Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 11 Gennaio 2011
COMUNICAZIONE CELLULARE IN STILE UE  
 
 Bruxelles, 11 gennaio 2011 - Ricercatori europei stanno lavorando duramente allo sviluppo di nuovi approcci ai sistemi di comunicazione cellulare che producono gli elementi costitutivi per i dispositivi informatici biologici. L´informatica biologica affronta alcuni dei problemi che colpiscono le nostre vite, tra cui aiutare i ricercatori a inventare metodi più innovativi per la cura delle malattie. Scienziati del progetto Cellcomput ("Biological computation built on cell communication systems") stanno fornendo nuove informazioni su come si possono progettare e costruire dispositivi complessi composti da due, tre o più cellule programmate, e stanno fabbricando gli elementi costitutivi per questi dispositivi. Cellcomput ha ottenuto 1,72 milioni di euro nell´ambito dell´attività "Scienza e tecnologie nuove ed emergenti" (Nest) del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. I ricercatori di Cellcomput affermano che la comunicazione tra cellule modificate geneticamente è possibile, e descrivono queste cellule come circuiti elettronici. Guidati dall´Università di Göteborg in Svezia, i ricercatori hanno compiuto importanti progressi che permetteranno in futuro la costruzione di sistemi complessi in cui le cellule stesse del nostro corpo ci aiutano a mantenerci sani. La ricerca è stata recentemente presentata sulla rivista Nature. I ricercatori hanno usato cellule di lievito per produrre circuiti sintetici basati sulla comunicazione tra cellule regolata dai geni. Essi hanno modificato geneticamente queste cellule, facendo loro "percepire" ciò che si trova nelle vicinanze, sulla base di criteri definiti; a loro volta esse poi inviano segnali alle altre cellule di lievito mediante la secrezione di molecole. Il team ha detto che unire queste diverse cellule è come unire i mattoncini Lego, producendo in realtà circuiti più complicati. Secondo i ricercatori, essi hanno potuto eseguire complesse funzioni "elettroniche" grazie alla costruzione di cellule di lievito con varie modificazioni genetiche. "Anche se le cellule modificate non possono eseguire lo stesso lavoro di un vero computer, il nostro studio apre la strada alla creazione di costruzioni complesse con queste cellule," ha spiegato Kentaro Furukawa del dipartimento di Biologia cellulare e molecolare dell´Università di Göteborg, coautore dello studio. "In futuro ci aspettiamo che sarà possibile usare simili sistemi di comunicazione tra cellule nel corpo umano per individuare cambiamenti nello stato di salute, per aiutare a combattere una malattia nelle sue prime fasi, o per agire come biosensori per individuare inquinanti in rapporto alla nostra capacità di scomporre le sostanze tossiche nell´ambiente." Adesso si progettano cellule in silico, che rendono possibile comunicare in una materia prevedibile per formare sistemi di comunicazione. Secondo gli scienziati, la biologia sintetica sta appena iniziando a ricavarsi una nicchia nel mondo della ricerca. "Un´applicazione è la progettazione di sistemi biologici che non si trovano in natura," hanno detto. Da notare che i precedenti studi sullo sviluppo di varie connessioni artificiali tra cellule modificate geneticamente, compresi oscillatori, sensori e interruttori automatici, hanno dato buoni frutti. Molti di questi network artificiali potrebbero essere usati sia in applicazioni mediche che industriali, come nei biosensori, nel biorimedio (uso del metabolismo di microorganismi per rimuovere inquinanti) e in agricoltura. Ma i ricercatori dicono che nonostante il grande potenziale di queste connessioni artificiali, attualmente esistono delle limitazioni tecniche, principalmente dovute al fatto che i sistemi artificiali nelle singole cellule non funzionano come ci si aspettava. A questo studio hanno contribuito anche ricercatori provenienti dalla Germania e della Spagna. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Göteborg: http://www.Gu.se/  Cellcomput: http://complex.Upf.es/~ricard/cellcomput.html  Nature: http://www.Nature.com/    
   
   
TEAM FINANZIATO DALL´UE COMPIE PROGRESSO NEL CONTROLLO DEL QUBIT  
 
Bruxelles, 11 gennaio 2011 - Nei Paesi Bassi scienziati finanziati dall´Ue sono riusciti a controllare in modo veloce gli elementi costituenti di un computer quantistico usando un campo elettrico al posto di uno magnetico. Inoltre, il team è riuscito a integrare questi elementi costituenti, conosciuti come quantum bit o qubit, in un nanotubo semiconduttore. Lo studio, pubblicato nella rivista Nature, potrebbe portare a progressi nel campo dell´informatica e della comunicazione quantistica. L´ue ha finanziato il lavoro attraverso il progetto Quantumoptoelectr ("Quantum opto-electronics"), una sovvenzione Advanced Grant del Consiglio europeo della ricerca (Cer), di 1,8 milioni di euro, assegnata al professor Leo Kouwenhoven del Kavli Institute of Nanoscience presso il Politecnico di Delft (Tu Delft), nei Paesi Bassi. Il progetto è iniziato nel 2009 e si concluderà alla fine del 2013. Le sovvenzioni Cer vengono finanziate mediante il programma "Idee" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Il nocciolo del concetto di informatica quantistica è rappresentato dal qubit, che può essere creato intrappolando un singolo elettrone in un materiale semiconduttore. Gli elettroni possono ruotare sul proprio asse in due direzioni; nell´informatica quantistica, una direzione rappresenta lo stato 0 e l´altra lo stato 1, così il qubit può efficacemente codificare dati proprio come un normale bit informatico. Finora gli scienziati avevano controllato lo spin degli elettroni usando dei campi magnetici. Tuttavia, è estremamente difficile generare dei campi magnetici su un microchip. Come ci spiega David Reilly dell´Università di Sydney in Australia in uno studio di accompagnamento: "Sebbene gli esperimenti sulla validità del principio abbiano mostrato che il controllo magnetico su scala nanometrica sia possibile, il tempo necessario per ruotare magneticamente l´orientamento dello spin dell´elettrone è lungo e non permette molte rotazioni nel tempo di coerenza dello spin." Il tempo di coerenza dello spin si riferisce al periodo durante il quale l´informazione codificata nello stato quantico dello spin viene conservata. In un tentativo di aggirare questo problema, il professor Kouwenhoven, assieme a colleghi dalla Tu Delft e del Politecnico di Eindhoven, ha utilizzato un approccio diverso, controllando lo spin mediante campi solamente elettrici. Per fare questo, essi hanno sfruttato un effetto conosciuto come interazione spin-orbita, che permette al moto di un elettrone di influenzare il proprio spin. Nei materiali con una forte interazione spin-orbita, lo spin dell´elettrone e il suo moto orbitale si combinano per creare uno stato ibrido chiamato qubit spin-orbita, che può essere controllato da un campo elettrico. "Questi qubit spin-orbita combinano il meglio di entrambi i sistemi," ha commentato il professor Kouwenhoven. "Essi sfruttano i vantaggi sia del controllo elettronico che della memorizzazione di informazioni nello spin dell´elettrone." Secondo il team, in un altro importante successo sono riusciti a integrare qubit in nanotubi realizzati con arseniuro di indio (Inas), un materiale semiconduttore, con un diametro di pochi nanometri e una lunghezza nell´ordine dei micrometri. I nanotubi possono essere usati sia in dispositivi elettronici che ottici. "Questi nanotubi vengono sempre più utilizzati come pratici elementi costitutivi in nanoelettronica," ha detto il professor Kouwenhoven. "I nanotubi sono un´eccellente piattaforma per l´elaborazione quantica delle informazioni, tra le altre applicazioni." Per maggiori informazioni, visitare: Tu Delft: http://www.Tudelft.nl/   Nature: http://www.Nature.com/nature  Cer: http://erc.Europa.eu/    
   
   
17A CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL´ELABORAZIONE NUMERICA DEI SEGNALI  
 
Corfù, 11 gennaio 2011 - La 17a Conferenza internazionale sull´elaborazione numerica dei segnali si svolgerà dal 13 al 15 giugno 2011 a Corfù (Grecia). Nel corso dell´evento saranno analizzate la teoria e le applicazioni pratiche delle operazioni di filtraggio, codifica, trasmissione, stima, rilevamento, analisi, riconoscimento, sintesi, registrazione e riproduzione dei segnali per mezzo di tecniche o dispositivi digitali. Il campo dell´elaborazione numerica dei segnali (digital signal processing, Dsp) si occupa della rappresentazione dei segnali mediante sequenze di numeri o simboli e della loro elaborazione. L´obiettivo della Dsp è misurare, filtrare e/o comprimere i segnali analogici continui del mondo reale. Gli algoritmi della Dsp sono ormai da tempo eseguiti su computer standard, processori specializzati denominati "elaboratori numerici di segnale" o sistemi hardware dedicati, come i circuiti integrati per singole applicazioni. Per maggiori informazioni: http://www.Dsp2011.gr/call    
   
   
PRIVACY E WEB: PER LE PA, IN ARRIVO LE LINEE GUIDA DEL GARANTE  
 
Roma, 11 gennaio 2011 - I dati sensibili non viaggiano mai da soli. Il Garante della privacy è tornato ancora una volta sulla pubblicazione via web dei cosiddetti dati sensibili. A seconda se l´obiettivo è quello della trasparenza, della pubblicità o informazione, le amministrazioni pubbliche sono tenute al rispetto di alcune semplici regole: esattezza e contestualizzazione dei dati e durata nel tempo. Le regole approvate dal Garante in via preliminare il 22 dicembre saranno emanate al termine di una consultazione che si concluderà il 31 gennaio 2011. Vediamo in dettaglio la bozza di "Linee guida in materia di trattamento di dati personali effettuato da soggetti pubblici per finalità di pubblicazione e di diffusione sul web di atti e documenti adottati dalle pubbliche amministrazioni". A cosa servono Le "Linee guida" hanno lo scopo di definire quali accorgimenti, in attuazione alle disposizioni normative vigenti, le pubbliche amministrazioni devono adottare per la pubblicazione sui propri siti web istituzionali di dati personali per finalità di: trasparenza - La disponibilità sui siti istituzionali delle amministrazioni di atti e documenti amministrativi, contenenti dati personali, per finalità di trasparenza è volta a garantire una conoscenza generalizzata delle informazioni concernenti aspetti dell´organizzazione dell´amministrazione al fine di assicurare un ampio controllo sulle capacità delle pubbliche amministrazioni di raggiungere gli obiettivi nonché sulle modalità adottate per la valutazione del lavoro svolto dai dipendenti pubblici; pubblicità dell´azione amministrativa La disponibilità on line per finalità di pubblicità è volta a garantire che atti e documenti amministrativi producano effetti legali al fine di favorire eventuali comportamenti conseguenti da parte degli interessati. Tale pubblicità può configurarsi come uno strumento della trasparenza poiché funzionale a rendere conoscibili gli atti amministrativi; consultazione di atti su iniziativa di singoli soggetti La disponibilità sui siti istituzionali delle amministrazioni di atti e documenti amministrativi per finalità di consultabilità è volta a consentire la messa a disposizione degli stessi solo a soggetti determinati -anche per categorie- al fine di garantire in maniera agevole la partecipazione alle attività e ai procedimenti amministrativi. Le regole - Fermo restando che soggetti pubblici possono utilizzare informazioni personali per lo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali anche in mancanza di una norma di legge o di regolamento che preveda espressamente il trattamento di dati personali senza richiedere il consenso dell´interessato, a seconda del fine perseguito, le pubbliche amministrazioni dovranno valutare, di volta in volta, l´effettiva necessità di diffusione di tali dati, nonché utilizzare strumenti e accorgimenti tecnici diversi al fine assicurare forme corrette e proporzionate di conoscibilità di tali informazioni impedendo la loro indiscriminata e incondizionata reperibilità in Internet. A questo scopo bisogna valutare se tali dati debbano essere o meno reperibili mediante motore di ricerca esterno o interno allo stesso sito; garantendo il rispetto dei principi di qualità ed esattezza dei dati. A tale scopo le Pa dovranno adottare idonee misure per eliminare o ridurre il rischio di cancellazioni, modifiche, alterazioni o decontestualizzazioni delle informazioni e dei documenti resi disponibili tramite internet, come , ad esempio, l´inserimento dei "dati di contesto" (es. Data di aggiornamento, periodo di validità, amministrazione) all´interno del contenuto informativo dei documenti, e l´indicazione delle fonti attendibili per il reperimento dei medesimi documenti; delimitando la durata della loro disponibilità on line. Nel caso in cui la disciplina di settore stabilisca un limite temporale alla pubblicazione degli atti , le Pa dovranno assicurarsi che tale limite temporale venga rispettato, al contrario, nel caso in cui tale limite non sia stabilito a priori, sarà cura delle Pa stabilire tale limite in relazioe alle esigenze di volta in volta perseguite; evitando la duplicazione massiva dei file conteneti dati personali Al fine di ridurre il rischio di riproduzione massiva di tali file mediante software e programmi automatici e il riutilizzo dei contenuti informativi in ambiti e contesti differenti, le Pa dovranno far ricorso ad appositi accorgimenti come ad esempio, l´utilizzo di di firewall di rete in grado di riconoscere accessi che risultino anomali per numero rapportato all´intervallo di tempo di riferimento oppure di opportuni filtri applicativi che, a fronte delle citate anomalie, siano in grado di rallentare l´attività dell´utente e di mettere in atto adeguate contromisure.  
   
   
INPS: ENTRO IL 2011 VIA WEB TUTTE LE DOMANDE PER PRESTAZIONI/SERVIZI  
 
Roma, 11 gennaio 2011 – Dall’ 1 gennaio 2011 le domande di disoccupazione ordinaria, di mobilità ordinaria e di accentramento della posizione contributiva dovranno essere presentate all´Inps solo in via telematica. Con la circolare n.169 del 31/12/2010 l´Inps ha fornito le disposizioni attuative della determinazione del Presidente dell’Istituto n° 75 del 30 luglio 2010 “Estensione e potenziamento dei servizi telematici offerti dall’Inps ai cittadini” che prevede dal 01/01/2011, pur con la necessaria gradualità in ragione della complessità del processo, l’utilizzo esclusivo del canale telematico per la presentazione delle principali domande di prestazioni/servizi, così come richiesto, per gli enti previdenziali, dall’art. 38, comma 5, del decreto legge n.78 del 31 maggio 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, recante “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, contenente misure per contrastare la crisi, per il rilancio e il sostegno all’economia. Inoltre, con tre circolari successive, che ne esplicano le modalità, è stata resa pienamente operativa, a partire dal 1 gennaio 2010, la presentazione via web delle domande di disoccupazione ordinaria non agricola (circolare inps del 31/12/2010 n.170), di liquidazione provvisoria dell’indennità di mobilità ordinaria (circolare inps del 31/12/2010 n.171), di apertura delle posizioni contributive aziendali e di accentramento dei relativi adempimenti. (circolare inps del 31/12/2010 n.172). Utilizzando il canale telematico, il cittadino/azienda accederà ai servizi dell’Istituto senza doversi recare presso la Sede territoriale, ottimizzando quindi il proprio tempo e riducendo la moledi lavoro dovuta al l’attività manuale di data entry a carico degli operatori interni. Previsto il potenziamento del Contact Center 803164 che sarà abilitato non soltanto a fornire le informazioni necessarie ma anche ad acquisire, previa identificazione dell’utente, le relative domande di prestazione e di servizio al fine di aiutare quei soggetti che non dispongano delle necessarie capacità o possibilità di interazione con l’Inps per via telematica. I Patronati e intermediari dell’Istituto, inoltre, metteranno a disposizione dei cittadini i necessari servizi telematici. Tale processo di digitalizzazione coinvolgerà nel corso del 2011, con la dovuta gradualità, tutte le tipologie di domande di servizio/istanze individuate, che, in considerazione del contesto tecnologico, normativo e organizzativo di riferimento, possono essere rese disponibili esclusivamente in via telematica. Al fine di informare i potenziali beneficiari sono previsti dei periodo transitori durante i quale saranno comunque garantite le consuete modalità di presentazione delle domande.  
   
   
ITALTEL: SIGLATO ACCORDO CON TUTTE LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI ROMANI: “AZIENDA MESSA IN SICUREZZA. TUTELATI 1850 POSTI DI LAVORO”  
 
Roma, 11 gennaio 2011 – E’ stato firmato il 5 gennaio al Ministero dello Sviluppo Economico il testo dell’accordo tra Italtel e tutte le sigle sindacali. La chiusura positiva della vertenza tutela i livelli occupazionali dei 1850 lavoratori dislocati nelle sedi di Milano, Palermo e Roma. L’accordo prevede un piano d’investimenti da parte della proprietà e del sistema creditizio per consentire la crescita del business di Italtel sui fronti dei mercati internazionali, nella ricerca industriale e nella realizzazione di alleanze strategiche con altre realtà imprenditoriali. In vista del rientro a regime dei livelli produttivi, per i prossimi due anni, è previsto l’impiego della cassa integrazione straordinaria per un massimo di 170 lavoratori e l’utilizzo del contratto di solidarietà, che coinvolge 700-800 dipendenti, con una riduzione orario settimanale minima. Anche le organizzazioni sindacali hanno ritenuto di dover contribuire ai costi del piano di riorganizzazione dell’azienda con contributi di solidarietà a beneficio economico più elevato di quello stabilito per legge. “La chiusura positiva della vertenza Italtel – ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani – è un altro tassello importante sul fronte della tutela del sistema produttivo e industriale del nostro Paese. Grazie all’impegno della proprietà e al concorso di tutte le forze sindacali è stato possibile salvaguardare il posto di 1850 lavoratori, puntando ad un rilancio strategico dell’azienda. Dopo gli accordi delle scorse settimane di Indesit e di Bat ed i fondamentali passi in avanti compiuti per i casi Vinyls e Termini Imerese, continuiamo dunque nella nostra azione di messa in sicurezza e valorizzazione delle più importanti realtà imprenditoriali italiane.” – ha concluso il ministro Romani.  
   
   
INTERNET, RADICALI: NON BASTA MILLEPROROGHE PER LIBERALIZZARE ACCESSO AD INTERNET. SBAGLIATA OPPOSIZIONE DI LUSI (PD). LIBERTÀ DI COSCIENZA NEL PD ANCHE SU INTERNET LIBERO?  
 
Roma, 11 gennaio 2011 – Di seguito una dichiarazione di Luca Nicotra, Segretario dell´Associazione Agorà Digitale: “Al nuovo annuncio del Governo sulla liberalizzazione dell´accesso Wi-fi ad Internet devono seguire finalmente le azioni necessarie a tenervi fede. Non basta il mancato rinnovo nel milleproroghe di alcune parti della legge Pisanu a mettere l´Italia al pari degli altri paesi sulla libertà di accesso ad Internet. Innanzitutto è necessaria l´abrogazione totale dell´articolo 7. Inoltre non si comprende come si possa parlare di liberalizzazione quando il governo annuncia di voler estendere ancora per un anno l´obbligo di registrazione in questura per gli Internet Point. Si vuole continuare con l´accanimento contro chi offre accesso ad Internet che ha portato nelle ultime settimane a sospendere 33 licenze e a denunciare 191 persone? Inoltre si parla di liberalizzazione ma esistono ulteriori norme che ostacolano l´accesso in rete, in primo luogo addebitando enormi responsabilità ai fornitori di accesso rispetto alle attività compiute da terzi, ma anche proibendo l´installazione di semplici apparecchi di rete da parte di personale non autorizzato, con il solo obiettivo di favorire la casta degli installatori autorizzati. Allo stesso tempo sono sbagliate e anacronistiche le dichiarazioni dell´onorevole Lusi del Partito Democratico che si oppone ai pur incompleti annunci di liberalizzazione. È importante che il Partito Democratico prenda ufficialmente una posizione per una Rete aperta. Non possiamo pensare che l´opposizione abbia intenzione di suicidarsi ad una sorta di "libertà di coscienza" anche sui temi dell´innovazione e del libero accesso ad Internet.”  
   
   
E´ ON LINE IL NUOVO SITO INTERNET DELLA REGIONE TOSCANA  
 
Firenze, 11 gennaio 2011 - Nuova veste per il sito internet della Regione Toscana ( www.Regione.toscana.it/ ). Un restyling che propone alcune importanti novità, a partire da una fruizione più immediata delle informazioni di servizio che maggiormente interessano ai cittadini, come i bandi di gara, i concorsi, i finanziamenti e i contributi regionali.
Il nuovo sito prevede inoltre una maggiore separazione tra le pagine istituzionali e quelle che ospitano la testata giornalistica dell’Agenzia Toscana Notizie (
“Grazie a questo rinnovamento, che comprende anche l´utilizzo dei media sociali, - ha detto il direttore dell’Agenzia Susanna Cressati - sarà più semplice far conoscere ai cittadini toscani le notizie di interesse pubblico legate all´attualità”.  
   
   
FVG: 1,7 ML. EURO PER IL COMMERCIO ELETTRONICO  
 
 Trieste, 11 gennaio 2011 - Sottoutilizzato in Italia ed in regione, l´e-commerce (commercio elettronico) va invece incoraggiato per rendere più competitive le imprese del Friuli Venezia Giulia. Lo afferma l´assessore regionale alla Attività produttive Federica Seganti, che ieri mattina, a Trieste, ha presentato a stampa e categorie interessate il bando da 1,7 milioni di euro finanziato con i fondi del Por-fesr 2007-2013 e destinato alle Pmi (industriali, artigiane, commerciali, turistiche e di servizi anche in forma di consorzio, società consortile e cooperativa) che utilizzino il web per agganciare nuove fette di mercato. "I settori coinvolti vanno dal manifatturiero al turistico, dalla produzione di beni alla fornitura di servizi e, per partecipare al bando, le imprese hanno tempo sino al 30 marzo" ha spiegato l´assessore, ricordando che le domande andranno presentate alla Camera di commercio di riferimento, ma informazioni e modulistica sono reperibili sul sito della Regione (alla pagina "Fondi europei e rapporti internazionali"). Le spese saranno ammissibili dal giorno successivo alla presentazione della domanda e dovranno venir indirizzate all´acquisizione di servizi di consulenza (specialistici, per l´integrazione con altri sistemi informativi aziendali, per il collegamento con il sistema regionale di teleinformazione e teleprenotazione turistica, per la promozione del sito), all´acquisto di hardware e software anche specifici, come i sistemi di sicurezza a protezione dei pagamenti on-line, di sistemi informatici, di applicazioni e programmi. Per fare un esempio, l´assessore ha notato che "verranno finanziate le traduzioni nelle lingue dei mercati di sbocco", sottolineando che saranno favorite "le aziende che costruiranno un sito finalizzato alla transazione diretta, dal momento che otterranno più punti", ma verranno tenute in considerazione anche "quelle che rinnoveranno il sito, finalizzandolo alla promo-commercializzazione dei loro prodotti dal momento che un sito moderno e ben organizzato è anche un ottimo biglietto da visita". Al massimo le aziende potranno ottenere il 50 per cento della spesa ammissibile e bisogna tener presente che i fondi saranno erogati in base alla regola del "de minimis", per cui il finanziamento dovrà inserirsi nell´importo complessivo (un massimo di 200 mila euro) degli aiuti concessi alla stessa impresa nell´arco di tre anni. "A luglio saranno chiuse le istruttorie ed agosto sarà il mese della pubblicazione della graduatoria" ha detto infine Federica Seganti, rilevando che, a parità di punteggio, la priorità verrà data tra l´altro all´imprenditoria giovanile ed a quella femminile, alle microimprese con un massimo di 9 occupati ed a quelle localizzate in montagna.  
   
   
UNIFIED COMMUNICATION & COLLABORATION: L’AVVENIRE DELLA COMUNICAZIONE A VALORE AGGIUNTO. INTERVISTE AI PROTAGONISTI  
 
Milano, 11 Gennaio 2011 - Per le aziende italiane comunicare risparmiando va bene ma collaborare è un po´ più difficile. Le aziende in Italia utilizzano ormai abbastanza diffusamente molte tecnologie integrate di comunicazione; tuttavia per quanto riguarda le collaboration technologies siamo ancora all´inizio a causa dei vincoli relativi soprattutto agli aspetti organizzativi e culturali delle aziende. Le prospettive del mercato basato sulle tecnologie integrate di comunicazione e collaborazione on line (Unified Communication & Collaboration, Uc&c) sono quindi ancora del tutto aperte. In estrema sintesi sono questi i principali risultati delle interviste concesse da alcuni dei principali protagonisti del mercato che partecipano all´ ´´Osservatorio Uc&c” di Anfov, l´associazione per la convergenza dei servizi di comunicazione a cui aderiscono aziende leader come Accenture, Colt, Fastweb, Italtel, Telecom Italia, Wind. Tutte le maggiori società di telecomunicazione, in Italia come nei paesi più avanzati, hanno compreso che il loro futuro nel mercato strategico delle aziende si gioca proprio sull´offerta non solo di servizi di connettività di base ma anche e soprattutto sulla fornitura di servizi a valore aggiunto per la comunicazione integrata e la collaborazione on line. Ma il successo di mercato non è immediato né scontato, anche a causa della relativa arretratezza – salvo i casi di eccellenza – dal lato della domanda. Le tecnologie Uc&c, sono infatti abbastanza consolidate e mature relativamente ai principali mezzi di “comunicazione unificata” - grazie per esempio ai centralini su base Ip (con protocollo Internet) per telefoni e pc, grazie all´e-mail integrata con il voice mail e il fax, grazie ai sistemi di chat e instant messaging, alle teleconferenze e ai sistemi di videopresenza, ai sistemi di comunicazione voce-dati-video, all´integrazione delle comunicazioni fisso-mobile - ma sono ancora in fase di introduzione per la parte relativa agli strumenti di collaborazione – basate su tecnologie e software di workgroup, di project management, di application sharing, wiki e social networking, ecc -. Il social networking per esempio è già ampiamente collaudato nel mercato consumer ed è ormai disponibile per le aziende: tuttavia non sono molte le imprese già in grado di sintonizzare i loro processi e le loro organizzazioni sulle tecnologie di coordinamento e di cooperazione. La maggior parte delle aziende grandi e medie sta abbracciando le comunicazioni integrate per risparmiare sui costi e rendere più flessibili le comunicazioni, e per aumentare la produttività del lavoro. Ma sviluppare la collaborazione all´interno e all´esterno dell´impresa con i partner strategici richiede uno sforzo ulteriore da parte delle imprese, soprattutto di carattere organizzativo e culturale. I maggiori fornitori italiani di tecnologie di comunicazione giocano le loro offerte su un mercato che, secondo Daniela Rao, Tlc Research Director di Idc Italia e vice presidente Anfov, è pari a circa 160 milioni di euro. Il mercato dell´Uc&c cresce bene per quanto riguarda la parte relativa ai sistemi di comunicazione integrata ma aumenta addirittura con tassi di crescita di due cifre per la parte relativa alla collaborazione, che però è ancora in fase di introduzione. Le opportunità sono notevoli e il mercato è in espansione ma sono presenti anche alcune difficoltà. L´adozione delle tecnologie di collaborazione e di coordinamento da parte delle aziende richiede, infatti, di incentivare la comunicazione orizzontale e quindi di ripensare i processi e l´organizzazione aziendale. In ultima analisi è quasi sempre necessario l´impegno diretto del top management. Ma non tutte le imprese sono così lungimiranti e molte, soprattutto quelle di dimensioni minori al riparo dalla competizione globale, non sembrano ancora pronte a simili cambiamenti. Sul mercato nazionale dell´Uc&c pesa inoltre il fattore tutto italiano costituito dalla grande prevalenza delle microimprese. Questi sono alcuni tra i principali risultati che emergono dalle interviste realizzate con quattro dei maggiori protagonisti del mercato Uc&c: Claudio Chiarenza, General Manager e Chief Strategy Officer di Italtel, membro del consiglio di direzione e del comitato strategico Anfov, Angelo Morelli, partner di Accenture e responsabile mondiale dell´innovazione per il mercato Telecomunicazioni, Media e Hi Tech, Andrea Lazzaroli, Manager of Solution Consultants, Marketing Bu Executive di Fastweb, e Andrea Pirone, Technology Marketing Manager Collaboration Med di Cisco, responsabile delle tecnologie Uc&c per tutta l´area del Mediterraneo. Riportiamo di seguito le interviste che approfondiscono i temi legati all´Uc&c.   Intervista A Claudio Chiarenza General Manager e Chief Strategy Officer Italtel, membro del consiglio di direzione e del comitato strategico dell´Anfov Perché le tecnologie Uc&c sono importanti secondo lei? In quale contesto si collocano? L´economia industriale vive una fase di intensa trasformazione: la competizione è globale e l´innovazione sempre più accelerata. L´attività lavorativa non è più prevalentemente asincrona ma soprattutto sincrona, avviene in tempi strettamente correlati anche se quasi sempre in luoghi diversi, in paesi differenti, lontani magari migliaia di chilometri. La comunicazione acquista un significato strategico. I processi non vengono più svolti prevalentemente secondo sequenze rigide ma si svolgono in parallelo per accorciare i tempi e arrivare prima sul mercato. Inoltre molte aziende di successo non competono solo in un specifico settore ma cercano di estendere le loro competenze in business correlati, anche grazie all´acquisizione di aziende eccellenti di nicchia. Un esempio di questa tendenza sono le società di telecomunicazioni che prima fornivano i servizi di fonia, poi di voce e dati, e oggi anche la televisione, entrando spesso direttamente nel campo dei media. Un altro esempio è Cisco che, per ampliare la gamma di offerta, procede sia per linee interne che grazie all´acquisizione di decine di aziende magari piccole e di nicchia ma di eccellenza nei settori più innovativi e di avanguardia. Le incorporazioni e le fusioni sono all´ordine del giorno. In questo contesto molto dinamico e ipercompetitivo le tecnologie Uc&c giocano un ruolo strategico sia per migliorare la produttività e l´efficienza che sul piano del business. La comunicazione unificata genera notevoli ritorni in termini di produttività, e gli strumenti di collaborazione, che consentono per esempio di condividere i documenti, le attività e i progetti, sono indispensabili sia per procedere più rapidamente nell´innovazione che per coordinare i player delle cosiddette “aziende estese”, cioè i fornitori, i clienti, i partner tecnologici. Oggi i lavoratori della conoscenza, i “knowledge worker” sono sempre più specializzati, e nello stesso tempo devono però svolgere più lavori contemporaneamente, grazie al pc, a Internet, allo smartphone, alle e-mail, all’Instant Messaging e nel prossimo futuro grazie all´iPad e ai tablet pc. I knowledge worker possono collaborare efficacemente solo se ricorrono a tecnologie Uc&c sempre più avanzate, semplici e integrate. Come si comportano le aziende italiane di fronte alle tecnologie Uc&c? In generale le aziende multinazionali sono all´avanguardia mentre le microaziende sono più interessate all´efficienza e al risparmio dei costi che alla collaborazione e all´innovazione. Le aziende sono pronte a utilizzare queste tecnologie e a capirne i vantaggi? In quanto tempo si ammortizzano gli investimenti in tecnologie Uc&c? I tempi di recupero degli investimenti sono dell´ordine di circa 15 mesi. Nelle situazioni più semplici il pay back è di circa un anno, in quelle più complesse di 18 mesi. L´investimento si ripaga grazie ai notevoli risparmi operativi e ad un’introduzione della soluzione graduale e modulabile in base alle esigenze del Cliente. Secondo Stefano Pileri, amministratore delegato dell´Italtel, il risparmio complessivo potenziale per il sistema Italia derivato dall´adozione delle tecnologie Uc&c è valutabile in circa due miliardi di euro, considerando anche i vantaggi indotti sul sistema dei trasporti e sul traffico. Infatti in generale più comunicazione significa anche risparmio sul trasporto di persone e merci. Noi, come system integrator di tecnologie (prevalentemente Cisco, nostro azionista, ma anche in ambiente multivendor), abbiamo contribuito a realizzare, in collaborazione con Bt Italy, la rete di comunicazione globale dell´Eni, e la rete del Gruppo Intesasanpaolo in collaborazione con Telecom Italia. E abbiamo potuto verificare in prima persona che i vantaggi dell´Uc&c sono numerosi . In generale la nostra attività si svolge in stretta collaborazione con i service provider come Telecom Italia, Fastweb e Wind. Sono loro i principali veicoli di queste tecnologie nel mercato aziendale. Ma non tutte le imprese sono in grado di capire i vantaggi sostanziali di queste tecnologie. Anche gli interlocutori all´interno delle aziende sono diversi: parliamo con l´It manager, con il chief technology officer per introdurre o sviluppare sistemi unificati di comunicazione, spesso integrati con i sistemi informatici e le applicazioni aziendali, siano essi basati su Microsoft o Sap o su altri fornitori. Invece per introdurre con successo gli strumenti di collaborazione occorre l´impegno diretto del top management. In questo caso infatti si tocca il sistema nervoso delle aziende, è necessario snellire i processi e ottimizzare le organizzazioni. L´impatto è forte e può essere guidato con successo solo grazie all´impegno dei massimi responsabili aziendali.   Intervista A Angelo Morelli, partner di Accenture e responsabile mondiale dell´innovazione per il mercato Telecomunicazioni, Media e Hi Tech. Lei è in una posizione privilegiata per comprendere a che punto siamo in Italia rispetto al resto del mondo per quanto riguarda l´adozione e la diffusione delle tecnologie Uc&c. Siamo indietro, nella media o invece all´avanguardia? Praticamente un po´ in tutti i paesi, il mercato è ancora in fase di introduzione, almeno per quanto riguarda le tecnologie di collaborazione. Sotto questo aspetto l´Italia non si distingue molto dagli altri paesi europei. La telefonia Ip è già abbastanza diffusa, fa risparmiare ma non cambia l´esperienza degli utenti, e quindi non la considero un´innovazione di grande importanza. La vera innovazione consiste nella collaborazione resa possibile dall´integrazione di tecnologie fisse e mobili di comunicazione voce, dati e video. A questo livello le tecnologie Uc&c stanno penetrando soprattutto nelle grandi aziende e nella pubblica amministrazione perché spesso la loro adozione comporta investimenti di una certa rilevanza, anche se questi sono poi ripagati da una forte riduzione dei costi. Le faccio l´esempio della mia azienda, Accenture. Per comunicare al nostro interno utilizziamo il sistema di telepresenza di Cisco e i vantaggi sono veramente esaltanti: i miei colleghi possono essere all´altro capo del mondo ma mi sembra di lavorare con loro come se condividessimo lo stesso tavolo. Tuttavia gli investimenti sostenuti per questo sistema non sono stati indifferenti e non sono alla portata di tutti: occorrono infatti schermi ad alta definizione, sistemi di comunicazione simmetrici, cioè con la stessa velocità nelle due vie di comunicazione, e occorrono anche stanze dedicate. Le piccole e medie aziende avranno bisogno di servizi più leggeri, più user friendly, forniti magari in modalità web services, con tariffe a consumo. Mi aspetto che fornitori come Apple, Cisco, Google e ovviamente gli operatori di Tlc si orienteranno in questa direzione. A mio parere il successo delle offerte di web services dipenderà dalla possibilità data alle aziende clienti di eseguire i processi di acquisto e di pagamento con estrema facilità. Consideri per esempio il successo che ha avuto Apple con iTunes nel mercato consumer: la semplicità è stata la chiave del successo per la diffusione dei servizi. Uno dei fattori frenanti per la diffusione dei servizi Uc&c è però quasi sempre la mancanza di banda simmetrica: l´Adsl per esempio non ha la stessa banda per le comunicazioni in “andata e ritorno”. Per questo motivo il mercato Uc&c è più ampio nei paesi dove è diffusa la fibra ottica. Ci parli dei benefici che si possono ottenere grazie all´Uc&c. Parto ancora una volta dalla nostra esperienza come Accenture. Il personale della nostra azienda ha in dotazione dei Pc portatili con connettività 3G per comunicare in mobilità e in modalità simmetrica. Incoraggiamo il telelavoro e spesso lavoriamo a casa o presso i clienti. I risparmi, in termini di riduzione degli spazi occupati nelle nostre sedi e dei costi connessi (di elettricità, energia, ecc), sono notevoli: inoltre migliora contemporaneamente l´efficienza del nostro lavoro. L´adozione delle tecnologie Uc&c comporta infatti notevoli benefici in termini di incremento della produttività dei processi di business: basti pensare ai vantaggi della comunicazione integrata quando vengono effettuate visite ai clienti, o nel caso della manutenzione tecnica, quando esiste la possibilità di contatto immediato con il centro assistenza o con gli altri tecnici della manutenzione in modalità voce-video e dati. Infine, per ultimo ma non da ultimo, occorre sottolineare i benefici strategici dell´Uc&c in termini di efficacia e soddisfazione dei clienti. Vorrei a proposito citare il caso dell´Inps, dove abbiamo realizzato un progetto pilota creando delle postazioni di call center che hanno la possibilità di comunicare con il personale specializzato di secondo livello in grado di intervenire prontamente per risolvere i casi più complessi. In questo caso l´Inps riesce a soddisfare tempestivamente ed efficacemente, in collegamento diretto con i clienti, le loro richieste più problematiche. Intervista A Andrea Lazzaroli, Manager of Solution Consultants, Marketing Bu Executive - Fastweb Quale è il ruolo di una società di telecomunicazioni come la vostra nell´offerta di soluzioni U&c? Per Fastweb l´offerta di tecnologie integrate di collaborazione è la naturale estensione delle soluzioni di comunicazione che proponiamo alle aziende. In questo senso crediamo di avere un vantaggio importante perché la nostra rete e le nostre soluzioni nascono già integrate sulla base dello standard universale Ip (Internet Protocol). Quindi all´offerta normale di servizi integrati di fonia e di dati che rivolgiamo alle grandi imprese proponiamo soluzioni Uc&c innovative e ad alto valore aggiunto che però si innestano naturalmente sui servizi di base che già forniamo ai nostri clienti. Come reagisce il mercato delle imprese di fronte all´offerta di soluzioni avanzate Uc&c? Siamo molto soddisfatti. La domanda nell´ultimo anno è aumentata notevolmente, e siamo ottimisti sulla crescita di questo settore di business. La domanda è forte soprattutto da parte delle grandi imprese multisede per cui la comunicazione integrata è strategica. E´ diffusa la consapevolezza che le soluzioni U&c consentono contemporaneamente di realizzare dei risparmi e di utilizzare applicazioni evolute che permettono di aumentare la produttività, come per esempio la comunicazione voce e video integrata alla gestione dei documenti. La domanda cresce bene e Fastweb è attiva nel settore delle banche e assicurazioni, della Pubblica Amministrazione, e dell’industria e servizi. Ovviamente maggiore è la dimensione e la complessità delle imprese, maggiore è anche la personalizzazione della nostra offerta, che viene “tagliata” su misura del cliente. Quali sono le prospettive più promettenti? C´è una forte richiesta di soluzioni integrate fonia e dati per la comunicazione da remoto anche in mobilità: la diffusione degli smartphone e dei Tablet, ad esempio gli iPad, farà certamente crescere questo mercato. Crediamo inoltre che le tecnologie Uc&c debbano integrarsi sempre di più alle necessità aziendali in materia di sicurezza e di cifratura delle comunicazioni. Cresce molto bene anche la componente video della comunicazione integrata. Le soluzioni basate sui blog, i wiki, i social network sono al momento ancora relativamente poco richieste, ma stiamo rilevando un incremento della domanda, ad esempio nel settore dell´education. Un ulteriore sviluppo che stiamo considerando è l’ampliamento dell’offerta di servizi Uc&c con modalità a consumo, sulla base del modello dei Web Services e del Cloud Computing. Intervista A Andrea Pirone, Technology Marketing Manager Collaboration Med di Cisco, responsabile delle tecnologie Uc&c per tutta l´area del Mediterraneo. Come definirebbe le tecnologie Uc&c? Qual è la visione di Cisco? Le tecnologie Uc&c migliorano l´interazione tra le persone e rendono possibile l’accesso in tempo reale alle informazioni aziendali. Siamo stati i pionieri delle comunicazioni su Ip e oggi ci consideriamo leader di mercato con una vasta gamma di endpoint e applicazioni che abbracciano sette aree: dalla fonia Ip, alle applicazioni mobili via smartphone, dalle tecnologie di workgroup, dalla Telepresence a conferencing e messaggistica, all´Enterprise Social Softwarein generale, la prima C delle tecnologie Uc&c, quella relativa alla comunicazione, è compresa dalle aziende ed è già abbastanza adottata e diffusa. Ma se poniamo l´accento sulla seconda C cioè sulla collaborazione, vediamo che la questione diventa più complessa. La collaborazione implica l´allineamento delle tecnologie con i processi e l´organizzazione. Le aziende dovrebbero diventare Networked Virtual Organisation, cioè imprese estese in grado di sfruttare tutte le competenze interne ed esterne all´azienda e di collaborare in rete con tutti i partner. E questo non è comune e non è facile. Quali sono le imprese che più facilmente adottano queste tecnologie e quali invece quelle che fanno più resistenza? Spesso le medie aziende che competono a livello globale sono anche le più avanzate sia sul terreno della comunicazione integrata che su quello della collaborazione. Non esiste però una regola precisa. Diciamo che le medie aziende internazionalizzate sono più pronte delle altre ad allineare i processi e l´organizzazione alle tecnologie. E´ facile calcolare i benefici delle tecnologie Uc&c? E´ facile calcolare i risparmi legati alle comunicazioni integrate su base Ip. Più difficile valutare i cosiddetti soft benefits che derivano dalle tecnologie di collaborazione, che però sono anche i più importanti. Prenda il mio lavoro: io curo tutta l´area del Mediterraneo per quanto riguarda l´Uc&c. Però raramente mi sposto dall´Italia e lascio il mio ufficio. Le tecnologie di telepresenza – ovvero di videopresenza avanzata – e di condivisione dei documenti di lavoro mi fanno risparmiare tempo e spese di viaggio ed aumentano enormemente la mia produttività. La collaborazione con i miei colleghi degli altri paesi ha molti effetti, come l´aumento delle vendite e il miglioramento della qualità dei servizi. Non è però immediato calcolare quantitativamente tutti i benefici soft. Per le aziende che decidono di adottare tecnologie Uc&c il ritorno sugli investimenti è comunque elevato e il pay back time può andare dai 6 ai 18 mesi: il recupero delle spese in conto capitale è quindi veloce. Quali sono le prospettive dell´Uc&c per il futuro? Secondo noi saranno molto importanti i servizi Uc&c forniti a consumo, in modalità web services, soprattutto per le piccole e medie aziende che non possono permettersi l´acquisto immediato o che vogliono sperimentare prima di comprare sistemi chiavi in mano. Grazie ai web services le barriere di costo possono essere notevolmente ridotte: è possibile spendere anche solo qualche migliaio di euro per un trial. Il cloud computing, grazie al quale è possibile erogare i servizi via rete e a consumo, cambia tutto, modifica il modello di business e potrebbe facilitare enormemente la diffusione di queste tecnologie.  
   
   
RETE IN FIBRA OTTICA A BERNA: ENERGIE WASSER BERN E SWISSCOM SOTTOSCRIVONO UN CONTRATTO DI COOPERAZIONE  
 
 Berna, 11 gennaio 2011 - Swisscom ed Energie Wasser Bern siglano con un contratto di cooperazione la realizzazione congiunta della rete in fibre ottiche di Berna. I lavori di allestimento delle linee saranno effettuati da ambo le aziende: Swisscom è responsabile del 30 percento delle economie domestiche e della posa dei cavi in fibra ottica tra i quartieri e le centrali telefoniche, mentre Energie Wasser Bern coprirà con la rete in fibra ottica il 70 percento del territorio cittadino. Tutte e due le aziende contribuiscono in maniera sostanziale con i necessari investimenti; le spese per la costruzione della rete ammontano a Chf 172 milioni, di cui Energie Wasser Bern si assume il 40 percento, e Swisscom il 60 percento. I partner si garantiscono un diritto reciproco di impiego a lungo termine delle fibre ottiche. Per ogni economia domestica saranno posate quattro fibre ottiche: Swisscom ed Energie Wasser Bern disporranno ciascuna di una fibra ottica per impiego proprio. Le fibre restanti saranno assegnate a seconda del fabbisogno oppure resteranno a disposizione di altre società disposte a investire. L’uso di più fibre ottiche per economia domestica consente un accesso aperto alla rete, il cosiddetto «open access». Grazie all’accesso non discriminatorio, anche gli offerenti non disposti a investire nell’ampliamento potranno trarre vantaggio dalla rete in fibra ottica di Berna: questo favorisce la concorrenza sul mercato delle telecomunicazioni e minimizza il rischio di monopolio delle fibre ottiche, a tutto vantaggio della clientela. Energie Wasser Bern e Swisscom si adeguano in tal modo ai principi basilari sulle fibre ottiche, concordati alla tavola rotonda della Commissione federale delle comunicazioni (Comcom) a inizio ottobre 2009. Per la rete in fibre ottiche di Berna, sia Energie Wasser Bern che Swisscom utilizzeranno i pozzetti di cavi esistenti, cosa che permetterà di ottimizzare i costi per la realizzazione e l’esercizio della rete e limiterà l’ammontare degli investimenti. Già adesso gli abitanti del quartiere attorno alla Länggasse possono scegliere tra le offerte di vari provider. Secondo le previsioni, a fine 2011 oltre un terzo degli abitanti potrà già usufruire dei nuovi servizi. Entro il 2017 disporrà del collegamento a fibre ottiche il 90 percento degli edifici, ed entro il 2020 sarà coperta dal servizio l’intera città.  
   
   
MILANO - DONNE E TECNOLOGIA: TROVARE LAVORO NELL’ICT  
 
Milano, 11 gennaio 2011 - Come va il lavoro femminile? In che modo influisce la crisi? Quanto sono indietro nel lavoro le donne rispetto agli uomini? Quanti posti di lavoro si possono trovare nei settori innovativi e tecnologici? Se ne parlerà in occasione della presentazione di un progetto promosso da Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Assintel, Manageritalia e Associazione Primadonna per favore il lavoro femminile nell’Ict, martedì 11 gennaio 2011 alle ore 12.00 presso la Sala Consiglio di Palazzo Turati, in Via Meravigli 9/b. Parteciperanno, tra gli altri, Letizia Moratti, sindaco di Milano, Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano, Mariolina Moioli, assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali, Giorgio Rapari, presidente di Assintel e consigliere della Camera di Commercio di Milano, Federico Montelli, direttore di Formaper, Azienda Speciale della Camera di commercio di Milano.  
   
   
FORMIGONI-GELMINI,120MLN A RICERCA E INNOVAZIONE FONDI DESTINATI A DISTRETTI TECNOLOGICI E SETTORI STRATEGICI FRA QUESTI:BIOTECH, ICT, NUOVI MATERIALI, ENERGIA, AEROSPAZIO  
 
Milano, 11 gennaio 2011 - Centoventi milioni di euro in tre anni (2011-2013) per sviluppare in Lombardia la ricerca e l´innovazione nei settori di punta quali agroalimentare, aerospazio, edilizia sostenibile, automotive ed energia e fonti rinnovabili, oltre che per potenziare l´attività dei distretti tecnologici già operativi delle biotecnologie, Ict e nuovi materiali. E´ quanto prevede l´Accordo di programma tra Regione Lombardia e Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca, sottoscritto il 21 dicembre scorso dal presidente Roberto Formigoni e dal ministro Mariastella Gelmini. Attraverso l´Accordo Regione Lombardia e Ministero mettono in campo rispettivamente 61.650.000 euro e 59.000.000 euro per realizzare iniziative di ricerca industriale, sviluppo precompetitivo, alta formazione e valorizzazione dei risultati della ricerca in settori considerati strategici per l´economia lombarda e per l´ulteriore sviluppo delle posizioni di eccellenza già raggiunte in molti campi. A questo importante traguardo si è giunti, per parte della Regione, grazie alla fattiva collaborazione del vicepresidente e assessore all´Industria e Artigianato Andrea Gibelli, dell´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni e del sottosegretario alla Ricerca Alberto Cavalli. "Questo Accordo operativo - sottolinea Formigoni - è reso possibile dal forte impegno convergente di Regione e Miur, che stanziano cospicui fondi, pur in un momento di ristrettezza delle risorse disponibili. Si conferma nei fatti la nostra scelta strategica di aiutare la crescita della competitività e dell´attrattività del territorio lombardo investendo in ricerca e innovazione". "Ci concentriamo su aree prioritarie - spiega Gibelli - perché in questo modo si evita la vecchia e inefficace distribuzione di danari a pioggia, e si applica invece la logica dell´investimento strategico. Abbiamo a cuore il sostegno all´innovazione soprattutto per le piccole e piccolissime aziende, aprendo sempre più anche ad esse la possibilità di correlarsi al sistema universitario per la ricerca". Le Linee D´azione - La azioni specifiche verranno organizzate nell´ambito di tre assi - Azioni di sistema, Potenziamento della capacità competitiva della impresa lombarda, Potenziamento della cultura dell´innovazione all´interno del sistema industriale lombardo - e prevedono diversi interventi di sostegno alla nascita di nuove imprese e di applicazione industriale dei risultati della ricerca, anche attraverso il ricorso a forma di finanza innovativa (sulla scorta della positiva esperienza del Fondo Next). Fondamentale in questi progetti anche il coinvolgimento di altri soggetti pubblici, privati, misti e senza fini di lucro, chiamati a dare il proprio contributo. Con questo accordo viene data una prima attuazione al Protocollo d´Intesa sottoscritto sempre dal presidente Formigoni e dal ministro Gelmini il 19 luglio scorso. L´intesa prevedeva appunto la messa a sistema degli investimenti e delle iniziative destinate alla ricerca attraverso un utilizzo sinergico delle fonti di finanziamento regionali e statali. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 120.650.000 euro. Regione Lombardia mette a disposizione 61.650.000 euro, di cui: - 25 milioni per il sostegno e lo sviluppo agli investimenti e alla ricerca nelle aree tematiche prioritarie (appunto agroalimentare, aerospazio, edilizia sostenibile, automotive ed energia e fonti rinnovabili); - 13 milioni per le iniziative di potenziamento del capitale umano nell´ambito della ricerca e a progetti di ricerca applicata realizzati da Università ed imprese (Dote ricercatori e Dote ricerca applicata); - 23.650 milioni per azioni a sostegno di progetti innovativi nei settori oggetto dell´accordo (12 milioni), azioni a sostegno della nascita di nuove imprese innovative (5 milioni), sostegno all´attrattività del territorio attraverso un Fondo di venture capital Next Ii (2 milioni) e per iniziative di accompagnamento alla domanda e offerta di innovazione (bando da 4 milioni), oltre a 650.000 euro per il potenziamento del sistema Questio e per attività di studio. Il Ministero stanzia 59 milioni, di cui: - 49 milioni per il sostegno di progetti di ricerca industriale e di sviluppo pre-competitivo; - 10 milioni per la creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER AZIONI A FAVORE DI LEGAMI TRANSATLANTICI E DI RETI UNIVERSITARIE IN MATERIA DI FORMAZIONE E STUDI INTEGRATI  
 
Bruxelles, 11 gennaio 2011 - La Commissione europea ha pubblicato l´invito a presentare proposte "Cooperazione Ue-stati Uniti in materia di istruzione superiore e di formazione professionale - Atlantis: azione a favore di legami transatlantici e di reti universitarie in materia di formazione e studi integrati". Gli obiettivi generali dell´invito consistono nel promuovere la comprensione reciproca fra i popoli dell´Unione europea e degli Stati Uniti d´America, anche attraverso una conoscenza più diffusa delle rispettive lingue, culture e istituzioni, e nel migliorare la qualità dello sviluppo delle risorse umane sia nell´Ue sia negli Stati Uniti. Nell´ambito dell´invito rientrano tre tipi di attività: progetti di consorzi riguardanti le lauree transatlantiche, progetti di mobilità che prediligono l´eccellenza e misure relative alle politiche. L´azione relativa ai progetti di consorzi riguardanti le lauree transatlantiche fornisce sostegno a consorzi di istituti di istruzione superiore dell´Ue e degli Stati Uniti (di seguito nominati "consorzi") per attuare programmi di lauree doppie o comuni, denominati nel presente documento "lauree transatlantiche". Il sostegno include borse per la mobilità degli studenti e dei membri del personale docente e amministrativo ("facoltà"). L´azione relativa ai progetti di mobilità che prediligono l´eccellenza prevede il finanziamento di progetti nel campo dell´elaborazione di programmi d´insegnamento internazionali che comportano la mobilità transatlantica a breve termine non direttamente legata al rilascio di lauree doppie o comuni. Il sostegno include borse per la mobilità degli studenti e dei membri del personale docente e amministrativo ("facoltà"). L´azione riguardante le misure relative alle politiche fornisce sostegno ai progetti e alle iniziative multilaterali Ue-stati Uniti volti a migliorare la collaborazione nel settore dell´istruzione superiore e della formazione professionale. Il bilancio indicativo disponibile sul versante comunitario ammonta a 6,4 milioni di euro. Per maggiori informazioni, si prega di contattare: Education, Audiovisual and Culture Executive Agency, Tempus & Bilateral Cooperation with Industrialised Countries , Call for Proposals Eacea/32/10, Office: Bour 2/17, Avenue du Bourget 1 , 1140 Bruxelles, Belgio . Il testo ufficiale dell´invito a presentare proposte sulla Gazzetta ufficiale dell´Unione europea è reperibile all´indirizzo: GU n. C 2 del 5.1.2011  
   
   
SCUOLA IN LOMBARDIA, NESSUN TAGLIO ALLA DOTE PER 2010-2011 NE BENEFICIANO 330.000 STUDENTI, QUASI UN TERZO DEL TOTALE FORMIGONI:PER OCSE-PISA I NOSTRI SONO TRA I MIGLIORI AL MONDO  
 
 Milano, 11 gennaio 2010 - Non ci sarà alcun ridimensionamento dei fondi a disposizione per le varie tipologie di Dote scuola per l´anno scolastico 2010-2011. Se sarà necessario operare dei tagli, questi riguarderanno l´anno scolastico 2011-2012 e in ogni caso non toccheranno le fasce a più basso reddito né il capitolo dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale. E´ quanto ha confermato il 22 dicembre scorso il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel corso della conferenza stampa di fine anno. "Con il sistema della Dote - ha ricordato Formigoni che era affiancato dall´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni - garantiamo contributi a 330.000 ragazzi, pari al 30% della popolazione scolastica investendo 250 milioni di euro. La Dote viene garantita all´inizio dell´anno scolastico; per questa ragione gli eventuali tagli non riguardano l´anno scolastico in corso". Parlando della qualità dell´offerta scolastica lombarda, Formigoni ha poi ricordato i risultati, resi noti recentemente, della ricerca Ocse-pisa che "collocano la Lombardia a livello dei migliori Stati del mondo: se la Lombardia fosse uno Stato sarebbe infatti in classifica nei primi cinque posti". In particolare, gli studenti lombardi sono all´ottavo posto per la matematica e le scienze e al quarto posto per la lettura. "Il merito - ha spiegato ancora Formigoni - va certamente agli insegnanti, ai presidi e all´impegno degli studenti ma anche alle riforme realizzate dalla Regione come quelle relative alla formazione professionale e al sistema della Dote". A proposito della Dote, l´assessore Rossoni ne ha ricordato i principali dati: "Ogni anno la Dote viene erogata a circa 330 mila studenti: 45 mila dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale, 220 mila per il sostegno al reddito, 67 mila per le scuole paritarie. Sui 250 milioni di euro di spesa, solo 50 provengono dalla Stato". "Va anche ricordato - ha proseguito Rossoni - che prima della riforma della Dote, i contributi che adesso riguardano 220 mila studenti erano erogati a soli 30 mila ragazzi. Questo è una dato molto significativo perché testimonia la validità dello strumento che abbiamo realizzato, che è in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni". Universita´ - Per quanto riguarda il sistema universitario, Formigoni ha sottolineato che in Lombardia negli ultimi quattro anni i contributi per il diritto allo studio sono stati garantiti al 100% degli aventi diritto con uno stanziamento di 200 milioni di euro. "Grazie all´integrazione di fondi regionali - ha spiegato Formigoni - possiamo assicurare assegni adeguati al costo della vita". Sempre in tema di università, il presidente ha ricordato tre progetti, realizzati anche grazie all´impegno regionale: a Milano è stato da poco inaugurato il Campus Martinitt con 440 posti letto; a Lecco è stata posata la prima pietra per la realizzazione di un campus da 1.500 posti letto del Politecnico che sarà realizzato entro 18 mesi; a Pavia si sta avviando la costruzione di un nuovo campus da 4.000 posti letto che sarà il più grande d´Europa. "Questo dimostra - ha commentato Formigoni - come anche in un momento di difficoltà e di ristrettezze economiche la ricerca e il capitale umano siano tra le priorità assolute della politica regionale". A testimonianza di questo Formigoni ha infine ricordato l´accordo da 120 milioni di euro in tre anni per la ricerca in settori strategici firmato con il ministro Gelmini.  
   
   
UNIVERSITA´ FVG: NO A FUSIONE TRA ATENEI  
 
Trieste, 11 gennaio 2010 - Centralità della ricerca come fattore di competizione; sviluppo scientifico connesso al tessuto produttivo ed imprenditoriale del territorio; integrazione tra gli atenei; politiche d´internazionalizzazione e valutazione delle capacità gestionali degli atenei. Sono questi i temi che sono stati affrontati all´incontro svoltosi il 21 dicembre scorso all´Università di Trieste tra l´assessore regionale alla Ricerca Roberto Molinaro ed i rappresentanti del Senato accademico, del Cda, del Consiglio delle strutture scientifiche e degli studenti dell´ateneo giuliano. Il dibattito si è mosso dalla nuova proposta di legge regionale (ddl n. 97) di finanziamento del sistema universitario che, come annunciato dall´assessore Molinaro, dovrebbe approdare a febbraio del 2011 in Consiglio regionale. Nell´evidenziare il mantenimento dello stesso livello di risorse messe a disposizione nella Finanziaria regionale per il settore, l´assessore Molinaro si è soffermato sui prossimi impegni da realizzare: miglioramento dell´attività dell´Erdisu (allargamento platea beneficiari borse di studio; nuovo Piano per il diritto allo studio); stesura del Libro bianco regionale della ricerca e di uno studio per organizzare il supporto (sviluppo attività strumentali) del sistema universitario regionale, entrambi già in corso. All´incontro si è parlato anche della necessità della cooperazione tra gli atenei regionali. "Bisogna superare - ha spiegato Molinaro - il modello di competizione ´al ribasso´ per creare le occasioni di un´integrazione positiva tra Udine e Trieste allo scopo dell´ottenimento di una maggiore capacità attrattiva degli studenti e degli studiosi per mantenere alta la qualità dell´offerta formativa e della ricerca scientifica sul territorio". "Eventuali ritardi - ha affermato il rettore dell´Università Francesco Peroni - nella tenuta della competitività del sistema universitario regionale sul dinamico mercato della conoscenza sarebbero infatti a danno non solo delle comunità accademiche, ma anche di quelle territoriali". Nell´ambito dell´incontro è emersa la richiesta di un´analisi obiettiva, che la politica dovrebbe offrire, finalizzata alla valutazione della buona gestione e quindi della premiazione dei comportamenti virtuosi degli atenei regionali, nello specifico di quello triestino. Infine, all´esponente dell´esecutivo regionale è stata presentata un´esplicita richiesta d´impegno politico che la Regione dovrebbe garantire finalizzato alla crescita della ricerca e dell´alta formazione dell´ateneo triestino nell´ambito delle dinamiche evolutive di carattere geopolitico dell´area danubiana. Altrimenti, è stato detto, si rischia di essere messi in disparte.  
   
   
PARMA: DALLA PROVINCIA 511MILA EURO PER LE SCUOLE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE AUTONOMIE E PER L’ARRICCHIMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA  
 
Parma, 11 gennaio 2011 – Dalla Provincia un bel regalo di fine anno per le scuole del territorio: oltre 511mila euro per istituzioni scolastiche e Comuni per la valorizzazione dell’autonomia e l’arricchimento dell’offerta formativa. Dopo i 220mila euro assegnati alle scuole dell’infanzia statali per abbattere le liste d’attesa, ora dunque ecco questi altri contributi, di derivazione regionale, destinati a progetti finalizzati e caratterizzati dalla costituzione di accordi di rete vasta tra le scuole di ogni ordine e grado. Destinatario dei fondi è la Provincia, che procede alla loro distribuzione alle singole realtà sulla base dei progetti presentati. “Per il secondo anno consecutivo, in corrispondenza della stagione dei tagli sulle risorse alla scuola da parte del governo, Regione e Province dell’Emilia Romagna intervengono con risorse integrative per aiutare la scuola del nostro territorio a mantenere i buoni standard che la caratterizzano – spiega l’assessore provinciale alle Politiche scolastiche Giuseppe Romanini -. Oggi le scuole si trovano in grave difficoltà, sia per la riduzione di personale sia per la profonda rivisitazione dell’organizzazione del tempo scuola: consapevoli della criticità della situazione, Regione e Province hanno deciso di agire. Non si tratta di surrogare ciò che lo Stato non fa, bensì di creare condizioni organizzative e di servizio che contribuiscano a sostenere e promuovere l’autonomia delle scuole nel compiere le scelte per la qualificazione del servizio, perché l’autonomia è chiave di successo per la scuola stessa”. Oltre 103mila euro saranno destinati al macro-ambito “Promozione dell’innovazione didattica, modalità flessibili per l’organizzazione scolastica, potenziamento delle competenze nei servizi amministrativi, realizzazione di una stabile rete di relazioni tra le scuole”. Saranno suddivisi tra diversi progetti di rete di scuole del territorio: progetti sulla diffusione della cultura scientifica (capofila il Liceo scientifico Bertolucci di Parma), sulla valorizzazione delle eccellenze anche attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (capofila l’Itsos di Fornovo Taro), sulle esperienze di formazione e modelli di insegnamento-apprendimento (capofila l’Istituto Comprensivo Puccini di Parma), sul sostegno agli allievi in situazione di disagio (capofila l’Istituto Comprensivo di San Secondo Parmense). 80mila euro andranno invece al macro-ambito “Gestione delle differenze: studenti disabili, stranieri, con disturbi specifici di apprendimento, quindicenni senza titolo di terza media”: andranno a due progetti rivolti ai quindicenni senza titolo di terza media (capofila l’Istituto Comprensivo Ferrari di Parma e la scuola media di Fidenza), a un progetto sulla riduzione del disagio per alunni con problemi specifici di apprendimento (capofila l’Istituto Comprensivo di Felino) e a un’altro sull’accoglienza e integrazione per alunni stranieri (capofila il Comune di Parma). Sempre nello stesso macro-ambito sono destinati 328.078, 83 euro ai Comuni come sostegno alle spese sostenute per il personale educativo assistenziale a supporto dell’integrazione scolastica degli alunni disabili. “Con questi interventi – conclude l’assessore Romanini - viene ribadita la centralità del ruolo della scuola nella costruzione dei diritti di cittadinanza e nella creazione dei presupposti per lo sviluppo economico. Si sostengono e si migliorano i livelli qualitativi e quantitativi raggiunti dal sistema scolastico provinciale e regionale, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati”.  
   
   
SCUOLE IN ABHRUZZO: CHIODI INAUGURA PLESSO CESAPROBA DOPO MESSA SICUREZZA L´INTERVENTO PER RIDURRE RISCHIO IDROGEOLOGICO A MONTE  
 
 L´aquila, 11 gennaio 2011 - Il presidente della Regione Abruzzo e Commissario delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, ha inaugurato stamane la scuola elementare di Cesaproba di Montereale, riaperta dopo una serie di interventi di messa in sicurezza. Per l´esecuzione dei lavori il Commissario aveva destinato una somma vicina ai centomila euro. "Per questi ragazzi - ha detto Chiodi tagliando il nastro - è un giorno importante. Ma lo è anche per i loro genitori che, dopo le opere realizzate, saranno più tranquilli sulla tenuta dello stabile. Questo intervento si aggiunge a molti altri già effettuati o in programma per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, danneggiati o no dal terremoto dell´aprile 2009". Accanto al Presidente/commissario (a Cesaproba anche come assessore all´Ambiente ed alla Protezione civile), il presidente della Provincia dell´Aquila, Antonio Del Corvo, l´assessore Roberto Romanelli, il vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis, il Commissario prefettizio del Comune di Montereale, Francesco Zito, il coordinatore ed il responsabile della Funzione Infrastrutture della Struttura per la gestione dell´emergenza, Roberto Petullà ed Altero Leone. Alla cerimonia-evento hanno assistito insegnanti ed alunni dell´istituto didattico, oltre agli abitanti della piccola frazione. Già in autunno, geologi della Sge avevano fatto dei sopralluoghi, rilevando delle instabilità nel versante a monte l´edificio. Con i tecnici della Provincia dell´Aquila, poi, erano stati definiti gli interventi per ridurre i rischi idrogeologi nella scarpata che sovrasta la scuola. I lavori sono stati ultimati alla vigilia dell´appena trascorso Natale. Oggi la ripresa delle lezioni, cui il Presidente/commissario Chiodi non ha voluto mancare.  
   
   
CENTRALE UNICA PER L´EMERGENZA E IL COORDINAMENTO TRA PROTEZIONE CIVILE E AZIENDA SANITARIA DI TRENTO  
 
 Trento, 11 gennaio 2011 - Su proposta dell´assessore Mauro Gilmozzi, la Giunta ha oggi istituito l´incarico di livello dirigenziale che sarà a capo della "Centrale unica per l´emergenza e coordinamento tra la protezione civile e il sistema sanitario", che dal 1 gennaio 2011 verrà incardinata presso il Dipartimento protezione civile e infrastrutture. L´incarico di dirigente di tale struttura (fino alla durata del comando) è stato conferito alla dott.Ssa Luisa Zappini, dirigente in posizione di comando presso la Provincia autonoma di Trento dall´Azienda sanitaria. La nuova Centrale unica per l´emergenza e coordinamento tra la protezione civile ed il sistema sanitario dovrà tra l´altro realizzare, organizzare e attivare la Centrale Unica delle Emergenze, curare i collegamenti con il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, il Ministero dell´Interno, il Commissariato del Governo, l´Azienda provinciale per i servizi sanitari, i Vigili del Fuoco, il Corpo nazionale del Soccorso Alpino Speleologico, la Croce Rossa Italiana, i Nuclei Volontari Alpini, gli Psicologi per i Popoli, la Scuola per i Popoli, la Scuola provinciale cinofili e le associazioni di volontariato. Dovrà inoltre sviluppare, programmare e implementare la rete Tetra e definirà i protocolli operativi di emergenza con tutti i soggetti che, a vario titolo e a livelli diversi, sono coinvolti nelle attività di Protezione civile. Inoltre la Centrale Unica dovrà supportare il Dipartimenti competente in materia di protezione civile nei rapporti e nel coordinamento con le strutture e le istituzioni competenti in materia sanitaria per le finalità di protezione civile anche con riferimento agli organismi statali sui temi sanitari di protezione civile e nella definizione e implementazione di protocolli d´intesa con i soggetti coinvolti a livello statale (Ferrovie dello Stato, Strutture per le comunicazioni radio e telefonia mobile e fissa, Enac, ecc.) e a livello provinciale (Aziende dei servizi provinciali per Trasporti, comunicazioni, energia ecc.), nonché nella definizione del protocollo d´intesa tra Stato e Provincia per la ricerca dispersi.  
   
   
FORMAZIONE FVG: ACCORDO PER PROMOZIONE ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO  
 
 Trieste, 11 gennaio 2010 - l´Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia e la Direzione centrale Lavoro, Formazione, Commercio e Pari Opportunità della Regione hanno siglato il 22 dicembre un accordo sperimentale finalizzato alla promozione, all´interno degli istituti statali di istruzione secondaria di secondo grado, della metodologia dell´alternanza scuola-lavoro, una nuova modalità di insegnamento e di apprendimento che potenzia la maturazione personale degli studenti attraverso l´incontro-scambio con il mondo del lavoro. In particolare, l´accordo prevede che gli istituti scolastici professionali, tecnici ed i licei artistici della regione possano attivare, a favore di studenti di età pari o superiore a 16 anni esperienze di alternanza scuola lavoro da realizzarsi presso imprese, associazioni di categoria, studi professionali, centri di ricerca ed enti pubblici. Le attività formative potranno realizzarsi grazie ad uno specifico stanziamento deliberato dalla Giunta regionale, pari a 2 milioni di euro, a valere sul Fondo Sociale Europeo, Obiettivo 2, Competitività e Occupazione 2007/13. Le proposte vanno presentate dagli Istituti scolastici entro il prossimo 22 gennaio 2011. "L´accordo - sottolinea l´assessore Brandi - si inserisce in un contesto caratterizzato da un clima di fattiva ed intensa collaborazione fra la nostra Regione e l´Ufficio scolastico regionale, che ha consentito di attivare e promuovere nel corso degli ultimi anni importanti iniziative funzionali allo sviluppo di un sistema integrato di istruzione e formazione professionale. Ritengo fondamentale la promozione di esperienze di alternanza scuola lavoro al fine di consentire agli istituti scolastici di rafforzare il collegamento organico con il modo del lavoro". "L´alternanza Scuola Lavoro, introdotta dalla Legge 28 marzo 2003, n. 53, art. 4, e disciplinata dal Decreto Legislativo 15/4/2005 n. 77 - commenta il Direttore Generale dell´Ufficio Scolastico Regionale, Daniela Beltrame- ha la finalità di consentire l´attivazione di una metodologia didattica, che consenta agli allievi di condurre esperienze alternate tra l´ambiente d´aula e quello di lavoro. L´attuazione di questa intesa con la Regione Friuli Venezia Giulia ci consente di costruire un sistema stabile di rapporti fra la scuola e il mondo del lavoro, e di creare una nuova modalità didattica attraverso esperienze in specifiche realtà di lavoro facilitando, così, i giovani studenti ad enucleare il personale progetto di vita"..  
   
   
TRENTO: RIPARTITO IL FONDO PER LE POLITICHE GIOVANILI  
 
Trento, 11 gennaio 2011 - Su proposta del presidente Lorenzo Dellai, la Giunta provinciale ha ripartito il Fondo per le politiche giovanili per l´anno 2011, che ammonta complessivamente a 2.253.600 euro. Il Fondo per le politiche giovanili è stato istituto con la legge provinciale 23 luglio 2004, n.7. L´obbiettivo è quello di promuovere azioni positive a favore dell´infanzia, dell´adolescenza, dei giovani e delle loro famiglie, per l´esercizio dei diritti civili fondamentali e per prevenire fenomeni di disagio sociale e favorire lo sviluppo delle potenzialità personali. La ripartizione è stata fatta in questo modo: 1.500.000 euro per il sostegno alla realizzazione di specifici progetti, presentati da comuni, comprensori o tramite gli stessi da soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, 150.000 euro per le spese della Provincia per il finanziamento dei tre Piani giovani d´ambito, 588.600 euro per le spese della Provincia per attività di aggiornamento, formazione, organizzazione di eventi, rilevazione, monitoraggio e supporto all´attività dei Piani giovani di zona e d´ambito e altre collaborazioni, 15.000 euro per le spese della Provincia per studi e ricerche affidati ad università ed enti di ricerca. Con lo stesso provvedimento la Giunta ha stabilito i contributi da assegnare agli enti capofila dei vari Piani giovani di zona per le spese relative al referente tecnico organizzativo. In totale a questa voce sono stati destinati 320.320, 40 euro. Delle attività maturate all´interno di questo contesto si occupa anche il "Tg Giovani", rubrica televisiva nata per il web e trasmessa anche su una tv locale (Rttr) che documenta alcune delle esperienze promosse dalle politiche giovanili. Info su www.Perilmiofuturo.it e www.Politichegiovanili.provincia.tn.it,  
   
   
POLITICHE SOCIALI, 5 MILIONI DI EURO PER PIANO PREVENZIONE DEL DISAGIO GIOVANILE IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 11 Gennaio 2011 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità e dell’Assistenza sociale, Antonello Liori, ha stanziato 5 milioni di euro per il piano straordinario “Azioni di responsabilizzazione sociale, prevenzione di fenomeni di disagio giovanile e contrasto di comportamenti a rischio”. "Il Piano - ha sottolineato l’assessore - è destinato a sostenere percorsi di crescita e di responsabilizzazione di giovani ed adolescenti, con partecipazione ad azioni a valenza culturale e sociale. Occorre avere maggiore attenzione alle politiche giovanili nell’ambito della prevenzione di fenomeni di disagio giovanile e di contrasto ai comportamenti a rischio, nella convinzione che i giovani rappresentino risorse fondamentali sulle quali investire per lo sviluppo ed il progresso della Sardegna. Con le proposte dell’assessorato della Pubblica istruzione si è provveduto ad attivare azioni a valenza culturale e sociale, perciò ho voluto promuovere alcuni progetti di pratica sportiva nei territori ad alto rischio di devianza giovanile, che verranno attivati dai Comuni in collaborazione con le società sportive iscritte all’albo regionale, privilegiando i piccoli comuni al di sotto dei 3.000 abitanti ed i quartieri urbani ad alto rischio con carenza di servizi dedicati ai giovani. La prevenzione al disagio giovanile ha nello sport un importante fattore di promozione del benessere e di contrasto all’adozione di stili di vita a rischio, favorendo processi di integrazione, aggregazione e socializzazione". Il finanziamento sarà così ripartito: 4.750.000 euro per mille microprogetti elaborati da giovani tra i 15 ed i 21 anni; 150.000 euro per assicurare il supporto tecnico necessario alla realizzazione del programma di microprogetti; 100.000 euro per la realizzazione di uno o più incontri a carattere regionale, di confronto ed approfondimento sulle tematiche giovanili, anche con il coinvolgimento di enti territoriali, associazioni no profit e organizzazioni di volontariato.  
   
   
BOLZANO: PRESENTAZIONE ENTRO IL 31 GENNAIO 2011 DELLE DOMANDE PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI  
 
Bolzano, 11 gennaio 2011 - Possono prestare servizio sociale volontario tutti coloro che abbiano compiuto il ventottesimo anno di età, abbiano una residenza stabile in provincia di Bolzano, siano in possesso della cittadinanza italiana o di un altro Stato membro dell’Unione Europea. La durata del servizio sociale volontario è stabilita in 8 mesi, 16 mesi oppure al massimo 24 mesi. In caso di durata ridotta (rispettivamente 8 o 16 mesi), su richiesta, la prestazione può essere prolungata una sola volta, per ulteriori 8 oppure 16 mesi. La prestazione settimanale delle persone in servizio sociale volontario è stabilita in 40, 30 oppure 20 ore. Per le persone che prestano servizio sociale volontario a 40 ore settimanali il rimborso spese è fissato a 450 Euro, mentre nel caso di prestazione di 30 ore settimanali il rimborso è pari a 400 Euro e nel caso di prestazione di 20 ore settimanali il rimborso spese è pari a 360 Euro. Possono impiegare volontari in servizio sociale le organizzazioni e gli enti pubblici e privati che hanno assenza di scopo di lucro, che svolgono un’attività continuativa da almeno tre anni in uno o più dei settori d’impiego previsti e che possiedono capacità organizzativa e possibilità d’impiego proporzionate ai progetti ed interventi previsti. L’impegno dei volontari in servizio sociale avviene nei seguenti settori: assistenza sanitaria e sociale; reinserimento sociale, nonché altri interventi di carattere sociale, in particolare interventi di emergenza; educazione, servizio giovani e promozione culturale; tutela del patrimonio ambientale ed artistico; protezione civile; tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti; cooperazione allo sviluppo ed interventi di pacificazione tra i popoli; attività di tempo libero e di educazione sportiva. Quest’anno il primo termine per la presentazione delle domande per l’impiego di volontari in servizio sociale è lunedì 31 gennaio 2011. Le domande potranno essere presentate all’Ufficio affari di gabinetto, Palazzo provinciale 1, Via Crispi, 3, Bolzano. Per ulteriori informazioni: http://www.Provincia.bz.it/serviziocivile-serviziosociale.  
   
   
ISTITUITO A TRENTO L´OSSERVATORIO DEL PAESAGGIO SARÀ UN "FORUM" CHE SERVIRÀ PER COORDINARE E STIMOLARE LE NUOVE STRATEGIE DI GOVERNO DEL PAESAGGIO A SUPPORTO DELLA PROGRAMMAZIONE DELLO SVILUPPO TERRITORIALE  
 
Trento, 11 gennaio 2011 - La Giunta provinciale, su proposta dell´assessore Mauro Gilmozzi, competente per materia, ha oggi deliberato l´istituzione dell´Osservatorio del paesaggio che, senza prefigurare la nascita di nuovi enti, sarà strumento della Provincia con il compito primario di favorire l´elaborazione e il coordinamento di valutazioni, di visioni e in generale di una cultura del territorio e del paesaggio, in una prospettiva di valorizzazione e di sintesi delle espressioni dei diversi attori – pubblici, associativi, culturali – presenti sul territorio, come ha detto l´assessore Gilmozzi nell´illustrare i compiti dell´Osservatorio. L’osservatorio del paesaggio costituisce uno strumento conoscitivo, funzionale all’attività dell’Assessorato competente in materia di urbanistica e operativamente collocato presso la Scuola per il governo del territorio e del paesaggio (Step), prevista dall’articolo 147 della legge provinciale n. 1 del 2008. L’osservatorio del paesaggio si configura come un forum, convocato e presieduto dall’Assessore provinciale competente in materia di urbanistica e costituito dai seguenti componenti: - l´Assessore provinciale competente in materia di urbanistica e di paesaggio, con funzioni di presidente; - il dirigente generale del Dipartimento provinciale competente in materia di urbanistica, con funzioni di vicepresidente, nonché il dirigente generale del Dipartimento provinciale competente in materia di risorse forestali e montane; alle sedute del forum potranno essere di volta in volta invitati a partecipare i dirigenti generali di altri Dipartimenti provinciali per la trattazione di specifici approfondimenti; - il dirigente del Servizio urbanistica e tutela del paesaggio e un altro esperto della Provincia, individuato dall´assessore provinciale; - il Presidente del Consiglio delle autonomie locali o un suo delegato; - tre rappresentanti degli enti locali, designati dal Consiglio delle autonomie locali; - due rappresentanti del Comune di Trento e del Comune di Rovereto; - tre rappresentanti dell´associazione provinciale delle Asuc, della Comunità di Fiemme e della Comunità delle Regole di Spinale e Manez; - due rappresentanti dell´Università degli Studi di Trento, esperti in progettazione paesaggistica e territoriale e in storia del paesaggio; - i membri del Comitato scientifico della Scuola per il governo del territorio e del paesaggio (Step); - il direttore del Museo storico del Trentino; - il direttore del Museo Tridentino di Scienze naturali; - un rappresentante della Fondazione Edmund Mach; - tre rappresentanti degli ordini e collegi professionali designati dal Comitato interprofessionale delle professioni tecniche del Trentino; - un rappresentante designato dalle associazioni del Tavolo Verde; - tre rappresentanti della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura; - il presidente della Sat-società degli alpinisti tridentini o un suo delegato; - un rappresentante designato dalle sezioni provinciali delle associazioni di protezione ambientale individuate dal Ministero dell´Ambiente. È stato il nuovo Piano urbanistico provinciale, approvato con legge provinciale n. 5 del 27 maggio 2008, ad annettere al paesaggio valore fondante nella definizione della governance territoriale. È stato il nuovo Pup, quindi, a "rafforzare la riconoscibilità dell´offerta territoriale del Trentino, valorizzandone la diversità paesistica, la qualità ambientale e la specificità culturale sostenendo al contempo e in conseguenza il recupero e la valorizzazione dell´identità ambientale e culturale del Trentino, intesa come fattore non di chiusura ma di consolidamento del sistema sociale della Provincia e di caratterizzazione della sua offerta territoriale anche a livello internazionale". In altre parole il nuovo Pup ha assegnato al paesaggio una nuova prospettiva, quella di essere fattore positivo di sviluppo della comunità trentina. La dimensione del paesaggio non viene più vissuta come un limite, ma per contro è innestata in una nuova visione dello sviluppo economico, in coerenza con le direttrici del Programma di sviluppo provinciale, aprendosi al contempo all´ideazione pianificatoria e programmatica riconosciuta alle Comunità di valle. Il paesaggio costituisce una risorsa, un patrimonio di regole consolidate che le Comunità di valle hanno a disposizione per pianificare bene, per favorire la riattivazione di progetti di alta qualità, per elevare l´attrattività del territorio, insomma per assicurare il buon governo delle trasformazioni. In quest´ottica la prospettiva di paesaggio del nuovo Piano urbanistico provinciale rappresenta una vera e propria sfida per i territori. Il disegno dello sviluppo economico che ciascuna comunità appronterà implica non solo un cospicuo impegno a carattere tecnico, ma soprattutto esige una grande responsabilità nella fase interpretativa della valorizzazione delle risorse paesaggistiche e nelle trasformazioni territoriali. Per governare il paesaggio, vale a dire per assicurare un buon esito nella sua evoluzione, è richiesta una rinnovata conoscenza dei valori e delle regole intrinseche alla forma del territorio; una conoscenza fondata su approfondimenti, riflessioni e percorsi formativi tesi a cercare consapevolezza e sapiente abilità nell’ideare le forme dello sviluppo socio-economico; una conoscenza che deve tradursi in definitiva in processi partecipativi e in responsabilità diffusa in tutta la comunità. Tutto ciò abbisogna di uno strumento che traduca in metodo l´osservazione e la conservazione, la promozione e la valorizzazione del bene. L´osservatorio del paesaggio, istituito nell´ambito della Scuola per il governo del territorio e del paesaggio (Step), sarà lo strumento della Provincia con il compito primario di favorire l´elaborazione e il coordinamento di valutazioni, di visioni e in generale di una cultura del territorio e del paesaggio, in una prospettiva di valorizzazione e di sintesi delle espressioni dei diversi – attori pubblici, associativi, culturali – che operano sul terrritorio. Nel dar vita all´Osservatorio del paesaggio, che comunque non si presenta come una nuova struttura, ma come un "forum" aperto agli apporti delle più diverse competenze che il Trentino riesce ad esprimere, la Provincia si è ispirata ai seguenti principi: - la partecipazione (diventa imprescindibile l´attento utilizzo di un metodo partecipato che coinvolga l´amministrazione pubblica e le espressioni della società civile, tra cui gli enti e le associazioni culturali, gli ordini e i collegi professionali); - la ricerca (intesa come fonte di orientamenti culturali, come supporto alle decisioni e come sviluppo di una cultura del paesaggio e del territorio, per inserire il futuro del paesaggio trentino nel contesto interregionale europeo); - l´educazione e la formazione (viste come vie per il coinvolgimento, l´apprendimento e la creazione di una cultura diffusa tesa all´eccellenza, nonché per il riconoscimento del ruolo e della funzione del paesaggio anche attraverso pubblicazioni divulgative, convegni, seminari e attività formative ed educative); - l´apertura e l´integrazione con il contesto regionale alpino e l´ambito europeo (con l´obiettivo di valorizzare le interdipendenze e di favorire il dialogo tra le culture e le scelte di governo, anche in considerazione del fatto che alcune delle più rilevanti problematiche paesaggistiche e urbanistiche possono essere efficacemente governate solo su scale territoriali più ampie).  
   
   
"ECOACQUISTI TRENTINO", MENO RIFIUTI IN OLTRE 100 PUNTI VENDITA  
 
Trento, 11 gennaio 2011 - Ridurre i rifiuti e sensibilizzare i cittadini a modalità di acquisto rispettose dell´ambiente sono i principali obiettivi del progetto "Ecoacquisti Trentino", presentato questo pomeriggio alla presenza del vice presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher e di Loredana Cont, la testimonial scelta per la campagna informativa che prende il via oggi. L´accordo, siglato il 26 maggio del 2010, oltre alla Provincia, che partecipa al progetto con il Servizio Politiche Risanamento dei Siti Inquinati e Gestione Rifiuti e con l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, coinvolge alcuni dei gruppi della Distribuzione Organizzata in Trentino (Sait, Poli, Conad-dao, Orvea, Natura Sì). I punti vendita che hanno ottenuto il rilascio del marchio "Ecoacquisti", sono già più di cento su tutto il territorio, si sono impegnati ad attivare azioni finalizzate innanzi tutto alla riduzione dei rifiuti e poi alla loro migliore differenziazione. Si va dalla messa a disposizione di sacchetti in tela o altro materiale riutilizzabile alla possibilità di utilizzare cartoni vuoti per portare a casa la merce, dalla vendita di acqua, vino o latte in bottiglie con vuoto a rendere alla commercializzazione di pile ricaricabili, dalla cessione di alimenti prossimi alla scadenza ad associazioni benefiche o alla loro vendita al pubblico con sconti particolari “last minute market”, dalla vendita di salumi e formaggi in carta a veli separabili alla vendita di frutta e verdura in sacchetti compostabili. Sono diverse le possibilità offerte ai clienti per non riempire i loro carrelli di imballaggi. "Con la consegna dei certificati di adesione al progetto a vari punti vendita - ha detto il vice presidente Pacher - si compie un passaggio dal grande valore simbolico. L´esperienza quotidiana ci dice quanti imballaggi acquistiamo assieme alle merci. La loro riduzione, a monte del processo di differenziazione e smaltimento, rientra tra gli obbiettivi strategici riferiti alla materia della gestione dei rifiuti. Si tratta di obbiettivi raggiungibili in presenza di un nuovo patto sociale che coinvolga gli operatori commerciali ma soprattutto i cittadini, che già oggi permettono al Trentino di raggiungere performance importanti per quanto riguarda le percentuali di raccolta differenziata. Grazie anche alla sensibilità dimostrata dal settore della distribuzione, oggi possiamo dare il via ad azioni che nel lungo periodo porteranno gli stessi produttori di alimenti a modificare le loro scelte. Questo progetto rientra a pieno titolo nel grande dibattito sulla sostenibilità, che riguarda tutto il pianeta". Il progetto pone l´accento più sulla riduzione dei rifiuti che sulla loro riciclabilità. Ha visto la nascita di un Tavolo di Concertazione tra Provincia e Distribuzione Organizzata e l´istituzione di un vero e proprio marchio registrato. Prevede una attività di controllo periodica, la promozione dell’iniziativa attraverso l’educazione ambientale scolastica ed extrascolastica e un´attività di raccolta dati e monitoraggio che porterà i primi risultati tra circa un anno. Tutto il materiale sull’iniziativa è scaricabile dal sito:http://www.Appa.provincia.tn.it/sviluppo_sostenibile/accordi_volontari/pagina2.html.  
   
   
SEVESO: CON 23,5 MLN VIA LIBERA ALLO SCOLMATORE PUÒ PARTIRE LA GARA PER LA SICUREZZA IDRAULICA DEL CAPOLUOGO  
 
Milano, 11 gennaio 2011 - Regione Lombardia con una convenzione approvata il 21 dicembre scorso dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Territorio e urbanistica Daniele Belotti, mette a disposizione dell´Agenzia Interregionale per il Po (Aipo) i fondi - 23,4 milioni di euro - attraverso i quali Aipo e provincia di Milano possono attivare la gara di appalto per l´adeguamento del Canale Scolmatore di Nord Ovest, tra i comuni di Senago e Settimo Milanese (Mi). La delibera approva e aggiorna la specifica convenzione che regola, appunto, i rapporti tra Regione e Aipo, ente attuatore dell´intervento di adeguamento del Canale Scolmatore. L´intervento è fondamentale per la messa in sicurezza della città di Milano dalle esondazioni del torrente Seveso. L´ultima di queste esondazioni è avvenuta il 18 settembre scorso e ha provocato pesanti disagi alla popolazione e ingenti danni economici. "Come promesso, abbiamo lavorato sodo e con successo - commenta il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni - per mettere insieme tutte le risorse necessarie. Si apre ora la fase della progettazione definitiva e della realizzazione dei lavori tanto attesi". "L´approvazione di questa convenzione - afferma l´assessore Belotti - conferma che sulla questione Seveso stiamo tenendo alta la guardia, mantenendo gli impegni presi nel tavolo tecnico politico tenutosi con la Provincia, il Comune di Milano e il Comune di Senago: una collaborazione proficua e sinergica degli enti coinvolti nel precedente Accordo stipulato nel 1999 per la realizzazione, la gestione e la manutenzione delle principali opere idrauliche a difesa della città di Milano". Il Canale Scolmatore di Nord-ovest, realizzato a partire dalla metà degli anni ´50 e completato, almeno in un primo assetto funzionale, nel 1980, costituisce il fulcro del sistema di protezione dell´abitato di Milano dalle acque di piena provenienti dai corsi d´acqua correnti con direzione nord-sud, che attraversano la prima cintura e poi il centro stesso di Milano. Il Canale Scolmatore ha una lunghezza di circa 34 km, e si estende dal torrente Seveso, in località Palazzolo, fino al fiume Ticino. In località Vighizzolo un deviatore convoglia parte delle acque anziché al Ticino, al Lambro Meridionale. L´intervento è stato previsto nell´ambito dell´Accordo di programma per la salvaguardia idraulica e la riqualificazione dei corsi d´acqua dell´area metropolitana milanese sottoscritto il 19 giugno 2009 tra Regione, Comune di Milano, Provincia di Milano, Autorità di bacino del fiume Po e Aipo. L´accordo costituisce uno degli strumenti per la realizzazione del Programma Attuativo Regionale (Par), che definisce le priorità di intervento su cui collocare le risorse nazionali del Fondo Aree Sottoutilizzate (Fas); in particolare, l´obiettivo 1.4 del Par mira specificamente alla realizzazione di "infrastrutture e tecnologie per la sicurezza idraulica", con "priorità per la messa in sicurezza dell´area Expo e per la valorizzazione del tema acqua". Viene quindi garantita, senza soluzione di continuità, la proficua sinergia degli enti coinvolti nel precedente Accordo stipulato nel 1999 per la realizzazione, gestione e manutenzione delle principali opere idrauliche a difesa della città di Milano.  
   
   
DIGA MONTEDOGLIO: VERTICE REGIONI UMBRIA E TOSCANA. DA INCONTRO RICHIESTA A GOVERNO DI INTERVENTI URGENTI PER IMMEDIATO RIPRISTINO INVASO  
 
Perugia, 11 gennaio 2011 - Richiesta al Governo di predisporre un intervento urgente di ripristino dei danni verificatisi alla parete dello scolmatore dell´invaso di Montedoglio, parzialmente ceduta nella serata del 29 dicembre scorso. Gli interventi devono essere realizzarti in tempi rapidissimi in quanto vi è la duplice necessità di garantire la massima sicurezza l´invaso, e determinare al tempo stesso le condizioni per riportare a regime la disponibilità della risorsa idrica. E´ quanto hanno convenuto le due Regioni, Umbria e Toscana, al termine del vertice svoltosi questa mattina a Perugia, a palazzo Donini, convocato e presieduto dalla presidente Catiuscia Marini, cui hanno preso parte gli assessori regionali della Toscana, Salvadori e Bramerini, e dell´Umbria, Cecchini e Rometti, presente anche il direttore dell´Ente irriguo Umbro Toscano, Diego Zurli. E´ stato il direttore Zurli a svolgere una ampia comunicazione sia sull´incidente, che sullo stato attuale dell´invaso, degli interventi da effettuare e della futura gestione della risorsa idrica attualmente disponibile, che è pari ad oltre 80 milioni di metri cubi, più della metà della capacità della diga. Entro la giornata di domani sarà predisposta una lettera congiunta delle due Regioni che sarà inviata ai Ministri dell´agricoltura e delle infrastrutture, Giancarlo Galan e Altero Matteoli, al fine di avere risposte certe in vista dell´incontro del prossimo 18 gennaio, che era già stata fissato in precedenza tra le Regioni ed i due Ministri per discutere del nuovo assetto istituzionale dell´Ente irriguo. Nel corso dell´incontro è stato ribadito come attualmente sia del tutto rientrata l´emergenza e che la diga è rientrata nell´ambito della vigilanza ordinaria. Inoltre è stato sottolineato come, subito dopo il verificarsi dell´incidente, tutto il sistema di protezione civile si sia attivato nei tempi stabiliti dimostrando un alto grado di efficienza. Per ciò che riguarda la gestione della risorsa idrica disponibile è stato affermato che nella fase transitoria, pur in presenza dei lavori che dovranno essere effettuati, non vi saranno problemi per tutto l´anno in corso sia per l´utilizzo dell´acqua per scopi idropotabili che irrigui. Preoccupazioni sono invece state manifestate se dovessero allungarsi i tempi di realizzazione dei lavori di riparazione. In una situazione di incertezza e di protrarsi dei tempi sarebbe difficile una corretta programmazione a medio termine dell´utilizzo dell´acqua. Vi sarebbe, inoltre, anche il rischio di un allontanamento anche dei tempi di esecuzione di altri lavori che l´ente irriguo ha già in cantiere ai quali è strettamente collegato l´allargamento dell´utilizzo delle acque dell´invaso sia a scopi irriguo che idropotabile per altre aree delle due regioni.  
   
   
PRESENTATA CARTA BATIMETRICA DELLA LAGUNA  
 
Udine, 11 gennaio 2011 - Il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, ha presentato il 21 dicembre scorso a Udine, nel Palazzo dell´Amministrazione, la Carta batimetria della Laguna di Marano e Grado. Si tratta del risultato di un anno e mezzo di accurati rilevamenti sull´ambiente lagunare effettuati dal personale dell´Autorità di Bacino del Friuli Venezia Giulia, del Gruppo di ricerca costiera del dipartimento di Geoscienze dell´Università di Trieste, del Commissario delegato per l´Emergenza Socio-economica Ambientale nella Laguna di Marano e Grado, e dell´Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste. "Questa Carta rappresenta - ha commentato Ciriani - una fotografia aggiornata e precisa della Laguna, volta a consentire a chi possiede responsabilità scientifiche e istituzionali, di disporre di un efficace strumento per la conoscenza del territorio e in particolare dell´ambiente umido". Il vicepresidente ha ringraziato le realtà che hanno collaborato per comporre la carta, realizzata con rigore scientifico per monitorare esattamente l´ambiente lagunare, e aggiornare i dati sui quali si basano tuttora gli interventi nell´area considerata. La carta batimetria di riferimento era infatti fino a oggi quella realizzata nel 1966 dall´allora direttore dell´Ufficio Idrico del Magistrato alle acque, ing. Livio Dorigo. Il lavoro di misurazione delle profondità delle acque lagunari era iniziato da parte di Dorigo nel 1938. Nel frattempo, hanno specificato il Commissario delegato, Gianni Menchini, il Commissario dell´Autorità di Bacino Regionale del Fvg, Renato Villalta, e il direttore del dipartimento di Geoscienze dell´ateneo triestino, Giorgio Fontolan, lo scenario dei fondali lagunari è cambiato, così come i profili costieri del litorale lagunare e delle isole che rappresentano il limite tra la Laguna e il mare Adriatico. Non solo, ma si sono evolute esponenzialmente le tecnologie di rilevamento e di calcolo. Sono infatti stati compiuti settecento chilometri di profili batimetrici continui (misurazione della profondità e dell´andamento del fondale) per mezzo di ecoscandagli idrografici e di apparecchiature Gps per realizzare il rilievo delle piane di marea lagunari. Rilievi ad altissima risoluzione sono poi stati eseguiti in tutti i principali canali navigabili. I risultati dei nuovi rilievi confrontati con i dati pregressi permetteranno di valutare l´evoluzione morfologica della Laguna negli ultimi cinquant´anni. E di dedurne un primo bilancio dei sedimenti, che potrà indirizzare le future strategie di conservazione e di pianificazione dell´area. Acquisiti questi elementi di ricerca, secondo Ciriani spetta ora alla Regione avviare le azioni volte alla gestione della Laguna. L´auspicio con il quale il vicepresidente ha concluso è che nel 2011 possano essere avviati i tanto attesi interventi in laguna e sui canali. Il prossimo anno verrà completata la campagna di misurazione della portata e del trasporto solido alle tre bocche principali di collegamento delle acque dalla Laguna al mare (Grado, Lignano, Porto Buso), al fine di conoscere i meccanismi che regolano lo scambio idrico e sedimentario tra la Laguna e il mare. Ciò consentirà di perfezionare il modello idrodinamico della Laguna, e di completare la progettazione delle prossime casse di colmata. Quindi di passare alla realizzazione delle strutture di contenimento dei sedimenti provenienti dai dragaggi lagunari. Alla presentazione è intervenuto il consigliere regionale, Paride Cargnelutti, per rilevare come la laguna sia al centro di un´attenzione progettuale voluta dalla Regione e che considera l´uomo quale protagonista del territorio.  
   
   
I VINCITORI DEL PREMIO AMBIENTE EUREGIO 2010  
 
 Bolzano, 11 gennaio 2011 - I progetti vincitori dell´edizione 2010 del Premio ambiente Egregio sono stati premiati mercoledì 22 dicembre 2010 a Trento. Primo premio nella categoria "Progetti ed idee" all´Eurac di Bolzano e 3. Premio al Centro di sperimentazione agraria Laimburg nella categoria "Impegno e attività". Alla cerimonia per la Provincia di Bolzano era presente l´assessore provinciale all´ambiente Michl Laimer. Nella categoria "Progetti ed idee" sono stati assegnati i seguenti riconoscimenti: 1. Premio (2.000 Euro) a Accademia Europea Bolzano - Istituto per l´Ambiente Alpino (Campionato dei prati 2010: chi ha il prato più bello di tutta la provincia - un progetto su incarico del Dipartimento all‘agricoltura della Provincia di Bolzano) – Alto Adige; 2. Premio (1.000 Euro) a Kitzbüheler Alpen Marketing Gmbh (Kitzbüheler Alpen - la più grande regione di e-bike del mondo) – Tirolo; 3. Premio( 250 Euro) a Chiara Pelloso (“Energo Park“) – Trentino; 3. Premio ( 250 Euro) a Ing. Manfred Abenthung (Parco casa energetica) – Tirolo. Nella categoria "Impegno ed attività" sono stati insigniti i seguenti progetti: 1. Premio (2.000 Euro) a Associazione di promozione sociale H2o+ (“Impegno dell‘associazione al tema della sostenibilità ambientale attraverso iniziative e progetti“) – Trentino. 2. Premio (1.000 Euro) a Gemeinde Galtür (Municipio di Galtür con impianto di riscaldamento a biomassa collegato con altri edifici pubblici) – Tirolo. 3. Premio ( 500 Euro) al Centro di Sperimentazione agraria Laimburg - settore coltivazione ecologica (Ecologizzazione delle colture di vino e frutta in Alto Adige) – Alto Adige. Per l´assessore provinciale all´ambiente ed energia Michl Laimer il Premio costituisce "una piattaforma ideale per la partecipazione attiva dei cittadini; l´elevata adesione conferma che ogni persona possiede una creatività innata ed un potenziale utile al cambiamento. La tutela ambientale ha bisogno dell´ingegno e si dimostra con i fatti." Sono stati 87 i progetti e le idee in concorso per il Premio ambiente Euregio 2010; 40 provenivano dall´Alto Adige, 29 dal Trentino e 18 dal Tirolo. Per la categoria "progetti ed idee" hanno concorso in 65, mentre erano 22 a concorrere nella categoria "impegno e attività". Tra i progetti altoatesini nominati per l´assegnazione del Premio Ambiente Euregio 2010 vi erano anche nella categoria “Progetti ed idee” quello di Brigitte Foppa:”giornata senza carne – veggieday”, e quello dell’Istituto agrario tedesco classe 3 D superiore per l’agricoltura (Stage di scolari di Capo Verde in aziende agricole biologiche altoatesine), mentre nella categoria “Impegno ed attività” quello del Tis innovation park: (Impronta ecologica Alto Adige) Ekos s.R.l.:(15 anni di impegno della Ekos Srl/kostner Srl nell‘ambito della manutenzione e pulizia di separatori di oli in Alto Adige). Il concorso, giunto alla sua seconda edizione, vede la collaborazione delle Agenzie provinciali di Bolzano e Trento e della Ripartizione tutela ambiente del Tirolo. L´obiettivo del Premio Ambiente Euregio è di sensibilizzare e motivare imprese e cittadini verso la tutela ambientale attiva e di promuovere l´innovazione nel settore  
   
   
PARCO DELLO STELVIO: EVITATO RISCHIO SPEZZATINO RIMANE ´PARCO NAZIONALE´, COPERTURA FINANZIARIA E´ GARANTITA LA NUOVA GOVERNANCE ANCORA PIU´ VICINA ALLE COMUNITA´ LOCALI  
 
Milano, 11 gennaio 2011 - "Le peculiarità del Parco dello Stelvio rimangono intatte, è scongiurata qualsiasi ipotesi di gestione ´spezzatino´ e ogni timore per il declassamento dell´area protetta è vano". Così l´assessore regionale ai Sistemi verdi e Paesaggio Alessandro Colucci sintetizza l´esito del Tavolo cui ha partecipato il 21 dicembre scorso a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il Sottosegretario Gianni Letta, il ministro dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo, il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto e i presidenti delle Province di Trento e Bolzano. "Un risultato forte, conseguito grazie alla tenacia e alla puntuale interlocuzione svolta dalla Lombardia ai diversi livelli tecnici e politici - aggiunge Colucci -. Abbiamo conseguito un risultato importante per le comunità dello Stelvio. Rimane ´Parco nazionale´, ma cambia la governance che, come ratificato oggi dal Consiglio dei ministri, con la nuova forma è ancora più vicina alle comunità locali. Anche i costi di gestione sono interamente coperti, anche per il mantenimento del livello occupazionale, e quindi non ricadranno sul bilancio di Regione Lombardia". "Oggi - conclude Colucci - si avvia una nuova fase e si aprono nuove prospettive per il Parco dello Stelvio e per le comunità bresciane e valtellinesi. Sarà nostra premura comunque, entrando nel merito della nuova fase gestionale, attivare specifici incontri operativi con le province di Trento e Bolzano e nel contempo creare un rapporto costante e di pieno coinvolgimento con le Comunità lombarde dello Stelvio".  
   
   
DE FILIPPO: ACQUA PUBBLICA, VALORE NON DEROGABILE IL PRESIDENTE DELLA BASILICATA ALLA CONFERENZA DEI SOCI (COMUNI E REGIONE) DI ACQUEDOTTO LUCANO ILLUSTRA LA RIFORMA INTRODOTTA DALLA FINANZIARIA REGIONALE DOPO LA SOPPRESSIONE DELLE AATO ACQUA  
 
Potenza, 11 gennaio 2011 - “L’importanza del controllo diretto delle popolazioni su un bene importante come l’acqua è per la Regione Basilicata un valore non derogabile e per questo, a fronte di un provvedimento nazionale che sopprimeva le Aato, con la Finanziaria approvata abbiamo messo in campo una Conferenza Interistituzionale che raccoglie tutte le amministrazioni comunali, le Province, e la Regione, per affidargli i compiti di governo del Servizio Idrico Integrato”. Così il presidente De Filippo all’assemblea dei soci di Acquedotto lucano (appunto i comuni, che si è tenuta questa mattina a Potenza. Il presidente ha scelto la platea composta da amministratori locali per entrare nel dettaglio di quanto previsto dall’art.26 della Finanziaria Regionale in materia di servizio idrico. “Abbiamo messo su – ha spiegato De Filippo – un modello di funzionamento a cui ora altre realtà guardano come modello. Un sistema che garantisce rappresentanza e pari dignità ai centri maggiori e ai piccoli paesi, che esalta il protagonismo dei territori e che proprio grazie ad una partecipazione diffusa, assicura il controllo popolare sulle scelte da fare in materia idrica, a partire dai livelli di servizio per arrivare alle tariffe e alla vigilanza sul sistema”. “Ritengo – ha concluso De Filippo – che l’intero ciclo di gestione dell’acqua debba essere affidato in mani pubbliche e se questo è vero in assoluto per un bene così importante, per il quale sono in corso conflitti e dispute internazionali, ancora di più ha valore in Basilicata dove gestire il servizio su un vasto territorio a bassa densità abitativa rende l’operazione antieconomica se affrontata in una logica di solo profitto come è giusto faccia un operatore privato. Ma noi non possiamo consentire che a residenti in piccoli centri o contrade non sia garantito il diritto dell’accesso all’acqua e a un’acqua che abbia gli standard di qualità e i controlli che fino ad oggi abbiamo assicurato in Basilicata. E per questo la nostra determinazione in questo campo è altissima”.  
   
   
AATO VERONESE: AUTORIZZATE ACQUE VERONESI E AGS ALL’AUMENTO DEL 3,6% DELLE TARIFFE NEL 2011. APPROVATI ANCHE GLI INVESTIMENTI DELLE DUE SOCIETA’ DI GESTIONE: SU VERONA E PROVINCIA INTERVENTI PER OLTRE 19MLN EURO  
 
Verona, 11 gennaio 2011 -  Aggiornato al 2011 il costo della bolletta dell’acqua, costo in cui è compreso il servizio di depurazione e fognature. Lo hanno deciso i sindaci di tutto il territorio veronese nell’ultima assemblea del 2010 tenutasi il 22 dicembre al Consorzio Zai, votando i due punti all’ordine del giorno a riguardo. Tra i punti in discussione, infatti (in tutto sei), sono stati approvati dai sindaci anche: il piano operativo triennale 2011-2013 relativo a Ags, Azienda Gardesana Servizi e le tariffe dell’area del Garda, approvato all’unanimità; il Piano Operativo Triennale 2011-2013 di Acque Veronesi e le tariffe dei comuni delle aree veronesi, approvato con due voti contrari (Nogara e Gazzo Veronese). L´autorità d´Ambito, al fine di consentire il mantenimento dell´attuale gestione "tutta pubblica", ha deliberato di aumentare le tariffe per il 2011 del 3,6%, garantendo così la copertura dei costi di esercizio e di investimento delle società di gestione Acque Veronesi Scarl ed Azienda Gardesana Servizi Spa. Le due società di gestione pubbliche potranno, così, gestire il servizio idrico integrato fino alla fine del 2011, realizzando anche gli investimenti necessari. Per una famiglia media residente nel territorio veronese che nel 2010 a fronte di un consumo medio annuo (175 metri cubi) spendeva in bolletta 197,97 euro, ci sarà, per il 2011, una variazione di circa 7 euro: la bolletta costerà 205 euro. Pertanto, anche chi consuma di più, come 192 metri cubi annui, avrà un rialzo: da 220,24 euro all’anno nel 2010, per il 2011 la bolletta sarà di 228,14 (aumento di 7,90 euro). Per una famiglia di quattro persone che consuma 200 metri cubi d’acqua all’anno, la spesa salirà a 239,03 euro nel 2011, rispetto ai 230,72 euro spesi nel 2010 (aumento di 8,31 euro). Costi E Consumi Tra Le Famiglie Veronesi - Il costo della bolletta è conteggiato relativamente alla quantità di acqua che si consuma. Il servizio idrico costa 0,001 centesimo ogni litro d’acqua potabile erogata all’utente. A giustificare un costo dell’acqua che sgorga dai rubinetti nelle nostre case è il ciclo a cui l’acqua stessa viene sottoposta: semplificandolo, in origine l’acqua viene prelevata dalle falde acquifere, depurata, esaminata, controllata ed infine, erogata all’utente completamente potabile. Il prezzo medio di vendita al metro cubo di acqua nel 2010 era di 1,144 euro al metro cubo; nel 2011 sarà di 1,185 euro al metro cubo (l’aumento è, come si diceva, del 3,6%). Una persona che vive da sola, un single oppure una persona anziana, consuma in media 50 metri cubi all’anno e nel 2011 spenderà per la bolletta dell’acqua 67,98 euro. Due persone, per esempio una coppia, spenderanno, per un consumo di 100 metri cubi all’anno 113,95 euro. Una famiglia media, tre persone, spenderà invece 205 euro a fronte di un consumo pari a 175 metri cubi annui, mentre per una famiglia più numerosa, composta da quattro persone, la bolletta sarà di 239,03 euro pari a un consumo di 200 metri cubi annui. Un nucleo familiare molto numeroso, composto per esempio da cinque individui, consuma in media 250 metri cubi di acqua all’anno, e nel 2011 spenderà 310,82 euro. 2011: Le Cifre Degli Investimenti - Il costo della bolletta permette di migliorare il servizio di erogazione dell’acqua e quello di raccolta di scarichi fognari nei confronti degli utenti, di qualsiasi paese o frazione all’interno del territorio d’Ambito. Per il 2011 Aato Veronese ha autorizzato la società di gestione Acque Veronesi scarl a realizzare, per un importo pari a 19.586.496 euro, interventi di carattere generale, manutenzioni straordinarie, messe a norma, telecontrollo e interventi specifici sulla rete acquedottistica e fognaria in tutto il territorio di sua competenza. Aato Veronese ha poi autorizzato anche gli interventi di Ags s.P.a. (che opera nella zona del Baldo- lago di Garda) che realizzerà opere e migliorie sulla rete acquedottistica e fognaria, con una spesa di 8.533.000 euro. “Ora le due società di gestione Acque Veronesi e Ags sono in grado di operare sul territorio, grazie all’approvazione dei singoli piani operativi triennali e delle tariffe 2011 da parte dei i sindaci veronesi nel corso dell’ultima Assemblea – commenta Mauro Martelli, Presidente Aato Veronese -. La proroga per le Aato di un anno, contenuta nel decreto ‘Milleproroghe’ ci darà il tempo di verificare i requisiti di affidamento delle due società di gestione così è previsto dalla legge. Già in gennaio istituiremo un tavolo tecnico con le due società di gestione, per aggiornare periodicamente l’Assemblea dei Sindaci su quelli che sono i processi evolutivi, in modo da poter procedere con gli affidamenti entro il 31 dicembre 2011”. L’adeguamento varia da Comune a Comune: una famiglia media, con un consumo medio di 175 metri cubi all’anno, residente nel comune di Verona nel 2010 aveva una bolletta pari a 189,48; nel 2011 pagherà 199,91 euro. Chi è residente a Buttapietra (famiglia media) nel 2010 pagava 193,39, mentre nel 2011 la bolletta sarà 201,82.  
   
   
DEPURATORE OTRANTO. IN GIUNTA IL FINANZIAMENTO DELLA CONDOTTA SOTTOMARINA  
 
Bari, 11 gennaio 2011 - Entro martedì prossimo la Giunta regionale delibererà la natura prioritaria del finanziamento della condotta sottomarina a servizio dell’impianto di depurazione di Otranto (Le), i cui lavori di realizzazione potranno verosimilmente essere avviati entro il mese di settembre: è questo l’impegno che l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati ha assunto questa mattina nel corso della riunione che si è svolta presso la sede dell’assessorato regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile a Bari. Al tavolo tecnico hanno partecipato il Sindaco di Otranto Luciano Cariddi, l’assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Lecce Massimo Como, il direttore dell’Ato Puglia Vito Colucci, il Direttore Generale dell’Aqp Massimiliano Bianco e dirigenti della Regione Puglia. “Attualmente – ha spiegato l’assessore Amati – l’impianto di depurazione a servizio del comune di Otranto scarica nel sottosuolo, procurando non pochi problemi di natura ambientale. E’ necessaria dunque la realizzazione di una nuova condotta a servizio dell’impianto, che scarichi i reflui a mare, il cui progetto preliminare è pronto e sul quale la provincia di Lecce ha già espresso il parere di Via . Dalla riunione di oggi è emerso che si tratta di un progetto del valore complessivo di € 3.600.000,00, interamente finanziabile con i fondi Po Fesr 2007 – 2013 nei confronti del quale esistono una serie di motivazioni in grado di fargli assumere natura prioritaria. Abbiamo pensato allora di finanziare immediatamente l’opera senza attendere i tempi dettati dai procedimenti di presentazione di tutti gli altri progetti finanziabili con fondi Fesr. Una volta che la delibera della Giunta regionale sarà adottata, ovvero nella settimana immediatamente successiva all’approvazione, sarà possibile decretare il finanziamento e la relativa sottoscrizione di un disciplinare da parte della Regione Puglia e dell’Acquedotto pugliese, che potrà così bandire la gara ed avviare i lavori entro il prossimo autunno”.  
   
   
BUSTE PLASTICA: STOP A COMMERCIO DAL 1/1/2011. SCORTE SMALTITE A VANTAGGIO CONSUMATORI ENTRO FINE 2010  
 
Roma,11 gennaio 2011 - In relazione ai numerosi quesiti pervenuti si precisa che il divieto di commercializzazione dei sacchi da asporto merci non conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati dagli standard tecnici europei vigenti, di cui all’ 1, comma 1130 della legge 26 dicembre 2006, n. 296, come modificato dall´art. 23, comma 21-novies del decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n.102 sarà in vigore dal 1° gennaio 2011. Resta consentito lo smaltimento delle scorte in giacenza negli esercizi artigianali e commerciali alla data del 31 dicembre 2010, purchè la cessione sia operata in favore dei consumatori ed esclusivamente a titolo gratuito. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con le autorità competenti, effettueranno controlli per verificare il rigoroso rispetto della normativa vigente.