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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Luglio 2010
LA COMMISSIONE EUROPEA FORNISCE I DATI DI COLORO CHE HANNO RICEVUTO FINANZIAMENTI DELL´UE NEL 2009  
 
 Bruxelles, 6 luglio 2010 - La Commissione europea ha reso noti i nominativi di coloro che hanno ricevuto finanziamenti dell´Ue in settori strategici come la ricerca, l´istruzione, l´energia, i trasporti e gli aiuti esterni. La base dati on line, che attualmente contiene oltre 114mila voci che risalgono al 2007, è stata aggiornata in modo da consentire maggiori possibilità di ricerca. La base presenta anche informazioni sulle spese amministrative della Commissione. Janusz Lewandowski, il commissario dell´Ue responsabile per il bilancio e la programmazione finanziaria, ha affermato: "Pochissime amministrazioni pubbliche al mondo sono così all´avanguardia per quanto riguarda la trasparenza finanziaria. Noi diamo ai cittadini europei la possibilità di accedere facilmente a informazioni dettagliate sui beneficiari delle nostre sovvenzioni e contratti. Sono convinto che ciò contribuirà a migliorare la responsabilizzazione e la qualità delle spese dell´Ue." Il Sistema di trasparenza finanziaria - Il Sistema di trasparenza finanziaria, promosso nel 2008, fornisce informazioni sui beneficiari delle linee di bilancio gestite direttamente dalla Commissione e dalle sue agenzie esecutive. I dati sono accessibili mediante un motore di ricerca su Internet che prevede diversi criteri di ricerca come il paese del beneficiario, la denominazione del programma o l´importo. Le informazioni sono ricavate dalla contabilità della Commissione e si basano sugli importi finanziari stanziati in bilancio a favore di un determinato beneficiario. Per la prima volta quest´anno la banca dati comprende gli appalti aggiudicati dalla Commissione per la sua amministrazione ordinaria. Note per i redattori: 1) Si può accedere al Sistema di trasparenza finanziaria utilizzando il seguente link: http://ec.Europa.eu/beneficiaries/fts/index_en.htm 2) Il Sistema di trasparenza finanziaria fornisce dati relativi al 20% circa del bilancio dell´Ue, vale a dire alla parte gestita direttamente dalla Commissione. Per quanto riguarda la parte rimanente del bilancio dell´Ue, essa è gestita principalmente dalle amministrazioni nazionali ed è a queste ultime che spetta la responsabilità di pubblicare i nominativi dei beneficiari. Un portale generale che fornisce l´accesso a tutti i siti Internet che contengono informazioni sui beneficiari dell´Ue si trova al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/contracts_grants/beneficiaries_en.htm    
   
   
CARLOS COELHO: NUOVE SFIDE PER SCHENGEN, IL CUORE DELLA LIBERTÀ EUROPEA IL SISTEMA SCHENGEN PER LA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE ALL´INTERNO DELL´UE COMPIE 25 ANNI  
 
Bruxelles, 6 luglio 2010 - Di seguito un’ intervista al deputato europeo più esperto si Sis "La sfida cruciale oggi è rendere operativa la seconda generazione del sistema d´informazione Schengen" spiega Carlo Coelho, autore di varie relazioni parlamentari su Schengen nell´ultimo decennio. Nel venticinquesimo anniversario dell´accordo, il deputato portoghese ci ha parlato della storia, i principi, i vantaggi e le sfide dello strumento che ci ha permesso la libertà di muoverci in Europa senza più frontiere. Schengen significa libertà di circolazione in Europa. Qual è il momento più significativo di questa grande avventura? "L´anno più importante è stato sicuramente il 1985, quando abbiamo cominciato l´avventura Schengen, perché rappresenta il punto di svolta dall´idea di integrazione economica a quella di un´Europa dei cittadini. Prima parlavamo di mercati interni, merci, valori, servizi, dopo abbiamo cominciato a parlare di persone. Ora dobbiamo costruire quest´Europa delle persone. Il 1985 marca il punto in cui abbiamo cominciato ad abbattere i confini e ad assicurare la libertà di movimento nell´Ue", dice il parlamentare del Ppe. Ci parli dei vantaggi per i cittadini. Il primo riguarda le persone, che hanno il diritto di circolare liberamente all´interno dell´area Schengen, formata dai paesi Ue più Islanda, Norvegia, Svizzera e presto anche Liechtenstein. "Mi ricordo delle persone in coda per spostarsi tra Portogallo e Spagna, fermate al confine perché la Polizia potesse controllare la quantità di benzina nelle macchine. Sembra incredibile, ma era vero... E nemmeno tantissimi anni fa!" "Ci sono anche molti vantaggi collegati alla lotta contro la malavita. Sappiamo che le organizzazioni criminali internazionali stanno crescendo. Reati come il traffico di esseri umani e di droga, il riciclaggio di denaro sporco e il commercio di sostanze tossiche stanno aumentando, e nessuno Stato può combattere da solo questa tendenza. Per questo nell´area Schengen abbiamo una serie di strumenti per la cooperazione e lo scambio di informazioni". Cosa resta da fare, perché state pensando a un Sistema Schengen Ii? "Ci sono due grandi sfide: la prima è rispondere ai paesi che vogliono entrare a far parte dell´area Schengen. Siccome non abbiamo confini interni, dobbiamo assicurarci che quelli esterni siano molto ben sorvegliati: questo vuol dire, per esempio, che qualcuno che entra in Spagna dall´Africa settentrionale sta anche a tutti gli effetti entrando in Portogallo, Francia, Italia e via dicendo. Bisogna aver fiducia l´uno dell´altro, e ci vuole la certezza che i paesi candidati rispettino tutte le condizioni. Dobbiamo fidarci dei loro controlli di frontiera così come ci fidiamo dei nostri. Secondo me il sistema di valutazione, che è ancora appannaggio dei governi nazionali, potrebbe essere migliorato trasformandolo in un sistema europeo." La seconda sfida è aumentare la sicurezza ai confini esterni. Questo si ricollega direttamente al Sis Ii, la seconda generazione del sistema d´informazione Schengen. L´attuale Sis è un ottimo strumento: per esempio quando qualcuno vuole entrare in Portogallo, il controllo di frontiera può accedere alle informazioni disponibili in tutti gli altri paesi Schengen. Questo è importantissimo, perché vuol dire che nessuno può entrare in Portogallo se ha un processo o un mandato di arresto a carico, o se è stato segnalato come sospetto dalle forze di polizia. Queste informazioni condivise sono vitali. Il Sis quindi lavora molto bene, ma si può fare di più. Vogliamo aggiornare il sistema, essenzialmente con due nuovi strumenti: in primis i dati biometrici, per collegare i documenti con il portatore ed evitare le identificazioni errate. In secondo luogo, l´interconnessione degli allarmi. Finora il Sis ha lavorato in maniera molto verticale: la polizia può per esempio controllare se un´automobile è rubata tramite la lista di targhe presente nel sistema, ma non può ricollegare quella macchina ad altri tipi di crimine. Con Sis Ii saremo in grado di controllare se quell´auto ha qualcosa a che fare, per esempio, con un´organizzazione terroristica o criminale. Questo potrebbe aiutare l´operato della polizia: senza per forza arrestare, ma magari tenendo d´occhio il veicolo per scoprire i movimenti e le frequentazioni di queste persone. Per questi motivi penso che oggi la sfida cruciale dell´area Schengen sia rendere operativa la seconda generazione del Sis. Sarebbe dovuto succedere già nel 2007, e per questo motivo il Parlamento ha criticato aspramente la gestione del programma: siamo nel 2010 e nessuno può dire con certezza quando il sistema entrerà in funzione. E´ dura parlare di Schengen senza che spunti fuori il suo nome. Qual è stato il suo ruolo nello sviluppo del sistema? Alcuni colleghi mi chiamano addirittura "Mister Frontiere"! Ci lavoro sopra da quando ho iniziato al Parlamento nella commissione Libertà civili, perché Schengen secondo me è il nucleo della vera libertà, sicurezza e giustizia. Tutto si collega a questo, Schengen è l´integrazione riuscita a livello europeo e il cuore del nuovo spazio che stiamo creando. Col passare del tempo, ho abbozzato diverse relazioni e guidato il lavoro del Parlamento sul Sis. Nonostante alcune divergenze politiche, quando tutti hanno realizzato che stavo cercando di svolgere un lavoro equo si è creato un largo consenso, e ora la maggior parte dei miei colleghi sono pronti a seguire i miei consigli.  
   
   
EMILIE TURUNEN: COMBATTERE LA PIAGA DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE  
 
Strasburgo, 6 luglio 2010 - La disoccupazione colpisce i giovani il doppio che il resto della popolazione. In tempi di crisi, un problema strutturale si trasforma in una piaga sociale. Emilie Turunen, Verde danese, 25 anni, è autrice di un rapporto che propone due idee concrete per combattere la disoccupazione giovanile in Europa. Perché il tasso di disoccupazione è così alto oggi, che barriere incontrano i giovani a causa della crisi? Sappiamo dalle crisi del passato che i giovani pagano il prezzo più degli altri, perché sono gli ultimi arrivati. Significa che saranno gli ultimi ad essere impiegati, e probabilmente i primi ad essere licenziati. Tantissimi giovani, soprattutto nel sud Europa, hanno contratti a termine o contratti atipici, per cui è facile liberarsi di loro se c´è crisi. Se le aziende non assumono più a casa della crisi, saranno i neo-laureati e neo-diplomati a rimetterci. L´abbiamo visto anche negli anni ´80, quando quasi una generazione non è riuscita ad accedere al lavoro stabile. Temo che stiamo ripetendo lo stesso errore oggi. Tutti i datori di lavoro dicono: "non possiamo prenderlo perché non ha esperienza", vogliono tutti persone già capaci di lavorare. Ma come fa uno a farsi l´esperienza, se c´è questa barriera all´ingresso? Dobbiamo trovare il modo di superarla.E alla fine un sacco di giovani accettano stage sottopagati e senza alcuna garanzia sociale. Lo stage sta rimpiazzando il lavoro vero? E´ un´evidenza! Il numero degli stage è cresciuto in paesi come Francia e Germania, mentre i posti di lavoro diminuiscono. Questo è un indicatore del fatto che gli stage stanno sostituendo i veri lavori. E non parliamo di qualche centinaia, ma di milioni di posti! E´ necessario garantire che gli stage siano veramente parte di un percorso formativo, e non siano il surrogato di un vero lavoro. Nel rapporto chiediamo una "Carta europea per la qualità degli stage". E´ importante che ci sia un contratto con l´università o l´istituto di formazione, perché lo stage sia fatto durante gli studi, e non una volta finiti. Non deve durare più di sei mesi, e non può rimpiazzare il vero lavoro. Abbiamo fatto varie proposte in questa Carta. Quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine della disoccupazione sui giovani, e sulla società in generale? L´effetto della disoccupazione non si può sottovalutare, è come se la società ti dicesse "non c´è bisogno di te". Ho letto molti studi sulla situazione negli anni ´80, e il paragone con i giorni nostri. Oggi la disoccupazione è un fenomeno interiorizzato. Significa che la gente, invece di dare la colpa ai politici e alla società, pensa di non essere adeguata, che sia colpa sua. Ti chiedi: "ma sono abbastanza bravo?". E allora la crisi, invece di essere una crisi collettiva diventa una crisi privata. E´ una sfida epocale per la nostra società. Il costo di un livello così elevato di disoccupazione giovanile è troppo alto. E´ uno spreco di risorse umane, di capitale sociale, di competenze, di persone che devono costruire la società di domani. Credo che, se continuiamo a non affrontare il nodo, mettiamo in pericolo le nostre economie. Ma in tempi di rigore finanziario, è realistico chiedere agli Stati di investire di più sulle politiche giovanili? Sfortunatamente, credo di no. Guardando alle decisioni dei governi oggi, c´è poco da sperare. Il nostro gruppo ha una posizione diversa da quella maggioritaria, e crede che il cammino tedesco seguito da tutti i governi europei per la riduzione del debito porterà a debiti raddoppiati. Finiremo in una recessione, la disoccupazione crescerà e soffocheremo quel poco ripresa che stava iniziando. E´ chiaro che dobbiamo ridurre i debiti pubblici, ma la questione è in che modi e che tempi. Due cose che si possono fare a livello Ue per aiutare i giovani. Una cosa è la "Carta europea per la qualità degli stage", che dovrebbe assicurare che l´esperienza pratica faccia parte del percorso formativo, e sia sottoposta a certe condizioni. Non c´´è niente che regola gli stage oggi, per cui i giovani sono intrappolati fra la condizione di studenti e il mercato del lavoro, ed è una fase in cui non hanno alcun diritto. La Carta riempirebbe questo vuoto. Seconda cosa, proponiamo una garanzia europea per i giovani, che assicurerebbe che un ragazzo non resti senza far niente per più di quattro mesi. Dopo, gli si dovrebbe offrire una formazione, un corso di studi o un vero lavoro. E´ un obiettivo ambizioso, è chiaro, ma i governi europei quattro anni fa l´avevano approvato. Sarebbe l´ora di tirarlo fuori dal cassetto. Stare seduti in poltrona troppo a lungo, può essere molto pericoloso.  
   
   
UE: DIBATTITO RAPPORTO MONTI  
 
 Roma, 6 luglio 2010 - La Rappresentanza in Italia della Commissione europea, in collaborazione con l´Università Luiss Guido Carli, organizza il Convegno "Una nuova Strategia per il mercato unico. Dibattito sul Rapporto Monti". L´incontro si tiene martedì 6 luglio 2010 dalle 15.00 alle 18.00, nella Sala della Chiesa dell´Università Luiss Guido Carli, in Viale Romania 32 a Roma. Partendo dal Rapporto elaborato dal Professor Mario Monti su richiesta del Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il dibattito si concentrerà sulla nuova strategia per il rilancio del Mercato Unico come strumento cardine dell´integrazione e della crescita sostenibile dell´Unione europea. La Commissione europea si pone l´obiettivo di adottare un approccio più sistematico e globale al fine di monitorare la fattibilità politica e la sostenibilità economica e sociale del mercato unico. Le conseguenze economiche, finanziarie e sociali della crisi rafforzano la necessità e l’urgenza di un rinnovato impegno da parte degli Stati membri. Il Rapporto Monti ( http://by129w.Bay129.mail.live.com/default.aspx?wa=wsignin1.0  ) propone una nuova strategia per proteggere il mercato unico dai rischi di nazionalismo economico, per estenderlo ai nuovi settori cruciali per la crescita economica dell’Europa e per creare attorno ad esso il consenso e la determinazione politica necessari ad attuarla. Alla luce dei ristretti margini per stimoli di bilancio, il mercato unico rappresenta oggi per l’Europa un importante fattore potenziale di crescita e di creazione di posti di lavoro. Lo stesso Presidente Barroso, nel ricevere il rapporto, ne ha sottolineato l´importanza: "Sono sicuro che il Rapporto di Mario Monti sarà un´importante base per il nostro lavoro, una fonte d´ispirazione per le iniziative che verranno presentate dalla Commissione europea". Infatti, ha precisato Barroso, una delle più importanti priorità del suo collegio per il futuro dell´economia europea è "precisamente l´approfondimento del Mercato Unico. Non si tratta solo di un mercato ma dell´ambiente naturale della prosperità europea. Se c´è una lezione che possiamo imparare da questa crisi è che non possiamo avere un´unione monetaria senza un´unione economica. Per questo la Commissione europea intende lavorare sulle basi delle proposte di Mario Monti". Il dibattito si aprirà con i saluti del Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Lucio Battistotti. Oltre al presidente della Università Bocconi e autore del Rapporto Mario Monti, al Convegno interverranno anche il Presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, il docente dell´Università degli Studi di Milano Maurizio Ferrera, il Direttore generale Assonime Stefano Micossi, la Vicepresidente del Senato Emma Bonino e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l´Innovazione Renato Brunetta. Modererà Ferruccio de Bortoli, Direttore del Corriere della Sera al quale saranno affidati l´introduzione e il coordinamento del Convegno.  http://ec.europa.eu/bepa/pdf/monti_report_final_10_05_2010_it.pdf   
   
   
TRENTO, COOPERAZIONE TRANSNAZIONALE: SEMINARIO SU “ SPAZIO ALPINO 2007 – 2013”  
 
Trento, 6 luglio 2010 - Si terrà mercoledì 7 luglio dalle 10 alle 13, presso la sala "Carlo Belli" in piazza Dante 15, il seminario dedicato al programma "Spazio Alpino 2007 - 2013" promosso dall´omonimo Coordinamento italiano e dalla Provincia autonoma di Trento. Si tratta della prima giornata informativa dedicata al terzo bando di questo programma europeo, che contribuisce al miglioramento della cooperazione fra le regioni. Il Programma Spazio Alpino 2007-2013 è un obiettivo comunitario di cooperazione transnazionale. Esso supporta gli attori dell´intero arco alpino, di una piccola sezione della costa mediterranea e di quella adriatica, di parti dei grandi bacini fluviali di Danubio, Adige, Po, Rodano e Reno, nonchè delle regioni prealpine e di pianura con le loro grandi città di dimensione e vocazione europea come Lione, Monaco di Baviera, Milano, Ginevra, Vienna e Lubiana. In questo Programma, attori nazionali, regionali e locali, collaborano a livello transnazionale in diversi progetti, con una visione comune: valorizzare e tutelare lo spazio vitale ed economico delle Alpi. Il programma interessa un´area di quasi 450.000 km quadrati e una popolazione di circa 70 milioni di persone, rappresentando una delle regioni più diversificate d´Europa. Il sito ufficiale del Programma "Spazio Alpino 2007 - 2013" è: www.Alpine-space.eu/ www.Spazio-alpino.it/    
   
   
FVG: CLANDESTINI PROBLEMA COMUNITARIO  
 
Trieste, 6 luglio 2010 - "Non è più pensabile che in ambito comunitario il peso dell´immigrazione sia sostenuto in maniera diseguale sia per quanto riguarda la parte economica che per quanto concerne la componente sociale, che risulta altrettanto onerosa per i Paesi maggiormente coinvolti dall´immigrazione clandestina stanziale e di passaggio". Lo ha dichiarato, il 2 luglio, l´assessore regionale alla Sicurezza Federica Seganti partecipando a Bruxelles ai lavori della Commissione per la cittadinanza, la governance, gli affari istituzionali ed esterni del Comitato delle Regioni. L´assessore, presente in qualità di componente dell´Assemblea dei rappresentanti locali e regionali d´Europa, ha sottolineato l´importanza di dar giusto peso all´esperienza maturata sul territorio dalle autorità regionali e locali nel garantire la sicurezza dei cittadini, utilizzando tale esperienza nella gestione del Piano d´azione europeo. Il Comitato si sta infatti attivando al fine di assicurare che l´esperienza, le esigenze e le priorità delle autorità locali, più vicine ai cittadini in tutti i Paesi europei, vengano riconosciute nella definizione delle azioni comunitarie. I rappresentanti delle Regioni e delle Autonomie locali degli Stati membri dell´Ue stanno pertanto fornendo alla Commissione Europea un parere sul "Piano d´azione del programma di Stoccolma", cornice per le azioni dell´Ue in materia di cittadinanza, giustizia, sicurezza, asilo e politiche dell´immigrazione per i prossimi 5 anni. "Anche per quanto riguarda la politica dell´immigrazione - ha dichiarato l´assessore - gli enti locali e regionali dispongono di ampie competenze per essersi confrontati direttamente con un processo che, nel bene e nel male, in Europa è parte integrante dell´attuale momento storico". Sottolineando "l´impegno concreto, oltre che incentrato sul costante confronto con i flussi migratori" delle amministrazioni locali e regionali, Federica Seganti ha quindi evidenziato la necessità che si arrivi quanto prima, a livello comunitario e transnazionale, ad una reale e oggettiva assunzione di responsabilità politica, sociale ed economica a favore di una gestione comune e partecipata dei flussi migratori. Nell´ambito dei lavori, la Commissione del Comitato delle Regioni ha inoltre approvato due pareri dell´Assemblea sulla capacità amministrativa degli enti locali e regionali in Moldova e sulla cooperazione tra la Georgia e l´Unione Europea.  
   
   
UNGHERIA, VENDITE AL DETTAGLIO IN CALO DEL 5%  
 
Budapest, 6 luglio 2010 - Le vendite al dettaglio in Ungheria sono calate del cinque per cento nel corso del mese di aprile rispetto a quelle conseguite nello stesso periodo dell´anno precedente. L´istituto Nazionale di Statistica ha confermato tali dati che dimostrano un´accentuazione rispetto alla flessione riscontrata nel mese di marzo, quando il calo fu di 4 punti percentuali. Su base mensile, il calo delle vendite al dettaglio è stato di 0,8 punti percentuali rispetto al mese di marzo. Complessivamente, da gennaio ad aprile la flessione su base annua è stata pari a 4,7 punti percentuali  
   
   
ALLARGA GLI INTERESSI AZIENDALI NELL’ EUROREGIONE SENZA CONFINI  
 
A seguito della nascita dell’ Euroregione senza confini, www.Marketpress.info/  ha deciso di avviare una nuova iniziativa all’interno della quale le aziende e le attività commerciali interessate potranno farsi conoscere ed offrire i loro prodotti e servizi tramite delle inserzioni pubblicitarie nelle tre lingue: che supportano l’’Euroregione senza confini : italiano, tedesco e sloveno. Ogni inserzione verrà tradotta in queste tre lingue e ciò consentirà alle aziende e alle attività commerciali di farsi conoscere senza problemi in Italia, Austria e Slovenia. La traduzione delle inserzioni pubblicitarie nelle tre lingue originali dell’ Euroregione estenderanno il raggio d’azione e quindi, per gli inserzionisti, vi saranno delle concrete possibilità di incrementare il giro di affari. Le aziende e le attività commerciali interessate a questo nuovo servizio possono mandare, nella loro lingua originale, un testo e la richiesta di preventivo via e-mail a: redazione@marketpress.Info    
   
   
ERWEITERN SIE IHREN AKTIONSRADIUS MIT “EUROREGIONE SENZA CONFINI”  
 
In Folge der Gründung der “Euroregione senza confini“ (Euroregion ohne Grenzen) startet www.Marketpress.info/  eine neue Initiative für Unternehmen und Geschäfte, die mit Hilfe von Werbeanzeigen in drei Sprachen ihren Bekanntheitsgrad steigern und Produkte und Dienstleistungen anbieten können. Die Sprachen der “Euroregione senza confini” sind Italienisch, Deutsch und Slowenisch. Jedes Inserat wird in diese drei Sprachen übersetzt. Das heißt, jedes Unternehmen und jedes Geschäft kann in Italien, Österreich und Slowenien für sich Werbung machen. Die Übersetzungen in die drei Sprachen der “Euroregione” erweitern den Aktionsradius und bieten den Inserenten die konkrete Chance zur Umsatzsteigerung. Interessierte Firmen und Geschäfte können das Inserat und die Anfrage nach einem Kostenvoranschlag, natürlich in ihrer Sprache, an folgende E-mail-adresse senden: redazione@marketpress.Info    
   
   
RAZŠIRJAJTE INTERES VAŠEGA PODJETJA Z »EUROREGIONE SENZA CONFINI« (»EVROREGIJA BREZ MEJA«)  
 
V nadaljevanju formiranja »Evroregije brez meja« (»Euroregione senza confini«) se je www.Marketpress.info/  odloèila da zaène z novo iniciativo preko katere se bodo zainteresirana podjetja in komercialne aktivnosti lahko predstavila in ponudila njihove proizvode preko reklamnih oglasov v treh jezikih, kateri se uporabljajo v »Evroregiji brez meja«: v italijanšèini, nemšèini in slovenšèini. Vsak oglas bo preveden v te tri jezike in to bo omogoèilo podjetjem in komercialnim aktivnostim predstavitev v Italiji, Avstriji in Sloveniji. Prevod reklamnih oglasov v te tri jezike Evroregije omogoèa širitev akcijskega kroga, to pa pomeni za oglaševalce konkretne možnosti poveèanja poslov. Podjetja in komercialne aktivnosti, ki se zanimajo za to novo servisno službo, lahko pošljejo v svojem jeziku besedilo oglasa in zahtevo za predraèun na e-mail redazione@marketpress.Info    
   
   
BANCHE: DA OGGI PIÙ SICUREZZA E TUTELE PER I CLIENTI SUGLI INCASSI E LE DOMICILIAZIONI ENTRANO IN VIGORE LE NUOVE NORME PREVISTE DALLA DIRETTIVA EUROPEA SUI SISTEMI DI PAGAMENTO PSD. PIÙ TEMPO PER CHIEDERE RIMBORSI IN CASO DI OPERAZIONI NON AUTORIZZATE O "ANOMALE"  
 
 Roma, 6 luglio 2010 - Al via un nuovo “tassello" della direttiva europea sui servizi di pagamento Psd. Dal 5 luglio, infatti, le operazioni di domiciliazione e incasso diventano più “europee”, con l´entrata in vigore delle nuove norme che garantiscono maggiore sicurezza ed introducono ulteriori tutele per i clienti. Ecco cosa cambia. La principale novità riguarda i tempi più lunghi a disposizione del cliente per segnalare alla propria banca eventuali transazioni sulle quali si riscontrano anomalie e chiedere il relativo rimborso. In particolare, nel caso di transazioni non autorizzate il cliente avrà tredici mesi di tempo dalla data di addebito per fare la comunicazione alla propria banca e chiedere la restituzione della somma. Mentre per le operazioni di addebito autorizzate il cliente avrà a disposizione otto settimane. Inoltre, se si rileva un’anomalia prima dell’addebito, si potrà revocare l’ordine fino al giorno che precede la scadenza del Rid. Per quanto riguarda il rimborso delle somme, entro dieci giorni dalla richiesta del cliente la banca dovrà restituire l’importo o motivare l’eventuale rifiuto. Cos’è la Psd La Psd è la direttiva europea sui servizi di pagamento entrata in vigore in Italia il 1° marzo di quest’anno per eliminare le differenze normative tra gli Stati Membri ed aumentare la concorrenza tra gli operatori, garantendo pari condizioni, ulteriore trasparenza e tutele nei confronti dei clienti. L´obiettivo è sostenere, per i pagamenti elettronici, la creazione di un Mercato europeo integrato, riducendo costi ed inefficienze di strumenti cartacei e contante. Le altre novità della Direttiva Con l’entrata in vigore della Psd sono già state introdotte numerose novità che riguardano strumenti di pagamento come carte e bonifici, quotidianamente utilizzati da famiglie ed imprese. Ecco i principali cambiamenti: Abi e Cab vanno definitivamente in pensione. Per i bonifici diventa obbligatorio usare l’identificativo unico ossia il codice Iban; sono ridotti ad un solo giorno lavorativo i tempi di esecuzione dei bonifici. Fino al 2012, le banche d’intesa col cliente possono prolungarli fino a 3 giorni lavorativi (4 per i bonifici cartacei); appena riceve il bonifico, la banca mette subito le somme a disposizione del cliente che può utilizzarle; la data valuta, da cui cominciano a maturare gli interessi, coincide con la data di disponibilità; non si può più antergare la valuta, ossia chiedere di accreditare l’importo sul conto del beneficiario con una data valuta anteriore o pari alla data di disposizione dell’ordine; il cliente ha più tempo per contestare eventuali addebiti errati sulla propria carta di pagamento ed ottenere il rimborso; il cliente riceve maggiori informazioni su servizi e strumenti di pagamento prima della firma del contratto e in tutte le successive comunicazioni periodiche. Tutte le informazioni utili sulle novità introdotte dalla Psd sono disponibili sul sito Abi all’indirizzo www.Abi.it/  e nelle apposite guide realizzate dall’Associazione bancaria e disponibili agli sportelli delle banche.  
   
   
MANOVRA. FORMIGONI: CON BERLUSCONI IL DIALOGO SI APRIRA´  
 
Milano, 6 luglio 2010 - "La nostra è una proposta di collaborazione istituzionale. Siamo sempre stati aperti al dialogo, e a questo punto chiediamo l´intevento diretto del presidente Berlusconi, visto che con il ministero del Tesoro non è stato possibile avere un dialogo positivo". Lo ha dichiarato ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in un´intervista alla Rai. "Il nostro fronte - ha sottolineato Formigoni - è unito: Regioni, Comuni, Province; ma sono con noi anche gli imprenditori, gli artigiani, i sindacati. Chiediamo una manovra diversa che mantenga invariati i totali, ma ripartisca in maniera più equa i sacrifici. Sono sicuro che con il presidente del Consiglio questo dialogo sarà possibile svolgerlo. Non è accettabile che il ministero del Tesoro faccia muro contro muro nei confronti di tutta Italia (perché a questo punto è chiaro che tutta Italia accetta sì di partecipare alla manovra, ma chiede che essa sia equa e proporzionata)". "Attendiamo dunque - ha concluso Formigoni - che ci sia l´incontro con il presidente del Consiglio, convocato direttamente da Berlusconi per i prossimi giorni. Questi sono giorni decisivi: al Senato la manovra approda tra domani e dopodomani; entro mercoledì sono convinto che Berlusconi ci chiamerà, ci ascolterà e sarà possibile avviare un´altra fase del dialogo".  
   
   
UMBRIA, PRESIDENTE MARINI: “PER LE IMPRESE PIÙ INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE”  
 
Perugia, 6 luglio 2010 – “Più innovazione e più internazionalizzazione. Questo è ciò che occorre al nostro sistema di imprese e come Regione ci impegneremo affinché le imprese possano essere accompagnate, e magari, indotte a intraprendere questa strada, l’unica in grado di determinare maggiore produttività e quindi sviluppo e benessere”. E’ quanto affermato ieri dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso dell’intervento di chiusura del seminario di presentazione del Rapporto Met (Monitoraggio Economia e Territorio) 2009, “Imprese e politiche in Umbria, la crisi e i cambiamenti nelle strategie di crescita” presentato ieri a Perugia. “Sarà questa l’azione centrale che come Governo regionale intendiamo portare avanti sin da subito, garantendo anche adeguate risorse. Le politiche pubbliche devono assolutamente essere indirizzate in questa direzione, soprattutto di fronte alla crisi economica globale perché è solo elevando la nostra capacità competitiva che si potrà affrontare meglio la crisi. E’ su innovazione e ricerca da una parte, e internazionalizzazione dall’altra parte, che tutti insieme dobbiamo agire”. Sempre riferendosi al Rapporto Met la presidente ha sottolineato come esso confermi “le criticità strutturali” dell’economia regionale che proprio l’attuale crisi rischia di accentuare. E’ dunque necessario agire subito con una “nuova generazione” di politiche pubbliche che, salvaguardando quanto di positivo è stato fatto è c’è nell’economia regionale, “sappia ora guardare al futuro, fatto di produzioni di qualità, le sole che possono offrire maggiore valore aggiunto in termini di sviluppo e reddito per le imprese, come per i lavoratori e quindi per il benessere collettivo”. “Deve però essere chiaro che le politiche pubbliche non sono il frutto di scelte centrali, o peggio ancora dirigistiche della Regione, bensì il risultato del confronto e della concertazione con tutti i soggetti interessati, a partire ovviamente dalle associazioni delle imprese come dei lavoratori e delle professioni. Insomma, come Regione non intendiamo affatto dire alle imprese cosa devono fare, bensì accompagnarle, e magari in alcuni casi indurle a fare ciò che da sole forse non farebbero o non riuscirebbero a fare”.  
   
   
UMBRIA, RAPPORTO MET ’09: POLITICHE INDUSTRIALI STRATEGICHE PER USCITA DALLA CRISI  
 
Perugia, 6 luglio 2010 – Anche per l’Umbria la ripresa economica si gioca sui caratteri, la qualità e le scelte delle politiche industriali. La crisi ha infatti fortemente accentuato criticità e debolezze del sistema regionale, esponendolo a rischi correnti, soprattutto nei settori legati all’export, alla internazionalizzazione e all’innovazione. E’ quanto emerge dal Rapporto Met (Monitoraggio Economia e Territorio) 2009, “Imprese e politiche in Umbria, la crisi e i cambiamenti nelle strategie di crescita” illustrato ieri, a Perugia, dal presidente Met Raffaele Brancati. Lo studio, basato su “interviste” realizzate tra il 2008 e il 2009 da un apposito gruppo di lavoro, ha riguardato un campione di 1100 imprese umbre, nell’ambito di una più vasta indagine che, in tutto il territorio nazionale, è stata estesa a 47 mila aziende. Alla presentazione della ricerca, promossa dall’Agenzia Umbria Ricerche (Aur), hanno partecipato tra gli altri il presidente ed il direttore di Aur, Claudio Carnieri ed Anna Ascani, e l’assessore regionale allo sviluppo economico Gianluca Rossi. I lavori sono stati conclusi dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Secondo il Rapporto segni premonitori della imminente grande crisi erano già presenti nell’industria nel 2008, dopo quella che in Umbria era stata una positiva fase espansiva nel triennio 2004/07. In quel periodo il Pil umbro si mostra in linea con quello nazionale, mentre il Vai (valore aggiunto industriale) cresceva dell’1,3 a fronte di un +05 nazionale. Lo studio smentisce la tesi di una crisi, in un certo senso “salutare”, cioè destinata a colpire aziende di per sé deboli o instabili. Al contrario, a subire i maggiori danni sono state le imprese con programmi di crescita e sviluppo, “bloccati” dalla contrazione della domanda di mercato. Ad essere colpite soprattutto le attività di ricerca e innovazione, con una riduzione delle imprese innovative, campo nel quale l’Umbria ha offerto, però, una risposta superiore alla media nazionale. Le imprese che in Umbria mostrano maggiore propensione all’innovazione sono quelle della carta, stampa, editoria, macchine elettriche ed apparecchiature elettroniche, mentre più arretrate sono le aziende per la fabbricazione dei mezzi di trasporto e quelle della filiera dell’abbigliamento. A soffrire l’export, i processi di internazionalizzazione e, in relazione all’ambito dimensionale, le imprese più grandi che hanno subito effetti negativi soprattutto nei loro rapporti col sistema creditizio e nella capacità di fare investimenti. Per il Rapporto “l’arretramento delle quote d’export regionale nel periodo 2008-2009 sembra essere quasi esclusivamente imputabile a un effetto competitività molto negativo”. Viene inoltre messa in evidenza la forte e progressiva diminuzione negli anni dal 2002 al 2008 delle risorse pubbliche destinate alle politiche industriali (-83%). L’umbria si muove in netta controtendenza in questa situazione e l’incidenza delle risorse regionali sui fondi per politiche industriali è giunta in Umbria alla percentuale del 38%, a fronte di una media nazionale delle altre Regioni del 10. Esiste quindi, innanzitutto, l’esigenza dell’incremento delle risorse pubbliche nazionali, dal momento che sarebbe illusorio poggiare solo su quelle regionali. Le politiche industriali e gli incentivi in Umbria sono stati principalmente rivolti a sostenere l’innovazione e i processi costitutivi di reti di impresa. Su questa strada occorre proseguire, puntando a “far acquisire alle pubbliche amministrazioni ancora di più la capacità di prospettare e realizzare iniziative innovative ‘facendo sistema’, al fine di massimizzarne l’efficacia”. Dal Rapporto – hanno evidenziato Claudio Carnieri ed Anna Ascani - emerge con nettezza come gli effetti negativi della crisi si siano determinati soprattutto nei settori maggiormente esposti alla competizione internazionale, mentre inizialmente essi sono stati meno rilevanti nei settori prevalentemente orientati al mercato interno. Le conseguenze negative si sono manifestate con particolare forza nei confronti di aziende che avevano in corso programmi di crescita e di investimento al momento dell’esplosione della crisi. L’indagine conferma inoltre come la crisi ha accelerato o appesantito situazioni già compromesse prima del settembre 2008. Secondo l’assessore regionale allo sviluppo economico, Gianluca Rossi “se si vuole arginare il graduale declino dell’economia italiana che, in futuro, potrebbe addirittura pregiudicare la partecipazione del nostro Paese all’Europa dell’Euro, è necessaria una stagione nuova di politiche industriali”. Per Rossi la politica industriale deve puntare, con tutti gli strumenti a sua disposizione, “a favorire un rilancio della dinamica del sistema produttivo, con una decisa azione pubblica nel campo degli investimenti in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie”, anche per “sviluppare la produzione di beni e servizi più avanzati che l’attuale struttura produttiva sembra non essere in grado di realizzare”. Contrariamente al resto delle principali economie europee, in Italia – secondo l’assessore, “manca una visione compiuta sulle possibili strategie di supporto alle imprese, di cui il capovolgimento della posizione italiana nella graduatoria europea degli aiuti è uno degli aspetti tangibili. Negli ultimi 12 anni – ha ricordato, l’Italia è passata dall’essere uno dei Paesi maggiormente erogatori di aiuti di Stato al fondo della graduatoria. Tra il 1996 e il 2007 gli aiuti europei (area euro) in rapporto al Pil sono diminuiti del 50,47%, passando da un’incidenza dell’1,05% ad una dello 0,53%, mentre in Italia lo stesso rapporto è passato dall’1,20% allo 0,33%. Lo stesso apparato produttivo sembra essere poco reattivo rispetto agli interventi indotti dalle politiche di sostegno che di fatto non vanno a modificare caratteristiche e limiti del sistema produttivo. E’ il caso delle misure per la ricerca sviluppo e l’innovazione che non hanno corretto la bassa entità di spesa in R&s che caratterizza l’intero sistema produttivo (nel 2007 lo 0,55% del Pil, contro una media dei paesi di area euro pari a 1,19%). Ciò perché la struttura della specializzazione produttiva del sistema industriale italiano si caratterizza per scarsa la presenza di settori ad alta intensità tecnologica, mentre è numerosa, è il caso anche dell’Umbria, quella di settori tradizionali con imprese di piccole e piccolissime dimensioni, la cui più bassa propensione di spesa in R&s condiziona la massa critica della spesa di tutto il sistema produttivo”. “Occorre invece – ha concluso Rossi – una concezione di uno Stato che assicuri e sostenga il buon funzionamento del mercato e che è in grado d’intervenire concretamente a supporto delle imprese per favorirne lo sviluppo, la creazione di nuove, con misure di sostegno solo nei contesti di crisi reversibili”.  
   
   
APPROVATO IL PROTOCOLLO D´INTESA CON LE PROVINCE PER L´ACCESSO AL SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE MARCHIGIANO DEL LAVORO, LUCHETTI: "UTILE STRUMENTO PER PREVENIRE IL SOMMERSO".  
 
Ancona, 6 Luglio 2010 - Le amministrazioni pubbliche potranno a breve accedere al Sistema Informativo Regione Marche Lavoro (Sirmal). E´ quanto ha stabilito la Giunta regionale che a tale scopo ha approvato un protocollo d´intesa di durata quinquennale da sottoscrivere con le Province. ´Questo ´ dichiara l´assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti ´ permettera` alle amministrazioni e alle agenzie pubbliche di analizzare e monitorare il lavoro nelle Marche´. Un´esigenza piu` volte manifestata. ´Partendo dal presupposto ´ continua Luchetti - che le amministrazioni pubbliche hanno l´obbligo di rendere accessibili e fruibili i dati ogni qual volta il loro utilizzo sia necessario per lo svolgimento dei compiti istituzionali dell´amministrazione che ne fa richiesta, consentire l´accesso regolato alla banca dati del sistema informativo lavoro della Regione Marche alla Guardia di Finanza, agli enti previdenziali come Inps e Inail o agli organi di vigilanza come le Direzioni provinciali del lavoro, costituisce una modalita` tecnologicamente avanzata per erogare con maggiore tempestivita` i servizi in favore dei cittadini ma anche un sistema estremamente efficiente ed efficace nella lotta alla prevenzione del lavoro sommerso o irregolare´. Considerato che titolari del trattamento dei dati personali contenuti nel Sistema Informativo Lavoro sono in parte la Provincia, nel cui ambito territoriale e` ubicata la residenza o il domicilio del lavoratore e la sede operativa e legale dell´impresa, e in parte la Regione Marche, quest´ultima, prima di consentire l´accesso, provvedera` a stipulare con le amministrazioni pubbliche richiedenti un´apposita convenzione per regolamentare le condizioni e le modalita` di accesso, nel rispetto delle disposizioni legislative e di quelle contenute nel protocollo d´intesa. L´accesso telematico al Sistema Informativo Regione Marche Lavoro (Sirmal) sara` consentito attraverso una apposita funzionalita` resa disponibile nell´area riservata agli operatori del sito www.Istruzioneformazionelavoro,marche.it/  mediante riconoscimento attraverso Carta Nazionale dei Servizi (Carta Raffaello rilasciata gratuitamente dalla Regione Marche o altre riconosciute). Ogni utenza di accesso e` personale e associata a una profilatura che consente esclusivamente di visualizzare i dati necessari individuati e concordati in precedenza con l´amministrazione richiedente e oggetto di apposita convenzione. La Regione Marche e le Province conservano la piena ed esclusiva proprieta` delle informazioni contenute nel proprio Sistema Informativo Lavoro e hanno la possibilita` in esclusiva di gestire, modificare i sistemi di elaborazione, ricerca, rappresentazione ed organizzazione dei dati, di variare la base informativa in relazione alle proprie esigenze istituzionali, organizzative e alle innovazioni tecniche.  
   
   
FONDI UE, DE FILIPPO “PATTO STABILITÀ DARÀ COLPO DI GRAZIA" IL GOVERNATORE DELLA REGIONE BASILICATA LEADER NELL’IMPIEGO DI FONDI UE PUNTA IL DITO CONTRO IL GOVERNO: “PER LE REGIONI SOLO VINCOLI E OFFESE”  
 
 Potenza, 6 luglio 2010 - “Il fatto che la Basilicata sia unanimemente riconosciuta come la “Regione miracolo” per la spesa dei fondi Ue mi dà la possibilità di indicare quali e dove sono i problemi del mancato funzionamento dei meccanismi di spesa che non sono nè tutti nè in maggior parte da addebitare alle Regioni come ha fatto il ministro Tremonti che dovrebbe guardare di più alle strutture ministeriali”. Il governatore Lucano Vito De Filippo va al contrattacco rispetto alla polemica nata con l’accusa di “cialtroneria” lanciata alle Regioni del Sud dal ministro dell’Economia. E punta il dito verso Roma. “La responsabilità - spiega - è a ben vedere del Governo ed è doppia: non l´ha esercitata politicamente e siede nei comitati di sorveglianza sulla gestione dei fondi. E questo, va precisato, nell’arco di molti anni in cui lo stesso Ministro Tremonti aveva responsabilità di governo mentre pare accorgersi del problema solo ora. E se ne accorge in un momento in cui il problema è per certi aspetti minore: i programmi sono sempre partiti in modo più lento per evidenziare una capacità di spesa più marcata nell’ultimo periodo della programmazione. “Tuttavia – spiega De Filippo – il problema c’è ma anche in questo bisogna capirne i motivi: il ritardo è determinato anche dall´assenza dei Fas (sia come fondi di sponda che come cofinanziamenti di interventi). E la responsabilità è ancora una volta centrale. Quanto, invece, ai Fondi strutturali europei può essere indicata addirittura come responsabilità la scelta di non aver speso pur di spendere. E la relazione della Commissione Ue dice, nero su bianco, che il mancato successo per l’impiego di questi fondi dipende dall´assenza di politiche nazionali per lo sviluppo. Responsabilità, ancora una volta, ch enon è assolutamente in capo alle Regioni, del Sud come del Nord”. Ma per il presidente De Filippo, al male potrebbe seguire addirittura il peggio. “Il patto di stabilità che non esclude il cofinaziamento nazionale dei programmi di spesa europei – denuncia - blocca e bloccherà definitivamente la spesa della quota comunitaria. Non si spenderà, non si realizzerà, non si apriranno i cantieri, non si darà lavoro alle imprese e ai lavoratori e, ancora una volta, le Regioni saranno impotenti rispetto a quelel che sono scelte centrali. Una situazione che vede le Regioni subire i vincoli del Governo centrale e, ultimamente, sopportarne anche le offese”.  
   
   
PUGLIA, GIUNTA CONCLUSA. APPROVATO L´ASSESTAMENTO E PRIMA VARIAZIONE AL BILANCIO  
 
Bari, 6 luglio 2010 - “Si tratta di una manovra di assestamento assolutamente sobria che conferma la buona impostazione del Bilancio di previsione, ed è attenta all’evoluzione del quadro normativo-finanziario delle ultime settimane”. Commenta così l’Assessore regionale al Bilancio Michele Pelillo l’approvazione da parte della Giunta regionale dell’assestamento e prima variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010. “Le caratteristiche di rilievo contenute nel Ddl – prosegue Pelillo – sono: la norma transitoria che accompagna il Ddl sui consorzi di Bonifica, che è stata approvata contestualmente; l’istituzione nella legge regionale di bilancio del Fondo di Valutazione Crediti, per mettere in sicurezza il Bilancio grazie ad una dotazione finanziaria di 45 milioni di euro e la proroga dei Commissari Apt nelle more dell’imminente Ddl di revisione dell’intero sistema”. Inoltre, la manovra di assestamento prevede un nuovo capitolo di Bilancio in conto capitale per fare in modo di anticipare uno o più interventi già previsti nel Par Fas 2007/2013, che è ancora bloccato.  
   
   
MEZZOGIORNO, IORIO (MOLISE) LO DIFENDE DALL´ACCUSA DI "CIALTRONERIA"GESTIONALE E DENUNCIA: "RIEQUILIBRIO TERRITORIALE, SOLIDARIETÀ, PARI OPPORTUNITÀ ECONOMICHE E FINANZIARIE SONO STATI MESSI IN SOFFITTA"  
 
Campobasso, 6 luglio 2010 - Un intervento improntato alla preoccupazione, ma anche alla massima determinazione, quello che il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha fatto a Pescara nell´ambito della Ii Conferenza Nazionale dell´Associazione "la Discussione". Il tema della Tavola rotonda "Lo Stato Sociale. Quali Riforme?" gli ha offerto l´opportunità di fare il punto sull´attuale dibattito politico e di evidenziare come nei documenti di programmazione economico-finanziaria del Paese siano stati cancellati concetti quali riequilibrio territoriale, creazioni di eguali condizioni di partenza, solidarietà. "Oggi - ha detto - si parla solo di «cialtroneria» gestionale, ovviamente quella del Sud, e di «virtuosismo» amministrativo, ovviamente quello del Nord. Sono Presidente di una Regione del Sud, il Molise, che, se si utilizzassero come parametri per misurare la «cialtroneria» i dati relativi alla capacità di spesa dei Fondi strutturali, non dovrebbe sentirsi offesa da questo epiteto poco elegante". Iorio ha evidenziato, dati alla mano, come il Molise sia, per capacità di spesa, la prima regione del Mezzogiorno e tra le primissime in Italia, anche se ciò non toglie che il problema della non parità di condizioni del Sud Italia rispetto al Nord esista, e che tale disparità non venga certamente affrontata dalla Manovra finanziaria del Governo, e meno ancora tenuta in considerazione nella relazione sul Federalismo fiscale. "Certo - ha precisato - ci sono regioni che hanno registrato ritardi nella spesa dei fondi a disposizione, ma molte volte ci si è trovati, e questo lo dico anche come Vice Presidente della Conferenza delle Regioni, di fronte a tanti contenziosi per la realizzazione di opere pubbliche con Ministeri e Uffici dello Stato. Sicuramente occorre l´assunzione di responsabilità, e le regioni sono pronte a farlo, ma non si può imputare la storica problematica di una mancata crescita solo a chi ha governato il Sud negli anni perché non è riuscito a spendere, per mille motivazioni, alcune risorse disponibili". Un ragionamento questo, che il Presidente ha definito miope, non del tutto veritiero e, per alcuni versi, offensivo. Insomma, la sola ricerca del virtuosismo, che si vuole erroneamente far coincidere sempre e comunque con le metodologie gestionali e la classe di governo del Nord, non può e non deve essere l´unica ricetta per risolvere i problemi dell´Italia. "Non si può accettare - ha osservato Iorio - di essere definiti virtuosi se si governano territori con infrastrutture, con una classe imprenditoriale che crea reddito e occupazione, con vicinanze geografiche importanti e con una forza contrattuale altrettanto decisa; mentre ci si deve arrendere all´essere ritenuti «cialtroni» o regioni «canaglia» se si opera su un territorio con problemi di crescita storici, senza infrastrutture materiali e immateriali sufficienti, con una situazione sociale e demografica particolarmente difficile e con una marginalità rilevante rispetto alle politiche di sviluppo del resto del Paese e, quindi, dell´Europa. Da uomo del Sud, e da Presidente di una realtà regionale, non posso che non vedere, in questo ridondante richiamo al virtuosismo, un pericoloso grimaldello contro il Mezzogiorno ed una forma di giustificazione preventiva del non volere, non solo risolvere, ma neanche tentare di affrontare le problematiche di queste aree".  
   
   
SICUREZZA FVG: MARONI, AFFERMARE NELLE AUTONOMIE MODELLI VINCENTI  
 
Udine, 6 luglio 2010 - L´incontro di ieri sul tema della sicurezza e gli enti locali era stato aperto dal presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, il quale si era soffermato sul ruolo delle amministrazioni provinciali quale baluardo sul territorio per la difesa dell´identità locale dall´omologazione. Fontanini aveva poi ricordato il finanziamento assegnato dalla Regione alla Provincia di Udine per un milione e 679 mila euro, per consentire l´estensione della video sorveglianza all´esterno degli istituti scolastici e delle strutture dell´ente intermedio. Per concorrere alla riduzione dei fenomeni malavitosi e non solo. Fenomeni, che come ha poi evidenziato il ministro degli Interni, Roberto Maroni, sono in forte riduzione. E ha citato l´esempio dell´emigrazione clandestina, diminuita anche attraverso i confini del Friuli Venezia Giulia. Maroni ha poi illustrato l´azione svolta per combattere la mafia, con il sequestro di beni. Anche nella nostra Regione, dall´1 gennaio del 2009 al 30 giugno scorso, sono stati confiscati 80 beni immobili a sodalizi criminali, per un controvalore di 15 milioni di euro. Ma in Provincia di Udine non vi sono, al momento, secondo il Ministro evidenze della presenza di organizzazioni criminose. Ciò è frutto anche della normativa regionale in materia di sicurezza, che Maroni ha definito d´avanguardia, e della quale ha affermato di voler inserire alcuni elementi chiave nella legislazione nazionale, per adeguarla alle esigenze territoriali. Il Ministro ha quindi analizzato i dati inerenti la sicurezza nel Friuli Venezia Giulia, che evidenziano, nei primi tre mesi dell´anno, nelle province di Trieste e di Udine, un calo del numero complessivo dei reati del 6 per cento. Tale dato va però interpretato nel dettaglio. Secondo Maroni infatti, mentre in provincia di Udine le rapine in abitazione sono calate del 57 per cento, nella provincia di Trieste il calo di questi reati contro la persona e il patrimonio è stato soltanto del 32 per cento. Per affrontare ovunque con uguale efficacia i problemi della sicurezza, come ha concluso il Ministro occorre allora esportare nelle realtà dove si presentino ancora criticità irrisolte i modelli vincenti già adottati degli enti locali.  
   
   
SICUREZZA FVG: TONDO, VINCENTE ABBINAMENTO CON ECONOMIA  
 
Trieste, 6 lugloio 2010 - Il Friuli Venezia Giulia è una piattaforma logistica per lo scambio di merci, persone, intelligenze, ma questo comporta anche lo scambio di fattori negativi. Aumentare il livello sicurezza qui significa aumentarlo nel Paese e contribuire allo sviluppo ed all´incremento dell´economia. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Renzo Tondo, prima di procedere alla firma, assieme al ministro degli Interni Roberto Maroni, del secondo Protocollo d´intesa in materia di sicurezza urbana e territoriale, documento che prevede 5 progetti mirati ad una più efficace collaborazione interistituzionale e al perfezionamento del sistema integrato di cooperazione tra Stato e Regione avviato con il primo protocollo nel 2007. Formazione ed aggiornamento professionale congiunto di Polizia di Stato e Polizia locale, prevenzione sociale ed intese locali in materia di sicurezza integrata, supporto all´attività decisionale, sviluppo dell´interconnessione tra le sale operative delle Forze dell´ordine e della Polizia locale e piano coordinato di dislocazione dei presidi per una migliore distribuzione delle Forze di Polizia dello Stato e dei Corpi di Polizia locale: sono questi i temi su cui si sviluppa l´accordo che, come il precedente, avrà durata triennale e conferma "l´ottimo livello di collaborazione tra lo Stato, in tutte le sue componenti, e la Regione" ha rilevato il commissario del Governo e prefetto di Trieste, Alessandro Giacchetti. Assieme a Tondo, erano presenti al Palazzo del Governo di Trieste gli assessori alle Risorse agricole, Claudio Violino, ed alla Sicurezza, Federica Seganti, che, come ha ricordato il presidente, continuerà ad occuparsi di questo settore anche dopo l´assunzione della delega alle Attività produttive. Tondo ha quindi evidenziato i risultati positivi raggiunti attraverso la sottoscrizione del primo protocollo e, notando come il protocollo sottoscritto oggi sia anche uno strumento di promozione dello sviluppo, ha indicato nel miglioramento della sicurezza in Friuli Venezia Giulia uno degli elementi che possono indurre gli imprenditori ad investire sul nostro territorio. Anche Maroni ha indicato nel binomio "sicurezza ed economia" il sistema più moderno nel contrasto alla criminalità. Descrivendo l´impegno del Governo nel contrasto alle cosche organizzate, il ministro ha ricordato che anche in Friuli Venezia Giulia sono stati sequestrati al crimine organizzato beni per 15 milioni di euro. Ricordando i 42 patti siglati in questi anni in Italia, Maroni ha notato come anche quello sottoscritto oggi si inserisca nella filosofia che ha portato negli ultimi due anni ad una riduzione significativa dei reati, "che nel 2010 sono diminuiti dell´11 per cento rispetto al 2009 con un calo delle rapine del 67 per cento". Un risultato che si intende migliorare ulteriormente anche con questo patto, ha detto il ministro dell´Interno, ricordando in particolare l´importanza della messa in comune dei dati relativi agli episodi di criminalità per il controllo del territorio e l´interconnessione delle sale operative "che mi sta molto a cuore e su cui stiamo lavorando in vista dell´attuazione del numero unico europeo per l´emergenza, il 112, che potrebbe partire da qui "attraverso modelli che, una volta valutati nella loro efficacia, diffonderemo in tutta l´Italia".  
   
   
SARDEGNA: ANNULLATE LE ESERCITAZIONI MILITARI PREVISTE PER IL MESE DI SETTEMBRE A TEULADA  
 
Cagliari, 6 Luglio 2010 - Le spiagge e le coste che si trovano nei pressi del poligono di Teulada saranno fruibili per le popolazioni locali anche a settembre. Su iniziativa del presidente Cappellacci, il comitato paritetico ha chiesto che non ci fossero esercitazioni ed altre attività militari fino al termine del mese. Grazie anche all’interessamento del sottosegretario Giuseppe Cossiga, la richiesta è stata accolta dallo Stato Maggiore della Marina Militare, che, per la prima volta, ha annullato le attività previste per il mese di settembre 2010. "Siamo convinti – ha detto il presidente della Regione - che il dialogo faciliti i processi politici e amministrativi e nella maggior parte dei casi dia buoni frutti. Abbiamo amplificato le istanze del territorio e trovato un interlocutore attento. Con lo stesso metodo intendiamo discutere anche questioni più complesse, come quella delle dismissioni delle aree militari. Senza posizioni preconcette, né contrapposizioni ideologiche, che nella terra della valorosa Brigata Sassari non possono trovare cittadinanza, occorre disegnare percorsi certi, capaci di dare luogo a occasioni di sviluppo per il territorio. L’alternativa alla presenza dei militari e dello Stato in generale, non deve essere l’abbandono, l’incertezza e la perdita di posti di lavoro, ma la valorizzazione e lo sviluppo di quelle zone. Sono questioni delicate, che devono essere gestite con grande equilibrio".  
   
   
BOLZANO - SEDUTA DELLA GIUNTA PROVINCIALE - LUNEDÌ 5 LUGLIO 2010, FRA GLI ARGOMENTI TRATTATI: COMUNI A RISCHIO SPOPOLAMENTO - LAVORI LUNGO LA TRATTA INNSBRUCK-BRENNERO  
 
Bolzano, 6 luglio 2010 - - Di seguito alcune delle decisioni assunte dalla Giunta provinciale nella seduta del 5 luglio e illustrate dal presidente Luis Durnwalder nella successiva conferenza stampa. Lavori lungo la tratta Innsbruck-brennero Le ferrovie austriache dovranno effettuare un massiccio intervento di risanamento della linea ferroviaria del Brennero, con sostituzione dei binari e del sottofondo, nel tratto lungo 32 km. Compreso tra Innsbruck e il confine di Stato. Nei giorni scorsi il presidente Luis Durnwalder ha incontrato l´amministratore delegato di Öbb Infrastrutture, Herwig Wildberger, il quale ha chiesto un parere alla Provincia di Bolzano, che rappresenta una delle parti coinvolte. "Si prospettano disagi piuttosto pesanti alla circolazione ferroviaria - ha annunciato Durnwalder - e in giunta, pur senza arrivare ad un accordo definitivo, abbiamo discusso le due proposte avanzate da Vienna". La prima opzione prevede una chiusura totale della tratta Innsbruck-brennero per un periodo di tre mesi nel corso del 2012, mentre la seconda propone una chiusura parziale (si viaggerà a binario unico) di due mesi all´anno per cinque anni a partire dal 2011. "Ognuna delle due proposte ha i suoi pro e i suoi contro - ha precisato il presidente della giunta provinciale - i danni saranno inevitabili soprattutto per le nostre società di trasporto partecipate Str e Rtc, ma gli interventi sono necessari e indifferibili". Nel primo caso, infatti, il traffico verrà deviato principalmente su gomma, con il timore di una riconversione di difficile attuazione, mentre nel secondo caso i disagi saranno prolungati nel tempo, visto che nei periodo di chiusura parziale potranno circolare solo il 50% dei treni (dunque 130-140 convogli) con precedenza al trasporto persone. Durnwalder ascolterà ora il parere dei settori interessati prima di comunicare a Öbb il parere della Provincia. Riforma clinica - La giunta provinciale, nel corso della seduta odierna, ha trattato anche le linee guida della Riforma clinica, pur senza arrivare ad un accordo. "La discussione è stata avviata - ha spiegato Durnwalder - ma per una definizione serviranno un paio di mesi. I cittadini devono sapere che il nostro obiettivo non è solo il risparmio: vogliamo offrire a tutti una sanità di maggiore qualità, con la sicurezza di poter contare da un lato su un servizio medico di base capillare sul territorio, e dall´altro su alcuni centri di competenza altamente specializzati". Durnwalder ha posto l´accento soprattutto sulla riorganizzazione territoriale dell´assistenza: "Il 70% delle prestazioni offerte dai reparti di Pronto soccorso potrebbero essere eseguite anche dai medici di base. Dobbiamo puntare ad una maggiore collaborazione tra questi ultimi, partendo dalla creazione di studi e laboratori nei quali convergano più medici e capaci dunque di garantire sia la presenza al di fuori dei normali orari di lavoro, che l´utilizzo di macchinari e strutture adeguate". Per quanto riguarda gli ospedali, invece, il "cuore" della riforma sarà la creazione di centri di competenza altamente specializzati nella cura di determinate malattie. "Prima di mandare pazienti altoatesini fuori provincia - ha aggiunto Luis Durnwalder - bisognerà passare dal relativo centro di competenza presente in uno dei nostri ospedali. Con questo modello ispirato all´eccellenza contiamo di tenere sotto controllo, a livello quantitativo, il personale, e di garantire quel numero di interventi e prestazioni necessari a raggiungere la massa critica per affinare la specializzazione di un reparto". Comuni a rischio spopolamento - L´esecutivo provinciale si è inoltre soffermato sulle misure in grado di favorire l´insediamento di aziende e attività produttive nelle zone periferiche dell´Alto Adige, con attenzione particolare a quei 10-20 comuni considerati a rischio spopolamento. "Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi", ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder, annunciando la creazione di programmi specifici con in testa la semplificazione delle procedure urbanistiche per le aziende intenzionate ad insediarsi in periferia. "Ci vuole un progetto efficiente e ben coordinato - ha spiegato Durnwalder - e credo che ci vorranno alcune settimane per metterlo definitivamente a punto". Canale televisivo di informazioni - Con l´avvento del digitale terrestre, si sono moltiplicati i canali a disposizione degli utenti televisivi. Nelle scorse settimane la Provincia aveva avanzato richiesta per l´occupazione di alcune frequenze, ipotizzando la creazione di un canale informativo locale. "Sarà rivolto principalmente ai turisti - ha specificato Durnwalder - e offrirà informazioni sulle manifestazioni, i servizi e le attività presenti in Provincia di Bolzano". A breve verrà indetta una gara pubblica per l´assegnazione e la successiva esecuzione del progetto. Piano di sviluppo turistico a Valdaora - La giunta provinciale ha dato il via libera al nuovo piano di sviluppo turistico del Comune di Valdaora. Dei mille nuovi posti letto richiesti dall´amministrazione municipale, la Provincia ne ha assegnati 600, lasciando al Comune la scelta riguardante la distribuzione tra nuove e vecchie strutture alberghiere. Costi di costruzione - Nel corso della seduta odierna, la giunta provinciale ha anche fissato il corso di costruzione per metro cubo e metro quadrato relativo al secondo semestre del 2010. Si tratta di un provvedimento previsto da un articolo dell´Ordinamento dell´edilizia abitativa agevolata. I costi, per la prima volta, sono rimasti invariati rispetto al semestre precedente, e ammontano, rispettivamente, a 330 euro per metro cubo, e a 1.320 euro per metro quadrato. Contratto intercompartimentale - Alla luce della nuova direttiva statale, che prevede il blocco triennale dei rinnovi contrattuali nella pubblica amministrazione, la giunta ha dato mandato all´Agenzia provinciale per la contrattazione di avanzare una proposta economica che vada sì a coprire l´aumento dell´inflazione, ma soltanto per il 2009. "Se, come sembra, lo stop dei rinnovi farà parte dei principi della riforma statale - ha precisato Durnwalder - la Provincia di Bolzano non potrà fare altro che adeguarsi a quanto deciso a livello nazionale, dove il blocco parte dall´inizio del 2010. I sindacati avrebbero fatto meglio a trattare in maniera diversa il rinnovo del contratto intercompartimentale: sarebbe stato possibile anticipare il provvedimento governativo prevedendo degli aumenti anche per l´anno in corso". Zone di pericolo - Una direttiva dell´Unione Europea obbliga tutti i comuni a dotarsi di una mappatura delle zone considerate a rischio dal punto di vista idrogeologico. "Per un territorio come quello altoatesino - ha annunciato il presidente della giunta provinciale - questo potrà creare dei problemi, anche economici, di non poco conto". Tra le varie categorie di zone, diversificate a seconda del pericolo, ci sono anche le cosiddette zone rosse, dove il livello di rischio è talmente elevato da non consentire nessun tipo di intervento edilizio. "E in Alto Adige - ha aggiunto Durnwalder - ci sono interi quartieri costruiti in zone che ora verranno classificate come ad alto rischio". Il nodo della questione riguarda fondamentalmente i costi da affrontare, sottoforma di interventi per porre rimedio alle situazioni di pericolo, con un prevedibile ping-pong tra Provincia e Comuni su chi si dovrà accollare le spese. "Ho comunque inviato una circolare alle amministrazioni comunali - ha precisato il governatore altoatesino - invitandole ad elaborare dei progetti di intervento". Termovalorizzatore, denuncia contro ignoti - Nel corso dei lavori di scavo per la costruzione del nuovo termovalorizzatore a Bolzano Sud, sono state rinvenute 8.500 tonnellate di rifiuti nocivi, e per le opere di smaltimento la Provincia dovrà spendere circa 4,5 milioni di euro. "Non è giusto che la collettività paghi per gli errori commessi da alcune persone - ha spiegato Luis Durnwalder - e per questo motivo abbiamo deciso di presentare denuncia contro ignoti. Ci auguriamo che le indagini possano individuare i responsabili, ma nel frattempo, per ragioni legate alla salute e alla sicurezza di cittadini e lavoratori, le opere di smaltimento proseguiranno come da programma". Commissario a Corvara - La giunta provinciale ha sciolto il consiglio comunale e nominato Heinrich Huber commissario straordinario per il Comune di Corvara in Badia. La nomina di Huber, che è uno dei segretari particolari del presidente Luis Durnwalder, è stata richiesta dall´assessore ladino Florian Mussner. Il commissario straordinario avrà il compito di garantire la continuità nelle attività di ordinaria amministrazione del Comune di Corvara in attesa delle nuove elezioni che dovrebbero tenersi entro tre-quattro mesi. Incontro con il Ministro Fitto - Il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder incontrerà giovedì a Roma il Ministro delle Regioni Raffaele Fitto. Al centro dell´incontro c´è la discussione relativa all´applicazione dei programmi comunitari da parte delle Regioni, ma probabilmente si parlerà anche d´altro. "Affronteremo la questione della toponomastica - ha spiegato Durnwalder - sia dal punto di vista generale che nel caso specifico della segnaletica di montagna. La nostra proposta è già sul tavolo del Ministro Fitto, e mi auguro che si possa arrivare ad un accordo in tempi brevi".  
   
   
REPUBBLICA CARNIA CERTIFICA AUTONOMIA DEL FVG  
 
Udine, 6 luglio 2010 - "Quando saremo alla fine di questo percorso scientifico rigoroso sull´esperienza della ´Repubblica della Carnia, le radici della libertà e della democrazia´, avremo una ragione in più per ribadire e riconfermare la validità dell´autonomia del Friuli Venezia Giulia". Così il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha concluso ieri a Udine la conferenza stampa sulla presentazione del progetto sulla Repubblica della Carnia, che la Regione sta portando avanti assieme all´Università di Udine, rappresentata dal rettore, Cristiana Compagno. Erano presenti anche l´assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro, sindaci di alcuni dei Comuni carnici e del Cadore che appartennero a quell´esperienza, esponenti della Resistenza e studiosi. Un progetto "che nasce dalle sollecitazioni di Giovanni Spangaro, imprenditore di Ampezzo che fece la Resistenza col nome di Terribile: la sua idea, che abbiamo fatto nostra, era di legare questo momento della nostra storia al 150.Mo anniveresario dell´Unità d´Italia - ha affermato Tondo -. Un momento storico, quello della Carnia, importante non solo per noi, ma per la stessa idea di democrazia, sulla quale sarebbero state fondate, a guerra conclusa, la nuova Italia e la nuova Europa. Per questi motivi la Regione, trovato nell´Università del Friuli il partner scientifico, ha ritenuto di far propria l´iniziativa". Anche per Compagno, "nella Repubblica della Carnia troviamo i segni della nostra Costituzione. Lì abbiamo visto i primi segnali di democrazia partecipativa, il voto alle donne, l´idea di scuola libera. Tutti valori da tenere ben presenti e da ritrovare specie in momenti di crisi". La presenza dell´Università nel progetto "è il frutto della finalità stessa dell´Ateneo - ha continuato il rettore -: ovvero promuovere progetti per la valorizzazione della storia e della cultura del Friuli. Da qui un progetto che non si esaurisce in un qualche incontro, ma strutturato secondo precise linee scientifiche e didattiche per favorire lo scambio intergenerazionale. Per questo abbiamo stretto un accordo con l´Ufficio Scolastico Regionale". Il progetto, quindi, prevede quattro diversi momenti: un percorso didattico multimediale rivolto alla scuola secondaria da inserire nell´ambito del nuovo insegnamento "Cittadinanza e Costituzione", per il quale vi è la collaborazione della De Agostani Scuola; un convegno internazionale di studi storici per presentare nuove ricerche e comparare l´esperienza della Zona Libera della Carnia e dell´Alto Friuli a quella di altre zone partigiane in Italia e all´estero; un film-documentario (realizzato dal Corso di laurea in scienze e tecnologie multimediali della stessa Università di Udine) girato sui luoghi della storia che raccolga le testimonianze degli ultimi protagonisti dell´esperienza; un progetto di percorso di turismo storico e ambientale nei luoghi della Resistenza. Il tutto supportato da un sito internet nel quale confluiranno i materiali e a disposizione di tutti (sarà visibile on line nei prossimi giorni). Proprio sugli aspetti "non effimeri" del progetto "che anzi vuole avere sviluppi ulteriori" ha posto attenzione Molinaro. "Oltre al fatto di vedere lavorare assieme due istituti come la Regione e l´Università di Udine, il progetto ha validità perché aumenta le conoscenze di un limitato ma fondamentale periodo storico e perché fa diventare la storia e la cultura risorse per lo sviluppo del territorio". In particolare, l´assessore ha sottolineato gli aspetti didattici del progetto: "della Repubblica della Carnia, delle sue motivazioni e dei suoi sviluppi non si parla nella scuola e quindi è bene farlo attraverso i percorsi didattici; il film-documentario potrà favorire la diffusione; gli aspetti storici legati al turismo vanno nel senso di dare risposte ai sempre più numerosi viaggiatori (in Italia questo tipo di turismo è già al 37 per cento ed è in crescita) che vogliono conoscere storia, arte, ambiente, tradizioni di un territorio". La Repubblica partigiana della Carnia e dell´Alto Friuli: tra luglio e dicembre 1944 nacque e si consumò uno dei più significativi episodi di resistenza al regime nazifascista: la Zona Libera della Carnia e dell´Alto Friuli. Per alcuni mesi un´area di 2.500 kmq tra Friuli e Veneto, comprendente circa 90 mila abitanti e oltre quaranta Comuni friulani e veneti (Lorenzago di Cadore, Sappada), venne affrancata al Reich hitleriano a cui era stato annesso tutto il Friuli Venezia Giulia. Con la costituzione di una Giunta di Governo (26 settembre - 9 ottobre) la zona divenne Repubblica Partigiana: vi si sperimentò un eccezionale spazio di libertà e democrazia, che nacque dal confronto, non senza contrasti ma nella consapevolezza della necessità di ricostruire la Nazione, tra le forze che sin dall´8 settembre animavano la resistenza in Carnia e che significativamente avevano già dato vita a un comando unitario sotto il quale combattevano i partigiani di qualsiasi estrazione ideologica. In questa particolare congiuntura vennero prefigurate e in parte introdotte significative novità. La Repubblica partigiana della Carnia e dell´Alto Friuli fu presto travolta da una sanguinosa repressione, ma indicò concretamente agli occhi della gente del Friuli e di tutta Italia la strada che avrebbe condotto il Paese verso la rinascita.  
   
   
TAGLI PESANTI, CERCHEREMO DI SALVARE L´ISTRUZIONE LA REGIONE TOSCANA VUOL FAVORIRE LA NASCITA DI NU OVE UNIONI DI COMUNI  
 
Firenze, 6 luglio 2010 - «Senza risorse adeguate non c´è futuro per i piccoli Comuni toscani». I sindaci delle 138 amministrazioni comunali con meno di cinquemila abitanti sono preoccupati per i tagli imposti dalla manovra del governo all´esame del Parlamento. Stamani, presente anche il segretario generale dell´Anci Alessandro Pesci, hanno incontrato l´assessore ai rapporti con gli enti locali on. Riccardo Nencini. Il rischio, gli hanno ripetuto, è quello di una forte penalizzazione delle zone meno avvantaggiate. La manovra ridimensiona infatti servizi fondamentali per i cittadini, come trasporto scolastico e assistenza sociale. «I tagli sono pesantissimi – conferma l´assessore ai rapporti con gli enti locali della Toscana, on. Riccardo Nencini –: diretti e indiretti. La manovra taglia le risorse due volte: quelle che arrivano ne lle casse dei Comuni direttamente da Roma e quelle che vi finivano transitando per la Regione». La giunta regionale si impegnerà comunque a non comprimere le spese per l´istruzione. L´assessore Nencini lo ha ribaduto anche stamani, impegnandosi, dopo l´incontro, ad illustrare agli assessori competenti le preoccupazioni dei piccoli comuni per quanto riguarda la continuità di una serie di servizi. «Ci adopereremo inoltre per favorire la nascita di nuove unioni di Comuni – aggiunge -, una forma di gestione associata di funzioni che consente alle amministrazioni comunali, soprattutto a quelle più piccole, di risparmiare o di offrire con le stesse risorse servizi che non c´erano o migliori, grazie ad economie di scala». Le Unioni di Comuni oggi in Toscana sono sei: dovranno crescere. Le gestioni associate, che a volte possono riguardare anche un solo servizio, sono state 645 l´anno scorso e coinvolgevano 248 dei 287 comuni toscani. Nel 2002 erano 111, quasi sei volte di meno. I piccoli comuni rappresentano una realtà molto significativa anche a livello di beni culturali e artistici, con un importante tessuto economico e sociale. «Siamo consapevoli della gravità della situazione e della necessità di concorrere al risanamento - ha spiegato il coordinamento che li rappresenta stamani a Nencini -, ma la manovra èassolutamente insostenibile, sia per i tagli ai trasferimenti, sia per il blocco del personale e per una serie di norme che di fatto rischano di paralizzare i Comuni». Il confronto ha riguardato anche i futuri assetti istituzionali, ad iniziare dalla Comunità Momtane, di competenza della Regione. L´assessore ha preannunciato a breve un tavolo con Anci, Upi e Uncem. Il coordinamento ha chiesto il massimo coinvolgimento dei piccoli comuni sulle scelte che li vedono fra i protagonisti.  
   
   
FVG: CRISI VA AFFRONTATA CON COESIONE SOCIALE  
 
 Udine, 5 luglio - "Oltre la crisi. Effetti e riflessioni per il futuro" è il titolo del rapporto dell´Osservatorio sulle trasformazioni economiche e sociali del Friuli Venezia Giulia, realizzato dall´Ires Fvg (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) e presentato il 2 luglio nella sede della Regione a Udine. Dalla ricerca ("ci consente di leggere meglio la realtà regionale"), realizzata annualmente grazie al sostegno dell´Amministrazione regionale, "emerge una tenuta sostanzialmente positiva degli strumenti che la Regione ha messo in questi anni a disposizione delle imprese e delle famiglie per fronteggiare la crisi", ha commentato l´evento l´assessore alla Cultura Roberto Molinaro. All´incontro si è parlato della dimensione economica e sociale della crisi nella nostra regione: in un anno, tra il 2008 e il 2009, si stima un calo del numero degli occupati pari a oltre 13 mila unità; nel triennio 2006-2009 il numero delle imprese attive è diminuito di circa il 2 p.C. Pari a 1.673 unità imprenditoriali in meno. Per quanto riguarda quest´ultimo calo (soprattutto nelle Province di Trieste e Gorizia), l´assessore Molinaro ha richiamato l´attenzione sulla necessità di inserire in modo strategico all´interno soprattutto delle istituzioni scolastiche alcuni percorsi di sviluppo della mentalità imprenditoriale. In merito all´impatto sociale della crisi (la ricerca parla di un tasso di povertà relativa del 6 p.C., ma gli utenti dei servizi socio-assistenziali dei Comuni rappresentano il 3 p.C. Della popolazione complessiva), l´assessore Molinaro ha ricordato come vi sia "un´assoluta esigenza di tarare meglio la risposta dei servizi sul territorio soprattutto in termini di flessibilità per intercettare meglio gli effettivi bisogni della popolazione". "Per far fronte a queste nuove condizioni di povertà - ha spiegato Molinaro - sarà necessario recuperare la socialità all´interno delle nostre comunità che è fondamentale per la coesione sociale, senza la quale è difficile non solo affrontare i momenti di crisi, ma anche immaginare politiche di sviluppo". La ricerca evidenzia anche la necessità di una riorganizzazione della struttura produttiva regionale volta a far emergere un tessuto di imprese di media dimensione maggiormente strutturate e competitive sui mercati internazionali. Dai dati emergono i notevoli cambiamenti in atto nella destinazione dell´export regionale: mentre negli ultimi anni la quota dell´export destinato al mercato interno europeo è passata dal 65 p.C. (2004) al 53 p.C. (2009), le imprese regionali si rivolgono sempre di più verso le aree del mondo con maggiori potenzialità di crescita, in particolare i paesi Bric (India, Russia, Cina, Brasile).  
   
   
IL LAVORO AL SERVIZIO DEL LAVORO. IL 7 LUGLIO I RISULTATI DEL MONITORAGGIO 2010 DEI SERVIZI PER L`IMPIEGO  
 
 Ancona, 6 Luglio 2010 - Da sette anni la Regione Marche organizza l´ appuntamento tecnico-seminariale per illustrare i dati sulle attivita` della rete marchigiana dei Servizi per l´Impiego. E anche nel 2010, il 7 luglio a Palazzo Raffaello ( sala Piano terra), si svolgera` il consueto seminario, organizzato dall´assessorato al Lavoro e introdotto dall´assessore regionale, Marco Luchetti. In questo anno difficile ´ evidenzia l´assessore Luchetti ´ il seminario assume un particolare significato, anche se i dati restano nel complesso positivi. Il monitoraggio annuale permette di testare la ormai consolidate competenze, l´ efficacia e la qualita` dei nostri servizi per l´impiego e di migliorarne le performance attraverso l´approfondimento sull´utilizzo di risorse, dei servizi, dei processi e dei risultati conseguiti dalla rete regionale dei Ciof.´ Il settimo Monitoraggio sui Servizi per l``Impiego regionali svolto nei primi mesi del 2010 e` stato realizzato dalle societa` S.e.t. Srl ed Iter srl. L´attivita` di ricerca si e` concentrata anche su alcuni target specifici: i cittadini e le imprese utenti ed i lavoratori avviati. Un quadro dunque complessivamente positivo quello che emerge dal Monitoraggio 2010, frutto dell´impegno della Regione, delle Province ed in particolare dei Centri, che ha consentito di arrivare ad un buon livello di efficacia ed efficienza dei servizi all´impiego pubblici marchigiani. Il programma dei lavori del Seminario che si apriranno alle 9.45 del 7 luglio alla Sala Raffaello, prevede una presentazione dell´assessore Luchetti al quale seguira` l´intervento di Fabio Montanini ´ Dirigente P.f. Servizi per l´Impiego e Mercato del Lavoro Regione Marche . Quindi la valutazione di efficacia degli interventi a sostegno dell´occupabilita` condotta da Giuseppe Fiorani ´ Fondazione Brodolini. I risultati del Monitoraggio dei Servizi per l´Impiego nelle Marche saranno analizzati da Giampietro Perri ´ S.e.t. Srl. Interverranno inoltre Laura Limoncelli (Iter) su Le imprese utenti , Guido Baronio ´ S.e.t. Srl sui cittadini utenti Lucia Cavola ´ Iter srl sui lavoratori avviati. Seguira` il dibattito e la conclusione dei lavori.  
   
   
FVG: SEMPLIFICATA NORMA AIUTO AZIENDE IN DIFFICOLTA´  
 
Trieste, 6 luglio 2010 - Un ulteriore, concreto sostegno alle imprese della regione che, a causa della crisi, non riescono a pagare le rate dei finanziamenti agevolati ottenuti in passato. Nell´ambito della variazione di bilancio, è stata infatti approvata, il 2 luglio, su proposta del vicepresidente Luca Ciriani, una norma che rende più semplice la sospensione fino ad un anno del pagamento delle rate dei finanziamenti. Inoltre, la norma amplia il numero dei finanziamenti le cui rate possono essere oggetto di sospensione. ´´In un continuo lavoro di allocazione delle risorse e di modellamento della normativa anticrisi per rispondere con puntualità al contesto economico e alle richieste degli imprenditori - ha commentato il vicepresidente Luca Ciriani - abbiamo dato corso a questa ulteriore modifica, che vedrà la collaborazione delle banche, e che permetterà alle aziende in difficoltà di posticipare i termini di pagamento. Abbiamo ampliato anche le tipologie di finanziamento che rientrano nella norma, includendo in particolare i finanziamenti in base alla legge Sabatini, che riguardano gli investimenti delle aziende relativi all´acquisto di macchinari´´. L´aggiornamento della norma diventerà esecutivo a breve; la modifica permette anche di richiedere la sospensione e non perdere i diritti dei contributi agevolati anche se l´azienda si trova già in ritardo con il pagamento: sarà sufficiente fare richiesta entro 180 giorni dalla scadenza.  
   
   
TRENTO: SICUREZZA, UNA MAPPA PER LE FUTURE COMUNITA´ DI VALLE UNA RICERCA SUI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI E UN PROGETTO PILOTA SULLE SANZIONI AMMINISTRATIVE E GLI INCIDENTI STRADALI CON L´UTILIZZO DELLA TECNOLOGIA GIS  
 
 Trento, 6 luglio 2010 - La definizione di nuovi profili di sicurezza per i territori governati dalle attuali e future Comunità di valle; il monitoraggio del fenomeno dei minori stranieri non accompagnati; un progetto pilota, unico in Italia, per l´utilizzo della tecnologia Gis al fine di scoprire dove si concentrano maggiormente le sanzioni elevate dalla polizia municipale e la loro correlazione con gli incidenti stradali. Sono queste le tre attività sulle quali, in sinergia con Transcrime, si concentrerà quest´anno l´Osservatorio per la sicurezza nel Trentino. Il programma d´intervento è stato approvato dalla Conferenza provinciale per la sicurezza, che si è riunita ieri per la prima volta dopo la sua costituzione, il 17 giugno scorso. A presiedere i lavori il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, affiancato da Aldo Zanetti, responsabile per il Progetto speciale di supporto e coordinamento interventi in materia di sicurezza. La "Conferenza" è composta dagli assessori competenti nelle materie che riguardano le politiche per le autonomie locali, l´urbanistica, l´ambiente, la salute, le politiche sociali, il commercio e il turismo, la cultura, l´istruzione e le politiche giovanili. Ne fanno parte inoltre il presidente del Consorzio dei Comuni; il presidente del Comprensorio Alto Garda e Ledro, il sindaco del Comune di Pinzolo, in rappresentanza dei comuni periferici; i sindaci dei comuni di Trento e Rovereto; il direttore dell´Azienda provinciale per i servizi sanitari; sei rappresentanti tra imprenditori, operatori del privato sociale, volontariato e sindacati. Presiede la "Conferenza" il presidente della Provincia e ai suoi lavori sono invitati il Commissario del Governo, il presidente del Tribunale di sorveglianza, il presidente del Tribunale per i minorenni e il delegato vescovile per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Trento. "La filosofia della legge in materia di sicurezza - ha spiegato Dellai aprendo i lavori della Conferenza - è quella di tenere viva l´attenzione alla sicurezza intesa nella sua accezione più integrata nell´ottica della prevenzione". Conoscere prima per anticipare i rimedi: è questa la linea sulla quale Osservatorio (organismo composto dai Dipartimenti provinciali più coinvolti nelle materie afferenti il tema della sicurezza) e Transcrime hanno impostato, sulla base della convenzione sottoscritta lo scorso anno, la propria attività. Con una particolare attenzione all´utilizzo di nuove tecnologie e modalità innovative di controllo e monitoraggio dei fenomeni che, al di là della loro specifica connotazione "criminale", contribuiscono a determinare la percezione di insicurezza da parte dei cittadini. Posto che - come ha spiegato il professor Ernesto Savona, direttore di Transcrime - ci troviamo di fronte al grande problema di oggi costituito dal conflitto tra le condizioni buone della sicurezza oggettiva e la percezione cattiva di quella soggettiva, per cui "più si parla di sicurezza più cresce l´insicurezza". Una sfasatura che si risolve - questa la convinzione dell´Osservatorio per la sicurezza - disponendo e fornendo alla comunità informazioni corrette, precise e mirate sul territorio. Così, ad esempio, il miglioramento progressivo delle basi dati e la georeferenzialità degli eventi criminali potranno permettere di capire dove si concentrano i reati e perchè, producendo un sistema di segnali che man mano anticipano l´evento, si accresce la capacità di previsione e di prevenzione. Per quanto riguarda le tre linee d´intervento approvate, particolare importanza assume la definizione dei nuovi profili di sicurezza per le Comunità di valle. Dal 2005, i profili di sicurezza sono schede dati che fotografano, per ogni territorio del Trentino, lo stato della sicurezza presentando informazioni sulla criminalità (denunce e autori di reato) e su altri aspetti del vivere sociale (popolazione residente, disgregazione familiare e livelli educativi, tessuto socio-economico, mercato del lavoro, ecc.) che possono avere una relazione con la criminalità. Con la creazione delle Comunità di valle, si vuole ora costruire un sistema di indicatori più aggiornato e perfezionato. Tali nuovi profili di sicurezza saranno illustrati e discussi, a partire dal prossimo autunno, in una serie di incontri sul territorio. Parallelamente sarà promossa una nuova raccolta dati on line sulla percezione del rischio da parte dei sindaci, al fine di arrivare alla definizione di "indicatori di rischio locali". Una novità inserita per favorire un maggiore protagonismo degli enti locali quali soggetti centrali per la produzione di sicurezza. La seconda azione riguarda i minori stranieri non accompagnati (Msna). Una recente indagine dell´Anci indica che in Italia ne sono stati contattati o presi in carico dai servizi 7.216, dei quali quasi un terzo si trova nel Nord Est. Nel 2008 in Trentino sono entrati in contatto con i servizi 151 minori (+ 19,8 % rispetto al 2006), il 90 per cento dei quali ha dai 15 anni in su. L´attenzione, qui, va posta in particolare sulla transizione all´età adulta, che per i minori stranieri non accompagnati rappresenta uno snodo estremamente critico della loro vita e che si colloca all´interno di un sistema normativo e di presa in carico del soggetto poco chiaro e frammentato. Ciò che l´Osservatorio per la sicurezza e Transcrime intendono fare, con la collaborazione di alcune associazioni di volontariato, è approfondire, a livello locale, la conoscenza di tale fenomeno, ricostruendo i percorsi di vita che gli adulti ex Msna hanno seguito una volta raggiunta la maggiore età e dunque dopo essere usciti dal sistema di presa in carico dei Servizi. Comprendere come tali persone gestiscono la quotidianità, consente di capire le ricadute sociali (in termini di marginalità, devianza, rischio, ecc.) dei percorsi di alcuni ex Msna. Tutto ciò per elaborare strategie d´intervento ancora più efficaci rispetto a quelle già esistenti a livello locale. Particolarmente innovato e inedito per l´Italia è, infine, il Progetto pilota sulle sanzioni amministrative, che prevede l´utilizzo delle tecniche Gis. La disponibilità di dati georeferenziati sulle sanzioni amministrative elevate in particolare dalla Polizia municipale e sugli incidenti stradali, può essere utile per studiare se e come questi eventi sono correlati spazialmente tra loro e, una volta fatto questo, per capire come gestire e organizzare al meglio le attività delle Forze dell´ordine in un´ottica di prevenzione. Due sono gli obiettivi di questa terza azione: 1) identificare dove si concentrano i diversi tipi di sanzioni e i luoghi che attirano i "violatori recidivi"; 2) analizzare le possibili relazioni spaziali tra sanzioni, incidenti stradali e alcune caratteristiche del contesto urbano. In base ad una ricerca americana si è visto ad esempio che ben il 74 % degli incidenti stradali che coinvolgono pedoni avvengono in zone in cui non sono effettuati controlli del traffico. La ricerca che farà Transcrime intende appunto verificare se l´attività di controllo svolta in determinate zone della città ed orari provochi una riduzione degli incidenti stradali in quelle zone o orari oppure se determini una diffusione dei benefici in aree limitrofe. Alla Conferenza provinciale per la sicurezza si è anche parlato di altri fenomeni che contribuiscono a creare "insicurezza", quali i furti d´auto (particolarmente concentratri in località vicine ai caselli autostradali), l´accattonaggio e il suo controllo da parte di organizzazioni non direttamente qualificabili come racket, i furti nei cantieri ai danni delle imprese, gli eventi calamitosi, per i quali tramite il Progetto Arca si sta predisponendo uno specifico archivio.  
   
   
MILANO, DE CORATO: “IN 45 MQ 14 POSTI-LETTO, VIGILI CHIEDONO SEQUESTRO DI NUOVO DORMITORIO: DENUNCIATI 7 CLANDESTINI. TRA GLI OCCUPANTI ANCHE 5 REGOLARI NULLAFACENTI E CON RESIDENZA ALTROVE: MAGISTRATI INDAGHINO SU ANOMALIA” SCATTATE 7 SANZIONI DA 450 EURO PER PROPRIETARI E OCCUPANTI IN BASE ALL’ORDINANZA. A OGGI DEPOSITATE 241 SCHEDE AUTOCERTIFICATIVE  
 
 Milano, 6 luglio 2010 - “Ancora controlli a raffica nel quartiere Sarpi. La Polizia Locale ha scoperto un nuovo appartamento-dormitorio in via Aleardi, dove in 45 metri quadri soppalcati sono stati trovati 14 posti letto tra scarafaggi, sporcizia, e cibo avariato. Al momento dell’operazione nel monolocale erano presenti 12 cinesi: 5 regolari nullafacenti e 7 clandestini, denunciati per violazione alla legge sull’immigrazione e su cui sono ancora in corso gli accertamenti. Gli occupanti hanno dichiarato di pagare 10/15 euro al giorno ai proprietari, una coppia di cinesi che possiede nel quartiere anche altri appartamenti e su cui sono in corso delle indagini. Sette le sanzioni da 450 euro, secondo l’ordinanza sindacale sugli affitti in vigore nel quartiere inflitte ai regolari e ai proprietari dell’alloggio. Che verranno anche denunciati per sfruttamento all’immigrazione clandestina. La Polizia Locale farà richiesta di sequestro dell’appartamento”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. L’operazione è stata realizzata dagli agenti del Nucleo Centro della Polizia Locale. “Questo è l’effetto positivo delle ordinanze che hanno portato a inasprire i controlli nel quartiere Sarpi – spiega De Corato -. Controlli agevolati in virtù dei provvedimenti comunali, che stanno portando alla luce tutte quelle violazioni che creano degrado e insicurezza. E che sono stati potenziati grazie alla presenza dei 24/30 agenti 7 giorni su 7, consentendo così anche una stratta sul carico scarico merci. Un’incessante azione che sul piano della sicurezza ha portato i vigili a effettuare 61 blitz dal 2008 con 22 dormitori scoperti. L’ultimo – continua De Corato - proprio dieci giorni fa in via Morazzone, dove in 80 mq sono stati trovati 14 posti letto, con materassi buttati a terra tra pessime condizioni igienico sanitarie e fili elettrici scoperti. E dove gli occupanti sono anche lì risultati regolari. Un fatto ambiguo che ci fa venire qualche dubbio. I 5 regolari di via Alerdi, sono nullafacenti e residenti altrove. Ma di fatto vivono in un buco ai limiti della vivibilità. Chi ha il permesso di soggiorno ha casa e lavoro. Dunque di questa anomalia – conclude De Corato - chiediamo conto ai magistrati ai quali sollecitiamo approfondite indagini”. Dall’entrata in vigore dell’ordinanza firmata il 18 maggio scorso che impone a proprietari e affittuari nel quartiere Sarpi di depositare schede autocertificative sullo stato abitativo dell’alloggio sono state consegnate alla Polizia Locale 241 schede: 133 da parte di proprietari, 108 da affittuari.  
   
   
TOSCANA: E ORA SULL’IMMIGRAZIONE UN LAVORO PIÙ SERENO E CONDIVISO L´OCCASIONE: IL PIANO PER IL WELFARE CHE LA GIUNTA STA PER PREDISPORRE  
 
 Firenze, 6 luglio 2010 - «Con la decisione di non dar corso alla scelta di promuovere il referendum abrogativa, il Pdl ha offerto soprattutto a se stesso un´occasione politica preziosa per essere protagonista di un confronto più sereno e condiviso sui temi dell´immigrazione. Se questo è il senso della scelta, da parte della giunta e della maggioranza ci sarà piena disponibilità». Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta così l´annuncio dato ieri dal coordinatore toscano del Pdl Massimo Parisi. «La legge toscana – prosegue il presidente –è pienamente operante e, al contrario di quanto affermano gli esponenti del Pdl, non ha bisogno dell´approvazione di alcun regolamento attuativo. Aspettiamo a breve, invece, il giudizio, imminente, della Corte Costituzionale sul ricorso pres entato dal governo nazionale, e solo dopo potremo valutare il da farsi. Mentre il confronto sulle iniziative per favorire processi di integrazione per gli immigrati in Toscana attraverso il riconoscimento di diritti e l´affermazione della legalità può partire subito. All´opposizione di centrodestra diamo appuntamento in occasione della discussione sul piano di indirizzo sulle politiche per l’immigrazione, previsto dalla legge, a cui la giunta sta lavorando e che presenterà nei prossimi mesi».  
   
   
IMMIGRAZIONE, CIE MARONI, NON È PREVISTO UNO A MALPENSA; DE CORATO: “SE AREA AEROPORTUALE È NUOVA FRONTIERA FLUSSI CLANDESTINI PERCHÉ NO A NUOVO CIE?” GIUSTO CHE OGNI REGIONE ABBIA UN CENTRO, MA A MILANO GLI IRREGOLARI SONO 50 MILA E VIA CORELLI HA SOLO 90 POSTI  
 
Milano, 6 luglio 2010 - “Sui Cie la disamina del ministro Maroni è perfetta. Perché riconosce a queste strutture una funzione fondamentale per aumentare la sicurezza. E in fatto di localizzazione sostiene che siano da privilegiare le aree aeroportuali, in modo da facilitare i rimpatri. Ci sono pertanto tutti gli elementi necessari che indicano come opportuna l’idea Malpensa, che a detta del ministro è poi la nuova frontiera dell’immigrazione clandestina dopo Lampedusa. Che la prospettiva non rientri nel piano 2010 mi sembra un ostacolo tutt’altro che insormontabile: la domanda la fa il territorio. E i numeri dicono che solo a Milano sono 50 mila i clandestini secondo la Cgil, cresciuti di 6.000 unità nell’ultimo anno, mentre nella Lombardia sono 150 mila, pari a quelli dell’intera Grecia. Di fronte alle poche centinaia di posti disponibili (90 in via Corelli) significa pesare ora o in futuro su strutture di altre regioni. Che hanno già le loro gatte da pelare a cominciare dal Veneto o dalla Toscana, basti l’esempio della Chinatown di Prato. È giusto che tutte le regioni siano dotate di almeno un centro, ma la situazione di Milano e della Lombardia è unica in Italia. Non esiste bacino di immigrazione così ampio in nessuna altra area del Paese. Mantenendo lo status quo si rischia di rendere meno incisiva la lotta alla clandestinità sul nostro territorio”. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato in replica al ministro Maroni sulla questione dei centri di identificazione ed espulsione.  
   
   
ACLI: PUNTO FAMIGLIA, DA SETTEMBRE ANCHE A POTENZA  
 
Potenza, 6 luglio 2010 - Anche nella città di Potenza le Acli provinciali si apprestano ad aprire il primo Punto Famiglia della Basilicata. Un luogo di aggregazione, accompagnamento e servizi, fatto a misura di famiglia, dove valorizzare le sue capacità di auto-tutela e mutuo-aiuto.“Stiamo lavorando ai dettagli e contiamo di partire per il prossimo mese di settembre per dare anche alle famiglie del potentino la possibilità di vivere un´esperienza di aggregazione assolutamente inedita”, anticipa il presidente delle Acli di Potenza, Gennaro Napodano. Ma cos´è e cosa offre in concreto un Punto Famiglia? “Il Punto Famiglia – spiega Napodano – è prima di tutto un luogo di aggregazione dove sviluppare reti di solidarietà e cooperazione tra le famiglie. La nostra convinzione è che c´è un´area di servizi alla famiglia che il welfare tradizionale non è in grado di assicurare, vuoi per ristrettezze di natura finanziaria, vuoi perché opera secondo una logica di standardizzazione dei bisogni. Il problema è che i bisogni delle famiglie non sono standard, ma differenziati”. Per questo le Acli hanno concepito il Punto Famiglia innanzitutto come un centro di accoglienza, ascolto e orientamento. “Nei punti famiglia – dice ancora Napodano – contiamo di costruire legami forti di solidarietà, mettendo a disposizione dei nuclei familiari spazi, risorse, competenze umane e professionali per trovare la risposta più appropriata al bisogno contingente. La filosofia di fondo del progetto è sviluppare la capacità di auto-tutela e di mutuo-aiuto della famiglia, un approccio che è dentro la traiettoria culturale della sussidiarietà, tanto cara alle Acli e al movimento del laicato cattolico”.  
   
   
INIZIATIVA UIL SULLE PARI OPPORTUNITÀ IN BASILICATA  
 
Potenza, 6 luglio 2010 - La Uil di Basilicata, da sempre attenta alle tematiche di genere, ha organizzato per domani mattina, a partire dalle ore 9.30, presso il Museo provinciale di Potenza, il convegno “Donne Lucane. Le conquiste incompiute”. Un’importante occasione, voluta dalla segretaria confederale regionale, Libera Russo, per riflettere sulle tematiche femminili nella società lucana, dal punto di vista sociale, economico e culturale. Il convegno si avvarrà di autorevoli interventi. I lavori verranno aperti dai saluti del presidente della Regione, Vito De Filippo e dall’introduzione di Libera Russo, segretaria confederale Uil Basilicata. Seguiranno le relazioni di Dorothy L. Zinn, scrittrice e antropologa dell’Università degli Studi di Basilicata e di Fulvia D’aloisio, docente di antropologia culturale all’Università di Napoli. Poi sarà la volta dei seguenti interventi: Maria Pia Mannino, coordinatrice nazionale della Pari opportunità della Uil; Antonietta Botta, presidente della Commissione regionale Pari opportunità; Margherita Perretti, di Confindustria di Basilicata; Giovanna Cuoco, di Territorio s.P.a.; Annamaria Fanelli, consigliera regionale di Parità. Le conclusioni saranno affidate a Carmine Vaccaro, segretario generale della Uil di Basilicata. Modererà l’incontro la giornalista del Quotidiano della Basilicata, Mariateresa Labanca".  
   
   
MARCHE: LO SPOT ANTIVIOLENZA SULLA DONNA.  
 
Ancona, 6 luglio 2010 - ´La violenza ti rende invisibile. Donna, apri gli occhi´. Un messaggio forte, quello della campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Regione Marche contro la violenza sulle donne. Lo spot che sara` possibile vedere su tutte le televisioni per la piu` ampia diffusione regionale, e` stato preparato dalla Gamavideo di Gabrio Marinelli e si conclude con l´invito a rivolgersi ai Centri antiviolenza delle Marche, appena rifinanziati dalla Regione con la legge 32/08. ´Sono tre le attenzioni che poniamo ´ ha detto alla presentazione l´Assessore regionale ai Diritti e alle Pari Opportunita` Serenella Moroder ´ Anzitutto continuando l´impegno informativo della prima parte della campagna, gia` avviata, vogliamo dire con questa nuova immagine che la violenza di genere va combattuta rafforzando l´altro precedente messaggio: ´Chi umilia una donna non e` un uomo´, nel senso che il responsabile della violenza non fa parte del vivere civile e umano. Seconda cosa, la donna non deve piangersi addosso ma deve reagire e su questo, i dati forniti dall´Istat sono confortanti per le nostre Marche in tal senso. Infine, la Regione attraverso il numero 1522 e con i suoi Centri antiviolenza gia` attivi fornisce tutte le informazioni utili riguardo a chi rivolgersi. Ma aggiungo un´ultima importante riflessione ´ conclude la Moroder ´ Lo spot e` molto incisivo. Ma un aiuto alle donne venga anche dalle altre donne che possono segnalare, nell´emergenza, fatti, eventi e denunciare i responsabili´. Per le testate giornalistiche televisive che vogliano riprodurre lo spot di 30 secondi l´Assessorato lo mette a disposizione di tutti sul sito scaricabile: www.Gmanimation.com/spotviolenza.zip .