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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Febbraio 2010
LA TERZA CONFERENZA EUROPEA DELLE REGIONI OGM-FREE A BRUXELLES, 3-4 FEBBRAIO DEFINIRE UN´AGRICOLTURA DI GARANZIA PER I CONSUMATORI LA POLITICA DEI MARCHI DI QUALITÀ ESTENDE LA CULTURA DELL´ATTENZIONE  
 
La rete delle Regioni Ogm-free – nata nel 2003 su iniziativa della Regione Toscana e della Regione dell´Alta Austria, e composta ad oggi da 51 membri - organizza per il 3 e 4 febbraio, a Bruxelles, la terza conferenza internazionale dei marchi non-Ogm. Al dibattito partecipano le regioni aderenti alla rete, ma anche operatori economici come Fermier de Loué, primo produttore francese di pollame di qualità, il movimento Slow Food e la Arepo, associazione delle regioni dei prodotti con origine. Per la prima volta, saranno presenti parlamentari europei dei gruppi Green-ale, Alde e Sd. Dop, Igp, Organico o anche marchi privati; sono i marchi di qualità che le regioni europee vogliono difendere allo stesso modo di una agricoltura libera da Ogm. Che siano forme di coltivazione praticate nel continente, nelle aree costiere o in quelle montane, le coltivazioni di qualità contribuiscono a preservare la struttura sociale ed economica così come l´aspetto paesaggistico ed ambientale. Negli ultimi anni, la rete ha lavorato ad esempio per rendere sicura e certificata Ogm-free l´importazione di soya, cercando di privilegiare le produzioni locali di proteine vegetali per ridurre la dipendenza dai paesi extracomunitari. La filiera di produzione e distribuzione Ogm-free si è diffusa in tutta Europa incontrando le aspettative dei consumatori. Per questo il prossimo obiettivo può diventare quello di dare la garanzia di un marchio alla produzione di alimenti Ogm-free, con una ragionevole certezza di trovare buona accoglienza sui mercati, visto che la maggioranza della popolazione europea sembra respingerne l´uso nell´alimentazione. .  
   
   
CONFAGRICOLTURA - CIA - COPAGRI DELL´EMILIA ROMAGNA: TASSA CONTROLLI IGIENICO-SANITARI, APPREZZATA LA SOSPENSIONE DEL PAGAMENTO "ORA È NECESSARIO AGIRE A LIVELLO NAZIONALE PER ELIMINARE DEFINITIVAMENTE QUESTA IMPOSTA A CARICO DEL SETTORE AGRICOLO"  
 
Bologna - Confagricoltura, Cia e Copagri dell´Emilia-romagna esprimono soddisfazione per la sospensione da parte della Regione del pagamento della tassa sui controlli igienico-sanitari a carico delle imprese agricole imposti dal decreto legislativo 194 del 2008. Le tre organizzazioni, nello specifico, esprimono apprezzamento per l´impegno profuso dall´assessore regionale all´Agricoltura, Tiberio Rabboni, e dalla direzione regionale dell´assessorato che, analogamente a quanto già fatto da altre regioni italiane, hanno operato affinché anche la Regione Emilia-romagna si attivasse per emanare una norma volta a tutelare, in attesa di chiarimenti, le imprese agricole dal pagamento dell´imposta. Da molti mesi - evidenziano le tre organizzazioni - ci stiamo confrontando con la Regione per cercare di dare una soluzione ad una questione che vede ingiustamente coinvolto il settore primario in una norma prevista per il commercio. "Dopo questo primo passo – rimarcano Confagricoltura, Cia e Copagri – proseguiremo l´azione a livello parlamentare in modo che con il recepimento di una disposizione nel Decreto Milleproroghe, venga chiarita ed esplicitata una volta per tutte l´esclusione del comparto agricolo dal pagamento della tassa sui controlli igienico-sanitari". .  
   
   
QUALITA´ E PREZZI AGRICOLI – NELLE MARCHE PROGETTO PILOTA PER LA VENDITA DIRETTA ORGANIZZATA.  
 
La Giunta regionale, su proposta del vice presidente e assessore all´Agricoltura, ha approvato i criteri e le modalita` per realizzare un progetto di ricerca e un progetto pilota, di 290mila euro complessivi, inerenti la vendita diretta dei prodotti agroalimentari. Un modo, quest´ultimo, per saltare passaggi intermedi, avvicinare produttori e consumatori finali, garantendo qualita` e prezzi piu` vantaggiosi sia per i primi, che per i secondi. In definitiva una chance di maggior reddito per i produttori, una garanzia di maggior qualita` per i consumatori. Una via alternativa a quella della grande distribuzione organizzata, che impone prezzi, quantita` e qualita`, prevedendo spesso metodi e procedure difficilmente accettabili dai piccoli produttori. Il servizio agricoltura, forestazione e pesca, ha percio` studiato le esigenze per lo sviluppo della filiera corta per le produzioni agroalimentari. E´ quindi emerso che filiera corta significa sostanzialmente ´vendita diretta´ dei produttori agricoli ai consumatori finali, che sempre di piu` esigono qualita` controllata e certificata dal punto di vista della provenienza, della genuinita`, dell´igiene e della sanita` . Con la ricerca potranno poi essere approfondite le caratteristiche strutturali e la vocazione del nostro territorio, oltre che del settore agricolo marchigiano arrivando a fornire gli elementi per definire le attuali peculiarita` della vendita diretta e valutarne le opportunita` di sviluppo nella nostra regione. Per sperimentare nel concreto la vendita diretta sul territorio sono state effettuate analisi di alcune modalita` attuative individuando come particolarmente interessante per la realta` delle Marche, caratterizzata da piccole e micro imprese agricole, la cosiddetta Vdo, Vendita Diretta Organizzata. Una nuova forma di vendita che riunisce i produttori agricoli all´interno di una struttura del tipo di un supermercato di media grandezza, differenziandosi dalle cosiddette farmers market per l´offerta di un fornito paniere di prodotti e per la garanzia di sistemi di etichettatura elettronica che potranno essere verificati dagli stessi consumatori attraverso dei totem touch screen nei banchi frigo intelligenti, oltre che per il sistema di gestione. Per raggiungere risultati concreti e` stato, quindi, deciso di realizzare un progetto pilota sperimentale che coinvolga direttamente ed economicamente gli imprenditori agricoli ´ impegno finanziario minimo da parte di quest´ultimi del 30 per cento - e che possa essere monitorato a livello tecnico e finanziario per valutarne pregi e difetti, oltre che per definire eventuali modelli da applicare nella realta` marchigiana. Un progetto in cui notevole rilevanza e` accordata alla divulgazione dei risultati, tramite attivita` dimostrative, informazioni sulla ricerca effettuata e pubblicazione dei risultati. .  
   
   
FONDI PSR, RIUNIONE DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA DELLA CAMPANIA: SITUAZIONE GRAVE PER I COMUNI CHE, PER RESPONSABILITÀ DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, NON RIESCONO A PRESENTARE I PROGETTI  
 
Ieri presso l’Eremo dei Camaldoli a Napoli, si è svolto il Comitato di sorveglianza sullo stato attuativo del Programma di Sviluppo Rurale della Campania 2007-2103. Si tratta della riunione che periodicamente mette a confronto l’Assessorato all’Agricoltura della Regione con le parti sociali, il Ministero delle politiche agricole e la Commissione europea in merito all’azione di monitoraggio sull’attuazione del Psr. Dalla riunione è emersa una situazione di estrema gravità per tutti i Comuni della regione. Questi, insieme alle comunità montane, sono tra i principali soggetti beneficiari del Psr, attraverso la presentazione di progetti si sviluppo del territorio rurale. Ma ad oggi resta per loro la difficoltà di affrontare le spese per l’Iva connesse alla presentazione degli stessi progetti. Un’imposizione fiscale ad oggi riservata, nell’ambito di tutta la programmazione comunitaria, ai soli fondi del Psr. "Il Governo - ha detto Nappi durante la riunione - ha dimenticato di concordare con l’Unione europea una modalità per fare sì che per questi progetti pubblici i comuni non dovessero pagare anche l’Iva. Così avviene infatti per gli altri fondi europei, Fesr e Fse. L’agricoltura si è dunque trovata ad essere penalizzata anche da questo versante: poiché la sofferenza finanziaria dei comuni è ormai strutturale certo non era immaginabile che essi potessero assicurare il versamento per l’Iva di percentuali fino al 20% sui singoli progetti. E infatti non li hanno presentati. "Le Regioni – continua Nappi - Campania compresa, hanno allora definito un percorso insieme al ministero delle Politiche agricole con cui faranno fronte esse stesse al problema, con risorse che anzichè essere destinate agli investimenti saranno destinate esattamente alla copertura dell’Iva. Per la Campania parliamo di una cifra che equivale a circa 130 milioni di euro. Nonostante ciò il Ministero da ben tre mesi non riesce a stabilire con Agea, l’Ente pagatore nazionale, le modalità attraverso cui rendere disponibili queste risorse delle regioni. Un vero e proprio scandalo. Ora che le risorse sono state individuate non si può procedere perché il ministro non ha alcun interesse o forse perché è troppo impegnato nella sua prossima campagna elettorale in Veneto?". .  
   
   
GIUNTA PUGLIESE APPROVA PROTOCOLLO D’INTESA PER AVVIO IMPIANTO DI AFFINAMENTO GALLIPOLI  
 
La Giunta regionale pugliese ha approvato il protocollo d’intesa per l’assunzione in gestione ed avvio all’esercizio dell’impianto di affinamento per il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue dell’impianto di depurazione consortile a servizio dei Comuni di Alezio, Gallipoli, Sannicola e Tuglie da parte dell’Acquedotto Pugliese. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati relatore del provvedimento. Il protocollo d’intesa sarà sottoscritto giovedì 4 febbraio, presso la sede del Consiglio Regionale della Puglia (sala Renato Guaccero), dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dal presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, dal Sindaco di Gallipoli Giuseppe Venneri, dal Presidente Aato Puglia Vincenzo Zaccaro, dal Presidente del Consorzio di Binifica “Ugento Li Foggi” Giuseppe Palese e dal Direttore Generale dell’Aqp Massimiliano Bianco. L’impianto fornirà all’agricoltura acqua di buona qualità, consentendo la riduzione del prelievo dalla falda, alleviandone lo stress e dando la possibilità di liberare risorse per altri usi (potabile, ecc…). L’avvio all’esercizio dell’impianto sarà possibile grazie alla legge regionale n. 27 del 21 ottobre 2008, che per la prima volta comprende nella gestione del Servizio Idrico Integrato l’affinamento delle acque reflue laddove necessario a perseguire gli obiettivi di qualità stabiliti dal Piano di Tutela delle Acque (Pta). Il protocollo d’intesa rappresenta dunque il primo di una serie di atti che permetteranno a numerosi impianti di affinamento inutilizzati di entrare in funzione. L’impianto, finanziato dal Presidente Vendola in qualità di Commissario per l’Emergenza Ambientale in Puglia, è situato nelle immediate vicinanze dell’impianto di depurazione consortile dei reflui urbani a servizio dei Comuni di Alezio, Gallipoli, Sannicola e Tuglie, gestito dall’Aqp in qualità di gestore del Servizio Idrico Integrato. La relativa rete di distribuzione irrigua è invece gestita dal Consorzio di bonifica “Ugento Li Foggi”. Con il protocollo d’intesa i soggetti interessati assumeranno formale impegno, ognuno per le proprie competenze, di garantire il corretto avvio all’esercizio dell’impianto entro l’inizio della prossima stagione irrigua 2010. Alla redazione del suddetto documento si è giunti dopo una serie di incontri e tavoli tecnici promossi dalla Regione Puglia allo scopo proprio di consentire l’attivazione dell’impianto di Gallipoli che, in base a quanto è stato stabilito dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia, approvato il 20-10-2009, rientra tra quelli per i quali è necessario il perseguimento degli obiettivi di qualità. .  
   
   
IN GARA I MIGLIORI OLI EXTRAVERGINE DI OLIVA DEL LAZIO  
 
Valorizzare gli oli extravergine di oliva e dop della provincia di Latina e degli altri territori della regione. E´ questo l´obiettivo del ´Concorso per i migliori oli extravergine di oliva del Lazio´ bandito da Unioncamere Lazio con la collaborazione della Camera di Commercio di Latina e le Consorelle laziali. Un concorso che rappresenta anche la prima fase della selezione per la partecipazione al successivo premio nazionale ´Ercole Olivario´ e che è riservato all´olio extra vergine d´oliva di qualità ottenuto da olive prodotte nelle zone a denominazione d´origine, già riconosciute in ambito comunitario, e all´olio realizzato con olive prodotte nei diversi ambiti territoriali italiani. Non sono ammessi al concorso gli oli che verranno immessi sul mercato allo stato sfuso, o comunque non confezionati nel rispetto della normativa europea, e gli oli provenienti da olive per le quali non sia stata attestata la provenienza. Partecipano al concorso, con una sola denominazione, ed unicamente per una delle due tipologie indicate: gli olivicoltori del Lazio produttori di olio in proprio; gli oleifici cooperativi, organizzazioni di produttori quali consorzi, cooperative, reti d´impresa con sede nella Regione Lazio, limitatamente al prodotto proveniente da oliveti della regione Lazio; i soggetti sottoposti al sistema dei controlli detentori, nella relativa zona di origine, di prodotto pronto per l´immissione al consumo con certificazione a denominazione di origine. La premiazione del concorso regionale avverrà il 20 marzo 2010. I primi tre oli classificati in assoluto nelle rispettive graduatorie degli oli extravergine e di quelli con certificazione dop potranno essere ammessi a partecipare al concorso nazionale ´Ercole Olivario´. .  
   
   
BOLZANO: IL 5 FEBBRAIO IL TERZO CONVEGNO SULL´AGRICOLTURA DI MONTAGNA  
 
Lo sviluppo della politica agraria europea e le prospettive del mercato nel settore lattiero-caseario. Saranno questi gli argomenti principali al centro del terzo convegno sull´agricoltura di montagna in programma venerdì 5 febbraio alla Fiera di Bolzano. Nonostante la giovane età, il convegno altoatesino sull´agricoltura di montagna, giunto appena alla sua terza edizione, si è già ritagliato un posto importante nel calendario degli eventi più importanti del settore. L´appuntamento di quest´anno torna venerdì 5 febbraio, con un´organizzazione spalmata su numerose istituzioni e organizzazioni: dalla Ripartizione provinciale agricoltura al Centro sperimentale Laimburg, dal Bauernbund alla Lub, dalla Federazione latterie dell´Alto Adige all´Associazione allevatori. Il convegno prenderà il via con l´intervento dell´assessore all´agricoltura Hans Berger, che sarà seguito dall´europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann e dall´austriaco Klaus Kogler. Al centro dei discorsi ci saranno le prospettive di sviluppo della politica agricola a livello di Unione Europea e la situazione del mercato del latte. Nel pomeriggio, invece, spazio ad argomenti più specifici e di carattere tecnico. Il terzo convegno altoatesino dell´agricoltura di montagna è in programma venerdì 5 febbraio 2009 a partire dalle ore 9 presso la sala Elena Walch al Centro congressi della Fiera di Bolzano. .  
   
   
FIRENZE CAPITALE DEL CIOCCOLATO ARTIGIANALE IN PIAZZA SANTA CROCE TORNA LA FIERA CON QUATTRO GIORNI DI DEGUSTAZIONI ED EVENTI  
 
Per quattro giorni Firenze diventerà la capitale del cioccolato d’autore, con un evento che dal 4 al 7 febbraio vedrà in piazza Santa Croce partecipare 44 fra i migliori maestri cioccolatieri italiani e stranieri, con degustazioni, istallazioni ed un ricco e goloso programma di eventi collaterali: è la Fiera del cioccolato artigianale, che per questa sua sesta edizione punta all’ambizioso traguardo di competere con la Eurochocolate di Perugia. La novità più importante di quest’anno, oltre ad una partecipazione sempre più qualificata e specializzata, è la struttura coperta che permetterà di visitare e partecipare senza problemi alla rassegna anche in caso di pioggia. Oltre ad assaggiare ed acquistare ogni tipo di specialità a base di cioccolato, rigorosamente argianale, nello spazio degustazioni si potranno seguire anche workshop, conferenze e gustare altre specialità, dalle birre ai caffè ai vini biologici. Inoltre sono previste merende per i bambini, corsi di ginanastica dolce, una esibizione di lotta medievale, due serate con ´Lo spettacolo del gusto´ alla Pergola. “Questa rassegna è un esempio di come turismo, eventi ed artigianato possano contribuire al rilancio della tradizione alimentare di qualità del nostro territorio - ha detto il vicesindaco Dario Nardella alla presentazione dell’iniziativa – ed è un modello che incarna perfettamente uno degli aspetti fondamentali del lavoro dell’amministrazione comunale: ovvero coniugare la qualità degli eventi alla sostenibilità degli spazi della città. La Fiera è un evento che vale la pena sostenere, anche perché possa crescere e raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi”. Una crescita dimostrata dai numeri: i visitatori dal 2005 sono passati da 12mila 100mila e gli espositori da 18 a 44, in un settore – quello del cioccolato artigianale – che in Italia ha un giro d’affari annuo di circa 350 milioni di euro. .  
   
   
SARDEGNA: LE MISURE DI GESTIONE DELLA PESCA PROFESSIONALE E SPORTIVA DELL´ANGUILLA  
 
Cagliari, - Per garantire la tutela dello stock di anguilla europea, l´Assessore dell´Agricoltura e riforma agro-pastorale ha pubblicato il decreto che stabilisce le seguenti misure di gestione: a) Pesca professionale - Nel periodo compreso tra marzo e settembre, nel mare territoriale e nelle acque interne della Sardegna, è vietata la cattura con qualunque attrezzo da pesca, la detenzione, il trasporto e la commercializzazione di esemplari di anguilla. Gli esemplari provenienti da aree di pesca di altre regioni italiane, stati membri dell´Unione europea o paesi terzi e da allevamenti intensivi devono essere resi identificabili attraverso dei documenti che ne attestino la provenienza. La pesca è consentita tra il 1° ottobre e l´ultimo giorno del mese di febbraio. B) Pesca sportiva e ricreativa - Anche questa tipologia di pesca è consentita nel periodo compreso tra ottobre e febbraio. Il pescatore sportivo non può catturare giornalmente una quantità superiore a 1 Kg. Di anguille. C) Taglia minima di cattura - La taglia minima di cattura è pari a 28 cm di lunghezza totale. Gli esemplari di taglia inferiore non possono essere detenuti, trasportati e commercializzati. .  
   
   
IN CRESCITA IL FATTURATO 2009 DE LA LINEA VERDE SPA  
 
Dichiarazione di Massimo Bragotto – Direttore Commerciale e Logistica del Gruppo La Linea Verde Società Agricola Spa. Il 2009 si chiude positivamente, con un fatturato di 170 milioni di Euro e un incremento del 5 % rispetto allo scorso anno. Abbiamo lavorato per consolidare i risultati già molto positivi del 2008, perseguendo le medesime linee guida: freschezza, qualità e innovazione del prodotto. Un approccio che anche quest’anno ci ha consentito di riscuotere grande successo sul mercato e di aumentare la nostra quota di market share. Due le novità a marchio Dimmidisì che hanno fortemente inciso sull’eccellente andamento delle vendite del 2009: il Frullato fresco di Frutta e il Purè di patate fresco. Per quanto concerne la distribuzione dei nostri prodotti, sia a marchio Dimmidisì che con i marchi della Grande Distribuzione, nel 2009 abbiamo consolidato il rapporto con il trade, un’azione indispensabile per garantire l’offerta ad alto standard qualitativo che caratterizza La Linea Verde. E’ inoltre in atto, dall’inizio della crisi, un processo di controllo dei costi e di ottimizzazione dei processi in tutti i reparti aziendali, politica d’obbligo per un’azienda leader. Infine, è positivo anche il trend sul versante internazionale: ottima la performance dell’azienda nel settore delle esportazioni, dove si registra un incremento costante per l’Europa e, in particolare, per Austria, Slovenia e Croazia. La nostra sede di Navarra, in Spagna, presenta un bilancio economico positivo, indice di un’attività produttiva in continua crescita, che conferma l’investimento strategico per lo sviluppo del know-how aziendale fuori dai confini nazionali. Per il 2010 continueremo la nostra attività di ricerca e sviluppo finalizzata all’innovazione dei sistemi produttivi e della nostra offerta: prevediamo infatti novità su tutti i fronti, a partire dal lancio di nuovi prodotti nel breve periodo. .  
   
   
LA PRIMA “BIBBIA” DELLA CUCINA ITALIANA IN INGLESE: 2.000 RICETTE REGIONALI CERTIFICATE AIC PER METTERE FINE ALL’IMITAZIONE DEI NOSTRI PIATTI SIMBOLO NEL MONDO  
 
La tradizione gastronomica italiana diventa patrimonio di tutto il mondo grazie alla prima opera in lingua inglese che raccoglie 2. 000 ricette tipiche regionali codificate secondo i rigorosi dettami dell’Accademia Italiana della Cucina. Un vademecum utile anche per contrastare il fenomeno che vede all’estero ben 6 ricette italiane ogni 10 - secondo uno studio dell’Aic - vittime di un imbarbarimento crescente. Questo proprio mentre dagli Stati Uniti giungono i primi segnali di una rinnovata attenzione degli chef locali al rispetto della vera cucina regionale italiana, in particolare per quella emiliano -romagnola, toscana, piemontese, genovese, veneta e siciliana. Ben 928 pagine. Una vera e propria “bibbia” del repertorio gastronomico italiano da tenere rigorosamente vicino ai fornelli…Si tratta de “La Cucina - The Regional Cooking of Italy”: la più completa ed autentica raccolta di ricette regionali italiane - ben 2. 000 - tradotte per la prima volta in lingua inglese e catalogate dall’Accademia Italiana della Cucina, Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, da oltre mezzo secolo impegnata nella valorizzazione del patrimonio gastronomico nazionale. Edita da Rizzoli Usa, l’opera è pensata per uno scopo preciso: far realizzare fuori dai nostri confini i migliori piatti della cucina regionale italiana senza errori, con tutti gli ingredienti, i tempi, i colori, i sapori e gli odori giusti. Anche perchè di tradimenti e contraffazioni dei nostri piatti nel mondo ce ne sono davvero infinite. Come dimostra una ricerca realizzata dall’Accademia Italiana della Cucina attraverso le oltre 80 delegazioni estere impegnate in 40 paesi stranieri nella lotta al falso alimentare, all’estero ben 6 volte su 10 le ricette italiane vengono puntualmente tradite… .  
   
   
“ LA CUCINA - THE REGIONAL COOKING OF ITALY”: UN’ OPERA PATRIMONIO DEL MADE IN ITALY  
 
Il percorso che si intraprende leggendo questo tomo è molto affascinante. Sotto i nostri occhi ci appare uno spaccato completo del Bel Paese tra passato e presente: 2. 000 ricette tradizionali delle regioni italiane accuratamente catalogate frutto del lungo lavoro di ricerca realizzato dagli studiosi dell’Aic, coordinati dal Prof. Paolo Petroni, Presidente del Centro Studi dell’Accademia Italiana della Cucina. Dalle Lasagne verdi alla bolognese (Green Lasagne with meat sauce) alla siciliana Pasta alla Norma (Spaghetti with eggplant and ricotta salata); dai sardi Malloreddus (Small sardman gnocchi with meat sauce) ad un simbolo della cucina napoletana come il “Sartu di riso” (Rice Timbale) fino all’”Ossobuco alla Milanese” (Veal Shanks Milan Style). E moltissimi altri ancora…. "Quest´opera, - afferma Giovanni Ballarini, Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina - rappresenta uno strumento importante per tutti coloro che non solo vogliono saper “cucinare bene” italiano ma intendono avvicinarsi ad un patrimonio storico e culturale che passa anche attraverso ricette uniche ma ripetibili. Ogni ricetta è riferita alla sua regione di origine, con la segnalazione degli ingredienti e soprattutto delle tecniche di preparazione che spesso cambiano in relazione al territorio geografico. ” “Va anche precisato - prosegue Ballarini – che questa opera è rivolta sia al consumatore che vuole mettersi alla prova tra i fornelli di casa che ai grandi cuochi che trovano attraverso questo strumento una base sicura per la preparazione dei loro piatti. ” Un ricettario simbolo della lotta culturale contro il “falso”: per tramandare la tradizione culinaria regionale alle generazioni future e salvaguardare il valore inestimabile della cucina italiana nel mondo. .  
   
   
RICERCA AIC : ALL’ESTERO 6 VOLTE SU 10 LA CUCINA ITALIANA E’ “TRADITA”  
 
L’opera ideata dall’Aic nasce anche dall’esigenza di contrastare con le armi della cultura il fenomeno della contraffazione alimentare che oggi si presenta sotto nuove e pericolose forme. Infatti, mentre i mercati internazionali sono sempre più invasi da falso parmigiano reggiano o grana padano, da altrettanto falsi prosciutti di Parma o di San Daniele, in un mercato che va dalle mozzarelle australiane ai Chianti californiani o cileni, sale alla ribalta una nuova forma di “tradimento” del Made in Italy alimentare: la contraffazione della ricetta originale. Da uno studio realizzato dall’Accademia Italiana della Cucina attraverso le oltre 80 delegazioni estere, da cinquant’anni impegnate nella lotta al falso alimentare, emerge come le ricette presentate nei ristoranti italiani all’Estero sono molto spesso ben diverse rispetto alle “originali” italiane. La ricerca lascia poco spazio al dubbio: nel 60% dei casi la cucina italiana, all’estero, è realizzata in modo non molto corretto o addirittura maldestro. E solo nel 40% dei casi risulta “ben interpretata”. Questo accade anche perché quasi la metà (47%) dei cuochi che operano nei ristoranti italiani all’estero non sono italiani (scopriamo che sono in maggioranza australiani e messicani) e solo una piccola parte (9%) di questi ha seguito scuole, stage o tirocini nel nostro Paese. La cucina proposta dai cuochi è quella tradizionale-classica-tipica (78%) – magari, come abbiamo visto, nella versione “tradita” - mentre nel 32% dei casi si tratta di cucina “fusion”, un ibrido tra tradizione e innovazione, e solo nel 10% dei casi si tratta di vera e propria cucina “innovativa”. .  
   
   
PIZZA, TIRAMISU, LASAGNE, PASTA AL RAGU: ECCO LE RICETTE ITALIANE PIU TRADITE  
 
Ma qual è il piatto della tradizione italiana maggiormente tradito nei ristoranti italiani all’estero? In ordine di “maggiore tradimento” le delegazioni estere dell’Aic mettono al primo posto la pizza e a seguire il tiramisù, le lasagne, le scaloppine di vitello e la pasta al ragù. Tra le ricette più “abusate” spiccano numerosi piatti tipici regionali, in primis gli spaghetti alla bolognese, i ravioli, gli spaghetti alle vongole, l’ossobuco e i saltimbocca alla romana. La fusione tra i gusti della tradizione e i sapori locali dà spesso luogo a una forma di cucina ibrida e alla creazione di piatti che, paradossalmente, hanno successo anche se ben lontani dalla tradizione italiana. Ne è una dimostrazione la cucina “all’italiana” olandese: a l’Aia, nei ristoranti italiani, si possono trovare nei menu le “insalate di pasta” o i “pesci al forno col pesto”. Mentre a San Paolo del Brasile è molto diffuso il consumo in un piatto unico di “carne o pesce insieme alla pasta”. .  
   
   
MIGLIORA LA SITUAZIONE DELLA CUCINA ITALIANA ITALIANA NEGLI STATI UNITI  
 
A questo scenario negativo fa però da contraltare la crescita della qualità della cucina italiana nei ristoranti statunitensi top, sempre più ispirata ad un’offerta gastronomica - è questa la novità - molto legata al recupero dell’identità regionale. Tra i migliori 70 ristoranti italiani degli Stati Uniti – li potete trovare nella guida on line dell’Accademia Italiana della Cucina disponibile sul sito www. Accademiaitalianacucina. It - ben 27 (circa il 40%) promuovono un menu regionale/tradizionale, 23 propongono piatti genericamente italiani, mentre sono 20 quelli che sperimentano cucina creativa. Tra le cucine del territorio più diffuse, al primo posto troviamo a pari merito quella emiliano-romagnola e quella toscana. Ottima diffusione anche per la cucina piemontese, genovese, veneta e siciliana. In generale nella migliore cucina italiana presente nella ristorazione americana si registra però una maggiore diffusione della cucina del nord Italia, rispetto a quella del centro-sud. Attualmente contiamo circa 500 ristoranti a New York – seconda città al mondo con più ristoranti italiani dopo Melbourne - e più di 100 a Miami e a San Francisco. In totale tra Stati Uniti e Canada - secondo dati della Confcommercio - ce ne sono 15 mila, mentre i ristoranti italiani in tutto il mondo sono più di 56 mila. .  
   
   
PASTA PORTABANDIERA DELLA MIGLIORE CUCINA ITALIANA SULLE TAVOLE STATUNITENSI  
 
Se in particolare ci concentriamo sulla pasta, da sempre regina della dieta mediterranea, scopriamo che i formati più ricorrenti nei 70 ristoranti top segnalati dall’Aic sono ravioli, lasagne, tagliatelle ma anche linguine, spaghetti, penne e maccheroni, che raccontano, declinati nelle molte originali ricette, i tanti campanili gastronomici d’Italia. A sorpresa spopolano quindi i piatti di pasta legati alla stretta tradizione regionale. E questo è indice di una fase più matura della presenza della nostra cucina in quel Paese. Al Melograno (Los Angeles) è possibile degustare i piemontesi “agnolotti al plin”, mentre da Nanni (New Jersey) la specialità della casa sono le “trenette al pesto”, un grande classico della cucina genovese. Da Valentino, a Santa Monica, il piatto tipico sono i “fusilli alla Norma”, tradizionale ricetta siciliana. Mentre la specialità del Ristorante Il Grano (Washington) sono i “paccheri ripieni di carne di ragù e di ricotta di Napoli”. Infine Ciao Amore, a San Francisco, celebra la cucina sarda con i tipici “spaghetti alla bottarga”. Tuttavia, i grandi ristoranti statunitensi non trascurano piatti di pasta originali, frutto della creatività della nuova generazione di grandi chef italiani. Tra le proposte più innovative troviamo i “Ravioli tonno e ginger” proposti dal ristorante Remi (New York); gli spaghetti alla chitarra di farina di mais con pomodori, capperi e sarde” del ristorante La Spiaggia di Chicago; i “fusilli con spinaci freschi e ricotta” di Felidia (New York). Il gusto degli americani per la cucina italiana – pasta in primis - si sta dunque affinando. I piatti tipicamente italo-americani come gli spaghetti con le meat balls stanno scomparendo per lasciare spazio a una cucina di qualità, fortemente legata al territorio d’origine degli chef. .  
   
   
I FORMAGGI DI FRANCIA PROPONGONO UN’INFINITÀ DI SAPORI  
 
Il lungo viaggio in compagnia dei formaggi francesi ha inizio: sarà il Vivere Bene quotidiano il denominatore di Evviva les fromages, protagonista in ben 7 Paesi europei, con un approccio analogo che si adatterà alle culture alimentari di ognuno e ai differenti modi di degustazione. Accomunati da caratteristiche fondamentali come qualità, tradizione e bontà, ogni formaggio francese possiede caratteristiche differenti, che lo contraddistinguono con un vero e proprio carattere. Non è un caso che la campagna 2010 associ ad ogni varietà di formaggi francese un personaggio emblematico, le cui caratteristiche ne identificano la personalità. In Italia abbiamo – per esempio – il piacere di conoscere Anna Brie - amante delle cose semplici e belle della vita, Paolo Emmental - un duro sotto cui si nasconde un cuore tenero, Antonio Comté - leader e trascinatore, Elisa Camembert - ricercata e fiera, che si intenerisce facilmente. Anna, Paolo, Antonio ed Elisa ci conducono alla scoperta delle caratteristiche del loro carattere e dei formaggi francesi a loro associati che non possiamo non amare. Ambasciatore della campagna è Davide Oltolini, giornalista enogastronomico che avrà il compito di far scoprire con estrema professionalità l’universo lattiero – caseario dei formaggi francesi condividendo con il pubblico italiano la sua personale visione del Bien Vivre. Una selezione di locali di tendenza nelle due città proporranno un ciclo di eventi dedicati ai formaggi francesi, diventando una vera e propria vetrina informativa al servizio di consumatori curiosi e desiderosi di apprezzare nuove specialità. .  
   
   
ALL´ISTITUTO AGRARIO DI SAN MICHELE ALL’ADIGE AL VIA IL MASTER UNIVERSITARIO SUI VINI DEL TERRITORIO  
 
Dopo il master sui vini spumante, il primo a livello nazionale, l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige con la collaborazione istituzionale e scientifica della Facoltà d’Agraria dell’Università degli Studi di Milano attiva un nuovo corso di formazione superiore: il master universitario di primo livello finalizzato ai vini del territorio e alla loro tutela. Il corso si svolgerà presso le strut­ture e i laboratori di San Michele all’Adige, ma sono previsti anche periodi di stage presso le aziende del settore. Si rivolge a laureati interessati alla promozione del settore vitienologico e alla tutela delle denominazioni protette; ci sono al massimo 15 posti disponibili e il termine ultimo per le iscrizioni è il 19 febbraio. “Il percorso formativo rientra nell’ambito delle attività didattiche promosse del Centro istruzione e formazione ed è indirizzato a preparare esperti delle risorse viticole ed enologiche dei territori vitati italiani” spiega il direttore generale, Alessandro Dini. Cinquecentocinquanta ore di didattica frontale e 200 ore di stages da effettuarsi presso enti e aziende del settore vitivinicolo. Dal punto di vista professionale il corso forma tecnici specializzati in produzione di uve, trasformazione ed elaborazione di vini, con competenze in analisi sensoriale e strumentale. Tra i grandi temi al centro del percorso formativo: i fattori del modello viticolo (clima, terreno, vitigno, tecnica colturale, modalità di vinificazione, cultura, usanze); la conoscenza fine del macro e micro clima; la cultura del territorio, la storia, il legame con le tradizioni alimentari; le tecnologie di produzione e di miglioramento dei vini di territorio. I tecnici acquisiranno conoscenze specifiche sulla gestione economica del comparto, sul marketing e la comunicazione dei vini di territorio per portare un valore aggiunto sul mercato sia alla produzione che al consumo. Si approfondiranno i temi di tutela dei territori e delle loro espressioni attraverso gli strumenti normativi. Coloro che conseguiranno il master potranno trovare occupazione presso: aziende vitivinicole di media e grande dimensione; consorzi di tutela e promozione; associazioni di produttori; camere di commercio; pubbliche amministrazioni (Regioni, Province, Ice); enti e agenzie di sviluppo alle attività agricole; società di servizio alle aziende agricole e alle pubbliche amministrazioni; agenzie di comunicazione. Per maggiori informazioni e per l’iscrizione consultare il sito: http://www. Unimi. It/studenti/master/38403. Htm .  
   
   
CONSORZIO PER LA TUTELA DEL VINO PROSECCO DI CONEGLIANO-VALDOBBIADENE GARANTITO! VINO IN VILLA 15 – 17 MAGGIO 2010  
 
Un evento a “tutta G”. La g è quella di Garanzia offerta dalla Docg ( denominazione di Origine Controllata e Garantita), il massimo riconoscimento qualitativo assegnato ai vini italiani. Un’eccellenza dimostrata dai numeri: in Italia vi sono oltre 300 vini doc ma solo 44 Docg. La “numero 44” è il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, cui sarà dedicato Vino in Villa, Festival internazionale di questo spumante italiano inimitabile. Per festeggiare la nuova identità, e promuovere la conoscenza della sigla docg, ancora poco nota al consumatore, il Consorzio per la Tutela del Conegliano Valdobbiadene ha deciso di chiamare i 43 colleghi, vini famosi o rari. In una sola sede, i visitatori potranno immergersi in questo “Mondo G come Garantito” e degustare i vini delle 44 docg d’Italia! L’evento offrirà momenti dedicati ad ogni visitatore. Per i giornalisti vi sarà la presentazione della nuova annata e il convegno dedicato al valore delle Docg in Italia, ma anche gli incontri a tavola curati da Alma, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, che vede rettore Gualtiero Marchesi. Per gli “addetti ai lavori” sempre Alma realizzerà il lunedì riservato ai ristoratori, enotecari e operatori del settore. Per l’occasione presenterà l’Atto Unico, ovvero il modo moderno di intendere il pranzo, sempre più spesso costituito da un piatto unico. Se queste sono le esigenze del consumatore, il grande chef deve saper evolvere e tradurre la propria arte anche in questa proposta. Durante il food show e per tutta la giornata, gli chef di Alma daranno la propria interpretazione. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, d’altro canto, è il vino moderno per eccellenza poiché unisce finezza, eleganza e vitalità, ad una moderata alcolicità, che gli consentono di divenire partner perfetto a tavola, durante la serata importante così come nella pausa pranzo. A fare da cornice a Vino in Villa sarà, come sempre, il castello di San Salvatore, borgo del Xiii secolo immerso nell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, un nome difficile come faticoso è coltivare la vite in queste colline ripide quanto spettacolari. Una bellezza che, nei secoli, si è mantenuta intatta, come dimostra la pittura di un maestro del Cinquecento, Cima da Conegliano. Proprio nel 2010 al Cima sarà dedicata la più grande mostra mai realizzata, organizzata da Artematica a Palazzo Sarcinelli a Conegliano. Cima: Poeta del paesaggio - 67. 000 km per un ritorno alle origini sarà lo slogan dell’evento che, da febbraio a giugno, ospiterà opere provenienti da ogni parte del mondo, da Londra a New York, da Parigi a San Pietroburgo. Degustare un vino, ammirare un’opera d’arte saranno, quindi, la terza proposta di Vino in Villa, rivolta ai consumatori. Cima da Conegliano è considerato un padre del paesaggismo assieme al Bellini e al Tiziano e proprio le colline del Prosecco Superiore furono uno dei suoi soggetti preferiti. Molti dei luoghi dipinti dal Cima si sono mantenuti integri attraverso i secoli, grazie alla viticoltura e il paesaggio è il modo migliore per spiegare l’inimitabilità del Prosecco, prodotto a Conegliano Valdobbiadene. Attraverso la collaborazione con Artematica, Vino in Villa darà la possibilità di conoscere, in un unico giorno, un artista importante e un vino unico. Un legame che sarà dimostrato, anzitutto, dalla sede di Vino in Villa. Il Castello di San Salvatore, infatti, è immortalato in una delle opere più belle, la Madonna dell’Arancio. Vino in Villa, quindi, consentirà ai visitatori di confrontare i luoghi del Cima com’erano nel Cinquecento e come sono oggi, visitando prima la mostra e poi l’evento ma anche attraverso le escursioni nei luoghi del Cima, dove una guida spiegherà, opere d’arte alla mano, come è cambiato nei secoli l’ambiente delle colline del Prosecco Superiore. Si tratterà, quindi, di un’originale esperienza interattiva. E se, ovviamente, nei secoli il territorio è cambiato, è anche vero che esso si è mantenuto ben conservato grazie alla viticoltura che, anzi, ne ha arricchito l’aspetto. Prova ne è il progetto Unesco che, nonostante rappresenti una sfida difficile, sta procedendo in tempi record dopo l’approvazione da parte della Regione Veneto. Ci sarà anche un quarto motivo per visitare Vino in Villa: i momenti culturali de I Simposi, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, che realizzerà quest’anno incontri a partire da giovedì 13 maggio. Tema di quest’anno sarà “Meraviglie”, dove si parlerà del legame tra la lingua e, in particolare, il dialetto, e il paesaggio. .  
   
   
BASILICATA, PARCO CANTINE: SI VALORIZZA PATRIMONIO STORICO-RURALE  
 
“L’approvazione della legge per l’istituzione del Parco delle Cantine, che comprende i comuni di Sant’angelo Le Fratte, Rapolla, Barile, Roccanova e Pietragalla (con la possibilità di estendere il numero di paesi coinvolti), rappresenta la positiva conclusione dell’iter legislativo sul quale la Giunta regionale stava lavorando da tempo con profonda convinzione”. A sostenerlo è l’assessore regionale alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport, Antonio Autilio sottolineando che “finalmente, si dispone di uno strumento particolarmente efficace per valorizzare il patrimonio storico-artistico-culturale rappresentato dalle cantine e per dare valore aggiunto alle manifestazioni e sagre che si svolgono ogni anno nei comuni interessati”. “La legge – continua Autilio – prevede, innanzitutto, la possibilità di attuare interventi di restauro delle vecchie cantine, molte delle quali hanno bisogno di lavori urgenti. Il passo successivo dovrà essere quello di mettere in rete le risorse dei territori interessati, al fine di sviluppare un “itinerario turistico integrato”, nel quale trovino la giusta valorizzazione sia i prodotti eno-gastronomici che il paesaggio naturale e ambientale, in grado di attrarre nuovi flussi turistici per lo sviluppo dell’economia locale. Il programma di azioni da mettere in campo e da sostenere – evidenzia Autilio - è quello di un sistema integrato di offerta turistica che si snoda lungo un percorso attraverso il quale si collocano luoghi del vino visitabili (vigneti, aziende, cantine) e attività imprenditoriali collegate (ristoranti, alberghi, agriturismi, enoteche), ma anche beni culturali ed artistici (centri storici, musei, chiese, castelli). “Ho fortemente voluto e più volte sollecitato il completamento dell’iter legislativo – dichiara l’assessore – anche per dare una concreta risposta alle positive manifestazioni promosse e realizzate “nelle cantine” dalle Amministrazioni comunali e dalle Pro-loco, in particolare quelle di Sant’angelo Le Fratte e di Barile, che hanno riscontrato grande successo di pubblico. È questa, dunque, la strada che seguire, che apre nuove opportunità di sviluppo per i comuni interessati nonché per tutti quei territori che entreranno a farne parte”. .  
   
   
GIOVANI PARTECIPANTI A CORSO SUI VINI RICEVUTI IN REGIONE VENETO  
 
 Dodici giovani di origine veneta, specializzati nel settore enologico e provenienti dal Sudamerica, stanno partecipando in questi giorni ad un corso di formazione in materia di nuove tecniche e tecnologie avanzate nella lavorazione e commercializzazione dei vini, finanziato dalla Regione con il coordinamento dell’Associazione Veronesi nel Mondo. Sono stati ricevuti ieri a Palazzo Balbi, a Venezia, dall’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona. Erano accompagnati da Ottavio Messetti e Marcello Pernigotto dei Veronesi nel Mondo. I partecipanti sono stati selezionati fra più di cento giovani, fra i 18 e i 39 anni, che avevano presentato richiesta. Grazie anche all’apporto dell’Università di Verona, stanno approfondendo tematiche di tipo tecnico, come l’appassimento delle uve dell’Amarone della Valpolicella. “E’ un’esperienza importante – ha detto De Bona – che consentirà di tesaurizzare nozioni utili per le loro attività professionali da un lato e rafforzare il legame con la terra di origine dall’altro”. Resteranno nel Veneto fino al 18 febbraio, visitando tra l’altro diverse cantine sul territorio regionale. Del gruppo di giovani, che hanno tutti ascendenze venete, nove vivono in Brasile e gli altri tre in Argentina, Cile ed Uruguay. .