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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Luglio 2013
OTTENERE IL MASSIMO DALL´ELETTRICITÀ DOMESTICA  
 
Bruxelles, 9 luglio 2013 - I grandi elettrodomestici per la casa, come frigoriferi e lavatrici, sono responsabili per una grande quantità del consumo giornaliero di corrente elettrica. Un progetto finanziato dall´Ue ha sviluppato un sistema che aiuterà voi e i vostri vicini a ottimizzare il consumo energetico a casa. Il progetto Beywatch ("Building Energy Watcher"), guidato dalla spagnola Telefonica Investigacion y Desarrollo, ha sviluppato un sistema innovativo, consapevole del consumo di energia, flessibile e incentrato sull´utente per monitorare l´uso energetico domestico. Il sistema collega i vecchi dispositivi di consumo già presenti nella vostra casa con una nuova generazione di elettrodomestici consapevoli del consumo di energia in una rete comune. Tra le loro caratteristiche ci sono i contatori multilivello, un maggiore controllo, la programmazione basata sulla domanda di energia (ovvero le tariffe non nel periodo di punta) e la capacità di impostare preferenze personali. Pianificando e controllando il funzionamento degli elettrodomestici affamati di energia, il sistema Beywatch mira inoltre a ridurre al minimo i picchi nella distribuzione di energia. Questo aiuterà a equilibrare il carico energetico tra le reti di distribuzione dell´energia, a livello domestico, della strada e del quartiere. Il risultato è un profilo del consumo energetico su larga scala più prevedibile. Inoltre, Beywatch ha lavorato per sviluppare e integrare un innovativo sistema combinato fotovoltaico/solare (Cps) in grado di fornire elettricità e acqua calda per gli elettrodomestici come la lavastoviglie. Questo riduce il costo dei cicli per riscaldare l´acqua. E il sistema Cps è persino in grado di generare un´eccedenza di energia elettrica, che può essere usata a casa o immessa nella rete elettrica in uno schema inverso di generazione/distribuzione dell´energia. Beywatch ha sostanzialmente prodotto una piattaforma per integrare prodotti eterogenei, economici e consapevoli del consumo di energia in un sistema più efficiente e accessibile per la distribuzione dell´energia elettrica. Questo inoltre indica la strada verso un approccio più flessibile e raffinato alla gestione della domanda di energia, ora da molti considerata un punto chiave per i futuri sistemi elettrici e di grande interesse per i distributori e rivenditori di energia. Una maggiore flessibilità aiuterà in particolare le reti a far fronte ai picchi di carico sulla rete, che stanno crescendo sempre di più ogni anno. Il nuovo sistema fornisce un accesso a informazioni in tempo reale sul consumo, oltre a rapporti comprensibili e confronti con i consumi del passato. Per i consumatori di energia elettrica, questo significa informazioni più chiare su come risparmiare elettricità facendo allo stesso tempo la propria parte per salvaguardare l´ambiente. I partner del progetto affermano che i loro modelli di produzione e consumo dell´elettricità, e i risultati delle simulazioni sono stati resi disponibili per i progetti collegati, per essere usati come materiali di riferimento per ulteriori studi. Una possibile area di lavoro potrebbe concentrarsi sugli edifici commerciali e industriali. Gli schemi di utilizzo e le necessità energetiche di questi edifici sono molto diversi da quelli osservati nelle case e la conoscenza acquisita attraverso un lavoro di questo genere potrebbe essere usata per migliorare ulteriormente il consumo energetico globale e per ridurre le impronte ambientali. Per maggiori informazioni, visitare: Telefonica Investigacion y Desarrollo http://www.Tid.es/en/pages/default.aspx   Beywatch http://www.Beywatch.eu/ Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/89235_it.html    
   
   
COME LE RINNOVABILI ABBASSANO IL COSTO DELL’ENERGIA. LO SPIEGA APER CON LO STUDIO SUI BENEFICI DELLE FER SUL PREZZO DELL’ENERGIA  
 
Milano, 9 luglio 2013 - C’è chi dice che siano le principali responsabili del caro bollette. E invece le rinnovabili abbassano il costo dell’energia elettrica anche fino ad annullarlo in certi casi. E’ successo per la prima volta domenica 16 giugno 2013: in Italia per 2 ore l´elettricità ci è costata zero euro! Zero inquinamento e zero costi quindi! L’evento si è reso possibile grazie all’ormai elevata presenza di impianti che trasformano sole, vento, acqua e biomasse in energia. E in futuro potrebbe diventare sempre più frequente grazie alla crescente e auspicata penetrazione delle rinnovabili nel mercato elettrico italiano. Come ciò avvenga lo spiega Aper con la pubblicazione “Le energie rinnovabili e il mercato elettrico - I benefici delle rinnovabili sul prezzo dell’energia”, che, nello specifico, analizza il rapporto tra la presenza di fonti rinnovabili nel mercato dell´energia elettrica e l´abbassamento del prezzo dell´elettricità, ovvero il fenomeno del “peak shaving”. E’ possibile scaricare un’anteprima dello studio dal sito aper.It. La versione integrale del lavoro sarà presentata dall’autore giovedì 18 luglio a Milano nella sala Saba dell’Hotel Doria. Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno Aeeg, Terna, Gse, Greenpeace e Altroconsumo, moderata dal giornalista scientifico Roberto Rizzo, collaboratore del Corriere della Sera. La partecipazione all’evento è gratuita, previa registrazione all’indirizzo segreteria@aper.It  
   
   
570 MILIONI DI EURO A TERNA PER LA RETE ELETTRICA NEL SUD ITALIA  
 
Roma, 9 luglio 2013 - Il contratto di finanziamento per 570 milioni di euro siglato ieri a Roma tra la Banca europea per gli investimenti (Bei) e di Terna, società di gestione della rete elettrica d´Italia, si concentra sugli investimenti in Italia meridionale. La Bei era presente alla cerimonia della firma da Dario Scannapieco, il suo vicepresidente responsabile per le operazioni in Italia, Malta e Balcani occidentali, e Terna per il suo amministratore delegato, Flavio Cattaneo. In particolare, il prestito contribuirà a sostenere 2012-2016 piano di Terna di cinque anni per sostenere la rete di trasmissione di energia in Italia, pari a oltre 1 miliardo di euro. Il piano è suddiviso in 14 progetti individuali in tutta Italia, ma con particolare attenzione alle Regioni Convergenza Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Il 69% del totale dei finanziamenti della Bei, è destinato a progetti situati in queste regioni. Il progetto di punta sia in termini di dimensioni e di importanza strategica è l´interconnessione Sorgente-rizziconi, la sezione della griglia tra isola più grande d´Italia, la Sicilia, e la Calabria. A causa della sua importanza, questo progetto riceve anche finanziamenti Ue di 110 milioni di euro nell´ambito del Eepr (programma energetico europeo per la ripresa). Il prestito di Terna è in linea con le priorità operative della banca di Ue in due modi, in particolare. La Bei sostiene progetti per migliorare le reti di energia - vitale per la riduzione dei costi energetici e di ridurre le differenze di prezzo tra le regioni. Per essere efficaci, questi piani sono anche orientati a migliorare il collegamento dei sistemi di generazione di energia rinnovabile per la rete, che contribuirà a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, la posizione geografica nel sud Italia di più di due terzi dei progetti carillon con la politica della Bei, sin dalla sua istituzione di finanziare operazioni chiave in regioni svantaggiate al fine di favorire la crescita armoniosa socio-economica all´interno dell´Unione europea.  
   
   
BOLZANO, EFFICIENZA ENERGETICA: LA NORMATIVA ALTOATESINA RESTA INVARIATA  
 
Bolzano, 9 luglio 2013 - L´alto Adige è stato più veloce dello Stato nell´applicazione delle direttive Ue sull´efficienza energetica, quindi la normativa autonoma resta valida anche dopo quella varata in un secondo tempo da Roma: "Possiamo pertanto continuare a lavorare con il nostro modello di successo Casaclima", sottolinea l´assessore provinciale Elmar Pichler Rolle, che ringrazia anche i senatori altoatesini a Roma per l´impegno nel mantenimento della regolamentazione locale. Già nello scorso marzo la Giunta provinciale ha recepito le direttive Ue sull´efficienza energetica complessiva elaborando una specifica regolamentazione. Lo Stato invece ha affrontato la questione sono adesso, "ma anche grazie agli interventi dei senatori altoatesini Karl Zeller, Hans Berger e Francesco Palermo le nostre disposizioni restano comunque invariate rispetto a quelle statali", spiega l´assessore Pichler Rolle. Tra le conseguenze pratiche vi è la possibilità di poter proseguire con l´applicazione del modello di successo Casaclima. "È importante che Roma torni a mandare segnali positivi a Bolzano sul piano del riconoscimento della normativa locale, confidiamo che si possa proseguire su questa strada", commenta Pichler Rolle. Sul piano tecnico è molto significativo il fatto che grazie alla nuova regolamentazione il cittadino possa richiedere due agevolazioni fiscali distinte per il risanamento dell´edificio e per gli interventi tecnici sull´immobili: beneficerà di un massimo di 96mila euro per ciascuna tipologia, quindi complessivamente 192mila euro di detrazioni.  
   
   
LOMBARDIA: A ´CASCHI GIALLI´ RISPOSTE CONCRETE GIORNATA NELLA COLLERA ANNUNCIA TAVOLO IN REGIONE EDILIZA IN CRISI PERSI 47.300 POSTI DI LAVORO IN 5 ANNI  
 
Milano, 9 luglio 2013 - ´Il settore dell´edilizia e delle costruzioni, che in Italia dà lavoro al 22% degli occupati nel comparto dell´industria, ha perso quasi 700.000 posti dal 2008 a oggi, numeri che si traducono in 47.300 persi nella sola Lombardia, cioè il 13.1%. Significa che il tempo delle promesse e delle parole è ampiamente scaduto e che la manifestazione dei ´caschi gialli´ non è una protesta, ma un segnale forte alla politica che deve dare risposte concrete´. Lo ha detto questa mattina Viviana Beccalossi assessore al Territorio e Urbanistica di Regione Lombardia, in occasione della ´Giornata delle vessazioni´ organizzata dalle principali associazioni della filiera delle costruzioni che hanno manifestano contro gli oltre cento adempimenti burocratici che frenano chi investe risorse e crea occupazione. Dati Situazione Settore - ´In Lombardia - ha continuato Viviana Beccalossi - la situazione economica del settore è drammatica, con gli investimenti in costruzioni che secondo le stime di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) oggi ammontano a 23,3 miliardi di euro e si sono ridotti di un quarto dal 2008 a oggi. Per le nuove costruzioni il trend rispetto al 2011 è in calo del 14.7%, con un -56.8% dall´inizio della crisi´. Altro dato preoccupante è quello relativo all´accesso al credito per le imprese: in Lombardia il flusso di nuovi mutui per investimenti nel settore abitativo tra il 2007 e il 2012 è diminuito del 49,3%, con picchi del 72% a Mantova, del 70% a Brescia e del 61,8% a Bergamo (la media nazionale è del 48,8%). Di riflesso, la stretta arriva anche sui cittadini, con un calo dei mutui erogati del 61.2% in cinque anni. Cantiere Dei Caschi Gialli - L´assessore Beccalossi ha annunciato che nei prossimi giorni Regione Lombardia darà vita al ´Cantiere dei caschi gialli´, un tavolo di confronto per programmare la politica dell´edilizia insieme a tutti gli addetti del settore. ´Un ulteriore segnale d´attenzione - ha aggiunto Viviana Beccalossi - dopo che come primo atto del Governo Maroni, abbiamo sbloccato 3.000 cantieri grazie alla legge sui Pgt, i Piani di governo del territorio. Un provvedimento seguito da un intervento diretto di 500 milioni già messo a disposizione delle imprese e 200 milioni destinati agli Enti locali per poter pagare i fornitori e finanziare nuovi investimenti andando oltre alle logiche del Patto di stabilità´. Interventi Regione Per Dare Ossigeno Alle Imprese - ´Tutti questi interventi - ha concluso l´assessore Beccalossi - che, insieme al processo di sburocratizzazione avviato la scorsa legislatura dall´assessore Maccari e proseguito oggi dalla nuova Giunta, servono a dare ossigeno, ma e non possono sostituirsi a una riforma vera e definitiva della pubblica amministrazione, che deve superare la propria autoreferenzialità. Se ogni imprenditore che investe deve continuare a rispondere a decine di funzionari diversi e magari scollegati tra loro, questo Paese difficilmente potrà riprendersi dalla crisi´.  
   
   
UMBRIA: G.R. APPROVA BANDO PER SELEZIONE PROGETTI DI MIGLIORAMENTO EFFICIENZA ENERGETICA EDIFICI  
 
Perugia, 9 luglio 2013 - Ha come obiettivo la selezione di interventi per la realizzazione di un catalogo di buone pratiche sul miglioramento dell´efficienza energetica degli edifici, il bando approvato dalla Giunta regionale dell´Umbria su iniziativa dell´assessore all´ambiente, Silvano Rometti. L´avviso, che sarà pubblicato prossimamente e la cui scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 31 ottobre 2013, rientra tra le iniziative previste nell´ambito del Programma transnazionale "Med 2007-2013", al quale la Regione Umbria ha aderito con un progetto incentrato sul tema dell´efficienza energetica denominato "Marie" (Mediterranean Building Rethinking for Energy Efficiency Improvement) e iniziato ufficialmente nel 2011, con scadenza fissata per la fine del 2014. La Regione Umbria, all´interno dell´iniziativa, è stata individuata come responsabile della comunicazione e della divulgazione delle attività che saranno sviluppate anche con lo scopo di favorire e migliorare lo scambio di conoscenze nel campo dell´efficienza energetica. "Una delle azioni previste dal progetto - ha spiegato l´assessore Rometti - è proprio quella relativa alla raccolta di esperienze significative a livello regionale sul fronte degli interventi di miglioramento dell´efficienza energetica realizzati su edifici esistenti o di nuova costruzione e, attraverso i quali, si sia conseguita un´elevata riduzione dei consumi energetici. Proprio con lo scopo di diffondere gli interventi più significativi realizzati sul territorio, la Regione Umbria, in condivisione con il Department of Territory and Sustainability of the Government of Catalonia, che è partner capofila del progetto, ha stabilito la pubblicazione del Bando di selezione per la realizzazione di un catalogo regionale. L´avviso - spiega l´assessore Rometti - sarà pubblicato anche dagli altri partner del progetto con le medesime modalità, le proposte migliori selezionate da ogni partner, saranno successivamente valutate da una Commissione internazionale, presentati e premiati nel corso di un evento finale che si terrà a Barcellona nell´ottobre 2014".  
   
   
LIGURIA: OLTRE 7 MILIONI PER IL RECUPERO DI EDIFICI DISMESSI E LA CREAZIONE DI ALLOGGI SOCIALI  
 
Genova, 9 Luglio 2013 - Oltre 7 milioni di euro per dare il via ad un recupero diffuso di edifici pubblici e privati per la creazione di alloggi di edilizia residenziale sociale. Sono stati stanziati venerdì 5 luglio dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle politiche abitative, Giovanni Boitano per andare incontro alle esigenze delle persone più fragili che avrebbero difficoltà a trovare un alloggio nel libero mercato. I finanziamenti (5,4 milioni dallo Stato- Regioni e 1,7 dagli Enti locali) serviranno a intervenire in 30 piccoli Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, dove verranno creati circa 100 alloggi e realizzati anche interventi di riqualificazione urbana. I Comuni interessati sono in provincia di Imperia: Bajardo, Diano Aretino, Diano Castello, Molini di Triora, Montalto Ligure, Montegrosso Pian Latte, Perinaldo, Pompeiana, Prelà, Vasia. In provincia di Savona: Bormida, Erli e Stellanello. In provincia della Spezia: Brugnato e Carro. In Provincia di Genova: Borzonasca, Castiglione Chiavarese, Coreglia Ligure, Favale di Malvaro, Mezzanego, Montoggio, Neirone, Ronco Scrivia, Rovegno, Savignone, Tribogna. "Si tratta di un intervento importante – ha spiegato l´assessore Boitano - che si prefigge di dare un alloggio alle persone meno abbienti e di riqualificare i piccoli centri urbani. Inoltre l´apertura, entro fine anno, di circa 50 cantieri consentirà anche nuovo lavoro per le imprese edili". Con questo bando la Regione si è rivolta sia ai Comuni con meno di 5.000 abitanti e anche a quelli con meno di 1.000 abitanti che hanno pero´ una forte esigenza abitativa. "Si tratta – ha aggiunto Boitano – di Comuni limitrofi ai centri centri urbani piu´ grandi che possono aggregare persone che non riescono a trovare un alloggio nei Comuni maggiori. A questi finanziamenti ci auguriamo possono aggiungersene altri per riuscire a far fronte a tutte le richieste".  
   
   
TERRITORIO FVG: COMUNI CONDIVIDANO PIANIFICAZIONE URBANISTICA  
 
Trieste, 9 luglio 2013 - Riorganizzare competenze e strumenti di pianificazione con l´obiettivo di gestire il territorio di concerto con i diversi attori della società civile. È questo l´obiettivo che la Giunta regionale si pone con la visione integrata delle riforme degli enti locali e della pianificazione territoriale. Un punto di vista ribadito da Mariagrazia Santoro, assessore regionale alle Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione territoriale, Lavori pubblici, intervenuta ieri sera a Tolmezzo all´incontro organizzato dalla Comunità montana della Carnia, in collaborazione con l´Amministrazione regionale sui temi della gestione partecipata del territorio. Da diversi anni la Comunità montana della Carnia sta sviluppando le informazioni territoriali, gli strumenti per rappresentarle e le forme di partecipazione e, grazie al recente progetto transfrontaliero "Susplan" (pianificazione sostenibile in aree montane), è giunta a produrre una mappa dei valori e una visione strategica del territorio carnico. "Vi propongo - ha commentato l´assessore Santoro - di lavorare assieme e di farlo presto perché qui avete uno strumento già pronto. La Regione è piena di soggetti diversi che operano in delegazione amministrativa come Fvg Strade, Anas, Consorzi, Province, ma non abbiamo un luogo in cui tutti questi soggetti possano discutere gli interventi con uno sguardo d´insieme sul territorio. Mi piacerebbe arrivare al punto in cui i comuni facciano assieme i piani, ma per ora possiamo usare e valorizzare lo strumento delle direttive". "Noi partiremo - ha aggiunto Santoro - dal piano paesaggistico, valuteremo i vincoli e individueremo i luoghi da riqualificare. Con la carta europea del paesaggio, tutto è paesaggio. Non verranno più realizzate prima le opere e poi gli interventi di mitigazione delle stesse per riequilibrarne l´inserimento nel contesto territoriale, ma al contrario ci sarà fin dall´inizio un´ideazione dell´opera come complesso unico d´intervento. In ogni caso, l´ipotesi di lavoro di piano paesaggistico che abbiamo in cantiere non prevede una partenza uniforme per tutta la regione, ma per zone o per temi specifici". Sotto il profilo delle opportunità turistiche Santoro ha sottolineato l´importanza di tutelare il paesaggio: "I vincoli possono trasformare le risorse in attrattive per i turisti, perchè anche i prati e i boschi possono diventare "diffusi" come gli alberghi". All´incontro hanno preso parte anche Dario Zearo, amministratore temporaneo dell´ente comprensoriale, e il consigliere regionale Cristiano Shaurli, che ha trattato il tema del mutato ruolo delle autonomie locali nella gestione territoriale, nella prospettiva di razionalizzare la struttura amministrativa in virtù della riduzione della spesa pubblica.  
   
   
LOMBARDIA/SISMA. DOMANDE SOSTEGNO AFFITTI FINO A 19 LUGLIO 900.000 EURO A DISPOSIZIONE DI 1.000 FAMIGLIE  
 
  Milano, 9 luglio 2013 - L´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità, Paola Bulbarelli, ricorda che c´è tempo fino al 19 luglio per presentare le domande per il contributo a sostegno dell´affitto per coloro che abitano nei 41 comuni del Mantovano colpiti dal sisma dello scorso anno. ´Dopo le buone notizie che abbiamo comunicato ai sindaci la settimana scorsa - spiega Bulbarelli - voglio ricordare quest´altra opportunità molto sentita fra coloro che devono pagare un canone di locazione. L´anno scorso, la stessa misura ci ha permesso di aiutare oltre 1.100 nuclei famigliari e, dunque, quest´anno abbiamo deciso di riproporla´. L´assessore ricorda che sono già a disposizione dei Comuni 900.000 euro che, secondo le stime dei dati medi dal 2010 al 2012, permetteranno a circa 1.000 famiglie di ricevere un contributo di 900 euro una tantum. Il limite di reddito Isee/fsa (dunque non reddito imponibile) per richiedere il contributo è pari 5.600 euro.  
   
   
IL NUMERO DEI SENZATETTO È SALITO DEL 50% DAL 2001 NELL’INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI E CON L’AUMENTO DEI RICHIEDENTI ASILO HA SUBITO UN ULTERIORE INCREMENTO. GLI HOMELESS, AD OGGI, POSSONO CONTARE SOLO SULL’AIUTO CARITATEVOLE DEI 727 ENTI DI VOLONTARIATO OPERATIVI IN TUTT’ITALIA IN PARTICOLARE LA CARITAS.  
 
  Lecce, 9 luglio 2013 - Un esercito della disperazione in crescita di 50.000 senzatetto, per la precisione erano 47.648 persone, secondo il primo censimento realizzato in materia dall’Istat, in collaborazione con il Ministero del welfare, la Caritas e la Fio.psd (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora). Una condizione che li esclude dal godere dei più elementari diritti, come ad esempio quello di voto. Quasi 50mila persone, quindi, tra cui 15.000 bambini, erano senza casa all´inizio del 2012 in Italia, con un incremento di quasi il 50% dal 2001, ma con una crescita ulteriore nel corso dei primi mesi dell’anno corrente. Circa il 62% lo è diventato dopo aver perso il lavoro. Soprattutto a seguito di un licenziamento o della chiusura dell’azienda dove erano impiegati (22,3%) oppure per il fallimento della propria attività (14,3%). Mentre, solo il 6,7% degli homeless del Bel Paese non ha mai avuto un’occupazione. I tre motivi maggiori per cui si arriva a vivere per strada oltre alla perdita di un lavoro sono anche la separazione da un coniuge o le cattive condizioni di salute; in alcuni casi coesistono tutte e tre le motivazioni. Sono per lo più uomini, con meno di 45 anni e un basso titolo di studio. Da notare, inoltre, che la maggioranza è costituita da stranieri (59,4%) e le cittadinanze più diffuse sono la rumena, la marocchina e la tunisina. Di questi quasi 50 mila homeless, almeno 4 su 10 sono italiani, numerosi a Milano ed a seguire Roma, mentre gli stranieri sono circa l’87 % e tra questi il 59,4 % sono uomini. Il 9,3 % di senzatetto stranieri è laureato. Ma con la fine dei fondi dell’emergenza Nord Africa ed un aumento dei rifugiati che restano senza alcuna protezione, a partire dall’inizio di quest’anno il numero è salito ancor di più ed oggi è difficile fare stime precise sull’ulteriore incremento. Quasi la metà dei richiedenti asilo erano in centri collettivi, un terzo in alloggi pagati da una associazione, 12% in un hotel e il 9% erano senza casa. La metà dei senzatetto non voleva dormire nel centro di accoglienza a causa della mancanza di igiene e di sicurezza. Gli altri sono stati respinti per mancanza di alloggi. E dove non arrivano le istituzioni, si può contare sull’ospitalità delle 727 sedi di enti di volontariato distribuite sul territorio, in particolare la Caritas, che per quanto possono, riescono a sopperire alle carenze di un sistema di protezione sempre più debole e sempre più fragile. La condizione degli stranieri clochard sta diventando ormai tipica a causa della crisi occupazionale del Paese: arrivano o si trovano in Italia come immigrati che ambiscono ad un lavoro, una situazione migliore rispetto alla precarietà dei loro Paesi, sono carichi di aspettative, ma sono costretti a scontrarsi, poi, con la dura realtà: la disoccupazione imperante e ai massimi dal 1977 emargina anche loro, riversandoli o per strada come homeless o incentivando la microcriminalità. È ovvio, spiega Giovanni D’agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che se si avviassero le necessarie riforme del mercato del lavoro e si rilanciassero serie e strutturali politiche per l’occupazione, più della metà del problema sarebbe risolto, ma è chiaro che in una situazione d’emergenza come quella che stiamo vivendo e nell’inerzia del governo in materia di lavoro, è urgente e irrinunciabile un miglioramento delle condizioni e delle strutture d’assistenza per quest’esercito silenzioso che cresce giorno dopo giorno non lasciando solo all’insostituibile apporto delle associazioni di volontariato l’arduo compito che spetta in primo luogo, al contrario, al Nostro sistema di Welfare istituzionale.  
   
   
EDILIZIA, CAMBIA LA LEGGE. VARATE NUOVE NORME PER I SOTTOTETTI GIUNTA LIGURE APPROVA DDL DOPO IL CASO SOLLEVATO DAL TRIBUNALE DI SAVONA DAVANTI ALLA CONSULTA  
 
Genova, 9 Luglio 2013. La Regione Liguria cambia e adegua la legge che consente il recupero edilizio dei sottotetti, dopo che il Tribunale di Savona si è rivolto alla Corte Costituzionale sollevando la questione di legittimità del provvedimento che sta interessando centinaia di privati. Dopo la richiesta del Tribunale di Savona, che ritiene la legge regionale 24 del 2001 incostituzionale, la giunta Burlando, su proposta dell´assessore alla Pianificazione Territoriale Gabriele Cascino, ha approvato venerdì 5 luglio in mattinata un disegno di legge che la modifica per "riportarla in un ambito di efficacia, interpretazione e applicazione costituzionalmente corrette", spiega Cascino. La nuova legge punta a correggere le impostazioni di quella attuale che consente infatti il recupero abitativo dei sottotetti di edifici esistenti, senza stabilire limiti dimensionali e incrementi di volumetrie che in diversi casi vanno oltre la ristrutturazione e si configurano come vere proprie nuove costruzioni. Il ddl fissa invece precisi limiti di incremento della sagoma di copertura delle costruzioni: non più di 50 centimetri per la "linea di colmo" e per quella della "gronda", limiti che rientrano nelle norme statali e regionali della ristrutturazione edilizia. La nuova normativa potrà essere applicata ai fabbricati che già dispongono di sottotetti in grado di diventare abitazioni senza danni paesaggistici. Sempre nel ddl approvato dalla giunta regionale si dà ai comuni la possibilità di disciplinare con gli strumenti urbanistici, gli interventi di recupero dei sottotetti esistenti realizzati dopo l´entrata in vigore della legge del 2001. Fermo restando i parametri stabiliti dal ddl , i comuni potranno stabilire anche la percentuale massima di incremento del volume della costruzione entro il limite del 20 per cento del volume esistente.  
   
   
CONTRATTI E APPALTI IN UMBRIA: CROLLO DI OLTRE IL 50 PER CENTO IN UN ANNO  
 
Perugia, 9 luglio 2013 - “I dati e le considerazioni contenute nel rapporto annuale riferiti ai vari tipi di appalti aggiudicati nel corso dell’anno 2012 da stazioni appaltanti che operano sul territorio umbro indicano chiaramente lo stato della crisi che ha colpito tutti i settori e la drammatica diminuzione di finanziamenti, nazionali e locali, che arrivavano in Umbria e qui venivano impiegati dando un apporto ed un impulso determinante all’economia della nostra regione”, Stefano Vinti assessore regionale ai lavori pubblici, commenta così i dati elaborati dall’Osservatorio regionale dei Contratti pubblici della regione Umbria e che fanno parte del Rapporto messo a disposizione dell’Autorità per la vigilanza. I contratti monitorati sono quelli relativi ai lavori, alle prestazioni di servizi ed alle forniture di beni avvenuti nel 2012. “Abbiamo rilevato una diminuzione del 55 per cento degli appalti, sia in termini finanziari che numerici. Alcuni indicatori possono aiutare a capire meglio l’attuale situazione. I comuni sono passati da 91 a 21 milioni di risorse impegnate nei settori tradizionalmente di loro competenza quali strade, acquedotti fognature ecc. Mentre i mutui contratti dagli enti locali umbri sono scesi dai 23 del 2011 ai 10 del 2012. Nell’edilizia residenziale pubblica si è passati dagli 11 milioni del 2010 ai 3 del 2012. Le risorse statali trasferite agli enti locali dell’Umbria sono ridotte a 42 milioni di euro rispetto ai 72 dell’anno precedente”. I dati sono anche suddivisi tra i contratti stipulati da stazioni appaltanti di interesse comunale, provinciale e regionale e contratti stipulati da soggetti nazionali che hanno interessato il territorio dell’Umbria “Nel settore dei lavori pubblici, rispetto al 2011, per i contratti superiori a 150.000 euro, abbiamo rilevato un calo di quasi il cinquanta per cento dei finanziamenti movimentati dagli enti locali dell’Umbria, mentre per quello che riguarda gli appalti nazionali il calo è disastroso: oltre il settanta per cento in meno”, evidenzia Vinti. “Con questi numeri è chiaro che non ci può essere ripresa economica. Tagli, restrizioni, patto di stabilità non fanno altro che alimentare la recessione, il lavoro precario e la disoccupazione. C’è bisogno dunque di cambio di rotta radicale da parte della politica nazionale e l’intervento e le risorse pubbliche devono tornare ad essere un volano per l’economia nazionale e quindi anche della nostra regione”. Nel Rapporto si rileva che nel 2012 in Umbria sono stati affidati 509 contratti aventi importo a base d’asta superiore a 150.000 euro, per un importo complessivo di 519.274.172 euro, aggiudicati o affidati dalle Stazioni appaltanti di interesse comunale, provinciale e regionale ovvero aventi sede legale nel territorio umbro. Nel 2012 gli appalti per lavori pubblici di importo superiore a 150.000 euro aggiudicati o affidati, dalle Stazioni appaltanti di interesse comunale, provinciale e regionale sono stati 179, per un importo complessivo a base asta di 84.105.620 euro,(l’importo medio risulta di 469.863 euro). Nel 2011 invece gli appalti erano stati 198 per un importo dei lavori aggiudicati o affidati di 165.134.013 euro ( l’importo medio risultava di 834.010). Le Stazioni appaltanti di interesse nazionale invece nel 2012 hanno aggiudicato o affidato 46 appalti per lavori pubblici, per un importo base asta di 28.600.764 euro, contro i 109.715.299 euro del 2011 realizzati con 81 appalti. L’appalto di maggior importo a base d’asta aggiudicato nel 2012 è stato quello del Comune di Spello con un importo base asta di 13.037.440 euro per l’intervento di realizzazione delle infrastrutture a rete e pavimentazioni del Pir di Spello Capoluogo Ii Stralcio aggiudicato alla Impresa Zambelli di Galeata in provincia di Forlì-cesena. L’appalto di maggior importo aggiudicato invece da stazioni appaltanti nazionali è quello di Snam Rete Gas riguardante l’esecuzione delle opere edili ed impiantistiche relative alla costruzione della nuova sede del Centro manutenzione di Spoleto, per un importo complessivo di 4.114.000 euro di cui base asta 3.400.000 euro, aggiudicato alla Romana Costruzioni. La stazione appaltante di rilievo nazionale con il maggior numero di interventi è ancora l’Anas che ha affidato 26 interventi per un importo di 10.750.782 euro. Complessivamente l’Anas rispetto all’anno precedente registra un calo nell’importo di lavori da eseguirsi sul territorio regionale del 71,10%. “In questo settore, sottolinea Vinti, l’unico dato positivo è quello relativo ai costi per la sicurezza. Dal 2007 si rileva infatti un incremento dei costi della sicurezza rispetto agli anni precedenti, coincidente con la diversa impostazione della modalità di calcolo dei costi della sicurezza contenuta per la prima volta nell’Elenco prezzi della Regione Umbria . Nel 2012 oltre il 10 per cento è stato impiegato per la sicurezza dei lavori e dei lavoratori rispetto al 4, 64 del 2006”. Nel 2012 le imprese umbre si sono aggiudicate 125 appalti di lavori pubblici (quasi il 70%)per un importo di 49.050.580 euro (58,32%), mentre le imprese provenienti da altre regioni ne hanno ottenuti 54 (30,17%). Nell’ordine le imprese provengono da Lazio (11), Campania (8), Toscana (7) ed Emilia Romagna (4). Il Rapporto annuale dell’Osservatorio regionale contiene anche i dati relativi ai contratti aggiudicati per la prestazione di servizi e per la fornitura di beni affidati, nel corso dell’anno 2012, da parte delle stazioni appaltanti che operano sul territorio regionale. Nei Servizi con importo superiore a 150.000 euro i contratti affidati hanno raggiunto i 234 milioni nel 2012 contro i 264 milioni dell’anno precedente. Dall’ esame dei dati, emerge, peraltro, la netta preponderanza dei contratti di interesse regionale, provinciale e comunale rispetto ai contratti di interesse statale visto che, in relazione all’importo complessivo, i contratti di interesse regionale sono oltre l’80%). E ciò anche se nel 2012 il decremento dell’importo complessivo dei contratti ha riguardato soprattutto i contratti di interesse regionale, che sono passati da 258.420.640 euro per l’anno 2011 a 196.060.945 euro per l’anno 2012. I contratti di interesse statale invece sono considerevolmente aumentati da 6.472.413 euro a 38.007.947 euro. Anche qui è stata analizzata la distribuzione territoriale delle imprese aggiudicatarie dei contratti per la prestazione di servizi – distinta per provincia e per regione – che, tenendo conto dell’importo dei contratti, vede una percentuale del 38,34% dei contratti affidati ad operatori economici con sede in Emilia Romagna; tenendo invece conto del numero dei contratti, la prevalenza di essi risulta esser affidata ad operatori economici con sede in Umbria (46,24%). Per quanto riguarda infine i contratti per la fornitura di beni con importo a base d’asta superiore a 150.000 euro, il quadro sembrerebbe rovesciato. Nel 2012 infatti sono state rilevato forniture per oltre 219 milioni di euro contro i 98 milioni dell’anno precedente, di cui oltre il 98 per cento di interesse regionale, provinciale e comunale. Ma questo fattore, secondo l’Osservatorio, deriva soltanto dal diverso sistema di monitoraggio introdotto dall’Autorità di Vigilanza. L’assessore Vinti ha quindi annunciato che il 25 luglio partirà anche in Umbria, così come su tutto il territorio nazionale, il monitoraggio delle opere incompiute che si concluderà nel prossimo mese di settembre.  
   
   
URBANISTICA IN UMBRIA, NUOVA LEGGE PEREQUAZIONE: OPPORTUNITÀ IMPORTANTI PER CITTADINI, COMUNI E IMPRESE  
 
perugia, 9 luglio 2013 - "Semplificazione, riqualificazione, perequazione, compensazione e premialità sono le parole d´ordine della nuova disciplina regionale in materia urbanistica. Da ciò discenderanno opportunità importanti per cittadini, Comuni e imprese, per una pianificazione urbanistica più razionale ed efficiente che tenderà alla trasformazione dell´esistente, più che all´espansione di nuove aree edificabili, con l´obiettivo primario di valorizzare il territorio e preservare l´ambiente". Lo ha dichiarato l´assessore alle Politiche urbanistiche della Regione Umbria, Fabio Paparelli, nel corso dell´incontro pubblico che si è svolto il 6 luglio a Marsciano, nella Sala Capitini, promosso dalla Regione Umbria e dal Comune di Marsciano. All´iniziativa, rivolta a cittadini, professionisti e imprese del settore, hanno preso parte, oltre al sindaco di Marsciano Alfio Todini, il consigliere regionale Gianfranco Chiacchieroni (presidente della Ii Commissione consiliare e relatore unico in aula del disegno di legge approvato il 10 giugno scorso) e il coordinatore dell´Area Ambiente, Territorio e Infrastrutture della Regione Umbria, Diego Zurli. "Le modifiche introdotte con la nuova legge regionale 12/2013, propedeutiche alla stesura del testo unico delle normative regionali in materia di governo del territorio - ha spiegato l´assessore Paparelli - vogliono dare innanzitutto un forte impulso alla rigenerazione delle aree urbanizzate con una notevole semplificazione dei procedimenti e in particolare sul tema delle destinazioni d´uso, proponendo alle imprese ed ai cittadini un´occasione per riqualificare le aree dismesse o comunque le zone residenziali di antico insediamento". "Ai fini della tutela del territorio umbro e del contenimento dell´uso di nuovo suolo - ha sottolineato - le quantità edificatorie generate dagli istituti ´innovativi´ della perequazione, premialità e compensazione, che costituiscono criteri e tecniche di promozione e sostegno delle trasformazioni previste dalla pianificazione urbanistica, oltre che di supporto e di implementazione della stessa perequazione, non potranno essere utilizzate ed esercitabili nei centri storici e nelle zone agricole. Il territorio agricolo riceve un nuovo impulso - ha aggiunto Paparelli - per la valorizzazione degli edifici non più indispensabili all´attività agricola tradizionale ma che, senza snaturarne la funzione, essere destinati alle attività connesse al settore agricolo". Novità sono previste anche per la riqualificazione degli edifici destinati a servizi, quali alberghi, edifici direzionali. "Anche se collocati nell´ambito delle zone residenziali - ha precisato l´assessore regionale - potranno essere ristrutturati usufruendo delle premialità previste dal ´Piano casa´. Per i centri storici, infine, si dà la possibilità ai Comuni di definire esoneri anche parziali per i cambi di destinazione d´uso, comunque compatibili con la specificità dei luoghi, in materia di contribuzione per le dotazioni territoriali e funzionali, qualora quelle esistenti siano già sufficienti. L´obiettivo - ha concluso - è quello di rivitalizzare e valorizzare i centri storici, favorendo il ritorno di alcuni servizi privati e attività".  
   
   
CONTRAFFAZIONE, ZANONATO: BENE OPERAZIONE FORZE ORDINE ROMA CONTRASTO AL FENOMENO E’ PRIORITA’ DELL’AZIONE DI GOVERNO  
 
Roma, 9 luglio 2013- “L’importante operazione portata avanti oggi dal Comando Provinciale di Roma della Guardia di Finanza, insieme alla Polizia e ai Carabinieri e con la collaborazione del Prefetto, è un esempio signficativo di contrasto alla pratica criminale della contraffazione. Il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso l’operato del Consiglio Nazionale Anticontraffazione, è fortemente impegnato nel porre rimedio a questa piaga, che causa ogni anno danni ingentissimi alle nostre produzioni di qualità e, in particolar modo, al made in Italy”. E’ quanto afferma il Ministro Flavio Zanonato. “E’ stato infatti predisposto- prosegue il titolare del Mise- un Piano Nazionale per l’Anticontraffazione, che prevede un coordinamento sempre più stretto di tutti i soggetti ed enti attivi su questo fronte e che va attuato con determinazione. Oltre alle attività di contrasto, bisogna inoltre far comprendere a un numero sempre maggiore di cittadini che dietro a un prodotto contraffatto si nascondono la criminalità organizzata, lo sfruttamento del lavoro nero, il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza e igienico-sanitarie”. “Per tutte queste ragioni- conclude Zanonato- la lotta alla contraffazione resta una delle priorità fondamentali della nostra azione di Governo”.  
   
   
VERTENZA NATUZZI. VENDOLA: "E´ UNA SOSPENSIONE. ORA PIANO INDUSTRIALE LEGGIBILE"  
 
Bari, 9 luglio 2013 - “E’ indubbiamente un segnale positivo l’accettazione, da parte dell’azienda, della richiesta di sospensione delle procedure di mobilità avanzata dal Tavolo ministeriale e bene ha fatto dunque Pasquale Natuzzi a decidere in tal senso. Un piccolo passo indietro che aiuta a ritrovare il dialogo con il territorio anche se oggi avremmo preferito discutere di un preciso Piano industriale e del futuro di 1726 famiglie senza questo fardello ingombrante e minaccioso di licenziamenti già annunciati e avviati. Naturalmente, la revoca delle procedure di mobilità, anziché il congelamento, avrebbe significato lavorare con maggiore serenità. Ci auguriamo però che l’azienda ora non perda altro tempo e scelga definitivamente di muoversi sul terreno della chiarezza, della trasparenza e delle corrette relazioni industriali, offrendo all’interlocuzione delle parti, il meglio delle proprie competenze”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando l’esito del Tavolo ministeriale sulla vertenza Natuzzi che questa mattina si è svolto a Roma e al quale hanno partecipato, in rappresentanza della Regione Puglia, l’assessore regionale al Lavoro Leo Caroli e il direttore d’Area Politiche per lo Sviluppo economico, lavoro e innovazione Antonella Bisceglia. “Osservo che questa mattina – ha detto Caroli - ci è stato presentato un documento da parte dell’azienda, che non è certamente un piano industriale. Il documento ipotizza 1726 licenziamenti, la chiusura dello stabilimento di Ginosa, del polo logistico di Matera La Martella e la chiusura parziale di Matera-jesce. Per la Regione Puglia ovviamente si tratta di ipotesi del tutto inaccettabili”. Caroli ha annunciato che “al fine di consentire un approfondimento di carattere tecnico volto a definire la parziale riduzione del costo di produzione, l’ottimizzazione del lavoro, la riqualificazione delle linee produttive e della rete di vendita, il Ministero ha fissato per il prossimo 15 luglio la riunione di un tavolo tecnico appositamente convocato”. “Si tratta adesso di compiere ogni sforzo affinché vengano scongiurate le chiusure degli stabilimenti e venga significativamente ridotto il numero dei possibili esuberi – ha concluso Caroli - e in tal senso, da un lato c’è la disponibilità resa dalle Organizzazioni sindacali ad avviare una trattativa di merito per la conseguente assunzione di responsabilità da parte delle stesse, dall’altro c’è il supporto riveniente dagli strumenti di sostegno previsti dall’accordo di programma che possono rappresentare una formidabile dotazione utile a contribuire all’individuazione di soluzioni di rilancio per l’intero distretto. Noi, Regione Puglia, continueremo a svolgere quella funzione di raccordo interistituzionale, anche con le parti sociali, che oggi ha permesso, di raggiungere questo primo risultato”.  
   
   
POR FESR 2014-2020 - AL VIA DAL 5 LUGLIO, FINO AL 3 AGOSTO PROSSIMO - LA PIATTAFORMA ONLINE DI CONSULTAZIONE PUBBLICA. DISPONIBILI SU ´IO PARTECIPO+´ CINQUE QUESTIONARI DEDICATI AL TEMA DELLA RICERCA E INNOVAZIONE - SMART SPECIALISATION STRATEGY. PER TUTTI GLI STAKEHOLDER, LA POSSIBILITÀ DI CONTRIBUIRE ATTIVAMENTE ALLA DEFINIZIONE DEI NUOVI PROGRAMMI  
 
Bologna, 9 luglio 2013 - Quali sono gli ambiti dell´economia regionale a più alto potenziale di sviluppo e crescita nei prossimi anni? Come dovrebbero essere investiti i fondi europei per massimizzarne l´efficacia in termini di effetti su occupazione e crescita? E, ancora, su quali priorità dovrebbe concentrarsi il nuovo Programma operativo regionale Fesr 2014-2020 in termini di innovazione e ricerca? Da oggi, consultazione aperta all´intera comunità regionale che, collegandosi alla piattaforma online Io Partecipo+ , potrà contribuire alla discussione offrendo le proprie valutazioni e collaborando attivamente alla definizione della strategia regionale che, da qui alla fine del 2013, dovrà portare alla messa a punto dei nuovi Programmi operativi da sottoporre alla Commissione europea. Il percorso di consultazione – denominato ‘Por per fare’ - prevede, in particolare, l´attivazione di una serie di piazze virtuali di discussione, la prima delle quali dedicata al tema ‘Ricerca e innovazione - Smart specialisation strategy. È possibile procedere, direttamente online ed entro il 3 agosto alla compilazione dei cinque questionari dedicati alle priorità tecnologiche regionali(agroalimentare, edilizia e costruzioni, industrie culturali e creative, industrie della salute, meccatronica e motoristica), consultando i relativi approfondimenti documentali, curati da Aster. Lanciata dalla Commissione europea e punto di riferimento per la programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali, la Smart Specialisation Strategy risponde all´obiettivo di massimizzare l´efficacia delle politiche per l´innovazione, concentrando gli investimenti sulle eccellenze e sui punti di forza delle regioni, negli ambiti a maggior potenziale di crescita. Questi documenti, quindi, sono ora sottoposti al percorso di consultazione con la comunità emiliano-romagnola e, in particolare, con i portatori di interesse, dai ricercatori alle imprese, dagli enti locali alle associazioni di categoria. Fanno parte del percorso, anche una serie di ulteriori incontri finalizzati a mettere a fuoco i vari aspetti, con l´ausilio di docenti, esperti e rappresentanti del mondo scientifico e istituzionale. Approfondimenti sul percorso e calendario aggiornato degli incontri sul sito Por-fesr. Http://partecipazione.regione.emilia-romagna.it/iopartecipo/programma-operativo-regionale-fesr-2014-2020/ricerca-e-innovazione-smart-specialisation-strategy http://fesr.Regione.emilia-romagna.it/pagine/2014-2020/por_per_fare  
   
   
ZAIA SU STUDIO UNIONCAMERE: “AUMENTO DEI FALLIMENTI MA SOPRATTUTTO USO CRIMINALE DEL CONCORDATO. L’UNICA STRADA E’APPLICARE I COSTI STANDARD A TUTTA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE LIBERANDO SUBITO 30 MLD. E IL FEDERALISMO FISCALE PER GESTIRE I 18 MLD. DI SALDO ATTIVO FISCALE CHE IL VENETO REGALA A ROMA”  
 
Venezia, 9 luglio 2013 - “Quanto Unioncamere ha fotografato nel suo ultimo studio sullo stato di salute delle imprese italiane conferma quanto vado ripetendo da mesi. Non soltanto il Veneto si colloca ai primi posti nazionali per l’aumento dei fallimenti (ben l’11,5% per cento in più rispetto al 2012), ma la crisi è aggravata sia dall’impossibilità di immettere liquidità nel sistema per il sequestro dei soldi dei veneti che il governo ha effettuato, sia per l’utilizzo ormai criminale del concordato preventivo”. E’ il commento del Presidente del Veneto, Luca Zaia, alle anticipazioni su uno studio di Unioncamere che parla di un andamento di 35 fallimenti al giorno, tre ogni due ore. Effetto non soltanto di una crisi dei consumi e di un aumento dei costi della produzione, ma anche – dice Unioncamere - di un meccanismo che vede le imprese morire per crediti non riscossi da altre aziende e dell’utilizzo spregiudicato del concordato, il ricorso al quale è salito del 67,7 per cento. “E’ vero che la Pubblica amministrazione onora tardi e male i suoi debiti, ma è altrettanto vero che quanto lamentano con me tanti imprenditori è reale: con la scusa della crisi, imprenditori senza scrupoli non onorano più i debiti verso altri imprenditori – riprende Zaia – A questo si aggiunga il ricorso selvaggio al concordato preventivo che da istituto creato per trovare un accordo in momento di difficoltà si è trasformato in una occasione di business. Si apre una attività, si contraggono debiti con artigiani e fornitori, poi con la scusa delle crisi si comunica che non si è in grado di pagare più del 10-15 per cento di quanto pattuito. E in un momento di crisi molti accettano. Insomma, qui c’è chi non paga il conto. O, per meglio dire, il conto lo pagano sempre i soliti onesti”. “Qui nel Nord-est l’impresa muore. E se muove l’impresa muore il lavoro, muore la comunità locale, si disgregano valori e certezze – conclude Zaia – Se ne può uscire soltanto con una cura da cavallo che non può più essere rimandata: liberare subito i soldi “veri” (1 miliardo 300 milioni) del Veneto che il governo ha sequestrato in tesoreria con la scusa del patto di stabilità per continuare a garantire le regioni sprecone; applicare subito costi e fabbisogni standard (quelli che già applichiamo nel Veneto) a tutte le Regioni e a tutta la pubblica amministrazione. Si libereranno dal giorno alla notte 30 miliardi da destinare ad aiuti alle produzioni e al lavoro. E, infine, arrivare rapidamente al federalismo fiscale che consenta ai veneti di gestirsi il saldo fiscale attivo di 18 miliardi che ora va a sostenere chi spende e spande. La concorrenza fiscale e burocratica dei territori limitrofi pesa come un macigno: a un’ora e mezza da Venezia, in Carinzia, le imprese trovano un regime fiscale al 25 per cento contro il nostro 68 per cento, oltre a una burocrazia snellissima rispetto al nostro ufficio complicazioni affari semplici che ti fa fallire ancor prima di cominciare l’attività. Così non si può andare avanti”.  
   
   
ASSEMBLEA DEI DELEGATI NAZIONALI DEL SETTORE ELETTRODOMESTICI, IL PRESIDENTE SPACCA: “NECESSARIO TUTELARE IL LAVORO MA ANCHE AVVIARE UN PROCESSO DI POLITICA INDUSTRIALE PER IL SETTORE”.  
 
Ancona, 9 luglio 2013 - “Dobbiamo investire sul settore degli apparecchi domestici e professionali altrimenti resterà ben poco all’economia del nostro Paese. Infatti questo settore rappresenta il secondo comparto italiano dopo l’automotive per fatturato e occupazione e quindi un campione molto significativo di economia reale. E’ per questo che la Regione Marche, con la Regione Campania, ha posto nei vari incontri con il ministro dello Sviluppo economico la necessità che non soltanto si proceda alla tutela del lavoro e dei lavoratori, ma si avvii un processo di vera e propria politica industriale che definisca una strategia di difesa attiva del settore. Non è sufficiente affrontare questa vertenza con gli ammortizzatori sociali se non si attiva un intervento strutturale che riguardi le prospettive di competitiva e l’incremento del valore aggiunto di questa produzione a confronto con il mercato internazionale”. Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, partecipando oggi a Roma all’assemblea dei delegati nazionali del settore elettrodomestici. “Al tavolo della scorsa settimana al ministero dello Sviluppo economico – ha detto Spacca – abbiamo avanzato nuovamente una proposta che guarda al futuro: la creazione nelle Marche, regione che nonostante sia la più manifatturiera d’Italia non ha sul proprio territorio un centro di ricerca nazionale, di una piattaforma di ricerca, innovazione e design che coinvolga le Università campane e marchigiane, le due Regioni e il Governo nazionale”. Nel merito del piano industriale presentato da Indesit Spacca ha detto che, pur non avendo la Regione competenza sulle grandi imprese, l’azienda va richiamata ad una valutazione di responsabilità. “La Regione – ha detto – ha chiesto che il piano industriale venga modificato e che, soprattutto, l’azienda riveda in aumento l’ammontare degli investimenti destinati a ricerca e innovazione perché questo testimonierebbe la sua strategia di sviluppo e consolidamento delle sue attività in Italia”. Il presidente ha sottolineato come nelle Marche la preoccupazione per la situazione della Indesit sia molto forte. “Questa vertenza – ha aggiunto – ha un valore simbolico perché non riguarda solo un singolo gruppo industriale, ma tutta l’economia e il lavoro di una comunità. La vertenza va dunque allargata ad un esame complessivo della capacità di tenuta del sistema produttivo regionale e alla necessità di ridefinizione delle politiche industriali nazionali per un settore caratterizzato soprattutto da grandi imprese. Domani – ha concluso - si svolgerà una seduta aperta dell’Assemblea legislativa regionale su tutte le crisi aziendali delle Marche. Una seduta che si preannuncia molto partecipata. Da parte sua il governo regionale non vuole solo offrire solidarietà ai lavoratori, ma esercitare fino in fondo responsabilità e ricerca di soluzioni concrete che diano continuità alle imprese e lavoro e reddito alla comunità regionale”.  
   
   
INDUSTRIA FVG: SERRACCHIANI, NON ABBANDONARE SETTORE ELETTRODOMESTICI  
 
Trieste, 9 luglio 2013 - "Il settore degli elettrodomestici non va abbandonato a se stesso, perché una tradizione industriale si smantella facilmente ma poi è difficilissimo ricostruirla". Lo ha detto ieri a Roma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, intervenendo all´assemblea sindacale unitaria del settore elettrodomestici. "Siamo in una situazione tale - ha proseguito Serracchiani - che nessuna delle iniziative praticabili deve essere trascurata. Quindi si decidano gli incentivi per l´efficientamento energetico, si facciano investimenti mirati in ricerca e sviluppo, si sostenga l´internazionalizzazione delle nostre aziende e, attraverso una serrata trattativa a livello Ue, si difenda il Made in Italy. E ovviamente benvenuta la notizia della convocazione del tavolo di settore con il ministro Zanonato". "In Friuli Venezia Giulia la crisi del ´bianco´ è ormai strutturale - ha aggiunto Serracchiani - ed anche i segnali incoraggianti che vengono dalle recentissime cifre dell´export dell´elettrodomestico nell´area pordenonese non bastano a mettere in sicurezza un tessuto industriale colpito assai duramente".  
   
   
PIAGGIO AERO, VERSO CONFERENZA SERVIZI PER RICONVERSIONE AREA STABILIMENTO FINALE LIGURE, DA GIUNTA REGIONALE DISCO VERDE A PROGETTO  
 
Genova, 9 Luglio 2013 - Nuovo passo avanti per la riconversione delle aree ex Piaggio Aero di Finale Ligure ,la giunta regionale, su proposta dell´assessore all´Urbanistica Gabriele Cascino, ha approvato venerdì 5 luglio in mattinata la delibera che di fatto avvia la fase finale di approvazione del Progetto urbanistico operativo (Puo), modificato rispetto a quello approvato con l´accordo di programma del 5 agosto 2008. La Società Finalmare Spa., subentrata a Piaggio Aero Service S.p.a. Nello sviluppo del progetto di riconversione ad usi urbani dello stabilimento Piaggio Aero Industries Spa di Finale Ligure, ancora operante nel sito in attesa del trasferimento nel nuovo capannone a Villanova d´Albenga, ha concluso la nuova progettazione dopo due anni di confronto con il Comune di Finale Ligure, la Regione Liguria ed il territorio. Il nuovo progetto definisce un assetto urbanistico che si arricchisce di maggiori servizi di urbanizzazione, tra i quali il nuovo polo scolastico per il trasferimento del Liceo Scientifico Issel di Finale L., di un impianto viario più efficiente che migliorerà la fluidità del traffico cittadino con nuovi collegamenti pedonali e ciclabili. Una soluzione urbanistica che prevede diversa distribuzione delle nuove costruzioni per residenze, albergo, attività commerciali e servizi di interesse comune, con parcheggi interrati. Anche la volumetria complessiva prevista viene sensibilmente ridotta, passando dai 240 mila metri cubi ammessi dal Puc e dai circa 210 mila mc previsti nel precedente progetto approvato nel 2008, agli attuali 199 mila. L´altezza massima delle costruzioni resta contenuta entro i limiti stabiliti dal progetto 2008, ma la diversa composizione delle volumetrie riduce gli impatti visivi complessivi, anche per effetto dello spostamento dell´edificio a torre destinato al nuovo albergo dalla sponda destra del Pora all´estremo ponente del comprensorio, in una posizione più defilata. Adesso si avvia la fase finale di approvazione del progetto con la convocazione della Conferenza di Servizi tra i vari enti competenti -Regione Liguria, Comune di Finale, Provincia di Savona, Soprintendenza per il Paesaggio, enti e amministrazioni erogatori di servizi - che tra il 2011 e il dicembre 2012 hanno collaborato alla messa a punto del nuovo progetto. Saranno effettuale le procedure per le verifiche ambientali, specie per quanto concerne il riassetto idraulico della sponda destra del Torrente Pora e l´iter si concluderà con l´approvazione del progetto, la sottoscrizione da parte della Società Finalmare Spa della nuova convenzione urbanistica, dopo di che, con il trasferimento dell´attività produttiva a Villanova d´Albenga, potranno iniziare le opere di demolizione e bonifica del sito per la successiva costruzione della nuova area urbana di Finale Ligure.  
   
   
CALABRIA: È IN RETE IL NUOVO SITO DELL’OSSERVATORIO REGIONALE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
Catanzaro, 9 luglio 2013 - È “on line” il nuovo sito dell’Osservatorio regionale per l’internazionalizzazione curato dal settore "Cooperazione Euro-mediterranea e internazionalizzazione dei sistemi produttivi" dall’assessorato, accessibile all’indirizzo http://www.osservatorioexportcalabria.it/ . “Si tratta di un altro risultato di rilievo - ha dichiarato l’assessore regionale all’internazionalizzazione Luigi Fedele - che vede la nostra Regione capofila nell’innovazione essendo la prima, nel Mezzogiorno d’Italia, ad offrire al proprio sistema produttivo uno strumento scientifico di rilevazione statistica e di analisi territoriale, utile altresì per orientare le scelte dell’assessorato affinché siano sempre più coerenti con la vocazione export del tessuto produttivo calabrese”. L’osservatorio, che opererà in stretta sinergia con lo “Sprint”, è un servizio di analisi, d’informazione e di monitoraggio dei processi di internazionalizzazione del sistema produttivo calabrese e degli investimenti esteri effettuati in Calabria. Numerosi i servizi offerti all’utente del nuovo portale che, nelle diverse sezioni del sito, potrà reperire: “Dati statistici”: sono presentate le linee evolutive del commercio estero calabrese in riferimento a settori e paesi target; sono resi disponibili dati annuali e trimestrali sulle esportazioni, importazioni, saldi commerciali e indicatori regionali e provinciali. Per il monitoraggio dell’evoluzione dell’export regionale e provinciale, le informazioni sono aggiornate con cadenza trimestrale sulla base dei dati Istat - statistiche del commercio estero – ed Ice agenzia per la promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese italiane. “Statistiche flash”: notiziario statistico a cura dell´Osservatorio sulle principali tendenze congiunturali dell’export regionale e sulle dinamiche rilevate nelle altre regioni italiane e a livello nazionale. “Studi e sossier”: ricerche e studi promossi dall´Osservatorio sul sistema delle imprese calabresi export oriented, sulle principali evoluzioni e sul ruolo degli interscambi commerciali nell’economia regionale. “Prodotti export”: informazioni statistiche ed economiche sulle tendenze delle esportazioni dei prodotti che risultano di particolare interesse per l’export regionale. “Paesi export”: schede statistiche dei principali Paesi di interscambio commerciale della Calabria, a partire da quelli individuati dalla programmazione annuale dell’assessorato all’internazionalizzazione, per fornire un quadro sintetico e funzionale delle principali caratteristiche dei diversi mercati esteri, dati sull’interscambio e flusso degli investimenti, elementi normativi e legislativi, schede anagrafiche delle Camere di commercio italiane all’estero e altre informazioni utili.  
   
   
CAMPANIA: IIP, VIA AI PRIMI QUATTRO PROGETTI DI INNOVAZIONE INDUSTRIALE  
 
Napoli, 9 luglio 2013 - Partono i primi 4 progetti di innovazione nell´ambito dell´intervento "Industrial Innovation Programme", sviluppato da Campania Innovazione, Agenzia Regionale per la Promozione della Ricerca e dell´Innovazione, e sostenuto da Confindustria Campania e dalle 5 associazioni provinciali. I progetti saranno coordinati da manager a tempo messi gratuitamente a disposizione da Campania Innovazione. A seguito della fase di analisi e valutazione del fabbisogno di innovazione aziendale, attraverso un servizio di audit gestito da Campania Innovazione - che ha coinvolto 31 imprese dei settori Ict, metalmeccanica, agroalimentare, servizi di consulenza, tessile e abbigliamento, energia, trasporti e logistica, edilizia, nuovi materiali, impiantistica, componentistica auto - , per ogni singola impresa è stato elaborato un programma di innovazione. Le aziende che hanno aderito al programma sono: Gmf Oliviero F.lli srl, Mgr Srl, Btp Tecno Srl, S.g.b. Srl, Idal, Salumificio Pezzella, Manifatture Tessili, La Reinese, Tea Impianti, Icimendue Srl, Ferrarelle Spa, Lauro containers, Telegestioni srl, Fides consulting, Marino Confezioni srl, Gruppo Carillo spa, Kuvera spa, Push srl, Afn Group srl, Tramontano, Conceria Da.ma.pel di D´amore Carlo e Martello Antonio Snc, Calzaturificio Europa Srl, Calzaturificio Mangoni Srl, Della Pia Group Srl, Apema Srl, Marpelli Srl, Cespo Srl, Aleanto collezioni. Il Programma Iip rappresenta l´opportunità per le imprese associate al sistema confindustriale campano di strutturare e dare avvio ad un percorso di innovazione di processo, prodotto, organizzativo e di marketing, rispetto al quale le pratiche di trasferimento tecnologico, tra mondo della ricerca e impresa, assumono un ruolo centrale. Questi primi 4 progetti di innovazione: Irpinia Zinco srl Progetto di riduzione dei consumi energetici: piano dettagliato di innovazione tecnologica volto al risparmio energetico e allo sviluppo tecnologie innovative per l´approvvigionamento energetico tramite fonti alternative, rinnovabili e/o a basso impatto ambientale; Ic srl Nuove tecnologie per il packaging imballaggio: attività di supporto all´innovazione tecnologica del prodotto imballaggio e valorizzazione e tutela della proprietà intellettuale aziendale; Italpack Cartons Piano di sviluppo nuovo prodotto packaging settore beverage: nuove tecnologie per il packaging che aiutano a migliorare la marginalità del prodotto finito e la sostenibilità ambientale del ciclo di raccolta; Presswood Nuove soluzioni nel marketing di pellet: piano di marketing per il potenziamento della rete commerciale. "Il programma - ha detto il vice presidente della Regione Campania con delega alla Ricerca Scientifica Guido Trombetti - rappresenta una opportunità concreta per le imprese del territorio. Si tratta di una delle azioni messe in campo dall’Agenzia Campania Innovazione, progettata per favorire i percorsi di innovazione ed una nuova cultura dell´innovazione nelle imprese. La condivisione dei percorsi con le associazioni e le imprese ci permette di calibrare con maggiore efficacia le attività di trasferimento tecnologico." "L´intervento promosso in sinergia da Campania Innovazione e sistema confindustriale - sottolinea l´assessore alle Attività produttive della Regione Campania, Fulvio Martusciello - va nella giusta direzione: supportare le Pmi campane nei processi di sviluppo competitivo. Il nostro sistema produttivo mostra segni di ripresa e vitalità: secondo dati recenti i nostri distretti produttivi, il cui rilancio è previsto con un´apposita misura nella legge finanziaria regionale, sono quelli che hanno fatto registrare il miglior tasso di crescita. Favorire i processi di trasferimento tecnologico, aggregare ed internazionalizzare sono le strade che stiamo perseguendo e sulle quali continuare a lavorare per la crescita delle nostre piccole e medie imprese."  
   
   
PRODUZIONE LOCALE E FLESSIBILE DI MOBILI PERSONALIZZATI  
 
Bruxelles, 9 luglio 2013 - Proprio come altri processi industriali, la produzione di mobili genera rifiuti, come quelli della lavorazione del legno, della protezione del legno e dell´uso di lacche e vernici. Tutti questi prodotti di scarto potrebbero essere nocivi per l´ambiente e le persone. Il progetto Ctc ("Local flexible manufacturing of green personalised furniture close to the customer in time, space and cost"), finanziato dall´Ue e appena lanciato, ha lo scopo di sostenere l´industria europea nel suo impegno per adattarsi alle esigenze della concorrenza globale e lo farà trovando metodi e tecnologie innovativi per una produzione locale e flessibile di prodotti di arredamento rispettosi dell´ambiente e personalizzati. I partner del progetto, guidati dal gruppo italiano Scm, credono che il luogo nel quale i prodotti vengono costruiti debba trovarsi vicino ai clienti. Le caratteristiche specifiche offerte per un prodotto, i costi e le tempistiche di consegna, dovrebbero essere armonizzati con le esigenze e le aspettative dei clienti. Sotto ogni aspetto, l´industria del mobile europea deve essere considerata un "settore di eccellenza", con 151 000 aziende, un fatturato annuale di oltre 130 miliardi di euro e una forza lavoro totale di 1,4 milioni di impiegati. Questo la rende un candidato ideale per la dimostrazione del progetto Ctc. Il progetto ha in programma di creare una fabbrica verde, che funzionerà se possibile dietro un vetro in un centro commerciale, dove i clienti potranno guardare mentre i loro mobili personalizzati sono costruiti. Specialisti assisteranno direttamente i clienti analizzando le loro richieste, suggerendo soluzioni adatte alle loro esigenze e sovrintendendo alla produzione. Per mettere in pratica il concetto sarà necessario seguire un programma in cinque punti. Prima saranno sviluppati un metodo di progettazione e le relative tecnologie software, per la fase "dal progetto alla produzione in un passo". Poi sarà sviluppato un modello di sistema di produzione di una mini-fabbrica. Dopodiché sarà creata una fabbrica locale che tenga conto del contesto e sarà sviluppato un sistema di lavorazione a macchina del legno. Infine sarà svelato un logo per il "marchio verde" di Ctc. I partner del progetto credono che i risultati di Ctc potrebbero dare un aiuto all´economia europea in generale, considerando la portata totale del settore del mobile e il numero di persone che sono direttamente o indirettamente impiegate in questo settore. Per maggiori informazioni, visitare: Smc Group http://www.Scmgroup.com/en/_home Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/94405_it.html  
   
   
SINDACATI, IN REGIONE TOSCANA SINDACATI TEDESCHI E ITALIANI A CONFRONTO SUL MERCATO DEL LAVORO  
 
Firenze, 9 luglio 2013 – La gestione dei servizi per il lavoro, della formazione professionale, la scuola, le opportunità per i giovani e i tirocini, il progetto Giovanisì: sono questi alcuni degli argomenti al centro del dialogo fra le organizzazioni sindacali toscane e quelle della regione tedesca della Renania Palatinato che si terrà mercoledì 10 luglio, dalle ore 11 alle 13, nella sala Endimione di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione Toscana, piazza Duomo 10 Firenze. Si tratta di un’occasione di scambio creata dalla Cgil Toscana nell’ambito di un progetto per costruire una piattaforma programmatica delle organizzazioni sindacali a livello europeo. L’incontro in Regione sarà una tappa di questo percorso che dovrà sfociare nella redazione di una Carta di Firenze. All’incontro parteciperà l’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini che, insieme ai tecnici dell’assessorato e agli esperti di Giovanisì, illustrerà il funzionamento del modello toscano, gli strumenti di intervento e i problemi specifici della nostra realtà economico sociale. L’incontro è aperto alla stampa - Della delegazione tedesca fanno parte: Dietmar Muscheid, Dgb West; Grit Rolke, segretarioIg Metall, regione Mainz; Philip Senz, manager esperto in apprendistato; Lukas Bläsius, segretario Dgb Rhineland-palatinate, responsabile politica economica; Susanne Wingertszahn, segretario Dgb Rhineland-palatinate, responsabile per le politiche per giovani e educazione. Per la Cgil Toscana ci saranno il segretario generale Alessio Gramolati e, per la segreteria regionale, Daniele Quiriconi.  
   
   
INCENTIVI, NUOVE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE TRENTINE  
 
Trento, 9 luglio 2013 - La giunta provinciale offre risposte alle richieste delle imprese trentine per fronteggiare la crisi con quattro importanti provvedimenti di carattere economico, proposti congiuntamente dagli assessori Alessandro Olivi (industria, artigianato, commercio e cooperazione) e Tiziano Mellarini (agricoltura, foreste, turismo e promozione). Le misure, che vedono coinvolta Apiae, l’Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche, consolidano nei primi due casi il quadro complessivo delle politiche provinciali di incentivazione economica. Il terzo provvedimento riguarda l’imprenditorialità giovanile e femminile, l’internazionalizzazione delle imprese, gli investimenti fissi, bando territoriale e prestiti participativi. In questo caso le novità riguardano la semplificazione della parte burocratica e modalità più snelle di rendicontazione degli oneri agevolabili. La quarta delibera fissa un ulteriore schema di convenzione con i Confidi provinciali per l’estensione di servizi convenzionati e nuovi strumenti agevolativi. Le misure erano già state approvate dall’esecutivo nelle scorse settimane e sono ritornate all’attenzione della Giunta dopo il via libera della terza Commissione consiliare e delle categorie economiche. Nuove opportunità di incentivi si aprono per le imprese trentine dopo la definitiva approvazione della giunta provinciale di quattro provvedimenti di carattere economico che vanno ad incidere in maniera ancora migliorativa sulle principali linee e modalità di finanziamento. Positivo il commento dell´assessore provinciale all´industria, artigianato, commercio e cooperazione, Alessandro Olivi: “La crisi sta mettendo in evidenza sempre più che a progredire sono le imprese in grado di mettere in campo innovazione, qualità e capacità di mettersi in rete. Gli incentivi approvati oggi in via definitiva dalla Giunta vanno proprio in questa direzione: sostenere le piccole e medie imprese che sanno rinnovarsi, che riescono ad unirsi e ad aprirsi a un mercato più vasto. La Provincia non può che sostenere questi nuclei vitali della piattaforma produttiva. Il provvedimento contiene anche un intervento per rivitalizzare la domanda nel settore dell’edilizia da parte delle imprese, che fa seguito a quelli precedenti in favore delle ristrutturazioni edilizie da parte dei privati. Per completare la riforma degli incentivi – conclude l’assessore Alessandro Olivi - mancano solo gli interventi relativi alle imprese innovative e ai brevetti, sui quali stiamo già lavorando e che saranno pronti per luglio”. Anche l´assessore Tiziano Mellarini sottolinea l´importanza dei provvedimenti adottati dalla Giunta: "Questi nuovi strumenti messi a disposizione da Apiae sono una ulteriore opportunità anche per le imprese turistiche, che ad essi possono ricorrere per aumentare la propria competitività". Di seguito, nel dettaglio, i contenuti delle quattro delibere. Centri di assistenza tecnica (Cat) - La misura di aiuto prevista dal legislatore provinciale consente a tutti i settori economici - in precedenza era previsto solo il commercio - di disporre dei centri di assistenza tecnica, incentivati da parte pubblica. Questi ultimi potranno farsi carico sul territorio di iniziative formative su argomenti e servizi complessi, componenti ormai essenziali della vita imprenditoriale, individuando, suggerendo e accompagnando verso possibili soluzioni innovative le problematiche legate all’attività aziendale. Fra le attività previste per i Cat che intendono accedere ai contributi provinciali merita risalto anche l’informazione e la formazione sugli strumenti a sostegno dell’imprenditorialità giovanile. Il contributo è determinato nel 75% dei costi di produzione relativi al Cat con un massimo di euro 100.000. Il minimo di spesa ammissibile è pari ad euro 30.000. È prevista una maggiorazione di contributo nel caso in cui il servizio fornito alle imprese si concretizzi nell’invio telematico di domande di contributo (maggiorazione di € 200 a domanda inviata). Le procedure sono estremamente semplici: la domanda può essere presentata dal Cat dopo l’approvazione del bilancio relativo all’anno precedente e con la massima tempestività l’agevolazione spettante è concessa ed erogata. Servizi di consulenza - Nel caso dei servizi di consulenza e rispetto alla legge del 1993, le nuove disposizioni sono più selettive, con un’attenzione maggiore per i servizi strategici e non ripetitivi che possono contribuire alla crescita o al potenziamento dell’impresa (innovazione; qualità; certificazioni; iniziative pilota in campo ambientale; indagini di mercato, piani di marketing e commercio telematico; tecnologie dell´informazione e delle telecomunicazioni; contratti di rete; efficienza e diagnosi energetica; servizi di natura strategica). Il sistema di incentivazione rimane lo stesso previsto dalla precedente normativa: si tratta di contributi in conto capitale in unica soluzione che variano da un minimo del 20% ad un massimo del 50% sulle spese di consulenza che le imprese (piccole e medie) acquisiscono all’esterno dell’azienda. Le grandi imprese possono accedere per le consulenze relative ad iniziative pilota in campo ambientale. Le percentuali sono maggiori per le imprese piccole rispetto alle medie e grandi; sono previste percentuali maggiori in relazione alle spese di consulenza per l’innovazione. Sono fissati limiti minimi e massimi di spesa ammissibile: rispettivamente € 5.000 (ridotti a € 2.500 per imprese femminili e giovanili) e € 50.000 (aumentati a € 100.000 per innovazione, qualità e certificazioni). La raccolta e l’istruttoria delle domande e l’anticipazione dei contributi sono affidate ai Confidi operanti in provincia secondo modalità semplificate di esame. Per quanto riguarda i consorzi, la delibera prevede contributi in conto capitale riferiti alla costituzione o all’incremento del fondo consortile, con un impianto normativo che recepisce essenzialmente la legge provinciale del 1993. I consorzi devono essere costituiti da almeno 3 imprese; è possibile la partecipazione fino al 25% di grandi imprese o di imprese non operanti sul territorio provinciale; i consorzi non devono distribuire utili o comunque risorse. La legge fissa già un limite minimo di € 15.000 del fondo consortile; nei criteri è stabilito un limite massimo agevolabile di € 200.000. È determinata una percentuale di contributo del 50% calcolata sugli aumenti del fondo consortile. In tema di reti d’impresa, il nuovo strumento di intervento consente di agevolare la costituzione di contratti di rete e le iniziative che attraverso il contratto di rete sono realizzate. I beneficiari delle agevolazioni sono l’organo comune della rete (il gestore della rete) quando vi è soggettività giuridica della rete, mentre in caso di mancanza di tale requisito il beneficiario è la singola impresa trentina che partecipa alla rete. Sono agevolate le partecipazioni delle imprese trentine anche a reti transregionali e transnazionali. Due sono le tipologie di aiuto accordabili alle reti: un contributo in conto capitale del 30% sui costi di costituzione della rete (spese legali, amministrative e di consulenza); contributi in conto capitale del 50% su apporti al fondo patrimoniale comune destinati agli specifici interventi previsti dalla legge (formazione personale, acquisto hardware, software e brevetti, promozione e commercializzazione, consulenze per la promozione e sviluppo della rete). Sono fissati limiti minimi e massimi di spesa ammissibile rispettivamente in € 2.500 e € 200.000. Imprenditoria giovanile e femminile, investimenti fissi, internazionalizzazione e ricerca - Il provvedimento apporta modifiche ai criteri applicativi della normativa degli incentivi in relazione a diversi strumenti attivati e, in particolare: alle norme di carattere generale; agli aiuti per la ricerca; agli aiuti per l’internazionalizzazione; agli aiuti alla nuova imprenditoria femminile e giovanile; agli investimenti fissi; al bando territoriale; alle modalità, ai termini e alla documentazione; ai prestiti partecipativi. Gli aspetti più rilevanti del provvedimento riguardano: a) l’adeguamento, la semplificazione e la reimpostazione funzionale di alcune disposizioni inerenti gli aiuti per l’internazionalizzazione; b) la riduzione, nei criteri per la nuova imprenditoria femminile e giovanile del limite minimo di spesa per l’accesso ai contributi da € 10.000 ad € 5.000; c) la riduzione da € 150.000 a € 50.000 fino al 30 giugno 2014 del limite minimo di spesa per le ristrutturazioni edilizie, quale strumento anticrisi indirizzato a favorire la domanda nel settore edile; d) la conseguente riduzione da € 100.000 a € 50.000 del limite minimo di spesa per le ristrutturazioni previste dal bando territoriale; e) l’agevolazione fino al 30 giugno 2014 dell’installazione di sistemi di videosorveglianza per favorire l’attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto con il Commissariato del Governo e l’Unione commercio e turismo; a) l’omogeneizzazione degli interventi di sostegno alle imprese per il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabile con il piano energetico ambientale e gli incentivi previsti a valere sulla legge per l’energia. Direttive Apiae per l’affidamento in convenzione agli enti in garanzia - La delibera consente di adeguare, mediante atto aggiuntivo alle convenzioni stipulate con i Confidi, le condizioni contrattuali per l’affidamento agli stessi enti di garanzia, anche tramite un organismo comune, delle ulteriori attività connesse all’approvazione dei nuovi criteri applicativi della legge. L’affidamento, non oneroso, di attività gestionali non strategiche è in linea con il piano di miglioramento dell’amministrazione provinciale e può contribuire positivamente a raggiungerne gli obiettivi. Il provvedimento assegna ad Apiae la regia, il coordinamento e il controllo delle attività medesime.  
   
   
EXPORT-ARE: UN PER-CORSO GRATUITO ALLA CONQUISTA DI NUOVI MERCATI 4 GIORNATE DI FORMAZIONE PER IMPRENDITORI ED EXPORT MANAGER  
 
Asolo, 9 luglio 2013 - Parola d’ordine “Export”: le Pmi italiane hanno grandi chance di sviluppo proprio in funzione della loro capacità di rapportarsi al mercato globale. Internazionalizzazione e vendita all’estero sono operazioni che vanno affrontate con un metodo di comprovata efficacia, che permetta di identificare strategie mirate a ottimizzare tempi e risorse per il raggiungimento degli obiettivi. Metodologia di approccio all’internazionalizzazione e vendita nei mercati esteri che viene illustrata da Andrea Velati e Mirco Cervi, consulenti esperti di strategia e marketing internazionale di Gc&p (Gianesin Canepari & Partners), in quattro giornate di formazione gratuite rivolte ad imprenditori, direttori commerciali ed export manager. Un percorso che toccherà tutte le fasi della metodologia messa a punto da Gc&p per l’internazionalizzazione, attraverso l’analisi strategica e di posizionamento competitivo, i vari step per affrontare lo sviluppo internazionale, le nozioni pratiche su come operare sui mercati esteri e l’utilizzo del digital marketing come strumento potente per raggiungere potenziali clienti in tutto il mondo, a costi molto contenuti. La prima sessione si terrà giovedì 11 luglio, dalle ore 9 alle ore 18, presso la Fondazione La Fornace dell’Innovazione, in Via Strada Muson 2/C ad Asolo (Tv), e verterà sul marketing strategico e operativo, e sulla misurazione del posizionamento competitivo dell’impresa. La Master Class avrà carattere teorico-pratico, per fornire suggerimenti e strumenti di immediata applicazione, e includerà esercitazioni con analisi Swot e definizione degli obiettivi strategici di alcune delle aziende partecipanti. «Strategie e modelli di business delle Pmi devono sapersi adeguare ai rapidi cambiamenti in atto nell’economia mondiale, intercettando una domanda sempre più articolata e imprevedibile – sottolinea Nicola Gianesin, Ceo di Gc&p. La proposta che Gc&p fa alle aziende è fatta di sviluppo internazionale del business, miglioramento organizzativo e gestione del cambiamento in azienda. Il nostro ruolo di consulenti è affiancare le aziende nel loro percorso di miglioramento, fino all’eccellenza e al successo nei mercati nazionale ed internazionali. Le quattro giornate di formazione gratuite si inseriscono in un programma di divulgazione di quella cultura manageriale evoluta che noi portiamo alle aziende.» Il percorso continuerà poi il 10 settembre (metodo scientifico per l’internazionalizzazione, focus sui paesi emergenti più interessanti), il 24 settembre (internazionalizzazione: metodologie e forme di ingresso, trasporto e la logistica, metodi di pagamento e strumenti di garanzia), 15 ottobre(Digital Marketing, posizionamento web).  
   
   
AST; MARINI A TAVOLO ISTITUZIONALE: “LAVORO DI SQUADRA PER GARANTIRE INTEGRITÀ E FUTURO DEL SITO DI TERNI”  
 
Perugia, 9 luglio 2013 - "La costruzione di un gioco di squadra e di un percorso di condivisione politica per garantire, in questa fase stringente e complessa, l´integrità del sito di Terni in tutte le sue articolazioni, proprietarie e produttive, proprio per l´importanza che la vicenda Ast ha non solo per Terni e per l´Umbria, ma per le politiche industriali del nostro Paese": è l´appello lanciato, stamani, dalla Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, prontamente accolto dai rappresentanti delle istituzioni regionali e locali, dei sindacati e dai parlamentari eletti in Umbria che hanno partecipato al Tavolo istituzionale, convocato dalla stessa Presidente, per condividere una strategia comune per l´Acciai Speciali Terni. "Ci troviamo in un momento decisivo e fondamentale per gli obiettivi che intendiamo raggiungere, perché tutti sappiamo quale futuro intendiamo assegnare al mantenimento del sito di Terni. Siamo nella fase in cui è ancora più necessario rinserrare le fila su posizioni strategiche unitarie che, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo, permettano di assumere tutte le iniziative necessarie a difesa dell´integrità del sito sia nei confronti del Governo italiano che della stessa Commissione europea. Qui c´è in gioco il futuro dell´Umbria, il futuro produttivo di questa regione, dell´Ast, di tutto il sistema delle aziende ad esso collegate e del suo indotto che rischiano di perdere competitività, con tutto ciò che ne consegue a livello economico ed occupazionale. È per questo motivo che le settimane da qui a settembre, quando si dovrebbe concludere la procedura di acquisto, sono decisive. E occorre agire insieme - ha detto la presidente - per avere chiarezza su tempi e modalità del percorso messo in atto dalla Commissione europea, sul monitoraggio legato alla cessione del sito, sull´affidabilità del potenziale acquirente, che deve presentare una proposta industriale di caratura internazionale, e sul fatto che l´attività industriale e le quote di mercato siano salvaguardate anche nell´attuale fase di transizione. Proprio per avere un quadro chiaro dei diversi passaggi legati al percorso seguito dalla Commissione europea e quindi degli strumenti in nostro possesso idonei a valutare le procedure adottate - ha annunciato Marini - abbiamo commissionato uno studio tecnico all´Università di Perugia". I quattro punti della "road map" e delle iniziative Tenendo conto dei contributi dei vari interventi, a conclusione dell´incontro la presidente Marini ha poi riassunto l´agenda delle iniziative da adottare immediatamente. La "road map" si articola in quattro punti. 1) Attualmente c´è un´unica proposta industriale presentata dalla Commissione europea, quella di Aperam, Arvedi, Marcegaglia. Di questa proposta le istituzioni umbre vogliono conoscere il piano industriale. La Comunità europea è infatti chiamata ad approvare sia l´acquirente che i punti dell´accordo ed è fondamentale per l´Umbria, per le sue istituzioni regionali e locali e per i lavoratori avere la certezza, prima ancora che si concluda il procedimento, che chi acquista mantenga l´unitarietà del sito di Terni, ne preservi la sua forza industriale e continuità produttiva per garantire sviluppo, efficienza economica e capacità occupazionali. 2) Si chiederà inoltre al Governo italiano di richiamare l´attenzione della Commissione europea affinché Outokumpu, nelle more della chiusura della eventuale procedura di vendita, preservi la piena efficienza economica e produttiva e la competitività commerciale del sito di Terni. "C´è invece l´impressione - ha sottolineato Marini - che su questo fronte si disattenda quanto previsto dalle linee guida della stessa Commissione europea, con il rischio di una perdita consistente di fette di mercato". 3) C´è necessità di avere piena informazione sull´attività svolta dal Monitoring Trustee, che ha specifici compiti di controllo in materia di efficienza economica ed industriale del sito, in relazione ai Report che questo è chiamato a redigere relativamente alla procedura di disinvestimento da inviare alla Commissione Europea. 4) Infine istituzioni e sindacati hanno convenuto che i tempi legati alla procedura rappresentano un elemento "stringente e preziosissimo" per la salvezza del sito. Per questo sono da considerarsi perentori, sia per l´esame dell´offerta e l´eventuale conclusione dell´accordo che per la sostituzione di Outokumpu, come prevede la normativa europea. Dopo questa fase dovrà essere direttamente la Commissione a sostituirsi nella conclusione della procedura di cessione. Intanto la Regione Umbria chiederà al Governo l´immediata riconvocazione del Tavolo nazionale su Ast e, in merito alla situazione complessiva dell´area di Terni, la Presidente Marini e la Giunta regionale avvieranno una analisi approfondita sugli aspetti di crisi dell´industria di Terni e del suo territorio, dalla chimica, alla siderurgia, per individuare anche nell´ambito del documento sul "Quadro strategico regionale 2014-2020", la cui prima riunione nell´ambito del Tavolo per l´alleanza si terrà lunedì prossimo, misure e strumentazioni adeguate a sostenerne il rilancio e la competitività. Da parte loro i parlamentari eletti in Umbria e presenti all´incontro (Sereni, Cardinali, Giulietti, Verini, Galgano, Lanzillotta, Lucidi, Rossi, Gotor e Ginetti, quelli assenti hanno inviato la loro giustificazione) hanno assicurato il loro impegno a seguire la situazione e ad assumere in sede parlamentare, in maniera unitaria, tutte le iniziative per la migliore conclusione della cessione. All´incontro erano presenti i capigruppo del Consiglio regionale dell´Umbria, rappresentanti della Giunta regionale e delle organizzazioni sindacali Fismic Cgil, Cisl, Uil e Ugl che hanno espresso condivisione sul metodo adottato e hanno richiamato le istituzioni umbre ad agire sui punti comunemente individuati.  
   
   
MARCHE: IL RAPPORTO ANNUALE DELL’OSSERVATORIO REGIONALE SUL MERCATO DEL LAVORO .  
 
Ancona, 9 luglio 2013 - “Una situazione purtroppo inedita rispetto alla nostra storia economica che aveva visto le Marche sempre in piena occupazione, mentre ora i recentissimi dati parlano di un 11,2 % di disoccupazione.” E’ l’inizio di un quadro certamente preoccupante tracciato dall’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti nell’incontro per la presentazione del 13° Rapporto annuale 2013 dell’Osservatorio regionale del mercato del lavoro, tenutasi oggi in Regione. “ Una realtà che corre parallela alla congiuntura economica – ha aggiunto - in fase di rallentamento già dalla metà del 2011, con Pil sceso nelle Marche del 2,5%. La diffusione delle piccole imprese, soprattutto nel campo della subfornitura e la forte specializzazione nella produzione dei beni per la casa, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi, ha contribuito a determinare una generale e profonda contrazione dell’attività economica. La situazione si aggrava poi per le piccole imprese che costituiscono l’asse portante della struttura produttiva locale. Una situazione che rischia di mettere a rischio la coesione sociale che ha sempre caratterizzato il nostro tessuto socio-economico. ” Secondo Luchetti le Marche si trovano davanti ad un bivio: concluso il ciclo del modello economico delle Pmi che non sono riuscite a fare i conti con la globalizzazione dei mercati, occorre puntare ora, accanto all’innovazione e alla riorganizzazione, ad un innalzamento della qualità della produzione pensando anche a formule consorziate di impresa, a cui deve corrispondere una qualità del lavoro e una maggiore flessibilità del sistema creditizio. Stiamo impegnandoci su questo –ha detto- sulla buona occupazione ( un’azione di politica attiva del lavoro ha riguardato gli incentivi per la trasformazione di 1000 posti di lavoro da tempo determinato a indeterminato) e dando grande attenzione al capitale umano per elevarne le competenze. A testimonianza, la formazione superiore, i dottorati di ricerca, il sostegno all’istruzione superiore, lo start up e gli incubatori di impresa e lo stesso prestito d’onore che ha fatto creare otre 900 imprese. “ Secondo le previsioni degli operatori, il livello dell’attività economica rimarrà molto debole per tutto il 2013, sia a livello regionale sia nazionale. Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate dall’Inps sono state, nel 2012, oltre 23milioni, in aumento del 53,5% rispetto all’anno precedente, mentre la componente in deroga sale del 69,4% coinvolgendo oltre 32mila lavoratori. Quelli posti in mobilità sono stati poco meno di 13.500, il 20% in più rispetto ai valori del biennio precedente. È in forte sofferenza anche il tessuto imprenditoriale con lo stock di imprese attive che, nell’ultimo anno considerato, si riduce dell’1% circa. Tale flessione riguarda, in particolare, le imprese manifatturiere e quelle dell’edilizia, mentre rimane stabile il terziario. L’occupazione aumenta prevalentemente tra le fasce più adulte della popolazione specialmente tra gli over 55 in crescita di oltre 11mila unità, mentre diminuisce nella fascia 25-44 anni . Nel 2012 il complessivo numero di occupati nelle Marche registra, in controtendenza al dato nazionale, un marginale incremento (+0,3%) ma sembra deteriorarsi sempre più l’aspetto qualitativo. Nel 2012 aumenta infatti unicamente l’occupazione part time (+19,8%) con progressi segnati da entrambe le componenti di genere, mentre il full time diminuisce del 3,3%. Torna a crescere il lavoro dipendente (+2,0%) mentre è in considerevole riduzione quello autonomo (-4,5%). L’aumento dell’occupazione dipendente è dovuto, tuttavia, quasi esclusivamente alla componente femminile, prevalentemente all’occupazione temporanea piuttosto che permanente ed esclusivamente all’utilizzo del lavoro part time. Preoccupa poi il fenomeno della disoccupazione poiché il numero di persone in cerca di lavoro cresce del 39,7% salendo a poco meno di 65mila unità, valore mai raggiunto in precedenza. Per i giovani della classe 15-24, è pari, nella nostra regione, al 28,6%. Il fenomeno della disoccupazione mostra una crescente diffusione sull’intero territorio regionale. Il numero di persone in cerca di lavoro cresce sensibilmente in tutte le province delle Marche, ma risulta particolarmente accentuato in quella di Macerata, che registra un incremento del 57,0%. Considerevole anche la variazione osservata a Pesaro e Urbino (+53,7%) e Ancona (+40,0%) mentre le dinamiche appaiono leggermente più contenute ad Ascoli Piceno (19,8%) e Fermo (+25,0%). Nel manifatturiero si segnalano le diminuzioni del legno mobile (-26,0%), della meccanica (-23,8%) e del tessile abbigliamento (-21,9%). Per i tipi di contratto si osserva una contrazione degli ingressi nell’occupazione per tutto il lavoro dipendente: apprendistato -19,1%, somministrazione -9,2%, tempo indeterminato -3,6% e tempo determinato -0,6%. Per gli altri contratti si riscontra un calo dell’intermittente e del parasubordinato con flessioni del 10%, mentre cresce il lavoro domestico (+6,7%). Tutte le province presentano saldi negativi fra assunzioni e cessazioni, in particolare Ancona (-4.374), Pesaro e Urbino (-2.459) e Macerata (-1.678). I maschi evidenziano un saldo più negativo (-6.183) rispetto alle femmine (-2.728). A livello contrattuale, nel lavoro dipendente, il saldo assunzioni-cessazioni per il contratto a tempo determinato è di -6.749, per l’apprendistato -1.699, per la somministrazione -895; per le altre tipologie contrattuali spicca il saldo negativo dell’intermittente (-5.373) dovuto alle recenti riforme legislative in materia. Circa 25mila delle quasi 38mila posizioni lavorative complessivamente perse negli ultimi quattro anni sono dovute a giovani fra 15 e 34 anni, la maggioranza delle quali nell’industria (14mila circa). “Accanto alle politiche per l’innalzamento della qualità del lavoro – ha concluso Luchetti – c’è un forte impegno della Regione sulla gestione delle emergenze e delle crisi aziendali. Sono state destinate ingenti risorse del Fondo Sociale Europeo agli ammortizzatori sociali in deroga e sono stati messi in campo vari strumenti per aiutare le famiglie e i lavoratori che perdono il loro posto di lavoro e favorirne il reingresso. L’integrazione delle politiche delle attività produttive con le politiche del lavoro, inoltre, è un’altra strategia efficace che si avvale anche della grande quantità di dati incrociati ed elaborati nel Rapporto Annuale dell’Osservatorio del Mercato,uno strumento indispensabile per orientare le scelte”.  
   
   
FIRMATA IN REGIONE BASILICATA MOBILITÀ IN DEROGA PER EX ADDETTI MAHLE  
 
Potenza, 9 luglio 2013 - Agli ex lavoratori della “Mahle componenti motori Italia” è stata riconosciuta la mobilità in deroga a partire dal 23 marzo 2013 fino al 31 dicembre 2013. Lo prevede l’accordo firmato questa mattina al Dipartimento Attività produttive tra la Regione Basilicata, rappresentata dall’assessore regionale Marcello Pittella, dalla Task Force Occupazione e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. La prima richiesta di mobilità in deroga riguarda 18 lavoratori licenziati dalla società Mahle, a cui era scaduta la mobilità ordinaria e per i quali ricorrono le condizioni di accesso alla prima concessione della mobilità, salvo la disponibilità delle risorse finanziarie e la verifica dei requisiti soggettivi da parte dell’Inps. I 18 lavoratori sono parte delle unità impiegate nella fabbricazione di pistoni per motori diesel e benzina a Potenza, dove la società Mahle ha operato fino al 2009, allorquando collocò in Cigs per cessazione prima e dopo in mobilità tutte le maestranze.  
   
   
SOGEMI: IL 2012 SI CHIUDE PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO CON UN RISULTATO POSITIVO DELLA GESTIONE TIPICA CENTRATI I DUE OBIETTIVI PRINCIPALI: RIDURRE L’ESPOSIZIONE CON LE BANCHE E CONTRASTARE LA CONCORRENZA SLEALE E IL LAVORO NERO”  
 
Milano, 9 luglio 2013 - L’assemblea degli Azionisti di Sogemi Spa, riunitasi in data 3 luglio 2013 presso la sede della Società, ha approvato il bilancio d’esercizio 2012 che per il terzo anno consecutivo registra un risultato positivo della gestione tipica, pari a 48 migliaia di euro, nonostante l’incremento di alcuni costi operativi, in particolare: manutenzioni ordinarie, Imu, utilities, vigilanza e sgombero neve. Un risultato reso possibile grazie al contenimento di alcuni costi operativi e alla forte componente positiva dei proventi straordinari, pari a circa 1.292 migliaia di euro (a fronte di un tendenziale aumento generalizzato degli stessi per circa 1,2 milioni di euro). Grazie ai fondi elargiti dal Comune di Milano è stata sostanzialmente ridotta l’esposizione debitoria con banche e fornitori e sono stati incassati quasi totalmente i crediti dagli operatori, con un conseguente grande impatto positivo sul Conto economico. “L’azione complessiva svolta in questi due anni dall’Amministrazione ha permesso di mettere in sicurezza i conti della società e consentire lo svolgimento delle sue attività nel pieno rispetto della legalità, in tempi non facili per le amministrazioni pubbliche” così l’Assessore al Commercio, Attività produttive Franco D’alfonso ha commentato l’approvazione del bilancio 2012 di Sogemi, che prosegue ”Abbiamo grazie al lavoro del management centrato i due obiettivi principali: ridurre l’esposizione con le banche oltre a favorire la piena applicazione delle normative sulla sicurezza e la salute, nonché vigilare sulla regolarità del lavoro e sul rispetto degli obblighi retributivi, contributivi e previdenziali e sulla complessiva salvaguardia delle regole.” “Si tratta – ha dichiarato il Presidente di Sogemi, Luigi Predeval – di risultati importanti che premiano l’impegno pluriennale dell’attuale Consiglio di Amministrazione per il risanamento economico-gestionale della Società e per affermare, contemporaneamente, il pieno rispetto della legalità all’interno dei Mercati, a tutela della corretta concorrenza e delle condizioni di sicurezza per gli operatori”. Da sottolineare che questo impegno di “messa a norma” di diverse situazioni ha prodotto anche il fatto che, per la prima volta dopo decenni, in osservanza alle disposizioni previste dalla Legge Regionale, venerdì 5 luglio 2013, verrà avviato il bando di gara per disciplinare la movimentazione delle merci nell’ambito dell’area dei Mercati generali. “Questo è l’atto finale di una lunga attività di controllo e messa a norma di una situazione che - ha commentato Predeval - vedeva operare 26 cooperative di facchinaggio per oltre 700 persone nominalmente presenti in mercato e che si è conclusa con l’estromissione di 17 cooperative che non osservavano le regole definite in seno all’Osservatorio sulla sicurezza istituito da Sogemi. Con il nuovo bando ci si prefigge di facilitare l’effettuazione dei controlli sulla corretta osservanza delle regole e una maggiore efficienza nell’erogazione del servizio di facchina  
   
   
TOSCANA, COOPERATIVE ARGINE CONTRO LA CRISI. ROSSI: “VALUTIAMO FONDO PER FARLE CRESCERE”  
 
Firenze, 9 luglio 2013 – Sì ad un fondo per aiutare le cooperative, anche sociali, a fondersi e aggregarsi, crescere ed affacciarsi magari sui mercati internazionali: un fondo mobiliare chiuso finalizzato alla patrimonializzazione di quelle imprese, utilizzando magari parte delle risorse europee, quelle della cosiddetta ingegneria finanziaria. Era una delle idee lanciate alla Regione dall’Alleanza delle cooperative, ovvero il coordinamento fra Confcooperative, Legacoop e Agci. E la Regione si è detta disposta a valutarla, con interesse. I dettagli sono da definire, a partire dall’ammontare del fondo: le coop avevano ipotizzato 40 milioni, pronte a mettere in campo anche le proprie risorse e gli strumenti finanziari intercooperativi. “La proposta è interessante – commenta il presidente della Toscana Enrico Rossi, dopo l’incontro con le cooperative – e non si tratta di assistenza ma di un sostegno a piani di sviluppo ed investimento”. “Le cooperative sono tra gli asset positivi della nostra regione” aggiunge. E i numeri lo testimoniano. Nonostante la crisi, sono cresciute nel fatturato ed hanno retto sul fronte dell’occupazione (+0,5%). Possono dunque essere un attore importante per la ripresa. Un fondo dedicato – gestito magari in collaborazione con Sici Centro Italia, la società di gestione del risparmio partecipata anche da Fidi e dunque dalla Regione Toscana, attiva nel settore del private equity e venture capital – è necessario perché gli strumenti finora disponibili si rivolgevano solo alle società di capitale. Primo protocollo a luglio – L’idea del fondo si inserisce all’interno di un più vasto e nuovo patto per lo sviluppo. E’ uno dei tanti tasselli. “Entro la fine del mese firmeremo una bozza di accordo con tutte le parti sociali, che da aprile ad oggi ho incontrato per costruire insieme una prospettiva nuova per la ripresa” dice Rossi. Non ci saranno dunque solo le cooperative. “Poi a settembre questa ed altre idee – aggiunge, tracciando l’agenda per i prossimi mesi – confluirà nel piano programmatico che andrà in consiglio e successivamente ne terremo conto nello scrivere la legge finanziaria”. L’obiettivo è esser pronti per il 2014. Prima della conferenza stampa, durante l’incontro con le cooperative, Rossi aveva sottolineato l’importanza di sostenere tutti quei servizi, fatti non solo da imprese e cooperative ma anche professionisti e partite Iva, che operano a servizio delle imprese. “Nell’uso dei fondi europei dovremo fare delle scelte – aveva spiega – Non tutto si potrà fare e dovremo privilegiare lavoro e sostegno allo sviluppo”.  
   
   
LOMBARDIA. VIA AI SALDI:´UN VADEMECUM CON REGOLE´  
 
Milano, 9 luglio 2013 - Come previsto dal documento unitario delle Regioni, primo sabato del mese di luglio, hanno avuto inizio in Lombardia i saldi estivi. Alla vigilia della partenza ufficiale, l´assessore al Commercio, Turismo e Tutela dei Consumatori di Regione Lombardia, Alberto Cavalli, è intervenuto ricordando le regole che disciplinano la materia, con obblighi e diritti per tutti i soggetti interessati. Opportunita´ Di Ripresa - ´Sono cosciente che per gli operatori del settore - ha affermato l´assessore - questo sia un appuntamento carico di aspettative, in modo particolare alla luce della crisi che, almeno per ora, sembra non mollare la presa. Mi auguro dunque che questa tornata di saldi estivi possa in qualche modo aiutare le numerose attività messe in ginocchio dallo scarso risultato di vendita registrato lo scorso inverno se, come emergerebbe dai dati, i saldi valgono ormai il 30 per cento delle vendite complessive del comparto´. Momento Di Verifica - Questa fase sarà importante anche per Regione Lombardia, che a fine stagione verificherà i risultati economici raggiunti. ´Ci metteremo intorno a un tavolo, come abbiamo già convenuto nell´ultima seduta dell´Osservatorio sul Commercio - ha spiegato l´assessore - per capire come abbiano effettivamente inciso sul modello dei consumi e il volume dei ricavi, la sperimentazione sulle vendite promozionali da tempo conclusasi e la recente ripresa del regime ordinario. Quindi prenderemo una decisione definitiva in merito, garantendo come sempre l´ascolto di tutte le parti interessate.´ Rispetto Per Il Consumatore - L´assessore Cavalli, che mercoledì 3 luglio ha insediato a Palazzo Lombardia la Commissione regionale per la tutela dei consumatori, assumendone la presidenza, ha voluto cogliere quest´occasione anche per ricordare che ´I saldi devono costituire una sana opportunità per il rilancio dell´economia. Essi contribuiscono a qualificare positivamente il servizio di vendita sia dal punto di vista tecnico (garantendo il rispetto di requisiti fondamentali come la qualità del prodotto e la giustezza del prezzo), sia dal punto di vista della relazione instaurata tra acquirente e venditore. Relazione - ha sottolineato- che deve essere improntata al rispetto del quadro normativo attualmente in vigore´. Il Regolamento Dei Saldi - Queste le norme da non dimenticare: i commercianti hanno l´obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso applicato (è invece facoltativa l´indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso); i prodotti in saldo devono essere separati da quelli eventualmente posti in vendita a prezzo normale e, se ciò non è possibile, cartelli o altri mezzi devono fornire al consumatore informazioni inequivocabili e non ingannevoli; se il prodotto risulta difettoso il consumatore può richiederne la sostituzione o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino, che occorre quindi conservare. Tutte le normative sono pubblicate e consultabili sul portale di Regione Lombardia nella sezione dedicata al Commercio.