodotti locali (miele, marmellata, sughi, sale, olio, vino), e organizza nel giardino del museo un paio di volte al mese delle degustazioni, oltre a distribuire materiale informativo. «Un´altra ottima occasione – afferma Martini - per mettere in contatto i turisti con i prodotti locali di qualità, che sono parte indissolubile dell´identità e della cultura toscana». Altri due;Arte e cibo” sono in via di allestimento a Grosseto e a Arci dosso. .  
   
   
GIUNTA VENETA - CORSI PER IMPIEGO PRODOTTI FITOSANITARI  
 
La Giunta veneta, su iniziativa del vicepresidente Franco Manzato, ha approvato 19 agosto il bando per finanziare corsi di formazione e aggiornamento per il corretto impiego di prodotti fitosanitari. Per acquistare e utilizzare tali prodotti è infatti prevista una specifica autorizzazione, da rinnovare periodicamente, con l’obbligo per gli operatori interessati di partecipare a appositi percorsi formativi. I corsi, da realizzare da parte di soggetti iscritti nell’elenco regionale degli organismi di formazione accreditati, devono perciò rispondere a precisi requisiti in termini di contenuti, organizzazione ed efficacia per l’ammissione alla valutazione necessaria per il rilascio o rinnovo dell’autorizzazione e possono essere finanziati dalla Regione. Il bando regionale è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione del 29 agosto, i soggetti interessati alla organizzazione dei corsi dovranno presentare la domanda di ammissione a contributo alla Giunta regionale – Direzione Regionale Agroambiente e Servizi per l’Agricoltura, Via Torino 110, 30172 Mestre Venezia. “L’utilizzo dei prodotti fitosanitari – ha fatto presente Manzato – interessa praticamente tutte le imprese agricole venete ed i relativi gestori ed operatori. Tale impiego assume anche una valenza più generale per l’intera collettività, in relazione alle conseguenti ricadute a livello di igiene e salubrità delle produzioni agricole e di tutela dell’ambiente. Nel contempo, è aumentata la richiesta di trasparenza e conoscenza da parte della collettività di consumatori sull’uso della chimica in agricoltura. In particolare viene chiesto all’agricoltura uno sforzo a contenere sempre più l’uso di prodotti fitosanitari nei cicli produttivi, sia per ragioni igienico sanitarie sia per una maggiore tutela delle risorse ambientali, come l’acqua, l’aria, la terra, evitando una manipolazione e uso inappropriati. Va inoltre tenuto conto – ha concluso il vicepresidente – che l’evoluzione della ricerca mette a disposizione nuove molecole, assai efficaci nell’azione di controllo dei principali antagonisti delle piante destinate alla nutrizione umana e animale, per le quali serve un utilizzo informato”. .  
   
   
ITALIA ZUCCHERI S.P.A. PROCEDE ALLA SCISSIONE MEDIANTE IL TRASFERIMENTO DI UNA PARTE DEL PROPRIO PATRIMONIO SOCIALE SI CONCLUDE IL PROCESSO DI SCISSIONE REALIZZATO NELLA PIENA CONDIVISIONE DI OBIETTIVI E PERCORSI TRA I PARTNER CO.PRO.B. E FINBIETICOLA.  
 
Bologna – Co. Pro. B. Sca - unica cooperativa italiana di produttori bieticoli e Finbieticola S. P. A. - società finanziaria detenuta dalle principali associazioni bieticole nazionali (A. N. B, Associazione Nazionale Bieticoltori; C. N. B, Consorzio Nazionale Bieticoltori; A. B. I. , Associazione Bieticoltori Italiani), soci di Italia Zuccheri Spa, hanno siglato il 17 luglio l’atto di scissione parziale della Società che avverrà mediante il trasferimento di una parte del patrimonio sociale a beneficio di tre nuove società unipersonali il cui capitale sarà interamente detenuto da Finbieticola. Il restante patrimonio sociale rimarrà nella titolarità di Italia Zuccheri che sarà detenuta al 100% da Co. Pro. B. La scelta societaria effettuata dai due soci conclude una profonda riflessione comune conseguente alle mutate condizioni del panorama bieticolo saccarifero italiano. La volontà di Co. Pro. B. Di mantenere e consolidare la filiera bieticolo saccarifera ha incontrato l’intenzione di Finbieticola di consentire alle imprese associate di accedere a nuove opportunità produttive destinate a subentrare alla filiera bieticolo saccarifera dei comprensori colpiti dalla riforma comunitaria dello zucchero. A seguito della riforma, Italia Zuccheri S. P. A. Ha, infatti, mantenuto la produzione nel solo zuccherificio di Pontelongo (Padova) ed ha approntato per gli stabilimenti dismessi (Bondeno – Ferrara, Casei Gerola – Pavia, Finale Emilia – Modena, Porto Viro – Rovigo) dei progetti di riconversione volti a business agro energetici. In conseguenza del processo di scissione, in capo al Gruppo Co. Pro. B. Rimarrà il business zucchero attraverso lo stabilimento di Pontelongo e il polo logistico di Argelato (Bologna) ed il business agro energetico legato ai progetti di riconversione di Finale Emilia e Porto Viro. Finbieticola, invece, costituirà tre nuove società unipersonali: Finbieticola Casei Gerola S. R. L. , Finbieticola Bondeno S. R. L. E Agrisviluppo S. R. L. Nelle prime due confluiranno tutti i beni mobili ed immobili costituenti il ramo aziendale dello stabilimento di riferimento, i contratti di lavoro relativi al personale di ciascun sito, tutti i diritti e obblighi relativi ai rispettivi progetti in corso per la riconversione che prevedono iniziative con partnership industriali nel settore agro energetico. In Agrisviluppo S. R. L. Convergeranno tutti i diritti e gli obblighi relativi ai progetti in corso per l’eventuale avvio dell’attività sul bioetanolo e di generazione distribuita sul territorio nazionale. L’intera operazione si scissione è stata condotta con modalità e obiettivi condivisi in un clima di efficace dialogo costruttivo tra i vertici aziendali dei due soci, confermato, tra l’altro, dall’ingresso nella compagine sociale di Co. Pro. B. , entro la fine del 2008, di Finbieticola in qualità di socio finanziatore. La finanziaria dei bieticoltori apporterà alla cooperativa un aumento di capitale di 7 milioni di euro. L’operazione di capitalizzazione si colloca in un piano di rafforzamento finanziario e patrimoniale di Co. Pro. B. , che ha l’obiettivo di potenziare le leve strategico-operative per garantire la continuità della filiera della barbabietola da zucchero in Italia. «Esprimo la massima soddisfazione – spiega Claudio Gallerani, presidente di Co. Pro. B. – per la conclusione di questa importante operazione di scissione e per la decisione di Finbieticola di diventare partner finanziario di Co. Pro. B». «Questo progetto – aggiunge Gallerani – si allinea perfettamente alla mission storica di Co. Pro. B. Di rendere partecipi i bieticoltori della trasformazione industriale e, attraverso lo strumento cooperativo, dare ai soci la possibilità di accedere ai margini derivanti dalla vendita dello zucchero grazie ai ristorni di bilancio. Lo sviluppo della cooperativa in Veneto potrà consentire ai bieticoltori di Pontelongo di entrare in Co. Pro. B. A pari condizioni dei bieticoltori di Minerbio, attraverso l’adesione a un progetto di sviluppo di filiera che sta già raggiungendo importanti obiettivi di efficienza nel comparto agricolo e industriale. Questo darà la possibilità di guardare con maggiore tranquillità al futuro del settore post riforma e garantire un’adeguata soddisfazione dei soci bieticoltori e dei collaboratori. Roberto Montesi, presidente di Finbieticola, sottolinea che «l’apporto di capitale sottoscritto, è una logica conseguenza della volontà di Finbieticola di sostenere i progetti più rilevanti, in Italia, a favore dello sviluppo, in generale dell’imprenditoria agricola ed, in particolare, della filiera bieticolo-saccarifera. Il processo di scissione, deliberato a seguito della profonda ristrutturazione dell’Ocm zucchero, si è concluso in un clima di massima collaborazione e non punta a dividere ma a rafforzare il mondo agricolo con due soggetti pronti e decisi a diversificare i propri percorsi in una logica di specializzazione. L’obiettivo di Finbieticola è quello di riposizionare l’imprenditore agricolo ad un ruolo di protagonista nelle filiere che utilizzano i propri prodotti, in primis in quelle agro energetiche, senza per questo trascurare le partnership con i soggetti industriali intraprese per i progetti di riconversione e quelle con partner finanziari interessati ad investire nel settore. Tuttavia permane un elemento di incertezza del quadro normativo e la pesantezza dell´iter burocratico delle autorizzazioni che rallentano fortemente la volontà del mondo agricolo di "fare impresa". Tutto questo non consente pienamente di tradurre in pratica le volontà politiche, ampliamente condivisibili, quali la sensibile crescita di produzione di energia da fonti rinnovabili ed in particolare di quelle di provenienza agricola nazionale. Posso affermare, quindi, – conclude Montesi – che Finbieticola si porrà anche l´obiettivo di dialogare con le istituzioni, al fine di rimuovere gli ultimi ostacoli rimasti e di rappresentare l´elemento propulsivo di sviluppo di numerose iniziative per la crescita economica dell´agricoltura e del nostro Paese. ». .  
   
   
APPROVATO PIANO RISTRUTTURAZIONE BIETICOLTURA IN FVG  
 
 Udine - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il Piano di azione regionale per la ristrutturazione del settore bieticolo. Tale strumento, proposto dall´assessore regionale alle Risorse agricole, naturali, forestali e Montagna, Claudio Violino, sarà ora attuato mediante un decreto del presidente della Regione e verrà quindi pubblicato sul Bur. Il Friuli Venezia Giulia, grazie alle condizioni pedoclimatiche, è fortemente vocato alla bieticoltura, tanto che nel 2005 la superficie investita alla coltivazione della barbabietola era di 6. 485 ettari, con una produzione di 806,4 quintali per ettaro, la più elevata d´Italia. La chiusura dello zuccherificio di Ceggia, che dopo la dismissione di quello di Torviscosa era divenuto il sito di conferimento delle produzioni bieticole della nostra terra, ha causato la progressiva contrazione del settore, in quanto le aziende sono ora costrette a rivolgersi agli zuccherifici di Pontelongo, nei pressi di Padova, o di Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara. La maggiore distanza dagli impianti di trasformazione e l´aumento dei costi di trasporto hanno così messo in crisi la redditività della bieticoltura. E´ per questo che è stato redatto il Piano di azione locale che, rientrando nel Programma nazionale di riconversione del settore, tiene conto della riforma della Ocm zucchero, stabilita dalla Ue, e favorisce le aziende bieticole anche nella riconversione verso la filiera bioenergetica. Tra gli interventi ammessi dal Piano di azione regionale vi sono la prima lavorazione; la trasformazione e la commercializzazione in appositi locali aziendali delle produzioni ottenute per almeno l´80 per cento in azienda; la predisposizione di locali aziendali per la vendita diretta dei prodotti nonché per la loro presentazione ai consumatori e agli intermediari commerciali; le microfiliere aziendali e territoriali nel settore delle energie ottenute da prodotti e sottoprodotti di orgine agricola e/o forestale finalizzati alla produzione di energia per il fabbisogno dell´impresa; il miglioramento dell´efficienza irrigua aziendale. .  
   
   
APICOLTURA, LA TOSCANA CHIEDE “MORATORIA” SU FITOSANITARI  
 
Firenze - Sospendere in via cautelativa l´impiego di alcuni antiparassitari indicati come responsabili delle diffuse morie di api degli ultimi due anni. Questo quanto chiede la Regione Toscana con una lettera inviata il 29 agosto al ministro delle politiche agricole e al ministro della sanità per far fronte allo spopolamento di apiari (50 mila alveari colpiti in tutta Italia) provocato, a quanto emerge da una prima serie di analisi, da alcuni prodotti fitosanitari della famiglia dei neonicotinoidi usati per la concia delle sementi, in particolare per colture quali il mais o il girasole. «Siamo fortemente preoccupati per la situazione dei nostri alveari e in genere per un´attività importante per la nostra economia rurale ma portata avanti anche da tante persone per passione e per poter contare su una piccola produzione per consumo famigliare – spiega il vicepresidente Federico Gellii, che! ha firmato la lettera – È senz´altro necessario ! assumere provvedimenti urgenti e responsabili e la strada non può che essere quella di escludere l´impiego di alcuni prodotti in via transitoria. Tutto questo ispirandosi al principio di cautela che dovrebbe sempre ispirare le nostre decisioni e comunque in attesa di ulteriori verifiche e di altri contributi dal mondo della ricerca». Proprio sul versante della ricerca un contributo determinante potrà arrivare proprio dalla Toscana. Diverse analisi su campioni di api morte hanno già evidenziato la presenza di molecole residue degli antiparassitari, di cui ora la Toscana chiede la sospensione. Ma c´è bisogno di risposte ulteriori su cui sta già lavorando l´Arsia, l´Agenzia toscana per lo sviluppo e l´innovazione in agricoltura, a cui tra l´altro spetta il coordinamento della rete interregionale per la ricerca in campo agrario e forestale. .  
   
   
33 ESPERTI A CONVEGNO A BOLZANO SULLA RICERCA BIOLOGICA E BOTANICA  
 
La quinta edizione del Convegno sulla ricerca zoologica e botanica in Alto Adige e zone limitrofe si è svolta fra giovedì 4 e venerdì 5 settembre, presso il Museo delle Scienze naturali a Bolzano, ha visto la partecipazione di 33 studiosi italiani, austiaci, tedeschi e svizzeri che hanno presentato i risultati recenti dei propri lavori di ricerca. Nella prima giornata del convegno, giovedì 4 settembre, dopo i saluti inaugurali del presidente dei Musei provinciali altoatesini, Bruno Hosp, e del direttore del Museo delle Scienze naturali, Vito Zingerle, che ha riferito sulle nuove prospettive della ricerca naturalistica in Alto Adige, si alternano interventi nelle branche di ricerca fitosociologia, zoologia, ecologia delle acque e botanica. Tra i vari temi all´ordine del giorno dagli esperti vi è quello della flora delle cime dolomitiche quale indicatore del cambiamento climatico, quello della trota marmorata nel bacino dell´Adige, e quello della caratterizzazione ecologica dello zooplancton nei maggiori laghi artificiali in provincia di Bolzano. Nella giornata di venerdì 5 settembre, è stata la volta della botanica applicata e della faunistica. Si parlato, tra il resto, dello sviluppo di un sistema per l´analisi genetica del fieno di montagna, dei ragni del Parco naturale Sciliar-catinaccio e delle salamandre nell´arco alpino. Il convegno sulla ricerca zoologica e botanica in Alto Adige è stato organizzato dal Museo di Scienze naturali con cadenza biennale; quella di quest´anno è la quinta edizione. L´iniziativa è nata pe favorire la ricerca sistematica nel campo delle scienza naturali in Alto Adige e per offrire una possibilità di incontro e di scambio periodico per gli studiosi. Tutti gli interventi degli esperti sono raccolti in forma riassunta in un opuscolo in distribuzione presso la sede congressuale al Museo delle Scienze naturali in via Bottai 1 a Bolzano. .  
   
   
BOLZANO: VENDITA DIRETTA DI PRODOTTI IN AGRICOLTURA: NUOVE SEMPLIFICAZIONI  
 
Una serie di semplificazioni in materia di vendita diretta di prodotti agricoli è stata approvata dalla Giunta provinciale su proposta dell´assessore Hans Berger. "Abbiamo semplificato in particolare i requisiti di tipo logistico, come ad esempio le dimensioni dei locali per la lavorazione dei prodotti, senza con questo trascurare la sicurezza dei consumatori", afferma Berger. "Le regole devono essere semplici e comprensibili, perchè chi commercializza deve potersi concentrare sul prodotto e non sulla regola", spiega Berger. Le semplificazioni adottate dalla Provincia sono state introdotte nei settori in cui non hanno alcun effetto negativo sulla qualità e sulla sicurezza del prodotto. Con il nuovo decreto viene concesso più margine di manovra alla vendita diretta: "Possono essere commercializzati anche prodotti provenienti da terreni agricoli affittati ed è stata introdotta la possibilità della raccolta delle piante non coltivate, con l´inserimento del concetto di piante anche selvatiche", spiega l´assessore. Per la vendita sul mercato contadino di prodotti lavorati si è introdotto il concetto che la materia prima deve provenire per almeno il 75% dall’azienda dell’agricoltore. Le modifiche sostanziali si riferiscono ai requisiti dei locali di vendita dei prodotti, le cui dimensioni minime non sono più definite, "garantendo maggiore flessibilità", spiega Berger. Vengono inoltre assicurate la possibilità di fornitura di prodotti ad esercizi di commercio al dettaglio e quella della vendita diretta di latte. A tale proposito è stata introdotta la possibilità della consegna a domicilio ed è stata regolamentata la vendita del latte tramite macchine erogatrici. L´agricoltore può avviare la vendita diretta con la comunicazione al Comune di inizio attività. Il nuovo decreto passa ora all´esame della Corte di conti primi di entrare in vigore. .  
   
   
PANIFICATORI (FIPPA): PER FARE IL PANE COMPRIAMO FARINA, NON GRANO  
 
“Se scende il prezzo del grano per noi non cambia niente. I panificatori artigianali, infatti, comprano da sempre farina e non grano”. Così il presidente della Federazione italiana panificatori (Fippa), Luca Vecchiato, replica a quanto riportato il 4 settembre dalla stampa sul rapporto tra prezzo del grano e prezzo del pane. “È un errore colossale - ha aggiunto Vecchiato - pensare a una relazione così automatica tra il costo del grano e quello del pane. In mezzo c’è la farina, il cui prezzo è da tempo monitorato dal nostro centro studi attraverso le fatture di acquisto dei panificatori artigianali italiani, e i cui risultati saranno presto comunicati”. .  
   
   
TONNO ROSSO, FLESSIONE DEL 50 PER CENTO EXPORT VERSO GIAPPONE  
 
Sulle tavole dei giapponesi sushi e sashimi sempre meno “made in Italy”. Dei circa 180mila quintali di tonno rosso che ogni anno dal Mediterraneo arrivano in Giappone, per essere utilizzati crudi nelle pietanze tradizionali, quest’anno solo il 12 per cento -15mila quintali contro i 30mila dell’anno precedente- sarà acquistato negli allevamenti italiani. Rispetto al 2007, export italiano del tonno rosso verso il Giappone registra, infatti, una flessione del 50 per cento. Un danno economico che potrebbe costare oltre 40milioni di euro. A quantificare gli effetti che la chiusura anticipata della campagna di pesca al tonno rosso, imposta da Bruxelles per un presunto eccesso di catture, sta causando agli operatori è la Federcoopesca-confcooperative. Un giro di affari, quello legato al tonno rosso, da 100milioni di euro annui, legato per l’80 per cento al mercato nipponico e per il 20 per cento a quello del nord America, che rischia di essere messo in ginocchio dalle scelte dell’Unione europea. “Siamo vicini –commenta Massimo Coccia, presidente della Federcoopesca-confcooperative alla battaglia che sta portando avanti il ministro Zaia perché siamo convinti di essere ben al disotto della quota assegnata all’Italia; del resto il Commissario Borg continua a non voler rendere pubblici i dati che dimostrerebbero un presunto sforamento con un eccesso di catture. Siamo pronti a sostenere le nostre imprese per un ricorso alla Corte di giustizia e siamo certi che il governo italiano farà altrettanto”. .  
   
   
CORSO ASSAGGIATORI DI SALUMI  
 
Cuneo - L´organizzazione nazionale assaggiatori salumi (Onas), con il patrocinio della Camera di Commercio, organizza un corso per aspiranti assaggiatori di salumi con esame finale, rilascio di attestato e patente di tecnico assaggiatore. Il corso si svolgerà presso il Salone d´onore della Camera di commercio di Cuneo dal prossimo 2 ottobre. È necessario iscriversi entro il 25 settembre. .  
   
   
MOUNTAINBIKE, C´È L´ASSICURAZIONE PER I PROPRIETARI DEI TERRENI  
 
Bolzano - Per evitare il rischio che i proprietari dei terreni sui quali accadono incidenti che coinvolgono ciclisti, fondisti o escursionisti, debbano pagare di tasca propria, la Provincia, tramite l´Unione delle organizzazioni turistiche altoatesine, ha stipulato una polizza d´assicurazione per la responsabilità civile e la tutela giudiziaria. L´iniziativa, presentata giovedì 4 settembre alla stampa, è stata pensata alla luce di alcune importanti considerazioni. L´alto Adige si sta imponendo sempre più come destinazione turistica ideale per chi vuole trascorrere le proprie vacanze all´insegna dell´attività fisica, e questo comporta una crescita costante del numero di piste ciclabili e sentieri a disposizione dei sempre più numerosi bikers. Il rovescio della medaglia, però, è l´aumento anche nel numero degli incidenti. "Per questo motivo - ha spiegato in conferenza stampa l´assessore al turismo - abbiamo deciso di intervenire con la previsione di una polizza in grado di assicurare i proprietari dei terreni". Sino ad oggi, infatti, la giurisprudenza è sempre stata piuttosto contradditoria in materia, esponendo in alcuni casi ad un notevole rischio penale ed economico i proprietari dei terreni sui quali avvenivano gli incidenti. La Provincia, dunque, tramite l´Unione delle organizzazioni turistiche altoatesine, ha deciso di stipulare una polizza di assicurazione per la responsabilità civile e la tutela giudiziaria che mette i proprietari al riparo dai rischi penali e di risarcimento danni per incidenti avvenuti lungo piste ciclabili, percorsi per mountain bike segnalati, piste da sci e sentieri escursionistici. I costi di stipulazione della polizza sono al 90% a carico della Provincia. Dalla copertura assicurativa sono esclusi incidenti riconducibili al cattivo stato di manutenzione di piste o sentieri. .  
   
   
REGGIO EMILIA - UNA BANCA DATI DEI MERCATI ESTERI A DISPOSIZIONE DELL’AGROALIMENTARE REGGIANO CHE PUNTA ALL’EXPORT  
 
“C’è sempre più diffusa consapevolezza che i prodotti agroalimentari reggiani, per quanto qualitativamente di grande valore, devono trovare nuovi sbocchi sui mercati internazionali , se vogliamo garantire alle filiere produttive quei margini di redditività che da alcuni anni sono venuti a mancare, per effetto della sempre più precaria situazione economica delle famiglie italiane”. Lo afferma l’Assessore provinciale all’Agricoltura Roberta Rivi, nel presentare uno strumento che potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza per raggiungere questi mercati. Si tratta di una Banca dati sui paesi esteri per la messa a punto e la gestione della quale l’Assessorato Agricoltura della Provincia ha incaricato il Centro Ricerche Produzioni Animali. Si tratta di una base di dati relativa a 114 paesi. “Data l’importanza che riveste l’export in termini di potenziale di mercato –afferma l’Assessore Rivi-, si è voluto fornire agli operatori uno strumento a supporto delle decisioni aziendali Si è quindi raccolta, selezionata e analizzata una vasta gamma di informazioni e statistiche su tutti i paesi, che fanno riferimento a diversi ambiti socio-economici e demografici, tra cui l’esistenza di abitudini culinarie non troppo dissimili dalle nostre”. “Un altro strumento fornito con la ricerca -aggiunge- è costituito da schede di approfondimento di 7 paesi: Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina, India, Germania e Russia, ritenuti potenzialmente i più interessanti. Ogni scheda fornisce un quadro riassuntivo sul contesto socio-economico e sugli aspetti più specifici, inerenti gli scambi commerciali con l’Italia per il settore agro-alimentare”. La presentazione di questo strumento è stata fatta nel corso dell’iniziativa seminariale che qualche giorno fa la Provincia ha rivolto alle nuove forme di commercializzazione per il Parmigiano-reggiano, ed in effetti i caseifici e gli operatori del settore lattiero caseario potranno trovare nella Banca dati degli approfondimenti proprio dedicati al loro settore. Per stare all’esempio fornito in quell’occasione, relativo alla Russia, i dati riguardano, popolazione, principali centri, moneta, tasso di crescita reale (6,7% nel 2006), inflazione (9,7% nel 2006), rischio paese (3° su 7 categorie). Quanto agli scambi Italia-russia, l’export italiano è cresciuto nel 2007 del 25,6%, quello agroalimentare del 13%. Per i nostri caseifici è però utile sapere che il formaggio è un genere di consumo quotidiano per i russi (il 75% lo consuma regolarmente), ma quelli stagionati non sono molto conosciuti né apprezzati. La Russia è il terzo maggior importatore di formaggi, tanto che i formaggi esteri rappresentano oltre il 42% del consumo. C’è però un dazio doganale sui grana pari a 188. 2 € per quintale. Un grande problema in Russia è la logistica, la rete commerciale è strutturata su negozi di generi alimentari e di prima necessità, nei centri maggiori si è però molto affermata la grande distribuzione, il solo canale in cui sono presenti i prodotti italiani, che tuttavia per la gran parte sono consumati nella ristorazione e nelle strutture alberghiere. Tutti elementi sui quali chi intenda esportare in questo paese deve tener conto, per tarare il proprio approccio a quel mercato. La Banca dati consente questo tipo di analisi basilare, utile ad indirizzare le nostre aziende che vogliano orientarsi all’export. .  
   
   
SIENA E PROVINCIA: QUALITÀ E RISPARMIO PER I PRODOTTI LOCALI IN VENDITA DIRETTA  
 
Sempre con l’obiettivo di “fare sistema”, sta proseguendo il percorso verso lo sviluppo della filiera corta in provincia di Siena. Il progetto per la nascita di un distretto di economia solidale (Des), elaborato dall’associazione di promozione sociale Free Tuscany, dopo una serie di incontri serrati nel mese di agosto con le associazioni di categoria, Gas, associazioni dei consumatori ed enti locali, ha suscitato grande interesse e conseguente disponibilità all’apertura di un tavolo di discussione con contestuale pianificazione operativa: qualità e risparmio per i prodotti locali in vendita diretta. Il Presidente Fabrizio Pierini ha dichiarato: “Un sistema economico concreto legato alla tutela del territorio ed al suo sviluppo sostenibile, che terrà conto della tradizione di qualità dei prodotti locali e nello stesso tempo metterà in atto un circuito orientato alla protezione sociale e salvaguardia sia del potere d’acquisto del consumatore, sia del margine equo e solidale per il produttore”. Continuano quindi gli incontri in questo mese di settembre ed a breve si aprirà il tavolo al quale sono e saranno invitati i rappresentanti di: Camera Di Commercio, Provincia Di Siena, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Associazione Allevatori, Legambiente, Aiab, Alpa, Slow Food, I Gruppi Di Acquisto Solidale, Le Associazioni Dei Consumatori (Federconsumatori, Acu, Adiconsum, Adoc, Unc), Lega Coop, Confcooperative, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, I Comuni Della Provincia E Zone Limitrofe. Www. Freetuscany. It. .  
   
   
MORÌA DELLE API: LE REGIONI ITALIANE CHIEDONO AI MINISTERI DELL´AGRICOLTURA E DELLA SALUTE DI SOSPENDERE L´IMPIEGO DI ALCUNI PESTICIDI SOSPETTI. SE NON CI SARANNO DECISIONI NAZIONALI L´EMILIA-ROMAGNA VALUTERÀ INIZIATIVE AUTONOME  
 
Bologna - Stop ai pesticidi: lo hanno chiesto le Regioni - su proposta dell´assessore Tiberio Rabboni - per fermare la morìa di api. In vaste aree del Paese, in particolare nel nord, si stanno registrando gravi spopolamenti degli alveari. Già nel 2007 sono andati perduti circa 200 mila alveari, con un danno economico per mancata impollinazione calcolato in 250 milioni di euro. La situazione si è ulteriormente aggravata nel corso del 2008. Il 23 luglio a Roma le Regioni italiane, su proposta dell´Emilia-romagna, hanno chiesto formalmente al ministro dell’Agricoltura Luca Zaia e al Governo di procedere alla sospensione cautelativa immediata dell’impiego in agricoltura di alcuni pesticidi sospettati di essere la causa principale della moria delle api. “Su questo problema - ha dichiarato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – siamo già intervenuti nei mesi scorsi nei confronti delle autorità competenti. Purtroppo il ministero dell’Agricoltura rinviò qualsiasi decisione all’acquisizione di riscontri scientifici e all’esito di studi sulle cause della moria. Nel frattempo le correlazioni tra i pesticidi sospetti e la moria si sono progressivamente accentuate, al punto che i governi francese, tedesco e sloveno hanno già provveduto alla loro sospensione cautelativa". "Per questo nell’incontro di ieri ho ribadito l´inderogabile esigenza di sospendere immediatamente, in via cautelare, anche in Italia l´uso di questi prodotti - ha aggiunto Rabboni - Bisogna decidere ora per non perdere un altro anno, dal momento che la concia del mais, attività per cui vengono impiegati questi prodotti, viene effettuata in autunno per avere semente disponibile in primavera. Il Ministro ha rinviato le decisioni ad uno specifico incontro convocato, per il prossimo 29 luglio. Mi auguro che finalmente si possa raggiungere una intesa sulle misure concrete da attuare per superare la situazione". “Se non ci saranno risultati concreti a livello nazionale - ha concluso l´assessore Rabboni - la Regione Emilia-romagna, con il coinvolgimento delle altre Regioni interessate, valuterà l’opportunità di vietare temporaneamente, a livello regionale ed a partire dai disciplinari di produzione integrata, l’impiego di questi prodotti nella concia delle sementi. Bisogna intervenire rapidamente per contenere danni incalcolabili all’agricoltura e all´ambiente in cui viviamo”. .  
   
   
PANIFICATORI (FIPPA): INVERTITA LA TENDENZA, PREZZI STABILI NEL 2008  
 
 Roma - "I dati Istat sulla riduzione del costo del pane danno ragione alla Federazione italiana panificatori, che da tempo sta monitorando la propria categoria". Così il presidente della Federazione italiana panificatori (Fippa), Luca Vecchiato, ha commentato l´inversione di tendenza del prezzo del pane rilevato il 29 agosto dall´Istat (-0,8 per cento rispetto al mese di luglio). Per Vecchiato: "I dati rilevati indicano un sostanziale blocco dei prezzi del pane dall´inizio dell´anno (+1,2 per cento), e ciò giustifica la tenuta delle vendite nei monitoraggi di giugno e luglio sui panifici artigianali italiani riscontrato dal nostro Centro studi. Un risultato questo – ha proseguito Vecchiato – in controtendenza rispetto agli allarmanti dati forniti dall´Istat sulle vendite (-3,4 per cento). Ma soprattutto dimostra il particolare rapporto di fiducia tra consumatori e fornai artigianali, che hanno compreso come questi ultimi si siano accollati costi di produzione senza precedenti per tutelare i cittadini in un momento di crisi. Alla luce dei fatti di oggi – conclude Vecchiato - ci chiediamo che senso abbia indire uno ´sciopero della pagnotta´ che, ne siamo certi, non intaccherà la fiducia dei consumatori nei confronti dei panificatori artigianali". .  
   
   
"MOZZARELLE": SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
 I consumi complessivi di mozzarella hanno registrato una crescita a volume dello 0,7%. La mozzarella per pizza cresce in volume dell’1,4%, grazie al canale retail (+5,2%). Più stabile la mozzarella da tavola, che risente del non positivo andamento del prodotto a peso variabile (-1,4%), soprattutto nel dettaglio tradizionale. Continua la crescita dei prodotti speciali (bocconcini, ciliegie, trecce, ovoline) e del formato tris, stabile il prodotto light. Ottimo il risultato della mozzarella di bufala (+3,8%), soprattutto nel libero servizio (+6,7%). Il segmento più rilevante è la mozzarella da tavola che presenta una concentrazione bassa, ma in crescita per le recenti acquisizioni; la domanda è fortemente caratterizzata a livello regionale, anche se prosegue il trasferimento dei consumi dal prodotto a peso variabile a favore di quello a peso fisso. I recenti aumenti della materia prima innalzano la criticità delle politiche di approvvigionamento. Nella mozzarella per uso culinario la competizione si focalizza sul prezzo nel prodotto base, ma anche sulla innovazione che introduce nuove funzioni d’uso. Nel canale catering crescono le importazioni. La mozzarella di bufala presenta una crescente diffusione al nord, nel libero servizio e sui mercati esteri. Prevalgono i canali tradizionali e si consolida la valenza del marchio del Consorzio per la Tutela della Mozzarella di Bufala Campana utilizzato anche dalle aziende di marca. Nel 2008 i consumi stanno risentendo del forte impatto dovuto all’allarme da contaminazione diossina. Dati di sintesi, 2007
Numero imprese 440-460
Numero di addetti specifici 5. 000
Numero di addetti per impresa(a) 11,1
Valore della produzione a prezzi di fabbrica (Mn. Euro)(a) 1. 522,0
Variazione della produzione 2006/2005 (%)(b) 0,8
Fatturato per addetto (‘000 euro) 304,4
Valore aggiunto (Mn. Euro) 176,6
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 41,1
Quota della produzione prime 4 imprese (%)(b)(c)(d) 51,2
Quota della produzione prime 8 imprese (%)(b)(c)(d) 62,2
Import/consumo (%)(b) 25,1
Export/produzione (%)(b) 18,7
Valore del mercato a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 1. 569,5
Variazione del mercato 2007/2006 (%)(b) 0,7
· mozzarella vaccina da Tavola(b) 0,4
· mozzarella di bufala da Tavola(b) 4,0
· mozzarella da Pizza(b) 1,4
Quota di mercato prime 4 imprese (%)(b)(c)(d) 33,8
Quota di mercato prime 8 imprese (%)(b)(c)(d) 42,9
Previsioni di sviluppo del mercato 2008/2007 (%)(b):
· mozzarella -1,0/-0,5
· mozzarella vaccina -1,0/0
· mozzarella di bufala 0/0
Tendenza di medio periodo leggeracrescita
a) - produzione industriale e artigianale, b) - in quantità, c) - comprese le quantità commercializzate, d) - la quota del Gruppo Lactalis Italia (gruppo economico) - Gruppo Lactalis Italia (ex Galbani) e Lactalis Italia -, Gruppo Cooperlat (gruppo economico) - Cooperlat Soc. Coop. Agricola e Abit Piemonte Consorzio Cooperativo -, e Gruppo Caseificio Funetta (gruppo economico) -Caseificio Funetta e Ludovico - sono considerate uniche. Fonte: Databank .
 
   
   
PASCOLI E PRATI PERMANENTI, UNA RISORSA AGRICOLA E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA  
 
In Italia i pascoli occupano una superficie di 4,7 milioni di ettari e la Sardegna, con il suo milione di ettari (il 60 per cento della superficie regionale), è una delle regioni dove questa particolare formazione vegetale assume un valore importante perchè racchiude un’elevata biodiversità ed è parte integrante del paesaggio dell’Isola. Pascoli e prati permanenti, inoltre, costituiscono un forte legame tra allevamento, attività agricola e ambiente della nostra terra. Su questi temi è stato incentrato il seminario di ieri a Uta organizzato da Agris e Laore, le Agenzie regionali per la ricerca e l’assistenza tecnica in agricoltura, al quale hanno preso parte ricercatori di Agris, di altri Centri di ricerca e docenti universitari che hanno fatto il punto su pascoli e praterie artificiali, anche alla luce del ruolo che svolgono come habitat agricolo e forestale di pregio naturale, ma anche nella difesa del suolo e nella conservazione della biodiversità. La prima relazione del seminario, coordinato dal direttore generale di Agris Giuseppe Pulina, è stata tenuta da Angelo Loi, che lavora a Perth, al Dipartimento di Agricolture and Food della Western Australia. Loi ha trattato gli aspetti tecnico-scientifici relativi alle esperienze di selezione di nuove specie di leguminose da pascolo e foraggio per i sistemi agricoli a clima mediterraneo, i cui terreni, assieme a quelli dell’Australia, sono caratterizzati da bassa piovosità, suoli fortemente acidi e a elevato rischio di salinizzazione. Il lavoro del ricercatore di origini sarde, che ha riguardato sia la selezione di nuove specie che la messa a punto di tecniche colturali a basso impatto, ha consentito di mettere proficuamente a coltura oltre 20 milioni di ettari, salvaguardandoli dalla desertificazione sia fisica che antropica. Tali esperienze possono essere impiegate utilmente anche nelle condizioni ordinarie della Sardegna. I ricercatori di Agris dei dipartimenti di Ricerca nelle Produzioni vegetali e nelle Produzioni Animali hanno invece fatto il punto su patrimoni di conoscenze scientifiche e tecniche relative alla foraggicoltura della nostra Isola e alle modalità di utilizzazione sostenibile ed economica delle risorse foraggere da pascolo, con particolare riguardo agli ovini da latte. I “meriagos”, denominazione proposta per una formazione vegetale al confine tra pascoli arborati e bosco tipica zone mediterranee, sono stati al centro dell’intervento di Michele Puxeddu (Ente Foreste). La valorizzazione e lo studio dei “meriagos”, è stato detto, possono essere l’occasione di superare l’antico conflitto fra zootecnia e silvicoltura, integrandole per la preservazione di un bene ad alto valore ambientale e paesaggistico. A conclusione del seminario, l’assessore regionale dell’Agricoltura Francesco Foddis, mettendo in luce il rinnovato e “istituzionalizzato” legame tra il mondo accademico e l’opera del personale di Laore e Agris alla luce della riforma degli enti strumentali, ha rimarcato gli sforzi della Regione e delle Agenzie nel trasferire sempre più sul comparto e sulla vita quotidiana dell’operatore agricolo i risultati della ricerca, esigenza questa sollevata anche dalle organizzazioni di categoria presenti all’appuntamento. Foddis si è anche soffermato sul nuovo Programma di sviluppo rurale 2007/2013, che prevede specifiche misure di sostegno per la salvaguardia e il potenziamento di questi importanti ecosistemi. Sempre il Psr, ha auspicato l’assessore, assieme a una corretta gestione delle praterie spontanee e coltivate della Sardegna, può rappresentare un’occasione per la valorizzazione ambientale e turistico-ricettiva in chiave multifunzionale del settore. .  
   
   
BERCHIDDA, WORKSHOP SU FORAGGICOLTURA SOSTENIBILE  
 
Cagliari - L´incontro, del 4 settembre, di Berchidda, al teatro Santa Croce, organizzato dall’Agenzia Laore Sardegna in collaborazione con l’amministrazione comunale nell´ambito del programma Interreg Iiia progetto Vegetatio, è indirizzato ai tecnici e agli imprenditori agricoli. Nel corso della giornata si dibatterà di diversi argomenti, tra cui la possibilità di sviluppo dei sistemi foraggieri negli ambienti marginali, l’innovazione delle tecniche colturali nell’ambito delle aziende agropastorali e il miglioramento dei pascoli. Le recenti esperienze della foraggicoltura australiana applicabili negli ambienti mediterranei sulle tematiche legate all’alimentazione degli ovicaprini e della conservazione dei foraggi saranno illustrate da Angelo Loi, ricercatore sardo che lavora al Department of Agriculture and Food Western Australia di Perth (Australia). Il workshop intende offrire un’opportunità per confrontarsi sul ruolo della foraggicoltura e dell´allevamento nella gestione sostenibile del territorio, in particolare nelle sue componenti fondamentali: ambiente, economia e società. Obiettivo dell’incontro è proporre inoltre un nuovo modello organizzativo che tiene conto delle potenzialità fruibili sulle tematiche legate al miglioramento della conservazione dei foraggi e all’incremento di produzione dei pascoli e dei prati pascolo. In Sardegna, l’utilizzo delle nuove specie di leguminose da foraggio, messe a punto in Australia dopo essere state prelevate, in molti casi, dalla Sardegna, potrebbero trovare utile riscontro: tra queste, le più importanti cultivar di Biserrula, Ornithopus e Trifolium, selezionate per l’estrema adattabilità a suoli poveri, sabbiosi, acidi e siccitosi che potrebbero, non solo incrementare le produzioni zootecniche, ma anche contribuire al contenimento dei costi di produzione e svincolarle, almeno per la quasi totalità dagli approvvigionamenti extraziendali. I temi saranno introdotti dai relatori, Maria Sitzia, ricercatore di Agris Sardegna, Jean Baptiste Casanova dell’Office de l’Environnement de la Corse, Antonello Cannas, direttore del Dipartimento di Scienze Zootecniche dell´Università di Sassari, e Giorgio Borreani del Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e gestione del Territorio dell’Università di Torino. .  
   
   
BOLZANO: ENTRO IL 10 SETTEMBRE VA PRESENTATA LA DICHIARAZIONE DI GIACENZA VINI AL 31 LUGLIO  
 
 Entro il 10 settembre tutti i produttori e rivenditori di vino sono tenuti alla presentazione della dichiarazione di giacenza di vini e/o mosti con riferimento alla situazione al 31 luglio 2008. Lo comunica l´Ufficio provinciale Frutticoltura e viticoltura. I modelli per la dichiarazione e relative avvertenze e istruzioni per la compilazione sono disponibili nel sito Internet www. Sian. It La mancata o erronea compilazione viene sanzionata per legge. L´ufficio provinciale Frutticoltura e viticoltura ricorda che sono soggetti a dichiarazione tutti i prodotti detenuti nell’azienda, anche se sono già venduti. Sono esonerati dalla dichiarazione i consumatori privati, i rivenditori al minuto che cedono al consumatore finale quantitativi di vini, non superiori, per ciascuna vendita, a 60 litri, i rivenditori che utilizzano cantine attrezzate per lo stoccaggio di quantitativi di vino non superiore a 10 hl. Le dichiarazioni possono essere inviate mediante raccomandata e devono pervenire entro e non oltre il 10 settembre 2008 a: Agea Dichiarazione di giacenza – campagna 2007/2008, via Palestro 81 45 00184 Roma. L’indicazione del mittente è obbligatoria. Per la compilazione della dichiarazione è possibile rivolgersi ai “Centri assistenza agricola”, i quali provvedono ad inoltrarla per via telematica all’Agea di Roma. In Alto Adige questo servizio viene offerto dall’”Impresa verde del Trentino Alto Adige” presso la Coldiretti di Bolzano e dalla “Bauernbund Service Srl”. .  
   
   
BANDO DI 8 MILIONI PER SVILUPPO DELLE AGROENERGIE IN LOMBARDIA ALTRO AIUTO CONCRETO PER AFFRONTARE QUESTIONE NITRATI  
 
Milano - "Con questi 8 milioni di euro, che si aggiungono ai quasi 30 già stanziati con il precedente bando lo scorso anno, continua il sostegno di Regione Lombardia ai nuovi progetti per l´utilizzo a fini energetici degli effluenti di allevamento, nell´ottica della tutela ambientale, del contenimento energetico, della valorizzazione del patrimonio professionale delle nostre aziende agricole e, non ultimo, come valida opportunità dal punto di vista del reddito". L´assessore all´Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi commenta così l´approvazione da parte della Giunta regionale del "programma d´azione regionale di investimento per produzioni agro-energetiche e per il contenimento del carico di azoto", il cui scopo principale è finanziare la realizzazione, nelle zone cosiddette "vulnerabili" e - novità rispetto al precedente programma pilota - anche nelle zone "non vulnerabili", di impianti che utilizzino gli effluenti di allevamento a fini energetici (ad esempio biogas, gassificatori, cracking-reforming catalitico) unitamente a impianti integrativi per la riduzione dell´azoto e/o la sua valorizzazione ai fini dell´utilizzazione agronomica. "Questo programma d´investimento - spiega Ferrazzi - fa seguito alla recente conferma definitiva da parte della Commissione Europea delle zone vulnerabili proposte da Regione Lombardia ed è rivolto anche alle zone dichiarate non vulnerabili per dare risposta concreta alle sollecitazioni provenienti dal territorio". La pubblicazione del bando e l´apertura dei termini di presentazione di nuove domande avverranno a breve. La delibera prevede una spesa complessiva di 7,9 milioni di euro, oltre a eventuali risorse finanziarie che dovessero essere rese disponibili con la stessa finalizzazione nel corso del medesimo esercizio finanziario. "Penso che la filiera agro-energetica - prosegue Ferrazzi - essendo trasversale a quelle classiche che caratterizzano le produzioni lombarde, possa rappresentare un buon modo per favorire la multifunzionalità e incrementare le fonti di reddito, apportando un valido contributo per affrontare il problema aperto dall´applicazione della direttiva nitrati. Una linea d´azione, la nostra, che vuole guardare al futuro e che accompagna le pur doverose decisioni prese per rispondere alle sollecitazioni dell´Unione Europea in tema di tutela delle acque e dell´ambiente". "Tematiche queste - aggiunge Ferrazzi - alle quali questo programma si rivolge con estrema attenzione, fornendo agli allevatori un concreto strumento per una corretta utilizzazione degli effluenti di allevamento, sotto il profilo agronomico e ambientale, oltre che un´opportunità d´integrazione del proprio reddito attraverso la produzione di energia elettrica e calore finalizzati al risparmio aziendale e alla vendita". "Anche per questo motivo - conclude l´assessore - Regione Lombardia è da sempre molto sensibile al tema delle energie rinnovabili di origine agricola, cogliendo in esse prospettive di grandi opportunità e potenzialità. Basti pensare che per il biennio 2005/2006 l´assessorato all´Agricoltura ha impegnato altri 30 milioni di euro circa per favorire lo sviluppo di biogas, biomasse, fitodepurazione, e del sistema bosco-legno- energie in zone collinari e montane". .  
   
   
NUOVE SFIDE DELLA FILIERA AGROALIMENTARE:EFFICIENZA LOGISTICA, RIDUZIONE DEI RIFIUTI E RISPARMIO ENERGETICO.  
 
 Il 20 settembre, in occasione della festa del decennale di Cprsystem a Gallo ( Fe) in Via Nazionale 3 si organizzerà una importante tavola rotonda dal titolo: “Nuove Sfide della Filiera Agroalimentare:efficienza logistica, riduzione dei rifiuti e risparmio energetico. ” Parteciperanno: Renzo Piraccini - Presidente di Cprsystem; Gianni Bonora - Direttore di Cprsystem; Paolo Bruni - Presidente nazionale di Fedagri-confcooperative; Francesco Pugliese- Direttore Generale Conad; Luciano Sita - Presidente Legacoop Alimentari; Vincenzo Tassinari - Presidente Coop Italia; Tiberio Rabboni - Assessore Agricoltura- Regione Emilia Romagna; . .  
   
   
L´´ERSA E LA LOTTA ALLA DIABROTICA DEL MAIS  
 
Udine - Il Notiziario dell´Ersa rappresenta uno strumento di raccordo tra la Regione e il mondo rurale. Per questo, assieme al numero 2 del 2008, che in questi giorni sta raggiungendo ottomila destinatari, viene spedito anche un numero speciale: la Guida all´agricoltura biologica nel Friuli Venezia Giulia. Si tratta di una guida che, come il Notiziario, vuole offrire agli operatori agricoli un´occasione di aggiornamento e di qualificazione, in quanto, per favorire la crescita e l´innovazione dell´agricoltura regionale assieme alle informazioni istituzionali, reca consigli e suggerimenti, ma anche gli esiti del lavoro di ricerca e sperimentazione che viene svolto dall´Ersa con la collaborazione dell´Università di Udine. "Abbiamo colto l´occasione - spiega il direttore generale dell´Ersa, Josef Parente - di questa uscita speciale del Notiziario, per inviare agli agricoltori, con la stessa spedizione, una trappola per la cattura della diabrotica (realizzata in cartoncino), cioè il coleottero parassita che distrugge le coltivazioni del mais, ed è presente in talune zone del Friuli Venezia Giulia". Tale trappola dovrà essere sistemata dagli agricoltori tra le colture del mais, ed essere ritirata dopo quindici giorni. Per essere quindi essere rispedita all´Ersa, nel caso abbia catturato esemplari della diabrotica, con l´indicazione del sito ove essa era stata posizionata. Ciò consentirà una lotta più capillare al parassita che negli ultimi anni mette in pericolo la maidicoltura regionale. L´unico metodo efficace per debellare la diabrotica è rappresentato dalla rotazione colturale, il quale prevede che dov´è coltivato il a mais, per alcuni anni siano impiantate altre varietà colturali. Se la campagna di controllo delle colture attraverso le trappole distribuite assieme al Notiziario avrà successo, sarà probabilmente ripetuta dall´Ersa, con le stesse modalità, anche il prossimo anno. .  
   
   
APICOLTURA, 300.000 EURO PER INNOVAZIONE AZIENDE KOIMBARDE 403 I LABORATORI ACCREDITATI CHE PRODUCONO MIELE DI QUALITA´  
 
 Milano - I 403 apicoltori lombardi "accreditati" potranno avvalersi di 300. 000 euro di contributi della Regione per introdurre nei loro allevamenti le attrezzature più moderne e innovative per la lavorazione del prodotto e il miglioramento dei laboratori di smielatura. A tanto ammonta lo stanziamento approvato dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore all´Agricoltura Luca Daniel Terrazzi, per favorire l´ammodernamento del settore e lo sviluppo della produzione di miele in Lombardia. I produttori potranno presentare domanda di accesso al contributo alla Provincia competente per territorio, fornendo la documentazione richiesta entro il 31 ottobre 2008. I criteri di distribuzione dei fondi prevedono un contributo massimo di 6. 000 euro a produttore, privilegiando l´imprenditoria giovanile, femminile e l´agricoltura biologica, che costituiranno criteri preferenziali nella graduatoria, così come l´ubicazione del laboratorio in zona svantaggiata. "Un provvedimento - afferma l´assessore Ferrazzi - pensato per favorire l´ammodernamento ed una concreta innovazione nelle aziende che lavorano con impegno per produrre miele di qualità, in un momento non certo facile per il settore". Questa la ripartizione per provincia dei 403 impianti e laboratori autorizzati: Bergamo: 67 (17%) - Brescia: 32 (8%) - Como: 45 (11%) - Cremona: 9 (2%) - Lecco: 28 (7%) - Lodi: 4 (1%) - Mantova: 7 (2%) - Milano: 42 (10%) - Pavia: 56 (14%) - Sondrio: 62 (15%) - Varese: 51 (13%). .  
   
   
AGRICOLTURA E CAMBIAMENTI CLIMATICI, PRESENTATO IL MANIFESTO REALIZZATO DALLA COMMISSIONE INTERNAZIONALE SUL FUTURO DELL´ALIMENTAZIONE E DELL´AGRICOLTURA  
 
Firenze - Quali le prospettive dell´agricoltura toscana alla luce dei cambiamenti climatici in atto, quali le azioni da intraprendere, quelle già adottate, come la politica toscana si sposa con i principi contenuti nel Manifesto sui cambiamenti climatici realizzato dalla Commissione Internazionale sul futuro dell´alimentazione e dell´agricoltura e presentato l8 agosto a Festambiente, a Rispescia. Sono stati questi i punti toccati dal vice presidente della Regione Federico Gelli che ieri sera è intervenuto al dibattito ´Agricoltura e cambiamenti climatici, è già emergenza?´. Gelli ha innanzitutto analizzato il processo di adattamento che l´agricoltura toscana ha intrapreso negli ultimi anni. «Ha cercato di adattarsi alle mutate condizioni colturali imposte dai cambiamenti climatici – ha spiegato - limitando le colture ad elevato consumo idrico e adottando tecniche irrigue più raziona! li e a minor impatto ambientale». Ha ´invocato´ la neces! sit&agra ve; di un gruppo di lavoro coordinato per quanto riguarda gli aspetti organizzativi delle risorse idriche. «La frammentarietà delle competenze, la mancanza di un sistema consortile diffuso e la diversità delle problematiche colturali e ambientali renderebbe forse opportuna la costruzione di una ‘cabina di regia regionale’». Gelli ha poi ha presentato il Manifesto sui cambiamenti climatici, redatto dalla Commissione internazionale per il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura, illustrandone finalità e principi e affinità con le politiche regionali. «Anche la Regione ha svolto un ruolo sostanziale nella sua stesura di questo documento che ci ha consentito di avere a disposizione idee e progetti e di adeguare gli strumenti di intervento a nostra disposizione. La crisi petrolifera ed il cambiamento climatico richiedono un modello produttivo che minimizzi la vulnerabilità dei sistemi loc! ali agli shock esterni e che contribuisca in modo sostanziale alla mitigazione degli effetti». La Regione, ha aggiunto Gelli, ha accompagnato la fase evolutiva dell´agricoltura toscana con specifiche norme e risorse. «Ii Manifesto promuove un’agricoltura ecologica e sostenibile e noi abbiamo al centro delle nostre politiche le produzioni di qualità. Afferma che la biodiversità riduce la vulnerabilità al cambiamento climatico e noi da tempo abbiamo predisposto una normativa che tutela le risorse genetiche, animali e vegetali, e dato aiuti specifici agli agricoltori che coltivano o allevano varietà e razze a rischio di estinzione. Si valutano le ricadute negative dei trasporti a lunga distanza ed abbiamo promosso il progetto ´filiera corta´. Siamo stati la prima regione a vietare gli Ogm nel proprio territorio, promuovendo anche una rete di 42 Regioni Europee Ogm-free. E ancora, sulle agrienergie abbiamo sostenuto sistemi lo! calizzati di produzione di energia. Infine, sulla questione de! ll&rsquo ;acqua, abbiamo in atto un piano di recupero di laghetti collinari e montani, vasche di raccolta e bacini di accumulo per permettere il loro utilizzo da parte delle aziende». «La Toscana – ha concluso Gelli – deve darsi una visione di lungo periodo che aspiri ad un’agricoltura a zero emissioni, e per questo occorre una ulteriore trasformazione del modo con cui il sistema agroalimentare viene concepito e gestito oggi. Vanno attivati vari strumenti, tra loro integrati e coordinati, in grado di mobilitare tutti i soggetti e le competenze coinvolte. Vogliamo avviare da subito azioni pilota in grado di combinare insieme ricerca, formazione e divulgazione intorno a obiettivi concreti. Vogliamo anche ´informare´ il consumatore finale, indurlo a corretti stili di vita. Il progetto ´piramide alimentare´, presente per la prima volta a Festambiente, va in questa direzione». .  
   
   
DALLA CAMPANIA IN FRIULI VENEZIA GIULIA PER LE FATTORIE DIDATTICHE  
 
Trieste - Una delegazione della Regione Campania, costituita da dirigenti e funzionari dell´Assessorato all´agricoltura e alle attività produttive, impegnati nell´attuazione del Programma di comunicazione ed educazione alimentare e nell´attivazione dell´Albo regionale delle Fattorie didattiche, ha effettuato agli inizi di luglio uno stage formativo di quattro giorni in Friuli Venezia Giulia. Gli scambi di esperienze tra le due realtà regionali hanno consentito di evidenziare sia gli aspetti giuridici comuni che le inevitabili differenze: in ogni caso, l´interesse per le questioni affrontate è stato sempre altissimo. Il programma dello stage, curato dall´ Ersa e dalla Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna, e che ha previsto anche la visita ad una fattoria didattica nella vicina Carinzia, ha consentito di approfondire l´alto grado di organizzazione posto in essere dalle fattorie didattiche presenti sul territorio regionale in materia di didattica, marketing ed accoglienza. Tra una visita ufficiale e l´altra ad alcune delle strutture specializzate, i graditi ospiti hanno avuto occasione di visitare anche le città di Udine, Trieste, Palmanova, Grado, Aquileia ed il Sacrario di Redipuglia. .  
   
   
AGRICOLTURA: MARCHI COLLETTIVI GEOGRAFICI SOLUZIONE CONTROVERSA ALLA SCARSA RICONOSCIBILITÀ DEI PRODOTTI LOCALI  
 
Il tema è stato trattato durante il seminario che si è tenuto a Rivalta Bormida, nell’ambito delle attività del Piano di azione del distretto agroalimentare di qualità del settore orticolo della Provincia di Alessandria. I prodotti agroalimentari locali detengono un certo appeal nei confronti dei consumatori. Tuttavia, al di fuori del bacino locale di consumo, questi prodotti soffrono di scarsa riconoscibilità. Per tale motivo, molte istituzioni ed amministrazioni pubbliche si attivano per ovviare a tale lacuna conoscitiva attraverso la registrazione di marchi collettivi geografici (i casi più noti attengono alle De. Co. , le Denominazioni Comunali), entrando però in una zona d’ombra dal punto di vista legislativo. La valorizzazione dei prodotti agroalimentari mediante strategie di differenziazione non può concentrarsi solamente sulla richiesta di riconoscimento Dop o Igp. Le ragioni a supporto di questa posizione - sostenuta da Nomisma durante il convegno di Rivalta Bormida - sono molteplici. Innanzitutto non bisogna dimenticare che le Dop e le Igp nascono innanzitutto come strumenti di tutela e non di marketing, per cui la loro efficacia è strettamente correlata alla notorietà del prodotto e all’ampiezza dei mercati di riferimento. Questo implica che la Dop non attribuisce automaticamente notorietà ad un prodotto: è velleitario pensare che l´ottenimento del riconoscimento comunitario attribuisca in maniera immediata un plus che poi possa essere riconosciuto dal consumatore attraverso il pagamento di un sovrapprezzo. In conclusione è quindi importante valutare attentamente la convenienza economica di un iter di registrazione Dop/igp prima di intraprendere questa strada, tenendo a mente che i tempi sono lunghi - non meno di due anni - i costi sono significativi e che, parallelamente alla registrazione Dop/igp, devono essere messe a budget risorse importanti da dedicare alla promozione e comunicazione del prodotto. Altrimenti la Dop è inutile, crea rigidità superflue e contribuisce ad incrementare il rischio di banalizzazione del marchio che sta comportando l’ormai inarrestabile corsa alla registrazione condotta da tutti i Paesi europei (oggi in Europa si contano più di 800 prodotti Dop e Igp). .  
   
   
TRENTO: LA PRODUZIONE LORDA VENDIBILE IN AGRICOLTURA NELLA PUBBLICAZIONE DEL SERVIZIO STATISTICA  
 
 Il Servizio Statistica ha diffuso il 22 agosto i dati più recenti disponibili relativi alla produzione lorda vendibile (Plv) dell’agricoltura e della silvicoltura nel 2005. La pubblicazione, che sarà disponibile a breve anche on-line (www. Statistica. Provincia. Tn. It) può esser richiesta al Servizio Statistica (tel. 0461-497801/497802, E-mail: serv. Statistica@provincia. Tn. It) L’analisi dei dati della Plv, che esprime il valore monetario dei beni finali prodotti nei diversi anni e destinati al mercato oppure autoconsumati, permette di valutare l’evolversi nel tempo del peso economico delle diverse produzioni agro-forestali, distinguendo tra le variazioni di carattere stagionale e quelle di natura strutturale. Punti di forza del sistema delle imprese agro-forestali trentine sono l’imprenditorialità abbastanza diffusa accompagnata da una buona professionalità media degli addetti e dalla disponibilità di risorse naturali vocate alla produzione di qualità. Strutturalmente la realtà agricola trentina è caratterizzata da una ridotta dimensione media delle aziende, da una frammentazione della proprietà fondiaria e dalla scarsità della risorsa terra, che ne determina il costo elevato e la presenza di vincoli alla riduzione dei costi di produzione. Dopo una sostanziale tendenza positiva della Plv, a partire dal 2002 la produzione lorda vendibile totale di agricoltura e silvicoltura a prezzi correnti ha evidenziato un progressivo calo, passando dai 663 milioni di Euro del 2002 ai 635 milioni registrati nel 2005. Il dato a prezzi costanti indica invece una tendenza all’aumento: dai 610 milioni di Euro del 2002 ai 637 milioni del 2005, chiaro segnale di un incremento medio dei volumi prodotti. Il calo a prezzi correnti ha interessato la viticoltura, passata dai 145 milioni di Euro del 2001 ai 126 milioni del 2005 e la zootecnia passata nello stesso periodo dai 106 milioni di Euro del 2001 ai 101 milioni del 2005. Esaminando la dinamica dei diversi settori, la Plv della frutticoltura ha dato segnali di ripresa passando dai 158 milioni di Euro registrati nel 2004 ai 176 del 2005. In particolare il comparto delle mele mostra una buona ripresa: al calo dei prezzi è corrisposta una buona produttività degli impianti che nel 2005 ha determinato una Plv di 139 milioni di Euro. Il calo vistoso dei prezzi ha riportato la Plv dei piccoli frutti su valori inferiori ai 20 milioni di Euro, dopo aver superato nel 2003 i 24 milioni di Euro. Permane l’espansione delle coltivazioni delle fragole, mentre resta sostanzialmente costante la produzione di lamponi, ribes e mirtilli. A partire dal 2001 il comparto viticolo ha visto aumentare il valore delle uve da vino fino a superare i 137 milioni di Euro annui nel 2004, in seguito anche alla crescita sostenuta dei prezzi alla produzione. Nel 2005 si è assistito ad un calo della Plv delle uve da vino fino a 118 milioni di Euro, pur mantenendo ad un buon livello la redditività degli operatori. Il sistema produttivo trentino è sostanzialmente concentrato su poche tipologie di vitigni: Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio. La quota di Plv viticola originata dalle uve a frutto rosso si è assestata negli ultimi anni intorno ad un valore pari ad un terzo del totale. Il vivaismo viticolo nel corso del 2005 ha risentito del rallentamento della congiuntura che ha comportato sia un calo dei prezzi che delle quantità di barbatelle vendute. La Plv di tale settore si ferma ad un valore inferiore ai 6 milioni di Euro. La Plv relativa alle colture erbacee è determinata in larga misura dalle produzioni foraggiere dei prati che, pur essendo tornate ad una produttività ordinaria, hanno risentito del calo dei prezzi del fieno. La produzione lorda vendibile delle colture erbacee è infatti scesa intorno ai 30 milioni di Euro. La Plv totale del settore zootecnico, dopo una fase di progressiva crescita iniziata nel 1999, registra nel 2005 un calo che ne rende incerto l’andamento futuro. Più della metà del valore della Plv del settore zootecnico è riconducibile alla produzione di latte bovino, la cui produzione si è assestata intorno alle 14 tonnellate negli ultimi 3 anni, con una leggera flessione del prezzo che è costata circa 5 milioni di Euro in termini di minore Plv. La Plv della carne bovina continua la tendenza positiva registrata negli ultimi 3 anni passando dai 12 milioni di Euro del 2003 ai 13 del 2005, pur risentendo, anche se in misura inferiore rispetto al passato, dello shock di mercato determinato dalla Bse. La Plv del settore ittico cresce in modo costante arrivando a superare nel 2005 i 20 milioni di Euro a conferma delle scelte degli operatori del settore orientati sempre più all’adozione di sistemi di assicurazione qualità. In crescita anche la Plv della prima trasformazione che è aumentata da 143 milioni di Euro del 2003 a 168 del 2005. Tale aumento si spiega con i risultati ottenuti dai magazzini frutta che sono riusciti a mantenere in loco il controllo di questa fase produttiva, rendendo il prodotto particolarmente competitivo sul mercato. La Plv della silvicoltura è passata dai 24 milioni di Euro del 2001 ai 34 milioni del 2005. Nel triennio 2003-2005 il comparto forestale è stato caratterizzato da forti oscillazioni produttive e commerciali, legate all’andamento del mercato internazionale. La produzione lorda vendibile di funghi e frutti di bosco supera nel 2005 i 6 milioni di Euro, ottenendo i margini di crescita più elevati nell’ambito della silvicoltura. .  
   
   
ORTOFRUTTA : SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Mentre i consumi di ortofrutta fuori casa risultano sostanzialmente stabili, mostra un calo significativo il canale Ambulante (-8,8%). L’andamento piu’ vivace è quello evidenziato dal canale discount con una crescita del 9,5%, mentre il modern trade cresce del 6,3%. Tiene il canale dei fruttivendoli tradizionali con una crescita dell’1,2%. I tipi di frutta piu’ consumati sono mele e arance; tra gli ortaggi i maggiori consumi sono quelli delle patate. Il livello di concorrenza è accentuato dal contenimento dei consumi conseguente all’incremento dei prezzi e dallo scarso potere contrattuale dei produttori nei confronti della distribuzione moderna, che tende a dare uno spazio crescente alle private label. Il presidio di questo canale risulta particolarmente difficile, oltre che per i volumi notevoli movimentati, anche per la grande importanza del just in time, che prevede grande puntualità e precisione nelle consegne ai Ce. Di. Dati di sintesi, 2007
Produzione in valore (Mn. Euro a prezzo franco partenza consorzio) 9. 880
Valore aggiunto (Mn. Euro) 678,8
Variazione della produzione 2007/2006 (%) 5,3
Export/produzione (%)(b) 33,6
Import/mercato (%)(b) 26,0
Mercato in valore (Mn. Euro) 8. 865,0
Variazione del mercato 2007/2006 (%) 2,3
Quota di mercato delle prime 4 aziende 7,6
Quota di mercato delle prime 8 aziende 11,3
Tendenze:
· 2008/2007(b) 3,0
· medio periodo aumento
a) - dato al 2005 b) - a valore. Fonte Data Bank .
 
   
   
LA GUIDA DEL BENESSERE SEGRETI E PIACERI ALIMENTAZIONE, CORPO E MENTE, LUOGHI IN LIBRERIA DAL 16 OTTOBRE 2008  
 
 Red Edizioni, attiva nel campo della salute e del wellness, ha realizzato la nuova Guida del Benessere. Un´edizione unica e davvero speciale, grazie anche al formato cartonato con chiusura a elastico e angoli arrotondati, stile moleskine. Di piacevolissima lettura e, contemporaneamente, di estrema serietà nell´informazione, la Guida vuole essere uno strumento semplice che propone al lettore un percorso da seguire, studiato su misura. Alcuni test di autovalutazione del proprio stile di vita e stato di salute permettono di orientarsi meglio fra molte proposte e tanti spunti curiosi e divertenti. Per facilitare la ricerca degli argomenti da parte del lettore e permettergli di costruire un vero e proprio ´itinerario di benessere´, la Guida è stata suddivisa in quattro parti, ciascuna contraddistinta da un proprio colore (visibile anche dall´esterno), con riferimento alle quattro stagioni dell´anno, che per fattori climatici, ritmi di lavoro, ricorrenze e festività, inducono specifiche attenzioni; chi di noi non sente l´esigenza di smaltire i chili di troppo dopo le feste natalizie o di tornare in perfetta forma a ridosso dell´estate per superare la famosa ´prova bikini´? Secondo la tradizione Red il benessere va inteso nelle tre accezioni: fisico, psicologico, spirituale. I temi trattati nella guida sono riconducibili a tre ambiti: Alimentazione, Corpo e Mente, I Luoghi del Benessere, che si susseguono dentro la cornice delle quattro stagioni. Alcuni temi trasversali di vasto respiro (come le vacanze con i bambini e gli animali, il benessere nella coppia, l´invecchiamento, il sovrappeso, ecc. ) non legati alla ´stagionalità´, sono invece trattati a parte in inserti e posti nel volume con una cadenza regolare. Ecco alcuni temi delle varie sezioni. Macroarea Alimentazione - Dietetica cinese e consigli di stagione. Dimagrire con il Metodo Progressivo. Dessert estivi leggeri e poco calorici. Paleo Diet. Me lo mangio con gli occhi: l´importanza del colore. Le ricette facili, leggere e salutari per i pranzi e le cene delle feste. Macroarea Corpo e Mente - Largo ai 5 sensi. Risvegliare il metabolismo rallentato dall´inverno. Benessere nella natura. Rendere più accogliente la casa con il Feng Shui. Pet therapy casalinga. Dipingi i Mandala augurali con i tuoi bambini. Rimedi omeopatici per mal di mare, mal d´auto, punture di insetti. Yoganap: piccole pause di distensione e relax. Macroarea I Luoghi del Benessere - Questo ambito propone un nuovo approccio alla fruizione turistica del territorio, prendendo per mano il lettore e aiutandolo a orientarsi nella scelta di itinerari e luoghi secondo i propri interessi: natura, arte, storia, sapori, sport, trattamenti curativi ed estetici. Piemonte: la febbre dell´oro. Portovenere: un amore di borgo. Francia: in house boat sul Canal du Midi. Sardegna: tuffo in Piscinas. Caratteristiche tecniche - Stile Moleskine, splendidamente illustrato. 120 x 192 mm. ; 320 pagine; 16,90 euro. .  
   
   
CAMPAGNA VITIVINICOLA 2008/2009 IN TRENTINO STABILITO IL PERIODO PER LA VENDEMMIA LE UVE POTRANNO ESSERE RACCOLTE DAL 1° AGOSTO AL 30 NOVEMBRE  
 
La giunta provinciale ha approvato il 18 luglio la delibera a firma dell’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini con cui vengono fissati i termini per la vendemmia della campagna vitivinicola 2008/2009. In generale la raccolta dell’uva potrà iniziare, a seconda delle specie, dall’1 agosto e dovrà concludersi entro il 30 novembre 2008. Per la campagna viticola 2008/2009 il periodo entro cui possono avere luogo le operazioni di raccolta delle uve destinate alla vinificazione inizia, per la provincia di Trento, il 1° agosto 2008 e termina il 30 novembre 2008. Il periodo è prorogato al 31 dicembre 2008 per le uve destinate alla preparazione dei “vini passiti” come definiti dall’art. 1 della Legge 20 febbraio 2006, n. 82. Per la campagna viticola 2008/2009 il periodo entro cui possono avere luogo le fermentazioni e le rifermentazioni inizia, sempre in Trentino, il 1° agosto 2008 e termina il 31 dicembre 2008. Le fermentazioni spontanee - che avvengono al di fuori del periodo indicato nel paragrafo precedente - devono essere immediatamente comunicate, a mezzo telegramma o telefax, all’ufficio periferico dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (Icq). La delibera approvata stamani vieta qualsiasi fermentazioni o rifermentazione al di fuori del periodo stabilito, fatta eccezione per quelle effettuate in bottiglia o in autoclave per la preparazione dei vini spumanti, dei vini frizzanti e dei mosti parzialmente fermentati frizzanti, nonché per quelle che si verificano spontaneamente nei vini imbottigliati. Fanno eccezione, inoltre, le fermentazioni per la preparazione di vini derivanti da uve sottoposte ad appassimento, purché effettuate entro i seguenti periodi: dal 1° gennaio 2009 al 30 aprile 2009 per i “vini passiti” diversi da quelli di cui ai punti successivi; dal 1° febbraio 2009 al 30 aprile 2009 per il vino D. O. C. Trentino “Vino Santo”; dal 1° marzo 2009 al 30 aprile 2009 per il vino D. O. C. Trentino Superiore “Vino Santo”. .  
   
   
I SIGNORI DEL VINO LIGURE DI GIOVANNA BENETTI  
 
Il libro è un omaggio alla Liguria, alla sua storia, alle sue tradizioni gastronomiche. Ma soprattutto ai suoi abitanti, a coloro che nei secoli hanno scavato scalini orizzontali nei pendii per ricavare incerti frammenti di terreno da coltivare. Strappati alla montagna, fermati da muretti a secco composti pietra su pietra, curati con tenacia e abilità fino a ottenerne vitigni celebri in tutto il mondo per la loro qualità. Nel suo libro Giovanna Benetti racconta un pezzo di Liguria importante, ricco di sfaccettature. Dove, come scrive Enzo Vizzari nella prefazione, "ogni grappolo, ogni acino sono un regalo che bisogna conquistare con sudore e costanza, lavorando in condizioni che vedono sempre l´uomo in posizione svantaggiata". E nel libro si pongono domande importanti sul futuro della vitivinicoltura locale: i cambiamenti nei vitigni, negli impianti, nelle cantine, nell´intera filiera, le opportunità di crescita e promozione del prodotto ligure. L´autrice si interessa da tempo di enogastronomia. Ha collaborato per anni al periodico "Veronelli ex Vinis" e da quasi 2 anni tiene una rubrica settimanale proprio sui signori del vino di Liguria, sulle pagine genovesi della Repubblica. Il libro è nato proprio dalle sue interviste e scopo dell´opera è di raccontare la vita dei vignaioli, i sacrifici e il grande amore per il loro mestiere. Nell’ampio panorama delle guide eno-gastronomiche, questo lavoro intende quindi essere non la solita guida ai vini, bensì una guida ai produttori più rappresentativi che operano sul territorio ligure, suddivisi in schede che ne illustrano sinteticamente la storia e la produzione, anche negli aspetti più tecnici. Ne scaturisce un panorama imprenditoriale vivace, al passo con le nuove innovazioni tecnologiche, capace di competere sul mercato nazionale ed internazionale, con una notevole produzione sia per quantità che per qualità. Una guida utile e maneggevole, un passepartout per il mondo del vino ligure e dei suoi personaggi. I Signori del vino ligure, formato 14x21, 120 pagine, €10, De Ferrari Editore – Genova .  
   
   
IL VENETO HA LA SUA QUARTA DOCG: IL RECIOTO DI GAMBELLARA  
 
La vendemmia in corso nel Veneto vede la nascita della quarta Denominazione d’Origine Controllata e Garantita della Regione: la Docg “Recioto di Gambellara”, nelle due tipologie Classico e Spumante. Il relativo Decreto ministeriale, datato 1 agosto 2008, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 196 del 22 agosto scorso. “Per l’enologia Veneta – ha affermato il vicepresidente Franco Manzato – è un nuovo importante traguardo di qualità nel cotesto di una piramide produttiva capace di soddisfare qualsiasi esigenza, con punte di assoluta eccellenza mondiale, al migliore rapporto prezzo – qualità. E che non sia una frase fatta ma un vanto concreto, lo dimostra il fatto che il Veneto esporta all’estero oltre il 60 per cento della sua produzione enologica, per una quantità che nel 2007 ha superato 4. 791. 039 ettolitri, per un valore di 930. 517. 339 euro. Di questo valore, 543. 879. 884 euro è rappresentato dal vino venduto nell’Unione Europea, 250. 828. 584 euro da quello venduto in America Settentrionale. Il Veneto esporta dunque oltre il 28 per cento della produzione nazionale, in quantità e valore. E questa quarta Docg, che si aggiunge al Recioto di Soave Docg, al Bardolino Superiore Docg e al Soave Superiore Docg, è foriera di ulteriori traguardi economici, di soddisfazione per i produttori e di valorizzazione del territorio”. “A questo proposito – ha aggiunto Manzato – confermo la volontà di utilizzare i nostri vini e le altre produzioni agoalimentari di qualità del Veneto come veicolo di promozione, secondo una strategia che prevede di accompagnare i nostri prodotti certificati con il logo unificato del Leone di San Marco, affiancato dalla stella a sette punte e dalla frase “Veneto: tra la terra e il cielo”. Stiamo inoltre studiando la possibilità che, “strappando” questo marchio, il consumatore trovi una immagine significativa del nostro Veneto. Il vino diventerà così un vero e proprio ambasciatore della nostra regione”. “A chi qualche giorno fa ci ha denigrato su un quotidiano definendo il Veneto regione produttrice di ciofeche – ha concluso il vicepresidente – oggi più di ieri posso dire che lui si tenga pure i suoi costosi spumanti francesi. Noi e il resto del mondo ci “accontentiamo” di: Amarone, Prosecco, Soave, Recioti, Custoza, Bardolino, Raboso, Fior d’Arancio, Tai ecc. Ecc. : spendiamo di meno, beviamo meglio e accompagniamo col vino più adatto tutte le occasioni conviviali”. Nella Gazzetta Ufficiale sono stati anche pubblicati la modifica al disciplinare Doc Gambellara e l’aggiornamento di quello della Doc Breganze. .  
   
   
LA VENDEMMIA DELLA DOC PIAVE SUL WEB DALLA ZONAZIONE ALLA TELEMATIZZAZIONE  
 
Come vendemmiare al momento giusto? Ai viticoltori dell´area Doc Piave basterà consultare il web! Sono, infatti, consultabili sul sito di Veneto Agricoltura (www. Venetoagricoltura. Org) i dati sulle "curve di maturazione" aggiornati in tempo reale relativi ai principali vitigni (Chardonnay, Pinot grigio, Merlot, Carmènere e Prosecco) coltivati nel territorio della Doc Piave (che comprende 50 comuni della provincia di Treviso e 12 della provincia di Venezia). "Si tratta di una grande ed utilissima novità - commenta il presidente del Consorzio Tutela Vini del Piave, Antonio Bonotto - realizzata per la prima volta nel Veneto grazie agli studi di zonazione viticola dell´area Doc Piave che il Consorzio sta realizzato con Veneto Agricoltura, in collaborazione con la Regione Veneto, ed il Cra-vit di Conegliano. Grazie a questo servizio, infatti, ciascun viticoltore potrà avere elementi certi sui cui ponderare l´inizio della raccolta delle uve di ciascun vitigno nelle diverse aree, e si tratta di una scelta assolutamente strategica per ottenere l´obiettivo enologico prefissato. Basarsi su parametri oggettivi aiuterà certamente il viticoltore nelle sue scelte che poi dovranno tenere conto anche di altri aspetti come l´organizzazione aziendale , lo stato sanitario delle uve ecc. Ritengo si tratti di uno strumento davvero prezioso, tanto che il Consorzio Tutela Vini del -Piave ha da tempo informato i produttori dell´area - soci e non soci del Consorzio - di questa opportunità proprio per dare a tutta l´area Doc ulteriori informazioni utili a far crescere, vendemmia dopo vendemmia, il livello qualitativo dei nostri vini". I dati pubblicati sul sito si riferiscono, infatti, ai 115 vigneti-guida distribuiti nelle 10 aree pedoclimatiche individuate dagli studi di zonazione ed evidenziano il grado zuccherino raggiunto dalle uve, così come l´acidità e il pH dell’acino: ciascun viticoltore potrà così rifarsi ai valori del vigneto-guida a lui più vicino per localizzazione, varietà e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico per valutare il momento migliore per iniziare la raccolta delle uve. .  
   
   
RITRATTI: NASCE L’OTTAVA MERAVIGLIA.E’ UN MULLER THURGAU  
 
La collezione Ritratti compie 20 anni e come si conviene il 2008 a più riprese ha rappresentato l’occasione di riaffermare e promuovere il forte contributo offerto - non solo alla Cantina lavisana ma al territorio trentino nel suo insieme - per farsi conoscere non solo in Italia ma pure all’estero. La nascita della Cantina Ritratti prima, il restyling delle etichette poi, i Ritratti Day… non sono che alcune delle tappe che disegnano un percorso mai cessato volto a valorizzare la prestigiosa linea ma quello che più conta, ribadire l’attenzione da sempre esercitata dallo staff La Vis per qualificare ulteriormente i prodotti e avvicinare l’eccellenza. Il vero culmine di questa ricorrenza si può però dire di raggiungerlo oggi con la nascita dell’ottava meraviglia: la presentazione del Müller Thurgau. Anche lui figlio della Zonazione e di quel Progetto Qualità che ha siglato la “rivoluzione colturale” non solo aziendale, anche questo vino si propone di raccogliere quanto di meglio nel territorio gestito dalla Cantina (ca. 1500 ha. ) ha espresso forte vocazionalità al Müller Thurgau, questo fantastico vino naturalizzato trentino e presente in particolar modo in Valle di Cembra da oltre 60 anni. Non si tratta di un Cru bensì di una cuvèe di prodotti provenienti da vigneti diversi ciascuno dei quali esprime un’anima ben definita del Müller. Così composta questa cuvèe racchiude e conserva uno spettro aromatico variegato ed ampia complessità che lo rendono un prodotto unico, pensato per essere capace di esprimersi al meglio anche dopo molto tempo . Il progetto non è nuovo, risponde ad ancora proverbiali richieste che volevano nei Ritratti la rappresentazione più autentica delle capacità espressive del vigneto La Vis. Ricerca, microvinificazioni e supporto tecnologico hanno fatto si che i tempi fossero maturi per questo importante lancio che a regime vedrà una produzione di 30. 000 bottiglie. Anche per il Müller Thurgau Ritratti si asservirà della tecnologia in iper riduzione con l’azoto in grado di preservare la freschezza e i caratteri originali della varietà. Naturalmente importante la veste con cui questo vino si presenta. Come già per gli altri prodotti della collezione non poteva mancare un richiamo all’opera dell’artista trentino Giovanni Segantini di cui proprio quest’anno ricorre il 150° dalla nascita. L’opera prescelta che sarà riprodotta in etichetta (Costume Grigionese del 1887) sarà presentata presso la Collezione Guggenheim di Venezia dal critico e opinionista prof. Paolo Serafini collaboratore del Museo. .  
   
   
VENETO, VOUCHER VENDEMMIA FINITI? SOSPENDERE VERIFICHE FINO A RIPRESA DISPONIBILITÀ  
 
 “Gli operatori ci avvertono che i voucher vendemmia sono per ora terminati e che saranno nuovamente disponibili solo tra una quindicina di giorni. Penso sia molto opportuna una sospensione temporanea delle verifiche sull’utilizzo di questo nuovo strumento, almeno finchè non ci sarà la ripresa concreta della loro distribuzione”. Lo chiede il vicepresidente del veneto Franco Manzato, a seguito delle numerose segnalazioni pervenute circa la temporanea indisponibilità dei voucher. “Se non è possibile reperirli – spiega Manzato – non si possono addossare le carenze organizzative di altri agli imprenditori vitivinicoli, che già sono pesantemente impegnati nelle operazioni vendemmiali e che non possono attendere i tempi della burocrazia”. “L’amico ministro Maurizio Sacconi sa benissimo, del resto – dice ancora Manzato – che in Veneto la vendemmia ha un valore culturale, storico e di tradizione, non è solo un fatto produttivo, mentre le aziende dispongono mediamente di meno di un ettaro e mezzo di vite ciascuna. E’ una festa dello stare assieme che non può essere messa sullo stesso piano di un cantiere”. “In Veneto questo strumento si è rivelato gradito e interessante – ricorda ancora Manzato – anche se forse non è ancora sufficiente rispetto a tutte le problematiche sul tappeto perché soffre di alcune limitazioni, a partire dal fatto che è destinato agli studenti sotto i 25 anni e ai pensionati. Continuiamo però a registrare il disappunto e gli ostacoli ad una regolare vendemmia a seguito di controlli che pare abbiano un “sapore” asfissiante. Ribadisco che si operi almeno con lo stesso rigore là dove, ad esempio al sud, i voucher sono stati utilizzati, per verificare come mai ciò è accaduto. Forse che il problema dell’aiuto nella vendemmia esiste solo qui?”. .