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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Luglio 2009
RIVOLUZIONE ORTOFRUTTICOLA: TORNANO I ´BRUTTI MA BUONI´!  
 
Bentornate zucchine bitorzolute e carote storte! Dall´1 luglio i regolamenti europei che imponevano criteri di qualità anche ´estetici´ a 26 tipi di frutta e verdura sono preistoria. Oggetto di mille critiche e simbolo dell´eccessiva burocrazia di alcune decisioni di Bruxelles, questo tipo di leggi ha prestato il fianco anche a molti ´euro-miti´ completamente falsi. Il ´Regolamento cetrioli´ (Cee 1677/88), il ´Regolamento carote´ (Cee 730/1999) e molti altri sono stati approvati una ventina di anni fa per creare standard europei comuni in materia di qualità di frutta e verdura, distinguendo, tanto per dire, quella extra-class alla dalla meno prestigiosa class Ii. Ma nello sforzo di semplificare e sburocratizzare la legislazione comunitaria, la maggior parte di queste regole sono state abolite: dall´1 luglio 2009 possono tornare sulle nostre tavole cetrioli e carote di ogni sorta! Addio alla zucchina perfetta! Non solo la forma, ma anche la misura delle zucchine non conterà più. E la ´rivoluzione´ tocca anche molti altri prodotti: albicocche, carciofi, asparagi, melanzane, avocadi, cavolfiori, ciliege, funghi, aglio, meloni, prugne, spinaci. 26 in tutto, compresi perfino i cavolini di Bruxelles! Come natura li ha fatti Che cosa implica l´abolizione delle regole in questione? Non solo banchi del supermercato più variopinti, ma anche la fine di inutili passaggi burocratici per gli agricoltori e i rivenditori, più scelta per il consumatore, e meno spreco, visto che anche le verdure bruttine potranno essere vendute. E per mele e pere? Per i 10 prodotti ortofrutticoli più commercializzati nell´Ue (mele, pere, limoni, lattuga. ) i criteri di qualità restano. Ma gli Stati membri possono decidere di consentire la vendita anche ai ´fuori norma´, purché l´etichetta indichi che questi prodotti non sono destinati al consumo finale ma alla trasformazione. .  
   
   
CONTROLLI SUGLI ALIMENTI: TROPPA BUROCRAZIA E TARIFFE ONEROSE LE REGIONI CHIEDONO AL GOVERNO UNA MODIFICA DELLA NORMATIVA  
 
Il sistema di tariffe definito dal Decreto Legislativo 194/2008 che finanzia i controlli sulle imprese che producono alimenti deve essere cambiato perché rischia di penalizzare i produttori italiani con aggravio degli oneri burocratici. La commissione salute della Conferenza delle Regioni, presieduta dall´assessore regionale alla salute della Toscana Enrico Rossi, ha predisposto una proposta di modifica che sarà sottoposta nei prossimi giorni dalle Regioni all’attenzione del Governo. Già da gennaio le Regioni hanno chiesto al Governo di modificare il decreto legislativo 194/08 che fissa l´importo e le modalità di riscossione delle tariffe che le imprese del settore alimentare sono tenute a pagare per finanziare il sistema dei controlli. Ad oggi le tariffe che gravano sulle imprese risultano onerose, poco flessibili (anche perché non prev edono significative differenziazioni e non tengono conto dell´impegno delle aziende che hanno comportamenti virtuosi) e penalizzanti nei confronti degli imprenditori italiani rispetto ai loro concorrenti stranieri. L´attuale decreto fissa il pagamento delle tariffe in anticipo rispetto all´erogazione del servizio, prevede che le tariffe coprano tutto il costo del servizio senza prevedere elementi premianti per le imprese virtuose, fissa dei forfait che in alcuni casi possono superare in maniera significativa il coso del servizio erogato. Le conseguenze di queste disposizioni normative sono negative per i produttori italiani, ed in particolare per le attività a carattere locale e i piccoli mattatoi, con il rischio di un forte aumento delle importazioni dall´estero di prodotti alimentari. Le proposta di modifica contenuta nel documento approvato dalla commissione salute della Conferenza delle Regioni chiede al Governo di basare su fiducia e collaborazio ni il rapporto con i produttori ed evitare che le tariffe vengano configurate come una nuova tassazione e ricorda che l´Unione Europea garantisce il principio di leale concorrenza tra gli operatori di settore. “Mi auguro – conclude l´assessore Rossi – che a partire dalla proposta delle Regioni si possa riaprire in tempi brevi con i Ministeri competenti un tavolo di lavoro congiunto che tenda a risolvere le criticità rilevate. ” .  
   
   
ALIMENTI TRADIZIONALI, PIACENZA AL TOP IN REGIONE IL MINISTERO HA CONFERMATO NEL SUO ELENCO 87 PRODOTTI.  
 
E´ un record Pressoché tutti confermati dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali gli 87 prodotti piacentini inseriti nell´elenco dei Prodotti agro-alimentari tradizionali delle Regioni italiane. Un riconoscimento che conferma Piacenza come provincia leader in regione, a livello di prodotti inseriti nel ricordato elenco. Siamo alla nona revisione della lista, e Piacenza, dall´esame, esce più che bene. E´ opportuno ricordare che quella condotta dal Ministero non è una verifica pro forma: è un´indagine accurata, e sono diverse le province che ogni anno si vedono decurtata, anche in misura sostanziale, la lista dei loro “orgogli culinari”. L´elenco piacentino raccoglie veramente quanto di meglio la nostra comunità ha saputo produrre, in due millenni di storia. Per stilarlo, la Provincia ha effettuato, fin dal 2000, lunghe ricerche, condotte con molta passione, e ha proposto a Regione e Ministero la documentazione necessaria, peraltro non facile da trovare: per verificare se un prodotto è degno di essere inserito in elenco il Ministero richiede, infatti, documenti originali e vecchi di almeno un quarto di secolo. “Siamo orgogliosi che il Ministero prosegua nel riconoscimento dei nostri prodotti tradizionali – commenta Filippo Pozzi, neo-Assessore provinciale all’Agricoltura -; questi prodotti sono la viva testimonianza della nostre tradizioni e della nostra identità. E’ molto importante che il Ministero permetta l’utilizzo dei termini in dialetto piacentino: vogliamo trasformare la nostra “storia” in opportunità. Presto inizieremo a lavorare in questo senso individuando un modo concreto per pubblicizzare i nostri prodotti tradizionali sul territorio”. L´elenco è molto articolato e riguarda anche la frutta antica: per fare solo un esempio, la voce "antiche varietà di mele piacentine" comprende 8 cultivar diverse. Il lavoro della Provincia è stato agevolato dai suggerimenti e dalla collaborazione dell´Istituto di Frutticoltura della Facoltà di Agraria dell´Università Cattolica, dei Consorzi, dei Comuni piacentini e di esperti della cultura enogastronomica locale. Di seguito, l´elenco dei nostri prodotti gratificati dal riconoscimento ministeriale, con il nome dialettale. Carni: cappello del prete, cappel dal pret; ciccioli, o cicciolata, grassei o suprasé; coppa arrosto, cupa arost; culatello, culatel (si tratta del culatello della bassa piacentina); lardo, gras; piccola di cavallo, picula ad caval; pollo di razza fidentina (si chiama così, ma è stato riscoperto e viene allevato a Viustino di S. Giorgio); salame gentile, salam gentil; salsicciotto alla piacentina, salam da cotta; stracotto alla piacentina, ´l stua; tasto, tas; Formaggi: robiola della bettola, il ribiol; robiola, ribiola, furmai nis. Prodotti vegetali naturali: antica varietà di nocciola piacentina della cultivar: tonda piacentina, nisola domestiga; antica varietà di patata piacentina della cultivar: quarantina; antiche varietà di castagne piacentine, delle cultivar: domestica di Gusano; vezzolacca; antiche varietà di ciliegia piacentine delle cultivar: flamengo, pavesi, mora o mora piacentina, mori, marasca di Villanova, prima , primissima, smirne, mora di Diolo, albanotti; antiche varietà di fichi piacentini delle cultivar: verdulino, della goccia; antiche varietà di mandorle piacentine della cultivar: mandorla piacentina; antiche varietà di mela piacentina delle cultivar: verdone, callera o carraia o della carrara, fior d´acacia, pum salam o mela salame, rugginosa, brusca o pum brusc; carta o pum cherta, rosa o pum rosa; antiche varietà di olivo piacentino delle cultuvar: Lugagnano, Mazzoni; antiche varietà di pera piacentina delle cultivar: della coda torta, lauro, limone, ammazza-cavallo, bianchetta, buttiro (o burro) San Giovanni, gnocco autunnale, sporcaccione (per sburdacion), senza grana, signore (per sciur), turco, spadone; antiche varietà di uva da tavola piacentina: verdea, besgano bianco, besgano rosso, bianchetta di Diolo, bianchetta di Bacedasco. Tartufo bianco (tuber magnatum), trifula bianca; tartufo nero estivo (tuber aestivum), trifula nigra. In questa sezione è stato inserito anche il doppio concentrato di pomodoro. Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confettura: anolini, anvein; bomba di riso, bomba ´d ris; bortellina, burtleina; canestrelli, canestrell; castagnaccio, pattona; ciambella, buslan; ciambelline, buslanein; croccante, cruccant; focaccia con ciccioli, chisola; frittelle di farina di castagne, frittell ad fareina ad castagne; frittelle di riso, fritell ad ris; frittelle o sgonfietti, fritell o sgiunfatt; gnocchetti con fagioli, pisarei e faso; gnocchetti di pan grattato, pisarei; latte brulé, lat brulé; latte in piedi, lat in pé; mosto cotto, must cott; pane di zucca, pan ad zucca; pane docle con i fichi, pan dulz cun i figh; pane schiacciato, batàro; sbriciolina, sbrisulina; spongata di Piacenza, spungada, spungheda; stracchino gelato, stracchein in gelato; torta di granoturco, turta ad melga; torta di mele, turta ad pum; torta di pere, turta ad per; torta di prugne, turta ad brugna; tortelli di ricotta alla piacentina, turtei cu la cua, turtei Prodotti della gastronomia - agnello alla piacentina, agnel ala piasinteina; anguilla in umido, anguilla in umid; cavoli ripieni, cavul ripien; cotenna e ceci, cudga e sisar; dolce e brusco, dulz e brussc; faraona alla creta, faraona al creda; frittata di funghi prugnoli, fritta ad spinarò; funghi fritti, fonz fritt; gnocchi, gnocc; insalata rustica, rustisana; lasche del Po in carpione, stricc in carpion; lepre alla piacentina, levra al piasinteina; lumache alla bobbiese, lumaga al bubbiese; maccheroni bobbiesi, maccheron bubbies; merluzzo in umido, marluss in umid; mezze maniche da frate ripiene, mess manag da fre ripien; ovuli ripieni, ovul ripien; pancetta e piselli, panzetta e riviot; polenta di farina di castagne, puleinta ad fareina ad castagne; polenta e patate, puleinta e pomdaterra; riso e verza con costine, rise e verza con custeina; risotto con i codini di maiale, risott con i cuein ad gogn; salsa di prezzemolo, salsa ad savur; tagliatelle con ricotta e noci, taiadé cun ricotta e nus; torta di patate, turta d´patat; torta di riso alla bobbiese, turta ad ris ala bubbiese; tortelli di farina di castagne, turtei ad fareina ad castagne; tortelli di zucca, turtei ad zucc, cappellacci di zucca, turtlon ad suca; trippa di manzo alla piacentina, trippa ad manz ala piasinteina; verzolini, verzulein; zucchini ripieni, zucchein ripein; zuppa di ceci, suppa ad sisar; zuppa di pesci, suppa ad pess .  
   
   
NOCCIOLO, NASCE IL TAVOLO TECNICO PER LA PROMOZIONE DEL SETTORE  
 
L´assessore all´Agricoltura della Regione Campania Gianfranco Nappi ha incontrato i sindaci dell´Area del Baianese e del Vallo di Lauro in provincia di Avellino e l´associazione dei comuni "Terre antiche del nocciolo" per affrontare le problematiche legate alla valorizzazione e al promozione del prodotto. L´area concorre per il 40% alla produzione regionale del comparto. Si tratta dunque di un prodotto che è fattore decisivo della crescita economica del territorio, su cui la Regione ha deciso di investire, inserendo lo sviluppo del settore corilicolo all´interno del Piano di valorizzazione dell´Area Nolana. Al termine dell´incontro, è stato deciso di istituire un Tavolo tecnico con sede a Sperone, coordinato dal sindaco del comune, con l´obiettivo di promuovere la cultura del nocciolo. L´assessore Nappi ha promesso al Tavolo il supporto e l´assistenza necessaria per la commercializzazione del prodotto sui mercati internazionali e mondiali. "Il nocciolo - ha detto l´assessore Nappi - rappresenta una delle produzioni più importanti della Campania. Nell´area di cerniera tra Napoli ed Avellino rappresenta addirittura la principale fonte di reddito per tante famiglie. Perciò intendiamo investire decisamente su esso, soprattutto per migliorarne ulteriormente la qualità per poter concorrere sui mercati mondiali con i competitor stranieri, a partire dalla Turchia. "La nostra iniziativa si muove in linea con la proposta del ministro Zaia di predisporre un piano nazionale di rilancio del settore corilicolo. La Regione Campania offrirà il proprio contributo a quel tavolo, più volte da noi sollecitato, auspicando che si tratti di un impegno concretamente proteso a fare della nocciolicultura una scelta di campo centrale della politica agricola del Paese e dell´Unione Europea", ha concluso Nappi. .  
   
   
PESCA: EGITTO-SICILIA, UN ACCORDO DA ESTENDERE AD ALTRE FILIERE PRODUTTIVE  
 
 Palermo - “Sei pescherecci siciliani, già dalla fine di luglio, potranno pescare liberamente nelle acque territoriali egiziane. Gli accordi di cooperazione firmati con l´Egitto e la Tunisia consentiranno ad alcuni armatori del distretto di Mazara del Vallo di utilizzare le zone di libero scambio individuate; un risultato che avrà importanti ricadute su tutte le altre attività legate alla filiera ittica”. Lo afferma il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, a margine del quinto Forum del Mediterraneo, a palazzo dei Normanni. “L’assessore alla Pesca, Roberto Di Mauro e il presidente del distretto della pesca, Giovanni Tumbiolo, - continua il presidente - hanno avviato una concreta politica del mare e la Sicilia ha confermato un ruolo di primo piano, in termini di partenariato, grazie ai rapporti bilaterali e multilaterali sviluppati con i Paesi rivieraschi”. “Gli obiettivi - dice Lombardo - sono quelli di esportare il modello del distretto produttivo nei paesi del bacino del Mediterraneo e realizzare il progetto di una rete di distretti euromediterranei, dove la Sicilia possa rafforzare la sua centralità geografica ed economica non solo nel settore ittico, ma anche in altre filiere produttive dall’agricoltura al turismo e in particolare beni culturali”. “Un accordo già siglato con la Giordania - prosegue il presidente - prevede progetti misti nei settori della pesca, dell’agricoltura, dell’agroindustria e dell’energia. Ed è in corso anche un progetto di partenariato con il Libano: le Nazioni unite hanno chiesto alla Sicilia un sostegno nel settore per facilitare la cooperazione tra pescatori palestinesi e libanesi”. “Nel 2010, le economie dei Paesi delle due sponde del Mediterraneo, - conclude Lombardo - si integreranno per realizzare infrastrutture in grado di collegare direttamente le capitali più ‘forti’, come Parigi, Madrid, Roma, Milano o Atene, alle grandi capitali del Sud, come il Cairo, Tunisi e altre ancora. L´unione mediterranea potrebbe essere una grande opportunità per la Sicilia perché non si tratta solo di affermare la sua centralità geografica, ma di cogliere un’importante occasione di sviluppo. Inoltre, sarebbe un’attestazione concreta dei principi di autonomismo del nostro territorio, nel rispetto della collaborazione e dell’unità con le istituzioni centrali ed europee”. .  
   
   
FINANZIAMENTI REGIONALI VENETI PER CORSI DI AGGIORNAMENTO SULL’IMPIEGO DI PRODOTTI FITOSANITARI  
 
La Giunta veneta, su iniziativa del vicepresidente Franco Manzato, ha approvato il bando per finanziare la realizzazione di corsi di formazione e aggiornamento per il corretto impiego di prodotti fitosanitari. Per acquistare e utilizzare tali prodotti è infatti prevista una specifica autorizzazione, da rinnovare periodicamente, con l’obbligo per gli operatori interessati di partecipare a appositi percorsi formativi. I corsi possono essere realizzati da soggetti iscritti nell’elenco regionale degli organismi di formazione accreditati, e devono rispondere a precisi requisiti in termini di contenuti, organizzazione ed efficacia per l’ammissione alla valutazione necessaria per il rilascio o rinnovo dell’autorizzazione e possono essere finanziati dalla Regione. Il bando regionale sarà pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione: da quella data i soggetti interessati alla organizzazione dei corsi avranno venti giorni di tempo per presentare la domanda di ammissione a contributo alla Giunta regionale – Direzione Regionale Agroambiente e Servizi per l’Agricoltura, Via Torino 110, 30172 Mestre Venezia,. “L’utilizzo dei prodotti fitosanitari – ha fatto presente Manzato – interessa praticamente tutte le imprese agricole venete ed i relativi gestori ed operatori. Ma riguarda anche i consumatori e la tutela dell’ambiente e del territorio e dunque la qualità e il valore delle produzioni”. .  
   
   
EMILIA ROMAGNA: PAGATO IL 97% DEI PREMI COMUNITARI 2008 E GLI ANTICIPI DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE.  
 
Bologna – Circa 330 milioni di euro, tra premi comunitari 2008 e anticipi 2009, per le aziende agricole. Agrea, l’organismo pagatore della Regione, ha avviato una serie di iniziative per accelerare i tempi di liquidazione dei finanziamenti comunitari spettanti alle imprese agricole dell’Emilia-romagna. Il lavoro svolto ha consentito di risolvere i problemi - dovuti principalmente ad anomalie e difformità di superficie tra quanto dichiarato nella "Domanda Unica 2008" e quanto risulta dalle foto aeree previste dal nuovo sistema di controllo europeo - e di accelerare i pagamenti legati al "Regime di pagamento unico" che raggruppa la quasi totalità dei contributi comunitari destinati alle aziende. Ad oggi, sulla domanda unica 2008, sono stati erogati appunto circa 330 milioni di euro, pari a oltre il 97% delle richieste. Con questo risultato é stata rispettata la scadenza del 30 giugno, stabilita dall’Unione europea per la conclusione dei pagamenti relativi al 2008. Sempre nell´ottica di garantire maggior liquidità alle aziende agricole e velocizzare i pagamenti, alcune Regioni italiane - compresa l´Emilia-romagna che ha già sperimentato questa modalità di lavoro per i pagamenti legati al programma regionale di sviluppo rurale - hanno chiesto al Ministero di intervenire presso la Ue per anticipare il pagamento della Domanda Unica 2009 rispetto alla data prevista del primo dicembre. Nella seduta del Consiglio dei Ministri europeo del 17 giugno scorso, è stato raggiunto l’accordo: la Commissione Europea, con un regolamento in corso di adozione, ha autorizzato gli organismi pagatori ad erogare fino al 70% dell’importo degli aiuti richiesti a partire dal 16 ottobre 2009 e previa conclusione dei controlli. "Esprimo soddisfazione per i risultati conseguiti e per l´anticipazione dell´avvio dei pagamenti per il 2009", ha dichiarato l´assessore regionale all´agricoltura Tiberio Rabboni. "Agrea sta impiegando tutte le proprie energie per rispettare la nuova scadenza. Si stanno, infatti, predisponendo le attività propedeutiche allo svolgimento delle diverse tipologie di controllo previste: l’estrazione delle aziende e l’esecuzione dei controlli in loco". Il Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013 e la prosecuzione della programmazione 2000-2006: Misura 214 - Pagamenti agro ambientali - programmazione 2007 - 2013 - domande 2008 E’ stato erogato l’anticipo per un importo di circa 10 milioni di euro su un massimo pagabile di circa 19 milioni di euro. Entro il mese di luglio le domande saranno messe in fase di correttiva e aperte le istruttorie agli enti delegati, Province e Comunità Montane, che permetteranno l’erogazione dei pagamenti a saldo. Misure 211 e 212 - Indennità compensative - programmazione 2007 - 2013 - domande 2008 È in fase di erogazione l’anticipo per un importo totale di 3 milioni di euro su un massimo pagabile di circa 9 milioni di euro. Successivamente saranno notificate le anomalie e aperte le istruttorie agli enti delegati per l’erogazione dei pagamenti a saldo. Misura F - Misure agroambientali - programmazione 2000-2006 – domanda conferma 2007 Sono state pagate domande per un importo corrispondente a circa 30 milioni di euro. Il rimanente importo, rispetto al massimo pagabile, per un ammontare di 4 milioni di euro ecomprensivo delle domande sottoposte a controllo in loco, si prevede che possa essere erogato entro ottobre 2009. Misure F - Misure agroambientali - ed H - Imboschimento dei terreni agricoli - programmazione 2000-2006 - domande conferma 2008 Entro la fine del mese di luglio saranno messe in fase di correttiva le anomalie emerse in fase di applicazione del sistema integrato di controllo; in contemporanea, gli enti delegati potranno concludere le istruttorie e procedere all’approvazione delle liquidazioni del saldo delle domande a partire dal mese di settembre 2009. .  
   
   
MANTOVA, FINANZIAMENTI IN AGRICOLTURA: OLTRE 10 MILIONI PER AMMODERNARE LE AZIENDE  
 
Nonostante la forte crisi che sta vivendo l´agricoltura, gli operatori mantovani del settore credono ancora nelle potenzialità del comparto agro-alimentare e zootecnico. La conferma arriva dall´elevato numero di domande presentate alla Regione dagli agricoltori virgiliani per beneficiare della misura 121 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 destinata agli investimenti e ammodernamenti nelle aziende agricole. Gli imprenditori agricoli, nel periodo 1 luglio - 31 dicembre 2008, hanno avanzato al Pirellone 137 richieste per un valore complessivo di 11. 354. 957 euro: di queste domande ne sono state finanziate 119 per un totale di 10. 168. 044 euro che rappresenta il valore più alto di tutta la Lombardia. Questo significa che gli agricoltori della provincia di Mantova investiranno complessivamente oltre 33 milioni di euro per costruire nuove stalle, rimodernare sale mungitura o celle frigorifere o per lavori sulle strutture produttive. Un dato di tutto riguardo che conferma la volontà degli operatori del settore ad andare avanti nonostante la difficoltà epocale del momento. "Come Provincia - aggiunge l´assessore all´agricoltura Maurizio Castelli - ci impegneremo con la Regione affinché vengano finanziate anche tutte le aziende le cui domande sono in graduatoria ma al momento non hanno ottenuto finanziamenti. Si tratta in tutto di circa 70 realtà". Entro l´anno è prevista l´apertura di un nuovo bando specifico per il comparto lattiero-caseario e per le domande arrivate alla Provincia nei primi 5 mesi del 2009, si prevede un aumento di contribuzione del 5% (ossia un passaggio dal 30 al 35 per cento, e dal 35 al 40 per cento per i giovani agricoltori). .  
   
   
SANDRO GOZZI RICONFERMATO ALLA PRESIDENZA DELL’ISTITUTO SALUMI ITALIANI TUTELATI PER IL PROSSIMO TRIENNIO  
 
Milano - Si è svolta lo scorso 29 maggio l’Assemblea dell’Istituto Salumi Italiani Tutelati (I. S. I. T. ) - Istituto che ha come finalità il coordinamento dei Consorzi che svolgono tutela, promozione, valorizzazione dei salumi italiani Dop e Igp - durante la quale Sandro Gozzi è stato riconfermato all’unanimità Presidente per il prossimo triennio. Sandro Gozzi, laureato in economia, modenese, Direttore generale della Negroni spa, ha una forte esperienza Associazionistica. Ricopre infatti la carica di Presidente del Consorzio Salame Cacciatore e di Vice Presidente di Assica (Associazione Industriali delle carni, aderente a Confindustria) e di Ivsi (Istituto Valorizzazione Salumi Italiani). “Le attività e i risultati ottenuti in questi anni evidenziano sempre più come l’Istituto stia diventando un punto di riferimento per le Istituzioni pubbliche (in particolare Ministeri di competenza, Amministrazioni regionali e Ispettorato centrale per la qualità dei prodotti agroalimentari). Il mio auspicio per il prossimo triennio è quello che Isit diventi una vera e propria cabina di regia, un punto di riferimento per le azioni coordinate e collettive delle produzioni tutelate della salumeria italiana” ha affermato il Presidente. “Un altro obiettivo è sicuramente quello di aumentare il numero dei Consorzi aderenti, per diventare sempre più rappresentativi del settore. Nel 2008, sono entrati a far parte della nostra squadra il Consorzio della Bresaola della Valtellina, il Consorzio del Salame Cremona, il Consorzio del Salame Piemonte e il Consorzio del Salame di Varzi,”, ha concluso Gozzi. I Consorzi che aderiscono all’Istituto sono 15: il Consorzio Cacciatore (D. O. P. ); il Consorzio Salumi Piacentini (Coppa, Salame, Pancetta D. O. P. ); il Consorzio del Culatello di Zibello (D. O. P. ); il Consorzio del Prosciutto di Modena (D. O. P. ), il Consorzio del Prosciutto di San Daniele (D. O. P. ), il Consorzio del Prosciutto Toscano (D. O. P. ), il Consorzio del Prosciutto Veneto Berico-euganeo (D. O. P. ), il Consorzio del Salame Brianza (D. O. P. ), il Consorzio Salame Cremona (I. G. P. ), il Consorzio Salame Piemonte (D. O. P. ), il Consorzio Mortadella Bologna (I. G. P. ), il Consorzio Speck Alto Adige (I. G. P. ), il Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena (I. G. P. ), il Consorzio per la Tutela del nome Bresaola della Valtellina (I. G. P. ), il Consorzio tutela Salame di Varzi (D. O. P. ). Insieme, questi Consorzi rappresentano 18 delle 31 Dop e Igp italiane del comparto delle carni trasformate e oltre il 52% del totale dei Kg prodotti. .  
   
   
BIELLA: AGRICOLTURA E SISTEMI DI QUALITÀ ALIMENTARE APERTURA BANDO MISURA 132 DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007-2013.  
 
 Valorizzare le produzioni di qualità. Nell’ottica dell’informazione alle aziende agricole circa le possibilità offerte per miglioramenti aziendali, si comunica che è stato recentemente approvato dalla Regione Piemonte (pubblicato sul Bur del 25. 06 u. S. ) il bando pubblico per la presentazione delle domande per la partecipazione degli agricoltori a sistemi di qualità alimentare. La finalità del bando è la promozione della partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità col fine di valorizzare le produzioni di qualità, assicurare i consumatori, incrementare il valore aggiunto: Chi può presentare domanda? Gli imprenditori agricoli singoli od associati che aderiscono e partecipano ad uno dei seguenti sistemi di qualità: Protezione delle indicazioni geografiche (Igp) e delle denominazioni di origine (Dop) dei prodotti agricoli ed alimentari di cui al Reg. Cee 510/06 – Toma piemontese dop; Riso di Baraggia biellese e vercellese dop; Nocciola Piemonte i. G. P. ; (l’elenco completo dei prodotti è consultabile sul bando integrale). Metodo di produzione biologica di prodotti agricoli e indicazioni di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari (Reg. Cee 2092/91 e ss. Mm. Ii. ). Possono partecipare le imprese iscritte nell’elenco regionale degli operatori biologici al 31. 12. 2008 o che hanno notificato l’attività biologica alle Province e alle Comintà Montane ed essere assoggettate o essere in corso di assoggettamento al sistema di controllo previsto dal Regolamento Cee 2092/91. Organizzazione Comune del Mercato Vitivinicolo Vini di qualità prodotti in regioni determinate Vqprd. Per la zona Biellese: Bramaterra doc; Canavese doc; Coste della Sesia doc; Erbaluce di Caluso doc; Lessona doc; (l’elenco completo dei prodotti è consultabile sul bando integrale) In che cosa consiste l’agevolazione? L’agevolazione consiste nel pagamento delle spese sostenute per i costi di certificazione fino ad un importo massimo di 3. 000 Euro /anno per impresa agricola e per un periodo massimo di cinque anni. Come presentare la domanda Avvalendosi dei propri Caa di riferimento oppure utilizzando gli appositi servizi disponibili sul portale Sistema Piemonte previa registrazione al portale della persona fisica o del rappresentante legale dell’azienda e trasmettendo la richiesta sempre in via informatica entro il 15 luglio 2009 alle ore 24. 00 ,la copia cartacea stampata dalla procedura dovrà essere inoltrata al Settore Tutela Ambientale e Agricoltura della Provincia di Biella entro il 20 luglio 2009 alle ore 12. 00. Termine ultimo per la presentazione della domanda 15 luglio 2009 . Il testo integrale del bando è disponibile sul portale internet dell’Amministrazione (www. Provincia. Biella. It) alla sezione agricoltura oppure direttamente negli uffici della Provincia o presso i Centri di Assistenza Tecnica Agricola. Ulteriori informazioni ed approfondimenti: Gabriella Botta tel. 015 8480887 Alberto Castellani 015 8480743 .  
   
   
CAMPANIA, CRISI ORTOFRUTTA: SUBITO UN TAVOLO PER PROMUOVERE E VALORIZZARE IL SETTORE  
 
L´assessore all´Agricoltura della Regione Campania Gianfranco Nappi ha incontrato ieri, presso la sede dell’Assessorato, una delegazione di produttori e organizzazioni agricole regionali per fare il punto sulla delicata situazione del mercato ortofrutticolo campano. Al centro della riunione, in particolare, il crollo verticale dei prezzi di alcuni prodotti concorrenziali come pesche ed albicocche. L´assessore ha incontrato i rappresentanti delle principali associazioni di categoria, Coldiretti, Confagricoltura e Cia, e successivamente Copagri. La delegazione ha espresso forte preoccupazione circa il mancato smaltimento sul mercato di parte della produzione annuale di ortofrutta, chiedendo al contempo l’attivazione una serie di misure anticrisi. L´assessore Nappi, dopo aver ascoltato le categorie, ha assicurato l’immediato intervento della Regione attraverso tre iniziative: 1. Convocazione di un tavolo con l’Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) per discutere su un eventuale accordo per la trasformazione industriale di una parte della produzione ortofrutticola campana; 2. Incontro con le catene della grande distribuzione per aumentare il livello di attenzione sull’acquisto di produzioni campane; 3. Programmazione di un tavolo tecnico con tutti gli organi preposti alla filiera di controllo sui prodotti. "Abbiamo prontamente ascoltato le associazioni di categoria – ha dichiarato l’assessore Nappi - per comprendere le loro necessità e per concordare, oltre ad una serie di iniziative immediate, l’istituzione di un tavolo di lavoro per compiere le scelte più opportune in termini di promozione e valorizzazione strutturale della frutta campana". .  
   
   
“ALIMENTI SURGELATI” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Anche per il 2009 si attende una lieve crescita del consumo interno di surgelati. Evidenzieranno un trend positivo quasi tutti i segmenti, ad eccezione dei piatti pronti (base pasta e zuppe e passati vegetali), penalizzati dal prezzo troppo elevato. Prodotti a base di patate, pasticceria e pizze saranno i segmenti più dinamici, ma sarà interessante anche l’evoluzione della domanda di carni rosse e bianche e di vegetali al naturale, i quali continueranno ad essere favoriti da un’innovazione di prodotto che coniuga la rapidità di preparazione con la naturalezza e semplicità degli ingredienti, delle materie prime e delle ricette. Nell’ittico invece la tendenza si inverte e registreranno anche nel 2009 le migliori performance i prodotti elaborati. La domanda settoriale configura il surgelato tra i settori più appetibili del comparto alimentare, sia sotto il profilo reddituale sia come potenzialità espansive, ed è soprattutto per questa ragione che di anno in anno il settore è attraversato da fenomeni di riassetto e ridefinizione organizzative e proprietarie, comprese le fuoriuscite di aziende. In uno scenario in cui la tensione competitiva risulta accentuata, le copackers si affronteranno nei segmenti di focalizzazione produttiva (vegetali e pizza) ed in questo caso la competition si giocherà sulle variabili prezzo-qualità-servizio. Le numerose aziende minori, che hanno una fisionomia anche di tipo artigianale, in larga parte impegnate soprattutto nei vegetali, negli snack e pizze, sopravvivranno nelle nicchie di mercato e nelle forniture specialistiche (ricette particolari anche di tipo regionale) non coperte dalle altre imprese. I marchi commerciali individueranno i segmenti più attrattivi, già testati e collaudati dalle leader, e vi entreranno con propri item (è il caso dei mix di verdura “colorati”) registrando ancora crescite significative. Dati Di Sintesi, 2008
Numero di imprese 350
Numero di addetti 7. 000
Numero di addetti per impresa 20,0
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 2. 682,0
Variazione media annua della produzione 2008/2004 (%):
· in quantità 3,8
· in valore 3,3
Fatturato per addetto (‘000 euro) 383,1
Valore aggiunto (Mn. Euro) 630,0
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 90,0
Quota della produzione prime 4 imprese(a) (%) 25,8
Quota della produzione prime 8 imprese(a) (%) 36,3
Export/produzione(b) (%) 14,3
Import/consumo(b) (%) 22,9
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 2958,2
Variazione media annua del mercato 2008/2004(a) (%) 3,1
Quota di mercato prime 4 imprese(a) (%):
· retail 51,5
· catering 19,2
Previsioni di sviluppo del mercato:
· 2009/2008(b) (%) 1,2
a) - in valore b) - in quantità Fonte: Databank .
 
   
   
FEDERCOOPESCA, SANZIONE DURA PER PESCHERECCIO SEQUESTRATO A MALTA. RIVEDERE NORME UE  
 
“Il danno è stato contenuto rispetto a quanto richiesto dalle autorità maltesi al momento dell’arresto avvenuto lo scorso 29 giugno, ma la condanna è comunque molto severa”. Commenta così Massimo Coccia, presidente Federcoopesca-confcooperative, la decisione del Tribunale di Malta, che ha messo la parola fine al fermo del peschereccio “Maria Salvatrice” di Portopalo di Capo Passero (Siracusa), prevedendo, il pagamento di una multa di 35 mila euro, che andrà saldata entro domani. Tempi davvero ridotti, secondo l’associazione, soprattutto se rapportati alla legislazione italiana, dove il pagamento di sanzioni pecuniarie avviene a qualche mese dalla condanna. “Quanto accaduto nelle acque maltesi - conclude Coccia- sottolinea la necessità di rivedere la normativa che regolamenta la pesca nelle acque di paesi europei da parte di flotte comunitarie, soprattutto quando si tratta, come in questo caso, di pescatori che collaborano, spesso, nelle attività di pesca”. Tra pescatori maltesi e italiani, infatti, c’è sempre stato un rapporto reciproco rispetto e cooperazione che, secondo la Federcoopesca “ va al di là dei rigidi steccati imposti dalle normative europee”. Rapporti di buon vicinato, quindi, e non solo con i pescatori Siciliani, i più vicini alle coste maltesi, ma anche con quelli campani. La campagna di pesca al tonno rosso, da poco conclusa, vede spesso impiegati sui pescherecci campani, operatori provenienti da Malta. . .  
   
   
LE PIANTE DELL´ISOLA D´ELBA ATTACCATE DA UN VORACE INSETTO: LA LYMANTRIA IMMEDIATO PIANO DI SALVAGUARDIA CONTRO LA FARFALLA  
 
Ancora una notizia che riguarda attacchi di insetti alla popolazione boschiva. Questa volta si parla della Lymantria, una farfalla ghiotta delle piante fruttifere (melo, vite) e, soprattutto, delle piante ornamentali e forestali. L´apparizione di questo insetto nel territorio del Comune di Campo nell’Elba non ha colto impreparati gli enti preposti al controllo. Alla segnalazione dell’attacco, inserita lo scorso 25 giugno nel sistema informativo del Servizio Meta (Monitoraggio Estensivo dei boschi della Toscana a fini fitosanitari) coordinato, su mandato della Regione Toscana, dall’Arsia, èimmediatamente seguita la convocazione di un incontro tecnico tra il Parco Nazionale dell’Arcipelago, i sindaci dei Comuni elbani ed il responsabile scientifico del Servizio Meta, Pio Roversi. Grazie ai sopralluoghi effettuati nell’area segnalata, il personale del Parco e del Corpo Forestale dello Stato hanno potuto constatare come la situazione fosse molto meno allarmante di quanto riportato da alcuni organi di informazione. L’area interessata è risultata coperta prevalentemente da cisti ed eriche che hanno offerto un nutrimento di scarsa qualità alle larve, le vere responsabili del danno alle foglie di cui si nutrono voracemente. Ormai quasi tutte si sono trasformate in individui adulti; e proprio a causa di un’alimentazione inadeguata le femmine di Lymantria, presenti in numero ridotto rispetto ai maschi, risultano malformate. La pressoché totale assenza di uova lascia prevedere per il prossimo anno una drastica riduzione del livello di infestazione, per altro non elevato nemmeno allo stato attuale . Per questi motivi non è stato ritenuto opportuno programmare trattamenti con prodotti a base di Bacillus thuringensis, il principale metodo di contrasto; per la massima efficacia, devono essere effettuati ai primi stadi di sviluppo delle larve e su livelli di infestazione elevati. La comparsa della Lymantria anche nella parte occidentale dell’isola porterà ad estendere anche in quest’area il monitoraggio già attivo nella parte orientale, a seguito degli interventi effettuati nella primavera del 2007. In particolare il controllo della presenza e del numero delle uova deposte può consentire di stimare la consistenza numerica delle popolazioni che si svilupperanno nella primavera 2010, e programmare con il necessario anticipo eventuali trattamenti che, trattandosi di un’area protetta e di ambienti forestali, debbono essere attuati in maniera mirata e puntuale. Il Servizio Meta, nato da un progetto avviato nel 2002, èstato sviluppato proprio per fronteggiare in maniera rapida ed efficace emergenze di questo tipo e vede operare al suo interno i soggetti istituzionalmente competenti dell’Amministrazione regionale, dell’Arsia, del Servizio fitosanitario regionale, del Corpo Forestale dello Stato e qualificatissime istituzioni scientifiche quali il Cra-abp (Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia di Firenze) e il Cnr-ipp (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione delle Piante di Firenze). .  
   
   
BIELLA: APERTURA BANDO MECCANIZZAZIONE AGRICOLA POSSONO PRESENTARE DOMANDA LE AZIENDE AGRICOLE CHE NECESSITANO DI RINNOVARE IL PARCO MACCHINE.  
 
La nuova amministrazione provinciale intende instaurare uno stretto rapporto di comunicazione con il mondo agricolo biellese. L’attività di comunicazione si concretizzerà in una costante e tempestiva azione volta a diffondere, e a far conoscere tempestivamente attraverso giornali, il sito Web della Provincia, la posta elettronica o Sms le iniziative a favore dell’agricoltura intraprese dall’amministrazione. Particolare attenzione verrà data alla segnalazione dei Bandi per la presentazione di domande di aiuto emanati al fine di raggiungere gli obbiettivi previsti e finanziati dal Psr (Piano di Sviluppo Rurale Regionale). A tal fine si comunica che con Determinazione Dirigenziale n. 1592 dell’8/06/2009, è stato approvato il seguente Bando: “Presentazione delle domande di aiuto sottoforma di concorso agli interessi su prestiti quinquennali per l’acquisto di macchine e attrezzature agricole – programma 2009. ” Chi può presentare domanda? Le aziende agricole (Imprenditori Agricoli Professionali) che necessitano di rinnovare il proprio parco macchine, con la finalità di ridurre i costi di produzione e/o migliorare la tecnologia produttiva o le condizioni di lavoro. In cosa consiste l’agevolazione? Nel concorso della pubblica amministrazione al pagamento della quota di interessi sostenuta dall’imprenditore agricolo. Che richiede un prestito quinquennale a un Istituto Bancario. Qual è l’entità dell’aiuto? Per l’anno in corso è pari al 60% del tasso di riferimento vigente alla data di presentazione della domanda, diminuito di 0,60 punti percentuali qualora non assistito da garanzia Confidi e aumentato di 1 punto % per le imprese ubicate in zona montana. La spesa massima ammissibile a prestito è di euro 100. 000 per ogni azienda. Come presentare la domanda: avvalendosi del proprio Caa di riferimento, oppure utilizzando gli appositi servizi on-line integrati nel sistema informativo agricolo piemontese (Siap) e trasmettendo la richiesta, sempre per via informatica entro le ore 24. 00 del 31 luglio 2009; la copia cartacea stampata dalla procedura dovrà essere inoltrata (debitamente sottoscritta) al Settore Tutela Ambientale e Agricoltura della Provincia di Biella entro venerdì 7 agosto 2009 ore 13. 30. In caso di spedizione postale, fa fede il timbro postale di partenza. La copia cartacea dovrà parimenti essere inviata all’Istituto di Credito prescelto e, se prevista la garanzia, al Confidi prescelto. Temine ultimo per la presentazione delle domande: 31 luglio 2009 Il testo integrale del bando è disponibile sul portale internet dell’amministrazione (www. Provincia. Biella. It) alla sezione agricoltura/Psr miglioramenti aziendali, oppure direttamente negli uffici della Provincia o presso i Centri di Assistenza Agricola. Per informazione ed approfondimenti: Dr. Ssa Annamaria Baldassi 015 8480886, Dr. Luca Di Siena 015 8480893, Geom Gianluca Mondino 015 8480866, Mail: agricoltura@provincia. Biella. It .  
   
   
DRINKTEC 2009 PRESENTA LA TECNOLOGIA DI PROCESSO, LE MATERIE PRIME E GLI ADDITIVI PER L’INDUSTRIA DELLE BEVANDE ANALCOLICHE  
 
Le bevande analcoliche devono seguire l’evoluzione della società. L’industria delle bibite e bevande analcoliche segue una direzione chiara: evoluzione continua e nuove idee. La sfida più impegnativa per le aziende del settore è distinguersi dalla concorrenza e rispondere con la massima prontezza alla continua evoluzione delle condizioni di mercato e delle esigenze dei consumatori. Per avere successo, le bevande analcoliche devono seguire le “macrotendenze” della società. L’edizione 2009 di drinktec, in programma dal 14 al 19 settembre nel nuovo Centro Fieristico di Monaco di Baviera, presenta le tecnologie di processo, le materie prime e gli additivi per la produzione di bibite e bevande analcoliche. Seguire almeno una tendenza, meglio ancora più tendenze contemporaneamente: è questa la parola d’ordine dell’industria delle bevande analcoliche. Le “macrotendenze” sono naturalezza, benessere/bellezza/salute, prodotti a valore aggiunto, lotta all’obesità e controllo del peso, oltre naturalmente a comodità/praticità e integrazione fra segmenti di mercato tradizionali. I consumatori, secondo uno studio di A. C. Nielsen sulle tendenze di mercato in Germania, sono generalmente molto attenti a salute, praticità e benessere. Ognuno di questi aspetti ha a sua volta “sottotendenze” specifiche. Sempre più spesso, ad esempio, la limonata viene additata come vero e proprio “pericolo dolce”. Obesità! Attenzione, è molto zuccherata e ricca di calorie. Il consumatore è sempre più consapevole del rischio e rifiuta il prodotto in questa forma. In questo ambito, drinktec 2009 in collaborazione con la casa editrice Dr. Harnisch di Norimberga organizza un convegno dedicato ai dolcificanti innovativi. Nel Padiglione B1, alcuni produttori leader (fra cui Tate & Lyle, Nutrinova e Beneo-palatinit) presentano prodotti di tutti i generi, in particolare zucchero, sostitutivi dello zucchero e dolcificanti vari. Oltre a presentare l’offerta dei produttori, il convegno si propone di fornire agli operatori interessati informazioni complete e neutrali sui dolcificanti in commercio, sulle loro proprietà e sulle possibilità di impiego nelle bevande. Si accorcia il ciclo di vita dei prodotti. Le idee di prodotto e di marketing innovative, come ad esempio nel campo delle nuove bevande a base di malto, tè, succhi di frutta o latte/yogurt, riscuotono grande interesse fra i consumatori. Per rispondere alle diverse esigenze geografiche e tendenze del mercato delle bevande, l’industria sta puntando l’attenzione su novità come le acque aromatizzate, le bibite gassate senza calorie, le bevande lisce con proprietà benefiche per l’organismo, gli snack-drink con pezzetti di frutta, i succhi di frutta leggeri e gli ingredienti funzionali. In futuro sopravvivranno solo le aziende capaci di proporre innovazioni sul mercato. Basta vedere come operano da tempo le aziende di successo nell’industria delle bevande: quasi un terzo del fatturato è rappresentato da prodotti che non hanno più di cinque anni. Questo significa anche che il ciclo di vita dei prodotti si accorcia. I fornitori di materie prime e ingredienti raccolti nei Padiglioni B1 e B2 di drinktec 2009 hanno già adeguato da tempo la loro offerta a questa nuova situazione. Il “bio” esce dalla nicchia. Negli ultimi anni è cresciuto costantemente il mercato delle nuove bevande a fermentazione. Queste bibite rinfrescanti molto trendy rispondono alla domanda di alimenti che offrano un’esperienza di consumo piacevole e naturale al tempo stesso. Solo in Germania, nel 2007 sono stati venduti circa 350 milioni di confezioni di bevande al malto e a fermentazione. Anche il biologico è uscito da tempo dal mercato di nicchia ed è ben avviato a diventare un prodotto “lifestyle” che offre al consumatore un “sano piacere”. Il posizionamento “bio” di un prodotto ne esalta la naturalezza ai massimi livelli e, al tempo stesso, il consumatore associa il biologico a un valore aggiunto per la propria salute, che si tratti di limonata, succo di mela, bevande a base di tè, succhi o acque aromatizzate. Gli “smoothies”, le bevande interamente a base di frutta e verdura, stanno conquistando il mercato, e vengono proposte anche in versioni bio e in bottiglie di Pet riciclato: che cosa può chiedere di più un consumatore attento all’ambiente? Bibite e acqua con “benefit” I consumatori attenti alla salute mostrano grande interesse per le bevande analcoliche che offrono “benefit” aggiuntivi. In questo campo, estratti vegetali come zenzero, aloe vera e ginseng possono suggerire nuove idee per prodotti a valore aggiunto. Le bevande a base di acqua rappresentano ancora il segmento più consistente del mercato delle bevande analcoliche. Anche in questo caso, però, le acque minerali tradizionali, con più o meno anidride carbonica o lisce, sono destinate a perdere quote di mercato, mentre aumenterà la domanda di prodotti innovativi con aggiunta di succhi di frutta, aromi o altri additivi. Questo naturalmente si tradurrà in un incremento dei margini di guadagno sul prodotto. Naturale e delicato L’offerta di molte nuove bevande indica come i consumatori chiedano prodotti il più possibile naturali, quindi senza conservanti e con poca anidride carbonica, se non del tutto senza. Le bevande devono essere delicate e digeribili, confezionate in bottiglie di Pet leggere e infrangibili. La formula magica per questi prodotti è “riempimento asettico a freddo”. I consigli di drinktec per i produttori di bevande analcoliche. In questo e in altri settori, a drinktec 2009 sono attesi sviluppi e novità. Ben 60. 000 m² di superficie (nei padiglioni A2, A5, A6, B4, B5 e B6) sono dedicati alla tecnica di processo per prodotti specifici, mentre nei padiglioni A3 e A4, su un’area di quasi 20. 000 m², gli espositori presenteranno soluzioni trasversali per la lavorazione di bevande, latte e alimenti liquidi. Inoltre, nei padiglioni B1 e B2 i principali fornitori di materie prime e additivi proporranno tutte le loro novità. Il programma di convegni di drinktec 2009 toccherà tutti gli aspetti, dalla produzione alla gestione. Naturalmente ci saranno appuntamenti interessanti anche per i produttori di bevande analcoliche, come ad esempio la presentazione di Alice Diepenbrock dell’istituto di ricerca Euromonitor intitolata: “Soft drinks: Challenges and opportunities in the recession. A global overview and assessement of the market potential in Africa and the Middle East. ” Il programma è suddiviso per aree tematiche e i convegni sono accessibili gratuitamente a tutti i visitatori di drinktec. Tutti gli interventi avranno la traduzione simultanea in tedesco e inglese. Un altro evento del programma collaterale dedicato all’industria delle bevande analcoliche sarà la consegna dei Beverage Innovation Awards. Tutti i dettagli sull’offerta espositiva e sul programma di conferenze di drinktec 2009 sono disponibili sul sito www. Drinktec. Com .  
   
   
L’INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA ALL’ACETO BALSAMICO DI MODENA PUBBLICATA SULLA GAZZETTA UFFICIALE EUROPEA. ZAIA: GRANDE VITTORIA DEL PATRIMONIO AGROALIMENTARE ITALIANO IL PRESIDENTE CESARE MAZZETTI ESPRIME PIENA SODDISFAZIONE AL MINISTRO DA PARTE DEI PRODUTTORI  
 
“Il riconoscimento dell’Igp per l’Aceto Balsamico di Modena ci riempie di orgoglio. Siamo riusciti in pochi mesi, dopo anni di tentativi falliti, ad arricchire il nostro Atlante di prodotti di qualità e origine riconosciuta con questo principe della tavola, un concentrato di tradizione e storia amato all’estero come in Italia”. Con queste parole, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato così la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea del Regolamento (Ce) n. 583/2009 della Commissione, del 3 luglio 2009, relativo all’iscrizione dell’Aceto Balsamico di Modena nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette. L’iter è stato tra i più travagliati nella storia delle Indicazioni Geografiche europee. La prima richiesta di registrazione risale infatti al 1996, e soltanto oggi – dopo 13 anni - si è giunti al termine della procedura. “Si riconosce così – ha concluso il Ministro Zaia - non soltanto la qualità inimitabile dell’Aceto Balsamico di Modena, che rappresenta la cultura e la storia di un territorio estremamente ricco di conoscenza e tradizioni, ma anche il lavoro appassionato delle 62 imprese produttrici che tanto fortemente hanno creduto nella valorizzazione e nella tutela di questo prodotto. Ai Consorzi va il merito di aver creduto tenacemente in questa battaglia. “Una procedura, quella della registrazione come Igp, che sembrava cosa semplice, afferma Cesare Mazzetti Presidente Consorzio Aceto Balsamico di Modena, e che invece si è snodata in un incredibile percorso di ritiri e presentazioni della domanda, ricorsi e controricorsi, e ritardi, ritardi, ritardi. Complice della situazione, confida Cesare Mazzetti, una certa gelosia, oggi svanita, tra i produttori dell’ Aceto Balsamico di Modena e quelli del più nobile e ricercato Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, oltre che il crescente interesse da parte di molti produttori stranieri e fuori zona a rallentare l’iter, nel tentativo di sfruttare il crescente successo commerciale del prodotto, con tentativi di proporre ‘aceti balsamici’ imitativi del prodotto modenese. In realtà le leggi europee, continua il Presidente, dettano norme precise sulle denominazioni degli aceti (la parola aceto deve sempre essere accompagnata dal nome della materia prima: aceto di vino, di riso, di mele, etc) e non prevedono che un aceto possa chiamarsi ‘balsamico’. Con l’eccezione di quello di Modena, ovviamente. Dopo estenuanti trattative, condotte dal Ministero in pieno accordo con i produttori e con le Istituzioni locali (Regione e Provincia), afferma Mazzetti , si è riusciti a convincere la Commissione. ” La strada non è in discesa, l’aceto balsamico di Modena è molto imitato in tutto il mondo (anche e soprattutto fuori dai confini europei), e stiamo anche assistendo a tentativi di legalizzare la denominazione ‘aceto balsamico’ che oggi è riservata alle due Dop ‘aceto balsamico tradizionale’ di Modena e Reggio Emilia, e alla novella Igp: occorre istituire appropriate campagne di difesa e tutela della denominazione, così come attività promozionali tese a far conoscere su tutti i mercati questo eccellente prodotto. Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena (Cabm) è stato fondato nel 1993 dai più storici produttori modenesi, e da sempre si è posto come primo obiettivo il conseguimento della Igp al prodotto. .  
   
   
ORO SAIWA: LO STORICO BISCOTTO PER LA PRIMA COLAZIONE DA SEMPRE SINONIMO DI SEMPLICITÀ E LEGGEREZZA  
 
Declinata sull’intera gamma Oro (Classico, Fibrattiva, Cereali, Cereacol, Le Biscotte e Ciok), la nuova immagine si compone di diversi elementi evocativi dei valori legati al brand: tradizione, semplicità, leggerezza, autenticità. In primo luogo, è stata ulteriormente accentuata la componente affettiva ed emozionale del brand, con un logo più moderno e visibile e una composizione grafica finalizzata a trasmettere vicinanza, piacere e calore. In secondo luogo, l’immagine del biscotto è stata modificata per trasmetterne la friabilità e il gusto. Inoltre, i colori caldi e intensi sono stati accentuati per evocare energia e visibilità. Infine, sono stati rafforzati i richiami alla naturalità tramite un utilizzo più marcato della spiga, sia come elemento grafico del logo sia come elemento “fisico” nella composizione dell’immagine. Sul pack dei prodotti con un posizionamento orientato al benessere e arricchiti in fibre (Fibrattiva, Cereacol e 5 Cereali) sono inoltre stati messi in ulteriore evidenza i benefici specifici per l’organismo con l’obiettivo di sfruttare al meglio le potenzialità informative delle confezioni. La nuova immagine grafica si rifletterà anche sulle nuove campagne pubblicitarie pensate per l’intera gamma, che avranno il duplice obiettivo di continuare a sostenere Oro Classico veicolandone i messaggi chiave che da oltre 50 anni lo rendono il biscotto più venduto in Italia e allo stesso tempo aumentando la notorietà degli altri prodotti del marchio. .  
   
   
LA TENUTA COCCI GRIFONI HA PRESENTATO PRESSO L’UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE, IL LIBRO DAL TITOLO “LA RISCOPERTA DEL PECORINO – STORIA DI UN VITIGNO E DI UN VINO”  
 
E’ stato realizzato in collaborazione con l’Ateneo per creare una memoria storica attorno al vino da vitigno Pecorino: l’etichetta-simbolo di questa cantina picena, dalla vicenda paradigmatica per molti altri vitigni autoctoni italiani. Il 3 luglio scorso, presso l’Università Politecnica delle Marche ad Ancona, la Tenuta Cocci Grifoni ha presentato al pubblico e alla stampa il libro “La riscoperta del Pecorino – Storia di un vitigno e di un vino”. Realizzato in collaborazione con l’Ateneo e illustrato da splendide immagini che portano la firma del fotografo Giò Martorana, questo volume si pone l’obiettivo di raccogliere in un’unica sede e dare voce a tutta l’opera di attenta e paziente ricerca operata dal fondatore della Tenuta, Guido Cocci Grifoni, fin dai primi anni Ottanta. In tutto questo tempo, mosso soltanto dall’amore per il territorio e la passione per la viticoltura, Guido Cocci Grifoni ha scelto con la sua azienda di andare controcorrente e, in un mercato che prediligeva bianchi internazionali, ha scommesso sulle potenzialità di questo vitigno autoctono, di cui si ha origine fin dal 1871, ma che rischiava di andare perduto a causa della sua scarsa produttività. Anni di studi, sperimentazioni e ricerca hanno permesso di delineare quello che ora è l’etichetta più rappresentativa della cantina: il vino da vitigno Pecorino, che ha ottenuto la Doc solo nel 2001, per la Tenuta Cocci Grifoni si traduce in Colle Vecchio, un vino così peculiare da meritarsi l’appellativo di “rosso vestito di bianco”. Il testo, suddiviso in tre sezioni, si propone di indagare lo stato dell’arte del vino da vitigno Pecorino sotto l’aspetto storico, con un excursus attraverso i secoli che si conclude con l’attività di ricerca e riscoperta attuata da Guido Cocci Grifoni, quello tecnico-enologico e quello di promozione e marketing, grazie a un’indagine di tipo qualitativo sulla conoscenza e sulla percezione del Pecorino. Il vitigno Pecorino, infatti, possiede caratteristiche tali per cui il vino che se ne ricava ha un altissimo tenore in zuccheri, con un alcol potenziale sempre sopra i 13,5°, un contenuto di acidi superiore a 8g/l, un valore di pH intorno a 3 e un estratto secco netto superiore a 24g/l: di tratta quindi di un vino longevo, potente perché carico di energia e piacevolmente sapido perché ricco di sali minerali, ceneri e acidi. Colle Vecchio si presenta all’assaggio di un colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Possiede note speziate all’olfatto e in bocca si rivela con un gusto morbido dai sentori di frutta matura, mela renetta, liquirizia, fiori d’acacia e gelsomino. La sua ottima persistenza in bocca e il piacevole retrogusto lo rendono indicato non soltanto in abbinamento a primi saporiti, pesci e carni bianche ma anche ai salumi tipici del territorio ascolano come lonza, salame e prosciutto nostrano, oltre al caratteristico ciauscolo. “Questo testo è per noi motivo di profonda soddisfazione perché finalmente ratifica l’operato della Tenuta Cocci Grifoni che, nell’arco di decenni, ha permesso al vino da vitigno Pecorino di passare da ricordo nella memoria di pochi a vino attuale, riconosciuto, apprezzato e amato da un numero sempre più ampio di conoscitori ed estimatori, in Italia e all’estero” ha commentato Marilena Cocci Grifoni, responsabile commerciale estero della Tenuta “Ci auguriamo che le informazioni che derivano da questo lavoro possano essere utili tanto agli studiosi quanto ai semplici appassionati, per approfondire le loro conoscenze in merito e per fare del Pecorino il vero vino-simbolo del territorio piceno”. .  
   
   
IN OCCASIONE DELLA RASSEGNA DEI MÜLLER THURGAU SI É SVOLTO IL CONVEGNO “RIVOLUZIONE A TAVOLA. MUTAMENTI NEL GUSTO E NEI SAPORI DEGLI ITALIANI DI OGGI”  
 
I mutamenti intervenuti nella società italiana degli ultimi trent’anni hanno condizionato il rapporto tra le famiglie e l’alimentazione, un rapporto radicato al punto da potersi contare tra gli elementi costitutivi del costume nazionale. I comportamenti messi in atto in tempi recenti per affrontare le difficoltà causate dalla crisi economica hanno poi modificato nuovamente questo quadro, rendendo la visione d’insieme ancor più complessa. Di questo processo di grande rilievo per tutto il setttore agroalimentare si è parlato ampiamente nell’importante convegno tenutosi venerdì 3 luglio 2009, nel corso della Xxii Mostra di Cembra, organizzato in collaborazione con Cantina La Vis , alla presenza di più di cento operatori del settore. Il punto di partenza della riflessione, moderata da Franco De Battaglia, è stato New Menu Italia, il fortunato libro di Nicola Dante Basile, giornalista del “Sole 24 Ore” presente tra i relatori. De Battaglia ha insistito sulla necessità che il vino ritorni sulla tavola, non solo per un assaggio, ma per nutrire la convivialità all’insegna di una cultura del bere con misura che i più giovani hanno abbandonato, per poi preferire spesso l’ebbrezza del superalcolico. Nicola Dante Basile si è soffermato sui mutamenti quantitativi e qualitativi delle abitudini alimentari degli italiani. A fronte di una famiglia che nel nostro paese in media trent’anni fa era composta da 3,5 persone, quella odierna ne conta 2,9; i consumi alimentari che un tempo incidevano per più del 30% sull’ammontare delle spese familiari, oggi – cresciuti in termini relativi i redditi – incidono per il 17%. Si spende meno, ma si spende di più “fuori casa”, mangiando in mense, bar, pizzerie, ristoranti, anche in virtù del diverso ruolo che la donna è andata ad assumere nel nucleo familiare, lavorando per lo più con un’occupazione stabile. Il rinomato chef del ristorante “Osteria Francescana” di Modena, Massimo Bottura, ha raccontato l’esperienza della cucina tradizionale emiliana compiuta negli anni giovanili, la necessità di comprendere l’estrema varietà dei sapori e delle materie prime, competenza che richiede uno studio e una dedizione prolungata nel tempo: uno sforzo che i giovani, talvolta anche preparati, sembrano trascurare. E’ l’educazione incerta, la cattiva abitudine alimentare che porta spesso i lavoratori a consumare piatti già pronti e preparati a volte con procedure dubbie, oltre che dubbio gusto. Anche il panino può trovare la sua dignità se è fatto con semplicità e l’attenzione dovuta alla qualità degli ingredient, così come il tortellino, declinato, da cuoco a cuoco, in modo del tutto singolare. Marco Larentis, coordinatore del Triveneto dell’Associazione Sommellerie Professionale Italiana, ha voluto insistere sulla comunicazione legata al vino, troppo schiacciata in tempi recenti sulla necessità di ricordare al cittadino l’obbligo di rimanere entro lo 0,5 consentito per la guida, obbligo che dovrebbe diventare un elemento fatto proprio dall’educazione, come accade in altri stati, dove chi guida non beve. Al di là di quest’obbligo rimane l’esigenza di un servizio al bicchiere svolto in modo adeguato non solo dai ristoranti rinomati, ma anche dai bar dove si consuma il pasto, anche per quanto riguarda il Müller Thurgau, vino che si avvia ormai verso la maturità. Edoardo Raspelli, notissimo cronista di gastronomia e conduttore di “Melaverde”, ha osservato che più che di “rivoluzione” a tavola si assiste sempre ad una “restaurazione” e in tempi recenti, frequentemente, a una degradazione dovuta a comportamenti alimentari abitudinari e inconsapevoli, che non portano il consumatore a chiedersi che cosa stia davvero mangiando. Così, se il produttore garantisce l’origine del Müller Thurgau, non si può dire ugualmente per altri vini o per molti altri prodotti alimentari che normalmente si credono italiani e che, nella sostanza, sono solo confezionati in Italia: dall’olio (cui una legge ora impone finalmente la tracciabilità), alla carne con cui si produce la bresaola, alle nocciole, a formaggi come la mozzarella. Solo la chiarezza dell’informazione può mettere il consumatore nella condizione di essere consapevole della sua scelta alimentare, sia essa per un prodotto industriale, sia per quello di eccellenza. .  
   
   
È PREVOSTINI IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONSORZIO TUTELA VINI VALTELLINA  
 
Per il prossimo triennio lo affiancheranno alla vicepresidenza Aldo Rainoldi ed Emanuele Pelizzatti Perego. Della giunta faranno parte, oltre a presidente e vicepresidenti, Pietro Bettini e Andrea Zanolari Mamete Prevostini è il nuovo presidente del Consorzio Tutela Vini Valtellina. 42 anni, titolare dell’omonima casa vinicola di Mese, Prevostini succede a Casimiro Maule, presidente per gli ultimi dodici anni dell’ente che rappresenta tutte le case ed aziende vinicole della Provincia di Sondrio. «Sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato - ha dichiarato il neo presidente subito dopo l’elezione -. Ci aspetta un triennio di duro lavoro che io e il nuovo consiglio affronteremo con grande entusiasmo, facendo tesoro di quanto già fatto per proseguire con successo nella promozione e valorizzazione dei vini a denominazione di origine Valtellina. Le linee principali che ispireranno questo mandato saranno il dialogo con tutti gli attori della filiera vitivinicola e la tutela dei nostri terrazzamenti vitati». Durante il suo mandato, che avrà durata di tre anni, sarà affiancato da due vicepresidenti, Aldo Rainoldi in rappresentanza della categoria trasformatori ed Emanuele Pelizzatti Perego in rappresentanza della categoria viticoltori. Il collegio di giunta sarà invece composto da cinque membri: il presidente e i due vicepresidenti cui si affiancheranno Pietro Bettini e Andrea Zanolari. .