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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Dicembre 2007
L´IRLANDA PROMUOVE LA RICERCA SUGLI ALIMENTI FUNZIONALI MARINI  
 
Il governo irlandese investirà 5,2 Mio Eur nella ricerca sugli alimenti funzionali marini nell´ambito della sua strategia a favore della scienza, della tecnologia e dell´innovazione 2006-2013 e del provvedimento per la ricerca istituzionale sugli alimenti. La nuova iniziativa di ricerca multidisciplinare sugli alimenti funzionali marini che coinvolge cinque università su entrambi i lati del confine irlandese, sarà coordinata dall´Autorità di sviluppo agricolo e alimentare irlandese Teagasc. Collaborando con imprese del settore alimentare, fornitori di ingredienti alimentari, addetti alla lavorazione dei frutti di mare e società biotecnologiche, i ricercatori hanno individuato tre settori chiave di ricerca sui quali dovrebbe concentrarsi l´iniziativa: utilizzo dei residui derivanti dalla lavorazione del pesce; sfruttamento sostenibile delle specie sottoutilizzate di pesci ed alghe; sviluppo di prodotti di acquacoltura a valore aggiunto. «Sia l´Istituto marino sia il ministero dell´Agricoltura, della pesca e degli alimenti riconoscono la necessità di nuovi modi di pensare e di una diversificazione nei nuovi mercati del settore dei frutti di mare», ha dichiarato il ministro dell´Agricoltura irlandese, Mary Coughlan, in occasione del lancio dell´iniziativa. «L´irlanda ha sia le risorse naturali sia le competenze tecniche per contribuire in modo significativo al nuovo mercato in espansione degli alimenti funzionali marini e degli ingredienti alimentari. Ecco perché le nostre due organizzazioni hanno deciso di cofinanziare importanti ricerche in questo nuovo ed entusiasmante settore. » «Questa iniziativa riconosce le potenzialità degli alimenti funzionali marini (benefici per la salute e prelibati) identificate attraverso il processo di consultazione svolto nell´ambito del "Sea Change - a Marine Knowledge, Research and Innovation Strategy for Ireland"», ha dichiarato il dott. Peter Heffernan, amministratore delegato dell´Istituto marino. «Il nostro obiettivo è creare una solida équipe di ricerca interdisciplinare, in grado di esplorare la flora e la fauna marina quale fonte di materiali da utilizzare negli alimenti funzionali. » Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Marine. Ie/ .  
   
   
DAI PASTORI NELLE ALPI ALLE STRATEGIE PER I PRODOTTI TERRITORIALI: LIBRO, MOSTRA E CONVEGNO A MEZZOCORONA TRENTO 5 DICEMBRE E GIOVEDÌ 6 ALLE CANTINE ROTARI  
 
”Pastori nelle Alpi. Storia e testimonianza”: il titolo di un libro e di una mostra fotografica che verranno presentati domani, mercoledì 5 dicembre, alle ore 14. 30 presso la cantina Rotari di Mezzocorona. Prologo del convegno internazionale che, sempre a Mezzocorona, il giorno dopo, giovedì 6 dicembre, vedrà esperti del settore e studiosi confrontarsi su “Strategie e linee guida per la promozione e lo sviluppo dei prodotti territoriali”. Il libro e la mostra. La pubblicazione e la mostra fotografica sono legati sia idealmente che nella realizzazione. Le immagini in mostra sono infatti parte integrante delle storie dei pastori che il libro racconta. Entrambi nascono nell’ambito del progetto Alpinet Gheep, sviluppato all’interno del Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg Iiib – Spazio Alpino (www. Alpinetgheep. Org). Alpinet Gheep vuole proporre la realizzazione di iniziative integrate per salvaguardare e promuovere l’allevamento degli ovini e dei caprini quale attività fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio montano. Coinvolge amministrazioni pubbliche, associazioni di allevatori ed istituti di ricerca di Italia, Austria, Baviera, Slovenia, con il coordinamento della Provincia autonoma di Trento. Domani, alle 14. 30, ci saranno i saluti delle autorità e l’introduzione di Federico Bigaran e Massimo Pirola della Provincia autonoma di Trento e di Rita Brugnara della casa editrice Giunti Progetti Educativi. Quindi gli interventi di Franco Marzatico, Enrico Cavada, Marta Bazzanella, Emanuela Renzetti, Anna Brugnara, Christian Cristoforetti. Quindi il dibattito e la visita alla mostra fotografica (che rimarrà aperta anche giovedì, durante il convegno). La mostra fotografica è frutto del reportage dell’autore Christian Cristoforetti: divisa in dieci sezioni, racconta il percorso del gregge, che lascia l’alpeggio al sopraggiungere dell’inverno, per dirigersi verso le pianure. Gli animali e i pastori con le loro case viaggianti si spostano lungo percorsi antichi. Con la tosatura di primavera le pecore, alleggerite dalla morbida lana, risalgono verso la montagna dietro la guida del capro. I loro passi sono scanditi da nuove nascite, che rappresentano la ricchezza del gregge e il perpetuarsi continuo della vita. Fanno ritorno in malga e con la trasformazione del latte in formaggio si chiude il ciclo nomade del pastore e inizia il nuovo anno. Completano il ritratto della situazione attuale della pastorizia nelle Alpi le immagini delle nuove generazioni e di alcune esperienze esemplari di giovani uomini e donne che si sono accostati alla montagna e ai suoi ritmi. Le fotografie in mostra sembrano dichiarare come possibile un incontro tra la natura e l’uomo che dia vita a paesaggi ed equilibri nuovi, fondati su consapevolezze attuali e necessità antiche, in perfetta sincronicità con ritmi vicini a quelli della terra. Nelle immagini si avverte forte la sensazione di appartenenza ad uno spazio, temporale e fisico, “altro” e il gregge con la sua forza diventa simbolo della resistenza di un mondo che, seppure ormai quasi scomparso, appare tutt’ora estremamente vitale. Le fotografie raccontano la vita dei pastori, restituendola nei suoi diversi aspetti di durezza e fascino, senza darle mai patina di nostalgia da mondo perduto, ma piuttosto evidenziando la forte attualità e la concretezza delle vite narrate, avvicinate con un’attenzione rispettosa ed una sincera curiosità. Ovini e caprini in Trentino. Nell’introduzione al libro, Mauro Fezzi, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e Alimentazione della Provincia autonoma di Trento, ricorda come “il progetto Alpinet Gheep rappresenta un impegno concreto, frutto del costante lavoro di anni di relazioni e di scambi, per l’attuazione di un programma di attività nell’obiettivo comune di migliorare sempre più il settore ovi-caprino e farne conoscere le potenzialità all’intera società. La Provincia autonoma di Trento è consapevole del valore aggiunto che tali iniziative comunitarie apportano, non solo in termini finanziari ma anche e sopratutto in termini di conoscenza e capacità organizzativa. La definizione di strategie e programmi di sviluppo, la costituzione di alleanze ed aggregazioni rivestono grande importanza per le aree montane come le nostre, caratterizzate da condizioni produttive difficili, per mantenere vivo e competitivo il nostro sistema agricolo, elemento fondamentale della qualità complessiva del territorio”. “L’allevamento ovino in Trentino – continua Fezzi - conta circa 25. 000 capi distribuiti principalmente in una quindicina di greggi che ogni tanto capita di incontrare ai margini delle strade in costante ricerca di aree su cui pascolare. Infatti tale allevamento è realizzato in maggior parte mediante la pratica della transumanza di lungo periodo verso le aree del Veneto, del Friuli e del Bresciano, dove gli animali svernano utilizzando i pascoli presenti lungo i corsi d’acqua. La transumanza sta però incontrando sempre maggiori difficoltà per cause di ordine sanitario, urbanistico ed anche colturale. L’orientamento produttivo principale è quello della produzione di carne mediante la macellazione degli agnelloni ad un peso di circa 40/50 kg. Ultimamente questo tipo di carne sta trovando un ottimo mercato nelle comunità di immigrati da paesi extracomunitari. Altro prodotto fornito dalle pecore è la lana, che è diventata negli anni purtroppo un grosso problema in quanto di difficile collocazione. Le razze ovine allevate sono generalmente appartenenti alla tipologia alpino gigante (bergamasca-biellese-tiroler bergschaf). Caratteristiche completamente diverse presenta invece l’allevamento caprino. La capra era considerata la “vacca dei poveri” e forniva latte formaggi e carne. In quasi tutti i paesi il pascolo era la principale fonte alimentare delle capre ed il pastore (“caorar”-“caorer”…. ) ogni mattina radunava gli animali richiamandoli mediante il suono del corno. Le capre uscivano dalle stalle, dopo essere state munte, e si univano in gregge per proseguire nei territori destinati al pascolo, per poi farvi ritorno la sera. Più avanti nel tempo, la produzione di latte caprino, è stata soppiantata da quello bovino e la tipologia di allevamento si trasformò in quello di produzione di carne ed in particolare modo del capretto leggero destinato ad allietare le tavole nelle festività pasquali. Nella nostra provincia si sta assistendo ad una nuova riscoperta dell’allevamento caprino per la produzione di latte con razze specializzate (Camosciata delle Alpi e Saanen). Sono circa una decina gli allevamenti sorti in questi ultimi anni ed a condurli sono generalmente giovani imprenditori con una grande passione e professionalità. Tre sono i caseifici trentini che da qualche anno ritirano e valorizzano il latte caprino, trasformandolo in formaggi di vari tipi. Recentemente si è provveduto a produrre anche latte alimentare fresco (particolarmente ricercato in special modo per le sue intrinseche caratteristiche dietetiche). La consistenza del patrimonio caprino nella nostra provincia è in leggero ma costante aumento negli ultimi anni e conta circa 6000 capi”. Il convegno “Strategie e linee guida per la promozione e lo sviluppo dei prodotti territoriali”. Dopo i seminari realizzati a Gorizia ed Aosta sul tema dei “Prodotti territoriali” in collaborazione con i progetti Alpinet Gheep, Crafts, Neprovalter, Regiomarket e Via Claudia Augusta co-finanziati all´interno del Programma Interreg Iiib - Spazio Alpino, l´attività di rete per lo sviluppo e la promozione dei prodotti territoriali, prosegue ora con l´organizzazione dell´evento conclusivo presso la sala conferenze delle Cantine Rotari di Mezzocorona (Trento). Nel corso dei precedenti incontri sono state presentate le esperienze maturate sul tema del “prodotto territoriale” all´interno dei progetti sopra citati e sono stati approfonditi gli aspetti sociali e relazionali, analizzate le forme organizzative e le strategie di mercato, nonchè le relazioni e gli impatti delle produzioni territoriali con il paesaggio. Hanno arricchito il dibattito i contributi pervenuti da operatori ed esperti dei vari settori coinvolti e dai rappresentanti dei governi regionali e delle istituzioni del territorio alpino. L´incontro in programma ha come obiettivo l´individuazione di “Strategie e linee guida per la promozione e lo sviluppo dei prodotti territoriali” anche sulla base dei risultati emersi nel corso dei due precedenti seminari. I contributi raccolti hanno consentito di delineare nuove iniziative di cooperazione transnazionale che prevedono azioni volte a favorire una maggiore integrazione fra i settori dell´agricoltura, del turismo e dell´artigianato, aspetto ritenuto strategico per uno svilppo equilibrato e sostenibile dello Spazio Alpino. Il programma si articola su tre giornate nel corso delle quali verranno presentate alcune pubblicazioni elaborate all´interno del progetto Alpinet Gheep riguardanti il mondo della pastorizia. Il clou nel convegno di giovedì “Strategie e linee guida per la promozione e lo sviluppo dei prodotti territoriali”, a cui seguirà una tavola rotonda che vedrà la presenza di autorità istituzionali locali e nazionali. L´evento si concluderà con alcune visite a realtà locali che riguarderanno aspetti socio-culturali e produttivi. Il Programma Mercoledì 5 dicembre. 14. 30 presentazione del libro e della mostra fotografica “Pastori nelle Alpi – storia e testimonianze”. Interventi a cura degli autori; 18. 45 sfilata di capi di moda realizzati in lana all’interno del Pogetto Alpinet Gheep. Giovedì 6 dicembre 9. 30 saluti; Mauro Fiamozzi, Sindaco del Comune di Mezzocorona; Tiziano Mellarini, Assessore all´agricoltura, commercio e turismo della Provincia autonoma di Trento; Franco Panizza, Assessore all´artigianato, cooperazione e trasporti della Provincia autonoma di Trento; Mauro Fezzi, Dirigente Generale del Dipartimento agricoltura e alimentazione Provincia autonoma di Trento; 10. 00 Federico Bigaran, Dipartimento agricoltura e alimentazione, Provincia autonoma di Trento Introduzione ai lavori; 10. 20 Geremia Gios, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Trento, “Le risorse locali nelle strategie di sviluppo della montagna”; 10. 50 Josef Parente, Ente Regionale per lo Sviluppo Agricolo (Ersa) Friuli Venezia Giulia, “Il valore aggiunto della cooperazione transnazionale: le buone prassi per lo sviluppo di inizative”; 11. 40 Renata Diazzi, Centro Europeo di Impresa e di Innovazione del Trentino (Ceii), "St. Art. Un´inedita forma di collaborazione fra artigianato e turismo"; 12. 00 Emanuela Renzetti, Facoltà di sociologia, Università degli Studi di Trento, “Aspetti sociali delle produzioni territoriali”; 12. 20 Giorgio De Ros, Istituto Agrario S. Michele all´Adige, “I prodotti dell´alpeggio: l´atteggiamento dei visitatori”; 12. 40 Dibattito; 14. 30 Federico Bigaran, Dipartimento agricoltura e alimentazione, Provincia autonoma di Trento, “Presentazione dell´idea progetto Gateways – iniziative per la cooperazione intersettoriale sui prodotti territoriali”; 14. 50 Domenico Mastrogiovanni, Euromontana, “Qualità e certificazione – strumenti indispensabili per la valorizzazione delle produzioni territoriali”; 15. 20 contributi dei vari partner (Loïc Perron, Norbert Höll, Remo Tomasetti, Gianantonio Battistel); 16. 30 Tavola rotonda fra rappresentanti delle regioni alpine; 17. 30 Dibattito e conclusioni. .  
   
   
AGRICOLTURA: MARSILIO SU "PROGETTO FRIULI BIODIESEL"  
 
"Da anni si studia a vari livelli l´opportunità di produrre energia dalle biomasse e dalle colture mirate, ma è illusorio pensare che da ciò possa venire una soluzione reale ai problemi energetici della nostra Regione, così come del Paese e del mondo". E´ quanto ha affermato l´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali e Montagna, Enzo Marsilio, intervenendo il 4 dicembre , a Villa Chiozza di Scodovacca di Cervignano, al convegno conclusivo del progetto Friuli Biodiesel, realizzato nell´ambito del Programma nazionale Biocombustibili (Probio). Secondo l´assessore Marsilio quella del biodiesel comunque "rappresenta una nuova frontiera per la nostra agricoltura". La Regione presta infatti molta attenzione alle colture per la produzione di oli vegetali e di mangimi per l´allevamento animale, pur nella consapevolezza che tali attività del mondo rurale, da sole, non potranno rappresentare la soluzione definitiva alle carenze energetiche. D´altro canto, anche l´Unione europea si sta orientando in questo senso, ma occorre un ragionamento complessivo e di filiera, ha specificato Marsilio, per valorizzare le potenzialità dei biocombustibili. Per questo motivo, l´Amministrazione regionale sosterrà le ricerche ancora necessarie per sviluppare i combustibili alternativi, che saranno realizzate attraverso l´Ersa, l´Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, in collaborazione con le Università di Trieste ed Udine. Il biodiesel rappresenta una filiera ecologica, in quanto la sua combustione causa il 35 per cento di emissioni di anidride carbonica, rispetto ai combustibili tradizionali. Inoltre il biodiesel non rilascia zolfo. L´olio combustibile del biodiesel può essere utilizzato puro oppure mescolato con nafta. Come ha ricordato il direttore generale dell´Ersa, Joseph Parente, il progetto Friuli Biodiesel è stato finanziato al 50 per cento dalla Regione e si è avvalso degli stanziamenti del ministero delle Politiche Agricole e Forestali. L´iniziativa ha preso l´avvio con la coltivazione di colza e di girasole, piante oleaginose, in campi sperimentali, ed era stato ideato dal Sasd, Servizio Agricoltura Aziende Sperimentali della Provincia di Pordenone, in collaborazione con l´Ersa, i due atenei della Regione, e l´Atap, l´Azienda trasporti municipali di Pordenone, che ha utilizzato il combustibile sugli autobus urbani. Altri generi di biocarburante sono il bioetanolo, che si ricava dalle colture zuccherine come la canna da zucchero, la barbabietola, le patate, il mais, e il biometanolo, che si può produrre dalle biomasse vegetali. Secondo Parente, con le bioenergie si potrà rispondere soltanto al 10 per cento della richiesta di energia dei Paesi occidentali. Sono importanti, dunque, i biocombustibili, ma occorre contemperare le necessità alimentari dell´uomo con quelle energetiche, per assicurare all´umanità un futuro soddisfacente sia sotto il profilo energetico che dal punto di vista dell´alimentazione. .  
   
   
CIA, IN BASILICATA OPPORTUNITA’ PER IMPIANTI A BIOMASSE  
 
 Nel dibattito sempre più intenso che riguarda le risorse energetiche lucane (quelle petrolifere in particolare) c’è una buona novità per il mondo agricolo: con la conversione in legge del decreto-legge 159/07, (meglio noto come collegato alla Finanziaria) sono stati approvati gli incentivi per la produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati dalle biomasse proveniente dalle attività agroforestali. A sottolinearlo è la Cia-confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata sottolineando che di fatto, sono previste due categorie distinte di incentivo a seconda che la potenza elettrica dell’impianto sia superiore (certificato verde “agricolo”) o inferiore (tariffa fissa omnicomprensiva) a 1 Mw (tabella). In particolare, il nuovo certificato verde “agricolo” è previsto per la produzione di energia elettrica mediante impianti di potenza elettrica superiori a 1 Mw alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti (residui delle colture, ramaglie e potature, liquami zootecnici, etc. ), ottenuti nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro, oppure di filiere corte, in cui i prodotti devono essere ricavati entro un raggio di 70 chilometri dall’impianto che li utilizza per produrre energia elettrica. Tuttavia, per beneficiare degli incentivi è necessario che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sia stata autorizzata successivamente al 31 dicembre 2007. Si tratta – a parere della Cia - di un sistema incentivante che rappresenta un’opportunità molto interessante sotto il profilo economico e che permetterà di sviluppare quel modello di filiera corta o filiera integrale, che la Cia ha sempre sostenuto, in cui saranno proprio gli agricoltori che, oltre a produrre le colture energetiche, le trasformeranno in energia elettrica attraverso impianti gestiti direttamente da loro, senza l’intermediazione dell’industria, come invece avviene nel caso della produzione di alcuni biocombustibili (biodiesel e bioetanolo), con l’intento di mantenere il valore aggiunto all’interno dell’impresa agricola. La Cia della Basilicata ritiene pertanto urgente la predisposizione di un vero Piano di sviluppo delle energie rinnovabili in agricoltura che preveda finanziamenti a quei produttori agricoli che possano produrre bioenergie o partecipare alla gestione di impianti di microcogenerazione da 1 e 2 megawatt. Ciò, oltretutto, darebbe uno sbocco significativo alla multifunzionalità come nuova opportunità del settore primario. Il settore agricolo – ha detto il presidente regionale Donato Distefano - intende candidarsi e dare il proprio contributo al riequilibrio e alla sostenibilita’ ambientale e diventare il contenitore nell’ambito del quale sviluppare e concretizzare nuove produzioni di fonte rinnovabile in particolare per autosufficienza e autoconsumo aziendale. Di qui la necessità di prevedere oltre al piano energetico regionale un piano agrienergetico regionale; riconoscere il ruolo centrale del comparto e delle aziende agricole nelle politiche di produzione di energia rinnovabile in Basilicata; istituire tavolo interdipartimentale e di filiera agroenergetica presso la Regione; dare adeguato spazio alle bioagrienergie nei nuovi programmi di sviluppo ed in particolare nel piano sviluppo rurale; definire i sistemi di incentivazione regionale - certificati verdi agricoli regionali; piano di formazione e qualificazione degli operatori agricoli in materia di agroenergia. .  
   
   
ARENA : FORMALIZZATI GLI ACCORDI CON JP MORGAN DEL 14  
 
Novembre 2007 Arena S. P. A. Rende noto che il 29 novembre , si è tenuta, dinanzi al notaio Nicola Atlante in Roma, l’assemblea degli obbligazionisti titolari delle “Obbligazioni Arena 2007-2012”, che ha formalizzato gli accordi già intervenuti tra la Società e Jp Morgan (unico obbligazionista) (cfr. Per ulteriori dettagli, comunicati stampa della Società del 14 novembre e 23 novembre 2007, consultabili sul sito www. Arenaholding. It). In particolare, come già comunicato al mercato il 14 novembre 2007, l’assemblea ha modificato l’allegato A del regolamento delle obbligazioni (i) eliminando i covenants finanziari previsti nell’allegato A per l’anno 2007 ed (ii) inserendo una nuova previsione nell’allegato A in base alla quale Arena dovrà rispettare, al 30 giugno 2008 (quindi su base semestrale), i seguenti covenants: Ebitda pari ad euro 7. 1 milioni; rapporto Net debt/Ebitda fino a 3. Per gli anni 2008, 2009, 2010, 2011 i covenants indicati nell’allegato A rimarranno immutati. Con l’occasione la Società informa che i dati gestionali del mese di ottobre confermano una forte crescita del fatturato, grazie ad un consumo delle carni avicole in costante ripresa ed a dei prezzi di vendita sostenuti. L’andamento positivo del mercato avicolo nonché i risultati delle azioni poste in essere dal management rendono prevedibile un costante miglioramento dei risultati nei prossimi mesi. .  
   
   
MARR: CRESCE NELLA RISTORAZIONE COMMERCIALE STRUTTURATA. PERFEZIONATO L´ACQUISTO DEL RAMO D´AZIENDA DI JOLLY HOTELS RELATIVO ALLA FORNITURA DI PRODOTTI ALIMENTARI AGLI ALBERGHI DEL GRUPPO NH IN ITALIA. FORMALIZZATO L´ACCORDO DI FORNITURA CON IL GRUPPO NH DEL VALORE DI 44 MILIONI DI EURO IN 4 ANNI.  
 
Marr ha perfezionato l´acquisto del ramo di azienda di Jolly Hotels S. P. A. Primaria catena alberghiera nazionale con sede in Valdagno (Vi), relativo alla distribuzione di prodotti alimentari agli alberghi e del Gruppo Nh in Italia. Contestualmente Marr ha formalizzato un accordo di fornitura del valore di 44 milioni di euro in 4 anni per la fornitura dei suoi prodotti agli oltre 50 alberghi del Gruppo Nh Hoteles in Italia. L´operazione, che ha ottenuto l´assenso dell´Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, prevede l´acquisto del ramo di azienda Jolly Hotels relativo all´attività di distribuzione di prodotti alimentari agli alberghi del Gruppo Nh in Italia e la locazione dell´immobile di proprietà di Jolly Hotels in Valdagno, in cui opera il ramo di azienda. Il valore, pari a circa 200 mila euro, è comprensivo delle attrezzature ed impianti. L´immobile verrà ristrutturato ed ammodernato da Marr attraverso un investimento complessivo di circa 2,0 milioni di euro con l´obiettivo di avviare una nuova filiale, la 28ma sul territorio, destinata alla miglior copertura di parte del Veneto. La nuova filiale sarà operativa dalla primavera 2008. L´operazione è stata regolata per il 70% al closing ed il restante verrà definito ad ultimazione dei lavori di ristrutturazione dell´immobile. A seguito dell´operazione Marr subentrerà nei rapporti con i dipendenti attualmente operanti nel ramo d´azienda oggetto di cessione ed in cui verranno reimpiegati non appena ultimata la ristrutturazione dell´immobile. L´operazione di Jolly Hotels rappresenta la quarta acquisizione di Marr da inizio 2007, dopo New Catering (segmento bar e ristorazione veloce), Fratelli Baldini (segmento ittico fresco), il ramo d´azienda Cater (ristorazione collettiva), ed ha una forte valenza strategica sia a livello logistico che a livello commerciale. Sotto il profilo logistico-distributivo con la struttura di Valdagno (circa 3. 000 mq), Marr si avvale di un nuovo e moderno centro distributivo che verrà completamente ammodernato ed ampliato, permettendo così di aumentare il servizio alla clientela in un territorio molto importante per le strategie di sviluppo di Marr. Sotto il profilo commerciale, attraverso il contratto di fornitura al Gruppo Nh in Italia si rafforza la presenza di Marr nella Ristorazione Commerciale Strutturata (gruppi e catene di ristoranti, alberghi, villaggi turistici, inflight catering), segmento in cui nel triennio 2004-2006 Marr è cresciuta ad un tasso annuo del 16%, raggiungendo a fine 2006 un fatturato di circa 27 milioni di euro, che rappresenta circa il 2,8% del totale ricavi del Gruppo Marr. La collaborazione commerciale con il Gruppo Nh Hoteles ha inoltre particolare rilievo per la dimensione internazionale di Nh Hoteles e per i suoi piani di crescita in Italia, che prevedono l´apertura di oltre 14 hotels nei prossimi due anni. "Questa acquisizione" - ha commentato l´Amministratore Delegato Ugo Ravanelli - "conferma la capacità di Marr di differenziare le proprie strategie di crescita finalizzate sia alla copertura territoriale, per garantire tempi di consegne più brevi, sia alla specializzazione di prodotto e di canale, per acquisire nuove competenze. In questo senso Marr si distingue per essere l´unico operatore del settore ad avere la copertura dell´intero territorio italiano". "Siamo soddisfatti" - conclude Ravanelli - "di aver perfezionato questo accordo con un partner internazionale al quale possiamo offrire il nostro servizio e rispondere alle esigenze a livello nazionale salvaguardando altresì le peculiarità regionali". .  
   
   
APPROVATA IN PIEMONTE UNA NUOVA LEGGE SULLA RACCOLTA FUNGHI INCENTIVI ANCHE PER LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO  
 
E’ stata approvata all’unanimità, ieri sera, in Consiglio regionale, la legge sulla tutela dei funghi epigei spontanei. A distanza di 25 anni dalla precedente normativa, la legge ridefinisce le regole per la raccolta funghi e per la conservazione del contesto ambientale in cui questi si sviluppano. Le legge, che ha il suo punto cardine nel normare le modalità di raccolta con finalità scientifiche e culturali e, in particolare, in riferimento all’operato delle associazioni micologiche, apre anche la possibilità di intervenire a sostegno della manutenzione del territorio, soprattutto per quanto concerne i castagneti, dando la possibilità alla Giunta regionale di predisporre incentivi per la gestione e la pulizia degli stessi. “Sono ovviamente molto soddisfatto – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco - sia per la possibilità di sostenere i conduttori di castagneti nel lavoro di pulizia e manutenzione, sia per il nuovo quadro normativo, che va a tutelare i conduttori dei fondi che curano gli stessi e che traggono dal bene fungo uno degli elementi di sostentamento. Il riconoscimento per le associazioni micologiche è un’altra delle novità della norma, che è nata da un confronto molto costruttivo anche con le rappresentanze dei territori e con tutti coloro che hanno a cuore i funghi e gli ambienti in cui crescono”. .  
   
   
ZOOTECNIA BOVINA – DE CASTRO E’ D’ACCORDO CON ZAIA SU SOCCIDA PER INDIVIDUARE SOLUZIONI  
 
“De Castro ha colto le problematiche che avevamo sollevato in merito ai premi comunitari quando vi siano in essere contratti di soccida e ha attivato i propri uffici perché individuino adeguate soluzioni alla questione, compatibili con le disposizioni comunitarie e nazionali”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia, al quale De Castro ha risposto in merito ad una specifica nota dell’ottobre scorso sulla questione. In sostanza, il contratto di soccida, molto diffuso nel Veneto, ma non solo, si basa sulla distinzione tra attività allevatoriale e proprietà del capo bovino: l’allevatore, insomma, alleva e ingrassa vitelli di proprietà altrui. “La questione riguarda i diritti all’aiuto maturati – ha spiegato Zaia – che sono stati ripartiti al 50 per cento tra proprietario e allevatore. Alla scadenza del contratto l’allevatore, pertanto, si troverebbe penalizzato rispetto ad aziende non operanti in contratto di soccida. Per risolvere questa disparità di trattamento ho proposto al Ministro di attivare un percorso normativo ad hoc giacché mancano, di fatto, strumenti precisi per risolvere la questione, che non è stata considerata nella predisposizione degli attuali provvedimenti”. “Ora il Ministro stesso si è impegnato a considerare la questione – ha concluso Zaia – in vista della predisposizione dei relativi provvedimenti per il 2008”. .  
   
   
INAUGURATO IL CENTRO VISITE DELL’OASI WWF DI SERRE PERSANO E IL MUSEO DELL’ARTE CONTADINA VITO BUSILLO: ”CENTRALE IL RUOLO DELLA BONIFICA NELLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE E NELLO SVILUPPO DI UN’AGRICOLTURA ECOCOMPATIBILE”  
 
Vito Busillo, presidente del Consorzio di Bonifica in Destra del Fiume Sele e dell’Unione Regionale Bonifiche e Irrigazioni, intervenendo ieri ad Eboli alla cerimonia d’inaugurazione del Centro visite dell’ Oasi Wwf di Serre Persano e del Museo dell’Arte Contadina, ha dichiarato: ”Il volere associare nello stesso edificio il Museo dell’Arte Contadina ed il Centro visite dell’Oasi Wwf di Serre Persano, ha il significato di legare la funzione essenziale dell’esercizio della memoria, in questa area legata strettamente alle vicende dell’economia rurale e dell’avvio delle opere di bonifica, con l’attività presente di protezione dell’ambiente, che vive in un quadro di sviluppo ecosostenibile dell’economia agricola del comprensorio. ” Busillo in particolare sottolinea come: ”L’oasi di Serre Persano, un’area umida protetta ai sensi della Convezione di Ramsar, e che ospita un animale simbolo come la lontra, forte indicatore biologico positivo, è al contempo il frutto di un’opera di bonifica ed il necessario invaso che consente di sostenere nella bassa piana del Sele un’agricoltura irrigua ecocompatibile, ricca di tipicità, dalla Mozzarella di bufala campana al carciofo di Paestum, una ortofrutticoltura sempre più attenta alla qualità ed al mercato. ” Busillo ricorda quindi come: “Tutto questo, una volta di più, deve invitarci a riflettere sul ruolo centrale e perenne che la bonifica ha ed avrà tanto nella salvaguardia dell’ambiente, quanto nello sviluppo di un’agricoltura sempre più capace di competere con la qualità, attraverso gli strumenti della tipicità, di produzioni sempre più legate ad ordinamenti colturali biologici ed a lotta integrata. ” Busillo infine conclude dicendo:”Non vi è alcuna contraddizione tra una buona e moderna agricoltura e le sempre più pressanti esigenze di protezione dell’ambiente naturale, anzi vi è una complementarità che è strettamente connessa al ruolo degli enti di bonifica ed irrigazione, che svolgono oggettivamente un’opera di mediazione tra le pur diverse esigenze del territorio. ” .  
   
   
VOLA IL MADE IN ITALY ALIMENTARE CON VINITALY CIBUS CHINA CHE RAGGIUNGE LE 6 MILA PRESENZE LA RASSEGNA SI È SVOLTA A SHANGHAI DAL 29 NOVEMBRE ALL’1 DICEMBRE  
 
Con 6mila presenze, oltre 200 espositori e un programma di degustazioni, workshop ed eventi dedicati ai trend setter, Vinitaly Cibus China organizzata da Ice, Veronafiere e Fiere di Parma si è confermata il più importante appuntamento asiatico per il wine&food italiano. A sottolineare i positivi risultati dell’edizione numero 9 della rassegna, la seconda organizzata con Fiere di Parma e Ice, sono proprio le aziende partecipanti. Per Zonin – primo esportatore di vini italiani in Cina, presente nel Paese fin dal 1995 – «quest’anno l’evento ha attratto un numero elevato di operatori, che si sono dimostrati più qualificati che in passato. Buona la presenza di giovani, e questo è un buon segnale». A 2007 non ancora concluso l’azienda vitivinicola vicentina ha già esportato in Cina ben 10. 250 casse di vino da 9 litri, contro le 6. 900 dello scorso anno. Import in crescita anche per l’importatore Torres, che vede il fatturato del vino raddoppiare di anno in anno, fino ai 9 milioni di euro del 2007, dei quali 1,5 di vini italiani. «In aumento oltre alla ristorazione anche i consumi domestici – dice Torres – che qui a Shanghai stiamo incentivando con un innovativo sistema di vendita: il cliente chiama una linea telefonica dedicata e un agente va a domicilio con il catalogo dei prodotti disponibili». «Dopo il miglior Vinitaly di sempre a Verona lo scorso aprile – afferma Angelo Jermann –, ora Vinitaly Cibus China ha dato la grande opportunità di avere molti nuovi e interessanti contatti. I cinesi sono più preparati e stanno cercando i vini bianchi per la loro eleganza, che ben accompagna i piatti della loro tradizione culinaria». «Visti i positivi risultati dell’attività realizzata in Cina e le potenzialità di questo enorme mercato – dice Luigi Castelletti, presidente Veronafiere– è necessario verificare l’opportunità di realizzare anche qui un vero e proprio viaggio promozionale che tocchi più città, così come da anni stiamo facendo con successo con Vinitaly Us Tour». Per Camillo Cametti, consigliere d’amministrazione di Veronafiere, per conto del quale ha seguito la rassegna e gli incontri istituzionali, «In Cina i tempi sono maturi sia per il mercato, che si sta dimostrando vivace e interessato, sia per nuove e condivise strategie nazionali, che radichino la presenza italiana. A questo scopo – spiega Cametti - abbiamo avuto con Ice e Li Hua, vice preside dell’unica università di enologia del Paese, il College of Enology della Northwest Agriculture & Forestry University di Yangling, un incontro per realizzare un gruppo di lavoro che traduca in maniera univoca i nomi delle nostre doc e docg, così da renderle comprensibili e riconoscibili per i consumatori cinesi». Per tutti i settori produttivi del Made in Italy, la Cina costituisce un mercato di grandi potenzialità. In particolare le nostre esportazioni vinicole hanno registrato nel 2006 un incremento superiore al 150%. Esistono poi nostri prodotti tipici che occupano posizioni di vertice, con una quota del 39% per l’olio d’oliva, del 37% per la cioccolata e del 22% per la pasta alimentare. Nei primi otto mesi di quest’anno, solo il vino italiano ha messo ha segno un aumento in valore del 61%, passando da 5,2 a quasi 8,5 milioni di euro, ai quali si aggiungono i 4 milioni di euro di vini esportati a Hong Kong (+31%), che gode di un regime amministrativo speciale. In netta crescita i prodotti di fascia alta. L’italia è quinto importatore di vino in Cina, ma il terzo per quanto riguarda il vino imbottigliato, dietro solo a Francia e Australia, ma con un trend di crescita maggiore rispetto ai due principali competitor. Vinitaly Cibus China ha visto la presenza istituzionale delle Regioni Emilia-romagna, Abruzzo, Campania, Molise, Sardegna, Veneto e Sicilia, del Consorzio del Brunello di Montalcino. Inoltre, Vinitaly Cibus China è stata realizzata con il patrocinio del Ministero del commercio estero e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, mentre partner della manifestazione sono stati Buonitalia, Federalimentare, Federvini, Regione Emilia-romagna, Regione del Veneto e Unione Italiana Vini. Nel corso dei tre giorni di manifestazione sono stati presenti a Vinitaly Cibus China Riccardo Sessa, ambasciatore d’Italia in Cina, Massimo Roscigno, console generale d’Italia a Shanghai, il presidente dell’Ice Umberto Vattani e Yu Chen, segretario generale del China Council for the promotion of international trade di Shanghai. «Concluso il 2007 con molte soddisfazioni per le aziende italiane coinvolte nelle nostre iniziative all’estero – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – Vinitaly è già pronto per iniziare il World Tour del 2008 con Vinitaly India in programma dal 15 al 18 gennaio a Mumbai e New Delhi. Dal 3 al 7 aprile appuntamento a Verona per la 42^ edizione di Vinitaly, che oltre ad essere la più grande rassegna enologica mondiale ha ormai confermato e consolidato il suo ruolo di supporto sui mercati internazionali per le aziende italiane più orientate all’export». .  
   
   
“SALUMI”: SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
 Sul mercato interno, si accentua la competizione tra affettato di marca industriale e take away, venduto a ridosso del banco gastronomia, ma prodotto sempre più dalle industrie di marca, con rotazione alta e con un immagine di freschezza molto elevata. La Gdo tenderà a far abbassare i prezzi degli affettati, riducendo i margini dei produttori, a imporre il proprio ruolo distributivo, imponendo promozioni e riposizionamento di prezzo. Nel libero servizio risulta vincente per le aziende di marca la razionalizzazione degli assortimenti, la differenziazione in termini di visibilità/prezzo/qualità,la specializzazione produttiva, l’innovazione di prodotto/packaging, il servizio al trade. Si sta affermando, per gli affettati confezionati, una nuova figura commerciale nella logistica del fresco, quella del distributore esclusivista, che commercializza latte e latticini assieme ai salumi confezionati, posiziona nello scaffale e rifornisce il punto vendita direttamente La marca commerciale non possiede ancora valori radicati; le strategie adottate dalle principali catene si basano sul posizionamento prezzo/qualità, anche se sta aumentando la qualità dei prodotti a marchio commerciale; la tendenza è un posizionamento di qualità medio alta, con prezzo medio alto. Migliora il vissuto brandizzato delle catene della Gdo, in particolare nel fresco di catene come Esselunga, Coop, Il Gigante. Le principali aziende del settore si stanno muovendo verso la realizzazione di salumi confezionati innovativi”wellness”, “funzionali” e “salutisti” che offrano soluzioni per migliorare il benessere; lo sviluppo di questi progetti prevede assetti produttivi più flessibili, ottimizzazione dei flussi logistici, approccio selettivo della grande distribuzione, forte impegno nella ricerca dei prodotti e dei processi produttivi (A. I. A, Gruppo Lactalis Italia). Dati di sintesi, 2006
Export/produzione(b) (%) 8,6
Import/consumo(b) (%) 3,4
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 6. 448,5
Valore del mercato, a prezzi finali (Mn. Euro) 10. 550,0
Variazione media annua del mercato(b) 2006/2002 1,7
Quota di mercato prime 8 imprese(b,c) (%) 22,0
Previsioni di sviluppo della produzione:(b)
· tendenza di breve termine Crescita
· tendenza di medio periodo Lieve crescita
a) - Fonte: Ass. I. Ca. B) - in quantità c) - o gruppi di imprese .
 
   
   
A FOLIGNO 1A EDIZIONE DI MIELINBIO UN PREMIO TUTTO DEDICATO AI MIELI BIOLOGICI  
 
Si è conclusa con la premiazione dei migliori mieli italiani da agricoltura biologica la prima edizione di Mielinbio, nell’ambito della manifestazione Mielinumbria dedicata all’apicoltura e ai suoi prodotti che si tiene da 10 anni a Foligno. Il concorso è stato organizzato dal Comune di Foligno, in collaborazione con l’Associazione Città del Bio, l’Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e l’Apau (Associazione Produttori Apistici Umbri). L’evento ha inteso rappresentare una ulteriore occasione per richiamare l´attenzione sulla importanza dell´ agricoltura biologica e sulla urgenza di costruire un nuovo modello di crescita economica. La necessità di difendere il forte legame tra il lavoro delle api e le attività dell’uomo, sancito da millenni di “stretta collaborazione”, assume rilevanza per la difesa del sistema agro-ambientale e di tutela della biodiversità. Anche per questo è stato voluto un concorso come Mielinbio. Il concorso è stata l’occasione per un primo censimento dei mieli biologici italiani, per stimolarne il miglioramento della qualità e difenderne la diversità. Ma ha offerto anche ai consumatori la possibilità di capire l’importanza delle produzioni agricole biologiche da cui derivano mieli pregiati e dai sapori inediti. Mielimbio è venuta ad ampliare il panorama dei concorsi promossi da Città del Bio e dall’Aiab quali: “Biodivino”- rassegna dei vini, “Il Maiale si fa Bio” – dedicato alla salumeria e le “Forme del Bio” dedicato ai formaggi. Hanno partecipato a Mielinbio 88 mieli di 42 apicoltori italiani Nella giornata del 25 novembre sono stati premiati con il Baiocco d’oro ciascuno nella propria categoria: 1° Premio miele di cardo di Apistica Mediterranea di Cagliari; 1° Premio miele millefiori di Azienda Agraria Vaccaro di Potenza; 1° Premio miele di melata di Apicoltura Ballari di Barge (Cuneo). Sono state attribuite 3 menzioni speciali di qualità superiore a: - miele di eucalipto di Apistica Mediterranea di Cagliari; - miele di acacia di Giorgio De Vecchi di Ghemme (Novara); - miele di castagno di Il Molino della Valle di Cesara (Verbania). .  
   
   
GAETANO GIANNETTO NOMINATO PRESIDENTE DELLA D. LAZZARONI & C. S.P.A.  
 
L’assemblea dei soci della D. Lazzaroni & C. S. P. A. Ha nominato Gaetano Giannetto Presidente del Consiglio di Amministrazione della società, a cui oggi fanno capo tutte le attività industriali e commerciali legate ai marchi Lazzaroni, Amaretti di Saronno, Antica Pasteria, Biorigin e Saporitalia. Gaetano Giannetto, già Ceo di Epipoli, azienda che si occupa di marketing relazionale, assume la presidenza della D. Lazzaroni & C. S. P. A. Dopo una brillante carriera, in Italia e negli Stati Uniti, nel settore nel marketing e del retailing. Completata la riorganizzazione societaria, organizzativa, industriale e finanziaria del gruppo, a Gaetano Giannetto gli Azionisti hanno affidato il rilancio commerciale della D. Lazzaroni & C. S. P. A. Nel Consiglio di Amministrazione della D. Lazzaroni & C. S. P. A. È stato anche nominato Maurizio Aguzzi, che è stato responsabile della Direzione Pianificazione Strategica e Innovazione di Cirio De Rica S. P. A. Con la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione viene dato corso al piano di sviluppo della D. Lazzaroni & C. S. P. A. Che produce e distribuisce prodotti alimentari italiani di alta qualità identificati dai marchi di proprietà del gruppo: Lazzaroni e Amaretti di Saronno per i prodotti dolciari, Antica Pasteria per la pasta e i piatti pronti freschi, Biorigin per i prodotti biologici, Saporitalia per i piatti pronti surgelati. .  
   
   
PIONIERE DELLA VITICOLTURA E MECENATE L’ALTOATESINO ALOIS LAGEDER ELETTO “VIGNAIOLO DELL’ANNO”  
 
Rendendo omaggio a una vera leggenda della viticoltura, la rivista tedesca Diners Club Magazin ha conferito il suo ambito premio di “vignaiolo dell’anno” all’altoatesino Alois Lageder. Il titolare dell’omonima Tenuta di Magrè, alle propaggini meridionali della provincia di Bolzano, “non è un vignaiolo qualsiasi – si legge nella motivazione della giuria – ma un pioniere della viticoltura di qualità e, al tempo stesso, un noto mecenate”. Hans Christian Meiser, editore della rivista, parlando alla premiazione a Monaco di Baviera ha affermato: “Ciò che contraddistingue il premiato è il risultato di un approccio globale alla professione, imperniato sulla sostenibilità, il rispetto della natura, la valorizzazione della biosfera e la responsabilità nei confronti delle generazioni future”. Fin dal 2004, tutta la Tenuta vitivinicola di Alois Lageder è stata convertita al sistema di produzione biodinamico, con l’obiettivo di garantire da un lato un equilibrio biologico, e dall’altro una maggiore vitalità degli impianti e, di conseguenza, una qualità più elevata delle uve da vinificare. Ma Alois Lageder ha sempre avuto un occhio attento anche per l’arte: ogni anno, infatti, invita degli artisti a farsi ispirare da ciò che vedono nella sua tenuta, dando vita a un dialogo affascinante fra natura e cultura che ha fatto scuola nel mondo artistico. Finora, sono già 14 i nomi di spicco europei e americani che hanno aderito al progetto d’arte “Tenuta Löwengng”, e ormai le loro opere e installazioni stanno trasformando i vigneti e la cantina in una sorta di galleria d’arte naturale. Al centro di tutte le opere si coglie il rapporto dell’uomo con se stesso e col proprio ambiente, e dietro a questo elemento ricorrente, il quesito ancestrale delle nostre origini e del nostro futuro sul Pianeta. Il premio Diners Award La carta di credito del Diners Club esiste dal 1949, ed è quindi la più antica del mondo. La rivista Diners Club Magazin, pubblicata per i soci di lingua tedesca dal gruppo editoriale Journal International, è considerata da anni un’osservatrice acuta e imparziale dei migliori prodotti d’eccellenza nel settore dei servizi e della gastronomia piú raffinata. Nella cerimonia del 9 novembre scorso, tenuta nel salone d’onore dell’albergo Bayerischer Hof di Monaco, oltre ad Alois Lageder sono state premiate altre otto personalità, tra le quali Harald Wohlfahrt, dell’albergo Traube-tonbach, eletto “cuoco dell’anno”. Alois Lageder Alois Lageder proviene da un’antica famiglia di viticoltori e commercianti di vini altoatesini. Dopo diversi anni di formazione e peregrinazione (fece anche un soggiorno da Robert Mondavi in California) negli anni Ottanta rilevò l’azienda familiare “Alois Lageder” e la rivoltò come un calzino. Oggi è considerato un pioniere del settore vitivinicolo in Alto Adige, e un insigne fautore di una filosofia che ha fatto del rispetto della natura e della lungimiranza gli ingredienti piú efficaci della qualità e autenticità dei suoi vini. Gradualmente, ha convertito i propri vigneti al sistema di coltivazione biodinamico, ed è stato uno dei primi a farlo nel panorama italiano. Alois Lageder è presidente del Museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano. Www. Aloislageder. Eu .  
   
   
ATMOSFERA DA GATTOPARDO PER UNA CENA CON L’ARISTOCRAZIA SICILIANA AL BLACK HOTEL DI ROMA  
 
Impeccabili camerieri in livrea sfoggeranno nella “Sala Ovale” tutta la loro professionalità, mise en place e gli sfarzosi “candelabri di vermeil” faranno da sfondo al menu le cui ricette sontuose ed elaborate dallo chef Giorgio Ruggiu saranno tratte dalle descrizioni del celebre “Il Gattopardo”. Per l’ultimo dell’anno il Black Hotel, raffinato quattro stelle di design sulla via Aurelia, organizza un veglione originale ed esclusivo: rivive il mito del Gattopardo per riscoprire la nobiltà, i profumi e i colori della cucina siciliana. Si ricreeranno le atmosfere raccontate dall’autore Giuseppe Tomasi di Lampedusa e che avevano come protagonista le vicende di Don Fabrizio Corbera, Principe di Casa Salina e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910 in Sicilia (a Palermo e nel feudo ragusano di Donnafugata) Tra i piatti il lussureggiante timballo di maccheroni “. L´aspetto dei monumentali pasticci era ben degno di evocare fremiti di ammirazione. L´oro brunito dell´involucro, la fraganza di zucchero e di cannella che ne emanava, non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall´interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa caldissima dei maccheroncini corti, cui l´estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio. " Il tutto accompagnato dalle musiche di Nino Rota che hanno reso celebre il film di Visconti. Ai commensali verrà infine donato una copia del libro con tanti simpatici segnalibri per evidenziare le pagine dove sono descritti i piatti. Il Black Hotel quindi, in un´ottica moderna di ospitalità a tutto tondo, si pone al centro di grandi iniziative culturali di successo destinate a un pubblico di semplici curiosi come di appassionati. Menu Consommé ambra Anelletti al ragù Timballo di maccheroni Piano Maltese Rapitalà 2006 Poncio alla Romana Chaud-froidis di carne Flan di melanzane e zucca Nero d’Avola Nuhar Rapitalà 2006 Granita Coralline di aragosta e spigola alle soffici salse Verdure glassate in formina di parmigiano Casalj Rapitalà 2006 Gelatine al rum con ciliegie e pistacchi Seni di vergini e bianco mangiare Passito di Pantelleria Zibibbo Marco De Batoli Lenticchie Muffolette Champagne Veuve Clicquot info@blackhotel. It - www. Blackhotel. It .  
   
   
IL TOCCO ROSSO PASSIONALE CAMPARI DIVENTA IL FIL ROUGE DI CAMPARI TALES, UN’UNICA STORIA PER RACCONTARE IL 2008  
 
Continua il racconto di Campari attraverso il Calendario Campari 2008: la narrazione cambia spartito, si fa fantastica e si muove sul registro della fiaba. Campari Tales, il concept per l’anno 2008, è la fiaba per adulti, glamour e patinata, dove protagonista è l’accattivante sensualità di Eva Mendes, catturata dall’obbiettivo di Marino Parisotto. Giunto alla sua nona edizione, il Calendario Campari seduce nuovamente con un linguaggio che valica i confini del reale e si versa nel sognante. La metafora della fiaba colpisce l’immaginario, lo infonde di contenuti non solo edonistici, ma anche valoriali. La ricostruzione del rito, la ricerca dei significati più reconditi, il contesto storico in cui si formano, hanno reso le fiabe simbolo e visione dell’evoluzione umana. Protagoniste spesso le donne, la cui fragilità diventa forza, talvolta anche sovrumana. Nel calendario, la bellezza latina di Eva Mendes - icona di Hollywood - e Campari con la sua Red Passion, sono i protagonisti di un’avventura sensuale che coinvolge l’immaginario dello spettatore, proponendogli un mondo magico dal lieto fine. Tredici scatti, la cover e dodici fiabe, che si evolvono in atmosfere surreali grazie all’obbiettivo, anch’esso magico, di Marino Parisotto: una capacità di scatto che lo rende unico nel panorama internazionale e grazie al quale è stato definito da Photo France uno dei dieci più grandi fotografi al mondo. Parisotto è riuscito a caricare di un’atmosfera drammatica, quanto fiabesca, le spiagge del set di Rosignano (Livorno, Italia) colpite dalla tempesta così come dal sole accecante durante lo shooting. Eva Mendes, si trasforma per l’occasione in ogni storia. Da Piccola Fiammiferaia dalla bellezza aggressiva mozzafiato, a una statuaria Cappuccetto Rosso che riesce a tenere a bada un lupo efferato; da volitiva e decisa “fatina”, che tira le fila di un Pinocchio, schiavo adorante, a Cenerentola moderna, che sfrutta la mezzanotte per un brindisi con il suo principe. “Eva è stata una scelta perfetta: una star internazionale di grandissimo fascino che ha interpretato le Campari Tales con passione e grazia sublime”, afferma Bob Kunze-concewitz, Ceo Gruppo Campari. Eva Mendes, attrice americana di origini cubane, famosa per i suoi action movie - dagli esordi di C’era una volta il Messico a Hitch, Ghost Rider e We own the night - risponde all’obbiettivo di Parisotto con sguardi complici, interpretando così per Campari lo spartito fiabesco con una carica di ammiccante sensualità. “E’ stata un’esperienza davvero unica e coinvolgente: non avevo mai accettato di posare per un Calendario e devo dire che mi ha emozionato la proposta di Campari di interpretare questi magnifici racconti…chi non desidera vivere almeno per un attimo in una favola?”, commenta Eva Mendes. Nelle immagini, con la protagonista si alternano principi e belve, ma il lui della storia è Campari, presenza visiva che fortifica l’eroina con il suo tocco di rosso passionale. Campari, con l’inconfondibile rosso intenso, diventa il fil rouge, di Campari Tales, l’elemento distintivo che si ritrova anche nelle otto edizioni del Calendario degli anni passati. Fanno da sfondo alle dodici scene i sontuosi cieli di Marino Parisotto, che ricordano i fondali, ricchi di passione, dei grandi artisti del periodo Romantico. I cieli carichi di pioggia, il vento impetuoso e il mare mosso caratterizzano le 12 storie portandoci in un mondo selvaggio, istintivo e primordiale. Foto che paiono affreschi, la realtà nell’obbiettivo di Parisotto raggiunge il suo status di fiaba, perde i suoi legami con il reale e diventa “altro”. È il reincanto del mondo. “Fate e streghe sono donne protagoniste da sempre in un mondo di uomini e anche le prime con cui ci si confronta nella vita, durante l’infanzia. Mi sono sentito privilegiato nel dare forma a questa celebrazione del mito femminile”, afferma Marino Parisotto. Il calendario Campari 2008 è prodotto a tiratura limitata in 9. 999 copie ed è distribuito a livello internazionale. Il concetto di Campari Tales è stato ideato dal team Campari insieme a Callegari Berville Grey, agenzia basata a Parigi. .  
   
   
UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL´ARTE CULINARIA ITALIANA " THE PAINTER, THE COOK AND L’ARTE DI SACLÀ" UN’INIZIATIVA UNICA PER LA PROMOZIONE DEL VERO MADE IN ITALY  
 
La passione di Saclà per il proprio paese e la volontà di diffondere la cultura del made in Italy ha ispirato la pubblicazione del libro “The Painter, the Cook and L’arte di Saclà”. Un’opera unica nel suo genere, ideata e promossa dall’azienda astigiana e dalla sua filiale inglese, Saclà U. K. , per raccontare la ricchezza e le varietà gastronomiche italiane. Il libro scritto in inglese da Anna del Conte, critica enogastronomica italo-inglese esperta di cucina italiana, è il frutto di un tour attraverso sei regioni d’Italia alla ricerca di curiosità culinarie, produzioni tipiche e ricette della tradizione locale. Splendidi dipinti realizzati dalla pittrice Val Archer accompagnano le parole di Anna del Conte, come istantanee che racchiudono gli elementi più significativi del viaggio: illustrazioni di ortaggi, di prodotti caratteristici e degli ingredienti della nostra cucina tipica. “Saclà è da sempre legata alle proprie origini e alla propria terra, per questo ha creduto fin dall’inizio in questo progetto per promuovere con un’iniziativa unica il vero made in Italy. Per la prima volta in un’opera si assiste al connubio di arte pittorica e arte culinaria, un libro di cucina in cui ricette e rarità gastronomiche sono accompagnate da originali raffigurazioni delle ottime materie prime che la terra ci offre. ” afferma Lorenzo Ercole, presidente di Saclà Italia, la cui famiglia ha ospitato e guidato Anna del Conte e Val Archer nel loro itinerario lungo Piemonte, Veneto, Liguria, Marche, Puglia e Sardegna. L’opera è dedicata a Secondo Pinin Ercole e Piera Campanella Ercole i fondatori dell’azienda. Il libro edito in lingua inglese da Conran Octopus con il titolo “The Painter, the Cook and the Art of Cucina” si trova nelle migliori librerie della Gran Bretagna e si lo si può acquistare direttamente dal sito internet della casa editrice: www. Conran-octopus. Co. Uk. Saclà – l’ispirazione dietro al libro Questo libro racconta la passione e l’amore che gli italiani nutrono per i prodotti autentici delle loro terra. Più di settanta anni fa questi stessi sentimenti hanno spinto un giovane imprenditore piemontese Secondo “Pinin” Ercole e sua moglie Piera Campanella a creare, dal surplus del raccolto ortofrutticolo, una delle prime aziende conserviere in Italia, destinata a diventare un punto di rifermento nel mercato nazionale e soprattutto internazionale. Nel 1991 viene inaugurata la prima filiale all’estero, nel Regno Unito, dove l’azienda astigiana ha saputo diffondere la cultura gastronomica italiana, diventando presto icona del made in Italy e ambasciatrice della tradizione culinaria italiana. Un ruolo che l’azienda continua a ricoprire attraverso l’importante filiale Saclà U. K. E tramite l’organizzazione di manifestazioni ed eventi orientati sempre alla valorizzazione del suo territorio d’origine. Prima della realizzazione del libro “The Painter, the Cook and L’arte di Saclà”, l’azienda di Asti, sempre in collaborazione con Saclà U. K. , è stata protagonista di un altro importante evento per celebrare il made in Italy, il Saclà Slow Tour, nell’ottobre 2004. Un itinerario gastronomico, dove chef e giornalisti di livello internazionale, a bordo di Fiat 500 personalizzate Saclà, hanno avuto modo di scoprire i prodotti eccellenti protetti dalla Fondazione Slow Food per le Biodiversità, un vero patrimonio non solo gastronomico ma anche culturale. Un tour che ha portato alla scoperta di venticinque produttori selezionati e che si è concluso con l’arrivo delle Fiat 500 al Salone del Gusto. Ad oggi Saclà può vantare tre filiali estere, nel Regno Unito, in Francia e in Germania e più di cinquanta distributori nel mondo, con un fatturato che per oltre il 50% deriva dai mercati esteri. Un’azienda che ha saputo fare del suo essere italiana e legata al proprio territorio un punto di forza e un valore aggiunto. Il libro: la prefazione – tradotta dall’inglese Questo libro nasce dal desiderio della mia famiglia di condividere e celebrare l´arte della cucina italiana. L´arte pittorica e l´arte gastronomica hanno così tanti aspetti in comune, e sorprende come un libro di questo genere non sia stato realizzato prima . Per me, come per la mia famiglia e i nostri collaboratori anche il piacere della buona tavola è un´arte. Qui in Saclà siamo conosciuti come appassionati di cucina italiana. La nostra passione in cucina è ricerca della qualità, ricerca degli ingredienti migliori, attenzione per la cultura gastronomica regionale, e per le intuizioni degli chef, non solo i più famosi, che hanno la sensibilità di apprezzare il cibo con gli occhi oltre che con il palato. E´ stato un grande piacere lavorare con Anna Del Conte e con Val Archer, e viaggiare con loro in Italia scoprendo anche i paesi meno conosciuti. La nostra esperienza si è conclusa con la certezza che una cucina come la nostra non ha rivali. La cucina italiana è una cucina fortemente regionale. Le nostre regioni presentano differenze molto spiccate tra loro: nelle colture, negli allevamenti, nei metodi di cottura e nelle ricette. In particolare le sei regioni descritte in questo libro aprono un nuovo interesse per i visitatori stranieri e hanno ancora molti segreti da svelare anche a noi italiani. In queste regioni, come in tutto il nostro paese, le persone sono fortemente legate al proprio cibo, alle proprie colture basate su stagionalità e tradizioni, alle feste che ne celebrano il rapporto con il territorio. Nel nostro viaggio abbiamo incontrato molte di queste persone che con passione ci hanno trasmesso le loro conoscenze, piccoli produttori molti dei quali responsabili di Presidi Slow Food. Anna Del Conte è una cara amica di famiglia, la sua esperienza diretta del nostro paese, delle persone, del cibo e la sua costante ricerca della storia e delle tradizioni gastronomiche italiane la rendono un´impareggiabile esperta di cucina italiana. I suoi testi sono un invito a visitare anche le zone meno note dell´Italia, i dipinti di Val ne descrivono con calore e passione il cibo e le genti. Sono certo che questo libro sarà di ispirazione per tutti coloro che amano la nostra cucina e l´innato spirito che abbiamo noi italiani nel fare della vita un´arte. Cav. Lorenzo Ercole Presidente Saclà .  
   
   
IL PANDORO DI LOISON: L’ALTRO CLASSICO DI NATALE DALLA RICETTA TRADIZIONALE E INGREDIENTI SELEZIONATI UN SAPORE UNICO E INCONFONDIBILE  
 
E’ l’altra faccia del Natale, l’alternativa al panettone per quanti non amano i canditi e l’uvetta o semplicemente preferiscono un impasto dal sapore più intenso. E’ il Pandoro, proposto da Loison Pasticceri dal 1938 nella sua ricetta più tradizionale, declinata attraverso gli ingredienti più selezionati. Il Pandoro Classico di Loison si presenta così come un dolce a lievitazione naturale dalla pasta di proverbiale leggerezza, con la tipica fragranza degli impasti a base di solo burro; la pasta è soffice, con un aroma inconfondibile. In particolare, esso è costituito da pochi ma selezionati ingredienti: farina, zucchero, burro ed uova in abbondanza, che gli conferiscono il tipico colore dorato. Ha una forma a tronco di cono con sezione a stella ottagonale, superficie esterna crostosa ed un aroma caratteristico di burro e vaniglia. Il pandoro si ottiene con metodi d’impasto e lievitazione particolari, che ne determinano la tipica struttura setosa ad alveoli fini; a differenza del panettone, non contiene alcun tipo di frutta e viene semplicemente spolverato di zucchero a velo all’esterno. Ciò che rende unici i Pandori della Loison Pasticceri dal 1938 è l’utilizzo di ingredienti semplici, ma altamente selezionati, assolutamente Ogm Free, per ottenere un prodotto rigorosamente artigianale, rivolto ai veri amanti del gusto della tradizione. Il processo produttivo prevede una lievitazione lenta, cottura e raffreddamento non forzati, a temperatura ambiente, per non incidere negativamente sulla morbidezza e sull’aroma del prodotto. Oltre al Pandoro Classico, la collezione dei Pandori Loison propone anche le varianti Gianduia e Zabaione, il cui sapore è arricchito dalla presenza di rispettivamente di delicata crema alla Gianduia e allo Zabaione. Www. Loison. Com .  
   
   
CON ARIOSTO E IMPAN IMPANARE VELOCEMENTE SENZA….SPORCARSI LE MANI  
 
Oggi fritto! Si, va bene, ma sappiamo che questo peccato di gola costa un bel po’ di lavoro scomodo per il quale, tra l’altro, è inevitabile sporcarsi le mani nell’uovo che, diciamolo pure, non è proprio il massimo! Per dirla tutta, occorre quindi sbattere le uova (sporcando un piatto) preparare il pane grattugiato (sporcandone ancora un altro) ed iniziare il processo di impanatura con le mani che si imbrattano e pronte… ad essere fritte anche loro. ! Impan di Ariosto ha risolto il problema: pane grattugiato di grano tenero con uovo in polvere pronto all’uso ed il fritto sarà croccante ed asciutto. Basta bagnare gli ingredienti con del latte, passarli direttamente nel preparato e nell’olio bollente e tutto questo rimanendo con…. Le mani pulite. Visto che ora impanare è più facile, veloce e più leggero in quanto Impan non assorbe olio, ecco il suggerimento per una serata con amici. Prendete delle costolettine d’agnello, spruzzatele di limone e fatele riposare per un paio d’ore. Miscelate quindi, in un contenitore con bordi alti, una busta di Impan con due cucchiai di Ariosto Per Carni. Impanate le costolette e friggetele in abbondante olio per fritti. Servitele con del puré che avrete arricchito con parmigiano e buccia di limone grattugiata. .  
   
   
DA FRABOSK LINEA “ORO ORO”: ORO COME MINIMO COMUNE DENOMINATORE DELLA NUOVA LINEA DI PRODOTTI FRABOSK: CASALINGHI IN ORO TITANIO, DAL DESIGN PULITO E ATTRAENTE.  
 
Prodotti estremamente all’avanguardia sia dal punto di vista stilistico che pratico. L’estetica raffinata che risulta dall’abbinamento tra vetro trasparente, acciaio e alluminio dorato, si unisce alla funzionalità garantita dal rivestimento antiaderente e dai manici in acciaio con la forma ergonomica che facilita l’impugnatura. Nella linea “Oro Oro” di Frabosk si fondono tra di loro in un vivace connubio, la tradizione delle forme e la tecnologia dei materiali. Il rivestimento antiaderente dorato è stato realizzata con la collaborazione di Azko Nobel, leader mondiale nel settore dei rivestimenti. La linea Oro Oro di Frabosk è un insieme di veri e propri gioielli che arricchiscono con eleganza e gusto la cucina moderna ma anche un’innovativa idea per rendere il Natale ancora più prezioso e brillante.  
   
   
RICOLA FIRMA CON LIFEGATE PER IL RISPETTO DEL NOSTRO PIANETA!  
 
L’amore e l’attenzione che Ricola dedica all’ ambiente e gli ingredienti assolutamente naturali e certificati dal marchio Bio Suisse (Associazione svizzera delle organizzazioni per l’agricoltura biologica) che l’azienda elvetica utilizza per i suoi prodotti, vantano una lunga tradizione. La ricetta delle caramelle Ricola, realizzate con una miscela di 13 erbe officinali, è rimasta inalterata da oltre 75 anni; oggi il suo valore del rispetto delle tradizioni e la sua particolare attenzione verso il nostro ambiente si fondono in un innovativo e moderno progetto eco-responsabile. Nasce così una partnership tra Ricola e Lifegate, network di comunicazione (radio, portale internet, magazine) che ha come obiettivo lo sviluppo dell’eco-cultura e che offre alle aziende servizi di “Corporate Social Responsibility”, nuovo modo di fare impresa seguendo elevati standard etici, sociali e ambientali. Fondamentali i progetti che Lifegate sta attuando in modo concreto: Impatto Zero (nato per compensare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera) e Lifegate Energy energia rinnovabile (primo operatore elettrico riconosciuto dall’Authority per l’Energia Elettrica ed il Gas che, nel mercato elettrico liberalizzato, commercializza esclusivamente energia rinnovabile). Le sane e naturali caramelle Ricola, abbracciando completamente la filosofia di Lifegate, sponsorizzeranno una serie di eventi organizzati nella nostra capitale da novembre a dicembre 2007. Per questa edizione di “Talenti per natura” verrà allestito un pullman ibrido che attraverserà la città per venti giorni, facendo tappa in alcune delle stazioni metropolitane più importanti e permettendo ai diversi gruppi emergenti di esibirsi. A conclusione di questo progetto ci sarà una serata in cui il gruppo vincitore si esibirà con un ospite Eco-testimonial. Queste iniziative, oltre ad essere occasioni di aggregazione con musica di elevata qualità, rappresenteranno anche una straordinaria iniziativa per trattare tematiche come il rispetto dell’ambiente, l’ inquinamento e gli sprechi energetici, tematiche che stanno molto a cuore all’azienda svizzera. Attraverso questa collaborazione, Ricola si impegna ancora una volta a dimostrare quanto sia importante e quanto creda nel valore del rispetto dell’ambiente e della natura. .  
   
   
GAMMA ELGYDIUM: STRUMENTI DI SALUTE DENTALE IDEATI PER SODDISFARE ESIGENZE PARTICOLARI  
 
Una gamma di prodotti per l’igiene dentale studiata sulle esigenze di chi ne fa uso: è Elgydium, una linea di prodotti ideata dai laboratori Pierre Fabre per prendersi cura del cavo orale con un occhio di riguardo ai problemi specifici di ognuno. Spazzolini, paste dentali, colluttori tutti dotati di caratteristiche particolari per una cura dentale personalizzata. Elgydium Clinic: una linea di spazzolini da denti ad alta tecnicità ideata per soddisfare esigenze particolari legate per esempio ad un intervento di chirurgia dentale. Grazie all’esclusiva tecnologia Tynex dei laboratori Pierre Fabre Oral Care, questi spazzolini sono dotati di speciali setole arrotondate con mole diamantate che garantiscono la massima sicurezza, evitando traumi gengivali e rispettando lo smalto dentario. Inoltre Elgydium clinic è dotato di testina fine ed arrotondata per non creare traumi, manico flessibile ed ergonomico per adattarsi ad ogni tipo di arcata dentale e da una valigetta copri-testina per garantire un’igiene ottimale. Elgydium Clinic Junior: studiato per soddisfare le esigenze dei più piccoli, questo spazzolino mantiene tutte le caratteristiche della linea Clinic, con in più una testina con due superfici di spazzolamento: una concava per adattarsi a quella convessa dei denti da latte, e una particolare inclinazione delle setole per spazzolare in maniera ottimale anche i molari. Senza tralasciarne il design accattivante e divertente. Per i bambini a cui invece è stato applicato un apparecchio ortodontico fisso La gamma Elgydium ha ideato lo spazzolino Junior Orthodontics, il quale grazie alla testina con setole ad U grantisce uno spazzolamento ad hoc anche in presenza di un apparecchio. Elgydium Inter-active: la punta di diamante della gamma Elgydium. Uno spazzolino che concilia qualità e forma associando un design di ottima ergonomia ad un efficace spazzolamento dei denti. Le caratteristiche che lo contraddistinguono sono infatti un’impugnatura antiscivolo con appoggio per il pollice, un manico largo e facile da impugnare e una testina con setole sia lunghe, per spazi interdentali e massaggio delle gengive, che corte per la pulizia dello smalto. Elgydium classic: si tratta di un modello che punta sulla precisione nello spazzolamento grazie alla testina corta e arrotondata, e a quattro file di setole della massima qualità. Non può mancare ovviamente l’impugnatura ergonomica per consentire un equilibrio ottimale della presa. Elgydium Bicarbonato: un dentrificio sbiancante realizzato con un processo innovativo ed esclusivo, a base di bicarbonato di sodio al 10% micropolverizzato per una doppia azione: una sbiancante non abrasiva, l’altra di pulizia profonda di smalto e spazi interdentali, eliminando macchie di fumo, caffè, thè e tartaro. Usato quotidianamente ridona brillantezza e splendore naturale ai denti. Elgydium Antiplacca Dentifricio Alla Clorexidina: una doppia combinazione di principi quali la clorexidina con azione antisettica e antiplacca, e carbonato di calcio con proprietà antisanguinamento e rigeneratrice del collagene per un’igiene dentale quotidiana all’insegna di gengive sane senza irritazioni. Parodium Gel Gengivale: dopo ogni pulizia dentale è l’ideale per ridurre infiammazioni e l’indice di placca. A base di clorexidina ed estratto di rabarbaro è stato studiato per la cura e la prevenzione delle gengiviti. Eludril Colluttorio: in caso di infezioni del cavo orale e di cure post-operatorie la sinergia della clorexidina come antisettico, battericida e fungicida, e del clorobutanolo ad azione analgesica, contribuisce a lenire l’infiammazione ridonando sollievo al cavo orale. .  
   
   
IMPORTANTI NOVITÀ DA ARDBEG ULTIMATE ISLAY MALT È STATO NOMINATO MIGLIOR WHISKY MONDIALE DELL´ANNO  
 
Ultimate Islay malt Ardbeg Ten yars ha ricevuto una pregiata onorificenza il 12 Ottobre 2007 Ardbeg Ten Years Old è stato nominato miglior Whisky dell’Anno. Il riconoscimento è stato assegnato da Jim Murray, esperto di whisky di fama mondiale, che ha contribuito all’assegnazione del premio facendo sì che per la prima volta venisse premiato uno Scotch single malt. Allo stesso tempo, anche Ardbeg Ten Years Old è stato eletto Single Malt dell’anno. Questo whisky si è distinto per il suo aroma complesso e sofisticato, per il suo sapore così meravigliosamente schietto e per il suo equilibrio perfetto tanto da essere definito ´galattico’. Negli anni ‘80 e ‘90 Ardbeg ha attraversato momenti in cui il futuro sembrava incerto e solo grazie alla sua acquisizione da parte di Glenmorangie nel 1997 la distilleria è stata salvata dalla chiusura definitiva. Da allora, la distilleria è risorta dalle sua ceneri come l’Araba fenice e oggi Ardbeg ha consolidato il suo nome occupando un settore di nicchia e diventando un whisky di malto di culto che annovera un seguito di fedelissimi tra tutti gli appassionati di whisky del pianeta. Hamish Torrie, Marketing Manager di Ardbeg afferma: “Il riconoscimento di Jim nei confronti di Ardbeg come miglior whisky del mondo è anche un grande omaggio all´abilità e al talento del nostro Whisky Team guidato dal Dr. Bill Lumsden che ha lavorato sodo per creare una perfetta armonia di gusto e qualità. La Bibbia del Whisky è sempre un´inestimabile fonte di informazioni e di humour per gli amanti del whisky di malto e pertanto siamo assolutamente felici che Ardbeg abbia vinto questo premio. " Nella sua Bibbia del Whisky Edizione 2008 Jim Murray dice di Ardbeg: “ Per me Ardbeg è ed è sempre stato il whisky di malto più complesso che esista sulla faccia della terra. ” Ha poi aggiunto: “Ho visitato costantemente la distilleria in questi ultimi 30 anni, molto prima che si sentisse parlare di Ardbeg, e poiché l´ho sempre considerata la migliore distilleria del mondo, cerco davvero di non favorirlo per dissipare ogni eventuale pregiudizio”. “Tuttavia, questa particolare produzione è indubbiamente l’espressione migliore di Ten Years Old dai tempi della leggendaria- anche se poco degustata - produzione del 1983/4. Quindi, per quanto ci abbia provato, ho dovuto assegnare ad Ardbeg Ten il riconoscimento di miglior Whisky dell´Anno…perché è semplicemente eccellente. ” A proposito di Ardbeg Ardbeg è orgoglioso di essere l’‘Ultimate Islay Malt Whisky’. La distilleria fu fondata nel 1815 e il whisky prodotto da Ardbeg è venerato dagli esperti di tutti il mondo e considerato come il più torbato, affumicato e complesso di tutti gli Islay malt in circolazione. Nonostante il suo gusto affumicato, Ardbeg è noto per la sua forte e deliziosa dolcezza, un fenomeno che è stato affettuosamente ribattezzato ‘il paradosso della torba’. .  
   
   
AL PARLAMENTO EUROPEO UN COMPROMESSO SUL VINO: È UNO DEGLI ARGOMENTI TRATTATI NELLO SPECIALE ‘PRODUZIONE VITIVINICOLA’ DI AGRIMPRESA IL QUINDICINALE DELLA CIA EMILIA ROMAGNA  
 
Al Parlamento europeo un compromesso sul vino: è uno degli argomenti trattati nello speciale ‘Produzione vitivinicola’ di Agrimpresa, il quindicinale della Cia Emilia Romagna. Si tratta di un inserto di 4 pagine con tutti i dati della campagna vendemmiale 2007 e le scelte strategiche delle aziende vitivinicole nel comprensorio dei lambruschi. Tra i servizi, inoltre, anche un approfondimento sul sistema creditizio per le imprese agricole alla luce delle nuove regole imposte da Basilea Due. Il numero 23 di Agrimpresa, il quindicinale di tecnica, economia e politica agraria della Cia Emilia Romagna è consultabile on line all’indirizzo (http://www. Emiliaromagna. Cia. It/agrimpresa/2007/index. Htm). .  
   
   
1,8 ML. EURO DI FONDI UE PER VIGNETI SLOVACCHI  
 
La Commissione europea ha approvato il bilancio preliminare, per un ammontare complessivo di 510 milioni di euro, destinato ai Paesi membri che producono vino. La cifra stanziata servirà per le ristrutturazioni dei vigneti nell´anno economico 2007-08. Lo afferma l´Ice. I produttori di vini slovacchi riceveranno complessivamente 1,79 milioni di euro. Queste dotazioni riguardano 473 ettari di vigneti. Obiettivo del programma è l´adeguamento della produzione alle richieste del mercato. I contributi sono destinati alla coltivazione di altre varietà o alla riallocazione dei vigneti. .