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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Aprile 2009
PARLAMENTO EUROPEO: VERSO UN QUADRO UE PER LE CURE MEDICHE ALL´ESTERO  
 
Strasburgo, 27 aprile 2009 - Il Parlamento europeo si è pronunciato sulla proposta di direttiva volta a istituire un quadro comunitario in tema di assistenza sanitaria transfrontaliera all´interno dell´Ue. I deputati propongono numerose modifiche volte a precisare le competenze nazionali, specie in materia etica, e a chiarire e rafforzare le norme sui rimborsi delle spese. Intendono anche garantire la sicurezza, l´informazione e i diritti dei pazienti, agevolando loro la presentazione di denunce e istituendo un mediatore europeo. Approvando con 297 voti favorevoli, 120 contrari e 152 astensioni la relazione di John Bowis (Ppe/de, Uk), il Parlamento avanza numerosi emendamenti alla proposta di direttiva che istituisce un quadro comunitario in tema di assistenza sanitaria transfrontaliera all´interno dell´Ue volti soprattutto a precisare le competenze nazionali nell´ambito della prestazione dei servizi sanitari, chiarire e rafforzare le norme sui rimborsi dei costi delle prestazioni e garantire la sicurezza, l´informazione e i diritti dei pazienti. Non essendoci un accordo con il Consiglio, la procedura proseguirà nel corso della prossima legislatura. La proposta della Gue/ngl di respingere in toto la direttiva è stata bocciata dall´Aula con 129 voti favorevoli, 452 contrari e 8 astensioni. Basata su talune sentenze della Corte di giustizia Ue, la proposta della Commissione intende chiarire i diritti dei pazienti a ottenere cure in uno Stato membro diverso da quello d´origine e il livello dei rimborsi delle spese sanitarie, fissa principi comuni a tutti i sistemi sanitari dell´Ue e istituisce un quadro per la cooperazione europea in settori quali il riconoscimento delle prescrizioni mediche rilasciate in altri paesi. Parallelamente, resterebbero in vigore l´attuale quadro e tutti i principi relativi al coordinamento dei regimi di sicurezza sociale (compreso il diritto del paziente di essere assistito in un altro Stato membro in condizioni di parità con i residenti), nonché l´attuale tessera europea di assicurazione malattia. Diversi emendamenti adottati dall´Aula sono volti a precisare che la direttiva si applica ai pazienti e alle loro mobilità all´interno dell´Ue e non, come indicato dalla proposta della Commissione, alla prestazione transfrontaliera di cure sanitarie (anche temporanea) e alla mobilità dei professionisti della sanità. Più in particolare, il concetto di "assistenza sanitaria" dovrebbe abbracciare «esclusivamente il ricorso all´assistenza sanitaria in uno Stato membro diverso da quello in cui il paziente risulta persona assicurata», e si tratta quindi della cosiddetta «mobilità del paziente». Altri emendamenti, suggeriscono di escludere dal campo d´applicazione della direttiva i servizi di assistenza di lunga durata prestati allo scopo di sostenere le persone nei compiti quotidiani e di routine (come quelli per gli anziani), così come i trapianti di organi che, «in considerazione della loro specifica natura», dovranno essere disciplinati da un atto legislativo distinto. I deputati chiariscono poi che la direttiva deve rispettare appieno le competenze nazionali relative all´organizzazione e alla prestazione dell´assistenza sanitaria. E, in proposito, sottolineano che la direttiva «non pregiudica la facoltà di ciascuno Stato membro di decidere il tipo di assistenza sanitaria che ritiene opportuno». Nessuna sua disposizione, inoltre, «deve essere interpretata in moda tale da compromettere le fondamentali scelte etiche degli Stati membri», in particolare per quanto riguarda l´eutanasia, i test sul Dna e la fecondazione in vitro, senza pregiudicare quindi la facoltà di ogni Stato membro «di decidere il tipo di assistenza sanitaria che ritiene opportuno». Agli Stati membri poi dev´essere riconosciuta la possibilità di organizzare i propri sistemi di assistenza sanitaria e sicurezza sociale a livello regionale e locale. La direttiva impone allo Stato membro di affiliazione di non impedire a una persona assicurata di recarsi in un altro Stato membro per avvalersi dell´assistenza sanitaria «qualora le cure in questione siano comprese tra le prestazioni . Cui ha diritto» in forza alle norme nazionali. Lo Stato membro di affiliazione dovrà inoltre rimborsare i costi che sarebbero stati coperti dal suo sistema obbligatorio di sicurezza sociale se la medesima o analoga assistenza sanitaria fosse stata erogata sul suo territorio. I deputati concordano con questa impostazione, ma precisano che le spese, oltre che alla persona assicurata, possono anche essere rimborsate allo Stato membro di cura. Fermo restando che spetta allo Stato membro di affiliazione determinare quale assistenza sanitaria sia pagata indipendentemente da dove viene prestata, un emendamento propone che ogni rifiuto di rimborso deve essere giustificato da un punto di vista medico. Gli Stati membri dovranno inoltre dotarsi di un sistema trasparente per il calcolo dei costi dell´assistenza sanitaria prestata in un altro paese Ue, basato su criteri obiettivi, non discriminatori e preventivamente noti. Inoltre, il Parlamento propone di concedere ai pazienti affetti da malattie rare il diritto di accesso all´assistenza sanitaria e di ottenere il rimborso «anche se il trattamento in questione non è tra le prestazioni previste dalla legislazione dello Stato membro di affiliazione». D´altro lato, un emendamento consente agli Stati membri di decidere di coprire altri costi collegati, come ad esempio il trattamento terapeutico e le spese di viaggio e di soggiorno. A determinate condizioni, poi, dovrebbero essere rimborsati i costi supplementari che potrebbero subire i disabili a causa del loro stato. La proposta di direttiva consente allo Stato membro d´affiliazione di prevedere un sistema di autorizzazione preventiva per il rimborso da parte del suo sistema di sicurezza sociale dei costi delle cure ospedaliere prestate in un altro Stato membro, ma purché siano rispettate determinate condizioni. Ad esempio, quando le cure sanitarie sarebbero state prese a carico del proprio sistema di sicurezza sociale se fossero state fornite sul suo territorio, oppure se vi è il rischio di compromettere l´equilibrio finanziario del proprio sistema di sicurezza sociale. Il Parlamento accoglie tale impostazione, ma propone che la definizione di cure ospedaliere sia stabilita dallo Stato membro di affiliazione, e non dalla Commissione. Precisa inoltre che il sistema di autorizzazione non deve rappresentare «un ostacolo alla libera circolazione delle persone». Un emendamento chiede inoltre di esentare dall´autorizzazione preventiva i pazienti affetti da patologie potenzialmente letali che sono in lista d´attesa per terapie nel proprio Stato membro e che abbiano urgente necessità di assistenza. D´altro lato, per evitare l´incertezza dei pazienti in merito ai rimborsi, il Parlamento propone di garantire loro il diritto di richiedere un´autorizzazione preventiva e di conoscere in anticipo l´importo che sarà loro corrisposto. La conferma scritta di ciò dovrebbe quindi poter essere presentata all´ospedale in cui sono somministrate le cure, che pertanto otterrebbe direttamente il rimborso dallo Stato membro di affiliazione. Quest´ultimo, secondo i deputati, dovrebbe inoltre assicurare ai pazienti che hanno ottenuto un´autorizzazione preventiva che sarà loro richiesto di effettuare solo i pagamenti anticipati o supplementari al sistema sanitario e/o agli operatori dello Stato membro ospitante, «nella misura in cui tali pagamenti verrebbero richiesti» in quello di affiliazione. Un altro emendamento chiede alla Commissione di realizzare, entro due anni dall´entrata in vigore della direttiva, uno studio di fattibilità riguardo alla creazione di una stanza di compensazione al fine di agevolare i rimborsi transfrontalieri delle spese. Diversi emendamenti sono tesi a rafforzare la sicurezza, l´informazione e i diritti dei pazienti. Il Parlamento, ad esempio, propone di istituire la figura del Mediatore europeo dei pazienti, incaricato di esaminare le denunce in materia di autorizzazione preventiva e di rimborso delle spese o dei danni. Chiede poi che gli Stati membri di affiliazione offrano al paziente un mezzo per effettuare denunce e che gli siano riconosciuti strumenti di tutela e risarcimento del danno subìto a causa delle cure ricevute. Dovrebbero inoltre far sì che gli standard di qualità e sicurezza dello Stato membro ospitante siano resi pubblici in un linguaggio accessibile e in un formato chiaro, e contemplare il diritto alla continuità delle cure, in particolare tramite la trasmissione dei dati medici pertinenti. In caso di complicazioni, sarebbero inoltre tenuti a coprire i costi risultanti dall´assistenza prestata all´estero. I deputati accolgono poi con favore l´istituzione di "punti di contatto nazionali", precisandone i compiti a tutela dei pazienti. Infine, per quanto riguarda le cure non ospedaliere, il Parlamento accoglie l´idea della Commissione secondo cui lo Stato membro di affiliazione non può subordinare all´autorizzazione preventiva il rimborso dei costi delle cure prestate in un altro Stato membro «qualora il suo sistema di sicurezza sociale si sarebbe fatto carico dei costi di queste cure se esse fossero state prestate sul suo territorio». Facendo riferimento a una sentenza della Corte di giustizia, aggiunge però che lo stesso vale per l´acquisto in un altro Stato membro di prodotti inerenti alle cure stesse .  
   
   
NANOPARTICELLE: L´ANELLO MANCANTE NELLA TERAPIA GENICA TUMORALE  
 
Bruxelles, 27 aprile 2009 - I ricercatori che si occupano di cancro, nonostante i numerosi ostacoli incontrati nel corso del tempo, hanno studiato la terapia genica come cura sperimentale da impiegare nella lotta alle patologie che portano al decesso del paziente. Un team di ricerca composto da scienziati europei, grazie allo sviluppo di una nanoparticella in grado di trasportare, in modo selettivo, i geni antitumorali alle cellule tumorali, è ora riuscito ad ottenere risultati potenzialmente molto positivi. I ricercatori, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Cancer Research, sperano che gli esperimenti sugli esseri umani possano iniziare nel 2011. Secondo i ricercatori, la mancanza di sicurezza della terapia, così come l´efficienza dei vettori di trasferimento genico di tipo sistemico, hanno influito negativamente sul potenziale della terapia genica nell´applicazione clinica. Nello studio precedente il team aveva scoperto che nei topi affetti da tumore è possibile procedere alla trasfezione delle cellule tumorali - ovvero il processo di introduzione di acidi nucleici nelle cellule per via non virale - mediante le nanoparticelle di dendrimeri di polipropienimine. Tenendo in considerazione la necessità di aumentare il margine di sicurezza della terapia, i ricercatori hanno analizzato la stabilità colloidale delle nanoparticelle e l´esatta biodistribuzione del trasferimento genico nell´intero fisico del soggetto in vita. "La terapia genica ha un enorme potenziale per quanto riguarda la creazione di cure antitumorali sicure ed efficaci, ma il trasferimento dei geni all´interno delle cellule cancerose costituisce una delle sfide più ardue che si pongono in questo ambito," ha spiegato il dottor Andreas Schatzlein dell´università di Londra, co-autore dello studio. "Questa è la prima volta che viene dimostrato che le nanoparticelle sono in grado di bersagliare in modo tanto mirato le cellule tumorali. Si tratta di un passo avanti estremamente significativo. " Per questo studio, il team di ricerca ha utilizzato i dendrimeri di polipropienimine come vettori dei geni, osservando che questo specifico dendrimero forma un complesso stabile con il Dna che pare spezzarsi esclusivamente una volta all´interno delle cellule tumorali. "La caratterizzazione biofisica che abbiamo effettuato dimostra che i dendrimeri, una volta legati al Dna, sono in grado di formare in modo spontaneo nella soluzione una formazione supramolecolare che presenta tutte le caratteristiche necessarie per la sua diffusione nei tumori sperimentali grazie all´effetto di aumentata permeabilità e ritenzione (enhanced permeabilità and retention effect - Epr)" hanno scritto gli autori. Nonostante i test siano stati svolti esclusivamente sui topi, i ricercatori ritengono di poter avviare gli esperimenti sugli esseri umani entro i prossimi due anni. Questa tecnica potrebbe rivelarsi efficace per pazienti affetti da tumori non operabili proprio perché non altera le cellule sane. Sotto la guida di Georges Vassaux dell´Istituto nazionale della sanità e della ricerca medica (Inserm) in Francia, il team ha dimostrato che, una volta che i geni sono stati inglobati dalle nanoparticelle, le cellule vengono forzate a produrre proteine in grado di uccidere le cellule cancerose. "Introdottosi nelle cellula, il gene inglobato nella particella riconosce l´ambiente cancerogeno e si attiva," ha affermato il dottor Schatzlein. "L´effetto danneggia esclusivamente le cellule tumorali, mentre i tessuti sani non vengono alterati. " Secondo quanto affermato dai ricercatori, le cellule producono il gene Nis (Na/i symporter) che è rilevabile con l´esame di diagnostica per immagini denominato "whole body scan". Mentre il gene trasfettato era espresso nelle cellulle cancerose, il suo livello non è stato giudicato rilevante all´interno delle cellule sane, aggiungono gli scienziati. "Considerando che l´immagine diagnostica del gene Nis dell´espressione del transgene è stata recentemente convalidata negli esseri umani, i dati da noi raccolti evidenziano il potenziale di queste nanoparticelle per la nuova formulazione della terapia genica tumorale," sottolineano i ricercatori. Hanno inoltre partecipato allo studio l´Instituto Aragonés de Ciencias de la Salud (Spagna), l´università di Bordeaux (Francia) e il London National Health Service Trust (Regno Unito). Per maggiori informazioni, visitare: Cancer Research: http://cancerres. Aacrjournals. Org/ Inserm: http://www. Inserm. Fr/en/home. Html .  
   
   
CERBA, FORMIGONI:NASCE NUOVO POLO DI RICERCA E CURA APPROVATO L´ACCORDO DI PROGRAMMA, COINVOLTA AREA DI 620.000 MQ GRANDE PARCO DI 320.000 MQ, INFRASTRUTTURE E OPERE COMPENSAZIONE  
 
Milano, 27 aprile 2009 - Un grande Parco scientifico internazionale per la cura e la ricerca nei campi dell´oncologia, cardiologia, neurologia, radioterapia (in grado di ampliare le attività anche ad altre discipline), con positive ricadute in termini socio-economici e di riqualificazione ambientale (attraverso la realizzazione di una grande area verde). E´ questa la fisionomia del nuovo Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata (Cerba), che sorgerà a Milano a est di via Ripamonti, all´altezza dell´Istituto Europeo di Oncologia (Ieo). L´accordo di Programma che ne permetterà la realizzazione, approvato dalla Giunta regionale, è stato presentato oggi in una conferenza stampa dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affiancato dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, insieme a Umberto Veronesi (presidente Fondazione Cerba), Letizia Moratti (sindaco di Milano) e Bruna Brembilla (assessore all´Ambiente della Provincia di Milano). L´accordo coinvolge, anche Parco Agricolo Sud Milano e Im. Co. Spa, proprietaria dell´area. "Questo progetto - ha detto Formigoni - avrà enormi e positive ricadute, oltre che sotto il profilo medico e scientifico, anche da un punto di vista sociale, economico e ambientale". "Si tratta - ha aggiunto il presidente - del secondo grande progetto dopo la Città della Salute che presentiamo in meno di un mese, frutto anch´esso dell´integrazione, ma anche della virtuosa competizione, tra pubblico e privato. Queste due grandi e ambiziose realizzazioni nascono in un ambito territoriale, quello lombardo, in cui sono presenti 56 dipartimenti universitari delle facoltà di medicina, 17 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irrcs), il 42% del totale nazionale, 47 istituti e 32 centri di ricerca e ben 9 centri di eccellenza nei settori delle biotecnologie, della genomica, nanotecnologie". "L´eccellenza, tuttavia - ha detto ancora Formigoni - non basta da sola per restare competitivi. Dobbiamo sviluppare ancora di più una visione corale: tanti fuoriclasse ma che fanno parte dello stesso sistema". L´assessore Bresciani ha sottolineato la "qualità delle cure garantite in Lombardia" e lo sforzo compiuto dalla stessa Regione per "migliorare sempre di più questa qualità, assicurando come ormai da molti anni la sostenibilità economica". Ha parlato invece di "svolta storica" Umberto Veronesi, ricordando i tre passaggi epocali che hanno portato a questo progetto: la decodificazione del Dna, l´evoluzione della tecnologia medica e l´evoluzione "etica" nel rapporto con i malati. Il sindaco Moratti, dopo aver affermato che "la vera ricchezza di una nazione è il patrimonio immateriale della conoscenza", ha fatto notare il grande investimento sul capitale umano del progetto Cerba, la cui realizzazione, secondo Bruna Brembilla è il "risultato della collaborazione tra istituzioni". Il Cerba sorgerà su un´area di circa 620. 000 metri quadri adiacente all´Istituto Europeo di Oncologia (all´interno del Parco Agricolo Sud Milano) e realizzerà - ha spiegato il presidente - attività cliniche, strettamente connesse ad attività di ricerca e formazione. Verranno raggruppati in un unico Polo sanitario i principali istituti milanesi operanti nell´oncologia (lo stesso Ieo), nella cardiologia (Monzino) e nelle neuroscienze (Istituto Europeo di Neuroscienze). All´attività di ricerca, svolta da oltre 500 scienziati, collaborerà anche l´Ifom (Istituto di oncologia molecolare) e l´attività di formazione sarà svolta dalla Semm (Scuola Europea di Medicina Molecolare) e dall´Università degli Studi di Milano. Il Cerba sarà dotato di piattaforme tecnologiche comuni in grado di integrare ricerca sperimentale e clinica, servizi terapeutici e diagnostici e strutture per la didattica, la formazione e la cultura scientifica. Il Centro vero e proprio sarà affiancato da edifici residenziali e ricettivi che ospiteranno i pazienti e i loro parenti, gli studenti, i medici, i ricercatori, i docenti e il personale impiegato nelle stesso Centro, oltre che da alcune attività commerciali, ristoranti e bar, al servizio del complesso. Tutte queste strutture dovranno avere una superficie lorda massima di pavimento di 310. 000 metri quadri: almeno 263. 000 metri quadri per istituti clinici e di ricerca, laboratori di analisi, edifici universitari e di formazione; 40. 000 metri quadri al massimo per le attività ricettive; 7. 000 metri quadri al massimo per le attività commerciali e la ristorazione. Parco E Opere Di Compensazione - Alla costruzione del Centro si affiancherà la realizzazione di un Parco attrezzato di almeno 320. 000 metri quadri (per un valore di circa 18 milioni di euro), dotato dei relativi parcheggi. A questo intervento si affiancheranno altre opere infrastrutturali e di compensazione e riqualificazione ambientale (per un valore di 42 milioni). L´intervento avrà un costo complessivo di oltre 1. 226 milioni di euro: sarà finanziato interamente con i capitali privati di un pool di banche e assicurazioni. La realizzazione del Cerba (che sarà un istituto di diritto privato non profit) avverrà in due fasi. Prima Fase (2009/2013) - La prima fase riguarda la realizzazione di oltre il 50% delle strutture previste per diagnosi, cura e ricerca clinica e delle strutture ricettive, residenziali temporanee e di accoglienza. Principali opere infrastrutturali prima fase: - realizzazione del Parco - riqualificazione e ampliamento di via Ripamonti - prolungamento della linea tranviaria 24 (da progettare tenendo conto della eventuale realizzazione della linea Mm6) - servizio navetta di collegamento tra Cerba e Mm Abbiategrasso - itinerari ciclopedonali che colleghino il Parco con il sistema dei percorsi ciclabili Seconda Fase (2013/2018) - La seconda riguarda il completamento delle strutture previste per diagnosi, cura e ricerca clinica e delle strutture ricettive, residenziali temporanee e di accoglienza. Principali opere infrastrutturali seconda fase: - riorganizzazione della viabilità funzionale all´insediamento - prolungamento della linea tranviaria lungo via Ripamonti, dal confine comunale a Locate Triulzi (sempre in raccordo con l´eventuale linea Mm 6). .  
   
   
RETE ONCOLOGICA DELL’UMBRIA: OGGI SI INSEDIA COMITATO DI COORDINAMENTO  
 
Perugia, 27 aprile 2009 – Si riunirà per la prima volta oggi lunedì 27 aprile il Comitato di Coordinamento della Rete Oncologica dell’Umbria. Ad annunciarlo, nel corso di una conferenza-stampa che si è tenuta stamani a Perugia, c’erano Marcello Catanelli della Direzione regionale Sanità e Servizi sociali della Regione Umbria e Maurizio Tonato, direttore scientifico del “Centro di riferimento oncologico” regionale. Il Coordinamento (del quale fanno parte i direttori sanitari delle Asl e delle Aziende ospedaliere, i rappresentanti delle Unità di Oncologia, dell’Agenzia Umbria Sanità e della Direzione regionale Sanità) è stato istituito nel dicembre 2008 dalla Giunta regionale per coordinare in rete le prestazioni sanitarie oncologiche erogate dalle Aziende Ospedaliere di “Santa Maria della Misericordia” e “Santa Maria” di Perugia e Terni e dagli 11 servizi oncologici presenti nelle 4 Asl regionali. “La Rete oncologica - ha spiegato Catanelli - prosegue, integrandola, l’attività finora svolta dal Centro di Riferimento oncologico regionale. Il suo compito è quello di applicare la programmazione regionale in materia di prevenzione e cura delle malattie neoplastiche, coordinare le strutture regionali per una continuità assistenziale nelle fasi di diagnosi e cura, sia dentro sia fuori l’ospedale. Lo scopo della Rete - ha proseguito - è quello di integrare le competenze cliniche attraverso gruppi multidisciplinari per eliminare sovrapposizioni di servizi e coinvolgere anche i servizi territoriali e i medici generici”. “La filosofia di lavoro - ha aggiunto Tonato - sta nella multidisciplinarietà. Notevoli saranno i vantaggi per il paziente, che si sentirà oggetto dell’attenzione di diversi specialisti in un sistema di garanzie di qualità, ma anche per gli oncologi, obbligati ad un confronto continuo e costruttivo”. Nell’attività della Rete - è stato detto durante l’incontro - un ruolo importante sarà svolto dai Gruppi multidisciplinari regionali, che dovranno integrare le competenze professionali e definire linee guida, attività di ricerca e coordinamento delle iniziative. Rilevanti saranno anche le funzioni dei Gruppi di lavoro, alcuni dei quali già avviati come quello per l’epidemiologia dei tumori, per l’uso tumorale dei marker tumorali e la psiconcologia. Prossimamente saranno istituti quelli per la genetica oncologicomolecolare, per gli screening e l’informatizzazione in oncologia. .  
   
   
PUGLIA: INIZIATIVA ISTITUTO NAZIONALE MALATTIE MIGRANTI  
 
Bari, 27 aprile 2009 - L’assessore alla Solidarietà, Elena Gentile, ha presentato il 24 aprile l’iniziativa “povertà, immigrazione e salute al tempo del federalismo fiscale”, che si terra Bari il prossimo 29 aprile a Bari, presso la Cittadella della Cultura alle 10. 30. Si tratta del primo evento organizzato dal Centro di riferimento regionale dell’istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie (Inmp), con sede ufficiale presso l’ospedale “G. Tatarella” di Cerignola (Fg). Gli altri promotori sono Regione e Ares. “Immigrazione e povertà – si legge nella presentazione – non sono di per sè patologie, ma è dimostrato possano ridurre lo stato di salute e rendere più difficile l’accesso alle cure. In molti paesi avanzati, e nel nostro in particolare, la differenza tra chi gode del benessere e chi, invece, se ne vede escluso, sta aumentando a livelli sempre meno accettabili; la crisi economica, poi, aggrava le profonde disuguaglianze sociali ed il federalismo fiscale preoccupa per un’ulteriore caduta del livello regionale di welfare. E’ in questo scenario che nasce la volontà della Puglia di promuovere un intervento ufficiale ed organico. La facilitazione degli accessi ai servizi sanitari, il coordinamento delle attività assistenziali, l’assistenza specialistica e di eccellenza si affiancheranno alla ricerca scientifica e della formazione, che saranno le attività prioritarie del Centro pugliese dell’Inmp. La prima sessione dei lavori sarà conclusa dal presidente Vendola, la seconda (16. 30) dall’assessore Tommaso Fiore. “Il percorso del governo regionale – ha detto l’assessore Gentile, che interverrà nel corso della prima sessione il 29 – è stato avviato sin dal suo insediamento verso politiche di accoglienza, partendo dalla storia della Puglia che è fatta da emigrazione e che oggi ospita lavoratori da ogni parte del mondo specie nel settore agricolo e in Capitanata d’estate. Il presidente Vendola aprì il suo mandato con il forum “Mare aperto”, contro i Cpt e per le politiche di accoglienza. Oggi, con l’Inmp, che si dovrebbe trasformare in Ircss, istituto di cura a carattere scientifico, offriamo un modello di assistenza moderna e tecnologicamente avanzata, fondata sull’equità e appropriatezza, inserita nella struttura dell’ospedale di Cerignola”. Alla conferenza stampa di oggi hanno partecipato anche Francesco Bux, direttore dell’Ares, il professor Gioacchino Angarano (coordinatore scientifico dell’Inmp Puglia) e il dott. Nino Messina, dirigente regionale dell’area politiche della salute. .  
   
   
EMERGENZA PSICHIATRICA: IL LAZIO PER PRIMO APRE RICOVERI AD HOC PER ADOLESCENTI  
 
Roma, 27 aprile 2009 - - "L´accoglienza dei ragazzi in emergenza per motivi psichiatrici - spiega Esterino Montino, vicepresidente della giunta del Lazio - sarà garantita in un reparto di degenza appositamente pensato per loro. Un´equipe medica con personale specializzato nella presa in carico dei minori garantirà l´adeguato approccio con i ragazzi e l´appropriato collegamento con i servizi territoriali dove avviare o proseguire il percorso terapeutico". Il 40% della popolazione in età evolutiva residente nella Regione Lazio è compresa nella fascia di età dai 14 ai 18 anni (non compiuti) e secondo le stime possibili le situazioni di emergenza psichiatrica incidono per circa l´1%, la percentuale corrisponde invece alla metà nella fascia dai 0-14 con una concentrazione maggiore dei casi a partire dai 12 anni. Su proposta del vicepresidente Esterino Montino, la Giunta della Regione Lazio ha approvato il Piano strategico per le emergenze psichiatriche in età evolutiva nel territorio regionale. Il programma, primo nel suo genere in Italia, riguarda in particolare il modello d´intervento per i ricoveri d´urgenza per motivi psichiatrici dei giovani della fascia adolescenziale e preadolescenziale, dai 12 ai 17 anni. Il centro per il ricovero dei minori in situazione di emergenza psichiatrica, sarà presto individuato in una struttura ospedaliera nell´area metropolitana di Roma dotata di Dea di I o di Ii livello. L´intero percorso, dalla chiamata al ricovero, sarà predisposto anche attraverso procedure operative condivise con il servizio Ares 118. "Finalmente è stato predisposto un modello di intervento, che prevede l´accoglienza dei ragazzi in emergenza per motivi psichiatrici in un reparto di degenza appositamente pensato per loro spiega Esterino Montino, vicepresidente della Giunta della Regione Lazio - La presenza di un´equipe medica che includerà sempre personale specializzato nella presa in carico dei minori garantirà l´adeguato approccio con i ragazzi e l´appropriato collegamento con i servizi territoriali dove avviare o proseguire il percorso terapeutico. Si tratta di un programma assolutamente innovativo frutto della meritoria attività del gruppo interistituzionale che ha lavorato su questo tema che ora proseguirà l´attività definendo, i criteri per l´individuazione della struttura e le modalità per l´apertura del reparto. Attività che sarà realizzata tra le Asl nell´ambito del proprio budget, attraverso il lavoro di rete e la condivisione delle risorse logistiche e umane, aspetto che rende ancora più lodevole l´impegno da tutti profuso". Il Piano è frutto dell´attività di un gruppo di lavoro multidisciplinare e interistituzionale - Assessorato alla Sanità della Regione Lazio, Laziosanità Asp, Tribunale dei Minori, Comune di Roma, Provincia di Roma, Centro di Giustizia Minorile, Società Italiana di Neuropsichiatria dell´Infanzia e dell´Adolescenza, Laziosanità Asp, Associazioni dei Familiari - ha analizzato le caratteristiche e le dimensioni del fenomeno quantificando in un reparto di 8 posti letto la necessità per i ricoveri d´urgenza sul territorio regionale. A tale riguardo il pool di esperti del settore ha messo a punto le linee guida per le modalità di accoglienza, di presa in carico e per la pianificazione dei percorsi di cura dei minori in tema di emergenza psichiatrica in età evolutiva. Attualmente i giovanissimi con diagnosi psichiatrica ricoverati d´urgenza vengono impropriamente inviati alle degenze ordinarie di pediatria o nei reparti per maggiorenni, compresi quelli dei servizi psichiatrici per adulti. Situazioni che andrebbero sempre evitate per l´esposizione a potenziali traumi nei quali la tutela e i bisogni di cura dei minori trovano risposte spesso non adeguate. .  
   
   
DIMISSIONI DI MINORI CON DIAGNOSI PRINCIPALE PSICHIATRICA DA REPARTI DI DEGENZA ORDINARIA. LAZIO ANNO 2007. FONTE: LAZIOSANITÀ-ASP  
 
 Roma, 27 aprile 2009 - Nel Lazio in tutto il 2007, su 131. 947 dimissioni di minori da reparti di degenza per acuti (tutte le specialità) 1. 107 avevano una diagnosi principale psichiatrica pari allo 0,8%. Quasi la metà di queste dimissioni (47%) proveniva da reparti con nessuna specificità psichiatrica (non psichiatrici, di neuropsichiatria infantile, né neurologici), mentre le dimissioni da reparto psichiatrico, complessivamente 70, costituivano solo il 6,3%. In particolare, la maggioranza assoluta delle dimissioni provenienti da reparti non psichiatrici aveva una diagnosi compresa nel gruppo delle nevrosi (75,2%) ed era stata ricoverata in un reparto di pediatria (60,6%). La distribuzione per classi di età di queste dimissioni, evidenzia che 374 di queste, cioè circa un terzo, è prodotto da minori con età compresa fra 14 e 17 anni (18 anni non compiuti). Di questi, il 17,9% proviene da reparti psichiatrici, il 39,3% da reparti di Neuropsichiatria Infantile, il 42,8% da altri reparti. I reparti psichiatrici pubblici per acuti (Spdc) sono situati presso ospedali dotati di Dea di I o Ii livello, e di norma possono ricoverare esclusivamente maggiorenni. Peraltro, presso tali reparti nel 2007 hanno avuto luogo 70 dimissioni di minori, la cui età era per il 95,7% compresa fra 14 e 17 anni. Se ora concentriamo la nostra attenzione sulle 67 dimissioni di adolescenti da reparti psichiatrici (età 14-17 anni), possiamo verificare che sono state prodotte da 46 soggetti: di questi in effetti oltre un quarto (26,1%) ha ripetuto almeno una volta il ricovero presso reparti con questa tipologia. In particolare, sono stati dimessi dai seguenti reparti: Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (Spdc) 58,2%; Reparti Universitari di psichiatria in degenza ordinaria 20,9%; Reparti di Case di Cura Neuropsichiatriche provvisoriamente accreditate 20,9%. Le relative diagnosi principali erano così distribuite: disturbi di personalità 38,8%; nevrosi 22,4%; psicosi affettive 14,9%;altre psicosi 11,9%; schizofrenie, stati paranoidi 10,4%; dipendenza da sostanze 1,5%. Di estremo rilievo è il fatto che i disturbi di personalità rappresentino la condizione di rilevanza psicopatologica più frequente. Quasi i due terzi di questi sono trattati nei Spdc, Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura (per adulti) dove questa classe rappresenta il 43,6% delle dimissioni di soggetti con età 14-17 anni e – come è stato di recente segnalato – quella che rappresenta il maggiore impegno assistenziale. .  
   
   
DISABILITA´ GRAVI E ALZHEIMER A PADOVA: OPERA PROVVIDENZA S.ANTONIO A SARMEOLA: VILLAGGIO POLIEDRICO, ECCELLENZA, ESEMPIO E AVANGUARDIA IN ITALIA E IN EUROPA  
 
Venezia, 27 aprile 2009 - “Un´ esperienza sorprendente, assolutamente positiva. Una struttura che ha segnato in positivo tutta la storia dell´assistenza alla disabilità nel Veneto. Un villaggio laborioso, rispettoso e poliedrico che mi ha colpito molto per l´attività di mezzo secolo quotidiana svolta in modo amoroso e profondamente cristiana al servizio dei disabili. Ma, in particolare, mi colpisce per la conferma che mi dà, come amministratore regionale e politico, dell´esempio evidente di straordinaria capacità di anticipazione dello Stato che hanno avuto l´iniziativa privata e pubblica e del volontariato del Veneto nel settore del sociale e della sanità , spesso su sollecitazione e iniziativa della Chiesa che ha stimolato a dare risposte di dignità alla disabilità quando essa invece veniva tenuta nelle case come una vergogna,. ” Con questo commento di profondo apprezzamento l´Assessore regionale alle politiche Stefano Valdegamberi ha informato di aver visitato l´Opera Provvidenza di Sant´antonio a Sarmeola (Padova), una delle più grandi strutture residenziali del Veneto per l´accoglienza e l´assistenza di persone gravemente disabili. Essa accoglie nei suoi grandi spazi circa 600 ospiti con grave e gravissima disabilità, riuniti in 30 nuclei residenziali con 15/20 persone ciascuno; diverse centinaia gli operatori e il personale, con la partecipazione di 200 volontari ogni settimana; all´interno dell´enorme complesso sono attivi poliambulatori, reparti di lungodegenza, di riabilitazione e rieducazione; da qualche anno la grande stuttura si è ben adeguata alle mutate esigenze e parametri regionali nel settore dell´ assistenza, aprendosi anche ai malati di Alzheimer e alle loro famiglie, aprendo la casa “Madre Teresa di Calcutta” destinata a questi malati di Alzheimer e che è dotata di un centro diurno e riabilitativo. Valdegamberi si è incontrato con il direttore dell´Opera Monsignor Roberto Bevilacqua che gli ha illustrato le caratteristiche e la storia della grande struttura assistenziale voluta negli anni Cinquanta dall´allora Vescovo di Padova Girolamo Bordignon e che aveva coinvolto tutte le diocesi del Triveneto. “Queste dell´Opera Divina Provvidenza di Sarmeola – ha detto Valdegamberi - sono state un´intuizione e una realizzazione del welfare e della sussidiarietà in chiave propriamente veneta che ancora oggi spiega perchè il nostro modello è la punta più avanzata delle politiche di assistenza non solo in Italia ma anche in larga parte d´ Europa. Penso che porterò l´esperienza dell´Opera di Sarmeola all´attenzione del network sociale europeo Elisan, in particolare per quanto riguarda il settore dell´Alzheimer. Mi hanno confermato che molte scolaresche sono portate qui a incontrare le persone e a visitare i luoghi dell´Opera, questa piccola città enormemente complessa dove si respira calore umano, capacità di stabilire relazioni e di guardare con profondo rispetto anche verso i più sfortunati. E´ un insegnamento unico – sostiene con forza Valdegamberi – è una scuola di vita che riporta ai valori veri che dovrebbero informare la vita dei nostri ragazzi spesso stravolta da messaggi superficiali e consumistici all´eccesso”. L´assessore Valdegamberi sottolinea infine che: “se fosse in mano al pubblico, una struttura come questa costerebbe cifre insostenibili per il bilancio regionale. E´ necessario quindi ringraziare quanto fanno qui, con l´opera della Chiesa, delle donazioni private e del volontariato, e avere un occhio di riguardo consapevoli come siamo che si fornisce un servizio d´eccellenza, n particolare sotto il profilo umano, facendo risparmiare le già problematiche risorse pubbliche”. Al termine dell´incontro Valdegamberi e Mons. Bevilacqua si sono accordati per fissare un incontro tecnico tra Regione e Opera per approfondire le tematiche relative ai temi e ai problemi che interessano le strutture atipiche come l´Opera sia in termini di dimensioni che di complessità in relazione alla programmazione e alla normativa regionale. .  
   
   
SANITÀ FVG: APPROVATO BANDO PER NUOVO ELENCO POSSIBILI MANAGER  
 
Trieste, 27 aprile 2009 - La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia intende procedere all´acquisizione di disponibilità manageriali per la nomina degli organi di vertice degli enti del Servizio sanitario regionale. Per questa ragione la Giunta, riunita a Udine, ha approvato il bando che indica tempi, modi e requisiti per la formazione di un nuovo elenco di professionisti, al fine di poter contare su un elenco aggiornato in tutti i casi in cui, in base alla normativa vigente, si renda necessario procedere a nuove nomine per i direttori generali delle Aziende per i servizi sanitari, delle Aziende ospedaliere e ospedaliero-universitarie, degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, dell´Agenzia regionale della sanità o per l´amministratore unico del Centro servizi condivisi. Un precedente elenco era stato approvato alla fine del 2007. I candidati devono essere in possesso del diploma di laurea, nonché di "esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende, strutture pubbliche o private, in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie, svolta nei dieci anni precedenti la pubblicazione dell´avviso". La delibera verrà pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione, unitamente ai modelli per la domanda e per la presentazione del curriculum, che saranno reperibili anche sul sito internet www. Regione. Fvg. It. L´avviso sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana nonché, per estratto, sul quotidiano "Il Sole 24 Ore" e le domande andranno presentate entro quindici giorni da queste pubblicazioni. Il rapporto di lavoro del direttore generale/amministratore unico è esclusivo ed è regolato da un contratto di diritto privato, di durata non inferiore a 3 e non superiore a 5 anni, rinnovabile. La carica di direttore generale/amministratore unico è incompatibile con la sussistenza di altro rapporto di lavoro, dipendente o autonomo, e determina, per i lavoratori dipendenti, il collocamento in aspettativa senza assegni e il diritto al mantenimento del posto. La Legge Finanziaria 2007 ha introdotto un nuovo requisito di professionalità prevedendo che non possa essere nominato amministratore di ente, istituzione, azienda pubblica, società a totale o parziale capitale pubblico chi, avendo ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia chiuso in perdita 3 esercizi consecutivi. Per questa ragione chi aspira alla carica di direttore generale o amministratore unico, unitamente alla domanda ed al curriculum, deve produrre una dichiarazione sostitutiva in cui attesta di non incorrere in questa causa ostativa. .  
   
   
GRANDE PARTECIPAZIONE AL FORUM SUL WELFARE, DALLA REGIONE UMBRIA ALTRI 2 MILIONI DI EURO PER AZIONI CONTRO POVERTÀ  
 
Perugia, 27 aprile 2009 – La comunità umbra potrà contare su altri 2 milioni di euro che la Regione stanzierà per finanziare azioni di contrasto al rischio povertà e che si andranno ad aggiungere alle somme già destinate in precedenza. L’annuncio è stato dato il 24 aprile dall’assessore regionale alle politiche sociali, a conclusione del Forum regionale sul Welfare che ha chiamato a raccolta tutto il mondo del sociale umbro. Gli iscritti a questa seconda edizione del Forum sono stati 483 mentre gli interventi dei rappresentanti del Terzo settore, delle istituzioni e delle associazioni in generale sono 33. Numeri questi, secondo l’assessore, che testimoniano la grande partecipazione e la convinzione che ognuno di noi ha, di affrontare questo periodo difficile nel senso del bene comune. Il Forum si è materializzato come uno spazio pubblico importante di cui andrà prevista una periodicità, che regoleremo attraverso la legge regionale, e una presenza capillare su tutto il territorio. Per l’assessore il percorso che è culminato in questo nuovo Forum è stato lungo, ricco e partecipato e nessuna altra legge regionale è stata mai più discussa e portata all’attenzione della comunità sociale. Non siamo stati fermi perché, in questo momento, sarebbe stato un errore imperdonabile. Lo dimostra il fatto che la Regione ha incrementato in generale le risorse nel sociale ed ha deciso per i cosiddetti “Liveas” (livelli essenziali dei servizi), che dovrebbero essere assunti come fondamentali anche dal Governo nazionale. La Regione – ha aggiunto – è consapevole che il contesto sociale cambia e che c’è necessità di migliorare il Welfare anche rispetto alle professionalità. Per tale ragione, nei giorni passati, sono avvenuti vari incontri, tra questi anche con l’Ordine regionale degli assistenti sociali dell’Umbria, per definire ruoli e percorsi formativi delle varie professioni. A conclusione dell’incontro l’assessore ha invitato a maneggiare con molta cautela i dati che spesso vengono pubblicati e che forniscono una lettura poco aggiornata sulle risorse investite dalla Regione. In alcuni casi – ha concluso - fanno riferimento ad anni ormai lontani come il 2003/2005, mentre attualmente la spesa diretta della Regione è aumentata del 104 per cento. Sulla spesa sociale in Umbria l’Istat non ha un dato aggiornato e, sicuramente, le nuove rilevazioni daranno cifre decisamente superiori. .  
   
   
SANITÀ FVG: VERSO ACCORDO REGIONE-INPS PER CONTROLLI INVALIDITÀ  
 
Trieste, 27 aprile 2009 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla salute e protezione sociale, ha approvato lo schema di accordo operativo che sarà sottoscritto tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la sede regionale dell´Inps per definire le modalità di realizzazione degli accertamenti nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile, cecità civile e sordità civile. L´accordo è legato al piano straordinario di verifica delle invalidità civili che l´Inps deve curare, come previsto da una recente normativa, e in base al quale in Friuli Venezia Giulia dovranno essere effettuate 1. 763 visite d controllo. Per questa ragione Inps e Aziende sanitarie provvederanno allo scambio, anche per via telematica, della documentazione in loro possesso, nel rispetto di quanto previsto per il trattamento dei dati sensibili. .  
   
   
ABUSO ALCOOL GIOVANI VENETI. VALDEGAMBERI A CONVEGNO NEGRAR: “SONO A RISCHIO SALUTE GIOVANI GENERAZIONI VENETE; PIU’ 10 MNL € DA REGIONE PER NUOVI PROGETTI”  
 
Negrar (Vr), 27 aprile 2009 - “I dati dell’Istat sull’abuso di alcol, in particolare tra giovani e giovanissimi, certificano, purtroppo, ciò che sappiamo da un pezzo: è emergenza per il serissimo rischio salute a cui vanno incontro le giovani generazioni con l’uso incontrollato di alcol. A questo si aggiunge la compromissione educativa e quella sulla sicurezza. Il problema nel Veneto è profondo, se non lo fermiamo subito, rischiamo di andare alla disfatta e all’autodistruzione delle generazioni che rappresentano il nostro futuro” . Molto preoccupato l’intervento che il 24 aprile l’assessore regionale alle Politiche sociali, Stefano Valdegamberi, ha tenuto all’ospedale Don Calabria di Negrar, a un seminario sull’alcologia che è partito, ovviamente, dai risultati dell’indagine sull’uso di alcolici diffusi dall’Istat che ha evidenziato consumi smoderati e mix alcologici paurosi in età sempre più giovane. Valdegamberi ha informato che, nel nuovo piano triennale per le dipendenze, la Regione Veneto ha destinato alla specifica lotta all’abuso di alcol e sostanze correlate, 10 milioni di euro in più rispetto agli stanziamenti precedenti. “Ma – ha messo in guardia – tali risorse e i progetti ad esse legate saranno efficaci solo se accompagnati dalla responsabilizzazione dei ragazzi e delle ragazze (ed è proprio su questi aspetti che si incentreranno i progetti regionali). I nostri ragazzi devono diventare consapevoli del rispetto che si deve a sé stessi come persone, che si deve alla propria salute e che si deve avere verso gli altri. Anche un diverso atteggiamento dei soggetti della comunicazione sarebbe utile a far maturare in tutti la coscienza dell’estremo pericolo che stiamo correndo”. Secondo l’assessore regionale il presente momento di crisi potrebbe rappresentare un’occasione per cambiare in positivo alcuni stili di vita e, per esempio, far cambiare l’atteggiamento dei giovani e delle famiglie nei confronti del denaro. Esso va utilizzato correttamente e non contro la persona sentendolo come strumento capace di comprare tutto. “La terapia migliore per creare una personalità giovanile capace di autocontrollo, di autostima e forte è quella di avvicinare i giovani al lavoro, all’impegno sociale e al volontariato”. Infine Valdegamberi si è sinceramente complimentato per la preparazione professionale, organizzativa e umana dell’Arcat (una delle maggiori organizzazioni che riunisce alcolisti e famiglie). “Voi fate - ha concluso Valdegamberi - ciò che alla Regione sarebbe impossibile: le azioni più efficaci sono quelle fatte da voi, perché entrate nelle famiglie, creando coesione e condivisione e mettete tutto il vostro impegno nella prevenzione e nell’assistenza quotidiana verso questa forma di dipendenza”. .  
   
   
CONFERENZA DIBATTITO: PROBLEMI ALCOL… COME AFFRONTARLI? COME PREVENIRLI?  
 
Aosta, 27 aprile 2009 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che martedi 28 aprile, alle ore 21, nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale, si svolgerà la conferenza-dibattito Problemi alcol … come affrontarli? Come prevenirli? La serata, aperta a tutti, è patrocinata dall’Assessorato ed è organizzata dall’Arcat, Associazione Regionale Club Alcolisti in Trattamento della Valle d’Aosta. L’iniziativa rientra nel quadro del Mese della prevenzione alcologica, che giovedì 23 aprile, ha avuto come momento cardine l’evento “Alcohol Prevention Day 2009”, presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma. L’incontro pubblico di Aosta, che sarà presenziato dall’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali e a cui parteciperanno i rappresentanti del “Servizio assessorile per le Dipendenze Patologiche” - équipe di alcologia, dei “Gruppi Al-non/alaten per familiari e amici alcolisti” e degli “Alcolisti Anonimi”, vuole dare un contributo di informazione sui danni causati dall’abuso di alcol e di promozione di salutari stili di vita. .  
   
   
EDILIZIA SANITARIA PIEMONTESE: LA GIUNTA APPROVA UN FINANZIAMENTO AGGIUNTIVO DI 25 MILIONI AL PROGRAMMA DEL 2008  
 
 Torino, 27 aprile 2009 - Via libera della Giunta regionale al finanziamento aggiuntivo di 25 milioni di euro al piano di edilizia sanitaria oggetto lo scorso anno di un accordo di programma con il ministero della Salute, che metteva a disposizione 260 milioni per 46 interventi tra nuove costruzioni, ristrutturazioni e nuove attrezzature. Su proposta del vicepresidente Paolo Peveraro e dell’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio, l’esecutivo ha approvato la richiesta di sette aziende sanitarie di apportare delle modifiche ad altrettanti progetti previsti dell’accordo, variazioni che hanno portato a un incremento della spesa inizialmente prevista per queste opere. In due casi le integrazioni si sono rese indispensabili per l’adeguamento dei disegni a una serie di nuove disposizioni normative intervenute dall’epoca della progettazione ad oggi. Si tratta della ristrutturazione del presidio sito in via Borgo Ticino a Torino per la realizzazione di un nuovo poliambulatorio - per la quale il costo è salito da circa 2 milioni a 5 milioni – e del nuovo poliambulatorio di Orbassano, passato da 2 milioni e 800 mila euro a 5 milioni e 800 mila euro. Ragioni di economia di scala e di miglioramento del servizio hanno indotto invece la Regione alla scelta di finanziare interamente e non più a lotti la costruzione del nuovo poliambulatorio di Ivrea, intervento il cui costo passerà da 10 a 12,5 milioni. Sempre all’Asl To4 sono stati inoltre assegnati i quattro milioni ancora mancanti per l’avvio della costruzione della nuova ala dell’ospedale di Chivasso, mentre all’Asl Vco è stato garantito un incremento di circa un milione di euro ai 5 e mezzo già stanziati per il primo lotto della ristrutturazione dell’ospedale di Verbania. Ed ancora, all’ospedale di Casale Monferrato, verrà assicurato il completamento del blocco operatorio con un aumento di 7 milioni di euro sui 2,2 inizialmente messi a disposizione. Infine, la scelta di localizzazione definitiva per le sei «Case della salute» previste rispettivamente a Canelli, San Damiano, Villafranca d’Asti, Castello d’Annone, Calliano e Villanova d’Asti ha portato l’Asl At a rideterminare il costo complessivo dell’intervento in programma, rendendo necessario l’aumento dello stanziamento da 8, 5 a 14,6 milioni di euro. .  
   
   
PRESTO IL RECUPERO DELLA CERTOSA REALE DI COLLEGNO ALLA FIRMA IL PROTOCOLLO D´INTESA  
 
Collegno, 27 aprile 2009 - La Città di Collegno e l’Asl To3, d’intesa con la Regione Piemonte, intendono operare il recupero del complesso immobiliare della Certosa Reale (ex Ospedale psichiatrico di Collegno) con l’obiettivo di garantire la tutela e la valorizzazione di un bene il cui valore storico-artistico è indiscusso. Dopo la chiusura dell’attività ospedaliera e il progressivo venir meno dell’utilizzo a fini sanitari, la struttura, grazie alla sua localizzazione e vocazione ha assunto una forte importanza strategica. Oggi è, infatti, la sede amministrativa centrale dell’Azienda Sanitaria e rappresenta inoltre una risorsa per l’intera comunità locale in ragione di un riutilizzo per finalità pubbliche. Questi i motivi per cui l’Asl To 3 da una parte e la Città di Collegno dall’altra sono giunti a definire un percorso che prevede il recupero e l’utilizzo degli immobili dismessi dall’uso sanitario e la fruizione delle aree verdi del parco intitolato alla memoria del Generale Dalla Chiesa. Spiegano il Vicepresidente della Giunta Regionale Paolo Peveraro con delega all’edilizia sanitaria e il Sindaco di Collegno Silvana Accossato:”e’ alla firma il Protocollo d’Intesa, a cui parteciperà anche la Regione Piemonte, che confermerà le volontà da parte della Città di Collegno di procedere all’acquisizione degli immobili di suo interesse e da parte dell’Asl To 3 di destinare i fondi derivanti dal corrispettivo della vendita al recupero, manutenzione e messa in sicurezza dei beni della Certosa, a partire dal chiostro e dai porticati che al momento necessitano di interventi urgenti”. .  
   
   
NERVIANO.SALVO IL CENTRO DI RICERCA. VIA A RICAPITALIZZAZIONE IL PRESIDENTE FORMIGONI: E´ UNA BELLA GIORNATA PER LA RICERCA  
 
Milano, 27 aprile 2009 - Salvo il Nerviano Medical Science. La felice conclusione arriva dopo lunghe e intense settimane di trattative, segnate dal forte impegno di Regione Lombardia. "Abbiamo messo in atto - ha detto il presidente Roberto Formigoni al termine di questa giornata decisiva - una serie di interventi presso il Governo, gli Istituti di Credito e tutti gli altri soggetti coinvolti, per arrivare a una soluzione che scongiurasse la chiusura e soprattutto garantisse la preziosa attività dei ricercatori. Oggi siamo contenti di poter dire che è una bella giornata per la ricerca: il centro di Nerviano è un punto di riferimento irrinunciabile e continuerà ad esserlo. Ringrazio tutti i protagonisti che hanno condiviso con Regione Lombardia questo percorso, certamente faticoso". Sarà di fatto Unicredit ad aprire la strada alla ricapitalizzazione della società, che verrà formalmente avviata l´8 maggio, data per cui è riconvocata l´assemblea dei soci. Riuniti oggi in Regione i rappresentanti sindacali del Centro di Ricerca (Cgil, Cisl, Uil e Rsu) hanno preso positivamente atto dello sblocco finanziario cui si è giunti dopo che il presidente Roberto Formigoni, per evitare la chiusura del prestigioso Centro di ricerca (costretto a portare i libri in Tribunale nel caso in cui non si fosse proceduto alla ricapitalizzazione della società), sin dai primi giorni in cui si era resa evidente l´emergenza finanziaria in cui versava il Nerviano Medical Science si era impegnato a trovare una soluzione per scongiurare il peggio, ottenendo la disponibilità delle banche ad investire nel Centro. Oggi quell´orientamento positivo si è trasformato in definitiva certezza. Viene ora dunque avviata la seconda fase del negoziato, che prevede la messa a punto di una nuova strategia industriale per portare il Nerviano Medical Science alla definitiva messa in sicurezza attraverso la piena valorizzazione, a livello nazionale ed internazionale, del suo patrimonio tecnico-scientifico. Un´azione complessiva e condivisa di rilancio strutturale, per la quale le istituzioni coinvolte saranno chiamate a definire i contenuti assieme alle parti sociali. Il confronto condotto dal tavolo istituzionale, per il quale è stata essenziale la collaborazione con il Governo (presidente del Consiglio, Ministero della Ricerca e Ministero dello Sviluppo Economico) continuerà in una nuova seduta, che sarà riconvocata entro la fine del mese di maggio. .  
   
   
TERREMOTO: 700MILA EURO PER ASSISTENZA DISABILI  
 
L´aquila, 27 aprile 2009 - "Per i servizi di assistenza e trasporto per diversamente abili la Regione ha previsto in bilancio uno stanziamento di 700mila euro,come trasferimento alle Province". Lo ha precisato l´assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti, intervenendo oggi in consiglio regionale. "Non è assolutamente vero - ha detto l´assessore - che non è previsto un euro per questa voce. Ci sembrava importante prevedere risorse per questa causa e nonostante le ristrettezze di bilancio siamo riusciti, comunque, tagliando risorse ad associazioni anche meritorie, a garantire uno stanziamento che, nella precedente amministrazione, era pari a zero". .  
   
   
SANITÀ: GIUNTA FVG, DISCUSSO PROGRAMMA SU VIOLENZA SESSUALE  
 
Udine, 27 aprile 2009 - Garantire alle vittime di violenza sessuale un´adeguata assistenza ed una continuità tra gli accertamenti diagnostici e sanitari e gli aspetti medico-legali. E´ l´obiettivo di un programma operativo di cui si è discusso nell´odierna seduta della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, a Udine, che andrà concordato tra Regione, Aziende sanitarie e Procure della Repubblica. Esso ipotizza la costituzione di uno specifico "Servizio Medico Legale per le violenze sessuali" nell´ambito dei dipartimenti di patologia e medicina legale. L´iniziativa nasce dalla considerazione che, come è stato osservato dagli esperti dell´Istituto di Medicina legale dell´Università di Trieste, è ancora scarso il coordinamento tra autorità giudiziaria e il personale sanitario che, in genere, per primo è chiamato a soccorrere le vittime di reato. Grazie all´attivazione di un Servizio per le violenze sessuali, e sulla base di precisi accordi con le Procure, sarebbe invece possibile rendere disponibile un´attività diagnostica per stabilire, in tempi rapidi e con le idonee garanzie medico legali, se sul corpo delle vittime siano evidenziabili elementi utili ai fini delle indagini penali. In sostanza l´intendimento è di consentire una fattiva ed armonica collaborazione tra Regione, Aziende sanitarie e Procure, per garantire non solo una migliore assistenza alle eventuali vittime ma anche per ottimizzare l´utilizzo delle risorse tecnico-scientifiche a disposizione. Primo passo sarà quello di fornire al personale sanitario adeguata preparazione sulle procedure mediche e giuridiche da seguire in merito alla identificazione dei casi tra quelli procedibili d´ufficio e quelli procedibili a querela di parte, agli accertamenti da effettuare, alla documentazione da produrre, ai reperti da raccogliere. Materiale che andrà poi trasmesso alle Procure. .  
   
   
STRUTTURE PER ANZIANI DISABILI MINOR: IN AUMENTO QUALITA’STRUTTURE CONTRIBUTI 2009 DI 20 MLN € PER 74 INTERVENTI SU PATRIMONIO PUBBLICO E PRIVATO VENETO  
 
 Venezia, 27 aprile 2009 - Per consolidare e aggiornare in termini di qualità l´enorme patrimonio strutturale, pubblico e privato, al servizio dei cittadini anziani non autosufficienti, disabili, minori, in diverso stato di necessità d’ assistenza, la Giunta veneta, su proposta dell´Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha ammesso a contributo 74 interventi su strutture sociosanitarie venete da finanziare in conto capitale per complessivi 20 milioni di euro. Il provvedimento è previsto dall’articolo 36 della legge regionale n. 1 del 2004. “Questi interventi - – spiega Valdegamberi – riguardano l’esercizio 2009 e si riferiscono all´adeguamento e alla realizzazione di strutture, d’impianti e/o arredi nel settore sociosanitario. La suddetta legge regionale ha autorizzato, per ciascuno degli esercizi 2004-2006, la spesa annua di € 20. 000. 000 per attuare costantemente questi miglioramenti strutturali dei servizi sociosanitari che sono indispensabili a soddisfare l’esigenza di convenienti standard di risposta nei confronti dei cittadini bisognosi d’assistenza e delle loro famiglie. L’obiettivo che la Regione si pone, in misura sempre crescente in questi anni, è di mettere al centro della propria azione istituzionale la dignità della persona e il suo diritto a ricevere la migliore assistenza possibile”. I criteri di erogazione dei fondi sono stati definiti dalla Giunta regionale a suo tempo, nel 2004, con il parere della Commissione Consiliare, determinando i parametri di ripartizione del contributo per tipologia e territorio. “Va ricordato – sottolinea l’Assessore regionale – che nei sei anni di programmazione realizzata, cioè dal 2004 al 2009, il bilancio delle risorse erogate e degli interventi finanziati da parte della Regione, ammonta a 140. 362. 576 euro per 429 interventi. Una quantità ingentissima di investimenti che mostra in modo evidente la centralità delle politiche sociali nell’intera programmazione istituzionale della Regione Veneto e che fa capire le importanti ricadute non solo sociali ma anche strettamente economiche che mettono in moto”. Dei 429 interventi su strutture realizzati in questi sei anni di applicazione della legge regionale n. 1 del 2004, 34 sono state fatte in provincia di Belluno (per oltre 11 milioni euro), 79 in provincia di Padova (per circa 24 milioni di euro), 40 in provincia di Rovigo (per circa 15 milioni di euro), 57 in provincia di Treviso (per circa 22 milioni di euro), 58 in provincia di Venezia (per circa 20 milioni di euro), 72 in provincia di Vicenza (per circa 24 milioni di euro), 89 in provincia di Verona (per oltre 25 milioni di euro). Nel riparto 2009 non sono stati ancora assegnati i contributi a valere sul fondo di rotazione, sempre previsto dall´articolo 36 della legge suddetta. Il governo veneto ha deciso infatti di riaprire il relativo bando per l´assegnazione delle risorse disponibili nel bilancio regionale 2009 consentendo a tutti i soggetti interessati, senza limitazione di capacità ricettiva, di presentare domanda utilizzando il modello predisposto ed approvato oggi dalla giunta regionale, inviando la domanda di finanziamento agli uffici regionali entro il 29 maggio 2009. .  
   
   
UNA REGIONE SENZA PIU’ BARRIERE ARCHITETTONICHE E’ POSSIBILE: SI STA LAVORANDO PER QUESTO NELLE SETTE PROVINCE VENETE”  
 
Verona 23 aprile 2009 - “Il principio ispiratore della legge regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche è che l’integrazione della persona nel luogo in cui vive e lavora non può realizzarsi tramite situazioni spaziali attrezzate o tramite il trasferimento in un luogo più favorevole: c’è in gioco il riconoscimento di un diritto fondamentale dei cittadini indipendentemente dalla condizione di salute. ” Così l’assessore alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, ha introdotto il 23 aprile a Palazzo Forti a Verona un convegno regionale dedicato a fare il punto sulla normativa voluta per rendere accessibili ai disabili i luoghi pubblici. “Abbattere le barriere architettoniche – ha detto Stefano Valdegamberi- è un dovere di chi governa e un diritto di chi abita nella nostra regione. ” La legge regionale in materia di eliminazione delle barriere architettoniche è stata approvata nel 2007. Lo scorso marzo la Giunta regionale ha varato i provvedimenti attuativi. Il dibattito di oggi a Verona ha voluto valutare i primi concreti esempi dell’efficacia dell’azione di governo regionale in un ambito particolarmente importante per lo sviluppo sociale della popolazione. Per Stefano Valdegamberi, la legge regionale è innovativa e recepisce i principi di accessibilità dettati dalla norma nazionale, sanciti dall’Organizzazione mondiale della sanità, validati dalla Commissione internazionale sui diritti delle persone con disabilità e concordati con i principi dell’Universal design. “Si tratta di un nuovo approccio di tipo culturale – ha ribadito l’assessore - che fa riferimento al tema dell’inclusione sociale e che comporta l’evoluzione da una progettazione per le persone disabili a una progettazione per tutti. ” Per l’assessore Valdegamberi lo scopo della programmazione Regione del Veneto è migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità in tutti i momenti della giornata. Per questo serve la collaborazione delle istituzioni e delle associazioni di volontariato. “Molto è stato fatto negli ultimi anni – ha concluso Valdegamberi – adesso guardiamo con altrettanto impegno il futuro. ” .  
   
   
CREMA, FORMIGONI: CENTRO IPPICO SARA´ VALORIZZATO ROSSONI: PER LE EX SCUDERIE NAPOLEONICHE UN FUTURO DI QUALITA´ FERRAZZI: CONFERMATO IL POLO DI RICERCA SUL MONDO DEL CAVALLO  
 
 Milano, 27 aprile 2009 - La Giunta regionale, su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con il vice presidente e assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni e con l´assessore all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, ha approvato l´ipotesi di Accordo di Programma per la valorizzazione del Centro ippico di Crema. "In base a questo Accordo - afferma il presidente Roberto Formigoni - il Centro verrà valorizzato collegandolo in modo più funzionale alla città, nel rispetto della storica tradizione d´uso, ma conservandone la connotazione di spazio legato al cavallo, attraverso il mantenimento delle attività di ricerca, didattica e formazione oltre che espositive e museali e socio-assistenziali relative al mondo equestre". Il tutto avverrà attraverso un´operazione, svolta di concerto con la provincia di Cremona, il comune di Crema, l´Ersaf (Ente regionale servizi all´agricoltura e alle foreste) e l´Istituto Spallanzani, che non comporterà oneri per la Regione. L´assetto funzionale del complesso prevede l´assegnazione degli spazi secondo questa ripartizione: all´Istituto Spallanzani (circa 5. 000 metri quadrati) in uso per funzioni legate al cavallo, in collaborazione con l´Università degli Studi di Milano, da destinare ad attività di ricerca, didattica e formazione a sostegno della riproduzione equina; al Comune di Crema (circa 3. 500 metri quadrati) in diritto di superficie da destinare a servizi pubblici e un´area verde di 6. 600 mq da destinare sempre a servizi pubblici che verrà permutata tra Comune e Regione con un´area di pari valore, esterna al Centro Ippico, da valorizzare anch´essa in termini immobiliari. Sotto quest´area verde verrà realizzato parcheggio di 500 posti di proprietà comunale che sarà affidato a un concessionario che sarà individuato da Infrastrutture Lombarde spa. Sopra il parcheggio troverà sede il Museo della Carrozza. Il concessionario individuato da Infrastrutture Lombarde spa, in base alla delibera regionale, realizzerà tutte le opere necessarie a ristrutturare gli immobili del Centro Ippico (compresi quelli che saranno dati in uso allo Spallanzani) assicurandone la successiva manutenzione straordinaria, senza alcun onere per la Regione, e gestirà direttamente la struttura ricettiva e il parcheggio. Al Centro di riabilitazione equestre (Cre) verrà garantito l´utilizzo degli spazi attualmente occupati, da destinare a funzioni sociali, direttamente da parte del Comune (palazzina) e dell´Istituto Spallanzani (stalla e maneggio). Lo Spallanzani gestirà anche i cavalli che servono per l´ippoterapia. L´istituto Spallanzani provvederà poi, in collaborazione con l´Università di Milano, alla gestione di attività di ricerca, didattica e formazione sui temi del cavallo. Il rapporto sarà regolato tramite apposita Convenzione di durata massima triennale con la Direzione generale Agricoltura, per un ammontare annuo di 200. 000 euro. "Questo investimento - sottolinea l´assessore Ferrazzi - permetterà il mantenimento di tutte quelle attività di alta sperimentazione e ricerca legate al mondo dell´ippica che, in questi anni, hanno fatto del Centro di Crema il punto di riferimento lombardo d´eccellenza per il settore". "La delibera - prosegue Ferrazzi - conserva la connotazione dell´area come spazio legato al cavallo, attraverso il mantenimento delle attività di ricerca, didattica e formazione oltre che espositive e museali e socio-assistenziali relative al mondo equestre". I beni mobili "di pregio" (carrozze, finimenti e quadri) contenuti nel complesso immobiliare rimarranno di proprietà della Regione e verranno dati in comodato al Comune di Crema per l´allestimento del Museo della Carrozza. "La delibera approvata - commenta Rossoni - conferma la volontà della Regione di valorizzare l´area di via Verdi. Del progetto abbiamo discusso in questi mesi coi partner che firmeranno l´Accordo di Programma che renderà ancora più qualificato e d´eccellenza il servizio offerto al mondo equino e alla città di Crema". .