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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 29 Gennaio 2014 |
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Politica |
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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO A SEGUITO DEL VERTICE UE-RUSSIA |
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Bruxelles, 29 gennaio 2014 - Buon pomeriggio onorevoli e signori, Questo vertice con il presidente Putin è stata un´occasione importante per riflettere sulla natura e sulla direzione del nostro partenariato strategico. Come disse una volta Dostoevskij "molta infelicità è venuto nel mondo a causa di smarrimento e di cose non dette." È in questo spirito di dire le cose che a volte non diciamo che abbiamo affrontato questo incontro, svoltosi in un clima di franchezza e apertura. E credo, è stato utile per chiarire alcune questioni. Il nostro rapporto ed i nostri interessi comuni sono troppo importanti per non affrontare le nostre differenze. Abbiamo bisogno l´uno dell´altro per garantire la stabilità e la prosperità in tutto il nostro continente comune e di produrre soluzioni alle molte sfide che dobbiamo affrontare insieme. Per fare questo, abbiamo bisogno di comprensione e fiducia reciproca strategica. Siamo, naturalmente, non partiamo da zero. Stiamo lavorando a lungo insieme: all´interno del nostro partenariato per la modernizzazione, nella scienza, per esempio, attraverso il nostro lavoro comune nel G20 e G8, per esempio. Abbiamo sostenuto le presidenze russi su molte questioni internazionali come la lotta contro il terrorismo, come indicato nella dichiarazione congiunta che abbiamo adottato oggi sulla lotta al terrorismo. Ancora una volta mi permetta di condannare fermamente i recenti attacchi barbarici a Volgograd che meritano la nostra condanna forte e ferma. Per andare avanti nel nostro rapporto, dobbiamo affrontare alcune questioni in sospeso, sui quali a volte abbiamo delle differenze. E abbiamo anche affrontato alcune di queste differenze durante i nostri colloqui di oggi: L´unione europea ha sostenuto attivamente l´adesione della Russia all´Omc, ma da allora sono state introdotte una serie di misure che reputiamo restrittive per gli scambi. Crediamo che questi ostruiscano il nostro rapporto economico. E abbiamo anche bisogno di trovare una soluzione definitiva per le questioni in sospeso di lunga data, come i sorvoli della Siberia. Stato di diritto e delle libertà fondamentali, ovviamente, sono di fondamentale importanza anche nel nostro rapporto. Un altro modo per rafforzare la nostra fiducia è quello di lavorare insieme in uno dei nostri più importanti obiettivi strategici e condivisi: creare uno spazio economico comune da Lisbona a Vladivostok. Può sembrare un sogno, ma i sogni possono diventare realtà. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo costruire sui principi del rispetto per le decisioni sovrane, le società democratiche e mercati aperti. L´integrazione del nostro continente non sarà raggiunto durante la notte. Ha bisogno di andare passo dopo passo. E partenariato orientale dell´Unione europea è la chiave per raggiungere questo obiettivo strategico. Il partenariato è di estendere e ancoraggio stabilità, regola di diritto, opportunità di investimento e di crescita oltre i confini dell´Unione europea. Il partenariato non è contro qualcuno, è per qualcosa - si tratta di fare i paesi nel nostro quartiere più prospero e dando loro cittadini migliori condizioni di vita. Questo è qualcosa che può solo beneficiare i nostri altri partner, e certamente non danneggerà la Russia. Ecco perché oggi, inoltre, abbiamo convenuto che dobbiamo perseguire consultazioni bilaterali a livello di esperti sugli accordi di partenariato orientale di associazione e le loro possibili conseguenze economiche per entrambe le parti. I nostri partner orientali dovrebbero essere liberi di decidere il proprio percorso. Abbiamo quindi lieti di firmare accordi di associazione con la Moldova e la Georgia nel corso dell´anno. Abbiamo naturalmente discusso anche l´Ucraina. Abbiamo espresso profonda preoccupazione per l´escalation di violenza, vittime e segnalazioni di persone scomparse e le violenze contro i manifestanti e giornalisti. L´uso della forza non è la risposta alla situazione politica. Le autorità devono impegnarsi in un serio dialogo ad alto livello con l´opposizione e la società civile e abrogare le leggi approvate dalla Rada limitando le libertà civili. Ho chiamato il presidente Yanukovich scorsa settimana per passare questi messaggi chiari, il Commissario Füle ha viaggiato due volte per il paese negli ultimi 5 giorni e Alto Rappresentante / Vicepresidente Cathy Ashton è un viaggio a Kiev oggi. Penso che sia nell´interesse dell´Unione europea e la Russia per contribuire alla stabilizzazione della situazione, basata sullo Stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Nessuno ha da guadagnare dalla mancanza della legge, dell´ordine e della libertà. In questo contesto, voglio prendere atto della decisione odierna della Rada di abrogare il 16 gennaio di leggi che limitano le libertà fondamentali. Se confermato, questo, insieme con l´adozione della legge di amnistia, saranno passi importanti di de-escalation della situazione e per facilitare ulteriori passi attraverso il dialogo politico verso una soluzione politica per la crisi. Siamo stati molto chiari nel condannare la violenza in Ucraina. Per concludere, credo che abbiamo bisogno di cambiare la percezione che il guadagno di una regione è il dolore di un´altra regione. Noi nell´Unione europea siamo contro la mentalità del blocco contro blocco. Crediamo che l´Unione europea e la Russia hanno tutto da guadagnare da un atteggiamento cooperativo. Dobbiamo lavorare su come spostare la nostra partnership da una partnership di necessità in una società di scelta attraverso un nuovo accordo. Ci aspettiamo che, se le condizioni sono adeguatamente preparati, di avviare i negoziati nuovo accordo nel prossimo vertice a Sochi nel mese di giugno. Discussioni continueranno, a questo proposito, tra le due parti. Credo che questo vertice è stato utile quanto era necessario. E spero che potremo compiere progressi nel prossimo futuro. In realtà, io sono molto impaziente al nostro prossimo incontro a Sochi, all´inizio di giugno. Grazie per la vostra attenzione.” |
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INTERVENTO DI OLLI REHN ALL’ ECOFIN |
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Bruxelles, 29 Gennaio 2014 - Vorrei cominciare augurando alla Grecia una presidenza di successo e liscia per conto della Commissione europea. Siamo molto lieti di lavorare con voi per portare avanti la nostra agenda comune di crescita sostenibile, la creazione di posti di lavoro, una migliore coesione nonché a lavorare per una Uem profonda e genuina. Vorrei dire qualche parola su tre cose. In primo luogo, sulle sfide della Presidenza, in secondo luogo, sulle prospettive attuali economica in Europa, e il terzo, in Croazia. Sulle sfide della presidenza nel primo semestre di quest´anno, in primo luogo, dobbiamo lavorare per raggiungere un accordo definitivo nelle prossime settimane sul meccanismo di risoluzione unico e una risoluzione Fondo Unico modo che questi possano iniziare a essere attuate senza indugio. In secondo luogo, dobbiamo garantire che tutti gli Stati membri mantengono lo slancio per le riforme economiche e la solidità delle finanze pubbliche. Ora abbiamo un quadro ben consolidata per il coordinamento della politica economica, nella forma del semestre europeo, di cui siamo ormai nel quarto ciclo annuale. E in terzo luogo, ai primi di giugno, la Commissione presenterà il Rapporto sulla convergenza successivo sulla disponibilità degli Stati membri ad aderire alla zona euro, per la discussione sotto la presidenza greca. Ciò è particolarmente rilevante per la Lituania, che mira a seguire il percorso di Estonia e Lettonia come membri della zona euro. Valuteremo la convergenza della Lituania in questo rapporto convergenza durante la Presidenza greca. Sulle prospettive economiche, le nostre aspettative di sviluppi economici nei prossimi sei mesi sono per un graduale rafforzamento della ripresa economica in Europa. Come ho illustrato in occasione del Consiglio Ecofin di questa mattina, dal nostro ultimo incontro nel mese di dicembre, i dati economici per l´Europa ha continuato a essere incoraggianti. La domanda interna ha dato un contributo positivo alla crescita del Pil, con un investimento ampliando ulteriormente e consumi delle famiglie continua a crescere moderatamente. La fiducia dei consumatori nell´Unione europea ha raggiunto il suo livello più alto dal gennaio 2008. Sentiment nell´area dell´euro mercato obbligazionario sovrano ha continuato a rafforzare. Allo stesso tempo, le turbolenze dei mercati dei giorni scorsi, anche se deriva principalmente dalle economie emergenti piuttosto che in Europa, è un ricordo che non possiamo permetterci alcun compiacimento. L´alto livello di disoccupazione in molti Stati membri è un altro motivo molto importante perché non possiamo riposare sugli allori. Pertanto, tutti noi in Europa deve mantenere la rotta della riforma, al fine di continuare a ricostruire la fiducia, rafforzare la nascente ripresa, e rafforzare le nostre difese contro gli shock esterni. Vorrei concludere con una parola sulla Croazia. Con l´adozione odierna da parte del Consiglio di una raccomandazione di correggere il disavanzo eccessivo entro il 2016, un chiaro percorso è impostato per ristabilire la sostenibilità delle finanze pubbliche della Croazia. Sarà fondamentale per la Croazia di intraprendere un´azione decisiva per raggiungere questo obiettivo, al fine di ripristinare la fiducia nell´economia e creare le condizioni per una ripresa sostenibile della crescita e della creazione di posti di lavoro. Ciò significa che, entro aprile, la Croazia si chiede di adottare misure adeguate e sufficientemente specificati e quantificati per assicurare progressi verso la correzione del disavanzo eccessivo e debito. La Commissione valuterà se l´azione efficace è stata presa dalla Croazia in seguito, nel corso di questa primavera, come parte del processo nell´ambito del semestre europeo. Voglio sottolineare al popolo croato che questo processo è un partenariato, un partenariato tra la Croazia e l´Unione europea. La Commissione collaborerà strettamente con le autorità croate per sostenere i loro sforzi per affrontare le sfide che l´economia sta affrontando e per costruire una solida base per la ripresa economica, sulla base di finanze pubbliche sane. Grazie. |
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DISCORSO DEL PRESIDENTE BARROSO A BUSINESSEUROPE DAY: LE QUESTIONI DEL SETTORE |
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Bruxelles, 29 gennaio 2014 – “ Cara Emma, signora Presidente, Caro Markus, direttore generale, Illustri Capi di Businesseurope, compresi i capi delle organizzazioni nazionali di Businesseurope, I membri del Parlamento europeo, Illustri ospiti, Cari amici, E ´un privilegio per me essere in grado di affrontare un pubblico così distinto nel Cercle de Lorraine, per il giorno Businesseurope sul tema "questioni Industry" - una dichiarazione posso sostenere con tutto il cuore. La settimana scorsa alcuni di noi, al World Economic Forum di Davos, discusso quali sono necessarie misure per consolidare la via d´uscita dalla crisi. Sono rimasto particolarmente contento che quest´anno è stata la prima volta dall´inizio della crisi che l´Europa non è stata sotto i riflettori. Questa è stata una buona notizia! Vi è, infatti, un sentimento generale che l´Europa era in grado di resistere e di superare la fase più difficile della crisi. Questo non significa che siamo già fuori dalla crisi. Come potremmo essere, quando abbiamo un così alto livello di disoccupazione e anche la crescita, certamente, ma modesta crescita? Ma infatti, non dobbiamo dimenticare da dove veniamo. Qualche tempo fa gli esperti, analisti, commentatori, molti dei nostri partner internazionali, parlavano di una implosione dell´euro. Che cosa è successo non solo nessun membro ha lasciato l´euro, ma abbiamo accolto un nuovo membro, la Lettonia, che - tra l´altro - ha uno dei tassi di crescita più elevati in Europa. Alcuni più pessimisti sono stati perfino anticipare la disintegrazione dell´Europa. In realtà, abbiamo appena aggiunto un nuovo membro, la Croazia. E alcuni pensavano il crollo della periferia. La realtà è che la maggior parte dei paesi della periferia sono ora attraverso programmi molto impegnativi, recuperare la competitività perduta. Tornerò a che in un attimo. Quindi, il mio punto è che possiamo, se continuiamo con determinazione, non solo uscire dalla crisi, ma uscire dalla crisi più forti. Perché voglio dire forte? Perché sarà con più competitività. Perché, come ho detto più e più volte, il mondo dopo la crisi non sarà la stessa come il mondo prima della crisi. Questo è stato un punto di svolta, non solo per noi qui in Europa, ma per il resto del mondo. Quindi dobbiamo adattarci ad un ambiente molto più difficile competitivo. Abbiamo anche trarre le lezioni della crisi, che cosa significa in termini di comportamento finanziario, regolamentazione e supervisione finanziaria finanziaria, al fine di evitare questo tipo di errori si ripetano. Dobbiamo imparare le lezioni della crisi in ciò che significa avere un livello molto elevato del debito pubblico, per correggere questi debiti pubblici, per ridurli. Perché, come abbiamo visto, crescita basata su alti livelli di debito - pubblici o privati - non è semplicemente sostenibile. E ´in un modo artificiale di crescita. E dobbiamo anche trarre insegnamento da ciò che mancava prima della crisi in Europa. Voglio dire un sistema più articolato di governo, vale a dire in ciò che riguarda l´area dell´euro. E ora, in linea di massima, abbiamo gli strumenti. Ci siamo quasi, ancora lì, ma quasi, per affrontare qualsiasi crisi e anche per rafforzare il nostro sistema di governance economica attraverso la cooperazione rafforzata, non solo in termini di disciplina fiscale - che è importante, ma anche in termini di sostegno alle riforme. E credo che siamo in quella fase. Voglio essere realistici con voi. Si sta molto distinto dirigenti d´azienda, lo sai meglio di me cosa sta succedendo nell´economia reale. Ma dalla posizione di osservazione e di responsabilità che ho, la mia piena fiducia che supereremo la crisi se non sedersi e rilassarsi, se non vi è alcun compiacimento, se continuiamo gli sforzi abbiamo avviato con determinazione. Quindi questo è il mio primo messaggio. Questo sarà anche il mio messaggio ai membri del Consiglio europeo, quando ci incontreremo marzo per analizzare questioni come quelle che abbiamo discusso qui: competitività, la crescita, l´energia, le questioni del clima e anche quello che possiamo fare per aumentare la nostra competitività in Europa. Così oggi l´evento, e anche i vostri consigli, sono perfettamente a tempo per essere parte di questa discussione, e mi congratulo con voi per questo. Uno degli incontri di Davos Ho partecipato - e non era il mio suggerimento - è stato chiamato proprio il Nuovo Rinascimento dell´Europa. Ho trovato molto stimolante. Ero a chiedermi se non fossimo esagerando. Comunque, penso che sia meglio avere un alto obiettivo che avere solo due obiettivi modesti. Infatti, abbiamo prodotto anche recentemente, come Emma Marcegaglia appena detto - e vi ringraziamo per le gentili parole - una comunicazione sulla rinascita industriale in Europa. Credo che sia giunto il momento di fare un passo ulteriore, porre l´accento in competitività e in particolare sulla competitività industriale. Come sapete, gli ultimi anni sono stati dominati dalla crisi. Quando abbiamo una crisi come quella che abbiamo avuto - la più grande sorpresa fin dall´inizio dell´integrazione europea - è solo normale che le menti dei leader a livello europeo o nazionale, sono per lo più concentrati sulle questioni più immediate. Perché in effetti, alcuni dei nostri paesi erano molto vicino a quello che avrebbe potuto diventare una vera e propria catastrofe, quello che sarebbe stato uno scenario del tutto negativo. Quest´anno è probabile che sia il punto di svolta in quella che è stata la più profonda, più lunga recessione nei paesi dell´Unione europea. Un periodo di dolore, non solo per le nostre imprese, ma anche e soprattutto per i nostri cittadini, con 26 milioni di uomini e donne disoccupate e un livello particolarmente elevato di disoccupazione giovanile. Ma abbiamo motivo di essere fiduciosi, con una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre del 2013 e un debito in calo dello 0,7% nella zona euro a partire dalla fine del secondo trimestre alla fine del terzo trimestre del 2013. E, cosa più importante, abbiamo visto degli investitori e la fiducia dei consumatori a tornare. Abbiamo visto il mercato di stabilizzazione. Abbiamo visto, infatti, e questo non è sufficientemente detto, che l´Europa ha un surplus commerciale di 3,4 miliardi di euro. In realtà, l´Europa ha un avanzo di industria, servizi, agricoltura per diversi anni. Non abbiamo un surplus di energia e materie prime, ma in generale l´Europa rimane competitiva. Ed è importante notare che durante la crisi del settore che ha dato un grande contributo per uscire dalla crisi, vale a dire a queste nuove figure di crescita, è proprio l´industria. Irlanda chiuso con successo il suo programma di sostegno; Irlanda ora ha tassi più bassi di alcuni Stati membri, che non è mai entrato in un programma e l´Irlanda ha i più forti tassi di produzione industriale con il 11,7%. Spagna la scorsa settimana ha formalmente abbandonato il suo programma specifico per le banche con successo ed è ora riguadagnando la sua competitività con fiducia a tornare. La crescita ritrovata del Portogallo nel corso del secondo trimestre dello scorso anno, con la disoccupazione e l´interesse si diffonde scendendo. E il Portogallo è previsto per uscire il suo programma di aggiustamento prossimo maggio. Sforzi dolorosi della Grecia stanno iniziando a dare i suoi frutti con un avanzo primario previsto e la crescita anche prevista per quest´anno, nel 2014, anche se c´è ancora un modo per andare fino a quando si parla di pieno recupero. E come ho già detto, la Lettonia è ora il nuovo membro dell´euro. Lettonia - che tra l´altro - ha attraversato uno dei programmi più esigenti di regolazione e ora ha uno dei livelli di crescita più elevati. Cito questi paesi perché questi erano quelli che avevano un programma. O un completo o parziale di un programma, come nel caso di Spagna. Ma potrei citare anche altri che sono anche impegnati in un processo di riforme, anche se non hanno bisogno - e spero che non avrà mai bisogno - di un programma. Il caso in mente è l´Italia. Domani riceverò il Primo Ministro Letta e il suo governo qui a Bruxelles, e noi certamente parlare di questi argomenti. E se si guarda a questi paesi che ho appena citato, qual era il segreto del loro successo? Almeno in parte era l´industria. Perché erano in grado durante la crisi, mentre la domanda scendeva internamente, sono stati in grado di uscire e costruire sulla crescita della domanda esterna. E infatti è incredibile vedere l´evoluzione, per esempio, della bilancia commerciale esterna e la bilancia dei pagamenti di Irlanda, Spagna, Portogallo e Grecia. E ´incredibile. E ´stato in Grecia, è stato in Portogallo, è stato in Irlanda e Spagna che avete visto che le nostre industrie erano in grado di trovare nuovi mercati con grande adattamento, con grande coraggio, a volte le aziende piccole e medie che sono stati in grado di uscire dalla Cina al Brasile, dall´Africa agli Stati Uniti. Quindi, questo dimostra il punto, che le questioni del settore e che l´industria è estremamente importante per la rinascita o la rinascita della nostra economia. Ma, naturalmente, non è sufficiente, dobbiamo anche mettere in atto le riforme necessarie per completare l´Unione monetaria e perfettamente funzionante Unione economica. Ecco perché abbiamo bisogno di completare la Union Banking, con l´adozione del meccanismo di risoluzione unico. E sto sollecitando il Consiglio, gli Stati membri e il Parlamento per finalizzare la legislazione prima delle elezioni del Parlamento europeo, perché sarà semplicemente non credibile dopo aver annunciato che abbiamo completato la Union Banking che ora non abbiamo uno dei pilastri della questa Unione-banking unico meccanismo di risoluzione-in posto. E ´anche importante per rafforzare la nostra governance economica. Ecco perché il semestre europeo, ormai al suo secondo anno, è importante garantire che gli Stati membri hanno politiche e nei bilanci economiche sostenibili e anche che essi possono ripristinare la fiducia dei mercati attraverso la corretta attuazione del Patto di stabilità e crescita. Solo in questo modo ci sarà la fiducia delle imprese a investire, innovare, produrre, e la fiducia dei consumatori a spendere. Solo in questo modo possiamo ottenere posti di lavoro e crescita sostenibile. Naturalmente, il nostro recupero deve avvenire in tutti i settori e in tutta Europa. Oggi abbiamo una situazione molto disomogenea in Europa. So anche quanto l´industria europea ha sofferto durante la crisi, con una mancanza di domanda, la mancanza di investimenti e di condizioni di finanziamento e di aumento dei costi energetici. La disoccupazione ha raggiunto un livello intollerabile in Europa. Questo è uno dei motivi per cui stiamo prendendo azione con l´Iniziativa occupazione giovanile e la garanzia per i giovani che la Commissione europea ha proposto, per il quale abbiamo deciso di anticipare di 6 miliardi di euro provenienti dai fondi strutturali per il periodo 2014-2015. Per creare posti di lavoro in Europa è quindi la nostra priorità numero uno. Sappiamo che alcune delle condizioni sono legate alla macro-trasformazioni, ma crediamo che sia importante, in particolare per la disoccupazione giovanile ora di avere qualche mirati, l´azione volontaristica. Ora la questione importante è l´attuazione . Che tutto va al cuore di ciò che abbiamo chiamato la nostra agenda Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. E proprio come abbiamo imparato la lezione dalla crisi, dobbiamo ora attuare quelle lezioni in termini di plasmare e dirigere le nostre economie e società. Questo 10 - anno strategia che abbiamo adottato nel 2010 è ancora valida, con i suoi obiettivi concreti a livello di occupazione, la percentuale del Pil in ricerca e innovazione, mobilità giovanile, le norme e le competenze di istruzione, inclusione sociale, la riduzione della povertà, l´efficienza energetica e altri. All´interno di questa strategia, l´industria europea fa davvero importa. L´industria europea è stata una grande fonte di prosperità per l´Europa e, se vogliamo che rimanga prospera in futuro, abbiamo bisogno di mantenere e rafforzare la nostra attenzione per l´industria. Come lei ha detto, signora Presidente, oltre l´80% delle esportazioni europee sono da industria, il 75% degli scambi all´interno del mercato unico è l´industria, e l´80% della ricerca privata e dell´innovazione va in industria. In totale, 1 a 4 posti di lavoro nel settore privato sono nel settore industriale. E sappiamo, naturalmente, che è anche l´impatto di un posto di lavoro creato nel settore per settore dei servizi. Ha anche bisogno di attenzione, industria, perché abbiamo bisogno di un´economia equilibrata. Gli eventi recenti ci hanno dimostrato che l´eccessiva dipendenza da un settore della nostra economia ci rende più vulnerabili agli shock. Il successo nella produzione riversa nel settore dei servizi. Questo è il motivo per cui abbiamo chiesto un ritorno al 20% del capitale del settore in Pil europeo entro il 2020 - una cifra avevamo già nel 1990 prima che le bolle immobiliari e finanziarie. La cifra attuale del 15,1% è chiaramente al di sotto i nostri obiettivi. Ed è per questo che abbiamo chiamato per un Rinascimento industriale europea, sostenuta da un mercato unico forte e ben funzionante e di un ambiente di business migliorata, una rinnovata politica energetica e climatica e, sulla dimensione esterna, una politica commerciale ambiziosa. Infatti, abbiamo bisogno di un unico mercato industriale, lavorando insieme come una sola, e non separatamente a 28. La nostra industria, le nostre Pmi hanno bisogno la piena attuazione del nostro mercato unico tutta la linea. Da quello che abbiamo già concordato e hanno bisogno pienamente in atto - come la direttiva sui servizi e sul cielo unico europeo - a nuove proposte, come ad esempio il pacchetto quarto ferroviario, delle telecomunicazioni, le tariffe di roaming e di un mercato unico digitale. A volte le persone parlano di noi e gli Stati Uniti, alcune delle lacune di competitività. Signore e signori, Questo è uno dei punti più importanti. Negli Stati Uniti hanno un mercato unico, hanno un mercato unico integrato. In Europa, abbiamo un mercato unico per le merci che funziona, ma non abbiamo ancora avere, in pratica, di un mercato unico dei servizi, noi non abbiamo ancora un mercato unico per l´energia, noi non abbiamo ancora una digitale mercato unico. E questa è una delle principali difficoltà che abbiamo nel nostro gap di competitività con i nostri partner americani. Perché, infatti, le nostre aziende non hanno lo stesso accesso a un mercato integrato come hanno. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno per completare l´opera, il lavoro che è stato già ampiamente d´accordo, ma in realtà - dobbiamo essere onesti - ci sono alcuni ritardi nell´attuazione. E abbiamo bisogno anche, naturalmente, il giusto livello di regolamentazione, e, naturalmente, per sfruttare i fondi che abbiamo dai fondi strutturali per la competitività. Stiamo facendo questo. In realtà, secondo le nostre stime, entro la fine del 2013, il nostro programma per la competitività e l´innovazione aveva assistito gli istituti finanziari nella fornitura di circa 30 miliardi di euro di nuovi finanziamenti per oltre 315.000 Pmi e aveva creato o mantenuto circa 380.000 posti di lavoro. Ed è per questo che dobbiamo andare avanti con questo programma. Prima di concludere, vorrei dire alcune parole su clima ed energia, perché capisco che questo è uno degli elementi di interesse per voi. Sono sicuro che tutti d´accordo che il cambiamento climatico è una minaccia fondamentale e molto importante per il nostro pianeta e che dobbiamo fare qualcosa, noi stessi e gli altri, per salvaguardare la qualità della vita sul nostro pianeta. Credo che le azioni del settore e clima non sono incompatibili. In realtà, se si guarda storicamente, dal 1990 alla fine del 2012, siamo stati in grado in Europa per ridurre le emissioni del 18%, mentre il Pil è cresciuto nello stesso periodo del 45%. Questo è importante ricordare, perché alcuni dei nostri partner, vale a dire economie emergenti, credo o tendono a pensare che sia impossibile raggiungere gli alti livelli di crescita che si aspettano con alcuni impegni, impegni vincolanti, in termini di cambiamenti climatici. E ´vero che qualche adattamento deve essere fatto, ma non è vero che, per definizione, una politica climatica è contro la competitività industriale. Alcuni dei paesi che, di fatto, sono più sviluppati in Europa e nel mondo sono stati estremamente ambiziosi in termini di loro obiettivi, a titolo di politica ambientale e il cambiamento climatico. Ecco perché la scorsa settimana la Commissione europea ha annunciato per il 2030 un obiettivo ambizioso ma realistico obiettivo del 40% di riduzione delle emissioni, e almeno il 27% dell´obiettivo rinnovabili a livello europeo. Quindi, abbiamo, infatti, pur mantenendo l´ambizione, molta più flessibilità con gli Stati membri su come raggiungerlo, e anche con i mercati. Crediamo che questo sia molto più sensato che continuare a concentrarsi su obiettivi molto, molto costrittivi a livello nazionale, perché siamo in un nuovo momento di attuazione, come ad esempio per la nostra politica rinnovabili. Allo stesso tempo, abbiamo rispettato il mix energetico dei nostri Stati membri, per questo non abbiamo avuto regolamentazione diretta sul gas shale. Il mio ultimo punto è che abbiamo bisogno di avere, naturalmente, di mobilitazione. Mobilitazione degli altri. Ecco perché la settimana scorsa, siamo stati in grado di chiamare con Ban Ki-moon a Davos, l´attenzione di tutti gli altri partner, perché sono d´accordo: possiamo avere successo solo sulla politica climatica, se siamo in grado di mobilitare i nostri partner a livello globale per raggiungere questi obiettivi pure. Quindi, per concludere, voglio dire che sono pienamente fiducioso che in questa nuova fase della nostra economia, saremo in grado, insieme agli Stati membri, per uscire da questa crisi più forti, anche attraverso una maggiore competitività nel settore. Per questo, le vostre raccomandazioni che sicuramente letto, ma che ho sentito, sono molto in linea con le nostre preoccupazioni, sono certamente nella giusta direzione. Ora il vero problema fondamentale è l´attuazione. Questo è il punto: praticamente tutte le analisi converge - in innovazione, in termini di competenze, di competitività, nel mercato interno. Ciò di cui abbiamo bisogno adesso, e per questo hanno un ruolo chiave da giocare con le istituzioni europee e con i governi nazionali, è quello di concentrarsi sulla fornitura, sulla realizzazione, in modo che possiamo avere un settore forte per un´Europa più forte. Vi ringrazio per la vostra attenzione.” |
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PUGLIA: RISPONDE ALLA GAZZETTA:UN GECT? CERTO, SOLO QUANDO È UTILE |
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Bari, 29 gennaio 2014 - Di seguito, la nota inviata dall´assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo, Silvia Godelli, alla Gazzetta del Mezzogiorno e dalla Testata pubblicata questa mattina: I n riferimento all’articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 26 gennaio a firma di Giuseppe Dimiccoli, intitolato “E’ partito il Progetto Gect ma la Puglia lo snobba”, desidero chiarire il reale “stato dell’arte”. Il Regolamento dell’Unione Europea che consente l’istituzione dei Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale (Gect) per favorire la cooperazione fra i territori di due o più Stati è stato varato appena un mese fa, per l’esattezza il 17 dicembre, sotto Natale. Ancora non sono stati invece approvati i regolamenti di attuazione che chiariranno le procedure interne a ciascuno Stato per ottenere il via libera alla concreta attivazione dei Gect. Dunque è assolutamente infondato sostenere che la Puglia “snobba” i Gect, siamo semplicemente in attesa delle norme che ci consentiranno di operare e che certo non possiamo inventare noi.(...) Chi segue l’evolversi del quadro comunitario sa bene peraltro che la Regione Puglia è stata ed é fra i maggiori sostenitori del Regolamento Gect a livello europeo, considerato che sin dal 2008 ha preso parte a Bruxelles all’apposito gruppo di lavoro costituito in seno al Comitato delle Regioni. Abbiamo svolto in quella sede un lavoro lungo ma efficace, ottenendo che il nuovo Regolamento per il 2014 – 2020 preveda la possibilità di attivare Gect attraverso il coinvolgimento anche dei Paesi non membri dell’Ue. Una straordinaria novità, fortemente voluta dalla Puglia che punta alla collaborazione con Paesi transfrontalieri quali l’Albania ed il Montenegro. Come Regione abbiamo condotto negli ultimi sei anni un capillare lavoro di informazione e animazione territoriale, attraverso incontri, convegni, dibattiti che peraltro hanno portato anche alla costituzione di un Gect che coinvolge parte del sud est barese, la Grecia, la Francia e Cipro. Dobbiamo però chiarire fino in fondo a che servono i Gect. Essi nascono intorno ad un forte interesse comune fra due Stati frontalieri, e perseguono obiettivi chiari e risultati concreti. Quando mancano queste condizioni di base, i Gect si trasformano in inutili e costose sovrastrutture a mero beneficio di qualche presidente o direttore o consigliere. L’esperienza europea degli anni passati lo dimostra: funzionano solo i Gect costruiti su esigenze concrete di stretta collaborazione fra organismi frontalieri, uniti per affrontare problemi comuni. Non vi è dubbio che i Gect rappresentino un notevole valore aggiunto per la cooperazione territoriale, uno straordinario strumento di governance multivello di portata internazionale e un fattore di partecipazione democratica. Ma vorrei essere esplicita: se non si daranno realmente queste condizioni, che ovviamente non dipendono solo da noi ma anche dai Governi degli altri Paesi, la Regione non avrà motivo di attivare alcun Gect. E pazienza se qualche speranza di ottenere una poltrona andrà delusa. Infine, la Macroregione Adriatico Ionica: nel 2010 si è tenuto a Bari il primo media-event dedicato alla strategia macroregionale con l’allora sottosegretario agli Affari esteri e con i Governatori delle Regioni adriatiche. Da quel momento, l’Assessorato regionale al Mediterraneo ha contribuito fattivamente alla stesura dei position paper per arrivare, nei mesi scorsi, alla consultazione degli stakeholders territoriali e quindi ai primi Report sui quattro assi di intervento: blue economy, trasporti, ambiente e attrazione dei territori. Su quest’ultimo aspetto, la Puglia ha coordinato la stesura del position paper Italia, evidenziando soprattutto il valore transnazionale della cultura come fattore di attrattività territoriale. Il Piano d’azione che la Commissione europea si appresta a varare durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue avrà dunque nella Puglia il baricentro degli interessi e delle opportunità che caratterizzano lo spazio del basso Adriatico e dell’area ionica. Speriamo con queste righe di aver chiarito la situazione e fornito le informazioni necessarie: anche e soprattutto per evitare che circolino notizie improprie alimentate da “osservatori” purtroppo poco documentati. |
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COOPERAZIONE IN ROMANIA AL VIA I TAVOLI OPERATIVI NELL’AMBITO DEL PROTOCOLLO ISTITUZIONALE TRA REGIONE BASILICATA E PROVINCIA DI GORJ. |
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Potenza, 29 gennaio 2014 - Si è svolto presso la Sala Verrastro della Giunta della Regione Basilicata, alla presenza del Presidente Marcello Pittella e dell’assessore all’Agricoltura Michele Ottati, l’incontro del Gruppo di Lavoro Basilicata finalizzato all’avvio dei tavoli operativi per lo sviluppo delle azioni previste dal Protocollo di Cooperazione fra Regione Basilicata e Provincia di Gorj. La volontà delle due istituzioni di cooperare per lo sviluppo e la crescita dei rispettivi territori è stata sancita ufficialmente, dopo la firma del Protocollo a Targu Ju (Romania) del 6 dicembre 2012, nell’incontro del 25 novembre scorso, svoltosi in Basilicata alla presenza delle massime cariche dei due governi. All’incontro hanno partecipato come referenti del Gruppo di Lavoro Basilicata, il Presidente del Distretto Tecnologico di Basilicata Tern, Antonio Colangelo, il Rettore dell’Università di Basilicata, Mauro Fiorentino, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Carlo, Giampiero Maruggi, il Direttore del Cnr Imaa, Vincenzo Lapenna, il responsabile di Utagri-enea, Massimo Iannetta, il responsabile Area Sviluppo del Territorio di Sviluppo Basilicata, Vittorio Simoncelli e il Direttore del Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo, Maria Lucia Trivigno. In particolare, è stato affrontato il tema legato alla definizione, nell’ambito del trasferimento di competenze e in quello della collaborazione finalizzata all’attuazione di progetti a valere sui programmi comunitari, di compiti e possibili proposte progettuali da presentare alla Provincia Romena di Gorj. Numerose le idee presentate dai referenti del Gruppo nell’ambito dei vari settori interessati dal protocollo. Tra queste, sul fronte della formazione, l’internazionalizzazione della ricerca e della formazione universitaria attraverso l’avvio di progetti e la valorizzazione di percorsi formativi di qualità, partendo dai corsi magistrali già attivi presso l’Università di Basilicata e potenzialmente attrattivi per gli studenti romeni. Sul fronte sanità sono emerse possibili proposte legate all’incoming sanitario che, attraverso l’organizzazione di veri e propri pacchetti di servizi di qualità da parte di tutto il sistema sanitario regionale, sia in grado di favorire una “mobilità transfrontaliera” tra Basilicata e Romania. Massima disponibilità è stata espressa, inoltre, anche sul piano della ricerca e delle competenze legate a temi e problematiche ambientali di interesse comune, tra tutte l’inquinamento atmosferico, l’inquinamento delle falde e il rischio idrogeologico e su quello della consulenza in ambito agricoltura, con proposte mirate all’implementazione di progetti a valere sulle Politica Agricola Comune e più in generale sui programmi comunitari. Il miglioramento della competitività delle imprese locali attraverso l’affiancamento sul campo nello sviluppo di progetti che ricadano sui fondi comunitari è emersa inoltre come uno degli obiettivi prioritari della cooperazione. Grande soddisfazione per i risultati dell’incontro di ieri è stata espressa dal Presidente Pittella che, oltre ad essere attivamente coinvolto nel progetto, ha esortato il gruppo a dare celermente avvio alla fase operativa della cooperazione attraverso l’organizzazione di una prima missione della delegazione Basilicata in Romania già a fine febbraio. |
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BASILICATA: CONSIGLIO REGIONALE, INSEDIATE LE COMMISSIONI PERMANENTI |
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Potenza, 29 gennaio 2014 - Insediamento, questa mattina, delle quattro Commissioni consiliari permanenti del Consiglio regionale, i cui componenti, nominati dai gruppi nei giorni scorsi, hanno proceduto all´elezione dei rispettivi uffici di presidenza. Presidente della prima Commissione (Affari istituzionali) è stato eletto Vito Santarsiero del Pd con 12 voti (per questa carica hanno ottenuto 2 voti Giovanni Perrino del Movimento cinque stelle e 1 voto Aurelio Pace del Gruppo misto). Vice presidente è stato eletto Aurelio Pace con 6 voti, mentre il segretario è il consigliere Achille Spada (Pd, 13 voti). Nella seconda Commissione (Bilancio e programmazione) è stato eletto presidente Gianni Rosa del gruppo Lb-fdi con 6 voti (2 voti per Giovanni Perrino del M5s). Vice presidente è stato eletto Carmine Miranda Castelgrande del Pd con 10 voti. Il segretario è il consigliere Vito Giuzio del Pd, eletto con 10 voti. Francesco Pietrantuono del Psi con 12 voti è stato eletto presidente della terza Commissione (Attività produttive, territorio), mentre per questa carica Gianni Leggieri del M5s ha ottenuto 2 voti. Vice presidente è stato eletto il consigliere Giannino Romaniello (Sel) con 7 voti, segretario è Vincenzo Robortella (Pd), che ha riportato 11 voti. Luigi Bradascio della lista Pittella Presidente è stato eletto presidente della quarta Commissione con 14 voti (Gianni Leggieri ha ottenuto 2 voti). Vice presidente è stato eletto Gianni Leggieri con 6 voti, mentre il segretario è il consigliere Mario Polese del Pd, che ha ottenuto 12 voti. “Con l’insediamento delle Commissioni – ha detto il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza – può svilupparsi pienamente l’attività legislativa e di programmazione, che significa affrontare e cercare di risolvere i tanti problemi della Basilicata. Grazie alle modifiche del regolamento approvate nella seduta di insediamento la legislatura si avvia con quattro Commissioni e non cinque e con uffici di presidenza più snelli: un primo passo concreto verso la riduzione dei costi. Ma sono allo studio dell’Ufficio di Presidenza anche altre misure per migliorare la funzionalità delle Commissioni e della macchina amministrativa, razionalizzare le procedure e ridurre ulteriormente i costi di funzionamento del Consiglio regionale. Ne parleremo nei prossimi giorni anche con i capigruppo. In questo modo, senza inseguire alcuna spettacolarizzazione, cercheremo di introdurre gradualmente altri cambiamenti, per migliorare la qualità della normazione, promuovere la partecipazione dei cittadini nel procedimento legislativo e garantire una maggiore trasparenza delle procedure”. La prima Commissione si occupa di affari generali, ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi dipendenti dalla Regione, rapporti con enti, aziende e società collegati alla Regione, circoscrizioni comunali, polizia locale urbana e rurale. La seconda Commissione ha competenza in materia di bilancio, sviluppo economico, demanio e patrimonio, finanze, politica delle entrate e della spesa. La terza Commissione si occupa di agricoltura e foreste, ecologia e ambiente, caccia e pesca, turismo ed industria alberghiera, acque minerali e termali, cave e torbiere, assetto del territorio, urbanistica, valorizzazione del suolo, tramvie e linee automobilistiche di interesse regionale, viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale, navigazione e porti lacuali, artigianato. La quarta Commissione si occupa di difesa della salute, programmazione ospedaliera, assistenza e sicurezza sociale, scuola, assistenza scolastica, istruzione artigianale e professionale, musei e biblioteche degli enti locali, lavoro, emigrazione, sport e tempo libero. |
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GLI ATTI APPROVATI NELLA SEDUTA DI GIUNTA TOSCANA DI MARTEDÌ 28 GENNAIO |
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Firenze, 29 gennaio 2014 - Questi i principali provvedimenti, approvati, martedì 28 gennaio, dalla Giunta regionale trasmessa in diretta streaming. • Approvazione del Piano straordinario per Prato, in seguito al rogo di dicembre, che prevede l´assunzione di 50 tecnici della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro con l´obiettivo di svolgere controlli e attività ispettive, accompagnati da mediatori linguistici cinesi, nei capannoni e nei dormitori abusivi (min. 02.30 a min. 11.45 circa). • Approvazione del Piano operativo antincendi boschivi 2014 (min. 21.15 a min. 21.40 circa). • Parere positivo della Giunta e relativo stanziamento di un milione e mezzo di euro per la realizzazione di interventi di adeguamento della Strada della Pace di Sant´anna di Stazzema(min. 17.25 a min. 18.40 circa). Archivio Video Giunta http://www.Regione.toscana.it/regione/giunta/archivio-video Atti Approvati (a seguito della verbalizzazione) http://web.Rete.toscana.it/attinew |
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ZAIA AL GOVERNO SU ATTUAZIONE ART. 116 DELLA COSTITUZIONE: “LA NOSTRA PROPOSTA DI FEDERALISMO È QUELLA DEL DISEGNO DI LEGGE CHE DERIVA DAL LAVORO DEL GRUPPO ANTONINI” |
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Venezia, 29 gennaio 2014 - “Diciamo al Governo che, relativamente all’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione in materia di federalismo differenziato, la proposta della nostra Regione su cui confrontarci è quella del Progetto di Legge Statale n. 16, di iniziativa della Giunta regionale, depositato in prima Commissione di palazzo Ferro Fini l’ottobre scorso, derivante dal lavoro svolto dal gruppo di esperti guidati dal professor Luca Antonini. Ne consegue che la proposta della scorsa legislatura, l’unica sino ad oggi formalmente inviata al Governo, si deve ritenere superata”. Così il presidente il 28 gennaio Luca Zaia spiega i contenuti dell’odierna informativa alla Giunta, con la quale, avendo la Legge di Stabilità 2014 dato nuovo impulso al conseguimento di forme e condizioni particolari di autonomia regionale, viene ufficialmente precisata la posizione della Regione del Veneto sull’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione. L’articolo 116 della Costituzione, al terzo comma, prevede che, mediante uno specifico iter procedurale, le Regioni a Statuto ordinario possano acquisire “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” rispetto a quelle oggi costituzionalmente spettanti. In particolare, a tali fini, è necessario che, “su iniziativa della Regione interessata” e “sentiti gli enti locali”, sia conclusa fra lo Stato e la Regione stessa un’intesa, che deve poi essere recepita da una legge dello Stato da approvarsi a maggioranza assoluta dei componenti delle Camere, detta anche legge di differenziazione. “Al fine di agevolare l’attuazione concreta di questo percorso – precisa Zaia nell’informativa –, la Giunta Regionale ha scelto di concentrare le proprie richieste rispetto alla proposta formulata nel corso della legislatura precedente, individuando i soli settori in cui la Regione ritiene di poter esercitare con maggiore efficienza rispetto allo Stato il potere legislativo. In particolare, il Veneto rivendica anzitutto il riconoscimento di una più ampia potestà legislativa in due settori di prioritario interesse quali l’istruzione e la tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in cui vi è oggi una commistione tra competenze esclusive dello Stato e competenze concorrenti. In detti settori le richieste della Regione mirano ad assicurare l´unitarietà degli interventi pubblici concentrandoli a livello regionale, eliminando la duplicazione delle competenze e garantendo una più efficace gestione delle risorse pubbliche. “Sono formulate, inoltre – prosegue l’informativa –, richieste di maggiore autonomia con riferimento ad altri settori che rientrano in materie già di competenza concorrente: rapporti internazionali e con l’Unione europea; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all´innovazione per i settori produttivi; protezione civile; governo del territorio. In queste materie, le richieste di maggiore autonomia riguardano solo alcuni ambiti che, se regolati interamente dalla Regione, possono costituire un importante strumento per integrare le proprie strategie di programmazione e favorire il sostegno dello sviluppo socio-economico del territorio”. Diversamente dalla proposta precedente, inoltre, la rivendicazione di nuove competenze è accompagnata dalla richiesta di attribuzione alla Regione di aliquote aggiuntive di compartecipazione al gettito dell’Iva e dell’Irpef riferite al territorio regionale. Infine, il Gruppo di Esperti ha ritenuto di delineare un percorso attuativo diverso dall’iter seguito durante la scorsa legislatura: anziché predisporre una piattaforma di proposte da negoziare con lo Stato, dando mandato al Presidente di avviare le trattative per la conclusione dell’intesa, si è preferito, al fine di dare maggiore concretezza alle proposte della Regione, di posticipare la fase dell’intesa con il Governo alla presentazione di una proposta di legge statale di iniziativa regionale. Il disegno di legge n. 16 contenente la proposta di legge statale dovrà, dunque, essere approvato dal Consiglio Regionale che lo invierà al Parlamento Nazionale e, contestualmente, dovrà dare mandato al presidente della Regione a negoziare con lo Stato i contenuti delle richieste che successivamente saranno recepite dall’intesa che costituirà la base della “legge di differenziazione”. “Questo è uno dei tre disegni di legge predisposti dalla Giunta grazie all’opera svolta dl gruppo di esperti costituzionalisti guidati da Antonini in collaborazione con le Direzioni regionali – conclude Zaia –. Si tratta di proposte che hanno una grande valenza innovativa e fanno del Veneto la Regione apripista su questo fronte di straordinaria importanza per il futuro del nostro Paese. La riforma che noi proponiamo, voglio sottolinearlo, è a costo invariato e anzi genera risorse che potranno opportunamente essere utilizzate nel nostro territorio, determinando la fine di un sistema che premia chi spreca e deprime ingiustamente le amministrazioni virtuose”. |
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ACCELERAZIONE SPESA, PRESENTATI DUEMILA PROGETTI PER UNA SPESA DI OLTRE 4 MILIARDI. CALDORO: OTTIMO LAVORO REALIZZATO CON IL SISTEMA DEGLI ENTI LOCALI |
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Napoli, 29 gennaio 2014 - Sono duemila, per una spesa di oltre 4 miliardi di euro, i progetti presentati alla Regione nell’ambito del bando per l´accelerazione della spesa dei fondi strutturali. I soggetti presentatori sono circa seicento: i Comuni della Campania, le Fondazioni partecipate dagli enti pubblici e/o locali, gli enti morali vigilati dallo Stato. I progetti riguardano i seguenti ambiti di intervento: ambiente, lavori pubblici, protezione civile, sostegno al tessuto produttivo, sviluppo urbano, efficientamento energetico, trasporti sostenibili, porti regionali minori. Nello specifico, gli interventi previsti interessano la difesa del suolo per il 37%, la ricerca e lo sviluppo per il 37%, lo sviluppo urbano per il 9%, l’ambiente per il 9% e i trasporti e la viabilità per l’8%. Si tratta di interventi che devono essere realizzati entro il 2015, al fine di poter certificare la spesa nei termini previsti dai regolamenti comunitari. Un gruppo di lavoro dell’Autorità di gestione del Fesr 2007- 2013 procederà alla verifica dell’ammissibilità sulla base dei criteri di selezione individuati dai regolamenti comunitari, come il raggiungimento degli obiettivi di servizio, la sostenibilità dei tempi di attuazione, la minimizzazione degli impatti ambientali, il superamento delle emergenze. Completata la verifica, si procederà immediatamente al via libera delle opere. “Con il sistema degli Enti locali - sottolinea il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro - abbiamo realizzato un ottimo lavoro. “Sosteniamo i cantieri per dare ai cittadini servizi per migliorare la qualità della vita, per l’ambiente, per il rilancio dell’economia. “Fatti concreti per rispondere alle chiacchiere, alla liturgia della vecchia politica”, conclude Caldoro. |
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PROGETTI ACCELERAZIONE DELLA SPESA, CAMPANIA: GRANDE CAPACITÀ ENTI LOCALI DI PROGRAMMARE IL FUTURO |
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Napoli, 29 gennaio 2014 - "Le domande presentate dagli enti locali della Campania sul bando relativo all´accelerazione della spesa dei fondi strutturali sono la conferma della grande capacità dei Comuni di programmare il futuro del territorio regionale." Così l’assessore alle Autonomie locali della Regione Campania Pasquale Sommese commenta la chiusura del bando, a cui hanno preso parte seicento soggetti che hanno presentato complessivamente duemila progetti, per una spesa prevista di oltre 4 miliardi di euro. "Pur nelle difficoltà logistiche legate alle carenze strutturali - sottolinea Sommese - registriamo una buona qualità dei progetti presentati, in linea con il Piano Territoriale Regionale, con i nostri indirizzi strategici e con le politiche di coesione. “Il nuovo protagonismo messo in campo dall’associazionismo locale e dal partenariato risponde in pieno alle indicazioni della Conferenza Stato - Regioni e alle direttive dell´Unione Europea, ed esalta il rispetto della vocazione dei territori”, conclude l´assessore Sommese. |
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BOLZANO, CLAUSURA DI GIUNTA: TRASPARENZA E RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA |
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Bolzano, 29 gennaio 2014 - Riduzione del 50% dei fondi di rappresentanza, sempre minore ricorso alle consulenze esterne, utilizzo più sobrio ed efficiente delle auto di servizio, rinuncia a regali personali. Questi i temi chiave affrontati dalla Giunta provinciale, riunita il 24 gennaio in "clausura", per quanto riguarda la trasparenza e la riduzione dei costi della politica. Dando seguito a quanto già annunciato nel programma dei primi 100 giorni di governo, il Presidente Arno Kompatscher, al termine della riunione di "clausura" della Giunta provinciale, ha ribadito "l´impegno a garantire la massima trasparenza e a ridurre i costi della politica". Uno dei temi maggiormente sentiti dall´opinione pubblica, verrà affrontato in questo modo dal governo altoatesino. "Il capitolo di spesa riservato ai fondi di rappresentanza - ha spiegato Kompatscher - verrà ridotto del 50%, naturalmente con l´obbligo di utilizzare gli stessi fondi per compiti esclusivamente istituzionali". Per quanto riguarda le consulenze esterne, il Presidente della Provincia ha ribadito che "negli ultimi anni è già stato fatto molto, ma la nuova Giunta si impegna a fare ancora di più. Il principio da seguire - ha sottolineato Arno Kompatscher - deve essere questo: la consulenza deve rappresentare un´eccezione, e vi si può fare ricorso solo nei casi dove risulta strettamente necessario. L´esecutivo, inoltre, avrà il compito di fare da filtro rispetto alle decisioni dei singoli assessorati". Altro tema spesso al centro di polemiche e contestazioni è quello relativo alle auto di servizio. "Naturalmente ogni utilizzo per usi privati, come già accaduto sino ad ora, sarà vietato - ha proseguito il governatore altoatesino - e l´idea è quella di rendere il servizio più flessibile ed efficiente, puntando su una maggiore programmazione che consenta, ad esempio, di utilizzare una solo auto per più assessori i quali per compiti di servizio debbano recarsi nello stesso luogo". Durante la riunione di clausura, la Giunta ha poi deciso di prendere posizione per quanto riguarda i regali che il presidente e i singoli assessori ricevono. "Il principio base - ha aggiunto Kompatscher - è quello di non accettarli, soprattutto se gli stessi superano un determinato valore, e ci sembra giusto ribadirlo in forma ufficiale. Spetta poi al buon senso di ognuno di noi capire come regolarsi nei singoli casi, ma vogliamo ispirarci a criteri di prudenza ed estrema attenzione, allo scopo di evitare ogni tipo di malinteso". Infine, l´esecutivo di Palazzo Widmann, ha annunciato che la riunione di clausura avrà una sua continuità durante la legislatura. "Ci ritroveremo in questa forma ogni 3 mesi - ha concluso Arno Kompatscher - per fare il bilancio degli obiettivi raggiunti nelle ultime settimane, e per tracciare il percorso da seguire in quelle successive. Riteniamo che una comunicazione interna efficiente renda anche più efficiente il lavoro che ognuno di noi è chiamato a compiere". |
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FVG, AUTONOMIE LOCALI: OK DEL CAL A LEGGE CONTRO DIPENDENZA GIOCO D´AZZARDO |
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Udine, 29 gennaio 2014 - E´ stato espresso parere favorevole da parte del Consiglio delle Autonomie Locali (Cal), con l´accoglimento di modifiche caldeggiate da alcuni componenti dell´organismo consultivo, la proposta di legge d´iniziativa del Consiglio regionale relativa alle Disposizioni per la prevenzione, il trattamento e il contrasto della dipendenza da gioco d´azzardo patologico, nonché delle problematiche e patologie correlate. Il Cal, riunitosi a Udine nel palazzo della Regione, ha infatti accolto tale proposta di legge, illustrata dalla consigliera Silvana Cremaschi, con diciassette voti a favore e una astensione. Il provvedimento, come ha detto la relatrice, mira a regolamentare la presenza dei luoghi che incitano al gioco d´azzardo. E va a tutela, com´è stato detto, delle fasce ritenute più deboli della popolazione, che comprendono i giovani, gli anziani, i pensionati e i disoccupati, e che sono maggiormente a rischio di dipendenza. Il gioco d´azzardo infatti, al quale le persone si avvicinano inizialmente per caso, per meccanismi neurologici rischia di causare dipendenza che si può trasformare in patologia. La norma illustrata prevede l´istituzione di un Osservatorio regionale del gioco patologico, che farà parte dell´Osservatorio regionale contro le dipendenze. E´ invece stata rinviata alla prossima seduta la designazione di due rappresentanti del Cal in seno alla Commissione regionale per lo sport. Il Consiglio delle autonomie ha infine valutato ed espresso osservazioni rispetto al disegno di legge n. 29 ´Disciplina delle elezioni provinciali´. Il testo di tale proposta normativa era già stato esaminato in precedenza dal Cal. Poi dalla V Commissione permanente del Consiglio Regionale, che vi ha introdotto alcune modifiche. Modifiche che sono state illustrate al Consiglio delle autonomie dal consigliere Pietro Paviotti, e sono principalmente relative alla previsione di un unico collegio elettorale provinciale e alla istituzione di un unico ufficio elettorale. |
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BASILICATA: PITTELLA RESPINGE LE DIMISSIONI DEL COMMISSARIO ANTIRACKET BASILE |
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Potenza, 29 gennaio 2014 - Il presidente della Regione, Marcello Pittella, ha respinto le dimissioni presentate dal Commissario regionale per le iniziative antiracket e antiusura della Basilicata, Egidio Basile. Quest’ultimo, all’indomani dell’insediamento del nuovo governo regionale, aveva rimesso il proprio mandato per “una manifestazione di coerenza nei riguardi delle Istituzioni e di chi le governa”. In una lettera indirizzata a Marcello Pittella, il commissario Basile aveva scritto testualmente: “Ritengo importante che Lei non debba rispondere per vincoli derivanti dalla precedente nomina e pertanto libero di attivare procedure innovative e più penetranti nella lotta contro il fenomeno del racket e dell’usura nella nostra regione mediante persone e norme”. Il presidente della Regione, incontrando il prof. Basile, dopo avergli manifestato il proprio apprezzamento per un atto di “garbo istituzionale” che gli fa sicuramente onore, lo ha invitato “caldamente” a restare al proprio posto, anche sulla scorta delle attestazioni di stima e apprezzamento per il lavoro sin qui svolto dal commissario messe per iscritto in una lettera indirizzata allo stesso Pittella da Annunziato De Marca, presidente del Cofidi Sviluppo Imprese anche a nome delle due Fondazioni lucane “Interesse Uomo” di Potenza e “Mons. Cavalla” di Matera, nonché del Consorzio di garanzia Artigianfidi di Matera. Il presidente Pittella ha assicurato al prof. Basile che in una delle prossime sedute della giunta regionale per rendere più incisivo ed efficace il lavoro del Commissario, sarà approvato un ddl di riforma della legge regionale n. 7 del 21 aprile 2011 che detta norme in materia di interventi regionali per la prevenzione e lotta ai fenomeni di usura e dell’estorsione. Le modifiche legislative, che terranno conto dei suggerimenti del Commissario e dei componenti del Coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, si rendono tanto più necessarie in un momento nel quale, come dimostra il recente atto doloso verificatosi a Policoro, la crisi economica, da un lato, e l’acuirsi di alcuni fenomeni malavitosi, dall’altro, impongono di tenere alta la guardia, anche attraverso la creazione, d’intesa con i Comuni interessati, di punti di ascolto dislocati sul territorio. |
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BANDO PER LE NOMINE IN SOCIETÀ PARTECIPATE: IL BANDO RIGUARDA LE SOCIETÀ: A2A SPA – AMAT SRL – ATM SPA – MIR SRL – MILANO RISTORAZIONE SPA – MILANO SERRAVALLE MILANO TANGENZIALI SPA – SOGEMI SPA – CONSORZIO VILLA REALE E PARCO DI MONZA – FONDAZIONE CENTRO PER LO SVILUPPO DEI RAPPORTI ITALIA RUSSIA |
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Milano, 29 gennaio 2014 – Saranno aperti fino al 13 marzo 2014, i termini per la presentazione delle candidature per i Cda di alcune società partecipate o controllate dal Comune di Milano. Rispetto al passato diminuirà il numero dei consiglieri di amministrazione e partirà anche la stagione degli amministratori unici. In particolare Mir passerà da tre componenti del Cda ad un unico amministratore mentre Sogemi avrà un unico amministratore rispetto ai cinque attuali. Questa scelta comporterà quindi maggiore efficienza e un risparmio per il Comune. Il bando riguarda le società: A2a spa – Amat srl – Atm spa – Mir srl – Milano Ristorazione spa – Milano Serravalle Milano Tangenziali spa – Sogemi spa – Consorzio Villa Reale e Parco di Monza – Fondazione centro per lo sviluppo dei rapporti Italia Russia. Per A2a si tratta del primo bando per la composizione del Cda in base alla nuova governance decisa dai consigli comunali di Milano e Brescia che ha portato al superamento della gestione duale. Questa variazione dovrà essere confermata dall’Assemblea Straordinaria di A2a. Per quanto riguarda la nomina del Consiglio di Amministrazione delle società a totale partecipazione pubblica, in particolare per Milano Ristorazione spa e Atm spa, si segnala che rispettivamente 2 e 3 membri dovranno essere dipendenti comunali che non percepiranno alcun compenso. Aperti i termini anche per le candidature per gli organi di controllo, collegio dei revisori o collegio sindacale di: A2a spa – Metropolitana Milanese spa – Mir srl – Milanosport spa – Sogemi spa – Azienda di Servizi alla Persona Golgi Redaelli – Azienda di Servizi alla Persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio – Consorzio Villa Reale e Parco di Monza – Fondazione delle Stelline – Fondazione Piccolo Teatro di Milano. La proposta delle candidature, che può essere presentata online attraverso il sito del Comune di Milano o in forma cartacea, può essere presentata esclusivamente da: Consiglieri comunali di Milano; Ordini professionali e università milanesi; Associazioni sindacali e di categoria aventi sede a Milano; Associazioni nazionali, regionali, locali con sede principale o secondaria nel Comune di Milano e che vi operino almeno da un anno; Gruppi di almeno 100 cittadini residenti nel Comune iscritti nelle liste elettorali. |
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BOLZANO: PRIMA DISCUSSIONE SUL BILANCIO, FONDI STABILI RISPETTO AL 2013 |
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Bolzano, 29 gennaio 2014 - Ha preso il via il 28 gennaio in Giunta provinciale la discussione sul bilancio di previsione 2014. Rispetto all´anno precedente i fondi a disposizione resteranno sostanzialmente stabili, si lavora per garantire gli annunciati sgravi fiscali. A partire dall´addizionale regionale Irpef, per la quale "si vuole creare una no tax area sino ai 20mila euro", ha spiegato il presidente Arno Kompatscher. Dovrebbe ammontare a 5,15 miliardi di euro il bilancio di previsione 2014 della Provincia di Bolzano. Lo ha annunciato oggi (28 gennaio) al termine della riunione di Giunta il presidente altoatesino Arno Kompatscher. "I fondi a disposizione - ha spiegato Kompatscher - rimarranno stabili rispetto allo scorso anno, e il volume realmente disponibile e "spendibile", una volta tolte le partite di giro e le somme dovute allo Stato nell´ambito di patto di stabiltà e spending review, ammonterà a 4,5 miliardi di euro". Questa, dunque, la cifra su cui programmare l´attività dell´amministrazione provinciale nei prossimi mesi, partendo però da un´altra considerazione. "Di questi 4,5 miliardi - ha proseguito il presidente Kompatscher - 3,8 sono già pianificati e non modificabili, in quanto legati ad attività programmate e approvate anche per legge. Ciò significa che il volume comprimibile, ovvero la cifra su cui possiamo avere margine di manovra, è pari a circa 700 milioni di euro: dovranno esserci dei risparmi in questi capitoli di spesa per consentirci di partire con gli sgravi fiscali a famiglie e imprese che abbiamo annunciato nel nostro programma di governo". Confermando l´intenzione di non voler applicare "tagli lineari al bilancio", Arno Kompatscher ha spiegato che ogni assessore sarà chiamato nelle prossime due settimane "a valutare la propria contribuzione ad un contenimento dei costi nell´ordine di una percentuale compresa tra il 5% e il 10%, proponendo i capitoli di spesa sui quali incidere". L´obiettivo, nel medio-lungo termine, resta quello di "riorganizzare la struttura del bilancio provinciale - ha annunciato Kompatscher - traguardo che ci siamo posti di mettere in pratica nel giro di 3 anni". Il Presidente della Provincia, infine, in tema di addizionale regionale Irpef, ha voluto precisare che la proposta di creazione di una no-tax area per i redditi al di sotto dei 20mila euro riguarderà tutti i contribuenti. "I primi 20mila euro del proprio reddito saranno esentati da questa imposta - ha spiegato Arno Kompatscher - e ciò significa che ogni cittadino con un reddito annuo superiore a questo "tetto" pagherà circa 450 euro in meno di Irpef, fermo restando che i redditi più bassi saranno totalmente esentati". |
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TRENTINO TRILINGUE: PRIMO PASSO NELL´APPRONTAMENTO DEL PIANO STRAORDINARIO |
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Trento, 29 gennaio 2014 - Un “Piano Straordinario di legislatura per l’apprendimento delle lingue comunitarie - Trentino Trilingue”: è il primo provvedimento, approvato il 24 gennaio dalla Giunta provinciale per perseguire quello che il programma di legislatura ha definito quale asse fondamentale della società del sapere e dello sviluppo. Si tratta di un piano operativo che coinvolge il sistema scolastico integrato con azioni rivolte anche agli adulti nei settori della cultura, del turismo e dell’informazione. "L’obiettivo di questo progetto - sottolinea il presidente Ugo Rossi - è individuare un insieme di interventi che aumentino il livello delle conoscenze linguistiche della popolazione trentina nel suo complesso. Ciò anche pensando ai benefici che ne potrebbero derivare per l´economia e il mondo del lavoro, come rilevato dalla stessa Commissione Europea". Un recente documento della Commissione Europea “Language competences for employability, mobility and growth” riconosce che l’apprendimento delle lingue nel medio tempo ha un forte ritorno in termini di capacità di sviluppo e internazionalizzazione dell’economia e che oggi è proprio la carenza di competenze linguistiche che causa ostacoli alla mobilità dei lavoratori e alla competitività internazionale delle aziende europee. Il documento sottolinea inoltre come le competenze linguistiche per supportare l’occupabilità, la mobilità e la crescita non possano essere sviluppate astrattamente e per questo è necessario che si collabori con i datori di lavoro, i principali settori economici del territorio che maggiormente si confrontano con altre culture e altre lingue, con le camere di commercio e con gli altri stakeholders che permettano di disegnare percorsi di apprendimento effettivamente efficaci e focalizzati anche su lingue meno tradizionali, ma importanti rispetto ai loro fabbisogni. Nel contesto trentino sono in corso da anni sperimentazioni interessanti nella scuola, soprattutto per quanto riguarda i Clil (apprendimento linguistico veicolare), i licei linguistici, le scuole bilingui, l’insegnamento delle lingue nella scuola dell’infanzia, le certificazioni linguistiche, l’incentivazione alla mobilità dei ragazzi e degli adulti. E mentre sul fronte dell’imprenditorialità e dell’industria si sta lavorando per aumentare l’apertura internazionale delle aziende trentine, Università e Centri di Ricerca investono nella mobilità dei ricercatori e degli studenti, oltre che nelle collaborazioni internazionali in genere. Con la finalità di coordinare e implementare gli sforzi dei diversi settori la Giunta provinciale, su proposta del presidente Ugo Rossi, ha approvato un progetto che prevede l’adozione di una metodologia che consenta di coordinare in maniera efficace le diverse azioni intraprese, eliminando la sovrapposizione degli interventi, la duplicazione delle misure e il miglior coordinamento dell’utilizzo delle risorse dei fondi europei. Il progetto prevede inoltre la costituzione di un gruppo di lavoro composto dal Dirigente Generale del Dipartimento della Conoscenza con funzioni di coordinamento e responsabilità del progetto, dal Dirigente Generale del Dipartimento Sviluppo Economico e Lavoro, dal Dirigente Generale del Dipartimento Cultura, Promozione, Sport, Turismo e dai rappresentanti della Direzione Generale individuati dal Direttore Generale competenti in ambito d’Europa e di Programmazione. Il Piano dovrà individuare le azioni, con il relativo fabbisogno finanziario, mirate a: portare la generalità dei cittadini all’apprendimento di due lingue comunitarie; favorire anche attraverso gli strumenti di comunicazione e di divulgazione la diffusione dell’uso delle lingue straniere nella comunità trentina; incentivare le certificazioni linguistiche; favorire nel sistema di formazione l’adozione di un curriculum verticale sull’apprendimento delle lingue comunitarie che parta dalla scuola dell’infanzia, coinvolga l’università e i percorsi di formazione continua; sostenere la partecipazione ad iniziative europee del sistema di istruzione, anche attraverso una stretta interazione con l’Ateneo, i centri di ricerca e altri attori provinciali; sviluppare negli insegnanti, non solo di lingua straniera, un’adeguata competenza linguistica e introdurre l’obbligo di conoscenza linguistica in sede di future assunzioni dei docenti; diffondere tra gli insegnanti conoscenze didattico/metodologiche utili per l’insegnamento in modalità Clil, così da portare a regime la sperimentazione sull’intero sistema scolastico e formativo provinciale; definire il ruolo del docente di madrelingua come riferimento specialistico per il corpo docente e per le istituzioni scolastiche sui progetti didattici di tipo veicolare; attivare collaborazioni tra istituzioni scolastiche e formative italiane e straniere per lo scambio di docenti, classi e studenti, con il coinvolgimento anche delle famiglie e della comunità nell’ospitalità, così da interessare attivamente il contesto extrascolastico; favorire le relazioni tra istituzioni scolastiche trentine e straniere anche attraverso l’utilizzo di piattaforme informatiche europee per la messa in rete delle comunità scolastiche; avviare nuove esperienze di scuola bilingue; individuare misure di sostegno per l’incentivazione di periodi all’estero lunghi e brevi dei giovani; incentivare contratti di apprendistato all’estero sia durante il percorso formativo (scolastico e universitario), sia nella fase di inserimento lavorativo. La deliberazione approvata oggi stabilisce infine che il “Piano Straordinario di legislatura per l’apprendimento delle lingue comunitarie - Trentino Trilingue” dovrà essere predisposto entro la fine del mese di giugno 2014. |
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MINORANZE: FVG CON MINISTRO KOMEL, PROGETTI EU SONO IL FUTURO |
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Monfalcone, 29 gennaio 2014 - "I partecipanti all´incontro e i progetti dei quali si è parlato dimostrano una freschezza giovanile e una strategia di sviluppo che è proiettata verso il futuro e il confronto nell´ambito europeo". Lo ha evidenziato l´assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, ieri a Monfalcone nell´ambito dell´incontro del ministro per gli Sloveni d´Oltre confine e nel Mondo, Tina Komel, con le istituzioni del territorio e le organizzazioni rappresentative della comunità slovena. Al ministro è stata presentata la variegata realtà culturale slovena in un´area multietnica, che fa parte dell´ambito d´attuazione delle leggi di tutela (38/01 e 482/99) della minoranza linguistica. Oltre all´attività dei circoli (Trzic, Jadro, Consorzio culturale del Monfalconese e Istria) e alla pubblicazione di volumi, lo sloveno è nel Monfalconese presente anche in numerosi toponimi locali. La comunità locale, è stato detto, attende "da troppi anni" la nuova sede della scuola con lingua d´insegnamento slovena di Vermegliano e desidera il proseguimento dell´attività dello sportello comunale per lo sloveno. All´incontro - al quale hanno partecipato, tra gli altri, i rappresentanti economici (Ures e la Kmecka zveza), il consigliere regionale Stefano Ukmar e il Console sloveno di nuova nomina, Ingrid Sergas - sono state proposte: la realizzazione del Parco geologico transfrontaliero del Carso, l´allargamento territoriale (dal monte Triglav all´Isola della Cona) del Gect tra Gorizia e Nova Gorica e la costituzione di un´euroregione goriziano-isontina. La visita del ministro ha compreso anche un incontro di tipo operativo con il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran (alla presenza dell´europarlamentare Franco Frigo e del prefetto di Gorizia Vittorio Zappalorto), nell´ambito del quale si è parlato della prossima cooperazione transfrontaliera. Il sindaco ha chiesto e ottenuto il sostegno del ministro per realizzare una Piattaforma di cooperazione per la protezione e la valorizzazione delle risorse naturalistiche del Carso e della montagna (progetto Julius); una conferenza sulle minoranze linguistiche presenti nell´Arco alpino e un Forum transfrontaliero previsto nel progetto Adria A nel campo della pianificazione delle reti e dei trasporti. L´assessore Torrenti ha evidenziato come il menzionato progetto anticipi i contenuti della "Strategia macroregionale alpina" tra i vari Paesi, accordo strategico per l´approvazione del quale la Regione è stata negli ultimi mesi molto attiva. Il ministro Komel ha ricordato come i progetti europei aiutino a far sì "che gli altri guardino alle minoranze in modo positivo". I rapporti di buon vicinato tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia verranno a breve confermati da un incontro tra l´assessore Torrenti e il ministro Komel. |
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TRENTO: GIOVANI E LAVORO TRA PRESENTE E FUTURO |
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Trento, 29 gennaio 2014 - Un rapporto più stabile, organico, e continuativo fra mondo della scuola e mondo del lavoro, per offrire ai giovani l’opportunità di essere protagonisti del proprio futuro, pur in un quadro economico ancora incerto e che ci “bombarda” con messaggi ansiogeni: questo in sintesi il quadro tracciato il 24 gennaio a Rovereto, nella sede dell’Iprase, dove sul tema del rapporto scuola-lavoro si sono confrontati studiosi, insegnanti, esperti e rappresentanti istituzionali. Per la Provincia autonoma è intervenuto Alessandro Olivi, vicepresidente della Giunta e assessore provinciale allo sviluppo economico e lavoro, che ha sottolineato l’importanza di superare un modello improntato alla rigida separazione fra il tempo di vita dedicato allo studio e all’apprendimento e quello dedicato al lavoro, anche rivedendo e valorizzando adeguatamente strumenti come l’apprendistato e i tirocini, nonché gli esempi positivi già esistenti, come quello di Meccatronica, e Sara Ferrari, assessora provinciale all’Università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo, che ha ammonito sul rischio di assumere atteggiamenti troppo protettivi anziché promuovere la cittadinanza attiva e offrire ai giovani reali opportunità. Presenti all’incontro anche la dirigente del Dipartimento della Conoscenza e nuovo direttore dell’Iprase Livia Ferrario l’assessore alla formazione e al patrimonio civico dei saperi del Comune di Rovereto Giovanna Sirotti, e Italo Fiorin, presidente del comitato scientifico Iprase, professore associato di didattica e pedagogia speciale presso l´Università Lumsa A di Roma. “Siamo bombardati di dati sulla disoccupazione – ha esordito l’assessore Olivi - che a volte non ci aiutano a capire realmente l’entità dei problemi. Il dato sulla disoccupazione giovanile attuale, attorno al 16% - che scende al 5% se consideriamo la fascia 15-24 anni –indica in realtà uno stato di disoccupazione solo apparente, perché in Trentino, come anche nel resto dell’Italia, la separazione fra sistema scolastico e formativo e mondo del lavoro e delle imprese è molto più rigida che, ad esempio, in certi contesti del Nord Europa. L’alto tasso di scolarizzazione del Trentino, paradossalmente, genera sul piano statistico un alto tasso di disoccupazione, ma in realtà la maggior parte di quei giovani è ancora impegnata a studiare. Io credo che nei prossimi quattro, cinque anni la grande sfida sarà quella di andare verso un modello centrato sull’alternanza e sulla complementarietà fra mondo della scuola e del lavoro, anziché su una rigida separazione. Proprio oggi non a caso la Giunta provinciale ha approvato un atto di indirizzo che indica la necessità di creare una vera e propria filiera tra scuola, occupazione, lavoro. Dobbiamo anche affinare gli strumenti di cui già disponiamo, posto che il lavoro lo si crea innanzitutto con le politiche economiche adeguate: a partire dall’apprendistato, che dovrebbe essere il tipo di contratto principale con il quale il giovane fa il suo ingresso nel mondo del lavoro, che deve essere reso più snello, fluido, meno burocratico; poi i tirocini, rafforzando ulteriormente l’incontro con il mondo dell’impresa. Infine, anche per rispondere a certi attacchi scomposti di questi giorni, io credo che dobbiamo reagire dando fondo alla nostra capacità di innovare anche strumenti come il reddito di qualificazione professionale, o i contratti di solidarietà espansivi, che personalmente vedrei applicati non solo al settore privato ma anche, se necessario, a quello della pubblica amministrazione. Il tutto nel quadro di una grande sfida che attende il nostro Paese: la creazione di un vero e proprio Patto di solidarietà fra le generazioni”. Di necessità di coltivare un approccio interdisciplinare ha parlato invece l’assessore Ferrari, un “approccio, ha detto “ a cui nelle aule scolastiche noi ci sforziamo di preparare i nostri giovani. Ma siamo poi noi adulti ad essere spesso in difficoltà, se dobbiamo rinunciare alle nostre categorie. Ciò vale anche per la politica, alla quale si richiede della di saper lavorare con un approccio integrato. E’ quello che stiamo cercando di fare anche come Giunta provinciale. Negli anni scorsi si è lavorato molto sulle politiche giovanili e sono stati creati strumenti come i Piani giovani. Ora, a dieci anni dalla nascita di questi strumenti, dobbiamo analizzare le loro potenzialità ed eventualmente ragionare sulla necessità di un loro aggiornamento per rendere i giovani realmente protagonisti delle iniziative che si realizzano sul territorio. Noi dobbiamo insistere sull’autonomia dei nostri giovani, offrendo loro possibilità che ciascuno possa sfruttare al meglio. L’auspicio è che dall’incontro di oggi emergano indirizzi e piste di lavoro che co consentano anche di condividere nuovi strumenti per affrontare la questione giovanile nel modo più corretto”. A tracciare una cornice del contesto sono intervenuti Carlo Buzzi, professore ordinario di sociologia delle generazioni e metodologia delle scienze sociali presso l’Università di Trento (Giovani e lavoro: tendenze, motivazioni e prospettiv); Gustavo Pietropolli Charmet, psicoterapeuta e già docente di psicologia dinamica all’Università di Milano, attualmente è presidente dell’Istituto Minotauro di Milano (Cosa farò da grande? Il futuro dei ragazzi tra vocazioni e vincoli); Anna Maria Ajello, professore ordinario di psicologia dello sviluppo e dell´educazione presso l´Università La Sapienza di Roma (Giovani tra scuola e lavoro); Pasquale Colloca, ricercatore in sociologia generale presso l’Università degli studi di Bologna. Dopo gli interventi istituzionali e le relazioni di contestualizzazione del fenomeno, sono stati presentati gli esiti della ricerca Le conseguenze della precarietà lavorativa sugli orientamenti politici in provincia di Trento cofinanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e realizzato da Fondazione Istituto Cattaneo di Bologna (capofila) con Iprase e il Dipartimento di Scienze dell´educazione dell´Università di Bologna con la supervisione scientifica di Piergiorgio Corbetta, professore ordinario di metodologia della ricerca sociale presso l’Università di Bologna. Al centro di questo studio esplorativo due punti, in particolare: la precarietà occupazionale come causa o concausa di possibili fratture sociali e le differenze di atteggiamenti e rappresentazioni fra lavoratori stabili, atipici e disoccupati. La ricerca è stata fatta su due moduli: una prima parte quantitativa, con questionari strutturati e una seconda parte qualitativa, con interviste in profondità. La rilevazione quantitativa è avvenuta tramite questionario faccia-faccia somministrati a un campione di 270 giovani lavoratori, in fascia 20-35 anni. Il questionario mirava a rilevare dati socio grafici, carriere lavorative, posizionamenti socio-politici. La rilevazione qualitativa, invece, è stata fatta attraverso la realizzazione di 25 interviste in profondità a giovani disoccupati o precari di età compresa tra i 25 e i 40 anni di età. In generale gli oggetti specifici indagati sono stati l’impatto della crisi economica, l’interesse e il coinvolgimento politico, gli atteggiamenti di fiducia ed efficacia nei confronti della politica, il comportamento elettorale, la partecipazione politica non elettorale, l’associazionismo e la fiducia negli altri. In particolare dai primi risultati di questa indagine esplorativa sembra che la condizione di precarietà e insicurezza lavorativa, nell’attuale fase di recessione economica in Italia, sia un’importante variabile esplicativa di atteggiamenti e comportamenti politici, nel senso che la differente posizione occupazionale dei giovani lavoratori stabili, precari, disoccupati influenza i loro orientamenti politici. Per quanto riguarda il coinvolgimento politico le difficoltà occupazionali non allontanano dalla politica come ipotizzato ma hanno un effetto positivo di maggiore coinvolgimento. Sul versante della sfiducia e dell’inefficacia della politica risulta tra gli intervistati un appiattimento generazionale critico e sfiduciato nei confronti della politica istituzionale. Per quanto riguarda l’orientamento ideologico predomina una visione sostanzialmente socialdemocratica, ossia maggiore eguaglianza sociale e più statalismo, con un’accentuazione in questa direzione da parte dei disoccupati. Per quanto riguarda l’orientamento al voto si evidenziano due tendenze. La prima è un esteso rifiuto verso tutti i partiti che si manifesta con l’astensionismo o scheda bianca. Questa tendenza si colloca sul 25/30% degli intervistati ed è maggiore fra precari e disoccupati. Per quanto riguarda la seconda tendenza, ossia quando una preferenza politica è espressa, emergono differenze marcate fra gli stabili e i precari-disoccupati. Infine, per quanto riguarda l’associazionismo e il civismo, i precari e i disoccupati esprimono una maggiore partecipazione ad azioni di protesta come scioperi, manifestazioni e cortei, e una minore partecipazione associativa specie i disoccupati. Nello stesso tempo presentano una maggiore erosione civica, ossia sfiducia verso gli altri e tendenza a minor rispetto delle regole di convivenza civile. |
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SABATO 1 FEBBRAIO IL MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE D’ALIA A BOLZANO UN CONVEGNO DEDICATO AL TEMA DEL WELFARE NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI |
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Bolzano, 29 gennaio 2014 - “Welfare nelle Pubbliche Amministrazioni: sfide e prospettive”. Questo il titolo del convegno a porte chiuse che si terrà sabato 1 febbraio, dalle 10.15 alle 12.00, presso Palazzo Mercantile a Bolzano, al quale parteciperà il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Gianpiero D’alia, in visita ufficiale in Alto Adige. Il convegno è organizzato dall’Assessorato regionale alla Previdenza e Pacchetto famiglia in collaborazione con Pensplan Centrum ed è rivolto a tutti gli operatori che in Trentino-alto Adige sono impegnati nel campo della previdenza complementare e sociale. Si discuterà, tra le altre, dell’adesione degli impiegati statali ai fondi pensione istituiti in Regione che, insieme ai dipendenti degli istituti parastatali, sono attualmente esclusi dal sistema di previdenza complementare regionale. Il Presidente della Camera di Commercio Michl Ebner aprirà il convegno, seguito dall’introduzione del Presidente di Pensplan Centrum Gottfried Tappeiner. Dopo la relazione del Ministro D’alia e la discussione con il pubblico, l’Assessora regionale alla Previdenza Martha Stocker concluderà i lavori. Il Ministro D’alia incontrerà i giornalisti alle 11.45 per un breve colloquio, presso la Sala delle Aste, al piano terra del Palazzo Mercantile. Per motivi organizzativi gli invitati al convegno e la stampa interessata a seguire l’evento sono pregati di confermare la propria presenza tel. 0471/317 695. |
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PROGETTO RI – FORMA, CORSI PER VALORIZZARE LE COMPETENZE DEI DIPENDENTI DELLE P.A. DEL TERRITORIO IL PROGETTO, IN COLLABORAZIONE CON ANCI TOSCANA, È PROMOSSO DALLA PROVINCIA DI PISTOIA |
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Pistoia, 29 gennaio 2014 - In un momento di riorganizzazione istituzionale e razionalizzazione dei servizi, con una riforma delle Province in via di definizione che si propone di ridisegnare l’assetto amministrativo e le competenze fra Enti, la Provincia di Pistoia, con risorse provenienti dai fondi ministeriali e destinate alla formazione del proprio personale, ha deciso di mettere in campo un progetto per aggiornare le conoscenze non solo dei dipendenti dell’amministrazione provinciale, ma anche dei Comuni del territorio, in un’ottica di integrazione e valorizzazione delle rispettive esperienze. A tal fine il Servizio politiche attive del Lavoro della Provincia ha fatto richiesta ai Comuni di inviare i fabbisogni formativi del proprio personale, per predisporre un apposito bando.Tenendo conto delle indicazioni pervenute dagli enti locali, a seguito di avviso pubblico, è stata affidata ad Anci Toscana, in partenariato con Ti Forma scrl, la realizzazione delle attività formative rivolte ai dipendenti. Il progetto ha un importo totale di 80.443 euro ed è finanziato con fondi ministeriali provenienti dalla Legge 53/2000 e destinati alla Provincia di Pistoia per la formazione del personale. In particolare, il progetto formerà il personale degli Enti coinvolti sulle novità legislative intervenute negli ambiti di rispettiva competenza: gare e contratti nella P.a., disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, sistemi contabili, organizzazione eventi e fund raising, normativa in materia urbanistica e ambientale, affidamento e autorizzazione di incarichi esterni delle P.a., aggiornamento procedimenti Suap. In questa fase di inizio formale del progetto, i Comuni dovranno indicare ai referenti provinciali i nominativi del personale da coinvolgere nei rispettivi percorsi, per procedere così alla calendarizzazione degli interventi formativi. Non solo, per agevolare la fruizione delle attività da parte dei dipendenti, le stesse tipologia di percorso verranno erogate in più edizioni dislocate su territori diversi. Il progetto avrà una durata totale di durerà 18 mesi. L’iniziativa è stato presentata questa mattina, martedì 28 gennaio, a Palazzo Balì, alla presenza dell’assessore alla formazione professionale della Provincia, Paolo Magnanensi, della dirigente del Servizio politiche attive del lavoro, Anna Pesce, del vicepresidente vicario di Anci Toscana, Sabrina Sergio Gori. “Sono convinto che fra Enti che impattano sullo stesso territorio, debbano sempre più esser adottati approcci concordati e condivisi – ha sottolineato l’assessore Paolo Magnanensi - Il nostro compito in generale, ma soprattutto in questo particolare periodo di tagli finanziari e di riforme sostanziali di cui siamo destinatari, è quello di offrire al cittadino un servizio chiaro, univoco e soprattutto qualificato. A tal proposito, in un’ottica di sempre maggiore integrazione e collaborazione tra enti che operano sul territorio, nei mesi passati la giunta provinciale ha voluto mettere a disposizione le risorse ministeriali di cui disponeva per l’aggiornamento non solo dei propri dipendenti, ma anche per la valorizzazione del personale dei Comuni condividendone l’opportunità. Devo constatare che abbiamo ricevuto molti input da parte dei Comuni, che hanno inviato al servizio competente in maniera dettagliata le loro esigenze di aggiornamento. Sono certo che il personale coinvolto saprà adottare adottare un approccio condiviso e partecipare attivamente a questa opportunità formativa, proponendo casi concreti e approfondendo tematiche di interesse comune per chi opera nelle p.A.”. “Il progetto Ri-forma – sottolinea Sabrina Sergio Gori, vicepresidente vicario di Anci Toscana – rappresenta l’espressione più compiuta di ciò che Anci Toscana intende come formazione qualificata nell’ambito della propria missione istituzionale: un progetto di capacity building che mette insieme più livelli istituzionali per la qualità dell’operato della pubblica amministrazione locale, che possa avere ricadute positive sui territori”. |
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PROGETTO ADOTTUP. ZAIA: DARE AI GIOVANI CHE VOGLIONO DIVENTARE IMPRENDITORI TUTTE LE OPPORTUNITA’ POSSIBILI |
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Venezia, 29 gennaio 2014 - “Ha ragione Alberto Baban, presidente di Piccola Industria di Confindustria, quando dice che il Veneto è sempre stata terra di start-up innovative e che bisogna continuare in questa direzione. Fondamentale è favorire il dialogo e l’interscambio fra imprenditori e imprese, allargato al sistema finanziario ed a quello dell’innovazione, un dialogo che deve essere concreto e dare indicazioni per aiutare la nascita di nuove imprese. Proponendo modelli ed esperienze vincenti che diventino punti di riferimento per i giovani”. A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia, facendo riferimento al progetto Adottup di Piccola Industria di Confindustria che sollecita le Pmi ad adottare start up innovative. Il gruppo Intesa Sanpaolo supporta l’iniziativa con linee di credito agevolato e modelli di finanziamento specifici. “La Regione del Veneto – aggiunge Zaia - già da diversi anni ha indirizzato un interesse specifico per il settore dell’innovazione imprenditoriale, in quanto le specificità del nostro territorio possono fare fronte alla crisi globale sapendo trovare modi nuovi per imporsi. Il sostegno alle start-up innovative è, quindi, per noi una priorità inderogabile, un investimento non solo sulle possibilità delle singole nuove imprese, ma di tutto il quadro economico del territorio”. “Oggi più che mai – conclude Zaia – occorre offrire tutte le occasioni possibili ai giovani che hanno idee e il coraggio di realizzarle, diventando imprenditori di sé stessi”. |
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VALLE D’AOSTA: AMPLIATI GLI STRUMENTI PER FAVORIRE L’OCCUPABILITA’ |
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Aosta, 29 gennaio 2014 - L’assessorato delle attività produttive e politiche del lavoro comunica che è stato approvato l’invito a presentare progetti per realizzare corsi sperimentali biennali di formazione professionale post obbligo di istruzione, da svolgersi nel biennio 2014-2015, del valore complessivo di 2 milioni 463 mila euro per le qualifiche di impiantista elettrico, impiantista termoidraulico, operatore edile, carrozziere di base, acconciatore di base, estetista di base, commis di sala e bar, commis di cucina. Si tratta di corsi di formazione professionale finalizzati all´acquisizione di una qualifica professionale regionale, rivolti ai giovani nella fascia d´età 16-20 anni che hanno assolto l´obbligo di istruzione. «I percorsi sono molto importanti per i nostri giovani perché contemplano inoltre attività per sostenerli nella ricerca attiva del lavoro - ricorda l’Assessore alle attività produttive, energia e politiche del lavoro Pierluigi Marquis – e prevedono significative presenze in azienda, con tirocini ed esperienze che li mettano in contatto col mondo produttivo. Sono inoltre previste attività di sostegno alla motivazione dei giovani e alla presa di coscienza dei propri processi di apprendimento e di sviluppo dell’individuo». L’invito, la cui scadenza è fissata per le ore 12.00 del 12 febbraio 2014, è riservato agli enti di formazione accreditati che operano nel settore della formazione iniziale e formazione per l’inserimento lavorativo. Solo a seguito della valutazione dei progetti presentati, l’offerta formativa sarà così accessibile ai giovani valdostani. Il modello formativo prevede un percorso articolato in due anni con una durata complessiva di 2000 ore organizzate con una forte caratterizzazione professionalizzante e la preponderanza di attività teorico-pratiche. Le qualifiche professionali in esito ai percorsi sono riferite ai seguenti profili professionali approvati dalla Giunta regionale: acconciatore di base, estetista di base, commis di cucina, commis di sala/bar, carrozziere di base, impiantista elettrico, impiantista termoidraulico, operatore edile. |
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AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA, INCONTRO IN REGIONE BASILICATA CHE ANTICIPERÀ ALL’INPS 10 MILIONI DI EURO PER CHIUDERE L’ANNUALITÀ 2013 |
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Potenza, 29 gennaio 2014 - La Regione Basilicata si impegna ad anticipare all’Inps l’importo necessario per saldare l’annualità 2013 per un ammontare non superiore a 10 milioni di euro ed a concordare con l’Inps, nei tempi più brevi, modalità tecniche per l’effettiva erogazione delle indennità ai lavoratori. E’ questa una delle principali misure emerse al termine della riunione sugli ammortizzatori sociali in deroga alla quale hanno partecipato il Presidente della Regione, Marcello Pittella, l’assessore al Lavoro Raffaele Liberali e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Tale decisione è stata presa per permettere il pagamento dell’intera somma delle indennità pregresse per il 2013 a fronte di un preannunciato decreto di riparto dei fondi nazionali che prevede per la Basilicata circa 4.150.000 Euro. E’ prevedibile invece che il restante ammontare potrà essere recuperato su futuri stanziamenti nazionali. Nel corso dell’incontro la Regione si è inoltre impegnata a convocare per giovedì 30 gennaio alle ore 15 il tavolo di Coordinamento degli ammortizzatori sociali in deroga e di finalizzare, in tale sede, la proroga dell’Accordo Quadro Regionale 2013 per il primo trimestre 2014. Immediatamente sarà anche istituito un tavolo tecnico di confronto con le parti sociali al fine di implementare politiche, programmi e norme finalizzate sia ad accompagnare fino alla fine dell’anno in corso la platea dei beneficiari degli ammortizzatori in deroga, sia ad attivare misure per il reinserimento nel mondo del lavoro di un numero significativo di tali lavoratori utilizzando sia le risorse regionali, sia quelle statali, sia quelle comunitarie. Nel corso dell’incontro è infine emerso che una prima misura è prevista a breve con l’avviso Pubblico destinato alla platea dei lavoratori in mobilità in deroga con una dotazione finanziaria prevista di quattro milioni di euro. |
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PREMIATO ‘BAR SENZA SLOT’: SALGONO A 10 GLI ATTESTATI AI LOCALI DI MILANO RICONOSCERE IL MERITO DI CHI SI IMPEGNA PER EVITARE LA DIFFUSIONE DEL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO |
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Milano, 29 gennaio 2014 – È il decimo locale premiato con l’attestato ‘Bar senza slot’. L’esercizio Bar Man Bar di via Santa Maria Valle ha ricevuto il prestigioso riconoscimento istituito dal Comitato Jenner Farini e sostenuto dal Comune di Milano. La gratifica viene conferita a quelle realtà che rinunciano a installare nel proprio locale macchinette per il videopoker e slot machine. L’attestato è stato consegnato ai titolari del bar, Daniele e Marco Pintauro, dall’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute, Pierfrancesco Majorino, dal portavoce del Comitato Jenner Farini, Luca Tafuni e da Claudia Buccellati, presidente dell’associazione Per il Policlinico onlus, partner dell’iniziativa. Era presente anche il consigliere comunale Alessandro Giungi. La premiazione è avvenuta nell’ambito del Terzo Forum delle Politiche sociali promosso dal Comune di Milano. “Questo riconoscimento – ha detto l’assessore Majorino – è di natura simbolica, ma ha un alto valore culturale. Chi decide di non posizionare o di rimuovere le slot machine contribuisce a non diffondere il gioco d’azzardo e a evitare così la possibilità di sviluppare dipendenze di tipo patologico nelle persone. È quindi un piccolo grande segno di attenzione nei confronti della comunità che, come Amministrazione, vogliamo valorizzare il più possibile”. “Con la consegna di questo attestato, il Comitato Jenner Farini - commenta il portavoce Luca Tafuni – esce dai confini del quartiere in cui questo progetto è nato e, grazie al sostegno dell’assessore Majorino e della presidente Buccellati, premia un bar di un’importante arteria commerciale di Milano. Segno che questa lotta non deve avere limiti, perché il problema, ormai lo sappiamo, riguarda tutta la Città e il Paese intero”. “L’associazione Per il Policlinico onlus - afferma Claudia Buccellati, Presidente dell’associazione Per il Policliclino onlus – da sempre impegnata nella promozione della cultura della salute, partecipa alla consegna di questo importante attestato per contribuire ad accendere i riflettori su una piaga che ormai ha assunto i contorni di una vera e propria patologia”. "La nostra onlus che ha sede presso il Policlinico di Milano - conclude Buccellati - inaugurerà a breve il ´Punto orientamento contro il gioco patologico´, grazie al quale i nostri volontari daranno le prime informazioni e indirizzeranno gli interessati presso i Servizi Accreditati che offrono cura ed assistenza in relazione a problemi di ´gioco patologico´ nel territorio della Asl di Milano". |
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MIGRAZIONE, DIRITTI, INTERCULTURA: UN CORSO PER DOCENTI PRIMO APPUNTAMENTO GIOVEDÌ 30 GENNAIO A PARMA |
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Parma, 29 gennaio 2014 – Migrazione, diritti, multiculturalismo, intercultura e pace: in un’ottica di co-sviluppo e di messa in valore della ricchezza culturale rappresentata dai nuovi cittadini. Sono alcuni dei concetti-chiave del percorso formativo per docenti che prenderà il via giovedì 30 gennaio alle 15,30 a Palazzo Giordani. L’iniziativa, realizzata all’interno del progetto Educ (Educazione ai diritti umani e alla cittadinanza) per le scuole del territorio, è promossa dalla Provincia in collaborazione con la Regione Emilia-romagna e il Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani. In tempi di grandi cambiamenti come quelli che stiamo vivendo è necessario fermarsi a riflettere e a interrogarsi sugli scenari della società contemporanea, per poter rispondere in modo sempre più innovativo alle sfide educative che la attraversano. E uno dei temi cruciali dell’oggi è certamente la dimensione multiculturale e plurale del nostro territorio, e il crescere in esso di nuovi italiani: ragazzi e ragazze che giuridicamente sono ancora definiti “stranieri” ma che in realtà sono i cittadini della nuova polis interculturale. È proprio su questo che insisterà il corso, che si compone di 7 incontri fino all’8 maggio. Tra i relatori il sociologo delle migrazioni Adel Jabbar, l’autore teatrale e scrittore Mohamed Ba, il direttore artistico di “Ottobre africano” Cleophas Dioma, la blogger e giornalista Lubna Ammoune, il giornalista Francesco Cavalli, direttore del Festival Ilaria Alpi, l’antropologa Vincenza Pellegrino, il giornalista Daniele Barbieri. Il primo appuntamento è per giovedì 30 gennaio alle 15,30 nella Sala Borri di Palazzo Giordani (viale Martiri della libertà, 15): il sociologo Adel Jabbar interverrà su “Dalla migrazione all’interazione. Verso la costruzione di una nuova società interculturale”. L’incontro sarà aperto dai saluti dell’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani e da Aluisi Tosolini del Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani. |
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IMMIGRAZIONE, LOMBARDIA: DATI ISTAT PREOCCUPANTI |
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Milano, 29 gennaio 2014 - L´istat ha pubblicato il report ´Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente´ relativo all´anno 2012. Nel documento si evidenzia come siano in aumento gli espatri e come siano invece oltre 350.000 i nuovi arrivi sul territorio nazionale. "I dati sono davvero preoccupanti. - ha dichiarato Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia - Il rapporto certifica come questo Paese continui a esportare laureati, ben 9.000 quelli fuggiti all´estero nel 2012, e a far arrivare nuovi immigrati con bassa scolarizzazione, a cui obiettivamente non si può offrire un lavoro né una prospettiva. Dobbiamo ribadire con chiarezza che finché non sarà risolta la crisi occupazionale non possiamo permettere altri arrivi". Risolvere Problema Occupazione - "Se da un lato si evidenzia come i nuovi arrivi siano 35.000 in meno rispetto al 2011 - ha proseguito l´assessore - dall´altro colpisce come siano stati comunque ben 350.000 gli immigrati giunti nel 2012. Un numero davvero rilevante, soprattutto se si considera che in Lombardia, una delle regioni più accoglienti e con il più alto livello di integrazione, il tasso di disoccupazione tra gli immigrati regolari è del 14,4%. Dobbiamo dare risposte a tutti i lombardi e agli stranieri rimasti senza occupazione, prima di accogliere nuovi immigrati, altrimenti la mancanza di lavoro contribuirà solamente a esasperare conflitti sociali". Integrazione Passa Da Lavoro - "Uno Stato che non investe sui giovani e sull´occupazione è destinato a fallire. - ha concluso Simona Bordonali - Regione Lombardia ha stanziato 30 milioni per favorire la creazione di nuove imprese e la ripresa di quelle esistenti e ha messo a disposizione delle aziende lombarde circa 1 miliardo di euro con l´operazione Credito In-cassa. L´integrazione passa soprattutto dal lavoro e non dall´assistenzialismo, come qualcuno ancora vorrebbe far credere". |
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MINERVINI PRESENTA TRE BANDI PER IMMIGRAZIONE: INCLUSIONE, LINGUA E CASA |
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Bari, 29 gennaio 2014 - Arriva il rilancio per le politiche dell’immigrazione della Regione Puglia. Ieri, presso il Cineporto, l’assessore Guglielmo Minervini ha fatto il punto con i rappresentanti delle associazioni che si occupano di immigrazione, presentando tre bandi diretti all’integrazione dei migranti. “Non vogliamo rassegnarci – ha detto Minervini – alla situazione dei ghetti di Rignano, creando invece le condizioni per una Puglia che sia inclusiva, sfidando le associazioni a proporre idee da mettere in campo”. Il primo avviso pubblico è stato già emanato e scade il prossimo 16 febbraio: è stato illustrato oggi alle associazioni, provenenti da tutte le province pugliesi. Il bando riguarda proposte per iniziative sociali, educative e culturali per i migranti presenti in Regione. Prevede interventi per l’inclusione socio-culturale e il contrasto al lavoro nero. Gli immigrati potranno essere messi a conoscenza dei diritti e dei doveri con particolare attenzione alle informazioni sulla convivenza sociale, ai tempi e alle abitudini della città. Anche l’interculturalità potrà essere sviluppata, oltre alla tutela della salute, soprattutto per le donne e i minori. Per l’accoglienza abitativa e l’inserimento socio lavorativo dei migranti è prevista una specifica linea d’intervento. Le risorse disponibili sono 500mila euro. Inoltre sono state presentate le iniziative finanziate dal Ministero dell’Interno per l’alfabetizzazione (corsi di italiano): per la prima volta oggi sono state messe al vaglio delle associazioni che potranno – tutte – presentare progetti, in massima trasparenza. Il bando del Ministero scade il prossimo 6 marzo e sarà gestito dalla Regione. Ancora in fase embrionale è il bando per il diritto all’abitare. Con l’introduzione dell’agenzia sociale per la casa, la Regione vuole svolgere un ruolo di intermediazione per la ricerca delle abitazioni per migranti, finora lasciati alla contrattazione privata. In questo ambito saranno previsti anche programmi per il recupero, l’autorecupero e l’autocostruzione di abitazioni. Alle associazioni è stato chiesto di cominiciare a pensare su come partecipare a questo bando e a come implementarlo per la migliore riuscita. “L’incontro di oggi – ha spiegato infine Minervini – è stata una prima discussione con il mondo dell’associazionismo per spiegare in modo trasparente le nostre intenzioni sul settore dell’immigrazione. Abbiamo posto le basi per una bozza di discussione e partecipazione che sarà ampliata in un nuovo incontro che programmeremo prossimamente”. |
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TRENTO: UN DISEGNO DI LEGGE SULLA PARITÀ DI GENERE |
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Trento, 29 gennaio 2014 - Via libera dalla Giunta provinciale alla proposta che modifica la legge elettorale provinciale (L.p. 2/2003) in tema di parità di genere. L´obiettivo è quello di introdurre misure che permettano di raggiungere l´equilibrio della rappresentanza tra i sessi, nonché condizioni di pari opportunità di genere per l´accesso alle consultazioni elettorali. Si tratta di un assenso che non si è ancora trasformato in una delibera, dal momento che il testo verrà ora portato all´attenzione delle forze di maggioranza e da lì proseguirà il suo iter prima di approdare in Consiglio provinciale per la discussione. Come commenta l´assessora all´università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione allo sviluppo, Sara Ferrari: "Vorremmo promuovere, attraverso uno specifico provvedimento, le pari opportunità tra uomini e donne, rimuovendo eventuali ostacoli che impediscono una reale e sostanziale uguaglianza nell´accesso alle cariche elettive". I dati delle recenti elezioni del Consiglio provinciale hanno confermato l´enorme squilibrio che esiste fra la composizione di genere dell´elettorato (202.686 uomini e 214.018 donne con diritto di voto), la composizione di genere delle candidature (489 uomini e 295 donne) e la composizione di genere del Consiglio provinciale (28 uomini e 6 donne). "Le cause della minore presenza femminile in politica sono varie e complesse: intervengono fattori storici, culturali e nessuna iniziativa può essere considerata esaustiva o determinante per riequilibrare la presenza di genere nei luoghi decisionali - aggiunge Sara Ferrari -. Ma la scarsa presenza delle donne nelle istituzioni è un problema reale e di rappresentanza democratica: non si tratta tanto di una questione “di genere” quanto piuttosto di civiltà". Il disegno di legge approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta della assessora Sara Ferrari, interviene su alcune disposizioni della legge provinciale n. 2 del 2003 agendo sulla composizione delle liste elettorali nonché sull´espressione delle preferenze. Per quanto riguarda la composizione delle liste la norma prevede che ciascuna lista venga composta da un pari numero di candidati e di candidate, alternando un nome maschile con uno femminile a garanzia di una presenza sostanzialmente paritaria di uomini e donne nelle liste elettorali. Per l´espressione delle preferenze, si prevede che l’elettore/elettrice possa esprimere fino a tre preferenze: nel caso in cui sia espressa più di una preferenza i candidati indicati devono essere obbligatoriamente di sesso diverso, pena l’inefficacia delle preferenze espresse dopo la prima, che invece rimane valida. Questa specifica misura - così come espresso dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 4 del 2010 - agisce sulle condizioni generali senza imporre meccanismi che direttamente o indirettamente possano incidere sul risultato delle scelte elettorali dei cittadini e delle cittadine. Non si attribuisce infatti ad un genere una maggiore probabilità rispetto all’altro; non si stabilisce una condizione di maggior favore ad un candidato piuttosto che ad un altro. Anche con la norma proposta sarebbe possibile il permanere dello squilibrio di genere nella composizione del Consiglio, oppure potrebbe verificarsi uno squilibrio a favore della presenza femminile. Ciò significa che la norma promuove e rende possibile un equilibrio di genere ma non lo impone. Nel dettaglio, l’articolo 1 introduce l´obbligo di comporre le liste prevedendo un uguale numero di candidati uomini e candidate donne (criterio della parità), nonché prevedendo l´elencazione dei candidati alternando i nomi di uomini e donne (criterio dell’alternanza); è ammessa la sovra-rappresentazione di un sesso rispetto all’altro solo nel caso di lista formata da un numero dispari di candidati, ma la differenza è limitata ad una unità. L´articolo 2 del disegno di legge coordina tale previsione con le norme sul procedimento per l’ammissione delle candidature, introducendo la verifica del rispetto dei criteri di parità e di alternanza previsti dall’articolo 1 del disegno di legge. E’ prevista la possibilità per l’Ufficio centrale circoscrizionale di correggere l’ordine con il quale i candidati sono elencati nella rispettiva lista, per rispettare i criteri di parità e di alternanza, mantenendo l’ordine di presentazione all’interno del sesso di appartenenza e mantenendo il nominativo del/della capolista. L’ufficio centrale, ove necessario per assicurare il rispetto della norma, riduce il numero dei candidati della lista, cancellandoli a partire dall’ultimo. L´articolo 3 agisce sul meccanismo di espressione del voto di preferenza, rafforzando l´azione di riequilibrio prevista dai criteri definiti per la composizione della lista. Si prevede che l´elettrice/elettore possa esprimere fino a tre preferenze, purché - nel caso di più preferenze - i candidati indicati appartengano ad entrambi i sessi. L’articolo 4, infine, precisa quali sono le conseguenze per le ipotesi in cui il voto di preferenza non sia espresso nel rispetto delle previsioni della legge; sono pertanto inefficaci le preferenze espresse in eccedenza rispetto a tre; inoltre se l’elettore/elettrice esprime due preferenze e il primo voto è stato espresso a favore di un candidato, il secondo è valido solo se espresso a favore di una candidata e viceversa. Nel caso di espressione di tre preferenze, ove queste siano tutte espresse per candidati del medesimo sesso, la seconda e la terza preferenza sono inefficaci e rimane valida solo la prima. |
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MILANO: DAL 10 FEBBRAIO IN ARRIVO BADANTE DI CONDOMINIO E ALBO BABY SITTER DA SETTEMBRE RIVOLUZIONE NEL SISTEMA DI ASSISTENZA DOMICILIARE: PASTI CALDI, TELEASSISTENZA, ACCOMPAGNAMENTO ESTESI AI PRIMI 15.000 ANZIANI CON LA COMPARTECIPAZIONE |
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Milano, 29 gennaio 2014 – Dal 10 febbraio anziani e famiglie con bambini potranno contare su un nuovo sistema di assistenza familiare: in arrivo la badante di condominio, accanto a quella tradizionale, e per la cura dei più piccoli, l’albo comunale di tate e bay sitter. In collaborazione con il Pio Albergo Trivulzio e alcuni soggetti del Terzo settore, il Comune di Milano avvierà questo nuovo sistema di ricerca di assistenti familiari con l’obiettivo di creare nel giro di un anno un elenco di circa 2 mila badanti e alcune centinaia di baby sitter. Il nuovo sistema di ricerca, formazione e offerta di assistenti familiari garantirà alle famiglie l’impiego di personale qualificato, adeguatamente formato e adattabile, in termini di numero di ore e presenza, alle specifiche esigenze e possibilità, anche di tipo economico. A settembre invece si avrà la rivoluzione nel campo dell’assistenza domiciliare, l’insieme dei servizi per anziani non autosufficienti messi a disposizione del Comune: dalla consegna del pasto caldo, alla teleassistenza, dall’accompagnamento all’assistenza domiciliare. La grande novità riguarda l’estensione dei servizi comunali anche a chi oggi non ha accesso ad alcun servizio strutturato, perché non è sufficientemente povero per essere preso in carico, ma nemmeno abbastanza ricco per avvalersi dell’assistenza privata. Da settembre, dunque, chi lo vorrà potrà rivolgersi al Comune per ottenere, attraverso il pagamento di una quota commisurata al reddito, i servizi da cui è escluso perché la sua situazione non consente la gratuità. Si partirà da una prima fascia di anziani non autosufficienti, circa 15.000, per poi coinvolgere chiunque si voglia avvalere della compartecipazione. Da quest’anno il Comune sostituirà l’autocertificazione finora utilizzata con la presentazione della dichiarazione Isee (Indicatore situazione economica equivalente) per l’assegnazione di servizi e sussidi al fine di garantire la massima trasparenza e controllo sui beneficiari. Sono le novità annunciate oggi dall´assessore Pierfrancesco Majorino, in occasione della quinta giornata del Forum delle Politiche sociali che terminerà sabato 1° febbraio. “A febbraio - ha detto l´assessore alle Politiche sociali Majorino - avvieremo il nuovo sistema di assistenza familiare con l´aggiunta di nuove figure come la badante di condominio, e l’apertura dell’albo delle tate e delle baby sitter. A settembre invece il passo sarà ancora più grande, con l’introduzione della nuova assistenza domiciliare per tutti. Chi oggi è seguito dai servizi sociali gratuitamente, continuerà ad esserlo. Chi invece, con un reddito superiore è escluso dai nostri servizi e si affida oggi a quello che trova sul mercato, spesso scegliendo l’assistenza attraverso una rete informale, potrà rivolgersi al Comune e avere i medesimi servizi pagando in base alle proprie possibilità. Inizieremo dai circa 15 mila anziani che oggi non accedono ai nostri servizi, cui vogliamo dare un´alternativa alla ricerca autonoma e spesso poco efficace di assistenza. Come già affermato all’apertura del Forum venerdì scorso, nel 2013 abbiamo difeso strenuamente i servizi essenziali, compresi quelli per gli anziani. Non possiamo pensare ad un bilancio con meno risorse a disposizione”. Alcuni dati Gli anziani residenti a Milano con più di 65 anni sono 319.687 (anno 2012 - Ufficio Statistica Comune Milano). Le famiglie monocomponente o con persone sole rappresentano il 52,7% dei nuclei familiari residenti in città. Di queste 100 mila sono anziani. I cosiddetti “grandi anziani” con più di 80 anni sono 99.541, per la maggior parte donne (66.481). Gli anziani non autosufficienti sono circa 40.000. Sul territorio milanese sono stimate circa 32.000 badanti, tra regolari e irregolari. Alcuni dati sui servizi per gli anziani del Comune: 23 Centri Multiservizi Anziani; 4.380 anziani assistiti a casa; 297.000 pasti caldi a domicilio; 38.000 interventi emergenza caldo; 4.000 anziani in Rsa e centri diurni; 3.200 integrazioni al minimo vitale Inps (pensione sociale di 295,43 euro), cadenza bimestrale. In base all´anagrafe della fragilità, redatta ogni anno dal Comune prima dei mesi estivi, in collaborazione con Asl Milano e i medici di famiglia, nel 2013 sono risultati quasi 6.300 gli anziani cosiddetti fragili, cioè con più di 75 anni che vivono soli (o risultano anagraficamente soli) e in precarie condizioni di salute. Un numero in crescita rispetto al 2012, quando erano stati registrati 5.998 casi. Sono infine nove i Centri di psicologia per l’anziano e l’Alzheimer aperti da settembre dal Comune per dare informazioni e assistenza a famiglie e malati. Il bilancio dell’Assessorato alle Politiche sociali nel 2013 è stato di 204 milioni di euro. Di questi, 91,8 milioni di euro (il 45%) sono stati destinati a servizi e sussidi per gli anziani. |
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UNA MOSTRA SU DONNE E COOPERAZIONE TRENTINA |
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Trento, 29 gennaio 2014 - Si arricchisce con un nuovo appuntamento “Storie di genere: l’altra metà della cooperazione”, la mostra itinerante, curata da Alberto Ianes e Paola Antolini e nata dal progetto omonimo realizzato dal Centro sulla Storia dell’economia Cooperativa (Cesc) - Fondazione Museo storico del Trentino e dall’Associazione Donne in Cooperazione. La mostra verrà inaugurata mercoledì 29 gennaio alle ore 18, nelle sala del caminetto di Palazzo Thun a Trento; sarà visitabile fino al 23 febbraio 2014. Mercoledì 29 gennaio - dopo essere stata allestita a Caldonazzo, Olle, Malè, Ronzo Chienis, Aldeno, Tione e Cavalese - la mostra approda finalmente a Trento e alle ore 18, a Palazzo Thun, si terrà l’inaugurazione. Fino al 23 febbraio 2014 sarà così possibile riscoprire le testimonianze, i volti e le voci di socie, collaboratrici, consigliere di amministrazioni e presidenti che hanno raccontato la loro storia, personale e professionale, facendo emergere il ruolo che le donne hanno avuto e continuano ad avere nel sistema cooperativo trentino. L’obiettivo del progetto, coordinato da Alberto Ianes (Cesc) e Simonetta Fedrizzi (Federazione Trentina della Cooperazione), «è stato quello di ricostruire attraverso un’indagine storiografica e una campagna di interviste a testimoni privilegiate, il ruolo della donna nella storia della cooperazione trentina, indagando anche gli spazi conquistati progressivamente negli incarichi di responsabilità, così come, purtroppo, le forme della discriminazione». La mostra rimarrà aperta fino al 23 febbraio 2014, da martedì a domenica, dalle ore 15.00 alle ore 19.00. Lunedì chiuso. Ingresso libero. |
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MILANO: PER I MINORI 7,7 MILIONI DI EURO |
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Milano, 29 gennaio 2014 - Oltre 7,7 milioni per progetti a sostegno dei minori e diverse nuove iniziative, come il portale informativo per le famiglie e l’avviso pubblico per individuare un’associazione che garantirà il diritto al compleanno ai bambini delle famiglie in difficoltà. In più, l’istituzione del Garante milanese per i diritti dell’infanzia. È quanto emerso dall’incontro “Avanti ragazzi. Le politiche per i bambini e per l´infanzia in una città innanzitutto loro”, che si è tenuto a Palazzo Marino nell’ambito del Terzo Forum delle Politiche sociali. “Per la prima volta – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute, Pierfrancesco Majorino – il Comune di Milano realizzerà una delibera-quadro sull’infanzia e sull’adolescenza, che riunirà tutti gli interventi attuati verso i minori e diverrà un punto di riferimento certo per gli operatori. Grazie ai finanziamenti della legge nazionale 285 stanzieremo 7,7 milioni. A differenza del passato le risorse non verranno più erogate genericamente, ma sulla base del rinnovato sistema di accreditamento che abbiamo realizzato”. Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato numerosi esponenti del terzo settore milanese, pedagogisti e docenti universitari, è stata annunciata l’apertura di un portale informativo dedicato alle famiglie. Uno strumento che permetterà a genitori e figli di conoscere le opportunità loro riservate, dai servizi a disposizione sul territorio agli eventi ludico-ricreativi e culturali. Presto, inoltre, verranno resi noti i termini dell’avviso pubblico che il Comune emetterà per affidare a un ente del terzo settore il compito di organizzare feste di compleanno per i bambini di famiglie in difficoltà economica. “Questo tipo di interventi – ha aggiunto Majorino – vanno nella direzione di costruire una città veramente amica dei bambini. In questo senso, va inquadrata anche la nomina di un Garante cittadino dei diritti dei minori, che vogliamo rendere operativo entro il 2015”. Nel 2013 il Comune di Milano si è occupato, attraverso vari interventi, di oltre 15 mila minori. Per più di un terzo si è trattato di colloqui con assistenti sociali e operatori. Per quasi 4 mila minori c´è stato un sostegno economico alla famiglia mentre per circa 1.500 si è avuto l´intervento di educatori a sostegno di fragilità educative. Tra i vari servizi anche la presenza di operatori al domicilio del minore, l´inserimento in progetti innovativi come la sperimentazione di situazioni abitative autonome per neomaggiorenni e la gestione delle situazioni di affido e adozione. Infine, il Comune si è fatto carico di 571 minori stranieri non accompagnati gestendo il loro inserimento nelle comunità di accoglienza. “Questa Amministrazione – ha detto Chiara Bisconti, assessora al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero – si è impegnata, da subito, in vari modi sul fronte dei minori. L´obiettivo è uno solo: realizzare una città a misura dei più piccoli. In questo senso, dopo aver modificato un articolo del codice di Polizia Municipale, ci stiamo impegnando perché anche il regolamento edilizio sancisca definitivamente il diritto al gioco nei cortili. Abbiamo dato il via al progetto Happy Popping, a Milano oggi ci sono decine di luoghi dove le mamme possono allattare liberamente. Stiamo lavorando per portare sport e attività fisiche nei parchi e nelle piazze, recuperando quelli in disuso e per troppi anni abbandonati. Sul piano educativo, oltre ai progetti di orti didattici nelle scuole, realizzeremo un Codice etico per le società sportive che instillerà anche nei più giovani, i valori di lealtà e rispetto reciproco”. “La scuola – ha detto Francesco Cappelli, assessore all’Educazione e Istruzione – tende oggi ad avere una dimensione sociale perché è il primo luogo dove si riconoscono e affrontano bisogni parcellizzati ed estesi, emergenze e situazioni estremamente delicate. A questi bisogni cerca di offrire una risposta grazie alle competenze presenti e al lavoro comune col privato sociale, che rappresenta una ricchezza straordinaria perché in grado di offrire un servizio qualificato. Compito dell’Amministrazione è quello di integrare e valorizzare questo lavoro di rete tra scuola, associazioni e famiglie lavorando sull´integrazione delle competenze, soprattutto nella scuola, tramite un´analisi costante e precisa dei bisogni, delle sollecitazioni ma anche delle risposte che arrivano dal territorio”. |
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TRENTO: SCUOLE DELL’INFANZIA: NOVITÀ E TEMPI PER L´ISCRIZIONE |
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Trento, 29 gennaio 2014 L’ufficio Infanzia del Dipartimento della conoscenza ricorda che le iscrizioni dei bambini che frequenteranno le scuole dell’infanzia nell’anno scolastico 2014/2015 avranno inizio il giorno lunedì 3 febbraio 2013 e si concluderanno il giorno mercoledì 12 febbraio 2014. Si può presentare domanda presso una sola scuola dell’infanzia. I Tempi - l periodo per la raccolta delle iscrizioni va dal 3 al 12 febbraio 2014. Possono essere iscritti i bambini residenti o domiciliati in provincia di Trento che compiono il terzo anno di età entro il 31 gennaio 2015 e fino all’inizio dell’obbligo scolastico (bambini nati nel periodo dal 1° settembre 2008 al 31 gennaio 2012). La Novita’ - I criteri per le iscrizioni riservano particolare attenzione alle nuove esigenze familiari, dettate sia da mobilità lavorativa sul territorio sia dalla necessità di avvalersi di una rete di sostengo organizzativo più ampio. L´ottica è quella di facilitare le famiglie nel loro complessivo progetto di vita, fornendo loro la possibilità di iscrivere il bambino in una scuola diversa da quella di utenza qualora la scelta dipenda dall’attività lavorativa sul posto, di almeno uno dei genitori o dalla necessità di avvalersi dei nonni – residenti o domiciliati nella zona prescelta - per l’accudimento del bambino. In entrambi casi i genitori devono essere lavoratori. Pre-iscrizioni - Per i bambini nati nei mesi di febbraio e marzo 2012 le famiglie interessate alla frequenza anticipata della scuola dell’infanzia a partire dal gennaio 2015 possono presentare domanda di pre-iscrizione presso la scuola dell’infanzia negli ordinari termini dal 3 al 12 febbraio 2014. La pre-iscrizione consentirà alle famiglie di acquisire la precedenza nell’assegnazione dei posti disponibili per gennaio 2015, salva la necessità di conferma della domanda nel periodo dal 7 al 16 ottobre 2014. Nella pianificazione del servizio scolastico provinciale e in una logica di continuità tra servizi educativi, tenuto conto delle esigenze manifestate dalle famiglie e dell’offerta sul territorio dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, si porrà particolare attenzione alle iscrizioni dei bambini nati nel periodo febbraio-marzo 2012 al fine di favorire l’ingresso anticipato alla scuola dell’infanzia dal mese di gennaio 2015. La Domanda - Il modulo di iscrizione o pre-iscrizione può essere ritirato presso al scuola o scaricato, per le scuole dell’infanzia provinciali, dai siti della Provincia autonoma di Trento e di “Vivoscuola” agli indirizzi www.Modulistica.provincia.tn.it e www.Vivoscuola.it; per le scuole dell’infanzia equiparate, dai siti informatici delle singole scuole e/o delle relative associazioni: Federazione provinciale scuole materne all’indirizzo www.Fpsm.tn.it e Associazione Co.e.s.i. All’indirizzo www.Associazionecoesi.com. Si può presentare domanda presso una sola scuola dell’infanzia. Orario Prolungato - Il concorso finanziario per l’utilizzo del servizio dell’orario prolungato rimane invariato rispetto allo scorso anno ed è determinato per l’a.S. 2014/2015 nella tariffa annuale intera di 240 euro per un’ora giornaliera, di 490 euro per due ore giornaliere e di 740 euro per tre ore giornaliere. Per le famiglie che richiedono l’agevolazione in base al modello Icef, le tariffe minime annue sono stabilite in 90 euro per un’ora giornaliera, 185 euro per due ore giornaliere e 280 euro per tre ore giornaliere. Si segnala la possibilità per le famiglie di differire il versamento della tariffa oltre il termine del 12 febbraio 2014, comunque improrogabilmente non oltre il termine del 16 aprile 2014. |
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