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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Settembre 2009
COME I GENI INGANNANO IL SISTEMA IMMUNITARIO  
 
Bruxelles, 22 settembre 2009 - Un team internazionale di ricercatori ha scoperto una proteina che permette a un gruppo di virus dell´herpes di disattivare una difesa antivirale. Le scoperte, pubblicate sulla rivista Journal of Cell Biology, mostra come i virus riescono ad ingannare il sistema immunitario dell´organismo umano. I ricercatori britannici, olandesi e americani hanno scoperto che il citomegalovirus (un comune herpes virus che può causare malformazioni alla nascita o herpes) individua la proteina Mhc I (complesso maggiore di istocompatibilità di classe 1) e la rende inattiva. Le Mhc I aiutano le persone lievemente ammalate a causa del tempo, catturando i frammenti di proteine virali e consegnandole alle cellule T citotossiche (cellule T killer). Queste cellule T citotossiche distruggono le cellule infettate da virus o altri patogeni, o che sono altrimenti danneggiate o disfunzionanti. Secondo i ricercatori, due geni del citomegalovirus - Us2 e Us11 - ingannano le cellule spingendole a disattivare la proteina Mhc I legandola all´ubiquitina in un processo chiamato "ubiquitinazione". L´ubiquitina è una proteina che dà il "bacio della morte" ad altre proteine. "I prodotti dei geni Us2 e Us11 del citomegalovirus umano promuovono l´evasione virale controllando la via di degradazione associata al reticolo endoplasmatico (Erad)", si legge nello studio. Quando ciò avviene, i geni del citomegalovirus distruggono la Mhc I nel proteasoma (un complesso multiproteico), la cui principale funzione è quella di ridurre le proteine superflue o danneggiate. Secondo lo studio: "Us2 e Us11 avviano la dislocazione di proteine Mhc I appena arrivate dal reticolo endoplasmatico (Er) verso il citosolo per la degradazione proteasoma-mediata, riducendo così la superficie cellulare della Mhc I. " L´ubiquitinazione della Mhc I inizia quando i geni del citomegalovirus cooptano la proteina cellulare E3 ligasi. Helen R. Stagg del Cambridge Institute for Medical Research presso l´Università di Cambridge nel Regno Unito - primo autore dell´articolo - ha esaminato, insieme ai suoi colleghi, 373 ligasi distruggendole una ad una tramite Rnai (interferenza con acido ribonucleico). Rnai è un sistema con cellule viventi che contribuisce a controllare quali geni sono attivi e in che misura. I ricercatori hanno disattivato una ligasi chiamata Trc8 che aiutava a conservare la Mhc I. Il team ha scoperto che delle 373 ligasi esaminate, soltanto la disattivazione della Trc8 (un processo mediato dal siRna) costituiva una differenza significativa nel "salvare" la Mhc I. La Mhc I riesce a funzionare quando questa versione mutata della Trc8 limita l´ubiquitinazione. Malgrado si sappia poco su come funzioni la proteina, i ricercatori affermano che la Mhc I è mutata in alcuni tipi di tumori renali ereditari e sporadici. Gli esperti ipotizzano che uno dei normali target della Trc8 stimola il cancro. "Il coinvolgimento della Trc8 - sia nei casi ereditari che sporadici del carcinoma renale a cellule chiare - è intrigante, in particolare visto che la Trc8 è la seconda ligasi E3 [. ] ad essere coinvolta nell´eziologia dei tumori del rene", concludono gli autori. "Visto che l´alterazione della Trc8 predispone al carcinoma renale, livelli aumentati di proteine normalmente controllate dalla Trc8 potrebbero essere coinvolte nello sviluppo di tumori, rendendo l´individuazione dei substrati fisiologici di questa nuova Erad ligasi E3 sempre più urgente. " Per maggiori informazioni, visitare: University of Cambridge: http://www. Cam. Ac. Uk/ Journal of Cell Biology: http://jcb. Rupress. Org/ .  
   
   
INAUGURATA RISONANZA MAGNETICA 3 T OSPEDALE DI UDINE  
 
Udine, 22 settembre 2009 - "L´inaugurazione della risonanza magnetica ad alto campo dell´azienda ospedaliero-universitaria di Udine è un momento importante e coerente con la recente apertura del polo Tac: sono dati tangibili che mostrano come ricerca, politica e comunità che sanno organizzarsi riescono a trovare soluzioni per ridare speranza e fiducia. E´ anche grazie a questo, infatti, che le guarigioni da malattie oncologiche stanno oggi aumentando". Lo ha rimarcato l´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, alla cerimonia che ha suggellato la conclusione di un progetto iniziato nel 1999 dall´ospedale di Udine in joint-venture con la Sissa, l´Università di Udine, l´Irccs Nostra Famiglia di Pasian di Prato. Nel corso del suo intervento, preceduto da un momento di ricordo per i caduti a Kabul, Kosic ha affrontato il tema della riorganizzazione del sistema sanitario regionale "che - ha detto - deve passare attraverso la consapevolezza della necessità di ammodernare, garantendo centri specializzati e punti di riferimento regionali, quali l´azienda ospedaliera "Santa Maria la Misericordia". "Fondamentale è che questa consapevolezza - ha aggiunto Kosic - si fondi sulla convinzione che la sostenibilità è un aspetto importante che va coniugato con investimenti appropriati: è in questa direzione che noi intendiamo esprimere il nostro piano socio sanitario, per realizzare il quale - ha proseguito - cercheremo le condivisioni necessarie". Ringraziando per la presenza alla cerimonia del presidente del Consiglio delle autonomie, Attilio Vuga, Kosic ha richiamato ad un impegno progettuale molto preciso i rappresentanti dei Comuni, delle Province e lo stesso Consiglio delle autonomie. "Stiamo realizzando un percorso importante in un momento difficile e in cui le decisioni politiche dovranno essere assunte inderogabilmente - ha concluso Kosic -: le ragioni che sostengono le nostre scelte sono rette su due cardini, la fiducia, perché perseguiamo gli stessi fini, e l´informazione condivisa". Ad introdurre la cerimonia e ad illustrare le tappe del progetto Fire avviato nel 1999 è stato il direttore generale dell´Aousmm, Carlo Favaretti, il quale ha auspicato "un percorso di integrazione con altre istituzioni ed aziende fuori regione che utilizzano macchinari per clinica ed alta ricerca". Favaretti ha ricordato anche l´ingente impegno finanziario occorso per l´acquisto dell´apparecchiatura (oltre 3 milioni di euro), per le opere edilizie di installazione (500 mila euro) e per la manutenzione (in bilancio l´Azienda prevede 238 mila euro annui). A contribuire per la maggiore parte alla spesa è stata la Regione con 2 milioni di euro in conto capitale e un leasing di 16 rate semestrali, e la Sissa che ha destinato 150 mila euro l´anno per 20 anni. Prestazioni e funzioni della nuova apparecchiatura sono state illustrate dal prof. Massimo Bazzocchi, preside di Medicina e direttore del Centro per la risonanza magnetica che già dispone di due impianti a campo inferiore totalmente dedicati ad uso clinico-diagnostico. "La nuova risonanza ad elevato campo magnetico è utile per la diagnostica avanzatata neurologica, cardiologia, vascolare e mammografia, ma anche per attività di ricerca nell´ambito delle neuroscienze - ha spiegato Bazzocchi -. L´alto campo magnetico permette di ottenere più informazioni dal corpo umano. Da questa macchina nel campo delle neoplasie ci si attende un avanzamento nello studio del cervello e della funzione cerebrale. La 3 Tescla è stata voluta fortemente dal dottor Skrap per il supporto alla neurochirurgia mediante tecniche di neuronavigazione". Alla cerimonia sono inoltre intervenuti, il rettore dell´Università di Udine, Cristiana Compagno, il rettore della Sissa, Stefano Fantoni, il presidente di Nostra Famiglia "Eugenio Medea" Domenico Galbiati, il vicesindaco Vincenzo Martines, l´assessore provinciale, Ottorino Faleschini. .  
   
   
LOMBARDIA: FARMACI, IL PRESIDENTA FORMIGONI: "I MEDICI SIANO ´TUTOR´ CONTRO GLI ABUSI"  
 
 Milano. 22 settembre 2009 - L´aumento del consumo dei farmaci nelle società più avanzate - e a volte il loro abuso - pone una serie di questioni non solo di carattere sanitario ma anche sociale ed economico alle quali occorre rispondere con un approccio innovativo. "Il cambiamento che ci è richiesto - ha detto ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, aprendo i lavori del convegno "La vita dei farmaci", organizzato dall´Università Bicocca - è quello di metterci a fianco del paziente e di seguirlo, avendo presente che la sua prospettiva è rappresentata da un tutt´uno che passa attraverso tempi, luoghi e modi di cura diversi: unico è il paziente e unico deve essere il riferimento principale, il suo tutore rappresentato dal medico di base". Il quale medico deve dare le cure giuste, né troppe, né troppo poche. "La Giunta lombarda, proprio nel corso di quest´anno (a Bergamo, Cremona, Melegnano, Lecco, Monza e Brescia) - ha aggiunto Formigoni - ha voluto porre al centro questa questione promuovendo la sperimentazione della dote sanitaria che nasce per far fronte, in particolare, alle malattie croniche". Oggi infatti, grazie alle informazioni e ai dati sempre più precisi a disposizione, si riescono a valutare, a priori, tutti i servizi (farmaci, ricoveri, specialistica ambulatoriale) che occorrono al malato per garantirgli il miglior livello di cura e di salute, che egli ha a disposizione (una dote appunto). "L´aspetto innovativo - ha spiegato ancora il presidente - consiste nell´avere individuato un soggetto, il medico di medicina generale, che è in grado di aiutare realmente il malato a usufruire dei servizi di cui ha bisogno: l´obiettivo comune deve essere quello di consentire ai malati di utilizzare tutti gli strumenti oggi disponibili per fronteggiare al meglio la loro malattia. In un´ottica di questo tipo, il medico di medicina generale, oltre a prescrivere al suo paziente gli esami necessari, verifica che il paziente stesso effettui tutti i controlli previsti e assuma regolarmente i farmaci: al medico di base viene attribuito il ruolo chiave di ´tutore´ del malato". E proprio l´appropriatezza della prescrizione e dell´uso dei farmaci rappresenta un ambito in cui la politica sanitaria regionale è fortemente impegnata. "Attraverso un sistema informatico (Siss) che consente di monitorare in tempo reale la situazione farmaco-economica e farmaco-epidemiologica - ha spiegato Formigoni - il sistema sanitario lombardo è in grado di utilizzare al meglio le risorse per rispondere nel modo più appropriato ai bisogni di salute della popolazione". Questo lavoro di controllo ha permesso, ad esempio, di concentrare il 90% delle risorse impiegate nella spesa farmaceutica ospedaliera per i farmaci innovativi ad alto costo (farmaci oncologici derivanti dalle biotecnologie, farmaci per le malattie rare, farmaci per pazienti Hiv, farmaci per l´artrite reumatoide). "Il nostro sforzo - ha fatto notare il presidente - si realizza nel rispetto dei tetti posti a livello nazionale sulla spesa farmaceutica e continueremo a farlo malgrado a livello nazionale sia stato ridotto il tetto di spesa per il 2009 e il 2010 (dal 14% al 13,6% per il 2009 e al 13,3% per il 2010)". Formigoni ha infine rivolto un appello al Governo perché, tramite l´Agenzia italiana del farmaco "sia prestata una particolare attenzione alle politiche sul prezzo dei farmaci ospedalieri". .  
   
   
FAZIO, FORMIGONI E GARATTINI SONO INTERVENUTI AL CONVEGNO LA "VITA DEI FARMACI" ALL´UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA  
 
Milano 22 settembre 2009 - Con le prolusioni del viceministro on. Ferruccio Fazio, del presidente della Regione Lombardia on. Roberto Formigoni e del prof. Luigi Rossi Bernardi in rappresentanza del sindaco di Milano Letizia Moratti ha preso il via ieri presso l’università di Milano Bicocca il terzo congresso internazionale interdisciplinare patrocinato dall’Unesco “La vita dei farmaci. Prospettive scientifiche e analisi interdisciplinare di un prodotto in via di trasformazione”. Il viceministro Fazio ha sottolineato, nel suo intervento, l’importanza dell’intervento istituzionale per promuovere una corretta politica del farmaco. Il presidente della Regione Lombardia ha posto l’accento sull’importanza dell’appropriatezza prescrittiva nella gestione terapeutico dei malati cronici e del ruolo che il medico di base può e deve svolgere in questo ambito. La Regione, grazie al sistema di monitoraggio in tempo reale delle prescrizioni farmaceutico può utilizzare al meglio le risorse disponibili per offrire la più adeguata risposta alla domanda di salute. Il ruolo centrale che Milano ha svolto e svolge, con le sue istituzioni farmacologiche conosciute a livello internazionale e le sue industrie farmaceutiche, nell’ambito della conoscenza, della produzione e dell’uso del farmaco, è stato puntualizzato dal prof. Luigi Rossi Bernardi, Assessore alla Ricerca, Innovazione e Capitale Umano del comune di Milano. Il direttore dell’Aifa Guido Rasi ha parlato del ruolo che l’Agenzia svolge per la regolamentazione dei farmaci, poi alla presenza dell’Ambasciatore del Canada James Fox, è stato firmato un accordo di collaborazione scientifica tra l’Università di Milano Bicocca, rappresentata dal suo Rettore Marcello Fontanesi, e l’Università del Québec a Montréal, rappresentata da Sylvain Saint Amand. Sono seguiti gli interventi di Silvio Garattini, direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri, sui molteplice e multiformi aspetti della moderna farmacologia (dalla farmacologia clinica ell’ecofarmacologia, dalla farmacologia sociale alla farmacogenomcica), dell’antropologo olandese Siaak van del Geest sull’importanza dell’approccio antropologico al farmaco e del filosofo della scienza Giulio Giorello. Vittorio A. Sironi, direttore del Centro studi sulla storia del pensiero biomedico dell’Università di Dilanio Bicocca e presidente del congresso, ha messo in evidenza come il farmaco è uno degli indicatori più significativi del “sistema salute” che esprime quali sono le strategie di un Paese nel rapporto tra attenzione ai bisogni sanitari e risposta a questi bisogni. L’aumento esponenziale del consumo dei farmaci esige risposte interdisciplinari: è appunto con questo spirito che il convegno si appresta ad ascoltare domani le relazioni del filosofo Giovanni Reale, del presidente di Farminustrai Sergio Dompé e del presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Farmacisti Andrea Mandelli. . .  
   
   
SANITÀ, IN REGIONE CAMPANIA INCONTRO CON RAPPRESENTANTI DI IMPRESE E SINDACATI  
 
Napoli, 22 settembre 2009 - L´assessore regionale alla Sanità Mario Santangelo, il commissario dell´Asl Napoli 1 Maria Grazia Falciatore e il capo della segreteria politica del Presidente Guglielmo Allodi hanno incontrato nel primo pomeriggio di ieri i rappresentanti dei centri convenzionati e una delegazione dei lavoratori del settore sanitario privato. Nel corso della riunione, gli esponenti della Regione hanno informato i presenti che l´amministrazione sta facendo tutto quanto è di propria competenza per garantire la continuità delle prestazioni sanitarie ai cittadini attraverso le strutture convenzionate. In questo senso, è prioritario il trasferimento di 1,7 miliardi di euro già spettanti all´amministrazione regionale da parte del governo, indipendentemente dal rispetto dei parametri del piano di rientro. Si tratta di fondi nazionali necessari per sbloccare le liquidazioni dei fornitori privati. Queste risorse, una volta disponibili, saranno immediatamente utilizzate per i pagamenti della sanità convenzionata. L´asl Napoli 1, accogliendo una richiesta dei rappresentanti di imprese e sindacati, ha assicurato che la certificazione dei crediti sarà conclusa entro settembre. Questo consentirà alle imprese interessate lo sblocco di liquidità attraverso i crediti bancari. La Regione Campania e l´Asl Napoli 1 infine hanno deciso di istituire un tavolo permanente, sia con le imprese, sia con i sindacati, per affrontare i prossimi passaggi della programmazione sanitaria. .  
   
   
‘PROGETTO TETRA’: ATTACCO SU 4 FRONTI AL CARCINOMA ORALE LA MALATTIA È IN CONTINUA CRESCITA TRA I GIOVANI E LE DONNE, CON UNA PROGNOSI INFAUSTA SE SCOPERTA TARDI COME PURTROPPO ACCADE IN 7 CASI SU 10.  
 
Roma, 22 settembre 2009 – Otto nuovi casi ogni centomila abitanti ogni anno in Italia, con punte raddoppiate nel Nord Est. Oltre 3mila decessi l’anno, dopo terapie chemioterapiche e radio chirurgiche spesso inutili e altamente debilitanti. Una sopravvivenza inferiore al 15-20% per diagnosi tardive. Il tumore del cavo orale, a differenza di tante altre patologie, continua la sua inarrestabile ascesa, complice il vizio della sigaretta, dell’alcol, un’alimentazione scorretta. E se da un lato incidenza e mortalità, tipiche dell’età adulta, sembrano crescere lentamente, dall’altro si assiste ad un ‘boom’ tra le donne e i giovani, con percentuali in costante aumento. Purtroppo la diagnosi precoce è una rarità e quando il paziente giunge allo specialista è ormai troppo tardi: sette su dieci sono già negli stadi avanzati della patologia. La sopravvivenza media a 5 anni infatti è davvero bassa: appena il 40%. Da queste premesse prende il via il ‘Progetto Tetra’, un attacco su quattro assi al cancro orale che, per la prima volta in Italia, vede unite la Commissione Nazionale Albo Odontoiatri (Cao) della Fnomceo (Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri), presieduta dal dott. Giuseppe Renzo, e le società scientifiche istituzionali di riferimento in tema di salute orale Sipmo (Società Italiana di Patologia e Medicina Orale), presieduta dal Prof. Lorenzo Lo Muzio, Presidente del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Università di Foggia, e Siocmf (Società Italiana di Odontoiatria e Chirurgia Maxillo-facciale), presieduta dal Prof. Egidio Bertelli dell’Università di Siena, per pianificare un intervento di motivazione ed educazione alla prevenzione primaria, con contestuale presentazione di una rete di riferimento. Il progetto è stato presentato questa mattina al Ministero della Salute, dove si è tenuto il primo incontro del Corso di aggiornamento professione Nazionale sul Carcinoma orale. Numerose le personalità invitate: dal Viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dal Presidente della Lilt, Francesco Schittulli al Direttore scientifico dell’Airc, Maria Ines Colnaghi. “I dati epidemiologici indicano che il carcinoma orale non è una patologia rara e ormai non interessa più solamente dopo i 50-60 anni – afferma il prof. Sandro Pelo, Direttore dell´Unità operativa di Chirurgia maxillo-facciale dell´Università Cattolica di Roma presso il Complesso integrato Columbus- Infatti è per incidenza tra tutti i tumori maligni all’ottavo posto negli uomini e all’undicesimo nelle donne, ed è in crescita tra i giovani. Negli Stati Uniti ogni ora muore una persona per questa terribile malattia”. Il ‘Progetto Tetra’, coordinato dai Professori Lo Muzio e Pelo e dal dott. Renzo, mira a migliorare la consapevolezza dei professionisti della salute orale sul rischio per il carcinoma orale e la loro capacità di eseguire tecniche di counselling, punta ad a preparare gli stessi operatori alla diagnosi precoce e infine fornisce una Rete di Riferimento di strutture del Sistema Sanitario Nazionale, specializzate nella diagnosi clinica e istopatologica. “Si tratta di un approccio innovativo per il nostro Paese, che durerà due anni, coinvolgendo odontoiatri appartenenti al Ssn o libero professionisti, strutture del Ssn di diagnosi clinica e anatomopatologica, altre figure di operatori sanitari come chirurghi maxillo-facciali o igienisti dentali”, aggiunge il dott. Giuseppe Renzo. E’ stato così definito un corso di aggiornamento itinerante nella penisola per odontoiatri, con docenti esperti, scelti dal consorzio ad hoc Cao-sipmo-siocmf, ed è stato preparato un manuale di riferimento sulla problematica che contiene in allegato un Dvd con tutte le presentazioni del corso. “E’ fondamentale intervenire nelle fasi precoci della malattia, poiché la prognosi è infausta e, purtroppo, non è stato evidenziato alcun miglioramento nella terapia negli ultimi decenni. - prosegue il Prof. Lo Muzio, responsabile scientifico dell’iniziativa - In 7 casi su 10 la diagnosi avviene troppo tardi e questo è un punto cruciale: la sopravvivenza in questi casi oscilla tra il 5 e il 20% e le persone hanno una pessima qualità di vita, poiché le terapie sono debilitanti e sfiguranti. Arrivare precocemente all’osservazione dello specialista significa avere una sopravvivenza superiore al 90%”. I fattori di rischio del carcinoma orale sono il fumo (20 sigarette al giorno quintuplicano il rischio), l’abuso di bevande alcoliche, un’alimentazione povera di frutta e verdura, l’infezione da papilloma virus umano, l’esposizione ai raggi ultravioletti, per quanto concerne quello del labbro. Spesso la patologia è preceduta da lesioni precancerose della mucosa orale (leucoplachie, eritroplachie), che richiedono una particolare attenzione da parte del paziente e dell’operatore sanitario. .  
   
   
PARTITA DA VERONA LA COOPERAZIONE TRA VENETO E CATALOGNA UN LAVORO COMUNE PER PUNTARE A PROGETTI EUROPEI SULLA RICERCA  
 
 Verona, 22 settembre 2009 - E’ partita da Verona, ed in particolare dal settore della salute mentale, l’applicazione concreta dell’Accordo Bilaterale di cooperazione sanitaria sottoscritto nell’ottobre scorso tra la Regione del Veneto, con l’Assessore alla sanità Sandro Sandri, e la Catalogna, con il Ministro per la salute Marina Geli. Ieri una delegazione catalana ai massimi livelli, guidata dal responsabile per la psichiatria del Governo di Barcellona, Luis Salvador Carulla, è approdata a Verona con lo scopo di definire precisi aspetti di collaborazione con la Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica del Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, diretta dal prof. Michele Tansella. Ad accogliere la delegazione catalana al Distretto Verona Sud dove avranno luogo gli incontri tecnici, c’erano l’assessore Sandri, il prof. Tansella e i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie veronesi Sandro Caffi, Giuseppina Bonavina, Daniela Carraro e Alessandro Dall’ora. “La sanità veronese – ha detto Sandri – ha una lunga e prestigiosa tradizione in tema di salute mentale, tanto che la struttura di Tansella è anche Centro di collaborazione Oms per la ricerca: è stato perciò quasi naturale partire da qui per un lavoro comune, che si proietta direttamente verso l’Europa dove Veneto e Catalogna, con Scozia, Fiandre, Bassa Austria e North West England fanno parte del ristrettissimo gruppo di Regioni ammesse ad un’interlocuzione diretta con la Commissione Europea. Punteremo, ad esempio, a definire progetti comuni soprattutto sul fronte della ricerca, da proporre al finanziamento comunitario”. Soddisfazione è stata espressa dal prof. Tansella: “Con il loro accordo istituzionale – ha detto – Veneto e Catalogna hanno avviato la costruzione di un grande ponte: ora sta a noi contribuire con il nostro lavoro al suo completamento”. Durante la visita gli esperti catalani e veronesi concorderanno anche un Protocollo che prevede l’uso di indicatori di processo e di esito comuni e metodologie per la valutazione dei costi delle malattie mentali. Altri temi di discussione per trovare intese e sviluppare collaborazioni riguarderanno l’uso razionale degli psicofarmaci, l’uso di tecniche di studio delle psicosi mediante nueuroimaging, la comunicazione medico-paziente e i progetti di promozione e difesa della salute fisica nei pazienti psichiatrici. .  
   
   
SALUTE, AL VIA IN LIGURIA IL PIANO PANDEMICO PER INFLUENZA H1N1  
 
Genova, 22 Settembre 2009 - E´ stato approvato ieri mattina dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla salute, Claudio Montaldo il piano pandemico per la gestione dell´influenza H1n1 il cui sviluppo è previsto da novembre a marzo del 2010. La vaccinazione contro la nuova influenza verrà effettuata esclusivamente presso gli ambulatori delle Asl. Prioritariamente verranno vaccinati soggetti con patologie croniche e preesistenti e quindi a rischio di complicanze, di età compresa tra i 18 e i 65 anni; gli addetti ai servizi essenziali, operatori sanitari e socio-sanitari, insegnanti della scuola dell´obbligo, personale delle forze di pubblica sicurezza e protezione civile, donatori di sangue periodici, impiegati in altri settori importanti per il funzionamento del paese. Successivamente saranno previsti anche i soggetti sani e giovani fino ai 27 anni. Previste anche le donne in gravidanza, non prima però del secondo e del terzo trimestre e i minori, sulla base della scheda tecnica di accompagnamento all´autorizzazione all´uso del vaccino. I primi lotti di vaccino saranno consegnati dal Ministero tra il 15 ottobre e il 15 novembre. "Il nostro sistema di sorveglianza attivato presso la struttura di Igiene dell´ospedale San Martino di Genova - ha spiegato l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - si avvale di una rete di medici sentinella che segnalano i casi, per garantire una sorveglianza sullo sviluppo della malattia nei confronti della quale l´aspetto fondamentale è quello dell´igiene e del lavaggio delle mani". "Dovranno comunque essere i medici di famiglia - ha continuato Montaldo - a valutare l´eventuale necessità di ricovero. La regione si è comunque attivata per far fronte ad uno sviluppo dei casi, prevedendo già da ora 100 posti letto in più che possono arrivare fino a 900 posti letto negli ospedali per far fronte alle eventuali complicanze. Nei prossimi giorni sarà predisposta, insieme alle Prefetture, una lista dettagliata e completa di tutte le persone che, per il loro lavoro, dovranno essere oggetto della vaccinazione per garantire il funzionamento delle strutture". Per evitare la diffusione della malattia gli esperti della Regione hanno rimarcato la necessità di adottare comportamento corretti, come il lavaggio frequente della mani, l´uso di fazzoletti a perdere quando si tossisce e si starnutisce. .  
   
   
MILANO: PER I MALATI DI ALZHEIMER SERVE UN NUOVO MODELLO DI ASSISTENZA  
 
Milano, 22 settembre 2009 - "L´invecchiamento della popolazione è un avvenimento epocale: ogni anno oltre 40. 000 lombardi superano la soglia dei 75 anni e sono oltre 80. 000 coloro che sono malati di Alzheimer o che soffrono di una qualche forma di demenza senile. Ciò comporta una giusta richiesta di aiuto da parte delle famiglie, una richiesta alla quale però il nostro sistema fa sempre più difficoltà a rispondere". Lo ha affermato l´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, aprendo i lavori del convegno "Longevità e Alzheimer: costruire welfare di comunità", che si è tenuto ieri a Milano. Il convegno è stato organizzato dal settimanale "Vita", in collaborazione con la Regione Lombardia, in occasione della Giornata Mondiale dell´Alzheimer. "L´entità dei bisogni di queste persone - ha aggiunto Boscagli - è veramente grande; la richiesta di aiuto e di assistenza è così forte che il ´pubblico´ da solo rischia di non farcela più. E´ necessario, quindi, non solo aumentare i posti letto nelle Residenze sanitarie assistenziali - Rsa - (che in Lombardia sono già metà del totale nazionale), ma anche e soprattutto trovare risposte nuove che coniughino l´intervento pubblico e privato e prevedano il coinvolgimento del volontariato, del Terzo Settore e del mondo produttivo". "La Lombardia - ha proseguito l´assessore Boscagli - è stata la prima Regione in Italia, e tra le prime in Europa, a dotarsi, nel 1995, di un Piano Alzheimer. Abbiamo creato strutture dedicate appositamente a queste patologie. Con oltre 32 milioni di euro finanziamo, ogni anno, 90 nuclei Alzheimer per 1. 657 posti letto. Abbiamo inoltre riaperto l´accreditamento nelle Rsa: ciò comporterà un aumento dei posti letto disponibili anche se, come ho detto, è necessario ripensare complessivamente il modello di assistenza. Il nostro obiettivo è comunque sempre quello di aiutare le famiglie a prendersi direttamente cura dei loro anziani, soprattutto nelle fasi iniziali ed intermedie della malattia. Ciò vuol dire però mettere a loro disposizione una rete di servizi che le supporti e le aiuti". Ha condiviso le preoccupazioni dell´assessore Boscagli anche il presidente dell´Associazione Italiana di Psicogeriatria Marco Trabucchi. "Il tradizionale modello di assistenza alle malattie croniche, costoso, complesso, e di lunga durata - ha detto Trabucchi - rischia di entrare in crisi nel prossimo futuro. A tal fine dobbiamo progettare un modello di assistenza, senza bardature burocratiche, a costi più bassi, ma ad alto livello di competenze tecniche, che sia basato soprattutto sulla partecipazione e la valorizzazione delle comunità locali (famiglie, volontariato, libere associazioni professionali, ecc. ) ai processi di cura". .  
   
   
LA SFIDA DELL’ALZHEIMER SI VINCE STANDO DALLA PARTE DEL MALATO: LA LEZIONE CHE VIENE DALLE BANCHE DELLE STORIE E DALLE BANCHE DEL CERVELLO  
 
Milano, 22 settembre 2009 - La Xvi Giornata Mondiale Alzheimer si apre all’insegna di numeri sempre più allarmanti: un recente studio finanziato dalla Commissione Europea (progetto Eurocode) e coordinato da Alzheimer Europe rivela che i malati di demenza e di malattia di Alzheimer in tutta Europa sono ormai 7,3 milioni contro i 6,9 milioni di malati stimati in precedenza e che la malattia ha una prevalenza soprattutto nella popolazione di oltre 85 anni. Le cifre pongono tutti Governi europei di fronte ad una sfida che per essere vinta richiede nuovi approcci alla malattia. Di questo si è parlato al convegno “Biografia, non solo biologia” organizzato dalla Federazione Alzheimer Italia in collaborazione con la Fondazione Golgi Cenci con l’obiettivo di suggerire nuovi orientamenti terapeutici e nuove modalità di approccio al malato di Alzheimer. Al convegno hanno partecipato alcuni fra i maggiori esperti italiani e internazionali impegnati sia nel campo della ricerca medica che della ricerca medico sociale. Al centro del dibattito le speranze offerte dalla medicina narrativa che ha come punto centrale della relazione di cura la biografia del paziente, cioè il racconto delle storie di vita del paziente e i progressi raggiunti nel campo della biologia dalle cosiddette “banche del cervello” attraverso lo studio dei tessuti cerebrali. “Essendo stato “Banchiere del Cervello” della Brain Bank della John Hopkins University sono consapevole dell’importanza che l’esame del tessuto cerebrale ha per la comprensione dell’invecchiamento cognitivo, ma le nostre biografie sono davvero più importanti della biologia. I modelli medici basati unicamente sulla biologia genetica riduzionistica non sono sufficienti per rispondere alla sfida internazionale della demenza. ” ha affermato Peter J. Whitehouse professore di neurologia alla Case Western Reserve University di Cleveland citando come esempio il progetto Banca delle Storie , progetto interdisciplinare per raccogliere e analizzare le storie di salute e malattia dei pazienti e i programmi innovativi della Scuola Intergenerazionale da lui fondata a Cleveland, che ospita studenti di ogni età e che beneficia gli anziani con demenza da lieve a moderata attraverso il lavoro e il gioco con gli studenti più giovani. “La demenza colpisce la biologia dei malati ma colpisce anche la loro biografia in quanto irrompe come punto di crisi esistenziale nella loro soggettività che è fatta di ricordi, valori, aspirazioni e impressioni su sé stessi, sugli altri e sul mondo che li circonda – ha affermato Alberto Spagnoli, psicoterapeuta del Centro Sant’ambrogio Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio - Per questo è importante comunicare con il malato e raggiungere la sua soggettività. E poiché le biografie di persone con demenza sono destinate ad aumentare è importante attivare politiche di inclusione che mantengano il legame tra il malato, la sua famiglia e la comunità di appartenenza”. “Il racconto delle storie di vita dei pazienti (il lavoro svolto, la scolarità, i tratti della personalità, gli eventi stressanti della vita) aiutano ad evidenziare i fattori di rischio e di protezione della perdita delle funzioni cognitive per cui è indispensabile eseguire studi longitudinali, cioè studi che rivalutano le stesse persone in tempi successivi e non fare l´errore di confrontare generazioni che hanno avuto storie culturali diverse” ha sostenuto Antonio Guaita, geriatra e direttore della Fondazione Golgi Cenci di Abbiategrasso presentando lo studio che la Fondazione sta programmando su tutti i residenti di Abbiategrasso nati fra il 1935 e il 1939 - circa 1700 persone – che inizierà a fine 2009. Queste persone saranno valutate sia sotto il profilo biografico che quello biologico e rivalutate ogni due anni. Un gruppo di loro sarà invitato a partecipare ad attività periodiche di stimolo cognitivo e fisico per valutarne gli effetti a breve e a lungo termine. Sui passi compiuti per migliorare l’efficacia delle possibili terapie è intervenuto Gianluigi Forloni, capodipartimento neuroscienze dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano affermando che “ Quando la malattia di Alzheimer raggiunge l’evidenza clinica il principio biologico responsabile della malattia è iniziato da diversi anni. Se questo rappresenta una difficoltà per l’efficacia delle terapie, indica d’altra parte che è sensata la ricerca di marcatori biologici capaci di monitorare la patologia in fase preclicnica”. Sulle sfide etiche e deontologiche poste dalla possibilità di riconoscere la malattia di Alzheimer in fase paucisintomatica, cioè allo stadio isolato di disturbo della memoria, si è soffermato Giovanni Frisoni, neurologo e vicedirettore scientifico Ircss del Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia presentando due casi di comunicazione della diagnosi in cui l’interlocutore non è più solo il familiare ma il paziente che si trova nella piena facoltà cognitiva di cogliere tutti gli aspetti di una diagnosi infausta. “Se l’Alzheimer fosse solo una malattia da gestire in laboratorio (biologia) i familiari sarebbero lieti di lasciar fare agli altri - ha concluso Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia di Milano – ma non è così che stanno le cose. La drammatica complessità di questa malattia rende indispensabile una reale collaborazione tra malati, familiari e medici, perché se questi ultimi ignorano la storia di vita (biografia) ed i bisogni del malato, i suoi punti deboli e quelli di forza, come possiamo studiare una strategia atta a soddisfarli?” .  
   
   
OLTRE 35 MILIONI LE PERSONE MALATE DI ALZHEIMER E DI ALTRE DEMENZE NEL MONDO, SECONDO IL NUOVO RAPPORTO ADI PRESENTATO NELLA GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER  
 
Milano 22 settembre 2009 - Le persone che nel 2010 soffriranno di demenza saranno più di 35 milioni a livello mondiale. Lo ha comunicato, in occasione della Xvi Giornata Mondiale Alzheimer, l’Alzheimer’s Disease International (Adi) presentando il Rapporto Mondiale Alzheimer 2009. L’adi è una federazione non profit, con base a Londra, che riunisce 71 Associazioni nazionali, tra cui la Federazione Alzheimer Italia. Questi numeri rappresentano un incremento del 10% rispetto a quelli forniti dalla rivista scientifica The Lancet nel 2005. Secondo il Rapporto questi dati di prevalenza sono destinati a raddoppiare nei prossimi 20 anni: 65,7 milioni nel 2030 e ben 115,4 milioni nel 2050. I ricercatori ritengono che questo incremento percentuale sia legato innanzitutto alla disponibilità di nuovi dati pervenuti dalle nazioni a basso e medio sviluppo economico. Infatti, mentre le stime di crescita relative agli Stati Uniti sono in linea con le previsioni e quelle relative all’Est Asiatico addirittura inferiori, si registra un significativo incremento per Europa dell’Est, America Latina e Asia del Sud. “I numeri forniti dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2009 fanno capire che la demenza è un’emergenza sanitaria che non può essere ignorata – ha affermato Marc Wortmann, direttore generale di Adi - Se non sarà tenuta sotto controllo comporterà oneri enormi per le persone, le famiglie, le strutture sanitarie e per l’economia globale. Noi auspichiamo che ogni nazione intervenga sia migliorando e sostenendo i servizi di cura e assistenza ai malati sia aumentando gli investimenti in ricerca. Australia, Corea, Francia e Inghilterra hanno già varato Piani Nazionali Alzheimer e altri piani sono in via di sviluppo in altri Paesi”. Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, si batte perché anche il Governo italiano riconosca il carattere di emergenza della malattia, si impegni a migliorare i servizi di assistenza, creando intorno al malato e alla sua famiglia una rete territoriale che non li lasci soli ad affrontare il lungo e difficile percorso di malattia e aumenti gli investimenti per la ricerca. “La malattia continua ad essere sottovalutata e le risorse dedicate alla cura, ai servizi, all’assistenza e alla ricerca sono insufficienti – conclude Salvini Porro – se vogliamo definirci un Paese civile è indispensabile e urgente che il Governo vari un Piano Nazionale con politiche sanitarie che tengano conto delle reali dimensioni della malattia”. Il Rapporto Adi prende anche in considerazione l’impatto fisico, psicologico ed economico della demenza non solo sui malati ma anche sui familiari, amici, sistemi sanitari e tutta la società. Le statistiche citate nel Rapporto evidenziano che il 40-75% delle persone che si occupano dei malati con demenza soffrono di disturbi psicologici come risultato del loro lavoro di assistenza e che il 15-32% soffre di depressione. La demenza ha dei costi economici molto elevati: in Italia, secondo quanto emerge dall’indagine Censis, il costo medio annuo per paziente è stato calcolato in circa 60 mila euro l’anno tra costi diretti (25%) e costi indiretti (75,6%): questi ultimi a carico di 8 famiglie su 10. Il Rapporto contiene queste 8 raccomandazioni per l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i governi nazionali. 1. L ’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dovrebbe dichiarare la demenza priorità sanitaria mondiale. 2. I Governi nazionali dovrebbero dichiarare la demenza priorità nazionale e sviluppare piani nazionali per fornire sostegno ai malati e ai loro familiari; 3. I Paesi a basso e medio reddito dovrebbero creare piani per fornire assistenza sanitaria primaria e servizi per la comunità. 4. I Paesi ad alto reddito dovrebbero sviluppare programmi nazionali per la demenza con appositi finanziamenti. 5. E’ necessario sviluppare servizi che corrispondano alla natura progressiva della demenza. 6. E’ necessario fornire servizi che assicurino parità di accesso indifferentemente da età, genere, disabilità e residenza. 7. E’ necessario creare collaborazioni tra governi, persone con demenza, loro familiari, Associazioni che li rappresentano e organizzazioni sanitarie professionali. 8. E’ necessario stanziare maggiori investimenti per la ricerca sulle cause della malattia di Alzheimer e le altre demenze, le terapie farmacologiche e psicosociali, la prevalenza, l’impatto e la prevenzione della demenza. .  
   
   
XVI GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER SONO 7,3 MILIONI MALATI DI DEMENZA E ALZHEIMER IN EUROPA: UNA SFIDA PER I SISTEMI SANITARI DI TUTTI I GOVERNI  
 
Milano, 22 settembre 2009 - La Xvi Giornata Mondiale Alzheimer si apre all’insegna di dati allarmanti : il progetto Eurocode ( European Collaboration on Dementia) finanziato dalla Commissione Europea e coordinato da Alzheimer Europe, per determinare la prevalenza della demenza e della malattia di Alzheimer in Europa hanno confermato proprio in questi giorni un numero di malati in Europa pari a 7,3 milioni di persone, contro i 6,9 milioni di malati stimati in precedenza ed il prevalere della malattia nella popolazione di oltre 85 anni. Questi dati di prevalenza della malattia pongono una grossa sfida ai sistemi sanitari europei . Numero dei malati di demenza e Alzheimer in Europa (fonte: progetto Eurocode e statistiche Onu)
Eurocode (2009) Eurodem (1991)
Austria 126,296 111,294
Belgium 163,511 144,594
Bulgaria 99,291 90,584
Cyprus 8,024 7,285
Czech Republic 123,194 111,141
Denmark 78,744 70,108
Estonia 17,825 15,831
Finland 77,516 68,738
France 974,391 854,219
Germany 1,368,330 1,214,085
Greece 159,275 144,745
Hungary 131,995 118,169
Ireland 37,417 33,719
Italy 1,012,819 896,688
Latvia 29,846 26,583
Lithuania 40,619 36,423
Luxembourg 5,814 5,178
Malta 4,524 4,122
Netherlands 210,666 187,912
Poland 391,344 354,160
Portugal 153,386 137,403
Romania 227,036 207,789
Slovakia 51,622 46,607
Slovenia 25,380 22,822
Spain 690,992 611,734
Sweden 161,327 141,948
Uk 931,134 822,679
Total European Union 7,299,318 6,486,560
Iceland 3,319 2,967
Norway 71,447 62,679
Switzerland 125,614 110,654
Turkey 253,367 242,771
7,753,065 6,905,631
Prevalenza della demenza e della malattia di Alzheimer per fasce d’età nella popolazione europea femminile ( fonte Alzheimer Europe, 2009)
Eta Studio Eurocode Studio Eurodem
30-59 0. 16%
60-64 0. 2% 1. 58%
65-69 1. 8% 2. 17%
70-74 3. 2% 4. 61%
75-79 7. 0% 5. 04%
80-84 14. 5% 12. 12%
85-89 20. 9% 18. 45%
90-94 29. 2% 32. 1%
>95 32. 4% 31. 58%
Prevalenza della demenza e della malattia di Alzheimer per fasce d’età nella popolazione europea maschile ( fonte Alzheimer Europe, 2009)
Eta Studio Eurocode Studio Eurodem
30-59 0. 09%
60-64 0. 9% 0. 47%
65-69 1. 4% 1. 10%
70-74 3. 8% 3. 86%
75-79 7. 6% 6. 67%
80-84 16. 4% 13. 50%
85-89 28. 5% 22. 76%
90-94 44. 4% 32. 25%
>95 48. 8% 36. 00%
Eurocode è un progetto triennale finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dei programmi di Salute Pubblica con l’obiettivo di fornire linee guida e raccomandazione in materia di: prevalenza della demenza, fattori di rischio e di prevenzione della demenza, costi sociali ed economici della demenza, interventi psicosociali sulla demenza, diagnosi e trattamento della demenza, sostegno sociale ai malati di demenza e a chi li assiste. .
 
   
   
GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER: VENETO CONSOLIDA EFFICIENZA NELLA RETE SERVIZI PUBBLICI-PRIVATI E FAMIGLIE E POTENZIA RESIDENZIALITA’ CHE DOMICILIARITA  
 
Venezia, 22 settembre 2009 - In occasione della sedicesima giornata mondiale contro l’Alzheimer, l’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi esprime solidarietà e vicinanza ai malati e alle loro famiglie. “Il Veneto non abbassa la guardia sul fronte di questa patologia e delle altre che interessano le varie forme di decadimento cognitivo della persona” – afferma l’Assessore veneto – “patologie che sono in costante, allarmante, esponenziale crescita e costituiscono già oggi una delle sfide principali per la tenuta del welfare nei diversi Paesi e incideranno sempre più in futuro sui bilanci degli Stati. L’esperienza costruita e portata avanti in questi anni dalla Regione è all’avanguardia, anche a livello europeo, per il modello d’integrazione socio-sanitario attuato. Esso mette in rete servizi pubblici e del privato-sociale, volontariato e famiglie, sia sul versante della domiciliarità e della residenzialità, con schede di valutazione multidimensionali che situano al centro degli interventi e dei servizi la dignità della persona malata, affiancando la famiglia con servizi di sollievo”. In questo modo, secondo l’esponente del governo regionale in questo settore funziona un modello veneto “ che propone un´integrazione stretta e funzionale del sociale e del sanitario ma soprattutto una partecipazione attiva delle famiglie con un ruolo di pari dignità nelle relazioni con il pubblico, ruolo svolto anche dalle associazioni del privato sociale e del volontariato. Le famiglie dei malati sono aiutate finanziariamente con l’assegno di cura a chi può e vuole mantenere al proprio domicilio il congiunto malato oppure è offerta loro una soluzione di assistenza nei servizi territoriali residenziali dove stanno crescendo di numero e qualità specifici spazi e strutture dedicate ai malati di Alzheimer”. Valdegamberi ricorda che l’Alzheimer e le altre forme di decadimento cognitivo della persona sono la quarta causa di morte nei soggetti con più di 65 anni nei paesi occidentali. Per quanto riguarda il Veneto, il numero di casi di patologie cognitive nel 2000 è di oltre 70 mila di cui almeno 30 mila imputabili all’Alzheimer e con oltre 10 mila nuovi casi l’anno di questa malattia. .  
   
   
SANITÀ, 10 TRAPIANTI IN SOLE 24 ORE NEGLI OSPEDALI DEL LAZIO  
 
Roma, 22 settembre 2009 - Nell´arco di sole 24 ore, nei centri del Lazio, sono stati effettuati ben 10 trapianti: quattro di rene, due di cuore, tre di fegato e uno di pancreas. In particolare, al S. Camillo le équipe dirette dal professor Musumeci hanno effettuato in contemporanea due trapianti di cuore. L´intervento ha coinvolto due équipe complete di medici, infermieri e tecnici perfusionisti, attraverso l´attivazione di personale fuori i turni di pronta disponibilità. I riceventi sono stati un uomo di 61 anni plurioperato e un uomo di 41 anni affetto da cardiomiopatia primitiva congenita. Al Policlinico Gemelli è stato effettuato un trapianto di rene, così come al S. Eugenio e al Policlinico Umberto I, dove le équipe sono state impegnate anche in un trapianto di pancreas. In particolare, al S. Camillo, un fegato è stato utilizzato per due diversi riceventi, uno all´ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l´altro presso il centro trapianti del S. Eugenio. Ieri invece, sempre all´Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sono stati eseguiti un trapianto di fegato e un trapianto di rene, in riceventi pediatrici con organi prelevati in un´altra regione attraverso la rete trapiantologica nazionale. "Voglio rivolgere le mie congratulazioni - ha detto il presidente della Regione Piero Marrazzo - a tutte le équipe che hanno effettuato i trapianti e che hanno messo in campo le loro capacità professionali di altissimo livello in operazioni estremamente complesse. E´ la dimostrazione che la sanità del Lazio, guarita dai mali del passato, sta posizionandosi sempre più verso standard di eccellenza ed è in grado di raggiungere risultati straordinari, grazie alle grande professionalità che la animano e alle innovazioni tecnologiche e organizzative avvenute in questi anni". .  
   
   
INAUGURATA AL CERM DI SESTO FIORENTINO LA “DA VINCI BIOBANK”. UNA INFRASTRUTTURA DI RICERCA INTERNAZIONALE REALIZZATA SECONDO I PIÙ ALTI STANDARD TECNICO SCIENTIFICI.  
 
Sesto Fiorentino, 22 settembre 2009 - Da oggi è a disposizione del mondo scientifico e della ricerca una struttura all´avanguardia: la “da Vinci European Biobank” (www. Davincieuropeanbiobank. Org) operante presso il Polo scientifico di Sesto Fiorentino. La biobanca custodisce già migliaia di campioni di fluidi biologici umani; il numero e la tipologia dei campioni è destinato ad aumentare rapidamente grazie alle strutture appena realizzate per la crioconservazione. I campioni depositati in biobanca sono raccolti, trasportati e conservati secondo precise procedure operative standard, condivise a livello internazionale: un aspetto fondamentale per garantire ai ricercatori l’accesso a materiale biologico di qualità. La qualità è certificabile grazie ad un sistema informatizzato di gestione, in grado di consentire la tracciabilità della singola provetta in ognuna delle tank e dei frigoriferi adibiti alla conservazione. La “da Vinci” è organizzata come struttura modulare, costituita da più unità operative, con repositori dislocati in più sedi ed un centro elaborazione dati (Ced) centralizzato. Per questa sua struttura, può integrare, e non sostituire, altre biobanche di ricerca eventualmente esistenti. La struttura si distingue come banca realizzata esclusivamente a fini di ricerca e pertanto si differenzia da quelle finalizzate a scopi clinici (quali banche per i trapianti e banche per la conservazione di cellule staminali da cordone ombelicale, ecc. ). Una biobanca di ricerca conserva campioni biologici da mettere a disposizione della comunità scientifica internazionale. Il valore appare evidente soprattutto quando si pensa a malattie rare: per fare una ricerca su una certa patologia è fondamentale infatti avere a disposizione tanti campioni di pazienti "malati" da confrontare con quelli di pazienti "sani". Spesso un singolo centro di ricerca può contare su campioni raccolti da una sola unità ospedaliera (se non da un solo reparto): la casistica a disposizione è troppo scarsa per indagini con valore statisticamente rilevante. Il ruolo delle biobanche di ricerca è proprio quello di conservare, per anni, in maniera adeguata, campioni da mettere a disposizioni di utenti esterni affinché possano usarli nei loro studi. La da Vinci Biobank permetterà la conservazione di campioni biologici umani e non, quali fluidi biologici come cellule, Dna, tessuti, urine ed emoderivati come siero e plasma, garantendo al Polo scientifico di Sesto Fiorentino un ruolo rilevante nell’ambito della ricerca scientifica a livello europeo. La “da Vinci Biobank” di Firenze: un esempio di banca biologica realizzata secondo i più alti standard tecnico scientifici riproducibile in altre realtà italiane, grazie all’esperienza e ai servizi che Biorep mette a disposizione di strutture universitarie ed Enti di ricerca. Soltanto una realtà con una grande esperienza sul campo, che ha acquisito un know how di prim’ordine a livello tecnico e scientifico nel settore della criopreservazione e della criobiologia poteva garantire la qualità, l’efficienza e l’assoluta affidabilità di una biobanca. Non è un caso, quindi, che per la realizzazione del repositorio presso il polo scientifico di Sesto Fiorentino, ci si sia avvalsi dell’esperienza e della competenza del Gruppo Sapio, in particolare di Biorep, società specializzata nella conservazione di materiale biologico e nella realizzazione di impianti chiavi in mano. Il Cerm di Sesto Fiorentino, infatti, ha scelto come partner Biorep, proprio per le sue competenze non solo tecniche ma anche scientifiche che la configurano come unica biobanca italiana in grado non solo di fornire il know how necessario per la realizzazione di un impianto di stoccaggio, ma anche di trasferire i più qualificati e affidabili standard di crioconservazione, offrendo al tempo stesso servizi di stoccaggio conto terzi. Biorep ha quindi messo a disposizione della nuovissima biobanca del Cerm la competenza e l’esperienza che hanno portato alla realizzazione di una struttura all’avanguardia di supporto alla ricerca internazionale. Da segnalare che Biorep si avvale dell’affiliazione scientifica del proprio partner americano, il Coriell Institute for Medical Research, uno dei più grandi biorepository al mondo, che opera nei settori della preparazione di linee cellulari e della conservazione di cellule, tessuti, Dna ecc. I recenti sviluppi nel settore della Ricerca richiedono un numero sempre maggiore di campioni biologici provenienti da pazienti selezionati con malattie genetiche, tumori, malattie degenerative, ecc. Le aspettative di cura innovative (si pensi alle potenzialità assegnate alla terapia con cellule staminali) richiedono la tipizzazione e lo stoccaggio di un numero crescente di campioni biologici (sangue, cellule, tessuti, ecc. ) da individui sani e malati. Per far fronte a queste nuove esigenze, il mondo scientifico Universitario e Ospedaliero necessita di strutture adeguate per la manipolazione e preparazione di materiale biologico per la ricerca, di aree opportunamente attrezzate per ospitare congelatori (- 80°C) e contenitori ad Azoto Liquido (- 196°C) con opportuni sistemi di monitoraggio e allarme e personale specializzato. Biorep nasce come risposta alle nuove esigenze del mondo Universitario, Ospedaliero e industriale, offrendo servizi di: Criopreservazione di materiale biologico (tessuti, cellule, acidi nucleici, ecc. ); Biologia cellulare (preparazione di linee cellulari da sangue, tessuti, ecc. ); Biologia molecolare (estrazione di acidi nucleici, sequenziamento, analisi di Snp, ecc. ) in collaborazione con Università e altri Centri di Ricerca; Networking con altre strutture di ricerca nazionali ed internazionali. .  
   
   
RICERCA E INNOVAZIONE: RISORSE PER CIRCA 53 MILIONI DI EURO NEI PROSSIMI TRE ANNI; DISEGNO E SVILUPPO DI UNA RETE REGIONALE DEDICATA CON IL COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE AZIENDE SANITARIE, DI IRCCS E DI CENTRI DI RIFERIMENTO PER LA RICERCA IN EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna, 22 settembre 2009 - Cinquantatré milioni di euro dalla Regione alla ricerca in sanità. "Una scelta per migliorare la qualità dell´assistenza" ha spiegato l´assessore Bissoni. La Giunta regionale ha programmato lo stanziamento di circa 53 milioni di euro per sostenere, nel prossimo triennio, programmi di ricerca che supportino i processi di innovazione tecnologica, clinica ed organizzativa nei contesti delle Aziende sanitarie. Con la stessa delibera, del 4 agosto, la Giunta ha anche fornito indicazioni per migliorare ulteriormente la capacità di gestire la funzione di ricerca e innovazione come attività istituzionale al pari di quella assistenziale, e per realizzare una rete organizzativa regionale dedicata, che veda la partecipazione di tutte le articolazioni del Servizio sanitario: le Aziende Ospedaliero-universitarie, le Aziende Usl, la progettata rete degli Irccs (che include, oltre al Rizzoli di Bologna, anche gli altri centri di riferimento - Polo delle scienze neurologiche presso l’Ausl di Bologna, Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola, Istituto tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia, presso l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia - centri per i quali è in corso l’iter per la trasformazione in Irccs). “In questi anni abbiamo realizzato esperienze positive e possiamo confermare la scelta strategica di investire nella ricerca come volano di quello sviluppo di cui i servizi hanno bisogno per mantenere e migliorare la qualità dell’assistenza, rafforzando la capacità di orientarla verso tematiche rilevanti per i pazienti e gli operatori, così come abbiamo previsto nel Piano sociale e sanitario 2008-2010 ”, ha detto l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Giovanni Bissoni. Sono quattro i programmi finanziati: programma Regione-università, Programma ricerca e innovazione Emilia-romagna (Pri-er), programma del Fondo regionale per la modernizzazione, programma per la realizzazione e lo sviluppo della progettata rete degli Irccs e dei Centri di riferimento. Il programma Regione-università, realizzato sulla base di uno specifico protocollo siglato con le quattro Università dell’Emilia-romagna, ha già attivato nel corso del triennio scorso 64 progetti di ricerca, su temi che includono la medicina rigenerativa, le neuroscienze, l’oncologia, la diagnostica avanzata, la valutazione di costo-efficacia di tecnologie innovative. Potrà continuare a contare su un contributo della Regione pari a 10 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni. E’ dedicato allo sviluppo di progetti di ricerca proposti dalle Aziende Ospedaliero-universitarie (Bologna, Modena, Parma, Ferrara) e dalle altre strutture sedi della collaborazione tra Servizio sanitario regionale ed Università, alla realizzazione dei quali concorrono le Aziende Usl. Il Programma ricerca e innovazione Emilia-romagna (Pri-er), coinvolge tutte le Aziende sanitarie e l’Irccs Rizzoli. Dal 2004, anno del suo avvio, ha sviluppato la sua attività attraverso il coinvolgimento di gruppi multidisciplinari e multi professionali di operatori, occupandosi, tra l’altro, della innovazione nell’ambito dei trattamenti radioterapici in oncologia, della assistenza ai pazienti con ictus, degli stent a rilascio di farmaco in cardiologia, di tecnologie diagnostiche di rilievo (quali la Pet in campo oncologico e la Tac multistrato in cardiologia), degli interventi per la riduzione della mortalità da sepsi e della adozione di modelli assistenziali innovativi nelle terapie intensive regionali. Il contributo della Regione nel prossimo triennio è pari a 250mila euro annui. Questo programma continuerà, come in passato, ad avvalersi anche della collaborazione dell’industria del settore farmaceutico e biomedicale - che condivide e sottoscrive gli obiettivi fissati dalla Regione -, sia in termini di sostegno economico ai progetti, sia nello sviluppo di iniziative finalizzate alla precoce individuazione di rilevanti innovazioni tecnologiche. Il programma del Fondo regionale per la modernizzazione è dedicato a programmi proposti dalle Aziende Usl, dedicati principalmente al tema della innovazione clinica ed organizzativa ed alla cui realizzazione partecipano Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliero-universitarie, Irccs. Il contributo della Regione è pari a 2 milioni e 400mila euro/anno per il triennio. Il programma per la realizzazione e lo sviluppo della progettata rete degli Irccs è finalizzato a sviluppare le infrastrutture necessarie alla funzione di ricerca e innovazione ( personale e tecnologie); può contare su 5 milioni di euro all’anno per tre anni. L’insieme di queste iniziative disegna un quadro che mette il Servizio sanitario regionale in condizione di declinare il tema della innovazione su tutti gli aspetti rilevanti per i cittadini e per gli operatori, spaziando dalla ricerca clinica più avanzata (come ad esempio nel campo della medicina rigenerativa), agli ambiti dove l’innovazione necessaria si concretizza non tanto in nuove tecnologie, quanto nella ricerca di nuove modalità di organizzazione dei servizi che abbiano effetti, valutati, sulla qualità dell’assistenza. A questo significativo ulteriore avanzamento della capacità di fare ricerca corrisponde un altrettanto significativo rafforzamento della capacità di indirizzare positivamente le iniziative progettuali affinchè la loro conduzione sia orientata a soddisfare le effettive esigenze di sviluppo delle singole Aziende e del Sistema sanitario regionale nel suo insieme. Per questo è prevista la costituzione di un Comitato regionale di indirizzo per la ricerca e l’innovazione, che mantenga la necessaria armonizzazione tra le diverse iniziative e ne verifichi puntualmente la coerenza con le strategie di sviluppo dei servizi. A livello aziendale viene sottolineata la rilevanza del ruolo del Collegio di direzione quali organo aziendale all’interno del quale si esprime la partecipazione dei professionisti allo sviluppo strategico delle rispettive Aziende, anche indirizzandone le scelte di innovazione tecnologica ed clinico-organizzativa. I Collegi di direzione trovano nell’Osservatorio regionale per l’innovazione, coordinato dalla Agenzia sanitaria e sociale, il contesto in cui le opzioni innovative espresse dalle singole Aziende sanitarie possono essere sostenute ed indirizzate a beneficio dell’intero sistema regionale. Infine, un Comitato etico regionale sarà istituito per presidiare l’integrità della ricerca a tutela dei cittadini e degli stessi ricercatori, per sostenere il Servizio sanitario nell’affrontare, anche sotto il profilo etico, le implicazioni che spesso conseguono ai processi di cambiamento che attraversano costantemente il mondo della sanità. .  
   
   
ALL’ASSOCIAZIONE “FRANCESCO VOZZA” PRESSO L’AZIENDA OSPEDALIERA FATEBENEFRATELLI E OFTALMICO DI MILANO VOLONTARI SI NASCE E SI DIVENTA  
 
Milano, 22 settembre 2009 - E’ previsto a ottobre l’avvio del primo corso per il 2009 – 2010, destinato a formare i nuovi volontari dell’Associazione Pro Ammalati “Francesco Vozza”, la Onlus che opera presso l’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano da 25 anni. I corsi per volontari saranno attivati a cadenza trimestrale durante tutto l’anno di attività. L’iter formativo è gratuito e si rivolge a uomini e donne di ogni età (dai 18 ai 70 anni) e provenienza interessati a dedicare una porzione del loro tempo libero, piccola o grande a seconda della loro disponibilità, a favore di pazienti affetti da patologie più o meno gravi. I quattro incontri a cadenza settimanale aspirano, innanzitutto, a fornire quegli strumenti di assistenza e quei rudimenti di psicologia necessari per cimentarsi in un’attività peculiare come quella del volontariato. Ma il corso si configura anche come un percorso di autoconsapevolezza che mira a chiarire all’individuo le ragioni del suo agire all’interno di una realtà ospedaliera. Superato un primo colloquio individuale si accede alla prima lezione, guidata dallo psicologo Gabriele Catania. Quest’ultimo cercherà di far affiorare le motivazioni di chi intende operare al servizio dei malati. L’aspirante volontario deve essere consapevole non solo delle piccole gioie legate alla sua attività di assistenza, ma anche del grado di impegno, convinzione e costanza richiesti per svolgerla al meglio. Nel secondo incontro il presidente dell’Associazione Vozza, Professor Riccardo Vozza, illustrerà la storia della Onlus - da lui fondata nel 1984 in memoria del figlio Francesco - che opera perché “l’ammalato si senta un po’ meno solo”. L’associazione è volontaria, apolitica, aperta ai cittadini di ogni età, professione e fede religiosa ed opera in varie Unità Operative dell’Ospedale Fatebenefratelli e del Macedonio Melloni, dal Pronto Soccorso alla Oncologia fino ai Poliambulatori. Durante il terzo appuntamento un responsabile della Direzione Sanitaria illustra ai futuri volontari “un codice comportamentale” che implica, ad esempio, il divieto di interferire con gli interventi di medici e personale sanitario dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli. La loro presenza sarà tanto più apprezzata quanto più essi si rendono disponibili all’ascolto e a compiere quei piccoli, grandi gesti d’attenzione che regalano al malato serenità, come portare il giornale o una semplice bottiglia d’acqua. Nell’ultima lezione, alla spiegazione del Regolamento Interno da parte della Coordinatrice, segue il racconto delle esperienze più significative da parte dei volontari “veterani”, depositari di un bagaglio prezioso frutto di anni di servizio. Ma il corso dell’Associazione Vozza non è solo teoria ed astrazione. E’ infatti obbligatorio lo svolgimento di un tirocinio pratico nel reparto prescelto accanto ad una “guida”, un volontario esperto o il coordinatore di reparto, capace di chiarire i dubbi o risolvere le iniziali difficoltà. Durante i due mesi di apprendistato vi sarà anche occasione di conoscere il personale medico e paramedico che gravita attorno a quella divisione, fra cui il/la caposala, vera e propria figura di riferimento che autorizza le varie attività. Il superamento del tirocinio consente all’”allievo” di diventare operativo a tutti gli effetti, con un impegno minimo di una volta alla settimana per un totale di 3-4 ore e la disponibilità a una formazione continua. Periodicamente si svolgono infatti dei “workshop” tenuti da protagonisti nel mondo della solidarietà, come Don Gino Rigoldi, presidente di Comunità Nuova, o grandi personalità del mondo scientifico contemporaneo, come il Dottor Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze presso l’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli, o il Professor Fulvio Scaparro, famoso psicoterapeuta e scrittore. Due volte l’anno tutti i volontari dell’Assovozza si incontrano per conoscersi, scambiarsi punti di vista ed esperienze, raccontare gli episodi più significativi della loro vita da volontario, dove è importante non solo il training ma anche una dote che nessuno potrà insegnare: l’amore per il prossimo. Quella di ottobre, inizio anno sociale, prevede anche la premiazione dei Volontari più fedeli: medaglie e attestati sono previsti per 5-10-15-20 anni di servizio; e quest´anno per la prima volta una preziosa pergamena a premiare la fedeltà dei 25 anni. Tutti coloro che sono interessati a iscriversi a uno dei corsi per diventare volontari dell’Associazione Pro Ammalati “Francesco Vozza” possono contattare la segreteria della Onlus:associazione Pro Ammalati “Francesco Vozza” Onlus www. Assovozza. It .  
   
   
LA CAMPAGNA AUTUNNALE DI REGIONE EMILIA ROMAGNA, AVIS E FIDAS PER PROMUOVERE LA DONAZIONE DI SANGUE: CAMPER ITINERANTI, STAND MOBILI, RADIOCOMUNICATI, MANIFESTI E MATERIALE INFORMATIVO. RINNOVATO IL SITO WEB DEDICATO.  
 
Bologna, 22 settembre 2009 - Il primo piano di volti di donne e uomini e il messaggio “Un piccolo gesto può fare grande la vita: donare sangue, semplicemente importante”. Parte in questi giorni la campagna della Regione Emilia-romagna e delle associazioni Avis e Fidas per promuovere la donazione di sangue. Manifesti, materiale informativo, uno spot radiofonico, il percorso itinerante dei camper e degli stand mobili nei centri grandi e piccoli della regione, l’allestimento di punti informativi nei centri commerciali, il sito web “Donare sangue” completamente rinnovato: questi gli strumenti della campagna autunnale che proseguirà fino a novembre. Per invitare i cittadini e le cittadine a scegliere di diventare donatori di sangue, i volontari delle associazioni distribuiranno materiale informativo in luoghi di aggregazione e in occasione di incontri con particolare afflusso di pubblico: sagre e fiere, eventi culturali e sportivi. Qui saranno collocati i due camper e i due stand mobili, uno ciascuno per l’Emilia e per l’area della Romagna, personalizzati con immagini della campagna di comunicazione. Prima tappa, fino al 21 settembre, la festa dell’Avis a Collecchio, in provincia di Parma. Questo fine settimana, inoltre, appuntamento a Cesena (il 19). Camper e stand proseguono il tour nei prossimi giorni: il 21 a Savignano sul Rubicone, il 22 ad Alfero, il 23 di nuovo a Cesena il 24 a San Piero in Bagno (tutti in provincia di Forlì-cesena) e a San Giovanni in Persiceto (Bologna). Dal 26 settembre al 2 ottobre tappa a Santarcangelo di Romagna da dove inizia il tour in provincia di Rimini. Dal 28 settembre all’11 ottobre l’invito a donare sangue passa anche attraverso la radio. Le emittenti radiofoniche dove sarà trasmesso lo spot sono: Radio Bruno e Modena 90, Radio Italia Anni 60, Lattemiele, Radio Nettuno, Radio International, Radio Gamma, Punto Radio, Città del Capo, Radio Sound. Ai primi di ottobre partirà anche il tour dei centri commerciali, che prevede l’allestimento di stand informativi dove le persone interessate alla donazione di sangue potranno incontrare i volontari delle associazioni Avis e Fidas. Il nuovo sito web della rete regionale sangue dell’Emilia-romagna E´ stato completamente rinnovato il sito web regionale del sistema sangue dell’Emilia-romagna, www. Saluter/donaresangue. It. Che contiene tutti i materiali informativi e di approfondimento, le indicazioni per la donazione, le informazioni sulla qualità e la sicurezza del sistema sangue regionale, i dati sulla raccolta e sul numero di donatori. Il nuovo sito si propone inoltre come luogo di incontro e strumento di lavoro per gli operatori della rete regionale: tra le novità, le nuove sezioni dedicate alla documentazione e alla formazione. Nel sito è stata inserita un’area riservata che offre l’opportunità ai gruppi di lavoro di confrontarsi in un’ambiente condiviso sui documenti in elaborazione. .  
   
   
CARAVAGGIO BACON: DAL 2 OTTOBRE IL QUARTO APPUNTAMENTO ALLA GALLERIA BORGHESE CON IL CICLO “DIECI GRANDI MOSTRE”  
 
Roma, 22 settembre 2009 - Alla Galleria Borghese l’inedito incontro fra Caravaggio e Bacon. Dal 2 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 la Galleria Borghese celebra Caravaggio, in occasione del Iv centenario dalla morte, affiancando ai suoi capolavori venti dipinti di uno dei grandi artisti della seconda metà del Xx secolo, Francis Bacon, di cui ricorre, invece, il centenario dalla nascita. Due personalità estreme, entrate nell’immaginario collettivo come artisti “maledetti”, che hanno espresso nella pittura il tormento dell’esistenza con pari intensità e genialità inventiva. A distanza di quattrocento anni queste personalità sconvolgenti si incontrano per la prima volta alla Galleria Borghese, arricchita da trenta capolavori dei due maestri, provenienti dai maggiori musei del mondo. “Caravaggio Bacon” è curata da Anna Coliva, Direttrice della Galleria Borghese, e da Michael Peppiatt, biografo, amico intimo e massimo conoscitore di Francis Bacon, organizzata da Mondomostre. La mostra alla Galleria Borghese offre un accostamento tra i dipinti di Caravaggio e quelli di Bacon, proponendo allo spettatore di aderire all’eccezionale esperienza estetica che ne consegue, piuttosto che seguire una consueta ricostruzione storico critica. Non vuole quindi teorizzare dipendenze di Bacon da Caravaggio, ma provocare le suggestioni visive, evocare corrispondenze spontanee risultanti da accostamenti formali. Bacon non ha nulla di Caravaggio e non si è ispirato a lui, ma se c’è un artista del nostro tempo che può essere equiparato a Caravaggio è proprio Bacon. Caravaggio e Francis Bacon sono tra gli interpreti più rivoluzionari e profondi della rappresentazione della figura umana. Entrambi, nelle diversità della loro poetica e del loro tempo, hanno penetrato con sconvolgente originalità il mistero dell’esistenza e dell’arte, rappresentando la verità spirituale nella più traumatica immediatezza della carne. Il confronto diretto tra le opere, tuttavia, è l’opposto della prassi di Bacon, che ha sempre rifiutato l’accostamento delle sue opere a quelle degli artisti del passato, molti dei quali egli amava con grande competenza. Il suo occhio sui grandi maestri era di stupefacente genialità, così avanzato da non comportare necessariamente l’influenza diretta sulla sua pittura. Le sue innumerevoli fonti figurative, anche quelle di provenienza artistica, sono d’altronde sempre filtrate dalla mediazione fotografica, attraverso cui una esorbitante quantità di immagini colpisce la sua percezione, senza ordine logico che non sia quello istintivo richiesto dalla nuova opera in via di creazione. Ma questa mostra non può che prescindere dalla ricostruzione ipotetica delle volontà degli artisti e della loro storia. Il vero protagonista della mostra è lo spettatore, messo all’interno della scenografia della Galleria Borghese. Il museo è uno spazio della contemplazione, necessariamente impone le proprie condizioni alle opere degli artisti che avevano previsto, nel caso di Caravaggio, condizioni originarie diverse, ad esempio quelle dell’altare o della raccolta privata. Le opere assumono nel contesto ambientale del Museo un’esistenza autonoma. Allora, seguendo la vocazione della Galleria Borghese, è Caravaggio a chiamare Bacon, perché come lui esprime un approccio profondo verso l’esistenza, superando la consapevolezza e la capacità di espressione logica della cultura della sua epoca. L’accostamento e le corrispondenze emotive che ne derivano esaltano la rappresentazione più diretta e traumatica dei grandi temi dell’esistenza umana, espressi nella verità della carne. Questo ci consente di contemplare quanto di più interiore, sconvolgente e aberrante il pennello di entrambi i pittori abbia incontrato nell’indagine profonda dell’animo umano. Caravaggio e’ intimamente legato alla storia della Galleria Borghese, luogo privilegiato per celebrare il quarto centenario dalla sua morte. A Scipione Borghese, infatti, erano destinati i due dipinti che recava con sé al momento della morte, ed è con il Cardinale che egli ebbe il rapporto più intenso e storicamente più ricco di conseguenze. La Galleria Borghese mantiene vive le tracce di questo rapporto attraverso sei capolavori, il Fanciullo con canestro di frutta, Bacchino malato, Madonna dei Palafrenieri, Davide con la testa di Golia, San Gerolamo scrivente e San Giovanni Battista, tramite i quali è possibile illustrare l’intero arco della sua vita. La collezione permanente della Galleria Borghese verrà arricchita da opere chiave della sua produzione come la Negazione di Pietro dal Metropolitan di New York, la Caduta di Saulo da Santa Maria del Popolo a Roma, il Martirio di Sant’orsola l’ultimo Caravaggio da Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli o il Ritratto di Antonio Martelli, Cavaliere di Malta da Palazzo Pitti. A queste verranno affiancate le tele di Francis Bacon provenienti dai maggiori musei del mondo, eccezionalmente concesse alla Galleria Borghese dopo la monografica organizzata dalla Tate Modern assieme al Prado e al Metropolitan. Opere in cui l’artista inglese, con maggiore intensità, ha voluto indagare il mistero dell’anima attraverso la rappresentazione ideale del corpo, un corpo che ci appare sconvolto e deformato ma, soprattutto, sofferente. Alle opere di Caravaggio verranno quindi affiancati 20 capolavori di Francis Bacon: i grandi trittici come Triptych August 1972 dalla Tate Gallery di Londra e Triptych inspired by the Orestia of Aeschylus dall’Astrup Fearnley Museum di Oslo, le sue immagini di papa Innocenzo X di Velazquez come Head Vi dalla Arts Council Collection di Londra, i ritratti come Study for a portrait of George Dyer, Portrait of Isabel Rawsthorne 1966 dalla Tate Gallery o Three studies of Lucian Freud. .  
   
   
AL CASTELLO DI VIGEVANO LA MOSTRA IL LABORATORIO DI LEONARDO - I CODICI, LE MACCHINE E I DISEGNI  
 
Milano, 22 settembre 2009 - L’esposizione, in programma fino al 5 aprile 2010, presenta grazie a innovative tecnologie, le ricostruzioni fisiche e digitali di strumenti leonardeschi e la più ampia e affascinante collezione di scritti e disegni di Leonardo da Vinci mai proposta in Italia. Grande successo di pubblico alla mostra Il Laboratorio Di Leonardo - I codici, le macchine e i disegni, allestita fino al 5 aprile 2010, al Castello Visconteo di Vigevano. Nel primo weekend di apertura, sono state 2. 500 le persone che hanno visitato l’evento che presenta un’esperienza “totale” su Leonardo da Vinci. Infatti, l’esposizione, prodotta da Leonardo 3 (www. Leonardo3. Net), propone, grazie a tecnologie innovative, i codici più importanti del grande Genio e inedite ricostruzioni fisiche e digitali di strumenti straordinari come la Macchina Volante, il Leone Meccanico, oltre a entrare in contatto con i disegni e i dipinti, elaborati con la tecnologia Hyperview. Per la prima volta i visitatori possono sfogliare virtualmente il Codice Atlantico, il Codice del Volo e il Manoscritto B di Leonardo da Vinci. È dal 1796, anno nel quale furono trafugati da Napoleone, che questi Codici non vengono riuniti assieme. L’iniziativa rappresenta la più ampia e affascinante collezione di scritti e disegni di Leonardo da Vinci mai presentata in Italia e abbraccia un significativo periodo della vita dell’artista, architetto, ingegnere e scienziato. Il fascino di questa esposizione è dato dalla sua eterogeneità: ci si trova in maniera imprevedibile dinanzi a straordinari disegni dedicati alla meccanica, all’ingegneria, all’architettura, alla matematica, alla geometria, all’astronomia, alla botanica, alla zoologia, all’anatomia, alle arti militari e alla fisica. Il Laboratorio di Leonardo, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, è parte integrante del progetto “Leonardo e Vigevano”, ideato e organizzato da Comune di Vigevano, Provincia di Pavia, Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Consorzio A. S. T Agenzia per lo Sviluppo Territoriale, che propone mostre, laboratori interrativi, esperienze multimediali, percorsi storico-ambientali, degustazioni e acquisto di prodotti agricoli, secondo un percorso che coniuga la valorizzazione dei beni culturali con la capacità attrattiva del territorio. Www. Leonardoevigevano. It .  
   
   
AL CASTELLO DI RIVOLI L’ORIGINALE MOSTRA DI GIANNI COLOMBO.  
 
Milano, 22 settembre 2009 - L’artista milanese, assolutamente moderno nelle sue opere, lavora con molta serietà e convinzione in quello che fa senza tentare facili soluzioni approssimative. Più noto all´estero che in Italia, soprattutto tra i giovani artisti. Le sue ricerche sono state riprese negli anni novanta e sono ancora attuali. Queste 100 opere costituiscono la prima grande mostra retrospettiva di Gianni Colombo. L´esposizione è accompagnata da un grande catalogo cronologico che è il contributo con cui il Castello di Rivoli ha voluto sottolineare l´importanza di questa figura. Ha sperimentato molte tecniche e differenti linguaggi, ma sempre con una coerenza ed una serietà esemplari, progettando gli apparecchi e le strutture che si possono vedere esposti e con cui noi, non semplici spettatori, ma fruitori, siamo tenuti a interagire. Si è ispirato a molte correnti e a molti artisti: Lucio Fontana, Paul Klee, Duchamp, il Dadaismo, Max Ernst. Molto interessato anche al cinema, trova in un film di Buster Keaton l´ispirazione per una sua opera: Topoestesia. Si tratta di una casa sghimbescia e sgangherata con pareti e pavimento inclinati in cui si può entrare provando sensazioni di vertigine e estraniamento dalla realtà quotidiana per entrare in un mondo totalmente diverso ed irreale. Altri spazi bui, attraverso improvvisi e spegnersi di giochi di luce, vogliono stupirci e sconvolgere la nostra percezione froppo "normale" e razionale dello spazio che ci circonda. Non presuppone che chi si avvicina alle sue opere abbia particolari conoscenze artistiche e culturali La mostra non sempre segue lo sviluppo cronologico, ma si articola più liberamente. Nella prima sala ci sono dei gouaches e delle sculture in ceramica che erano nate per essere toccate e girate. Seguono sale oscure come sale cinematografiche in cui diverse opere luministiche variano le loro delicate gradazioni colorate dando l´impressione di un lieve movimento rotatorio oppure accendendosi e spegnendosi molto gradualmente. Creazioni pulsanti o rotanti, ma sempre interessanti e variate che intendono suscitare in noi sensazioni di sorpresa, vertigine, equilibrio, paura. Si tratta di opere cinestesiche, che hanno un loro movimento come due muri realizzati con mattoni di polistirolo espanso che sembrano avere un loro lento ritmo di respiro, gonfiando lievemente certi tratti. Oppure ci sono nastri metallici incurvati ed incastrati tra di loro che seguono delle pressioni che noi vediamo dalle improvvise estensioni o ricadute delle loro spire. E´ una mostra bella, varia interessante e che risveglia il nostro spirito bambino facendoci divertire. Rivoli info@castellodirivoli. Org – www. Castellodirivoli. Org .  
   
   
TELEMACO SIGNORINI E LA PITTURA IN EUROPA. A PADOVA, PALAZZO ZABARELLA  
 
Milano, 22 settembre 2009 - "E´ un Signorini artista decisamente internazionale quello che emerge dalla grande mostra "Telemaco Signorini e la pittura in Europa" in programma fino al 31 gennaio", assicura Federico Bano, Presidente della Fondazione Bano che con questa mostra apre la nuova programmazione espositiva di Palazzo Zabarella. La Fondazione Bano e la Fondazione Antonveneta, che per questa grande impresa culturale hanno unite le forze, hanno affidato questo nuovo, importante capitolo dell´attività espositiva di Palazzo Zabarella a un autorevole Comitato Scientifico composto dai maggiori studiosi della pittura italiana del Xix secolo. Alla Mostra, il Presidente della Repubblica ha voluto conferire il suo Alto Patronato. "La nostra scelta - afferma ancora Federico Bano nel presentare la mostra - è stata quella di proporre i massimi capolavori dell´artista toscano (ben oltre 100 le opere esposte, un album di prestatori internazionale che allinea anche il parigino Museo d´Orsay, che per l´occasione presta il famoso quadro di Degas L´absinthe, e l´Hermitage di San Pietroburgo) vis a vis con quelli di altri grandi maestri della pittura europea del momento, da Degas a Tissot, Decamps, Troyon, Corot, Courbet, Rousseau . " Un confronto affatto casuale ma attentamente mirato su assonanza di temi e di tempi, oltre che su reciproche frequentazioni e conoscenza. Così i suoi "interni" si accompagneranno a quelli di Edgar Degas o Stevens, le vie di numerose città italiane ma anche francesi o inglesi saranno raffrontate ad analoghi soggetti dipinti da Tissot. Esempi di un affascinante itinerario espositivo che documenterà l´intero percorso artistico di Signorini, presentando tutte le sue opere più significative e famose, arricchendolo di confronti forti, mirati, precisi, mai pretestuosi, con gli altri protagonisti della storia dell´arte in Europa negli ultimi decenni dell´Ottocento. Ne emergerà la grandezza del fiorentino, unico, o quasi, tra i Macchiaioli a godere, già in vita, di un successo e di un mercato veramente internazionali. A suo favore giocarono, oltre all´indubbia maestria, la frequentazione dell´ambiente inglese di Firenze, i numerosi soggiorni prima in Italia e poi in Francia e Inghilterra dove entra in contatto con un ambiente artistico in pieno fermento che certamente influenzò il suo stile. Fine intellettuale, Signorini venne riconosciuto in Italia e in Europa anche per le sue qualità di critico militante, attento a ciò che accadeva nel mondo dell´arte ma anche nella società. Di questa "attenzione al sociale", per dirla con un linguaggio d´oggi, è emblema lo splendido, fortissimo olio scelto come "logo" della mostra. E´ la celeberrima "Alzaia" del 1864, dove tre giovani maschi sono raffigurati nello sforzo bruto di trascinare controcorrente, piegati dalla fatica, un naviglio che nel quadro non compare ma di cui si intuisce la resistenza oltre che l´esistenza. All´adesione all´estetica naturalistica di Proudhon si può, ad esempio, ricondurre la sua forte attenzione per emarginati e reclusi, attenzione declinata in numerose opere tra cui quella "Sala delle agitate al san Bonifazio di Firenze" che susciterà l´ammirazione di Degas durante la visita allo studio di Telemaco nel 1875. Impegnato nel sociale, certo, ma allo stesso tempo raffinato dandy, frequentatore assiduo dei salotti à la page, intellettualmente snob da dichiarare la sua preferenza per "l´imperfetto dell´ingegno" rispetto al "perfetto della mediocrità". Non gli mancarono i riconoscimenti ufficiali (compresa la nomina a giurato della Biennale Venezia del 1896) ma le sue affermazioni taglienti e caustiche gli crearono anche molti nemici, tanto che un redattore della "Rivista italiana", parlando di lui, ebbe a scrivere che non vi era "nulla di sacro per quella bocca infernale dai bei denti d´ebano". Passioni, successi, incomprensioni, lotte che sembravano non scalfirlo. Una apparenza che, nel privato, lasciava il posto ad una irrequietezza, ad una sotterranea insoddisfazione, ad una solitudine mitigata solo dall´affetto per la piccola Nene, ispiratrice delle più poetiche opere della maturità. Nel 1893 sente il bisogno di riflettere sulla vicenda macchiaiola di cui era stato assoluto protagonista e pubblica "Caricaturisti e caricaturati al Caffè Michelangelo", un testo essenziale di critica e storia dell´arte declinate "a modo suo", attraverso la chiave davvero inconsueta della caricatura. Tanto per non smentirsi. Dopo "Telemaco Signorini e la pittura in Europa", Palazzo Zabarella ha in programma (dal settembre 2010) una approfondita esposizione dedicata al Simbolismo italiano. Ww. Palazzozabarella. It .  
   
   
MONZA AL SERRONE DELLA VILLA REALE E ALL’ARENGARIO DAL 17 OTTOBRE 2009 AL 14 FEBBRAIO 2010 LA MOSTRA GLI ANNI 80. IL TRIONFO DELLA PITTURA. DA SCHIFANO A BASQUIAT  
 
 Milano, 22 settembre 2009 - Una mostra ripercorrerà, nel prossimo autunno, uno dei decenni più controversi e importanti del Xx secolo dal punto di vista artistico. Dal 17 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010, il Serrone della Villa Reale e l’Arengario di Monza, ospiteranno infatti Gli Anni 80. Il trionfo della pittura. Da Schifano a Basquiat, un’esposizione che attraverso 100 opere di grandi e grandissime dimensioni, esplorerà quegli anni che portarono a un radicale mutamento nel concetto di ‘Arte’, con la cosiddetta “fine delle avanguardie”, con la riscoperta della pittura, e con il grande cambiamento dell’intero sistema artistico. Curata da Marco Meneguzzo, promossa dal Comune di Monza, col patrocinio della Provincia di Monza e Brianza, l’iniziativa presenterà i lavori, dei suoi più importanti protagonisti italiani e internazionali, da Schifano a Ontani, da Schnabel ad Haring, da Paladino a Lupertz, da Barcelò a Basquiat, da Disler a Chia, a molti altri ancora. Il percorso espositivo analizzerà i principali movimenti di quel periodo e le più conosciute individualità, dalla Transavanguardia italiana ai Nuovi Selvaggi tedeschi, dai graffitisti statunitensi alla Young British Sculpture, dagli Anacronisti ancora italiani alla Figuration Libre francese: circa cinquanta artisti - da Mario Schifano a Mimmo Paladino, Da Francesco Clemente a Luigi Ontani, da Georg Baselitz a Markus Lupertz, da Anselm Kiefer a Helmut Middendorf, da Keith Haring a Jean Michel Basquiat, da Peter Halley a Julian Schnabel, da Miqurel Barcelò a Anish Kapoor a Tony Cragg - rappresenteranno infatti quel discusso periodo attraverso quell´esplosione di colore e di vitalità che furono la pittura e la scultura di quegli anni, che per alcuni simboleggia il riflusso edonistico di quel decennio, per altri il ritorno in forze dell´espressività più autentica e immediata. Inoltre, accanto a questo ‘cuore’ dedicato all’arte, l’idea è quella di esaminare tutti i rivolgimenti linguistici, sociali e anche politici che hanno fatto di quel decennio un periodo cruciale per la nostra storia e per la storia del mondo. .  
   
   
GIOVANNI BOLDINI NELLA PARIGI DEGLI IMPRESSIONISTI NEL PALAZZO DEI DIAMANTI A FERRARA,  
 
 Milano, 22 settembre 2009 - Molto interessante la mostra Giovanni Boldini nella Parigi degli Impressionisti nel Palazzo dei Diamanti a Ferrara, aperta fino al 10 gennaio che poi sarà trasferita dal 14 febbraio al 25 aprile negli Stati Uniti a Williamstown presso lo Sterling and Francine Clark Institute. Questo Istituto americano ha collaborato con la città, la Provincia di Ferrara ed i curatori del Museo per la ricerca dei documenti, del materiale e delle opere da mettere in questa mostra che ha un taglio tutto nuovo e particolare, cioè esaminare la maturazione parigina del pittore, le sue ricerche pittoriche in vari campi e con differenti tecniche fino ad arrivare al successo con i grandi ritratti di personaggi prestigiosi dello spettacolo, dell’arte, della letteratura e della musica. Nativo di Ferrara, Boldini si trasferisce a Firenze nel 1864 e la prima sala espone alcune opere di quel periodo. Queste tavolette generalmente di piccolo formato, rappresentano Diego Martelli, Fattori che dipinge nel suo studio, un autoritratto. Di formato ovale e più grande è il ritratto di una contessa. Si può notare la grande attenzione al disegno dell’artista, ma la pennellata non è ancora diventata quella spigliata, veloce e nervosa che gli conosceremo in seguito. E’ più vicino, ovviamente, alla pittura tradizionale ed al modo di dipingere dei Macchiaioli. Nel 1871, dopo 5 mesi passati a Londra, si reca a Parigi e qui si appoggia al mercante Goupil per far conoscere le sue opere che incontrano subito il favore dei collezionisti. I suoi primi tentativi sono quadri in costume settecentesco o spagnolo, ma, pur piacevoli e molto ben eseguiti, sono piuttosto di maniera. Passa poi a soggetti di genere come la donna che cuce in giardino, Berthe che esce per una passeggiata e vedute di angoli di Parigi. A volte è più descrittivo e attento ai dettagli, mentre altre volte crea un maggior senso atmosferico. I quadri veri e propri sono accompagnati da disegni, schizzi a matita, penna o acquerello, studi di persone, cavalli, particolari architettonici. Questi suoi appunti che preludono all’esecuzione pittorica,sono eseguiti con grande rapidità, a volte appena accennati e dimostrano la sua assoluta padronanza del disegno. Incomincia a lavorare su quadri di grande formato con una visione notturna che sembra appena schizzata, ma che rende la vivacità ed il movimento delle vita notturna. Nei grande olio dei cavalli bianchi delinea con precisione i particolari del muso dei cavalli mentre la criniera ed il resto del corpo, trattati con estrema libertà, suggeriscono l’idea del movimento e persino l’ansimare dei cavalli nella corsa sfrenata. Nel 1879 espone per la prima volta al Salon parigino e da allora si concentra soprattutto sull’esecuzione di ritratti. Molto sicuro, libero e sciolto è pure il ritratto dell’attrice Alice Regnault del 1880 dove definisce il viso e il corpo della bella signora, ma lascia volutamente incompleta una parte del fondo e del braccio. E’ un cantore della bellezza e della seduzione femminile. Non si limita ai ritratti, ma esplora anche altri temi come la campagna attorno a Parigi, le lavandaie ed i corsi d’acqua, i pescatori, la bassa marea. Descrive paesaggio e personaggi con cura, ma spesso le pennellate diventano più disfatte ed atmosferiche, perché il contatto con gli Impressionisti ha influenzato il suo modo di dipingere. Rappresenta lo strillone ed i personaggi che animano la vita notturna parigina, gli innamorati, le ballerine, gli spettatori a teatro ed i caffè concerti utilizzando vivaci schizzi a matita ed a pastello. Le composizioni sono dinamiche, tagliate spesso da linee diagonali mostrandosi sensibile all’arte dell’amico Degas. E’ interessante notare, a fine mostra, un disegno a matita di Degas che lo ritrae in piedi a gambe larghe con la bombetta in testa portata un po’in avanti, mentre Boldini coglie il pittore francese seduto ed in atteggiamento pensieroso. C’è una sala tutta dedicata ad interessantissimi disegni e schizzi dello studio dell’artista dove compaiono sculture di busti, tavolini, cavalletti, tele iniziate o già appese alle pareti, visitatrici che osservano i lavori. E’ un mondo affascinante di cui riesce a rendere la magia. Segue infine una sala dedicata all’arte del ritratto e qui sono raggruppati alcune delle opere più famose come un suo autoritratto, ma soprattutto belle donne, contesse e nobili dame, l’ étoile de l’Opera Cléo de Merode, , l’elegante conte di Montesquieu, Giuseppe Verdi, splendidi ritratti di pittori ad olio come quello di Whistler. E’ ormai noto in ambito internazionale ed espone a Londra, Berlino, Venezia, Chicago e molte altre città Mentre con questi grandi personaggio il pennello corre con sicurezza ed assoluta libertà per cogliere un atteggiamento o una espressione particolare, sembra un po’ più imbarazzato nel ritrarre i bambini che sono in pose che vorrebbero essere spontanee, ma appaiono invece forzate. La trattazione pittorica, comunque, è di gran classe e stupisce sempre per questa apparente facilità e felicità di espressione. .