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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Dicembre 2007
1,75 MILIARDI A DISPOSIZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI PUBBLICATI INVITI A PRESENTARE PROPOSTE IN 32 SETTORI DI RICERCA  
 
Bruxelles, 4 dicembre 2007 - "Non c´è tempo da perdere nella ricerca", dichiara il Commissario europeo responsabile della scienza e della ricerca, Janez Potočnik. "L´avvio del programma quadro di ricerca dell´Ue nel 2007 ha funzionato correttamente, mobilitando ricercatori di tutta l´Europa e fuori Europa affinché si confrontino con le loro migliori idee e cooperino nell´affrontare numerose sfide. Oggi proseguiamo questo sforzo e invitiamo tutti i ricercatori a partecipare. " La Commissione europea, che gestisce il 7° programma quadro di ricerca dell´Ue, ha pubblicato oggi gli inviti a presentare proposte in 32 settori di ricerca, che potranno disporre di una dotazione finanziaria di 1,75 miliardi di euro. I settori di sostegno ai progetti comprendono tra l´altro le problematiche ambientali quali l´innalzamento del livello dei mari e l´incidenza dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi dell´oceano Artico, l´impatto delle radiazioni ultraviolette sulla salute umana e l´elaborazione di modelli degli effetti futuri del consumo d´energia sull´ambiente, le biotecnologie e nanotecnologie. I progetti sul tema dell´alimentazione, dell´agricoltura e della pesca e della biotecnologia dovrebbero contribuire a comprendere meglio l´obesità e scoprire nuovi metodi per la produzione di biocombustibili puliti e con bassa emissione carbonica. Il 7° programma quadro attribuisce una grande importanza alla collaborazione scientifica internazionale; tutti i settori di ricerca sono aperti a partenariati che includano paesi non appartenenti allo Spazio europeo della ricerca. Inoltre, sono state individuate alcune attività specifiche, quali le ricerche condotte di concerto con l´India nel settore delle scienze dei materiali e con la Russia sulla produzione di energia elettrica a partire dalla biomassa e le apparecchiature necessarie alle grandi reti di energia elettrica. Quest´anno sarà inoltre istituito il sistema di scambio internazionale di ricercatori "Marie Curie", inteso a rafforzare i partenariati in materia di ricerca mediante scambi di personale e attività di messa in rete tra organizzazioni di ricerca dell´Europa e del resto del mondo. Al contempo, il Consiglio europeo della ricerca (Cer) illustrerà la sua nuova iniziativa di finanziamento, il regime di borse per ricercatori esperti (Advanced Grant Scheme), che apre per la prima volta le attività del Cer a ricercatori di provata esperienza. Altri settori contemplati sono le infrastrutture di ricerca, le regioni della conoscenza, il ruolo della scienza nella società e il sostegno alle piccole e medie imprese. Una rete di punti di contatto nazionali è stata istituita per aiutare i ricercatori ad individuare i settori d´interesse e facilitare la costituzione dei partenariati che sono generalmente indispensabili per ottenere l´accesso al finanziamento europeo. .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA LA PRIMA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLE MALATTIE RARE  
 
 Bruxelles, 4 dicembre 2007 - Alla Quarta Conferenza europea sulle malattie rare, la Commissione europea ha annunciato una comunicazione sulle future iniziative europee nel campo delle malattie rare e ha varato una consultazione pubblica. La comunicazione ha l´intento di definire la strategia futura dell´azione comunitaria nel campo delle malattie rare ai fini dello sviluppo dell´assistenza sanitaria, della ricerca e di nuove terapie. «Occasioni come questa si presentano solo una volta ogni dieci anni,» afferma Yann Le Cam, Ceo dell´Organizzazione europea per le malattie rare (Eurordis). «e´ un successo politico per la nostra organizzazione e i suoi membri. Era un nostro desiderio dalla Conferenza europea sulle malattie rare del 2005 a Lussemburgo, sotto l´egida della Presidenza Ue. » Le malattie rare sono patologie potenzialmente letali o cronicamente debilitanti così poco diffuse - meno di 1 caso ogni 2 000 persone - da richiedere speciali iniziative combinate per affrontarle. Secondo le stime degli esperti, esistono tra 5 000 e 8 000 diverse malattie rare, che interessano tra il 6% e l´8% della popolazione. La comunicazione si prefigge l´obiettivo di rafforzare la cooperazione tra i vari programmi Ue, incoraggiare gli Stati membri a formulare politiche sanitarie nazionali per le malattie rare e garantire che tutti i paesi europei condividano orientamenti politici comuni in questo campo. Per ottenere questi risultati è necessario: migliorare la conoscenza e l´identificazione delle malattie rare; migliorare la diagnosi e la cura dei pazienti affetti da malattie rare; accelerare l´attività di ricerca e sviluppo nel campo delle malattie rare e dei farmaci orfani (banche dati, registri, archivi e biobanche, coordinamento tra le agenzie di finanziamento degli Stati membri e intensificazione della ricerca terapeutica); responsabilizzare i pazienti affetti da malattie rare a livello individuale e collettivo; coordinare le politiche e le iniziative a livello nazionale e Ue. La consultazione pubblica ufficiale durerà otto settimane e raccoglierà le opinioni della comunità delle malattie rare. «Questa fase è molto importante, perché offre a ciascuna parte interessata l´opportunità di contribuire e di influire sul futuro della comunità delle malattie rare in Europa», afferma Christel Nourissier, Segretario Generale di Eurordis. La comunicazione sarà discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio sotto la Presidenza slovena, nel primo semestre del 2008, e dovrebbe essere approvata nella seconda metà dell´anno sotto la Presidenza francese. Per ulteriori informazioni, consultare: http://www. Rare-diseases. Eu .  
   
   
AFRICA: PER UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA CON UN PICCOLO AIUTO DALL´EUROPA  
 
Bruxelles, 4 dicembre 2007 - «Il mondo ha visto con i propri occhi come la scienza e la tecnologia hanno reso possibile lo sviluppo economico e la crescita», ha dichiarato il 29 novembre a Bruxelles Abdoulie Janneh, sottosegretario generale dell´Onu e segretario esecutivo della commissione economica per l´Africa. Adesso l´Africa vuole la stessa cosa ed è pronta ad abbracciare la scienza grazie a un partenariato con l´Europa. Il messaggio è stato lanciato da Janneh in occasione di un´audizione sul tema Scienza con l´Africa tenutasi al Parlamento europeo. L´audizione si è svolta in un momento in cui si assiste al progressivo accrescersi dell´importanza di tale tema: è imminente una risoluzione in tal senso dal Parlamento europeo, e per il mese di marzo è in programma una grande conferenza internazionale ad Addis Abeba in Etiopia. La conferenza di marzo sarà «un momento decisivo per l´Africa», secondo Janneh, che ha precisato al Notiziario Cordis che nessuna parte del mondo si è sviluppata senza la scienza e che ora l´Africa deve reperire le risorse da investire. Gli investitori africani più importanti nella ricerca, ha precisato il sottosegretario generale dell´Onu, sono il Sudafrica e l´Egitto, che devolvono rispettivamente lo 0,4% e lo 0,3% del loro Pil alla ricerca, mentre parte dei finanziamenti aggiuntivi sarà erogata dai fondi di sviluppo e un´altra parte dal settore privato ed ha aggiunto che l´equilibrio ottimale sarà oggetto di discussione ad Addis Abeba in marzo. Scopo dell´audizione parlamentare era contribuire alle discussioni sui meccanismi che potrebbero essere utilizzati per migliorare l´accesso delle istituzioni con sede in Africa a progetti di ricerca e sviluppo (R&s) collaborativi e internazionali. Janneh ha accolto con favore l´iniziativa e la buona volontà che ritiene sia stata manifestata. Ora però è giunto il momento di concretizzare l´impegno evidente in Europa e Africa e di andare al di là delle parole, ha dichiarato. L´europarlamentare Pilar del Castillo Vera, che ha presieduto l´audizione, ha espresso il proprio consenso. Deve essere progettato un modello pratico che possa riunire insieme gli scienziati africani ed europei, ha affermato. «Il prossimo passo deve essere veramente l´azione». A livello istituzionale sono già in programma due nuove iniziative. La Commissione europea invierà una seconda delegazione ad Addis Abeba, per concentrarsi sul lavoro inerente all´Unione africana. Verrà inoltre inaugurato un ufficio Scienza con l´Africa, per agevolare i rapporti tra scienziati europei ed africani. L´europarlamentare polacco Jerzy Buzek ha definito la prossima conferenza di Addis Abeba come «l´avvio di Lisbona per l´Africa». Nell´ue, la strategia di Lisbona si pone come obiettivo rendere l´economia europea la più competitiva del mondo entro il 2010. Abbracciare la ricerca come mezzo per sviluppare un´economia della conoscenza è un percorso che l´Europa ha scelto di imboccare qualche tempo fa. Come sottolineato da Jorma Routti della finlandese Creative Industries Management, l´Europa si sta lasciando alle spalle un´economia della pesca e dell´agricoltura. Se l´Africa vuole seguire il medesimo percorso, deve assumersi la responsabilità di creare l´ambiente giusto e di introdurre le politiche adeguate. Tale processo è in verità già in corso, ha spiegato Aida Opoku-mensah, direttore della divisione tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic) e scienza e tecnologia presso la commissione economica Onu per l´Africa. La cooperazione regionale è molto avanzata nella ricerca sull´agricoltura e si stanno incoraggiando altre collaborazioni e la creazione di reti. «Esistono aree limitate di competenze. Ma non è una situazione ottimale. Se ci sono quattro paesi leader in un determinato settore, vogliamo che collaborino con i paesi limitrofi. Sono pronti a farlo», ha dichiarato Opoku-mensah. Dopo tutto, gli scienziati sono persone molto razionali, ha aggiunto Janneh. «Siamo in una fase in cui ciò che è accaduto in passato negli altri paesi ci ispira e ci interessa. Ma non dobbiamo necessariamente seguire il loro sviluppo lineare», ha dichiarato Janneh. «Procediamo a balzi. La conoscenza c´è, è una questione di adattamento. » Routti ha dato un suggerimento aggiuntivo su come l´Africa può assumersi la responsabilità della creazione dell´ambiente giusto per un´economia della conoscenza. Se ogni paese africano avesse il proprio fondo di sviluppo, l´Ue e i singoli paesi potrebbero effettuare donazioni a tali fondi. I beneficiari potrebbero scegliere come spendere le risorse in linea con le loro priorità e circostanze, e i donatori potrebbero controllare il fondo. Tale modus operandi assicurerebbe la fiducia dei donatori nell´iniziativa e la continuità dei loro contributi. In occasione dell´audizione per l´Europa e l´Africa sono stati rivolti appelli ad abbandonare il rapporto donatore-beneficiario. Ma oggi un partenariato alla pari è possibile? La maggior parte dei partecipanti si è detta ottimista, ma è stata espressa anche un´opinione discordante. Patrice Cayre dell´Istituto francese per la ricerca e sviluppo (Ird) ha offerto il seguente punto di vista: «Le economie africane sono fragili. Non possono investire molto nella scienza. Non è e non può essere una priorità. Le capacità di ricerca sono troppo deboli per dare vita a un vero partenariato, che richiede la presenza di almeno due controparti. » Christa Janko, che ha riferito sulla propria esperienza presso la Scuola viennese di scienza clinica, è stata più ottimista: «Il partenariato funziona quando è animato da buone ragioni ed entrambe le parti sono motivate», ha affermato. Janneh ha riferito al Notiziario Cordis che tali partenariati non rischierebbero di ricreare una dipendenza africana dall´Europa puntualizzando che i partner africani verrebbero definiti dagli scienziati africani. Per ora, l´Africa sta perfezionando la propria diplomazia della scienza, per usare le parole di Janneh; infatti al continente «serve solo una rivoluzione della scienza». Per maggiori informazioni consultare: http://www. Sciencewithafrica. Com .  
   
   
ANCORA IN AUMENTO LE INFEZIONI DI HIV IN EUROPA  
 
Bruxelles, 4 dicembre 2007 - L´ultima relazione di Eurohiv, uscita il 23 novembre a Tallinn (Estonia), rivela che nel 2006 sono state diagnosticate complessivamente 86 912 nuove infezioni di Hiv in 50 dei 53 paesi appartenenti all´Oms (Organizzazione mondiale della sanità) nell´area europea. Il 30% di questi casi è stato registrato negli Stati membri dell´Unione europea. La maggior parte dei paesi dell´Ue presenta livelli di infezione inferiori, con una media di 67 nuovi casi per milione di abitanti. Nella relazione, presentata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), si riporta che, se si tiene conto anche dei paesi europei che non fanno parte dell´Unione europea, nel 2006 circa 111 abitanti su un milione hanno contratto il virus dell´immunodeficienza umana. Modelli e cifre relativi alla trasmissione variano nettamente da una regione del continente europeo all´altra: due terzi delle nuove diagnosi di Hiv sono state rilevate nei paesi dell´ex Unione Sovietica. Qui, la principale modalità di contagio (nei casi in cui erano disponibili informazioni riguardo al possibile veicolo di trasmissione) è stato il consumo di droghe per via endovenosa (Idu), responsabile di oltre 22 000 infezioni su un totale di circa 60 000. Più di un quarto dei nuovi portatori della malattia ha tra i 15 e i 24 anni di età e il 41% è di sesso femminile. Il più alto tasso di nuove infezioni è stato registrato senza dubbio in Estonia (504 per un milione di abitanti). «In risposta ai livelli elevati di infezioni di Hiv rilevate, l´Estonia ha lanciato un ambizioso programma a lungo termine per il periodo 2006-2015», ha dichiarato il direttore dell´Ecdc Zsuzanna Jakab alla presentazione della relazione «Hiv/aids Surveillance in Europe» (Vigilare sull´Hiv/aids in Europa). «Tale programma prevede nuove iniziative di sorveglianza, prevenzione e cura. L´ecdc sostiene il lavoro svolto dal governo estone al fine di invertire la tendenza all´aumento dei livelli di infezione di Hiv. A nome dell´Ecdc, ho garantito il sostegno all´Estonia in un certo numero di aree prioritarie, tra cui la sorveglianza, la condivisione delle esperienze di diversi paesi nonché la diffusione di un orientamento europeo sui test Hiv. » In vari paesi dell´Europa occidentale, tra cui Belgio, Francia, Germania, Scandinavia, Regno Unito e altri, sono stati registrati quasi 25 500 nuovi casi, vale a dire 82,5 nuovi portatori di Hiv per milione di abitanti. Più della metà delle nuove infezioni in questi paesi è stata contratta con tutta probabilità attraverso contatti eterosessuali «di cui un´ampia proporzione tra soggetti originari di paesi con un´epidemia generalizzata» come l´Africa subsahariana, si legge nella relazione. Il livello inferiore di infezione è stato osservato nell´Europa centrale, che comprende Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Polonia e altri paesi: sono stati registrati 1 805 nuovi casi (9,4 per milione di abitanti), e i contatti eterosessuali sono stati la principale fonte di contagio (572 casi). Al fine di affrontare il diffondersi del virus, la relazione suggerisce misure diverse: per esempio, nell´Europa orientale dovrebbero essere istituiti programmi di prevenzione e assistenza dedicati, in primo luogo e anzitutto, a coloro che fanno uso di droghe per via endovenosa. Per quanto riguarda l´Europa occidentale, invece, le campagne devono essere rivolte agli eterosessuali, in particolar modo alle comunità di migranti, senza escludere i programmi per altri gruppi. Un articolo maggiormente dettagliato è disponibile on line sul sito di Eurosurveillance, la rivista scientifica dell´Ecdc sottoposta a referaggio sulle malattie trasmissibili. A partire dal gennaio 2008, della stesura della relazione annuale si occuperanno l´Ecdc e l´Ufficio regionale per l´Europa dell´Oms (Oms Euro), subentrando alla rete europea dedicata di sorveglianza Eurohiv. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Eurosurveillance. Org/releases/index-05. Asp?langue=05 .  
   
   
LA IAVI GUIDA LA RICERCA DI UN VACCINO CONTRO L´AIDS  
 
Bruxelles, 4 dicembre 2007 - Per la lotta contro l´Aids, che si è celebrata il 1° dicembre, l´Organizzazione mondiale della sanità ha reso noti dati da cui si evince che nel 2007 i nuovi contagiati dal virus dell´immunodeficienza umana (Hiv) sono stati 2,5 milioni. Queste cifre equivalgono a una media di oltre 6 800 nuove infezioni al giorno e portano il numero totale dei sieropositivi a 33,2 milioni. Tali dati evidenziano l´importanza di trovare al più presto un vaccino contro questa devastante malattia e a guidare gli sforzi globali in tal senso è l´Iniziativa internazionale per un vaccino contro l´Aids (International Aids Vaccine Initiative, Iavi). Quando nel 1996 venne fondata la Iavi, la ricerca su un vaccino contro l´Aids era molto limitata e si concentrava principalmente sui paesi sviluppati. Nel corso degli anni, la Iavi si è battuta sia per incrementare significativamente le attività per la ricerca di un vaccino contro l´Aids in tutto il mondo sia per spostare l´attenzione sui paesi in via di sviluppo, dove vive la maggior parte delle persone positive all´Hiv. Il fatto che ora esistano circa 30 vaccini candidati nelle sperimentazioni cliniche di tutto il mondo è in ampia misura dovuto al lavoro della Iavi. «Abbiamo nuovamente iscritto i vaccini contro l´Aids nell´agenda internazionale e lo sviluppo di vaccini nell´agenda sull´Aids», ha dichiarato Frans van den Boom, vicepresidente della Iavi, Programmi europei. L´organizzazione opera come partenariato pubblico­privato per lo sviluppo di prodotti, che riunisce rappresentanti dell´industria, del mondo accademico e del governo al fine di accelerare il processo che prevede lo sviluppo di vaccini candidati promettenti in laboratorio e la loro applicazione nelle sperimentazioni cliniche. Un aspetto importante del lavoro di questa organizzazione è la creazione di capacità di ricerca nei paesi in via di sviluppo stessi, tra cui figurano la costruzione di laboratori e cliniche nonché la formazione di scienziati e di operatori sanitari locali. La Iavi collabora inoltre con le istituzioni locali per raggiungere le comunità attraverso attività di educazione e sensibilizzazione su sperimentazioni di vaccini candidati. Quando ha rilasciato l´intervista al Notiziario Cordis, il dottor van den Boom era appena tornato da un viaggio in Ruanda, in cui la Iavi opera a stretto contatto con il progetto San Francisco. Negli ultimi quattro anni, questo progetto da solo ha fornito consulenza sulla prevenzione dell´Hiv a circa 30 000 coppie. Tra le coppie che non hanno ricevuto alcun tipo di consulenza, la prevalenza dell´Hiv in questa comunità è pari al 25%, mentre tra coloro che hanno ricevuto tali informazioni è scesa fino ad arrivare ad appena il 3%. Una parte di quest´ultimo gruppo parteciperà ora a esperimenti su un potenziale vaccino contro l´Hiv. La Iavi sottolinea che tutti coloro che partecipano alle sue sperimentazioni cliniche ricevono informazioni dettagliate sia sulla sperimentazione stessa che sulle azioni che possono intraprendere per ridurre il rischio di contrarre l´Hiv. I partecipanti possono inoltre accedere ad altri metodi di prevenzione come i profilattici e sono liberi di abbandonare la sperimentazione in qualsiasi momento. Sviluppare un vaccino contro una nuova malattia non è mai un compito facile; dalla scoperta del virus della poliomielite allo sviluppo di un vaccino antipolio, infatti, sono trascorsi 47 anni. L´hiv è stato scoperto solo 24 anni fa. Tuttavia, sviluppare un vaccino contro l´Aids si sta rivelando un´impresa particolarmente ardua. «Si tratta del virus più complesso che conosciamo», ha spiegato il dottor van den Boom. L´hiv muta con estrema velocità ed esistono molti sottotipi del virus. Attualmente gli scienziati non sanno se un vaccino che è efficace contro un sottotipo sarà efficace anche contro altri sottotipi. Sono presenti sottotipi diversi nelle varie regioni del mondo. Un secondo problema che i ricercatori di un vaccino devono affrontare è la mancanza di un modello animale valido per l´Hiv; di conseguenza diventa difficile prevedere quale effetto avrà sugli esseri umani un vaccino che sembra efficace negli animali. Infine, mentre molti vaccini utilizzano una versione indebolita del virus, nel caso dell´Hiv questo approccio viene considerato troppo pericoloso in quanto tale vaccino è potenzialmente in grado di causare proprio l´infezione che dovrebbe prevenire. I ricercatori sono invece costretti ad adottare approcci alternativi che prevedono l´uso solo di una parte della struttura del virus, tra cui proteine dell´involucro esterno del virus o copie di singoli geni dell´Hiv. I problemi che lo sviluppo di un vaccino efficace comporta sono emersi di recente, quando uno dei principali vaccini candidati, sviluppato da Merck, si è rivelato inefficace nelle sperimentazioni cliniche. «È stata una delusione per il settore poiché si pensava che questo vaccino sarebbe stato parzialmente efficace», ha dichiarato il dottor van den Boom al Notiziario Cordis. Tuttavia, alla Iavi preme precisare che, nonostante il fallimento del vaccino candidato di Merck, la sperimentazione è andata a buon fine. «Il contributo dei volontari non è stato inutile», ha affermato il presidente e direttore generale della Iavi, Seth Berkley. «Grazie al loro impegno, il settore disporrà di nuovi dati che informeranno la futura progettazione del vaccino, contribuiranno stabilire la priorità tra i candidati in fase di realizzazione e orienteranno le decisioni sul miglior modo di procedere con le sperimentazioni attuali e future. » In ultima analisi, la Iavi resta ottimista sulla possibilità di trovare un vaccino contro l´Hiv. «Continueremo a investire nella ricerca e continueremo anche a inserire i vaccini candidati nelle sperimentazioni cliniche», ha dichiarato il dottor van den Boom. Nei prossimi anni sarà estremamente importante rispondere agli interrogativi scientifici fondamentali che ostacolano i progressi nello sviluppo di un vaccino sull´Aids. Di conseguenza, l´organizzazione ha recentemente ampliato la propria infrastruttura per la scienza applicata con un laboratorio per lo sviluppo di un vaccino contro l´Aids e ha istituito un fondo per l´innovazione, al fine di stimolare l´innovazione coinvolgendo nuovi operatori e apportando nuove idee al settore. L´ue fornisce già finanziamenti alla Iavi per aiutarla a preparare le comunità a partecipare alle sperimentazioni cliniche. Tuttavia, secondo il dottor van den Boom, l´Ue potrebbe fare di più. «È importante che l´Ue destini maggiori finanziamenti alla ricerca di un vaccino contro l´Aids», ha affermato, rilevando che attualmente la maggior parte dei fondi a favore della ricerca di un vaccino contro l´Aids proviene dagli Stati Uniti. «Il secondo aspetto è che non abbiamo un meccanismo valido per la ricerca transnazionale; pertanto, come possiamo inserire al più presto candidati promettenti nelle sperimentazioni cliniche? È urgente disporre di tale meccanismo. » Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Iavi. Org/ .  
   
   
LOTTA AL DOLORE: DOMANI A TORINO IL TERZO CONVEGNO NAZIONALE  
 
Torino, 4 dicembre 2007 - Oggi, a Torino, presso Eataly – Museo Carpano – Sala Dei Duecento, a partire dalle ore 9. 15, si tiene il terzo convegno nazionale Lotta al dolore, qualità della vita: eliminare il dolore inutile per una migliore qualità dell’assistenza e una migliore qualità di vita . Organizzato dall’Assessorato alla tutela della salute e sanità, in collaborazione con l’Asl 18, l’appuntamento si inserisce nell’ambito delle attività della Rete regionale della lotta al dolore, con l’obiettivo di favorire il confronto tra le esperienze avviate su questo fronte nelle diverse parti del paese. «L’umanizzazione delle cure e il miglioramento della qualità dei servizi sanitari - spiega l’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio - non possono prescindere dalla previsione di azioni efficaci anche sul fronte della lotta al dolore, che devono necessariamente fondarsi su livelli sempre maggiori di collaborazione tra operatori sanitari, malati, cittadini. In questo senso, da anni in Piemonte è attiva una rete regionale, che opera sia per garantire a tutti i pazienti afferenti alle strutture ospedaliere piemontesi un adeguato trattamento del dolore, attraverso la diffusione e l’applicazione di linee guida e raccomandazioni cliniche, sia per assicurare la continuità terapeutica nei pazienti con dolore cronico e acuto, attraverso programmi di controllo nel tempo, organizzati anche in accordo con i medici di famiglia o gli specialisti». Grazie all’attività della Rete, oggi in tutti gli ospedali piemontesi esiste un Comitato aziendale “Ospedale senza dolore”, che assicura che il dolore venga considerato il “quinto segno vitale” e quindi monitorato, di routine, alla stregua della temperatura corporea o della pressione, per poter essere controllato nel migliore dei modi possibili. «Misurare il dolore tutti i giorni, per tutti i pazienti ricoverati - continua Artesio - compilando la scheda di rilevazione del dolore, è il primo passo compiuto per debellare il dolore inutile e per favorire la centralità del malato. Ma nei prossimi mesi una nuova sfida ci attende: nel giugno scorso, infatti, la Giunta regionale ha approvato la costituzione di un nuovo Comitato regionale, che sta lavorando per garantire che la lotta al dolore venga praticata lungo tutto il percorso di cura, quindi anche nel passaggio dall’ospedale al territorio». .  
   
   
CANCRO, ASCOLTO E DIALOGO SONO PARTE DELLA TERAPIA MA IL 70% DEI MEDICI NON HA MAI STUDIATO COMUNICAZIONE COINVOLTE OLTRE 100 DONNE CON TUMORE DEL SENO IN TRE CENTRI DI ECCELLENZA  
 
 Roma, 4 dicembre 2007 - Comprensivo, amichevole, sincero: sono gli aggettivi che le pazienti con tumore del seno scelgono per descrivere il loro medico. Si dicono abbastanza soddisfatte del tempo dedicato alla visita (in media dai 15 ai 30 minuti), del dialogo con lo specialista, della sua capacità di ascolto. Gli oncologi utilizzano un linguaggio comprensibile, si dimostrano attenti alle aspettative della malata e offrono un importante sostegno per affrontare le più frequenti complicanze. Questi i risultati del primo progetto pilota in Italia sulla comunicazione in oncologia, che ha coinvolto tre centri di eccellenza nel nostro Paese, l’ Ifo Regina Elena di Roma, l’Istituto nazionale dei Tumori di Milano e il Policlinico-universitario di Modena. “La “promozione” da parte delle pazienti ci fa certamente piacere ma siamo consapevoli di averla ottenuta perché operiamo in strutture di primo livello e senz’altro grazie alle nostre caratteristiche personali ed esperienza clinica, non certo per solide competenze acquisite - spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore dell’Oncologia Medica A dell’Irccs Regina Elena di Roma e coordinatore del progetto –. In Italia, infatti, la comunicazione non fa ancora parte della preparazione professionale degli oncologi. Dall’indagine risulta che circa il 60% considera la propria formazione universitaria su questo tema poco adeguata (un ulteriore 10% per nulla adeguata), solo uno su tre ha avuto la possibilità di seguire corsi Ecm dedicati e solamente la metà li ha effettivamente frequentati”. Secondo gli operatori la mancanza di formazione rappresenta uno dei maggiori ostacoli ad una buona comunicazione. Una lacuna che va colmata: la maggior parte dei professionisti chiede che vengano attivati corsi specifici su questo tema. Vengono inoltre presentate oggi due “guide alla comunicazione”, per facilitare la relazione: una pensata espressamente per i medici l’altra rivolta al paziente. Il progetto pilota ha coinvolto oltre cento donne con tumore del seno, selezionate per tipo di trattamento (chemioterapia, ormonoterapia, terapie biologiche). A ciascuna è stato somministrato un questionario diviso per macroaree: il linguaggio (“le parole del cancro”), i tempi e le modalità della visita, il rapporto con il medico, gli effetti delle terapie nella vita sociale ed affettiva del paziente (i problemi più frequenti, l’imbarazzo). Un analogo questionario, con un focus aggiuntivo sulla formazione, è stato somministrato anche agli oncologi che si occupano di tumore del seno. “La fase di restituzione e discussione condivisa dei risultati è stata estremamente utile per mettere a fuoco alcune dinamiche che nella pratica clinica quotidiana possono sfuggire – afferma il prof. Pierfranco Conte, responsabile del Dipartimento integrato di oncologia ed ematologia dell’Università di Modena-reggio Emilia. – Ad esempio è emerso che le pazienti preferiscono che il medico parli sempre direttamente con loro della malattia, e credono che lo faccia sempre. Da quanto dichiarano gli oncologi risulta invece che talvolta si preferisce parlare prima con i familiari. Le stesse pazienti poi dichiarano di preferire i parenti allo specialista per confidare problemi di carattere meno “medico” e con una maggiore componente psicologica come quelli sessuali, il disagio per il proprio aspetto, la vergogna e il senso di dipendenza”. Le complicanze più diffuse sono invece il dolore, la paura, la stanchezza, i disturbi intestinali e alimentari. Su questi argomenti, il confronto con il medico risulta determinante per gestire il problema. “Questi risultati dimostrano come una buona comunicazione, affiancata alla migliore terapia possibile, sia fondamentale per aumentare la soddisfazione e la compliance del paziente, un obiettivo primario nella lotta globale alla patologia – afferma il prof. Luca Gianni, Direttore dell’Oncologia Medica 1 dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – . Ma è emerso chiaramente anche come la comunicazione sia determinante per migliorare la soddisfazione del medico stesso e, in misura minore, prevenirne il burn out e ridurre le controversie medico legali”. Da qui la richiesta unanime, da parte degli specialisti, di dar seguito a questo progetto pilota, ampliando il numero di centri coinvolti ed ottimizzando i risultati raggiunti. Le prossime tappe prevedono, oltre alla distribuzione delle guide, l’attivazione di un corso on-line sulla comunicazione, anche con la modalità dell’e-learning, per arrivare ad un più vasto pubblico di oncologi italiani. Il questionario sarà inoltre esteso ad altre unità di oncologia medica sul territorio nazionale, come una sorta di audit interno per verificare il livello di soddisfazione delle pazienti, individuare criticità e definire percorsi di miglioramento. Saranno inoltre incluse nel progetto anche altre categorie di malati con patologie diverse o al primo accesso. Il progetto pilota e gli sviluppi futuri sono sostenuti grazie ad un educational grant di sanofi-aventis. .  
   
   
“ALZHEIMER: TRA RAGIONE E SENTIMENTO” X INCONTRO DI NATALE  
 
Milano, 4 dicembre 2007 - Un incontro per parlare della malattia di Alzheimer non solo sotto il profilo medico ma anche e soprattutto della famiglia quello proposto dalla Federazione Alzheimer Italia, che mercoledì 12 dicembre 2007 alle ore 17. 30 presso la Sala Colonne della Banca Popolare di Milano in via San Paolo 12 presenta il romanzo “Lo sconosciuto” di Nicola Gardini e il manuale “L’operatore e il paziente Alzheimer” di Raffaella Galli e Mariarosa Liscio. “Lo sconosciuto” è un romanzo autobiografico e narra la storia di un uomo, Nicola, che vede suo padre, Bruno, malato di Alzheimer, trasformarsi giorno dopo giorno e inesorabilmente in uno sconosciuto. In questo piccolo libro c’è qualcosa che ci accomuna tutti, anche coloro che l’Alzheimer non l’hanno conosciuto ancora. “L’operatore e il paziente Alzheimer” è invece un manuale che illustra i problemi del comportamento del malato e i modi per affrontarli: il paziente comunica come può e sta a noi imparare a capirne il disagio interpretandone il comportamento. Partecipano all’incontro, oltre agli autori, il medico e psicoanalista Alberto Spagnoli e la giornalista Gianna Milano. Il romanzo ”Lo sconosciuto” può rappresentare un regalo di Natale che rompe il silenzio e l’indifferenza che circonda ancora la malattia e, inoltre, grazie alla collaborazione tra l¹editore Sironi e la Federazione Alzheimer Italia, ogni copia del romanzo acquistata a prezzo scontato su www. Sironieditore. It permette di raccogliere fondi che saranno devoluti alla Federazione Alzheimer Italia. I fondi raccolti con questa iniziativa aiuteranno a potenziare i servizi, della Federazione Alzheimer, per essere vicini con nuove attività ai malati e alle loro famiglie. .  
   
   
DISTROFIA, FORMIGONI INAUGURA NUOVO CENTRO "NEMO"  
 
 Milano, 4 dicembre 2007 - Mille pazienti all´anno tra degenza, day hospital e servizi ambulatoriali, uno staff medico e infermieristico di 32 unità, venti posti letto per le degenze ordinarie (di cui 6 per l´età pediatrica e 4 per il day hospital), 1,5 milioni di euro di costo per la ristrutturazione degli spazi e per l´allestimento. Sono alcuni dei numeri di "Nemo", il primo e unico Centro Clinico polifunzionale in Italia dedicato esclusivamente alla cura, alla riabilitazione e alla ricerca nel campo della distrofia e della malattie neuromuscolari, inaugurato il 30 novembre a Niguarda dal presidente lombardo, Roberto Formigoni, alla presenza del direttore generale dell´Ao milanese, Pasquale Cannatelli e dei presidenti di Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e Aisla (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), Alberto Fontana e Mario Melazzini. "Nemo" (Neuromuscular Omnicentre) nasce idealmente nel 2004 quando il presidente Formigoni si assunse personalmente l´impegno di trovare e mettere a disposizione un luogo adatto per la sua realizzazione, individuandolo poi a Niguarda, e garantendo un finanziamento da parte della Regione Lombardia per la ristrutturazione degli spazi idonei. Dopo tre anni "Nemo" è una realtà, grazie alla collaborazione con Uildm, Fondazione Telethon, Aisla e al Niguarda stesso. "Oggi è una giornata emozionante per tutti noi - ha dichiarato Formigoni nel corso del suo intervento alla cerimonia odierna - Una giornata vera, nella quale ognuno deve ringraziare gli altri per l´impegno e la passione che hanno messo nel dar vita a questo sogno. Quello che inauguriamo oggi è un centro veramente innovativo che apre nuovi fronti nella lotta alle malattie più gravi e invalidanti, come sono quelle neuromuscolari, che affliggono decine di migliaia in persone solamente in Italia, compromettendo progressivamente la loro vita, la loro stabilità psicologica, come anche quella dei loro familiari". "Ed è proprio a queste persone, capaci di farci apprezzare ancor più la bellezza e allo stesso tempo la fragilità della vita che ci è stata donata - ha aggiunto - che va il nostro impegno per garantire che accanto a loro ci sia sempre una presenza umana e la struttura più adeguata possibile. Questo centro è dunque qualcosa di veramente grande, che nasce dalla consapevolezza di affrontare queste malattie in maniera globale, dall´idea cioè di creare un luogo dove si possano applicare le terapie cliniche e riabilitative più nuove ed appropriate in un´ottica multidisciplinare, dove si faccia anche informazione, prevenzione e consulenza genetica, dove infine la ricerca scientifica abbia la possibilità di impegnarsi per cercare nuove terapie". .  
   
   
GIORNATA MONDIALE ANTI-AIDS,L´IMPEGNO DELLA REGIONE LOMBARDIA  
 
 Milano, 4 dicembre 2007 - "Nonostante i risultati decisamente positivi conseguiti in questi anni dalla Regione Lombardia nella cura e nella prevenzione dell´Aids, non abbiamo nessuna intenzione di abbassare la guardia: prosegue anzi il nostro impegno nel diffondere sempre più tra i cittadini la coscienza dei comportamenti a rischio da evitare, e nell´investire ulteriori risorse per la ricerca epidemiologica e per l´avvio di iniziative di prevenzione sempre più mirate ed efficaci". Lo ha affermato l´assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, in occasione della Giornata Mondiale della lotta all´Aids, (l´appuntamento internazionale nato nel 1988) che si è celebrato, sabato 1 dicembre. A partire dal prossimo gennaio prenderà ad esempio il via un progetto (per il quale si è chiesta la collaborazione dell´Istituto Superiore di Sanità) per comprendere più a fondo quali siano i comportamenti che espongono ad un maggior rischio di essere contagiati. Lo studio, rigorosamente anonimo, chiederà ai soggetti contagiatisi di recente di fornire ulteriori informazioni sui fattori ed eventi che possono aver determinato l´infezione. Questo potrà consentire di indirizzare le future iniziative di prevenzione, campagne informative, progetti educativi nella linea dell´efficacia, evitando un impiego di risorse diffuso e, probabilmente, poco incidente sulla patologia e la sua diffusione. I Numeri - Ad oggi sono più di 20. 000 sono le persone che si rivolgono agli ospedali lombardi per ricevere assistenza, effettuare periodici esami ed essere sottoposti a terapia con antiretrovirali. Circa 250 sono i posti letto per malati di Aids in comunità alloggio, regolarmente occupati per mesi o anni, ove non sia possibile un loro inserimento in famiglia. Tre sono invece gli hospice dedicati ai malati in fase terminale e 5 i centri diurni, dedicati all´assistenza semiresidenziale. Per la formazione del personale ospedaliero di Asl e Aziende Ospedaliere sono attivi programmi permanenti, che coinvolgono i 15 reparti ospedalieri di malattie infettive. In ogni Asl sono attivi Sert e Centri di riferimento Hiv dove ogni cittadino può effettuare anonimamente il prelievo per l´accertamento dell´infezione e ricevere supporto. Ogni anno circa 2000 ricoveri sono effettuati specificamente per la cura dei casi di Aids. In ciascuna Asl sono attivi programmi di prevenzione, rivolti alla popolazione scolastica e giovanile o a gruppi a elevato rischio di infezione, cui, negli anni passati, sono state destinate numerose risorse aggiuntive. . .  
   
   
DISABILI, ABELLI: PRIORITA´ ALL´INTEGRAZIONE  
 
Milano, 4 dicembre 2007 - "I risultati del progetto europeo che oggi presentiamo indicano nella famiglia il supporto principale per le persone con disabilità. Mantenere le persone disabili nel proprio ambito sociale e familiare, aiutandole a sviluppare le proprie potenzialità è sempre stato un obiettivo della Regione Lombardia. La famiglia è diventata protagonista del sistema dei servizi e delle politiche riguardanti il nostro sistema socio sanitario". Lo ha affermato l´assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà sociale, Gian Carlo Abelli, intervenendo 30 novembre alla giornata conclusiva del convegno, organizzato dalla Comunità europea, in collaborazione con Regione Lombardia e Istituto neurologico Besta di Milano, per presentare i risultati del progetto europeo Mhadie (Measuring health and disability in Europe). Al progetto Mhadie hanno lavorato, per tre anni, ricercatori di 24 Paesi europei con l´obiettivo di individuare un parametro comune, utile a definire e misurare la salute e la disabilità. La definizione proposta dai ricercatori del progetto è una lettura della disabilità che contempla nella persona non solo il lato biologico, ma anche quello psicologico e sociale. Una lettura del bisogno, ma anche una risposta integrata che vede l´impegno di tutta la comunità e delle istituzioni. "Tutto ciò - ha affermato l´assessore Abelli - è molto affine a quanto è stato previsto e realizzato in Lombardia negli ultimi anni. Centralità della persona, libertà, sussidiarietà, solidarietà sono infatti i quattro pilastri del nostro welfare, che hanno portato a realizzare una rete socio-sanitaria e socio-assistenziale dinamica che offre, anche ai disabili, il diritto di poter mantenere e sviluppare le proprie condizioni di vita. Le comunità socio-sanitarie, ad esempio, nate due anni fa per accogliere, in un ambiente simile a quello familiare, le persone con i problemi più gravi, sono passate da 729 posti letto a 936 mentre sono più di 5. 500 le persone che hanno usufruito del servizio di assistenza domiciliare per il 2006, grazie a un finanziamento di quasi 17 milioni di euro derivante in gran parte dal fondo regionale". Le indicazioni del progetto Mhadie, di cui Regione Lombardia e Istituto neurologico Besta sono partner italiani, sono già state fatte proprie da due ministeri: quello delle Salute e quello della Solidarietà Sociale che li stanno applicando nelle loro politiche per la disabilità, la non autosufficienza e la valutazione dei bambini da inserire a scuola. I risultati del progetto e di questo convegno, aperto ieri mattina dal presidente dell´Istituto Besta, Alessandro Moneta - che aveva sottolineato l´importanza di "poter utilizzare, nel campo della salute e della disabilità modelli comuni e condivisi per poter disporre di un quadro attendibile" - verranno inviati, entro il prossimo aprile, al Palamento europeo, sotto forma di "raccomandazioni", perché tutti i paesi d´Europa possano adottare una comune definizione di disabilità in ambito clinico, scolastico e statistico. .  
   
   
SOCIALE. PRESENTATI A PADOVA I RISULTATI DELL’ATTIVITA’ DI ANALISI DEI PIANI DI ZONA. ASSESSORE VALDEGAMBERI: SUPERARE I CAMPANILISMI PER DARE SERVIZI PIU’ EFFICIENTI  
 
Padova 4 dicembre 2007 - L’assessore veneto alle Politiche sociali, Stefano Valdegamberi è intervenuti ieri a Padova al convegno di presentazione dei risultati dell’attività di analisi dei Piani di zona 2007/2009, lo strumento con il quale la Giunta regionale intende conseguire l’integrazione istituzionale ed operativa fra attività sociali e socio-sanitarie e individuare, tra l’altro, i bisogni prioritari, le strategie di prevenzione, le risorse disponibili, le condizioni di valutazione sociale dei risultati. “Si tratta- sottolinea Valdegamberi- di un meccanismo con il quale la Giunta intende sempre più ottimizzare l’utilizzo delle risorse per dare ai cittadini servizi migliori e rispondenti alle loro reali esigenze. Oggi – ha precisato l’Assessore- ci troviamo di fronte ad una realtà dove il 50% della spesa sanitaria e il 75% di quella sociale è assorbito dalle esigenze della popolazione veneta con più di 65 anni. Per non rischiare di trovarci nell’impossibilità di sostenere economicamente l’assistenza sociale è quindi necessario programmare in una logica di omogeneizzazione e di solidarietà territoriale, superando i campanilismi o i localismi e creando situazioni che vedano l’unificazione dei servizi sociali quantomeno al livello di Ulss. E’ intenzione di questa giunta- ha concluso Valdegamberi- mantenere e migliorare gli standard qualitativi fin qui raggiunti, in una logica di ottimizzazione delle risorse economiche e professionali”. .  
   
   
FISH: CHIEDIAMO PARITÀ DI TRATTAMENTO TRA LE ASSOCIAZIONI!  
 
Roma, 4 dicembre 2007 - C´è soprattutto un punto del Disegno di Legge approvato il 28 novembre al Senato che suscita la forte protesta della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell´Handicap): è quello che conferisce un ulteriore finanziamento straordinario alle cosiddette "associazioni storiche". Secondo il presidente della Fish Barbieri, a questo punto anche la Federazione Italiana per il Superamento dell´Handicap deve poter ottenere un´erogazione analoga. È ferma la protesta della Fish (Federazione Italiana per il Superamento del´Handicap), dopo la lettura del Disegno di Legge 1819-B, approvato il 28 novembre al Senato (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale). «Nella lettura dell´articolo 31 del Disegno di Legge 1819-B - dichiara infatti Pietro V. Barbieri, presidente nazionale della Fish, in una nota ufficiale inviata al presidente della Camera Fausto Bertinotti e a tutti i presidenti di Gruppo - abbiamo notato con estrema sorpresa che vi è un finanziamento straordinario, oltre quindi a quanto già percepiscono, di tre milioni di euro complessivi alle cosiddette "associazioni storiche" [Anmic, Anmil, Ens, Uic e Unms, N. D. R. ], in barba ad ogni criterio di uguaglianza tra associazioni. Siamo convinti che l´intento del Legislatore non sia quello di compiere un atto così forte in termini discriminatori ed onde evitare una protesta che salga dal Paese in maniera forte - che si sta già mobilitando - e che alimenti ulteriormente il clima di antipolitica, proponiamo a questo punto che venga introdotto un emendamento che finanzi con altrettanti tre milioni di euro in Finanziaria le associazioni aderenti alla Fish, da distribuirsi come contributo straordinario su base territoriale». Il presidente della Fish si riferisce poi ad una proposta di legge della quale il nostro sito aveva dato conto a suo tempo, vale a dire quella presentata il 2 maggio scorso dal deputato dell´Italia dei Valori Federico Palomba, riguardante Disposizioni per l´eguaglianza tra le associazioni costituite per la rappresentanza e la tutela delle persone affette da minorazioni, nonché istituzione della Consulta Nazionale per il superamento dell´handicap. «La disparità associativa dev´essere eliminata alla radice - sottolinea Barbieri - affrontando la proposta di legge n. 2570 presentata il 2 maggio 2007 dall´onorevole Palomba, volta ad abrogare quelle norme che riconoscono ad alcuni associazioni particolari diritti non riconosciuti ad alcun altro ente profit e non profit di diritto privatistico. In tal senso proponiamo un emendamento che abroghi la partecipazione dei medici delle "associazioni storiche" nelle commissioni mediche legali di accertamento dell´invalidità (che produrrebbe anche un enorme risparmio del gettone di presenza a loro versato) e di abrogare conseguentemente il trasferimento degli elenchi delle persone certificate a quelle organizzazioni». «Riteniamo particolarmente disdicevole - conclude Barbieri - che la maggioranza di centrodestra non abbia mai prodotto un finanziamento così arbitrario e che questo invece accada nel governo di centrosinistra. Chiediamo parità di trattamento!». Nel documento viene anche sostenuta con forza la riserva del servizio civile destinata a persone con disabilità, «in quanto i servizi di aiuto personale previsti dall´articolo 8 della Legge 104/92 sono scarsi o inesistenti e comunque è prevista dallo stesso articolo 8 che vi sia anche l´intervento del servizio civile». Da segnalare infine che la Fish ha elaborato numerosi altri emendamenti alla Legge Finanziaria per il 2008, per promuovere i diritti delle persone con disabilità, riguardanti principalmente gli accertamenti d´invalidità, i contributi per l´eliminazione delle barriere architettoniche e vari provvedimenti per la semplificazione amministrativa e il controllo delle spese. Www. Superando. It www. Fishonlus. It .  
   
   
ARKIMEDICA S.P.A.: CONCLUSA LA SOTTOSCRIZIONE DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CONVERTIBILE “ARKIMEDICA S.P.A. 2007-2012 CONVERTIBILE 5%": RISULTATI COMPLESSIVI DELL’OFFERTA.  
 
Cavriago, 4 dicembre 2007 - Si è conclusa il 28 novembre l’operazione relativa all’offerta in opzione agli azionisti Arkimedica S. P. A. Di n. 10. 000. 000 obbligazioni convertibili in azioni ordinarie Arkimedica S. P. A. Di nuova emissione (le “Obbligazioni Convertibili”) del prestito obbligazionario convertibile denominato “Arkimedica S. P. A 2007-2012 convertibile 5%”. Al termine dell’offerta sono stati esercitati n. 48. 216. 600 diritti di opzione corrispondenti a n. 5. 580. 625 Obbligazioni Convertibili pari a circa il 55,81% del totale delle Obbligazioni Convertibili oggetto dell’offerta, per un controvalore pari a euro 15. 625. 750, mentre sono rimasti inoptati n. 38. 183. 400 diritti di opzione corrispondenti a n. 4. 419. 375 Obbligazioni Convertibili pari a circa il 44,19% del totale delle Obbligazioni Convertibili oggetto dell’offerta. Ai sensi di quanto previsto dall’accordo di garanzia sottoscritto in data 18 ottobre 2007 tra l’Emittente e Centrobanca - Banca di Credito Finanziario e Mobiliare S. P. A. , quest’ultima, in qualità di Garante, ha sottoscritto integralmente le Obbligazioni Convertibili corrispondenti ai diritti di opzione rimasti inoptati. L’operazione si è quindi conclusa con la sottoscrizione di tutte le n. 10. 000. 000 Obbligazioni convertibili, per un controvalore complessivo di euro 28. 000. 000. .  
   
   
CHÉRI SAMBA A CURA DI LUCA BEATRICE 4 DICEMBRE 2007 – 31 GENNAIO 2008  
 
 Milano, 4 dicembre 2007 - Artista di riferimento per la cultura africana, ormai promosso al rango di star internazionale, Chéri Samba fa il suo debutto a Milano con la sua prima mostra personale a Corsoveneziaotto. Nato nel 1956 a Kinto M’vuila (oggi nella Repubblica Democratica del Congo), Samba Wa Mbimba N’zingo Nuni Masi Ndo Mbasi, detto “Chéri Samba”, appartiene a quella rara categoria di artisti capaci di esprimere concetti universali, comprensibili in ogni angolo del pianeta, eppure ricchi di elementi locali, di forte attaccamento alle proprie radici. La leggenda vuole che nella sua prima esposizione a Kinshasa presentò le proprie opere appese ai rami di un albero situato in mezzo a un incrocio. In occidente si fece conoscere nella grande mostra Le magiciens de la terre, Centre Pompidou, Parigi 1989. Soprattutto in Francia Samba è considerato artista di riferimento dell’Africa contemporanea: tiene una grande personale alla Fondation Cartier nel 2004, lo stesso anno prende parte ad Africa Remix, mostra itinerante nei principali musei del mondo, fino alla sala personale dell’ultima Biennale di Venezia. Procedendo per contrasti e sottili provocazioni, Chéri Samba tratta temi legati alla vita nel continente nero: i costumi, la corruzione politica, il dramma dell’aids, la prostituzione, le leggende popolari. Le sue tele, dipinte con sgargianti colori ad acrilico, denotano un chiaro impianto scenografico. L’artista predilige una composizione spaziale che indirizza lo sguardo del pubblico verso le scene ritratte secondo un ordine preciso. I personaggi stilizzati, simili a cartoni animati e fumetti, sono raffigurati in atteggiamenti espressivi ed eloquenti. Sovente è lui stesso il protagonista delle opere, altre volte invece sono raffigurati personaggi pubblici, politici oppure gente comune. Lo stile è ironico, sarcastico, drammatico, ma anche intriso di gioia e humor. Il messaggio è rafforzato del testo, un commento talora giocoso, innocente e sentenzioso, in francese o in dialetto lingala. La scrittura, che accentua o rovescia il discorso pittorico, è un escamotage utilizzato per catalizzare più a lungo l’attenzione di chi osserva l’opera. “L’uomo di Kinshasa”, come ama definirsi il pittore, ha dichiarato: “Io credo che l’artista non possa limitarsi. Io dipingo per l´umanità, dipingo per tutti. E’ vero, non posso metterci tutte le lingue che si parlano nel mondo ma non dipingo sempre solo per gli africani. Posso trarre ispirazione dall’Africa per qualcosa che riguarda anche gli europei”. Una ventina di tele recenti di vario formato ne raccontano la poetica, l’attitudine e lo stile. Il catalogo della mostra, a cura di Luca Beatrice, è pubblicato da Silvana Editore .  
   
   
BARBARA RODRIGUEZ NEUSCH. OPERE 1 – 30 DICEMBRE 2007 A COMO DAL 1° AL 30 DICEMBRE 2007  
 
Como, 4 dicembre 2007 - Sarà in uno dei suoi spazi espositivi più affascinanti e carichi di storia, la ex chiesa di San Pietro in Atrio, ad accogliere la prima personale italiana di uno dei talenti giovani più luminosi del Sud America: l’argentina Barbara Rodriguez-neusch. Patrocinata dal Consolato della Repubblica Argentina di Milano, la mostra, curata da Simona Vigo, è promossa dal Comune di Como – Assessorato alla Cultura e da Agorarte, una società del Gruppo Camuzzi, che opera da cinque anni nel mondo dell’arte con una spiccata propensione nella valorizzazione di artisti giovani. Il percorso espositivo presenta 20 dipinti che appartengono alla sua recente produzione e si caratterizzano per una scelta monotematica nel soggetto rappresentato: gli animali sono i protagonisti indiscussi delle sue opere. L’ultima produzione di opere, che la mostra rivela, mette in scena proprio questo aspetto della sua pittura con interessanti varianti monotematiche dal punto di vista compositivo e iconografico rispetto alla produzione precedente. Attratta dal modo in cui alcuni racconti mitologici delegano la descrizione degli istinti umani agli animali, l’artista decide di rappresentare sulla tela soltanto animali come se gli uomini non fossero ancora comparsi o si fossero estinti. Si tratta di monumentali opere monocromatiche da cui irrompono creature quasi primordiali: cuccioli indifesi, o animali feroci, primitivi, irreali o evolute forme ancestrali che divengono metafora di istinto, violenza, lotta perenne tra vita e morte. Tigri dalle lunghe zanne preistoriche, aquile che si contorcono in battaglie con cigni lupi che emergono come fantasmi, tutti che con un tratto selvaggio e malinconico insieme, tormentati dal loro istinto aggressivo. “L’intento dell’artista – sottolinea la curatrice - è quello di trovare una modalità di rappresentazione della vita prima dell’intervento degli uomini e parallelamente indagare nell’istinto umano usando immagini ferine. Così strane creature fiabesche sembrano prendere forma sulla tela, come se ci trovassimo in un universo parallelo a quello razionale, tra l’irreale fantastico e il primordiale violento di cui gli esseri umani preservano una memoria poco organizzata e intuitiva”. Ed è proprio con questa intenzione che l’artista vuole applicare alla sua pittura la teoria psicanalitica della memoria selettiva per cui noi tratteniamo immagini lacunose, deformate e spesso apparentemente incomprensibili dei sogni o dei fatti traumatici che turbano la nostra esistenza interiore, perchè una parte della nostra attività psichica non permette a contenuti spiacevoli per il nostro Io di emergere a coscienza. Applicando questa teoria alle sue opere ne derivano immagini a tratti frammentate, con parti delle figure cancellate o omesse. Oppure figure che emergono da spazi bui senza che se ne possa realmente comprendere la provenienza e che non appartengono più a un singolo soggetto ma diventano patrimonio immaginativo comune attingendo ai miti e alle fiabe più magiche e terrificanti. .  
   
   
DAY AND NIGHT FERNANDO BORDONI IN UNA STRAORDINARIA MOSTRA PERSONALE A LOCARNO ALLA GALLERIA ARTE MODERNA AMMANN  
 
Locarno, 4 dicembre 2007 – La Galleria arte moderna Ammann presenta dal 1 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008, nella sua sede di Via Panelle 10 a Locarno, day and night un’importante mostra personale di Fernando Bordoni considerato tra i più coerenti artisti contemporanei in Ticino, che ha partecipato all’inaugurazione presentato dal Prof. C. Guarda. La rassegna di Locarno consente di approfondire gli aspetti più recenti e inquietanti dell’opera di Bordoni lungo un itinerario conseguente della sua pittura, documentandone l´originalità e insieme l´apertura culturale, anche internazionale. Le sue composizioni suggeriscono il senso di un raggiunto equilibrio e di una composta armonia: dove gli opposti di linguaggi in bilico tra contemporaneità e tradizione vengono a risolversi in pagine di sorprendente freschezza e serenità. Dopo le scuole dell’obbligo e la magistrale, Bordoni assolve una formazione artistica all’Accademia di Brera a Milano (1957–1961). Nel 1963 torna in Svizzera e apre uno studio a Lugano. A Locarno frequenta gli atelier di Remo Rossi dove conosce Jean Arp e la sua cerchia di amici. Durante una serie di viaggi in Europa nella seconda metà degli anni ’60 si accosta alla pop art, abbandonata nel 1970 a favore di una ricerca pittorica votata esclusivamente all’astrazione geometrica. È attivo inoltre come membro della Commissione cantonale delle belle arti (1976–1996) e della Commissione cantonale dei monumenti storici ed artistici (1980–81) e della Commissione mostre e musei della Città di Lugano. Dal 1970 al 1997 svolge attività didattica al Liceo cantonale di Lugano. Attento alle lezioni concretiste e talora prossimo a una ricerca di tipo cinetico e pro-grammata, Bordoni ha mirato sin dagli esordi a un’esplorazione più ludica della sistematicità dell’impianto razionalmente predisposto, servendosi di un cromatismo e di un segno assunti in una chiave tendenzialmente lirica. .  
   
   
LA FOOD COMEDY DI NATALE:FLAN DI CAROTE: LA PRIMA COMMEDIA “VISTA E MANGIATA” . DAL 10 AL 13 DICEMBRE AL TEATRO DERBY.  
 
 Milano, 4 dicembre 2007 - Dal 10 al 13 dicembre al teatro Derby (ex cinema Arti) una food comedy tutta da godere tra scena e tavola. Si tratta di “Flan di carote”, commedia brillante che mette in scena l’amore come una ricetta in cui gli ingredienti si amalgamano in un difficile equilibrio di sentimenti, tra risate saporite e battute cotte a puntino. La serata prevede un vero e proprio coinvolgimento multisensoriale da parte del pubblico che viene accolto con un aperitivo (lambrusco, focaccia e mortadella) e dopo il teatro viene invitato ad un buffet per assaggiare tutti i sapori vissuti nella commedia. Atto unico e ricette del buffet sono tratte da “Non è vero che tutto fa brodo” (Guido Tommasi Editore), di cui Chiara Guarnerio, Silvia Scalzi e Roberta Spagnoli sono autrici nonché sceneggiatrici. Sulla scena, Marta Comerio, Tommaso Banfi e Stefania Pepe, tre giovani attori già noti nell’ambiente milanese. Regia di Gianfranco Clerici. Special Guest Federico l´alandese volante e Cristina Borra da Rtl. . .  
   
   
ROMA, AL VIA PROGETTO ´TEATRO E CARCERE´  
 
 Roma, 4 dicembre 2007 -  Parte a Roma, da oggi, ‘Teatro e carcere’, il nuovo progetto legato alla promozione di iniziative teatrali all’interno degli istituti di pena. L’iniziativa è promossa dal teatro Eliseo di Roma insieme al Centro Studi ‘Enrico Maria Salerno’, ed è sostenuta dalla regione Lazio. L’iniziativa avrà una durata complessiva di 5 mesi e vedrà in scena i detenuti delle carceri romane. “Durante l’anno a Rebibbia - ha detto il direttore del carcere di Rebibbia Nuovo complesso Carmelo Cantone - sono attivi cinque laboratori teatrali, di cui uno della sezione alta sicurezza. A questo prende parte una ventina dei circa 120 detenuti che non godono di permessi-premio e di altre agevolazioni. Per i reclusi il teatro ha una forte valenza pedagogico-rieducativa ed è significativo che il pubblico riempia i 345 posti del nuovo teatro di Rebibbia quando gli spettacoli hanno per protagonisti i detenuti che non possono lasciare il carcere”. Oggi l’esordio della rassegna, con lo spettacolo ‘Il giovane criminale’ di Jean Genet (in scena dal 4 al 9 dicembre al Piccolo Eliseo), per continuare poi con una rilettura moderna di ‘Amleto Indagine sulla vendetta’, con la compagnia dei Liberi artisti associati della sezione alta sicurezza di Rebibbia (10, 12, 14 e 17 dicembre nel teatro del carcere di Rebibbia). La stagione si concluderà a maggio all’Eliseo con ‘La ballata del carcere di Reading’ di Oscar Wilde. .  
   
   
“UMBRIA JAZZ” NELLA FAVELA “PEREIRA DA SILVA” DI RIO DE JANEIRO  
 
 Rio de Janeiro, 4 dicembre 2007 – La prima volta di un concerto jazz in una “favela”. È accaduto sabato sera, 1 dicembre, alla “favela Pereira da Silva” (il “Pereirao”) di Rio de Janeiro, dove il pianista Stefano Bollani ha portato, con i virtuosismi della sua tastiera, il nome di “Umbria Jazz”, dell’Umbria e dell’Italia. L’iniziativa è nata e si è sviluppata nel segno della collaborazione tra la Fondazione “Umbria Jazz” e la Cassa Economica Federale (Caixa Economica Federal) del Brasile, con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, nel più vasto quadro di attività previste dall’Accordo di Collaborazione stipulato da quattro Regioni italiane (Umbria, Toscana, Marche ed Emilia Romagna, con il prossimo inserimento anche della Liguria) e il Governo del Brasile. “Umbria Jazz”, dunque, come veicolo promozionale dell’Accordo, dell’Italia e dell’Umbria. “La cultura è un elemento importante della nostra azione – spiega Cristina Sanpaio, rappresentante del Governo del Brasile -; puntiamo molto su quello che noi chiamiamo ‘economia della cultura’, sulla capacità, cioè, della cultura di creare posti di lavoro, accompagnare e anche di trainare, a livello di promozione, i processi economici, come quelli previsti dal nostro accordo di collaborazione con il gruppo delle Regioni italiane. Il jazz nella ‘favela’? Abbiamo pensato che fosse una buona idea segnare il processo di riqualificazione della favela ‘Pereira da Silva” di Rio, in cui è attualmente impegnata la Cassa Federale, con un concerto inedito come questo, e insieme far vedere che la collaborazione con altre realtà diverse da noi è un fatto positivo, che porta sempre comunque pace e sviluppo. L’esperienza – sottolinea Cristina Sanpaio – è interessante, anche, che è una cosa relativamente nuova per loro, soprattutto a questo livello. Ma l’esperienza è stata positiva: il coinvolgimento degli abitanti della popolazione della ‘favela’ (tenuto conto che hanno più dimestichezza con il ‘samba’ che con il jazz) è stato buono, soprattutto grazie ai ragazzi del ‘morrinho’, che hanno capito e cercato di far capire a tutti quanto importanti siano iniziative di questo genere per migliorare la vita della comunità della ‘favela’”. I ragazzi del “Morrinho”, che hanno dato vita ad un collettivo, sono quelli che, in cima alla collina (“morro”) della favela, raggiungibile attraverso un arduo dedalo di viuzze, cunicoli ed erti sentieri tra la vegetazione, hanno ricreato in scala ridotta un modello del “Pereirao”: lo hanno fatto attraverso un ingegnoso uso di mattoni forati, tagliati secondo la necessità, che posizionati, colorati e illuminati a simulare le costruzioni e i sentieri della favela, ne restituiscono una immagine complessiva, il cui realismo è aumentato dall’uso di vecchi modellini di auto e di camion parcheggiati nei cortili, da sembianze di mobilio (ingegnosamente ricavato da materiali di scarto) e dai nomi degli abitanti che qua e là sono stati dipinti sui mattoni, a marcare la verità di tutta la costruzione. Un effetto da “presepe laico”, accentuato dagli addobbi natalizi che non mancano neanche qui; uno sforzo fatto dai ragazzi del “Morrinho”, che riveste un profondo significato, e che ha avuto anche un riconoscimento internazionale alla Biennale di Venezia, dov’è stato presentato anche grazie all’impegno del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Rubens Piovano. “Il plastico, se lo vogliamo chiamare così, è qualcosa di straordinario – dice Piovano – perché rappresenta un alto momento di riflessione della ‘favela’ su se stessa, il senso di una comunità che si percepisce come tale, che vuole qualificarsi e migliorarsi e aprirsi all’esterno, con i propri valori. Per questo la serata con ‘Umbria Jazz’ è stata un’occasione veramente speciale per questa comunità: ‘Favela Jazz para todos Umbria Jazz Brazil’, così è stato titolato l’evento, un evento per tutti, e non solo per gli abitanti della favela”. Prima del concerto di Bollani, che si è svolto su un palco allestito proprio all’ingresso del “Pereirao”, un ragazzo e una ragazza della “favela” hanno parlato a nome dei “Ragazzi del Morrinho”: “Questa – hanno detto – è una grande occasione per la nostra comunità. Grazie Umbria Jazz, muito obrigado a Umbria Jazz”. E Stefano Bollani (così come aveva fatto nei concerti tenuti nei due giorni precedenti, il 29 a Brasilia, presso il Centro Culturale della “Cassa Economica Federale del Brasile”), e il 30 a San Paolo, presso il “Bourbon Street Jazz Club” (alla presenza dell’Ambasciatore Italiano in Brasile Michele Valensise), non ha certo deluso le aspettative: da solo, o accompagnato da Marco Pereira alla chitarra, Jorge Helder al contrabbasso, Jurin Moreira alla batteria, Armando Margal alle percussioni e Ze Nogueria al sassofono (con la partecipazione di Marcelino de Lua e della “Bossa Cuca Nova”), ha conquistato applausi, ovazioni e bis con un repertorio misto italo-brasiliano (molto apprezzate le sue variazioni sullo “charinho”) e sue composizioni originali, “Elena e il suo violino” e “Il Domatore di Pulci”. .  
   
   
GOLF - CHALLENGE TOUR: MIGUEL RODRIGUEZ VINCE IN ARGENTINA DA GIOVEDI´ 6 DICEMBRE L´ABIERTO DE LA REPUBLICA CON CINQUE ITALIANI  
 
Roma, 4 dicembre 2007 - L´argentino Miguel Rodriguez (271 - 68 66 68 69) ha vinto la 73ª edizione dell´Abierto del Litoral Personal, torneo inaugurale del Challenge Tour 2008 organizzato in tandem dall´European Tour e dal Tour de Las Americas e disputato al Rosario Golf Club di Rosario in Argentina. Nel giro finale Rodriguez, al secondo titolo nel circuito dopo essersi imposto a febbraio nel Costarica Open, ha contenuto l´attacco del connazionale Andres Romero (272 - 63 69 71 69), che non è riuscito a rimontare il colpo di svantaggio accusato dopo tre turni. Il trionfo dei giocatori di casa si è completato con il terzo posto di Rafael Gomez e Fabian Gomez (274). Al quinto il guatemalteco Pablo Acuña (275), al sesto Sebastian L. Saavedra (278) e al settimo con 279 Eduardo Romero, insieme a Cesar Castilla, Oscan Floren e Ryan C. Carter. Nell´anonimato Angel Cabrera, 55° con 294. Sono usciti al taglio i cinque italiani in gara. Fuori per due colpi Lorenzo Gagli e Gregory Molteni, 73. I con 148 e gli stessi parziali (76 72), più indietro Marco Crespi 129° con 154 (81 73), Matteo Delpodio 134° con 156 (78 78) e Andrea Rota 140° con 158 (80 78). I cinque italiani saranno nuovamente impegnati da giovedì 6 a domenica 9 nell´Abierto Visa de la Republica, al Buenos Aires Golf Club, il torneo argentino più importante giunto alla 102ª edizione valido quale seconda prova del Challenge Tour 2008. Ancora in campo Angel Cabrera, Andres Romero ed Eduardo Romero, insieme a quasi tutti gli altri giocatori argentini più rappresentativi. .  
   
   
TAN: LE GRANDI COLLABORAZIONI SI ARRICCHISCONO  
 
Livorno, 4 dicembre 2007 - Eni, D’alesio group e Yacht Digest saranno importanti conferme e novità tra le collaborazioni del 25° Tan. Il Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno annuncia altre due grandi sinergie: con l’impresa integrata nell’energia, Eni, oltre che con uno dei più grandi gruppi di trasporto marittimo internazionale, D’alesio Group. Per il suo 25° compleanno, quindi, il Tan potrà contare anche sul sostegno di queste rinomate aziende. Tuttovela, inoltre, ha raggiunto con Yacht Digest, l’autorevole rivista del Gruppo De Agostini Periodici, un importante accordo finalizzato a supportare e promuovere da quest’anno il Premio Italia per la Vela che verrà assegnato il 3 Maggio 2008 in Accademia Navale. Nei prossimi giorni verranno comunicate le candidature per le categorie di seguito indicate che concorreranno per l’ambitissimo riconoscimento: Miglior Regatante Uomo; Miglior Regatante Donna; Miglior Progetto per la Vela; Miglior Velaio; Miglior Restauro di Barca d’Epoca. .  
   
   
VELA: 18A IMPERIA WINTER REGATTA – 1A GIORNATA PER LASER E RS:X  
 
 Imperia, 4 dicembre 2007 – Con le prime prove per le classi Laser ed Rs:x (tavole a vela) si è aperta ufficialmente l’ Imperia Winter Regatta. Nella prima giornata di gare il Comitato di Regata era costretto a modificare il programma rimandando la partenza di qualche ora a causa delle condizioni meteorologiche: infatti un vento libeccio che aveva soffiato sul campo di regata durante la notte lasciava un mare formato e poco vento che non permettevano una partenza regolare all’ora stabilita. Nel primo pomeriggio finalmente veniva segnalata la partenza con vento da levante sui 12/14 nodi di intensità: il vento che mano amano si distendeva da levante permetteva di portare a termine due manche per gli Rs:x e una per i Laser, che si concludevano proprio a ridosso del calar del sole. Il velista lituano Juczas Bernotas era il primo a tagliare la linea d’arrivo in entrambe le prove disputate: alle sue spalle nello stesso ordine finivano l’israeliano Kfir Duldner, secondo e lo svedese Johan Ekstedt, terzo. Sul campo di regata dei Laser, dove è stato possibile disputare una sola prova per la divisione Standard, il migliore di tutti è stato Giacomo Bottoli portacolori mantovano della Sezione Velica Marina Militare che ha preceduto sulla linea d’arrivo il salernitano Marco Gallo e il monegasco Emmanuel Sanchez, rispettivamente al secondo e terzo posto. “Una giornata impegnati- commentava al rientro in porto Giacomo Bottoli”. A conclusione dell’attività in mare negli spazi dell’ex Deposito Franco dell’antico porto di Oneglia si è svolta la cerimonia di benvenuto ai partecipanti alla 18a Imperia Winter Regatta con un rinfresco offerto da C. I. V. Nuovoneglia, centro Integrato di via del centro storico di Oneglia. Oggi, sempre alle ore 10. 15 in programma altre prove. L´iwr è un evento Isaf di grado 3. .  
   
   
GIORNATA SPORTIVO, PROSPERINI PREMIA I CAMPIONI  
 
Milano, 4 dicembre 2007 - L´assessore regionale a Giovani, Sport e Promozione attività turistica, Pier Gianni Prosperini e il presidente del Coni regionale, Pino Zoppini, hanno premiato ieri, al Teatro San Babila di Milano, gli atleti lombardi campioni del mondo ed europei per il 2007, insieme agli atleti diversamente abili del Team Lombardia-special Olympics. La Giornata dello Sportivo, nata nel 2003 per iniziativa di Regione Lombardia, punta a raccogliere le migliori esperienze dello sport regionale, senza dimenticare il lavoro svolto dalle associazioni sportive sul territorio. Nell´occasione, infatti, sono state premiate con un contributo complessivo di 300 mila euro, circa 520 tra società sportive di federazioni, di discipline associate, e di enti di promozione. "Sono orgoglioso - ha detto l´assessore Prosperini - di essere qui a premiare così tanti campioni europei e mondiali che danno lustro alla Lombardia. Con 1 milione e 100 mila iscritti e 11 mila società sportive abbiamo dimostrato a tutto il mondo che siamo la regione che ama, pratica e si immedesima di più nello sport di chiunque altro. Nel futuro vogliamo continuare ad essere una fucina di praticanti e di campioni. Da parte sua, Regione Lombardia continuerà a dare il suo sostegno e il suo contributo nonostante da Roma non arrivino finanziamenti per sviluppare un settore così importante per la società qual è il mondo dello sport". La serata è stata preserntata da Bruno Pizzul, noto giornalista televisivo. A premiare gli atleti lombardi, tra gli altri anche Edoardo (Edo) Mangiarotti, il più grande campione italiano di scherma, vincitore tra l´altro di 6 medaglie d´oro, 5 d´argento e 2 di bronzo nelle cinque Olimpiadi disputate da Berlino 1936 a Roma 1960, 13 ori, 8 argenti e 3 bronzi nei nove campionati mondiali cui ha partecipato. Questi gli atleti premiati in occasione dell´edizione 2007 della Giornata dello Sportivo: Campioni Lombardi Europei 2007 - Sara Monzio (Fib Bocce): campione europeo a squadre - Mauro Lanfranchi (Fidal Atletica Leggera): campione europeo Corsa in Montagna; - Jiri Vlcek (Fic Canottaggio): Campione Euro quattro senza pesi leggeri maschile; - Alessandro Piva, Anna Remondini (Fihp Hockey Pattinaggio): campioni Euro Coppia Senior Danza-specialità Artistico; - Jenny Barazza, Eleonora Lo Bianco, Paola Croce, Valentina Fiorin, Serena Ortolani (Fipav Pallavolo): campionesse Europee 2007; - Nicola Rodigari (Fisg Sport Ghiaccio): campione europeo Short Track; - Stefano Premoli, Luca Papandrea (Fipsas Pesca Sportiva e Attività Subacquee): campioni europei a squadre; - Luca Tescaro (Fipsas Pesca Sportiva e Attività Subacquee): campioni europei di pesca; - Vincenzo Figuccio (Fijlkam Judo Lotta Karate Arti Marziali): campione europeo Karate. Campioni Lombardi Mondiali 2007 - Marco Ardigò (Aci-csai Automobil Club): campione del mondo Kf1 Kart - Marco Luraghi (Fib Bocce): campione del mondo a squadre - Daniele Danesin, Daniele Gilardoni (Fic Canottaggio): campioni mondiali Quattro di coppia pesi leggeri - Andrea Regazzoni, Davide Chicco (Fidal Atletica Leggera): Coppa del mondo a squadra di corsa in montagna - Emanuela Bornati, Marco Bornati (Fihp Hockey Pattinaggio): Campioni mondiali Coppia Senior Danza - Roberto Riva, (Fihp Hockey Pattinaggio): campione del mondo Senior - Artistico specialità Libero e obbligatori combinata - Nicoletta Falcone, (Fihp Hockey Pattinaggio): campionessa del mondo Senior Corsa record mondiale cronometro - Fabio Francolini (Fihp Hockey Pattinaggio): campione del mondo Senior Corsa strada 20. 000 metri - Renato Pasini (Fisi Sport Invernali): campione mondiale Team Sprint fondo maschile Staffetta a 2 - Tommaso Di Tommaso (Fisn Sci Nautico): campione del mondo disabili - combinata - Giancarlo Cosio (Fisn Sci Nautico): campione del mondo disabili, slalom - Uber Riva (Fisn Sci Nautico ): campione del mondo disabili - figure - Michele Frangilli (Fitarco Tiro con l´Arco ): campione del mondo Indoor - Stefano Defendi, Gian Luigi Sorti, Enrico D´antona, Massimiliano Greco, Roberto Trabucco, Ivano Innocenti (Fipsas Pesca Sportiva): campioni del mondo di Pesca al Colpo - Stefano Figini (Fipsas Pesca Sportiva): Campione del mondo - nuoto pinnato metri 200/400/800/1. 500 e staffetta 4x2 - Roberto Cammarelle (Fpi Pugilistica): campione del mondo - Efrem Morelli (Cip Paraolimpici): campione del mondo di nuoto 100 metri Rana Sb5 maschile - Maria Poiani (Cip Paraolimpici): campionessa del mondo di nuoto 50 metri, 100 metri stile libero S1 femminile - Fabio Pilon e Maddalena Merelli (Fids Danza Sportiva): campioni del mondo Senior Ii Danze Standard Special Olympics Italia - Team Lombardia (Giochi Mondiali Di Shanghai) - Andrea Bonanomi, Davide Bertolini, Alessio Paro (Associazione Mondo Tondo Noivoiloro) - Michele Paleari, Francesco Pollice (Associazione Castoro Sport) - Fabrizio Lazzari (Associazione Oltretutto 97) - Federico Consonni, Silvia Vimercati (Associazione Silvia Tremolada) - Stefano Codega (Associazione No Limits) - Marco Cosio (Associazione I Quadrifogli). .