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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Febbraio 2014
PARLAMENTO EUROPEO, SCHULZ: "NUOVI ACCORDI SE LA SVIZZERA LIMITA LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO"  
 
Strasburgo, 11 febbraio 2014 - "Se la Svizzera vuole modificare le leggi sulla libera circolazione anche per i cittadini comunitari, allora dobbiamo reagire, discutere e forse a negoziare dei nuovi accordi", ha detto il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, reagendo questa domenica al risultato del referendum tenutosi in Svizzera sull´introduzione di quote per l´immigrazione. "È difficile limitare la libera circolazione delle persone e non limitare la libera circolazione dei servizi", ha aggiunto Schulz. Più di un milione di cittadini dell´Ue vivono e lavorano in Svizzera: di gran lunga il maggior numero di immigrati presenti nel paese. Circa 430.000 cittadini svizzeri vivono nell´Ue, che è anche il più grande partner commerciale della Svizzera. Ue e la Svizzera: libertà di movimento dal 2002 - La libertà di circolazione dei cittadini dell´Ue e della Svizzera è garantito dal 2002. Nel 1999 è stato firmato un pacchetto di 7 accordi che dà a ogni cittadino Svizzero e dell´Ue il diritto di entrare, vivere e lavorare sul loro territorio Ue o svizzero. "Spetta al governo svizzero decidere se sospendere gli accordi con noi o no. Fintanto che la Svizzera non reagisce, gli accordi restano in vigore", ha detto Schulz. La "clausola ghigliottina" - Tuttavia, se la Svizzera non è più in grado di soddisfare le condizioni dell´accordo sulla libera circolazione delle persone, tutti gli altri accordi firmati nel 1999 sono in pericolo, in base a una clausola che li lega insieme.  
   
   
QUESTA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
 Strasburgo, 11 febbraio 2014 - I deputati si riuniscono nelle commissioni parlamentari per discutere dell´impatto della sorveglianza della Nsa sui diritti fondamentali dei cittadini europei, delle regole sull´acquisto dei pacchetti vacanze, della legislazione per combattere il riciclaggio di denaro e dei sistemi d´emergenza "e-call´ per le automobili. Continuano inoltre i lavori dell´inchiesta parlamentare sui risultati della Troika nei paesi sottoposti a bail-out. La commissione per le Libertà civili (Libe) voterà mercoledì la sua relazione sull´inchiesta del Parlamento a proposito della sorveglianza dei cittadini dell´Ue da parte dell´agenzia americana Nsa. Tra le misure che saranno votate potrebbero esserci la sospensione di vari accordi sullo scambio di dati o sul commercio nonché una maggiore protezione per gli informatori e i giornalisti. I membri della commissione per gli Affari economici (Econ) incontreranno giovedì Benoît Coeuré, membro del Comitato esecutivo della Bce, per analizzare il lavoro svolto dalla Troika nei paesi che hanno ricevuto un aiuto economico per superare la crisi. Inoltre, sempre giovedì, la commissione per l´Occupazione (Empl) voterà una risoluzione sull´impatto della Troika in materia di occupazione, diritti dei lavoratori e benessere sociale. I cittadini europei hanno avuto la possibilità di contribuire al lavoro del relatore del Parlamento tramite Linkedin. La commissione per il Mercato interno (Imco) martedì rafforzerà i diritti dei consumatori per quanto riguarda l´acquisto dei pacchetti vacanze. Secondo le nuove regole vi sarà una garanzia di rimpatrio e la possibilità di annullare il viaggio 24 ore dopo la prenotazione online. La commissione Imco renderà obbligatorio a partire da ottobre 2015 un sistema di emergenza per le automobili (e-Call) che in caso di incidente chiamerà automaticamente i servizi d´emergenza. La sottocommissione per i Diritti dell´uomo (Droi) terrà giovedì un´audizione pubblica sulla situazione dei lavoratori migranti in Qatar in vista della Coppa del Mondo Fifa 2022. La commissione Affari costituzionali (Afco) si riunisce martedì per votare una relazione sull´elezione del nuovo presidente della Commissione europea dopo le elezioni europee di maggio. I deputati propongono che i leader europei tengano conto dei risultati delle elezioni europee non solo per quanto riguarda la presidenza della Commissione, ma anche per la scelta di tutti gli altri commissari. L´11 febbraio saranno 100 i giorni che mancano alle elezioni europee. In Italia si voterà il 24 e il 25 maggio. Trova tutte le informazioni che cerchi grazie al nostro sito per le elezioni europee cliccando sul link a destra.  
   
   
UE-TURCHIA: IL DIALOGO DEI MINISTRI DI BRUXELLES  
 
Bruxelles, 11 febbraio 2014 – L’alto Rappresentante / Vicepresidente Catherine Ashton e il commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha incontrato il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoðlu e il ministro per gli Affari europei e capo negoziatore Mevlüt Çavuþoðlu per il dialogo politico il Lunedi a Bruxelles. Dopo lunghe e produttive discussioni Commissario Füle ha dichiarato: "Il progresso è stato effettivamente realizzato lo scorso anno in Turchia 4. ° pacchetto di riforma del sistema giudiziario e il pacchetto di democratizzazione sono stati adottati Il capitolo sulla politica regionale è stata aperta;. Colloqui sulla liberalizzazione dei visti iniziato ed è stato firmato l´accordo di riammissione Tutto questo ha dato nuovo slancio alla nostra cooperazione. E ha dimostrato un forte desiderio di entrambe le parti per progredire ulteriormente. Oggi, abbiamo discusso i recenti sviluppi in Turchia. Abbiamo sottolineato la necessità che la Turchia come paese candidato nei negoziati di adesione di impegnarsi nelle prime consultazioni con la Commissione su tutte le leggi relative sia al processo di adesione e dei criteri politici. Ne abbiamo discusso in particolare alla luce dei recenti scambi sulla importanza di una magistratura indipendente e la legge internet approvata dal parlamento la scorsa settimana. E ´dovere della Commissione di monitorare gli sviluppi e di esprimere preoccupazioni quando esse siano giustificate e di offrire anche aiuto e sostegno per assicurare la compatibilità con l´acquis e alle migliori pratiche comunitarie. In questo contesto, per quanto riguarda la legge internet, la Commissione ha accettato di condividere in scrittura di un certo numero di problemi individuati, sia per quanto riguarda la compatibilità con l´acquis comunitario e le migliori pratiche. Abbiamo altresì convenuto quanto sia importante una soluzione globale al problema di Cipro è per tutti i nostri interessi. Ho espresso quanto apprezziamo il sostegno della Turchia nelle ultime settimane per aiutare i colloqui di rilancio tra le due parti, che speriamo inizierà di nuovo molto presto. "  
   
   
RELAZIONI UE-SVIZZERA  
 
Bruxelles, 10 febbraio 2014 - La Svizzera è molto vicino vicino dell´Unione europea - geograficamente, politicamente, economicamente e culturalmente. È dell´Ue terzo partner economico (scambi di beni e servizi considerati nel loro insieme), dopo Stati Uniti e Cina, davanti a Russia e Giappone. A sua volta, l´Ue è di gran lunga il più importante partner commerciale per la Svizzera, che rappresentano il 78% delle importazioni e il 57% delle sue esportazioni di merci nel 2011. Nei servizi commerciali e gli investimenti diretti esteri, la quota dell´Ue è altrettanto dominante. Questo è quello di reciproco vantaggio, e la Svizzera ha una politica di promozione di se stessa come un trampolino di lancio per l´Ue, grazie al significativo livello di integrazione che ha con il mercato interno dell´Ue. Inoltre, oltre un milione di cittadini Ue vivono in Svizzera e un altro 230.000 attraversano il confine ogni giorno per lavoro. Circa 430.000 svizzeri vivono nell´Ue. La pietra angolare delle relazioni Ue-svizzera è l´ accordo di libero scambio del 1972 . Come conseguenza del rifiuto di adesione al See nel 1992 dal popolo svizzero, la Svizzera e l´Ue hanno concordato un pacchetto di sette accordi settoriali firmati nel 1999 (conosciuto in Svizzera " Bilaterali I "). Questi includono: libera circolazione delle persone, ostacoli tecnici al commercio, appalti pubblici, agricoltura e trasporti aerei e terrestri (strada e ferrovia). Inoltre, un accordo di ricerca scientifica pienamente associata Svizzera in programmi quadro di ricerca dell´Ue. Un ulteriore insieme di accordi settoriali è stato firmato nel 2004 (noto come " Bilaterali Ii ") che copre, tra l´altro, la partecipazione della Svizzera a Schengen e Dublino, e gli accordi sulla tassazione del risparmio, prodotti agricoli trasformati, le statistiche, la lotta contro la frode, la partecipazione nella Ue Programma Media, l´Agenzia per l´ambiente, e contributi finanziari della Svizzera alla coesione economica e sociale nei nuovi Stati membri dell´Ue. Nel 2010 è stato firmato un accordo sulla partecipazione della Svizzera in materia di istruzione nell´Ue, formazione professionale e programmi per i giovani 1 . Questioni fondamentali correnti Referendum svizzero in materia di immigrazione di massa, 9 febbraio 2014 Libera circolazione delle persone è un pilastro centrale delle nostre relazioni con la Svizzera, e parte del nostro pacchetto globale di cravatte. La votazione popolare in Svizzera del 9 Febbraio, 2014 a favore di una introduzione di limiti quantitativi annuali di "immigrazione" (questo include i frontalieri, i richiedenti asilo, persone in cerca di lavoro dell´Ue e paesi terzi) mette in discussione l´accordo Ue-svizzera sulla libera circolazione delle persone, chiedendo che il Consiglio federale svizzero "rinegoziare" l´accordo con l´Ue. Implementazione di una legislazione per questa iniziativa dovrà ora essere emanato dal Consiglio federale entro tre anni. Il Consiglio federale ha indicato che la prima fase del processo legislativo ("Vernehmlassung", paragonabile ad un libro verde) deve essere prevista per quest´anno. Questioni istituzionali e orizzontali L´ue e la Svizzera sono legati da più di cento accordi bilaterali. Il Consiglio dell´Unione europea ha fatto la conclusione di ulteriori accordi che danno la Svizzera l´accesso al mercato interno - il più grande del mondo - soggetta alla soluzione di questioni istituzionali di lunga data particolare per quanto riguarda il miglioramento dei meccanismi di sorveglianza e di composizione delle controversie. I negoziati su un quadro istituzionale avrebbero dovuto iniziare dopo l´adozione del mandato. Negoziati in corso attualmente riguardano in corso l´agreement di elettricità dell´Ue-svizzero, la partecipazione al programma quadro Horizon 2020 per il programma di ricerca e Erasmus + (Sport Istruzione, formazione, gioventù e), con i negoziati previsti per la partecipazione in Europa Creativa (Cultura e audiovisivo) programma. Mentre la legge del mercato unico dell´Ue è chiaramente uno strumento in continua evoluzione, la Svizzera ritiene di aver firmato accordi internazionali solo come disciplinati dalla legge vigente al momento della firma. Questo porta a una domanda ripetersi di come trattare con gli sviluppi post-accordo di acquis , tra cui le interpretazioni della Corte di giustizia dell´Unione europea (Cge). Allo stesso tempo, le procedure di sorveglianza e di composizione delle controversie insufficienti esacerbato il problema. L´incoerenza conseguente delle regole del mercato interno crea problemi di discriminazione per gli investitori, imprese e cittadini, una sfida strutturale che l´Ue cerca di porre rimedio. Nelle conclusioni del Consiglio sulle relazioni con i paesi dell´Efta dicembre 2012, gli Stati membri ha ribadito la posizione già presa nel 2008 e nel 2010 che l´attuale sistema di accordi "bilaterali" era "chiaramente raggiunto i suoi limiti e deve essere riconsiderato". Le questioni orizzontali relative all´adattamento dinamico di tutti gli accordi con l´evoluzione dell´acquis , l´interpretazione omogenea degli accordi, ma anche la necessità di una sorveglianza indipendente, procedimenti giudiziari e risoluzione delle controversie devono riflettersi nella Ue-svizzera accordi. Una risoluzione di queste questioni orizzontali è necessario prima che l´Ue è pronta a concludere nuovi accordi che danno la Svizzera di accedere ad altre aree del mercato unico (ad esempio su energia elettrica). Sulla base di un non-paper comune di gennaio 2013, entrambe le parti hanno preparato le loro direttive di negoziato per un nuovo quadro istituzionale che dovrebbe risolvere questi problemi, che copre gli accordi attuali e futuri. Il mandato svizzero è stato adottato nel dicembre 2013, mentre il mandato dell´Ue è ancora in discussione in Consiglio. Libera circolazione dei lavoratori e il diritto di fornire liberamente servizi tra l´Ue e la Svizzera esiste dal 2002, per cancellare reciproco vantaggio 2 . Tuttavia, l´estensione del contratto per la Croazia è ora questione dell´essere con l´accettazione di ieri dell´iniziativa immigrazione di massa. Inoltre, i problemi persistono con alcune misure di accompagnamento che la Svizzera ha introdotto unilateralmente nel 2006 per proteggere il mercato del lavoro. L´ue ritiene che un certo numero di restrizioni imposte in quanto manifestamente incompatibile con gli accordi esistenti nel 2012 e 2013, la Svizzera anche quota reintrodotta sui permessi a lungo termine per i cittadini in particolare da otto nuovi Stati membri (oltre a 15 Stati membri nel 2013), attraverso l´attivazione di la cosiddetta "clausola di salvaguardia". Ciò ha spinto forti critiche da parte dell´Unione europea per il loro effetto discriminatorio e di incompatibilità con l´accordo Ue-svizzera. Ulteriori problemi possono sorgere nell´attuazione dell´iniziativa di "espellere gli stranieri criminali", approvata con un referendum nel 2010 per la cui attuazione un progetto di legge sarà discusso dal Parlamento breve. Tasse Trasparenza : Dal 2005, c´è stato un accordo Ue-svizzera sulla tassazione del risparmio , con una ritenuta alla fonte sui redditi da risparmio dei residenti nell´Ue per i quali una banca svizzera agisce come agente pagatore. Nel mese di maggio, la Commissione ha ricevuto il mandato di rinegoziare questo accordo con la Svizzera, con l´obiettivo di ampliare il campo di applicazione e riflettendo sviluppi internazionali in materia di trasparenza fiscale, tra cui lo spostamento globale verso lo scambio automatico di informazioni. Questi negoziati sono stati avviati a Berna il 17 gennaio 2014, molto presto dopo la Svizzera ha ricevuto il proprio mandato a partecipare a questi colloqui. Concorrenza fiscale leale e il rispetto delle norme sugli aiuti di Stato : la Commissione è stata in un dialogo con la Svizzera a promuovere i principi comunitari di imposte buon governo e affrontare i casi di concorrenza fiscale dannosa. L´obiettivo è quello di garantire un impegno svizzero e un calendario per eliminare gradualmente certi regimi dannosi che non sono conformi alle norme della concorrenza fiscale leale. Il progresso sarà segnalato agli Stati membri nel giugno 2014. Come con altri paesi terzi, i negoziati si sono conclusi in un accordo di cooperazione in diritto della concorrenza (scambio di informazioni), e sono in corso sul sistema di scambio di emissioni ( Ets ). L´ue e la Svizzera ha recentemente concluso i negoziati sulla partecipazione svizzera al Galileo sistema di navigazione satellitare. Questo accordo è stato firmato nel dicembre 2013. 1 : Vedere http://eeas.Europa.eu/switzerland/index_en.htm  per maggiori dettagli. Fino ad oggi, l´Unione europea e la Svizzera hanno concluso oltre 120 accordi bilaterali. Il rapporto molto complesso è gestito da decine di comitati congiunti e sottogruppi. 2 : E ´stato esteso ai nuovi Stati membri dai protocolli firmati rispettivamente nel 2004 e nel 2008. Per l´Ue-15 più Cipro e Malta, il periodo di transizione si è concluso nel 2007. Per gli Stati membri che hanno aderito all´Ue nel 2004, il periodo di transizione si è conclusa nel 2011. La Svizzera ha in entrambi i casi la possibilità di adottare misure di salvaguardia fino al 2014. Per la Bulgaria e la Romania le date di fine sono nel 2016 e nel 2019, rispettivamente.  
   
   
IL VALORE D´EUROPA: IL RUOLO DEI PARLAMENTI NAZIONALI NEL SOSTENERE ELEZIONI EUROPEE DI MAGGIO  
 
 Bucarest, 11 febbraio 2014 Di seguito l’intervento di Maroš Šefčovič Vice-presidente della Commissione europea responsabile per le relazioni e l´amministrazione interistituzionali alla Riunione congiunta delle commissioni per gli affari europei del Senato della Romania e della Camera dei Deputati:” Ministro, onorevoli parlamentari, Signore e Signori, Grazie per questo tipo invito a parlare sia al comitato. Negli ultimi quattro anni o giù di lì, ho avuto la possibilità di visitare o parlare con quasi tutti gli affari europei dei 28 parlamenti nazionali dell´Ue, e spero di completare l´elenco entro la fine di questo mandato della Commissione. E ´importante per i parlamentari nazionali, come ad esempio di avere l´opportunità di parlare di questioni relative all´Ue con i rappresentanti delle istituzioni europee, sia la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, su base regolare. E, naturalmente, è altrettanto importante che la Commissione abbia la possibilità di ascoltare e discutere con i parlamenti nazionali, come pure! I parlamenti nazionali hanno un ruolo vitale da svolgere nel processo decisionale europeo - attraverso il meccanismo di controllo della sussidiarietà, naturalmente, ma in molti altri modi, come pure - e credo fermamente che occasioni come questa e le periodiche riunioni della Cosac sono elementi chiave per garantire che l´Unione europea si comprende meglio negli Stati membri e ha una maggiore responsabilità democratica. Voglio parlare brevemente oggi di una serie di questioni di particolare importanza per voi come parlamentari nazionali, soprattutto in questo anno di elezioni europee. 2014 è un anno di anniversari binari - e con questo intendo ci sono un sacco di 1 e 0! Si trova a 100 anni dall´inizio della prima guerra mondiale, ma anche il 10 ° anniversario dell´allargamento dell´Ue, con 10 nuovi Stati membri. Naturalmente, ci sono ancora un paio di anni per andare fino a festeggiare il 10 ° anniversario della Romania come Stato membro, ma ci sono comunque un sacco di cose da guardare avanti al 2014, come pure! Ad esempio, questa sarà la terza volta che i romeni hanno votato alle elezioni europee, e la prima volta a seguito di una completa mandato del Parlamento europeo e della Commissione. Le elezioni offriranno gli elettori rumeni la possibilità di influenzare realmente delle politiche dell´Ue, eleggendo direttamente i deputati al Parlamento europeo, che come sapete è ora co-legislatore con il Consiglio sulla maggior parte delle proposte legislative. Ma con le proprie elezioni presidenziali verso la fine dell´anno, è importante garantire che gli elettori romeni non soffrono di stanchezza elettorale; che tutti noi - qui in Romania e ritorno a Bruxelles - facciamo del nostro meglio per incoraggiare i cittadini a votare, e soprattutto per capire meglio che cosa è esattamente che stanno votando. Se possiamo dimostrare ai cittadini perché le elezioni europee sono importanti - perché l´Unione europea in generale è una parte importante della loro vita - forse possiamo cominciare a invertire la tendenza di affluenza sempre in diminuzione alle elezioni europee. Hai già sperimentato che qui in Romania: le prime elezioni del Parlamento europeo nel 2007 ha visto una partecipazione di circa il 30%, ma entro due anni, tale cifra era già scesa al 27%. E ´una tendenza che si specchia in tutta l´Ue, purtroppo, e penso che ci mostra chiaramente dove dobbiamo concentrare i nostri sforzi a livello europeo e nazionale, nei primi mesi dell´anno. Dobbiamo dimostrare il valore aggiunto dell´Europa, i vantaggi reali che essa comporta per uomini, donne e bambini in tutto il continente, ogni giorno della loro vita. Ci sono naturalmente molti modi per farlo, e so che gli uffici del Parlamento europeo e della Commissione qui in Romania saranno certamente facendo la loro parte per aumentare la consapevolezza delle elezioni e incoraggiare le persone a votare. Ma c´è di più che può essere fatto a livello nazionale, nonché, naturalmente. Quando parlo ai parlamenti nazionali, spesso parlo della necessità di fermare la ´Brusselisation´ del fallimento e la nazionalizzazione di successo. Troppo spesso, ´Bruxelles´ è accusato di imporre la propria volontà agli Stati membri, per forzare i governi nazionali a prendere decisioni impopolari. E non sono solo i media che parlano in questi termini - a volte si tratta di governi e parlamenti nazionali pure. Non con qualsiasi mezzo voglio negare le legittime preoccupazioni sollevate da molti su questioni come la responsabilità democratica, trasparenza e legittimità, questi sono effettivamente i problemi che dobbiamo affrontare a livello europeo, se vogliamo convincere i cittadini (e quindi votanti) i vantaggi di un´Europa unita. Eppure queste percezioni negative della democrazia europea sono in molti modi auto-inflitte. La semplice verità della questione è che siamo tutti ´Bruxelles´; decisioni non sono fatte da Bruxelles, ma a Bruxelles, da parte di tutti gli attori del processo decisionale che lavorano insieme. E questo, naturalmente, comprende sia i governi nazionali, in seno al Consiglio e al Consiglio europeo e dei parlamenti nazionali, che hanno molte opportunità di essere coinvolti. Questi vanno dalla consultazione pre-legislativa e la fase di valutazione d´impatto per l´adozione definitiva della normativa Ue a livello nazionale. I parlamenti nazionali sono anche, naturalmente, responsabile dopo il trattato di Lisbona per assicurare che il principio di sussidiarietà è rispettato, e molti di loro hanno esercitato il loro diritto di mettere in discussione già proposte dell´Ue, attraverso la cosiddetta procedura del cartellino giallo. Abbiamo in totale ricevuto 254 pareri motivati ​​dai parlamenti nazionali dall´inizio del meccanismo di controllo della sussidiarietà nel 2010, e come sapete questo ha portato a due cartellini gialli, sulle proposte Monti Ii sul diritto di intraprendere un´azione collettiva, e sulla Eppo. La Camera dei deputati romena è stata una delle case che ha emesso un parere motivato sulla seconda di queste proposte. La Commissione accoglie con favore l´aumento del livello di consultazione e discussione con i parlamenti nazionali che questo meccanismo di controllo della sussidiarietà ha creato, mostrando come fa l´impegno dei parlamenti nazionali a svolgere un ruolo attivo nel processo decisionale dell´Ue. Ma è in realtà solo una parte del più ampio dialogo politico con i parlamenti nazionali che il presidente Barroso ha fatto una delle iniziative faro della sua presidenza. Questo ha dimostrato di essere un grande successo con un evidente valore aggiunto - nel solo 2013 abbiamo ricevuto 592 pareri dai parlamenti nazionali su una vasta gamma di questioni. Anche se, devo aggiungere, che non si tratta solo di scambio di lettere: il dialogo politico ha visto anche molti più commissari e gli esperti farsi direttamente coinvolti nel parlare con i parlamentari nazionali direttamente sulle questioni che contano. E il parlamento rumeno è stato certamente molto attivo nel settore del dialogo politico. L´anno scorso, abbiamo ricevuto 38 pareri della Camera dei Deputati, tra cui due pareri motivati, che la rende la quarta camera più attivo tra tutti i parlamenti nazionali. Con 26 pareri, di cui 3 pareri motivati, il Senato è stata la sesta sezione più attivo nel 2013. Il vostro coinvolgimento nel dialogo e della sussidiarietà meccanismo di controllo politico mostra chiaramente ai cittadini della Romania che voi, i loro rappresentanti politici, siano completamente inseriti a livello europeo, che si prende un interesse in quanto processo decisionale dell´Ue influenzerà la loro vita qui in Romania; e che si sta giocando un ruolo attivo nel cercare di fare proposte politiche dell´Ue buono come si può eventualmente essere. In breve, il dialogo politico è una parte preziosa del processo decisionale: se pareri dei parlamenti nazionali prendano in una fase precoce, possono servire come un sistema di preallarme, mostrando Commissione qualora le questioni principali sono suscettibili di essere con la Commissione europea Il Parlamento o in Consiglio al più tardi nel processo legislativo. Naturalmente, possiamo fare di più per rendere questo processo più semplice, migliorando il modo in cui le opinioni dei parlamenti nazionali sono redatti, per renderli più mirato, per esempio, e accelerando i tempi di risposta da parte della Commissione, anzi, vogliamo garantire una risposta entro tre mesi, e continuerà a lavorare per il raggiungimento di tale obiettivo nel più breve tempo possibile. Ma importante come è quello di mostrare come governi e parlamenti nazionali sono profondamente implicati nel processo decisionale europeo, questo non è affatto l´unico modo in cui possiamo sperare di incoraggiare l´affluenza alle urne. Dobbiamo dimostrare che la legislazione europea non è un fine in sé - una semplice fabbrica di chiacchiere in cui le decisioni vengono prese con poco o nessun pensiero per il loro impatto sulla vita delle persone. Dobbiamo dimostrare che il processo decisionale europeo non solo è aperto, trasparente e democratico, ma anche rilevante per la vita dei cittadini di tutti i giorni. Questo è il vero valore aggiunto per i cittadini, dalla Romania al Portogallo, dalla Finlandia a Cipro - le piccole cose che molti di noi semplicemente prendere per scontato, ma che non esisterebbe senza l´Europa. Anzi, è forse più facile per mostrare questa valore aggiunto, cercando a costo di no Europe - a cosa cambierebbe, o sarebbe perduto, se l´Unione europea non esistesse. In primo luogo, tutte le nostre libertà sarebbero gravemente ridotta, naturalmente: la libertà di vivere, di lavorare, di viaggiare, di andare in pensione dove vogliamo in Europa, senza bisogno di mostrare il nostro passaporto alle frontiere o richiedere il visto. Questo è, ho capito, una questione delicata qui in Romania, al momento, data la reazione di alcuni Stati membri la revoca delle restrizioni transitorie alla libera circolazione dei vostri cittadini. Ma la posizione della Commissione è chiara: le libertà che vengono con l´adesione all´Ue sono condivise da tutti, indipendentemente dalla nazionalità o stato. Il mercato unico è spesso descritto come una delle glorie coronamento della Ue, uno dei più grandi successi di 60 anni di integrazione europea. Eppure, i diritti che il mercato unico dota ai cittadini e le imprese europee vengono anche con responsabilità da parte degli Stati membri, per garantire che tali diritti sono aperti a tutti. Sì, certo, ci sono delle regole in atto per garantire che tali diritti non siano maltrattati, e che è perfettamente legittimo e corretto. Ma, a sua volta, queste responsabilità devono essere rispettati dagli Stati membri, non possono cherry-pick quelli che vogliono garantire ai propri cittadini e li negano a quelli di altri paesi, almeno senza piena giustificazione. Cittadini rumeni ora hanno lo stesso diritto dei loro concittadini europei, per lavorare e viaggiare dove vogliono, ma naturalmente Romania rimane ancora al di fuori dell´area senza frontiere Schengen. Cerchiamo di essere chiari su questo: il Consiglio si è riconosciuto che aver soddisfatto tutti i criteri necessari per entrare nella zona Schengen, ma è solo una manciata di Stati membri che restano incerte. Alla fine, si tratta di una questione di fiducia, l´Europa funziona bene quando gli Stati membri e le istituzioni simili condividono gli stessi obiettivi e le priorità, e quando la cooperazione, la fiducia e il rispetto tra di loro è alta. Quello che dobbiamo fare è fare in modo che abbiamo la fiducia, lavorando insieme per affrontare le questioni che sono attualmente impedivano la cittadini rumeni di beneficiare pienamente dei loro diritti in quanto cittadini dell´Unione. Ultimo cooperazione della Commissione e verifica meccanismo (Cvm) rapporto 22 Gennaio 2014 dimostra che la Romania ha compiuto progressi in molte aree rispetto al precedente Cvm e relazioni, ma che c´è ancora spazio per migliorare in altri. Siete naturalmente ben consapevoli di ciò che questi problemi sono, e non ho intenzione di andare in ulteriori dettagli ora. Ma lasciatemi dire che sono convinto che il processo di riforma continua, e che gli obiettivi fissati nel Cvm saranno raggiunti. Lo dobbiamo ai cittadini della Romania per assicurarsi che riusciremo insieme in questo: come ho detto prima, se vogliamo loro di godere tutti degli stessi diritti dei loro colleghi europei, allora tutti abbiamo la responsabilità di assicurare che noi facciamo tutto possiamo fare che questo accada. Ci sono molti altri settori in cui possiamo mostrare il valore aggiunto dell´Europa, ma nell´interesse di brevità, vorrei solo soffermarmi su alcuni di loro qui. Ho detto già il mercato unico, ma la sua pena di guardare ad un certo delle figure: un recente rapporto suggerisce che la famiglia media europea è 4200 € meglio ogni anno a causa del mercato unico - che da sola sarebbe una perdita enorme per i cittadini se l´Europa non esistesse. E accanto il mercato unico è la moneta unica, che per tutte le sue pene nel corso degli ultimi anni, rimane una prospettiva attraente per la maggior parte dei paesi dell´Ue - solo lo scorso mese il 18 ° Stato membro - Lettonia - unì alla zona euro, e di più, tra cui la Romania Naturalmente, lo farà a tempo debito. Uno dei motivi principali per cui penso che l´Eurozona rimane una prospettiva allettante è proprio a causa delle grandi riforme di tutta l´Ue governance economica che abbiamo introdotto dopo la crisi. La zona euro è ora più stabile, con regole molto più severe, e gli obblighi di ciascun Stato membro che utilizzano l´euro per mantenere le sue finanze sotto controllo sono ora più difficile che mai. E abbiamo anche migliorato il controllo democratico sull´economia dell´Ue, con maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali tramite il semestre europeo, il programma di coordinamento della politica economica annuale che è stato progettato per garantire che ogni Stato membro continua il cammino verso gli obiettivi ambiziosi della strategia Europa 2020 per la crescita e l´occupazione. Uno degli strumenti principali a nostra disposizione per contribuire a soddisfare questi obiettivi - e sottolineare i benefici della Ue ai cittadini - è il bilancio dell´Ue. Come sapete, il nuovo quadro finanziario per il periodo 2014-2020 è entrato in vigore il mese scorso, e mentre il bilancio complessivo è inferiore rispetto agli anni precedenti, abbiamo comunque assicurato un aumento significativo dei finanziamenti per vari settori centrali che saranno direttamente vantaggio dei cittadini e delle imprese in tutta l´Ue, dalla spesa per la ricerca pari a € 80 miliardi a sostegno delle Pmi di € 2,3 miliardi nel periodo di sette anni. Questo è in aggiunta al 325.000.000.000 € in progetti di sviluppo regionale in tutta l´Ue nel periodo 2014-2020, molti dei quali ora è strettamente allineata con gli obiettivi di Europa 2020. Cittadini rumeni potranno trarre beneficio da questo finanziamento nel corso dei prossimi sette anni: riceverai € 8,1 miliardi per lo sviluppo rurale e di € 22.9bn dalla politica di coesione dell´Ue nel corso dei sette anni. La sfida per ora è quello di assicurarsi di avere le capacità di spendere il denaro a vostra disposizione, e sono sicuro che continuerete nei vostri sforzi per fare proprio questo. E, naturalmente, l´Unione europea ha stanziato un sostegno finanziario supplementare per paesi come la Romania, con la disoccupazione giovanile particolarmente elevata (circa il 23%). Supporto di € 99m dalla disoccupazione dell´Iniziativa giovani dovrebbe aiutare i milioni di giovani rumeni trovare nuovi e migliori posti di lavoro nei prossimi anni - un altro esempio concreto di ciò che l´Europa può e non fare per i cittadini. Voglio concludere con alcune parole sulla un´iniziativa vicino al mio cuore che per la prima volta dà veramente i cittadini stessi la possibilità di definire l´agenda politica dell´Ue. Iniziativa dei cittadini europei è entrato in vigore il 1 ° aprile 2012, e finora abbiamo registrato 21 iniziative proposte, di cui 12 hanno già completato il loro periodo di raccolta, e 2 sono stati ritirati dagli organizzatori. Essi coprono una vasta gamma di questioni quali l´ambiente, l´istruzione, telecomunicazioni, media, diritti dei cittadini, ecc Si tratta di un numero incoraggiante che, credo, dimostra l´entusiasmo dei cittadini per questo nuovo diritto. E infatti ci stiamo rapidamente avvicinando alla fase finale del processo di Eci per la prima delle iniziative di presentare con successo alla Commissione, "Right to Water". Un´audizione pubblica sul Eci si terrà presso il Parlamento europeo Lunedi prossimo (17 febbraio), e la Commissione deve dare una risposta su se procedere con una proposta legislativa sulla base della Eci entro il 20 marzo. Altre due iniziative - ("uno di noi" e "Stop Vivisezione") - hanno annunciato di aver raggiunto il numero richiesto di firme, ma le dichiarazioni di sostegno devono ancora essere verificate. Credo che sarete d´accordo che i risultati di queste tre iniziative costituiscono già un risultato molto positivo e promettente per il futuro dell´iniziativa dei cittadini, e tutti vi incoraggio a fare tutto il possibile per aumentare la consapevolezza della Eci qui in Romania. Onorevoli deputati Quest´anno elezioni europee è il momento ideale per tornare alle nostre radici - per ricordare ai cittadini del perché l´integrazione europea è nata in primo luogo. Sì, era di porre fine alla necessità di guerra - vale la pena ricordare 100 anni dall´inizio della Grande Guerra - ma era anche di più. Europa, in tutte le sue forme, è lì per servire i cittadini: per rendere la vita più facile, migliore, più sicura, più pulita, più verde, più felici, più a lungo e più prospero per tutti. Non possiamo sempre avere successo in tutti questi obiettivi, ma rimangono la filosofia che sta dietro tutto ciò che facciamo. Ricordando gli elettori europei questo è il modo migliore per incoraggiarli a fare la loro parte nella democrazia europea votando il prossimo maggio. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
TOSCANA-INDONESIA, ROSSI E L´AMBASCIATORE FAVOREVOLI AD INTENSIFICARE GLI SCAMBI  
 
Firenze, 11 febbraio 2014 - Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha incontrato nel suo ufficio l´ambasciatore di Indonesia in Italia, August Parengkuan, arrivato a Firenze per stabilire rapporti più stretti con la Toscana. All´incontro ha partecipato anche l´assessore regionale al turismo, Cristina Scaletti. Con i suoi 240 milioni di abitanti e i quasi 2 milioni di chilometri quadrati di superficie e le sue 17.000 isole, l´Indonesia è il quarto Paese al mondo per popolazione, il maggiore di religione mussulmana e la sedicesima economia mondiale. Dopo avergli illustrato le principali caratteristiche della Toscana, dalla storia, all´economia, al territorio, il presidente Rossi ha risposto ad una delle richieste dell´ambasciatore dicendosi disponibile ad agevolare la frequenza nelle università toscane di studenti indonesiani. "Sono molto favorevole a scambi di questo tipo – ha detto il presidente Rossi – perchè costituiscono una delle migliori occasioni per accrescere la conoscenza reciproca e creano le basi per solidi rapporti futuri". Il presidente si è detto pronto anche a favorire un incontro in Toscana tra imprenditori asiatici e toscani, disponibili a ricambiare la visita. L´ambasciatore ha parlato degli investimenti che la Pirelli ha effettuato in Indonesia e che lui stesso ha utilizzato un prodotto toscano, visto che si recava a scuola in Vespa. Nel Paese asiatico si guarda con interesse all´Italia per i suoi prodotti di qualità, a partire dal vino. Infatti si consuma quello australiano per la vicinanza tra i due Paesi, ma si preferisce di gran lunga quello italiano. Sulle Tv del neo presidente dell´Inter, il magnate indonesiano Erick Thohir, vengono regolarmente trasmesse le partite del campionato italiano di calcio, sono molte seguite e anche questo favorisce la conoscenza dell´Italia. L´ambasciatore si è mostrato molto colpito dai 43 milioni di presenze turistiche che vanta la Toscana e ha detto che possono essere studiate forme di incentivo ai flussi turistici tra i due Paesi.  
   
   
SVIZZERA, MARONI: GARANTIRE LIBERA CIRCOLAZIONE PERSONE  
 
 Milano, 11 febbraio 2014 - "Vorrei che una simile iniziativa si facesse anche da noi, perché chi governa deve sempre fare i conti con la realtà che cambia, per questo mi piacerebbe che simili referendum si facessero anche da noi, per sentire l´opinione del popolo sovrano. Ma quello della libera circolazione tra persone è un principio di civiltà acquisito e da cui non si può tornare indietro". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in un´intervista rilasciata al giornale radio della Radio svizzera italiana. "Accolgo con grande rispetto questo voto - ha sottolineato Roberto Maroni -, perché, quando si pronuncia il popolo, chi governa deve tenerne sempre conto". "Questo voto - ha detto ancora - cambia un po´ la situazione e ci costringe a scendere in campo: l´importante è farlo subito. So che Roma si è già mossa con Berna, per rinegoziare il trattato che riguarda i frontalieri e, ovviamente, non voglio che lo faccia senza coinvolgere la Lombardia". Istituire Zone Franche - "Una delle questioni cruciali nei rapporti tra i nostri due territori di confine - ha rilevato il presidente della Lombardia - è quella della questione fiscale: noi abbiamo una pressione fiscale elevatissima, che induce molti a cercare lavoro in Svizzera, nel Canton Ticino, quindi, come abbiamo fatto con la Carta sconto benzina, chiederò al Governo di concedere alla Lombardia la possibilità di istituire delle ´zone franche´ dal punto di vista fiscale, per diminuire la pressione fiscale e quindi consentire al mondo delle imprese di pagare meno tasse e avere la possibilità di assumere". "Quella di abbassare la pressione fiscale - ha spiegato Maroni - è una possibilità che non ho come governatore della Lombardia, ma penso possa essere una soluzione e ne discuterò con Enrico Letta nei prossimi giorni". Salvaguardare Principio Libera Circolazione - "Se il problema è quello di trovare delle misure per evitare la concorrenza sleale e territoriale per quanto riguarda i posti di lavoro, allora mettiamoci a lavorare per trovare una soluzione adeguata, ma il principio di libera circolazione - ha fatto notare il presidente - deve essere assolutamente garantito tra di noi". "Diverso - ha precisato - è il caso dell´immigrazione clandestina, che va assolutamente bloccata e impedita, ma quello della libera circolazione tra persone è un principio di civiltà acquisito e da cui non si può tornare indietro".  
   
   
MARONI: MANTERREMO BUONI RAPPORTI CON IL TICINO  
 
Milano, 11 febbraio 2014 - "Penso che l´esito di questo referendum debba indurre il Governo italiano ad accelerare su un nuovo accordo bilaterale che riguardi i frontalieri". Questa la lettura che il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha dato, rispondendo alle domande della Televisione della Svizzera italiana, alla consultazione popolare che si è tenuta in Svizzera. Nell´intervista, che verrà trasmessa nel tg della sera e nel settimanale di approfondimento del canale elvetico, il governatore ha ribadito la sua intenzione di voler "tutelare i lavoratori frontalieri e al contempo mantenere gli ottimi rapporti di ´buon vicinato´ con il Cantone Ticino". Ristorni, Evitare Rinnovo Peggiorativo - Maroni si è detto preoccupato che l´accordo sui ristorni possa essere rinnovato "con condizioni che penalizzano i Comuni lombardi. Per questo - ha detto - voglio essere coinvolto nei negoziati, per trovare un accordo che tuteli i nostri territori. Ne parlerò con il presidente del Consiglio Enrico Letta, la Regione Lombardia deve essere coinvolta, perché è da qui che parte il maggior numero di lavoratori che prestano la loro opera oltre confine". Proseguire Collaborazione - Infine il presidente lombardo ha assicurato che il referendum non avrà ripercussioni sui rapporti fra Ticino e Lombardia. "Il mio impegno - ha assicurato Maroni - è che Lombardia e Cantone Ticino proseguano la loro grande collaborazione. Ci troveremo per risolvere i problemi, ciascuno farà valere le sue ragioni e gli interessi del suo territorio, come è giusto che sia, ma sono sicuro che troveremo un´intesa, come abbiamo sempre fatto finora".  
   
   
GLI ATTI APPROVATI NELLA SEDUTA DI GIUNTA TOSCANA DI LUNEDÌ 10 FEBBRAIO  
 
Firenze, 11 febbraio 2014 - Favorire il recupero produttivo di paesaggi agrari e pastorali coinvolti da processi di forestazione e rendere più efficace l´assistenza alle aziende agricole da parte dei Centri di assistenza agricola; rendere più efficace la prestazione della macchina organizzativa della Regione e degli enti dipendenti. Questi alcuni dei provvedimenti più importanti approvati oggi dalla giunta regionale. • Il primo provvedimento approvato si intitola "modifiche alla legge regionale 21 marzo 2000 n. 39" (legge forestale della Toscana) è stato illustrato dall´assessore Salvadori ed è intervenuta anche l´assessore Marson (min.Da 0 a 3.26 circa). • Sono seguiti l´approvazione del "Piano della qualità della prestazione organizzativa 2014" della Regione e di Apet, Arpat, Ars (agenzia regionale di sanità), Artea, dell´Autorità Portuale, di Ente Terre di Toscana e di Irpet, illustrati dalla vicepresidente Stella Targetti. (min 4,39 circa – 7,55) • Infine l´approvazione della delibera riguardante i centri di assistenza agricola operanti in Toscana illustrata dall´assessore Salvadori. (min 10,55-11,36) Archivio Video Giunta http://www.Regione.toscana.it/regione/giunta/archivio-video  Atti Approvati (a seguito della verbalizzazione) http://web.Rete.toscana.it/attinew    
   
   
PISAPIA: "COSTRUIRE LA CITTÀ METROPOLITANA DELLA MOBILITÀ" IL SINDACO: "A LIVELLO AEROPORTUALE ABBIAMO BISOGNO DI UN FORTE IMPULSO QUALITATIVO E QUANTITATIVO SU TUTTI GLI SCALI LOMBARDI"  
 
Milano, 11 febbraio 2014 - “Una città e un territorio devono muoversi, ma devono anche muoversi bene. Per questo E’ tempo di costruire la città metropolitana della mobilità. Solo questo approccio consente di dare risposte strategiche ed efficaci”. Lo ha affermato il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia nel suo intervento alla Mobility Conference 2014 organizzata da Assolombarda. “A livello aeroportuale –ha aggiunto Pisapia- abbiamo bisogno di un forte impulso qualitativo e quantitativo su tutti gli scali lombardi. La comodità di Linate e la ricettività di Malpensa non sono fattori di debolezza da attaccare, ma fattori di forza da far crescere in modo coordinato”. “Un piano nazionale del trasporto aereo è necessario, ma deve rispettare le esigenze dei territori. Milano –ha aggiunto Pisapia- chiede velocemente un coordinamento per un piano integrato, in cui Sea offra e trovi idee interlocutori pronti al dialogo. Senza che nessuno scalo, tanto meno Malpensa, sia penalizzato”.  
   
   
MARCHE, LA GIUNTA REGIONALE A CORINALDO: TURISMO, RIFIUTI, INFRASTRUTTURE E RESIDENZA DI NASCITA.  
 
Ancona, 11 febbraio 2014 - Turismo, rifiuti, infrastrutture sono stati i temi principali affrontati questa mattina a Corinaldo nel corso dell’incontro tra la giunta regionale e quella comunale. Le sedute congiunte, effettuate sul posto, sono ormai una consuetudine di questa legislatura che permette al presidente Gian Mario Spacca e agli assessori di toccare con mano le problematiche dei territori e di confrontarsi direttamente con gli amministratori locali per trovare soluzioni e definire strategie e collaborazioni. “Siamo in uno dei borghi più belli d’Italia - ha commentato Spacca nel corso di una conferenza stampa con il sindaco Matteo Principi al termine della seduta -, tra i primi paesi ad aver fatto parte di questa associazione e ad aver conquistato la Bandiera Arancione. Queste caratteristiche innegabili, basta affacciarsi da una qualsiasi finestra per ammirare paesaggi e struttura urbana, ci inducono a rafforzare l’azione amministrativa rivolta a questa cittadina e alla sua vocazione turistica, culturale e ambientale. Occorre lavorare insieme perché questo Comune possa procedere in questa prospettiva. Le risorse dei fondi europei ci danno la possibilità di collaborare insieme ad una progettazione che valorizzi gli asset del turismo, della cultura, ma anche dell’agricoltura di qualità che negli ultimi tempi si sta rivelando uno dei settori trainanti nei processi di internazionalizzazione. E – ha continuato Spacca - , se questa è la via maestra per creare reddito e occupazione, allora dobbiamo continuare ad essere coerenti nella tutela dell’ambiente e del paesaggio. In passato la Regione è stata determinante per non far realizzare la centrale Turbogas in questo territorio ed oggi è favorevole ad una riconversione dell’impianto di compostaggio di Corinaldo ormai obsoleto, in un impianto di trattamento frazione secca in base alle tecnologie più innovative per la tutela della salute pubblica e a impatto ambientale zero. Al momento la questione è al centro di approfondimenti tecnici da parte degli uffici regionali”. Il presidente Spacca ha anche assicurato che nelle prossime settimane sarà approvato il decreto di assegnazione dei fondi per avviare la ricostruzione del ponte Bailey che collega Corinaldo a Mondavio in base al progetto predisposto dalle due Province competenti. Soddisfatto dell’incontro anche il sindaco di Corinaldo: “L’obiettivo della mattinata – ha detto Principi – era quello di poter consolidare il rapporto con la Regione e porre le basi per alcuni progetti comunali che coinvolgono anche il resto della regione. Non ne abbiamo approfittato per scaricare tutte le nostre problematiche sulla Regione, ma per percorrere insieme una strada comune di sviluppo e crescita come amministratori responsabili e consapevoli delle difficoltà del momento. Siamo convinti di poter affrontare il futuro a testa alta: abbiamo tutte le potenzialità per farcela”. Durante la seduta si è parlato anche di politiche del lavoro, iniziative per i giovani, pari opportunità e cultura. Nel corso del dibattito, il presidente Spacca ha lanciato l’idea della “residenza di nascita”. “E’ un problema – ha affermato - che c’è a Corinaldo e in generale nella nostra regione, che tocca diversi Comuni e che saranno sempre di più. La legge dello Stato prevede infatti che le strutture sanitarie che non riusciranno a conseguire il traguardo dei mille parti perderanno i loro punti-nascita. Si tratta di una legge capestro che noi, organizzati con un modello policentrico, non riusciamo a comprendere, ma che di fatto esiste e che dobbiamo rispettare. Questo fa sì che i bimbi che nascono negli ospedali con punti nascita, ma residenti in altre località, perdano la possibilità di avere sul certificato di nascita la loro città di origine. Stiamo portando avanti iniziative di carattere legislativo perché sia concesso, pur nascendo altrove, di poter scrivere sul certificato di nascita il proprio Comune di residenza”. Principali Interventi Regionali Anti-crisi (Dal 2009) Area Corinaldo – Senigallia Fondo ammortizzatori sociali in deroga (meuro) 20,9 Aiuti alle assunzioni, creazione d´impresa, progetti formativi, tirocini e orientamento, voucher,work esperience (meuro) 7,9 Beneficiari di Aiuti alle assunzioni, creazione d´impresa, progetti formativi, tirocini e orientamento, voucher,work esperience (n.) 4.922 Contratti di solidarietà, stabilizzazioni, borse lavoro, adotta un giovane, sostegno studi(meuro) 0,7 Finanziamenti garantiti con il fondo regionale per accesso al credito di Pmi (meuro) 37,0 Operazioni di Pmi garantite (n.) 788 Esenzioni ticket lavoratori in difficoltà (n° ricette) 1.940 Contributi di solidarietà erogati a fasce deboli (meuro) 0,3 Beneficiari contributi di solidarietà (n.) 220 Investimenti ammessi per progetti di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico per Pmi (meuro) 19,1 Contributi concessi per progetti di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico per Pmi (meuro) 5,1 Progetti attivati per progetti di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico per Pmi (n.) 49 Imprese beneficiarie per progetti di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico per Pmi (n.) 51 .  
   
   
REFERENDUM FUSIONE COMUNI: SÌ A LONGARONE, NO IN POLESINE. ZAIA: “LE SCELTE DEI CITTADINI NON SI DISCUTONO”  
 
Venezia, 11 febbraio 2014 - “Che prevalgano i sì o i no, a vincere è sempre e comunque la volontà popolare”. Lo ribadisce il presidente della Regione, Luca Zaia, commentando gli esiti dei due referendum sulla fusione dei Comuni, celebrati ieri nel Veneto. Se a Longarone e Castellavazzo, in provincia di Belluno, la proposta di aggregazione è stata accolta nettamente con favore, una bocciatura altrettanto evidente ha allontanato, in provincia di Rovigo, la possibilità di creare il Comune unico di Civitanova Polesine attraverso la fusione dei sei municipi di Arquà Polesine, Pincara, Frassinelle, Villanova del Ghebbo, Villamarzana e Costa. “La Regione si atterrà rigorosamente alla scelta dei cittadini – sottolinea Zaia – e anche se i referendum erano solo consultivi, nessuno può permettersi di mettere in discussione o addirittura di non rispettare l’espressione degli elettori. La Regione del Veneto deve consentire l’approfondimento e il confronto su progetti e iniziative che possano migliorare il sistema amministrativo locale, ed è quello che stiamo facendo con grande interesse e convinzione, ma alla fine sono i cittadini gli unici titolati a decidere sulle sorti della loro comunità”. “A conferma di questo – prosegue il presidente –, ribadisco che i nostri uffici sono a disposizione delle amministrazioni locali per fornire quei servizi e il necessario sostegno per dare attuazione concreta agli esiti referendari: al nuovo Comune di Longarone, dove i cittadini di Longarone e Castellavazzo, già dal prossimo maggio, decideranno insieme, con il voto, quale amministrazione comunale darsi; a quelli dei sei Comuni polesani, che conserveranno la loro autonomia, ma dovranno comunque, in base alla normativa nazionale, gestire in forma associata le funzioni fondamentali”.  
   
   
PITTELLA HA INCONTRATO LA GIUNTA DELLA PROVINCIA DI MATERA  
 
Potenza, 11 febbraio 2014 - In vista della scadenza dell’attività delle Province, il presidente della Regione Marcello Pittella e i vertici politici e amministrativi della Provincia di Matera, guidati dal presidente Franco Stella, hanno esaminato, in un incontro in Regione, le questioni più importanti che ancora restano aperte in tema di quote di Patto di stabilità, ambiente, infrastrutture, viabilità e formazione. In particolare, la delegazione provinciale ha rappresentato al presidente della Regione una serie istanze per affrontare, e risolvere, lo sblocco del patto di stabilità per i pagamenti della Provincia di Matera all’indomani degli interventi sulla viabilità particolarmente danneggiata dalle recenti alluvioni, per dare seguito all’accordo tra la Provincia e l’Autorità portuale di Taranto con l’obiettivo di apportare economia al territorio grazie allo sviluppo dei settori agroindustriali e turistici legati all’utilizzo di una banchina sul molo di Taranto e per ottimizzare il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella provincia di Matera. Il presidente Pittella, confermando gli impegni assunti dalla Regione Basilicata su questi temi, ha raccolto le sollecitazioni e ha dato disposizione agli uffici regionali competenti di affrontare i temi sollevati dalla Provincia di Matera, tant’è che già ieri mattina erano all’esame dei dirigenti di Regione e Provincia lo stato degli iter e i procedimenti amministrativi legati al ciclo dei rifiuti e alle discariche della provincia di Matera.  
   
   
FONDI FERS:CHIODI,SESTI IN ITALIA PER RENDICONTAZIONE SPESA IL PRESIDENTE: "DECISIVA LA CULTURA GESTIONALE"  
 
 Pescara, 11 febbraio 2014 - Una spesa certificata, al 31 dicembre 2013, pari al 61 per cento del totale con 1321 operazioni finanziate. Una quota Ue certificata di 84 milioni 500 mila euro che supera di 3,5 milioni di euro il target previsto (81 milioni), sempre alla fine dell´anno scorso, dall´Unione europea. Sono i risultati più significativi del Programma Operativo Regionale 2007-2013 del F.e.s.r., il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, raggiunti dalla Regione Abruzzo ed illustrati, a Pescara, all´ex Aurum, nel corso di un workshop al quale hanno preso parte il presidente della Regione, Gianni Chiodi, gli assessori, Alfredo Castiglione, Mauro Di Dalmazio e Carlo Masci, e l´autorità di gestione del programma e direttore regionale, Antonio Sorgi. "La partita vera - ha esordito Chiodi - è quella della cultura gestionale e, a tal proposito, ringrazio le nostre strutture per l´eccellente lavoro svolto sul fronte dei progetti europei. Infatti, non è un caso se oggi l´Abruzzo si posizioni al sesto posto tra le Regioni in termini di indice di rendicontazione della spesa mentre, al 31 ottobre, era addirittura al primo posto in Italia per i pagamenti. Si può ancora migliorare - ha proseguito - ma intanto abbiamo segnato un punto importante a favore del nostro territorio". Ripercorrendo alcune delle tappe principali di questa programmazione di fondi europei, partita nel 2007, Chiodi ha ricordato che "nel 2009, a seguito del terremoto che ha colpito il comprensorio aquilano, abbiamo assunto la decisione di rimodulare i fondi Fesr destinando il 30 per cento della somma relativa all´intero Abruzzo ad interventi di sostegno ai processi di ricostruzione di natura socio-economica a benefico della poplazopne colpita dal sisma. In questo particolare contesto, - ha spiegato - su una dotazione finanziaria complessiva di 90 milioni di euro, è stato già certificato il 72 per cento della spesa. Si tratta, quindi, di risorse già erogate". La finalità del Programma, la cui dotazione finanziaria ammonta, complessivamente, a 345 milioni 369 mila 139 euro, è quella di favorire lo sviluppo del territorio regionale attraverso la concessione di aiuti al sistema imprenditoriale e il finanziamento di infrastrutture nel campo dell´informatica, del risparmio energetico e dello sviluppo turistico. Le priorità, infatti, sono divise in sei assi: R&st, Innovazione e Competitività, Energia,, Società dell´Informazione, Sviluppo Territoriale, Assistenza Tecnica e Recupero e rivitalizzazione economica e sociale del territorio colpito dal sisma.  
   
   
TRENTO: ADOTTATO IL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE  
 
Trento, 11 febbraio 2014 - La Giunta provinciale, su proposta del presidente Ugo Rossi, ha approvato il piano triennale di prevenzione della corruzione 2014-2016 per la Provincia autonoma di Trento. L’adozione è prevista dalla legge nazionale n.190 del 2012, la quale attua l’articolo 6 della Convenzione Onu contro la corruzione del 31 ottobre 2013, ratificata con la legge 116/2009, nonché gli articoli 20 e 21 della Convenzione penale sulla corruzione fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999, ratificata dalla legge 110/2012. Sulla base dell’analisi e della valutazione dei rischi specifici, il piano indica gli interventi organizzativi volti a prevenirli. La Giunta provinciale aveva già adottato il piano triennale di prevenzione della corruzione nel marzo del 2013. Nel settembre 2013 l’Autorità nazionale anticorruzione ha adottato il Piano nazionale anticorruzione il quale ha definito, nel dettaglio, le modalità di svolgimento del processo di gestione del rischio della corruzione all’interno di ciascuna amministrazione pubblica, un processo volto ad individuare le attività a maggior rischio di corruzione ed i meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire tale rischio. A seguito dell’approvazione del piano nazionale anticorruzione, la Giunta ha aggiornato il proprio piano, con una particolare attenzione allo svolgimento del processo di gestione del rischio di corruzione. Nel corso dell’autunno sono stati individuati i processi e le strutture nelle quali è opportuno adottare misure di prevenzione della corruzione. Il piano adottato, tra le altre cose, individua nell´avvocato Nicolò Pedrazzoli il responsabile per la prevenzione, nel dottor Luca Comper il Responsabile per la trasparenza e i referenti per i dipartimenti dell’amministrazione. Individua le strutture più esposte a rischio, prevede meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni volte a prevenire il fenomeno. Stabilisce obblighi di informazione. Prevede procedure di formazione, selezione e rotazione del personale nelle aree a maggior rischio. Introduce criteri per il monitoraggio del rispetto dei termini per la conclusione dei procedimenti e dei rapporti di interesse. Stabilisce le forme di tutela del dipendente che effettua segnalazioni d’illecito. Disciplina incompatibilità e inconferibilità degli incarichi. Richiede l´adeguamento del codice di comportamento dei dipendenti provinciali. Nel corso del 2014 troveranno progressivamente applicazione le misure individuate, che richiedono un certo impegno sul fronte organizzativo da parte degli uffici coinvolti, oltre che l’adozione di un diverso approccio nella relazione tra amministrazione e collettività. Sul sito istituzionale della Provincia, nella sezione "Anticorruzione" saranno costantemente pubblicati i documenti che daranno concretezza e attuazione alle misure di prevenzione della corruzione e sarà reso disponibile un indirizzo al quale inviare suggerimenti e osservazioni.  
   
   
AUTONOMIE LOCALI: FVG, REFERENDUM PIÙ SEMPLICI PER FUSIONI  
 
Trieste, 11 febbraio 2014 - Sarà più semplice indire i referendum per la fusione fra Comuni. La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Autonomie locali, Paolo Panontin, ha infatti approvato il testo di un disegno di legge intitolato Modifiche alla legge regionale 5 del 2013. Con il questo provvedimento si interviene sull´applicazione dell´articolo 12 dello Statuto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in materia di richiesta, indizione e svolgimento dei referendum abrogativo, propositivo e consultivo e all´iniziativa popolare delle leggi regionali. "Il disegno di legge - spiega Panontin - riguarda il sistema referendario, con l´obiettivo di favorire i processi di fusione fra i Comuni. Abbiamo introdotto la possibilità di iniziativa popolare per indire i referendum sulla fusione e, nello stesso tempo, abrogato quella norma che prevedeva che la maggioranza debba essere espressa in ognuno dei Comuni oggetto di fusione e non invece globalmente. Anche quest´ultima misura dovrebbe favorire le fusioni". "Il disegno di legge - aggiunge l´assessore - prevede anche altri interventi, in particolare abbiamo introdotto una disciplina tesa a garantire la rappresentanza di ciascun Comune che si avvia alla fusione".  
   
   
AL VIA LA NUOVA UNIONE DEI COMUNI DELLA VALMARECCHIA  
 
Bologna, 11 febbraio 2014 - Una nuova Unione di Comuni per tutta la Valmarecchia al posto delle due precedentemente esistenti che spezzavano in due la vallata. Meno costi di gestione e più servizi per i cittadini. Giovedì prossimo Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-romagna, parteciperà all’insediamento pubblico dell’Unione dei Comuni del Marecchia, in provincia di Rimini (ore 18, Teatro Sociale di Novafeltria). La nuova Unione nasce dall’accorpamento delle preesistenti Comunità Montana dell’Alta Valmarecchia e Unione Valmarecchia e unisce i Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, Poggio Torriana (Comune nato dalla fusione di Torriana e Poggio Berni), Sant’arcangelo di Romagna, San Leo, Sant’agata Feltria, Talamello e Verrucchio per un totale di circa 42.000 abitanti. “La Regione ha sostenuto questa sfida ed è stata al fianco dei sindaci per arrivare a questo risultato che migliorerà la vita dei cittadini e dell’intera comunità riminese”, sottolinea Saliera che ricorda come “la nuova Unione renderà possibili forti risparmi sui costi di gestione e consentirà di avere a disposizione maggiori risorse che potranno essere utilizzate per i servizi alla persona, il sostegno alle imprese e al lavoro e la cura del territorio”.  
   
   
L’EX MINISTRO FABRIZIO BARCA PARLA DI “DEMOCRAZIA SENZA PARTITI?” NEL SECONDO INCONTRO DELLA SCUOLA PER LA BUONA POLITICA  
 
Torino, 11 febbraio 2014 - Giovedì 13 gennaio alle 15 sarà l’economista ed ex Ministro per la Coesione territoriale (nel Governo Monti) Fabrizio Barca il protagonista del secondo incontro del semestre 2014 della Scuola per la Buona Politica di Torino, che la Provincia ospita nella Sala Consiglieri della sua sede storica di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, in via Maria Vittoria 12. La Scuola, giunta al settimo anno di attività didattiche, è diretta dal professor Michelangelo Bovero, docente di Filosofia Politica all’Università degli Studi di Torino. Nata nel 2008, la prestigiosa istituzione culturale torinese persegue l’obiettivo della rivitalizzazione di un’opinione pubblica critica, diffusa ed estesa: non si rivolge in modo privilegiato agli studiosi, ma a tutti i cittadini, offrendo spazi e strumenti per la formazione e l’autoformazione democratica. Il programma del semestre didattico 2014 è dedicato al tema della Riforma della Costituzione ed ai pericoli per la democrazia in caso di scelte avventate. Per conoscere nel dettaglio i programmi e le modalità per l’iscrizione gli incontri ed ai seminari: www.Sbptorino.org Il tema dell’incontro con Fabrizio Barca sarà “Democrazia senza partiti?”. “I partiti politici non godono oggi di grande simpatia da parte dei cittadini. – spiega il professor Bovero - Le ragioni sono note, e in gran parte fondate: da “libere associazioni” che ‘concorrono con metodo democratico a determinare la politica nazionale’ (articolo 49 della Costituzione), i partiti sono troppo spesso diventati macchine per la conquista e l’occupazione del potere, quando non vere e proprie associazioni a delinquere, dedite alla corruzione sistematica e alla dissipazione di denaro pubblico”. “Ciò deve condurci a esprimere un giudizio di inappellabile condanna nei confronti della stessa forma-partito? – si chiede allora il professor Bovero - Si tratta di dichiarare definitivamente estinto il modello novecentesco di democrazia fondato sui partiti di massa, oppure di ripensarlo, anche radicalmente, prevedendo ad esempio una legge che regoli in senso democratico la vita interna dei partiti? E che dire del finanziamento pubblico? Basterà abolirlo o ridimensionarlo drasticamente per restituire moralità alla politica o non si rischierà, così facendo, di consegnarla ancora più di oggi alle lobbies e ai poteri forti?” L’incontro sarà seguito, alle 17, dal seminario “Quali alternative ai partiti?” Il Programma Degli Incontri Successivi Del Semestre 2014 Della Scuola Per La Buona Politica 6 marzo alle 15: incontro con Livio Pepino su “Chi tutela i diritti? Il sistema delle garanzie”. Negli ultimi vent’anni il dibattito sulla giustizia è stato pesantemente condizionato dal modo in cui Berlusconi ha usato il potere politico per risolvere le proprie disavventure giudiziarie. La stessa parola “garantismo” ha finito con essere usata in un’accezione opposta a quella originaria, per teorizzare un presunto diritto dei potenti a sottrarsi al controllo di legalità, e non invece l’imposizione di limiti a tutti i poteri (non solo quello giudiziario), a tutela dei diritti di tutte le persone (in particolare le più deboli). Si è così evitato di affrontare i problemi veri della giustizia in Italia: i tempi intollerabilmente lunghi delle cause, soprattutto civili, il ricorso eccessivo alla carcerazione preventiva, l’ineffettività del diritto di difesa per i non abbienti, l’esistenza di leggi criminogene, che riempiono le carceri di tossicodipendenti e immigrati, mentre i reati dei “colletti bianchi” rimangono il più delle volte impuniti. È facile ravvisare le responsabilità della politica nella costruzione di una legislazione “forte con i deboli e deboli con i forti”. Che dire però della permeabilità della stessa giurisdizione alla cultura diffusa che tende a dipingere i poveri, i marginali, i ribelli, come “nemici” da combattere senza andare troppo per il sottile? Segue alle 17 il seminario “Carcere: l’emergenza continua” 10 aprile alle 15: incontro con Lorenza Carlassare sul tema “Gli eletti e gli elettori: quale rappresentanza?”. La diffusa sfiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, così come la crescita esponenziale delle astensioni e del voto di protesta, ci dicono che i classici istituti della rappresentanza democratica sono in condizioni di grave sofferenza. C’è allora chi propone di ripensare profondamente il rapporto tra eletti ed elettori, vincolando i primi ad attenersi rigorosamente alle istruzioni ricevute dai secondi. Si tratterebbe di mettere in discussione l’articolo 67 della Costituzione, che vieta il mandato imperativo, al pari di articoli analoghi previsti in tutte le Costituzioni della modernità. È una via sensata e percorribile? Sono ipotizzabili altri strumenti per rendere i cittadini maggiormente partecipi alle decisioni politiche (il referendum propositivo, su modello svizzero, l’istituto americano del recall, il voto attraverso Internet)? Sono auspicabili? Le degenerazioni oligarchiche della democrazia rappresentativa possono essere curate con iniezioni di democrazia diretta o il rimedio rischia di rivelarsi peggiore del male? Segue alle 17 il seminario “La democrazia secondo il Movimento 5 Stelle” 8 maggio alle 15: incontro con Gaetano Azzariti sul tema ”Vincoli di bilancio e diritti sociali: due visioni incompatibili?”. Nell’aprile del 2012, nel colpevole silenzio della politica e degli organi di stampa, il Parlamento italiano ha modificato a larghissima maggioranza l’articolo 81 della Costituzione, introducendo l’obbligo del pareggio di bilancio e consentendo il ricorso all’indebitamento solo in casi eccezionali, da deliberare con procedure aggravate. Così facendo, l’Italia si è piegata ai diktat liberisti delle istituzioni europee, rendendo di fatto molto difficili – o, secondo alcuni, impossibili – politiche sociali di tipo keynesiano. Ma la Costituzione tuttora in vigore, nella sua prima parte, prevede un ricco catalogo di diritti sociali, che possono essere soddisfatti solo attraverso cospicui investimenti pubblici nei settori della salute, dell’istruzione, del lavoro. Come sono compatibili queste disposizioni costituzionali con la nuova formulazione dell’articolo 81? Come funzionerà concretamente la nuova disciplina, che entrerà in vigore a partire dall’esercizio finanziario del 2014? Segue alle 17 il seminario “La salute è ancora un diritto?” 5 giugno alle 17: incontro con Gianni Ferrara sul tema “Addio al parlamentarismo?”. Il sistema parlamentare era stato scelto dai costituenti dopo l’esperienza del fascismo, perché appariva il meno esposto a rischi di degenerazioni autoritarie. Esso prevede la centralità del Parlamento, come sede di discussione e di determinazione dell’indirizzo politico, che i governi sarebbero tenuti essenzialmente ad “eseguire”. Oggi si vorrebbe abbandonare questo modello, a favore di una forma di governo di tipo presidenziale o semipresidenziale che permetta, la sera stessa delle elezioni, di individuare con chiarezza “chi ha vinto”. Verrebbe così restituito all’elettore il potere di decidere chi lo governa, non solo chi lo rappresenta in parlamento. Ma davvero l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (sia esso concepito come Presidente della Repubblica o come Premier) accresce il potere degli elettori? E che dire della presunta maggiore efficienza e “governabilità” dei sistemi di tipo presidenziale?  
   
   
M5S: CONSULTAZIONE INTERNET SU REDDITO DI CITTADINANZA  
 
Trieste, 11 febbraio 2014 - Il Movimento 5 Stelle esprimegrande soddisfazione per il primo esperimento di democraziadiretta nel Friuli Venezia Giulia. Al sito Internet del gruppoM5s in Consiglio regionale, http://www.movimento5stellefvg.it/  si sonoiscritti infatti più di 400 utenti. Di questi, 230 hanno giàvotato per la definizione del progetto di legge sul reddito dicittadinanza. Dall´inizio del sondaggio il sito ha registrato piùdi 4.000 visite."Le prime 5 domande hanno trovato risposta e lo scheletronormativo si sta arricchendo con i contenuti che i cittadinivorranno dare anche in questa settimana con il nuovo sondaggio -spiega il consigliere regionale M5s Cristian Sergo. Sottolineiamoche la partecipazione è libera e non comporta in alcun modol´iscrizione al Movimento 5 Stelle".i risultati della prima fase del sondaggio sono consultabilinell´allegato e all´indirizzo http://www.Movimento5stellefvg.it/prosegue-la-votazione-sul-reddito-di-cittadinanza/  queste le domande proposte dal nuovo sondaggio che resteràon-line fino a domenica 16 febbraio: Quale parametro deve essere utilizzato? (reddito Isee o redditoIrpef?); Che tipo di contributo dovrà essere erogato? (Un importoprefissato o una cifra necessaria al raggiungimento di unreddito?); Il lavoro offerto dai centri per l´impiego dovrà essere congruoal profilo? (sì, è necessario che venga trovato un lavoro congruoal proprio curriculum; no, bisogna accettare qualsiasi tipo dilavoro); Quante proposte di lavoro è possibile rifiutare? (1, 2 o 3?)."Ringraziamo l´assessore regionale Panariti per aver apprezzatoquesta iniziativa. Siamo convinti che il tema del reddito dicittadinanza sia legato a quello del lavoro, a tal punto che loavevamo proposto come ordine del giorno nel provvedimentoanticrisi di luglio - ricorda Cristian Sergo. Purtroppo allora,dopo una prima dichiarazione della presidente Serracchiani afavore del nostro odg, vi fu un repentino ripensamento e ilrespingimento di questo impegno". "Il Movimento 5 Stelle vuole costruire insieme ai cittadini unnuovo modello di welfare che eviti provvedimenti a pioggia e pocoincisivi, che non hanno altro scopo se non quello di racimolarequalche voto. Se è vero che dalle Provincie, così come dichiaratodalla presidente Serracchiani, avremo risparmi per 20 milioni dieuro, l´istituzione del reddito di cittadinanza sarà possibile intempi relativamente brevi, dopo il taglio dei costi dellapolitica e la revisione delle società partecipate. Ci stiamoconcentrando su questo tema - conclude il portavoce M5s - perchécrediamo sia l´unico vero modo per ridare dignità ai lavoratori ea chi sta vivendo la crisi in maniera più forte".  
   
   
CITTÀ METROPOLITANE, SAITTA: “PER TORINO MEGLIO IL MODELLO LIONE, GRANDE UNIONE DI COMUNI”  
 
Torino, 11 febbraio 2014 - “Quella di Torino è la Provincia con il maggior numero di Comuni in Italia (ben 315) e il più alto tasso di polverizzazione. Il modello della Città metropolitana ideato dal ministro Delrio incontra troppe resistenze e difficoltà attuative per l’enorme potere affidato al capoluogo. Per questo, vedrei molto meglio il modello di Lione (Comunità di Comuni metropolitani) che riportato nell´ordinamento italiano sarebbe una grande Unione di Comuni”. Lo ha detto oggi il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta intervenendo al convegno di Legautonomie Piemonte organizzato a Palazzo Cisterna dall’on. Umberto D’ottavio sul tema “Città metropolitana, chi la fa?” “La grande Unione di Comuni sul modello francese - ha detto Saitta – sarebbe un valido strumento di cooperazione per rilanciare la competitività del territorio intorno al capoluogo. L’ente avrebbe gli stessi poteri previsti oggi dalla riforma Delrio per le città metropolitane, ma consentirebbe ai sindaci interessati di aderire spontaneamente e di partecipare con pari dignità”.  
   
   
BOLZANO, REFERENDUM: RISULTATO FINALE, QUASI DUE TERZI PER IL NO  
 
Bolzano, 11 febbraio 2014 - 34,9% dell´elettorato ha votato sì, 65,1% ha votato no: questo il risultato definitivo, che resta provvisorio in attesa della convalida, del primo referendum confermativo svoltosi ieri (9 febbraio) nel solo Alto Adige, tema la partecipazione civica. Le operazioni di scrutinio delle schede si sono concluse già prima delle 10. Si sono concluse stamattina dopo neppure tre le operazioni di scrutinio delle 106.305 schede dei partecipanti al referendum confermativo sulla partecipazione civica in Alto Adige (valide il 98,6%). Poco prima delle 10 la Centrale elettorale ha potuto presentare il risultato definitivo, da considerarsi provvisorio fino alla convalida ufficiale. Quasi un terzo dei votanti (precisamente il 65,1%) ha detto no alla legge approvata nel giugno scorso dal Consiglio provinciale, mentre il 34,9% si è invece espresso per il sì alla nuova legge. Per quanto riguarda il risultato nei singoli comprensori, a Bolzano il sì ha raggiunto il 14,8% dei voti validi, il no l´85,2%. Nel Burgraviato ha votato sì il 33,9% dei partecipanti, no il 66,1%, in val d´Isarco favorevole alla legge è stato il 39% dei votanti, contrario il 61%. In Pusteria il sì arriva al 33,4%, il no al 66,6%, nel comprensorio Salto-sciliar il sì al 42,9%, il no al 57,1%, in Oltradige-bassa Atesina il sì al 32,4%, il no al 67,6%, in Venosta il sì al 40,6%, il no al 59,4%, in alta val d´Isarco il sì al 38,3% e il no al 61,7%. Infine nei comuni ladini il 38% dei voti validi è andato al sì, il 62% al no. In direzione opposta al trend in provincia di Bolzano si sono espressi gli altoatesini all´estero che hanno votato per corrispondenza: dei voti validi pervenuti a Bolzano, i sì sono stati il 78,5% mentre i no si sono fermati al 21,5%.  
   
   
LAVORO, LIGURIA: POSITIVA L´AUTORIZZAZIONE AI PAGAMENTI DEL 2013 CON RISORSE DEL 2014  
 
Genova, 11 febbraio 2014 - "L´anticipo al 2013 delle risorse destinate a pagare gli ammortizzatori sociali in deroga per il 2014 è sicuramente un fatto positivo, che va incontro a quanto avevamo chiesto come assessori regionali al Ministro, ma questo non basta a garantire in Liguria la copertura di tutto il 2013". Lo ha detto l´assessore regionale al lavoro e ai trasporti, Enrico Vesco, dopo aver appresa la notizia della decisione del Ministero di autorizzare l´Inps a pagare gli ammortizzatori sociali in deroga del 2013 con l´anticipo delle risorse del 2014. "Per la Liguria - ha aggiunto Vesco - si tratta di 8,6 milioni di euro che rappresentano la quota spettante alla Regione Liguria sui 400 milioni stanziati a livello nazionale, quale anticipo rispetto a 1,7 miliardi previsti per tutta Italia nel 2014. Risorse con cui si potrà coprire non più di due mesi, e che comunque non consentiranno di completare il pagamento delle indennità per tutto il 2013". L´assessore si augura che il Governo "metta a disposizione ulteriori risorse, sia per poter coprire tutto il 2013, sia per il 2014 e riesca così a erogare quanto dovuto alle persone che attendevano i pagamenti da giugno". "Da tempo - conclude Vesco - denuncio il problema degli ammortizzatori come un´emergenza sociale, perché in Liguria, ad esempio, migliaia di lavoratori e di loro familiari sono scoperti da ogni reddito dallo scorso giugno".  
   
   
LAVORO, FVG: PROGETTO ´GREEN ECONOMY´ PER DISOCCUPATI  
 
Trieste, 11 febbraio 2014 - Parte in Friuli Venezia Giulia un inedito esperimento di collaborazione fra pubblico e privato nel campo dei servizi per l´impiego, con l´obiettivo di formare e riqualificare lavoratori disoccupati da indirizzare nel settore della "green economy". Il progetto è finanziato dall´Unione europea con circa 320 mila euro e rientra nell´agenda "New skills and Jobs" Pares (Partenerships between Employment Services: Green Placement), L´iniziativa, intitolata "Green Placement", è stata presentata in Giunta regionale dall´assessore al Lavoro, Loredana Panariti. Il partner della Regione è Workopp, Ente privato accreditato in Friuli Venezia Giulia, che collaborerà con i Centri per l´impiego provinciali. "Tra i punti di forza del progetto - ha spiegato l´assessore Panariti - va sottolineata la precedente esperienza di collaborazione con Workopp e la scelta di concentrare l´attività a partire da un´analisi dei fabbisogni di un settore innovativo come la ´green economy´. Cruciale sarà la scelta di specifiche tipologie di lavoratori e disoccupati per questa iniziativa, in sinergia con altri interventi di inserimento lavorativo attualmente previsti in regione come ´Welfare to work´ e il Piano giovani". Sono previste tra l´altro attività di formazione e aggiornamento per gli operatori pubblici e privati, assieme alla realizzazione di una ricerca nel settore della ´green economy´ in regione, sia attraverso contatti diretti con le aziende, sia analizzando le fonti statistiche. Per definire i fabbisogni professionali e formativi, saranno contattate almeno 400 aziende del settore. Si prevede di coinvolgere inizialmente almeno 170 lavoratori o disoccupati in situazione di svantaggio, valutandone il livello di occupabilità nel settore della ´green economy´ e fornendo un servizio di accompagnamento al lavoro (consulenze individuali e di gruppo). Saranno inoltre attivati percorsi di qualificazione e riqualificazione mirati per almeno 120 persone, con tirocini di inserimento per coloro che hanno bisogno di maggior supporto. Al termine si prevede di arrivare a un inserimento con contratto della durata di almeno 6 mesi per non meno di 50 lavoratori, assicurando pari opportunità tra donne e uomini nell´accesso ai servizi.  
   
   
SERVIZI PER IL LAVORO, TOSCANA: UN SISTEMA RIFORMATO PER POLITICHE PIÙ EFFICACI  
 
Firenze, 11 febbraio 2014 - Un sistema nazionale per il lavoro, articolato in agenzie regionali, responsabili della programmazione e della gestione dei servizi, che regolano e organizzano gli interventi sul territorio, in un positivo rapporto pubblico-privato. Questi gli elementi centrali della proposta, cui la Regione sta lavorando e che l´assessore alle attività produttive lavoro e formazione della Regione Toscana, coordinatore per il settore lavoro della conferenza delle Regioni, ha citato intervenendo al convegno organizzato al Palazzo degli affari a Firenze dai soggetti privati toscani accreditati per i servizi al lavoro che, da tempo, collaborano con i centri per l´impiego gestiti dalle Province. "In un quadro generale – afferma l´assessore – nel quale la disoccupazione tende a porsi più che mai come vera e propria emergenza sociale e nel quale il legame tra politiche attive e passive per l´occupazione è reso più stringente dall´obbligo di erogare politiche attive, tipo orientamento e formazione, ai lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali, è assolutamente necessario rafforzare i servizi per il lavoro". E´ da questa esigenza, resa ancora più urgente dal nuovo assetto istituzionale che riguarderà le Province, che è dalla Regione Toscana partito un percorso che, sia a livello toscano che nazionale, punta a ridisegnare il modello dei servizi per il lavoro. In particolare la proposta, illustrata da Simoncini, anche ieri, in un incontro nazionale all´Isfol presente il Sottosegretario dell´Aringa, prevede che, una volta definiti a livello nazionale gli standard e gli obiettivi da perseguire, le funzioni di programmazione e attuazione degli interventi rimangano appannaggio delle Regioni, in modo da renderli coerenti con le caratteristiche dei sistemi produttivi locali e le dinamiche domanda-offerta di lavoro a livello territoriale. "Il livello nazionale - spiega Simoncini - sarà la sede per la definizione dei livelli essenziali di prestazioni, il monitoraggio dei risultati e del funzionamento del sistema, il supporto alle situazioni di difficoltà, riassumendo in sé anche le funzioni di Isfol e Italia Lavoro, di coordinamento e promozione di progetti ed interventi di livello nazionale. Le agenzie regionali, diretta emanazione delle Regioni, sono chiamate ad attuare le politiche del lavoro, assicurare il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni nei rispettivi territori, nonché alla diffusione dei servizi a livello locale. Alle agenzie sarebbero affidate anche le funzioni di programmazione in materia di formazione. I centri per l´impiego diventerebbero così strutture territoriali delle Agenzie regionali, con compiti di accoglienza e di erogazione dei servizi e sarebbero organizzati in raccordo tra pubblico e privato". Più in dettaglio, le funzioni delle agenzie regionali dovrebbero essere quelle di incontro fra domanda e offerta di lavoro, la gestione di politiche attive, la prevenzione della disoccupazione, l´orientamento e il monitoraggio dell´obbligo di istruzione, le gestione del sistema informativo, il rapporto con le altre agenzie regionali, con il ministero e le istituzioni locali, con i soggetti privati del sistema. "I centri per l´impiego – sottolinea Simoncini - potrebbero gestire anche gli strumenti di sostegno al reddito, tramite specifici accordi tra Agenzia ed Inps, collegando in tal modo anche l´orientamento dei lavoratori in cerca di ricollocazione. Unificare la sede delle politiche attive con quella delle politiche passive, ovvero i sussidi e gli ammortizzatori, è un passo fondamentale verso la semplificazione burocratica, a tutto vantaggio dei cittadini. Si tratta di un passaggio necessario per affermare il principio, riconosciuto nella maggior parte dei paesi europei, che all´erogazione di un sussidio deve corrispondere un intervento di politica attiva. Il modo più efficace per incidere sulla qualità del mercato del lavoro e aumentando l´occupabilità del signolo lavoratore". L´assessore si è poi soffermato sulle criticità che dovranno essere superate per attuare la proposta e che sono, oltre all´assetto istituzionale delle Province, quello delle risorse e del personale. "Oltre ai problemi legati al ritardo nella programmazione del Fse, che rappresenta una delle principali voci di finanziamento dei servizi per il lavoro, vi è l´interruzione dei trasferimenti previsti dalla legge Bassanini per il personale statale divenuto regionale e provinciale. Diventa pertanto fondamentale definire le modalità attraverso le quali risorse di bilancio e risorse umane delle Province saranno trasferite alle Regioni. Ma anche definire standard minimi nazionali di personale e risorse da rispettare a livello territoriale nei servizi per il lavoro, in modo da recuperare la forte differenza che è presente tra l´Italia e gli altri paesi europei".  
   
   
FORMAZIONE IN LIGURIA : “CONCORSO BELLACOPIA PER METTERE A CONFRONTO SCUOLA E LAVORO  
 
Genova, 11 febbraio 2014 - Commercio on line di libri usati, attraverso la predisposizione di un sito, creazione e gestione di spazi per esposizioni artistiche, una cooperativa specializzata in coltivazioni e allevamento in ambito biologico e un nuovo modello di fast food basato su piatti unici appositamente studiati dal punto di vista nutrizionale. Sono solo alcuni dei sei progetti imprenditoriali messi a punto da altrettanti istituti superiori della Liguria, nell’ambito del concorso Bellacopia, promosso da Legacoopliguria con il patrocinio della Regione, presentati dal presidente di Legacoop, Gianluigi Granero, dal vicepresidente, Mauro Bruzzone, alla presenza dell’assessore alla formazione e al bilancio, Pippo Rossetti. Cento i ragazzi coinvolti delle classi terza, quarta e quinta dell’Istituto Marsano, Vittorio Emanuele –Ruffini e Marco Polo di Genova, dell’Istituto Ruffini di Imperia, del Ferraris-pancaldo di Savona e dell’istituto artistico Cardarelli della Spezia. Un’iniziativa, giunta quest’anno alla settimana edizione, per promuovere i talenti giovanili e coinvolgere anche i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori in un progetto di costruzione del proprio futuro lavorativo. “Con questo progetto – ha spiegato Gianluigi Granero – vogliamo promuovere nelle giovani generazioni le potenzialità e i vantaggi di costruire il proprio futuro lavorativo tramite una cooperativa. Le classi coinvolte avranno modo infatti di apprendere le tecniche di gestione aziendale, scoprire la storia, l’organizzazione e i valori del movimento cooperativo e, grazie alla docenza di alcuni esperti, acquisire le nozioni necessarie per fondare la propria cooperativa, scegliendo i compagni più adatti a ricoprire vari ruoli”. “Visti i dati della situazione occupazionale ligure – ha continuato Bruzzone – c’è sempre più bisogno di progetti imprenditoriali che richiedono spirito di iniziativa e inventiva”. I giovani coinvolti acquisteranno le nozioni necessarie e poi fonderanno, virtualmente, la propria cooperativa. “Le iniziative di Lega Coop con la scuola sono sempre molto diversificate e si basano sulla creatività – ha aggiunto Pippo Rossetti – i sondaggi ci dicono che i ragazzi escludono dalla loro vita professionale di fare gli imprenditori e Legacoop, con questi progetti, li fa lavorare proprio alla costruzione di un’impresa cooperativa. Da qui abbiamo maturato l’dea di stringere un accordo con la Lega, coinvolgendo anche l’Ufficio scolastico regionale e l’Università per sostenere le iniziative di Coopliguria nelle scuole e far diventare i ragazzi protagonisti attivi della loro vita, grazie a tutti i progetti che in questi anni sono state portati avanti, dalle attività di educazione al consumo responsabile, al consumo rispetto alla salute, fino alla progettazione di una realtà produttiva con la conseguente praticabilità dell’idea”.  
   
   
LAVORO, FVG: DA DDL SU ECONOMIA SOLIDALE SPUNTO PER RIPARTENZA  
 
Udine, 11 febbraio 2014 - "In questo momento - ha affermato l´assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti, intervenendo a Udine all´incontro pubblico dove ha presentato la proposta di legge per l´economia solidale - la nostra priorità è quella di trovare soluzione al dolore delle fasce più deboli della società, in particolare le persone che rischiano o che hanno perso il posto di lavoro, valorizzando le energie insite nel Friuli Venezia Giulia per poter consentire loro di guardare al futuro con maggiore fiducia". La Panariti ha ripreso l´intervento di quello che è definito il teorico della decrescita della società moderna, l´economista francese Serge Latouche, per sostenere che l´obiettivo della Regione in questo momento è quello di garantire l´occupazione e l´accesso dei cittadini ai beni fondamentali che sono istruzione e salute e lavoro. "Il Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto l´assessore - sarà in grado di dare risposta a queste istanze fondamentali dei cittadini, attraverso un percorso che potremo chiamare di crescita che - ha evidenziato - non può essere misurata tenendo semplicemente conto dell´andamento del Pil in quanto tale indicatore misura la possibilità di fare investimenti". Panaritisi è infine soffermata sulle prospettive offerte dalla prossima programmazione comunitaria che, non a caso, prevede anche l´inclusione sociale, ricordando che dovrà essere tenuto in seria considerazione il settore della ricerca.  
   
   
IL COMUNE DI MILANO HA SOSPESO L´ATTIVITÀ DI UNA SALA SCOMMESSE MISURA ECCEZIONALE PER LA TUTELA DELLE PERSONE PIÙ VULNERABILI, DELLA SALUTE DEI CITTADINI E DELLA SALUBRITÀ URBANA  
 
Milano, 11 febbraio 2014 - Il Comune di Milano ha sospeso l’attività della sala scommesse e gioco d’azzardo di via Cimarosa 4, in zona corso Vercelli, autorizzata dalla Questura il 13 gennaio scorso. L’ordinanza dispone la sospensione dell’attività, per ora per sei mesi, “quale misura eccezionale per la tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili che frequentano le aree e gli immobili in prossimità” della struttura. Ricordando i dati del Ministero della Salute, secondo cui la ludopatia colpisce il 20% dei giocatori che oggi in Italia sono circa 15 milioni, l’ordinanza del Comune evidenza la necessità di “prevenire il rischio che il gioco d’azzardo crei dipendenza, in quanto rappresenta una nuova emergenza sociale che colpisce le fasce più deboli e meno protette, con meno risorse economiche e culturali”. Nel provvedimento, inoltre, si sottolinea l’importanza di “evitare l’emulazione di comportamenti diseducativi e lesivi per la salute e l’equilibrio psicologico, in particolare per i giovani e le persone più fragili” e, contemporaneamente, di “porre in essere tutte le misure che rappresentano un deterrente ai comportamenti incivili, favorendo la vivibilità, la corretta e serena fruizione degli spazi da parte dei cittadini”. Altra finalità dell’ordinanza, quella di “prevenire ed eliminare i pericoli per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana derivanti dall’alta frequentazione della sala scommesse e dell’area circostante da parte di soggetti socialmente deboli e patologicamente dediti al gioco”. “Abbiamo ritenuto necessario intervenire - ha spiegato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris - in quanto strutture come quella di via Cimarosa danneggiano la salute delle persone, soprattutto quelle più fragili, e incidono negativamente sui comportamenti di bambini, giovani e famiglie. Si tratta di un caso particolare che potrebbe ripetersi a Milano, nonostante la recente legge regionale sulla distanza dai luoghi ‘sensibili’ delle nuove sale gioco e dei locali con slot machines”. “Proprio la specificità di questo caso dà forza alla nostra proposta di regolamento edilizio comunale, attualmente in discussione – ha proseguito De Cesaris – e che ci auguriamo tutte le forze politiche decidano di sostenere con senso di responsabilità. Nel nuovo regolamento edilizio, infatti, abbiamo previsto una norma ad hoc che, da un lato, aumenta il numero dei luoghi ‘sensibili’ in città e, dall’altro, consente di intervenire in modo incisivo sia sulle sale gioco sia sulle sale scommesse”. “La sospensione dell’attività della sala scommesse e gioco d’azzardo di via Cimarosa - dichiara l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute Pierfrancesco Majorino - è solo la prima di una serie di azioni intraprese da questa Amministrazione contro fenomeni che possono scatenare dipendenze patologiche. Milano dichiara guerra al gioco d’azzardo per tutelare la salute dei cittadini e, in particolare, dei soggetti più vulnerabili”. In particolare, l’articolo 13 contenuto nella proposta del nuovo regolamento edilizio del Comune, vieta l’apertura delle sale gioco e delle sale scommesse a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali in ambito socio-sanitario, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, strutture ricettive per categorie protette. Inoltre, sono indicati come ulteriori “luoghi sensibili” i parchi gioco, le caserme, gli ospedali e le cliniche, i luoghi di particolare valore civico e culturale come i musei e le sedi di associazioni di volontariato che si dedicano alla pubblica assistenza. L’ordinanza è pubblicata nella sezione Albo Pretorio-documenti vari.  
   
   
TRENTO: UNA MANOVRA DA 120 MILIONI DI EURO PER IMPRESE E FAMIGLIE  
 
Trento, 11 febbraio 2014 - Riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sui cittadini, per oltre 120 milioni di euro, a cui si accompagna l’invarianza delle tariffe di maggiore impatto; sviluppo della coesione sociale, con interventi che vanno dall´attuazione della delega in materia di ammortizzatori al reddito di attivazione, fino al potenziamento della filiera scuola-lavoro-formazione; riprogrammazione degli investimenti pubblici; rafforzamento della modernizzazione del settore pubblico provinciale: poggia su questi quattro pilastri la manovra di assestamento del bilancio 2014 della Provincia, illustrata questo pomeriggio dal presidente Ugo Rossi alle parti sociali. Per il presidente Rossi, "accanto ad un pacchetto significativo di sgravi fiscali che avranno un forte impatto sul sistema economico e sulle famiglie, nella manovra ci sono misure significative per la coesione sociale, a partire dall´attuazione della delega in materia di ammortizzatori, che va a completare il pacchetto di interventi in favore di chi ha perso il lavoro. Diamo garanzie assolute su sanità e sociale, e prevediamo un piano di ulteriore contenimento dei costi della macchina pubblica che renderà possibile la contestuale creazione, in accordo con le parti economiche e sociali, del Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Ci occupiamo anche di accesso al credito, con un Fondo strategico per per lo sviluppo e la competitività dell´imprenditoria locale, alimentato da Provincia, Laborfonds e altri soggetti istituzionali, che sarà attivo dal secondo semestre 2014. Stiamo cercando di contrastare gli effetti della crisi, ma con questa manovra vogliamo soprattutto dare al mondo economico e ai cittadini un segnale di fiducia nel futuro". Una manovra che ha tra i suoi obiettivi la valorizzare ulteriore del patrimonio dell’Autonomia, la difesa e il miglioramento della qualità della vita, il rilancio dell´economia. Una manovra che allenta ulteriormente la pressione fiscale, per venire incontro alle esigenze delle imprese e delle famiglie e rilanciare produzione e consumi, garantendo al tempo stesso alla Provincia e agli enti collegati le risorse necessarie per la realizzazione dei loro programmi, in particolare salvaguardando gli investimenti strategici. Una manovra che punta a modernizzare la macchina pubblica e che ha fra i suoi cardini anche un "pacchetto lavoro" (in primis la delega sugli ammortizzatori sociali e l´adozione del reddito di attivazione, consentendo l´applicazione anticipata della riforma nazionale). Una manovra che pensa ai giovani e che prevede interventi specifici nel campo della scuola (con la progressiva stabilizzazione del comparto ma anche, ad esempio, con l´avvio del piano per il trilinguismo). Questa, in sintesi, la proposta presentata oggi dal presidente Rossi alle associazioni economiche e ai sindacati confederali. Al primo posto l´importante partita della riduzione della pressione fiscale, destinata ad incidere sulle imprese - la riduzione dell´Irap a loro carico da sola si aggira attorno ai 108 milioni di euro, e ad essa si somma l´esenzione dalla Tasi degli immobili produttivi, per altri 7 milioni - ma anche sulle famiglie, per le quali è confermato il non-incremento delle addizionali provinciali, in particolare Irpef, e la riduzione dell’impatto della nuova disciplina nazionale in materia di tributi locali sul patrimonio immobiliare, esercitando la nuova competenza in materia di tributi locali introdotta dalla revisione dell’art. 80 dello Statuto di Autonomia, per altri 5 milioni di euro. Sempre in favore delle imprese un pacchetto di misure che vanno dall´incremento del fondo di rotazione (che da 80 sale a 100 milioni), all´attivazione del Fondo strategico per il Trentino Alto Adige, che potrà contare su un plafond di 200 milioni di euro, risorse, queste, messe a disposizione da Provincia, Laborfonds, fondazioni e così via, da considerarsi alternative/aggiuntive al credito bancario. Previsto infine il rafforzamento del ruolo di Mediocredito nel sistema bancario locale. L´assestamento di bilancio 2014 ed è questo il secondo pilastro, poggia su una serie di interventi volti a promuovere la coesione sociale, nei settori del lavoro, della scuola e della sanità. Fra le misure previste, alcune già in corso di esecuzione, l´attivazione della delega sugli ammortizzatori sociali (complessivamente per la delega sono previsti finanziamenti per 21 milioni di euro nel triennio 2014-2016), gli interventi previsti dall´atto di indirizzo sull´asse scuola-lavoro-formazione, il rafforzamento dei criteri di condizionalità (disponibilità del beneficiario di provvidenze economiche alla ricerca attiva del lavoro, alla formazione e riqualificazione professionale). Vengono confermate le risorse finalizzate alla sanità e al Fondo socio-assistenziale e anche quelle previste sul Fondo famiglia (22 milioni di euro), nonché quelle destinate agli interventi di sostegno al reddito dell´Agenzia del lavoro (5 milioni di euro). Il terzo pilastro è quello degli investimenti. La manovra conferma le risorse relative alle opere non riprogrammabili dei diversi piani pluriennali o immediatamente cantierabili (in settori strategici come viabilità, scuola, sanità), per circa 100 milioni all´anno e complessivi complessivi circa 350 milioni nel triennio 2014-2016 e di oltre 450 milioni negli anni successivi, a cui vanno aggiunti gli investimenti degli enti locali. Potrebbero sommarsi inoltre altri 40 milioni di euro all´anno circa a seconda di quale sarà l´esito della trattativa in corso con lo Stato. Infine, la modernizzazione del settore pubblico, con il Piano di miglioramento della pubblica amministrazione, che consentirà un risparmio di 200 milioni di euro annui, con i relativi interventi sul fronte del prepensionamento di parte del personale e l´attuazione della staffetta generazionale. Rientrano in quest´ultima voce le azioni di semplificazione dei processi di programmazione urbanistica e la Riforma delle Comunità di valle, assieme alla contestuale promozione dei processi di fusione tra i comuni.  
   
   
INTERVENTI A FAVORE DELLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ: FIRMATO PROTOCOLLO TRA REGIONE UMBRIA, CEU E ANCI  
 
Perugia, 11 febbraio 2014 - Dalla Regione Umbria centomila euro per il Fondo di solidarietà istituito dalla Conferenza Episcopale Umbra per aiutare famiglie e persone povere. E´ quanto prevede il protocollo d´intesa sottoscritto questa mattina a Perugia, a Palazzo Donini, dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, dal presidente della Ceu, monsignor Gualtiero Bassetti, e dal vice presidente dell´Anci Umbria, Francesco De Rebotti. Alla firma del protocollo erano presenti anche la vice presidente della Giunta regionale, Carla Casciari, titolare delle deleghe per le politiche sociali e il sindaco di Massa Martana, Maria Pia Bruscolotti, che per l´Anci Umbria segue il settore politiche per le famiglie. "Abbiamo voluto rinnovare il nostro impegno finanziario verso il Fondo della Ceu - ha affermato la presidente - perché lo riteniamo uno strumento importante che integra le significative azioni che la Regione già svolge autonomamente per aiutare quanti vivono, a causa della crisi, una situazione economica difficilissima". La presidente ha quindi spiegato che ai 75 mila euro previsti dal protocollo d´intesa (a valere sul bilancio 2013) si aggiungono altri 25 mila euro che la Regione, in accordo con le autorità del Vaticano, ha deciso di donare in occasione della visita ad Assisi di Papa Francesco, ed ha anche auspicato la riconferma di questo impegno finanziario a favore del Fondo della Ceu anche per l´anno in corso. Un "grazie" sincero alla Regione Umbria lo ha rivolto il presidente della Ceu, Monsignor Bassetti, che si è detto "molto preoccupato per la gravità della situazione economica. Temo che se non vi saranno adeguati interventi - ha proseguito - la povertà che affligge oggi tantissime persone, possa trasformarsi in miseria". "Per questo il Fondo - ha proseguito Monsignor Bassetti - è molto importante, anche perché ci consente di aiutare moltissime persone in grave difficoltà. E tutta l´Umbria si sta dimostrando terra molto generosa e solidale. L´aiuto materiale non sarà risolutivo, ma è di grande sostegno per chi vive una condizione di povertà che produce poi anche un profondo disagio sociale". Il vice presidente dell´Anci, De Rebotti, ha invece sottolineato l´impegno dei Comuni che sono, assieme alle parrocchie, "la frontiera, il soggetto più vicino ai cittadini. Noi abbiamo la duplice funzione di ascolto dei bisogni concreti di tantissime famiglie in difficoltà e di intervento per alleviarne la condizione di disagio. In questa azione è dunque fondamentale l´integrazione tra Regione, Comuni, Chiesa e mondo del volontariato". Nel ricordare le misure speciali che la Regione Umbria ha messo in campo in questi anni per il sostegno economico verso le famiglie umbre in condizione di povertà, la vicepresidente Casciari ha annunciato che la Giunta regionale sta anche definendo, all´interno del nuovo Piano sociale, uno specifico Piano regionale per la lotta alle povertà. I contenuti del protocollo: Con la sottoscrizione del nuovo protocollo d´intesa, la Regione Umbria "in conformità ai propri fini istituzionali e alla programmazione nell´area sociale, definita nel Piano sociale regionale e nei successivi atti attuativi" si impegna a contribuire alla raccolta attivata dalla Conferenza Episcopale Umbra per il Fondo di solidarietà a favore delle famiglie in difficoltà economica, destinando a questo scopo 75mila euro. L´anci Umbria, in continuità con le esperienze degli anni precedenti, concorrerà alla armonizzazione fra gli interventi sostenuti dal Fondo di solidarietà gestito dalla Ceu e gli interventi e servizi che i Comuni dell´Umbria prestano a favore delle famiglie vulnerabili e delle famiglie che necessitano di aiuti a causa della difficile situazione economica e lavorativa, anche attraverso lo scambio di informazioni. La Chiesa Umbra ha rilanciato nel 2013 la raccolta per il Fondo di solidarietà, attivato nel 2009 e con costi di gestione pressoché nulli, e ha fatto appello alla generosità degli umbri, già dimostrata nella raccolta effettuata nel 2012 che ha apportato al Fondo di solidarietà risorse che hanno consentito di aiutare in vario modo circa 1080 famiglie. Finora sono stati raccolti oltre 2 milioni e 850mila euro (2.854.541,83) e ne sono stati impiegati oltre 2 milioni e 600mila (2.617.600) per interventi in aiuto a 1863 famiglie in difficoltà (di cui 317 hanno beneficiato di successiva integrazione di contributo). I nuclei familiari beneficiari del sostegno appartengono a tutte le otto Diocesi dell´Umbria: 153 (oltre 7 integrazioni) Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino; 180 (oltre a 95 integrazioni) Città di Castello; 150 (oltre a 39 integrazioni) Foligno; 71 (oltre a 14 integrazioni) Gubbio; 155 (oltre a 18 integrazioni) Orvieto - Todi; 625 (oltre a 44 integrazioni) Perugia - Città della Pieve; 207 (oltre a 97 integrazioni) Spoleto - Norcia; 322 (oltre a 3 integrazioni) Terni - Narni - Amelia. Nel protocollo d´intesa, si rileva che "la crisi economico-occupazionale ha fatto emergere anche in Umbria una nuova stratificazione della vulnerabilità sociale", che ha portato la Regione Umbria a mettere in atto forme di sostegno e servizi a favore delle famiglie disagiate, multiproblematiche o povere, interessate dagli interventi assistenziali forniti dai servizi sociali dei Comuni, delle famiglie fragili a rischio che possono scivolare verso una aperta condizione di disagio e delle famiglie di ceto medio-basso, trascinate dall´attuale crisi economica verso una riduzione o perdita di reddito, che vanno a costituire la nuova emergenza sociale. Nell´intesa, si evidenzia la coerenza dell´utilizzo del Fondo di solidarietà gestito dalla Conferenza Episcopale Umbra con gli indirizzi della programmazione regionale sociale, che pone al centro gli interventi per la famiglia e adotta una logica di azione pubblica orientata "all´inclusività e all´apertura", dove la sussidiarietà è intesa come "cooperazione tra tutti gli attori che partecipano, ciascuno come può, entro il campo di una comune e condivisa responsabilità". In particolare, si ricorda che dal 2011 la Regione ha dato attuazione agli interventi previsti per le famiglie vulnerabili dalla legge regionale n. 13 del 26 febbraio 2010 "Disciplina dei servizi e degli Interventi a favore della famiglia", destinandovi 3 milioni di euro, trasferiti ai Comuni capofila delle Zone sociali. Inoltre, nel 2013, con risorse proprie e del Fondo nazionale politiche sociali, malgrado la riduzione delle risorse nazionali assegnate alle Regioni per il settore sociale, per la realizzazione di misure e di servizi a sostegno delle famiglie a forte disagio economico e sociale o a rischio di impoverimento sono stati destinati 1 milione e 150mila euro.  
   
   
ROMA: DIFFERENZA DONNA LANCIA L´APPUNTAMENTO ROMANO SULLA SCALINATA DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA. VENERDÌ 14 FEBBRAIO. ON BILLION RISING SI SVOLGE CONTEMPORANEAMENTE IN TUTTO IL MONDO CON MILIONI DI FLASH MOB, DANZANTI E MUSICALI PER DENUNCIARE ED ARRESTARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.  
 
Roma, 11 febbraio 2014 - Un miliardo di donne in 207 paesi diversi, il 14 febbraio di un anno fa si sono unite nella più grande azione di massa verificatasi sulla terra per chiedere la fine della violenza di genere. Hanno danzato in un milione di flash mob perché la danza è contagiosa, dirompente e parla con il corpo Il 14 febbraio 20014, sospinte dalla forza delle donne , si calcola che almeno il doppio di donne e uomini scuoteranno la terra per chiedere con ostinazione fine dell’impunità e spazio alla Giustizia. 14 febbraio 2014: noi saremo sulla scalinata del Palazzaccio Sarà la voce globale delle donne, a suon di musica, ballando. Ovunque si alzerà la voce di protesta di tutte coloro che esigono diritti, dignità, rispetto e …ascolto. Ascoltare la voce femminile significa cambiare il mondo: la voce delle donne ha un’immensa capacità di cura, ed è carica di competenze, quelle per costruire relazioni più giuste e universi più equi. Differenza Donna, con il suo portato di 25 anni di interventi culturali e attività concrete di contrasto alla violenza di genere, ha scelto simbolicamente la scalinata del Palazzo di Giustizia per cantare al mondo e al Paese la potenza della solidarietà globale contro la misoginia istituzionalizzata Una bella coreografia, un ballo colorato di rosso, e le parole per dire l’urgenza di continuare a tessere quel filo che attraversa gli oceani e lega fra loro, in una lotta per la dignità e l’autorevolezza, donne di religioni, colori, tradizioni diverse; ma tutte egualmente costrette a fronteggiare la stessa infame violenza che si perpetua dalla notte dei tempi. Storie di dolore sepolte dal sistema patriarcale riemergeranno per denunciare ogni violenza di genere, da chi subisce violenza fisica a chi subisce l’aggressione sessista perché con il suo ruolo intralcia l’identificazione maschile con il potere.. Per questo invitiamo ogni associazione di genere, ogni centro antiviolenza, ogni donna che per impegno politico, professionale, o per sventura personale incappa nella violenza, ad unirsi a noi. Venerdì 14 febbraio ore 16 sulla scalinata del Palazzo di Giustizia.  
   
   
POLITICHE SOCIALI, UMBRIA: REGIONI ESPRIMONO PREOCCUPAZIONE PER TAGLI RISORSE FONDO SOCIALE  
 
Perugia, 11 febbraio 2014 - "In un momento, come quello attuale, caratterizzato da una congiuntura negativa dal punto di vista economico, ancora una volta il Governo decurta le risorse destinate al Fondo sociale, aggravando così la situazione delle famiglie e delle fasce sociali più deboli": è quanto afferma l´assessore regionale alle politiche sociali, Carla Casciari, dichiarando di "condividere in pieno" la posizione delle Regioni che, in seguito all´emanazione del decreto legge "n.4 del gennaio 2014", che taglia del 5 per cento le risorse destinate al nuovo Fondo sociale, "elevano la loro protesta per il continuo stillicidio cui sono sottoposti, da anni, i finanziamenti per le politiche sociali". Le Regioni prendono atto che il Governo ancora una volta disattende le loro richieste nel procedere a tagli orizzontali ´indiscriminati´ alle dotazioni ministeriali - è scritto nel documento diffuso dalle Regioni - che vanno a colpire i Fondi sociali, tagliando in due soluzioni prima 2 milioni di euro e poi 17 milioni con il decreto legge 28 gennaio 2014. Di conseguenza, il già più volte depauperato Fondo, subirebbe un taglio del 5 per cento". "Una decisione questa - precisa l´assessore - presa in controtendenza rispetto alla legge di stabilità 2014 e in ordine al Patto di stabilità delle Regioni, che escludeva prelievi regionali a favore dello Stato, sia dal Fondo Nazionale delle Politiche Sociali, che da quello per le Non Autosufficienze". Alla luce di tutto ciò, le Regioni e le Autonomie e chiedono al Governo l´impegno a rivedere immediatamente i tagli operati con il decreto citato, ripristinando la dotazione prevista dalla legge di stabilità 2014. Le Regioni riferisce l´assessore Casciari esprimono perplessità anche sul rifinanziamento della nuova "social card", sperimentata sinora in 12 città italiane e che, secondo il nuovo orientamento del governo, verrebbe estesa ai nuclei familiari con minori e in difficoltà economica, come sostegno al reddito: "Si tratta di uno strumento di tipo assistenziale che ha mostrato molte falle in corso di sperimentazione - ha detto l´assessore Casciari - Per le Regioni sarebbe auspicabile che queste risorse servissero ad implementare il Fondo per le politiche sociali, permettendo così alle Regioni di integrare i finanziamenti già destinati a sostegno dei percorsi di protezione per le fasce sociali in difficoltà, le cui necessità aumentano. Così come è sempre più crescente la domanda di sostegno per le nuove emergenze sociali".