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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Luglio 2012
UE: UN INVESTIMENTO DA 8,1 MILIARDI DI EURO NELLA RICERCA E NELL´INNOVAZIONE PER CREARE CRESCITA E LAVORO  
 
Bruxelles, 9 luglio 2012 La Commissione europea ha annunciato ieri l´ultimo e il più grande gruppo di inviti a presentare proposte di ricerca nell´ambito del suo Settimo programma quadro (Fp7). Complessivamente, 8,1 miliardi di euro serviranno a sostenere progetti e idee che daranno impulso alla competitività dell´Europa e affronteranno questioni quali la salute umana, la protezione dell´ambiente e il reperimento di nuove soluzioni alle crescenti sfide legate all´urbanizzazione e alla gestione dei rifiuti. I finanziamenti – che sono aperti a organizzazioni e imprese in tutti gli Stati membri e nei paesi partner - costituiscono la parte del leone rispetto al bilancio della ricerca Ue proposto per il 2013 pari a 10,8 miliardi di euro. L´annuncio arriva soltanto alcuni giorni dopo che i leader europei, con il Patto per la crescita e l´occupazione, hanno ribadito l´importanza della ricerca e dell´innovazione. Máire Geoghegan-quinn, commissario responsabile per la ricerca, l´innovazione e la scienza, ha affermato: "Il sapere è la moneta dell´economia globale. Se l´Europa vuole continuare a competere nel 21° secolo dobbiamo sostenere la ricerca e l´innovazione che genereranno crescita e posti di lavoro ora e in futuro. L´elevata concorrenza per i finanziamenti Ue costituisce una garanzia del fatto che il denaro dei contribuenti venga consacrato ai progetti migliori che affrontano questioni di interesse per tutti noi." Gli inviti interessano sia l´innovazione che una serie di sfide sociali e costituiscono una passerella verso Horizon 2020, il nuovo programma di finanziamenti per la ricerca Ue nel periodo 2014-2020. In totale 4,8 miliardi di euro sono consacrati a priorità tematiche nel campo della ricerca. L´innovazione industriale riceverà un sostegno tramite attività vicine al mercato quali pilotaggio, dimostrazioni, standardizzazione e trasferimento tecnologico. Un´attenzione particolare sarà consacrata alle piccole e medie imprese (Pmi) con un pacchetto del valore di 1,2 miliardi di euro. Circa 2,7 miliardi di euro serviranno a consolidare il ruolo dell´Europa quale destinazione mondiale dei ricercatori, essenzialmente per il tramite di borse individuali a valere sul Consiglio europeo della ricerca (1,75 miliardi di euro) e sulle azioni Marie Skłodowska-curie (963 milioni di euro) per la formazione alla ricerca e la mobilità dei ricercatori. Per contribuire a dare maggiore diffusione alla ricerca d´eccellenza è in via di preparazione una nuova iniziativa "Cattedre dello Spazio europeo della ricerca". Un primo invito per un valore di 12 milioni di euro selezionerà un totale di cinque Cattedre dello Spazio europeo della ricerca che saranno ospitate da università o altre istituzioni di ricerca ammissibili nelle regioni meno sviluppate in cinque diversi paesi dell´Ue. Per ospitare una Cattedra dello Spazio europeo della ricerca le istituzioni devono dimostrare la loro capacità di promuovere l´eccellenza mettendo a disposizione le strutture necessarie e attenendosi ai principi dello Spazio europeo della ricerca, tra cui il reclutamento aperto. La maggior parte degli inviti a presentare proposte (inviti a candidarsi ai finanziamenti) sarà pubblicata il 10 luglio, mentre alcuni inviti specifici saranno banditi in autunno. Contesto Le priorità di ricerca tematica innovativa nell´invito Fp7 comprendono: circa 155 milioni di euro per "Oceani del futuro", a sostegno della crescita sostenibile nei settori marino e marittimo; circa 365 milioni di euro per tecnologie che trasformino le aree urbane in "Città intelligenti e comunità intelligenti"; e circa 147 milioni di euro per arginare la diffusione dei batteri farmaco-resistenti e quasi 100 milioni di euro destinati al reperimento di soluzioni innovative per la gestione delle acque dolci. Gli inviti supportano anche gli obiettivi di finanziamento della ricerca nel campo delle Tic di cui all´Agenda digitale con quasi 1,5 miliardi di euro destinati all´area tematica delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione. Le Pmi fruiranno di circa 970 milioni di euro di finanziamenti nell´ambito delle priorità di ricerca tematica. Altre misure comprendono un importo extra di 150 milioni a titolo di garanzia per raccogliere 1 miliardo di euro di prestiti per le Pmi e le aziende di medie dimensioni (le imprese un po´ più grandi che hanno fino a 500 dipendenti). L´importo di 8,1 miliardi di euro annunciato oggi dovrebbe mobilitare un importo addizionale pari a 6 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati nella ricerca, e si stima che nel breve termine accrescerà di 210.000 unità l´occupazione e genererà, in un periodo di quindici anni, 75 miliardi di euro addizionali in termini di crescita1. Il programma quadro Fp7, avviato nel 2007, ha una dotazione complessiva di 55 miliardi di euro per la ricerca e l´innovazione. Finora esso ha supportato circa 19.000 progetti condotti da 79.000 partecipanti (università, organizzazioni di ricerca e imprese) di tutti gli Stati membri dell´Ue, con un investimento Ue complessivo pari finora a 25,3 miliardi di euro. Entro il 2013 si stima che Fp7 avrà recato un sostegno diretto a circa 55.000 ricercatori individuali. Il bilancio complessivo per la ricerca dell´Ue comprende finanziamenti che non sono inclusi negli inviti banditi oggi. Tra questi vi sono i finanziamenti nell´ambito del trattato Euratom che coprono la ricerca nel campo dell´energia nucleare (993 milioni di euro), o contribuiscono a sostenere "iniziative tecnologiche congiunte" con l´industria (751 milioni di euro) o "programmi congiunti" tra gli Stati membri. Il bilancio globale comprende anche i finanziamenti per il Centro comune di Ricerca della Commissione nonché il contributo della Commissione al meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi (Rsff), gestito dal Gruppo Banca europea per gli Investimenti. Cfr.anche Memo/12/528 Fp7: www.Ec.europa.eu/research/fp7  Unione dell´innovazione: http://ec.Europa.eu/innovation-union  Europa 2020 : http://ec.Europa.eu/europe2020  Horizon 2020: http://ec.Europa.eu/research/horizon2020/index_en.cfm    
   
   
CRIMINALITÀ INFORMATICA: LA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI PERSONALI E DEI PAGAMENTI ONLINE PREOCCUPA I CITTADINI DELL’UNIONE  
 
Bruxelles, 10 luglio 2012 - Da una nuova indagine Eurobarometro è emerso che gli utenti di internet sono molto sensibili al problema della sicurezza informatica: l’89% evita di fornire informazioni personali online e il 74% ritiene che il rischio di cadere vittima di reati informatici sia aumentato negli ultimi anni. Il 12% degli internauti europei ha già subito frodi informatiche e l’8% è stato vittima di furto di identità. Ciononostante, il 53% non ha cambiato nessuna password online nell’ultimo anno. "Sempre più persone sfruttano le potenzialità di internet e beneficiano dell’economia digitale. Non sorprende quindi che la sicurezza delle informazioni personali e dei pagamenti online sia una delle principali preoccupazioni. Colpisce invece il fatto che solo il 50% degli europei prenda misure efficaci per proteggersi dalla cibercriminalità”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni. L’indagine, che ha interessato quasi 27 000 persone in tutti gli Stati membri, mostra un chiaro nesso tra essere informati sui rischi della criminalità informatica e sentirsi sicuri online. La maggior parte di coloro che si sentono sicuri nell’effettuare operazioni bancarie o acquisti online si ritiene adeguatamente informata sulla criminalità informatica. "Non dobbiamo permettere che i criminali informatici perturbino il nostro uso di internet. Più conosciamo i rischi e il modo in cui proteggerci, più possiamo investire nella nostra vita digitale”, ha aggiunto Cecilia Malmström. Dall’indagine sono inoltre emersi altri dati importanti: Il 53% degli utenti di internet acquista beni o servizi online, il 52% frequenta le reti sociali online, il 48% effettua operazioni bancarie online e il 20% vende beni o servizi online; il 29% non si ritiene in grado di usare internet per effettuare operazioni bancarie o acquisti online; il 59% non si reputa adeguatamente informato sui rischi della criminalità informatica; il 40% è preoccupato della possibilità che qualcuno si appropri o usi indebitamente i suoi dati personali e il 38% dubita della sicurezza dei pagamenti online. A marzo di quest’anno la Commissione ha proposto l’istituzione, nel 2013, di un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica (Ec3) per proteggere i cittadini europei e le imprese dalle crescenti minacce informatiche. Il Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica (Ip/12/317 e Memo/12/221) si concentrerà sulle attività illegali online svolte da gruppi della criminalità organizzata, in particolare sugli attacchi contro i servizi bancari online e altre attività finanziarie online. Studierà inoltre il modo per proteggere meglio i profili dei social network dalle infiltrazioni criminali e fornirà informazioni e analisi alle autorità di contrasto nazionali, che potranno così contribuire a contrastare i furti di identità online, l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori online e gli attacchi informatici contro le infrastrutture nevralgiche e i sistemi d’informazione dell’Unione. Il Centro sarà operativo a gennaio dell’anno prossimo. I preparativi per la sua istituzione presso Europol, all’Aia, sono a buon punto, con la costruzione di un laboratorio per la criminalità informatica, la creazione di circa 30 posti in organico a tempo pieno e il collegamento con gli Stati membri che forniranno esperti al Centro. Negli ultimi mesi Europol ha inoltre aumentato significativamente il suo sostegno pratico alle indagini sulla criminalità informatica negli Stati membri. Nell’ambito dello sviluppo del Centro sono stati istituiti contatti con le unità nazionali di polizia preposte alla lotta contro la criminalità informatica e con i soggetti del settore privato che si occupano di sicurezza informatica e dello sviluppo di software antivirus. A settembre 2010 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva per contrastare i nuovi reati informatici, come gli attacchi informatici su larga scala. La proposta prevede misure concrete, tra cui la perseguibilità penale della creazione e vendita di software maligni e il miglioramento della cooperazione di polizia in Europa. L’obiettivo è rafforzare la risposta dell’Unione alle interferenze informatiche e introdurre nuove circostanze aggravanti e sanzioni penali più severe in modo da far fronte più efficacemente alla crescente minaccia o al verificarsi di attacchi su larga scala contro i sistemi di informazione. A parte tali misure, è giunto il momento che l’Ue vada oltre e definisca una visione più ampia per rafforzare la sicurezza del ciberspazio. In quest’ottica la Commissione e il servizio europeo per l’azione esterna (Seae) stanno elaborando una strategia europea per la sicurezza informatica. Un approccio globale alla sicurezza informatica richiede il coinvolgimento non solo delle autorità pubbliche, ma anche del settore privato, che possiede e gestisce la grande maggioranza delle infrastrutture informatiche. La strategia dovrà riguardare vari settori strategici che possono essere pregiudicati dai rischi e dalle minacce alla sicurezza informatica e comprendere misure volte, tra l’altro, a proteggere le infrastrutture, combattere la criminalità informatica e affrontare aspetti esterni, quali il ruolo del ciberspazio nei movimenti democratici e lo sviluppo delle capacità nei paesi terzi. Link utili Sondaggio Eurobarometro completo, corredato dei risultati per Stato membro http://ec.Europa.eu/public_opinion/archives/eb_special_399_380_en.htm#390  http://ec.Europa.eu/public_opinion/index_en.htm    
   
   
UE: ULTERIORE SUPPORTO CONCRETO PER IL CAMBIAMENTO IN TUNISIA  
 
Tunisi, 10 Luglio 2012 – Di seguito l’ Intervento del commissario Štefan Füle al punto stampa durante la sua visita in Tunisia: ´´ Felice di essere di nuovo qui, per la terza volta da quando sono entrato alla Commissione europea. Oggi sono venuto a discutere su come l´Ue può sostenere la transizione e per fornire risultati concreti. L´europa rimane impressionato dalla rivoluzione tunisina, è stato storico e vogliamo riuscire a raggiungere gli obiettivi della rivoluzione. Che cosa significa in termini di quello che facciamo: per agevolare lo sviluppo economico e per fornire ulteriore sostegno per le riforme e di trasformazione - che definiscono i cambiamenti storici siglato dal popolo per il popolo. Il successo della transizione è però nelle vostre mani e sarà necessario proseguire le riforme politiche ed economiche. Abbiamo avuto discussioni molto bene oggi con il primo ministro e alcuni ministri non solo su come l´Ue potrebbe sostenere la transizione, ma anche su ciò che è l´assistenza concreta che stanno consegnando già. Ho firmato due contratti di finanziamento: a € 20.000.000 programma progettato per migliorare la competitività del settore dei servizi, l´altro, per € 7 milioni di euro per rafforzare il ruolo della società civile in Tunisia. Questo è un contributo concreto al processo di trasformazione. Quando sono arrivato l´anno scorso, abbiamo promesso di aumentare i finanziamenti per la Tunisia di € 150 milioni di tre anni. E infatti ci sono già impegnati i fondi entro la fine di quest´anno. Quindi esiste la possibilità di più. Il nostro finanziamento saranno spesi per il sostegno alle regioni povere, l´accesso alle cure sanitarie, il rinnovamento del quartiere popolare, per citare solo alcuni esempi. La Tunisia è già il maggiore beneficiario del programma Spring. Se le riforme continuare, in grado di mobilitare un sostegno aggiuntivo. E ´attraverso la cooperazione con la Tunisia che ci rivolgiamo al principio "più di più" in strumento pratico per la trasformazione del regime autocratico alla democrazia. Nostro ordine del giorno va ben oltre i soldi. Vogliamo avere tutta una serie di nuovi accordi che aiuteranno la Tunisia a prosperare e creare posti di lavoro e opportunità economiche: Primo : stiamo lavorando su una nuova "partnership privilegiata" e la negoziazione di un nuovo programma d´azione. In secondo luogo , ho appena proposto di rilanciare i negoziati su una serie di accordi commerciali, in particolare quelli per i prodotti agricoli, investimenti e servizi. Questi aprirà le porte al vasto mercato Ue per i prodotti agricoli tunisini, e facilitare gli investimenti Ue in Tunisia. Terzo : abbiamo capito l´importanza del turismo per la Tunisia e la stiamo proponendo un nuovo accordo nel settore del trasporto aereo, che promuovere il turismo e business. In quarto luogo , stiamo proponendo un partenariato per la mobilità che faciliterà lo scambio di persone tra la Tunisia e l´Ue. Infine, siamo desiderosi di intensificare il dialogo politico sulla libertà, la democrazia e le riforme. Ho discusso con i miei omologhi libertà fondamentali, i valori democratici e le riforme, perché è importante che gli ideali della Rivoluzione - la giustizia sociale, rispetto della dignità personale e libertà, può essere raggiunto. Qui l´Unione europea può condividere la propria esperienza diversificata di gestione dei processi di transizione. E c´erano molti esempi, compreso il mio paese, l´ex Cecoslovacchia. Ho anche discusso degli sviluppi del resto della regione, comprese le recenti elezioni in Libia e l´integrazione del Maghreb, per i quali si condividono opinioni molto simili. Noi rispettiamo il popolo tunisino. Vi vedono come un valore vicino. Siete di fronte molte sfide nella trasformazione, ma non siete soli. Il vostro successo sarà di esempio per la regione e il mondo.´´  
   
   
AIUTI AL COMMERCIO PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO: L´UE MANTIENE LA SUA POSIZIONE DI LEADER  
 
 Bruxelles, 10 Luglio 2012 - L´ue ei suoi Stati membri hanno ancora una volta confermato come il più grande fornitore di aiuti al commercio nel mondo, nonostante l´attuale crisi economica, secondo un nuovo rapporto di monitoraggio presentata dalla Commissione europea oggi. In effetti, l´Ue rappresentano circa un terzo del totale degli aiuti a livello mondiale per il commercio nel 2010; mantenere il livello più alto registrato l´anno precedente e pari a circa € 10700000000 commesso. Di assistenza in campo commerciale, l´Ue ei suoi Stati membri avevano già raggiunto il proprio obiettivo 2000000000 €, impegnato nel 2007 nel settore degli aiuti dell´Ue alla strategia commerciale, sia nel 2008 e nel 2009. Aiuto per il commercio aiuta i paesi a sviluppare strategie commerciali, costruire infrastrutture connesse al commercio e migliorare la loro capacità produttiva, al fine di incoraggiare la crescita e ridurre la povertà. Le attività includono aiutare i paesi a costruire la loro capacità commerciale, attraverso la formazione e la cooperazione tecnica, come sostenere le priorità commerciali nazionali, adeguare la legislazione sul commercio e la fornitura di assistenza tecnica per studi su temi legati al commercio. Il rapporto mostra che l´assistenza totale degli scambi correlati raggiunto € 2,6 miliardi nel 2010 e l´Ue ei suoi Stati membri restano i maggiori fornitori, che costituiscono il 60% degli impegni globali. Sub-sahariana continua a essere il principale beneficiario degli aiuti al commercio. Il Commissario allo Sviluppo, Andris Piebalgs ha dichiarato: "Aumentare e migliorare le opportunità commerciali è parte della soluzione verso una crescita inclusiva e sostenibile dei paesi in via di sviluppo, infatti, nessun paese ha mai si è tirato fuori dalla povertà senza il commercio, a livello regionale e internazionale L´ue è.. Impegna a mantenere la sua posizione di leader mondiale per gli aiuti al commercio. Dobbiamo fare in modo che le persone nei paesi più poveri del mondo hanno accesso ai mercati, aiutandoli a guadagnarsi da vivere, creare posti di lavoro ea favorire la crescita come risultato. " Commissario al commercio, Karel De Gucht ha dichiarato: "L´unione europea fornisce più assistenza in materia commerciale allo sviluppo rispetto al resto del mondo messo insieme Questo sottolinea il nostro costante impegno a sostenere l´integrazione dei paesi in via di sviluppo nell´economia mondiale Aid for Trade autorizza gli operatori in via di sviluppo.. Paesi per aumentare il loro commercio verso l´Ue, sfruttando al meglio delle preferenze tariffarie dell´Ue generose. Noi continueremo ad aiutare i paesi in via di sviluppo più bisognosi per ottenere il massimo di mercati aperti e per ridurre la povertà ". La relazione del 2012 - parte di una più ampia Relazione annuale dell´Ue Accountability sul finanziamento dello sviluppo - offre un´ottima occasione per vedere come l´Ue sta aiutando le persone nel mondo in via di sviluppo agli scambi e l´integrazione nell´economia mondiale. All´inizio di quest´anno, la Commissione ha adottato una serie di proposte per rendere gli strumenti commerciali e di sviluppo lavorano mano nella mano per aiutare a ridurre la povertà in tutto il mondo. La Commissione ha proposto una serie di modi per migliorare l´efficacia della politica commerciale dell´Unione europea e dello sviluppo, tra cui la riforma dell´Ue regimi commerciali preferenziali di concentrarsi maggiormente sui paesi più poveri e intensificare i negoziati sugli accordi di libero scambio con partner dei paesi in via di sviluppo, contribuendo ad affrontare il reale ostacoli agli scambi.  
   
   
BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI SI IMPEGNA A FINANZIARE 550 NUOVE AULE IN TUTTA L´IRLANDA  
 
Bruxelles, 10 luglio 2012 - La Banca europea per gli investimenti il 6 luglio ha formalmente accettato di fornire 100 milioni di euro al governo irlandese per gli investimenti di capitale nelle scuole di tutta l´Irlanda per i prossimi 2 anni. L´iniziativa è stata lanciata a Dublino da Ruairí Quinn, Td, ministro per l´Istruzione e le competenze e la Presidente della Banca europea per gli investimenti Werner Hoyer. Il programma si baserà più di 550 nuove aule, e coinvolgere ammodernamento e la costruzione in 35 scuole primarie e 12 secondarie. I 25 anni di prestito della Banca europea per gli investimenti, il lo -ng termine istituto di credito dell´Unione europea, farà parte del governo irlandese Eur programma di espansione della scuola 219m ad essere gestito dal Department of Education and Skills Ruairí Quinn, Td, ministro dell´istruzione e della formazione ha detto: "Il finanziamento che devono essere fornite dalla Bei sosterrà l´attuazione del programma di costruzione di cinque anni che ho annunciato all´inizio di quest´anno. Il prestito a lungo termine offre un più efficiente e conveniente attraverso il finanziamento di tale programma di quanto sarebbe altrimenti possibile. Si tratta di un risultato estremamente positivo ed è una buona notizia per il contribuente, per non parlare di alunni e insegnanti in tutta la nazione. " "Senza una buona educazione, i bambini europei non saranno in grado di competere in un´economia globale. Questo nuovo finanziamento, di fornire migliaia di nuovi posti nelle scuole irlandesi, provvederà direttamente a favore dei bambini in tutta l´Irlanda e migliorare la qualità della loro educazione. La Banca europea per gli investimenti è lieta di collaborare strettamente con il Department of Education and Skills per far fronte alla pressante necessità di aumentare la capacità della scuola in Irlanda per soddisfare l´aumento del numero di allievi. ", Ha detto il presidente della Banca europea per gli investimenti Werner Hoyer. Il sistema migliorerà in modo significativo le condizioni di insegnamento e di fornire nuove strutture per un 15.500 alunni delle elementari e 6.650 studenti della scuola secondaria. Capacità di iscrizione è necessario alzare dato il baby boom negli ultimi dieci anni e la necessità prevista per 70.000 posti scolastici aggiuntivi nel corso dei prossimi sette anni. Il programma di investimenti della scuola si concentrerà sulla garantire ulteriore capacità in aree di rapida crescita della popolazione sulla base delle proiezioni del Dipartimento della Sezione pianificazione Forward Education. Opere di costruzione sostenuto dall´iniziativa avviata nel mese di gennaio e si dovrebbe essere completato entro dicembre 2014. Il finanziamento è stato concordato con il Tesoro Nazionale di amministrazione dell´Agenzia, dell´Ntma, che agisce per conto dello Stato irlandese come per tutti i prestiti dello Scacchiere. Il Department of Education and Skills si managethe programma di costruzione e sorvegliare il funzionamento delle scuole. Un alto livello della Banca europea per gli investimenti è a Dublino per una visita ufficiale di due giorni. Ciò include incontri con il Primo Ministro ei ministri delle Finanze, la spesa pubblica e della riforma e l´educazione.  
   
   
FONDO SOCIALE UE, IN LOMBARDIA SI STUDIA UNA NUOVA PROGRAMMAZIONE  
 
Milano, 10 luglio 2012 - Si è svolto a Palazzo Lombardia il secondo seminario ristretto ´Per una diversa programmazione del Fse: nuove sfide per il 2014-2020´. L´incontro è stato aperto ieri mattina dagli assessori regionali Valentina Aprea (Istruzione, Formazione e Cultura) e Gianni Rossoni (Occupazione e Politiche del lavoro). Obiettivo dei lavori quello di continuare il confronto tra Commissione Europea, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Autorità di Gestione regionali sulla prossima programmazione Fse (Fondo Sociale Europeo). Condizioni Di Occupabilità Per Giovani E Over 50 - "Come previsto dal Documento Strategico Annuale di Regione Lombardia per il 2013, in fase di approvazione - ha detto l´assessore Rossoni - ci troviamo in un contesto in cui permangono gli elementi di un quadro macroeconomico che stanno determinando la progressiva diminuzione delle condizioni di occupabilità in particolare verso giovani e over cinquanta. Nonostante nella nostra regione i livelli di istruzione siano più elevati rispetto a quelli di altre regioni europee, i nostri ragazzi entrano tardi in contatto con il mondo del lavoro e rischiano di finire intrappolati ed in condizioni di aticipità. Accanto alle nuove leve, troviamo qui lavoratori, prossimi alla pensione, che rappresentano un secondo elemento di criticità reso ancor più grave dalla ristrutturazioni aziendali e dalla recente revisione per le regole della pensione. Infine, il sistema attrae mano d´opera di origine straniera, a bassa qualificazione, senza però riuscire ad attrarre capitale umano di alto profilo". Valorizzare Al Meglio Le Risorse - L´assessore Aprea ha sottolineato l´importanza del seminario per promuovere una riflessione tra le istituzioni sulle sfide future del Fondo Sociale Europeo e sull´opportunità di valorizzare le risorse della programmazione europea in vista del prossimo contesto sociale ed economico. "Il difficile contesto sociale ed economico in cui si attuerà la prossima programmazione - ha detto - rischia di aggravare le difficoltà di attuazione dei programmi. Per questo occorre fare una certa riflessione in maniera che si creino le condizioni affinché le risorse a disposizione siano valorizzate al meglio. L´europa deve essere in grado di competere al meglio con le potenze emergenti sul mercato globale e per questo mette a disposizione ingenti somme che ammontano complessivamente, per i cinque Fondi strutturali previsti per il 2014-2020, a circa 336 miliardi di euro (di cui 84 per il Fse), un terzo del bilancio dell´Unione europea". Tirocinio E Apprendistato Per I Giovani - "Le prossime risorse, provenienti dal Fondo Sociale Europeo - ha spiegato Gianni Rossoni - dovranno sostenere un adeguato e trasparente matching tra domanda e offerta di lavoro attraverso politiche integrate di istruzione e lavoro, sostenere l´occupabilità dei giovani attraverso il rafforzamento di percorsi di tirocinio e apprendistato ma anche dare sostegno a quei lavoratori colpiti dalla crisi, proseguendo e valorizzando l´esperienza già realizzata nella corrente programmazione. Una ricetta che non parte da zero ma al contrario viene da un´esperienza pregressa che ha portato negli anni a concrete azioni mirate verso i lavoratori". Premi A Regioni Virtuose - "La nuova programmazione - ha detto in conclusione Valentina Aprea - è orientata, rispetto al passato, all´individuazione di pochi obiettivi che siano chiari, raggiungibili e di sicuro impatto e indirizzati alla maggior integrazione tra fondi diversi e ad un ruolo maggiore delle regioni che possa portare ad avere una programmazione che riconosca gli effettivi bisogni. Un passo importante è stato quello di avere una quota di riserva, del 5%, per premiare le regioni più virtuose che raggiungono gli obiettivi. Non va dimenticato il tema della semplificazione soprattutto per quanto riguarda la gestione e l´attuazione delle attività e utilizzo di sistemi informativi efficienti".  
   
   
INGEGNERIA FINANZIARIA, TOSCANA: UNO STRUMENTO ESSENZIALE PER LO SVILUPPO  
 
 Firenze, 10 luglio 2012 - “Gli strumenti di ingegneria finanziaria rappresentano per la Regione Toscana uno strumento fondamentale e una sfida per il futuro. In primo luogo perchè utilizzano i fondi strutturali che, a fronte di una crescente difficoltà a reperire risorse e dei tagli imposti dalle manovre del governo sono, anche per i prossimi anni, l’unica leva di cui disporre per dare una risposta alle esigenze delle imprese e sostenere lo sviluppo. Per questo pensiamo siano da valorizzare ed utilizzare al massimo, non solo per finanziare il sistema produttivo, ma anche per il finanziamento delle opere pubbliche”. Così l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha affrontato il tema dell’ingegneria finanziaria nelle sue conclusioni al seminario promosso dalla Regione al Palaffari su “Strumenti di ingegneria finanziaria nella futura politica di coesione e riforma degli incentivi”. Un appuntamento che ha visto un confronto ai massimi livelli con la presenza, fra gli altri, di rappresentanti della Commissione europea, del ministero dello sviluppo economico, della Cassa depositi e prestiti. La gravità della crisi in atto, l’aumentato fabbisogno di credito da parte delle aziende a fronte di crescenti restrizioni nell’erogazione da parte delle banche, hanno stimolato lo sviluppo di strumenti finanziari nuovi e di soluzioni creative come quelli cosiddetti di “ingegneria finanziaria” per fare fronte alle necessità delle imprese toscane. “La Toscana si è particolarmente distinta – ha detto Simoncini – nella capacità di utilizzo di questo strumento, uno strumento che si è rivelato tanto più importante a fronte del sostanziale blocco del sistema creditizio. E’ una sfida che vogliamo continuare a sostenere anche per il futuro e per questo abbiamo chiesto alla Commissione europea di riformulare le norme e le procedure, che dovranno essere all’insegna di un maggior rigore e serietà, ma anche di facile utilizzo e procedure snelle”. L’assessore ha ricordato il ruolo centrale dei fondi europei e in particolare del Por Creo, la programmazione toscana del Fesr per gli anni 2007-2013, che destina una parte delle risorse proprio all’ingegneria finanziaria. In particolare, a supporto delle imprese, sono state previste tre diverse tipologie: fondi per capitali di rischio, fondi di garanzia e fondi per l’acquisizione di mutui. La Toscana è stata inoltre fra le prime regioni a utilizzare le risorse del Fesr per creare fondi rotativi, consentendo così l’abbandono dei contributi a fondo perduto. Ma se il Fesr rappresenta la leva principale e già si sta lavorando alla futura programmazione dei fondi 2011-2015, la Regione Toscana aveva già previsto già nel Prse 2007-2010 interventi di questo tipo, che sono stati riconfermati nel Prse 2011-2015. Qualche numero per dare l’idea dei buoni risultati raggiunti: per quanto riguarda gli interventi di garanzia, con i due fondi Emergenza economia (circa 90 milioni di euro di cui 33 milioni di risorse Fesr), dal 2009 ad oggi si è consentito un flusso di credito pari a 1 miliardo e 370 milioni, interventi accompagnati da un protocollo d’intesa con oltre 60 banche, che verrà presto rinnovato con un plafond complessivo di ulteriori 400 milioni. L’assessore ha poi ricordato strumenti come il Fondo rotativo, la principale forma di agevolazione per artigianato, industria, cooperazione che, oltre ad essere alimentato da risorse Fesr, si rialimenta grazie ai rientri dei fondi erogati. Attualmente dispone di circa 150 milioni per l’artigianato, 100 milioni per l’idustria e 18,5 milioni per la cooperazione. C’è poi il fondo Toscana Innovazione, con 44 milioni di dotazione, per il sostegno attraverso la partecipazione al capitale di rischio di imprese e ci sono le risorse per il sostegno dei Confidi: un bando attualmente in fase istruttoria mette a loro disposizione circa 5,5 milioni di euro per la concessione di garanzie alle imprese a titolo gratuito.  
   
   
GESTIONI ASSOCIATE, PER I COMUNI CON MENO DI 10 MILA ABITANTI  
 
Treno, 10 luglio 2012 - Sette giorni fa l´importante passaggio ratificato dal Consiglio delle autonomie, il 6 luglio l´approvazione, in Giunta provinciale, dei criteri e delle modalità di attuazione: le gestioni associate obbligatorie mediante le Comunità sono realtà. Mauro Gilmozzi, assessore all’urbanistica, enti locali e personale della Provincia autonoma di Trento, esprime la sua soddisfazione "per l’importante passaggio: le gestioni associate per i Comuni con meno di 10 mila abitanti sono una delle architravi della riforma istituzionale. In un momento nel quale la spending review e un buon uso delle risorse sono, giustamente, al centro dell’attenzione, il parere favorevole dell’organismo di rappresentanza di Comunità e Comuni, in tema di gestioni associate a livello territoriale, ha rappresentato un momento importante per l’intero tessuto dell’Autonomia. Oggi con il via libera in Giunta questo momento assume pienezza istituzionale ed indica una delle strade lungo le quali la nostra Autonomia può camminare verso la costruzione del terzo Statuto. La mia soddisfazione è anche per l’approdo positivo di un percorso di concertazione al quale abbiamo legato importanti obiettivi di efficientamento e contenimento della spesa della pubblica amministrazione.” L´avvio delle gestioni associate, a livello di Comunità, riguarda le attività e i compiti in materia di entrate, contratti e appalti di lavori, servizi e forniture e tecnologie dell’informatica (Ict). Le gestioni associate avranno decorrenza dal primo gennaio del 2013. Ricordiamo che il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole anche sul progetto di sperimentazione nella gestione delle attività in materia di manutenzione delle strade statali e provinciali ed in materia di lavori forestali. La sperimentazione, che avrà la durata minima di un anno, interesserà le Comunità di Primiero, delle Giudicarie e della Valsugana e Tesino ed ha lo scopo di verificare i presupposti necessari nonché le modalità ottimali per l’eventuale decentramento a livello di Comunità di attività e compiti fino ad ora svolti dalla Provincia. “Il varo definitivo delle gestioni associate – aggiunge l´assessore Gilmozzi - rappresenta un passaggio di fondamentale importanza per l’attuazione delle previsioni contenute nel protocollo di finanza locale e nella legge finanziaria provinciale per l’anno 2012. Previsioni che individuano i settori di attività comunale oggetto di riorganizzazione in ambiti territoriali e che puntano ad una razionalizzazione complessiva. Di questa razionalizzazione fanno parte un contenimento dei costi, una maggior valorizzazione e specializzazione delle risorse umane dedicate alle attività, un miglioramento dei servizi ai cittadini e alle imprese, anche grazie a nuove modalità di interazione, più snelle ed efficaci, con l’amministrazione nonché una riduzione delle attività a basso valore aggiunto, quello che oramai nel linguaggio comune sono definite “back office”. Quello che è stato approvato è anche lo strumento che consentirà un maggior coordinamento di tutti i livelli istituzionali, chiamati, sempre di più, ad operare “a rete” e a mettere a fattor comune risorse ed eccellenze". Dopo la tappa di oggi il passaggio successivo sarà quello del suggello formale e conclusivo con l’intesa tra la Giunta provinciale ed il Consiglio delle autonomie. Le gestioni associate avranno decorrenza dal primo gennaio del 2013. Per questo nei prossimi mesi proseguirà in modo intenso l´attività di costruzione dei modelli organizzativi più adeguati alle caratteristiche e alle specificità di ciascun territorio, per la gestione di tali attività. La nuova organizzazione verrà definita dagli enti interessati con il supporto della Provincia. Entro il 31 ottobre 2012, sulla base degli approfondimenti, lo schema di convenzione per l´avvio delle gestioni associate dovrà poi essere approvata da parte della Giunta di ciascuna Comunità, d’intesa con la Conferenza dei Sindaci; entro il 31 dicembre 2012 le singole convenzioni dovranno poi essere sottoscritte da Comuni e Comunità. Nella stessa seduta il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole anche sul progetto di sperimentazione nella gestione delle attività in materia di manutenzione delle strade statali e provinciali ed in materia di lavori forestali. La sperimentazione, che avrà la durata minima di un anno, interesserà le Comunità di Primiero, delle Giudicarie e della Valsugana e Tesino ed ha lo scopo di verificare i presupposti necessari nonché le modalità ottimali per l’eventuale decentramento a livello di Comunità di attività e compiti fino ad ora svolti dalla Provincia. Scheda / Gestioni Associate Obbligatorie. Criteri e modalità di svolgimento - Rapporti Tra Comuni E Comunita’ Per La Gestione Dei Servizi Associati Obbligatori - L’articolo 8 bis della legge provinciale 27 dicembre 2010, n. 27, come modificata un anno dopo dalle legge 18, disciplina le gestioni associate obbligatorie mediante le Comunità. In particolare prevede che i Comuni e le unioni di comuni con popolazione inferiore ai diecimila abitanti esercitino obbligatoriamente in forma associata, mediante le Comunità di appartenenza o accordi tra più Comunità, i compiti e le attività connessi ai servizi e alle funzioni amministrative in materia di entrate, contratti e appalti di lavori servizi e forniture, informatica. Tale disposizione prevede il mantenimento in capo ai Comuni della titolarità delle funzioni da gestire in forma associata e assegna alle Comunità il compito di gestire le medesime funzioni; ciò per salvaguardare l’identità delle collettività locali, garantendo nel contempo le stesse opportunità e livelli minimi di servizio per tutti i cittadini. Il ruolo delle Comunità nell’erogazione dei servizi comunali è pertanto quello di coordinare e supportare i Comuni nell’erogazione dei servizi avvalendosi in particolare delle risorse umane già esistenti sul territorio, valorizzandone le competenze e la specializzazione senza duplicazioni e sovrapposizioni di ruoli e responsabilità. La Comunità, alla quale è attribuito il ruolo di ente capofila della gestione associata, esercita le competenze pubbliche alla stessa conferite dagli enti associati, con la possibilità di porre in essere anche atti a rilevanza esterna, con una competenza estesa sull’intero territorio degli enti associati. L’attività svolta dal servizio associato continua ad essere giuridicamente imputabile ai comuni convenzionati, i quali mantengono la titolarità della funzione amministrativa per la quale è prevista la gestione in forma associata. Le gestioni associate sono svolte a seguito di convenzione stipulata tra i Comuni e le Comunità. Nell’ambito della convenzione sono individuati gli strumenti di coordinamento e di rappresentatività dei Comuni sui diversi domini decisionali e definiti i ruoli e le responsabilità del responsabile del servizio e degli eventuali altri attori che partecipano all’erogazione del servizio. A tali accordi possono partecipare anche le amministrazioni comunali di maggiori dimensioni che non sono tenute obbligatoriamente ad aderire; ciò per garantire una maggiore razionalizzazione del sistema pubblico provinciale e la valorizzazione di tutte le risorse già esistenti sul territorio. Tipologia Di Servizi Da Gestire In Forma Associata Servizio Entrate - L’obbligo di gestione associata in materia di entrate riguarda le entrate di natura tributaria ed extra-tributaria non derivanti dalla gestione del patrimonio (sono escluse ad esempio le entrate relative alla riscossione dei canoni di affitto/locazione di immobili di proprietà comunale). Le entrate considerate sono quelle che tipicamente richiedono attività di gestione operativa in capo al Comune (che le esercita anche mediante l’esternalizzazione del servizio) e quelle che apportano il maggior gettito medio (a livello provinciale). La gestione associata deve riguardare pertanto almeno le seguenti entrate: Imposta municipale propria (Imup) e, per le attività di accertamento fino all’anno 2011, l’imposta comunale sugli immobili (Ici); Tariffa di igiene ambientale (Tia) e, per la residua attività di accertamento, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu); Tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap) e canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (Cosap); Imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni (Icp/pa) e canone sostitutivo della pubblicità; Tariffe collegate al ciclo dell’acqua (acquedotto, fognatura e depurazione); Nuove entrate comunali, comunque denominate, individuate in aggiunta e/o in sostituzione delle entrate sopra rappresentate (Tributo comunale sui rifiuti e servizi – Res, Imposta municipale secondaria – Imus, …). Servizio Contratti E Appalti Di Lavori, Servizi E Forniture - La gestione associata territoriale ha per oggetto la gestione degli appalti di lavori pubblici e l’acquisizione di beni e prestazioni di servizi. Appalti Di Lavori Pubblici - La gestione associata obbligatoria gestisce operativamente i procedimenti relativi: alle gare ad evidenza pubblica (procedure aperte e ristrette sopra e sotto soglia Ue), alle procedure negoziate, al sistema dell’economia (cottimo e amministrazione diretta). Al fine di garantire una maggiore flessibilità agli enti partecipanti al servizio associato, gli affidamenti diretti possono essere gestiti direttamente dalle amministrazioni comunali. Le attività da svolgere in gestione associata fanno riferimento in particolare alla stesura della documentazione amministrativa relativa al procedimento di gara, alla gestione delle attività operative inerenti il medesimo procedimento, al supporto tecnico alla gestione dei precontenziosi e/o alla risoluzione di controversie con le imprese. Su base volontaria i Comuni potranno comunque affidare alla Comunità tutti i procedimenti di propria competenza. Acquisizione Di Beni E Prestazioni Di Servizi - La gestione associata obbligatoria gestisce operativamente tutti i procedimenti relativi alle gare ad evidenza pubblica sopra e sotto soglia Ue con esclusione, nella fase di avvio, della trattativa privata di cui all’articolo 21 della L.p. 23/1990. Restano in ogni caso di competenza dei Comuni tutte le procedure connesse agli affidamenti diretti. Alla gestione associata del servizio contratti e appalti possono in ogni caso essere affidate, in via facoltativa, eventuali ulteriori attività sulla base delle esigenze di ciascun territorio. Servizio Informatica - Le attività di gestione associata riguardano; Pianificazione e programmazione degli interventi Ict in una logica di sistema ed efficientamento, con la raccolta e l’aggregazione dei fabbisogni Ict, l’identificazione e la razionalizzazione delle scelte tecniche e organizzative (standardizzazione delle strumentazioni/soluzioni Ict sul territorio e sistemi di interconnessione tra gli enti partecipanti); Supporto ai processi di approvvigionamento di beni e servizi Ict ai fini dell’ottimizzazione delle risorse informatiche esistenti e della razionalizzazione degli acquisti dei servizi e delle forniture - software e hardware - inerenti la strumentazione informatica degli enti associati; Gestione dei beni e servizi Ict per tutti gli enti aderenti: supporto tecnico di base ai Comuni alla risoluzione di problematiche nell’operatività delle soluzioni applicative e tecnologiche, gestione delle progettualità in ambito Ict, monitoraggio e controllo dei servizi erogati, formazione di base e specialistica, supporto specialistico in materia di adempimenti normativi (es. Sicurezza e privacy). Termini - I Comuni, le Unioni di Comuni e le Comunità danno avvio alla gestione associata dei compiti e delle attività relativi ai servizi entrate, contratti e appalti, informatica, nel rispetto dei seguenti termini: - Entro Il 31 Ottobre 2012 approvazione dello schema di convenzione da parte della Giunta della Comunità d’intesa con la Conferenza dei Sindaci; - Entro Il 31 Dicembre 2012 le convenzioni devono essere sottoscritte dagli enti partecipanti; il giorno 1 gennaio 2013 è individuato quale termine entro il quale avviare le gestioni associate obbligatorie; Durata Minima Della Convenzione - Le gestioni associate sono obbligatorie e pertanto la durata delle stesse, considerata dall’ordinamento dei comuni quale elemento essenziale per la stipula della convenzione, non può risultare inferiore a 10 anni da rinnovare alla scadenza. Organismo Rappresentativo Degli Enti Partecipanti - La convenzione deve prevedere l’individuazione di un organismo di governo della gestione associata composto dai Sindaci dei Comuni partecipanti e dal Presidente della Comunità. Tale organismo assume le funzioni di indirizzo, di programmazione e di controllo della gestione associata come previsto dalla convenzione. Dotazione Di Personale - La convenzione deve definire la dotazione di personale necessaria per l’esercizio delle attività gestite in forma associata. La struttura amministrativa deve essere composta da personale messo a disposizione dalle amministrazioni partecipanti all’accordo in particolare quello destinato ai medesimi compiti presso l’ente di appartenenza. Il personale viene assegnato alla Comunità di riferimento nelle forme consentite dalla vigente legislazione. Il personale mantiene: - il “rapporto organico” (o di impiego) con l’ente di rispettiva appartenenza; - il “rapporto funzionale” (o di servizio) nei confronti di tutti gli enti associati indipendentemente dall’ente di appartenenza. Ciascuna gestione associata deve essere coordinata operativamente da un responsabile, individuato dalla Comunità d’intesa con l’organo di governo del servizio associato, dotato di autonomia decisionale sugli ambiti tecnici ed operativi di propria competenza. Coinvolgimento Delle Organizzazioni Sindacali - L’attuazione del nuovo modello organizzativo vedrà il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali sulla base di quanto previsto dai vigenti contratti collettivi e dagli accordi sottoscritti.  
   
   
SPENDING REVIEW, ZAIA: BASTA GIOCHINI. ANCHE SULLA GIUSTIZIA IL GOVERNO PERDE UN’OCCASIONE. IL VENETO FUORI MERCATO DI FRONTE AI PARTNER INTERNAZIONALI  
 
Venezia, 10 luglio 2012 - “Lo ripeto: siamo in prima fila nel chiedere una disciplina rigorosa ed efficace sui bilanci pubblici. Ciò che presiede le scelte del Governo Monti, invece, è la cecità del taglio lineare, tanto semplice quanto dannosa per le economie virtuose. Anche sulla giustizia il Governo ha usato cesoie che metteranno in ginocchio l’imprenditoria e il tessuto economico sano di una regione come il Veneto. Non stiamo facendo giochini sui piccoli tribunali. La verità è che siamo in imbarazzo e fuori mercato rispetto alla competitività in materia di giustizia dei nostri grandi partner internazionali: la Baviera, la Carinzia, la Slovenia in prima fila.” Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, interviene sui tagli contenuti all’interno del provvedimento sulla spending review. “Non basta tagliare – spiega il Presidente – sedi giudiziarie se non si tiene conto che ci sono Corti d’appello civili che fanno trascorrere 5 anni da una udienza all’altra. Non basta proclamare il risparmio se non si ripensano i carichi di lavoro dei magistrati in funzione dei territori in cui operano. Non basta privare di giudici e di procure i territori se non si mette mano ad una rivoluzione informatica della giustizia.” “Intanto che si fa scorrere il sangue dei cittadini – continua il Governatore – in settori vitali come la sanità e la giustizia, un qualunque imprenditore che chieda il recupero di un credito o il ristoro di un danno subito, continua ad attendere lustri fino ad avere non più la giustizia, ma la pallida idea di cosa dovrebbe essere il rispetto della legge in un Paese civile.” “Il Veneto – conclude il Presidente – delle piccole e medie imprese, il Veneto degli artigiani, il Veneto delle partite Iva, il Veneto che lavora per i tanti territori cui continua a distribuire il frutto del proprio sudore ancora una volta viene tradito dal Governo nazionale, ancora una volta disinteressato rispetto alle questioni reali di cui dovrebbe occuparsi.”  
   
   
"COMBATTIAMO LA CRISI SOSTENENDO CRESCITA E OCCUPAZIONE": È IL TITOLO DEL CORSIVO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA, VASCO ERRANI, PUBBLICATO OGGI SUL SITO WEB PRESIDENTERRANI.IT  
 
 Bologna, 10 luglio 2012 - "Ricostruzione: solidarietà e trasparenza": è il titolo del corsivo del presidente della Regione Emilia-romagna, Vasco Errani, pubblicato sul sito web presidenterrani.It. Di seguito il testo del corsivo: “Continuano, si moltiplicano le occasioni di solidarietà per sostenere le nostre terre gravemente ferite dal sisma. Iniziative grandi e piccole, dai concerti o eventi di spettacolo alle mille proposte individuali, sempre generose e preziose, di persone decise a dare una mano. Dappertutto, non solo in Emilia Romagna e non solo in Italia. L’ho sempre detto e voglio ripeterlo: sta emergendo in questi giorni un tratto umano e qualitativo veramente straordinario, un vero motore che ci può aiutare a ripartire e ricostruire. E’ una spinta che non dobbiamo disperdere perché ricostruire non è solo un problema di mattoni ma anche di rapporti umani, identità, di rispetto della legalità, di rilancio del valore della comunità: tutti fattori vitali da tutelare per evitare limiti e rischi anche gravi già visti in altre occasioni. La trasparenza e la tracciabilità delle risorse così raccolte saranno i principi sui quali lavorare, perché le donazioni sono importanti e chi dona ha il diritto di sapere dove e come vengono impiegati i denari. Questo è l’obiettivo che vogliamo raggiungere: destinazioni e utilizzi chiari, in accordo con i Comuni che sono chiamati a definire le loro priorità in un sistema condiviso, per progetti relativi alle scuole, ai beni pubblici, ai beni culturali e artistici, alle strutture sociali e sanitarie. Un incrocio, fra donazioni e utilizzi, che vogliamo sia del tutto verificabile in rete, con una principio di partecipazione pubblica, oltre ovviamente ai controlli amministrativi necessari. Vogliamo insomma aprire una strada nuova perché pensiamo che sia la strada più giusta e che possa dare buoni frutti anche quando si spegneranno i riflettori ma ci saranno ancora problemi e disagi. E’ un percorso difficile, ma possiamo e dobbiamo farlo”.  
   
   
BURLANDO, FIRMATO IL PROTOCOLLO DI INTESA ANTI CRISI: “UN AIUTO ALLE IMPRESE E ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ IN UN MOMENTO CRITICO PER IL PAESE“  
 
 Genova, 10 Luglio 2012 - "Abbiamo firmato l´accordo di oggi insieme all´Agenzia delle Entrate per affrontare i numerosi casi di imprese in difficoltà col fisco in questo momento così critico per la regione e per il Paese. Ovviamente questo non è un modo per aiutare politiche elusive o evasive, ma è il modo per aiutare chi è in difficoltà con rateizzazioni, compensando magari debiti e crediti con lo Stato, e aiutando un settore dell´economia come quello delle piccole e medie imprese che soffre la crisi in modo drammatico". Lo ha detto ieri il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando in occasione della firma del protocollo di intesa a favore delle piccole e micro imprese in crisi insieme ad Agenzia delle Entrate, Equitalia, Commissione regionale Abi, Unioncamere liguri, Associazioni regionali delle imprese, Associazioni regionali dei consumatori e degli utenti. La firma odierna conclude il percorso iniziato da Burlando attraverso gli incontri con Agenzia delle entrate, Equitalia, Camere di commercio liguri e Abi per individuare le iniziative da mettere in campo congiuntamente per non lasciare soli i piccoli imprenditori che rischiano di abbandonare la loro attività non trovando soluzioni per resistere alla crisi.  
   
   
DEBITI IMPRESE, LIGURIA: AL VIA ACCORDO OPERATIVO PER ATTENUARE DISAGIO IMPRESE E FAMIGLIE FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE LIGURIA, AGENZIA DELLE ENTRATE, EQUITALIA, ABI, UNIONCAMERE LIGURI, ASSOCIAZIONI REGIONALI DELLE IMPRESE, ASSOCIAZIONI REGIONALI DEI CONSUMATORI E DEGLI UTENTI  
 
 Genova, 10 Luglio 2012 - "L´accordo di oggi rappresenta un passo ulteriore per andare incontro alle esigenze delle micro e piccole imprese e dei cittadini in difficoltà nel pagare i debiti". Lo ha detto l´assessore regionale allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli ieri nel presentare l´intesa tra gli Enti che segue l´accordo di maggio tra il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e Equitalia per attenuare il disagio di migliaia di imprese in difficoltà e di famiglie debitrici. "Questi due mesi – ha spiegato l´assessore Guccinelli – sono serviti per dare il via a due delle iniziative previste: gli sportelli amici presso le sedi di Equitalia in ciascuna delle quattro province liguri, con il compito di informare e supportare l´imprenditore nell´analisi delle problematiche e nell´attivazione delle misure necessarie e il fondo di garanzia per un ammontare complessivo di 3 milioni di euro di risorse regionali, in grado di movimentare 15 milioni di finanziamenti bancari". Il fondo rivolto alle micro e piccole imprese liguri, a garanzia dei mutui stipulati con le banche, prevede un ammontare massimo di 25.000 euro ad impresa e potrà essere applicato in via prioritaria alle aziende che ne faranno richiesta, in situazioni di difficoltà economica con il pagamento degli oneri nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia o per il Durc, il documento unico di regolarità contributiva. "L´intesa - ha continuato l´assessore Guccinelli - prevede inoltre l´attivazione di misure di compensazione tra debiti e crediti di impresa verso il sistema regionale allargato e in particolare verso il sistema sanitario ligure. A questo proposito stiamo definendo le procedure di certificazione del credito e le convenzioni con le banche che aderiranno". Una volta certificato il credito il fornitore potrà scegliere se ottenere il pagamento dovuto nei tempi dell´amministrazione o se ricevere subito dalle banche, con cui verranno stipulati gli accordi, la liquidazione scontata della somma. Infine una quarta misura, messa a punto a seguito delle richieste delle associazioni dei consumatori, prevede di favorire le famiglie più bisognose e i singoli che hanno debiti con l´erario per aiutarli nelle loro difficoltà.  
   
   
IL GOVERNO NEMICO DEI PICCOLI COMUNI  
 
Torino, 10 luglio 2012 - Nell’intervento svolto il 6 luglio ad Arona all’assemblea dei piccoli Comuni organizzata dall’Anci, il presidente Roberto Cota ha sostenuto che “il Governo si sta dimostrando particolarmente ostile verso i piccoli Comuni. Dall´introduzione dell´Imu, che va sostanzialmente a Roma, fino a quest´ultima disposizione sul personale che non tiene conto del numero effettivo di dipendenti in rapporto alla popolazione o alle esigenze del territorio, il Governo centrale taglia linearmente, colpendo ingiustamente chi è più virtuoso. La situazione si aggraverà ulteriormente con l´introduzione del patto di stabilita´ per i piccoli Comuni, una disposizione assurda soprattutto per queste realtà”. "Noi come Regione - ha puntualizzato Cota - siamo andati nella direzione opposta, regionalizzando il patto di stabilità, offrendo così più ossigeno a tutte le amministrazioni. Nel contempo abbiamo promosso e premiato la gestione associata delle funzioni dei Comuni senza toccare la loro identità, che è patrimonio irrinunciabile del Piemonte”´ “Il piccolo Comune - ha concluso il presidente - non è un centro soltanto di vita amministrativa, ma è un presidio sul territorio. Basti pensare a quello che fanno i sindaci e gli amministratori delle piccole realtà, fanno di tutto oltre ad amministrare, sono il vero punto di riferimento della gente. Quello che vedo oggi è purtroppo un sistema che mette sempre di più in difficoltà gli amministratori locali, tentando di scaricare sugli altri delle responsabilità che invece sono del Governo centrale, che dovrebbe fare quelle riforme che sono veramente necessarie, come ridurre i costi della macchina dello Stato, che da novembre ad oggi ha invece aumentato ancora i costi. Con gli enti locali,invece, si usa l’accetta, a cominciare dai piccoli. Io spero che anche da questo convegno possa uscire una legittima voce dal territorio: io non so quanto ci ascolteranno da Roma, ma è meglio che tra di noi incominciamo veramente a fare squadra il più possibile, perché questo è anche un modo per affrontare e risolvere insieme tanti problemi concreti”. N mattinata l’assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia, aveva invece relazionato alla I Commissione del Consiglio regionale sul Patto di stabilità 2012 e sulla revisione della spesa della Regione, così come previsto dalla manovra finanziaria regionale approvata nel maggio scorso. In particolare Quaglia ha relazionato sui nuovi criteri per la regionalizzazione del Patto di stabilità: “Quest’anno la Regione metterà a disposizione degli enti locali piemontesi 100 milioni di euro, che verranno ripartiti in modo tale da garantire ai Comuni in difficoltà il rispetto degli obiettivi imposti dal Patto. La novità riguarda alcuni criteri di ripartizione, redatti insieme ai rappresentanti delle autonomie locali indicati dal Cal. Per la suddivisione del plafond, le risorse terranno conto principalmente della quota dei residui passivi dei Comuni, degli investimenti fermi nell’edilizia scolastica e per la restante parte sulla base delle risorse bloccate sui fondi per le aree sottoutilizzate. Anche quest’anno, grazie alla regionalizazzione del Patto di stabilità messo in atto dalla Giunta Cota, il Piemonte darà grande attenzione agli enti locali, consentendo loro di sbloccare i pagamenti alle aziende”. L’assessore ha inoltre illustrato alla Commissione il metodo impostato dell’esecutivo per la presentazione, prevista dalla manovra finanziaria regionale, del programma di rimodulazione e revisione della spesa storica regionale: “Si è trattato del primo confronto sul metodo e le azioni che come amministrazione vogliamo portare avanti per ottenere gli obiettivi di razionalizzazione e di riduzione della spesa a carico del bilancio regionale. Questo processo deve passare attraverso il coinvolgimento delle direzioni e delle strutture regionali per eliminare gli sprechi, dare innovazione nell’organizzazione e valutare gli impatti delle politiche regionali che non generano benefici al cittadino, o sono inferiori ai costi di produzione. Tutto questo è stato predisposto come un percorso che può semplificare la burocrazia e alleggerire i costi dell’ente”.  
   
   
ZAIA SULLE CITTA’ METROPOLITANE: E’ UN BLITZ ANTIDEMOCRATICO, ROMA CERCA LA RISSA  
 
Venezia, 10 luglio 2012 - “Ho con il sindaco Orsoni un’ottima relazione istituzionale e sono certo che lui sarà il primo a rendersi conto che Venezia e Cintocaomaggiore hanno davvero poco a che spartire e che solo chi, a Roma, sia digiuno di territorio, di chi nulla sa del Veneto può pensare a un’area metropolitana così come la disegna il provvedimento del Governo. Non posso che sottolineare come si stia configurando un vero e proprio blitz antidemocratico e che tutto ciò sta avvenendo nei confronti di quella Venezia che con Roma non ha mai avuto buone relazioni: difficile non concludere che Roma stia cercando la rissa”. Lo afferma Luca Zaia Governatore del Veneto. “La città di Venezia - continua - non è sovrapponibile, per storia, economia, composizione sociale del territorio alla sua provincia e tanto meno, appare quella città diffusa come ce l’hanno spiegata i sociologi. Un provvedimento avulso dalla realtà come questo rischia di buttare benzina sul fuoco di realtà piccole e medie che si sentirebbero, improvvisamente, private di un ente intermedio di rappresentanza. Si tratta di un provvedimento improprio che cala dall’alto un’idea che, realizzata altrimenti, sarebbe invece tutt’altro che cattiva. Sono da sempre favorevole infatti – ricorda Zaia - in linea di principio, all’attuazione di città metropolitane che siano capaci di evitare sprechi e di ridurre eccessive distanze burocratiche tra cittadini e istituzioni. Città in grado di confrontarsi, come dimensionamento, con quelle che si trovano in giro per il mondo e che sono capaci di fare sintesi di ampie porzioni del proprio territorio: la vera area metropolitana del Veneto è il Veneto, con una capitale, Venezia, che, per storia e posizionamento, non ha rivali”.  
   
   
TORINO: FUTURE CITTÀ METROPOLITANE SI RISCHIA DI RIMANERE AGLI ANNUNCI  
 
Torino, 10 luglio 2012- “In questo momento sulle future dodici città metropolitane tra cui Torino c’è un buco nero: il Governo ne ha annunciato l’istituzione, ma non ha definito nè i criteri di elezione né quelli per la governance. La confusione è grande e questo rappresenta un danno; potrebbe essere un momento storico per aree geografiche ed economiche importantissime dell’Italia, invece rischia di trasformarsi tutto in annunci senza sostanza”. E’ preoccupato il commento del 6 luglio del presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta nella giornata in cui dovrebbe esserci chiarezza sul futuro degli Enti locali. “Siamo stati noi - aggiunge Saitta - a spingere il Governo alla riforma proprio partendo dalle Province: ora invece abbiamo solo i tagli, senza le certezze sul riordino degli uffici periferici dello Stato e degli enti strumentali e soprattutto sulle funzioni assegnate: mancano quelle tipiche del governo di area vasta legate al lavoro e all’istruzione”.  
   
   
L´EMPOLESE VALDELSA: NO ALL’IPOTESI DELLA CITTA’ METROPOLITANA FIORENTINA  
 
Empoli, 10 luglio 2012 – Si è insediata il 5 luglio per la prima volta la Commissione costituente per la revisione dello statuto del Circondario Empolese Valdelsa, i rappresentanti dei partiti presenti (Pd-ps-idv-sel-pdl e Lega Nord) hanno espresso viva preoccupazione per la proposta avanzata dal Governo di una città metropolitana fiorentina, che coincide con i confini dell´attuale Provincia di Firenze. Dalla discussione è emersa con forza la volontà di difendere quel percorso di autonomia e decentramento istituzionale dell´Empolese Valdelsa che si è sostanziato nel Circondario e che oggi è oggetto di aggiornamento con la trasformazione anche in Unione dei Comuni. Per i suddetti partiti, l’orizzonte di riferimento per il riassetto istituzionale della Regione Toscana rimane quello della costituzione di una governance di Area vasta che comprenda i territori delle attuali province di Firenze - Prato - Pistoia. La Città Metropolitana, così come formulata dal Governo, sembra poco rappresentativa della complessità del nostro territorio e priva di autorevolezza perché non elettiva. Suddetta Commissione costituita dai capigruppo delle forze politiche presenti nell´Assemblea del Circondario, da due rappresentanti della Giunta, dai rappresentanti istituzionali regionali e provinciali dell´Empolese Valdelsa, nonché dagli eletti delle liste civiche presenti nei diversi consigli comunali, ha come obiettivo la revisione dello Statuto del Circondario secondo quello che è il dettato della L.r. 68/2011 che riconosce il Circondario dell’Empolese Valdelsa anche come “Unione di Comuni” . La Commissione, nella sua prima seduta, ha deciso di dare mandato alla Giunta del Circondario e al tavolo tecnico formato da dirigenti dei diversi Comuni, di predisporre una bozza di statuto da portare all´esame della Commissione stessa entro la fine del mese luglio, con l´obiettivo di concludere il percorso di stesura entro il mese di ottobre e poter poi fare i passaggi necessari nell´Assemblea del Circondario e negli undici Consigli Comunali. La Commissione ha anche deciso di avviare fin dal mese di luglio un percorso di audizioni che coinvolga ad ampio raggio la società del nostro territorio, tutte le sue rappresentanze economiche, sociali , del volontariato e del mondo dell´informazione, al fine di rendere partecipi cittadini e forze sociali dell´importante passaggio istituzionale costituito dalla nascita dell´Unione dei Comuni, che con i suoi undici municipi e 170 mila cittadini si andrà a configurare come la più grande esistente in Italia e potrà dare un contributo decisivo alla necessità di semplificazione, rinnovamento istituzionale e partecipazione dei cittadini, al centro del dibattito nazionale. Faccio presente, infine, che la riunione della Commissione è stata videoregistrata e pubblicata in tre parti sul canale Youtube del Circondario Empolese Valdelsa. Giuseppe Torchia, Presidente dell’Assemblea e Coordinatore della Commissione costituente temporanea per l’adeguamento dello Statuto del Circondario Empolese Valdelsa.  
   
   
TAVOLO CITTÀ, RIUNIONE IN REGIONE CON LE 19 CITTÀ MEDIE DELLA CAMPANIA. CALDORO: "SODDISFATTI PER OTTIMI RISULTATI RAGGIUNTI"  
 
Napoli, 10 luglio 2012 - Si è riunito il 7 luglio a palazzo santa Lucia il Tavolo Città con i sindaci dei 19 Comuni con oltre cinquantamila abitanti, le cosiddette città medie, cui è rivolto il Programma “Più Europa”. Nel corso dei lavori, presieduti dal presidente della Regione Stefano Caldoro, ed introdotti dall’assessore all’Urbanistica e al Governo del Territorio Marcello Taglialatela, è stato fatto il punto sullo stato d’avanzamento dell’obiettivo operativo “6.1 – Città medie” del Po Fesr 2007-2013, Programma Più Europa, che prevede la realizzazione di interventi integrati di sviluppo urbano per migliorare le funzioni urbane superiori e assicurare condizioni di sviluppo sostenibile, sociale ed economico delle città medie. Delle 19 città medie coinvolte nel Più Europa, sono 12 gli Accordi di Programma sottoscritti dalla Giunta guidata da Stefano Caldoro alla data del 30 giugno 2012 ( Afragola, Avellino, Aversa, Battipaglia, Casalnuovo di Napoli, Casoria, Castellammare di Stabia, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Portici, Scafati, Torre del Greco); 4 quelli sottoscritti alla data del 25/03/2010 (Benevento, Cava dei Tirreni, Ercolano, Salerno); 3 quelli da sottoscrivere (Acerra, Caserta, Pozzuoli). L’importo totale delle somme impegnate è di oltre 126 milioni di euro. L’importo totale delle somme liquidate è di oltre 89 milioni. Alla data odierna, il totale delle somme aggiudicate in gara è superiore a 206 milioni. “Siamo soddisfatti – ha detto il presidente Caldoro – per gli ottimi risultati raggiunti dal programma Piu Europa in ordine alla qualità ed alla quantità della spesa. Un obiettivo che abbiamo raggiunto grazie al buon lavoro messo in campo di intesa tra la Regione e le amministrazioni comunali.” “Oltre gli accordi già firmati – ha aggiunto l’assessore Taglialatela - si giungerà in tempi brevi alla sottoscrizione degli Accordi di programma con i Comuni di Caserta e Pozzuoli, mentre per quello di Acerra bisognerà attendere l’approvazione di una variante urbanistica.” Il lavoro continuerà nelle prossime settimane ed è già stata programmata una ulteriore riunione del Tavolo Città per la fine del mese di luglio, riunione che sarà ampliata anche ad altre tematiche: l’Ambiente, l’Energia, i Trasporti. “Per quanto riguarda l’energia, ribadiamo la nostra volontà di predisporre progetti che, utilizzando fondi europei, consentano una spesa finalizzata al miglioramento delle classi energetiche degli edifici pubblici e privati. In questo modo il risparmio delle spese energetiche si sommerà ai positivi risultati economici ed occupazionali dei quali i Comuni hanno indubbiamente bisogno”, ha concluso l’assessore Taglialatela. Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, il presidente dell’Anci Campania Vincenzo Cuomo e i rappresentanti dei 19 comuni interessati. Per le città capoluogo, in particolare, erano presenti il sindaco di Benevento Fausto Pepe, di Caserta Pio Del Gaudio, di Salerno Vincenzo De Luca e l’assessore di Avellino Nicola Giordano.  
   
   
NEL 2013 LA REGIONE TOSCANA PERDERÀ 150-200 MILIONI  
 
Firenze, 10 luglio 2012 – “Nel 2013 la Regione Toscana, come singolo ente, perderà 150-200 milioni di euro se le misure del Governo resteranno quelle ad ora annunciate”, a dirlo è l’assessore regionale al bilancio, Riccardo Nencini, che, conti alla mano, spiega come questa ulteriore riduzione di risorse statali, sommata a quella di oltre un miliardo di euro cumulata negli anni 2011 e 2012, sarebbe devastante per il bilancio regionale. “I provvedimenti annunciati incidono su sanità, sociale, trasporto pubblico, economia ed istruzione” continua l’assessore, che aggiunge: “Il Governo sta compiendo due errori: il primo è mettere sullo stesso piano sprechi e tagli a settori importanti come la sanità e il sociale. Il secondo è non riconoscere alcuna forma di premialità per quelle Regioni che, come la Toscana, hanno rispettato pienamente i canoni fissati fino ad oggi”. “La Toscana ha il bilancio in ordine – ricorda Nencini – ha i conti della sanità in ordine, rispetta il patto di stabilità, è stata la prima regione italiana a riorganizzare la pubblica amministrazione dotandosi di una legge che cancella le Comunità montane e incentiva le unioni dei Comuni ed ha già assunto provvedimenti per il tagli dei consiglieri e degli assessori. Però il Governo non prevede nessuna premialità per questa condizione di eccellenza”. “A qualcuno – conclude l’assessore – potrebbe venire il sospetto che sia più conveniente essere cicale e non formiche”.  
   
   
PIEMONTE: SPENDING REVIEW: SONO TAGLI LINEARI E ANCHE SELVAGGI  
 
Torino, 10 luglio 2012 - E’ lapidario il commento del presidente della Regione, Roberto Cota, sulla spending review del Governo, in particolar modo sulla sanità: “Siamo di fronte a dei tagli lineari ma che possiamo anche definire tagli selvaggi, visto che non tengono assolutamente conto della realtà del territorio e impatteranno negativamente sui servizi a metà dell´anno in corso. E’ molto grave questo atteggiamento”. “Siamo molto preoccupati - sottolinea Cota, come già fatto nei giorni scorsi - soprattutto per la sanità, perché abbiamo faticosamente fatto una programmazione sui fondi stabiliti da Roma e ora non ce li danno più. Immaginatevi le conseguenze. Per il Piemonte si tratta di 80 milioni di euro in meno, in una situazione già difficile in partenza: non possiamo certo fare i miracoli! Questo modo di agire impatta direttamente sui servizi ai cittadini, oltretutto senza seguire una valutazione meritocratica. Non si è tenuto conto, per esempio, che il Piemonte ha fatto una riforma e che ha sistemato la sanità in due anni”. “Sono infine preoccupato - continua il presidente - per le norme che sono state annunciate con riferimento ad un taglio del personale che riguarda i Comuni, e soprattutto sul taglio che impatterà sui piccoli: una riduzione del 10% o anche del 15% senza fare una media proporzionale del numero di dipendenti per il numero di abitanti oppure per le caratteristiche del territorio significa penalizzare magari chi oggi fa tanto e bene con poco personale. Agire così vuol dire veramente tagliare i servizi alle persone, scaricando sugli enti locali responsabilità del Governo centrale”. Anche sulla riduzione dei tribunali Cota chiede attenzione: “Il Piemonte ha sicuramente tanti tribunali. Ma tutti questi non sono né inutili né inefficienti. Io richiamo l’attenzione del ministro Severino sul fatto che ci sono realtà dove vengono ad essere soppressi dei tribunali che sono più importanti del tribunale che si vorrebbe invece mantenere, che è quello del capoluogo di provincia. Anche qui, come per la sanità, il taglio viene fatto senza tener conto di quelle che sono le caratteristiche del territorio”.  
   
   
DELIBERA GIUNTA SARDA PER STEMMA BILINGUE - CAPPELLACCI, DIFENDIAMO NOSTRA IDENTITÀ E MEMORIA STORICA  
 
 Cagliari, 10 Luglio 2012 - L´identità e tutto quello che costituisce la memoria di un popolo possono aiutare a trovare quella coesione sociale e l´unione delle forze indispensabile per superare i momenti difficili come quello attuale. E´ partendo da questa considerazione che il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha proposto alla Giunta la delibera con cui si da´ il via libera all´uso delle diciture bilingui nello stemma ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna, introducendo, con medesima dignità grafica dell´italiano, anche l´iscrizione equivalente a Regione Autonoma della Sardegna in sardo ovvero "Regione Autònoma de Sardigna". Il provvedimento approvato dalla Giunta fissa l´utilizzo dal predetto stemma con iscrizione bilingue nel portale istituzionale dell´Amministrazione (modifica gia´ attuata), nei siti tematici, negli speciali in esso ricompresi, nella posta elettronica ed in tutte le produzioni grafiche che contraddistinguono le attività di comunicazione istituzionale dell´Ente ivi compresi gli usi applicativi connessi alla partecipazione della Regione Autonoma della Sardegna a fiere, rassegne, convegni, mostre a livello nazionale ed internazionale. Un passaggio in sintonia con il dibattito che si sta sviluppando in Parlamento sulla ratifica della Carta Europea delle Lingue Regionali e Minoritarie tra le quali è ricompresa anche la lingua di identità storica dell´isola. Da qui la proposta di mettere a regime l´uso delle diciture ufficiali bilingui in sardo nello stemma della Regione, e in quelli di tutte le sue articolazioni, al fine di sottolineare la specialità lnguistica della Sardegna e richiamare l´attenzione sulle condizioni particolari della stessa isola. "Su questi temi - ha spiegato Ugo Cappellacci - sono state portate avanti battaglie politiche e sociali dai ´padri dell´autonomia´ e da intere generazioni di giovani sardi orgogliosi delle proprie tradizioni e della propria lingua. Quello che oggi raccogliamo è un ´testimone´ e abbiamo il dovere civile di valorizzzarlo, per consegnarlo intatto nella sua valenza storica, alle future generazioni". La delibera approvata dalla Giunta fa seguito anche alla recente iniziativa, nell´ ambito della vertenza entrate con lo Stato, di richiamare tali temi, inviando alcuni atti di rivendicazione e comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (in particolare "S´atu de intima" - "L´atto di diffida" a Monti) in sardo, utilizzando lo stemma con diciture bilingui. Negli ultimi anni, in numerose iniziative, per esempio la comunicazione ufficiale e pubblica di Sa Die de Sa Sardigna, si sono sperimentate, utilizzate e collaudate con successo utilizzazioni dello stemma, dei loghi, e dei simboli identificativi della Regione e delle sue articolazioni con l´uso della lingua sarda con esclusiva o pari dignità grafica della lingua italiana. In considerazione della necessità di adottare un sistema coerente di identità visiva che garantisca uniformità applicativa al suddetto simbolo, è stato deciso di integrare lo specifico "Manuale d´uso", già utilizzato in tutta l´Amministrazione regionale. Inoltre, per non provocare un aggravio di costi per l´Amministrazione, il Presidente ha deciso che l´introduzione e l´implementazione dell´uso dell´iscrizione in sardo nello stemma ufficiale sarà effettuato con gradualità ed eventuali stampe con lo stemma ad iscrizione bilingue saranno realizzate solo dopo l´esaurimento di tutte le scorte precedentemente stampate con la sola scritta in italiano. Lo stemma della Regione Autonoma della Sardegna, che non va confuso con la bandiera regionale, fu concesso dallo Stato con D.p.r. Del 5 luglio del 1952, e assunto, da quella data, quale segno grafico storico identificativo dell´Amministrazione Regionale nella tradizionale forma dell´uso dei Quattro Mori bendati, già icona nazionale del Regno di Sardegna e oggi, simbolo condiviso di appartenenza del popolo sardo e dell´istituzione che lo rappresenta. In considerazione della necessità di ammodernare e rendere più efficace la comunicazione istituzionale anche nella redazione degli atti ufficiali, dal 2005 è stato avviato un processo di ridefinizione dell´identità visiva dell´Amministrazione Regionale che ha ricompreso anche l´uso applicativo dello stemma negli atti dell´Amministrazione. Tale processo è stato regolamentato, riportato all´interpretazione autentica delle norme e a una maggiore aderenza alle esigenze comunicative dell´Amministrazione Regionale con la delibera n. 013/17 del 24 marzo 2009.  
   
   
ECONOMIA LUCANA, AUDIZIONE BANCA D’ITALIA IN QUINTA CCP ILLUSTRATI I DATI DEL RAPPORTO SULL’ECONOMIA DELLA BASILICATA NEL 2011  
 
Potenza, 10 luglio 2012 - “Nel 2011, secondo le stime di Unioncamere - Prometeia, il prodotto interno lordo è nuovamente calato (-0,4 per cento), sebbene in misura inferiore rispetto al 2010 (-1,3), a fronte di un´espansione in Italia (0,4 per cento). L´economia della Basilicata, a differenza di quella di altre regioni, non ha tratto sostegno dalla crescita della domanda estera, anche per effetto di una limitata propensione all´export del settore produttivo”. Inizia così il rapporto sull’economia lucana, a cura della filiale di Potenza della Banca d’Italia, che è stato presentato ieri alla quinta Commissione permanente del Consiglio regionale (Controllo, Verifica, Monitoraggio) da Paolo Mistrulli. L’economista della banca centrale italiana ha illustrato i dettagli del documento (diffuso nel mese di giugno 2012) soffermandosi in particolare sugli aspetti relativi al credito, all’occupazione ed ai consumi ed anticipando alcuni dati relativi al primo trimestre 2012, nel quale permane una situazione negativa. Al forte calo della produzione industriale (-4,3 per cento), che ha riguardato tutti i principali settori dell’economia, fa riscontro una ulteriore diminuzione delle esportazioni. Nel 2011 anche le vendite al dettaglio sono diminuite (-5,6 per cento), e la flessione dei consumi è stata più ampia per quelli di beni durevoli (-9,5 per cento). Il turismo ha invece mostrato segnali di ripresa. Nel 2011, le presenze sono aumentate del 3,9 per cento, dopo aver ristagnato nel 2010. Quanto al mercato del lavoro, all´incremento degli occupati registrato nel primo semestre si è contrapposta una flessione nel secondo. Nel 2011, l´occupazione è cresciuta in media dell´1,3 per cento. L´incremento si è concentrato nelle posizioni lavorative part-time, ma questo dato potrebbe nascondere una sorta di ripiegamento delle imprese, che per contenere i costi trasformano i contratti da tempo pieno a tempo parziale. Il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 4,5 per cento, meno che nel 2010; alla crescita della cig ordinaria, specie nell´industria meccanica e in quella chimica, si è contrapposta una flessione di quella straordinaria o in deroga. Il tasso di disoccupazione è calato al 12 per cento nel 2011; sono tuttavia aumentati gli inattivi disponibili a lavorare ma che non cercano un lavoro perché pensano di non trovarlo e i lavoratori sottoccupati part-time. I prestiti bancari hanno rallentato nel corso del 2011, in particolare negli ultimi mesi dell´anno, sino a registrare una lieve contrazione lo scorso dicembre (-0,1 per cento). Nel primo trimestre del 2012, il calo si è accentuato (-1,3). La decelerazione ha riguardato sia le imprese sia le famiglie. Alla riunione della Commissione, oltre al presidente Michele Napoli (Pdl), hanno partecipato i consiglieri Navazio (Ial), Falotico e Mollica (Mpa), Vita (Psi), Singetta (Api), Robortella (Pd), Romaniello (Sel) e Scaglione (Pu).  
   
   
LIGURIA, FORMAZIONE, SIGLATO ACCORDO CON FONDIR PER IL REINSERIMENTO SUL MERCATO DEL LAVORO DI DIRIGENTI INOCCUPATI E COMPETITIVITÀ IMPRESE CALO DI 622 IMPRESE NEL PRIMO TRIMESTRE 2012 E DI 86 DIRIGENTI NEI PRIMI CINQUE MESI DELL´ANNO  
 
 Genova, 10 Luglio 2012 - Duecentomila euro per ricollocare sul mercato del lavoro i dirigenti liguri inoccupati e favorire la competitività delle imprese. Sono i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Liguria e da Fondir, il fondo per la formazione continua dei dirigenti, costituito da Confcommercio, Abi, Ania, Confetra e Manageritalia, Dircredito, Fidia e Sinfub, nell´ambito dell’accordo siglato questa mattina. Un modo nuovo per non disperdere valide professionalità manageriali e metterle a disposizione di aziende che vorranno cogliere opportunità di crescita. Nei primi tre mesi del 2012 le imprese italiane sono calate di 26.090 unità e di 622 in Liguria, l´occupazione generale anch´essa in difficoltà, ha visto nei primi 5 mesi del 2012 il licenziamento di 5.500 dirigenti in Italia e 86 in Liguria, di cui 72 a Genova. Dal 2008 al 2011, i dirigenti licenziati in Italia sono stati 43.000, di cui 735 in Liguria e 571 a Genova. Tra i dirigenti del settore privato, la Liguria è per numeri agli ultimi posti con i suoi 3.175 dirigenti su 124mila in Italia (2,6% del totale). Una scarsa presenza, ancor più lampante se misurata rispetto al numero di dirigenti ogni cento dipendenti. La media nazionale è 0,85, quindi meno di un dirigente ogni cento dipendenti (a fronte di Francia e Germania che ne hanno 3 ogni 100), e la Liguria ne ha 0,83%, mentre la Lombardia ne ha 1,6%, il Lazio 1,37%, il Piemonte 0,98%, il Veneto 0,6%, la Toscana 0,51% e al Sud si arriva sino allo 0,2%. A questo proposito, a livello provinciale, ci sono indubbie differenze. Infatti, al primo posto abbiamo Genova con 2.597 dirigenti (1,15% il rapporto dirigenti dipendenti), seguono, sotto la media nazionale, La Spezia (0,47%, 241 dirigenti), Savona (0,44%, 282 dirigenti) e Imperia (0,13%, 55 dirigenti). Per quanto riguarda la presenza femminile di dirigenti: ammonta a 13,3% la media nazionale, 10,6% Genova maglia rosa, seguita da Imperia (9,1%), La Spezia (8,7%) e Savona (8,2%), tutte ampiamente sotto la media nazionale. A livello anagrafico, l´età media dei dirigenti in regione è di 50,2 più elevata della media nazionale stimata a 48,6. "In un momento particolare per la nostra economia e per la realtà sociale della Liguria – afferma l´assessore regionale alla formazione e al bilancio Pippo Rossetti – abbiamo voluto dare un contributo concreto a sostegno del mercato del lavoro. Il percorso che intendiamo seguire, d´intesa con Fondir, dovrebbe favorire la riconversione di alte professionalità attraverso processi formativi finalizzati a creare nuove opportunità occupazionali. Allo stesso tempo, le iniziative formative potranno favorire la qualificazione e riqualificazione delle imprese e dei dirigenti a rischio occupazionale. In definitiva, intendiamo attivare percorsi virtuosi che rendano più efficaci sia le risorse messe a disposizione dalla regione sia quelle messe a disposizione da Fondir, fondo interprofessionale dei dirigenti". È questo il terzo accordo che viene siglato dalla Regione Liguria con i fondi interprofessionali, dopo quello con Fondirigenti e Formazienda, per favorire l´aggiornamento e la ricollocazione del personale. Dirigenti Licenziati Negli Ultimi Anni - I Manager Privati Licenziati (Licenziamento E/o Accordo Consensuale ) In Italia, Liguria e Genova 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012: 2006: 5.500 dirigenti licenziati in Italia, Liguria 115, di cui Genova 92; 2007: 6mila dirigenti licenziati in Italia, Liguria 110, di cui Genova 96; 2008: 10mila dirigenti licenziati in Italia, Liguria 180, di cui Genova 139; 2009: 12mila dirigenti licenziati in Italia, Liguria 195, di cui Genova 150; 2010: 10.800 dirigenti licenziati in Italia, Liguria 186, di cui Genova 140; 2011: 10.200 dirigenti licenziati in Italia, Liguria 174, di cui Genova 142; 2012 fino a maggio: 5.500 dirigenti licenziati in Italia, Liguria 86, di cui Genova 72. Fonte: elaborazioni Manageritalia su dati Istat, Inps e propri.  
   
   
L´ANDAMENTO DELLA CIG IN FVG NEL MESE DI GIUGNO  
 
 Trieste, 10 luglio 2012 - L´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, rende noto che nel corso del mese di giugno 2012 le ore di cassa integrazione guadagni (Cig) autorizzate in Friuli Venezia Giulia sono state 2.066.685, in aumento rispetto al confronto tendenziale ma in diminuzione rispetto al confronto congiunturale. La crescita tendenziale, rispetto a giugno 2011, è stata infatti del +63,6 in valore percentuale e di circa 803mila ore in valore assoluto, mentre la diminuzione congiunturale, rispetto al mese di maggio 2012, è stata del 15,7 pc, corrispondete a circa -384mila ore. Relativamente alle tre gestioni - ordinaria, straordinaria e deroga - la Cigo cresce a livello tendenziale (+61,0 pc) e diminuisce a livello congiunturale (-20,1 pc), la Cigs si incrementa a livello tendenziale (+82,1 pc) e diminuisce a livello congiunturale (-16,0 pc), mentre la deroga cresce sia a livello tendenziale (+11,0) che a livello congiunturale (+0,3). L´incremento tendenziale positiva coinvolge tutte e quattro le province: a Gorizia segna un +88,7 pc (+227.058 ore), a Pordenone un +20,4 (+91.133 ore), a Trieste un +7,5 (5.743 ore) e a Udine un +99,0 pc (+479.501 ore). A livello congiunturale, invece, l´aumento delle ore nella provincia di Udine (+434.671; +82,1 pc) è controbilanciato, almeno parzialmente, dalla diminuzione registrata nelle province di Pordenone (-773.299; -59,0 pc) e Trieste (-45.466; -35,6), là dove Gorizia non evidenzia sensibili variazioni. A livello provinciale il significativo aumento (tendenziale e congiunturale) nella provincia di Udine è dovuto alla richiesta delle ore autorizzate nella gestione straordinaria (+185,4 pc rispetto al giugno 2011 e +295,0 pc rispetto a maggio 2012) mentre gli aumenti, a livello tendenziale, nella altre tre province sono dovuti principalmente alla cassa straordinaria (a Gorizia), alla cassa ordinaria (a Pordenone) e alla cassa ordinaria e alla cassa in deroga (a Trieste). Nel corso dei primi sei mesi del 2012, sono state autorizzate complessivamente 11.169.262 ore con un incremento del 28,1 pc (2.447.322 ore in più) rispetto al corrispondente periodo del 2011. "Tale aumento - secondo l´assessore Brandi - è la conseguenza del peggioramento della produzione che si è registrato nella seconda parte del 2011 e che prosegue anche nel 2012. A livello provinciale, l´aumento interessa soprattutto Pordenone con +1.444.620 ore pari al +47.5pc; a seguire troviamo Gorizia con +724.765 ore pari al +67,2 e Trieste con +397.593 ore pari al +86,8 pc. La provincia di Udine evidenzia nel semestre considerato un calo di 119.656 ore, pari al -2,9 pc.  
   
   
OML: AUMENTANO I RISCHI DI RECESSIONE NEL PARMENSE PRESENTATI I DATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2012. ANCHE LA PROVINCIA DI PARMA CONTAGIATA DALLA NUOVA CADUTA DELLA DOMANDA INTERNA.  
 
Parma, 10 luglio 2012 – E’ una inversione di tendenza quella registrata dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro (Oml) della Provincia di Parma nei primi tre mesi del 2012, la fotografia di un territorio che sta combattendo una battaglia molto dura per resistere alla recessione. Dopo che la crisi del 2008-2009 si era “mangiata” ben 3000 posti di lavoro, la ripresa dei due anni seguenti aveva fatto sperare e recuperare tutti quei posti - cosa che non è accaduta da molte parti. Ma ora, sotto la scure di un’altra crisi, quella dei “debiti sovrani”, nel Parmense si annuncia un anno di sofferenza. A evidenziarlo sono i dati del primo trimestre 2012 elaborati dall’Oml e presentati oggi nella sede dell’ente alle istituzioni e alle categorie economiche e sociali dal responsabile dell’Osservatorio Pier Giacomo Ghirardini insieme a Monica Pellinghelli. La notizia è quella di un contagio: anche la provincia di Parma è stata toccata dalla nuova recessione della domanda interna. Anche se l´economia del territorio fa registrare una positiva performance dell’export, un dato positivo dell’industria alimentare, il buon andamento dell’industria farmaceutica, gli effetti della nuova crisi lasciano segni ben visibili: il deciso calo di attività nell’industria, la riduzione degli avviamenti e dei posti di lavoro soprattutto nelle costruzioni (-200 rapporti alle dipendenze), un lavoro sempre più precario, come per l´alberghiero e la ristorazione, unico settore in cui si è registrato un incremento di posti di lavoro (+200 posti). Il saldo destagionalizzato fra avviamenti al lavoro e cessazioni dei rapporti di lavoro è zero. E´ tornata però a crescere la cassa integrazione ordinaria così come la cassa integrazione in deroga e si è raggiunto un record sui nuovi ingressi nelle liste di mobilità (705 licenziamenti). “Sebbene abbiamo la percezione di una unica crisi e stiamo ancora avvertendo gli esiti di quella del 2008-2009, oggi il vero attacco nasce dalla crisi finanziaria che colpisce la zona dell’euro e produce nuova recessione che va ad aggiungersi alle macerie della crisi precedente – ha spiegato Ghirardini – A Parma si è interrotta la ripresa della domanda di lavoro che durava da 30 mesi e c’è una significativa variazione di tendenza che non ha ancora prodotto distruzione di posti di lavoro ma la previsione preoccupa”. “Ancora più prima c’è necessità che il sistema Parma, unito, metta in campo come ha saputo fare fin qui ogni sforzo per arginare i danni – ha detto in apertura dell’incontro il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari - La Provincia continua a fare la propria parte con i tavoli istituzionali sulle crisi aziendali, con le misure attivate per il lavoro, con l’attività quotidiana dei Centri per l’Impiego”. “Continuiamo ad essere un territorio forte, con punti di forza, un territorio che non affronta inerme la preoccupazione che questi dati ci consegnano - ha detto l’assessore alla Formazione professionale e lavoro Manuela Amoretti - un quadro che richiede una assunzione di responsabilità collettiva, e anche in questi giorni la Provincia sta varando iniziative ad hoc, ma senza misure nazionali per la ripresa e la crescita dell’occupazione, l’azione locale non può che avere dei limiti. Detto questo noi non stiamo fermi perché pensiamo che sia nostra responsabilità cercare di stare più vicini possibili alle imprese e alle persone.” Executive Summary - In Italia, nel primo trimestre 2012, la nuova grave fase recessiva innescata dalla crisi europea dei «debiti sovrani», che aveva preso avvio nella seconda metà del 2011, si è – purtroppo – acutizzata: il prodotto interno lordo ha registrato una nuova grave variazione congiunturale[1] negativa (-0,8%), come pure la produzione industriale (-2,3%). Ciò avvalora le negative previsioni per il 2012, preso nel suo complesso, secondo le quali il Pil dovrebbe diminuire dell’1,5%, tanto nel Paese che in Emilia-romagna, a causa di una contrazione della domanda interna, non compensata dall’export. In provincia di Parma, nel primo trimestre 2012, l’export di prodotti manifatturieri è cresciuto sia in valore sui dati non destagionalizzati (del 9,7% come variazione tendenziale) che in termini reali e al netto della stagionalità (variazione congiunturale del 2,6%). Anche per l’economia parmense è il calo della domanda interna a determinare la caduta della produzione nell’industria in senso stretto: la giuria della congiuntura per le imprese parmensi, nel primo trimestre 2012, vede infatti un saldo pesantemente negativo (-23,6%) fra i giudizi in aumento e quelli in diminuzione rispetto al trimestre precedente, e le previsioni scontano un ulteriore saldo negativo (-7,6%) per il trimestre successivo. La nuova recessione della domanda interna ha quindi diffuso il suo «contagio», anche in provincia di Parma, nonostante la maggiore dinamicità sul piano dell’internazionalizzazione commerciale. L’accelerato deterioramento della congiuntura economica non poteva non arrivare ad incidere anche sull’andamento del mercato del lavoro dipendente. Se si considera, infatti, il complesso delle unità locali delle imprese e delle istituzioni in provincia di Parma, si ha che nel totale economia, nel primo trimestre 2012, gli avviamenti al lavoro dipendente hanno registrato una variazione negativa pari al -1,3% in termini tendenziali e al -1,0% in termini congiunturali. Pertanto nel primo trimestre 2012 avrebbe iniziato a realizzarsi, anche in provincia di Parma, l’attesa – negativa – inversione di segno che il rallentamento della ripresa, avvenuto nella seconda metà del 2011, lasciava prevedere. Nonostante il negativo andamento della domanda di lavoro, non si sarebbe però ancora realizzata per il complesso dell’economia parmense una perdita di posti di lavoro alle dipendenze: nel primo trimestre 2012, il saldo destagionalizzato fra avviamenti al lavoro e cessazioni dei rapporti di lavoro non è, infatti, significativamente diverso da zero. Nel primo trimestre 2012, l’intera gamma delle attività industriali ha registrato una diminuzione degli avviamenti al lavoro: le attività manifatturiere segnano ancora una pesante variazione negativa a livello congiunturale (-3,4%) e tendenziale (-11,4%), messa in ombra solo da quella rilevata sulle costruzioni (addirittura -7,4% in termini congiunturali e -15,5% in termini tendenziali). Del resto, l’unica riduzione in termini di posti di lavoro statisticamente significativa, nel primo trimestre 2012, sarebbe avvenuta proprio nelle costruzioni ed è stimabile, in grande approssimazione, in 200 unità. Ma la riduzione degli avviamenti al lavoro ha toccato settori chiave dell’industria parmense, che avevano guidato la precedente fase di ripresa. Nonostante la positiva performance dell’export, si è infatti registrata un’inversione congiunturale degli avviamenti al lavoro nella meccanica strumentale (fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici), comparto che gioca da sempre, in provincia di Parma, un ruolo chiave nel processo dell’internazionalizzazione commerciale, specie per quanto riguarda l’impiantistica alimentare: nel primo trimestre 2012, infatti, si è avuta una contrazione della domanda di lavoro pari al -16,5% in termini congiunturali e al -18,3% in termini tendenziali. L’inversione di tendenza nella meccanica strumentale si aggiunge a una situazione, già da tempo difficile, rilevata sulla meccanica generale (metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo) che, nello stesso trimestre, segna una variazione congiunturale degli avviamenti al lavoro pari al -4,2% mentre quella tendenziale è pari addirittura al -31,3%. Ma registrano andamenti preoccupanti un po’ tutti i comparti manifatturieri attivi nella provincia, dalle industrie produttrici di apparecchiature elettriche a quelle del vetro, dal tessile abbigliamento alla ceramica, solo per fare alcuni esempi. La generalizzata caduta della domanda di lavoro nell’industria ha avuto poi un riflesso negativo sui servizi alle imprese e ha prodotto un rallentamento per la logistica e il lavoro somministrato. Nel panorama delle attività industriali l’unico segno positivo di una qualche rilevanza lo si può leggere solo per l’industria alimentare che, nel primo trimestre 2012, vede una variazione positiva sia in termini congiunturali (8,6%) che tendenziali (1,7%), seppure quest’ultima di importo assai più contenuto. Continua inoltre ad essere buono l’andamento per il settore chimico e farmaceutico. Il fatto che l’industria alimentare si presenti ancora come un baluardo anticiclico in questa nuova fase recessiva, come è stato durante la Great Recession del 2008-2009, non si può ragionevolmente dare per scontato, dal momento che la nuova crisi è «atterrata» su un’economia reale già duramente provata dalla precedente crisi, in particolare per quanto riguarda la capacità di spesa delle famiglie. E questo discorso vale ancor più per le attività economiche del terziario commerciale che nella precedente fase di ripresa hanno avuto, almeno dal punto di vista strettamente quantitativo, un peso determinante nel far recuperare i posti di lavoro alle dipendenze perduti nella recessione 2008-2009. I dati relativi al primo trimestre 2012 indicano infatti, in particolare per il commercio, una forte riduzione della domanda di lavoro, tanto in termini congiunturali (-8,5%) che tendenziali (-10,1%). Quest’ultima considerazione deve far guardare con realismo anche al recente incremento della domanda di lavoro negli alberghi e nei ristoranti che, anche in questo problematico primo trimestre 2012, aumenta congiunturalmente dell’11,5% e tendenzialmente del 17,6%, con una conseguente probabile creazione netta di circa 200 nuovi rapporti di lavoro alle dipendenze: una job creation che avviene però, in prevalenza, tramite lavoro a chiamata e in professioni dequalificate. Va infatti messo in evidenza che si è di fronte ad una crescita, ormai divenuta parossistica, dei contratti di lavoro intermittente (lavoro a chiamata): gli avviamenti al lavoro, nel primo trimestre 2012, sono infatti aumentati del 21,8% in termini congiunturali e del 64,9% in termini tendenziali; inoltre, al 31 marzo 2012, le posizioni lavorative riferite ai contratti di lavoro intermittente hanno superato le 5 mila unità. È quindi evidente il rischio di una «cannibalizzazione» delle altre forme di lavoro, nel senso di una più radicale precarizzazione, non solo nei settori degli alberghi e ristoranti e del commercio, dove questa presenza è più fisiologica, ma nel complesso del mercato del lavoro, dove il lavoro a tempo determinato non intermittente riguarda, nel primo trimestre 2012, ben 20.804 avviamenti al lavoro su 28.308, ossia il 73,5%. Se il notevole deterioramento quantitativo e qualitativo della domanda di lavoro dipendente non ha ancora determinato una distruzione netta di posti di lavoro alle dipendenze, sono però altrettanto evidenti i rischi che questa possa prodursi nei mesi a venire. Nel primo trimestre 2012, anche in provincia di Parma, è tornata a crescere la cassa integrazione ordinaria, registrando una variazione tendenziale pari al 57,5%, mettendo chiaramente in evidenza che nuove imprese si sono aggiunte a quelle che già denunciavano un sottoutilizzo della capacità produttiva. In modo analogo si può leggere il rimbalzo, non meno eclatante, del ricorso alla cassa integrazione in deroga, cresciuta tendenzialmente del 134,1% nel primo trimestre 2012. Ma la vistosa diminuzione della cassa integrazione straordinaria che, nel primo trimestre 2012, varia in termini tendenziali del -83,3%, corrisponde ad una parallela crescita tendenziale del 14,6% del flusso degli iscritti nelle liste di mobilità. Nei primi tre mesi dell’anno si è infatti raggiunto un record per questi licenziamenti: 705 contro una media trimestrale, riferita al 2011, pari a 522 unità. Non va poi dimenticato che, nel primo trimestre 2012, vi sono ancora 441 lavoratori cassaintegrati Fte (full-time equivalent) nelle sole attività manifatturiere, e altri 1.269 nel resto dell’economia. L’eventuale prosecuzione delle tendenze in atto, sull’intero arco del 2012, potrebbe comportare una rilevante perdita di posti di lavoro alle dipendenze. Ciò porterebbe ad un deciso aggravamento della disoccupazione provinciale, stimata dall’Istat in 8 mila unità nel 2011 ( 3,7% nella provincia di Parma; 5,3% in Emilia Romagna; 8,4% in Italia) , probabilmente già in forte tensione senza che si sia ancora consumato un vero calo degli occupati, visti i record raggiunti nel primo trimestre 2012 in Italia (2 milioni 801 mila disoccupati) e in Emilia-romagna (154 mila): i nuovi «patti di servizio» stipulati dai Centri per l’impiego della Provincia di Parma, a favore di cittadini disoccupati o precariamente occupati, sono stati 6.260, nei soli primi tre mesi del 2012, e sono aumentati tendenzialmente del 34,0% e congiunturalmente del 7,6%.  
   
   
TRENTO: LA GIUNTA AUTORIZZA L´AGENZIA DEL LAVORO A SBLOCCARE LE PRATICHE DEGLI AMMORTIZZATORI IN DEROGA  
 
Trento, 10 luglio 2012 - La Giunta provinciale ha autorizzato il 6 luglio l´Agenzia del lavoro ad anticipare il finanziamento per il 2012 della mobilità e della cassa integrazione in deroga. Il presidente Dellai, infatti, ha oggi riferito alla Giunta sulla necessità di sbloccare le pratiche relative agli ammortizzatori in deroga, che erano state sospese il 27 aprile 2012. Il 22 aprile del 2009 – ha ricordato Dellai, – la Provincia autonoma di Trento aveva stipulato un accordo con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per finanziare la concessione di ammortizzatori sociali in deroga alla vigente normativa, a favore di lavoratori a tempo determinato e indeterminato, inclusi gli apprendisti e i lavoratori somministrati, delle imprese ubicate sul territorio provinciale. Il finanziamento che era stato concesso, pari a 7 milioni di euro, al quale va aggiunto in quota parte il finanziamento provinciale, è ormai esaurito. Visto l’aggravarsi della crisi occupazionale, il Presidente ha riferito di aver chiesto al ministro Elsa Fornero (con nota di data 21 maggio 2012) di attivare le procedure per il rinnovo dell’accordo, per un importo di 5 milioni di euro, ma che ad oggi non è ancora pervenuta risposta ufficiale, pur essendo state date rassicurazioni in merito da parte del dirigente competente del Ministero del Lavoro. In attesa della definizione e della sottoscrizione del citato accordo, si rende necessario procedere all’autorizzazione delle istanze di mobilità in deroga e di cassa integrazione in deroga per l’anno 2012, nel limite di € 7.000.000, di cui a carico della Provincia € 2.000.000, che saranno finanziate attraverso le misure anticrisi previste dalla corrispondente legge regionale. La Giunta provinciale, ha quindi fatto propria e approvato la proposta del Presidente Dellai, dando indicazione all’Agenzia del lavoro di procedere nell’autorizzazione delle istanze di mobilità in deroga e di cassa integrazione in deroga per l’anno 2012 nel limite di € 7.000.000, di cui a carico della Provincia € 2.000.000, e di procedere alla revisione della propria programmazione annuale degli interventi in modo tale da consentire l’immediato pagamento degli ammortizzatori in deroga. Le pratiche sospese per la mobilità in deroga sono 74, per un importo totale di € 617.000; le pratiche di cassa integrazione in deroga sono 54, per un totale di € 900.000. La stima delle risorse necessarie per coprire l´anno 2012 è di 7 milioni di euro complessivi.  
   
   
EFFICIENZA AMMINISTRATIVA, AL VIA UN CICLO DI SEMINARI IN REGIONE BASILICATA  
 
 Potenza, 10 luglio 2012 - L’assessore regionale alla Formazione Vincenzo Viti informa che martedì 10 luglio, prende il via l’azione formativa “Dalla norma alla prassi organizzativa” volta al miglioramento delle performance dell’amministrazione regionale, con particolare riguardo all’utilizzo dei fondi europei. L’attività, articolata in 9 edizioni, è rivolta a tutto il personale regionale ed ha l’obiettivo di rafforzare le conoscenze, creare maggiori integrazioni ed innalzare le capacità produttive delle strutture, alla luce della recente evoluzione normativa in materia di efficienza ed efficacia dell’azione della Pubblica Amministrazione. La realizzazione del progetto sarà curata dal Formez a nell’ambito delle iniziative previste dal Po Fse Basilicata 2007-2013.  
   
   
ANTICIPO DELLA CASSA INTEGRAZIONE: PROVINCIA E UNICREDIT RINNOVANO L’INTESA PER UN ANNO  
 
 Torino, 10 luglio 2012 - È stato rinnovato ieri da Provincia di Torino e Unicredit l’accordo per l’anticipazione delle indennità di cassa integrazione, compresa quella “in deroga”, ai lavoratori residenti sul territorio provinciale. L’accordo rispetto allo scorso anno avrà scadenza annuale e non più semestrale. Aumentato anche il plafond che passa da 1.5 milioni a 2 milioni di euro. Il protocollo di intesa è stato sottoscritto dal presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, accompagnato dall’assessore provinciale al lavoro Carlo Chiama, dal responsabile territoriale del Nord Ovest di Unicredit Vladimiro Rambaldi e dal direttore Network Famiglie e Pmi di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Giovanni Forestiero. Fino a giugno 2013, i lavoratori sospesi dal lavoro e in attesa del pagamento dall’Inps - in particolare i dipendenti di imprese per le quali sia stata richiesta la concessione del trattamento per ristrutturazione, riorganizzazione, conversione o crisi aziendale - potranno chiedere un anticipo della cassa integrazione guadagni straordinaria. Il protocollo garantisce ai lavoratori una copertura economica nel corso dei sei mesi che solitamente impiega l´Inps a corrispondere le indennità di cassa integrazione, qualora l´azienda non sia in grado di provvedere. Essi infatti riceveranno da Unicredit un anticipo dell’80% della retribuzione netta mensile (fino a 900 euro e con un tetto massimo di 6.000 euro) senza alcun interesse o spesa aggiuntiva, grazie alla costituzione di un fondo dell’ammontare di 2 milioni di euro, in modo da poter continuare a garantire un’entrata alla famiglia. La Provincia di Torino si è impegnata a coprire l’imposta di bollo correlata all’apertura dei conti correnti sui quali accreditare l’anticipazione della cassa integrazione (nel caso non siano esenti per legge per saldo inferiore a 5.000 euro). Dalla firma dell’accordo Unicredit ha erogato l’anticipo a 800 lavoratori - dei quali più della metà non sono clienti della banca - utilizzando il plafond complessivo stanziato per un totale di 3,5 milioni di euro (la modalità “rolling” prevede infatti che la quota di plafond utilizzata per ogni singola pratica venga resa nuovamente disponibile alla conclusione della stessa). Un aiuto importante per chi, in questa difficile fase congiunturale dell’economia, deve poter continuare a garantire un’entrata in famiglia anche in assenza temporanea di lavoro. L’accordo costituisce anche un sostegno per le imprese locali in difficoltà, che potranno così assicurare ai propri dipendenti un reddito sostitutivo della retribuzione e concentrarsi sui processi interni di ristrutturazione e riorganizzazione, necessari per fronteggiare la crisi. “L’accordo – spiegano il presidente Saitta e l´assessore Chiama– rientra nel più ampio ‘Patto per il lavoro contro la crisi’ predisposto dal nostro Ente per supportare il mercato del lavoro locale e le fasce più deboli della popolazione in questa difficile fase dell’economia. Il protocollo firmato con Unicredit va incontro ad un’esigenza particolarmente sentita sul territorio della nostra provincia, dove il ricorso alla cassa integrazione ha raggiunto negli ultimi mesi livelli preoccupanti sia in termini di monte ore che di lavoratori coinvolti”. “Abbiamo voluto dare continuità all’iniziativa avviata negli scorsi anni in collaborazione con la Provincia di Torino - aggiunge Vladimiro Rambaldi di Unicredit - andando così incontro alla concreta necessità di quei lavoratori e di quelle aziende dell’area che stanno ancora attraversando una fase di difficoltà. L’accordo è il frutto della nostra vicinanza alle esigenze del territorio e della proficua collaborazione che stiamo sviluppando con gli enti che lo amministrano ai vari livelli”.  
   
   
SICILIA, ISPETTORI CONTABILI: DECRETO CON NUOVE NORME PER ISCRIZIONE ALBO  
 
 Palermo, 10 luglio 2012 - E´ stato istituito all´Assessorato regionale dell´Economia, l´Albo regionale degli ispettori contabili. Ha lo scopo di individuare, tra i dipendenti regionali in servizio, i soggetti professionalmente qualificati per assolvere a compiti ispettivi e di vigilanza, che sono propri dell´assessorato dell´Economia. Possono accedervi i dipendenti regionali in possesso almeno di uno di questi requisiti: avere prestato per cinque anni servizio all´assessorato per l´Economia con qualifica non inferiore a funzionario oppure essere iscritti per cinque anni all´Albo dei revisori contabili, o dei ragionieri, o dei periti commerciali, o dei dottori commercialisti , o degli avvocati. Nella domanda d´iscrizione i richiedenti devono anche indicare che osserveranno le previsioni contenute nel "Codice antimafia e anti corruzione" che e´ stato approvato dalla Giunta regionale nel dicembre del 2009. L´albo sara´ utilizzato dalla Ragioneria generale della Regione secondo le esigenze connesse ai compiti che dovranno via via espletarsi, osservando i criteri di rotazione e di specializzazione professionale.  
   
   
REGIONE SICILIA: COSTITUITA COMMISSIONE VERIFICA PROCEDURE GRANDI EVENTI  
 
Palermo, 10 luglio 2012 - E´ stata costituita con decreto dell´assessore per l´Economia, Gaetano Armao, una Commissione di verifica delle procedure di spesa - sottoposte al controllo del Servizio Xxiv Ragioneria Centrale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo della Ragioneria generale - nel settore dei ´grandi eventi´. La Commissione e´ composta dal ragioniere generale della Regione, Biagio Bossone, con funzioni di coordinatore; dal capo di Gabinetto vicario dell´assessore per l´Economia, Antonino Brunetto, dal dirigente del Dipartimento regionale Bilancio e Tesoro, Maurizio Pirillo, dalla dirigente del Dipartimento regionale Bilancio e Tesoro, Rossana Signorino e da Gabriele Morreale, in servizio presso lo stesso Dipartimento, con funzioni di segretario. "Di fronte a quanto emerso dalle prime notizie sulla indagine ´Grandi Eventi´ la Regione vuole offrire il massimo contributo alle indagini avviate dall´autorita´ giudiziaria. Per questo motivo ho ritenuto di dover istituire con urgenza la commissione che dovra´ concludere i suoi lavori entro e non oltre trenta giorni dall´emanazione del decreto, prorogabili su richiesta motivata del coordinatore di ulteriori trenta giorni. L´inchiesta giudiziaria procedera´ secondo i suoi tempi. L´amministrazione puo´ nel frattempo agire immediatamente per verificare il corretto comportamento dei suoi funzionari. Questo interesse di carattere generale va tutelato in ogni caso. Qualora emergessero responsabilita´ amministrative a carico di qualche funzionario sleale o scorretto l´amministrazione assumera´ i propri provvedimenti. In questo caso va salvaguardata la corretta gestione delle risorse pubbliche a prescindere dalla rilevanza penale e dal lavoro dell´autorita´ giudiziaria. Questa responsabilita´ e´ a capo dell´amministrazione". Cosi´ l´assessore per l´economia Gaetano Armao ha spiegato le motivazioni che hanno portato alla emanazione del decreto.  
   
   
VERTENZA ENTRATE - SARDEGNA, PRIMO RISULTATO SIGNIFICATIVO; POLEMICHE E DIVISIONI SENZA SENSO  
 
 Cagliari, 10 Luglio 2012 - "Sulla questione delle entrate della Regione non ha senso la polemica tra maggioranza e opposizione, perchè i risultati dipendono in gran parte dalla forza di una Sardegna unita. A maggior ragione non avrebbe senso una divisione all´interno della Giunta. L´assessore del bilancio ha il non facile compito di verificare quotidianamente l´andamento delle entrate e della spesa. Il Presidente è il responsabile del rapporto con lo Stato, in quanto rappresentante ultimo dei nostri interessi, e conduce la trattativa". E´ quanto sottolinea l´assessore Giorgio La Spisa, ricordando che insieme al Presidente e all´intera Giunta si è più volte rimarcata la necessità di difendere la specialità dell´autonomia sarda di fronte a uno Stato che tenta continuamente di cancellarla "non con riforme alla luce del sole, ma con progressivi e apparentemente innocui interventi di contenimento della spesa". "L´ultimo decreto del Governo è preoccupante non solo e non tanto per i tagli alla spesa sociale e sanitaria, ma anche e soprattutto perchè contiene norme che non rispettano gli Statuti Speciali, tra cui il nostra - osserva l´assessore del Bilancio - . I recenti trasferimenti di risorse da parte del Ministero dell´Economia, costituiscono un segnale importante per il riconoscimento del nostro diritto ad avere tutte le compartecipazioni previste nell´articolo 8. Bene ha fatto chi ha sottolineato positivamente il risultato, male fa chi lo sottovaluta. La partita, però, è ancora aperta e dobbiamo giocarla con il massimo della determinazione e della coesione politica. Chi ha l´interesse a dividere - conclude Giorgio La Spisa, riprendendo un concetto reiterato più volte con il presidente Cappellacci e gli altri assessori - può forse guadagnare qualche momentaneo vantaggio nella propria individuale battaglia. Ma la guerra la possiamo vincere solo stando uniti".  
   
   
MILANO: DIALOGO INTERRELIGIOSO. COMUNE VARA ALBO ORGANIZZAZIONI E CONFERENZA PERMANENTE CONFESSIONI STABILITO IL PERCORSO ATTRAVERSO IL QUALE LE ASSOCIAZIONI RELIGIOSE POTRANNO CHIEDERE STRUTTURE E SPAZI OPPURE REGOLARIZZARE GLI ATTUALI LUOGHI DI CULTO  
 
Milano 10 luglio 2012 - Un “Albo delle organizzazioni e delle associazioni religiose”, un apposito Protocollo di intesa e una “Conferenza permanente delle confessioni religiose”. Sono le novità contenute nella delibera approvata ieri dalla Giunta comunale per la promozione del dialogo interreligioso e per il sostegno del diritto della libertà di culto. Il provvedimento si riferisce alle confessioni religiose che non sono titolari di un’intesa con lo Stato e ha l’obiettivo di avviare le procedure per un rapporto trasparente e riconosciuto tra l’Amministrazione comunale e i rappresentanti di culti religiosi. Le realtà cittadine che si iscriveranno all’Albo potranno richiedere, dopo aver seguito apposite procedure, la messa a norma dei luoghi che attualmente usano per l’esercizio del culto oppure beneficiare della destinazione di strutture o spazi, sia pubblici che privati, per lo svolgimento delle attività di preghiera. Al momento dell’iscrizione all’Albo, i vari soggetti sottoscriveranno un Protocollo di intesa con l’Amministrazione comunale. In questo documento saranno esplicitati i diritti e i doveri delle parti al fine di garantire un ordinato svolgimento del culto nel rispetto dell’ordinamento giuridico italiano. Le associazioni e le organizzazioni iscritte all’Albo verranno poi chiamate a far parte di una “Conferenza permanente delle confessioni religiose” che, promossa dall’Amministrazione comunale, permetterà di sviluppare una maggiore conoscenza delle realtà religiose, monitorare e risolvere eventuali criticità e attivare iniziative di incontro rivolte alla popolazione cittadina. Per realizzare tutto questo percorso, l’Amministrazione si avvarrà di una Commissione di studiosi ed esperti delle diverse confessioni religiose e di Diritto delle religioni. La Commissione avrà il compito di individuare i criteri e i requisiti che dovranno avere le associazioni e le organizzazioni religiose per iscriversi all’Albo e di mettere a punto il testo del Protocollo di intesa. “Quanto abbiamo approvato – ha dichiarato la vicesindaco con delega al Dialogo interreligioso Maria Grazia Guida – è un passo importante per la promozione del dialogo interreligioso e per il sostegno del diritto alla libertà di culto. La città è cambiata molto arricchendosi della presenza di varie comunità religiose che chiedono di essere riconosciute e di professare la propria fede in modo dignitoso e rispettoso delle norme. Dopo la totale assenza delle amministrazioni precedenti abbiamo affrontato il fenomeno con l’intenzione di governarlo e ricondurlo all’interno di una sorta di ‘patto’ che identifichi e riconosca i diritti e doveri di tutti. Nell’anno di mandato appena trascorso abbiamo effettuato circa 40 incontri con le comunità buddista, cristiana (ortodossi rumeni e della chiesa russa, protestanti evangelici e pentecostali, valdesi), ebraica, induista e musulmana. Abbiamo voluto incontrare, conoscere e iniziare un rapporto con le realtà presenti nella nostra città. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro composto da esperti nelle discipline legate alle tematiche religiose che hanno collaborato a titolo volontario e che per questo ringrazio. Ci siamo confrontati con il ´Forum delle religioni´ che dal 2004 opera, su invito dell’Arcidiocesi, per promuovere la libertà di culto e favorire l’incontro tra le confessioni religiose". "Sappiamo - ha concluso Guida - che le urgenze espresse da alcune associazioni e organizzazioni sono legate principalmente all’inadeguatezza degli spazi dove si ritrovano per le preghiere e le funzioni. I soggetti che entrano nell’Albo e ratificano il Protocollo potranno presentare domanda al Comune per ottenere le autorizzazioni necessarie alla messa a norma degli spazi già in uso o per partecipare a procedure pubbliche per la destinazione di nuove aree o strutture destinate all’esercizio del culto. Milano deve dotarsi di strumenti permanenti per affrontare un ambito così complesso e delicato. Perché vogliamo una città dove il diritto di libertà religiosa sia effettivamente garantito e reso possibile”.  
   
   
ABRUZZO: 5 MLN PER ATTIVARE 466 COLLABORAZIONI "PIU´ PROFESSIONISTE" CON IL BANDO "LA CRECITA E´ DONNA"  
 
Pescara, 10 luglio 2012 - Sono 466 le professioniste abruzzesi che presteranno la propria consulenza presso 236 aziende che hanno partecipato con successo al Bando "La Crescita è donna - Linea Più Professioniste." Il progetto rientra nel programma di inclusione sociale del Piano Operativo 2009/10/11 del Fondo Sociale Europeo 2007/13 che prevede interventi in favore dell´occupazione e della conciliazione vita/lavoro per le donne. Delle tre linee di intervento previste, ciascuna inizialmente finanziata per un importo di un milione di euro, quella denominata "Più professioniste" prevedeva incentivi alle imprese che avessero attivato rapporti di consulenza non ordinari in favore di giovani professioniste operanti in Regione. "Vista la grande risposta del sistema imprenditoriale abruzzese - ha esordito l´assessore al Lavoro Paolo Gatti - abbiamo deciso di portare da uno a cinque milioni di euro le risorse destinate a questa linea. Le donne sono un valore aggiunto per il sistema sociale e produttivo della Regione. Lo ripetiamo da tempo: il Pil nazionale e regionale cresce se diamo più opportunità alle donne. Con scelte politiche convergenti e grazie ai molti fondi messi a disposizione, stiamo cercando di consentire da un lato il loro ingresso nel mercato del lavoro e dall´altro di offrire un sistema di welfare che le tuteli nel loro doppio ruolo di lavoratrici e di madri. Con "Più Professioniste" abbiamo colto nel segno. Abbiamo consentito ad una platea di aziende ampia e desiderosa di innovare i propri processi di avvalersi proprio di quelle figure professionali altamente qualificate che vivono e operano in Abruzzo. Quasi 500 professioniste oggi hanno una chance di spendere sul campo la loro competenza e produrre dentro le imprese, grazie alla loro professionalità, miglioramenti dei processi aziendali. Siamo fiduciosi - ha concluso Gatti - che a partire da questa iniziativa si instauri fra imprese e professioniste un rapporto che possa prolungarsi oltre i 12 mesi finanziati dal progetto".