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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Marzo 2011
LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA CAMBIA LA PERCEZIONE DELLE CARDIOPATIE  
 
Bruxelles, 10 marzo 2011 - L´8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Società europea di cardiologia (Esc) ha presentato delle ricerche che rivelano che, pur essendo più a rischio degli uomini di soffrire di malattie cardiovascolari (Mcv), le donne sono ancora poco rappresentate nei test clinici relativi a questo tipo di patologia. In un numero speciale del European Heart Journal (Ehj), il periodico ufficiale dell´Esc, due studi condotti da scienziati in Canada, Italia e Svezia hanno rivelato che i trattamenti consigliati dalle linee guida sono scarsamente applicati sulle donne. Benché siano ampiamente percepite come problema di salute maschile, le malattie cardiovascolari sono responsabili del 55% dei decessi femminili rispetto al 43% di decessi maschili. Inoltre, in Europa muoiono più donne per Mcv di quante ne muoiano per tumore del seno, che colpisce solo il 3% delle pazienti. Negli ultimi vent´anni sono aumentati i casi di infarto miocardico (Im) nelle donne di età compresa tra 35 e 54 anni, mentre è diminuita la sua presenza tra gli uomini appartenenti allo stesso gruppo di età. Uno dei principali obiettivi dell´Esc in occasione della Giornata internazionale della donna è mettere in discussione queste percezioni erronee. Il primo studio, condotto da un´équipe di scienziati provenienti da Canada e Italia, ha analizzato i dati medici di 4.471 uomini e 2.087 donne che hanno subito un attacco cardiaco (sindrome coronarica acuta) tra il 1999 e il 2003. Nel complesso, al 75,6% delle donne esaminate erano stati somministrati betabloccanti rispetto al 79,4% degli uomini e al 56,37% delle donne erano stati prescritti agenti ipolipemizzanti rispetto al 65,44% degli uomini. Inoltre, 55,52% delle donne era stata trattata con Ace (Enzima di Conversione dell´Angiotensina)-inibitori rispetto al 59,99% degli uomini. Si è anche scoperto che alle donne il cateterismo cardiaco era prescritto con meno frequenza che agli uomini. I ricercatori hanno rilevato che sono molteplici i fattori che determinano queste differenze nei trattamenti. Uno è l´età del paziente: è più probabile che le donne sviluppino insufficienze cardiache in un´età più avanzata e i medici potrebbero avere maggiori remore a prescrivere farmaci a persone anziane. Un altro fattore è la presenza di insufficienze cardiache congestizie: è più probabile che le donne sviluppino questi problemi durante un attacco cardiaco e molti medici sono restii a prescrivere betabloccanti a pazienti che li stanno già sperimentando. "Sappiamo da anni che alle donne sono prescritti trattamenti diversi rispetto agli uomini, ma ora lo studio modifica questa filosofia e inizia a spiegare il perché di questa situazione", commenta Raffaele Bugiardini dell´Università di Bologna, autore principale della ricerca. Nel secondo studio, condotto da ricercatori svedesi, è stato analizzato l´uso di farmaci cardiovascolari e di coronarografia diagnostica in 7.195 uomini e 5.005 donne che manifestavano dolori al petto ed erano sospettati di essere affetti da coronaropatie (Cad). Le loro ricerche hanno svelato che all´83% delle donne era stata prescritta l´aspirina prima di essere sottoposte a coronarografia, rispetto all´86,1% degli uomini. Tuttavia, lo studio ha anche evidenziato che tra i più giovani del campione (coloro di età inferiore ai 59 anni), il 78,8% delle donne che era stata sottoposta ad angiografia soffriva di coronaropatia non significativa rispetto al 42,3% degli uomini. Anche la malattia del tronco comune o la coronaropatia trivasale sono state riscontrate con maggiore frequenza negli uomini. Questi risultati hanno aiutato a fare un po´ di luce sulle difficoltà affrontate dal personale clinico durante la diagnosi. "Il problema identificato è che se un medico vede una donna tra i 55 e i 60 anni con sintomi atipici in pronto soccorso è difficile che pensi automaticamente a un attacco cardiaco", dice Marco Stramba-badiale dell´Esc. "È molto importante che i dati relativi alle donne siano analizzati separatamente perché spesso ci sono differenze nella farmacodinamica, la farmacocinetica e la fisiologia rispetto agli uomini e questo potrebbe far sì che l´efficacia dei farmaci sia del tutto diversa nelle donne". Per meglio comprendere la fisiologia femminile quando si tratta di curare problemi cardiaci, l´Esc conduce da lungo tempo campagne per una maggiore inclusione delle donne nei test clinici e, in occasione di questa Giornata internazionale della donna, sta invitando l´Agenzia europea per i medicinali (Emea) a fare dell´equa rappresentanza femminile nel campione un prerequisito per la concessione di licenze per agenti farmaceutici. Il dott. Stramba-badiale continua: "Il problema è che, sebbene le donne siano associate a esiti cardiovascolari meno positivi, sia tra gli operatori sanitari sia nell´opinione pubblica persiste l´erronea concezione che le malattie cardiovascolari nelle donne non siano gravi come negli uomini". Per maggiori informazioni, visitare: Società europea di cardiologia (Esc): http://www.Escardio.org/pages/index.aspx  European Heart Journal: http://eurheartj.Oxfordjournals.org/    
   
   
IN TOSCANA ANCHE PER PROTESI E PACE-MAKERS, A PARITÀ DI QUALITÀ VINCE IL PREZZO PIÙ BASSO  
 
Firenze, 10 marzo 2011 - Un altro, importante passo della sanità toscana nella direzione di appropriatezza, efficacia, sostenibilità, buon uso delle risorse, innovazione, formazione. Lo compie la delibera approvata nell’ultima seduta di giunta, “Linee di indirizzo per l’acquisizione e la gestione di talune categorie di farmaci e dispositivi medici per le aziende sanitarie della Toscana”. La delibera stabilisce che d’ora in avanti, le procedure per l’acquisto di protesi d’anca, pace-makers, defibrillatori impiantabili, elettrocateteri, e mezzi di contrasto (i farmaci che servono per radiografie ed altri esami) verranno fatte da un unico Estav per le aziende di tutta la regione (finora, ogni Estav – centro, nord-ovest, sud-est – faceva gli acquisti per le proprie aziende). E soprattutto, a parità di qualità, una quantità non inferiore ai due terzi dell’intera fornitura regionale verrà acquistata dalla ditta che offrirà il prezzo più basso. Secondo i tecnici questa nuova impostazione consente, a parità di qualità dei dispositivi utilizzati, significativi risparmi e permette contemporaneamente una migliore ed omogenea qualificazione delle prestazioni erogate. La delibera ribadisce il principio che per garantire al cittadino e agli operatori del sistema sanitario toscano la scelta dei prodotti di elevata qualità, questa sia preliminarmente, a prescindere dal costo, valutata da apposite commissioni costituite da professionisti del Ssr. A tali commissioni verrà anche dato l’incarico di valutare, sempre su base regionale, per quelle categorie di prodotti soggetti a rapido sviluppo tecnologico, la reale innovazione, in modo tale da rendere disponibili immediatamente e su tutto il territorio regionale i conseguenti vantaggi sanitari. “Come abbiamo già fatto, e stiamo continuando a fare, per i farmaci – spiega l’assessore Daniela Scaramuccia – così vogliamo fare anche per i dispositivi medici come le protesi, i pace-makers e altri. Sempre tenendo alta l’attenzione alla sicurezza e alla tracciabilità delle procedure e dei prodotti per la salvaguardia della salute dei cittadini, si tiene conto anche dell’economicità della prestazione: a parità di qualità il prezzo più basso. In questo modo, saremo noi a condizionare il mercato, e non viceversa. Naturalmente, i dispositivi dovranno avere i requisiti di qualità necessari per entrare nel nostro sistema sanitario. Per questo, gli Estav incaricati delle gare dovranno istituire apposite commissioni che valuteranno questa condizione. Anche gli operatori dovranno essere adeguatamente formati per usare correttamente i prodotti selezionati. Tutto questo ci consentirà tra l’altro, di liberare risorse da investire nell’innovazione, che, come è indicato nella delibera, rappresenta la sfida che il sistema toscano raccoglie, pure in questo momento di ristrettezze economiche, tracciando l’orientamento alle modalità organizzative e di governo”. Nella suddivisione dei compiti, l’Estav nord-ovest avrà l’incarico delle procedure di acquisizione delle protesi d’anca (primo impianto), mentre l’Estav centro si occuperà delle procedure per l’acquisizione di pace-makers, defibrillatori impiantabili, elettrocateteri e mezzi di contrasto, per tutte le aziende sanitarie toscane. Secondo la delibera, i capitolati di gara dovranno prevedere il raggruppamento dei prodotti in lotti omogenei per tecnologia e target di utilizzo; e l’aggiudicazione dovrà avvenire per lotti interi, affidando almeno i due terzi delle quantità previste per ogni singolo lotto all’impresa che avrà riportato il miglior punteggio, in base ai parametri congiunti della qualità e del prezzo, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Ribadendo l’esclusione dall’utilizzo, su tutto il territorio regionale, di dispositivi che, a parere delle sopraddette commissioni tecniche, non abbiano sufficienti e documentati requisiti di qualità in termini di sicurezza, efficacia, affidabilità ed usabilità, l’utilizzo di altri dispositivi diversi da quelli aggiudicati (per un quantitativo non superiore a un terzo dei consumi reali) dovrà essere riservato a quei casi in cui il medico rileva documentata e giustificata esigenza. E’ sempre la delibera a prescrivere che, quando l’uso dei prodotti aggiudicati comporterà la necessità di uno specifico addestramento da parte degli operatori che dovranno utilizzarli, questo dovrà essere regolamentato dalle direzioni aziendali, con oneri a carico della ditta aggiudicatrice.  
   
   
ANCHE UN CUORE ANZIANO PUÒ DONARE UNA VITA  
 
Roma, 10 marzo 2011 – Il convegno ‘Anche un cuore anziano può donare una vita. Nuove acquisizioni scientifiche per nuove opportunità di donazioni’, organizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, in collaborazione con il Centro nazionale trapianti, che si terrà venerdì 11 marzo alle 13.00 presso la Sala Marconi del Cnr, Piazzale Aldo Moro, 7 – 00185 Roma. Verrà presentato lo start-up a livello nazionale del progetto ‘Adonhers’, che prevede l’allargamento della disponibilità per il trapianto di cuore ai donatori over 55, dopo un primo progetto pilota in Emilia-romagna e Toscana. Interverranno il presidente del Cnr, Luciano Maiani, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci, e il Direttore del Cnt, Alessandro Nanni Costa.  
   
   
LEGGERE IL PENSIERO NON È PIÙ FANTASCIENZA “VEDERE” IL CERVELLO DURANTE I PROCESSI COGNITIVI. SETTIMANA DEL CERVELLO A PAVIA 13-20 MARZO 2011  
 
 Pavia, 10 marzo 2011 - La Fondazione “Istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino” di Pavia aderisce per il secondo anno consecutivo alla “Settimana Mondiale del Cervello” (13-20 marzo 2011), un’occasione di incontro con i cittadini per far conoscere le strutture e i servizi dell’Istituto. Con l’iniziativa “Ospedale aperto” nei giorni 14-15-16-18 marzo, dalle ore 14 alle ore 16, a chiunque volesse visitarlo e ricevere informazioni. Accanto a numerose conferenze divulgative, in calendario sabato 19 marzo, è prevista anche una conferenza per gli operatori sanitari lunedì 14 marzo in Aula Berlucchi, dal titolo emblematico “Leggere l’attività del cervello”. Negli ultimi tempi si stanno sperimentando tecniche sempre più innovative nel settore delle neuroimmagini, finalizzate a leggere e registrare l’attività elettrica delle cellule cerebrali: grazie a sofisticati computer, micro-chip e scanner in via di sperimentazione, si potrà comprendere appieno il funzionamento del cervello e studiare nuovi farmaci per la cura delle malattie neurologiche come, ad esempio, l´Alzheimer, ma anche – perché no – investigare i sogni e il pensiero di ognuno di noi. Nel nostro cervello, infatti, in particolare nella zona lobo temporale, dove avvengono i processi mentali, restano “tracce di memoria”, ricordi indelebili, che possono essere decifrati. La conferenza in programma il 14 marzo al Mondino intende fare il punto della situazione su questa nuova frontiera delle Neuroscienze, tra timori e speranze per il futuro. “Il recente sviluppo tecnologico ha consentito una estesa analisi non invasiva del sistema nervoso, che può essere impiegata sia a scopi clinici che per comprendere approfonditamente le funzioni cerebrali dell´uomo – spiega il prof. Egidio D’angelo, fisiologo dell’Università di Pavia coinvolto nel progetto - La magnetoencefalografia (Meg) e la risonanza magnetica funzionale (fMri) permettono di visualizzare vari aspetti delle funzioni cerebrali. La stimolazione magnetica transcranica (Tms) consente di stimolare il sistema nervoso centrale inducendo plasticità sinaptica ed attivando selettivamente specifici circuiti. Infine le tecniche di fisiologia cellulare consentono di studiare i meccanismi funzionali dei neuroni che possono poi essere ricostruiti mediante complessi modelli matematici. In questo simposio verrà illustrato il ruolo fondamentale della fMri, Meg e Tms nello studio delle funzioni cerebrali in relazione ai sottostanti processi neuronali e di rete.” 19 Marzo Conferenze Divulgative Per I Cittadini - Ore 10-11.30 Aula Berlucchi - Malattia Di Parkinson E Cellule Staminali - Dr Claudio Pacchetti - La terapia con cellule staminali nelle malattie neurodegenerative, e in particolare nelle sindromi parkinsoniane, ha per i pazienti il fascino di una terapia risolutiva che porta alla guarigione definitiva. Nonostante i pochi studi controllati pubblicati su riviste scientifiche abbiano dato esiti sostanzialmente negativi, sono molte le persone che a fronte di gravi malattie e di assenza di terapie affrontano il “viaggio della speranza” alla ricerca di una cura. Sono molti i centri all’estero che fuori dalle rigide regole di una sperimentazione clinica ufficiale offrono terapie a base di staminali con costi rilevanti e invariabilmente con risultati non soddisfacenti. Per constatare quanto il mercato sia fiorente basta una rapida ricerca sul web dove sono numerosissime le offerte di cura con staminali in vetrina per i pazienti parkinsoniani. Occorre trovare nuovi equilibri per la cura della “cronicità”, e occorre anche dare risposte a quello che già si prospetta come un nuovo flusso migratorio, dopo quello degli anni ’90 per la Dbs, verso paesi Cee o extraeuropei che offrono terapie con cellule staminali. Durante l’ incontro con i cittadini interessati verranno affrontati i punti salienti, riguardanti la ricerca e le attuali possibilità terapeutiche. Aula Mondino - La Gestione Delle Cefalee Croniche Dr.ssa Marta Allena - Il capitolo delle cefalee croniche interessa trasversalmente l’intera classificazione delle cefalee e dei disordini dolorosi del capo; sono croniche, infatti, alcune complicanze di cefalee primarie (emicrania cronica), ed alcune cefalee primarie stesse che si presentano come croniche in alcuni loro sottotipi (cefalea di tipo tensivo, cefalea a grappolo, hemicrania parossistica, hemicrania continua). Alcuni studi di popolazione hanno evidenziato che circa il 2.5% dei pazienti con emicrania episodica a bassa o alta frequenza mensile di crisi progredisce ogni anno verso l’emicrania cronica, una sindrome caratterizzata da crisi di cefalea per > 15 giorni al mese da almeno tre mesi, molto disabilitante e meno sensibile ai trattamenti acuti e preventivi rispetto alla forma episodica. E’ stato stimato che circa il 4% della popolazione generale soffre di cefalea cronica, e ne sono colpite tutte le fasce di età. Queste percentuali aumentano notevolmente se riferite ai centri cefalee specialistici, dove la cefalea cronica rappresenta una delle forme più comuni di cefalea per cui il paziente richiede assistenza. Sono stati individuati dei fattori di rischio connessi con lo sviluppo di cefalea cronica, alcuni dei quali non modificabili (il sesso femminile, l’età, la predisposizione genetica, il basso livello socio-economico) ed altri modificabili (l’uso eccessivo di farmaci sintomatici e di caffeina, la frequenza mensile degli attacchi, le comorbidità psichiatriche ed i disturbi del sonno, l’obesità) sui quali è possibile intervenire per prevenire il peggioramento e la cronicizzazione della cefalea. L’uso eccessivo di sintomatici è, tradizionalmente, considerato uno dei fattori più comuni di cronicizzazione dell’emicranica. Un settore di particolare importanza è costituito, infatti, dalla cefalea da abuso di farmaci, una cefalea cronica secondaria che si sviluppa da una forma primaria di cefalea (più spesso emicrania o cefalea di tipo tensivo) in seguito all’uso elevato e regolare di farmaci sintomatici assunti per il trattamento acuto degli attacchi dolorosi. Dopo il trattamento e l’interruzione brusca del farmaco di “abuso” (effettuata con strategie differenti, sia in regime di ricovero ospedaliero che ambulatoriale), un’alta percentuale di pazienti può presentare una recidiva a distanza di mesi o anni ed il rischio maggiore si verifica entro 12 mesi dalla disintossicazione. La gestione delle cefalee croniche rappresenta, data la loro complessità, una sfida per il medico specialista sia sul piano clinico che socio-economico. La differenziazione delle varie forme croniche, la prevenzione della progressione in cefalea cronica, l’identificazione dei fattori di cronicizzazione e l’impostazione del trattamento farmacologico e non farmacologico, richiedono una strategia di gestione integrata della malattia che coinvolge numerose discipline e servizi sanitari interconnessi al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti. Aula Rossi - Epilessia In Eta’ Pediatrica: Nuove Prospettive Prof. P. Veggiotti - L’epilessia in età pediatrica è un’evenienza non rara e colpisce l’1% della popolazione infantile con punte più elevate fino al 5% nei primi tre anni di vita. Le nuove tecniche di indagine sia in ambito neurofisiologico/neuroradiologico sia in ambito genetico metabolico hanno permesso di identificare nuove forme infantili che fino ad oggi avevano un’eziologia non conosciuta , aprendo per esse nuove prospettive terapeutiche mirate frutto della comprensione della problematica (malformativa , metabolica , genetica) che sta alla base della malattia. Altro grande problema dell’epilessia infantile è la presenza di una percentuale vicina al 30% di pazienti che non rispondono ai farmaci antiepilettici tradizionali; in questo ambito verranno presentate nuove terapie alternative ai tradizionali farmaci e che possono aiutare questi soggetti a superare la loro farmacoresistenza. Ore 11,30- 13.00 Aula Berlucchi - Ictus E Genetica Dr.ssa Anna Bersano - L’ictus è una delle più importanti cause di disabilità e mortalità nei paesi occidentali ma i suoi meccanismi patogenetici non sono ancora completamente chiariti. Vi sono evidenze da studi condotti sui gemelli o sulle famiglie che i fattori genetici contribuiscono alla patogenesi dell’ictus. I disordini a eredità monogenica, in cui esiste una mutazione causativa, spiegano solo una minima parte di ictus familiari, ma si ritiene tuttavia che la bassa incidenza di queste malattie sia in parte imputabile alla loro sottodiagnosi. Tuttavia si ritiene che la maggior parte degli ictus sia di origine poligenica e che ci siano fattor genetici che agiscono in maniera sinergica nel contribuire alla patogenesi dell’ictus o dei suoi fattori di rischio. Una serie di studi sono stati condotti sia su malattie rare ad eredità monogenica (mendeliana o mitocondriale) sia mirati all’identificazione di geni o polimorfismi associati all’ictus cerebrale o ai suoi fattori di rischio. Identificare una possibile causa genetica di ictus è importante per mettere in atto misure terapeutiche, laddove possibile, di prevenzione, di counseling genetico e di pianificazione familiare. Aula Mondino - Sclerosi Multipla E Ipotesi Vascolare Dr Roberto Bergamaschi - L’incontro “Sclerosi Multipla e ipotesi venosa” si propone di informare sulle attuali conoscenze riguardanti un argomento che sta suscitando grandissimo interesse in ambito medico e da parte dei mass-media. In particolare, è stato recentemente ipotizzato che una difficoltà di deflusso del sangue dal cervello, per la presenza di restringimenti o occlusioni nelle vene del collo o della colonna vertebrale (definita globalmente come Insufficienza Venosa Cerebro-spinale Cronica, Ccsvi) possa avere un ruolo nello sviluppo della sclerosi multipla (Sm). Il flusso del sangue venoso rallentato o addirittura invertito potrebbe determinare, a monte, un danno al tessuto cerebrale e potrebbe dare inizio al processo infiammatorio immuno-mediato proprio della Sm. Alcuni studi hanno confermato la presenza di Ccsvi in un’elevata percentuale di malati di Sm, altri studi hanno osservato percentuali inferiori, altri ancora sono risultati totalmente negativi. La notevole discrepanza tra i risultati delle varie ricerche porta al momento a considerare con prudenza quale sia l’effettivo ruolo della Ccsvi nella Sm, e rende necessari ulteriori studi per chiarire una serie di quesiti tuttora irrisolti sulla Ccsvi: 1. È la causa della Sm? 2. È una concausa della Sm? 3. È la conseguenza della Sm? 4. È un riscontro occasionale senza rilevanza patologica? La risposta a tali quesiti è di fondamentale importanza, perché solo quando sapremo rispondere adeguatamente ad essi saremo in grado di sostenere l’utilità o meno di un intervento chirurgico per correggere la Ccsvi. Aula Rossi - Malattie Neurodegenerative E Sclerosi Laterale Amiotrofica Prof. Mauro Ceroni - Charcot ha scoperto e descritto con precisione ancora oggi stupefacente la Sla nel 1870 La grande maggioranza delle altre malattie degenerative del Sn è stata descritta entro i primi 20-30 anni del ‘900 Eppure sino al 1990 nessun significativo avanzamento è stato fatto nella comprensione dei meccanismi patogenetici di queste forme Il capitolo delle malattie degenerative rappresenta nella sistematizzazione della Patologia Generale (branca medica tipicamente italiana legata all’enorme impatto della figura di Golgi) quel gruppo di malattie che sfuggono per definizione all’individuazione di una causa precisa Esse sono essenzialmente malattie del Sn. Perché il Sistema Nervoso? • Perché è costituito da cellule neuronali perenni che non devono essere cambiate durante la vita (l’apprendimento verrebbe compromesso!) • Esistono cellule neuronali staminali, ma solo nei bulbi olfattivi e nelle aree periventricolari e non è stata dimostrata alcuna rilevanza funzionale delle stesse • Perché il Sistema Nervoso? • I neuroni embrionali dopo essersi replicati in ondate rapidissime (fino a 250.000 cellule al minuto) migrano radialmente e vengono selezionati attraverso la competizione per il target e l’apoptosi di tutte le cellule superflue • Si stanno accumulando evidenze che l’unità funzionale che permette la prodigiosa longevità dei neuroni è una stretta simbiosi con gli astrociti e gli oligodendrociti, cellule che invece vengono rinnovate a partire da un precursore comune durante tutto il life-span • Perché il Sistema Nervoso? • La lunga durata nel tempo dei neuroni li espone all’accumulo di alterazioni metaboliche e strutturali potenzialmente lesive dell’omeostasi cellulare • Per tale motivo, è verosimile che invecchiamento cerebrale e malattie degenerative siano strettamente correlati • In particolare, una funzione che sembra essere critica da questo punto di vista è rappresentata dalla corretta processazione delle proteine. Che cos’è la neurodegenerazione? • Provocatoriamente voglio proporre che le malattie neurodegenerative rappresentino per i neuroni quello che i tumori rappresentano per svariatissimi tessuti del nostro organismo • Tumori e neurodegenerazione, infatti, costituiscono un sovvertimento dei meccanismi che mantengono la vitalità e l’efficienza funzionale di tessuti • Che cos’è la neurodegenerazione? • Il meccanismo di gran lunga più diffuso in natura per il mantenimento della vitalità e dell’efficienza funzionale dei tessuti è rappresentato dalla replicazione cellulare • Nel Sn l’elevata complessità strutturale (anche del Snp!) e soprattutto la necessità nel Snc di assicurare il mantenimento di apprendimenti che durano anche svariati anni (linguaggio!), ha richiesto la scelta evolutiva di cellule (i neuroni) non ricambiabili • Che cos’è la neurodegenerazione? • Il processo neurodegenerativo rappresenta quindi l’intrinseca difficoltà biologica del mantenimento della vitalità e della efficienza funzionale di cellule non ricambiabili, che perdurano per tutto il life-span • Così, come il tumore rappresenta un problema biologico di difficile soluzione perché espressione della sregolazione di uno dei meccanismi fondamentali della vita biologica (la replicazione cellulare), la neurodegenerazione rappresenta un problema analogo per la sopravvivenza neuronale Che cos’è la neurodegenerazione? • Esiste una stretta correlazione tra invecchiamento e neurodegenerazione al punto che è possibile affermare che la neurodegenerazione rappresenta un limite all’estensibilità della durata della vita umana difficilmente valicabile • Invecchiamento e neurodegenerazione • La correlazione è particolarmente evidente nel caso della malattia di Alzheimer • L’incidenza della malattia sale rapidamente con l’aumento dell’età fino a raggiungere il valore di oltre 1:3 sopra gli 85 anni • Placche senili, degenerazione neurofibrillare, perdita neuronale e gliosi sono caratteristiche comuni alla m. Di Alzheimer e all’invecchiamento • Invecchiamento e neurodegenerazione • Una netta correlazione con l’età esiste anche per la malattia di Parkinson, mentre è ancora discussa per la Sla • Una degenerazione dei neuroni dopaminergici della substantia nigra è presente nell’invecchiamento cerebrale fisiologico.  
   
   
BOLZANO, SANITÀ: DELEGAZIONE BAVARESE RICEVUTA DALL´ASSESSORE THEINER  
 
Bolzano, 10 marzo 2011 - La formazione degli infermieri, l’assistenza medica e psichiatrica sono stati i temi al centro del recente incontro dell’assessore provinciale Richard Theiner con una delegazione della frazione socialdemocratica del Parlamento bavarese. Nel corso dell’incontro con l’assessore provinciale alla famiglia, sanità e politiche sociali, Richard Theiner, la delegazione della frazione socialdemocratica del Parlamento bavarese, guidata da Walter Rehberg, ha toccato alcune tematiche di particolare interesse ed attualità come ad esempio la formazione degli infermieri, l’assistenza medica e quella psichiatrica. In particolare l’assessore ha sottolineato come negli ultimi 15 anni la Provincia di Bolzano si sia impegnata per creare una rete di assistenza psichiatrica presente sul territorio. “In questo senso sono state ampliate e create ex novo delle strutture psichiatriche a livello territoriale” ha affermato Theiner “allo scopo di offrire ai cittadini un’assistenza rispondente alle loro esigenze e nelle loro immediate vicinanze. Nel corso del 2009 sono state assistite nei centri di salute mentale operanti a livello provinciale 9283 persone, Nello stesso anno sono state assistiti dai servizi psicologici 7445 pazienti”. Per quanto riguarda i medici di medicina generale, meglio noti come "medici di famiglia", Theiner ha sottolineato che il loro rapporto con la Provincia è regolato da un contratto collettivo. Attualmente operano in Alto Adige 277 medici di base e vi sono circa 15 posti non ancora coperti. È previsto un medico di base ogni 1500 residenti e l’assessore ha informato la delegazione bavarese anche riguardo agli orari di apertura degli ambulatori, alle viste domiciliari ed al servizio di reperibilità. Un altro argomento di particolare interesse per la delegazione bavarese era la formazione del personale infermieristico che in Alto Adige è affidata alla Scuola “Claudiana” di Bolzano dove le lezioni sono tenute in italiano e tedesco. Il praticantato viene svolto presso le strutture sanitarie provinciali accreditate sotto la guida di tutor.  
   
   
SANITA´ IN ABGRUZZO: CHIODI, DA GOVERNO 200 MLN PER DEBITO PREGRESSO  
 
L´aquila, 10 marzo 2011 - Via libera del governo al prestito di 200 milioni di euro in favore dell´Abruzzo per ripianare parte del debito di 360 milioni sulla sanità. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, al termine della riunione tenuta a Roma con i responsabili del ministero dell´Economia. Il prestito, che dovrà essere restituito in 30 anni, si è reso necessario per far fronte in parte al debito provocato, nelle precedenti legislature, dallo spostamento nel bilancio regionale di risorse del Fondo sanitario nazionale. In sostanza, i precedenti governi regionali avevano dirottato risorse destinate unicamente al sistema sanitario regionale all´interno del bilancio regionale per spese correnti. La somma "distratta" dal 2004 al 2007, "che ora tocca a questo governo regionale ripianare", accusa il presidente della Regione, sarà reintegrata con il prestito di 200 milioni e con l´utilizzo di 160 milioni dei fondi Fas. "Ci siamo trovati di fronte ad un´alternativa ben precisa - spiega il presidente Chiodi -: aumentare la tassazione su imprese e persone oppure dilazionare l´ulteriore deficit nei prossimi 30 anni con un prestito. Abbiamo scelto questa seconda strada perché se da un lato essa rischia di penalizzare le generazioni future e va contro un mio principio di governo, dall´altro evita un´ulteriore tassazione che rischiava di soffocare il sistema economico abruzzese che proprio negli ultimi mesi sta registrando confortanti segnali di uscita dalla crisi economica internazionale. In un momento in cui l´Abruzzo è certificato essere la quarta regione in Italia per indice di crescita e l´ottava per aver destinato fondi alle Pmi, andare ad indebolire la competitività delle imprese con un´ulteriore tassazione significava ritardare processi di crescita necessari per rilancio dell´occupazione e dello sviluppo". Su questo punto il presidente della Regione ha ribadito che il percorso di risanamento della sanità regionale "è a buon punto" e che "per il 2011 sul fronte dell´indebitamento si attendono risultati ben al di sopra delle più rosee aspettative. Purtroppo - ha sottolineato Chiodi - ci siamo trovati di fronte ad un debito preesistente, figlio di un´eredità molto pesante delle precedenti giunte regionali alla quale abbiamo messo riparo".  
   
   
REGINA ELENA: CRESCE LA SALUTE DELLE DONNE! MAGGIORE PREVENZIONE, BUONA QUALITÀ DI VITA E MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA AIUTANO AD AUMENTARE LE PERCENTUALI DI GUARIGIONE E SOPRAVVIVENZA DELLE PAZIENTI ONCOLOGICHE  
 
Roma, 10 marzo 2011 – Aumenta il numero delle guarigioni e aumenta soprattutto la salute delle pazienti oncologiche. Se in generale l’aumento della sopravvivenza in Europa a 5 anni dalla diagnosi di tumore è del 5% per gli uomini, per le donne è del 7% sul totale dei casi, mentre per il solo tumore al seno si è passati dal 74 all’83%*. Radicale è l’inversione di rotta per i tumori ovarici, in questo caso la sopravvivenza è del 30-40% rispetto al 20% di qualche decennio fa. Fare i controlli periodici ed effettuare indagini come il pap-test e la mammografia ha completamente mutato le statistiche relative ai tumori femminili. Se da un lato cresce il numero delle diagnosi perché sempre più precoci e a causa dell’allungarsi dell’età della popolazione, dall’altro aumentano anche le strategie e gli interventi terapeutici sempre più multidisciplinari e personalizzati. Nell’incontro dell’ 8 marzo a Roma ”L’immagine ritrovata: la centralità della vita delle pazienti” emerge come le donne vogliono essere sempre più informate sui progetti di prevenzione, ma anche su prognosi, decorso terapeutico e su tutto ciò che può migliorare la loro vita durante e dopo la lotta alla malattia, per essere pienamente consapevoli e vivere al meglio la propria esistenza. Non rinunciano alla sessualità, alla gravidanza e all’esperienza della maternità. Imparano a gestire i sintomi legati alla tossicità di talune terapie e adeguano la corretta alimentazione in un percorso dove la cura integrata della propria persona e del proprio corpo pone dei bisogni e trova risposte condivise. Preservare la qualità di vita di un paziente oncologico rappresenta un obiettivo davvero impegnativo dell’oncologia attuale. E’ una sfida che si può affrontare solo grazie alla collaborazione tra diverse competenze mediche, per gestire i diversi aspetti terapeutici e per indirizzare le pazienti in un percorso personalizzato sui bisogni di ognuna. La giornata si è aperta con lo scambio di saluti tra le sedi di Roma e Napoli dove si svolge in contemporanea la seconda edizione de “L’immagine ritrovata”. Il Prof. Francesco Cognetti, Direttore Dipartimento Oncologia Medica Ire e il Prof. Giovanni Scambia, Direttore del Dipartimento per la tutela della salute della donna e della vita nascente, promotori dell’iniziativa hanno illustrato lo spirito dell’iniziativa. “ La nostra attenzione – dichiara il Prof. Cognetti - è rivolta alle differenze di genere nelle patologie e nella loro cura e abbiamo imparato che il benessere psico-fisico è un alleato nel combattere meglio determinate malattie. Nel caso dei tumori femminili inoltre possiamo fin da subito contare su una buona alleanza terapeutica con la donna, sempre più consapevole e combattiva.“ “La cultura della qualità di vita – sottolinea il Prof. Scambia - è tipica dei nostri tempi: in oncologia oggi è molto più diffusa rispetto a qualche anno fa perché molte patologie si possono curare, le pazienti vivono più a lungo e l’attenzione alla qualità di vita è diventata pertanto un aspetto fondamentale del percorso terapeutico. Oggi disponiamo di numerose risorse che aiutano le pazienti a superare l’esperienza dalla malattia.” La Prof.ssa Paola Muti, Direttore Scientifico dell’Istituto Regina Elena (Ire) ha illustrato un ampio progetto di prevenzione del tumore mammario rivolto alle donne in menopausa e svolto in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano e la regione Sicilia. “Il Progetto Tevere - spiega - è di prevenzione primaria, cioè lavoriamo sulle donne sane e cerchiamo di evitare che si ammalino di tumore alla mammella. Utilizziamo per fare questo un antidiabetico di ampio consumo che è la metformina, caratterizzato da assenza di effetti collaterali, per prevenire la neoplasia al seno che insieme a quella al colon, ha un fattore di rischio legato ad uno stato di “iperinsulinemia” o di diabete latente.” Sono vari i fattori che espongono al rischio di sviluppare tumori, per alcuni è importante la familiarità. “I tumori ereditari della mammella e dell’ovaio – spiega la Dott.ssa Antonella Savarese, Oncologia Medica Ire - colpiscono una donna su dieci e rappresentano il 10-15% di queste neoplasie. Dal punto di vista della rilevanza scientifica e sociale, l´identificazione di mutazioni genetiche predisponenti al cancro comporta una serie di implicazioni che riguardano principalmente gli aspetti della diagnosi precoce, nonché le ripercussioni psico-emotive e gli strumenti preventivi per la riduzione del rischio di ammalare.” Toccante la testimonianza di Silvia Mari, autrice de “Il Rischio”, volume in cui racconta la propria storia ed il percorso che ha effettuato prima di giungere ad una decisione non semplice e “radicale” per una donna. “Per quanto riguarda la fertilità e la gravidanza – evidenzia il Prof. Pierluigi Benedetti Panici, Direttore del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia Policlinico Umberto I – quello che fino a qualche tempo fa sembrava eroico oggi è diventato possibile in molti casi. Grazie alla terapia chirurgica conservativa o farmacologica di nuova concezione le pazienti possono mantenere la capacità riproduttiva.” “L’assenza di conseguenze sul feto di madri sottoposte a precedente chemioterapia- precisa la dott.Ssa Domenica Lorusso, Ginecologia Oncologica del Policlinico Agostino Gemelli - è ormai provato, purché si rispettino dei tempi ritenuti “di sicurezza” tra la chemio e la gravidanza. Infine un argomento ancora molto dibattuto ma nel quale si cominciano ad acquisire certezze e’ la possibilità di effettuare trattamenti antitumorali quando il tumore viene diagnosticato durante la gravidanza stessa.” Attenzione inoltre alla dieta, che ha un enorme potere di prevenire la formazione di tumori, di modularne la crescita e di migliorare la prognosi dei pazienti .” Tutti gli studi che hanno analizzato la relazione fra dieta e cancro – illustra la Dott.ssa Debora Rasio - Medicina Clinica, Sapienza - Università di Roma – sembrano evidenziare come un terzo di tutti i tumori sia prevenibile con una corretta alimentazione. I cibi contengono infatti sostanze in grado di modulare tutti i principali meccanismi di segnale coinvolti nella cancerogenesi: metabolismo di sostanze cancerogene, riparo del Dna, proliferazione cellulare, apoptosi, infiammazione, immunità, differenziazione, capacità di invasione tissutale, angiogenesi, regolazione ormonale ed energetica cellulare, sia in cellule normali che in cellule tumorali.” “L’entità degli effetti collaterali – specificano il Dott. M. Milella, Oncologia medica Ire e Dott.ssa Claudia Marchetti, Ginecologia Policlinico Umberto I – della chemio non si presta a discriminazioni di genere, tuttavia alcuni aspetti clinici, specie se intrecciati al vissuto familiare e sociale, possono essere analizzati con uno sguardo più specificamente rivolto alle pazienti attraverso una particolare attenzione ai protocolli di prevenzione per anemia e nausee. I nuovi farmaci a bersaglio molecolare invece presentano effetti tossici che inducono disagi nella vita di relazione perché si evidenziano sulla pelle del volto, i capelli e le unghie.” “Il nostro approccio come dermatologi – spiega il Dott. Antonio Cristaudo, responsabile del Servizio di Allergologia Isg - prevede che al paziente vengano prescritti farmaci per contrastare le manifestazioni cutanee, ma cerchiamo anche di fornire anche tutta una serie di raccomandazioni pratiche utili ad affrontare la vita di tutti i giorni. Queste includono consigli dermocosmetici e dermoestetici per il trattamento di viso e unghie, informazioni su come affrontare l’esposizione al sole, e tutto quanto possa migliorare il più possibile la qualità della vita e l’immagine corporea dei nostri assistiti.” “Il Servizio di Psicologia del nostro Istituto – sottolinea la Dr.ssa Patrizia Pugliese, Responsabile del Servizio di Psicologia Ire - attua interventi psicologici in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alla fase terminale ed integrati alla cura medica. Tale modello si avvale di un ventaglio di attività psicologiche diversificate quali la rilevazione precoce ed il trattamento del distress psicologico, la presenza degli psicologi di reparto, l’inserimento dello psicologo come figura stabile nei Disease Management Team (Dmt), l’affiancamento della figura psicologica a quella medica negli ambulatori dove si affrontano gli esiti dei trattamenti o nell’ambulatorio del dolore dove è più significativa la considerazione ed il trattamento della componente psicologica del sintomo.” Altri argomenti di enorme interesse sono i diritti in ambito lavorativo dei pazienti e dei loro familiari, il rapporto tra infermieri e pazienti e l’importanza della solidarietà testimoniata dalle associazioni di volontariato e Onlus operanti in ambito oncologico in Italia ed anche in paesi meno sviluppati, come Favo, Komen, Iris e Oncologia per l’Africa, insieme a numerose testimonianze di pazienti e familiari.  
   
   
COS’È IL RISCHIO EREDO-FAMILIARE? IL TEST GENETICO E LE STRATEGIE PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO  
 
Roma, 10 marzo 2011 - Il 10% delle donne affette da tumori a mammella o ovaio presentano una mutazione a carico dei geni Brca1 o Brca2. Poiché tale mutazione è ereditaria e si può tramettere in linea diretta genitori-figli, l’insorgenza di questi tumori viene definita eredo-familiare. Si stima che le donne portatrici della mutazione di Brca1 o Brca2 abbiano tra il 50 e l’80% di probabilità di ammalarsi di tumore mammario e tra il 10 e il 40% di probabilità di sviluppare un tumore ovarico nell´arco dello loro vita. I tumori della mammella rappresentano la neoplasia più frequente nelle donne. Questa malattia può essere oggi diagnosticata in una fase precoce della sua evoluzione ed è in molti casi curabile, ma ciò nonostante rappresenta ancora la maggiore causa di mortalità per tumore nelle donne. Il crescente impegno di sensibilizzazione alla prevenzione ha notevolmente accresciuto nella popolazione la consapevolezza del rischio ed ha fatto quindi aumentare la richiesta di presidi sanitari atti allo svolgimento di programmi di screening o di sorveglianza. Dal punto di vista della rilevanza scientifica e sociale, l´identificazione di mutazioni genetiche predisponenti al cancro comporta una serie di implicazioni che solo recentemente cominciano a delinearsi. Tali implicazioni riguardano principalmente gli aspetti della informazione, della diagnosi precoce, nonché le ripercussioni psico-emotive e gli strumenti preventivi per la riduzione del rischio di ammalare. Per tali motivi diventa sempre più evidente come il problema dei tumori ereditari debba essere affrontato in modo unitario con la creazione di un flusso di competenze nei vari settori della medicina, quali l’oncologia medica e chirurgica, la biologia molecolare e genetica, la psicologia oncologica. Il “counselling genetico” è “un processo di comunicazione che associa tutte le problematiche umane allo sviluppo, o al rischio di sviluppo, di un disordine genetico familiare”. Questo processo coinvolge operatori appositamente formati nel tentativo di aiutare l’individuo e la famiglia a: valutare in che modo l’ereditarietà contribuisce allo sviluppo della patologia ed al rischio di ammalare dei familiari; scegliere una strategia di conduzione che sembri appropriata al rischio, agli obiettivi familiari ed agli standard etici per ridurre la probabilità di ammalare (sorveglianza radiologica, chemioprevenzione, chirurgia profilattica); operare al meglio per curare la malattia insorta sulla base della mutazione, sviluppando ed utilizzando farmaci di nuova generazione che sfruttano proprio questo difetto genetico nella loro attività citotossica antitumorale. Testimonial: Silvia Mari, che ripercorre i momenti salienti della sua storia individuale e familiare legata alla conoscenza di avere una predisposizione genetica al cancro del seno e dell’ovaio. La sua scelta, in merito al rischio più urgente e iniziale del tumore al seno, è quella della chirurgia radicale profilattica. La cronaca di una scelta così radicale e difficile, descritta nel suo libro “il Rischio” vuole essere l’origine di una riflessione comune e condivisa in cui la conoscenza e la consapevolezza diventino i criteri irrinunciabili dell’esistenza e della libertà di scegliere. Per non correre il rischio, peggiore di quello genetico e questo sì senza scampo, dell’abbandono fatalistico e del lasciarsi vivere.  
   
   
PROGETTO TEVERE: INTERVENIRE SULLA PROBABILITÀ DI SVILUPPARE UN TUMORE MAMMARIO  
 
Roma, 10 marzo 2011 – L´obiettivo del progetto Tevere è quello di è comprendere se sia possibile intervenire sulla probabilità di sviluppare un tumore mammario attraverso la somministrazione di un farmaco, di diffuso utilizzo e di limitati effetti collaterali, chiamato metformina. Partecipano allo studio solo le donne in menopausa. Il progetto Tevere è uno dei primi studi che intende valutare se un intervento farmacologico può, in effetti, impedire alla malattia di insorgere. Lo studio è completamente italiano, è il più grande Trial al mondo che tratta della prevenzione dei tumori al seno ed è una novità, anche perché finanziato interamente dal Ministero della Salute. L’ Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma ha il ruolo di coordinare il progetto mentre il reclutamento viene fatto presso l’Istituto Tumori di Milano e presso vari centri delle province siciliane. Si è scelto Milano e la Sicilia in quanto l’ incidenza dei tumori al seno è diversa in queste due zone geografiche: si ammalano molto di più le donne del nord rispetto a quelle del sud, tuttavia si vuole studiare se questa efficacia di prevenzione è uguale in entrambe le due aree. Il tumore al seno è il più diffuso nel sesso femminile dei Paesi occidentali. Ogni anno si ammalano in Italia circa 38.000 donne. Attualmente non esistono precise indicazioni per la prevenzione di questa malattia, ma consigli molto generali che possono avere rilevanza in termini di prevenzione, quali: limitare l´assunzione di alcool, l´aumento di peso in menopausa e l´eccessiva assunzione di grassi e zuccheri nella dieta. E´ inoltre importante per la diagnosi precoce, e non per la prevenzione dei tumori, sottoporsi con regolarità ai controlli (visita senologica, autopalpazione, mammografia...) poiché prima viene scoperto il tumore, maggiore è la probabilità che sia di dimensioni limitate e maggiori sono le possibilità di guarigione. Il Progetto Tevere è di prevenzione primaria, si lavora su donne sane al fine di evitare che si ammalino di tumore alla mammella. Viene utilizzato a tal fine un antidiabetico di ampio consumo che è la metformina, caratterizzato da assenza di effetti collaterali. L’ obiettivo secondario del progetto è anche quello di prevenire i tumori del Colon. Proprio queste due neoplasie, al seno e al colon, hanno un fattore di rischio legato ad uno stato di “iperinsulinemia” o di diabete latente. Infatti sappiamo che i pazienti diabetici che prendono la metformina si ammalano di meno ma dobbiamo comprendere attraverso quali meccanismi questo accade. Ad oggi, con i dati che stiamo raccogliendo, sembra che tale principio attivo annulli gli effetti metabolici indirizzati esclusivamente alla proliferazione proprio delle cellule neoplastiche, che muoiono oppure tornano normali. La sperimentazione sarà relativamente breve, 4 o 5 anni. Ad oggi si è osservato da esperimenti effettuati in laboratorio che trattando delle cellule tumorali umane con metformina, queste sono state modificate ritornando ad essere cellule normali. Si tratta sicuramente di un ottimo risultato. Prof.ssa Paola Muti – Direttore Scientifico Istituto Nazionale Tumori Regina Elena. Per informazioni chiamare il centro ricerche Regina Elena, tel. 0652663333 – dal lunedì al giovedì, dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30 o collegarsi al sito www.Progettotevere.it/    
   
   
MALATTIA ONCOLOGICA, SUPPORTO PSICOLOGICO? NO GRAZIE, NON SONO PAZZA...I BISOGNI PSICOLOGICI DURANTE LA CURA.  
 
Roma, 10 marzo 2011 - Ogni fase della malattia oncologica può determinare elevati livelli di sofferenza psicologica correlati all’angoscia di morte ed alla paura dei cambiamenti nelle aree della qualità della vita nella fase diagnostica; al significato psicologico attribuito ai diversi trattamenti medici, al confronto con gli effetti collaterali, ai vissuti di abbandono e alla paura della ripresa di malattia alla fine dei trattamenti medici. Le pazienti si confrontano con i cambiamenti di alcune aree significative della qualità della vita quali il funzionamento sessuale e riproduttivo, il funzionamento cognitivo, l’immagine corporea, le relazioni interpersonali e sociali nella fase di follow-up. Porre l’accento sui loro bisogni significa considerare la malattia nei suoi aspetti biologici, psicologici e sociali ed affrontarla facendosi carico di tale complessità. Le loro storie testimoniano il profondo impatto che la malattia ed i suoi trattamenti determinano sulla globalità della persona, intaccando l’integrità fisica, psicologica e sociale e, quindi, l’identità stessa delle donne. Dr.ssa Patrizia Pugliese - Le donne oncologiche di oggi vogliono essere più informate sulla prognosi, sul decorso terapeutico e sui possibili risultati, sui cambiamenti nelle aree della loro vita e sulla possibilità di fare riferimento a fonti di supporto in grado di restituire loro una propria dignità, che passa anche attraverso lo star bene con se stesse, con il proprio corpo e con gli altri. Le pazienti, durante e dopo le cure, devono spesso affrontare eventi carichi di sofferenza psicologica, quali ad esempio l’insorgenza di problematiche specifiche come il linfedema dell’arto ed il corredo sintomatologico della menopausa indotta. Gli effetti collaterali del trattamento ormonale - corredo sintomatologico della menopausa, disturbi cognitivi, alterazioni dell’umore, alterazioni del ritmo del sonno, “fatigue”, disfunzioni sessuali - vengono vissuti come responsabili di peggioramento della qualità della vita. La terapia neo-adiuvante, volta a ridurre le dimensioni del tumore prima dell’asportazione chirurgica, causa ricadute psicologiche spesso sottovalutate. L malati che vi si sottopongono accusano elevati livelli di distress psicologico legati al significato di attacco all’integrità corporea per la persistenza nel corpo del cancro, che non può essere immediatamente estirpato, controllato, e viene vissuto come qualcosa che invade tutte le parti sane. E’ proprio dal confronto assolutamente soggettivo che le pazienti oncologiche fanno con i cambiamenti determinati dalla malattia e dai suoi trattamenti che nascono i bisogni, che principalmente sono di informazione, autostima, sicurezza, supporto psicologico e riabilitazione. Le donne chiedono inoltre di poter contare su una relazione significativa con i propri operatoti di riferimento, all’interno della quale sia possibile esprimere le proprie necessità e ricevere risposte, condividere la scelta terapeutica, e considerare la qualità della vita come elemento integrato alla cura medica. Il Servizio di Psicologia del nostro Istituto attua interventi psicologici in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alla fase terminale ed integrati alla cura medica. Tale modello si avvale di un ventaglio di attività psicologiche diversificate quali la rilevazione precoce ed il trattamento del distress psicologico, la presenza degli psicologi di reparto, l’inserimento dello psicologo come figura stabile nei Disease Management Team (Dmt), l’affiancamento della figura psicologica a quella medica negli ambulatori dove si affrontano gli esiti dei trattamenti o nell’ambulatorio del dolore dove è più significativa la considerazione ed il trattamento della componente psicologica del sintomo. Tale attività psicologica integrata favorisce una assistenza di qualità in grado di rispondere unitariamente ai bisogni fisici, psicologici e sociali delle pazienti e di trasformare l’esperienza cancro in un’esperienza di crescita. La testimonial per questo argomento è una giovane paziente che racconta come e quanto il supporto psicologico l’abbia aiutata ad affrontare la patologia oncologica che l’ha colpita. Dr.ssa Barbara Costantini - La dr.Ssa Costantini presenta l’attività di supporto psicologico che si svolge nel reparto di Ginecologia Oncologica del Policlinico A.gemelli di Roma, che pure da anni tratta le sue pazienti con un approccio multidisciplinare, che prevede numerosi interventi specialistici durante l’iter della malattia. Il supporto psicologico viene offerto alla paziente e alla sua famiglia, e rappresenta un servizio integrato nel sistema di cura. Viene attentamente curata la comuninicazione tra i tre sistemi Famiglia, Paziente, Equipe medica e alle dinamiche affettivo-emotivo-relazionali che lo Psico-oncologo deve gestire e riattivare laddove si verifichi un blocco del processo di cura. Particolare attenzione viene inoltre prestata alla diade madre-figlio e all’impatto che ha su di essa la patologia neoplastica ginecologica che ha colpito la madre. La testimonial che interviene è la figlia di una paziente che ha potuto accompagnare la madre nel suo percorso di malattia con il sostegno di tutta l’Equipe.  
   
   
CANCRO, FERTILITÀ E GRAVIDANZA  
 
Roma, 10 marzo 2011 - Gravidanza e cancro: due parole che potrebbero sembrare incompatibili, ma è un pregiudizio infondato poiché oggi è possibile tenere sotto controllo la malattia conservando la possibilità di completare il ciclo riproduttivo, nella maggior parte dei casi. L’età a cui oggi le donne hanno il primo figlio è decisamente più avanzata rispetto a quella delle generazioni precedenti. Poiché il cancro è una malattia la cui incidenza aumenta proprio con l’età, non è raro che esso si manifesti in donne che ancora non hanno procreato. I progressi degli ultimi decenni, fortunatamente, hanno capovolto la prospettiva di un tempo, sradicato luoghi comuni e insegnato a medici e a pazienti ad affrontare il rapporto tra cancro fertilità e gravidanza in maniera razionale e spesso sicura. Tecniche chirurgiche conservative e terapie farmacologiche di nuova concezione permettono oggi di trattare il tumore, quando diagnosticato in fase precoce, in modo che sia possibile mantenere nella donna la capacità riproduttiva dopo la malattia. Esiste ad esempio la possibilità di spostare chirurgicamente le ovaie dal campo di irradiazione durante una trattamento radioterapico in modo da ridurre il rischio di menopausa precoce associato normalmente a questi trattamenti. Esistono inoltre dati, sebbene controversi, sulla possibilità di proteggere con trattamento ormonali le ovaie durante la chemioterapia. L’assenza di conseguenze sul feto di madri sottoposte a precedente chemioterapia è inoltre ormai provato, purché si rispettino dei tempi ritenuti “di sicurezza” tra la chemio e la gravidanza. Infine un argomento ancora molto dibattuto ma nel quale si cominciano ad acquisire certezze e’ la possibilità di effettuare trattamenti antitumorali quando il tumore viene diagnosticato durante la gravidanza stessa, con conseguenze assolutamente contenute e accettabili per il feto nei casi in cui la mamma sia fortemente motivata a proseguire la gravidanza. La testimonial dell’argomento è una donna che nonostante il tumore le abbia precluso la possibilità di portare avanti una gravidanza racconta della sua bellissima esperienza di madre adottiva.  
   
   
LA TOSSICITA’ DA CHEMIOTERAPIA  
 
Roma, 10 marzo 2011 - Gli effetti collaterali della chemioterapia tradizionale e di quella di nuova generazione. Tratteranno inoltre delle modificazioni fisiche causate sia della tossicità dei farmaci che dagli interventi chirurgici, con un’ottica prevalentemente “al femminile”. Ovviamente l’entità degli effetti collaterali non è argomento che si presti a discriminazioni di genere, tuttavia alcuni aspetti clinici, se intrecciati al vissuto familiare e sociale, possono essere analizzati con uno sguardo più specificamente rivolto alle pazienti. Le tossicità dei trattamenti chemioterapici rappresentano il fattore che più incide negativamente sulla qualità di vita del paziente oncologico. Gli effetti collaterali più comuni, nausea e anemia, affliggono sia uomini che donne, tuttavia ci si vuole concentrare stavolta sulla popolazione femminile e sui risvolti che questi possono avere nella quotidianità di una donna. L’anemia, una condizione clinica di ridotto apporto di ossigeno ai tessuti, rappresenta di per sé una patologia più frequentemente osservata nel sesso femminile che si accompagna a stanchezza cronica, affaticabilità e talora necessità di intervento con integrazioni farmacologiche ed alimentari. L’anemia indotta dai chemioterapici spesso aggrava una patologia già esistente rendendo ancora più faticoso il percorso terapeutico proprio nelle donne. L’impiego attento di farmaci atti a correggere questa condizione ha come fine ultimo quello di migliorare la condizione vitale di tante pazienti che non vogliono e non possono, a causa della stanchezza, limitare non solo l’attività lavorativa ma anche la cura dei figli, della casa, e di se stesse. La nausea e il vomito, importanti effetti collaterali di molte delle cure chemioterapiche, si presta ad una lettura al femminile, se solo si pensi a quanto disagio può legarsi la preparazione dei cibi o semplicemente l’acquisto di prodotti alimentari divenuti improvvisamente sgradevoli non solo al gusto ma anche all’olfatto e alla vista. Un corretto utilizzo dei protocolli clinici di prevenzione della nausea/vomito e, se necessario, l’impiego di farmaci antiemetici di ultima generazione possono davvero rendere più semplice il percorso terapeutico e la vita di relazione di tante donne. I nuovi farmaci a bersaglio molecolare invece presentano effetti tossici peculiari che, nella esperienza clinica sin qui osservata, possono indurre seri disagi nella quotidianità delle attività lavorative e della vita di relazione. Infatti, alcuni di questi composti possono apportare danni alla pelle del volto, causando eruzione cutanea facciale simile all’ acne giovanile, mentre sul resto del corpo si può avere pelle secca e desquamazione, oppure alterazioni a carico delle unghie e depigmentazione dei capelli. In sintesi gli effetti avversi di questi farmaci biologici alterano di fatto l’aspetto proprio di quelle parti del corpo, viso e mani, che è impossibile non mostrare. Preservare la qualità di vita di un paziente oncologico, passa necessariamente per il mantenimento della propria autonomia e ruolo sociale e rappresenta quindi un obiettivo davvero impegnativo dell’oncologia attuale. Solo la collaborazione tra diverse competenze mediche che possano farsi carico di aspetti diversi terapeutici e che sappiano indirizzare le pazienti in un percorso personalizzato sui propri bisogni può raccogliere questa sfida.  
   
   
COME REGOLARSI PER L’ALIMENTAZIONE DURANTE LA CHEMIOTERAPIA?  
 
 Roma, 10 marzo 2011 - Tutti Gli studi che hanno analizzato la relazione fra dieta e cancro hanno consistentemente evidenziato come un terzo di tutti i tumori sia prevenibile con una corretta alimentazione. I cibi contengono infatti sostanze in grado di modulare tutti i principali meccanismi di segnale coinvolti nella cancerogenesi: metabolismo di sostanze cancerogene, riparo del Dna, proliferazione cellulare, apoptosi, infiammazione, immunità, differenziazione, capacità di invasione tissutale, angiogenesi, regolazione ormonale ed energetica cellulare, sia in cellule normali che in cellule tumorali. Non sorprende dunque la capacità della dieta di prevenire non solo la formazione del tumore, ma anche di modularne la crescita e conseguentemente la prognosi del paziente. Alla luce di questi studi non sorprende l’importanza della dieta non solo nel prevenire la formazione del tumore, ma anche di modularne la crescita. Sia il tumore in sé che gli stessi trattamenti antitumorali (chirurgia, chemioterapia, radioterapia) possono condizionare negativamente lo stato nutrizionale del paziente. Gli interventi nutrizionali che iniziano precocemente ed accompagnano le terapie oncologiche specifiche hanno non solo l’obiettivo di migliorare o preservare lo stato nutrizionale del paziente, ma anche quello di aumentare la tolleranza e la risposta al trattamento e ridurre l’incidenza di complicanze. La letteratura disponibile mostra come il counseling nutrizionale dovrebbe essere parte integrante nel trattamento dei pazienti oncologici in virtù del suo significativo contributo alla loro qualità di vita. Dati recenti inoltre suggeriscono che l’impostazione di un’alimentazione corretta migliora non solo lo stato di salute dell’individuo durante il trattamento anti-tumorale e a completamento dello stesso, ma anche la sua prognosi. Ad esempio, nei pazienti in trattamento chemioterapico per neoplasia del colon in stadio avanzato, un’alimentazione ricca di carne, grassi, cereali raffinati e zuccheri, sembra triplicare il rischio di recidiva e raddoppiare il rischio di morte, rispetto al consumo di una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali. Sempre in studi recenti condotti su In donne affette da neoplasia mammaria in stadio iniziale, il consumo di una dieta ricca di frutta e verdura e povera di carne rossa, carne processata e cereali raffinati, si associa ad una riduzione del 43 percento del rischio complessivo di morte e ad una riduzione del 65 percento del rischio di morte per cause diverse dal tumore al seno. La stessa dieta correla con una riduzione del 31 percento nell’incidenza di nuovi eventi tumorali (recidive, metastasi o nuovi primitivi) in donne senza vampate durante trattamento per neoplasia mammaria. In aggiunta, elevati livelli sierici di carotenoidi, indicanti un abbondante consumo di frutta e verdura, sono associati ad una riduzione significativa del rischio di sviluppare una nuova neoplasia al seno in donne con precedente storia di neoplasia mammaria in stadio iniziale. Nell’incontro sono stati proposti approcci nutrizionali ad alcune problematiche comuni nei pazienti oncologici quali l’anemia e la nausea, e si evidenzierà l’importanza dell’attivazione delle funzioni d’organo per favorire i processi di digestione, detossificazione e drenaggio.  
   
   
IL DANNO DELLA PELLE E DEI CAPELLI DURANTE LA CHEMIOTERAPIA  
 
Roma, 10 marzo 2011 - Le reazioni cutanee costituiscono uno degli eventi avversi di più frequente riscontro nei pazienti sottoposti a chemioterapia con farmaci biologici. Tali reazioni possono risultare deturpanti e hanno effetti negativi sulla qualità di vita delle pazienti, e possono condizionare il dosaggio stesso del farmaco. La sinergia tra oncologi e dermatologi è essenziale per garantire alle donne e agli uomini che assumono questi chemioterapici il miglior effetto terapeutico col minor danno possibile. La chemioterapia biologica mirata a specifici target molecolari, riveste sempre maggiore interesse in campo oncologico, tuttavia gli effetti negativi che essi causano alla pelle soprattutto nelle zone esposte come mani, viso e cuoio capelluto li rendono a volte mal tollerati dalle pazienti. Sul volto dei soggetti in terapia spesso compaiono lesioni papulo-pustolose che si possono estendere anche al capo, accompagnate da secchezza cutanea con prurito e con modificazioni sia dei capelli (caduta o decolorazione, rallentamento della crescita ) che delle unghie (perionissi, onicosi). Effettuare una valutazione accurata della severità degli eventi avversi cutanei consente quindi di studiare non solo la malattia, ma anche di verificare la risposta al trattamento chemioterapico. Sembra esserci una correlazione positiva infatti, tra comparsa delle manifestazioni cutanee e durata della sopravvivenza libera da progressione tumorale. E’ quindi un obiettivo prioritario di questi Istituto attuare una stretta e repentina sorveglianza di tali pazienti, attraverso la continua cooperazione tra specialisti oncologi e dermatologi. Questo ci permette di prevenire l’insorgenza di gravi complicanze cutanee, garantendo una migliore qualità di vita e, al contempo, di evitare un’interruzione precoce del trattamento chemioterapico. Il nostro approccio prevede, dal punto di vista dermatologico, che al paziente vengano prescritti farmaci per contrastare le manifestazioni cutanee, ma cerchiamo di fornire anche tutta una serie di raccomandazioni pratiche utili ad affrontare la vita di tutti i giorni. Queste includono consigli dermocosmetici e dermoestetici per il trattamento di viso e unghie, informazioni su come affrontare l’esposizione al sole, e tutto quanto possa migliorare il più possibile la qualità della vita e l’immagine corporea dei nostri assistiti.  
   
   
SI INAUGURANO A PAVIA I LABORATORI DI FISICA BIOSANITARIA  
 
Pavia, 10 marzo 2011 - Martedì 15 marzo si inaugurano i nuovi laboratori di fisica biosanitaria dell’Università di Pavia: un nuovo centro scientifico-sanitario di grande specializzazione in una fra le poche sedi in Italia in grado di unire competenze sia nello studio della materia mediante risonanza magnetica nucleare, sia nello studio di nanoparticelle e nanomagneti molecolari per applicazioni in campo biosanitario. Grazie alla risonanza magnetica per immagini e ad altre tecniche diagnostiche, l’attività dei laboratori permette terapie mirate nella cura dei tumori, ricostruzione del tessuto cardiaco, indagine sulle attività metaboliche locali, tecniche di rilevazione virus-antivirus. La diagnostica medica riveste oggi un ruolo fondamentale nella società. La cura di diverse patologie ha spesso successo se queste vengono individuate a uno stadio iniziale, grazie all’utilizzo di tecniche diagnostiche avanzate come la Tac, la Pet o la risonanza magnetica ad immagini (Mri). Quest’ultima è sicuramente una delle tecniche maggiormente utilizzate grazie alla molteplicità di indagini che essa consente di effettuare, dall’individuazione di patologie tumorali o neurodegenerative, allo studio delle connessioni delle fibre nervose nel cervello, allo studio funzionale della trasmissione delle informazioni a livello nervoso, e cosi via. L’utilizzo di queste tecniche e il loro sviluppo richiedono un approccio multidisciplinare nel quale il fisico assume un ruolo fondamentale. Difatti, da una parte occorre comprendere l’interazione fra opportune sequenze di onde elettromagnetiche e la materia in esame, dall’altra è necessario sviluppare materiali magnetici di dimensioni nanoscopiche che consentano di evidenziare solo alcune zone di interesse (agenti di contrasto), di rilasciare farmaci e eventualmente curare patologie grazie all’incremento della temperatura locale (ipertermia magnetica). Il Dipartimento di Fisica “A.volta” dell’Università degli Studi di Pavia è una fra le poche sedi in Italia dove sono presenti competenze, riconosciute a livello internazionale, sia nello studio della materia mediante risonanza magnetica nucleare, sia nello studio di nanoparticelle e nanomagneti molecolari per applicazioni in campo biosanitario. L’intensa attività di ricerca svolta in questo settore e la necessità di formare giovani ricercatori all’utilizzo di tecniche di indagine diagnostica, in collaborazione con il Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica, ha portato all’istituzione del curriculum Biosanitario nel Corso di Laurea Magistrale in Scienze Fisiche. I laboratori di fisica biosanitaria sono nati allo scopo di accorpare in maniera funzionale strumentazione didattica e di ricerca indispensabile ad alcuni corsi fondamentali del curriculum biosanitario. In particolare sono presenti: i) un tomografo per risonanza magnetica dedicato agli arti distali per esperimenti di Mri; ii) uno spettrometro ad impulsi ed uno spettrometro ad onda continua per esperimenti di risonanza magnetica nucleare a stato solido; iii) due diversi apparati per la misura della viscosità ematica generale e capillare. Trovano posto negli stessi laboratori apparecchiature informatiche che consentono lo studio e la sperimentazione dello scambio delle informazioni tra Cpu e schede di acquisizione dati. La parte didattica più significativa dei laboratori in oggetto riguarda il corso di Strumentazione Fisica Biosanitaria dove i futuri fisici biosanitari hanno modo di sperimentare direttamente le nozioni acquisite nei corsi di Tecniche Diagnostiche I e Ii con riferimento alle tecniche che utilizzano radiazioni non ionizzanti. La parte relativa all’impiego di ultrasuoni in medicina viene svolta in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Morfologiche Eidologiche e Cliniche (Istituto di Radiologia) utilizzando un eco tomografo. Le apparecchiature dei laboratori in oggetto forniscono inoltre un valido ed originale contributo alle ricerche nel campo della fisica della materia con applicazioni biomedicali condotte presso alcuni laboratori di ricerca del Dipartimento di Fisica “A. Volta”. Sono infatti in fase di studio in questo ambito: i) sistemi magnetici nano-strutturati con capacità multifunzionali. Tali composti possono agire da agenti di contrasto magnetici bimodali utilizzabili allo stesso tempo con tecniche Mri ed ecografiche, o con tecniche Mri ed ottiche. Inoltre questi materiali possono essere funzionalizzati con anticorpi in modo da raggiungere il sito del tumore e rilasciare localmente gli eventuali farmaci trasportati (drug delivery) e/o emettere calore per indebolire o debellare le cellule tumorali, fin dalla fase iniziali di sviluppo del tumore stesso; ii) agenti di contrasto per Mri capaci di evidenziare cellule staminali nel corso del processo di localizzazione sul muscolo cardiaco e di successiva trasformazione ricostruttiva dei tessuti; iii) meccanismi di iperpolarizzazione di molecole, opportunamente rese biocompatibili, coinvolte nel metabolismo umano. Il processo di iperpolarizzazione permette di aumentare il segnale Mri e studiare cosi le attività metaboliche locali, la struttura vascolare e la perfusione. Iv) nuovi biosensori a effetto di campo magnetico “on-chip”, che dovranno idealmente essere in grado di individuare malattie allo stadio iniziale tramite tecniche di rilevazione delle interazioni virus-antivirus, sostituirsi in modo efficiente agli attuali biosensori chimici per analisi chimico-fisiche di laboratorio (si pensi alle comuni “analisi del sangue”), ed altro ancora. V) mappatura mediante Mri della distribuzione di 10B in cellule animali e tessuti tumorali di ratto da sottoporre a Bnct (Boron Neutron Capture Therapy). L’attività svolta presso il Dipartimento di Fisica “A.volta” ha portato alla formazione di giovani ricercatori che oggi svolgono la propria attività di ricerca presso strutture sanitarie, istituti di ricerca e industrie come, ad esempio, l’Istituto Mario Negri, l’Ospedale Niguarda, l’Istituto Europeo di Oncologia, l’Irccs Fondazione C. Mondino, l’Irccs Policlinico S. Matteo, l’Istituto Neurologico C. Besta, Bracco Imaging e Bruker Biospin. Ha portato inoltre all’attivazione di collaborazioni e contratti di ricerca con alcune di queste strutture e con altre istituzioni come l’ Istituto Italiano di Tecnologia, il Consorzio Intsm e Colorobbia Spa. Si è inoltre ben sviluppata un’attività di ricerca in collaborazione con molte Università italiane e straniere. L’attività di fisica biosanitaria legata alla risonanza magnetica per immagini e alle altre tecniche diagnostiche è un esempio di come ricerca di base e ricerca applicata nello stesso settore possano coesistere, con reciproco vantaggio. Il programma dell’inaugurazione è il seguente: martedì 15 marzo 2011 Aula 102 “L. Giulotto” dei Dipartimenti Fisici Via Bassi 6, Pavia - Ore 16- Interventi Angiolino Stella, Rettore dell’Università degli Studi di Pavia; Lucio C. Andreani, Direttore del Dipartimento di Fisica “A. Volta”; Pietro Carretta, Dipartimento di Fisica “A. Volta”; Alessandro Lascialfari, Università di Milano; Fabio Tedoldi, Bracco Imaging S.p.a.; Nico Papinutto, Centro Mente-cervello, Università di Trento; Maurizio Corti, Dipartimento di Fisica “A. Volta”; Ore 17:00 – Visita ai Laboratori.  
   
   
BOLZANO: “L’ASSISTENZA MOTORIA ALLA PERSONA AFFETTA DA PARKINSON” CORSO DELLA SCUOLA PER LE PROF. SOCIALI  
 
Bolzano, 9 marzo 2011 - Iniziativa formativa promossa dalla Scuola provinciale in lingua italiana per le professioni sociali che ha sede in via S. Geltrude,3 a Bolzano. Le iscrizioni al corso "L’assistenza motoria alla persona affetta da Parkinson" sono aperte sino al 15 marzo 2011. Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che consiste in una progressiva degenerazione e morte di cellule nervose situate in una zona del cervello chiamata sostanza nera. Queste cellule comunicano tra di loro e con altre cellule tramite il rilascio di un neurotrasmettitore chiamato dopamina. Quando le cellule degenerano, non producono più la dopamina. In conseguenza di questa mancata comunicazione tra le cellule compaiono i disturbi nei movimenti, come bradicinesia, la rigidità, il tremore a riposo ed infine instabilità posturale. La velocità di progressione della malattia è variabile nelle diverse persone. La fisioterapia, insieme alla terapia farmacologica è fondamentale per rallentare la malattia e dare alle persona la sicurezza necessaria per continuare a svolgere le attività quotidiane. Il corso intende fornire, operatori socio sanitari, operatori socio assistenziali, assistenti geriatrici, assistenti all’handicap, educatori, indicazioni utili ad assistere dal punto di vista motorio una persona affetta da morbo di Parkinson. Le iscrizioni si chiuderanno il 15 marzo 2011 ed il corso si svolgerà il 28, 29 e 30 marzo 2011 presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali in via S. Geltrude, 3. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, “L. Einaudi” - Bolzano, Via S. Geltrude, 3 - Uff. Formazione Continua tel. 0471/ 414456--4418 – fax 0471/414455. Sito internet: http://www.Sociale-einaudi.fpbz.it/    
   
   
MICHELANGELO AL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO DAL 24 MARZO AL 19 GIUGNO 2011  
 
Milano, 10 marzo 2011 - Dal 24 marzo al 19 giugno 2011 prosegue il progetto Michelangelo al Castello Sforzesco, - promosso dal Comune di Milano – Cultura, Direzione Centrale Cultura e Direzione Settore Musei, dal Castello Sforzesco, da Palazzo Reale e dall’Associazione Metamorfosi, sotto l´Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Milano - con il secondo momento espositivo dedicato questa volta a L’ultimo Michelangelo. Dopo aver documentato il suo apporto nel campo dell’architettura con Michelangelo Architetto (aperta fino all’8 maggio nelle sale Viscontee), la nuova mostra si propone di raccogliere intorno alla Pietà Rondanini, conservata nella sala 15 del Museo d’Arte Antica del Castello, l’ultima produzione artistica e letteraria del Buonarroti. Il progetto, nato da un´idea del Settore Musei e del Castello Sforzesco (Civiche Raccolte Artistiche) per la cura di Alessandro Rovetta (Università Cattolica di Milano), illustra il cammino che condusse il maestro a quello che è il suo estremo capolavoro, ideale compimento della sua straordinaria esperienza artistica, e conta su prestiti giunti dai musei italiani e stranieri più prestigiosi quali, tra gli altri, British Museum e Courtauld Gallery (Londra), Ashmolean Museum (Oxford), Bibliothèque Nationale de France (Parigi), Graphische Sammlung Albertina (Vienna), Royal Library (Windsor Castle), Musèe du Louvre (Parigi), Fondazione Casa Buonarroti (Firenze), Galleria Borghese (Roma), Biblioteca Apostolica Vaticana (Roma). “In questa mostra, concepita attorno alla Pietà Rondanini, sono esposti la serie degli studi per Crocifissioni e alcuni altri schizzi e disegni autografi oltre a quelli appartenenti alla cerchia del maestro, sculture in marmo e bronzo e dipinti – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory - Vi si trovano, inoltre, le ultime Rime michelangiolesche su fogli provenienti dalla Biblioteca Vaticana. L’avere unito intimamente scultura e scrittura costituisce l’idea originale di tale esposizione che considera le arti come saperi in dialogo, movimenti di pensiero ed emozione per esprimere il desiderio di bellezza, redenzione e amore che abitano il cuore dell’uomo”. "Per la prima volta, grazie a un´idea del Settore Musei e del Castello Sforzesco, e al lavoro scientifico coordinato dal prof. Rovetta - sottolinea Pietro Folena, Presidente di Metamorfosi - viene proposta al pubblico l´opera dell´Ultimo Michelangelo, segnata da un rapporto con la morte, con Dio, e con la ricerca della perfezione di sconvolgente contemporaneità. Michelangelo con la Pietà Rondanini sembra già entrare nel contemporaneo, saltando tre secoli. Aver raccolto attorno a questo capolavoro le opere e le testimonianze del non-finito di Michelangelo, è per Metamorfosi una ragione di soddisfazione e di orgoglio" Il percorso espositivo, che coinvolge le sale 13 e 15 del Museo d’Arte Antica, raccoglie cinquantatre opere, di cui trentatre, prevalentemente disegni, tra i più importanti del catalogo michelangiolesco, in gran parte databili agli ultimi decenni di vita, dove si osserva un profondo mutamento delle scelte figurative e tecniche del maestro, tese a un luminismo di straordinaria intensità fisica e spirituale che trovano nella Rondanini il riscontro e l’esito scultoreo più suggestivo. Sono presentati i diversi momenti che descrivono la ripresa degli studi michelangioleschi sul tema della Pietà: dai disegni databili agli anni Trenta, alle incisioni e ai disegni che documentano l’elaborazione della celebre Pietà per Vittoria Colonna, fino alle esigue ma significative attestazioni grafiche che preparano alla Pietà Rondanini, passando attraverso la Pietà Bandini e la discussa Pietà di Palestrina. Si tratta di un tentativo espositivo inedito che aiuterà a comprendere le radici e le varianti che determinano la tensione creativa di Michelangelo su un soggetto entro il quale sperimenta alla fine della vita una totale immedesimazione. Si distingue poi la serie di studi per Crocifissioni che, come concezione iconografica e resa formale, muta radicalmente dall’ultima redazione del soggetto offerta dal Crocefisso per Vittoria Colonna. I sei fogli principali si possono considerare una serie omogenea che rivela una continuità di ricerca formale e di riflessione spirituale decisiva per comprendere l’ultimo Buonarroti, in perfetta assonanza con la ricerca espressa nella Pietà Rondanini. In tale direzione risulta suggestiva la considerazione delle ultime Rime michelangiolesche, in particolare quelle attestate da alcuni fogli conservati alla Biblioteca Vaticana – in mostra saranno presenti otto fogli - che riportano anche schizzi per Crocifissioni e Getsemani. In queste carte la compresenza di testo e figura raccorda il tema del destino personale di Michelangelo con gli studi sui soggetti che descrivono gli ultimi atti della vita terrena di Cristo. Particolarmente suggestiva è la lettera del 17 marzo 1564, proveniente dalla Biblioteca Nazionale di Firenze, in cui Daniele da Volterra annuncia a Giorgio Vasari la morte di Michelangelo. Completano il percorso allestito nella sala che attualmente ospita la Pietà Rondanini - sistemata in modo da consentire la visione ravvicinata e contemporanea della scultura e dei disegni più significativi - sculture in bronzo, come il Ritratto di Michelangelo Buonarroti di Daniele da Volterra, in marmo, come la Deposizione di Guglielmo della Porta, e di dipinti, tra cui la Crocifissione con la Vergine e san Giovanni Evangelista e Cristo deposto con la Madonna e due angeli di Marcello Venusti, Pietà con gli angeli di Federico Zuccari, oltre a bulini, acqueforti e incisioni.  
   
   
URBINO 2012 : RIVIVE LA CITTA`` IDEALE  
 
Ancona, 10 Marzo 2011 - Con una mostra unica al mondo la Regione Marche insieme alla Soprintendenza di Urbino, all´Universita` di Urbino e quella di Bologna e al Centro di Eccellenza Smart per la ricerca, si propone di riunire a Palazzo Ducale i tre dipinti su ´La citta` Ideale´ che sono oggi presenti anche a Baltimora e Berlino, oltre che nella citta` marchigiana. ´Abbiamo costituito per questa affascinante sfida un comitato promotore scientifico che da questa mattina e` al lavoro per organizzare un evento di rilevanza internazionale ´ ha detto l´assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini ´ Una riflessione a 360 gradi sul Rinascimento che pone Urbino e le Marche al centro di un messaggio di altissima importanza scientifica e artistica´. Il Comitato e` composto oltre che dalla Soprintendente Vittoria Garibaldi, dalla past Soprintendente Lorenza Mochi Onori e dal supporto tecnico scientifico di Alessandro Marchi e Maria Rosaria Valazzi che hanno sottolineato l´unicita` dell´evento che viene cosi` a celebrare nel modo migliore anche il concomitante centenario della Galleria Nazionale delle Marche. ´Questa mostra e` un progetto ambiziosissimo ´ ha detto la Garibaldi ´ sia perche` portera` a Urbino le due altre tele e quindi offrira` spunto, agli studiosi di tutto il mondo, di un raffronto diretto, ma anche soprattutto per avere uno sguardo complesso e poliedrico sul Rinascimento, che abbracci aspetti architettonici, artistici e urbanistici, intrecciando il dibattito politico e filosofico sull´epoca rinascimentale´. Un´opportunita` dunque di far rivivere a Palazzo Ducale personaggi come Laurana, Di Giorgio Martini, Leon Battista Alberti e molti altri protagonisti che nella Urbino capitale furono molte cose insieme: architetti, artisti e scienziati, animando la cultura di una corte inarrivabile come quella che fu di Federico da Montefeltro. L´articolazione della mostra che avra` fra gli altri sponsor la Banca delle Marche, e` concepita in maniera ´stellare´ cioe` con una serie di percorsi o sezioni che si diramano dal centro in cui saranno allocate le tavole con le Citta` Ideali. Sezioni a punta di stella, che toccheranno tutti gli argomenti di approfondimento che riassumono i grandi temi accennati del Rinascimento e che raffigurano idealmente la volta della Biblioteca del Duca Federico, a Palazzo, che ha rappresentato un rilievo dorato e policromo dell´emblema ducale, l´aquila feltresca, racchiuso nel grande sole da cui si staccano numerose fiammelle ricadenti a pioggia dal centro verso gli estremi. Una mostra dunque che si preannuncia anche nella sua concezione e disposizione uno spettacolo di alto rilievo scientifico e culturale.  
   
   
OMAR GALLIANI “DIARIO CINESE” PECHINO: 23 MARZO- 20 APRILE 2011 ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA - TIANJIN: 25 MARZO – 22 APRILE 2011 CENTRO CULTURALE DEL QUARTIERE ITALIANO  
 
Pechino -Tianjin, 10 marzo 2011 - “Diario Cinese”, mostra ospitata negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino e del Centro Culturale del Quartiere Italiano di Tianjin, rappresenta il compendio visivo delle recenti visite in Cina di Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954), artista italiano di fama internazionale nonché pioniere del disegno in ambito contemporaneo. Costituita da disegni di piccolo e grande formato ultimati in momenti diversi ma tutti ispirati al mondo femminile, la personale “Diario Cinese” dispiega davanti agli occhi dello spettatore un mondo fatto di bellezza assoluta, grazia e raffinatezza, indiscussi leitmotiv iconografici della produzione dell’artista da più di trent’anni a questa parte. Occhi che galleggiano nel candore della carta da disegno alla ricerca di uno sguardo da osservare e da cui farsi osservare; volti dormienti che si fanno custodi di una dimensione onirica che è altro per eccellenza; sguardi intrisi di dolcezza rivolti pudicamente verso lo spettatore: sono alcuni dei soggetti che i lavori in mostra presentano al pubblico cinese. La matita, il carboncino, i pastelli, strumenti essenziali del modus operandi di Omar Galliani si accostano a sigilli cinesi, a tavole dai cromatismi esasperati fino a creare composizioni dal chiaroscuro accentuato, sospese tra reale ed ideale, in cui il processo che induce l’ispirazione a divenire fare artistico è parte integrante del risultato. Artefice di un’arte che pur omaggiando la tradizione del disegno italiano abbraccia innovazioni ardite e suggestioni inattese date dall’incontro con culture lontane, Omar Galliani persegue un’estetica in cui il disegno è strumento di introspezione ed esplorazione, raccordo tra micro e macro esperienze sublimate dal tratto senza tempo della matita dell’artista. Artista già noto al pubblico cinese per la sua partecipazione alla prima Biennale di Pechino (2003) che gli è valsa il premio come migliore artista, nonché per la serie di mostre itineranti che l’hanno portato a esporre nei maggiori musei cinesi, da Shanghai a Xian, da Nanchino a Hong Kong, Omar Galliani in occasione di “Diario Cinese” presenterà oltre a un corpus di 13 pezzi, due lavori inediti creati in situ appositamente per gli spazi di Pechino e Tianjin.  
   
   
FORMIGONI: STRAMILANO FESTA NELLA FESTA I 40 ANNI DELLA CORSA COINCIDONO CON QUELLI DELLA REGIONE IL PRESIDENTE: SONO PRONTO A BATTERE IL MIO RECORD  
 
 Milano, 10 marzo 2011 - ´Sarà una festa nella festa: i 40 anni della Stramilano coincidono con i primi 40 anni di Regione Lombardia. Con questa doppia ricorrenza vivremo la magia di una grandissima adunata di popolo´. Il presidente Roberto Formigoni non mancherà, anche quest´anno, alla Stramilano in programma domenica 27 marzo. Sarà affiancato dal running team regionale così come già avvenuto nelle recenti edizioni. ´Punto a scendere sotto i 53 minuti sui 10.000 metri - anticipa -. Se ci saranno alcune centinaia di metri in più, com´è capitato altre volte, ci sarà da aggiungere il tempo proporzionale´. Formigoni Il Politico Da Battere - Grande sfida, dunque, a Milano. Formigoni, infatti, è il politico da battere: sua è la miglior prestazione sulla distanza dei 10 chilometri. Allenamento bisettimanale per il presidente della Regione Lombardia, capace di correre il chilometro sotto i 5 minuti. Agguerrito il team del Comune di Milano, guidato dall´assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi: ´Visti i miei scarsi risultati del passato - ha detto alla conferenza stampa della Stramilano -, quest´anno abbiamo deciso di far entrare nella squadra del Comune l´Esercito italiano. Siamo disposti a utilizzare qualsiasi mezzo per battere il presidente Formigoni e il team della Regione´. Grazie Al Gruppo Alpinistico Fior Di Roccia - Si scherza, dunque, in vista della grande manifestazione milanese nel segno della sana competizione sportiva. E tanta - ha detto Formigoni - è la gratitudine nei confronti del gruppo alpinistico Fior di Roccia che nel 1972 ideò la Stramilano: ´Il nome del gruppo - ha proseguito il presidente della Lombardia durante la conferenza stampa, rivolgendosi al presidente Camillo Onesti - compare poco: lavorano dietro le quinte ed è grazie alla loro laboriosità e al loro sacrificio che esiste la Stramilano´. La gratitudine di Formigoni va anche ´ai volontari, ai vigili, al corpo della Croce rossa, ai City Angels e alle tantissime persone che stanno preparando questa giornata, affinché si possa svolgere al meglio´. Una Corsa Nella Storia D´italia - Momento di festa dello sport ma anche occasione di riflessione: ´L´edizione del 2011 - ha sottolineato Formigoni - si svolge pochi giorni dopo le celebrazioni dei 150 anni dell´Unità d´Italia. Alcune vie di Milano ricordano le tappe fondamentali di questa grande storia italiana. Correndo la Stramilano potremo, dunque, ripassare alcune delle tappe della storia del nostro Paese´.  
   
   
RIPARTE IN TUTTA ITALIA LA STAGIONE DI VOLO IN DELTAPLANO E PARAPENDIO  
 
Torino, 10 marzo 2011 - Sarà nel giorno della festa dell´Unità d´Italia, 17 marzo, il Memorial Pupo, appuntamento per il volo libero in parapendio e deltaplano organizzato dal Club Paranormali di Norma (Latina). La manifestazione prevede attività di volo per piloti esperti, intrattenimenti musicali, giochi e ristorazione. Chi non ha mai provato, potrà alzarsi in aria insieme agli istruttori. Piedi a terra, invece, al Museo Civico Archeologico per visitare la ricostruzione dell´antica città di Norba con postazioni informatiche, una biblioteca digitale e ricostruzioni a grandezza naturale. Una guida sarà a disposizione di chi vuole scoprire le meraviglie degli scavi dell´antica Norba. In campo agonistico la parola passa al Veneto ed alla Coppa delle Regioni, il 26 e 27 marzo a Caltrano (Vicenza), sulle Prealpi Vicentine. L´area di volo si estende dalle Piccole Dolomiti fino al Monte Grappa, da Recoaro a Bassano, una zona dove facilmente si possono eseguire voli di decine di chilometri. Per il decollo la scelta cadrà facilmente sul vasto prato dell´area Vip del Monte Corno. In contemporanea nello stesso sito di volo prenderà il via il Campionato Triveneto. L´organizzazione dei due eventi è affidata all´Aero Club Blue Phoenix e Cp Triveneto. Si prevede un´affluenza di oltre 100 piloti. Il Delta Club Mondovì (Cuneo) per il 9 e 10 aprile organizza il Trofeo Malanotte, gara di deltaplano valida per il campionato italiano. Dal decollo omonimo i piloti voleranno lungo le Alpi Marittime prima di raggiungere l´atterraggio in località Beila, dov´è posto il centro operativo. Nel frattempo in tutta Italia aprono le ali i campionati interregionali di parapendio con l´adesione di centinaia di piloti, suddivisi in due categorie, Pro, cioè i piloti esperti, e Fun, riservata ai principianti. A Cavallaria, vicino Ivrea, (Torino), ben 113 piloti hanno dato vita alla prima gara valida per il campionato interregionale Lombardia, Liguria, Piemonte. Date, Localita´ E Contatti Campionati Interregionali Parapendio: Cilp - Campionato Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle D´aosta 6 marzo a Cavallaria, Baio Dora, vicino Ivrea (Torino), gara regolarmente disputata con 113 piloti; 10 aprile Palazzago (Bergamo); 22 maggio Laveno Mombello (Varese); 3 luglio Brescia; 4 settembre Cabella Ligure (Alessandria); 18 settembre Val Vigezzo (Verbania). Per maggiori informazioni sul Cilp http://www.Clparapendio.it/  - segreteria.Clp (At) clparapendio.It - Campionato Triveneto 27 marzo Caltrano (Vicenza) in concomitanza con la Coppa delle Regioni; 22 maggio Feltre (Belluno); 11 o 12 giugno Gemona (Udine); 3 luglio Dolada (Belluno); 9 o 10 luglio Caprino Veronese; 27 o 28 agosto Barco, Borgo Valsugana (Trento); 3-4 settembre Borso del Grappa (Treviso) per maggiori informazioni sul Triveneto e Coppa Delle Regioni http://www.Cptriveneto.it/  - http://www.Coppadelleregioni.it/  Stefano Claut - info (At) cptriveneto.Net Manuel Spongia - cptriveneto (At) ymail.Com Carter - Campionato Toscana, Emilia Romagna 9-10 aprile e 21-22 maggio Monfestino, Sestola (Modena); 25-26 giugno Monte Caio, Tizzano Val Parma; 10 luglio e 3-4 settembre Monte Pelpi, Bedonia (Parma); per maggiori informazioni sul Carter http://nuke.Carter.it/  - Roberto Salsi - roberto.Salsi (At) cooprocon.It Cric - Campionato Italia Centrale - Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise L´esordio a Norma (Latina) il 6 marzo è stato annullato causa meteo avversa; seguiranno le tappe del 10 aprile, 22 maggio, 12 giugno, 3 e 24 luglio, 3-4 settembre. Per ogni data, secondo le condizioni meteo, l´organizzazione deciderà il sito di gara. Per maggiori informazioni sul Cric http://www.Piloticric.it/  - info (At) piloticric.It - Comunicazione: Emiliano Narcisi - emiliolamp (At) tiscali.It Segreteria: Antonia - segreteria (At) piloticric.It  
   
   
LA STAGIONE DELLO SNOWBOARD IN VALMALENCO DIVENTA MONDIALE E INTRAVEDE UN FUTURO DA CENTRO FEDERALE  
 
Chiesa in Valmalenco (So), 10 marzo 2011 – A dispetto del calendario che vede volgere al termine l´inverno, la stagione della neve in Valmalenco non accenna a finire. Anzi, le prossime tre settimane vedranno succedersi nella skiarea dell´Alpe Palù, sopra l´abitato di Chiesa, gli appuntamenti con i migliori snowboarder per la Coppa del Mondo di specialità (18 e 19 marzo con l´unica gara di Snowboardcross ospitata nella stagione in Italia), il Mondiale Juniores (28 marzo - 3 aprile) e, a seguire, i Campionati Italiani Assoluti (4-10 aprile). I 750 atleti attesi da oltre 30 Nazioni sanciscono quindi la vocazione della Valmalenco a riferimento nazionale ed internazionale dello snowboard, sia nelle manifestazioni sia nella pratica quotidiana e turistica. Il denso calendario degli eventi mondiali è stato presentato oggi in una doppia conferenza stampa divisa tra Milano, presso la sede del Comitato Regionale Fisi dove il vice-Presidente nazionale Antonio Noris ha portato il suo saluto, ed a Sondrio, nella sede operativa del Consorzio Turistico di Sondrio e Valmalenco. Presenti, prima ancora di Autorità sportive, amministrative e del Comitato Organizzatore, gli atleti della pattuglia azzurra che vantano una stagione invidiabile, giocandosi in alcune discipline sia le ambizioni per il titolo (come Roland Fischnaller in parallelo), ma anche piazzamenti sul podio finale (Aaron March sempre in parallelo e Luca Matteotti in Snowboardcross, quarti ma ancora in lizza per il terzo gradino). Una presenza competitiva per vincere, non solo per ben figurare. Dopo il saluto dell´Assessore alla Provincia di Sondrio Filippo Compagnoni, Marco Negrini e Dario Ruttico, rispettivamente Assessore al Turismo dell´Unione dei Comuni della Valmalenco e vice-Presidente della Comunità Montana Valtellina di Sondrio, hanno testimoniato come tutto il territorio locale supporti attivamente queste iniziative. “La Valmalenco ha le potenzialità per dare un segnale nuovo rispetto alla tradizione che vanta sulla neve: lo snowboard coinvolge target giovani e presenta discipline spettacolari e coinvolgenti” sottolinea l´Ass. Negrini, cui segue la considerazione del vice-Presidente Ruttico: “organizzare eventi di questa portata con il massimo impegno vuole contribuire sia a valorizzare un territorio con tutte le sue migliori risorse, ma anche a riportare all´importanza di un tempo le discipline invernali, oggi cadute in secondo piano. In questo percorso si è messa in gioco l´intera Comunità Montana di Sondrio, unitamente alla Fab - Funivie al Bernina, anche nell´ottica della candidatura per i Mondiali Snowboard 2015 o 2017” E proprio la Fab era rappresentata dal patron Franco Vismara, che ha dato il benvenuto in Valmalenco agli Azzurri che da domani si alleneranno già sul teatro delle prossime gare, trovando di buon auspicio il fatto che “gli allenamenti in Valmalenco portarono buona sorte a Giorgio Rocca in occasione della sua migliore stagione agonistica”. Auspicio raccolto volentieri da Cesare Pisoni, Direttore Tecnico dello Snowboard Azzurro, che ritrova in Valmalenco molti spunti positivi. Al di là dell´evidente crucialità delle gare per la chiusura della stagione, il Mondiale Juniores sarà anche test significativo in preparazione delle Olimpiadi Juniores di Innsbruck 2012. Inoltre, ha evidenziato il Dt Pisoni, “la Valmalenco ha in sé elementi chiave idonei a poter ospitare un Centro Federale per lo Snowboard: ben raggiungibile grazie alla posizione geografica baricentrica sull´arco alpino, un impianto Half Pipe di qualità, ottime piste a varia pendenza che mostrano le qualità dei ragazzi quanto la bellezza della disciplina e, non da ultimo, è da anni meta apprezzata a livello internazionale per gare e preparazione atletica”. In questa direzione la località e la Fisi stanno sviluppando concreti approfondimenti, “per continuare a far bene a livello di ospitalità, strutture ed impegno” come ha garantito il neo-Presidente del Consorzio Turistico Aldo Faggi. Www.sondrioevalmalenco.it/