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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Ottobre 2013
NEONATO SALVATO A VICENZA CON UTILIZZO MACCHINARIO CARPE DIEM IN PRIMA MONDIALE. SANITA’ VENETA METTE SUE CONOSCENZE A DISPOSIZIONE DEL MONDO  
 
Vicenza, 2 ottobre 2013 - Un neonato con una grave disfunzione multiorgano è stato salvato all’ospedale San Bortolo di Vicenza grazie all’intervento di un’equipe multidisciplinare formata da medici ed infermieri della Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale (Direttore: Prof. Claudio Ronco), Pediatria (Direttore: Dr. Massimo Bellettato) e Chirurgia Pediatrica (Direttore: Dr. Fabio Chiarenza), che tempestivamente, a pochi giorni dalla nascita, l’hanno sottoposto al trattamento con l’apparecchiatura miniaturizzata Carpediem (Cardio Pediatric Dyalisis Emergency Machine), una strumentazione unica al mondo ideata dal prof Ronco e realizzata dai tecnici specializzati di Mirandola. La buona notizia è stata divulgata oggi dal direttore generale dell’Ulss 6 Angonese, e dai clinici che si sono occupati del caso , alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, e riguarda un piccolo nato il 26 agosto con gravissime patologie. Carpediem è un innovativo strumento, che non esisteva al mondo, concepito e realizzato a Vicenza all’interno dell’ Iiriv l’Istituto Internazionale di Ricerca Renale di Vicenza, braccio scientifico del Dipartimento di Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale dell’ Ulss 6 e dell’ Associazione Amici del Rene di Vicenza (Aarvi) onlus. Sinora i neonati di peso inferiore ai 3 chili, in caso di insufficienza renale grave (dal 5% al 20% dei casi nelle terapie intensive neonatali) venivano trattati con le macchine per dialisi tarate sugli adulti, con gravi rischi di scompenso o di fallimento della terapia. “Questa – ha sottolineato l’assessore Coletto – è una ‘patologia orfana’, perché i numeri relativamente bassi a cui si fa riferimento non la rendono appetibile per la ricerca delle grandi aziende orientate verso il business. Un fatto che, se possibile, ingrandisce il merito di chi ha lavorato all’ideazione ed alla realizzazione. La sanità veneta – ha aggiunto – mette così a disposizione della comunità scientifica internazionale uno strumento per aiutare i più piccoli in un momento per loro così difficile; e quando si riesce, perdipiù senza alcun fine di lucro per nessuno, a donare una speranza di vita ad un bambino ed ai suoi genitori, la soddisfazione e l’orgoglio si moltiplicano. Mi piace in questo momento ricordare ciò che hanno dichiarato i pediatri americani consultati: ‘prima d’ora era un caso impossibile. E’ stato un miracolo che cambierà il modo di fare medicina per il neonato”. Il piccolo paziente, nato a termine con parto vaginale, presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza, alla nascita ha necessitato di essere rianimato ed intubato per insufficienza respiratoria. Immediatamente ricoverato presso la Terapia Intensiva Neonatale (Direttore: U.o. Dr. Massimo Bellettato), si è constatato che, a seguito di una gravissima emorragia, il neonato aveva sviluppato un quadro di shock che aveva portato ad uno scompenso multiorgano caratterizzato da insufficienza respiratoria, cardio-circolatoria, renale ed epatica con discoagulopatia e piastrinopenia. A quattro giorni dalla nascita permaneva il grave danno multi organo con grave insufficienza respiratoria ed edema polmonare ingravescente ed incremento ponderale importante. A questo punto l’intervento di terapia sostitutiva renale con dialisi si configurava come l’unica speranza per il piccolissimo paziente, tuttavia il posizionamento di una dialisi peritoneale (utilizzata di solito in questi rari casi) in tale occasione possibile per una gravissima tensione addominale da ingrossamento del fegato e per la imponente ritenzione di liquidi. La speranza per il piccolo paziente si è rivelata essere l’utilizzo dall’apparecchiatura Carpediem, concepita e realizzata a Vicenza, ingegnerizzata dai tecnici di Bellco a Mirandola e assolutamente innovativa in quanto miniaturizzata e creata esclusivamente per i neonati. Una apparecchiatura che non esisteva al mondo, messa a punto dopo una accurata e minuziosa fase di collaudi tecnici eseguita presso Irriv, grazie all’attenta supervisione dell’Ingegner Francesco Garzotto del Dipartimento di Nefrologia Ulss 6 “Vicenza”, grande esperto di questa tecnologia.  
   
   
MARONI: LA CITTÀ DELLA SALUTE È UN´OPERA FONDAMENTALE  
 
Sesto San Giovanni/mi, 2 ottobre 2013 - "La Città della Salute e della Ricerca è una delle opere più importanti che ritengo di dover realizzare nel corso del mio mandato da presidente della Regione Lombardia. E siamo qui per sottolineare l´importanza che noi diamo a questo progetto, un progetto di eccellenza a livello europeo, in materia sanitaria, di cura e prevenzione". Lo ha affermato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel corso della conferenza stampa successiva alla firma della convenzione sottoscritta con il Comune di Sesto San Giovanni (Milano) per la Città della Salute e della Ricerca. Stretta Collaborazione Con Il Comune E Il Sindaco - Il presidente, accompagnato dal vice presidente della Regione e assessore alla Salute Mario Mantovani, ha tenuto a sottolineare il ruolo strategico che rivestirà la collaborazione con il territorio, con il Comune di Sesto San Giovanni e il sindaco Monica Chittò: "Con il sindaco di Sesto San Giovanni lavoreremo in stretto contatto per un coordinamento concreto, perché tutto l´ingente lavoro che abbiamo davanti proceda senza intoppi". "Questa è la strada che voglio seguire - ha ribadito Roberto Maroni - quella del rapporto di leale collaborazione sul piano istituzionale, perché questo è il metodo che serve per risolvere i problemi che ogni giorno troviamo sul nostro percorso ed è il metodo che sto già sperimentando con successo insieme al sindaco di Milano Giuliano Pisapia per quanto riguarda la questione Expo". La Scelta Di Sesto San Giovanni - "Venendo qui - ha precisato il presidente Maroni - abbiamo voluto rimarcare l´importanza del contesto in cui viene inserito questo progetto, cioè il territorio, inserire questo progetto qui, a Sesto San Giovanni, e non altrove non è la stessa cosa. In questi mesi si è polemizzato e scritto molto sul fatto che Sesto San Giovanni non è Milano e secondo alcuni è una periferia. Per noi non è così, perché per noi non esiste periferia o centro, esiste il territorio e questo è il centro da cui partiranno poi una serie di iniziative, per valorizzare questo investimento sul futuro, un investimento strategico per il modello sanitario lombardo, un investimento rilevante anche in termini economici per la Regione Lombardia". Il Rispetto Dei Tempi Prefissati - "Vogliamo che tutto sia fatto nei tempi previsti - ha specificato il presidente della Regione Lombardia - e vigileremo con gli organi preposti a cominciare già dalle bonifiche di novembre. Vogliamo che tutto avvenga nel modo più rapido ed efficiente possibile, rispettando i tempi previsti, che sono molto stretti, visto che, già nel gennaio 2014, vogliamo che la stazione appaltante, ovvero Infrastrutture Lombarde, disponga dei progetti preliminari". Un Nuovo Polo Per La Ricerca Sanitaria - Secondo il vice presidente della Regione ed assessore alla Salute Mario Mantovani: "Questa grande opera trasformerà Sesto San Giovanni dalla città dell´acciaio alla città della ricerca. La città della Salute e della Ricerca non sarà solo un istituto clinico ma un polo di ricerca sanitaria pubblica". "L´evoluzione della scienza medica, con le cellule staminali e con lo studio del Dna, ci obbliga - ha concluso Mario Mantovani - a puntare sulla ricerca biomedica".  
   
   
TOSCANA: LA RETE NAZIONALE TRAPIANTI SEMPRE PIÙ SICURA  
 
Firenze, 2 ottobre 2013 - Sono stati presentati l’ 1 ottobre, a Firenze i risultati finali del progetto "Il Sistema integrato di Gestione del Rischio dei Trapianti (Grt)", finanziato nel 2010 dal Ministero della Salute attraverso il Centro di Controllo delle Malattie (Ccm). Con il progetto Grt, la Rete Nazionale Trapianti si è dotata di metodi e strumenti ancora più sviluppati per anticipare e controllare i rischi connessi alla donazione e al trapianto di organi, tessuti e cellule. Nell´ambito del progetto Grt è stato messo a punto un protocollo nazionale condiviso per la gestione degli eventi avversi, in accordo con quanto prevede la Direttiva Europea 53/2010 su qualità e sicurezza nel trapianto di organo. Il protocollo, che consente un´allerta di tutta la Rete per gestire in modo efficace il rischio in tempo reale, nonché per diffondere le lezioni apprese dall´analisi degli eventi, è stato oggetto di un corso di formazione per gli operatori sanitari coinvolti nei processi di donazione e trapianto; il corso ha raggiunto oltre 500 medici, infermieri, biologi e psicologi nelle numerose edizioni tenutesi dal Piemonte alla Calabria. L´attuale registro nazionale degli eventi avversi, revisionato ed aggiornato grazie al progetto Grt, contiene 112 casi avvenuti dal 2008 a giugno 2013, per un´incidenza pari all´1,6% sul totale dei donatori segnalati nello stesso periodo. I casi che hanno determinato un effetto sul paziente, denominati reazioni avverse, sono stati solo 10 su oltre 15.000 trapianti realizzati in questi 5 anni, pari ad un´incidenza dello 0,07%. Un dato che avvicina la Rete Nazionale Trapianti alle organizzazioni complesse ultrasicure, come l´aviazione che da anni si è dotata di sistemi di gestione del rischio. Il professor Antonio Amoroso, coordinatore del progetto, ha descritto le dettagliate analisi condotte su ciascun evento: le osservazioni hanno permesso di apprendere le eventuali criticità ed adottare azioni di miglioramento. Infatti, grazie al lavoro costante del board del progetto, ogni caso clinico è stato riesaminato per poi offrire un eventuale feedback e supporto alle strutture in cui si è verificato il problema. Il dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del Cnt, ha ricordato lo storico impegno per la sicurezza della Rete Nazionale Trapianti, che da dieci anni dispone di un servizio di second opinion e di criteri per stratificare il rischio dei donatori. Il sistema italiano è un punto di riferimento per la sicurezza a livello internazionale, riconosciuto anche dall´Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha conferito al Cnt la funzione di "collaborating centre" proprio nell´ambito della sicurezza nei trapianti. Il progetto Grt è un ulteriore tassello che completa il quadro, integrando nel Sistema Informativo dei Trapianti (Sit), con un apposito modulo informatizzato, il registro nazionale degli eventi avversi. In conclusione, il dottor Riccardo Tartaglia, coordinatore delle Regioni per la Sicurezza dei Pazienti, ha osservato come la fattiva collaborazione tra i risk manager ed i coordinamenti regionali e ospedalieri dei trapianti sia stata la chiave del successo del progetto Grt, che ha valorizzato le competenze di entrambe le comunità professionali per costruire un sistema di reporting e learning innovativo ed in grado di coinvolgere i livelli locali, regionali e nazionali del Serivizio Sanitario Nazionale. Il progetto Grt ha visto il coinvolgimento di 13 Regioni (Piemonte, Toscana, Emilia-romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo-molise, Sicilia, Calabria, Umbria, Friuli Venezia-giulia, Marche, Veneto, Puglia) e l´attiva partecipazione del Centro Nazionale Trapianti.  
   
   
BASILICATA, IX LEGISLATURA - FOCUS SANITÀ: SERVIZI E BENESSERE CON I CONTI IN ORDINE  
 
Potenza, 2 ottobre 2013 - Con le politiche attuate dal Dipartimento regionale, la finanza sanitaria della Basilicata è passata da un disavanzo di 36 milioni di euro registrato nel 2010 ad un avanzo di 7 milioni di euro nel 2012. Il tutto mantenendo e migliorando gli standard di qualità e, in alcuni casi, raggiungendo livelli eccellenti anche a livello nazionale e internazionale. Al centro delle politiche regionali: efficienza e qualità dei servizi, centralità del cittadino e sostenibilità della spesa. La riorganizzazione del sistema sanitario lucano passa dall’approvazione del nuovo Piano regionale della Salute e dei servizi alla persona, a 15 anni di distanza dall’ultimo Piano. Sono due le direttrici introno alle quali si è consolidato lo strumento di programmazione: la prima è la creazione di sistemi ‘a rete’ attraverso il coordinamento di Distretti e Ambiti; la seconda punta a garantire il diritto alla salute senza un eccessivo ricorso all’ospedalizzazione, che sarebbe difficile da coniugare con le possibilità di spese e le caratteristiche territoriali della Basilicata. Per limitare i casi di morte e di invalidità causati dall’infarto del miocardio acuto, tra le cause di morte più frequenti nei Paesi occidentali, la Regione ha istituito la “Rete Ima” che che assicura in tempi rapidi, attraverso un sistema integrato territorio-ospedale, le soluzioni più appropriate di assistenza a chi è colpito da eventi coronarici acuti. Un approccio più globale anche alla cura dell’infanzia, con il progetto “Benessere Basilicata Bambino” e le sue articolazioni. A Potenza, nella sede dell’Azienda ospedaliera regionale “San Carlo”, è nato un hub sanitario per la cura dei bambini, grazie ad un accordo siglato con il centro pediatrico Bambino Gesù di Roma. Un progetto di benessere del bambino a 360 gradi che include anche il protocollo siglato dalla Regione con la Fondazione “Stella Maris’’ dell’ Università di Pisa per garantire la progettazione e lo sviluppo di assistenza e servizi ai bambini e agli adolescenti affetti da disturbi neuropsichiatrici. Più attenzione e maggiori investimenti anche per la lotta a patologie in crescita quali il diabete. In Basilicata è stato costituito l’Osservatorio regionale del diabete: il primo centro epidemiologico regionale nato in Italia per la prevenzione e la cura del diabete, frutto della collaborazione tra la Regione Basilicata e l’Università Tor Vergata di Roma. Ad un anno dall’insediamento dell’osservatorio, inoltre, è stato redatto il cosiddetto “Libro bianco” sul diabete: un report che evidenzia le criticità emerse nel primo periodo di indagine e suggerisce le proposte per attuare interventi di prevenzione e cura del diabete. Nessun risparmio anche per le politiche di sicurezza sul lavoro, con l’istituzione di presidi territoriali di primo soccorso “118” al centro oli di Viggiano e nella zona industriale di San Nicola di Melfi, il servizio notturno di eliambulanza e il progetto Un defibrillatore in ogni Comune per una rete capillare di primo intervento. Il Dipartimento Salute della Regione Basilicata ha cercato di rendere più semplice e veloce l’accesso ai servizi sanitari con l’attivazione dei servizi Cup in Linea e Farmacup che consentono al cittadino di prenotare ed effettuare il pagamento delle prenotazioni direttamente dal proprio pc o nelle farmacie. Sull’abbattimento delle liste di attesa delle prestazioni diagnostiche e specialistiche ambulatoriali, sono stati raggiunti risultati importanti: nel 2013, ad esempio, presso l’Azienda San Carlo, l’attesa media per una visita oncologica è di massimo 4 giorni, mentre nello stesso periodo del 2012 era di 87 giorni. E sempre per snellire l’accesso agli atti, il Dipartimento ha presentato ai medici e ai sanitari il Fascicolo elettronico: un’infrastruttura informatica che mette on line (in maniera protetta) tutte le notizie sanitarie relative ad ogni singolo paziente. In campo oncologico la Regione ha dotato le strutture sanitarie di tecnologie avanzate e ha incaricato il Crob di raccogliere i dati relativi all’incidenza delle malattie e iscriverli in un apposito Registro tumori, avviando un’intesa con l’Università Cattolica di Roma per la lettura dei dati finalizzata alla sorveglianza oncologica. La Basilicata è tra le prime regioni in Italia a raccogliere i dati su dimensione regionale. Importanti novità sono state apportate per il pagamento dei ticket sanitari: la Regione Basilicata ha rimodulato il sistema complessivo di compartecipazione sulla base del reddito familiare e del valore economico della prestazione ed ha eliminato il ticket aggiuntivo fisso, interventi realizzati attraverso l’impiego di risorse proprie per 1,9 milioni di euro e che oggi comportano, per i cittadini, un risparmio medio di 11 euro per ogni prestazione specialistica fruita. Massimo sostegno anche per le donne vittime di violenza. La Regione ha infatti sottoscritto il protocollo Codice Rosa, una task force interistituzionale tra forze dell’ordine e aziende sanitarie per la prevenzione e il contrasto alla violenza nei confronti dei soggetti più deboli. Da segnalare i programmi a carattere sanitario per le categorie svantaggiate, tra cui: il progetto ‘Un Ponte per comunicare’ per superare le barriere della comunicazione per i non udenti, l’avvio di progetti sperimentali “Dopo di noi” per le persone disabili e la proroga del programma Copes per il contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale.  
   
   
LOMBARDIA: CITTÀ DELLA SALUTE SALVA AREE DISMESSE  
 
Milano, 1 ottobre 2013 - "Grazie all´impegno e alla volontà di Regione Lombardia una delle più importanti aree dismesse d´Europa tornerà a vivere attraverso un´opera di caratura internazionale". Lo ha detto Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, commentando la convenzione per la realizzazione della Città della Salute e della Ricerca sulle ex aree Falck di Sesto San Giovanni (Milano), firmata dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e dal sindaco di Sesto Monica Chittò. Valorizzazione Di Tutto Il Nord Milano - "Un intervento - ha proseguito Viviana Beccalossi - che andrà a valorizzare tutto il Nord Milano e che garantirà la bonifica di terreni per troppi anni abbandonati a se stessi, oltre che sviluppo e occupazione. Il tutto, in perfetto stile lombardo, all´insegna di una struttura di assoluta eccellenza sanitaria che diventerà un punto di riferimento per l´intero Paese".  
   
   
SANITÀ, TICKET INTRAMOENIA: CONSIGLIO DI STATO HA ACCOLTO RICHIESTA REGIONE UMBRIA IN MERITO A SENTENZA TAR  
 
Perugia, 2 ottobre 2013 - La Giunta regionale dell´Umbria non ha chiesto alcuna "sospensiva" al Consiglio di Stato in merito alla sentenza del Tar dell´Umbria con la quale lo stesso Tribunale amministrativo ha ritenuto illegittima la misura integrativa del 29% sulle prestazioni sanitarie rese in regime di intramoenia. E, dunque, non vi è stata alcuna "bocciatura". Tutt´altro. Il Consiglio di Stato ha, infatti, accolto la richiesta della Regione Umbria di andare ad un giudizio di merito con la procedura d´urgenza ed ha fissato l´udienza per il prossimo mese di gennaio. È quanto precisa una nota dell´Assessorato regionale alla Sanità con la quale si smentiscono notizie ed affermazioni in tal senso pubblicate dagli organi di stampa. La difesa della Regione - prosegue la nota - ha appellato la sentenza del Tar Umbria con ricorso avanti la sezione Iii del Consiglio di Stato e, contestualmente, ha formulato istanza cautelare, non già al fine di ottenere la sospensiva della sentenza appellata, bensì nella forma prevista dall´art.55, comma 10 del Codice del processo amministrativo. In base a tale normativa - si afferma - il Giudice Amministrativo fissa la camera di consiglio per valutare se le esigenze della parte ricorrente "siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio di merito" ed in caso di accoglimento dell´istanza viene fissata una udienza di merito con anticipo rispetto ai ruoli ordinari. Detta istanza corrisponde ad una scelta processuale motivata dall´esigenza di ottenere dal Consiglio di Stato una definitiva decisione, evitando l´obiettiva incertezza che avrebbe determinato una pronuncia sulla sospensiva, tenuto anche conto della complessità e varietà delle questioni giuridiche che caratterizzano la fattispecie. Il Consiglio di Stato, ritenendo meritevoli di favorevole apprezzamento le ragioni di urgenza illustrate nel corso della udienza, in accoglimento dell´istanza formulata in calce al ricorso, ha disposto - conclude la nota dell´Assessorato alla Sanità - la fissazione dell´udienza di merito in tempi brevissimi (16 gennaio 2014) rispetto agli ordinari tempi di fissazione.  
   
   
IL DOLORE SI PUÒ COMBATTERE ANCHE CON LA CRISI: OFFERTA AI MEDICI DI TUTTA ITALIA APPROFONDIMENTO FARMACOLOGICO E CONOSCENZE GIURIDICHE PER GARANTIRE EFFICACIA ED EFFICIENZA NELLA CURA DELLA “SOFFERENZA INUTILE”  
 
Milano, 2 ottobre 2013 – Non solo aggiornamento scientifico, rivolto ai medici, su aspetti clinici e sulle più recenti novità in ambito di terapia del dolore cronico e del dolore neuropatico localizzato, ma anche un approfondimento di carattere giuridico sulla Legge 38 del 2010. Dell’importanza di questo tipo di formazione è convinta Grünenthal Italia, azienda focalizzata esclusivamente sulle terapie antalgiche, che ha sponsorizzato un programma di tre eventi macroregionali (a Stresa, Napoli e Venezia) destinato a tutti i medici interessati a un approfondimento multidisciplinare sulla terapia del dolore. L´attenzione dei clinici viene focalizzata sul fatto che le violazioni del diritto a non soffrire dei pazienti possono derivare non solo da un impiego improprio o imperfetto degli strumenti terapeutici disponibili, ma anche dalla mancata o insufficiente conoscenza delle prescrizioni di legge. Il via al programma venerdì scorso, 27 settembre, a Stresa (per le regioni del Nord-ovest); seguiranno analoghi incontri a Venezia e Napoli (per il Nord-est e il Sud). L’attenzione agli aspetti giuridici è testimoniata dall’inedita presenza di un magistrato, che in ogni tappa siede nel board dei formatori accanto allo specialista e al farmacologo. La disciplina italiana sul dolore, considerata una delle più avanzate e complete d’Europa, esige un’applicazione più omogenea in tutte le Regioni e quindi una conoscenza sempre più diffusa e dettagliata da parte dei medici, specialisti e non. Tutti i sanitari devono convincersi, tra l’altro, della sostenibilità economica della cura del dolore, minacciata da una conoscenza superficiale della legge: infatti, tanto sono dispendiose le cure inappropriate, quanto inefficienti possono rivelarsi i timori infondati di incorrere nelle violazioni previste dalla Legge 38. Queste preoccupazioni, a volte inconsistenti, possono dar luogo al radicarsi del pernicioso meccanismo della “medicina difensiva”. Di qui l’importanza di mettere insieme approfondimento scientifico, in funzione dell’appropriatezza, e formazione giuridica, in funzione dell’applicazione esatta della Legge: il tutto per tutelare al meglio il diritto dei pazienti a non soffrire. “In Piemonte abbiamo dimostrato che la Legge 38 si può applicare anche in periodo di crisi, ottimizzando le risorse esistenti e tagliando i costi impropri” ha affermato nell´incontro di Stresa la dottoressa Rossella Marzi, Coordinatore della Commissione Terapia del Dolore della Regione Piemonte e responsabile Aisd (Associazione Italiana Studio del Dolore) per l´attuazione della Legge 38. “C’è da lavorare per sensibilizzare i medici sull’importanza della tutela del diritto a non soffrire dei pazienti”, ha precisato Marzi, dalle cui parole sale chiara però una speranza: anche se parecchie Regioni sono indietro con l´attuazione della legge, le cui indicazioni disegnano un sistema complesso di strutture, professionalità, competenze e obblighi, il ‘modello Piemonte’, prima Regione italiana che ha adempiuto a livello di sistema, ha tutti i numeri per fare da apripista. Il professor Diego Fornasari, docente di Farmacologia dell’Università di Milano, tocca il tema cruciale, quando si parla di curare il dolore, dell´appropriatezza prescrittiva e terapeutica: “La tutela dei diritti va conciliata con la sostenibilità: curare meglio equivale a curare nel modo più efficiente. La Legge 38 prescrive al medico anzitutto di trattare tutti i tipi di dolore, sia acuto sia cronico, e in secondo luogo di trattarli in modo appropriato, perché il trattamento inappropriato è da considerare, dal punto di vista della difesa del diritto a non soffrire, alla stregua del mancato trattamento”. Fondamentale è informare i medici, oltre che formarli. Fornaciari cita l´esempio del dolore cronico non oncologico, che rappresenta circa l’80% di tutto il dolore trattato in Italia, troppo spesso affrontato in modo inappropriato con farmaci antinfiammatori anche quando la componente infiammatoria non ha alcun ruolo nel causare la sofferenza. “Il nostro Paese soffre ancora di un certo ritardo nella conoscenza e nella diffusione dei farmaci oppiacei, che sono spesso il trattamento più appropriato anche per la cura del dolore non oncologico – afferma Fornasari -. Ai clinici e ai medici di famiglia vanno spiegate l’azione e le indicazioni dei farmaci oppiacei: per impiegarli secondo le regole dell’appropriatezza e per superare i falsi miti sugli effetti avversi di questo tipo di farmaci”. Sul fronte squisitamente giuridico, il dottor Federico Bisceglia, Sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, sottolinea che “la semplice esistenza di una legge ad hoc per la cura del dolore non solo delinea, ma rafforza il diritto dei pazienti a non soffrire, poiché rende questo diritto agevolmente rivendicabile dinanzi alle pubbliche autorità, compresa la magistratura. Questo non è che il risvolto coercitivo della legge – aggiunge però il dottor Bisceglia – più importante è cogliere il suggerimento e lo stimolo della norma, che nel tratteggiare i contorni del diritto a non soffrire indica una serie di obiettivi: compito del medico, nell’accostarsi a questo impianto normativo, è individuare i mezzi per raggiungerli, ossia comprendere quali siano gli strumenti organizzativi idonei alla tutela del diritto, alla soddisfazione pratica dell’aspettativa di tutti i pazienti a non soffrire più. Senza questo tipo di approfondimento, e senza la conseguente attivazione, la legge rimarrebbe lettera morta e genererebbe soltanto sterili risposte sanzionatorie. Infine la conoscenza dettagliata delle legge – conclude il magistrato – è indispensabile per evitare l’instaurarsi del dannoso meccanismo della ‘medicina difensiva’, una minaccia per tutta la sanità, ma in particolare per l’area terapeutica del dolore: in primo luogo perché tanti medici mostrano di essere ancora poco informati sugli effetti avversi delle terapie di ultima generazione, e rischiano quindi di non trattare il dolore adeguatamente; in secondo luogo, e tutto all’opposto, poiché l’oggettivazione della sensazione dolorosa è difficilissima, e quindi il medico, nel dubbio, può essere indotto ad adottare contromisure terapeutiche sin troppo prudenziali ”. “Questa serie di incontri nasce proprio dalla consapevolezza che esiste la precisa esigenza di far conoscere ai medici di famiglia e agli specialisti obblighi e responsabilità verso i pazienti che soffrono, previsti dalla Legge 38 del 2010 – afferma Thilo Stadler, amministratore delegato di Grünenthal Italia –. Questa legge è profondamente giusta, innovativa ed anche complessa. Approfondirne la conoscenza significa evitare che sia percepita dai medici solo come un coacervo di prescrizioni. In altre aree terapeutiche s´è già visto quanto grande sia il rischio che la scarsa conoscenza normativa generi meccanismi perversi e dispendiosi, come la cosiddetta ‘medicina difensiva’, approccio non solo costosissimo, ma anche capace di deteriorare il rapporto medico-paziente. In quest´opera di divulgazione siamo convinti che le aziende abbiamo il dovere di fare la loro parte – conclude Stadler –: nasce da qui il programma formativo attraverso il quale nelle tappe di Stresa, Venezia e Napoli contiamo di fornire un valido contributo alla conoscenza della legge 38 per una migliore e più rapida diffusione della buona terapia del dolore”.  
   
   
PIEMONTE: SANITA´ TRANSFRONTALIERA, NUOVE OPPORTUNITA´ E NUOVE RESPONSABILITA´  
 
Torino, 2 Ottobre 2013 - L’assessore regionale alla Tutela della salute e Sanità, Ugo Cavallera, interverrà al convegno “Sanità transfrontaliera - Nuove opportunità e nuove responsabilità”, organizzato dal Coresa, Consiglio regionale di sanità e assistenza, che si terrà venerdì 4 ottobre, con inizio alle 9:30, nell’aula “Adriano Bocci” del presidio ospedaliero S. Anna, in via P. Baiardi 43, a Torino. Ad introdurre i lavori della giornata saranno: Gianmaria Ajani, rettore dell’Università di Torino; Sara Cassin, Presidente del Coresa; Angelo Del Favero, direttore generale della Città della Salute e della Scienza di Torino.  
   
   
TOSCANA: UNA GIORNATA DEDICATA A QUALITÀ E SICUREZZA DELLE CURE  
 
Firenze, 2 ottobre 2013 - Una giornata di studio dedicata alla qualità e alla sicurezza delle cure e, nel pomeriggio, i riconoscimenti alle aziende sanitarie che hanno messo in atto progetti per accrescere la sicurezza e ridurre il rischio. Mercoledì 2 ottobre, si tiene a Firenze, nell´Auditorium Sant´apollonia, via San Gallo 25, il Safety Quality Day, la Terza Giornata sulla qualità e sicurezza delle cure, organizzata dal Centro Gestione Rischio Clinico della Regione Toscana. Una manifestazione partita nel 2011, che si ripete ogni anno, per celebrare le migliori iniziative realizzate delle aziende sanitarie toscane e dalle case di cura convenzionate per migliorare la qualità dell´assistenza. Quest´anno, l´evento coincide con i dieci anni dell´istituzione del Centro per la gestione del Rischio Clinico e la Sicurezza del paziente. La mattina, dalle 9 in poi, dopo i saluti di apertura, tra gli altri anche quello dell´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, sarà dedicata alla presentazione dei risultati delle attività svolte per la sicurezza delle cure nel servizio sanitario regionale. Il programma prevede una lettura magistrale di Giorgio Cosmacini, il maggior storico italiano della medicina, su "La scomparsa del dottore"; e interventi, tra gli altri, di Riccardo Tartaglia, direttore del Centro Grc, Sabina Nuti, direttore del Laboratorio Mes (Management e Sanità) della Scuola Superiore Sant´anna di Pisa, Andrea Vannucci, dell´Osservatorio qualità ed equità dell´Ars (Agenzia Regionale di Sanità), Marco Menchini, del Settore qualità e accreditamento della Regione Toscana. Sono attesi videomessaggi dei maggiori esperti nazionali e internazionali della materia. Nel pomeriggio, la consegna dei riconoscimenti alle aziende sanitarie che hanno attuato progetti di eccellenza per accrescere sempre di più la sicurezza in ospedale e nelle cure, e ridurre il rischio di errori in corsia.  
   
   
NINTEDANIB PROLUNGA LA SOPRAVVIVENZA OLTRE UN ANNO IN PAZIENTI CON ADENOCARCINOMA POLMONARE AVANZATO  
 
Ingelheim, Germania, 2 ottobre 2013 – Nuove analisi dei dati dello studio clinico registrativo di Fase Iii, Lume-lung 1, mostrano che il farmaco sperimentale innovativo nintedanib*, triplo inibitore dell’angiochinasi, che agisce sui tre recettori che svolgono un ruolo cruciale nell’angiogenesi e nella crescita tumorale, produce un beneficio significativo e clinicamente rilevante in termini di sopravvivenza complessiva in pazienti con adenocarcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc).1 Questi risultati sono stati presentati il 30 settembre all’European Cancer Congress ad Amsterdam. “L’adenocarcinoma è la forma più comune di tumore polmonare non a piccole cellule e, poiché la maggior parte dei pazienti in fase avanzata della malattia ha avuto una progressione dopo la terapia iniziale, un trattamento efficace in seconda linea è vitale”- afferma il Dr. Anders Mellemgård, Department of Oncology, Herlev University Hospital, Copenhagen e aggiunge- “I recenti progressi per il trattamento di questa ampia popolazione di pazienti sono stati limitati, ma abbiamo raggiunto un importante traguardo con nintedanib*. Lo studio Lume-lung 1 ha dimostrato che nintedanib* produce un beneficio in termini di sopravvivenza complessiva quando aggiunto alla chemioterapia. La sopravvivenza complessiva è aumentata di 2,3 mesi nei pazienti con adenocarcinoma e può diventare un’importante opzione di seconda linea per questi pazienti”. I risultati dello studio Lume-lung 1 hanno dimostrato che nintedanib* in aggiunta a docetaxel determina un aumento statisticamente significativo in termini di sopravvivenza complessiva mediana rispetto a quelli trattati con placebo più docetaxel, rispettivamente 12,6 mesi contro 10,3 mesi (Hr: 0.83, p-value: 0.04).1 L’analisi dei dati ha dimostrato, inoltre, che i pazienti, il cui trattamento chemioterapico di prima linea fallisce precocemente, hanno un maggior beneficio dal trattamento con nintedanib*.1 Nella popolazione generale di pazienti con adenocarcinoma, i pazienti con adenocarcinoma avanzato che hanno avuto una progressione di malattia entro 9 mesi dall’ inizio del trattamento di prima linea (T<9 mesi) hanno ottenuto un maggiore beneficio nella sopravvivenza complessiva mediana di 3 mesi (10,9 mesi con nintedanib* in aggiunta a docetaxel vs. 7,9 mesi con placebo più docetaxel).1 L’analisi dei benefici in termini di sopravvivenza complessiva osservati nei pazienti con adenocarcinoma T<9 mesi suggerisce che T<9 mesi possa rappresentare un biomarker clinico predittivo del beneficio di nintedanib* in seconda linea per i pazienti con Nsclc avanzato ad istologia adenocarcinoma. 1,2 Gli eventi avversi più frequenti riscontrati nello studio Lume-lung 1 sono stati gli effetti collaterali gastrointestinali e l’innalzamento reversibile dei livelli degli enzimi epatici, che sono stati gestiti con trattamento di supporto o riduzione del dosaggio (eventi avversi - placebo vs. Nintedanib*: nausea 18% contro 24%, vomito 9% contro 17%, diarrea 22% contro 42%, innalzamento degli enzimi epatici 8% contro 29%). Le percentuali d’interruzione del trattamento a causa di eventi avversi sono state simili nei due bracci di trattamento, al pari di eventi emorragici o di eventi trombo embolici di grado 3.1 I risultati dello studio hanno dimostrato che, nonostante gli eventi avversi osservati, i pazienti hanno beneficiato della maggior efficacia di nintedanib* in aggiunta a docetaxel senza ulteriori ripercussioni sulla qualità di vita. Boehringer Ingelheim è impegnata per rendere nintedanib* disponibile ai pazienti in tutto il mondo. Sono in preparazione i dossier per la sottomissione alle autorità regolatorie a livello mondiale. Lo studio Lume-lung 1 - Lume-lung 1 è uno studio registrativo di Fase Iii, randomizzato, in doppio cieco, che ha messo a confronto nintedanib* più docetaxel e placebo più docetaxel in pazienti con Nsclc localmente avanzato/metastatico, dopo la terapia di prima linea. Lo studio ha arruolato in Europa, Asia e Sudafrica, 1.314 pazienti randomizzati per ricevere nintedanib* 200 mg due volte/die più docetaxel 75mg/m2 una volta/die, per 3 settimane (n=655) o placebo più docetaxel (n=659). Lo studio Lume-lung 1, che valuta la sicurezza e l’efficacia di nintedanib* in pazienti con Nsclc dopo chemioterapia di prima linea, fa parte del più ampio programma di studi clinici di fase Iii di Boehringer Ingelheim con nintedanib*. Con 1.773 pazienti arruolati, ad oggi, è uno dei più ampi studi di Fase Iii in questa popolazione di pazienti con Nsclc.  
   
   
SALUTE, ANCHE FIALS E FIS FIRMANO IL PROTOCOLLO D´INTESA REGIONE TOSCANA-SINDACATI  
 
Firenze, 2 ottobre 2013 - Anche Fials (Federazione italiana autonomie locali) e Fis (Federazione sindacati indipendenti) hanno firmato il protocollo d´intesa su Società della Salute, produttività 2012 e 2013, apertura nuovi ospedali, riorganizzazione Ssr, monitoraggio, che l´8 agosto scorso era stato firmato tra l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni per la Regione, e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali regionali (Cgil, Cisl e Uil) del comparto funzione pubblica. Il documento siglato mette l´accento sulle politiche del personale relativamente alle azioni di programmazione e riorganizzazione della sanità regionale. Nell´incontro, che si è tenuto nella sede dell´assessorato al diritto alla salute della Regione, si è convenuto su un sistema di relazioni sindacali che prevede la contrattazione unitaria con tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro del Comparto sanità.  
   
   
FESTA DEI NONNI: “DA REGIONE UMBRIA 125MILA EURO PER FINANZIARE 9 PROGETTI A FAVORE DELL’INVECCHIAMENTO ATTIVO”  
 
Perugia, 2 ottobre 2013 - Sono 9 i progetti finanziati con 125 mila euro dalla Regione Umbria in seguito all´emanazione di un Bando regionale che individuava tre azioni di sistema per favorire il ruolo attivo delle persone anziane nella società: a renderlo noto, ricordando la ricorrenza di oggi sul territorio nazionale della Festa dei Nonni, è la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari, ricordando che le tre aree individuate dall´avviso riguardavano la valorizzazione delle esperienze formative e professionali delle persone anziane, interventi per tutelare il loro diritto di muoversi liberamente e senza rischi sulle strade, la costruzione di un portale regionale di facile accesso e specificatamente dedicato ai servizi e alle informazioni di utilità. Destinatari dei contributi del bando erano i Comuni in forma associata, le cooperative sociali, le associazioni di volontariato e le Onlus iscritte nei rispettivi Registri regionali, i Centri sociali anziani, le Università della terza età e le Università popolari. Gli interventi possono essere promossi, progettati e realizzati dai Comuni associati anche in collaborazione con il Terzo settore, i Centri sociali anziani, le Università della Terza età e le Università popolari. "Si tratta di un primo stralcio di finanziamento in attuazione della legge regionale n. ´14/2012´ a tutela della promozione e della valorizzazione dell´invecchiamento attivo con la quale la Regione Umbria ha disciplinato diverse azioni e politiche per la persona anziana, affinché possa continuare a realizzare un progetto di vita gratificante, socialmente dignitoso e dotato di senso per sé e per la comunità di appartenenza - ha detto la vicepresidente Casciari - Gli indirizzi e le azioni principali presi in considerazione dalla legge sono quelli della formazione permanente, della prevenzione e del benessere, della cultura e del tempo libero, dell´impegno civile, e delle nuove tecnologie. Per finanziare le iniziative attivate per tale finalità la Regione ha destinato complessivamente per l´anno 2012, risorse pari a 250 mila euro derivanti dalle risorse regionali stanziate per il settore sociale. Di questi, 125 mila andranno a finanziare i progetti selezionati attraverso il Bando, la cui graduatoria sarà pubblicata il 16 ottobre sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria". "Le proposte selezionate - ha aggiunto - sono quelle che hanno colto in pieno il senso dell´avviso e cioè quelli che sono riusciti a ´fare rete´ a livello territoriale, coinvolgendo gli enti locali, l´associazionismo e anche le scuole, favorendo così da una parte lo scambio intergenerazionale, dall´altra la riscoperta del patrimonio culturale e i saperi della nostra terra". Tra i progetti finanziati, 7 sono relativi alla valorizzazione delle esperienze formative e professionali delle persone anziane con attività e l´avvio di esperienze che mettano questa fascia della popolazione nella condizione di invecchiare attivamente in modo che diventi una risorsa per la società. Le iniziative che verranno attivate infatti, rappresentano un´efficace risposta che potrebbe innalzare la ´qualità´ degli anni residui, coltivando conoscenze, socialità, relazioni e impegno in un ambito produttivo o nel volontariato, con un riscontro positivo sia a livello individuale, che per l´intera società. Per l´azione rivolta al superamento delle problematiche della sicurezza stradale è stato selezionato un solo progetto. Ciò vale anche per l´azione che prevedeva la costruzione di un portale regionale dedicato alla fascia della popolazione over 65, per la quale è stato selezionato un solo progetto. "E´ ormai accertato che gli anziani e le donne adulte sono ai margini nell´utilizzo di internet ed ancor di più nella fruizione dei servizi online forniti dalla pubblica amministrazione, così come nella ricerca di informazioni o procedure online sempre nei siti della pubblica amministrazione - ha precisato la vicepresidente Casciari - Il portale che si realizzerà utilizzando le risorse del bando, dovrà prevedere un meccanismo di accesso rapido e semplificato al fine di favorire la fruizione in maniera diretta e colmare così il divario generazionale nell´accesso a internet". Concludendo la vicepresidente ha voluto ricordare l´impegno della Regione a favore delle persone anziane: "La Regione Umbria ha ripartito ai Comuni in favore della popolazione anziana, per l´annualità 2012 complessivamente 3 milioni 100 mila euro derivanti dal Fondo Nazionale 2011 e dal Fondo Sociale Regionale 2012, mentre per l´anno 2013 ai Comuni sono stati erogati 2 milioni 840 mila euro derivanti dal Fondo Nazionale 2012/2013 e dal Fondo Sociale Regionale 2013". "Lo scorso febbraio - ha aggiunto - è stata formalizzata la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa tra la Regione Umbria, le organizzazioni dei sindacati dei pensionati Spi/cgil Fnp/cisl E Uilp/uil e dall´Anci regionale, che definisce un impegno comune per il benessere delle persone anziane". Infine, la vicepresidente ha fatto riferimento all´approvazione della "Disciplina in materia di autorizzazione al funzionamento delle strutture e dei servizi socio-assistenziale a carattere residenziale e semiresidenziale per le persone anziane autosufficienti" (regolamento n. "16/2012"), che si applica ai servizi e strutture che hanno le finalità di assistenza sociale per le persone anziane autosufficienti: "Il regolamento, nel rispetto di quanto stabilito dal Piano sociale vigente, disciplina un sistema di micro-strutture idoneo a rispondere ai bisogni della persona anziana autosufficiente e alla propria famiglia, volto a salvaguardare l´autonomia delle persone e valorizzare le risorse sociali del territorio. Relativamente alla prossima programmazione comunitaria 2014-2020 la vicepresidente Casciari ha precisato che "la Regione Umbria continuerà a prevedere come priorità d´intervento tutte quelle azioni volte allo sviluppo di una cultura che promuova una visione della persona anziana quale risorsa per la comunità".  
   
   
MOSTRE: GILMOUR & MATHIS A PALAZZO DUCALE DI GENOVA. ARTE E INDUSTRIA NAUTICA SI INCONTRANO NEL SEGNO DEL SALONE  
 
Genova, 2 Ottobre 2013. Vernissage mercoledì 2 ottobre, alle 20, a Palazzo Ducale, Sala Liguria Spazio Aperto, della mostra Gilmour & Mathis, l´arte contemporanea incontra l´Industria. Interverranno Bruno Guidi, luca Beatrice, Chris Gilmour e Jill Mathis. Guidi torna a Genova anche quest´anno per partecipare al 53° Salone Nautico e porta con sé la grande passione per l´arte che lo aveva visto nel 2011 proporre la personale Industria di Jill Mathis e nel 2012 essere protagonista al Palazzo della Meridiana della messa in opera della grande installazione di Michelangelo Pistoletto Love Difference. Quest´autunno invece i riflettori sono puntati su Palazzo Ducale, che ospita la mostra negli spazi della Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo, in collaborazione con Genova in Blu-il Salone Nautico in città. L´arte contemporanea incontra l´industria, doppia personale, a cura di Luca Beatrice, che vedrà esposte una selezione di fotografie della serie realizzata da Jill Mathis sul tema della fabbrica e una grande scultura in cartone riciclato prodotta site specific per lo spazio dallo scultore inglese Chris Gilmour. Entrambi gli artisti lavorano, pur con linguaggi e tecniche completamente differenti, sulla forte potenzialità espressiva dell´edificio industriale e degli oggetti che in essa ´prendono vita´ tanto da svilupparne una poetica autonoma di forte valenza artistica. Chris Gilmour propone uno spettacolare piccolo yachtin scala 1:1, interamente realizzato in cartone riciclato, prodotto negli anni Settanta dagli storici Cantieri Navali Camuffo, già allora clienti di Guidi: circa cinque metri di lunghezza, completa di tutti suoi particolari, la scultura evidenzierà il motore e i suoi componenti. Alle pareti alcuni disegni tecnici illustrano l´opera e il suo progetto. La mostra resterà aperta fino a domenica 27 ottobre, tutti i giorni, dalle 11 alle 19, ingresso libero.