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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Novembre 2010
AL CNR LECTIO MAGISTRALIS DEL PROFESSOR SHINYA YAMANAKA SU LE FRONTIERE DELLA RICERCA SULLE CELLULE STAMINALI PLUIRIPOTENTI INDOTTE (IPS) ILLUSTRATE DALLO SCIENZIATO GIAPPONESE  
 
 Roma, 23 novembre 2010 - Il professor Shinya Yamanaka - lo scienziato giapponese che conduce ricerche nel campo delle cellule staminali adulte riprogrammate, le staminali pluripotenti indotte (Ips) - ha tenuto il 18 novembre a Roma, presso la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche una lectio magistralis dal titolo “Human Ips Cells – Nuova Frontiera nella Ricerca Medica”. In Italia per ritirare il premio internazionale Balzan, lo studioso ha illustrato le prospettive del suo lavoro e le potenzialità delle Ips, ad esempio attraverso la creazione di una banca delle staminali umane a fini terapeutici. “La banca delle cellule staminali pluripotenti indotte può essere paragonata a una banca del sangue cui si ricorre quando non è possibile utilizzare il sangue del paziente. Allo stesso modo, le Ips verranno mantenute in un archivio e utilizzate quando e se necessario”. Lo scienziato ha sottolineato: “Poiché utilizzare le cellule del paziente stesso è un processo molto lungo e costoso, avere delle staminali già pronte e a disposizione in una banca è senz’altro preferibile”. Yamanaka, proseguendo il paragone con la banca del sangue, ha evidenziato le sfide di questo progetto. “Così come esistono vari gruppi sanguigni compatibili con i vari pazienti, allo stesso modo anche in questo campo si dovrà condurre una ricerca sulla compatibilità”. La sfida è ambiziosa, spiega lo scienziato, perché “mentre i gruppi sanguigni sono quattro, le combinazioni di cellule sono più di diecimila, per cui l’obiettivo primario è quello di trovare una sorta di gruppo 0 che possa creare le condizioni di massima compatibilità con il maggior numero di pazienti”. Al termine dell’incontro, il Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Prof. Luciano Maiani, ha commentato: “Le ricerche condotte dal Prof. Yamanaka sono destinate a influenzare in maniera profonda il campo della medicina rigenerativa, una delle frontiere più interessanti della ricerca scientifica del nostro tempo. Per di più con conseguenze non solo scientifiche ma anche etiche”. “Anche nel Cnr – aggiunge Maiani – diversi gruppi di ricerca studiano la biologia delle cellule staminali. A Monterotondo è già iniziata la realizzazione della Mouse clinic, che si aggiungerà alle altre infrastrutture di ricerca internazionali dell’area, tra cui l’archivio dei topi mutanti Emma, voluti dagli European molecular biology laboratories. Alcuni ricercatori, sempre al Cnr, si occupano proprio di studiare le cellule staminali adulte riprogrammate, le Ips, per rigenerare cardiomiociti e cellule del sangue o del sistema nervoso centrale”.  
   
   
AMILOIDOSI : SU NATURE IL CONTRIBUTO DEI RICERCATORI ITALIANI ALLO SVILUPPO DI NUOVE CURE  
 
Pavia, 23 novembre 2010 - Per le Amiloidosi le cure future verranno dalla ricerca di base, ma il contributo italiano è destinato ad esaurirsi Con tre importanti lavori pubblicati nel mese di Novembre su riviste con elevato impatto scientifico (Nature, i Proceedings of the National Academy of Science of the Usa e il Journal of Biological Chemistry dove il lavoro ha avuto il prestigioso riconoscimento di "paper of the week") un gruppo di ricercatori italiani guidati da Vittorio Bellotti, docente di Biochimica all´Università di Pavia ha presentato importanti risultati su nuove molecole capaci di contrastare le amiloidosi. Le amiloidosi sono un gruppo di malattie, alcune rare come quelle geneticamente determinate, altre di grande impatto sociale come la malattia di Alzheimer in cui proteine, che normalmente svolgono sofisticate funzioni, perdono le preziose proprietà funzionali e si accumulano nei tessuti che vengono progressivamente danneggiati. “Questi lavori - spiega il prof. Vittorio Bellotti - sono il frutto di una intensa collaborazione scientifica con il gruppo del Prof Mark Pepys dell´University College di Londra che sta ispirando nella comunità scientifica internazionale lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per queste malattie.” Da queste ricerche si è scoperto che l´uso combinato di un farmaco che agisce su una proteina ubiquitaria dei depositi patologici amiloidi e di un anticorpo monoclonale specifico per questa proteina innesca un processo spontaneo di rimozione dei depositi (Nature 4 nov 2010). Le nuove molecole sono state sintetizzate sulla base della struttura tridimensionale delle proteine patologiche e la loro capacità di inibire il processo patologico è stata studiata con tecniche che permettono di rivelare dettagli nanometrici dei cambiamenti strutturali e osservare aspetti dinamici della vita delle proteine che si consumano nei tempi brevissimi dei millesimi di secondo (Pnas 8 nov 2010). Per la complessità dei meccanismi molecolari che le causano, le amiloidosi sono un esempio paradigmatico di malattie in cui le nuove ed efficaci terapie possono solo derivare da ricerche di base che stanno impegnando duramente ricercatori di area chimica, fisica, biofisica accanto a medici e biologi.” Un esempio di sinergia interdisciplinare è rappresentato dall’intensa e consolidata collaborazione con i ricercatori del Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. “In questa stagione in cui le risorse che il nostro Paese mette a disposizione per la ricerca scientifica e universitaria sono sempre più scarse e inadeguate – continua il prof. Bellotti - la collaborazione con i grandi centri di ricerca universitaria europei offre la possibilità di affrontare progetti di lungo periodo che si realizzano nell´arco di almeno 5-6 anni e ingenti investimenti. Queste collaborazioni richiedono una dedizione assoluta ai progetti e agli obiettivi proprio perche la consistenza degli investimenti genera una forte attesa per i risultati che sono strettamente monitorati da revisori indipendenti. Sono progetti che si sviluppano su tempi assolutamente non previsti dalle tipologie di finanziamento alla ricerca del nostro paese, ma necessari per ricerche che hanno l´obiettivo di tradurre risultati di ricerca di base in applicazioni terapeutiche. La risposta italiana a questo tipo di opportunità è consistita nella realizzazione di reti collaborative tra istituti italiani. Cosi, pur con grandi difficoltà di tipo logistico e amministrativo i ricercatori italiani hanno dato negli ultimi 10 anni proprio in questo settore un contributo scientifico fondamentale riuscendo a diventare stimati partner e collaboratori di grandi gruppi internazionali.” Cosi ha funzionato in questo settore l´alleanza tra gruppi dell´ Università di Pavia, Udine, Firenze, Napoli, Genova, Milano, Catania, il Mario Negri di Milano. Molti di questi efficacemente coordinati dall´Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi. Purtroppo la sopravvivenza di molti di questi laboratori italiani è oggi a rischio e così anche la rete collaborativa. Anche l’alleanza con i ricercatori clinici della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia richiede un rinvigorito impegno per mantenere livelli competitivi. “Va riconosciuto – conclude Bellotti - che la partecipazione italiana a questi grandi progetti è stata fin´ora salvata dai finanziamenti della Comunità Europea, da Fondazioni tra cui, in prima linea, la Fondazione Cariplo e la Regione Lombardia a cui va riconosciuto un impegno senza il quale i nostri laboratori sarebbero già stati chiusi da tempo. Tuttavia solo l´impegno dello Stato può garantire gli essenziali investimenti a lungo termine sulle persone e le infrastrutture che non mancano in nessuno dei paesi scientificamente avanzati con cui ci confrontiamo. Per i grandi centri di ricerca internazionali siamo ancora, in qualche caso, interlocutori stimati, ma proprio nei settori della ricerca molto competitiva la propria affidabilità e il proprio ruolo va riaffermato davvero ogni giorno e non esistono né sconti né rendite di posizione”.  
   
   
CONVENZIONE ENEA - REGIONE LAZIO PER LA REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DI PROTONTERAPIA CON UN ACCORDO DI COLLABORAZIONE ENEA-ISS-IREEISG  
 
Roma, 23 novembre 2010 - Enea e Regione Lazio hanno firmato una Convenzione che usufruirà di un finanziamento di 11 milioni di euro per la realizzazione di un acceleratore lineare per protonterapia per la cura dei tumori. La protonterapia consente di focalizzare un fascio di protoni direttamente sulla massa tumorale, risultando meno invasiva nei confronti dei tessuti sani rispetto alla radioterapia tradizionale. L’enea, Istituto Superiore di Sanità (Iss) e gli Istituti Regina Elena e San Gallicano (Ire-isg) hanno sancito un accordo di collaborazione tecnico-scientifica interdisciplinare per la messa a punto del prototipo di acceleratore da realizzare con il finanziamento della Regione Lazio. La collaborazione tra i tre istituti prevede che l’Enea si occupi della realizzazione del prototipo mettendo a disposizione le sue tecnologie fisiche più avanzate, l’Iss metta a disposizione le sue competenze in campo biologico e l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena le sue conoscenze cliniche nel trattamento delle neoplasie. L’acceleratore verrà realizzato presso il Centro Ricerche Enea di Frascati e al termine della sperimentazione, la cui durata è stimata in tre anni circa, verrà installato presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, che vanta una tradizione di impegno e successi nella ricerca e nello sviluppo tecnologico della radioterapia. La presenza nel territorio della Regione Lazio del Centro di protonterapia, l’unico presente nel centro-sud d’Italia, consentirà di trattare circa 900 pazienti l’anno favorendo l’esperienza clinica nei confronti di quelle patologie tumorali difficili da trattare anche con le più avanzate tecniche di radioterapia convenzionale. L’acceleratore lineare verrà realizzato nell´ambito del progetto Top Implart (Terapia Oncologica con Protoni – Intensity Modulated Proton Linear Accelerator for Radiotherapy) grazie ad un brevetto Enea e sarà in grado di sviluppare un range di energia fino a 140 megaeletttronvolt (Mev). Una potenza utile per la cura di diverse patologie, in particolare il melanoma uveale e i tumori della base cranica e della colonna vertebrale, e che produce riconosciuti vantaggi anche in numerosi altri casi - come quelli alla prostata, a polmone, a fegato, a esofago e al distretto cervico-cefalico - in cui la malattia è ben definita e vicina ad organi critici sani, che non devono essere irraggiati. Infine, è di particolare interesse l’impiego nelle neoplasie pediatriche. L’acceleratore sarà costituito da due sottoinsiemi, montati in sequenza, che forniscono il fascio adatto a due prestazioni mediche indipendenti; la sua modularità offre la possibilità di una successiva estensione a 230 Mev. L’enea, che ha già sviluppato competenze tecnico-scientifiche nel campo degli acceleratori lineari, per la messa a punto dei componenti ad alta tecnologia dell’acceleratore coinvolgerà le industrie laziali anche al fine di favorire l’affermarsi di una realtà industriale nel settore degli acceleratori medicali e più in generale delle apparecchiature elettromedicali. Le Pmi interessate operano nel campo della meccanica di precisione, impianti di radiofrequenza e microonde, impiantistica, sistemi da vuoto, elettronica, sistemi di diagnostica, sistemi di controllo e sicurezza.  
   
   
ENTRO IL 15 GENNAIO TUTTI GLI AMBULATORI MEDICI DOVRANNO ESSERE CONNESSI MEDICI IN RETE, DALLA REGIONE TOSCANA UN MILIONE DI EURO NELLA DOTAZIONE, ANCHE IL LETTORE PER LA CARTA SANITARIA ELETTRONICA  
 
Firenze, 23 novembre 2010 - Quasi un milione di euro per garantire a tutti i medici di famiglia di essere connessi in rete, e assolvere così a una serie di impegni (in qualche caso obblighi), come l´invio dei certificati di malattia o l´alimentazione del fascicolo sanitario elettronico. Con una delibera approvata nel corso dell´ultima seduta, la giunta li destina allo sviluppo dei sistemi informativi della medicina convenzionata: 595.000 euro per spese di connettività, 333.000 euro per le spese di installazione dei lettori e la formazione dei medici di famiglia. Entro il 15 gennaio 2011, le aziende dovranno garantire la connettività a tutti gli ambulatori medici. Questa data è stata individuata per consentire il primo e più urgente adempimento derivante dal decreto Brunetta in materia di invio dei certificati di malattia, che prevede per il 1 febbraio la data di avvio delle sanzioni per i medici inadempienti. La connessione consentirà ai medici molte altre operazioni: l´alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico (che può essere letto con la Carta sanitaria elettronica), attraverso la produzione in formato digitale di informazioni sul percorso sanitario di ciascun assistito (patient summary); la trasmissione telematica delle ricette al ministero dell´economia (e-prescription), l´invio delle informazioni previste dagli accordi collettivi nazionali (visite ambulatoriali e domiciliari, ecc.); la realizzazione del progetto di attuazione a livello territoriale della sanità d´iniziativa. Tutto questo è il risultato di un accordo tra l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia e le organizzazioni sindacali dei medici: l´accordo è già pronto, verrà siglato nei prossimi giorni. «Nel sistema sanitario toscano i medici di famiglia hanno un ruolo fondamentale, perché sono i più vicini al paziente, quelli che meglio conoscono la sua storia - dice l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - E´ dunque opportuno che siano messi in grado di svolgere al meglio il loro lavoro. Una volta che tutti i medici saranno connessi, sarà molto più semplice alimentare il Fascicolo sanitario elettronico di ciascun paziente, che è uno dei passaggi fondamentali nel percorso della Carta sanitaria elettronica». Le aziende sanitarie dovranno assicurare: l´attivazione di punti di consegna dei lettori; l´attivazione di un canale ufficiale attraverso il quale supportare i medici di medicina generale che dovessero trovare difficoltà tecniche nell´installazione del lettore; l´attivazione di un percorso di formazione per i medici convenzionati che ne facciano richiesta.  
   
   
TRENTO, MEDICINA: INIZIATIVE ACCADEMICHE CON BOLZANO E INNSBRUCK  
 
Trento, 23 novembre 2010 - Nel corso del dibattito che si sta svolgendo presso la Commissione consiliare relativo al disegno di legge di Bilancio 2011 della Provincia autonoma di Trento, si è parlato ieri anche dell´eventualità della creazione di una Facoltà di Medicina a Trento. Il presidente Dellai, interpellato sulla questione dal consigliere Bruno Firmani, ha escluso la creazione di una Facoltà nel senso tradizionale del termine, anche per l´assenza di una "massa critica", sul versante della domanda formativa tale da giustificare un investimento in tal senso. "Stiamo però studiando assieme a Bolzano ed Innsbruck un percorso alternativo ed altamente innovativo - ha precisato il presidente della Provincia autonoma di Trento - in grado di valorizzare alcune aree specializzate già presenti nei nostri territori". Rispondendo ad una richiesta di chiarimento avanzata in Commissione bilancio dal consigliere Firmani durante l´esame del disegno di legge sul Bilancio 2011, il presidente Dellai ha precisato che non esistono oggettivamente le dimensioni di scala necessarie al fine di realizzare a Trento una Facoltà di Medicina nel senso tradizionale del termine. Esiste tuttavia un interesse da parte trentina a condividere con Bolzano e Innsbruck l´idea di sviluppare un´iniziativa di natura universitaria nel campo della medicina che coinvolga le tre realtà, in collaborazione con altri grandi poli universitari. "L´idea - ha detto Dellai - è quella di costruire un progetto innovativo che consenta tra l´altro di mettere a sistema alcune presenze importanti che già oggi abbiamo in seno all´università di Trento, ad esempio nel campo della Biologia o delle Neuroscienze, con il Centro mente-cervello. Quindi sia per la formazione dei nuovi medici sia per l´aggiornamento di quelli già esistenti potremmo offrire il nostro qualificato contributo, in collaborazione con le Università e i centri di ricerca di Bolzano e Innsbruck." Così del resto il presidente Dellai si era espresso nei giorni scorsi con il presidente dell´Alto Adige/sudtirol Durwalder, valutando la possibilità di sviluppare un percorso congiunto di questo tipo. Va considerato inoltre che tale percorso ben si inserisce nella strategia che governa la realizzazione del nuovo ospedale di Trento, "che - ha detto ancora Dellai - sarà un ospedale di formazione."  
   
   
TONDO E KOSIC INAUGURANO RSM DIGITALE A PORDENONE  
 
 Pordenone, 23 novembre 2010 - La nuova risonanza magnetica inaugurata oggi all´Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone rientra in un ampio programma di investimenti tecnologici che, con un impegno complessivo di oltre 8,3 milioni di euro, sta trasformando la radiologia diagnostica del nosocomio, che da analogica diventa digitale, per poter avviare entro i primi mesi del prossimo anno il sistema Pacs per l´archiviazione, la condivisione, la diffusione e la visualizzzione a distanza di immagini radiologiche, cardiologiche e di medicina nucleare. Lo ha annunciato, il 19 novembre a Pordenone, il direttore generale dell´Azienda ospedaliera, Luciano Zanelli, in occasione dell´inaugurazione ufficiale della nuova apparecchiatura che offre significative possibilità diagnostiche, illustrate dal responsabile del reparto, Roberto Spaziante. Alla cerimonia, accanto a dirigenti, medici e personale infermieristico, sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione, Renzo Tondo, l´assessore Vladimir Kosic, diversi primi cittadini tra cui quello del capoluogo, Sergio Bolzonello, e numerosi consiglieri regionali. Un rinnovamento tecnologico che non riguarda solo l´Ospedale di Pordenone, ma anche quelli di rete, che consentirà di avviare il sistema Pacs in tutta la provincia. Cosa che, in prospettiva consentirà di istituire una Guardia provinciale di radiologia aperta nelle 24 ore per tutti gli ospedali. L´inaugurazione è stata occasione per parlare della progettualità aziendale: entro novembre inizierà a operare la stroke unit, intitolata a Elena Covezzi, una dipendente prematuramente scomparsa. Ma soprattutto da un lato si è ormai pronti per il nuovo ospedale, dall´altro già con il prossimo primo gennaio 2011 si potrà dar vita agli ospedali Riuniti del Pordenonese, il cui studio di fattibilità è stato approvato nei giorni scorsi dalla conferenza dei sindaci. Per il Friuli Ocidentale è dunque destinato a cambiare il modello di sanità. Ed è, questo, "un risultato politico fondamentale, che, grazie alle precise scelte della Giunta regionale, dà a Pordenone quanto a Pordenone spetta" - ha affermato l´assessore Kosic. Scelte di una Giunta che continua a investire, innovando anche nel vecchio sito, per mantenere la qualità e l´eccellenza dei servizi in attesa del nuovo ospedale. Scelte che vanno incontro alle crescenti esigenze di salute della popolazione, a favore della quale la quale la Regione continua a investire anche sul sociale, sull´integrazione sociosanitaria e sul rafforzamento delle attività territoriali, ha continuato, anche rispondendo a una precisa richiesta di Bolzonello. "Gli investimenti in sanità e nel sociale continuano - ha confermato da parte sua il presidente Tondo - anche in momenti di forte difficoltà economica: nuove tecnologie per offrire sempre maggiori risposte ai bisogni di servizi che peraltro - ha aggiunto, riferendosi alla riforma in atto - possono essere concentrati in meno sedi: meno risorse in ufficio e più in corsia". "La nostra sfida è di offrire più sanità con le stesse risorse, attraverso qualche accorpamento e le necessarie razionalizzazioni, rimettendo mano, come abbiamo fatto, alla governace complessiva del sistema". Tondo ha quindi ricordato che la Giunta aveva agito allo stesso modo quando ha iniziato a ridurre il debito pubblico "prima che ce lo chiedesse Tremonti. E ora abbiamo una regione sana dal punto di vista economico, come certificato dal Standard & Poor´s. Il presidente ha quindi definito "una scelta di responsabilità" quella della conferenza dei sindaci di dare il via libera agli ospedali Riuniti, che "farà crescere un territorio verso il quale, assieme a Udine, la Regione ha avviato il giusto riequilibrio nel trasferimento di risorse".  
   
   
SCOMPENSO CARDIACO E INSUFFICIENZA MITRALE: UNA TECNICA MADE IN ITALY PER UNA CLIP SALVACUORE  
 
Milano, 23 novembre 2010 - Negli ultimi quarant´anni l´aspettativa di vita è aumentata notevolmente: secondo uno studio statunitense, pubblicato sul New England Journal of Medicine (agosto 2006) dal 1960 al 2000 abbiamo guadagnato in media 7 anni di vita, dove la riduzione della mortalità in campo cardiovascolare incide per il 70%. Gli enormi progressi compiuti nel trattamento delle malattie cardiovascolari, che abbiamo visto avere un ruolo fondamentale per assicurare una maggiore attesa e una migliore qualità di vita, riguardano, tra gli altri, l’innovazione tecnologica, in particolar modo la continua evoluzione dei dispositivi biomedicali e la sempre minor invasività delle tecniche chirurgiche. Lo sviluppo di tecnologie innovative comporta, dunque, nuove opportunità di cura ma anche importanti sfide, soprattutto riguardo l’appropriatezza e la sostenibilità dell’innovazione stessa, in particolar modo quando si tratta di patologie croniche ed invalidanti, come lo scompenso cardiaco. “L’applicazione di nuove soluzioni terapeutiche, ha valore solo se impiegata nel rispetto delle indicazioni, da operatori esperti, nell’ambito di un percorso di cura che ponga il “paziente al centro” – ha dichiarato Ottavio Alfieri, Direttore del Dipartimento Cardio-toraco-vascolare dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele nel corso dell’incontro dal titolo: “Nuovi approcci terapeutici allo scompenso cardiaco”, svoltosi oggi a Milano presso il Centro Congressi San Raffaele, promosso dal Dipartimento Cardio-toraco-vascolare dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele con la collaborazione di Abbott, cui hanno preso parte, tra gli altri, Francesco Maisano, Responsabile dell’Unità Funzionale Trattamento Transcatetere delle Valvulopatie dell’ U.o. Di Cardiochirurgia dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, Rosanna Tarricone, Professore Associato di Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, e che ha visto la partecipazione del Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Lombardia, Margherita Peroni. “Perché ciò avvenga – continua Alfieri - è necessario applicare un metodo multidisciplinare che richiede, oltre a nuovi approcci terapeutici, l’integrazione di diverse competenze specialistiche che permettano di trovare la soluzione migliore per ciascun paziente. E il trattamento dello scompenso cardiaco - ovvero l´incapacità del cuore di svolgere adeguatamente la propria funzione di pompa - è un caso emblematico, perché è un patologia che non comporta solo una sofferenza del sistema cardiocircolatorio, ma investe una molteplicità di organi e apparati”. Le patologie valvolari sono tra le principali cause dello scompenso cardiaco, che colpisce in Italia circa 1 milione di persone ed è una delle malattie croniche a più alto impatto sulla sopravvivenza, sulla qualità di vita dei pazienti e sull’assorbimento di risorse, se si pensa che negli ultimi anni è diventato il primo motivo di ricovero ospedaliero (170.000 ricoveri l´anno) dopo il parto naturale e che in Europa il costo complessivo annuo delle ospedalizzazioni per un paziente affetto da scompenso cardiaco severo è di oltre 40.300 euro, considerando la media di 3-4 ricoveri annui della durata di 8-9 giorni ciascuno. L’insufficienza mitralica - condizione in cui la valvola mitralica diventa incontinente e determina un rigurgito di sangue dal ventricolo sinistro all’atrio sinistro – è presente nel 90% dei pazienti affetti da scompenso cardiaco e nelle forme di grado moderato o severo colpisce il 10% della popolazione con più di 70 anni. Per ridurre la probabilità di sviluppare scompenso cardiaco e migliorare la sopravvivenza del paziente, l’opzione chirurgica risulta essere la più efficace. Recentemente, grazie all’introduzione di tecniche innovative, alla chirurgia valvolare protesica, si è affiancata la chirurgia riparativa mininvasiva, più accettata dai pazienti giovani e in grado di ridurre i rischi operatori per quelli anziani affetti da patologie concomitanti. “La terapia più recente per la riparazione della valvola mitralica prevede l’utilizzo di una clip – afferma Francesco Maisano, Responsabile dell’Unità Funzionale Trattamento Transcatetere delle Valvulopatie dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano - Si tratta di una metodica che riproduce una tecnica chirurgica introdotta dal Professor Alfieri nel 1991 (edge to edge), attraverso un approccio percutaneo, mininvasivo, che non necessita di circolazione extracorporea e di apertura delle camere cardiache e che comporta l’inserimento di una clip mitrale che permette alla valvola di chiudersi in maniera corretta”. “Attraverso un accesso dalla vena femorale – continua Maisano - viene inserito il sistema di rilascio e controllo del dispositivo nell’atrio sinistro. Sotto guida ecografica, in corrispondenza del segmento responsabile dell’insufficienza mitralica, viene posizionata la clip che, riproducendo il gesto chirurgico della sutura, cattura i lembi danneggiati e li stabilizza. Se necessario, la clip può essere riaperta e riposizionata. Essendo poco invasivo, questo intervento può essere utile soprattutto per quei pazienti che non potrebbero superare un intervento chirurgico tradizionale”. Ad oggi, nel mondo, più di 2.200 pazienti sono stati trattati con questa procedura, di cui 1.260 in Europa e 154 in Italia (48 presso il San Raffaele). I primi interventi sono stati realizzati negli Usa nel 2003 e in Europa nel 2008, in seguito all’assegnazione del marchio Ce, con risultati incoraggianti. I dati dello Studio multicentrico randomizzato Everest Ii, infatti, che ha comparato la riparazione percutanea della valvola mitralica con la cardiochirurgia tradizionale, dimostrano che la clip mitralica ha soddisfatto l’ipotesi di superiorità per sicurezza e di non inferiorità per efficacia rispetto alla chirurgia di sostituzione valvolare. Il trattamento percutaneo potrebbe, poi, coprire un ruolo fondamentale nel trattamento di quei pazienti che oggi vengono ritenuti a rischio chirurgico elevato, i cui dati sono stati raccolti nell’High Risk Registry dell’Everest Ii: rispetto al gruppo di controllo (trattato con terapia medica) i pazienti sottoposti a riparazione valvolare con clip mitralica hanno dimostrato una riduzione delle ospedalizzazioni nell’anno successivo all’impianto del 45%, una maggiore sopravvivenza a 12 mesi (76% vs 55%), ed un miglioramento dello stato funzionale e della qualità della vita: l’80% circa dei pazienti è passato da uno stato clinico grave (Nyha Classe Iii o Iv), a uno meno severo (Nyha Classe I o Ii). Una riduzione delle ospedalizzazioni del 45% per pazienti affetti da scompenso cardiaco severo, oltre a significare un miglioramento della qualità della vita del paziente, implicherebbe un risparmio annuo di oltre 18.000 euro a persona. Dato molto importante in un momento in cui, in ambito sanitario, l’obiettivo principale è quello di coniugare la scelta delle migliori opportunità terapeutiche con una razionalizzazione dei costi. La chirurgia percutanea per la riparazione valvolare giocherà nei prossimi anni un ruolo determinante nel trattamento dello scompenso cardiaco, pertanto, la diffusione responsabile di questa tecnologia renderà sempre più cruciale l’identificazione dei pazienti, in cui potrà esprimere al meglio le proprie potenzialità per evitare dispersione di risorse e insuccessi clinici. “La selezione dei pazienti – aggiunge Alfieri - segue criteri clinici e anatomici ben definiti, che includono la posizione e l’ampiezza della porzione responsabile del rigurgito e l’entità della dilatazione anulare. Per questo l’intervento richiede l’applicazione di competenze diverse, che superino i limiti delle singole specializzazioni. Nel nostro ospedale – continua Alfieri – dal 2004 il reparto di cardiochirurgia e quello di cardiologia interventistica si sono fusi per affrontare la sfida dell’introduzione delle nuove tecnologie per il trattamento percutaneo delle valvulopatie: il paziente è, così, al centro dell’“ambulatorio valvole” dove una equipe multidisciplinare di cardiochirurghi, emodinamisti ed ecocardiografisti esaminano i casi dei potenziali candidati alle procedure e decidono insieme l’intervento più appropriato”. “Restano, tuttavia, sul piano organizzativo alcuni ostacoli che non fanno cogliere appieno i frutti del progresso scientifico a beneficio dei pazienti – sottolinea Rosanna Tarricone, Professore Associato di Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano. Esiste, infatti, uno scollamento tra il grande dinamismo dell’innovazione tecnologica e la risposta non sempre reattiva da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Se da una parte, infatti, prima di finanziare una tecnologia innovativa è importante valutare attentamente la sua reale efficacia, una volta accertati il valore aggiunto in termini di ‘produzione di salute’ e la sostenibilità economica, il sistema sanitario deve dotarsi velocemente degli strumenti di finanziamento che permettano l’accesso alla cura da parte dei pazienti”.  
   
   
TRENTO: ECCO IL IL PIANO PROVINCIALE SANGUE 2010-2012  
 
Trento, 23 novembre 2010 - Approvato dalla Giunta, lo scorso 19 novembre, il Piano provinciale Sangue 2010-2012 detta le linee guida, per il triennio, dei servizi trasfusionali in provincia di Trento e stabilisce gli obiettivi riguardanti l´autosufficienza del sangue e la sicurezza trasfusionale. Sono decisamente positivi i dati dell’attività di raccolta relativi agli anni 2005-2009 e vanno nel segno di una costante crescita del numero complessivo delle donazioni di sangue intero (si è passati dalle circa 17.000 donazioni del 2005, alle attuali 21.000); l´incremento delle donazioni rimane una delle principali priorità anche per i prossimi anni: il Piano, infatti, si prefigge il raggiungimento delle 22.000 - 23.000 unità annue di sangue. Tra le novità principali la volontà di avviare la raccolta delle cellule staminali da sangue periferico e di rafforzare la raccolta delle cellule staminali da cordone ombelicale. Il Piano, che ha visto l´apporto delle associazioni delle associazioni donatori del Trentino, è stato presentato oggi dall´assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi e dal direttore del Dipartimento di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell´Azienda provinciale per i Servizi Sanitari dottor Massimo Ripamonti. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Aldo Degaudenz, presidente dell´Avis del Trentino, Enrico Paissan, presidente della Lega "Pasi Battisti" volontari del sangue, Silvio Pederzolli dei Donatori Volontari per gli Altri di Sarche, Roberto Giacomelli del Gruppo Autonomo Donatori Sangue di Vigolo Vattaro, Clerio Bertoluzza dell´associazione Donatori Volontari Sangue e Plasma Valli dell´Avisio, Ivana Lorenzini dell´Admo - Associazione Donatori Midollo Osseo, la dottoressa Paola Zanetti del Servizio provinciale Organizzazione e Qualità delle Attività sanitarie, nonché la dottoressa Gina Rossetti e altri rappresentanti della Simti - Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia, oggi in convegno a Trento. "In Trentino la situazione è ottimale - ha esordito l´assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi - e lo è grazie soprattutto al lavoro capillare delle associazioni di donatori, inserite nel tessuto sociale del nostro territorio. Il Piano che presentiamo oggi è frutto di un lavoro coordinato, di una rete fra diversi soggetti, l´assessorato, l´Azienda sanitaria e le stesse associazioni". E in futuro questo lavoro di squadra si rafforzerà, come ricordato dall´assessore Rossi, attraverso la nomina, all´interno del Consiglio sanitario provinciale, di un rappresentante eletto dalla Consulta delle associazioni di volontariato, come previsto dalla nuova legge. Si tratta dunque di un Piano condiviso, che va nella direzione di un costante miglioramento della qualità e dell´organizzazione. Tra le novità principali, accanto all´obiettivo di allargare la base donazionale, la raccolta di cellule staminali: "Un anno e mezzo fa abbiamo inaugurato all´ospedale Santa Chiara il nuovo reparto di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale - ha chiarito il dottor Ripamonti -, ora manca solo un tassello, che è quello della raccolta, anche in Trentino, delle cellule staminali da sangue periferico e da cordone ombelicale, un obiettivo ormai vicino che ci permetterà di curare i nostri pazienti all´interno della provincia". Positivo il commento delle associazioni: se Enrico Paissan della Lega Pasi Battisti ha puntato l´attenzione sulla necessità di assicurare il ricambio generazionale, Roberto Giacomelli del Gruppo di Vigolo Vattaro ha evidenziato l´impegno dell´associazione rivolto proprio ai giovani, con iniziative dedicate. Aldo Degaudenz ha infine ricordato i dati di Avis, che raccoglie circa l´85% del sangue in provincia di Trento e che può contare su oltre 15.000 donatori: "Possiamo dire con orgoglio che abbiamo donatori molto sensibili: il nostro indice di prenotazione è del 4,5 su mille abitanti potenzialmente abili a donare, ovvero di età compresa fra i 18 e i 65 anni, mentre la media nazionale è al 3. Vi sono poi ulteriori garanzie di qualità, assicurate dal Servizio sanitario e ribadite dal Piano, tra cui l´informatizzazione dei processi: ovvero se le donazioni sono anonime, il sangue viene però etichettato e questo ci permette di risalire al donatore". E in Trentino sono numerosi anche i donatori di midollo osseo: attualmente gli iscritti al registro provinciale, uno dei più giovani d´Italia, sono 4.900, come ricordato dalla presidente Lorenzini. Obiettivi Generali Del Piano Sangue 2010 - 2012 Garantire il mantenimento del livello di autosufficienza provinciale di sangue, emocomponenti e emoderivati I dati dell’attività di raccolta degli anni 2005-2009 dimostrano una costante crescita del numero complessivo delle donazioni di sangue intero, dalle circa 17.000 donazioni del 2005, alle circa 21.000 del 2010. L’aumento di donazioni nel periodo più recente si è realizzato grazie all’attività delle unità di raccolta periferiche, a fronte di una raccolta stazionaria, se non in leggero calo, presso il Sit di Trento e il Ct di Rovereto. Per i prossimi anni deve essere annualmente programmata la raccolta di sangue prevedendone un progressivo aumento graduale(22.000-23.000 unità annue). A tal fine essa va concordata con le Associazioni di Volontariato rafforzandola e incrementandola nelle unità di raccolta periferiche con l’ottimizzazione e l’ adeguamento delle risorse umane e materiali anche istituendo un organico dipartimentale da adibire a rotazione nelle varie unità di raccolta, o avvalendosi della collaborazione delle associazioni dei donatori di sangue nell’integrazione del personale sanitario necessario secondo modalità da concordare tra le associazioni e il Dimt. Inoltre va istituita formalmente la nuova unità di raccolta di Pozza di Fassa, con la possibilità di individuare altri centri di raccolta in alcune zone decentrate. Garantire un elevato livello di sicurezza delle attività trasfusionali mediante la totale informatizzazione delle strutture e la standardizzazione delle procedure Riguardo al rischio clinico, gran parte dei rischi trasfusionali derivano oggi dalla difficoltà del sistema organizzativo di eliminare gli errori di identificazione del paziente. Per ridurre al minimo tali rischi si dispone che siano proseguite le misure adottate sperimentalmente riguardanti il processo di identificazione del paziente mediante “braccialetto”, e che siano adottare procedure per il monitoraggio e la raccolta di dati sulle non conformità, e per la valutazione congiunta dei casi mediante audit clinici all’interno dei reparti. Rafforzare l’organizzazione dipartimentale Viene rafforzata l’organizzazione dipartimentale, incrementando anche le funzioni e le responsabilità delle unità di raccolta, e, in particolare, la funzione del Dipartimento trasfusionale non soltanto nella gestione e controllo dell’applicazione di linee-guida e protocolli, ma anche nella dotazione di strumenti organizzativi e di gestione delle risorse umane e non, al fine di ottimizzare e migliorare la funzione di distribuzione di emocomponenti negli ospedali di valle. Viene confermata l’adeguatezza dell’attuale articolazione del sistema, che vede la presenza di un Sit (Servizio di Immunoematologia e Trasfusione) con funzioni di Crs (Centro Regionale Sangue), un Ct (Centro Trasfusionale) e otto U.r (Unità di Raccolta), coordinati dal Dipartimento di Immunoematologia e Trasfusione. Si conferma la natura pubblica dei servizi trasfusionali, che implica la gestione pubblica anche delle unità di raccolta, con eventuale supporto da parte della associazioni dei donatori di sangue. Per le unità di raccolta si deve prevederne un incremento delle funzioni e delle responsabilità. Avviare la raccolta delle cellule staminali da sangue periferico e da cordone ombelicale in provincia di Trento I pazienti trentini, allorché nel loro percorso terapeutico necessitino del trattamento trapiantologico autologo (da sangue midollare e con cellule staminali da sangue periferico), si avvalgono per lo più della struttura ospedaliera della Provincia di Bolzano. Sono stati 37 i trattamenti con procedura trapiantologica midollare di tipo autologo eseguiti per il trattamento di pazienti trentini, di cui 31 presso il centro di Ematologia dell’Ospedale di Bolzano e 6 presso altri Centri vicini. Presso la nuova Struttura Semplice di Ematologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento nel corso del 2009 sono stati eseguiti 6 trattamenti con regime di mobilizzazione (Ciclofosfamide ad alte dosi o Citarabina ad alte dosi seguito dalla stimolazione con fattore di crescita leucocitario) e 10 ne sono stati effettuati nei primi cinque mesi del 2010, finalizzati alla raccolta delle cellule staminali emopoietiche presso il Centro Trasfusionale di Bolzano: per la prima volta si è potuto offrire al paziente trentino la possibilità di essere trattato in loco, con la necessità di trasferirsi fuori provincia solamente per la raccolta delle Cse, effettuabile con uno o due giorni di ricovero in regime di Day Hospital. Si può, quindi, prevedere, sulla base dei dati statistici del 2009 e 2010 e sulla base dell’attività clinica in essere presso la S.s. Di Ematologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento, che si potranno trattare in loco, presso la S.s. Di Ematologia della nostra Azienda Sanitaria Provinciale, almeno 12-15 pazienti/anno, per i primi anni. Il recupero dei costi è stimabile attorno a 600.000 Euro circa per i primi anni con incrementi consistenti a regime. Va inoltre incrementata e resa omogenea sull’intero territorio provinciale la Raccolta di cellule staminali da sangue cordonale. La Provincia favorisce la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso allogenico a fini solidaristici. Importante e necessaria è la convenzione con le strutture accreditate viciniori, all’interno della rete nazionale di Banche dedicate Promuovere il Sistema di gestione per la qualità L’applicazione di un Sistema Qualità alle strutture trasfusionali è presupposto fondamentale per garantire una rete trasfusionale caratterizzata da aspetti di efficacia, efficienza e sicurezza. Tramite il processo di autorizzazione e accreditamento la Provincia provvede ad assicurare la presenza e il mantenimento dei requisiti delle strutture trasfusionali. Valorizzare il volontariato La Provincia di Trento riconosce il ruolo fondamentale del volontariato organizzato e rappresentato dalle Associazioni dei donatori volontari di sangue, alle quali va il merito del conseguimento e mantenimento dell’autosufficienza di sangue nella provincia di Trento. La Provincia favorisce pertanto lo sviluppo associativo, nella consapevolezza del ruolo svolto dalle Associazioni nella gestione, in sinergia con il Ssn, del livello essenziale di assistenza costituito dalle terapie trasfusionali, secondo un modello di sussidiarietà rispetto al servizio pubblico, nonché nella collaborazione alla diffusione di corretti stili di vita, in sintonia con l’educazione alla salute . La cultura della solidarietà e della partecipazione di cui i volontari sono portatori è un patrimonio da valorizzare e promuovere da parte del Servizio sanitario. L’azienda sanitaria cura pertanto il mantenimento della fidelizzazione dei donatori attraverso l’adeguata partecipazione delle Associazioni di Volontariato alla programmazione dell’attività di raccolta, con assunzione di responsabilità da parte della Associazioni riguardo al raggiungimento degli obiettivi concordati. La Provincia favorisce la partecipazione delle Associazioni dei donatori di sangue alla programmazione operativa delle attività annuali, sia negli organi collegiali del Dipartimento di Immunoematologia e trasfusione e nel Comitato aziendale per il buon uso del sangue, sia nell’ambito della Commissione tecnica provinciale per i servizi trasfusionali, istituita con deliberazione n.1752 di data 11 luglio 2008, nella quale le Associazioni di volontariato sono rappresentate. I rapporti tra le Associazioni sono regolati da specifiche convenzioni di durata triennale, in conformità allo schema approvato dalla Giunta provinciale. Lo schema di convenzione con le Associazioni di volontariato dei donatori di sangue è approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 1751 del 11 luglio 2008.  
   
   
LA CONFERENZA STATO REGIONI DÀ PARERE FAVOREVOLE ALLA FARMACIA DEI SERVIZI  
 
Roma, 23 novembre 2010 - “Il parere favorevole della Conferenza Stato Regioni ai decreti applicativi del Dl 153/2009 rappresenta un momento fondamentale in quel processo di rinnovamento della professione che la Federazione degli Ordini dei Farmacisti ha avviato nel 2006 a Palazzo Marini, quando nel nostro Documento programmatico avevamo indicato la farmacia centro di servizi polifunzionale come la chiave per adeguare il servizio farmaceutico alla domanda di salute sul territorio” dice Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti. Il modello della farmacia dei servizi delineato dalla Federazione, come il Ministro Fazio ha subito riconosciuto, è infatti un elemento fondamentale del riassetto dell’assistenza, che vede uno spostamento delle cure sul territorio in una società sempre più anziana, lasciando all’ospedale il trattamento dei pazienti acuti. “Per anni abbiamo perseguito l’obiettivo della farmacia dei servizi, cercando alleanze, forti della validità dei nostri argomenti e ponendoci come un interlocutore del Ministero, del Parlamento e delle Regioni. Ora che è stato delineato il quadro delle nuove prestazioni che le farmacie potranno erogare, si apre una nuova fase” prosegue Mandelli, “in cui la normativa generale andrà declinata in funzione delle esigenze di ciascuna Regione. Comincia ora una stagione di nuovi obiettivi professionali, perché ai servizi ora introdotti occorrerà prepararsi adeguatamente: si tratta infatti di agire per la salute dei cittadini in un modo completamente nuovo. E’ una fase in cui dobbiamo rinsaldare la collaborazione con le altre figure sanitarie, a cominciare dal medico di medicina generale, dall’infermiere e dal fisioterapista. Infatti siamo tutti chiamati a operare senza invasioni di campo ma con una grande capacità di interagire a vantaggio del cittadino. E’ chiaro che il compito primario del farmacista resta la dispensazione del farmaco, ma oggi la funzione della farmacia di presidio sempre accessibile a tutti, e il grande favore che i cittadini riservano al professionista che opera in farmacia, trova un importante riconoscimento. E’ un’occasione che tutti i farmacisti devono cogliere fino in fondo, a vantaggio dei cittadini, dell’ottimizzazione delle risorse del Servizio sanitario e anche della nostra professione”. La Federazione, in questo momento di grande soddisfazione, vuole ringraziare il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, e i suoi collaboratori, i rappresentanti delle Regioni e tutti i colleghi delle professioni sanitarie che hanno voluto condividere questo progetto.  
   
   
AGGIORNAMENTO DELL``OFFERTA DI VACCINAZIONI NELLE MARCHE, MEZZOLANI: "STRUMENTO DI PREVENZIONE PER TUTELARE LA SALUTE".  
 
Ancona, 23 Novembre 2010 - Promuovere la salute attraverso le vaccinazioni, efficace strumento di prevenzione contro numerose malattie che colpiscono la popolazione. E` l´obiettivo che la Regione Marche intende conseguire, aggiornando l´offerta di vaccini disponibili. Su proposta dell´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani, la Giunta regionale ha adottato un atto di indirizzo e di coordinamento per disciplinare l´attivita` dell´Asur (Azienda sanitaria unica regionale). ´I vaccini rappresentano una delle armi di prevenzione piu` efficaci a disposizione della sanita` pubblica ´ afferma Mezzolani ´ Promuoverli significa tutelare la salute e scongiurare rischi, specie nelle fasce giovanili, contribuendo a contenere la diffusione di alcune malattie a livello locale o mondiale. L´uso dei vaccini, percio`, va incentivato, secondo calendari di somministrazione che necessitano di continui aggiornamenti per risultare efficaci e garantire la massima copertura´. Nella Regione Marche le coperture vaccinali sono, per quasi tutti i vaccini, in linea con quelle medie nazionali, tranne che per pneumococco e meningococco. Tra gli obiettivi principali di queste linee guida, concordate anche con i rappresentanti dei pediatri di famiglia ´ ribadisce l´assessore - c´e` proprio l´ incremento della vaccinazione contro pneumococco e meningococco attraverso l´offerta gratuita per tutti i nuovi nati e l´adozione di un calendario vaccinale in grado di assicurare la somministrazione contemporanea di piu` vaccini nella massima sicurezza. Le linee guida adottate dalla Regione disciplinano anche le vaccinazioni per i viaggiatori nelle zone a rischio e la formazione del personale sanitario delle Zone territoriali..  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO:IL TESTO INTEGRALE DELLE DIMISSIONI DI VENTURONI  
 
Pescara, 23 novembre 2010 - Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera di dimissioni di Lanfranco Venturoni da assessore regionale alla Sanità: "Al Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Caro Gianni,qualcuno ha scritto che "attendere" è uno dei verbi della politica, ma tu mi mi conosci: io sono cresciuto, nella vita, nella professione e nella politica, nella certezza che il verbo fosse sempre e soltanto uno: fare. "Fare" nel segno della giustizia, della legalità, del rispetto delle regole, delle persone e delle leggi. Per questo intuirai, tu che negli anni hai imparato a riconoscere anche i miei umori, quanto la vicenda della quale sono vittima, e non a caso non dico protagonista, ma ripeto, vittima, non sia per me solo un passaggio, un momento, uno scoglio di quelli nei quali, quando cerchi di tenere salda la rotta, può succedere di incagliarsi. Lo so che, in questo momento, logica vorrebbe che io restassi in silenzio, ad aspettare il correre degli eventi, a continuare a preparare i dettagli di una "difesa" della quale continuo a non sentirmi obbligato, perché io so di non avere mai commesso un atto, non uno, per il quale io debba difendermi. Così come so, con la più profonda delle certezze, di non aver mai messo la mia Regione, il mio presidente, il mio partito, i miei elettori e soprattutto il cognome della mia famiglia nelle condizioni di dover soffrire per una mia azione. Eppure, in queste ore, quella sofferenza io la sento. Perché io, oggi, sono "il cattivo", l´assessore regionale salito agli onori delle cronache nazionali per aver esposto, la sua Regione, ad un "nuovo scandalo" giudiziario, contribuendo a trasmettere dell´Abruzzo e di noi abruzzesi, un´immagine che non ci appartiene e che ci mortifica ingiustamente. Io oggi sono "l´assessore" che non può svolgere degnamente il ruolo al quale il presidente della Regione l´ha chiamato, perché costretto a restare confinato negli spazi del proprio Comune. Io oggi sono "l´eletto" che non può svolgere degnamente il ruolo al quale i suoi elettori l´hanno chiamato, perché costretto a restare confinato negli spazi di un orizzonte minimo. Non è giusto. E non è da me. Per quanto, ho sentito il momento di non dover declinare più il verbo "attendere" e, presa carta e penna ho deciso di affidarti queste mie riflessioni. Qualche anno fa, don Tonino Bello, scrisse: "Se oggi non sappiamo attendere più, è perché siamo a corto di speranza". Non è il mio caso. Se oggi io non so attendere più è perché sono a corto di pazienza. Mi spazientisce il senso profondo dell´ingiustizia che sto patendo, il linciaggio morale che prescinde da ogni pur minima verifica, il gioco al massacro di chi deve, sempre e comunque, trovare il "mostro" da sbattere in prima pagina, il malinteso giustizialismo servile di chi spera di lucrare un vantaggio, politico e personale, dall´altrui disgrazia. Mi spazientiscono le voci di tanti, di troppi. Mi spazientiscono anche i timori di poter dare di me, e del mio intendere la Politica quale servizio vero, quale missione "alta" dell´agire umano, solo l´immagine di un attaccamento ad un ruolo ed ad una poltrona. Tu sai quanto, nella mia storia politica, le "poltrone" siano state per me strumenti del fare, mai posizioni dell´apparire; così come sai, fin troppo bene, con quanta facilità io abbia saputo imboccare la porta, quando sentivo venir meno la possibilità di agire per il Bene Comune. Così, arrivo allo scopo vero di queste mie righe, che è uno scopo che pretende l´ufficialità della parola scritta e la serietà degli atti certi, in un momento nel quale tutti sembrano impegnati a confondere la politica in un magma indefinito. Io mi dimetto. Con queste righe comunico formalmente al mio Presidente Gianni Chiodi la mia disponibilità a rimettere immediatamente nelle mani del Governatore le deleghe che vuole affidarmi. Non è una resa, la mia, non ne sarei capace per indole e formazione, ma è la necessità i fare chiarezza, di offrire al mio Presidente, al mio Partito, alla mia gente, la conferma del mio considerarmi , da sempre "al servizio di ...". E questo continuerò a fare: continuerò a battermi, tutti i giorni, per la giustizia, la legalità, il rispetto delle regole, delle persone e delle leggi. Perché non conosco altro modo di vivere. Teramo, 22 novembre 2010-11-22. Con affetto Lanfranco Venturoni".  
   
   
COSTI STANDARD IN SANITA`: ALLE MARCHE LA MIGLIORE PERFORMANCE PER QUALITA` DEL SERVIZIO ED EFFICIENZA DELLA SPESA. IL PRESIDENTE SPACCA: ´CONFERMATA LA BONTA` DEL PERCORSO DI PROGRAMMAZIONE E GESTIONE´..  
 
Ancoan, 23 Novembre 2010 - ´Livelli di qualita` del servizio superiori alle Regioni piu` virtuose e maggiore efficienza della spesa: grazie a questi due indicatori certificati, la sanita` delle Marche registra le migliori performance in Italia. Non lo dice la Regione, bensi`, ancora una volta, un´indagine nazionale. Un riconoscimento particolarmente significativo in queste giornate che hanno visto infuriare numerose polemiche sui livelli di performance della sanita` marchigiana, con giudizi avventati che sono stati prodotti persino nella solennita` dell´Assemblea regionale. Questi dati confermano nuovamente la bonta` del percorso di programmazione e gestione intrapreso negli ultimi anni dalla Regione Marche che pero`, ora, dovra` affrontare nuove e ulteriori difficolta` a causa dei mancati trasferimenti dello Stato, che ammontano a 240 milioni di euro, 80 per ognuno dei prossimi tre anni´. Cosi` il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, commenta i dati presentati oggi a Milano al convegno nazionale Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) elaborati dagli economisti sanitari del centro di ricerche Cerm. Un´indagine che promuove la sanita` di otto Regioni pronte per il federalismo: tra queste figurano le Marche che, se fossero applicati oggi i costi standard, passerebbero l´esame e che sono giudicate dagli esperti come Regione con le migliori performance sia in termini di qualita` del servizio sanitario (tra l´altro recentemente certificata anche dal primo posto in Italia per basso numero di casi di malasanita`, come da tabella allegata), sia in termini di efficienza della spesa.  
   
   
OGGI A MILANO PRESENTAZIONE "PIEZOMUSICOLOR" PROGETTO PER VEDERE, TOCCARE E ASCOLTARE MUSICHE E SUONI CONSENTE UNA FRUIZIONE MULTISENSORIALE DEL SUONO: IPOUDENTI E NORMODOTATI  
 
Milano, 23 novembre 2010 - Vedere, toccare e ascoltare la musica e il suono. Un´esperienza straordinaria per chi non ha disabilità e per questo viene definito "normodotato". Un evento ancor più eccezionale se a fruirne sono sordi, audiolesi e persone il cui udito si va affievolendo con l´avanzare dell´età. Oggi tutto questo è possibile grazie al Progetto Piezomusicolor, promosso e cofinanziato dalla Direzione Generale Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia e dal Politecnico di Milano. Martedì 23 novembre, all´auditorium Giorgio Gaber presso il Palazzo della Regione Lombardia, sarà presentato il Kit Piezomusicolor, che consente una fruizione multisensoriale del suono: ipoudenti e normodotati - accomodandosi in poltrone strumentate poste di fronte a uno schermo sul quale si dipana dinamicamente, coi colori dell´arcobaleno, l´autoritratto analogico dei suoni, e nel contempo appoggiando le mani e la schiena su attuatori vibro tattili - possono vedere, toccare e, col residuo di udito, ascoltare la musica e la voce. Saranno presenti - insieme all´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, al direttore Dipartimento Energia del Politecnico di Milano Ennio Macchi, a Francesco Bassani, Presidente regionale dell´Ente Nazionale per la Protezione e l´Assistenza dei Sordi - anche coloro che hanno ideato, alla fine degli anni Novanta, il progetto Piezomusicolor: il fisico italiano Giuseppe Caglioti e il chimico fisico svedese, già docente all´università di Uppsala, Goran Ramme. I due studiosi hanno sviluppato il progetto insieme alla regista russa Tatiana V. Tchouvileva, già docente di estetica presso l´l´Istituto Statale di Cinematografia di Mosca e presso la Facoltà di Disegno Industriale del Politecnico di Milano. In occasione della presentazione del Kit è previsto un momento di "vibro-video-ascolto" di brani scelti da Tullio De Piscopo, il noto percussionista, che è anche insegnante alla Nuova Accademia di Musica Moderna di Milano. Ore 20.30, Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli (piazza Duca d´Aosta, 3 - Milano).  
   
   
SANITA´ INSICILIA: PROTOCOLLO ASSESSORATO-GDF CONTRO FALSI ESENTI DAL TICKET  
 
Palermo, 23 novembre 2010 - E´ troppo alto in Sicilia il numero dei cittadini che per le loro condizioni economiche hanno diritto all´esenzione totale dal pagamento del ticket sulle prestazioni sanitarie e per questo motivo saranno intensificati i controlli sia sulle esenzioni che su eventuali fenomeni di iper prescrizione in favore degli stessi soggetti esenti. E´ questo il principale obiettivo del "Protocollo d´intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra assessorato regionale della salute e il Comando regionale Sicilia della Guardia di Finanza in materia di controllo della spesa sanitaria", approvato e firmato ieri dall´assessore per la Salute Massimo Russo e dal generale Domenico Achille. La collaborazione tra assessorato e Guardia di Finanza prevede azioni mirate al controllo e al monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche e di specialistica ambulatoriale e all´interno di questa attivita´ costituira´ una priorita´ "ogni azione utile all´accertamento della legittima sussistenza delle condizioni economiche che configurano il diritto all´esenzione in base alla certificazione Isee (indicatore situazione economica equivalente). "Bisogna dare un segnale forte di trasparenza e legalita´ e la preziosa collaborazione con la Guardia di Finanza sara´ utilissima per centrare l´obiettivo - ha detto l´assessore regionale per la Salute Massimo Russo al momento della firma del protocollo d´intesa -. Troppe volte i cittadini siciliani assistono alle "furbate" di chi accampa diritti di esenzione e magari ha la disponibilita´ di una fuoriserie o di una villa al mare. E´ ora di contrastare in modo ancora piu´ efficace le piccole e grandi illegalita´ di chi, credendosi piu´ intelligente degli altri, provoca sprechi e appesantisce il bilancio della sanita´. E´ un passaggio fondamentale per recuperare ingenti somme di denaro sottratte alle casse regionali e per dare vita, di conseguenza, al gia´ annunciato ampliamento della fascia di esenzione per le prestazioni diagnostiche". "Il protocollo d´intesa - ha aggiunto il generale Domenico Achille - prevede una sinergia importante: attraverso lo scambio di informazioni mirate, incrociando i dati a disposizione e con la conoscenza, il monitoraggio e l´analisi dei flussi di finanziamento potremo garantire piu´ velocita´ e piu´ efficacia ai controlli sulle esenzioni. Individueremo gli abusi e li segnaleremo anche alle Asp di competenza affinche´ venga attivato l´iter amministrativo per il recupero delle somme dovute. Nella prima fase di attuazione del protocollo verificheremo le prestazioni erogate in regime di esenzione nel corso del 2009 e del primo semestre del 2010". Nel documento firmato tra l´assessorato regionale della Salute e la Guardia di Finanza si fa riferimento alla legge 133/2008 che prevede il potenziamento dei procedimenti di verifica delle esenzioni in base al reddito e impone verifiche obbligatorie da parte delle Asp sulle informazioni rese dagli assistiti in contrasto con le informazioni disponibili al sistema sanitario. Il protocollo d´intesa, che sostituisce quello firmato nel febbraio del 2008, prevede che l´assessorato regionale della Salute assicuri ai militari della Guardia di Finanza la disponibilita´ dei dati relativi ai soggetti esenti per reddito e delle prestazioni fruite dagli stessi a carico del servizio sanitario regionale provenienti dai flussi informativi regionali. Verra´ assicurata inoltre la disponibilita´ dei dati aggregati relativamente ai finanziamenti erogati dalla Regione siciliana che mettera´ a disposizione anche l´elaborazione dei dati del portale nazionale Sistema tessera Sanitaria per il controllo ed il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche, mediche, specialistiche e di assistenza protesica.  
   
   
COMPLETAMENTO OSPEDALE OLBIA OPERA IMPORTANTE PER TUTTA LA SARDEGNA  
 
Olbia, 23 Novembre 2010 - "Il completamento di questo padiglione dell´ospedale di Olbia è un evento importante non solo per la Gallura ma per tutta l´Isola”. Lo ha affermato il 22 novembre l´assessore della Sanità Antonello Liori durante l’inaugurazione del Padiglione dell’Accoglienza dell’ospedale Giovanni Paolo Ii di Olbia. "Sin dal mio insediamento, nonostante fosse sorto il problema del finanziamento, avevo preso l’impegno di completare l´opera e i soldi sono poi stati recuperati - ha proseguito l’esponente della Giunta Cappellacci -. Ora credo sia necessario trovare altri fondi per il completamento della struttura e mi impegnerò in tal senso. La sanità gallurese, trascurata per troppo tempo dalle precedenti amministrazioni regionali, sta finalmente ottenendo quello che compete a un territorio così importante e in continuo sviluppo. Solo nell´ultimo anno, tra investimenti per edilizia e tecnologia, la Gallura ha ottenuto circa 20 milioni di euro", ha concluso l´assessore Liori.  
   
   
INCONTRO PUBBLICO A CHALLAND-SAINT-ANSELME SULLA PREVENZIONE DEI TUMORI  
 
Aosta, 23 novembre 2010 - L’assessorato regionale alla sanità, salute e politiche sociali e l’Amministrazione comunale di Challand-saint-anselme informano che venerdì 26 novembre 2010, alle ore 20.30 nel Salone comunale di Challand-saint-anselme, in Fraz. Quincod 153, si svolgerà un’incontro pubblico sul tema Prevenzione dei tumori. Dopo un saluto del Sindaco Riccardo Perret, interverrà Gianmauro Numico, Dirigente della S.c. Di Oncologia medica presso l’Ospedale Umberto Parini di Aosta, che presenterà i corretti stili di vita riconosciuti a livello internazionale come strumento per prevenire alcune forme di neoplasie. L’incontro sarà chiuso dall’Assessore Lanièce che spiegherà le strategia adottate dall’assessorato in ambito di prevenzione e le attività di screening rivolte alla popolazione valdostana. «L’incontro – dichiara l’assessore Lanièce – vuole essere un modo per promuovere la salute: un corretto stile di vita e una sana alimentazione sono presupposti essenziali per prevenire alcune malattie, se poi si parla di tumori, per alcuni di essi, la prevenzione rimane l’unica arma per combatterli».  
   
   
LIGURIA : CONDIVISIONE DAL MINISTERO DI UN UNICO CENTRO ONCOLOGICO DI ALTA SPECIALITÀ  
 
Genova, 23 Novembre 2010 - Ieri in terza commissione è stato ascoltato Massimo Casciello, direttore del Dipartimento di ricerca scientifica e tecnologica del Ministero della salute. La presenza del rappresentante ministeriale era stata richiesta dalla commissione per approfondire i temi legati alla discussione del disegno di legge su Ist e S. Martino. Il direttore generale ha confermato la condivisione del progetto di istituzione di un unico centro oncologico di alta specialità. Durante la discussione sono emersi i seguenti importanti aspetti quali la conferma dell’assoluta necessità di avviare processi normativi ed amministrativi che garantiscano percorsi unificati nell’assistenza sanitaria, attraverso un deciso accorpamento delle funzioni di assistenza, didattica e ricerca legate all’oncologia. Tale necessità è attestata anche in relazione alle fughe di pazienti liguri verso altre regioni. Più nel dettaglio, rispetto al disegno di legge in esame il direttore generale ha dato atto che: 1.Rientra nella potestà legislativa regionale, ai sensi del decreto legislativo 288/03 la materia dell’organizzazione degli Irccs; 2.Sussiste la piena garanzia della continuità dei finanziamenti e del riconoscimento del carattere scientifico 3.Sussiste la piena facoltà di individuare un unico direttore generale; 4.Resta inalterato il percorso delineato dalla giunta regionale per i lavoratori precari. “Nella discussione –spiega l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo - è emersa inoltre la possibilità giuridica di adottare soluzioni normative di maggiore integrazione rispetto all’attuale proposta, permettendo in tal modo di realizzare una strategia complessiva ed una regia organica tale da consentire di raggiungere un livello di assoluta eccellenza in Italia, di offrire una risposta di qualità ai cittadini e di definire nella rete oncologica ligure una realtà centrale di riferimento. Anche in queste ulteriori ipotesi sarà comunque garantita la continuità del riconoscimento scientifico e i conseguenti finanziamenti ed i percorsi di stabilizzazione intrapresi”. In tale contesto l’assessore Montaldo ha ritenuto opportuno richiedere una sospensione dei lavori in commissione per i necessari approfondimenti e la conseguente presentazione di un eventuale emendamento al disegno di legge.  
   
   
27 NOVEMBRE 2010 : ANCHE A PAVIA SI CELEBRA LA GIORNATA NAZIONALE DELLA MALATTIA DI PARKINSON PRESSO IL CENTRO PARKINSON DELL’IRCCS MONDINO SI STUDIANO I SINTOMI PREDITTIVI DELLA MALATTIA E SI PROPONGONO NUOVE INDAGINI GENETICHE.  
 
Pavia, 23 novembre 2010 - Sabato 27 novembre anche a Pavia si celebra la Seconda Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson, campagna destinata a combattere la scarsa informazione, sensibilizzare sull’importanza della diagnosi precoce e diffondere la conoscenza sulle opportunità terapeutiche di questa grave patologia, che colpisce ogni anno circa 6.000 persone in Italia ed il cui esordio avviene anche prima dei 50 anni. L’iniziativa è promossa da Limpe (Lega Italiana per la lotta contro la Malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze) e da Dismov-sin (Associazione Italiana Disordini del Movimento e Malattia di Parkinson), da anni impegnate a diffondere la conoscenza sulla patologia e a favorirne la ricerca. Al loro fianco, in questa occasione, le associazioni di pazienti Parkinson Italia e Aip (Associazione Italiana Parkinsoniani), la cui collaborazione consentirà di dare maggiore impulso alla campagna. Con la partecipazione a questa iniziativa anche l’Istituto Irccs C. Mondino con la Dottoressa Roberta Zangaglia e il Dottor Claudio Pacchetti (Responsabile della Unità Operativa Parkinson e Disordini del Movimento) sostiene gli obiettivi della Giornata Nazionale e per sabato 27 novembre promuove le seguenti iniziative: Info point “Punto Parkinson” dalle 09:00 alle 13:00 presso il Centro e le sedi provinciali dell’Associazione Parkinson Pavese, Parkinson Italia di Vigevano e di Voghera. Sarà presente personale sanitario affiancato dai volontari dell’Associazione • Dalle 15:00 alle 18:00 si terrà, presso il Teatro Volta di Pavia, l’happening musicale “Melodie del Movimento”. Lo spettacolo è reso possibile grazie alla collaborazione del Comune di Pavia e del Centro Servizio Volontariato di Pavia La struttura aprirà le porte ai cittadini per fornire informazioni di carattere generale sulla malattia, sulle attuali terapie e sulle strategie più innovative, utili per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Saperne di più è un passo fondamentale verso una cura migliore e una più serena gestione della malattia in ambito familiare. Per questa ragione è stata nuovamente riproposta una Giornata completamente dedicata alla corretta informazione sulla Malattia di Parkinson. Limpe e Dismov-sin mettono a disposizione tutta la loro competenza ed esperienza, per aiutare i pazienti e le loro famiglie a comprendere meglio tutte le problematiche relative a questa patologia che spesso comporta importanti disabilità. Limpe nasce nel 1974, nel giro di pochi anni diventa il punto di riferimento per i neurologi italiani interessati alla Malattia di Parkinson, alle Sindromi Extrapiramidali e alle Demenze e si costituisce ente morale senza fini di lucro. Limpe ha basato la propria attività sull’interdisciplinarietà accogliendo sia i ricercatori di base (soprattutto neurofarmacologi e neurochimici) che i clinici e promuove la ricerca; inoltre, ha sempre ritenuto importante istituire e mantenere un contatto con i pazienti e i loro familiari e con le Associazioni dei Pazienti presenti sul territorio, riservando un’area dedicata ai pazienti sul proprio sito. Le Associazioni dei Pazienti, puntualmente presenti ad ogni Congresso Nazionale Limpe, sono un importante punto di riferimento per comprendere meglio la realtà e la quotidianità della Malattia di Parkinson. Dismov-sin costituisce la sezione italiana del Movement Disorders Society (Usa) rappresentando contemporaneamente una articolazione della Società Italiana di Neurologia ed è presente su tutto il territorio nazionale Scopo dell´Associazione è diffondere la conoscenza e favorire la ricerca in tema di malattie neurologiche che comportino una alterazione del normale movimento, quali, ad esempio, la Malattia di Parkinson ed i Parkinsonismi, i tremori, i movimenti involontari determinati da molteplici cause Il messaggio-chiave della campagna è sintetizzato nel claim “Cambia ritmo, Informati: il Parkinson si può curare”, che raggiungerà il grande pubblico anche attraverso uno spot radiotelevisivo cui ha prestato la propria voce Luciana Littizzetto: una speranza per chi – affetto dalla patologia o a contatto con chi ne soffre – può continuare a vivere la propria quotidianità grazie ad una diagnosi precoce e una cura corretta. L’istituto Irccs C. Mondino è tra i pochi ospedali in Italia con 12 letti dedicati ai casi complicati, atipici e avanzati di “Parkinson”: il Centro Parkinson del Mondino, diretto dal Dr Claudio Pacchetti, riceve molti pazienti da fuori Regione Lombardia, in una percentuale del 37% superiore all’ indice medio del 9% della regione Lombardia e di quello dei ricoveri nella Asl di Pavia del 16% (dati ufficiali Regione Lombardia anno 2008). A Pavia i malati di Parkinson trovano terapie ad alto contenuto tecnologico come l’impianto cerebrale di elettrodi per la stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation) effettuata in convenzione con l’ Unità di Neurochirurgia Funzionale dell’ Ospedale Galeazzi di Milano (Dr Domenico Servello); in particolare i pazienti che presentano severa sintomatologia “non-motoria” (allucinazioni, demenza e disturbi del sonno) possono essere monitorati di notte in una apposita “camera per la videoregistrazione del sonno” dotata di Video-polisonnografia, unica nel suo genere in quanto a ubicazione, in collaborazione con l’ Unità di Medicina del Sonno (Dr Raffaele Manni), La giornata nazionale della malattia di Parkinson offrirà al centro di Pavia l’occasione per presentare le strategie innovative già in atto per l’integrazione ospedale-territorio, per dare continuità di risposta ai bisogni delle persone malate e delle loro famiglie. Nasce da qui la naturale alleanza con le Associazioni laiche di pazienti e in particolare con l’Associazione Pavese Parkinsoniani – App (confederata a Parkinson Italia-pi), presente con 3 sedi a Pavia, Vigevano e Voghera. L’azione congiunta “Associazioni Parkinson-mondino” si riassume nelle parole “informare, formare e fare”. Dal mese di ottobre l’Associazione Pavese Parkinsoniani ha aperto un “Punto Parkinson” all’ interno del Mondino per offrire informazioni e servizi ai pazienti. In questo punto d’ incontro le persone hanno anche l’ opportunità di parlare con Infermieri del Mondino specializzati sul Parkinson. Approfondimento A cura del dott. Claudio Pacchetti, Resp. Uo Parkinson e Disordini del Movimento, Irccs Fond. C. Mondino -Pavia • Il Parkinson nell’ immaginario collettivo Il tremore e l’ età avanzata sono i due elementi che identificano questa patologia neurologica come una “malattia dei vecchi”. Questo però non è vero perché di Parkinson ci si può ammalare a 30 come a 80 anni e il tremore spesso non è presente. In genere i giovani hanno mutazioni genetiche come la Malattia da Parkina (Park 2). Di fatto il maggior numero di casi è sui 60-65 anni, età in cui nessuno più identifica oggi una persona anziana. Oltre ai tre sintomi motori principali, rigidità muscolare, rallentamento dei movimenti e tremore, quando presente, vi sono molti “sintomi non-motori”, orfani di terapie, come la depressione, l’ apatia, una ridotta sensibilità olfattiva (iposmia), stipsi, dolore, disturbi del sonno come sonnolenza diurna e incubi, deficit di attenzione e concentrazione, difficoltà di memoria e ridotta empatia. Questi sintomi compromettono in modo sostanziale la qualità di vita delle persone. • Sintomi predittivi di malattia Alcuni sintomi “non-motori” sono presenti molti anni prima che la malattia “motoria” dia segno di sé. Incubi con sogni agitati e urla, cadute dal letto e movimenti bruschi e violenti disturbano le notti dei pazienti (si chiamano parosonnie Rem) e anche l’iposmia allo stesso modo può essere un sintomo che anticipa la malattia motoria di molti anni. “Valorizzare questi sintomi è importante per una diagnosi precoce – dice il dottor Pacchetti- e se in futuro avremo a disposizione farmaci neuroprotettivi potremo intervenire prima che la malattia motoria inizi, disinnescando i meccanismi neurodegenerativi.” • Importanza degli studi di genetica Stabilire nei pazienti con Parkinson quale è la fragilità genetica che predispone alla malattia interagendo con fattori ambientali Offrire una diagnosi di certezza ai giovani colpiti da questa malattia riscontrando note mutazioni geniche come Park 2, Dj-1 e Pink-1 Un Centro di terzo livello come Centro Parkinson del Mondino di Pavia deve poter offrire questo servizio diagnostico • Il Parkinson in Provincia di Pavia Di seguito i dati della Asl di Pavia ottenuti da “database” amministrativi, riferiti all’anno 2007, riguardo il fenomeno Parkinson sul territorio provinciale, con particolare attenzione alla composizione della spesa del Ssn: Sono stati utilizzati come fonte: • Il Codice di Esenzione per Patologia 038 (Flusso Esenzioni) • Farmaci Atc al terzo livello pari a N04 • Ricovero ospedaliero con diagnosi principale o secondaria alle dimissioni da 332.0 a 333.0 (Flusso Sdo) • Ricoveri in Rsa accreditate (Flusso Sosia) • Specialistica Ambulatoriale (Flusso San) Sono risultati assistiti per Malattia di Parkinson e/o altri parkinsonismi 2.152 persone con età media di 70,6 anni. La popolazione residente della Provincia di Pavia è di circa 500.000 persone e risulta la più anziana della Regione Lombardia in particolare nel territorio dell’ Oltre Po; questo dato potrebbe essere messo in correlazione con la maggiore prevalenza di casi in questo territorio. L’elenco delle strutture che aderiscono alla Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson è disponibile sul sito internet www.Giornataparkinson.it o al numero verde 800 14 96 26. Per informazioni sulle iniziative organizzate dalle associazioni di pazienti Parkinson Italia e Aip (Associazione Italiana Parkinsoniani) contatta i siti internet www.Parkinson-italia.it/  e www.Parkinson.it/    
   
   
AL CENTRO ITALIANO ARTE CONTEMPORANEA DI FOLIGNO IL 18 DICEMBRE SI INAUGURA UNA PERSONALE DI GABRIELE BASILICO  
 
 Foligno, 23 novembre 2010 - Si inaugura il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno una personale di Gabriele Basilico. 18 dicembre 2010 - 31 gennaio 2011al Ad ospitare l’importante esposizione sarà il complesso architettonico del Centro Italiano Arte Contemporanea su entrambi i piani, spazio voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e dall’Amministrazione comunale che si sta sempre realizzando come una struttura viva, insediata nel centro storico di Foligno, e volta ad entrare in sinergia con il territorio, con le altre realtà del settore presenti nella Regione e con importanti figure di rilievo nazionale e internazionale. La mostra di Basilico ne è efficace testimonianza e muove dall’attenzione diffusa e crescente di una comunità sensibile fin dagli anni Sessanta alla ricerca artistica con particolare riferimento alle immagini del Contemporaneo in Umbria. La mostra di Gabriele Basilico, sviluppata in tre sezioni, articola tre “Ritratti” di città: Milano ritratti di fabbriche 1978-80, 40 fotografie in bianconero formato 60x90 cm., tratte dall’indagine fotografica sull’architettura industriale milanese, realizzata alla fine degli anni ’70. Mosca Verticale 2007-2008, 15 fotografie (di cui 8 a colori e 7 in bianconero) formato 100x130 cm. E 20 fotografie a colori formato 80x100 cm.. Le immagini spettacolari, realizzate riprendendo la città dalla sommità delle 7 Torri di Stalin, grattacieli costruiti tra gli anni ’40 e ’50, descrivono le recenti metamorfosi del paesaggio urbano di Mosca, consentendo una sorta di “immersione” nella città. Istanbul 05.010, 30 fotografie di formati diversi, in bianconero e a colori, che mostrano le complesse trasformazioni urbane della metropoli turca, documentate da Gabriele Basilico durante due campagne realizzate rispettivamente nel 2005, su invito della Ix Biennale Internazionale di Istanbul, e nel 2010, in occasione di Istanbul Capitale Europea della Cultura. Gabriele Basilico, uno dei maestri della fotografia contemporanea, è nato a Milano nel 1944. Architetto di formazione, dalla fine degli anni ’70, si è dedicato completamente all’attività di fotografo, concentrando il suo sguardo sul paesaggio urbano. Fino ad oggi Gabriele Basilico ha prodotto e partecipato a numerosissimi progetti in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri, tra i quali Bord de mer (1990), Porti di mare (1990), Beirut (1991), L’esperienza dei luoghi (1994), Sezioni del paesaggio Italiano (1998), Interrupted City (1999), Cityscapes (1999), Scattered City (2005), Intercity (2007). Silicon Valley (2007) , Roma (2007). Da sempre Basilico intreccia la sua instancabile indagine sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, e riflessioni presentate anche attraverso scritti, video e documenti. L’esposizione è accompagnata da trelibri/ cataloghi: Gabriele Basilico Milano ritratti di fabbriche, Federico Motta Editore, Milano 2009. Testi di Stefano Boeri e Roberta Valtorta. Gabriele Basilico Mosca verticale, Federico Motta Editore, Milano 2008. Testi di Gabriel Bauret, Christian Caujolle, Alessandro De Magistris, Umberto Zanetti. Gabriele Basilico Istanbul 05 010, Corraini Edizioni, Mantova 2010. Testi di marco Doninelli e Camillo Fornasieri.  
   
   
BIENNALE DESTINA AD ALLUVIONATI 68 MILA EURO. ZAIA: GRAZIE PER L’AIUTO DATO AI VENETI IN DIFFICOLTÀ  
 
Venezia, 23 novembre 2010 - “Ho telefonato personalmente al Presidente Paolo Baratta per ringraziarlo dell’iniziativa che ha messo in campo a favore degli alluvionati. I circa 68 mila euro di incasso della giornata di sabato rappresentano un aiuto concreto per tutti quei veneti messi in ginocchio dai danni provocati dal maltempo. E’ l’esempio di quella solidarietà che fa parte della nostra identità e che in questi giorni si concretizza nelle tante iniziative a favore delle persone in difficoltà.” Con queste parole il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ringrazia il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, per aver devoluto l’incasso della giornata di sabato scorso agli alluvionati. “La Biennale di Venezia è un’istituzione che da sempre costituisce un grande valore aggiunto per il Veneto e per il Paese – aggiunge Zaia - oltre che rappresentare un punto di riferimento per la cultura mondiale. E in questo momento difficile ha saputo dimostrare il suo grande attaccamento al Veneto e ai Veneti con questa importante iniziativa di solidarietà”.  
   
   
PALLAVOLO, PRESENTATO A MILANO IL CAMPIONATO DI SERIE A ATTIVITA´ PULITA CHE CONIUGA AGONISMO A DIVERTIMENTO  
 
 Milano, 23 novembre 2010 - Comincerà domenica 28 novembre, con il match fra Scavolini Pesaro e Riso Scotti Pavia, il 66mo Campionato di Pallavolo serie A Femminile ´Findomestic Volley Cup 2010/11´. Protagoniste della nuova stagione 26 squadre, di cui 12 in lizza per la Findomestic Volley Cup A1 e altre 14 per la Findomestic Volley Cup A2. La manifestazione sportiva è stata presentata questa mattina, nell´Auditorium Gaber della Regione, dagli assessori regionali allo Sport e Giovani Monica Rizzi e alla Sanità Luciano Bresciani, dal presidente della Federazione Italiana Pallavolo Carlo Magri e dal presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris. Oltre a diverse atlete pallavoliste, erano presenti, tra gli altri, anche il presidente della Commissione Bilancio alla Camera Giancarlo Giorgetti, l´attrice Giorgia Wurth, il cantante Francesco Baccini e l´ex pallavolista Andrea Lucchetta. "Prosegue il sodalizio tra Regione Lombardia e il mondo della pallavolo - ha detto l´assessore Rizzi - Nella nostra regione è infatti uno degli sport più diffusi e praticati. La pallavolo è uno sport leale, di grazia, di bellezza, che ha i valori del gioco di squadra pur senza il contatto fisico. Forse è per questi motivi che è lo sport di squadra di gran lunga preferito dalle ragazze: su oltre 200.000 tesserati, infatti, più del 60 per cento sono donne. Uno sport pulito in grado di coniugare l´attività agonistica a un sano divertimento, anche nell´ottica della prevenzione e dell´innalzamento della qualità della vita". Di salute e benessere ha parlato anche l´assessore alla Sanità Bresciani, che ha sottolineato come il binomio salute e sport sia inscindibile. "Noi lavoriamo a fianco dello sport - ha detto - esso racchiude prevenzione e disciplina, una scuola di vita importante anche per il futuro. Lo sport è anche prevenzione: con la pratica sportiva e l´ausilio di un´alimentazione sana, infatti, il nostro corpo trae giovamento. A breve organizzeremo degli eventi sportivi comuni ai due assessorati; già nei prossimi mesi una grande manifestazione coinvolgerà le 12 province lombarde, mettendo in evidenza tre parole chiave: sport, salute e prodotti locali". "Desidero - ha detto in conclusione l´assessore Rizzi - rivolgere alle atlete delle 12 squadre, tra le quali figurano le lombarde Bergamo, Pavia e Busto Arsizio, i miei auguri per le sfide che si apprestano ad affrontare, ricordando che lo sport non è costituito solo dai grandi eventi, ma è alimentato quotidianamente da decine di migliaia di persone che praticano attività a livello dilettantistico e che rendono questa disciplina un momento importante di aggregazione sociale". Al termine della presentazione l´assessore Rizzi ha partecipato alla premiazione degli atleti del campionato sportivo 2009/2010.  
   
   
PRMA: LO SPORT A CONGRESSO IL 26 E 27 NOVEMBRE IL FORUM DELLE SOCIETÀ SPORTIVE DELLA PROVINCIA.  
 
Parma, 23 novembre 2010 – Lo sport della provincia si riunisce: per discutere, per confrontarsi, per progettare e programmare insieme, per valutare i progetti avviati e quelli che verranno. Questo e molto altro promette il Forum delle società sportive della provincia di Parma, in programma per il 26 e il 27 novembre al Ridotto del Teatro Regio: una “due giorni” che vuole mettere al centro i protagonisti della ricca vita sportiva del nostro territorio. L’iniziativa è organizzata dal Coni con il patrocinio di Comune e Provincia di Parma. A Parma e nel Parmense lo sport è protagonista di primo piano: non solo per merito di esperienze societarie e imprenditoriali di assoluto prestigio ma anche grazie a una diffusa partecipazione. Sono in tanti, nel nostro territorio, a praticare lo sport, riconoscendosi nei suoi più autentici valori formativi, educativi, di crescita sociale e umana, e facendo dello sport parte integrante della propria vita: un ingrediente anzi essenziale della qualità di vita delle persone, del loro benessere. L’intento del Forum è proprio quello di mettere in luce questo patrimonio (un patrimonio che ha portato in città e provincia primati a livello nazionale), e di mettere a fuoco insieme gli ambiti su cui lavorare nei prossimi anni, con l’obiettivo di migliorare ancora. La due giorni sarà incentrata in particolare sul tema del volontariato, linfa vitale di tante società e di tanta parte del movimento sportivo del nostro territorio. “Un tema cruciale, perché tutte le società sportive oggi vivono sulle persone che ci lavorano in chiave volontaria. Già oggi la risposta è estremamente qualificata: noi tutti, insieme, vogliamo confrontarci su come sostenere e promuovere ulteriormente il volontariato sportivo, in una visione anche di prospettiva”, ha spiegato nella presentazione di oggi in Provincia il responsabile dell’Agenzia per lo Sport della Provincia Walter Antonini. “Quest’appuntamento vuole essere una seconda fase degli Stati generali dello sport organizzati lo scorso anno. L’idea – ha detto il presidente provinciale del Coni Gianni Barbieri - è quella di un dialogo e di un confronto aperto con le società, in particolare sul tema del volontariato: le ascolteremo e raccoglieremo le loro esigenze in un momento che è effettivamente particolare. Il movimento sportivo ha infatti bisogno di nuovi volontari, perché c’è un po’ di crisi in questo settore: occorrono nuove leve. Noi come Coni vogliamo essere vicini alle società anche in questo, e dar loro una mano per continuare”. Al forum del 26 e 27 parteciperanno tecnici, dirigenti e altri protagonisti nel mondo dello sport. Tra gli interventi previsti quelli dell’assessore comunale allo Sport Roberto Ghiretti, del responsabile dell’Agenzia provinciale per lo Sport Walter Antonini, del presidente del Coni di Parma Gianni Barbieri e di William Reverberi, presidente del Coni Emilia Romagna. Il 27, sempre al Ridotto del Regio, a chiudere la due giorni del Forum, il Coni assegnerà poi le benemerenze sportive nazionali: stelle al merito sportivo e medaglie al valore atletico consegnate ad atleti, dirigenti e società del territorio. Nel complesso saranno 18 benemerenze. “Le stelle al merito sportivo – ha spiegato Barbieri - saranno assegnate a dirigenti e società. Le medaglie al valore atletico, invece, ad atleti che si sono classificati nei primi tre posti ai campionati mondiali delle rispettive discipline”. Le stelle al merito sportivo andranno a Pierluigi Cocconi, Franco Criscuoli, Giuseppe Ferrari, Rolando Furlotti, Vittorio Longi, Gianni Mora, Erio Iori, Florio Manghi, Mauro Melegari, Fernand Montali. Tra le società saranno premiate la Fulgor Basket Fidenza e il Motoclub di Salsomaggiore. Le medaglie al valor atletico andranno invece ad Adriano Malori, Gianrico Anghinetti, Francesco Tegoni, Laura Cotti, Stephanie Ray e Teo Turchi.  
   
   
QUINTA BIENNALE INTERNAZIONALE DI FERRARA, DUE PROGETTI A CURA DI SABRINA FALZONE  
 
Ferrara, 23 novembre 2010 - Nell’ambito della quinta edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara tra il 7 e il 21 dicembre 2010 il critico e storico dell’arte Sabrina Falzone presenterà due esposizioni d’arte contemporanea intitolate “Logos e Pathos. Una geografia intellettuale ed emozionale dell’arte” presso il Chiostro di Sant’anna e “Luci e ombre della mente. Corrispondenze tra genio e follia” presso la Sala del Borgonuovo nel centro storico di Ferrara. Il catalogo è curato dall’Editoriale Giorgio Mondadori, mentre l’evento si avvale del Patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comune di Ferrara e dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara. Il Prof. Paolo Orsatti, presidente dell’ente organizzatore Ferrara Pro Art, ci spiega: <<La Biennale di Ferrara “Dal Bunker all’Estasi” ha l’intento di ospitare nella città estense un ampio panorama dedicato alle arti visive e contemporanee. Ma, come elemento innovativo, oltre ad artisti di talento, si è costituito un team di curatori di livello nazionale in forte crescita di attività e capaci di produrre, nei prossimi anni, veri e propri “som/movimenti artistici”. L’apparato espositivo sarà disposto nelle varie locations storiche ad alta suggestione situate nel cuore della città patrimonio dell’Unesco.>> La curatrice Sabrina Falzone ci indica che <<nel percorso espositivo di “Luci e ombre della mente” della V Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara l’artista dimostra una continua esigenza di rinnovare e rinnovarsi, oltre ad un irreprensibile desiderio di indagare gli aspetti più arcani dell’iconologia artistica. L’assonanza iconologica è rintracciabile non solo tra l’impeto della luce e il motivo dell’estasi ma anche tra l’immagine dell’ombra e il concetto di “bunker” come inaspettate anticipazioni dell’ancestrale dialogo tra inconscio ed aspirazione. Le opere esposte approfondiscono il tema del conflitto interiore e l’avventura della mente verso altri luoghi. Alcuni autori si concentrano sulle ombre, le tenebre del colore che sono emblema di stasi ma anche origine e proiezione della coscienza umana, mentre altri propongono il rapimento del colore, mediante il trionfo della luce o del movimento. La mostra intende mettere in evidenza da un lato l’abisso della mente umana, dall’altro la sua elevazione mistica.>> Gli artisti ammessi alla sezione espositiva “Luci e ombre della mente” sono Boz, Roberto Rodolfo Cami, Regina Di Attanasio, Jacquelin Domin, Luisa Fabris, Claudio Fazzini, Suzana Lotti, Antonella Modàffari Bartoli, Loredana Mortellaro, Francesca Pettinato, Renée e Maria Savino. Mentre tra gli autori selezionati per “Logos e Pathos” figurano Mirko Cervini, Davide Clemente, Achille De Tommaso, Marco Fattori, Vesna Pavan, Cinzia Pigini, Chiara Rossato, Martina Tapinassi, Raffaele Autunnale e Ars Maiora, un innovativo gruppo artistico formato da Marta Boccone, Fiamma Pagliari, Daniela Mantegazza, Valerio Tizzi, Gloria Giovanella, Tomaso Albertini, Ingrid Predaroli Tonesi e Ciro Belvedere. Secondo la curatrice “Dal Bunker all’Estasi” può essere interpretato come <<il trapasso dal Logos al Pathos, senza tuttavia escludere la simultaneità degli stati di coscienza: la coesistenza, e talvolta il conflitto, dell’istinto con la ratio. Il progetto espositivo “Logos e Pathos” vuole proporre una vera e propria geografia intellettuale ed emozionale dell’arte contemporanea, analizzando con accentuata perizia il terreno delle assonanze e delle analogie che contraddistinguono due concetti complementari del temperamento umano ed è proprio sul fondamento della complementarità tra logos e pathos che gli artisti in mostra riflettono attraverso i molteplici linguaggi delle arti visive. Sul tessuto della ricerca artistica odierna, l’esposizione individua lo sposalizio tra la razionalità dell’intelletto umano e l’emisfero irrazionale dell’artista, rintraccia l’esigenza profonda di un connubio tra la realtà e la fantasia, proietta sulla tela o sulla materia l’incontro tra l’attualità e lo scenario onirico. Gli artisti formulano nuove metodologie comunicative, affinando la sperimentazione eclettica delle tecniche artistiche e l’impiego dei materiali più disparati>>. (tratto dal testo critico ufficiale del Catalogo Mondadori della 5a Biennale)  
   
   
SPORT IN ABRUZZO: MASCI PREMIA BRUNI VOMANO ED ALTRI QUATTRO ATLETI TROFEI A D´ANDREAMATTEO, DI EUGENIO, DI BIASE E GRYMALSKA  
 
 Pescara, 23 novembre 2010 - La società Bruni Vomano di Morro d´Oro di atletica leggera, la tennista pescarese, Anastassia Grymalska, il golfista Luca D´andreamatteo, la pattinatrice Simona Di Eugenio e l´atleta di Wushu Kung Fu, Antonia Di Biase, sono stati premiati, questa mattina, a Pescara, nella sede della Regione, dall´assessore allo Sport, Carlo Masci. "Sono sempre più orgoglioso e felicemente stupito del fatto che in Abruzzo - ha esordito l´assessore Masci - vivono e si allenano atleti che riescono a distinguersi a livello nazionale ed internazionale, nelle più svariate discipline. Nonostante ciò - ha proseguito - quasi mai vengono considerati adeguatamente per quanto sono in grado di fare e per i risultati che sono in grado di ottenere. La Regione, invece, proseguendo un discorso avviato fin dal momento dell´insediamento di questa Giunta, continua nella scelta di dare visibilità a chi, a prezzo di enormi sacrifici, porta in giro per il mondo l´immagine positiva dell´Abruzzo". L´atletica Bruni Vomano, rappresentata dal suo presidente Ferruccio D´ambrosio, ha meritato il riconoscimento per lo storico scudetto conquistato nei campionati nazionali a squadre di atletica leggera. Un successo che non ha precedenti nella storia dello sport regionale e che ha finito per coronare una stagione da incorniciare. Tra gli atleti di spicco tesserati con la Bruni Vomano si segnalano l´ex campione mondiale di salto con l´asta, Giuseppe Gibilisco, ed il mezzofondista Pietro Pelusi. L´atleta di Martinsicuro e portacolori della Bosica pattinatori, Simona D´eugenio, ha, invece, vinto il titolo mondiale nei 10 mila metri a punti/eliminazione ai campionati di pattinaggio corsa di Guarne, in Colombia. Una vittoria di grande prestigio dopo l´argento della scorsa edizione. Da una disciplina di grande tradizione per lo sport abruzzese come il pattinaggio velocità, con il golfista D´andreamatteo, primo giocatore professionista in regione, l´Abruzzo si affaccia alla ribalta internazionale anche in una disciplina emergente e di gran moda in Italia. Tesserato con il Golf club di Miglianico, D´andreamatteo, nonostante i suoi 18 anni, vanta già un handicap di 2.3 ed il prossimo anno si cimenterà con i grandi nel circuito Pro. La ventenne atleta teatina, Antonia Di Biase, neo campionessa europea di Wushu Kung Fu nella categoria dei 75 kg. Ai campionati di Antalya, in Turchia, non è nuova ad imprese del genere visto nel 2009, ai mondiali di Toronto, era già riuscita a conquistare la medaglia di bronzo. Chi ha cominciato a prendere gusto con le vittorie anche nel circuito professionistico è la ventenne tennista pescarese, ucraina di origine, Anastassia Grymalska. Attualmente al numero 399 del ranking mondiale, Anastassia è reduce dai successi nei tornei Itf di Settimo San Pietro, dove ha sconfitto l´ex numero 35 al mondo, Karin Knapp, e Vila Real de San Antonio (Portogallo). Ad inizio dicembre concluderà la stagione in Spagna nel torneo da 10 mila dollari di Benicarlo. A tutti gli atleti l´assessore Masci, affiancato dal consigliere regionale Emiliano di Matteo e dal presidente regionale del Coni, Ermanno Morelli, ha augurato un 2011 ancora più brillante e ricco di successi.