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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Dicembre 2007
INDUSTRIA EUROPEA DELLA BIOTECNOLOGIA CRITICA LA POSIZIONE DI DIMAS SUI NUOVI TIPI DI MAIS GM  
 
 La Federazione europea di biotecnologia (Efb) ha espresso la propria preoccupazione per i progetti di decisione del commissario per l´Ambiente Stavros Dimas, che ha intenzione di non concedere l´autorizzazione a due tipi di mais geneticamente modificato (Gm) destinati alla coltivazione. Il 28 novembre i rappresentanti dell´organizzazione hanno consegnato al gabinetto di Dimas una lettera aperta. Nella lettera l´Efb sostiene che la decisione riguardante i tipi di mais Bt-11 e 1507, sviluppati rispettivamente dalla società svizzera di biotecnologia Syngenta e da Pioneer Hi-bred International, si sia «basata su argomentazioni scientifiche screditate non sottoposte alla revisione del vostro organo scientifico indipendente». Inoltre, l´Efb afferma che la decisione non ha preso in considerazione né le conseguenze per l´Europa, vale a dire l´emarginazione della scienza in Europa, lo screditamento dell´Autorità europea per la sicurezza alimentare e il crollo dell´industria zootecnica comunitaria, né «il fatto che varietà analoghe vengono coltivate in Europa da nove anni con tassi di adozione elevati, senza alcun effetto ambientale avverso e in coesistenza con l´agricoltura convenzionale e biologica». «I progetti di decisione della Commissione sono totalmente inaccettabili, non solo per gli agricoltori e i consumatori europei, ma anche perché sono di pessimo esempio per altre parti del mondo attualmente impegnate a redigere linee guida sulla coltivazione delle varianti Gm, in quanto tali paesi prendono esempio dall´Europa», ha scritto il professor Marc van Montagu, uno dei pionieri della biotecnologia delle piante, a nome dell´Efb, facendo soprattutto riferimento ai paesi in via di sviluppo. «Si stanno mettendo a punto altri ceppi Gm di mais dotati di qualità nutritive maggiori o di una più elevata tolleranza alla siccità e tali colture devono poter essere accessibili a coloro che ne hanno maggiormente bisogno. » Tuttavia, stando ai progetti di decisione, c´erano troppe incertezze sui possibili danni all´ambiente derivanti dalla coltivazione di tali specie vegetali. «Non siamo ancora certi della possibile esistenza di effetti ritardati o a lungo termine sull´ambiente e sulla biodiversità, che potrebbero non essere evidenti durante il periodo di autorizzazione dell´Ogm ma che potrebbero emergere successivamente», si legge nel progetto di decisione sul mais 1507. «Il grado di incertezza correlato ai risultati della valutazione delle informazioni scientifiche disponibili è stato considerato elevato e il livello di rischio generato dalla coltivazione di tale prodotto per l´ambiente è inaccettabile. » Il gruppo ambientalista Greenpeace ha accolto con favore i progetti di decisione, precisando che «ricerche recenti hanno evidenziato che le piante Gm che producono tossine possono avere tutta una serie di effetti inattesi, dai danni a carico di insetti benefici, alla contaminazione di corsi d´acqua e all´avvelenamento della vita acquatica». Per rendere più autorevole la loro posizione, gli attivisti di Greenpeace lo scorso mercoledì hanno inscenato una parodia di protesta al di fuori dell´edificio Berlaymont, sede della Commissione europea. «La nostra parodia cela un appello serio per una maggior trasparenza», ha spiegato Marco Contiero di Greenpeace. «Protestiamo per l´influenza spropositata che l´industria degli Ogm [organismi geneticamente modificati] esercita su alcuni dipartimenti della Commissione. I gruppi di interesse del settore, quale la Federazione europea di biotecnologia (Efb) ed Europabio, che rappresentano gli interessi delle società agrochimiche, hanno "rapporti di lavoro eccellenti" con la Commissione. Chiediamo alla Commissione europea di smettere di ascoltare la potente lobby della biotecnologia e di sostenere la richiesta del commissario Dimas di rifiutare l´autorizzazione ai due tipi di mais Gm che generano pesticidi. » Attualmente, l´unica coltura Gm autorizzata nell´Ue è il grano Bt, resistente alla piralide del granturco, una larva di tarma che si nutre del fusto e della spiga della pianta riempiendola contemporaneamente di buchi che agevolano la diffusione di funghi potenzialmente tossici. Il genoma del grano Bt è stato modificato per introdurre un gene del bacillus thuringiensis che produce una tossina in grado di colpire la piralide del grano. Tuttavia, i critici hanno fatto presente che la varietà di mais modificato colpisce anche gli insetti benefici. Otto paesi europei consentono attualmente la coltivazione del mais Bt. Secondo i dati recenti pubblicati dall´associazione delle industrie europee di biotecnologia Europabio, la superficie coltivata a tali colture è aumentata di un vertiginoso 77% negli ultimi 12 mesi. Nei prossimi giorni i commissari europei voteranno sulle proposte del loro collega Dimas. Per ulteriori informazioni consultare: http://ec. Europa. Eu/commission_barroso/dimas/index_en. Htm http://www. Efb-central. Org/ http://www. Greenpeace. Org/ .  
   
   
POLITICA COMUNE DELLA PESCA RIDUZIONE DEI TOTALI AMMISSIBILI DI CATTURA PER IL 2008  
 
La Commissione europea il 29 novembre ha presentato la proposta annuale sulle possibilità di pesca e misure connesse per il 2008. La proposta si basa sui recenti pareri scientifici sulla situazione degli stock ittici, emessi in ottobre dal Consiglio Internazionale per l’Esplorazione del Mare (Ciem), un organismo indipendente, e dal Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (Cstep) della Commissione stessa, nonché su contributi del settore. Essa rispecchia anche l’approccio delineato nella dichiarazione politica della Commissione pubblicata in giugno, nonché i risultati delle consultazioni con gli operatori del settore ( Ip/07/773) che hanno avuto luogo nel frattempo. Secondo la Commissione, la gestione della pesca è un processo di lungo periodo, basato sull’analisi delle tendenze a lungo termine dell’evoluzione degli stock ittici. Come ha sottolineato la dichiarazione politica di quest’anno, vi è ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi della politica comune della pesca, cioè una pesca sostenibile a lungo termine dal punto di vista economico, sociale e biologico. La Commissione propone pertanto ulteriori riduzioni dello sforzo di pesca e/o dei totali ammissibili di catture (Tac) in una serie di zone e attività di pesca, attenendosi generalmente al principio secondo cui le variazioni da un anno all’altro non dovrebbero mai superare il 15% in più o in meno, al fine di garantire una certa stabilità agli operatori. In certi casi, tuttavia, gli esperti scientifici hanno avvertito che la gravità della situazione giustificherebbe tagli ancora più consistenti. La proposta della Commissione sarà discussa dai ministri della pesca riuniti in sede di Consiglio dal 17 al 19 dicembre. Il commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi Joe Borg ha dichiarato: “I più recenti pareri del Ciem confermano che, nonostante la situazione rimanga generalmente stabile e qua e là emergano perfino segni incoraggianti, la maggior parte degli stock sono tuttora sovrasfruttati. Dobbiamo compiere ulteriori sforzi se vogliamo realizzare un vero progresso in direzione della pesca sostenibile. Altrimenti, si arriverà in breve tempo all’esaurimento degli stock sovrasfruttati e quindi al declino irreversibile delle flotte interessate. Un numero sempre maggiore dei Tac proposti dalla Commissione non è il frutto di decisioni ad hoc, ma la conseguenza diretta dell’applicazione dei piani di gestione pluriennali adottati dal Consiglio. Esortiamo pertanto il Consiglio a tener fede ai propri impegni di lungo periodo e a prendere decisioni che antepongano l’evoluzione a lungo termine della pesca ad ogni interesse economico o politico immediato. ” Stock soggetti a un piano di ricostituzione · Proposte della Commissione per gli stock di merluzzo: Il miglioramento dello stock di merluzzo del Mare del Nord constatato dal Ciem è senz’altro un segno incoraggiante, ma limitato per lo più a una sola generazione, che ora deve essere protetta fino a quando possa a sua volta contribuire al ripopolamento dello stock. Resta tuttavia preoccupante l’alta percentuale di merluzzi catturati accessoriamente e poi rigettati, da cui la necessità di trovare le misure di accompagnamento adatte per limitare drasticamente i rigetti. Questo obiettivo può essere raggiunto grazie ad una riduzione dello sforzo di pesca del merluzzo e a misure di accompagnamento intese ad evitare le catture accessorie di merluzzo. A tale scopo, la Commissione ha concordato con la Norvegia un aumento dell’11% del Tac di merluzzo nel Mare del Nord e alcune misure di accompagnamento dirette a limitare i rigetti. In altre zone, i pareri scientifici sono assai pessimistici riguardo al merluzzo, per cui la Commissione propone una riduzione del 25% delle possibilità di pesca. · Per il nasello settentrionale: Lo stock di nasello settentrionale si mantiene in buone condizioni, con piena capacità riproduttiva e tasso di prelievo sostenibile. Nondimeno, la mortalità per pesca rimane di gran lunga superiore a quella che sarebbe necessaria per assicurare il rendimento massimo sostenibile. Attenendosi a quanto previsto dal piano di ricostituzione, la Commissione propone un aumento del 2,5% del Tac per il 2008. · Per la sogliola nel golfo di Biscaglia: Lo stock di sogliola del golfo di Biscaglia è soggetto a un piano di gestione a lungo termine. Quest’anno, per ottenere una riduzione del 10% della mortalità per pesca occorre ridurre dell´8% il Tac per il 2008. · Per il nasello e lo scampo al largo della penisola iberica: Grazie a due buone annate per il nasello, conseguenti alla riduzione del 10% della mortalità per pesca stabilita nel piano di ricostituzione, il Tac potrebbe aumentare di oltre il 15%. La Commissione propone pertanto di limitare l’aumento al 15%, in linea con il piano di ricostituzione. Per i due stock di scampi nelle acque iberiche, i Tac vengono ridotti del 15%, sempre in conformità con il relativo piano di ricostituzione. Secondo le stime del Cstep e del Ciem, in realtà le catture potrebbero superare addirittura del 75% il livello autorizzato dei Tac, il che rappresenta un ulteriore motivo a favore di un approccio precauzionale. Intensificare i controlli e le notifiche rimane una priorità per questo tipo di pesca. · Per la sogliola e la passera di mare nel Mare del Nord: Lo stock di sogliola del 2006 nel Mare del Nord si è sensibilmente contratto a partire dalla primavera, il che ha indotto il Ciem a rivedere il proprio parere in autunno. La Commissione propone di ridurre il Tac del 15%. Lo stock di passera di mare è condiviso con la Norvegia, con cui la Commissione ha concordato la settimana scorsa un Tac di 49 000 tonnellate. Entrambe queste proposte sono conformi al piano di gestione pluriennale dell’Ue adottato lo scorso giugno. L´obiettivo della Commissione è di estendere la pianificazione di lungo periodo a tutti i principali stock commerciali. Pesca pelagica: I principali stock di aringhe dell’Ue continuano ad essere caratterizzati da scarso reclutamento. Nel corso dei negoziati della settimana scorsa con la Norvegia, la Commissione ha convenuto di ridurre del 41% il Tac per lo stock del Mare del Nord. Un’altra sostanziale riduzione del 32% è stata concordata con la Norvegia e le isole Færøer per il melù, la cui situazione continua a deteriorarsi. Specie a vita breve: La situazione della busbana norvegese è migliorata l’anno scorso, sicché la Commissione propone, sulla base dei pareri scientifici, un Tac di 50 000 tonnellate a gestione annuale. Le prospettive per le acciughe nel golfo di Biscaglia rimangono fosche, per cui anche quest’anno viene proposto di mantenere chiusa la pesca, salvo riesame una volta disponibili i dati sulla consistenza primaverile dello stock. Parimenti, il cicerello nel Mare del Nord formerà oggetto di una proposta annuale alla luce dei risultati della pesca sperimentale in primavera. Lo stock di spratto nel Mare del Nord, condiviso con la Norvegia, è attualmente stabile, per cui la Commissione ha accettato la settimana scorsa un aumento del 15% del Tac. .  
   
   
UNGHERIA: PRIMO CONVEGNO FEED-SEG  
 
 Il 14 e il 15 gennaio a Mosonmagyaróvár (Ungheria), presso la University of West Hungary, si terrà il convegno «Plant-derived feed additives - recent scientific and regulatory development» (Additivi di origine vegetale: recenti sviluppi scientifici e normativi), organizzato nell´ambito del progetto Feed-seg finanziato dall´Ue. L´iniziativa mira ad offrire una piattaforma di discussione e a programmare la cooperazione scientifica e le attività di ricerca relative ai prossimi inviti a presentare proposte nell´ambito del Settimo programma quadro (7°Pq) nell´area della sicurezza dei prodotti per l´alimentazione animale e umana. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Matchmaking. At/feedseg/ .  
   
   
AGROALIMENTARE E BIOCOMBUSTIBILI I SETTORI STRATEGICI PER RAFFORZARE LA PARTNERSHIP ITALIA-BRASILE AL CENTRO DELLE INIZIATIVE PROMOSSE DALLA CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA A SAN PAOLO VINO E BEVANDE ALCOLICHE LA PRIMA VOCE DELL’EXPORT AGROALIMENTARE ITALIANO IN BRASILE PER UN VALORE DI 15 MILIONI DI EURO.  
 
Buoni i dati del commercio bilaterale con il Brasile ma quantitativamente al di sotto del livello desiderato. La fetta brasiliana del flusso commerciale italiano nel mondo è solo dello 0,5% (export complessivo 1,6 miliardi di euro) ed il Brasile non rientra tra i nostri primi 15 partner commerciali. Le difficoltà di accesso in Brasile riguardano soprattutto il settore agroalimentare italiano che oggi rappresenta solo il 4% delle nostre esportazioni nel Paese, ma dove le potenzialità di sviluppo sono notevoli. Promuovere in Brasile l’immagine e la presenza commerciale dei prodotti agroalimentari italiani è l’obiettivo del progetto ‘Dieta Mediterranea’ della Camera di Commercio Italo-brasiliana di San Paolo che l’1 dicembre accoglie il Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro insieme a Joao Carlos de Souza Meirelles, Presidente del Comitato per gli Affari Agricoli, organismo creato ad hoc per aumentare le relazioni tra i due Paesi in campo agricolo ed alimentare. Vini, spumanti e olio extra-vergine d’oliva ai primi posti nelle importazioni brasiliane dell’agroalimentare made in Italy. L’export dei nostri prodotti agroalimentari in Brasile ha superato, nei primi dieci mesi del 2007, i 67 milioni di euro. La parte più consistente (33%) è rappresentata da vini, spumanti, liquori ed altre bevande (circa 15 milioni di euro), mentre al secondo posto nella graduatoria dei prodotti italiani più venduti in Brasile troviamo la pasta (15% per un valore di circa 7 milioni). Un altro prodotto tipico della dieta mediterranea che ha trovato ampio spazio sul mercato brasiliano è l’olio d’oliva che già nei primi dieci mesi di quest’anno ha superato il valore dell’esportazioni registrate nel 2006 (quasi 6 milioni rispetto ai 4,8 del 2006). La quota così bassa dell’agroalimentare, associata all’ampiezza del mercato di riferimento, lascia presupporre un progressivo ampliamento di una domanda che oggi è solo parzialmente soddisfatta da imprese e prodotti italiani. Inoltre l’analisi del tipo di beni esportati nei primi dieci mesi del 2007 conferma l’affermarsi di una domanda sempre più qualificata da parte dei consumatori brasiliani, in grado di ammortizzare l’effetto deprimente di barriere e dazi doganali. Un esempio significativo è dato dal vino e dalle altre bevande alcoliche, che hanno subito maggiormente l’incremento del prezzo di vendita conseguente alla politica doganale ma che oggi sono la prima voce del nostro export agroalimentare. D’altra parte, si tratta di una tendenza confermata anche da un recente studio di Assocamerestero, secondo cui è possibile prevedere per l’export italiano del settore un incremento medio, al primo trimestre 2008, del 38% circa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Negli ultimi anni l’interesse dell’Italia verso il Brasile è notevolmente cresciuto: basti pensare alle diverse e assai importanti missioni istituzionali, che hanno portato qui numerosi esponenti del Governo e delle istituzioni italiane, ma anche delle maggiori imprese - dice Edoardo Pollastri, presidente della Camera Italiana di San Paolo - La visita del Ministro De Castro giunge certamente in un momento determinante; il Brasile si avvia a diventare una grande potenza agricola e un mercato di riferimento per i biocombustibili. Il futuro delle relazioni tra Italia e Brasile è in una partnership strategica nei settori del futuro. L’agrobusiness e i biocombustibili costituiscono due campi di necessaria collaborazione tra le imprese italiane e quelle brasiliane”. Nei biocombustibili il Brasile, il più grosso produttore di biocombustibile da cereali, rappresenta una reale opportunità per l’Italia, dove lo sviluppo delle bioenergie può inserirsi in un’ottica di scambio di competenze e tecnologie in cui un ruolo fondamentale è giocato dalla meccanica ed, in particolare, la produzione di macchine agricole dove l’Italia è al secondo posto al mondo. La Camera di Commercio Italiana a San Paolo si è fatta promotrice di una serie di iniziative che hanno coinvolto imprese, istituzioni e centri di ricerca con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra Italia e Brasile nello strategico settore dei biocombustibili ed, in special modo, del biodiesel. .  
   
   
LA TOSCANA REGINETTA NEL MONDO GRAZIE AL TARTUFO LA “TRIFOLA” DEL SECOLO BATTUTA PER 330 MILA $. IN TOTALE RACCOLTI 460 MILA $  
 
Firenze - E “re tartufo” volò in Cina nell’asta dei record. Il tartufo raccolto a Palaia di Pisa da Cristiano Salvini è stato battuto con la somma record di 330 mila dollari. Record anche per la cifra totale di 460 mila dollari raccolta complessivamente grazie all’iniziativa dei tartufai toscani riuniti nell’Uratt (che riunisce a livello regionale le associazioni) e sostenuta dalla Regione Toscana. Ed è stata la città cinese di Macao, collegata in diretta Tv dal ristorante italiano “Don Alfonso 1890” con la sala degli Specchi di Palazzo Medici Riccardi a Firenze e con il ristorante “Il Refe! ttorio” di Londra, a dominare l’asta di bene ficenza . Entusiasta l’assessore regionale all’agricoltura e foreste della Regione, Susanna Cenni che insieme al Presidente della Provincia, Matteo Renzi, ha presenziato all’asta battuta da Sotheby’s nella sala degli specchi dello storico palazzo che fu dei Medici, gremita di telecamere e di fotografi. Tutti gli occhi puntati sulle trifole, rigorosamente provenienti dalla terra di Toscana, e donate dalle associazioni dei tartufai e dagli enti locali di provenienza. Il ricavato dell’asta andrà a Telethon, per quanto riguarda la sede di Firenze, alla Caritas di Macao per quanto realizzato in Cina e al Consortiun for Street Children per la somma raccolta a Londra. Ma di rilancio in rilancio, con cifre da capogiro, è stata proprio Macao a fare la parte del leone aggiudicandosi la gran parte dei tartu! fi. E con essi il vino di altissima qualità e i tanti preziosi e griffatissimi oggetti “made in tuscany” che hanno fatto da corredo ai lotti con i profumati tuberi. L’assessore Cenni ha ribadito con orgoglio ed entusiasmo l’importanza dell’iniziativa che «tiene alta l’attenzione sulla Toscana e sulle sue produzioni di eccellenza» ed ha sottolineato il ruolo svolto dai tartufai toscani e dalle loro associazioni, non solo nella raccolta delle trifole e del “tartufo del secolo” ma anche nel promuovere e nel partecipare attivamente ad una manifestazione caratterizzata dalla solidarietà. «E’ una grandissima soddisfazione» – ha detto Cenni – al termine della manifestazione, che ha permesso di raccogliere una cifra record, superiore anche a quella ottenuta nell’as! ta tenuta ad Alba, «che premia il nostro i! mpegno e ci permette di veicolare ancora meglio nel mondo i nostri tartufi, che sono di grandissima qualità e l’eccellenza del made in toscana. Un grandissimo ringraziamento – ha concluso Cenni – va a tutti i tartufai che con il loro impegno hanno contribuito a raggiungere questo risultato straordinario. » .  
   
   
OGM: CONSIGLIO DEI MINISTRI PRENDA ATTO DICHIARAZIONI MINISTRO AGRICOLTURA SU SPERIMENTAZIONI IN CAMPO  
 
“Il Consiglio dei Ministri deve prendere atto del consenso che si è ormai formato nel nostro paese a livello politico, nella società civile e presso il mondo scientifico sul tema della sperimentazione di piante geneticamente modificate in campo aperto”, ha dichiarato Patrick Trancu, Coordinatore del Cedab commentando le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Paolo De Castro ospite della trasmissione televisiva Porta a Porta. “Resta pertanto completamente isolata la posizione del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio che qualche mese fa aveva bocciato i protocolli di sperimentazione predisposti dai tecnici del suo stesso ministero”. “Il Governo” ha proseguito Trancu “non deve rimanere ostaggio di quelle posizioni ideologiche ed oltranziste, quali quelle sostenute dal sempre più stravagante Consiglio dei Diretti Genetici, che da anni bloccano la ricerca scientifica e la sperimentazione in campo aperto di piante geneticamente modificate. Il Ministro De Castro ha pubblicamente affermato che la ricerca deve ripartire e i cittadini si aspettano ora dal Governo Prodi passi concreti”. .  
   
   
"PRODUZIONE E UTILIZZO DI OLI VEGETALI E BIODIESEL NEL FRIULI VENEZIA GIULIA.  
 
- I risultati raggiunti con l´attuazione del progetto Friuli Biodiesel saranno illustrati il 4 dicembre a Villa Chiozza di Scodovacca di Cervignano, nel corso di un convegno sul tema "Produzione e utilizzo di oli vegetali e biodiesel nel Friuli Venezia Giulia. L´incontro, che si aprirà alle ore 9, costituisce l´atto finale del progetto, che si è articolato nell´ambito del Programma nazionale Biocombustibili (Probio), con lo scopo di cercare di dare risposta ad alcuni degli interrogativi posti da tecnici del settore delle produzioni vegetali, da utenti e da amministratori locali, riguardo alle potenzialità e all´opportunità di sviluppo della filiera di produzione e utilizzo di oli vegetali e biodiesel nelle condizioni socio economiche e produttive della nostra terra. "Con queste finalità - spiega il direttore generale dell´Ersa (l´Agenzia regionale per lo Sviluppo Rurale che ha curato il progetto), Josef Parente - sono state condotte indagini tecniche, economiche e ambientali nei diversi ambiti della filiera produttiva: dalla coltivazione dei semi oleaginosi, al processo industriale di produzione dei biocombustibili, fino all´utilizzo del carburante derivato dai vegetali nei propulsori dei mezzi di trasporto pubblico". Il convegno tratterà dunque della coltivazione della colza e del girasole, dell´attitudine del suolo del Friuli Venezia Giulia alla loro diffusione, della progettazione di un impianto per la produzione di biodiesel, ma anche dell´utilizzo della colza nell´alimentazione animale e in particolare dei ruminanti. Nel corso dei lavori saranno pure valutate le esperienze fatte in Moldavia e in Croazia. .  
   
   
LATTE, REGIONE LOMBARDIA DALLA PARTE DI CHI RISPETTA REGOLE FISCHER BOEL E DE CASTRO A BRESCIA PER UN "FORUM" A TUTTO CAMPO FORMIGONI E BECCALOSSI: LOMBARDIA PUNTO DI RIFERIMENTO EUROPEO  
 
Lo sviluppo del settore lattiero-caseario e le relative politiche comunitarie sono state al centro del primo "Forum Internazionale del Latte", evento organizzato il 29 novembre a Brescia da Regione Lombardia con l´obiettivo di confrontarsi, discutere ed esprimere valutazioni sul latte e sul suo futuro. Il Forum - Al Forum erano presenti le più importanti figure istituzionali, associazionistiche e produttive di questo comparto. Mariann Fischer Boel, commissario europeo all´Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, Paolo De Castro, ministro delle Politiche Agricole insieme a Roberto Formigoni e Viviana Beccalossi, presidente e vicepresidente della Regione Lombardia, sono stati i protagonisti di una giornata interamente dedicata al latte che ha coinvolto anche le Organizzazioni Professionali e l´industria, con il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi. Momenti di riflessione che hanno assunto rilevanza ancor più importante se si pensa che i prossimi mesi saranno decisivi per il futuro dell´intera filiera. All´inizio del 2008, infatti, si aprirà la discussione, in ambito comunitario, sugli interventi di regolazione e sostegno al settore anche sulla base dei risultati effettuati dalla Commissione europea, relativamente agli effetti del regime delle quote latte. Il Latte, La Lombardia E L´europa - "La scelta di Brescia - ha ricordato Viviana Beccalossi, coordinatrice dell´organizzazione del Forum nonché assessore regionale all´Agricoltura - non è casuale. La Lombardia è la regione più importante d´Italia a livello produttivo e una delle aree più rilevanti anche nel panorama internazionale. Brescia, a sua volta, è a tutti gli effetti la capitale nazionale: in questa provincia viene prodotto il 10% del latte italiano". Concetti sviluppati dal presidente della Regione, Roberto Formigoni. "La Lombardia - ha detto il presidente, aprendo i lavori del Forum - detiene, grazie all´impegno degli oltre 7. 000 allevatori, il primato produttivo di latte con il 40% del totale nazionale. Per mantenere le posizioni acquisite e sviluppare le potenzialità ancora inespresse, il settore dovrà affrontare le nuove sfide e imparare a convivere con una concorrenza sempre più agguerrita. Nel contempo dovrà tener conto delle regole fissate dalla normativa comunitaria in materia di quote latte per poter sviluppare una interlocuzione positiva con l´Unione Europea e contribuire alla costruzione di una politica comunitaria adeguata". Va inoltre ricordato che nella nostra regione vengono prodotti 4 milioni di tonnellate, per un valore stimato in oltre 1,4 miliardi di euro, che consentono anche la produzione dei numerosi formaggi italiani a Denominazione di Origine Protetta, per i quali si utilizza il 50% del latte lombardo. Introducendo il dibattito il presidente Formigoni ha quindi evidenziato come Regione Lombardia sia pronta a collaborare "per elaborare nuove proposte migliorative all´interno del comparto, con la consapevolezza che il contributo delle istituzioni direttamente coinvolte potrà essere certamente decisivo per il futuro di un settore che rappresenta una colonna portante dell´economia lombarda, nazionale e comunitaria". "Nell´intera Comunità Europea - ha aggiunto Viviana Beccalossi - sono solo 8 i Paesi che producono più latte di quanto realizzato in Lombardia. Segno inequivocabile della spiccata vocazione del territorio per questa produzione, e stimolo per un ulteriore sviluppo". Il Futuro - E proprio guardando al futuro la vicepresidente Beccalossi ha ricordato "i notevoli investimenti effettuati dagli operatori e dall´efficace utilizzo delle risorse finanziarie messe a loro disposizione dalle istituzioni nazionali e comunitarie. Quello lattiero-caseario è un patrimonio da valorizzare ulteriormente, tenendo conto che gli investimenti in questo comparto producono effetti nel lungo periodo". "I produttori che hanno creduto e credono nello sviluppo - ha tenuto a chiarire Viviana Beccalossi - si sono anche impegnati a rispettare le regole che la normativa comunitaria impone in tema di quote latte e hanno scelto, qualora ne avessero bisogno, di sanare le irregolarità pregresse" Le Quote Latte - "Il mantenimento del regime delle quote latte anche dopo il 2015 (periodo per cui ad oggi ne è previsto la chiusura) - dice Viviana Beccalossi - va ripensato introducendo sistemi di flessibilità che consentano di rispondere in maniera tempestiva ai mutamenti delle condizioni di mercato. Per esempio, oltre alla compensazione tra Stati europei si potrebbe portare avanti anche la proposta della commercializzazione di quote tra Stati, e di tempo per mettere a punto una efficiente struttura amministrativa dedicata ne avremmo a sufficienza. Nel caso in cui invece il regime dovesse essere abrogato al termine della campagna 2014/2015 - dice ancora Viviana Beccalossi - è assolutamente necessario che vengano previsti dei sistemi di tutela a favore degli operatori ancora titolari di quota a quella data, con particolare attenzione verso quanti le hanno acquistate sopportando rilevanti investimenti e con specifica considerazione ai produttori che operano nelle zone svantaggiate e montane, ulteriormente penalizzati da una liberalizzazione totale". Conclusioni - "Se veramente vogliamo rilanciare la competitività europea - ha sottolineato infine il presidente Formigoni - le modifiche delle politiche comunitarie, rese necessarie dall´evoluzione del contesto economico, dovranno essere coerenti con esigenze e vocazioni dei diversi sistemi e sostenibili per imprese e territori". "In questa direzione - ha concluso il presidente - auspichiamo che sia la Commissione Europea sia il Governo italiano prendano in considerazione le nostre indicazioni, affinché nel futuro degli interventi di regolazione e di sostegno del settore lattiero-caseario si tenga conto adeguatamente della realtà lombarda". Il Forum Su Internet - Dal 5 dicembre sarà possibile vedere le immagini del Forum, con i passaggi più significativi, sul sito www. Agricoltura. Regione. Lombardia. It, cliccando sul banner "Forum latte" in home page. .  
   
   
FORUM LATTE, FORMIGONI: NOI E AGRICOLTORI DALLA STESSA PARTE  
 
"Noi e gli agricoltori lombardi siamo dalla stessa parte. Loro, sotto le bandiere di Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri, in piazza, stanno pacificamente difendendo il loro lavoro. Noi, con il Forum internazionale sul latte, organizzato e fortemente voluto dalla Regione Lombardia, cui partecipano le loro rappresentanze al massimo livello, vogliamo affermare principi chiari e comuni: il grande impegno per lo sviluppo della filiera lattiero-casearia, la difesa della qualità, del Made in Italy e del Made in Lombardy, e il rispetto della legalità". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a margine del 1^ Forum del latte cui ha partecipato insieme alla vicepresidente Viviana Beccalossi. Al Forum erano presenti le più importanti figure istituzionali, associazionistiche e produttive di questo comparto. Mariann Fischer Boel, commissario europeo all´Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, Paolo De Castro, ministro delle Politiche Agricole insieme a Roberto Formigoni e Viviana Beccalossi, presidente e vicepresidente della Regione Lombardia, sono stati i protagonisti di una giornata interamente dedicata al latte che ha coinvolto anche le Organizzazioni Professionali e l´industria di trasformazione, con il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi. Momenti di riflessione che hanno assunto rilevanza ancor più importante se si pensa che i prossimi mesi saranno decisivi per il futuro dell´intera filiera. All´inizio del 2008, infatti, si aprirà la discussione, in ambito comunitario, sugli interventi di regolazione e sostegno al settore anche sulla base dei risultati effettuati dalla Commissione europea, relativamente agli effetti del regime delle quote latte. .  
   
   
LATTE, BECCALOSSI: A BRESCIA HA VINTO LA DEMOCRAZIA DALLA VICEPRESIDENTE GRAZIE A FORZE DELL´ORDINE E MANIFESTANTI  
 
"Quello che abbiamo vissuto a Brescia è stato un bell´esempio di civile democrazia. Migliaia di persone a manifestare per rivendicare la loro posizione nel più assoluto rispetto della città e della gente che li ospitava. Nessun disordine, nessun atto vandalico e nessun danno. Per questo desidero rivolgere un ringraziamento pubblico particolarmente sentito, anche a nome di Regione Lombardia, a tutti i rappresentanti delle Forze dell´Ordine, agli allevatori che hanno affollato strade e piazze e ai cittadini che hanno saputo pazientare per i disagi provocati alla circolazione". Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore regionale all´Agricoltura, in occasione dell´ultima tappa in Lombardia del commissario europeo per l´Agricoltura, Mariann Fischer Boel, commenta così le manifestazioni che si sono svolte a Brescia. "Un ringraziamento personale - aggiunge Viviana Beccalossi - va al prefetto Francesco Tronca, al questore Gaetano Chiusolo, al comandante dei Carabinieri, Riccardo Galletta. Dal giorno in cui abbiamo deciso di organizzare questo evento mi hanno offerto tutta la loro collaborazione e ieri la loro professionalità e l´impegno dei loro uomini è stato un elemento determinante per l´ottima riuscita della giornata bresciana del latte. Un momento di confronto che, sotto ogni punto di vista, deve essere preso a modello da chiunque organizzi o debba ospitare eventi simili a questo". .  
   
   
TARICCO AL FORUM NAZIONALE LATTE A BRESCIA: RIBADITA LA LINEA DELLA LEGALITA´ CHE ABBIAMO SEMPRE SOSTENUTO  
 
 “Oggi al Forum di Brescia è stato fortemente ribadito il rispetto della legalità, e la fermezza nei confronti di chi agisce al di fuori delle regole – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco, che ha partecipato al Forum nazionale sul latte oggi a Brescia - E’ stata dunque riconfermata la linea che noi abbiamo sempre tenuto, a salvaguardia di tutti coloro che da anni rispettano il sistema delle quote e a tutela dell’intero settore lattiero-caseario piemontese. ” L’assessore Taricco ha preso parte il 30 novembre al Forum nazionale sul latte, svoltosi a Brescia, presso il Museo di Santa Giulia, alla presenza del Commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale Mariann Fischer Boel, del Ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro, dei rappresentanti delle istituzioni, dei produttori, della trasformazione e dei consumatori. La giornata, organizzata in diverse sessioni di lavoro, è stata un’occasione di confronto sulla riforma dell’organizzazione comune di mercato e sul futuro delle quote latte. “La Commissaria Fischer-boel è stata molto netta nel ribadire che il sistema delle quote latte rimarrà in atto fino alla scadenza già fissata del 2015, che l’aumento previsto per l’annata 2008/2009 non sarà superiore al 2% e che proseguirà il meccanismo dei prelievi per i cosiddetti “splafonatori”. E’ stata confermata anche la ferma opposizione allo scambio di quote tra Paesi, una soluzione che abbiamo sempre affermato non essere praticabile. Nella sostanza, dunque, il quadro della legalità e del rispetto delle norme vigenti è stato tracciato con molta chiarezza, in coerenza con quanto da noi sempre sostenuto. Il nostro compito a questo punto è fare sinergia con il Governo e con l’intero Paese per aprire un dialogo sulle prospettive future, sulle quali, malgrado la fermezza delle posizioni, mi pare ci siano gli spazi per ragionare con le istituzioni comunitarie: in particolare, sostenere la possibilità di un aumento di quota superiore al 2% – come ha fatto oggi a Brescia il Ministro De Castro – e la necessità di un aumento differenziato per i diversi Stati membri, che tenga conto della rispettiva situazione produttiva e delle relative capacità di auto-approvvigionamento. Ci auguriamo anche di poter ottenere attenzione per alcune aree peculiari, in particolare per la montagna. Infine, a partire dai prossimi mesi, si comincerà a ragionare sui possibili meccanismi di ammortizzazione che sarà possibile attivare in vista dell’abolizione del sistema delle quote nel 2015, per attutirne l’impatto. ” .  
   
   
PSR – ZAIA: 100 MILIONI PER LO SVILUPPO INTEGRATO DEL TERRITORIO  
 
Legnaro (Padova) - “La Regione del Veneto crede fortemente nello sviluppo del territorio attivato in maniera coordinata dall’insieme delle imprese e dei soggetti che vi operano e vi risiedono. Non è un caso che ad iniziative partecipate “dal basso” il nostro Programma di Sviluppo Rurale destini 100 milioni di euro, quasi il 10,5 per cento dell’intero budget pubblico (914 milioni di euro) disponibile nel periodo 2007 – 2013, a fronte di una media nazionale che indirizza ad analoghe iniziative poco più del 7,5 per cento”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia, che iil 3 dicembre a Legnaro, in provincia di Padova, ha concluso i lavori dell’incontro sul tema “Progetti e finanziamenti per lo sviluppo locale”, organizzato da Veneto Agricoltura, rappresentata dall’amministratore unico Corrado Callegari. Il convegno ha approfondito, in sostanza, le iniziative che del Psr relative al cosiddetto Asse 4, ovvero al sistema Leader, acronimo di “Liason Entre Actions de Develloppement de l’Economie Rurale”, cioè coordinamento delle azioni di sviluppo dell’economia rurale. Questo asse sostiene programmi che coinvolgono imprenditori privati ed enti pubblici in particolare aree rurali, riconoscendo che lo sviluppo non dipende dal semplice sostegno delle aziende agricole, ma dalla capacità di fare squadra sviluppando tutte le potenzialità di un territorio rurale (agricoltura, ambiente, turismo, artigianato), all’interno di un progetto coordinato e condiviso. “Con Psr siamo ormai pronti – ha affermato Zaia – probabilmente entro l’anno corrente e al massimo entro i primi giorni del 2008 emaneremo i bandi di attivazione. Ho personalmente incontrato circa 8 mila imprenditori agricoli per informarli, assieme ai tecnici della Regione, di tutte le possibilità di sostegno, che privilegiano la competitività cui è destinato circa il 44 per cento delle risorse complessive. Il nostro è un programma scritto con gli imprenditori, e sui contenuti siamo sicuri; il pericolo è la burocrazia: abbiamo cercato di limitarla, ma la Commissione Europea ci ha imposto alcuni passaggi obbligati, così come ci ha bloccato su alcune proposte, ad esempio la direttiva che avevamo previsto per lo spandimento dei liquami nel contesto dell’applicazione della Direttiva Nitrati”. “Le iniziative Leader richiedono vera animazione sul territorio – ha concluso Zaia – e vera compartecipazione: di progetti e risorse. Sono sicuro che la risposta sarà all’altezza delle aspettative”. .  
   
   
CUNEO: CRISI SUINICOLA: CONFRONTO TRA CUNEO, MODENA, MANTOVA E BRESCIA  
 
Un incontro tecnico, alla presenza dei presidenti delle Camere di commercio di Cuneo, Modena, Mantova e Brescia e il coinvolgimento di amministratori regionali, provinciali e comunali, rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, delle associazioni di produttori e del consorzio salumi tipici (Consati) si è svolto sabato 1° dicembre alla Camera di commercio di Cuneo. Al centro dell’attenzione la grave e perdurante crisi che interessa il comparto suinicolo e sta costringendo gli allevatori a lavorare in perdita. Questo a causa del calo dei prezzi, ridottisi negli ultimi 5 anni del 15% e dell’aumento dei costi dei prodotti agricoli (grano, orzo, mais, crusca e farina di soia) cresciuti nello stesso periodo mediamente dell’85%. Di conseguenza, l’esborso richiesto per l’ingrasso dei suini pesanti (176 kg) è salito di 0,30-0,40 euro a chilogrammo rispetto alla cifra di 12 mesi fa, già considerevole, pari a 1,51 euro negli allevamenti a ciclo aperto e 1,29 in quelli a ciclo chiuso. A questo punto, visto che la quotazione attuale dei suini, sui mercati, supera di poco 1 euro e 25 a chilogrammo, è evidente la perdita per gli imprenditori del settore. Questo il quadro della situazione su cui si è innestato l’incontro promosso dall’ente camerale. “Il problema è gravissimo, in considerazione della dimensione raggiunta dal settore a livello nazionale, che a giugno 2007 conta oltre 9 milioni di capi, di cui l’80% in sole 4 regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Nella provincia di Cuneo è concentrata la quasi totalità degli allevamenti suinicoli piemontesi (870. 000 capi su un totale regionale di 970. 000), con circa 850 aziende agricole, 760 delle quali legate al circuito delle Dop. La crisi sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di molte aziende e producendo la cessione a multinazionali con l’attivazione di rapporti di soccida. Ho voluto invitare i colleghi Bettoni di Brescia, Montanari per Mantova e Mantovani, al vertice della Cciaa di Modena - spiega il presidente dell’ente camerale cuneese, Ferruccio Dardanello - per delineare un quadro chiaro, scaturito dal confronto con due grandi aree di produzione e commercializzazione e per affrontare la questione legata alla attività delle borse merci”. Una criticità segnalata dagli operatori, in questo momento di crisi, è nell’attuale sistema di rilevazione dei prezzi, centrato sul ruolo delle Commissioni camerali operanti nelle principali piazze, che sembrerebbero riconoscere agli allevatori un peso troppo circoscritto. Riconsiderarne i regolamenti di determinazione del prezzo o affiancare ai vari listini - il cui valore e significato rimangono un tassello fondamentale sui mercati locali - i valori risultanti da reali transazioni effettuate, rilevabili per esempio attraverso il potenziamento della borsa telematica, consentirebbe di superare le aree “grigie” della determinazione del prezzo. Ma altre cause opprimono la suinicoltura. Tra queste, il rilevante volume delle importazioni, chiamate a coprire il 40 per cento dei consumi. In una situazione tanto complessa, si chiede che il consumatore venga messo in condizione di sapere se i salumi e il prosciutto che acquista sono confezionati con soggetti ingrassati in Italia o se la materia prima proviene dall’estero. A livello nazionale si è puntato molto negli ultimi anni sulla qualità della produzione, vincolando gli allevatori a disciplinari molto rigidi, che consentono l’accesso ai circuiti contrassegnati da marchi riconosciuti a livello europeo. In questo ambito la provincia di Cuneo si è sempre distinta per il forte impegno verso la qualità, non limitata alle dop, ma nello specifico ricercata anche per i “suini pesanti”, tipici della tradizione locale. Grava, inoltre, su tutta la filiera, una serie di normative ambientali e sanitarie, condivisibili, ma costose, sul trattamento dei reflui, l’adeguamento degli scarichi, la depurazione e lo smaltimento dei sottoprodotti. Le richieste dei produttori? Sono state espresse con chiarezza nel corso dell’incontro. Si auspica un intervento sulle commissioni per ottenere quotazioni credibili, modificando, eventualmente, il sistema di rilevazione; si chiede la creazione di un “osservatorio”, in modo che gli operatori siano costantemente informati; si propone il “mercato a termine”, basato su un accordo di cessione di una percentuale di capi, con cadenze temporali precise, al macellatore. Emerge quindi la necessità di rafforzare l’obbligo dell’indicazione dell’origine delle carni suine utilizzate per produrre salumi e ogni altro derivato presso il punto di vendita, di promozionare la filiera dei suini nazionali, con destinazione diversa dalla produzione dei prosciutti dop e di potenziare il “Consorzio gran suino padano”. Il prossimo appuntamento è previsto per metà gennaio alla borsa merci di Modena per formalizzare le ipotesi discusse. .  
   
   
SI RAFFORZA IL RUOLO DELLE IMPRESE AGRICOLE NELLA MANUTENZIONE DEL BACINO DEL PO SIGLATO L´ACCORDO TRA L´AIPO E LE MAGGIORI ORGANIZZAZIONI REGIONALI DI CATEGORIA  
 
Le imprese aderenti alle maggiori organizzazioni agricole avranno un ruolo sempre più importante nei lavori di manutenzione del territorio che interessa il bacino idrografico del fiume Po. Lo stabilisce un protocollo d’intesa siglato tra l’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) e Coldiretti, Confagricoltura e Cia, presentato oggi dagli assessori regionali alla Difesa del suolo, e membro del Comitato di indirizzo dell’Aipo, Bruna Sibille, e all’Agricoltura, Mino Taricco, insieme al direttore dell’Aipo, Bruno Leonardo Brunetti, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Torino. “Le linee di indirizzo indicate dall’Aipo sono molto importanti perché rendono operative le indicazioni già espresse dalla legge 228 del 2001 che, all’articolo 15, prevede la possibilità per le pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni e concludere contratti di appalto con gli imprenditori agricoli, anche in deroga alle norme vigenti, finalizzati allo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione e alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agricolo e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico” ha sottolineato Sibille. Ricordando che la legge finanziaria per il 2007 ha successivamente incrementato i limiti di valore entro i quali i contratti d’appalto con gli imprenditori agricoli possono essere stipulati in deroga alle norme vigenti: 50mila euro annuali per imprenditori singoli e 300mila per imprenditori in forma associata. “La firma del protocollo – ha affermato l’assessore all’Agricoltura Taricco – è un passaggio importante che crea le condizioni per una collaborazione operativa tra Autorità di gestione del bacino del Po e il mondo agricolo, finalizzata a una gestione efficiente dell’ecosistema e della risorsa acqua. Il mondo agricolo, che opera sul territorio e ne conosce l’importanza, ha le strutture e i mezzi per poter concorrere, in un quadro economico, alla tutela ambientale, mettendo a disposizione le proprie attrezzature, capacità e potenzialità. Gli agricoltori possono effettivamente essere i primi custodi del patrimonio naturalistico e paesaggistico, da preservare e da trasmettere alle future generazioni. Penso che il protocollo che sottoscriviamo oggi rappresenti la concreta attuazione di una possibilità, che la normativa consente, di valorizzare le capacità del territorio per una salvaguardia complessiva del bene acqua e dell’intero ecosistema”. Il presidente dell’Aipo, Brunetti, nel sottolineare l’importanza dell’iniziativa ha voluto precisare che il coinvolgimento delle imprese agricole in lavori di manutenzione non escluderà ovviamente dai cantieri più impegnativi le ditte specializzate. “Inizieremo – ha poi aggiunto - la sperimentazione con le imprese agricole a partire dalla provincia di Alessandria per avviare la messa a punto delle nuove procedure”. Unanime il consenso positivo manifestato dalle organizzazioni agricole che hanno sottoscritto l’intesa. Per Ezio Veggia, Confagricoltura, “ora occorre dare seguito all’accordo cercando di non perdersi nelle maglie della burocrazia”, mentre Giorgio Ferrero di Coldiretti si augura che “questo accordo favorito dalla Regione Piemonte possa sensibilizzare anche altre pubbliche amministrazioni a proseguire nelle medesima direzione”. Infine Ludovico Actis Perinetto di Cia ha definito l’accordo “importantissimo per le imprese agricole, che storicamente rappresentano dei presidi nella difesa del territorio”. Spettano all’Aipo, con riferimento al reticolo idrografico di propria competenza, tutte le funzioni relative alla programmazione operativa e realizzazione degli interventi di difesa del suolo, polizia idraulica e pronto intervento, nonché di manutenzione delle medesime opere e difese. Condividendo pienamente l’obiettivo di promuovere la più ampia attuazione del concetto di multifunzionalità delle attività agricole, favorendone il coinvolgimento nei programmi annuali e pluriennali di manutenzione delle opere idrauliche e più in generale del territorio rientranti nell’ambito di competenza dell’Aipo, l’assessorato alla Difesa del suolo della Regione Piemonte ha pertanto portato all’attenzione della Giunta regionale l’iniziativa intrapresa dall’Aipo che, con propria deliberazione, ha ritenuto di prenderne favorevolmente atto e di raccogliere l’invito a partecipare alle attività di divulgazione e pubblicità di quanto contenuto nell’accordo al fine di sensibilizzare tutti gli operatori del settore. Il Magistrato per il Po, già organo decentrato interregionale del ministero dei Lavori pubblici, poi organo decentrato interregionale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del ministero dell’Ambiente e del Territorio, dal gennaio 2003 è diventata Aipo in attuazione dell’art. 89 del D. L. 112/1998. Il bacino idrografico tributario del Po si estende per circa 74. 000 kmq e abbraccia, pressoché interamente, il territorio di quattro regioni (Valle d´Aosta, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna), più parte del Veneto per quanto riguarda il delta in provincia di Rovigo, oltre a modeste porzioni delle regioni Liguria, Toscana e la Provincia autonoma di Trento, nonché circa 150 kmq di territorio svizzero. In totale sono interessate 24 province e 3. 200 comuni. Il bacino del Po è solcato da 4. 500 km di corsi d’acqua, con una estensione di arginature di 3. 564 km. .  
   
   
FORMAGGI ´TAROCCATI´,IN USA 2 MILIONI DI TONNELLATE BECCALOSSI: SEMPRE PIU´ IMITAZIONI SCADENTI DEI NOSTRI PRODOTTI UN ´NO´ DECISO AL ´FRESH GRANA´ E ALL´AGROPIRATERIA MONDIALE  
 
Desenzano del Garda/bs - "Un ´no´ fermo al Fresh Grana Cheese, uno dei simboli dell´agro-pirateria internazionale (in questo caso australiana) e una lotta più che mai convinta e serrata per la tutela del Grana Padano e, più in generale, dei prodotti italiani". E´ una attacco forte e deciso quello che Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, ha sferrato contro la contraffazione agro-alimentare in occasione della visita del commissario europeo per l´Agricoltura, Mariann Fischer Boel, il 30 novembre in visita alla sede del Consorzio Grana Padano di Desenzano del Garda. "La valorizzazione del Grana Padano e di tutte le altre eccellenze della buona tavola italiana - ha proseguito Viviana Beccalossi - è al centro dell´attenzione di Regione Lombardia ma anche del ministro per le Politiche Agricole, Paolo De Castro. Su tematiche come quelle della tutela del made in Italy deve infatti prevalere, a prescindere dalle appartenenze partitiche, una sola politica. La politica della difesa dei gioielli agro-alimentari del nostro Paese". "In questi ultimi anni - ha proseguito la vicepresidente Beccalossi rivolgendosi al commissario Fischer Boel - abbiamo lavorato con il Consorzio Grana Padano attraverso una serie di azioni mirate ad affermare, a livello nazionale ed internazionale, la qualità di un prodotto eccezionale. Il Grana Padano é il più importante formaggio a Denominazione d´Origine Protetta (Dop) del mondo e un simbolo che contribuisce a rendere la Lombardia e l´Italia più forte e più credibile al di fuori dei nostri confini". A testimoniare che il Grana Padano è il formaggio Dop più apprezzato del mondo è il record assoluto di esportazioni ottenuto nel 2006 con una produzione di 4. 356. 881 forme, delle quali 1. 094. 000 dirette all´estero. Esportazioni da record, che sono cresciute del 9,2% rispetto all´anno precedente e che vedono Germania (180. 475 forme), Stati Uniti (113. 422), Svizzera (99. 931), Francia (82. 193) e Regno Unito (78. 258) tra i Paesi maggiormente attratti da questo prodotto. Proprio negli Stati Uniti - secondo i dati forniti dalla Coldiretti nei giorni scorsi - sono "falsi" nove formaggi di tipo "italiano" su dieci, con la vendita di Parmesan, Asiago, Provolone, Gorgonzola, Pecorino romano e Mozzarella realizzati in California, a New York o in Wisconsin. "Produzioni - ha commentato ancora Viviana Beccalossi - che nulla hanno a che fare con quelle di casa nostra. Imitazioni scadenti di bassissimo livello qualitativo che danneggiano in maniera gravissima il marchio dei nostri eccellenti formaggi". I dati forniti dalla Coldiretti diventano ancor più preoccupanti se si pensa che le esportazioni di formaggi dall´Italia negli Usa hanno superato le 30. 000 tonnellate (oltre 8. 000 delle quali per Parmigiano e Grana), per un valore di circa 200 milioni di euro, mentre la produzione statunitense delle imitazioni ha raggiunto quasi 1,7 milioni di tonnellate vendute appunto come Parmesan, Mozzarella, Provolone o Ricotta. "Noi però - ha concluso la vicepresidente Beccalossi - non ci arrendiamo. La sentenza della Corte dell´Unione Europea, che ha annullato la registrazione del marchio ´Grana Biraghi´ concessa nel 2003 dall´Ufficio europeo dei marchi di Alicante in Spagna, ci spinge a moltiplicare il nostro impegno per far sì che i prodotti di eccellenza, che puntano su qualità e trasparenza, abbiano il rispetto che meritano, puntando sulla qualità e sulla trasparenza. Questa sentenza deve far giurisprudenza, assumendo il carattere di strumento di tutela e garanzia per l´intero settore agroalimentare". Guardando all´immediato futuro Viviana Beccalossi ha concluso ribadendo che "l´obiettivo di Regione Lombardia è di crescere ancora, guardando anche a nuovi mercati. In tal senso contribuiremo attivamente ad un ambizioso progetto di promozione del Grana Padano nel grande mercato cinese, creando un sistema virtuoso in grado di trainare anche tutti gli altri prodotti lombardi di qualità come altri formaggi altrettanto eccellenti e qualificati, come i nostri vini e i nostri salumi. Tutti guardiamo, ovviamente, alle Olimpiadi di Pechino 2008. La Lombardia e l´Italia hanno tutti i requisiti per salire sul podio mondiale delle eccellenze agro-alimentari". Il Grana Padano In Cifre - Il Grana Padano, che viene realizzato prevalentemente in Lombardia (70% del totale complessivo) ed in particolare nelle province di Mantova (31 caseifici - 26,78% dell´intera produzione nazionale), Brescia (31 caseifici - 22,12% della produzione) e Cremona (11 caseifici- 16,07% della produzione). Realtà interessanti sono presenti anche nelle zone di Lodi (5 caseifici - 2,05% della produzione), Bergamo (4 caseifici - 1,17% della produzione) e Pavia (4 caseifici - 1,07% della produzione). Altri caseifici hanno sede in Emilia Romagna (11,65% della produzione), Veneto (14,32%), Trentino (3,20%) e Piemonte (1,58%). .  
   
   
ACCOLTA RICHIESTA DELLA REGIONE PIEMONTE PER GLI ESSICCATOI AGRICOLI PROROGATI I TERMINI PER LA MESSA A NORMA  
 
 E’ stata accolta la richiesta avanzata al Ministero delle Politiche Agricole dalla Regione Piemonte, anche su sollecitazione delle organizzazioni professionali, relativa alla messa a norma degli essiccatoi agricoli per l’emissione di fumi in atmosfera, un provvedimento che interessa in particolare le aziende dei settori cerealicolo e risicolo per il trattamento e la conservazione del prodotto. L’istanza, avanzata al Ministero raccogliendo numerose richieste provenienti dal territorio, mirava a ottenere una proroga dei termini per le domande di autorizzazione all’emissione di fumi in atmosfera, per gli impianti di essiccazione di semi e cereali (prevista dal D. Lgs. 152/06): col differimento di un anno, al 29 ottobre 2008, degli adempimenti previsti per gli impianti agricoli, sarà possibile allineare con opportuna gradualità la normativa a quella attualmente stabilita per gli impianti industriali. “La proroga del provvedimento è un risultato importante per i nostri territori rurali – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco – che permetterà di regolamentare in maniera più equa una fase del processo produttivo, l’essiccazione, che è necessaria per la lavorazione dei cereali, per una corretta conservazione e commercializzazione. Ferma restando la corretta gestione delle emissioni in atmosfera, vorremmo infatti evitare il rischio concreto che molti piccoli impianti, che operano in proprio per brevi periodi dell’anno, non riescano a sostenere gli oneri della messa a norma e che debbano cessare l’attività, sostenendo costi aggiuntivi per il trasporto ad altri impianti e rendendo più complesso il controllo sull’effettiva e corretta essiccazione dei prodotti. Ringrazio il Ministero per aver recepito le nostre sollecitazioni e aver portato avanti l’emendamento – conclude l’Assessore - auspicando che l’iniziativa non trovi ostacoli nel successivo iter parlamentare. ” La Regione Piemonte ha evidenziato al Ministero delle Politiche Agricole il problema, in particolare con una lettera del 19 ottobre scorso; la Commissione Ambiente della Camera ha accolto, nella seduta del 22 novembre, un emendamento proposto dallo stesso Ministero, e, con parere positivo della Commissione Attività Produttive, ha recepito, in sede di conversione del Decreto legge 30 ottobre 2007 n. 180, la proroga della scadenza al 29 ottobre 2008, specifica per gli essiccatoi agricoli. .  
   
   
DIRETTIVA NITRATI – GALAN A COLDIRETTI: TUTTO IL NOSTRO APPOGGIO PER SOLUZIONE PROBLEMA  
 
“Il mio appoggio ve lo do tutto, per corrispondere alle vostre aspettative in un quadro di applicazione delle regole; approfondiremo come si può fare”. Lo ha detto il presidente del Veneto Giancarlo Galan, ricevendo ieri pomeriggio una delegazione della Coldiretti regionale, guidata dal presidente Giorgio Piazza, che gli ha illustrato le problematiche connesse alla cosiddetta Direttiva Nitrati europea e alle possibili soluzioni. All’incontro erano presenti anche l’assessore alle politiche per l’ambiente Giancarlo Conta e il presidente della Iv Commissione consiliare Clodovaldo Ruffato, mentre ad accogliere la coldiretti all’imbarcadero di Palazzo Balbi c’era pure l’assessore al bilancio Isi Coppola. La direttiva risale al 1991 ed è stata presa “sottogamba” nel nostro Paese al momento della sua approvazione; essa stabilisce che debba essere garantita una equilibrata fertilizzazione azotata dei terreni, non facendo distinzione tra apporti dovuti al liquame zootecnico e quelli dovuti al letame, comprendendo nelle zone definite vulnerabili (e il Veneto è considerato dalla Commissione tutto vulnerabile) anche i concimi di sintesi nel bilancio della fertilizzazione totale. Si tratta di un obbligo divenuto oggi stringente, il cui mancato rispetto comporta il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea, con avvio formale della procedura di infrazione, e la sospensione dei pagamenti per tutti i principali interventi comunitari in agricoltura. L’italia è quindi impegnata a rispettare le scadenze degli adempimenti, sotto il profilo formale e sostanziale, ma gli obblighi che essa comporta possono avere conseguenze pesantissime sul sistema allevatoriale del Veneto, il più evoluto del Paese. Per far fronte ai vincoli della normativa servirebbe, ha calcolato Coldiretti Veneto, un investimento di risorse complessivo di circa 200 milioni di euro, tra finanziamenti pubblici e privati, per attivare azioni e processi di vario tipo che consentano di equilibrare apporto azotato e superficie, anche trasformando parte del problema dei reflui in risorsa energetica. .  
   
   
FINANZIARIA: 5 MILIONI DI EURO IN MENO PER PAGARE IL FERMO PESCA 2007  
 
“All’emergenza caro gasolio, che ha portato alla dichiarazione dello stato di agitazione del settore, ora si aggiunge il problema del pagamento del fermo di pesca per il 2007”. Questa la preoccupazione del Presidente della Federcoopesca-confcooperative, Massimo Coccia, dopo il sì definitivo del Senato al decreto legge 159 collegato alla Finanziaria. Il testo, ora è legge dello Stato, prevede un taglio di cinque milioni di euro destinati al fermo pesca di quest’anno –che vede ridurre del 50 per cento il suo plafond- e stanziati con la Finanziaria 2005. Questi fondi, infatti, saranno destinati ad altri capitoli di spese che non riguardano la pesca o l’agricoltura, ma per finanziare il miglioramento di strade e trasporti pubblici. “E’ assurdo –conclude Coccia- che si chieda di farsi carico di problemi cronici del nostro Paese, come i trasporti e la rete viaria, ad un settore come il nostro in evidente difficoltà. Per dì più i tagli dei fondi sono stati fatti per una misura, quella del fermo pesca di quest’anno, che si è già conclusa. Come sarà possibile far fronte a tutte le richieste di indennizzo dei pescatori che hanno sospeso l’attività di pesca per tutelare le risorse ittiche? Un interrogativo che richiede una risposta rapida se non si vuole alimentare ulteriormente la protesta già in atto”. .  
   
   
CAMPOBASSO: CORSO DI FORMAZIONE PER IMPRENDITORI AGRICOLI  
 
Formare degli imprenditori agricoli in grado di potenziare la competitività della propria azienda cogliendo le opportunità offerte dalla vendita diretta dei prodotti è l’obiettivo che la Fai, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Campobasso, intende realizzare con il “Corso per imprenditori agricoli per la trasformazione aziendale a favore della vendita diretta”. L’iniziativa, interamente gratuita, è destinata a 20 imprenditori agricoli, uomini e donne, residenti nella provincia di Campobasso e prevede azioni integrate di formazione in aula con visite aziendali presso realtà imprenditoriali del settore agroindustriale, operanti a livello nazionale, per la durata di 150 ore. Le nuove frontiere dell’agricoltura sono i territori e le loro produzioni, in grado di resistere alle sfide dei prodotti globali attraverso una forma di commercializzazione che mette in comunicazione i coltivatori locali con i consumatori locali. Tale forma di vendita rappresenta, dunque, un´alternativa preziosa per la crescita socio-economica locale e per la salvaguardia del territorio, perché avvantaggia i coltivatori, indirizzandoli sempre più verso produzioni di qualità e i consumatori, che pagherebbero così i prodotti a prezzi più bassi, poiché eviterebbero i passaggi intermedi. Chi sa leggere le dinamiche del mercato può vincere le situazioni critiche, per questo è necessario che l’agricoltore diventi imprenditore e il sistema camerale intende sostenere i nostri operatori in questo cambio di strategia aziendale. Il corso si propone, infatti, di fornire agli imprenditori gli strumenti necessari, in termini di strategie aziendali e di commercializzazione, per affrontare con le competenze richieste dal mercato globale la sfida di soddisfare sempre più la richiesta di prodotti di qualità a prezzi contenuti. Gli operatori interessati potranno scaricare il modulo di adesione disponibile sul sito della Camera di Commercio di Campobasso all’indirizzo www. Cb. Camcom. It e inviarlo, debitamente compilato e firmato, a mezzo fax al numero 0874-471701 entro e non oltre il 10. 12. 2007. Per maggiori informazioni e per il ritiro della versione cartacea della documentazione è possibile rivolgersi alla Segreteria Organizzativa del progetto, presso la Sede Operativa dell´Azienda Speciale Fai – Cittadella dell’Economia – C. Da Selvapiana - Campobasso dalle ore 9. 00 alle 14. 00 dal lunedì al venerdì e dalle ore 15. 30 alle 17. 00 nei giorni di lunedì – martedì - mercoledì (Dott. Ssa Cinzia Rauso: telefono 0874. 471605). .  
   
   
IMPRESE ALIMENTARI PIEMONTESI: SI SEMPLIFICANO GLI ADEMPIMENTI BUROCRATICI PER APRIRE UN ESERCIZIO COMMERCIALE E´ SUFFICIENTE UN´AUTOCERTIFICAZIONE  
 
Si semplificano gli adempimenti burocratici per avviare qualsiasi attività alimentare all’ingrosso e al dettaglio relative alle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti. Lo ha deciso la Giunta regionale, attraverso l’applicazione concreta della normativa europea in materia di registrazione delle imprese alimentari, così come previsto dall’accordo Stato-regioni. Per aprire un nuovo esercizio commerciale di produzione, vendita o somministrazione di alimenti non è più necessario ottenere il rilascio di una specifica autorizzazione sanitaria, ma è sufficiente presentare al Comune di appartenenza una dichiarazione di inizio attività (Dia), con la quale autocertificare il possesso dei requisiti igienico-sanitari. Possono iniziare subito l’attività le imprese con minore rischio sanitario, come ad esempio le rivendite di alimenti, ad esclusione delle macellerie e delle pescherie che, insieme a tutte le attività di produzione, preparazione, trasformazione e somministrazione di alimenti devono attendere 30 giorni dalla presentazione dell’autocertificazione per consentire ai servizi delle Asl di svolgere i sopralluoghi necessari. La delibera, inoltre, fornisce indicazioni operative rivolte ai Comuni e alle aziende sanitarie locali in merito alla registrazione delle singole imprese alimentari. .  
   
   
PROMOZIONE AGROALIMENTARE FVG  
 
 Trieste, - I risultati di un nuovo progetto di educazione alimentare che ha coinvolto i ragazzi delle scuole elementari Duca d´Aosta e Nazario Sauro di Trieste sono stati illustrati l’ 1 dicembre alla presenza dell´assessore regionale alle Attività produttive, Enrico Bertossi, il quale si è congratulato con gli organizzatori dell´iniziativa. "Un´esperienza volta a far capire ai nostri bambini - ha sottolineato Bertossi - fino dai primi anni di frequentazione scolastica, coinvolgendo anche i loro genitori e gli insegnanti, quanto di buono si produce nell´agroalimentare del Friuli Venezia Giulia". L´iniziativa, denominata "Cibo, sensorialità e territorio - Promozione di un´educazione agroalimentare che valorizza il territorio, l´ambiente e le sue genti attraverso la scuola", illustrata da Giuliana Gellini e sostenuta dalla Regione, si è avvalsa della collaborazione del dipartimento di Psicologia dell´Università di Trieste. Il progetto rappresenta la prosecuzione di un percorso avviato già da alcuni anni dall´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia con l´obiettivo, ha aggiunto Bertossi, "di elevare la qualità del cibo che i ragazzi saranno usi, da adulti, a consumare". Dunque a migliorare anche la qualità della vita della nostra popolazione e, conseguentemente, la salute della comunità regionale. "Ciò - ha detto l´assessore - facendo comprendere ai bambini che ci sono cibi sani, controllati, che possono essere divertenti e accattivanti al pari di altri di origine industriale, che forse vengono propagandati un po´ troppo". "Si tratta dunque - ha aggiunto - di un´ulteriore occasione di promozione anche per quanto di buono si produce nel Friuli Venezia Giulia, un territorio caratterizzato da diverse eccellenze nell´agroalimentare (grazie ad operatori lungimiranti) ma anche all´abitudine di mangiare sano dei suoi cittadini". "Questo progetto - ha concluso Bertossi - rappresenta dunque un investimento per il futuro della nostra gente". Ma in cosa consisteva l´iniziativa? I bimbi sono stati coinvolti nella creazione di orti didattici, ecocompatibili e biologici. I piccoli partecipanti hanno così potuto impiantare con le loro mani i semi e seguire la crescita delle piante fino alla raccolta dei prodotti orticoli; hanno anche realizzato il compost, per fertilizzare il terreno degli orti senza l´impiego di sostanze artificiali. I ragazzini hanno inoltre partecipato a degustazioni mirate dei prodotti locali, acquisendo in tal modo elementi di cultura delle tradizioni agroalimentari e gastronomiche. Come ha poi affermato Tiziano Agostini, dell´ateneo triestino e responsabile del progetto, al termine dell´iniziativa i bimbi erano in grado di spiegare il perchè della scelta di certi cibi anche attraverso una valutazione sensoriale. Non solo, ma mentre nella prima fase del progetto i ragazzini si esprimevano chiedendo soltanto il loro cibo preferito, come la pasta, a conclusione del corso esigevano di cibarsi anche con frutta e verdura, dimostrando così di avere assunto una reale consapevolezza nell´alimentazione, presupposto importante per la salute e per la qualità della loro vita. .  
   
   
PIANO DI CONTROLLO IN VENETO SU ETICHETTATURA CARNI BOVINE  
 
“Abbiamo adottato un nuovo piano sperimentale per il controllo dell’etichettatura delle carni bovine non solo perché ce lo suggerisce l’Unione Europea, ma soprattutto per dare ulteriori garanzie ai consumatori ed esaltare ulteriormente la qualità della produzione zootecnica del bovino da carne della nostra regione, ai vertici nazionali per quantità e qualità”. Lo ha detto il vicepresidente Luca Zaia, commentando l’approvazione da parte della Giunta regionale del Veneto di una specifica iniziativa, adottata su sua proposta, di concerto con l’assessore Elena Donazzan. “L’attività di controllo sulla etichettatura obbligatoria è molto importante – ha aggiunto Zaia – garantisce la tracciabilità della carne bovina stessa , rafforzando il mercato e favorendo la massima trasparenza nella commercializzazione: è insomma un fatto che garantisce chi acquista ma che rafforza il settore nel suo complesso”. “Abbiamo stabilito di avviare una prima fase di sperimentazione dell’attività di controllo – ha precisato Zaia – che ci consenta di impostare un’attività ordinaria di gestione della materia, avviando la collaborazione tra la Direzione regionale Produzioni agroalimentari e l’Unità di Progetto Sanità animale e igiene alimentare. In particolare, la Direzione regionale Produzioni agroalimentari provvederà alla gestione tecnico – amministrativa del progetto, mentre l’Unità di Progetto sanità animale provvederà all’individuazione, qualificazione, nomina degli accertatori, alla gestione delle attività di pianificazione dei controlli e del monitoraggio e alla verifica delle attività svolte con la relativa valutazione dei risultati ottenuti. L’attività formativa sarà svolta da Veneto Agricoltura; mentre per lo svolgimento dei controlli in loco sarà utilizzato il competente personale delle 21 Aziende sanitarie locali del Veneto”. L’etichettatura obbligatoria è stata introdotta dal 2002 e prevede, appunto, che il prodotto venga etichettato in modo da risalire all’animale, all’allevamento, al macello, al laboratorio di sezionamento, allo Stato dove il bovino è nato, a quello in cui è stato ingrassato. Ulteriori informazioni possono essere aggiunte su base volontaria. .  
   
   
TRIESTE CITTA´ DEL CAFFE´  
 
 Conosciuta nel mondo per essere contemporaneamente la città della ricerca e la città del caffé, Trieste è caratterizzata, attraverso quest´ultimo settore, da un´industria sempre più di qualità e sempre più collegata all´altra straordinaria risorsa, e cioè alla produzione di conoscenza. Lo ha dichiarato l´assessore al Lavoro, Formazione Università e Ricerca, Roberto Cosolini, in apertura del convegno "Trieste città del caffé" che il 29 novembre , nella sede della Camera di commercio del capoluogo giuliano, ha tenuto ufficialmente a battesimo il nuovo sito internet dedicato alla filiera del caffé nella provincia di Trieste. Il modello organizzativo di alcuni distretti industriali, ha osservato Cosolini, è troppo datato per poter rispondere ai nuovi bisogni di competitività delle imprese. In questo contesto, il distretto del caffé (che ha avuto, ha sottolineato l´assessore, il riconoscimento della Regione) rappresenta "un´anomalia felice" perché, "pur mirando al riconoscimento di distretto industriale è, a tutti gli effetti, un vero e proprio distretto tecnologico". In questo ambito, di valenza più che secolare per la città, la capacità di coniugare brillantemente da un lato produzione di beni e dall´altro produzione di conoscenza rappresenta un modello da analizzare e da imitare, ha detto Cosolini. Il comparto del caffé è in qualche misura la dimostrazione, ha affermato ancora l´assessore, che non esiste separazione nella produzione di ricchezza perché qui produzione del bene, attività logistica e portuale, lavoro di intermediazione finanziaria e assicurativa e produzione di ricerca e conoscenza procedono di pari passo. Illustrato dal presidente dell´associazione Caffé-trieste, Vincenzo Sandalj prima delle tavole rotonde sulle politiche a sostegno del settore e sullo sviluppo della ricerca, il rapporto tra il caffè e la città fonda su tre secoli di storia e ha fatto di Trieste una delle capitali mondiali di questa bevanda, oltre che un centro di eccellenza dell´espresso italiano. Oggi il capoluogo regionale, ha spiegato facendo gli onori di casa il presidente dell´ente camerale, Antonio Paoletti, è infatti ancora e sempre un importante porto per questo prodotto, con quasi 1 milione e 200 mila sacchi in giacenza al 31 luglio 2007. Paoletti ha anche ricordato il ruolo del Laboratorio chimico merceologico della Camera di Commercio, indicato dal ministero della Sanità come unico referente, a livello nazionale, per la qualifica delle partite di caffé verde prima della loro immissione sul mercato italiano .  
   
   
IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO TUTELA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP PRENDE POSIZIONE SULL’EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA.  
 
Vito Rubino, presidente del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, prende posizione sull’Emergenza rifiuti in Campania. “Chiediamo al prefetto Pansa di riconsiderare la localizzazione della discarica in località Cento Moggia a Pignataro Maggiore, nel casertano, dove si rischia di ripetere l’errore già fatto a Serre, dove oggi c’è una discarica - individuata in luogo non idoneo, secondo gli esperti – e che rappresenta un elemento di potenziale inquinamento delle acque del fiume Sele, preziose per altro per l’irrigazione. ” Rubino sottolinea come “Nel caso di Pignataro è singolare che il Commissario Straordinario di Governo per l’Emergenza rifiuti si ostini a voler localizzare la discarica in un sito dove è stata accertata la presenza di una falda acquifera affiorante, di un canale di bonifica, e con nei pressi localizzati non meno di 12 allevamenti bufalini che riforniscono alcuni caseifici dell’area Dop, e di innumerevoli altri fondi dedicati a colture ortofrutticole e ad alto reddito. ” Rubino afferma:”Chiediamo al Prefetto Pansa di considerare quanto siano severe le norme in materia di sanità animale, e quanto ad oggi il comparto già soffra di un danno d’immagine notevolissimo dovuto al protrarsi dell’emergenza brucellosi, che pure si spera possa essere avviata a soluzione in queste ore, mentre la discarica di Pignataro rischia di diventare, al tempo stesso, un nuovo marchio negativo per il territorio ed una mina vagante per tutta l’area Dop. ” Il presidente del Consorzio riafferma un concetto già altre volte espresso: ”Siamo consapevoli del fatto, persino ovvio, che vada trovata una soluzione all’emergenza rifiuti, e non vogliamo neanche discutere la decisione in se di aprire una nuova discarica: ci limitiamo ad invitare il prefetto Pansa a considerare che gli interi territori delle province di Caserta e Salerno ricadono nell’area Dop della Mozzarella di Bufala Campana, e che i regolamenti della Comunità Europea ci impongono di apportare solo modifiche migliorative all’ambiente della zona di origine. Pertanto – continua Rubino – qualsivoglia tipo di intervento deve essere localizzato all’interno di aree industriali già attrezzate, in modo da rendere nullo l’impatto ambientale. ” Il presidente infine sottolinea: ”Il Consorzio di Tutela non resterà immobile di fronte alla continua e costante aggressione verso il territorio dell’Area Dop, da qualunque parte essa provenga, ed è disponibile ad aprire un serio tavolo di confronto, insieme alle Organizzazioni Agricole e al Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, al fine di avviare a soluzione la questione. ” .  
   
   
GROSSETO, IL SINDACO EMILIO BONIFAZI HA FIRMATO L’ADESIONE DEL COMUNE DI GROSSETO ALL’ASSOCIAZIONE “CITTÀ DEL BIO”  
 
Il Comune sostiene il consumo di cibi sani e prodotti nel rispetto dell’ambiente ed aderisce a Città del Bio, dopo il consenso unanime all’ultimo Consiglio comunale. L’associazione Città del Bio unisce quanti condividono la scelta di promuovere l’agricoltura biologica, orientando i consumatori verso una scelta consapevole di prodotti di qualità garantita e incentivando uno stile di vita in armonia con la natura. Aderire all’associazione è quindi per Grosseto un modo per tutelare la salute e il benessere dei cittadini attraverso migliori standard di vita che valorizzino le differenze ambientali, socioeconomiche e culturali della realtà maremmana. Proprio inserendosi in quest’ottica preventiva, il Comune ha deciso di promuovere gli alimenti biologici italiani e privi di Ogm già nelle mense scolastiche, così da poter coinvolgere i futuri cittadini del domani a diventare promotori del biologico e del rispetto ambientale già da oggi. Con questa iniziativa l’amministrazione intende portare avanti anche politiche di salvaguardia e di sviluppo per le produzione agricola del territorio, riconosciute tra le eccellenze a livello locale e nazionale, orientando i consumatori verso una scelta consapevole di prodotti di qualità e garantiti. «Siamo orgogliosi di aderire alla Città del Bio - commenta il sindaco Emilio Bonifazi - e di contribuire alla promozione di una vera e propria cultura del biologico e di un consumo consapevole di alimenti sani. La nostra volontà è quella di proporre un modello di sviluppo del territorio che valorizzi i prodotti locali». «Un’adesione importante - spiega l’assessore alla Partecipazione Simone Ferretti - che rappresenta uno strumento in più per incentivare e diffondere l’utilizzo di prodotti biologici. L’obiettivo è quello di coinvolgere sempre di più i cittadini attraverso percorsi informativi rivolti prima di tutto ai giovani». Attraverso una gestione responsabile delle risorse disponibili è possibile garantire la qualità dell’agricoltura, dell’enogastronomia, del paesaggio, della storia e dell’arte nel pieno rispetto dell’ambiente. .  
   
   
PREVISTI SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI OLTRE 8 MILIONI DI ZAMPONE E COTECHINO MODENA DA UNA RICERCA EFFETTUATA I DUE PRODOTTI EVOCANO CONVIVIALITÀ E MOMENTI DI FESTA, SONO “GODURIOSI” E PIACCIONO SEMPRE DI PIÙ  
 
 Agli Italiani piacciono sempre di più Zampone e Cotechino Modena Igp. A Capodanno, oltre l’80% degli zamponi e cotechini presenti sulle tavole degli italiani saranno Zamponi Modena e Cotechini Modena Igp (Indicazione Geografica Protetta) ossia prodotti certificati e la cui tipicità è stata riconosciuta dall’Unione europea nel 1999. Il Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena prevede infatti che sulle tavole delle feste ci saranno oltre 8 milioni di Zamponi e cotechini, per un valore di oltre 5 milioni di chili. Questo conferma una recente ricerca condotta a Milano, Roma e Bologna dalla società di ricerca Alias su un target costituito da responsabili di acquisto di età compresa tra i 25 e i 54 anni, 80% donne e 20% uomini, tutti consumatori di zampone e cotechino. In cui si evidenziava che lo zampone e il cotechino sono due alimenti che piacciono sempre di più, sono alimenti buoni e golosi; evocano nel consumatore la convivialità e i momenti di festa, in cui i pranzi e le cene sono più lauti; il contenuto di grassi non appare comunque determinante nella scelta all’acquisto, dal momento che vengono appunto visti come alimenti “goduriosi”, autentici “peccati di gola”; per il consumatore sono differenti non solo nell’aspetto ma anche nel modo di essere percepiti: mentre lo zampone viene considerato un prodotto più legato alla tradizione e alla cultura, il cotechino è più moderno e meglio si adatta agli stili di vita attuali. “Anche dal punto di vista nutrizionale, lo zampone e il cotechino Modena, si possono inserire in una alimentazione razionale ed equilibrata. Rispetto al passato in questi prodotti risulta ridotto in modo considerevole il contenuto di grassi ed anche in sodio. Inoltre con la cottura si ha una perdita, oltre che del sale, anche di una buona percentuale di grasso, tanto che un etto di zampone e cotechino cotto contenenti circa 300 calorie, ne hanno soltanto10 in più di un etto di mozzarella” ha affermato Carlo Cannella, Presidente dell’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) . “Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto – ha continuato Paolo Ferrari, Presidente del Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena. Oltre al mercato interno, ci stiamo sempre più rivolgendo al di fuori dei nostri confini. Il nostro tentativo è quello di internazionalizzare nostri due prodotti, che a dispetto di altri della salumeria italiana, sono ancora poco conosciuti. ” L’origine storica del Cotechino Modena, risale a molti secoli fa. Prodotto inizialmente a Modena, in seguito si diffuse anche in altre regioni dell’Italia centro-settentrionale, dove furono tramandate le stesse conoscenze nell’arte di fabbricare tali insaccati di puro suino. Fin dai tempi del Ducato di Milano, inoltre, era famoso in tutta la Padania il codeghin. Riferimenti si traggono dalle note lettere autografe da Gioacchino Rossini al signor Bellentani di Modena: “…Vorrei sei cappelli da prete (simili a quelli che mi mandò a Firenze). Quattro zamponi e quattro cotechini, il tutto della più delicata qualità. Nella vignetta che segue segno la sagoma a scanso di equivoci. ” Lo Zampone Modena deve la sua fama all’origine geografica dei luoghi dove tradizionalmente è stato ottenuto. L’origine storica del prodotto originario di Modena risale al Xvi° secolo e precisamente agli inizi del 1500. La fama dello Zampone Modena è confermata dalle numerose testimonianze letterarie, quali quelle dello scrittore Luigi Maini in “Strenna del giovedì grasso del 1850” del poeta Norberto Rosa che scrisse apposta in tutte sestine le lodi del maiale in generale e dello Zampone in particolare. .  
   
   
SETTIMANA ALL’INSEGNA DELL’ENOGASTRONOMIA, EMILIA ROMAGNA E NAPOLI SI PRESENTANO A BUDAPEST  
 
La scorsa settimana si sono svolti due importanti eventi di promozione enogastronomica a Budapest: il workshop dedicato ai sapori e alle ricette dell’Emilia Romagna, e la promozione della provincia di Napoli, eventi organizzati dalla Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria (Cciu). Il workshop gastronomico mirava a far conoscere al pubblico ungherese il vino, le ricette regionali, i sapori e i prodotti tipici romagnoli. Gli incontri tra gli operatori del settore e la presentazione alla stampa si sono svolti il 27 novembre, l’evento è stato promosso dalla Cciu e l’Aice (Associazione Italiana Commercio Estero). Danilo Galassi (vicepresidente Confcommercio) ha presentato i prodotti locali: formaggi, parmiggiano, salumi, prosciutto e mortadella. La giornata si è conclusa con una cena di galà tenutasi all’Osteria Fausto’s. Al workshop hanno partecipato: Pietro Fantini (Confcommercio Emilia Romagna), Anna Olivieri (Iscomer), Pierantonio Cantoni (Aice), dott. Alessandro Stricca (Presidente Cciu), Dott. Pietro Vacchiano (Segretario generale Cciu), S. E. Paolo Guido Spinelli (Ambasciatore d’Italia in Ungheria), Dott. Sergio Strozzi (Primo Segretario dell’Ambasciata d’Italia), Dott. Alessio Ponz de Leon Pisani (Direttore dell’Ice), Dr. Böröcz Lajos (Presidente dell’Associazione dei Ristoratori Ungheresi). Al workshop sono stati invitati i ristoratori ungheresi, gli operatori del settore, i tour operator, i rappresentanti della stampa e le scuole di cucina. Nella seconda metà della settimana si sono svolti gli appuntamenti di promozione della provincia di Napoli organizzati dalla Cciu in collaborazione con la Provincia di Napoli, l’Assessorato ai Beni Culturali della Provincia di Napoli, l’Azienda speciale Agripromos della Camera di Commercio di Napoli e l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest. La mattina del 29 novembre si è svolta la conferenza stampa a cui hanno preso parte il dott. Alessandro Stricca (Presidente Cciu), dott. Pietro Micillo (Presiente Agripromos). Dopo la presentazione del Presidente Stricca, il dott. Micillo ha presentato la tradizione enogastronomica millenaria di Napoli, descrivendo le caratteristiche dei prodotti locali, come il vino, il peperone, la vera pizza napoletana, i formaggi e i salumi regionali, raccontando la storia plurisecolare della viticoltura autoctona, le origini del famoso vino asprigno. „Lo scopo della missione è quello di far conoscere ai consumatori ungheresi i prodotti della provincia di Napoli, prendere i contatti con gli operatori enogastronomici locali. Il progetto prevede una seconda tappa: l’organizzazione di un workshop a Napoli dando così la possibilità anche agli operatori ungheresi di presentare i loro prodotti” –ha dichiarato alla stampa il presidente Micillo. Sul territorio napoletano operano tante piccole aziende che producono prodotti artigianali, sia vere e proprie prelibatezze che prodotti di largo consumo. „Siamo qui per capire le esigenze del mercato ungherese. Il turismo di massa non sempre da la possibilità di omaggiare i prodotti locali di qualità” – ha aggiunto il presidente di Agripromos. Il Presidente Stricca ha posto l’accento sulle missioni che ultimamente vengono fatte in Ungheria in cui il prodotto agroalimentare si coniuga con la cultura italiana. „Per capire meglio il gusto ed il valore dei prodotti italiani, conviene farsi una immersione nella cultura e nella tradizione del nostro Paese - ha aggiunto Stricca - perché oltre al gusto è interessante capire come alcuni prodotti sono arrivati in Italia, come vengono lavorati o trattati e come cucinati, presentati o addirittura tagliati. Il sapore italiano, nelle varie diramazioni regionali, è tale in quanto rappresenta un prodotto di qualità, e la nostra funzione è quella di promuovere la qualità per tutti e non solo per i palati più fini” - ha concluso il Presidente Stricca. Il pomeriggio si è svolta l’inaugurazione della mostra „Feste natalizie – l’arte dei presepi napoletani” presso il Museo Nazionale Ungherese. La mostra è stata inaugurata dall’Ambasciatore d’Italia, S. E. Paolo Guido Spinelli, da Antonella Basilico, Assessore ai Beni Culturali della Provincia di Napoli e da Miklòs Mojzer, ex Direttore del Museo di Belle Arti di Budapest. All’evento hanno partecipato anche il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Arnaldo Dante Marianacci, Tibor Kovàcs, Direttore del Museo Nazionale Ungherese, Annamaria Vigh, Caposezione Ministero della Pubblica Istruzione e della Cultura. Il pubblico può ammirare fino al 10 gennaio 2008 il presepe napoletano realizzato dai vari maestri d’arte presepiale e scultori. La giornata si è conclusa con la cena di galà che è si è svolta nel salone dei concerti dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest. Gli invitati, i produttori ungheresi e gli operatori del settore hanno potuto degustare i piatti tipici della cucina napoletana accompagnati da una selezione di vini e di liquori della regione. Nel corso della serata si è svolto il concerto del soprano Maria De Simone accompagnata al pianoforte dal maestro Luca Mennella. .  
   
   
BERGAMO: NUOVA GUIDA DELLA COLLANA TESEO  
 
 “Come avviare un negozio al dettaglio alimentare” è il titolo della nuova guida della collana Teseo, che sarà presentata giovedì 6 dicembre 2007, alle ore 11, presso la Sala Giunta della Camera di Commercio di Bergamo, in Largo Belotti, 16. La guida, realizzata all’interno del progetto Formimpresa di Bergamo Formazione – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo - è nata grazie alla collaborazione con le Associazioni di Categoria del commercio e dei servizi, Ascom e Confesercenti. Alla conferenza stampa di presentazione parteciperanno, oltre ai referenti di Bergamo Formazione, il Segretario Generale della Camera di Commercio e i rappresentanti di Ascom e Confesercenti insieme ad esponenti delle categorie appartenenti alle attività oggetto della guida. Il volume, che appartiene alla collana “Teseo - manuali per la creazione d’impresa”, sarà a disposizione dai prossimi giorni. Gli utenti interessati lo potranno richiedere gratuitamente sia agli sportelli Punto Nuova Impresa di Bergamo Formazione (nelle due sedi di Bergamo e di Brembate di Sopra) sia agli sportelli Formimpresa nelle sedi Ascom e Confesercenti di Bergamo. Il manuale è rivolto a chi desidera avviare un’attività nell’ambito del dettaglio alimentare e in particolar modo prende in considerazione le attività di salumeria, macelleria, pescheria, rivendita di frutta e verdura e di generi alimentari diversi. La guida è suddivisa in 4 sezioni: la sezione normativa, dove trovano spazio i riferimenti legislativi che regolano direttamente o indirettamente il settore; quella burocratica per l’avvio dell’attività; quella informativa, che permette di ampliare la conoscenza del settore grazie a una serie di capitoli che sintetizzano dati statistici, consigli e indirizzi utili; quella fiscale/contabile. Per informazioni: Bergamo Formazione – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo – tel. 035 3888011 – www. Bergamoformazione. It .  
   
   
IL 4 DICEMBRE SI INAUGURANO IL CENTRO ACCOGLIENZA VISITATORI DELL’OASI WWF DI SERRE - PERSANO ED IL MUSEO DELL’ARTE CONTADINA E SI RIPARLA DI BONIFICA.  
 
 Il 4 dicembre saranno inaugurati a Serre – Persano il Centro accoglienza visitatori dell’Oasi Wwf e il Museo dell’Arte Contadina. L’iniziativa è frutto di una partnership, ormai consolidata, tra il Consorzio di Bonifica in Destra del fiume Sele e il Wwf Italia, e nasce sotto l’egida della Coldiretti nel quadro dell’iniziativa Campagna Amica. A seguito dell’inaugurazione, alle 15,00, nell’Istituto Tecnico Agrario “Giustino Fortunato” di Eboli, tavola rotonda sui temi della bonifica e dell’ambiente. Dopo i saluti del presidente della Coldiretti di Salerno Pietro Caggiano, interverranno: Vito Busillo, presidente Consorzio di Bonifica in destra del fiume Sele e dell’’Unione Regionale Bonifiche ed irrigazioni; Gennaro Masiello, predidente di Coldiretti Campania; Andrea Cozzolino, assessore all’Agricoltura della Regione Campania; Fulco Pratesi, presidente onorario Wwf Italia; Luigi Nocera, Assessore regionale all’ambiente; Sergio Marini, presidente nazionale Coldiretti; Le conclusioni sono affidate al Ministro per la protezione dell’Ambiente e la tutela del Mare Alfonso Pecoraro Scanio. .  
   
   
IL “PANE CUOTTO SOTTO” VINCE IL PREMIO PER IL MIGLIOR PIATTO CONTADINO A “ME’ GUSTA”  
 
Venticano (Avellino) – Con il “pane cuotto sotto” l’Agriturismo “Il Torchio” di Montecalvo Irpino si aggiudica il premio per Il Miglior Piatto Contadino. Su otto piatti degustati, tutti elaborati con ingredienti di stagione e sulla base di tradizionali ricette dell’Irpinia, la giuria, composta da giornalisti del settore enogastronomico e chef dell’Associazione Cuochi, ha premiato l’antica ricetta del “pane cuotto sotto” de “Il Torchio”. Gli altri piatti in concorso all’iniziativa che si è tenuta nell’ambito della prima giornata di “Me’ Gusta”, Salone Mediterraneo del Gusto, dei Sapori e delle Tipicità locali, promosso e organizzato dalla Pro Loco Venticanese e dal Comune di Venticano, con il contributo della Regione Campania Assessorato all’Agricoltura e Attività Produttive, sono stati: zuppa di fagioli con cotiche e scarole dell’agriturismo “I Capitani” di Torre le Nocelle, zuppa di cipolle e fagioli dell’agriturismo “La Tartufaia” di Nusco, zuppa di cipolle dell’agriturismo Taurasi-perriello Antonio di Taurasi, zuppa Pericle dell’agriturismo “Pericle” di Montella, la minestra maritata dell’agriturismo “Fontana Madonna” di Frigento, zuppa ai Due Pozzi dell’agriturismo “I due pozzi” di Fontanarosa e ciambottella alla gualanesca dell’agriturismo “Ricciardi” di Guardia dei Lombardi. La prima giornata di “Me’ Gusta” si è aperta con il convegno sul tema “Il Centro Fieristico di Venticano al servizio del sistema agro-alimentare delle aree interne della Campania”. L’incontro è cominciato con i saluti di Nicola Marano, presidente della Pro Loco Venticanese: “Da più di trent’anni – ha affermato Marano – in questo paese un gruppo di persone lavora incessantemente per l’elaborazione di un piano capace di offrire una più moderna logistica all’area fieristica e, quindi, all’intero territorio. Il primo padiglione del nuovo Centro Fieristico è in via di ultimazione e quello che abbiamo in mente è di dare vita ad un programma esecutivo di assoluta qualità, grazie ad un nuovo sistema fieristico al servizio dell’agroalimentare di tutta la provincia di Avellino, con la collaborazione e l’impegno del mondo politico ed istituzionale”. Il sindaco di Venticano, Michelangelo Ciarcia, ha sottolineato come “il ruolo strategico di quest’Area Fieristica sia fondamentale per lo sviluppo del territorio, e proprio per questo pensiamo alla gestione futura del Centro Fieristico attraverso la costituzione di una società pubblica”. “Quello che si sta portando avanti – ha spiegato Alfonso Tartaglia, direttore dello Stapa Cepica – è un progetto di riqualificazione dell’intera filiera delle produzioni tipiche, per far scoprire all’esterno l’elevato valore dei nostri giacimenti enogastronomici. Per fare questo è necessario propagandare la cultura del fare e puntare all’aggregazione. In questo senso il nuovo Piano di Sviluppo Rurale rappresenta un’altra sfida, per la quale va ripresa la stessa progettualità avuta con il Por”. Un riconoscimento “ad una delle realtà più importanti della provincia di Avellino” è stato tributato alla Pro loco Venticanese da Nicola Di Iorio, presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto. “Con il concorso della pubblica amministrazione la Pro Loco ha saputo mettere insieme varie anime di un territorio che in circa trent’anni è cresciuto tantissimo. Questo Polo Fieristico può essere riferimento in Campania e in questo senso è fondamentale il coinvolgimento della filiera istituzionale e imprenditoriale. I fondi strutturali possono servire a creare un’infrastrutturazione più solida, portando avanti una scelta strategica e finanziando iniziative che abbiano realmente un futuro”. “La chiave di volta – ha spiegato Giuseppe Silvestri, presidente provinciale dell’Unpli – è rappresentata dall’unione d’intenti tra istituzioni e operatori economici. Spesso si sprecano energie duplicando iniziative simili, mentre si deve assolutamente evitare che ognuno, nel campo turistico, vada per conto proprio”. “La valorizzazione di un territorio – ha affermato Benedetto Di Meglio, presidente di Federconsumatori Campania – non si può vendere. E’ qui che va creata economia, in un territorio dove la speranza è che si possa lavorare in modo sempre più efficace per creare condizioni di effettivo miglioramento”. A chiudere i lavori è stato Vincenzo De Luca, assessore ai lavori pubblici della Regione Campania. “Qui, in quest’Area Fieristica, si può offrire un punto di riferimento reale per un territorio omogeneo come quello della Campania e del Mezzogiorno d’Italia, che oggi non è più il Sud del Paese ma il nord del Mediterraneo. Questo è il momento di fare massa critica utilizzando le risorse a disposizione. So bene quello che l’Amministrazione Comunale e la Pro loco stanno facendo a Venticano, così come so bene il lavoro che sta svolgendo la Comunità Montana Terminio Cervialto. Ecco perché sono convinto che, grazie alle opportunità e alle risorse a disposizione, unendo pubblico e privato, possiamo creare condizioni di speranza e di futuro per il nostro territorio”. .  
   
   
I PRODOTTI DI ECCELLENZA DELL’ENOGASTRONOMIA “MADE IN TUSCANY”: VINI, OLI, SALUMI, FORMAGGI, CONFETTURE, MIELE PER UN WEEK END NEL CUORE DI MILANO.  
 
Regione Toscana, Toscana Promozione e Unioncamere hanno presentato a Milano dal 23 al 25 novembre 2007 presso Superstudio gli Agriturismi di Toscana e i prodotti di eccellenza dell’enogastronomia “Made in Tuscany”: vini, oli, salumi, formaggi, confetture, miele. Il grande pubblico milanese ha avuto occasione di rivivere l’atmosfera accogliente e genuina dell’agriturismo in Toscana, di conoscere di persona 35 proprietari di Agriturismi “doc” e ha potuto degustare e acquistare i prodotti toscani, anche per raffinati regali di Natale per intenditori, a particolari condizioni di favore direttamente dai 33 produttori del Mercatale che hanno presentato le loro produzioni direttamente al pubblico Milanese, che ha assaggiato, degustato e comprato con entusiasmo. Ai numerosi visitatori che si affollavano davanti ai banchi di esposizione degli agriturismi per chiedere informazioni, raccogliere materiali informativi e degustare le produzioni locali, è stata inoltre offerta l’esclusiva opportunità di prenotare soggiorni, visite e degustazioni a condizioni di particolare favore promozionali fino a maggio 2008. I turisti che ogni anno scelgono la campagna toscana come meta delle proprie vacanze hanno a disposizione ben 3800 aziende con 46mila posti letto. La regione offre un ventaglio di opportunità unico, con una leadership indiscussa: in Toscana si trova oggi quasi una su quattro delle imprese agrituristiche italiane. La scelta che ha spinto Toscana Promozione a realizzare questo importante evento a Milano è stata quella di avvicinare questo mondo al pubblico milanese, da sempre interessato al turismo di avanguardia che sa coniugare interesse per la natura, tradizione e cura della qualità Per il successo di questa bella iniziativa, grande è stato l’impegno degli Enti e delle associazioni partecipanti: Coldiretti Toscana, Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Federazione Strade del Vino, Il Mercatale, Unioncamere Toscana, Sponsor Banca Etruria. .  
   
   
ROSSOTREVISO E ROSACASTELLO IN PARTENZA! A TREVISO E CASTELFRANCO VENETO (TV) DAL 7 AL 23 DICEMBRE 2007 RITORNA LA GRANDE KERMESSE TEMATICA DEDICATA AL RADICCHIO ROSSO DI TREVISO E VARIEGATO DI CASTELFRANCO IGP  
 
- Ritorna “rossotreviso” affiancata da un nuovo marchio “rosacastello”. Dopo il successo della scorso anno, la grande kermesse natalizia torna a rivestire di radicchi trevigiani Treviso e Castelfranco Veneto, dal 7 al 23 dicembre 2007, e appunto, quest’anno, la varietà castellana del prezioso ortaggio verrà celebrata e valorizzata a Castelfranco con un vero e proprio marchio “rosacastello”, che affiancherà quello già collaudato “rossotreviso”. Nelle vie e nelle piazze dei due centri storici, tutto si colorerà del color “radicchio”, sia quello rosso trevigiano, che quello variegato di Castelfranco, trasformando Treviso e Castelfranco Veneto in un enorme Mercatino Tematico animato da gazebi, aperitivi, degustazioni, concorsi (per prodotti, produttori e studenti), conferenze, menu e piatti appositamente ideati in ristoranti, pizzerie, enoteche, ecc. Non mancheranno il suggestivo Campo in piazza, il consueto defilè di Auto Storiche “rossotreviso” e perfino una mostra fotografica. Il tutto pensato senza dimenticare l’importanza di presentare i molti altri prodotti tipici trevigiani, che potranno essere degustati in abbinamento al rinomato ortaggio, in appositi stand. Un’ottima occasione per apprezzare la qualità del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, per conoscere e degustare prelibate ricette e deliziosi abbinamenti enogastronomici, in un percorso articolato tra le bellissime vie e piazze storiche di Treviso e Castelfranco, che stimolerà la voglia di scoprire i diversi modi in cui è possibile valorizzare la versatilità dell’ortaggio trevigiano e che offrirà un’originale alternativa alle forme più tradizionali dello shopping prenatalizio, proponendo acquisti di radicchio, ma anche di prodotti semilavorati a base di radicchio (pasta, confetture, cioccolate), di ceramiche, di libri di ricette, di profumi, cosmesi, oggetti dell’artigianato e della cultura, e altro ancora. La manifestazione è organizzata e promossa da Enti pubblici, Camera di Commercio, associazioni di categoria, Consorzio tutela, Consorzio di promozione turistica “Marca Treviso”. Www. Rossotreviso. It; www. Rosacastello. It .  
   
   
AL CAMPUS DI LUCCA IL “G8” DEI CUOCHI DELLA TOSCANA  
 
Il 5 e il 6 dicembre summit a porte chiuse di otto cuochi della Toscana per decidere i piatti del 2008. Salubrità, stagionalità e tecniche di lavorazione sono le regole d’oro del mestiere. “Lo chef deve essere più professionista, che artista” dice Amelio Fantoni, ristoratore viareggino e leader dell’iniziativa. “L’offerta culinaria è ormai strategica anche per il turismo”, commenta Paola Pardini, direttrice della Fondazione Campus di Lucca. - Come in una sorta di Grande Fratello culinario, otto cuochi della Toscana si chiuderanno il 5 e il 6 dicembre al Campus universitario di Lucca (Via del Seminario I/790 – Monte San Quirico), in un summit a porte chiuse per decidere i piatti del 2008. Ad essere “nominate” questa volta saranno le regole della cucina insalubre, le mode che ci costringono ad usare i prodotti oltre la loro stagionalità, una concezione del mestiere che porta gli chef ad essere più artisti che professionisti ed anche orata e branzino, “pesci ricchi” che hanno monopolizzato il mercato ittico. Alla fine del summit gli otto cuochi serviranno una cena che sarà il frutto della discussione, preparata nella mensa dell’Università, in una piccola cucina essenziale. Come per dire che per fare bene tra i fornelli non servono grandi attrezzature. Una cucina globale perchè i suoi comandamenti vanno bene in tutto il mondo, locale perchè per essere preparata ogni territorio usa le sue tipicità. “Proporre un’alimentazione sana significa conoscere la materia prima e la sua stagionalità. La nostra proposta è alla portata di tutti, gli chef non lavorano solo per principi e re ma hanno successo se riescono a coinvolgere le persone normali” - racconta Amelio Fantoni, patron del ristorante viareggino Buonumore e leader dell’iniziativa“ - assecondare le caratteristiche dei prodotti, non alterarle per andare incontro ad una banalizzazione del gusto, saper utilizzare le tecniche della nostra professione: sono questi i passaggi fondamentali per una cucina sana e naturalmente gustosa”. I cuochi terranno anche una lezione riservata agli studenti dei corsi di studio universitari in turismo del Campus di Lucca. “Il nostro corso di laurea- commenta Paola Pardini, direttrice della Fondazione Campus- si propone di formare i nostri studenti in un settore strategico per l’economia del Paese come il turismo. Da questo punto di vista l’enogastronomia e la ristorazione sono ormai fattori determinanti nella scelta dei luoghi di vacanza, ne consegue che i mestieri legati alla cucina oggi hanno anche questa nuova funzione”. Ma se nel corso degli anni è aumentata l’attenzione alla qualità dei prodotti e il livello complessivo della ristorazione, non si può dire altrettanto per i grandi numeri della cucina “pubblica”. “E’ una vera incongruenza, gli ospedali e le mense scolastiche svolgono una funzione fondamentale, di educazione, di prevenzione e di cura – spiega Fantoni- Nelle scuole e negli ospedali dovrebbe essere preparata la migliore cucina possibile, perchè la guarigione viene mangiando”. E proprio nei mesi scorsi in Piemonte, grazie ad un’intesa tra il ministero della sanità e Slow Food, è partita una sperimentazione in alcuni nosocomi per esportare anche in corsia la salubrità, la convivialità e il piacere di un buon pasto. Un’iniziativa che i cuochi del G8 proporranno di estendere anche ad altre Regioni. Intanto per la cena che detterà i piatti in voga nel 2008, il pesce la farà da padrone. “In questi anni siamo riusciti a rompere la dittatura del branzino - dice Maurizio Marsili, chef del Ristorante Squisitia di Pisa- e a far conoscere i pesci cosiddetti poveri. E’ una battaglia che ha aumentato l’offerta di pesce sulle nostre tavole e fatto diminuire i prezzi”. Da Lucca parte insomma un appuntamento che si propone ogni anno di mettere a confronto cuochi e cucine di diverse regioni d’Italia in nome della salubrità e della tipicità dei prodotti. Appuntamenti aperti alla stampa: Lezione riservata agli studenti: giovedì 6 dicembre, ore 15. 30 c/o Fondazione Campus Studi del Mediterraneo di Lucca (Via del Seminario I/790 – Monte San Quirico) Il pret à porter della cucina 2008: giovedì 6 dicembre, ore 20 c/o caffetteria della Fondazione Campus Studi del Mediterraneo di Lucca (Via del Seminario I/790 – Monte San Quirico) I Cuochi del G8 Amelio Fantoni, “Buonumore”, Viareggio (Lu); Maurizio Marsili, “Squisitia”, Pisa; Giuseppe Mancino, Principe di Piemonte” Viareggio (Lu); Jonathan Rossi, “Il Meglio di Jo”, Viareggio (Lu); Giuseppe Da Prato, “Accasatua”, Lucca; Michele Mancini, “L’arco di cibo”, Massa; Debora Corsi, “La Perla”, San Vincenzo (Li); Massimo Ratti, “San Ranieri”, Pisa; Franco Manfredi e Massimo Bresciani, “Twiga”, Marina di Pietrasanta (Lu); Andrea Reni, “Oca Bianca”, Viareggio (Lu) Sponsor Olio - Confagricoltura, Lucca Pesce - Cooperativa Mare Nostrum, Viareggio (Lu) Carne - Antica Norcineria di Rolando Bellandi, San Romano in Garfagnana (Lu) Vino - Marchesi de’ Frescobaldi e Castello di Meleto .  
   
   
XX EDIZIONE DI SAPORI E AROMI D’AUTUNNO A FANO: L’ORO NEL PIATTO DELLO STOCCAFISSO & BACCALÀ UNA GARA FRA TRE REGIONE IN CUI SARÀ L’OLIO AD ESALTARE LE PIETANZE  
 
Una delle novità di questa Xx edizione di Sapori e Aromi d’Autunno, densa di appuntamenti “ghiotti”, è la sfida culinaria che andrà in scena venerdì 7 dicembre al Ristorante Alla Lanterna a Metaurilia di Fano. Organizzata da Gustosa…mente, scuola itinerante del gusto, si inserisce all’interno del Concorso gastronomico L’oro nel Piatto, per valorizzare l’olio di oliva extravergine delle Marche a tavola. Il titolo della gara è Stoccafisso & Baccalà e a sfidarsi per determinare quale piatto viene meglio esaltato dall’olio di oliva saranno tre regioni: il Veneto con il Laboratorio gastronomico F. Lli Bolzonello di Volpago del Montello che cucinerà il baccalà mantecato e alla vicentina; l’Emilia Romagna con il Ristorante Cibus di Cesena rappresentato dallo chef Matteo Gattoni che proporrà il baccalà alla romagnola; infine le Marche con lo stoccafisso all’anconetana dello chef Claudio Alpi del ristorante L’arnia del Cuciniere di Falconara Marittima. Ad accompagnare i piatti un abbinamento con i vini delle diverse regioni. Durante la serata, che avrà inizio alle ore 19:30 con l’insediamento della Giuria tecnica e dei giudici, interverranno: Francesco Cavalieri assessore alle Attività Economiche e al Turismo di Fano; Raffaele Bucciarelli presidente del Consiglio Regionale; Giorgio Sorcinelli presidente dei Viandanti dei Sapori; Ettore Franca presidente O. L. E. A e presidente del concorso; Stefano Cerni delegato O. L. E. A Emilia Romagna, Corrado Piccinetti direttore dell’Istituto di Biologia Marina di Bologna di Fano; Alfredo Tacchini Antonaros giornalista di Gambero Rosso Channel; Giorgio Raimondi della Barbara presidente dell’associazione Italia del Gusto; infine Antonio Ricci presidente dell’associazione europea I Borghi del Gusto. .  
   
   
CASTAGNE E VINO NOVELLO: L’AUTUNNO È SERVITO AL MELIÁ ROMA!  
 
Il prestigioso hotel Meliá Roma Aurelia Antica, sempre alla ricerca di iniziative speciali per offrire ai propri ospiti soggiorni unici, è lieto di invitare i più golosi alla degustazione di castagne e vino novello, binomio enogastronomico che caratterizza da sempre l´autunno. Dal 13 novembre è così possibile abbinare il gusto armonioso del vino novello alla dolcezza delle castagne presso il rinomato ristorante La Sughereta ma anche al bar dell’hotel, per un gustoso aperitivo diverso dal solito. Un’occasione ideale per riscoprire le tradizioni e trascorrere piacevoli momenti in ambienti raffinati. Eleganza è infatti la parola d’ordine al Meliá Roma Aurelia Antica: una struttura 4 stelle superior immersa nel verde, a pochi chilometri dal Vaticano. Ben collegato con l’aeroporto Leonardo da Vinci, l’hotel è la location perfetta per visitare la “città eterna” grazie al servizio navetta a disposizione degli ospiti ma anche per organizzare eventi indimenticabili grazie anche all’ampio Centro Congressi. La struttura dispone di 270 camere arredate con gusto e complete di ogni comodità: telefono con linea diretta, collegamento modem per Internet, Tv via satellite, aria condizionata, cassetta di sicurezza e minibar. “La Sugherata”, il ristorante dell’hotel, permette agli ospiti di vivere un’esclusiva emozione sensoriale avvolti dai profumi e dai colori di un bosco di querce di sugheri secolari. Dalla terrazza del ristorante è possibile godere di un paesaggio indimenticabile e vivere intensamente le magiche atmosfere autunnali… degustando vino novello e castagne! Antichi sapori e tradizioni attendono tutti al Meliá Roma Aurelia Antica: un angolo di paradiso nel cuore della “città eterna”. Www. Congressiroma-solmelia. It www. Solmelia. Com .  
   
   
NOTTE MAGICA PER BIRRA MORETTI AL GRAND PRIX PROMOTIONAL MARKETING  
 
Per Birra Moretti c’è stata una notte magica. Si è infatti aggiudicata l’ambito riconoscimento del Gran Prix Promotional Marketing Stella d’Oro, iniziativa promossa da Pubblicità Italia e da Assocomunicazione che premia le migliori campagne italiane di promozione e le tecniche di comunicazione più innovative. Accedevano alla ‘finalissima’ solo le campagne che precedentemente si erano aggiudicate uno dei premi di categoria del Concorso. Birra Moretti è entrata di diritto nella short list dei finalisti potendo vantare ben due nomination guadagnate con il premio destinato alle Bevande Alcoliche (ottenuto grazie al progetto Palazzo Birra Moretti) e con la Stella d’Argento Comarketing e Sponsorship (ottenuta grazie all’iniziativa Supportiamo il Napoli) Sbaragliando i concorrenti, il Progetto Palazzo Birra Moretti è riuscito ad aggiudicarsi l’ambita Stella d’Oro. Utilizzando l’innovativa tecnologia del ricalco architettonico, lo scorso settembre Birra Moretti ha predisposto una scenografica installazione audio-video urbana che è stata poi proiettata sulla facciata di un noto locale milanese: l’Osteria del Pallone, ribattezzata per l’occasione Palazzo Birra Moretti. Questa tecnologia assicura al pubblico un impatto spettacolare: permette infatti di produrre immagini che seguono le linee strutturali dell’edificio, ricalcandone esattamente il perimetro. E così, quasi si trattasse di una texture animata più che di un video grafico, finestre, poltrone, vetrine del palazzo sono state esattamente contornati dalla proiezione. Il progetto ha sviluppato tematiche grafiche davvero coinvolgenti, che da un lato evocavano i concetti di genuinità e di qualità a cui il brand Birra Moretti è da sempre legato e dall’altro miravano a catturare l’attenzione e la curiosità del pubblico e dei passanti: si vedevano uccelli posarsi sui davanzali, palloni da calcio uscire dalle finestre, spighe di malto crescere dai balconi, versate di birra spumeggiante riempire il palazzo come se fosse un immenso boccale. E tanto, tanto altro ancora. La Stella d’Argento Comarketing e Sponsorship è stata, invece, assegnata a Birra Moretti per le attività di comunicazione ideate in occasione del lancio dell’iniziativa Supportiamo il Napoli. Nato in partnership fra Birra Moretti e Ssc Napoli (quello fra il brand e la squadra è ormai un legame consolidato negli anni), questo progetto ha puntato a sostenere il calcio giovanile e rafforzare i sani valori dello sport tra i ragazzi. Grazie al coinvolgimento di oltre 500 punti vendita dislocati in tutta la Campania, l’iniziativa prevedeva che dal 1 marzo al 15 luglio scorso, per ogni Birra Moretti venduta (Birra Moretti, Birra Moretti Doppio Malto, Birra Moretti La Rossa, Birra Moretti Baffo d’Oro e Birra Moretti Zero), 5 centesimi venissero destinati a un fondo appositamente istituito per favorire il reclutamento di giovani calciatori pronti a infoltire e rafforzare i ranghi del settore "Primavera” della squadra partenopea. Per lanciare il progetto, nato con l’obiettivo di avvicinare molti giovani allo sport aiutandoli a coltivare il sogno di affermarsi nel mondo del calcio, è stata avviata una campagna pubblicitaria firmata da Armando Testa e poi declinata attraverso un articolato media mix che ha previsto striscioni, locandine, gadget, T-shirt, pizza box, affissioni, radio, oltre alla creazione di un apposito packaging Birra Moretti. “Questi riconoscimenti ci rendono particolarmente orgogliosi, tutti i premi vinti da Birra Moretti assumono per noi molta importanza”, afferma Massimo Barboni, Group Brand Manager Birra Moretti “Oggi, ancora una volta, viene premiato il nostro modo di fare comunicazione, di esprimere la filosofia aziendale e questo, evidentemente, non passa inosservato. Del resto Birra Moretti è sinonimo di sincerità e di schiettezza, due valori che in una campagna di comunicazione, come spesso nella vita, risultano assolutamente vincenti. ” .  
   
   
LA MITICA RED MUG NESCAFÉ, ICONA DEL POP-MARKETING IN TUTTO IL MONDO, DIVENTA LA TELA DI UN WRITER MILANESE PER SOSTENERE LE SCUOLE DI STRADA DI UNA DELLE ZONE PIÙ POVERE DEL PIANETA  
 
La firma di Simona Ventura, Marcello Lippi, Pierluigi Collina, Eros Ramazzotti, Giorgio Paniarello, Tessa Gelisio, Loredana Cannata a favore dei bambini di Haiti. Oltre 30 Vip della Tv e dello sport hanno deciso infatti di aderire, autografando le famosissime Red Mug personalizzate dall’artista di strada Tv Boy, i cui graffiti sono diventati delle vere e proprie opere d’arte a livello internazionale. Il Tutto per una originalissima asta benefica che vede i Vip insieme ai graffitari di Milano per sostenere le scuole di strada di una delle zone più povere del pianeta, ovvero Port au Prince, la capitale haitiana. Garantire a più di 700 bambini dell’inferno-Haiti la possibilità di andare a scuola e di ottenere assistenza medica per un anno, questo l’obiettivo del Nescafé Street Art Project, con un’iniziativa sperimentale che ha coinvolto la Fondazione Francesca Rava – Nph Onlus, che da anni opera sull’isola in sostegno ai bambini, e alcuni dei più quotati writers italiani Ivan, Nais e Jacopo, che è iniziata direttamente sull’isola caraibica. Per la prima volta infatti i murales sono diventati oggetto e soggetto pedagogico per i bambini delle scuole delle baraccopoli di Port au Prince, ovvero un modo per studiare e giocare in maniera creativa. Murales terapeutici e pedagogici come qualsiasi altra forma d’arte. Ma soprattutto lavori per sensibilizzare il nostro Mondo sulla situazione disastrosa in cui versa ormai da anni Haiti, dove 1 bambino su 3 muore prima dei 5 anni e tutti i giorni 300 mila bambini “sopravvivono” in condizioni di schiavitù, senza speranza o prospettiva per il futuro. Una zona in cui la povertà, il caos e la guerriglia urbana delle baraccopoli provoca massacri soprattutto tra i soggetti più deboli, bambini, ragazzi, donne e anziani. Ecco perchè è fondamentale agire subito con una raccolta fondi ma soprattutto con la sensibilizzazione sul problema. Il cuore dell’iniziativa provocatoriamente è uno dei simboli pop più riconosciuti al livello internazionale, la Red Mug Nescafé che per l’occasione è stata graffitata da uno dei più quotati writers a livello internazionale, Tvboy, e che prodotta in edizione limitata servirà per raccogliere i fondi necessari per consentire a 700 bambini di Haiti di frequentare per un anno la scuola. Realizzata in soli 7. 000 esemplari, la tazza verrà donata a tutti coloro che attraverso il sito www. Nescafe. It faranno una donazione minima di 15 euro (l’equivalente di un mese di scuola per un bambino di Haiti) alla Fondazione Francesca Rava – Nph Onlus, che da oltre 20 anni si occupa di portare aiuti ad Haiti e costruire le scuole di strada per i bambini delle famiglie più povere. Ogni giorno infatti queste scuole, create nelle baraccopoli e nelle zone più povere dell’isola, accolgono oltre 3. 000 bambini che in questo modo vengono tenuti lontano dalla strada e hanno la possibilità di entrare in veri e propri programmi educativi. Ed è proprio per contribuire a costruire un futuro per i bambini di Haiti che il progetto Nescafé Street Art Project ha “incontrato” la Fondazione Francesca Rava – Nph Onlus, e ha deciso sostenere le scuole di strada utilizzando come strumento uno dei linguaggi più universali: quello dell’arte. Nescafé, creando il Nescafé Street Art Project, ha voluto infatti iniziare un percorso che ha come punto di riferimento primario la Street Art e l’arte pubblica in genere, oggi considerata tra le più innovative correnti artistiche contemporanee ed espressione di nuove tendenze e movimenti. Ma per sollecitare maggiore attenzione sul problema e sulla raccolta fondi il contributo dei più grandi personaggi del nostro star system come Simona Ventura a Marcello Lippi, da Panariello a Eros Ramazzotti, da Tessa Gelisio a Elio Fiorucci, da Ale e Franz a Loredana Cannata è risultato essenziale. Grazie alla loro notorietà sarà possibile infatti sollecitare l’attenzione anche di chi molte volte è più distratto dal disagio altrui. Una tazza da collezione che ambisce a diventare una vera e propria opera d’arte da fare propria. Ma soprattutto che servirà a contribuire alla realizzazione dell’obiettivo del Nescafé Street Art Project e far conoscere la realtà dell’isola caraibica. Ecco perchè il progetto infatti non prevede solo la raccolta fondi, ma un vero e proprio gemellaggio virtuale con Port au Prince, per raccontare la realtà dell’isola dove il tasso di disoccupazione supera il 70% e il 90% della popolazione vive in condizioni di povertà. E per farlo saranno protagoniste le fotografie realizzate dal famoso fotogiornalista indipendente Francesco Giusti, che fino al 5 dicembre “racconteranno Haiti” ai milanesi. Le palestre del circuito Downtown e Skorpion, infatti, ospiteranno 42 immagini realizzate a settembre sull’isola (con ingresso libero e gratuito): dal Downtown Diaz, con l’esposizione dal titolo “Uno sguardo su Haiti”, sulle baraccopoli della capitale Port au Prince, a “I colori di Haiti” presso il Downtown Cavour, con le foto sugli slums di Citè Soleil, per arrivare allo Skorpion di Corso Vittorio Emanuele dove in mostra saranno “I sorrisi di Haiti” con le immagini della città-orfanotrofio di Kenskoff (le immagini potranno essere acquistate e il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione Francesca Rava – Nph Onlus a sostegno dei bambini haitiani). .  
   
   
APRE IL NEGOZIO BIALETTI DI BRESCIA: DESIGN, PRODOTTI PRESTIGIOSI E CAFFÈ NELLA NUOVA VIA ITALIANA ALLO SHOPPING DI QUALITÀ  
 
Dopo Parma, Pescara e Perugia, Bialetti Industrie “gioca in casa” inaugurando in Corso Magenta 9, nel cuore di Brescia, il più grande e rappresentativo dei nuovi negozi Bialetti. Il flagship store bresciano nasce come “fiore all’occhiello” della catena di negozi monomarca Bialetti: un progetto ambizioso che entro la fine dell’anno porterà il Gruppo industriale di Coccaglio (Bs) a contare su una rete di 8 punti vendita di proprietà in altrettante città italiane, posizionati sulle principali strade dello shopping. L´impegno di Bialetti Industrie per una crescita rapida della rete retail trova conferma nelle cifre. Nei primi nove mesi del 2007, infatti, l´investimento per l´apertura dei Negozi è stato pari a 1 milione e mezzo di Euro. “Il nostro progetto entrerà nel vivo nel 2008, quando contiamo di aprire, oltre che in Italia, anche all´estero” precisa Francesco Ranzoni, Presidente di Bialetti Industrie. “La nostra strategia non è finalizzata a cercare nuovi canali di vendita, quanto a valorizzare un´importante linea di prodotti legati all’italian style come quella Bialetti e un segmento di mercato che premia il consumatore più evoluto, più attento alla qualità che alla moda. ” Il format applicato a Brescia su una superficie commerciale di 160 mq è la rappresentazione fedele di quel Made in Italy fatto di innovazione, gusto per il design, senso della tradizione e vicinanza al consumatore, di cui il marchio dell’Omino con i baffi è da sempre uno dei massimi interpreti. Il negozio Bialetti, infatti, è stato progettato con grande attenzione al design e alle soluzioni più razionali e innovative, ma anche per esprimere calore e accoglienza. In evidenza sugli scaffali tutto l’alto di gamma Bialetti, a cominciare dalla Bialetti Collection che raccoglie le versioni più raffinate ed esclusive della produzione Bialetti nel campo delle caffettiere, delle linee di strumenti da cottura in acciaio e in alluminio antiaderente, dei piccoli elettrodomestici e degli accessori coordinati per la cucina e la tavola. Prodotti-icona come Moka Express, Dama e Mukka Express si trovano esposti a fianco dei più recenti successi targati Bialetti come l’innovativa caffettiera Cuor di Moka e Mokona, l’originale macchina elettrica per l’espresso che, ad appena un anno e mezzo dal lancio, è già un best seller nel suo settore. Il negozio, che avrà al suo interno un angolo degustazione, è stato concepito e arredato per creare “isole” che evochino nel visitatore momenti particolarmente piacevoli e rilassanti della giornata come, ad esempio, la prima colazione. Una suggestiva tavola apparecchiata, ricchi assortimenti di tè, miele e confetture particolari accolgono il cliente, immergendolo nell´atmosfera calda e familiare della colazione. Il negozio Bialetti di Brescia, tuttavia, va oltre l’esposizione e la vendita del casalingo di qualità. La presenza di un angolo caffetteria, infatti, è l’innovazione che qualifica il negozio Bialetti come un coffee-shop che invita ad abbandonare lo shopping frettoloso e compulsivo per ritrovare il gusto tutto italiano della convivialità e della socializzazione e per gustare invitanti brunch o solo assaporare l’aroma di un caffè fatto a regola d’arte. “L’apertura del Negozio Bialetti di Brescia ha un significato e un’importanza particolari per noi, non solo perché siamo orgogliosi di essere espressione di questo territorio, della sua storia, dei suoi valori e della sua cultura imprenditoriale,” spiega Francesco Ranzoni. “Questo negozio, infatti, è una tappa fondamentale nello sviluppo della nostra rete retail, ne rappresenta il vertice, il modello di riferimento, quello che delinea in tutta evidenza gli obiettivi che ci siamo proposti e i valori che intendiamo trasferire ai consumatori. ” .  
   
   
PRESENTATO A MONTECATONE (BO) IL LIBRO “CON GUSTO – STORIA DEGLI ITALIANI A TAVOLA” DI JOHN DICKIE  
 
Presso l’Azienda Vinicola “La Macolina” di Montecatone (Bologna), si è svolta la presentazione del libro di John Dickie “Con Gusto – Storia degli italiani a tavola” (Roma - Bari, Laterza, 2007, pagine X – 437, euro 20), alla presenza dell’Autore. Dickie è stato intervistato da Marco Guerra, organizzatore dell’incontro, e da Piero Valdiserra, Direttore Marketing e Relazioni Esterne della Rinaldi Holding e giornalista enogastronomico. Lo studioso inglese, Senior Lecturer in Studi Italiani all’University College of London, ha aperto la serata ricordando il percorso che lo ha condotto a occuparsi, negli anni, della storia del Meridione italiano e, ultimamente, della storia della mafia (suo il best seller “Cosa Nostra. Una storia della mafia siciliana”, edito in Italia nel 2006 sempre per i tipi di Laterza). Da questi temi è passato recentemente allo studio della storia dell’alimentazione in Italia: una storia, ha ricordato, che è essenzialmente una vicenda, e un avvicendarsi, di città: “La cucina italiana è una cucina cittadina. L’italia ha la più ricca tradizione di vita urbana del pianeta, e le invidiabili abitudini culinarie del Bel Paese sono un elemento di questa tradizione. Non è un caso che tantissimi prodotti e piatti della cucina italiana prendano il nome da una città: bistecca alla fiorentina, prosciutto di Parma, saltimbocca alla romana, pizza napoletana, risotto alla milanese, pesto alla genovese, pesto alla trapanese, olive ascolane, mostarda di Cremona…fin dagli inizi del secondo millennio, le cento città d’Italia hanno arraffato i prodotti della campagna usandoli per costruire una ricca cultura gastronomica. Per secoli, le città italiane sono state il luogo dove si concentrava tutto quello che occorre per creare una grande cucina: ingredienti e competenze culinarie, naturalmente, ma anche potenza, ricchezza, mercati e competizione per il prestigio sociale”. John Dickie ha quindi presentato, in una sorta di Grand Tour virtuale della gastronomia della Penisola, alcune delle città italiane più importanti nella storia della nostra alimentazione: la Napoli dei maccheroni settecenteschi e della nascita della pizza, la Ferrara dei sontuosi e sfrenati banchetti rinascimentali, la grassa Bologna di Giulio Cesare Croce, della Festa della Porchetta, della celebre mortadella, conosciuta da secoli a tutte le latitudini. L’esposizione dello storico inglese si è rivelata scorrevole e brillante, al pari della sua scrittura, e ha coniugato il distacco dello studioso non coinvolto nei campanilismi nostrani con il grande, genuino affetto che Dickie lascia comunque trasparire per tutti gli aspetti, anche i più minuti, della civiltà italiana – in primis della civiltà alimentare del nostro Paese. La presentazione di Montecatone è stata animata dalle numerose e vivaci domande del pubblico intervenuto, fra cui non sono mancati alcuni giornalisti enogastronomici della regione e diversi soci del club enogastronomico bolognese Gaudio. Al termine della serata letteraria, tutti gli intervenuti hanno brindato alle fortune del nuovo libro di Dickie con le fresche bollicine degli Spumanti Cesarini Sforza, offerti dalla Fratelli Rinaldi Importatori, e con gli interessantissimi nuovi vini dell’Azienda Vinicola “La Macolina”, commentati per l’occasione da un padrone di casa d’eccezione: Umberto Cesari. .  
   
   
ILLY PUSH BUTTON HOUSE, A NEW YORK: UN’OPERA PENSATA DA ILLYCAFFÈ COME PUNTO DI RIFERIMENTO PER GLI AMANTI DEL CAFFÈ E GLI APPASSIONATI DI DESIGN  
 
Dal 1° al 29 dicembre il Time Warner Certer di New York, punto d’incontro alla moda per i suoi ristoranti e negozi, ospita l’opera di living art Push Button House, progettata dall’artista e architetto americano Adam Kalkin per la illycaffè. Presentata per la prima volta alla 52. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, l’opera è una casa interamente funzionante, costruita con materiali riciclati e riciclabili all’interno di un normale container per spedizioni. Collegata ad un sistema computerizzato, con la semplice pressione di un bottone la casa impiega circa 90 secondi per aprirsi interamente, presentando al pubblico le sue cinque stanze: cucina, sala da pranzo, camera da letto, soggiorno e biblioteca. L’opera è stata pensata da illycaffè come punto di riferimento per gli amanti del caffè e gli appassionati di design che potranno degustare un espresso illy insieme ad un’esperienza estetica fatta di arte, gastronomia e design. In una parola tutto quello che per illy è cultura del caffè. Accanto alla illy Push Button House gli ospiti avranno, inoltre, la possibilità di offrire una donazione a favore di Cup of Kindness, l’iniziativa benefica di illy a favore di Share Our Strength, organizzazione dedicata alla lotta contro la fame dei bambini nel mondo. Il ricavato dell’evento sarà destinato ad alcune scuole in Etiopia, luogo di origine del caffè e tra i paesi da cui illy si approvvigiona della materia prima di alta qualità. .  
   
   
UN AUTUNNO DAI MILLE SAPORI TERMOZETA PROPONE DUE NUOVI MODELLI DI FORNI A MICROONDE  
 
Dopo il successo della sua prima linea di forni a microonde, Termozeta implementa la gamma con due nuovi modelli: Mw 230D e Mw 250D. Praticità, affidabilità, tecnologia e appeal estetico sono gli elementi peculiari dei nuovi microonde concepiti per gli afecionados della cucina rapida e dinamica. Disponibili in versione digitale, i neo-nati modelli hanno una potenza che spazia dagli 800 ai 900W, 5 posizioni di cottura con funzione “Defrost” di scongelamento, timer regolabile e una decina di menu impostati. Grazie alla funzione “Grill” (dotata di una potenza di 1000W per il modello Mw 230D e di 1500 per il Mw 250D), i due forni a microonde permettono inoltre di ottenere con estrema facilità ottimi e sani gratin e piatti dorati. La speciale chiusura per bambini conferisce ai prodotti la massima sicurezza. Le dimensioni ridotte e il design basico e di classe, assicurano ai due modelli una fattiva adattabilità a qualsiasi tipo di arredo cucina. . .  
   
   
VINO – AUDIZIONE PER MODIFICA DOC MONTELLO E COLLI ASOLANI  
 
E’ stata convocata per mercoledì 5 dicembre prossimo la pubblica audizione, programmata dal Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, relativa alla modifica e integrazione del disciplinare della Doc Montello e Colli Asolani. L’incontro si svolgerà nell’Auditorium “Vittorio Bachelet” di Piazza Monsignor Furlan a Montebelluna. Sono state invitate le rappresentanze istituzionali dei Comuni interessati, dell’amministrazione provinciale di Treviso, del Consorzio di Tutela, della Camera di Commercio della Marca e i rappresentanti dell’interprofessione vitivinicola trevigiana. “L’aggiornamento del disciplinare di questa storica Denominazione d’Origine – ha ricordato il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia – nasce da una specifica richiesta della base produttiva e dal territorio. Gli adeguamenti di maggiore rilevanza riguardano l’introduzione dei vini da monovitigno Manzoni Bianco, Carmenère e Bianchetta. E’ stata prevista inoltre prevista la versione “Superiore” dello storico “Rosso” Montello e Colli Asolani Doc. Sarà pure introdotto un “Bianco” Montello e Colli Asolani Doc a base Prosecco (dal 30 al 60 per cento), con Chardonnay, Manzoni Bianco Pinot Bianco e Bianchetta per la parte restante. Viene infine previsto il Montello e Colli Asolani Doc “Venegazzù”, prodotto con uve coltivate nella omonima frazione”. Altre modifiche riguardano i sesti d’impianto, la densità minima di piante per ettaro, la produzione massima di uve. .  
   
   
SI CHIUDE IL WEEK-END DEDICATO ALLE ECCELLENZE IRPINE: OLTRE DUEMILA APPASSIONATI PER ANTEPRIMA TAURASI 500 BOTTIGLIE STAPPATE E OLTRE SETTANTA GIORNALISTI INTERVENUTI  
 
Taurasi (Avellino) - E’ stato un week end ad alto tasso enogastronomico quello che si è chiuso in provincia di Avellino dopo la tre giorni inaugurata dalla prima edizione di “Momenti di Fiano” a Montefredane e proseguita con le iniziative di Anteprima Taurasi Vendemmia 2004 e Me’ Gusta, Salone Mediterraneo del Gusto e degli Agriturismi Irpini, a Venticano. Un lungo viaggio tra le eccellenze irpine che ha offerto a tanti operatori, giornalisti e appassionati la possibilità non solo di assaggiare e gustare i vini e i prodotti tipici più prestigiosi del territorio, ma anche di esplorare siti affascinanti come le colline della Valle del Calore o i centri storici di Montefredane e Taurasi. Un percorso impegnativo e ambizioso, reso possibile dalle sinergie createsi fra le organizzazioni dei singoli eventi e fra i principali enti operativi nel campo della promozione, che ha regalato grandi soddisfazioni all’intero comparto enogastronomico ma allo stesso tempo è servito per riflettere su alcune tematiche di respiro più ampio. A “Momenti di Fiano” si è parlato delle peculiarità del Fiano di Montefredane, prendendo spunto da una straordinaria verticale di nove annate dal 2006 al 1992, ma si è discusso molto anche di sviluppo e sostenibilità ambientale. Il dibattito si è fatto particolarmente acceso all’arrivo della Presidente della Provincia di Avellino, Alberta De Simone, chiamata in causa sulla questione rifiuti e sul ruolo dei poli industriali nelle aree a Docg come quelle della Valle del Sabato e del Calore. Non soltanto di vino si è parlato anche a Taurasi all’interno del consueto incontro fra produttori e stampa specializzata, conclusione naturale del programma inaugurato con la sessione di assaggio dell’annata 2004 riservata ai giornalisti. Il dato più significativo emerso nel corso del convegno è senza dubbio quello relativo alla sostanziale convergenza tra la valutazione attribuita all’annata 2004 dal Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia e le impressioni manifestate dai partecipanti alla degustazione del sabato mattina. Le 5 stelle di eccellenza attribuite dalla commissione presieduta da Luigi Moio sono parse ai più una valutazione congrua rispetto soprattutto alle potenzialità dell’annata per quanto riguarda evoluzione e tenuta nel tempo. Particolarmente interessanti gli spunti suggeriti dai giornalisti stranieri, da Monica Larner di Wine Enthusiast a Richard Baudains di Decanter, che hanno sottolineato la grande crescita qualitativa del contesto produttivo mettendo in evidenza contemporaneamente una forte difficoltà di riconoscibilità e coerenza commerciale legata al vitigno aglianico e alle denominazioni ad esse collegate. Elementi su cui ha avuto modo di soffermarsi anche Giampaolo Gravina de L’espresso, Gianpaolo Di Gangi di Porthos, prima che i vice presidenti Piero e Lucio Mastroberardino ne traessero le conclusioni. Posizioni diverse si sono palesate a proposito della presenza all’Anteprima di numerosi campioni di botte, segno di una filiera produttiva e commerciale ancora piuttosto eterogenea, e a questo proposito il direttore dello Stapa Cepica Alfonso Tartaglia ha avuto modo di chiarire l’impegno da parte della Regione Campania ad intensificare gli sforzi sull’accompagnamento alle aziende in termini di ricerca e innovazione. Presenti ed estremamente attivi anche quasi tutti i produttori irpini che hanno voluto dire la loro prima di incontrare gli operatori e gli appassionati per la degustazione che si è svolta sabato e domenica nel Chiostro del Convento dei Padri Domenicani, restaurato e messo a disposizione proprio per la rassegna taurasina. Nella tendostruttura allestita all’interno del cortile le 40 aziende presenti hanno avuto modo di far assaggiare i propri vini a base aglianico agli oltre 2. 000 visitatori intervenuti nei due giorni dell’Anteprima. Una partecipazione al di sopra di ogni ragionevole previsione, soprattutto per quanto riguarda le presenze da fuori regione, che si è mantenuta costante nel corso dell’intero pomeriggio, non ha creato particolari disagi per eccessivo affollamento. Al termine della due giorni sono state stappate circa 500 bottiglie e sono stati utilizzati oltre 3. 000 bicchieri. 52 i giornalisti accreditati per il programma riservato alla stampa specializzata, 74 i giornalisti intervenuti per le attività pomeridiane. 5 invece le squadre che hanno preso parte alla Prima Coppa Taurasi, torneo di calcetto che ha visto scendere in campo le rappresentative di Produttori, Giornalisti, Sommeliers, Agronomi e Amministratori del Comune di Taurasi, tra cui il sindaco Antonio Buono e il Presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, Nicola Di Iorio. Il calcio d’inizio è stato battuto dal parroco di Taurasi, padre Diodato Fasano, e al termine di un’avvincente fase eliminatoria, si sono ritrovati di fronte per la finale le squadre dei Produttori e degli Agronomi. Alla fine l’hanno spuntata gli Agronomi che si sono portati a casa uno speciale trofeo consistente in una selezione di 5 litri dei migliori Taurasi 2004, decorata da un anonimo artigiano irpino. . .  
   
   
PER IL NATALE 2007 GRAND MARNIER PROPONE LA BOTTIGLIA LOUNGE EDITION. LINEE ESSENZIALI, COLORI CALDI E UN CENNO ALLE ATMOSFERE SOFT DEI LOUNGE BAR  
 
In occasione delle festività natalizie Grand Marnier quest’anno reinterpreta la classica bottiglia Cordon Rouge, proponendo una nuova veste sofisticata e contemporanea. Si ispira ai Lounge Bar, luoghi raffinati ed eleganti, sinonimo di ospitalità e convivialità. L’edizione limitata Grand Marnier Lounge Edition coniuga le intramontabili caratteristiche del brand, la sagoma della bottiglia e il colore rosso, con i tratti estetici di un lounge bar, forme stilizzate degli arredi, l’uso del metallo e di tessuti preziosi. Il risultato è una bottiglia dalla forma accattivante e seducente. La silhouette, morbida ma essenziale, è ricoperta da velluto rosso che aderisce perfettamente al vetro e ne rende segreto e protetto il contenuto. L’anello di metallo che cinge la bottiglia dà un tocco di modernità che crea un contrasto d’effetto con i caratteri gotici del brand stampati in coloro rosso intenso. Infine, un cenno alla tradizione: il sigillo di pelle che riporta lo stemma della famiglia Marnier Lapostolle. La stessa linea viene ripresa per la confezione regalo Lounge Box, in vendita nel canale moderno. Una bottiglia di Gran Marnier trasforma ogni salotto in un luogo caldo e confortevole in cui l’ospite ama conversare e rilassarsi in compagnia. Origini del prodotto Nel 1880 Louis-alexandre Marnier Lapostolle crea uno straordinario abbinamento di cognac e frutta che in breve si diffonde in tutto il mondo. Da una selezione di cognac sapientemente scelti, invecchiati nelle cantine del Château di Bourg-charente, abbinati a un raro frutto tropicale il Citrus bigaradia, un’arancia amara dal profumo intenso, nasce Grand Marnier. Molto rapidamente, il liquore nato da questa originale alchimia approda sulle tavole più raffinate d’Europa e del Nord America nonché nei bar più famosi del mondo. Oggi il liquore Grand Marnier viene servito liscio o come base per cocktail e long drink in prestigiosi bar, ristoranti e lounge. . .  
   
   
LA VIS PRESENTA I RISULTATI DI UN’ALTRA ANNATA POSITIVA. DEFINITIVA L’INCORPORAZIONE DEL CONSORZIO “5 COMUNI”. IL GRUPPO CON ETHICA A GONFIE VELE IN ITALIA E ALL’ESTERO.  
 
 Con l’assemblea del 30 novembre, nasce La Vis sca, espressione della tradizione vitivinicola di Cantina La Vis e Valle di Cembra e il Consorzio Ortofrutticolo 5 Comuni (già parte dell’Op “La Trentina”). Con l’approvazione unanime delle assemblee delle due Cooperative, continua quel cammino di crescita e sviluppo che ormai accompagna da diversi anni – era il 2000 quando Cantina la Vis acquistava con la F. Lli Rinaldi Importatori la Cesarini Sforza – l’azienda lavisana che oggi ha costruito un Gruppo di aziende (La Vis, Valle di Cembra, Poggio Morino, Basilica Cafaggio, Fwi, Casa Girelli, Ethica, Ergon) tra i più autorevoli in Italia nel contesto del mondo del vino. Nel corso della medesima Assemblea sono stati presentati anche gli ultimi risultati dell’esercizio. Un esercizio tecnico di 11 mesi (al 30. 06. 07) che permette alle diverse aziende di far confluire poi i propri risultati in un unico bilancio consolidato. Fatturato che stimato aumenta di un 10% (35,15 mln. Euro nel 05/06 con 12 mesi e 34,95 mln. Euro con 11 mesi) ma che da chiari segnali della grande salute ostentata dall’azienda che nel periodo 2000/2009 ha investito oltre 25 milioni di euro in tecnologie e strutture per puntare con sempre maggiore vigore all’eccellenza produttiva senza con questo limitare l’attività di espansione che l’hanno vista protagonista sulle scene nazionali ed internazionali. Cantina la Vis produce oggi circa 6 milioni di bottiglie e l’obiettivo rimane quello entro breve di poter raggiungere i 12/13 milioni pari a circa il 70% della propria produzione. Significativo segnalare l’incremento del mercato dell’imbottigliato (+ ca. 20%) e gli oltre 19 milioni di euro che sono stati distribuiti come liquidazione ai 1300 soci. “Per comprendere appieno il cammino compiuto – commenta Roberto Giacomoni Presidente dell’azienda lavisana – bisogna rileggere gli ultimi 15 anni della nostra storia e come è pure cambiato il ruolo del singolo viticoltore in seno all’azienda: oggi è protagonista e partecipe delle scelte produttive intraprese. Risultati oggettivi economici, commerciali e di immagine sono sotto gli occhi di tutti e sono stati correttamente interpretati dal mercato. ” I prossimi anni saranno contraddistinti da quello che i vertici dell’azienda hanno simpaticamente definito come “consolidamento dinamico”. Si tratterà cioè di attivare ogni iniziativa che permetta alle diverse realtà del Gruppo di esprimere le proprie peculiarità produttive in termini non solo commerciali ma pure di immagine. Sappiamo come il forte sviluppo raggiunto è frutto anche di un’attenta politica delle alleanze che potrà rappresentare anche per il prossimo futuro una ulteriore possibilità di crescita su scenari non solo nazionali. Alcuni dati del Gruppo: 180 addetti, 90 mln. Euro di giro di affari, 2000 ettari controllati, Oltre 30 milioni le bottiglie commercializzate. .  
   
   
PER RISCALDARE IL CUORE, PER SOGNARE, PER COCCOLARSI, PER FESTEGGIARE O SEMPLICEMENTE PER DIRE TI AMO. JACQUESSON 732 È LO CHAMPAGNE IN GRADO DI REGALARE MOMENTI UNICI DI PIACERE.  
 
Passione, amore, calore questi i sinonimi per quello che è un pregiato nettare la cui origine si perde nella notte dei tempi, ma che da subito è riuscito a creare momenti magici grazie al profumo, agli aromi e alle delizie che regala a chi lo assapora amabilmente. Jacquesson 732 non è un semplice champagne, ma un vino di champagne in grado di regalare istanti preziosi. Quale occasione migliore per degustare uno champagne puro e sopraffino se non il giorno per eccellenza dedicato all’amore e al piacere di donare qualcosa di prezioso alla persona amata? 732 ha in se tutto questo, è un vino di champagne con una lunga tradizione alle spalle, fatta di dedizione, cura, calore e amore che si alimenta ogni giorno grazie alla voglia e al piacere di voler creare ogni volta qualcosa di unico. La Maison Jacquesson è, infatti, rinomata nel mondo enologico per la scelta di puntare sull’unicità di un prodotto e nello stesso tempo regalare agli amanti di questo pregiato nettare un vino di champagne capace di regalare preziosi momenti. Jacquesson 732 è uno champagne elaborato a partire dalla vendemmia 2004 con l’impiego di tre differenti pregiate uve: 39% Chardonnay, 36% Pinot Meunier e 25% Pinot Noir che provengono esclusivamente dai vigneti Premier Cru e Grand Cru della “Grande Vallée de la Marne” e della “Côte des Blancs”. La sua produzione ha dato luogo ad una sboccatura di 328. 826 bottiglie, 12. 050 magnum e 300 jéroboam. Vinificato in botti con regolare “bâtonnage” e senza alcuna filtrazione, questo champagne è un vino complesso, dal corpo pieno e dal colore dorato, per un gusto aromatico, elegante ed armonioso. Un dono elegante, un pensiero dolce per celebrare una serata importante, Jacquesson 732 renderà ancora più speciale questo prezioso istante. Distribuita da Pellegrini S. P. A. , Jacquesson 732, è disponibile nelle carte vini dei migliori ristoranti e nelle enoteche di nicchia. E’ acquistabile a partire da un prezzo di 48 euro . .  
   
   
CONCLUSA LA 9^ EDIZIONE DI EIN PROSIT  
 
 Si è conclusa nel pomeriggio la 9^ edizione di Ein Prosit nell’entusiasmo dell’organizzazione, delle aziende e del pubblico. Grande soddisfazione da parte del Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano, di Sella Nevea e del Passo Pramollo, dovuta alle numerose presenze soprattutto internazionali che confermano il sempre maggiore richiamo ed interesse per l’evento. Lo sguardo è già rivolto al futuro pianificando con entusiasmo la manifestazione del prossimo anno, che per il traguardo della decima edizione ha in serbo grandi novità. Ringraziando tutti coloro che hanno condiviso con l’organizzazione questa piacevolissima esperienza comunichiamo che a breve saranno disponibili le immagini dell’edizione appena conclusa. .