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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Maggio 2013
UE: IN PREPARAZIONE DEL CONSIGLIO, DEI MINISTRI DELL´ECONOMIA E DELLE FINANZE DOMANI A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 13 mag 2013 - Il Consiglio dei ministri dell´Economia e delle Finanze dell´Unione europea si terrà a Bruxelles il Martedì 14 Maggio alle ore 11.00. La Commissione europea sarà rappresentata da Olli Rehn, vicepresidente e commissario per gli Affari economici e monetari e l´Euro, Michel Barnier, commissario per il Mercato interno ei servizi, Algirdas Š emeta, commissario per la Fiscalità e l´unione doganale e Janusz Lewandowski, commissario per la Finanziaria Programmazione e Bilancio. Una conferenza stampa è prevista per dopo l´incontro. Regole per la Banca di recupero e di risoluzione (Ch) La proposta della Commissione sugli strumenti di ripresa e di risoluzione per le banche in crisi è un pilastro fondamentale del nuovo quadro normativo finanziario che stiamo costruendo per tutte le banche dell´Unione europea. E ´stato presentato il 6 giugno 2012 (vedi Ip/12/570 e Memo/12/416 ) e sarebbe attuare l´impegno dell´Unione europea nel quadro del G20 per impostare la prevenzione delle crisi e il framework di gestione delle crisi. Per garantire il contribuente non sempre finiscono salvataggio delle banche, l´Ue ha proposto un quadro comune di norme e poteri per trattare con le banche in difficoltà dal 2015. Salvataggi ripetuti di banche hanno aumentato il debito pubblico e ha imposto un fardello molto pesante per i contribuenti. Questo quadro di risoluzione a livello europeo per la risoluzione gestito di banche e imprese di investimento ci avrebbe dato tutti gli strumenti: per evitare che le crisi che emerge, in primo luogo (per esempio facendo in modo che tutte le banche abbiano piani di risoluzione in luogo di recupero e); per affrontarle nelle prime fasi del processo se lo fanno (per esempio il potere di nominare un manager speciale in banca per un periodo limitato di affrontare i problemi); e, infine, se la situazione finanziaria si deteriora in modo irreparabile, le autorità nazionali in tutti gli Stati membri dovranno disporre di un kit di strumenti comuni e tabella di marcia per gestire il fallimento delle banche in modo ordinato, con un "bail-in" meccanismo di invitare gli azionisti e creditori quando attribuendo le perdite delle banche fallite. Questo file è una priorità, come confermato dai Capi di Stato e di governo in numerose occasioni, anche nelle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2012. I recenti sviluppi a Cipro hanno evidenziato ancora una volta quanto sia importante per l´Ue disponga di meccanismi in atto per far fronte a banche in fallimento. La Commissione spera che la discussione in Consiglio dei ministri dell´economia e delle finanze dell´Ue può fare progressi reali sui punti in sospeso in questa trattativa, in particolare sul design del bail-in strumento, e il Commissario Barnier ribadirà il suo pieno sostegno alla Presidenza irlandese a raggiungere un accordo su questa importante proposta entro la fine di giugno. Rapido accordo tra gli Stati membri permetterà di avviare discussioni di compromesso con il Parlamento europeo, e consentire i co-legislatori di adottare la proposta nei prossimi mesi. Inoltre, l´architettura del sindacato bancario si baserà sulle fondamenta della presente direttiva, al fine di istituire un sistema integrato europeo per la risoluzione di tutti i paesi partecipanti al sistema di supervisione unico. La Commissione intende presentare una proposta sul meccanismo di risoluzione del singolo di questa estate. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/bank/crisis_management/  Progetto di bilancio rettificativo No2 al bilancio generale dell´Unione europea 2013 (Pf) Il Consiglio discuterà il progetto di bilancio rettificativo n. 2 presentata dalla Commissione il 27 marzo 2013. Il progetto stima che un extra di € 11200000000 è richiesto per il bilancio dell´Ue per rimborsare i beneficiari dei programmi finanziati dall´Ue completati in tutta Europa nel 2012, così come per onorare le pretese della politica di coesione che saranno dovuti nel 2013. Tale proposta deve essere autorizzata dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Il livello della domanda è in gran parte dovuto al fatto che il bilancio 2013 è stato fissato al livello dei pagamenti sotto stime della Commissione e sotto il livello finale di pagamenti nel bilancio 2012, con miliardi di euro di 2012 pagamenti per i progetti finanziati dall´Ue essere rinviata al 2013. In sede di adozione del bilancio 2013 dell´Unione europea lo scorso novembre, il Consiglio e il Parlamento hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sottolinea che la Commissione dovrebbe presentare in una fase iniziale nel 2013 un progetto di bilancio rettificativo, appositamente per il solo scopo di coprire le 2.012 richieste sospese non appena le sospensioni sono sollevati, e l´altro in attesa di obblighi di legge fatta salva la corretta esecuzione del bilancio 2013. 100% di tale progetto di bilancio rettificativo andrà ai beneficiari di fondi Ue, come le regioni, le persone che ricevono una formazione, scienziati, ecc Non un centesimo di esso è per le stesse istituzioni europee. Per maggiori informazioni: http://europa.Eu/rapid/press-release_ip-13-291_en.htm  Lotta contro la frode e l´evasione fiscale (Et) Nel periodo fino al Consiglio europeo del 22 maggio Commissario Š emeta inviterà il Consiglio a raggiungere un accordo su una serie di misure legislative concrete e azioni di lotta contro la frode e l´evasione fiscale nell´Unione europea e nel mondo. Scambio automatico transfrontaliero di informazioni (Et) Commissario Šemeta inviterà il Consiglio a raggiungere un accordo politico sulla proposta della Commissione di modificare la direttiva sul risparmio, al fine di chiudere le sue lacune attuali, in particolare per coprire una più ampia gamma di prodotti finanziari innovativi, le pensioni e assicurazioni sulla vita e garantendo un trattamento più efficace dei redditi da risparmio ottenuto attraverso trust e fondazioni (cfr. Memo/12/353 ). Commissario Šemeta si aspetta anche il Consiglio di dare alla Commissione il mandato di avviare negoziati con la Svizzera, il Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino sulla revisione di accordi firmati con questi paesi in materia di tassazione del risparmio. Lo scopo di questi negoziati è quello di garantire che questi 5 paesi applichino misure equivalenti a quelle previste nella Direttiva sul Risparmio modificata ed esaminare se altri miglioramenti dovrebbero essere resi agli accordi, alla luce degli sviluppi internazionali (cfr. Memo/12/353 ) . Dal 2005, la Direttiva sul risparmio e relativi accordi internazionali con la Svizzera, il Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino hanno assicurato che interessi sui redditi da risparmio in altri Stati membri dell´Ue o è riportato automaticamente alla competente amministrazione fiscale o sottoposto ad una ritenuta alla fonte. Il Consiglio discuterà il rafforzamento della legislazione attuale dell´Ue, basato sulla propria esperienza dell´Ue e recenti sviluppi internazionali in materia di evasione ed elusione fiscale. Piano d´azione per rafforzare la lotta contro la frode e l´evasione fiscali (Et) La Commissione prevede che il Consiglio adotti le conclusioni sul piano d´azione per la lotta contro la frode e l´evasione fiscale e le raccomandazioni sui paradisi fiscali e in materia di pianificazione fiscale aggressiva proposto dalla Commissione il 6 dicembre 2012 (vedi Ip/12/1325 e Memo/12 / 949 ). Piano d´azione della Commissione mira ad una risposta più efficace dell´Ue per affrontare l´evasione e l´elusione fiscale. Essa stabilisce un pacchetto complessivo di oltre 30 misure, per ora e per il futuro, per aiutare gli Stati membri a proteggere i loro basi imponibili. Di particolare importanza sono due raccomandazioni sui paradisi fiscali e la pianificazione fiscale aggressiva che fanno parte del piano d´azione. La prima raccomandazione prevede una forte presa di posizione dell´Unione europea contro i paradisi fiscali, andando oltre le attuali misure internazionali. Utilizzando criteri comuni, gli Stati membri sono incoraggiati a definire i paradisi fiscali e metterli su liste nere nazionali. Misure per convincere questi paesi non Ue di applicare le norme comunitarie di trasparenza vengono altresì indicati. La seconda raccomandazione è sulla pianificazione fiscale aggressiva. Essa suggerisce modi per affrontare tecnicismi legali e scappatoie che alcune aziende sfruttano per evitare di pagare la loro giusta quota di tasse. Altre iniziative previste nel piano d´azione includono il codice di un contribuente, un numero di identificazione fiscale Ue, una revisione delle norme antiabuso nelle direttive comunitarie fondamentali, e linee guida comuni per rintracciare i flussi di denaro. Squilibri macroeconomici Procedimento: recensioni approfondite (Soc) Il Consiglio sarà uno scambio di opinioni sui risultati delle approfondite recensioni pubblicate dalla Commissione il 10 aprile ( Ip/13/313 , Memo/13/322 ). Rafforzamento della governance economica consente di affrontare gli squilibri macroeconomici preventivamente per garantire l´adozione di politiche adeguate ad affrontare gli squilibri e di gettare le basi per una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Recensioni approfondite sono state effettuate nei 13 Stati membri, individuati nella relazione sul meccanismo di allerta dello scorso novembre a mostrare segni di squilibri macroeconomici ( Ip/12/1275 , Memo/12/912 ). La conclusione è stata che il Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Italia, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Regno Unito sono stati degli squilibri, che non sono eccessive, nel senso della procedura per gli squilibri macroeconomici. Nel caso della Spagna e Slovenia, la Commissione ha ritenuto che gli squilibri di essere eccessivo. Le recensioni approfondite servito come materia prima analitica per gli Stati membri nella preparazione dei loro programmi di stabilità e di riforma. Essi andranno ad alimentare le raccomandazioni specifiche per paese, la Commissione proporrà il 29 ° maggio per tutti gli Stati membri dell´Unione europea nel quadro del semestre europeo . Vicepresidente Olli Rehn, responsabile per gli Affari economici e monetari e l´euro ha recentemente dichiarato: " La nostra governance economica trasformata ci permette di affrontare gli squilibri macroeconomici preventivamente e di creare le basi per una crescita sostenibile un´azione politica decisiva da parte degli Stati membri e alla Ue. Livello sta contribuendo a riequilibrare l´economia europea, ma permangono notevoli sfide:. Ci vorrà ancora del tempo per completare la liquidazione degli squilibri che erano in grado di crescere incontrollato nel decennio precedente la crisi, e che continuano a prendere un pedaggio su nostre economie ". Verso un´unione economica e monetaria vera e profonda: Communications Commission (Soc) a) introduzione di uno strumento di convergenza e competitività b) il coordinamento ex ante dei progetti di importanti riforme di politica economica La Commissione presenterà due comunicazioni adottate il 20 marzo 2013 ( Ip/13/248 , Memo/13/259 ) sui prossimi passi verso una unione economica e monetaria vera e profonda (Uem) con l´obiettivo di rafforzare il coordinamento delle politiche economiche e di integrazione nella zona euro. Una comunicazione comprende proposte concrete per discutere, a livello europeo, le più importanti riforme di politica economica che gli Stati membri intendono intraprendere prima di prendere una decisione finale su queste riforme a livello nazionale. In questo modo, tutte le ricadute positive o negative delle riforme su altri paesi dell´Ue possono essere adeguatamente preso in considerazione nelle prime fasi del processo decisionale. L´altra comunicazione presenta opzioni di introdurre una competitività e strumento di convergenza. Lo strumento si compone di due elementi. In primo luogo, esso avrebbe invitato gli Stati membri a impegnarsi per la tempestiva attuazione di un numero limitato di riforme specifiche attraverso un accordo contrattuale. In secondo luogo, lo strumento dovrebbe prevedere la possibilità di un sostegno finanziario per le misure di accompagnamento che aiutano a lisciare implementazione di queste riforme, ad esempio, per la formazione o le politiche attive del mercato del lavoro. Olli Rehn, vicepresidente per gli affari economici e monetari e l´euro ha detto: " Con queste due comunicazioni, la Commissione sta costruendo sui grandi passi in avanti prese nel coordinamento delle politiche di bilancio, migliorando il quadro di riforme strutturali meglio coordinati nostro obiettivo. È molto chiaro: per aiutare gli Stati membri a definire, decidere e realizzare migliori, riforme precedenti e più veloce di crescita, competitività e creazione di posti di lavoro ". Follow-up del G20 riunione dei ministri delle Finanze e dei Governatori (Mosca, Russia) (Soc) La Presidenza dell´Unione europea e la Commissione debriefing del Consiglio sui principali risultati della riunione dei ministri delle Finanze del G20 e dei governatori delle banche centrali e le riunioni di primavera del Fmi / Banca mondiale che ha avuto luogo a Washington nel mese di aprile. Durante le riunioni, il Fmi ha sottolineato che la ripresa economica globale rimane irregolare e che l´attività economica mondiale si sta muovendo a "tre velocità" ( prospettive di crescita globali sono poco cambiate-debole per alcuni, il miglioramento o forte per gli altri ) 1 . Il Fmi prevede una crescita globale al 3,3% del Pil per il 2013 e al 4% per il 2014. I rischi sono aumentati rispetto alla scorsa riunione ministeriale del G20 a Mosca nel mese di febbraio. I rischi principali sono la recessione in Europa e l´assenza di consolidamento fiscale a medio termine in Giappone e negli Stati Uniti. C´era un forte riconoscimento da parte dei partner del G20 dell´Ue che a causa di un´azione politica nella zona euro, i principali rischi di coda sono stati evitati e condizioni dei mercati finanziari continuano a migliorare. Ministri e governatori del G20 hanno ribadito che il mantenimento di sostenibilità fiscale nelle economie avanzate resta essenziale. Come concordato in occasione del vertice del G20 a Los Cabos anno scorso, le economie avanzate dovranno sviluppare strategie di bilancio a medio termine da parte del vertice St Petersburg nel mese di settembre. Particolare attenzione è stata rivolta alla evasione fiscale, l´evasione fiscale ei paradisi fiscali. Il G20 ha convenuto che lo scambio automatico di informazioni dovrebbe essere lo standard in futuro. La Commissione ritiene che l´accordo dai ministri del G20 sullo scambio automatico di informazioni, come una pietra miliare. Presente segna successivo passo cruciale dato la Agreement 2009 nella Pittsburgh giurisdizioni non cooperative incentrati alla promozione scambio dell´informazione richiesta. L´ocse ( Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo) è stato incaricato di sviluppare un nuovo standard multilaterale sullo scambio automatico di informazioni, tenendo conto degli accordi esistenti (Us Fatca - Foreign Account Tax Compliance Act - e la direttiva Ue sul Risparmio). Altri articoli Fiscalis 2020 (Et) Il Consiglio dovrebbe approvare la proposta della Commissione di istituire un programma Fiscalis 2020 (vedi Ip/11/1328 e Memo/11/767 ). Fiscalis 2020 contribuiranno in modo significativo a migliorare la cooperazione tra le autorità fiscali all´interno dell´Ue. Il programma proposto in particolare le iniziative di sostegno e di cooperazione per la lotta contro la frode fiscale, l´evasione fiscale e pianificazione fiscale aggressiva attraverso la creazione di reti, azioni congiunte e di formazione tra le amministrazioni fiscali nazionali. Il programma dovrebbe anche finanziare il funzionamento e sviluppo dei sistemi informativi europei per la tassazione. Questi sistemi consentono agli Stati membri di scambiare informazioni che è cruciale nella lotta contro la frode fiscale. Inoltre, la Presidenza irlandese aggiornerà il Consiglio sui progressi realizzati per quanto riguarda una certa corrente legislativa tra cui: Modifica le norme sui mercati degli strumenti finanziari ( Ch) Nel mese di ottobre 2011, la Commissione ha presentato proposte per una revisione della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (Mifid) volto a stabilire sicuro, più solido, più mercati finanziari più responsabili che lavorano per l´economia e la società nel suo insieme e trasparente. Le proposte completano la riforma in corso dei mercati dei derivati ​​europei incaricando la negoziazione di strumenti derivati ​​standardizzati sulle sedi di negoziazione organizzate e rafforzando la trasparenza e la vigilanza dei mercati dei derivati, compresi i mercati delle materie prime, in linea con i nostri impegni del G20. Gli irlandesi Presidenza presenterà un aggiornamento sulla trattativa dove ci sono ancora due grandi questioni in sospeso: accesso non discriminatorio alla compensazione, così come la questione della trasparenza e struttura del mercato. Commissario Barnier sosterrà il lavoro della Presidenza irlandese a raggiungere un approccio generale in Consiglio con l´obiettivo di avviare discussioni il più presto possibile con il Parlamento europeo al fine di raggiungere un accordo finale sui testi. Punti importanti da discutere riguardano l´accesso alle sedi di negoziazione e di trasparenza pre-negoziazione . Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/securities/isd/mifid_en.htm  Revisione della direttiva antiriciclaggio (Ch) Il rischio associato al riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo sono in continua evoluzione, che richiede aggiornamenti regolari delle norme pertinenti. È per questo che il 5 febbraio 2013, la Commissione europea ha presentato due proposte per rafforzare le norme esistenti dell´Ue in materia di anti-riciclaggio di denaro e trasferimenti di fondi ( Ip/13/87 ): una proposta di direttiva relativa alla prevenzione dell´uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività illecite e di finanziamento del terrorismo e una proposta di regolamento sulle informazioni che accompagnano i trasferimenti di fondi per garantire la "causa tracciabilità" di questi trasferimenti. Entrambe le proposte hanno preso in considerazione le più recenti raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale (Gafi) ( Memo/12/246 ) , il mondo del corpo anti-riciclaggio, e andare oltre a un certo numero di settori per promuovere i più alti standard per contrastare il riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo. Le regole, una volta accettato, potrebbe migliorare sensibilmente la situazione esistente con l´introduzione di un ruolo rafforzato per le autorità europee di vigilanza di fornire a livello europeo di orientamento, le valutazioni e le norme in materia di antiriciclaggio e rafforzando le modalità di condivisione delle informazioni tra le unità di informazione finanziaria . Norme antiriciclaggio sono cruciali nel loro diritto, ma hanno anche a svolgere un ruolo vitale nel fornire le informazioni a cui si accede, nel rispetto delle procedure di legge, da coloro che i sistemi fiscali di polizia. Ma le regole antiriciclaggio non sono lo strumento principale e solo per affrontare l´evasione fiscale. Ecco perché questa iniziativa è assolutamente complementare alla recenti iniziative della Commissione volte a contrastare la frode e l´evasione fiscale, anche se è importante riconoscere che ogni problema richiede un proprio approccio appropriato e su misura. La Commissione accoglie con favore la decisione della Presidenza irlandese per portare questo tema all´ordine del giorno del Consiglio. Ciò sottolinea l´importanza di una rapida messa in atto di regole rafforzate per combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/securities/isd/index_en.htm 
1 : http://www.Imf.org/external/np/g20/pdf/2013/041813.pdf  
 
   
   
IL PRESIDENTE UE BARROSO ALLA CONFERENZA SULLO STATO DELL´UNIONE: RIPRISTINARE LA FIDUCIA  
 
Firenze, 13 maggio 2013 – Di seguito l’intervento del 9 maggio di José Manuel Durão Barroso Presidente della Commissione europea: “ Signore e signori, Innanzitutto vorrei ringraziarvi per avermi invitato ancora una volta di essere qui con voi in occasione della giornata. E ´sempre con grande piacere che vengo in Italia ea Firenze dove possiamo sentire un grande spirito europeo. Posso confessarvi che quando tornerò ad uno stesso luogo, trovo sempre interessante vedere se quello che ho detto prima rimane straordinario e coerente. Permettetemi di citare quello che ho detto quando ho affrontato questa conferenza l´anno scorso:. "La scelta non dovrebbe essere l´austerità contro crescita La scelta è insostenibile stimolo di breve termine che porterà ad una breve vita rilancio della crescita rispetto a riforme a lungo termine sostenibile che fare la differenza nel tempo. E la nostra scelta è chiara. Si tratta di investire nella crescita sostenibile nel tempo pur affrontando subito le questioni più urgenti e prima di tutto la disoccupazione, che ha raggiunto tassi intollerabili ". Ho anche aggiunto che dovremmo mostrare la stessa velocità e determinazione nell´attuare la nostra agenda per la crescita, come abbiamo già mostrato nel consolidamento fiscale. Un anno dopo, io sono felice di vedere che questi punti di vista sono ormai ampiamente condivise. Spero che ora gli Stati membri, con le istituzioni europee, i principali partiti politici e le parti sociali potranno finalmente d´accordo sulla strada da seguire, perché il consenso è la chiave per ripristinare la fiducia. Questo è il motivo per cui quest´anno vorrei concentrare il mio intervento su come riconquistare la fiducia. Si tratta ovviamente di una questione politica fondamentale, ma va oltre. La fiducia è la chiave per l´economia. E ´importante che le banche siano in grado di dare, alle aziende di essere disposti ad investire e consumatori di essere disposti a spendere. La crisi è stata certamente un serio campanello d´allarme per l´Europa. Ha esposto le vulnerabilità all´interno dei singoli Stati membri e le debolezze nell´attuazione delle norme concordate da loro stessi. La realtà è che per troppi anni abbiamo stato a corto di trarre tutte le conseguenze di condividere una moneta comune. Per troppi anni abbiamo ignorato alcune conseguenze critiche del trattato di Maastricht. Troppo spesso alcuni Stati membri si sono cullati in un falso senso di compiacimento. La crisi ha dimostrato chiaramente che non avremo mai una unione monetaria efficiente senza una più stretta unione economica. Entrambi sono necessari per la stabilità. E abbiamo bisogno di stabilità per resistere meglio disordini interni o esterni. La crisi ha amplificato l´urgente necessità di una maggiore cooperazione e di governance a livello europeo e di riforme coraggiose a livello nazionale. E il ruolo delle istituzioni europee non è semplicemente quello di riformare se stessi, ma per sostenere la riforma degli Stati membri, sia nel settore pubblico e il settore privato. Questo è il motivo per cui la nostra risposta alla crisi è una completa affrontare la causa principale che è una combinazione pericolosa di imprudenza privata, indulgenza pubblico e inefficienza economica. L´obiettivo è quello di avere un settore finanziario al servizio dell´economia reale; politiche governative che promuovono la competitività e la solidità delle finanze pubbliche, e una vera Unione economica e monetaria con una serie di strumenti completamente attrezzata con un sindacato bancario e di una dimensione sociale rafforzato. Per raggiungere questo ordine del giorno con successo abbiamo spostato una serie di questioni chiave da retrobottega per la prima fila. Il fatto è che una crisi è un momento terribile per passare attraverso, e lo è ancora di più una cosa terribile per i rifiuti. È per questo che stiamo usando questa crisi come un´opportunità unica per promuovere un programma di riforma a lungo attesa da tempo. Il suo impatto è già visibile nella profonda ristrutturazione delle nostre economie, che è politicamente difficile e socialmente impegnativo, ma necessario per gettare le basi per la futura crescita sostenibile e la competitività. E stiamo facendo progressi in questa direzione. La competitività di alcuni dei nostri paesi più vulnerabili sta lentamente migliorando. Il loro debito e tassi di interesse sono in calo. I loro tassi di esportazione sono in aumento. Ma si tratta di un progresso che richiede tempo, impegno e capacità di resistenza. Esso può essere visto anche in ottimi progressi compiuti nella governance economica europea nel corso degli ultimi due anni. In effetti, siamo costantemente fare con il ´lavoro incompiuto di Maastricht´. Abbiamo già significativamente spostato in avanti sulla strada delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri sono valutati, coordinato e, se necessario, riveduto. E con la firma del trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance, gli Stati membri hanno legalmente sottolineato il loro impegno per pareggio di bilancio e insediato supervisione molto più forte da parte della Commissione. E questo è precisamente ciò che "più Europa" significa. ´Più Europa´ non significa "di più a Bruxelles", nel senso di una maggiore centralizzazione. L´unione europea non è certo di potere che attirano ma di condivisione del potere. Sussidiarietà è infatti un fondamentale concetto democratico e dovrebbe essere praticata. Dovremmo concentrare l´azione europea sui veri problemi che contano e può essere meglio affrontato a livello europeo. Ed è proprio quello che stiamo facendo. ´più Europa´ mezzi per approfondire l´integrazione economica attraverso il riconoscimento che un approccio intergovernativo per le politiche economiche e fiscali non è adatto con l´esistenza di una moneta comune. Ma dobbiamo riconoscere che la nostra Unione è sotto grave stress, preso tra due forze opposte: questa dinamica di cambiamento e di una resistenza al cambiamento. E la Commissione ha promosso attivamente l´ordine del giorno per il cambiamento. Signore e signori, Dall´inizio della crisi, quello che sta venendo a galla troppo spesso è un sentimento di dubbio. La crisi ha scatenato le incertezze circa la capacità e la durata politica e istituzionale dell´Europa. Capisco le ansie e anche il pessimismo dei cittadini europei di fronte ad un mondo in rapida evoluzione, interdipendente, competitiva e imprevedibile. Ma dobbiamo affrontare discorsi che richiedono un introspettivo - a volte nazionalista - approccio. Infatti, come stiamo cercando di rafforzare le fondamenta dell´euro e migliorare la sostenibilità delle nostre economie e, quindi, ripristinare la fiducia e la fiducia, una recrudescenza del populismo sta corrodendo precisamente fiducia. Il punto non è di certo di demonizzare tali discorsi. Il punto è quello di dimostrare che le nostre politiche vanno nella direzione giusta per il lungo termine, che l´alternativa europea è la migliore, quella da fidarsi più. Naturalmente, questo non è facile perché il discorso populista manipola ansie e finge di portare soluzioni semplici a problemi complessi. Ma non dobbiamo rifuggire da esporre la complessità delle questioni che stiamo trattando. Lasciatemi fare un esempio. Secondo alcuni di questi discorsi, Europa e l´Euro sono la causa del problema. Cerchiamo di essere intellettualmente onesti e cerchiamo di non lesinare sforzi per spiegare ancora una volta che mentre conosciuta come la ´crisi dell´euro´, questa non è una crisi dell´euro stesso. L´euro rimane una valuta credibile, stabile e forte. Si tratta di una crisi economica e finanziaria nei singoli paesi che gli impatti sul resto della zona euro. E la crisi finanziaria non è stata, inoltre, euro-specifico, perché colpito i paesi della zona euro e al di fuori, all´interno dell´Unione europea e al di fuori, come il caso dell´Islanda mostra chiaramente. Questa crisi è il risultato della combinazione di irresponsabilità di una parte significativa del settore finanziario, con un debito pubblico insostenibile aggravanti e la mancanza di competitività strutturale in alcuni Stati membri. L´unione monetaria assorbito alcune delle scosse - come è stato destinato a fare - ma è esso stesso gravemente scosso come un risultato. E ´quindi opportuno dire che, mentre questo non è una crisi della zona euro in quanto tale e non era certo creato dall´Unione europea, si è posto molto specifiche sfide - economico ma anche istituzionalmente e politicamente - verso l´area dell´euro e implicitamente alla nostra Unione europea. E anche se non siamo ancora fuori pericolo, la minaccia esistenziale per l´Euro è sostanzialmente finita. The Doom mercanti che hanno predetto l´implosione dell´euro si sono rivelate sbagliate. Credo che sia giusto dire che non vi è più una percezione del rischio che la zona euro cadrà a pezzi. Gli investitori hanno capito che quando diciamo che faremo tutto il possibile per salvaguardare la stabilità finanziaria e l´integrità dell´euro facciamo sul serio. Non sto suggerendo che tutti i problemi siano stati risolti. Io non ignoro le difficoltà economiche e sociali fanno sentire in tanti paesi europei. Non bisogna farsi illusioni e non creare false aspettative a breve termine. C´è ancora molta strada da fare dalla crisi economica alla svolta economica. Riforme e regolazione devono essere perseguiti con determinazione, senza tralasciare l´aspetto importante della giustizia sociale. E ´infatti necessario avere conti pubblici equilibrati e di consolidare le riforme al fine di garantire la competitività. Ma, al fine di conseguire una crescita economica sostenibile è anche necessario investire nei settori che ci permetteranno di raccogliere la sfida della globalizzazione. Parlando ora d´Italia, sono rimasto molto positivamente impressionato dalla forte impegno europeo di primo ministro Letta con il quale condivido la visione ambiziosa su un futuro federale per l´Europa e un chiaro sostegno al metodo comunitario. E sono felice di vedere che il nuovo governo si è impegnato per la riforma e per gli obiettivi di bilancio presentati nel programma di stabilità Italia. Infatti, il Primo Ministro ha confermato questo, quando lo ho ricevuto a Bruxelles la scorsa settimana. E questo è particolarmente importante in vista del livello molto elevato del debito pubblico in Italia. La realtà è che le finanze pubbliche sane sono una conditio sine qua non per la fiducia e senza fiducia non ci sono investimenti e senza investimenti non c´è crescita. E condivido le preoccupazioni sulla necessità di ripristinare la crescita in Italia. Un programma di riforme strutturali ad ampia base è essenziale per invertire la radicata e lungo declino della competitività in Italia in modo da rilanciare la sua performance di esportazione. In effetti la questione fondamentale per l´Italia è quello di ripristinare la sua competitività, per ripristinare la sua capacità di crescere e creare posti di lavoro che sarà anche ridurre le pressioni sulle finanze pubbliche. Credo profondamente nella capacità d´Italia per raggiungere questi obiettivi. Vorrei anche dire qualche parola su una questione, che sta colpendo l´Italia e anche in altri paesi soprattutto dell´Europa meridionale. Questo riguarda la frammentazione finanziaria e condizioni di prestito di piccole e medie imprese nell´area dell´euro. Crediamo che questo sia un fatto molto grave ostacolo alla crescita. Guardando le indagini sul credito, si vede che il problema non è solo la domanda ma anche molto la divergenza degli spread di credito che sono legati meno alla qualità intrinseca dei mutuatari e di più per la loro posizione geografica. In analisi annuale della crescita della Commissione europea abbiamo chiaramente identificato come priorità la necessità di garantire un adeguato finanziamento dell´economia. La Bce e la Bei stanno lavorando su questa materia. Spero sinceramente che qualche risposta può essere trovata al più presto. E la Commissione sosterrà tutti gli sforzi per affrontare il problema della frammentazione finanziaria e migliorare la capacità di prestito, sapendo che la soluzione sostenibile può venire solo dopo aver corretto gli squilibri economici; ristabilire la buona salute della nostra economia e la fissazione di un sindacato bancario - una priorità che non dobbiamo perdere lo slancio. Signore e signori Come stiamo ora affrontando tutte queste sfide, e contrariamente a quanto alcuni euroscettici finta, non oso immaginare come più debole saremmo oggi senza tutto ciò che è stato realizzato nel corso degli ultimi 60 anni di integrazione europea! Dobbiamo stare attenti a non lasciare che i nostri risultati principali di essere svelati. Al contrario, dobbiamo valorizzare i nostri punti di forza collettiva e toccare insieme le potenzialità del nostro mercato unico e della nostra politica commerciale, che sono potenti fattori di crescita. In questo contesto, il commercio transatlantico e Investment Partnership che lanceremo con gli Stati Uniti è di fondamentale importanza. Inoltre abbiamo tutto da guadagnare dal fare le riforme e gli investimenti in istruzione, ricerca e innovazione necessarie al fine di mantenere il nostro vantaggio competitivo collettivo. Infatti non dobbiamo risparmiare alcuno sforzo per ottenere risultati più concreti per i cittadini europei e dimostrare loro che quando agiamo come uno dell´Unione, ovunque sia necessario, siamo in grado di portare una grande differenza nella loro vita quotidiana. Prima di tutto dobbiamo agire più decisamente come uno dell´Unione sul fronte della disoccupazione. L´attuazione della compatta crescita deciso dai capi di Stato e di governo nel giugno scorso rimane insufficiente e al di sotto delle nostre aspettative. Deve essere rafforzata in particolare con le azioni ambiziose per combattere la disoccupazione giovanile. Abbiamo già raggiunto un accordo nel mese di febbraio su una iniziativa per l´occupazione giovanile. Essa fornirà 6000000000 € a supporto tanto necessario per i giovani in regioni con tassi di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Si finanzierà anche la garanzia per i giovani e le altre misure proposte dalla Commissione nel suo pacchetto per l´occupazione giovanile nel dicembre 2012. Si tratta infatti di un accordo importante, ma non è sufficiente e sarà attuato solo quando il prossimo quadro finanziario pluriennale sarà a posto, che non è prima del 2014. Dobbiamo fare più veloce, migliore e più. E spero che il prossimo Consiglio europeo arriverà a questa conclusione. Infatti dobbiamo agire con chiarezza come uno dell´Unione per promuovere un´Europa della correttezza. Questo include anche, in questi tempi difficili, che coloro che fanno i maggiori profitti devono pagare una quota equa di imposte su di loro e nei paesi in cui si genera la loro ricchezza. Portare un nuovo equilibrio al nostro modo di combattere la frode e l´evasione fiscale è una parte intrinseca della revisione del programma di regolamentazione dell´Ue in seguito alla crisi. So che non sarà facile convincere tutti gli Stati membri la necessità di agire e di agire insieme a livello di Ue, ma la Commissione continuerà a premere per l´azione su un problema di crescente rilevanza pubblica. E presto presenterà una proposta legislativa per estendere il campo di applicazione dello scambio automatico ai sensi della direttiva concernente la cooperazione amministrativa. Ciò garantirà la copertura completa e coerente di tutti i tipi pertinenti di reddito in tutti gli Stati membri. E la costruzione di disposizioni Ue, collettivamente dovremmo concordare una posizione dell´Ue forte e coordinata al G8, G20 e l´Ocse in modo che lo scambio automatico di informazioni diventa il nuovo standard globale. Per riassumere, credo che per ripristinare la fiducia dobbiamo fare un lavoro migliore per spiegare che cosa è in gioco e per essere più efficaci nel raggiungimento di risultati concreti per i nostri cittadini in zone dove agiscono come uno Unione fa davvero la differenza. Questa è una responsabilità che si trova non solo con le istituzioni europee, ma con tutti gli Stati membri perché l´Europa è sulla leadership collettiva e la titolarità da parte di tutti i soggetti interessati. E questo è anche sempre più circa la proprietà da parte dei cittadini. Signore e signori, La crisi non ha solo messo in evidenza una maggiore interdipendenza economica dell´Europa. Ha inoltre sottolineato che la questione di una unione politica non può più essere nascosta sotto il tappeto. Ma questo può essere raggiunto solo attraverso un pubblico dibattito fondamentale su quanto vogliamo andare con la nostra integrazione politica e di quanto siamo disposti e in grado di andare a riformare le nostre istituzioni politiche. Ci troviamo in un momento in cui l´integrazione europea deve essere perseguita apertamente, in modo trasparente e con il sostegno esplicito dei cittadini europei. I tempi di integrazione europea di consenso implicito dei cittadini sono finiti. L´europa deve essere sempre più democratico. Legittimità e responsabilità democratica in Europa devono tenere il passo con il suo accresciuto ruolo e potere. Questo è il motivo per cui ho chiamato per un ampio e aperto dibattito sul nostro futuro. E Blueprint della Commissione europea per un´Unione economica e monetaria vera e profonda non è solo fornire il quadro generale delle modifiche pratiche necessarie per andare avanti. Fornisce inoltre un rinnovato senso di scopo. Si apre un dibattito europeo su un futuro in cui la governance economica, la legittimità democratica e impegni sociali dovranno andare avanti di pari passo. Uno dei filosofi più importanti e rispettati in Europa, Jürgen Habermas, recentemente denominato nostro Blueprint come "il primo documento più dettagliato in cui l´Unione Europea sviluppa una prospettiva di riforme a medio e lungo termine che vanno oltre il presente". Permettetemi di dire che sono felice di vedere che il Blueprint è seguita da dibattiti aperti al di fuori di Bruxelles. Naturalmente, la questione va ben oltre l´Unione economica e monetaria. Si tratta del concetto stesso della nostra volontà di vivere insieme e il nostro posto nel mondo. E non riuscivo a pensare a un posto migliore di questo per discutere il nostro futuro europeo, sull´Europa giorno. Infatti, Firenze e l´Italia ci ricordano che, fin dall´inizio, l´integrazione europea è stata molto di più di un progetto di integrazione economica. Si tratta fondamentalmente di un progetto politico e culturale basata su valori forti. Noi riteniamo che il suo futuro nelle nostre mani. Dipende solo da noi, dalla nostra fiducia, i nostri sforzi. Non possiamo rovinare tutto! È per questo che dobbiamo discutere apertamente, come stiamo facendo qui in questa conferenza, con tali illustri partecipanti provenienti da tutta Europa. Sono sicuro che un contributo molto prezioso verrà da questa discussione per spostare in avanti il ​​nostro progetto europeo e avvicinarla ai cittadini europei. Vi ringrazio per la vostra attenzione  
   
   
CE, BCE E FMI, SULLA MISSIONE DECIMO REVIEW IN IRLANDA  
 
Bruxelles, 9 maggio 2013 - Squadre del personale della Commissione europea (Ce), Banca centrale europea (Bce) e del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) hanno visitato Dublino durante il 23 aprile - 2 maggio 2013 per la decima revisione del programma economico del governo e si è incontrato con una serie di soggetti interessati . Programma irlandese rimane in pista, la graduale ripresa continua e ci sono stati ulteriori miglioramenti delle condizioni di mercato per il sovrano e le banche. Le autorità hanno compiuto progressi significativi sulla riparazione del settore finanziario e ripristinare la sostenibilità delle finanze pubbliche, ma rimangono sfide richiederà sforzi della politica continuata. Squadre Missione discusse le politiche per la decima revisione, il cui completamento è soggetto a processi di approvazione dell´Ue e del Fmi. Squadre hanno anche discusso con le autorità irlandesi preparativi per l´uscita del programma. Ripresa economica irlandese sta continuando, con la previsione di crescita di circa l´1 per cento nel 2013 e di poco più del 2 per cento nel 2014. Più debole di attività economica prevista nei principali partner commerciali pesa sulle esportazioni, ma la domanda interna è un po ´più forte del previsto. Un titolo benchmark a 10 anni è stato recentemente messo all´asta con successo e la sua resa da allora ha rifiutato a un minimo di circa 3 ½ per cento. Condizioni di finanziamento per le banche hanno anche migliorato. Forte interesse degli investitori riflette la crescente fiducia internazionale nella attuazione delle politiche costante Irlanda e miglioramenti in debito outlook servizio del sovrano derivante dalle recenti decisioni europee. Sostenere la performance fiscale dell´Irlanda è la chiave per il finanziamento di mercato durevole. L´obiettivo di bilancio 2012 è stato ampiamente soddisfatti e il bilancio è rimasto in pista nel primo trimestre del 2013. L´attuazione rigorosa delle misure di bilancio per il 2013, anche nel settore sanitario, è essenziale per rispettare l´impegno del governo a un massimale del deficit 2013 al 7,5 per cento del Pil. La normalizzazione del settore finanziario sta gradualmente continuando con il buon phase-out del sistema di garanzia di passività ammissibili. Dopo un inizio troppo lento, le banche stanno lavorando verso il raggiungimento di obiettivi ambiziosi per ridurre in modo duraturo nel arretrati mutuo e le autorità dovranno monitorare da vicino questo processo. Sono necessari ulteriori progressi da parte delle banche a risolvere insostenibili debiti delle Pmi per contribuire a sostenere la creazione di posti di lavoro. Mentre una ripresa della crescita è necessaria per ridurre significativamente alto tasso di disoccupazione, ulteriori sforzi politici sono importanti per affrontare la sua natura sempre più strutturale. Ulteriori progressi nel migliorare l´impegno con i disoccupati, anche attraverso la continua implementazione di uffici Intreo (che forniscono un unico punto di contatto per tutti i supporti di reddito e occupazione) e una riassegnazione di casi di lavoratori, assicura un controllo di qualità dei servizi di attivazione e formazione per tutto il paese. Il significativo progresso Irlanda ha compiuto nel recupero della competitività perduta negli ultimi anni deve essere continuato attraverso l´apertura alla concorrenza in settori protetti come i servizi legali . Concludendo cessione di beni dello Stato in grado di supportare la creazione di posti di lavoro-progetti di investimento. Gli obiettivi principali del programma irlandese Ue-fmi supportati sono per risolvere le carenze del settore finanziario e mettere l´economia irlandese sulla via di una crescita sostenibile, finanze solide e di creazione di posti di lavoro, mentre protegge i poveri e più vulnerabili. Il programma include i prestiti da parte dell´Unione europea e gli Stati membri dell´Ue, pari a € 45 miliardi e € 22500000000 Fund Facility con il Fmi. Conclusione di questa recensione avrebbe a disposizione un esborso di € 1 miliardo entro il Fmi e di € 1 miliardo entro l´Efsf, con gli Stati membri dell´Ue prevede di erogare un ulteriore 0500000000 € attraverso prestiti bilaterali. La missione di revisione successiva è prevista per luglio 2013.  
   
   
REGIONE TOSCANA: ‘THE STATE OF THE UNION’, ROSSI - “UN SOCIAL COMPACT PER LA NUOVA EUROPA”  
 
 Firenze, 13 maggio 2013 - “Un Social compact per la nuova Europa”, è questa la richiesta che Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ha rivolto al presidente della Commissione europea e ai partecipanti della conferenza internazionale ‘The State of the Union’, sul futuro dell’Unione europea, durante la sessione inaugurale che si è svolta il 9 maggio a Palazzo Vecchio a Firenze. Ecco il discorso integrale di Rossi a cui è seguito l’augurio di un proficuo lavoro durante il meeting. “Vorrei sottolineare il problema dei legami tra cittadinanza e istanze sociali. Dovremmo mettere in primo piano il problema crescente della disoccupazione, in particolare tra i giovani europei. Di recente il rapporto di Eurostat ha stabilito che 26,6 milioni di europei sono disoccupati (pari all’11% della popolazione dell’Unione). Il Commissario Andor ha detto che quasi 120 milioni di europei sono a rischio povertà e esclusione sociale (sei milioni in più dall’inizio della crisi), mentre la disoccupazione giovanile, pari al 22,4%,è il doppio di quella del resto della popolazione. Questi sono i risultati delle politiche di austerità, dei tagli ai bilanci pubblici e del patto di stabilità e crescita. Né gli Stati membri, né l’Europa nel suo insieme possono permettersi un tasso così elevato di disoccupazione. Non solo perché implica prestazioni economiche negative, ma anche per il generale abbassamento della qualità della vita e delle aspettative per il futuro. Se cresce il numero dei giovani europei che non hanno un lavoro (o che hanno rinunciato a cercarlo) e che non studiano, noi bruciamo le nostre speranze per il futuro. E ciò colpisce anche la qualità della cittadinanza. Dei giovani europei senza lavoro, meno consapevoli dei diritti individuali e collettivi, sono un fattore di indebolimento della democrazia. Noi invece abbiamo bisogno di cittadini attivi, che innovano e reinventano il futuro dell’Unione Europea. Per questo dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi e anche la fetta principale del bilancio dei Fondi per la coesione sociale per dare una risposta positiva ai problemi delle giovani generazioni di europei. E’ quanto stiamo facendo in Toscana. Discutere di cittadinanza oggi, qui in Europa, nell’occhio del ciclone, non può tralasciare l’agenda sociale.”  
   
   
CROAZIA: LA PROVA DELLA CREDIBILITÀ DELL´ALLARGAMENTO  
 
Bruxelles, 13 maggio 2013 - Parlando per punti il Commissario per l´allargamento e politica europea di vicinato Štefan Füle in occasione del seminario "Welcome to dell´Ue, Croazia", organizzato dal Ministero degli affari esteri della Repubblica Ceca a Praga, lo scorso 9 maggio ha rilevato che: A) Generale • In meno di due mesi, la Croazia diventerà il nuovo Stato membro dell´Unione europea. Questo è il risultato di un lungo e spesso doloroso, processo, a cominciare con l´applicazione del paese di aderire all´Unione nel 2003. Ma è anche il risultato di una politica di allargamento di successo - è un successo per la Croazia, per la regione dei Balcani occidentali nel loro complesso, e per l´allargamento. • Prima di guardare a ciò che l´Unione europea apporta alla Croazia, e, viceversa, ciò che porta la Croazia verso l´Unione europea, vorrei dire un paio di parole sul processo di adesione la Croazia ha attraversato, al fine di arrivare a questo punto: sulla base delle "lezioni imparato "dal precedente allargamento, l´Ue messo ancora maggiore enfasi sulla regola di questioni di diritto - un nuovo capitolo negoziale è stato creato, il sistema giudiziario ei diritti fondamentali, e di una rigorosa condizionalità è stato utilizzato. • Dopo la conclusione dei negoziati e la firma del trattato di adesione nel dicembre 2011, la Croazia è stato posto sotto un regime di monitoraggio pre-adesione rigorosa - un´altra innovazione utilizzato per la prima volta l´Unione europea, al fine di garantire che il paese in via di adesione essere pronti ad aderire. E il duro lavoro ha pagato: • Nell´ultima Relazione sui preparativi per l´adesione della Croazia - il cosiddetto Rapporto di Monitoraggio pubblicata il 26 marzo di quest´anno, la Commissione ha riconosciuto che la Croazia sarà pronta ad aderire all´Ue il 1 ° luglio. B) le principali sfide rimanenti - • Sul fronte economico, la situazione è molto impegnativo: Fino al 2009, l´economia croata goduto di un periodo di oltre dieci anni di crescita degli investimenti esteri, accompagnato da una bassa inflazione, un tasso di cambio stabile e infrastrutture sviluppate. Da allora, anche a causa della crisi finanziaria globale, l´attività di investimento è diminuito. Problemi strutturali. Complessa burocrazia e la corruzione hanno un effetto negativo sull´economia pure. • La previsione della Commissione, nella primavera del 2013, è che il Pil della Croazia per il 2013 scenderà dell´1%. Questo è un po ´meglio di quello che la crescita negativa del 2,0% per il 2012. Alcuni importanti passi iniziali sono state adottate per quanto riguarda l´attuazione di urgenti riforme strutturali dell´economia, per migliorare la competitività e le prospettive di crescita. Partecipazione informale della Croazia nel 2013 semestre europeo rappresenta una buona opportunità per sviluppare il programma di riforme strutturali e di proseguire ulteriormente la sua vigorosa attuazione. In questo quadro, la Commissione valuterà il programma economico, che è stata presentata dalla Croazia nel mese di aprile. • Allo stesso tempo, la Commissione pone l´accento sulla continuazione della Croazia della lotta contro la corruzione: già nel 2013, la Commissione pubblicherà la sua prima relazione anticorruzione per l´intera Unione europea, compresa la Croazia. La Commissione invita costantemente la Croazia a continuare la lotta contro la corruzione a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e di continuare a costruire una comprovata sostenibile in questo settore. • Per quanto riguarda il futuro di aiuti finanziari, la Croazia deve garantire che un´adeguata capacità amministrativa per la gestione dei fondi e una pipeline di alta qualità e progetti maturi è a posto. Questo è assolutamente necessario per l´uso efficiente ed efficace dei fondi strutturali e di coesione. • Come i confini della Croazia diventerà confini dell´Ue, sarà necessaria una particolare attenzione riguardo l´assunzione di personale e di formazione della sua polizia di frontiera, gli impianti e l´attrezzatura tecnica necessaria. Sono stati compiuti progressi in questo settore, ed è stato riconosciuto dagli esperti in missioni di valutazione inter pares. La sfida è ora quella di trovare i fondi necessari per la realizzazione di tutti gli impegni in sospeso. Croazia ha pianificato di farlo anche attraverso il meccanismo del Fondo di Schengen. C) Quale sarà l´Ue porterà alla Croazia - • Che cosa farà l´Ue porterà alla Croazia? Beh, non si aspettano cambiamenti drammatici durante la notte! Croazia non sarà un paese diverso dal 1 ° luglio di quanto lo fosse il 30 giugno. La Croazia è già un paese diverso, essendo stato trasformato attraverso il processo di allargamento. Importanti e fondamentali cambiamenti hanno già avuto luogo, a causa delle riforme necessarie per la Croazia a fare progressi nei negoziati di adesione. • Questi cambiamenti possono non essere evidenti, come sono accaduti lentamente. Ma sono molto presenti: nella maggiore efficienza del sistema giudiziario, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, nelle modifiche apportate nel settore, la concorrenza ecc, ma anche nell´applicazione delle norme dell´Ue, ad esempio nel settore veterinario, migliorando così la sicurezza alimentare per i cittadini croati. • Dove i cambiamenti saranno evidenti dopo il 1 luglio è, naturalmente, nella gestione delle frontiere: le frontiere della Croazia diventeranno le frontiere esterne dell´Ue. Ciò avrà un effetto, ad esempio, su di Croazia vicini - vorrei ricordare che la Commissione ha lavorato per molti mesi ormai, con la Croazia e la Bosnia-erzegovina, di trovare soluzioni per la nuova situazione che emergerà per i vicini della Croazia, per quanto come la gestione delle frontiere è interessato, dopo che il paese si unisce all´Ue. • i cittadini croati potranno anche sentire i cambiamenti tangibili indotto dall´adesione del paese in ciò che riguarda le loro possibilità di studiare e lavorare all´estero: saranno ora condividere le stesse opportunità dei cittadini di altri Stati membri - salvo, ovviamente, per la possibile periodi di transizione per i lavoratori. • società croate potranno partecipare pienamente al mercato interno - e avranno accesso diretto a oltre 500 milioni di consumatori. Questa non è una opportunità da prendere alla leggera, come si può tradurre in più posti di lavoro e migliori condizioni di vita per i cittadini croati. • Croazia potrà beneficiare di fondi strutturali e di coesione - solo per la seconda metà del 2013, il totale dei fondi comunitari approvati per la Croazia ammontano a 687,5 milioni di euro [ma da notare che il contributo della Croazia per il bilancio dell´Ue per 374 milioni di euro]. • Ma lasciamo da parte l´economia, per il momento, e guardare al quadro più ampio: inserendo l´Unione europea, la Croazia assumersi parte della responsabilità per il progetto europeo. Cittadini croati saranno reclutati e lavoreranno per le istituzioni dell´Unione europea [249 funzionari e agenti temporanei sono in procinto di essere reclutati]. Sia attraverso il lavoro dei suoi cittadini, e per il suo ruolo attivo nelle deliberazioni dell´Ue, la Croazia contribuirà a plasmare il futuro dell´Ue. • Cerchiamo, inoltre, non dimentichiamo che, dopo l´adesione, la Croazia impostare due nuovi obiettivi strategici: unione di Schengen e l´adozione dell´euro. Entrambi gli sviluppi avranno anche risultati molto concreti e tangibili per i suoi cittadini. D) Quale sarà la Croazia porterà verso l´Ue - • Per rispondere a questa domanda, guardiamo prima alla regione dei Balcani occidentali. La Croazia è il secondo paese per uscire dalla ex Jugoslavia, per aderire all´Unione. In tal modo, essa si dimostra due cose: che il processo di allargamento è molto viva, e che l´Ue raggiunga i propri impegni quando i paesi della regione, fare le riforme necessarie. • Per l´Ue, con la Croazia come membro significa, prima di tutto, estendendo la zona di stabilità politica in una regione europea strategico che è stato lacerato da conflitti non molto tempo fa. • Significa anche l´espansione del mercato interno dell´Ue, la creazione di nuove opportunità di business e clienti Ue. • Più precisamente, significa che l´applicazione di norme comunitarie in varie aree cruciali, che hanno un impatto diretto su tutta l´Europa: sicurezza energetica, ad esempio, la protezione dell´ambiente e norme fitosanitarie. • Ultimo ma non meno importante, si esalta la diversità culturale dell´Unione europea e il potenziale umano. L´unione europea è più di una somma delle sue parti, si tratta di una società vivace e dinamico che può essere arricchito e rafforzato solo dal suo più recente aggiunta. Rendendo la maggior parte delle nuove opportunità turistiche offerte dalla Croazia come Stati membri dell´Unione europea, i cittadini di altri Stati membri avranno la possibilità di vedere per se stessi il dinamismo, la vitalità e la ricca cultura e la storia della Croazia e della sua gente. E) La strada da percorrere - • Continueremo a lavorare con i nostri colleghi croati in modo che tutti gli impegni ancora da liquidare siano soddisfatte prima dell´adesione. E dopo l´adesione, la Croazia sarà soggetto agli stessi meccanismi di controllo come gli Stati membri e, se esso non è conforme all´acquis, verrà affrontato con le stesse procedure, ed eventualmente sanzioni, come qualsiasi altro Stato membro. E, naturalmente, le sfide rimangono, anche sul fronte economico, o la lotta contro la corruzione, che richiede la continuazione degli sforzi. • Vorrei concludere dicendo che la Commissione è convinta che la Croazia sarà pronta per l´adesione il 1 ° luglio. Status di osservatore attivo della Croazia sarà giunta al termine. Il lavoro per trasformare l´appartenenza in un successo avrà inizio.  
   
   
CONFERENZA STATO DELL´UNIONE: L´EUROPA DEVE DARE I MIGRANTI LE OPPORTUNITÀ CHE MERITANO  
 
Firenze, 13 maggio 2013 - Di seguito il discorso del 9 maggio del Commissario Malmström presso lo Stato della Conferenza dell´Unione: l´Europa deve dare i migranti le opportunità che meritano: “ Oggi è il 9 maggio 2013. Se guardiamo 30 anni prima, il 30 maggio 2030, il mondo sarà molto diverso. Cioè soli 17 anni di distanza, ma molte cose - prevedibili e imprevedibili - avranno cambiato. Ma possiamo anche essere sicuri che le altre cose non sono cambiate. Ci sarà ancora voglia di vivere in un´Europa prospera e pacifica, vorremmo anche prendere questo per i nostri figli e nipoti. Vorremmo avere un buon medico se abbiamo bisogno di uno e vorremmo i nostri figli e nipoti di avere accesso all´istruzione e un lavoro decente. Questo è quello che voglio per i miei figli. Ma non possiamo darlo per scontato con la crisi. Stiamo attraversando una crisi molto grave e ci vorrà del tempo prima che otteniamo la nostra economia di nuovo in pista. Entro il 2030, ci sarà anche molto più vecchio. Ci sarà molto poco la crescita della popolazione indigena in alcuni paesi e la popolazione in età lavorativa in alcuni paesi avranno ridotto. Come rispondere a questo? Permettetemi di fare alcune riflessioni. Naturalmente, dobbiamo intensificare i nostri sforzi per stimolare la crescita economica. Dobbiamo riformare partecipazione al lavoro; l´Europa non può permettersi di avere i migliori massaie istruiti più a lungo. Abbiamo bisogno di fare riforme educative e di investire in ricerca e sviluppo. Abbiamo bisogno di aumentare le possibilità di muoversi all´interno del mercato interno e dobbiamo affrontare la disoccupazione giovanile. Ma abbiamo anche bisogno di fare un migliore utilizzo delle competenze e talenti che già abbiamo qui in Europa, in particolare tra i migranti ei rifugiati. Troppi di loro non hanno lavoro a tutti o di un lavoro di sotto del loro livello di abilità. E molti di loro sono cittadini europei o che aspirano a diventare cittadini europei. Sappiamo anche che esiste un potenziale non sfruttato di imprenditorialità tra questa comunità, ma la disoccupazione è helas molto alto. Alcuni paesi fanno meglio di altri e abbiamo bisogno di imparare la lezione. Migranti e rifugiati hanno un pool di competenze e talenti che è inutilizzato e abbiamo bisogno di fare uso di esso. Mentre intensificare gli sforzi di integrazione non dovremmo negare le sfide: le persone oggi si trovano ad affrontare una situazione molto difficile e si sentono insicuri sul loro futuro. Questo ambiente riproduce un terreno fertile per i movimenti xenofobi e populisti e persino razzista. Questo richiede leadership e tutti dobbiamo stare in piedi contro soluzioni facili e di evitare che i migranti diventino i capri espiatori di questo fenomeno. Abbiamo bisogno di fare scelte politiche difficili. Come possiamo affrontare la pressione di più persone che arrivano nelle città? Come si fa a fornire i servizi di alloggio e sociale? Come le autorità locali a trovare le risposte a fare quello che serve per gestire società sempre più diversificate? Assorbendo nuovi cittadini e gli immigrati non è facile ma vogliamo un´Europa solidale, dobbiamo farlo accadere e dobbiamo affrontare questa sfida. Si tratta naturalmente di un processo di integrazione a due vie: i migranti sono tenuti a fare la loro parte, come tutti i cittadini, ma devono imparare la lingua, rispettare le leggi e le regole della società di accoglienza e di fare quello che possono per integrarsi con successo. Allo stesso tempo, la società di maggioranza deve assicurarsi che i migranti sono trattati come membri a pieno titolo della nostra società sia con i diritti e gli obblighi che seguono. Il ministro italiano per l´integrazione Cecile Kyenge ha parlato molto appassionatamente cittadinanza. Questo è un problema che viene deciso a livello nazionale e in cui non esistono norme armonizzate europee, ma i fatti dimostrano che se si ha la possibilità di diventare un cittadino nella tua nuova comunità si avrà un sentimento forte di appartenenza. Pertanto accolgo con grande favore che questo è discusso in Italia e altrove. Dovremmo anche smettere di criminalizzare le persone perché non possono mostrare le carte giuste e smettere di incolpare i migranti per i problemi che non hanno causato. Questo è l´unico modo per consentire ai migranti di raggiungere le loro aspirazioni: essere pieno parte della nostra società e di vivere bene nelle nostre comunità e di essere in grado di provvedere alle loro famiglie, come tutti noi. Noi abbiamo alti tassi di disoccupazione e questo è, naturalmente, una tragedia per milioni di individui e per le nostre società e le nostre economie, ma, al tempo stesso, sappiamo anche che ci sono gravi carenze di manodopera in Europa. Milioni di posti di lavoro sono e resteranno vacanti in futuro. Come possiamo affrontare questo paradosso? Siamo a corto di persone in alcuni settori - ingegneria, informatica, salute - e abbiamo anche, allo stesso tempo, milioni di disoccupati. Anche questo richiede una leadership politica molto forte, perché per crescere l´Europa ha bisogno di persone qualificate. E mentre molti europei sono senza lavoro, le aziende devono anche guardare altrove. Questo è un messaggio difficile da trasmettere, ma il nostro sviluppo demografico è davvero una grande sfida per il futuro. Da parte Ue che stiamo cercando di mettere alcuni pezzi a posto e abbiamo la prima fila di una politica comune europea dell´immigrazione. Abbiamo già la cosiddetta Carta blu fro lavoratori qualificati e ci sono proposte di norme comuni per i trasferimenti intra-aziendali, i lavoratori stagionali e studenti e ricercatori, nonché. Queste proposte sono in corso di negoziazione. Disponiamo anche di adattarsi al cambiamento dei modelli di mobilità. Una quantità sempre maggiore di persone nel mondo di oggi può scegliere dove andare e molti di loro non sceglieranno l´Europa. Statistiche internazionali dimostrano che le persone tendono ad andare altrove, mentre abbiamo bisogno di loro di venire qui. Abbiamo bisogno di fare dell´Unione europea un luogo attraente dove andare. Questo è il motivo per cui dobbiamo mettere in atto politiche di ammissione flessibili e riformare le nostre politiche dei visti. Dobbiamo essere chiari circa le competenze di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo identificare i settori del lavoro che hanno un potenziale e dobbiamo lavorare con le imprese per definire le nostre politiche. Abbiamo anche bisogno di raggiungere i paesi in cui la gente può venire da e soprattutto, ancora una volta, abbiamo bisogno di rendere l´Europa un luogo attraente per venire a. Ognuno ha un ruolo da svolgere: politici, accademici, il settore delle imprese e dei media. Abbiamo tutti bisogno di contribuire a cambiare gli atteggiamenti. I leader politici hanno bisogno di mostrare il coraggio di dire la verità sulla situazione attuale. Devono spiegare perché l´Europa ha bisogno di queste persone e di come possiamo rendere questo possibile. Gli accademici hanno un ruolo molto importante da svolgere a smantellare alcuni dei peggiori miti e di mostrare i fatti e le prove di ciò che le società sembrano oggi e quello che sarà simile in futuro e quale ruolo gioca davvero migrazione. Abbiamo bisogno di leader aziendali di intensificare e parlare delle loro esigenze, le loro aspettative e le loro argomentazioni. Il ruolo dei media è importante per dare la migrazione di un volto umano e di dare i migranti una voce e contribuire a allontanarsi da stereotipi. Quindi, per concludere, la migrazione e la cittadinanza sono aree che avranno una grande influenza su come l´Europa si evolverà nei prossimi anni. I migranti sono spesso i richiedenti asilo che vengono da noi e chiedono riparo e protezione internazionale. Sono molto felice che avremo molto presto avere regole e standard comuni su come ricevere le persone che chiedono protezione. Vorrei sottolineare che molte di queste persone sono qualificati e che deve essere data la possibilità di realizzare e realizzarsi pienamente nei loro nuovi paesi. Come per gli altri gruppi di migranti, abbiamo bisogno di guardare al possibilità di una migrazione ben gestita al fine di portare benefici a loro, ai nostri cittadini e alle nostre economie. La nostra risposta a questo dipende dal fatto che l´Europa uscirà più forte o più debole economicamente, socialmente, culturalmente. Per raccogliere i benefici della migrazione abbiamo bisogno, le politiche pubbliche, trasparenti realistica e forte leadership politica. Abbiamo bisogno di un´Europa aperta al mondo, un´Europa che dà alle persone le opportunità che meritano.  
   
   
LA COMMISSIONE PER LE LIBERTÀ CIVILI RENDE PIÙ FACILE LA CONFISCA DEI BENI A LIVELLO UE  
 
Strasburgo, 13 maggio 2013 - Progetto di norme per rendere più facile per le autorità nazionali di congelare e confiscare i beni dei criminali in tutta l´Ue è stato rimpolpato dal Comitato di Civil Libertieslo scorso Martedì. Tuttavia, i deputati hanno cercato di salvaguardare il diritto a un processo equo. Hanno inoltre invitato gli Stati membri a utilizzare i beni confiscati per combattere il crimine e per progetti sociali. Il progetto di legge, che deve ancora essere negoziato con i governi nazionali, è parte di una più ampia strategia dell´Ue per la lotta contro la frode e la corruzione. "´Seguire il denaro attraverso il confine´ dovrebbe essere la priorità di guida, se vogliamo tracciare i finanziamenti per la criminalità organizzata e il terrorismo in modo efficace ed efficiente. Confisca dei beni criminali, anche se una condanna penale non è possibile, è evidente la necessità di recuperare i proventi della criminalità ", ha detto l´eurodeputata Monica Luisa Macovei (Ppe, Ro). Oggi, a meno di 1% dei proventi di reati come il traffico di droga, la contraffazione, traffico di esseri umani e il contrabbando di armi piccole sono congelati e confiscati. La maggior parte di questo "denaro sporco" viene riciclato e incanalata nell´economia lecita, spesso in diversi Stati membri. Le nuove norme dovrebbero consentire alle autorità nazionali in modo rapido per identificare e rintracciare tali attività - come liquidità su conti bancari, immobili, veicoli, animali, opere d´arte, delle partecipazioni societarie, aziende, e oggetti da collezione - e per congelare, gestire e confiscare in modo coerente in tutta l´Ue. Convinzione basata confisca ... La proposta prevede che tutti gli Stati membri per consentire la confisca dei proventi di reato a seguito di una condanna definitiva per un reato penale. Ma anche in assenza di una convinzione Il comitato ha rafforzato le norme in materia di "confisca non condanna based" per consentire alle autorità di confiscare il denaro o qualsiasi attività in cui una condanna penale non è possibile, a condizione che il giudice è "convinto, sulla base di circostanze specifiche e di tutte le prove disponibili che tali attività derivano da attività di natura penale, nel pieno rispetto delle disposizioni di cui all´articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell´uomo [diritto a un processo equo] e la Carta europea dei diritti fondamentali ". Tuttavia, gli Stati membri che hanno già stabilito le procedure di legge non penale di confisca non basata sulla condanna non sono tenuti a integrare tali procedure nei loro ordinamenti penali troppo, deputati spiegato. Portando le masse di crimini simili a portata di mano I deputati hanno anche sostenuto clausole di rafforzare il potere delle autorità di confiscare i beni che non sono direttamente collegati ad un reato specifico, ma che erano chiaramente acquisiti attraverso attività criminali similari dal condannato. Questa poteri estesi di confisca sarebbe possibile in cui "sulla base di fatti specifici, come che il valore del bene è sproporzionato al reddito legittimo della persona condannata, una corte trova sostanzialmente più probabile che la struttura in questione è stato derivato da attività di una natura criminale che da altre attività ". Recupero di attivi da terzi I criminali spesso trasferiscono il loro patrimonio di sapere terzi (come ad esempio il coniuge, altri parenti o di un "front man") non appena questi ultimi sono oggetto di indagine, al fine di evitare la confisca. I deputati modificate queste regole per garantire che la confisca da parte di terzi è consentito a determinate condizioni, vale a dire dove il terzo acquirente li ha gratis o pagati molto meno rispetto al valore di mercato, e sapeva o aveva elementi sufficienti per sospettare che le attività erano di illecito origine. Ogni Stato membro dovrebbe adottare misure legislative per affrontare questa pratica di attribuzione fittizia di beni a terzi al fine di evitare il sequestro o la confisca, gli eurodeputati aggiunto. Affermazioni parti lese " I deputati hanno anche modificato le regole per assicurare che, qualora le parti lese hanno un credito nei confronti del convenuto, la confisca non compromettere l´esecuzione di tali crediti. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati Il progetto di direttiva stabilisce i principi generali per la cessione di beni confiscati - non fa il loro riutilizzo sociale obbligatoria. Tuttavia, i deputati suggeriscono che gli stati membri "potrebbe come prioritario destinare tale proprietà alle forze dell´ordine e progetti di prevenzione della criminalità, nonché di altri progetti di interesse pubblico e di utilità sociale". Prossimi passi Mandato negoziale del Parlamento, è stata approvata con 46 voti favorevoli, 7 contrari e 3 astensioni. I deputati del gruppo di negoziatori dovranno ora avviare colloqui con i rappresentanti degli stati membri al fine di raggiungere un accordo in prima lettura ..  
   
   
‘THE STATE OF THE UNION’, ROSSI: “UN SOCIAL COMPACT PER LA NUOVA EUROPA”  
 
Firenze, 13 maggio 2013 – “Un Social compact per la nuova Europa”, è questa la richiesta che Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ha rivolto al presidente della Commissione europea e ai partecipanti della conferenza internazionale ‘The State of the Union’, sul futuro dell’Unione europea, durante la sessione inaugurale che si è svolta il 9 maggio a Palazzo Vecchio a Firenze. Ecco il discorso integrale di Rossi a cui è seguito l’augurio di un proficuo lavoro durante il meeting. “Vorrei sottolineare il problema dei legami tra cittadinanza e istanze sociali. Dovremmo mettere in primo piano il problema crescente della disoccupazione, in particolare tra i giovani europei. Di recente il rapporto di Eurostat ha stabilito che 26,6 milioni di europei sono disoccupati (pari all’11% della popolazione dell’Unione). Il Commissario Andor ha detto che quasi 120 milioni di europei sono a rischio povertà e esclusione sociale (sei milioni in più dall’inizio della crisi), mentre la disoccupazione giovanile, pari al 22,4%,è il doppio di quella del resto della popolazione. Questi sono i risultati delle politiche di austerità, dei tagli ai bilanci pubblici e del patto di stabilità e crescita. Né gli Stati membri, né l’Europa nel suo insieme possono permettersi un tasso così elevato di disoccupazione. Non solo perché implica prestazioni economiche negative, ma anche per il generale abbassamento della qualità della vita e delle aspettative per il futuro. Se cresce il numero dei giovani europei che non hanno un lavoro (o che hanno rinunciato a cercarlo) e che non studiano, noi bruciamo le nostre speranze per il futuro. E ciò colpisce anche la qualità della cittadinanza. Dei giovani europei senza lavoro, meno consapevoli dei diritti individuali e collettivi, sono un fattore di indebolimento della democrazia. Noi invece abbiamo bisogno di cittadini attivi, che innovano e reinventano il futuro dell’Unione Europea. Per questo dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi e anche la fetta principale del bilancio dei Fondi per la coesione sociale per dare una risposta positiva ai problemi delle giovani generazioni di europei. E’ quanto stiamo facendo in Toscana. Ma, accanto al Fiscal Compact, abbiamo bisogno di un European Social Compact. Discutere di cittadinanza oggi, qui in Europa, nell’occhio del ciclone, non può tralasciare l’agenda sociale.”  
   
   
SONDAGGIO COMUNE-EUROPE DIRECT FIRENZE: LA CRISI DELL’EURO HA RAFFORZATO I SENTIMENTI ANTI-UE MA SOLO UN FIORENTINO SU QUATTRO PENSA CHE SAREBBE MEGLIO USCIRE DALL’UNIONE.  
 
 Firenze, 13 maggio 2013 - La crisi dell’euro ha rafforzato i sentimenti anti-Unione Europea sia in Italia sia negli altri stati membri, e l’avvento dell’euro sembra aver creato diversi problemi alla vita degli italiani; tuttavia, la maggior parte di essi ritiene che si tratti di un ‘male necessario’: solo uno su quattro pensa che sarebbe meglio uscire dall’Unione. E’ quanto emerge dal sondaggio ‘L’europa nel tempo della crisi. Il sentimento europeo dei cittadini di Firenze’ presentato l’ 8 maggio dall’assessora alle politiche europee Cristina Giachi all’incontro pubblico organizzato dal Comune insieme a Università degli Studi, Ordine dei Giornalisti della Toscana e Associazione Younet nell’ambito del Festival d’Europa. Al Suc de Le Murate giornalisti locali della carta stampata e del settore radio-televisivo, blogger, esperti di comunicazione, docenti universitari si sono confrontati per discutere sul tema della comunicazione europea, delinearne le criticità in ambito locale, prospettare nuove soluzioni per contribuire a colmare il gap di comunicazione tra Unione e cittadini. A Firenze, la prima indagine sul tema dell’Europa Unita era stata effettuata per conto del Centro Europe Direct nel 2005, in seguito al grande allargamento del 2004 che ha visto l’entrata, nell’Unione Europea, di sette nuovi stati (Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia). L’obiettivo dell’indagine del 2005 era ‘fotografare’ l’idea maturata dai fiorentini nei confronti dell’Unione ed il loro grado di informazione sulle politiche comunitarie. Nel 2012 è stata condotto un nuovo sondaggio che conteneva alcune domande del vecchio questionario, così da rendere possibile un confronto diretto; altre sono state invece eliminate perché non più attuali. «Il campionamento – ha spiegato l’assessora Giachi - è avvenuto partendo dall’identificazione della popolazione di riferimento, ovvero i residenti nel comune di Firenze alla data del 31 ottobre 2012, e successivamente dell’universo di selezione, composto da tutti coloro che hanno un’età uguale o superiore ai 18 anni». Dall’anagrafe della popolazione residente, è stato estratto un campione stratificato di 800 individui con relative sostituzioni». «Alla luce della crisi economica mondiale che ha portato una profonda depressione in Europa – ha aggiunto – è comprensibile attendersi un calo del consenso verso l’Unione Europea. Tra i fiorentini, in particolare, pare prevalere un sentimento di disillusione: i risultati dell’ultimo sondaggio hanno rivelato che dal 2005 a oggi è notevolmente diminuito l’entusiasmo (8,7%; -31,6%), ma che, allo stesso tempo, in pochi pensano che uscire dall’Europa porterebbe beneficio al nostro paese, infatti il 62,4% esprime fiducia nei confronti dell’Unione. Poca stima viene invece espressa nei confronti dei leader politici: il 37,4% dei cittadini ritiene che nessun capo di Stato europeo sarebbe davvero in grado di rilanciare un legame politico, sociale ed economico tra gli Stati ed i popoli d’Europa». Per quanto riguarda l’importanza ed il significato associati allo “status di cittadino europeo”, la maggioranza dei cittadini si è divisa tra la più generica affermazione “integrazione fra popoli di diversa cultura, lingua e tradizione” (38,1%) e quella un po’ più concreta “un insieme di diritti comuni a tutti i cittadini dell’Unione esigibili in tutti gli stati membri” (35,8%). Il 12,5% intende per cittadinanza europea semplicemente “un sentimento di appartenenza”, mentre il 7,1% vi ravvede “la perdita della sovranità nazionale”. I maschi si pronunciano per la posizione più estrema tra quelle suggerite come possibili risposte, affermando di percepire la cittadinanza europea come “perdita della sovranità nazionale”. Questa posizione si rafforza al crescere dell’età (7,4% nella classe ultrasessantenne). «Sulla questione “quanto ci si sente cittadini europei” - ha rilevato l’assessora alle politiche europee - il 40,4% della popolazione si è collocato su una posizione intermedia che può essere associata ad ‘abbastanza’; il restante 60,% si è distribuito in maniera speculare fra valori elevati ‘molto’ (20,2%) e ‘moltissimo’ (9,4%) e valori più bassi come ‘poco’ (22,1%) e ‘per niente’ (7,9%). Ancora una volta, le femmine si sbilanciano meno dei maschi, posizionandosi maggiormente su un livello centrale, mentre i maschi prevalgono nelle valutazioni estreme come ‘moltissimo’ (11,% contro il 9,4% di media) e ‘per niente’ (8,8% vs 7,9% di media). A livello di età, la classe intermedia registra la percentuale più elevata di coloro che non si sentono per niente cittadini europei (10,6% contro il 7,9% di media) ma anche di coloro che si sentono molto europei (23,1% contro il 20,2% di media); gli ultrasessantenni eccedono nelle valutazioni massime dichiarando di sentirsi moltissimo cittadini europei per l’11,3% vs il 9,4% di media, ma registrano una percentuale superiore alla media anche nel giudizio “poco”. I giovani si attestano prevalentemente su livelli medio - bassi con il 48,9% di “abbastanza” ed il 24,5% di “poco” I cittadini sostengono che l’Unione non abbia affrontato in maniera soddisfacente le politiche di sviluppo e lotta alla disoccupazione. Seguono le politiche dell’immigrazione (14,7%), il welfare (13,5%), il controllo del deficit e del debito pubblico dei singoli stati (12,3%), che per i maschi supera i due temi precedenti, e la maggiore integrazione politica (10,2%). Ambiente, lotta alla criminalità organizzata e politica estera e difesa comune sono tre settori in cui la popolazione riconosce all’Unione Europea un successo maggiore rispetto agli altri. Secondo il 37,4% degli intervistati, nessun leader europeo sarebbe capace di risollevare le sorti dell’Unione con un solido itinerario politico; tra quelli citati, il leader più accreditato risulta Mario Monti (presidente del consiglio all’epoca del sondaggio) con il 23,3% delle preferenze, un risultato, quest’ultimo, da considerare anche alla luce del ruolo da lui esercitato all’interno della Commissione Europea dal 1994 al 2004. Mario Monti è seguito dal capo di stato francese François Hollande (13,1%) e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel (6,0%). «È poi importante sottolineare – ha proseguito Cristina Giachi – che la fiducia nell’Europa aumenta con l’aumentare dell’età mentre l’entusiasmo ha un andamento opposto. Fra i giovani si registrano percentuali più elevate rispetto alle altre classi di età di diffidenti (16,2%) e indifferenti (14,5%). Il sentimento di opposizione è più forte per la classe intermedia (3,7%). Rispetto al 2005 l’atteggiamento è cambiato sia per genere sia per età: i maschi prevalevano nettamente nel sentimento di fiducia, mentre le femmine nell’entusiasmo, indifferenza e opposizione; la diffidenza era paritetica fra i due generi. Indifferenza, diffidenza e opposizione crescevano all’incrementare dell’età mentre la fiducia registrava livelli più elevati nelle classi più giovani. L’entusiasmo era ed è più forte nelle classi più giovani, anche se nel 2005 i valori erano molto superiori». «Anche da questo sondaggio – ha concluso l’assessora – si capisce l’importanza dell’appello lanciato dal Presidente del Consiglio Letta, da ultimo nell’incontro di lunedì scorso con il premier spagnolo Rajoy: un governo vince se fa vedere l’Europa ai nostri cittadini non come una matrigna, non come una Ue che porta solo notizie negative, ma positive, che dà calore, risposte».  
   
   
XI LEGISLATURA: OGGI PRIMA SEDUTA CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA  
 
Trieste, 13 maggio 2013 - Con la prima seduta di oggi, lunedì 13 maggio, si apre l´Xi legislatura del Consiglio regionale del Friuli Venezio Giulia. La presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha convocato l´Aula per le 11.00, con al primo punto all´ordine del giorno la costituzione dell´Ufficio di presidenza provvisorio. Il Consiglio regionale sarà pertanto presieduto temporaneamente dal consigliere più anziano d´età, Franco Rotelli, nato a Casalmaggiore (Cr) nel 1942. A svolgere le funzioni di consiglieri-segretari per le prime operazioni di voto saranno i due neoeletti più giovani: Alessio Gratton nato a Grado nel 1983, e Roberto Revelant nato a Zurigo nel 1978. Una volta concluso questo adempimento, tutti i 49 consiglieri regionali presteranno giuramento in italiano: coloro che lo vorranno, potranno anche ripeterlo in sloveno, tedesco o friulano. Si terrà quindi l´elezione del presidente del Consiglio regionale. Alla prima votazione, ed eventualmente anche alla seconda, servirà la maggioranza assoluta dei componenti dell´Assemblea, quindi almeno 25 voti; alla terza sarà sufficiente la maggioranza relativa dei voti validamente espressi. In quest´ultima eventualità verrà eletto presidente chi otterrà più voti. Il neoeletto presidente assumerà subito la carica e, per le successive operazioni di voto, sostituirà i due consiglieri-segretari con tre consiglieri che verranno estratti a sorte. Indirà quindi la votazione per l´elezione dei due vicepresidenti del Consiglio regionale. Sarà sufficiente ottenere la maggioranza semplice alla prima votazione. I consiglieri potranno esprimere una sola preferenza: ciò per consentire alle opposizioni di eleggere a questa carica un loro rappresentante. Anche nella votazione per i quattro consiglieri-segretari che andranno a completare l´Ufficio di presidenza sarà sufficiente la maggioranza semplice e anche in questo caso il voto sarà limitato, ma a due preferenze, così le opposizioni potranno eleggere due loro rappresentanti. Per i due vicepresidenti e per i quattro consiglieri-segretari, in caso di parità di voti si applicheranno le seguenti regole: se in parità saranno un uomo e una donna verrà eletta la donna; se i consiglieri saranno dello stesso genere si andrà al ballottaggio; in caso di ulteriore parità verrà dichiarato eletto il più anziano d´età.  
   
   
LOMBARDIA. PRESENTATO IL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO IL PRESIDENTE: APERTI A CONTRIBUTI MIGLIORATIVI IN CALENDARIO MARTEDÌ PROSSIMO IL VOTO IN GIUNTA  
 
Milano, 13 maggio 2013 . Il presidente della Regione ha presentato il 9 maggio a Milano - nella Sala Marco Biagi di Palazzo Lombardia e via streaming in tutte le Sedi territoriali regionali - il Programma regionale di sviluppo (Prs). Il documento, che definisce gli obiettivi strategici della legislatura, in coerenza con le priorità indicate nel programma di governo presentato dal presidente in Consiglio regionale il 4 aprile scorso, è stato illustrato alla presenza dei rappresentanti delle parti sociali e del mondo delle autonomie, che avranno tempo fino a lunedì sera per avanzare proposte e osservazioni. ´La riunione di Giunta per l´approvazione, già calendarizzata per domani, è stata spostata a martedì prossimo proprio per avere qualche giorno in più per l´analisi dei contributi che arriveranno´, ha informato il presidente, aggiungendo che parallelamente, a giugno, prenderà il via anche l´assestamento di bilancio, che consentirà di rimodulare le risorse alla luce delle priorità individuate nel Programma regionale di sviluppo. Una volta approvato, il Prs verrà inviato al Consiglio regionale. L´articolazione - Allineato al Bilancio regionale, il Prs è suddiviso in 4 aree: Istituzionale, Economica, Sociale e Territoriale. Ogni area comprende una breve introduzione a ciascun capitolo, la descrizione articolata dei paragrafi che corrispondono ai programmi di bilancio e, per ogni paragrafo, l´elenco dei principali risultati attesi dall´azione di governo nella legislatura. ´Questa impostazione, così come l´abbiamo organizzata - ha spiegato il presidente - garantisce trasparenza rispetto al raggiungimento dei risultati, perché sono verificabili e quantificabili. E risponde anche all´esigenza espressa dalla Corte dei Conti di una più stretta connessione fra gli strumenti programmatori e quelli contabili´. Imprese, Sanità, Lavoro - Il Prs è stato sviluppato secondo alcune linee guida, che il presidente ha brevemente elencato, mettendo in evidenza alcuni degli obiettivi prioritari: ´Per quanto riguarda le Politiche per l´impresa - ha detto - vogliamo favorire le startup dei giovani imprenditori, il sostegno all´innovazione (non solo tecnologica), la creazione di nuove forme di agevolazione al credito, l´internazionalizzazione e il sostegno alla ricerca´. La stella polare in materia di Welfare e Sanità, sarà, invece, ´l´individuazione di nuove modalità di soddisfacimento dei bisogni sociali´, mentre in materia di Occupazione, si punterà ´alla creazione di un mercato del lavoro più aperto e inclusivo, rimuovendo gli ostacoli che separano la formazione dal lavoro e che impediscono un ingresso adeguato dei giovani e delle donne´. Expo, Pa, Formazione, Volontariato - Capitolo importante, Expo 2015: ´Vogliamo fare dell´Esposizione universale un grande evento europeo, Milano ´capitale d´Europa´, questo è il nostro obiettivo´, ha rimarcato il governatore. ´La Regione - ha dichiarato - vuole promuovere con forza i contenuti della manifestazione, ossia ´Nutrire il pianeta, energia per la vita´. Ho già chiesto al commissario unico un piano al riguardo. A giugno organizzeremo un grande evento internazionale per lanciarlo´. In materia di Pubblica amministrazione, ha osservato, l´intento è quello di avere ´una Pa più efficiente e meno costosa, completando la rivoluzione digitale per rendere servizi migliori a cittadini e imprese´. Per la Scuola e l´Università, l´orientamento è quello di un sistema ´che premi il merito e garantisca una sempre maggiore garanzia di libertà di scelte, di autonomie e di istituti´. Mentre, nel Volontariato, puntiamo ´alla promozione del No-profit e del Terzo settore´. Ambiente, Erp, Commercio - In materia di Ambiente, il lavoro si declinerà ´nell´attenzione alla qualità delle aree urbane, nel buon uso e non consumo di suolo, nel recupero delle aree dismesse, nella tutela del paesaggio, nelle politiche per la montagna, fino alla sicurezza idrogeologica´. L´edilizia residenziale pubblica a breve vedrà ´la riforma delle Aler e una nuova programmazione di settore´, mentre per il Commercio è previsto ´il consolidamento del modello distributivo lombardo, per il quale sono in via definizione un intervento di monitoraggio della rete commerciale e una moratoria sulla costruzione di nuove grandi strutture di vendita. Per l´Agricoltura, le linee guida seguiranno lo ´sviluppo del settore e del sistema agro-alimentare, anche attraverso il presidio della Macroregione del Nord sui negoziati della nuova Pac´. Infrastrutture, Sport E Sicurezza - Verranno realizzate le infrastrutture necessarie per ´favorire la competitività e la mobilità della nostra regione´. Lunedì scorso, ha informato il presidente, ´ho avuto un vertice con il nuovo ministro delle Infrastrutture e Trasporti, che, nella sua prima uscita ufficiale, mi ha voluto incontrare, per fare insieme il punto della situazione. Dal Governo c´è la massima disponibilità a realizzare le grandi opere fondamentali per il nostro territorio, a partire da Tem, Brebemi e Pedemontana´. Infine, lo Sport, ´inteso anche come strumento di educazione, formazione e tutela della salute´, e l´Ordine pubblico e la sicurezza, anche ´attraverso la promozione del coordinamento sovraregionale´. ´È un livello - ha fatto notare il governatore - non ancora attuato nella sua potenzialità e sul quale voglio lavorare´. Parti Sociali: Bene Il Confronto, Priorità Al Lavoro - Positive le prime reazioni delle parti sociali, sia dei sindacati che dei rappresentanti di impresa e commercio. I primi hanno puntato l´attenzione sulle problematiche del lavoro, con particolare interesse all´esigenza di rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga, alla contrattazione, alle tutele sociali. Anche sul fronte produttivo c´è stata un´importante apertura di credito per il tipo di strumento utilizzato, che ´consente di definire risorse e priorità´, una sollecitazione ulteriore ad affrontare le tante emergenze causate dalla crisi economica e la richiesta di proseguire con il metodo del confronto anche nel prossimo futuro, in maniera da poter aggiornare gli interventi con le nuove esigenze che si possono creare´. Riunione Della Stato-regioni - A queste sollecitazioni il governatore ha subito dato un primo riscontro. Per quanto riguarda il lavoro e l´occupazione, ribadendo che al riguardo la strada maestra è quella delle ´politiche attive per il Lavoro, che vanno sostenute e finanziate´, il 9 maggio ha informato che ´oggi si terrà una riunione della Conferenza Stato-regioni convocata d´urgenza, per definire l´agenda da sottoporre domani al Governo´. ´In quella sede - ha assicurato - porterò nuovamente la questione della Cig. Dopo le affermazioni del sottosegretario al Lavoro e del ministro dell´Economia, che hanno espresso la disponibilità dell´Esecutivo a trovare le risorse, voglio insistere sull´argomento, perché si possa arrivare presto a una definizione. Quando queste risorse verranno stanziate, Regione Lombardia sarà pronta, anche il giorno successivo, ad anticiparle alle imprese´. Rassicurazioni anche rispetto al ´metodo´ di lavoro: ´Il confronto è faticoso e impegnativo - ha ammesso il presidente -, ma porta buoni risultati. Il mio metodo è questo e non cambia´, ha detto, anticipando l´intenzione di voler convocare ´almeno una volta all´anno una riunione come questa, per aggiornare il programma sulla base dei cambiamenti del contesto socio-economico´. Autonomie Preoccupate Per Assetti Istituzionali - Molto interesse dai rappresentanti degli Enti locali per l´articolazione del Prs, unito però alla preoccupazione per l´incertezza causata dalla confusa riforma degli assetti istituzionali (a partire dal futuro delle Province e dalla creazione dell´Area metropolitana di Milano) varata dal Governo di Roma. Il presidente non ha nascosto il fatto di temere ´il rischio del caos istituzionale´ e per questo ha fatto notare che la Regione ha giocato d´anticipo, costituendo in sede di Consiglio regionale ´una commissione speciale sulle autonomie, che è già al lavoro per prevenire il pericolo´. ´La questione non è dire sì o no alle Province - ha osservato -, ma stabilire chi fa che cosa, al fine di garantire che i servizi continuino a essere erogati senza danni per i cittadini e per le imprese´. Anche sulla questione della creazione della Città metropolitana di Milano il governatore ha assicurato massimo impegno e, recependo la sollecitazione del numero uno di Palazzo Isimbardi a varare una ´legge speciale´ sul modello di quella di Expo, ha assicurato: ´Porterò questa richiesta sul tavolo dell´incontro che avrò con le Regioni e successivamente sul tavolo del Governo´.  
   
   
FVG: SERRACCHIANI INCONTRA CONSIGLIERI MOV. 5 STELLE  
 
Udine, 13 maggio 2013 - La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha incontrato il 9 maggio a Udine i neo eletti consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Elena Bianchi, designata quale capogruppo, Andrea Ussai (vicecapogruppo), Ilaria Dal Zovo (segretaria del gruppo consiliare), Eleonora Frattolin e Cristian Sergo. Nel corso del cordiale colloquio, la presidente Serracchiani ha indicato le priorità programmatiche dell´esecutivo, strettamente legate "alla pesante situazione di crisi, che richiede molto impegno per individuare le soluzioni più idonee". Tra esse figurano in particolare la rinegoziazione del patto di stabilità, l´emergenza lavoro a fronte di crisi aziendali "di cui si rischia di perdere il conto", il mantenimento di servizi adeguati ed efficienti in ambito sanitario e sociale, a fronte di una contrazione del bilancio regionale, l´abbattimento dei costi della politica. Il tutto, sempre prestando molta attenzione alle dinamiche europee e alle relazioni interazionali. "Non saremo d´accordo su tutto ma spero nel dialogo, in una collaborazione che, partendo dal lavoro nelle commissioni consiliari e in aula, possa portare ad una convergenza su alcuni grandi temi", ha auspicato la presidente. E ribadendo la volontà di mantenere un collegamento costante con tutti i parlamentari eletti in regione. A nome del gruppo del Movimento 5 Stelle, Elena Bianchi ha assicurato una attiva partecipazione ai lavori del Consiglio, in un´ottica di confronto e proposta. Anche per il Movimento lavoro e costi della politica rappresentano delle priorità, cui si aggiungono il superamento delle Province e la necessità di sburocratizzazione. "La pubblica amministrazione deve essere in grado di offrire servizi efficienti per favorire l´imprenditoria", ha tra l´altro affermato Bianchi, sottolineando come al Movimento stiano molto a cuore anche i temi ambientali.  
   
   
VENETO, DECRETO SALVA DEBITI: LE REGIONI VIRTUOSE METTONO UNA TOPPA AI GUAI LASCIATI DA GOVERNO MONTI  
 
Venezia, 13 maggio 2013 - “Il riparto alle Regioni dei fondi del decreto ´sblocca debiti´ voluti dal governo Monti ha smascherato una presa in giro, dimostrando che quei fondi non avevano nulla a che fare con il pagamento dei debiti, ma servivano a finanziare, a tassi agevolati, Regioni con deficit di cassa. Per fortuna, le Regioni virtuose sono riuscite a incidere in maniera profonda nel riparto, rettificando le tabelle ministeriali, rimettendo in gioco circa un miliardo e mezzo di euro. Insomma abbiamo messo una toppa a uno dei tanti guai lasciati da Monti”. L’assessore al bilancio e agli Enti locali della Regione del Veneto, Roberto Ciambetti, saluta così la revisione del calcolo di riparto effettuato ai sensi del decreto 35/2013, che già da mercoledì sera aveva allertato non pochi tecnici di Regioni come Lombardia ed Emilia, oltre al Veneto. “Quando ho letto i primi dati consegnati dal ministero – spiega Ciambetti – ho avuto la riprova dei dubbi nutriti sin da subito sul provvedimento: al Lazio andava il 40,91 per cento dei fondi, circa 4 miliardi, alla Campania, con 2 miliardi e 900 milioni, il 25,55 per cento, in pratica oltre il 65 per cento del totale concentrato in due Regioni. Il Veneto, al pari di altre Regioni, non aveva chiesto soldi a Roma, per un motivo molto semplice: i soldi noi li abbiamo, non abbiamo bisogno di chiedere prestiti allo Stato per pagare i nostri debiti. Abbiamo bisogno che lo Stato ci lasci spendere i nostri soldi, mentre vengono dati soldi a Regioni che, indipendentemente dal Patto di stabilità, hanno problemi di cassa”. L’assessore al bilancio spiega il problema: “Le uniche somme previste dal decreto ´sblocca debiti´ che non rientrano nel Patto – ha detto – sono quelle relative alla sanità e per questo si sono rivolte al Ministero per chiedere il finanziamento agevolato solo le Regioni che hanno difficoltà di cassa, ottenendo risorse a tassi agevolati. C’è un bel problema però: se il Veneto avrà bisogno di cash in futuro, dovrà rivolgersi al mercato pagando interessi ben più cari, il che significa essere doppiamente beffati, perché chi ha avuto finanze allegre viene oggi agevolato, chi è stato virtuoso non solo non viene agevolato oggi, ma rischia una forte penalità domani. Come al solito. “Fortunatamente non siamo caduti in questo trabocchetto – ha concluso Ciambetti – e assieme alle Regioni virtuose, Lombardia, Emilia e, in questo caso, anche Puglia, Abruzzo e Basilicata, abbiamo fatto gioco di squadra. Certo è che il problema dei tetti di spesa del Patto di stabilità si fa giorno dopo giorno sempre più drammatico, mentre è chiaro che, a saldi immutati, prevedendo un tetto pro-capite di spesa, dunque ricalibrato sulla base dei cittadini residenti, le cose cambierebbero: per noi, in Veneto, significherebbe poter pagare oltre 700 milioni e in tempi di crisi sarebbe una bella boccata d’ossigeno”.  
   
   
ROMA, LA REGIONE MOLISE CONFERMATA NEL COMITATO DELLA REGIONI E DELLE AUTONOMIE  
 
Campobasso, 13 maggio 2013 - La Regione Molise membro del Comitato delle Regioni e delle Autonomie locali. Lo ha deliberato il 9 maggio la Conferenza delle Regioni nell´ambito delle nomine regionali iscritte all´ordine del giorno. Con la titolarità riconosciuta al presidente Paolo di Laura Frattura, il Molise viene confermato all´interno dell´organismo che dà voce agli enti regionali e locali nelle più importanti trattative con l´Europa. Si tratta di una presenza e di un ruolo di assoluta importanza. Il Comitato è un organo strategico per le realtà territoriali nelle trattative con Bruxelles. Commissione, Consiglio e Parlamento devono consultare il Comitato delle Regioni prima di intervenire su materie di competenza delle amministrazioni locali e regionali. «Siamo davvero soddisfatti - ha commentato da Roma il governatore Frattura -, di vedere confermate la nostra presenza e la nostra partecipazione all´interno del Comitato delle Regioni e delle Autonomie locali. È per tutti noi un´occasione straordinaria, questa che ci viene riconosciuta dalla Conferenza delle Regioni, cui diciamo grazie per la fiducia che hanno voluto rinnovarci con la titolarità assegnata alla nostra Regione. Questo riconoscimento ci incoraggia per le prospettive strategiche che abbiamo davanti, a cominciare dalla prossima programmazione dei fondi europei. Il Comitato, competente in ambiente, occupazione, sanità, istruzione, ci offrirà la possibilità di batterci per i settori più importanti delle Autonomie locali. Siamo contenti - ha concluso Frattura -, di poter portare la voce, i bisogni e le istanze del Molise in Europa».  
   
   
LOMBARDIA. ASSESSORI ´LANCIANO´ PATTO DI BRESCIANITÀ  
 
Brescia, 13 maggio 2013 - Istituire un ´patto di brescianità´. Ossia una sorta di Tavolo permanente dedicato alle questioni provinciali. Questa la proposta fatta dagli assessori regionali al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo e alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione ai rappresentati del Tavolo territoriale di confronto, a margine della presentazione del Piano regionale di sviluppo, a cui hanno assistito in collegamento video con Palazzo Lombardia. ´In un momento di crisi diffusa come quello che stiamo affrontando - hanno detto - incontri frequenti non possono che portare benefici a tutti´. Incontri che non devono essere il luogo in cui ´sfogare´ lamentele e carenze, ma momenti di confronto, che possano servire a condividere esperienze e trovare soluzioni. Gli assessori hanno ricordato l´importanza e la strategicità di questo tipo di lavoro anche a fronte della soppressione delle Province prevista con l´inizio del prossimo anno. Province che hanno deleghe precise e importanti che, per forza di cose, dovranno essere trasferite, e quindi affrontate, da altri. I Temi: Il Welfare - Tanti i temi messi sul tavolo. Per quanto riguarda il welfare si è parlato dei livelli di eccellenza raggiunti dalle strutture sanitarie sia pubbliche che private. Molto sentito anche il tema della casa. E´ stata chiesta alla Regione particolare attenzione per quanto riguarda il sostegno all´affitto, ancora più importante in un momento di crisi, che ha fatto impennare il numero degli sfratti. Si è parlato anche del rilancio della modalità di affitto con possibilità di riscatto. In particolare i rappresentanti del Terzo settore hanno posto l´accento sul ´Fattore famiglia´ e la nomina del garante dei minori. Una riflessione piuttosto approfondita è stata poi riservata al tema del lavoro, con particolare attenzione a coloro che si trovano in situazioni di svantaggio. L´agricoltura E L´ambiente - Brescia, prima provincia agricola d´Italia, anche in ottica Expo, chiede grande attenzione sia per quanto riguarda la produzione che la qualità. Da non trascurare anche tutto il tema relativo alla Pac ´che non deve essere erogata a pioggia´. I rappresentanti delle associazioni hanno chiesto anche chiarimenti per quanto concerne le procedure di autorizzazione (Aia e Via). Altra questione da affrontate è quella della valorizzazione delle agroenergie. E poi la tutela ambientale e i nitrati. Il Credito E La Sburocratizzazione - La liquidità e il mancato credito alle imprese: i rappresentanti delle associazioni chiedono alla Regione un aiuto particolare ´lavorando insieme per trovare strumenti nuovi e alternativi´. Un lavoro che va di pari passo con la sburocratizzazione dei processi e delle pratiche che, talvolta, sono ancora troppo farraginose e dilatano i tempi. Pgt E Riqualificazione - Rispondendo alle sollecitazioni del Tavolo, l´assessore all´Urbanistica e Territorio ha ricordato che la Giunta ha già approvato la proroga dei Pgt e che è in fase di revisione la Legge 12, che ´darà nuova linfa ai progetti di riqualificazione e ristrutturazione, limitando il consumo di suolo e l´urbanizzazione selvaggia´. Interventi, questi, importanti anche per la prevenzione di frane e allagamenti. La Montagna - Le Comunità montane hanno sottolineato l´esigenza di rivedere i Pisl, riservando la giusta attenzione al profilo sociale ´spesso minacciato dal taglio ai trasferimenti´. E poi l´economia e l´agricoltura di montagna, con i prodotti di qualità e i presidi che vanno valorizzati. E´ stato affrontato anche il tema dell´accessibilità infrastrutturale e dei parchi. Da ultimo, il rilancio della filiera bosco-legno-biomasse ed energia. Progettazione E Innovazione - Dall´università di Brescia è arrivata la disponibilità a realizzare master, stage e corsi di formazione in chiave Expo. L´obiettivo è quello di far capire che la manifestazione del 2015 non deve essere concepita in maniera ´milanocentrica´ e, quindi, di portare i visitatori anche nel Bresciano. Il Confronto - Gli assessori, concludendo i lavori, hanno espresso ´soddisfazione per come si è svolto l´incontro odierno´. Un incontro incentrato sul confronto e il dialogo. Un metodo che sarà al centro anche dei prossimi Tavoli ´Lo Ster - hanno concluso - non deve essere considerato unicamente, e sterilmente, come la sede della Regione, ma come la casa dei Lombardi´. Vale a dire come il luogo dal quale possano partire proposte e soluzioni.  
   
   
PATTO DI STABILITÀ. VENDOLA: "RAPPRESENTA LESIONE DIRITTI COSTITUZIONALI"  
 
Bari, 13 maggio 2013 - “Il Patto di stabilità, prima ancora di essere discusso in Europa, deve essere reso costituzionale perché oggi rappresenta una lesione insopportabile dei diritti costituzionali di eguaglianza tra i cittadini. Il Patto deve garantire l’applicazione omogenea delle sue regole e dei suoi vincoli, in tutto il territorio nazionale. La spesa pubblica consentita per ciascun cittadino deve essere identica per i cittadini pugliesi così come per i cittadini del Lazio, del Piemonte, del Veneto, dell’Emilia Romagna e così via. Non è tollerabile che per un cittadino pugliese si possa spendere di meno che per un altro cittadino. Urge ripristinare il principio di eguaglianza”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a margine della Conferenza dei Presidenti che si è svolta il 9 maggio a Roma. "Dopo aver ripristinato i diritti costituzionali, che è un problema solo nazionale – ha continuato Vendola – dobbiamo parlare delle regole del Patto di stabilità con l’Europa, regole che non hanno nulla di economico, sono soltanto pura ideologia, demenzialità ideologica che va corretta immediatamente. L’urlo di dolore della Regione Puglia che ha tanti soldi che non può spendere è oggi meritevole di una risposta definitiva. Noi stiamo continuando a combattere quella che è una battaglia per la vita – ha aggiunto Vendola - siamo in una condizione drammatica che denunciamo da anni e che diventa sempre più grave. Oggi non è più consentita la sopravvivenza se non si interviene sulle regole del Patto di stabilità. Noi siamo una regione virtuosa dal punto di vista della cassa, la Regione Puglia è paragonabile a diverse regioni del nord, ma la differenza tra la Regione Puglia e le regioni del nord è che noi abbiamo risorse straordinarie da investire nel cofinanziamento della spesa comunitaria. Se noi non mettiamo tanti soldi come cofinanziamento, si blocca la spesa comunitaria e perdiamo queste risorse fondamentali. Ma ci viene impedito di poter adempiere al nostro dovere di spendere tutto quello che ci dà l’Europa e veniamo messi nella condizione di essere letteralmente strangolati dal Patto di stabilità”. A proposito poi dell’accordo tra le regioni sul riparto delle risorse che serviranno per pagare i debiti delle Pubbliche amministrazioni, Vendola ha affermato che “siamo di fronte alla prova provata di quanto detto finora”. “Il decreto paga imprese infatti – ha concluso Vendola - sbandierato come una delle soluzioni dei problemi, servirà solo alle regioni che non potevano saturare i vincoli del Patto perché non avevano soldi in cassa. Non servirà invece alle regioni virtuose che hanno soldi in cassa e che saturavano gli obiettivi del Patto, addirittura, come la Puglia, persino sforandolo con i Fondi comunitari. Questo è l’effetto di un approccio sempre improvvisato e non organico alle questioni relative al Patto e ai vincoli finanziari”.  
   
   
SARDEGNA, RIDUZIONE IRAP: AZIONE DI SVOLTA PER INSEGUIRE RIPRESA  
 
Cagliari, 13 maggio 2013 - "Un´iniziativa che, insieme alle altre azioni inserite nella Finanziaria per sostenete lo sviluppo e contrastare la crisi, rappresenta un piano straordinario di ricostruzione del nostro tessuto produttivo. E’ la dimostrazione di quell’Autonomia responsabile ed operosa - evidenziano il presidente e l’assessore - che non è statica, non si limita al dato formale né si esaurisce in un puro e semplice rivendicazionismo, ma si concretizza in scelte oculate di finanza pubblica. Si tratta di un segnale forte anche allo Stato centrale, al quale abbiamo chiesto di ripristinare un quadro di leale collaborazione istituzionale adottando scelte altrettanto coraggiose sui temi della vertenza Sardegna, a partire dall’allentamento dei vincoli del patto di stabilità. Quella che si rivolge al nuovo esecutivo è, in altre parole, una Sardegna che fa la sua parte e domanda allo Stato centrale di fare la sua perché troppo spesso in passato la Regione ha dovuto supplire alle amnesie di Roma sulle risposte attese dalle famiglie, dalle imprese e dai territori. Entro il 2013 - proseguono Cappellacci e Zedda - approveremo un’ulteriore misura sulle accise, che inciderà sui consumi, generando anche in questo caso benefici concretamente percepibili nella vita quotidiana dei cittadini. Sono provvedimenti regionali – concludono i due esponenti della Giunta - che esprimono una volontà forte sulla politica fiscale: lo stesso spirito e la stessa determinazione che caratterizzano la rivendicazione che ha come obiettivo la zona franca della Sardegna".  
   
   
ACCORDO REGIONE CALABRIA- ANCI- UPI SUL “PATTO DI STABILITÀ REGIONALE INCENTIVATO”.  
 
Catanzaro, 13 maggio 2013 - Si è svolto, il 9 maggio, presso il dipartimento bilancio il tavolo di concertazione fra la Regione Calabria, l’Anci e l’Upi (Unione Province d’Italia) per discutere della concreta attuazione del “Patto di Stabilità regionale incentivato”, previsto dalla legge di stabilità 2013. Nel corso dell’incontro si è discusso della definizione dei criteri per l’assegnazione degli spazi finanziari a comuni e province, in attuazione della delibera di Giunta regionale con la quale la Regione ha messo a disposizione quasi 39 milioni di euro a valere sul proprio obiettivo programmatico del patto di stabilità, per concederli agli enti territoriali calabresi. Al tavolo, presieduto dall’Assessore al bilancio Giacomo Mancini, ha partecipato il Presidente di Anci Calabria, Peppino Vallone, i dirigenti Canino e Frustaci su delega del Presidente di Upi Calabria Wanda Ferro, il Dirigente Generale del dipartimento bilancio della Regione, Pietro Manna ed il dirigente del settore bilancio, Filippo De Cello. Le associazione rappresentative degli enti locali hanno manifestato interesse e soddisfazione per lo strumento attivato dalla Regione Calabria, che rappresenta una soluzione per aumentare la spesa in favore del territorio e delle imprese, per controbilanciare gli effetti negativi ed i ritardi prodotti dal patto di stabilità. Al termine dell’incontro, le parti hanno sottoscritto un accordo sui criteri di riparto degli spazi finanziari, da destinare prioritariamente al pagamento dei residui passivi in conto capitale per interventi a valere sulle risorse dei fondi strutturali comunitari e dei fondi Fas. Per salvaguardare i piccoli comuni che affrontano per la prima volta le problematiche connesse al patto di stabilità, è stato inoltre stabilito che il 50% delle risorse disponibili siano destinate ai comuni sotto i 5.000 abitanti. Molto stretti sono i tempi per le procedure: le istanze dei comuni dovranno essere inviate entro il prossimo 17 maggio, in modo che la Regione Calabria possa completare l’iter entro il termine previsto dalla legge di stabilità, fissato al 31 maggio. “Siamo soddisfatti dell’accordo siglato con Anci ed Upi, – ha dichiarato l’Assessore al bilancio ed alla programmazione economica, Giacomo Mancini – che testimonia l’attenzione dell’Amministrazione regionale verso il mondo delle autonomie locali, per le quali il patto di stabilità regionale incentivato rappresenta uno strumento significativo di supporto finanziario, in questa fase di grave crisi”.  
   
   
SVILUPPO BASILICATA: OK DALLA CABINA DI REGIA A PROPOSTA RIMODULAZIONE FAS  
 
Potenza, 13 maggio 2013 - La Cabina di Regia Obiettivo Basilicata, convocata il 9 maggio in Regione e presieduta dal Vice Presidente e Assessore alle attività produttive Marcello Pittella, ha condiviso la proposta di rimodulazione delle risorse residue del Fondo di Sviluppo e Coesione 2007-2013, assegnate dal Cipe alla Regione Basilicata. La proposta incrementa di 45 milioni di euro il budget economico già messo a disposizione dal Cipe per gli interventi nel settore della ricerca e sviluppo (in tutto 21,2 milioni tra Ricerca, sviluppo e Smart Basilicata) e per i contratti di sviluppo a valenza regionale, per le manifestazioni di interesse e per i bandi per l’industria e per le Pmi, azioni che assorbiranno complessivamente 146 milioni di euro. L’importo complessivo del programma ammonta a 466,46 milioni. Il vice presidente della Regione, affiancato dai direttori generali Angelo Nardozza (Presidenza della Giunta) e Michele Vita (Attività produttive), ha annunciato che con i 146 milioni assegnati per l’industria si andranno a finanziare, tra le altre cose, i piani di reindustrializzazione dei siti produttivi inattivi, lo scorrimento dei bandi Val d’Agri, Matera e Val Basento, l’avviso pubblico a sostegno della competitività delle imprese (ex credito di imposta per gli investimenti), gli avvisi pubblici per le manifestazioni di interesse dei Piani di sviluppo industriali e agroalimentari, i Contratti di Sviluppo a valenza regionale e l’Accordo Murgiano per il distretto del mobile imbottito. “Con l’incontro operativo di oggi – ha spiegato Pittella – è stato approntato un ventaglio di soluzioni finalizzate alla crescita dei settori produttivi strategici. L’obiettivo è quello di assicurare una ripresa dell’economia attraverso il sostegno alle imprese che hanno deciso di investire sul territorio. La fase attuale – ha continuato il Vice Presidente della Regione – impone a tutti un impegno serrato sulle questioni del lavoro che incroceranno ulteriori momenti di confronto con sindacati e associazioni datoriali già a partire dalla nuova riunione della Cabina di Regia fissata per lunedì 13 maggio. Nella riunione saranno affrontate le problematiche legate a Consip e al Patto di stabilità e saranno decise le priorità da affrontare nel breve e medio periodo”.  
   
   
OFFICINA DELL’AUTONOMIA 3: L’EVOLUZIONE IN CHIAVE EUROPEA DELLE AUTONOMIE SPECIALI È IL TEMA DELLA TERZA EDIZIONE DELL’OFFICINA DELL’AUTONOMIA, ARTICOLATA IN QUATTRO INCONTRI CHE SI TERRANNO A TRENTO – ALLE GALLERIE DI PIEDICASTELLO E ALLO SPAZIO ARCHEOLOGICO DEL SASS – TRA IL 13 E IL 17 MAGGIO 2013.  
 
Trento, 13 maggio 2013 - L’officina dell’autonomia è un’iniziativa promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino giunta alla sua terza edizione. Dopo la buona riuscita delle edizioni del 2009 e del 2012, quest’anno è stato possibile proporre un formato inter-disciplinare grazie alla collaborazione tra Fondazione Museo storico, Istituto per lo Studio del Federalismo e del Regionalismo dell’Accademia Europea di Bolzano (Eurac) e Centro Jean Monnet di Trento. Attraverso questa collaborazione, l’Officina dell’Autonomia 3 raccoglie i numerosi appelli per un’analisi comparata dell’autonomia ricollocando la sua dimensione politico-istituzionale in un ampio contesto di relazioni internazionali. L’obiettivo è allargare la discussione sugli sviluppi storici e giuridici dell’autonomia a studenti e giovani ricercatori provenienti da diverse università e centri di ricerca europei. All’interno di un’intensa settimana si concentrano quattro incontri dedicati all’evoluzione in chiave europea delle autonomie speciali: attraverso l’accostamento dell’esperienza trentina a quella di altre autonomie speciali - vicine (come l’Alto Adige) e lontane (come Scozia e Catalogna) - si vuole riflettere sulle ragioni e sulle forme che hanno plasmato le specialità autonome nel periodo compreso tra il 1992 e il 2012 in uno scenario nel quale i contenuti e gli obiettivi dell’autonomia trentina sono stati attraversati dai processi di globalizzazione ed europeizzazione. Gli incontri sono previsti lunedì 13, martedì 14 e mercoledì 15 maggio, sempre con inizio alle ore 17.30. La formula e la location degli incontri, le Gallerie di Piedicastello, sono pensate per favorire il dialogo con un pubblico il più possibile eterogeneo. La stessa filosofia ispira l’evento di venerdì 17 maggio: una caccia al tesoro per le vie della città che intende dare ai partecipanti l’occasione di imparare a confrontarsi con l’esperienza quotidiana dell’autonomia attraverso un gioco interattivo. L’evento, il cui inizio è previsto per le 16.30, sarà seguito dalla serata conclusiva della manifestazione, che si terrà nella suggestiva cornice della Sala Archeologica sotto Piazza Cesare Battisti con inizio alle ore 19.00. Programma: lunedì 13 maggio / ore 17.30 Trento / Le Gallerie – Piedicastello “Meglio Soli O Accompagnati? La Governance Dell’autonomia In Europa”. La prima sessione problematizza il tema dell’autonomia indagandone il senso nel contesto dell’Europa delle regioni e della condivisione dei poteri su scala transnazionale. Intervengono: Daniel Cetrà, Università di Edimburgo, Marc Sanjaume, Università Pompeu Fabra di Barcellona, Simone Penasa, Università di Trento , Elisabeth Alber, Istituto per lo studio del federalismo e del regionalismo dell’Eurac (Bolzano), Modera l’incontro Pierangelo Giovanetti. Martedì 14 maggio / ore 17.30 Trento / Le Gallerie – Piedicastello “Come Declinare L’autonomia? Modelli A Confronto” La seconda sessione allarga lo sguardo alle autonomie territoriali in Europa, offrendo spunti per una comparazione delle peculiarità e delle criticità che hanno caratterizzato i processi di trasformazione delle autonomie alla fine del ventesimo secolo, includendo anche realtà come la Scozia e la Catalogna. Intervengono: Sara Parolari, Istituto per lo studio del Federalismo e del Regionalismo dell’Eurac (Bolzano), Giovanni Poggeschi, Università del Salento, Jens Woelk, Università di Trento, Modera l’incontro Alberto Faustini. Mercoledì 15 maggio / ore 17.30 Trento / Le Gallerie – Piedicastello “Autonomie Al Confine”. La terza sessione riflette sui presupposti storici dell’autonomia in Italia attraverso la narrazione dei complicati rapporti tra centro e periferia nelle zone dell’autonomia di confine sulla base della documentazione dell’Ufficio Zone di Confine conservato a Roma. Intervengono: Lorenzo Gardumi, Fondazione Museo storico del Trentino, Andrea Di Michele, Archivio provinciale di Bolzano, Luigi Blanco, Università di Trento, Modera l’incontro Enrico Franco. Venerdì 17 maggio / ore 16.30 (gioco) e ore 19.00 (dibattito e premiazione) Trento / Spazio archeologico del Sass “L’autonomia, Die Autonomie, The Autonomy, La Autonomía (Giocare Con…)”. A chiusura della terza edizione dell’Officina dell’Autonomia si propone un incontro interattivo il cui scopo è connettere le tematiche delle sessioni precedenti, ridiscutendole in uno spazio aperto e originale. La sessione si apre con un gioco / percorso per le vie della città alla scoperta dei luoghi dell’autonomia e si conclude con un confronto dedicato all’approfondimento dei temi emersi nelle serate precedenti. Coordinamento scientifico: Lorenzo Gardumi e Lorenzo Piccoli - Fondazione Museo storico del Trentino, Martina Trettel e Alice Valdesalici - Istituto per lo studio del federalismo e del regionalismo dell’Eurac (Bolzano). Documenti correlati ·Officina dell´autonomia 3 - Programma ·Officina dell´autonomia 3 - Il gioco ·Accordo di collaborazione tra l’Accademia Europea di Bolzano (Eurac) e la Fondazione Museo storico del Trentino. Informazioni Fondazione Museo storico del Trentino tel. +39 0461 1747000 fax +39 0461 1860127 info@museostorico.It  Posta Pec: info@pec.Museostorico.it    
   
   
SERVIZI AI CITTADINI; REGIONE UMBRIA, ANCI UMBRIA E POSTE ITALIANE FIRMANO PROTOCOLLO D’INTESA PER SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA E SANITARIA  
 
 Perugia, 13 maggio 2013 - Abbattere i tempi amministrativi, semplificare e rendere più efficienti, trasparenti e maggiormente economici i servizi pubblici ai cittadini: è quanto si propone il protocollo d´intesa per "la semplificazione dei servizi della pubblica amministrazione nei comuni umbri" sottoscritto il 9 maggio, a Palazzo Donini, da Regione Umbria, Poste Italiane e Anci Umbria. Grazie all´intesa, i residenti umbri potranno rivolgersi agli uffici postali in cui opera la rete "Sportello Amico" per disbrigare pratiche amministrative e sanitarie avvalendosi di servizi in rete. L´accordo, firmato dall´assessore regionale alla Sanità Franco Tomassoni, dal coordinatore dei piccoli Comuni di Anci Umbria Giuseppe Chianella e da Valter Catoni, responsabile nazionale Grandi Clienti e P.a. Di Poste Italiane - presenti anche il Direttore regionale alla Sanità Emilio Duca e Luca Ribechini area territoriale Centro Nord di Poste Italiane, individua specifiche aree di collaborazione che, grazie alla valorizzazione e al supporto dello "Sportello amico", sono finalizzate allo sviluppo di nuove modalità innovative e semplificate per il trattamento e la dematerializzazione della corrispondenza, la domiciliazione dei referti e l´offerta di servizi collegati alla tessera sanitaria, l´utilizzo di bollettini postali premarcati per il pagamento delle prestazioni sanitarie e la crescita di servizi di posta ibrida a supporto delle attività di innovazione e semplificazione organizzativa degli enti. Spetterà ad un gruppo paritetico di lavoro, che dovrà costituirsi entro trenta giorni, definire in maniera più specifica il dettaglio delle attività da realizzare negli ambiti individuati. L´obiettivo è di ampliare ulteriormente la rete di servizi di eGovernment che si sta realizzando in Umbria secondo la logica di "semplificazione, decertificazione e digitalizzazione", in accordo con le indicazioni del Codice dell´Amministrazione digitale, della legge regionale sulla semplificazione amministrativa e normativa e dell´Agenda digitale dell´Umbria. "L´intesa - ha detto l´assessore Tomassoni - rappresenta un passaggio importante per l´informatizzazione del sistema sanitario regionale, con evidenti ricadute sulla riduzione dei costi e per la salute di cittadini, ferma restando la qualità dei servizi offerti. La presenza capillare di Poste Italiane sul territorio umbro costituisce inoltre un elemento importante per garantire parità di accesso ai servizi anche nelle zone più marginali e nei piccoli comuni". "Con questa intesa - ha aggiunto l´assessore - proseguiamo la positiva collaborazione già sperimentata con Poste Italiane per l´utilizzo e distribuzione del kit per lo screening del colon retto. Ora si dà l´avvio a nuovi progetti per lo snellimento delle procedure e l´accesso ad altri servizi". "Sono molti i comuni umbri, spesso ubicati in zone montane, che hanno una popolazione inferiore ai cinque mila abitanti - ha detto il rappresentante di Anci Chianella. E´ dunque importante che anche i cittadini che vivono in zone geografiche marginali, chi vive particolari condizioni socioeconomiche e di salute possa accedere ai servizi innovativi che andremo a realizzare grazie a questo protocollo. Anci da tempo - ha aggiunto - si avvale di Poste Italiane, degli uffici postali e dello Sportello amico per la gestione di alcuni servizi, in particolare rivolti ad anziani e disabili. Un rapporto tra enti locali e Poste Italiane che ha dato risultati positivi e che è destinato a crescere in relazione alle modifiche istituzionali introdotte con la riforma endoregionale, soprattutto in materia di gestioni associate delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni". "Poste italiane - ha detto Catoni - ha la più grande rete fisica e informatica del Paese, messa a disposizione delle Regioni e dei Comuni per rendere più facile la vita dei cittadini. Abbiamo avviato in alcune regioni sperimentazioni che hanno dato risultato positivi, come per esempio per il pagamento del ticket tramite web, il rilascio di certificazioni anagrafiche negli uffici postali o la consegna a domicilio di prodotti sanitari a malati cronici che non possono muoversi. Poste Italiane - ha concluso - è un´azienda all´avanguardia, in possesso di mezzi e tecnologie che ci consentono di cogliere le sfide future e di essere competitivi". "Questo protocollo - ha detto Emilio Duca - ci mette in condizione di verificare quali sono gli strumenti a disposizione, pubblici e privati, per accelerare l´informatizzazione della sanità pubblica. La Sanità elettronica, parte integrante dell´Agenda Digitale, dovrà portare alla ricetta e alla tessera sanitaria elettronica fino al fascicolo sanitario elettronico con tutte le informazioni di salute in tempo reale per ogni singolo paziente. Ora - ha concluso - stiamo verificando con Anci e con il partner Poste Italiane quali sono gli strumenti migliori per dare concretezza a questo progetto, garantendo al contempo maggiore efficienza, contenimento dei costi, tutela della privacy e dei dati sensibili in sanità". Per Luca Ribechini, le sperimentazioni avviate da Poste Italiane grazie alle nuove tecnologie nel settore sanitario, dal pagamento dei ticket, alle prenotazioni di esami e visite, al ritiro dei referti, alla somministrazione di farmaci fino al pagamento a domicilio di bollettini, hanno dimostrato che è possibile offrire servizi efficienti, raggiungendo soprattutto chi è in condizioni di maggiore disagio e difficoltà. La prossima tappa - ha aggiunto - sarà quella della telemedicina che permetterà diagnosi e controlli a distanza evitando l´ospedalizzazione. Servizi - ha concluso - che mettono insieme qualità e risparmio".  
   
   
PIACE L’IDEA DELLA “FIRENZE GRANDE” DAL CONVEGNO DI PALAZZO MEDICI RICCARDI NASCE L’IDEA DI COSTITUIRE UN’ASSOCIAZIONE PER CONCRETIZZARE IL PERCORSO DI FUSIONE TRA IL CAPOLUOGO E I 10 COMUNI DELLA CINTURA.  
 
 Firenze, 13 maggio 2013 - Ai fiorentini piace l’idea di costituire un comune unico, una città grande, da 650.000 abitanti. E’ quanto emerso il 4 maggio dal convegno “Grande Firenze Grande”, organizzato a Palazzo Medici Riccardi. Particolarmente variegato il dibattito che si è sviluppato tra le tante personalità, tra cui molti sindaci fiorentini, che affollavano questa mattina il salone Luca Giordano. Altri suggerimenti sono arrivati dai contribuiti video che sono stati proiettati in sala. Nel corso dei lavori il sociologo Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, ha illustrato i risultati del sondaggio realizzato dall’istituto milanese (tramite 800 interviste telefoniche a un campione rappresentativo dei cittadini italiani dai 18 anni in su) dal quale risulta che quasi due elettori su tre della provincia di Firenze sono favorevoli alla creazione della Firenze Grande. L’ipotesi dell´unione amministrativa tra Firenze e Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Calenzano, Fiesole, Impruneta, Signa, Lastra a Signa, Pontassieve, Scandicci e Sesto Fiorentino è accolta con totale favore dal 29.6% degli intervistati e giudicata abbastanza favorevolmente dal 33.8%. All’opposto, gli ostili sono l’11.2% e i poco favorevoli il 9.2%. L’11.5% afferma che la sua valutazione dipenderà dal modo come l’aggregazione verrà realizzata. Infine, il 2.1% è del tutto indifferente e non interessato alla questione, col restante 2.5% che non ha capito di che si tratta. Insomma, i fautori (63.4%) battono i contrari (20.5%) per più di tre a uno. Per il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci “la fusione degli undici comuni del dell’hinterland fiorentino diventa un tema di portata regionale, sul quale va avviato un confronto proprio con l’obiettivo di studiare un nuovo governo del territorio. Il risultato dei referendum che si sono svolti il 21 e 22 aprile, che nella nostra provincia hanno portato alla fusione tra Figline e Incisa Valdarno, dimostrano che ormai sono superate le vecchie questioni di campanile che finora frenavano i processi di aggregazioni tra comuni. I cittadini sono sempre più desiderosi di una macchina amministrativa più semplice e più efficiente”. Secondo Enrico Amante, presidente della sezione toscana dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, “la Grande Firenze intesa come unica conurbazione comprendente Firenze e i comuni della cintura fiorentina, accomunati da una identità sociale, economica e culturale, esiste già. La scommessa quindi non è creare la grande Firenze ma individuare i migliori livelli istituzionali per governare una realtà che è già sotto gli occhi di tutti. Occorre andare oltre la frammentazione dei confini comunali, ormai del tutto arbitrari. La scommessa di oggi è di passare dalla città diffusa alla città di città”. Un invito che sembra essere stato raccolto da Fabio Battaglia, presidente di Confprofessioni Toscana, secondo il quale “un tema come questo merita non solo il lavoro delle istituzioni e dei partiti, ma anche l’impegno dei cittadini di buona volontà, magari attraverso la nascita di un’associazione”. Proprio gli aspetti culturali legati alla “Firenze Grande” sono stati affrontati da Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale di Firenze: “Le opere d´arte diffuse nei luoghi del territorio della ‘grande Firenze’, dal Duecento all´Ottocento, non di rado raggiungono l´altezza dei capolavori esposti negli Uffizi: e proprio grazie al programma ‘la città degli Uffizi’, mostre promosse da questa importante galleria, toccano vari centri della provincia, consolidando antichi e naturali legami e creandone di nuovi”. Per Alessandra Marino, Soprintendente per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze, Prato e Pistoia “le motivazioni forti per proseguire su una strada di cooperazione e di integrazione tra Firenze e la sua cintura vanno ricercate prevalentemente sul piano della razionalizzazione delle risorse. Si tratta cioè di una scelta prevalentemente politico-gestionale”. Per il professor Stefano Pozzoli, docente ordinario presso la Facoltà di Economia della Università di Napoli Parthenope “la Grande Firenze offre lo spunto per un tema più generale, che è quello della revisione degli assetti di governance del sistema Paese. Ci si deve domandare se una organizzazione pensata ai tempi dell´Unità di Italia, e poi via via andata stratificandosi ed implementandosi (e mai semplificandosi) sia oggi ancora attuale”. Secondo il parere di Simone Bettini, presidente di Confindustria Firenze, “l’obiettivo deve essere quello di fornire al territorio una dimensione tale che gli permetta di competere con le altre città metropolitane del mondo”. Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato, si è detta più favorevole ad una visione interprovinciale che riunisca Firenze, Prato e Pistoia “ma questo non significa assolutamente escludere l’ipotesi di una grande Firenze”. Sulla stessa lunghezza d’onda Mauro Fancelli, presidente di Cna: “La Grande Firenze può essere un’ottima idea di partenza, se però miriamo a qualcosa di più sostanzioso territorialmente”. Per Nico Gronchi “la città di Firenze deve essere il polo aggregante di un processo che tenda a unificare quanto di buono c’è in una visione di Firenze più vasta in cui i comuni della cintura, ma anche i comuni della Provincia, sono il plusvalore di un sistema territoriale economico-sociale che deve essere vissuto come un tutt’uno”.  
   
   
CASSA INTEGRAZIONE, LAVORO: COSA CHIEDONO LE REGIONI AL GOVERNO  
 
Firenze, 13 maggio 2013 – Finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e dei contratti di solidarietà, modifiche ai requisiti per la conservazione dello stato di disoccupazione, proroga dell’iscrizione alle liste di mobilità, riassetto dei servizi per le politiche attive per il lavoro, modifche alle norme per l’apprendistato e certezze sul cofinanziamento dei nuovi fondi europei: questi i temi che l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, coordinatore del settore lavoro per la Ix Commissione della Conferenza Stato Regioni ha proposto con un documento che le Regioni hanno approvato l’8 maggio nel corso della riunione della commissione. Sulla base di questo documento, le Regioni chiedono un incontro al ministro del lavoro Enrico Giovannini. “Per gli ammortizzatori sociali in deroga – spiega Simoncini – nel documento ribadiamo la necessità di rifinanziarli con urgenza con un decreto legge immediato per assicurare la copertura di tutto il 2013, per cui il fabbisogno stimato ammonterebbe a circa 3 miliardi. Si ricorda fra l’altro che, ad oggi, non sono mai stati emanati nemmeno i decreti predisposti dal precedente governo per la ripartizione dei 260 milioni già stanziati: ne sollecitiamo con forza l’emanazione, sulla base della ripartizione invitata al ministero fin dal 28 marzo scorso, ma rimasta senza risposta”. Per la gestione degli ammortizzatori in deroga, le Regioni si pongono l’obiettivo di valutare regole condivise che, pur considerando le specificità territoriali, garantiscano a tutti i cittadini parità di trattamento. Abbiamo poi chiesto anche il rifinanziamento dei contratti di solidarietà, che si sono rivelati efficaci nell’attutire le conseguenze sociali della crisi occupazionale e rappresentano quindi una alternativa al ricorso alla cassa integrazione”. Fra i problemi che richiedono una tempestiva azione del governo ci sono anche quelli, sollevati dall’entrata in vigore della legge 92 (Fornero), che modifica lo status di disoccupazione che la nuova disciplina applica solo ad alcune categorie di lavoratori, escludendo ad esempio i lavoratori autonomi e parasubordinati, che verrebbero così a perdere diritti e indennità. L’altro grave problema è quello legato alla mancata proroga dell’iscrizione alle liste di mobilità dei lavoratori licenziati da aziende con meno di 15 dipendenti, con ricadute immediate per un consistente numero di lavoratori licenziati che non potrebbe beneficiare degli incentivi previdenziali e per le aziende che non potrebbero utilizzare gli sgravi fiscali per la riassunzione. “Non c’è tempo da perdere – osserva l’assessore – perchè le Regioni sono chiamate a breve ad attuare le norme nazionali. Per velocizzare i tempi proponiamo un accordo Stato Regioni che consenta, intanto, almeno di posticipare le nuove regole. Quanto alle liste di mobilità, si richiede la proroga della legge e il rifinanziamento per il 2013 degli sgravi per le aziende che assumono i lavoratori iscritti”. Le Regioni hanno riconfermato che la discussione sul riassetto delle politiche attive per il lavoro debba avvenire sulla base di quattro capisaldi: territorialità, efficienza, intreccio fra pubblico e privato, uniformità delle prestazioni fondamentali, mentre si dicono favorevoli alla sperimentazione della “staffetta generazionale” per favorire l’ingresso del lavoro delle nuove generazioni, chiedendone un incremento dello stanziamento. Sull’apprendistato la linea è quella di rendere più flessibile il salario in ingresso per l’apprendistato di primo livello e di estendere il ventaglio delle qualifiche e la durata. “Abbiamo inoltre affrontato il problema del fondi strutturali – spiega l’assessore – per chiedere al governo l’anticipazione delle risorse, risorse che rappresentano, soprattutto per quanto riguarda l’Fse, la fonte principale di finanziamento degli interventi per il lavoro. La mancata anticipazione metterebbe a rischio la continuità dei servizi”.  
   
   
"BOTTEGHE-SCUOLA": SI PARTE CON IL SETTORE DELLA LATTONERIA  
 
Trento, 13 maggio 2013 - Su proposta dell´assessore Alessandro Olivi, la Giunta provinciale ha approvato una deliberazione che disciplina i requisiti specifici per l´accreditamento delle botteghe-scuola nel settore della lattoneria. "Il provvedimento di stamattina – ci ha detto l´assessore Olivi, – rientra nel processo avviato dalla Provincia autonoma di Trento per portare le aziende artigiane ad essere non solo un luogo dove esercitare un’attività produttiva, ma anche una struttura in cui trasmettere alle nuove generazioni le preziose conoscenze acquisite dagli artigiani tramite un’esperienza decennale nel settore". Oggi, con l´approvazione dei requisiti per l´accreditamento delle botteghe-scuola nel settore della lattoneria, questo processo giunge a coronamento. L’istituto della bottega scuola, infatti, è la naturale evoluzione della figura del maestro artigiano, consentendo a coloro che sono in possesso di tale titolo, fino ad oggi più di 250 artigiani per più di dieci mestieri (dagli acconciatori ai termoidraulici, dai lattonieri con cui parte la bottega-scuola alle estetiste, dai “fabbri” ai falegnami) di istituire nei propri laboratori una bottega-scuola". "Gli enti utilizzatori finali, – ci ha ricordato l´assessore, – tra cui spiccano in particolare l’Agenzia del Lavoro e il Dipartimento della Conoscenza della Pat, potranno poi utilizzare queste strutture per avviare progetti di formazione all’interno delle botteghe stesse, per specializzare ulteriormente gli studenti futuri artigiani oppure per “riconvertire” i lavoratori in difficoltà, attività questa quanto mai utile in questo tempo di crisi". I primi ad avere tale possibilità, quindi, saranno i maestri artigiani del settore della lattoneria. L’assessore Olivi e la Commissione provinciale per l’Artigianato, che lavora a supporto dello stesso Assessorato, si sono posti come obiettivo il celere accreditamento anche delle altre categorie di mestieri, in modo da permettere al nuovo strumento operativo di poter essere operativo ed efficace ad ampio raggio in breve tempo.  
   
   
TRENTO: APPROVATI IN GIUNTA TRE PIANI OPERATIVI GIOVANI PER IL 2013  
 
Trento, 13 maggio 2013 - Nella riunione del 3 maggio la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla salute e alle politiche sociali Ugo Rossi, ha dato il via libera a tre Pog - Piani operativi giovani per il 2013: si tratta dei Piani giovani della Val Rendena e Busa di Tione, delle Giudicarie esteriori e della Piana Rotaliana. Il Piano operativo giovani della Val Rendena e Busa di Tione prevede la realizzazione nel corso del 2013 di tredici iniziative. La spesa complessiva è di 151.500 euro, a fronte dei quali la Provincia autonoma di Trento interverrà con un contributo pari a 55.250 euro, assegnato al comune di Vigo Rendena in qualità di ente capofila. Questi i progetti previsti: “Walking in yourself”; “Videogiovani”; “T.r.y. Tione Rendena Youth”; “Vertical Passion”; “Salute e tecnologia: pubblicità e farmaci”; “Imparo aiutando”; “Danzare è un po’ come volare”; “Progettare in gruppo”; “Sulle ali della musica”; “Canti...ere musicale”, “R-estate con noi”; “Imprenditori di se stessi”; “Un ponte sino allo stretto”. Il Pog delle Giudicarie esteriori comprende invece nove iniziative. La spesa complessiva prevista è di 41.299,80 euro, a fronte di un contributo provinciale di 16.701,90 euro, che è stato assegnato al comune di Bleggio superiore in qualità di ente capofila. I progetti che saranno realizzati nel 2013 sono: “Space for youth party”; “Un fotoracconto delle Giudicarie”; “Camminare per ritrovare la storia”; “Caccia allo scatto”; “Suoni stregati della Val Marcia”; “Nuovi occhi per i media”; “Piano bar”; “Un ponte sino allo stretto”; “Educazione alla cittadinanza”. Anche il Pog della Piana Rotaliana prevede nove iniziative. La spesa complessiva prevista è di 65.167 euro, mentre la Provincia interverrà con un contributo pari a 27.049 euro, assegnato al comune di Mezzolombardo in qualità di ente capofila. I progetti approvati sono: “Clickami! Gruppo di promozione della salute per i giovani”; “La mia vita tra internet, smartphone e tablet”; “Strumenti per lavorare con la musica”; “Exponiamoci”; “Energie sostenibili: Copenhagen”; “A college dream. Dreaming big enough to become king”; “Job festival rotaliano – Meeting di informazione e orientamento al lavoro”; “Sinfonia”; “Promozione Pog 2013”.  
   
   
EUROPA, ROSSI: “IMPEGNATI PER UNA RETE DI IMPRESE CONTRO LA TRATTA”  
 
Firenze, 13 maggio 2013 – La Toscana contribuirà alla nascita di una rete di imprese impegnate nella lotta alla tratta di esseri umani, rete in via di costituzione a livello europeo. Lo ha detto il presidente Enrico Rossi al termine dell’incontro con Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli affari interni. L’incontro si è svolto il 9 maggio a Palazzo Vecchio, nel corso della giornata “The state of the union”, organizzata dall’Istituto universitario europero nell’ambito del Festival d’Europa. “Apprezzo moltissimo quanto la Commissaria Malmström sta facendo per le politiche di integrazione in Europa – ha detto tra l’altro il presidente Rossi – Le ho parlato dell’impegno della Regione Toscana in questo campo. Mi sembra che sia rimasta particolarmente colpita dalla nostra legge del 2009 per l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei cittadini stranieri e dalla esperienza di accoglienza diffusa sul territorio dei migranti in fuga dal nord Africa”. “La Regione Toscana parteciperà poi ai comitati e forum che in Europa discutono delle buone pratiche in tema di immigrazione. Abbiamo anche parlato dei finanziamenti necessari, che grazie al lavoro della Commissaria verranno resi più facilmente accessibili anche da parte delle Regioni”. Quanto al problema della tratta degli esseri umani il presidente Rossi ha riassunto i risultati di un progetto regionale lanciato nel 2011 coinvolgendo gli enti locali e le associazioni del terzo settore: in un anno al numero verde 800186086 sono stati segnalati 69 casi di tratta, le unità mobili territoriali hanno contattato 6082 persone mentre 304 sono state accompagnate ai servizi socio-sanitari. Gli sportelli di ascolto hanno sostenuto 301 colloqui e sono stati attivati 197 percorsi di emergenza, prima assistenza e accoglienza in strutture.  
   
   
FIRENZE: CONSIGLIERA PROVINCIALE DI PARITÀ: PUBBLICATO IL RAPPORTO SULL´ATTIVITÀ DELL´ANNO 2012  
 
Firenze, 13 maggio 2013 - Si conferma, nell’anno appena concluso, l’importante opera di presidio svolta dalla Consigliera sul territorio fiorentino. 34 i casi di discriminazione sul lavoro affrontati dalla Dott.ssa Maria Grazia Maestrelli, a riprova di un contesto economico che resta poco favorevole all’occupazione femminile. “Anche nel 2012, la realtà lavorativa continua purtroppo a offrire molte occasioni in cui la Consigliera è chiamata a compiere attività di mediazione”. Così la Consigliera di Parità della Provincia di Firenze Maria Grazia Maestrelli riassume il difficile momento – nella generale crisi economica - che il mercato del lavoro femminile sta attraversando. I comportamenti discriminatori nei confronti delle donne occupate, spesso volti a ottenere le loro dimissioni o a impedirne una crescita professionale, restano molto frequenti. “Ancora oggi – aggiunge la Consigliera – si fa fatica, nella piccola come nella grande impresa, a riconoscere le opportunità che le donne possono portare all’azienda; in molti settori le condizioni organizzative permangono troppo spesso legate a modelli rigidi, che non permettono lo sviluppo delle capacità femminili”. Il quadro complessivo conferma dunque che le funzioni svolte dalla Consigliera restano di estrema attualità, sia per la tutela dei soggetti discriminati, sia per sensibilizzare il tessuto produttivo locale verso l’adozione di politiche dirette a valorizzare le differenze e alla conciliazione vita-lavoro. Maria Grazia Maestrelli rivolge perciò un appello alle istituzioni affinché la figura della Consigliera sia mantenuta operativa e dotata di risorse adeguate allo svolgimento del proprio ruolo, pur in tempi di spending review e di tagli alla spesa pubblica. Nel dettaglio la Consigliera ha affrontato 34 casi di discriminazione sul lavoro (tutti riguardanti donne), per oltre provenienti dal settore privato, e principalmente da aziende oltre 50 dipendenti (circa il 60%). Come nel 2011 rimane elevata l’incidenza degli episodi di molestie, stalking e mobbing (26%). Preoccupante il dato inerente alle cessazioni del rapporto di lavoro (20%), dove l’interruzione del rapporto spesso è decisa dal datore di lavoro a seguito di un evento familiare della donna (matrimonio, gravidanza, richiesta di aspettativa, ecc.). I casi si concentrano quasi interamente nelle fasce di età 31-40 anni (47% del totale) e 41-50 anni (41%). L’intervento della Consigliera ha permesso la conclusione positiva di 26 casi, di cui 11 tramite conciliazione o accordo con il datore di lavoro. Le altre situazioni sono state risolte per mezzo di consulenza (rilascio di pareri legali, verifiche sulla normativa contrattuale, ecc.), incontri informali con le aziende interessate o semplici suggerimenti sul corretto comportamento da adottare. 8 i casi ancora in corso, 3 dei quali avviati a vertenza giudiziaria. Quattro, infine, i casi relativi ad anni precedenti chiusi nel 2012: fra questi si segnala una vicenda di molestie terminata con sentenza del tribunale, che ha riconosciuto alla lavoratrice un risarcimento del danno di 20.000€. Sul fronte delle iniziative di promozione delle pari opportunità, la Consigliera ha predisposto un aggiornamento della brochure “Diventerò mamma” (già pubblicata nel 2007), sui diritti delle lavoratrici in gravidanza, distribuita in circa 10.000 copie. Nell’ambito di una campagna nazionale sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro, la Consigliera ha poi contribuito alla stampa e alla diffusione sul territorio provinciale dell’opuscolo “Patologie oncologiche e invalidanti: quello che è importante sapere per le lavoratrici e i lavoratori”, contenente informazioni utili sui diritti spettanti in caso di malattia della lavoratrice/lavoratore o di un loro familiare. A seguito dell’adesione al “Progetto scuola” - promosso dall’Ufficio della Consigliera Nazionale di Parità - sulla rimozione degli stereotipi di genere nella scelta dei percorsi professionali per gli studenti, la Consigliera ha tenuto due incontri presso gli Istituti Superiori I.t.i.s. Meucci e I.t.g.c. Salvemini/duca d’Aosta di Firenze, dove i giovani partecipanti hanno potuto conoscere storie ed esperienze di donne che si sono distinte nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria locale. Per ogni informazione necessaria, l’ufficio della Consigliera di Parità (Via Manzoni 16, Firenze) è contattabile al n. 0552760585 o all’indirizzo mail: mgmaestrelli@provincia.Fi.it    
   
   
BOLZANO: OK ALLA LEGGE SULLA FAMIGLIA: POTENZIATE LE FORME DI SOSTEGNO  
 
Bolzano, 13 maggio 2013 - - "La nuova legge definisce per la prima volta chiaramente gli obiettivi e i pilastri della politica per la famiglia in Alto Adige, all’interno di un quadro normativo che raccoglie in modo organico tutte le misure a favore di genitori e figli", sottolinea l´assessore provinciale Richard Theiner dopo l´approvazione. Viene creata la base giuridica per garantire maggiori aiuti finanziari a partire dal 2014, inoltre ancora entro quest´anno verrà introdotta la Carta famiglia con sconti negli acquisti. La legge sullo sviluppo e il sostegno della famiglia, presentata dall’assessore Richard Theiner, è stata approvata il 9 maggio dal Consiglio provinciale. Introduce una migliore armonizzazione delle misure di promozione nei vari ambiti che riguardano la famiglia – dalla scuola alla sanità, dai trasporti al lavoro – e nell´azione dei soggetti privati e pubblici. "Inoltre abbiamo stabilito che in futuro tutti i progetti di legge dovranno essere orientati a una sostenibilità rispetto alla famiglia. Un passaggio centrale, che avrà effetti soprattutto nel medio e lungo periodo", sottolinea Theiner. L´attuazione di queste direttive potrà essere coordinata e accompagnata dagli organismi della Consulta e dell´Agenzia della famiglia. Altre misure concrete introdotte dalla legge riguardano la nuova regolamentazione dell’assistenza alla prima infanzia: offerta e strutture sono ampliate e potenziate. Le tariffe delle tre forme di assistenza – microstrutture per l’infanzia, asili nido e Tagesmütter, finora differenziate – vengono uniformate. Pianificare l’offerta per l’assistenza all’infanzia diventa compito dei Comuni, inoltre già da quest´anno viene introdotta la Carta famiglia, un nuovo servizio digitale attivato sulla Carta servizi che permetterà alle famiglie di beneficiare di sconti in molti esercizi commerciali e imprese di servizio. Con la nuova legge la Giunta provinciale assicura maggiori sostegni finanziari alle famiglie, conferma Theiner: "Ci concentriamo sull´aumento dal 1° gennaio 2014 dell’assegno provinciale al nucleo familiare e sul miglioramento delle sicurezze previdenziali per i genitori con bambini piccoli." Finora Regione e Provincia avevano a bilancio 46 milioni di euro per il sostegno diretto alla famiglia, in futuro i mezzi finanziari cresceranno: la procedura e gli specifici criteri saranno discussi nelle prossime settimane e l’assessore conta di confermare l´ampio coinvolgimento già sperimentato in sede di stesura del ddl. Attualmente la Provincia finanzia i servizi alla famiglia (trasporto alunni, edilizia abitativa, assistenza scolastica) con 230 milioni di euro, calcolando anche le misure a sostegno della non autosufficienza e dell’invalidità si arriva a 550 milioni di euro. Riguardo al dibattito sulla famiglia sviluppatosi nei mesi scorsi, l’assessore Theiner ribadisce che "proprio gli interventi di associazioni, sindacati e partiti hanno confermato come quello della famiglia sia un tema in cui dominano posizioni ideologiche. Sono state avanzate proposte e richieste da tutti i fronti, in parte anche in contraddizione tra loro. È evidente che non è possibile soddisfare tutti." Si è scelto quindi nella legge un approccio pragmatico perchè famiglia oggi significa diversità ed è compito del legislatore affrontare le questioni considerate concrete e vitali dalle famiglie. "E la politica o una legge non possono prescrivere alle famiglie come debbano vivere", aggiunge Theiner. Sull’attuazione concreta della legge sulla famiglia si incentra anche la Conferenza della famiglia organizzata il prossimo 16 maggio dalla Ripartizione provinciale famiglia e politiche sociali alla Haus der Familie a Stella di Renon.  
   
   
PUGLIA: PRESTO UNA LEGGE REGIONALE CONTRO IL FEMMINICIDIO  
 
Bari, 13 maggio 2013 - L’assessore al Welfare, Elena Gentile, ha diffuso la seguente nota sulla questione del femminicidio. “In questi anni – scrive - abbiamo lavorato per realizzare sull´intero territorio regionale la rete dei servizi di sostegno alle donne vittime di violenza. Abbiamo messo a valore l´impegno delle tante associazioni di donne che nel silenzio e tra tante difficoltà, hanno tessuto una rete silenziosa ma efficace, insomma un presidio di civiltà, per contrastare la barbarie della violenza nei confronti delle donne per offrire loro un’ancora di salvezza, un luogo dove elaborare il lutto ma anche per ricostruire il proprio progetto di vita. La Regione ha pianificato gli interventi anche attraverso la sensibilizzazione e la responsabilizzazione degli enti locali chiamati a realizzare servizi di presa in carico delle vite delle donne”. “Ora - dichiara l´assessore al welfare - vogliamo fare di più: entrare a pieno titolo nella discussione che oggi vede finalmente crescere la consapevolezza che si possa e si debba fare di più. Avvieremo da subito un percorso condiviso con le associazioni delle donne , con le animatrici dei centri antiviolenza delle case rifugio con gli operatori del sociale, della sanità e con chi vorrà accompagnarci nella costruzione di una Legge regionale che anticipi nei contenuti la convenzione di Istanbul che il governo italiano tarda a recepire”. Sulla questione il 21 maggio alle 11.30 sarà convocato un incontro pubblico aperto alla stampa.  
   
   
MILANO - FESTA DELLA MAMMA, IN LOMBARDIA COINVOLTE 21MILA IMPRESE  
 
Milano, 13 maggio 2013 - Fiori, dolci, ma anche un biglietto acquistato in cartoleria o una cena al ristorante. Questi i doni per la mamma in occasione della ricorrenza che quest’anno cadeva il 12 maggio. Sono oltre 21.000 le imprese lombarde attive che aiuteranno per la scelta del regalo giusto tra negozi di profumi, fiori, borse e scarpe, librerie, ristoranti e pasticcerie. Per il 63,6% del totale regionale si tratta di ristoranti (13.625 imprese) ma anche 2.123 negozi di calzature e articoli in pelle (9,9%), 2.010 fioristi (9,4%), 1.766 profumerie ed erboristerie (8,2%), 1.297 negozi di dolciumi (6,1%) e 601 librerie (2,8%) che operano sul territorio. Situazione stabile rispetto al 2011. Tra le province lombarde, Milano è al primo posto con quasi un terzo del totale regionale (32,8%). Seguono Brescia con il 15,4% regionale e Bergamo (10,3%). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese al Iv trimestre 2011 e 2012.  
   
   
OCCUPAZIONE AL FEMMINILE IN CRESCITA A VARESE  
 
Varese, 13 maggio 2013 - Sempre più scolarizzate e con modelli famigliari e culturali in evoluzione, le donne varesine ricercano la realizzazione personale anche in ambito lavorativo: i dati elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio ci dicono che dal 2000 al 2012 il tasso di occupazione femminile è cresciuto di oltre 11 punti percentuali attestandosi a quota 59,6%, superando la media lombarda (56,2%) e quella italiana ferma al 47,1%. Restano, tuttavia, difficoltà di accesso e permanenza nel mondo del lavoro per le donne oltre che disparità con gli uomini. Oggi sono 172mila le donne varesine che lavorano a fronte di 210mila uomini. Nonostante la crisi, l’occupazione femminile è cresciuta probabilmente perché l’offerta di lavoro per le donne risponde meglio alle esigenze di un territorio sempre più terziarizzato mentre il manifatturiero e l’edilizia, maggiormente connotati al maschile, hanno risentito in maniera più acuta della difficile congiuntura internazionale. Il gap di genere è comunque alto: 12 punti di differenza tra l’occupazione maschile (71,6%) e quella femminile (59,6%), ben lontano da una situazione di parità ormai raggiunta dalle donne in diversi Paesi del Nord Europa (Islanda 78,1%; Norvegia 73,4%, Svezia 71,3%) ma anche nella vicina Svizzera (73,8%). Le motivazioni che stanno dietro alla bassa partecipazione al lavoro delle donne varesine sono diverse: problemi di conciliazione tra vita lavorativa e famigliare, scarsa condivisione del lavoro di cura e domestico tra uomini e donne, difficoltà di matching tra competenze e livelli professionali richiesti e aspettative delle lavoratrici, bassa diffusione part-time. Un aspetto particolarmente importante è costituito dalla presenza e dalla diffusione di una non adeguata offerta di servizi socio-educativi per la prima infanzia. Sono ancora molte, infatti, le donne che alla nascita dei figli, rinunciano al lavoro: in provincia di Varese, seppur in diminuzione (erano 429 nel 2002), sono state ancora 328 quelle che nel 2012 si sono dimesse nel primo anno di vita del bambino. Così, il rapporto tra il numero dei bambini tra 0 e 2 anni iscritti all’asilo nido e il loro totale in Lombardia resta al 19%, percentuale ben più bassa del 33% che era stato fissato come obiettivo per il 2010 dal Consiglio Europeo di Lisbona. L’altra faccia della medaglia della difficoltà di conciliazione tra vita professionale e familiare per le donne è il basso numero di figli per donna che per la provincia di Varese è di 1,45, superiore alla media italiana (1,39) ma inferiore a quella regionale (1,48) e alla media europea (1,57) e, soprattutto, lontano dai due figli per donna che si registrano nei Paesi nordici o in quella Francia che è all’avanguardia nel sistema di sostegno alla maternità. Quanto al settore, in provincia di Varese l’occupazione femminile è bassa in quasi tutti i comparti dell’industria (30,4% di addetti donna), ad eccezione del tessile-abbigliamento e dell’alimentare, mentre le lavoratrici si concentrano nel terziario (49,3%) con picchi elevati nell’istruzione, nella sanità e in generale nei servizi alle persone. Ancora bassa, infine, la quota di donne nelle posizioni di vertice: solo 25,9% tra gli imprenditori e 14,1% tra i dirigenti. Un indicatore del cammino ancora lungo che deve essere affrontato per costruire un’autentica parità di genere sul mercato del lavoro.