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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Giugno 2013
VERTICE SULL´ENERGIA DEL REGNO UNITO 2013  
 
Londra, 18 giugno 2013 - Il 27 giugno si terrà a Londra, nel Regno Unito, il "Vertice sull´energia del Regno Unito 2013" (The Uk Energy Summit 2013). Negli ultimi anni l´ambito delle fonti di energia è andato oltre l´energia solare ed eolica fino a comprendere una miriade di tecnologie. Anche se questi progressi hanno fornito un´ampia gamma di fonti di energia sostenibili dal punto di vista ambientale e competitive nei costi, ci sono ancora grandi difficoltà per il finanziamento dei progetti energetici e per far fronte alla scarsità di carburante. Questa conferenza si concentra sulla costruzione di un futuro sostenibile e accessibile per la fornitura di energia nel Regno Unito. Si occuperà di come lo stato può aiutare i consumatori a risparmiare denaro sulle bollette. Gli argomenti in discussione includeranno la trasformazione del mercato dell´energia, l´accelerazione dell´innovazione nell´energia e l´equilibrio della fornitura di energia nel Regno Unito. L´evento riunirà leader di tutto il settore energetico, fautori delle politiche, organizzazioni dei consumatori e commissioni di esperti per dibattere apertamente su come il Regno Unito possa superare in modo efficace le sfide immediate e future nella fornitura dell´energia. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Economistconferences.co.uk/event/uk-energy-summit-2013/7127  
   
   
ENERGIA: SPERIMENTAZIONE NUOVI MODELLI, AVVISO SUL BURA CANDIDABILI I COMUNI ABRUZZESI CON MENO DI 10 MILA ABITANTI  
 
Pescara, 18 giugno 2013 - E´ stato approvato il 14 giugno l´Avviso pubblico per la presentazione di manifestazione di interesse da parte dei Comuni della Regione Abruzzo aventi popolazione complessiva inferiore a 10.000 abitanti ad ospitare sul proprio territorio le attività volte all´applicazione e sperimentazione di modelli sostenibili di gestione e utilizzo delle risorse energetiche. L´avviso, pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo n° 21 Ordinario del 5/06/2013, è finalizzato a selezionare n. 4 Comuni, uno per ogni Provincia della Regione Abruzzo, che abbia le condizioni idonee ad ospitare sul proprio territorio le attività volte all´applicazione e sperimentazione di modelli sostenibili di gestione e utilizzo delle risorse energetiche previste nell´ambito del progetto strategico Cbc Ipa-adriatico "Alterenergy". L´istanza di candidatura e la relativa documentazione, dovrà pervenire, entro le ore 12 del trentesimo giorno a partire dalla pubblicazione sul Bura della Regione Abruzzo, al seguente indirizzo: Regione Abruzzo - Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie, Programmazione, Parchi, Territorio, Ambiente, Energia - Servizio Politica Energetica Qualità dell´Aria e Sina, Via Passolanciano n. 75, 65124 Pescara oppure via pec all? indirizzo au@pec.Regione.abruzzo.it. Il testo integrale del bando è visionabile sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo n. 21 del 05/06/2013 anche via web all´indirizzo http://bura.Regione.abruzzo.it/ o sul sito della Regione Abruzzo www.Regione.abruzzo.it. Co-finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Ipa Adriatico, il progetto mira a definire una strategia comune territoriale in campo energetico, che possa affrontare la sfida dei cambiamenti climatici ricercando un equilibrio tra gli obiettivi della protezione ambientale, della competitività e dell´approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili nell´area Adriatica. In Abruzzo il progetto si inserisce perfettamente negli ambiziosi obiettivi del Patto dei Sindaci, iniziativa di lungo termine per la riduzione delle emissioni di Co2 del 20 per cento entro il 2020, che è stata sottoscritta da tutti i Comuni abruzzesi ed è coordinata da Regione, Province ed Anci in un perfetto sistema di multilevel governance. In questi termini le azioni del progetto Alterenergy nei Comuni che risulteranno selezionati mediante procedura pubblica, saranno finalizzate soprattutto al perseguimento degli obiettivi che i Comuni stessi hanno già individuato nel proprio Piano di Azione (Seap) fornendo loro assistenza specialistica. Target specifico del progetto sono le piccole comunità (con meno di 10.000 abitanti) delle Regioni adriatiche. Alterenergy conta sulla partecipazione di circa 20 partners dell´Area Adriatica e prevede studi di fattibilità e realizzazione di piani energetico-ambientali, progetti infrastrutturali pilota ed attività di comunicazione finalizzate a diffondere la cultura della sostenibilità energetica con l´inserimento di tutte queste attività nella più vasta programmazione del Patto dei Sindaci. Avviato nel settembre 2011, il progetto terminerà ad agosto 2015. Sul sito http://www.Alter-energy.eu è disponibile ogni notizia relativa al progetto.  
   
   
ROBIN TAX: IL GOVERNO PUNISCE LE RINNOVABILI INVECE DI INVESTIRE SULLA GREEN ECONOMY  
 
Milano, 17 giugno 2013 – Aper e Assosolare ritengono inammissibile l’ipotesi, purtroppo sempre più probabile, che il Governo inasprisca ulteriormente la fiscalità per le attività di produzione di energia da fonti rinnovabili, con un aumento della cosiddetta "robin tax", una tassa iniqua e caratterizzata anche da profili d’incostituzionalità, che certamente Robin Hood combatterebbe. Grave è anche il carattere retroattivo di questa inaccettabile gabella che già ha, ed avrebbe in maggior misura se innalzata, l’effetto di minare la sostenibilità dei progetti effettuati da chi ha avuto coraggio di investire nel nostro Paese e, se possibile ancora peggio, di far fuggire potenziali nuovi investitori! Ma come si può pensare di aumentare l’occupazione ed il Pil in questo modo? I molti cambi normativi e di contesto, subiti dagli investitori in impianti a fonti rinnovabili, hanno causato un significativo ridimensionamento di nuovi progetti e dell’occupazione. Una domanda sorge spontanea: li si vuole azzerare?  
   
   
ENERGY EXPLORER: VISITA IN UMBRIA A IMPIANTI DA ENERGIE RINNOVABILI  
 
Perugia, 18 giugno 2013 - Dopo i tour organizzati per i ragazzi delle scuole, il 14 giugno è toccato ai Consiglieri Regionali e a numerosi amministratori pubblici della regione visitare gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile che fanno parte della "rete territoriale" del progetto "Energy Explorer". Il progetto, promosso dalla Regione Umbria con le risorse del Por Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e realizzato dal Centro interuniversitario sull´inquinamento da agenti fisici dell´Università di Perugia, si propone di informare e di far conoscere, con esperienze dirette, le installazioni e le buone pratiche di tecnologie sostenibili realizzate sul territorio regionale. Il gruppo - che era accompagnato dall´assessore regionale all´Ambiente Silvano Rometti e di cui hanno fatto parte i consiglieri regionali Maria Rosi, Alfredo De Sio, Oliviero Dottorini e Manlio Mariotti e i sindaci dei territori interessati - ha visitato un impianto a biomassa legnosa (Ditta Genera spa) ad Avigliano Umbro e due impianti a Biogas, a Collazzone (Azienda Luchetti - reflui bovini) e a Marsciano (Azienda Platoni - reflui zootecnici). "Si è trattato - ha detto l´assessore Rometti - di una occasione per gli amministratori locali e per i tecnici, coinvolti direttamente dalle procedure per il rilascio delle autorizzazioni, per conoscere questi impianti e le tecnologie sostenibili adottate, verificando in loco che non si tratta di strutture che producono danni all´ambiente. Al contrario - ha aggiunto l´assessore - se correttamente funzionanti esse costituiscono una vera e propria risorsa, contribuendo a superare la ´dipendenza´ dal petrolio per la produzione di energia elettrica, con ricadute importanti sul territorio dal punto di vista ambientale ed economico". "Il bagaglio di informazioni acquisite e sperimentate durante la visita, che potremmo definire didattica - ha spiegato Rometti -, permetterà poi di illustrare alle comunità di riferimento le reali caratteristiche degli impianti. Ciò aiuterà anche a superare, partendo da dati certi di carattere tecnico e scientifico, le opposizioni e rifiuti manifestati da molti Comitati locali che spesso sono dovuti ad una scarsa informazione. Gli stessi cittadini e rappresentanti dei comitati che vogliano conoscere da vicino questi impianti - ha rilevato l´assessore - potranno partecipare alle prossime visite che verranno organizzate proseguendo nell´attuazione del progetto". Nel progetto "Energy explorer" finora sono stati coinvolti gli alunni delle scuole superiori ad indirizzo tecnico e scientifico dell´Umbria. Si tratta di 20 scuole umbre, per oltre 600 studenti, che, grazie alle ditte che hanno aderito all´iniziativa, hanno potuto conoscere diverse tipologie di impianti: dagli eolici, fotovoltaici, a quelli idroelettrici, a biomasse e a biogas. A settembre riprenderanno i tour per gli alunni, che saranno affiancati da più giornate di "Impianti aperti" alla cittadinanza per consentire ai cittadini interessati di visitare queste strutture.  
   
   
BOLZANO: DDL SULLE CONCESSIONI PER CENTRALI FINO A 1000 KW  
 
Bolzano, 18 giugno 2013 - Estendere alle centrali idroelettriche con potenza nominale fino a 1000 kw l´attuale regime di procedura semplificata seguito nelle autorizzazioni per la concessione negli impianti fino a 220 kw: è quanto propone il disegno di legge approvato ieri dalla Giunta provinciale. La procedura semplificata, che fino ad oggi riguarda le domande per il rilascio di una concessione per derivazione d´acqua a scopo idroelettrico con potenza nominale fino a 220 kw, nelle intenzioni della Giunta provinciale va estesa alle domande per impianti con potenza nominale fino a 1000 kw: è quanto prevede il disegno di legge appovato dalla Giunta e che passa ora all´esame delle forze politiche e del Consorzio dei Comuni. La procedura semplificata consente l´assegnazione della concessione senza i tempi e la complessità del bando di gara europeo. Nello stesso ddl viene previsto che l´interessato alla concessione per tali centrali idroelettriche in Alto Adige deve dimostrare, al momento di richiedere l´autorizzazione all´esercizio, la disponibilità del fondo e, di conseguenza, esibire l´assenso del relativo proprietario. Attualmente sono circa 400 le richieste giacenti in Alto Adige, la metà dele quali non ha l´assenso del proprietario del terreno. "In tal caso, se passa l´impostazione del disegno di legge, tali domande saranno respinte", ha concluso il presidente Luis Durnwalder.  
   
   
EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA; FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE UMBRIA, ATER E GUARDIA DI FINANZA: “TUTELARE IL DIRITTO DEI CITTADINI A UN ALLOGGIO”  
 
Perugia, 18 giugno 2013 - Regione Umbria e Ater (Azienda territoriale per l´edilizia residenziale) regionale rafforzano la cooperazione istituzionale con il Comando regionale Umbria della Guardia di Finanza per i controlli sulle condizioni reddituali e patrimoniali degli assegnatari di alloggi di proprietà pubblica. Con questo obiettivo, stamani nella sede dell´assessorato regionale alle Politiche della casa, l´assessore Stefano Vinti (delegato dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini), il generale di brigata Cristiano Zaccagnini, per il Comando regionale Umbria della Guardia di Finanza e Maria Grazia Ricci, del consiglio di amministrazione dell´Ater Umbria, hanno sottoscritto un protocollo d´intesa della durata di tre anni. Con l´intesa, si impegnano a collaborare secondo le rispettive funzioni e competenze per "l´attivazione di procedure e controlli individuali, tesi ad accertare la veridicità delle dichiarazioni fornite mediante autocertificazione dai nuclei familiari assegnatari di alloggi di proprietà pubblica gestiti dall´Ater regionale". "Con questo atto - ha detto l´assessore Vinti, sottolineando l´importanza e l´efficacia dei rapporti consolidati di collaborazione con il Comando regionale della Guardia di Finanza - mettiamo in atto ulteriori azioni per garantire il diritto dei cittadini all´assegnazione di un alloggio di proprietà pubblica. In questi ultimi anni, anche a causa della crisi economica, la domanda di alloggi si è notevolmente incrementata e purtroppo - ha aggiunto - a questa domanda è difficile dare una risposta efficace: la cancellazione delle risorse statali per il settore non consente più di programmare interventi in maniera adeguata". "Una situazione difficile - ha rilevato - che comporta ancora di più la necessità di una particolare attenzione alla gestione degli alloggi già assegnati, per poter accertare e monitorare costantemente il permanere del diritto a occupare l´abitazione da parte degli assegnatari". Con l´intesa firmata oggi, ai controlli già effettuati dai Comuni che, previa approvazione della graduatoria, provvedono alla assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica ubicati nel loro territorio, e alla verifica annuale cui l´Ater è obbligata dalla normativa regionale, si aggiungeranno gli accertamenti della Guardia di Finanza. "I cittadini che fanno domanda per l´assegnazione di un´abitazione - ha detto l´assessore regionale - devono essere consapevoli che c´è un ulteriore controllo, affinché tutto avvenga nella massima trasparenza e legalità, a tutela del diritto di chi ha bisogno di una casa". "La tutela della legalità - ha sottolineato il generale di brigata Cristiano Zaccagnini - è l´elemento centrale di questo protocollo. Il rispetto delle normative è fondamentale e lo diventa ancora di più, se possibile, quando si fa riferimento a categorie svantaggiate. Analogamente a quanto la Guardia di Finanza sta effettuando a livello nazionale, sulla base dei dati e delle segnalazioni ricevute da Regione Umbria ed Ater verranno eseguiti controlli e verifiche per accertare il diritto all´agevolazione sociale. È l´altra faccia dell´evasione fiscale - ha rilevato - Si commette un illecito anche quando si gode di un beneficio non dovuto e il nostro impegno è quello di combattere gli illeciti - ha concluso - per affermare il principio della legalità". "L´ater - ha detto il consigliere Maria Grazia Ricci - metterà a disposizione i nominativi di coloro che hanno prodotto l´autocertificazione per dimostrare il diritto a usufruire di un alloggio di edilizia sociale pubblica e segnalerà eventuali fatti che possano configurarsi come violazioni economico-finanziarie, affinché sia garantita la massima trasparenza e certezza del diritto all´alloggio". L´assessore regionale alle Politiche della casa, Stefano Vinti, ha fornito alcuni dati a dimostrazione di quanto sia elevata in Umbria la richiesta di alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica: le domande per il bando 2010 sono state 5032, di queste sono state ammesse 4592 (91.3 per cento) ed escluse 426 (8,7 per cento). Nel 2011 sono stati assegnati 271 alloggi, di cui 192 a nuclei familiari italiani ed europei (70,8 per cento); 79 a nuclei familiari extracomunitari (29,2 per cento); 58 a categorie speciali (invalidi, anziani, studenti, sfrattati; il 24,4 per cento). Gli assegnatari pagano un canone di locazione medio mensile di 124 euro, a fronte di una spesa media mensile per la precedente abitazione privata di 244 euro. "Gli uffici regionali, in base alle modifiche alla legge regionale 23/2003, recentemente modificata e integrata con la legge regionale 15/2012 - ha detto Vinti - stanno predisponendo i nuovi criteri per l´accesso agli alloggi di proprietà pubblica, che prevedono la certificazione Isee e quindi il possesso di requisiti non solo reddituali ma anche patrimoniali, che dovranno essere applicati dai Comuni. Entro l´anno - ha proseguito - verrà emanato il nuovo bando regionale e stimiamo che siano almeno 10mila le richieste, a causa dell´aggravarsi della crisi economica e dell´aumento del numero degli sfratti". "Nel 2012 - ha ricordato a questo proposito Vinti - in Umbria ci sono stati circa 1200 sfratti, il 90 per cento dei quali per morosità incolpevole; la maggior parte, 948, a Perugia. Una situazione drammatica, che va ulteriormente peggiorando: si stima che nei prossimi tre anni, in Umbria ci saranno 4500 sfratti. Anche a questi nuclei familiari sarà necessario dare una risposta e, con la scarsità già oggi di alloggi sociali, c´è l´assoluta necessità che a usufruire dell´abitazione pubblica sia chi ne ha diritto". Con il protocollo d´intesa, la Regione Umbria fornirà al Comando la documentazione sulle norme e i regolamenti che individuano i requisiti soggettivi dei nuclei familiari assegnatari degli alloggi pubblici e segnalerà i fatti che possano configurarsi come violazioni economico-finanziarie, rilevati a causa o nell´esercizio delle proprie funzioni, fornendo l´eventuale documentazione. L´ater regionale fornirà al Comando della Guardia di Finanza i nominativi o gli elenchi nominativi di tutti coloro che abbiano prodotto l´autocertificazione per dimostrare il diritto alla permanenza negli alloggi di proprietà pubblica e, a sua volta, segnalerà i fatti che possano configurarsi come violazioni economico-finanziarie. Il Comando della Guardia di Finanza si impegna a valutare e organizzare l´avvio dei controlli sulla posizione reddituale e patrimoniale dei nuclei familiari dei beneficiari segnalati dall´Ater regionale, ed eventualmente dalla Regione Umbria, nonché a eseguire le relative verifiche, nel rispetto dei criteri e delle procedure prescritti dalla normativa di riferimento. Darà inoltre comunicazione all´Ater regionale, ed eventualmente alla Regione Umbria, delle violazioni di natura amministrativa e penale (queste ultime previo nulla osta dell´Autorità Giudiziaria), e fornirà all´Ater la documentazione necessaria nei casi in cui risulti competente per l´irrogazione delle sanzioni previste per le violazioni constatate. Un Comitato esecutivo, composto da 6 componenti (due nominati dalla Regione, due dall´Ater e due dal Comando della Guardia di Finanza) provvederà a dare esecuzione al protocollo e ad assicurare un costante monitoraggio sugli sviluppi dei fenomeni cui è dedicata l´attenzione istituzionale.  
   
   
REGIONE LIGURIA CAMBIA LEGGE SU EDILIZIA PUBBLICA. PIÙ AUTONOMIA AI SINDACI PER ASSEGNAZIONE ALLOGGI  
 
Genova, 17 Giugno 2013 - Emergenza casa, la Regione Liguria interviene e modifica le norme per la gestione del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica. A proporre di modificare la legge 10 di dieci anni fa è stata il 14 giugno la giunta Burlando, su proposta dell’assessore all’Edilizia e Lavori Pubblici Giovanni Boitano. Il disegno di legge amplia, in pratica, l’autonomia dei Comuni nell’assegnazione degli alloggi per particolari situazioni sociali. Con questa legge i comuni potranno disporre di propri regolamenti autonomi, in grado di stabilire le priorità. "Se un comune, ad esempio, ritiene che i genitori separati possano rappresentare un problema può intervenire, come può farlo nei confronti dell’emergenza dei senza-tetto e degli sfrattati", spiega Boitano, convinto che la risposta alla forte domanda di case possa darla in modo adeguato la collaborazione fra il patrimonio pubblico e quello privato.  
   
   
MILANO: OPERE PUBBLICHE. INCARICHI DI PROGETTAZIONE, VIA LIBERA AL NUOVO ALBO DEL COMUNE: SORTEGGIO PUBBLICO TELEMATICO PER SERVIZI FINO A 15 MILA EURO RIDUZIONE DI TEMPI E COSTI. FACILITERÀ L’AFFIDAMENTO DEGLI INCARICHI AI GIOVANI PROFESSIONISTI  
 
Milano, 18 giugno 2013 - La Giunta comunale ha approvato la delibera che definisce la linee di indirizzo per l’istituzione del nuovo Albo degli Operatori Economici del Comune di Milano per l’affidamento di incarichi di servizi di ingegneria ed architettura con importo inferiore ai 100 mila euro. L’elenco sarà costituto da liberi professionisti singoli o associati, società di professionisti e di ingegneria, consorzi stabili di progettazione. Una novità rilevante del nuovo Albo è rappresentata dal fatto che i servizi di ingegneria e architettura inferiori ai 15 mila euro verranno assegnati con sorteggio pubblico telematico ai soggetti in possesso dei requisiti e iscritti nella fascia più bassa: in considerazione della crisi che attraversa il mondo delle professioni, il Comune ha voluto così agevolare la partecipazione di chi è maggiormente in difficoltà, eliminando le spese legate alle procedure di gara. Questo sistema, inoltre, garantisce tempi più rapidi nell’assegnazione degli incarichi economicamente meno importanti e comporta una riduzione dei costi anche per la stazione appaltante. “Il nuovo elenco consentirà al Comune di Milano di affidare le progettazioni a professionisti con curriculum qualificati. Il sistema di assegnazione con sorteggio per gli incarichi sotto i 15 euro, che non richiede alcun tipo di spesa per i professionisti, mira a incentivare l’iscrizione agli elenchi in modo particolare dei giovani professionisti oggi in difficoltà, in quanto piccoli e grandi studi hanno ridotto il personale a causa della crisi”. Lo dichiara l’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza. Oltre alla progettazione, l’Albo comprende altri incarichi come la direzione dei lavori, il coordinamento per la sicurezza e il collaudo. L’elenco sarà diviso in 4 fasce in relazione all’importo posto a base di gara del servizio da affidare: la prima, la più bassa, arriva fino ai 15mila euro, la seconda a 30 mila, la terza a 60 mila, la quarta sino a 100 mila. Per l’iscrizione sono richiesti, oltre al curriculum vitae, i requisiti minimi per lo svolgimento dei servizi di ingegneria e architettura in relazione alla fascia di cui si chiede l’iscrizione. Sino all’entrata in vigore del nuovo Albo, previsto per la fine dell´anno, resterà operativo l’Albo di cui è attualmente dotato il Comune.  
   
   
TRENTO: ARRIVANO I CONTRIBUTI PER LA PRIMA CASA  
 
Trento, 18 giugno 2013 - L´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi ha illustrato alla Giunta provinciale per l’approvazione definitiva le nuove misure attivate dalla Provincia autonoma di Trento per fronteggiare la crisi, favorire l´acquisto o la costruzione della prima casa e rilanciare l´economia. Dopo il parere positivo del Consiglio delle Autonomie, ieri anche il via libera della Iv Commissione permanente a questo secondo intervento, previsto dalla legge provinciale 9/2013 "Ulteriori interventi a sostegno del sistema economico e delle famiglie", che fa seguito ai contributi rivolti alle ristrutturazioni del patrimonio edilizio esistente. Per l´acquisto o la costruzione della prima casa saranno messi in campo 30 milioni di risorse, ripartite fra le Comunità e il Territorio della Val d´Adige; le domande potranno essere presentate a partire dal prossimo 8 luglio e fino al 9 agosto 2013 presso le Comunità dove si intende effettuare l´intervento. "Con questi interventi - ha commentato l´assessore Ugo Rossi - l´amministrazione provinciale dimostra ancora una volta la sua attenzione e presenza costante in questo momento difficile, mettendo in campo risorse che siano di incentivo sia per gli acquisti dei cittadini che come volano per le imprese. L´obiettivo è rimettere in moto il volano dell´economia, ma per farlo c´è bisogno del contributo di tutti". L´intervento approvato oggi dalla Giunta provinciale mette in campo 30 milioni di euro, ripartiti fra le Comunità e il Territorio della Val d´Adige. Le domande, fino ad un massimo di due, potranno essere presentate a partire dal prossimo 8 luglio e fino al 9 agosto 2013 da parte dei richiedenti con i requisiti di seguito elencati: un indicatore Icef non superiore a 0,45 (su richiesta dell´interessato l´indicatore può essere attualizzato al 2013, dichiarando cioè depositi a risparmio, conti correnti e postali alla data di apertura dei termini di presentazione delle domande); due anni di residenza in provincia di Trento; non risultare proprietari, alla data del 1 marzo 2013, di altra unità abitativa con rendita catastale superiore a 350 euro, rendita che le comunità potranno, con proprio provvedimento, elevare fino a 500 euro. Il contributo sarà concesso nella misura pari al 50% dell’importo risultante dal contratto di compravendita o della spesa di costruzione e sarà erogato in 10 rate annuali costanti. Due le fasce previste, a seconda del punteggio. Il punteggio, ai fini della graduatoria, è dato dalla somma di tre elementi: l´Icef, il numero di figli conviventi e il numero di anni di residenza in Trentino. Il contributo di chi otterrà un punteggio pari o inferiore a 56 punti non potrà essere superiore a 70.000 euro, mentre il contributo di chi otterrà un punteggio superiore a 56 punti avrà il tetto massimo di 100.000 euro. Potrà essere aumentato fino al 60% qualora ci siano miglioramenti energetici superiori a quelli previsti per legge oppure ci sia la certificazione Arca o l’intervento sia realizzato all´interno di centri storici. Elementi caratterizzanti di questo intervento sono la massima semplificazione amministrativa e la riduzione dei tempi di concessione del contributo. Al cittadino, al momento della presentazione della domanda verrà chiesto solo di presentare il modulo predisposto dalla Provincia autonoma di Trento, specificando il costo dell’immobile e l’ubicazione dello stesso, qualora già individuato, oppure copia semplice del contratto di compravendita, unitamente alla dichiarazione sostitutiva di conformità all’originale, nel caso dell’acquisto, di allegare un preventivo sommario della spesa, nel caso di nuova costruzione, sottoscritto dal richiedente e da un tecnico abilitato. Dalla chiusura dei termini di raccolta delle domande, le Comunità approveranno le graduatorie entro il termine massimo di 45 giorni. Una corsia preferenziale con graduatoria separata sarà destinata alle giovani coppie, coniugate o conviventi more uxorio, e nubendi.  
   
   
CASA, IN UMBRIA: SENZA RISORSE DEL GOVERNO A RISCHIO ELIMINAZIONE E SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE IN EDIFICI PRIVATI  
 
Perugia, 18 giugno 2013 - "Il Governo deve assolutamente assumere il problema del superamento delle barriere architettoniche e dotare la Regione Umbria delle risorse sufficienti per affrontarlo positivamente": è quanto afferma l´assessore regionale alle Politiche della casa, Stefano Vinti, sottolineando che "i continui e pesanti tagli delle risorse da parte del Governo ai bilanci regionali, hanno prodotto nel tempo una situazione assolutamente insostenibile, tanto da mettere a rischio anche per il 2013, ogni intervento per l´eliminazione ed il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati". "La Regione Umbria con la legge regionale n. ´19/2002´ ha stabilito di stanziare un importo, la cui entità è determinata annualmente con la legge finanziaria, per le finalità previste dalla legge ´13/1989´ che prevede la concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione delle opere direttamente finalizzate al superamento ed all´eliminazione di barriere architettoniche in edifici già esistenti ha spiegato l´assessore Vinti - I finanziamenti regionali sono stati rilevanti e dal 2002 al 2012 ammontano complessivamente a 4 milioni 773 mila 742 euro di cui hanno beneficiato sinora circa un migliaio di famiglie. Ogni anno - aggiunge l´assessore - pervengono mediamente circa 200 nuove domande di contributo corrispondenti ad una richiesta economica di circa 900 mila euro a fronte di un contributo statale concesso saltuariamente, solo per gli anni 2002, 2005 e 2006 per 619mila131,38 euro complessivi, una cifra risultata largamente insufficiente a coprire la richiesta proveniente dai Comuni dell´Umbria". "Nonostante il forte impegno economico ed amministrativo della Regione - ha proseguito Vinti - ad oggi il numero delle richieste di finanziamento da parte dei privati da soddisfare sono circa 1.410, corrispondenti ad un fabbisogno economico complessivo di 6 milioni 609 mila 728,54 euro che, sommati ai finanziamenti regionali considerati come un´anticipazione dei contributi statali, di 4milioni773 mila742,82 euro, ammontano ad una cifra complessiva di 11 milioni 383 mila 471,36 euro, richiesti al Governo da parte della Giunta regionale". Relativamente agli interventi nel campo delle opere pubbliche Vinti ha precisato che l´attenzione è sempre stata costante: "I bandi per la concessione di contributi ai Comuni ed enti pubblici, emanati sia in seguito alla legge regionale n. ´19/1986´ e, successivamente, con la legge n. ´3/2010´, hanno previsto e prevedono espressamente, tra le tipologie di opere finanziabili, i progetti per l´abbattimento e l´eliminazione delle barriere architettoniche. Inoltre, l´art. 1 della legge regionale n. ´3/2010´ ha sancito tra i suoi principi e disposizioni generali, di ´promuovere l´accessibilità e la fruibilità per tutti dell´ambiente costruito e non costruito, anche attraverso la eliminazione e la non realizzazione delle barriere architettoniche". Concludendo Vinti ha fatto riferimento all´impegno assunto dalla Giunta regionale ad istituire l´Osservatorio regionale sulle politiche per le persone con disabilità (formalizzato con la Deliberazione del Consiglio regionale 20.07.2011 n.82) e la revisione delle Linee di indirizzo regionale per la prescrizione di montascale ai soggetti aventi diritto (introdotte con la Deliberazione della Giunta regionale 18.07.2011 n. 774). Quest´ultima deliberazione - ha riferito l´assessore - prevede due percorsi prescrittivi distinti e cioè uno per i soggetti non deambulanti inseriti in un progetto riabilitativo ed un altro per i soggetti non deambulanti inseriti in un progetto assistenziale. Il sopralluogo che precede la prescrizione e la fornitura dei montascale viene effettuato dalle Asl secondo le indicazioni della Asl stessa.  
   
   
EDILIZIA SOSTENIBILE: GIUNTA DECIDE LO SCIOGLIMENTO DI "ARES"  
 
Udine, 18 giugno 2013 - Nell´ambito delle norme inserite nel disegno di legge di assestamento di bilancio è stato previsto l´avvio delle operazioni "tecniche" finalizzate allo scioglimento e alla liquidazione di Ares, l´Agenzia regionale per l´edilizia sostenibile. A darne notizia, al termine dei lavori, il 15 giugno a Udine, dell´esecutivo del Friuli Venezia Giulia, è stato l´assessore alle Finanze, Francesco Peroni, che ha spiegato come la decisione si inquadri "negli obiettivi di contenimento della spesa pubblica e di migliore svolgimento delle funzioni amministrative". In vista dell´assemblea straordinaria per la messa in liquidazione della società, la Giunta impartirà gli opportuni indirizzi operativi, che prevedranno in particolare la nomina di un solo liquidatore. Le funzioni dell´Ares saranno trasferite alla Direzione centrale della Regione competente in materia di edilizia sostenibile, in un´ottica di miglioramento dell´efficienza della macchina amministrativa.  
   
   
ASSE IRPINIA-SPAGNA: TERMINA LA WORK EXPERIENCE AL CFS SI CONCLUDE L’ERASMUS PER I 3 STUDENTI DI VALENCIA AL CENTRO PER LA FORMAZIONE E LA SICUREZZA IN EDILIZIA DELLA PROVINCIA DI AVELLINO OGGI CERIMONIA DI CHIUSURA NELLA SEDE DELL’ENTE PARITETICO IRPINO  
 
Avellino, 18 giugno 2013 - Si conclude l’Erasmus internazionale per migliorare la specializzazione professionale dei lavoratori edili. Oggi (martedì 18 giugno) alle ore 12.30, al Centro per la Formazione e la Sicurezza in Edilizia della provincia di Avellino con sede ad Atripalda, si terrà una cerimonia che stilerà il bilancio dell’esperienza fatta ed acquisita dai 3 studenti valenciani (Marin Veselinov Marinov, Mario Agustìn Estrella Rodrìguez, Giorgio Stefano Cuccolini) impegnati in Irpinia in un’intensa work experience iniziata lo scorso 7 aprile. L’iniziativa, che ha come protagonista il Cfs, ha visto gli allievi spagnoli attivi in un percorso di studio-lavoro sul tema energetico. Un vero e proprio stage, post scolastico, finalizzato a consentire ai ragazzi di vivere un’esperienza positiva sul piano professionale, culturale e linguistico. Due le aziende irpine che hanno ospitato gli alunni: la D’agostino Angelo Antonio di Montefalcione e l’Av Project di Manocalzati. Qui gli studenti hanno lavorato a fianco dei dipendenti aziendali nelle quotidiane attività produttive. Con particolar riferimento al risparmio energetico dei fabbricati (fronte che ha interessato due discenti) ed alle energie alternative per il terzo allievo valenciano. Ad affiancare il training on the job anche una specifica attività formativa, affidata al Cfs, sul tema del risparmio energetico. Una fase d’aula di 40 ore che ha integrato, dunque, lo stage in impresa durato 360 ore. Il progetto di respiro internazionale nasce dal Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) contattato, per l’attivazione della collaborazione, dall’omologa Istituzione spagnola. E si sviluppa secondo gli obiettivi di Reforme: l’organizzazione che riunisce i principali enti bilaterali di formazione in edilizia dei nove Paesi europei attualmente aderenti (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, Finlandia, Svezia e Svizzera). All’incontro conclusivo di domani dell’Erasmus, oltre ai 3 studenti, saranno presenti le parti sociali del settore edile, i vertici e l’intera equipe del Cfs (presidente, vice presidente, dipendenti, tecnici, Rlst) nonchè i rappresentanti delle due aziende coinvolte nell’esperienza formativa-lavorativa. “Con lo scopo di sviluppare iniziative educative e formative di livello europeo – spiega Carmine Piemonte, vicepresidente dell’Ente paritetico irpino – dalla Spagna è giunta la richiesta al Formedil di partner italiani disponibili ad accogliere esperienze per potenziare la qualifica professionale dei giovani lavoratori”. “Subito ci siamo mostrati – continua – propensi ad una simile iniziativa che riteniamo sia rilevante non solo per crescita delle competenze, ma anche sotto l’aspetto umano e sociale”. “Il bilancio dell’esperienza – conclude Michele Di Giacomo, presidente del Cfs – è stato senza dubbio positivo. I ragazzi hanno avuto modo di accrescere e migliorare il loro skill professionale per un efficace ingresso nel mondo del lavoro. Ci auguriamo di poter replicare questa iniziativa, dando così ad altri studenti europei la possibilità di poter seguire programmi educativi e professionali, favorendo sempre la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”.  
   
   
POLITICA REGIONALE COMMISSARIO HAHN APRE PROGETTO DI RICERCA TOP ELI - PER DARE ALL´EUROPA L’AVVIO SULLA TECNOLOGIA LASER E INVERTIRE LA FUGA DEI CERVELLI  
 
Bruxelles, 18 giugno 2013 - I lavori sono iniziati il 14 giugno su quello che sarà il più importante progetto di ricerca pan europea nei nuovi Stati membri dell´Ue. Commissario Johannes Hahn è in Magurele, Romania per partecipare alla inaugurazione del progetto, che è stato co-finanziato con fondi regionali dell´Ue di circa 150 milioni di euro. La Eli-np ("Extreme Light Infrastructure - Fisica Nucleare") è uno snodo di un progetto di ricerca pan-europea che dispone anche di strutture in Repubblica Ceca e Ungheria. Fa parte di un consorzio di ricerca che riunisce 40 partner provenienti da 13 Stati membri. Parlando dal sito Eli in Magurele, il Commissario Hahn ha dichiarato: "Eli è estremamente significativo non solo per la Romania, ma per tutta l´Europa Essa ha il potenziale per attrarre ricercatori e studenti Questo è di trasformare la fuga di cervelli in circolazione cervello e.. Attrarre le persone verso il basso il percorso di una carriera scientifica. Si può anche mettere l´Europa sulla mappa di ricerca di fisica nucleare con tecnologia laser ad alta tecnologia ". Ha aggiunto: "La Romania ha già iniziato lo sviluppo di collegamenti chiave tra Eli-np e del mondo accademico, nonché a promuovere il suo potenziale commerciale a livello internazionale." Eli-np si trova accanto al Horia Hulubei Istituto Nazionale di Fisica e Ingegneria Nucleare - in Magurele, a sud di Bucarest. Entro il 2018, Eli-np dovrebbe impiegare 262 ricercatori (di cui 36 personale di supporto). Il costo totale del progetto è di oltre € 356.000.000 (regionale Ue e fondi nazionali combinate). L´impianto è programmato per essere operativo entro il 2015. Link al sito web Eli: http://www.Extreme-light-infrastructure.eu/  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE CON FAVORE L´EIOPA RAPPORTO SULLA VALUTAZIONE DELLA GARANZIA A LUNGO TERMINE PER IL SETTORE ASSICURATIVO  
 
Bruxelles, 18 giugno 2013 - L´autorità europea delle assicurazioni e pensioni aziendali e professionali (Eiopa) il 14 giugno ha pubblicato una relazione che valuta un possibile pacchetto di misure per facilitare la fornitura di prodotti assicurativi con garanzie a lungo termine sotto il nuovo regime di regolamentazione Solvency Ii assicurazione. Il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione ha incaricato l´Eiopa con la produzione di questo studio nel 2012, al fine di fornire una base per un accordo politico sulla direttiva Omnibus Ii (cfr. Ip/11/49 ). La Commissione europea accoglie con favore la pubblicazione della presente relazione. Mercato interno e Servizi commissario Michel Barnier ha dichiarato: "La Commissione si augura che il Consiglio e il Parlamento utilizzare questa ottima relazione e le sue conclusioni come base per un accordo urgente sul Omnibus Ii e mostrare pragmatismo e volontà di compromesso, il settore assicurativo ha bisogno di solvibilità. Ii da applicare al più presto possibile, in quanto il regime di solvibilità attuale mi è obsoleto e fornisce la sicurezza insufficiente, e il pacchetto di garanzia a lungo termine è l´unico grande ostacolo rimanente. "  
   
   
CENTO MILIONI DI EURO PER LE MICRO, PICCOLE E MEDIO IMPRESE CALABRESI.  
 
Catanzaro, 18 giugno 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha preso parte, a Palazzo Alemanni, all’incontro per la sottoscrizione di un accordo tra Fincalabra e Banca Nuova. Ad illustrare i contenuti della convenzione anche il Presidente di Fincalabra Umberto De Rose, il Direttore generale di Banca Nuova Umberto Seretti ed il capo-area Calabria Marco Tuscano. L’accordo prevede la formazione di un fondo di 100 milioni di euro da destinare alle micro, piccole e medie imprese calabresi già attive nel proprio business e che possano realizzare gli scopi e gli obiettivi dello sviluppo economico e del sostegno occupazionale locale. Saranno prese in considerazione, si legge nella convenzione “le richieste pervenute da imprese che occupano fino ad un massimo di 249 persone il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro”. Fincalabra, in qualità di referente unico del progetto, “è responsabile della promozione presso le imprese, del coordinamento e dell’attuazione dell’accordo, adottando tutte le misure idonee al perseguimento delle finalità programmate e accompagnando l’azienda nella fase di analisi e definizione del fabbisogno finanziario. Si impegna, inoltre, a individuare e a segnalare alla Banca le aziende che ritiene meritevoli di assistenza finanziaria predisponendo una lettera di presentazione. La valutazione del merito di credito dei clienti, ai fini della concessione degli affidamenti, sarà poi di esclusiva pertinenza della Banca, poiché Fincalabra non ha alcun potere dispositivo o conclusivo”. “Il nostro impegno – ha dichiarato il Presidente Scopelliti - è rivolto a promuovere degli accordi che non siano spot, e durino soltanto una stagione, piuttosto abbiamo interesse a creare relazioni di lungo termine che possano produrre ricadute significative sul territorio. Desidero, per questo, esprimere il mio sincero apprezzamento per lo sforzo che la banca mette in campo nel nostro territorio per sostenere le imprese in questa delicatissima sfida sui mercati in un momento congiunturale così difficile. Il mondo imprenditoriale calabrese ha necessità di risposte concrete e l’accordo sottoscritto quest’oggi offrirà un importante strumento di sostegno per quelle che sono realtà produttive e che costituiscono un punto di riferimento per intere comunità. Il ruolo di Fincalabra è altrettanto importante poiché, in virtù dell’esperienza già acquisita in altri progetti, potrà gestire la fase istruttoria in maniere più celere e rendere ancora più incisivo l’intervento. Mettiamo insieme tutti gli attori della filiera per massimizzare il risultato nell’intento di sostenere concretamente l’imprenditoria regionale”. “Presentiamo un accordo rivolto alle piccole e medie imprese – ha sostenuto il Presidente di Fincalabra Umberto De Rose - consapevoli dell’importanza di creare un momento di mediazione con il mondo del credito. Noi poniamo molta attenzione a quella che è la storia delle aziende e l’esperienza che abbiamo acquisito nell’ambito di altri progetti ci consentirà di gestire in modo più celere tutta la fase istruttoria”. “La Banca intende offrire alle Pmi del territorio – ha dichiarato il Direttore generale di Banca Nuova Umberto Seretti - un servizio integrato per accedere con maggiore facilità ad affidamenti bancari a breve e a medio lungo termine. Questo accordo testimonia il nostro impegno sul territorio. Se il territorio decolla anche la Banca ne trae giovamento ed è per questo che intendiamo creare tutte quelle sinergie che possono costruire un sostegno reale per le imprese”.  
   
   
IL QUADRO DELL´ECONOMIA NELLA TUSCIA VITERBESE  
 
Vierbo, 18 giugno 2013 - Credito, occupazione, internazionalizzazione, semplificazione amministrativa, sviluppo. Sono alcuni dei punti nevralgici toccati oggi nel corso della presentazione del 13° Rapporto sull’Economia della Tuscia Viterbese realizzato dall‘Osservatorio Economico Provinciale e dall’Istituto di ricerca economica G.tagliacarne per la Cdc di Viterbo, alla presenza di imprenditori e professionisti, esponenti delle associazioni di categoria e sindacali, rappresentanti istituzionali, responsabili degli istituti di credito e quanti sono interessati alle questioni economiche. “Il Rapporto quest’anno – ha dichiarato Ferindo Palombella, presidente dell’Ente camerale – illustra chiaramente tutte le difficoltà che l’economia provinciale sta incontrando a causa del perdurare della crisi. Sappiamo che Viterbo è una provincia aciclica che entra dopo nelle fasi congiunturali negative ma ne esce anche dopo, e questo purtroppo oggi non è un bel messaggio. Mai come in questo periodo l’impresa ha bisogno di fare e fare velocemente, quindi si deve comprendere anche quell’insofferenza degli imprenditori nell’affrontare quotidianamente i conti, tra l’altro, con un sistema burocratico che fatica a imboccare la strada della semplificazione. Ci sono poi i ritardi dei pagamenti da parte degli Enti pubblici, che le imprese indicano nella nostra indagine essere il primo problema da risolvere. Oggi le aziende rischiano di chiudere non per i debiti ma per i crediti. Per affrontare le difficoltà che stiamo attraversando lo sforzo deve essere imponente e a 360 gradi – aggiunge Palombella - ed è anche per questo che con le associazioni di categoria e sindacali abbiamo voluto mobilitare la politica attraverso il Focus Impresa e Lavoro prima delle elezioni politiche, regionali e comunali facendo impegnare tutti i candidati sulle priorità del nostro territorio. Li richiameremo nelle prossime settimane per farci illustrare il lavoro che si sta facendo rispetto agli impegni assunti in quel contesto. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di tutte le forze disponibili per remare insieme e nella stessa direzione, per uscire da questa congiuntura… insieme. Perché insieme a tutti gli attori dobbiamo rilanciare il futuro partendo dalla principale risorsa di cui disponiamo: la nostra terra, nel senso più ampio del termine. La terra di Tuscia, quindi, intesa dal punto di vista agricolo, turistico, culturale e come humus ideale per fare rete e riuscire a essere più competitivi sui mercati anche internazionali”. Tra i rappresentanti istituzionali intervenuti il nuovo sindaco di Viterbo Leonardo Michelini, gli onorevoli Alessandro Mazzoli e Alessandra Torresi, il consigliere regionale Riccardo Valentini, l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Viterbo Luigi Ambrosini. La ricchezza prodotta Analizzando la performance dell’economia provinciale nel 2012, le stime sull’andamento del valore aggiunto a prezzi correnti mostrano un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. Sulla base dei dati relativi al 2011 è possibile analizzare la composizione settoriale del valore aggiunto provinciale. In primo luogo si può evidenziare come il contributo del valore aggiunto dell’agricoltura, rispetto al totale della ricchezza prodotta in provincia, sia ampiamente superiore (4%), rispetto a quello che il settore primario ha sul totale italiano (2 %) e della regione (1%). I servizi pesano per circa l’81% del totale, con un’incidenza inferiore rispetto a quella rilevata per il Lazio (84,4%) ma superiore rispetto a quella media nazionale (73,4%), mentre la quota dell’industria è pari al 15,1%, in corrispondenza di un peso dell’8,6% dell’industria in senso stretto e del 6,6% del settore edile. Questo risultato si scosta solo leggermente dal dato regionale, mentre maggiore è la distanza da quella nazionale, dove è largamente superiore il peso dell’industria in senso stretto (18,5%) ma di minore entità quello delle costruzioni (6,1%). Il sistema imprenditoriale Le imprese attive nella provincia di Viterbo nel 2012 risultano pari a 34.090, l’89,3% del totale delle imprese registrate, ed in calo di 251 unità in corrispondenza del maggior numero di cessazioni (2.611) rispetto alle nuove iscrizioni (2.360). A causa delle forza dell’impatto recessivo sulle strutture produttive, saldi negativi hanno colpito in modo trasversale quasi la totalità dei settori economici provinciali: i più coinvolti sono stati il settore agricolo (-330), l’edilizia (-173) e il settore del commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-152), che sono anche i settori in cui si concentrano maggiormente le imprese attive provinciali e nei quali si è ad ogni modo rilevato un più alto numero di nuove iscrizioni. Nel confronto con i dati del 2011 in termini di variazioni percentuali, emerge come il calo di oltre il 2% delle imprese attive nell’agricoltura, nel manifatturiero e nelle costruzioni nella provincia di Viterbo sia risultato perfettamente in linea con la dinamica rilevata per l’Italia e per il Lazio, con l’unica eccezione che nella regione è rimasto stabile il numero delle imprese edili attive. Si evidenziano incrementi significativi in termini di impatto numerico nell’ambito dei servizi di alloggio e di ristorazione (+2,2%), per noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese (+2,6%) e per attività professionali, scientifiche e tecniche (+4,2%). Sono stati soprattutto l’industria tessile (-21%), la fabbricazione di carta e di prodotti di carta (-18%), la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-9%), l’industria delle bevande (-8%) e l’industria del legno (-8%) a sperimentare le riduzioni più incisive nel numero di imprese attive, e con un’intensità relativamente più elevata rispetto a quanto riscontrato dai medesimi comparti nella media del Lazio e dell’Italia. In crescita, invece, e in controtendenza sia con i risultati regionali che nazionali le imprese attive nella fabbricazione di articoli in pelle (+8%), nella fabbricazione di mobili (+8%) e nell’elettronica (+7%). Dinamiche demografiche e mercato del lavoro Nel 2012 la popolazione residente nella provincia di Viterbo risulta pari a 312.274 persone ed il 51,4% della popolazione viterbese è di genere femminile. Sul totale dei residenti, il 12,6% risulta nella fascia di età compresa tra 0 e 14 anni, una percentuale leggermente inferiore sia rispetto alla media regionale (13,8%) che nazionale (14%). In linea con il processo demografico che da diverso tempo caratterizza l’evoluzione delle economie più mature, si evidenzia una presenza relativamente più ampia di popolazione residente oltre i 64 anni (21,9%), un dato superiore a quello regionale (20,2%) e nazionale (20,8%). Un ulteriore elemento di interesse nell’ambito dell’analisi demografica è rappresentato dalla presenza di popolazione straniera residente. Al 2012 in provincia di Viterbo risultano presenti circa 24 mila stranieri, che costituiscono il 7,7% dei residenti complessivi, una quota in linea con la media regionale e seconda solo a quella di Roma tra le varie province laziali. Per quanto riguarda la provincia di Viterbo la disoccupazione, dopo il calo del 2010 che aveva interrotto il trend di crescita del biennio 2008-2009, tra il 2011 e il 2012 ha fatto registrare un nuovo intenso aumento, con un dato della disoccupazione tra il 2008 e il 2012 pari al +34,1%, In termini di tasso di disoccupazione, le statistiche provinciali segnalano il passaggio dal 10,6% del 2010 al 13% del 2012, su livelli stabilmente al sopra di quelli del Lazio (10,8% nel 2012) e dell’Italia (10,7% nel 2012). Il rapporto tra occupati e popolazione è sceso dal 55,5% del 2008 al 53,1% del 2012. Esaminando il coinvolgimento della popolazione femminile nel mercato del lavoro, il tasso di occupazione 42,3% ed il tasso di attività femminile 50,1% sono inferiori al dato regionale e nazionale. Specularmente, il tasso di disoccupazione femminile nella provincia di Viterbo pari al 15% risulta più alto della media regionale (12,1% e nazionale (11,9%). Commercio estero Nel 2012, l’export ha sperimentato una decisa accelerazione pari al +20,5% che è andata a compensare la peggiore performance del 2011 (-6,5%). L’export del settore manifatturiero conta per circa l’80% del totale provinciale e tra il 2011 e il 2012 ha osservato un aumento prossimo al 18%. Una quota relativamente importante dei flussi di beni verso l’estero proviene dal settore agricolo (18,4%), la cui performance sui mercati internazionali nel 2012 è stata di assoluta rilevanza (+33,7%). Il comparto alimentare (quota del 16,3%), il sistema moda (tessile, abbigliamento, pelli e accessori, quota dell’11,5%), il settore degli articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (quota del 31,8%), sono i settori maggiormente rappresentativi della produzione viterbese sui mercati esteri. Tra questi, sono stati però solo l’alimentare e il sistema moda a fungere da traino per la crescita delle esportazioni viterbesi nel 2012, con performance rispettivamente del +44,5% e del +215,6%. In contrazione, invece, i flussi del settore articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-8,2%), attribuibile in modo particolare alla non favorevole performance dei prodotti in porcellana e ceramiche e degli articoli in materie plastiche. Per quanto riguarda la composizione delle esportazioni per destinazione economica, l’Europa è il principale sbocco per i flussi in uscita dalla provincia di Viterbo, con una quota pari al 69% dell’export complessivo provinciale. L’export verso l’Europa è cresciuto nel 2012 del 15,1%. La provincia di Viterbo sta diversificando gli sbocchi sui mercati internazionali, alla ricerca del dinamismo della domanda americana, in modo particolare di quella statunitense (praticamente raddoppiato l’export rispetto al 2011) e, soprattutto, di quella brasiliana (export viterbese passato da poco più di 400mila euro a circa 4 milioni di euro). Da segnalare la crescita delle esportazioni verso la Cina (+76%) e il Giappone (+97,5%). Credito Gli effetti della crisi economica ancora in corso sono d’altra parte rinvenibili anche nei dati relativi alla rischiosità del credito, poiché gli assetti finanziari di molte imprese hanno subito ripercussioni dalla recessione, con conseguenze negative sulla solvibilità. Un aspetto che appare evidente nei dati sull’andamento delle sofferenze bancarie a livello nazionale, aumentate del 13,8% tra il 2011 e il 2012, ma anche a livello dei singoli sistemi economici locali: in particolare, nella provincia di Viterbo le sofferenze sono cresciute del 14,3%. Le difficoltà in termini di solvibilità sono chiaramente confermate anche dalla lettura delle statistiche sulle sofferenze bancarie in termini di numero di affidati. A dicembre 2012 nella provincia viterbese risultava un incremento rispetto al 2011 del 7,8%. Tale crescita risulta ampiamente più elevata rispetto a quanto riscontrato sia a livello regionale (4,5%) che nazionale (4,9%). Per quanto riguarda la raccolta di fondi, dai dati di Banca d’Italia emerge come nella provincia di Viterbo a fine 2012 i depositi risultassero di poco superiori ai 4 miliardi di euro, con un aumento del 4,3% rispetto al 2011. Tale tasso di crescita risulta tuttavia inferiore a quanto rilevato nella media regionale (+8,9%), con il Lazio che ha a sua volta mostrato un maggiore dinamismo nell’accumulo di depositi bancari rispetto alla media nazionale (+7%). Da sottolineare come la provincia di Viterbo presenti il tasso di variazione più basso dei depositi tra tutte le province laziali. La provincia di Viterbo si distingue in modo netto rispetto alle altre realtà regionali, ma anche rispetto al quadro nazionale, per una forte preferenza per i depositi nelle banche di minore dimensione (34,7% contro il 7,1% del Lazio e il 9,2% dell’Italia), a evidenziare il rapporto più stretto con realtà più piccole ma probabilmente di maggiore radicamento territoriale e di maggiore vicinanza alle esigenze della popolazione locale. Nella provincia di Viterbo, la flessione degli impieghi nel periodo 2011/12 è risultata pari all’1,2%. Parallelamente a quanto rilevato sul fronte dei depositi, nella provincia di Viterbo c’è una più elevata incidenza degli istituti di minore dimensione (37,5%) rispetto al contesto regionale (4,6%) e nazionale (9%), superiore anche al peso registrato per il credito delle banche maggiori (30,8%). La dinamica congiunturale Il quadro generale che emerge dall’analisi dell’indagine congiunturale pone in luce un clima di persistente e pervasiva difficoltà per le imprese dei diversi settori di attività che compongono il sistema economico della provincia di Viterbo. Nel triennio 2009-2012, infatti, la produzione ed il volume di affari delle imprese della provincia si sono ridotti complessivamente di circa un terzo. Anche l’occupazione interna ha risentito in maniera piuttosto severa dell’intensificazione del rallentamento dell’attività economica; oltre il 10% degli occupati della provincia, infatti, è stato estromesso dalle imprese nel corso del periodo considerato. Nel 2012 la produzione delle imprese della provincia di Viterbo ha fatto registrare un calo del -10% mentre il fatturato è sceso del -8,5%; anche l’occupazione ha subito una nuova battuta d’arresto (-3,9%). Come per le scorse annualità, sono le imprese di più piccole dimensioni ad aver risentito di più della congiuntura economica negativa nel corso del 2012. Le attese degli imprenditori della provincia di Viterbo per il 2013 indicano il perdurare delle difficoltà, ma con passività di minore intensità rispetto al 2012. Per il 2013, infatti, si prevede un sostanziale allentamento delle criticità. Viene ipotizzata una diminuzione della produzione del -4,9% e del giro d’affari del -4,5%. Anche la riduzione dell’occupazione si prevede più contenuta (-2,3%) ed un aumento degli investimenti dello 0,3%.  
   
   
SARDEGNA: AL VIA LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE PER IL BANDO MICROCREDITO  
 
Cagliari, 18 giugno 2013 - L´assessorato del Lavoro informa che da, martedì 18 giugno, si possono presentare le domande telematicamente per accedere al bando per il microcredito, utilizzando il modulo disponibile sui siti della Sfirs, di Sardegna lavoro o presso i centri regionali di formazione professionale. Il modulo stampato della domanda dovrà essere inviato entro i 7 giorni successivi all´invio telematico, esclusivamente tramite raccomandata, posta celere con avviso di ricevimento o posta certificata all´indirizzo: Fondo Microcredito Fse, c/o Sfirs Spa, via Santa Margherita 4, 09124 Cagliari. A partire dalla prossima settimana avrà inizio, negli otto capoluoghi di provincia, un programma di giornate informative per la presentazione al pubblico del bando microcredito Fse. I prossimi incontri si terranno a: - Olbia, sede Crfp, mercoledì 19 giugno 2013, alle ore 10.30 - Sassari, sede Crfp, giovedì 20 giugno 2013, alle ore 10.30 - Nuoro, sede Camera di Commercio, giovedì 20 giugno 2013, alle ore 17.00 - Oristano, sede Crfp, lunedì 24 giugno 2013, alle ore 10.30 - Carbonia, sede Crfp, martedì 25 giugno 2013 alle ore 10.30 - Cagliari, T-hotel, martedì 25 giugno 2013, alle ore 16.00 - Lanusei, aula consiliare, martedì 25 giugno 2013 alle ore 15.00 - Guspini, aula consiglio comunale, giovedì 27 giugno 2013, alle ore 17.00.  
   
   
MABRO, ROSSI E SINDACATI: “PRIMA DI TUTTO PAGARE GLI STIPENDI ARRETRATI”  
 
Firenze, 18 giugno 2013 – Mattinata di lavoro tutta dedicata alla Mabro il 15 giugno nella sede della giunta regionale. Il presidente Enrico Rossi ha incontrato Maurizio Santoro, nuovo amministratore delegato, segnalato dagli advisor di Cross Border e nominato dal consiglio di amministrazione di Abbigliamento Grosseto. Il presidente era accompagnato dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini. Hanno partecipato all’incontro anche gli assessori al Comune e alla Provincia di Grosseto Emanuel Cerciello e Gianfranco Chelini. L’incontro del presidente Rossi con il nuovo amministratore delegato è stato cordiale. Maurizio Santoro ha assicurato il proprio impegno per trovare una soluzione che consenta di uscire dallo stallo attuale e che permetta all’azienda di rispondere agli ordini produttivi, che ammonterebbero a un valore di oltre 800 mila euro. L’amministratore delegato ha anche nuovamente confermato a presidente e amministratori le potenzialità dell’azienda, che per qualità del prodotto e know out, ha affermato, ha ancora mercato. Successivamente presidente e amministratori hanno incontrato le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Al termine i rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati hanno convenuto sui punti che seguono. “Si rileva che non si sono ancora avute dalla proprietà risposte chiare né sulla volontà di procedere al pagamento dei salari arretrati né sulla volontà di presentare entro il 30 giugno al Tribunale di Grosseto, così come concordato dal precedente amministratore delegato Barontini con istituzioni e sindacati stessi, la richiesta per la “Prodi bis”, che prevede la continuità produttiva e la ricerca di un nuovo imprenditore tramite procedura concorsuale. Istituzioni e sindacati ribadiscono la necessità del mantenimento della continuità produttiva. Ciò deve avvenire attraverso l’immediata corresponsione degli stipendi arretrati alle lavoratrici della Mabro, la maggior parte delle quali non li riscuote da metà dello scorso mese di gennaio. Questa è la condizione minima perchè in azienda si possa creare un clima che consenta di mantenere la necessaria continuità produttiva. Istituzioni e sindacati ribadiscono con forza la necessità che siano rispettati gli impegni presi dal precedente amministratore delegato (rispondente per altro alla stessa proprietà dell’azienda) di presentare entro il 30 giugno la richiesta per la “Prodi bis”. Al momento, infatti, questa soluzione appare la più trasparente e funzionale alla individuazione di una nuova proprietà, che sia in grado di mettere in campo capitali, processi organizzativi e tutto quanto è necessario per il rilancio dell’azienda. L’azienda affronti subito il rapporto con le organizzazioni sindacali e, con il supporto della Regione Toscana, si attivi per la messa in sicurezza delle procedure per la cassa integrazione. La Regione Toscana si adopererà presso il Ministero competente per la definitiva autorizzazione. La vicenda Mabro – hanno convenuto i rappresentanti istituzionali e sindacali – appare emblematica. Mentre tutti dichiarano che nella Mabro continuano ad esistere le potenzialità produttive per proseguire e rilanciare l’attività, dopo ben 7 anni di tentativi si deve purtroppo registrare la mancanza di un imprenditore che voglia affrontare il rischio di impresa e mettere a disposizione i capitali che, anche con eventuali ristrutturazioni, consentirebbero all’azienda di avere un futuro, di mantenere a Grosseto un presidio produttivo fondamentale e di intraprendere un rapporto corretto con le maestranze. Qualora questo imprenditore si presentasse, la Regione – si è concluso – sarebbe disponibile come sempre è accaduto a mettere in campo tutti gli strumenti di supporto a disposizione: incentivi alle assunzioni, a percorsi di formazione, per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione. La Regione infine sollecita l’amministratore delegato ad incontrare quanto prima le organizzazioni sindacali, cosa che lo stesso Ad ha assicurato che farà a breve. Istituzioni e sindacati ritengono che nelle prossime due settimane ci saranno gli elementi per valutare le reali intenzioni della proprietà e per poter assumere, rispetto all’evoluzione della vicenda, le necessarie determinazioni. Per questo si sono date appuntamento prima del 30 giugno, data di scadenza dei termini per la “Prodi bis”. Il presidente della Regione, inoltre, si è detto disponibile a tornare a Grosseto per un ulteriore confronto qualora le organizzazioni sindacali lo ritengano necessario.  
   
   
LOMBARDIA. CRISI MERCK, MELAZZINI: È QUESTIONE NAZIONALE L´INCONTRO IN REGIONE, VENERDÌ IL TAVOLO AL MINISTERO  
 
  Milano, 18 giugno 2013 - ´Nell´incontro di venerdì 21 a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo economico, andremo ad affermare che lo stabilimento Merck deve rimanere a Pavia e che la questione non riguarda solo il territorio pavese, ma ha una valenza nazionale. Da questo punto di vista anche il Ministero deve giocare un ruolo fondamentale e lanciare un messaggio chiaro´. Incontro In Regione - E´ quanto ha affermato l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia Mario Melazzini durante l´incontro che ha avuto oggi in Regione con le organizzazioni sindacali provinciali, la Rsu dell´azienda, alla presenza anche del presidente della Iv Commissione consiliare Angelo Ciocca, dei consiglieri regionali Iolanda Nanni e Giuseppe Villani, del presidente della Provincia di Pavia Daniele Bosone e del sindaco della città Alessandro Cattaneo. Fare Squadra - ´E´ fondamentale - ha proseguito Melazzini - fare squadra, rispondendo in maniera molto forte di fronte all´ipotesi di chiusura dello stabilimento: il nostro obiettivo è mantenere attivo il sito produttivo. La chiusura dell´azienda avrebbe un impatto molto significativo sull´economia del territorio e sull´occupazione. Regione Lombardia metterà in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione, per salvaguardare i lavoratori e l´azienda, partendo dal presupposto che l´azienda non è una realtà in crisi´.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, BATTUTA D’ARRESTO DELL’EXPORT MA SEGNALI POSITIVI DALL’EUROPA AD APRILE, AL NETTO DELL’ENERGIA, LE ESPORTAZIONI RIMANGONO IN TERRITORIO POSITIVO (+0,2%). BUONE PERFORMANCE PER I BENI DI CONSUMO (+2,2%)  
 
Roma, 18 giugno 2013 – Ad aprile le esportazioni italiane segnano, nei dati destagionalizzati, una sostanziale stazionarietà rispetto al mese precedente, mentre prosegue l’avanzata dei competitor europei, con un incremento dell’1,9% per la Germania e del 4,1% per la Francia. A contribuire in maniera determinante alla battuta d’arresto delle vendite sui mercati esteri sono soprattutto le esportazioni di prodotti energetici (con un calo del 4,2% ad aprile, che nel periodo gennaio-aprile supera addirittura i 16 punti percentuali). Al netto dell’energia, infatti, le esportazioni continuano a dare segnali positivi (+0,2%). “È chiaro che in una fase di rallentamento dell’economia mondiale come quella attuale importiamo e vendiamo meno energia, ma il mix creato dall’incremento dell’export di beni di consumo non durevoli, quindi dei prodotti tradizionali del Made in Italy, e dalla lieve ripresa delle vendite verso i Paesi dell’Unione mantengono una sostanziale capacità di tenuta delle nostre performance in ambito internazionale. D’altra parte, le stesse previsioni Istat per il 2013 e 2014 sono confortanti: nel biennio ci dovrebbe infatti essere una crescita cumulata del 10%, in tutti i settori, con un 8,3% nei beni intermedi e un 11,6% per l’agroalimentare”, afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi. Per quanto riguarda i settori, la meccanica, pur conservando una quota del 18% sull’export complessivo, registra nei primi quattro mesi dell’anno solo un lieve incremento dell’1,6%, su base annua, inferiore a quello di altri comparti di punta del Made in Italy come l’agroalimentare (+8,3%) e il tessile-abbigliamento-calzature (+3,0%).  
   
   
ROMA, GIORNATA ECONOMIA: I DATI ECONOMICI PROVINCIALI  
 
Roma, 18 giugno 2013 - Un saldo positivo delle imprese, un discreto dinamismo dell’imprenditoria straniera, ma preoccupa l’altissimo tasso della disoccupazione giovanile che tocca la quota record del 40% e l’aumento delle ore di cassa integrazione a testimonianza delle forti tensioni sul mercato del lavoro. La fotografia dell’economia romana – secondo le analisi dell’Ufficio Studi della Cdc di Roma diffuse in occasione dell’undicesima giornata dell’Economia – presenta qualche luce e varie zone d’ombra. Sistema imprenditoriale Nel 2012 il sistema imprenditoriale romano, pur confermando una capacità di tenuta superiore alla media nazionale, sconta gli effetti di una progressiva contrazione dell’attività economica, legata alle tensioni sui mercati finanziari e all’indebolimento del ciclo economico internazionale, aggravatosi nella seconda metà del 2011. Le imprese registrate si attestano a 457.875 unità (7,5% della base produttiva nazionale). Nel 2012 le iscrizioni sono state 31.337 a fronte di 22.872 cessazioni (escluse le cessazioni d’ufficio). Il saldo risulta, quindi, positivo[1] e pari a +8.465 imprese con un tasso di crescita del +1,9%, il più alto tra tutte le province italiane e nettamente superiore alla media nazionale (+0,3%), ma più basso rispetto al +2,3% registrato nel 2011. Dai primi dati disponibili sul 2013 (primo trimestre) emerge che il numero delle imprese romane risulta pressoché inalterata rispetto alla fine del 2012, attestandosi a 458.165 unità (+290 unità) per una variazione che, in percentuale, si approssima a quota “zero” (+0,1%) in perdita di 4 decimi di punto percentuale rispetto al corrispondente trimestre 2012. Le forme giuridiche d’impresa Anche nel 2012 sono le società di capitale della provincia di Roma a sostenere lo sviluppo della base produttiva con un tasso di variazione della consistenza del +2,8%. Le società di capitale rappresentano la forma giuridica prevalente con quasi 200mila aziende pari al 43,5% del totale. Aumentano anche le imprese individuali (+1,8%), mentre continua il trend negativo delle società di persone (-2,3%). I settori di attività La composizione della struttura produttiva provinciale replica ormai da diversi anni un’articolazione che vede le imprese concentrarsi, principalmente nei settori del commercio (27,0%), delle costruzioni (14,4%) e delle attività di alloggio e ristorazione (6,9%). Tra i settori che, invece, registrano le variazioni più sostenute ci sono: servizi di supporto alle imprese (+6,7%) e attività professionali scientifiche e tecniche (+4,2%). L’artigianato A fine 2012 risultano iscritte all’Albo provinciale delle imprese artigiane di Roma 70.855 imprese, pari al 4,9% dell’artigianato nazionale. Il saldo provinciale si attesta a +336 unità per un tasso di crescita pari a +0,5%, a fronte di un dato nazionale di -1,5%. Un dato positivo rispetto a quello nazionale, ma comunque inferiore rispetto a quello delle imprese in generale, segno di un’evidente difficoltà del comparto. L’imprenditoria femminile Al 31 dicembre 2012 risultano registrate alla Cciaa di Roma 99.381 imprese femminili pari al 6,9% della base produttiva “rosa” nazionale, per un tasso di femminilizzazione, del sistema produttivo provinciale pari al 21,9% (Italia: 23,6%). Le società di capitale “rosa” continuano ad avere una variazione dello stock più sostenuta tra le varie forme giuridiche (escluse altre forme), con un incremento del 3,4%, ma l’impresa individuale rappresenta, ancora, la soluzione organizzativa prevalente tra le imprenditrici romane (45,5% del totale). Imprenditoria straniera Componente molto dinamica del tessuto imprenditoriale romano si conferma l’imprenditoria straniera che al 31 dicembre 2012 conta 46.559 imprese registrate con un incremento del 10,2% rispetto al 2011 (cfr. Italia +5,2%). I primi tre Paesi di provenienza dei titolari di ditta individuale nati all’estero sono Bangladesh (7.443), Romania (6.293) e Cina (2.846). Imprenditoria giovanile Le imprese giovanili a Roma sono 44.289 in aumento dell’1,3% rispetto al 2011, un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale che registra -3,2%. Le imprese giovanili a Roma e provincia rappresentano quasi il 10% del totale. Lavoro Nel 2012 il numero di occupati in provincia di Roma è stato pari a 1,7 milioni. Il tasso di occupazione è rimasto stabile al 61%. Il numero delle persone in cerca di occupazione è salito a 190mila, 31mila in più rispetto al 2011. Il tasso di disoccupazione, nel 2012, è salito al 10% (era 8,5% nel 2010). Preoccupa la forte crescita della disoccupazione giovanile (15-24 anni) che ha raggiunto nel 2012 il record assoluto: 40% (era 36,1% nel 2010). Continua a crescere il ricorso alla Cassa integrazione guadagni che, nel 2012, a Roma ha superato le 53 milioni di ore autorizzate. L’incremento, rispetto al 2012, è del 18,4% (cfr. Italia +12,1%). Credito A fine 2012, a Roma e provincia, gli impieghi complessivamente erogati alla clientela ordinaria dagli istituti di credito sono stati oltre 358 miliardi di euro in aumento dell’1,6%. Considerando solo il dato dei prestiti alle imprese, si registra, invece, una forte contrazione del 6,1%. L’analisi della qualità del credito effettuata con riferimento alle sofferenze bancarie evidenzia una situazione che rispecchia appieno il peggioramento delle condizioni sia finanziarie che “reali” del sistema economico. Al 31 dicembre 2012 le sofferenze bancarie in provincia di Roma, sono 13,2 miliardi di euro - in aumento del 10,6% rispetto al 2011 (Italia: +16,1%) - pesano per il 3,7% (cfr. Italia 6,3%) sul totale degli impieghi: un incremento di tre decimi di punto percentuale dell’indice di rischiosità del credito rispetto all’anno precedente. Turismo Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, il numero dei viaggiatori stranieri a destinazione in provincia di Roma è stato pari a oltre 10 milioni di unità in crescita dello 0,3%, una variazione molto inferiore a quella registrata nel 2011 (+7,3%). Bankitalia calcola, inoltre, una spesa dei turisti stranieri a Roma, complessivamente pari a 5,2 miliardi di euro (a prezzi correnti), in diminuzione dell’1,7% su base annua. Esportazioni In valore assoluto le esportazioni dalla provincia di Roma si attestano a oltre 9 miliardi di euro, a prezzi correnti. Rispetto al 2011, la variazione tendenziale del valore delle esportazioni dalla provincia di Roma è pari al +1,4% a prezzi correnti, a fronte di un aumento del 3,7% registrato in Italia. L’economia romana risulta ancora poco “aperta” verso i mercati esteri. La quota delle esportazioni romane sul totale nazionale, infatti, si attesta solo al 2,35%. Dati economici Lazio Sistema imprenditoriale e lavoro Nel 2012 il Lazio si distingue come la regione più attiva del Paese in termini di imprenditorialità: in continuità con la dinamica osservata durante l’anno precedente, si rileva una crescita delle imprese registrate (+1,54%, pari a +9.389 unità), un dato migliore rispetto all’andamento nazionale (+0,3%). Un considerevole contributo alla crescita delle imprese laziali deriva dall’imprenditoria straniera, che rappresenta complessivamente il 9% del totale delle imprese registrate sul territorio, un valore superiore rispetto alla media nazionale (7,8%). Molto consistente è anche la quota delle imprese femminili che ammontano a oltre 144mila unità, ben il 23,5% del totale, in crescita dello 0,8% (+1.099 unità), mentre le imprese giovanili, che rappresentano il 10,4% delle imprese registrate (64mila unità) sembrano aver risentito maggiormente degli effetti della crisi, crescendo di un modesto 0,2% (+146 unità). Nel 2012 le persone in cerca di occupazione aumentano del 23,9% rispetto all’anno precedente (+52mila unità) e il tasso di disoccupazione raggiunge il 10,8% (Italia 10,7%), con i peggiori risultati nelle province di Latina (13,9%) e Viterbo (13%), cui seguono Frosinone (12,7%), Roma (10%) e Rieti (9,8%). Esportazioni Nel 2012 il Lazio registra un tasso di crescita dell’export pari al +5,1% rispetto all’anno precedente, attestandosi, in valori assoluti, su valori di poco inferiori ai 17 miliardi di euro e generando il 4,61% delle esportazioni italiane. Seppur in rallentamento rispetto al 2011 (+13,9%), l’aumento delle esportazioni laziali confermano la centralità dei processi di internazionalizzazione nello sviluppo dell’economia locale.  
   
   
TRENTO, VIA E AUT: UN NUOVO DISEGNO DI LEGGE CHE RIVOLUZIONA I TEMPI  
 
Trento, 18 giugno 2013 - Un intervento che va incontro alle esigenze delle imprese e che è visto con favore anche dalle associazioni ambientaliste, che semplifica la burocrazia e ne riduce i tempi, permettendo di fare in un massimo di 140 giorni ciò che prima occupava molti mesi di lavoro; con queste parole il presidente della Provincia Alberto Pacher ha presentato il nuovo disegno di legge in materia di Via-valutazione di impatto ambientale e Aut-autorizzazione unica territoriale, approvato dalla Giunta. Il disegno di legge si pone due obiettivi prioritari, strettamente connessi tra di loro: l´introduzione di forme di semplificazione, razionalizzazione e coordinamento dei procedimenti amministrativi e più in generale di tutti i procedimenti in materia di ambiente e territorio, assicurando nel contempo il recepimento della normativa nazionale in materia di Valutazione di impatto ambientale. Fra le altre cose, rispetto ad un approccio per cui il cittadino doveva interfacciarsi con tutte le strutture competenti, adesso sarà a disposizione uno sportello unico, fisico e telematico, al quale consegnare la pratica e dove ritirare l´autorizzazione al termine dell´iter. Il nuovo disegno di legge si inserisce nell´ambito delle misure di sostegno alle imprese, rivoluzionando le procedure burocratico-amministrative necessarie ai fini di adempiere a quanto previsto dalle procedure di Via e Aut. Dal deposito del progetto definitivo alla deliberazione della Giunta provinciale passeranno dunque al massimo 140 giorni: 60 per la pubblicazione del progetto e la raccolta delle osservazioni e 40 per la conferenza dei servizi, a cui si aggiuge la fase di definizione dell´istruttoria e dell´approvazione della delibera di Giunta. Attualmente la procedura di Via è svolta sulla base di un progetto preliminare dell´opera, e dello studio di impatto ambientale. Ciò comporta un minor dettaglio del progetto e la necessità di successive prescrizioni e integrazioni progettuali; il tutto in un contesto caratterizzato da un coordinamento da parte degli enti e delle strutture coinvolte ancora insufficiente, con conseguenti rallentamenti e duplicazioni dei pronunciamenti. Il nuovo regime garantirà lo svolgimento della Via sul progetto definitivo, che sarà esaminato da tutte le strutture tecniche in un unico procedimento. I diversi apporti tecnici saranno coordinati nell´ambito di una apposita conferenza dei servizi. Vediamo nel dettaglio i contenuti del nuovo disegno di legge, considerando prima la Via e poi la Aut. Valutazione Impatto Ambientale L’iter istruttorio del procedimento di Via attualmente vigente viene modificato in modo significativo, in particolare in relazione ai seguenti aspetti: in coerenza con quanto previsto dal decreto legislativo 152 del 2006, la valutazione di impatto ambientale si deve svolgere sulla base di un progetto definitivo. Nella situazione attuale, di norma, vengono valutati progetti di massima. Ciò comporta la previsione di un numero rilevante di prescrizioni e raccomandazioni che determinano, di fatto, significative modifiche progettuali e la conseguente necessità che il proponente si debba fare carico, dopo la chiusura della Via, del confronto con tutte le strutture provinciali competenti con lo scopo, prima, di "chiudere" il progetto definitivo e, poi, di acquisire tutte le necessarie autorizzazioni e concessioni; la nuova impostazione, fondata sull’analisi del progetto definitivo, consente, invece, di utilizzare la fase istruttoria della Via anche ai fini del rilascio dei provvedimenti autorizzatori; dalla Via esce quindi il progetto potenzialmente pronto per passare alla fase esecutiva; l’istruttoria della valutazione e l’acquisizione dei provvedimenti permissivi necessari è assicurata nell’ambito di una specifica conferenza di servizi nella quale i dirigenti delle strutture competenti si esprimono anche in sostituzione di organi collegiali previsti dalle norme di settore (Comitato tecnico forestale, Commissione tutela del paesaggio); è prevista, in ogni caso, una fase preliminare che consente al proponente del progetto di confrontarsi con tutte le strutture interessate per acquisire conoscenza delle eventuali criticità, delle questioni che meritano particolari approfondimenti ed avere indicazioni circa la migliore impostazione del progetto. In relazione all’esito di questo confronto preliminare, che assume una forte valenza di servizio-accompagnamento, l’interessato dispone di tutti gli elementi che gli consentono di investire sull’elaborazione del progetto definitivo da introdurre, quindi, nella procedura formale di Via; attualmente, la fase istruttoria, prima dell’approvazione da parte della Giunta provinciale, si chiude con il pronunciamento del Comitato provinciale per l’ambiente, organo composto da 9 membri interni e 8 membri esterni di cui 3 esperti in materie ambientali. L’esperienza maturata negli ultimi anni e le modifiche apportate al procedimento di Via con l’analisi condotta sul progetto definitivo e la contestuale acquisizione dei provvedimenti autorizzatori, portano a ritenere opportuna la soppressione del Comitato provinciale per l’ambiente. Rispetto alla funzione di partecipazione dei portatori di interesse, assicurata oggi dal Comitato per l’ambiente, si ritengono più efficaci strumenti diversi, quali la possibilità, ad esempio per le associazioni ambientaliste, di richiedere la convocazione di un’assemblea pubblica sul territorio ovvero di poter partecipare con rappresentanti alle fasi istruttorie (conferenze di servizio) del procedimento di Via. In conclusione, quindi il nuovo disegno di legge consente forme di coordinamento del processo di Via con i procedimenti amministrativi volti al rilascio dei principali provvedimenti autorizzatori in quanto il provvedimento di compatibilità ambientale, attraverso la conferenza di servizi ed il parziale superamento del ruolo di commissioni e comitati, assorbe e coordina le autorizzazioni di settore. Esso consente, inoltre, a tutto vantaggio dell’utente, la radicale razionalizzazione ed contenimento complessivo dei tempi istruttori. Autorizzazione Unica Territoriale Per semplificare e razionalizzare le procedure di rilascio dei provvedimenti e ridurre i relativi oneri amministrativi per i soggetti privati (cittadini ed imprese), la Provincia è autorizzata ad emanare un regolamento volto a disciplinare, il rilascio dell´autorizzazione unica territoriale relativa alle opere-attività ed agli impianti non soggetti alle disposizioni in materia di autorizzazione integrata ambientale e di valutazione dell’impatto ambientale. L´autorizzazione unica territoriale è rilasciata dalla Provincia a seguito di un procedimento unico svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e mediante il ricorso alla conferenza di servizi. La disciplina dell’autorizzazione unica territoriale si applica solo se devono essere acquisiti almeno due provvedimenti previsti dalla legislazione vigente in materia di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del territorio. La struttura competente, che svolge quindi le funzioni dello sportello unico (sia fisico che telematico) nei confronti dell’utente, acquisisce le istanze dei soggetti interessati, eventualmente corredate dal progetto definitivo o esecutivo dell’opera, procede alla trasmissione della documentazione allegata all’istanza ai soggetti competenti al rilascio degli atti di assenso, acquisisce i singoli provvedimenti permissivi, facendosi carico del coordinamento delle attività di tutte le strutture interessate, che confluiscono nell’autorizzazione unica territoriale, provvedimento questo che ricomprende, appunto, i singoli provvedimenti permissivi. In conclusione, quindi, attraverso l’Aut l’utente viene accompagnato nel processo di rilascio delle autorizzazioni in materia di ambiente e territorio (fuori Via) attraverso l’azione di uno Sportello unico che si fa carico di assicurare il coordinamento di tutte le strutture interessate al fine di giungere, entro i termini previsti, al rilascio di un unico provvedimento permissivo, l’Autorizzazione unica territoriale, che ricomprende i singoli atti previsti dalle diverse norme di settore.  
   
   
PUBBLICATO RAPPORTO "CUNEO 2013"  
 
Cuneo, 18 giugno 2013 - Dieci cifre chiave, per disegnare lo stato di salute della provincia di Cuneo, in occasione della “Giornata dell´Economia”, svoltasi lunedì 17 giugno in Cdc e la contestuale presentazione del “Rapporto Cuneo 2013” studio curato dall’ufficio studi camerale e Unioncamere Piemonte. Il primo significativo indicatore è il Pil (prodotto interno lordo) pro-capite, valutato, per il 2012, in 30.387 euro, significativamente superiore alla media regionale, ferma a quota 28.000 circa. Apprezzabile dunque il mantenimento di una posizione interessante a livello piemontese, nonostante il perdurare della crisi. Quest´ultima, secondo i dati raccolti dall’ente camerale e da Unioncamere Piemonte, si è fatta e si fa sentire incidendo sulla consistenza della base imprenditoriale, con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di aziende e una decrescita dello 0,94%. Le imprese registrate sono, al 31 dicembre 2012, 72.863, un sesto circa di quelle presenti in area subalpina. Dall´analisi del dato, emerge che le realtà al femminile sono, in Granda, 17.477, pari al 24% del totale provinciale, mentre quelle giovanili sono 7.485, cioè il 10%. Sulle problematiche legate alle generazioni, quelle al di sotto dei 35 anni per il lavoro autonomo e dei 30 per le attività dipendenti, ha posto l´accento, nel suo intervento, il presidente camerale Ferruccio Dardanello, impostando il problema in un´ottica nazionale. “In Italia - ha precisato Dardanello - il valore aggiunto prodotto dai giovani ammonta a oltre 242 miliardi di euro, pari al 17,2% del totale. Se si considera che i 19/34enni sono, nel nostro Paese, il 22 per cento della popolazione in età lavorativa, si deduce che il loro apporto all´economia italiana è sottodimensionato e che, se i quasi due milioni di disoccupati trovassero un lavoro, il valore aggiunto del prodotto Italia potrebbe crescere dell´11,8 per cento. C´è dunque un esercito di riserva di potenziali neo-imprenditori che potrebbero essere inseriti nella vita economica con strumenti di finanza dedicata, quali venture capital, microcredito e altro, oltre a percorsi di crescita e formazione nel campo della cultura manageriale, delle competenze sull´impresa, dell´apprendimento e applicazione delle tecnologie e dell´internazionalizzazione”. Nel Cuneese, dati pesanti arrivano dal mercato del lavoro, segnato da una riduzione dell´occupazione, valutata in 4mila unità, a prevalenza femminile, legata soprattutto al calo degli addetti nel comparto industriale. Nell´anno 2012 il tasso di disoccupazione, che in Granda ha veleggiato a lungo a scavalco tra il 3 e il 4%, e ha raggiunto il 6,10%, coinvolgendo 17mila persone, contro le 10mila dell´anno precedente. In particolare, il 22% degli under 24 è senza lavoro. Il fenomeno riguarda, in misura discretamente omogenea tutta l´area provinciale, con una punta nel Monregalese e un minimo nel Saluzzese grazie alle opportunità offerte dall´agricoltura. Allineato ai dati 2011 è il ricorso alla Cassa integrazione guadagni, approdata a quota 10 milioni di ore, caratterizzata dall´accentuarsi della formula ordinaria a compensare il calo nella straordinaria. Note più serene vengono dai numeri sul commercio con l´estero, chiusosi in positivo, con un incremento del valore delle esportazioni, per un valore di 6,6 miliardi e una riduzione dell´import, fermo a 3,8. I punti di forza restano gli alimentari, le bevande e il comparto della meccanica. Anche le destinazioni si sono modificate, guardando sempre più spesso ai Paesi extra Ue, caratterizzati da prospettive di crescita più dinamiche. Poco brillanti i dati sul turismo, settore che, di norma, offre boccate di ottimismo al nostro territorio. La stagione sciistica 2012/13 è stata critica per carenza di neve e anche il movimento nelle altre fasce stagionali ha perso in brillantezza a causa della crisi economica generale. Le imprese del settore hanno perso 45 unità, pari all´1,2% su un totale di 3.864. La fotografia della situazione nazionale e del Piemonte è stata delineata dalla sede di Torino della Banca d’Italia. Sono intervenuti Roberto Rinaldi, capo servizio normativa e politiche di vigilanza, che ha illustrato i principali andamenti che hanno caratterizzato l’economia italiana nel corso del 2012, con alcune indicazioni sulle tendenze in atto, mentre Luciana Aimone Gigio, addetta alla divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede regionale della Banca d´Italia, si è soffermata sui principali contenuti del Rapporto annuale della Banca d’Italia sull´economia del Piemonte, focalizzandosi soprattutto sugli aspetti specifici o di differenziazione della regione rispetto al contesto nazionale. Nella sua disamina della situazione provinciale, il professor Giuseppe Tardivo ordinario di economia e direzione delle imprese presso l´Università di Torino, ha parlato di localismo “inceppato”, con una miriade di realtà di piccola dimensione, in difficoltà nel competere. In pratica, ci sono le potenzialità, ma è necessaria un´azione sinergica con il sistema Italia, mirata alla creazione di un mercato del lavoro più dinamico, a un più basso livello impositivo sui lavoratori, a un sostegno alle attività imprenditoriali, a minor burocrazia e maggior semplificazione e trasparenza della pubblica amministrazione e, per finire, a una più elevata protezione sociale. “Diventa indispensabile - ha concluso Giuseppe Tardivo - riorganizzare, tagliare i costi, innovare, puntare sui talenti e internazionalizzare. Il tutto alla luce di una nota affermazione di Henry Ford: “Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso... Lavorare insieme un successo”. L´importante è giocare la sfida da protagonisti e non limitarsi a subirla”. La giornata si è conclusa con un dibattito moderato da Ezio Bernardi, direttore de La Guida, con i rappresentanti dell’associazionismo giovanile in provincia, espressione del volto nuovo della nostra imprenditoria. Guidati da Bernardi gli intervistati hanno portato la loro testimonianza, attraverso la lettura dell’economia dalla prospettiva dei giovani, per comprendere quali siano gli ostacoli da rimuovere per dar loro una concreta opportunità di misurarsi con il mercato, capire come rimettere in circolo questa linfa vitale della società, costruire le strategie per assicurare un futuro all´economia provinciale.  
   
   
MARCHE ENDURANCE LIFESTYLE, FORUM ECONOMICO ALLA MOLE DI ANCONA.  
 
Ancona, 18 giugno 2013 - “Un ponte tra Paesi e culture costruito su un evento sportivo, che consente, in un momento di crisi, di parlare di prospettive, opportunità e strategie”: è la fotografia delle Marche Endurance Lifestyle, emersa dal Forum economico Italia ed Emirati Arabi Uniti che si è svolto all’Auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona. Una folta presenza di imprenditori e di rappresentanti istituzionali ha gremito la sala, che ha ospitato il ministro dell’Economia Uae, Sultan bin Saeed Al Mansouri; il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato; il vice ministro Affari Esteri, Lapo Pistelli, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca; il presidente Ice, Riccardo Monti. Il confronto è stato animato dal vice direttore di “Milano Finanza”, Antonio Satta. Il presidente Spacca ha ricordato come gli Emirati Arabi Uniti rappresentino “un grande mercato, un Paese con cui costruire strategie di lungo periodo, partendo dalla collaborazione delle eccellenze che contraddistinguono le due economie”. Ha ricordato come l’edizione 2012 dell’Endurance, costata alla Regione 300 mila euro, abbia generato un ritorno stimabile in 5 milioni di euro e dato vita a un centinaio di progetti in corso di sviluppo. “Parlare di Endurance – ha detto il presidente - significa discutere su una grande occasione di politica industriale, utile a uscire dalla crisi che attanaglia il nostro Paese da quattro anni, con una contrazione del Pil di otto punti percentuali. Non è solo un evento sportivo, ma una straordinaria opportunità per ripartire e puntare sulla crescita industriale. Nei trenta giorni precedenti la manifestazione, i rappresentanti dei principali Fondi di investimento emiratini hanno avuto contatti con imprenditori delle Marche per ricercare occasioni di confronto di reciproco interesse”. Apprezzamenti per la gara sportiva e per la strategia di promozione messa in campo dalle Marche sono venuti dal ministro Zanonato: “Puntano a coniugare cultura, economica e sport con il ricco mercato rappresentato dagli Emirati Arabi Uniti, il principale sbocco per le esportazioni italiane nel mondo arabo, cresciute del 16,5% nel 2011”. Il ministro ha ripercorso i settori di maggiore interesse per il governo italiano nei rapporti con gli Uae, citando, in particolare, la formazione tecnologica e universitaria (“Garantiscono uno sbocco positivo per il futuro dei nostri giovani”), l’innovazione tecnologica. Zanonato ha ribadito l’impegno del governo italiano “a rafforzare le relazioni bilaterali in maniera ancora più incisiva”. Nel suo intervento il ministro Al Mansouri ha evidenziato come l’Italia costituisca “un’ottima opportunità di investimento per gli Emirati. I prodotti italiani sono rispettati in tutto il mondo. A causa della crisi economica che investe l’Europa, non possiamo rischiare di perdere questi prodotti di eccellenza che tutto il mondo conosce. Vanno salvaguardate non solo le bellezze territoriali, ma anche il patrimonio imprenditoriale del vostro Paese”. Al Mansouri ha indicato alcuni settori di maggiore interesse su cui collaborare, iniziando dal turismo e dal trasporto delle merci con il vettore aereo. Gli Emirati ospitano 10 milioni di turisti all’anno, mentre 80 milioni di passeggeri transitano per i loro aeroporti: “”Sarebbe utile per l’Italia sfruttare questo patrimonio allacciando nuove relazioni tra i due Paesi. Le Marche, ad esempio, esportano molti prodotti agroalimentari. Il vostro aeroporto può rappresentare un’ottima base per favorire questi scambi facendolo divenire un hub internazionale del settore cargo. Il nostro Paese ha anche reti commerciali capillari che possono essere utilizzate per aprire rapporti economici l’Asia o con l’Africa”. Altro comparto indicato dal ministro è quello del sostegno alle piccole e medie imprese: “Vanno promosse non solo come eccellenze locali, ma come straordinaria opportunità per incrementare i livelli occupazionali”.  
   
   
BANCA DELLE MARCHE: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE.  
 
Ancona, 18 giugno 2013 - “È indispensabile difendere l’autonomia e l’unità strategica di Banca delle Marche, a sostegno delle famiglie e delle piccole e medie imprese che sono il sistema nervoso dell’economia marchigiana. Su questa strategia le istituzioni, a partire dalla Regione, saranno sempre disponibili e si rendono pronte ad animare la comunità regionale perché l’aumento di capitale richiesto dalla Banca d’Italia sia diffuso e partecipato dal maggior numero possibile di marchigiani”: così il Presidente della Regione Gian Mario Spacca interviene sulla vicenda Bdm. “L’impegno della Regione - prosegue Spacca - è quello di favorire la continuazione dell’autonomia di Banca Marche, con il mantenimento dei centri direzionali nelle Marche. È quindi necessaria la massima unità di azione strategica delle tre Fondazioni, condizione indispensabile per i passaggi futuri del rilancio di Banca delle Marche. In questo senso, è sicuramente necessario favorire un ampio coinvolgimento del territorio ai progetti di ricapitalizzazione dell’istituto di credito, quale via essenziale per difendere l’autonomia di Banca delle Marche: solo così l’utilizzo del risparmio dei cittadini marchigiani potrà continuare ad essere esercitata nelle Marche. L’istituto di credito, infatti, ha costruito nel tempo un rapporto di forte fiducia con il territorio, basato sul radicamento diffuso e sull’azione di sostegno alle imprese e alle famiglie delle Marche: è quindi doveroso attivare un processo di ampia partecipazione popolare all’operazione di ricapitalizzazione che si dovrà realizzare in base alle indicazioni di Banca d’Italia per il rafforzamento patrimoniale”.  
   
   
TRENTO: NUOVI INCENTIVI PER I SERVIZI ALLE IMPRESE E LE RETI  
 
Trento, 18 giugno 2013 - La Giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione Alessandro Olivi, ha approvato in via preliminare i criteri riguardanti i contributi per i servizi alle imprese e le reti, un ulteriore tassello nella riforma degli incentivi. I criteri saranno quindi sottoposti all’attenzione della competente Commissione del Consiglio provinciale, prima dell’adozione definitiva da parte dell’esecutivo. “La crisi sta mettendo in evidenza sempre più che a progredire sono le imprese in grado di mettere in campo innovazione, qualità e capacità di mettersi in rete – ha commentato l’assessore Olivi -. Gli incentivi discussi oggi dalla Giunta vanno proprio in questa direzione: sostenere le piccole e medie imprese che sanno rinnovarsi, che riescono ad unirsi e ad aprirsi a un mercato più vasto. La Provincia non può che sostenere questi nuclei vitali della piattaforma produttiva. Il provvedimento contiene anche un intervento per rivitalizzare la domanda nel settore dell’edilizia da parte delle imprese, che fa seguito a quelli precedenti in favore delle ristrutturazioni edilizie da parte dei privati. Per completare la riforma degli incentivi – ha concluso l’assessore Alessandro Olivi - mancano solo gli interventi relativi alle imprese innovative e ai brevetti, sui quali stiamo già lavorando e che saranno pronti per luglio”. Oggi la Giunta provinciale ha preliminarmente approvato tre provvedimenti relativi ai criteri di applicazione della legge provinciale sugli incentivi alle imprese. Il primo provvedimento riguarda l’incentivazione dei servizi alle imprese, delle reti e dei consorzi. Si tratta in primo luogo del sostegno alle consulenze acquisite dalle imprese sul mercato, riguardanti l’innovazione, la qualità, le certificazioni, la commercializzazione e il marketing, l’efficienza energetica, nonché iniziative di miglioramento ambientale e altri servizi di natura strategica. I contributi saranno accordati a fondo perduto con percentuali che variano tra il 20% e il 50%, con misure più elevate per le imprese di piccola dimensione. Le grandi imprese possono accedere soltanto agli aiuti per le consulenze relative ad iniziative pilota in campo ambientale. L’intervento maggiore è previsto per consulenze per l’innovazione, anche organizzativa. Con lo stesso provvedimento sono previsti contributi per la costituzione e la crescita dei consorzi, con un contributo del 50% per gli apporti al fondo consortile. Infine nella deliberazione è proposta l’attuazione degli incentivi per la costituzione delle reti di imprese. In questo caso sono previsti due tipi di contributo: il primo è relativo alla costituzione della rete e prevede un’agevolazione del 30% per i costi legali, amministrativi e di consulenza; il secondo prevede un contributo del 50% per le imprese che si mettono in rete con finalità di formazione, acquisizione di dotazione informatica e brevetti, iniziative di commercializzazione e promozione e per la promozione del progetto di rete. Con il secondo provvedimento proposto sono previsti contributi in favore dei Centri di assistenza tecnica alle imprese (Cat) costituiti nell’ambito delle associazioni di categoria o delle relative società di servizi. Si tratta di organismi che consentono una riduzione degli oneri amministrativi delle imprese sul fronte dei rapporti con l’amministrazione pubblica. Tali organismi potranno essere agevolati con un contributo del 75% dei costi di produzione relativi ai Cat, con un massimo di 100.000 euro. Infine con il terzo provvedimento sono stati adeguati gli strumenti esistenti, al fine di rendere più semplici e rapide le procedure di presentazione delle domande e per l’erogazione degli aiuti. Tra tali disposizioni è inserito anche un intervento che va nella direzione di rivitalizzare la domanda nel settore dell’edilizia, particolarmente colpito in questa fase delle crisi economica: si tratta della riduzione da 150.000 a 50.000 euro fino al 30 giugno 2014 del limite minimo di spesa per l’accesso ai contributi, nel caso di ristrutturazioni edilizie da parte delle imprese.  
   
   
TERREMOTO/EMILIA CONVERSIONE IN LEGGE DA PARTE DEL SENATO DEL DECRETO 43/2013: IL COMMENTO DELL´ASSESSORE REGIONALE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE  
 
Bologna, 18 giugno 2013 - «Il Senato non ha colto tutti gli emendamenti al Decreto Legge 43/2013 che abbiamo chiesto per rispondere alle esigenze delle famiglie e delle imprese nell´area del sisma e pertanto proseguiremo sollecitare il Governo affinché provveda celermente con altre norme». Così l’assessore regionale alla attività produttive Gian Carlo Muzzarelli commentando la conversione in legge al Senato del Dl 43/2013. «I risultati fin qui raggiunti - ha aggiunto l’assessore Muzzarelli - sono comunque molto significativi, soprattutto per i Comuni e le imprese. In particolare sono da sottolineare gli interventi di natura fiscale che permetteranno alle imprese, con danni sia alle strutture che ai bilanci, di pagare le imposte e i contributi con un prestito senza interessi fino al prossimo 15 novembre, presentando domanda entro il 30 ottobre». Dall´agenzia delle Entrate questa prospettiva relativa al pagamento di imposte e tributi è stata anche evidenziata on line . «Questa segnalazione dell’Agenzia dell’Entrate, lascia ben sperare che – conclude Muzzarelli - tutta la macchina amministrativa dello Stato sia orientata ad agevolare le procedure di attuazione delle norme. Ora contiamo che il Parlamento concluda rapidamente l´iter della legge e che tutti siano al lavoro per risolvere il problema di liquidità delle imprese e aiutare la ricostruzione e la ripresa».  
   
   
SERVONO IDEE NUOVE PER FAR RIPARTIRE L´ECONOMIA PAVESE  
 
Pavia, 18 giugno 2013 - Guardare avanti nonostante la crisi, che continuerà anche per tutto il 2013, facendo leva sulle eccellenze del territorio e mettendo in campo idee e nuove progettualità. Dalla undicesima edizione della “Giornata dell’economia”, tenutasi questa mattina (14 giugno 2013 n.D.r.) presso la sala consigliare della Camera di Commercio di Pavia, il messaggio uscito dai relatori ufficiali e dagli intervenuti è stato concorde: reagire. I dati macroeconomici e strutturali dell’economia pavese, presenti nel ricco e voluminoso “Rapporto 2013” elaborato dal Centro studi camerale, sono stati anche nel 2012 tutti di segno negativo: meno 0,2% il tasso di crescita delle imprese che sono scese sotto quota 50 mila (sono 49.793), meno 3,50% il calo della produzione rispetto al 2011. E il primo semestre dell’anno sembra accentuare questa tendenza, con un ulteriore e sensibile calo del numero di imprese e con casi recenti di cronaca come quello della multinazionale Merkel che ha annunciato la chiusura. Con la conseguente perdita di 170 posti di lavoro. A questa situazione si aggiungono i dati strutturali che contribuiscono a rendere il sistema economico pavese molto debole: la presenza del 61,3% di ditte individuali contro la media del 45% della Lombardia, e di conseguenza l’esistenza di solo il 18,5% di società di capitali contro la media regionale del 31,5%. Altro dato decisamente preoccupante il calo delle imprese giovanili che, nel 2012, è stato del 4,5, parzialmente compensato dalla costituzione di sole 16 srl semplificate, quelle che si possono aprire con 1 euro e che sono riservate agli under 35. Occorre allora ancorarsi ai dati positivi fatti emergere dalla relazione del prof.Piero Mella della Facoltà di Economia dell’Università di Pavia. Al patrimonio famigliare dei pavesi la cui media, specie per i valori immobiliari, è superiore a quella lombarda. Ma soprattutto alle infrastrutture della conoscenza e dei servizi rappresentati dalla Sanità e dall’Università ed anche dalle dotazioni energetiche, tutti settori in cui Pavia è ai primi posti in Lombardia. E anche alle imprese pavesi che stanno puntando con decisione sull’export e riescono così a penetrare con successo sui mercati esteri. Occorre soprattutto lanciare nuove idee, come ha fatto il presidente della Camera di Commercio, Giacomo de Ghislanzoni Cardoli: “l’incidenza dell’agricoltura sul Pil della nostra provincia è rilevante e abbiamo prodotti leader come riso e vino: è venuto il tempo di pensare seriamente a costituire la facoltà di Agraria presso l’ateneo pavese”. La proposta del presidente della Camera di Commercio ha un illustre precedente: nel 1963 venne aperta la Facoltà di Economia a Pavia, grazie all’impulso non solo finanziario dell’allora presidente Alberto Ricevuti. Un ruolo fondamentale messo in evidenza dal Preside della Facoltà di Economia, prof.Antonella Zucchella, che ha ricordato i 50 anni della nascita. Una facoltà che oggi con le quattro lauree magistrali, due delle quali in lingua inglese, consente agli studenti di studiare un anno in Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia e recentemente anche ad Hanoi e, volendo, a conseguire la doppia laurea sia italiana che estera. A sferzare i rappresentanti del mondo imprenditoriale e associativo che hanno gremito la sala, ci ha pensato Sebastiano Barisoni, caporedattore News di Radio 24, secondo cui “occorre uno sforzo complessivo di tutto il sistema Paese non illudendosi di poter tornare alla situazione economica, alle abitudini e agli stili di vita degli anni prima della crisi” e suggerendo come unica soluzione agli industriali pavesi “la costituzione di reti di imprese”.  
   
   
IN 110MILA A MARCHE ENDURANCE LIFESTYLE 2013.  
 
Ancona, 18 giugno 2013 - Marche Endurance Lifestyle 2013 non ha tradito le attese e nel segno della continuità ha garantito all’economia regionale ulteriori basi per il proprio sviluppo e la propria affermazione su base globale. La seconda edizione dell’evento è riuscita a compiere un tangibile passo in avanti, confermando lo straordinario appeal che il territorio è in grado di esibire, la storica vocazione all’accoglienza della Riviera del Conero e la convinzione delle aziende locali nello sfruttare le opportunità sull’asse Italia-emirati Arabi Uniti. Valori e contenuti forti, quelli emersi nella seconda edizione di Marche Endurance Lifestyle, seguita quest’anno da 110mila persone e capace di “produrre” 8.558 notti in fatto di prenotazioni alberghiere, determinando un esaltante “sold out” nelle strutture della Riviera e del Parco del Conero. Le ricadute economiche generate sul territorio dall’iniziativa sono pari a 6 milioni di euro. A far girare una macchina così complessa e strutturata negli ambiti di riferimento dell’evento, che sono stati sport, business, cultura e relazioni internazionali, sono state 750 persone fra staff, volontari, addetti della protezione civile e forze dell’ordine. Il filone legato al business e agli incontri internazionali è stato quello che nell’edizione 2013 ha compiuto lo scatto in avanti più poderoso. Forte delle basi gettate lo scorso anno, l’evento ha contato 430 partecipanti al Business Forum Italy-uae “Investment and strategic partnership” di venerdì alla Mole Vanvitelliana, 35 visite nei distretti industriali che hanno coinvolto 12 società emiratine e 27 aziende italiane impegnate in energie rinnovabili, componentistica, dolciario, meccanica, packaging e design. Sempre nella giornata di venerdì alla Mole Vanvitelliana di Ancona si è tenuto il Bilateral workshop Italy–uae “Investment and strategic partnership”. Al workshop, organizzato in collaborazione con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane-Ice, hanno partecipato, per parte emiratina, i rappresentanti del Ministero dell’Economia e di importantissime realtà economiche degli Eau, quali la Zonescorp, il Dubai Airport, il Bin Sougat Group, l’Al Fahim Group, ed il Khalifa Fund. In occasione del Workshop si è proceduto alla presentazione generale del sistema e delle eccellenze produttive. In particolare il sistema regionale ha sottoposto alla valutazione della delegazione emiratina progetti di investimento - riferiti ai settori dello sviluppo dell’accoglienza turistica, delle infrastrutture, della logistica, del wellness e della art economy - per un valore potenziale complessivo di 350 milioni di euro. A incontrarsi e confrontarsi con la realtà italiana e marchigiana è stata una delegazione emiratina composta complessivamente da 290 persone, di cui 78 hanno preso parte ai meeting ufficiali con il ministro dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti, Sultan bin Saeed Al Mansouri, il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, il vice ministro agli Affari esteri Lapo Pistelli, il sottosegretario all’Economia degli Emirati Arabi Uniti Mohammed Ahmed bin Abdulaziz Al Shehhi e il presidente per l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane-Ice, Riccardo Monti. Altrettanto consistente la partecipazione al convegno “Voci di donne arabe” di sabato mattina al teatro Cortesi di Sirolo, al quale hanno preso parte 110 esponenti del mondo femminile italiano ed emiratino. L’anima sportiva di Marche Endurance Lifestyle si è “rivelata” attraverso il consueto appuntamento della Conero Endurance Cup, che ha stabilito il record “all time-all categories” in fatto di partecipazioni a gare organizzate in Italia. Alla prova sui 120 chilometri hanno preso parte infatti 80 binomi. In totale, considerando anche i 16 in gara sui 90 chilometri, sono stati 96 i binomi partecipanti, in rappresentanza di 10 nazioni (Emirati Arabi Uniti, Algeria, Spagna, Germania, Polonia, Argentina, Francia, Gran Bretagna, Repubblica di San Marino e Italia). I cavalli presenti in totale a Marche Endurance Lifestyle 2013 sono stati 175; a quelli impegnati nelle gare della Conero Endurance Cup vanno infatti aggiunti i pony del Battesimo della sella e dei Pony Games, insieme ai quali sono stati protagonisti circa 1.500 bambini. Un evento di questa complessità è stato comunicato dai mezzi d’informazione anche quest’anno in maniera massiccia: 115 testate giornalistiche accreditate, 92 giornalisti accreditati, 34 testate giornalistiche straniere accreditate, 22 giornalisti stranieri accreditati, 6 ore di diretta televisiva. “Grandi numeri per un grande evento – dice il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca –. Una manifestazione il cui punto di forza è la continuità: terminata la tre giorni di economia, sport e cultura, Marche Endurance Lifestyle continuerà a produrre risultati importanti, grazie alle decine di contatti avviati tra le imprese marchigiane e quelle degli Emirati Arabi Uniti. Mel, quindi, non è soltanto una grande festa di popolo, ma una straordinaria occasione di politica industriale e di promozione delle Marche”. “Il legame fra Italia ed Emirati Arabi Uniti – gli ha fatto eco Gianluca Laliscia, Ceo di sistemaeventi.It - ne esce ulteriormente rafforzato, grazie a un lavoro di squadra che anche in questa occasione la Regione è stata abile e preparata nel coordinare e nel condividere con gli altri enti e il tessuto economico marchigiano”. Anche il Ministro Zanonato ha pubblicamente apprezzato l’opera svolta dalla Regione nella selezione delle proposte, indicando peraltro la necessità di insediare un tavolo tecnico permanente, costantemente in contatto con Dubai, capace di garantire un matching economico ed istituzionale tra le parti. Naturalmente la Regione Marche si pone immediatamente a disposizione del Ministro, candidandosi sia a presentare al Ministro le proposte già pervenute, sia a porsi come focal point per raccogliere i progetti provenienti dal territorio nazionale.