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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 28 Maggio 2012 |
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SCHULZ AL VERTICE EUROPEO: AGIRE O L´EUROPA CROLLERÀ |
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Strasburgo, 28 maggio 2012 - In occasione del vertice europeo organizzato mercoledì 23 maggio a Bruxelles, il presidente del Parlamento europeo ha richiesto che gli Stati membri di proporre delle misure concrete per il rilancio della crescita e del lavoro. "Nella situazione attuale, non possiamo limitarci alle belle parole", ha spiegato ai capi di Stato e di governo, sottolineando il rischio di un aggravarsi della crisi. Dall´inizio della crisi in ottobre 2008 sono stati organizzati non meno di 24 vertici europei. Nonostante ciò, quello del 23 maggio 2012 è il primo che si concentra sulla crescita, ha sottolineato Martin Schulz. Secondo lui, le misure strutturali e il risanamento dei conti impiegheranno troppo tempo per dare i loro frutti. "Se aspettiamo, le conseguenze economiche e sociali della politica d´austerità minacciano di distruggere l´Unione europea. Ecco perché abbiamo bisogno di crescita oggi". "Parliamo sempre di Grecia, ma troppo poco dei greci" - Martin Schulz ha reso omaggio agli sforzi sostenuti dalla Grecia per ridurre le proprie spese. "I cittadini greci hanno fatto dei grandi sacrifici, ma non vedono ancora nessun segno di speranza all´orizzonte", ha dichiarato Schulz, che si è reso in Grecia già due volte negli ultimi tre mesi. Rivolgendosi ai dirigenti europei, ha chiesto d´inviare un "segnale di speranza" al popolo greco e agli alti Stati membri che soffrono a causa della politica di austerità. Allo stesso tempo, ha sottolineato il fatto che sarà difficile che la Grecia possa sospendere il rimborso del debito e delle riforme strutturale restando all´interno della zona euro. "Speranza! Ecco di cosa hanno bisogno i giovani europei" - Martin Schulz ha attirato l´attenzione sui cinque milioni di giovani disoccupati in Europa e ha invitato a delle misure mirate per combattere questo problema, come per esempio il tirocinio. "Non stiamo utilizzando il grande potenziale della generazione più istruita che il nostro continente abbia mai conosciuto". Ha citato alcune testimonianze raccolte su Facebook e ha concluso che i giovani hanno soprattutto bisogno di speranza. "Bisogna prima di tutto ristabilire l´economia europea" - Rispetto al settore economico, il presidente ha consigliato agli Stati d´ispirarsi alle proposte del Parlamento europeo: prestiti obbligazionari per modernizzare le infrastrutture e investire nella tecnologia "green" (project bonds) la tassa sulle transazioni finanziarie e le conseguenti entrate il ricorso a nuovi strumenti finanziari come il microcredito e le collaborazioni pubblico-privato la ricostruzione di più di 10 miliardi di euro del programma di prestito della Banca europea d´investimento Martin Schulz ha anche ricordato che il budget europeo è un budget d´investimenti: ogni euro del bilancio europeo genera fino a quattro euro d´investimenti privati. Infine, ha richiesto che venga fatto un "patto" tra il Consiglio dell´Unione europea, il Parlamento europeo e la Commissione, per rendere possibili tutte le misure a breve termine nei prossimi dodici mesi stimolando la crescita e la creazione di lavoro. "Si tratta inoltre di un patto da stringere con i cittadini, un patto per ristabilire la fiducia nella capacità di agire delle istituzioni dell´Unione europee e degli Stati membri". |
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UE: MASSIMIZZARE LE RISORSE PER RILANCIARE L´ECONOMIA |
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Strasburgo, 28 maggio 2012 - L´ue deve utilizzare meglio le risorse per sostenere la crescita e per l´ambiente, secondo una risoluzione adottata dal Parlamento giovedì. Per i deputati, i materiali pregiati dovrebbero essere recuperati anziché finire in discariche o essere inceneriti e la tassazione dovrebbe penalizzare lo spreco di risorse per contribuire a rafforzare la competitività dell´Unione europea. "Il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno stabilito piani ambiziosi per affrontare l´utilizzo delle risorse. Spetta ora agli Stati membri raccogliere la sfida e lottare per l´efficienza. L´applicazione della mia relazione porterebbe alla crescita economica, alla creazione di posti di lavoro e alla protezione dell´ambiente. Che cosa stiamo aspettando?" ha affermato il relatore Gerban-jan Gerbrandy (Alde, Nl) al termine della votazione della risoluzione, che è stata approvata con 479 voti a favore, 66 contrari e 63 astenuti Discariche e incenerimento - La risoluzione del Parlamento chiede una graduale eliminazione delle discariche di rifiuti e invita la Commissione a presentare proposte in tal senso entro la fine del 2014. Essa dovrebbe inoltre rivedere gli obiettivi di riciclaggio per il 2020 - fissati nella direttiva-quadro sui rifiuti - e garantire, entro la fine del decennio, che sia eliminato l´incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili. Secondo i deputati, l´industria europea e i consumatori avrebbero tutto da guadagnare da prodotti ecocompatibili. Pertanto, invitano la Commissione a proporre un aggiornamento della direttiva sulla progettazione ecocompatibile per includervi i prodotti non energetici e per chiedere maggiore durata, riciclabilità e riparabilità delle merci. L´etichettatura dovrebbe inoltre fornire ai consumatori istruzioni sull´utilizzo delle risorse e sull´impatto ambientale. Tassazione e sovvenzioni - Il Parlamento esorta gli Stati membri a orientarsi verso la tassazione ambientale, che consentirebbe la riduzione di altre imposte, come quelle sulla manodopera. Incentivi quali aliquote Iva ridotte per i materiali secondari potrebbero fornire un aiuto per correggere un´insufficienza del mercato e promuovere l´innovazione. I deputati chiedono inoltre alla Commissione e agli Stati membri di adottare piani concreti per abolire, entro il 2020, tutte le sovvenzioni dannose per l´ambiente, come più volte richiesto in precedenti risoluzioni del Parlamento. Per i deputati, il settore pubblico può svolgere un ruolo più significativo, con requisiti più rigorosi per gli appalti pubblici verdi (green public procurement). Invitano pertanto la Commissione a valutare l´applicazione di tali condizioni eco-compatibili sui progetti finanziati dall´Unione europea. Piani per l´efficienza delle risorse - Per migliorare l´uso delle risorse, la risoluzione chiede alla Commissione di istituire task force per lo sviluppo di piani d´azione europei per l´efficienza delle risorse nei settori dell´alimentazione, degli alloggi e della mobilità. |
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MAGGIORI FINANZIAMENTI UE PER COMBATTERE LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE |
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Strasburgo, 28 maggio 2012 - Un "piano europeo d´investimenti" per creare nuova occupazione, ridistribuzione dei fondi strutturali e introduzione di una "garanzia europea per i giovani", che offra loro la possibilità di un lavoro o un apprendistato dopo quattro mesi di disoccupazione, sono alcune delle proposte contenute in una risoluzione sulla disoccupazione giovanile in Europa adottata giovedì. All´inizio del 2011, la disoccupazione media nell´Ue era pari al 10%, mentre quella giovanile era al 22,1%, rispetto al 14,7% del 2008. La risoluzione, redatta dal presidente della commissione affari sociali Pervenche Berès (S&d, Fr), sottolinea che esistono forti differenze all´interno dell´Unione: si passa dal 10% di alcuni Stati membri, al 50% di quelli maggiormente colpiti dalla crisi. Un piano europeo d´investimenti per creare lavoro - Nel testo adottato, i deputati appoggiano l´iniziativa "Opportunità per i giovani" presentata dalla Commissione, ma esprimono forti dubbi che "la portata delle azioni proposte sia proporzionata alla gravità dell´attuale crisi occupazionale sperimentata dai giovani in numerosi Stati membri". Pertanto, i deputati propongono di lanciare un "piano europeo d´investimenti" per creare occupazione per i giovani. Ridistribuire i fondi strutturali - Il 30 gennaio 2012, durante un Consiglio europeo, il presidente della Commissione Barroso ha annunciato che 82 miliardi di euro in fondi strutturali, sul totale di 347 per il periodo 2007-2013, non sono stati ancora distribuiti e potrebbero quindi essere riassegnati. I deputati chiedono alla Commissione di utilizzare una parte sostanziale di tali fondi per programmi occupazionali per giovani e di considerare la possibilità di aumentare la percentuale di sostegno comunitario per i progetti co-finanziati con i governi nazionali dei paesi con una disoccupazione giovanile più alta: Italia, Lituania, Lettonia, Slovacchia, Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda. Una garanzia per i giovani - Nel 2010, il Parlamento aveva proposto a Commissione e Consiglio di creare una "garanzia europea per i giovani", sulla base di progetti già esistenti in alcuni Stati membri come l´Austria, per offrire ai giovani il diritto a un lavoro, un apprendistato o una combinazione dei due, dopo 4 mesi di disoccupazione. Nella risoluzione, i deputati si compiacciono della decisione della Commissione di dare seguito alla loro proposta e di presentare al Consiglio un piano sulle garanzie per i giovani entro la fine del 2012. L´aula chiede pertanto ai governi nazionali di adottare la proposta entro la fine del 2012. |
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DIVARIO RETRIBUTIVO TRA I GENERI: IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE SANZIONI PIÙ SEVERE |
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Strasburgo, 28 maggio 2012 - Il Parlamento chiede alla Commissione europea di modificare la legislazione comunitaria esistente per colmare il divario retributivo tra i generi, comprese sanzioni più severe per i datori di lavoro, in un´iniziativa legislativa approvata giovedì. La richiesta di una proposta legislativa evidenzia che il divario retributivo medio nell´Unione è del 16,4%, e che in alcuni Stati membri è addirittura aumentato. "Dopo quasi quarant´anni di legislazione, ovviamente inefficace, gli Stati membri hanno apportato solo cambiamenti minimi alle loro legislazioni per affrontare il divario retributivo tra i generi, e quasi nessuna sanzione è stata applicata nei confronti dei datori di lavoro", ha dichiarato Edit Bauer (Ppe, Sk), autrice della risoluzione, prima del voto. Nel testo, adottato a maggioranza qualificata, i deputati esortano la Commissione a proporre nuove misure per ridurre il divario retributivo tra i sessi in tutte le politiche Ue e nei programmi nazionali. Quello più ampio si riscontra in Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Germania e Slovacchia, mentre quello più ridotto in Belgio, Italia, Malta e Slovenia (dati Eurostat). Sanzioni più rigide - Considerando l´attuale assenza di progressi, i deputati chiedono alla Commissione europea e agli Stati membri di rafforzare la legislazione esistente, dotandola di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive nei confronti dei datori di lavoro. Queste dovranno includere multe, sanzioni amministrative pecuniarie e l´esclusione dal beneficio di prestazioni e sovvenzioni pubbliche. Una direttiva Ue sulle pari opportunità e la parità di trattamento fra uomini e donne, entrata in vigore nel 2008, prevede già l´introduzione di una serie di sanzioni dissuasive. Tuttavia, gli esperti rilevano che tali misure non sono risultate efficaci sia perché le legislazioni nazionali non sono state modificate di conseguenza, sia per la mancata applicazione delle sanzioni stesse nei confronti dei datori di lavoro. Cause del divario retributivo tra i generi - Il testo sottolinea che nell´Unione europea, le donne guadagnano in media il 16,4% in meno degli uomini. Nonostante le azioni intraprese per ridurre il divario retributivo, i progressi sono estremamente lenti, e in alcuni Stati membri il divario è addirittura aumentato. Le cause sono complesse e spesso correlate. Tra queste figurano la discriminazione, i mercati del lavoro caratterizzati da una forte segregazione occupazionale, la sottovalutazione del lavoro delle donne, tradizioni e stereotipi, tra i quali la scelta dei percorsi formativi. |
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IL PARLAMENTO EUROPEO CONDANNA LE LEGGI OMOFOBICHE E LA VIOLENZA IN EUROPA |
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Strasburgo, 28 maggio 2012 - In una risoluzione adottata giovedì da un´ampia maggioranza, il Parlamento afferma che gli Stati membri dovrebbero dare l´esempio nella lotta contro l´omofobia. I deputati condannano le leggi omofobiche e la violenza e invitano i governi e i parlamenti nazionali a considerare la possibilità di fornire l´accesso a istituti giuridici, quali le unioni registrate, la coabitazione o il matrimonio, a gay, lesbiche, bisessuali e transgender. I Paesi europei, anche se non sono Stati membri dell´Ue, come Russia, Ucraina e Moldova, dovrebbero garantire che lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt), siano protetti da discorsi omofobici di incitamento all´odio e dalla violenza. Nella risoluzione presentata dai gruppi Ppe, S&d, Alde, Verdi/ale e Gue/ngl, approvata con 430 voti a favore, 105 contrari e 59 astensioni, si ribadisce che le coppie dello stesso sesso devono godere del medesimo rispetto riconosciuto al resto della società. Gli Stati membri dovrebbero dare l´esempio - Il Parlamento "condanna con forza tutte le discriminazioni basate sull´orientamento sessuale e sull´identità di genere e deplora vivamente che tuttora, all´interno dell´Unione europea, i diritti fondamentali delle persone Lgbt non siano sempre rispettati appieno". I deputati esprimono la loro preoccupazione per "gli sviluppi che limitano la libertà di espressione e di associazione" in base a "idee infondate in materia di omosessualità e transessualità". Ritengono che "gli Stati membri dell´Ue debbano essere esemplari" nella protezione dei loro diritti fondamentali. Prendendo in considerazioni le leggi approvate o in corso di esame in sei paesi (Russia, Ucraina, Moldova, Lituania, Lettonia e Ungheria) la risoluzione critica che leggi di questo tipo "siano già state usate per arrestare e multare i cittadini, compresi i cittadini eterosessuali che esprimono sostegno, tolleranza o accettazione verso lesbiche, gay, bisessuali e transgender". Tali normative "legittimano l´omofobia e, a volte, la violenza". Accesso alla convivenza, alle unioni registrate o al matrimonio - Poiché "i diritti fondamentali delle persone Lgbt sarebbero maggiormente tutelati se esse avessero accesso a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio"; i deputati invitano gli Stati membri che ancora non offrono queste opportunità a "prendere in considerazione tali istituti". Chiedono inoltre alla Commissione di "proporre misure per riconoscere reciprocamente gli effetti dei documenti di stato civile in base al principio del riconoscimento reciproco". Condanna delle violenze a San Pietroburgo e Kiev - La risoluzione condanna infine la violenza omofobica e le minacce avvenute a San Pietroburgo e a Kiev nel mese di maggio. Ricorda inoltre che gli accordi dell´Ue con i paesi terzi sono subordinati al rispetto dei diritti fondamentali. |
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IL PARLAMENTO EUROPEO AUSPICA LA FINE DELL´USO SELETTIVO DELLA GIUSTIZIA IN UCRAINA |
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Strasburgo, 28 maggio 2012 - I deputati, in una risoluzione adottata giovedì, criticano la recente decisione della Corte suprema ucraina di rinviare la sua sentenza sul ricorso a carico dell´ex primo ministro Julija Tymošenko, condannata a sette anni di carcere. L´aula chiede di non ritardare i procedimenti giudiziari, condanna l´uso della forza nei suoi confronti da parte degli agenti di custodia e ricorda l´obbligo dell´Ucraina di esaminare qualunque denuncia di maltrattamento. Il Parlamento sostiene la necessità di inviare medici per fornire cure a Julija Tymošenko, oltre a una personalità autorevole dell´Ue per controllare i processi giudiziari contro di lei, come concordato la settimana scorsa tra il Presidente del Pe Martin Schulz e il primo ministro ucraino Azarov. I deputati sollecitano le autorità ucraine a istituire un gruppo internazionale di giuristi, indipendente e imparziale, incaricato di riferire sulle eventuali violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali nell´ambito dei processi a carico di Julija Tymošenko e di altri membri del suo governo. Esortano le autorità ucraine a garantire un´assistenza medica adeguata, la libertà di incontrare gli avvocati e il diritto a ricevere visite per tutti i detenuti condannati per motivi politici. Il Parlamento chiede di porre fine all´uso selettivo della giustizia per colpire gli oppositori: "La battaglia democratica per le decisioni politiche deve svolgersi in Parlamento (..) e non deve essere compromessa né da procedimenti penali motivati da interessi personali o politici né dall´emissione, da parte dei tribunali penali, di sentenze manipolate", sostiene la risoluzione. Campionato europeo di calcio 2012 - Il testo invita i politici europei che a giugno intendono assistere alle partite di Euro 2012 in Ucraina a rendere pubblicamente nota la loro consapevolezza della situazione politica del paese e a cercare di visitare i detenuti politici in carcere. Il Parlamento esorta i politici a partecipare a titolo privato e non in veste ufficiale. Elezioni parlamentari e relazioni Ue-ucraina - I deputati auspicano che una delegazione del Parlamento europeo osservi le prossime elezioni parlamentari in Ucraina, sottolineando l´importanza cruciale di elezioni libere, eque e trasparenti. Le attuali difficoltà nelle relazioni tra Ucraina e Unione europea possono essere superate unicamente in presenza di una chiara volontà delle autorità ucraine di portare avanti le necessarie riforme, aggiungono i deputati. In questo ambito, l´indipendenza della magistratura è essenziale per la costruzione di relazioni più strette con l´Unione. |
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VERSO UN ACCORDO ECONOMICO UE-CINA BASATO SULLA RECIPROCITÀ |
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Strasburgo, 28 maggio 2012 - Nonostante il boom economico di Pechino, le aziende europee riescono ad approfittare poco del mercato cinese a causa di pratiche commerciali sleali. Una relazione parlamentare presentata il 23 maggio intende creare un nuovo accordo commerciale tra Ue e Cina. Più giusto e più trasparente. "In un´economia globale, la Cina ha bisogno dell´Europa quanto l´Europa ha bisogno della Cina". Marielle de Sarnez, deputata francese liberale, è l´autrice della relazione "Ue-cina, uno squilibrio commerciale?" presentata durante la sessione plenaria del 22 maggio. Il testo intende difendere gli interessi dell´industria europea e mira a instaurare un nuovo accordo commerciale basato sulla reciprocità delle regole e la trasparenza delle relazioni commerciali. Se l´Ue rimane il più partner commerciali più importante e la principale destinazione delle esportazioni cinesi, la crescita del deficit commerciale impone un riequilibrio delle relazioni. Tra il 2000 e il 2010, il deficit commerciale dell´Ue con l´Asia è passato da 49 miliardi a 169 miliardi. Delle pratiche sleali - La Cina ha moltiplicato le pratiche sleali e gli ostacoli per limitare l´accesso delle aziende straniere nel proprio mercato: strategie commerciali sleali, dazi doganali, abbassamento del livello dello yuan, assenza del diritto di proprietà intellettuale. Senza dimenticarsi degli ostacoli politici che squilibrano le relazioni tra i due blocchi. Di fronte a queste restrizioni e per limitare questi comportamenti, Bruxelles potrebbe spingere Pechino a ricorrere alla procedura per risolvere vertenze aziendali suggerita dall´Organizzazione mondiale per il Commercio (Omc). L´ue potrebbe anche promuovere la cooperazione con i paesi in via di sviluppo per rafforzare la lotta alla contraffazione. |
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"GIORNATA INFORMATIVA INTERNAZIONALE SUL TEMA SPAZIO NEL 7° PQ" |
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Surrey, 28 maggio 2012 - Il 20 e 21 giugno 2012 si terrà a Surrey, Regno Unito, un evento dal titolo "Giornata informativa internazionale sul tema Spazio nel 7° Pq" (International Fp7 space information day). In passato gli eventi informativi sugli imminenti bandi del tema Spazio del Settimo programma quadro (7° Pq) erano organizzati solo dopo la pubblicazione della documentazione ufficiale degli inviti a presentare proposte. Quest´anno si svolgerà, invece, un evento prima dell´annuncio dell´invito. Organizzato dalla rete Cosmos+ di punti di contatto nazionali (Pcn) in materia di Spazio, l´evento ha una serie di obiettivi: fornire in anticipo informazioni sul contenuto previsto del bando ; fornire un quadro delle capacità di potenziali partecipanti europei selezionati; informare sulle prospettive per le attività di ricerca e innovazione spaziale dopo il 2014, attraverso Orizzonte 2020; essere un´occasione per la creazione strutturata di incontri con potenziali partner di progetto provenienti dall´Ue e oltre; creare contatti con altre parti interessate. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.B2match.eu/space2012infoday/ |
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VENDOLA A BRUXELLES SU CAMBIAMENTI CLIMATICI E GESTIONE SOSTENIBILE DELL´ACQUA
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Bruxelles, 28 maggio 2012 - Clima, desertificazione, programmazione risorse comunitarie, lotta ai cambiamenti climatici, acqua e gestione sostenibile della risorsa. Questi i temi fondamentali sui quali si è intrattenuto a Bruxelles il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. In mattinata l’incontro con la Commissaria Europea al Clima Connie Hedegaard per discutere e confrontarsi insieme sulla programmazione delle risorse comunitarie 2014/2020. “La lotta ai cambiamenti climatici – ha detto Vendola incontrando i giornalisti dopo l’incontro – deve attraversare tutti i settori fondamentali, dalle politiche per lo sviluppo economico a quelle del territorio. Abbiamo incontrato la Commissaria europea al clima Connie Hedegaard per sottolinearle il nostro sostegno al suo lavoro. Oggi noi siamo di fronte alla necessità di una svolta reale nelle politiche pubbliche. Per esempio – ha continuato Vendola - dobbiamo avere il coraggio di immaginare uno sviluppo Carbon free. Il Co2 nell’atmosfera rischia infatti di essere una minaccia drammatica per il nostro futuro. I processi di desertificazione di tutta l’area del Mediterraneo – ha concluso Vendola – ci dicono non solo di fare i convegni, ma anche e soprattutto di fare una politica che possa essere di svolta ecologica nel sistema della crescita economica”. Nel pomeriggio invece Vendola è intervenuto al Workshop su “Regioni e città leader nella gestione sostenibile dell’acqua” nell’ambito della 12esima edizione della Green Week, quest’anno dedicata interamente ai temi dell’acqua. Il Presidente è intervenuto in qualità di relatore del parere del Comitato delle Regioni “Il ruolo degli enti locali e regionali per la promozione di una gestione sostenibile della’acqua” (adottato il 30 giugno 2011) riprendendo proprio alcuni concetti fondamentali del parere. |
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ROSSI A BRUXELLES: “CONCENTRARE PROGETTI E RISORSE PER RICERCA E INNOVAZIONE”
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Bruxelles, 28 maggio 2012 – “La Toscana della ricerca si è presentata bene a Bruxelles, coesa e determinata, decisa a mettere a sistema scelte e assi fondamentali su cui concentrare progetti e risorse”. Lo afferma il presidente Enrico Rossi che il 24 maggio a Bruxelles, accompagnato dalla vicepresidente Stella Targetti, ha presenziato al workshop “Tuscany – Europe 2020: il contributo dei sistemi regionali di ricerca e innovazione alla crescita dell’Europa”. Hanno partecipato all’iniziativa i rappresentanti di tutti gli “attori” toscani nel campo della ricerca e dell’innovazione: università (Firenze, Pisa, Siena) e scuole superiori (Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’anna, Università per Stranieri di Siena, Istituto di Alti Studi di Lucca, Istituto di Scienze Umane), Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie) e Cnr (Consiglio nazionale della ricerca), Infr (Istituto nazionale di fisica nucleare), poli d’innovazione e distretti tecnologici. E ancora rappresentanti di alto livello del Miur, della Commissione Europea e del mondo imprenditoriale. “Abbiamo presentato un sistema della ricerca di primissimo piano – ha affermato il presidente Rossi – Siamo la prima regione italiana a compiere questa scelta: non vogliamo fare da soli, non soffriamo di centralismo regionale, siamo qui insieme al ministero della ricerca e vogliamo avere un rapporto con l’Europa e soprattutto fare di più per favorire l’innovazione nelle nostre imprese, a partire da alcuni settori: ambiente, energia, cambiamenti climatici, foreste, agricoltura, invecchiamento della popolazione, sanità”. “E’ chiara la sfida che l’Europa ci chiede – ha aggiunto la vicepresidente Targetti – Selezionare e scegliere su quali scommesse investire. Noi siamo venuti qui con le idee chiare, pronti a cogliere tutte le opportunità, puntando sulle cose che posso fare la differenza. Sarà importante non essere autoreferenziali, guardare alle regioni vicine e lontane. I fondi strutturali serviranno a farci stare nell’Europa più competitiva. I nostri territori hanno asset molteplici, e vorremmo mettere in grado di correre quei territori che lo possono fare. Ma anche dove non abbiamo massa critica, ma abbiamo qualità, quella qualità deve essere fatta crescere”. La Toscana vanta una significativa presenza di prestigiose istituzioni di ricerca regionali, istituti e sezioni di organismi di ricerca nazionali e importanti infrastrutture europee, che occupano migliaia di ricercatori. Con l’1,1% delle pubblicazioni scientifiche europee, la Toscana si colloca alla 21° posizione nella graduatoria delle oltre 300 regioni Europa27 e in termini di pubblicazioni pro-capite sale alla 16° posizione (Rapporto Ost, Observatorie science et technologies). Nella nostra regione l’investimento in ricerca e sviluppo è pari a 1,4% del Pil rispetto ad una media nazionale di 1,2%. “Le ricadute sul sistema produttivo – conclude il presidente Rossi – sono però ancora contenute ed è questo l’aspetto su cui vogliamo lavorare”. |
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FORMIGONI: PAGHIAMO I FORNITORI A 60 GIORNI FATTURAZIONE DIGITALE, SEMPLIFICAZIONE E ACQUISTI UNIFICATI LA REGIONE LOMBARDIA HA PROMOSSO STRUMENTI DIGITALI PER LE PMI |
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Milano, 28 maggio 2012 - Semplificare la macchina amministrativa è possibile. Lo dimostra l´esperienza di Regione Lombardia che ha dato vita alla Centrale regionale acquisti, al Negozio elettronico delle convenzioni, alla posta elettronica certificata e che sta pagando i fornitori di beni e servizi entro 60 giorni. È stato il presidente Roberto Formigoni ad aprire - assieme al vice presidente e assessore all´Industria, artigianato, edilizia e cooperazione, Andrea Gibelli - i lavori del convegno dal titolo ´Italia digitale: è possibile´ organizzato il 24 maggio all´auditorium di Palazzo Lombardia. Centrale Acquisti Per Spese Ottimizzate - Una ricerca condotta dall´Osservatorio ´Fatturazione elettronica e dematerializzazione´ della School of Management del Politenico di Milano sul tema dei risparmi generati dalla dematerializzazione e digitalizzazione dei processi di business ha evidenziato che, grazie a un piano di dematerializzazione di tutti i processi di business, si risparmierebbero in Italia 200 miliardi di euro all´anno, 43 dei quali nelle sole pubbliche amministrazioni. In quest´ottica - ha spiegato Formigoni - la Lombardia si è assunta il ruolo di apripista, creando nel 2007 la Centrale regionale acquisti e mettendola al servizio degli enti regionali e delle pubbliche amministrazioni locali. ´Obiettivo della Centrale regionale acquisti - ha proseguito il presidente - è l´ottimizzazione della spesa pubblica in Lombardia, fornendo ai 1.600 enti del territorio lombardo strumenti operativi e gestionali per migliorare l´efficienza delle attività di gara e ridurre costi e tempi connessi alle procedure di selezione dei fornitori´. A un anno dalla sua creazione l´elenco dei fornitori telematici ha già raccolto 8 mila imprese, gestendo oltre 3.800 gare con un trend crescente del 50 per cento ogni 365 giorni. L´investimento Nell´innovazione Tecnologica - Accanto alla Centrale regionale acquisti la Lombardia ha messo in piedi strumenti come il Negozio elettronico delle convenzioni in grado - ha spiegato Formigoni - di ´registrare un numero di contratti sottoscritti nei primi 4 mesi del 2012 pari a tutti quelli del 2011´. Sempre nell´ottica di ridurre i costi e snellire la burocrazia, la Regione ha investito nell´innovazione delle tecnologie e dei processi, sia al proprio interno che sul territorio. Vale, ad esempio, per la casella di posta elettronica certificata, per la firma digitale e per l´informatizzazione dell´80 per cento delle comunicazioni interne alla stessa Regione. Pagamento Fatture A 60 Giorni - Sul fronte delle imprese Regione Lombardia - ha concluso Formigoni - ´ha ridotto i temi di pagamento per i fornitori di beni e servizi, iniziando la progressiva riduzione a 60 giorni per i nuovi contratti assunti´. Un percorso, questo, che si affianca a quello portato avanti con il varo dell´Agenda digitale lombarda che raccoglie tutte le iniziative in atto per indirizzare e sostenere la crescita dell´innovazione tecnologica sul territorio attraverso, ad esempio, l´estensione della banda larga e di quella ultra larga. Anche l´Unione europea ha sottolineato questo impegno, certificando che Regione Lombardia è sulla strada giusta: il programma regionale ´Agenda Lombardia semplice´ è stato, infatti, l´unico progetto italiano inserito tra le 45 best practices europee. Regione Ha Raccolto Sfida Cultura Digitale - Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all´Industria e all´Artigianato di Regione Lombardia, ha voluto sottolineare come ´ Regione Lombardia abbia voluto accettare la sfida in materia di cultura digitale. Per questo - ha detto ancora Gibelli ha avviato un percorso che ha portato alla digitalizzazione di tutte le misure soprattutto di quelle che fanno parte dell´area dedicate alle imprese´. E proprio sul rapporto tra Pmi e digitalizzazione, Gibelli ha voluto sottolineare come ´ l´imprenditore lombardo ´ non consideri ancora il digitale come elemento strutturale per la crescita della competitività della propri azienda, ma, la contrario consideri questo come un solo elemento aggiuntivo. Questa impostazione - ha ribadito con forza il vice presidente - dovrà presto cambiare´. Smallbusinessact 2.0 E Wikiregione - Il vice presidente concludendo il suo intervento ha spiegato come ci siano due iniziative assolutamente importanti e create da Regione Lombardia su questo tema. ´ Innanzi tutto lo Smallbusinessact 2.0 che - ha detto Gibelli - e´ il nuovo modo di pensare il tessuto, per altro maggioritario, delle piccole e medie imprese nel suo rapporto con le infrastrutture informatiche e con la pubblica amministrazione. E secondo elemento fondamentale la creazione di Wikiregione: una piattaforma dove imprese, centri di ricerche e associazioni di categoria si possono incontrare per la ricerca e l´offerta di tecnologia. Uno strumento questo che aiuta le 840 mila aziende Lombardia a dialogare tra loro con costi ridotti e con la capacita´ di creare reti d´impresa´. |
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TELELAVORO, INIZIA LA SPERIMENTAZIONE PER 26 DIPENDENTI DELLA PROVINCIA DI TRENTO |
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Trento, 28 maggio 2012 - Nei primi giorni del prossimo mese di giugno, così come era stato previsto, inizia la sperimentazione per i primi 26 dipendenti della Provincia che lavoreranno a domicilio - diventando a tutti gli effetti telelavoratori - nell’ambito del progetto Telepat, ossia del progetto della implementazione del telelavoro nella Provincia autonoma di Trento. Ai telelavoratori, per la natura intrinseca del tipo di prestazione basata sul risultato e non sulla presenza fisica - non sono riconosciuti i buoni pasto nei giorni di telelavoro domiciliari né sono riconosciuti il lavoro straordinario e le ore di recupero. Pertanto, il risparmio concreto e immediato che otterrà la Provincia già nel prossimo anno, grazie all’avvio di queste prime 26 postazioni, è di 11.400,00 euro di buoni pasto; un risparmio annuo di co2 espresso in Kg 18297,00 grazie ai minori spostamenti; 3.320,10 euro di straordinari; 429 ore di recupero. "Sensibile riduzione dei costi d´esercizio per il datore di lavoro, contributo alla riduzione dell´inquinamento, valorizzazione del territorio e delle Comunità, conciliazione lavoro famiglia: questi - sottolinea Mauro Gilmozzi, assessore provinciale all´urbanistica, enti locali e personale - sono i motivi che hanno spinto la Giunta provinciale, in questo giocando d´anticipo sulla spending review, a promuovere, già nell’ottobre del 2011, un progetto di telelavoro che, a regime, vedrà coinvolti 200 telelavoratori e costituirà una risposta di eccellenza. Infatti se da una parte i tradizionali approcci tendono a basarsi sul semplice taglio di determinate spese, secondo una logica generalizzata di "spesa decrementale", dall´altra il progetto del telelavoro è potenzialmente in grado di raggiungere un obiettivo più elevato, perché punta sulla riorganizzazione del lavoro, su una maggiore efficienza e produttività". Da tempo, peraltro, parte dei dirigenti e dei direttori della Provincia ricorrono informalmente a questa modalità di lavoro, e ora anche loro, grazie al progetto Telepat potranno farlo in maniera regolamentata: si tratta del cosiddetto telelavoro mobile, poiché a dirigenti e direttori è richiesto di essere sempre reperibili e di poter dare risposte tempestive alle varie problematiche, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo essi si trovino. Grazie a questo diverso modo di lavorare e alle moderne tecnologie, essi possono così svolgere parte delle proprie attività in luoghi diversi dall’ufficio tradizionale e in orari differenti da quelli tradizionalmente prestabiliti. |
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STATO-REGIONE: TONDO, INCONTRO POSITIVO APRE STRADA A LAVORO COMUNE
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Trieste, 28 maggio 2012 - Un incontro positivo che avvia il confronto tra Governo nazionale e Regione aprendo la strada ai ´´tecnici´´ che inizieranno da subito il loro lavoro. Il presidente della Regione Renzo Tondo lo ha detto al termine dell´incontro del 24 maggio a Roma con il ministro per gli Affari regionali Piero Gnudi, il sottosegretario all´Economia e Finanze Vieri Ceriani ed i numerosi ´´tecnici´´ dei ministeri. Tondo ha dato anche la prospettiva nella quale colloca questo lavoro: ´´Metteteci - ha detto ai rappresentanti del Governo - nelle condizioni di continuare ad essere una regione virtuosa, perché siamo in grado di esserlo´´. Il presidente, affiancato dagli assessori alle Finanze Sandra Savino ed alla Funzione pubblica Andrea Garlatti, nonché dai tecnici della Ragioneria regionale, ha posto in premessa la concretezza di quanto fatto sulla riduzione del debito (577 milioni in meno rispetto al 2007) e sulla diminuzione della spesa per la macchina burocratica pubblica, con il taglio del 10 per cento agli stipendi dei dirigenti apicali e la riduzione dei dipendenti. Nella stessa direzione le riforme che portano ad una razionalizzazione della spesa nel settore del diritto allo studio universitario (Erdisu), dell´edilizia pubblica (Ater) e attraverso la riorganizzazione della sanità. Una politica di gestione della spesa molto attenta, ma anche volta a rimettere in moto lo sviluppo con le scelte fatte per avviare i grandi progetti infrastrutturali, come quello della terza corsia dell´autostrada Trieste-venezia con interventi diretti della Regione e la gratuità del commissario e della struttura che opera con lui. Questo per un´opera che interessa tutto il Paese e, a questo proposito, il presidente Tondo ha chiesto al Governo di considerare l´importanza delle scelte fatte e di non revocare a scadenza la gestione commissariale per non rischiare uno stop ai lavori. Quanto al patto sul Federalismo fiscale tra Governo e Regione dell´ottobre 2010, ci si è dati atto che le condizioni in cui era nato erano praticamente da subito mutate in seguito ai cambiamenti causati dal peggioramento dei conti pubblici e dalle conseguenti manovre finanziarie dei Governi Berlusconi e Monti. Tondo ha pertanto chiesto che sul versante dei rapporti finanziari le due Ragionerie si confrontino da subito a partire da queste mutate condizioni, verificando anche la possibilità di individuare partite compensative nelle leggi di settore, dove ad esempio il tema dell´edilizia sanitaria potrà trovare una puntuale definizione. Bisogna salvaguardare il modello Friuli Venezia Giulia - ha detto Tondo agli esponenti del Governo - perché è la dimostrazione che l´autonomia corrisponde alla responsabilità senza creare problemi al Paese, ed anzi dando una mano a risolverne almeno alcuni. Gnudi ha accolto le proposte di Tondo di passare al concreto del tavolo con le due Ragionerie ed il sottosegretario Ceriani ha parlato di un ragionamento da fare anche sul piano dell´allargamento delle competenze regionali, accennando ad istruzione e università. Ceriani ha pure chiesto a Tondo che lo studio promosso dal Governo sui costi standard dei Comuni delle Regioni ordinarie possa allargarsi anche al Friuli Venezia Giulia, ottenendo una risposta positiva. Sui tempi del confronto Ceriani ha rilevato che non tutto potrà chiudersi a breve, ma proprio per questo l´assessore Savino ha ricordato al Governo nazionale che la Regione ha bisogno di certezze nella formazione del bilancio per il 2013, invitando a dare priorità ai temi che vanno ad influire sulle risorse finanziarie regionali. |
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MILANO, BILANCIO 2012. CONTI IN ORDINE PER MIGLIORARE I SERVIZI E RILANCIARE GLI INVESTIMENTI |
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Milano, 28 maggio 2012 - Risanare il bilancio e investire. Sono le due parole d’ordine che caratterizzano il Bilancio 2012 varato il 25 maggio dalla Giunta. “Vogliamo avere un bilancio sano con i conti in ordine – ha dichiarato l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci - per far ripartire la città, garantendo e migliorando i servizi per i cittadini. Tutto questo intendiamo farlo con misure eque, con un’attenzione particolare alle fasce più deboli della popolazione, assicurando un piano di investimenti indispensabile al futuro di Milano e dei milanesi”. Queste le linee essenziali del Bilancio. Nessun aumento per l’Imu sulla prima casa, con l’aliquota minima dello 0,4 il cui introito va interamente allo Stato. Esenzione totale dall’addizionale Irpef per i redditi fino a 33.500 euro, al di sopra di questa soglia aliquote scaglionate: i redditi inferiori a 49.000 euro pagheranno meno dello scorso anno. Via libera dall’esecutivo di Palazzo Marino alla proposta di delibera da sottoporre al Consiglio comunale per l’individuazione delle nuove aliquote Imu e del relativo regolamento. L’amministrazione ha voluto tutelare al massimo la prima casa e le relative pertinenze adottando l’aliquota minima prevista dalla legge(pari allo 0.4% il cui gettito è destinato interamente allo Stato). Non sono stati introdotti gli incrementi percentuali previsti dalla legge sino a un massimo dello 0,2%. Per quanto riguarda le seconde case e gli immobili commerciali l’aliquota è di 1,06%. Per i fabbricati rurali strumentali, l’aliquota è dello 0,2% ( la minima prevista dalla normativa) considerata la particolare natura di tali immobili. Diverse le riduzioni di aliquota presenti nel provvedimento adottato dalla Giunta, al fine di tutelare maggiormente le fasce più deboli della popolazione. Confermata l’aliquota 0,4% per gli immobili posseduti da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero, a condizione che la casa non risulti affittata. Aliquota ridotta dello 0,78% per le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari, nonché per gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari e agli enti di edilizia residenziale pubblica, il versamento effettivo sarà pari alla sola quota di competenza comunale, cioè 0.4%. Prevista anche una riduzione dell’aliquota dello 0,78%, per le unità abitative locate a canone convenzionato a titolo di abitazione principale alle condizioni definite dall’ ”Accordo Locale per la città di Milano”. Per l´anno 2012, il pagamento della prima rata dell´Imu è effettuato in misura pari al 50% dell´importo ottenuto applicando le aliquote di base. L´imposta dovuta per l´abitazione principale e per le relative pertinenze può anche essere versata in tre rate di cui la prima e la seconda in misura ciascuna pari ad un terzo dell´imposta., da corrispondere rispettivamente entro il 18 giugno e il 17 settembre; la terza rata è versata, entro il 17 dicembre, a saldo dell´imposta complessivamente dovuta per l´intero anno con conguaglio sulle precedenti rate. È confermata anche per il 2012 l’esenzione totale dall’addizionale Irpef per i redditi imponibili fino a 33.500 euro. Questa soglia di esenzione, la più alta tra le grandi città italiane, tutela i redditi più bassi e tiene contro della grave e persistente crisi economica che ha comportato una diminuzione dei redditi delle famiglie e del loro potere di acquisto. Esclusivamente per i redditi superiori a 33.500 euro sono previste aliquote differenziate per scaglioni di reddito stabiliti dalla legge statale. I redditi inferiori a 49mila euro pagheranno di meno rispetto allo scorso anno. Milano è l’unica tra le grandi città ad avere modulato le aliquote per scaglioni di reddito. Ecco un confronto con le altre grandi città. A Torino nel 2011 l’aliquota era dello 0,5% con soglia di esenzione fino a 11.000 euro. Per il 2012 la proposta è lo 0,8 mantenendo la stessa esenzione. A Genova è applicata un’aliquota unica dello 0,8 per il 2012 (era lo 0,7 nel 2011). La soglia di esenzione è di 10.000 euro. A Bologna l’aliquota unica è dello 0,7 nel 2012 con esenzioni fino a 12.000 euro di reddito. A Napoli l’aliquota era dello 0,5% nel 2011 senza esenzioni, per il 2012 l’aliquota proposta è lo 0,8. A Roma l’addizionale era dello 0,9 nel 2011 con esenzione solo per i redditi da pensione fino a 8.000 euro. Per il 2012 rimarrà lo 0,9. A Palermo nel 2012 l’aliquota è dello 0,8 senza esenzioni. Nel 2011 era dello 0,4 senza esenzioni. La Giunta ha anche approvato la proposta di delibera da sottoporre al Consiglio comunale per l’introduzione dell’imposta di soggiorno e del relativo regolamento che, se approvato, entrerà in vigore dal 1 luglio 2012. “Un provvedimento che allinea Milano a quanto già accade nella maggior parte delle città turistiche italiane ed europee”, spiega l’assessore al Commercio, Attività produttive e Turismo, Franco d’Alfonso. “Gli introiti saranno destinati specificatamente a interventi in favore del turismo e della promozione della città attraverso il sostegno delle strutture ricettive degli interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali di Milano. L’obiettivo è valorizzare la vocazione turistica della nostra città rendendola sempre più accogliente e a misura di visitatore”. Destinatari saranno tutti i soggetti che alloggeranno nelle strutture ricettive presenti sul territorio comunale. L’applicazione dell’imposta sarà proporzionale alla tipologia delle strutture ricettive prescelte, siano esse alberghiere o extra-alberghiere. Quale parametro di riferimento oggettivo è stato individuato il criterio che identifica le tipologie e le classificazioni delle strutture ricettive tramite le stelle: sarà richiesto un numero di euro pari al numero di stelle (1 stella 1 euro, 2 stelle 2 euro, 3 stelle 3 euro, 4 stelle 4 euro, 5 stelle 5 euro) L’imposta verrà applicata a persona e per ogni giorno di permanenza, fatta eccezione per i residence per i quali sarà applicata fino ad un massimo di quattordici pernottamenti e/o alloggiamenti consecutivi. Molte le esenzioni previste dal provvedimento a cominciare dai residenti Milano, i minori di 18 anni, i giovani fino a 25 anni che pernottano negli ostelli per la Gioventù, gli studenti universitari di età non superiore a 26 anni che alloggiano in strutture universitarie. Esenti anche i familiari e gli accompagnatori, limitatamente al periodo di ricovero, di persone degenti nelle strutture sanitarie di Milano e provincia e gli appartenenti alle forze dell’ordine che, per motivi di servizio, alloggiano in città. Per favorire il soggiorno a Milano l’imposta dovuta potrà essere ridotta nei limiti del 50% per i periodi di scarsa affluenza turistica, individuati sulla base delle rilevazioni statistiche degli andamenti dei flussi turistici. Per eventi congressuali di rilevante importanza, l’agevolazione è condizionata ad una riduzione dei prezzi praticati dalle strutture pari almeno al 25%. La proposta di delibera per la modifica delle tariffe 2012 e del regolamento per l’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu) sarà sottoposta al Consiglio comunale. Secondo l’analisi condotta da Gf Ambiente per Amsa sulle tariffe Tarsu applicate dai principali capoluoghi, Milano, con la sua nuova tariffa base annua di 2,75 €/mq applicata all’abitazione principale, si collocherebbe – tra le grandi città - alle spalle di Roma (3,66), Napoli (3,26) e Catania (3,44). “Nel 2011 - spiega l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci - i ricavi da Tarsu ammontavano a 196 mln euro contro un costo di servizio Amsa di 237 mln. Con una copertura pari all’82,9%. Il costo del servizio rifiuti per il 2012 è previsto pari a circa 252 mln di euro. Grazie alla riformulazione delle tariffe riusciremo a coprire i costi per il 99,69%. Una modifica della tariffazione necessaria a pareggiare i maggiori costi dovuti all’introduzione di nuovi servizi e al miglioramento di quelli già esistenti. Quest’operazione – conclude Tabacci – è una ridefinizione più equa e reale delle tariffe sulla vera produzione dei rifiuti che si inserisce in una gestione di bilancio più attenta a tutelare le fasce deboli bella popolazione”. La Tarsu è dovuta da chiunque occupi o detenga locali ed aree scoperte per qualsiasi uso. Seguendo la normativa vigente, considera la reale attitudine a produrre rifiuti da parte delle diverse categorie di contribuenti, ad oggi 10 a Milano. Inoltre il gettito complessivo proveniente dalla sua riscossione non può superare il costo del servizio di raccolta, smaltimento e gestione dei rifiuti. Pertanto, l’adeguamento tariffario proposto fermo al 2001, è stato dettato da due fattori: l’ampliamento dei servizi Amsa tra cui Spazzamento Globale, pulizia di parchi e giardini e Spazzino di Zona che hanno comportato un aumento del 21,2% (47,3 mln di euro) e il venir meno del contributo Cip 6 non più erogato e quantificato in circa 42 mln di euro. Secondo quanto proposto in delibera gli incrementi, spalmati su tutte le dieci categorie di riferimento i cui coefficienti sono fermi al 2001, saranno in media al di sotto del 23%. La modifica di tali tariffe è poi l’occasione per rivedere le suddette categorie ricollocandole sulla base dell’effettiva quantità di rifiuti prodotti. In particolare, garage e box privati di pertinenza per esempio, aventi ad oggi tariffa più alta rispetto alle normali abitazioni, verranno equiparati proprio alle abitazioni (-10% rispetto all’attuale tariffazione). Tali adeguamenti, tariffari e di categoria, risultano inoltre necessari in vista del passaggio al nuovo tributo Res (Rifiuti e Servizi) che dal 2013 sostituirà la Tarsu. |
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TRENTO: APPROVATO IL RENDICONTO GENERALE DELLA PROVINCIA |
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Trento, 28 maggio 2012 - Approvato il 25 maggio dalla Giunta provinciale il rendiconto generale della Provincia autonoma di Trento per l´esercizio finanziario 2011. Il rendiconto si chiude con un avanzo di consuntivo di 464 milioni di euro. Vediamo in sintesi le principali voci contenute nel documento approvato oggi. Avanzo di amministrazione e entrate complessive Il bilancio della Provincia per il 2011 si è chiuso con un avanzo di amministrazione pari a 464 milioni di euro. L´avanzo corrisponde al 10% del bilancio complessivo (escluse le partite di giro). L’entità dell’avanzo è riconducibile principalmente ai maggiori accertamenti di entrate registrati rispetto alle previsioni 2011 e derivanti, in particolare, da devoluzioni di tributi erariali in quota fissa. Le entrate complessive riferite agli accertamenti di competenza, al netto delle partite di giro e tenuto conto delle risorse attribuite ai Comuni in attuazione del federalismo municipale, registrano una sostanziale invarianza, passando 4.563,8 milioni del 2010 ai 4.568,6 milioni del 2011. Le principali fonti di entrata del bilancio della Provincia Autonoma di Trento per l’esercizio 2011 sono state le seguenti: le “quote fisse”, ossia le devoluzioni in quota fissa dei tributi statali afferenti il territorio provinciale, ammontanti a 3.854,6 milioni (considerando anche le risorse del fondo del federalismo municipale); i tributi propri per 453,8 milioni; le entrate proprie di carattere extratributario per 80,5 milioni; le assegnazioni dello Stato pari a 126,1 milioni; le assegnazioni della Regione pari a 40,9 milioni; le assegnazioni dell’Unione Europea per un apporto di 12,6 milioni. Spesa complessiva - La spesa complessiva del bilancio provinciale, al netto delle partite di giro e riferita agli impegni di competenza, è diminuita nel 2011, rispetto all’anno 2010, dello 0,22% per cento, passando da 4.630 milioni a 4.620 milioni. Se si tiene conto anche dei trasferimenti ai Comuni in attuazione del federalismo municipale, la spesa complessiva ammonta a 4.695 milioni con un incremento dell’1,4%. La spesa corrente, sempre considerata in termini di competenza, è pari a 2.865 milioni; la spesa per investimenti è stata pari a 1.750 milioni; la spesa per rimborso prestiti (per mutui con oneri a carico del bilancio dello Stato) si attesta su livelli marginali (4,8 milioni). In termini settoriali, i principali ambiti di intervento della spesa corrente sono stati: la sanità (1.123,2 milioni); la scuola e formazione (706,9 milioni); la finanza locale (339,3 milioni; considerato anche il Fondo del Federalismo municipale); le politiche sociali (220,3 milioni); le infrastrutture per mobilità e reti (154,8 milioni); i servizi generali (139,3 milioni); il governo del territorio (85 milioni); l’istruzione universitaria e la ricerca (59,9 milioni). Relativamente alla spesa per investimenti si segnalano quali principali settori di intervento: la finanza locale (292,7 milioni); le infrastrutture per mobilità e reti (142 milioni); la sanità (96,2 milioni); il governo del territorio (116,2 milioni); l’edilizia abitativa (90,2 milioni); l’istruzione universitaria e la ricerca (220,6 milioni); le politiche produttive e per lo sviluppo locale (389,8 milioni). Composizione della spesa La composizione della spesa è risultata a consuntivo 2011 la seguente: (milioni di euro) spesa corrente 2.864,7; 62,0%. Spesa in conto capitale 1.750,3; 37,9%. Spesa per rimborso prestiti 4,8; 0,1%. Rispetto al 2010 la composizione della spesa è rimasta sostanzialmente invariata. Patto di stabilità - Nell’ambito dell’Accordo siglato a Milano il 30 novembre 2009 per la revisione dell’ordinamento finanziario della Provincia, i cui contenuti sono stati recepiti nei commi da 106 a 125 della legge finanziaria dello Stato per il 2010, sono state ridefinite anche le regole per la partecipazione della Provincia al patto di stabilità interno. Il nuovo comma 3 dell’art. 79 dello Statuto prevede infatti ora l’impostazione del patto secondo il meccanismo dei saldi di bilancio già previsto dalla legge finanziaria dello Stato per il 2007 ma mai attuato. L’accordo per il patto di stabilità per l’anno 2011 si è concluso a settembre 2011 e poneva l’obiettivo di saldo finanziario programmatico in termini di competenza mista (accertamenti/impegni per le entrate/spese correnti e riscossioni/pagamenti per le entrate/spese in conto capitale). L’accordo poneva l’obiettivo di saldo finanziario programmatico in termini di competenza mista per l’anno 2011 pari a -672,1 milioni di euro, con un miglioramento di 61,1 milioni di euro rispetto al saldo finanziario programmatico 2010 e comprensivo della quota di 1,7 milioni di euro prevista a compensazione del peggioramento del saldo programmatico dei propri enti locali in applicazione della legge 220/2010. I dati finali, relativi alla gestione finanziaria del 2011, hanno determinato un saldo finanziario pari a -652,6 milioni di euro, confermando il rispetto del patto di stabilità interno per l’anno 2011. Con Intesa di data 31 gennaio 2011, la Provincia Autonoma di Trento ed il Consiglio delle Autonomie locali hanno definito la disciplina del Patto di stabilità degli enti locali, sulla base dei principi fissati nell’ambito della Conferenza Permanente per i rapporti tra Provincia e Autonomie locali, tenutasi in data 30 dicembre 2010. Nel corso del 2011 sono state monitorate le risultanze trimestrali dei 27 Comuni oltre i 3 mila abitanti; con riferimento alle risultanze dell’ultimo trimestre (al 31 dicembre), emerge che l’obiettivo di comparto del 2011, fissato in 14 milioni di euro, è stato conseguito. |
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PRESIDENZA: TONDO, CONSIGLIO HA APPROVATO DUE LEGGI DI GRANDE RILIEVO |
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Trieste, 28 maggio 2012 - "In questa settimana il consiglio regionale ha concluso, con l´approvazione, l´iter di due leggi di rilievo del mio programma di governo e lo registro con particolare soddisfazione anche per i tempi con cui il consiglio regionale ha lavorato sui disegni di legge presentati dalla Giunta". Il presidente della Regione Renzo Tondo sottolinea la valenza dei provvedimenti sia come "sostegno allo sviluppo economico che come contributo alle politiche sociali del Friuli Venezia Giulia". "La portualità è uno dei punti di forza che dobbiamo sviluppare anche con nostra diretta responsabilità - ribadisce Tondo - mentre la previdenza complementare regionale rappresenta contemporaneamente un´opportunità per il cittadino, che potrà integrare la sua pensione, e la possibilità di mettere in circolo risorse a favore dello sviluppo delle imprese della nostra regione". |
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AUTONOMIA FINANZIARIA: SICILIA, DOPO QUARANT´ANNI PARTE NEGOZIATO |
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Palermo, 28 maggio 2012 -"Dopo un serrato confronto a distanza, durato un anno e mezzo, si e´ aperta oggi la trattativa sull´autonomia finanziaria della Regione siciliana. Sono passati oltre quaranta anni dalla riforma tributaria del 1971 (legge delega n. 825) che prevedeva l´emanazione di norme di coordinamento che mai hanno visto la luce. La ´sopravvivenza´ delle norme di attuazione in materia fiscale del 1965 ha poi bloccato l´applicazione degli articoli 36 e 37 dello Statuto, e con essi l´acquisizione di ingenti risorse finanziarie da parte della Regione, mentre l´art 38 (fondo di solidarieta´ nazionale) e´ stato progressivamente svuotato di finanziamenti" Cos l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao a conclusione dell´insediamento del tavolo per il negoziato sull´autonomia finanziaria ed il federalismo fiscale svoltosi il 24 maggio col Ministro per gli Affari Regionali, Piero Gnudi, il sottosegretario all´Economia, Vieri Ceriani ed i vertici burocratici dei ministeri economici interessati, al quale ha partecipato anche il Ragioniere generale della Regione, Biagio Bossone. "L´incontro odierno puo´ essere considerato un punto di svolta nei rapporti tra Stato e Regione Siciliana perche´ ha consentito di entrare nel merito dell´attuazione di parti fondamentali del nostro Statuto. Possiamo affermare che dopo 66 anni dalla sua nascita abbiamo avviato un percorso per la sua piena attuazione, a partire dagli articoli 36, 37 e 38 e di inquadrare questa problematica nel piu´ ampio contesto dei principi del federalismo, a partire da quello municipale e dalla perequazione infrastrutturale. Il lavoro che ci attende e´ certamente complesso, ma oggi la disponibilita´ solo verbale degli anni scorsi si e´ trasformata in concreto confronto con il Governo nazionale su temi specifici. L´impegno e´ di cominciare con i gruppi di lavoro tecnici dalla prossima settimana e chiudere entro luglio". "Il lungo lavoro di questo anno e mezzo - ha detto Armao -, condotto anche con le altre regioni a statuto speciale, ha avuto oggi, per quanto ci riguarda, un primo riscontro. E questo risultato e´ anche il frutto del successo della nostra linea nei contenziosi risolti dalla Corte costituzionale (da ultimo con le sentenze 64 e 71 del 2012). Abbiamo illustrato l´articolata posizione della Regione sul tema delle nuove entrate e delle funzioni da trasferire alla Sicilia, a partire dall´art. 37, a tutt´oggi in gran parte inattuato, della individuazione di eventuali strumenti di perequazione della minore capacita´ fiscale della nostra Regione, attraverso la compartecipazione alle accise dei prodotti petroliferi, e l´introduzione di un criterio certo che vincoli lo Stato nella erogazione del contributo di solidarieta´ nazionale di cui all´art. 38 dello Statuto". "Abbiamo formulato - ha spiegato l´assessore - pur consapevoli che si e´ trattato dell´insediamento del tavolo di confronto proposte e possibilita´ di soluzioni al lungo contenzioso che speriamo di lasciare alle nostre spalle. Lavoreremo nei prossimi giorni con i Ministeri degli Affari regionali, dell´Economia e della Coesione territoriale per giungere a chiudere un negoziato che dia finalmente attuazione allo Statuto". I documenti alla base della discussione odierna sono disponibili sul sito internet della Regione siciliana www.Regione.sicilia.it |
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PARMA, POPOLAZIONE: CRESCITA PIÙ LENTA OLTRE 445MILA. PROSEGUE L’AUMENTO DEI RESIDENTI, MA A UN RITMO INFERIORE RISPETTO AL PASSATO. STRANIERI AL 13,1%. CALANO I NATI. DUE TERZI DELLE FAMIGLIE HANNO 1 O 2 COMPONENTI |
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Parma, 28 maggio 2012 – La popolazione continua ad aumentare, ma a un ritmo inferiore rispetto al passato. Lo dicono i numeri del rapporto demografico dell’Ufficio statistica della Provincia, che offre una fotografia dettagliata della popolazione a Parma e nel Parmense al 1° gennaio 2012. Nel complesso 445.283 i residenti, con una crescita di 3.213 unità rispetto all’anno scorso: +0,7%, l’aumento più basso dal 2004, con un ritmo che si è assestato al livello d’inizio millennio. Fondamentale, per la crescita complessiva, l’aumento degli stranieri residenti, che con 3.164 persone in più (+5,7%) arrivano a 58.233 e raggiungono il 13,1% della popolazione, ma anche per gli stranieri si registra una battuta d’arresto nei ritmi di crescita: negli ultimi 3 anni il flusso di immigrati ha notevolmente rallentato rispetto agli aumenti con percentuali a due cifre registrati per oltre un decennio. “Gli immigrati hanno superato quota 58mila: un dato che ci fa fare riflessioni profonde e soprattutto che ci invita a non banalizzare, a uscire dagli stereotipi. E un dato che ci chiede approcci nuovi anche per il futuro nei confronti di una realtà che non va vissuta come una “emergenza” né come un “fenomeno”, ma che è sistema: è parte integrante della nostra società nella sua evoluzione. Gli immigrati costituiscono un elemento di sviluppo, un elemento di variazione sociale in senso positivo. Certo, ci sono anche punti critici e restano alcuni problemi aperti, ma non si può negare che rappresentino una partecipazione al benessere collettivo della provincia”, ha spiegato oggi in piazza della Pace l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani, nel corso della presentazione dei dati demografici al 1° gennaio 2012 (condotta da Gian Marco Baroni dell’Ufficio statistica della Provincia) e del Rapporto provinciale immigrazione. I Comuni in cui la popolazione ha avuto gli incrementi maggiori sono stati Sala Baganza e Trecasali (+2,3%), seguiti da Felino con +2,2% e Langhirano con +1,4%; quelli in cui si è registrato il maggior calo Solignano (-2,7%), Monchio (-2,4%), Tornolo e Terenzo (-2,1%). Gli stranieri sono aumentati in 39 comuni sui 47 della nostra provincia (l’anno scorso 45 su 47). Calestano, Langhirano, Colorno e Fornovo i Comuni in cui la percentuale di stranieri rispetto alla popolazione totale è più alta, intorno al 17%. Tra gli stranieri continua l’incremento della presenza femminile, che ha ormai raggiunto il 51,5% (nel 1998 le donne rappresentavano solo il 41,1% del totale della popolazione straniera) e che è più rilevante nei comuni della fascia montana: a Valmozzola, ad esempio, si arriva al 73% di donne sul totale degli stranieri. Per quanto riguarda le cittadinanze più numerose, si conferma la massiccia presenza del’est europeo. Al primo posto ancora i moldavi, al secondo gli albanesi, primi fino a due anni fa, e al terzo i rumeni: queste tre cittadinanze da sole rappresentano il 35,7% di tutta la popolazione straniera. Nella popolazione straniera cominciano ad avere qualche consistenza anche le persone con 65 anni e oltre: sono 1.283, di cui il 60,9% donne; nel 1997 erano solo 114. Nel corso dell’incontro sono stati presentati anche gli esiti di un’indagine, condotta dal sociologo Francesco Cirillo, sull’accesso degli immigrati alla casa in affitto: una ricerca sul mercato privato delle locazioni nella provincia di Parma, realizzata nel nostro territorio come nelle altre province dell’Emilia Romagna. “Dall’indagine emergono difficoltà nell’accesso alla casa in affitto da parte degli immigrati – ha detto Cirillo - dettate da visioni stereotipate, da pregiudizi tuttora presenti, da difficoltà di tipo economico. “Ostacoli” che tuttavia sono bypassabili attraverso il supporto e l’aiuto della pubblica amministrazione e delle organizzazioni di volontariato, con un’azione di mediazione e di conoscenza reciproca tra proprietari e affittuari”. Fasce d’età, anziani, aspettativa di vita, famiglie - Per la prima volta negli ultimi anni i nati calano in modo consistente, facendo registrare un decremento di circa il 6%: per tornare a un calo di questa misura bisogna tornare ai primi anni Novanta. Si tratta di un dato fortemente influenzato dalla diminuzione dei nati stranieri, che nel 2011 rispetto all’anno precedente calano di quasi il 10% (oltre 100 bambini in meno). I “grandi anziani” nella popolazione complessiva (da 75 anni in avanti) continuano ad aumentare, anche se a un ritmo inferiore: +0,9% la crescita dell’ultimo anno, mentre fino al 2002 si arrivava anche a + 2% l’anno. Nel complesso 32.457 le persone con 80 anni e oltre: il 7,3% della popolazione complessiva (erano il 5,9% nel 2002), mentre gli ultracentenari (166) hanno raggiunto il massimo numero mai registrato. Le famiglie continuano ad aumentare e si attestano a 203.475, ma l’incremento (1.900 unità) è il più basso dal 2004. Dal 1998 sono comunque oltre 38.500 le famiglie in più, con un aumento (+ 23,4%) superiore a quello della popolazione nello stesso periodo (+13%). Questo significa che la dimensione media delle famiglie è sempre più ridotta; non a caso le famiglie con un solo componente hanno avuto nell’ultimo anno il più alto incremento in valore assoluto (+1.376), e le famiglie di piccola dimensione (fino a 2 componenti) rappresentano ormai quasi il 66% del totale. |
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ASSEGNATI A ROMA CAPITALE I FONDI POR FESR LAZIO CON IL PROGETTO “PORTA PORTESE: UNA RISORSA PER ROMA” |
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Roma, 28 Maggio 2012 - L’assessore alle Attività Produttive Davide Bordoni ha partecipato alla presentazione dei risultati della selezione dei Programmi locali di sviluppo urbano del Lazio (Plus), nel corso della quale la Presidente Polverini ha illustrato i progetti dei Comuni ammessi ai finanziamenti dell’Asse V – ‘Sviluppo urbano e locale’ del Por Fesr Lazio 2007-2013. In risposta al bando di finanziamento dei Programmi locali di sviluppo urbano (Plus) pubblicati dalla Regione Lazio nell’ambito del Por Fesr, Roma Capitale, nell’ambito dell’obiettivo “Rigenerazione delle funzioni economiche, sociali e ambientali delle aree urbane”, ha presentato la proposta di riqualificazione urbana “Porta Portese: una risorsa per Roma”, per un finanziamento di circa 11 milioni di euro. Il piano, alla base di una strategia di recupero urbano del territorio di Porta Portese, è stato condiviso dai diversi Dipartimenti dell’Amministrazione interessati per i vari interventi di riqualificazione, supporto alla micorimprenditorialità e inserimento socio-lavorativo. L’area a cui fa riferimento l’intervento è localizzata nel Xvi Municipio e interesserà la riqualificazione dell’edificio pubblico ex Gil, del mercato domenicale di Porta Portese e di tutta l’area compressa tra il fiume Tevere e la ferrovia. “Questo finanziamento - ha detto Bordoni - è un’occasione preziosa che permetterà di sviluppare e riqualificare un quadrante come Porta Portese, strategico per la città di Roma dal punto di vista non solo commerciale ed economico, ma anche urbanistico e occupazionale. Abbiamo avviato oggi un percorso che realizzeremo in collaborazione con le imprese romane, alla fine del quale consegneremo alla cittadinanza un’area urbana e un mercato definitivamente rivalutati e riqualificati dopo tanti, troppi anni di attesa. Desidero rivolgere un ringraziamento alla Regione per il lavoro svolto e la fiducia accordata alla proposta di Roma Capitale”. |
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ESPROPRI: CORTE COSTITUZIONALE RESPINGE RICORSO GOVERNO CONTRO LEGGE REGIONALE DELL’ UMBRIA |
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Perugia, 28 maggio 2012 - La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell´art. 6, comma 2, della legge regionale "7/2011" recante "Disposizioni in materia di espropriazione per pubblica utilità", sollevata con il ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, evidenziando in tal modo che la Regione non aveva inteso violare alcuna norma di principio di competenza statale e che l´introduzione della modifica assume il significato di una collaborazione istituzionale tra enti: a rendere nota la decisione della Corte Costituzionale è l´assessore regionale, Silvano Rometti, precisando che "la Regione dell´Umbria con le modifiche introdotte, ha voluto dare un forte impulso alla semplificazione dei procedimenti espropriativi dando agli enti pubblici norme certe e puntuali, ma al contempo, garantendo ai proprietari delle aree un equo indennizzo pari al valore effettivo dell´immobile dichiarato di pubblica utilità. L´intenzione infatti - ha aggiunto - è quella di eliminare o comunque ridurre il contenzioso sui provvedimenti espropriativi che di per sé rappresenta un costo eccessivo sia per i proprietari che per gli enti esproprianti". "Con l´emanazione della legge regionale n. 7 del 22 luglio 2011 - spiega in modo puntuale l´assessore - sono state introdotte notevoli semplificazioni procedimentali quali il ricorso a forme di notifica e comunicazione che rendono più agevole l´azione dell´autorità espropriante. Inoltre, è stato semplificato il procedimento di autorizzazione del pagamento dell´indennità definitiva a favore dell´espropriato. Altra importante innovazione riguarda la determinazione dell´indennità per le aree edificabili con l´individuazione delle opere che costituiscono riforma economico-sociale per le quali l´indennità è ridotta del 25 per cento. E´ stato infine chiarito cosa debba intendersi per edificabilità legale dei terreni da espropriare, stabilendo in particolare che non vengono considerate edificabili le aree previste dallo strumento urbanistico generale comunale, in cui l´attuazione degli interventi viene riservata agli enti pubblici o concessionari di pubblici servizi, quando derivano direttamente da una precedente destinazione agricola". Preso atto di ciò, la Presidenza del Consiglio dei Ministri con propria deliberazione del 22 settembre 2011, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale, dichiarata ora inammissibile dalla Corte Costituzionale, in quanto riteneva ridotto il vincolo preordinato all´esproprio nel caso di infrastrutture strategiche, mentre la Regione evidenziava che in un altro articolo della legge regionale erano fatte salve le norme per le opere di interesse statale". Concludendo l´assessore Rometti ha precisato che "la Regione Umbria ha comunque integrato la norma impugnata per evitare il sorgere di ulteriori dubbi sui procedimenti di esproprio". |
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PENALIZZANTE PER LA CALABRIA IL PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO SUI PAGAMENTI DEI DEBITI DELLA P.A. VERSO L’IMPRENDITORIA |
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Catanzaro, 28 maggio 2012 - L’assessore Regionale alle Attività Produttive Antonio Caridi ritiene fortemente penalizzante, oltre che ingiusta, la norma che escluderebbe la Calabria, insieme ad altre regioni meridionali, dal provvedimento assunto dal governo centrale sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti dell’imprenditoria. “Condivisibile è la preoccupazione e giustificato l’allarme – ha dichiarato l’Assessore Caridi - che sono stati espressi dal Governatore Scopelliti e dal Presidente del Consiglio Regionale Talarico in merito all’esclusione degli enti sottoposti al piano di rientro dal deficit della sanità rispetto ai benefici previsti dal decreto compensazioni per i pagamenti alle imprese che vantano crediti dalle pubbliche amministrazioni”. Secondo l’Assessore “non mancherà il massimo impegno ed adeguata attenzione da parte del governo regionale e delle rappresentanze istituzionali per garantire che, in sede di conversione del decreto, sia assicurata parità di trattamento a tutte le regioni, senza esclusioni di sorta. Per la Calabria – ha aggiunto - il testo del decreto, nella sua stesura attuale, rappresenta un’ulteriore penalizzazione che, tra l’altro, rischia di mortificare pesantemente il forte impegno della Giunta regionale orientato ad agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese, nella consapevolezza che sia uno degli strumenti indispensabili per consentire alle aziende di resistere in un momento di pesante e negativa congiuntura economica ma anche per fornire la possibilità di innovare e di investire. In questa direzione – ha concluso Caridi - il Dipartimento Attività Produttive ha avviato specifiche azioni, in coerenza con la linea detta dal Presidente Scopelliti, che vanno comunque accompagnate adeguatamente e non possono rischiare di essere vanificate da provvedimenti illogici che potrebbero segnare una discriminazione tra Regioni”. |
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ECONOMIA: SICLIA, CRISI ALIMENTA PROFITTI ORGANIZZAZIONI CRIMINALI |
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Palermo, 28 maggio 2012 - "La crisi finanziaria che dal 2008 ha messo in difficolta´ le economie dei paesi piu´ avanzati e ha alimentato i profitti delle organizzazioni criminali si e´ sviluppata attraverso tre canali principali: la stretta creditizia delle banche in conseguenza della crisi finanziaria attuale; l´evoluzione territoriale delle organizzazioni criminali italiane; il terzo flusso di risorse proviene direttamente dagli imprenditori". Lo ha detto l´assessore regionale per l´Istruzione e la Formazione professionale, Mario Centorrino, nel suo intervento al convegno ´Crisi di impresa ed Economia criminale´, che si e´ svolto oggi alla facolta´ di Economia dell´Universita´ di Messina. Secondo Centorrino, "Se in passato l´impresa criminale era una diretta espressione dell´organizzazione mafiosa, adesso sta emergendo un nuovo modello di impresa che sceglie di diventare criminale per potersi permettere una concorrenza sleale e quindi elevate rendite. Il principio che tutto e´ lecito e´ passato pericolosamente negli ultimi anni in tutti i settori dal giornalismo alla finanza, dalla politica all´economia. I dati sulla corruzione denunciati dalla Corte dei Conti (60 miliari di euro nel 2011) e la difficolta´ di arginarla con appropriati interventi legislativi ne sono la dimostrazione piu´ evidente. In questo humus sociale e culturale trovano facilita´ di azione le organizzazioni criminali per estendere i loro interessi. E forse passa anche da qui il rimedio per un contrasto efficace all´economia criminale". Alla tavola rotonda hanno partecipato, tra gli altri, i magistrati Antonio D´amato e Giuseppe Minutoli, il preside della facolta´ di Economia, Giovanni Moschella, il docente di Economia aziendale, Francesco Vermiglio, il giornalista Antonio Siracusano. |
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LOMBARDIA: 4,3 MILIONI PER PROGETTI VOLONTARIATO L´ANNUNCIO DURANTE IL CONVEGNO SU BANDI E ASSOCIAZIONISMO |
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Milano, 28 maggio 2012 - La Giunta regionale ha deciso di stanziare una somma complessiva di quasi 4,3 milioni di euro per il biennio 2012/2013, per sostenere i progetti presentati dalle associazioni senza scopo di lucro e di promozione sociale e dalle organizzazioni di volontariato. Lo ha annunciato il 24 maggio l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli durante il convegno ´Bandi regionali Associazionismo e Volontariato 2012-2013: cosa ha prodotto il Gruppo di Lavoro regionale´. Oltre 4 Milioni In Campo - Le risorse saranno erogate, per il 15 per cento (642.000 euro), a sostegno dei progetti presentati dai soggetti iscritti alla sezione regionale del Registro generale regionale del volontariato, mentre l´85 per cento (3.638.000 euro) a sostegno dei progetti presentati dai soggetti iscritti alla sezione provinciale del Registro specifico di ogni singola provincia. ´Sono molto lieto - ha detto Giulio Boscagli - che, nonostante il periodo di grande difficoltà per i bilanci pubblici, sia stato possibile finanziare i bandi per un ammontare complessivo di 4.280.000 euro, di cui 3 milioni a favore delle organizzazioni di volontariato e 1.280.000 a favore delle associazioni. Mi pare importante, inoltre, sottolineare come si sia voluto, nella definizione dei criteri, favorire la progettazione in rete ed il partenariato´. Le attività oggetto di contributo dovranno avere una durata massima di 12 mesi e devono essere avviate e concluse entro il 15 ottobre 2013. I progetti presentati devono perseguire finalità di solidarietà sociale riconducibili ai seguenti ambiti: Sociale, Civile e Culturale. Tavolo Terzo Settore - ´Le organizzazioni iscritte nei nostri registri - ha spiegato l´assessore Boscagli - sono circa 6.400; il contributo che esse portano alla collettività è straordinario. Il Terzo Settore è quindi un elemento strategico, con cui interagire e confrontarsi e allearsi per costruire le politiche di welfare. Proprio da questa consapevolezza si è arrivati alla costituzione del Tavolo Permanente del Terzo Settore, nel 2002, e alla sua ridefinizione e potenziamento attraverso la legge 3 del 2008 che, come lo Statuto di Regione Lombardia, riconosce al Terzo Settore il suo ruolo di tutela, interpretazione ed espressione dei bisogni, assicurandone la consultazione in tema di programmazione e realizzazione della rete delle unità di offerta sociali - socio sanitarie, e garantisce la partecipazione alla definizione delle politiche che più da vicino lo interessano´. Sfide Future - ´Prossimamente - ha proseguito Boscagli - Il Terzo Settore dovrà accrescere la propria qualità organizzativa e gestionale, nonché la capacità di fare rete con altri soggetti. Il nostro compito sarà quello di facilitare questo percorso, puntando con forza su semplificazione, sburocratizzazione e trasparenza. Già da l´anno scorso siamo riusciti, con il contributo anche dei gruppi di lavoro, a rendere completamente informatizzata la procedura per il mantenimento dell´iscrizione ai registri regionali, che fanno riferimento alla Direzione Famiglia ed entro la fine dell´anno, l´informatizzazione sarà completa, rendendo possibile tutte le operazioni come nuove domande di iscrizione, variazioni e i trasferimenti di registro. Un risultato a cui si è arrivati in maniera condivisa anche con l´ausilio di un centro per ogni provincia, in cui è possibile trovare aiuto per la compilazione e richiedere eventuali chiarimenti giuridici o amministrativi´. Patto Per Il Welfare Lombardo - ´E´ nostra intenzione - ha ricordato, in conclusione, l´assessore - proseguire il cammino di confronto e condivisione. Un esempio concreto è il percorso di consultazione pubblica, con gli attori profit e non profit, che si sta avviando al fine di giungere alla sottoscrizione di un nuovo Patto per il welfare lombardo. In questo momento storico, di crisi economica, in cui stiamo ripensando al sistema di welfare, auspichiamo che, anche in questa sfida, il mondo del Terzo settore continui a portare il suo contributo´. Nel dettaglio ecco l´elenco delle risorse (85 per cento), ripartite per le singole province nel biennio 2012-2013 (la prima cifra indica il numero di organizzazioni di volontariato e associazioni, la seconda l´importo in euro) - Bergamo: 862, 483.090 - Brescia: 848, 476.386 - Como: 326, 183.368 - Cremona: 422, 236.112 - Lecco: 303, 169.914 - Lodi: 216, 121.330 - Mantova: 553, 310.092 - Milano: 1391, 782.210 - Monza E Brianza: 429, 240.924 - Pavia: 377, 211.564 - Sondrio: 154, 86.392 - Varese: 600, 336.618. |
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FVG: SALTO DI QUALITÀ NEL COLLOCAMENTO DISABILI |
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Trieste, 28 maggio 2012 - Un servizio di collocamento mirato per i portatori di disabilità sempre più "strutturato" e "personalizzato", in modo da attuare pienamente il principio della parità dei diritti di cittadinanza. È questo l´obiettivo condiviso da Regione Friuli Venezia Giulia, Province e Consulta regionale delle Associazioni di persone disabili e delle loro famiglie, che porterà alla redazione di nuove "linee guida" per far compiere ai Servizi di collocamento un "salto di qualità". Lo ha assicurato l´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi, intervenendo al convegno "La trasformazione del collocamento mirato delle persone disabili", che si è svolto il 25 maggio a Trieste sulla base di un documento elaborato dalla Consulta per fare il punto, a più di dieci anni di distanza, sull´applicazione in Friuli Venezia Giulia della legge nazionale 68 del 1999. Una legge, quella del 1999, che ha segnato un´autentica svolta: dal concetto di collocamento obbligatorio a quello di collocamento mirato, da una logica giuridico-amministrativa a quella di servizio alla persona e alle imprese, che tenga conto cioè delle effettive abilità delle persone e nello stesso tempo delle esigenze puntuali delle imprese. "Soltanto attraverso la partecipazione al lavoro e la stabilizzazione della condizione lavorativa - ha detto l´assessore - la persona disabile può sentirsi parte a pieno titolo della comunità, diventando con piena dignità, cittadino". Accanto all´assessore Angela Brandi, sono intervenuti il presidente della Consulta regionale, Mario Brancati, operatori dei Servizi di collocamento mirato delle Province, psicologi delle Aziende sanitarie, docenti universitari. Il convegno ha permesso di approfondire, attraverso testimonianze e relazioni di esperti, modalità operative ed esperienze concrete, in un confronto a più voci coordinato da Simone Zorzi, psicologo dell´area Servizi per l´handicap dell´Azienda sanitaria "Medio Friuli". Il documento messo a punto dalla Consulta, come ha ricordato il presidente Brancati, è il frutto del lavoro di un Tavolo tecnico istituito, in piena sintonia con la direzione regionale Lavoro, per valutare in modo puntuale e approfondito l´esito delle politiche per l´inserimento occupazionale dei disabili in Friuli Venezia Giulia, il funzionamento concreto dei diversi incentivi e strumenti a disposizione. "Dal documento - ha concluso l´assessore Angela Brandi - emergono prassi positive e proprio per non rischiare di disperderle, stiamo valutando la possibilità di tradurre quanto emerso dal Tavolo tecnico in un documento più strutturato, delle linee guida a cui attenersi". "E questo - ha aggiunto - per conseguire gli obiettivi del collocamento mirato in maniera omogenea su tutto il territorio regionale, affinché la dignità e le legittime aspirazioni di vita delle persone disabili siano il risultato di una politica realmente attenta ai bisogni dei cittadini, di tutti i cittadini di questa regione". |
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BOLZANO: PRESENTATO DAL PRESIDENTE DURNWALDER LO STUDIO ASTAT SULL´IMMIGRAZIONE |
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Bolzano, 28 maggio 2012 - Sono stati presentati il 23 maggio a Palazzo Widmann dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder, gli aspetti ed i dati più significativi dello studio condotto dall´Istituto di statistica provinciale Astat sull´immigrazione in Alto Adige. Presenti alla conferenza stampa anche il direttore dell’Astat, Alfred Aberer e la direttrice dell´Ufficio statistiche demografiche, Johanna Plasinger. “Lo studio condotto dall´Istituto di statistica provinciale Astat sull´immigrazione in Alto Adige rappresenta una fonte di informazioni estremamente interessante e particolareggiata sulla presenza dei cittadini stranieri in Alto Adige e sulla percezione reciproca oggi esistente tra gli stranieri e la popolazione altoatesina” ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il presidente della Provincia, Luis Durnwalder. Lo studio, giunto alla sua seconda edizione ed a distanza di dieci anni dalla sua prima uscita, fornisce quindi un quadro particolareggiato dello “stato dell’arte” a fronte del notevole aumento della presenza di cittadini stranieri in Alto Adige, passati dalle 5000 unità del 1990 ai 41.700 del 2010 ed all’attuale cifra, resa nota nel corso della conferenza stampa, di circa 44.000 persone. Gli stranieri residenti in Alto Adige sono suddivisi abbastanza equamente tra persone provenienti dagli Stati dell’Unione Europea, da altri Stati europei ed infine extraeuropei. L´istituto provinciale di statistica Astat ha condotto il sondaggio presso cittadini autoctoni (750 interviste) e presso cittadini immigrati (565) toccando tematiche che spaziano dalla situazione familiare e sociale degli stranieri a quella abitativa, dagli aspetti normativi al lavoro. Vengono trattati aspetti quali il soggiorno in Alto Adige, l´integrazione e la situazione sociale, ma anche l´inserimento nel lavoro o nel sistema scolastico. Altri quesiti hanno fatto riferimento ad opinioni ed atteggiamenti degli stranieri ed al loro benessere soggettivo, e viceversa all´autopercezione degli altoatesini autoctoni ed i loro atteggiamenti. Lo studio Astat ha preso in esame anche la politica verso gli stranieri e la situazione legislativa al riguardo. |
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POLITICHE DEL LAVORO: ACCORDO QUADRO REGIONE UMBRIA -ITALIA LAVORO |
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Perugia, 28 maggio 2012 - Fare di tutto, in un momento difficile, per favorire lo sviluppo dell’occupazione, in modo particolare per i giovani, ma anche per chi il lavoro ce l’aveva e l’ha perso, attraverso il miglioramento dei servizi e delle strutture per l’impiego e delle tecnicalità rivolte a favorire il massimo dell’incontro tra domanda e offerta: è questa la “filosofia” e gli obiettivi dell’Accordo quadro con “Italia lavoro spa” approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi. Italia lavoro è l’agenzia tecnica del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il suo rapporto di collaborazione con la Regione dell’Umbria data da almeno un decennio ed è stato positivamente messo alla prova nella gestione dei cosiddetti ammortizzatori sociali ed in altre azioni e progetti elaborati e “prodotti” in Umbria. “Le due parti, in modo particolare la Giunta regionale, hanno deciso di rendere questo rapporto più stringente e di “istituzionalizzarlo” con un accordo formale, – ha dichiarato Riommi – in considerazione della crescita della disoccupazione e della inoccupazione che, in modo particolare tra i giovani, si configura ormai come una vera e propria emergenza nazionale” Italia lavoro metterà le sue strutture a disposizione della Regione e svolgerà un ruolo di supporto tecnico che, come è stato in questi anni, unendosi alla sperimentata esperienza degli uffici regionali sarà finalizzata a migliorare la performance della programmazione, a sviluppare le politiche dedicate ai giovani e ad intervenire nel campo cruciale della formazione professionale come strumento primo per l’incontro tra l’offerta e la domanda di lavoro. “Siamo del tutto consapevoli - ha detto ancora Riommi – che la creazione di nuovi posti di lavoro è principalmente affidata alla ripresa dell’economia, alla produzione industriale, all’aumento del pil, in una politica che, insieme alla tenuta dei conti pubblici ponga in primo piano le esigenze della crescita; e purtuttavia siamo consapevoli che può essere utile ‘agire’ anche dal punto di vista della ‘calibratura’ e del miglioramento dei servizi e degli strumenti tecnici finalizzati alla formazione e all’occupazione”. |
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TRENTO, FAMIGLIE E PRIMA CASA: UN ENTE DI GARANZIA PER L´ACCESSO AL CREDITO COSTITUITO DAI CONFIDI CON IL SUPPORTO DELLA PROVINCIA |
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Trento, 28 maggio 2012 - "Accanto alle misure assunte per favorire l´accesso al credito da parte delle imprese, che producono effetti positivi anche sul versante del lavoro e quindi dei redditi, è stato adottato, con il disegno di legge 307 appena licenziato dal Consiglio, un intervento importante sul versante dell´accesso al credito da parte delle famiglie per l´acquisto o la ristrutturazione della prima casa. Le famiglie, infatti, specie quelle che nonostante la crisi sono riuscite a realizzare dei risparmi, in questa fase devono essere comunque ´accompagnate´ verso le banche con opportune garanzie, per avere accesso ai mutui. Ciò potrà ora avvenire attraverso un ente gestore creato di comune accordo dagli enti di garanzia, con la cooperazione dei soggetti del settore immobiliare e del notariato, e con il supporto della Provincia autonoma, che mette a disposizione un fondo di circa 1,5 milioni di euro. Si tratta, è bene precisarlo, di mutui che comunque registrano bassissimi livelli di sofferenze". Così l´assessore alle politiche sociali Ugo Rossi ha commentato il 25 maggio la misura contenuta all´articolo 6 della nuova legge, proposta dalla Giunta e approvata l´altroieri dal Consiglio, sugli interventi urgenti per favorire la crescita e la competitività del territorio. L´intervento della Provincia e degli enti di garanzia in favore delle famiglie che richiedono un mutuo per l´acquisto della prima casa era già stato previsto da un articolo della legge Finanziaria. Ciò in ragione delle mutate condizioni del sistema creditizio, a seguito della crisi economica: in precedenza, infatti, il mutuo veniva concesso sulla base una garanzia ipotecaria, che ora non è più sufficiente. Da un lato, quindi, le famiglie richiedenti devono avere accantonato risparmi più cospicui che in passato. Dall´altro, la loro garanzia dev´essere "consolidata", cosa che la Provincia si è proposta di fare attraverso gli enti di garanzia. La legge 307, all´articolo 6, ha modificato il precedente articolo della Finanziaria, innanzitutto estendendo la garanzia non solo ai mutui per l´acquisto della prima casa ma anche a quelli per la ristrutturazione della stessa. In secondo luogo, gli enti di garanzia, anziché intervenire direttamente, hanno deciso di dare vita ad un soggetto unico, un ente gestore, nel quale interverranno anche gli attori del settore delle costruzioni e del notariato. La Provincia a sua volta mette a disposizione un fondo di garanzia, limitato nell´importo, perché in realtà le sofferenze che si registrano in questo settore sono molto basse, ma in grado di "sbloccare" la concessione del mutuo per molte famiglie, cosa che, indirettamente, produrrà effetti positivi anche sul versante delle imprese. |
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“DONNE E TECNOLOGIE INFORMATICHE” DISPARITÀ DI GENERE NELLA SCELTA DEGLI STUDI, MA IL MERCATO DEL LAVORO DI FATTO PREMIA LE DONNE. |
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Venezia, 28 maggio 2012 – Sono soltanto il 15,55% su 926 studenti nuovi iscritti alla medesima area, le ragazze immatricolate a percorsi di laurea connessi all’Information & Communication Technology (Ict) nelle Università del Veneto per l’anno accademico 2010-11: esattamente 144 rispetto ai 782 colleghi maschi. Ma pur trattandosi di una scelta fatta da una bassa percentuale di studentesse (pari all’1% delle immatricolazioni complessive regionali femminili) ben l’80% di loro trova lavoro entro un anno dalla laurea magistrale, percentuale che arriva alla piena occupazione (100%) a tre anni dal conseguimento del titolo. E ancora, alla prova occupazionale le giovani raggiungono condizioni migliori sia rispetto alle colleghe di altre aree, sia rispetto ai colleghi maschi: percependo un reddito superiore alla media femminile regionale complessiva e, in qualche caso, anche a quella nazionale. I dati sintetizzano quanto risalta dal volume “Donne e tecnologie informatiche” a cura di E.boschetto,a.candiello, A.cortesi e F.fignani, Edizioni Ca’ Foscari. La ricerca, promossa dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Veneto e condotta dal Dipartimento di Scienze ambientali, Informatica e Statistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha inteso indagare il gender gap nell’ambito dell’Ict prendendo in esame i dati delle immatricolazioni e delle lauree nelle università venete e del resto del territorio nazionale, nonché rapporti ufficiali, norme ed esiti occupazionali. L’importante lavoro e i suoi risultati saranno presentati in un incontro pubblico martedì 29 maggio alle 10 presso l’aula Baratto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. «Dalla ricerca emerge evidente come la disparità di genere si verifichi in ingresso, ossia al momento delle iscrizioni all’Università: le donne che scelgono gli studi informatici sono, infatti, ancora una piccola minoranza rispetto agli uomini, ma non lo sono in uscita» sottolinea Agostino Cortesi, docente di Ca’ Foscari che ha guidato il gruppo di ricerca. «Questa disparità si può però ridurre intervenendo con maggiore efficacia nell’orientamento alla scelta del percorso universitario e smentendo stereotipi di tipo culturale secondo i quali questo tipo di studi non sono adatti alle donne. Il tema è peraltro di grande attualità: ridurre il gender gap in un’area strategica come quella delle Ict può costituire una grande opportunità di crescita, sia sociale che economica, sulla quale in momenti di grande incertezza e ripensamento come quelli che viviamo vale la pena di investire con decisione». L’importanza strategica di intervenire sulla fase di orientamento agli studi è evidenziata anche da Simonetta Tregnago, presidente della Commissione regionale Pari opportunità, che afferma: «Alla luce di quanto emerge dai dati occupazionali analizzati dall’indagine, le ragazze che si trovano ad affrontare una scelta così rilevante per il proprio futuro come quella universitaria andrebbero incoraggiate a iscriversi ad aree scientifiche e informatiche. Le tecnologie informatiche e il mondo del web racchiudono un forte potenziale di trasformazione in termini di occupazione e di empowerment per le donne». «Tra gli obiettivi di questo lavoro – continua -, anche quello di stimolare un dibattito tecnico e culturale per superare i pregiudizi che considerano il settore delle Ict prettamente maschile». Ad aprire i lavori della giornata di martedì 29 maggio sarà Marialuisa Coppola, assessore regionale all’Economia e sviluppo, Ricerca e innovazione a cui seguirà la presentazione di Agostino Cortesi, prorettore dell’Università Ca’ Foscari. Alla tavola rotonda interverranno Michele Bugliesi, direttore del Dipartimento di Scienze ambientali Informatica e statistica di Ca’ Foscari, Silvana Castano, presidente dell’Associazione degli Informatici Italiani (Grin), e Isabella Chiodi, vicepresidente di Ibm Italia. Le conclusioni sono affidate alla presidente Cpo Simonetta Tregnago, a coordinare i lavori la vicepresidente Cristina Greggio. |
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"PICCOLI PASSI PER AIUTARLI A CRESCERE": IN PUGLIA PRESENTATA LA CAMPAGNA PER NEOMAMME
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Bari, 28 maggio 2012 - L’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, ha presentato il 24 maggio la campagna “Piccoli passi per aiutarli a crescere”, per la promozione della salute del bambino, realizzata da Regione e Ares. Principalmente si tratta della distribuzione di un libretto realizzato a cura delle dott.Sse Maria Grazia Faschino e Vera Meneghello presso le maternità degli ospedali pugliesi, con utili indicazioni per i primi passi nel mondo della genitorialità. “Sulla stampa – ha chiosato l’assessore – troppo spesso si parla della cosiddetta malasanità, senza alcun equilibrio con quello che di buono accade nei nostri ospedali. La proporzione buone notizie/cattive notizie è sicuramente sproporzionata. Con questa iniziativa intendiamo intraprendere un percorso per l’umanizzazione della sanità. E passare da un modello di salute basato unicamente sulle prestazioni sanitarie, che ha origine nella formazione dei medici e che si scontra con la scarsità di risorse umane, ad uno che abbia un approccio basato sulla promozione attiva della salute”. “La prevenzione primaria – prosegue - l’orientamento al benessere psicofisico, il miglioramento dell’ambiente possono dare risultati per la tutela della salute. Intendiamo salvaguardare così tutti gli elementi di universalità del sistema: evitando di curare, con la prevenzione”. Ma Attolini non ha risparmiato stoccate alle politiche del Governo centrale: “Al Governo stanno minando tutto il sistema del welfare. Eppure speriamo di far uscire la Puglia dal piano di rientro; ma ci troviamo di fronte all’improvviso blocco del riparto del fondo sanitario senza neppure sapere il perché. Per la Puglia mancano all’appello 109 milioni di euro per i progetti di piano. Tutto questo a fronte di atti di vero e proprio eroismo che accadono ogni giorno nelle corsie proprio per garantire l’universalità delle cure”. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il Dg del Policlinico, Vitangelo Dattoli, il direttore Ares Francesco Bux, il dirigente Ares Ambrogio Aquilino e la curatrice del libretto, Maria Grazia Foschino. “Una lettura che mette un po’ di ottimismo” – ha commentato Bux, mentre per Dattoli “è un’occasione per una struttura come la nostra che si occupa di acuzie di discutere di prevenzione e di rapporto con il territorio”. Per la dott.Ssa Foschino, psicologa, infine “il libretto è l’inizio di una collana. Non è un ricettario, ma uno strumento in mano ai genitori, per valorizzare le relazioni genitori-figli che si instaurano nei primissimi momenti della vita e che poi sono alla base dello stato della salute del bambino nei periodi successivi”. Il libretto viene donato in una valigetta alle neomamme, sarà tradotto in varie lingue e con l’aiuto del sito web del Policlinico di Bari si trasformerà nella base per uno strumento interattivo con forum per discussioni e domande. |
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CONFERMATO AUMENTO QUALITÀ ASILI NIDO ROMA |
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Roma, 28 maggio 2012 - «La valutazione che un ente terzo, indipendente dall’Amministrazione capitolina, ha effettuato, sottolineando il miglioramento costante e progressivo nella percezione della qualità del servizio degli asili nido cittadini da parte delle famiglie, conferma che le mamme e i papà della nostra città apprezzano quanto Roma Capitale sta facendo per offrire risposte a loro e ai loro bambini su questo fronte. Perché le politiche educative sono anche politiche familiari». È quanto dichiara l’assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo, commentando la presentazione della relazione annuale dell´Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, tenutasi oggi nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio. «La relazione dell’Agenzia - spiega l’Assessore capitolino - secondo cui la qualità percepita del servizio asili nido è passata da un giudizio di 5.2 punti nel 2007 fino al 6.3 attuale è una bella iniezione di fiducia, oltre che un attestato di stima per il lavoro svolto in questi anni da me e dal precedente assessore. Fa piacere, in un momento particolarmente difficile, che sia stata rilevata l’attenzione dell’Amministrazione alla qualità della vita dei romani e l’impegno profuso per rendere sempre più efficienti i servizi di pubblica utilità. Tra questi, un ruolo di primo piano spetta a quelli per l’infanzia, che vanno a incidere in modo importante sulla possibilità per le famiglie di conciliare il lavoro con l’accudimento dei figli. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando per venire incontro alle loro necessità. Perché è attraverso queste politiche che si costruisce il futuro, ma anche il presente della nostra città», conclude De Palo. |
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IL GRUPPO “FEDERLAZIO-DONNE” INCONTRA BANCA IMPRESA LAZIO |
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Roma, 28 maggio 2012 - Si è svolto il 24 maggio un incontro tra una rappresentanza di imprenditrici del gruppo “Federlazio-donne” e la Bil (Banca Impresa Lazio). Presenti all’incontro, tra gli altri, il Presidente di Bil Donatella Visconti e il Direttore Generale Alberto Pedretti, il Presidente di Federlazio-donne Cristina Paoluzi e il Direttore Generale della Federlazio Giovanni Quintieri. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati alcuni degli strumenti che Banca Impresa Lazio mette a disposizione per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese della regione. Inoltre, è stato anche l’occasione per un confronto diretto grazie al quale il Coordinamento della Federlazio ha potuto esporre le esigenze delle imprenditrici donne. L’incontro con Bil si colloca all’interno di una serie di incontri itineranti che Federlazio-donne sta organizzando e che permetterà di riunire varie imprenditrici del gruppo direttamente presso le aziende, in modo da favorire la conoscenza reciproca e le eventuali possibilità di collaborazioni professionali. |
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