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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Giugno 2011
PARLAMENTO EUROPEO: FRA I GRANDI TEMI DELLA PLENARIA DI GIUGNO: BATTERIO, SCHENGEN, INQUINAMENTO  
 
 Strasburgo, 7 giugno 2011 - Alla plenaria di Strasburgo di questa settimana si cercherà di dare forma al prossimo bilancio Ue a lungo termine e si parlerà di come combattere l´inquinamento dei mezzi pesanti in Europa. All´ordine del giorno anche l´ingresso di Romania e Bulgaria nella libera area di scambio Schengen. La recente epidemia del batterio E coli sarà argomento di dibattito martedì, mentre lunedì sera è in programma un´interrogazione orale alla Commissione sul futuro direttore del Fondo monetario internazionale. Gli altri temi in agenda riguardano le relazioni tra Ue e Russia, in vista del summit del 9 giugno, le agenzie di valutazione del credito e la nuova costituzione ungherese. Dopo l´annuncio della graduale chiusura delle centrali tedesche entro il 2020, poi, si tornerà a parlare, ancora una volta, del futuro dell´energia nucleare. Prospettive finanziare 2014-2020: no al congelamento del bilancio -Congelare al livello del 2013 i bilanci successivi - come richiesto da alcuni Stati membri - "non è una strada percorribile", secondo la commissione speciale del Parlamento sulle sfide politiche. Le raccomandazioni finali della commissione speciale sul bilancio Ue a lungo termine 2014-2020 saranno discusse mercoledì prossimo e votate giovedì, prima dei negoziati tra Parlamento e Stati membri, previsti per le prossime settimane. Eurovignetta Ii: coprire i costi d´inquinamento acustico e atmosferico nel trasporto su ruote - Il Parlamento voterà l´introduzione del principio "chi inquina paga" per i mezzi pesanti in circolazione sulle autostrade, secondo una proposta di modifica dell´attuale legislazione sull´Eurovignetta. Il cambiamento, oggetto di un accordo tra la commissione trasporti e gli Stati membri, permetterebbe di includere il costo reale dell´inquinamento atmosferico e acustico nelle tasse o nei pedaggi nazionali per automezzi pesanti. Votazione sull´adesione di Bulgaria e Romania all´area Schengen - Il Parlamento valuterà se Bulgaria e Romania siano pronte a aderire all´area di libero scambio Schengen. La commissione per le libertà civili ha dato il suo parere favorevole, sottolineando tuttavia che il Parlamento deve essere informato su ulteriori misure da adottare nell´area Bulgaria-turchia-grecia, per poter rispondere al possibile forte incremento della pressione migratoria. Dibattito sullo scoppio dell´E. Coli in Germania - Lo scoppio dell’Escherichia Coli enteroemorragico (Ehec) in Germania e in altri Stati membri sarà oggetto di discussione con la Commissione martedì. Al 31 maggio, dieci persone sono morte a causa della malattia e altri 373 casi gravi sono stati diagnosticati nella sola Germania. La nuova Costituzione dell´Ungheria - Il Consiglio e la Commissione informeranno mercoledì gli eurodeputati sulle azioni che intendono adottare per garantire che la nuova Costituzione ungherese non violi i valori fondamentali dell´Unione europea e i suoi principi. A seguito del dibattito una risoluzione sarà posta in votazione in una prossima sessione. Visti d´ingresso più facili per Mosca- La road map concordata recentemente per facilitare le procedure di visto d´ingresso nell´Ue per i cittadini russi sarà uno degli argomenti principali di dibattito con il Commissario Füle, in attesa del summit Ue-russia del prossimo 9 giugno a Nizhny Novgorod (Russia occidentale). Regole più severe per le agenzie di rating - Il Parlamento approverà martedì le proprie priorità in tema di riforma delle agenzie di rating, alcune settimane prima della pubblicazione da parte della Commissione europea di una proposta legislativa al riguardo.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE PIÙ RESPONSABILITÀ PER LE AGENZIE DI VALUTAZIONE DEL CREDITO  
 
 Strasburgo, 7 giugno 2011 - Negli anni prima della crisi, le agenzie di valutazione del credito si sono comportare più da tifosi che da arbitri: strumenti finanziari complessi hanno ottenuto facilmente i voti più alti, portando gli investitori ad acquistare senza farsi domande. Questi prodotti si sono presto rivelati tossici per l´economia e hanno causato enormi perdite; sono stati i contribuenti a pagarne il prezzo. Oggi, in seduta plenaria, i deputati discutono di come rendere le agenzie più responsabili; il voto sulle proposte è previsto in settimana. Si tratta di una questione politica perché, dopo aver emesso valutazioni sbagliate, le agenzie sono tornate a consigliare ai paesi di stringere la cinghia, se non vogliono perdere la fiducia dei mercati e vedere i loro oneri finanziari esplodere. Cosa si chiede nel rapporto - La commissione economica ha votato il rapporto del liberale tedesco Wolf Klinz il 16 marzo scorso. Tra le proposte, quella di rendere i soggetti del mercato finanziario (investitori, banche, banche centrali) più impegnati nell´analisi dei rischi, così da ridurre l´eccessivo affidamento al rating. Si chiede anche che le agenzie di valutazione abbiano responsabilità civile in caso di gravi negligenze. Dobbiamo "fare in modo che siano responsabili delle loro valutazioni. La scusa che esse rappresentano una mera espressione di parere non regge più" ha commentato Klinz. Si chiede l´istituzione di una Fondazione europea di rating che, nelle parole di Klinz, dovrebbe essere "completamente indipendente e libera da ogni influenza". "L´idea è promuovere la concorrenza nel settore al momento controllato, in maniera quasi oligopolistica, da tre grandi aziende attive a livello globale" ha aggiunto. Il rapporto invita la Commissione a presentare i piani per la fondazione che dovrebbe essere finanziata, per i primi cinque anni al massimo, dall´industria dei servizi finanziari, nonostante la preferenza dei gruppi di centro-sinistra per una fondazione pubblica. Come funziona il sistema - I cittadini mettono i propri risparmi in fondi comuni e fondi pensione, fornendo grandi quantità di denaro per investimenti in azioni, obbligazioni e prodotti finanziari complessi. Investire, cioè comprare, un prodotto finanziario complesso significa prestare denaro al venditore/emittente aspettandosi di ottenerlo indietro con gli interessi: è di importanza primaria sapere quanto il prodotto sia sicuro e per questo gli investitori si affidano alle agenzie di valutazioni, che emettono pareri a riguardo. Più alto è il rating, più sicuro è il prodotto e più basso è il tasso di interesse. Viceversa, se la valutazione è bassa, il prodotto è rischioso e il tasso di interesse si alza, per compensare il rischio dell´investitore di non ricevere alcun rientro di denaro, in caso di fallimento. Cosa è andato storto? La prima problematica è legata al conflitto di interesse: le agenzie di rating guadagnano facendo pagare ai fornitori di prodotti l´emissione di valutazioni sugli stessi. E i venditori chiedono voti alti per vendere meglio e guadagnare di più. Così si incentivano valutazioni irresponsabili per attrarre buisness e fare più soldi. "Il problema principale è che le agenzie di rating, che forniscono le valutazioni, sono le stesse che offrono consulenza ai clienti che pagano per il servizio di rating". La nuova Autorità europea di vigilanza degli strumenti finanziari e dei mercati, assumerà la funzione di sorvegliare le agenzie già a partire dall´estate" ha spiegato Klinz. Ma perché i servizi di consulenza sono problematici? Perché le agenzie di rating sono in grado di suggerire alle banche d´investimento come strutturare un prodotto per ottenere voti più alti. In questo modo però non si rende il prodotto più sicuro, si fa solo in modo che lo sembri. Tale comportamento irresponsabile, ma altamente redditizio, ha aggravato la crisi tanto che i governi (cioè i contribuenti) hanno dovuto indebitarsi sempre più per salvare i propri sistemi finanziari. Un effetto a catena... Preoccupate per questo aumento del debito, le agenzie stanno ora declassando i paesi e le loro obbligazioni, costringendo i contribuenti a pagare ancora di più. I governi rispondono con tagli della spesa, ad esempio nei servizi sociali, per placare i mercati. Per ovviare a queste problematiche, i gruppi di sinistra avevano chiesto di ridurre il ruolo delle agenzie nella valutazione del debito pubblico dei paesi, ma nel rapporto si è arrivati ad un accordo solo nel chiedere una maggiore trasparenza del processo di valutazione. Il rapporto verrà discusso nella giornata di oggi in plenaria e votato in settimana.  
   
   
UE: AL VOTO L´INIZIATIVA "OLTRE IL PIL", PER GUARDARE ALLA CRESCITA CON NUOVI OCCHI  
 
Strasburgo, 7 giugno 2011 - L´indicatore del prodotto interno lordo Pil, è stato sviluppato nel 1930 e da allora è la più conosciuta unità di misura dell´attività macroeconomica. Ma, seppur indice di sviluppo generale, il Pil ha limiti evidenti perché non tiene conto degli aspetti ambientali e sociali del progresso. Alla ricerca di indici complessi alternativi, che fotografino in maniera più completa il benessere effettivo di un paese, i deputati stanno discutendo la cosiddetta iniziativa "Oltre il Pil". Ci ha detto di più la deputata danese conservatrice Anna Rosbach, autrice del rapporto che verrà votato martedì in Aula. Il Pil misura l´attività macroeconomica ormai da 80 anni. Perché non basta più? I paesi africani sono un perfetto esempio: grazie alle miniere di materie prime come oro e diamanti, sono molto ricchi sulla carta, ma quando si passa alle persone, queste sono talmente povere da non avere neppure energia elettrica o acqua. Visti attraverso la lente del Pil molti Stati africani sono benestanti, ma in realtà i soldi sono tutti nelle tasche dei dittatori e non arrivano ai cittadini. Per questo il Pil non è più sufficiente. Nel rapporto si sottolinea la necessità di sviluppare ulteriori indicatori. Di cosa dovrebbero tener conto? Mi piacerebbe vedere indicatori che misurino il tipo di istruzione ricevuta e la qualità del lavoro; cosa si può comprare con il proprio stipendio e come si viene trattati in caso di malattia; quali sono le opportunità per una buona qualità della vita durante la vecchiaia... Ma è solo la mia opinione. Queste idee non sono nel rapporto perché siamo ancora in una fase preliminare, in cui la priorità è mettere insieme un documento di compromesso da spedire, una volta adottato, alla Commissione con la raccomandazione di proporre indicatori concreti che possano essere misurati appropriatamente. Abbiamo bisogno di fenomeni misurabili dalle statistiche Eurostat nel corso degli anni. Dunque questioni concrete e non da sognatori, come uno stato felice o il sole tutti i giorni... Entro quando pensa che questi indicatori potranno diventare realtà? Spero in un termine molto breve, perché ne abbiamo davvero bisogno. Ne stanno discutendo già molti dei principali Stati membri, come Francia e Regno Unito, tanti paesi fuori dall´Europa e anche l´Oecd. L´ue è arrivata in ritardo e, a mio parere, bisogna fare pressione per accelerare i tempi.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA LOTTA CONTRO LA CORRUZIONE: UN MAGGIORE IMPEGNO PER MIGLIORI RISULTATI  
 
Bruxelles, 7 giugno 2011 – Ieri la Commissione ha presentato un pacchetto di misure per rispondere in modo più forte ai seri danni che la corruzione arreca alle società europee in termini economici, sociali e politici. Quattro cittadini dell´Ue su cinque considerano la corruzione un problema grave nei rispettivi Stati membri. Si stima che la corruzione costi all´economia dell´Ue 120 miliardi di euro l´anno1, ovvero l´1% del Pil dell´Ue e poco meno del bilancio annuale dell´Unione europea. È chiaro pertanto che occorre un forte impegno politico per contrastare questo tipo di reato. La Commissione compie oggi un primo passo istituendo la relazione anticorruzione dell´Unione europea, un nuovo meccanismo per monitorare e valutare gli interventi messi in atto dagli Stati membri nella lotta alla corruzione e per promuovere un maggiore impegno politico. Il meccanismo aiuterà gli Stati membri ad attuare in modo più efficace la normativa in materia e a tener fede pienamente agli impegni presi a livello internazionale, nonché a migliorare la coerenza delle loro politiche e azioni anticorruzione. Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni, ha dichiarato: «La lotta alla corruzione deve essere una priorità. Sul piano internazionale ed europeo esistono quadri giuridici sufficientemente sofisticati, ma a livello degli Stati membri dell´Ue l´attuazione è alquanto disomogenea. A mio avviso, i politici e le istanze decisionali non sono sufficientemente determinati a combattere questo reato. La relazione anticorruzione dell’Unione europea può stimolare la volontà politica di agire, fornendo una chiara visione delle azioni anticorruzione e dei risultati ottenuti, ma anche facendo emergere fallimenti e debolezze in tutti i 27 Stati membri dell’Ue. Al contempo, dobbiamo fare in modo di attribuire maggiore importanza alle questioni legate alla corruzione in tutte le politiche pertinenti dell’Ue. Sconfiggere la corruzione è una lotta continua e le misure che presentiamo oggi non sono che una parte di una risposta più ampia alle sfide che la corruzione lancia alle nostre società. Affronto tali sfide con grande serietà e, negli anni a venire, intendo proporre ulteriori iniziative in questo senso, quali nuove norme per la confisca dei proventi di attività illecite, un piano su come perfezionare la raccolta di dati statistici sulla criminalità e una strategia per migliorare le indagini sui reati finanziari negli Stati membri.» Indipendentemente dalla sua natura e portata, la corruzione danneggia tutti gli Stati membri e l´Ue nel suo insieme, diminuendo i livelli di investimento, ostacolando il corretto funzionamento del mercato interno e intaccando le finanze pubbliche. Che assuma la forma di corruzione politica, di attività di corruzione commesse da e con l´aiuto di gruppi della criminalità organizzata, di corruzione tra privati o della cosiddetta piccola corruzione, l´abuso di potere per il profitto personale non è accettabile e può avere pesanti ripercussioni. Le iniziative proposte vertono sulla creazione di un nuovo meccanismo di valutazione per esaminare l´impegno nella lotta alla corruzione nell´Ue. La relazione anticorruzione dell´Unione europea identificherà le tendenze e le carenze che devono essere affrontate, oltre a incoraggiare l´apprendimento tra pari e lo scambio delle migliori pratiche. A partire dal 2013, la Commissione pubblicherà tale relazione con cadenza biennale, basandosi sui contributi di numerose fonti, tra cui i meccanismi di monitoraggio esistenti (del Consiglio d´Europa, dell´Ocse e delle Nazioni Unite), il parere di esperti indipendenti, delle parti interessate e della società civile. Al contempo, l´Ue dovrebbe negoziare la propria partecipazione in seno al Gruppo di Stati del Consiglio d´Europa contro la corruzione (Greco) per creare sinergie tra i due meccanismi. Al fine di contrastare la corruzione in modo più efficace, gli Stati membri dovrebbero rafforzare l´attuazione degli strumenti giuridici anticorruzione esistenti nell´Ue e a livello europeo e internazionale. Inoltre, l´Unione europea dovrebbe riservare maggiore spazio a riflessioni sulla corruzione in tutte le sue politiche pertinenti, sia interne che esterne. La Commissione pertanto darà seguito alla proposta odierna presentando nel corso dell´anno una modernizzazione delle norme dell´Ue concernenti la confisca dei proventi di attività illecite, una strategia per migliorare le indagini sui reati finanziari negli Stati membri entro il 2012, e un piano d´azione sulle modalità di perfezionamento della raccolta di dati statistici sulla criminalità. La Commissione lavorerà altresì in stretto contatto con agenzie dell´Ue quali Europol, Eurojust e Cepol, nonché con l´Olaf, al fine di intensificare la cooperazione giudiziaria e di polizia e di migliorare la formazione delle autorità di contrasto; si adopererà per modernizzare la normativa dell´Ue in materia di appalti pubblici, norme contabili e modalità di audit delle imprese dell´Unione; adotterà nel 2011 una strategia per combattere le frodi a danno degli interessi finanziari dell´Ue. In parallelo, la Commissione accorderà maggiore rilievo alle questioni anticorruzione all’interno del processo di allargamento dell’Ue e, insieme all’Alto Rappresentante, nel quadro della politica di vicinato, ricorrendo maggiormente alla condizionalità nelle politiche in materia di cooperazione e sviluppo. Contesto - Il pacchetto anticorruzione adottato oggi consiste di: una comunicazione sulla lotta alla corruzione nell´Ue, che delinea gli obiettivi della relazione anticorruzione dell´Unione europea e gli aspetti pratici del suo funzionamento. Nella comunicazione la Commissione illustra come l´Ue dovrebbe riservare maggiore spazio alle questioni legate alla corruzione in tutte le sue politiche interne ed esterne pertinenti; una decisione della Commissione che istituisce il meccanismo di relazione anticorruzione dell´Unione europea; una relazione sull´attuazione della decisione quadro 2003/568/Jha del Consiglio relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato; una relazione sulle modalità di partecipazione dell´Unione europea in seno al Gruppo di Stati del Consiglio d´Europa contro la corruzione (Greco). Prossime tappe - Il pacchetto di misure adottato oggi rientra nel più ampio programma inteso a proteggere l´economia legale europea, in linea con quanto stabilito nella strategia di sicurezza interna dell´Ue in azione, presentata dalla Commissione nel novembre 2010 (Ip/10/1535). Il prossimo autunno, la Commissione intende proporre una revisione del quadro normativo dell´Ue sulla confisca e il recupero dei proventi di attività illecite e un piano d´azione su come perfezionare la raccolta dei dati statistici sulla criminalità.  
   
   
L’EURO COMPIE DIECI ANNI E IL PUBBLICO SCEGLIE IL DISEGNO DELLA MONETA COMMEMORATIVA  
 
Bruxelles, 7 giugno 2011 — Tutti i cittadini e i residenti dei 17 Stati aderenti all’euro potranno votare via internet il disegno della nuova moneta da due euro. La nuova moneta in euro sarà emessa in tutti i paesi della zona euro all’inizio del 2012 per commemorare i primi dieci anni dell’introduzione delle prime monete e banconote in euro, ormai divenute parte integrante della vita quotidiana. Il pubblico potrà scegliere tra i cinque disegni preselezionati da una giuria professionale con un concorso aperto a tutti i cittadini dei paesi che hanno adottato l’euro. “Per la prima volta nella storia, il disegno di una moneta in euro destinata alla circolazione ordinaria sarà scelto con un voto pubblico via web sulla base delle proposte presentate da cittadini di tutti i paesi aderenti all’euro. È un’occasione per tutti coloro che vivono nella zona euro di contribuire a scegliere il disegno della loro propria moneta. Il disegno scelto sarà inciso su milioni di monete che circoleranno in tutta l’area dell’euro a partire dal 2012”, spiega Olli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari. Oggi l’euro è una realtà per oltre 330 milioni di persone in 17 paesi dell’Ue. La moneta comune ha semplificato la nostra vita quotidiana, dal confronto dei prezzi tra diversi paesi ai viaggi e agli scambi commerciali, senza più commissioni e fluttuazioni dei tassi legati al cambio di valuta. L’euro impone inoltre politiche economiche e finanziarie rigorose. Di norma tutti gli Stati membri dell’area dell’euro emettono le proprie monete in euro con un disegno nazionale su una delle due facce, ma in occasione del decimo anniversario della nascita dell’euro, a inizio 2012, tutti i paesi dell’eurozona conieranno una moneta commemorativa da due euro con un disegno comune. A giudicare dalle esperienze del passato, è prevedibile che gli Stati membri procederanno al conio di circa 90 milioni di pezzi di questa moneta commemorativa. I votanti potranno scegliere la moneta fra i cinque diversi disegni preselezionati da una giuria professionale a seguito di un concorso aperto ai cittadini di tutti gli Stati membri dell’euro. Un partecipante, scelto casualmente fra quanti hanno votato per il disegno vincente, sarà premiato con un set di monete pregiate da collezione. Il voto inizia oggi e sarà chiuso venerdì 24 giugno 2011. Il disegno vincente sarà annunciato il 30 giugno 2011. Il creatore o la creatrice del disegno vincente vedrà il suo disegno e le sue iniziali su milioni di monete di euro che circoleranno in tutti gli Stati membri dell’eurozona e sarà premiato con un set di monete pregiate da collezione. Sarà inoltre ospite di una zecca della zona euro per assistere al conio della prima moneta. Contesto - Le monete in euro destinate alla circolazione hanno una faccia comune a tutti i paesi e una specifica per ciascun paese, raffigurante personaggi storici, simboli o sovrani. Ciascuno Stato membro è autorizzato a emettere anche monete commemorative destinate alla circolazione con un disegno specifico per celebrare eventi significativi a livello nazionale o europeo. Questa è la terza volta in cui gli Stati membri si sono accordati per coniare una moneta con lo stesso disegno sulla faccia nazionale. La prima moneta commemorativa comune di questo tipo risale al 2007, per le celebrazioni del 50° anniversario dei trattati di Roma, mentre la seconda è stata emessa nel 2009, in occasione del 10° anniversario dell’Unione economica e monetaria e dell’euro come entità virtuale, tre anni prima che entrasse materialmente in circolazione. Le monete commemorative hanno sempre un valore nominale di due euro e sono destinate alla circolazione in tutta l’area dell’euro, risultando spesso di notevole interesse per i collezionisti. Per votare il disegno della moneta, recarsi su: http://www.Eurocoin-competition.eu/  Per maggiori informazioni sull’euro: http://ec.Europa.eu/economy_finance/sgp/index_it.htm    
   
   
BOLZANO, DALLA GIUNTA: APPROVATO LO STATUTO DEL GECT, IL 14 LA FIRMA DELL´ATTO DI FONDAZIONE  
 
Bolzano, 7 giugno 2011 - Passi avanti per rendere pienamente operativo il Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) tra Alto Adige, Trentino e Tirolo autorizzato a maggio dal Governo: il 6 giugno la Giunta provinciale ha approvato la convenzione e lo statuto del nuovo organismo di collaborazione transfrontaliera previsto dall’Ue. Il 14 giugno la firma congiunta dell´atto di fondazione. Si sta completando il mosaico dei passaggi tecnico-giuridici che daranno veste istituzionale alla cooperazione transfrontaliera tra Alto Adige, Trentino e Tirolo: a maggio il Governo italiano aveva concesso alla Provincia di Bolzano e a quella di Trento l´autorizzazione a partecipare al Gect con la denominazione di "Euregio Tirolo-alto Adige-trentino". Nella seduta odierna la Giunta provinciale ha approvato Convenzione e Statuto del nuovo organismo comunitario. Martedì 14 giugno a Castel Thun in Trentino - nella riunione delle tre Giunte provinciali di Bolzano, Trento e Innsbruck - verrà firmato l´atto notarile costitutivo. La Giunta ha già ratificato anche i nomi dei propri rappresentanti nell´organismo internazionale: sono il presidente Durnwalder e l´assessore Florian Mussner, con sostituti i vicepresidenti della Provincia Hans Beger e Christian Tommasini. Il Gect è uno strumento previsto dal regolamento Ue del 2006, dotato di personalità giuridica pubblica, costituito per facilitare e promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra i suoi membri. "Alto Adige, Trentino e Tirolo stanno ora lavorando alla definizione degli organi congiunti e dei programmi di collaborazione territoriale", ha ricordato il presidente Durnwalder. "Dalla riunione del 14 ci impegneremo a rendere operativo l´Euregio e riempire questa cornice istituzionale di contenuti concreti a favore delle nostre popolazioni in settori di interesse comune, dai trasporti alla tutela dell´ambiente, dalla formazione alla cultura, dalla ricerca scientifica alla cooperazione economica", ha concluso Durnwalder.  
   
   
MEDITERRANEO: PRESENTATI PROGETTI COOPERAZIONE TRA ITALIA E TUNISIA  
 
Agrigento, 7 giugno 2011 - "Il Mediterraneo vive un momento di travagli e sofferenze ma anche di grandi prospettive. Agli sforzi che i governi e le diplomazie stanno compiendo per riportare serenita´, devono accompagnarsi politiche di cooperazione e sviluppo in grado di dare prospettive ai popoli del maghreb, e soprattutto alle giovani generazioni che cercano pace, democrazia e lavoro. Solo cosi´ si puo´ fermare l´emigrazione, per colpa della quale i territori interessati saranno votati ad un rapido declino". Cosi´ l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao, ha salutato ieri le delegazioni tunisina e italiana presenti ad Agrigento per la presentazione del bando dei ´progetti strategici´ Italia-tunisia. "Il programma europeo Italia-tunisia - ha detto l´assessore - evidenzia l´attenzione dell´Europa al Mediterraneo e rappresenta una grande occasione per valorizzare il ruolo che la storia, la cultura e la collocazione geografica assegnano alla Sicilia. In questo senso l´Isola sta rafforzando il ruolo di cerniera tra l´Europa e l´Africa". "Per sostenere il programma abbiamo chiesto un´integrazione finanziaria alla Commissione Ue che tenga conto di quanto avvenuto negli ultimi mesi. Stiamo organizzando a meta´ settembre a Lampedusa - annuncia Armao - un grande incontro internazionale, con la presenza dei rappresentanti della Commissione Europea, e dei governi siciliano, italiano e tunisino per rilanciare la politica euromediterranea e le relazioni culturali, sociali ed economiche con la Tunisia". L´assessore, presentando il secondo bando, ha poi illustrato l´andamento del programma "che sta procedendo bene impiegando tempestivamente le risorse assegnate (27 milioni di euro circa) per facilitare la collaborazione tra istituzioni ed imprese siciliane e tunisine. Si dimostra, cosi´, che anche nell´impiego delle risorse europee, quando si creano le condizioni, l´Amministrazione regionale riesce ad essere efficiente". Il bando e´ dotato di una disponibilita´ di oltre 9 milioni di euro. "Si tratta di aiuti concreti - ha proseguito l´assessore - al popolo tunisino, con il quale da sempre i siciliani intrattengono rapporti economici e di amicizia. Questo bando costituisce una grande opportunita´ perche´ coinvolge molti aspetti legati alla promozione e allo sviluppo comune tra Sicilia e Tunisia". Karima Ghribi, in rappresentanza del ministero tunisino per la pianificazione e la cooperazione internazionale, ha espresso il ringraziamento del suo governo per questa iniziativa che contribuira´ certamente a sostenere l´azione riformatrice che il nuovo gruppo dirigente ha avviato, con il significativo contributo di tanti giovani. "Abbiamo registrato positivamente - ha detto - la nascita di ben 60 nuovi partiti: e´ un segno concreto e incontrovertibile della nuova strada che abbiamo imboccato. Ci attendiamo da questa iniziativa l´avvio di processi di sviluppo e cooperazione in grado di rimettere in moto la nostra economia. Il 15 giugno a Tunisi ci sara´ un Forum su questo bando dedicato in particolare alla ricerca di partner; ci attendiamo un positivo riscontro, come gia´ accaduto oggi ad Agrigento". "Un dato certamente significativo - ha detto Antonio Piceno, responsabile dell´autorita´ di gestione del Dipartimento regionale della Progammazione, illustrando i contenuti del bando - e´ il grande numero di partecipanti, segno dell´interesse che si registra in questo momento tra i soggetti in grado di promuovere queste politiche di sviluppo". Il programma ha una disponibilita´ complessiva di 27.458.651 euro fino al 2013, ed e´ incentrato su varie priorita´: sviluppo ed integrazione regionale; promozione dello sviluppo sostenibile; cooperazione culturale e scientifica; appoggio al tessuto associativo, cui si accompagnano alcune specifiche misure. Le aree coinvolte dal programma sono le province di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, per la Sicilia, i Governatorati di Tunis, Ben Arous, Ariana, Manouba, Bizerte, Be´ja et Jendouba, per la Tunisia. "La Regione siciliana - ha concluso l´assessore Armao - vuole contribuire fattivamente alla cooperazione con i Paesi del nord Africa e questo bando e´ uno strumento prezioso. La Sicilia deve guardare con continuita´ e concretezza ai rapporti con i popoli del Mediterraneo, non solo per motivi storici e di contiguita´ sociale e culturale, ma anche perche´ possono essere partner adeguati per guidare un processo che deve coinvolgere tutta l´area". Per maggiori informazioni si puo´ consultare il sito ufficiale del Programma: www.Italietunisie.eu/  
   
   
CROAZIA, APPROVATO PRESTITO BANCA MONDIALE  
 
Zagabria, 7 giugno 2011 - La Banca Mondiale ha approvato un prestito per il sostegno alla ripresa economica della Croazia del valore di 150 milioni di euro, al tasso di interesse del 2,5 per cento nell´ambito dell´Euribor (Euro Interbank Offered Rate) con scadenza del deposito a 6 mesi. L´euribor è il tasso medio per le transazioni finanziarie in euro tra le grandi banche europee. Lo scopo di questo prestito approvato alla Croazia è di sostenere le riforme nel risanamento dei conti pubblici, l´adeguamento dei costi nell´amministrazione pubblica e nel sistema della tutela della salute, del welfare e del sociale.  
   
   
SARDEGNA, CAPPELLACCI, DA MAGGIORANZA IMPEGNO E COESIONE PER IMPRESA E LAVORO  
 
Cagliari, 7 Giugno 2011 - Si è conclusa ieri a Villa Devoto la riunione di maggioranza in cui in un clima coeso sono state condivise le strategie politiche del centro-destra all´indomani delle elezioni amministrative. "Massima condivisione - ha dichiarato il presidente Cappellacci al termine dell´incontro - circa la necessità di intensificare ancora di più il nostro lavoro sia per rendere operativa capillarmente sul territorio la nostra azione politica sia per renderla maggiormente percepibile dai cittadini. Un´azione - ha aggiunto il presidente - che ci vede impegnati principalmente per l´impresa e per creare nuove opportunità di lavoro con strumenti straordinari che affiancheranno quelli già posti in essere finora, rivolti in particolare alle nuove generazioni. A queste si aggiungono le iniziative che puntano sulla semplificazione amministrativa, sulla politica per l´accesso al credito sulla ricerca, la formazione e l´innovazione. Sono azioni mirate non alla gestione pura e semplice del quadro esistente, ma a disegnare e anticipare gli scenari futuri. In altre parole sono solo alcune delle tessere di un mosaico molto più ampio, finalizzato a creare un nuovo modello economico-sociale per l’Isola, che deve vedere la Sardegna rompere i vincoli che storicamente ne hanno compresso le possibilità di sviluppo e puntare sull’economia verde, sull’industria turistica sulla ricerca e sull’innovazione. L´azione della maggioranza ci vede e ci vedrà sempre più impegnati anche sui tavoli in cui si discute la vertenza Sardegna. Su entrambi i piani intendiamo muoverci sempre con la massima condivisione possibile delle forze sociali. Vogliamo essere così interpreti di una politica che parla meno di sé stessa e molto più delle comunità che amministra, di quanto viene vissuto dal quotidiano da chi è studente, imprenditore, lavoratore, padre di famiglia, disoccupato. Questo è il nostro concetto di buon governo e di buona amministrazione e soprattutto è quello che i Sardi si aspettano da noi."  
   
   
DERIVATI, LA REGIONE TOSCANA VERSO L’ANNULLAMENTO IN AUTOTUTELA DEI CONTRATTI SUI GALILEO BOND  
 
 Firenze, 7 giugno 2011 – La scadenza del 12 giugno sarà onorata: i pagamenti che la Regione deve alle banche per i derivati finanziari che insistono sull’emissione obbligazionaria dei “Galileo bond” del 2002 saranno regolarmente saldati. Ma la giunta regionale toscana ha comunque deciso oggi di avviare immediatamente la procedura per l’annullamento in autotutela degli atti che riguardano la sottoscrizione di quei contratti in derivati finanziari, firmati nel maggio di otto anni fa ma su cui solo adesso sono emersi aspetti problematici. Lo annuncia l’assessore al bilancio e ai tributi, on. Riccardo Nencini. I contratti erano stati stipulati con le banche Merril Lynch, Ubs (oggi Societe Generale) e Deutsche Bank. La giunta ha inoltre deciso di costituirsi nel giudizio presso l’Alta corte di giustizia di Londra, a cui i tre istituti bancari si erano già rivolti a gennaio: utilizzando un difensore inglese e un esperto in derivati. “Se la Regione non si costituisse nel giudizio londinese, le possibilità di un recupero o di una transazione potrebbero essere vanificate – spiega l’assessore Nencini – e lo scopo della difesa in giudizio a Londra e dell’eventuale costituzione di parte civile nel procedimento penale in corso in Italia è proprio quello di recuperare somme indebitamente erogate. Ci siamo mossi solo per meglio tutelarci”. Il debito della Regione ammonta a poco più di 1,1 miliardi di euro. Per un terzo è contratto a tasso fisso (che rimane bloccato anche quando i tassi calano), per un terzo a tasso variabile libero di oscillare e per un terzo (430 milioni) a tasso variabile coperto appunto da derivati e quindi “assicurato”. Di questo 267 milioni riguardano i Galileo Bond. I perchè della scelta . La tesi degli avvocati della Regione è che i contratti siano stati stipulati sulla base di presupposti non correttamente rappresentati dalle banche, che potrebbero anche aver violato in parte alcune norme sull’intermediazione finanziaria. Sugli swap acquistati dalla pubblica amministrazione (e non solo dalla Regione Toscana) indaga anche la procura. In particolare la Regione motiva l’atto per la presenza di costi impliciti applicati dalle banche e non rilevabili dall’amministrazione, perchè la ristrutturazione del debito allora operata – sempre per quei costi impliciti – non sarebbe stata più economicamente conveniente e per l’inidoneità stessa di quei derivati a garantire quella copertura per cui erano stati stipulati. I derivati funzionano infatti un po’ come un’assicurazione, che deve proteggere chi accende un mutuo o si indebita quando i tassi crescono. Ma la clausole devono essere chiare ed esplicite, chiaramente. Secondo le stime della Regione e i calcoli dei periti della Procura di Firenze ci sarebbero stati costi impliciti e non rilevabili per almeno 5 milioni di euro. La stessa analisi sarà ora fatta sugli altri derivati.  
   
   
IN TRENTINO IL FEDERALISMO FISCALE C’È GIÀ, PRIMO PER AUTONOMIA TRIBUTARIA: SUPERA ORMAI IL 98%  
 
Trento, 7 giugno 2011 - Con l’Accordo bilaterale siglato a Milano il 30 novembre 2009, l’autonomia tributaria della Provincia autonoma di Trento supera ormai la soglia del 98% e i trasferimenti statali, contenuti in appena l’1,2%, sono limitati all’esercizio delle funzioni delegate e alla gestione dei fondi europei. Ciò significa che lo sviluppo economico del Trentino nei prossimi anni dipenderà unicamente da come questa terra saprà amministrare la propria autonomia. Lo ha ribadito, il 4 giugno, con decisione Lorenzo Bertoli, direttore di Cassa del Trentino, aprendo sotto la “La Tenda Aperta” di piazza Duomo il colloquio “Acceleratori di sistema: la finanziaria dello Statuto Speciale dopo l’Accordo di Milano” che lo ha visto protagonista assieme a Franco Grasselli, dirigente dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento e Michele Bezzi di Cisl Trentino. Dopo aver ripercorso le tappe che hanno portato all’Accordo di Milano, poi trasfuso nella legge finanziaria del 2010 (legge 191/2009), ed averne richiamato i principi fondamentali, il direttore generale di Cassa del Trentino, ha messo nero su bianco alcuni numeri. «Con l’Accordo – ha spiegato Lorenzo Bertoli – abbiamo perso 650 milioni di euro di quota variabile, poste varie ed altri tributi, ai quali si aggiungono 100 milioni di maggiori spese per le nuove deleghe su università, ammortizzatori sociali ed interventi perequativi a favore delle province confinanti. A fronte di queste perdite la Provincia autonoma di Trento ha acquisito 316 milioni di maggiori entrate derivanti dalla compartecipazione a tributi erariali ed è riuscita a sbloccare arretrati dovuti dallo Stato per 3 miliardi e 150 milioni di euro. Senza quell’Accordo avremo comunque perso 432 milioni, tra quota variabile, leggi di settore ed altri tributi, non riuscendo peraltro a portare a casa i 3,15 miliardi di euro di arretrati che costituiscono la garanzia di tenuta del bilancio pluriennale da qui al 2018, anno in cui si concluderà l’erogazione delle partite pregresse». Ma, al di là dei numeri, Lorenzo Bertoli ha voluto soffermarsi sul valore aggiunto di quella che appare come una vera e propria rivoluzione nel sistema delle finanza pubblica trentina, prima provincia in Italia a siglare con lo Stato un simile accordo. «Eliminato il cordone che legava la Provincia autonoma di Trento allo Stato – ha sottolineato Bertoli - è responsabilità della Provincia stessa garantire al territorio delle adeguate prospettive di crescita, senza peraltro poter contare in futuro sul paracadute statale a copertura di eventuali deficit di bilancio». «La nostra autonomia dipende da noi stessi – ha rilanciato Bertoli – e federalismo fiscale significa che potremmo agire sulla leva fiscale per favorire la crescita del tessuto economico locale, per attuare politiche di sostegno a settori in difficoltà, per promuovere politiche virtuose incentivando ad esempio il ricorso ai fondi di sanità integrativa o alle reti d’impresa». Franco Grasselli, responsabile Area Studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, ha dato atto alla Provincia di aver chiuso in fretta un Accordo che probabilmente, se negoziato oggi, avrebbe avuto margini di trattativa ben più ristretti. «Ma vorrei ricordare – ha spiegato Grasselli – che stiamo ancora attendendo i decreti attuativi previsti da quell’Accordo, e che per formalizzare la delega sull’Università c’è voluto oltre un anno e mezzo e non abbiamo ancora notizie sul fronte degli ammortizzatori sociali». «Peccato – ha ribadito Grasselli – perché il Trentino rappresenta circa 1% della produzione nazionale, il 2% assieme all’Alto Adige, e quindi il nostro territorio avrebbe potuto diventare un laboratorio sperimentale molto interessante, anche in vista dell’applicazione di accordi simili in altri contesti, senza per questo compromettere in alcun modo la tenuta dei conti pubblici». Grasselli ha poi voluto tornare sulla nuova competenza delegata in materia di ammortizzatori sociali. « Competenza fondamentale – ha detto - perché si tratta di misure di sostegno al reddito, ma anche perché, in futuro si potranno inventare nuove forme di ammortizzatori, quali ad esempio quelli legati alla formazione, affinché una persona possa trovare un altro posto di lavoro più aggiornato e qualificato». Timore per un possibile aumento dell’imposizione fiscale, a seguito della maggiore autonomia tributaria conseguente all’Accordo di Milano, è stato espresso da Michele Bezzi, della Cisl Trentino. «Oggi in Trentino abbiamo un unico comune, quello di Ala, che ha varato un’addizionale – ha ricordato Bezzi – ma già il Comune di Trento sta pensando di fare lo stesso. E se Trento dà l’esempio a quel punto potrebbe davvero aprirsi una breccia pericolosa». Bezzi ha richiamato anche un’altra conseguenza dell’Accordo di Milano, quella riguardante la possibile compartecipazione della Provincia di Trento nella lotta all’evasione. «Un campo – ha ribadito Bezzi – sul quale si può fare molto, affinché a sostenere il peso della finanza provinciale non siano i soliti noti, cioè i lavoratori dipendenti, ma tutti quanti producono reddito e ricchezza». Un’osservazione, questa, che ha rilanciato il dibattito. «I controlli vanno fatti ma non con metodi vessatori, così da costringere le aziende a trasferirsi altrove», ha ribadito Lorenzo Bertoli, mentre Franco Grasselli ha ricordato che «Trentino Riscossioni ha svolto fino ad ora oltre 7 mila accertamenti con appena 10 ricorsi, a testimonianza che si possono fare i controlli ma in modo serio, corretto, e rispettoso del contribuente».  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: CASA, AGRICOLTURA, GIOVANI, INCENDI BOSCHIVI  
 
Torino, 7 giugno 2011 - Accordi con la sanità privata, finanziamenti per il Programma Casa, gli agricoltori e la diga di Mazzè, interventi per i giovani e il nuovo piano contro gli incendi boschivi sono i principali argomenti esaminati ieri mattina dalla Giunta regionale. La riunione è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Accordi con la sanità privata. Sono stati approvati, su proposta del presidente Roberto Cota, gli accordi sottoscritti nelle scorse settimana con le associazioni degli operatori della sanità privata, che comportano per il 2011 e il 2012 l’acquisto da parte del sistema sanitario regionale di prestazioni con una riduzione del 5% rispetto a quelle dello scorso anno. Programma Casa. La liquidazione dei 23,8 milioni di euro assegnati con il secondo biennio del Programma Casa per l’acquisto di alloggi in corso di realizzazione avverrà, su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, attingendo direttamente dai fondi della Cassa Depositi e Prestiti. In questo modo, sarà possibile liquidare le somme in tempi brevi riducendo le difficoltà economiche dell’operatore (Comune o Atc). Finanziamenti agli agricoltori. Nell’ambito della misura del Piano di sviluppo rurale dedicata all’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali sono stati finanziati con 17.380.000 euro, su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, i bandi relativi al settore lattiero-caseario bovino (8.700.000 euro), al risparmio energetico (4.520.000), al risparmio idrico (1.800.000), alle acque di scarico (2.370.000). E’ stato anche deciso di erogare 10 milioni per lo scorrimento della graduatoria dei progetti presentati dal settore ortofrutticolo e 4,4 milioni per lo scorrimento di quelle del settore vitivinicolo. Diga di Mazzè. Il programma di riforma degli impianti di proprietà regionale sulla Dora Baltea ubicati nel territorio di Mazzè proseguirà nel 2011, su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, con la realizzazione del scaricatore. Per quest’opera essenziale per la messa in sicurezza dell’attuale infrastruttura saranno trasferiti alla Coutenza Canali Cavour 13.860.000 euro. Interventi per i giovani. Uno stanziamento complessivo di 475.000 proposto dall’assessore Michele Coppola consentirà di sostenere alcuni interventi di politiche giovanili: realizzazione in estate e in autunno a Torino di due iniziative incentrate sulla musica in grado di catalizzare la partecipazione di giovani da tutta Europa coniugando qualità dell’offerta artistica e promozione del territorio; i progetti del Consiglio regionale sulla sensibilizzazione dei giovani sull’importanza della memoria storica, della cultura della legalità e sui valori della democrazia e della Costituzione; una campagna di comunicazione sulla Pyou Card, per informare i giovani sulle offerte ad essa collegate, e la gestione delle attività relative all’iniziativa. Incendi boschivi. Il nuovo piano di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2011-2014, presentato dagli assessori Claudio Sacchetto e Roberto Ravello, riorganizza la struttura dal punto di vista amministrativo e valorizza l’apporto delle associazioni di volontariato, che vengono meglio inserite nell’ambito della Protezione civile. Sono stati inoltre approvati: - su proposta dell’assessore Barbara Bonino, il prolungamento al 10 dicembre 2011 dell’accordo tra le Regioni Piemonte e Rhone Alpes sul servizio sostitutivo di autobus tra Torino e Lione; - su proposta dell’assessore William Casoni, la proroga al 31 dicembre 2014 del termine entro il quale i nuovi impianti di carburanti devono essere dotati di distributori per gpl e metano.  
   
   
PIEMONTE IN CIFRE 2011: MIGLIORARE IL RAPPORTO TRA IMPRESE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PER LA CRESCITA DELLA COLLETTIVITÀ  
 
 Torino, 7 giugno 2011 - È stata presentata o lunedì 6 giugno, presso il Centro Congressi Torino Incontra, la diciottesima edizione di “Piemonte in Cifre”, frutto del lavoro congiunto di Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. L’annuario raccoglie, come da tradizione, le principali statistiche socio-economiche a livello regionale e provinciale, ponendosi l’obiettivo di far conoscere il territorio piemontese sotto diversi e complementari punti di vista. Dopo i saluti del Segretario Generale di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino, è seguita la relazione di Roberto Strocco, Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Piemonte in Cifre, su “Il Piemonte: numeri e tendenze”. All’interno della tavola rotonda moderata dal Responsabile de Il Sole 24 Ore Nord Ovest Francesco Antonioli, hanno affrontato il tema “Imprese e Pubblica Amministrazione: migliorarne il rapporto per la crescita della collettività” il Presidente Confapi Piemonte Antonio Livio Costamagna, il Direttore Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia Regione Piemonte Livio Dezzani, la Presidente Confindustria Piemonte Mariella Enoc, il Presidente Rete Imprese Italia Piemonte Giorgio Felici, il Segretario Generale Unioncamere nazionale Claudio Gagliardi, il Presidente Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Ivrea, Pinerolo, Torino Aldo Milanese, e il Responsabile per l’Italia per le piccole e medie imprese Ministero dello Sviluppo Economico Giuseppe Tripoli. Hanno concluso il programma della mattinata Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte, e Massimo Giordano, Assessore allo Sviluppo economico, Ricerca e Innovazione della Regione Piemonte. “Il monitoraggio dell’economia regionale è una delle funzioni principali attribuite alle Unioni regionali delle Camere di commercio: per interpretare al meglio questo ruolo, Unioncamere Piemonte cura ormai da diciotto anni, insieme alla Regione Piemonte, l’Annuario Statistico ‘Piemonte in Cifre’, nella convinzione che informazioni e dati precisi siano la base imprescindibile per attuare decisioni politiche ed imprenditoriali efficienti - ha commentato il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. Il tema che affrontiamo oggi, quello del rapporto fra imprese e Pubblica Amministrazione, è un argomento di particolare rilievo: il recupero della competitività aziendale va sostenuto, infatti, anche attraverso un abbattimento di tutti quegli oneri legati agli adempimenti burocratici a carico delle imprese, che ne rallentano l’attività. Il sistema camerale è molto sensibile a questo tema e ha da tempo messo in atto, attraverso strumenti come ad esempio la Comunicazione Unica e la Mediazione, politiche a sostegno della semplificazione amministrativa. L’auspicio è che si continui in questa direzione, andando sempre di più incontro alle esigenze reali delle nostre imprese per sostenerne lo sviluppo, e momenti di confronto come quello di questa mattina rappresentano un ottimo punto di partenza per cercare soluzioni condivise tra tutti gli attori istituzionali”. “Le rilevazioni statistiche, soprattutto quando sono sono elaborate in modo così completo e capillare, sono un aiuto fondamentale per permetterci di conoscere meglio le dinamiche socio enomiche dei nostri territori e ci consentono di conseguenza di poter intervenire in modo più incisivo - ha dichiarato l’Assessore allo Sviluppo economico, Ricerca e Innovazione della Regione Piemonte Massimo Giordano -. È soprattutto nelle fasi più delicate che il supporto dei numeri risulta utile a comprendere se ci troviamo nella giusta direzione. Dire che stiamo migliorando è ancora una cosa che affermiamo sottovoce, ma di sicuro non possiamo negare i timidi segnali di risalita che stiamo registrando, in attesa di una vera ripresa che auspichiamo tutti possa avvenire il prima possibile. Il governo regionale, attraverso l’attuazione dei Piani per l’Occupazione, per la Competitività, per il comparto Ict e con tutti gli altri strumenti programmatici che ha in cantiere, lavora proprio per accorciare i tempi di questa attesa”. Popolazione - Al 31 dicembre 2010 la popolazione residente in Piemonte ammonta a 4.457.335 abitanti, con una crescita di 11.105 unità rispetto al 1° gennaio dello stesso anno, frutto di un saldo migratorio positivo pari a 21.505 unità e di un saldo naturale negativo per 10.400 unità. La popolazione residente piemontese si divide in 2.158.445 maschi e 2.298.890 femmine. La popolazione residente straniera al 1° gennaio 2010 è di 377.241 unità, pari all’8,5% della popolazione complessiva nello stesso istante temporale. Uno straniero su cinque residente in Piemonte ha meno di 15 anni; gli stessi rappresentano, inoltre, il 13,0% della popolazione complessiva piemontese della stessa fascia di età (0-15 anni). Mercato Del Lavoro - In base ai dati della “Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, gli effetti negativi della crisi economica internazionale hanno continuato a manifestarsi sul mercato del lavoro piemontese anche nel 2010; i dati riferiti alla media dell’anno mostrano come gli occupati in Piemonte ammontino a 1.844mila, circa 16mila in meno rispetto al 2009 (-0,9%). Il calo dell’occupazione riguarda la componente maschile (-1,8%), a cui si contrappone un incremento di quella femminile (+0,4%). Il tasso di occupazione della popolazione in età 15-64 anni risulta pari al 63,5%, lo 0,5% in meno rispetto al 2009. Il tasso di occupazione femminile, che nel 2009 aveva raggiunto quota 55,7 punti percentuale, nel 2010 sale al 55,8%, mentre quello maschile scende dal 72,3% al 71,3%. La contrazione dell’occupazione scaturisce dalle flessioni delle unità lavorative nei settori delle costruzioni (-4,9%) e dei servizi (-1,8%). Al contrario, l’agricoltura registra un significativo aumento del livello occupazionale (+4,6%) ed è positiva anche la variazione rilevata per il settore dell’industria in senso stretto (+2,0%). Parallelamente al calo dell’occupazione, il 2010 registra un notevole aumento delle persone in cerca di occupazione (+10,2%), che passano da 137mila unità a 151mila. Il tasso di disoccupazione sale al 7,6% (era pari al 6,8% nel 2009). Le condizioni di deterioramento del mercato del lavoro piemontese nel 2010 risultano evidenti anche nel massiccio ricorso delle imprese agli ammortizzatori sociali: le ore totali di cassa integrazione guadagni autorizzate nel 2010 sono circa 186 milioni, con un incremento del 12,7% rispetto al 2009. Istruzione - Per l’anno scolastico 2009/2010 in Piemonte si registrano 583.204 alunni (scuole materne, elementari, medie inferiori e medie superiori), di cui 514.668 iscritti nelle scuole statali e 68.516 in quelle non statali. Gli allievi stranieri sono 64.728 e rappresentano l’11,1% degli studenti piemontesi, quota in aumento rispetto all’anno precedente. Dai dati sugli indirizzi scolastici delle scuole superiori emerge come il 33,9% degli alunni frequenti istituti tecnici, il 23,4% licei scientifici, il 21,1% istituti professionali, mentre i restanti scelgono licei e istituti a indirizzo umanistico e artistico. Per quanto riguarda l’Università, nell’anno accademico 2009/2010 si contano complessivamente 95.426 iscritti presso i quattro Atenei piemontesi. Indicatori Economici - Si è arrestata la ripresa nel corso del 2009: il Pil piemontese ha registrato un calo del 3,6% rispetto al 2008 (variazione a prezzi dell´anno precedente), valore che supera quello nazionale che si attesta al -2,4%. Il Pil piemontese nel 2009 ha raggiunto i 121.563 milioni di euro, mantenendo una quota pressoché stabile rispetto al valore nazionale (l’8,0%). Dal confronto effettuato con le altre regioni, considerando il valore aggiunto per unità di lavoro, emerge che il Piemonte, con 56.319 euro per unità di lavoro, si mantiene in linea col valore nazionale (56.356 euro) e si posiziona al 7° posto della classifica italiana, con il Lazio (64.166) e la Lombardia (63.594 euro) che occupano rispettivamente le prime due posizioni. Dal punto di vista settoriale, sono i servizi a creare, nel 2009, il 71,6% del valore aggiunto regionale; l’industria contribuisce con una quota del 27,1%, mentre è pari al 1,3% il contributo dell’agricoltura. Commercio Estero - Nel 2010, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 34,5 miliardi di euro, registrando una variazione del +16,0% rispetto al 2009. La tendenza positiva ha coinvolto tutti i principali comparti delle esportazioni regionali. Il settore dei mezzi di trasporto, che detiene un quarto dell’export complessivo, ha registrato un incremento del 15,1%. Crescite superiori alla media regionale si registrano per il secondo comparto per importanza, la meccanica (+19,3%), e per il settore dei metalli e prodotti in metallo (+22,7%). La performance del tessile (-13,8%) si colloca al di sotto della media piemontese, così come quella del comparto alimentare (-9,4%). Per quanto riguarda le destinazioni, crescono di più le esportazioni verso i Paesi extra-Ue 27 (+23,5%) rispetto a quelle destinate ai Paesi comunitari (+12,0%). Nel 2009, il Piemonte si trova al secondo posto fra le regioni italiane per flussi di Ide in entrata, pari a 6,9 miliardi di euro, che diventano 3,3 miliardi se considerati al netto dei disinvestimenti. Per quanto riguarda la provenienza degli investimenti, nel 2009 è l’Unione Europea a 27 Paesi a detenere la quota maggiore, mentre a livello extraeuropeo i flussi maggiori provengono da Svizzera e Giappone. Nello stesso anno, gli investimenti diretti piemontesi verso l’estero risultano pari a 9,4 miliardi di euro che, considerati al netto dei disinvestimenti, portano l’ammontare degli Ide netti verso l’estero a 2,8 miliardi di euro. Nel 2009, l’area maggiormente interessata dai flussi di investimenti regionali è rappresentata dagli Stati Uniti. Anagrafe Delle Imprese - A fine 2010 sono 469.340 le imprese registrate presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi. A fronte di 28.643 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), si contano 32.490 nuove iscrizioni, per un saldo positivo pari a 3.847 unità. Il tasso di crescita del 2010 risulta quindi pari al +0,82%, superiore a quello registrato nel 2009 (+0,14%). Lo sviluppo della base imprenditoriale piemontese si pone al di sotto del tasso di crescita complessivo nazionale (+1,19%). A livello settoriale, il 25,5% delle imprese piemontesi opera nel comparto degli altri servizi e il 23,5% nel settore del commercio; seguono i settori delle costruzioni (16,3%), dell’agricoltura (13,4%), e dell’industria in senso stretto (10,5%). Le imprese individuali rappresentano il 57,9% delle imprese registrate, seguite dalle società di persone (25,7%) e dalle società di capitale (14,3%). Si segnala, infine, anche per il 2010, il trend espansivo della componente straniera dell’imprenditoria piemontese. Credito - A fine 2010 hanno sede amministrativa sul territorio piemontese 31 banche, per un totale di 2.696 sportelli diffusi su tutto il territorio regionale, 30 in meno rispetto a fine 2009. I finanziamenti erogati alla clientela residente dalle imprese bancarie hanno mantenuto una dinamica positiva. A dicembre 2010, gli impieghi complessivi erogati dalle banche a soggetti non bancari ammontano a 111.633 milioni di euro, contro i 104.251 milioni di fine 2009, per un incremento complessivo del +7,1%.
I depositi bancari di tipo tradizionale ammontano a 72.648 milioni di euro, manifestando un incremento dello 0,7% rispetto a fine 2009. Nel 2010, i finanziamenti oltre il breve termine sono stati destinati per il 34% all’acquisto di immobili, per il 12% circa ad investimenti in costruzioni, per il 10% ad investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e prodotti vari, mentre il restante è riservato ad altre destinazioni. Turismo - Nel 2010 il numero dei turisti giunti in Piemonte ha raggiunto la soglia dei 4.087.512, registrando un incremento del 5,7% rispetto al 2009; le presenze hanno superato la quota dei 12 milioni (12.365.034), in aumento rispetto all’anno precedente (+6,7%). La disaggregazione delle dinamiche complessive per provenienza dei turisti rivela come entrambe le componenti italiana e straniera opposte siano in crescita: quanto al turismo nazionale, che detiene una quota del 69,6% degli arrivi e del 65,8% delle presenze, il 2010 registra un aumento tanto degli arrivi (+4,1%), quanto delle presenze (+4,6%), mentre il turismo da oltre confine manifesta aumenti ben più significativi sia degli arrivi (+9,6%) che delle presenze (+10,8%). Quanto all’offerta turistica, tra il 2009 e il 2010 il numero degli esercizi turistici in Piemonte è passato dalle 4.960 alle 5.131 strutture. La disaggregazione territoriale dei flussi turistici mostra come l’area di Torino rappresenti la meta prediletta dai turisti nazionali, mentre il distretto dei Laghi attira la quota maggiore di turisti stranieri. Quadro Statistico Complementare - L’edizione 2011 dell’Annuario Statistico Regionale viene affiancata per il quarto anno consecutivo dal Quadro Statistico Complementare, che raccoglie informazioni provenienti da fonti autorevoli della statistica non ufficiale: vi trovano spazio informazioni tratte da indagini congiunturali e da rilevazioni ad hoc, insieme a previsioni macroeconomiche. Le sezioni che lo compongono sono dedicate ad ambiente, territorio e popolazione, formazione e lavoro, imprese, società e salute, sport, cultura e tempo libero, congiuntura, economia e previsioni socio-economiche.
 
   
   
AVVISO A TUTTI I CONTRIBUENTI PIEMONTESI  
 
Torino, 7 giugno 2011 - Alcuni cittadini si sono rivolti al Contact Center della Regione Piemonte per avere informazioni riguardo alla veridicità e alla causale di alcuni “inviti di pagamento”, a mezzo bollettino postale (C/c n. 8170551), emessi dalla presunta società di gestione crediti So.de.stif. Equifit S.a.c. Italia per non meglio specificate pratiche ed un codice identificativo. Si avvisano tutti i cittadini piemontesi che la Regione disconosce queste richieste di pagamento, nonostante la presenza sulla richiesta della dicitura “Regione Piemonte”. Si invitano pertanto tutti i contribuenti piemontesi a non provvedere al pagamento richiesto nel bollettino e a segnalare al Contact Center della Regione Piemonte (tel. Numero verde 800333444) le eventuali ulteriori richieste che dovessero pervenire dalla So.de.stif. Equifit S.a.c. Italia. La Regione Piemonte provvederà a perseguire nelle opportune sedi legali, eventualmente anche penali, i responsabili di questa iniziativa.  
   
   
CAMPANIA: REFERENDUM CONSULTIVI, I MOTIVI DEL MANCATO ABBINAMENTO AI REFERENDUM NAZIONALI DEL 12 E 13 GIUGNO  
 
 Napoli, 7 giugno 2011 - In riferimento al mancato abbinamento dei referendum consultivi svoltisi il 5 e 6 giugno in Campania con quelli in programma il 12 e 13 giugno e con le recenti consultazioni amministrative, si precisa che non è stato tecnicamente possibile accorparli. Ciò in quanto in materia di consultazione referendaria locale non esiste una disciplina omogenea alla legislazione statale referendaria e/o amministrativa. Si sottolinea in proposito che la legge statale prevede una composizione dei seggi diversa per ogni consultazione. La normativa nazionale, infatti, indica che il seggio per le amministrative è composto dal presidente, dal segretario e da 4 scrutatori; per i referendum nazionali dal presidente, dal segretario e da 3 scrutatori. Per i referendum consultivi regionali, come quelli tenuti ieri ed oggi, l’art. 27 della legge regionale della Campania n. 25 del 1975 indica che la composizione dell’Ufficio di sezione è fatta dal presidente, dal segretario e da 2 scrutatori. Non a caso, nel 2009 fu approvata una legge dello Stato, la numero 40, che consentì lo svolgimento dei referendum ex art. 75 della Costituzione in concomitanza con il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative attraverso una apposita disciplina transitoria per regolamentare tutti gli adempimenti comuni ad entrambe le votazioni. Si segnala infine che prima di fissare la data dei referendum consultivi, la Regione Campania ha avuto appositi incontri con il Ministero degli Interni, dai quali è scaturita l’improponibilità dell’abbinamento dei referendum locali con le tornate amministrative e i referendum nazionali.  
   
   
CAMPANIA: REFERENDUM CONSULTIVI NON VALIDI; NESSUNO DEI TRE RAGGIUNGE IL QUORUM  
 
Napoli, 7 giugno 2011 - Si sono concluse le operazioni di voto nei 9 comuni della Campania chiamati alle urne per esprimersi, rispettivamente, sull´acquisizione del Rione Bagno dal comune di Aversa a quello di Cesa, il cambio della denominazione di Centola in Centola-palinuro e la fusione dei comuni di Barano, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana, nel nuovo comune Isola d´Ischia. Nessuno dei tre quesiti ha raggiunto il 50%+1 dei votanti, per cui, in base all´articolo 29 della legge regionale 25 del 30 aprile 1975, i referendum non sono validi. Questi in dettaglio i dati finali. Ad Aversa ha votato il 2,7% degli aventi diritto al voto, a Cesa il 7,31% per una percentuale complessiva del3,32%. Nella sezione 48 di Aversa, dove erano iscritti gli elettori del Rione Bagno, la percentuale di quelli che hanno votato ha raggiunto il 30,98%. A Centola ha votato il 28,17% degli aventi diritto. Nei 6 comuni dell´isola d´Ischia, infine, la percentuale totale ha raggiunto il 28,48%, con questa articolazione: Barano 29,7%, Casamicciola Terme 28,01%, Forio 24,24%, Ischia 32,6%, Lacco Ameno 30,16%, Serrara Fontana 19,43% . Per quanto riguarda il numero degli elettori che si sono recati alle urne, ad Aversa e Cesa sono stati complessivamente 1574 su 47.438; a Centola 1515 su 5379; nei 6 comuni dell’isola 14.855 su 52.948. In totale, hanno espresso il voto 17.944 cittadini su 105.765.  
   
   
L’UTOPIA IRREALIZZATA DELLA LIBERTÀ DAL LAVORO: UNA LEZIONE SU COME INVESTIRE NEL TEMPO LIBERO  
 
 Trento, 7 giugno 2011 - Fa impressione sentir parlare di liberazione dal lavoro, colui che, in tempi recenti, ha ricoperto la carica di presidente della Society of Labor Economists e della Midwest Economics Association, e ancora oggi insegna Economia del lavoro alla prestigiosa Università di Maastricht. Eppure Daniel Hamermesh, il 4 giugno, ha ipnotizzato il pubblico delle grandi occasioni nelle nobili sale del Castello del Buonconsiglio. Pizzetto imbiancato dall’età, occhi sottili e sguardo fulminante, Daniel S. Hamermesh ha parlato con leggerezza di un tema che per molti - soprattutto per chi lo subisce - rasenta spesso il paradosso: cosa fa la gente quando non lavora? Si tratta genericamente del dolce far niente, dormire e mangiare o di attività per cui avrebbe anche pagato? La faccenda è di quelle serie, vissute diversamente tra uomini e donne, da paese a paese. Molte, troppo persone, quando, improvvisamente, non possono lavorare, non riescono a liberarsi dalle necessità di lavorare. Sì, perché dopo il lavoro si ritorna a casa e, soprattutto per le donne, ci sono le pulizie da fare... La vera ricchezza è il tempo, libero da impegni e da spendere interamente per se stessi. Nei paesi ricchi è la vera risorsa che via via è venuta meno per le persone, mentre sono aumentate al contempo ricchezza e aspettativa di vita. Su tutto emerge che le abitudini sono simili in tutti i paesi ricchi, a maggiore benessere. Lo confermano i dati sulle diverse tipologie di attività che ci impegnano. Daniel S. Hamermesh: “L’utilizzo del tempo è simile tra i vari paesi (Germania, Italia, Usa e Paesi Bassi). Dormire, lavorare, guardare la tv, sommati assieme, fanno 2/3 della nostra vita, mentre al quarto posto ritroviamo le attività ricreative. Tra questi, l’Italia ha la forbice più aperta tra donne e uomini per il lavoro retribuito”. Sempre i paesi ricchi sono simili per il lavoro totale - retribuito e domestico - ad eccezione dell’Italia, dove le donne svolgono molto più lavoro, dedicato soprattutto alla pulizia della casa. “Chi ha tratto vantaggio dalla riduzione delle ore di lavoro? - si chiede Hamermesh - Un parametro è l’istruzione. Ebbene le persone che hanno un livello di istruzione più basso hanno subito una riduzione delle ore di lavoro di circa il 15 per cento, mentre quello con un grado di istruzione superiore lavora di più. Il motivo? Lavorano di più le persone che guadagnano di più, anche perché svolgono lavori più piacevoli e vari”. Un altro parametro è il sonno. “Ebbene - spiega l’economista - dormono meno le persone che guadagnano di più. Dormire costa tempo e quindi libero del tempo al lavoro. I ricchi sono le persone più stressate con i tempi molto stretti. Tra loro le più stressate dal tempo sono le donne che fanno più cose diverse”. Ma cosa facciamo quando abbiamo tempo libero? Ad esempio, i pensionati dedicano molto più tempo al sonno, alla televisione e fanno qualche attività ricreativa. Questo per gli italiani mentre i pensionati americani spendono molto più tempo davanti alla televisione. “Gli studi - conclude Daniel S. Hamermesh - dimostrano che se il governo ci facesse lavorare meno noi probabilmente spenderemo il nostro tempo in altre attività. In Europa ci sono molte più ferie rispetto agli Stati uniti. Io vorrei - dice amaro - che gli Stati Uniti ci rendessero meno criceti e più scoiattoli, simbolo di questo Festival, perché l’obiettivo della vita non è lavorare ma divertirsi”.  
   
   
NUOVE STRADE PER COMBATTERE LA POVERTA´ UN APPROCCIO PRAGMATICO METTE IN DISCUSSIONE STRUMENTI CONSOLIDATI  
 
Trento, 7 giugno 2011 - Esther Duflo, docente al Mit di Boston, economista innovativa con trascorsi anche nelle scienze storiche, il 4 giugno, ha affrontato il tema della lotta alla povertà, proponendo un approccio pragmatico e non-ideologico, che va al di là della dicotomia aiuti sì-aiuti no. Introdotta da Eric Jozsef, giornalista di "Liberation", Duflo ha spiegato con una nutrita serie di esempi come sia indispensabile identificare e capire i problemi piuttosto che individuare problemi che si adattano alle soluzioni preconfezionate. Fra gli strumenti analizzati - e criticati - anche il microcredito, non inutile in senso assoluto, ma incapace di affrancare i poveri dalla "schiavitù" delle microattività imprenditoriali che essi avviano con le somme messe loro a disposizione dalle banche etiche. L´approccio di Esther Duflo al tema della povertà - come esposto nella sua conferenza al Festival dell´Economia, in sala Depero - è al tempo stesso pragmatico e innovativo, e si basa su una sperimentazione sul campo delle soluzioni prospettate, nei vari paesi e nei vari contesti. "Oggi - ha detto in apertura - si fronteggiano due tesi: da un lato c´è chi ritiene che gli aiuti esterni possano sconfiggere la povertà, dall´altro chi pensa invece che gli aiuti siano parte del problema. In questi termini, è un dibattito ideologico. Vediamo un esempio: l´Africa ha ricevuto molti aiuti ma questi non hanno generato sviluppo; d´altra parte, non sappiamo dire come sarebbero andate le cose senza gli aiuti esterni. Nel nostro approccio- ha proseguito - preferiamo mettere a fuoco problemi concreti e situazioni reali." Vediamo qualche esempio. Molte persone ritengono che gli aiuti ai poveri devono rispettare le leggi del mercato, devono essere sostenibili. Ma a volte nel lavoro "sul campo" ciò che emerge è che pagare le persone, o comunque distribuire incentivi che sembrerebbero essere "a fondo perduto", per ottenere certi risultati, alla fine genera un risparmio. "Lavorando in Rhajastan, India, per diffondere una campagna di vaccinazioni, ci siamo accorti di una serie di problemi. In primo luogo, l´ambulatorio era quasi sempre chiuso, il personale era assente. In secondo luogo, se anche le famiglie avevano la possibilità di vaccinare i bambini, molto frequentemente posticipavano all´infinito la vaccinazione. Ci siamo detti: diamo a queste persone delle ragioni concrete affinché vengano al dispensario. In alcuni villaggi, quindi, abbiamo dato ai genitori l´incentivo di un chilo di lenticchie, che ricevevano quando portavano il bambino a fare la vaccinazione. Il risultato è stato molto positivo, aumentando la percentuale di bambini vaccinati del 38%. L´organizzazione per la quale lavoravamo ha obiettato che forse questa strategia non era economicamente sostenibile. Ma alla fine, analizzando il rapporto costi-benefici, abbiamo visto che dare le lenticchie generava un risparmio: perché? Perché laddove c´erano molti bambini da vaccinare la produttività del lavoro del personale medico era molto più alta di quella del personale, comunque pagato, che doveva presidiare i dispensari dove arrivavano solo tre o quattro famiglie al giorno." Un altro paradosso economico illustrato dalla Duflo riguarda le campagne per migliorare l´alimentazione dei più poveri. "In Cina, provocando artificialmente una riduzione del prezzo del riso non si è ottenuta una crescita del consumo ma il contrario; è accaduto che il consumo diminuisse, perché le persone utilizzavano il risparmio ricavato per acquistare qualcos´altro. Bisogna rispettare il fatto che i poveri non sono delle macchine, non massimizzano sempre la loro condizione fisica, non sono concentrati solo sul cibo. Potendo scegliere, preferiscono magari soddisfare altri bisogni, e di questo è necessari tenere conto." Un problema interessante è quello dell´efficacia del microcredito. "Il microcredito si basa sull´assunto che i poveri siano in realtà molto inclini all´imprenditorialità e che basti aprire loro un accesso al credito per favorirne la loro crescita. In effetti la media dei poveri che vivono nelle aree urbane e portano avanti delle attività è molto alta. Tuttavia la maggior parte di loro non è particolarmente felice della sua condizione e non desidera che i figli la imitano. Che cosa vogliono in realtà per i loro figli? La stabilità di un lavoro sicuro, magari statale. Solo che questi posti di lavoro non sono disponibili, così i poveri creano da sé delle microattività, che nella maggior parte dei casi sono destinate a rimanere tali, a non crescere. Alla lunga il ritorno sull´investimento realizzato è molto basso. Solo quando l´investimento iniziale è alto il ritorno è economicamente soddisfacente. Ma se si è poverissimi è impossibile accedere ad un prestito alto. Si resta intrappolati all´interno della propria microimpresa, che non crescerà mai. Questo ci dice anche perché spesso nei paesi poveri fra la microattività e il supermercato non c´è in mezzo niente. Per questo c´è oggi un grande dibattito sul microcredito, che è utile, certamente, ma non consente di fuoriuscire nettamente dalla condizione iniziale di povertà." La morale, dunque, è che molte delle politiche messe a punto per aiutare i poveri sono fallite per inerzia, ignoranza delle condizioni reali dei poveri o per scelte fatte su base ideologiche. Spesso, insomma, si spendono i soldi inutilmente. "Bisogna - ha concluso Esther Duflo - identificare e capire i problemi piuttosto che individuare problemi che si adattano alle nostre soluzioni."  
   
   
SICILIA: PRESENTAZIONE CARTA PER PARI OPPORTUNITA´ E UGUAGLIANZA  
 
Palermo, 7 giugno 2011 - Ci saranno anche le firme di Confindustria Sicilia e dell´azienda siciliana dei fratelli "Di Martino" fra quelle aderenti alla sottoscrizione della "Carta per le pari opportunita´ e l´uguaglianza sul lavoro", organizzato dalla consigliera regionale di Parita´, Natalina Costa. L´appuntamento di Palermo, fissato per giovedi´ prossimo, a partire dalle ore 9,30 nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, e´ uno degli eventi nazionali previsti per la promozione della "Carta", nell´ambito del "Progetto Progress Reti territoriali contro le discriminazioni". Infatti, la Regione Siciliana con la provincia di Messina e insieme all´Emilia Romagna e alla provincia di Modena, sono state le realta´ territoriali destinatarie da parte dell´U.n.a.r. (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunita´) di un "Progetto pilota" nazionale destinato non solo alle aziende private ma anche alle pubbliche amministrazioni. Ad introdurre le tematiche del seminario e moderare i lavori sara´ Natalina Costa e, dopo i saluti del Presidente della Regione, Raffaele Lombardo e dell´Assessore al Lavoro, Andrea Piraino, interverranno Cinzia Alitto, dell´Ufficio Nazionale della Consigliera di Parita´, Marco Buemi, esperto dell´Unar, della Consigliera provinciale di Parita´, Rita Picone, nonche´ dei soci sostenitori aderenti al tavolo regionale, Iolanda Riolo per Aidda e Valentina Fiore per Impronta Etica. A seguire, gli interventi dei soci promotori, dei Soci sostenitori della "Carta", presenti a livello territoriale e la sottoscrizione della "Carta" da parte di aziende private e pubbliche amministrazioni del territorio regionale.