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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Dicembre 2009
COME POTREBBE ESSERE L´UE 2020. DECIDILO TU! ELABORIAMO INSIEME UNA NUOVA STRATEGIA PER FARE DELL’UE UN MERCATO SOCIALE PIÙ INTELLIGENTE E PIÙ VERDE  
 
Bruxelles, 14 dicembre 2009 - La Commissione ha pubblicato un documento di consultazione su come offrire all’economia europea prospettive più brillanti grazie alla strategia Ue 2020. Come sottolineato negli orientamenti politici del presidente della Commissione José Manuel Barroso, Ue 2020 intende promuovere una crescita più “verde” e socialmente inclusiva partendo dai risultati della strategia di Lisbona. Ue 2020 è principalmente diretta a consolidare la ripresa post-crisi, a scongiurare il rischio futuro di crisi analoghe e a raggiungere tre obiettivi tematici: far sì che la conoscenza sia un fattore di ricchezza, coinvolgere i cittadini in una società partecipativa e creare un’economia competitiva, interconnessa e più verde. Il termine ultimo per inviare i contributi alla consultazione è il 15 gennaio 2010. La Commissione presenterà quindi una proposta dettagliata al Consiglio europeo di primavera. Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: “Ue 2020 è l’azione concertata dell’Ue nel prossimo decennio per sormontare alcune delle sfide economiche più temibili con cui l’Europa si sia mai confrontata. Un’economia ‘intelligente’ è indissociabile da una società ‘saggia’, basata su solidi valori europei. La crescita, la sostenibilità delle finanze pubbliche, la risposta ai cambiamenti climatici, l’inclusione sociale, una base industriale rafforzata e un terziario dinamico non sono alternative, bensì fattori che si rafforzano a vicenda. Nel decennio che ha preceduto il 2008, la disoccupazione in Europa è stata ridotta dal 12% al 7%. Ora abbiamo bisogno di nuove fonti di crescita per sostituire i posti di lavoro persi durante la crisi. Questo documento illustra le nostre proposte per mettere a frutto le potenzialità dell’Europa. Al tempo stesso, possiamo acquistare peso su una scena mondiale globalizzata dimostrando ai nostri partner che l’economia di mercato sociale è quella più efficiente e giusta. Prima di presentare le nostre proposte al Consiglio europeo di primavera, desideriamo ricevere i pareri delle parti interessate sulla strategia Ue 2020. ” La Commissione ritiene che Ue 2020 debba concentrarsi sui settori di seguito indicati e lancia una consultazione su quale sia il modo migliore per conseguire gli obiettivi. Una crescita basata sulla conoscenza come fattore di ricchezza - Occorre potenziare il settore dell’istruzione in Europa, dalla scuola materna all’istruzione superiore, per aumentare la produttività, sostenere le categorie vulnerabili e lottare contro la disuguaglianza e la povertà. C’è ancora molto margine per migliorare le condizioni idonee a favorire l’innovazione e la creatività in Europa, ad esempio modernizzando il sistema Ue di tutela dei diritti di proprietà intellettuale. L’accesso al credito deve essere agevolato, anche mediante fonti di capitale di crescita pubblico-private. L’unione ha bisogno di un’agenda europea del digitale per poter realizzare un vero mercato unico on line che permetta ai consumatori di beneficiare dei prezzi competitivi praticati in altri Stati membri e alle Pmi di penetrare in mercati più vasti. L’accesso a Internet e le competenze informatiche sono sempre più necessari per una piena partecipazione alla vita pubblica. L’“inclusione digitale” rientra nel più vasto concetto di inclusione sociale. Coinvolgere i cittadini in una società partecipativa - La crisi ha cambiato le carte in tavola e ha distrutto definitivamente numerosi posti di lavoro. L’europa non può prosperare se i lavoratori non hanno le competenze necessarie per contribuire a un’economia basata sulla conoscenza e per trarne i relativi vantaggi. Occorre conciliare meglio domanda e offerta promuovendo la mobilità dei lavoratori al di là e all’interno delle frontiere e prevedendo con maggior precisione la futura domanda di competenze. La Commissione è fermamente decisa a portare avanti il programma “flessicurezza” per quanto riguarda non solo la flessibilità di cui devono dar prova i lavoratori, ma anche l’assunzione di maggiori responsabilità da parte dei datori di lavoro e dei governi, che dovrebbero investire nel capitale umano e tutelare i lavoratori: chi non riesce a trovare lavoro deve poter ricevere un sostegno finanziario e un aiuto personalizzato perché possa reinserirsi nel mercato occupazionale. Creare un’economia competitiva, interconnessa e più verde - Per il futuro si prevedono un aumento dei prezzi dell’energia, maggiori restrizioni alle emissioni di carbonio e più competizione per le risorse e i mercati. Questi rischi rappresentano tuttavia altrettante opportunità di creare una “nuova” economia Ue 2020 che goda di un forte vantaggio competitivo a livello globale. Nuove tecnologie più verdi possono stimolare la crescita, creare nuovi posti di lavoro e nuovi servizi e contribuire al conseguimento degli obiettivi dell’Unione in fatto di cambiamenti climatici. Un’europa incapace di adeguarsi al Xxi secolo sarebbe invece condannata al declino. Le politiche adottate a livello europeo e nazionale per promuovere l’ecoinnovazione e prodotti e sistemi efficienti sotto il profilo energetico devono contemplare, fra l’altro, lo scambio delle quote di emissione, la riforma fiscale, le sovvenzioni e i prestiti, gli investimenti e gli appalti pubblici nonché stanziamenti mirati per la ricerca e l’innovazione. L’europa deve disporre quanto prima di infrastrutture di trasporto innovative e di una “rete intelligente” per l’energia, oltre che di una copertura totale della banda larga. L’ue e gli Stati membri devono unire gli sforzi per effettuare gli investimenti strategici giusti affinché due terzi dell’elettricità vengano prodotti in condizioni più sicure e con emissioni di carbonio limitate entro il 2020 o gli anni immediatamente successivi. Il settore manifatturiero rimarrà di fondamentale importanza per il futuro successo economico dell’Ue. Ma l’Europa ha bisogno di una nuova politica industriale che ponga l’accento sulla capacità di innovazione, sulle nuove tecnologie, sulle competenze, sulla promozione dell’imprenditorialità e sull’internazionalizzazione delle Pmi. Occorre affrontare il problema della capacità eccessiva in determinati settori, fornendo sostegno a chi subisce ripercussioni negative. Governance: far funzionare Ue 2020 - La Commissione propone che il Consiglio europeo assuma la guida di Ue 2020, adottando le decisioni fondamentali e fissando gli obiettivi sulla base delle proposte della Commissione. La Commissione si augura che il Parlamento europeo svolga un ruolo molto più incisivo e auspica un forte interesse e coinvolgimento da parte dei parlamenti nazionali. Il documento di consultazione propone che le conclusioni del Consiglio europeo di primavera del 2010 siano alla base dei cosiddetti “orientamenti integrati”, a conferma delle priorità politiche da perseguire attraverso un partenariato fra Ue e Stati membri. I nuovi orientamenti sostituirebbero quelli in vigore dal 2005 nell’ambito della strategia di Lisbona. Per ciascuno di questi obiettivi, gli Stati membri sarebbero invitati a definire obiettivi nazionali per il quinquennio tenendo conto della loro situazione di partenza. La Commissione e il Consiglio europeo valuteranno ogni anno i progressi compiuti a livello europeo e nazionale. Il termine ultimo per inviare i contributi alla consultazione è il 15 gennaio 2010. Le risposte possono essere inviate per e-mail a Eu2020@ec. Europa. Eu. Il testo integrale del documento di consultazione è disponibile all’indirizzo http://ec. Europa. Eu/eu2020. .  
   
   
JEAN-PAUL GAUZÈS: PERCHÈ GLI HEDGE FUNDS SONO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI  
 
Bruxelles, 14 dicembre 2009 - Fra i ´colpevoli´ della crisi finanziaria, abbiamo spesso sentito nominare gli ´hedge funds´. Il Parlamento europeo sta analizzando una direttiva europea che mira a supervisionare il rischio e regolare i gestori dei fondi cosiddetti ´alternativi´. E’ stato chiesto al relatore Jean-paul Gauzès, francese del Ppe, di spiegarci come funzionerà. Onorevole Gauzès, la Commissione europea ha proposto una direttiva per la regolamentazione dei cosiddetti ´fondi d´investimento alternativi´. Ora la parola tocca al Parlamento. Ma di che cosa si tratta? La direttiva riguarda i gestori dei fondi cosiddetti ´alternativi´: gli ´hedge funds´, i fondi immobiliari, i ´private equity funds´. - sono fondi che permettono di finanziare l´economia e di procurare buoni profitti agli investitori. Se tutto va bene. E´ una categoria di fondi che in teoria è aperta solo agli investitori istituzionali, quindi la gente normale come me e come voi non può acquistarli. Ma questo non significa che non ci sia rischio e che non bisogna regolarli. L´idea della direttiva, quindi, è di mettere in moto un meccanismo di supervisione e controllo per i gestori di questi fondi da parte dei regolatori europei e nazionali. Che garantiranno che non ci sono rischi per l´insieme del sistema finanziario. Quale impatto avrà la direttiva sull´economia europea? Tutti questi fondi sono uno strumento di finanziamento dell´economia, per apportare capitale alle imprese che ne hanno bisogno, ma anche che lo meritano. Nella gamma di fondi che andiamo a regolare, ci sono prodotti piuttosto speculativi ma anche fondi investiti in modo sostenibile nell´economia europea. Ma gli ´hedge funds´ sono una categoria particolare, che si basa su operazioni speculative e profitti elevati. Non sono inutili in un sistema finanziario, ma comportano rischi notevoli. Ma questa regolamentazione, non danneggerà le imprese europee? La natura degli investimenti comporta un rischio sistemico, ed è su questo che vogliamo agire. E´ possibile che alcuni investitori e gestori di fondi non potranno più esercitare attività che prima procuravano ampi profitti, ma che erano troppo rischiose per l´insieme dell´economia. Per il resto, la direttiva non ha certo l´obiettivo di distruggere l´industria finanziaria, e nemmeno di incoraggiarla a delocalizzare. Oggi la maggioranza degli amministratori degli ´hedge funds´ è favorevole a una regolamentazione. Il problema è che la vorrebbero molto blanda. Noi cercheremo di tenere un approccio pragmatico. .  
   
   
UE: INTESA REGIONE FVG-GDF PER CONTROLLO FONDI COMUNITARI  
 
Trieste, 14 dicembre 2009 - Un protocollo d´intesa tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ed il Comando regionale della Guardia di Finanza è stato firmato il 10 dicembre dal presidente Renzo Tondo e dal generale di Brigata Gianluigi Miglioli. Finalità del documento, siglato dal presidente Tondo e dal gen. Miglioli alla presenza dell´assessore regionale alle Relazioni internazionali e comunitarie Federica Seganti, è di migliorare l´efficacia complessiva dei controlli in materia di finanziamenti delle politiche strutturali e di coesione dell´Unione europea, agevolando il recupero delle somme per qualsiasi motivo indebitamente incassate da soggetti richiedenti nell´ambito di programmi cofinanziati, nonché di assolvere l´obbligo in capo a ogni Stato membro dell´Unione d´immediata comunicazione alla Commissione delle irregolarità accertate e di favorire ogni opportuna sinergia nell´espletamento delle attività di controllo di rispettiva competenza e di evitare sovrapposizioni e duplicazioni. Come ha messo in evidenza il presidente Tondo, "tale documento conferma ed amplia la leale cooperazione già positivamente consolidata tra Guardia di Finanza e Regione, che ha tutto l´interesse ad incentivare la lotta all´evasione fiscale, a maggior ragione oggi che le entrate regionali derivanti dai gettiti erariali riscossi, a causa della difficile situazione economica in atto, risultano in calo". Gli ha fatto eco il gen. Miglioli: "viene suggellata e potenziata, con l´odierno protocollo, una collaborazione, già proficuamente in atto con la Regione, che consentirà alla Guardia di Finanza di disporre con sistematicità di informazioni basilari per l´attività di controllo, rafforzando il proprio impegno a servizio della collettività, sul fronte del controllo delle spese, a tutela del corretto impiego dei fondi pubblici". In buona sostanza, la Regione metterà a disposizione della Guardia di Finanza le banche dati dei percettori dei finanziamenti comunitari e di tutte le altre operazioni connesse, nonché dei fatti configurabili come violazione delle norme e quanto altro risulti utile all´attività di controllo e recupero di somme indebitamente percepite. La cooperazione tra la Guardia di Finanza e la Regione consentirà, infine, di evitare duplicazioni nell´attività di controllo. Da parte sua la Regione s´impegna anche a sviluppare ogni utile e concreta iniziativa per la messa a disposizione alla Guardia di Finanza di beni e/o servizi necessari per organizzare e realizzare compiutamente le attività operative. .  
   
   
UE: VOLONTARIATO, UNA RISORSA CHE NON HA PREZZO  
 
Bruxelles 14 dicembre 2009 - "A ciascun individuo dovrebbe essere permesso di svolgere attività di volontariato" dice la risoluzione dell´On. Marco Scurria, Pdl, votata alla quasi unanimità durante la seduta plenaria di novembre. L´europa ha stabilito che il 2011 sarà l´Anno europeo delle "attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva". E il Parlamento ha aumentato il budget destinato alle organizzazioni no-profit, per creare una rete trans-europea del volontariato e riconoscere lo statuto dei volontari. Un elemento "fondamentale", che "arricchisce la società civile e rafforza la solidarietà": così la relazione di Marco Scurria (Pdl, Ppe) definisce le attività di volontariato, sottolineando che l´esperienza nel no-profit è un "apprendimento non formale che permette l´acquisizione di capacità e competenze professionali e sociali" e rappresenta una forma importante di partecipazione civica attiva. Per promuovere il volontariato in Europa e dare maggiore certezza giuridica allo status dei volontari, il Parlamento ha proposto di aumentare il budget per l´Anno europeo del volontariato a 10 milioni di euro, contro i 6 proposti inizialmente della Commissione. Grazie al pressing dei deputati, i Governi accorderanno probabilmente 8 milioni. Fondi riservati, ha puntualizzato Mario Mauro (Pdl, Ppe), "non a eventi mondani e conferenze, ma ad iniziative concrete in grado di rendere l´esperienza dell´Anno europeo del volontariato un laboratorio stabile per le associazioni". Un riconoscimento alla galassia del volontariato - Scurria, che è stato presidente di Modavi (Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano) ha spiegato che l´anno europeo potrà rappresentare un "riconoscimento" e un incoraggiamento alle associazioni europee per la "tutela sociale dei volontari, chiamati spesso a esercitare la loro attività in condizioni di estremo pericolo". Ma il volontariato ha anche un valore formativo, contribuendo allo "sviluppo delle risorse umane e alla lotta all´esclusione sociale". Per questo secondo Scurria i richiedenti asilo, i rifugiati e gli immigrati legali potrebbero "avere un ruolo più importante nel mondo del volontariato, specialmente quando non possono lavorare". "Un motore di democrazia"- Mario Mauro, almeno 15 anni al suo attivo nel sostegno e nel riconoscimento del terzo settore in Italia, ex- presidente di Compagnia delle Opere no profit e promotore del Forum del Terzo Settore, definisce il volontariato come un"motore di democrazia". "Nei Paesi non democratici" - spiega - "il volontariato è proibito o fortemente osteggiato. Fare volontariato è l´affermazione della capacità umana di donare, di affermare un ideale più grande di noi e dei nostri interessi". Silvia Costa (Pd, S&d), membro della commissione Cultura del Parlamento, ha ricordato che "Sono circa 100 milioni i cittadini europei impegnati nel volontariato con attività costanti o al servizio di progetti specifici". Ma, come ricorda la risoluzione del Parlamento, l´attività volontaria "non dovrebbe sostituirsi al lavoro retribuito", perché le attività nel no-profit non devono rimpiazzare "le opportunità professionali" ma piuttosto "apportare un valore aggiunto alla società in virtù delle loro finalità sociali e culturali". .  
   
   
SERIE DI WORKSHOP SUGLI ASPETTI LEGATI AL GENERE NELLA RICERCA  
 
Bruxelles, 14 dicembre 2009 - Nel corso dei primi due mesi del 2010, il progetto "Gender in research - toolkit and training" organizzerà una serie di workshop di formazione su come integrare gli aspetti legati al genere nel Settimo programma quadro (7° Pq). Queste sessioni della durata di un giorno sono rivolte a chiunque interessato nel rendere la ricerca più attenta alle differenze di genere, tra cui ricercatori, project manager, Punti di contatto nazionali, valutatori esperti e altri. La sessione fornirà una guida pratica su come la dimensione di genere possa essere integrata nella ricerca e lo farà attraverso esempi chiari dell´importanza dei generi nei progetti del 7° Pq esistenti. Le sessioni di formazione si svolgeranno in varie località in tutta Europa e saranno basate su esempi appartenenti a diversi campi della ricerca. Finora sono state fissate le seguenti date: 18 gennaio 2010, Brno, Repubblica ceca: nanoscienze, materiali e nuovi metodi di produzione e trasporti; 19 gennaio 2010, Praga, Repubblica ceca: trasporti e salute; 9 febbraio 2010, Berlino, Germania: energia e nanoscienza, materiali e nuove tecnologie di prodzuione; 24 febbraio 2010, Zurigo, Svizzera: energia e nanoscienze, materiali e nuove tecnologie di produzione; 26 febbriaio 2010, Bruxelles, Belgio: ambiente e prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie. Fino a ottobre 2010 saranno organizzate altre sessioni di formazione in tutta Europa. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Yellowwindow. Be/genderinresearch/index_calendar. Html .  
   
   
EUROREGIONE SENZA CONFINI: VENETO APPROVA BOZZA STATUTO  
 
Venezia, 14 dicembre 2009 - La giunta regionale del Veneto ha approvato, il 10 dicembre la bozza di Statuto del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect) “Euroregione Senza Confini”, nel testo concordato con i partners Friuli Venezia Giulia e Carinzia nel corso dell’Incontro Trilaterale delle rispettive Giunte che si è tenuto a Venezia lo scorso 17 novembre. La giunta, con lo stesso provvedimento, ha autorizzato anche l’avvio formale del procedimento per ottenere, da parte dello Stato, l’autorizzazione alla partecipazione della Regione del Veneto al Gect “Euroregione Senza Confini”, come previsto dalla legge comunitaria per il 2008, e ha dato mandato al Presidente Giancarlo Galan di compiere tutti gli atti a tal fine richiesti. Ferma restando la necessità dell’approvazione anche della Convenzione istitutiva del Gect – che seguirà a breve, secondo quanto deciso nell’Incontro Trilaterale di Venezia, mediante scambio di note tra le tre Presidenze – giunge, dunque, alle battute finali il lungo cammino intrapreso dal Veneto per la realizzazione del Gect con le Regioni confinanti del Friuli Venezia Giulia e della Carinzia, comunemente indicato con nome di Euroregione “Villa Manin” e ora ufficialmente denominato “Euroregione Senza Confini”. .  
   
   
EURES TRANS TIROLIA PRESENTATO A BRUXELLES  
 
Bolzano, 14 dicembre 2009 - Una delegazione della Ripartizione provinciale Lavoro ha presentato a Bruxelles l´iniziativa Eures Trans Tirolia, la pluriennale forma di cooperazione transfrontaliera sul fronte del mercato del lavoro. Soddisfatta l´assessore provinciale al lavoro Barbara Repetto per il fatto che sia toccato all´Alto Adige presentare in sede europea la forma di cooperazione transfrontaliera nel settore del mercato occupazionale: "È un segno di riconoscimento per l´attività fin qui svolta da Eures Trans Tirolia. " Nel quadro della presentazione a Bruxelles sono stati illustrati gli obiettivi della cooperazione tra tre Regioni, che amplia il mercato di lavoro alla dimensione transfrontaliera. Vengono infatti garantiti il movimento e lo scambio della forza lavoro fra i territori che fanno parte di Eures Transtirolia, vale a dire Alto Adige, Tirolo e Cantone dei Grigioni. Il direttore di Ripartizione Helmuth Sinn, nella sua qualità di presidente di Eures Transtirolia, ha illustrato l´iniziativa davanti a 400 consulenti del servizio mediazione lavoro provenienti da tutti i Paesi europei. "I nostri traguardi - ha sottolineato Sinn - sono quelli di garantire adeguata libertà di movimento dei lavoratori e di superare gli ostacoli esistenti per la mobilità occupazionale, e sono in notevole misura già stati raggiunti. " Al servizio di mediazione lavoro Eures aderiscono, oltre alle amministrazioni del settore lavoro dei Paesi Ue, anche Svizzera, Liechtenstein, Islanda e Norvegia. . .  
   
   
AREE SVANTAGGIATE: APPROVATA A BRUXELLES LA RELAZIONE DI DURNWALDER  
 
Bolzano, 14 dicembre 2009 - La Commissione europea ha reso noto di recente il suo testo di revisione del sostegno alle aree svantaggiate: il 10 dicembre a Bruxelles è toccato al presidente della Provincia Luis Durnwalder, a nome del Comitato delle Regioni, presentare la proposta di parere sul documento Ue, prima della discussione finale. La relazione di Durnwalder è stata approvata dalle Regioni. Il documento della Commissione europea intende rivedere e aggiornare il sostegno agli agricoltori delle zone caratterizzate da svantaggi naturali: prima della sua approvazione sono richiesti i pareri specifici del Parlamento, del Consiglio europeo e del Comitato delle Regioni. A nome di quest´ultimo organismo è stato il presidente Luis Durnwalder ad elaborare la proposta di parere e a presentarla a Bruxelles alla competente Commissione per lo sviluppo sostenibile all´interno del Cdr. Durnwalder aveva giá presentato l´anno scorso in sede Ue una proposta di risoluzione, poi accolta, relativa alle aree di montagna. "L´obiettivo finale è scongiurare lo spopolamento delle aree svantaggiate e per raggiungerlo sono necessarie anche misure di compensazione per gli agricoltori che in tali zone vivono e lavorano. Misure di compensazione per svantaggi dovuti ad handicap naturali o condizioni di produzione avverse", ha ricordato Durnwalder. Interventi che però "non dovranno diventare soltanto un´altra misura agroambientale. " Il nuovo sistema, ha precisato il Presidente, non riguarda tuttavia direttamente le aree di montagna, ma solo le zone cosiddette intermedie, pari a circa il 33% della superficie agricola utilizzata in Europa. Durnwalder chiede al Comitato delle Regioni di appoggiare la proposta della Commissione di delimitare in modo più preciso tali zone, in quanto il sistema di aiuti a sostegno delle zone svantaggiate "è di vitale importanza per contribuire al mantenimento dell´agricoltura. " Nella proposta di parere illustrata alla Commissione interna del Cdr Durnwalder ha ribadito infatti che "l´agricoltura nell´Ue dà lavoro a quasi 30 milioni di persone. La presenza di agricoltori è essenziale per mantenere il tessuto sociale nelle zone rurali, ma anche per preservare l´ambiente ed il paesaggio. " Il Presidente ha ancora ricordato che "tutelare strutture di produzione agricola in tutta l´Ue significa tutelare la capacità dell´Europa di produrre alimenti di alta qualità, sempre più importante poiché i cambiamenti climatici stanno riducendo tale capacità in altre parti del mondo. " La discussione sulla relazione di Durnwalder ha visto l´accoglimento di alcuni emendamenti e l´approvazione della Commissione. Il parere sarà sottoposto a febbraio al plenum del Comitato delle Regioni per l´approvazione definitiva. In aprile è attesa la direttiva Ue. .  
   
   
UE: IL MONDO DELLA AZIENDE SI TINGE DI VERDE GREEN ECONOMY, ITALIA. IDEE, ENERGIA E DINTORNI  
 
Milano, 14 dicembre 2009 - In coincidenza con la Conferenza di Copenhagen sul clima, la Rappresentanza a Milano della Commissione europea e la Fondazione Istud, dopo l’iniziativa dello scorso maggio sulle energie rinnovabili come incentivo alla ripresa economica, propongono un secondo appuntamento chiamato “Green economy, Italia. Idee, Energia e dintorni”, con la partecipazione di esponenti di aziende attive nel settore delle energie rinnovabili e attente a modelli di crescita sostenibili. L’evento sarà a “Impatto Zero” e le emissioni di Co2 generate saranno compensate con la creazione di nuove foreste in Sud America. Al convegno che si terrà Mercoledi 16 dicembre 2009 Ore 9. 45 Presso il Centro svizzero – via Palestro 2 a Milano, parteciperanno Carlo Corazza (Commissione Europea), Stefano Corti (Lifegate), Carlo Montalbetti (Comieco), Sergio Tomasino (Cofely Italia), Sergio Tonfi (Philips), Luciano Zeni (gruppo Acsm), Enrico Albizzati (Pirelli Labs), Andrea Di Stefano (Novamont), Maurizio Ferrario (Ace European Group), Enrico Bruschi (Unendo Energia), Roberto Longo (Aper), Giuseppe Recchi (General Electric) e Francesco Zucchelli (Ibm). Un comportamento, uno stile di vita, ma anche una straordinaria opportunità di creare nuovi posti di lavoro. La Green economy – cioè l’economia “verde”, motore di uno sviluppo sostenibile e sensibile al rispetto dell’ambiente – è ovunque ed è utilizzata nelle sue più diverse declinazioni, anche perché il rapporto di noi tutti rispetto all’ambiente sta cambiando in modo importante e veloce. L’unione Europea si è data per il 2020 obiettivi molto ambiziosi: riduzione delle emissioni di Co2 del 20%, almeno il 20% di produzione dell’energia da fonti rinnovabili (solare, eolica, geotermica), riduzione dei consumi del 20%. L’italia è il secondo Paese importatore di energia al mondo, perché non riesce a produrne a sufficienza per le proprie esigenze. Le fonti rinnovabili – grazie allo sfruttamento del sole, di cui siamo ricchi, ma anche del vento e delle fonti geotermiche – contribuirebbero in modo significativo al riequilibrio della nostra bilancia energetica. Inoltre, l’economia verde non serve solo al minore impatto ambientale: può anche creare nuovi posti di lavoro, rimettendo in moto l’economia. Da qui al 2020, secondo le stime degli economisti, nel settore saranno creati in Europa 2,8 milioni di posti di lavoro. .  
   
   
"MACEDONIA" O "MACEDONIA SETTENTRIONALE"?  
 
Trieste, 14 dicembre 2009 - Nonostante la conferma dell´impegno reciproco per il raggiungimento di una soluzione, le posizioni di Grecia e Macedonia sulla questione del nome macedone restano ancora distanti: questo, secondo la stampa macedone, è in sintesi l´esito del recente incontro tra i primi ministri dei due Paesi, George Papandreou e Nikolas Gruevski. Le due Nazioni continuano a restare sulle rispettive posizioni, e ciò porta al perdurare della situazione di stallo: la Grecia continua a chiedere che la parola "Macedonia" venga usata solo se accompagnata da una chiara specificazione geografica (ad esempio Settentrionale); tale nome dovrebbe essere utilizzato sul piano interno, nei rapporti con la Grecia e con i Paesi che hanno già riconosciuto lo Stato col nome di "Macedonia". Gli appartenenti alla comunità nazionale dovrebbero essere definiti analogamente (macedoni del Nord, settentrionali). I documenti di identità, le denominazioni delle istituzioni, la toponomastica, tuttò ciò che include il nome "Macedonia" dovrebbe venire modificato di conseguenza. La posizione della Macedonia resta invece quella dell´utilizzo del doppio nome: il semplice termine "Macedonia" continuerebbe ad essere utilizzato al proprio interno e nelle comunicazioni con gli altri Stati, mentre l´uso del nome nuovo verrebbe limitato ai soli rapporti con la Grecia. . . .  
   
   
BERLUSCONI: LUNGO APPLAUSO DI SOLIDARIETÀ A FORUM ITALO-INDIANO A NEW DELHI  
 
New Delhi, 14 dicembre 2009 - “Sentimenti di vicinanza e solidarietà” sono stati rivolti al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, aprendo i lavori del Forum economico-imprenditoriale Italia-india, questa mattina a New Delhi. L’espressione augurale è stata accolta da un lunghissimo applauso dei partecipanti, imprenditori italiani e indiani. ´´Desidero portare un saluto al presidente del Consiglio e esprimergli in questo momento a nome di tutti sentimenti di vicinanza e solidarietà per l´aggressione di cui e´ stato vittima, insieme all´augurio di una pronta guarigione”, ha detto Scajola rilevando poi che “non si può non constatare che quando si semina odio verso l´ avversario, si giustifica intolleranza; quando si passa dalla critica politica all´aggressione personale, si finisce inevitabilmente per seminare violenza´´. Frutto dell´iniziativa congiunta di Ice e della Federazione delle Camere di commercio indiane (Ficci) il Forum Italo-indiano e´ una delle varie iniziative della missione italiana in India, cominciata oggi, che vede la presenza di otto Regioni italiane con oltre 120 aziende italiane al seguito. "Con l´ incontro odierno, ha detto Scajola, “intendiamo promuovere un modello innovativo di collaborazione Stato-regioni per aprire nuove prospettive per la promozione del Sistema Italia all´ estero". .  
   
   
BANCHE: FAISSOLA, LA NUOVA ARCHITETTURA DI VIGILANZA EUROPEA VA GOVERNATA IL PRIMO OBIETTIVO È L’ARMONIZZAZIONE DELLE REGOLE E DELLE PRATICHE DI VIGILANZA AFFINCHÉ SIANO DA TUTTI EGUALMENTE APPLICATE E SANZIONATE.  
 
 Roma, 14 dicembre 2009 - L’abi condivide la proposta della Commissione Ue di istituire nuove autorità di vigilanza micro e macroprudenziale e appoggia la creazione anche a livello europeo di un sistema di vigilanza rigoroso ed efficace, simile a quello di cui le banche italiane già beneficiano a livello nazionale e che ha consentito una tenuta significativa del settore bancario nel contesto dell’attuale crisi. “La nuova proposta - ha dichiarato il Presidente dell´Abi, Corrado Faissola durante l´audizione al Senato - rappresenta un importante passo verso l’integrazione, la convergenza e la definizione di regole e pratiche di vigilanza comuni che giocano un ruolo di primo piano nel governo del settore bancario e finanziario”. L’associazione Bancaria Italiana ritiene però che la nuova architettura della vigilanza europea, se non opportunamente governata, possa apparire complessa e per certi versi “barocca”, anche a causa della difficoltà di “gestire” i limiti legali posti dal Trattato e le resistenze politiche di alcuni Stati membri. Le proposte di Regolamento e la proposta di Direttiva omnibus sono ora all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo, e dovranno essere approvate secondo la procedura di co-decisione come un unico “complesso” di regole (package). L’abi ritiene quindi cruciale lavorare affinché, nel corso del processo di approvazione in co-decisione, il ruolo assegnato alle Autorità europee sia rafforzato. Per questo motivo, e con l’obiettivo di predisporre di una vigilanza forte e coesa a livello europeo, sia in termini di funzioni che di regole, l’Abi propone alcune migliorie alle proposte dell’esecutivo comunitario. In primo luogo, l’armonizzazione delle regole e pratiche di vigilanza, può essere raggiunto solo se le nuove autorità europee di vigilanza microprudenziale vengono effettivamente poste in condizione di emanare un single Eu rulebook contenente regole e pratiche di vigilanza certe e da tutti egualmente applicate e sanzionate. In altre parole, per Abi occorre vigilare affinché non vengano lasciati ingiustificati spazi che permettano agli Stati membri e, conseguentemente, alle autorità nazionali di continuare a operare in un regime di “concorrenza regolamentare”. In secondo luogo, dovrebbe essere escluso il potere della Commissione Europea di emendare gli standard tecnici adottati dalle autorità microprudenziali, limitandosi a bloccare l’omologazione ed esplicitando per iscritto le cause ostative. Pagina 2 di 2 Inoltre, Abi sostiene l’imprescindibile necessità di uno scambio di informazioni tra autorità di vigilanza e banche centrali e una maggiore integrazione degli strumenti di monitoraggio dei rischi sistemici, sia a livello monetario che con riferimento alla solvibilità degli operatori. Infine, relativamente al dibattito sulla revisione di Basilea 2 e della Crd (Capital Requirements Directive), l’Abi sostiene che i requisiti di capitale, pur rimanendo legati alla rischiosità effettiva del finanziamento, dovrebbero tenere in considerazione anche il modello dell’attività bancaria. Sarebbe opportuna una distinzione tra le banche di investimento e le banche commerciali. Un innalzamento dei requisiti di Basilea 2 potrebbe avere infatti un impatto molto forte sulle banche commerciali e sulla loro capacità di erogare credito. .  
   
   
ASTA DI METÀ MESE DEI BUONI ORDINARI DEL TESORO DICEMBRE 2009  
 
Regolamento 15/12/2009 Durata gg. 365
Prezzo medio ponderato 98,980
Ritenuta fiscale 12,5% 0,12750
Arrotondamento 0,00250
Prezzo netto d´aggiudicazione 99,11
Rendimento semplice netto 0,886
Rendimento composto netto 0,886
Nell´ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano
così modificati:
Commissioni massime 0,30
Prezzo netto d´aggiudicazione+commissioni (massime) 99,41
Rendimento semplice (minimo) 0,585
Rendimento composto netto (minimo) 0,585
Fonte Assiom .
 
   
   
«LA MAFIA HA PAURA DEL SILENZIO, NOI BISOGNA PARLARE» L´INTERVENTO DEL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA PIERO GRASSO «I SUCCESSI CI SONO STATI, MA ORA È IL MOMENTO DI TAGLIARE LE RELAZIONI»  
 
Firenze, 14 dicembre 2009 - «I successi ci sono stati, è indubbio, ma molto c´è ancora da fare, ci vuole qualcos´altro. Se la mafia fosse solo un fenomeno criminale, una questione di ordine pubblico, questa guerra l´avremmo già vinta. Ma la mafia vuol dire relazioni e non finirà solo arrestandone la parte militare. È necessario tagliare le relazioni con tutto il resto». È questo il concetto che il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha voluto sottolineare con forza, parlando agli studenti toscani riuniti al Mandela Forum per il Meeting sui diritti umani. Cosa vuol dire riconciliazione nei territori di mafia? È a questa difficile domanda di Gad Lerner che il magistrato ha provato a rispondere, spiegando in primo luogo che la mafia è guerra e che il primo passo verso la riconciliazione è sapere da che parte st are e isolare i mafiosi, dicendo no alle collusioni, ai finanziamenti illeciti dei partiti, agli appalti comprati con le bustarelle o a colpi di lupara. E poi non dimenticare, opporre le parole al bisogno di silenzio e di omertà della criminalità organizzata. «La mafia che uccide i giornalisti e i parroci è una mafia che ha paura di perdere il consenso, che teme le parole. Per questo noi bisogna parlare, ogni giorno di più». E questo è un impegno collettivo di cui ognuno è una parte importante. «Un impegno concreto – ha sottolineato ancora il procuratore, come quello dei giovani toscani che ogni anno d´estate trascorrono le loro vacanze a lavorare nei campi confiscati alla mafia, o come quello di chi ha raccolto fondi per comprare trattori per le terre liberate. Ormai c´è una grande rete di giovani in tutta Italia». Una realtà grande e in crescita che, tra le altre cose, evidenzia quanto sia decisivo il ruolo della scuola. «La legalità fatta a scuola – ha concluso Grasso – serve anche a spingere gli adulti indifferenti o cinici. Perché questo è un fatto che riguarda tutti noi». .  
   
   
CORTE DEI CONTI PROMUOVE BILANCIO REGIONALE DELLA LOMBADIA, TEMPI DI PAGAMENTO RIDOTTI E MISURE POSITIVE PER LE IMPRESE FORMIGONI: LA REGIONE HA SAPUTO FRONTEGGIARE LA CRISI  
 
Milano, 14 dicembre 2009 - Anche nel 2008, come negli anni precedenti, Regione Lombardia ha rispettato gli equilibri di bilancio e il Patto di Stabilità interno, non è dovuta ricorrere ad anticipazioni di Tesoreria (anche nel 2009 è avvenuto lo stesso), riuscendo a far fronte ai pagamenti con le risorse disponibili ("evitando di pagare interessi, l´ente ha risparmiato risorse che ha potuto destinare ad altri impieghi"). La decisione della Regione di attuare una prima forma di gestione flessibile del Patto di Stabilità, mettendo a disposizione degli enti locali un plafond di 40 milioni "è di estremo rilievo ed interesse sotto diversi punti di vista", in attesa dell´attivazione del Federalismo fiscale a livello nazionale. Quanto alla sanità, "il sistema ha tratto giovamento dall´attivazione del Fondo sociosanitario presso Finlombarda che provvede al pagamento dei fornitori", con una riduzione dei tempi; in più "si conferma la tendenza alla riduzione dei tempi d´attesa" sia per le prestazioni ambulatoriali sia per gi interventi chirurgici. Il pacchetto anticrisi varato dalla Regione per il rafforzamento del sistema delle garanzie e per l´accesso al credito così come per l´innovazione e l´internazionalizzazione è "un intervento sicuramente significativo ed importante". Sono questi alcuni dei principali elementi emersi dalla relazione sulla gestione del bilancio di Regione Lombardia riferita all´anno 2008, presentata oggi in una udienza pubblica dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Lombardia, presieduta da Nicola Mastropasqua, che ha definito come "positivo" il referto. Alla seduta ha partecipato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. "Nella situazione generale di crisi economica - ha detto Formigoni intervenendo alla seduta - Regione Lombardia ha saputo procedere nella propria gestione finanziaria con rigore e trasparenza e nel pieno rispetto del Patto di Stabilità. Oltre a varare efficaci misure anti-crisi per il rilancio del settore produttivo, ha risposto positivamente alle richieste provenienti da tutti i settori dell´economia lombarda mantenendo l´impegno di non accrescere l´imposizione fiscale. E facendosi carico dei bisogni delle famiglie e dei lavoratori". Misure Anticrisi E Tempi Di Pagamento - Il referto illustrato oggi fa seguito alle relazioni sul "pre-consuntivo" 2008 presentate il 3 luglio, in cui era stato già confermato, tra le altre cose, il fatto che Regione Lombardia è, ormai da anni, tra le pochissime Regioni ad avere il bilancio della sanità in pareggio. Regione Lombardia si è impegnata inoltre con grande forza a ridurre drasticamente i tempi di pagamento dei fornitori del sistema sanitario, così come sottolineato dalla stessa Corte, e anche quelli per tutti i fornitori della Giunta regionale e degli enti e delle società regionali, nonché per i beneficiari di contributi regionali (60 giorni, durante il secondo semestre 2009). Gestione Finanziaria - "Riguardo l´andamento della gestione finanziaria - ha detto ancora il presidente - i dati di rendiconto comprovano le capacità di programmazione e di gestione finanziaria della nostra Regione, peraltro confermate dall´Agenzia di rating Moody´s che il mese scorso ha riconfermato l´eccellenza di Regione Lombardia attribuendole un rating pari a Aa1, superiore a quello della Repubblica italiana, unico caso di Regione a Statuto ordinario ad aver ottenuto questo giudizio". Formigoni si è detto inoltre d´accordo sulla necessità di un´armonizzazione dei bilanci dei soggetti facenti parte del Sistema regionale. Controlli - Sulla questione dei controlli interni, la Corte ha riconosciuto "una crescita diffusa della cultura del controllo, agevolata da un ampio programma di formazione attivato a tutti i livelli". Rilievo questo particolarmente apprezzato da Formigoni che ha ricordato come in questo sistema rientri "anche il sistema di valutazione delle performance, attivato a partire dal 1997, in continua evoluzione ed oggi articolato su livelli diversi di obiettivi e indicatori mirati al raggiungimento degli obiettivi della programmazione regionale, al miglioramento organizzativo e gestione delle risorse umane, alla gestione delle risorse economiche e all´efficacia finanziaria". Fondi Europei - Dalle valutazioni positive della Corte sulla gestione dei Fondi Comunitari destinati all´agricoltura "Regione Lombardia vede confermata la bontà della scelta fatta (prima Regione nel panorama nazionale) di incardinare all´interno della Giunta Regionale il proprio Organismo pagatore regionale". Sul Fondo Sociale Europeo, Formigoni si è inoltre detto "particolarmente soddisfatto del giudizio positivo espresso dalla Corte dei Conti, che ha riconosciuto gli sforzi della Regione Lombardia per assicurare politiche più efficaci nell´ambito della programmazione 2007-2013". "Nei due anni di applicazione del ´modello dote´ in ambito Fse - ha sottolineato il presidente - abbiamo potuto assicurare servizi qualificati ad oltre 58. 000 persone, offrendo loro l´opportunità di definire percorsi di intervento personalizzati rispetto alle loro esigenze: la persona è stata realmente messa al centro delle nostre politiche". Sanita´ - Formigoni ha posto l´accento sulla "razionalizzazione della spesa sanitaria, che ha consentito di mantenere un ottimo equilibrio di sistema", insieme con il superamento del fenomeno del precariato. Affrontando alcune indicazioni della Corte, il presidente ha chiarito che l´aumento delle strutture accreditate rispetto al 2004 "dipende in massima parte dalla conclusione del percorso per l´accreditamento delle strutture riconosciute idonee al rilascio delle certificazioni per l´attività sportiva agonistica". Quanto ai ricoveri, "il trend in decremento dei ricoveri ordinari è statisticamente significativo" (-2% dal 2005 al 2008) e riguarda "tutti gli erogatori pubblici e privati senza distinzione". Importante è anche e soprattutto la riduzione a due cifre (-16% nel triennio 2005/2008) degli accessi al day hospital. "L´andamento dei ricoveri e del numero dei posti letto - ha fatto notare Formigoni - riguarda il sistema nel suo complesso; non c´è nella realtà dei fatti una distinzione determinata dalla natura istituzionale delle strutture, pubblica o privata che sia, ma si riscontra una risposta omogenea alle opportunità offerte dal progredire della medicina e dalle regole che vengono annualmente stabilite dalla Giunta regionale per il governo del sistema" Formigoni ha anche voluto "tranquillizzare la Corte su previsioni di sottodimensionamento delle strutture pubbliche perché tale ipotesi non è realistica in quanto i modelli organizzativi posseggono il giusto grado di elasticità necessario ad adeguarsi in breve tempo alle mutevoli esigenze di bisogni espressi dalla popolazione e, come sopra ricordato, dai processi di appropriatezza e qualità delle cure". Da ultimo, la conferma della costante riduzione dei tempi d´attesa, proseguita anche nel 2009, sia per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali che per ciò che concerne gli interventi chirurgici: l´effettuazione delle prime è assicurata nel 35,63% dei casi entro 7 giorni; l´assolvimento dei ricoveri è assicurato nel 62,36% dei casi entro 30 giorni. .  
   
   
LOMBARDIA/VIETNAM.FORMIGONI-PRESIDENTE TRIET,INTESA PRONTA INCONTRO A PALAZZO DELLA REGIONE, RILANCIATA COLLABORAZIONE  
 
Milano, 14 dicembre 2009 - Proficuo e molto positivo l´esito dell´incontro, dell’ 11 dicembre, tra il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il presidente della Repubblica Socialista del Vietnam, Nguyén Minh Trièt, alla sua prima visita in Italia. Accompagnato da una folta delegazione di ministri e vice ministri, Trièt ha voluto fortemente l´incontro con il presidente Formigoni ricambiando così la visita che il presidente lombardo fece in Vietnam nel 2007, con tappe ad Hanoi e a Ho Chi Minh City (l´ex Saigon). Gli accordi di collaborazione tra Lombardia e Vietnam saranno formalizzati all´interno di un Protocollo d´Intesa che sarà siglato nei prossimi mesi e che prevede un maggiore dialogo e cooperazione tra i sistemi imprenditoriali dei due Paesi. "Il Vietnam - ha detto il presidente Formigoni - è una straordinaria realtà di cui ho avuto modo di apprezzare l´enorme capacità di lavorare con intensità e dedizione. Con i suoi quasi 90 milioni di abitanti rappresenta un´opportunità di sviluppo interessante sia per le imprese vietnamite che per quelle lombarde". Il presidente Trièt ha dimostrato particolare interesse per il sistema industriale della Lombardia, il cui tessuto è costituito da oltre 800. 000 piccole e medie imprese su una popolazione di circa 10 milioni di residenti, in pratica una ogni dodici abitanti. "La Lombardia è pronta a collaborare - ha aggiunto il presidente Formigoni - perché la nostra economia ha una forte vocazione internazionale e le nostre imprese sono molto moderne e altamente tecnologiche, fattori che hanno permesso di reggere la concorrenza anche in un momento di crisi a livello mondiale". All´incontro ha partecipato anche il delegato del presidente Formigoni alle Relazioni internazionali, Robi Ronza. .  
   
   
VARESE."LOMBARDIA CHE ARRIVA", FORMIGONI:POLITICA DEL FARE  
 
Varese, 14 dicembre 2009 La "Lombardia che arriva" ha fatto la sua undicesima tappa a Varese. Alla presentazione della manifestazione,l’ 11 dicembre è intervenuto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, accompagnato dall´assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo. L´evento della durata di tre giorni (si è concluso domenica 13) si poneva l´obiettivo di far conoscere e mostrare ai lombardi la bellezza della Regione e lo sviluppo del territorio portato avanti in questi anni dal Governo regionale. La "Lombardia che arriva" è un plastico metavisuale della Regione (7,5 x 4 metri) sul quale i cittadini hanno potuto osservare un susseguirsi di immagini virtuali ma realistiche relative alla realizzazione dei grandi collegamenti. "Con questo evento - ha detto il presidente Formigoni - vogliamo proseguire ed approfondire la via del confronto con i cittadini e con il territorio. Questo rappresenta da sempre il nostro metodo di lavoro, improntato all´ascolto e al coinvolgimento delle istanze di ciascuno, con l´intento di perseguire sintesi condivise. Un lavoro difficile e complesso ma che crediamo necessario e in grado di dare grandi soddisfazioni e grandi risultati". I risultati, per la provincia di Varese, si evidenziano soprattutto nelle infrastrutture ma anche nei campi della ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e nella cultura. "Regione Lombardia - ha aggiunto il presidente Formigoni - sta lavorando intensamente, con tutti i soggetti del territorio, per una serie di priorità strategiche. Puntiamo ad istituire il distretto aeronautico, un comparto industriale che vanta eccellenze nel settore e che ha trovato nella provincia di Varese il proprio luogo di nascita e la propria sede storica". La Fondazione Museo dell´Aeronautica, proprio facendo leva su queste basi storiche intende realizzare, sulle aree delle ex officine Caproni, Volandia, il più grande parco-museo d´Italia dedicato all´aeronautica. A proposito di eccellenze del territorio, si attende la proclamazione di monte San Giorgio Patrimonio mondiale dell´umanità, che si aggiungerà al Sacro Monte di Varese, già riconosciuto tale dall´Unesco. Il massimo impegno di Regione Lombardia sul territorio varesino è improntato alle riqualificazioni urbanistiche delle aree dismesse e al tessuto infrastrutturale. "I progetti di sviluppo delle infrastrutture di questo territorio - ha sottolineato l´assessore Cattaneo - sono rilevanti e concreti. Il 6 febbraio prossimo partiranno i cantieri della Pedemontana. I lavori si concluderanno entro il 2014, in tempo quindi per Expo 2015. Entro la stessa data sarà pronto anche il collegamento ferroviario Lugano-mendrisio-varese-malpensa, mentre nel 2012 sarà completata la terza corsia dell´autostrada A9 e l´interconnessione con la A8 Milano-varese. E´ allo studio il collegamento autostradale regionale tra Varese, Como e Lecco, un´idea nata da 23 associazioni di categoria e sostenuta dalle tre Camere di Commercio. Il 31 gennaio verrà aperto il tunnel ferroviario di Castellanza e lo scorso mese di ottobre abbiamo inaugurato l´integrazione tra le reti ferroviarie Fs e Ferrovie Nord che ha permesso di creare un nuovo collegamento con Malpensa. Alla luce di questi risultati - ha concluso l´assessore Cattaneo - per Regione Lombardia, più delle parole, contano i fatti concreti". .  
   
   
CITYLIFE.FORMIGONI: GRANDE SEGNO DEL RINASCIMENTO LOMBARDO  
 
Milano, 14 dicembre 2009 - "Con il progetto Citylife si apre una nuova finestra sullo sviluppo del nostro territorio, soprattutto in previsione di Expo 2015, in quel quartiere Fiera nato proprio con l´Esposizione universale di Milano del 1906". Lo ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, l’ 11 dicembre, intervenendo all´inaugurazione del cantiere Citylife con il sindaco di Milano Letizia Moratti, l´architetto Daniel Libeskind e i rappresentanti di Citylife, il presidente Maurizio Dallocchio, l´amministratore delegato Claudio Artusi e il managing director Aldo Durante. Per Formigoni i valori del progetto del nuovo quartiere sono molteplici. La Fiera E La Storia - Innanzitutto il rivivere della memoria storica di una Milano industriosa e internazionale ("è un luogo che ha visto tanti nostri primati moderni - ha ricordato Formigoni - dal primo segnale tv al primo eliporto su un tetto, dalla presentazione della Balilla a quella del Moplen". Questa memoria si rinnova e si rilancia "con le grandi firme dell´architettura e con un´idea nuova dell´abitare" nel momento in cui ci si appresta a una esposizione universale del tutto nuova. Rinascimento Lombardo - In secondo luogo Citylife è un aspetto importante del "Rinascimento lombardo", "processo - ha detto Formigoni - che il Governo lombardo ha avviato insieme agli attori pubblici e privati per trasformare la Lombardia in una regione sempre più capace di attrarre". Così è stato per il nuovo polo fieristico di Rho-pero, per il polo urbano Garibaldi - Repubblica, per l´Altra Sede di Regione Lombardia e, appunto, per Citylife, "iniziativa - ha sottolineato il presidente - a cui il Governo lombardo ha creduto fin da subito, non a caso facendosi promotore dell´Accordo di programma siglato con Comune e Provincia di Milano". Attrattivita´ - In questo modo - ed è la terza caratteristica messa in luce da Formigoni - "il Governo regionale ha voluto segnare un percorso di rilancio dell´immagine di Milano e della Lombardia come marchio e volano di attrattività", come catalizzatore di "credibilità internazionale". Orgoglio E Bellezza - Si tratta certo, attraverso questa capacità progettuale, di favorire e stimolare la crescita e lo sviluppo della società e dell´economia. Citylife, poi, è "un progetto che rafforza l´orgoglio dei lombardi, anche perché con la vendita di questo terreno da parte della Fiera abbiamo costruito a tempo di record il grande polo di Rho-pero senza costi per le casse pubbliche. Con ciò dimostrando di saper fare senza chiedere un soldo allo Stato" Dobbiamo nel contempo però, avverte Formigoni, "avere la lungimiranza di leggere in questa capacità progettuale anche la realizzazione nello spazio e nel tempo del desiderio di segnare la storia con un marchio di bellezza, sigillo distintivo dell´uomo e del suo aggregarsi in società". "Ed è con la bellezza - conclude il presidente Formigoni parafrasando Hillman - che stiamo rivoluzionando questa meravigliosa città e questa meravigliosa regione". .  
   
   
L´AFFLUENZA IN TOSCANA, 115.308 MILA GLI ELETTORI I DATI DEFINITIVI DEI VOTANTI NELLE 690 SEZIONI IN TUTTE LE PROVINCE MASSA CARRARA E LUCCA LE DUE PROVINCE CON INCREMENTO DI VOTO SUL 2005  
 
 Firenze, 14 dicembre 2009 - Sono stati oltre 115 mila, i cittadini toscani che ieri si sono recati al voto nei 693 seggi dei 287 Comuni toscani per scegliere i candidati al Consiglio regionale del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia e Libertà. In dettaglio sono stati 115. 308 nelle 693 sezioni gli elettori che hanno espresso la loro preferenza per i candidati del Pd e del Sel. Nelle precedenti elezioni primarie previste dalla legge regionale, poco meno di cinque anni fa, i votanti erano stati circa 150 mila. Da segnalare il forte incremento dell´affluenza nella provincia di Massa Carrara (quasi 10 mila votanti in più), in controtendenza anche Lucca. Il calo dei votanti è stato particolarmente forte nelle province di Firenze e Pisa. Ecco quanti oggi hanno esercitato il diritto al voto, provincia per provincia (tra parentesi i votanti del 2005, il raffronto è fatto con il voto per i consiglieri) Arezzo: 13. 024 votanti in tutte le 102 sezioni (18. 451); Firenze: 29. 165 votanti in tutte le 142 sezioni (45. 319); Grosseto: 6188 votanti in tutte le 44 sezioni (7. 114); Livorno: 8329 votanti in tutte le 55 sezioni (13. 184); Lucca: 14. 329 votanti in tutte le 66 sezioni (12. 333); Massa Carrara: 12. 329 votanti in tutte le 34 sezioni (2. 721); Pisa: 11. 527 in tutte le 102 sezioni (22. 319); Pistoia: 5. 722 votanti in tutte le 38 sezioni (8. 091); Prato: 4. 508 votanti in tutte e 21 sezioni (5. 347); Siena: 10. 187 votanti in tutte le 89 sezioni (16. 917). .  
   
   
PRIMARIE: TOSCANA AL VOTO: CONCLUSO LO SCRUTINIO IN TUTTA LA TOSCANA: 115.308 I VOTANTI I DATI E I RISULTATI DEFINITIVI DELLE DUE LISTE NELLE 10 PROVINCE A TRE ORE DALLA CHIUSURA DEI SEGGI I RISULTATI CON TUTTE LE PREFERENZE ESPRESSE  
 
Firenze, 14 dicembre 2009 - Questo il risultato delle elezioni primarie per la scelta dei candidati alla carica di consigliere regionale. Sono stati 115. 308 i votanti che hanno partecipato alle primarie, con 105. 715 i voti per il Partito Democratico e 5. 957 i voti per Sinistra Ecologia e Libertà, con 2. 863 nulle e 773 bianche Nelle singole province toscane, il risultato è stato il seguente: Arezzo (hanno votato 13. 024 elettori, 12. 290 elettori per Pd e 283 elettori per Sel, nulle 360 bianche 91, 102 sezioni su 102) Pd: 1. Agresti Stefania 603; 2. Brogi Enzo 1. 857; 3. Bartolucci Sahara 77; 4. Ceccarelli Vincenzo 7. 969; 5. De Robertis Lucia 1. 104; 6. Stanghini Luca 75; 7. Tavanti Francesca 605. Sinistra Ecologia E Libertà: 1) Becattini Antonio 83; 2) Cerasari Livia 11; 3) Del Gamba Roberto 32; 4) Morini Gabriella 23; 5) Lani Franco 36; 6) Santarelli Elena 28; 7) Tafi Luca 43; 8) Tortoli Anna 27. Firenze (hanno votato 29. 165 elettori, ci cui 26. 354 per Pd e 1. 708 per Sel, nulle 879, bianche 224, 142 sezioni su 142) Pd: 1. Ballini Alessia 2. 411; 2. Bambagioni Paolo 2. 934; 3. Bon Donatella 73; 4. Bizzarri Doriano 366; 5. Boretti Vanessa 1. 606; 6. Bugli Vittorio 3. 673; 7. Ferrini Oriella 122; 8. Ciulli Diego 1. 789; 9. Mencarelli Camilla 130; 10. Danti Nicola 2. 779; 11. Pugliese Maria Grazia 139; 12. Giani Eugenio 2. 569; 13. Tagliaferri Silvia 94; 14. Lo Presti Alessandro 652; 15. Naldoni Simone 2. 296; 16. Parrini Gianluca 3. 215; 17. Rappuoli Paolo 267; 18. Saccardi Severino 896. Sinistra Ecologia E Liberta´: 1) Alessi Antonella 98; 2) Bartoli Luca 32; 3) Graziani Sara 20; 4) Bonsanti Giorgio 58; 5) Innocenti Alice 42; 6) Chelazzi Et tore 37; 7) Jaff Serena 16; 8) De Santis Maurizio 355; 9) Marini Rossana 28; 10) Falchi Lorenzo 134; 11) Moretti Donatella 23; 12) Manetti Stefano 12; 13) Petraglia Alessia 655; 14) Matrone Fabrizio 9; 15) Villani Chiara 16; 16) Tombelli Andrea 9; 17) Valiani Mauro 90; 18) Venturi Maurizio 74. Grosseto (hanno votato 6. 188 elettori, di cui 5. 444 per Pd e 500 per Sel, nulle 216, bianche 28, 44 sezioni su 44) Pd: 1. Bramerini Annarita 3. 196; 2. Barontini Iuri 139; 3. Giovani Matilde 235; 4. Frosolini Maurizio 904; 5. Matergi Lucia 970. Sinistra Ecologia E Liberta´: 1) Bovini Eva 138; 2) Giannetti Giulio 18; 3) Lipparini Rossana 15; 4) Giuliani Marco 103; 5) Pierini Chiara 12; 6) Porciani Marco 37; 7) Ragusa Alessandro 136; 8) Ventimiglia Edoardo 41. Livorno (hanno votato 8. 329 elettori, ci cui 7. 160 per Pd e 818 per Sel, 255 nulle 96 bianche, 55 sezioni su 55) Pd: 1. Ruggeri Marco 3. 090; 2. Barachini Maura 53; 3. Diari Alessandro 28; 4. Becattini Donatella 92; 5. Tortolini Matteo 3. 439; 6. Di Cesare Chiara 384; 7. Meini Giovanna 74. Sinistra Ecologia E Liberta´; 1) Lupi Mario 308; 2) Filippi Danka 11; 3) Baldeschi Mario 33; 4) Manetti Sonia 19; 5) Oliva Mario 75; 6) Bezzini Carla 123; 7) Mazzei Maria Grazia 249. Lucca (hanno votato 14. 329 elettori, di cui 13. 295 per Pd e 647 per Sel, nulle 312, bianche 75, 66 sezioni su 66) Pd: 1. Babboni Giuliana 79; 2. Pellegrinotti Giovanni Ardelio 2. 860; 3. Gini Alessia 34; 4. Remaschi Marco 5. 805; 5. Mammini Serena 1. 187; 6. Verona Maurizio 2. 103; 7. Pizza Lara 1. 208; 8. Solvetti Carla 19. Sinistra Ecologia E Liberta´: 1) Agresti Francesco 64; 2) Boncompagni Cristina 87; 3) Cavallini Simone 7; 4) Braccini Elena 74; 5) Hedstrom Felipe 12; 6) Colombini Elena 25; 7) Montemagni Marco 258; 8) Francesconi Annamaria 22; 9) Panicucci Fabio 16; 10) Paganelli Tina 16; 11) Panigada Tommaso 10; 12) Pellicci Alberto 21; 13) Rossi Andrea 17; 14) Tomei Umberto 18. Massa Carrara (hanno votato 12. 329 elettori, di cui 10. 904 per Pd e 1. 159 per Sel, nulle 210, bianche 56, 34 sezioni su 34) Pd: 1. Mori Consuelo 100; 2. Rossetti Loris 7. 081; 3. Mucci Milene 78; 4. Zanetti Andrea 3. 645. Sinistra Ecologia E Liberta´: 1) Betti Marco 382; 2) Morelli Marsiglia 49; 3) Briganti Vittorio 232; 4) Serri Mara 16; 5) Finali Fabrizio 45; 6) Ortori Simone 435. Pisa (hanno votato 11. 527 elettori di cui. 10. 291 per Pd e 842 per Sel, nulle 331, bianche 63, 102 sezioni su 102) Pd: 1. Angiolini Fabiana 2. 052; 2. Ferruc ci Ivan 2. 955; 3. Di Vita Daniela 596; 4. Govi Francesco 65; 5. Maioli Lia 53; 6. Lenzi Alberto 184; 7. Picchi Olivia 1. 778; 8. Tognocchi Pier Paolo 2. 608. Sinistra Ecologia E Liberta´: 1) Billeri Serena 94; 2) Bozzi Alberto 159; 3) Busato Sabrina 38; 4) Casalini Massimiliano 38; 5) Ferrara Ilaria 94; 6) Cavallini Franco 51; 7) Mannucci Simonetta 40; 8) Ciardelli Massimo 54; 9) Montorzi Silvia 8; 10) Luchetti Rosario 19; 11) Polidori Franca 19; 12) Pianese Antonio 51; 13) Pucciani Matteo 17; 14) Scaramuzzino Carmelo detto Carlo 160. Pistoia (hanno votato 5. 722 elettori, di cui 5. 621 per Pd, 72 nulle, 29 bianche, 38 sezioni su 38) Pd: 1. Belliti Daniela 1. 884; 2. Grazzini Marco 43; 3. Di Renzo Lucilla 48; 4. Morelli Aldo 926; 5. Macchini Giulia 118; 6. Venturi Gianfranco 2. 602. Prato (hanno votato 4. 508 elettori, di cui 4. 422 per Pd, 45 nulle, 41 bianche, 21 sezioni su 21) Pd: 1. Mattei Fabrizio 1. 871; 2. Curcio Camilla 787; 3. Logli Massimo 974; 4. Pacini Cristina 289; 5. Rocchi Lorenzo 501. Siena (hanno votato 10. 187 elettori, di cui 9. 934 per Pd, 183 nulle, 70 bianche, 89 sezioni su 89) Pd: 1. Pugnalini Rosanna 4. 283; 2. Frizzi Francesco 634; 3. Zambon Luisa 623; 4. Scaccia Biagio 40; 5. Spinelli Marco 4. 354. .  
   
   
VALLE D’AOSTA: POLITICA REGIONALE DI SVILUPPO 2007/13: APPUNTAMENTO IL 14 DICEMBRE 2009 PER IL FORUM PARTENARIALE  
 
Aosta, 14 dicembre 2009 - La Presidenza della Regione informa che si terrà lunedì 14 dicembre, alle ore 10, nella saletta delle manifestazioni di Palazzo regionale, il Forum partenariale della Politica regionale di sviluppo 2007/13 della Valle d’Aosta, al quale parteciperanno i rappresentanti della Giunta regionale, del partenariato istituzionale, economico e sociale, nonché i componenti del Nucleo di valutazione dei programmi a finalità strutturale (Nuval). Nel corso del Forum, presieduto dal Presidente della Regione, sarà esaminato il primo Rapporto annuale di valutazione della Politica regionale di sviluppo, predisposto a cura del Nuval, nel quale sono analizzati i più recenti cambiamenti del contesto socio-economico e l’avanzamento finanziario e fisico dei programmi. La Politica regionale di sviluppo, che assegna alla Valle d’Aosta, nel settennio 2007/13, risorse finanziarie pari a 350 milioni di euro e alla quale contribuiscono 9 Programmi a cofinanziamento comunitario, statale e regionale, registra circa 750 progetti finora approvati, per un importo che si attesta attorno ai 61 milioni di euro, cui si aggiungono più di 5. 000 interventi di sostegno alle imprese agricole per oltre 14 milioni di euro. L’appuntamento rappresenta un’importante occasione di confronto con il partenariato, dal quale potranno emergere proposte e indicazioni per l’identificazione delle priorità d’intervento e di azioni specifiche da avviare nel prossimo futuro. .  
   
   
PROGRAMMAZIONE: LA GIUNTA ABRUZZESE APPROVA DPEFR 2010-2012 IL PRESIDENTE:QUADRO FINANZA REGIONALE NO ROSEO SERVE RIGORE  
 
 L´aquila, 14 dicembre 2009 - La Giunta regionale ha approvato l’ 11 dicembre il Documento di Programmazione Economico-finanziaria (Dpefr) per il periodo 2010-2012. Il documento prende atto dei cambiamenti che si sono verificati nella programmazione regionale dopo il terremoto dell´Aquila, ovvero delle risorse destinate dalla Regione e dal Governo nazionale alla ricostruzione e allo sviluppo. "Il quadro prospettato dal documento non è certo roseo per la finanza regionale - ha commentato il Presidente Chiodi - La situazione finanziaria presenta forti criticità. Il Dpefr, infatti, esplicita in più punti la necessità di gestire con estremo rigore le risorse correnti regionali, per portare a termine il Piano di rientro dal deficit sanitario. Stiamo lavorando con interventi mirati per arrivare entro il 2012 a risanare le finanze degli abruzzesi. Le risorse per investimenti in opere pubbliche e aiuti alle imprese per lo sviluppo, che si avvalgono del cofinanziamento nazionale e comunitario in attuazione di programmi quasi tutti già approvati, invece,consentono di guardare con maggiore ottimismo al futuro". Sul Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale (Dpefr)si basa la programmazione di bilancio: esplicita le linee programmatiche della Regione per il breve e medio periodo, legandole alle risorse da destinarvi e costituisce la base per costruire il bilancio annuale e pluriennale. Sulle base delle linee strategiche definite dal Dpefr sono inoltre costruite le Linee Guida per i programmi annuali dell´attività amministrativa della giunta regionale. Il documento fissa tre priorità destinate a guidare l´azione del governo regionale: 1) la modernizzazione della pubblica amministrazione; 2) le politiche per la competitività del sistema produttivo, in sinergia con le azioni posti in essere nella programmazione 2007-2013 e con la necessità di riformare profondamente la politica regionale in settori cruciali per lo sviluppo economico e la creazione di occupazione; 3) le politiche per la persona e per la famiglia, con la riforma della sanità regionale e gli interventi per le politiche sociali. .  
   
   
CONFERENZA REGIONALE SU OCCUPAZIONE NEL LAZIO, A GENNAIO ´LA TRE GIORNI´ SUL LAVORO  
 
Roma, 14 dicembre 2009 - Tracciare un bilancio delle politiche attuate in materia di lavoro dalla Regione Lazio in cinque anni, per contrastare la crisi economica e far ripartire l´economia regionale. Questo l´obiettivo della ´Conferenza regionale sull´occupazione´, presentata oggi nella sede della Regione dal vicepresidente, Esterino Montino, e dall´assessore al Lavoro, Alessandra Tibaldi, e che si terrà a Roma, nello Spazio Etoile, il 26, 27 e 28 gennaio prossimi. "In questo periodo - ha detto il vicepresidente Montino - anche per via della crisi, stanno cambiando il processo produttivo e la nostra economia, anche se c´è da dire che il Lazio ha resistito meglio di altri a questa congiuntura, e alcuni settori, come il terziario, sono cresciuti. In questi mesi, la Regione - ha aggiunto - ha fatto tanto sui temi del lavoro, con tantissimi provvedimenti, che vanno dall´assistenza a chi perde il posto di lavoro agli incentivi per le assunzioni. E questi sono programmi già esistenti, con bandi in corso e provvedimenti che abbiamo fatto, non che vogliamo fare in futuro". E di quanto è stato fatto dalla Regione per l´occupazione si parlerà in occasione della Conferenza regionale, che verrà anticipata nelle prossime settimane da appuntamenti provinciali propedeutici (il 15 dicembre a Rieti; il 17 a Viterbo; il 18 a Frosinone; il 20 e 21 a Roma; il 12 gennaio a Latina). La Conferenza regionale baserà la discussione, con diverse tavole rotonde, su sei temi guida: ´I nuovi esclusi dal mercato del lavoro: gestione del precariato, transizione nel mercato del lavoro, politiche di reddito´; ´Immigrazione: ruolo attivo nel sistema produttivo e seconde generazioni´; ´Nuovi modelli di organizzazione e qualità del lavoro: come le donne cambiano il lavoro e come si investe in qualità´; ´Sviluppo del territorio: sistema impresa e ruolo delle banche e fondazioni bancarie´; ´Servizi del lavoro e sviluppo del sistema informativo´; ´Ammortizzatori e politiche attive: un nuovo sistema di welfare´. La discussione è stata, secondo Alessandra Tibaldi, al centro dell´attività dell´assessorato per contrastare in questi anni la crisi e stimolare l´occupazione. "Il confronto con i sindacati e le associazioni datoriali - ha detto Tibaldi - è stato, in questi anni lo strumento di orientamento e di costruzione delle politiche per il lavoro. E le cose fatte sono state tante, visto che abbiamo provato a tenere insieme il sostegno al reddito e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il tutto - ha aggiunto - usando prevalentemente risorse europee, in minima parte regionali, e nazionali. Ce li siamo fatti bastare, facendo delle scelte con le parti sociali". E la Conferenza regionale, secondo Tibaldi, sarà l´occasione giusta per tirare le somme: "Presenteremo - ha sottolineato - il rendiconto, i numeri di quello che è stato fatto per l´occupazione, con bandi e programmi ´veri´, attuati. Da ultimo, tra 15 giorni, avremo un bando di quasi 20 milioni di euro per la stabilizzazione di precari da parte delle aziende". Per Tibaldi, l´appuntamento di fine gennaio sarà anche l´occasione per "indicare il percorso di quello che ci piacerebbe continuare a fare, anche in futuro". "L´occupazione - ha concluso - può rappresentare un nuovo ´inizio´ per la Regione". .  
   
   
PROTOCOLLO D´INTESA FRA PROVINCIA DI TRENTO E FORZE ECONOMICHE E SOCIALI IL DOCUMENTO SI ACCOMPAGNA AL NUOVO PSP E AL BILANCIO 2010 E PONE AL CENTRO IL "CAPITALE TERRITORIALE"  
 
Trento, 14 dicembre 2009 - E´ un Protocollo d´intesa centrato sui punti di forza ma anche sulle criticità del sistema-Trentino quello siglato il 10 dicembre dal presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai con le realtà economiche e sociali, al termine della fase di consultazione apertasi qualche settimana or sono. Contestualmente all´adozione della manovra di Bilancio da parte della Giunta provinciale, la Provincia sottoscrive dunque con le forze produttive , i sindacati, i rappresentanti del Tavolo verde e il Coordinamento unitario degli ordini professionali un’intesa basata il metodo della concertazione e ispirata ai principi di responsabilità e compartecipazione pubblico/privata, i cui principali obiettivi - che si tradurranno in altrettanti tavoli di lavoro e nei relativi Patti che al loro interno saranno siglati - sono in sintesi: qualità sociale; qualificazione della spesa corrente; promozione della creazione di valore con azioni di sistema realizzate da tutti i soggetti interessati, pubblica amministrazione, forze sociali, imprese e altri soggetti della comunità. Il protocollo prende le mosse dal Piano di sviluppo provinciale, principale documento programmatorio della Provincia, messo a punto in soli tre mesi beneficiando del clima di cooperazione che si è venuto a creare dopo l´esplodere della crisi economica e che ha già portato, com´è noto, al varo di un Piano anticrisi estremamente rapido nei tempi e incisivo nei contenuti. All´origine del Protocollo d´intesa siglato oggi in Provincia vi è la constatazione che il Trentino, raffrontato con le altre regioni italiane e con l´Europa a 15, è caratterizzato da livelli di benessere e qualità della vita molto elevati. Vi è però anche l´analisi puntuale delle criticità del sistema: nonostante in sede locale la risposta alla crisi economica mondiale sia stata nel complesso efficace, il territorio manifesta alcune debolezze strutturali che vanno affrontate, dai tassi di crescita economica non soddisfacenti ad una spesa pubblica - per il finanziamento dei servizi offerti dal pubblico come pure per la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche - che va razionalizzata e contenuta. Ciò rende necessario promuovere azioni virtuose, concordate da tutte le forze "vive" dell´economia e della società trentine, volte ad accrescere la selettività degli interventi pubblici e a stimolare, in genere, un aumento dell’efficienza e della produttività delle organizzazioni pubbliche e private. Al centro di tutto si colloca, sulla scorta delle analisi Ocse e Ue, il "capitale territoriale" inteso come insieme di risorse, materiali, immateriali e umane, di beni pubblici e competenze private, di reti di cooperazione e di valori di socialità accumulati nel tempo. E´ questa, in definitiva, la principale risorsa che il sistema deve utilizzare e potenziare ulteriormente. Nella definizione delle strategie e degli obiettivi di medio–lungo periodo occorre anche considerare che il nuovo modello di autonomia finanziaria, conseguente all’attuazione del federalismo, collega direttamente e in modo esclusivo le fonti di alimentazione del bilancio provinciale ai gettiti fiscali prodotti sul territorio o comunque di competenza del territorio provinciale. Una piattaforma produttiva in salute e in crescita è dunque il miglior presupposto per disporre delle risorse necessarie per realizzare i programmi di legislatura previsti, anche sul fronte del welfare, della protezione del lavoro, dell´istruzione, della sanità e così via. Il Patto proposto alle forze economiche e sociali è ispirato, come dicevamo, ai contenuti del nuovo Programma di Sviluppo Provinciale, che indirizza le azioni della Provincia autonoma verso interventi di carattere strutturale. Le scelte programmatiche sono indirizzate a completare e a rafforzare per tutta la durata della legislatura (cioè fino al 2012), la manovra anticongiunturale realizzata in gran parte nel 2009, ad "agganciare" la ripresa economica (prevista nel 2011), a promuovere uno sviluppo locale duraturo e sostenibile, prendendo a riferimento gli esempi più virtuosi nel panorama europeo. Vediamo in sintesi quali sono i principali assi di intervento (in cui troviamo declinato il concetto di "capitale territoriale" di cui sopra) e alcune delle azioni prioritarie contenuti al loro interno, come scaturite dai tavoli di concertazione: 1. Capitale umano: su questo versante le priorità sono avviare piani di ricollocazione della forza lavoro espulsa dal mercato nell’ambito di una revisione generale del sistema di educazione permanente, migliorare il passaggio dalla scuola al lavoro attraverso stage nelle imprese e lo sviluppo di competenze trasversali, consolidare il sistema della ricerca promuovendo una migliore integrazione tra Università e Fondazioni e la definizione di un Accordo di programma con la Provincia, investire in tecnologie dell´informazione e comunicazione (costituendo un vero e proprio Distretto Ict) e promuovere l´innovazione a tutti i livelli; 2. Capitale produttivo (imprese e lavoro): gli obiettivi prioritari sono rivedere il sistema di incentivi finanziari, privilegiando le iniziative che favoriscono l’innovazione, la creazione di reti di impresa, nonché il consolidamento dimensionale, la nascita di nuove imprese e l’internazionalizzazione, proseguire gli interventi di rafforzamento patrimoniale delle imprese già promossi con la manovra anticongiunturale, promuovere l´innovazione e la ricerca, utilizzare la domanda pubblica per alimentare la crescita economica con particolare riferimento ai settori dell’edilizia sostenibile, energetico, dell´Ict e della sanità. Ed ancora: uno degli obiettivi strategici e quello di perfezionare le misure di protezione dal rischio di perdita del posto di lavoro, di povertà e di privazione, integrando le politiche del lavoro con quelle della formazione e del welfare; non a caso la Provincia ha ottenuto dal Governo, in sede di attuazione del federalismo, la delega in materia di ammortizzatori sociali, in modo tale da riunire e gestire in prima persona competenze e strumenti oggi in capo all´Inps, alla Provincia stessa e alla Regione. Infine, si vuole accrescere la partecipazione femminile al mercato del lavoro e creare nuovi posti di lavoro, di tipo autonomo e dipendente, favorendo la creazione di forme associate di professionisti impegnati nella produzione di servizi ad elevata qualificazione. 3. Capitale sociale e welfare: si punta in primo luogo a consolidare e a rendere permanente il reddito minimo di garanzia introdotto con la manovra anticongiunturale approvata all’inizio del 2009 e attualmente in fase di sperimentazione. Oltre a questo passaggio fondamentale (fin dall´inizio era stato detto che alcune delle misure più innovative del Piano anticrisi sarebbero diventate parte integrante delle politiche strutturali del Trentino), vi è l´intenzione di promuovere la costituzione di fondi sanitari integrativi di natura territoriale per fare fronte ai crescenti bisogni della popolazione (in settori quali l´assistenza odontoiatrica e la non autosufficienza); al tempo stesso, si potenzierà l’offerta dei servizi pubblici di cura, con riferimento in particolare alla prima infanzia e agli anziani, e si darà nuovo impulso ai programmi di edilizia pubblica a carico dell’Itea, in particolar modo a quelli per gli alloggi a canone moderato. Attenzione infine al coinvolgimento e alla valorizzazione dei soggetti della società civile e del volontariato. 4. Capitale istituzionale e partecipativo (efficienza della Pubblica amministrazione): qui le azioni previste sono orientate a semplificare e accelerare i procedimenti amministrativi anche tramite un maggior utilizzo delle Ict, e in generale a migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa, attraverso il controllo della crescita della spesa corrente e l’adozione di criteri di sobrietà ed essenzialità degli interventi pubblici anche per la realizzazione di investimenti pubblici o agevolati .  
   
   
DE FILIPPO: SEMPLIFICARE LE PROCEDURE PER IL CITTADINO CONVEGNO A POTENZA SULLA COOPERAZIONE INTERISTITUZIONALE E SULLA CIRCOLARITÀ ANAGRAFICA  
 
Potenza, 14 dicembre 2009 - “Grazie agli accordi sottoscritti tra la Regione Basilicata ed il Ministero dell’Interno si avvia una nuova fase di collaborazione interistituzionale che porterà alla facilitazione ed alla semplificazione del lavoro dei Comuni ed alla possibilità di attivare servizi sempre più efficienti per il cittadino. ” Il presidente della Regione Vito De Filippo, in apertura del convegno di presentazione del progetto sulla Circolarità anagrafica tenutosi questa mattina alla sala Inguscio, ha rilevato che l’obiettivo del progetto è la realizzazione della infrastruttura che diverrà il presupposto necessario alla implementazione di servizi evoluti che richiedono la certificazione dei dati sull’identità dei cittadini: servizi sanitari, servizi legati alla semplificazione amministrativa e servizi per il lavoro. Insomma – ha fatto notare il Presidente – per il cittadino e per l’amministrazione pubblica si avranno tre risposte: celerità, semplificazione, affidabilità. Si intercetta il grande bisogno di inutile documentazione e di appesantire la burocrazia con la duplicazione di alcune procedure. Il progetto – ha concluso de Filippo – rientra nella più ampia strategia della Regione di informatizzare i sistemi della Pubblica Amministrazione, di fornire risposte immediate alle richieste dei cittadini, di creare una vasta ed efficiente rete di rapporti tra i diversi Enti. All’incontro sono intervenuti anche Francesca Adelaide Garufi, Vice Capo Dipartimento Vicario Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, Luigi Riccio, Prefetto di Potenza, e Vincenzo Fiore, Dirigente dell’Ufficio Società dell’Informazione della Regione Basilicata. Il Convegno, organizzato dalla Regione in collaborazione con Anusca (Associazione Nazionale degli Ufficiali di Stato Cicivile e Anagrafe), segue, infatti la firma del Protocollo d’Intesa tra Regione e Ministero dell’Interno, avvenuta lo scorso 9 novembre. .  
   
   
LAVORO FVG:AZIENDE SCELGONO I CONTRATTI DI SOLIDARIETA´  
 
Trieste, 14 dicembre 2009 - A favore delle aziende che faranno ricorso ai contratti di solidarietà difensiva per fronteggiare la crisi economica, la Regione ha messo a disposizione, anche per il 2010, un milione di euro. Lo ha confermato l´assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen il 10 dicembre presentando gli Atti del Convegno organizzato lo scorso ottobre sul tema, dalla Facoltà di Economia dell´Università di Trieste assieme agli avvocati Paola Nodari e Anna Piovesana, ed al professor Gian Piero Gogliettino, commercialista e cultore di Diritto del lavoro presso la Facoltà. In regione, ha spiegato l´assessore, hanno sottoscritto contratti di solidarietà nazionali 11 aziende (Lacon - Villa Vicentina, Patt - Attimis, Fantoni - Osoppo, Emme 1 - Aiello del Friuli, Gruppo Giovannini - Prata di Pordenone e Cordenons, Bernardi Grup - Ronchis di Latisana, Ceias - Gorizia e Monfalcone, Esperides - Pavia di Udine, Snaidero - Majano del Friuli, Eurocar Logistic, Obiettivo Lavoro) e di queste 5 (Fantoni, Patt, Lancon, Eurocar Logistic e Snaidero) hanno già fatto domanda per ottenere il contributo regionale, mentre Ideal Standard e Obiettivo Lavoro hanno annunciato di voler fare altrettanto. L´obiettivo dell´applicazione di questa tipologia contrattuale è "dividere le ore di lavoro dividendo i problemi per non perdere occupati ed aziende" ha rilevato l´assessore, ricordando che questo è comunque lo scopo di tutte le azioni messe in campo in Friuli Venezia Giulia, in linea con quanto il ministro al Welfare, Maurizio Sacconi, sta facendo a livello nazionale. "Ieri a Roma il ministro mi ha confermato di seguire con particolare attenzione le politiche per il lavoro messe in campo dal Friuli Venezia Giulia e si è complimentato per la velocità con cui sono state attuate" ha raccontato l´assessore Rosolen, spiegando che l´obiettivo centrale dei contratti di solidarietà è non aumentare la disoccupazione, ripartendo tra tutti i lavoratori i costi sociali di ogni singola azienda. "La crisi economica va affrontata a tutti i livelli - ha dichiarato Alessia Rosolen - e l´intervento massiccio che stiamo facendo punta al mantenimento dei livelli occupazionali ed alla salvaguardia delle professionalità acquisite, aspetto molto spesso sottovalutato ma tutt´altro che secondario in prospettiva della ripresa". .  
   
   
STABILIZZATI DALLA REGIONE CAMPANIA ALTRI 281 LAVORATORI SOCIALMENTE UTILI  
 
Napoli, 14 dicembre 2009 - Procede l´iniziativa di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili nei vari comuni della Campania. Dopo gli accordi e i relativi finanziamenti stanziati dalla Regione per le aree di Avellino, Benevento e Caserta, nei prossimi giorni si procederà alla stipula di altri accordi per la stabilizzazione di ulteriori 281 lavoratori socialmente utili attualmente impiegati in diversi comuni della provincia di Napoli. Gli importi assegnati sono di 20. 000 euro annui per 3 anni, pari a un impegno economico complessivo a carico della Regione che in provincia di Napoli tocca la cifra di 6 milioni di euro. Nei prossimi giorni sono previsti incontri con diversi sindaci. Si è iniziato l’ 11 dicembre, alle ore 12. 00, con il comune di Acerra che prevede di stabilizzare 48 Lsu. Erano presenti, inoltre, i sindaci di Casamarciano, che stabilizza 2 Lsu, Marigliano (5 Lsu), Pollena Trocchia (2 Lsu), Agerola (1 Lsu), Camposano (4 Lsu), Cercola (18 Lsu), Cicciano (14 Lsu), Vico Equense (9 Lsu), e Pompei (2 Lsu), per un totale di 104 lavoratori stabilizzati. Si continuerà il giorno 14 dicembre, alle ore 10. 00, con l’incontro dell’assessore Gabriele con il sindaco Francesco Russo a Frattamaggiore, dove è prevista la sigla dell’accordo per 50 lavoratori. In quella sede firmeranno i rispettivi accordi anche i sindaci di Bacoli (per 15 lavoratori), Frattaminore (15 lavoratori), Grumo Nevano (54 lavoratori), Melito di Napoli (10 lavoratori), Calvizzano (5 lavoratori), Procida (6 lavoratori), Montoro Superiore (12 lavoratori) e Sant’antimo (10 lavoratori), per un totale di 177 lavoratori stabilizzati. "La firma del protocollo - ha dichiarato l’assessore Gabriele - ha comportato un grosso impegno da parte della Regione, ma si tratta di uno sforzo necessario e di un investimento utile per risolvere l’annosa vertenza dei lavoratori socialmente utili, migliorando, contemporaneamente, la qualità della pubblica amministrazione. E’ un onere per il quale mi sono personalmente impegnato, al fine di ridare dignità a lavoratori che da tempo attendono una stabilità occupazionale". .  
   
   
LA REGIONE SARDEGNA ADERISCE AL PROGETTO "VALORIZZAZIONE E RECUPERO DEGLI ANTICHI MESTIERI"  
 
 Cagliari, 14 Dicembre 2009 - La Regione Sardegna ha aderito al progetto interregionale "Valorizzazione e recupero degli antichi mestieri", coordinato dalla Regione Liguria. L´iniziativa intende promuovere, eventualmente anche in un ambito transnazionale, specifici interventi di politiche attive del lavoro finalizzati al recupero e al mantenimento delle attività artigianali le quali vantano tradizioni culturali che si perdono nel tempo, tra cui citiamo quelle dell’addetto alla lavorazione del corallo e di metalli nobili per la produzione di gioielli, dell’addetto alla tessitura tradizionale, del maniscalco e del ramaio. "La difesa della manualità tramandata di generazione in generazione, soprattutto in quei territori nei quali i giovani riprendono con coraggio e inventiva i mestieri delle generazioni precedenti, non va vista come un nostalgico sguardo rivolto al passato, bensì come un passaggio di testimone verso il futuro – spiega l´assessore regionale del Lavoro, Franco Manca - . Gli antichi mestieri appartengono perlopiù alle cosiddette economie di nicchia, e riscontrano una maggiore sensibilità tra le persone giovani (ma non giovanissime) che risultano più legate alle tradizioni locali e che spesso ritornano alle origini, dopo un periodo lavorativo in altri bacini territoriali. Il tasso di redditività non è molto elevato, difatti non assicura la sopravvivenza di imprese di grosse dimensioni, tuttavia questi mestieri costituiscono un terreno fertile per le piccole iniziative artigianali. Questo progetto mira al mantenimento dei posti di lavoro e alla creazione di nuova occupazione, nell’ambito dei mestieri tradizionali di qualità a rischio di estinzione". L´assessorato regionale del Lavoro impegnerà risorse provenienti dal Por "Competitività regionale e Occupazione" - Fondo sociale europeo 2007-2013; inoltre potranno essere utilizzate altre eventuali risorse regionali, statali e comunitarie. Saranno attivate azioni di orientamento, formazione, work experience, aiuti all’occupazione e alla creazione d’impresa, misure di accompagnamento per la sostenibilità di impresa, creazione di reti, oltre ad attività di diffusione e realizzazione di eventi. .  
   
   
NUOVE DECISIONI E 40 MLN A FAVORE DEI LAVORATORI PUGLIESI  
 
Bari, 14 dicembre 2009 - Le parti sociali che compongono la Commissione Regionale per l’occupazione e la Regione hanno deliberato il 9 dicembre importanti provvedimenti relativi ai lavoratori che usufruiscono di ammortizzatori sociali. In particolare si è deciso che: 1. Su semplice domanda del lavoratore che compilerà un modulo predisposto tutti coloro che a partire dal 2004 non hanno mai usufruito di trattamento di mobilità in deroga potranno ricevere 4 mensilità di sostegno al reddito; 2. Chi perde il posto di lavoro a seguito di licenziamento individuale dovrà essere indennizzato con il trattamento di mobilità in deroga e non con quello di disoccupazione ordinaria. Ciò determina un conguaglio e un aumento del reddito percepito. 3. Per le imprese che non hanno esaurito i normali 12 mesi di cig in deroga la stessa è autorizzata nel 2010 fino al raggiungimento di questa scadenza temporale. 4. I lavoratori che si trovano nel regime previsto dalle sospensioni ex art. 19 vedranno trasformate le stese in cig in deroga. 5. La cig in deroga si applica anche ai lavoratori agricoli dipendenti da imprese e cooperative del settore interessate da crisi riconducibili a ristrutturazione, riconversione, riorganizzazione e crisi di mercato non coperte dagli ammortizzatori sociali. 6. La cig in deroga si estenderà anche ai lavoratori a tempo determinato della formazione professionale. “Con questi provvedimenti e grazie alla professionalità di Inps e Ufficio Regionale del Lavoro mettiamo a disposizione dei lavoratori pugliesi oltre 40 mln di euro ancora disponibili fra la quota dello Stato e quella della Regione –ha dichiarato l’Assessore al Lavoro,michele Losappio- che verranno utilizzati subito per ridurre l’impatto sociale della crisi e fornire un minimo di ristoro ai lavoratori licenziati ed espulsi dalla produzione. “E’ evidente –continua l’Assessore- che per il 2010 ed in ottemperanza dell’accordo sottoscritto fra lo Stato e le Regioni bisognerà ricostituire il fondo da destinare ai lavoratori e per questo la Regione annuncia da subito la sua disponibilità”. .  
   
   
LAVORO FVG: FIRMATO ACCORDO AMMORTIZZATORI 2010  
 
Trieste, 14 dicembre 2009 - Il Friuli Venezia Giulia è la prima Regione italiana a concludere e ratificare l´accordo al Tavolo di Concertazione per la concessione degli ammortizzatori in deroga nel 2010. Il documento presentato dall´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, è stato condiviso e firmato l’ 11 dicembre da tutte le parti sociali presenti al Tavolo, confermando e rilanciando in questo modo l´intesa raggiunta un anno fa per il 2009. "Chiederemo al Governo nazionale 25 milioni di euro per la copertura di cassa integrazione e mobilità in deroga", ha annunciato Rosolen, spiegando che la cifra è del 25 per cento superiore (pari a 5 milioni) rispetto a quella chiesta ed ottenuta per l´anno in corso. "Abbiamo così rafforzato l´universalità di un intervento che è diretto a tutte le imprese regionali e che - ha aggiunto l´assessore - nella seconda metà del 2009, ovvero da quando l´operatività ha avuto effetto, ha pesantemente abbattuto il numero di licenziamenti sul nostro territorio, riducendo di conseguenza le entrate in mobilità che sono addirittura dimezzate nel raffronto tra aprile ed ottobre". .  
   
   
AI GIOVANI CREATIVI DEL LAZIO UN FONDO DI 500MILA EURO PER AVVIARE UN´IMPRESA  
 
Roma, 14 dicembre 2009 - Essere creativi può valere una fortuna. Almeno per coloro che hanno un´idea originale e intendono avviare un´impresa. Esiste infatti un Fondo della Creatività di 500mila euro, istituito con la legge finanziaria regionale, nell´ambito della partecipazione della Regione Lazio all´Anno Europeo della Creatività e dell´Innovazione proclamato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo per il 2009, per promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove imprese. Oggi è possibile accedere a questo fondo, poiché, su proposta dell´assessore alla piccola e media impresa, commercio e Artigianato, Daniele Fichera, la giunta della Regione Lazio ha approvato i criteri per l´accesso al bando di concorso. "Il Fondo - ha spiegato l´assessore Fichera - è rivolto a tutti gli aspiranti imprenditori e a tutte le piccole e medie imprese del Lazio iscritte da meno di tre anni al Registro delle Imprese, che si impegnino a creare un´attività con un forte connotato creativo, in particolare nel settore dell´audiovisivo, delle tecnologie applicate ai beni culturali, dell´artigianato artistico, del design, dell´architettura e della musica". Alla creatività, i progetti presentati, dovranno affiancare chiari elementi di innovazione, siano essi del prodotto, del servizio, del processo di produzione o della gestione dell´impresa. "Il Fondo, destinato alle Province del Lazio - ha aggiunto Fichera - rappresenta una straordinaria opportunità, soprattutto per i tanti giovani del Lazio che hanno tante buone idee, ma poche risorse e mezzi per metterle in pratica. Lo strumento messo in campo dalla Regione - conclude Fichera - è di rilievo, non tanto per la consistenza del fondo, bensì per il momento in cui viene promosso. Con questo provvedimento, infatti, cerchiamo di favorire la nascita e lo sviluppo di piccole e medie attività, che di fatto la fase economica attuale non incentiva". .  
   
   
SICUREZZA IN EMILIA-ROMAGNA, TREDICESIMO RAPPORTO ANNUALE 2009 DELLA REGIONE: DOPO UNA LUNGA FASE "ESPANSIVA", TRA IL 2007 E IL 2008 SI ASSISTE A UNA DIMINUZIONE DEL TASSO GLOBALE DI CRIMINALITÀ.  
 
Bologna, 14 dicembre 2009 – Meno 10,3%. E’ la variazione, in termini percentuali, dei reati denunciati alle forze dell’ordine tra il 2007 e il 2008 in Emilia-romagna. Diminuiti i furti (-17,9%) e le rapine (-7,1%); in leggero calo anche le lesioni dolose (-1,9%). In aumento invece gli omicidi (tentati e consumati): + 19,4%. C’è dunque una diminuzione complessiva generale (a livello nazionale è del -7,6%), che riguarda diverse tipologie di reati. Un segnale di cambiamento, se si considerano gli ultimi quarant’anni, in cui la criminalità in senso lato ha conosciuto un incremento notevole, in Emilia-romagna come nel resto d’Italia. Dopo una lunga fase “espansiva”, quindi – coincisa con numerosi cambiamenti sociali – i tassi di criminalità stanno diminuendo in maniera costante da oltre dieci anni: una tendenza inaugurata prima negli Stati Uniti e che, all’incirca dal 2000, riguarda anche molti Paesi europei. E’ quanto emerge, in sintesi, dal 13esimo Rapporto annuale 2009 sull’andamento della criminalità e della percezione di insicurezza in Emilia-romagna, realizzato dalla Regione con elaborazioni su dati Istat, del ministero dell’Interno, di Eurostat. “Non sappiamo se questa diminuzione continuerà. E’ un segnale positivo che stiamo studiando – sottolinea Alfredo Bertelli, sottosegretario alla presidenza della giunta regionale – . Questa diminuzione, se confermata, significherà che l’Italia (e il rapporto lo dimostra) si sta allineando ad altri contesti europei, con qualche anno di ritardo, come sempre avviene per il sud dell’Europa, e che quindi la criminalità è davvero il prodotto di fattori internazionali, combinati a peculiarità locali, che dobbiamo conoscere e controllare meglio. Bisogna però essere chiari: questo calo repentino degli ultimi due anni non può essere – continua Bertelli – il prodotto di politiche recenti, degli ultimi mesi. Non è il prodotto dei Patti per sicurezza, inaugurati dal ministro Amato nel precedente governo, perché quei patti hanno riguardato 18 città metropolitane, mentre questo calo è oggi generalizzato. Non è il prodotto delle ordinanze dei sindaci, che riguardano il disordine urbano e non i furti in appartamento o le rapine o gli omicidi. Non è il prodotto di alcune disposizioni recenti del ministro Maroni, quali per esempio le famose ‘ronde’ di cui tanto si è parlato, perché tutte queste disposizioni normative risalgono al 2009 e la criminalità, ci dicono gli esperti, comincia a diminuire in Italia già dal secondo semestre del 2007, e il calo si manifesta appieno nel 2008. In ogni caso i nostri tassi di criminalità sono ancora alti, e l’opinione dei cittadini allarmata. C’è – conclude Bertelli – ancora molto lavoro da fare”. Tipologie di reati in Emilia-romagna: quelli in calo da alcuni anni, o stabili Le rapine in banca - Tra il 1975 e il 2008, in Emilia-romagna ne sono state denunciate in media duecento ogni anno. Il momento peggiore risale al 1977, quando in regione fu rapinato uno sportello su quattro, superando di molto il tasso nazionale. La situazione è migliorata nella prima metà degli anni Novanta. In termini assoluti il numero di rapine negli ultimi anni è cresciuto ma, essendo aumentati anche gli sportelli bancari, il tasso di rischio oggi è uguale a quello dei primi anni Ottanta (circa sette rapine ogni cento sportelli). Secondo gli ultimi dati, attualmente l’Emilia-romagna ha un tasso di rapine in banca simile a quello medio, ma circa due volte e mezzo inferiore a quello della Sicilia, la metà della Liguria e della Lombardia e inferiore alla Campania e alla Toscana. Le rapine sulla pubblica via - Premesso che questo reato può essere rilevato autonomamente rispetto alle rapine in banca solo a partire dal 2004, da quel momento fino al 2008 (e quindi nell’arco di quattro anni) in Emilia-romagna sono state denunciate circa mille rapine di strada l’anno. L’aumento nel corso degli anni in regione – dove rappresentano il 42,4% sul totale delle rapine – è stato assai più modesto che nel resto del paese. Secondo gli ultimi dati disponibili, in Emilia-romagna vengono denunciate molte meno rapine rispetto alla Campania (che nel 2008 è in testa) e alla Sicilia, ma anche ad alcune regioni del centro e del nord, come Lazio, Lombardia, Piemonte e Liguria. Gli omicidi volontari - Negli ultimi anni gli omicidi in Italia sono notevolmente diminuiti. Dal 1970 a oggi ci sono stati due picchi significativi: il primo nel 1983 quando ne furono commessi 2,3 ogni 100mila abitanti (più di 1. 300 in valore assoluto) e il secondo, molto più evidente, nel 1991: ne furono compiuti 3,5 ogni 100mila abitanti (quasi 2. 000 in valore assoluto). Oggi sono a un livello tra i più bassi di tutto il periodo considerato (poco più di 1 omicidio ogni 100 mila abitanti). In questi anni in Emilia-romagna il tasso di omicidi è circa la metà di quello medio e in alcuni periodi - come è avvenuto ad esempio nella seconda metà degli anni Ottanta - addirittura tre o quattro volte inferiore, e ciò vale anche per i tentati omicidi. Gli scippi - Oggi lo scippo (che, a differenza dal borseggio, implica un contatto con la vittima) è un reato abbastanza raro, al contrario di quanto è avvenuto tra gli anni Settanta e Ottanta. In Emilia-romagna, dove viene denunciato più che in altre regioni − come del resto avviene anche per altri reati − ha iniziato a crescere in modo straordinario tra il 1978 e il 1979: più di 2000 in un anno. Il punto più alto è stato raggiunto però solo nel 1982, quando ne sono stati denunciati quasi 5000 (circa 120 ogni 100mila abitanti). Dal 1991 è iniziata invece una lunga fase di decrescita che non si è mai interrotta fino a oggi, e che gli studiosi mettono in correlazione soprattutto al calo degli eroinomani. Attualmente il livello di questo reato è il più basso degli ultimi trent’anni, che è di venti denunce ogni 100mila abitanti (meno di 1. 000 in numero assoluto). Da notare come, secondo i dati di Eurostat, i tassi di scippi e rapine dell’Emilia-romagna sono molto simili a quelli della Germania, e tra i più bassi in Europa. I furti sulle auto in sosta - Il furto sugli autoveicoli presenta una forte analogia con lo scippo. E’ probabile quindi che anche questo reato abbia una relazione diretta con il fenomeno della tossicodipendenza e che gli autori siano perlopiù ladri occasionali. Si verifica più spesso nelle città e meno nei piccoli comuni e riguarda soprattutto i gruppi sociali meno abbienti. Se si osserva il trend di questo reato nel lungo periodo, se ne deduce che in Italia diminuisce ininterrottamente dal 1991, mentre in Emilia-romagna ha un andamento più irregolare. Se ora si considera il tasso riferito alle vetture circolanti è possibile notare che fino alla metà degli anni Novanta in regione è stato molto più basso della media. Averlo superato nel 1997 è dipeso più dalla decrescita avvenuta a livello nazionale che ad un aumento eccezionale in regione, visto che oggi - grazie anche alla notevole riduzione dell’ultimo anno - è al livello dei primi anni Ottanta. I furti delle autovetture - In Emilia-romagna questo reato è assai meno diffuso rispetto ad altre regioni. Nel periodo considerato (1970-2008) infatti il tasso regionale è stato costantemente la metà di quello medio e ha oscillato tra due e sei furti ogni mille autovetture circolanti all’anno (dai 5 agli 11 mila in valore assoluto). Gli anni più critici corrispondono ai primi anni Ottanta e ai primi anni Novanta, quando il tasso si è leggermente innalzato. Questo reato dal 1999 sta diminuendo regolarmente e oggi si può senz’altro affermare che si trova a un livello fra i più bassi degli ultimi venticinque anni. I furti nelle abitazioni - Per l’Emilia-romagna si può parlare di una lunga fase espansiva, che è durata dalla metà degli anni Settanta fino ai primi anni Novanta, quando ne furono denunciati circa 17mila (circa dieci ogni mille abitazioni). Il 1998 va ricordato come il momento più critico per l’Emilia-romagna riguardo a quest’attività criminale. Da allora c’è stata una graduale ma continua decrescita, che non si è mai interrotta. Si può concludere quindi che oggi, soprattutto dopo la forte riduzione dell’ultimo anno, il livello di questo furto è tornato a essere simile a quello della seconda metà degli anni Ottanta, quando ne venivano denunciati in media 10 mila ogni anno (circa sei ogni mille abitazioni). Va ricordato che la sua diffusione accomuna un po’ tutte le regioni del centro-nord, dove storicamente ne avvengono circa il doppio rispetto alle regioni del sud. Il tasso di questi furti rimane sempre più alto in questa parte della penisola e in modo particolare in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-romagna, Toscana, Umbria e Lazio. I reati che sono aumentati in maniera più significativa - I borseggi In Emilia-romagna sono molto diffusi: 17. 500 quelli denunciati nel 2007, 12. 969 nel 2008. Nell’ultimo anno (2008) solo la Liguria, la Lombardia e il Piemonte ne hanno denunciato una cifra più alta in rapporto al proprio numero di abitanti. Infatti, se il tasso regionale in Emilia-romagna è di 303 ogni 100mila abitanti, in Liguria è stato di 465, in Lombardia 317, in Piemonte 313. Va ricordato che più della metà di questi reati in Emilia-romagna avvengono a Bologna (4985 quelli denunciati nel 2008) e Rimini (922): la causa va ricercata soprattutto nella specificità di queste due città e nell’alto numero di visitatori stagionali o giornalieri. Anche se dal 2004 questi reati hanno cominciato a diminuire, rimangono un problema significativo del territorio regionale. I furti nei negozi - A parte qualche oscillazione, questo furto in Emilia-romagna è cresciuto senza mai interrompersi fino al 2003, quando ne è stata denunciata una cifra (circa 10mila) quattro volte più alta di quella della metà degli anni Settanta. Il trend di crescita è ancora più evidente se si guarda la percentuale calcolata sul numero degli esercizi commerciali esistenti nel territorio. Nell’ultimo anno (nonostante siano calati) ne sono stati commessi circa 200 ogni 1000 esercizi, mentre la media italiana è poco sopra i 100. L’enorme flessione avvenuta nel 2004 coincide esattamente con l’entrata in funzione del nuovo sistema di raccolta delle denunce, e può essere dunque stata causata da un qualche problema nel rubricare il reato. Le lesioni volontarie personali - Gli episodi di violenza riconducibili al reato di lesioni dolose (contenente una gamma vasta di comportamenti violenti, molti all’interno della famiglia) sono in forte ripresa negli ultimi anni, dopo un periodo decisamente negativo nei primi anni Ottanta. Va detto che le denunce probabilmente esprimono una parte ridotta delle violenze che avvengono normalmente perché molte - soprattutto quelle che avvengono in famiglia - non vengono denunciate. In Emilia-romagna questo reato ha avuto un andamento abbastanza simile a quello italiano; oggi il tasso di denuncia, rispetto agli anni Settanta, è quattro volte più alto e circa una volta e mezzo più alto di quello medio. La percezione di insicurezza dei cittadini dell’Emilia-romagna: l’indagine della Regione - E’ dal 1995 che la Regione Emilia-romagna conduce un’indagine dedicata specificamente alla percezione di insicurezza dei cittadini, interpellando ogni anno 1200 residenti maggiorenni. Il campione del 2009 ha un’età media di 50 anni ed è composto per il 52% da donne. Circa un terzo è stato intervistato nei comuni capoluoghi. La microcriminalità rimane una delle preoccupazioni principali degli emiliano-romagnoli (lo è per il 30,2% degli intervistati). Tuttavia, anche i temi economici hanno conosciuto una crescita notevole: difatti, nel rapporto 2009, il problema più sentito (per il 39,8% degli intervistati) è la disoccupazione, seguito dalla microcriminalità, dalla crisi economica (23%) e dall’immigrazione (15,5%). Se si analizzano però i singoli problemi nella loro “evoluzione” durante gli ultimi 15 anni, e in particolare la paura per la microcriminalità, emerge come questa abbia attraversato almeno due fasi: una in crescita, mentre l’altra si direbbe stabile. La prima fase, iniziata nel ’97, è culminata con un picco nel 2001, quando più di 4 persone su 10 la citarono come un problema “serio” dei nostri giorni. La seconda fase invece ha caratterizzato gli anni successivi: la percentuale, pur con qualche oscillazione, si è attestata attorno a una media del 30%. Una preoccupazione fortemente in calo è quella per la droga e le dipendenze: fino alla fine degli anni Novanta una quota significativa di cittadini (intorno al 20%) lo riteneva un problema considerevole. A partire dal 2000, la preoccupazione si è attenuata riducendosi a percentuali molto basse negli ultimi anni (circa 5%). Per quanto riguarda ancora microcriminalità e immigrazione, dall’indagine 2009 emerge come la preoccupazione cresca con il livello di urbanizzazione e sia più alta nelle classi di età molto giovani, per decrescere invece con l’avanzare dell’età. Il 35,1% delle persone che considerano la microcriminalità un problema si collocano infatti nella fascia d’età 18-24 (il 22,3% degli intervistati nella stessa fascia d’età lo pensa per l’immigrazione); invece gli over 65 emiliano-romagnoli che ritengono la microcriminalità un problema sono il 21,1% (il 10% lo pensa a proposito degli immigrati). Tutto ciò per quanto riguarda la paura come “preoccupazione astratta” dei cittadini; per quanto riguarda invece la paura più concreta – come essere vittime di reati nella zona in cui si vive – nell’indagine emergono opinioni molto meno allarmate (tendenza, peraltro, costante da un decennio): per esempio, il 70% degli intervistati si ritiene sicuro a camminare da solo nel proprio quartiere la sera, anche al buio. Inoltre, mentre tra il ’95 e il 2000 quasi l’80% degli intervistati riteneva che la criminalità in Italia fosse in aumento, dal 2000 si diffondono percezioni più realistiche: la percentuale oscilla oggi tra il 50 e il 60%. .  
   
   
ARTIGIANATO STANZIATI 8 MILIONI DI EURO PER L´ABBATTIMENTO DEL COSTO INTERESSI PER LE IMPRESE ARTIGIANE DELLA SARDEGNA  
 
Cagliari, 14 Dicembre 2009 - L´assessorato dell´Artigianato ha stanziato 8 milioni di euro per l´abbattimento del costo del danaro a favore delle imprese artigiane della Sardegna. Un intervento decisivo in un periodo di crisi che consente a centinaia di aziende di risollevarsi. L´intervento è stato illustrato oggi durante una conferenza stampa dall´assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Sebastiano Sannitu. Al momento, degli 8 milioni stanziati, il comitato tecnico regionale dell´Artigianato ne ha impegnati 5,5 consentendo di portare a termine investimenti per 55 milioni di euro. Un risultato importante se si considera che il rapporto tra l’impegno pubblico e la realizzazione dell’investimento è 1 a 10. L’assessorato in tal modo ha riattivato l’operatività e ha esaurito le domande pregresse datate anche 24 mesi relative agli interventi della legge statale 949 del 1952, strumento storico insieme alla 240/81 utilizzato dalle Regioni per sostenere le imprese artigiane con contributi in conto interessi, canoni su finanziamenti di credito e leasing. Già a partire dal prossimo 17 dicembre il comitato tecnico regionale prenderà in considerazione le domande presentate nelle ultime settimane: si tratta di 100 istanze che prevederanno un intervento pubblico per agevolare il rifornimento di liquidità di altri 600mila euro e un investimento complessivo delle imprese pari a 8 milioni. L’azione dell’assessorato sulla legge 949/52, in base alle dichiarazioni sottoscritte dalle stesse imprese, consente di incrementare la forza lavoro del comparto in Sardegna dell’11,6 %, con 517 nuovi occupati su un totale di 4442 dipendenti alla data delle assunzioni. Anche in questo caso il rapporto tra l’entità del fondo disposto dalla Regione e il numero di posti di lavoro creati è molto vantaggioso. Si firma un nuovo contratto a fronte di 10. 600 euro di intervento pubblico. "Quello della Regione sarda per la legge 949/52 è un intervento di tutto rispetto", ha detto Pietro Vigilanza di Artigiancassa, "per le medesime misure nel sud Italia si stanzia meno della metà degli 8 milioni messi a disposizione dalla Sardegna". .  
   
   
TERREMOTO, RICOSTRUZIONE: DISCO VERDE PER IMPORTANTI OPERE VIARIE  
 
L´aquila, 14 dicembre 2009 - A seguito del sisma del 6 aprile, accanto a criticità di ogni tipo, ne sono sorte anche altre nell´ambito della mobilità cittadina e del suo hinterland, che si sono aggravate con la riapertura delle scuole e con il rientro dei cittadini sfollati. Per questa ragione è stato necessario produrre uno sforzo comune di programmazione e di coordinamento che il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha concretizzato nello scorso mese di agosto con la creazione di un Gruppo Tecnico specifico per la mobilità che comprende tutti gli enti e le aziende interessate (Regione, Protezione Civile, Comune e Provincia dell´Aquila, Anas, Provveditorato alle opere pubbliche, Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana e le aziende del trasporto pubblico locale). Il 10 dicembre questa task force, convocata da Guido Bertolaso, si è riunita nella Scuola della Guardia di Finanza, a Coppito, per discutere della progettazione degli interventi immediatamente cantierabili finalizzati a risolvere le criticità connesse con la viabilità dell´Aquila. Alla riunione, la Regione è stata rappresentata dall´assessore ai trasporti e alla sicurezza stradale, Giandomenico Morra. Questo l´elenco delle opere approvate: Lavori Di Realizzazione Della Variante Sud All´abitato Dell´aquila (lotto A) l´intervento ha una lunghezza complessiva di circa 3. 600 metri e origina in corrispondenza dell´esistente Variante Sud. Il tracciato prevede l´interconnessione, mediante rotatoria, con il Nucleo Industriale di Pile e il collegamento a livelli sfalsati con la strada provinciale n° 584. La stima dell´intervento è di circa 31. 000. 000 di euro di fondi Anas previsti nel decreto "sisma". Lavori Di Realizzazione Della Variante Sud All´abitato Dell´aquila (lotto C) l´intervento prevede il collegamento tra il secondo lotto della variante di L´aquila in località Bazzano e la Ss 17 in località S. Gregorio. Il progetto prevede la soluzione dell´innesto con la Ss 17 in prossimità del bivio di S. Gregorio mediante una rotatoria a livelli sfalsati. Il tracciato prosegue con la realizzazione di uno svincolo a rotatoria con la viabilità di collegamento al Nucleo industriale di Onna e termina con la rotatoria di raccordo tra la Ss 17, la Sp 17 ter e la Strada Consortile Mausonia. La stima sommaria dell´intervento è di circa 25. 000. 000 di euro di fondi Anas previsti nel decreto "sisma". La conferenza di servizi ha anche approvato i lavori relativi alla realizzazione degli accessi alle aree residenziali del progetto C. A. S. E. Di Tempera e di Gignano; al collegamento tra la S. S. 80 in località Coppito con la S. S. 17 in località Centi Colella (innesto variante sud); al miglioramento dell´innesto con la viabilità di accesso al nucleo industriale di Pile. Da parte di Rete ferroviaria Italiana, infine, a seguito delle verifiche svolte con l´Anas, il Comune e la Provincia dell´Aquila, è stato assicurato che saranno iniziati i lavori relativi alla soppressione di tredici dei diciotto passaggi a livello sulla tratta ferroviaria San Demetrio ? Sassa e la conseguente realizzazione della nuova linea di metropolitana di superficie. Il progetto prevede la realizzazione di quattro fermate, in prossimità delle nuove aree urbanizzate di Sassa, Nucleo Industriale, Aquilone, Bazzano, San Gregorio. "E un risultato positivo", ha commentato l´assessore Morra, "oggi sono state approvate opere importanti per la viabilità della città dell´Aquila, delle quali si parla da anni e che saranno determinanti per decongestionare la mole di traffico veicolare che ancora oggi rende difficoltosi gli spostamenti sulle direttrici est-ovest del capoluogo e gli ingressi dalle nazionali e dall´autostrada". "Sino ad oggi sono stati realizzati interventi strutturali come le rotatorie vi è, però, la necessità di realizzare nuove opere strutturali necessarie per alleggerire il traffico cittadino". L´assessore regionale ha sottolineato, infine, la validità del lavoro svolto dal tavolo tecnico e ha rimarcato la grande spinta che è stata data ai lavori dalla confluenza di intenti di tutti gli enti e le aziende interessate che "mette in condizione di operare con serenità e nell´esclusivo interesse del territorio aquilano". .  
   
   
E’ NATA SVILUPPO BASILICATA SPA SOCIETA’ DELLA REGIONE  
 
Potenza, 14 dicembre 2009 - Prima assemblea di Sviluppo Basilicata, nata a conclusione del processo di acquisizione da parte della Regione Basilicata della partecipazione detenuta da Invitalia in Sviluppo Italia Basilicata. L’azionista unico ha operato alcune importanti modifiche statutarie, tra cui il rafforzamento della mission per curare l’attuazione di nuovi strumenti e l’aumento di capitale sociale portato ad 3milioni 640. Mila euro. La società, con il nome ridefinito in Sviluppo Basilicata Spa, è dunque a pieno titolo società in house della Regione Basilicata che potrà proficuamente avvalersene come strumento capace di essere punto di riferimento del sistema imprenditoriale della Basilicata. Per il Presidente De Filippo la nuova società sarà in grado di svolgere delicati interventi per lo sviluppo del territorio e saprà accelerare la gestione degli strumenti finanziari secondo le modalità più utili al sistema imprenditoriale lucano. .  
   
   
IMMIGRAZIONE: G.R. UMBRIA APPROVA UNDICESIMO PROGRAMMA ANNUALE  
 
Perugia, 14 dicembre 20 09 – Integrazione dei singoli e delle famiglie stabilmente residenti, servizi per la prevenzione e il contrasto di marginalità e delinquenza, servizi per l’interazione con le comunità residenti: poggia su questi assi portanti l’undicesimo “Programma annuale di iniziative per l’immigrazione” approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alle politiche sociali, Damiano Stufara. La vasta gamma di interventi previsti dal Programma può contare su un finanziamento complessivo di 500mila euro, di cui 400 mila euro destinati agli Ambiti territoriali integrati per finanziare i piani territoriali di intervento in materia di immigrazione dei 12 Comuni capofila (sarà considerato, con un “peso” dell’80% nella suddivisione, il numero dei residenti non appartenenti alla Ue e, con incidenza del 20%, il rapporto tra questi e la popolazione italiana) e la rimanente quota per “progetti sovra ambito”. “Il programma – ha detto l’assessore Stufara – prevede un pacchetto di interventi strutturali e flessibili che tiene conto della complessità del fenomeno migratorio e della necessità di far emergere una risorsa dalla quale i paesi sviluppati non possono prescindere, ma che va collocata in una cultura dei diritti e di doveri, fondamento di ogni convivenza civile e sicura. I migranti – ha aggiunto l’assessore – non vivono più l’Umbria come terra di passaggio verso nuovi spostamenti, ma vi stabiliscono la propria abitazione, lavorano e vi crescono i figli. L’obiettivo che come Giunta regionale ci siamo posti, anche tenendo conto di questa crescente stabilizzazione di singoli e famiglie, è quindi di realizzare, con il concorso di tutti i soggetti coinvolti nella progettazione ed attuazione degli interventi, un percorso che permetta di superare le disparità ancora esistenti per l’affermazione di una piena cittadinanza e di una concreta integrazione degli stranieri, pur tutelando le diversità di cui ciascuna comunità è portatrice”. Fra i settori di intervento previsti dal Piano vanno segnalati i corsi per l’apprendimento della lingua italiana, azioni di sostegno per l’inserimento scolastico dei ragazzi e misure per favorire l’accesso al credito e l’imprenditorialità degli immigrati, iniziative di tutela delle culture di origine caratterizzano il primo asse strategico. Sono inoltre in programma attività di prevenzione degli infortuni sul lavoro e di assistenza sanitaria, mentre nel campo cruciale della “sicurezza” sono presenti progetti per a contrastare la marginalità, prevenire il disagio e la devianza, il consumo e lo spaccio di alcool e sostanze stupefacenti, “recuperare” e reinserire i detenuti con l’istituzione di sostegni extracarcerari, tra i quali un “Segretariato sociale” per detenuti stranieri. Previsti anche l’utilizzo di mediatori culturali tra comunità straniere e italiane, attività di informazione e formazione interculturali, iniziative culturali finalizzate alla comprensione reciproca. .  
   
   
APPROVATO PROVVEDIMENTO REGIONALE ENETO PER SOSTENERE NEOGENITORI, IN PARTICOLARE DONNE IN GRAVIDANZA CON SITUAZIONI DIFFICILI  
 
Verona, 14 dicembre 2009 - “Un provvedimento che va nella direzione di creare una cultura della famiglia, non dell’antifamiglia come quella che impera oggi. Bisogna agire su questo fronte a tutela dei genitori e dei figli ma anche della nostra economia perché le disfunzioni dei nuclei familiari ricadono pesantemente sul sistema dei servizi sociali”. Lo ha detto l’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi che ha presentato l’ 11 dicembre a Verona, nella sede dell’azienda Ullss n. 20, i contenuti di una deliberazione approvata dalla Giunta veneta che valorizza le attività dei centri di aiuto alla vita (cav) presenti nel territorio regionale allo scopo di sostenere azioni pratiche e concrete a favore dei neogenitori, in particolare le donne in difficoltà in attesa di un figlio. “Il provvedimento regionale – ha spiegato l’assessore – applica appieno il principio di sussidiarietà per costruire con soggetti del privato-sociale nuove e adeguate politiche di intervento alle persone. Esso è in continuazione con la deliberazione del dicembre 2008 che si riferiva al piano di riorganizzazione dei consultori familiari per potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie e aiuta l’azione dei cav che vanno incontro alle donne in difficoltà con una maternità e al loro nascituro ”. Erano presenti, tra gli altri, all’incontro Angelo De Cristan direttore dei servizi sociali dell’Ullss n. 20, Ugo Piccoli presidente del cav di Verona e Guido De Candia presidente della federazione veneta dei cav. Il sostegno alle attività di questi centri avverrà tramite la realizzazione di un progetto specifico, nell’ambito del sistema intercorrelato di servizi sociosanitari pubblici e privati, deputati alla presa in carico globale della donna e della famiglia, se pur con diverse competenze e non sovrapposizione delle stesse. Nello specifico il progetto - che sarà presentato dall’osservatorio regionale nuove generazioni e famiglia con sede nell’azienda Ullss n. 3 di Bassano - prevede: di potenziare le attività dei cav favorendo l’ospitalità presso famiglie e comunità alle donne prive di alloggio e in attesa di un figlio o con un figlio; di responsabilizzare il padre e i familiari per evitare che tutto il peso della maternità difficile ricada sulla donna; di ricercare fonti di guadagno stabili per le madri o i genitori disoccupati; di reperire beni di sostentamento e di prima necessità per le madri e i genitori in difficoltà economica; di promuovere iniziative educative e culturali rivolte agli operatori; di informare della realtà dei cav e delle opportunità offerte alle donne e alle famiglie. Inoltre, il progetto si indirizzerà a creare e/o potenziare il collegamento tra i cav e i servizi sociosanitari pubblici e privati nel rispetto delle diverse competenze e spazi operativi. Per la realizzazione del progetto la Regione ha stanziato un finanziamento di 390mila euro a valere sul bilancio di previsione regionale per l’esercizio 2009. .  
   
   
IN COLOMBIA PRIMA CONFERENZA MONDIALE DONNE LUCANE  
 
Potenza, 14 dicembre 2009 - Ha avuto luogo a Paipa, in Colombia, nel dipartimento di Boyacà, la “Prima Conferenza Mondiale delle Donne Lucane nel mondo”. La manifestazione, che durerà tre giorni, ha visto la partecipazione delle associazioni dei lucani nel mondo provenienti da Perù, Cile, Argentina, Venezuela, Ecuador, Panama, Uruguay, Paraguay, Stati Uniti, Belgio, Svizzera, Regno Unito, Canada, oltre, naturalmente, della Colombia, dei lucani di Bogotà e dello Sportello Basilicata Argentina e dello Sportello Basilicata Uruguay. La giornata odierna è stata dedicata ai saluti delle autorità locali, agli interventi del presidente della “Commissione dei Lucani all’Estero” Pietro Simonetti, della consigliera regionale Adeltina Salierno e del presidente della Federazione delle associazioni dei lucani in Colombia, Macario Zito. Intervenute, inoltre, le componenti della “Commissione regionale per le Pari Opportunità” Lella Romagno e Teresa Gullà. .  
   
   
INCONTRO SU NIDI IN FAMIGLIA A BUSSOLENGO: “SONO 50 I NIDI IN FAMIGLIA NELLA PROVINCIA DI VERONA”  
 
 Bussolengo (Vr), 14 dicembre 2009 - Nel veronese sono presenti circa 50 nidi in famiglia. Lo ha ricordato il 12 dicembre l ’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi intervenuto nel centro congressi Montresor Tower di Bussolengo (Vr), alla giornata di aggiornamento per collaboratori educativi del progetto sperimentale della Regione Veneto “Nido in famiglia”. Dal 2008 il progetto ha creato un sistema organizzato consolidato che ha potuto formare circa 700 collaboratori, tramite corsi promossi su tutto il territorio veneto e permesso l’apertura di oltre 165 nidi in famiglia, dando la possibilità a 600 bambini di usufruire di tali servizi. Valdegamberi, ha sottolineato a tutti i collaboratori e organizzatori presenti, la centralità della famiglia in questo progetto; l’attività di nido in famiglia si svolge in una casa con precisi requisiti di qualità, ciò consente ai bambini di stare in una dimensione familiare e ai loro genitori di usufruire di un servizio più flessibile e adeguato alle loro necessità. Egli inoltre ha posto l’attenzione sul sostegno concreto fornito dalla Regione anche attraverso l’erogazione del buono famiglia, che in questi tempi di difficoltà economiche consente di sostenere le famiglie partendo dal presupposto, come sottolineato più volte dall’assessore, che la famiglia è una ricchezza sociale fondamentale che va sostenuta e rimane il perno imprescindibile dell’organizzazione della società. Valdegamberi ha precisato che è iniziata, nel corso del 2009, l’erogazione del buono famiglia per cui la Giunta Veneta, su proposta dell’assessore, ha stanziato un milione di euro. Il corso di aggiornamento si inserisce in un progetto di continua qualificazione e specializzazione dei collaboratori educativi formati dalla Regione, in un’ottica di vicinanza alla famiglia e alle sue esigenze. L’iniziativa conferma il progetto della Regione Veneto di creare di una rete di servizi a domicilio inseriti un sistema di qualità e controllo. Il progetto sperimentale “Nido in famiglia” è sostenuto dalla Regione anche tramite il supporto del sito www. Venetoperlafamiglia. It . .  
   
   
CONCLUSA A TREVISO CONFERENZA REGIONALE SU DIRITTI UMANI, COOPERAZIONE E CULTURA DI PACE  
 
 Treviso, 14 dicembre 2009 - Quale faccia ha la pace? E’ la domanda, scaturita dall’appassionato intervento della giovane scrittrice bosniaca Zlata Filipovic autrice del bestseller “Diario di Zlata: vita di una bambina durante la guerra di Sarajevo” e testimonial dell’Unicef, che ha maggiormente caratterizzato la giornata conclusiva della quarta “Conferenza Regionale per la Cooperazione allo Sviluppo, la Solidarietà Internazionale, i Diritti Umani e la Cultura di Pace” che è svolta a Treviso, in occasione del decimo anniversario della legge n. 55/1999 che disciplina gli interventi regionali in questa materia. L’assessore regionale ai diritti umani e alla cooperazione allo sviluppo, Isi Coppola, nelle sue conclusioni si è rivolta ai molti giovani studenti presenti, affermando che la pace è prima di tutto il nostro impegno, la non-indifferenza di fronte alle problematiche, la non-superficialità nel trovare le risposte. Anche internet, invece che essere usato solo per banalità, può diventare uno strumento straordinario di costruzione di pace nel mondo, come ha sottolineato il sociologo Francesco Pira. Facendo riferimento alla legge regionale n. 55/99, l’assessore Coppola ha detto che si è dimostrata una buona legge che ha saputo dare voce a valori e ideali di solidarietà che si ritrovano nel Dna dei veneti. “Quello che conta – ha detto – non sono i milioni spesi o il numero dei progetti realizzati, ma lo straordinario bilancio di valori che oggi possiamo tracciare insieme”. L’assessore ha ringraziato il mondo della scuola che in questi dieci anni ha risposto con grande passione al lavoro della Regione. Il messaggio che si può ricavare da questa conferenza - ha concluso l’assessore Coppola – è che anche il mondo della politica è in grado di mettere a disposizione gli strumenti giusti per impegnarsi a favore degli altri. L’unicef, di cui oggi era presente Stefano Taravella vicepresidente per l’Italia, nel suo rapporto 2009 sulla condizione dell’infanzia nel mondo mette in evidenza che quasi 9 milioni (dato 2008) di bambini muoiono al di sotto dei 5 anni. Ieri, don Dante Carraro direttore del Cuamm (Medici con l’Africa) di Padova aveva ricordato che ogni anno muoiono anche 500 mila mamme, mentre Alessandro Bolzoni ufficiale di collegamento per il coordinamento umanitario dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) ha fatto presente che attualmente vengono assistiti 11 milioni di rifugiati e 22 milioni di sfollati. Dei diritti dei bambini hanno parlato Antonio Papisca titolare della Cattedra Unesco “Diritti umani, democrazia e pace” dell’Università di Padova e la vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto Maria Fiorenza Coppari. Govanni Provenzale ha illustrato l’attività della “Rete internazionale Progetto Pace” realizzata con gli studenti e in precedenza Camilla Grassi e Marco Zarai avevano raccontato la loro partecipazione al Summit J8 (Junior 8) 2008-2009. .