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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Febbraio 2012
UE: I DEPUTATI EUROPEI APPLAUDONO LE RIFORME DEL PREMIER MARIO MONTI  
 
Strasburgo, 16 febbraio 2012 - Il primo Ministro italiano Mario Monti si è recato a Strasburgo ieri per rivolgere ai deputati un discorso sulla situazione economica in Italia e per delineare un piano per uscire dalla crisi. La maggior parte dei deputati hanno accolto il discorso con entusiasmo e sostenendo il lavoro svolto fino ad oggi. Molti eurodeputati hanno sottolineato l´importanza di promuovere la crescita insistendo sull´importanza di trovare una risposta europea alla crisi. Il premier italiano Mario Monti ha indicato che i sacrifici fatti dall´Italia non sono stati imposti dall´Unione europea, ma sono stati fatti perché necessari per il futuro del paese e dei "nostri figli e figlie". La disciplina fiscale di oggi deve essere seguita da un rinforzamento del mercato unico, succeduto inoltre da un´unione economica che è alla base del progetto europeo. L´italia vuole uscire dalla crisi ed essere ancora una volta una forza trainante della costruzione europea. Il capogruppo francese dei Popolari Joseph Daul ha elogiato gli sforzi e le riforme del primo Ministro italiano. "Le sono grato per aver evitato in tutti i modi le logiche di intergovernamentalismo. La maggioranza del Parlamento europeo le è in debito per questo. Il Parlamento vorrebbe far sentire anche la voce di un´Europa basata sulla solidarietà, responsabile, un´Europa integrata e politica. In questo, può contare sul Parlamento europeo come alleato". Hannes Swoboda, rappresentante austriaco del gruppo di centro sinistra (S&d) ha sottolineato che la disciplina fiscale sarebbe più facile da raggiungere, e più accettabile per i cittadini, se ci fosse più crescita e lavoro, e anche combattendo più efficacemente l´evasione fiscale. Sono state spese molte parole, ma mancano le azioni. La Banca europea degli investimenti dovrebbe avere più margine di credito e la Banca centrale europea dovrebbe fare tutto quello che può per sostenere la crescita. Il rappresentante belga del gruppo Alde, Guy Verhofstadt, si è rivolto al premier italiano: "In poche settimane ha svolto un ottimo lavoro per rimettere l´Italia in pista". Ha inoltre continuato: "Caro Mario, lei merita più dei complimenti". Abbiamo bisogno di ridurre i tassi di interessi nei paesi dell´Unione e in Italia, che oggi paga tre volte di più che la Germania. Il capogruppo tedesco dei Verdi Rebecca Harms ha interrogato Mario Monti: "Ha parlato molto di disciplina budgetaria e disciplina in generale, ma come persona incaricata di risolvere la situazione in Italia, pensa che sia intelligente fare solo tagli? Perché è quello che sta succedendo in Grecia proprio ora: tagli e ancora tagli". "E proprio a causa di tutti i tagli, la maggior parte dei cittadini greci, in particolare i più poveri, stanno sempre peggio. È questo il modo di uscire dalla crisi? È una soluzione sostenibile?". Martin Callanan, rappresentante inglese del gruppo Ecr ricorda che i mercati hanno risposto positivamente alle riforme italiane. Una politica fiscale e delle riforme economiche possono funzionare in Italia, ma non in Grecia. Si sprecano le parole riguardo alla crescita, ma il fallimento è evidente. L´europa e il mercato unico non hanno bisogno di più regole, ma solo liberalizzazione e competitività. Il rappresentante francese del gruppo Gue/ngl Patrick Le Hyaric pensa che la disciplina di cui si parla è indirizzata "solo ai cittadini" e non ai poteri finanziari. Si è anche chiesto: che democrazia è una democrazia che parla solo di austerità, sicurezza e controllo? Francesco Enrico Speroni, rappresentante italiano del gruppo Efd ha criticato il primo Ministro italiano per non avere un mandato democratico per quello che sta facendo. "Lei è primo Ministro senza essere stato eletto democraticamente e sta riuscendo a rinforzare i poteri della finanza internazionale, facendo pagare di più alla persone". Maroš Šefčovič, rappresentante della Commissione, ha sottolineato che l´Italia era in una fase critica quando ha subito gli effetti della crisi. Il governo Monti ha saputo adottare un numero di misure sulle pensioni, le tasse e l´amministrazione pubblica che hanno contribuito a stabilizzare la situazione. La Commissione europea sostiene queste riforme decisive e richiama l´attenzione sulla lotta alla disoccupazione giovanile.  
   
   
OLTRE I TAGLI: I DEPUTATI EUROPEI DISCUTONO DELLA CRESCITA DELLA GRECIA E DELL´EUROPA  
 
Strasburgo, 16 febbraio 2012 - Il prossimo vertice Ue dell´1-2 marzo deve affrontare la crescita, hanno dichiarato ieri mattina i deputati in un dibattito con il Consiglio e la Commissione. Molti deputati di diversa appartenenza politica hanno espresso scetticismo e preoccupazione circa l´ultima ondata di misure di austerità in Grecia, raccomandata dalla Commissione europea, dalla Bce e dal Fmi, la cosiddetta "Troika". "Il vertice di marzo non sarà uguale agli altri", ha detto il ministro danese per gli affari europei Nicolai Wammen. Il semestre europeo e la recente adozione del cosiddetto "six-pack" per la governance economica dovrebbero accelerare le riforme strutturali e creare " competitività, occupazione e un´economia più verde". In rappresentanza della Commissione europea, Maroš Šefčovič ha ammonito che "la crescita è a un punto morto". Prestando particolare attenzione alla disoccupazione giovanile, ha invitato la Commissione a recarsi negli otto paesi più colpiti per trovare il modo di migliorare l´utilizzo dei fondi Ue. La fiducia rappresenta il fondamento sia dei mercati finanziari sia della stessa Ue, ha detto il presidente del gruppo Ppe, Joseph Daul (Fr). Gli oneri fiscali sulle imprese dovrebbero essere allentati in cambio d´impegni ad assumere più persone giovani, ha suggerito. "Abbiamo bisogno di una migliore governance dell´euro e di evitare dichiarazioni contraddittorie", ha aggiunto, riferendosi alla recente dichiarazione del commissario Neelie Kroes, secondo la quale "l´euro potrebbe sopravvivere senza la Grecia". Interrogato sulla posizione della Commissione, Šefčovič ha dichiarato "la Commissione è il migliore alleato della Grecia", sottolineando come l´Esecutivo desideri che "la Grecia continui a far parte della zona euro". "La Troika sta aggravando la situazione in Grecia ... E non lascia spazio per il dialogo sociale", ha detto il presidente del gruppo S&d, Hannes Swoboda (At), facendo rilevare come i tagli degli stipendi minimi significhino più recessione e più povertà. "Il governo greco ha promesso molto, ma mantenuto poco", ha dichiarato Alexander Graf Lambsdorff (Alde, De). Ha poi auspicato riforme del sistema fiscale e la privatizzazione dei porti e del settore dell´energia, poiché "lo Stato greco è semplicemente troppo grande". Il co-presidente del gruppo Verdi/ale, Daniel Cohn-bendit, ha respinto l´idea che la Grecia sia rimasta inattiva, date le precedenti ondate di misure di austerità. Ha paragonato la Troika a un "neoliberista talebano" e criticato la sua insistenza per tagli alle pensioni piuttosto che al bilancio della difesa, come proposto dal governo greco. La strategia della Commissione per il 2020, a suo parere, sta cominciando ad assomigliare sempre più a "una favola". "I Vertici Ue stanno diventando un rituale politico", ha detto il presidente del gruppo Ecr, Martin Callanan, ritenendo che l´austerità non riesca a conquistare la fiducia degli economisti o dei mercati. Nessuno credeva che le misure adottate in Grecia avrebbero funzionato, tanto meno i deputati che domenica scorsa avevano votato a favore di tali misure. Ha quindi sostenuto che la riforma economica a lungo termine è essenziale, ma che, nel breve termine, solo un default e la svalutazione potrebbero salvare parte dell´economia greca. I tagli imposti e la speculazione finanziaria stanno peggiorando la situazione, ha detto il presidente del gruppo Gue/ngl Lothar Bisky. "Abbiamo bisogno di una crescita sostenibile", ha aggiunto, chiedendo inoltre alla Bce di permettere ai paesi di beneficiare di tassi d´interesse più favorevoli. La Grecia è governata dalla Troika, non è una democrazia, ha dichiarato il presidente dell´Efd, Nigel Farage. Sottolineando la contrazione dell´economia greca in una "spirale di morte" ha detto che, lungi dal risolvere i problemi chiave quali la disoccupazione giovanile, le politiche della Troika stanno portando la Grecia verso una rivoluzione. La Grecia dovrebbe riavere la dracma, ha concluso.  
   
   
EUROBAROMETRO: LA CORRUZIONE È IN AUMENTO?  
 
Bruxelles, 16 febbraio 2012 - La corruzione resta un grave problema nei paesi dell’Unione europea, con livelli che sembrano essere aumentati negli ultimi tre anni. Questo è quanto risulta dal sondaggio di Eurobarometro pubblicato ieri dalla Commissione. Dai dati raccolti emerge che quasi tre quarti degli europei ritiene ancora che la corruzione sia un grave problema e che sia presente a tutti i livelli di governo. L’8% dei rispondenti afferma di essere stato oggetto di richieste o di aspettative di tangenti nell’ultimo anno. “Prendo atto con rammarico che i risultati pratici della lotta alla corruzione in tutta l’Unione europea rimangono insoddisfacenti. Quante volte abbiamo ripetuto che era urgente agire? I cittadini europei si attendono dai governi nazionali passi decisivi. È ora che tali passi siano compiuti”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. La corruzione rimane una delle sfide maggiori che l’Europa deve fronteggiare. Benché sia di natura e di portata diverse nei vari Stati membri, la corruzione danneggia l’Ue nel suo insieme, perché riduce i livelli di investimento, ostacola il corretto funzionamento del mercato interno e si ripercuote sulle finanze pubbliche. Si stima che la corruzione costi all’economia dell’Ue circa 120 miliardi di euro l’anno. “La corruzione è un male che distrugge un paese dall’interno, minando la fiducia nelle istituzioni democratiche, indebolendo la responsabilità dei leader politici e facendo il gioco della criminalità organizzata. Possiamo sconfiggerla solo con la volontà e l’impegno dei leader e delle istanze decisionali a tutti i livelli”, ha aggiunto Cecilia Malmström. Nel giugno dell’anno scorso la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure anticorruzione, che riconosce una maggiore importanza al problema corruzione in tutte le pertinenti politiche dell’Ue (v. Ip/11/678 e Memo/11/376). La Commissione ha inoltre istituito un meccanismo specifico di monitoraggio e valutazione – la relazione anticorruzione dell’Unione europea – mediante il quale verrà fatto il punto della situazione in materia di lotta alla corruzione in tutti e 27 gli Stati membri dell’Ue. La prima relazione è prevista per il 2013. La Commissione proporrà presto ulteriori atti legislativi, in particolare in materia di confisca dei proventi di attività illecite, riforma delle norme sugli appalti pubblici, perfezionamento delle statistiche sulla criminalità e potenziamento della strategia antifrode a livello europeo. Contesto - Il sondaggio di Eurobarometro è stato condotto nei 27 Stati membri nel settembre 2011 e ha dato i seguenti risultati principali: la maggioranza (74%) degli europei ritiene che la corruzione sia un grave problema nel loro paese; quasi la metà dei cittadini europei (47%) pensa che il livello di corruzione del loro paese sia aumentato negli ultimi tre anni; la maggior parte degli europei pensa che la corruzione sia presente nelle istituzioni locali (76%), regionali (75%) e nazionali (79%); gli europei sono convinti che casi di corruzione e abuso di potere si verifichino in tutti i settori pubblici e che vi siano più probabilmente coinvolti i politici nazionali (57%) e i funzionari che aggiudicano gli appalti pubblici (47%); il 40% degli europei crede che rapporti troppo stretti tra il mondo imprenditoriale e quello politico contribuiscano alla corruzione; tra i fattori che vi contribuiscono vengono indicati l’inerzia dei politici (36%) e la scarsa trasparenza sulle modalità di spesa del denaro pubblico (33%); la maggioranza (68%) non ritiene che vi sia sufficiente trasparenza e vigilanza in materia di finanziamento dei partiti; la maggioranza degli europei (70%) ritiene che la corruzione sia inevitabile e che sia sempre esistita; due europei su tre (67%) sono convinti che la corruzione faccia parte integrante della cultura imprenditoriale del proprio paese; la maggioranza degli europei (67%) dichiara che il fenomeno della corruzione non li tocca nella vita quotidiana; soltanto una minoranza (29%) dichiara di esserne toccato personalmente; una percentuale ancora inferiore (8%) afferma di essere stata oggetto di richieste o di aspettative di tangenti nell’ultimo anno; di fronte a un caso di corruzione, per ottenere aiuto gli europei si rivolgerebbero con maggiore fiducia alle forze di polizia (42%) e alla magistratura (41%) piuttosto che ai rappresentanti politici (6%). Per ulteriori informazioni Memo/12/105 Il sondaggio di Eurobarometro: http://ec.Europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_374_en.pdf    
   
   
NON SOLO EUROBOND PER LA STABILITÀ DELLA ZONA EURO  
 
Strasburgo, 16 febbraio 2012 - Gli eurobond sarebbero un elemento di stabilità per la zona euro nel medio termine, ma solo dopo che i problemi legati alla loro introduzione saranno risolti, secondo quanto afferma una risoluzione approvata mercoledì dal Parlamento. Allo stesso tempo, i deputati sottolineano che sono necessarie anche misure per risolvere i problemi immediati dei paesi dell´euro, come il fondo europeo di rimborso del debito, suggerito dal Consiglio tedesco degli esperti economici. Martedì, durante il dibattito in plenaria, i deputati hanno interrogato la Commissione sulle risposte ricevute alla consultazione pubblica sul libro verde sugli "stability bond". Interrogativi sul Libro verde - La risoluzione approvata esprime sostegno generale alle proposte contenute nel Libro verde della Commissione, ma sottolinea anche che sarà necessario chiarire una serie di punti, quali ad esempio un modo per evitare il "rischio morale", rendere il sistema Europa più attraente, rispetto sia ai paesi con un rating più alto, sia a quelli più indebitati, e introdurre meccanismi obbligatori di riduzione del debito. Gli eurobond elisir di lunga vita per la zona euro Il testo approvato non considera gli eurobond come una soluzione a breve termine, ma come un elemento importante per una soluzione delle problematiche di medio termine. Affinché siano introdotti sul mercato, secondo i deputati è necessario assicurare un maggior coordinamento fiscale e una migliore governance economica Ue. Per affrontare le difficoltà dell´immediato, l´Aula chiede alla Commissione di presentare rapidamente delle proposte per " volte ad affrontare risolutamente l´attuale crisi del debito sovrano, come il patto europeo per il rimborso del debito proposto dal Consiglio tedesco degli esperti economici e/o la messa a punto e la ratifica di un trattato Mes e/o di eurotitoli a breve termine, nonché la gestione comune dell´emissione di debito sovrano". Il testo è stato approvato con 515 voti a favore e 125 contrari. Prossime tappe - La commissione affari economici e monetari sta preparando una risoluzione d´iniziativa per rispondere in maniera più dettagliata alle proposte della Commissione. La relatrice è Sylvie Goulard (Alde, Fr).  
   
   
UE: SÌ AL RIGORE FISCALE MA PIÙ IMPEGNO PER CRESCITA E OCCUPAZIONE  
 
Strasburgo, 16 febbraio 2012 - Per ottenere una coordinazione delle politiche economiche più efficace, c´è bisogno che gli Stati membri mettano in campo riforme strutturali e aumentino la trasparenza. È questa la risposta che il Parlamento ha dato all´Analisi annuale sulla crescita e alle linee guida per l´occupazione della Commissione. La risoluzione approvata mercoledì chiede anche maggiori sforzi per la crescita, l´occupazione e la lotta alla povertà. Nel suo intervento prima del voto, Jean-paul Gauzès (Ppe, Fr), relatore dell´Analisi annuale della crescita (Aac), ha dichiarato: "Vogliamo che gli Stati membri implementino le riforme strutturali che si sono impegnati ad attuare. Queste politiche di riforma non devono rimanere lettera morta". Marije Cornelissen (Verdi/ale, Nl), relatrice per l´occupazione e gli aspetti sociali dell´Aac ha aggiunto: "C´è una frizione tra le politiche fiscali e quelle per l´occupazione, ma dobbiamo assicurare una maggiore convergenza tra le due. Esiste un modo per affrontare entrambe le questioni attraverso una migliore governance economica". Pervence Beres (S&d, Fr), relatrice per le linee guida sull´occupazione ha concluso: "Il Parlamento vuole trovare un equilibrio tra gli obbiettivi della strategia Ue2020 e il Patto di stabilità e crescita. Gli Stati membri al momento stanno mettendo troppa enfasi sul Patto a discapito della crescita reale e degli investimenti". I tagli al bilancio da soli non risollevano l´economia o la fiducia dei mercati Tutte le risoluzioni affermano che le misure di bilancio, crescita e occupazione devono essere prese insieme. Quella sull´Aac, ad esempio, sottolinea che la roadmap della Commissione "trascura la necessità di intraprendere misure urgenti per sostenere le attività di breve termine e l´occupazione". La risoluzione rileva anche il bisogno di creare fiducia tra investitori, consumatori e cittadini notando allo stesso tempo che invece il documento della Commissione sull´Analisi annuale sulla crescita fa troppo poco per ottenere questo risultato. Il testo sottolinea che la legittimità democratica e la responsabilizzazione nazionale devono essere sostanzialmente aumentate per accelerare le riforme economiche e chiede pertanto alla Commissione di far luce su quanto gli Stati membri stiano facendo o meno per quanto riguarda l´attuazione delle raccomandazioni di riforma che hanno ricevuto. La risoluzione, infatti, afferma che un´implementazione limitata di queste riforme sarebbe un freno per la crescita. La stessa risoluzione afferma anche che le banche dovrebbero prestare più soldi all´economia reale e chiede una proposta legislativa sulla gestione della crisi del settore bancario prima dell´estate. Occupazione e aspetti sociali - La risoluzione che tratta nello specifico gli aspetti sociali e occupazionali dell´Aac chiede al Consiglio europeo di garantire che il consolidamento fiscale non faccia aumentare la povertà o ostacoli gli sforzi per combattere la disoccupazione, in particolare quella giovanile. Il Parlamento pertanto propone di introdurre, insieme agli altri partner sociali, un sistema di garanzie per i giovani per garantire un´offerta di lavoro, di apprendistato o di tirocinio dopo un periodo massimo di disoccupazione di quattro mesi. Inoltre il Parlamento chiede al Consiglio europeo di istituire una tassa sulle transazioni finanziarie. Nella stessa risoluzione, il Parlamento esprime anche la sua preoccupazione circa il fatto che gli impegni presi dai paesi sulle riforme nazionali non siano adeguati al raggiungimento dei principali obiettivi della strategia Europa 2020 in materia di occupazione, istruzione e riduzione della povertà.  
   
   
FORO URBANO: IL COMMISSARIO HAHN SOLLECITA LE CITTÀ A FARE DI PIÙ PER LA CRESCITA E L´OCCUPAZIONE  
 
Bruxelles, 16 febbraio 2012 – Johannes Hahn, Commissario responsabile per la politica regionale, avvia un dialogo diretto con le città europee. I Fondi strutturali dell´Ue sono attualmente uno dei più importanti strumenti cui possono ricorrere gli Stati membri per stimolare la crescita. Le città dovrebbero ricevere in tale ambito un´attenzione privilegiata visto il ruolo particolare che esse svolgono nell´economia europea. Un investimento efficace nelle nostre città – in cui si concentra quasi il 70% della popolazione dell´Ue – è essenziale in un momento in cui la crisi economica porta la disoccupazione giovanile a un livello inaccettabilmente elevato pari al 22%. In occasione del primo Foro urbano che si terrà a Bruxelles il 16 febbraio la Commissione darà alle città la possibilità di esprimere la loro voce in merito alle nuove proposte di politica urbana presentate lo scorso ottobre in cui rientrano anche piani ambiziosi per lo stanziamento di fondi alle città, lo sviluppo di approcci nuovi e più coerenti per armonizzare gli interventi in settori quali i trasporti e l´ambiente e l´incoraggiamento dell´innovazione portata avanti dalle città stesse. I sindaci e rappresentanti delle città e delle istituzioni dell´Ue discuteranno le modalità per raggiungere gli obiettivi della Strategia Ue 2020 applicando un approccio più dinamico per lo sviluppo delle aree urbane. Commentando l´evento il Commissario Hahn ha affermato: "In quanto centri economici e politici e agglomerazioni in cui risiede quasi il 70% della popolazione dell´Ue, le città sono un importante volano della crescita in Europa. Se è vero che la politica regionale aiuta tutte le regioni a sviluppare i loro punti di forza, è essenziale valorizzare appieno in particolare le potenzialità delle città. Eventi come il Foro urbano contribuiranno a far sì che le città siano parte attiva nella ripresa economica dell´Europa". Le proposte in materia di politica di coesione 2014-2020 della Commissione intendono sostenere il coordinamento strategico delle politiche urbane per potenziare lo sviluppo urbano sostenibile e rafforzare il ruolo delle città nell´ambito della grande politica d´investimento dell´Ue. La creazione di una "piattaforma per lo sviluppo urbano" promuoverà la capacity building e lo scambio di esperienze tra città a livello dell´Ue. Contesto Quali saranno gli obiettivi della futura politica di sviluppo urbano? Assegnazione specifica di finanziamenti ai fini di uno sviluppo urbano integrato sostenibile: un minimo di 5% delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) in ciascuno Stato membro verrà investito per azioni coordinate che produrranno uno sviluppo urbano innovativo ed efficiente sul piano energetico nel lungo termine. La gestione e l´attuazione saranno affidate alle città stesse, in diversa misura, a seconda del quadro istituzionale vigente in ciascuno Stato membro. Una strategia d´investimento unica: i Fondi strutturali dell´Ue saranno chiamati a sostenere lo sviluppo urbano per il tramite di strategie che risponderanno congiuntamente alle sfide economiche, ambientali, climatiche e sociali che le aree urbane si trovano ad affrontare. Gli Stati membri dovranno combinare gli investimenti provenienti da diverse fonti per sostenere le misure legate all´occupazione, all´istruzione, all´inclusione sociale e al miglioramento della capacità istituzionale. La concezione e l´attuazione seguiranno una strategia unica d´investimento. Azioni innovative urbane: la Commissione propone di stanziare parte del bilancio (0,2% dello stanziamento Fesr) per finanziare azioni innovative nelle aree urbane. Le azioni innovative urbane saranno progetti pilota urbani, progetti di dimostrazione e studi correlati d´interesse europeo. Tali azioni possono essere imperniate su un ambito strategico liberamente scelto nella misura in cui producono risultati in linea con gli obiettivi della Strategia Europa 2020. Piattaforma per lo sviluppo urbano: sulla base degli elenchi di città proposte dagli Stati membri la Commissione definirà una piattaforma per stimolare il dialogo diretto tra le città stesse e con la Commissione. La piattaforma non è uno strumento di finanziamento, ma un modo per consentire alle città di scambiare feedback sui nuovi approcci. Esempi di progetti urbani: Ammodernamento di un quartiere in degrado a Budapest – distretto di Józsefváros - Il Magdolna Quarter Programme Ii rappresenta la seconda fase di un progetto di riabilitazione urbana integrato sul piano sociale con il sostegno dell´Ue e volto a rilanciare il quartiere di Magdolna a Budapest. Miglioramento dei collegamenti su rotaia in Campania - Se si considerano i 3,5 milioni di persone che vivono nell´agglomerazione di Napoli i collegamenti su rotaia frequenti, a prezzi abbordabili e in condizioni confortevoli costituiscono una priorità per la Campania. Il Progetto del sistema della metropolitana regionale risponde a tale priorità incorporando la mobilità sostenibile e soluzioni ambientalmente compatibili. Una provincia dell´Olanda pone un limite al crescente livello di rumore urbano – Gelderland - Una provincia dell´Olanda riduce i livelli di rumore delle sue strade e, così facendo, riduce gli effetti nocivi gravi per la salute umana determinati dal rumore oltre a migliorare le condizioni di vita degli abitanti. Rinascita delle periferie - Revit, Rivitalizzazione dei siti dismessi – Germania, Francia, Paesi bassi, Regno Unito - Grazie a Revit sei città europee hanno messo in comune le loro esperienze di ripristino dei loro siti dismessi preservando la storia della loro regione. Case urbane verdi nella Regione del Baltico – Germania, paesi Baltici, Polonia, Belarus - Le strutture abitative si trovano in primo piano per quanto concerne i consumi energetici e le emissioni di Co2. Nel contesto del cambiamento climatico e della difficoltà di mantenere le forniture energetiche, il neoavviato progetto Urb.energy intende incoraggiare un maggior uso delle energie rinnovabili, offrire soluzioni di finanziamento innovative per le attività correlate e introdurre cinque strategie di sviluppo urbano integrato tra cui linee guida e manuali. Per ulteriori informazioni È prevista la partecipazione di circa 400 partecipanti, tra cui i sindaci di grandi città dell´Ue (Amsterdam, Barcellona, Varsavia, Lisbona, Sofia, Bratislava, Manchester, Lipsia, Napoli, Łódź, Lille Métropole, Torino e Dunkerque), rappresentanti di reti e associazioni urbane nonché delle città che partecipano alle diverse iniziative di politica urbana dell´Ue.  
   
   
L´UE CONTINUERÀ A DISTRIBUIRE AIUTI ALIMENTARI AI BISOGNOSI  
 
 Strasburgo, 16 febbraio 2012 - Il programma europeo "Cibo per i bisognosi" continuerà a fornire alimenti per i cittadini europei in stato di necessità per altri due anni, grazie al piano di salvataggio approvato nella sessione plenaria di mercoledì e concordato con il Consiglio. Sul programma fanno affidamento 18 milioni di persone tra le più povere d´Europa e in 20 diversi paesi. "La crisi attuale insieme alle difficili condizioni climatiche ha avuto un duro impatto sui poveri. Il programma [di aiuti alimentari] sostiene circa 18 milioni di europei che sono senza casa, senza lavoro, anziani o portatori di handicap, ma anche famiglie numerose e genitori singoli. E´ positivo che l´Ue si sia ricordata di loro. Ma il compito più importante è garantire la continuazione del programma che distribuisce cibo ai poveri e ai bisognosi anche dopo il 2014", ha dichiarato il relatore Czesław Adam Siekierski (Ppe, Pl) Mantenere il programma operativo con la giusta copertura finanziaria fino alla fine del 2013 è un "risultato importante", ha detto Paolo De Castro (S&d, It), Presidente della commissione agricoltura, "ma non rappresenta la fine della vicenda". "Dobbiamo continuare a esercitare pressione politica per assicurarsi che l´Ue continui a mostrare solidarietà verso i più deboli della nostra società anche dopo il 2013, specialmente in tempi di forte crisi economica", ha aggiunto. Le nuove regole saranno applicate retroattivamente dal primo gennaio 2012, permettendo al programma di andare avanti fino alla fine del 2013 con un budget annuale di massimo 500 milioni di euro. Il contesto - Il piano per la distribuzione di cibo gratuito ai cittadini europei più bisognosi, avviato nel 1987 nell´ambito della Politica Agricola Comune (Pac), fornisce attualmente aiuti alimentari per 18 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà in 20 diversi paesi dell´Unione. Il cibo proveniva originariamente dalle scorte d´intervento del Pac, ma essendosi queste ridotte nel tempo, si è dovuto fare sempre maggiore affidamento agli acquisti sul mercato libero, anche perché il numero dei cittadini in stato di necessità era in forte aumento a causa degli effetti della crisi globale. Tuttavia, nell´aprile 2001, la Corte di Giustizia europea ha stabilito che il programma poteva utilizzare unicamente cibo proveniente dalle scorte d´intervento. Senza la soluzione approvata mercoledì, gli stanziamenti per il programma si sarebbero ridotti a 133 milioni nel 2012, a fronte dei 500 milioni dell´anno precedente. Per evitare un taglio netto degli aiuti alimentari, proprio quando il numero di persone che ne avrebbe bisogno sta aumentando, il Parlamento ha chiesto, in una risoluzione del luglio 2011, di trovare una soluzione temporanea che avrebbe permesso di salvare il programma. Una proposta di aggiornamento del regolamento, che avrebbe permesso al programma di poter continuare a comprare cibo nel libero mercato, è stata bloccata dal Consiglio fino al novembre 2011, quando la Germania ha acconsentito a permettere la continuazione del programma, con fondi appositi, fino alla fine del 2013.  
   
   
UE-MAROCCO: LOMBARDO SCRIVE A MONTI E ALLA DEPUTAZIONE ITALIANI  
 
Palermo, 16 febbraio 2012 - "Ritengo necessario rivolgere un appello ed un allarme sulle conseguenze certamente destabilizzanti e penalizzanti per l´economia, per i giovani e per le prospettive di sviluppo della Sicilia e delle Regioni meridionali, che deriverebbero dall´approvazione dell´accordo tra Unione Europea e Marocco, all´ordine del giorno del Parlamento europeo, che introduce misure di liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli e della pesca". Lo scrive il Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, in due lettere recapitate al Presidente del Consiglio Mario Monti ed alla deputazione italiana al Parlamento Europeo in vista del voto sulla liberalizzazione dei prodotti agroalimentari provenienti dal Marocco. Lombardo che aveva gia´ espresso piu´ volte la sua forte contrarieta´ a questa scelta, torna a lanciare il suo "appello affinche´ emerga, in maniera compatta, la volonta´ di sostenere le ragioni dell´agricoltura meridionale le cui produzioni non potrebbero competere con quelle marocchine, che affrontano costi di manodopera certamente inferiori, determinando prezzi di vendita molto piu´ bassi, secondo gli effetti tipici della concorrenza sleale". "Pur non sottovalutando il fine di rafforzare il dialogo e la cooperazione con i Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo non possiamo consegnare una parte del Paese al disastro che ne deriverebbe, sottovalutando l´inevitabile contraccolpo negativo che verrebbero a subire le aziende meridionali, gia´ duramente provate dai costi di produzione europei e dagli standard normativi alle stesse imposti, quanto a protezione ambientale, sicurezza alimentare e protezione dei lavoratori".  
   
   
UE: PRESIDENTE UMBRIA MARINI INCONTRA COMMISSARIO EUROPEO,”DISPONIBILITÀ A DISCUTERE CRITERI PER ASSEGNAZIONI FONTI COMUNITARI”  
 
 Bruxelles, 16 febbraio 2012 - “Abbiamo ricevuto dal Commissario europeo Hahn ampia disponibilità ad approfondire e discutere le osservazioni della Regioni circa le modifiche che a nostro giudizio renderebbero meglio applicabili le nuove politiche di coesione europea”. Lo ha dichiarato la Presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini, che, a nome del Comitato delle Regioni ed in qualità di relatrice del parere sulle nuove politiche di coesione europea ha incontrato questa mattina, presso la sede della Commissione europea a Bruxelles, il Commissario Ue alle politiche regionali, Iohannes Hahn. “In questa fase di discussione della proposta della Commissione Europea di regolamento dei nuovi Fondi - ha detto la presidente Marini rivolgendosi al Commissario europeo – è di particolare rilevanza il confronto tra il Comitato delle regioni, la Commissione ed il Parlamento. Ciò che vorrei innanzitutto sottolineare e che, proprio in presenza di una crisi economica così pesante e che investe ed interessa in particolare l’Europa, i nuovi Fondi potrebbero rappresentare un’occasione positiva, sia per garantire maggiore incisività alle politiche di coesione, sia come strumento per agevolare la crescita e la ripresa economica in tutto il nostro continente. Per questo motivo ciò che come Regioni auspichiamo e che vi sia, per il Fondo di coesione, un budget adeguato alla ambiziosa strategia di Europa 2020. Così come dobbiamo definire criteri che consentano un equilibrato trattamento di tutte le Regioni d’Europa”. A tale riguardo la presidente ha anche ricordato come tra i criteri che vengono utilizzati vi e sempre quello del Pil pro capite in ogni singola Regione: “Penso – ha detto la presidente – che in considerazione dell’attuale crisi finanziaria sia necessario rafforzare la necessità di utilizzare anche altri indicatori complementari al Pil, per permettere una più giusta determinazione del livello reale di sviluppo e di coesione delle diverse aree dell’Europa, e quindi anche in grado di poter aiutare in una più attenta identificazione dei bisogno di ogni singolo territorio”. Altro tema posto dalla presidente Marini – che sarà formalizzato nel parere del Cdr – quello della partecipazione diretta delle Regioni nella fase decisiva di assegnazione dei Fondi comunitari: “Le Regioni sono nella maggior parte dei casi i gestori finali delle risorse comunitarie, ed in alcuni casi anche soggetti cofinanziatori. Per questo riteniamo che, in base al principio della concertazione molto caro all’Europa comunitaria, vi debba essere un pieno coinvolgimento delle Regioni nella elaborazione e negoziazione del Contratto di partenariato che ogni singolo Stato membro dovrà sottoscrivere con la Commissione europea. E sarebbe auspicabile, ha concluso la Presidente, che il Contratto di partenariato venisse firmato anche dalle Regioni. Almeno nel caso in cui vengano affidate ad esse compiti di primo piano nella elaborazione e gestione dei programmi comunitari”.  
   
   
VENDOLA INCONTRA PRESIDENTE TEDESCO WULFF: "PER NOI FUTURO DI INTENSA AMICIZIA”  
 
Bari, 16 febbraio 2012 - “Il Capo dello Stato della Repubblica Federale tedesca ha detto che, venendo in Italia con una folta rappresentanza di imprenditori e sindacati, ha scelto di visitare le due regioni che rappresentano la migliore risposta alla crisi, e cioè la Lombardia e Milano, la Puglia e Bari. Per noi questo riconoscimento è molto gratificante”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrando i giornalisti al termine dell’incontro ufficiale che il Presidente della Repubblica Federale tedesca Christian Wulff ha avuto con la delegazione regionale pugliese guidata dal Presidente Vendola, i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e professionali, i rappresentanti dei sindacati, i rettori delle Università e la stampa. “Questo riconoscimento – ha continuato Vendola - è legato ovviamente alla presenza qui, nella nostra regione, di protagonisti di livello mondiale nel settore soprattutto della meccanica. Sto parlando di aziende come Bosch, Getrag e Osram che hanno deciso di investire in Puglia anche perchè hanno avuto un’interlocuzione positiva con la Pubblica Amministrazione fatta di trasparenza, velocità, semplificazione e comprensione dei loro problemi. Negli anni in cui queste grandi imprese stavano decidendo di delocalizzare verso altre parti del mondo e altre realtà dove il costo del lavoro era più basso (come ad esempio in Messico) – ha sottolineato Vendola - noi siamo riusciti, praticando politiche industriali, a radicare le presenze straniere sul nostro territorio, a non disperdere così il patrimonio di un distretto come quello della meccanica che è il più importante d’Italia con migliaia e migliaia di lavoratori. Oggi queste aziende fanno investimenti nuovi in terra di Bari, in Puglia. Credo che si tratti davvero di una prova di vitalità e di protagonismo per noi”. Sul bisogno di più Europa sottolineato anche dal Presidente Wulff, Vendola ha aggiunto che “non si esce dalla crisi rinchiudendosi nelle piccole patrie, ma si esce dalla crisi se si è in grado di rimettere in campo una forte idea dell’Europa. La Puglia rappresenta un’idea anche per questo. In questi anni la Puglia si è sentita euromediterranea, si è narrata come euromediterranea e ha costruito tutte le politiche pubbliche dentro questa dimensione tra Europa e Mediterraneo. E se abbiamo portato a casa risultati, se siamo affascinanti oggi non solo per la bellezza della costa e per gli ulivi secolari che abbiamo difeso ma anche per il modello di accoglienza degli investimenti e delle imprese, allora vuol dire che abbiamo lavorato bene”. Due i temi fondamentali che hanno trovato spazio nella lunga presentazione della Puglia produttiva che il presidente Vendola ha fatto questa mattina nel corso della conferenza con il Presidente Wulff, la green economy e l’innovazione. Green Economy - “Abbiamo scommesso sulla green economy che non è semplicemente una modalità aggiuntiva a tutto quello che c’era, ma è un ripensamento globale del sistema di economie, del rapporto tra economia e vita, tra profitto privato e profitto collettivo. Lo sviluppo del sistema d’impresa che noi perseguiamo e cerchiamo di stimolare deve essere sempre più legato a fattori decisivi di qualità sociale e di qualità ambientale. Difendendo i beni comuni aiutiamo le imprese a vivere in un ambiente economicamente più sano e i cittadini a vivere in un contesto in cui i diritti hanno ancora un significato. Green economy per noi ha significato cercare di sottrarre alla cementificazione e all’antropizzazzione tutto ciò che ha un valore naturalistico: abbiamo istituito, in pochi anni, quindici parchi; abbiamo voluto salvaguardare per legge i nostri ulivi secolari, sculture botaniche e patrimonio della biodiversità. In questa regione abbiamo aiutato il sistema d’impresa, ma lo abbiamo anche esortato a compiere un salto epocale dal punto di vista dell’ambientalizzazione degli apparati produttivi. Abbiamo voluto per noi le migliori soglie europee di abbattimento degli inquinanti. Nel pieno della crisi economica internazionale, avendo qui il più grande stabilimento siderurgico d’Europa, abbiamo chiesto e ottenuto che le emissioni dei veleni più pericolosi, a cominciare dalle diossine, potessero conoscere una drastica riduzione. Nel giro di cinque anni abbiamo guadagnato il record di prima regione per la produzione di energie da fonti rinnovabili e in più oggi siamo impegnati in un processo di riqualificazione delle città, soprattutto delle periferie. Che significa tenere insieme qualità sociale e qualità ambientale? Significa che qualità sociale e qualità ambientale possono essere in equilibrio se, ad esempio, quando guardiamo alle grandi periferie immaginiamo politiche per il social housing, ma anche politiche per l’efficientamento energetico degli edifici”. Innovazione - “Abbiamo investito tanto sull’innovazione. Abbiamo detto alle imprese pugliesi che, talvolta, la competizione internazionale è terribile, a volte senza regole, tuttavia non è con il lamento e con la paura che ci difenderemo dai pericoli e dai rischi, ma è usando la bussola dell’innovazione che potremo avere una buona navigazione e raggiungere la riva. E allora la parola magica per noi è stata innovazione: chi non innova non può neanche partecipare alla gara della competizione. Abbiamo organizzato le imprese secondo uno stile inedito, quello dei distretti produttivi assolutamente particolari come il distretto dell’aerospazio, dell’informatica, della nautica da diporto, dell’edilizia sostenibile, del riutilizzo dei materiali edilizi, del settore lapideo, della moda, e di tanti altri ancora. Non abbiamo soltanto riorganizzato il sistema d’impresa. Qui in Puglia abbiamo quasi 400 mila aziende, la maggior parte delle quali di piccole dimensioni, che hanno bisogno di essere organizzate in rete e in distretti per affrontare le sfide del mercato globale. Ma oltre a organizzare il sistema produttivo, abbiamo organizzato la infrastrutturazione tecnologica per il sistema d’impresa: i distretti dell’innovazione. Gli amici tedeschi che operano nel nostro apparato produttivo possono raccontare che cosa significa mettere insieme i laboratori di ricerca, le grandi multinazionali e i piccoli protagonisti locali per costruire il distretto della meccatronica. Abbiamo fertilizzato il terreno sociale per rendere accogliente la politica dell’innovazione. Oggi stiamo aspettando l’ultimo nato: il distretto della creatività. Perché qui noi, nel pieno della crisi economica, abbiamo voluto investire di più nella cultura, nel cinema, nel teatro, nella lirica. Abbiamo immaginato l’innovazione tecnologica come lo strumento che consente di abbattere le barriere architettoniche e sociali per le persone con disabilità e più vulnerabili. Credo che gli amici di Bosch, di Getrag e Osram potranno raccontare quali sono state le relazioni con la Regione Puglia, come funziona il nostro rapporto con il mondo delle imprese, il sistema degli incentivi che riguarda lo start up, ma che accompagna anche la crescita delle aziende con piani integrati di investimento legati a segmenti produttivi specifici. Molte aziende, che nella crisi potevano decidere di delocalizzare, sono rimaste in Puglia grazie ai Contratti di Programma, strumenti straordinari che hanno garantito procedure negoziali veloci, tempi certi per chiunque venisse a investire anche un solo euro. Queste aziende hanno trovato in Puglia non soltanto l’incanto del mare o degli ulivi secolari, ma anche un importante sistema infrastrutturale: il porto di Bari, che è diventato uno dei porti crocieristici più importanti del Mediterraneo, o il porto di Taranto con le sue promesse di futuro, e il porto di Brindisi. Ma ad un tiro di schioppo dai porti, i nuovi aeroporti di Bari e di Brindisi. Per noi è importante investire per fare dell’aeroporto di Bari un gioiello della ecosostenibilità. Oppure l’aeroporto di Grottaglie che oggi è uno degli scali industriali più interessanti non solo con gli occhi dell’Europa, ma anche con gli occhi degli Usa, visto quello che si sta determinando in quell’area. E accanto, una ferrovia su cui abbiamo voluto investire molto: oltre 100 milioni di euro per rinnovare il materiale rotabile. Bene, la Germania oggi non è lontana, perché il sistema di collegamenti che abbiamo fortemente voluto, aiuta le relazioni economiche ed è il volano per la scoperta della Puglia turistica: quest’anno abbiamo superato la soglia dei 100mila turisti tedeschi nella nostra regione. Pensiamo che questo sia solo l’inizio. È per noi soltanto la promessa di un futuro di intensa amicizia, di intensi scambi e di intensa e reciproca conoscenza”  
   
   
POLITICHE SOCIALI, DEBUTTA IN LOMBARDIA IL FATTORE FAMIGLIA OLTRE AL REDDITO CONTANO NUMERO DI FIGLI E ´CARICHI´ DI CURA FORMIGONI: PIÙ EQUO DELL´ISEE - ATTESO DAI COMUNI  
 
Milano, 16 febbraio 2012 - Prima in Italia, la Lombardia vara il Fattore Famiglia. Si tratta di un indicatore per le politiche sociali, che non solo tiene conto delle situazioni reddituali e patrimoniali, ma contempla anche a pieno titolo il numero di figli e i carichi di cura, ad esempio la presenza nel nucleo familiare di anziani non autosufficienti o di disabili. Il provvedimento, appena approvato dal Consiglio regionale, realizza uno degli obiettivi programmatici più qualificanti della Giunta Formigoni ed è stato fortemente voluto, oltre che dal presidente stesso, dall´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli. Il Fattore Famiglia sarà ora sperimentato per un anno in alcuni Comuni del territorio lombardo. A livello regionale ha già trovato applicazione per quanto riguarda la Dote scuola 2012-2013, misura che interessa un terzo degli studenti lombardi (circa 300.000) con uno stanziamento di 81 milioni e che, con i nuovi parametri applicati, darà diritto alla Dote a 8.000 famiglie in più dello scorso anno. Maggiore Giustizia - ´Fattore Famiglia e Dote scuola sono due provvedimenti - ha sottolineato il presidente Roberto Formigoni - che confermano la forte attenzione della Regione Lombardia alla famiglia in tutta la sua concretezza, considerando e comprendendo dunque le reali peculiarità e differenze, per dare a ciascuno la sua risposta, appropriata e proporzionata´. ´In un momento in cui la crisi morde - ha detto ancora Formigoni - e le risorse pubbliche sono molto limitate, interveniamo con un metodo di maggiore giustizia ed equità´. Riforma Del Welfare - ´Il Fattore Famiglia - ha dichiarato Boscagli - si inserisce nel più generale quadro di riforma del sistema di welfare lombardo, rappresentando un´importante anticipazione sul piano nazionale. E´ un indicatore più equo, che corregge le distorsioni dell´Isee. Infatti fare parti uguali tra diversi non sarebbe equità´. Sperimentazione - Parte ora un periodo di sperimentazione su tutte le unità d´offerta sociali e socio sanitarie ´che consenta di valutare - ha aggiunto Boscagli -, con grande attenzione, l´appropriatezza degli indicatori individuati, l´impatto sulle famiglie lombarde e la sua sostenibilità´. Solo dopo questa fase, i cui risultati saranno resi noti e valutati dal Consiglio regionale, la Giunta regionale sarà investita del compito di definire i criteri attuativi. ´L´eredità del paradigma ´tutto a tutti´ e in maniera indifferenziata - ha notato ancora Boscagli - ha consegnato una situazione divenuta insostenibile e profondamente iniqua. Molti cittadini in stato di bisogno sono oggi fuori dal sistema di assistenza e solo grazie al sistema di protezione familiare possono ricevere assistenza quotidiana senza gravare sulle risorse pubbliche´. Rispetto Dei Lea - La misura lombarda non tocca in nulla i Livelli essenziali di assistenza (Lea), che sono di competenza nazionale. In altri termini, il provvedimento lombardo non si colloca minimamente in contrasto con la disciplina nazionale dei Lea e la sua legittimità è supportata sia dalla giurisprudenza costituzionale sia dal recente parere della Corte dei Conti sul nostro sistema socio-sanitario. I principi cardine della legge regionale sul Fattore Famiglia si collocano, infatti, nel pieno rispetto dei Livelli essenziali di assistenza e sono volti a riconoscere un ruolo centrale alla famiglia, commisurando lo strumento di valutazione della situazione economica agli effettivi carichi di cura e sono diretti a garantire il rispetto del principio di uguaglianza sostanziale attraverso l´aumento dell´offerta dei servizi su base regionale. Carichi Di Cura - Il Fattore Famiglia lombardo, declinato nella scala di equivalenza con i correttivi riguardanti i carichi di cura, diventa quindi lo strumento attraverso cui Regione, Province e Comuni determineranno, ciascuno nel rispetto delle rispettive competenze, il valore dei voucher sociali e sociosanitari, gli altri benefici economici e la compartecipazione economica ai costi delle prestazioni sociosanitarie e sociali. Per esempio la retta di una casa di riposo potrà essere rimodulata e differenziata appunto in base al Fattore Famiglia, favorendo ulteriormente i nuclei con maggiori carichi. Saranno almeno 8.000 in più, rispetto a 12 mesi fa, gli studenti che beneficeranno della Dote scuola nell´anno scolastico 2012-2013. La stima deriva dal calcolo degli effetti dell´introduzione di una nuova scala di equivalenza - diversa da quella attualmente utilizzata - nell´Indicatore Reddituale del buono scuola, orientata al recepimento del Fattore Famiglia. Lo prevede una delibera approvata la scorsa settimana dalla Giunta regionale. ´E´ il primo esempio concreto di applicazione del Fattore Famiglia - ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni in una conferenza stampa, affiancato dagli assessori Gianni Rossoni e Valentina Aprea -. Il calcolo dei parametri di reddito per avere diritto al Buono scuola tiene conto in maniera più significativa rispetto al passato del numero di figli, della presenza di soggetti invalidi nel nucleo familiare, della condizione di famiglia monogenitoriale o di altre situazioni di fragilità´. 300.000 Beneficiari - ´Nonostante le difficoltà di bilancio - ha aggiunto Formigoni - la Regione ha deciso di confermare anche quest´anno l´impianto complessivo del sistema di aiuti, garantito dalle varie forme di Dote, stanziando 81 milioni di euro e compiendo anzi uno sforzo straordinario in più´. Prima della riforma che ha introdotto il sistema Dote, i contributi che adesso riguardano quasi 300.000 studenti, cioè circa il 30 per cento dei ragazzi dai 6 ai 18 anni, erano erogati a soli 30.000 ragazzi. Si tratta di un dato molto significativo, perché testimonia la validità dello strumento realizzato, in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni. Fondi Regionali - ´Nel 2011-2012 - ha spiegato l´assessore Rossoni, che la scorsa settimana ha presentato il provvedimento in Giunta - eravamo stati costretti ad abbassare da 46.000 a 30.000 euro la soglia di reddito massima per il buono scuola e i beneficiari erano scesi da 67.000 a 52.000. Con il Fattore Famiglia ne recuperiamo 8.000, portando il totale a 60.000´. Rossoni ha anche ricordato che, su un totale di 255 milioni di euro destinati al sistema della Dote (81 per i percorsi di Istruzione e 174 per i percorsi di Istruzione e Formazione professionale), lo Stato mette a disposizione solo 64 milioni (13 per il diritto allo studio e 51 per i percorsi professionali); il resto sono risorse regionali. ´Quello della Dote - ha aggiunto l´assessore Aprea - è uno strumento di eccellenza nelle politiche scolastiche, che io ho sempre portato a esempio. Questo ulteriore perfezionamento con l´introduzione del Fattore Famiglia aggiunge qualità e spinge il provvedimento verso la personalizzazione e la sussidiarietà, elementi che dobbiamo sempre perseguire per essere vicini alle famiglie´. Sostegno Al Reddito - Per quanto concerne la componente Sostegno al reddito (che ha interessato 234.000 studenti nell´anno 2011-2012), i contributi per l´anno 2012-2013 saranno da un minimo di 60 a un massimo di 190 euro a seconda dell´ordine di scuola frequentata e del reddito (Isee inferiore a 15.458 euro in ogni caso). Buono Scuola - Il Buono scuola - che nell´anno scolastico 2010-2011 era stato assegnato a circa 67.000 studenti - nell´anno scolastico 2011/2012 (a seguito dei tagli imposti dalla legge finanziaria) ha coinvolto oltre 52.000 studenti. Dal prossimo anno si dovrebbero avere circa 60.000 beneficiari, in base alla sperimentazione che deriva dall´introduzione del Fattore Famiglia. Si mantiene l´Indicatore reddituale per ottenere il contributo a 30.000 euro e vengono mantenute le stesse fasce di reddito dello scorso anno. Integrazione Al Reddito - Si prevede dal prossimo anno scolastico l´introduzione di quattro fasce di reddito con un minimo di buono per 400 euro agli studenti delle scuole primarie, di 600 euro per le scuole secondarie di primo grado e 800 euro per le scuole secondarie di secondo grado. Per tale componente è necessario avere un reddito Isee inferiore a 15.458 euro. Disabili - Agli studenti disabili che frequentano una scuola paritaria continuerà a essere erogato un contributo annuale di 3.000 euro a prescindere dal reddito. Merito - Restano inalterate le Doti per il merito (da 300 a 1.000 euro a seconda della scuola e dei risultati). Per poter accedere al beneficio è necessario avere un reddito Isee inferiore a 20.000 euro. Coefficienti - Questo il dettaglio dei coefficienti che verranno utilizzati (ossia il divisore da applicare al reddito familiare per calcolare l´Indicatore reddituale). In altri termini, Indice reddituale = reddito : coefficiente. Nella colonna dei coefficienti è indicata la differenza rispetto all´anno scorso. Scala Di Equivalenza Componenti nucleo Coefficienti - 1° componente 1,00 (=); - 2° componente 1,57 (=); - 3° componente 2,07 (+0,03); - 4° componente 2,69 (+0,23); - 5° componente 3,36 (+0,51); - 6° componente 4,03 (+0,83); - Oltre il 6° + 0,67 (+0,32). Maggiorazioni previste in relazione al nucleo familiare - Presenza di entrambi i genitori che lavorano: +0,20 (=) - Presenza di entrambi i genitori, di cui solo uno lavoratore: +0,10 (+0,10) - Condizione di monogenitorialità: +0,40 (+0,40) - Per ogni componente del nucleo familiare con invalidità superiore al 66 per cento o con disabilità grave, se maggiorenne: +0,70 (+0,20). - Invalidità del figlio minore con disabilità grave: +0,90 (+0,40). Esempi - Per una famiglia composta da 4 persone, con presenza di entrambi i genitori di cui uno solo lavora, il precedente coefficiente stabiliva il reddito massimo lordo per poter beneficiare del Buono scuola in 73.800 euro. Con l´introduzione, seppur a titolo ancora sperimentale, del Fattore Famiglia il reddito si incrementa di circa 10.000 euro, salendo a 83.700 e consente così a un numero maggiore di persone di usufruire della Dote. Il vantaggio è ancora più evidente, se si raffronta la situazione di una famiglia di 4 persone, in cui sono presenti entrambi i genitori che lavorano e dove sia presente anche un invalido: con il coefficiente dello corso anno il reddito lordo massimo annuale era di 94.800 euro. Utilizzando i parametri del Fattore Famiglia, il reddito sale a 107.700 euro. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare siano 6 (genitori e figli a carico), con un solo genitore che lavora, il precedente indicatore imponeva una soglia massima reddituale di 96.000 euro, l´attuale porta il livello a 123.900 euro. Scheda - Dettaglio Di Requisiti E Importi Per Il 2012-2013 Giunta al suo quinto anno di applicazione, la Dote scuola ha radicalmente innovato e ampliato il sostegno al diritto allo studio e alla libertà di scelta educativa. E´ stata percepita per l´anno scolastico 2011-2012 da circa 300.000 studenti delle scuole di ogni ordine e grado, pari a circa il 30 per cento della popolazione scolastica da 6 a 18 anni. I beneficiari delle vecchie borse di studio erano circa 30.000. La grande novità della Dote è che mette la persona, quindi la domanda, al centro degli interventi finanziari, anziché l´ente e l´offerta. È appunto una risorsa assegnata alla persona, che può ´spenderla´ dove liberamente decide, e non assegnata all´Ente. Si tratta di un investimento sul capitale umano e sui giovani come leva di crescita dell´intera comunità. Le procedure più snelle e via internet, l´unificazione delle modalità e dei tempi, una comunicazione più incisiva e unificata hanno consentito a molti più studenti e famiglie di accedere ai contributi che neppure conoscevano, oppure ritenevano eccessivamente complicati. Dote Sostegno Al Reddito - Ne beneficiano gli studenti delle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado statali o dell´Istruzione e Formazione professionale regionale, le cui famiglie presentino un Isee (Indicatore socio-economico equivalente) inferiore a 15.458 euro. Questa Dote sostituisce i contributi per i libri di testo, gli assegni di studio e le borse di studio già previsti per questa tipologia di beneficiari, consentendo alle famiglie di presentare un´unica domanda, presso un solo ente (la Regione). Il contributo varia a seconda dell´Isee e dell´ordine e grado di scuola frequentata. I numeri riguardano rispettivamente: Isee, Scuola primaria, Scuola secondaria di primo grado, Scuola secondaria di secondo grado, Percorsi di Ifp. 0-5000 euro 110 190 290 190; 5001-8000 euro 90 150 230 150; 8001-12000 euro 70 120 180 120; 12001-15458 euro 60 90 140 90. Buono Scuola - Il contributo sostiene la libertà della famiglia di scegliere una scuola non statale per i propri figli. Viene assegnato un buono di valore fisso in base all´indicatore reddituale e all´ordine e grado di scuola frequentata. I numeri riguardano rispettivamente: Indicatore reddituale, Scuola primaria, Scuola secondaria di primo grado, Scuola secondaria di secondo grado. 0-8500 euro 700 800 900; 8501-12000 euro 600 700 800; 12001-20000 euro 500 600 700; 20001-30000 euro 450 550 650. Non verrà riconosciuta alcuna dote alle famiglie con un Indicatore reddituale superiore a 30.000 euro. Integrazione Al Reddito - Viene assegnato un contributo integrativo al Buono scuola per le famiglie che hanno un Isee al di sotto di 15.458 euro a studente frequentante le scuole paritarie, secondo la seguente tabella: Isee, Scuola primaria, Scuola secondaria di primo grado, Scuola secondaria di secondo grado. 0-5000 euro 550 750 950; 5001-8000 euro 500 700 900; 8001-12000 euro 450 650 850; 12001-15458 euro 400 600 800. Dote Disabili - Alle famiglie che hanno figli con disabilità certificata iscritti alle scuole paritarie o percorso Ifp regionale, sarà assegnata, indipendentemente dal reddito, una Dote di 3.000 euro per l´insegnante di sostegno. La Dote Merito - E´ assegnata agli studenti capaci e meritevoli, le cui famiglie presentino un reddito Isee pari o inferiore a 20.000 euro. La possono richiedere i ragazzi delle scuole statali e paritarie, dall´esame di terza media alla fine della scuola superiore, e ha un valore di: - 300 euro per chi supera l´esame di terza media con un voto uguale o superiore a 9; - 700 euro per chi supera l´esame di terza media ottenendo 10; - 300 euro per gli studenti dal primo al quarto anno delle scuole superiori che presentino una media finale compresa fra 8 e 9; - 500 euro per gli studenti dal primo al quarto anno delle scuole superiori che abbiano ottenuto una media finale superiore a 9; - 1.000 euro per gli studenti che hanno concluso l´ultimo anno delle superiori con la valutazione di 100 e lode (a prescindere dal reddito). Dote Istruzione E Formazione Professionale - E´ riservata agli studenti che frequentano percorsi triennali o il quarto anno di un percorso di Istruzione e Formazione professionale. Il contributo è di 4.500 euro in caso di iscrizione a una Istituzione formativa accreditata, di 2.500 euro in caso di iscrizione a una Istituzione formativa accreditata trasferita alle Province e di 4.800 euro per il corso annuale sperimentale per l´accesso all´esame di Stato. Agli studenti con disabilità certificata viene erogata una Dote aggiuntiva di 3.000 euro.  
   
   
ASTER: UNA RETE IN LOGICA FEDERALISTA PRESENTATO A BERGAMO PROGRAMMA PER NUOVE ATTIVITÀ D´IMPRESA  
 
 Bergamo, 16 febbraio 2012 - ´Con il ´Programma Aster´ si applica la logica federalista al principio di rete. Infatti il ruolo di primo piano viene attribuito agli Enti locali´. Lo ha detto il vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato di Regione Lombardia Andrea Gibelli durante la presentazione del ´Programma Aster´, avvenuta ieri presso la Sede territoriale regionale di Bergamo. Cos´è Il Programma Aster - Si tratta di Accordi di Sviluppo Territoriale per l´insediamento di nuove attività d´impresa (Aster). Il Programma si articola in tre fasi: quella esplorativa, con l´avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse provenienti dai vari territori lombardi ai fini dell´individuazione di opportunità di insediamento di nuove attività di impresa; quella concorsuale/negoziale, con un bando riservato alle idee progettuali pre-selezionate per individuare e vagliare le proposte più mature e coerenti con gli obiettivi definiti dal bando; quella attuativa, di realizzazione, a seguito della sottoscrizione di Accordi di Sviluppo Territoriale, delle opere e delle azioni previste. Creazione Di Nuovi Poli Produttivi D´eccellenza - Gibelli si è soffermato sui maggiori obiettivi del Programma. Tra i più importanti sicuramente quello di ´realizzare uno strumento volto alla creazione di nuovi poli produttivi d´eccellenza nel breve, medio periodo´. Conseguenza di ciò sarà ´l´aumento di attrattività dei territori lombardi per nuovi investitori nazionali e internazionali´. Province Come Capofila - Alle Province lombarde, grazie a questo Programma, viene attribuito il ruolo di capofila, poiché coordineranno i progetti a livello locale. Proprio questo elemento di novità è stato sottolineato dal vice presidente. ´Rappresenta un´innovazione assoluta - ha proseguito Gibelli - infatti il coordinamento dei progetti è affidato agli Enti locali, che, in base alle tipicità del territorio, proporranno le aree di insediamento di maggiore interesse. In questa logica quindi, gli Enti locali dovranno coordinarsi tra di loro per stipulare accordi che comprendano anche le fondazioni bancarie, le associazioni di categoria e le Camere di commercio´. L´importanza Di ´Fare Rete´ - Il vice presidente a conclusione del suo intervento ha ricordato ´l´importanza di costruire reti d´imprese per conquistare nuovi mercati internazionali´. Un modello vincente applicabile, come nel caso del ´Programma Aster´, anche da soggetti territoriali. Gibelli ha infatti affermato che ´la rete, non solo d´impresa, ma anche di soggetti territoriali, è ancora una volta il tratto distintivo dell´unicità del modello lombardo´. Le Prossime Tappe - L´incontro di ieri a Bergamo è stato il primo di una serie di visite, che porteranno il vice presidente Gibelli a incontrare il territorio con la finalità di presentare nel dettaglio il ´Programma Aster´. Sono già in calendario incontri a Como, Cremona e Pavia.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA VALLE D’AOSTA ROLLANDIN HA INCONTRATO A ROMA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO MONTI  
 
Aosta, 16 febbraio 2012 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha incontrato, martedì 14 febbraio, a Roma, il Presidente del Consiglio Mario Monti, per un confronto sulle questioni attualmente in sospeso nell’ambito dei rapporti Stato-regione. Erano presenti anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Antonio Catricalà, il Ministro per i rapporti con il parlamento Piero Giarda ed il Viceministro all’Economia e finanze Vittorio Grilli. Per quanto attiene i rapporti istituzionali, da parte valdostana è stata manifestata la richiesta di riattivare, con la nomina dei rappresentanti dello Stato, la Commissione Paritetica per l’esame delle norme di attuazione dello Statuto già in itinere, quali gli archivi storici, nonché per il coordinamento con le norme statali sul federalismo fiscale, così come previsto dall’art. 27 della legge delega sul federalismo (L. 42/2009). E’ stata inoltre richiesta l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri delle norme di attuazione relative al trasferimento delle funzioni ex Ispesl e all’ordinamento linguistico della Valle d’Aosta. Il Presidente Rollandin ha inoltre richiamato la risoluzione del Consiglio Regionale del 21 settembre 2011 con la quale si invitava alla soppressione degli uffici periferici statali che sono stati svuotati delle originare competenze, riferendosi in particolare alla Commissione di Coordinamento. Rollandin ha infine sottolineato l’urgenza di attuare il trasferimento amministrativo del Catasto, già previsto dalla norma di attuazione e dalla conseguente legislazione regionale. Il Presidente Monti ed il Ministro Catricalà hanno assicurato la massima disponibilità per una soluzione in tempi brevi delle questioni rappresentate Per quanto riguarda invece i rapporti finanziari, è stato ricordato che la Valle d’Aosta ha contribuito efficacemente al miglioramento dei conti pubblici sia con le modalità definite nell’accordo sul federalismo fiscale, che ha portato alla revisione dell’ordinamento finanziario della Regione dal 1° gennaio 2011, sia con il rispetto di tutte le manovre finanziarie adottate dal Governo nel 2010 e nel 2011. E’ stata inoltre evidenziata la gravità che le conseguenze di tali manovre rivestono per il sistema economico valdostano e per la possibilità, per la Regione, di autofinanziare importanti investimenti, quali il presidio unico ospedaliero e la nuova sede dell’Università della Valle d’Aosta. A tal proposito, il Viceministro Grilli ha manifestato la disponibilità ad attuare un approfondimento tecnico sugli ordinamenti finanziari delle Regioni a statuto speciale e sulla loro capacità fiscale. Rollandin ha infine ricordato l’importanza - rilevandone anche le criticità - della viabilità attraverso il Tunnel del Monte Bianco nei rapporti internazionali. Il Presidente Rollandin ha espresso soddisfazione per questo primo incontro, che crea le premesse per una costruttiva collaborazione istituzionale.  
   
   
RIORDINO ENTI LOCALI, LEGITTIMA LA LEGGE TOSCANA  
 
Firenze, 16 febbraio 2012 – La legge di riordino degli enti locali votata dal Consiglio regionale toscano alla fine di dicembre ha passato la verifica del Consiglio dei ministri, che non ha riscontrato vizi di incostituzionalità o motivi per una sua impugnazione. La decisione è stata adottata dal Consiglio del ministri ieri. Il controllo è una prassi ed un atto dovuto. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore toscano alle riforme e ai rapporti con gli enti locali, Riccardo Nencini. “Sono stato contento – ha detto – quando a dicembre il Consiglio regionale toscano ha approvato la legge che la giunta ha votato a luglio e sono naturalmente contento adesso. Ora l’applicazione della legge potrà procedere ancora più sicura e tranquilla”. La Toscana è stata la prima regione in Italia a mettere mano al riordino degli enti locali. La legge porta la firma dell’assessore Nencini e crea un sistema fortemente incentrato sulle unioni dei Comuni. Con contributi da 150 mila euro l’anno, per cinque anni, per quelli che si fonderanno ed altri contributi per i comuni che si uniranno. La globalizzazione e la situazione contingente impongono istituzioni più forti e significative per sostenere lo sviluppo. Servono istituzioni in grado di progettare e gestire servizi su una scala più ampia. Anche da qui è partita la riforma toscana. La legge attribuisce anche maggiori compiti e poteri alla polizia municipale (e ai Comuni) per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale e contributiva.  
   
   
IL RUOLO DEI CONFIDI FVG CONTRO LA CRISI  
 
 Pordenone, 16 febbraio 2012 - "Un progetto per agevolare l´accesso al credito delle Pmi che investono nell´innovazione": questo il convegno organizzato dagli 8 Confidi operanti in Friuli Venezia Giulia uniti nell´Rti Competitività a Sviluppo Fvg e svoltosi ieri a Pordenone a Palazzo Montereale Mantica, sede della Camera di commercio. Al convegno è intervenuta con una relazione l´assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti, mentre le conclusioni sono poi state tratte dal vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, presenti anche diversi consiglieri regionali. Come emerso dai vari interventi, i Confidi stanno facendo da "ammortizzatore sociale" alle aziende colpite da una crisi senza precedenti. Al fine di promuovere competitività e occupazione, innovazione e ricerca, otto Confidi operanti in Friuli Venezia Giulia si sono riuniti, per la prima volta, per gestire il Fondo di Garanzia sull´Innovazione del Fesr 2007-2013 (Fondo europeo di Sviluppo regionale) che, in totale, mette a disposizione risorse finanziarie per 22 milioni di euro (5.390.000 quota Fers; 11.550.000 quota statale; 5.060.000 quota regionale). Il fondo, operativo dal primo dicembre 2011, attraverso i 22 milioni può garantire, grazie ai Confidi, operazioni fino a complessivi 110 milioni. I Confidi, globalmente, associano oltre 26 mila imprese e garantiscono finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro. L´assessore Seganti ha illustrato la nuova legge regionale che riforma l´accesso al credito delle Pmi del Friuli Venezia Giulia: "una riforma necessaria - ha affermato - in quanto il sistema degli strumenti regionali per l´accesso al credito risultavano numerosi e spesso sovrapposti e lasciavano scoperti alcuni settori. La nuova legge regionale semplifica il sistema con soli tre strumenti: due fondi di rotazione e un fondo di garanzia gestiti da un apposito comitato; è stata prevista l´apertura a tutti i settori produttivi; la modulistica è unica e semplificata". Per quanto riguarda l´innovazione, Seganti si è soffermata sull´importanza dell´azione svolta dalla Regione nel tempo e su come oggi sia stato capito che l´innovazione ("è dimostrato che chi innova è più attivo nell´export e nella internazionalizzazione") riguarda tutti, non solo le imprese maggiori, in tutti i settori e anche per i processi e i prodotti non solo per la ricerca. "Solo nel 2011 - ha affermato l´assessore - sono stati concessi 350 contributi (di cui 114 per artigiani e 30 per i servizi) per un totale di 71 milioni di euro. In questo processo i Confidi svolgono un ruolo fondamentale di collegamento tra mondo delle imprese e sistema bancario". Nelle sue conclusioni il vicepresidente Luca Ciriani ha posto in evidenza l´azione svolta dalla Regione per affrontare il tema del debito pubblico e per ridare slancio all´economia. "Dopo aver messo in ordine i conti - ha affermato - si è lavorato per incidere sul sistema sociale della regione, si sono investire risorse importanti nelle infrastrutture, si è rivisto il ruolo di Friulia". "L´attività svolta a sostegno delle imprese - ha detto ancora Ciriani - ha prodotto dei buoni esempi: questa dei Confidi è un buon esempio, è stata una scelta lungimirante, difficile, forse poco popolare: e di scelte difficili sia il Paese che la regione hanno bisogno. Sul ruolo dei Confidi nel sostegno alle Pmi non ci sono dubbi, ma attenzione a non agire come la banche, staccandosi dal territorio. E dalle banche si potrebbe pretendere un ruolo diverso, più attento alle necessità delle imprese in una logica non certo assistenziale ma di sviluppo".  
   
   
PISTOIA, LA REGIONE TOSCANA E GLI INTERVENTI PER LAVORO E SVILUPPO  
 
Firenze, 16 febbraio 2012 – “La Regione in questo inizio d’anno ha messo a disposizione interventi per oltre 110 milioni per il sistema di imprese toscano, sia sostenendolo nei processi di innovazione, rafforzamento e presenza sui mercati esteri, sia con interventi a favore dell’accesso al credito. A questo si affiancano quelli per il sostegno all’occupazione, che la giunta ha appena rifinanziato per oltre 9 milioni di euro”. L’ha detto l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini intervenuto ieri nella sede di Confindustria a Pistoia dove, insieme ai tecnici della Regione, ha illustrato gli interventi messi in campo per le piccole e medie imprese e gli obiettivi che, grazie ad essi, la Regione si propone di realizzare: ridare competitività, accompagnare fuori dal tunnel della crisi, rilanciare su basi nuove e più solide lo sviluppo dell’apparato produttivo toscano. “In questo momento di crisi – ha detto Simoncini – la Regione Toscana ha messo al primo posto il sostegno all’apparato produttivo. Così, anche a fronte dei pesanti tagli che ha dovuto operare, non solo non abbiamo toccato le risorse destinate al lavoro e al sistema delle imprese ma siamo riusciti addirittura ad implementarle”. L’assessore ha ricordato gli interventi che stanno partendo in queste settimane e che guardano con particolare attenzione al mondo delle piccole e medie imprese, senza dimenticare le grandi e, soprattutto, puntano a sostenere le eccellenze, favorire l’innovazione e spingere sulle aggregazioni. Fra questi interventi è stato appena lanciato il bando unico per ricerca e sviluppo, finanziato per 70 milioni di euro e riservato ai progetti di eccellenza delle imprese grandi, medie e piccole. All’interno di questo bando 20 milioni sono dedicati al sostegno delle imprese che si aggregano e fanno squadra attorno ad un progetto. La Regione ha poi finanziato un bando per il sostegno all’internalizzazione con oltre 10 milioni, mentre sarà a breve rifinanziato anche il bando che prevede contributi in conto capitale per finanziare investimenti di aziende che, con le proprie forze, non sarebbero in grado di cimentarsi adeguatamente nella sfida dell’innovazione e della competitività. In particolare l’intervento sostiene operazioni di acquisizione di aziende o ramo di azienda, fusioni per unione o incorporazione, costituzione di consorzi di piccole o medie imprese, costituzione e sviluppo di reti di impresa. Fra le forme incentivate anche i contratti di rete previsti dalla legge 33 del 2009. Un altro intervento appena partito è il bando per l’acquisizione di servizi qualificati per le pmi che stanzia, per il 2012, oltre dieci milioni di euro. “Un bando particolarmente atteso – ricorda Simoncini – perché risponde alle esigenze di innovazione e di riorganizzazione produttiva e commerciale delle Pmi”. Sul fronte dell’occupazione, che non può restare sguarnito perchè ancora non siamo fuori dalla crisi, l’assessore ha ricordato che la giunta ha appena approvato il finanziamento di una serie di misure per rilanciare l’occupazione e contrastare la precarietà. Oltre 9 milioni complessivi serviranno, anche per il 2012, a incentivare le aziende che intendono assumere donne over 30, disoccupate o inoccupate, dottori in ricerca, giovani laureati, lavoratori nelle liste di mobilità, lavoratori prossimi alla pensione che hanno perduto il lavoro, stabilizzare contratti a tempo determinato, trasformare contratti a progetto in contratti a tempo determinato o indeterminato.  
   
   
APPROVATO IN CONSIGLIO COMUNALE IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO. SÌ AL DISEGNO DELLA SEGRATE DI DOMANI  
 
 Segrate, 16 febbraio 2012 - Nella seduta del 14 febbraio il Consiglio Comunale ha approvato il Piano di Governo del Territorio - Pgt, documento “che rappresenta il disegno di Città sottoscritto dai cittadini con le elezioni del 2005 e del 2010 – ha commentato il sindaco Adriano Alessandrini - e pone le basi per il suo sviluppo futuro”. Uno strumento fondamentale di programmazione che per obblighi di legge (Legge Regionale n. 12/2005) subentra al Prg, ormai superato, introducendo una logica completamente nuova. Il passaggio da un semplice insieme di norme edilizie, com’era stato il Prg, a un piano di analisi e di valutazione che consente un approccio urbanistico rivoluzionario da parte del Comune al proprio territorio e una visione diversa e d’insieme per il suo sviluppo rispetto agli interventi spot consentiti e attuabili in precedenza. L’espressione di una volontà politica che inquadra le operazioni di medio e lungo termine, mettendo in primo piano strategie e indirizzi di azione, obiettivi, soluzioni a problemi, da concretizzare con strumenti attuativi flessibili e dinamici. E, nello stesso tempo, individua responsabilità, procedure e regole per raggiungerli intervenendo sullo spazio costruito, agricolo, urbano, pubblico e privato, sulle infrastrutture e sulla distribuzione dei servizi che si utilizzano tutti i giorni. Un processo in continua evoluzione, un percorso di continuo perfezionamento e adeguamento al mutare delle condizioni sociali, economiche e territoriali, che determina le adeguate politiche di intervento per i vari settori, verificandone la sostenibilità ambientale. 18 i voti a favore (assenti giustificati due consiglieri di maggioranza presenti, però, nelle precedenti sedute), contando anche sul sì dell’Udc, su 28 presenti. Grande la soddisfazione espressa dal Sindaco e dall’Assessore al Territorio Angelo Zanoli per la felice conclusione dell’iter del Piano di Governo del Territorio, “che rappresenta – hanno detto – un importante punto di arrivo dopo 2 anni e mezzo di intenso lavoro e nello stesso tempo un buon inizio, con uno strumento di partenza significativo, come è stato riconosciuto anche da alcuni consiglieri di minoranza – per far crescere bene la città guardando non solo all’oggi e al domani, ma al futuro in generale”. L’adozione del Pgt era avvenuta lo scorso 15 luglio. Per favorire la maggiore partecipazione possibile, l’accordo preso in Consiglio Comunale con tutti i partiti aveva previsto che il documento adottato fosse depositato solo da settembre, mese dal quale sono decorsi i 60 giorni utili per presentare eventuali osservazioni. Sono pervenuti 145 documenti, alcuni articolati in più punti, per un totale di 271 osservazioni. L’esame e la discussione delle istanze hanno avuto inizio solo dopo aver incassato il parere favorevole al Pgt da parte della Provincia di Milano e del Parco Agricolo Sud Milano (20 dicembre 2011). Il via libera di Palazzo Isimbardi è stato di particolare importanza mettere fine alle sterili polemiche portate avanti da una frangia della minoranza (liste civiche) che partivano da un’errata interpretazione dei dati relativi al consumo di suolo. Dalla Provincia sono pervenute alcune prescrizioni finalizzate a rendere ancora più semplice la lettura del Piano, che sono state recepite puntualmente in quanto utili contributi per riuscire a esprimere ancora meglio il documento programmatico nell’interezza delle sue funzionalità. Le osservazioni sono state tutte controdedotte accogliendone 94. Poiché molte vertevano su contenuti ambientali, si è proceduto alla verifica puntuale di ciascuna confrontandosi con gli organi e le autorità competenti e dando modo ai consiglieri di partecipare all’iter di valutazione con tutti gli strumenti necessari. “Il Pgt approvato dal Consiglio Comunale – ha ribadito l’assessore al Territorio Angelo Zanoli - non è altro che la traduzione concreta di tutte le azioni annunciate dal Sindaco nelle linee programmatiche comunicate con trasparenza a tutti i cittadini prima delle elezioni grazie al programma elettorale consegnato a ogni famiglia. Il Piano è finalizzato a realizzare una Segrate più verde, più fruibile, più a misura d’uomo e con un livello di qualità della vita ancora più alto rispetto a quello già notevole di oggi”. Un progetto di città ad ampio respiro, che configura uno scenario di lungo termine. “L’amministrazione Comunale con il Pgt sta impostando la nuova Segrate e non sta lavorando solo sull’oggi - ha puntualizzato Zanoli, ricordando che - “il Pgt è uno strumento di pianificazione urbanistica generale, non immutabile e suscettibile di miglioramenti”. “Il Comune - ha tenuto a ripetere- non sta rilasciando concessioni edilizie, ma sta solo pianificando la città in tutte le sue forme e partendo dalle sue esigenze: infrastrutture (scuole, strade, impianti di cogenerazione, sistemi di mobilità), servizi, territorio. Ogni singolo progetto, con i relativi piani attuativi, dovrà passare al vaglio del Consiglio Comunale”. “Lo sviluppo pensato per Segrate – ha chiarito in ultima analisi il Sindaco - è graduale e ragionato e la confermerà città di eccellenza, con tanto verde pubblico e privato, che fungerà da elemento di raccordo tra i quartieri e di collegamento con i comuni vicini, e servizi di altissimo livello; una città inserita armonicamente nella rete infrastrutturale sovracomunale, ben rapportata a Milano, alla Provincia, all’Europa. Una città verde davvero, in cui poter essere a 3 minuti di bici dalla scuola, 10 minuti di treno da Milano, 1 ora di aereo dal resto d’Europa”. Il Pgt della città punta dunque a salvaguardare il territorio mantenendone l’identità e preservandolo dalla forza accentratrice della vicina Milano, di cui Segrate non vuole essere una delle tante periferie; realizzare una città unita e “una”, superando il frazionamento per quartieri; migliorare gli standard già elevati dei servizi; aumentare le aree verdi fruibili dai cittadini. Con dei punti di forza di assoluta eccellenza che non conoscono eguali in Lombardia: le aree di trasformazione attualmente private, diventeranno per il 70% di proprietà pubblica (verde e servizi); solo sul 10% delle stesse sarà permesso di edificare restando quindi un ulteriore 20% a verde (uno standard ancora più elevato di quello offerto dai quartieri di eccellenza di Segrate). Fiore all’occhiello sono le azioni di “preverdissement”, ovvero l’obbligo per i proprietari delle aree di piantumarle entro sei mesi dall’approvazione del Piano, pena la non possibilità di trasformarle, quindi rimboschimento sicuro, la garanzia di avere 150 ettari di terreno con 45 mila alberi, modalità operativa virtuosa che si auspica trovi diffusione pratica in tutta la Regione; una dotazione di verde e servizi finale pari a 138 metri quadrati a standard per ogni abitante contro il minimo fissato dalla legge 12/2005 di 18 metri quadrati. Come anticipato, il verde sarà l’elemento connettivo che permetterà di realizzare un disegno unitario di città. In quest’ottica è previsto il completamento del Centroparco, fulcro della rete verde e anello di congiunzione tra i quartieri. A tale fine, si è approfittato di alcune osservazioni pervenute per effettuare uno studio più approfondito sul suo funzionamento, decidendo di suddividere l’insieme in singoli ambiti minori, soluzione che permetterà di non attendere il termine del 2016, anno di cessazione dell’attività della cava, e procedere con i lavori acquisendo man mano le aree già accessibili. “Questo – ha sottolineato Zanoli - ci consente di affermare con certezza che i tempi di realizzazione e quindi di fruizione per la cittadinanza del polmone verde si accorciano sempre di più”. Rientra nella stessa logica il recupero del Golfo Agricolo, azione che consentirà di rendere pubblica per oltre il 70%, attrezzandola e dotandola di servizi, un’area attualmente privata e inutilizzabile per i cittadini. “Grazie al Pgt – ha ribadito l’assessore al Territorio - sarà possibile per il Comune acquisire più dei 2/3 dei terreni, 500 mila metri quadrati di verde, e utilizzarli per creare un grande parco pubblico che si raccorderà al Centroparco e auspichiamo anche all’Idroscalo, per completare il corridoio ecologico nord-sud che stiamo cercando di portare a termine da tempo, questo anche grazie all’integrazione dei parchi Alhambra e di Cascina Commenda con il Centroparco”. Il Piano contempla anche l’apertura di un tavolo di coordinamento tra i comuni di Segrate, Pioltello e Vimodrone per la creazione di un sistema di parchi sovracomunali collegati tra loro. L’attuazione del disegno di Città configurato nel Piano porterà Segrate a disporre di un patrimonio verde di oltre 4 milioni di metri quadrati. Altro grande obiettivo del Pgt è migliorare la qualità della città e dei servizi, riqualificando i margini urbani, ridefinendo il centro cittadino, recuperando i nuclei storici e il patrimonio architettonico, salvaguardando l’identità dei quartieri e perseguendone l’omogeneità sotto i profili urbanistico e architettonico, prevedendo meccanismi premiali per chi presenterà progetti di riqualificazione con questa finalità. Migliorare la qualità della città significa anche recuperare e valorizzare le grandi aree urbane, libere e dismesse per evitare il rischio di degrado, abbandono o di occupazioni abusive e dare organicità e continuità al territorio. Ampio spazio è dato all’interno del Pgt alla riconversione, riqualificazione e razionalizzazione delle aree industriali e terziarie, rigenerandole per acquisire reddito e ricchezza. Agevolare tutte le attività produttive presenti sul territorio per evitare la rilocalizzazione è uno dei punti cardine del Piano, che prevede per le aree industriali oggi obsolete sotto il profilo funzionale l’introduzione di normative che faciliteranno l’attività d’impresa e commerciale. Questo vorrà dire anche migliorare l´attrattività del territorio per le imprese favorendo l’insediamento dei servizi necessari per un competitivo esercizio della loro attività. Gli indici di urbanizzazione delle aree già industriali sono stati mantenuti volutamente elevati, con l’obiettivo di favorire la localizzazione di altre realtà di eccellenza oltre a quelle già storicamente insediate, fonte di ricchezza e, soprattutto, di lavoro. Massima sarà l’attenzione per l’ambiente, possibile migliorando la compatibilità delle zone del terziario e industriali, e per il risparmio energetico. A tal proposito, il Pgt stabilisce almeno la classe A energetica per tutti gli edifici di nuova costruzione e incentiva le riqualificazioni in classi elevate fissando premi in volumetria per chi opererà in questa direzione. Promuove inoltre la cogenerazione e il teleriscaldamento per ridurre emissioni, inquinamento e consumi. Il Piano di Governo del Territorio mira a rilanciare inoltre il ruolo di Segrate nell´area milanese. Ciò si potrà ottenere realizzando, insieme alla fermata del Passante Ferroviario, la nuova stazione di porta della linea ad alta velocità Milano –Venezia e connettendole con un metrò leggero all’aeroporto di Linate, (in vista anche dell’arrivo della linea 4 del metrò a Linate) e, quindi, con il sistema metropolitano milanese. Altro punto di forza è il recupero del grande scalo merci attraverso la riqualificazione funzionale delle aree tramite l’accordo con le Ferrovie. Per migliorare la vivibilità della città, permane la volontà di spostare all’esterno dei singoli quartieri il traffico non locale ed eliminare da Segrate il traffico passante, obiettivo che si raggiungerà completando la viabilità speciale alternativa alla Cassanese e spostando a nord, all’interno del sedime ferroviario, la Rivoltana, per unire i quartieri a sud della ferrovia. Dal Sindaco un ringraziamento particolare per il lavoro svolto all’assessore Zanoli, agli uffici, ai progettisti, alla Commissione Territorio, ai consiglieri. Un plauso anche a cittadini, enti e aziende che attraverso gli incontri pubblici e le osservazioni hanno dato il proprio contributo al miglioramento del Piano facendone un “documento partecipato”. Le proposte pervenute hanno permesso di perfezionare ulteriormente il documento e in alcuni casi di integrarlo, prevedendo per esempio di corredare le schede di attuazione per ogni ambito di uno studio sul fabbisogno di edilizia assistita, valutando le più idonee soluzioni di housing sociale. Accolte anche indicazioni politiche espresse in modo costruttivo dai partiti, sulla base delle quali per esempio si studierà come poter stanziare a bilancio parte degli introiti derivati dai futuri piani attuativi in modo da poter ridurre le tasse a carico dei cittadini e nello specifico l’Imu sulla prima casa. “Sempre in una logica di apertura e dialogo costruttivi – come ha tenuto a sottolineare il sindaco Alessandrini- è stato accolto, emendandolo, un ordine del giorno firmato da Pd e altri, che stabilisce di subordinare l’avvio di nuovi piani attuativi all’attuazione del 75% delle previsioni del Prg, affidandone la verifica all’Osservatorio della Vas - Valutazione Ambientale Strategica”.  
   
   
CALABRIA, APPROVAZIONE DA PARTE DEL CIPE DEL RIPARTO DEL FONDO NAZIONALE DELLA MONTAGNA PER L’ANNUALITÀ 2009  
 
Catanzaro, 16 febbraio 2012 - Il Sottosegretario alle Riforme e Semplificazione Alberto Sarra esprime soddisfazione per l’approvazione del riparto per l’annualità 2009 del Fondo Nazionale della Montagna da parte del Cipe. “Con questo provvedimento approvato lo scorso 20 gennaio e previsto nella legge finanziaria 2008 – afferma il Sottosegretario Sarra – il Cipe ha stanziato complessivamente 39 milioni di euro per importanti interventi in favore dei Comuni montani. Alla Calabria spetta circa il 9% di queste somme, destinate principalmente ad interventi per la difesa del suolo e per il miglioramento della viabilità di tali aree, azioni assolutamente necessarie per il rilancio del nostro territorio. Adesso – continua il Sottosegretario Sarra - si attende la pubblicazione della deliberazione del Cipe sulla Gazzetta Ufficiale e successivamente alla Regione verranno trasferiti quasi 3,5 milioni di euro. Voglio evidenziare anche il grande lavoro dell’U.o.a. Che ha contribuito attivamente per lo sblocco di tali fondi, fornendo un contributo importante alle varie riunioni tecniche che hanno preceduto tale deliberazione. Si tratta, quindi, di un provvedimento fondamentale per portare avanti le politiche di sviluppo delle zone montane – conclude il Sottosegretario alle Riforme e Semplificazione Alberto Sarra – aree dalle grandi potenzialità, su cui il gruppo dirigente guidato dal Governatore Scopelliti pone grande attenzione”.  
   
   
EMERGENZA NEVE, LE AZIENDE INDUSTRIALI MARCHIGIANE POSSONO RICORRERE ALLA CASSA INTEGRAZIONE.  
 
Ancona, 16 Febbraio 2012 Le aziende danneggiate dall´emergenza neve possono ricorre alla cassa integrazione per ricostruire le strutture colpite e sostenere il reddito dei lavoratori. Lo ricorda l´assessore al Lavoro, Marco Luchetti, cha ha inviato una comunicazione alle associazioni imprenditoriali e sindacali marchigiane. La normativa in vigore consente, alle aziende industriali con piu` di 15 dipendenti, di attivare lo strumento della Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), a seguito di crisi per evento improvviso e imprevisto, esterno alla gestione aziendale. Le altre tipologie di aziende (quelle che non rientrano nella Cigs) possono invece utilizzare la Cassa integrazione in deroga (Cig), motivando - nel verbale di accordo sindacale ´ una crisi dovuta agli eventi meteorologici eccezionali del febbraio 2012. ´La totalita` del territorio marchigiano e` stata colpita, nei giorni scorsi, da eventi particolarmente intensi che, in alcuni casi, hanno provocato danni gravissimi a strutture di stabilimenti produttivi ´ ricorda Luchetti - Il cedimento di tetti di costruzioni o loro parti, il danneggiamento di macchinari e attrezzature indispensabili all´attivita` produttiva, potrebbero provocare una sospensione temporanea della produzione che rischia non riprendere prima di alcuni mesi. A queste aziende diciamo che possono ricorrere agli strumenti gia` previsti per fronteggiare l´emergenza´.  
   
   
PUGLIA: AL VIA LA FORMAZIONE DEI NODI DELLA RETE ANTIDISCRIMINAZIONE .  
 
 Bari, 16 febbraio 2012 - Parte il 20 febbraio a Bari la prima fase della formazione prevista per gli operatori dei nodi della rete antidiscriminazione costituita dalla Regione Puglia, Assessorato al Welfare e Assessorato alle Politiche giovanili e alla cittadinanza sociale. La formazione è organizzata dalla Regione Puglia e dall’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni del Dipartimento pari opportunità, e si rivolge esclusivamente ai nodi ammessi a far parte della rete a seguito di partecipazione alla manifestazione di interesse pubblicata a maggio 2011 e di sottoscrizione della convenzione con la Regione Puglia. Sono oltre 150 gli operatori che potranno usufruire di questa prima attività incentrata su alcune tematiche di rilievo per la funzionalità dei nodi: Strumenti normativi nazionali e internazionali anti-discriminazioni • Come superare gli stereotipi riferiti alle forme di discriminazione basate sulla razza, l´origine etnica, la religione, le convinzioni personali, le disabilità, l´età, l´orientamento sessuale. Il funzionamento del nodo • La mediazione sociale quale strumento per la gestione dei casi • Il monitoraggio dei media: • Il sistema informativo del Contact Center Unar: gestione dei casi di discriminazione rilevati sul territorio. Il percorso formativo prende avvio con due prime giornate, che si ripetono su tre distinte sedi: Bari 20 e 21 febbraio, Foggia 21 e 22 febbraio, Lecce 27 e 28 febbraio.  
   
   
DECRETO "SVUOTA-CARCERI"  
 
Bologna, 16 febbraio 2012 – Soddisfazione per l’impegno del Ministro della Giustizia Severino, che “ha dimostrato con i fatti di considerare quella delle carceri un´emergenza di primaria importanza. Ora serve però un passo avanti deciso per aprire le nuove opportunità anche a chi non ha una casa e per migliorare comunque la qualità della vita in carcere”. Così Teresa Marzocchi, assessore regionale alle Politiche sociali dell’ Emilia Romagna, commenta l’approvazione del cosiddetto “decreto svuotacarceri” da parte dalla Camera dei Deputati. “E’ una risposta che segna un´inversione di tendenza – spiega Marzocchi – Si parla non più di un aumento dei posti disponibili, ma si mira alla costruzione di nuovi percorsi per le pene alternative alla detenzione. Sono favorevole a un provvedimento che punta all´ampliamento della detenzione alternativa, la cui applicazione deve essere portata avanti assieme alle amministrazioni locali, affinché possano disporre delle risorse necessarie a far uscire dal carcere anche chi non ha una casa”. “Pensando a chi comunque resterà detenuto in carcere – ha aggiunto l’assessore – chiedo al Ministro che vengano potenziati gli strumenti per rendere gli istituti penitenziari un luogo di civiltà, migliorando le strutture, la formazione e il reclutamento del personale, l’aumento dei magistrati di sorveglianza”. Soddisfazione, infine, anche per “l´approvazione dell´ordine del giorno sulla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari entro il 31 marzo 2013 attraverso il superamento di tali strutture, sul modello dell´esperienza realizzata dalla Regione Emilia-romagna con la residenza socio-riabilitativa di Sadurano”.  
   
   
LA LIGURIA A FIANCO DI LIBERA CONTRO LE MAFIE IL 16 E IL 17 MARZO PER RICORDARE LE VITTIME MESSI A DISPOSIZIONE DALL’ASSESSORATO AI TRASPORTI DUE TRENI STRAORDINARI.  
 
Genova, 16 Febbraio 2012 - Continua l’impegno della Regione Liguria contro la mafia. Dopo l’accordo sulla costituzione delle stazioni uniche degli appalti e delle centrali di committenza per favorire la trasparenza e la qualità degli appalti la Giunta regionale scende in campo a fianco dell’associazione Libera, fondata da don Ciotti, per celebrare a Genova la giornata della memoria di tutte le vittime delle mafie il prossimo 17 marzo. Dopo le esperienze di Torino e di Milano quest’anno la celebrazione si svolgerà nel capoluogo ligure per far crescere le radici, anche in un’altra grande città del nord, contro la conquista delle mafie. Non solo il sud, ma anche il nord e il nord ovest sono diventati il centro degli affari criminali e anche la Liguria negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita preoccupante dei fenomeni riconducibili alle organizzazioni mafiose. Complice la crisi economica e la presenza di porti. “Sostenendo l’iniziativa di Libera – spiega l’assessore al bilancio, Pippo Rossetti – la Regione vuole coinvolgere in particolare i giovani e il mondo della scuola, luogo per eccellenza della memoria e dell’educazione alla cittadinanza e alla legalità, per diffondere il senso e l’importanza di un impegno di solidarietà che dalla scuola si deve estendere all’intera comunità. Per questo firmeremo un protocollo d’intesa tra Libera, l’assessorato all’istruzione della Regione Liguria, l’Università e l’ufficio scolastico regionale per coinvolgere il mondo della scuola e dell’Università e sensibilizzarli ai temi della legalità”. L’iniziativa, sostenuta dalla Giunta regionale con 40.000 euro avrà un respiro nazionale e vedrà la partecipazione di amministratori pubblici, associazioni e scuole di tutta Italia. Inoltre per consentire il massimo afflusso degli studenti liguri, l’assessore ai trasporti della Regione Liguria metterà a disposizione due treni straordinari gratuiti da Ventimiglia e da Sarzana. Nella due giorni contro la mafia sono previsti seminari con la partecipazione di testimoni privilegiati della lotta alle mafie e interventi dei familiari delle vittime, spettacoli teatrali, una veglia nella chiesa di S. Lorenzo e la realizzazione di un muro con sopra tutti i nomi delle vittime inviate da tutte le scuole d’Italia.