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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Ottobre 2012
Politica
VERTICE UE: I DEPUTATI CRITICANO LA MANCANZA DI AZIONE  
 
 Strasburgo, 24 ottobre 2012 - I deputati sono stati per la maggior parte in favore dell´accordo sulla vigilanza del sistema bancario raggiunto durante il vertice europeo del 18-19 ottobre. Molti hanno manifestato delle preoccupazioni relative ai tempi necessari per passare all´azione. Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha indicato che il meccanismo di vigilanza unico è vitale per prevenire i rischi bancari e i possibili contagi negli altri paesi. "La vigilanza europea del sistema bancario è il primo passo, essenziale, per l´avvio di un quadro integrato del sistema finanziario". Se si troverà un accordo in gennaio 2013, è possibile passare all´azione già durante il prossimo anno. "Abbiamo una grande responsabilità e non possiamo permetterci di perdere altro tempo". José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea - "La realtà è che la crisi è ancora tra noi. Troppi Stati membri sono in fase di recessione e disoccupazione, preoccupati di una possibile lesione della coesione sociale. Alcuni progressi sono stati fatti, ma non abbastanza... È tempo di passare all´azione". Joseph Daul, leader del Partito popolare europeo (Ppe) - "Una delle lezioni della crisi è che non possiamo escludere alcuni settori dalle legislazioni comuni. Per esempio il settore bancario. Ecco perché il Ppe sostiene la proposta del Consiglio di creare un sistema europeo di vigilanza bancaria. Ogni passo indietro avrà un impatto sull´intero sistema". Hannes Swoboda, leader del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&d) - Il vertice avrebbe dovuto focalizzarsi maggiormente sulla crescita. "Non è un patto sulla crescita quello che vogliamo, ma un politica per la crescita!". Sull´urgenza del sistema europeo di vigilanza bancaria: "Non vorremmo avere questa scadenza, ma non possiamo permetterci di far peggiorare la crisi. Questo per noi è inaccettabile". Guy Verhofstadt, leader del gruppo liberale (Alde) e Martin Callanan (Ecr) hanno criticato il vertice per aver congelato il progetto sulla vigilanza bancaria fino alle elezioni federali in Germania. "È un atto irresponsabile: non possiamo aspettare nove mesi prima di implementare qualcosa che potremmo approvare come legislazione prima della fine dell´anno" ha sottolineato Verhofstadt. "L´unica novità emersa dal vertice è che esso rappresenta l´ennesima opportunità persa" ha indicato Callanan.. Rebecca Harms, leader dei Verdi - "Abbiamo bisogno di superare le politiche di austerità. Il rilancio può essere fatto unicamente da politiche di crescita". Gabriele Zimmer, leader del gruppo Gue/ngl - Sull´urgenza del sistema europeo di vigilanza bancaria: "Prendiamoci il tempo necessario per essere sicuri che stiamo parlando di ricapitalizzazione delle banche nazionali". Nigel Farage, vicepresidente del gruppo Efd a Barroso: "Lei è peggio di quel che pensavo. Pensavo sarebbe stata solamente un´unione federale, ma al momento sembra che voglia una totale sottomissione degli stati alle istituzioni non democratiche di Bruxelles".  
   
   
BILANCIO UE 2013: EVITARE IL BLOCCO DEI PAGAMENTI E INVESTIRE IN CRESCITA E LAVORO  
 
Strasburgo, 24 ottobre 2012 - Per permettere all´Ue di pagare i conti del 2013 è necessaria una retromarcia sui tagli proposti dal Consiglio al progetto di bilancio presentato dalla Commissione, secondo quanto affermano i deputati in una risoluzione approvata martedì. Riattivare i fondi per i pagamenti del 2013 aiuterebbe a proteggere alcuni importanti programmi europei, come Erasmus Mundus e il Fondo Sociale, ora fermi per il blocco dei pagamenti di quest´anno. Per creare crescita e lavoro, il Parlamento ha respinto 1,9 miliardi di euro di tagli proposti dal Consiglio a luglio, in aree come la ricerca, l´imprenditoria e le misure per l´impiego, che i deputati ritengono vitali per dare un impulso all´economia. Tra i programmi colpiti da questi tagli vi sono l´Erasmus Mundus, il Lifelong Learning e il Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo, i cui fondi sono quasi finiti nel 2012 e per i quali la Commissione ha dovuto presentare oggi un bilancio correttivo. I tagli proposti dal Consiglio minacciano anche tre nuove autorità europee, quella bancaria, quella su strumenti finanziari e mercati e quella sulle pensioni. Il deputato italiano Giovanni La Via (Ppe), responsabile per il Parlamento per la parte più sostanziosa del bilancio comunitario, vuole evitare deficit di bilancio nel 2013 e ha dichiarato: "L´abbiamo visto arrivare e vogliamo evitare un altro patchwork nel bilancio del prossimo anno. L´ultima cosa di cui che aziende, ricercatori, studenti e altri beneficiari dei programmi dell´Ue hanno bisogno è l´incertezza sulla possibilità per la Commissione di onorare gli impegni presi. Speriamo che i ministri delle Finanze degli Stati membri riconoscano ciò e diano seguito al Patto di crescita concordato fra i loro capi di Stato e di governo in occasione del vertice di giugno". Sostegno a politiche regionali, agricoltura e processo di pace in Medio Oriente Per le politiche regionali, i deputati hanno votato la reintroduzione di 1,6 miliardi di euro tagliati dal Consiglio e bocciato molti dei tagli proposti nell´agricoltura. Per il processo di pace nel Medio Oriente e in Palestina, i deputati hanno votato non solo per ripristinare i 200 milioni di euro previsti nella bozza di bilancio della Commissione, ma per aggiungere altri 100 milioni a questo capitolo di spesa. Amministrazione: far di più con meno risorse - I deputati hanno anche approvato tagli ulteriori per 8,9 milioni di euro al bilancio del Parlamento, rispetto alla proposta iniziale. Ciò significherebbe un aumento del bilancio dell´1,9% rispetto al 2012, al pari dell´inflazione. Tuttavia, in effetti, si tratta di una riduzione in termini reali, poiché quello per il 2013 include, a differenza del 2012, anche i costi aggiuntivi per l´ingresso della Croazia nell´Ue. Prossimi passi - Dall´entrata in vigore del trattato di Lisbona, c´è solo una lettura del progetto di bilancio della Commissione, seguita immediatamente da 21 giorni di conciliazione tra il Consiglio e il Parlamento. La conciliazione inizierà durante la serata di venerdì 26 ottobre, con un incontro finale venerdì 9 novembre. Se si raggiungerà un accordo, il bilancio sarà inserito in una votazione finale nella sessione plenaria di novembre. La risoluzione è stata approvata con 492 voti a favore, 123 contrari e 82 astensioni.  
   
   
UE, BILANCIO 2014-2020, I DEPUTATI AGLI STATI MEMBRI: "FAR SEGUIRE ALLE PAROLE I FATTI "  
 
Strasburgo, 24 ottobre 2012 - Le risorse finanziarie comunitarie destinate a competitività e ricerca devono essere incrementate come promesso da tutti i leader Ue durante il Consiglio europeo del giugno 2012. È quanto chiedono i deputati in una risoluzione, approvata martedì, che invita i governi nazionali a non proporre tagli alle politiche suscettibili di creare crescita, quando adotteranno la propria posizione per i negoziati finali sulle prospettive finanziarie Ue di lungo termine. Ivailo Kalfin (S&d, Bg) e Reimer Böge (Ppe, De), i due deputati responsabili per il bilancio comunitario 2014-2020, conosciuto come quadro finanziario multi-annuale (Qfm), hanno accolto con favore la forte presa di posizione del Parlamento europeo che, approvando a larga maggioranza (517 voti a favore, 105 contrari e 63 astensioni) la loro risoluzione, invia un messaggio chiaro ai Capi di Stato e di governo che si riuniranno il 22 e 23 novembre prossimi per un Vertice dedicato appunto al Qfm. I deputati hanno sottolineato che un bilancio per la zona euro dovrebbe essere comunque soggetto al controllo democratico delle istituzioni esistenti e che, come previsto dai trattati, qualsiasi nuova capacità finanziaria dell´Unione deve essere parte del bilancio generale comunitario. Le risorse devono essere pari alle ambizioni - In risposta alle minacce di alcuni Stati membri di forti tagli alla proposta di bilancio presentata dalla Commissione, i deputati chiedono al Consiglio, nel caso tali tagli fossero proposti, di indicare chiaramente e pubblicamente quali sono le politiche o i progetti che s´intende abbandonare. "La strada per l´inferno è lastricata di buone intenzioni. Gli Stati membri sono molto bravi ad approvare obiettivi ambiziosi come il recente Patto di crescita l´Europa ... Ma quando si tratta di sostenere gli obiettivi con i finanziamenti necessari, i ministri delle Finanze prendono il sopravvento. Se l´Unione europea non fa seguire alle parole i fatti, non riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi, con conseguente ulteriore perdita di legittimazione nei confronti dei nostri cittadini e dei nostri partner internazionali", ha detto il co-relatore Kalfin. Investire in ricerca e competitività per combattere la crisi - Secondo i deputati, le misure prese sin dal 2008 non hanno ancora arrestato la crisi finanziaria ed economica. Sostenendo che un bilancio comunitario robusto e adeguato alle sfide è necessario per facilitare e coordinare gli sforzi nazionali, chiedono un "aumento significativo" delle risorse disponibili per competitività, sviluppo delle piccole imprese, imprenditoria, infrastrutture sostenibili e ricerca e innovazione. Vista inoltre la necessità di garantire investimenti pubblici in crescita e occupazione, i deputati chiedono inoltre che le risorse destinate alla politica di coesione e a quella agricola siano mantenute "almeno al livello del periodo 2007-2013", pur migliorandone l´uso. Risorse proprie - Il Parlamento desidera un sistema di finanziamento dei bilanci comunitari più trasparente e giusto, senza sconti o meccanismi correttivi. In un´altra risoluzione, approvata sempre martedì, i deputati chiedono un sistema per il versamento di una parte dell´Iva nel bilancio comunitario più semplice. Inoltre, i deputati sostengono la prevista introduzione di una tassa sulle transizioni finanziarie, da destinare a ridurre i contributi nazionali di quei paesi che hanno scelto di introdurla. Prossime tappe - Un Vertice europeo dedicato al prossimo Qfm avrà luogo il 22 e 23 novembre con l´obiettivo di trovare un accordo politico per far partire i negoziati fra Consiglio e Parlamento. Il Parlamento ha potere di veto sul regolamento che stabilisce il Qfm, che fissa i limiti alle spese per tutti i capitoli di bilancio e per ogni anno del periodo considerato. I deputati decidono, insieme al Consiglio, anche i programmi multi annuali da svolgere durante il periodo del bilancio.  
   
   
BILANCIO UE 2013: EVITARE IL BLOCCO DEI PAGAMENTI E INVESTIRE IN CRESCITA E LAVORO  
 
Strasburgo, 24 ottobre 2012 - Per permettere all´Ue di pagare i conti del 2013 è necessaria una retromarcia sui tagli proposti dal Consiglio al progetto di bilancio presentato dalla Commissione, secondo quanto affermano i deputati in una risoluzione approvata martedì. Riattivare i fondi per i pagamenti del 2013 aiuterebbe a proteggere alcuni importanti programmi europei, come Erasmus Mundus e il Fondo Sociale, ora fermi per il blocco dei pagamenti di quest´anno. Per creare crescita e lavoro, il Parlamento ha respinto 1,9 miliardi di euro di tagli proposti dal Consiglio a luglio, in aree come la ricerca, l´imprenditoria e le misure per l´impiego, che i deputati ritengono vitali per dare un impulso all´economia. Tra i programmi colpiti da questi tagli vi sono l´Erasmus Mundus, il Lifelong Learning e il Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo, i cui fondi sono quasi finiti nel 2012 e per i quali la Commissione ha dovuto presentare oggi un bilancio correttivo. I tagli proposti dal Consiglio minacciano anche tre nuove autorità europee, quella bancaria, quella su strumenti finanziari e mercati e quella sulle pensioni. Il deputato italiano Giovanni La Via (Ppe), responsabile per il Parlamento per la parte più sostanziosa del bilancio comunitario, vuole evitare deficit di bilancio nel 2013 e ha dichiarato: "L´abbiamo visto arrivare e vogliamo evitare un altro patchwork nel bilancio del prossimo anno. L´ultima cosa di cui che aziende, ricercatori, studenti e altri beneficiari dei programmi dell´Ue hanno bisogno è l´incertezza sulla possibilità per la Commissione di onorare gli impegni presi. Speriamo che i ministri delle Finanze degli Stati membri riconoscano ciò e diano seguito al Patto di crescita concordato fra i loro capi di Stato e di governo in occasione del vertice di giugno". Sostegno a politiche regionali, agricoltura e processo di pace in Medio Oriente - Per le politiche regionali, i deputati hanno votato la reintroduzione di 1,6 miliardi di euro tagliati dal Consiglio e bocciato molti dei tagli proposti nell´agricoltura. Per il processo di pace nel Medio Oriente e in Palestina, i deputati hanno votato non solo per ripristinare i 200 milioni di euro previsti nella bozza di bilancio della Commissione, ma per aggiungere altri 100 milioni a questo capitolo di spesa. Amministrazione: far di più con meno risorse - I deputati hanno anche approvato tagli ulteriori per 8,9 milioni di euro al bilancio del Parlamento, rispetto alla proposta iniziale. Ciò significherebbe un aumento del bilancio dell´1,9% rispetto al 2012, al pari dell´inflazione. Tuttavia, in effetti, si tratta di una riduzione in termini reali, poiché quello per il 2013 include, a differenza del 2012, anche i costi aggiuntivi per l´ingresso della Croazia nell´Ue. Prossimi passi - Dall´entrata in vigore del trattato di Lisbona, c´è solo una lettura del progetto di bilancio della Commissione, seguita immediatamente da 21 giorni di conciliazione tra il Consiglio e il Parlamento. La conciliazione inizierà durante la serata di venerdì 26 ottobre, con un incontro finale venerdì 9 novembre. Se si raggiungerà un accordo, il bilancio sarà inserito in una votazione finale nella sessione plenaria di novembre. La risoluzione è stata approvata con 492 voti a favore, 123 contrari e 82 astensioni.  
   
   
IL BUDGET DELL´UE  
 
Bruxelles, 24 ottobre 2012 - E’ stata aggiornata la carta sul budget dell´Unione europea con gli ultimi dati pubblicati nel rapporto finanziario del 2011 della Commissione europea. Quale è la somma totale degli investimenti dell´Unione europea in Italia? E negli altri paesi? Come viene distribuito il denaro e da dove viene? Le negoziazioni sul budget 2013 sono ancora in corso: ecco i dati aggiornati per rispondere alle vostre domande. Nel 2011 la Svezia ha ricevuto 1,76 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 996 milioni (il 57%) sono stati destinati all´agricoltura, ben al di sopra della media europea del 49%. Al contrario, la spesa per la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ammontava a 358 milioni (il 20%), che è ben al di sotto della media europea del 36%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata di 269 milioni, quasi il 17%, ben al di sopra della media europea pari all´11%. Nel 2011 la Finlandia ha ricevuto 1,29 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 795 milioni (il 62%) sono stati destinati all´agricoltura, sostanzialmente più della media europea del 49%. La spesa per la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") è stata di 303 milioni (il 23%). La spesa per la ricerca e lo sviluppo ha ottenuto 154 milioni, il 12%, ben al di sotto della media europea pari all´8%. Nel 2011 la Lituania ha ricevuto 1,65 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 977 milioni (il 59%) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), sostanzialmente più della media europea (il 36%). La spesa agricola ammontava a 536 milioni (il 32%). Come in altri "nuovi" Stati membri, la quota della spesa agricola finanziata dall´Unione europea a Cipro era al di sotto della media europea pari al 49%, in parte dovuto alle misure transitorie stabilite quando Cipro ha aderito all´Unione europea. La spesa per la ricerca e lo sviluppo (di cui 5,5 milioni per lo smantellamento nucleare) ammontava a 93 milioni (quasi il 6%), un po´ al di sotto della media europea pari all´11%. Nel 2011 la Polonia ha ricevuto 14,44 di euro miliardi in finanziamenti europei. La Polonia è di gran lunga il maggior beneficiario dei finanziamenti per la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"): 9,63 miliardi nel 2011. Nonostante la grandezza del settore agricolo in Polonia, la quota destinata alla spesa agricola è stata del 30%, che è ben al di sotto della media europea (il 49%). Questo è dovuto alle misure transitorie stabilite quando la Polonia ha aderito all´Unione europea. I programmi di ricerca e sviluppo finanziati dall´Unione europea ammontavano al 2% della spesa totale europea in Polonia, ben al di sotto rispetto alla media europea dell´11%. Nel 2011 la Repubblica Ceca ha ricevuto 3.03 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 1,77 miliardi (il 58%) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), il doppio rispetto alla media europea che è pari al 36%. La spesa agricola rappresentava 1,13 miliardi (il 37%), ben al disotto della media europea del 49%, in parte dovuto a misure transitorie stabilite quando la Repubblica Ceca ha aderito all´Unione europea. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava solo al 2,5% della spesa totale dell´Unione europea nella Repubblica Ceca, a confronto con la media europea dell´11%. Nel 2011 la Slovacchia ha ricevuto 1,79 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 1,06 miliardi (il 59%) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), sostanzialmente più della media europea pari al 36%. La spesa agricola ammontava a 648 milioni (il 36%). Come in altri "nuovi" Stati membri, la quota della spesa agricola finanziata dall´Unione europea era al di sotto della media europea pari al 49%, in parte dovuto alle misure transitorie stabilite quando la Slovenia ha aderito all´Unione europea. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata di 41 milioni, il 2%, ben al di sotto della media europea pari all´11%. Nel 2011 l´Ungheria ha ricevuto 5,33 miliardi di euro in finanziamenti europei. Di questi, 3,64 miliardi (il 68%) sono stati destinati alla spesa per la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), sostanzialmente più della media europea pari al 36%. La spesa agricola ammontava a 1,5 miliardi (il 28%) della spesa totale dell´Unione europea. Come in altri "nuovi" Stati membri, la quota della spesa agricola finanziata dall´Unione europea era al di sotto della media europea pari al 49%, in parte dovuto alle misure transitorie stabilite quando l´Ungheria ha aderito all´Unione europea. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava a 112 milioni, il 2%, ben al di sotto della media europea pari all´11%. Nel 2011 la Romania ha ricevuto 2,66 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 1,69 miliardi (il 64%) sono stati destinati alla spesa agricola. La politica regionale (770 milioni) ammontava al 26%, significativamente al di sotto della media europea del 36%. Nel 2011 la Romania è stata anche uno dei pochi Paesi a ricevere dei finanziamenti da parte dello Strumento di assistenza preadesione: 129 milioni (il 5%) del totale della spesa europea in Romania. Nel 2011 la Bulgaria ha ricevuto 1,11 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 443 milioni (il 40%) sono stati destinati alla spesa agricola, ma la quota della Bulgaria era sotto la media europea pari al 49%, in parte dovuto alle misure transitorie stabilite quando la Bulgaria ha aderito all´Unione europea. La politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ammontavano a 539 miliardi, o al 49%, che è esattamente la media europea. La Bulgaria è stata uno dei pochi Paesi che abbia ricevuto finanziamenti nel 2011 dallo Strumento di assistenza preadesione pari a 13 milioni di euro. Nel 2011 la Grecia ha ricevuto 6,54 di euro miliardi in finanziamenti europei. Di questi, 2,89 miliardi (il 44%) sono stati destinati all´agricoltura, risultando poco al di sopra della media europea pari al 49%. La politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ammontava a 3,33 miliardi (il 51%), sostanzialmente più della media europea pari al 36%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo hanno richiesto 220 milioni (il 3%), cioè meno della metà della media europea pari all´11%. Nel 2011 la Danimarca ha ricevuto 1.47 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 1,09 miliardi (il 74%) sono stati destinati alla spesa agricola, facendola diventare la categoria per la quale si è più speso in Danimarca, superando di gran lunga la media europea del 36%. La politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") al contrario, rappresenta solo il 13%, ben al disotto della media europea che è del 36%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava a 190 milioni di euro (il 13%), la media europea è invece dell´11%. Nel 2011 la Germania ha ricevuto 12,13 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 6,84 miliardi (il 56%) sono stati destinati all´agricoltura, che è al di sopra della media europea pari al 49%. La politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ammontava a 3,45 miliardi (il 28%), ben al di sotto della media europea che è del 36%, ma è comunque una quota significativa per un "vecchio" Stato membro. Questo a causa degli accordi per l´unificazione della Germania per cui alcuni Bundesländer (stati) ricevevano ancora fondi di bilanciamento nel 2011. La ricerca e lo sviluppo hanno ottenuto 1,58 miliardi (il 13%), sostanzialmente più della media europea (l´11%). Nel 2011 l´Austria ha ricevuto 1,88 miliardi di euro in finanziamenti europei. Di questi, 1,31 miliardi (il 70%) sono stati destinati alla spesa agricola, ben al di sopra della media europea pari al 49%. Al contrario, la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ammontava solo a 219 milioni (il 12%), molto al di sotto della media europea pari al 36%. La ricerca e lo sviluppo sono costati 283 milioni (il 13%), ben al di sopra della media europea pari all´11%. Nel 2011 l´Italia ha ricevuto 9,59 miliardi di euro in finanziamenti europei. La spesa agricola ammontava a 5,99 miliardi (il 62%), contro la media europea del 49%. La politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ha richiesto 2,34 miliardi (il 24%), ben al di sotto della media europea pari al 36%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava al 9%, meno della media europea dell´11%. Nel 2011 la Francia ha ricevuto 13,16 miliardi di euro in finanziamenti europei. La Francia è di gran lunga il maggior beneficiario della spesa agricola europea, 9,54 miliardi nel 2011, pari al 72% del totale della spesa dell´Unione europea in Francia. La Francia ha ricevuto un finanziamento per la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") inferiore alla media europea (36%) pari al 13%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava al 10%. Nel 2011 la Spagna ha ricevuto 13,6 miliardi di euro in finanziamenti europei. Di questi, la maggior parte sono stati destinati all´agricoltura e alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"). La spesa agricola ammontava a 7,09 miliardi (il 52%), poco al di sopra della media europea pari al 49%, e la politica regionale a 5,43 miliardi (il 40%), più della media europea pari al 36%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava al 7%, cioè poco al di sotto della metà della media europea pari all´11%. Nel 2011 il Portogallo ha ricevuto 4,72 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 3,11 miliardi (il 66%) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), pari al doppio della media europea che è del 36%. La spesa agricola ammontava a 1,33 miliardi (il 28%), ben al di sotto della media europea del 49%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ha richiesto 185 milioni (poco più del 4%), sostanzialmente meno della media europea dell´11%. Nel 2011 il Lussemburgo ha ricevuto 1,55 miliardi di euro in finanziamenti europei, in parte dovuti alla presenza di molte istituzioni europee. La spesa amministrativa dell´Unione europea ammontava a €1,33 miliardi (l´86%) della spesa. La politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") era pari al 1,4%, bel al di sotto della media europea pari al 36%. La spesa agricola è stata del 3%, sempre al di sotto della media europea pari al 49%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ha richiesto 135 milioni (il 9%), leggermente al di sotto della media europea dell´11% Nel 2011 l´Olanda ha ricevuto 2,06 miliardi di euro in finanziamenti europei. Di questi, 940 milioni (il 46%) sono stati destinati alla politica agricola, poco al di sopra della media europea pari al 49%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava a 579 milioni (il 28%), tre volte maggiore alla media europea (l´11%). Al contrario, la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") è stata di 307 milioni (il 15%), ben al di sotto della media europea del 36%. Nel 2011 il Belgio ha ricevuto 6,8 di euro miliardi in finanziamenti comunitari, molti dei quali, 4.6 miliardi, sono dovuti alle spese derivanti dalla presenza delle istituzioni europee a Bruxelles. La spesa per le politiche agricola e regionale ha fatto aumentare del 15% la spesa collettiva dell´Unione europea in Belgio. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava a 1,04 miliardi, quasi il 15% della spesa totale dell´Unione europea in Belgio. Nel 2011 il Regno Unito ha ricevuto 6,57 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 3,96 miliardi (il 60%) sono stati destinati alla spesa agricola, ben al di sopra della media europea del 49%. La politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ammontava a 1,21 milioni (il 18%), significativamente al di sotto della media europea del 36%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata di 1,91 miliardi, quasi il 18%, ben al di sotto della media europea pari all´11%. Nel 2011 l´Estonia ha ricevuto 504,7 milioni di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 268,1 milioni (il 53%) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), maggiori rispetto alla media europea pari al 36%. La spesa agricola ammontava al 40%, che è meno della media europea (dovuto alle misure transitorie stabilite quando l´Estonia ha aderito all´Unione europea). La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata di 19,2 milioni (il 4%), ben al di sotto della media europea dell´11%. Nel 2011 la Lettonia ha ricevuto 911 milioni di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 561 miliardi (il 62%) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), quasi il doppio rispetto alla media europea pari al 36%. La spesa agricola ammontava a 303 miliardi (il 33%). Come in altri "nuovi" Stati membri, l´agricoltura ha ottenuto una minore quota di finanziamenti dall´Unione europea rispetto alla media europea pari al 49%, %, in parte dovuto alle misure transitorie stabilite quando la Lettonia ha aderito all´Unione europea. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata del 3%, che é meno della metà rispetto alla media europea pari all´11%. Nel 2011 l´Irlanda ha ricevuto 1,64 miliardi di euro in finanziamenti comunitari. Di questi, 1,26 miliardi (il 77%) sono stati destinati alla spesa agricola, sostanzialmente più della media europea pari al 49%. La spesa per la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") ammontava a 155 milioni (il 9%), ben al di sotto della media europea pari al 36%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata di quasi il 10%, cioè poco al di sopra della media europea dell´11%. Nel 2011 Cipro ha ricevuto 183,6 milioni di euro in finanziamenti europei. Di questi, €86,3 miliardi (il 47%) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), superando la media europea pari al 36%. La spesa agricola ammontava a 66 miliardi (il 36%). Come in altri "nuovi" Stati membri, la quota della spesa agricola finanziata dall´Unione europea a Cipro era al di sotto della media europea pari al 49%, in parte dovuto alle misure transitorie stabilite quando Cipro ha aderito all´Unione europea. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata di 18,5 miliardi (il 10%), poco meno rispetto alla media europea pari all´11%. Nel 2011 Malta ha ricevuto 135 milioni di euro in finanziamenti europei, di cui più della metà (85 milioni) sono stati destinati alla politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali"), in paragone alla media europea del 36%. La spesa agricola ammontava a 15 milioni (l´11%), cioè una piccola quota a confronto con la media europea del 49%. Come in altri "nuovi" Stati membri ciò é dovuto in parte alle misure transitorie stabilite quando malta ha aderito all´Unione europea. Nel 2011 l´Olanda ha ricevuto 2,06 miliardi di euro in finanziamenti europei. Di questi, 940 milioni (il 46%) sono stati destinati alla politica agricola, poco al di sopra della media europea pari al 49%. La spesa per la ricerca e lo sviluppo ammontava a 579 milioni (il 28%), tre volte maggiore alla media europea (l´11%). Al contrario, la politica regionale (fondi di "coesione" e "strutturali") è stata di 307 milioni (il 15%), ben al di sotto della media europea del 36%.  
   
   
UE, LA VIGILANZA BANCARIA: UN SISTEMA AFFIDABILE APERTO A TUTTI  
 
Strasburgo, 24 ottobre 2012 – Il progetto di legislazione sulla vigilanza bancaria presentato in commissione per i problemi economici e monetari Lunedi darebbe all’ autorità di vigilanza nazionali un ruolo più importante di quanto non facciano le precedenti proposte della Commissione, e al tempo stesso manterrebbero il potere della Banca centrale europea per decidere di controllare direttamente qualsiasi banca. Un secondo testo approvato dalla commissione avrebbe messo a capo un unico sistema supervisione. Della vigilanza bancaria europea. Entrambi i testi farebbero aumentare il controllo democratico del sistema di supervisione di. I progetti di testo ora costituiscono la base per i lavori in seno al comitato nel corso del mese prossimo, al fine di formalizzare una posizione ufficiale comitato entro la fine di novembre. Una volta che la commissione ha adottato la sua posizione, sarà pronto ad avviare negoziati con gli Stati membri per elaborare un accordo. La responsabilità è fondamentale - Entrambi i progetti di relazione propongono emendamenti alle proposte della Commissione di aumentare la responsabilità della vigilanza bancaria. Competenze trasferite dal livello nazionale a livello comunitario deve essere accompagnata da accordi di trasparenza e di responsabilità, i testi sostengono. Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali hanno il diritto di ascoltare il consiglio di sorveglianza e la selezione dei presidenti dovrebbe essere fatto attraverso procedure aperte. La cosa più importante, il Parlamento europeo avrebbe il diritto di costituire una commissione temporanea d´inchiesta in caso di violazioni del diritto comunitario o di cattiva amministrazione. Il pragmatismo per il termine immediato - Il progetto di relazione, preparata da Marianne Thyssen (Ppe, Be), il conferimento di poteri di vigilanza nei confronti della Bce, ha un approccio un po ´più pragmatico. Nell´ambito del progetto, le autorità di vigilanza nazionali continuerebbero supervisione molte delle maggiori banche del loro paese e la Bce sarebbe in grado di richiedere supervisione diretta. Autorità di vigilanza nazionali dovrebbero pertanto avere un ruolo più grande, con le loro competenze e quelle riservate per la Bce chiaramente delineato nella legislazione. Il progetto di relazione stessa sottolinea anche la necessità di un calendario realistico per l´introduzione del meccanismo di vigilanza, per dare il tempo per assicurare che la legislazione è di alta qualità e permettere al supervisore di prepararsi adeguatamente. Autorità bancaria europea responsabile - Il progetto di testo secondo, scritto da Sven Giegold (Verdi, De), occupa il ruolo dell´Autorità bancaria europea nella struttura di vigilanza. Si propone che un sistema europeo di vigilanza, che riunisce paesi della zona euro e non zona euro, dovrebbe avere la Eba al timone. Il progetto pone l´Eba responsabile del coordinamento della struttura di vigilanza Ue, con il supervisore Bce e non appartenenti all´area Euro autorità di vigilanza di attuazione del corpus unico di norme di vigilanza sia redatto da Eba. Questa soluzione, il progetto sostiene, sarebbe il modo migliore per dare paesi della zona euro e non zona euro pari voce nei metodi scelti per sorvegliare le loro banche. L´eba sarebbe anche dato più "sul campo" poteri per consentirgli di effettuare prove di stress in modo più efficace e ottenere i dati necessari per la sua complessiva polizia delle autorità di vigilanza.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI DARE IL VIA LIBERA PER UNA COOPERAZIONE RAFFORZATA IN MATERIA DI TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE  
 
Bruxelles, 24 ottobre 2012 - Ai 10 Stati membri che intendono applicare una transazione finanziaria dell´Ue fiscale (Ftt) attraverso la cooperazione rafforzata dovrebbe essere permesso di farlo, perché tutte le condizioni legali per una tale mossa sono soddisfatte. Questa è la conclusione della proposta di decisione del Consiglio adottata ieri dalla Commissione. Inoltre, la cooperazione rafforzata sulla Ftt non solo "benefici immediati e tangibili" per i paesi partecipanti, ma anche contribuire alla migliorare il funzionamento del mercato unico per tutta l´Unione, come indicato nella proposta. Presidente Barroso ha dichiarato questo: "Sono lieto di vedere che dieci Stati membri hanno espresso l´intenzione di introdurre una tassa comune sulle transazioni finanziarie secondo le linee guida di cui alla proposta iniziale della Commissione. Questa tassa dovrebbe generare miliardi di euro di gettito fiscale che gli Stati membri hanno un disperato bisogno in questi tempi difficili. E ´una questione di equità: dobbiamo fare in modo che i costi della crisi sono sostenuti in parte dal settore finanziario, non solo dai cittadini ". Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità, ha aggiunto: "Una tassa comune sulle transazioni finanziarie benefici in tutta l´Unione, anche se non è applicata su di esso. Si creerà un mercato unico più forte e più coerente e rafforzerà la stabilità del settore finanziario. Nel frattempo, gli Stati membri hanno deciso di introdurre questa tassa avrà il vantaggio di usufruire di nuove entrate e sistemi fiscali più giusto per soddisfare le aspettative dei cittadini. Ho promesso che la Commissione avrebbe reagito molto rapidamente quando il suo turno sarebbe venuto ed è quello che abbiamo fatto oggi. Ora esorto il Parlamento e il Consiglio a mantenere il ritmo e velocemente dare il via libera agli Stati membri che desiderano passare a una tassa europea sulle transazioni finanziarie. " Nelle ultime settimane, dieci Stati membri uno inviato alla Commissione le richieste di cooperazione formale in materia di tassa sulle transazioni finanziarie. Tutti hanno auspicato che la proposta della Commissione su una Ftt come base per l´attuazione di questo sistema (vedi Ip/11/0085 ). Una volta raggiunto il numero minimo di Stati membri, la Commissione ha avviato immediatamente in considerazione di queste applicazioni per garantire che soddisfino le condizioni di cooperazione stabilite dai trattati. Ha raggiunto questa recensione imparziale, analizzando l´impatto sui non partecipanti degli Stati membri e dei partecipanti, nonché l´intera Unione. Ciò ha comportato la verifica che la cooperazione rafforzata in questo settore contribuisce agli obiettivi dell´Unione e di tutelare i suoi interessi, non sarebbe pregiudicare il mercato unico e che rispetti le competenze, i diritti e doveri dei Gli Stati membri partecipanti (si veda Memo/12/799 per una descrizione completa delle condizioni). Inoltre, ogni Stato membro che desideri introdurre la tassa in una fase successiva può fare, alle stesse condizioni per gli Stati membri che hanno partecipato fin dall´inizio. Con la decisione odierna, la Commissione ha concluso che tutti i requisiti di legge sono stati soddisfatti e che gli Stati che intendono introdurre una tassa europea sulle transazioni finanziarie dovrebbe essere consentito. La proposta odierna delinea come l´applicazione di una tassa comune sulle transazioni finanziarie da un nucleo di Stati membri sarebbe di grande attualità e redditizio. In primo luogo, l´introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie comune rafforzerà il mercato unico, il che rende meno complessa e ridurre le distorsioni della concorrenza derivanti da un mosaico di differenti approcci nazionali. Le aziende di tutti i 27 Stati membri beneficiano di costi di conformità ridotti e una maggiore certezza del diritto, se un sistema uniforme è stato applicato in gran parte del mercato Ue. Poi il Ttf garantire un contributo più equa dei proventi del settore finanziario. Questo sistema creerebbe condizioni di parità tra il settore finanziario e altri settori per quanto riguarda la copertura dei costi della crisi. Infine, una tassa comune sulle transazioni finanziarie potrebbe rendere i mercati finanziari più efficienti le operazioni di e lontano dal "casino" tipo di guidarli verso un sostegno più stabile l´economia reale. Passi successivi - La proposta di decisione del Consiglio adottata oggi è un passaggio procedurale importante nel processo di cooperazione. Dovrebbe essere adottate a maggioranza qualificata degli Stati membri e di ottenere l´approvazione del Parlamento, per il [dieci] Gli Stati membri possono continuare su questa strada. Più tardi nel corso dell´anno, la Commissione intende presentare una proposta concreta relativa all´imposta armonizzata sulle transazioni finanziarie, per l´esame e l´adozione da parte degli Stati membri partecipanti. La proposta è molto simile alla proposta originale di una tassa sulle transazioni finanziarie effettuate dalla Commissione nel settembre 2011, come richiesto dagli Stati membri nelle loro lettere. Tuttavia, la Commissione valuterà la necessità di apportare alcune modifiche in modo da riflettere il minor numero di Stati membri che applicano. Contesto - Nel settembre 2011 la Commissione ha presentato una proposta per un sistema comune d´imposta sulle transazioni finanziarie, che aveva lo scopo di migliorare il funzionamento del mercato interno in questo settore. Inoltre, essa ha ritenuto che l´imposta armonizzata genererebbe 57 miliardi fatturato € all´anno, che garantirebbe un giusto contributo del settore finanziario alle finanze pubbliche, favorire le operazioni più responsabile e mercati, adottando un approccio coerente alla tassazione di questo settore nel mercato unico. Dopo intense discussioni su questo, un consenso è stato raggiunto in occasione delle riunioni del Consiglio Ecofin di giugno e luglio 2012 sul fatto che non riesce a all´unanimità entro un termine ragionevole. Già a quel tempo, un nucleo di Stati membri hanno espresso interesse per l´attuazione di un sistema comune d´imposta sulle transazioni finanziarie nel quadro della cooperazione rafforzata. Il 28 settembre 2012, un anno per il giorno dopo la presentazione della proposta iniziale della Commissione, la Francia e la Germania hanno inviato una lettera al Commissario Šemeta formalmente la richiesta di autorizzare una cooperazione rafforzata sulla base della proposta del della Commissione. Altre lettere simili emessi da Austria, Belgio, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna seguì. Ci vuole un minimo di nove Stati membri di autorizzare una cooperazione rafforzata nel quadro dei trattati. Questo minimo è stato raggiunto. Per ulteriori informazioni , si veda anche Memo/12/799 . Per il testo integrale della decisione, si veda: http://ec.Europa.eu/taxation_customs/
taxation/other_taxes/financial_sector/index_fr.htm
 
 
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO RESPINGE I CONTI DEL CONSIGLIO PER IL 2010 MA APPROVA LE SPESE DELLE AGENZIE  
 
Strasburgo, 24 ottobre 2012 - I deputati hanno dato parere negativo martedì al discarico del bilancio 2010 del Consiglio, vista la sua reiterata incapacità di collaborare con il Parlamento e con la sua commissione per il controllo dei bilanci. Tuttavia, hanno approvato le spese delle agenzie per l´ambiente, della sicurezza alimentare e dei medicinali. Nella loro risoluzione i deputati evidenziano che, nonostante i cittadini godano del diritto di essere informati su come sono state spese le loro tasse e come è gestito il potere affidato agli organi politici, il Consiglio continua a rifiutarsi di rispondere alle domande del Parlamento, incontrare la commissione per il controllo dei bilanci o consegnare i documenti necessari alla verifica. Si tratta dell´unica istituzione Ue a rifiutarsi di collaborare. "L´atteggiamento del Consiglio ostacola il controllo democratico, la trasparenza e la responsabilità nei confronti dei contribuenti dell´Unione", affermano i deputati. Si dicono particolarmente preoccupati circa il finanziamento del progetto di costruzione del Residence Palace, i costi relativi alla nuova carica di Alto rappresentante della politica estera e dell´impatto sul bilancio del trasferimento del personale del Consiglio al Servizio europeo per l´azione esterna. Nel corso di un´audizione speciale sul diritto del Parlamento a esaminare il bilancio del Consiglio, esperti giuridici esterni hanno chiarito che, in base ai trattati, i deputati hanno il diritto di accedere alle informazioni di cui necessitano in materia di spesa del Consiglio. Discarico per le agenzie All´inizio dell´anno i deputati avevano rinviato questa decisione, ma ora - dopo aver ricevuto le informazioni supplementari richieste - hanno concesso il discarico all´Agenzia per l´ambiente di Copenaghen, all´Agenzia per i medicinali di Londra e all´Autorità per la sicurezza alimentare di Parma.  
   
   
UE: SOSPENDERE I VISTI UE PER I FUNZIONARI RUSSI LEGATI AL CASO MAGNITSKY  
 
Strasburgo, 24 ottobre 2012 - L´unione europea dovrebbe introdurre un divieto di visto e il congelamento dei beni nell´Ue di tutti i funzionari russi legati alla morte in carcere di avvocato russo Sergei Magnitsky, che aveva affermato su larga scala la corruzione e il furto da parte del governo russo. L´imposizione di queste sanzioni sarebbero intensificare la pressione sulla Russia a fare di più per far rispettare lo stato di diritto. I deputati chiedono al Consiglio dei ministri dell´Ue di redigere un elenco dei funzionari coinvolti nella morte di Magnitsky, la successiva cover-up e le molestie della sua famiglia. Un divieto europeo di visto dovrebbe essere imposto a tali funzionari e dei loro beni Ue, e quelle delle loro famiglie, devono essere congelati, dice la risoluzione, adottata il Martedì per alzata di mano. "Invece di affrontare la giustizia, queste persone sono ancora in carica. Viaggiano nella Ue e spendono i loro soldi sporchi nella Ue, acquistano beni immobili ed educano i figli qui," ha detto Kristiina Ojuland (Alde, Ee), che ha guidato la Raccomandazione del Parlamento. "Allo stesso tempo, questa raccomandazione è il nostro segno di solidarietà con il popolo russo, che stiamo vivendo tempi difficili e aspirano a genuina, la democrazia non decorativo", ha aggiunto. Sanzioni per il cambiamento - Le sanzioni dell´Ue sono un tooland necessaria e legittima politica estera potrebbe indurre le autorità russe a fare sforzi genuini e freschi per affrontare l´attuale clima di impunità in Russia, i deputati dicono. Essi aggiungono che il Consiglio dovrebbe impegnarsi con la Russia per fermare la corruzione diffusa lì e garantire che il sistema giudiziario non può essere utilizzato impropriamente per ragioni politiche. Non è il solo caso - Caso del signor Magnitsky è solo il più documentato di una serie di casi di mancanza di rispetto dei diritti fondamentali dell´uomo e l´abuso di potere da parte dei russi autorità di polizia, i deputati dicono. I deputati chiedono simili misure restrittive da introdurre in quei casi, come ultima risorsa e sulla base di ben documentata, convergenti e indipendenti prove di provenienza e convincente. Sfondo - Sergei Magnitsky è morto nel novembre 2009 dopo essere stato detenuto per 358 giorni in una pre-processuale centro di detenzione. Era stato arrestato dopo aver contestato la corruzione sistematica e su larga scala e il furto da parte del governo russo sanzionato da funzionari. E ´morto dopo essere stato rifiutato cure mediche adeguate, otto giorni prima che lui avrebbe dovuto essere rilasciato o processati.  
   
   
ANNO EUROPEO DEI CITTADINI: AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA DEI LORO DIRITTI  
 
Strasburgo, 24 ottobre 2012 - Il Parlamento ha votato martedì per proclamare il 2013 "Anno europeo dei cittadini", con l´obiettivo di aumentare la consapevolezza dei diritti legati alla cittadinanza europea. Nel corso dell´anno, saranno organizzati eventi per informare il pubblico sui diritti dei cittadini che decidano di studiare, lavorare, aprire un´attività o usufruire della propria pensione in un altro Stato membro. Il prossimo anno ricorre il ventesimo anniversario dalla nascita della cittadinanza europea. Ogni cittadino dell´Unione gode di una serie di diritti stabiliti dai trattati dell´Ue, compresi il diritto di spostarsi e vivere liberamente in un altro Stato membro, il diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni europee e locali e il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo. I cittadini dell´Ue spesso non sono consapevoli di questi diritti e l´Anno europeo ha l´obiettivo di informare tutti, soprattutto i giovani, su quali benefici se ne possano trarre. Il voto odierno ha confermato l´accordo già raggiunto tra deputati e ministri dell´Ue. "In un periodo di crisi economica, politica e sociale, a soli 20 mesi dalle elezioni europee, è assolutamente essenziale mettere la cittadinanza dell´Unione e la democrazia partecipativa al centro dell´agenda politica", ha dichiarato il relatore Antigoni Papadopoulou (S&d, Cy), in seguito all´approvazione della sua relazione (518 voti a favore, 63 e 19 astensioni). Le attività organizzate in occasione dell´Anno europeo dei cittadini si concentreranno sulla spiegazione dei diritti legati allo spostamento e alla possibilità di vivere in altri Stati dell´Ue, quali il riconoscimento di qualifiche accademiche e professionali, i diritti dei passeggeri e dei consumatori, l´accesso all´assistenza sanitaria e alla previdenza sociale e programmi come Erasmus, che permettono ai giovani di studiare all´estero. Nel corso dell´anno si terranno seminari, conferenze e campagne d´informazione per aumentare la consapevolezza. Saranno anche organizzate delle piattaforme di lavoro dalle autorità a livello europeo, nazionale, regionale, locale e delle altre organizzazioni pubbliche e della società civile per condividere le proprie esperienze.  
   
   
PROVINCE, 12 NON SONO TROPPE PER LA LOMBARDIA  
 
Milano, 24 ottobre 2012 - E´ necessario che il Governo valuti con attenzione "la peculiarità specifica sia territoriale sia demografica della Lombardia che, con l´attuale articolazione territoriale fondata su dodici Province con una media di oltre 800.000 abitanti, non costituisce certo una caso di ingiustificata parcellizzazione territoriale". D´altra parte "la modifica di tale equilibrio rischierebbe seriamente di depauperare, in misura difficilmente sostenibile, i livelli dei servizi per i cittadini a livello decentrato". E´ questa la posizione ufficiale espressa dalla Giunta della Regione Lombardia, che ha approvato, su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con l´assessore al Bilancio Romano Colozzi, una delibera sul tema del riordino delle Province, in base a quanto previsto della legge nazionale sulla spending review. La Giunta ha espresso e trasmesso al Governo queste considerazioni senza una proposta formale di accorpamento delle Province, dal momento che il Consiglio regionale, competente in materia in base a norme statutarie, non si è pronunciato nei tempi stabiliti dalla legge nazionale. Il Consiglio Non Si Era Pronunciato - Il provvedimento della Giunta fa seguito al pronunciamento del Consiglio delle autonomie locali del 2 ottobre scorso, in cui si chiedeva "in prima istanza che il territorio lombardo mantenga, a livello provinciale, l´attuale configurazione", ribadendo che la Lombardia "è la regione più virtuosa e competitiva non solo a livello nazionale ma anche in Europa" (in subordine veniva proposta una rimodulazione dell´assetto delle Province). Il 12 ottobre, poi, la Giunta regionale ha deliberato di presentare ricorso alla Corte costituzionale contro la legge di riordino delle Province e delle loro funzioni. Il Consiglio regionale, convocato il 16 ottobre sullo stesso tema, come detto, non ha assunto alcuna decisione. Distinguere Virtuosi E Non Virtuosi - Con la delibera approvata, dunque, Regione Lombardia, pur confermando "la piena disponibilità del presidente e della Giunta a garantire la necessaria collaborazione con le sedi istituzionali statali", segnala in particolare la necessità che, nel mettere mano al riassetto degli Enti provinciali, si distingua tra Enti che creano dissesto alle finanze pubbliche ed Enti che invece garantiscono l´equilibrio di bilancio. Patto Di Stabilità Territoriale - D´altro canto, in Lombardia è già consolidato un vero e proprio sistema di autonomie territoriali, che collaborano tra loro e che la Regione sostiene. Esempio importante in questo senso è il Patto di stabilità territoriale, attraverso il quale nel 2012 Regione Lombardia ha messo a disposizione degli Enti locali un plafond finanziario di 210 milioni di euro - cifra triplicata rispetto ai 70 milioni dello scorso anno -, per consentire loro di effettuare investimenti altrimenti impossibili a causa del blocco imposto dal Patto di stabilità nazionale, pagare rapidamente imprese e fornitori, garantire servizi ai cittadini e realizzare opere pubbliche.  
   
   
ASSESSORI LOMBARDI SENZA AUTO BLU ALL´INSEGNA DEL RISPARMIO  
 
Milano, 24 ottobre 2012 - Non sembra aver bisogno di suggeritori la nuova Giunta di Regione Lombardia in materia di risparmi e buon uso di mezzi e risorse. Già con la prima seduta, è stato reso operativo, con il primo provvedimento organizzativo, il proseguimento dell´operazione massimo risparmio, da tempo messa in campo, pur in una Regione che ha il rapporto costi/risultati, cioè gli indici di efficienza, nettamente più alti d´Italia. Già alla prima seduta, ha varato un provvedimento organizzativo che, per esempio, prevede assessori senza auto blu. La Regione ha un parco auto di servizio (di cui solo 12 berline blu, le altre sono Punto, Bravo e Megane bianche) a disposizione su prenotazione, a seconda delle necessità e delle possibilità. Anche per quanto riguarda gli assessori. A nessuno è ´assegnata´ in esclusiva un´automobile. Nel provvedimento organizzativo allegato agli atti istitutivi della Giunta insediata ieri si stabilisce anche che il budget per le segreterie degli assessori - quasi interamente assorbito dagli stipendi - viene ridotto del 10%. Né va dimenticato che, con questa Giunta, è stato ridotto il numero degli assessori (da 16 a 11, taglio del 30%), dei sottosegretari (da 4 a 1, taglio del 75%), dei delegati (da 4 a 1, taglio del 75%). "Si direbbe - si commenta in Regione - che i fatti si siano incaricati di rispondere più che persuasivamente a chi, buon ultimo, auspica la (altrui) sobrietà".  
   
   
NESSUNA DEROGA NEL RIORDINO DELLE PROVINCE. PRONTO IL DECRETO LEGGE IN TOSCANA SI SALVEREBBE SOLO FIRENZE (CITTÀ METROPOLITANA).  
 
Firenze, 24 ottobre 2012 - Il riordino delle Province italiane è in dirittura d´arrivo. Il decreto legge del governo è pronto e non ci sarà nessuna deroga nonostante i malumori. Gli enti con meno di 350mila abitanti e sotto i 2.500 chilometri quadrati dovranno essere accorpati. Con questo criterio si passerà così da 86 Province a 50 (Città metropolitane incluse), mentre da giugno del 2013 saranno tutte commissariate con la possibilità di trasferimento per i dipendenti. Una decina di altre Province dovrebbero essere tagliate dalle Regioni a Statuto speciale. Secondo il decreto, che approderà in Consiglio dei ministri per la prima riunione di novembre, dalla fine di giugno 2013 tutti gli enti saranno guidati da un commissario che si occuperà della transizione verso il nuovo regime. Ecco la nuova mappa che si va delineando: in Piemonte salve Torino (Città metropolitana) e Cuneo, accorpate Alessandria e Asti, così come Vercelli, Biella, Verbano/cusio/ossola, Novara. In Lombardia rimarrà Milano (Città metropolitana) oltre a Brescia, Bergamo e Pavia. Accorpate Como, Varese, Monza Brianza; Lodi, Mantova, Cremona; Sondrio e Lecco (anche se Sondrio potrebbe essere salvata perché, insieme a Belluno, ha tutto il territorio in zona di montagna). In Veneto si salva Venezia (Città metropolitana), Vicenza e Verona, mentre Rovigo e Padova saranno accorpate così come Belluno (sempre salvo deroghe) e Treviso. In Friuli Venezia Giulia dovrebbero rimanere le Province attuali, ma con compiti consultivi. In Liguria saranno unite Savona e Imperia, mentre per Genova (Città metropolitana) e La Spezia non ci saranno cambiamenti. In Emilia Romagna solo Bologna (Città metropolitana) e Ferrara resteranno invariate. Accorpate invece Modena e Reggio Emilia; Parma e Piacenza; Ravenna, Forlì/cesena e Rimini. In Toscana si salva solo Firenze (Città metropolitana). Accorpate invece Grosseto, Siena e Arezzo; Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato; Pisa e Livorno. In Umbria Perugia si unirà a Terni. Nelle Marche restano Ancona e Pesaro/urbino. Accorpate Ascoli Piceno, Macerata e Fermo. Roma (Città metropolitana) unica Provincia che resterà invariata nel Lazio. Accorpate Frosinone e Latina, Rieti e Viterbo. Si passa da quattro a due in Abruzzo: L´aquila/teramo e Pescara /Chieti. Una sola in Molise con l´accorpamento di Campobasso e Isernia, così come in Basilicata dove si uniranno Potenza e Matera. Tre Province salve in Campania: Napoli (Città metropolitana), Salerno e Caserta. Accorpate Avellino e Benevento. In Puglia Bari (Città metropolitana) e Lecce non subiranno variazioni. Accorpate invece Foggia con Barletta/andria/trani e Taranto con Brindisi. Infine in Calabria resterà solo Reggio Calabria, Città metropolitana. Accorpate Cosenza e Crotone così come Catanzaro e Vibo Valentia. La Sardegna invece ha già deciso con un referendum di dimezzare le Province, passando da 8 a 4: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano. Nessuna variazione infine per Valle d´Aosta, Trentino Alto Adige e Sicilia. Le modifiche porteranno dei cambiamenti anche sugli attuali sistemi elettorali, con i consiglieri eletti non più dai cittadini ma dai consiglieri comunali. Sulla questione si pronuncerà a giorni la Corte costituzionale.  
   
   
RIORDINO DELLE PROVINCE: IL PIEMONTE NE PROPONE SEI  
 
Torino, 24 ottobre 2012 - Il Consiglio regionale propone al Governo, approvando la deliberazione richiesta dalla legge nazionale n.135/2012 sulla spending review, la costituzione di sei Province: Torino (futura città metropolitana), Cuneo, Alessandria, Asti, Biella-vercelli, Novara-vco. In apertura di seduta è intervenuto il presidente della Regione, Roberto Cota, che ha sottolineato innanzitutto la sua contrarietà all’impianto complessivo delineato dal Governo: “Ci troviamo in una situazione paradossale: dover gestire un contesto non voluto da noi, frutto di scelte che non condividiamo e che vanno rispedite al mittente. Dobbiamo ottenere la modifica dell’impianto normativo, l’elezione diretta delle Province, senza la quale viene tolta la rappresentanza ai territori, e il reintegro delle risorse da parte del Governo, perché non si possono realizzare accorpamenti senza i fondi necessari”. Infine, Cota ha sostenuto che prima di approvare il decreto di riordino delle Province italiane il Governo dovrebbe attendere che il 6 novembre la Corte costituzionale si pronunci sul ricorso di illegittimità presentato da alcune Regioni, tra cui il Piemonte.  
   
   
PROVINCE, SAITTA: “REGIONE PIEMONTE SENZA COERENZA. UNA FIGURACCIA NAZIONALE”  
 
Torino, 24 ottobre 2012 - “Ci siamo pavoneggiati per mesi sul ‘modello Piemonte’, presentando la scelta che avevamo assunto tutti noi presidenti delle 8 Province insieme a Cota per autoridurre il numero delle Province a quattro: ora che la Regione Piemonte è arrivata al momento decisivo, Cota non ha avuto il peso politico necessario per guidare il vero cambiamento e il Consiglio regionale ha fatto fare al Piemonte una brutta figura a livello nazionale, preferendo lo scaricabarile e dimostrando totale mancanza di coerenza”: il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta commenta così la scelta del Consiglio regionale di chiedere al governo di portare a sei il numero delle Province piemontesi. “Cedere alle pressioni locali e ai campanilismi in un momento in cui l’Italia deve cambiare marcia è una segnale di grandissima debolezza politica. Chi amministra, a cominciare dai parlamentari che a Montecitorio non hanno fatto sentire la loro voce sul tema delle Province, ha il dovere di non guardare l’interesse locale, ma il bene collettivo”.  
   
   
BOLZANO, SOSTEGNO ALL´ECONOMIA: WIDMANN PRESENTA IL PACCHETTO DI MISURE  
 
 Bolzano, 24 ottobre 2012 Con una dozzina di misure la Giunta provinciale vuole dare nuovo impulso all´economia altoatesina. L´assessore Thomas Widmann ha presentato il pacchetto il 23 ottobre a Bolzano: spazia dalla promozione dell´export alla riforma delle aree produttive fino alla creazione di un fondo per i capitali a rischio e ai premi per l´assunzione di apprendisti. Stimolare lo sviluppo economico, rafforzare la localizzazione economica Alto Adige e proteggere i posti di lavoro: questi i tre obiettivi al centro del pacchetto di misure che la Giunta provinciale ha elaborato, con il coordinamento dell´assessore Thomas Widmann, per rafforzare in modo duraturo il tessuto economico locale malgrado la crisi. Alcuni interventi vedono anche la collaborazione dell´assessore Roberto Bizzo e delle banche locali. "Il programma contiene una serie di misure di cui sicuramente non beneficiano tutte le imprese in ugual misura, tuttavia consentono di affrontare in modo mirato i punti critici della nostra economia", ha esordito Widmann illustrando il pacchetto con i vertici dell´Assessorato (il direttore di dipartimento Ulrich Stofner, Hansi Felder, direttore della Ripartizione artigianato, industria e commercio, il suo vice Erwin Pardeller). La gran parte delle misure verrà avviata ancora entro il 2012 per diventare operativa già a inizio 2013. Tra i punti del pacchetto figura il rafforzamento dell´export attraverso un incremento di 1,7 milioni di euro dei mezzi a disposizione di Eos (complessivamente 8,6 milioni) e una maggiore partecipazione a fiere, ricerche di mercato, presentazione di prodotti, "con l´obiettivo di aprire la strada a nuovi mercati e nuove nicchie", ha detto Widmann. Verrá creato anche un fondo per l´export per coprire il rischio delle imprese legato alle operazioni di esportazione: dotato di 5 milioni di euro, il fondo provinciale è in grado di concedere garanzie fino a 50 milioni. Una novità sono anche le agevolazioni fiscali per imprese che avviano una nuova attività e per nuovi insediamenti di imprese in Alto Adige. Finora il Trentino poteva vantare per nuove imprese il migliore tasso Irap (tra 0,4 e 0,7%), la Giunta altoatesina ha deciso ora di azzerare il tasso per 5 anni per le nuove imprese. La riforma delle zone produttive prevede l´abolizione dell´esproprio e dell´assegnazione per semplificare la procedura a tre fasi: piano urbanistico, piano di attuazione per i criteri e infine concessione edilizia, per la quale però non si dovranno più attendere 6 o persino 8 anni, bensì pochi mesi. "È probabilmente il maggior processo di riduzione della burocrazia di questa legislatura provinciale", ha osservato il direttore di Dipartimento Stofner. Per favorire l´accesso al credito delle imprese innovative e ad alta tecnologia la Provincia ha deciso di creare un fondo per capitali di rischio, da chiarire se a partecipazione pubblica (con eventualmente Pensplan) o anche privata. In base alle direttive Ue, il sostegno non potrà superare 1,5 milioni di euro, la quota pubblica dell´investimento non potrà essere maggiore del 50%, la durata del prestito non superiore a cinque o otto anni. Con il "lease-back" la Giunta ha varato inoltre uno strumento per rafforzare le cooperative di garanzia e per facilitare alle imprese l´accesso al capitale. Prevede che l´ente pubblico si assicuri un´opzione di acquisto (il 10% del valore) su un immobile di un´impresa in crisi e che versi tale importo nella coop di garanzia che lo utilizza per garantire il fido in banca. In tal modo l´impresa ottiene liquidità e alla scadenza delle rate riacquista la proprietà dell´immobile. Le agevolazioni introdotte per gli immobili esistenti intendono incentivare l´uso di edifici vuoti, risparmiare verde agricolo e rilanciare il settore delle costruzioni con la ristrutturazione della cubatura esistente. Il pacchetto di misure contiene anche agevolazioni alle nuove imprese per affitto di immobili (75% il primo anno, 50% il secondo, a condizione che le aziende creino posti di lavoro). Anche i premi per l´assunzione di apprendisti e tirocinanti puntano a garantire occupazione qualificata. Si pensa a una somma pari a un quarto della retribuzione lorda di un apprendista per due anni. Un capitolo specifico del programma è dedicato alla salvaguardia dei servizi di vicinato nella periferia: la Provincia si impegna a una partecipazione annuale alle elevate spese di gestione causate dalla localizzazione del negozio e dai bassi fatturati. Il pacchetto prevede anche mutui per nuove imprese e nel caso di successioni: passeranno dagli attuali 30mila a 50mila euro e con una duranta aumentata da 5 a 7 anni. E infine si punta a rendere più attrativo per le imprese il fondo di rotazione con un´iniezione di 60 milioni di euro, "che potrà contribuire anche ad alleggerire il bilancio provinciale in tempi di revisione della spesa", ha sottolineato Widmann. Viene introdotta anche una maggiore flessibilità nell´ammortamento dei mutui in caso di difficoltà dell´impresa.  
   
   
FVG, FINANZIARIA: LAVORO E SANITÀ CAPISALDI DEL 2013  
 
Trieste, 24 ottobre 2012 - Lavoro e ammortizzatori sociali, sanità e politiche sociali. Saranno questi i capisaldi della legge Finanziaria per il 2013, che ha iniziato il suo cammino ieri in una riunione della Giunta regionale dell Friuli Venezia Giulia, tenutasi nella sede del Consiglio, per impostare la redazione del documento di bilancio. Lavoro e sanità, come ha dichiarato al termine della riunione l´assessore alle Finanze Sandra Savino, saranno dunque i capitoli di spesa che nel 2013 verranno salvaguardati, pur di fronte alla necessità di contenere la spesa pubblica. Il bilancio della prossima finanziaria pareggerà a 3,9 miliardi di euro, rispetto ai 4,3 miliardi di quest´anno, per quanto riguarda le sole risorse regionali distribuibili, con una diminuzione di 393 milioni di euro. Questa diminuzione sarà in parte compensata grazie ai fondi Fas, pari a circa 160 milioni di euro, per programmi di investimento già concordati con il Governo centrale e che dispiegheranno i loro effetti nel corso del prossimo esercizio. La diminuzione sarà dunque nell´ordine di 260 milioni di euro. Ma queste cifre, da sole, non esauriscono i criteri a cui dovrà rispondere la prossima Finanziaria, come ha rilevato l´assessore Savino, perché vi sono anche i vincoli e i tetti di spesa introdotti dalle ultime leggi varate dal Governo. Anche per questo le effettive risorse disponibili potranno essere accertate solo in sede di variazioni di bilancio, nel corso dell´esercizio 2013. Oggi sono stati distribuite le proposte di budget fra le diverse direzioni, le quali dovranno nelle prossime settimane contribuire alla stesura della legge Finanziaria che, dopo essere stata messa a punto dalla Giunta, sarà sottoposta al Consiglio regionale.  
   
   
CONVEGNO MARCIA SU ROMA: PER MARINI “OFFESA A PERUGIA E UMBRIA”  
 
Perugia, 24 ottobre 2012 – “E’ gravissimo che qualcuno pensi di celebrare l’anniversario della Marcia su Roma, che dette sostanzialmente origine al ventennio della dittatura fascista, caratterizzata dalla abolizione delle libertà democratiche, dalla persecuzione degli oppositori e degli ebrei e culminata nell’intervento al fianco dei nazisti nel conflitto mondiale, conclusosi con la rovina e la devastazione del nostro Paese”. E’ quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, secondo la quale l’evento della marcia su Roma, e tutto ciò che ne seguì, “va affidato letto in chiave storica affinché nulla di ciò abbia più a ripetersi, e non certo alla gloria di festeggiamenti”. "Peraltro - prosegue Marini - mi risulta non essere stato ancora sospeso il reato di apologia del fascismo, di cui l’evento annunciato a Perugia, con pubblici manifesti, sembra avere tutte le caratteristiche. L’umbria che ci piace invece ricordare e celebrare è quella terra civile e democratica che ha contribuito alla liberazione dal fascismo; l’Umbria degli intellettuali antifascisti; l’Umbria dei 40 martiri di Gubbio; dei contadini e degli operari che diedero un contributo silenzioso alla resistenza civile, alle forze anglo-americane ed alle formazioni partigiane; l’Umbria dei frati del Sacro Convento di Assisi o di Padre Aldo Brunacci che a rischio della loro vita nascosero gli oppositori al nazifascismo e gli ebrei, salvandoli dal folle sterminio di massa; o ancora l’Umbria delle città bombardate e distrutte. Sono certa che le autorità competenti preposte alla vigilanza dell’ordine e della sicurezza pubblica esamineranno con la dovuta attenzione la legittimità di un tale evento. Personalmente, quindi, ritengo che questa iniziativa sia in totale contrasto con la storia e la coscienza civile dell’Umbria e di tutto il Paese e che non possa essere ammantata quale evento di studi storici, sulla base di un assurdo ideologico revisionismo e che, pertanto non abbia a svolgersi".  
   
   
BILANCIO 2013: GIORNATA DI CONFRONTI PER LA GIUNTA PROVINCIALE TRENTINA  
 
Trento, 24 ottobre 2012 - In mattinata con la Giunta del Consorzio dei Comuni, nel pomeriggio con le organizzazioni sindacali e, a seguire, con i rappresentanti di Confindustria, artigiani, albergatori, Cooperazione e Confesercenti. E´ stata una giornata dedicata al confronto sul Bilancio 2013 - come era stato annunciato - quella vissuta il 22 ottobre dall´intera Giunta provinciale. Un confronto positivo e costruttivo, sottolinea il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, soprattutto laddove vi è stata convergenza e disponibilità sulle linee di fondo che muovono la manovra di bilancio. Documento destinato ad essere approvato entro il 30 ottobre dalla Giunta per poi essere sottoposto alla competente Commissione consigliare prima, al voto del Consiglio provinciale poi. "E´ importante - dice Dellai - che vi sia consapevolezza sul fatto che intendiamo fare fronte al nuovo assetto della finanza pubblica senza far venire meno le cose fondamentali costruite in questi anni. E rispetto alla restrizione delle risorse è importante, meritevole e responsabile che ci sia convergenza sull´idea che è ad una visione di lungo periodo che ci si deve riferire e che diventa fondamentale, per il Trentino, la politica dello sviluppo per le entrate così come il cammino verso nuovi strumenti, su tutti il Fondo strategico di investimento, capaci, anche dopo il 2017, di contrastare l´inevitabile calo delle risorse". Gli incontri di oggi sono serviti per raccogliere una serie di messaggi e di problematiche che verranno approfonditi - in particolare con gli assessori Mauro Gilmozzi ed Ugo Rossi - in incontri tematici, nei prossimi giorni. Rispetto a quanto già noto, oggi il presidente Dellai ha annunciato che sono state definite le agevolazioni tributarie Irap per il 2013 con alcune significative novità, a cominciare dall´esenzione delle nuove imprese per i primi 5 anni, in sostituzione dell´attuale riduzione del 3% per 5 anni e proroga al 2013 delle agevolazioni in scadenza nel 2012 nonché ulteriore riduzione d´aliquota per i soggetti virtuosi. L´effetto finanziario delle agevolazioni previste sull´Irap per il 2013 ammonta a 82 milioni (28 dei quali dovuti alle nuove agevolazioni). Nei tre diversi incontri Dellai - al suo fianco il vicepresidente Alberto Pacher e tutti gli assessori - ha ribadito che per la prima volta il bilancio della Provincia porta il segno "meno": nel 2013 le risorse a disposizione caleranno di circa un 3%, attestandosi in circa 4,5 miliardi di euro. Il calo previsto della spesa corrente sarà di circa il 2%, del 10% quello delle spese in conto capitale. Per il 2013 si prefigura dunque una manovra forte di razionalizzazione e qualificazione della spesa, per garantire adeguate risorse per rilanciare la crescita del Pil e della produttività, e con esse dell’occupazione. Per la prima volta il Bilancio della Provincia porta il segno "meno": nel 2013 le risorse a disposizione caleranno di circa un 3%, attestandosi in circa 4,5 miliardi di euro. Il calo previsto della spesa corrente sarà di circa il 2%, del 10% quello delle spese in conto capitale. Per il 2013 si prefigura dunque una manovra forte di razionalizzazione e qualificazione della spesa, al fine di garantire adeguate risorse per rilanciare la crescita del Pil e della produttività, e con esse dell’occupazione. Dellai ha ribadito l´orientamento delle politiche al sostegno della crescita, intervenendo sui meccanismi che la bloccano o la rallentano: e ha chiamato tutti gli interlocutori proprio alla condivisione sulla crescita, che "deve assumere rilievo centrale per tutti i soggetti e le istituzioni del territorio." Sottolineata l´importanza riservata al Fondo strategico per lo sviluppo del territorio - importanza condivisa dagli interlocutori odierni - che sarà alimentato con risorse pubbliche, regionali e provinciali, dei fondi pensione e di altri soggetti istituzionali. Mentre per quanto riguarda le politiche sociali, fermo il principio generale dell´equità, vi è la conferma delle politiche di welfare fondamentali. Così come è ribadita la centralità - "vale" 120 milioni di euro all´anno - degli interventi di razionalizzazione previsti per quanto riguarda le spese della pubblica amministrazione.  
   
   
SPORTELLI UNICI PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE: GIUNTA SARDA APPROVA ISTITUZIONE UFFICIO REGIONALE  
 
Cagliari, 24 Ottobre 2012 – La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell´Industria, Alessandra Zedda, ha istituito l’Ufficio regionale Suap, riconoscendo così l’importanza strategica degli sportelli unici per le attività produttive. "La nostra regione - ha osservato l’esponente dell’esecutivo - è la prima in Italia ad aver organizzato, al suo interno, un punto unico di contatto tra le pubbliche amministrazioni e il mondo dell’impresa. In un periodo di riforme orientate alla semplificazione - ha aggiunto Zedda - è fondamentale offrire un servizio in grado di fornire risposte tempestive ai Suap e agli imprenditori che operano in Sardegna, riducendo i tempi dell’iter burocratico". L’ufficio ha il compito di fornire assistenza sull’applicazione del procedimento unico, garantire il raccordo con le normative settoriali, semplificare la modulistica, unica per tutto il territorio regionale, gestire il portale tematico regionale Sardegnasuap (che assumerà la denominazione di www.Sardegnaimprese.eu) e il software per l’invio telematico delle pratiche, messo a disposizione delle amministrazioni e degli imprenditori che operano in Sardegna. La struttura è costituita dal coordinamento regionale Suap, incardinato nel servizio affari generali dell’assessorato dell’Industria, dalla rete dei referenti regionali, da un’area dedicata agli sportelli comunali e da una sezione riservata alle imprese, con il supporto tecnico rispettivamente dell’Anci e del Bic Sardegna.  
   
   
REGIONE TOSCANA, AUTONOMIE LOCALI: OK AD ADEGUAMENTI LEGISLAZIONE NAZIONALE  
 
 Firenze, 24 ottobre 2012 - Unanimità in aula – 40 favorevoli su 40 votanti – per la legge di modifica alle norme sul sistema delle autonomie locali, in adeguamento alla legge statale, come ricordato dal presidente della I commissione, Marco Manneschi (Idv) nell’illustrare l’atto. “Abbiamo ritenuto il testo rispondente ai principi di adeguamento alle ultime disposizioni legislative nazionali in materia – ha spiegato il consigliere – con modifiche che, in sostanza, riguardano l’inserimento della città metropolitana, quindi le nuove specificazioni delle funzioni fondamentali che le autonomie locali sono chiamate ad assolvere e le nuove regole per le Unioni dei Comuni a disciplina differenziata”. Ad annunciare il voto favorevole dei gruppi Pdl e Pd, i consiglieri Alessandro Antichi (Pdl) e Gianfranco Venturi (Pd), che rispettivamente hanno sottolineato il mero adeguamento alla legge nazionale e l’apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione. Eugenio Giani (Pd) ha ricordato che tra una quindicina di giorni si riuniranno i 44 sindaci chiamati a dare corso alla Città metropolitana; da qui l’importanza di questa legge ma anche la necessità di continuare sulla strada tracciata.  
   
   
L’ASSESSORE DELL’ UMBRIA STEFANO VINTI ADERISCE E PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE “NO MONTI DAY”  
 
 Perugia, 24 ottobre 2012 - L’assessore regionale Stefano Vinti, attraverso un suo comunicato annuncia che aderisce e partecipa alla manifestazione “No Monti Day”, indetta a Roma per sabato prossimo 27 ottobre con inizio alle ore 15. “La crisi economica e sociale del sistema liberista fa sentire pesantemente i suoi effetti sull’apparato produttivo regionale, sulla tenuta del welfare e dei livelli occupazionali. Le responsabilità del Governo Monti, di come non si sta affrontando la crisi e l’urgenza di lanciare una “Vertenza umbra”, impongono alle forze politiche ed istituzionali una nuova consapevolezza e la piena assunzione di responsabilità. È urgente che l’Umbria si mobiliti, a tutti i livelli, rivendicando un progetto complessivo, per una nuova fase di sviluppo economico e sociale, ponendo al centro dell’iniziativa i diritti sociali, il lavoro, il reddito e i beni comuni. La manifestazione, No Monti Day, organizzata da un ampio ventaglio di forze politiche, sociali, culturali e civiche, dal carattere strettamente politico, poggia su una piattaforma netta e articolata: No a Monti e alla sua politica economica che produce precarietà, licenziamenti, disoccupazione e povertà, no alle controriforme liberiste, oggi e domani. No all´Europa dei patti di stabilità, del Fiscal Compact, dell´austerità e del rigore, che devastano da anni la Grecia e ora L´italia. No all´attacco autoritario alla democrazia, no alla repressione contro i movimenti ed il dissenso, no allo stato di polizia contro i migranti. Sì al lavoro dignitoso, allo stato sociale, al reddito, per tutte e tutti, nativi e migranti. Sì ai beni comuni, alla scuola e alla ricerca pubblica, alla salute e all´ambiente, a un´altra politica economica pagata dalle banche, dalla finanza dai ricchi e dal grande capitale, dal taglio delle spese militari e dalla cancellazione delle missioni di guerra, dalla soppressione dei privilegi delle caste politiche e manageriali, sì alla cancellazione di tutti i trattati che hanno accentrato il potere decisionale nelle mani di una oligarchia. Sì alla democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro, fondata sulla partecipazione, sul conflitto e sul diritto a decidere anche sui trattati europei”. Stefano Vinti  
   
   
ADDIO CARTA E FRANCOBOLLI PER I PATROCINI DELLA PROVINCIA DI TORINO  
 
Torino, 23 ottobre 2012 - Addio carta e francobolli per i patrocini rilasciati dalla Provincia di Torino, che consentono l’utilizzo del logo istituzionale di Palazzo Cisterna ad iniziative pubbliche di enti locali, associazioni, enti no profit. “Le richieste di patrocinio gratuito negli ultimi anni sono considerevolmente aumentate - spiega il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta - e gli uffici spediscono migliaia di lettere affrancate con un costo ormai insostenibile. Da novembre, tutte i patrocini della Provincia di Torino verranno formalizzati esclusivamente tramite lettere inviate con la posta elettronica, quindi a costo zero per Palazzo Cisterna”. Qualche numero: le pratiche per la concessione di patrocinio gratuito da parte della Provincia di Torino sono passate dalle 744 domande del 2005 alle 1014 dello scorso anno. “Considerando il costo di fogli, buste e francobolli - dice Saitta - si è valutato un risparmio annuo di alcune migliaia di euro e con la spending review il risparmio è all’ordine del giorno anche sulle piccole voci di spesa”.  
   
   
ELEZIONI SICILIA: SU SITO REGIONE VOTANTI E RISULTATI  
 
Palermo, 24 ottobre 2012 - In occasione delle elezioni regionali del 28 ottobre prossimo, come nelle passate consultazioni, l´ufficio stampa della Regione siciliana comunichera´ i dati sul numero dei votanti e il raffronto con la precedente analoga tornata elettorale. In particolare, le rilevazioni sulla percentuale di affluenza alle urne saranno effettuate domenica alle ore 12, alle 19 e alle 22, alla chiusura definitiva dei seggi. Lunedi´, dopo l´inizio dello scrutinio, previsto dalle ore 8, aggiornamenti, in tempo reale, anche per quanto riguarda l´elezione del presidente della Regione. Tutti i risultati saranno consultabili anche via internet. In collaborazione con la societa´ ´Sicilia e Servizi´, e´ stato infatti predisposto un sistema di elaborazione e diffusione dei dati, consultabile attraverso il link "Elezioni regionali 2012" sulla homepage del sito della Regione all´indirizzo ( www.Regione.sicilia.it ).  
   
   
VARESE: LA CRISI SI FA SENTIRE PER I NEO-LAUREATI  
 
Varese, 24 ottobre 2012 - Sono 2.542 i giovani residenti in provincia di Varese che si sono laureati nel corso del 2010 e che, avendo terminato il percorso di studi, si sono presentati sul mercato del lavoro. La difficile congiuntura economica pesa anche per loro e così solo il 48% di questi giovani, escludendo coloro che hanno avviato un lavoro autonomo, dichiara di aver trovato un’occupazione sul territorio lombardo a un anno dalla discussione della tesi. Una percentuale che emerge dalla ricerca “Specula Lombardia” - ora pubblicata sul portale statistico della Camera di Commercio di Varese (www.Osserva-varese.it ) - e che corrisponde alla media regionale. La crisi sta dunque penalizzando in misura forte anche l’inserimento delle nuove leve ad alta qualifica. Tra i comparti del manifatturiero, che complessivamente assorbe il 16,5% dell’offerta di laureati varesini, in provincia l’unico che ha creato buoni sbocchi professionali è stato quello della metalmeccanica/elettronica che, grazie all’export in crescita, è riuscito a potenziare il proprio investimento in risorse qualificate (+22% annuale contro il +4,5% della Lombardia). Il terziario sociale svolge un importante ruolo occupazionale impiegando il 44% dei neolaureati con una dinamica, tuttavia, negativa anche a causa della progressiva restrizione delle opportunità nei settori legati alla pubblica amministrazione, soggetti a una crescente contrazione di spesa. Circa il 15% dei neolaureati avviati nel 2011 hanno trovato impiego nei servizi professionali e di consulenza e altrettanti nel commercio, trasporti e turismo. È poi confermata dall’indagine la crescente flessibilizzazione dei rapporti lavorativi, a Varese come nell’intera Lombardia: nell’ultimo anno, per i neolaureati che hanno trovato un’occupazione, s’è registrato un calo del 28% degli avviamenti con contratto a tempo indeterminato. La modalità d’inserimento è quindi sempre di più quella del rapporto a tempo determinato.  
   
   
SARDEGNA: ´ALTRI 5 MILIONI DI EURO PER I TIROCINI FORMATIVI´  
 
Cagliari, 24 Ottobre 2012 – "I voucher, rivolti a persone che non hanno beneficiato del sussidio di disoccupazione e di altri ammortizzatori sociali, hanno avuto un discreto successo, con un’alta percentuale di proposte di lavoro, perciò abbiamo deciso di dotarli di ulteriori 5 milioni di euro." E’ il commento dell’assessore del Lavoro, Antonello Liori, dopo la delibera approvata in Giunta sui ´Tirocini formativi e di orientamento´ (Tfo) con voucher, iniziativa che rientra tra gli interventi di politiche attive del lavoro attuati dalla Regione. Sono rivolti a disoccupati ed inoccupati, residenti in Sardegna, con un età minima di 26 anni, se diplomati, e di 30, se laureati. Rappresentano uno strumento di formazione, finalizzato all’acquisizione di competenze e conoscenze specifiche nell’ambito di un profilo professionale. Ogni tirocinante avrà a disposizione un voucher mensile di 500 euro per sei mesi. "Con questo incremento di fondi si potranno soddisfare ulteriori esigenze rilevate durante la prima fase – ha spiegato Liori – Col primo avviso, ed uno stanziamento di 9,6 milioni di euro, abbiamo potuto erogare 3.200 borse, ma sono pervenute oltre 5.000 domande. I ´Tfo´ offrono l’opportunità di maturare esperienza all’interno di un’azienda, a chi oggi è escluso dal mondo del lavoro, e consentono all’impresa di verificare ´sul campo´ le capacità di chi svolge il tirocinio. Una nuova porta di ingresso verso l’occupazione, in grado di instaurare un rapporto di fiducia tra tirocinanti ed aziende, che può facilitare il processo di assunzione." "Dopo le misure per il microcredito, l’autoimpresa, l’apprendistato, l’alta formazione, i tirocini completano un variegato panorama di politiche attive del lavoro, che potrà consentire di arginare la crisi occupazionale che si sta manifestando pesantemente anche nell’Isola", ha concluso Liori.  
   
   
LOMBARDIA: AVVIO AL LAVORO DI GIOVANI MILITARI A FINE FERMA  
 
Milano, 24 ottobre 2012 - Regione Lombardia si attiva per favorire e accompagnare l´inserimento lavorativo dei giovani militari volontari che hanno concluso le ferme temporanee prestando servizio sul territorio regionale. Si tratta attualmente di circa 2000 persone. L´iniziativa prende il via con l´accordo tra la Regione e il Ministero della Difesa-comando Militare Esercito Lombardia, sottoscritto dal presidente Roberto Formigoni e dal gen. Antonio Pennino, presente l´assessore all´Occupazione e Politiche del lavoro, Istruzione, Formazione, Cultura Valentina Aprea. I Termini Dell´accordo - L´accordo prevede una stretta collaborazione per quanto riguarda il problema dei militari volontari che, dopo il periodo di ferma temporanea, non possono essere assunti a tempo indeterminato, sia per loro scelta sia, soprattutto, a causa delle leggi finanziarie dello Stato, che hanno più volte abbassato il tetto degli organici dell´Esercito. Si tratta di giovani che hanno già ricevuto, nell´Esercito, una significativa formazione in funzione di mansioni specialistiche da espletare (ad esempio teletrasmissioni, conduzione di carri armati, ecc.) e che sovente hanno anche maturato importanti esperienze, quali ad esempio le missioni all´estero. L´iniziativa della Regione Lombardia consiste nel garantire percorsi di formazione che valorizzino le competenze acquisite, in modo che siano rafforzate, completate e certificate e anche "riconvertite" in funzione di una professione nel mondo del lavoro civile. Si tratta, ad esempio, di settori quali informatica e telecomunicazioni, logistica, conduzione di mezzi speciali pesanti, ma anche sicurezza e mansioni di carattere socio-sanitario. Affrontare La Crisi - "Un accordo importante - ha commentato Formigoni - tanto più in un momento di difficoltà economica e occupazionale, frutto di un ottimo lavoro congiunto tra l´Esercito e il nostro Assessorato, grazie al quale Regione Lombardia mette a disposizione in modo adeguato i suoi strumenti di formazione e di accompagnamento al lavoro". Valentina Aprea ha sottolineato "la forte e positiva sinergia tra due risorse di eccellenza di cui disponiamo, vale a dire l´esperienza del volontariato, che si esplica veramente in numerosi campi, e il sistema di formazione che nella nostra Regione è innovativo e di alta qualità". Riconoscimento Di Crediti Formativi - L´accordo riconosce come criterio valido di ricollocazione al lavoro gli attestati di frequenza e le qualifiche professionali conseguite nell´ambito del programma Euroformazione Difesa, le capacità professionali certificate che trovano riscontro in professioni civili, il riconoscimento di crediti formativi spendibili nell´ambito della formazione e dell´istruzione per la pratica professionale e/o la specializzazione necessaria per acquisire i titoli richiesti dall´esercizio di determinate professioni o mestieri. I percorsi formativi promossi dalla Regione - che l´accordo prevede da subito e sino a tutto il 2014 - saranno attuati attraverso stage e tirocini formativi presso aziende, tenendo conto delle offerte occupazionali del territorio. Sarà garantito l´accesso alle forme di incentivazione previste dalle leggi regionali per quanto riguarda sia gli aiuti all´occupazione sia il sostegno allo start up di nuove imprese di giovani. Condivisione Di Informazioni - Il Comando regionale dell´Esercito fornirà alla Regione - con un sistema condiviso - le informazioni professionali utili per la riqualificazione e il ricollocamento dei militari che accettino di aderire all´iniziativa. Attuazione - L´attuazione dell´accordo sarà dettagliata in una specifica convenzione e costantemente seguita da una Commissione bilaterale di indirizzo e controllo.  
   
   
MILANO: RAPPORTO ECOMAFIA 2012. PISAPIA: “ANCORA PIÙ PERICOLOSA DI CHI SPARA”  
 
Milano, 24 ottobre 2012 - “Nel Rapporto Ecomafia 2012 ci sono dati importanti che è opportuno conoscere e ringrazio la stampa che ha voluto essere presente oggi perché possano diffondere quello che emerge dal Rapporto. E’ necessario un percorso comune per sconfiggere l’ecomafia, perché rischia di creare ancora più morti rispetto a chi spara. Queste mafie infatti attaccano i beni più preziosi: l’acqua, l’aria e il suolo mettendo in pericolo la salute dei cittadini e spesso quando si scoprono questi episodi di criminalità ambientale è troppo tardi. Ritengo che questo sia uno dei più grossi pericoli per l’umanità. Di solito il prefisso eco dovrebbe essere positivo, tranne che nel caso di accostamento alla mafia. Per vincere contro le mafie e l’ecomafia dobbiamo salvaguardare il territorio e lo dobbiamo fare insieme, Istituzioni, associazioni, magistratura e diventano anche fondamentali le segnalazioni dei cittadini. A Milano ci sono problemi come quelli che riguardano il Parco Agricolo Sud, dove ci sono ancora troppe discariche abusive che dobbiamo contrastare con l’aiuto della magistratura, ma ci sono anche le belle notizie come quelle che riguardano il quartiere Santa Giulia. Lì siamo a buon punto: la scuola e l’asilo che prima avevano un’aria irrespirabile, oggi sono una realtà aperta ai cittadini”. Lo ha dichiarato il Sindaco di Milano intervenuto ieri mattina alla presentazione del Rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente in collaborazione con Libera.  
   
   
CONVEGNO “LIBERI DA MAFIE E CORRUZIONE, IDEE E PROPOSTE PER UNA REGIONE PIÙ PULITA”  
 
 Firenze, 24 ottobre 2012 - Sabato 20 ottobre, al Teatro Colosseo, a Roma, si è svolto il convegno intitolato Liberi da mafie e corruzione, idee e proposte per una regione pulita. Una tavola rotonda coordinata dal giornalista Santo Della Volpe, che ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti di associazioni, sindacati, cittadini, accomunati da un unico desiderio: cogliere l’occasione delle nuove elezioni, per concretizzare un impegno chiaro e determinato contro le mafie e la corruzione da parte della politica che si candida alla guida del governo regionale. “Abbiamo salutato con molta positività l’invito che ci ha rivolto Libera a questa importante iniziativa – ha dichiarato il Presidente di Avviso Pubblico, Andrea Campinoti - che ha costituito un momento importante per tante organizzazioni per condividere la volontà di impegnarsi affinché, a partire dal rinnovo del governo regionale, si realizzino migliori e più efficaci condizioni per il buon governo della Regione e per un’efficace azione di contrasto al malaffare a fianco della politica che vorrà impegnarsi in maniera credibile su questo fronte”. “Come Avviso Pubblico abbiamo chiesto in maniera forte alle forze politiche innanzitutto di non candidare cittadini che siano stati rinviati a giudizio per i reati individuati dal codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione Parlamentare Antimafia. Inoltre abbiamo chiesto che la Regione divenga, – ha continuato il Presidente di Avviso Pubblico - un punto di riferimento sia per i cittadini che per gli enti locali, per la costruzione di efficaci politiche anticorruzione e di prevenzione del fenomeno mafioso. A tal proposito, abbiamo chiesto un impegno preciso da parte delle forze politiche e dei candidati a sottoscrivere la Carta di Pisa, il codice etico predisposto dalla nostra associazione, e di dotarsi di strumenti concreti per il sostegno della gestione dei beni confiscati alle mafie, oltre a sviluppare un’efficace politica di trasparenza e semplificazione in materia di appalti e di procedimenti autorizzatori”. “Ci auguriamo – ha concluso Campinoti - che le forze politiche che si candidano alla guida della Regione non solo si assumano queste responsabilità ma che riescano soprattutto a fare in modo che l’impegno positivo di tante organizzazioni possa trovare da ora in avanti nella Regione un punto di riferimento autorevole ed efficace. L’impegno comune per la legalità e la responsabilità è l’unica strada efficace per contrastare il potere crescente delle mafie”.  
   
   
IL FESTIVAL DELLA FAMIGLIA: LE CONFERENZE DAL 25 AL 27 OTTOBRE RIVA DEL GARDA DIVENTERÀ LA CAPITALE DELLA FAMIGLIA  
 
Trento, 24 ottobre 2012 - La famiglia è la cellula base della società, se cresce la famiglia cresce anche la società: questo è lo slogan che muove la tre giorni del Festival della Famiglia - sotto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica - che si terrà a Riva del Garda dal 25 al 27. Cuore della kermesse sarà l´attività congressuale, espositiva ed informativa in programma da giovedì pomeriggio fino a sabato mattina al Palazzo dei Congressi della cittadina lacuale. Il Festival è organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia - e dalla Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione del Comune di Riva del Garda. Accanto alle conferenze anche un ricco programma di proposte culturali e ricreative nel centro storico di Riva. Giovedì 25 ottobre Politiche per la famiglia e crisi economica ore 15.30 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - L’attuale crisi economica e finanziaria, con la connessa erosione del potere d’acquisto della moneta, ha prodotto rilevanti effetti sulle famiglie. In particolare, sulle famiglie con figli grava più che sulle altre il peso della crisi. Una famiglia su tre non riesce oggi a far fronte alle esigenze essenziali, rispetto alle quali, laddove possibile, si provvede attingendo alle economie. Muovendo da questi presupposti, la sessione intende esaminare il tema delle politiche familiari nel contesto dell’attuale crisi economica, al fine di individuare, successivamente all’approfondimento del quadro generale e delle variegate sfaccettature settoriali, le possibili strategie di intervento. Intervengono: Luigino Bruni, Gianpiero Dalla Zuanna, Pierpaolo Donati, Antonio Mastrapasqua, Linda Laura Sabbadini Coordina: Chiara Valentini. Alleanze locali per la famiglia ore 17 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - Le Alleanze locali per la famiglia rappresentano forme di integrazione tra diversi attori sociali che, nell’ambito di specifici contesti territoriali, mirano ad assicurare l’accrescimento delle condizioni di benessere familiare. Le prime esperienze di Alleanze locali si stanno realizzando in Trentino con i “Distretti famiglia, forme di organizzazione economica e culturale a base locale, in cui soggetti diversi per natura e funzioni (istituzioni pubbliche, enti, operatori economici, terzo settore e famiglie) interagiscono al fine di promuovere, sostenere e valorizzare il benessere delle famiglie che vivono sul territorio. Nei Distretti famiglia si applicano e promuovono metodologie di sostegno, cooperazione e contributo reciproco; si sperimenta la creazione e l’utilizzo di servizi e prodotti innovativi funzionali alla crescita economica del territorio e si adottano in modo diffuso e capillare politiche di conciliazione tra la vita familiare e lavorativa, attraverso l’applicazione del ”family standard”. Intervengono: Gregorio Arena, Lorenzo Guerini, Ivana Padoan, Riccardo Prandini, Jan Schröder Coordina: Luciano Malfer. Venerdì 26 ottobre I processi educativi ore 9 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - Quali sfide si presentano oggi ai diversi contesti educativi? Quali nuovi paradigmi è necessario acquisire perché genitori, educatori ed amministratori esercitino adeguatamente, consapevolmente e proficuamente le proprie funzioni, in linea con i mutamenti sociali ed economici del nostro tempo? Educa, l’evento nazionale sull’educazione che da quattro anni si realizza a Rovereto, considera il “capitale umano” un bene primario all’interno della società, ponendo i processi educativi - intesi come strumento di crescita dell’individuo – al centro delle tematiche inerenti le dinamiche all’interno dei contesti economico- sociali. Cosa rappresenta, nell’attuale contesto, il concetto di “capitale umano”? E quali misure è necessario porre in atto affinché sia garantito l’armonico sviluppo della personalità del singolo, in quanto presupposto fondante della crescita equilibrata della collettività nel suo complesso? È a queste domande che si propone di rispondere la sessione tematica, partendo dalla convinzione che la formazione del singolo sia garanzia di positivi ritorni per l’intero contesto in cui esso è inserito ed opera. Intervengono: Davide Guarneri, Angela Nava, Marco Rossi Doria, Giuseppe Savagnone. Coordina: Michele Odorizzi. Invecchiamento attivo e solidarietà tra generazioni ore 11 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - L’unione Europea ha proclamato il 2012 “Anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni”. La celebrazione dell’Anno intende essere l’occasione per promuovere una cultura dell’invecchiamento attivo fondata su una società per tutte le età, basata sulla solidarietà e la cooperazione tra le generazioni. Il coordinamento nazionale per l’Anno 2012 è stato affidato al Dipartimento per le politiche della famiglia, in virtù delle deleghe in materia di questioni demografiche, di tutela dei diritti della famiglia in tutte le sue componenti, e per le competenze di indirizzo e coordinamento ad esso attribuite in materia di politiche familiari. Sono di palmare evidenza le connessioni esistenti tra il tema sopra menzionato e le politiche familiari, sia in termini sociali che economico-finanziari. Le sempre maggiori esigenze dei nuclei familiari, derivanti dalle necessità di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, le intervenute urgenze di condivisione di spazi abitativi tra diverse generazioni, conseguenti alla crisi economica in atto e al crescente tasso di disoccupazione giovanile, la progressiva diminuzione del tasso di natalità, effetto delle cause appena menzionate, potrebbero trovare benefici da adeguate politiche sociali atte a convertire il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione e gli oneri sociali che esso comporta, da costo a risorsa. Intervengono: Carla Casciari, Michele Mangano, Alfonso Molina, Dario Petri, Daniela Pompei, Claudio Salmaso Coordina: Angelo Mari. Smart cities e digital-divide ore 15 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - La crescita dei bisogni e delle aspettative, unitamente alla crisi dei sistemi sociali complessi, pone al centro del dibattito pubblico la tematica del benessere degli individui, delle famiglie e della società. Ne consegue un’attenzione ai bisogni, agli stili di vita e alle concrete necessità dei cittadini che va ben al di là delle risposte attualmente disponibili anche da parte degli “stati sociali” delle società avanzate. Questa nuova venerdì 26 ottobre sensibilità investe in modo diretto le tecnologie della comunicazione e dell’informazione che, a motivo della loro pervasività e del loro stretto e sempre crescente intrecciarsi con le nostre pratiche quotidiane, sono chiamate alla sfida epocale di ridefinire la propria posizione e il proprio ruolo per offrire risposte non solo economicamente sostenibili ma, cosa ancora più importante, socialmente innovative. Il dibattito attorno alle smart cities, che di fatto muterà nel tempo i modelli organizzativi degli attuali sistemi, offrirà, per i territori che sapranno coglierle, nuove opportunità in termini di sviluppo di nuovi servizi, di semplificazione della vita, risparmio di tempo e crescita economica. A questi temi è connesso il tema del digital-divide che esiste tra genitori e figli, tra anziani e giovani, tra cittadini appartenenti a fasce sociali diverse e ad ambiti territoriali differentemente dotati di infrastrutture tecnologiche. Intervengono: Giovanni Azzone, Maria Cristina Bertellini, Antonio Bosio, Renato Sciarrillo, Cesare Sironi Coordina: Fausto Giunchiglia. Comunicare e informare ore 17 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - Nell’attuale momento storico, caratterizzato da crisi economica, mutamento dei riferimenti culturali e globalizzazione, acquista grande importanza il modo in cui la famiglia viene percepita e comunicata dai media, nonché la misura e le modalità con cui la famiglia ha accesso e utilizza gli strumenti di comunicazione. Sul territorio, in molti casi, le politiche familiari hanno messo in atto e sviluppato sistemi e servizi di notevole importanza, pur rimanendo le modalità e gli strumenti di comunicazione che riguardano tali politiche assai scarsi e inadeguati, ostacolando, di fatto, la conoscenza di tali sperimentazioni e la diffusione di tali pratiche. D’altro lato, il continuo evolversi delle tecnologie impone alla famiglia un incessante sforzo per adeguarsi alle nuove modalità di comunicazione e fruizione dei mezzi di acquisizione e trasmissione delle informazioni. Occorre quindi chiedersi come ci si possa orientare al fine di individuare gli strumenti atti a rimuovere da un lato il digital-divide, le difficoltà di accesso alle strumentazioni informatiche e l’accesso all’informazione e utili a cogliere, dall’altro, le opportunità di crescita che tali strumenti possono garantire. Intervengono: Antonella Bevere, Marisa Corso, Roberto Farnè, Nicoletta Iacobacci, Gianfranco Noferi, don Antonio Sciortino Coordina: Mussi Bollini. Sabato 27 ottobre Il Family Audit ore 9 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - La partecipazione attiva dei cittadini al mercato del lavoro è decisiva sia per lo sviluppo del territorio, che per la crescita del singolo e delle famiglie. L’auditing aziendale è, in tale contesto, una delle principali politiche atta a garantire il bilanciamento tra vita personale e vita professionale e assicurare il benessere organizzativo dei dipendenti. I sistemi di auditing sono strumenti volontariamente utilizzati dalle organizzazioni, interessate ad introdurre specifici piani che qualificano sia gli aspetti organizzativi della realtà aziendale, sia la gestione delle risorse umane e strumentali. La Provincia autonoma di Trento - Agenzia per la famiglia - dopo un’iniziale sperimentazione, ha definitivamente adottato un vero e proprio standard Family Audit nel 2010. Grazie al Protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia e l’Agenzia, il 18 giugno 2012 lo standard Family Audit è stato ammesso su scala nazionale e ad oggi sono 50 le organizzazioni che hanno iniziato la sperimentazione a livello nazionale. Intervengono: Andrea Brandolini, Mariangela Franch, Marc Grau, Danielle Hartmann Coordina: Francesca Gagliarducci. La programmazione delle politiche familiari ore 10.30 - Sala 1000 - Palazzo dei Congressi - La programmazione degli interventi di politica familiare riveste un’importanza strategica. Tra gli strumenti più importanti adottati, il Piano nazionale per la famiglia costituisce, “il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all’attuazione dei diritti della famiglia”. Approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2012, il Piano è uno strumento innovativo, organico e prospettico nel sistema delle politiche familiari, i cui ambiti di intervento si articolano seguendo alcune direttrici principali: equità economica; politiche abitative per la famiglia; lavoro di cura familiare, servizi per la prima infanzia, congedi, tempi di cura e interventi sulla disabilità e non autosufficienza, pari opportunità e conciliazione tra famiglia e lavoro; privato sociale, terzo settore e reti associative familiari, servizi consultoriali e di informazione; immigrazione; alleanze locali per le famiglie e monitoraggio delle politiche familiari. Movendo da questi presupposti, la sessione è dedicata ad approfondire i temi ed i problemi legati all’implementazione del Piano nazionale e dagli altri strumenti di programmazione. Intervengono: Francesco Belletti, Giovanni Bertin, Federico Fauttilli, Kai Leichsenring, Silvia Peparo Guandalini Coordina: Chiara Valentini. Per informazioni e per il programma completo: www.Festivalfamiglia.it    
   
   
L’ALBERO DELLA VITA PRESENTA I RISULTATI DELLA RICERCA SUI MINORI ROMENI EMIGRATI IN ITALIA: “ANCORA PREGIUDIZI E POCA INTEGRAZIONE. 1 BAMBINO SU 4 NON BENEFICIA DI CURE PEDIATRICHE”  
 
Milano, 24 ottobre 2012 - Temono di dichiarare la loro nazionalità e la nascondono ai coetanei italiani perché hanno paura di essere scambiati per Rom. 1 bambino su 4 non beneficia delle cure pediatriche. 6 famiglie su 10 incontrano ostacoli linguistici e difficoltà burocratiche. E per quasi 4 famiglie su 10 Roma è la città più difficile per l’integrazione. E’ questo il quadro che viene fuori dalla prima ricerca condotta sui figli dei migranti romeni in Italia, realizzata dalla Fondazione L’albero della Vita insieme alla Fondazione Ismu nell’ambito del progetto “Children’s Rights in Action. Improving children’s rights in migration across Europe. The Romanian case” co-finanziato dal Programma Fundamental Rights and Citizenship della Commissione Europea. 6 famiglie romene su 10 dichiarano di aver incontrato numerosi ostacoli legali e burocratici nell’integrazione in Italia. Come emerge dalla ricerca presentata oggi a Milano nell’ambito del convegno “Figli Migranti: i minori romeni e le loro famiglie in Italia”, l’Italia è ancora un paese problematico per l’integrazione, sebbene sia le meta preferite da due terzi dei migranti romeni. Realizzata su un campione di 242 famiglie romene residenti a Roma, Milano e Torino, l’indagine della Fondazione L’albero della Vita e della Fondazione Ismu indaga gli effetti sui bambini che emigrano dalla Romania insieme ai loro genitori in Italia e in Spagna. La maggior parte dei bambini romeni residenti in Italia si vergogna della sua nazionalità e la nasconde a causa delle discriminazioni legate alla confusione tra nazionalità romena e Rom. In questo senso, il ruolo dei media è centrale nella stigmatizzazione della nazionalità. In Spagna, invece, una decisa azione politica “anti stereotipo” è riuscita a smantellare e demistificare i pregiudizi generati dalla popolazione nei confronti dei migranti. “I dati mostrano con chiarezza che per i minori romeni in Italia permangono molte difficoltà, in primis sul fronte sanitario" – commenta Ivano Abbruzzi, Direttore Ufficio Progetti e Ricerche della Fondazione L’albero della Vita. Ad esempio, solo il 75,2% dei figli degli intervistati, infatti, beneficia delle cure pediatriche, contro l’84,5% della Spagna“. Nella classifica delle città più difficili spicca Roma: quasi 4 famiglie su dieci, il 37,5% del campione, dichiarano di avere avuto difficoltà nell’integrazione (nel Lazio si concentrano quasi 200.000 romeni, per un totale di un milione di persone residenti in Italia. Fonte: Istat). Al secondo posto Milano (complessa per il 25% degli intervistati). Bene Torino (solo il 12% dice di aver avuto problemi). Nell’ambito scolastico, va evidenziato che se da un lato il 93,5% dei bambini è regolarmente iscritto a scuola, il 10,7% è stato bocciato alla scuola primaria. Il 12,3% dei maschi e il 10% delle femmine hanno perso uno o più anni scolastici per colpa del fenomeno migratorio. Il gruppo più a rischio è quello tra i 11 e 13 anni: 2 bambini su 10 vengono bocciati. Nell’ambito del progetto, insieme all’Associazione Alternative Sociale, sono stati studiati anche gli effetti del ritorno in Romania sui bambini. Per la metà dei bambini intervistati, il periodo di tempo trascorso all’estero è superiore a 3 anni, il che è spesso causa di rischi maggiori nel processo di riadattamento alla vita in Romania, essendo stato maggiore il tempo vissuto senza interagire con l’ambiente socio-culturale Romeno. I fattori inibenti menzionati dai bambini come cause di mancato adattamento sono soprattutto individuali: 72,05% parlano di abitudini acquisite durante la permanenza all’estero, aver dimenticato lo stile di vita Romeno, mancanza di autostima, seguiti da fattori legati alla comunità (mancanza di supporto da parte degli amici, mancanza di attenzione da parte degli insegnanti) e fattori familiari. Dal 10% al 15% dei bambini che fanno ritorno in Romania dimostrano un rischio significativo di sviluppare specifici disturbi (emotivi, di condotta, di attenzione, relazionale). Quantificando, più di 5000 bambini migranti di ritorno hanno difficoltà legate al ri-adattamento e problemi psicologici ed emotivi che avranno un impatto sul loro sviluppo. Ma è un numero che, secondo le stime dell’Albero della Vita, è destinato ad aumentare di circa 1000 unità l’anno. Figli Migranti I minori romeni e le loro famiglie in Italia, Mercoledì 24 ottobre 2012, Ore 10:00 – 18:00, Centro Congressi Palazzo delle Stelline – Sala Toscanini, Corso Magenta, 61, Milano. Programma: http://ec.Europa.eu/italia/milano/documents/figli_migranti_programma24-10-12.pdf    
   
   
"TRENTINO DISTRETTO PER LA FAMIGLIA": 103 NUOVI SOGGETTI AMICI DELLA FAMIGLIA  
 
Trento, 24 ottobre 2013 - Sono 103 i nuovi soggetti che giovedì mattina a Riva del Garda aderiranno ufficialmente a quello che ormai si configura come "Trentino Distretto per la Famiglia". La cerimonia collettiva è in programma a partire dalle 10.30, nella sala espositiva della Rocca, e si configura come una sorta di "prefestival" al Festival della Famiglia che si aprirà al Palazzo dei Congressi della cittadina lacuale nel pomeriggio del 25 ottobre. Nel dettaglio due sono i nuovi Distretti Famiglia, quello della Rotaliana - Königsberg e delle Giudicarie Esteriori Terme di Comano, e tre sono i Distretti Famiglia che accoglieranno nuovi soggetti, quello della Valle di Sole, della Valle di Non e della Rendena. Nel corso della mattina anche il rilascio delle certificazioni Family al Comune di Riva del Garda, ai Musei della Civiltà Solandra e Mulino Angeli, alla Fondazione Aida, a quattro esercizi e alla Fondazione famiglia materna, nonché l´assegnazione del Family Audit a 25 nuovi soggetti. Infine anche la sottoscrizione di un Protocollo di intesa fra la Provincia di Sassari e la Provincia autonoma di Trento per la definizione di un Piano provinciale dei servizi alla famiglia. Il Trentino è una terra che si vuole qualificare sempre più come un territorio attento alle famiglie, creando per loro sempre migliori condizioni affinché possano svolgere in serenità l’importante ruolo che ricoprono nella società. La Provincia e gli enti locali, come indicato anche dalla Legge provinciale sul benessere familiare, promulgata nel marzo 2011, si impegnano a valorizzare la natura e il ruolo delle famiglie, a sostenere il loro diritto a svolgere le funzioni sociali ed educative, a promuovere la natalità anche con strumenti di promozione di politiche familiari strutturali, che prevengano le situazioni di disagio o ne promuovano il superamento e che sostengono il benessere di tutti i componenti il nucleo familiare. Il Trentino si vuole pertanto qualificare sempre più come territorio accogliente ed attrattivo per le famiglie e per i soggetti che interagiscono con esse, capace di offrire servizi ed opportunità rispondenti alle aspettative delle famiglie residenti e non, operando in una logica di Distretto famiglia, all’interno del quale attori diversi perseguono l’obiettivo comune di accrescere sul territorio il benessere familiare. La famiglia, che vive con consapevolezza la propria dimensione, diventa protagonista del contesto sociale in cui vive, in quanto può esercitare le proprie fondamentali funzioni, creando in forma diretta benessere familiare ed in forma indiretta coesione e capitale sociale. La cerimonia del "Prefestival della Famiglia" inizierà alle 10, nella sala espositiva della Rocca, saranno presenti: Ugo Rossi, assessore alla salute e politiche sociali, Provincia autonoma di Trento; Federico Fauttilli, capo Dipartimento per le politiche della famiglia - Presidenza del Consiglio dei Ministri; Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili; Silvia Peraro Guandalini, presidente Forum delle Associazioni familiari del Trentino; Anna Maria Quaglia, presidente Consulta della Famiglia della Provincia autonoma di Trento.  
   
   
EMPOLI E’ STATO APPROVATO IL ‘CODICE DELLE PARI OPPORTUNITÀ TRA UOMO E DONNA’ ALL’ALBO PRETORIO E SULLA RETE CIVICA. NEL ‘PIANO AZIONI POSITIVE’ TRIENNIO 2012 – 2014  
 
Empoli, 24 ottobre 2012 - E’ stato approvato il codice delle pari opportunità tra uomo e donna, nel ‘Piano delle azioni positive’ per il triennio 2012 – 2014, tendente ad assicurare la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione delle pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra gli uomini e le donne nelle pubbliche amministrazioni, le quali, hanno un ruolo determinante, propositivo e propulsivo nella promozione ed attuazione del principio delle pari opportunità. Gli obiettivi per il triennio 2012 – 2014. Garantire il rispetto delle pari opportunità nelle procedure di reclutamento del personale; promuovere al pari, opportunità in materia di formazione, aggiornamento, qualificazione professionale, considerando anche la posizione delle donne lavoratrici stesse in seno alla famiglia; facilitare l’utilizzo di forme di flessibilità orarie finalizzate al superamento di specifiche situazioni di disagio; promuovere la comunicazione e la diffusione delle informazioni sui temi delle pari opportunità. Azioni positive per raggiungere gli ‘obiettivi’. Per raggiungere gli obiettivi sopraindicati, l’Amministrazione comunale individua delle azioni positive, che elenchiamo di seguito, da attivare in maniera tempestiva: - assicurare nelle commissioni di concorso e selezione, la presenza almeno di un terzo di componenti di sesso femminile; - nelle proposte di nomina, richiamare l’osservanza delle norme in tema di pari opportunità con invito a tener conto della presenza femminile; - redazioni di bandi di concorso in cui sia richiamato il rispetto della normativa in tema di pari opportunità e venga contemplato l’utilizzo sia del genere maschile che di quello femminile; - incrementare la partecipazione del personale di sesso femminile a corsi/seminari di formazione e di aggiornamento, anche attraverso una preventiva analisi di particolari esigenze riferite al ruolo svolto tradizionalmente dalle donne lavoratrici in seno alla famiglia, in modo da trovare soluzioni; - favorire il reinserimento lavorativo del personale che rientra dal congedo di maternità o paternità, o da congedo parentale o da assenza prolungata dovuta ad esigenze della famiglia; - in presenza di particolari esigenze dovute a documentata necessità di assistenza e cura nei confronti di disabili, anziani, minori e su richiesta del personale interessato, potranno essere definite in accordo con le organizzazioni sindacali, forme di flessibilità oraria per periodi di tempo limitati. Il ‘Piano’ è pubblicato all’Albo pretorio e sul sito internet del Comune www.Comune.empoli.fi.it    
   
   
MILANO: AFFIDI FAMILIARI. CAMBIA IL SISTEMA, CONTRIBUTI ECONOMICI ANCHE AI PARENTI NONNI E ZII E FRATELLI POTRANNO OTTENERE UN SOSTEGNO MENSILE DI 350 EURO SABATO 27 OTTOBRE A PALAZZO REALE INCONTRO CON LE FAMIGLIE AFFIDATARIE CON SINDACO PISAPIA E ASSESSORE MAJORINO  
 
 Milano, 24 ottobre 2012 - Cambia il sistema degli affidi familiari per bambini e ragazzi in difficoltà: anche i parenti entro il quarto grado, quindi fratelli, zii e nonni potranno usufruire, se richiesto, di un contributo economico di 350 euro mensili in qualità di affidatari di bambini e ragazzi entro i 18 anni (fino a 21 in presenza di provvedimento del Tribunale). Lo ha stabilito la Giunta comunale che nell’ultima seduta ha approvato la delibera di revisione del sistema di affidamento familiare di minori nella città di Milano. Il provvedimento ha aumentato anche la quota del contributo dato alle famiglie affidatarie (non parenti) che passa da 430 a 480 euro mensili. Insieme al sostegno economico le famiglie affidatarie (parenti e non) potranno contare su interventi di supporto psicologico, sociale ed educativo finalizzati a sostenere il percorso compiuto dal minore nella famiglia che lo ha accolto e a curare il legame con i genitori di origine in previsione del rientro a casa. Questi interventi psico-socio-economici saranno forniti da realtà esterne al Comune attive sul territorio comunali, individuate attraverso una selezione a evidenza pubblica. Per informare la cittadinanza sull’esistenza del servizio saranno organizzate nei prossimi giorni iniziative e incontri. Sabato 27 ottobre a Palazzo Reale il Sindaco Giuliano Pisapia e l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, incontreranno e ringrazieranno le famiglie affidatarie a Palazzo Reale (dalle 10 alle 12.30). A seguire in piazzetta reale si svolgerà un flash mob realizzato dai bambini dal titolo “il sogno dell’affido” Domenica 28 ottobre presso il Teatro Verdi, via Pastrengo 16 (dalle 15.30 alle 17.30) si svolgerà lo spettacolo “Tutto quello che avreste voluto sapere sull’affido ma non avete mai osato chiedere” dalla Compagnia “L’albero”. Lo spettacolo è gratuito fino ad esaurimento posti. Lunedì 29 ottobre sarà inaugurata invece la nuove sede del servizio Affidi in via Luigi Sturzo 49. Sarà aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 12.30 e dalle 13.30 alle 17 con la possibilità anche di incontri serali. Il potenziamento del servizio Affidi, attraverso la promozione e il sostegno di una rete per l’affido familiare, è stato realizzato anche grazie alla collaborazione di Fondazione Cariplo che ha consentito l’apertura e la gestione del sito internet www.Affidomilano.it e della sede in via Sturzo 49. “Nel 2011 sono stati dati in affido 236 minori grazie all’impegno di numerose famiglie, cui va il nostro ringraziamento, per l’impegno e la generosità di essersi aperte all’accoglienza di bambini e ragazzi in difficoltà accompagnandoli in un periodo non facile delle loro vita”, ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Majorino. “La modifica del sistema di affido ha l’obiettivo di aumentare il numero delle famiglie disponibili all’affido. Si tratta di sostenere sia economicamente sia con interventi socio-pisco-educativi le famiglie affidatarie e in particolare di estendere anche ai parenti il contributo mensile. Purtroppo zii e nonni non hanno sufficienti mezzi per farsi carico dei nipoti che vengono affidati a una comunità e spesso rimangono senza la possibilità di essere dati in affido. Con molte realtà del Terzo settore stiamo lavorando in questa direzione e al rafforzamento delle informazioni sul servizio”. Dal 1982 (anno di nascita del Servizi Affidi ad oggi) sono stati affidati a tempo pieno e a famiglie terze 2.000 bambini. Queste famiglie hanno sopperito la rinuncia di 1.500 famiglie di parenti che non hanno preso in affido i bambini anche per problemi economici. Negli ultimi 5 anni il numero degli affidi è cresciuto lievemente ma il numero è ancora inferiore a coprire le esigenze dei minori che necessitano di forme di accoglienza differenti dalla comunità. Sono ancora poche gli affidi in forma cosiddetta leggera, cioè non a tempo pieno ma limitata al weekend, alle vacanze e alla giornata ma senza pernottamento. Nel 2011 a fronte di 168 affidi a tempo pieno ci sono stati 47 affidi per fine settimana e vacanze e 21 giornalieri. La maggior parte dei bambini affidatari conclude la propria esperienza di affido entro i tre anni, ma sono molti i casi di prolungamento dovuti alle imprevedibili evoluzioni della vita delle famiglie d’origine.  
   
   
INCONTRARE LE OPPORTUNITÀ: LA RICERCA ATTIVA DI UN LAVORO SEMINARIO A TORINO PER LE DONNE UNDER 35 ALLA RICERCA DI OCCUPAZIONE  
 
Torino, 24 ottobre 2012 - Giovedì 25 ottobre, presso il Centro per l’Impiego di Torino (Via Bologna, 153 Torino) In collaborazione con l’Ufficio della Consigliera di Parità di Torino, la Provincia di Torino ospita un seminario di formazione dedicato alle modalità di ricerca attiva di un lavoro. Al seminario sono invitate quarante donne con un’età non superiore ai 35 anni (diplomate, laureande, laureate) iscritte ai Centri per l’impiego di Torino e della prima cintura. Di seguito il programma: Ore 9 Registrazione dei partecipanti Sala dei 50 – 2^ piano Apertura dei lavori : Maria Giuseppina Puglisi - Assessore Politiche Attive di Cittadinanza, Diritti Sociali e Parità – Provincia di Torino; Carlo Chiama - Assessore Lavoro, Formazione professionale, Orientamento per il mercato del lavoro Provincia di Torino; Roberto Turi Italia Lavoro – Progetto «Lavoro In Genere», Italia Lavoro. Ore 10 “Contesto occupazionale e tipologie contrattuali Il mercato del lavoro della provincia di Torino: andamento recente e prospettive” Giorgio Vernoni - Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Torino. “L’osservatorio nazionale sulla contrattazione di genere” Gabriella Boeri - Consigliera di Parità Provincia di Torino. “Tipologie contrattuali: riflessi normativi” Coordinamento Centri per I’impiego . Ore 11 “Laboratorio di orientamento al lavoro: gli strumenti per la ricerca attiva del lavoro Strumenti per la ricerca di lavoro: Cliclavoro (Italia Lavoro) Sistema dei Servizi per l’impiego in provincia di Torino” Elena Valvassori - Centri per l’impiego – Sportello Alte Professionalità; Cristina Calabrò - Agenzie per il lavoro – Synergie. Ore 12 “Tavoli di matching domanda e offerta di lavoro Creazione di sottogruppi di lavoro con rappresentanti aziendali per approfondimenti sulle dinamiche del colloquio individuale e di gruppo” Ore 14 “Formazione e autoimpiego Sala utenti Centro per l’Impiego di Torino - 1^ piano Intraprendere percorsi formativi: quali opportunità “ Servizio Formazione Professionale Provincia di Torino e Regione Piemonte; “Imprenditorialità e strumenti per l’avvio d’impresa” Francesca Vanzetti – Mip Mettersi In Proprio – Provincia di Torino, Modera i lavori: Gabriella Boeri- Consigliera di Parità Effettiva per la Provincia di Torino.  
   
   
BASILICATA: PRESENTAZIONE “PROGRAMMA OBIETTIVO 2012 SEMINARIO FORMATIVO SU INCREMENTO E QUALIFICAZIONE DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE E CREAZIONE E CONSOLIDAMENTO DI IMPRESE FEMMINILI  
 
Potenza, 24 ottobre 2012 - Il “Programma Obiettivo 2012” per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete, emanato dalla Ministra Elsa Fornero e formulato dal Comitato Nazionale di Parità per l’attuazione di principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici, sarà presentato il 25 ottobre a Potenza, alle 9,30 nella sala A del Consiglio Regionale. Lo rende noto Maria Anna Fanelli, lConsigliera regionale di Parità della Regione Basilicata. La presentazione dei progetti scadrà il 30 novembre. Nel corso dell’iniziativa verrà inoltre presentato il decreto 5 ottobre 2012 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ‘incentivo straordinario per la creazione di rapporti di lavoro stabili o di durata ampia, in favore di uomini under 30 e donne di qualunque età’. Il seminario formativo realizzato dall’ Ufficio della Consigliera Regionale di Parità Maria Anna Fanelli è accreditato dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro della provincia di Potenza, dall’ Ordine degli Assistenti Sociali della Basilicata ed ha ricevuto l’adesione dell’Ami. L’iniziativa – spiegano gli organizzatori - riceverà i contributi tecnici di esperte/i, di componenti della Commissione regionale per l’impiego, di rappresentanti delle parti datoriali, delle associazioni di categoria ed inoltre vedrà la partecipazione di Rosa Gentile, componente del Comitato nazionale di Parità per l’attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici.