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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Marzo 2013
LA RIFORMA DELLA PAC: IL CONSIGLIO DELL’ AGRICOLTURA HA ADOTTATO IL MANDATO – IL PARLAMENTO EUROPEO REAGISCE  
 
I relatori del Parlamento hanno accolto con favore l´adozione di Mercoledì sull’ approccio generale del Consiglio dell’Agricoltura sulla riforma della politica agricola europea, ma ha sottolineato che in alcune zone difficili dovranno essere avviati dei negoziati. "Accogliamo con favore la posizione dei ministri dell´agricoltura dell´Ue sulla riforma della politica agricola dell´Ue. Questa è una novità eccellente come ora sia il Parlamento che il Consiglio siano pronti ad iniziarereali negoziati sulla futura configurazione della politica agricola comune ", ha detto Paolo De Castro (S & D, It), presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo. "Ci sono alcune aree in cui il Consiglio ha seguito l´esempio del Parlamento e altri in cui dovremo negoziare intensamente. Il Parlamento europeo è determinato a trovare un accordo il più presto possibile, ma le trattative veloci non devono compromettere il risultato, che dovrebbe essere più equo, più sostenibile e la politica agricola meno burocratico per garantire la sicurezza alimentare per tutti i cittadini », ha aggiunto De Castro. Pagamenti diretti e sviluppo rurale - " Il Doppio finanziamento è assolutamente inaccettabile. Distrugge la potenziale legittimità del greening, annacquando esigenze ambientali e per la possibilità di concedere un pagamento due volte per lo stesso scopo", ha dichiarato il relatore per i pagamenti diretti e dei regolamenti di sviluppo rurale Luis Manuel Capoulas Santos (S & D, Pt). "Secondo i suggerimenti del Consiglio, il pagamento per i giovani agricoltori diventa volontario, che è del tutto in contrasto con il mandato del Parlamento europeo e l´obiettivo del rinnovamento generazionale e promuovere economie dinamiche rurali", ha spiegato. "Il Parlamento europeo in qualità di rappresentante dei cittadini dell´Ue ha preso una decisione di importanza storica relativa al limite massimo dei pagamenti agli agricoltori. E ´molto deludente vedere che il Consiglio ha assunto una posizione diversa su questo adottando un carattere volontario per la digressività e blocco dei pagamenti », ha aggiunto Capoulas Santos. " E’stato il Parlamento a richiedere i risultati dei negoziati relativi alle dotazioni nazionali che sembrano essere state ordinate nel corso dei negoziati del Qfp. E ´stato più di un mese e con i relatori del Parlamento europeo sulla Pac non sono ancora a conoscenza dei dati. Se c´è l´opacità , ci deve essere una ragione per questo non vale la pena sedersi al tavolo dei negoziati su tali questioni, senza informazioni su quello che cifre il Consiglio ha deciso di chiudere ", il signor Capoulas Santos ha concluso. Organizzazione comune del mercato - "A parte qualche limitato progresso in materia di diritti di impianto e delle quote di zucchero, mi dispiace che ne una profonda riflessione, né proposta innovativa, sia stata presentata dal Consiglio per rafforzare la posizione dei produttori nella catena di approvvigionamento alimentare e per garantire più reddito sempre più basso e volatile ", ha dichiarato il relatore per i mercati comuni organizzazione regolamento Michel Dantin (Ppe, Fr). "A quanto pare è poco concentrato su questo regolamento, il Consiglio si è limitato sostanzialmente ad approvare la proposta della Commissione, durante il tentativo di rimuovere la giurisdizione del Parlamento su taluni elementi essenziali del testo, quali prezzi di riferimento o di intervento pubblico. Spero che in futuri negoziati vi sia più ispirazione e l´ambizione al Consiglio su questi temi importanti per l´agricoltura nel nostro continente ", ha aggiunto il signor Dantin. Finanziamento, gestione e monitoraggio - "È giunto il momento per un dibattito aperto tra il Parlamento e il Consiglio. La nostra priorità è la semplificazione amministrativa e la trasparenza, e questo sarà la nostra linea rossa nei negoziati", ha detto Giovanni La Via (Ppe, It), relatore per la gestione di finanziamento, e il monitoraggio regolamento. "In questo contesto, mi rammarico del fatto che il Consiglio vuole applicare ulteriori sanzioni per gli agricoltori che non saranno in grado di applicare misura obbligatoria ecologici. Gli agricoltori che già perdono componente ecologica dei pagamenti diretti e credo che questa sia una sanzione abbastanza elevata" , il signor La Via aggiunto. I prossimi passi - La forma finale della nuova politica agricola dell´Ue sarà deciso dal Parlamento europeo, i ministri agricoli dell´Ue e la Commissione europea, a tre vie negoziati che sono impostati per iniziare l’ 11 aprile. Questa è la prima riforma della politica agricola dell´Ue in cui il Parlamento europeo agisce in qualità di co-legislatore su un piano di parità con il Consiglio.  
   
   
UE LANCIA “CRESCITA BLU” PER LE AREE COSTIERE LIGURIA-LABORATORIO SUL MARE, REALTÀ UNICA IN EUROPA  
 
Bruxelles - L’europa, con il progetto Maremed, punta alla “crescita blu” nelle regioni costiere del Mediterraneo con una nuova fase 2013-2020 della politica marittima integrata. Programma e politiche che richiedono forti risorse finanziarie per le regioni e gli operatori delle diverse aree costiere che dovranno attuare politiche comuni per l’ambiente, le acque, il dissesto idrogeologico, la salvaguardia dei territori, la pesca. Con una novità : il “caso Liguria”, illustrato il 21 Marzo a Bruxelles dall’assessore all’Urbanistica e Pianificazione Territoriale Gabriele Cascino al forum della Conferenza delle Regioni marittime europee e ripreso, in mattinata, a Genova, a margine della riunione della giunta Burlando. A Bruxelles è stata sottoscritta la Carta di Bologna 2012 che definisce la strategie comuni delle regioni costiere e mette insieme le esperienze comuni e dati del territorio dai cambi climatici e la riduzione del rischio inondazioni e dell’erosione marina. Che in fatto di “waterfront” la Liguria rappresenti un caso unico, “una sorta di laboratorio di cui l’Unione Europea deve tener conto, non ci sono dubbi”, afferma Cascino che snocciola i numeri più significativi: trecentocinquanta chilometri di costa, con solo il 5% di territorio pianeggiante e il restante 95% per cento rappresentato da montagne e colline che arrivano sul mare. “Nonostante questo, l’80% della popolazione della Liguria vive sulla costa, dove ci sono anche tre porti molto importanti come La Spezia, Savona e Genova ( solo quest’ultimo movimenta il 50% delle merci in arrivo in Italia) che hanno bisogno di adeguate infrastrutture, Terzo Valico in primis, e una rete autostradale da adeguare, che attualmente si snoda con il 15 per cento delle gallerie presenti in tutta Europa”. E ancora: la Liguria della cantieristica di altissimo livello, dai piccoli yacht alle navi da crociera, gli stabilimenti balneari ingiustamente compresi nella Direttiva Bolkestein, i parchi e le aree protette, Portofino e le Cinque Terre. “Sfidiamo l’Europa a trovare un altro lembo di terra che abbia una simile realtà legata al mare come la Liguria, per questo siamo un laboratorio politico, tecnico e programmatico, a Bruxelles dovranno tenerne conto”.  
   
   
A BATTESIMO IL CONSORZIO DI PROMOZIONE DELLA PIADINA ROMAGNOLA PRIMO ATTO UFFICIALE DOPO L’OTTENIMENTO DELLA IGP TRANSITORIA  
 
Forlimpopoli - Farina, acqua, sale, strutto (o olio d’oliva), senza aggiunta di conservanti o aromi additivi. Dietro a questi pochi e semplici ingredienti si cela una delle protagoniste indiscusse delle tavole di Romagna, conosciuta e celebrata in Italia e nel mondo. E’ la Piadina Romagnola, un vero ‘cibo di strada’ che grazie al suo prezzo contenuto e alla varietà di abbinamenti, rappresenta ormai un fenomeno di costume che cattura gli amanti della buona tavola. E da oggi la prelibatezza simbolo della Romagna ha una marcia in più: dopo il riconoscimento dell’Igp (Indicazione Geografica Protetta) aggiunge un nuovo tassello nella valorizzazione del prodotto: la nascita del Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola, sostenuto da un gruppo di produttori in rappresentanza di tutta la zona di lavorazione consentita dal Disciplinare, da Rimini a parte della Provincia di Bologna (9 comuni sul tracciato del fiume Sillaro), passando per Forlì-cesena e Ravenna. Caratteristiche del Consorzio. Obiettivo principale del Consorzio, Presieduto da Elio Simoni, sono una serie di iniziative tese alla valorizzazione del prodotto, soprattutto a seguito dell’importante traguardo del riconoscimento Igp (per ora transitorio su scala nazionale, in attesa che si esprima in merito la Commissione Europea). E proprio all’Europa guarda una delle prime iniziative del Consorzio che organizzerà una degustazione a Bruxelles davanti alla Commissione Europea illustrando storia, peculiarità, caratteristiche di questo prodotto simbolo della Romagna. Il battesimo del fuoco per la piadina del Consorzio, invece, è previsto a Vinitaly (Verona 7-10 aprile), la più importante manifestazione nazionale dedicata al vino, dove la Piadina Romagnola diventa il ‘pane ufficiale’ al ristorante del Padiglione dell’Emilia Romagna, visitato ogni anno da migliaia di winelovers, giornalisti e addetti ai lavori da tutto il mondo. La partecipazione avviene grazie alla collaborazione con l’Enoteca Regionale. Quattordici in questa prima fase (al 22 marzo) le aziende artigianali o semi-industriali che animano il Consorzio, in rappresentanza dell’intero territorio: Adp (Riccione), Alimenta Produzioni (Riccione), Compagnia della Piada (San Giovanni in Marignano - Rn), Piadina Le Vele (Bellaria Igea Marina), Riviera Piada (Rimini), Piada d’Oro (Saludecio - Rn), Acquamarina (Coriano - Rn), Alla Casalinga (Roncadello Forlì), Come una volta (Forlì), Gitoma (Bagnacavallo - Ra), Deco Industrie (Bagnacavallo), Gastone (Ravenna), Graziano Piadina Romagnola (Massa Lombarda), Negroni (Castel Guelfo – Bo). Un numero è destinato a crescere in fretta dal momento che sono in corso di valutazione nuove adesioni da parte di piccole e medie aziende del settore. I numeri della piadina. Le ragioni del successo della Piadina Romagnola, sono da imputarsi proprio alla varietà delle proposte e alla semplicità di realizzazione, veloce, pronta e adatta in qualunque momento della giornata. Un ‘cibo’ alla romagnola che è diventato anche un business. E sono i numeri che muove a testimoniarlo. In Romagna la produzione delle piadine ha raggiunto i 35 milioni di kg per un fatturato di circa 70 milioni di euro, che salgono a 92 se si considerano le zone contigue di San Marino e dell’Emilia. E a questi numeri vanno aggiunti i fatturati dei chioschi, veri testimonial dell’artigianalità del prodotto, diffusi in ogni angolo della Romagna e il cui giro d’affari è stimato in ulteriori 15/20 milioni di euro. Riguardo ai canali di acquisto del prodotto, il 76% avviene nella Grande distribuzione (Gdo), il restante nell’Horeca. Guardando infine alle aree di vendita, la Piada si afferma come prodotto nazionale, con il 32% nel Nord-est, il 31% nel Nord-ovest, il 18% al Centro, il 19% al Sud. Gli ingredienti. Quattro gli ingredienti base della Piadina: Farina di grano tenero; Acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo); Sale (pari o inferiore a 25 grammi); Grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi). Il Disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi. Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti. Per potersi fregiare dell’Igp la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite. Il Disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm). Cenni storici. Antichissima l’origine della piadina, che si fa risalire al tempo dei Romani. Tra i primi a citarla anche Virgilio nel Vii libro dell’Eneide quando scrive di una exiguam orbem, un disco sottile che una volta abbrustolito, veniva diviso in larghi quadretti. Si tratta di un cibo semplice che nel corso dei secoli ha identificato e unificato la terra di Romagna sotto un unico emblema passando da simbolo della vita rustica e campagnola, "pane dei poveri", a prodotto di largo consumo. Tra i cantori della piadina troviamo illustri esponenti della letteratura italiana, come Marino Moretti, Aldo Spallicci (col suo nome ha intitolato la rivista di tradizioni romagnole“ La Pie” da lui fondata nel 1920) e soprattutto Giovanni Pascoli. Al poeta di San Mauro va il merito di ufficializzare il termine ‘piada’, italianizzando la parola romagnola ‘piè’. Pascoli in un famoso poemetto tesse un elogio della piadina, alimento antico "quasi quanto l´uomo", e la definisce "il pane nazionale dei Romagnoli". Fino a cent’anni fa, la “piadina” era un sostituto del pane a cui si ricorreva tra un’infornata settimanale del pane e l’altra. Nel secondo dopoguerra, la “Piadina Romagnola” si è diffusa sia nelle campagne che nelle città, non più considerata un surrogato del pane, ma una golosa alternativa. A partire dagli anni Settanta, alle “piadine” casalinghe si accompagneranno quelle di produzione artigianale. Nell’area costiera della zona di produzione, e soprattutto nel riminese, si è storicamente diffusa ed affermata la “Piadina Romagnola” o “Piada Romagnola” alla Riminese caratterizzata dal fatto di essere sottile e flessibile. Due celebri citazioni da Pascoli a…Bersani (Samuele) Giovanni Pascoli ‘La Piada’: “Il mio povero mucchio arde e già brilla: / pian piano appoggio su due mattoni il nero testo di porosa argilla. // Maria, nel fiore infondi l´acqua e poni il sale; dono di te, Dio; / ma pensa! l´uomo mi vende ciò che tu ci doni. // Tu n´empi i mari, e l´uomo lo dispensa nella bilancia tremula: / le ande tu ne condisci, e manca sulla mensa. // Ma tu, Maria, con le tue mani blande domi la pasta e poi l´allarghi e spiani; / ed ecco è liscia come un foglio, e grande come la luna; // e sulle aperte mani tu me l´arrechi, / e me l´adagi molle sul testo caldo, e quindi t´allontani. // Io, la giro, e le attizzo con le molle il fuoco sotto, / fin che stride invasa dal calor mite, e si rigonfia in bolle: e l´odore del pane empie la casa”. Samuele Bersani nella canzone ‘Freak’: “Ciao ciao ai tuoi orecchini con il simbolo della pace. Te li ho comprati io d´estate al mercatino dei freak. Non mi hai nemmeno detto grazie ma ti sei fermata lì a ballare. Dimmi dell´India, hai più pensato a quel progetto di esportare la piadina romagnola?” Piada e abbinamenti. Accanto alle varianti più tradizionali che la vedono accompagnata a salumi, affettati, formaggi, salsiccia, verdure gratinate o erbette, senza disdegnare la farcitura dolce con nutella, miele o marmellata, negli anni, adeguandosi alle mode e alle tendenze gastronomiche del momento, si sono moltiplicate le varianti più innovative. E così troviamo la piadina con formaggio greco feta, rucola e vesuviani, o quella con pecorino al tartufo, rucola e crema di porcini. Anche se la coppia piada- squacquarone (formaggio molle tipico della Romagna che da meno di un anno può fregiarsi della Dop) è senza dubbio una delle più amate dai “cultori” romagnoli. Parente stretto della piadina, ma meno conosciuto, è il crescione o cassone. Si tratta di una piadina farcita prima della cottura e ripiegata su sè stessa. Nella ricetta originaria era ripieno di verdure (di solito erbe di campo saltate in padella con aglio e olio), oppure di zucca, patate e formaggi. Oggi sono infinite le varianti del crescione che ne fanno un ecclettico protagonista di cene leggere o merende gustose.  
   
   
AVVIATO L’OSSERVATORIO REGIONALE PER LA BIODIVERSITA’ – ATTENZIONE ALL’ERBARIO DI PESARO E ALL’OASI RIPA BIANCA DI JESI  
 
. Ancona - Nei giorni scorsi è stato avviato formalmente l’Osservatorio Regionale per la Biodiversità, previsto dalla legge regionale n. 2 del 2013. Gli osservatori regionali per la biodiversità sono già presenti in numerose Regioni italiane e sono gli strumenti attuativi per le politiche regionali di sostegno alla tutela del ricchissimo complesso di risorse biologiche, vero patrimonio del nostre paese. La rete di osservatori regionali si rapporta con analogo organismo operante a livello nazionale per attuare la strategia nazionale per la biodiversità, emanata nel 2010 dal tavolo Stato-regioni, quale strumento di integrazione delle esigenze di tutela della biodiversità nelle politiche nazionali di settore (Agricoltura, foreste, aree urbane, infrastruttura e trasporti, turismo, energia, salute, ricerca e innovazione, Educazione, informazione e comunicazione). Alla riunione di insediamento hanno partecipato i rappresentanti degli Enti che compongono l’Osservatorio: funzionari regionali, delle università delle Marche (Politecnica delle Marche, Carlo Bo di Urbino, Unicam di Camerino), delle Aree protette, delle Province e delle Comunità montane. Molti gli argomenti discussi nella riunione: i servizi ecosistemici con una priorità per le aree umide, la raccolta dei dati esistenti sulla flora e sulla fauna e loro sistematizzazione informatica, il completamento dei monitoraggi di alcuni gruppi di specie animali e vegetali, la necessità di divulgare ad un ampio spettro di utenti le informazioni raccolte, la constatazione di un generale degrado della biodiversità e la necessità di incrementare gli sforzi per la sua conservazione. Tutte le proposte hanno come finalità l’individuazione di possibili interventi funzionali alla futura programmazione dei fondi comunitari. I partecipanti hanno anche evidenziato due minacce contingenti per la conservazione della biodiversità: il rischio della chiusura del Centro Floristico della Provincia di Pesaro “Brilli-cattarini” per vendita dello stabile che contiene uno dei più importanti erbari d’Italia e gli imminenti lavori di regimazione idraulica del tratto di fiume all’interno della Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi, come pratica negativa e diffusa di gestione degli ambiti fluviali, molto impattante per la conservazione della biodiversità.  
   
   
A CAORLE “LA TAVOLA BLU”  
 
Venezia - Lunedì 25 marzo è arrivato a Caorle, il più antico centro peschereccio della provincia di Venezia, “la Tavola Blu”, progetto di Marevivo, associazione impegnata nella difesa del mare, messo a punto per gli istituti alberghieri d’Italia con l’obiettivo di far conoscere il regno marino e insegnare ai futuri maestri di cucina ad utilizzare le sue risorse in modo sostenibile. Nella sede dell’Istituto Turistico Alberghiero “Giovanni Xxiii” di Caorle, in via del Passarin 15 (una toponomastica che è quasi una premonizione), il progetto è stato presentato agli studenti delle classi di enogastronomia coinvolte. Nell’occasione sono stati affrontati i temi della sostenibilità ambientale, della valorizzazione delle risorse del mare, della stagionalità del pesce e della convenienza di approvvigionarsene a km zero e miglio zero. Per approfondire i temi della pesca e del pescato nel Veneto e nei suoi mari è’ intervenuto lo stesso assessore regionale Franco Manzato. L’iniziativa si rivolge ai ragazzi dell’ultimo anno di corso del “Giovanni Xxiii”, impegnati a imparare e dimostrare come sia possibile diversificare le scelte gastronomiche di ciascuno in materia di pesce e allo stesso tempo proporre cibi alternativi e sostenibili dal punto di vista ambientale. Gli chef di domani saranno insomma chiamati a scelte più corrette per l’ecosistema ittico, promuovendo il consumo di specie anche abbondanti nei nostri mari ma trascurate, quando non dimenticate, sane e buone. Va ricordato in proposito che le specie ittiche di interesse commerciale censite nel nostro Paese sono 719, ma a tavola se ne utilizzano sì e no il 10 per cento, più che altro come effetto di mode culturali e alimentari. Il 26 marzo, gli ‘chef-formatori’ incaricati da Marevivo utilizzeranno i laboratori dell’istituto per cucinare piatti a base di “pesce povero” o “pesce dimenticato”, mostrando ai futuri cuochi come uscire da logiche legate alle tendenze del momento. Il 27 marzo gli studenti visiteranno l’Area Marina Protetta di Miramare a Trieste. Il progetto “La tavola Blu” è realizzato con il contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, coinvolge 12 Istituti in 11 Regioni costiere (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia, Campania, Lazio, Toscana, Liguria). La tappa veneta di Caorle è la quarta, dopo Abruzzo, Marche e Lazio.  
   
   
PESCA. ASSESSORE VENETO “PROFESSORE” DI RISORSE ITTICHE ALL’ALBERGHIERO DI CAORLE  
 
Caorle (Venezia) - Gli studenti dell’istituto alberghiero Giovanni Xxiii di Caorle, in provincia di Venezia, hanno avuto il 25 marzo un “professore” d’eccezione: l’assessore alla pesca del Veneto Franco Manzato, che ha spiegato loro i problemi legati al prelievo ittico e alla salvaguardia delle risorse del mare. La singolare lezione si è svolta nell’ambito dell’arrivo a Caorle, il più antico centro peschereccio della provincia di Venezia, de “La Tavola Blu”, progetto di Marevivo, associazione impegnata nella difesa del mare, messo a punto per gli istituti alberghieri d’Italia con l’obiettivo di far conoscere il regno marino e insegnare ai futuri maestri di cucina ad utilizzare le sue risorse in modo sostenibile. “L’importanza della pesca in Veneto – ha ricordato Manzato – è strettamente legata alla tipologia e qualità del cibo che ogni giorno mettiamo in tavola, all’interno di una tradizione culinaria ed enogastronomica che è il terzo motivo di attrattiva per i turisti che scelgono come meta la nostra regione. Siamo depositari di un ricchezza agroalimentare inequiparabile, che porta valore all´Italia aiutandone l’economia e che contribuisce a valorizzarla all’estero non solo per la bellezza dei nostri paesaggi, per cultura e la tradizione di accoglienza che ci contraddistinguono, ma anche e soprattutto per la qualità dei nostri sapori: dal Prosecco al Valpolicella, dal Grana Padano all’Asiago, dal Radicchio alla Sopressa, dalla carne bovina agli avicoli, dal riso ed infine, al pescato”. “Il nostro obiettivo è quello di elevare anche questo segmento produttivo a prodotto di eccellenza, perché cresciuto nei nostri mari, controllato, sicuro, tipico, ottimo e non pesce tra lo sconosciuto e l’improbabile, proveniente da angoli remoti del mondo non controllati come il nostro o da chissà quale allevamento estero”. “Di fatto, la Tavola Blu, come il tour del Buon Pescato Italiano la cui prima tappa italiana è stata proprio il Veneto, condividono con la Regione – ha concluso Manzato – l’obiettivo di valorizzare, far conoscere e diffondere consapevolezza sul pescato dell’Alto Adriatico, per farlo apprezzare e per promuoverlo in tutto il mondo”.  
   
   
PESCA: ALLEANZA COOPERATIVE ORGANIZZA SEMINARIO SU CONCESSIONI DEMANIALI E DIRETTIVA “SERVIZI”  
 
Le concessioni demaniali per la pesca e l’acquacoltura alla luce delle recenti evoluzioni normative legate alla direttiva Bolkestein sui “servizi”. Questo il tema della giornata di approfondimento che l’Alleanza delle Cooperative italiane per il settore pesca organizza venerdì 22 marzo a Goro (Ferrara). Le concessioni demaniali nel settore ittico, sottolinea l’Alleanza, riguardano principalmente gli impianti in mare di spigole e orate, che in Italia sono 52, localizzati prevalentemente nel Sud e nelle Isole e gli impianti per la molluschicoltura, 451 divisi tra mitili (220) e vongole (231). Il 60% degli impianti di mitilicoltura , ovvero 132, è localizzata al sud, mentre la quasi totalità degli allevamenti di vongole veraci (96%) si trova nel nord (delta del Po, laguna di Venezia, laguna di Grado e Marano). Gli occupati, calcolando l’intera filiera, sono circa 4 mila, per un volume di affari di circa 750 milioni di euro all’anno a fronte di circa 500 milioni di euro di investimenti.  
   
   
AGRICOLTURA: DUE INCONTRI PER PRESENTARE NUOVI BANDI PSR FVG  
 
Udine -  Il Servizio Sviluppo rurale della Regione Friuli Venezia Giulia ha organizzato due appuntamenti (ad ingresso libero) rivolti al pubblico per presentare i più recenti bandi del Piano di Sviluppo rurale (Psr) 2007-2013 e per illustrarne caratteristiche e finalità. Martedì 26 marzo (ore 17.00) a Udine, nell´Auditorium della Regione di via Sabbadini, si terrà la presentazione dei bandi inerenti alla Misura 121, intervento 1, "ammodernamento delle aziende agricole" (rivolta al settore cereali-protoleaginose), ed alle Misure 221 e 223 riguardanti l´imboschimento delle superfici agricole e non agricole. Mercoledì 27 marzo ore (17.00), invece, l´appuntamento sarà a Rivignano, nella Sala consiliare del Municipio, per presentare i bandi inerenti l´azione 2 della Misura 213: "Indennità natura 2000 - Sic risorgive dello Stella, Sic paludi selvote e Sic paludi di Gonars". In entrambe le giornate sono previsti gli interventi dell´assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali, del direttore centrale e del direttore di Servizio dello Sviluppo rurale. Durante l´incontro verrà tracciata una panoramica sulle misure previste per ciascuna giornata e si darà risposta alle domande dei presenti. La scelta di promuovere queste occasioni d´incontro è indice dell´importanza che i nuovi bandi rivestono per il comparto rurale del Friuli Venezia Giulia. Con la misura 121, ben 2 milioni e mezzo di euro di fondi aggiuntivi regionali (ovvero risorse che si sommano ai fondi comunitari e nazionali) sono destinati alla "promozione di una migliore situazione delle aziende agricole dal punto di vista dell´ambiente mediante gli investimenti diretti alla difesa del suolo e all´ottimizzazione dell´utilizzo della risorsa irrigua". La tutela dell´ambiente è il filo conduttore della misura 213: in regione, quasi il 20 per cento della superficie territoriale è ricoperta dai Sic (ovvero i siti di importanza comunitaria, 56 in tutto) e dalle Zps (8 zone di protezione speciale). Per il Programma di Sviluppo rurale è sempre più importante, quindi, assumere il ruolo di "custode dell´ambiente" attraverso la promozione di misure specifiche che consentano di ridurre le ricadute dell´attività agricola sull´agroambiente, indirizzando la gestione delle aree coltivate poste all´interno del perimetro dei Siti verso la conservazione di pratiche agricole tradizionali cui è riconosciuta la funzione di conservazione degli habitat presenti.  
   
   
PESTE SUINA: ISPEZIONE COMMISSIONE UE, NUOVO APPELLO REGIONE SARDEGNA: FARE SQUADRA PER DEBELLARE LA MALATTIA  
 
Cagliari - La Regione invia un nuovo appello agli allevatori, alle associazioni di categoria e ai sindaci per unire le forze e debellare definitivamente la peste suina africana, a 35 anni dalla sua comparsa in Sardegna. Un´ulteriore chiamata rafforzata dalle conclusioni preliminari che oggi a Cagliari ha esposto il Food and veterinari office della Commissione europea, da una settimana in Sardegna per l’audit (ispezione) programmato per fare il punto sulla peste suina. Alla riunione finale, coordinata dal commissario per l´emergenza della psa Gilberto Murgia, erano presenti i rappresentanti dell´assessorato regionale della Sanità, del ministero della Salute, dell’istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna e dei Servizi veterinari delle Asl. Punti Di Forza E Debolezza. Nei giorni scorsi la Commissione ha avuto modo di controllare aziende suinicole e allevamenti per capire quanto è stato fatto soprattutto nell´ultimo anno e mezzo, mettendo in luce gli aspetti positivi (come l’emersione di circa 1.000 allevamenti non registrati) e i punti di debolezza. L’organismo europeo ha sollecitato autorità e istituzioni a completare l’attuazione del Piano straordinario di eradicazione varato l’anno scorso, a un miglior coordinamento tra i vari soggetti interessati e all’intensificazione dei controlli sanitari e di biosicurezza. Ha inoltre rimarcato come indispensabile la lotta al pascolo clandestino. De Francisci. "La Commissione è stata chiara - dichiara l´assessore della Sanità Simona De Francisci - e ha messo tutti davanti al fatto che solo con l’unità di intenti e obiettivi la peste suina africana si può sconfiggere: occorre fare squadra insieme (allevatori, produttori, associazioni agricole, Regione ed enti locali) perché altrimenti questa piaga non potrà essere mai debellata. Il Fvo ha sottolineato come le nostre potenzialità per prodotti eccellenti ci siano, ma non potranno essere espresse a pieno fintanto che dai nostri territori non verrà eliminata la peste suina". Nei prossimi giorni sarà convocata l’Anci Sardegna per concordare nuove strategie tra Regione e Comuni, ai quali spetta l’applicazione di alcune norme del piano di eradicazione. Regolarizzare Capi Non Censiti. L’assessore ha poi lanciato un altro appello agli allevatori e alle associazioni di categoria per la regolarizzazione, entro il 30 giugno, degli allevamenti di suini non ancora censiti dal Sistema sanitario. Soltanto coloro che regolarizzeranno i capi, ottemperando a tutte le norme sanitarie nei quindici giorni successivi all´autodenuncia, usufruiranno dei benefici previsti dalle norme. Oltre questo termine tutti i maiali non identificati saranno abbattuti. Relazione Finale Ue. Entro un mese circa, ha poi annunciato oggi la Commissione europea, sarà pubblicata sul sito del Fvo la relazione ufficiale con le eventuali raccomandazioni. A quel punto autorità e istituzioni potranno replicare con osservazioni e ulteriori o azioni da attuare.  
   
   
PARCO AGRICOLO SUD, PODESTÀ: «LA “FILIERA CORTA” PROMOSSA DALLE CASCINE PORTA SULLE NOSTRE TAVOLE LE MIGLIORI ECCELLENZE ALIMENTARI DEL TERRITORIO»  
 
Milano - Il presidente Guido Podestà è intervenuto, ieri mattina, a Villa Necchi Campiglio, al convegno sul tema «Metropoli agricole». All’incontro, promosso da Provincia, Fondazione Cariplo, Parco Agricolo Sud Milano e Fondo ambiente italiano (Fai), s’è discusso, grazie alla condivisione di esperienze nazionali e internazionali, di domanda e offerta di prodotti agricoli di prossimità. In particolare, è stato posto l’accento sulle attività condotte dagli imprenditori del Pasm e sulla sinergia sviluppata con l’Amministrazione, culminata con l’assegnazione di un marchio (sino ad oggi attribuito a 27 aziende) che premia l’impegno sul versante della sostenibilità ambientale e paesaggistica. «S’è trattato di un momento di riflessione sul Parco Agricolo Sud Milano che, grazie alla dinamicità delle sue oltre mille imprese, è riuscito a coniugare, nel rispetto delle tradizioni, esperienza e innovazione – ha dichiarato Podestà -. Le cascine situate nell’area periurbana sono risultate capaci, nel corso degli ultimi anni, di avviare un progetto di “filiera corta” in grado di portare sulle nostre tavole le migliori eccellenze alimentari. L’iniziativa ha consolidato il rapporto produttore-consumatore, abbattendo le distanze tra cittadini e agricoltori. Il rapporto con la metropoli non costituisce, dunque, una minaccia ma un’opportunità tesa alla valorizzazione della dimensione rurale. Basti pensare al successo sinora riscosso dal “Mercato della terra”, diventato, ormai, un appuntamento fisso per le famiglie del Milanese, desiderose di arricchire le dispense di prodotti freschi, di qualità e con prezzi calmierati. Insomma, s’è innestato un modello che, allargato al turismo agreste, rappresenterà una delle peculiarità che metteremo in vetrina, insieme alle province contermini, nell’ambito di Expo».  
   
   
AGRICOLTURA: DUE INCONTRI PER PRESENTARE NUOVI BANDI PSR FVG  
 
Udine - Il Servizio Sviluppo Rurale della Regione Friuli Venezia Giulia ha organizzato due appuntamenti rivolti al pubblico per presentare i più recenti bandi del Piano di Sviluppo Rurale (Psr) 2007-2013 e per illustrarne caratteristiche e finalità. Martedì 26 marzo (ore 17.00) a Udine, nell´Auditorium della Regione di via Sabbadini, si terrà la presentazione dei bandi inerenti alla Misura 121, intervento 1, "ammodernamento delle aziende agricole" (rivolta al settore cereali-protoleaginose), e alle Misure 221 e 223 riguardanti l´imboschimento delle superfici agricole e non agricole. Mercoledì 27 marzo (ore 17.00), invece, l´appuntamento sarà a Rivignano, nella Sala Consiliare del Municipio, per presentare i bandi inerenti all´azione 2 della Misura 213: "Indennità natura 2000 - Sic risorgive dello Stella, Sic paludi selvote e Sic paludi di Gonars". In entrambe le giornate sono previsti gli interventi dell´assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali, del Direttore centrale e del Direttore di Servizio dello sviluppo rurale. Durante l´incontro verrà tracciata una panoramica sulle misure previste per ciascuna giornata e si darà risposta alle domande dei presenti. La scelta di promuovere queste occasioni d´incontro è indice dell´importanza che i nuovi bandi rivestono per il comparto rurale del Friuli Venezia Giulia. Con la misura 121, ben due milioni e mezzo di euro di fondi aggiuntivi regionali (ovvero risorse che si sommano ai fondi comunitari e nazionali) sono destinati alla "promozione di una migliore situazione delle aziende agricole dal punto di vista dell´ambiente mediante gli investimenti diretti alla difesa del suolo e all´ottimizzazione dell´utilizzo della risorsa irrigua". La tutela dell´ambiente è il filo conduttore della misura 213: in regione, quasi il 20 pc della superficie territoriale è ricoperta dai Sic (ovvero i siti di importanza comunitaria, 56 in tutto) e dalle Zps (zone di protezione speciale che ammontano a 8). Per il Programma di Sviluppo Rurale è sempre più importante, quindi, assumere il ruolo di "custode dell´ambiente" attraverso la promozione di misure ad hoc che consentano di ridurre le ricadute dell´attività agricola sull´agroambiente, indirizzando la gestione delle aree coltivate poste all´interno del perimetro dei Siti verso la conservazione di pratiche agricole tradizionali cui è riconosciuta la funzione di conservazione degli habitat presenti.  
   
   
AGROALIMENTARE: CERTIFICARE I PRODOTTI SERVE A GARANTIRE LA QUALITÀ E DIFENDERSI DAI TAROCCHI  
 
Firenze – Si chiama “Toscana Certificazione Agroalimentare srl.”, è nata ed opera in Toscana e “certifica” al momento circa il 64% delle uve prodotte nella Regione. Sono 19 le denominazioni di origine della Toscana (dal Chianti con tutte le sue sottozone, al Carmignano, al Cortona, al Vinsanto del Chianti) che si affidano ad essa per controllare e cerificare il prodotto e 11 mila gli agricoltori che vi fanno riferimento. Oggi, nella sala Pegaso di palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, “Toscana Certificazione Agroalimentare srl” ha presentato, attraverso il suo presidente Ilio Pasqui, la sua mission e il suo nuovo sito web ( http://www.tca-srl.org/ ) concepito come un portale al servizio delle imprese in grado di offrire tutta la documentazione e dare risposte ai produttori. Presente l’assessore all’agricoltura della Regione, Gianni Salvadori. “Una Regione come la Toscana – ha detto Salvadori – che può vantare prodotti agroalimentari di straordinaria importanza, a cominciare dal vino e dall’olio, per proseguire con tutte le altre produzioni del nostro territorio, ha bisogno di immagine per essere riconosciuta nel mondo, ma anche di garanzie. Come Regione abbiamo recentemente varato il nuovo brand della Toscana, una farfalla dalle ali di vino che rappresenta il profilo della regione. Questo brand, il cui successo e apprezzamento è crescente, è l’immagine della produziione agroalimentare della Toscana nel mondo. Ma accanto a questo – ha sottolineato Salvadori – oggi è necessaria la certificazione, da parte di un soggetto terzo, che garantisca la qualità del prodotto. Toscana Certificazione Agroalimentare Srl. È nata in Toscana e opera in Toscana e svolge proprio questa funzione, valorizzando così le risorse del nostro territorio e contribuendo a diffonderne il buon nome e a difendere il “made in Tuscany” dai tarocchi.” Salvadori ha inoltre sottolineato come, pur in un momento di crisi difficilissima, le imprese toscane del settore agroalimentare abbiano continuato ad investire. Riferendosi particolarmente al settore vitivinicolo l’assessore ha ribadito come, anche quest’anno, a fronte di circa 13 milioni di euro di contributo pubblico erogato dalla Regione, si siano messi in moto investimenti per una settantina di milioni. “Questo è un fatto molto significativo – ha sottolineato Salvadori – e se si va a guardare quali sono le imprese “gazzelle”, ossia quelle che hanno aumentato il fatturato negli ultimi tre anni, si vedrà che molte, in Toscana, sono proprio del settore agroalimentare. Di questo dobbiamo sempre ringraziare le imprese, perchè le istituzioni, senza il mondo imprenditoriale, non possono fare nulla.” Tornando al tema della certificazione, Salvadori ha detto che in Toscana “abbiamo l’obbligo di fare prodotti di alta qualità” ma dobbiamo “tradurre le affermazioni di principio in atti concreti. In questo contesto le denominazioni sono fondamentali, le certificazioni lo sono altrettanto.” I prossimi obiettivi di “Toscana Certificazione Agroalimentare sr.” sono quelli di certificare anche altri prodotti, oltre il vino, a cominciare dall’olio per estendersi ad altre tipicità dell’agroalimentare Toscano.  
   
   
FEDERLAZIO: ROMA CAPITALE GARANTISCA TRASPARENTI REGOLE DI MERCATO PER APPALTI NEL SETTORE DEL VERDE  
 
  A cadenza poco più che settimanale siamo ormai costretti a leggere sulla stampa di proteste dei lavoratori delle cooperative sociali per i mancati rinnovi degli appalti da parte del Comune di Roma. Purtroppo questo accade perché, sull’onda dell’emergenza, si continua a concedere affidamenti diretti alla cooperative sociali mentre invece non si fa nulla per garantire la corretta applicazione di trasparenti regole di mercato per quanto concerne gli appalti. Sono ormai oltre sei anni che le imprese private che operano nel settore del verde pubblico a Roma attendono invano che vengano programmate e bandite delle gare pubbliche. Nel frattempo i dipendenti di queste aziende sono stati messi in cassaintegrazione, in mobilità o addirittura licenziati, a causa proprio delle mancate commesse. Eppure non abbiamo riscontrato da parte dell’Amministrazione capitolina la stessa attenzione anche per queste che sono a tutti gli effetti delle tragedie sociali. In attesa di verificare in futuro una maggiore sensibilità su questi temi, attendiamo al più presto una risposta definitiva sulla questione degli appalti da parte di Roma Capitale.  
   
   
ULIVI MONUMENTALI E SR 8  
 
“Tenere alto il livello di attenzione sui temi è una cosa, trasformali in tema di confronto politico un´altra ma strumentalizzare i dati è inaccettabile. La Regione Puglia, credo di poter dire senza essere smentito, è l´unica istituzione al mondo che ha una normativa che tutela le piante monumentali di ulivo. E´ evidente che questa legge nasce da un sensibilità che nessuno, soprattutto dall´esterno del territorio regionale, deve insegnarci: il patrimonio arboreo della Puglia è un valore aggiunto in termini storici, culturali e, auspico lo diventi, anche economici”. Così l´Assessore alla Qualità dell´Ambiente Lorenzo Nicastro. “Faccio un po´ di storia prima di arrivare al dunque. Dal momento dell´entrata in vigore della legge (2007) la competente commissione ha ricevuto 87 istanze per un totale di 2.112 piante che, lo ricordo e lo rivendico, non sono state abbattute ma spostate e reimpiantate. Sottolineo che su 60milioni di piante di ulivo presenti in Puglia stimiamo che circa il 10% (quindi tra i 5 e i 6 mln) abbiano caratteristica di monumentalità. La Commissione Ulivi secolari della Regione non ha mai autorizzato l´abbattimento di una sola pianta e, in queste settimane, sta procedendo alla richiesta delle relazioni sullo stato di salute delle piante oggetto di spostamento negli anni scorsi. In ordine alla Strada Regionale 8 - prosegue Nicastro – l´istanza relativa al primo tratto dell´opera prevedeva lo spostamento, ripeto non l´abbattimento, di 52 piante classificate come monumentali. Per 46 di esse è stata concessa l´autorizzazione”. “Chiedere ai Ministri Ornaghi e Clini di intervenire a tutela del nostro patrimonio significa non conoscere la reale situazione e, probabilmente per carenza di informazioni a disposizione che in questa fase ho voluto condividere, dare per scontato che la Regione non abbia a cuore il proprio patrimonio. Voglio rassicurare tutti i pugliesi che sul tema – conclude Nicastro – siamo ben vigili e non abbiamo nessuna intenzione di indietreggiare. D´altronde se, come la storia recente della nostra regione insegna, a intervalli regolari e da parti diverse, giungono richieste di modifica dello strumento normativo è evidente che la funzione di tutela viene espletata”.  
   
   
LIGURIA INTESA CON PIEMONTE PER LA FILIERA BOSCO, LEGNA ED ENERGIA SVILUPPO SOSTENIBILE E OCCUPAZIONE PER LE AREE RURALI  
 
Genova. La Giunta della Regione Liguria ha approvato il 22 marzo, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo, un protocollo d’Intesa con la Regione Piemonte, le Province di Cuneo e Imperia, i comuni piemontesi delle Valli Tanaro, Corsaglia e Casotto e quelli liguri della Valle Arroscia, le Comunità montane e le Camere di Commercio territorialmente competenti, l’Università di Torino, il Parco delle Alpi Liguri e il Corpo Forestale dello Stato. L’accordo punta ad agevolare e mettere a sistema diverse attività che sono in corso in quei territori, sostenute anche con risorse regionali e collegate a diversi progetti di cooperazione internazionale. In particolare, in Valle Arroscia, nell’Imperiese, la Regione Liguria sta predisponendo, tramite il progetto Alcotra Renerfor, un Piano Forestale Territoriale di Indirizzo, uno strumento di pianificazione partecipata dove gli enti e i soggetti privati (proprietari, imprese, associazioni, ecc.) definiscono obiettivi di sviluppo locale a partire dalle potenzialità e dalle volontà del territorio. La disponibilità di legno proveniente dalle proprietà dei comuni della Valle Arroscia, tramite questo provvedimento potrà trovare un “terminale di filiera” in un progetto di riconversione industriale della ex cartiera di Ormea, dove verrà realizzata una segheria ad alta tecnologia e collocato un nuovo impianto per la produzione di calore ed energia elettrica. Per la vallata ligure è una occasione per attivare una gestione sostenibile ed economica dei boschi, innescando un volano che può avere importanti ricadute occupazionali e un diretto miglioramento ambientale.  
   
   
SUCCESSO DI PUBBLICO PER IL CUCINARE CON E SENZA ZUCCHERO DI GUSTO IN SCENA  
 
Miele, sciroppo di riso, succo d’agave, trito di dattero, ananas essiccato e frullato, olio di cocco, maltitolo, fruttosio, stevia e frutta: sono queste alcune delle proposte per sostituire lo zucchero nei dessert lanciate dai grandi nomi della cucina italiana che in questi giorni sono stati chiamati sul palco di Gusto in Scena dal giornalista Marcello Coronini, ideatore e curatore dell’evento, per interpretare tema il “Cucinare con… Cucinare senza... Zucchero”. La kermesse, in programma alla Scuola di San Giovanni Evangelista di Venezia da domenica 17 fino a martedì 19 marzo, affronta una questione importante se si considera che ogni anno in Italia, si consumano 2,5 kg di zucchero procapite al mese e 30 kg all’anno, contro i 18 del Giappone. Ma chi lo ha detto che per fare un dessert da grandi chef serva per forza lo zucchero? E chi lo dice che invece questo ingrediente non possa essere il tocco ideale in un piatto salato? Sono queste le domande al centro di Chef in Concerto, laboratorio di idee dedicato ai grandi chef italiani e studiato da Coronini. Grandi pasticcieri come Gino Fabbri, Ernst Knam, Iginio Massari e cuochi del calibro di Andrea Aprea, Fabio Baldassarre, Gian Nicola Colucci con lo chef indiano Santosh Jori, Riccardo De Prà, Herbert Hintner, Mara Martin, Aurora Mazzucchelli, Luca Marchini, Giancarlo Morelli, Gian Paolo Raschi, Nicola Portinari, Maurizio Serva, Paolo Teverini, Gaetano Trovato, Ilario Vinciguerra sono stati chiamati a mettersi alla prova con due creazioni: per il “Con” un piatto (non un dessert) utilizzando lo zucchero e motivando l’utilità della scelta; per il “Senza” un dessert senza zucchero ma con un valido sostituto naturale che lo renda ugualmente gustoso. Domenica è toccato a De Prà, Knam, Massari e Morelli. Lunedì è stata la volta di Martin, Aprea, Teverini, Portinari, Mazzucchelli, Vinciguerra, Fabbri e Marchini, mentre martedì saliranno sul palco Baldassarre, Trovato, Hinter, Raschi, Colucci con lo chef indiano Santosh Jori e Serva. L’obiettivo di Gusto in Scena è quello di aprire la strada allo studio e all´idea di una nuova cucina dove il gusto incontri la salute. Negli ultimi tre anni, infatti, Coronini ha portato chef di fama internazionale a riflettere e mettersi in discussione sostituendo, attraverso la ricerca e la creatività, un ingrediente di cui generalmente si abusa in cucina. Nel 2011, a Lugano, la declinazione del tema erano i Grassi. Il 2012 è stato l´anno della consacrazione del successo del Congresso con l´ottenimento del patrocinio del Ministero della Salute e un intervento di un suo rappresentante sul tema del Sale. Quest’anno è toccato allo zucchero. <<Non vogliamo demonizzare nessuno di questi tre elementi indispensabili per la nostra vita ma il loro abuso – afferma Marcello Coronini -. Per questo ho chiesto agli chef di ideare una ricetta salata con lo zucchero ed una dolce senza. Ciò che dobbiamo combattere non è quindi il suo utilizzo ma il suo abuso, così frequente nella società moderna e , in particolare, in Italia>>. L’abuso di zucchero può contribuire all’insorgenza di malattie metaboliche anche importanti. Pericoli scongiurati se si usa la moderazione nel suo consumo. Un’educazione che deve partire dagli “ambasciatori” della cucina, gli chef, che a Gusto in Scena stanno riservando molte sorprese. Va comunque detto che in Italia si sta diffondendo la cultura della moderazione nell’impiego di questo ingrediente, come dimostra il trend di consumo passato dai 31,1 kg procapite nel 2008 ai 30,2 nel 2010. Gusto in Scena però non è dedicato solo a chi ama cucinare o chi ha scelto di farne una professione. Grazie alle degustazioni de I Magnifici Vini e Seduzioni di Gola, l’evento rappresenta uno degli appuntamenti più interessanti per avere una panoramica a 360 gradi dell’enogastronomia. Questa kermesse, che si ripeterà ogni anno a Venezia, ha trasformato la città lagunare nella capitale mondiale dell’enogastronomia, come evidenziato durante l’inaugurazione dall’assessore al turismo del Comune di Venezia Roberto Panciera, grande sostenitore dell’iniziativa. La manifestazione, infatti, farà vivere l’intera città con Fuori di Gusto, serie di cene a tema “Con… e senza… zucchero”, realizzate nei locali della città. Gusto in Scena, ha spiegato Pancera, è stato scelto perché con l’obiettivo di ospitare a Venezia un evento di eccellenza in una città unica. Oltre al congresso e alle degustazioni di alto livello Gusto in Scena offre importanti occasioni di formazione . Martedì 19 marzo la Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina sarà presente con un workshop, dedicato ai produttori. Il focus sarà l´analisi delle nuove frontiere del settore enogastronomico in Cina, uno dei mercati in espansione più interessanti in questo momento. Maggiori informazioni e tutti gli aggiornamenti su www.Gustoinscena.it.  
   
   
LAVAZZA, L’ALTA GASTRONOMIA E LA SPERIMENTAZIONE  
 
Da oltre 30 anni, attraverso il proprio Training Center, Lavazza ha portato alla nascita di un nuovo modo di intendere il caffè, dedicandosi continuamente alla ricerca e alla sperimentazione sul prodotto. Su questo filone, l’attenzione all’alta gastronomia si è sviluppata a partire dalla collaborazione con quello che è considerato il massimo esponente della cucina internazionale, Ferran Adrià. Come un gruppo di alchimisti il team del Training Center di Lavazza e il team de el Bulli di Adrià iniziano un lavoro di cesellatura del gusto e della forma. Riuscendo a vedere oltre - e grazie alla passione che da sempre regola le scelte e le intuizioni – Lavazza inizia a fare del caffè un oggetto di ispirazione per gli chef. E il legame con l’alta gastronomia diviene un’affinità sentimentale, che subito si consolida. L’azienda inizia così a collaborare con i massimi esponenti della cucina italiana, tra cui Massimo Bottura, Carlo Cracco, Davide Oldani, Antonino Cannavacciuolo. Sempre in Italia, inoltre, Lavazza si affianca a eventi di respiro internazionale in ambito alta gastronomia come, ad esempio, Identità Golose, di cui è main sponsor fin dalla prima edizione. Il Training Center Lavazza Parlare di educazione e formazione accostandosi al caffè può apparire in alcuni casi pretenzioso ed eccessivo. Ma non è così: 20 milioni di italiani infatti, ogni giorno, gustano una tazza di caffè, compiendo un vero e proprio rito. La prima regola di questo rituale è che il caffè sia buono, ossia, detto in termini più scientifici, mantenga inalterate le sue qualità organolettiche. La seconda, che il caffè sia preparato a regola d’arte e la terza che il consumatore sia in grado di apprezzarne appieno tutto il gusto e l’aroma. È soprattutto nelle ultime due regole che entra in gioco direttamente il Training Center, che da oltre 30 anni si occupa di formazione e di educazione al gusto, divulgando la cultura del caffè. Formare i professionisti, sperimentare nuove formule e sensibilizzare i clienti finali a ricercare una qualità dell’espresso sempre più elevata sono gli obiettivi fondamentali. Partendo dalla sede di Torino, il Training Center si è sviluppato rapidamente prima in Europa e poi nel resto del mondo (Australia, Americhe, Estremo Oriente) fino a contare oggi oltre 50 strutture. Il Training Center, oltre alla Scuola dell’Espresso, comprende un Laboratorio Creativo destinato alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti a base di espresso e i relativi strumenti. Evoluzione del gusto e continua ricerca di nuovi modi di vivere e interpretare il caffè: di qui all’inserimento d’ufficio del Coffee Design Lavazza come ramo del Food Design, il passo è breve  
   
   
A MILANO “LE UOVA LE NATURELLE PER PASQUA” SONO IN TRATTORIA! IL GRUPPO EUROVO E IL MARCHIO LE NATURELLE AUGURANO BUONA PASQUA A TUTTI I CLIENTI DEI LOCALI CHE HANNO ADERITO ALL’INIZIATIVA “LE UOVA PER PASQUA” FINO A DOMENICA 7 APRILE 2013.  
 
Il Gruppo Eurovo, leader in Europa nella produzione di uova e ovoprodotti, per la Pasqua 2013 porta le uova Le Naturelle in sei trattorie milanesi. Nella settimana che precede la Pasqua e fino a domenica 7 aprile, ognuna di queste proporrà a pranzo un menù personalizzato nel quale l’uovo sarà protagonista dal primo al dessert. Le trattorie pioniere di questa iniziativa sono: La Bettola di Piero, Via Orti, 17 Drogheria Plinio, Via Plinio, 6 Dulcis in fundo, Via Zuretti, 55 Pane al Pane vino al vino, Via Tadino, 48 Trattoria Vecchi Sapori, Via Carmagnola, 3 Zucca e Melone, Via Giangiacomo Mora, 3 La Pasqua immediatamente richiama alla mente le uova e viceversa, ecco perché proprio in questo momento dell’anno è venuto spontaneo iniziare a parlare di un alimento così semplice eppure così importante e ricco di proprietà nutrizionali fondamentali. Grazie ai cuochi che prepareranno i menù pasquali i clienti potranno gustare questo alimento basilare della tradizione gastronomica italiana e cogliere suggerimenti per qualche semplice ricetta da preparare anche a casa. Le uova protagoniste dei menù saranno Le Naturelle, il marchio Eurovo sinonimo di freschezza e sicurezza. Infatti le uova Le Naturelle, come tutti i prodotti del Gruppo Eurovo, sono garantite con il controllo dell’intera filiera, dalla produzione dei mangimi al confezionamento dei prodotti, e dalle certificazioni ottenute da Eurovo per il processo produttivo. “L’obiettivo di Le uova Naturelle per Pasqua è di riportare un alimento semplice come l’uovo sulle nostre tavole e di farlo in modo esplicito” - afferma Federico Lionello, direttore commerciale e marketing di Eurovo - “Infatti l’uovo è già un ingrediente presente in tante preparazioni tradizionali italiane, ma è anche altrettanto sottovalutato come potenziale sostituto di cibi ricchi di proteine”. Quest’anno mettiamo in campo la prima edizione dell’iniziativa “Le uova Naturelle per Pasqua” con l’auspicio di inaugurare una consuetudine che leghi i prodotti di Eurovo all’attività dei ristoratori che si preoccupano ogni giorno di preparare piatti gustosi e nutrienti per i propri clienti. Eurovo S.r.l. È l’azienda leader in Europa nella produzione di uova e ovoprodotti. É presente da oltre sessant’anni nel mercato ed è guidata fin dalla nascita dalla famiglia Lionello. L’azienda vanta un portafoglio ricco e articolato di prodotti su diversi segmenti. I suoi marchi: Le Naturelle, Maia, Tuorlo d´Oro Cocodì, Ovonature, Novissime, Cocoissimo, Eurovo Service, Novissime Professional, Maia, Ca´ Nostra e White Force. Impiega circa 1000 persone, conta 17 stabilimenti in Italia e all’estero e si divide in più sedi: a Imola (Bo) sono concentrate le attività commerciali e di marketing  
   
   
MOVIMENTO TURISMO VINO: MTV LOMBARDIA E MTV MOLISE A MILANO PER ‘HAPPYMOVINHOUR N.3’ IN ATTESA DELL’ EXPO 2015  
 
Il gemellaggio Lombardia - Molise sarà al centro del terzo Happymovinhour, l’appuntamento promosso dal Movimento Turismo del Vino Lombardo in attesa dell’Expo 2015. Domani, mercoledì 20 marzo allo Château Monfort di Milano, le 14 cantine Mtv e le specialità del Molise - dal caciocavallo ai salumi tipici, fino alla pasta artigianale interpretata con la ricetta tradizionale “alla molisana” - saranno protagonisti di degustazioni guidate e banchi d’assaggio affiancati ai vini e ai prodotti lombardi. L’iniziativa - accolta con favore dal Movimento Turismo Vino nazionale – promuove le eccellenze vinicole italiane in un appuntamento fisso che, fino ad aprile 2015, ogni mese coinvolge una regione Mtv diversa. Per il presidente del Movimento Turismo del Vino Molise, Gabriele Di Blasio, che sarà presente all’evento: “Tutti gli associati molisani hanno accolto l’iniziativa Happymovinhour. Riteniamo la piazza di Milano importantissima a livello nazionale e un’imperdibile opportunità per far apprezzare la nostra poco conosciuta regione”. Per il presidente del Movimento Turismo Lombardo, Carlo Pietrasanta: “Happymovinhour si sta dichiarando una bellissima avventura del gusto lungo il nostro Bel Paese: anche per noi di Mtv è una piacevole, interessante, entusiasmante scoperta ogni volta. Dal confronto con i colleghi al piacere di condividere la degustazione dei vini con il pubblico appassionato”. Il prossimo appuntamento sarà per giovedì 11 aprile con il gemellaggio Mtv Lombardia – Mtv Sicilia: un “Fuori Salone milanese”, a conclusione del Vinitaly 2013. Il Movimento Turismo Del Vino L´associazione Movimento Turismo del Vino è un ente non profit ed annovera circa 1000 fra le più prestigiose cantine d´Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell´accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell´ambiente e dell´agricoltura di qualità  
   
   
UNA NUOVA BOTTIGLIA PER BAILEYS LA CELEBRE CREMA WHISKY IRLANDESE SI RINNOVA IN UN RESTYLING ISPIRATO ALLE SINUOSITÀ FEMMINILI  
 
Baileys - la celebre crema whisky irlandese più bevuta al mondo - si presenta con l’arrivo della primavera in una veste completamente rinnovata nelle forme e nei colori. La storica bottiglia che ha accompagnato il successo di questo liquore nato nel 1974 cede il passo a una silhouette più sottile e slanciata animata da colori vividi e da una grafica inedita: dal classico Aroma Original sigillato da un tappo dorato, alle tenui tinte lilla dell’Aroma Biscotti passando per il rosso deciso dell’Aroma Nocciole e il delicato beige dell’Aroma Caffè. Motivi e colori differenti accomunati dall’insegna che identifica da sempre questo distillato: le due ‘B’ speculari. In un gioco di intrecci e curve sinuose il simbolo per eccellenza di Baileys riacquista la sua centralità tingendosi di una luminosa tinta dorata: quello che prima era solo un rilievo impresso sul vetro si fa ora più visibile e si conferma come segno distintivo del prodotto. La nuova immagine delle bottiglie di Baileys, più sinuosa e femminile, nasce seguendo il percorso tracciato dalla nuova campagna ‘Cream With Spirit’, il concept che celebra la delicatezza unita alla grinta della donna e che ha già dato vita alla partnership con il duo di stiliste Felder Felder e a un nuovo spot televisivo. Il restyling della bottiglia rappresenta per Baileys un ulteriore fase del processo di riposizionamento verso quel pubblico femminile per il quale era stato creato in origine. Le nuove bottiglie di Baileys sono disponibili in quattro sorprendenti gusti: Baileys The Original, Baileys Aroma Nocciola, Baileys Aroma Biscotti e Baileys Aroma Caffè  
   
   
RASSEGNA GASTRONOMICA “ANDAR PER ERBE”: FIORI ED ERBETTE NEI PIATTI DEGLI AGRITURISMI DI VICENZA UNA RASSEGNA DEDICATA ALLE ERBE E AI FIORI IN CUCINA. L’IDEA È DI TERRANOSTRA CAMPAGNA AMICA VICENZA, L’ASSOCIAZIONE DEGLI AGRITURISMI ADERENTI A COLDIRETTI  
 
Gli agriturismi vicentini aderenti a Terranostra - Campagna Amica propongono per la primavera un calendario di serate dedicate a ricette a base di erbe spontanee e fiori. La rassegna gastronomica, proposta da 8 agriturismi sparsi su tutto il territorio berico, prende il nome di “Andar per erbe” e propone altrettante serate a tema dal 6 aprile al 25 maggio. Nei piatti protagonista saranno erbette e fiori raccolti dei campi, dalle colline alle montagne vicentine. “I Colli Berici e le montagne vicentine sono ricchi di erbe e fiori. E soprattutto ora, nel passaggio dall’inverno alla primavera, le persone hanno voglia di piatti freschi e nuovi – spiega Elio Spiller, Presidente di Terranostra Vicenza – Così è nata questa rassegna che si fa voce di un messaggio importante: raccogliere i prodotti nella loro stagione ci lega a un’educazione del cibo connesso alla stagionalità e alla valorizzazione del territorio”. Oltre alla erbe spontanee la vera sorpresa nei piatti saranno i fiori, che non sono solo bellezza e colore, ma soprattutto ingredienti virtuosi da utilizzare in cucina. Come la margherita, depurativa e disintossicante, proposta nella ricetta “Gnocchi di ricotta e parietaria al burro e margherite”. Questi insoliti abbinamenti cromatici e di gusto, sono stati studiati dai ristoratori insieme allo chef Alessandro Tannoia in un corso organizzato lo scorso autunno da Terranostra Vicenza. Info: www.Terranostra.it. - www.Facebook.com/terranostra.vicenza  
   
   
CARDHU AMPLIA LA SUA GAMMA CON DUE NUOVE REFERENZE IL MALTO GENEROSO PRESENTA DUE INVECCHIAMENTI INEDITI  
 
Cardhu, il whisky single malt prodotto da oltre duecento anni in una delle più antiche distillerie dello Speyside, nell’area nord orientale della Scozia, amplia la sua gamma arricchendosi di nuove referenze. Oltre all’ormai noto 12 anni e all’esclusiva miscela Cask Reserve, la gamma Cardhu presenta gli inediti invecchiamenti 15 anni e 18 anni. Nato quasi 200 anni fa in prossimità del fiume Spey, in una delle prime distillerie sorte in Scozia, Cardhu deve il suo successo alla famiglia Cumming, in particolare ad una coppia tutta al femminile: Helene, prima donna a distillare un single malt, e sua nuora Elizabeth, che proseguì la tradizione di famiglia facendo conoscere Cardhu anche oltre i confini scozzesi. Fedeli al carattere morbido e setoso che ha decretato il successo di questo malto, le due nuove referenze si arricchiscono di note fruttate e dolci racchiuse in iconiche bottiglie dal profilo sinuosamente stondato: Cardhu 15 yo Rappresenta in pieno le caratteristiche aromatiche proprie della terra d’origine: lo Speyside. Questo prodotto ha il sapore dell’eleganza e grazie al prolungato invecchiamento raggiunge una morbidezza quasi setosa. Dal colore oro antico, molto fresco e fruttato al naso rivela note di vaniglia e frutti tropicali con un finale dolce e speziato unito a note di miele e cioccolato. Complesso al palato, è prima morbido e leggermente dolce sviluppando poi sensazioni fresche e un po’ piccanti. Nel finale tende al dolce con sentori di crème brûlée e cioccolato insieme ad una leggera sensazione di fumo. Cardhu 18 yo Squisitamente strutturata è l’evoluzione del prodotto: ricco e rotondo al palato mantiene comunque il delicato carattere di Cardhu. Dal colore rame brunito, elegante e fruttato al naso si arricchisce di note di pere, prugne, ananas e uva spina. Un leggero aroma di liquirizia si unisce ai sentori di malto e legno. Di grande complessità al palato, è prima morbido e leggermente dolce sviluppando poi sensazioni fresche. Caldo e intenso con note di frutta cotta, è leggermente fumoso con un tocco finale di cacao amaro, note balsamiche, di confetto e liquirizia. Www.malts.com La gamma Cardhu comprende anche: Cardhu 12 yo È la delicata quintessenza di Cardhu. Seta e miele dorato, frutta fresca e note dolci. Cardhu 12 ha il colore dell’oro, la delicatezza e la dolcezza del miele, la freschezza della frutta succosa, ma tutta la secchezza richiesta ad un whisky single malt d’eccellenza. Al palato è ben bilanciato, morbido, dolce e fresco, poi secco. Piacevole con pochissima acqua, accessibile anche senza, finale legnoso, di torba essiccata e fumo dolce. Sentori di vino e note di pera, caldi effluvi di resina e miele, croccanti rimandi di noce. Cereali, spezie, torba e legno bruciato. Cardhu Cask Reserve È ottenuto miscelando le migliori botti selezionate una ad una tra i barili a più lungo invecchiamento: barili americani o europei con una particolare caratteristica aromatica. Non riporta l’anno di nvecchiamento essendo il risultato dell’unione di più invecchiamenti diversi. Cardhu Cask Reserve è ricco al naso con sentori di biscotti al malto e burro, ma anche note fruttate di pesca e frutti rossi. Si uniscono vaniglia e noce ed un ricordo di scatola di sigari. Al palato è morbido e vellutato con un’intensa sensazione di crema, buccia d’arancia, cacao e liquirizia nel finale. Abbastanza persistente ha un finale speziato e di frutta secca molto piacevole. Diageo Diageo Plc è l’azienda leader mondiale del mercato bevande alcoliche, con un portafoglio di prodotti estremamente ricco e completo, che annovera spirits, vini e birre. Tra le marche: Johnnie Walker, Guinness, Smirnoff, J&b, Baileys, Cuervo, Tanqueray, Captain Morgan, Crown Royal, Beaulieu Vineyard ed i vini Sterling Vineyards. Il gruppo Diageo opera in oltre 180 Paesi. È quotato in borsa a New York (Deo) e a Londra (Dge). Maggiori informazioni su Diageo, sulle sue persone e sui suoi brand sul sito www.Diageo.com Informazioni sulle attività ed iniziative di Diageo in materia di bere responsabile sul sito www.Drinkiq.com  
   
   
CAMPARI ORANGE PASSION, È IL NUOVO COCKTAIL APERITIVO PRONTO DA SERVIRE. DAL SUCCESSO DEL COCKTAIL CAMPARI ORANGE PASSION, IL COCKTAIL “PESTATO” LANCIATO NEL 2010 COME RIVISITAZIONE DEL GARIBALDI (CAMPARI ORANGE TRADIZIONALE) PER FESTEGGIARE IL 150° ANNIVERSARIO DI CAMPARI, NASCE UN NUOVO COCKTAIL APERITIVO, PRONTO DA SERVIRE, DA GUSTARE CON GLI AMICI A CASA COME AL BAR .  
 
Il gusto intenso di Campari, la freschezza del succo di arancia e la dolcezza dello zucchero di canna si uniscono in un nuovo cocktail già pronto, ideale per dare un tocco glamour agli aperitivi in compagnia. Con Campari Orange Passion, tutta la magia di un cocktail viene racchiusa in una bottiglietta, in puro stile Campari. Un semplice gesto e l’aperitivo è servito: versa Campari Orange Passion ben freddo in un bicchiere con ghiaccio, aggiungi una fetta d’arancia come decorazione e preparati a gustare un cocktail unico, per condividere con gli amici il piacere di stare insieme, a casa come al bar. Campari Orange Passion è contenuto in una pratica bottiglia di vetro da 17,5 cl, la quantità ideale per un cocktail, disponibile in un cluster da 3 pezzi. Una bottiglia dal design unico, distintivo e premium, con una grafica che evoca con stile gli ingredienti del cocktail. Una bottiglia che guarda al futuro e che rispetta l’ambiente: l’involucro di plastica si può facilmente separare dalla bottiglia di vetro attraverso l’apposita striscia pretagliata, consentendo così il corretto smaltimento nella raccolta differenziata. Campari Orange Passion sarà disponibile in Grande Distribuzione e al bar da metà marzo. Prezzo indicativo a partire da 4,5 € per il cluster da 3 pezzi. Campari Orange Passion 1 bottiglietta = 1 Cocktail Servire freddo, guarnire con ghiaccio e una fetta d’arancia  
   
   
VILLA CAFAGGIO RISERVA 2009 SUPERA I 90 PUNTI ED È TRA I MIGLIORI CHIANTI CLASSICO AL MONDO SECONDO LA RIVISTA “DECANTER”. A NOVEMBRE A LONDRA UNA KERMESSE DEDICATA AI SOLI PRODUTTORI TOP.  
 
Chianti Classico Riserva 2009 Villa Cafaggio è tra i migliori Chianti Classico al mondo. Lo dice Decanter la prestigiosa rivista britannica che ha di recente condotto una degustazione coinvolgendo tutte le più prestigiose aziende toscane produttrici, oggi presenti sul mercato Uk. “Highly Recommended” recita la comunicazione pervenuta alla sede dell’azienda a Panzano in Chianti, un’espressione (“altamente raccomandato”) che corrisponde – fa sapere chi ha curato la degustazione – ad un punteggio compreso tra i 90 e 94 punti: un valore dall’altissimo prestigio internazionale. Villa Cafaggio non è nuova a questi riconoscimenti. Tutte le più importanti Guide di vini, i più apprezzati degustatori ed opinion leader del mondo del vino hanno nel tempo celebrato le lodi di questa azienda e dei suoi prodotti. Situata a Panzano in Chianti, nel cuore della Conca d’Oro, zona d’elezione del Chianti Classico, Villa Cafaggio è un’azienda di ca. 80 ha. Di cui 40 sono vitati mentre altri sono destinati alla produzione di olio. Parte del Gruppo La-vis dal 2005, Villa Cafaggio oltre al Chianti Classico e alla premiata Riserva produce anche Supertuscan di rinomato valore: tutti prodotti che sono presenti in Italia ma hanno trovato fortuna in mercati importanti come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Svizzera dove con i numerosi riconoscimenti raggiunti hanno consolidato la notorietà internazionale del brand. L’affermazione raggiunta permetterà a Villa Cafaggio di essere presente alla Decanter Fine Wine Encounter di novembre, manifestazione che raccoglie tutti i più importanti produttori di vino internazionali che si sono distinti nelle singole degustazioni. Grande soddisfazione viene espressa ai vertici del Gruppo dal Presidente di La Vis Matteo Paolazzi e dall’Ad Marco Zanoni Presidente di Basilica Cafaggio che sottolineano come questo premio dal marcato “valore territoriale” che Cafaggio incarna, non potrà che favorire nuove opportunità di crescita e sviluppo commerciale