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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Settembre 2006 |
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LA SANITÀ A DISTANZA MIGLIORA LA QUALITÀ DI VITA DEI MALATI CRONICI |
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Bruxelles, 25 settembre 2006 - Grazie ad un progetto finanziato dalla Ue è stata sviluppata una serie di strumenti per agevolare il monitoraggio clinico a distanza di soggetti affetti da malattie o condizioni croniche. Le prime sperimentazioni su pazienti con diversi tipi di disturbi hanno dimostrato il valore di tali strumenti di sanità elettronica per i pazienti, i medici e più in generale per il sistema sanitario. Si stima che nei prossimi dieci anni il numero di malati cronici in Europa aumenterà fino a 100 milioni di persone. Molti di essi necessitano di controlli regolari e la loro vita, nonché quella di chi si occupa di loro, può rapidamente trasformarsi in una serie apparentemente senza fine di visite in ospedali e cliniche per effettuare esami e controllare il loro stato di salute. Molto spesso, da tali controlli risulta che va tutto bene; tuttavia molti pazienti si preoccupano se lasciano trascorrere molto tempo senza rivolgersi al personale sanitario. L´effettuazione di tali esami richiede molto tempo anche da parte dei medici e del personale infermieristico e mentre il paziente è in ospedale, il letto occupato non può essere utilizzato da altri potenziali pazienti gravemente malati. Il progetto Healthservice 24 (Hs24) ha lo scopo di sviluppare un servizio di assistenza sanitaria mobile che consentirà ai professionisti del settore sanitario di seguire a distanza l´evoluzione delle condizioni dei loro pazienti, svincolandoli dalla necessità di frequenti visite mediche e migliorando così la loro qualità di vita. Il sistema utilizza tecnologie all´avanguardia come le Body Area Networks (Ban, reti formate da computer "indossati" da una persona e che coprono quindi l´area fisica del corpo), comunicazioni a banda larga senza fili e dispositivi medici indossabili. Agli utenti vengono forniti sensori interconnessi ad una Ban il cui funzionamento è gestito da un palmare o da un telefono cellulare. I sensori sono in grado di monitorare una serie di segnali vitali, tra cui saturazione dell´ossigeno, elettrocardiogramma, respirazione, attività e temperatura. I dati raccolti vengono costantemente trasmessi da un servizio senza fili al centro medico, dove possono essere analizzati da medici e infermieri. "Le condizioni del paziente possono essere valutate, diagnosticate e curate a distanza", spiega Jennie Weingartner, coordinatrice di progetto di Ericsson Germany, al servizio Ist Results (Risultati Tsi). "In caso di un rapido peggioramento della situazione clinica del paziente, il centro dati può inviare un messaggio d´allarme tramite Sms o fornire un servizio di assistenza medica d´urgenza". Oltre a lasciare più tempo a disposizione sia ai pazienti sia al personale sanitario, il sistema consente anche una notevole riduzione dei costi, mentre la facile reperibilità dei dati clinici permette di personalizzare la terapia per soddisfare meglio le esigenze del paziente. Il primo ciclo di sperimentazioni del sistema si è concluso all´inizio di quest´anno, con feedback in grande maggioranza positivi da parte sia dei pazienti sia dei medici; i riscontri negativi sono stati utilizzati per migliorare ulteriormente il sistema. Una delle sperimentazioni è stata effettuata su donne con gravidanze ad alto rischio, che normalmente richiedono frequenti visite ginecologiche per controllare l´attività vitale sia della madre sia del bambino. Durante la sperimentazione, le gestanti prossime alla data prevista per il parto applicavano una Body Area Network del sistema Hs24 per un´ora al giorno per registrare l´attività uterina. Il ginecologo monitorava i dati inviati dal dispositivo contattando la paziente per una visita in clinica soltanto in caso di complicazioni. I feedback ricevuti indicano che in generale il sistema era comodo da portare. In alcuni casi sono state riportate interferenze di cellulari con il processo di registrazione dei dati, ma il problema è stato risolto con i dispositivi della generazione successiva. A Cipro, il sistema è stato testato su pazienti con disturbi cardiaci. Ancora una volta, il feedback degli utenti è stato prevalentemente positivo e i pazienti hanno trovato il sistema piuttosto comodo. I problemi verificatisi nelle prime fasi della sperimentazione e legati alla scarsa connettività della rete wireless locale sono stati risolti dalla squadra responsabile del progetto. Il personale ospedaliero ha notato che i pazienti che utilizzavano il sistema avevano molte meno probabilità di necessitare di ricoveri imprevisti e potevano essere dimessi prima, in quanto si sentivano rassicurati dalla presenza del dispositivo. L´ospedale di riferimento ha inoltre migliorato l´efficienza dell´Hs24 integrandolo nel proprio più ampio sistema informativo interno. "La conclusione cui sono giunti i professionisti del settore è che il sistema può essere facilmente applicato alle loro attuali prassi lavorative", afferma la dott. Ssa Weingartner. Ericsson ha sviluppato un prodotto commerciale basato sulla concezione dell´Hs24, mentre l´Università di Twente, nei Paesi bassi, continua a svolgere ricerche sulle nuove applicazioni che potrebbero essere integrate nel sistema esistente. Per ulteriori informazioni sul servizio Ist Results visitare: http://istresults. Cordis. Lu/index. Cfm?section=home&tpl=home Il sito Internet del progetto Healthservice 24 è visitabile all´indirizzo: http://www. Healthservice24. Com/ . |
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EUREKA SCOPRE UNA NUOVA CURA PER LE ARTERIE OSTRUITE |
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Bruxelles, 25 settembre 2006 - Un´équipe di ricercatori irlandesi e olandesi coinvolta nel progetto Eureka ha sviluppato un dispositivo per consentire alle arterie strette o bloccate di restare aperte più a lungo, garantendo al cuore un regolare afflusso di sangue e riducendo il numero di decessi causati da ostruzioni arteriose. Il sangue arriva al cuore tramite l´arteria coronaria, un vaso sanguigno che sfortunatamente tende a restringersi limitando l´afflusso di sangue al cuore e determinando gravi patologie quali angina pectoris o infarti. Da molti anni i medici inseriscono strutture di sostegno chiamate "stent" nelle arterie stenotiche. Lo stent sgonfio viene inserito nell´arteria con un catetere a palloncino all´interno. Una volta in posizione, il palloncino viene gonfiato e lo stent si espande sino a mantenere aperta l´arteria. Nel corso degli anni tale procedura si è estremamente diffusa. Nel 2005 sono stati effettuati 2,5 milioni di interventi e il mercato internazionale di fornitori di stent e palloncini è valutato attorno a 1,9 miliardi di euro. Tuttavia la procedura spesso danneggia le pareti arteriose e attorno allo stent può formarsi del tessuto cicatriziale che blocca nuovamente l´arteria. Per combattere il problema, i produttori di stent hanno ricoperto questi ultimi con un polimero biodegradabile associato a un farmaco inibitore della proliferazione cellulare. Eppure i cosiddetti "stent a eluizione di farmaco" sono tutt´altro che perfetti. "L´85% del farmaco, che è molto tossico, resta nel vaso coronario per il resto della vita del paziente, in quanto è legato al polimero e non viene eluito", spiega Ronald Horvers della "Blue Medical Devices", che ha sede nei Paesi Bassi. "Inoltre il farmaco è così tossico da uccidere le cellule attorno allo stent, aumentando il rischio di trombosi (coaguli di sangue nel vaso sanguigno)". Per ovviare al problema, "Blue Medical Devices" ha iniziato a sviluppare uno stent rivestito da un polimero bioassorbibile che verrebbe eliminato completamente in circa tre settimane, nonché due farmaci per prevenire l´eccessivo sviluppo cellulare con un grado di tossicità relativamente basso. L´applicazione uniforme del polimero allo stent è estremamente difficile: lo spessore delle maglie metalliche è di appena 0,1 mm e il dispositivo stesso è lungo 14 mm e largo 1 mm. L´azienda irlandese "Craganna Medical Devices" è molto esperta nella produzione di parti metalliche di rivestimento e ha sviluppato con successo un sistema per applicare uno strato uniforme di polimero sullo stent. Dopo il posizionamento dello stent nell´arteria, i farmaci vengono rilasciati nell´area circostante e limitano la proliferazione di cellule muscolari lisce sulle pareti arteriose. Quando il biopolimero si decompone l´intera dose di farmaco è già stata rilasciata e sullo stent non ne restano tracce. Il prodotto è stato testato sull´uomo all´inizio dell´anno e, dopo queste prime applicazioni, i cardiochirurghi sembrano decisi ad avvalersi del nuovo dispositivo. Secondo il sig. Horvers, i benefici della partecipazione all´iniziativa Eureka non sono solo finanziari. "L´approvazione di Eureka ha indiscutibilmente elevato il profilo del progetto" ha commentato, aggiungendo che grazie all´iniziativa è stato possibile instaurare solidi rapporti lavorativi a livello internazionale. Le patologie cardiache e l´ostruzione delle arterie sono due importanti cause di mortalità in Occidente; secondo i dati della "World Heart Federation", ogni anno le malattie cardiovascolari uccidono 17,5 milioni di persone in tutto il mondo e in Europa sono all´origine di quasi metà dei decessi totali. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Eureka. Be/ . |
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DALLA COLLABORAZIONE TRA IBM E IL GENOME INSTITUTE DI SINGAPORE NUOVE PROSPETTIVE PER LO STUDIO DEI PROCESSI CELLULARI |
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Yorktown Heights, Ny, 25 settembre 2006 – Ibm, in collaborazione con il Genome Institute di Singapore (Gis), ha reso noti i risultati di uno studio congiunto che potrebbe creare nuove prospettive alla ricerca nell’area dei processi cellulari. I due team hanno scoperto che i microRna, piccole molecole che sono componenti di regolazione importanti nel meccanismo delle cellule viventi, esercitano probabilmente una maggiore influenza rispetto a quanto si pensasse in precedenza. Vasti esperimenti condotti dal Gis riconoscono la validità delle scoperte generate da un modello matematico sviluppato dal team Ibm. Ci si attende che il lavoro fornisca informazioni utili sulla regolazione del microRna in malattie quali il cancro, i disordini neurodegenerativi, il diabete ed altre malattie e suggerisca possibili strade per nuove diagnosi e lo sviluppo di terapie. “La nostra collaborazione con il team di Gis dimostra l’impatto crescente che il lavoro congiunto tra esperti in materie computazionali e i biologi può avere nel facilitare i progressi della biologia di base”, ha affermato Isidore Rigoutsos, Manager del Bioinformatics Group presso l’Ibm Research’s Computational Biology Center. “La comunità scientifica continua a rivelare l’importanza sempre crescente dei microRna nella definizione di un tipo di cellula e della sua funzione. Questo sforzo congiunto genera nuovi approfondimenti relativi alla funzione di queste molecole”, ha affermato Bing Lim, Leader dello Stem Cell Biology Group presso il Gis. I risultati, che sono riportati nel numero di oggi della rivista Cell, rivelano che alcuni microRna possono esercitare la loro influenza puntando a qualche migliaia di Rna messaggeri (le forme intermedie dalle quali si producono le proteine) e che quasi tutti i geni negli organismi superiori come gli esseri umani o i topi possono essere sotto il controllo del microRna. L’analisi rivela inoltre che, probabilmente, decine di migliaia di microRna devono essere ancora identificate. Questi risultati propongono una visione molto più ampia dell’influenza dei microRna all’interno di una cellula e dei loro ruoli potenziali nella salute e nella malattia. La relazione su questo lavoro, “Un metodo campione per l’identificazione di siti di legame del microRna e dei loro heteroduplex”, di Miranda K. , Huynh T. E Rigoutsos I. Dell’ibm T. J. Watson Research Center, Yorktown Heights, Ny; Tay Y. , Ang Y. S. , Tam W. L. , Thomson A. , e Lim B. Del Genome Institute di Singapore, è pubblicata sul numero del 22 settembre della rivista Cell. . |
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DALL’INTERLEUCHINA-10 UNA SPERANZA PER I CELIACI INDIVIDUATE NELL’INTESTINO CELIACO CELLULE IN GRADO DI CONTRASTARE LA PATOLOGICA REAZIONE AL GLUTINE. SI APRONO NUOVE E IMPORTANTI OPPORTUNITÀ TERAPEUTICHE ALTERNATIVE ALLA DIETA ALIMENTARE. |
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Roma, 25 settembre 2006 - La malattia celiaca, una delle forme più comuni di intolleranza alimentare, colpisce l’un per cento della popolazione europea e statunitense. L’ingestione del glutine contenuto nel grano, nell’orzo e nella segale, scatena nei soggetti predisposti un’aberrante risposta immunitaria. L’unica terapia sinora disponibile per i celiaci è l’eliminazione del glutine dalla dieta: stop al pane, alla pasta, ad un’infinità di piatti ed alimenti. Una dieta restrittiva, molto efficace se seguita scrupolosamente, ma che anche dopo molti anni non consente di riacquistare la tolleranza immunologica. Uno studio appena pubblicato sul “Journal of Immunology”, dimostra che l´interleuchina (Il)-10, una semplice molecola che viene prodotta a seguito di forti fenomeni infiammatori, potrebbe svolgere un ruolo alternativo alla dieta senza glutine. Questa molecola, prodotta da cellule regolatorie, è in grado di tenere sotto controllo l’attività infiammatoria dei linfociti intestinali reattivi al glutine che sono la causa di questa patologia. “La celiachia è causata da una risposta alterata del nostro sistema immunitario nei confronti del glutine, presente nei cereali”, spiega Carmen Gianfrani, ricercatrice dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Avellino, prima firmataria della pubblicazione. “Il soggetto intollerante, a causa della sua predisposizione genetica, tratta il glutine come un agente pericoloso verso cui attuare un’efficace riposta immunitaria al fine di distruggerlo. Più specificamente, nell’intestino celiaco sono presenti cellule linfocitarie che, in seguito al contatto con la gliadina, maggior costituente del glutine, proliferano e producono sostanze con attività infiammatoria quali l’interferone-gamma”. L’attivazione di questi linfociti scatena reazioni che conducono all’atrofia della mucosa intestinale e che possono coinvolgere anche altri organi, provocando vomito, inappetenza, anemia, rallentamento nella crescita, infertilità. Lo studio condotto dall’Isa-cnr, in collaborazione con l’Istituto Telethon dell’ospedale San Raffaele di Milano, il Dipartimento di Pediatria dell’Università Federico Ii di Napoli e l’Ospedale Moscati di Avellino, ha evidenziato che nell´intestino di soggetti celiaci sono presenti piccole popolazioni di cellule con funzione regolatoria che molto probabilmente si attivano in seguito alla forte infiammazione. “Dopo aver eseguito una biopsia intestinale”, prosegue la dr. Ssa Gianfrani, “abbiamo isolato queste cellule una dall’altra e fatto crescere in vitro i singoli linfociti, generando dei veri e propri cloni. Successivamente, sono stati effettuati dei test, mettendo a contatto le cellule infiammatorie con quelle regolatorie, in rapporto di 1 a 1, e abbiamo constatato che queste ultime, attraverso la produzione di sostanze anti-infiammatorie quali l’interleuchina-10, inibiscono la proliferazione dei linfociti patogenetici. La risposta infiammatoria risulta invece molto più accentuata se l´attività delle cellule regolatorie viene bloccata”. Aumentando nell’intestino il numero di cellule regolatorie o potenziandone l’azione, quindi, l´infiammazione potrebbe essere tenuta sotto controllo. “E’ quello di cui ora ci stiamo occupando”, conclude la ricercatrice. "Attualmente stiamo studiando la possibilità di espandere e potenziare in vitro l’attività delle cellule regolatorie attraverso l’immissione di interleuchina-10 esogena. E speriamo che presto, verificata l’efficacia e la sicurezza anche in vivo, si possano realizzare prodotti anti infiammatori a base di Il-10 destinati ai celiaci”. Da somministrare magari prima di un bel piatto di pasta o di una pizza fumante. . |
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IL 26 SETTEMBRE UNA GIORNATA SENZA RUOTE PER ALLONTANARSI DAI RISCHI DEL DIABETE CON LE PROPRIE GAMBE |
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Roma 25 settembre 2006 – Per andare al lavoro o a scuola, quando possibile, o semplicemente a fare la spesa: questo martedì, provate ad abbandonare macchine moto e motorini, e percorrete lunghi tratti a piedi – o sulle uniche due ruote consentite quelle della bici. È questo l’appello lanciato in occasione de primo ‘Convegno sulla prevenzione delle complicanze del diabete”, primo incontro organizzato dalla Fondazione Amd, che vedrà riuniti i maggiori esperti italiani all’Istituto Superiore di Sanità per delineare le migliori strategie per il raggiungimento del target glicemico ottimale. “Lanciamo la Giornata Senza Ruote per spingere la popolazione riappropriarsi di quella pratica salutare che è il camminare” illustra Adolfo Arcangeli, Presidente della Fondazione Amd, che con altri diabetologi raggiungerà la sede dell’Iss senza utilizzare l’automobile. “L’attività fisica è fondamentale per tutta la popolazione ma in particolare per i pazienti diabetici, costretti a fare i conti con un target glicemico ottimale da raggiungere e mantenere. Bastano 30 minuti di cammino al giorno, che molto spesso significa semplicemente abbandonare le ‘ruote’ per un tratto di strada, e avere dei benefici riscontrabili clinicamente”. Ed è proprio il target glicemico ottimale l’argomento cardine del Primo Convegno sulla prevenzione delle complicanze del diabete. Partendo dagli studi che hanno dimostrato come il raggiungimento del target glicemico ottimale riduca il rischio di complicanze croniche, gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e della Fondazione Amd cercheranno di tracciare la strategia per raggiungerlo e mantenerlo. “ll raggiungimento del target glicemico ottimale e il controllo dei picchi post-prandiali sono obiettivi fondamentali per prevenire le complicanze micro e macrovascolari del diabete: dalla retinopatia diabetica, principale causa di perdita visiva nella popolazione in età lavorativa, alle patologie cardiocircolatorie” continua Arcangeli. “Diminuire il tempo trascorso di fronte allo schermo, o a tavola e usare il più possibile le proprie gambe per spostarsi, sono semplici e preziose abitudini che invitiamo a seguire e che possono portare grandi benefici in termini di benessere e qualità di vita per i pazienti diabetici”. A cui vanno aggiunte ovviamente – aggiunge Arcangeli - una dieta equilibrata e, in alcuni casi, una mirata terapia farmacologia”. Il convegno si svolgerà il giorno 26 settembre 2006 presso l’ Istituto Superiore della Sanità, Aula Pocchiari in Viale Regina Elena, 299. Secondo recenti stime dell’European Association for the Study of Diabetes (Easd), nel mondo sarebbero affette da diabete più di 230 milioni di persone (il 6% circa della popolazione adulta planetaria), e se non si farà nulla per rallentare tale epidemia il numero di individui potrebbe superare i 350 milioni tra meno di vent’anni. In Italia sono oltre 2 milioni i soggetti affetti dal diabete. Dopo i 65 anni, circa il 12% della popolazione manifesta la patologia diabetica. Inoltre, una popolazione equivalente alla metà dei pazienti con diabete noto, cioè che è affetta dalla malattia, non sa di averla perché non ha sintomi evidenti. Ogni dieci secondi una persona muore per cause legate al diabete, e si prevede che il tasso di mortalità sia destinato ad aumentare del 25% nella prossima decade. Nonostante tali segnali allarmanti per l’umanità – un numero di decessi pari a quello dell’Hiv/aids – vi è un’incredibile mancanza di consapevolezza del carattere globale della minaccia rappresentata da questa patologia. . |
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EPIDEMIA DI DIABETE NEL TERZO MONDO: L’ITALIA OFFRE UN SOSTEGNO SOLIDALE AL CAMEROON |
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Milano 25 settembre 2006 – La nascita di un ponte di solidarietà e sostegno sanitario dall’Italia al Cameroon per arginare la piaga del diabete. E’ quanto si propone l’alleanza formata da Idf e Rotary con il supporto della Lilly Foundation, in collaborazione con il Ministero della Salute del Cameroon e le strutture sanitarie del Paese africano in cui dilaga l’epidemia di diabete tra adulti e bambini. Oggi due terzi della popolazione mondiale non ha accesso all´insulina. Oltre 400mila bambini nel mondo sono malati di diabete di tipo 1, più del 60% vive in paesi in via di sviluppo, e si calcola che nel 2025 l’80% dei casi di diabete riguarderà proprio i paesi poveri. Nessuno di questi paesi ha i medici e le strutture adeguate ad assorbire il catastrofico impatto della patologia e delle sue complicanze. In Cameroon, in particolare, c’è un medico ogni 10mila abitanti, solo due centri sono in grado di accogliere pazienti con diabete e ipertensione e altrettanti hanno le apparecchiature adatte all’emodialisi e alla fotocoagulazione. I semplici test per il monitoraggio del livello di zuccheri nel sangue non sono facilmente disponibili e la maggior parte dei pazienti non se li potrebbe comunque permettere. L’accesso alle cure a base di insulina è, inoltre, proibitivo per chiunque: poche dosi e solo nei centri privati. Ma cresce il numero di adulti diabetici e sono tantissimi i bambini affetti da diabete di tipo I che sviluppano complicanze come infezioni polmonari e delle vie urinarie, neuropatie, nefropatie e retinopatie. Molti muoiono in poco tempo e chi sopravvive sviluppa, oltre alle terribili complicanze, pesanti problemi di inserimento sociale: solitudine, abbandono delle scuole, impossibilità di trovare lavoro. Per questo motivo è iniziata la collaborazione tra Idf, Rotary e Lilly in Cameroon, che si pone, prima di tutto, l’obiettivo fare entrare in un programma integrato di assistenza 120 bambini insulino-dipendenti salvandoli da morte certa. E in secondo luogo di educare i pazienti alla gestione della patologia e formare personale locale, con teoria e pratica, alla migliore assistenza dei pazienti diabetici. “Grazie al supporto economico di Lilly, l’Idf potrà contare sui 120. 000 € necessari per garantire la sopravvivenza di 120 bambini per tre anni” illustra Massimo Massi Benedetti che oltre a essere responsabile del Dipartimento di Medicina Interna e Scienze Endocrine e Metaboliche dell’Università di Perugia è anche vice Presidente dell’Idf e coordinatore del Progetto Cameroon insieme a un altro Vice Presidente Idf, diabetologo del Cameroon. Non si tratta, quindi, di versare semplicemente un fondo per comprare medicine. Ma di intessere una trama di sostegno e aiuto – fatta di medicine, formazione di medici e infermieri e educazione della popolazione – all’interno del tessuto sanitario del Cameroon. Senza sostituirlo ma rafforzandolo. “La nostra cultura - anche in materia sanitaria - è toppo diversa per poter essere utilizzata così com’è in un paese come il Cameroon. Basti pensare che qui insieme a medici riconosciuti esistono anche ‘stregoni’ a cui buona parte della popolazione ancora si affida senza timore” spiega Massi Benedetti. “Il nostro programma di sostegno, inoltre, non ha dovuto ottenere la sola approvazione delle istituzioni tradizionali ma anche quella di figure istituzionali che rappresentano un retaggio del passato. Non è infatti possibile muovere un dito all’interno delle città senza aver ottenuto l’approvazione dei capo-tribù, intoccabili figure che hanno, sul loro territorio, poteri ‘sconfinati’”. Il Ministro della Salute del Cameroon, su invito dell’Idf, ha garantito che se sarà soddisfatto del lavoro fatto, al termine dei tre anni si impegnerà direttamente a mantenere, e idealmente estendere il progetto Il supporto di Lilly Foundation al progetto Idf è solo l’ultimo in ordine di tempo. Lilly è già attiva sostenitrice del programma ‘Life for a child with diabetes’ con la donazione di oltre 220. 000 dosi di insulina. Ma tutti i dipendenti dell’azienda con alle spalle oltre 80 anni di lotta al diabete, dall’introduzione della prima insulina allo sviluppo di farmaci innovativi, sono coinvolti personalmente: ognuno si fa carico di un piccolo paziente. I dipendenti di Lilly hanno, infatti, deciso di ‘auto-tassarsi’, aderendo all’iniziativa “One dollar a day”, devolvendo un dollaro al giorno alla Campagna di aiuti per i bambini affetti da diabete nei paesi poveri prelevato dalla busta paga. La cifra annuale raccolta da ogni dipendente permette di coprire il costo completo del trattamento di un bambino con diabete di tipo 1 per un anno. “Life for a Child with diabetes” (www. Lifeforachild. Idf. Org), è il programma di aiuti dell’Idf rivolto ai bambini diabetici del Terzo Mondo già attivo in 11 paesi (India, Filippine, Azerbaijan, Bolivia, Papua Nuova Guinea, Fiji, Sri Lanka, Repubblica del Congo, Rwanda, Romania e Montenegro). . |
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1° OTTOBRE: GIORNATA MONDIALE DI SENSIBILIZZAZIONE DELL’EPATITE PARTE LA CAMPAGNA ‘L’EPATITE C’È’ PER FAVORIRE LA DIAGNOSI PRECOCE DELL’EPATITE C |
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Milano, 25 Settembre 2006 - Al via il 1° Ottobre, in occasione della Iii Giornata Mondiale di sensibilizzazione sulle epatiti (World Hepatitis Awareness Day), la campagna informativa ‘L’epatite C’è’. La campagna, firmata da Epac Onlus, l’associazione italiana di pazienti e medici impegnati nella lotta contro questa malattia, con il sostegno di Roche, ha l’obiettivo di promuovere la diagnosi precoce dell’epatite C (virus Hcv). Infatti, se l’infezione da epatite C non è curata tempestivamente, può avere serie conseguenze per il fegato, come la cirrosi, l’insufficienza epatica, fino al tumore. In Italia si stimano ogni anno oltre 10. 000* decessi a causa delle complicanze dovute alla malattia, un dato significativo se confrontato, per esempio, ai circa 500 decessi causati dall’Aids (virus Hiv)**. La campagna prevede l’attivazione di un numero verde 800. 90. 37. 22 (attivo dal 2 Ottobre) al quale ogni cittadino potrà richiedere maggiori informazioni sulla patologia, dal punto di vista sia scientifico che legale; la distribuzione di opuscoli informativi (con informazioni sull’epatite C, le modalità di trasmissione del virus, i fattori di rischio, etc. ) a bordo dei treni nazionali e regionali. L’associazione mette inoltre a disposizione del pubblico anche il sito www. Epac. It e l’indirizzo di posta elettronica info@epac. It. La campagna verrà inoltre pianificata sulle pagine di quotidiani nazionali e locali. “Queste attività - spiega Ivan Gardini, Presidente di Epac Onlus, da anni impegnato in campagne informative per diffondere la conoscenza dell’epatite C e nell’assistenza ai pazienti - hanno lo scopo di informare i cittadini dell’esistenza di gruppi a rischio che hanno maggiore probabilità di avere contratto il virus, sviluppato un’infezione e conseguente malattia, spesso silente per anni. L’obiettivo è, dunque, quello di invitare le persone a rivolgersi al proprio medico qualora si riconoscano nelle categorie segnalate nel materiale informativo. ” Il contagio da infezione da Hcv avviene attraverso il sangue: sono quindi a rischio tutte le persone che per diversi motivi possono aver usato strumenti infetti, come aghi e siringhe riutilizzabili - si pensi alle siringhe di vetro in uso anni fa per le iniezioni o allo scambio di siringhe tra tossicodipendenti - oppure hanno subìto trasfusioni di sangue e di plasma-derivati prima del 1990, quando ancora non era obbligatorio lo screening sulle sacche di sangue trasfuso. Anche gli interventi odontoiatrici e quelli invasivi in ospedale possono fungere da vettori di infezione così come gli strumenti con cui vengono praticati il piercing, i tatuaggi, l’agopuntura e, in generale, tutti gli oggetti di uso sanitario o domestico che possono provocare ferite anche lievi, come forbici, rasoi, spazzolini e tagliaunghie, se non opportunamente sterilizzati. “La diagnosi precoce è di fondamentale importanza sia per ridurre la trasmissione del virus sia per favorire il successo della terapia: la cura dell’epatite C è, infatti, tanto più efficace quanto più è tempestivo il trattamento terapeutico, che ha maggiore possibilità di successo se effettuato in assenza di complicanze per il fegato e in giovane età. ” – afferma il professor Massimo Colombo, Ordinario di Gastroenterologia e Direttore della Divisione di Gastroenetrologia, Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano. La cura dell’infezione cronica da Hcv si basa sull’interferone pegilato associato a ribavirina. Tale combinazione consente a oltre la metà dei pazienti di negativizzare il virus a lungo termine e quindi di bloccare la progressione della malattia; tra l’altro la pegilazione, una modifica chimica applicata all’interferone, ha caratterizzato il trattamento con una maggiore durata d’azione, una migliore tollerabilità, permettendo una maggiore aderenza alle terapie: l’interferone pegilato può essere, infatti, assunto solo una volta alla settimana, tramite iniezione cutanea, contro le tre 3 volte dell’interferone standard, con un vantaggio evidente per il paziente. “Il trattamento tempestivo della malattia – continua Colombo - favorisce un miglior decorso della stessa. Per questo ogni sforzo deve essere fatto per riconoscere precocemente l’infezione e in questo possono essere di grande aiuto i medici di medicina generale nello scrutinio dei pazienti che per comportamento e storia famigliare hanno più probabilità di avere un’infezione da Hcv. ” Il trattamento precoce, quando cioè il danno epatico non è ancora conclamato, può essere di aiuto anche per migliorare la qualità di vita dei pazienti, come evidenziano recenti studi. “La scoperta di essere portatori di un virus potenzialmente trasmissibile e la paura di essere stigmatizzati sia in famiglia sia in società, sono di per sé fonte di un disagio profondo, soprattutto nei primi anni successivi alla diagnosi e indipendentemente dall’esistenza di danno epatico. ” - spiega Carmen Vandelli, Dipartimento integrato di Medicina e di Specialità Mediche, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena. “A questo, in alcuni pazienti Hcv-positivi, si possono aggiungere sintomi psichici come annebbiamento mentale e problemi di memoria che incidono, in vario grado, sulla vita quotidiana. I risultati di alcuni studi basati sulla risonanza magnetica portano a ipotizzare che ci sia un meccanismo virale diretto nell’insorgenza di questi disturbi neuropsichici. La terapia per l’eradicazione del virus potrebbe dunque avere effetto anche sulla qualità di vita, indipendentemente dal fatto che il danno epatico sia già in corso”. . |
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BOLZANO: APPROVATA DAL CONSIGLIO PROVINCIALE LA RIFORMA DELLA SANITÀ. DAL 1° GENNAIO VI SARÀ UN’UNICA AZIENDA SANITARIA |
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Bolzano, 25 settembre 2006 - “Con la riforma della Sanità provinciale, approvata , abbiamo posto le basi per avere anche in futuro in Alto Adige una sanità moderna, efficiente e finanziabile”, con queste parole l’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, ha espresso questo pomeriggio la propria soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio provinciale, della riforma della sanità pubblica. Il disegno di legge è stato elaborato da un apposito gruppo di lavoro, composto dalle Aziende sanitarie, da collaboratori dell’Assessorato, dall’Ordine dei medici e da enti locali, nonché da vari esperti. Un apposito tavolo, al quale hanno preso parte i rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali, ha inoltre preso in esame parallelamente le principali questioni riguardanti i dipendenti ed i collaboratori della struttura sanitaria, giungendo ad una soluzione condivisa. A partire dal prossimo 1° gennaio saranno quindi sciolte le attuali quattro Aziende sanitarie per formarne una unica. In questo modo saranno eliminati doppioni sotto il profilo amministrativo ed i sette ospedali che operano a livello provinciale verranno a creare un’unica rete sanitaria. Grazie a questo accorpamento verranno resi disponibili mezzi finanziari che potranno confluire nell’assistenza vera e propria ai degenti ed in prestazioni di carattere medico per far fronte, anche in prospettiva, al costante innalzamento dell’età media della popolazione ed alle conseguenti maggiori esigenze in campo sanitario ed assistenziale. L’assistenza sanitaria a livello locale sarà appannaggio di quattro Distretti sanitari al fine di garantire una struttura sanitaria omogenea e vicina alle esigenze dei cittadini. Questi distretti saranno comunque dotati, sottolinea una nota dell’Assessorato provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, di un’ampia autonomia gestionale. La Giunta provinciale, dopo l’entrata in vigore della legge, provvederà alla nomina del direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale ed entro l’autunno sarà quindi insediato un gruppo di lavoro che si occuperà della riforma sotto il profilo clinico. “In questa fase” sottolinea l’assessore Theiner “sarà importante assicurare il coinvolgimento di tutte le componenti e di tutti i gruppi d’interesse che operano nella struttura sanitaria. Questa legge pone comunque le basi per realizzare, passo dopo passo, gli obiettivi rappresentati da un’organizzazione sanitaria agile e moderna, caratterizzata dalla trasparenza, dalla vicinanza alle esigenze dei cittadini e soprattutto da elevati standard qualitativi”. . |
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FARMACI: FINALMENTE AZIONI CONCRETE A FAVORE DI CHI SOFFRE |
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Milano, 25 Settembre 2006 – Mundipharma Italia sottolinea l’importante iniziativa del Ministro della Salute, On. Livia Turco che ha fatto seguire ancora una volta alle dichiarazioni fatti concreti nei confronti di un problema come quello del dolore cronico, che coinvolge ogni giorno milioni di italiani. In una nota indirizzata alla Federazione degli Ordini dei farmacisti, il Ministero della Salute ha evidenziato infatti l’importanza dei farmaci analgesici oppiacei per la terapia del dolore, invitando le farmacie “a venire incontro, quanto più possibile, alle esigenze dei pazienti e a detenere in farmacia un quantitativo adeguato di tali medicinali”. Nei mesi scorsi anche il Tribunale per i Diritti del Malato (nel Secondo Rapporto sull´Assistenza Domiciliare Oncologica 2006 e nella Carta dei “Diritti sul dolore inutile” 2006) aveva denunciato la drammatica situazione dei pazienti affetti da dolore cronico: un malato su cinque deve attendere per più di una settimana prima di ricevere i farmaci oppiacei prescritti per la cura del dolore (mentre nel 2004 l’attesa non superava i 7 giorni) e l’8% dei cittadini lamenta difficoltà nell’accesso ai farmaci oppioidi, nel 53% dei casi poiché il farmaco non è disponibile in farmacia. “Si tratta ancora una volta di un atto forte e concreto adottato dal Ministro a sostegno dei pazienti sofferenti – ha commentato Marco Filippini, direttore generale Mundipharma Italia - per sanare le difficoltà di approvvigionamento di questi farmaci, più volte già segnalate anche dal Centro Studi Mundipharma”. Il documento testimonia un’importante presa di posizione a sostegno dei pazienti sofferenti affetti da patologie oncologiche, dei malati terminali ma anche dei tanti pazienti con dolore cronico benigno, che convivono ogni giorno con la sofferenza inutile e che non dovranno così più combattere contro la difficoltà di reperimento dei farmaci analgesici oppiacei. . |
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12 OTTOBRE 2006 GIORNATA MONDIALE DELLA VISTA ROMA - GALLERIA ALBERTO SORDI E PALAZZO FERRAIOLI IPOVISIONE E CECITÀ UN’EMERGENZA DA TENERE D’OCCHIO |
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Roma, 25 settembre 2005 - Il 12 ottobre 2006, in occasione della Giornata Mondiale della Vista, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – Sezione italiana, in collaborazione con Cbm Italia e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, organizza una serie di iniziative alla Galleria Alberto Sordi volte a sensibilizzare il grande pubblico sul bene incomparabile della vista e quindi evitare, ove possibile, il dramma della cecità e una conferenza stampa a Palazzo Ferraioli. Per tutta la giornata (dalle 10. 00 alle 20. 00), nella Galleria A. Sordi, saranno allestiti 4 corner finalizzati a sensibilizzare le diverse fasce di popolazione: bambini, adulti e anziani. Attraverso una visita oculistica gratuita e del materiale informativo, spettacoli e gadget, sarà possibile far conoscere ai cittadini, quanto sia importante eseguire dei controlli periodici, per scongiurare l’insorgere di patologie visive. Alcune cifre testimoniano la portata del problema: in Italia vi sono circa 300 mila ciechi e più di 1 milione e mezzo di ipovedenti, questi ultimi in rapida crescita a causa dell’avanzamento della vita media; poco più del 30% dei bambini viene visitato alla nascita; quasi il 30 % degli alunni di scuola elementare non è mai stato sottoposto ad una visita oculistica. Per quanto riguarda gli adulti, circa 1 milione di persone è affetto da glaucoma e la metà non ne è a conoscenza; si stima che circa il 5-10% della popolazione sopra i 75 anni è affetta da degenerazione maculare senile. Nei Paesi in via di sviluppo l’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme che nel mondo vi sono 37 milioni di ipovedenti e 124 milioni di ipovedenti. Il 90% dei non vedenti vive nelle aree povere del pianeta; nel 75% dei casi, la cecità può essere evitata attraverso trattamenti e con misure preventive. Le patologie più diffuse sono: la cataratta, che colpisce 20 milioni di persone; il tracoma, da cui sono affetti 126 milioni di soggetti; l’oncocercosi, che conta 17 milioni di ammalati; la xeroftalmia, che affligge 350 mila bambini e il glaucoma, che colpisce 4 milioni e mezzo di individui. Questi numeri fotografano la drammaticità del fenomeno che può essere arginato solo con un’adeguata prevenzione, poiché la maggior parte delle patologie visive è curabile ed evitabile con trattamenti tempestivi. Sarà questo il messaggio che verrà lanciato con forza durante la conferenza stampa con le istituzioni, nella vicina sede di Palazzo Ferraioli alle 10. 30, aperta da Giuseppe Castronovo, presidente della Iapb Italia e da Mario Angi, presidente di Cbm Italia, alla quale interverranno anche Silvio Mariotti, responsabile dell’Oms per la prevenzione della cecità e Filippo Cruciani dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Al dibattito sono stati invitati: Cardinale Javier Lozano Barragàn, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute; Franco Marini, Presidente del Senato della Repubblica; Livia Turco, Ministro della Salute; Walter Veltroni, Sindaco di Roma; Macdonald (Don) Curran, Presidente Amd Alliance International; Tommaso Daniele, Presidente Nazionale Unione Italiana dei Ciechi; Corrado Balacco Gabrieli, Direttore Dipartimento Scienze Oftalmologiche Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. . |
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ARKIMEDICA INCREMENTA LO SVILUPPO DELLA DIVISIONE CARE: ACQUISITA LA PROPRIETÀ DEL PENSIONATO SAN GIUSEPPE |
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Milano, 25 settembre 2006 - In attuazione del piano di sviluppo già approvato dalla Società e in linea con quanto già comunicato al mercato, Arkimedica S. P. A. , attiva nel settore managed care, attraverso la controllata Sogespa Gestioni S. P. A, ha acquisito il 100% della Proprietà del Pensionato San Giuseppe Srl, società che gestisce una Rsa per anziani da 137 posti e che ha chiuso il 2005 con un fatturato pari a 3,6 milioni di euro. La residenza, situata a Quattro Castella, nel cuore dei territori matildici, è sicuramente una delle piu’ belle e ricercate realtà della provincia di Reggio Emilia e può vantare la costante piena occupazione dei propri posti letto. Con questa operazione, Arkimedica ribadisce la determinazione nella crescita della Divisione Care, raggiungendo 868 numero di posti letto gestiti direttamente su 4 regioni, risultando in anticipo rispetto agli originari piani di sviluppo. . |
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WHEREVER WE GO SPAZIO OBERDAN, MILANO DAL 17 OTTOBRE 2006 AL 28 GENNAIO 2007 |
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Milano, 25 settembre 2006 - Presso lo spazio Oberdan di Milano inaugura lunedì 16 ottobre 2006 la mostra Wherever We Go, a cura di Hou Hanru e Gabi Scardi. L’esposizione, promossa dalla Provincia di Milano e realizzata in collaborazione con il Museo della Fotografia Contemporanea, raccoglie piu’ di cinquanta opere di ventidue artisti, per la maggioranza inediti in Italia. Di provenienza differente, dall’Albania al Sud-est asiatico, al Medio Oriente, gli artisti di Wherever We Go sono accomunati dal fatto di abitare in paesi diversi da quelli in cui sono nati e di aver sperimentato in prima persona l’incontro con valori, visioni del mondo e sistemi di vita eterogenei, facendosi portatori di una cultura sfaccettata che integra punti di vista molteplici. Proprio questo tipo di personalità sta infondendo oggi all’arte nuove energie creative, in un rapporto di confronto, di scambio, di travasi e di influssi. Attraverso le opere di Adel Abdessemed, Nindityo Adipurnomo, Kristine Alskne, Keren Amiran, Carlos Amorales, Maria Thereza Alves, Maja Bajevic e Danica Dakic, Yael Bartana, Banu Cennetoglu, Magali Claude, Latifa Echakhch, Ni Haifeng, Mella Jaarsma, Koo Jeong-a, H. H. Lim, Elena Nemkova, Tsuyoshi Ozawa, Adrian Paci, Pascal Marthine Tayou, Nari Ward, Huang Yong Ping e Shen Yuan si manifesta così l’orientamento interculturale che caratterizza molta parte della società e dell’arte del presente, e si esprimono i temi della dislocazione e della stratificazione culturale, della rappresentanza, e l’idea di cultura come ambito dotato di vitalità capace di assimilare ed integrare continuamente, nella propria forma e nella propria tradizione espressiva, elementi nuovi ed estranei. Wherever We Go parla quindi di identità, intendendo con questo termine qualcosa che non si definisce solo in base a una radice geografica ma che è soprattutto prodotto di esperienze e di relazioni; qualcosa che non è fissato una volta per tutte, ma che è vivo e mobile, che resiste alle semplificazioni e alle classificazioni. Gli artisti in mostra presentano video, sculture, installazioni, disegni, fotografie. La sera dell’inaugurazione sarà possibile assistere a una performance ideata da un’artista olandese trasferitasi in Indonesia, Mella Jaarsma. Al centro dell’azione una serie di abiti avvolgenti e costrittivi al contempo, realizzati dall’artista stessa a partire dai materiali più svariati. Tra i video si vedranno What is the colour of german roses? di Maria Thereza Alves, I like – I don’t realizzato a quattro mani da Maja Bajevic e Danica Dakic, e poi la doppia video proiezione Wild seeds di Yael Bartana, e Vajtojca di Adrian Paci, dove l’artista mette in scena il proprio funerale e la propria rinascita; e ancora la poetica videoanimazione che Carlos Amorales ha realizzato a partire da una serie numerosissima di disegni digitali, parte dei quali a loro volta in mostra; e Turtely di Keren Amiran: una donna proietta emozioni e nostalgie su una tartarughina domestica; ne scaturisce uno struggente monologo. Parte delle sale espositive è occupata da grandi sculture e installazioni; è il caso, tra l’altro, degli interventi site-specific di Koo Jeong-a e di H. H. Lim nonché dell’opera appositamente concepita da Nindityo Adipurnomo per Wherever We Go, consistente in una serie di sedie montate l’una sull’altra, facenti da supporto a una telecamera; e di Crusader di Nari Ward, una sorta di totem realizzato a partire da materiali riciclati ad alto valore simbolico: un carrello della spesa, pezzi di plastica, taniche per la benzina, un lampadario. Shen Yuan mette a disposizione del pubblico un’installazione da utilizzare come trampolino, consitente in un ampio materasso colorato e ricamato con simboli del mondo intero. Una postazione per l’accesso in rete è riservata all’opera di Elena Nemkova: l’artista ha un blog in cui inserisce disegni ispirati alle notizie di attualità che più la colpiscono. Banu Cennetoglu esprime attraverso una serie di fotografie l’esperienza del viaggio e l’idea che il tragitto possa essere più importante della meta stesa. E Magali Claude si fa ritrarre insieme a personaggi vicini e lontani che hanno contribuito in modo significativo alla sua formazione. La mostra costituisce dunque un campo aperto di confronto e messa in scena di questioni cruciali del presente; ogni opera, frutto di una riflessione-azione, racconta cose del luogo in cui il suo autore è nato, ma anche di quello in cui attualmente vive. L’esposizione è accompagnata da un catalogo con testi critici dei due curatori e di Elvan Zabunyan, Gilane Tawadros, Pier Luigi Tazzi, apparati fotografici a colori e schede biografiche degli artisti. . |
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FRAGMENTED SHOW MOSTRA DEGLI ALLIEVI DEL XII CORSO SUPERIORE DI ARTE VISIVA DELLA FAR VISITING PROFESSOR MARJETICA POTRč 10 – 28 OTTOBRE |
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Milano, 25 setetmber 2006 - Martedì 10 ottobre inaugura Fragmented Show, la mostra degli allievi del Corso Superiore di Arte Visiva tenuto annualmente dalla Fondazione Antonio Ratti e diretto da Annie Ratti. L’esposizione è a cura di Anna Daneri, Roberto Pinto e Cesare Pietroiusti ed è realizzata in collaborazione con le associazioni Artegiovane Milano, Careof, neon>fdv e Viafarini e con il patrocinio del Comune di Milano. Durante l’inaugurazione della mostra, alle ore 20 presso lo spazio espositivo della Fabbrica del Vapore gestito dal Settore Giovani del Comune di Milano, verranno annunciati i tre vincitori del Premio Epson Far per la ricerca artistica, istituito da quest’anno grazie al contributo di Epson Italia che ha scelto di sostenere i giovani artisti premiando le opere di maggiore interesse sotto il profilo della sperimentazione visiva. I 20 artisti, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, sono: aiPotu (Norvegia), Giorgio Andreotta Calò (Italia) e Timea Anita Oravecz (Ungheria), Dafne Boggeri (Italia), Vesna Bukovec (Slovenia), Candice Jee (Australia), Alice Cattaneo (Italia), Ulrika Ferm (Finlandia), Gunndís Ýr Finnbogadóttir (Islanda/olanda), Michael Fliri (Italia), Emma Houlihan (Irlanda), Tara Kennedy (Irlanda), Inmi Lee (Corea), Emanuel Licha (Canada), Jonatah Manno (Italia), Alli Miller (Usa), Jennie Moran (Irlanda), neuroTransmitter (Usa), Gastón Ramírez Feltrín (Messico/italia), Matteo Rubbi (Italia), Eugenio Tibaldi (Italia), Nicola Toffolini (Italia). La School of Art - Faculty of Built Environment Art & Design della Curtin University of Technology, Western Australia, la Galleria Skuč di Lubiana (Slovenia), il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam (Olanda), The office for contemporary Art Norway (Oca), lo Svenska Konstskolans Vänner (Skv) di Nykarleby (Finlandia) e The Arts Council of Ireland hanno messo a disposizione degli studenti dei propri Paesi una borsa di studio. Alla luce delle riflessioni sviluppate durante il workshop estivo di sperimentazione artistica e teorica Fragmented City con Marjetica Potrč, artista e architetto di Lubiana, gli studenti esporranno i loro progetti finali all’interno degli spazi milanesi di Fabbrica del Vapore, Careof, neon>fdv e Viafarini. Le quattro diverse sedi espositive enfatizzano, anche dal punto di vista logistico, il concetto di frammentazione e decentralizzazione urbana, che è stato uno degli argomenti principali affrontati quest’anno. I tre studenti prescelti per il Premio Epson Far per la ricerca artistica saranno selezionati da una giuria composta da un rappresentante della Fondazione Antonio Ratti, uno di Epson e un curatore/critico d’arte internazionale, e riceveranno ciascuno un prodotto ad alta tecnologia Epson. Fragmented Show è accompagnata da una pubblicazione, realizzata da Produzioni Nero, che illustra i lavori degli studenti e le loro biografie. Verrà inoltre presentato il catalogo dedicato al visiting professor 2006, edito da Actar. Fabbrica del Vapore, Via Procaccini, 4 Milano; Careof, Via Luigi Ix 7, Milano; neon>fdv, via Procaccini 4 Milano ; Viafarini, Via Farini 35, Milano. . |
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A BOLOGNA DAL 29 SETTEMBRE 2006 AL 7 GENNAIO 2007 LA MOSTRA OSPITI INATTESI |
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Bgologna, 25 settembre 2006 - Dal 29 settembre al 7 gennaio 2007 le sale della Pinacoteca di Bologna accoglieranno la mostra Ospiti Inattesi. Opere inedite o poco note dalle raccolte statali Bardini. Le trenta opere qui presentate (oli su tela e tavola, tempere su tela e tavola, marmi) provengono dalle raccolte statali Bardini, acquisite integralmente dallo Stato italiano nel 1996. Il percorso espositivo, curato da Mario Scalini, della Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino, offrirà al pubblico dipinti del Xv secolo, di autori quali Francesco di Giorgio Martini, Luca di Tommè, Paolo di Gualdo Cattaneo, Bonifacio Bembo, Alesso Baldovinetti, del Xvi secolo (Bernardino di Mariotto, Alessandro Casolari, Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma), del Xvii (Guercino, Domenico Tintoretto, Lavinia Fontana), fino a giungere al Xviii secolo. Stefano Bardini (Pieve Santo Stefano 1836 - Firenze 1922) fu probabilmente il più intraprendente tra gli antiquari di tutti i tempi e la sua fama fu legata alla formazione di musei come il Kaiser Friedrich Museum di Berlino, l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston e lo Jaquemart-andré di Parigi. A Willhelm Bode procurò straordinarie opere di pittura, come il David di Antonio del Pollaiolo, ma anche nell’ambito della scultura e degli oggetti d’arte, contribuì in modo determinante con i capolavori di Arnolfo, Donatello e tanti altri, arricchendo persino la raccolta di tappeti islamici, ora riconosciuta come una delle principali esistenti. A collezionisti privati cedette dipinti di grandi maestri, da Simone Martini a Piero della Francesca, da Tiziano a Tiepolo. Anche i maggiori musei mondiali furono suoi clienti; celebre, ad esempio, è il ritratto del Ghirlandaio, col bambino che si protende verso il nonno dal naso bitorzoluto, acquistato dal Louvre o la Madonna di Paolo Uccello approdata a Dublino. La quasi totalità dei dipinti sono stati restaurati per essere proposti per la prima volta a Pechino nel gennaio del 2006 durante una mostra organizzata dal Dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione e dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, che apriva l’anno dell’Italia in Cina, o figurano qui in prima assoluta grazie alla partecipazione del Musée des Beaux-arts di Rouen e della assicurazione Axa Art. La mostra raccoglie un rappresentativo numero di opere inedite di vari periodi storici scelte tra gli oltre 70. 000 oggetti che compongono i fondi Bardini e vuole richiamare l’attenzione sul fatto che la presentazione di un’opera ignota, di rilevanza storica ed estetica, è un servizio dovuto agli studi e al godimento collettivo. Quasi cinquecento delle opere più singolari, sono state restaurate, studiate ed esposte (in buona parte nella villa medicea di Cerreto Guidi presso Firenze – Museo Storico delle caccia e del territorio) mentre alcune di esse, per la loro peculiare natura, sono dislocate in contesti diversi, come la spinetta ovale di Bartolomeo Cristofani (1690), che con gli altri strumenti musicali, è ora alla Galleria dell’Accademia. La mostra è inserita nel progetto Magnifico. Magnifico è un sistema di promozione e comunicazione del patrimonio culturale italiano e dei suoi grandi eventi, realizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la partecipazione di primarie aziende dei trasporti e del turismo. . |
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NOVA MILANESE-ISEO UN GEMELLAGGIO ARTISTICO IN RICORDO DEL MAESTRO VIVIANI SALE DELL’ARSENALE ISEO – 8-22 OTTOBRE 2006 |
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Nova Milanese, 25 settembre 2006 - La Libera Accademia di Pittura “Vittorio Viviani” di Nova Milanese (1952-2006), in collaborazione con il Centro Culturale l’Arsenale di Iseo, l’Amministrazione Comunale di Iseo e di Nova Milanese organizza la Mostra degli Allievi della Libera Accademia di Pittura Vittorio Viviani presso le Sale del Centro Culturale l’Arsenale di Iseo dall’8 al 22 ottobre 2006. Per i Novesi si tratta di una sorta di “pellegrinaggio” in uno dei luoghi più amati dal maestro Vittorio Viviani. La Libera Accademia di Pittura, la “creatura” prediletta del maestro che da oltre cinquant’anni prosegue mirabilmente l’impegno didattico e artistico, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, presenta a Iseo i suoi allievi e le loro opere. Per la cittadinanza di Iseo, con questa rassegna dei lavori degli attuali allievi della Lap si vuole risvegliare il ricordo del Maestro Vittorio Viviani e – sottolinea il Presidente dell’Arsenale Aurelio Gatti – ricambiare l’affetto e la stima che Iseo ha sempre riservato al Maestro Viviani. Il Maestro Vittorio Viviani ha vissuto per 50 anni ad Iseo e ha donato all´amministrazione comunale oltre 100 opere tra oli su tela e disegni che ornano le pareti del Castello Oldofredi e del Palazzo Vantini. Insieme ai 49 allievi della Lap, di cui 18 piccoli allievi, esporranno l’attuale Direttore e Maestro Lap il Pittore Alessandro Savelli e la Pittrice Amina Redaelli, docente e segretaria Lap, nonché alcune opere del Maestro Viviani prelevate direttamente dalla sua donazione al Comune di Iseo. L’inaugurazione della Mostra avverrà domenica 8 ottobre alle ore 11. 00 in presenza delle Autorità locali e del Sindaco di Nova Milanese. La Mostra rimarrà aperta sino a domenica 22 ottobre nei seguenti orari: feriali dalle 9. 30 alle 12. 30, sabato e festivi dalle 10. 00 alle 12. 00 e dalle 16. 00 alle 19. 00. Catalogo disponibile in galleria. Testi critici di Raffaele De Grada e Tonino Mazza. Testi introduttivi del Sindaco di Nova Milanese Laura Barzaghi, del Sindaco di Iseo Marco Ghitti e del Presidente dell’Arsenale Aurelio Gatti. . |
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GAMESCAPES PAESAGGI E CITTÀ DEI VIDEOGIOCHI NELLE OPERE DI CINQUE ARTISTI INTERNAZIONALI 13-29 OTTOBRE 2006 LE NUOVE TENDENZE DELLA GAME ART IN MOSTRA CON LE OPERE DI CORY ARCANGEL, MAURO CEOLIN, JONATHAN HADDOCK, EDDO STERN, CARLO ZANNI |
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Monza, 25 settembre 2006 - L’interattività come cifra che caratterizza sia il videogame che le avanguardie più tecnologiche dell’arte contemporanea: questo il concetto cardine su cui ruotano gli eventi in programma in ottobre a Monza, dove, in contemporanea con le finali dei World Cyber Games, l’Assessorato alla Cultura inaugura la mostra Gamescapes. Paesaggi e città dei videogiochi nelle opere di cinque artisti internazionali, a cura di Rosanna Pavoni. Presso la sede della Galleria Civica un avvincente percorso espositivo cattura il visitatore fra le creazioni di Cory Arcangel, Mauro Ceolin, Jonathan Haddock, Eddo Stern, Carlo Zanni, game artist di spicco che mostrano con fantasia e ironia le possibili angolazioni, panoramiche, trasformazioni e utopie del concetto di “città virtuale”, traendo ispirazione proprio dalle città dei videogiochi, luoghi dai quali molte sorprese possono scaturire. In un momento di particolare fioritura di questo filone dell’arte contemporanea, la creatività dei game artist va di pari passo con l’evoluzione dei videogame, che oggi raggiungono livelli di complessità e definizione molto elevati. Commenta Annalisa Bemporad, Assessore alla Cultura del Comune di Monza: “Le finali dei World Cyber Games hanno attratto un elevato numero di persone giunte dall’Italia e da molti altri Paesi, alle quali vogliamo mostrare gli aspetti non solo ludici del videogioco, strumento oggi in grado di sviluppare una vera e propria cultura che ha ispirato la nascita della Game Art. L’esposizione ha luogo in una città storica come Monza, che si apre alle città virtuali e alla cultura digitale di artisti muniti di mouse e monitor in luogo di pennelli e tela. L’arte digitale, vero e proprio focus della nostra programmazione autunnale, sarà protagonista anche all’Arengario dal 20 ottobre al 30 novembre con la videoinstallazione di Studio Azzurro La Pozzanghera-micropaesaggio interattivo, dedicata in modo particolare ai bambini”. La mostra è accompagnata da una guida bilingue che, in forma agile e sintetica, offre a un pubblico non specialistico strumenti per avvicinarsi a questa espressione artistica. Nel testo introduttivo la curatrice Rosanna Pavoni, anche responsabile della programmazione espositiva dell’Assessorato, spiega come la mostra sia “occasione di conferme e riconferme per chi pratica il terreno della Game Art; di nuove connessioni e curiosità per chi gioca; di avvicinamento a una differente forma d’espressione artistica per chi fino ad ora ha solo - qualche volta - regalato videogiochi a Natale”. Matteo Bittanti, attraverso il suo saggio contenuto nella guida, pone l’accento sulla sperimentazione dei game artist e ci suggerisce con quale spirito avvicinarsi alla mostra: “in quanto espressione visuale dell’era digitale il videogame diventa terreno di sperimentazione dell’avanguardia artistica, da sempre pronta a cogliere le profonde mutazioni estetiche – e quindi etiche – della società. Gli artisti di Gamescapes ci invitano a entrare in mondi fantastici e insieme persistenti, mondi ludici ma non necessariamente rassicuranti. Il visitatore può immaginare lo spazio espositivo della Galleria Civica come un videogame in real-life, di cui ogni artista ha costruito un mondo, un livello, uno spazio”. Come pregevole strumento per la conoscenza approfondita della Game Art nelle sue manifestazioni, la casa editrice Johan & Levi pubblica il volume bilingue di Matteo Bittanti e Domenico Quaranta Gamescenes. L’arte nell’era dei videogiochi, che indaga a fondo motivazioni, attrattive, peculiarità di questa corrente che si ispira al mondo virtuale dei pixel, attraverso le diverse personalità di artisti internazionali, e ci aiuta – come spiega Domenico Quaranta – a sondare “il modo in cui il videogame, inteso come nuovo medium con un proprio linguaggio, una propria ideologia e una propria cultura, sta trasformando le altre forme culturali, il nostro modo di vivere”. Informazioni al pubblico Galleria Civica – tel 039 2302192 . |
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“APRE KGALLERY, UNO SPAZIO DEDICATO ALL’ARTE CONTEMPORANEA” “K TO YOUR HEART” - |
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Legnano, 25 settembre 2006 - Il prossimo 29 settembre verrà inaugurata a Legnano, a pochi chilometri da Milano, una nuova galleria d’arte dedicata all’arte contemporanea. Il primo evento, “K to your heart” (curato da Ivan Quaroni), consiste in una mostra collettiva in cui si confrontano i lavori di undici artisti. La K Gallery, infatti, nasce già con un’identità forte, che consiste nella scelta di lavorare principalmente con le nuove generazioni e, in particolare, con artisti capaci di incarnare attraverso il loro lavoro lo spirito di questo tempo. Si tratti di pittura o di fotografia, di scultura o di installazione, la scelta è caduta su una rosa di artisti la cui visibilità all’interno del sistema dell’arte sta aumentando progressivamente. In alcuni casi si tratta di artisti poco più che esordienti, in altri di artisti con un curriculum di mostre nutrito. Fanno parte di questa prima collettiva Mauro Ceolin, Umberto Chiodi, Vanni Cuoghi, Emiliano Di Mauro, Enzo Forese, Eloisa Gobbo, Sharon Green, Massimo Gurnari, Fulvia Mendini, Michael Rotondi e Giuseppe Veneziano. Inaugurazione: venerdì 29 settembre dalle 19. . |
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XXV OTTOBRE MUSICALE FRANCESCANO JACOPONE DA TODI: LA POTENZA DELLA PAROLA DIVENTA MUSICA |
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Vicenza, 25 settembre 2006 - Musica e sacre rappresentazioni. Nelle domeniche di ottobre (1, 8, 15, 22), in chiesa a Santa Lucia alle ore 18,30, si rinnova l’appuntamento con l’arte ispirata al sentimento religioso, proposto dall’Ottobre Musicale Francescano, un’iniziativa della comunità dei Frati di Santa Lucia che è diventato un punto fermo per la vita culturale dell’intera città. 25 anni di lavoro e di grandi soddisfazioni, con artisti di ottimo livello, legati da affetto e stima per l’ideatore e direttore artistico della rassegna, il M° Antonio Cozza, frate francescano e musicista che a Vicenza non ha bisogno di presentazioni. Docente di Organo e Composizione ai conservatori di Bologna, Verona , Rovigo e infine al Pedrollo di Vicenza, è uno dei maggiori studiosi di musica prepolifonica, avendo curato in particolare la forma della lauda che nei concerti propone in versione filologica, secondo la prassi esecutiva antica. L’ottobre è da sempre anche una grande occasione per i giovani artisti, che in Santa Lucia hanno trovano spazio per debuttare e per esibirsi. <<In molti hanno iniziato da qui carriere musicali che oggi sono di primo piano a livello nazionale e internazionale – spiega con soddisfazione il M° Cozza - e tornano oggi all’Ottobre con lo stesso entusiasmo dell’inizio, e il piacere di fare musica insieme. Nel concerto di domenica 8 ottobre il coro “I Laudesi”, composto di coriste non professioniste, sarà affiancato, tra gli altri, dai vicentini Massimiliano Raschietti, organista di fama internazionale, e da Paola Rossi, una cantante che si considera “nata” vocalmente a Santa Lucia e oggi è artista del coro alla Fenice di Venezia. >> Particolarmente ricco l’Ottobre 2006, che rende omaggio a tre eccelsi nomi dell’espressione artistica e religiosa: W. A. Mozart, Jacopone da Todi, San Francesco. Inoltre, come accade da qualche anno, la rassegna affianca alla musica il teatro, sempre di ispirazione religiosa. In concomitanza con i festeggiamenti in preparazione per gli 800 anni di fondazione dell’ordine francescano (che ricorrono nel 2009), tra il 2005 e il 2006 si è voluto portare in scena il messaggio del Santo di Assisi. La lettura in chiave contemporanea della vicenda rivoluzionaria di Francesco è stata affidata ad Antonio Baldo, autore di due testi “Un ragazzo di nome Francesco” e “Francesco Duemila”, il primo rappresentato nel 2005, il secondo atteso per il prossimo ottobre 2006. <<L’associazione teatrale “Città di Vicenza” – spiega il presidente Antonio Baldo - propone quello che è stato definito “teatro della coscienza”, nella convinzione che il linguaggio teatrale sia importante per veicolare idee, sentimenti ed esigenze profonde della persona. E la vita di San Francesco, con il suo messaggio straordinariamente attuale, è certo in grado di far riflettere il pubblico. >> Al 250° anniversario della nascita del genio salisburghese è dedicato il primo concerto, domenica 1 ottobre (sempre alle ore 18,30) che presenta la produzione di musica religiosa di Mozart. Protagonista sarà l’orchestra giovanile di S. Stefano, con i violini solisti Giuseppe Valtinoni e Alessandra Cibien. Si eseguiranno l’Ave Verum (Kv618), il Benedictus (Kv317), il Laudate Dominum (Kv339) e la sonata da chiesa Kv224. Due famosi brani vocali completano il programma: Ornella Silvestri (mezzosoprano) interpreterà l’Agnus Dei Kv339, mentre Alessandra Gulino D’ambrosio (soprano) proporrà il mottetto “Esultate, Jubilate” (Kv165). Domenica 8 ottobre si terrà l’omaggio a Jacopone da Todi (1230 – 1306). Ricorre infatti il 700° anniversario della morte del mistico e poeta francescano, uno dei fondamenti della poesia e del dramma sacro in lingua volgare. La lirica sarà protagonista, poesia in parola e melodia, in un insieme di declamazione e musica. Il coro “I Laudesi”, diretto dal M° Cozza, canterà laude antiche (dal Laudario di Cortona, sec. Xiii, e dal laudario Magliabechiano, sec. Xiv) e moderne (musicate in stile dell’epoca da Antonio Cozza), che mettono in musica i versi di Jacopone. Accanto al coro, le voci soliste di Mariella Cenere e Maria Bondarenko (soprano), Paola Rossi (contralto) e le voci declamanti di Liliana Boni, Felice Tomba ed Ermanno Caneva. L’accompagnamento è affidato a Massimiliano Raschietti all’organo e clavicembalo, con Martina Dal Lago alle percussioni e Tea Bresan al flauto dolce. Il programma inizia con la sigla musicale “Il Coprifuoco” (sec. Xiv), l’antico canto di Assisi che il coro “I laudesi” di Vicenza ha fatto proprio. Subito dopo segue il Cantico di Frate Sole, di Francesco d’Assisi, esempio eccelso di lauda, musicato da A. Cozza su un “incipit” melodico del sec. Xiii. Il dramma “Francesco Duemila” di Antonio Baldo va in scena domenica 15 ottobre, con replica domenica 22. Continuazione di un lavoro dello scorso anno, porta in scena la seconda parte della vita di S. Francesco, dalla fondazione dell’Ordine alla morte. È un Francesco ambientato in una città dei nostri giorni, attualizzando alcune situazioni che si rifanno ad episodi reali della vita del Santo. Lo spettacolo è prodotto dall’Associazione “Città di Vicenza” e realizzato con il coordinamento artistico di Liliana Boni. Il dramma vede protagonisti Andrea Dellai (Francesco), Marcello De Boni (il vescovo), Antonia Bianciardi (la madre), Bortolo Tomba (l’Imam), Urbano Bonato (frate Leone), Maurizio Busato (il “Lupo”), Giulia Tagliaferro (Chiara), Lorenzo Frigiola e Loris Zarantonello (i poliziotti). Ad intervallare i quadri del dramma saranno le musiche originali del Maestro Antonio Cozza, tra le quali una suggestiva versione del Cantico delle Creature, che sarà eseguito dal coro “I Laudesi”. Come di consueto, tutti gli appuntamenti si svolgono nella chiesa di Santa Lucia (con inizio alle ore 18,30) e sono ad ingresso gratuito. . |
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INQUIETUDINE PROFONDA DI UNA GENERAZIONE, NATA NELLA SECONDA PARTE DEL XX SECOLO, NEL BEL ROMANZO “ESPERANZA” DI OLGA KARASSO – ANIMA EDIZIONI |
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Milano, 25 settembre 2006 - Per Olga Karasso, “Esperanza”, il secondo romanzo psicologico con cui si ripresenta ai lettori dopo un lungo periodo di silenzio, “non è altro che un modestissimo spaccato di un ultimo periodo della nostra esilarante società in dissolvenza”. Inquietudine profonda di una generazione, nata nella seconda parte del Xx secolo, ricca e disorientata più di quelle precedenti. Singolari velocità e modernità narrativa. Il gioco della memoria con l’energia che danza. Gli avvenimenti non sono presentati con linearità, anzi a farla da padrone sono le digressioni finemente allegoriche quasi metafisiche, il saltar apparentemente di palo in frasca, cosa che tiene il lettore avvinghiato alla scrittura. Spazio e tempo più che mai relativi. Simile a un film mentale - in verità tutto si svolge nella mente -, su una storia voluta normale di due grandi amici d’infanzia, Cristiano ed Esperanza, e sulle rispettive e differenti ambientazioni sociali e intellettuali che li allontaneranno. Illuminate dalla Supermemoria solo le scene “calde”, dopo che una entità o divinità - che chiameremmo energia – avrà vivamente presenziato nelle stesse al di là della loro oggettiva importanza. Romano e Francesca, genitori di Cristiano convenzionalmente borghesi e ipocriti – Alba, moglie altolocata di Cristiano – Alfredo, psichiatra in crisi di identità. Cristiano ed Esperanza. Comparse o protagonisti tratteggiati a tutto tondo, mostrando di ognuno debolezze e punti di forza. Interrogativi sull’esistenza odierna che non si vogliono risolvere ma sollevare per porci sulla strada della consapevolezza. Per Cristiano, il cui destino interpreterà pragmatismo e successo odierni, e per l’irrequieta Esperanza, volata dietro agli ideali, la disillusione sarà diversamente cocente ma puntuale. Solo così i due amici d’infanzia potrebbero eventualmente ritrovarsi. Chiave di lettura più sottile: l’Essere, divisosi in una parte maschile con componente femminile e in una parte femminile con componente maschile, forza le stesse a separarsi per esperire percorsi diametralmente opposti sino a una loro riunione. Fusione. Profondo, ironico, pungente, lascia al lettore le conclusioni più personali da trarre. Un valido sussidio per imparare a vivere il proprio mondo con occhi maggiormente bonari e distaccati. L’autrice. Giovanissima Olga Karasso si è interessata di letteratura slava e di “Négritude”, traducendo tra l’altro alcuni poeti bulgari e per Guanda le poesie di Léopold Sédar Senghor. Poetessa sovente premiata ha pubblicato articoli di critica letteraria su un importante quotidiano. Redattrice di un paio di riviste letterarie è stata invitata a simposi all’estero. Qualche anno fa è ricomparsa pubblicando il libro Ibis che è un omaggio ardito e onesto ad alcuni intellettuali del secolo scorso. E’ appena uscito il suo nuovo libro Esperanza, edito da Anima Edizioni, sulla tenera generazione del “Capitale che si rincorre la coda”. . |
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IL TEATRO FILODRAMMATICI SI RINNOVA: E CON UN NUOVO LOGO APRE UN TEATRO DEDICATO AL NUOVO |
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Milano, 25 settembre 2006 - Nell’area dei magazzini dell’ex-Breda, il Comune di Sesto San Giovanni apre lo Spazio Mil, uno spazio con sala teatrale, un caffè ristorante con spettacoli dal vivo e un’area da 2000 posti per spettacoli all’aperto. Mil è il primo spazio teatrale con attività continuativa a sorgere da un ex-fabbrica. La storica sala di via Filodrammatici raddoppia: e nasce lo Spazio Mil (Museo dell’Industria e del Lavoro) nell’area degli ex-magazzini della Breda di Sesto San Giovanni, inserita nella vasta superficie del Parco archelogico industriale del Comune. E proprio con la collaborazione del Comune di Sesto, che ha ultimato, con il contributo di Regione Lombardia, Provincia di Milano, Milano Metropoli, Fondazione Cariplo e su disegno dell’architetto Luigi Cucinotta, la ristrutturazione degli spazi interni ed esterni secondo i più avveniristici modelli di architettura industriale, è stato pensato e promosso il progetto culturale dell’area, che conta complessivamente oltre 10. 000 metri quadrati di superficie, distribuiti tra un fabbricato dal tipico aspetto industriale (di 4. 800 metri quadrati in due piani di 3. 200 a terra e 1. 600 nel piano rialzato con terrazzi) e un’ampia area attrezzata esterna. Il primo è organizzato come un grande open-space, compartimentato in varie sezioni di spazio con grande flessibilità di destinazione. Di queste, il Teatro Filodrammatici gestirà (in collaborazione con una società di ristorazione) una porzione in cui sarà allestito un caffè ristorante con palcoscenico per spettacoli dal vivo (cabaret e musica, circa 150 posti-coperti), e, in accompagnamento all’allestimento della collezione del Museo, l’ampia parte centrale, adibita a teatro. Si tratterà di un teatro di moderna concezione, con agili tribune modulari e platea, componibile per palcoscenico centrale o frontale, con capienza fino a 300 posti. L’allestimento di questo secondo spazio, già fornito nella base della ristrutturazione terminata dal Comune di spazi attrezzati e camerini, è affidato allo studio di architettura 8interno3 di Milano a firma dei professionisti Lorenzo Fabian, Roberto Manuelli e Giovanni De Roia. Altri spazi saranno destinati ad uffici. Grandi possibilità apre inoltre lo spazio esterno che, caratterizzato da un suggestivo carroponte in acciaio, potrà ospitare eventi estivi per oltre 2000 persone per un palcoscenico di 200 metri quadrati. La gestione dello spazio Mil è affidata al Teatro Filodrammatici per ora per sette anni ed è parte del progetto di rivalutazione delle peculiarità territoriali che il Comune di Sesto sta portando avanti, e in particolare alla propria funzione di volano industriale che, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, lo ha visto primeggiare nel mondo. In questa direzione va anche l’allestimento all’interno del fabbricato di un’ampia esposizione dedicata all’Archivio-bottega Sacchi, in omaggio a Giovanni Sacchi, il quale per cinquant’anni, nella sua bottega milanese, ha realizzato modelli in legno per il design. Così pure la programmazione artistica che il Teatro Filodrammatici prevede di realizzare all’interno dello spazio e che avrà inizio dalla metà del prossimo gennaio, è in consonanza con l’ambientazione: si tratterà di un teatro che rivaluta la propria funzione di testimonianza, facendo ponte con il futuro. In questo senso, complementarmente con la stagione della sala storica, a Sesto saranno ospitati spettacoli di ricerca per temi, testi, linguaggi. Prossimamente sarà presentato il cartellone. . |
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AL TEATRO OSCAR LA STAGIONE COMINCIA CON I LEGNANESI |
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Milano, 25 settembre 2006 - Anche quest’anno Teresa, Giovanni e Mabilia non hanno un soldo e non riescono a sbarcare il lunario. L’arrivo dell’Euro, la disoccupazione e la mobilità non aiutano certo a far star bene la gente del cortile. … e per ironia della sorte tutta la Famiglia Colombo viene mandata a lavorare alla zecca di Stato. La vista di lingotti d’oro e pacchi di Euro fa sognare, soprattutto Mabilia. Soliti battibecchi tra Teresa e le donne animano la visita al cimitero nel giorno del 1 Novembre. Si riapre con il rientro da una gara di ballo di Mabilia, che ne racconta di tutti i colori. Chiude lo spettacolo la scena della mutua dove, anche lì, chi è ricco viene trattato bene mentre chi è povero deve subire. Dicono che i sogni son desideri, ma per la Famiglia Colombo i sogni rimangono solo sogni… . |
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AL PICCOLO TEATRO, QUALE DROGA FA PER ME? UN AUTORE INEDITO, UNA GRANDE INTERPRETE, UNA REGISTA ATTENTA ALLA COMPLESSITÀ DEL PRESENTE |
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Milano, 25 settembre 2006 - Al Teatro Studio, da mercoledì 4 ottobre, Andrée Ruth Shammah e Anna Galiena presentano “Quale droga fa per me?”, un testo di Kai Hensel, autore inedito per l’Italia, prima tappa di un percorso di approfondimento a cura del Teatro Franco Parenti Pier Lombardo Culture “Capire il presente: l’emozione della complessità”. Lo spettacolo debutta in prima nazionale. Andrée Ruth Shammah, nella ricerca di un teatro che sappia parlare della contemporaneità in modo non banale ha incontrato Kai Hensel, quarantenne autore tedesco, capace di rappresentare l´oggi come choc della coscienza rispetto alle vicende che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi. In questo spettacolo, prima tappa di un percorso di approfondimento, c’è una donna che parla di sé, dei suoi rapporti familiari, del ricorso che ha dovuto fare alle droghe. È una vera e propria conferenza: tavolino, bicchiere d’acqua sempre pronto, uno schermo per le diapositive. E’ sola in scena ma non è un monologo, nel senso comune che vede l’artista esibirsi, perché l’attrice ha un coprotagonista: il pubblico, con il quale intraprende un corpo a corpo. In questo senso il titolo-choc e l’argomento scottante sono la regola d’ingaggio tra l’attrice e gli spettatori. Peraltro non è che lo spunto, perché all’inizio il tema scabroso ti prende l’attenzione, dopo poche diapositive si dimentica della droga e si segue questa donna impegnata in una lotta tragica, il cui senso sta nella citazione finale di Seneca: “per essere amato bisogna darsi, riempire la vita”. Si tratta di un personaggio contemporaneo che ha la statura degli eroi tragici antichi, perché difende fino in fondo il suo destino, lo offre agli spettatori in una vera e propria catarsi. Kai Hensel. Nato ad Amburgo, classe 1965, Kai Hensel è una delle figure più interessanti del panorama letterario e teatrale tedesco contemporaneo. Dopo aver svolto diversi lavori ed essersi occupato di pubblicità, dopo viaggi di diversi mesi in Europa, Africa e Asia, torna in Germania e diventa regista residente al teatro di Lubecca. Da allora, si occupa di scrittura. Ha collaborato a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, è autore di testi teatrali e sceneggiature. Www. Piccoloteatro. Org . |
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ROCK TARGATO ITALIA XVIII EDIZIONE FINALI NAZIONALI - VINCITORI |
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Milano, 25 settembre 2006 - Si è conclusa il 20 settembre 2006 la Xviii edizione di Rock Targato Italia, organizzata dall´Associazione Culturale Generazione Europea in collaborazione con Divinazione Milano. Le finali nazionali della manifestazione si sono svolte all´Indian´s Saloon di Milano il 18, 19, 20 settembre. Nelle tre serate si sono esibite 16 band provenienti da tutta Italia. La giuria era composta da personalità del mondo dello spettacolo, giornalisti musicali e discografici. Le serate sono state presentate da Max Felsani - Voce del gruppo Audiorama e conduttore televisivo. Ospiti: Monodia, Zibba & Almalibre – Trenincorsa. Hanno vinto la Xviii edizione di Rock Targato Italia (in ordine alfabetico): Aura (Messina); Clamidia (Rimini); Geisha (Trento); Indovena (Livorno); Intuassenza (Milano); Passaggio X Il Paradiso (Frosinone); Pornopilots (Padova); The Clock (Napoli). Premio Speciale Self: L´inferno Di Orfeo (Torino). Le band parteciperanno alla compilation Rock Targato Italia. . |
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GOLF - NELLA RYDER CUP L’EUROPA TRAVOLGE GLI STATI UNITI (18,5-9,5) |
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Milano, 25 settembre 2006 - L’europa ha travolto gli Stati Uniti con il punteggio di 18,5 a 9,5, lo stesso con cui era andata a vincere in terra americana nel 2004. Un trionfo che la squadra affidata al capitano Ian Woosnam ha costruito con infinita pazienza, sullo splendido Palmer Course del K Club di Straffan in Irlanda, guadagnando un punto per volta nelle quattro sessioni di doppio (2,5-15 il parziale in ciascuna) per presentarsi al gran finale dei dodici singoli con quattro di vantaggio (10-6). Sin dalle prime battute della giornata finale, però, si è capito che la Ryder Cup sarebbe rimasta all’Europa, perché buona parte dei giocatori continentali sono andati subito in vantaggio. Tiger Woods e Stewart Cink hanno provato a dare la scossa al proprio team, il primo superando Robert Karlsson (3/2) e il secondo battendo seccamente un irriconoscibile Sergio Garcia, l’ombra del brillante protagonista delle prime due giornate. Lo spagnolo 5 down dopo 7 buche ha provato ha reagire, ma Cink lo ha liquidato alla 15ª. Nel frattempo Colin Montgomerie aveva portato alla causa europea l’11° punto (1 up su David Toms), quindi dopo l’arrivo di Woods sugli statunitensi si è abbattuta una grandinata. Paul Casey (2/1 su Jim Furyk) e David Howell (5/4 su Brett Wetterich) hanno fatto salire il bottino a 13 punti, poi quasi contemporaneamente Luke Donald (2/1 su Chad Campbell) ha messo a segno il putt che garantiva comunque il trofeo (sul 14 pari, infatti, sarebbe rimasto ai detentori) e un attimo dopo Henrik Stenson (4/3 su Vaughn Taylor) ha dato la certezza del terzo successo consecutivo. All’europa la tripletta vincente non era mai riuscita, ma aveva comunque riportato tre volte la Ryder Cup a casa consecutivamente dal 1985 al 1989 (due vittorie e un pari) sotto la guida di Tony Jacklin. La gara ha regalato tante emozioni, ma anche infinita commozione quando sul green della buca 16 Darren Clarke, appena messo a segno il colpo vincente contro Zach Johnson (3/2) è scoppiato in lacrime pensando alla moglie scomparsa da poche settimane. In quel momento compagni e avversari si sono stretti attorno a lui e idealmente lo hanno fatto anche quanti erano nel K Club. Naturalmente la gara è continuata, anche se nel frattempo era iniziata la grande festa con canti che hanno dato al K Club l’aspetto di uno stadio da calcio. Chi è rimasto a giocare, comunque, non ha mollato. Scott Verplank (4/3 su Padraig Harrington) ha messo a segno una “hole in one” alla buca 14 (par 3, 195 metri), la stessa centrata il giorno precedente con un ferro 4 da Paul Casey. Le “buche in uno”, sei in tutto, sono una rarità nella Ryder Cup, ma due insieme hanno costituito la metà di quante ne erano state realizzate nelle precedenti 35 edizioni. L’ultima, tra l’altro, porta la firma di Costantino Rocca (1995). Hanno vinto per i continentali ancora l’ ottimo José Maria Olazabal (2/1 su Phil Mickelson) e Lee Westwood (2 up su Chris Dimarco), mentre hanno pareggiato Paul Mcginley e J. J. Henry. Nella formazione europea sono rimasti imbattuti Lee Westwood (3 vittorie, 2 pari), José Maria Olazabal (3 vittorie), David Howell (2 vittorie, un pari), Darren Clarke (3 vittorie), Luke Donald (1 vittoria, 2 pari) e Paul Casey (1 vittoria, 3 pari). Sotto l’aspetto dei punti Lee Westwood e Sergio Garcia ne hanno garantiti quattro, ma il secondo ha sporcato la sua grande prestazione nei doppi (4 successi) con la sciatta prova contro Cink. Grintoso e trascinatore Colin Montgomerie (1 vittoria, 2 pari, una sconfitta) e onesto comportamento di Robert Karlsson, Henrik Stenson e David Howell. Hanno deluso Paul Mcginley (2 pari, una sconfitta) e soprattutto Padraig Harrington che ha infilato 4 sconfitte e un solo pareggio. La compagine statunitense, strutturalmente debole perché J. J. Henry, Zach Johnson, Vaughn Taylor e Brett Wetterich, ossia i quattro debuttanti che il capitano Tom Lehman ha avuto dalla classifica degli aventi diritto, si sono dimostrati buoni giocatori, ma non all’altezza dell’evento più importante del golf. Per rimediare alla situazione ci sarebbe stato bisogno di una performance sopra le righe da parte dei più titolati che, invece, sono quasi tutti naufragati. Alla fine il migliore è stato Tiger Woods (3 vittorie, 2 sconfitte) che tuttavia non si è espresso ai suoi livelli. Buona anche la prova di Stewart Cink ( 1 vittoria, 3 pari), mentre sono franati David Toms (1 pari, 3 sconfitte), Phil Mickelson (1 pari, quattro sconfitte), Chad Campbell (2 pari, una sconfitta) e Chris Dimarco (1 pari, 3 sconfitte). Sotto tono anche Jim Furyk (2 vittorie, 3 sconfitte). Nella squadra a stelle e strisce imbattuti, oltre a Cink, anche J. J. Henry, che però non è andato oltre tre pareggi, e Scott Verplank (1 vittoria, 1 pari) al quale Lehman ha concesso una wild card per poi fargli fare da spettatore nelle prime tre sessioni di gioco. Per completare la statistica 1 vittoria un pari e 2 sconfitte per Zach Johnson, due sconfitte per Brett Wetterich e un pari e una sconfitta per Vaughn Taylor. Un po’ di Italia nella vittoriosa squadra europea. Infatti Donato Di Ponziano ha fatto parte nuovamente nel Policy Committee Board. Lpga Tour: Giulia Sergas Guadagna Sette Posizioni - Giulia Sergas, 49ª con 219 (72 75 72) ha guadagnato sette posizioni nel terzo giro del Longs Drugs Challenge (Lpga Tour) che si conclude al Blackhawk Country Club di Danville in California. Con un deciso attacco e un 66 l’australiana Karrie Webb (203 - 67 70 66) ha ipotecato il quarto successo stagionale dall’alto dei cinque colpi di vantaggio su Morgan Pressel (208 - 71 68 69) e Maria Hjorth (70 68 70). In quarta posizione con 209 Annika Sorenstam, Mi Hyun Kim e Lorie Kane. Challenge Tour: Vince Adrien Mork, 26° Michele Reale - Il francese Adrien Mork (271 - 73 67 69 62) con un incredibile 62 finale ha vinto a sorpresa l’ Oki Mahou Challenge de España (Challenge Tour) sul percorso del Centro Nacional de Golf di Madrid, in Spagna. E’ il secondo titolo stagionale e in carriera per il transalpino che ha superato il gallese Kyron Sullivan (273 - 68 68 66 71), leader dopo 54 buche. Terzo con 275 Vicente Blazquez e quarti con 276 Martin Kaymer e Mads Vibe-hastrup. Al 26° posto Michele Reale con 283 (67 71 74 71), che non ha mantenuto le promesse dopo un ottimo avvio (terzo), e al 69° con 291 (70 73 74 74) Marco Soffietti. Non ha superato il taglio Alessio Bruschi, 135° con 152 (78 75). Alps Tour: Brazillier In Play Off - Christophe Brazillier (279 - 70 68 72 69) ha vinto in spareggio l’Open International Stade Français Paris (Alps Tour) al Golf du Stade Français a Courson Monteloup. Terminate le 72 buche alla pari con il connazionale Michael Lorenzo Vera (70 73 66 70) lo ha poi superato alla seconda buca supplementare. Al terzo posto con 281 François Calmels, Jean-françois Remesy e Jacques Emmanuel Chevallier. Us Pga Tour: Eric Axley Solitario - Eric Axley (194 - 69 63 63) è rimasto solitario al comando del Valero Texas Open (Us Pga Tour) sul percorso del Resort Course al La Cantera Golf Club di San Antonio. Seguono con 198 Frank Lickliter Ii, Chris Riley e Ted Purdy. Al quarto posto con 199 Dean Wilson. Internazionali Di Grecia: Lombardi In Corsa Per Il Titolo - Alessandra Averna al quarto posto e Nunzio Lombardi al sesto nei Campionati Internazionali di Grecia che si concludono al Golf Club Porto Carras di Kassandra Halkidiki. Nel torneo femminile la Averna (220 - 71 70 79) ha perso con il 79 soltanto due posizioni, ma non è più in corsa per il titolo perché la ceca Zuzana Masinova (208 - 71 70 67) ha fatto letteralmente il vuoto. Ha infatti sei colpi di vantaggio sulla connazionale Katerina Ruzickova e sull’olandese Marjet Van der Graaf. E’ 14ª Federica Angioletti con 229 (74 76 79). Nel Trofeo delle Nazioni Repubblica Ceca al primo posto con 422 colpi davanti ad Austria (444) e Italia (449). Nel campionato maschile Nunzio Lombardi (208 - 74 67 67) con il secondo 67 consecutivo si portato a tre colpi dai due leaders, il turco Gencer Ozcan (205 - 70 67 68) e l’austriaco Tano Kromer (69 66 70), proponendosi per la conquista del titolo. Al 18° posto Valentino Dall’arche con 213 (69 74 70) e al 21° Alberto Campanile con 215 (69 72 74). Nel Trofeo delle Nazioni in prima posizione l’Austria1 con 414 e in seconda l’Italia con lo stesso score, quindi con 415 Turchia, Austria 4 e Repubblica Ceca. . |
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VELA/VERBANO: ALCEA VINCEA MONOPOLI IL CAMPIONATO NAZIONALE UFO 22 |
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Monopoli, 25 settembre 2006 – Brillante risultato di Enrico Negri con Alcea al Campionato Nazionale Ufo 22: a Monopoli, nella manifestazione organizzata dalla locale Lega Navale Italiana, il timoniere luinese ha conquistato il tricolore della classe monotipo con una serie di eccellenti risultati di manche. Infatti con due primi, due secondi e un quarto di giornata (con lo scarto di un decimo) Alcea ha concluso la sua prova con 5 punti di vantaggio sul secondo classificato, Francesco Barbi e con 13 punti sul terzo, Roberto Bini, entrambi timonieri gardesani. “Il campo di regata si è dimostrato divertente e impegnativo – ha dichiarato a fine gara Negri – nel primo giorno abbiamo avuto un vento di maestrale sui 15 nodi di intensità con mare formato, nel secondo giorno le condizioni non erano così decise con maestrale che poi si è stabilizzato sui 10 nodi, mentre la giornata conclusiva ci ha visti fermi in porto per la totale mancanza di vento”. L’equipaggio era composto oltre che da Enrico Negri, (portacolori del Circolo Nautico Caldè) anche da Paolo Cordiglia e Stefano Orlandi. Anche l’altra imbarcazione dell’Alcea Sailing Team, Pulverit guidata da Ezio Braga (portacolori dell’Associazione Velica Alto Verbano) in equipaggio con Stefano Parodi e Giuseppe Pellegrini, ha ottenuto un risultato di rilievo: ha infatti concluso al sesto posto della classifica finale con i risultati parziali 3-14-4-1-6 con lo scarto della squalifica (per partenza anticipata) nell’ultima prova. Dopo questo l’appuntamento che ha assegnato ad Alcea il titolo nazionale, la stagione verbanese della classe Ufo 22 si concluderà nei giorni 7-8 ottobre a Luino con la Coppa Lino Favini, sesta e ultima prova della Coppa Alcea 2006-Campionato Italo/svizzero. . |
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BARCOLANA: ELISA, AFTERHOURS E GIULIAN PALMA |
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Trieste, 25 settembre 2006 - Sarà Elisa, la cantautrice monfalconese ormai consacrata a livello internazionale, la stella che chiuderà le tre giornate del ´Vodafone Barcolana Music´ (5-7 ottobre), tre giorni di grande musica a Trieste, in occasione della Barcolana, la regata più affollata del mondo che vede in città 250mila appassionati di vela. Eletta miglior artista italiana agli Mtv European Music Awards di Francoforte nel 2001, Elisa salirà sul palcoscenico di Piazza dell´Unità d´Italia sabato 7 ottobre alle 21. 00 per affascinare il popolo della vela presente alla Barcolana. Pur essendo di Staranzano, a una quarantina di chilometri di distanza dal capoluogo giuliano, è la prima volta che Elisa si esibisce nella piazza principale della città, la più grande d´Europa aperta sul mare, che in occasione della Barcolana sarà il luogo di ritrovo dei circa 25mila regatanti, oltre che di un pubblico stimato in 250mila persone, che ogni anno raggiungono Trieste per seguire l´evento velico e le manifestazioni sportive, di cultura e spettacolo connesse alla manifestazione. Gli Afterhours e Giuliano Palma & The Bluebeaters sono, invece, le due proposte musicali per le serate di giovedì 5 e venerdi 6 ottobre, sempre a partire dalle 21. 00 a ingresso libero nella piazza più grande d´Europa aperta sul mare. Due appuntamenti musicali fuori dal comune: dal rock sperimentale del gruppo milanese capeggiato da Manuel Agnelli alle rivisitazioni di classici dello ska, del reggae e del rythm´n´blues impreziosite dalla voce di Giuliano Palma (ex Casino Royale). Vodafone Barcolana Music, cornice di festa alla Barcolana (5-7 ottobre 06) E´ la più grande festa di Trieste, la regata più affollata del mondo, a cui partecipano con pari passione e dignità i campioni di Coppa America, gli armatori degli scafi a vela più competitivi al mondo, i velisti per passione e i giovani talenti di questo sport. A tutti - e sono tantissimi: 25mila in mare, oltre 200mila a terra - l´organizzazione dell´evento dedica quest´anno il Vodafone Barcolana Music, tre giorni di musica dal vivo nella piazza più grande d´Europa aperta sul mare, la Piazza dell´Unità d´Italia di Trieste. Tre sere di concerti a ingresso gratuito, per festeggiare la passione per il mare di Trieste. "La passione e l´entusiasmo sono due dei valori fondamentali di Vodafone Italia" - dichiara Salvatore Saia Direttore di Regione Nord Est di Vodafone - "per questo invitiamo tutti a partecipare alle serate del Vodafone Barcolana Music ed affianchiamo le Istituzioni di Trieste e del Friuli Venezia Giulia in questo importantissimo evento". Giovedì 5 ottobre – Afterhours - E´ una delle più originali band della scena dell´alternative-rock italiana: sedici anni di sperimentazione e trasformazione che hanno portato il complesso di Manuel Agnelli ad essere una delle principali formazioni del genere in Italia, passando dal rock all´hard-core, dalla sperimentazione su quattro piste sino all´elettronica, dimostrandosi un´importante realtà, non solo per quanto riguarda i dischi venduti, ma anche, se non soprattutto, per il grandissimo successivo live riscosso. Dall´iniziale predilezione per la lingua inglese, tipica di lavori come ´Cocaine Head´ (1992), sino al primo album in italiano ´Germi´ (1995), che inizia a mettere in rilievo i testi del gruppo: ironici, trasgressivi e, spesso, surreali. Una cavalcata sperimentale che passa attraerso la fusione di punk, grunge e simil-pop dell´album "Hai Paura Del Buio"(1997), il cd-live "Siam tre piccoli porcellin"(2001), in cui pubblico e band sembrano far musica assieme, sino alle trame più narrative e meditate di ´Quello Che Non C´è´ (2002), che porta il gruppo sull´onda di un pop fuori dagli schemi tradizionali e certamente unico in Italia. ´Ballads for little Hyenas´, la versione in inglese di ´Ballate per Piccole Iene´, è l´ultimo album realizzato dal gruppo che fornirà la traccia sonora per il concerto di Trieste. Inevitabile parlare, nel caso di ´Ballads for little hyenas´, di un ritorno al passato per gli Afterhours: un ritorno che ha valso al gruppo un enorme successo di pubblico nel recente tour negli Stati Uniti (26 date in 36 giorni) in attesa dell´uscita dello stesso album nel Regno Unito, prevista per il 9 ottobre. Un´ulteriore conferma per la band che, disco dopo disco, si conferma regina incontrastata delle formazioni underground. Venerdì 6 ottobre - Giuliano Palma & The Bluebeaters - Un gruppo di musicisti professionisti riunito in una sorta di cover-band impreziosita dalla voce di Giuliano Palma (ex Casino Royale): è questo l´identikit della formazione musicale che si è ispirata al ´Blue Beat´ giamaicano anni ´60 per darsi un nome. Nati quasi per gioco nel 1994, i Bluebeaters comprendono musicisti dei Casino Royale (Giuliano Palma, Ferdinando Masi, Patrick Benifei), degli Africa Unite (Bunna, Paolo Parpaglione, Cato Senatore) e dei Fratelli di Soledad (Zorro). Il gioco sonoro e le improvvisazioni live trasformano in festa collettiva ogni concerto dei Bluebeaters, che, all´interno del proprio genere si trovano oggi al centro di un vero e proprio culto. Classici dello ska, del reggae del rocksteady al Giamaica, ma anche di rivisitazioni in levare di gioielli più o meno noti del soul e del rythm´n´ blues americani, si susseguono con naturalezza in un´esplosione di rara potenza fisica, che segna le esibizioni del gruppo. A partire dal 2004 ci sono stati due nuovi ingressi nella formazione dei Bluebeaters: Peter Truffa (piano e organo), proveniente dai New York Ska Jazz Ensamble, e Fabio Sir Merigo, ex-Reggae National Ticket e già con Giuliano Palma nel suo progetto solista "Gp", chitarrista e co-produttore di Longplaying. Sabato 7 ottobre – Elisa - Dalla vittoria al Festival di Sanremo al premio come miglior artista italiana all´Mtv European Music Awards di Francoforte nel 2001, senza dimenticare l´Inno di Mameli cantato durante la cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici invernali di Salt Lake City (Usa) e la recente collaborazione con Tina Turner, con cui ha inciso il singolo ´Teach me again´ per sostenere i diritti dell´infanzia. Premi, riconoscimenti e collaborazioni che fanno di Elisa una star di livello internazionale che illuminerà il palcoscenico del ´Vodafone Barcolana Music´. L´artista di Monfalcone - che già ad undici anni scriveva i suoi testi e componeva melodie - ha ormai raggiunto la consacrazione definitiva con ´Pearl Days´ (2004): un album che ha portato in molti a paragonarla all´icona della musica canadese Alanis Morrissette. Risale a questo febbraio, invece, l´uscita del singolo ´Teach me again´, interpretato da Tina Turner ed Elisa e nato da un progetto di Caterina Caselli Sugar. Un duetto che fa da colonna sonora al film ´All the Invisible Children´ , diretto da Emir Kusturica, Spike Lee, Katia Lund, Jordan Scott & Ridley Scott, Stefano Veneruso, John Woo. Un concerto nella propria terra natale per Elisa che con Luce (tramonti a nord est) - canzone recentemente inserita tra i testi più belli della musica italiana da un sondaggio del Tgcom - parlerà ancora una voltà di quel ´vento tra gli alberi´ tipico di questa terra e, al tempo stesso, metafora benaugurante per il popolo della vela riunito in Piazza dell´Unità d´Italia alla vigilia della 38esima Barcolana. Play Radio è media partner ufficiale della Barcolana - L´emittente del gruppo Rcs trasmetterà in diretta dal ´Villaggio Barcolana´ Play Radio, il network radiofonico del gruppo Rcs, sarà media partner ufficiale della 38esima Barcolana. Play Radio, sempre attenta e presente ai principali eventi sportivi, sarà a Trieste per seguire tutte le fasi dell´evento, con animazione dal palco del villaggio commerciale, dj-set e dirette radiofoniche per raccontare lo spirito e le suggestioni della Coppa d´Autunno. L´emittente trasmetterà una serie di dirette radiofonche dal ´Villaggio Barcolana´ per tutta la durata della manifestazione con i seguenti programmi: - giovedì 5 e venerdì 6 dalle 19 alle 21 con ´Play Life´ condotto da Emilio Levi; - sabato 7 e domenica 8 dalle 9 alle 12 con ´Play Week-end´ condotto da Monica Stefinlongo. Lo staff di Play Radio presenterà inoltre il ´pre-show´ dei concerti che si svolgeranno in piazza dell´Unità d´Italia. . |
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