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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Febbraio 2011
Politica
LA COMMISSIONE EUROPEA CONCORDA CON UNA MODIFICA LIMITATA DEL TRATTATO: GLI STATI MEMBRI LA CUI MONETA È L´EURO POSSONO ISTITUIRE UN MECCANISMO DI STABILITÀ DA ATTIVARE IN CASO DI NECESSITÀ, ONDE SALVAGUARDARE LA STABILITÀ NELL´INTERA AREA DELL´EURO  
 
 Bruxelles, 16 febbraio 2001 - La Commissione europea ha approvato ieri l´idea che il trattato venga modificato prima del 2013 per permettere di istituire un meccanismo di stabilità europeo, nell´intento di salvaguardare la stabilità nell´area dell´euro. La Commissione ritiene che la modifica dell´articolo 136 del trattato sul funzionamento dell´Unione proposta non altererebbe in alcun modo le competenze dell´Unione europea. Stante che la modifica proposta verte sulle politiche e sulle azioni interne dell´Unione, a giudizio della Commissione sussistono le condizioni affinché ciò avvenga attraverso la procedura semplificata di modifica del trattato. Il presidente Barroso ha dichiarato: "Questa decisione è di fondamentale importanza per dimostrare che siamo fermamente decisi a difendere la nostra moneta comune e a garantire la stabilità finanziaria di fronte a certi squilibri economici osservati in alcuni Stati membri, squilibri a cui dobbiamo porre rimedio. Questo meccanismo è indispensabile per completare il quadro definito dal trattato." L´accordo sulla modifica del trattato costituisce un elemento importante nell´impostazione globale che stiamo elaborando per potenziare ulteriormente le nostre risposte alla crisi economica. La formulazione proposta ha una portata limitata ed è conforme al nostro intento di evitare che le competenze dell´Unione vengano alterate. Spero che la modifica del trattato possa essere adottata dal Consiglio europeo il mese prossimo, affinché il meccanismo europeo di stabilità sia operativo nel 2013." Il Consiglio europeo propone di modificare l´articolo 136 Tfue con l´introduzione di un nuovo paragrafo 3. "3. Gli Stati membri la cui moneta è l´euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare in caso di necessità, onde salvaguardare la stabilità nell´intera area dell´euro. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell´ambito di detto meccanismo è subordinata a una rigorosa condizionalità. Il parere della Commissione esplicita chiaramente che la modifica del trattato proposta non accresce o riduce le competenze dell´Unione. La modifica va esaminata anche nell´ambito delle proposte legislative della Commissione per potenziare la governance economica e la sorveglianza di bilancio degli Stati membri che appartengono all´area dell´euro. La Commissione opererà attivamente, di concerto con i ministri finanziari dell´area, per perfezionare nei dettagli il meccanismo di stabilità europeo. Antefatto - Il 16 dicembre 2010 il governo belga ha presentato al Consiglio europeo una proposta di decisione del Consiglio europeo stesso che modifica l´articolo 136 Tfue per permettere l´introduzione di un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l´euro. Il 20 dicembre 2010 il Consiglio europeo ha consultato la Commissione europea in merito alla proposta, in conformità dell´articolo 48, paragrafo 6, secondo comma del trattato sull´Unione europea. Data la necessità di avviare al più presto le procedure nazionali di ratifica affinché il meccanismo di stabilità possa essere operativo prima che l´attuale meccanismo temporaneo giunga a scadenza, il Consiglio europeo ha chiesto alla Commissione di formulare il proprio parere per il marzo 2011, onde essere poi in grado a sua volta di adottare la propria decisione nella riunione del 24‑25 marzo 2011. Il parere della Commissione adottato in data odierna risponde a questa richiesta.  
   
   
EMERGENZA IMMIGRAZIONE NEL MEDITERRANEO DEL SUD: L´UE DEVE AGIRE IMMEDIATAMENTE  
 
Bruxelles, 16 febbraio 2001 - Il principio di solidarietà dovrebbe spingere gli Stati membri a offrire assistenza immediata al governo italiano e agli altri paesi colpiti da un flusso straordinario d´immigrati, dovuto alla situazione politicamente instabile in Africa settentrionale, secondo quanto affermato dai deputati in un dibattito con la Commissaria Malmström. La Commissaria ha offerto all´Italia assistenza finanziaria eccezionale e proposto di organizzare un´azione comune con Frontex, l´agenzia che però è stata criticata da numerosi deputati perché inefficace. I deputati hanno anche sottolineato la necessità di offrire assistenza alla Tunisia per assicurarne lo sviluppo economico, sociale e politico.  
   
   
STRATEGIA UE PER L´INCLUSIONE DEI ROM: ECCO LE PRIORITÀ DEI DEPUTATI  
 
 Strasburgo, 16 febbraio 2011 - L´ue dovrebbe assistere i 10-12 milioni di Rom presenti sul territorio europeo con misure adatte a promuovere l´integrazione sociale, economica e culturale. In tempo per la presentazione della strategia europea per l´inclusione dei Rom da parte della Commissione, la commissione parlamentare libertà civili propone priorità e obiettivi, come la parità d´accesso al lavoro, la protezione dei diritti fondamentali, la partecipazione delle donne e un uso più mirato dei fondi europei. I Rom soffrono una discriminazione sistematica e combattono contro "un livello intollerabile di esclusione" e violazioni dei diritti umani, afferma la risoluzione approvata dalla commissione libertà civili, che sottolinea la necessità di una strategia comune europea per combattere ogni forma di violazione dei diritti dei Rom, inclusi "segregazione, espressioni di odio, profiling etnico e impronte digitali illegali, sfratto illegale e l´espulsione". La relatrice Lívia Járóka (Ppe, Hu) ha spiegato che l´inclusione dei Rom rappresenta un obbligo per l´Europea non solo in termini morali, ma anche economici. "Sono molto felice che la risoluzione sia stata approvata da una cosi ampia maggioranza. Spero che la Commissione prenderà in considerazione nella sua proposta le nostre priorità, comuni anche alla Presidenza ungherese. Il testo rappresenta un passo in avanti verso una strategia sui Rom realmente comune ai 27 Stati membri", ha detto la relatrice. Occupazione, educazione e politica della casa - I deputati chiedo che la Commissione presenti una tabella di marcia che includa una serie di standard comunitari obbligatori e la possibilità d´imporre penalità ai governi nazionali che non li rispettano. Sull´occupazione, la strategia Ue dovrà assicurare un accesso effettivo al mercato del lavoro, per esempio attraverso lo strumento del microcredito per l´impresa e il libero impiego, insieme a misure per combattere il lavoro sommerso e favorire l´assunzione dei Rom nell´amministrazione pubblica. I deputati della commissione libertà civili chiedono anche una politica della casa per i Rom e il divieto della segregazione territoriale. Tutti i cittadini rom dovrebbero anche essere soggetti alla registrazione pubblica di nascite, matrimoni e decessi. Per l´educazione, la strategia comunitaria dovrebbe avere come priorità l´abolizione della segregazione nelle classi, impiegando mediatori e insegnanti rom nelle scuole, proteggendo la loro cultura attraverso l´uso della loro lingua e garantendo accesso all´educazione infantile e ai programmi d´insegnamento per adulti, spiegano i deputati. Un miglior uso dei fondi europei - La strategia europea per l´inclusione dei Rom dovrebbe prevedere, secondo il testo approvato, misure specifiche per l´integrazione delle donne, per esempio bloccando la pratica dei matrimoni fra bambini. La commissione libertà civili chiede la creazione di enti europei di sostegno, sotto la supervisione dell´esistente Task Force per i Rom, per assicurare un uso più mirato dei fondi europei a disposizione dei governi nazionali e locali, per controllarne l´uso e indicare eventuali sprechi. Gli Stati membri sono, infatti, invitati a utilizzare programmi come Progress, Cultura, Salute, e di apprendimento permanente in favore dei cittadini rom. Prossime tappe - Il Parlamento si esprimerà sulla strategia Ue durante la plenaria di marzo, mentre la Commissione dovrebbe presentare la sua proposta ad aprile. Il testo dovrebbe poi passare al Consiglio europeo del 24 giugno. L´inclusione dei Rom è una delle priorità della Presidenza dell´Ungheria. La risoluzione è stata adottata lunedì sera con 50 voti a favore, uno contrario e nessuna astensione.  
   
   
BREVETTO UE: VIA ALLA COOPERAZIONE RAFFORZATA  
 
Strasburgo, 16 febbraio 2011 - Il Parlamento si è espresso in favore della proposta di utilizzare la procedura di cooperazione rafforzata per creare un sistema unitario di brevetti. La richiesta è stata originariamente presentata a dicembre da 12 Stati membri dopo aver costatato l´impossibilità di trovare un accordo fra tutti i paesi Ue in Consiglio sul brevetto comunitario. Intanto, tutti gli altri Stati membri, ad eccezione di Italia e Spagna, hanno deciso di partecipare alla procedura: questi due paesi potranno entrare a farne parte in qualsiasi momento. Il Consiglio competitività dovrebbe approvare la procedura di cooperazione rafforzata il prossimo 8-9 marzo. In seguito, la Commissione presenterà due proposte legislative: una sulla creazione del nuovo sistema comunitario di brevetti (con procedura legislativa ordinaria) e l´altra sul regime linguistico, che dovrebbe prevedere solo la consultazione dei deputati. Tuttavia, la risoluzione preparata da Klaus-heiner Lehne (Ppe, De) e approvata martedì con 471 voti a favore, 160 contrari e 42 astensioni, chiede pieni poteri legislativi per il Parlamento su entrambi i provvedimenti. Gli Stati membri hanno cercato per diversi anni e senza successo un accordo per la creazione del brevetto comunitario, con la questione della scelta del regime linguistico a bloccarne il proseguimento. Attualmente, i vari sistemi nazionali convivono con un modello europeo troppo complicato e costoso, che può arrivare a pesare 10 volte di più del brevetto Usa sulle imprese europee. Cos´è la cooperazione rafforzata? Secondo i Trattati, la procedura di cooperazione rafforzata permette a un numero ristretto di Stati membri di avanzare su dossier sui quali non è possibile raggiungere un accordo unanime. Le regole Ue prevedono che un minimo di 9 Stati membri possa iniziare la procedura in un´area legislativa di non esclusiva competenza comunitaria; è la seconda volta che tale procedura è utilizzata, dopo l´approvazione di quella in materia di divorzio transfrontaliero nel 2010. La procedura inizia dopo il consenso del Parlamento e l´approvazione del Consiglio.  
   
   
LE AZIENDE UE DEVONO ANCORA SFRUTTARE A PIENO I VANTAGGI DELLA DIRETTIVA SERVIZI  
 
Strasburgo, 16 febbraio 2011 - Mancanza d´informazione e burocrazia eccessiva stanno mettendo a rischio il commercio transfrontaliero dei servizi, più di un anno dopo la scadenza del termine per il recepimento della Direttiva servizi, affermano i deputati in una risoluzione approvata martedì, che contiene proposte per accelerare la trasposizione della legislazione e migliorare l´accesso all´informazione per le imprese. La Direttiva servizi, approvata nel 2006 con la data massima per il recepimento fissata alla fine del 2009, dovrebbe facilitare la creazione di un mercato unico per i servizi, ma non è stata ancora applicata correttamente, denunciano i deputati in una risoluzione non legislativa preparata da Evelyne Gebhardt (S&d, De), relatrice per il provvedimento nel 2006. "La Direttiva servizi è una legislazione molto importante e pertanto, come Parlamento, abbiamo deciso non solo di approvare la legge, ma anche di monitorarne l´applicazione da parte degli Stati membri e garantirne l´efficacia", ha detto la relatrice Gebhardt. Rendere gli Sportelli unici per le imprese più efficienti - Bisogna migliorare le prestazioni e l´accessibilità (anche per via elettronica) dei cosiddetti sportelli unici, che offrono informazioni a imprenditori interessati a fornire servizi transfrontalieri sulle norme sul lavoro, sulla previdenza sociale o in materia fiscale e di Iva vigenti nel paese di destinazione. Inoltre, continuano i deputati, le informazioni dovrebbero sempre essere disponibili in altre lingue oltre a quella nazionale, per esempio quelle dei paesi limitrofi. I funzionari nazionali dovrebbero essere meglio istruiti sulle novità e i vantaggi della legislazione comunitaria, suggerisce inoltre il testo approvato. Campo d´applicazione - La questione del campo d´applicazione della direttiva era e resta uno degli argomenti più controversi, anche se, dicono i deputati, la maggioranza di Stati membri non ha incontrato seri problemi da questo punto di vista. Alcuni servizi, definiti servizi d´interesse generale non economici, quali i servizi di cure sanitarie, la maggior parte dei servizi sociali e i trasporti, erano stati esclusi a causa delle loro specificità: i deputati chiedono che tali servizi siano disciplinati da un quadro legislativo specifico.  
   
   
BORGHEZIO: L´UE SI IMPEGNI ORA AD ALLEGGERIRE IL PESO SULL´ITALIA  
 
Bruxelles, 16 febbraio 2011 - Intervenendo ieri nel dibattito sull´emergenza-Tunisia, l´On. Borghezio ha invitato con forza la Commissione Europea "a prendere impegni precisi affinché il peso dell´accoglienza non sia lasciato interamente, come sempre, sull´Italia ma sia equamente ripartito fra i Paesi Membri dell´Ue". Borghezio ha inoltre sottolineato "sia le responsabilità dell´Ue che, con tutta la struttura diplomatica che mantiene in quei Paesi, non si è accorta di quanto stava per succedere e di quei partiti di sinistra che hanno accolto a suo tempo fraternamente nell´Internazionale Socialista un personaggio come Ben Alì, sul cui cattivo governo grava la responsabilità di questa emergenza". Infine Borghezio ha criticato l´esiguità dell´intervento di Frontex (due soli funzionari inviati in loco) a fronte di una situazione gravissima a Lampedusa, sia dal punto di vista della sicurezza per il pericolo di infiltrazione di delinquenti e terroristi, sia dal punto di vista umanitario.  
   
   
FONDI COMUNTARI: VERTICE A BRUXELLES PER ACCELERARE LA SPESA LA SICILIA HA SELEZIONATO UN PACCHETTO DI PROGETTI STRATEGICI SU CUI CONCENTRARE L´USO DELLE RISORSE: INTERPORTO, BANDA LARGA, METANO, MUSEI.  
 
 Bruxelles, 16 febbraio 2011 - Il governo siciliano ha presentato ieri ai responsabili della Dg Regio - la direzione generale della Commissione europea che si occupa dello sviluppo regionale - un pacchetto di iniziative mirate ad accelerare e qualificare la spesa dei fondi comunitari. Il vice presidente della Regione Siciliana, Giosue´ Marino e l´assessore dell´economia, Gaetano Armao, al quale e´ affidata la delega ai fondi strutturali, hanno incontrato il direttore generale della Dg Regio, Michele Pasca Raymondo e il capo unita´ che ha competenza sulle regioni italiane, Raoul Prado. Alla riunione hanno partecipato anche il dirigente generale della programmazione regionale - Felice Bonanno -, quello degli affari extraregionali - Francesco Attaguile - e quello del dipartimento dell´energia - Gianluca Galati -. La Sicilia ha selezionato un pacchetto di progetti strategici su cui concentrare l´uso delle risorse. Una scelta che permettera´ anche di accelerare le procedure di spesa. Le scelte siciliane riguardano il cofinanziamento del credito d´imposta, la realizzazione dell´interporto di Termini Imerese, la realizzazione di un centro medico di adroterapia, il completamento della rete di metanizzazione, la copertura di tutto il territorio regionale con la cosiddetta "banda larga" e il finanziamento dei poli museali di Palermo, Catania e Messina. Si tratta di un pacchetto di iniziative che muove investimenti per circa 800 milioni di euro e che permette di mettere in movimento, per effetto del cofinanziamento, una ben piu´ rilevante massa finanziaria sul territorio regionale. "Abbiamo avviato con la Commissione un confronto sull´opportunita´ di concentrare risorse europee su innovazione e ricerca" ha affermato Gaetano Armao, al termine della riunione con i responsabili della Dg regio. "La Regione Siciliana ha presentato un pacchetto di proposte sulle quali c´e´ stata una condivisione di massima, con riserva di alcuni approfondimenti. Adesso attendiamo la risposta definitiva: il nostro obiettivo e´ quello di accelerare le procedure di spesa entro io 2011, per ottenere al piu´ presto concreti risultati sul territorio". "Lo strumento del credito d´imposta, su cui abbiamo investito una buona parte dei fondi Fas destinati alla Sicilia anticipandoli per cassa, gia´ dal 21 marzo permettera´ di utilizzare procedure a burocrazia zero e di incentivare gli investimenti su importanti settori imprenditoriali". "Il credito d´imposta consentira´ di realizzare in Sicilia investimenti produttivi per oltre un miliardo e 200 milioni. Se la Dg regio della Commissione condividera´ la proposta di cofinanziamento, potremo incrementare la massa di investimenti di ulteriori 400 milioni entro il 2013." "La Sicilia - conclude l´assessore dell´economia - e´ la prima regione in Europa a prospettare l´utilizzo di risorse comunitarie per incentivare gli investimenti in termini fiscali". Nel dettaglio, il pacchetto di iniziative presentate dalla Regione al vaglio della Commissione prevedono: 360 milioni di euro in tre anni per il finanziamento del credito d´imposta destinato alle attivita´ estrattive, manifatturiere, del turismo e dei servizi o legate all´ict(legge regionale n.11 del 2009); 74,8 milioni di euro per l´interporto di Termini Imerese, di cui 48,8 su risorse del Po fesr; 176 milioni di euro, di cui 121 a valere sul Po fesr, per la realizzazione presso lazienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, di un centro medico di eccellenza di adroterapia (la piu´ avanzata frontiera di lotta oncologica); 56 milioni di euro per completare la metanizzazione dei comuni siciliani (il cui utilizzo era bloccato da una condizione tecnica); 30 milioni di euro per integrare lo stanziamento (70 milioni tratti dai fondi Fas) per estendere la banda larga al 95 per cento dei comuni siciliani; 100 milioni di euro (30 per cento a valere sui fondi fesr) per progetti strategici regionali per la realizzazione dei poli museali di Catania, Palermo, Messina e Gela. Oggi abbiamo colto un obiettivo strategico di grande importanza, avviando l´iter che sblocchera´ risorse per 56 milioni di euro destinati al completamento della rete di metanizzazione in Sicilia", ha detto Giosue´ Marino, vicepresidente della Regione siciliana con delega all´energia, al termine della riunione alla Dg Regio, a Bruxelles. "Lo stanziamento era di fatto inutilizzabile - ha spiegato Marino - per via di una ´condizione´ posta dagli organismi comunitari: i progetti sarebbero stati finanziati solo se inseriti in un progetto generale che ne dimostrasse costi e benefici". "Considerato che la rete di metanizzazione in Sicilia deve essere completata recuperando una miriade di piccoli progetti in piccoli comuni sparsi in tutto il territorio ha proseguito il vicepresidente - la costruzione di una scheda generale si e´ rivelata di fatto un ostacolo insuperabile. E lo abbiamo dimostrato, con documenti alla mano, ai dirigenti della Commissione". "Adesso - conclude Giosue´ Marino - potremo procedere realizzando una scheda costi-benefici, per ciascun progetto. Condizione che ci permette di dire che le risorse messe a disposizione dalla misura comunitaria saranno pienamente utilizzabili, con beneficio immediati e diretti per le comunita´ che ne usufruiranno. I progetti che saranno realizzati avvieranno un processo virtuoso che va incontro non solo alle esigenze dei cittadini, nelle abitazioni, nelle scuole e negli edifici pubblici, ma anche al fabbisogno degli imprenditori nelle attivita´ produttive".  
   
   
FONDI UE: SICILIA A BRUXELLES ANNUNCIA SNELLIMENTO PROCEDURE  
 
Bruxelles, 16 febbraio 2011 - "Nel corso dell´incontro con la Dg Regio, questa mattina a Bruxelles, abbiamo informato la Commissione europea che questo pomeriggio l´assemblea regionale avvia l´esame del disegno di legge sulla semplificazione amministrativa." "Nel contesto del disegno di legge, presentero´ - afferma Gaetano Armao - un emendamento sull´accelerazione delle procedure di spesa dei fondi europei." "Lo snellimento delle procedure - conclude l´assessore dell´economia - e´ infatti un punto qualificante ed irrinunciabile dell´azione del governo regionale, sulla cui opportunita´ gli esponenti della Commissione hanno convenuto".  
   
   
IMMIGRAZIONE: DALLA SICILIA APPELLO ALL´EUROPA  
 
Bruxelles, 16 febbraio 2011 - "L´europa deve prendere atto finalmente, che quella che sta accadendo e´ una migrazione di massa che rischia di avere proporzioni crescenti nei prossimi mesi. E non basteranno certo a farvi fronte ne´ le motovedette ne´ l´agenzia Frontex." Lo ha dichiarato a Bruxelles, l´assessore dell´economia della Regione Siciliana, al termine di una giornata di incontri con i massimi esponenti dell´apparato amministrativo della Commissione europea. "Nei paesi interessati dai profondi rivolgimenti di queste settimane - continua Armao -, e´ partito un processo di cambiamento dal basso che deve essere accompagnato anche con importanti aiuti economici programmati. Quella che serve e´ una sorta di politica di coesione euro-mediterranea capace di accelerare lo sviluppo integrato con l´Europa e per far crescere la democrazia." "Occorre contemporaneamente operare per creare uno strumento di governance mediterranea che coinvolga regioni, comunita´ locali e societa´ civile, dopo il fallimento della Unione per il Mediterraneo proprio perche´ limitata ai rapporti intergovernativi. E´ responsabilita´ degli stati membri mediterranei convincere l´Europa a intervenire seriamente sul confine sud con misure e stanziamenti idonei". "Quello che accade a Lampedusa - ha conlcuso l´assessore Armao - non e´ una questione siciliana o italiana. E´ un problema per l´intera Europa, che va affrontato ai massimi livelli sia nel pronto intervento che nella costruzione di strumenti che prevengano gli sbarchi". "Lampedusa e la Sicilia intera stanno dimostrando ancora una volta la loro capacita´ di accoglienza verso gli immigrati. Ma occorre trovare soluzioni calibrate alla dimensione nazionale e continentale del problema. Ciascuno deve fare la propria parte".  
   
   
CONCLUSI INCONTRI DI VENDOLA A BRUXELLES. NUOVI MODELLI DI GESTIONE DELL´ACQUA  
 
Bruxelles, 16 febbraio 2011 - “L’obiettivo più urgente per le regioni europee è quello di assicurare, sinergicamente, politiche che propongano nuovi modelli di governance e gestione dell’acqua, in quanto un governo pubblico, organizzato e partecipato delle risorse naturali è strumento formidabile di contrasto al progressivo degrado e alla sistematica occupazione del territorio”. Lo ha ribadito a Bruxelles il presidente della regione Puglia Nichi Vendola al termine dell’incontro con gli stakeholders (i soggetti portatori di interessi) svoltosi ieri mattina, all’indomani del suo intervento alla Commissione Ambiente del Comitato delle Regioni d’Europa di presentazione del parere di cui è relatore del Comitato. Per Vendola “occorre dare piena attuazione alla politica delle 3 R per garantire il futuro acqua anche alle generazioni a venire; occorre adottare nuove politiche che vedano nella Riduzione degli sprechi e dei consumi, nel Recupero qualitativo e quantitativo e nel Riuso quale risorsa aggiuntiva, le priorità nel breve periodo, i nuovi paradigmi sul quale fondare la contabilità economico-ambientale dell’acqua”. Il presidente ha ribadito inoltre che “l’acqua è un bene comune dell´umanità, un diritto inviolabile, non assoggettabile a logiche di mercato e alle regole della concorrenza, la cui gestione è da intendersi quale servizio pubblico essenziale di interesse generale e senza rilevanza economica”. Questo è il punto di partenza per il presidente della regione Puglia “il principio dal quale può discendere una moderna impostazione della gestione dell’acqua, basata sui principi dell’equa-distribuzione, dell’efficacia e della tutela dell’ambiente”. I contributi raccolti nel corso di questa due giorni del presidente Vendola a Bruxelles saranno ora oggetto di analisi e di studio per la redazione conclusiva del documento finale che sarà votato il 5 maggio prossimo in Commissione al Comitato delle regioni.  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI DICEMBRE 2010  
 
 Roma, 16 febbraio 2011 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di dicembre 2010. Fabbisogno del settore statale del mese di dicembre 2010
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 96.006
Spese 87.127
di cui: spesa per interessi 4.686
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) 8.879
Copertura
Totale -8.879
Titoli a breve termine -13.013
Titoli a medio-lungo termine -7.630
Titoli esteri -5.126
Altre operazioni (1) 16.890
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito ( http://dsbb.Imf.org/ ).
 
   
   
EXPO, FORMIGONI: NOSTRI 23 MLN GIÀ A BILANCIO  
 
 Milano, 16 febbraio 2011 - "Confermo che Regione Lombardia ha iscritto ufficialmente a bilancio 23 milioni di euro destinati come nostra quota a Expo per il 2011. Quindi la nostra quota c´è, è a disposizione e sarà versata, ovviamente, in contemporanea con i versamenti degli altri quattro soci che con noi detengono la responsabilità della realizzazione di Expo. La contemporaneità dei versamenti è dovuta al rispetto della pari dignità istituzionale di tutti gli enti". Lo dichiara il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.  
   
   
LOMBARDIA: TUTELA IDENTITA´ E STOP A PSEUDO-MOSCHEE LEGGE REGIONALE 12, APPROVATO IL COLLEGATO DI MODIFICA A COMUNI PIU´ POTERI SU CENTRI STORICI E LUOGHI DI CULTO  
 
 Milano, 16 febbriao 2011 - "Le nuove norme inserite nel collegato di modifica alla legge regionale 12 approvato oggi - spiega Daniele Belotti, assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia - si pongono l´obiettivo di mettere un freno al fenomeno del proliferare dei luoghi di culto mascherati da centri culturali e di tutelare l´identità dei centri storici delle nostre città". "Sono diversi i comuni - rimarca Belotti - in cui capannoni artigianali sono stati trasformati in affollate moschee, stravolgendo, oltre che la viabilità, anche e soprattutto la vivibilità di interi quartieri, vanificando così la pianificazione urbanistica adottata dalle amministrazioni comunali stesse". "Grazie a questa modifica legislativa - continua l´assessore Belotti - i Comuni non saranno più lasciati soli. Senza specifiche previsioni di Piano di gestione del territorio (Pgt), infatti, non sarà più possibile insediare liberamente centri culturali con finalità religiose e saranno proprio le Amministrazioni comunali, alle quali viene attribuita la potestà di prevedere, all´interno del Pgt, eventuali cambi di destinazione d´uso, a decidere se e quali spazi assegnare loro". "Abbiamo inteso promuovere - prosegue Belotti - anche l´obiettivo di preservare l´integrità dei centri storici cittadini da un punto di vista commerciale, ma anche storico e di identità. Siamo convinti, infatti, che, come già rilevato in diverse città, tra le quali per esempio Venezia e Lucca, la localizzazione di un kebab, di un ristorante cinese, di un phone center o di un sexy shop in una piazza medievale o a lato di una basilica rinascimentale costituisca tutt´altro che un elemento di pregio". "Tutelare la storicità e l´identità dei nostri borghi antichi - conclude l´assessore - attraverso il rispetto dei loro valori architettonici e ambientali, del contesto sociale, della storia e del decoro è fondamentale anche per salvaguardare e promuovere la cultura locale". Nello specifico, le modifiche approvate in Consiglio regionale riguardano l´articolo 51, comma 1-bis, che stabilisce, secondo la nuova formulazione, che "i Comuni definiscono i criteri per l´individuazione delle destinazioni d´uso, assicurando il rispetto dei valori architettonici e ambientali, del contesto sociale, del decoro, della incolumità pubblica, della sicurezza urbana, nonché della salvaguardia e promozione dell´identità e della cultura locale". L´altra novità è relativa all´articolo 71, che stabilisce che "sono attrezzature di interesse comune per i servizi religiosi gli immobili destinati a sedi di associazioni, società o comunità di persone in qualsiasi forma costituite, le cui finalità statutarie o aggregative siano da ricondurre alla religione, all´esercizio del culto o alla professione religiosa, quali sale di preghiera, scuole di religione o centri culturali individuati nel nuovo comma c dell´articolo della legge regionale di governo del territorio".  
   
   
VENETO PER RILANCIO STRATEGICO RAPPORTI CON LA BAVIERA  
 
 Venezia, 16 febbraio 2011 - Il Veneto vuole rilanciare le relazioni strategiche con la Baviera, Stato della Germania che ha con la regione adriatica un rapporto di partenariato storico in economia, nel commercio, nel turismo e nella cultura. Lo ha annunciato lo stesso presidente Luca Zaia, presentando ieri ai giornalisti intervenuti al consueto “Punto stampa”, al termine della seduta di giunta, il ministro Filippo Scamacca, prossimo Console Generale d’Italia assegnato a Monaco. In vista dell’incarico al quale è stato designato e che lo vedrà nella capitale della Baviera dalla metà del mese prossimo, Scamacca sta visitando il Veneto e le sue realtà istituzionali ed economiche, “per accreditarmi in un territorio molto legato alla Stato tedesco, dove potrò svolgere un ruolo di terminale di interessi di moltissime aziende venete, comprese quelle del turismo, ma anche per quanto riguarda i rapporti in ambito scientifico e, perché no, pure politico, costruendo occasioni di rinnovamento e sviluppo alle quali il confronto porta sempre, specie quello tra culture in un certo senso complementari”. “Ho un ottimo rapporto personale con il presidente della Baviera Horst Seehofer – ha sottolineato Zaia – che era ministro dell’agricoltura della Germania quando anche io ero ministro per l’Italia, e intendiamo sviluppare nuove relazioni da subito, in funzione dei tanti obiettivi comuni che abbiamo in ambito europeo. La Baviera non è solo il nostro principale partner continentale, ma è anche un modello di quella integrazione tra pubblica amministrazione, industria, finanza e ricerca e sviluppo che anche il Veneto persegue. La Germania, inoltre, rappresenta un modello di federalismo maturo, che ha saputo reagire molto positivamente alla crisi internazionale. Ringrazio il ministro Franco Frattini – ha concluso Zaia – per questo apprezzato segnale d’attenzione per il Veneto”.  
   
   
VISITA IN REGIONE DEL CONSOLE DEGLI STATI UNITI A NAPOLI MOORE È STATO RICEVUTO DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA, VITO DE FILIPPO  
 
Catanzaro, 16 febbraio 2011 - Si è svolta ieri mattina in Regione una visita istituzionale del console americano a Napoli, Donald Moore. Il diplomatico statunitense è stato ricevuto dal presidente Vito De Filippo. L’incontro rientra nell’ambito di una serie di iniziative avviate dal console nel Sud Italia per conoscere meglio il territorio. Quella di ieri non è stata la prima visita del console Moore in Basilicata. “Sono venuto nella vostra regione venticinque anni fa – ha ricordato – e sono rimasto colpito dal calore e dall’affabilità della gente. E’ interesse degli Stati Uniti coltivare le relazioni culturali ed economiche con la Basilicata, per far dialogare il più possibile gli imprenditori americani con la vostra realtà”. Il riferimento è soprattutto alle opportunità che la Basilicata offre per il suo potenziale energetico ma anche agli scambi culturali tra le giovani generazioni e tra i diversi sistemi organizzativi. “Una delegazione di imprenditori lucani – ha reso noto Moore – è inserita in un programma di tre settimane di stage negli Usa, in cui avranno l’occasione di confrontarsi con altri modelli di burocrazia”. Il governatore lucano si è soffermato sull’attività estrattiva in Basilicata, “dove c’è il più grande giacimento petrolifero in Europa” e su come la Regione stia investendo nelle politiche energetiche. De Filippo, poi, ha ricordato i forti legami che uniscono la Basilicata agli Stati Uniti: “dal consolato americano a Napoli, antica e storica sede, passarono i nostri emigranti verso Ellis Island. I lucani dovunque siano andati, nelle varie parti del mondo, non hanno mai reciso il filo con la loro terra di origine ma hanno dato vita a numerose ed attive associazioni”. “Il governo regionale – ha continuato il presidente – ha costruito una fitta rete di relazioni con i lucani all’estero. Alcune volte siamo intervenuti per sostenerli come è accaduto con un programma di aiuti per i nostri corregionali in Sud America. Perciò siamo interessati a conservare rapporti di amicizia e di collaborazione con gli Stati Uniti, giudicando la visita del console Moore una buona occasione per rinsaldare i rapporti”.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRI HA INCONTRATO L’AMBASCIATORE IN ITALIA DELLA REPUBBLICA DI COREA (COREA DEL SUD)  
 
Catanzaro, 16 febbraio 2011 - Il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ha ricevuto il 14 febbraio , a Palazzo Alemanni, l’Ambasciatore in Italia della Repubblica di Corea (Corea del Sud), Young Seok Kim, che per l’occasione era accompagnato da alcuni funzionari dell’ambasciata. Si è trattata di una visita di cortesia che il diplomatico ha voluto fare al massimo rappresentante politico-istituzionale calabrese, in occasione del suo primo viaggio in Calabria, durante il quale ha avuto modo di visitare la città di Reggio Calabra, Scilla, Tropea, Lamezia Terme e Catanzaro. L’ambasciatore della Corea del Sud, Young Seok Kim, ha avuto modo di apprezzare le bellezze paesaggistiche e culturali calabresi ed ha espresso grande soddisfazione per i contatti intrapresi, tesi ad avviare proficui rapporti commerciali con la Calabria, indirizzati soprattutto al settore turistico-culturale e all’enogastronomia, in particolare al vino. Il Governatore Scopelliti ha manifestato notevole interesse per la visita del diplomatico coreano, proponendo altresì l’avvio di un tavolo d’intesa per specificare concreti progetti commerciali, valorizzando ulteriormente le numerose eccellenze calabresi, come anche la possibilità di promozione turistica della Calabria. L’ambasciatore della Corea del Sud, ha inoltre inviato il Presidente Scopelliti a partecipare all’Expo 2012 di Seoul, per meglio valorizzare il “Brand Calabria”. All’incontro era presente anche il Senatore, Vincenzo Speziali.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA CALABRIA GIUSEPPE SCOPELLITI HA INCONTRATO IL MINISTRO RAFFAELE FITTO  
 
Catanzaro, 16 febbraio 2011 - Il Ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto ha iniziato dalla Calabria gli incontri finalizzati alla diffusione del Piano per il Sud. Il rappresentante del Governo Berlusconi – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta Regionale – ha incontrato, a Catanzaro, il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e gli assessori. Due i momenti della giornata calabrese del Ministro. Accompagnato dai tecnici del Ministero, dapprima si è riunito con Scopelliti e la sua giunta, successivamente hanno tenuto una conferenza stampa. E’ stata definita la tempistica del piano che prevede entro il mese di aprile l’utilizzo dei fondi Fas 2000-2006 e 2007-2013 e del Por. La Regione Calabria ha illustrato al Ministro come l’ente ha intenzione di spendere le risorse. Nel corso dell’incontro sono stati forniti dati e cifre. Ad oggi, dal Por 2000–2006, sono disponibili 334 milioni di euro, tra fondi non programmati ed economie di spesa e risorse liberate per 890 milioni di euro. “Si tratta di un piano ambizioso che consentirà alla nostra regione di compiere il definitivo salto di qualità – ha evidenziato il Presidente Scopelliti parlando del Piano per il Sud. Condividiamo le stesse idee con il Ministro Fitto sia sull’utilizzo dei fondi comunitari che sul federalismo. Il Governo ha dato un indirizzo ben preciso che la nostra squadra ha ben inteso concentrando su grandi interventi le risorse”. Il Ministro Fitto ha sottolineato che ´´in Calabria, negli anni passati, sono stati previsti circa 3000 interventi su 584 milioni di fondi comunitari. Il dato ci impone una riflessione per cui dobbiamo modificare e riprogrammare le risorse. Con il Presidente Scopelliti siamo in perfetta sintonia sul percorso da seguire”.  
   
   
VENDOLA SUL MILLEPROROGHE: "ENNESIMO VERGOGNOSO SCIPPO AI DANNI DEL MEZZOGIORNO"  
 
Bari, 16 febbraio 2011 - “E’ l’ennesimo vergognoso scippo perpetrato ai danni del Mezzogiorno. Un vero e proprio crimine ai danni degli allevatori, degli agricoltori, degli alluvionati della Puglia e della Campania, di tutti i cittadini delle regioni del Sud che ancora una volta vengono letteralmente derubati in nome e per conto di un asse politico Pdl-lega che sottrae al Sud per beneficiare il Nord. Invece di dimettersi, il Governo, sempre più lontano dal Paese reale, continua a porre la fiducia su provvedimenti indifendibili che spaccano in due l’Italia mettendo a serio rischio la tenuta democratica del paese”. Così il presidente della regione Puglia ha commentato da Bruxelles il maxi emendamento sul Milleproroghe presentato ieri dal governo al Senato e sul quale è stata posta la fiducia. “Invito tutti i deputati e tutti i senatori eletti nelle regioni del Sud a mobilitarsi per bloccare questo scempio le cui conseguenze sono disastrose per le regioni del Mezzogiorno. Credo anche che si debbano additare al pubblico ludibrio tutti coloro che, da parlamentare del Sud, voteranno la fiducia. Altro che Piano per il Sud e nuova programmazione. Da una parte ci tolgono, anzi ci scippano, 100 milioni di Fondi Fas di un miliardo assegnati al dissesto idrogeologico per dirottarli verso la Liguria e il Veneto e dall’altra assistiamo al rinvio al 30 giugno del pagamento delle multe sulle quote latte per gli agricoltori della Padania. Insomma il sistema truffaldino messo in atto ai danni del Mezzogiorno è sempre lo stesso. Togliere con una mano e dare con l’altra, togliere le risorse straordinarie destinate al Sud per darle al Nord e destinare quelle ordinarie al Sud per eventi straordinari come ad esempio le alluvioni. Questo è il meccanismo attraverso il quale il Sud soffocherà sempre di più”. A questo punto l’invito di Vendola “alla mobilitazione e alla vigilanza democratica perché se il Paese si spacca in due, corriamo il serio pericolo di una sollevazione popolare”.  
   
   
UMBRIA: ALLEANZA PER LO SVILUPPO: SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA E RIFORMA DELLE COMUNITÀ MONTANE, OGGI I DUE DDL AL TAVOLO TEMATICO  
 
Perugia, 16 febbraio 2011 - La semplificazione amministrativa e la riforma delle Comunità montane sono i due disegni di legge che, preadottati dalla Giunta regionale dell´Umbria, verranno portati oggi pomeriggio 16 febbraio alla partecipazione del Tavolo tematico dell´Alleanza per lo sviluppo "efficienza della pubblica amministrazione e semplificazione amministrativa", che si riunirà a Palazzo Donini. In particolare il ddl denominato "semplificazione amministrativa e normativa dell´ordinamento regionale e degli enti locali territoriali" ha l´obiettivo di semplificare e riordinare le norme regionali per favorire lo sviluppo, la competitività, la crescita economica e l´innovazione, anche tecnologica, del sistema produttivo umbro. Con la normativa, in attuazione di quanto previsto nel programma di governo, la Regione intende infatti avviare una vasta opera di riduzione e razionalizzazione degli adempimenti amministrativi, dei relativi costi a carico dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni e una affettiva riduzione dei tempi burocratici, anche attraverso la diffusione di strumenti telematici e digitali nei rapporti fra pubbliche amministrazioni e comunità regionale. In tema di riordino e semplificazione legislativa, il Ddl prevede la razionalizzazione delle norme regionali, la redazione di Testi Unici su agricoltura, artigianato e industria, commercio, turismo, governo del territorio, sanità e servizi sociali. Secondo il provvedimento si lavorerà per ridurre complessivamente gli oneri amministrativi di competenza della Regione almeno del venticinque per cento entro il 31 dicembre 2012. E´ inoltre prevista la soppressione e semplificazione di alcuni adempimenti amministrativi, di certificazioni, autorizzazioni, licenze, concessioni etc. E l´estensione dell´autocertificazione. Relativamente all´amministrazione digitale, la Regione si impegna a favorire l´utilizzo di strumenti informatici e telematici nei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese. In questo ambito si colloca la promozione e la messa a disposizione di servizi infrastrutturali per l´identità digitale con l´utilizzo della Posta Elettronica Certificata (Pec) da parte di cittadini e imprese, anche attraverso appositi accordi con Ordini professionali e associazioni di categoria. Una modalità che, entro il 1 gennaio 2012, diverrà obbligatoria nei rapporti tra le pubbliche amministrazioni umbre. E´ inoltre prevista una razionalizzazione dei siti internet delle P.a. Finalizzata ad una maggiore fruibilità, trasparenza ed accesso a dati, atti e provvedimenti. Verrà istituito un Fondo per lo sviluppo dell´amministrazione digitale e la semplificazione amministrativa a sostegno di progetti di enti locali territoriali, meglio se in forma associata e finalizzati a buone pratiche. Si accorciano inoltre i tempi per i procedimenti amministrativi che, per le materie di competenza regionale, vanno conclusi entro trenta giorni. Un apposito Regolamento individuerà eventuali deroghe che non potranno comunque superare, per i procedimenti più complessi, i novanta giorni. Straordinariamente, ed esclusivamente nei casi in cui emergano rilevanti profili di sostenibilità dell´organizzazione amministrativa, di contemperamento degli interessi pubblici tutelati e valutazioni eccezionali sulla complessità del procedimento, il termine può essere allungato non oltre i centottanta giorni. E´ inoltre previsto un "indennizzo da ritardo" qualora la Regione non concluda il procedimento nei tempi stabiliti. Vengono inoltre individuati i compiti del responsabile del procedimento amministrativo e le fasi dell´istruttoria. Al fine di evitare la sovrapposizione delle competenze nell´ambito di un medesimo procedimento e per soddisfare esigenze di semplificazione e celerità del procedimento amministrativo, è stata perfezionata la Conferenza di servizi, di cui si definiscono modalità di ricorso e convocazione, svolgimento dei lavori, acquisizione della Via e partecipanti, espressione del dissenso e assenso condizionato, conclusione dei lavori e determinazione finale. I tale ambito in articolo a parte riguarda la modalità della Conferenza di servizi telematica. Inoltre la normativa provvede all´adeguamento della disciplina dello Sportello unico per le attività produttive (Suap) al fine di razionalizzare e semplificare le procedure amministrative per il sistema produttivo con l´attivazione della struttura in tutti i Comuni umbri, anche in forma associata. Verrà inoltre realizzato un Ufficio regionale Suap, un portale regionale per lo svolgimento informatizzato delle procedure e una Banca dati regionale che darà conto di informazioni e procedimenti su l´insediamento, l´avvio e lo svolgimento delle attività produttive sul territorio. Infine semplificazioni anche in materia di attività edilizia con la sostituzione della Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) al posto della "dichiarazione di inizio di attività" (Dia) per i casi previsti dalla legge in materia di attività edilizia. La seconda parte del ddl riguarda interventi di semplificazione di carattere settoriale, in particolare in materia igienico sanitaria, e la modifica e integrazione di leggi regionali relative a governo del territorio, attività edilizia e urbanistica, vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche e alla legislazione vigente in materia di commercio per gli esercizi di vicinato, anche in accordo al mutato quadro legislativo nazionale. Con il ddl di riforma delle Comunità montane la Giunta intende realizzare il riordino delle funzioni oggi esercitate dalla Comunità montane stabilendone la soppressione e trasferendo le competenze istituzionali e amministrative alle Unioni di Comuni, i cui ambiti sono definiti, per numero e estensione, in un programma di riordino territoriale. La altre attività di natura tecnico operativa attualmente svolte dalle Comunità montane saranno affidate ad una Agenzia forestale regionale. Regione, Province, Comuni e altri enti, potranno affidare all´Agenzia, con accordi di durata almeno triennale, la gestione di funzioni, servizi e attività omogenee e analoghe. Trattandosi di un organismo snello, l´Agenzia sarà guidata da un Amministratore unico che avrà al suo fianco il Collegio dei revisori dei conti e si avvarrà del personale impiegatizio ed operaio proveniente dalle Comunità Montane. Tra i compiti affidati all´organismo la qualificazione e gestione dei sistemi agricoli e forestali e la tutela tecnica ed economica dei boschi. Con l´entrata in vigore della riforma, gli Ati verranno progressivamente soppressi e le competenze loro attribuite in materia di turismo e integrazione socio sanitaria verranno immediatamente conferite alle Unioni di Comuni. Decorso un anno dalla effettiva operatività di queste ultime - si legge nel documento di presentazione all´articolato - gli Ati saranno definitivamente cancellati con un apposita legge regionale, con la quale saranno conferiti e disciplinate le residue competenze degli Ati in materia di sanità, rifiuti e ciclo idrico integrato. Le Unioni dei Comuni saranno dotate di organi semplificati di cui faranno parte sindaci, assessori o consiglieri dei Comuni appartenenti, ciò nel rispetto delle indicazioni elettorali e in modo da non gravare finanziariamente sui bilanci delle Unioni con indennità, gettoni di presenza o altri emolumenti di qualsiasi natura. Relativamente ai Consorzi di bonifica la normativa prevede che entro dodici mesi dall´entrata in vigore della legge le funzioni regionali da essi esercitate passino all´Agenzia. La riforma prevede anche la soppressione dell´Agenzia regionale per lo sviluppo e l´innovazione in agricoltura e l´allocazione delle funzioni presso la Regione o l´Agenzia regionale nel rispetto delle diverse competenze. L´attuazione delle disposizioni per la soppressione delle Comunità montane e dell´Arusia è affidata a commissari liquidatori, che possono coincidere con gli attuali presidenti in carica, che dovranno completare il loro lavoro rispettivamente in dodici e sei mesi.  
   
   
STATI GENERALI DELLA CITTÀ: “COSTRUIAMO INSIEME LA NUOVA CAPITALE” ROMA, PALAZZO DEI CONGRESSI - EURMARTEDÌ 22 E MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO 2011  
 
 Roma, 16 febbraio 2011 - Il 22 e 23 febbraio si svolgono gli Stati Generali della Città di Roma, in programma al Palazzo dei Congressi dell’Eur, piazzale J.f. Kennedy 1, durante i quali verrà presentato il Piano Strategico di Sviluppo per il futuro della Capitale da qui al 2020. Martedì 22 febbraio - Alle ore 9.30 viene inaugurata la Mostra dei progetti strategici di Roma Capitale. I lavori proseguono con una serie di interventi e relazioni sui quattro obiettivi strategici di Roma Capitale: Roma città della sostenibilità ambientale; Roma nella competizione globale; Roma città policentrica e solidale; Roma città della cultura e dell’entertainment. Alle 11.30 è previsto l’intervento di apertura del sindaco Gianni Alemanno sul tema “Costruiamo insieme la nuova Capitale”. Segue la Tavola rotonda, moderata da Bruno Vespa, dal titolo “Roma Capitale come motore di sviluppo” alla quale partecipano, fra gli altri, il ministro degli Esteri Franco Frattini e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli. Nel pomeriggio, saranno presentati i temi progettuali e i progetti pilota di Roma Capitale. Mercoledì 23 febbraio - I lavori si aprono alle ore 9.30 con l’intervento di Diego Della Valle sul tema “L’impegno degli imprenditori per il patrimonio culturale di Roma”. Focus di questa seconda giornata è la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020 e la presentazione del Comitato di Candidatura Olimpica. Intervengono, fra gli altri, Gianni Petrucci, presidente del Coni, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e Finanze. Conclude, Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio dei Ministri.  
   
   
IMMIGRAZIONE, DE CORATO: “SOLDATI PRESIDINO TUTTI I CIE PER IMPEDIRE ULTERIORI FUGHE A MILANO DOVE 1 STRANIERO SU 4 È AFRICANO E I CLANDESTINI AFRICANI SONO ALMENO 15 MILA”  
 
Milano, 16 febbraio 2011 - Polemica con Ue è acqua passata. Maroni faccia appello ad altri Paesi Mediterraneo e li coinvolga nella gestione dell’emergenza “In questo momento la polemica con la Ue è acqua passata, anche perché c’è la garanzia del sostegno finanziario in tempi rapidi e l’attivazione dell’agenzia per il controllo delle frontiere. Bisogna guardare avanti, più che fare presidi. Il ministro Maroni dovrebbe fare appello al senso di responsabilità di altri Stati europei, a cominciare da quelli che si affacciano sul Mediterraneo, Francia, Spagna, Grecia. Ma anche Germania, Gran Bretagna: perché è chiaro che l’ondata immigratoria coinvolgerà anche loro e far finta di nulla è un comportamento miope che alla lunga non paga. L’italia non può sobbarcarsi da sola le problematiche del Nordafrica”. Lo afferma il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. “Che la situazione fosse di allarme – sottolinea De Corato – era noto da tempo. Visto che già il 26 gennaio scorso il ministro della Giustizia tunisino aveva affermato che 11 mila detenuti erano fuggiti dalle carceri e 2460 erano stati rilasciati in seguito alla rivolta avvenuta in quel Paese. Sono convinto che il ministro Maroni abbia fin d’allora fatto scattare un piano di azione con misure preventive e chiesto il coinvolgimento europeo. Ma seguitare nelle polemiche con la Ue ora non porta a nulla. E piuttosto occorre agire sugli Stati più sensibili, a cominciare dalla Francia e dalla Germania che hanno già messo in guardia che di fronte a questo esodo ci sarà tolleranza zero verso i clandestini. Anche perché, va precisato, lo status di rifugiato è una decisione che riguarda il singolo caso, da dimostrare, e non è collettiva, e su questo il ministro francese Besson è stato chiaro”. “L’episodio dei 118 tunisini fermati sul treno diretto a Milano – continua De Corato – impone poi un severo controllo con i militari dei Centri di identificazione ed espulsione. Bene l’invio dei 200 soldati in Sicilia, ma visto che già 2644 tunisini sono stati trasferiti da Lampedusa nei centri di accoglienza di tutta Italia, come ha detto il ministro Maroni, e visto il sovraffollamento cronico dei Cie che andrebbero potenziati di numero (e torno a ribadire che un nuovo centro a Malpensa sarebbe una valvola di sfogo), c’è da aspettarsi che ci saranno subbugli, a cominciare da via Corelli. Milano già oggi ha 50 mila clandestini, di cui un terzo africani. E 1 straniero regolare su 4 è africano (47 mila su 212 mila residenti). Un aspetto sui generis confermato dai 14 cortei per l’Africa svolti in città da inizio anno. E’ naturale pertanto che i flussi andranno in quella direzione”.  
   
   
IMMIGRATI: I LOCALI DELLE IPAB SICILIANE PER ACCOGLIENZA TEMPORANEA  
 
Palermo, 16 febbraio 2011 - L´assessore regionale alla Famiglia, Andrea Piraino, vista l´emergenza immigrati che si registra in questi giorni e che ha messo a dura prova il sistema organizzativo e di accoglienza del Comune di Lampedusa, ha invitato i Presidenti dei consigli di amministrazione e i commissari straordinari delle Ipab affinche´ mettano a disposizione locali per accogliere gli immigrati. "In questi giorni - spiega Piraino - si sono dovute fronteggiare situazioni eccezionali e di dimensioni mai registrate fino a questo momento. Poiche´ nessuno di noi - aggiunge - puo´ restare insensibile di fronte ad un problema che richiede l´intervento e il sostegno di ogni istituzione pubblica, vi invito affinche´, si possano mettere a disposizioni del Prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, locali utili alla temporanea accoglienza degli immigrati, tenendo conto delle peculiarita´ di ciascuna struttura, della tipologia degli assistiti, delle condizioni logistiche degli immobili".  
   
   
FRATOIANNI VISITA C.A.R.A. DI BARI DOPO ARRIVO MIGRANTI TUNISINI  
 
 Bari, 16 febbraio 2011 - L’assessore alla Cittadinanza attiva e alle Politiche di inclusione dei migranti, Nicola Fratoianni, si è recato in visita ieri al centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Bari Palese, che in questi giorni è a pieno regime a seguito dell’arrivo dei migranti tunisini a Lampedusa. “Voglio esprimere – ha dichiarato Fratoianni – un particolare ringraziamento a tutto il personale della Prefettura, dell’Ufficio Immigrazione della Questura, dell’ente gestore, delle Ong, degli operatori del progetto Praesidium per il massimo impegno dimostrato in queste ore di particolare attività. Gli stessi migranti stanno collaborando con gli operatori baresi, anche autorganizzandosi, per la migliore attività del Cara”. “Lo straordinario impegno degli operatori baresi – aggiunge – è la migliore risposta a chi, come il ministro Maroni – teorizza la militarizzazione delle coste e dell’alto mare, spingendosi anche ad ipotizzare l’impiego delle forze armate e di polizia italiane in Tunisia per impedire le partenze dei migranti, atti che sarebbero totalmente in contrasto con le norme internazionali di tutela dei diritti dell’uomo, con le convenzioni sul diritto del mare e sul diritto di asilo”. “Auspico tuttavia, a nome della Regione – ha proseguito l’assessore - che a Bari come ovunque, gli arrivi dalla Tunisia siano trattati nel rispetto delle garanzie minime, che siano tutelati i diritti fondamentali, che sia garantita particolare attenzione alla tutela dei minori non accompagnati e che le persone siano accolte in strutture adeguate, garantendo loro l’accesso alla procedura di asilo”. Secondo Fratoianni “considerato che stanno continuando ad arrivare sulle coste siciliane, anche se più lentamente, migranti in fuga dalla grave crisi politica ed umanitaria in Tunisia e che non è possibile prevedere quando questa nuova ondata di “sbarchi” avrà fine o se riguarderà anche altri Paesi che in questi giorni stanno vivendo una fase di rilevante instabilità politica, sarebbe auspicabile che il Governo applichi gli strumenti di legge in suo possesso, come l’articolo 20 del decreto legislativo 286/98 (Testo Unico Immigrazione), che prevede la concessione temporanea della protezione temporanea anche in deroga alle disposizioni del T.u. , quale misura straordinaria di accoglienza a seguito di un evento eccezionale e per rilevanti esigenze umanitarie”. La procedura – che ha carattere eccezionale - è stata già adottata – con decreto del presidente del Consiglio – per i cittadini albanesi, jugoslavi, somali e kosovari vittime di altre crisi internazionali. Infine Fratoianni mette l’accento “sulla necessità dello stanziamento straordinario di risorse per la seconda accoglienza, visto il ruolo di prima fila di Bari e della Puglia nell’accoglienza dei profughi”.  
   
   
SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE: CONTRIBUTI PER LAVORATORI DISOCCUPATI DAL FONDO DI SOLIDARIETA` REGIONALE DELLE MARCHE  
 
 Ancona, 16 febbraio 2011 - Sono stati fissati dalla Giunta regionale i criteri e le modalita` per l´assegnazione di risorse dal Fondo anticrisi per il 2011 a lavoratori dipendenti, ora disoccupati, residenti nelle Marche. ´Una politica ´ spiega l´assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi ´ gia` messa efficacemente in atto nel 2009 e nel 2010 e riproposta anche per il 2011, poiche` la crisi economica ha continuato a far sentire i suoi effetti e, per quanto riguarda il mercato del lavoro, si avverte la necessita` di continuare a sostenere le politiche di difesa dei livelli occupazionali e di sostegno al reddito delle famiglie e delle fasce piu` deboli´. L´intervento e` finalizzato a ex lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro dal 1 gennaio 2010 e che non godono di indennita` o che hanno una indennita` a seguito di licenziamento. Questi lavoratori devono essere residenti da almeno tre anni nelle Marche e sono disoccupati a causa di licenziamento, dimissioni per giusta causa o mancato rinnovo di un contratto a termine, compresi i lavoratori subordinati e i contratti di collaborazione. L´indennita` prevista ammonta a 200 euro mensili da corrispondere per un periodo di sei mesi, in due soluzioni da 600 euro ciascuna, la prima a seguito dell´approvazione della relativa graduatoria, la seconda dopo la conferma della condizione di non occupato con richiesta da presentare al Caf nel periodo 15/9/11 ´ 30/9/11. La graduatoria, che sara` regionale, sara` determinata dal reddito da lavoro calcolato su base Isee corrente, rimodulato convenzionalmente abbattendo la quota del reddito da lavoro dipendente. Le domande dovranno essere presentate ai Caf complete con i dati Isee corrente. Il servizio per l´utenza e` gratuito. I contributi saranno erogati direttamente ai beneficiari dalla Regione Marche.  
   
   
´´PROFESSIONISTI/E IN FAMIGLIA´´: 2.256 ASSUNZIONI NEL 2010 CON PROGETTO BADANTI  
 
 Trieste, 16 febbraio 2011 - E´ un´esperienza pilota che dimostra la sua crescente efficacia il Progetto ´´Professionisti/e in famiglia´´, relativo alle e ai badanti, secondo i dati relativi al 2010 presentati ieri dall´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi, che, visti gli esiti positivi, ne ha assicurato la prosecuzione anche per il 2011. Nel 2010 sono infatti stati stipulati 2.256 contratti (2.096 l´anno precedente) scaturiti dai 25.895 servizi prestati agli utenti nello stesso periodo dagli undici sportelli attivati nell´ambito di tale iniziativa a Udine, Tolmezzo, Cividale, Latisana, Cervignano, Pordenone, San Vito al Tagliamento, Maniago, Trieste, Gorizia e Monfalcone. A questi sportelli si aggiungeranno quelli di Codroipo, Sacile, Duino Aurisina e Muggia. Tutti gli sportelli, come ha specificato l´assessore, continueranno ad operare anche dopo la conclusione del Progetto, prevista per il prossimo 5 marzo. Questo servizio di assistenza alle famiglie nella ricerca di persone capaci di assistere i loro cari, è stato rafforzato, sempre lo scorso anno, dall´attivazione di un nuovo servizio, chiamato ´Infopoint´, che ha consentito di favorire nel 2010 218 sostituzioni temporanee di badanti, i quali possono essere assunti anche per periodi molto brevi attraverso il sistema dei voucher. Nell´ambito del Progetto sono state stabilizzate nel lavoro, ovvero regolarizzate su richiesta delle famiglie-datrici di lavoro, 1.047 badanti: questo grazie agli incentivi messi a disposizione attraverso il cofinanziamento tra la Regione e il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per complessivi 898 mila euro, somma completamente erogata. I destinatari dell´incentivo dovevano sottoscrivere le Linee guida etiche per valorizzare il fondamento della condivisione del rispetto e delle regole dell´impegno lavorativo e della convivenza in famiglia, nella salvaguardia dei diritti della persona. All´obiettivo di consentire, alle famiglie che ne hanno necessità, di individuare le persone meglio adatte a prestare assistenza domiciliare, residenziale e non, ai loro familiari, il progetto che la Regione ha avviato con fondi propri e con quelli messi a disposizione del Friuli Venezia Giulia dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, come ha spiegato l´assessore Brandi, si è infatti aggiunto quello di ridurre drasticamente il fenomeno del lavoro nero in questo settore. La figura della badante impiegata nella nostra regione, stando agli esiti dell´iniziativa dell´Amministrazione, è ricoperta per gran parte (73,6 per cento) da persone che provengono dall´Est Europa. In particolare, per il 46 per cento sono originarie dell´Ucraina, per il 43 per cento della Romania, per l´11 per cento della Moldavia. Il resto delle persone che nel 2010 erano occupate come badanti proveniva dall´Italia (11,7 per cento - un dato in incremento rispetto all´anno passato), dall´Africa (8,3 per cento), dalle Americhe (3 per cento), dall´Asia (2,9 per cento), da altre aree (0,4 per cento). Per il 62,1 per cento avevano scelto la convivenza nella famiglia di occupazione, il restante 37,9 la non convivenza. Per migliorare la qualità dei servizi erogati dalle e dai badanti (181 dei contratti stipulati riguardava persone di sesso maschile perlopiù giovani) è stato dato l´avvio, sempre nel 2010, a seminari specifici di breve durata (lo scorso anno complessivamente 99), ai quali badanti di ambo i sessi possono partecipare con il consenso delle famiglie ospitanti. I seminari nel 2011 contempleranno anche corsi di lingua italiana e di cucina. L´iniziativa ´´Professionisti/e in famiglia´´ proseguirà ora con il Progetto ´´Sì. Con.te´´, che potrà contare su fondi del governativo Piano Italia 2020 (oltre 769 mila euro) e della Regione attraverso il Fse-fondo Sociale Europeo (600 mila euro). Saranno altresì previsti ulteriori corsi brevi per badanti, ma anche per ´babysitter´.  
   
   
EUROPA DEI SERVIZI INNOVATIVI: E’ DONNA, GIOVANE E COPRE IL 49% DEL PIL UE27 PRESENTATA L’INIZIATIVA EUROPEA “MEETING THE CHALLENGE OF EUROPE 2020: THE TRANSFORMATIVE POWER OF SERVICE INNOVATION” CHE SI TERRÀ A ROMA IL 17 E 18 FEBBRAIO  
 
Roma, 16 febbraio 2011 – Sarà la prima iniziativa europea a proporre, concretamente ai governi, i demonstrators come strumenti strategici di una nuova politica per l’innovazione e la competitività, la cui efficacia viene testata direttamente sul campo attraverso la sua capacità di trasformare la realtà. I demonstrators, infatti, sono best practices realizzate su larga scala territoriale e dimensionale, sulla base di “Partnership dell’innovazione” stabilite fra istituzioni europee, governi nazionali e regionali e le imprese. Finalizzati a innovare i settori economici tradizionali attraverso l’integrazione fra Industria e Servizi ad alto contenuto di conoscenza (Knowledge Intensive Services, Kis) , alcuni tra i più significativi demonstrators in atto o in via di realizzazione nell’Ue verranno presentati e discussi nel corso della conferenza internazionale “Meeting the Challenge of Europe 2020: The Trasformative Power of Service Innovation” , che si terrà il 17 e 18 febbraio a Roma, promossa dalla Commissione Europea con il sostegno di Europe Innova e Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. Oltre ad esperti, imprenditori, rappresentanti di Istituzioni europee e nazionali provenienti da Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Regno Unito, alla conferenza interverranno Aldo Bonomi, Linda Lanzillotta Ennio Lucarelli, Stefano Pileri, Paolo Romani, Giorgio Squinzi, Antonio Tajani, Patrizia Toia, Alberto Tripi. La conferenza di Roma è l’evento finale del lavoro dell’Expert Panel on Innovation Service in the Eu, nel corso della quale verrà presentato il Rapporto conclusivo, su cui sono chiamati a confrontarsi i decisori politici e istituzionali. L’expert Panel è stato istituito dalla Commissione europea, che ha chiamato a farne parte 20 esperti europei di alto livello provenienti dal mondo delle pubbliche amministrazioni, delle imprese, delle università, di 15 paesi dell’Ue, ai quali è stato chiesto di fornire indicazioni strategiche su come promuovere e incrementare l’innovazione nei settori dei servizi e il suo impatto sulle politiche industriali nell’ambito di Europa 2020. L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Roma in una conferenza stampa, in cui sono intervenuti Stefano Pileri, membro italiano dell’Expert Panel e presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (Csit), Ennio Lucarelli vicepresidente vicario di Csit, Lucio Battistotti, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e, in videoconferenza da Londra, Allan Mayo coordinatore dell’Expert Panel. “Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici si è offerta di ospitare la conferenza europea – ha affermato Stefano Pileri - non solo per la rilevanza politica dell’evento , ma anche perché si riconosce in pieno nell’approccio e nelle indicazioni emerse dall’Expert Panel. Nel Rapporto, infatti, si afferma che per ridare slancio all’economia europea, il ricorso alla tecnologia, se pur cruciale, non basta: altrettanto determinante è valorizzare il potenziale di innovazione proprio dei Servizi ad alto contenuto di conoscenza. Sarà l’integrazione di tecnologie e infrastrutture avanzate con i servizi informatici, di comunicazione, marketing, consulenza, qualità, logistica, ingegneria e altri servizi innovativi, il fattore chiave per promuovere il passaggio delle imprese e delle Pa verso organizzazioni e processi più efficienti, per creare nuovi servizi, nuovi modelli di business e nuovi canali di mercato. E’ questo è il messaggio che la conferenza vuole lanciare ai Governi, indicando un percorso concreto per mantenere in Europa un’industria manifatturiera forte, competitiva e con alti tassi di produttività, e per innovare settori di grande impatto sociale ed economico come il turismo, la sanità, i trasporti, l’istruzione” Lucio Battistotti, spiegando i motivi che hanno spinto la Commissione Europea a promuovere l’iniziativa ha affermato: “L´innovazione ha un enorme potenziale in termini di creazione di crescita, posti di lavoro e miglioramento della qualità della vita di tutti noi. Per questo motivo è tra le priorità assolute della sua nuova strategia Europa 2020 per un rilancio dell´economia più sostenibile, più inclusiva e più intelligente. Noi tutti dobbiamo aumentare il nostro impegno per rendere l´Europa maggiormente innovativa, per raggiungere i nostri principali concorrenti e riprendere il cammino verso una crescita solida e sostenibile. Se non riusciremo a trasformare l´Europa in un´Unione dell´innovazione, infatti, le nostre economie saranno destinate al declino, con conseguente perdita di talenti e idee a danno del nostro Mercato unico dei servizi e soprattutto delle Pmi europee. Per raggiungere questo obiettivo bisogna passare anche dalla piena e corretta attuazione della Direttiva sui servizi ma anche dallo Small Business Act che stabilisce un programma ambizioso a favore dell´imprenditorialità e delle Pmi.” In videoconferenza da Londra, Allan Mayo, coordinatore dell’Expert Panel ha puntato l’attenzione su tre contributi importanti del Rapporto sulla strategia Europa 2020: “ Il Rapporto riconosce un ruolo fondamentale alle imprese dei Knowledge Intensive Services come vettori di cambiamento nell’aiutare sia l’industria manifatturiera che i servizi tradizionali ad adattarsi all’evoluzione tecnologica e alla competizione globale. Colloca al centro delle politiche industriali e dell’innovazione le Partnership per l’innovazione e i demostrators su larga scala, gli strumenti per affrontare le grandi trasformazioni della società. Indica che per affrontare i problemi dell’assistenza alle persone, del trasporto intelligente, delle “città intelligenti” o delle comunità sostenibili, è necessaria una totale trasformazione del sistema dei servizi e la conoscenza di come effettuare tali trasformazioni ha un importante valore commerciale. E ,infine, individua la necessità di lanciare un programma europeo dedicato alle più dinamiche Pmi dei servizi per aiutarle a superare le barriere sia culturali che di altro genere presenti nel mercato europeo. Io credo che il rapporto indichi alle istituzioni europee alcuni passi da fare, forti e concreti, per ottenere una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva e spero che sia accolto come merita.” Il contesto in cui si muove l’iniziativa europea è stato approfondito da Ennio Lucarelli, evidenziando che “nel decennio 2000-2009 i Servizi ad alto contenuto di conoscenza non solo hanno dato all’economia europea , Italia inclusa, gli input più consistenti verso la crescita, la competitività e l’occupazione, ma hanno contribuito alla sua evoluzione verso un modello più aperto ai giovani e al lavoro femminile, la cui presenza nel settore oggi è maggioritaria e largamente più ampia che nel resto dell’economia europea”. In questi dieci anni, infatti, il settore dei Kis ha registrato un tasso di sviluppo del 42%, a fronte del 29% segnato dall’intera economia europea, contribuendo a quasi la metà (49%) del Pil totale prodotto dai paesi dell’Ue27, pari a oltre 5.000 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’occupazione, l’incremento avvenuto nel settore , che comprende il 33% delle forze di lavoro europee, è stato del 27%, mentre la crescita media dell’Ue27 si è attestata all’8%. Allo stesso tempo il lavoro femminile è cresciuto del 25 % (13 Ue27) con un incidenza sulla base occupazionale del settore del 58% (45% Ue27). I dati sul lavoro giovanile nei Kis (classe d’età 15-39 anni), pongono la Spagna al primo posto con una crescita occupazionale del 34,4%, a fronte del 21,7% registrato dal totale dell’economia spagnola. Seguono l’Italia con + 11,1% (-1,9% il tasso totale), la Francia con + 10,8% (+4,6%), la Germania con +5,3% (-8,5%), il Regno Unito con 5,1% (-2,5%). Quanto all’incidenza dei giovani sul totale degli addetti al settore rimane in testa sempre la Spagna con 64,1%, seguita dalla Francia con 59,9%, Regno Unito 53,5%, Italia 53,4%, Germania 51,9%. Ma qual è la situazione dei Servizi ad alto contenuto di conoscenza in Italia ? “In termini di sviluppo registrato nel periodo 2000-2009 - ha precisato Lucarelli – il settore ha dimostrato una buona vitalità, paragonabile a quella dei paesi più importanti, tuttavia persiste una sottovalutazione politica circa la necessità di puntare sull’innovazione, di attuare le riforme per ridurre la presenza dello Stato nei servizi di mercato e semplificare la burocrazia amministrativa. Senza libertà di mercato è difficile fare innovazione, perché mancano la verifica del risultato e gli stimoli della concorrenza” Con 43% di crescita del valore aggiunto avvenuta nei dieci anni considerati, i Servizi ad alto contenuto di conoscenza italiani si collocano al di sopra della media Ue27 (42%) e della Germania (29%), meno della Francia (47%) e della Spagna (89%). Per quanto riguarda l’incidenza del settore sul Pil, mentre per l’Italia si attesta al 47% del 2009, per la media Ue27 e la Germania al 49%, per la Francia al 55%, per la Spagna al 40%. “Il peso dei Servizi ad alto contenuto di conoscenza sulla nostra economia nazionale è ancora insufficiente rispetto ad altre realtà europee e questo fatto – ha concluso Stefano Pileri - spiega molte delle difficoltà che vive attualmente l’Italia nel mettersi sulla via della crescita. Oltre alla loro importanza intrinseca nell’economia questi servizi contribuiscono in modo determinante anche al successo dei prodotti dei settori manifatturieri, così importanti nel nostro tessuto industriale. Oggi siamo chiamati a contribuire alla costruzione del Mercato Unico dei Servizi: ecco, vorremmo che la Conferenza rappresentasse un’opportunità di riflessione sull’urgenza di dar vita a riforme in senso europeo del nostro mercato dei servizi”.  
   
   
ASILI NIDO: OLTRE 100 NUOVE STRUTTURE IN SICILIA  
 
Palermo, 16 febbraio 2011 - Via libera dalla Regione alla spesa per la realizzazione di 103 asili nido. Con provvedimento della Giunta Regionale, su proposta dell´assessore Andrea Piraino, e´ stato autorizzato l´utilizzo delle somme anticipate sul bilancio regionale della quota di risorse Fas destinate all´obiettivo di servizio del Qsn (Quadro Strategico Nazionale) 2007/2013 per l´implementazione dei servizi per la prima infanzia. Il programma straordinario ha una copertura finanziaria complessiva di oltre 87 milioni di Euro(47,3 milioni provengono dalla triennalita´ statale 2007/2013, gia´ accreditata e disponibile; 41 milioni sono la quota di cofinanziamento regionale obbligatorio da attingere, come stabilito dalla conferenza Stato - Regioni, dalle risorse Fas). Grazie alla delibera della Giunta e´ possibile dare seguito alle graduatorie stilate nel 2009, dando avvio ai lavori: sono previsti ben 103 interventi in 101 comuni, 56 dei quali sinora sprovvisti di asilo nido. In graduatoria risultano anche altre 12 iniziative aziendali. Per l´assessore Piraino il prossimo obiettivo e´ velocizzare le procedure per l´avvio di tutti i progetti. Con il tempestivo avvio del piano finanziario per i nidi - grazie ai 56 comuni che si doteranno del servizio - si raggiungera´ la copertura di oltre il 50% del territorio siciliano e verra´ quindi raggiunto l´obiettivo per conseguire una delle due premialita´ dal valore di 44 milioni di euro.