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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Settembre 2009
MESSAGGIO DI JOSÉ MANUEL DURãO BARROSO, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA A GIORGIO NAPOLITANO, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA  
 
Strasburgo, 21 settembre 209 - "Caro Presidente, A nome mio e della Commissione europea, desidero porgere a Lei e al popolo italiano le più sincere condoglianze e rivolgere l´espressione del più vivo cordoglio e della nostra solidarietà alle famiglie dei sei militari italiani caduti ieri a Kabul in uno spaventoso attentato terroristico. Mi consenta di esprimere, in questo momento di dolore, la più ferma condanna del terribile attacco terroristico e di rinnovare il sostegno al contributo dell´Italia agli sforzi di pace in Afghanistan. Voglia accettare, signor Presidente, l´espressione della mia profonda stima, José Manuel Durão Barroso” .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO-VITTIME DI KABUL  
 
Strasburgo, 21 settembre 2009 - Il Presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek ha inviato a nome del Parlamento europeo le sue sentite condoglianze alle famiglie dei soldati italiani uccisi a Kabul, ricordando che: "I soldati italiani sono morti nella missione per la stabilizzazione dell´Afghanistan". Oggi ai funerali di Stato erano presenti, in rappresentanza del Presidente del Parlamento europeo il Vice Presidente Vicario Gianni Pittella, e la Vice Presidente Roberta Angelilli. "Non bisogna assolutamente lasciarsi contagiare dall´idea di sospendere la missione in Afganistan -ha dichiarato Pittella - perché significherebbe accettare la vittoria dei terroristi". "L´italia e l´Europa intera - afferma la Angelilli - si stringono attorno alle famiglie e al loro dolore, e si identificano con orgoglio nell´impegno straordinario di tutti i militari presenti nelle missioni di pace". .  
   
   
BARROSO RIELETTO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA DAL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 21 settembre 2009 - Il Parlamento europeo ha rieletto il 16 settembre, con ampia maggioranza, José Manuel Barroso come presidente della Commissione europea per un nuovo mandato di cinque anni. Complessivamente hanno partecipato allo scrutinio segreto 718 eurodeputati: 382 i voti a favore e 219 quelli contrari. 117 gli astenuti. Commosso, il Presidente Barroso ha ringraziato "di cuore" i parlamentari per la fiducia testimoniata al suo riguardo. Ha tenuto anche a ringraziare i membri del Partito popolare europeo (Ppe) per essere stato i primi a sostenere il suo programma e il Portogallo, il suo paese d´origine, che ha sostenuto la sua candidatura. Interpretando questo voto come "un´accettazione del programma ambizioso per un´Europa della libertà e della solidarietà" che ha presentato questi ultimi giorni, ha rinnovato la sua "determinazione" a lavorare strettamente con gli eurodeputati "per costruire una democrazia parlamentare ancora più forte". Dopo la riconferma di José Manuel Barroso per un secondo mandato da parte dell´Assemblea di Strasburgo, egli dovrà ora comporre la nuova Commissione. I leader dell´Ue avevano candidato Barroso per un secondo mandato quinquennale in seguito alle elezioni europee di giugno. Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, aveva proposto al Parlamento europeo un partenariato per il progresso e per il conseguimento di ambiziosi obiettivi. Il presidente Barroso ha trasmesso al presidente del Parlamento europeo i suoi orientamenti politici per il mandato della prossima Commissione europea. In tale documento sono esposti gli obiettivi e le idee ai quali, secondo il presidente Barroso, dovrebbe ispirarsi un partenariato politico tra la Commissione e il Parlamento nel prossimo quinquennio. . .  
   
   
SWIFT: UN NUOVO ACCORDO UE/USA SARÀ NEGOZIATO IL PROSSIMO ANNO  
 
Strasburgo, 21 settembre 2009 - Sotto la pressione degli eurodeputati, il Consiglio dei Ministri Ue si è detto d´accordo a rinegoziare l´intesa con gli Usa sul trasferimento dei dati bancari il prossimo anno quando, con il trattato di Lisbona, il Parlamento potrebbe avere l´ultima parola su questo tipo di accordi. Nel frattempo, l´Aula ha adottato una risoluzione che illustra le linee guida per garantire che la privacy non sia minacciata con l´accordo in fase di negoziazione. In una risoluzione adottata oggi, i deputati, ribadiscono che i dati dovrebbero essere trasmessi alle autorità statunitensi ed elaborati "solamente ai fini della lotta contro il terrorismo" e che il trattamento e l´utilizzo di tali dati "non sia sproporzionato" rispetto a questo obiettivo. I deputati evocano inoltre la necessità di trovare "un giusto equilibrio tra misure di sicurezza e tutela delle libertà civili e dei diritti fondamentali". Ai cittadini e alle imprese dell´Ue dovrebbe essere garantito un livello equivalente di diritti di difesa, e dovrebbero essere istituiti "meccanismi di ricorso giurisdizionale" per prevenire gli abusi. Nel corso di numerosi dibattiti in seno alla commissione per le libertà civili, i deputati hanno espresso la loro preoccupazione quanto all´esclusione del Parlamento dai negoziati sull´accordo ad interim Ue/usa in merito al trasferimento dei dati bancari. Beatrice Ask, Ministro svedese della Giustizia ha annunciato ieri che il testo negoziati con gli Stati Uniti " non entrerà in vigore per più di 12 mesi". Il commissario Jacques Barrot ha quindi affermato che "una immediata rinegoziazione avrà luogo in base al Trattato di Lisbona", che darebbe l´ultima parola sul testo al Parlamento. I deputati hanno anche espresso preoccupazione riguardo alla base giuridica scelta per l´accordo previsto: in luglio, i ministri Ue hanno deciso all´unanimità di dare un mandato alla Commissione senza coinvolgere il Parlamento. Ciò, secondo la risoluzione, contrasta con il parere del Servizio giuridico del Consiglio secondo il quale la questione è di competenza della Comunità. Antefatti: La questione su Swift è salita per la prima alla ribalta nel 2006, quando i media hanno rivelato che l´amministrazione Usa aveva accesso ai dati detenuti dal network finanziario Swift con sede in Belgio riguardanti i cittadini europei, e a loro insaputa. A seguito delle pressioni del Parlamento europeo, erano state fornite garanzie riguardo alla privacy per garantire che i dati raccolti fossero usati unicamente a fini di anti-terrorismo. Nel luglio di quest´anno, sono stati pubblicati degli articoli sui media che parlavano di un nuovo era in corso di negoziato a seguito di un cambiamento nella struttura societaria di Swift, che stava instaurando in Svizzera un nuovo centro di raccolta dei dati europei .  
   
   
LEGGE LITUANA SULLA PROTEZIONE DEI BAMBINI: PER I DEPUTATI EUROPEI OCCORRE MODIFICARLA  
 
Strasburgo, 21 settembre 2009 - Il Parlamento europeo ritiene che la Lituania dovrebbe rivedere le recenti modifiche alla sua legge sulla protezione dei minori per evitare ogni possibile discriminazione fondata sull´orientamento sessuale. Per i deputati la formulazione della legge è "vaga e giuridicamente poco chiara e potrebbe condurre a interpretazioni controverse". A loro parere, inoltre, non è chiaro il tipo di materiali interessati dalla legge e se la sua giurisdizione si estenda a libri, arte, stampa, pubblicità, musica, teatro, mostre o manifestazioni. Nel riconoscere la necessità di "un´adeguata protezione giuridica" dei minori, il Parlamento sottolinea l´importanza di lottare contro tutte le forme di discriminazione e, in particolare, contro quella "basata sulla tendenze sessuali". Il Parlamento accoglie poi con favore le più recenti iniziative volte a valutare le eventuali modifiche alla legge e invita la Lituania a garantire che le sue leggi "siano compatibili con i diritti umani e le libertà fondamentali sanciti dal diritto internazionale ed europeo". I deputati chiedono infine all´Agenzia per i diritti fondamentali di esprimere un parere e incarica la commissione per le libertà civili del Parlamento europeo di seguire la questione. Antefatti: Lo scorso mese di luglio, il Parlamento lituano ha approvato dei cambiamenti alla legge sulla protezione dei minori che tuttavia sono ora al vaglio delle autorità nazionali. La legge così emendata bandisce "l´informazione pubblica che promuove le relazioni omosessuali" da qualsiasi luogo cui hanno accesso i bambini, in quanto potrebbe causare "effetti dannosi sullo sviluppo dei minori". .  
   
   
APPALTO: INVESTIMENTI PER R&S E CAMBIAMENTI STRUTTURALI NEI SETTORI  
 
Bruxelles, 21 settembre 2009 - La direzione generale della Ricerca della Commissione europea ha pubblicato un bando di gara d´appalto per uno studio sugli investimenti per la ricerca e lo sviluppo (R&s) e cambiamenti strutturali nei settori - analisi quantitative e qualitative, e raccomandazioni politiche. Lo studio dovrà: analizzare gli attuali punti di forza e di debolezza della produzione e dell´utilizzo della conoscenza in diversi settori industriali dell´economia europea; identificare i fattori (inclusa l´efficacia delle politiche) che accelerano o riducono il processo di adeguamento strutturale (sia in settori specifici che in generale in tutti i settori); analizzare l´effetto dell´investimento intracomunitario in R&s nella struttura settoriale nell´economia dell´Ue. I modelli di produzione, l´acquisto, il trasferimento e l´utilizzo della conoscenza nei diversi settori tecnico-scientifici o industriali nonché le loro dinamiche e implicazioni politiche formeranno il contenuto principale del presente studio. Un´analisi dell´impatto dell´investimento intracomunitario in R&s nella struttura settoriale nell´economia dell´Ue ne costituirà una parte essenziale, assieme all´analisi dell´efficacia delle politiche che facilitano il cambiamento strutturale. Per ulteriori informazioni, contattare: Commissione europea, Direzione generale della Ricerca, Amministrazione e settore finanziario, Ufficio Sdme 09/62 , All´attenzione di: Yves Dejaegere, B-1049 Bruxelles . Per i dettagli completi del bando, consultare il seguente indirizzo internet: http://ted. Europa. Eu/udl?uri=ted:notice:255598-2009:text:it:html .  
   
   
UE: CAMBIANO LE REGOLE SUI VISTI PER I BALCANI  
 
Strasburgo, 21 settembre 2009 - Oggi i cittadini dei Balcani hanno bisogno di un visto per entrare nella zona Schengen anche per soggiorni brevi. La Commissione europea propone di eliminare i visti per alcuni Paesi balcanici, ma non per tutti. Creazione di nuove divisioni nella regione, o integrazione graduale? E che impatto avrebbe questa decisione sui nostri Paesi? Il 17 settembre la proposta è stata discussa al Parlamento. Con il via libera dai Governi, la Commissione europea ha proposto di cambiare le regole sui visti per i Paesi dei Balcani occidentali. Ma non per tutti. Nuove regole sui visti - Secondo la proposta della Commissione, solo i cittadini originari di Macedonia (Fyrom), Serbia e Montenegro potrebbero - a partire da gennaio 2010 - entrare liberamente nell´Ue, anche se solo per brevi periodi e solo se in possesso di un passaporto biometrico. Resterebbero esclusi Bosnia-herzegovina e Albania. I deputati europei hanno criticato questa proposta, ritenuta discriminatoria, e hanno chiesto spiegazioni alla Commissione e ai Governi. Oggi alle 16. 00 il commissario Barrot e i rappresentanti del Governo svedese, che ha la presidenza del Consiglio, si presenteranno davanti all´aula per discuterne con i deputati. Perchè solo tre Paesi? La Commissione ha spiegato che l´apertura parziale dei confini europei è giustificata per la Macedonia, che ha soddisfatto tutti i criteri richiesti dall´Ue sulla sicurezza, la lotta all´immigrazione clandestina, il controllo delle forze dell´ordine e la protezione dei documenti. Gli stessi criteri sono stati applicati quasi in toto anche da Serbia e Montenegro, e i passi mancanti saranno compiuti presto. Non si può dire lo stesso per Albania e Bosnia-herzegovina. Ma per la Commissione "il dialogo rimane aperto e si farà di tutto per aiutare questi Paesi a soddisfare i requisiti". Le critiche del Parlamento - I membri della commissione parlamentare Affari esteri hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo alla possibile divisione che la decisione europea creerebbe fra i Paesi dei Balcani: disparità di trattamento fra i residenti di un Paese e l´altro, e perfino all´interno dello stesso Paese. In Bosnia, infatti, molti serbo-bosniaci hanno sia il passaporto bosniaco che quello serbo: per loro l´accesso nell´Ue sarebbe molto più facile che per i loro connazionali. Secondo i parlamentari la decisione finale dovrà anche tenere in considerazione le implicazioni in termini di lotta alla criminalità organizzata nei Balcani e lo sviluppo generale della regione: la Commissione presenterà il rapporto annuale sui progressi dell´area balcanica il prossimo 14 ottobre. .  
   
   
SEMINARIO ED EVENTO DI MEDIAZIONE "RUSSIA-MALTA: COOPERAZIONE SENZA CONFINI DELLE PMI"  
 
St Julian´s, Malta, 21 settembre 2009 - Il 24 e 25 settembre la rete Enterprise Europe Network Malta organizza un seminario intitolato "Russia-malta: cooperazione senza confini delle Pmi (piccole e medie imprese) e un evento di mediazione, che si terranno a St Julian´s (Malta). Essendo un mercato in rapida espansione, la Russia offre opportunità per molti prodotti e servizi. Grazie al potere d´acquisto di una classe media emergente, sta crescendo la domanda di prodotti del settore dell´automobile, dei beni per la casa, dei servizi finanziari, dei prodotti al dettaglio e della salute. Gli investimenti nelle costruzioni creano inoltre il bisogno di apparecchiature e materiali. Le attività di franchising sono in crescita sia nel settore alimentare che non-alimentare. La prima giornata dell´evento sarà dedicata all´analisi delle prospettive per gli imprenditori maltesi, mentre la seconda presenterà opportunità di incontri faccia a faccia con esperti della Russia. L´evento sarà seguito da una missione di cooperazione commerciale in Russia a novembre 2009. Per ulteriori informazioni, contattare: sig. Ra Brigitte Tanti Tel. +356 2542 3440 .  
   
   
FEDERALISMO. FORMIGONI: TEMIBILE? SOLO PER I MALGOVERNI DIALOGO CON CAPPELLACCI E BASSOLINO SULL´AUTONOMIA FISCALE COSTO STANDARD MISURA DI EFFICIENZA - L´ESPERIENZA LOMBARDA  
 
S. Margherita di Pula/ca, 21 settembre 2009 "Il federalismo fiscale non è affatto un modo sistema per avvantaggiare i più forti: al contrario, è un mezzo virtuoso per il rinnovamento dell´intero Paese". Lo ha detto presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nella sua relazione al convegno-cenacolo su "L´attuazione del federalismo fiscale: problemi e prospettive", organizzato per oggi e domani a Santa Margherita di Pula (Cagliari) dal Centro Studi Giuridici per l´Integrazione Europea "Diritti e Libertà" e dalla Fondazione Europa e Civiltà. Un cenacolo, appunto, di personalità di primo piano della politica (Formigoni ha dialogato in particolare con i presidenti della Sardegna, Ugo Cappellacci, e della Campania, Antonio Bassolino) e della Magistratura (Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione; Antonio Martone, avvocato generale della Corte di Cassazione; Oscar Fiumara, avvocato generale dello Stato, per citare solo alcuni nomi tra i numerosissimi). Per Formigoni il federalismo deve essere "solidale, unitario ed autentico, cioè anche competitivo"; soprattutto "deve dare risultati positivi per il cittadino, perché questo alla fine è quello che conta: maggior trasparenza, più efficienza nei servizi, minori costi, minor carico fiscale". E´ il percorso, ha ricordato Formigoni, che le Regioni hanno iniziato nel 2001, portato all´attenzione del Governo nel 2007 e ancora nel 2008: "di questo percorso - ha detto il presidente lombardo - la legge delega sul federalismo fiscale è figlia". Una legge che ha il merito, tra l´altro, di aver sostituito il vecchio criterio della spesa storica con quello del costo standard. "Non si vede perché - ha spiegato Formigoni, facendo un esempio concreto - una sacca di sangue debba costare anche 5-10 volte di più in certe zone del Paese rispetto ad altre". "Per chi il criterio del costo standard può essere temibile? Non per le Regioni del Sud contrapposte a quelle del Nord, o per le piccole contrapposta alle grandi. E´ temibile solo per una cattiva amministrazione, dovunque essa si collochi. Infatti il costo standard è un misuratore dell´efficienza e anche dell´onestà dell´azione di governo". Per Formigoni dunque è ora necessario applicare sino in fondo il federalismo fiscale. Il suo avvio già dimostra fattori importanti di positività per il Paese: è una riforma a costo zero (nel senso che non introduce ulteriori oneri), abolisce - come detto - il criterio inefficiente della spesa storica e introduce il costo standard delle prestazioni, spinge a comportamenti virtuosi e quindi al superamento del divario tra Nord e Sud, costringe la macchina pubblica a sburocratizzarsi. Ma è altrettanto urgente "sciogliere alcuni nodi ancora irrisolti: il ridisegno della finanza statale (il criterio del costo standard deve valere anche per lo Stato non solo per gli Enti locali), l´attribuzione della piena autonomia finanziaria degli enti territoriali, una vera organizzazione della finanza locale su base regionale, una vera efficacia dei sistemi premianti". Formigoni ha anche illustrato l´esperienza lombarda. Questa Regione, esercitando fino in fondo e non da ora tutte le proprie competenze autonome e la logica del federalismo, ha realizzato novità rilevanti nel campo della sanità (centralità del cittadino e libertà di scelta), della scuola e formazione (con la Dote scuola e la Dote lavoro), delle infrastrutture e dei trasporti (con la creazione di società regionali in grado di ridurre costi e tempi di realizzazione delle opere), degli ammortizzatori sociali (con l´introduzione del quoziente familiare), della contrattazione decentrata. .  
   
   
L’EXPORT DELLE REGIONI ITALIANE NEL PRIMO SEMESTRE 2009 LA REAZIONE ALLA CRISI RICOMBINA SELETTIVAMENTE LA GEOGRAFIA TERRITORIALE DELL’EXPORT RECUPERANO ALCUNE AREE DI GRANDE IMPRESA COME LA LIGURIA E SI MANTENGONO STABILI LE PERFORMANCE DELLE PICCOLE IMPRESE DEL TRIVENETO. TENGONO IL PASSO CAMPANIA E PUGLIA  
 
Roma, 21 settembre 2009 – “All’interno di un trend decrescente della performance esportativa a livello regionale nel primo semestre 2009, che fa segnare una riduzione su base annua mediamente del 26%, la geografia territoriale dell’export relativa al secondo trimestre 2009 mostra un recupero di posizioni sui mercati esteri di alcune realtà regionali caratterizzate dalla presenza sia di grandi che di piccole imprese”, afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati relativi all’export delle Regioni italiane diffusi oggi dall’Istat. Nel secondo trimestre 2009, nuovamente in crescita, dopo una riduzione congiunturale del 20,2% nel trimestre precedente, il “Triangolo industriale” (Lombardia, Liguria e Piemonte), dove si concentra il 40% delle imprese esportatrici, che fa segnare nel complesso un incremento del 5,2% delle esportazioni (con un valore delle vendite pari a 29,6 miliardi di euro), grazie soprattutto alla buona performance della Liguria (passata da un -12,7% del primo trimestre ad un +42,1% nel secondo). Segnali di recupero nello stesso periodo arrivano anche dal Triveneto (Trentino-alto Adige, Friuli-venezia Giulia, Veneto), in cui Pil manifatturiero delle Pmi contribuisce per il 16,3% al dato nazionale, che registra un aumento delle esportazioni del 6,2% e si attesta su un valore di 13,6 miliardi di euro. In questo caso, l’effetto traino viene esercitato dal Friuli-venezia Giulia, che vede crescere di oltre un quarto le proprie vendite all’estero (+27,6%, contro un calo congiunturale del primo trimestre dell’anno pari al 29,2%). Se si rapporta il valore dell’export alla popolazione, la graduatoria dell’export regionale pro capite nel secondo semestre 2009 mostra alcune variazioni su base annua. L’emilia Romagna conserva la vetta della classifica (con un export pro capite di 4. 524 euro), sebbene nel corso dell’anno la sua posizione sia stata insidiata dal Friuli-venezia Giulia e dalla Lombardia che, nel primo trimestre 2009, occupavano rispettivamente la prima e la seconda posizione, costrette però a cedere lo scettro e a scivolare in terza e seconda posizione a causa della perfomance negativa del primo trimestre 2009 (-29,2% per il Friuli-venezia Giulia e -20,5% per la Lombardia rispetto all’ultimo trimestre 2008). Forte movimento nella parte centrale della classifica, che mostra una perdita di posizioni contenuta da parte delle regioni dell’Italia Centrale: Umbria, Marche e Toscana scendono di un gradino nella classifica, per la contrazione dell’export che ha interessato soprattutto il primo trimestre 2009 e ha portato ad un calo rispettivamente del 21,5%, 11,1% e 21,5% rispetto al dato di fine anno. Il Mezzogiorno sembra agganciare la ripresa, in particolare Campania e Puglia, che contribuiscono per il 26,3% e il 18,4% all’export dell’area, nel primo semestre 2009 guadagnano rispettivamente tre e una posizione in ragione d’anno. Chiudono la graduatoria Sardegna e Sicilia, che perdono entrambe due posizioni, per un valore dell’export per abitante pari a 927 e 575 euro.
Graduatoria Regioni italiane per export pro capite
I semestre 08 I semestre 2009 Posizioni perse o guadagnate
1 Emilia Romagna 6. 179 1 Emilia Romagna 4. 524 =
2 Lombardia 5. 916 2 Lombardia 4. 513 =
3 Friuli-venezia Giulia 5. 796 3 Friuli-venezia Giulia 4. 442 =
4 Veneto 5. 149 4 Veneto 4. 118 =
5 Piemonte 4. 708 5 Piemonte 3. 374 =
6 Marche 3. 744 6 Toscana 3. 209 -1
7 Toscana 3. 694 7 Marche 2. 661 +1
8 Trentino-alto Adige 3. 396 8 Trentino-alto Adige 2. 636 =
9 Valle d´Aosta 3. 284 9 Abruzzo 1. 974 +1
10 Abruzzo 3. 212 10 Valle d´Aosta 1. 757 -1
11 Umbria 2. 214 11 Liguria 1. 750 +3
12 Basilicata 1. 898 12 Umbria 1. 521 -1
13 Sardegna 1. 883 13 Basilicata 1. 310 -1
14 Liguria 1. 584 14 Lazio 1. 158 +1
15 Lazio 1. 395 15 Sardegna 927 -2
16 Molise 1. 125 16 Campania 667 +3
17 Sicilia 1. 008 17 Puglia 661 +1
18 Puglia 904 18 Molise 614 -2
19 Campania 841 19 Sicilia 575 -2
20 Calabria 100 20 Calabria 83 =
valori in euro
Fonte: Elaborazioni Assocamerestero su dati Istat
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ESPORTAZIONI PIEMONTESI: NEI PRIMI 6 MESI DEL 2009 LE VENDITE ALL’ESTERO DIMINUISCONO DEL 28,3% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2008  
 
Torino, 21 settembre 2009 - Nei primi sei mesi del 2009, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 14,2 miliardi di euro, registrando una flessione del 28,3% rispetto allo stesso periodo del 2008. Valutando singolarmente le variazioni tendenziali trimestrali, si osserva come, alla contrazione del 26,8% registrata nel I trimestre, sia seguito un -29,8% nel periodo aprile-giugno 2009. Per quanto riguarda la variazione congiunturale, nel Ii trimestre 2009 le esportazioni hanno realizzato una lieve crescita (+4,6%) rispetto al periodo gennaio-marzo dello stesso anno. “Come ci si poteva aspettare, i dati sull’export piemontese del I semestre di quest’anno non sono affatto buoni - commenta Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte -. Il repentino crollo della domanda a livello globale si è riflesso in un decremento delle esportazioni internazionali; in questo scenario, tutte le aree del Paese - nessuna esclusa - hanno registrato diminuzioni tendenziali a due cifre. Un primo segnale, seppur debole, di una possibile inversione di tendenza si manifesta nel fatto che l’export del Ii trimestre è superiore di oltre 4 punti percentuale rispetto al I trimestre: un piccolo incremento significativo, dovuto essenzialmente alla ripresa del settore auto. Il futuro, però, sarà più roseo: la ripresa del Pil di Francia e Germania, i nostri principali partner commerciali con il 30,7% dell’export totale, si rifletterà nei prossimi mesi in una ripresa dell’export piemontese. Le nostre imprese devono essere fiduciose sul futuro e non cadere nella tentazione di allentare la spinta verso qualità e innovazione: solo coloro che saranno stati capaci di continuare ad innovare anche in questi periodi di crisi saranno in pole position per cogliere le opportunità della futura ripresa della domanda internazionale” La flessione subìta dalle esportazioni piemontesi nel I semestre del 2009 risulta più marcata di quella riscontrata a livello medio nazionale (-24,2%); tutte le ripartizioni territoriali hanno registrato variazioni tendenziali negative, con riduzioni superiori alla media per l’Italia insulare (-46,0%) e meridionale (-28,8%); flessioni inferiori alla media nazionale si registrano, invece, per l’Italia nord occidentale (-23,9%), nord orientale (-23,4%) e, soprattutto, per le regioni centrali (-18,5%). Tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte realizza la performance peggiore: in Lombardia la contrazione è dell’ordine dei 23,7 punti percentuale, in Veneto del 20,0% e in Emilia Romagna del 26,8%. Il Piemonte si conferma, comunque, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,0% dell’export nazionale. Esportazioni piemontesi e italiane (dati in euro)
I semestre 2009 I semestre 2009/ I semestre 2008 Ii trimestre 2009 Ii trimestre 2009/ I trimestre 2009
Piemonte 14. 218. 489. 934 -28,3% 7. 268. 569. 853 +4,6%
Italia 141. 826. 017. 289 -24,2% 72. 785. 551. 067 +5,4%
Fonte: elaborazioni Unioncamere Piemonte su dati Istat. Le esportazion di tutti i principali comparti regionali realizzano, nel I semestre del 2009, flessioni tendenziali piuttosto marcate. Il settore dei mezzi di trasporto, che genera quasi un quarto dell’export complessivo, ha subìto una contrazione del 29,8%, frutto del trend negativo degli autoveicoli (-29,7%) e, soprattutto, dei componenti veicolari (-41,7%). La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali con una quota del 19,8%, ha scontato una flessione del 33,4%; sono negativi anche i trend per il tessile-abbigliamento (-23,8%) e per i metalli e prodotti in metallo (-40,1%); più contenuta, invece, la contrazione delle vendite oltre confine per il settore dei prodotti alimentari (-10,6%). Esportazioni piemontesi per principali settori (dati in euro)
I semestre 2008 I semestre 2009 Variazioni
Prodotti alimentari, bevande e tabacco 1. 497. 375. 451 1. 338. 570. 613 -10,6%
Prodotti tessili e dell´abbigliamento 1. 581. 482. 883 1. 205. 191. 569 -23,8%
Metalli e prodotti in metallo 1. 945. 077. 722 1. 164. 565. 819 -40,1%
Meccanica 4. 233. 695. 316 2. 818. 714. 475 -33,4%
Mezzi di trasporto 4. 876. 206. 539 3. 421. 376. 773 -29,8%
Altri prodotti 5. 707. 775. 578 4. 270. 070. 685 -25,2%
Totale 19. 841. 613. 489 14. 218. 489. 934 -28,3%
Fonte: elaborazioni Unioncamere Piemonte su dati Istat Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue 27 continua ad attrarre circa i due terzi delle esportazioni regionali (il 65,4%), contro il 34,6% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. La dinamica manifestata nel I semestre del 2009 dalle vendite piemontesi dirette ai partner comunitari (-30,5%) è risultata peggiore di quella realizzata sui mercati extra-Ue (-23,9%). Esportazioni piemontesi per principali Paesi (dati in euro)
I semestre 2008 I semestre 2009 Variazioni
Francia 3. 146. 438. 054 2. 292. 792. 845 -27,1%
Germania 2. 951. 749. 375 2. 071. 028. 298 -29,8%
Regno Unito 1. 300. 261. 467 884. 168. 260 -32,0%
Spagna 1. 550. 959. 548 847. 053. 810 -45,4%
Polonia 1. 038. 941. 914 908. 612. 789 -12,5%
Ue 27 13. 384. 601. 679 9. 303. 410. 869 -30,5%
Svizzera 921. 902. 226 735. 652. 763 -20,2%
Stati Uniti 807. 691. 538 773. 024. 980 -4,3%
India 167. 694. 153 95. 306. 103 -43,2%
Cina 312. 443. 768 280. 411. 274 -10,3%
Giappone 170. 422. 328 167. 376. 742 -1,8%
Extra-ue 27 6. 457. 011. 810 4. 915. 079. 065 -23,9%
Totale 19. 841. 613. 489 14. 218. 489. 934 -28,3%
Fonte: elaborazioni Unioncamere Piemonte su dati Istat .
 
   
   
MILANO - ORA I CINESI CONQUISTANO ANCHE SARTORIE E CALZOLAI  
 
Milano, 21 settembre 2009 - Un artigiano su sette a Milano è straniero, più che in Lombardia e Italia che ne contano uno su undici. Sono infatti 473 i titolari d’impresa individuale di origine straniera che operano sul territorio milanese nei settori dell’artigianato tradizionale. Confezionano soprattutto abbigliamento su misura (30,7% del totale artigiani stranieri e 39% del totale ditte di settore), borse e articoli da viaggio (19,2%, 38,6%) e oggetti in ferro, rame e altri metalli (10,6%). E la presenza straniera è particolarmente forte anche tra gli artigiani che si occupano di fabbricazione calzature (28,6% degli artigiani attivi nel settore), di design industriale e di moda (18,9%). L’identikit dell’artigiano straniero a Milano? È ancora in prevalenza uomo ma se la presenza femminile sfiora il 40%, ed il 35,5% ha un’età compresa tra i 20 e i 39 anni. Sono cinesi (35,7%, più di uno su tre), egiziani (7,2%) e romeni (7%) ma anche sudamericani: peruviani (5,3%), argentini (3%) ed ecuadoriani (2,3%). I cinesi sono specializzati in articoli da viaggio e borse (49,7%), eseguono lavori di sartoria e confezionano abiti su misura (25,4%) o gestiscono lavanderie (8,9%). E in alcuni settori proprio i cinesi hanno superato o raggiunto gli italiani per nuove imprese: nelle sartorie (il 35,3% delle iscritte tra 1 gennaio e 31 agosto 2009 contro il 29,4% degli italiani), nella fabbricazione articoli da viaggio e borse (il 68,4% delle nuove iscrizioni contro il 31,6% italiano) e tra i calzolai (33,3% delle nuove iscritte ciascuno). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano, su dati registro imprese aggiornati a settembre 2009 relativi alle imprese artigiane che operano nei settori tradizionali, in occasione della consegna del Premio Lanfredini oggi in Camera di Commercio di Milano. Premio Lanfredini. La Camera di commercio ha istituito il “Premio Lanfredini”, un riconoscimento giunto alla quinta edizione che premia persone impegnate nella valorizzazione della realtà artigianale. 4 i premi assegnati quest’anno nelle sezioni impresa artigiana, cultura e informazione. “Conservare tradizioni e gesti antichi ma anche salvaguardare il nostro patrimonio artistico per tramandarlo intatto alle generazioni future sono tra le prerogative del lavoro dell’artigiano - ha dichiarato Marco Accornero, membro di giunta della Camera di Commercio di Milano e segretario generale dell’Unione Artigiani di Milano -. È importante quindi valorizzarne la figura e la funzione. Iniziative come il premio Lanfredini che la Camera di commercio assegna oggi possono contribuire concretamente a diffondere e ad approfondire la conoscenza della realtà artigianale milanese e lombarda, patrimonio vivo del nostro territorio”. .  
   
   
LOMBARDIA: LEGALITA´ APPALTI, VIA AI LAVORI DEL COMITATO BOEMI, GRECHI, MORI, DE DONNO: PRIMA RIUNIONE CON FORMIGONI "SOLO IMPRESE ONESTE NELLA GRANDE OPERA DI MODERNIZZAZIONE"  
 
Milano, 21 settembre 2009 - Si è svolta il 17 settembre al Palazzo Pirelli la prima riunione del "Comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali", istituto con un decreto dal presidente Roberto Formigoni lo scorso 7 agosto, con lo scopo di dare un supporto a Regione Lombardia per garantire la massima legalità e trasparenza nelle procedure di appalto, perfezionando un´attività che la stessa Regione sta già da tempo svolgendo. Ne fanno parte Salvatore Boemi, magistrato amico e collaboratore di Giovanni Falcone, in prima fila nei processi alla n´drangheta, Giuseppe Grechi, presidente emerito della Corte d´Appello di Milano, per anni ai vertici del Consiglio superiore della Magistratura, il generale Mario Mori, prefetto della Repubblica, a suo tempo braccio destro del generale Dalla Chiesa e capo dei Ros che catturarono Totò Riina e il colonnello Giuseppe De Donno, capo di gabinetto di Mori quando questi fu direttore del Sisde. "Si tratta di personalità di rilievo nazionale - ha detto Formigoni in conferenza stampa - quattro servitori dello Stato che hanno accettato di affiancare Regione Lombardia in un momento come questo in cui è in atto un grande processo di modernizzazione, anche in vista di Expo, con la realizzazione di strade, autostrade, ferrovie, ospedali, oltre al rilancio del settore edilizio". "Questa del Comitato - ha aggiunto il presidente - è una sfida molto seria, che si svolgerà per certi versi anche percorrendo vie nuove. Sono due i doveri che sento di avere: procedere a tappe forzate nell´opera di modernizzazione, realizzando tutte le infrastrutture che sono necessarie e allo stesso tempo fare in modo che questa opera avvenga in assoluta trasparenza e che vengano premiati gli imprenditori e il lavoro onesti". "Con il contributo del Comitato - ha sottolineato Formigoni - potremo far compiere al nostro sistema un ulteriore salto di qualità, senza sovrapporsi in alcun modo alle attività della magistratura e della polizia giudiziaria. Il compito del Comitato riguarda il rafforzamento dei presìdi della legalità svolto dall´interno del sistema". Il primo lavoro che sarà svolto nelle prossime settimane, secondo quanto ha riferito lo stesso Formigoni, è la realizzazione di una mappatura dei pericoli di infiltrazione mafiosa, anche sulla base di sentenze già emesse da tribunali lombardi ma non solo. Una volta conclusa la mappatura saranno attivate una serie di iniziative tra cui giornate di formazione per i dirigenti regionali, un vademecum per gli imprenditori e proposte per affinare le procedure degli appalti indetti dalla Regione e dalle società collegate che saranno vagliate dallo stesso Formigoni e dalla Giunta. Salvatore Boemi si è detto "orgoglioso di fare parte di questo Comitato" e al tempo stesso convinto che quella contro la criminalità sia "una battaglia da combattere fino in fondo e tutti insieme". Giuseppe Grechi ha sottolineato la necessità di acquisire i risultati del lavoro della magistratura svolti in Lombardia (Milano e Brescia in particolare) ma anche in altre regioni specie meridionali. Il generale Mori ha individuato come compito del Comitato quello di "creare dottrina in questo settore e strumenti di contrasto e di presidio paradigmatici da esportare in altre aree del Paese". De Donno ha infine sottolineato la positiva collaborazione tra magistratura e Pubblica amministrazione. Ed ecco un breve profilo dei magistrati Salvatore Boemi e Giuseppe Grechi, del generale Mori e del colonnello De Donno, i quattro componenti del Comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali. Salvatore Boemi - In magistratura dal 1970, dapprima presso la Procura di Palmi, poi ai vertici della Procura di Reggio Calabria, ha celebrato e definito i principali maxiprocessi contro la mafia calabrese degli anni ´80 (i clan Pesce, Albanese, Imerti), sottoponendo a sequestro o confisca di numerosi patrimoni delle principali cosche reggine (Piromalli, Pesce, Bellocco, Libri, De Stefano, Cataldo, Cordi, Mammoliti, Condello, Tegano, Labate). Chiamato, negli anni ´90, a coordinare la Direzione Distrettuale Antimafia, che ha ottenuto condanne esemplari per capi e affiliati di 64 cosche malavitose operanti nella provincia di Reggio Calabria, nel 2007 ha diretto le indagini sulla strage di Duisburg. Nel marzo 2009 ha assunto l´incarico di Commissario della Stazione unica appaltante (Sua) della Regione Calabria. Giuseppe Grechi - Magistrato dal 1959, per anni ai vertici del Csm (Consiglio superiore della Magistratura) e dei più importati uffici giudiziari del Paese: segretario generale della Corte di Appello di Roma dal ´96 al ´99, Procuratore generale di Brescia dal ´99 al 2001, Presidente della Corte di Appello di Milano dal 2001 al 2009. E´ stato anche vice-presidente dell´Associazione nazionale magistrati dal ´77 all´80. Dal 2003 è docente di Ordinamento giudiziario all´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Gen. Mario Mori - Per 38 anni, sino al 2001, nell´Arma dei Carabinieri, fino a diventare Generale di Brigata, sempre operativamente in prima fila nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Dal 2001 al 2006 Direttore del Sisde. Nel corso della sua carriera ha fatto parte del Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa , ha prestato servizio presso lo Stato Maggiore del Comando Generale dei Carabinieri, ha retto il comando del Gruppo Cc di Palermo. Nel 1990 ha costituito il Raggruppamento operativo speciale (Ros) dove ha ricoperto il ruolo prima di vice e poi di comandante. Ha coordinato l´arresto di Totò Riina, avvenuto il 15 gennaio 1993. Nel 2001 ha lasciato l´Arma essendo stato nominato direttore del Sisde (carica che ha tenuto per 5 anni); sempre nel 2001 è stato nominato Prefetto della Repubblica. Col. Giuseppe De Donno - Divenuto sottotenente dei Carabinieri nel 1986, è assegnato al Battaglione Carabinieri "Sicilia" di Palermo; nel 1987 assume il comando del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bagheria; dall´88 al ´90 comanda la Ii Sezione del Nucleo Operativo del Comando Gruppo Palermo I. Dal ´90 al 2001 presta servizio nel Ros con incarichi operativi a Palermo, Napoli e Reggio Calabria. La sua carriera è caratterizzata da una intensa attività investigativa e di contrasto alle infiltrazioni mafiose, in particolar modo nel settore degli appalti pubblici, collaborando con le Procure di Palermo, Catania, Reggio Calabria e Napoli; per un lungo periodo ha lavorato con Giovanni Falcone. Dal 2001 al 2007 è al Sisde come capo ufficio del Direttore (il Generale Mori), impegnato nella lotta all´eversione. Coordina i lavori del Comitato Francesco Zucaro, avvocato amministrativista con esperienza nell´attività di controllo, e dirigente dell´Avvocatura regionale (di cui fa parte l´Ufficio gare e contratti). Zucaro è anche componente degli organismi di vigilanza ex D. Lgs 231/2001, istituiti nelle società regionali per la prevenzione dei reati. .  
   
   
NOMINATI I NUOVI ASSESSORI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL LAZIO  
 
 Roma, 21 settembre 2009 - Il Presidente Piero Marrazzo ha designato i nuovi assessori della Giunta regionale in sostituzione di Silvia Costa e Francesco De Angelis, eletti al parlamento europeo, e di Bruno Astorre eletto alla presidenza del Consiglio regionale. Questi i nuovi incarichi: Marco Di Stefano assessore all´Istruzione, diritto allo studio e formazione professionale; Luigina Di Liegro assessore alla politica delle Sicurezze (che comprende le competenze sulle politiche sociali, assistenza e sicurezza); Giuseppe Parroncini assessore con delega ad energia, rifiuti, enti locali, porti e aeroporti. Il presidente Marrazzo ha inoltre definito le nuove deleghe per tre assessori già presenti in Giunta: Anna Salome Coppotelli Tutela dei consumatori, semplificazione amministrativa; Vincenzo Maruccio Lavori Pubblici e Daniele Fichera Piccola e media impresa, commercio e artigianato, Conferenza stato regioni e Conferenza regioni e Unificata. .  
   
   
NO PROFIT: DA ´ALTRA ECONOMIA´ QUASI 4% PIL LORDO E 1,5 MLN DI OCCUPATI  
 
Roma, 21 settembre 2009 - Oltre 167. 000 imprese, più di un milione e 400. 000 occupati e 60 miliardi di euro di valore aggiunto, e cioè la differenza tra il valore dei fattori di produzione e il valore finale del prodotto, quasi il 4% del prodotto interno lordo italiano. Sono questi i numeri della cosiddetta ´Altra economia´ nel nostro Paese, e cioè della galassia di imprese e delle organizzazioni no-profit (con entrate annuali sopra i 50 mila euro) operanti nei comparti dell´agricoltura biologica e del commercio equo e solidale, della finanza etica e delle energie rinnovabili. Senza dimenticare il riuso e riciclo dei materiali e il settore del ´software libero´. Realtà diverse tra loro, ma con diversi fattori in comune, a cominciare dall´investimento del ´surplus´ aziendale nell´impresa stessa. A scattare questa ´fotografia´ del settore è il ´Primo rapporto nazionale sull´Altra Economia´, realizzato da Obi One Coop sulla base dell´incrocio di diversi dati statistici ufficiali, e presentato il 17 settembre nell´ambito della ´Festa dell´Altra Economia´, apertasi presso la ´Città dell´Altra Economia´ nell´ex-Mattatoio di Roma, e organizzata dall´assessorato al Bilancio e alla Programmazione economico e finanziaria e Partecipazione della Regione Lazio. Secondo il rapporto, l´´altra economia´ conta quindi il 6% degli occupati complessivi dell´economia nazionale (e quasi 700 mila volontari). Tra le imprese dell´altra economia, spiccano i numeri di quelle che operano nel riuso e riciclo, circa 65. 000 in tutto il Paese, con un valore aggiunto di 23 miliardi di euro annui e 546. 000 occupati. Il riuso e riciclo dei materiali non è solo quello del piccolo artigiano o della filiera corta. Esiste un fondamentale sistema industriale del riciclo e riuso che coinvolge soprattutto quattro prodotti: il legno, il vetro, la carta, i metalli. Secondo il Conai (Consorzio nazionale imballaggi), oltre il 60% della produzione nazionale di acciaio è realizzata con l´impiego di rottami di ferro, circa il 75% della produzione nazionale di alluminio è garantita dall´utilizzo di rottami, il 70% della produzione nazionale di agglomerati lignei viene ottenuta da truciolare, il 55% della produzione cartaria nazionale assicurata dall´utilizzo di carta e cartone da macero. Nell´ambito per eccellenza dell´ ´altra economia´, il commercio equo solidale, il rapporto segnala circa 170 operatori, 1. 300 occupati, più di 800 volontari, con un prodotto interno lordo pari a 11 milioni di euro. E, nell´agricoltura biologica, altro comparto sempre più ´trendy´, sono quasi 50 mila le aziende operanti, tra produzione, trasformazione, grande e piccola distribuzione, con un prodotto interno lordo a prezzi correnti di circa 1,3 miliardi di euro e poco più di 190 mila addetti. Anche nell´ambito della finanza etica e del credito cooperativo i numeri che emergono dal rapporto sono positivi. Le dimensioni della finanza etica, ricavate direttamente dai bilanci delle organizzazioni che ne fanno parte, sono circa 60 soggetti operanti, 300 volontari e 230 addetti per un valore aggiunto complessivo intorno agli 11 milioni di euro. I dati del credito cooperativo, tratti invece dal bilancio sociale della federazione delle omonime banche, parlano di 430 aziende (banche), poco meno di trenta mila addetti, quasi 5 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto. E non potevano mancare, nel rapporto, i dati sul comparto più ´in voga´ nel momento, le energie rinnovabili. Secondo il rapporto, che cita la principale fonte sulla materia e cioè il rapporto del Gestore dei servizi elettrici (Gse, ultimo anno disponibile 2008), l´insieme delle fonti rinnovabili in Italia incide per il 17,1% sul consumo interno lordo di energia elettrica. Con 360 imprese che operano nella produzione e distribuzione di energie alternative, che producono 2,4 miliardi di euro di valore aggiunto e occupano circa 11 mila persone. Nel comparto del ´software libero´, a fine 2008 erano quasi 6 mila le imprese del comparto, con circa 27 mila addetti, producendo un valore aggiunto pari a circa 1,4 miliardi di euro. Il rapporto analizza quelle che vengono definite le ´luci´ e le ´ombre´ nelle relazioni pubblico-privato , a partire dalla consapevolezza del fondamentale ruolo che la pubblica amministrazione può giocare (e spesso infatti gioca) per lo sviluppo dei segmenti più innovativi dell´economia, in particolare quando questi si connotino per la produzione di esternalità positive per la società e l´ambiente. Dal campo delle attività energetiche a quello del riuso e riciclo dei materiali, dallo sviluppo del software libero alla promozione dell´agricoltura biologica, sono tanti i casi, secondo il rapporto, in cui il coinvolgimento degli enti pubblici (spesso locali, raramente regionali e ancor meno nazionali) ha dato una spinta cruciale a tali attività. Tra le principali iniziative legislative messe in atto da alcune regioni italiane a proposito di attività di altra economia, spiccano quelle del Lazio, che ospita la ´Festa dell´Altra Economia´. La Giunta Regionale ha, infatti, messo in campo le prime norme in tema di altra economia del 2005, il Fondo per il microcredito, le norme in tema di agricoltura biologica e di software libero, ma soprattutto il passaggio fondamentale della legge regionale del 17 luglio 2009 dal titolo ´Disposizioni per la diffusione dell´altra economia nel Lazio´. E cioè la prima legge completa sull´altra economia in genere, in Italia, che definisce il settore, norma possibili azioni per il suo sostegno e la diffusione, e stanzia dei primi fondi per iniziare il lavoro. .  
   
   
FAVORIRE L’INNOVAZIONE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE. LE BUONE PRATICHE VENETE IN UN PROGETTO EUROPEO CON 2 MILIONI DI EURO”  
 
Venezia, 21 settembre 2009 - Favorire l’innovazione delle piccole e delle medie imprese e soprattutto sostenere la nascita di nuove aziende sono temi che la Regione del Veneto considera centrali nella programmazione e negli schemi di finanziamento. A livello europeo è il programma triennale Mini Europe che si occupa di diffondere e di condividere le buone pratiche. L’iniziativa europea vede la partecipazione della regione di Flevoland (Olanda), del distretto di Tameside (Gran Bretagna), della regione di Észak-alföld (Ungheria), del distretto di Maramures (Romania), della regione dello Västernorrland (Svezia), della città di Valencia (Spagna), della Grecia occidentale e della Regione del Veneto. Per capire che strategie adottare in una congiuntura economica e finanziaria così complessa a livello globale, l’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor, ha riunito il 17 e 18 settembre a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, a Venezia, i partner europei. “Il budget complessivo - spiega l’assessore - è di due milioni di euro con una partecipazione della Regione del Veneto di circa 250 mila euro. ” Tutte le aree coinvolte sono accomunate da una forte vocazione imprenditoriale del territorio e detengono un’esperienza significativa nello sviluppo di politiche a favore delle piccole e delle medie imprese: proprio per valorizzare la comune attitudine è stato preparato e condiviso un catalogo delle buone pratiche. “Si tratta di un’iniziativa importante - ricorda Vendemiano Sartor - che vede ancora una volta il Veneto impegnato in prima linea come modello d’avanguardia per avere già messo a disposizione delle aziende strumenti evoluti per l’innovazione come le collaborazioni di rete e gli strumenti di ingegneria finanziaria. ” Il confronto e la collaborazione con i partner europei potrà adesso accelerare lo sviluppo e stimolare il cambiamento a beneficio di imprese e di imprenditori. .  
   
   
OGGI VALMARECCHIA, MUZZARELLI INCONTRA A ROMA IL COMMISSARIO DI GOVERNO CHE SOVRAINTENDERÀ AL PASSAGGIO DEI SETTE COMUNI DALLE MARCHE ALL´EMILIA-ROMAGNA.  
 
Roma, 21 settembre 2009 - «Piena collaborazione della Regione al Commissario di Governo per il rispetto dei tempi previsti e della modalità del passaggio dei Comuni dell’Alta Valmarecchia dalle Marche all’Emilia-romagna». È quanto sottolineato dall’assessore regionale alla Programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli, al termine dell’incontro a Roma con il Prefetto Rosaria Cicala, Commissario scelto dal Ministero dell’Interno per sovraintendere al passaggio dei Sette Comuni della Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’agata Feltria e Talamello) dalla Provincia di Pesaro alla Provincia di Rimini . «In questo primo incontro – ha aggiunto l’assessore Muzzarelli - ho illustrato i dettagli relativi al percorso già avviato dalla Giunta regionale. Con il Prefetto abbiamo convenuto sull’importanza di un lavoro condiviso teso ad assicurare la continuità dei servizi ai cittadini interessati dal passaggio». Inoltre, «la Regione - ha concluso Muzzarelli - metterà a disposizione i propri uffici per la massima collaborazione reciproca, in vista di un approfondimento diretto del Commissario, che inizierà già nei prossimi giorni». Lunedì 21 settembre, alle ore 17, si terrà a Bologna il primo incontro tra la Regione Emilia-romagna e i sette Comuni della Valmarecchia per fare con loro il punto della situazione e valutare diversi aspetti organizzativi e pratici legati alle procedure di transizione. Prenderanno parte all’incontro anche la Provincia di Rimini e la Comunità montana dell’Alta Valmarecchia. .  
   
   
ALLARME OCSE; PROVVEDIMENTI GIUNTA ABRUZZESE INVESTIAMO ANCHE SU CAPITALE UMANO  
 
L´aquila, 21 settembre 2009 - "Lo stato di salute dell´economia abruzzese è in leggera ma certa ripresa. Dati ufficiali supportano la mia certezza: il rapporto Cresa che ha definito l´Abruzzo in lieve miglioramento nella produzione e nella crescita del lavoro; la ricerca Manpower sul quarto trimestre del 2009 che asserisce leggermente ottimistiche le previsioni sull´occupazione; l´imminente approvazione della legge regionale sui Confidi tra consorzi,l´approvazione della legge sull´artigianato, il pacchetto anticrisi che per 6 milioni e mezzo di euro rimodula i debiti a breve delle Pmi, il cui bando uscirà al massimo entro i primi di ottobre". Alfredo Castiglione, assessore allo Sviluppo Economico, lancia un messaggio positivo e affievolisce i toni pessimistici dei dati Ocse che confermano "per l´Italia, Francia e Germania il peggio deve ancora arrivare", e dichiarano entro il 2010 un 10 % in più di disoccupati, con un peggioramento per il Mezzogiorno. "L´abruzzo - aggiunge l´assessore - è regione equilibrata e policentrica, anche se ancora legata a singole realtà territoriali. Questi segnali di ripresa vanno visti come una certa fiducia che si inizia ad avere verso la classe dirigente abruzzese". Castiglione non nega le difficoltà oggettive specie in merito alle piccole aziende: " non sarà un autunno semplice, le più esposte saranno le imprese del terziario e quelle più piccole, ecco perchè l´azione del Governo Regionale si sta indirizzando verso la stesura di leggi che creino comunque le condizioni per agevolare la ripresa delle P. Mi. I. , ci sarà anche attenzione particolare verso i cassintegrati che incontrano difficoltà per la liquidazione delle loro competenze, visti i tempi biblici della burocrazia e dell´Inps. A tal proposito stiamo chiudendo accordi con alcuni istituti bancari. Ci auguriamo che aumentino anche i consumi per rinnescare un processo di autoalimentazione del sistema economico". L´assessore indica come antidoto alla disoccupazione anche le giovani generazioni e l´intero capitale umano: "non intendiamo portare avanti solo provvedimenti legislativi finalizzati ad incrementare investimenti in capannoni e macchinari, seppur essenziali, ma investire sul capitale umano, avere fiducia nel talento delle nuove generazioni di imprenditori e lavoratori". Una riflessione poi sul ruolo della Pubblica Amministrazione: "L´abruzzo che immagino è quello di un compagno di viaggio con cui condividere responsabilità, progetti, obiettivi, per realizzare le proprie aspirazioni dove la pubblica amministrazione non deve essere un vincolo o rallentare lo sviluppo". .  
   
   
L’OCSE HA INDICATO LA CALABRIA COME UNA DELLE TRE REGIONI CON LE MIGLIORI ESPERIENZE DI SVILUPPO RURALE  
 
Reggio Calabria, 21settembre 2009 - Anche l´Ocse promuove la programmazione calabrese. L´organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che persegue obiettivi di integrazione finanziaria fra i maggiori paesi occidentali, infatti, ha indicato la Calabria come una delle tre regioni con le migliori esperienze di sviluppo rurale, insieme al Veneto e all´Emilia Romagna. “La Calabria, anche se la meno sviluppata tra le Regioni italiane in termini di Pil, - si legge nel rapporto Ocse – dimostra una buona percezione della dimensione rurale nei suoi strumenti di programmazione, specialmente nel Programma Operativo Regionale Fesr”. Il rapporto dell´Ocse dedicato all´Italia è stato presentato a Roma lo scorso 11 settembre. Obiettivo dell´incontro, presentare i risultati dello studio condotto dall´organizzazione internazionale sulle problematiche e le potenzialità delle ruralità in Italia, illustrando in particolare l´analisi approfondita nelle tre regioni che appaiono come rappresentative della diversità del rurale italiano. Fra queste regioni, la Calabria appunto che “ha contribuito notevolmente al processo di rinnovamento rurale – dice il rapporto Ocse – con strumenti innovativi”. Particolarmente significativa, secondo l’organizzazione, è la capacità della Regione Calabria di attuare politiche di sviluppo dal basso: “La Calabria – si legge ancora a pagina 114 del rapporto – si distingue per essere la Regione italiana più avanzata nell’adottare un modello di sviluppo integrato dal basso che comprende tutti gli aspetti fondamentali della ruralità: concentrazione territoriale, integrazione di misure differenti e concertazione con partenariati a livello locale”. L´ocse infine indica anche le esperienze più significative citando il Progetto Integrato di Filiera della Valle del Buon Amico e del Gall Valle del Crati. “La rilevanza di queste iniziative – secondo l´organizzazione – va oltre al semplice impatto che esse hanno sul Pil. Esse hanno la capacità di creare sviluppo e non soltanto crescita economica”. .  
   
   
REGIONE TOSCANA E COMUNI D´ITALIA INSIEME, PER INNOVARE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E AVVICINARLA A CITTADINI E IMPRESE. IN TOSCANA NASCERÀ UN CENTRO DI FORMAZIONE PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
Firenze, 21 settembre 2009 - In tempi dove molto oramai si fa sul web (o comunque con il computer) la semplificazione amministrativa e una burocrazia meno ostica passano sempre di più dalle procedure informatiche. Le nuove tecnologie possono aiutare cittadini e imprese a pagare i tributi, inoltrare una domanda od ottenere un certificato in modo più veloce e con minori vincoli. E un´amministrazione pubblica più snella rende i territori più attraenti e competitivi. Ma software e piattaforme devono poter dialogare tra loro: devono potersi scambiare i dati e magari migliorarsi potendo riutilizzare pezzi di software prodotti da altri. Con questo spirito la Regione Toscana ha firmato il 17 settembre a Roma con l´Anci nazionale, l´associazione dei comuni d´Italia, un´intesa di tre anni per rendere più diffusi e praticati i diversi processi di standardizzazione per l´interoperabilità applicativa e il riuso. A firmare l´accordo sono stati il presidente della Toscana Claudio Martini e il presidente dell´Anci e sindaco di Torino Sergio Chiamparino. L´accordo prevede, tra l´altro, la realizzazione in Toscana di un centro di formazione direzionale e tecnica sull´innovazione nella pubblica amministrazione. «Si tratta – sottolinea Chiamparino - di una iniziativa importante per l’innovazione e l´efficacia amministrativa nei Comuni; un accordo che prevede lo sviluppo di sinergie a livello locale e non solo, utilizzando anche le ´buone pratiche´ sviluppate in Toscana come laboratorio di servizi in cooperazione applicativa da diffondere su tutto il territorio nazionale». «La Toscana ha investito molto sulla semplifi cazione e sulle nuove tecnologie - ricorda il presidente Martini - Abbiamo approvato in Consiglio regionale pochi mesi fa una legge sulla semplificazione ed è già al lavoro un tavolo tecnico che sta studiando come ridurre, entro il 2010, del 25 per cento gli oneri burocratici di cittadini e imprese». .  
   
   
MATERA: APPROVATO REGOLAMENTO SU ACCESSO AL CREDITO PER PMI  
 
Matera, 21 settembre 2009 - La scorsa settimana la Giunta della Camera di Commercio di Matera ha approvato il regolamento relativo all’accesso al credito che permetterà alle piccole e medie imprese operanti sul territorio della nostra provincia di ottenere l’abbattimento fino a due punti percentuali sul tasso di interesse per prestiti. E’quanto riferisce una nota congiunta della Direzione Cofidi di Potenza e della Direzione provinciale della Confesercenti di Matera. I finanziamenti dovranno essere richiesti al sistema bancario nel periodo 1 ottobre/31 dicembre 2009 per il tramite dei Cofidi, e pertanto la Confesercenti di Matera, grazie alla disponibilità del Cofidi Basilicata, ha inteso offrire ogni giovedì pomeriggio, a partire dalla prossima settimana presso la sede di Via De Amicis n. 54, consulenza gratuita ed assistita da un funzionario di Cofidi per ottenere informazioni necessarie alla presentazione di istanze di finanziamento usufruendo di quanto previsto nella delibera camerale. “Si tratta - si legge nella nota - di una ghiotta opportunità per le imprese fornita finalmente anche dalla camera di commercio di Matera e che auspichiamo vada a regime per gli anni a venire”. .  
   
   
LAZIO: REDDITO MINIMO GARANTITO: GIÀ OLTRE 10MILA DOMANDE PRESENTATE  
 
Roma, 21 settembre 2009 - "A poco più di due settimane dall´apertura dei termini per l´invio delle domande per l´accesso al reddito minimo garantito della regione Lazio, le domande hanno già superato quota diecimila". Lo annuncia Alessandra Tibaldi, assessora al Lavoro, alle Pari Opportunità ed alle Politiche Giovanili della Regione Lazio. "Abbiamo fatto, insieme alle Poste - dice Tibaldi - una prima stima delle domande presentate ai Comuni capofila e ai Distretti sociosanitari e abbiamo contato appunto oltre 10. 000 domande e mancano ancora due settimane alla chiusura dei termini che ricordiamo scadono il 30 settembre". Una cifra, che secondo l´assessora al Lavoro del Lazio, "ci appare purtroppo interna a una stima del fabbisogno che sembra essere molto più grande". "Attraverso i servizi per l´impiego - chiarisce Tibaldi - abbiamo infatti stimato che la platea dei possibili beneficiari del sostegno al reddito risulta composta da circa 75. 000 persone". La legge sul reddito minimo garantito varata dalla regione Lazio, la prima del genere in Italia e avente carattere sperimentale, prevede l´erogazione di 583 euro mensili, oltre all´eventuale fornitura di prestazioni indirette gratuite e agevolazioni tariffarie da parte dei comuni, ad esempio nei settori del trasporto pubblico, delle attività culturali, ricreative e sportive, dei pubblici servizi e dei libri di testo scolastico. Per quest´anno le domande possono essere presentate esclusivamente da persone che hanno i seguenti requisiti: età compresa tra i 30 e i 44 anni; residenza nella regione da almeno 24 mesi al momento della presentazione della domanda; iscrizione ai centri per l´impiego come inoccupati (ovvero alla ricerca di una prima occupazione) o disoccupati-precariamente occupati. Per queste categorie, occorre rientrare nel cosiddetto stato di disoccupazione che si mantiene anche se si è occupati (compresi i contratti di tipo subordinato) quando il reddito annuo percepito è inferiore all´importo fiscale non soggetto all´imponibile Irpef (8. 000 euro). Inoltre il reddito personale imponibile non deve essere superiore a 8. 000 euro nell´anno precedente e non bisogna aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico. Sono attribuiti punteggi ulteriori per i carichi familiari, per le donne, per i disabili, per i soggetti in emergenza abitativa e per i disoccupati di lungo periodo con oltre 24 mesi di iscrizione ai centri per l´impiego. Dalle parole dell´assessora si delinea chiaramente il percorso del reddito minimo garantito. "Chi risulterà idoneo nella graduatoria verrà preso in carico dai Centri per l´Impiego della sua provincia di residenza. Questo significherà accedere a un percorso che partendo dalla valutazione delle competenze, si snoderà attraverso momenti formativi, e speriamo si concluda con un inserimento lavorativo che soddisfi le aspettative del lavoratore". Tibaldi ricorda "il grande sforzo fatto dalla Regione Lazio per applicare un diritto al reddito minimo garantito, in un Paese come l´Italia, che è rimasto l´unico Paese in Europa a non prevedere alcun strumento di reddito come sostegno universale". E ricorda le cifre impegnate dalla Regione: "135 milioni di euro - dice Tibaldi - per il periodo 2009-2011, dei quali 60 per il periodo novembre 2009-novembre 2010". "Ma quello che servirebbe veramente -conclude- è una riforma profonda del sistema degli ammortizzatori sociali". .  
   
   
EXPO. FORMIGONI: DA REGIONE LOMBARDIA GIA´ 3,1 MLN, PIU´ DEL DOVUTO  
 
Milano, 21 settembre 2009 - Dopo le dichiarazioni del 18 settembre sull´impegno finanziario dei soci nella gestione di Expo 2015 spa, nello stesso pomeriggio il presidente Roberto Formigoni ha precisato che "Regione Lombardia ha già fatto tutti gli stanziamenti richiesti e anche di più". Infatti, a un primo versamento per l´avvio della società di 1. 100. 000 euro, quando - a parità di quota - sarebbero bastati 900. 000 euro (la Regione detiene infatti una quota pari al 20% della società Expo 2015 spa), ha fatto seguito una ricapitalizzazione per 2 milioni di euro già interamente versata. "E comunque - conclude Formigoni - non c´è nessun motivo di polemica perchè ognuno sta facendo la sua parte". .  
   
   
VIAREGGIO: NUOVE AGEVOLAZIONI PER LE IMPRESE COLPITE POTRANNO CONTARE SU UN CONTRIBUTO DI 10 MILA EURO PER I COSTI DI TRASLOCO  
 
Viareggio, 21 settembre 2009 - Gli imprenditori e i professionisti viareggini le cui attività sono state danneggiate dall´esplosione del 29 giugno scorso, potranno contare sul rimborso del 100% delle spese sostenute per traslocare, fino ad un importo massimo di 10. 000 euro. Lo prevede la nuova ordinanza firmata il 17 settembre mattina dal Commissario delegato al superamento dell´emergenza, Claudio Martini, che si aggiunge a quella emessa il 25 agosto scorso. «Abbiamo deciso di accogliere – spiega il Commissario - una delle richieste avanzate durante l´incontro del 9 settembre scorso dagli imprenditori e dai professionisti viareggini danneggiati. Si tratta di un contributo al pagamento dei costi che hanno dovuto sostenere per spostare altrove le loro attività, per l´allacciamento delle utenze e per l´allestimento dei nuovi locali. Avevamo la possibilità di farlo e l´abbiamo fatto volentieri. Per le altre richieste che non dipendono interamente dai miei uffici, come quella relativa alla sospensione del pagamento delle rate di mutui e leasing, dovranno avere un po´ più di pazienza, ma confermo che è mia intenzione coinvolgere gli istituti di credito interessati, per cercare una soluzione anche a questo problema». A questo fine gli imprenditori dovranno segnalare quali sono gli istituti di credito dai quali hanno ottenuto eventuali finanziamenti. L´ordinanza firmata oggi si aggiunge a quella del 25 agosto scorso, con la quale il Commissario disponeva i primi interventi a favore delle attività produttive danneggiate. Vi si stabiliva che è possibile concedere fino ad un massimo di 366. 000 euro per ogni impresa o attività colpita: fino a 200. 000 euro per acquisto di nuove attrezzature in sostituzione di quelle danneggiate, 1. 000 euro per ciascuna mensilità di affitto, fino al dicembre prossimo, e un massimo di 100. 000 euro per l´acquisto di nuovi mezzi aziendali. Con l´ordinanza di oggi la cifra complessiva massima su cui imprenditori e professionisti viareggini possono contare sale dunque a 376. 000 euro. .  
   
   
UNO STUDIO SULLE COOPERATIVE SOCIALI IN TRENTINO – ANNO 2005  
 
Trento, 21 settembre 2009 - Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento ha pubblicato il fascicolo della collana Comunicazioni “Le cooperative sociali in Trentino - Anno 2005”, che analizza alcuni aspetti delle fondazioni trentine attive al 31 dicembre 2005 risultanti dall’ultima rilevazione nazionale svolta dall’Istat. La situazione trentina viene confrontata con il contesto nazionale e con quanto rilevato sul territorio provinciale nelle due precedenti indagini svolte nel 2001 e nel 2003. Alla fine del 2005 le cooperative sociali in attività sul territorio provinciale sono 79 (10 in più rispetto al 2001) con un rapporto di 15,7 cooperative ogni 100. 000 abitanti contro una media nazionale del 12,5 e del 13,2 per l’area del Nord-est. Come rilevato a livello nazionale si conferma la preponderanza delle cooperative che hanno come obiettivo l’erogazione di servizi socio-assistenziali, socio-sanitari o educativi, che rappresentano il 68,4% del totale. Le restanti sono cooperative di inserimento lavorativo, mentre nessun soggetto di tipo misto è presente sul territorio provinciale. In Trentino il fenomeno è presente da anni; infatti il 25,3% delle cooperative sociali è attivo da prima del 1986 (sono il 14% a livello italiano e il 18% nel Nord-est) e mantiene la propensione ad aderire a federazioni e/o a consorzi. A livello locale la base societaria è parimenti caratterizzata da unità con prevalenza di soci persone fisiche (48,1%) e unità con una situazione mista composta sia da soci persone fisiche che giuridiche (46,8%), mentre nel resto d’Italia la prevalenza è costituita da soci persone fisiche. Nel corso degli anni i soci di sesso femminile sono sempre stati la maggioranza (poco meno del 60% della base societaria con diritto di voto), anche se nelle altre ripartizioni geografiche si registrano quote più elevate. Tra le risorse umane che operano all’interno delle cooperative sociali, due persone su tre sono dipendenti che svolgono la propria attività principalmente con modalità di lavoro part-time (51,8%), e una su quattro presta lavoro volontario. Sotto il profilo delle risorse finanziarie, l’analisi evidenzia il peso ricoperto dai ricavi di fonte pubblica che raggiungono circa il 72% delle entrate, collocando il Trentino sopra la media nazionale (69%). Sul fronte delle spese resta prioritaria la spesa per il personale che dal 2001 al 2005 passa dal 56,9% al 64,4% dei costi di produzione. L’attività svolta si concentra soprattutto sull’assistenza sociale (con un’incidenza del 45,6% contro il 35% nazionale) e sull’istruzione (17,7% contro il 12,4% nazionale). Le cooperative sociali che hanno come obiettivo l’erogazione di servizi socio-assistenziali, socio-sanitari o educativi offrono principalmente due categorie di servizi: una rappresentata da varie forme di aiuto e supporto alle persone in stato di bisogno (soprattutto anziani e non completamente autosufficienti) e l’altra espressa da servizi ricreativi e di socializzazione. Il centro diurno risulta, nel complesso, il luogo più condiviso dalle cooperative nell’erogazione dei servizi. La quota maggiormente rilevante è quella degli utenti senza specifici disagi (29,5% nell’area trentina contro il 26,8% nazionale), seguono i minori (22,4% degli utenti contro il 28,7% della media nazionale) e le persone diversamente abili (16,5% contro il 3,7% a livello nazionale). La pubblicazione è disponibile sul sito del Servizio Statistica della P. A. T. All’indirizzo: www. Statistica. Provincia. Tn. It .  
   
   
PROGETTO BASILICATA INNOVAZIONE, AVVISO SELEZIONE 26 UNITÀ  
 
Potenza, 21 settembre 2009 - Innovation Factory Scarl, società in house del Consorzio per l’Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste rende noto che e’ indetto un avviso di selezione pubblica per la ricerca e selezione di 26 unità di personale in vari profili professionali per il Progetto Basilicata Innovazione. Basilicata Innovazione è un’iniziativa della Regione Basilicata e di Area Science Park che, realizzata congiuntamente da Area ed Innovation Factory, ha l’obiettivo per il prossimo triennio di creare sul Territorio una struttura stabile dedicata ad offrire servizi e strumenti a sostegno dello sviluppo economico del territorio basato sull’innovazione e il trasferimento tecnologico. I candidati interessati dovranno produrre la domanda di partecipazione utilizzando esclusivamente il form on-line disponibile sul sito internet www. Csselezioni. It ed entro il termine perentorio del 6 ottobre 2009. La versione integrale dell’ avviso di selezione è disponibile sui seguenti siti: www. Area. Trieste. It – www. Innovationfactory. It – www. Csselezioni. It .  
   
   
CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA PER 96 IMPRESE TRENTINE 528 I LAVORATORI COINVOLTI, 271.754 LE ORE AUTORIZZATE  
 
Trento, 21 settembre 2009 - Sono 96 le imprese trentine, per complessivi 528 lavoratori, per le quali è stata finora autorizzata la cassa integrazione in deroga. Le ore di Cig autorizzate sono 271. 754, corrispondenti ad una spesa di 2. 600. 000 euro. Lo comunica, nell´ultimo suo aggiornamento sullo stato di avanzamento delle azioni straordinarie per l´occupazione varate dalla Provincia autonoma di Trento, l´Agenzia del Lavoro. Delle 96 imprese beneficiarie, 73 sono artigiane, 6 industriali, 17 del terziario. Le domande per accedere alla Cig in deroga finora presentate (il dato è aggiornato a mercoledì 16 settembre 2009) ad Agenzia del Lavoro sono 105 per un totale di 563 lavoratori coinvolti. In allegato il prospetto analitico. .  
   
   
TRENTO: FONDO OLIVI: 5652 LE UNITÀ LAVORATIVE COINVOLTE AMMESSE LE AZIENDE CON OLTRE 50 DIPENDENTI IN SEDI LOCALI  
 
 Trento, 21 settembre 2009 - Approvata il 18 settembre dalla Giunta provinciale, su proposta dell´assessore all´industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi, una modifica alla disciplina del "Contributo straordinario per progetti di riorganizzazione aziendale, finalizzati alla stabilizzazione dei livelli occupazionali di medie e grandi imprese". Potranno beneficiare del contributo straordinario anche le imprese con sede legale o principale al di fuori del territorio provinciale, purché abbiano un numero di dipendenti occupati in provincia di Trento corrispondente a 50 unità lavorative annue. Il contributo straordinario previsto dal cosiddetto "Fondo Olivi", volto al sostegno delle medie e grandi imprese che, di fronte alla crisi, optano nell´ambito dei propri processi di riorganizzazione aziendale per il mantenimento dei livelli occupazionali, rinunciando cioè ai licenziamenti, è stato introdotto dalla Legge finanziaria di assestamento 2009 e già regolamentato da una precedente delibera della Giunta del 17 aprile di quest´anno. Con la modifica apportata, potranno beneficiare del contributo anche le imprese iscritte nel Registro delle imprese di altre province, purché le stesse abbiano almeno 50 unità lavorative annue (unità a tempo pieno occupate per l’intero anno oppure ad esse rapportate nel caso di part-time e periodi di occupazione inferiori all’anno) occupate negli stabilimenti trentini. Devono sussistere i requisiti generali già previsti dalla disciplina e, in particolare, il riscontro di un calo del valore della produzione in misura pari almeno al 10% e la stipula di un accordo sindacale che preveda il mantenimento di determinati livelli occupazionali attraverso l’attuazione di un progetto di riorganizzazione aziendale. L’intervento, che si rivolge alle imprese di maggiori dimensioni per incoraggiarle a salvaguardare i posti di lavoro sul territorio provinciale, nonostante i cali di produzione e di fatturato e le difficoltà finanziarie in atto, ha visto ad oggi la presentazione di 44 domande. Le imprese si sono impegnate a stabilizzare, quasi tutte per il periodo massimo di due anni previsto dalla disciplina, un numero complessivo di dipendenti pari a 5. 652 unità lavorative annue, per un ammontare complessivo di contributo superiore a 9,8 milioni di euro. Invariati i termini: le domande vanno presentate a Confidimpresa Trentino entro il 31 ottobre 2009. .  
   
   
INPS BASILICATA: VENDUTI OLTRE DUE MILIONI DI BUONI LAVORO  
 
Potenza, 21 settembre 2009 - Più di due milioni di buoni lavoro sono stati venduti fino a metà settembre: nell’ultimo mese e mezzo ne sono stati utilizzati quasi 600mila. Aumenta la propensione a utilizzare questo strumento che si prefigge di introdurre flessibilità e trasparenza nella remunerazione dei lavori occasionali di tipo accessorio. “Un successo che ci sta facendo lavorare per allargare la rete di distribuzione del prodotto – commenta il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua – il “voucher” deve diventare un servizio utilizzabile con facilità e reperibile ovunque. Le tabaccherie possono diventare un primo nuovo snodo distributivo e i contatti sono già in corso”. “La campagna pubblicitaria di questa estate, condotta di concerto da Inps e Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali – aggiunge Mastrapasqua – ha fatto capire che si aprono nuove opportunità sul fronte del lavoro occasionale per i giovani, i pensionati, le donne e i cassintegrati. Dobbiamo facilitare il ricorso al nuovo strumento”. Il datore di lavoro può acquistare dei voucher telematici (sul sito www. Inps. It o attraverso il numero gratuito Inps-inail 803164) il cui corrispettivo sarà accredidato al lavoratore su una carta magnetica e potrà essere riscosso presso gli uffici postali o presso gli sportelli bancomat. Il datore di lavoro può inoltre acquistare (anche per il tramite delle Associazioni di categoria) voucher cartacei (stampati in modalità anticontraffazione) presso gli uffici provinciali Inps o in quelli postali. Il lavoratore potrà incassarli presso qualunque ufficio postale. Attraverso questo meccanismo sarà poi possibile accreditare a ciascun lavoratore i contributi relativi alla prestazione svolta. .  
   
   
LOMBARDIA: ASILI NIDO, 18 MILIONI PER 2.000 NUOVI POSTI FORMIGONI: AIUTO ALLE FAMIGLIE E ALLE MADRI CHE LAVORANO BOSCAGLI: RISPONDIAMO A UNA RICHIESTA IN CONTINUO AUMENTO  
 
 Milano, 21 settembre 2009 - La Regione Lombardia destina 18 milioni di euro alla realizzazione di nuovi asili nido e micronidi, anche aziendali, e all´ampliamento di quelli esistenti, a beneficio dei bambini da 0 a 36 mesi. Il bando per l´assegnazione di questi contributi, che sono a fondo perduto, verrà ora predisposto in base ai criteri che la Giunta regionale ha approvato, su proposta dell´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli. "E´ un ulteriore significativo impegno che la Regione si assume - commenta il presidente Roberto Formigoni - per sostenere la famiglia e per agevolare la conciliazione tra maternità e lavoro, cosa tanto più importante in un momento di difficoltà economica". "Va anche sottolineato - prosegue Formigoni - che questi 18 milioni stanziati per interventi strutturali si aggiungono ai 37 già messi a disposizione dei Comuni per le convenzioni, cioè per l´acquisizione in conto gestione di circa 1. 800 posti". "Si stima - precisa l´assessore Boscagli - che con lo stanziamento di questi 18 milioni si potranno realizzare circa 2. 000 nuovi posti negli asili nido lombardi, posti che dovrebbero essere pronti per la fine del prossimo anno. E´ una risposta concreta alla richiesta, in continuo aumento, di posti in questo tipo di strutture per la prima infanzia che in Lombardia sono già 52. 560: 47. 750 posti negli asilo nido; 2. 441 nei micronidi; 1. 134 nei centri per prima infanzia e 1. 235 nei nidi famiglia". Potranno concorrere al bando per ottenere ai contributi sia soggetti pubblici e sia privati, profit e non profit, in partnership con soggetti pubblici. "Stiamo operando - spiega Boscagli - su diversi fronti per migliorare sia la qualità che la quantità dei servizi socio-educativi per la prima infanzia; oltre all´esigenza di aumentare il numero dei nidi per ridurre le liste d´attesa, avvertiamo infatti anche la necessità di differenziare e qualificare al meglio l´offerta, adeguandola alle esigenze delle famiglie. La famiglia, in una società complessa, ha bisogno di servizi personalizzati e facilmente accessibili". Il contributo che è concesso non solo per la costruzione di nuove strutture ma anche per ampliare e ristrutturare quelle esistenti, purché i lavori siano finalizzati all´aumento dei posti, potrà coprire al massimo fino al 45% del costo dell´intervento ritenuto ammissibile. Nel valutare i progetti e nello stilare la graduatoria si terrà conto: dell´indice di copertura dei posti nido nella zona (la percentuale dei bambini con meno di 36 mesi presenti nella zona in rapporto all´offerta dei posti nelle strutture della stessa zona); del costo dell´opera in rapporto al numero di posti realizzati; dell´entità del autofinanziamento e dell´innovazione tecnologica per il risparmio energetico. .