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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Aprile 2014
REGNO UNITO ALLA GUIDA DI UN PROGETTO DELL´UE DA 12 MILIONI DI EURO SULLE FRODI ALIMENTARI  
 
 Illustrazione di questo articolo Conservare l´integrità dei prodotti alimentari europei è fondamentale per proteggere sia i consumatori sia l´industria, inoltre i consumatori devono potersi fidare dell´autenticità di tutti i prodotti alimentari. Entrambi sono però costantemente minacciati dalle imitazioni etichettate in modo fraudolento. Recentemente la questione della frode alimentare è stata posta sotto i riflettori dopo il sequestro da parte di Interpol di vari prodotti contraffatti, tra cui anche vodka e riso Basmati. Oltre a ingannare i consumatori e a porre problemi economici - l´industria alimentare soffre di questi tentativi di incassare il valore aggiunto dei prodotti alimentari dell´Ue e minare la competitività dell´economia agro-alimentare - tali frodi possono avere gravi implicazioni per la sicurezza alimentare a causa della vendita di prodotti fraudolenti ai consumatori. Il progetto Foodintegrity, finanziato dall´Ue, si propone di affrontare il problema della frode alimentare. L´iniziativa quinquennale, sostenuta con 12 milioni di euro di finanziamenti tramite il 7° Pq, è guidata dall´Agenzia per la ricerca ambientale e alimentare (Fera) del Regno Unito. Essa riunisce i principali soggetti interessati e competenze scientifiche di tutto il mondo per proteggere i consumatori e l´industria dalle frodi alimentari. Fera è all´avanguardia della ricerca in questo settore con oltre 20 anni di esperienza nella genuinità dei prodotti alimentari. Il progetto Foodintegrity prevede la creazione di un sistema di allarme precoce per segnalare i rischi di frode alimentare legato a fonti di dati internazionali, mentre altri 3 milioni di euro sono stati stanziati per colmare le lacune nella ricerca sulle frodi alimentari. Benché esistano molti tipi di frode alimentare, i due tipi principali sono la vendita di cibo inadatto e potenzialmente dannoso, e la descrizione deliberatamente falsa del cibo. Le frodi alimentari possono anche riguardare la vendita di carni provenienti da animali che sono stati rubati o abbattuti illegalmente, oppure la selvaggina, come i cervi che potrebbero essere stati cacciati di frodo. In particolare, Foodintegrity affronterà molte delle questioni post carne equina a livello dell´Ue. Foodintegrity riunisce 38 partner internazionali provenienti dall´industria, dal mondo accademico e dagli istituti pubblici. Il progetto lavorerà al raggiungimento di diversi obiettivi chiave tra cui conformare i metodi di prova per le frodi alimentari, per migliorare la polizia sui prodotti alimentari in tutta Europa, e creare una rete mondiale autosufficiente di rappresentanti dell´industria, regolatori e consumatori per assicurare il seguito del progetto. Prevede anche uno studio dei consumatori in Cina per valutare il comportamento dei consumatori cinesi rispetto alla sostanziale contraffazione di prodotti alimentari europei. Il ministro britannico per l´alimentazione, George Eustice, ha detto: "Il Regno Unito ha alcuni dei più alti standard di sicurezza alimentare nel mondo ed è sede di alcune delle migliori menti scientifiche. Sono estremamente orgoglioso del fatto che siamo stati scelti per guidare la migliore ricerca d´avanguardia a livello mondiale che riuscirà a migliorare la nostra capacità di prevenire le frodi alimentari". Paul Brereton, coordinatore del progetto Foodintegrity e capo della ricerca agro-alimentare presso Fera, ha aggiunto: "Gli autori di frodi alimentari utilizzano metodi sempre più sofisticati per evitare il rilevamento, perciò la scienza deve svilupparsi per individuare e prevenire questo reato. Il progetto sarà un punto di riferimento per la condivisione e la valorizzazione della ricerca europea volta a tutelare l´integrità della produzione alimentare in Europa". Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Foodintegrity.eu    
   
   
EXPO 2015: FIRMATO L´ACCORDO DI PROGRAMMA TRA REGIONE PIEMONTE, COMUNE DI TORINO, UNIONCAMERE PIEMONTE E CAMERA DI COMMERCIO TORINO  
 
Torino - È stato firmato il 31 marzo, presso la Sala Giunta della Regione Piemonte, l’accordo di programma “Piemonte Expo 2015”. A sottoscrivere il documento il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello e il segretario generale della Camera di commercio di Torino Guido Bolatto. Presenti anche l’assessore regionale al Turismo, con delega ad Expo 2015, Alberto Cirio, l’assessore comunale di Torino Maurizio Braccialarghe e il segretario generale di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino. L’obiettivo dell’accordo riguarda la nascita di una “cabina di regia” in grado di sviluppare sul territorio piemontese azioni coordinate e integrate che consentano di generare opportunità su numerosi asset strategici, quali agricoltura, industria, cultura e turismo, sfruttando “l’effetto vetrina” di Expo2015. “Questo documento mette nero su bianco - ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Cota - la nostra volontà di lavorare in modo concreto e coordinato su un evento importante ed irripetibile come Expo2015. Senza creare nuovi carrozzoni o strutture inutili, abbiamo unito le forze come Istituzioni per propiziare tutte le opportunità possibili per il Piemonte rispetto ad un evento di questa rilevanza che avrà luogo a due passi da noi. L’impegno della Regione si è concentrato sulle infrastrutture, sulla gestione dei flussi turistici legati ad Expo e soprattutto sulla garanzia di risorse: sul triennio 2013-14-15, in accordo con Expo2015, sono stati stanziati 3 milioni, nell’ottica di una vera valorizzazione della nostra regione”. “Sarà il più grande evento a livello internazionale che noi avremo l’onore di vivere e di aver vissuto - ha ricordato l’assessore regionale Cirio - e che richiamerà oltre 20 milioni di persone, con un presenza straniera stimata tra i 6 e gli 8 milioni. Un’opportunità davvero significativa per le nostre imprese, per le nostre aziende e per il nostro territorio, che merita un atteggiamento costruttivo e responsabile delle istituzioni del territorio come quello che oggi viene sancito con questo documento”. “Quello di Torino per l’Expo - ha precisato il sindaco di Torino Fassino - sarà un programma intensissimo, pensato perché possa rappresentare anche un´occasione di crescita per la nostra città e perché possa attirare milioni di visitatori". “Questo accordo - ha dichiarato il presidente Dardanello - ha il grande pregio di non disperdere le energie in tante direzioni diverse e su progetti estemporanei, ma sancisce un’intesa tra attori importanti su iniziative concrete e coordinate. Sono del resto convinto che ancora una volta dimostreremo, lavorando tutti insieme e bene, che il nostro Piemonte è in grado di farcela. Il nostro lavoro nei prossimi mesi sarà quello di portare dal Lago Maggiore fino all’ultima periferia del sud della nostra regione i tanti visitatori che in occasione dell’Expo andranno a ricercare l’eccellenza del cibo, che è poi una delle nostre più note eccellenze”. “Per consentire alle aziende del territorio di lavorare per la costruzione dei diversi padiglioni nazionali dell’Expo - ha detto il segretario generale della Camera di commercio di Torino Bolatto - abbiamo proposto e avviato la realizzazione di un catalogo di aziende che viene presentato in tutte le numerose occasioni di contatto con i Paesi esteri (missioni, delegazioni, incontri). Il catalogo si è poi esteso a tutte le province piemontesi, con la collaborazione di tutte le Camere di commercio, ed è oggi scaricabile dal sito del Centro estero per l’Internazionalizzazione, nell’home page in lingua inglese. Le aziende appartengono a diversi settori, dall’impiantistica all’arredamento, dalla progettazione alla comunicazione, per poter coprire tutte le esigenze di chi deve realizzare da zero la propria presenza all’Expo”.  
   
   
LOMBARDIA: NASCE IL DISTRETTO SUINICOLO REGIONALE  
 
 Milano - La giunta regionale, su proposta dell´assessore all´Agricoltura, ha approvato la delibera che accredita il Distretto suinicolo lombardo, nuova realtà nata dalla riunificazione di due distinti soggetti interprovinciali: il Distretto suinicolo padano (con capofila il gruppo riunito suinicoltori) e il Distretto della filiera suinicola lombarda (con capofila Assocom). La nuova realtà abbraccia le province di Brescia, Cremona, Mantova e Lodi, dove è concentrata la produzione e la lavorazione del suino, pari al 39% dei capi allevati a livello nazionale. Aggregare Le Forze, Passo Importante - Positivo il commento dell´assessore lombardo all´Agricoltura. "La suinicoltura lombarda è riuscita a compiere finalmente un passo importante in direzione dell´aggregazione delle forze e degli obiettivi di innovazione, ricerca e sviluppo - ha affermato -. Il percorso che ha portato alla nascita del Distretto suinicolo lombardo crea i presupposti per una rete costituita da imprese, macelli, un polo di ricerca universitario finalizzato a fornire supporti per incrementare la redditività della filiera. È un passaggio fondamentale, inoltre, per fare rete". Ora Azioni A Sostegno Della Filiera - L´unificazione dei due distretti, fortemente raccomandata a livello istituzionale, come ha sottolineato il responsabile dell´Agricoltura di Regione Lombardia, "costituisce la premessa per sostenere misure specifiche rivolte alla filiera suinicola all´interno del Piano di Sviluppo rurale, preso atto che il comparto sta vivendo una fase di profonda ristrutturazione". Il presidente del Distretto suinicolo lombardo è l´allevatore bresciano Luigi Zanotti, il vicepresidente è Giuliano Toninelli.  
   
   
MILIONI, IL 31,5 PER CENTO DEL TOTALE NAZIONALE  
 
Venezia, Nel 2013, l’Italia ha esportato vini e mosti per un valore complessivo di 5 miliardi 39 milioni di euro. Di questi, un miliardo 587 milioni, pari al 31,5 per cento del totale sono stati generati dagli operatori del Veneto, regione che vende all’estero una quantità di vini e mosti superiore al 60 per cento della sua produzione. Anche lo scorso anno dunque – afferma l’assessore regionale al commercio con l’estero – il Veneto ha confermato e consolidato il suo primo posto in questa particolare classifica, con una ulteriore crescita del 10 per cento rispetto al 2012 a fronte di una crescita generale italiana del 7,3. Il perché di questo risultato è in una vitivinicoltura che ha saputo consolidare e accrescere qualità e innovazione nella tradizione, valorizzando il territorio e tutte le sue potenzialità. Per chiarire come si posizionano i vini del Veneto nel mercato mondiale, del quale produce il 3,2 per cento del totale, basta raffrontare i dati delle top five delle regioni italiane esportatrici. Dietro il Veneto si collocano, nell’ordine: il Piemonte (con un valore di vini e mostri esportati di 969 milioni di euro, pari al 19,2 per cento del totale italiano e con una crescita del 9,2 per cento sul 2012); la Toscana (747 milioni di euro, il 14,8 per cento del totale, +6,3 sull’anno precedente); il Trentino Alto Adige (quasi 477 milioni di euro, 9,5 del totale, + 5,8 per cento sul 2012); l’Emilia Romagna (con circa 388 milioni di valore, il 7,7 per cento del totale nazionale, + 9,8 per cento). Lo scorso anno i viticoltori veneti hanno prodotto uva dalla quale ottenere oltre 8 milioni 989 mila ettolitri di vino, che si esprimono per circa il 97 per cento in un quadro qualitativo che vede la presenza di 28 Doc, 14 vini a Docg e 10 Igt. I vini Doc e Docg fanno la parte del leone – fa presente l’assessore regionale – con quasi 4 milioni 218 mila ettolitri, dei quali oltre 3,306 milioni di vini bianchi e più di 911 mila ettolitri di vini rossi e rosati. La tipicità è palpabile, se si pensa che le prime 6 Doc, per una quantità pari al 87,9 per cento di tutti i vini a denominazione, sono: Prosecco, Valpolicella, Conegliano Valdobbiadene, Soave, Bardolino, Custoza. E ai vini possiamo aggiungere la grappa, distillato “made in Italy” per eccellenza, della quale il Veneto è il maggior produttore con il 37 per cento del totale nazionale. Di questa realtà Vinitaly sarà la vetrina più importante, con due interi padiglioni dedicati interamente alle aziende regionali, molte altre delle quali sono anche in altri padiglioni, e uno spazio istituzionale nel Padiglione 4, settori D4 E4.  
   
   
AOSTA, FINANZIATO IL PIANO STRAORDINARIO PER I FORESTALI  
 
In data, venerdì 28 marzo, la Giunta regionale ha deliberato il disegno di legge con il quale si finanzia il Piano straordinario dei cantieri forestali per l’anno 2014. Il documento è stato licenziato subito dopo l’approvazione all’unanimità della risoluzione da parte del Consiglio regionale. Il Piano prevede la realizzazione di interventi a sostegno dell’occupazione di lavoratrice over 45 e lavoratori over 55 anni, da impiegare nei cantieri agricolo-forestali e nel settore delle opere di pubblica utilità, finanziati con 2 milioni e 300 mila euro.  
   
   
IL MIELE VARESINO OTTIENE LA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA.  
 
La Commissione europea ha inserito due nuovi prodotti alimentari di qualità nel registro delle Denominazioni di origine protetta (Dop). Per L´italia viene premiato il "Miele Varesino", prodotto nella provincia lombarda dall´omonimo Consorzio di qualità. Tra i prodotti agricoli recentemente inseriti tra i prodotti Dop e Igp troviamo il "Miele Varesino", un tipo di miele conosciuto e apprezzato per la sua elevata qualità e delicata fragranza. Il "miele Varesino", contraddistinto dal marchio "Miele Italiano" e prodotto nella provincia di Varese, tra il Lago Maggiore e il Lago Lucano, vanta una serie di caratteristiche superiori rispetto a quelle previste dalle norme: freschezza, genuinità, percentuale di umidità ai valori minimi (al fine di evitare la degradazione del prodotto), cristallizzazione fine ed uniforme, rispondenza all´analisi organolettica. Oltre a questo importante prodotto italiano, viene aggiunto alla lista dei prodotto Dop anche il formaggio "Requeijão da Beira Baixa", un formaggio prodotto in Portogallo, noto per la particolarità della sua lavorazione: all´acqua potabile utilizzata e al siero di latte viene aggiunto latte crudo di capra o pecora, conferendo così a questo formaggio fresco (non fermentato) un gusto estremamente delicato.  
   
   
SEDIE E VINO: VILLA NACHINI POLO DI PROMOZIONE ED ESPOSIZIONE A CORNO DI ROSAZZO (UD)  
 
 Sinergia Tra Consorzio Colli Orientali Del Friuli E Distretto Della Sedia Corno di Rosazzo (Ud) - E´ un perfetto connubio tra vino e sedia, punto cardine della promozione della cultura enogastronomica dei Colli orientali del Friuli e, parallelamente, vetrina delle aziende che da decenni stanno facendo la storia della sedia, proponendosi sui mercati globali con design, qualità, innovazione, orgoglio. Originaria del 1720 e quindi annoverata tra le prime Ville venete in Friuli, con caratteristiche architettoniche risalenti anche all´alto medioevo, Villa Nachini Cabassi, nel centro di Corno di Rosazzo (Ud) accanto alla chiesa parrocchiale di Santa Maria del Rosario, riapre oggi, con l´inaugurazione ufficiale, dopo un lavoro di recupero e ristrutturazione voluto dal Comune e sostenuto dall´Amministrazione regionale. Ora, grazie ad un progetto integrato di sviluppo economico e turistico, è centro congressuale, luogo di esposizione e commercializzazione di prodotti tipici locali, artigianali ed agroalimentari, show room per far scoprire le capacità produttive del distretto della sedia soprattutto agli operatori del settore e ai clienti italiani e stranieri, nonché nucleo centrale del Parco delle Rose che da essa s´irradia attraverso una serie di piste ciclo-pedonabili lungo i Colli Orientali fino all´Abbazia di Rosazzo. Negli ampi interni e nella adiacente barchessa sono stati allestiti una bottiglieria, con l´intera proposta della produzione vitivinicola dei Colli orientali, e un´osteria, che utilizza le sedie messe a disposizione dalle aziende del distretto. Il giardino, caratterizzato dalla presenza di tante varietà di rose, è attrezzato per manifestazioni all´aperto; il "fogolar" è a disposizione per incontri di lavoro, mentre l´ampio salone "dei cavalliars" del primo piano, dotato di videoproiezione ed amplificazione con oltre 160 posti, può ospitare convegni, incontri conviviali ed altre iniziative. All´evento inaugurale, presente un folto pubblico, i rappresentanti della aziende aderenti al progetto e del Ducato dei Vini friulani, accanto al sindaco Loris Basso, sono intervenuti, tra gli altri, la presidente della Regione, Debora Serracchiani, il vicepresidente Sergio Bolzonello, rappresentanti del Consorzio di tutela dei Colli orientali e ramandolo e dell´Asdi sedia, con i presidenti Adriano Gigante e Giusto Maurig, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, e Oliviero Visintini, presidente del Gruppo Viticoltori Colli Orientali del Friuli, con il direttore del Messaggero veneto, Omar Monastier, nella veste di moderatore. Secondo la presidente Serracchiani, in questa villa c´è un pezzo della nuova storia del Friuli Venezia Giulia, con imprese che si sono messe insieme, pubblico e privato che partecipano sinergicamente alla realizzazione di un progetto straordinario, di promozione del territorio e dei propri prodotti. E se nella villa Turismo Fvg sta per creare anche un importante info-point, come ha annunciato il vicepresidente Bolzonello, la logica dell´aggregazione, del fare rete, del presentarsi unitariamente è contenuta - ha spiegato la presidente - nel nuovo piano strategico del Turismo, che punta a promuovere un unico marchio, il Friuli Venezia Giulia, con i suoi prodotti dell´enogastronomia, il suo territorio, le sue imprese. Quando presentiamo i nostri prodotti alla gente dovrà venire in mente il Friuli Venezia Giulia, patrimonio comune di tutti, ha detto.  
   
   
LOMBARDIA.LATTE: PUNTARE SU ORIGINE, EXPORT E GDO  
 
Bagnolo San Vito/mn - "Puntare su indicazione d´origine e qualità, costituire organizzazioni di produttori in grado di declinare le opportunità offerte dal Pacchetto Latte, cercare mercati paralleli all´estero, ipotizzare nuove alleanze con la grande distribuzione organizzata". Sono alcune delle indicazioni dell´assessore all´Agricoltura della Lombardia al mondo lattiero-caseario mantovano, bresciano e cremonese, riunito questa mattina al Caseificio Europeo di Bagnolo San Vito, una realtà fondata nel 1956 e oggi presieduta da Renato Zaghini. La struttura conta 52 soci conferenti, trasforma 45.000 tonnellate di latte all´anno e produce circa 80.000 forme di Grana Padano. Il fatturato arriva a 30 milioni di euro. Entro Sei Mesi Progetto Polverizzatore - Sempre sul fronte del comparto lattiero, l´assessore lombardo ha annunciato che "entro sei mesi il Parco Tecnologico Padano di Lodi, al quale ho commissionato lo studio, presenterà un progetto per la realizzazione di un polverizzatore di proprietà pubblica. Ciò consentirà di gestire un possibile aumento di produzione per effetto della fine delle quote latte, senza creare eccessivi ribassi al mercato del latte alimentare piuttosto che delle produzioni Dop". Dinamiche Del Latte Dentro Scenario Globale - "Se la filiera cooperativa vuole acquisire maggiore peso contrattuale – ha aggiunto l´assessore - dovrà anche fare in modo di poter differenziare la produzione e credo che, nell´ottica di una stagionatura prolungata, diventi strategico avere dei magazzini di proprietà". Le dinamiche del latte, ha comunque ricordato l´assessore all´Agricoltura, "faranno sempre di più i conti con uno scenario globale, dalla Nuova Zelanda alla Cina, dagli Stati Uniti all´Irlanda, dove mi trovavo ieri per promuovere l´Expo e il documento di Regione Lombardia per la lotta alla contraffazione alimentare. E credo che dobbiamo imparare anche dal sistema agricolo irlandese, che può contare su un unico sindacato agricolo e su volumi di export che arrivano a quattro, cinque volte rispetto ai consumi interni, mentre noi, sul latte, siamo ben lontani alla sovranità alimentare". Indicazione Origine In Etichetta - Quanto all´origine, la battaglia della Lombardia è per una indicazione dell´origine completa in etichetta. "Questo per dare la possibilità al consumatore di scegliere consapevolmente, anche perché altrimenti non avrebbero alcun senso i 20.000 controlli che ogni giorno la nostra regione compie sul latte prodotto". La Lombardia rimane in prima fila per sostenere il mondo agricolo. "Abbiamo chiuso per primi il Psr, mentre altre Regioni, come la Basilicata, devono ancora iniziare - ha sostenuto l´assessore regionale - ed entro i primi di maggio pubblicheremo alcuni bandi transitori, ci una dote finanziaria di 25 milioni di euro, per assicurare continuità di investimenti agli agricoltori anche nel 2014".  
   
   
LOMBARDIA, ASSESSORE A MINISTRO: CHIUDERE SUBITO PAC  
 
Milano - L´assessore regionale all´Agricoltura ha ricevuto a palazzo Lombardia la visita del ministro delle Politiche agricole per un incontro "tecnico molto utile, aperto e cordiale, efficace per dirimere alcune questioni irrisolte in ambito agricolo". In particolare, rivela l´assessore, "al ministro ho rinnovato la disponibilità a trovare in tempi rapidi un´intesa sul ´primo pilastro´ della Pac, in linea con le sue aspettative. Non sarà certo la Lombardia a rallentare l´iter verso un accordo e, se necessario, siamo pronti a chiudere anche in aprile, se però saranno date risposte efficaci alle richieste lombarde". Aiuti Accoppiati A Zootecnia E Riso - Per il sistema della prima regione agricola del Paese alcuni temi sono, infatti, irrinunciabili. "Innanzitutto - specifica l´assessore lombardo - ho ribadito la necessità di procedere speditamente nell´individuazione dei beneficiari degli aiuti accoppiati, che dovranno essere prevalentemente la filiera zootecnica. Nello specifico, nel comparto bovino, sarà necessario adottare una linea privilegiata verso i vitelli nati sul nostro territorio, in modo da garantire il ritorno alla genetica italiana non solo per le vacche da latte, ma anche per la filiera della carne. E fra le colture accoppiate, ho sottolineato la necessità che venga data precedenza al riso". Due condizioni - zootecnia e riso - per le quali "la Lombardia è pronta a chiudere immediatamente". Agricoltore Attivo - Fra i temi affrontati, anche quello dell´agricoltore attivo. L´assessore ha fatto presente al ministro delle Politiche agricole "il rischio che si correrebbe con un´applicazione troppo rigida del concetto di ´agricoltore attivo´, così come ho evidenziato il nostro favore rispetto all´ipotesi di una cosiddetta ´soglia minima´ da individuare per i soggetti beneficiari della Pac". Una cifra di 350 euro, per l´assessore, "è logica, dal momento in cui i costi burocratici per evadere una pratica si avvicinano a tale somma. Liquidare premi Pac al di sotto di quanto una pratica costa al sistema è assolutamente sconveniente. Ma sul tema ho specificato al ministro che riterrei in ogni caso utile tenere distinta l´agricoltura di montagna da quella di pianura, laddove in montagna può risultare logico sopportare costi di sistema che in pianura non hanno alcun senso di essere sostenuti". Innovazione E Meccanizzazione Agricola - Riflettori accesi anche sul tema della meccanizzazione agricola. L´assessore ha infatti ribadito la posizione della Commissione Agricoltura dell´Ue, per la quale anche l´innovazione nel settore della meccanizzazione agricola può rientrare nei capitoli della Pac, purché siano i singoli stati membri a definirne l´attivazione. "Finanziamenti adeguati potrebbero consentire il rinnovo di un parco macchine mediamente obsoleto, favorire la sostenibilità e la competitività della filiera - ha detto l´assessore - purché il beneficio possa essere esteso a tutti i soggetti che compongono la filiera". Un Piano Per La Suinicoltura - Un´altra materia oggetto di confronto è stata la suinicoltura. "Non potevo non esprimere al ministro le mie preoccupazioni per la forte crisi che si sta abbattendo sulla filiera e l´ho invitato a valutare l´ipotesi di varare un piano straordinario, sulla falsariga di quanto avvenuto in Francia verso gli operatori situati in Bretagna e Normandia - ha riferito l´assessore lombardo -. Non credo che vi sia altro tempo disponibile, siamo ormai arrivati al limite di collasso del sistema ed è un rischio che non possiamo permetterci di correre". Naturalmente, "la Regione Lombardia è disponibile a fare la propria parte, qualora ci fosse richiesto". Dop Ed Etichettatura - Sempre in materia di suinicoltura, l´assessore ha avanzato la propria preoccupazione sul tema dell´origine e del sistema di protezione delle Dop. "Ho evidenziato la necessità di giungere in tempi rapidi a una precisa e puntuale norma sull´etichettatura, citando l´esempio del culatello, il re dei salumi, che, come molti altri prodotti Dop di salumeria, necessita di misure specifiche, in grado di togliere incertezze sul percorso produttivo". Per l´assessore all´Agricoltura della Lombardia si è trattato di un incontro "positivo e aperto, con un confronto su posizioni, che, nella maggior parte, coincidono, aspetto che lascia ben sperare proprio sulle future fasi di definizione della Politica agricola comune".  
   
   
LOMBARDIA.REGIONE SOSTIENE LE IMPRESE AGROMECCANICHE  
 
Marmirolo/mn - "Con l´Albo degli Agromeccanici la Lombardia ha avuto un ruolo di traino e sono convinto che sarà uno strumento utile per definire la professione delle imprese di meccanizzazione agricola. Ora però la palla passa al ministero delle Politiche agricole, che dovrà recepire quanto affermato in termini di innovazione e accesso allo sviluppo rurale, dalla commissione Agricoltura dell´Unione europea". Così è intervenuto l´assessore all´Agricoltura della Lombardia all´assemblea annuale di Confai Mantova, l´organizzazione di rappresentanza delle imprese agromeccaniche e agricole, questa mattina, a Marmirolo. Obiettivi - "La finalità dell´Albo - ha spiegato l´assessore non nasce con l´obiettivo di appesantire ulteriormente la burocrazia, ma per qualificare la figura professionale dell´imprenditore agromeccanico". L´intenzione della Regione Lombardia è quella di ammettere le imprese agromeccaniche ai bandi dello Sviluppo rurale destinati all´innovazione delle macchine agricole. Meccanizzazione - "È impensabile oggi puntare alla sostenibilità e alla competitività senza l´apporto di una meccanizzazione all´avanguardia - ha aggiunto l´assessore – ma bisogna ottenere il via libera a livello nazionale per l´apertura verso i contoterzisti; e questo è uno dei punti sui quali mi batterò col ministro delle Politiche agricole, Martina". Azione Di Lobby - Sul punto, secondo il rappresentante regionale, è necessaria un´azione di lobby del comparto della meccanizzazione agricola, "col sostegno anche dei costruttori di macchine agricole - ha precisato - anche perché se in Lombardia il 2% della popolazione gestisce l´80% del territorio, è possibile anche grazie al contoterzismo professionale". Fondi Pac, Non Sufficienti Per Tutti I Settori - Quanto agli aiuti accoppiati del primo pilastro della Pac, l´assessore all´Agricoltura ha annunciato che "una delle migliori ipotesi prevede un plafond di 500 milioni di euro, per cui bisogna decidere: oltre alla zootecnia, all´olio e al riso non c´è spazio per sostenere altri settori. Promettere risorse accoppiate anche al pomodoro, al tabacco o alla barbabietola da 2 zucchero, come ha fatto la scorsa settimana il ministro Martina, significa illudere il sistema agricolo".  
   
   
STATISTICA. CONVEGNO SUL CENSIMENTO E SULLA DIMENSIONE ECONOMICA DELL’AGRICOLTURA VENETA  
 
Venezia - “Lo spazio economico dell’agricoltura veneta. Tipologia e sinergie territoriali” è il titolo del convegno che, per iniziativa della Regione del Veneto (Sezione Sistema Statistico) e dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), si svolgerà giovedì 3 aprile, con inizio alle ore 10.00, nel Palazzo Grandi Stazioni a Venezia, prendendo spunto dai risultati del 6° Censimento generale dell´agricoltura. Ai lavori interverrà Raffaele Malizia, Direttore Centrale dell’Istat per lo sviluppo e il coordinamento della rete territoriale e del Sistan. Istat e Regione del Veneto collaborano abitualmente alla raccolta di dati nell’ambito del Sistema statistico nazionale (Sistan) che è la rete di soggetti pubblici e privati che fornisce al Paese e agli organismi internazionali l´informazione statistica ufficiale. Un ulteriore risultato di questa collaborazione è la realizzazione di un volume di approfondimento sui risultati censuari definitivi, diffusi nel corso del 2012, in continuità con quanto realizzato a seguito del precedente censimento del 2000. Il lavoro, che sarà disponibile esclusivamente in formato elettronico, propone un’analisi del settore agricolo focalizzata sulla dimensione economica delle aziende agricole, dettagliata sul piano territoriale e integrata nella dimensione europea, nonché arricchita da un importante corredo di cartografia tematica quale strumento di lettura del territorio. Il convegno prevede le relazioni di Rosalba Sterzi già dirigente dell’Ufficio territoriale per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia dell’Istat, di Carlo Declich dell’Ufficio territoriale per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia dell’Istat, di Linda Vegro della Sezione Sistema Statistico della Regione, di Renzo Rossetto di Veneto Agricoltura, di Andrea Povellato dell’Istituto nazionale di economia agraria, di Massimo Greco della Direzione Centrale delle rilevazioni censuarie e dei registri statistici dell’Istat, di Andrea Comacchio Responsabile del Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione. Le conclusioni saranno di Maria Teresa Coronella, Dirigente della Sezione Sistema Statistico Regionale del Veneto.  
   
   
AGRICOLTURA IN LOMBARDIA, L´ASSESSORE: LA FILIERA DEL BOSCO SIA REMUNERATIVA  
 
Milano - Gli interventi su bosco e foreste devono essere mirati, insieme alla conservazione, alla prevenzione del dissesto idrogeologico, introducendo modalità che rendano questi ambiti economicamente interessanti. Per evitare l´abbandono di progetti e attività dedicate una volta che le risorse pubbliche vengono a mancare". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura, intervenendo, in videoconferenza, al convegno che si è svolto a Sondrio, sul tema ´Gestione delle foreste e difesa del suolo - Ruolo degli interventi forestali nella prevenzione del dissesto idrogeologico´, in collegamento con le sedi regionali di Pavia, Bergamo, Varese, Brescia. Convegno a cui ha partecipato il presidente della Provincia di Sondrio e che ha rappresentato un momento di confronto previsto alla conclusione di una serie di interventi finalizzati alla difesa del suolo in Alta Valtellina, iniziati nel 2006, eseguiti in massima parte dal Consorzio Forestale Alta Valtellina, sotto la supervisione della Provincia di Sondrio, e finanziati con economie (629.000 euro) in capo alla Direzione generale Territorio e Urbanistica. Stop A Visione Bucolica - "Il bosco deve essere un´identità più dinamica dal punto di vista economico - ha proseguito l´assessore - e quelli di Lombardia, di fatto, sono realtà storicamente antropizzate. Non possiamo più restare ancorati a una visione puramente bucolica nella gestione del bosco, che l´uomo ha tradizionalmente gestito, garantendo la tenuta del sistema territoriale dal punto di vista della regimentazione e della prevenzione del dissesto". In Alta Valtellina, per esempio, sono state compiute operazioni a carattere preventivo, con la manutenzione e l´utilizzo della risorsa forestale e il coinvolgimento del privato. Una serie di interventi per prevenire i rischi di dissesto dovuti all´appesantimento dei versanti, che hanno anche permesso di dare impulso alla filiera bosco-legno, garantendo lavoro alle imprese forestali locali e stimolandole a fare nuovi investimenti. Modelli Nuovi Di Gestione - "Ora - ha aggiunto l´assessore - pensiamo, sulla scorta di questa sperimentazione, a modelli nuovi per la gestione e il rilancio dell´utilizzo del bosco e della sua valorizzazione grazie anche al Psr". Modalità che porteranno, ad esempio, a semplificare alcune procedure per il taglio, con conseguenti sburocratizzazione e ritorno economico delle attività della filiera. Un percorso segnato "sia per una crescente mancanza di risorse - ha ricordato l´assessore regionale - sia perché, in fase di definizione dei bandi, dobbiamo saper cogliere quel che accade ai nostri confini, tra Svizzera e Austri. Modelli di utilizzo della ´risorsa bosco´, che hanno dimostrato di funzionare e da cui dobbiamo imparare, per garantire una remunerazione a una filiera che in Valtellina conserva sempre numeri importanti".  
   
   
PESCA: REGIONE FVG PER SVILUPPO RETE IMPRESE-ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA  
 
Udine - E´ divenuta realtà, e si è rafforzata, la rete tra le imprese, le associazioni di categoria, e le istituzioni del settore ittico del Friuli Venezia Giulia. Lo confermano i risultati dell´azione svolta dalla Regione, presentati a Udine, nel palazzo dell´Amministrazione. Azione, che ha avuto quale elemento cardine la convenzione firmata tra la Regione, e Confcooperative/federcopesca, Lega delle Cooperative/legapesca, Associazione amatori della pesca Fvg. E che si propone di sviluppare il comparto anche attraverso l´istituzione del Centro Tecnico Informativo (Cti). Centro, che raccorda le istituzioni di settore, gli organi di analisi e controllo sanitario, le imprese di allevamento e di pesca di molluschi bivalvi. Il Cti, è stato ricordato, trasferisce informazioni di carattere sanitario, e divulga le azioni intraprese dagli operatori nel corso dell´attività di autocontrollo. Ma opera anche per l´ottimizzazione del controllo sulle produzioni, nella formazione e nell´informazione tecnica e amministrativa degli operatori, puntando anche al rafforzamento della conoscenza e della collaborazione fra il mondo della pesca e dell´allevamento, nel mare e nella laguna, del Friuli Venezia Giulia. Mentre, attraverso il portale dedicato www.Prodottoitticosicuro.eu , vengono diramate informazioni indispensabili per i produttori, i distributori e i consumatori. L´obiettivo della Regione, per l´anno in corso, è ora quello di realizzare filiere interprofessionali composte da imprese dei diversi settori produttivi e distributivi, finalizzate a migliorare la redditività delle imprese ittiche e della pesca. Particolare attenzione sarà riservata alla filiera denominata ´delle quantità´ certe e programmabili, che riguarda i molluschi, pescati e allevati, e la vendita alla grande distribuzione organizzata. Nonchè alla filiera ´della stagionalità´, con il coinvolgimento dei consorzi della pesca e degli ambulanti e, o, delle pescherie locali. Lo scorso anno, le associazioni del settore ittico hanno promosso un tavolo di coordinamento degli operatori, che coinvolge i consorzi di gestione, le associazioni di rappresentanza, e le cooperative di servizi che gestiscono i mercati ittici. Tale strumento si prefigge lo scopo di coordinare le attività previste dal Piano di gestione della pesca in mare del Friuli Venezia Giulia, di avviare azioni utili a supportare l´attività di gestione delle risorse, di migliorare la redditività delle imprese di pesca e acquacoltura, e di adeguare lo sforzo di pesca alle effettive disponibilità degli stock ittici, anche evitando l´eccessivo prelievo. Il Tavolo, si propone altresì di avviare azioni che saranno consolidate attraverso la nuova programmazione comunitaria, e nazionale, per il periodo 2014-2020. La rete di operatori, istituzioni, associazioni, è infatti ancor più importante perché le attività imprenditoriali sono subordinate al rispetto dei regolamenti comunitari, delle leggi nazionali o regionali, di normative e ordinanze, che in taluni casi hanno l´effetto di modificare sostanzialmente le modalità operative dei singoli operatori. Condizionando i quantitativi e le specie pescabili e allevabili, la lavorazione e l´immissione nei mercati di riferimento. Incidono inoltre sull´organizzazione aziendale e sulla filiera produttiva e commerciale.  
   
   
LOMBARDIA: DISTINGUERE TRA MONTAGNA E PIANURA  
 
Milano - L´assessore regionale all´Agricoltura, sui temi dell´agricoltore attivo e degli aiuti accoppiati all´olio risponde al presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini. "Mi vedo costretto a ribadire la posizione già espressa durante la visita del ministro delle Politiche agricole - replica l´assessore lombardo -. Non credo sia utile all´agricoltura nel suo complesso sposare una posizione troppo rigida in un senso o nell´altro. Riteniamo sia necessaria una giusta flessibilità, così come ho sostenuto sul tema della soglia minima dei contributi Pac, e che si operi una distinzione fra agricoltore di pianura e di montagna". Rischio Abbandono - "È evidente - prosegue l´assessore regionale - che la mia preoccupazione sia rivolta al destino di determinate filiere dell´agricoltura di montagna, dove l´esclusione dall´accesso ai fondi Pac di coloro che non sono imprenditori agricoli porterebbe ad abbandonare intere aree rurali, col rischio di dover fare i conti con problemi di dissesto idrogeologico e di tutela del territorio e del paesaggio. Un punto sul quale lo stesso Prandini non può non essere concorde". Aiuti Pac All´olivicoltura - "Non abbiamo nulla in contrario sull´assegnazione di una parte degli aiuti accoppiati della Pac all´olio - afferma l´assessore all´Agricoltura - ma non l´abbiamo chiesto perché l´orientamento prevalente è quello di finanziare gli ulivi secolari, uno scenario territorialmente circoscritto e totalmente avulso dalla realtà olivicola della Lombardia. Noi allo stato attuale saremmo esclusi dall´accoppiamento con queste modalità e pertanto riteniamo di non essere i soggetti titolati ad avanzare richieste in tal senso". "Ciò nonostante - conclude l´assessore - consideriamo l´olio quale elemento negoziale che siamo disposti ad accettare. Permangono comunque forti perplessità sul fatto che questa coltura possa rientrare nel novero degli accoppiamenti, in quanto non presenta i rischi concreti di declino previsti dal dettato europeo sulla Pac. Questo è il motivo per cui non l´abbiamo chiesto nel colloquio odierno col ministro delle Politiche agricole".  
   
   
IL PROGETTO WINEZERO: VENETO SEMPRE PIÙ RISPETTOSO DELL’AMBIENTE  
 
Venezia -Si chiama Winezero: è un progetto pilota che ha misurato per la prima volta con valutazioni oggettive l’impronta carbonica della filiera vitivinicola, in modo da sapere come incide sull’ambiente l’intero processo di filiera, dalla coltivazione del vigneto alla bottiglia tappata ed etichettata. L’obiettivo è verificare se si può parlare davvero di viticoltura conservativa e sostenibile e, di conseguenza, come intervenire sui diversi segmenti per ottenere il più basso impatto nella produzione di vino al consumo. I primi risultati della ricercasaranno presentati a Vinitaly lunedì 7 aprile prossimo, alle 11,30, nello stand istituzionale della Regione del Veneto (Padiglione 4, Spazi D4 E4). Il progetto coinvolge il Consorzio Vini Venezia, in collaborazione con il Consorzio Prosecco Doc, e una serie di aziende coordinata dall’università di Padova e viene realizzato mediante una stazione avanzata di monitoraggio, istallata a Lison (Ve). “Questa iniziativa viene realizzata con la più ampia adesione dei produttori, che ne sono sostanzialmente gli animatori – ha spiegato l’assessore all’agricoltura del Veneto – e rappresenta l’orizzonte ambientale prossimo di questo e di altri settori agricoli, scavalcando il puro e semplice concetto di “prodotto biologico” che pure rappresenta un obiettivo sempre più perseguito anche nella nostra Regione. C’è in questo una convinzione etica ma non solo, perché valorizzare il proprio prodotto perché a basso impatto aziendale è elemento di promozione che rende economicamente”. A fianco a questa nuova progettualità,cresce nel Veneto anche la produzione agricola biologica: i dati ufficiali più recenti parlano di 1.800 imprese totali che vi si dedicano, a fronte delle 1.163 del 2000 e alle 1.652 nel 2011. In questo scenario, peraltro, l’incidenza delle aziende vitivinicole nel totale delle imprese bio del Veneto è tre volte la media nazionale. Nello specifico, su 17.000 ettari coltivati a biologico, circa 2.500 sono dedicati al vigneto, il 14,7% del totale, contro il 4,5% medio italiano. Sta inoltre crescendo il numero di quanti si occupano di lavorazione, confezionamento, distribuzione e vendita del vino biologico: complessivamente si stima che nella filiera vitivinicola il numero di operatori interessati sia di circa 400 unità, delle quali la metà sono imprese specializzate. Sui 75 mila ettari totali coltivati a vite nella regione, il biologico incide per quasi il 3,5 per cento e anche in questo caso il dato è in forte crescita, sulla spinta della nuova regolamentazione comunitaria sul “vino biologico”, entrata in vigore nel 2012. Tra l’altro, diversi produttori, soprattutto nel Veneto Orientale e nel veronese, si sono per così dire “associati”, utilizzando, pur nella loro individualità, le aree confinanti per evitare eventuali negativi fenomeni di deriva dei mezzi tecnici o contaminazioni da produzioni vicine non biologiche.  
   
   
PUGLIA: PROROGA AL 30 APRILE PER POLIZZE AGEVOLATE SU COLTURE AUTUNNO-PRIMAVERILI  
 
"La sollecitazione che avevamo mosso nei confronti del Ministro Martina come sistema delle Regioni ha sortito i suoi effetti e per la stipula di polizze agevolate su colture autunno-primaverili gli agricoltori avranno tempo fino al prossimo 30 aprile." E’ quanto dichiara il coordinatore delle Regioni e Province autonome italiane in Conferenza Stato-regioni, nonché assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni dopo aver appreso della concessione di proroga. "La decisione del Ministro Martina – continua Nardoni – consente agli agricoltori una maggiore serenità rispetto a decisioni che possono notevolmente interferire con la produttività e la redditività delle loro aziende, in quanto grazie alla proroga è possibile quantificare la probabile produzione del raccolto e valutare la convenienza di procedere all’assicurazione, dopo aver stimato i risultati della fioritura, che per molte specie vegetali avviene per l’appunto nel mese di aprile."  
   
   
AGRICOLTURA. IMPEGNI PLURIENNALI PSR 2007 – 2014. GIUNTA VENETA RETTIVIFA ALCUNE DISPOSIZIONI  
 
Venezia - La Giunta veneta, su iniziativa dell’assessore all’agricoltura, ha parzialmente rettificato i termini di scadenza per la presentazione di domande di conferma degli impegni pluriennali assunti da alcuni imprenditori agricoli in base al Programma di Sviluppo Rurale del Veneto 2007 – 2014. In particolare, sono spostati al 9 giugno prossimo i termini per le richieste relative alle misure n. 214 (Agroambiente e vecchio regime comunitario 2078/92) e 221 (Imboschimento dei terreni agricoli). “Altre modifiche sono state apportate – ha ricordato l’assessore – relativamente al rispetto degli obblighi di Condizionalità e all’obbligo di iscrizione al sistema web “Irriframe” entro il 31 maggio prossimo per tutte le aziende soggette all’impegno irriguo”. Inoltre, le aziende che presentano la domanda di pagamento relativa all’azione 3 della sottomisura 214-i “Ottimizzazione ambientale delle tecniche agronomiche ed irrigue”, dovranno l’obbligo ad Avepa, entro 60 giorni dalla scadenza della presentazione della domanda di pagamento, l’attestazione della mancanza strutturale di servizio irriguo per le superfici seminate a mais inserite nell’Alternativa 3, in ambiti non compresi nel territorio dei comprensori del Consorzi di Bonifica Delta Po e Veneto Orientale. Infine, non verrà applicata alcuna penalizzazione per la mancata presentazione della domanda di conferma annuale ai soggetti beneficiari che non hanno inteso confermare per il sesto e settimo anno gli impegni già sottoscritti”.  
   
   
MURO LUCANO: CONVEGNO SUL TARTUFO  
 
“La seduzione del tartufo lucano” è il tema di un convegno scientifico –divulgativo che si terrà a Muro Lucano, venerdì 4 aprile alle ore 18, nella Sala Consiliare del Comune di Muro Lucano. Nel corso dell’incontro istituzionale saranno consegnate delle pergamene di merito ai primi due scopritori del tartufo nel territorio forestale di Muro Lucano.  
   
   
VINI E TERRITORIO TRA TIPICITÀ E INTERNAZIONALIZZAZIONE. IL CASO VENETO  
 
Venezia - Vinitaly, la vetrina italiana e mondiale dell’enologia in programma alla Fiera di Verona dal 6 al 9 aprile prossimi, sarà anche l’occasione per un ulteriore confronto con i grandi vini di territorio che, con le sue particolarità, i loro sapori personali, e le sfumature delle quali sono capaci, contendono a testa alta il mercato planetario ai vini internazionali da monovitigno. In questo scenario, non c’è al mondo un territorio dove il vino abbia radici tanto estese, identitarie, variegate e antiche come il Veneto, del quale vite e vino sono parte integrante della storia, del paesaggio e dell’economia. “Prima regione produttrice di vino nel primo Paese produttore del mondo – sottolinea l’assessore alla internazionalizzazione del Veneto – coltiva con vitigni autoctoni circa tre quarti dei suoi oltre 75 mila ettari di vigneto e questi le consentono di produrre ogni tipologia di vino al massimo livello di qualità. “Senza con questo escludere dai vertici qualitativi i vini da vitigni internazionali, che da noi sono peraltro utilizzati da almeno un secolo e mezzo e più – aggiunge – e che nell’areale Veneto si distinguono per la loro particolarità e in qualche caso per la loro esclusività”. Dei quasi 9 milioni di ettolitri ottenuti dalla vendemmia del 2013, 4 milioni 218 mila ettolitri sono a Denominazione. Di questi, oltre l’80 per cento sono ottenuti da vitigni autoctoni e originari (Prosecco, Garganega, Corvina, Corvinone, Rondinella, Durella e via dicendo), in molti casi anche da tecniche autoctone e pressoché ovunque con tecnologie sviluppate da imprese della regione. “Stiamo parlando di Prosecco e Amarone, di Soave e Valpolicella, di Bardolino e Custoza, di Durello e Raboso – aggiunge l’assessore – tutti vini che hanno uno straordinario riscontro economico anche all’estero, dove esportiamo una quantità di vini e mosti pari a oltre il 60 per cento della produzione per un valore che lo scorso anno ha sfiorato 1,6 miliardi di euro. Ed è una produzione variegata, in grado di soddisfare ogni esigenza e di abbinarsi ad ogni cibo: solo il Veneto produce in qualità e quantità vini bianchi giovani o di grande temperamento; vini rossi beverini o da lungo invecchiamento, vini rosati, vini spumanti metodo tradizionale o charmat, vini frizzanti, vini dolci, vini passiti. E a questi aggiungiamo la grappa, il distillato italiano per eccellenza del quale siamo i maggiori produttori con oltre il 37 per cento del totale e che completa la filiera enologica regionale”. Eccolo qui, dunque, il caso Veneto, che nel suo piccolo, ma non troppo, tiene testa nei cinque continenti alle produzioni mondializzate, produce reddito per i produttori, crea immagine alla regione e all’Italia. “Perché i nostri grandi vini hanno tutti un’anima identitaria – conclude l’assessore – profondamente radicata nel territorio e nella storia proprio a partire dai vitigni originari dai quali si ottiene l’uva per realizzarli. Invito tutti a degustarli nei padiglioni 4 e 5 del Vinitaly, riconoscibili dai “Calici divini”, e nello stand regionale, Spazi D4 E4 del Padiglione 4, con prenotazioni anche in face book”.