Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Febbraio 2012
FINANZIAMENTO UE PER LO SMANTELLAMENTO DELLE CENTRALI NUCLEARI IN BULGARIA, LITUANIA E SLOVACCHIA  
 
 Lussemburgo, 6 febbraio 2012 - Al fine di rafforzare la sicurezza nucleare, Bulgaria, Lituania e Slovacchia si sono impegnate nei negoziati per l´adesione all´Ue, a chiudere presto, seguita dalla disattivazione degli otto reattori non aggiornabili. Riconoscendo l´onere evento sociale, economico e finanziario del loro impegno, l´Ue ha fornito programmi di assistenza finanziaria dei tre paesi per un totale di 2.850 milioni di euro per il periodo 1999-2013). Questa relazione speciale illustra l´attuazione dei programmi per lo smantellamento del periodo tra il 1999 e la fine del 2010 . L´audit è stato quello di determinare se le azioni finanziate dall´Unione europea sono stati adattati alle esigenze individuate e attuata come previsto, e se gli accordi fossero un´adeguata governance. Le principali conclusioni e raccomandazioni contenute nella relazione verrà presentata alla stampa dal Sig. Szabolcs Fazakas, membro della Corte.  
   
   
ENERGIA: ABRUZZO, IN PRIMA LINEA SU IMPEGNI DEL "20-20-20" GUARDIAMO CON ATTENZIONE A MACROREGIONE ADRIATICA-JONICA  
 
 Bari, 6 febbraio 2012 - "In Abruzzo stiamo lavorando per concentrare al massimo gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20". Lo ha detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, intervenendo a Bari al convegno sulle politiche di supporto alla sostenibilità ambientale del territorio e sull´esperienza del progetto europeo "Powered" di cui l´Abruzzo è regione capofila. "Il nostro piano energetico - ha spiegato Chiodi - si muove su due obiettivi principali: la produzione di energia da diverse fonti e risparmio energetico, che sono poi i punti principali della strategia dell´Unione europea. I risultati finora ci danno ragione se è vero che i dati di fine 2010 fotografano buone performance sugli obiettivi fissati dalla normativa regionale: al 31 dicembre risultano infatti autorizzati impianti di energia rinnovabile in grado di produrre il 31% del fabbisogno regionale. Nel 2015 contiamo di arrivare al 51%, rispondendo in parte anche alle aspettative poste dalla normativa nazionale. Lo abbiamo fatto operando sulla governance, cioè con la modifica dei processi autorizzativi e con la regolamentazione e semplificazione amministrativa; da qui le linee guida che disciplinano i parchi eolici in regione e le linee guida sulle risorse idriche per la produzione di energia idroelettrica". Su Powered l´Abruzzo, come detto, recita un ruolo di primissimo piano, riconosciuto peraltro a livello nazionale e europeo. Ma il presidente Chiodi parlando proprio di Powered ha voluto sottolineare come "questo progetto sia il primo che fa riferimento alla macroregione adriatica-jonica, area sulla quale si muoveranno i nostri destini futuri". Per Chiodi "le nostre prossime strategia di sviluppo dovranno muoversi nell´area del Mediterraneo. Dobbiamo cioè prendere atto che una parte consistente del Mediterraneo ha e avrà nei prossimi anni avrà un dinamismo economico straordinario in grado di generare un Prodotto interno lordo a due cifre. Una ´piccola Cina´, insomma, che i nostri imprenditori dovrebbero cominciare a prendere in considerazione. L´abruzzo ? ha concluso Chiodi ? si muoverà tenendo a mente questa nuova strategia di sviluppo sull´area del Mediterraneo, ma non dimenticando certo che la crescita sostenibile rimane il nostro valore centrale imprescindibile".  
   
   
ENERGIA: PATTO DEI SINDACI; UE CONFERMA MODELLO ABRUZZO BALLESTEROS SARA´ IN REGIONE PER VEDERE SINDACI  
 
Bari, 6 febbraio 2012 - A Bari un riconoscimento importante all´azione del Patto dei sindaci in Abruzzo è arrivato dal direttore generale del settore Energia della Commissione europea, Pedro Ballesteros. "L´esperienza abruzzese sul Patto dei sindaci - ha detto il rappresentante della Commissione europea - è modello di riferimento in ambito europeo, perché è riuscita a coinvolgere un numero rilevante di comuni e una parte consistente del territorio. È un esempio di politica partecipativa partita dal basso che coinvolge tutti e tre i livelli istituzionali presenti sul territorio". Il riconoscimento all´Abruzzo è stato sottolineato davanti al ministro dell´Ambiente, Corrado Clini, anche in relazione all´apporto che l´Italia sta dando all´attuazione del Patto dei sindaci. "Per noi - ha commentato l´assessore all´Energia Mauro Di Dalmazio - è un´ulteriore conferma dell´importante lavoro che stiamo portando avanti sul Patto dei Sindaci ma anche sulle politiche energetiche regionali. In questo senso - ha annunciato l´assessore - Pedro Ballesteros ha assicurato la sua presenza in Abruzzo proprio per sottolineare e ribadire il valore dell´esperienza abruzzese". Allo stato hanno aderito al Patto dei sindaci circa 3400 comuni e 47 Paesi; l´Italia è il Paese che sta dando all´apporto più consistente con circa un terzo dei comuni aderenti. In particolare, "in Abruzzo - sottolinea Di Dalmazio - in favore del Patto dei sindaci è stata stanziata la somma di 35 milioni di euro legati soprattutto all´efficientamento energetico. Ad oggi sono stati aperti sul territorio 636 cantieri, di cui 450 nei comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti per una spesa di 12,5 mln, 150 nei comuni con popolazione superiore a 5000 abitanti per una spesa di 8,2 mln e 36 avviati dalle quattro province".  
   
   
ENERGIA: DATI ENEL; CHIODI,CONFERMA BONTA´ STRATEGIA REGIONE  
 
Bari, 6 febbraio 2012 - "I dati ufficiali forniti da Enel sugli impianti da fonti rinnovabili realizzati in Abruzzo nel 2011 confermano la bontà e la capacità realizzative delle strategie di politica energetica dell´Abruzzo". È stato questo il commento del presidente della Regione, Gianni Chiodi, e dell´assessore all´Energia Mauro Di Dalmazio, alla notizia del boom delle fonti rinnovabili in Abruzzo confermata dal principale gestore di energia elettrica in Italia. Impegnati a Bari insieme con il ministro Corrado Clini e il presidente Nichi Vendola ad un convengo sulle capacità di sviluppo sostenibile del territorio, Chiodi e Di Dalmazio hanno salutato "con soddisfazione i dati forniti per il 2011 dall´Enel". "Sono dati che confermano il nostro ottimismo e il trend di crescita registrato dagli uffici regionali. Proprio a Bari, al Ministro Clini, dati alla mano, abbiamo detto che l´obiettivo del 2015 di dotare il territorio di impianti da fonti rinnovabili in grado di soddisfare il 51% del fabbisogno regionale, non è affatto un´utopia. Alla data del dicembre 2010 siamo al 31% e già questo non è un dato secondario. Quei 4200 nuovi impianti attivati dall´Enel nel solo 2011 - hanno concluso Chiodi e Di Dalmazio - confermano che la strada della semplificazione amministrativa delle procedure sta dando buoni frutti e che la scelta guarda con attenzione a chi vuole investire sul territorio con un occhio alle politiche di sviluppo sostenibile".  
   
   
MALTEMPO, ROSSI INCONTRA ENEL E CHIEDE PIÙ INVESTIMENTI A CHI GESTISCE SERVIZI PUBBLICI  
 
Firenze, 6 febbraio 2012 – Dopo l’emergenza black-out causata dal maltempo, incontro urgente a Palazzo Strozzi Sacrati tra Regione Toscana ed Enel. Il primo punto discusso è stato il filo diretto con cittadini, con prefetture e uffici regionali della Protezione civile. “Serve più raccordo e maggiore trasparenza” chiede Rossi. “Avrebbe ad esempio consentito – annota – di intervenire meglio o allestire per tempo centri di accoglienza per quei cittadini costretti per più di un giorno senza energia elettrica e quindi anche senza acqua e riscaldamento”. Ma ad Enel il presidente della Toscana dice anche che “se si devono fare investimenti per alzare il limite di sopportazione degli impianti, che si facciano e si facciano ancora più velocemente”. Lo scriverà per lettera anche all’amministratore delegato dell’azienda. Si è discusso di questo nella riunione che il 2 febbraio il presidente Rossi ha avuto con l’ingegner Debora Stefano e i vertici di Enel in Toscana. Un incontro convocato dopo che da, martedì notte, più di diecimila famiglie in Toscana, da Pistoia a Pisa, da Livorno a Siena, fino a Grosseto ed Arezzo, sono rimaste senza luce. E alla sei di stasera erano ancora 3.117: 2.613 nella sola provincia di Siena, 391 a Pisa, 93 ad Arezzo e 20 a Livorno. L’incontro era con Enel, ma lo sguardo del presidente della Toscana Enrico Rossi è più ampio e quando parla e chiede “più investimenti e più attenzione” pensa a tutti i servizi pubblici. Le precisazioni di Enel - L’allerta meteo non era stata sottovalutata, ha tenuto a precisare Enel: quasi cinquecento persone prima reperibili e poi in campo dalle prime ore. Ma l’evento, hanno aggiunto, è stato eccezionale, tant’è che ieri ed oggi sono arrivati altri centro tecnici dalle regioni vicine. E non sarebbe, a giudizio dell’azienda, neppure un problema di linee vecchie o di manutenzione insufficiente. In qualche caso a danneggiare le linee sono stati alberi caduti. In molti altri casi è stato il ghiaccio, che ha creato una sorta di ‘manicotto’ attorno ai cavi che, quando è diventato troppo grosso e pesante, li ha strappati. Magari in zone, complice la nevicata, non troppo facilmente raggiungibili. Uno sforzo di maggior efficienza - “Occorre prendere atto che siamo alle prese con eventi meteorologici non più eccezionali e che si ripetono – ha ribadito Rossi – e di fronte a questi eventi tutti devono alzare il livello di risposta e prontezza: soprattutto chi gestisce un servizio di pubblica utilità”. “L’anno scorso – ricorda Rossi – ho sbattuto qualche pugno sul tavolo, ho alzato la voce, ho anche fatto qualche denuncia alla Procura e qualche risultato c’è stato. Ferrovie finalmente hanno cambiato nella Toscana centrale gli scambi. Non lo hanno fatto sulla costa e lì i treni hanno continuato a bloccarsi. Autostrade ha vietato il transito ai Tir ed ha funzionato. Anche sulla Fi-pi-li c’è stato almeno un livello di attenzione maggiore”. “Continuo invece ad essere deluso da Anas – ha concluso il presidente della Toscana – per come è stata gestita la Firenze-siena”. “Qualcuno può pensare che mi occupi di cose che non rientrano strettamente tra le competenze di una Regione – dice alla fine Rossi – Ma se ci blocchiamo con dieci centimetri di neve ad uscirne male è l’efficienza complessiva del sistema Toscana. E questo sì è una competenza della Regione. Per questo continuerò a chiedere più attenzione, maggiori investimenti e sbattere qualche pugno sul tavolo. In questo momento comunque la preoccupazione è per le migliaia di famiglie ancora all’addiaccio”. Rossi ha annunciato di voler convocare tutti i gestori di servizi pubblici attorno ad un tavolo di lavoro. Enel si è già resa disponibile ed è pronta a partire per un confronto sia sull’emergenza e che l’ordinarietà.  
   
   
INNOVATION FESTIVAL: NUOVE ENERGIE PER LA RICERCA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE  
 
Bolzano, 6 febbraio 2012 - 27, 28 e 29 settembre 2012: sono le date della prima edizione dell´Innovation festival, che per un fine settimana farà di Bolzano la capitale della ricerca. Il tema del festival sarà "Nuove energie", con un occhio all´eccellenza altoatesina e alla sfida dello sviluppo sostenibile. Presentati anche i componenti del Comitato scientifico. Offrire una piattaforma unitaria a tutti gli eventi legati all´innovazione presenti in Alto Adige, rafforzare la nostra terra come area fortemente vocata alla ricerca, mettere a confronto il mondo economico e politico, locale e internazionale, con la grande sfida dello sviluppo sostenibile. Questi gli obiettivi del primo Innovation Festival, che andrà in scena dal 27 al 29 settembre di quest´anno nel centro storico di Bolzano, che diventerà dunque il punto di incontro fra cittadini e imprese, fra tradizione e innovazione. "L´alto Adige - ha sottolineato il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder - ha una grande vocazione ad innovare in settori come l´energia, gli impianti di risalita e l´agricoltura. Vogliamo far conoscere quello che sappiamo fare, ma vogliamo soprattutto confrontarci sul futuro. Penso principalmente ai giovani: qui c´è la piena occupazione, ma il 20% degli altoatesini che studiano fuori Provincia non torna indietro perchè non trova un´occupazione adeguata. Dobbiamo dare a loro delle risposte concrete, dimostrare che c´è la capacità e la volontà di creare un Alto Adige ancora più moderno". "L´innovazione - ha spiegato l´assessore Roberto Bizzo - è la chiave per superare la crisi, e c´è bisogno di un ambiente orientato alla conoscenza. Questa prima edizione del Festival, che vede la collaborazione di tutte le strutture pubbliche e private che operano nel settore della ricerca in Alto Adige, sarà dedicata alle nuove energie. E il riferimento non deve essere solo al cosiddetto "rinnovabile", ma deve essere soprattutto all´uomo, che è il vero grande punto di forza per crescere, innovare e mantenere il nostro livello di benessere. Per tre giorni Bolzano sarà al centro del dibattito locale e internazionale sullo sviluppo sostenibile grazie alla presenza di scienziati e relatori di altissimo livello". Il Comitato scientifico dell´Innovation Festival sarà composto dal Rettore della Luiss di Roma, Massimo Egidi ("lo sviluppo sostenibile è la strada che l´Europa deve percorrere per uscire dalla crisi"), dal direttore del Fraunhofer Institut di Stoccarda, Dieter Spath, dal Rettore della Scuola superiore di studi universitari Sant´anna di Pisa, Maria Chiara Carrozza ("il Festival sarà l´occasione per riflettere sul futuro e sul modello di innovazione"), dal presidente della Libera Università di Bolzano, Konrad Bergmeister, dall´amministratore delegato di Bayern Innovativ, Josef Nassauer e dal presidente del gruppo Leitner, Michael  
   
   
NASCE IL COMITATO “NO TAP” (TRANS ADRIATIC PIPELINE)  
 
Melendugno, 6 febbraio 2012 - Nella serata di ieri 04 febbraio in Melendugno alla presenza di cittadini e di esponenti di associazioni (Nuova Messapia Soleto, Sportello dei Diritti, Idv articolo 3 – Vernole,tramontana – Melendugno,cambiamo Aria – Galatina, Save Salento, Coord.civico Maglie, Forum Ambiente Salute, Meetup Leccesi) si è costituito un comitato spontaneo denominato “No Tap” con la finalità di coordinare una linea comune fra tutte le associazioni e cittadini che hanno a cuore la tutela del Nostro Territorio pesantemente esposto all´approdo di un megagasdotto da parte di Tap, megagasdotto che si va ad aggiungere ad un altro megagasdotto già autorizzato che approderà nella bella e delicata costa otrantina a ridosso della città dei martiri patrimonio culturale mondiale del Unesco. Il comitato già presente con un gruppo facebook che in pochissime ore ha raggiunto il ragguardevole numero di 1000 adesioni si adopererà, informando e sensibilizzando tutti i cittadini salentini chiedendo il loro prezioso coinvolgimento, e promuoverà iniziative pubbliche e istituzionali al fine di scongiurare l´improba possibilità di perpetrare un altro inutile e gigantesco scempio ambientale che andrebbe a compromettere territorio, paesaggio e salute e incolumità dei cittadini, derivante dalla realizzazione della Trans Adriatic Pipeline, il faraonico gasdotto che prevede di portare il gas dal Mar Caspio sino all’Italia meridionale. La multinazionale già attiva nei nostri mari da martedì 24 gennaio con il posizionamento di grosse piattaforme visibilissime dalle nostre coste ha avviato i primi sondaggi geoispettivi, che, da quanto riferito da pescatori e cittadini del posto, hanno portato ad una preoccupante interdizione assoluta alla balneazione e all´attività di pesca di una vasta area marina! Un´imponente piattaforma di sondaggio marino è stata fotografata dai cittadini proprio vicino alla costa nei pressi di San Foca (Le), marina di Melendugno, località riconosciuta per gli ambienti naturali e marini di altissimo pregio e di inestimabile valore ambientale, fortemente tutelati per la presenza di tipica macchia mediterranea e soprattutto per la presenza di una ben conosciuta ed estesa prateria di posedonia, pianta fortemente difesa ed essenziale per il mantenimento degli equilibri biomarini e degli ecosistemi costieri, che assieme alla ricca presenza diffusa di resti archeologici di epoca messapico-romana ispezionati e ancora da ispezionare contribuiscono a rendono la zona d’inestimabile valore essenziale per tutte le economie locali vocate al turismo eco-sostenibile e di qualità. Il comitato già nei prossimi giorni avvierà tutte le iniziative e le manifestazioni pubbliche necessarie per avere al proprio fianco cittadini, istituzioni e chiunque abbia a cuore la massima tutela di questa felicissima e preziosa terra salentina vero patrimonio di tutta l´umanità.  
   
   
BOLZANO: UN CONCETTO PER L´IMPIEGO SOSTENIBILE DI PIETRE NATURALI LOCALI IN EDILIZIA  
 
Bolzano, 6 febbraio 2012 - Oltre 150 i presenti al convegno dedicato all´impiego sostenibile di pietre naturali locali in edilizia svoltosi, giovedì 2 febbraio 2012, presso il Tis innovation park a Bolzano. Opportuno giungere aalal predisposizione di un concetto di sostenibilità per lo scavo, la lavorazione, la commercializzazione e l´impiego delle risorse locali. Per la costruzione di strade o edifici, come sottolinea l´assessore provinciale ai lavori pubblici Florian Mussner (non direttamente presente al convegno per una ltro impegno), in Alto Adige vi è bisogno di una grande quantità di pietre naturali; purtroppo, come afferma, si fa in gran parte ricorso a materiali d´importazione benché il sottosuolo altoatesino sia ricco di pietre naturali e che la loro estrazione e trasformazione in materiale edile goda di una lunga tradizione e che presentino un elevato grado di qualità. Un obiettivo per il futuro sarebbe, quindi, come riferisce l´ass. Mussner, giungere ad un utilizzo sostenibile di questa risorsa naturale ponendo in essere assieme a partner competenti un concetto di sostenibilità per lo scavo, la lavorazione, la commercializzazione e l´impiego delle risorse locali; esse, infatti, sono in grado di fornire una solida base per il futuro e di garantire la qualità dei prodotti. Ne trarrebbe giovamento sia l´ambiente che l´economia; infatti il valore aggiunto resterebbe in loco. In quest´ottica l´ass. Mussner valuta positivamente la costituzione dell’Associazione Pietra Naturale dell’Alto Adige (Vns) avvenuta nel 2011. Josef March, direttore del Dipartimento lavori pubblici della Provincia, nel suo intervento introduttivo al convegno, ha affermato che ora accanto agli aspetti organizzativi è opportuno giungere ad una base operativa per una valorizzazione delle pietre naturali altoatesine quali materiali edili. Volkmar Mair, direttore dell´Ufficio geologia e prove materiali si è soffermato sulle caratteristiche delle pietre naturali e sui loro possibili utilizzi. Leo Andergassen, Soprintendente ai beni culturali, avvalendosi di numerose immagini ha proposto uno spaccato sull´impiego delle pietre naturali nella realizzazione di monumenti dal periodo romanico fino al 19° secolo in Alto Adige. Interesse hanno rscosso anche gli interventi di esperti sulle esperienze raccolte in Svizzera per quanto attiene l´utilizzo in edilizia delle pietre locali. Oltre ai numerosi stabilimenti di produzione ed amministratori di cava di pietra, che hanno costituito nel 2011 l’ Associazione Pietra Naturale dell’Alto Adige (Vns), sono coinvolti in questa iniziativa il Tis innovation Park con il Cluster Edilizia e il Centro per le Simulazioni & i Materiali, la pubblica amministrazione con il Dipartimento ai lavori pubblici, l’ Ufficio Geologia e prove materiali con il progetto Interreg Iva “Georesources”, l’ Ufficio Industria e cave, la Ripartizione Servizio strade e la Ripartizione Innovazione, Ricerca, Sviluppo e Cooperative.  
   
   
LOMBARDIA: PATTO PER LA CASA, NUOVO WELFARE DELL´ABITARE-SALE DA 200 A 400 MILIONI LA DOTAZIONE DEL FONDO IMMOBILIARE ACCREDITAMENTO DI ENTI PRIVATI PER RILANCIARE HOUSING SOCIALE  
 
 Milano, 6 febbraio 2012 - Un inedito Patto per la casa, destinato a dare impulso e direzione alle politiche abitative per i prossimi anni. Lo hanno il 2 febbraio sottoscritto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l´assessore alla Casa Domenico Zambetti con tutti i soggetti pubblici, privati e del sociale - oltre 50 - che operano nel ´mondo della casa´: istituzioni locali (sindaci dei capoluoghi di Provincia, Anci, Upl), sindacati (degli inquilini e confederali), associazioni dei costruttori, degli artigiani e delle banche, cooperative, categorie professionali come notai e architetti, mondo del volontariato e del non profit, prefetto di Milano. Fra gli altri erano presenti i segretari generali di Cgil Lombardia Nino Baseotto, Cisl Lombardia Gigi Petteni, Uil Lombardia Walter Galbusera e i presidenti della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti e dell´Unione dei Piccoli Proprietari immobiliari (Uppi) Paolo Giuggioli. 10 Punti Per Dettare Le Linee - Suddiviso in 10 punti, il Patto si propone come un decalogo di impegni ineludibili (alcuni già in atto), per rispondere alla richiesta abitativa popolare secondo modalità all´altezza dei tempi. E´ stato messo a punto in un anno di serrato lavoro, di dialogo e di confronto con tutti i protagonisti e in tutti i territori della Lombardia. Sostegno economico per gli affitti, nuove forme di agevolazione dei mutui per la prima casa, introduzione di strumenti finanziari innovativi (come il Fondo immobiliare che passerà da 220 milioni a 400), un piano di costruzione di 6.000 nuovi alloggi entro il 2015 e la riqualificazione di altri 4000 alloggi Aler esistenti, il riassetto di interi quartieri per garantire qualità di vita e sicurezza: ecco alcuni degli obiettivi principali del Patto. L´intesa è stata accolta con favore da tutti i sottoscrittori che, per alcuni aspetti, l´hanno definita ´storica´. In particolare è stata apprezzata la grande capacità di fare sistema e di convogliare attorno ad un unico tavolo 53 sigle. Un plauso convinto è arrivato, inoltre, per la caparbietà profusa nel mettere in campo strumenti, anche finanziari, sempre nuovi, per fronteggiare la pochezza delle risorse statali. Un Nuovo Welfare Per Una Nuova Risposta - ´Il Patto - ha esordito il presidente Formigoni - rappresenta un sistema integrato di interventi che interessano quello che può essere considerato uno dei pilastri del welfare, messo a dura prova dalla difficile congiuntura economica: il tema della casa. Nasce da un confronto ampio, allargato a tutto il territorio lombardo. Un approccio nuovo, che invita a una maggior responsabilizzazione di ciascuno e rende possibile una moltiplicazione delle risorse grazie anche al lancio di strumenti come il Fondo immobiliare, che vanta già una dotazione di oltre 200 milioni di euro´. ´E´ il nostro modo di rispondere colpo su colpo a una crisi che morde sempre di più - ha aggiunto - e a una domanda abitativa che presenta sfaccettature molto diverse rispetto al passato. Per questo è quanto mai urgente rivolgersi anche a chi presenta un reddito medio´. La sottoscrizione del Patto è anche il seguito di un impegno preso nel programma elettorale del 2010 e confermato nel Programma Regionale di Sviluppo di Regione Lombardia. Continua Il Confronto Con Il Governo - Formigoni ha anche garantito che, anche per quanto riguarda il tema ´casa´, prosegue il confronto serrato con il Governo nazionale, sia attraverso la Conferenza Stato-regioni, sia attraverso una interlocuzione diretta con l´esecutivo ´per favorire misure agevolative sotto il profilo fiscale a favore dei proprietari di immobili destinati alla locazione e promuovendo l´attenzione dei Comuni per l´applicazione dell´Imu´. ´Questo perché - ha concluso - vogliamo essere attenti alle istanze di tutti i soggetti a dimostrazione del fatto che Regione Lombardia ha e continuerà ad avere un rapporto dialettico e propositivo con il Governo e che sosterrà sul piano politico e istituzionale le istanze condivise dai sottoscrittori di questo Patto´. Attenzione Ai Veri Bisogni Delle Famiglie - L´assessore Zambetti ha poi illustrato i contenuti dell´Intesa, sottolineando anzitutto come l´obiettivo dell´agire istituzionale deve partire ´da un´attenzione ferma e rigorosa ai bisogni della gente´. ´Il Patto - ha spiegato - individua nuove e più efficaci linee d´azione attraverso cui rispondere alle differenziate e specifiche esigenze abitative dei cittadini e vuole avere l´ambizione di rappresentare anche il contributo lombardo allo sviluppo di politiche nazionali per l´abitare´. Un compito ambizioso che sconta un grosso handicap iniziale: vale a dire il sostanziale azzeramento dei trasferimenti statali. ´Abbiamo dunque dovuto ripensare il nostro welfare abitativo - ha aggiunto -, individuando le modalità per finalizzare al meglio le minori risorse disponibili´. Ecco quindi il ripensamento del Fondo sostegno affitti e del contributo per l´acquisto della prima casa e la ferma convinzione della necessità di riportare sul mercato il patrimonio privato invenduto. Anche le Aler saranno valorizzate e sarà introdotto un meccanismo di accreditamento dei privati´. Altro aspetto cui Regione Lombardia tiene in modo particolare - ha concluso l´assessore - è quello della sicurezza e della socialità per creare quartiere ´improntati a quel mix abitativo che può garantire la convivenza serena´. Sono dieci i punti che fanno da pilastro al testo sottoscritto. 1) Welfare Abitativo - Viene data attenzione particolare alle fasce sociali più deboli e gravate dalla crisi economica con il sostegno all´affitto e con l´abbattimento del tasso sul mutuo per la prima casa. Per il sostegno all´affitto sono già disponibili 12 milioni, ai quali si aggiungeranno quelli messi a disposizione dai Comuni. Una novità importante: il contributo non sarà erogato all´affittuario, ma al proprietario, che si impegna a mantenere invariato il canone stabilito e a rinnovare il contratto in scadenza, nonché a rinunciare a eventuali procedure di sfratto. Per chi ha perso il posto di lavoro o ha subito uno sfratto per morosità, Regione Lombardia ha stanziato ulteriori 4,5 milioni di euro. Novità anche per quanto riguarda l´acquisto della prima casa: stop a contributi ´una tantum´ e via a un prodotto finanziario, sulla base di un Protocollo di intesa con Abi e Finlombarda, che permetta, con un immediato stanziamento di circa 5 milioni di euro, l´abbattimento del 2 per cento dell´interesse sui mutui stipulati dalle giovani coppie. 2) Edilizia Pubblica - Si prevede il completamento dei programmi (Prerp) finanziati con 340 milioni di euro, cui vanno aggiunti i 54 dello Stato per il Piano nazionale di edilizia abitativa. Entro il 2015 saranno disponibili 6.000 nuovi alloggi (di cui circa l´80 per cento a canone sociale) e saranno fatti interventi di manutenzione su oltre 3.000 alloggi. Sarà anche incrementata di 1.800 posti l´offerta di alloggi in locazione temporanea per gli universitari. Sono già in corso iniziative a sostegno della domanda delle Forze dell´Ordine. Le Aler, da parte loro, garantiscono l´impegno a riqualificare, entro il 2013, 4.000 alloggi, oltre a realizzare 300 posti letto per la locazione temporanea. 3) Riqualificazione Di Aree Urbane - Proseguono gli interventi previsti dai Programmi di riqualificazione urbana (Pru), fra cui Ponte Lambro a Milano, Zingonia in provincia di Bergamo e l´area ex Neca a Pavia. Saranno rimessi a nuovo anche i quartieri di via Adriano a Milano e Incis a Pieve Emanuele. D´intesa con i Comuni saranno individuate nuove aree di intervento in quartieri con situazione di grave disagio, favorendo il mix abitativo. 4) Fondo Immobiliare - Una delle principali leve per costruire ex novo è il Fondo Federale Immobiliare di Lombardia (Fondo Fil), che permetterà la realizzazione, entro il 2013, di circa 800 alloggi e 800 posti letto per necessità temporanee, di studio, di assistenza o altro. Il capitale attualmente sottoscritto ammonta a 220 milioni di euro, l´obiettivo è di portarlo a 400 milioni. Il Fil si pone anche l´obiettivo di studiare il modo per riportare sul mercato il patrimonio privato invenduto e destinarlo quindi a quella parte della domanda abitativa che si trova in situazioni bisognose non estreme, ma neppure in grado di accedere al libero mercato: la cosiddetta ´fascia grigia´. 5) Fondo Risparmio Energetico - Grazie al lancio di un Fondo regionale di rotazione da 30 milioni di euro nel prossimo triennio è in dirittura d´arrivo un programma per garantire la qualità edilizia e ridurre i costi energetici per gestori e utenti. 6) Sistema Di Accreditamento - Mentre sarà rilanciato il ruolo delle Aler nella loro funzione centrale di attori delle politiche abitative pubbliche, sarà sviluppato un modello di accreditamento di soggetti privati operanti nel campo dell´abitazione sociale. 7) Sportello Casa - I firmatari si impegnano a diffondere tutto ciò che concerne l´apertura di nuovi bandi o il lancio di nuovo strumenti. Saranno potenziati i punti di informazione presenti sul territorio (gli Sportelli Casa già aperti a Bergamo, Brescia e Pavia) e sviluppata la collaborazione con gli Uffici informativi di Agenzie comunali per la casa, Aler, Università e di altri Enti e soggetti. 8) Leve Urbanistiche - Il Patto prevede l´incentivazione di interventi che possano incrementare la disponibilità di alloggi sociali. Nella preparazione dei Piani di Governo del Territorio i Comuni si impegnano a garantire attenzione allo sviluppo delle azioni per l´abitare sociale, con misure volte a soddisfare il relativo fabbisogno abitativo, anche favorendo il mix abitativo con quote Erp (Edilizia residenziale pubblica). 9) Diffusione Di Esperienze - I sottoscrittori si impegnano a promuovere presso i Comuni, le Aler, le parti sindacali, gli operatori del settore e i professionisti la conoscenza delle esperienze più rappresentative. L´impegno sarà quindi quello di individuare e utilizzare gli strumenti più efficaci per la diffusione delle migliori esperienze. 10) Sicurezza - I problemi sociali e di sicurezza sono fra i punti nodali. In questo senso il patto impegna i sottoscrittori, i Comuni e le Aler in particolare, a realizzare progetti in materia di tutor di fabbricato, task-force per emergenze manutentive, mediazione linguistica e integrazione culturale, custodi sociali/portierato, mix sociale, considerazione della morosità incolpevole, servizi alla persona e ai disabili. Essenziale, in tale ambito, è il ruolo di cerniera del no profit e del volontariato. Di seguito l´elenco di coloro che, con il presidente della Regione Roberto Formigoni e l´assessore alla Casa Domenico Zambetti, hanno sottoscritto il Patto per la Casa. 1) per la Prefettura di Milano, il prefetto vicario Vittorio Zappalorto; 2) per Anci Lombardia, il presidente Attilio Fontana; 3) per Upl Lombardia, il presidente Leonardo Carioni; 4) per il Comune di Como, il sindaco Stefano Bruni; 5) per il Comune di Cremona, il sindaco Oreste Perri; 6) per il Comune di Lecco, il sindaco Virginio Brivio; 7) per il Comune di Mantova, il sindaco Nicola Sodano; 8) per il Comune di Pavia, il sindaco Alessandro Cattaneo; 9) per il Comune di Sondrio, il sindaco Alcide Molteni; 10) per il Comune di Varese, il sindaco Attilio Fontana; 11) per il Comune di Milano, l´assessore alla Casa, Demanio e Lavori Pubblici Lucia Castellano; 12) per il Comune di Bergamo, l´assessore all´Edilizia Privata e Politiche della Casa Tommaso D´aloia; 13) per il Comune di Brescia, l´assessore alle Politiche per la Casa Massimo Bianchini; 14) per il Comune di Lodi, l´assessore al Patrimonio e alle Politiche per la Casa Enrico Brunetti; 15) per il Comune di Monza, l´assessore al Patrimonio, all´Ambiente e alle Acque Giovanni Antonicelli; 16) per Federcasa Lombardia, il presidente Loris Zaffra; 17) per Unioncamere Lombardia, il direttore operativo Enzo Rodeschini; 18) per Fondazione Cariplo, il presidente Giuseppe Guzzetti; 19) per Fondazione Housing Sociale, il consigliere delegato Sergio Urbani; 20) per Abi Lombardia, il presidente Franco Ceruti; 21) per Cassa Depositi e Prestiti Investment Sgr, l´amministratore delegato Stefano Marchettini; 22) per Polaris Sgr, il direttore Real Estate Fabio Carlozzo; 23) per Beni Stabili Sgr, l´amministratore delegato Anna Pasquali; 24) per Generali Immobiliare Italia Sgr Spa, l´amministratore delegato Giovanni Maria Paviera; 25) per Ance Lombardia, il delegato per il Centro Studi Gianluigi Coghi; 26) per Confartigianato, il presidente Giorgio Merletti; 27) per Assoediliza/confedilizia, il vicepresidente Ivo Amendolagine; 28) per Assoimmobiliare, il consigliere di Presidenza Silvia Rovere; 29) per Unione Artigiani, il segretario generale Marco Accornero; 30) per Claai-confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane, il segretario generale di Casartigiani Lombardia Mauro Sangalli; 31) per Cna Lombardia, il segretario generale Giuseppe Vivace; 32) per Federabitazione Lombardia, il consigliere regionale Franco Volpe; 33) per Legacoop Abitanti Lombardia, il vice presidente Vincenzo Barbieri; 34) per Compagnia dell´Abitare, l´amministratore delegato Jacopo Vignali; 35) per Cgil Lombardia, il segretario generale Nino Baseotto; 36) per Cisl Lombardia, il segretario generale Gigi Petteni; 37) per Uil Lombardia, il segretario generale Walter Galbusera; 38) per Sicet Lombardia, il segretario generale Pierluigi Rancati; 39) per Sunia Lombardia, il segretario generale Adriano Papa; 40) per Unione Inquilini, il segretario generale Bruno Cattoli; 41) per Uniat Lombardia, il presidente Giulio Nicosia; 42) per Conia Lombardia, il segretario generale Conia Milano Egidio Rondelli; 43) per Uppi, il presidente Paolo Giuggioli; 44) per Consiglio Notarile di Milano, il presidente Domenico de Stefano; 45) per Inu-istituto Nazionale di Urbanistica - Sezione Lombardia, il consigliere direttivo Sergio D´agostini; 46) per Consulta Regionale Ordine degli Ingegneri, il vice presidente Aldo Franchi; 47) per Consulta Regionale Ordine degli Architetti, il vicepresidente Angelo Monti; 48) per Caritas Lombardia, il vice direttore Luciano Gualzetti; 49) per Fondazione San Carlo, il presidente Luciano Gualzetti; 50) per Fondazione La Vincenziana, il direttore Luigi Magni; 51) per Casa Amica, il presidente Massimo Monzani; 52) per Ciessevi, il consigliere direttivo Guido De Vecchi; 53) per Società Aon, il direttore divisione Enti Pubblici Lorenza Bertoni.  
   
   
G.R. UMBRIA PREADOTTA PRIMA PARTE PIANO PAESAGGISTICO  
 
Perugia, 6 febbraio 2012 - La Giunta regionale dell´Umbria, su proposta dell´assessore all´Ambiente, Silvano Rometti, ha preadottato una parte del Piano Paesaggistico Regionale in cui sono stabiliti alcuni principi fondamentali, che sono alla base della pianificazione in materia. "Il Piano - ha spiegato l´assessore Rometti - rappresenta per la Regione lo strumento di governo delle trasformazioni del proprio paesaggio e mira a garantire la conservazione dei principali caratteri identitari e ad elevare la qualificazione degli interventi di trasformazione edilizia e urbanistica. La governance del Piano è assicurata attraverso il coinvolgimento di tutti gli enti rappresentativi del territorio che, d´intesa con le amministrazioni dello Stato e in ragione delle loro specifiche competenze, condividono la responsabilità di salvaguardare, gestire e riqualificare il paesaggio regionale". "Nel dicembre 2010 - prosegue l´assessore - la Regione ha sottoscritto un´Intesa con il ministero per i Beni e le Attività culturali e il ministero dell´Ambiente per l´elaborazione congiunta del Piano, che è stata demandata ad un comitato tecnico paritetico formato da sei rappresentanti delle Regioni e sei dello Stato. Gli elaborati di questa preadozione da parte della Giunta sono il risultato dei lavori del Comitato Tecnico che ha garantito, sin dalla sua costituzione, un´intensa attività ed una sintesi delle diverse posizioni". In coerenza con le norme regionali in materia di governo del territorio e con la nuova impostazione metodologica decisa in seno al Comitato Tecnico, il Piano - oltre a comprendere una relazione illustrativa - è distinto in due volumi di cui il primo dal titolo "Per una maggiora consapevolezza del valore del paesaggio. Conoscenze e convergenze cognitive", ricomprende il quadro conoscitivo e quello strategico del paesaggio regionale, mentre il secondo volume, dal titolo "Per un miglior governo del paesaggio: tutele, prescrizioni e regole", contiene il quadro di assetto del paesaggio regionale e quello delle tutele e le disposizioni di attuazione. "La Giunta regionale - ha spiegato l´assessore Rometti - ha preadottato la Relazione illustrativa e il primo volume del Piano. Quest´ultimo è diviso in un quadro conoscitivo e in un altro strategico del territorio umbro. Nel Quadro conoscitivo è presente il Repertorio delle conoscenze, costituito da una ricca raccolta di cartografie suddivise in Risorse fisico-naturalistiche, storico-culturali e sociali-simboliche e l´Atlante dei Paesaggi. Nell´atlante il territorio umbro risulta diviso in diciannove ambiti, chiamati Paesaggi regionali e, per ciascun ambito, è stata espressa una valutazione, individuata sulla base dell´integrità e sulla presenza di alcune rilevanti pecularietà paesaggistiche. L´esito di questa interpretazione è stato il riconoscimento, all´interno di ogni ambito di paesaggio, di contesti con particolari valori identitari denominate strutture identitarie. Nel Quadro strategico è restituita l´immagine dei principali processi di mutamento del territorio su cui si dovrà misurare la visione futura del paesaggio umbro, e sono individuati i progetti strategici di paesaggio quali: il Braccio Tevere-trasimeno, la Centuriazione della piana, la Flaminia antica, la Direttrice Spoleto-norcia-castelluccio,la Direttrice Todi-orvieto. Inoltre, viene definito il quadro complessivo di compatibilità per le diverse strategie di settore, che hanno rilevanza ai fini di uno sviluppo sostenibile del territorio". "Il ´Ppr´ - ha detto l´assessore Rometti - è concepito come un dispositivo dinamico, che perfeziona progressivamente il sistema delle conoscenze, delle tutele e delle misure di regolazione, con l´obiettivo di migliorare costantemente la qualificazione paesaggistica degli interventi di trasformazione. Pertanto già nella fase di preadozione del Piano, i soggetti pubblici e privati portatori di interessi possono contribuire all´arricchimento delle conoscenze segnalando e fornendo integrazioni ed implementazioni informative alla Regione. Intanto - ha concluso - il Comitato Tecnico continua l´attività di elaborazione del secondo volume del Piano".  
   
   
L’EDILIZIA GREEN E LA SOSTENIBILITA’ DELL’ABITARE  
 
Trento, 6 febbraio 2012 – Lo scorso 3 febbraio a Folgaria confronto e dibattito trasversale sui temi caldi del momento nell’ambito del social housing: dalle costruzioni sostenibili a basso consumo energetico al canone moderato, dal fondo immobiliare alla certificazione delle case in legno, le wood houses, per citarne alcune. Il convegno “Abitare sostenibile. Esperienze a confronto” promosso e organizzato da Itea Spa ha dato non pochi strumenti e stimolanti spunti di riflessione per il potenziamento di nuove politiche dell’abitare a difesa del benessere sociale di oggi e delle future generazioni, per salvaguardare l’ambiente e risparmiare energia, riducendo i costi e aumentando i benefici. Il convegno è stato inaugurato dalla presidente Aida Ruffini che ha portato i saluti dell’assessore alla Salute e Politiche sociali Ugo Rossi. “Il meeting di oggi intende indagare il tema della sostenibilità che può essere declinato in varie accezioni: ambientale, sociale, economica. Per quanto riguarda quella ‘sociale’, il focus va sulla risposta dell’ente sociale nel garantire una casa a chi ne ha bisogno e la coesione sociale. In Trentino le domande si attestano a circa 6.000 su 500.000 abitanti, ma la bolla immobiliare degli anni ’90, che ha spinto ad un innalzamento del valore degli immobili, l’attuale crisi economica, la stagnazione dei salari e i tassi di interesse in costante aumento non hanno facilitato il nostro compito. La fiscalità (Ires, Ici) pesa sul nostro ente per il 70% sugli utili e l’Imu avrà un peso ancor più significativo e forse non sostenibile su un piano finanziario. Per quanto riguarda la sostenibilità economica, il nostro impegno è e sarà rivolto con sempre maggior forza al risparmio energetico e alla ricerca di fonti energetiche alternative. Un ultimo accenno – ha proseguito la Ruffini – va alla vendita del patrimonio immobiliare che non ha avuto le ricadute economiche attese: ora abbiamo un patrimonio di 10.000 alloggi e ad oggi avremmo sicuramente avuto 5.000 alloggi in più se negli anni ’90 non si fosse dato eccessivo impulso alle cessioni di alloggi pubblici. “E, comunque, devono essere ceduti a prezzi competitivi, evitando ghetti e situazioni di degrado sociale e occorre puntare inoltre alla riqualificazione del patrimonio esistente. I ringraziamenti più sentiti vanno, infine, ai nostri enti sponsor, Ideare (società di gestione del software), il marchio di certificazione trentina Arca, il comune, Apt e Folgariaski.” Il sindaco di Folgaria Mario Toller ha sottolineato l’importanza di dibattere su queste tematiche “soprattutto per un comune a vocazione turistica come il nostro, che intende perseguire con tenacia la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, cardine della nostra economia locale, e il sostegno anche alla piccola imprenditoria locale, come quella agricola. Ricordo infine – ha aggiunto Toller – che il Palafolgaria che ci ospita e che ha dato una risposta di eccellenza alle nostre esigenze locali, in termini di manifestazioni sportive e culturali, è stato realizzato nel 1985 proprio da Itea Spa, che ha saputo progettare un edificio in linea con le esigenze paesaggistiche e sociali del comune.” La prima parte del seminario ha posto il focus in tema di “Le risposte dell’edilizia pubblica alle trasformazioni della società”. Il presidente dell’Ater di Roma Bruno Prestagiovanni ha ricordato la necessità impellente di trasformare l’housing sociale per rispondere ai cambiamenti radicali subiti dalla società negli ultimi 20 anni e alla congiuntura economica. “Ater Roma gestisce 50.000 alloggi e la criticità più importante ora sta nell’implementazione dell’efficienza energetica (in particolare nella realizzazione di cappotti termici). Dove trovare i finanziamenti? Dobbiamo diventare un ente economico autonomo in grado di decidere sui canoni di locazione e i prezzi di vendita – ha proseguito Prestagiovanni – e continuare a vendere non è più remunerativo. Un’altra sfida è puntare non più solo sulla fascia “debole” della popolazione (a canone sociale), ma sul ceto medio, sempre più inabilitato ad accedere sia al mercato del credito che all’alloggio pubblico (es. Single, divorziati, famiglie con soggetti con handicap, anziani). Abbiamo inoltre necessità di aprire un confronto a tutto tondo con la politica che spesso dimostra di conoscere solo un lato del problema a causa del maggior pressing svolto, ad esempio, dai sindacati degli inquilini e non dagli enti stessi di edilizia pubblica. Le soluzioni possibili – ha concluso il presidente – possono vedersi nel caricare il canone di locazione come costo sociale, includendolo in un contratto di servizi pubblici, e nel riservare il 50% delle cubature edilizie, a livello regionale, all’housing sociale e, grazie a questo progetto, si potrebbe intensificare anche il mix sociale, che sarebbe un intervento risolutivo a molti problemi di convivenza tra condòmini. Infine, torno sul problema della fiscalità: per noi l’Imu sarà un peso insopportabile e presenteremo a breve l’istanza di richiederne l’esenzione alla Conferenza Stato/regioni.” Il dirigente del Servizio provinciale alle Politiche sociali e abitative Luca Comper è intervenuto per presentare il fondo immobiliare istituito in accordo con la Giunta provinciale, al fine di ampliare l’offerta di alloggi per l’edilizia pubblica (in particolare quelli a canone moderato). “Il fondo – ha esordito Comper - è un patrimonio autonomo raccolto mediante una o più emissioni di quote tra una pluralità di investitori, con la finalità di essere investito per l’attuazione di una determinata politica di investimento (in prima fase l’obiettivo sarà di raggiungere la soglia dei 500 alloggi). La promozione e gestione del patrimonio del fondo e l’amministrazione dei rapporti con i partecipanti saranno riservate ad una Società di Gestione del Risparmio e i vantaggi saranno di consentire la massimizzazione delle risorse finanziarie per gli investimenti riservando al pubblico un ruolo sussidiario; coinvolgere i privati–costruttori configurando il modello anche come misura di sostegno e di qualificazione per il settore dell’edilizia; dare ulteriore impulso a progetti di sistema già avviati in Trentino quali il Distretto Energia Ambiente, Habitech e Green Building Council”. La seconda parte della mattinata è stata invece dedicata ad approfondire il tema de “Le nuove frontiere della bioedilizia”. L’intervento del vice direttore generale dell’Ipes di Bolzano Gianfranco Minotti ha ripercorso le principali tappe compiute dall’istituto nella realizzazione di edifici ad alta efficienza energetica a partire dai primi anni ’90 fino ai giorni nostri, evidenziando le principali caratteristiche costruttive e tracciando un bilancio dell’attività anche in relazione ai comportamenti dell’inquilinato. Ha quindi evidenziato i criteri adottati dall’Ipes per raggiungere l’obiettivo “qualità” nelle proprie realizzazioni ed ha infine proposto una carrellata fotografica degli ultimi due complessi edilizi consegnati nel 2011. Il successivo intervento di Stefano Menapace di Arca (Architettura Comfort Ambiente) - primo esempio di certificazione di edifici a struttura portante in legno - assume in questo frangente particolare rilievo per Itea Spa che nell’attuazione dei propri piani, dovendo realizzare una quota rilevante di edifici in legno, avrà in Arca i riferimenti per le proprie costruzioni. L’approccio potrà essere duplice: l’utilizzo di materiali marchiati Arca (nei progetti) e la successiva certificazione degli edifici come garanzia di qualità e di processo. Il coordinatore tecnico Stefano Menapace ha quindi presentato il marchio Arca: “Nasce con l’intento di valorizzare e promuovere l´edilizia in legno di qualità e gli ambiti di intervento sono molteplici: certificazione di edifici e prodotti in legno e accreditamento di costruttori, progettisti e consulenti. E’ d’uopo altresì sottolineare che Arca è il primo sistema di certificazione di edifici con struttura portante in legno e affonda le proprie radici nella ricerca e sviluppo, applicabile ora a tutte le tipologie costruttive in legno.” E come funziona in concreto l’iter di certificazione? “I 4 livelli di certificazione “platinum – silver – gold - green” sono il risultato della somma dei punteggi attribuiti a 13 requisiti ripartiti in 3 categorie: prestazioni tecniche - gestione edificio - edilizia sostenibile. Allo stato attuale – ha aggiunto Menapace – vi sono già diverse certificazioni in fase di avvio (padiglione fieristico, polo scolastico, complessi residenziali e polifunzionali) e altri immobili sono in fase di analisi (auditorium, asilo nido, scuola elementare, edifici residenziali). Danilo Scaramella e Roberto Scarsi dell’Aler di Brescia hanno presentato un caso emblematico di ‘recupero energetico dei fabbricati’ condotto nel comune di Desenzano. “In prima fase, dopo aver definito gli interventi fattibili sui fabbricati (sostituzioni serramenti/cassonetti, cappottatura e coibentazione dei solai) – ha esordito Scaramella – sono stati rimossi i boilers e realizzato un impianto centralizzato di produzione dell’acqua calda sanitaria. La diagnosi energetica dovrebbe comportare un risparmio del 61,8% traducibile in un risparmio annuo di 13.800 €. Al fine di avviare, con l’occasione della sperimentazione, un approccio diverso da seguire nel recupero energetico dei fabbricati – ha concluso Scarsi - si è proposto di attivare un accordo con gli assegnatari in base al quale una quota del risparmio energetico verrà incamerata dall’Aler di Brescia, in cambio del maggior onere assunto dall’Ente nell’intervento di riqualificazione degli immobili.”. Il presidente Federcasa Ettore Isacchini ha concluso il convegno ricordando i prossimi impegni per il futuro dell’associazione: “rispondere alle nuove esigenze di una società in continuo cambiamento (immigrazione, single in crescita, famiglie disgregate), richiedere al Parlamento l’esenzione dell’Imu per tutte le aziende casa socie di Federcasa, creare una rete di conoscenza e scambio di informazioni ed esperienze più forte e sinergica tra gli enti di edilizia pubblica in Italia e – in conclusione – richiedere all’Europa il recupero di fondi strutturali fondamentali per il risparmio energetico, dato che “la direttiva europea dal 2014 obbligherà tutti gli enti a investire il 3% (in proporzione al numero degli alloggi) a investire nel risparmio energetico del patrimonio immobiliare.”  
   
   
CASA, MILANO FIRMA PATTO IN REGIONE: COMUNE IN PRIMA LINEA PER RECUPERO DEL PATRIMONIO E REALIZZAZIONE DI NUOVI ALLOGGI POPOLARI  
 
Milano, 6 febbraio 2012 - “Il Comune di Milano, con un patrimonio di 30 mila alloggi, sta affrontando con grande forza e impegno il tema delle case popolari. Da un lato, con risposte concrete sul fronte della realizzazione di nuovi stabili, come testimonia il nuovo Piano di Governo del Territorio appena varato dalla Giunta Pisapia e attualmente all’esame dei consiglieri. Dall’altro, ponendo particolare attenzione al recupero dell’esistente, come dimostrano l’inaugurazione di via Gonin, la prossima inaugurazione di altri importanti stabili e l’ultimazione dei lavori per Senigallia. Un lavoro imponente che stiamo portando avanti insieme ad Aler e con la preziosa collaborazione dei sindacati, su tutto il territorio. Il Patto per la Casa è un ulteriore passo verso il miglioramento dei servizi e ringrazio la Regione Lombardia per aver fortemente voluto questo documento e aver lavorato per la sua realizzazione”. Lo ha dichiarato il 2 febbraio l’assessore alla Casa e Demanio Lucia Castellano, intervenendo alla firma del Patto per la Casa in Regione Lombardia. Il Patto per la Casa contiene le azioni prioritarie per lo sviluppo di nuove politiche per l’abitare in Lombardia e vuole rappresentare anche il contributo lombardo allo sviluppo di politiche nazionali per l’abitare.  
   
   
PIANO ENERGETICO-AMBIENTALE, SÌ ALLE LINEE GUIDA LA GIUNTA APPROVA IN PRIMA ADOZIONE IL DOCUMENTO PRELIMINARE PER L´ELABORAZIONE 2013-2020 DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO  
 
 Trento, 6 febbraio 2012 - La Giunta provinciale ha approvato, il 3 febbraio in prima adozione, il documento preliminare sulle linee guida per l´elaborazione del nuovo Piano energetico-ambientale provinciale 2013-2020. Il Piano energetico-ambientale attualmente in vigore scade infatti quest´anno e la Giunta ha dato incarico all´Agenzia provinciale per l´energia (Ape) di attivarsi per elaborare il nuovo Piano. Elaborazione che concretizza attraverso un percorso partecipativo che ha visto dapprima la nomina di un apposito gruppo di lavoro per la redazione del documento preliminare: gruppo di lavoro che si è avvalso di una consulenza esterna, quella di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del "Kyoto Club" e della rivista "Qualenergia". Il documento preliminare verrà ora inviato ai Comuni, alle Comunità di valle, nonché agli enti, alle strutture, alle società, alle associazioni che operano in Trentino e che, a vario titolo, si occupano della materia "energia", per lo studio del documento e per la stesura di eventuali osservazioni. Valutate ed eventualmente recepite, queste osservazioni verranno integrate nel documento preliminare che costituirà, a questo punto, la base di partenza per redigere il nuovo Piano energetico-ambientale provinciale 2013-2020 che verrà approvato in via definitiva dalla Giunta presumibilmente entro il prossimo mese di maggio. Sul sito dell´Ape è possibile leggere e consultare integralmente il documento. Nel documento si sottolinea come le sfide ambientali ed energetiche impongono un salto di qualità nelle politiche di riduzione dei consumi e di aumento del ruolo delle rinnovabili. La Provincia autonoma di Trento è ben posizionata rispetto alla possibilità di raggiungere l’obiettivo al 2020 sulla quota di energia verde indicata dal Governo nazionale nel decreto Burden Sharing (Bs) di prossima emanazione (35,5% dei consumi finali). Infatti, considerando i dati sui consumi ricostruiti nelle Linee guida, la percentuale delle rinnovabili nell’anno di riferimento è risultata pari al 30,0%, mentre al 2020 potrebbe toccare il 37,5% con un aumento del 25% della produzione verde, un valore che - pur con i dovuti aggiustamenti dei dati - risulta superiore rispetto all’impegno indicato nel decreto Bs. Se questa crescita venisse realizzata, la Provincia potrebbe far valere in sede nazionale il suo comportamento virtuoso. Rispetto alla tradizionale forte produzione di energia idroelettrica e al largo utilizzo delle biomasse nel settore civile, si aprono spazi di intervento in questi stessi due comparti (ad esempio valorizzando ed innovando la gestione delle foreste) e di crescita su altri fronti, come il solare termico e fotovoltaico e le pompe di calore. Notevole è poi il potenziale di riduzione dei consumi del comparto civile (un potenziale “giacimento energetico”) con l’obiettivo di giungere alla fine del decennio alle soluzioni “nearly zero energy” richieste dall’Europa. Un altro settore su cui continuare a lavorare è quello della mobilità, con una spinta al trasporto pubblico e la limitazione del trasporto privato in alcune aree, e con l’espansione della mobilità ciclistica e del car sharing. Per ottenere ulteriori forti riduzioni dei consumi e delle emissioni nel decennio seguente, occorrerà puntare sul comparto edilizio che dovrà diventare produttore e non consumatore di energia, sul trasporto elettrico, e su una espansione dell’impiego delle biomasse e del fotovoltaico. L’evoluzione del sistema energetico europeo, con il ruolo centrale delle “smart grids”, richiederà l’introduzione di soluzioni intelligenti nella gestione dell’energia nei centri urbani e lo sviluppo strategico di sistemi di accumulo. La disponibilità di nuovi strumenti di incentivazione (fondo di rotazione di Kyoto, innalzamento del valore dei certificati bianchi, opportunità per le rinnovabili termiche..) che si affiancheranno a quelli già disponibili da parte della Provincia, favoriranno lo sviluppo di soluzioni innovative e creeranno un largo mercato. Sarà quindi possibile, tra l’altro, valorizzare le realtà presenti sul territorio che lavorano in questa direzione nel campo della ricerca. Inoltre potranno crescere le Esco (Energy service companies) che grazie al nuovo quadro di incentivazioni saranno in grado di contribuire alla riduzione dei consumi, generando posti di lavoro. In conclusione, la Provincia autonoma di Trento si trova già in una situazione di punta per quanto riguarda l’elevato utilizzo delle rinnovabili e la collaudata politica sul versante dell’efficienza. I nuovi impegni europei imporranno un salto di qualità in questi settori, con l’introduzione di soluzioni innovative e con ricadute occupazionali estremamente interessanti.  
   
   
INTERVENTI A SOSTEGNO DEL SETTORE EDILIZIO PER IL MIGLIORAMENTO ENERGETICO E PER LE GIOVANI COPPIE  
 
 Trento, 6 febbraio 2012 - 45 milioni a sostegno dell´edilizia, per il miglioramento energetico del patrimonio edilizio e per interventi sugli immobili adibiti ad abitazione principale. È quanto stabilito il 3 febbraio dalla Giunta provinciale, su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, con l´approvazione preliminare dei criteri attuativi dell´art. 43 della legge provinciale 27 dicembre 2011 n. 18. I termini per la presentazione delle domande si aprono il 1° marzo 2012, le richieste vanno presentate alle Comunità di Valle di residenza, i limiti di spesa ammissibili a contributo vanno da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 120.000 euro e riguardano esclusivamente la prima casa; particolare attenzione è dedicata alle famiglie numerose. "Con questo provvedimento - ha commentato l´assessore Ugo Rossi - intendiamo aiutare il settore dell´edilizia, colpito fortemente dalla crisi internazionale, da un lato fornendo risposte al bisogno abitativo delle giovani coppie, dall´altro favorendo interventi finalizzati alla ristrutturazione dal punto di vista energetico degli immobili privati in Trentino. Inoltre viene dedicata una particolare attenzione alla famiglie numerose con forme di precedenza nella stesura della graduatoria e nella determinazione della spesa ammessa". Su 45 milioni stanziati dalla Giunta provinciale, infatti, 15 milioni di euro sono destinati proprio alle giovani coppie (età massima 45 anni), con un Icef compreso fra 0,15 e 0,39, per la ristrutturazione di immobili adibiti ad abitazione principale. La graduatoria tiene conto non solo dell´Icef, ma anche delle classi di risparmio energetico e degli anni di residenza. I restanti 30 milioni sono invece destinati a interventi sulla prima casa finalizzati al miglioramento energetico del patrimonio edilizio esistente. Anche in questo caso la graduatoria terrà conto dell´Icef (anche se potranno accedere al contributo solo per determinati lavori di risparmio energetico coloro che hanno un indicatore Icef al di fuori delle soglie previste) e delle classi di risparmio energetico. I contributi potranno essere erogati a condizione che il richiedente sia in possesso di Dia o di concessione edilizia. I termini per la presentazione delle domande si aprono il 1° di marzo 2012, saranno accorciati i tempi per le persone che, all´atto della richiesta di contributo, sono già in possesso della Dia o della concessione edilizia, chi ne è privo avrà comunque il tempo per richiederla al competente Comune. I limiti di spesa ammessi a contributo vanno da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 120.000 euro per i nuclei familiari con almeno tre figli e di 110.000 euro per tutti gli altri richiedenti. I contributi rappresentano il 30% minimo, elevabili fino al 40% dalle singole Comunità di Valle per giovani coppie e nubendi. I finanziamenti saranno erogati dalle Comunità di Valle, a questo fine si è già provveduto anche ad individuare il riparto delle risorse per i singoli ambiti.  
   
   
BOLZANO, NUOVO CARCERE: DEFINITI CON LO STATO I PROSSIMI PASSI  
 
Bolzano, 6 febbraio 2012 - Dopo l´esproprio delle aree a Bolzano sud, la gara entro marzo e l´affidamento dei lavori in autunno: questa la tabella di marcia per la realizzazione del nuovo carcere, discussa il 2 febbraio a Roma dal presidente della Provincia Luis Durnwalder con il nuovo commissario straordinario per l´edilizia penitenziaria, il prefetto Angelo Sinesio. Come ultima tappa della sua giornata nella capitale il presidente Durnwalder ha incontrato ieri sera il prefetto Angelo Sinesio, nuovo commissario del piano straordinario per l´emergenza carceri. Il commissario delegato Sinesio, che prende il posto di Franco Ionta, è capo della segreteria tecnica del ministro dell´Interno Cancellieri. Nel primo colloquio con Sinesio il presidente della Giunta provinciale ha fatto il punto sull´iter di costruzione del nuovo istituto penitenziario di Bolzano. "Ho spiegato al prefetto che dopo l´esproprio delle aree a Bolzano vicino all´aeroporto, contiamo di avviare il bando di gara entro marzo e i lavori in autunno." Il futuro istituto migliorerà le condizioni di vita dei detenuti e di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria: Durnwalder ha ricordato a Sinesio la recente rivolta verificatasi nella vecchia e inadeguata struttura di via Dante e ha ribadito che "la realizzazione del nuovo carcere è da anni uno dei temi centrali dell´agenda politica in Alto Adige, perché i limiti strutturali di quella attuale non permettono di svolgere quelle attività considerate fondamentali per il recupero della persona." Dal commissario governativo è arrivata la conferma del pieno appoggio dello Stato alla Provincia in tutti i passi necessari per la realizzazione dell´opera pubblica, che sostituirà l’attuale carcere di via Dante, avrà una capienza di 220 persone e una sezione femminile. La Provincia, secondo l’intesa con lo Stato, applica la propria normativa sulle procedure urbanistiche e sugli atti di esproprio e liquidazione. L’opera sarà infatti finanziata ricorrendo a parte dei fondi messi a disposizione dalla Provincia nel quadro dell’Accordo di Milano, utilizzabili per lavori pubblici di interesse sia locale che nazionale. A fronte del contributo provinciale lo Stato trasferisce alla Provincia l´area su cui sorge l´attuale carcere, destinata alla costruzione di opere pubbliche.  
   
   
UE - ANTICONTRAFFAZIONE, ACTA: "CIÒ CHE ERA AUTORIZZATO, RESTERÀ AUTORIZZATO"  
 
Bruxelles, 6 febbraio 2012 - La settimana scorsa l´Unione europea e 22 dei suoi Stati membri hanno firmato l´accordo anti-contraffazione commerciale Acta, che entrerà in vigore solo dopo l´approvazione del Pe. Numerosi dibattiti e consultazioni sono previsti nei mesi a venire, prima del voto finale in plenaria, previsto in giugno. Il presidente della commissione parlamentare per il commercio internazionale, il deputato portoghese di centro sinistra Vital Moreira, si esprime sui punti più spinosi dell´accordo. Cos´è l´Acta? Vital Moreira - L´accordo Acta non vuole ridefinire i limiti relativi alla protezione dei diritti alla proprietà intellettuale come i copyright, i brevetti e i marchi… ma si occupa piuttosto di applicare i meccanismi di protezione di questi diritti. È una convezione dell´Organismo mondiale del commercio, chiamata Trips (Accordo sui diritti di Proprietà Intellettuale relativi al commercio), e alla quale l´Unione europea e tutti gli Stati membri aderiscono, che stabilisce i limiti di questi diritti, oltre a prevedere anche le regole d´applicazione. Acta è piuttosto un aggiornamento dei mezzi e dei meccanismi di protezione dei diritti relativi alla proprietà intellettuale. È un accordo multilaterale tra paesi sviluppati - Unione europea, Stati Uniti, Giappone…- e altri meno sviluppati - Messico, Marocco…- che punta a rinforzare la proprietà intellettuale. Tutto ciò che era autorizzato resta autorizzato, tutto ciò che era vietato resta vietato. Si tratta semplicemente di essere più efficaci rispetto alle violazioni dei diritti sulla proprietà intellettuale. Perché l´accordo è così contestato? Vm - I punti sensibili riguardano una piccola parte dell´accordo. In particolare i diritti sulla proprietà intellettuale su internet, il download di musica, letteratura e teatro. Penso che sia importante sottolineare che molte critiche fatte non riguardano il contenuto dell´accordo. Per esempio lo scaricamento dei dati ad uso personale non è vietato, e non lo sarà. Ciò che sarà vietato riguarda la violazione dei diritti sulla proprietà a fine commerciali. Cosa possono fare i cittadini che vogliono esprimersi sul tema? Vm - Il testo proposto è già disponibile sul nostro sito, nonostante non sia ancora stato inviato ufficialmente. Anche l´opinione del nostro servizio giuridico, solitamente confidenziale, è stato reso pubblico. I dibattiti della nostra commissione parlamentare - per il commercio internazionale - sono trasmessi in diretta su internet. L´1 marzo organizziamo un workshop al quale tutti possono partecipare. Il commissario europeo al commercio Karel De Gucht ha già confermato la sua presenza. Alcuni gruppi politici, in particolare quelli contro l´approvazione dell´Acta, promuovono il dibattito on line. I cittadini hanno già iniziato a inviare centinaia, se non migliaia, di mail ai deputati. Tutti i problemi sollevati verranno affrontati, in commissione parlamentare e in plenaria. Il trattamento di questo tema non mancherà certo di apertura, trasparenza e partecipazione democratica. Il Parlamento può cambiare il contenuto dell´accordo Acta? Vm - Si tratta di un accordo internazionale e l´approvazione del Parlamento è necessario. Nonostante ciò non è possibile modificare il testo. Bisogna rispondere con un "si" o con un "no". È la regola di tutti i paesi democratici. Nonostante ciò il Parlamento europeo può rimandare la decisione perché non è stata stabilita nessuna scadenza. Questo accordo ha inoltre sollevato dei problemi dal punto di vista giuridico e il Parlamento infatti può richiedere alla Corte di giustizia dell´Unione europea se il testo è compatibile con il diritto europeo. Questa domanda può essere fatta da una commissione parlamentare. In questo caso, la procedura può essere sospesa in attesa della valutazione della Corte. La commissiona parlamentare al Commercio internazionale sarà dunque responsabile della decisione - nonostante l´ultima parola verrà pronunciata in sessione plenaria, ndr - ma altre commissioni di pronunceranno sul tema, in particolare la commissione per le Libertà civili. Quali sarebbero le conseguenze se il Parlamento non approvasse l´accordo? Vm - Se approviamo l´accordo, il Consiglio (organo rappresentante degli Stati membri dell´Unione europea, ndr) è autorizzato a farlo passare diventando vincolante all´interno del quadro legislativo europeo. Nel caso in cui non venga approvato dal Parlamento europeo, si possono aprire dei negoziati ma il testo attuale non avrà futuro. Per un nuovo accordo bisogna iniziare una nuova procedura, con una proposta della Commissione europea, un mandato per il Consiglio, delle negoziazioni e delle firme… In passato il Parlamento ha rifiutato due accordi: l´accordo Swift (sul trasferimento dei dati bancari alle autorità americane) e l´accordo sulla pesca con il Marocco.  
   
   
DE TOMASO, REGIONE TOSCANA SOLLECITA NUOVO INCONTRO SUBITO DOPO L’ASSEMBLEA DEI SOCI  
 
Firenze, 7 febbraio 2012 – L’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini ha incontrato il 3 febbraio, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, le organizzazioni sindacali di categoria e aziendali per informarle degli ultimi sviluppi del percorso di reindustrializzazione della De Tomaso, la società che ha rilevato la ex Delphi di Livorno. In particolare l’assessore ha informato sull’incontro svoltosi martedì 31 gennaio con i rappresentanti della proprietà, i fratelli Gianluca e Edoardo Rossignolo. “Abbiamo preso atto – ha spiegato Simoncini – di quanto ci ha riferito la proprietà circa l’ingresso di un nuovo socio, ingresso che, insieme alla ricapitalizzazione, dovrebbe essere deliberato nel corso dell’assemblea dei soci, già convocata per mercoledì 8 febbraio. L’azienda ha ribadito poi che manterrà tutti gli impegni sul territorio e che, dopo il 9 febbraio, dovrebbero dar seguito al piano industriale e ripartiranno le attività formative”. L’assessore ha ricordato che la Regione ha fatto presente all’azienda l’auspicio che la ricapitalizzazione avvenga nei tempi previsti e ha chiesto che, subito dopo l’assemblea dei soci, la società fissi un incontro per informare sindacati e istituzioni sul piano industriale e sulle tappe in vista della partenza dell’attività formativa e della produzione”. “La Regione – ha concluso – continuerà, insieme alle istituzioni, nel suo forte impegno per portare a soluzione la vicenda, seguendone attentamente gli sviluppi , con l’obiettivo di garantire la ripresa della produzione e la piena occupazione per tutti i lavoratori e le lavoratrici della ex Delphi”.  
   
   
FUSIONE TRA CONFIDI E SOCIALFIDI: NASCE CONFIDI ALTO ADIGE NUOVA COOPERATIVA DI GARANZIA PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE LOCALI  
 
Bolzano, 6 febbraio 2012 - Nell’ambito delle rispettive assemblee straordinarie le Cooperative di Garanzia Confidi e Socialfidi il 2 febbraio 2012 a Bolzano hanno deliberato la fusione. Nasce, quindi, Confidi Alto Adige come nuova ed unica cooperativa di garanzia per le piccole e medie imprese locali. Questa fusione, che agevolerà le piccole e medie imprese nell’accesso al credito e che aumenterà l’efficienza, è un passo importante per attuare un progetto più ampio sostenuto dalla Giunta provinciale, mirante ad accorpare le cooperative di garanzia operanti in provincia di Bolzano. I vantaggi della nuova cooperativa di garanzia Confidi Alto Adige sono evidenti: maggiore numero di soci; aumento del fondo di garanzia e del patrimonio netto; incremento del monte finanziamenti garantiti; integrazione dei servizi offerti ai soci servizi; ulteriore miglioramento generale di efficienza attraverso la razionalizzazione delle risorse impiegate nell’attività (es. Riduzione nella composizione degli Organi deliberanti e di controllo); rafforzamento della vocazione di operatore multisettoriale; eliminazione di eventuali doppioni nella gestione delle pratiche; riduzione degli oneri procedurali e di compliance; abbreviazione dei tempi di delibera. Le assemblee straordinarie hanno anche deliberato il nuovo statuto della cooperativa di garanzia Confidi Alto Adige, creando così tutti i presupposti necessari affinché la nuova cooperativa possa diventare operativa in regime di intersettorialità. Le piccole e medie imprese appartenenti a diversi settori economici ma con un’organizzazione e fabbisogni simili tra loro, nonchè le microimprese del terzo settore (sociale), avranno, quindi, a disposizione un unico interlocutore competente. Inoltre, Confidi evolverà verso un modello di 2° grado con la possibilità di cogarantire (cd. “garanzie in pool”) le imprese aderenti al Confidi provinciale riveniente dall’aggregazione delle altre 3 cooperative di garanzia locali (dell’artigianato e del commercio). Nel futuro Confidi Alto Adige potrà emettere garanzie a prima richiesta e trasformarsi in un intermediario vigilato dalla Banca d’Italia. Altri interventi sullo statuto che regoleranno l’operatività della Cooperativa, riguardano migliori condizioni di governance e la semplificazione dei rapporti con i soci. Nel corso del 2012 l’Assemblea ordinaria nominerà le nuove cariche sociali. Confidi Alto Adige: i principali dati consolidati
Pmi associate 598
Finanziamenti garantiti € 182.000.000
Patrimonio netto e Fondi Rischio € 20.500.000
Consiglio di Amministrazione 15 membri
Collegio Sindacale 3 membri
Società di revisione 1
Addetti 5 collaboratori
 
   
   
MONZA E BRIANZA - NEVE, ALLE IMPRESE COSTA OLTRE 140 MILIONI DI EURO  
 
Monza, 6 febbraio 2012 - Complessivamente nel nord Italia, per le regioni colpite dalla neve in questi giorni, la perdita economica arrecata alle imprese è stimata in oltre 140 milioni di Euro. Solo in Lombardia, dove la nevicata non è eccezionale ma persistente, i danni al sistema imprenditoriale superano i 78 milioni di Euro, imputabili soprattutto ai costi per il trasporto ritardato, o bloccato, delle merci (oltre 61 milioni di euro). L’impatto è minore sulle perdite dovute ai ritardi o al mancato arrivo delle persone sul posto di lavoro (più di 16,5 milioni di euro), che rispetto alle nevicate degli scorsi anni, hanno subito meno disagi negli spostamenti. Solo le attività imprenditoriali dell’area metropolitana di Milano e Monza e Brianza risentono della nevicata per 7 milioni di Euro. E’ quanto emerge da una stima dell’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese, Aci, Istat.  
   
   
BOLZANO: PROVINCIA A COLLOQUIO CON I VERTICI DELL´APA/LVH  
 
 Bolzano, 6 febbraio 2012 - La prevista riforma dell´incentivazione dell´economia e la legge omnibus di adeguamento delle leggi provinciali riferite ai vari settori economici sono stati i temi al centro del recente colloquio dell´assessore provinciale Thomas Widmann con il presidente ed il direttore dell´Associazione provinciale dell´artigianato Apa/lvh Gerd Lanz e Thomas Pardeller. Per favorire lo sviluppo dell´economia altoatesina e della sua concorrenzialità viene attualmente testata la legge di riforma dell´incentivazione dei comparti economici. L´obiettivo, come ha sottolineato l´assessore Widmann nel corso del colloquio con i veritici di Apa/lvh è quello di giungere a definire programmi di finanziamento chiari e precisi. A tal proposito ha invitato i rappresentanti dell´associazione di categoria a partecipare attivamente alla discussione riferita alle nuove disposizioni di legge. Parlando della prevista legge omnibus per la modifica di varie leggi provinciali riferite all´economia, i rappresentanti dell´Apa/lvh hanno fatto presente la necessità che in sede di modifica della legge provinciale sull´artigianato vengano introdotti adeguamenti alle normative statali ed europee. Come ha posto in evidenza l´assessore Widmann, prima di giungere al varo definitivo delle modifiche di legge, sarà necessario attendere le liberalizzazioni previste dal Governo che richiederanno adeguamenti delle leggi provinciali. Tra i progetti che l´Apa/lvh ha in pectore per il 2012 e che ha illustrato all´assessore Widmann, vi è quello di una campagna d´immagine per varie professioni artigiane che punta a sensibilizzare l´opinione pubblica locale sull´artigianato altoatesino. Per poter concretizzare tali progetti, l´Apa/lvh intende chiedere sostegno economico alla Provincia. Come ha sottolineato l´assessore Widmann le misure e le riforme previste consentiranno di garantire il necessario sostegno all´artigianato anche in questo trend d´incertezza per la compagine economica; l´artigianato, infatti, - così Widmann - svolge un ruolo importante nell´ambito dell´economia altoatesina.  
   
   
GIBELLI: MOTO LOMBARDA MIX VINCENTE NEL MONDO  
 
Cusago/Mi, 6 febbraio 2012 - ´Fata su a Milan cont el coeur e cont i man´. E´ questo il manifesto programmatico e identitario della Cr&s di Cusago (Mi): l´azienda di produzione di motociclette visitata il 2 febbraio da Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato di Regione Lombardia, nel corso della 46a tappa di ´Assessorato itinerante´. Cr&s, Un Progetto Lungo Vent´anni - La Cr&s di Cusago nasce nel 1992 da un´idea di Roberto Crepaldi, precedentemente socio e fondatore della società milanese che portò con successo l´Harley Davinson nel nostro Paese. Ora l´azienda milanese ha come sua peculiarità la produzione di motociclette su misura. Utilizzando materiale particolare, vengono costruite moto su specifica indicazione: ogni modello che esce da questa officina alla porte della capitale lombarda, è un pezzo unico e non ripetibile. Dapprima il mercato era solo milanese e regionale, ma ora si sta allargando sempre di più all´Europa. Non solo. Di recente sulla moto ´de Milan´ hanno messo gli occhi anche le imprese orientali e americane, che vogliono esportare la motocicletta della ´Madunina´. Mix Vicente Di Design, Tecnologia E Milanesità - Visitando il piccolo show room e l´officina annessa, Andrea Gibelli ha spiegato che questo della Cr&s è ´un esempio unico nel suo genere. Qui c´è una tradizione che conferma come la meccanica sia un grande patrimonio storico e di esperienza nella realtà industriale e artigianale milanese´. ´In questa impresa - ha detto ancora il vice presidente di Regione Lombardia - esiste un grande connubio tra design, tecnologia e milanesità. Un mix veramente vincente, che dai dati forniti dagli imprenditori, ha il grande appeal del ´fatto bene´ in Lombardia´. Nostro Sistema Produttivo Come Lepre Inseguita - ´Dentro il cosiddetto ´Made in Italy by Lombardia´ - ha proseguito Gibelli - si racchiude una formula che anche nel settore delle motociclette dimostra, ancora una volta, di essere la migliore a livello mondiale per prodotti di nicchia e per i clienti molto esigenti. C´è una grande capacità del nostro sistema produttivo ad essere lepre e dover essere inseguito e non invece ad inseguire, soprattutto in un settore molto particolare e molto competitivo a livello di grandi nomi di costruttori internazionali´. Parlando poi dell´impegno dell´istituzione regionale, Gibelli ha detto che ´la Lombardia ha messo a disposizione strumenti a favore dell´innovazione e dell´internazionalizzazione, andando nella direzione di intercettare la domanda di ciò che è fatto bene, moderno e con grande design: ovvero tutti gli ingredienti del nostro sistema lombardo´. Gibelli Impressionato Dalla Grande Passione Dei Costruttori - Gibelli, grande appassionato di motori, ha voluto sottolineare con la stampa ciò che più lo ha colpito in questa azienda milanese. ´Qui - ha detto - mi ha impressionato la passione di chi ha saputo accettare questa sfida particolarmente difficile, quella cioè di mescolare molti elementi diversi: motori americani con telai di tradizione europea dentro un design e una linguistica tipicamente lombardi e milanesi´. ´Una formula - ha concluso Gibelli - assolutamente inedita, ma che dai numeri dimostra di aver avuto successo´.  
   
   
LAVORO A REGGIO EMILIA, PREVISTE 1500 ASSUNZIONI NEL I TRIMESTRE 2012  
 
Reggio Emilia, 6 febbraio 2012 - Sebbene il nuovo rallentamento del ciclo economico porti a prevedere, per il 2012, una contrazione del Pil che potrebbe avere contraccolpi anche sull’occupazione, le imprese reggiane dell’industria e dei servizi hanno programmato quasi 1.500 assunzioni per il primo trimestre del 2012. Emerge dall’analisi compiuta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio sull’indagine periodica Excelsior, il sistema informativo per l’occupazione e la formazione, promosso da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Le rilevazioni parlano infatti di 1.480 le assunzioni previste fra gennaio e marzo 2012, 580 delle quali nell’industria e le altre 900 nei servizi. “Oggi è difficile – sottolinea Enrico Bini, Presidente della Camera di commercio – prevedere quale potrà essere il saldo occupazionale di fine anno. Proprio dalle indicazioni che riguardano la possibile contrazione del Pil si desume che si potrebbe registrare una lieve flessione (-0,5%), ed è proprio a fronte di una situazione così difficile che appare ancor più importante il fatto che in diversi settori non si arresti la ricerca di lavoratori da parte delle imprese reggiane, che peraltro sale di altre 1.200 unità (portando le previsioni trimestrali delle aziende a 2.680 ingressi al lavoro) se si considerano anche le forme di lavoro diverse da quello dipendente”. Delle assunzioni alle dipendenze programmate, circa un terzo – come evidenzia l’indagine camerale - sarà effettuato con contratto a tempo indeterminato, mentre i rimanenti due terzi sono previsti con contratti a tempo determinato (periodi di prova finalizzati all’assunzione, lavori stagionali, sostituzioni temporanee). Nuovi spazi sembrano aprirsi per i giovani con meno di 30 anni, ai quali le imprese reggiane sono intenzionate a riservare in modo esplicito oltre un terzo delle assunzioni previste, con previsioni che, però, portano tale quota a valori prossimi al 50% del totale. Le prime sette professioni più richieste in provincia, che concentrano il 56% delle assunzioni programmate (cioè 830 unità su 1.480) sono riferite a specialisti e tecnici del marketing, vendite, distribuzione e servizi turistici (170 unità), operai specializzati e conduttori di impianti nelle costruzioni (130 unità ricercate, con esperienza), specialisti e tecnici amministrativi, finanziari e bancari (130 unità, possibilmente con esperienza), operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (120 unità, preferibilmente con esperienza), commessi e altro personale di vendita nelle attività commerciali (110), cuochi e camerieri (100 unità, con una ricerca che si indirizza preferibilmente alla componente femminile), conduttori di mezzi di trasporto e di macchinari mobili (70 unità preferibilmente di genere maschile). Nel complesso, la ricerca di alte professionalità (dirigenti, professioni altamente specializzate e tecnici) risulta piuttosto sostenuta, superando nell’insieme, le 400 unità, per una quota pari al 28% circa del totale assunzioni previste nel trimestre che colloca la nostra provincia al 15° posto in graduatoria nazionale. Se dai profili professionali si sposta l’attenzione sui titoli di studio richiesti emerge che su circa 1.300 assunzioni non stagionali il 40% sarà costituito da diplomati e il 18% da laureati. In circa tre casi su dieci gli imprenditori reggiani ritengono necessaria la laurea specialistica; in due su dieci preferiscono la triennale; il rimanente 50% dei casi non esprime preferenze specifiche (vanno bene sia la specialistica che la triennale). Oltre ai 1.480 lavoratori assunti come dipendenti, sia a tempo indeterminato che determinato, le imprese – come si è detto - si avvarranno di altre 1.200 unità da inserire con altre modalità: 700 interinali, 300 indipendenti (partite Iva e lavoratori occasionali) e 200 collaboratori a progetto.  
   
   
CIG ALLA PONTEGINORI: DECISIONE INOPPORTUNA DELLA SOLVAY  
 
Firenze, 6 febbraio 2012 – “Appare quanto meno inopportuna la decisione di usare la cassa integrazione per i dipendenti della Ponteginori a 24 ore dall’apertura del tavolo istituzionale al quale anche Solvay ha dato la propria disponibilità a far parte, accogliendo l’invito della Regione che si è fatta portavoce delle istanze degli enti locali”. E’ il commento degli assessori regionali Anna Rita Bramerini e Gianfranco Simoncini dopo la nota diramata l’ 1 febbraio dalla multinazionale belga in cui si annuncia la cassa integrazione per oltre la metà dei lavoratori in forza agli impianti della Ponteginori a causa del mancato rinnovo delle concessioni minerarie “Poppiano” e “Cecina”. “La Solvay – continuano di due assessori – sa bene che il rilascio delle concessioni non è stato finora possibile perché la Via del 2004, che approvava i progetti connessi all’esercizio delle concessioni, è stata oggetto di contenziosi davanti al Tar per ben due volte. La Regione così ha dovuto riattivare i procedimenti e la conferenza dei servizi del 22 dicembre scorso ha concluso la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale necessaria per il rilascio delle due nuove concessioni nel rispetto di tutte le prescrizioni, a cui si aggiungerà un’attenta attività di monitoraggio. Cose queste ben note all’azienda – puntualizzano Bramerini e Simoncini – che conosce altresì l’impegno assunto dalla Regione per chiudere questa complessa vicenda con l’obiettivo di salvaguardare l’occupazione e le esigenze del territorio. Auspichiamo dunque – concludono – che con il tavolo di domani prenda avvio una nuova stagione di dialogo tra Solvay e territorio e che gli interventi programmati favoriscano tutela ambientale, sviluppo produttivo e occupazione”. “Si fa comunque presente a Solvay – aggiunge in conclusione l’assessore Gianfranco Simoncini – che l’utilizzo della cassa integrazione in deroga non potrà essere autorizzato dalla Regione, non essendo Solvay azienda sotto i 15 dipendenti, né azienda che ha usato a pieno tutti gli ammortizzatori della cassa ordinaria e straordinaria che riguardano le grandi aziende”.  
   
   
LIBERALIZZAZIONI: REGIONE FVG INCONTRA I GIORNALAI  
 
Trieste, 6 febbraio 2012 - Un confronto sulle nuove norme che interessano il settore e uno spazio per le proposte della categoria alle prese anch´essa con la crisi: questo in sintesi il significato dell´incontro che si è tenuto il 3 febbraio fra i rappresentanti regionali del sindacato degli edicolanti e l´assessore regionale al commercio, Angela Brandi. In particolare l´assessore ha posto l´accento sulle nuove misure della legge nazionale che andranno ad apportare alcuni significativi cambiamenti all´attività commerciale delle edicole, come ad esempio la facoltà di rifiutare le forniture di prodotti complementari forniti dagli editori, la possibilità di vendere altri prodotti e l´inquadramento come pratiche commerciali sleali la fornitura in eccesso, o parziale, rispetto alla domanda. Da parte del sindacato dei giornalai, rappresentato dal segretario regionale Mario Peritati, accompagnato dai delegati Gianfranco Della Negra e Roberto Sain, è emersa l´esigenza di proporre alla Regione una richiesta di sostegno in merito all´informatizzazione della rete di vendita, che nella città di Udine è arrivata circa a coprire poco meno del 50 per cento degli operatori. "Credo - ha detto l´assessore Brandi - che oggi si sia fatto un quadro sufficientemente approfondito su quello che comporta la nuova normativa nazionale per i rivenditori di giornali, i quali hanno adesso l´opportunità di ampliare la loro offerta commerciale ad altri prodotti. Certo, non sempre questo è possibile, anche a causa delle dimensioni delle rivendite. Inoltre dobbiamo tenere in considerazione anche chi non riesce a stare più sul mercato: proprio per questo - ha concluso l´assessore - stiamo valutando la possibilità di introdurre una misura a favore di coloro i quali intendono smettere l´attività, ma che non possono farlo in quanto compressi da situazioni debitorie".  
   
   
14 FEBBRAIO INCONTRO A ROMA SU FERRIERA DI SERVOLA DI TRIESTE  
 
Trieste, 6 febbraio 2012 - Si parlerà della Lucchini, e quindi anche del futuro della Ferriera di Servola, in un incontro convocato a Roma martedì 14 febbraio presso il Ministero per lo Sviluppo economico. A darne notizia è l´assessore regionale alla Programmazione, Sandra Savino, che ricorda come il presidente Renzo Tondo abbia recentemente chiesto di partecipare al Tavolo di crisi ministeriale; l´invito rivolto all´Amministrazione regionale è la dimostrazione che anche su questo importante aspetto dell´economia la Giunta si sta impegnando con grande convinzione. L´obiettivo della Regione, ricorda l´assessore Savino, consiste nell´individuare un metodo ed un percorso che consenta di mettere in sicurezza l´area dello stabilimento triestino, garantire un futuro ai lavoratori e tutelare l´ambiente e la salute dei cittadini. Un obiettivo, sottolinea ancora Savino, che era stato chiaramente delineato a fine dicembre nel corso di un incontro con i lavoratori promosso dalla stessa Regione, cui avevano partecipato anche il sindaco della città Roberto Cosolini e la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. In quell´occasione l´Amministrazione regionale aveva anche annunciato l´apertura di un ufficio operativo permanente dedicato al tema Ferriera. L´incontro convocato a Roma a metà febbraio rappresenta per Savino un´opportunità per inserire la riconversione dello stabilimento di Trieste all´interno di una discussione più ampia relativa al futuro dell´intero Gruppo industriale e più in generale della politica siderurgica italiana.