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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Novembre 2013
GIUSTIZIA EUROPEA: SECONDO L’AVVOCATO GENERALE CRUZ VILLALóN UN INTERNET PROVIDER PUÒ ESSERE OBBLIGATO A BLOCCARE AI SUOI CLIENTI L’ACCESSO AD UN SITO INTERNET CHE VIOLA IL DIRITTO D’AUTORE  
 
Lussemburgo, 27 novembre 2013 - Ai sensi del diritto dell’Unione gli Stati membri devono assicurare che i titolari dei diritti d’autore o di diritti connessi possano chiedere un provvedimento inibitorio nei confronti di intermediari i cui servizi siano utilizzati da un terzo per violare i loro diritti . È già stato chiarito che i fornitori di accesso a internet (gli internet provider) , in linea di principio, vanno considerati come intermediari in tal senso e pertanto come destinatari del provvedimento summenzionato, il quale deve porre fine alle violazioni già attuate e prevenire nuove violazioni. Nella prassi i gestori di un sito internet illegale o tali internet provider di siti online operano di frequente al di fuori dei confini europei oppure occultano la loro identità, così da non poter essere perseguiti. La suprema Corte austriaca (Oberste Gerichtshof) ha chiesto quindi alla Corte se anche il provider, che si limiti a procurare agli utenti l’accesso a internet di un sito internet illegale, debba essere considerato un intermediario da prendere in considerazione nel caso in cui i suoi servizi siano utilizzati da un terzo – quale il gestore di un sito internet illegittimo – per la violazione di un diritto d’autore, di modo che anch’esso possa essere assoggettato ad un provvedimento inibitorio. Inoltre, il giudice del rinvio intende ottenere alcune precisazioni riguardo alle norme del diritto dell’Unione sul contenuto e la procedura di adozione di un provvedimento inibitorio siffatto. L’oberste Gerichtshof è stato investito quale giudice di terzo grado di una controversia tra la Upc Telekabel Wien (internet provider austriaco di grandi dimensioni) da un lato, e la Constantin Film Verleih e la Wega Filmproduktionsgesellschaft dall’altro. Su domanda della Constantin Film e della Wega i giudici dei precedenti gradi di giudizio hanno proibito all’Upc, attraverso un provvedimento cautelare – nel caso del giudice d’appello senza menzionare le concrete misure da adottare – di fornire un accesso ai suoi clienti al sito internet kino.To. Tale sito internet permette agli utenti l’accesso a film i cui diritti ricadono nella titolarità della Constantin e della Wega, che possono essere visti in streaming oppure scaricati . L’upc non ha alcun rapporto giuridico con i gestori del sito internet e non metteva a loro disposizione né un accesso a internet né uno spazio per la memorizzazione. Secondo l’Oberste Gerichtshof, si può però ritenere con quasi assoluta certezza che alcuni clienti dell’Upc abbiano fruito dell’offerta di kino.To. Nelle sue odierne conclusioni l’avvocato generale Pedro Cruz Villalón è del parere che anche l’internet provider dell’utente di un sito internet che viola il diritto d’autore debba essere considerato come un intermediario i cui servizi sono utilizzati da un terzo – segnatamente il gestore del sito internet – per violare il diritto d’autore e di conseguenza deve essere preso in considerazione quale destinatario del provvedimento inibitorio. Ciò risulta dal tenore letterale, dal contesto e dalla ratio della normativa del diritto dell’Unione. Inoltre l’avvocato generale è del parere che non sia compatibile con il necessario bilanciamento tra i diritti fondamentali delle parti coinvolte , vietare ad un provider in modo totalmente generale e senza prescrizione di misure concrete di consentire ai suoi clienti l’accesso ad un determinato sito internet che viola il diritto d’autore. Ciò vale anche nel caso in cui il provider possa evitare sanzioni per la violazione di tale divieto dimostrando di aver adottato tutte le misure ragionevoli per l’attuazione del divieto. L’avvocato generale sottolinea in tale contesto che il provider dell’utente non ha alcun rapporto con i gestori del sito internet che ha violato il diritto d’autore ed esso non ha leso tale diritto. Una concreta misura di blocco relativa ad uno specifico sito internet, imposta nei confronti di un provider, invece, non sarebbe, in linea di principio, sproporzionata per il solo fatto che comporti un impiego di mezzi non trascurabile e, tuttavia, potrebbe essere facilmente aggirata senza particolari conoscenze tecniche. Spetterebbe ai giudici nazionali compiere nel caso di specie un bilanciamento tra i diritti fondamentali delle parti coinvolte, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti e assicurare in tal modo un giusto equilibrio tra tali diritti fondamentali. Nella valutazione dei diritti fondamentali occorrerebbe inoltre tenere conto del fatto che in futuro potrebbero essere trattati dinanzi ai giudici nazionali numerosi casi analoghi nei confronti di ciascun provider. L’avvocato generale Cruz Villalón rileva inoltre che il titolare dei diritti dovrebbe anzitutto citare in giudizio direttamente, ove possibile, i gestori del sito internet illegale o i loro provider.  
   
   
IL MANIFESTO DEGLI INTERNET EXCHANGE (IXP) ITALIANI MIX, NAMEX E TOP-IX RILASCIANO UN DOCUMENTO CONDIVISO PER RIVENDICARE LA CENTRALITÀ DEL “PEERING” PRESSO GLI IXP.  
 
 Milano, 27 novembre 2013 - Mix (Milan Internet eXchange), Namex (Nautilus Mediterranean eXchange point, situato a Roma) e Top-ix (Torino Piemonte Internet Exchange) hanno deciso di rilasciare un Manifesto condiviso, per rivendicare la centralità e l’efficienza del “peering” presso un Ixp, nello scambio di traffico Internet tra diversi fornitori di servizi di rete. Attraverso il “Manifesto degli Ixp italiani”, vogliono rendere pubblico il proprio pensiero sui Principi Generali che devono guidare i rapporti tra le reti degli operatori Internet e il ruolo che gli Ixp hanno nello scenario globale. Si tratta di principi di libertà, di apertura e di trasparenza che hanno aiutato il mercato di Internet a crescere esponenzialmente nelle prestazioni e nelle opportunità mentre i costi venivano ridotti di 100´000 volte (con benefici effetti per l´intera industria Ict). Questi Principi devono trovare piena applicazione anche in Italia, con eventuali limitati interventi di tipo regolatorio, solo laddove vi sia il rischio di distorsioni del mercato. Infatti in Italia, mentre il settore dei servizi di cloud e di gestione dei contenuti è altamente frammentato e competitivo, l´offerta di accesso ad Internet è concentrata principalmente nelle mani di pochi grandi operatori, con rischi di predominanza che possono ricadere anche sull´interconnessione tra operatori. La scelta dell’Authority (Agcom) di posizionare proprio presso i principali Ixp italiani i propri sistemi di misurazione della qualità percepita dagli utenti italiani di Internet, mette al centro dell´attenzione l´interscambio tra contenuti ed accesso all´interno del Paese e sarebbe in linea con i Principi che gli Ixp qui affermano, purché portata avanti con la dovuta serietà. Analogamente, la volontà della Pubblica Amministrazione di rendere i propri siti Internet facilmente fruibili da tutti gli utenti, soprattutto se residenti in Italia, può favorire una sempre più densa rete di peering basata sugli Ixp nazionali, per tutti i soggetti che sono davvero interessati ad un utilizzo di Internet sempre più efficiente e pervasivo. Nell´ambito di un piano di comunicazione rivolto anche all´utente finale di Internet, i tre Ixp stanno anche promuovendo la diffusione del video prodotto da Euro-ix, “Internet Revealed: A film about Ixps”, tradotto in italiano nell´occasione, sui propri siti web. Il Manifesto Degli Internet Exchange (Ixp) Italiani 1. Il peering 1.1 Nella grandissima maggioranza dei casi il peering presso un Ixp è più Efficiente - Sia nel caso di “free” peering che di “paid” peering, l’interconnessione presso un punto di interscambio permette di ottimizzare sia la capacità trasmissiva che di pianificare meglio gli upgrade di capacità. Quando il numero degli operatori che fanno peering tra loro è maggiore o uguale a 3, la configurazione a “stella”, tipica degli Ixp è più economica di quella a “grafo completamente connesso”, per ognuno degli attori. 1.2 Gli Ixp sono in grado di fornire anche servizi (premium) a qualità garantita - Per gli operatori che vogliano stabilire rapporti (bi- o multi- laterali) di “paid” peering, gli Ixp sono in grado di fornire le infrastrutture ed i livelli di servizio necessari a garantire qualità adeguata. Rispetto alle connessioni punto-a-punto, il paid peering realizzato presso un punto di interscambio ha costi inferiori per la somma degli operatori coinvolti, può essere esteso facilmente e rapidamente ad ulteriori soggetti e può garantire gli stessi livelli di qualità del servizio. 2. L’ecosistema 2.1 Il “free” peering tra consimili avvantaggia tutti gli operatori - Gli operatori che hanno sia clienti di accesso che clienti di contenuti, ottengono vantaggi dai rapporti di “free” peering indipendentemente dalle dimensioni relative, perché aiutano a mantenere il traffico locale localizzato. Per gli operatori grandi il vantaggio non è inferiore a quello dei piccoli. 2.2 Il “paid” peering interessa solo pochi grandi produttori/aggregatori di Contenuti - Solo alcuni grandi soggetti, nessuno dei quali è italiano, ha i volumi di traffico e la capacità economica necessari per avere interesse a sottoscrivere contratti per “paid” peering con i fornitori di accesso. 2.3 Solo alcune grandi Cdn hanno interesse a sistemi di caching presso gli operatori di accesso - Soltanto alcuni aggregatori di contenuti e le principali Content Delivery Networks (Cdn), nessuno dei quali italiano, ha i volumi di traffico e la capacità economica necessari per avere interesse a posizionare propri sistemi di caching presso gli operatori di accesso. 2.4 Per il maggior numero di flussi da contenuto a fruitore l’unica opzione possibile è il “free” peering - Nel mondo del Web 2.0 la maggior parte delle attività in rete coinvolgono più produttori di servizi o contenuti, con volumi di traffico scambiato che non giustificano la messa in opera di sistemi di contabilizzazione complessi (mutuati dal mondo delle Tlc tradizionali). Per la maggior parte di questi l’unica alternativa al “free” peering è il transito attraverso gli operatori internazionali “Tiers 1”. In assenza di “free” peering tra operatori italiani, si creano barriere artificiali tra i contenuti e servizi ed i fruitori di accesso italiani che porteranno ad un consolidamento del mercato a favore dei grandi aggregatori stranieri. Questo può portare a deprimere la capacità di innovazione e di creazione di nuovi servizi competitivi per l’imprenditoria italiana, penalizzandola anche rispetto al resto dell’Europa. 3. Il mercato 3.1 Le politiche di peering devono essere trasparenti e non discriminatorie - Un operatore con grande forza di mercato che stabilisse relazioni di peering sulla base di politiche opache e discrezionali potrebbe imporre forti distorsioni al mercato. 3.1 Un operatore che fa de-peering impone restrizioni ai suoi clienti - Quando un operatore cambia la politica di peering in senso restrittivo, può pregiudicare la qualità di servizio erogata ai suoi stessi clienti. Questi hanno diritto di essere informati correttamente e devono avere la possibilità di cambiare fornitore senza subire oneri. 3.3 Le politiche di peering devono essere libere - In un mercato che sia libero e maturo, l’esercizio di politiche di peering selettive, di azioni di de-peering o di proposte di paid peering rappresentano libere scelte di business che ogni operatore può adottare. Al contrario, quando un operatore con grande forma di mercato può esercitare azioni di depeering massivo al fine di limitare la concorrenza, viene evidenziato che il mercato è ancora immaturo ed a rischio di integrazioni verticali. 4. La regolamentazione 4.1 Gli Ixp non vogliono la regolamentazione forzata del mercato del peering - Fintantoché ogni attore dello scenario nazionale può scegliere tra più alternative, le leggi della concorrenza possono essere sufficienti a regolare il mercato. 4.2 L’autoregolazione del mercato ha dei limiti - Se un operatore con grande forza di mercato in un mercato contiguo assume un comportamento non è semplicemente orientato agli interessi economici dell’ambito specifico, al fine di forzare un consolidamento del settore nel suo complesso, sarebbe opportuno che le Autorità regolatorie esercitino una “moral suasion”, prima di imporre regole di tipo impositivo. 5. Il ruolo della Pubblica Amministrazione 5.1 I contenuti ed i servizi della Pa italiana, centrale e locale, debbono essere fruibili in modo efficiente e sicuro all’interno del territorio nazionale - Tutti coloro che utilizzano un fornitore di accesso alla rete italiano devono essere in grado di accedere a tutti i servizi e tutti i contenuti messi in rete dalla Pa italiana in modo veloce ed efficiente. Lo scambio di dati con la Pa, che può avere anche problemi di privacy, dovrebbe essere confinato all’interno dell’Italia e dovrebbe coinvolgere solo operatori che hanno rapporti contrattuali diretti o con la Pa o con il cittadino. 5.2 La Pa deve assegnare gli appalti per la fornitura di servizi Internet a soggetti che possano garantire adeguata connettività presso gli Ixp - Le gare pubbliche per la fornitura di servizi di accesso o di hosting già oggi specificano che l’aggiudicatario deve essere presente presso i principali Ixp con velocità adeguata. Affinché sia davvero garantita una connettività adeguata, il capitolato di gara dovrebbe anche specificare chiaramente che l’aggiudicatario deve garantire che relazioni di peering siano in essere con adeguata velocità trasmissiva presso gli Ixp. Le Pa e l’Agenzia per l’Italia Digitale debbono verificare periodicamente che le condizioni in base alle quali sono stati aggiudicati gli appalti siano sempre verificate. 6. Misurare la qualità dei servizi Internet 6.1 Un sistema di misura della qualità dell’Internet nazionale deve essere in grado di misurare le prestazioni percepite effettivamente - Il sistema di misura della qualità delle linee Adsl messo in atto da Agcom avrebbe tutti i presupposti per produrre un indice di qualità che corrisponda alla “user experience” che hanno gli utenti italiani quando accedono a contenuti italiani, ma solo a condizione che presso gli Ixp vengano realizzate un numero adeguato di relazioni di peering. Se alcuni operatori hanno presenza presso uno o più Ixp, ma non utilizzano tale presenza per stabilire relazioni di peering con gli operatori compresenti, tutto il sistema di misura risulta falsato, addirittura arrivando ad attribuire maggiori prestazioni a quegli operatori che non attuano i peering apparentemente possibili. 6.2 Una misura della qualità ben strutturata può incentivare un migliore sistema di peering tra tutti gli operatori nazionali - Gli Ixp hanno visto con favore il sistema “Misura Internet” perché tende a favorire un sistema di relazioni di peering sempre più completo tra operatori italiani, con immediato vantaggio per tutti gli utenti. Al fine di informare correttamente gli utenti, anche nel caso di anomalie transitorie o continuative, il sistema di misura andrebbe integrato con un monitoraggio degli effettivi percorsi dei flussi di dati che originano e terminano tra gli operatori che sono attualmente misurati.  
   
   
UE: RENDERE LE CITTÀ EUROPEE PIÙ INTELLIGENTI  
 
Bruxelles, 27 novembre 2013 - Nel corso di una conferenza ospitata ieri dalla Commissione europea, i leader della città, amministratori delegati e leader della società civile hanno discusso le azioni delineate nel " Piano di attuazione Strategico Città intelligenti "e come metterli in pratica. La Commissione ha annunciato che lancerà un ´invito per la Smart City e comunitarie Si´ nella primavera del 2014 per mobilitare i lavori sulle priorità del piano d´azione. Il piano fa parte del quinto "partenariato per l´innovazione" in Europa. Il vicepresidente della Commissione Siim Kallas, responsabile dei trasporti, ha dichiarato: "Sono molto contento di vedere gli operatori del trasporto, società di telecomunicazioni, costruttori di veicoli, urbanisti, imprese energetiche e ricercatori tutti riuniti in una stanza per discutere del futuro delle nostre città. L´iniziativa Smart Cities è una grande opportunità di apportare modifiche accadere per meno congestione e migliori opportunità di business nelle nostre città. Abbiamo bisogno di mantenere lo slancio e passare dal piano per agire subito ". Il vicepresidente della Commissione Neelie Kroes, responsabile per l´Agenda digitale, ha dichiarato: "Il futuro delle infrastrutture e pianificazione urbanistica si baserà sull´integrazione dei sistemi Ict e l´utilizzo di dati grandi per rendere le nostre città più luoghi dove vivere e lavorare Dobbiamo basare quelli. Nuovi sistemi su standard aperti per hardware, software, dati e servizi che questo partenariato europeo per l´innovazione si svilupperà. " Günther H. Oettinger, commissario europeo per l´energia, ha dichiarato: "Il partenariato europeo per l´innovazione per le Smart Cities e comunità è di fare investimenti nello sviluppo sostenibile nel maggior numero di città possibili Creare pari partenariati tra città e società basate sulle sinergie tra Ict, energia. E la mobilità porterà a progetti che fanno la differenza nella nostra vita quotidiana. " La Commissione intende mettere a disposizione circa 200 milioni di euro per Smart Cities e le comunità nei bilanci 2014-2015 del programma di ricerca e innovazione Orizzonte 2020, per accelerare i progressi e ampliare la scala di roll-out delle smart soluzioni città. Ci saranno anche le possibilità per accedere alla strutturali europei e fondi di investimento. Il partenariato europeo per l´innovazione (Eip) nelle città e comunità intelligenti si concentra su quelle aree in cui le Tic, l´energia e la mobilità si sovrappongono, e individua le più efficaci, approcci e soluzioni comuni. Le città e le regioni europee sono diverse l´una dall´altra, ma hanno anche molti bisogni simili che possono essere affrontati meglio attraverso un approccio comune. Questo è dove il partenariato in grado di fornire il suo valore aggiunto. Il partenariato riunisce i leader della città, imprese e rappresentanti della comunità e fornisce questi attori con un forum in cui si possono identificare, sviluppare e distribuire soluzioni innovative e farne una realtà. L´eip sulle città e comunità intelligenti si concentrerà sulla mobilità urbana sostenibile, distretti sostenibili e Ambiente Costruito e Infrastrutture e dei processi di tutta l´energia, Ict e trasporti integrati. Il partenariato ha inoltre individuato lavoro da fare legate alla messa a fuoco dei cittadini e dei cittadini intuizione, così come lo sviluppo di nuovi modelli di business e di finanziamento, che contribuiranno a fornire il rotolo rapida di soluzioni Smart City su larga scala. L ´"invito per impegni", che la Commissione ha annunciato oggi darà valore aggiunto ai soggetti che commettono da una maggiore visibilità europea, una grande opportunità di lavorare con altri su argomenti simili e creare programmi di investimento su larga scala che spingeranno scala e la velocità di innovazione in città. Ogni città, società, associazione, governo o ente di ricerca è invitato a seguire le raccomandazioni contenute nel piano strategico di attuazione sviluppando proprie iniziative e assumendo impegni città intelligenti da investimenti, nuove forme di risorse per la cooperazione e la condivisione.  
   
   
ALL´AVANGUARDIA NEL RENDERE LE CITTÀ EUROPEE PIÙ INTELLIGENTE - DOMANDE FREQUENTI  
 
 Bruxelles, 27 novembre 2013 - Le città sono la principale fonte di attività economica europea e l´innovazione. Ma le città sono anche una delle principali fonti di gas a effetto serra e l´inquinamento. Un´azione concertata è necessaria per rendere gli ambienti urbani più pulito e più sano per vivere e per renderli consumano meno energia. Il partenariato europeo per l´innovazione (Eip) Città intelligenti e comunità e il suo "Piano strategico di attuazione" sono in prima linea nel fare la trasformazione delle città in "Smart Cities", una realtà. Impatto reale potrebbe essere fatto attraverso investimenti in ´zero / plus´ distretti energetici, maggiore uso di energie alternative per trasporti più puliti, i trasporti pubblici e una logistica efficiente per ridurre gli impatti negativi della congestione, o verdi, ampiamente disponibile Tic e infrastrutture uso multiplo. Che cosa è una Smart City? Le città intelligenti sono le città che il miglior uso, Integrated Technology Services moderni e infrastrutture nei settori dell´energia, dei trasporti e delle Tic per rispondere ai bisogni sociali ed economici della società. Qual è la città partenariato europeo per l´innovazione intelligente (Eip)? Le Smart Cities partenariati europei per l´innovazione riunire le parti interessate in tutte le politiche, in tutti i settori e attraverso le frontiere a stendere soluzioni integrate, scalabili e sostenibili Smart City. Questa partnership offre questi attori con un forum in cui si possono identificare, sviluppare e implementare soluzioni innovative e garantire la transizione più morbida possibile, dal concepimento alla realizzazione. In particolare, i partenariati definire una visione comune e mobilitare risorse per raggiungere più rapidamente le innovazioni; ridurre il time-to-market di ricerca e innovazione scoperte; rendere più facile per tutti di ottenere risultati scalabili per superare la frammentazione delle sforzi e riducendo la complessità. Chi è coinvolto nella Eip Città intelligenti e comunità? Il partenariato europeo per l´innovazione sulle Città intelligenti e comunità riunisce città, industria, organizzazioni non-profit e la comunità dei ricercatori a lavorare su come migliori tecnologie innovative di cablaggio, nuovi meccanismi di finanziamento e partenariati pubblico-privati ​​innovativi per affrontare le sfide affrontate dalle città e comunità in Europa. La fase preparatoria del partenariato europeo è stato guidato da un gruppo ad alto livello che è stato composto da rappresentanti ad alto livello dell´industria, professionisti urbani, la ricerca e le città che è stato sostenuto da un gruppo di Sherpa più grande. La città Stakeholder Platform intelligente anche fornire consulenza per l´Alta Livello Gruppo. L´elenco dei membri del gruppo ad alto livello di questo Eip possono essere trovate all´indirizzo: http://ec.Europa.eu/eip/smartcities/whos-who/index_en.htm  Che cosa è un "Piano strategico di attuazione"? Il 14 ottobre 2013, il gruppo ad alto livello del Pei in materia di Smart Cities e Comunità ha adottato un piano di attuazione strategico per accelerare la trasformazione delle città europee in Smart Cities. Il piano presenta raccomandazioni su come sfruttare meglio le tecnologie innovative, meccanismi di finanziamento innovativi e partenariati pubblico-privati ​​innovativi. Si evidenzia azioni necessarie a creare le giuste condizioni quadro per rendere le nostre città luoghi migliori per vivere e fare affari in, per ridurre il consumo energetico, le emissioni di carbonio e la congestione. Il piano è redatto da - e sulla base di una consultazione approfondita - una grande varietà di attori dell´industria, le città, la società civile e la ricerca. Esso si concentra su tre aree specifiche in cui le soluzioni convergono nella mobilità urbana sostenibile, distretti sostenibili e infrastrutture integrate attraverso l´energia, Ict e trasporti. Essa propone una serie di azioni volte a migliorare l´ambiente favorevole per raggiungere il successo in queste aree. Questi includono un insieme comune di standard Smart City, "dati aperti per impostazione predefinita", nuovi modi di progettare soluzioni di pianificazione, la creazione di "zone di innovazione", i nuovi modelli di business / valore e migliorare la pianificazione urbanistica e la gestione integrate. Il piano di attuazione strategico sviluppato anche una raccomandazione per la creazione di "Lighthouse Projects" - città che dimostreranno e fornire soluzioni Smart City su larga scala. Che cosa è attualmente in corso e come l´Eip si muove in avanti le cose? In Europa, una serie di iniziative di smart city sono già in corso a livello nazionale, regionale e città. Alcuni altri sono in fase di realizzazione, per esempio in materia di normalizzazione. Il partenariato europeo per l´innovazione mira ad accelerare l´azione; apportare modifiche evidence-based chiaramente visibile e di farlo in scala. Come raccomandato dal Piano strategico di attuazione, azioni pratiche rifletteranno la necessità di gran lunga maggiore collaborazione all´interno e tra le aree, una modifica ad alcune catene di valore città tradizionali e complesse, e lo sviluppo e l´applicazione di approcci co-creato più comuni - attuato insieme, o al minimo ripetuto in tutta paesaggio urbano d´Europa. Quali sono i prossimi passi? Nei prossimi mesi, le raccomandazioni del Piano strategico di attuazione saranno trasformati in azioni concrete che verranno descritte nel Piano Operativo. Le città e le comunità intelligenti Stakeholder Platform continueranno a sostenere le attività del partenariato per l´individuazione e la diffusione di informazioni pertinenti sulle soluzioni tecnologiche e le esigenze richieste dai professionisti. La Commissione europea lancerà un invito aperto per "Smart City e comunitarie impegni" in primavera 2014, che dovrebbe portare alla realizzazione di soluzioni Smart City che ottengono un guadagno triple bottom line per l´Europa: una migliore qualità della vita dei nostri cittadini, più competitive industria e le Pmi, e dell´energia, dei trasporti e delle Tic sistemi e infrastrutture più sostenibili. Come follow-up delle raccomandazioni del Piano strategico di attuazione, i progetti faro potrebbero essere parzialmente finanziati da Horizon 2020 Programma di Ricerca e Innovazione della Commissione europea, tramite inviti a presentare proposte concorrenziali. Ulteriori finanziamenti pubblici e privati ​​(ad esempio, il strutturali europei e fondi di investimento) contribuirà a diffondere queste nuove soluzioni in altre città, e le economie di scala contribuirà a rendere le soluzioni a disposizione di tutte le città e dintorni. La Commissione garantirà inoltre che il lavoro del Pei sarà collegato con in corso e il lavoro futuro per migliorare le condizioni quadro, per esempio nella regolazione, nella standardizzazione e nel monitoraggio di valutazione / avanzamento. Come possono le città, le imprese e altre organizzazioni di partecipare? Ogni città, società, associazione, governo o ente di ricerca è invitato ad attuare le raccomandazioni del Piano strategico di attuazione sviluppando proprie iniziative e assumendo impegni Città intelligenti da investimenti, nuove forme di risorse per la cooperazione e la condivisione. Ci sono un certo numero di modi per aumentare il coinvolgimento: - con la firma per le città e le comunità intelligenti piattaforma delle parti interessate: http://www.Eu-smartcities.eu/ - Partecipando alla "Invito per la Smart City e comunitarie impegni". Questo invito sarà lanciato nella primavera del 2014 dalla Commissione europea. I vantaggi di partecipanti sono per ottenere una maggiore visibilità europea delle vostre attività, la possibilità di collaborare con altri su argomenti simili e creare programmi di investimento su larga scala che spingeranno scala e la velocità dell´innovazione nelle città. Il formato di invito sarà parzialmente sulla base di inviti impegno effettuati in precedenza nei partenariati europei per l´innovazione di attivo, un invecchiamento sano e acqua. - Partecipando alla Orizzonte 2020 inviti a presentare proposte, che sarà lanciata alla fine del 2013.  
   
   
ANFOV INDICA LA STRADA PER IL NUOVO CATASTO DELLE RETI IL THINK TANK TORINESE INDICA LA STRADA DEL MODELLO FEDERATO PER LA MAPPA DELLE RETI. UNA STRUTTURA FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DI BANDA LARGA E ULTRA LARGA. L’APPREZZAMENTO DI CATRICALÀ E CARDANI  
 
Milano, 27 Novembre 2013 - Descrivere le sperimentazioni già messe in pratica cercando un punto di convergenza per arrivare alla realizzazione di un catasto federato delle infrastrutture di rete Ngan (New generation access network). E’ questo l’obiettivo del terzo documento messo a punto dal gruppo di lavoro di Anfov che ha raccolto gli sforzi delle principali società di Tlc e di qualche amministrazione locale. Il documento arriva dopo che in un primo lavoro erano stati inquadrati gli aspetti fondamentali per la realizzazione di un “sistema complesso” e nel secondo analizzati gli aspetti tecnici, architetturali e procedurali per la realizzazione di un Catasto nazionale. Secondo l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione lo sviluppo della banda larga e ultra larga deve evvenire in tempi brevi per permettere all’Italia di recuperare il gap con gli altri Paesi. Perché questo succeda, però, è necessario utilizzare le infrastrutture già presenti nel sottosuolo in modo da riuscire a contenere gli investimenti necessari. Per questo è necessario predisporre e gestire un catasto delle infrastrutture che non si traduce in un database unico, ma in un punto d’accesso tramite il quale sia possibile consultare quanto è già stato realizzato da operatori di telecomunicazioni e attori pubblici e privati. Fondamentale è mettere a fattor comune le esperienze già maturate per consentire “l’individuazione tempestiva ed efficace delle risorse disponibili e fruibili sul territorio a vantaggio sia degli operatori interessati a investire nelle nuove reti sia di quelli che intendono sostenerne lo sviluppo”. In pratica si tratta di definire l’insieme minimo dei dati da condividere al fine di pianificare gli interventi e la gestione delle infrastrutture del sottosuolo. Coordinato dal direttore generale di Anfov Nino Catania, il gruppo di lavoro ha preso in esame il sistema Gioia (Gestione infrastrutture ottiche in accesso, in pratica una banca dati delle infrastrutture di rete della società) di Telecom, l’esperienza di Wind con il progetto Gismart (applicazione web per la gestione su cartografia Google Maps degli elementi e infrastruttura), il concept Fastweb-ebworld (un prototipo sul quale implementare possibili applicazioni relative al Catasto), il modello Lepida e altre esperienze maturate da Italtel e in pubbliche amministrazioni come i Comuni di Torino e Novara. La conclusione è che il sistema federato appare il modello più adatto per costruire un Catasto di questo tipo a patto che tutti gli attori contribuiscano con i loro dati alla costruzione di quello che diventerà “un bene della comunità” dove “tutti potranno guadagnarci”. Chi ci guadagnerà veramente, però, è la Comunità che potrà utilizzare dati ed elaborazioni in modalità standard. La convinzione è che questo modello “costituisca la soluzione migliore in termini di costi/benefici che consentirà di favorire lo sviluppo del Sistema Paese senza tuttavia gravare gli enti contributori di costi eccessivi per l’adeguamento dei propri sistemi o per le attività di popolamento del catasto”. Trasmesso alle istituzioni del mondo delle Tlc, il lavoro del think tank torinese ha ricevuto l’apprezzamento del vice ministro per lo Sviluppo economico Antonio Catricalà che ne ha apprezzato lo spirito multi-stakeholder e dell’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni. Il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani ha ricordato che l’attività dell’ente per l’avvio del Catasto va nella direzione indicata da Anfov e che questa attività deve essere coordinata con il ministero dello Sviluppo economico. L’autorità ha comunque in programma il varo di un procedimento per l’adozione di disposizioni attuative e di funzionamento del Catasto per il quale ci si aspetta un forte contributo da parte di Anfov.  
   
   
SMALLADV: LA M-SITE SOLUTION TARGATA NEXTOLOGY LA SOLUZIONE PER LE PICCOLE IMPRESE È IL SITO MOBILE  
 
Milano, 27 novembre 2013 - Come sopravvivere in un mondo digitale e far sì che la propria impresa sia facilmente ricercabile e fruibile da parte di ogni potenziale consumatore? La soluzione per le Pmi, ormai una necessità imprescindibile, è l’M-site. I numeri parlano chiaro: i siti mobile-friendly hanno un consumer engagement maggiore dell’85% rispetto a un portale “tradizionale”. Inoltre, una delle principali caratteristiche della ricerca mobile è il suo essere locale: 1 ricerca di Google su 3 ha carattere locale, e il 61% delle ricerche locali si converte in una telefonata diretta all’attività ricercata, generando un reale business per l’impresa del territorio. Ecco perché nasce Smalladv (www.Smalladv.it ), powered by Nextology (www.Nextology.com ): una soluzione M-site Builder, di semplice utilizzo per l’utente, completamente customizzabile, al servizio dell’impresa. Non avere un sito mobile significa, infatti, perdere clienti, mentre puntare su un’App è un rischio: le App necessitano di un grande investimento economico, spesso lontano dalla portata di una Pmi, sono così numerose da risultare troppo competitive, e promuoverle negli App Store implica ulteriori costi. Al contrario, con Smalladv si può coniugare la convenienza e la semplicità di sviluppo con la qualità di soluzioni personalizzate: infatti, Smalladv prevede moduli e funzioni ad hoc per ogni tipo di attività, per ottenere un prodotto performante, di rapida realizzazione e low budget. Tra le numerose funzionalità possibili, ad esempio, la condivisione sui social, canale sempre più utile e diretto per veicolare news di prodotto e promozioni, ma anche click-to-call, un semplice pulsante che permette ai clienti di chiamare direttamente l’azienda, un tool per effettuare prenotazioni direttamente da device mobile, il click-to-map per geolocalizzare il punto vendita più vicino, ma anche integrazione con blog, supporto alla creazione di offerte speciali e possibilità di pagamento Paypal. Inoltre, se già esiste un sito web aziendale, uno script di Smalladv reindirizza gli utenti che ricercano da mobile direttamente sull’M-site creato. Smalladv è anche lo strumento ideale per ampliare l’offerta di servizi offerti da digital agency, agenzie di comunicazione e realtà analoghe, che potranno diventare reseller, proporre l’innovativa soluzione ai propri clienti e generare nuovo business.  
   
   
“PER IL LAVORO”. PERSONE E IDEE IN UNA SOCIETÀ CHE CAMBIA INCONTRO CON IL MINISTRO ENRICO GIOVANNINI  
 
Milano, 27 novembre 2013 - Il mercato del lavoro è inadeguato e va ripensato. A dirlo, già negli anni Novanta, era stato Marco Martini, preside della Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Milano-bicocca dal 1998 al 2002. Oggi questa esigenza appare più che mai necessaria per uscire da una situazione di crisi che rischia di ipotecare il futuro di tanti italiani, soprattutto se giovani. Sul tema si confronteranno, alla presenza del ministro Enrico Giovannini, esperti di lavoro, economisti e statistici. Il rettore Cristina Messa parlerà del contributo accademico offerto da Marco Martini, che aveva già proposto metodologie innovative nella definizione dei mercati e dei bacini locali del lavoro. L’incontro, organizzato dal Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Università di Milano-bicocca, si chiuderà con l’intervento di Enrico Giovannini, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, e docente di Economia e Statistica. Giovedì 28 novembre 2013, ore 15.30 Università di Milano-bicocca Edificio U6, Aula 4 (Martini) - Piazza dell´Ateneo Nuovo 1, Milano.  
   
   
PUGLIA: GIUNTA APPROVA ANAGRAFE DEGLI STUDENTI  
 
Bari, 27 novembre 2013 - Nella seduta di ieri la Giunta ha approvato il disegno di legge che istituisce anche in Puglia l’Anagrafe regionale degli Studenti. “Un sistema informativo di raccolta, elaborazione e gestione di dati di interesse regionale, istituito presso l’Assessorato al Diritto e alla Formazione, a supporto delle politiche dell´Istruzione e della Formazione, che consentirà - dice l’assessore Alba Sasso - di esercitare in maniera più efficace le competenze regionali in materia. Si avranno infatti a disposizione strumenti conoscitivi utili per governare i processi connessi all´istruzione e alla formazione, monitorare le dinamiche dei percorsi scolastici e formativi della popolazione studentesca, sostenere la programmazione dell´offerta formativa ed il piano di dimensionamento della rete scolastica, nonché individuare le più opportune politiche di contrasto e prevenzione dell’ abbandono e della dispersione scolastica”. “Una importante banca dati - conclude l’assessore - che costituirà anche uno strumento fondamentale per realizzare interventi di integrazione dei sistemi di istruzione e di istruzione e formazione professionale”.  
   
   
ISTRUZIONE: SODDISFAZIONE PER DECISIONE MINISTERO DI NON ACCORPARE UFFICIO SCOLASTICO, RICONOSCIMENTO PER L´AZIONE DECISA DELLA REGIONE UMBRIA  
 
Perugia, 27 novembre 2013 - Esprime soddisfazione l´assessore regionale all´Istruzione, Carla Casciari, per la decisione assunta dal Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca di non procedere all´accorpamento dell´Ufficio Scolastico Regionale per l´Umbria con quello della Regione Marche, così come era stato ipotizzato a seguito dell´entrata in vigore lo scorso luglio della "Spending Review". "La notizia - afferma Casciari - rappresenta un riconoscimento dell´azione decisa che la Giunta regionale ha rivolto al Governo al fine di salvaguardare le funzioni e le attività poste in capo all´Ufficio Scolastico Regionale, le quali richiedono una presenza logistica sul territorio per non disperdere il livello qualitativo della nostra offerta formativa. Inoltre, il provvedimento avrebbe potuto avere ripercussioni negative su tutto il mondo della scuola, sul personale docente e non docente, sugli alunni e le loro famiglie e sui dipendenti dello stesso Ufficio". "Il testo della legge - spiega l´assessore - prevedeva la soppressione di 5 Uffici scolastici, tra questi anche quello dell´Umbria, e la creazione di cinque macro-uffici interregionali(Veneto-friuli, Piemonte-liguria, Marche-umbria, Abruzzo-molise, Puglia-basilicata), con sede nel capoluogo della Regione con il più alto numero di popolazione studentesca. Sulla volontà di mantenere autonoma la struttura umbra si era espresso all´unanimità anche il Consiglio Regionale - ha proseguito - il quale ha deliberato un ordine del giorno con il quale veniva sollecitata la Giunta regionale affinché si adoperasse presso il Miur per rivedere i criteri di applicazione della legge n. 135/2012". "La Regione Umbria si è spinta oltre - continua Casciari -, inviando una lettera formale al Ministro Carozza nella quale si ponevano all´attenzione del Ministro le difficoltà operative e funzionali che tale azioni avrebbe comportato per le Regioni con minore bacino di popolazione studentesca atteso che tutte le Regioni devono svolgere le stesse attività a prescindere dalla popolazione scolastica, così come prevede la Costituzione. L´assessore Casciari ha riferito: "La notizia che l´Ufficio scolastico regionale non sarà soppresso, fa strada anche alla probabile riconferma di Domenico Petruzzo, attualmente vicario dell´ex direttore generale, Maria Letizia Melina. Al dottor Petruzzo - conclude Casciari - esprimo tutta la mia stima e un mio personale ringraziamento per la collaborazione, sua e dei funzionari dell´Usr, in questi anni di lavoro insieme".  
   
   
VALLE D’AOSTA: LAVORO SINERGICO TRA SCUOLA E SERVIZI SANITARI PER IL SOSTEGNO AI RAGAZZI AFFETTI DA DSA  
 
Aosta, 27 novembre 2013 - L’assessore alla sanità, salute e politiche sociali Antonio Fosson è intervenuto, martedì 26 novembre, in Consiglio regionale, per rispondere all’interpellanza relativa agli interventi per un corretto coordinamento tra i servizi scolastici e socio-sanitari a sostegno dei ragazzi affetti da disturbi specifici di apprendimento. L’assessore ha ricordato in premessa che la Valle d’Aosta dispone a questo proposito di un’ottima normativa, la legge regionale n. 8/2009, che ha tra l’altro anticipato le disposizioni nazionali, e che molto è stato fatto in questi anni nella regione in tale ambito. “Nel quadro di una indagine condotta al fine di migliorare i percorsi diagnostici, i tempi di attesa per la presa in carico integrata dei servizi sanitari e scolastici da diversi mesi hanno fatto registrare una continua diminuzione ed ora si attestano su di un massimo di circa 30 giorni” ha sottolineato. “A seguito dell’Accordo Stato/regioni sancito nel luglio del 2012 con cui sono state approvate le indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), - ha poi aggiunto - nell’ambito del Comitato tecnico scientifico regionale, costituito ai sensi della legge regionale n. 8/2009, è stato avviato il confronto tra i rappresentanti della Scuola e dei Servizi sanitari per pervenire ad una proposta condivisa che consenta di implementare le attività previste dalla legge regionale con quanto sancito dall’Accordo stesso, perfezionando la collaborazione e l’iter tra le diverse strutture al fine di ottimizzare il percorso di presa in carico e di sostegno ”. Lo stesso Comitato, che è composto dai rappresentanti dell’Azienda Usl, dell’Assessorato alla Sanità, dell’Assessorato dell’istruzione e cultura, dell’Università della Valle d’Aosta, dell’Agenzia del lavoro, della sede regionale dell’Associazione italiana Dislessia, dell’Associazione logopedisti valdostani e dell’Ordine degli psicologi, sta anche lavorando per accogliere le Linee Guida Ministeriali del gennaio 2013 in protocolli operativi condivisi. Inoltre, ha recentemente avuto luogo un confronto costruttivo tra la Sovraintendente agli Studi e una rappresentanza dell’Azienda Usl per definire forme di collaborazione migliorative rispetto agli alunni con Bisogni Educativi Speciali (Bes) e con Dsa. “È infatti nostra intenzione – ha concluso l’Assessore Fosson - predisporre un documento integrativo all’attuale Protocollo di Intesa tra l’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali, l’Assessorato dell’istruzione e cultura e l’Azienda Usl Valle d’Aosta con l’obiettivo di una più precisa e puntuale ridefinizione dei compiti e dei ruoli delle parti istituzionali, anche alla luce dei più recenti riferimenti normativi.” Rispondendo poi su una presunta disposizione da parte dell’Azienda Usl in merito alla limitazione di un automezzo di servizio in una non ben precisata Comunità Montana, l’Assessore ha precisato che l’Azienda stessa ha condotto una accurata verifica e non risulta alcuna riduzione di utilizzo di una o più autovetture per gli Operatori Territoriali interessati, puntualizzando che, alla luce dell’importanza delle fasce di popolazione considerate, che riguardano la prima infanzia, nessun taglio finanziario sarà attuato.  
   
   
SCUOLA PRIMARIA DI COREGLIA ANTELMINELLI, DALLA REGIONE 978MILA EURO PER LA RICOSTRUZIONE  
 
Firenze, 27 novembre 2013 – 978mila euro. Questa la cifra con cui la Regione Toscana finanzia la costruzione della nuova scuola primaria del Comune di Coreglia Antelminelli (Lucca) in località Ghivizzano per sostituire quella esistente che è stata dichiarata inagibile dpo il sisma del 25 gennaio 2013. L´importo a carico del Comune di Coreglia è di 892mila euro su un costo totale del progetto di 1milione e 870mila euro. Lo stabilisce l´accordo di programma, approvato nell´ultima seduta dalla Giunta regionale su iniziativa dell´assessore Anna Rita Bramerini, che fissa i tempi di realizzazione dell´edificio in tre anni, con utilizzabilità della scuola a partire dal primo settembre 2016. Il progetto definitivo, approntato dal Comune (ente appaltante) con revisione delle dimensioni dell´edificio (825 mq) per potervi ospitare anche la nuova scuola media, è già stato consegnato alla Regione. L´approvazione del progetto esecutivo, in base al cronoprogramma stabilito, è fissata per il 28 febbraio del 2014, l´aggiudicazione definitiva per il 30 giugno 2014 e la fine lavori per il 30 marzo 2016. "Un impegno importante della Regione – sottolinea l´assessore regionale a ambiente e energia - che contribuisce a ricostruire, nel rispetto pieno delle norme antisismiche, la scuola primaria di Coreglia Antelminelli, dotando la comunità locale di una nuova importante struttura. Non è stato infatti ritenuto conveniente da un punto di visto tecnico-economico, in base alle verifiche effettuate, un adeguamento sismico dell´edificio esistente, fortemente danneggiato dalla scossa di terremoto di 4,8 gradi della scala Mercalli del gennaio 2013". Nell´accordo la Regione e il Comune si impegnano a rispettare il cronoprogramma stabilito con la clausola che in caso di inerzia o ritardo rispetto agli impegni assunti il soggetto inadempiente sarà diffidato e, se necessario, sostituito da un commissario. La Regione erogherà il finanziamento di 978mila euro in tre tempi: il 45% alla consegna dei lavori, un altro 45% alla presentazione dello stato avanzamento lavori e il saldo del rimanente 10% dopo la presentazione del collaudo, previa rendicontazione finale delle spese sostenute per l´intero intervento. Viene rimandata a una procedura successiva la definizione del sostegno regionale al recupero o ricostruzione della scuola media del Comune di Piazza al Serchio, anch´essa danneggiata dalla stessa scossa sismica.  
   
   
UMBRIA: STANZIATI 375 MILA EURO PER GIOVANI  
 
Perugia, 27 novembre 2013 - Ammontano a 375mila euro le risorse destinate dalla Regione Umbria ai Comuni per la realizzazione di progetti finalizzati all´inclusione sociale dei giovani: a renderlo noto è la vicepresidente della Regione Umbria con delega alle politiche giovanili, Carla Casciari, precisando che le risorse verranno ripartite a favore dei Comuni capofila delle Zone sociali, in base alla popolazione residente di età compresa tra i 14-30 anni, per interventi che finalizzati all´aggregazione, alla socializzazione e all´associazionismo tra i giovani e per progetti che promuovano la cittadinanza, la partecipazione e la legalità, la prevenzione sociale e la promozione del benessere, la diffusione della cultura, quindi della creatività e della valorizzazione dei talenti. Tra le finalità progettuali sono state inserite anche quelle di favorire il coinvolgimento dei giovani in progetti di tutela, cura e manutenzione del patrimonio ambientale e locale, nonché l´avvio e la sperimentazione di servizi, come ad esempio l´attivazione di carte per i giovani con agevolazioni tariffarie sui servizi pubblici locali, sui musei ed eventi culturali. "A partire dal 2008, con l´Accordo di Programma Quadro ´I giovani sono il presente´, attualizzato anche attraverso l´intesa 2010 -2012 - ha detto la vicepresidente Casciari - a livello regionale è stato avviato un intervento fortemente strutturato sul tema delle politiche giovanili, con l´obiettivo di promuoverne concretamente i diritti privilegiando un sistema di interventi ed azioni territoriali capace di orientare ed accompagnare i giovani lungo questo percorso sperimentazioni incentrate sull´esperienza e sul confronto".  
   
   
EVENTI CATASTROFALI. CREDITO COOPERATIVO CREA IN VENETO POLIZZA ASSICURATIVA. ZAIA: RISPOSTA COSTRUTTIVA AL GRANDE TEMA DEI RISARCIMENTI  
 
Venezia, 27 novembre 2013 - “Una polizza assicurativa contro gli eventi catastrofali, incentivata fiscalmente per favorirne l’accesso al maggior numero di cittadini: è l’unica vera maniera per affrontare un via definitiva e costruttiva il grande tema dei risarcimenti posti alluvioni e post terremoti”. Lo ha ribadito il Presidente del Veneto, Luca Zaia, intervenuto questa mattina palazzo Balbi alla conferenza stampa nel corso della quale la Fondazione che riunisce le Banche di Credito Cooperativo di Vicenza ha presentato la prima polizza di copertura terremoto per tutte le abitazioni civili. Si tratta al momento di un “prodotto” assicurativo unico nel suo genere in Italia, dove è prevista la copertura assicurativa per le aziende, ma non è di fatto reperibile quella a copertura dei rischi per i fabbricati di abitazione. La crescente richiesta di una soluzione del genere, capace di rispondere efficacemente al problema dei risarcimenti e della ricostruzione, emerge a seguito dei terremoti de L’aquila prima e dell’Emilia e Veneto poi, dalla constatazione dell’insufficienza di risorse pubbliche per il ripristino dei danni e della conseguente necessità di attrezzarsi per poterlo fare da soli. “Si tratta – ha ripreso Zaia – dell’unica via d’uscita, dell’unica soluzione possibile. Basti pensare a quanti, a seguito dell’alluvione del 2010, sono rimasti alla fine privi di indennizzo. Il mio auspicio è che questa iniziativa venga imitata da altri gruppi bancari e che i 4 milioni 800 mila veneti possano pensare in futuro di trovare modo di assicurarsi contro gli eventi catastrofali”. Il Veneto ha fatto la sua parte per rendere più sicuro il territorio, ripristinando e rafforzando le opere danneggiate dall’alluvione di Ognissanti: finora sono stati spesi 392 milioni per complessivi 925 interventi. “Siamo più al sicuro, ma non al sicuro e per garantire la sicurezza al massimo grado – ha osservato Zaia – occorrebbe realizzare il piano elaborato dal prof. Luigi d’Alpaos che richiede risorse per 2 miliardi 700 milioni. In Veneto abbiamo iniziato la stagione dei grandi bacini, e con l’inizio dei lavori del bacino di laminazione di Caldogno si comincia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Dopo 80 anni, è stata questa amministrazione regionale a mettere finalmente in cantiere le prima vere e grandi opere idrauliche”. Le banche e le compagnie assicurative hanno osservato che strumenti di questo tipo avrebbero certamente una maggiore diffusione se, da parte pubblica, vi fosse la possibilità di incentivarli attraverso strumenti fiscali. Il presidente Zaia ha riconosciuto che l’incentivo fiscale a livello nazionale è indispensabile e che il Veneto è certamente favorevole. “Abbiamo vissuto una alluvione e un terremoto – conclude il Presidente – ed è sempre più impellente la necessità di avere una polizza assicurativa a livello nazionale, ovvero che i cittadini possano accedere ad qualcosa di calmierato nel costo ma che consenta di coprire i danni da catastrofi”.  
   
   
LAGO SCANNO: REGIONE SOTTOSCRIVE CONTRATTO DI FIUME  
 
 L´aquila, 27 novembre 2013 - Tordino anche la Valle del Sagittario ha il "suo" contratto di fiume. Ad annunciarlo gli assessori Gianfranco Giuliante (Protezione civile) e Angelo Di Paolo (Lavori pubblici) nel corso di una conferenza stampa servita per illustrare i contenuti del nuovo strumento di programmazione territoriale. La Valle del Sagittario e il Lago di Scanno, il più importante d´Abruzzo, entrano dunque "in una nuova concezione di programmazione basata tutta sulle esigenze del territorio". "Il contratto di fiume - hanno spiegato gli assessori Di Paolo e Giuliante - è destinato a portare un nuova cultura di crescita del territorio. Esso prevede che tutto il sistema, pubblico e privato, che gravita intorno ad un bacino idrografico può pensare e studiare forme di programmazione specifica, che partono dalla messa in sicurezza fino a toccare lo sviluppo sostenibile e il turismo. Un´idea nuova di come pensare e sviluppare il territorio con gli attori principali del territorio stesso". Il lago di Scanno forse più di tutti incarna meglio la filosofia del contratto di fiume, con una comunità che da decenni ha fondato il proprio sviluppo intorno al bacino lacustre e si identifica con esso. L´idea di una programmazione unitaria sul territorio è anche "figlia dei nuovi indirizzi dell´Unione europea in tema di programmazione - hanno ribadito Di Paolo e Giuliante -. È finito il tempo dei finanziamenti a pioggia che potevano arrivare dalla Comunità europea; oggi per finanziare interventi e progetti è necessario inserirli in programmazioni sempre più coerenti con il tessuto sociale, economico e geografico. Il contratto di fiume risponde anche a questa esigenza come vero e proprio modello di pianificazione territoriale". Il contratto di fiume Valle del Sagittario-lago di Scanno segue di qualche settimana quello sottoscritto dalla Regione Abruzzo per quanto riguarda il fiume Tordino, a conferma che la nuova idea di pianificazione sta entrando nella strategia della Regione. "E in futuro - ha anticipato Giuliante - potrebbe toccare al contratto di fiume del Lago di Campotosto".  
   
   
MARCHE, ALLUVIONE DEL NOVEMBRE 2012: IL PRESIDENTE SPACCA, COMMISSARIO DELEGATO, APPROVA IL PIANO DEGLI INTERVENTI AMMISSIBILI A CONTRIBUTO .  
 
 Ancona, 27 novembre 2013 - Il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, in qualità di Commissario delegato alla gestione dell’emergenza, ha firmato ieri il decreto di approvazione del Piano degli interventi ammissibili a contributo per il ripristino dei danni causati dall’alluvione del novembre 2012. Il provvedimento ripartisce i 10 milioni e 700 mila euro assegnati dallo Stato alle Marche, di cui 10 milioni e 300 mila euro subito disponibili. Complessivamente sono 69 gli interventi finanziati con contributi in conto capitale e riguardano enti delle province di Ancona e Pesaro e Urbino: i territori che hanno subito ingenti danni a seguito dell’evento alluvionale. “Gli effetti dell’alluvione del 2012 – ricorda il presidente Spacca – hanno coinvolto una vasta area già vulnerabile e interessata da altri fenomeni alluvionali nel marzo 2011 e, in parte, da quelli successivi del marzo 2013. Oltre a nuovi danni, si sono registrati aggravamenti di situazioni già compromesse dal punto di vista geologico o strutturale, in attesa di finanziamento. Basta citare il dissesto delle mura storiche di Cartoceto o il punte sul fiume Cesano, al confine tra le province di Pesaro e Urbino e Ancona”. Le risorse statali disponibili sono inferiori ai danni complessivamente censiti. Si è dovuto quindi procedere secondo priorità che mirano a ripristinare le condizioni di sicurezza, la transitabilità delle strade di grande comunicazione e di quelle che consentono di raggiungere siti istituzionali o di valore turistico-culturale, la salvaguardia dei fiumi a maggiore criticità, la fruibilità degli edifici e delle infrastrutture pubbliche. Dopo l’alluvione del 2012, i Comuni e le Province interessate hanno trasmesso una scheda dei danni rilevati. Funzionari del dipartimento della protezione civile regionale, dei servizi regionali coinvolti (Infrastrutture, Trasporti, Energia) e tecnici della protezione civile nazionale hanno effettuato numerosi sopralluoghi di verifica che hanno consentito di individuare gli interventi che beneficeranno dei contributi in conto capitale previsti nella legge di stabilità del 2013 (Legge 228/2012). Il decreto firmato da Spacca, insieme all’elenco degli interventi ammissibili a finanziamento, definisce le procedure di liquidazione delle risorse e la scheda che gli Enti locali dovranno compilare per richiedere il contributo.  
   
   
DIFESA DEL SUOLO, LA SICUREZZA DEI CORSI D´ACQUA PEDEMONTANI AL CENTRO DI UN CONVEGNO IN REGIONE  
 
Bologna, 27 novembre 2013 - Mettere in sicurezza i piccoli corsi d’acqua pedemontani dell’Emilia-romagna a rischio di esondazione, sperimentando un innovativo metodo di gestione e riqualificazione idraulico-ambientale. Tutelare la biodiversità degli alvei e delle fasce perifluviali, valorizzando la rete ecologica e paesaggistica. Questi i principali obiettivi del progetto Life Rii, promosso dagli assessorati alla Difesa del suolo e all’Agricoltura della Regione Emilia-romagna assieme a quattro Comuni reggiani e approvato dalla Commissione europea per le caratteristiche innovative e sperimentali che lo contraddistinguono. Avviato in settembre 2012, si concluderà nel 2016. Per fare il punto sui lavori realizzati e gli obiettivi finora raggiunti, questa mattina a Bologna, nella sede della Regione, si è svoltoil convegno “La riqualificazione partecipata dei corsi d’acqua minori: il progetto Life Rii”. L’assessore regionale alla Difesa del suoloPaola Gazzolo ha aperto i lavori, ai quali hanno preso parte docenti universitari ed esperti del settore: era la prima occasione di confronto e scambio di conoscenze su temi che interessano, oltre alla fascia pedecollinare dell’Emilia-romagna, altre aree italiane ed europee con caratteristiche simili. “La gestione del territorio rappresenta un tema di stretta attualità - ha sottolineato Gazzolo -. Con questo progetto si sperimenta un approccio nuovo, basato sul coinvolgimento delle comunità locali e sulla condivisione delle azioni da mettere in campo. Dopo la definizione degli interventi da attuare, ora siamo pronti a passare alla ‘fase due’, con l´appalto delle opere e l´avvio dei cantieri nei primi mesi del prossimo anno”. Il progetto in sintesi - Il progetto, denominato “Riqualificazione integrata idraulico-ambientale dei rii appartenenti alla fascia pedemontana dell’Emilia-romagna”, è stato presentato dalla Regione assieme ai Comuni di Albinea, Bibbiano, Quattro Castella, San Polo d’Enza e al Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale. 1 milione e 200 mila euro le risorse messe in campo: 600 mila come contributo dell’Ue, 500 mila stanziati dalla Regione e 100 mila dai Comuni reggiani. Sono interessati i bacini dei rii Arianna, Bertolini, Bottazzo, Enzola, Lavezza e Quaresimo: si tratta di zone fortemente urbanizzate, localizzate al limite tra le pendici montano-collinari dell’Appennino reggiano e la pianura e che rivestono quindi una particolare importanza per la difesa del suolo. Sono corsi d’acqua parzialmente intubati in ambito urbano con sezioni idrauliche ridotte, che risultano insufficienti a contenere le ondate di piena. Gli interventi previsti sono finalizzati a trattenere al massimo le acque nel tratto montano prima che raggiungano le aree urbane. I restringimenti collocati a valle per invasare le acque in caso di piena sono realizzati con manufatti studiati appositamente per intervenire in aree di grande valore paesaggistico e rinverditi con specie locali, cosicché nel corso degli anni risulteranno completamente invisibili. Altra finalità del progetto è quella di migliorare la qualità delle acque, grazie all’aumento della capacità autodepurativa dei rii. Sono previste forme di incentivazione e indennizzo per favorire l’intervento degli agricoltori nell’azione di riduzione del rischio alluvioni. Gli stessi cittadini, oltre agli attori sociali ed economici, sono stati coinvolti grazie a un processo partecipativo nella definizione degli interventi e nelle decisioni assunte. Sul sito web della Regione, all’indirizzo http://ambiente.Regione.emilia-romagna.it/life-rii  è possibile conoscere tutti i dettagli del progetto.  
   
   
TRENTO: LA PROVINCIA ACQUISTA VERDE: MATERIALI ELETTORALI E ANNUARIO STATISTICO SU CARTA ECOLOGICA  
 
Trento, 27 novembre 2013 - La Provincia autonoma di Trento procede in modo significativo sulla strada dell´Acquisto Pubblico Verde (Green Public Procurement, in sigla Gpp). Nell´ambito del sistema Gpp provinciale sono stati effettuati nel 2012 e nel 2013 due acquisti molto significativi, entrambi rientranti nella categoria merceologica "servizio di stampa". L´annuario Statistico provinciale (edizione 2012) e i materiali usati nelle elezioni provinciali dello scorso ottobre, inclusi 110 quintali di schede elettorali (buona pratica di rilievo nazionale), sono stati stampati su carta certificata Fsc, ovvero proveniente da foreste gestite in modo legale e sostenibile. Il sistema Gpp provinciale prevede che le strutture della Provincia autonoma di Trento acquistino ogni anno il servizio di stampa con criteri verdi per almeno il 30% degli importi spesi. Nello specifico, il criterio più rilevante riguarda il fatto che la tipografia e la carta da essa impiegata siano in possesso del marchio Fsc o Pefc o equivalente, marchi che garantiscono che la carta impiegata provenga da foreste gestite in modo legale e sostenibile. Questo criterio è stato recentemente rispettato in due occasioni. Si tratta della stampa dell´Annuario Statistico provinciale 2011 (edizione 2012), una delle pubblicazioni annuali più importanti realizzate dalla Provincia, e della stampa dei materiali impiegati nelle elezioni provinciali 2013. Nel capitolato relativo a quest´ultimo acquisto, l´obbligo non era riferito alle schede elettorali, ma durante l´esecuzione della stampa la ditta alla quale è stato affidato l´incarico ha verificato anche per queste ultime la fattibilità della stampa su carta Fsc, di conseguenza anche i 110 quintali di schede elettorali, come gli altri materiali elettorali, sono stati stampati su carta Fsc. Per maggiori informazioni, si possono visitare le seguenti pagine del sito web dell´Agenzia provinciale per la protezione dell´ambiente, struttura referente della tematica all´interno della Provincia: http://www.Appa.provincia.tn.it/
sviluppo_sostenibile/acquisti_pubblici_verdi/pagina46.html
 http://www.Appa.provincia.tn.it/news/-evidenza/pagina228.html  
 
   
   
AGENZIA FORESTALE UMBRA: APPROVATA CONVENZIONE CHE ANTICIPA RISORSE PER GLI STIPENDI, COSÌ LA GIUNTA RISPETTA GLI IMPEGNI  
 
Perugia, 27 novembre 2013 - Saranno pagati in settimana gli stipendi ai dipendenti dell´Agenzia forestale regionale: lo ha annunciato l´assessore regionale all´agricoltura Fernanda Cecchini. Nella seduta della Giunta regionale dell´Umbria ha infatti deciso di stipulare una specifica convenzione con l´Agenzia forestale regionale per poter erogare all´Agenzia stessa un´anticipazione di cassa di poco superiore al milione di euro. Una operazione resa possibile grazie alla recente legge regionale (n.27/2013) che autorizza la Regione a concedere anticipazioni di cassa finalizzate a sopperire a temporanee esigenze di liquidità dell´Agenzia. "La scelta di procedere all´anticipazione - ha spiegato Cecchini - ha l´obiettivo di evitare ulteriori, possibili ritardi negli accrediti degli stipendi di novembre. Infatti, nonostante Agea avesse comunicato l´avvenuta richiesta alla propria tesoreria di predisporre il 19 novembre scorso i bonifici, che per l´Agenzia forestale regionale si quantificano in un milione 5250 euro, il 21 novembre Agea ha poi comunicato che per problemi legati ai pagamenti relativi a beneficiari di altre regioni, ci sarebbero stati impedimenti almeno fino a primi giorni di dicembre. Perciò - ha concluso l´assessore - la Regione Umbria ha immediatamente attivato le procedure necessarie per evitare ulteriori ritardi, mantenendo così fede agli impegni presi con le organizzazioni sindacali. Grazie all´anticipazione delle risorse, approvata oggi dalla Giunta regionale ed al complesso dei pagamenti che Agea prevede di effettuare nei primi giorni di dicembre, per circa due milioni di euro, i dipendenti dell´Agenzia forestale si vedranno regolarmente pagati anche gli stipendi di dicembre, comprensivi delle tredicesime, e ai fornitori verranno corrisposte le loro spettanze". I dettagli della convenzione saranno illustrati domani in Assessorato ai rappresentanti sindacali, sia degli operai forestali che dei dipendenti pubblici dell´Agenzia, così come anticipato dallo stesso assessore Cecchini la scorsa settimana.  
   
   
BOLZANO: PIÙ INFORMAZIONE SUL TERMOVALORIZZATORE, CAPACITÀ NON SFRUTTATA  
 
Bolzano, 27 novembre 2013 - La Giunta provinciale nel corso della seduta odierna (25 novembre) ha discusso delle recenti anomalie al termovalorizzatore di Bolzano. Il presidente Durnwalder ha ribadito che "bisogna garantire una maggiore e più tempestiva informazione", aggiungendo che "si sta valutando come sfruttare meglio le capacità inutilizzate dell´impianto". Sono stati due gli episodi che nelle ultime settimane hanno fatto parlare del nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud: le anomalie al funzionamento del ventilatore di coda hanno infatti portato allo spegnimento dell´impianto in due circostanze. La prima il 7 novembre, e la seconda il 21 novembre. "Se nel secondo caso l´intervento è stato tempestivo - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder - ed è stata scongiurata l´immissione nell´aria di sostanze inquinanti, non altrettanto si può dire del primo caso. Per questo motivo abbiamo deciso che d´ora in avanti tutta la parte relativa all´organizzazione interna, ai rilevamenti e alle informazioni nei confronti della popolazione, dovrà essere gestita in maniera diversa, con regole rigide e in stretta collaborazione con l´Agenzia provinciale per l´ambiente". Il tema sarà al centro di un incontro che si svolgerà a breve con l´Ati, l´associazione temporanea di imprese che ha costruito l´impianto e lo sta gestendo durante un periodo di prova di 6 mesi che prevede anche l´affiancamento da parte di una quindicina di collaboratori di Eco Center, la società partecipata di Comuni e Provincia che gestirà il termovalorizzatore una volta che lo stesso sarà entrato a regime. "Faremo in modo - ha spiegato ancora Durnwalder - che venga fatto tutto il possibile affinchè questi guasti non si debbano ripetere". Restando in tema di termovalorizzatore, il presidente della Giunta provinciale è intervenuto anche sul tema della capacità non sfruttata dell´impianto realizzato a Bolzano Sud. "Nel progetto originario - ha commentato - il termovalorizzatore avrebbe dovuto servire solamente il capoluogo e le zone limitrofe, con una capacità di 70-90mila tonnellate di rifiuti l´anno, mentre successivamente si è deciso di concentrare i rifiuti di tutta la Provincia nell´impianto di Bolzano, e di convogliare anche i rifiuti industriali, con la commissione preposta, al cui interno erano presenti anche due membri delle associazioni ambientalistiche, che ha stimato fra le 130mila e le 150mila tonnellate l´anno la capacità di smaltimento richiesta". Attualmente, però, il termovalorizzatore lavora su regimi inferiori, e Durnwalder ha spiegato che ciò è dovuto "alla maggiore sensibilità della popolazione sul tema e agli ottimi risultati raggiunti dal punto di vista della raccolta differenziata, che hanno portato ad una minore produzione di rifiuti. Una cosa è certa - ha aggiunto il presidente altoatesino - non acquisteremo rifiuti da fuori Provincia per far funzionare l´impianto al massimo, ma vedremo di trovare una soluzione d´intesa con il Comune, e coinvolgendo la popolazione, all´interno del territorio. Mi riferisco in maniera particolare alla discarica di Vadena e alle industrie".  
   
   
RIFIUTI SALENTO: PRIMO COMPITO REGIONE È FARE CORRETTA INFORMAZIONE  
 
Bari, 27 novembre 2013 - “La Regione Puglia ha ben presente il proprio compito istituzionale e le proprie funzioni a maggior ragione quando in discussione è la salute dei cittadini e l´ambiente. Quando i temi toccano questi aspetti i cittadini devono avere le informazioni sulla salubrità del territorio ma è altrettanto importante che le informazioni siano date in maniera corretta e, soprattutto, all´interno di un contesto organico”. A dichiararlo l´assessore alla Qualità dell´Ambiente della Regione Puglia a seguito delle sollecitazioni di alcuni consiglieri regionali a proposito delle recenti notizie di stampa su presunti illeciti tombamenti di rifiuti pericolosi in provincia di Lecce. “Personalmente non sottovaluto la vicenda, tanto è vero che lo scorso 7 novembre, a seguito della segnalazione di un cittadino sull´onda delle notizie che riguardavano le dichiarazioni di Carmine Schiavone, ho scritto al sindaco di Casarano chiedendo che evidenziasse al Servizio Rifiuti e Bonifiche del mio assessorato eventuali situazioni riconducibili ai fatti ricostruiti dalla stampa. Nessuno più di me – prosegue Nicastro – sa bene che il ruolo della magistratura e quello del governo regionale devono essere distinti, proprio per questo, per i canali istituzionali, ho scritto all´autorità competente su quel territorio e dotata di organo di polizia locale al fine di ottenere informazioni più precise che ci permettessero di valutare azioni conseguenti”. “E´ del tutto evidente – conclude l´assessore – che nessun intervento è possibile quando le indicazioni riguardo a questi fenomeni sono generiche e prive di puntuali indicazioni sui luoghi. Le operazioni di caratterizzazione e messa in sicurezza o, eventualmente, di bonifica non possono essere avviate senza questi elementi minimi. Ad ulteriore tranquillità dei pugliesi estenderò nei prossimi giorni la medesima richiesta a tutti i sindaci della Regione”.  
   
   
NASCERÀ NELL´ALTO CANAVESE UN COMITATO DI CONTROLLO LOCALE PER MONITORARE IL PIROGASSIFICATORE LA PROVINCIA CONDIVIDE LE PREOCCUPAZIONI DEI SINDACI  
 
Torino, 27 novembre 2013 - "La Provincia di Torino condivide politicamente le posizioni dei sindaci dei Comuni intorno a Borgofranco d´Ivrea che si sono espressi con preoccupazione rispetto all´insediamento nell´area industriale del pirogassificatore". Lo dice l´assessore all´ambiente della Provincia di Torino Roberto Ronco che aggiunge: "come mi ero impegnato, ho incontrato il titolare della ditta Comimet di Avigliana, al quale i tecnici della Provincia non possono rifiutare il parere positivo all´istruttoria per l´avvio della sperimentazione. La nostra struttura non ha alcuno strumento per impedire che la sperimentazione parta, ma all´imprenditore ho ritenuto doveroso rappresentare la contrarietà e la preoccupazione del territorio, rappresentanto da movimenti di abitanti e da sindaci di ben 7 Comuni". L´assessore Ronco sottolinea che la Provincia ha ribadito alla Comimet tutte le necessarie prescrizioni quali il controllo sul funzionamento dell´impianto; "abbiamo anche ottenuto che, a margine dell’avvio della costruzione, l’azienda partecipi insieme ai sindaci ad un comitato di controllo locale per monitorare il progetto anche attraverso un tecnico scelto proprio dai Comuni limitrofi, a carico naturalmente dell’azienda". "Ho ricevuto - conclude Ronco - dai sindaci un protocollo d’intesa territoriale quale preambolo ad una sorta di piano strategico del territorio dell´Alto Canavese: servirà a ribadire l´incompatibilità di nuovi impianti di trattamento rifiuti con lo sviluppo territoriale improntato all´agricoltura di qualità".  
   
   
RIFIUTI: DATI ISTAT, CAMPANIA IN LINEA MEDIA NAZIONALE PER CALO PRODUZIONE RIFIUTI  
 
Napoli, 27 novembre 2013 - "I dati diffusi dell´Istat confermano che la Campania è in linea con la media nazionale per il calo della produzione dei rifiuti." Così l´assessore regionale all´Ambiente Giovanni Romano. "La flessione, nella nostra regione, secondo quanto già pubblicato dall´Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) nel luglio scorso, è intorno al 5%. La produzione media giornaliera dei rifiuti urbani nel 2012 è stata pari a 2 milioni 550mila tonnellate con un calo di oltre 200mila tonnellate rispetto al 2010. Per quanto riguarda, in particolare, il rifiuto indifferenziato, la produzione si attesta attualmente a 1 milione 350mila tonnellate l´anno contro il milione e mezzo di tonnellate annue dell´anno precedente e con un calo di rifiuti tal quale di circa 150mila. Tale riduzione si deve anche al contemporaneo incremento della quota differenziata che quest´anno toccherà il 50%. Se, ad oggi, erano i centri più piccoli a trainare le province, fa piacere constatare, con il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata da parte del Comune di Benevento, che anche le città capoluogo stanno raggiungendo gli obiettivi stabiliti. I dati dell´anno in corso sono incoraggianti: si stima che le province di Avellino, Benevento e Salerno abbiano superato il 65%. La provincia di Caserta si appresta a raggiungere il 50% e quella di Napoli è, purtroppo, ancora sotto il 40%, in quanto riflette il dato negativo del Comune di Napoli che produce la metà dei rifiuti dell´intera provincia e che è ancora fermo al 20%. La riduzione della produzione dei rifiuti - ha detto ancora Giovanni Romano - sarà ulteriormente consolidata dalle azioni previste nel Piano Regionale di Minimizzazione dei Rifiuti recentemente approvato dal Tavolo del Partenariato. Con l´investimento di 30 milioni di euro a vantaggio dei Comuni e degli Enti che attueranno le azioni previste nel Piano conseguiremo, a regime, una ulteriore riduzione di oltre 250.000 tonnellate. Anche per tale motivo è in corso la procedura di rideterminazione del Piano Regionale dei Rifiuti Urbani a circa tre anni dalla sua adozione."  
   
   
VALLE D’AOSTA: BILANCIO POSITIVO PER LA SETTIMANA EUROPEAPER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI  
 
Aosta, 27 novembre 2013 - I valdostani hanno accolto con interesse e partecipazione le iniziative organizzate dall’Assessorato del territorio e ambiente per la quinta edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che ha proposto, dal 18 al 24 novembre, un diversificato calendario di eventi di informazione, animazione e di educazione alla sostenibilità. La Settimana è iniziata con i due approfondimenti televisivi in onda su Raitre, nelle serate di martedì e mercoledì, realizzati in collaborazione con la Struttura Programmi Valle d’Aosta, durante i quali sono state presentate le attività e le azioni intraprese nell’ambito del Programma triennale di Riduzione dei Rifiuti 2011-2013 così come le modalità per ottimizzare la pratica del compostaggio. In particolare questa seconda serata ha registrato un buon ascolto, con uno share del 26,94 per centro (17mila806 spettatori). Il punto informativo itinerante ha fatto tappa il 21, 22 e 23 novembre ad Aosta e presso i mercati di Morgex e Pont-saint-martin, facendo chiarezza sulle azioni che si possono attuare per ridurre i rifiuti e per migliorare la raccolta differenziata. I cittadini sono stati coinvolti in un gioco-test, per verificare la loro bravura nella riduzione dei rifiuti, e nella compilazione di un eco check-up, per monitorare le azioni individuali attuate per prevenire la produzione dei rifiuti durante la spesa e conoscere alcuni consigli per gli acquisti con imballaggio ridotto. Inoltre, l’attività di sensibilizzazione è stata affiancata da laboratori di piazza per il riciclo creativo, destinati ai più piccoli, e dalla distribuzione di gadget come la carta da pacchi natalizia realizzata con carta riciclata. Novità di questa edizione, la premiazione dei migliori progetti delle scuole primarie e paritarie della Valle d’Aosta che hanno aderito al bando Moins d’ordures pour les générations futures. Il concorso, incentrato sui temi della riduzione, della raccolta e della differenziazione dei rifiuti e del compostaggio, fa parte delle iniziative di educazione ambientale rivolte ai ragazzi in età scolare. Si è classificata al primo posto la Scuola primaria del Quartiere Cogne di Aosta dell’Istituzione scolastica Emile Lexert, il secondo posto è andato alla Scuola primaria di Nus dell’Istituzione scolastica Mont Emilius 1, il terzo premio è stato assegnato alla Scuola primaria di Courmayeur dell’Istituzione scolastica Valdigne-mont Blanc. Alle scuole vincitrici è stato assegnato un premio di 1.500 euro, per beni materiali o servizi funzionali alla realizzazione dei progetti. «Possiamo dirci soddisfatti per il riscontro ottenuto con le varie iniziative proposte, – ha dichiarato l’Assessore Luca Bianchi – sia per quanto riguarda la partecipazione sia per l’interesse suscitato nei cittadini che a vario titolo sono stati coinvolti nelle diverse giornate. Direi quindi che l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori e tutta la comunità sulle strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti è stato pienamente raggiunto e, per quanto attiene alla sensibilizzazione delle istituzioni, sono convinto che sia la Regione sia le autorità di Subato continueranno a lavorare sul tema dei rifiuti, con particolare attenzione alla riduzione della loro produzione totale, alla corretta ed efficiente raccolta differenziata fino al riciclo e allo smaltimento finale, senza dimenticare l’aspetto economico del servizio, già ora oneroso per i cittadini.»