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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Ottobre 2013
PARLAMENTO EUROPEO, FRA I TEMI DELLA SESSIONE DEL 21-24 OTTOBRE 2013: BILANCIO, COORDINAMENTO ECONOMICO, MIGRANTI, SPIONAGGIO NSA, PROTESI  
 
Strasburgo, 21 ottobre 2013 - Bilancio Ue 2014: il Pe dovrebbe respingere i tagli del Consiglio su crescita e aiuti umanitari - Il Parlamento dovrebbe esprimersi per respingere i tagli proposti dal Consiglio su crescita e investimenti, durante la votazione di mercoledì sul bilancio Ue 2014, così come quelli sui finanziamenti per gli aiuti umanitari per il Medio Oriente e rifugiati. Lo bilancio proprio del Parlamento dovrebbe essere invece notevolmente ridotto. Priorità dei deputati per il Consiglio europeo - Le priorità del prossimo Consiglio europeo (24-25 ottobre), saranno discusse mercoledì alle 9.00 con la Commissione e con la Presidenza del Consiglio. I temi di dibattito dovrebbero essere la necessità di una reale riduzione della disoccupazione giovanile, un´Uem più forte e più sociale, gli incentivi per l´innovazione e le misure per affrontare l´immigrazione nel Mediterraneo. Migliorare il coordinamento economico tra i paesi dell´Ue - La risoluzione annuale del Parlamento sull´attuazione delle priorità per il "Semestre europeo", in base alla quale gli Stati membri dell´Ue coordinano le loro politiche economiche e di bilancio, sarà discussa e messa ai voti mercoledì mattina. Il progetto di risoluzione, pur accogliendo favorevolmente alcuni progressi compiuti, evidenzia la necessità di introdurre varie correzioni importanti. Migranti: l´Ue deve scongiurare ulteriori tragedie nel Mediterraneo - La risoluzione che sarà votata mercoledì analizza i flussi migratori nel Mediterraneo. Nel dibatto svoltosi nella precedente sessione, i deputati hanno evidenziato come l´afflusso di immigrati, sfociato in tragedie come quelle recenti al largo della costa di Lampedusa e della Sicilia, rappresenti una sfida non solo per l´Italia ma per tutta l´Unione europea. Per i deputati, infatti, la solidarietà tra Stati membri e verso i migranti, oltre alle parole, deve anche tradursi in azioni concrete. Spionaggio Nsa: il Parlamento prende posizione sulla sospensione dei dati bancari Ue-usa - In risposta alle presunte intercettazioni della Nsa di dati internazionali sui bonifici bancari raccolti dalla società belga Swift, il Parlamento voterà mercoledì una risoluzione non vincolante sull´eventuale sospensione dell´accordo con gli Stati Uniti sul programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (Tftp). Nella sessione plenaria tenutasi il 9 ottobre, il commissario Malmström aveva dichiarato di non essere favorevole a un´eventuale sospensione dell´accordo. Il Parlamento promuove controlli più severi su dispositivi medici e protesi - Il disegno di legge sulla sicurezza dei pazienti, che sarà oggetto di dibattito martedì in Parlamento, mira a favorire un monitoraggio più rigoroso, enti di certificazione più adeguati e maggiore tracciabilità dei dispositivi medici risultati difettosi in seguito agli scandali sulle protesi mammarie e delle anche. La commissione sanità pubblica proporrà inoltre l´istituzione di regole più severe per i dispositivi diagnostici in vitro, utilizzati in gravidanza, per i test dell´Hiv e del Dna. Aung San Suu Kyi riceverà il Premio Sakharov conferitole 23 anni fa - Nella seduta solenne di martedì a Strasburgo, la militante birmana e leader parlamentare dell´opposizione Aung San Suu Kyi potrà finalmente ricevere il Premio Sakharov, assegnatole nel 1990. Una conferenza stampa seguirà alle 12.35. A Suu Kyi sono stati revocati gli arresti domiciliari tre anni fa. Criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio: ecco il piano d´azione Ue - Misure volte a reprimere la criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio saranno discusse martedì e votate mercoledì. Tali misure sono contenute in un piano d´azione Ue, preparato da una commissione speciale istituita a questo scopo, il cui obiettivo primario è quello di attaccare le fonti di reddito della criminalità organizzata e difendere gli interessi finanziari. Le frodi sull´Iva comportano un costo di circa € 100 miliardi di euro annui e la corruzione vale circa l´1% del Pil Ue. I deputati si pronunceranno sullo stanziamento di 6,5 miliardi di euro per il settore della pesca Ue - Lo stanziamento di 6,5 miliardi di euro per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) dovrebbe essere approvato mercoledì. Il Feamp aiuterà i pescatori a rispettare le norme della nuova politica comune della pesca (Pcp), come ad esempio il divieto di rigetto a mare, sostenendo - tra l´altro - gli investimenti per attrezzature di pesca più selettive. Voto del Parlamento per impedire la demolizione inappropriata delle vecchie navi - Una proposta di legge concordata con i ministri dell´Ue sarà posta in votazione martedì. Essa garantisce la corretta demolizione delle vecchie navi immatricolate nell´Ue e che il riciclaggio in qualsiasi parte del pianeta sia eseguito in impianti approvati dall´Ue. Dal 2016, sia l´arenamento sia lo smantellamento delle vecchie navi registrate nell´Ue saranno illegali in tutti i paesi emergenti. Dibattito sulla detenzione di attivisti Greenpeace in Russia - Il caso degli attivisti di Greenpeace della "Arctic 30", detenuti in Russia con l´accusa di pirateria verrà discusso mercoledì pomeriggio con Commissione e Consiglio. Le autorità russe hanno sequestrato la nave di Greenpeace il 19 settembre scorso, a seguito della loro azione di protesta contro una piattaforma petrolifera della Gazprom, per evitare che perforasse nel mare di Barents. (Seguito: Dibattito sulla detenzione di attivisti Greenpeace in Russia)  
   
   
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE UE BARROSO DURANTE LA SUA VISITA A CORK  
 
Liège, 21 Ottobre 2013 - La ringrazio molto, signor sindaco Willy Demeyer, Signor Vice-presidente del collegio provinciale, Georges Pire, Il signor rappresentante del governo locale, il signor e la signora rappresentanti delle autorità locali, Illustri rappresentanti della stampa, Signore e Signori, Prima di tutto, vi ringrazio molto, signor sindaco per tanto cortesi parole che a me rivolte. In realtà, è in risposta al tuo invito ho deciso di visitare ufficialmente Liegi. Ero stato qui in un seminario della Commissione, questo è anche che ci siamo incontrati, un seminario informale, a volte, e poi ho visitato Liegi titolo personale. E questo tour ormai ufficiale che sono sicuro mi permetterà di comprendere meglio le sfide, i problemi, ma anche le aspettative e tutto ciò che è la speranza di Liegi e della Vallonia. La visita, inoltre, un ottimo inizio, mi è piaciuta la prima parte della mia visita, tra cui la visita alla Università di Liegi. Ho incontrato gli studenti, abbiamo avuto anche una buona discussione sul futuro dell´Europa, un dibattito che sta per le questioni chiave, tra cui quello che anche interessato Vallonia, Belgio e Europa: - Lezioni dalla crisi; - Le misure da adottare contro la disoccupazione, che è anche la nostra priorità assoluta è la lotta contro la disoccupazione; - Condizioni di trovare una economia che sta generando la crescita e l´occupazione, in quanto ripresa senza lavoro, ma non ha molto senso! L´istruzione è fondamentale per avere successo: la crisi ha dimostrato, ed è per questo investimento per il futuro, la ricerca, l´innovazione è un must. Questi risultati sono chiaramente tradotto nella nostra strategia Europa 2020. Le priorità principali stanno investendo in un´Europa della conoscenza e dell´innovazione, l´Europa più verde e più competitiva, un´Europa di occupazione e coesione sociale, che ci consenta di preservare il nostro modello sociale, la nostra economia economia sociale di mercato, essendo chiaro che dobbiamo modernizzare questo modello perché ora ci sono nuovi vincoli relativi alla concorrenza internazionale. Ed è proprio per mantenere questo modello, mantenere questo modello europeo, che teniamo come ci si concentra così tanto che davvero iniziare questa riforma. Ma una cosa è leggere la politica sulla carta, un´altra cosa è avere l´opportunità di vedere in prima persona come stanno andando le cose. E ´per questo che volevo sentire da rappresentanti di metallurgia di Liegi e anche latticini, quando ero al college, per vedere come i problemi. So Liegi e affrontare le sfide regionali. Ma credo davvero che la vostra zona, conoscendo queste sfide, ha un potenziale enorme. Penso che tu sia sulla strada giusta, vi dico francamente, non cortese, non solo perché conosco la tradizione imprenditoriale qui, nella tua zona, conosco ovviamente il settore industriale, ma so anche che la capacità di lavoro di Liegi e la Vallonia in generale. E vedo che non ci sono programmi, programmi interessanti, come il Piano Marshall, programma 2022 e altri. Ho visto visitare il Centro Spaziale dell´Università di Liegi, per esempio, mentre lavoriamo insieme, voglio dire Liegi, Vallonia, in Belgio e in Europa, tutti questi livelli per mettere insieme l´educazione, la ricerca , innovazione e posti di lavoro e l´industria. Ora, quando ho visitato il centro spaziale di Liegi, ho detto ai miei padroni di casa presso il Centro di Paranal in Cile, nel deserto, ho visitato l´osservatorio è uno dei più grandi osservatori del mondo e c ´ c´è stato: "Made in Belgium". E ´stato possibile anche grazie all´Europa, è l´Europa che finanzia gran parte della ricerca spaziale, non solo in Europa ma anche in osservatorio a Paranal si trova nel bel mezzo del deserto in Cile. Ecco perché vedo molto buoni esempi qui, non solo il centro dello spazio - impressionante, ma anche Amos e Spacebel aziende - Liegi tre aziende di primissimo ordine sulla scena spaziale e globale. Sarò anche teatro pomeriggio e Liegi opera. Sono veramente un amante dell´opera. Purtroppo, non avrò la possibilità di ascoltare un´opera lirica, ma so - perché io sono anche un sacco di eventi culturali - quali il Teatro dell´Opera Reale di Vallonia, Liegi qui, come hai fatto un ottimo lavoro, che è ormai riconosciuto dalla critica come un centro di eccellenza. E l´opera è ancora una grande creazione europea. Così vediamo la scienza, la ricerca, l´innovazione e anche il rispetto per le tradizioni e la cultura. Penso che è il nostro modello europeo, quindi tutto lo sviluppo di questo settore per creare più crescita, più posti di lavoro, ma anche la qualità della vita. Sosteniamo attivamente l´attuazione del Piano Marshall nel 2022 attraverso i fondi strutturali. Nel 2012, la Vallonia, 561.000 persone, tra cui 210.000 giovani hanno partecipato ad azioni cofinanziate dal Fondo sociale europeo. E la nostra politica per superare la crisi sulla base di tre elementi interconnessi: finanze pubbliche sane, naturalmente, riforme strutturali per la competitività, certamente, ma anche investimenti per la crescita. Voglio dire, in quanto molto spesso il focus solo su uno degli elementi: la correzione. Questo è importante, che abbiamo visto durante la crisi finanziaria, in quanto è importante per mantenere la rotta in grado di controllare il debito pubblico. Ma attenzione: la Commissione ha lottato e continua a liuto, sempre anche con il supporto di Belgio, vi posso dire, per gli investimenti per la crescita in Europa. E ´stato il bilancio pluriennale dell´Unione europea, per cui il Belgio continuerà a beneficiare dei suoi fondi strutturali, pari a oltre 2 miliardi di €, e tuttavia qualcosa, in realtà, ancora più un miliardo per la Vallonia, che per il periodo 2014-2020. E questo è importante perché, diciamolo chiaramente, alcuni governi non vogliono che le regioni e Vallonia continuano a beneficiare dei fondi strutturali. La loro argomentazione è: abbiamo bisogno di concentrarsi sui fondi nelle regioni più povere d´Europa. E la Vallonia, nonostante tutte le difficoltà, non è una delle regioni più povere, è un settore, che è quello che noi chiamiamo convergenza. Ma noi, la Commissione europea, e qui devo dire che ho combattuto in seno al Consiglio europeo, insieme con il Primo Ministro ha anche, ho dovuto lottare per garantire che la politica di coesione economica, sociale e territoriale Unione europea non è solo le aree più povere. Si tratta di una vera e propria politica europea. Certo, deve avere alcuni obiettivi per le regioni più povere, ma dovrebbe anche aiutare altre regioni, come la Vallonia, per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020. Gli obiettivi di innovazione, ricerca, tutela ambientale, efficienza energetica, e molti altri scopi, in materia di istruzione e la lotta contro la povertà. Quindi penso che il vostro paese ha raggiunto un ottimo risultato nella trattativa. Ora è davvero necessario può essere tradotto in pratica. Ci sono ancora i negoziati tra il Consiglio e il Parlamento, vorrei, nel più breve tempo possibile, vengono a un consenso non ritardare il programma che voglio essere pronto per il 1 gennaio 2014. Abbiamo bisogno di questo investimento. La nostra politica è una politica per gli investimenti. E ora, sono venuto anche, come ha detto lei, signor sindaco, di parlare con Liegi e Liégeoises. Per ascoltare. Una cosa è, come ho detto, leggere buoni briefing alla Commissione, un´altra cosa è vedere là fuori e conoscere le persone ed è proprio in questa missione di ascolto e di dialogo che sono venuto qui . E ancora una volta grazie per il vostro invito, e sono ora disponibili per le signore e signori della stampa.  
   
   
JOSÉ MANUEL BARROSO: INSIEME PER FARE L´EUROPA DI DOMANI  
 
Liège, 21 Ottobre 2013 - Università di Liegi: “ Rettore, Signor Vice-presidente, Signor Sindaco, Signor Vice-cancelliere, Signore e Signori, Cari studenti, T prima, signor Rettore, vorrei dirti il mio piacere essere qui presso l´Università di Liegi. Grazie per il vostro invito voi. Grazie anche per gli articoli che hai presentato a me che rivelino stretti legami tra l´Università di Liegi e la vocazione europea in Europa. Allora non sapevo tanti statisti notevoli sono stati formati qui a Liegi. Mi auguro che in futuro molti di questi studenti saranno utilizzati anche non solo il Belgio, ma l´Europa garantire che la vocazione. Grazie per il vostro invito voi, so che hai altri obblighi. Rettore è stato molto bello per dire che deve lasciare, ma non in segno di protesta contro quello che dico . Ma ora mi rivolgo a tutti voi, perché il mio obiettivo è stato davvero di avere un dialogo. Il mio discorso è forse un po ´troppo a lungo, ma spero ci sarà tempo per le domande e le osservazioni, perché è sempre quello che mi piace, anche nel mondo accademico, come Non ero solo, ovviamente, degli studenti, e per questo mi sento bene quando vengo a università perché mi ricorda di quando ero dalla tua parte, ma anche il tempo che ho trascorso in Come insegnante in poche università nel mio paese e in altri paesi. Ma è un piacere per me essere a Liegi, la tua città e la regione. E ´una città che tutti possano godere del ricco patrimonio tra cui molti turisti che sempre più visitano la vostra città. So che questa è una città che sta vivendo anche momenti difficili, ho appena incontrato poco prima di questo incontro una delegazione di Arcelor Mittal e sindacati del settore acciaio. La crisi non ha risparmiato questa regione o di altre regioni d´Europa. Sono anche convinto, davvero, che il dinamismo della tradizione imprenditoriale della regione, e anche la capacità di lavorare la gente permetteranno alla città alla regione di guardare al futuro, diversificare anche sviluppare le sue attività in settori in crescita, alcuni settori del futuro, ed è per questo una università come la tua è così importante. Vorrei iniziare rendendo omaggio agli sforzi importanti in questa direzione, non solo da parte della città di Liegi, ma anche da tutta la regione vallona. Ho appena detto, Signor Vice Presidente, apprezzo gli enormi sforzi che sono in corso in questo settore. Dal 2006, la Vallonia ha messo in atto un ambizioso ristrutturazione economica a seguito dei quali registrato dal luglio scorso, il Piano Marshall nel 2022. Si tratta di un piano che giustamente si concentra sul rafforzamento dei legami tra il mondo della formazione e il mercato del lavoro. L´unione europea sostiene attivamente la sua attuazione attraverso i fondi strutturali. Questo tipo di misura è parte della politica europea della crisi sulla base di tre elementi, a nostro avviso inscindibile: finanze pubbliche, riforme strutturali e investimenti mirati per la crescita. Questo è molto interessante ed emozionante per me essere in grado di passare la giornata nella tua città di Liegi. Mi piace sempre andare a terra, ascoltando la gente, le loro preoccupazioni, i loro problemi, e discutere le questioni. Ma, naturalmente, mi aspetto probabilmente per discutere l´intera Europa. Preparare l´Europa di domani, è il nostro obiettivo. E poi si comincia con l´educazione non è solo un diritto fondamentale di ogni individuo, ma anche un fattore chiave per aiutare le nostre società di adattarsi a un mondo che cambia, consentendo loro di sviluppare e mantenere sia un´economia dinamica, ma anche la coesione e lo sviluppo sociale culturale. Penso che più che mai la capacità scientifica e culturale è uno strumento per la trasformazione del mondo. Il mondo ora sa cambiamento senza precedenti, la velocità determinata dalla globalizzazione che non è controllata dallo Stato, che ha le sue radici nelle innovazioni tecnologiche, tutto quello che farà per la vostra vita, molte cose cambieranno. Questo è il motivo per cui ho sempre sottolineare l´importanza della formazione come fattore critico, la capacità di adattarsi, di interpretare i cambiamenti. Prima non era così. Ci sono 40, 50, 60 potrebbe essere più o meno sicuro che cominciamo una attività e che potrebbe finire la loro vita nella stessa attività. Penso che non sarà il caso nelle generazioni future, del resto già oggi non è più il caso. È necessario disporre di specifico corso di formazione, ma abbiamo anche una cultura generale, analitica, capacità critica, alcuni strumenti, quali le lingue e gli altri, che ci permettono di interpretare ciò che è essere trasformato nel mondo e naturalmente non per difendere i nostri valori e interessi, tra cui ovviamente anche cercare di realizzare il potenziale che tutti possono avere. La filosofa Hannah Arendt era, e cito, ha detto una frase che trovo interessante: "E ´con l´istruzione che decidiamo se amiamo i nostri figli non abbastanza di espellerli dal nostro mondo o abbandonare se stessi, né togliere loro la possibilità di fare qualcosa di nuovo, qualcosa che non ci aspettavamo, ma prepararsi in anticipo per il compito di rinnovare un mondo comune. " Ecco, questo è interessante. Questo non è semplicemente diffondere la conoscenza che esistono, che sono disponibili attraverso i libri, la sera internet o in laboratorio. Questo non solo per diffondere la conoscenza, ma anche la capacità di trasferire le competenze per interpretare e creare nuova conoscenza, perché è quello che è attualmente a un ritmo straordinario in tutto il mondo. Io penso che abbia un significato speciale ora che sappiamo che i giovani europei sono in gran parte le prime vittime della crisi in corso e, a volte può sentire che la loro generazione non avrà le stesse opportunità alle generazioni precedenti . Questo è il motivo per cui la lotta contro la disoccupazione, in particolare la disoccupazione giovanile, è una priorità assoluta per la Commissione europea. Questa è la più grande sfida che abbiamo di fronte oggi. La verità è che la crisi non sarà finita fino a quando la disoccupazione non diminuisce in modo significativo. Ho già detto, la lotta contro la disoccupazione non è solo etico, morale, la giustizia è anche una condizione per la ripresa economica, perché abbiamo bisogno anche di una domanda di crescita Europa. Abbiamo sicuramente bisogno di crescita, ma la crescita che crea posti di lavoro. Una ripresa economica senza creazione di posti di lavoro, non ha molto senso! E ´quindi principalmente per alleviare le sofferenze dei disoccupati, per facilitare la ricerca di lavoro e migliorare le competenze professionali. Per rispondere all´urgenza di questa situazione, e di sostegno alle iniziative nazionali e regionali, la Commissione europea ha contribuito alla creazione di una serie di misure attraverso il Fondo sociale europeo per sostenere i giovani nella loro ricerca un lavoro o uno stage. Ad esempio, nel 2012 in Vallonia 210.000 giovani hanno partecipato ad attività finanziate dal Fondo sociale europeo. Ma dobbiamo andare oltre, e hanno una politica globale per sostenere l´occupazione giovanile. Per questo motivo la Commissione ha presentato lo scorso dicembre "Giovani pacchetto per l´occupazione", con proposte per includere agevolare la transizione tra scuola e lavoro, o anche per migliorare la qualità e la disponibilità di posti di tirocinio. Una delle misure fondamentali del pacchetto, quando viene finalmente adottato, è garantito che la gioventù dovrebbe essere dotato di un budget complessivo di 6-8000000000 euro con Vallonia beneficio anche. Come sapete, l´obiettivo è che la più colpita dalle regioni disoccupazione giovanile, non ci sono giovani sotto i 25 anni che sono più di 4 mesi senza un lavoro, senza formazione e senza imparare complementari. Detto questo, quando analizziamo da vicino i numeri della disoccupazione giovanile mostra che la disoccupazione colpisce soprattutto i giovani con un basso livello di istruzione. Ciò conferma l´importanza della nostra strategia per la crescita e l´occupazione nel 2020, la strategia Europa 2020 cui priorità chiave stanno investendo in un´Europa della conoscenza e dell´innovazione, un´Europa più verde e più competitivo, un lavoro europeo e la coesione sociale, per consentire di preservare la nostra economia sociale di mercato, ma anche di ammodernamento e adeguamento alle nuove esigenze della concorrenza e la competizione globale. Ci siamo posti obiettivi ambiziosi tra cui l´istruzione. Ho dovuto lottare per questi obiettivi a livello europeo, adottata dai capi di Stato e di governo, perché alcuni governi hanno detto che questo non era il caso dell´Unione europea, a causa della sussidiarietà era obiettivi nazionali. Ma alla fine c´è stato un consenso, inoltre, il Belgio ci ha sempre sostenuto in questo e sono grato: che gli obiettivi della strategia Europa 2020 possono essere non solo hanno obiettivi economici, ma anche obiettivi sociali e gli obiettivi educativi. Quindi, l´obiettivo è di ridurre il tasso in media in Europa, il tasso di abbandono del 10%, in aumento di almeno il 40% di quota di europei di età compresa tra 30-34 anni che hanno conseguito una laurea. Questi sono a mio parere realizzabili se mettiamo la necessaria volontà politica. Ovviamente la crisi non rende le cose più facili, ma che a mio parere questo è un motivo per mettere overdrive, non dire ´ehi, non lo faremo´. E ´più che mai necessario per darci tutti i mezzi per raggiungere i nostri obiettivi di Europa 2020. Questo è particolarmente vero per l´istruzione superiore. Come ho già detto, la crisi ha dimostrato, anche se i laureati anche a volte soffrono di condizioni peggiori di lavoro, il grado più alto è un passaporto per l´occupazione. E sappiamo anche che, entro il 2020, il 35% dei posti di lavoro nell´Ue richiederà qualifiche di un più elevato livello di istruzione, mentre oggi solo il 26% della popolazione che riceve tale qualificazione. Quindi non vi è ancora un potenziale c´è. Questo significa chiaramente che abbiamo bisogno di più laureati di istruzione superiore. Ma significa anche che abbiamo bisogno di una migliore corrispondenza tra le competenze acquisite e le esigenze attuali e soprattutto future della nostra economia, tra cui in settori quali la scienza e la tecnologia. C è particolarmente nello spirito di migliorare il sistema di istruzione e occupazione dei giovani che si adattano molte delle raccomandazioni presentate dalla Commissione agli Stati membri in ciò che noi chiamiamo il semestre europeo. Questo è anche il motivo per cui non ci sono misure non specifiche per i giovani. Quindi abbiamo bisogno per preparare al meglio il nostro futuro, aprire l´istruzione superiore di più i giovani a una formazione migliore destinazione per le esigenze dell´economia, puntando all´eccellenza e promuoviamo anche la mobilità. Giovani studenti di oggi, voi stessi, sono veramente la generazione della globalizzazione, internet, digitale. La mobilità sarà naturale per voi in molti modi. Non era come quella lì a pochi anni fa. Mi ricordo che quando avevo la tua età, non era evidente. Viaggio al di fuori del paese a volte era estremamente difficile. Avere accesso alle informazioni in paesi come il mio, quando avevo 17 anni, che non era democratico è stato molto difficile. Non siamo riusciti a leggere i libri che volevi, non si poteva nemmeno ascoltare la musica che volevamo perché non c´era la censura in Europa meridionale, Portogallo, Spagna, Grecia, e dopo tutto Europa comunista Europa centrale e orientale, si è fino ad oggi, non abbiamo avuto accesso a queste informazioni. Abbiamo dovuto ottenere il permesso da parte dello Stato di andare all´estero. Questa è una cosa che penso non ci rendiamo conto se nel tempo: i grandi passi avanti che hanno la mobilità, l´accesso alle informazioni. Naturalmente ci sono anche i rischi della globalizzazione, si sa, e anche quando ci sono enormi opportunità che altre generazioni non hanno avuto. La domanda che mi chiedo spesso è che è l´atteggiamento migliore per queste nuove sfide? È che i ritiri, che inizia sotto il tavolo, cercando di evitare i nuovi venti, ora di New? O meglio, al contrario, è meglio per rendere queste opportunità, tra cui l´accesso alla conoscenza, l´accesso alle informazioni, la capacità di aprirsi agli altri, la capacità di mobilitare, a percorrere se vogliamo che gli altri paesi a sapere tutte queste esperienze? Penso che questo sia un punto decisivo. Compresa la cultura, la cultura in senso ampio della cultura, vale a dire, è il nostro atteggiamento verso la vita e verso il mondo. Se si desidera ritirare in noi stessi, come alcuni vogliono - un po ´di populismo, nazionalismo alcuni, alcuni protezionismo - o se si vuole, al contrario, coinvolgente, naturalmente, a volte di prendere rischi, ma avere il coraggio di vincere queste sfide. Io, tu capisci, io sono nella seconda tendenza. Questo è anche il motivo per cui la vostra generazione poi arriva a fare cose che altri non potevano neanche sognare di fare. Questo è ciò che spiega, ad esempio, il successo del programma Erasmus, conosciuta in tutto il mondo, ed è estremamente popolare. In Belgio ci sono più di 70.000 giovani belgi che hanno già partecipato, anche qui, come dichiarato dal Rettore dell´Università di Liegi. Sono particolarmente soddisfatto con l´accordo che abbiamo ottenuto sul programma Erasmus + - questo sarà il nuovo programma - i negoziati sul bilancio dell´Unione europea per i sette anni di futuro, 2014-2020. Erasmus + dovrebbe quindi beneficiare di questo periodo, con un budget di € 14500000000, con un incremento di circa il 40% rispetto ai livelli attuali. Questo è uno dei pochi programmi in cui siamo riusciti ad ottenere ok, accordo governo di aumentare la dotazione finanziaria. Penso che sia un investimento ben mirato, così come le parole di un ex presidente dell´Università di Harvard, cito in inglese, perché ha detto in inglese, "se si pensare l´istruzione sia costosa, provate l´ignoranza ". Ecco perché credo davvero che ne valga la pena di investire in istruzione. Quando parlo di mobilità, io non solo parlare di mobilità geografica, ma anche una maggiore mobilità tra mondi diversi. Deve terminare con il partizionamento che ancora esiste a volte tra il mondo dell´istruzione, della ricerca e le imprese. La competitività europea è veramente affare di tutti - gli attori economici e sociali come le organizzazioni educative e di ricerca, e, naturalmente, le autorità pubbliche. E sono felice quando vedo che le autorità pubbliche a livello locale, regionale, riconoscono - come è il caso qui, credo di poter dire, a Liegi e la regione vallona, ​​la necessità di mettere tutte queste diverse competenze, queste azioni e vedere cosa possiamo fare lì per creare il futuro. Credo sempre di più che abbiamo bisogno di creare sinergie e ponti tra questi diversi mondi. S devono ascoltare, ascoltarsi a vicenda, al di là delle discipline e del mondo professionale, è meglio puntare all´eccellenza come l´efficacia è reciprocamente vantaggioso - noi non basta citare un professore di Harvard, ma come un europeo Leonardo da Vinci, si sta dicendo che "l´ascolto, è la sua aggiunta, i cervelli di altri". Chiaramente, come penso che sia molto importante nel mondo di oggi, perché nel mondo di oggi, sempre di più sia nel campo della scienza, delle attività economiche, il partizionamento sta scomparendo. Inoltre, se si vede il grande successo in termini di competitività globale, è normalmente attraversano le frontiere, per esempio, tra scienza e arte, design, tra il sapere umanistico e conoscenza tecnologica . È la capacità di rendere i dati che attraversano, trovando abbinamento significativi. E qui sto lottando per questo. Quelli sono ora la politica ei governi sanno molto bene che è impossibile avere una visione settoriale. Tra un reparto particolare, a volte c´è resistenza burocratica, ogni reparto vuole mantenere il suo feudo. Questo è un errore fondamentale perché è la sintesi e la sinergia tra i diversi settori che possiamo trovare soluzioni innovative, perché se non facciamo che le nostre politiche, ovviamente, Fail coerenza. E ´ qui che voglio Liegi salutare soprattutto un esempio concreto che si sa, questo è il settore spaziale, un settore a mio parere essenziale per il nostro futuro. Oltre ai cittadini europei sono ben consapevoli, perché in un sondaggio a livello europeo tre quarti di loro ritengono che lo spazio è importante per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e competitività industriale. Quindi lo spazio non è come si pensava di fantascienza. Non è solo la scoperta dello spazio. Ciò che è importante sono le applicazioni pratiche oggi in grado di portare un sacco per la nostra crescita. C ´è perché l´Unione europea ha fissato nel 2011 una strategia spaziale al servizio dei cittadini, perché una politica spaziale europea ci permette di rispondere meglio insieme molte di queste sfide sfide sociali che vanno dalla lotta contro il cambiamento climatico per l´aiuto umanitario e lo sviluppo attraverso la sicurezza pubblica e la sicurezza civile. Sfide economiche, nonché il settore spaziale è un driver di innovazione che genera nuove forme di cooperazione industriale come nuovi prodotti con nuove opportunità di business. Sfide strategiche come dare l´Unione più strumenti sulla scena internazionale. Questo è il motivo per cui la Commissione ha adottato all´inizio di quest´anno una comunicazione sulla politica industriale spaziale dell´Unione, al fine di sbloccare il potenziale di crescita economica di questo settore, per esempio, ci sono manager migliori regolamenti per il mercato spaziale o anche un migliore accesso ai mercati internazionali. E abbiamo anche proposto che nel prossimo bilancio dell´Ue è una busta importante dedicata alla politica spaziale (quasi 2 miliardi di euro all´anno). La nostra prima priorità è quella di fare due grandi programmi pienamente operativi e utilizzabili dell´Unione, di navigazione satellitare il programma (Galileo e Egnos) e il programma di osservazione della terra, Copernico. Attendo con grande interesse la visita che ho intenzione di fare subito dopo il nostro incontro qui a Liegi Space Centre e Amos società che contribuiscono specificamente per il programma Copernico. Soprattutto, vedo davvero un ottimo esempio di ciò che intendo per costruire ponti tra il mondo dell´istruzione, della ricerca e le imprese. La tua università è l´unico francese ad offrire un Master in Space Science University e un master in ingegneria tecnologia spaziale. Il centro della vostra ricerca applicata dell´università di Liegi Space Center offre anche il suo alto livello di competenza nel settore dei servizi e delle imprese regionali. E questo è molto importante, soprattutto per le piccole e medie imprese, come sapete, sono davvero la spina dorsale dell´economia europea. E ´con questi esempi penso che dobbiamo avere fiducia nel futuro di Liegi, la regione vallona del Belgio e d´Europa. E si sa, l´Unione europea non è l´economia. E l´università non è l´anticamera del mondo del lavoro. E ´soprattutto un luogo di cultura, il pensiero critico e la creatività, ma è anche un modo di vivere insieme. La storia delle università in Europa è molto vecchio e riflette un´aspirazione altrettanto vecchia, l´aspirazione all´unità europea che ha visto molte battute d´arresto nel corso dei secoli, ma è rimasta indistruttibile. Nonostante tutte le tragedie, tutte le guerre che abbiamo visto in Europa, il gruppo di aspirazione e rimane, a mio parere, che crescerà. E credo davvero che se ci uniamo finalmente il nostro paese su fondamentali economici e forze istituzionali, è perché la nostra Unione - al momento della Comunità - dalla sua nascita potrebbe invocare l´esistenza di una unità base fondamentale, in particolare un rapporto culturale, l´idea che noi apparteniamo alla stessa cultura di fondo. La nostra Unione è quindi più di un mercato, è una comunità di valori, un progetto politico, e perché non dire, un progetto di crescita. Questa relazione culturale è uno che dà un ruolo centrale per l´individuo , la persona umana, il rispetto della dignità umana. Questo è uno che i luoghi della scienza e della cultura al centro dell´apertura europea proprio perché ci arricchiscono come individui, possono creare legami che trascendono i confini. E ´questo rapporto culturale che ci incoraggia a difendere un´Europa che si sviluppa continuamente nuove forme di cooperazione basata sullo scambio di idee, innovazione e ricerca. E ´ciò che è così ben espresso dal belga Premio Nobel per la Fisica, quando François Englert ha detto circa la ricerca di base, essa "è l´accesso definitivo alla razionalità, e in questo senso è una barriera a qualsiasi tipo di idee pericolose, non razionali, che l´Europa ha sperimentato la devastazione ". La verità è che abbiamo visto in Europa il rischio di queste idee irrazionali l´, populismo, protezionismo, nazionalismo estremo. E la verità è che questi demoni, i vecchi demoni del nostro passato non è ancora morto. Dormono. Ma possono svegliarsi. Dobbiamo rimanere vigili e mobilitato contro ogni forma di estremismo e populismo, perché penso che chiamano in causa i valori fondamentali della nostra Europa. È anche per questo che voglio impegnarsi in questo dialogo con i cittadini, in particolare con gli studenti, perché mi sembra che oggi in Europa ci sia una delusione, profonda delusione, che io sappia. Una delusione è dovuta alla situazione economica, la situazione sociale, in particolare, ma una delusione a mio parere è a volte ingiustamente attribuito a Europa, perché la verità è che non era l´Europa che creato difficoltà. Essi sono sia nei mercati finanziari che non hanno rispettato le regole minime di una società civile, una società aperta, ma deve conoscere le regole. A volte è il debito pubblico eccessivo. E l´Europa non è il problema o la causa del problema. L´europa sarà parte della soluzione. Questo è il motivo per cui io credo che il tuo contributo a questo dibattito, i giovani europei, e in questo caso gli studenti dell´Università di Liegi, è importante. La domanda che a volte mi chiedo è come vedere l´Europa di oggi rispetto al passato. Per i belgi che erano studenti nel 1950, alcuni sono stati menzionati qui come il mio predecessore Jean Rey, per i belgi che erano studenti in quel momento, mentre il Xx secolo è stato segnato da due terribili guerre, guerre Mondo, Europa, era per lo più la pace e la riconciliazione. E ´stato così, è stato europei perché volevamo la pace e la riconciliazione, abbiamo voluto parlare finalmente cancellare i terribili tempi di guerra. Per me, il portoghese, che era uno studente nel 1970 , quindi ho avuto la possibilità di conoscere la rivoluzione democratica nel primo anno della mia scuola di legge a Lisbona per me l´adesione all´Unione europea è stata soprattutto il desiderio di democrazia e di libertà, perché la guerra era già lontano, era la democrazia e la libertà. Lo stesso vale per la mia età in Spagna, in Grecia. In seguito negli anni ´80 e ´90 per i giovani polacchi, ungheresi, cechi, l´Europa è anche la libertà e la democrazia non hanno conosciuto, o che i loro genitori non sono noti. La domanda che mi pongo è quello che è oggi l´Europa per voi, giovani belgi primi anni del Xxi secolo. A mio parere, ma che sta a voi se siete d´accordo o no, penso che l´Europa è il modo migliore che abbiamo, di fatto l´unico che dobbiamo essere in grado All´età di globalizzazione, per difendere i nostri interessi e promuovere i nostri valori, l´Europa è il valore. Così ora di obiettivi del corso, quali la pace, ed è per questo l´Unione europea ha ricevuto il Premio Nobel per la pace lo scorso anno, è ancora un obiettivo, naturalmente anche ora come valori e gli obiettivi di libertà e democrazia che abbiamo ora, ma anche di essere in grado di rinnovare la nostra economia sociale di mercato, il modello europeo che vogliamo mantenere, ma nel tempo del modello di globalizzazione. Ed è su questo che, se abbiamo tempo, vorrei discutere con voi. E la ringrazio molto per l´attenzione e pazienza. Grazie.”  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO STRINGERE LE REGOLESULLA VIGILANZA DEL MERCATO E LA SICUREZZA DEI PRODOTTI  
 
Strasburgo, 21 ottobre 2013 - I consumatori dovrebbero ricevere ulteriori informazioni sui prodotti che acquistano, tra cui sono stati prodotti e se essi sono stati testati adeguatamente, e potenzialmente merci pericolose devono essere ritirati dal mercato più rapidamente, ha detto che la commissione per il mercato interno il Giovedi. La commissione ha approvato due progetti di legge che rafforzino il requisiti di sicurezza dei prodotti e regole di vigilanza del mercato. I due progetti di regolamento sulla sicurezza dei prodotti e la sorveglianza del mercato sono per sostituire la direttiva sulla sicurezza dei prodotti dell´Ue corrente. Dovrebbero rendere le norme di sicurezza dei prodotti più facili da rispettare in tutta l´Ue, in modo da rispondere alla sfida posta dalla crescente gamma di prodotti importati nell´Ue e circolanti sul mercato unico. La normativa sulla sicurezza dei prodotti copre tutti i prodotti venduti nell´Ue per i quali non esiste una normativa specifica per il settore della sicurezza, e quindi fornire una rete di sicurezza generale per i consumatori. "Oggi, tutti i consumatori europei hanno vinto una grande vittoria. Abbiamo fatto in modo che i bambini saranno meglio protetti e che sarà possibile etichettare i prodotti a norme di sicurezza con un" Sicurezza Ue Tested "marchio", ha dichiarato la sicurezza dei prodotti relatrice Christel Schaldemose ( S & D, Dk). "Un´altra grande vittoria è che i fabbricanti o gli importatori dovranno posizionare un paese di origine l´etichetta sui loro prodotti, indipendentemente dal fatto che sono stati effettuati nella Ue o importati da un paese terzo. Si tratta di un grande passo avanti per la trasparenza nella fornitura dei prodotti catena, e questo è un bene per i consumatori ", ha aggiunto. "Vigilanza del mercato efficiente è un presupposto per la tutela dei consumatori in Europa. Questa legge è un passo importante verso la più potente di sorveglianza paneuropeo, coordinato e basato sul rischio. Migliore sorveglianza: i prodotti più sicuri per i cittadini europei", ha aggiunto la sorveglianza del mercato relatore Sirpa Pietikäinen ( Ppe, Fi). "Made in" etichettatura per migliorare la tracciabilità dei prodotti - Oggi, circa il 10% delle merci prese dall´Ue avviso sistema Rapex non può essere fatta risalire al produttore. Meps sostenuto una proposta della Commissione europea di imporre "paese di origine" etichettatura al fine di migliorare la tracciabilità dei prodotti e di consentire ai consumatori di fare scelte consapevoli. Produttori dell´Ue dovrebbero essere in grado di scegliere se vogliono mettere compiuti nell´Ue in etichetta o il nome del loro Stato membro. Se un bene è stato prodotto in più di un paese, il paese d´origine sarà dove subì il suo "ultimo, sostanzioso, trasformazione o lavorazione in un´impresa attrezzata a tale scopo e conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo od abbia rappresentato una economicamente giustificato importante fase della produzione ", i deputati dicono. Nuova etichetta di sicurezza - Per migliorare la sicurezza e informare meglio i consumatori, i deputati hanno proposto di introdurre un ulteriore, volontario "sicurezza Ue testato" l´etichetta per dimostrare ai consumatori che un bene è stato provato da un organismo terzo accreditato e dichiarato sicuro. Spetterebbe agli Stati membri dell´Ue di garantire che la nuova etichetta è usato correttamente. I bambini devono essere protetti meglio - I deputati hanno inoltre insistito sul fatto che i prodotti che non siano destinati per l´uso dei bambini, ma che potrebbe appello a loro a causa del loro design, packaging o caratteristiche, dovrebbero essere valutati per il loro livello di rischio. Ottenere prodotti potenzialmente pericolosi dal mercato - Deputati hanno votato per reintegrare il "principio di precauzione", che compare nella direttiva vigente sulla sicurezza dei prodotti, ma non è incluso nelle proposte della Commissione. L´applicazione di questo principio significa che i consumatori riceveranno il beneficio del dubbio e dei prodotti che possono compromettere la loro sicurezza sarà rimosso dal mercato più velocemente. Le sanzioni per le aziende che vendono prodotti non conformi - Per garantire che il crimine non paga, i deputati vogliono assicurarsi che le sanzioni per il vincolo delle merci non conformi o potenzialmente pericolosi sul mercato sono "proporzionate e dissuasive", e anche tenere conto della "gravità, la durata e il carattere intenzionale o ricorrente della violazione così come la dimensione della società ". Ue lista nera delle compagnie "non sicuri" - I deputati hanno inoltre proporre che la Commissione dovrebbe elaborare un livello di Ue blacklist pubblica delle imprese che sono "più volte dimostrato di avere violato intenzionalmente" regole di sicurezza dei prodotti dell´Ue. Inoltre Meps ha suggerito di istituire una banca dati paneuropea sulle lesioni legate al prodotto subiti dai consumatori. Il progetto di relazione dell´onorevole Schaldemose sulla sicurezza dei prodotti è stato approvato con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 5 astensioni. Il progetto di relazione dell´on Pietikäinen sulla sorveglianza del mercato è stata adottata con 32 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astensioni. Prossimi passi - La commissione voterà in una fase successiva su un mandato per i due relatori di aprire i negoziati con il Consiglio, al fine di raggiungere un accordo in prima lettura prima della fine di questa legislatura. Presidenza, presidente della commissione Malcolm Harbour (Ecr, Uk).  
   
   
LA GOVERNANCE ECONOMICA DOPO LA CRISI IN EUROPA: E ADESSO?  
 
 Vilnius, 21 Ottobre 2013 – Di seguito l’intervento del 17 ottobre di lgirdas Šemeta Commissario responsabile per la fiscalità e l´unione doganale, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode, nel corso della Conferenza interparlamentare sul semestre europeo: “ Signore e Signori, In primo luogo, vorrei ringraziare i miei amici dal Parlamento lituano e la Presidenza per aver ospitato questo evento. Convocazione questa prima Conferenza sulla governance economica e finanziaria dell´Unione europea a Vilnius, sotto la Presidenza lituana, è particolarmente adatto. Geograficamente, la zona euro ha visto - e continuerà a vedere - il suo più recente sviluppo dinamico nella zona del Baltico. Ora è giunto il tempo per abbinare dinamismo geografico con dinamismo politico. Forte risposta dell´Europa alla crisi Siamo ormai cinque anni in crisi con i suoi squilibri economici, boom del credito, bolle immobiliari, e la spesa pubblica insostenibile nella maggior parte degli Stati membri dell´Ue. L´europa non è rimasta inattiva in questo periodo difficile. Collettivamente, abbiamo consegnato una forte risposta politica a tali sfide, con un obiettivo molto chiaro in mente: la salvaguardia dell´euro. Il Patto di stabilità e di crescita è stato sostanzialmente rivisto. Alcuni nuovi strumenti sono stati sviluppati per l´Eurozona per coordinare meglio le politiche economiche e assicurare la vigilanza fiscale preventiva e correttiva. La Bce ha sviluppato un nuovo kit di strumenti per il contenimento della frammentazione politica finanziaria nella zona euro. Con l´Esm, abbiamo costruito un firewall per evitare il sovrano difficoltà finanziarie fuoriuscita attraverso le frontiere. Nei più vulnerabili della zona euro gli Stati membri, la cooperazione istituzionalizzata con la Bce e il Fmi ha aiutato a superare il peggio della crisi. Queste misure stanno iniziando a dare i suoi frutti. Non molto tempo fa, alcuni commentatori dichiaravano i morti di euro, eppure oggi questo scenario sembra irrealistico. Il riequilibrio esterno nella zona euro è in corso. E la crescita sta gradualmente tornando verso un percorso positivo. Non voglio qui per sminuire i rischi che rimangono o il costo sociale delle nostre società stanno dando. Ma la situazione oggi è diverso da quello che era solo un paio di mesi fa. Guardando al futuro: un progetto per l´Uem Sfide rimangono ancora per il futuro ed è per questo la Commissione mantiene l´alimentazione del dibattito sulla approfondimento della Uem. La nostra comunicazione, che noi chiamiamo il "Blueprint", descrive come possiamo progredire verso una vera unione economica e monetaria europea. Già sono state adottate alcune prime misure. Proposte legislative per un sindacato bancario sono attualmente in fase di negoziato. Si sente di più su questo più tardi oggi. Abbiamo inoltre proposto di rafforzare il coordinamento ex ante delle importanti riforme economiche e che la prospettiva europea di lungo periodo dovrebbe comprendere una capacità di stabilizzazione fiscale e l´emissione comune del debito pubblico. Anche se, nel Blueprint, diamo priorità alle misure che possono essere realizzati in base alla disciplina vigente, le proposte che ho appena citato alla fine porterà a modifiche del trattato. So che questo è difficile e sarò esigente, soprattutto in termini di sforzi per spiegare, convincere e ottenere supporto. Tuttavia, dal momento che la nostra proposta, la quantità di moto è la costruzione, e le possibili caratteristiche di progettazione di una più stretta integrazione nell´Uem si stanno sempre più discusso in vari forum. Personalmente sono un sostenitore di un approccio graduale ma deciso verso una più stretta unione economica. Anche se sono convinto che molti cittadini europei comprendano che la risposta adeguata alle sfide che abbiamo di fronte è più Europa, bisogna che anche sopportare mente lo scetticismo intorno a questioni europee che esiste in molti Stati membri dell´Ue. Perciò abbiamo bisogno di essere sicuri che eventuali passi in avanti che proponiamo offrono vantaggi evidenti, che i cittadini possono capire e apprezzare. Governance economica - Le aspettative dei cittadini Signore e Signori, Il mio contributo è sotto il titolo di "Impostazione del giusto quadro per il post-crisi della governance economica dell´Ue". Gli strumenti che ho citato sono elementi importanti del post-crisi della governance economica. Molti dicono che la maggiore integrazione per l´Ue complessiva emergerà dalla nostra risposta alla crisi. Hanno ragione. Ma vorrei andare oltre e dire che una più stretta integrazione è già in atto: essa è la nostra risposta alla crisi. Vi è, tuttavia, anche un aspetto preoccupante per la storia. Mentre la risposta alla crisi ha portato una maggiore integrazione nelle istituzioni e procedure, non ha sempre favorito un senso di comunità tra i cittadini dell´Unione europea. Infatti, negli Stati membri, pareri su Europa sono divergenti. Queste non sono le condizioni ideali per l´adozione di misure coraggiose verso una maggiore integrazione. Tuttavia, i cittadini dell´Ue hanno grandi aspettative dei loro responsabili politici. Eurobarometro sondaggi forniscono un sapore di come i nostri cittadini vedono il futuro dell´Europa. La disoccupazione e il debito pubblico sono viste come le più grandi sfide per il futuro. Tuttavia, l´enfasi su ogni diversa tra paesi. La maggior parte degli europei vedono la necessità di una maggiore attenzione alla parità sociale e di solidarietà, al fine di affrontare le principali sfide globali E la stragrande maggioranza dei cittadini nella maggior parte dei paesi della zona euro vorrebbe un coordinamento delle politiche economiche e di bilancio più forte. Sono sicuro che questo parere è condiviso anche dai cittadini di non-Euro Stati membri. Che cosa facciamo di questi dati? Come possiamo andare avanti? Governance economica - Un approccio per l´Unione Al di là delle questioni strettamente legate alla zona euro stessa, vi è un legittimo affidamento da parte dei nostri cittadini che l´Ue dovrebbe contribuire ad una crescita globale e la strategia di lavoro per tutti. L´agenda economica rinforzata europea implica una più stretta cooperazione a livello Ue sulla priorità politiche e gli obiettivi stabiliti, con approcci specifici per paese sulla base di squilibri macroeconomici ed economici e la sorveglianza della politica fiscale. Per questo, abbiamo il semestre europeo - uno strumento completo per migliorare la consistenza, l´attenzione e la tempestività delle politiche economiche. Il semestre europeo ha già dimostrato i suoi meriti. Vorrei sottolineare due punti qui, dove siamo in grado di contribuire ulteriormente alla definizione di un quadro a destra. In primo luogo, credo che abbiamo bisogno di un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo nel semestre europeo . I rappresentanti eletti hanno naturalmente un ruolo importante da svolgere in questo processo. La partecipazione dei parlamenti nazionali è essenziale per migliorare la proprietà, garantire prime discussioni sui programmi nazionali di riforma, e fare il miglior uso delle analisi e le raccomandazioni che ricevono nella progettazione di crescita che migliorano le riforme delle politiche e delle decisioni di bilancio. Il Parlamento europeo, da parte sua, è un partner essenziale nel dialogo economico a livello europeo. Come tale, essa dovrebbe garantire la trasparenza dell´intero esercizio e monitorare il principio di rispettare-o-spiegare su raccomandazioni specifiche per paese rivolte agli Stati membri. In secondo luogo, anche se alcuni elementi del semestre europeo si limitano alla zona euro, quelli al di fuori della zona euro non deve essere emarginato o lasciato alle spalle. Né dovrebbe essere il nostro mercato unico essere compromessa. Pertanto, importanti elementi di approfondimento della Uem-come quello bancario sindacato o la politica di coordinamento ex-ante-dovrebbero, per quanto essa sia giuridicamente possibile, rimarrà aperta al di fuori dell´area dell´euro gli Stati membri. Dobbiamo dare disposti Stati membri la possibilità di beneficiare di sorveglianza economica rafforzata, se lo desiderano, anche prima di aderire alla moneta comune. Questo è, a mio avviso, indispensabile per orientare l´intera Unione europea in direzione di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, come parte della strategia Europa 2020. Ambito di applicazione della politica fiscale europea Signore e Signori, Ora vorrei concentrarmi su un aspetto strettamente legato alla governance economica, che è molto vicino al mio cuore. Mi riferisco al settore della fiscalità. Mi spiego a voi dove faccio vedere possibilità di andare avanti con la politica fiscale nel contesto del semestre europeo e anche oltre. In primo luogo, i nostri cittadini si aspettano giustamente determinate azioni per combattere l´evasione fiscale . E questa non è una cosa su cui i nostri Stati membri possono fornire in isolamento. E ´importante che i contribuenti onesti non devono pagare più del dovuto per compensare i truffatori. E ´anche fondamentale per proteggere il nostro modello economico, in modo che i nostri liberi mercati ed economie aperte non sono lasciati vulnerabili agli abusi. La Commissione ha avviato un ambizioso piano d´azione verso una maggiore trasparenza fiscale e rafforzata lotta contro le frodi e l´evasione. Lo scorso maggio, il Consiglio europeo ha approvato questo piano, scadenze fisse per la sua attuazione e ha chiesto per il pieno coordinamento delle posizioni dell´Ue nelle discussioni globali al livello dell´Ocse e del G20. Questo apre la strada ad un´azione sistematica in settori diversi come la lista nera dei paradisi fiscali, la chiusura di lacune in materia di tassazione dei redditi da risparmio, il miglioramento della cooperazione tra la tassazione e gli altri organi di polizia, l´Iva e le frodi carosello affrontare, e di agire per contrastare le pratiche dannose e l´erosione di base in materia di tassazione delle imprese. Da un punto di vista più ampio, credo che dobbiamo anche prendere l´applicazione delle imposte e la lotta contro l´attività economica non dichiarata più seriamente. In materia fiscale, stiamo lavorando su una nuova prospettiva interessante su questo tema. La ricerca ha dimostrato che esiste un legame diretto tra il rispetto degli obblighi fiscali e di come lo Stato e le sue istituzioni sono percepite dai cittadini. Pertanto, al fine di migliorare la conformità fiscale, abbiamo anche bisogno di elevare la qualità dei beni pubblici offerti. A mio avviso, offre un ambiente di buon governo non è solo importante per la competitività, ma è anche un prerequisito per i nostri cittadini a credere che stanno facendo un prezioso contributo alla società, pagando le tasse. Al di là di lotta contro la frode e l´evasione fiscale, i nostri cittadini si aspettano che anche gli Stati membri dell´Ue ad attuare sistemi fiscali equi. Non vi è stato recentemente un crescente interesse sugli effetti distributivi delle politiche di bilancio, ed è giusto così. Sappiamo tutti che il risanamento di bilancio è la grande sfida dei nostri tempi per molti Stati membri. Infatti ci vorrà una generazione per alcuni paesi per completare questa operazione. In questo ambiente, equità - nel senso di tutelare i più deboli e nel rispetto del principio della capacità contributiva - non è solo di soddisfare le aspettative espresse dei cittadini. C´è una crescente evidenza che la prevenzione disuguaglianza socio-economica di salire troppo alta ha benefici per tutti, anzi in un certo senso strettamente economico. Siamo tutti consapevoli del fatto che di solito c´è un trade-off tra equità ed efficienza. Tuttavia, non è possibile per l´equità e la crescita di essere obiettivi complementari. Infatti, è stato dimostrato che conta azionari di crescita, così come della stabilità fiscale e finanziaria. Quindi ci possono essere vantaggi economici in relazione alle preoccupazioni dei cittadini circa l´equità e nel valutare come le riforme fiscali possono contribuire a colmare disuguaglianze che stiamo affrontando nella Ue. In questo contesto, vorrei richiamare la vostra attenzione alla nostra analisi sul nesso tra equità, la crescita, e la politica fiscale previsto nel presente anno fiscale Rapporto Riforme , pubblicato all´inizio di questo mese. Una più stretta integrazione fiscale Vorrei concludere ora con alcune parole sulla questione di una più stretta integrazione fiscale. Una capacità fiscale europea comune, qualunque sia il suo scopo immediato, dovrà essere supportata da entrate. E quando si tratta di entrate, non dobbiamo dimenticare il verdetto di "no taxation without representation". Ci sono molti dibattiti su vari aspetti di una capacità fiscale europeo sul lato funzionale. Vorrei vedere come molti dibattiti e contributi riflessivo su come rafforzare la governance economica europea lungo le linee di partecipazione democratica. I processi di decisione democratica dovrebbero fornire le basi di una struttura fiscale europea. E tutti sappiamo che l´architettura intelligente non può compensare fondamenta deboli. A questo proposito, apprezzo molto questa conferenza di oggi, in quanto raccoglie le opinioni dei cittadini europei attraverso i loro rappresentanti eletti. Abbiamo bisogno di essere più creativi nella creazione di formati e manifestazioni simili, dove possiamo imparare gli uni dagli altri, impariamo a conoscere i nostri cittadini, e fornire uno spazio aperto per articolare le preferenze a livello europeo. Da parte mia, vorrei porre questa domanda a voi: quando si considera una maggiore integrazione fiscale, è lì non anche qualche verità nello slogan invertita, "Nessuna rappresentanza senza tassazione"? Alla fine, in cui si mette il denaro, che è dove trovano i tuoi interessi. Secondo questa linea di ragionamento, la riscossione delle entrate avrebbe sollevato posta in gioco e la consapevolezza e certamente alimentare il dibattito pubblico a livello europeo: proprio ciò che è necessario per le democrazie sane per funzionare. In sostanza, io sostengo di un vero e proprio reddito capacità a livello europeo. Signore e Signori, Vorrei concludere con un breve riassunto della mia visione sul modo di procedere. Abbiamo bisogno di più Europa, ma quella in cui i nostri cittadini possano capire e possono sperimentare i benefici. Con la crisi, ci siamo mossi verso una maggiore integrazione fiscale. Dovremmo continuare a progredire gradualmente verso una governance economica rafforzata e unione bancaria più forte. Il nostro obiettivo non dovrebbe mai essere solo su meccanismi economici ma tenere sempre le aspettative degli Stati membri e dei loro cittadini in mente. La tassazione è una questione di soldi della gente. E le persone tendono a seguire molto da vicino quello che pagano. Se si ottiene il valore per i vostri soldi, sarete più disposti a pagare. È per questo che il buon governo è importante. Questo è anche perché le questioni di equità.  
   
   
UE: CONCORRENZA TRA GLI OPERATORI DEI MERCATI FINANZIARI  
 
Bruxelles, 17 ottobre 2013 – Di seguito l’intervento del 17 ottobre di Joaquín Almunia Vice Presidente della Commissione europea responsabile per la politica della concorrenza, nel corso dell’ Ecmi Conferenza annuale (Banca Nazionale del Belgio); “ Signore e Signori: E ´un piacere essere qui oggi e ringrazio Karel Lannoo per il suo gentile invito. Durante la mia presentazione, voglio condividere con voi le mie intuizioni su come la concorrenza tra gli operatori dei mercati finanziari funziona. Lo farò sulla base di recenti e in corso accertamenti condotti dalla Commissione Europea come esecutore delle regole di concorrenza. Il contesto Lo stato della concorrenza nei mercati dei capitali in Europa non è uniforme. La concorrenza è forte nel trading e clearing di equità, ma è piuttosto debole per altri strumenti finanziari - quali contratti derivati ​​- in cui i mercati sono ancora altamente concentrati. I mercati azionari sono stati aperti dalla direttiva sui mercati degli strumenti finanziari - Mifid - o del 2007, che ha introdotto significative modifiche normative. La direttiva è migliorata trasparenza in questi mercati e reso possibile per i nuovi tipi di piattaforme di trading di competere con gli scambi tradizionali. Mifid ha dimostrato i benefici di una maggiore concorrenza tra gli operatori finanziari, ma ha abbassato i prezzi e migliorato la tecnologia a vantaggio dei consumatori. Per quanto riguarda i mercati dei derivati, il lavoro normativo è ancora in corso. Mi riferisco al regolamento Mifir, che è stato adottato dalla Commissione nel 2011 ed è attualmente in discussione al Parlamento europeo e al Consiglio. Per affrontare la concentrazione in questi mercati, le misure proposte nel Mifir dovrebbero abbassare le barriere all´ingresso in exchange-traded mercati dei derivati ​​e renderli più contendibile. Naturalmente, abbassando le barriere all´ingresso non è un obiettivo in sé, perché stiamo parlando di mercati sensibili che devono essere accessibili solo ai giocatori affidabili. Ma il progetto di regolamento Mifir un buon equilibrio: da un lato, si apre questi mercati alla concorrenza e, dall´altro, si fa in modo che rimangano sicuri e stabili, una volta le sue disposizioni diventano operative. Il Parlamento europeo ha chiesto alcune modifiche importanti, ma le discussioni sono in corso. Cosa facciamo Dopo questa rapida panoramica di ciò che sta accadendo nel piano normativo, Passo ora alla applicazione del diritto Ue della concorrenza, che va di pari passo con essa e persegue obiettivi simili. Aiuti di Stato per le banche Come autorità di concorrenza, il lavoro della Commissione sui mercati finanziari copre tutti i suoi strumenti: aiuti di Stato, politica antitrust, controllo delle concentrazioni. Dal 2008, quando gli Stati membri ha iniziato a sostenere in maniera massiccia i loro sistemi bancari, la Commissione ha introdotto un quadro di aiuti di Stato su misura per far fronte a banche salvate con tre obiettivi principali: il mantenimento della stabilità finanziaria; salvaguardia del mercato interno, e tutelare gli interessi dei contribuenti. Abbiamo utilizzato questo quadro di riferimento per valutare e approvare i piani di salvataggio e di ristrutturazione per ogni banca in difficoltà in Europa. Nel complesso, e in cima alla analisi dei sistemi nazionali di sostegno dei rispettivi sistemi, abbiamo lavorato sulla ristrutturazione o la risoluzione di quasi 70 soggetti, equivalente a circa un quarto del settore bancario europeo in termini di attivi. In tal modo, la Commissione è diventata di fatto una gestione di crisi centrale e l´autorità risoluzione. Unione bancaria Ora siamo ad un punto di svolta in termini di costruzione della Union Banking. In effetti, si tratta di un lavoro complesso e critico, sia per riavviare i adeguati flussi di credito all´economia reale e per completare l´architettura dell´Unione economica e monetaria. Un sacco di progresso è stato fatto nel corso degli ultimi mesi. In particolare, il recupero e la Banca Risoluzione direttiva, da adottare presto-offre una serie di strumenti in grado di affrontare eventuali crisi bancarie in tre fasi: prevenzione, l´intervento precoce e la risoluzione. Si spera, un meccanismo unico Risoluzione per l´area dell´euro accompagnerà il prossimo anno il Garante singolo finalmente approvato questa settimana dal Consiglio Ecofin. Uno degli strumenti principali a disposizione delle autorità di risoluzione sarà bail-in. In base alla proposta di direttiva, una banca con delibera può essere ricapitalizzata tramite l´imposizione di perdite o la conversione in capitale di azionisti e creditori chirografari, tra cui gli obbligazionisti junior e senior e alcune categorie di depositanti. Questo strumento è un potente antiretro privato. Sarebbe ridurre la necessità di fermi d´arresto pubblici. O, almeno, vi aiuterà a ridurre le loro dimensioni. Ancora più importante, l´introduzione di bail-in potrebbe contribuire a spezzare il circolo vizioso tra banche e governi in cui banche in fallimento possono minare la stabilità finanziaria di interi paesi e, infine erodere la credibilità nei confronti dei mercati. Nuove regole per le banche Sa Per accompagnare i cambiamenti che ci porteranno alla Union Banking, abbiamo riformato le regole sugli aiuti di Stato speciali per le banche in difficoltà che abbiamo usato nel corso degli ultimi cinque anni. Vorrei chiarire come le nuove regole sugli aiuti di Stato, in vigore dal primo agosto, inserire nel quadro generale della Union Banking e vi aiuterà a gestire la transizione. Le nuove regole introducono tre modifiche principali. In primo luogo, non ci sarà alcun salvataggio prima di una quota maggiore degli oneri saranno a carico delle banche. In altre parole, prima di ricorrere al denaro dei contribuenti, le banche dovrebbero pagare il conto per andare al mercato, con risorse interne, e chiedendo il contributo dei soci, ibridi ´titolari, ei creditori del debito juniores. I requisiti di ripartizione degli oneri si applicano a tutti gli aiuti di Stato concessi alle banche, non solo in scenari di risoluzione. Può anche aiutare a garantire un agevole passaggio al futuro bail-in regime sotto la Brrd, e facilita la transizione verso il funzionamento del meccanismo di risoluzione unico. Il secondo grande cambiamento delle nostre nuove norme sugli aiuti di Stato risulta dalla positiva esperienza del memorandum d´intesa spagnola approvato lo scorso anno. Nessun aiuto di Stato sotto forma di ricapitalizzazione o di sollievo alterata-asset sarà approvato prima della ripartizione degli oneri avviene e il piano di ristrutturazione è stato approvato dalla Commissione. Il terzo principale cambiamento che le nuove norme introducono un limite sulla remunerazione dei dirigenti di tutte le banche aiutati. Con le nuove regole siamo meglio equipaggiati di reagire rapidamente e di garantire che le banche contribuiscano in misura massima prima di toccare gli aiuti pubblici. In particolare, il principio di ripartizione degli oneri contribuirà a limitare le dimensioni delle potenziali battute pubbliche che potrebbero essere necessari. Infine, le banche dovrebbero anche avere il tempo e l´incentivo a costruire un buffer di capitale sufficiente. Antitrust Signore e Signori: Vorrei ora passare alla nostra azione nel controllo antitrust e di concentrazioni, che è più direttamente rilevanti per la negoziazione e la compensazione di strumenti finanziari. Inizierò con il nostro lavoro in materia di antitrust. Come sapete, le nostre regole riguardano sia il comportamento individuale di una singola azienda - ai sensi dell´articolo 102 del Trattato - e gli accordi tra diversi operatori di mercato ai sensi dell´articolo 101. Mi spiego un paio di esempi di accordi che vengono attualmente studiati. Cds La prima indagine citerò è nel mercato dei credit default swap. Tra il 2006 e il 2009, Deutsche Börse e il Chicago Mercantile Exchange ha cercato di entrare nel business dei derivati ​​di credito. Questi due scambi rivolti alle Swaps and Derivatives Association (Isda) e il servizio di provider di dati Markit per ottenere licenze per i loro dati e parametri di riferimento dell´indice. Queste licenze sono necessarie per operare in questo mercato. Tuttavia, secondo i nostri risultati preliminari, alcune delle più grandi banche d´affari del mondo, ha deciso di controllare le informazioni finanziarie sui Cds e scambi di blocchi di entrare nel business dei derivati ​​di credito al fine di proteggere gli introiti guadagnano agendo come intermediari in over-the-counter offerte . Le banche controllano Isda e Markit istruiti entrambe le organizzazioni a dare gli scambi licenze solo per la negoziazione over-the-counter e non per lo scambio di trading. Questa pratica è dannosa perché lo scambio di negoziazione di derivati ​​di credito avrebbe potuto fare la negoziazione di questi contratti più economici e avrebbe potuto migliorare la trasparenza e la stabilità del mercato. Come ho detto, l´inchiesta non è finita e le banche di investimento conoscono le nostre preoccupazioni. Ora stiamo aspettando le loro risposte. Una volta che avremo analizzato i loro commenti, andremo avanti verso una decisione finale e, nel caso in cui saranno confermate le nostre preoccupazioni, che sancirà questo comportamento. Libor / Euribor Un altro sforzo investigativo antitrust citerò è nella zona dei derivati ​​su tassi di interesse. I media hanno definito lo scandalo Libor. Una indagine parallela si riferisce a pratiche simili per quanto riguarda Euribor. Stiamo indagando presunti accordi di cartello tra i commercianti che coinvolgono un certo numero di banche internazionali e, in alcuni casi, gli intermediari. Stiamo cercando di scoprire se i commercianti di derivati ​​di tasso collusione per manipolare i parametri di riferimento Euribor e Libor, al fine di ottenere un vantaggio nelle loro posizioni di trading. Tale comportamento collusivo può essere catturato dalle nostre norme antitrust. Altre autorità di regolamentazione stanno indagando gli stessi fatti sotto i loro punti di vista corrispondenti. Le nostre indagini sui cartelli sono molto a buon punto, e ci saranno novità a breve. Questo è un caso di importanza primaria. Sono convinto che la rigorosa applicazione delle regole di concorrenza - in aggiunta a una regolamentazione ex ante recentemente proposto dalla Commissione, è essenziale per ripristinare la fiducia nell´affidabilità dei tassi di riferimento e nel settore finanziario in generale. Platts Queste azioni dimostrano che se abbiamo chiare indicazioni di manipolazione dei parametri di riferimento in altri mercati, agiremo immediatamente. Per esempio, abbiamo effettuato ispezioni nel maggio scorso nei locali di diverse società attive, come i prezzi di reporting Platts agenzia, nella fornitura di servizi all´industria petrolifera, prodotti petroliferi raffinati greggio e dei biocarburanti. Stiamo indagando. Le nostre preoccupazioni sono in questo caso che i benchmark di prezzo per un certo numero di prodotti petroliferi e di biocarburanti sono stati distorti, in particolare a seguito di collusione tra le imprese che partecipano al processo di rendicontazione. Db / Nyse vs Ice / Nyse Mergers Come ho detto prima, usiamo tutti i nostri strumenti per far rispettare il diritto comunitario della concorrenza nei mercati dei capitali. Dopo che i miei commenti sul controllo degli aiuti di Stato e le indagini antitrust, lasciatemi ora concludere con la nostra recensione di fusioni. Regole di fusione mirano a prevenire la creazione di strutture di mercato che potrebbero danneggiare la concorrenza, con l´effetto di un aumento dei prezzi o minore innovazione. Vorrei spiegare il nostro pensiero con gli esempi di due offerte che coinvolgono scambi, il progetto di fusione tra Deutsche Börse e Nyse Euronext abbiamo vietato nel febbraio 2012 e l´acquisizione di Nyse Euronext da Intercontinental Exchange - o Ice - che abbiamo cancellato lo scorso giugno. Nel primo caso l´operazione avrebbe creato un monopolio, mentre l´altra rimarrebbe un numero di concorrenti significativi per la società risultante dalla fusione. La prima decisione di costituire un precedente per l´analisi dei mercati interessati. L´accordo Euronext Ice / Nyse è stata valutata alla luce di questo precedente. Tuttavia, ogni transazione viene analizzato in base ai propri meriti e le differenze di fatto tra i due casi, spiegano i diversi esiti. In entrambi i casi, la nostra valutazione riguardava l´effetto che ogni affare avrebbe sul trading e clearing di derivati. Il core business derivato sia di Deutsche Börse e Nyse Euronext - le società coinvolte nella prima operazione - erano derivati ​​finanziari europei. La nostra analisi dei documenti interni delle due società ha dimostrato che ogni esercitato una forte pressione concorrenziale, dall´altro. Quindi, la concentrazione avrebbe portato ad un quasi-monopolio in derivati ​​finanziari europei in tutto il mondo che non poteva essere risolto con gli impegni presentati dalle parti. Pertanto, non avevamo alternative che per bloccarlo. Al contrario, i contratti offerti da Ice e Nyse Euronext soddisfare le diverse esigenze commerciali. Core business dei derivati ​​di Ice sono in energia. A prima vista, si sovrappone con Nyse Euronext sembrano esistere, in particolare nel settore dei cosiddetti "derivati ​​soft commodity" come il cacao, il caffè e derivati ​​dello zucchero. Ma anche qui la differenza in termini di attività sottostanti tra Ice e contratti di Nyse Euronext erano tali che non avevano potuto essere considerato in concorrenza tra loro. In sintesi, la nostra indagine ha dimostrato che l´Ice e Nyse Euronext non guardavano l´un l´altro come unico principale concorrente diretto. Abbiamo quindi approvato la fusione perché non avrebbe probabilmente un impatto negativo sul prezzo o la qualità a scapito dei consumatori. Conclusione Signore e Signori: Concludo ripetendo che il corretto funzionamento del sistema finanziario europeo è di cruciale importanza per il finanziamento dell´economia reale. Per questo motivo, salvaguardando la concorrenza in questo settore rimane una priorità assoluta. Noi non risparmieremo alcuno sforzo per fare in modo che gli operatori del mercato rispettino il diritto comunitario della concorrenza. Di aiuti di Stato per il controllo delle concentrazioni, da abusi di posizione dominante per combattere contro i cartelli. Quando si tratta di controllo della concorrenza, i mercati finanziari sono mercati come gli altri. Essi non ricevono un trattamento speciale da noi, solo una particolare attenzione quando la stabilità finanziaria è in gioco. Grazie.  
   
   
GIORNATA EUROPEA CREDITO: TAJANI: "SERVE UN INDUSTRIAL COMPACT CHE INTEGRI E BILANCI QUELLO FISCALE" PER STIMOLARE LA DOMANDA INTERNA E RAFFORZARE LA COMPETITIVITÀ DELLE PMI EUROPEE. STRETTA CREDITIZIA PRINCIPALE FRENO ALLA RIPRESA.  
 
Roma, 21 ottobre 2013- Di seguito l’intervento di apertura del 18 ottobre di Antonio Tajani alla Giornata europea del credito. L´evento di oggi è il primo di una serie che avrà luogo in tutte le capitali europee per presentare l´azione della Commissione a favore del credito alle imprese. La crisi dei debiti sovrani e le difficoltà delle banche hanno innescato un meccanismo perverso che si auto alimenta, frenando la ripresa. Un anno fa la Commissione ha presentato una strategia per re industrializzare l´Europa e passare dal 15% al20% del Pil sul manifatturiero entro il 2020. Uno dei 4 pilastri di questa strategia è l´acceso al credito. Dai rapporti sulla competitività degli Stati membri e dell´industria, presentati il 25 settembre, emerge un quadro a luci e ombre. Malgrado qualche timido segnale di ripresa, l´Ue non è ancora riuscita a lasciarsi alle spalle la crisi. Se il manifatturiero è in recupero, anche grazie ai dati positivi sull´export, la base industriale continua a erodersi. Dal 15.5% dello scorso anno siamo al 15,1%. Sul fronte del lavoro la situazione è drammatica, con un giovane su due che non trova lavoro in Grecia, Portogallo, Spagna o meridione d´Italia. Per invertire questo trend serve una ripresa molto più robusta. Mentre, invece, a differenza degli Usa, l´Ue è ancora lontana dai livelli pre-crisi. I rapporti della Commissione evidenziano come la radice della crisi sia il crescente differenziale di competitività tra le economie europee. Per cui, dobbiamo domandarci se gli sforzi fatti per lottare contro l’indebitamento non abbiano deviato l’attenzione dai problemi legati alla competitività. Nonostante una forte azione della Commissione e azioni di riforma in molti Stati membri, vi sono ancora profondi squilibri strutturali. Il divario di produttività rimane ampio, con paesi gravati da fiscalità punitiva, pubblica amministrazione inefficiente o tempi della giustizia biblici. Per non parlare della limitata capacità d´innovazione, dei costi dell´energia o, dell´inadeguatezza del sistema infrastrutturale. Ma, come rilevato dallo stesso presidente della Bce Mario Draghi, l´ostacolo maggioresulla via della ripresa per le economie più in difficoltà è la stretta creditiza. Il calo dei tassi e la forte liquidità resa disponibile dalla Bce per le banche ha portato vantaggi limitati alle imprese di molti paesi, dove il calo della domanda e i problemi delle banche hanno prosciugato le linee di finanziamento. L´ultimo rapporto Bce indica che oltre 1/3 delle imprese Ue non ottiene il credito richiesto, con il livello storico più basso di credito. In Grecia, Spagna o Italia, la percentuale d´imprese che ha difficoltà di finanziamento arriva rispettivamente al 60%, 51% e 38%, con un differenziale di tassi rispetto alla Germania anchedi quattro punti. In Italia nell´ultimo anno i prestiti alle imprese sono diminuiti del 4,6 per cento. Dal 2007 l´incremento delle sofferenze è triplicato, arrivando al 22%. Si stima che da noi 1/3 dei fallimenti derivano più che dalla mancanza di competitività, dalla carenza di credito. La restrizione e le disparità nell´accesso ai finanziamenti sono la più seria ipoteca per l´uscita dalla crisi, specie in paesi con un alto numero di Pmi, le più colpite dal credit crunch. Va, dunque, superata la frammentazione del mercato interno che penalizza un´impresa per il solo fatto di operare in un paese, anziché in un altro. La politica deve contribuire a spezzare questo meccanismo recessivo. L´azione della Bce è positiva. Ma, come afferma lo stesso Draghi, è necessario che la Commissione e la Bei s´impegnino di più, anche con azioni straordinarie. Azione Ue - Gli strumenti europei, hanno dato buoni risultati. Ad esempio, attraverso il solo programma per la Competitività (Cip), con fondi in garanzia per prestiti e venture capital, dal 2009 sono state finanziate 250.000 Pmi che altrimenti non avrebbero ottenuto credito, creando 220.000 nuovi posti. Qualche mese fa abbiamo ottenuto di non applicare la nuova ratio di capitale più restrittiva di Basilea Iii ai prestiti alle Pmi fino a 1.5 milioni. Ma la gravità della situazione ci impone di fare di più. Nelle nuove prospettive finanziarie abbiamo proposto e ottenuto di aumentare i fondi per l´accesso al credito e il venture capital nel nuovo programma per la Competitività 2014/2020, denominato Cosme. Ben il 60% dei 2.3 miliardi saranno destinati a garantire prestiti e venture capital. Si stima la possibilità di erogare oltre 20 miliardi di nuovi prestiti e 4 miliardi di capitali di rischio che beneficeranno a circa 350.000 imprese da qui al 2020. Anche nei fondi regionali Ue 2014/2020 e nel programma per innovazione e ricerca Orizzonte 2020 vi saranno più risorse per il credito alle Pmi. La Bei, che dal 2007 ha già aperto 84 miliardi di linee di finanziamento alle Pmi, avrà un ruolo sempre maggiore. Questo anche grazie alla ricapitalizzazione di 10 miliardi effettuata a marzo che consente nuovi investimenti fino a 180 miliardi. In occasione del Consiglio Europeo del 27-28 giugno la Commissione ha presentato tre possibili linee di azione per rafforzare la sua risposta alla crisi del credito. Si è proposto di fare maggiore ricorso al bilancio Ue 2014-2020, con 10 miliardi di Fondi Strutturali e 420 milioni da Orizzonte 2020 e Cosme, oltre a fondi Bei, per garanzie e/o cartolarizzazione. La Commissione ha messo sul tavolo tre opzioni: La prima prevede fondi per garanzie e, in parte minore, cartolarizzazioni, con una gestione decentrata per paese. L´effetto di leva sarebbe relativamente basso, nell´ordine di 1:5, consentendo prestiti per 60 miliardi a circa 580.000 Pmi; La seconda opzione prevede essenzialmente cartolarizzazioni, con una leva limitata a 1:6 in quanto i vari portafogli restano divisi per paese; L´opzione con più effetto leva, 1:10, ossia 100 miliardi a favore di un milione d´imprese, si basa, invece, su una gestione centralizzata dei fondi. Sono a favore di quest´ultima opzione che consente un maggior numero di prestiti a parità di rischio. E´, comunque, urgente che gli Stati membri facciano una scelta, considerato l´alto numero di fallimenti e licenziamenti legati alla mancanze di credito. In Italia è possibile – come proposto dallo stesso governo - utilizzare parte dei 28 miliardi di fondi Ue da spendere entro il 2015 come garanzie per finanziamenti. Utilizzandone anche solo il 10%, si avrebbe un effetto leva potenziale di circa 50 miliardi di nuovi crediti. Inoltre, vanno esplorate forme d´intervento della stessa Bce, che consentano un più largo utilizzo dello strumento della cartolarizzazione dei crediti delle Pmi. Questo contribuirebbe a interrompere il circolo vizioso tra sofferenze bancarie, minore credito, più fallimenti. A livello regolamentare, con il collega Barnier stiamo lavorando alla realizzazione di un vero mercato europeo per i capitali di rischio. Va, inoltre, concluso al più presto l´iter di realizzazione dell´Unione bancaria, prima tappa del percorso delineato dai 4 presidenti verso l´unione fiscale, economica e politica. L´unione bancaria è essenziale, non solo per evitare salvataggi a spese del contribuente, ma anche per avere un mercato del credito europeo integrato che rafforzi il sistema bancario e faciliti il finanziamento alle imprese. Ritardi di pagamento - Anche le forti disparità sui tempi di pagamento e l´accumulo dei debiti pregressi delle amministrazioni pubbliche contribuiscono a limitare i finanziamenti alle imprese e a creare distorsioni nel mercato interno. Basti pensare che in Italia – il paese con tempi di pagamento più lunghi e maggiore debito pregresso - 1/3 dei fallimenti sono legati a questi fenomeni. Con un effetto negativo sulle sofferente bancarie che contribuisce a restringere il credito. Per questo la Commissione è in prima linea per garantire il pieno rispetto della direttiva Ue sui ritardidi pagamento che obbliga le P.a. A pagare entro 30 giorni, pena interessi di mora dell´8%, oltre il tasso di sconto. In Italia, al di la di alcuni problemi di recepimento del testo oggetto di una procedura pilota, quello che più preoccupa è l´effettivo rispetto nella pratica dei termini di pagamento. Questo, anche alla luce di quanto mi è stato riferito dagli osservatori Buzzetti e Merletti, da me nominati per vigilare sul rispetto delle regole Ue. Se è indubbio un miglioramento rispetto a prima della direttiva, dal rapporto discusso con loro tre settimana fa, emerge una diffusa tendenza della P.a. Ad andare ben oltre i 30 giorni, oltre a pratiche abusive, come quella di chiedere al fornitore la fatturazione differita. Se dovesse essere confermato un sostanziale non rispetto dei termini della direttiva, sarò costretto a proporre l´apertura di una procedura d´infrazione. Anche sui debiti pregressi delle P.a., che pesano soprattutto su imprese italiane, spagnole, greche e portoghesi, la Commissione chiede un pagamento rapido. Per l´Italia, con debiti stimati intorno ai 100 miliardi, insieme al Vice Presidente Rehn, abbiamo indicato la possibilità di un loro totale pagamento senza violare il patto di Stabilità. Saluto positivamente gli sforzi del Governo per anticipare al 2013 parte dei 20 miliardi di pagamenti previsti per il 2014. Mi auguro, peraltro, che si possano fare sforzi ulteriori. Prima di tutto, per conoscere il reale ammontare di tali debiti. E,in secondo luogo, per procedere al loro totale pagamento prima dell´applicazione del Fiscal Compact nel 2015. Tali ulteriori pagamenti rappresenterebbero la manovra di stimolo alla crescita più efficace per il nostro paese. Conclusioni - Dopo l´austerità, di cui sicuramente paghiamo gli eccessi, ora dobbiamo puntare su misure di stimolo per la domanda interna e al rafforzamento della nostra competitività. Per questo serve un Industrial Compact che integri e bilanci quello fiscale. In cima alle priorità di questo Patto, che vogliamo proporre al vertice sull´industria del febbraio 2014, vi deve essere l´accesso al credito, senza il quale le imprese non possono innovare e assumere.  
   
   
IL REGNO UNITO NEL MERCATO UNICO UE: WHAT NEXT? OPPORTUNITÀ E SFIDE  
 
Londra , 17 ottobre 2013 – Di seguito l’intervento del 17 ottobre di Michel Barnier Membro della Commissione europea, responsabile per il Mercato interno ei servizi, al London School of Economics & Political Science: “ Buone pomeriggio signore e signori. Ringrazio il professor Fraser per avermi invitato qui oggi. E ´un piacere essere qui in questa bella sede di studi. Istituto Europeo del Lse è stato a lungo rispettato. Si tratta di un ottimo esempio di come la discussione accademica e pubblico interagiscono. E prende un approccio ampio al tema dell´Unione Europea. Permettere le opinioni spesso polarizzati su questo tema qui nel Regno Unito per essere espresse. Questo è un momento particolarmente importante per discutere l´Unione europea - e in particolare il mercato unico - qui nel Regno Unito. L´anno scorso abbiamo segnato 20 anni da quando il mercato unico è stato creato. L´anno prossimo ci saranno le elezioni del Parlamento europeo. E un cambiamento della Commissione europea. E sullo sfondo, naturalmente, è il dibattito sul posto del Regno Unito nell´Ue. Un dibattito che sembra essere sempre di più e più divisioni. Il mercato unico sembra essere l´unica cosa che la maggior parte delle persone nel Regno Unito accordo è una caratteristica positiva dell´Ue. E per una buona ragione. E ´il cuore pulsante dell´Unione europea. Il mercato unico è il nostro spazio comune europeo in cui le persone, denaro, beni e servizi possono muoversi liberamente. Stimola la concorrenza e gli scambi. Ma il mercato unico non avviene da sé. Nello stesso modo di qualsiasi buon sistema, ha bisogno di regole per farlo funzionare. Nel corso degli ultimi cinque anni ci siamo concentrati principalmente sulla ripresa dalla crisi finanziaria ed economica. La priorità è ora di tornare a una crescita sostenibile. Il mercato unico è il motore per guidare la crescita. E il mercato unico è di enorme importanza per l´economia del Regno Unito. Per la somma di tra i 31 ei 92 miliardi libra all´anno. Tra 1.200 e 3.500 sterline per ogni famiglia nel Regno Unito. Circa 3,5 milioni di posti di lavoro britannici sono legati al mercato unico. Che è circa uno ogni dieci posti di lavoro in questo paese. E l´Unione europea è il principale partner commerciale del Regno Unito di gran lunga. L´ue fornisce quasi la metà di tutte le forniture importati qui. E acquista oltre il 50% di tutte le esportazioni del Regno Unito. Il dato è ancora più elevato per le piccole e medie imprese. E, infine, quasi il 70% delle loro esportazioni andare in altri paesi dell´Ue. David Cameron ha tenuto un discorso entusiasmante alla Conferenza del partito conservatore a poche settimane fa. In essa, egli ha tenuto a sottolineare che le esportazioni britanniche verso la Cina, il Brasile, l´India e la Russia erano tutti su. Questa è una notizia fantastica. Il fatto che l´industria britannica e dei servizi britannici stanno trovando la loro strada per i clienti in tutto il mondo è buono per l´economia del Regno Unito. E buona per l´economia europea. Ma ricordate che quei numeri stanno salendo da una base molto bassa. Cina compra solo il 3% delle esportazioni britanniche. Gli scambi con i partner europei, d´altra parte, dà un contributo enorme per l´economia britannica. 8 delle prime 10 destinazioni per le esportazioni britanniche sono nella Ue. E le aziende britanniche sanno. Essi sanno quanto sia importante per il Regno Unito di mantenere il suo posto al tavolo dell´Unione europea. Il Cbi ha recentemente fatto un sondaggio tra i suoi membri. Quasi il 80% delle imprese dichiara di voler il Regno Unito di rimanere nell´Ue. La maggior parte delle aziende si sentono gli aspetti positivi superano di gran lunga quelli negativi. Infatti, alla domanda, la preoccupazione principale delle imprese è stata quella di porre fine alla doratura delle norme Ue nel Regno Unito. Questo è quando il governo britannico aggiunge le proprie regole in cima a quelle europee. Un ulteriore 39% vuole vedere le norme comunitarie applicate in modo uniforme in tutti gli Stati membri. Sostengo entrambe queste posizioni. Un mercato unico può funzionare solo se le regole vengono applicate in modo equo. E applicati in modo coerente. Proprio di fronte l´Ue. E hai la mia parola. Io continuerò ad agire quando non è questo il caso. Prendiamo l´esempio del settore dei servizi. Il Regno Unito ha a lungo sostenuto che il mercato unico dei servizi deve essere approfondito. Tu sei uno dei promotori principali di abolire il protezionismo. Liberare imprenditori europei ad espandersi e crescere. Soprattutto nell´era digitale. A questo proposito, il Regno Unito e la Commissione europea sono molto cantare dallo stesso foglio inno. Ma mentre noi abbiamo lo stesso obiettivo, potremmo non sempre d´accordo sui mezzi per arrivarci. Prendiamo l´approccio che i paesi stessi dovrebbero esaminare le regole che potrebbero essere un ostacolo alla libera circolazione. Questo processo di avere esperti di un paese dell´Ue rivedere le norme e le procedure in un altro si sta rivelando molto efficace. Si mette pressione sulle autorità di prendere un lungo, difficile guardare se stessi. Si dà un colpetto a chiedere: sono le regole che hanno in atto davvero necessario? Davvero proporzionato? Davvero aiutare imprese e lavoratori in Europa? Stiamo già iniziando a vedere i risultati di questo approccio. Spagna, per esempio, ha aperto molte forme di società per le professioni regolamentate. L´ungheria ha sbarazzato di forma giuridica o di criteri di partecipazione per quasi tutte le professioni. L´italia ha reso possibile per i professionisti di costituire società. Questa è la via da seguire. Anche per il Regno Unito, che ha sorprendentemente forse professioni regolamentate più di quasi qualsiasi altro Stato membro europeo. Signore e Signori, l´influenza del Regno Unito è anche essenziale per spingere per un mercato più completa digitale unico. Questo sarà il tema principale del Consiglio europeo imminente. Sappiamo tutti che c´è un notevole potenziale nella fornitura di beni e servizi online. La ricerca mostra che il commercio elettronico potrebbe rappresentare fino al 20% di occupazione e di crescita nei prossimi cinque anni. Ma il lavoro è necessario per creare un vero mercato unico in questo settore. Abbiamo bisogno di accelerare la diffusione di una infrastruttura di comunicazione ad alta velocità. Rendere i servizi di pagamento nell´Unione europea più efficiente e sicuro. E spostare l´e-government in avanti. Solo su quest´ultimo punto, utilizzando la fatturazione elettronica per i contratti con il governo potrebbe risparmiare fino a 2,3 miliardi di euro nell´Ue. La Commissione europea ha già fatto una serie di proposte per affrontare queste sfide. Sui servizi di pagamento. Su un quadro più moderno per le licenze di musica online. E un piano d´azione e-commerce di ampio respiro. Conto sul sostegno del Regno Unito nel fare in modo che le proposte di legge sono adottate e il piano d´azione di e-commerce è pienamente attuate entro la fine di questa legislatura europea. Non ci dovrebbe essere alcun dubbio circa il mio impegno per il mercato unico. Nessun dubbio circa l´impegno di tutti i miei colleghi della Commissione europea per fare in modo che il mercato unico favorisce la crescita. Infatti, guida la crescita. Troppa burocrazia europea è una preoccupazione ricorrente. Ma dal 2007, abbiamo ridotto gli oneri amministrativi per le Pmi in tutta l´Ue del 25%. La Commissione ha annunciato pochi giorni fa un programma di semplificazione - e anche il ritiro - norme e regolamenti comunitari. Chiamato Refit. Per rendere la vita più facile per le imprese ei cittadini e di stimolare la crescita economica. Abbiamo contribuito a tagliare i costi di avvio di un´impresa. Abbiamo introdotto un test Pmi come parte delle nostre valutazioni degli impatti delle politiche dell´Ue. E strumenti lanciato per aiutare le piccole imprese come i fondi di venture capital e fondi per l´imprenditoria. Ma noi non siamo compiacenti. Naturalmente c´è ancora molto lavoro da fare. Un punto in più. Il mercato unico non è solo un progetto economico. Essa colpisce le persone nella loro vita quotidiana. Lo studente di Swansea in Erasmus a Salamanca. Il produttore di Manchester trovare fornitori a Maastricht. L´avvocato da Lubiana a lavorare con uno studio legale qui a Londra. Finanziamento del banchiere britannico una start-up in Francia - perché no? E dove ci sono persone, non possiamo solo parlare di economia. Dobbiamo prendere il sociale, in considerazione anche. So che alcuni nel Regno Unito vorrebbe competenza in diritto sociale e del lavoro da restituire agli Stati membri. So che c´è stata resistenza costante di leggi come la direttiva sull´orario di lavoro. Ma i diritti sociali e del libero mercato sono due facce della stessa medaglia. Tu dici che vuoi il mercato unico. Vuoi che le persone siano in grado di muoversi liberamente. In modo che i pensionati britannici possono avere una pensione caldo sulle Costas. E lettoni giovani possono Staff alberghi della Gran Bretagna. Si vuole approfondire il mercato unico dei servizi. Beh, se volete queste cose, poi alcune leggi sociali e occupazionali minimi devono essere a posto. Per evitare la concorrenza sleale e il dumping sociale. Un´altra sfida che spesso viene messo da me dal Regno Unito è opt-out. Ho letto spesso che il Regno Unito vorrebbe utilizzare la procedura di ´freno di emergenza´ di più. Per evitare di dover accettare regole non si sostegno, in particolare nel settore dei servizi finanziari. Ma dovete capire che non esiste una cosa come un mercato unico e un mercato distinto dei servizi finanziari. Essi non possono essere apprezzati a parte. Perché è questo? A causa di rinunciare a regole relative ai servizi finanziari potrebbe essere quella di aprire un vaso di Pandora. Ogni Stato membro ha le proprie priorità. Le proprie aree di particolare interesse. Se ognuno di loro era di mettere il freno a mano, potremmo finire con una situazione in cui: Germania opta fuori della normativa sulle emissioni di carbonio, l´Italia non riesce ad aprire le professioni alla concorrenza, la Polonia decide che i suoi cantieri navali in perdita devono continuare per ottenere il sostegno statale a tempo indeterminato. Sono sicuro che si ottiene l´immagine. Il Regno Unito non è un caso speciale nel voler proteggere la sua oca d´oro. Ma non è nemmeno nell´interesse dell´Europa per la City di Londra a perdere il suo posto come uno dei centri finanziari più importanti del mondo. E non è la nostra intenzione. Tra le centinaia di pagine di regole che sono state ri-scritti nel corso degli ultimi quattro anni, c´è solo una su cui è stata in ultima analisi, messo in minoranza nel Regno Unito. E questo era il bonus dei banchieri. Il fatto che di solito riusciamo a trovare un compromesso non è solo un segno della capacità del Regno Unito nella negoziazione. Ma anche del desiderio generale tra gli altri paesi membri dell´Ue. E la Commissione, nonché il Parlamento europeo. Per soddisfare le aspettative di Londra in una zona che è così importante per esso. Un´altra futura sfida che dobbiamo affrontare è l´equilibrio da trovare tra l´area dell´euro e gli altri membri della famiglia europea. Le responsabilità condivise e collegamenti transfrontalieri all´interno dell´area dell´euro richiedono misure specifiche. Per far funzionare la moneta unica. Membri della zona euro hanno approfondito i legami tra le loro politiche economiche e di bilancio attraverso la sostanziale nuova legislazione e procedure di governance. Hanno anche deciso di creare una Unione bancaria, un progetto ambizioso, ma vitale. E uno che ho fiducia sarà completato nei prossimi mesi. Queste misure sono ciò che è necessario per mettere l´euro su una solida base permanente. E una forte zona euro aiuterà il mercato unico nel suo complesso. Il sindacato bancario beneficerà euro-ins ed euro-outs simili. Allo stesso tempo, capisco le preoccupazioni circa l´impatto sui paesi non euro. Soprattutto il Regno Unito con il suo enorme settore finanziario. Non abbiamo alcuna intenzione di emarginare quelli al di fuori della zona euro. O lasciandoli dietro. Né abbiamo intenzione di minare il nostro mercato unico. Il Regno Unito e gli altri paesi non euro hanno ottenuto le garanzie di cui hanno bisogno, in particolare per quanto riguarda le modalità di voto. E la Commissione continuerà a svolgere il suo ruolo autonomo al di fuori delle strutture di governance dell´euro. Guardare fuori per gli interessi della Eu28 e non solo l´euro 18. Signore e signori, la Gran Bretagna sta entrando in un periodo decisivo. Prendere una posizione sul suo rapporto con il resto dell´Ue. Iniziando con le campagne per le elezioni del Parlamento europeo del prossimo maggio. E le elezioni generali nel Regno Unito l´anno dopo. Il primo ministro finlandese Jyrki Katainen ha detto lo scorso gennaio che l´Unione europea senza la Gran Bretagna sarebbe come "pesce senza patatine". Sono pienamente d´accordo. In termini di vostra attenzione sulla competitività. Il vostro ruolo nella formazione del mercato unico. La tua storia forte di libero scambio e di visione globale più ampio. Il Regno Unito porta così tanto alla famiglia europea. Come ha detto il Presidente della Commissione Barroso durante il suo discorso sullo Stato dell´Unione il mese scorso, "se non ti piace l´Europa così com´è, migliorarlo". Signore e Signori, non si può riformare un club se avete dato nella vostra tessera. Si potrebbe provare a vivere all´interno del mercato unico, ma al di fuori dell´Ue. Ma se così fosse, si potrebbe soffrire la sindrome norvegese. Questo significa dover contribuire al bilancio e attuare tutte le norme concordate. Senza avere una parte reale nella loro progettazione. E ancora essere bloccato con tutte le norme in materia di servizi finanziari. Il mercato unico che il Regno Unito sostiene così forte potrebbe diventare molto diverso senza di te al tavolo dei negoziati. È la vostra scelta, naturalmente, ma è il mio forte auspicio che non permetterà che il giorno a venire. Grazie.”  
   
   
UE: PACCHETTO INFRAZIONI OTTOBRE: LE DECISIONI PRINCIPALI  
 
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bruxelles, 21 ottobre 2013 - Nel pacchetto mensile di decisioni in materia di infrazioni, la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri per mancato adempimento degli obblighi derivanti dalla normativa dell´Unione europea. Le decisioni qui esposte, relative a settori diversi, hanno lo scopo di garantire la corretta applicazione del diritto dell´Ue a favore dei cittadini e delle imprese. La Commissione ha adottato il 17 ottobre 108 decisioni, tra le quali 12 pareri motivati e 5 deferimenti alla Corte di giustizia dell´Unione europea. Si riassumono qui di seguito le decisioni principali. Per maggiori informazioni sulla procedura d´infrazione, si rimanda a Memo/12/12. Deferimenti alla Corte di giustizia La Commissione intende adire la Corte affinché il Belgio applichi le esenzioni fiscali riconosciute alle istituzioni dell´Unione La Commissione europea, ritenendo che il Belgio non rispetti pienamente le disposizioni del protocollo sui privilegi e sulle immunità dell´Unione europea per quanto riguarda le esenzioni fiscali applicabili alle istituzioni dell´Unione, ha deciso di adire la Corte su raccomandazione del Vicepresidente della Commissione responsabile delle relazioni interistituzionali e dell´amministrazione, Maroš Šefčovič. Ambiente: la Commissione deferisce la Bulgaria alla Corte per mancata protezione di specie minacciate di estinzione - La Commissione europea intende deferire la Bulgaria alla Corte per non aver protetto habitat unici e specie importanti. Il caso riguarda la regione di Kaliakra, che ospita una rotta migratoria e uno spazio di sosta per specie ad alto rischio di estinzione, nella quale sono state autorizzate numerose turbine eoliche e altre costruzioni senza una valutazione adeguata del relativo impatto ambientale. La Bulgaria si è impegnata ad aumentare la protezione delle specie rare e degli habitat della regione, ma sembra che tale protezione, al contrario, diminuisca. Su raccomandazione del Commissario per l´ambiente Janez Potočnik, la Commissione ha pertanto deciso di deferire la Bulgaria alla Corte di giustizia. Appalti pubblici: la Commissione deferisce la Polonia alla Corte in quanto ha introdotto cause illegittime di esclusione di candidati dalle procedure di aggiudicazione degli appalti - La Commissione europea ha deciso in data odierna di deferire la Polonia alla Corte di Giustizia a motivo dell´applicazione non corretta delle disposizioni della direttiva 2004/18/Ce relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi. La Commissione ritiene infatti che le disposizioni della legge polacca sugli appalti pubblici possano ostacolare in maniera sensibile l´accesso ai mercati degli appalti. Ambiente: la Commissione europea deferisce la Germania alla Corte per mancato rispetto delle norme sull´accesso alla giustizia - La Commissione europea intende deferire la Germania alla Corte per una lacuna nella sua legislazione sull´accesso alla giustizia in materia ambientale. In virtù della normativa dell´Ue, gli Stati membri devono garantire un procedimento di revisione giuridica per le decisioni assunte nell´ambito della direttiva sulla valutazione dell´impatto ambientale e della direttiva sulle emissioni degli impianti industriali. La Commissione nota con preoccupazione quelle che giudica lacune della legislazione tedesca in questo settore, che potrebbero limitare l´accesso dei cittadini alla giustizia. Su raccomandazione del Commissario per l´ambiente Janez Potočnik, ha pertanto deciso di deferire la Germania alla Corte di giustizia. Salute e sicurezza: la Commissione deferisce la Spagna alla Corte per mancata protezione della Guardia civile - La Commissione europea ha deciso di deferire la Spagna alla Corte di giustizia per non avere applicato pienamente la direttiva dell´Ue che stabilisce norme fondamentali sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori ai membri della Guardia civile ("Guardia Civil"). A parere della Commissione, la Spagna non ha garantito adeguatamente la nomina di personale qualificato incaricato di verificare che in tutti i luoghi di lavoro della Guardia civile siano applicate misure per la protezione della salute e della sicurezza. In tal modo la Spagna avrebbe violato l´articolo 7 della direttiva 89/391/Cee, in virtù del quale il datore di lavoro deve designare il personale e provvedere alle attrezzature necessarie per lo svolgimento di servizi di prevenzione e protezione, quali valutazioni dei rischi. Pareri motivati Efficienza energetica negli edifici: la Commissione chiede alla Repubblica ceca e alla Romania di adottare misure nazionali in relazione alla prestazione energetica nell´edilizia - La Commissione ha chiesto ufficialmente alla Repubblica ceca e alla Romania di provvedere al pieno adempimento degli obblighi derivanti dalla normativa dell´Ue sull´efficienza energetica negli edifici (direttiva 2010/31/Ue). La Commissione ha inviato ai due Stati membri un parere motivato invitandoli a notificarle tutte le loro misure di recepimento della direttiva, che doveva essere attuata negli ordinamenti nazionali entro il 9 luglio 2012. Se gli Stati membri non ottempereranno ai loro obblighi giuridici entro due mesi, la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia. A norma della direttiva, gli Stati membri devono fissare e applicare requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici, provvedere alla certificazione di tale prestazione e prescrivere l´ispezione regolare degli impianti di riscaldamento e condizionamento. Inoltre, la direttiva obbliga gli Stati membri ad assicurare che a partire dal 2021 tutti i nuovi edifici siano del tipo denominato "a energia quasi zero". Nel settembre 2012 la Commissione ha avviato procedimenti d´infrazione nei confronti dei 24 Stati membri (tutti tranne la Danimarca, l´Irlanda e la Svezia) che non le avevano comunicato le rispettive misure di attuazione della direttiva nel diritto interno. Sono già stati trasmessi pareri motivati all´Italia, alla Grecia, al Portogallo e alla Bulgaria nel gennaio 2013, alla Spagna e alla Slovenia nell´aprile 2013, al Belgio, alla Germania, alla Finlandia, alla Francia, alla Lettonia, alla Polonia e ai Paesi Bassi nel giugno 2013 e all´Austria, a Cipro, all´Estonia, alla Lituania, al Lussemburgo, all´Ungheria e al Regno Unito nel settembre 2013. Per maggiori informazioni si veda: http://ec.Europa.eu/energy/efficiency/buildings/buildings_en.htm Ambiente: la Commissione chiede all´Austria di migliorare l´accesso alla giustizia - La Commissione europea invita l´Austria a migliorare le disposizioni destinate a garantire l´accesso alla giustizia nelle decisioni concernenti l´ambiente. In virtù della direttiva sulla valutazione dell´impatto ambientale (Via), i cittadini possono avviare procedure di ricorso nei confronti delle decisioni adottate nel campo di applicazione della direttiva stessa, ma la Commissione non è convinta che le attuali procedure austriache accordino diritti sufficienti in materia. In particolare, la Commissione constata limitazioni del diritto dei cittadini di impugnare le decisioni sulla necessità o meno di una Via. Se l´Austria non agirà entro due mesi, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia. Ambiente: la Commissione chiede a Cipro di mettere in atto le norme dell´Ue sulla restrizione dell´uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche - La Commissione europea sollecita Cipro a inviarle informazioni dettagliate sul modo in cui applica nel diritto interno la legislazione dell´Ue sulla restrizione dell´uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Cipro non ha attuato tali norme nella legislazione nazionale e, in un singolo caso, ha mancato di attuare misure tecniche sulla deroga applicabile a talune apparecchiature contenenti piombo. Dopo la scadenza dei termini inizialmente fissati, la Commissione ha inviato al paese lettere di costituzione in mora. Poiché le carenze non sono state ancora eliminate, la Commissione invia adesso due pareri motivati. Se Cipro non agirà entro due mesi, i casi potranno essere deferiti alla Corte di giustizia, che potrà imporre sanzioni pecuniarie. Ambiente: la Commission e chiede alla Danimarca di trasmetterle il piano di gestione dei bacini idrografici - La Commissione europea sollecita la Danimarca a inviare nuovi piani di gestione dei bacini idrografici. Tali piani, richiesti a norma della direttiva quadro sulle acque, definiscono le misure da adottare per raggiungere entro il 2015 un "buono stato ecologico e chimico" e avrebbero dovuto essere trasmessi alla Commissione nel 2009. Dopo vari richiami, la Danimarca ha adottato i piani nel 2012, ma gli organi giurisdizionali danesi hanno giudicato troppo breve il periodo di consultazione stabilito dalle autorità per presentare commenti sui progetti di piani e li hanno pertanto annullati. Poiché attualmente la Danimarca non ha alcun piano, la Commissione riavvia la procedura di infrazione e invia un parere motivato. Se la Danimarca non agirà entro due mesi, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia. Ambiente: la Commissione chiede all´Estonia di attuare le norme dell´Ue sulla restrizione dell´uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche - La Commissione europea invita l´Estonia a inviarle informazioni dettagliate sul modo in cui sta attuando nel diritto interno la legislazione dell´Ue sulla restrizione dell´uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. L´estonia non ha attuato misure tecniche sulla deroga applicabile a talune apparecchiature contenenti piombo o cadmio. Le due direttive in materia dovevano essere recepite negli ordinamenti nazionali entro il 2 gennaio 2013. Dopo la scadenza del termine fissato inizialmente, la Commissione ha inviato all´Estonia una lettera di costituzione in mora il 21 marzo 2013. Poiché le carenze non sono state ancora colmate, la Commissione invia adesso un parere motivato. Se l´Estonia non agirà entro due mesi, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia, che potrà imporre sanzioni pecuniarie. Ambiente: la Commissione chiede alla Fi Nlandia di attuare le norme dell´Ue sulle emissioni industriali - La Commissione europea invita la Finlandia a inviarle informazioni dettagliate sul modo in cui sta attuando nel suo ordinamento nazionale la legislazione dell´Ue sulle emissioni industriali. La nuova direttiva sulle emissioni industriali sostituisce e aggiorna disposizioni precedenti dirette a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l´inquinamento dovuto alle attività industriali, e doveva essere attuata nelle legislazioni nazionali entro il 7 gennaio 2013. La Finlandia non ha rispettato tale termine e ha ricevuto una lettera di costituzione in mora il 21 marzo 2013. La direttiva è stata attuata solo parzialmente nella zona continentale del paese e non lo è stata affatto sull´isola di Åland. La Commissione invia ora un parere motivato. Se la Finlandia non agirà entro due mesi, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia, che potrà imporre sanzioni pecuniarie. Fiscalità: la Commissione chiede alla Francia di eliminare la tassazione discriminatoria della plusvalenza sui metalli preziosi - Attualmente, la legislazione francese relativa alla tassazione sulla vendita di metalli preziosi permette ai contribuenti residenti in Francia di scegliere tra due regimi: l´imposta sulla plusvalenza applicata secondo l´aliquota progressiva dell´imposta sul reddito delle persone fisiche, secondo le norme ordinarie, oppure l´applicazione di un´aliquota d´imposta forfettaria del 16% sull´importo totale della vendita. I contribuenti non residenti, invece, sono soggetti obbligatoriamente all´imposta forfettaria, il che può comportare un´imposta più elevata in certi casi, soprattutto quando non è realizzata alcuna plusvalenza. Tale differenza di trattamento configura una restrizione ingiustificata della libera circolazione dei capitali, quale prevista all´articolo 63 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea (Tfue) e all´articolo 40 dell´accordo sullo Spazio economico europeo (See). La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato (che corrisponde alla seconda tappa della procedura di infrazione). Infatti, in risposta alla lettera di costituzione in mora inviata nell´aprile 2011 (prima tappa della procedura), la Francia si era impegnata a modificare il regime esistente, ma finora non ha notificato alcuna misura in materia alla Commissione. Se non riceverà entro due mesi una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di deferire la Francia alla Corte di giustizia. Giustizia: attuazione insufficiente delle norme sull´indennizzo delle vittime di reato in Italia - La Commissione ha inviato in data odierna un parere motivato all´Italia nella seconda fase della procedura di infrazione, in seguito a denunce relative all´applicazione in tale paese delle norme dell´Ue sull´indennizzo delle vittime di reato (direttiva 2004/80/Ce). In virtù di tali norme, gli Stati membri devono provvedere affinché i loro sistemi di indennizzo nazionali garantiscano un indennizzo equo ed adeguato delle vittime di "reati intenzionali violenti" commessi nei rispettivi territori. L´italia non dispone di alcun sistema generale di indennizzo per tali reati: la sua legislazione prevede soltanto l´indennizzo delle vittime di alcuni reati intenzionali violenti, quali il terrorismo o la criminalità organizzata, ma non di altri. Finora il paese non ha adottato i provvedimenti necessari per modificare la propria legislazione al fine di ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa dell´Ue, e di conseguenza alcune vittime di reati intenzionali violenti potrebbero non avere accesso all´indennizzo cui avrebbero diritto. Se l´Italia non ottempererà ai suoi obblighi giuridici entro due mesi, la Commissione potrà decidere di deferirla alla Corte di giustizia. Ambiente: la Commissione chiede alla Polonia di attuare le norme dell´Ue sulle emissioni industriali - La Commissione europea invita la Polonia a inviarle informazioni dettagliate sul modo in cui attua nel diritto interno la legislazione dell´Ue sulle emissioni industriali. La nuova direttiva sulle emissioni industriali sostituisce e aggiorna norme precedenti dirette a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l´inquinamento dovuto alle attività industriali, e avrebbe dovuto essere recepita negli ordinamenti nazionali entro il 7 gennaio 2013. Nonostante una lettera di messa in mora inviata il 21 marzo 2013, la Polonia non ha ancora comunicato alla Commissione le misure nazionali di attuazione della direttiva e pertanto la Commissione invia ora un parere motivato. Se la Polonia non agirà entro due mesi, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia, che potrà imporre sanzioni pecuniarie.
 
   
   
SVILUPPARE IL POTENZIALE DELLE REGIONI ULTRAPERIFERICHE: IL COMMISSARIO EUROPEO HAHN PARTECIPA ALLE DISCUSSIONI SUI PROSSIMI PASSI  
 
Bruxelles, 21 ottobre 2013 - Johannes Hahn, commissario europeo per la politica regionale, visiterà l´isola francese di La Reunion, dove si unirà nel corso della giornata, i presidenti delle regioni ultraperiferiche dell´Unione europea si sono riuniti lì durante la loro conferenza anno. Commissario Hahn accoglierà l´impegno da parte delle regioni ultraperiferiche a fornire piani di azione - inizialmente proposto dalla Commissione - su come intendono fare il miglior uso dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020 . Durante questa quattro giorni di visita, il Commissario Hahn sarà poi viaggio a Mayotte, che otterrà lo status di regione più esterna, nel gennaio 2014. La conferenza, che si terrà il 18 ottobre, è organizzata da Didier Robert, presidente del Consiglio Regionale della Reunion, e attualmente presidente del gruppo di otto regioni ultraperiferiche (Guadalupa, Guiana Francese, Reunion, Martinica, comunità francese d´oltremare Sea St-martin, le Azzorre, Madera e le isole Canarie). I governi di Spagna, Portogallo e Francia, oltre che della Presidenza della Lituania dell´Unione europea sarà rappresentata alla conferenza. Alla vigilia della conferenza, il commissario Hahn ha dichiarato: " I piani d´azione presentato dalle regioni ultraperiferiche stanno già dimostrando molto utile per il pensiero strategico, e sono lieto che ciascuna delle otto regioni ultraperiferiche e Mayotte, che diventerà uno nel mese di gennaio, è uno. " "Nel contesto dei piani d´azione, le regioni hanno lavorato sodo per presentare le strategie per la crescita e gli investimenti per il periodo 2014-2020, non solo per i fondi disponibili nel quadro della politica regionale, ma anche per i fondi di investimento strutturali dell´Unione europea. I piani d´azione hanno anche incoraggiato un cambiamento nel modo di vedere le cose che non definiscono le regioni ultraperiferiche basate esclusivamente sulla loro disabilità, ma anche in base alle loro molti vantaggi e benefici. Ora dobbiamo fare in modo che questi piani rientrano in accordi di partenariato e dei programmi, e fare attenzione a non allentare i nostri sforzi ". Chi Mayotte, dove sarà per la prima volta, il commissario ha aggiunto: "Sono lieto di dare il benvenuto all´idea di Mayotte, come membro della nuova famiglia di regioni ultraperiferiche a partire da gennaio 2014. Mayotte dovrà affrontare grandi sfide, comprese le preparazioni di accelerazione per come deve utilizzare investimenti dell´Ue e garantire che essa ha la capacità di spendere e gestire un volume molto più grande dei fondi disponibili. E ´vitale che riesce a contribuire a migliorare la vita dei suoi abitanti e rendere la regione più prospera ". Organizzato tre mesi dopo la presentazione dei loro piani regionali d´azione strategico per il periodo 2014-2020 per le regioni ultraperiferiche alla Commissione a Bruxelles conferenza Reunion si baserà su questi piani e studiare i modi per costruire legami con altre politiche e fondi dell´Unione di adottare un approccio più olistico in queste aree. Giovedi 17 ottobre il commissario Hahn sarà anche un discorso alla conferenza della cooperazione regionale nell´area dell´Oceano Indiano. Questa conferenza è organizzata sotto gli auspici del ministro francese d´oltremare Victorin Lurel. I programmi di cooperazione sono di grande importanza per le regioni ultraperiferiche - come dimostra la nuova politica regionale dell´Unione europea, che prevede che gli Stati membri aumento non inferiore al 50% di share per le regioni ultraperiferiche nella loro busta corrente i programmi di cooperazione territoriale europea. Inoltre, si propone un sostegno aggiuntivo di 50 milioni di euro per il periodo 2014-2020, al fine di sostenere le attività di cooperazione nelle regioni ultraperiferiche. La nuova normativa, che il Parlamento europeo e gli Stati membri devono ancora finalizzare, comprende anche altre forme di sostegno specifico per le regioni ultraperiferiche: il mantenimento dell´indennità speciale, che aumenta i fondi a loro disposizione; mantenendo il più alto tasso di cofinanziamento del 85% per tutte le regioni ultraperiferiche, e una scelta più ampia per quanto riguarda il modo di indirizzare gli investimenti. Le norme in materia di aiuti di Stato sono anche più flessibili, in particolare per quanto riguarda l´indennità speciale in materia di costi di gestione del trasporto. In Reunion e Mayotte, Commissario Hahn visiterà i progetti finanziati con fondi comunitari e del Fondo europeo di sviluppo e di incontrare i funzionari locali e dirigenti d´azienda. Nel corso della riunione, che trova particolare piattaforma biomedicale progetto Cyroi-ciclotrone aperto alle imprese di tecnologia e locale, regionale ed europeo finanziato dai Laboratori di sviluppo Fondo regionale europeo.  
   
   
MARONI: REGIONI PROTAGONISTE IN UNA NUOVA EUROPA  
 
Stoccarda/d, 21 ottobre 2013 - "L´unione europea vive oggi una grave crisi di credibilità e noi siamo i motori anche della riforma delle istituzioni europee". Lo ha detto il 17 ottobre il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni a Stoccarda, dove ha assunto la Presidenza dei ´Quattro Motori per l´Europa´. "Un´associazione storica, che oggi compie 25 anni e che ha lo scopo di valorizzare il ruolo delle Regioni all´interno dell´Europa" l´ha definita Maroni. Per farlo, "la strada è quella delle unioni delle Regioni, di un ruolo più importante delle Regioni, le Macroregioni d´Europa e le Regioni, che devono diventare protagoniste in tutti i campi: dal finanziamento delle imprese allo sviluppo dell´economia al turismo alla prospettiva per i giovani" ha precisato il governatore lombardo. "Oggi assumo la Presidenza, per un anno, di questa associazione, che ci dà la possibilità di sviluppare tutte queste azioni nella direzione che ho detto: le Regioni protagoniste della nuova Europa delle Regioni e dei popoli. Da qui passa il futuro, sono convinto che sia una straordinaria occasione, che io voglio cogliere". Incentivare Partecipazione A Elezioni Europee "Studierò un´iniziativa da sottoporre ai colleghi, da attuare nei primi mesi del 2014 nelle nostre regioni, che serva a far capire ai cittadini che bisogna andare a votare, ma per la nuova Europa delle Regioni". E´ questo uno dei punti del programma di Presidenza della Lombardia dei ´Quattro Motori per l´Europa´ ha annunciato poi il presidente Maroni. Oltre alla cerimonia del passaggio di consegne dal Baden Wurttenberg alla Lombardia, le Quattro Regioni hanno firmato il documento ´Setting the direction for the future´, in occasione dei 25 anni dell´associazione. "Ho proposto un´iniziativa che svilupperemo nei primi mesi del prossimo anno, prima delle elezioni europee di maggio, perché abbiamo concordato di incentivare la partecipazione dei cittadini alle elezioni europee" ha spiegato Maroni al termine della cerimonia. "L´europa è in crisi e la percezione che i cittadini hanno dell´Unione europea è molto negativa - ha concluso -, cresce questa negatività e noi vogliamo contrastarla, perché l´Europa ha un futuro, deve avere un futuro, che però deve passare dalle Regioni". Le Regioni Europee Saranno A Expo "Ho proposto ai colleghi di essere presenti all´Expo, prossimamente faremo un incontro per vedere dove: o nel Padiglione della Lombardia o in un altro" ha detto infine il presidente Maroni. "Voglio che l´associazione sia presente a Expo 2015, perché questa dei ´Quattro Motori´ è un´iniziativa importante, che deve essere valorizzata, rappresenta per me il futuro dell´Europa e, in quell´occasione, è giusto valorizzare questo nostro valore comune. Quindi i ´Quattro Motori d´Europa´ saranno presenti a Expo", ha annunciato Maroni da Stoccarda. Il presidente Maroni sarà poi a Grenoble, insieme ai rappresentanti di 46 Regioni, in occasione della firma della risoluzione per la Strategia europea per la Regione alpina.  
   
   
LA MACROREGIONE ALPINA MUOVE DA GRENOBLE UN PASSO DECISIVO PER ESSERE PROTAGONISTA IN EUROPA. ZAIA: “UNA GRANDE COMUNITÀ COESA PER VINCERE INSIEME LE SFIDE CHE CONTANO”  
 
Venezia, 21 ottobre 2013 - Uno strumento di coordinamento delle politiche e dei fondi transnazionali, per garantire crescita, equità e sviluppo sostenibile in quelle Regioni alpine, tra le più sviluppate d’Europa, che costituiscono insieme un’area di oltre 450 mila chilometri quadrati in cui vivono di 70 milioni di persone. E’ questo l’obiettivo dello storico accordo sottoscritto il 18 ottobre a Grenoble, in Francia, dai presidenti delle Regioni e delle Province autonome dell’arco alpino, denominato “Strategia Macroregionale per la Regione Alpina”. “Oggi abbiamo sancito l’unione di soggetti istituzionali i cui territori insieme costituiscono il cuore dell’Europa – ha detto il governatore veneto Luca Zaia – ed è la sublimazione di un continente che cambia e che deve vedere protagoniste sempre più quelle comunità omogenee che, condividendo strategie di sviluppo, unitamente affrontano le grandi sfide comuni a cui sono attese, come dimostrano gli incoraggianti risultati sin qui conseguiti dalle due Macroregioni del Baltico e del Danubio. E soprattutto sull’utilizzo delle risorse comunitarie, sulle finalità dei programmi finanziati con fondi europei, che prima ancora degli Stati dovranno essere le Macroregioni i principali interlocutori dell’Ue”. Il Parlamento Europeo si è già detto favorevole alla strategia macroregionale, percorso avviato dalle Regioni lo scorso anno, che ha ottenuto l’adesione degli Stati alpini e che sarà formalizzata dal Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo il prossimo 19 dicembre. “Importante – ha sottolineato Zaia – è il riconoscimento da parte dell’Europa del ruolo delle Regioni nella ‘governance multilivello’, più vicina alle esigenze dei cittadini e più attiva nel cercare di superare la crisi. Per quanto riguarda il Veneto in particolare, non è più terra di confine e a dimostrare che la nostra Regione ha pienamente recuperato la sua centralità geografica è il ruolo di primo piano che sta svolgendo nella riorganizzazione del continente, attraverso iniziative come questa, ma anche come l’”Euroregio Senza Confini”, costituita insieme a Friuli V.g. E Carinzia e aperta a Slovenia e Istria Croata e come la Macroregione Adriatico Ionica”. “Proprio per il ruolo importante che stiamo svolgendo in questo contesto – ha concluso Zaia –, ho chiesto al Ministro Moavero di sostenere a Bruxelles la candidatura del Veneto ad autorità di gestione del Programma di cooperazione territoriale Italia-croazia nel prossimo ciclo finanziario europeo 2014-2020”.  
   
   
FIRMATO A GRENOBLE ACCORDO PER MACROREGIONE ALPINA  
 
Trieste, 21 ottobre 2013 - "La presenza a Grenoble, in Francia, alla firma dello storico accordo paritetico tra Stati e Regioni per la creazione di una Strategia Macroregionale Alpina, di tanti rappresentanti di Governo e dei massimi esponenti di tutte le Regioni coinvolte dimostra che il Friuli Venezia Giulia ha visto giusto nel credere e investire in questo lungimirante progetto, che per una regione come la nostra, che ha sempre puntato a consolidare le relazioni con i territori vicini, offre straordinarie opportunità per essere al centro di dinamiche politiche ed economiche in grado di dare impulso alla crescita, allo sviluppo, alla competitività". Lo ha detto l´assessore Gianni Torrenti che il 18 ottobre ha partecipato per il Friuli Venezia Giulia alla sigla della risoluzione politica con cui Italia, Austria, Francia, Germania, Liechtenstein, Slovenia e Svizzera hanno ufficializzato l´impegno a introdurre nell´area alpina uno strumento per il coordinamento delle politiche e dei fondi transnazionali, per garantire crescita, equità e sviluppo sostenibile in quelle Regioni alpine, tra le più avanzate d´Europa, che costituiscono insieme un´area di oltre 450 mila chilometri quadrati in cui vivono di 70 milioni di persone. Alla firma dell´accordo erano presenti per l´Italia i ministri Emma Bonino (Esteri) e Carlo Trigilia (Coesione territoriale), e i governatori di Piemonte, Roberto Cota, Valle d´Aosta, Augusto Rollandin, Lombardia, Roberto Maroni, Trentino Alto Adige, Alberto Pacher, e Veneto, Luca Zaia; i ministri degli Affari europei di Austria, Francia e Germania, alti rappresentanti di Slovenia, Svizzera e Lichtenstein e delle Regioni d´oltralpe. La risoluzione politica formalizza l´impegno dei paesi coinvolti, con l´obiettivo di ufficializzare l´avvio della ´Strategia´ nell´ambito del Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo il prossimo 19 dicembre. "Il forte interesse dimostrato dal Governo italiano e dalle Regioni coinvolte, assieme all´iniziativa francese - ha spiegato Torrenti - hanno creato le condizioni per accelerare la tempistica della richiesta della costituzione di una Strategia Macroregionale alpina, la terza a vedere la luce in Europa dopo quelle del Baltico e Danubio". "La tempistica della sua approvazione definitiva potrà far sì che l´effettivo avvio operativo dell´accordo ricada durante il semestre di presidenza italiana della Ue". La Strategia permetterà di puntare a uno sviluppo sostenibile e inclusivo che tuteli le potenzialità dell´area, come la biodiversità, il turismo, le reti di trasporto, le specificità culturali e della ricerca. "Focalizzeremo l´attenzione in particolare sulla gestione della risorsa idrica, in considerazione del fatto che le Alpi sono il più grande contenitore d´acqua d´Europa, e più in generale su politiche per la montagna pensate in stretto coordinamento con quelle di sviluppo urbano e di pianura", ha concluso Torrenti.  
   
   
GRENOBLE, COTA E ZAIA: MACROREGIONE OCCASIONE DI SVILUPPO  
 
 Grenoble/f, 21 ottobre 2013 - "La storia di un´Europa che non ha i confini mummificati, la storia che, come diceva George Lukacs, sarà l´Europa dei Cantoni. E questi Cantoni nascono con queste macroaggregazioni che sono legali, ricordiamolo ai cittadini, e che sono la condivisione di una strategia. Gli Stati nazionali hanno fallito, le aggregazioni, quindi le macroregioni no". Così ha detto il 18 ottobre il governatore del Veneto Luca Zaia a margine della Conferenza di Grenoble documento sulla Strategia europea per la macroregione alpina da parte di Stati e Regioni. Concreta Prospettiva - "Noi, come Regioni del Nord abbiamo lavorato a questo documento per tanto tempo - ha detto il governatore del Piemonte Roberto Cota, che ha presentato la richiesta dell´Italia di adesione alla Macroregione alpina - e questa Macroregione alpina europea è una concreta prospettiva di sviluppo per i nostri territori. Quando si parla di integrazione europea ci si deve riferire alla possibilità di territori omogenei, quali sono le Regioni europee che insistono sull´arco alpino, di poter lavorare insieme e di affrontare congiuntamente problemi comuni e di avere una prospettiva di sviluppo".  
   
   
GRENOBLE: ACCORDO STORICO PER L’AREA ALPINA  
 
Aosta, 21 ottobre 2013 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha firmato, venerdì 18 ottobre, a Grenoble, con gli altri rappresentanti delle Regioni e dei sette Stati interessati – oltre all’Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Liechtenstein e Slovenia -, la risoluzione politica per richiedere l’adozione della Strategia dell’Unione Europea per la regione alpina, uno strumento di coordinamento delle politiche e dei fondi nazionali e europei per garantirne la crescita e lo sviluppo sostenibile. Nel documento, i firmatari esprimono la loro comune volontà di sostenere l’iniziativa, raccomandando al Consiglio Europeo di approvarla e, successivamente, di richiedere alla Commissione Europea di avviare il processo di elaborazione della Strategia e del Piano d´Azione, in modo che questi testi vengano adottati durante la Presidenza italiana del Consiglio Europeo nel 2014. L’italia era rappresentata, per il Governo, dai Ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della coesione territoriale, Carlo Trigilia, e, per le Regioni, dai Presidenti della Lombardia Roberto Maroni, del Piemonte Roberto Cota, del Veneto Luca Zaia, della Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher e, per il Friuli Venezia Giulia, dall’Assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti. Sono inoltre intervenuti all’incontro, tra gli altri, i Ministri agli Affari europei di Francia, Thierry Repentin, e di Germania, Michael Link. Il Ministro Bonino è intervenuta, a nome di tutti gli Stati coinvolit, per presentare la Strategia sotto il profilo politico, mentre, per esplicitare la posizione del Governo italiano, ha parlato il Ministro Trigilia. Per la Regioni a statuto ordinario ha preso la parola il Presidente Cota e, in rappresentanza delle autonomie speciali, ha parlato il Presidente Rollandin. “Siamo qui per riaffermare la nostra richiesta, ai Ministri dei sette Paesi interessati, di sostenere con convinzione una strategia per le Alpi, che sia protagonista di una sfida di grande impatto, una sfida che non sia soltanto economica, ma soprattutto sociale e culturale – ha sottolineato Rollandin. - Vogliamo che questa cerniera che stiamo creando attorno alle Alpi, questa unione dei territori alpini, sia anche in grado di vigilare sul rispetto delle minoranze, e di valorizzarne il ruolo, e sappia proporre delle regole per lo sviluppo di quelle aree che se ieri erano svantaggiate possano diventare domani punti di riferimento e motori di un nuovo sviluppo nel cuore dell’Europa. Ma la nostra deve essere anche una vera e propria catena di solidarietà, di sussidiarietà e di cooperazione,- ha concluso Rollandin - che valorizzi le specificità per mantenere le Alpi vive e popolate, offrendo a questi territori nuove opportunità di sviluppo e di occupazione.” Il processo di costruzione della strategia macroregionale alpina è stato avviato dalle Regioni a Bad Ragaz in Svizzera il 29 giugno 2012. Nei mesi successivi l’iniziativa ha raccolto il sostegno dei Governi degli Stati alpini. Lo stesso Parlamento Europeo, con una risoluzione approvata il 23 maggio 2013, si era detto favorevole alla strategia alpina, definendola un valore aggiunto per l’intera Unione Europea e approvando l’approccio bottom-up adottato dalle Regioni, che avevano ripetutamente espresso il desiderio di affrontare in modo efficace le sfide comuni. Dopo aver confermato che l´obiettivo è quello di favorire uno sviluppo armonioso e sostenibile della Regione Alpina, con l´ambizione di aumentare la solidarietà reciproca nella macro-regione, tra le zone di montagna e le aree urbane, tra le Alpi e le regioni vicine, tra le regioni in fase di rallentamento e le aree più dinamiche, tra territori fornitori di servizi e le aree che ne beneficiano, i firmatari considerano che il miglioramento dell´attrattività e della competitività della Regione Alpina e la riduzione delle disuguaglianze sociali e territoriali andranno a vantaggio dell’intera area europea, essendo la Regione stessa un territorio chiave in Europa, crocevia di molteplici culture, tradizioni e risorse. Il documento propone che la Strategia si orienti su tre direttrici: garantire una crescita sostenibile e promuovere la piena occupazione, la competitività e l´innovazione attraverso il consolidamento e la diversificazione delle attività economiche specifiche, al fine di rafforzare la solidarietà tra le zone di montagna e le aree urbane; promuovere uno sviluppo territoriale basato su una politica di mobilità che rispetti l´ambiente, rafforzando la cooperazione universitaria e lo sviluppo di servizi e infrastrutture di trasporto e di comunicazione; valorizzare una gestione sostenibile delle risorse energetiche, naturali e culturali, nonché tutelare l´ambiente attraverso la conservazione della biodiversità e delle aree naturali. I firmatari propongono infine un modello di governance della Strategia che assicuri che essa si realizzi mediante il ricorso a diversi programmi e strumenti che organizzino e definiscano le azioni degli Stati membri e delle Regioni Alpine, compresa la cooperazione transfrontaliera e transnazionale. Si sottolinea poi la necessità di coinvolgere tutti i soggetti interessati nella definizione degli obiettivi e nell´attuazione dei progetti selezionati, in questo, anche mobilitando le autorità regionali, nazionali e locali, nonché le istituzioni esistenti e le organizzazioni della società civile. Questo soprattutto per garantire l´attuazione di ogni azione al livello appropriato, sotto il coordinamento strategico e generale della Commissione Europea. L´attuazione della Strategia si basa sul principio secondo il quale non saranno necessari nuovi fondi Ue, nessuna struttura ufficiale supplementare come nessuna nuova legislazione dell’Ue, in quanto si farà ricorso a un approccio coordinato delle sinergie e un uso più efficiente dei fondi Ue e di altri fondi e strumenti finanziari. La strategia interessa territori tra i più sviluppati d’Europa, per un’area di 70 milioni di abitanti su più di 450mila chilometri quadrati. Le Regioni e Province autonome italiane interessate abbracciano la quasi totalità del versante sud delle Alpi e rappresentano da sole un terzo delle popolazioni del territorio interessato dalla Strategia.  
   
   
REGIONI E PROVINCE PROTAGONISTE DELLA MACROREGIONE ALPINA  
 
Trento, 21 ottobre 2013 - "La macroregione alpina nascerà con il pieno coinvolgimento non solo degli Stati ma anche delle Regioni e Province. Ora si tratta di mantenere questo metodo paritetico anche nella definizione del Piano di attuazione della Strategia oggi ufficializzata". Lo ha detto a Grenoble il presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, cui spetta dal giugno scorso la guida di Arge Alp, la comunitá di lavoro dell´arco alpino che dal 1972 riunisce dieci Länder, Cantoni e Regioni di Austria, Germania, Italia e Svizzera. L´occasione è stata offerta dalla firma dell´accordo paritetico in forza del quale Stati e Regioni intendono potenziare il coordinamento delle politiche (e dei relativi fondi) per lo sviluppo sostenibile di un´area, quella alpina appunto, che si estende su oltre 450 mila chilometri quadrati ed è abitata da circa 70 milioni di cittadini. L´obiettivo è quello di definire entro l´anno prossimo - e quindi in tempo per incidere sulla programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei - un Piano di azione capace di declinare la strategia che oggi, davanti al ministro agli affari europei Thierry Repentin e di rappresentanti della Commissione europea, è stata fortemente sostenuta da ministri o alti funzionari di 7 Stati (per l´Italia erano presenti Emma Bonino e Carlo Trigilia). Il traguardo giunge dopo un lungo lavoro che ha permesso di costruire gli spazi dentro i quali i diversi livelli istituzionali coinvolti potessero riconoscersi. È di pochi giorni fa la lettera con cui il presidente Pacher rivolgeva ai ministri degli Esteri di Italia, Francia, Svizzera e Austria l´invito a considerare "l´aspettativa delle Regioni di partecipare in tutte le fasi successive alla Conferenza di Grenoble, con un fattivo protagonismo, insieme agli Stati membri nell´elaborazione del Piano d´Azione della strategia macroregionale, assicurando un ruolo importante nella concreta governance - nell´esercizio delle prerogative costituzionali riservate alle Istituzioni regionali dai vari ordinamenti - nell´obiettivo di condividere l´azione di coordinamento delle politiche oggetto della strategia. La partecipazione delle Regioni di Arge Alp, ma anche di tutte le altre Regioni alpine all´appuntamento di Grenoble - scrive ancora Pacher - rappresenta un evento altamente simbolico". Oggi infatti, allo stesso tavolo sedevano i presidenti Maroni, Zaia, Cota, Rollandin. I firmatari della risoluzione affidano al Consiglio europeo il compito di chiedere alla Commissione europea, nel corso del vertice programmato il prossimo dicembre, di avviare la strategia e l´iter di preparazione del Piano d´azione affinché possa essere adottato nel corso del semestre di presidenza italiana del consiglio dell´Unione europea nel 2014. Sono tre i principali temi sui quali concentrare un impegno condiviso. Si tratta anzitutto di garantire la crescita sostenibile e di promuovere occupazione, competitività e innovazione anche in un´ottica di reciproca solidarietà tra aree montane e urbane. In secondo luogo occorre promuovere uno sviluppo territoriale incentrato su una mobilità rispettosa dell´ambiente, sul rafforzamento della cooperazione accademica, sullo sviluppo di servizi e su adeguate politiche di infrastrutture per trasporto e comunicazione e sulla difesa e valorizzazione del paesaggio. L´ultima macro area riguarda la gestione sostenibile dell´energia e delle risorse naturali e culturali in modo da garantire la tutela dell´ambiente, della biodiversità e delle aree naturali.  
   
   
L´EUROPA ARRIVA IN PUGLIA  
 
Lecce 21 ottobre 2013 Si tiene oggi alle ore 15.00, presso l´Aula Ferrari del Palazzo Codacci Pisanelli, un incontro voluto dalla Commissione europea come occasione per lanciare e far conoscere ai cittadini ed alla stampa locale l´Europa presente in Puglia ed i servizi offerti dalle diverse articolazioni delle Istituzioni europee sul territorio della Regione. In questa occasione la Commissione intende dare l’avvio in Puglia, come nelle altre Regioni, al dibattito sul futuro della costruzione europea anche in vista delle elezioni europee di maggio 2014 e della seguente Presidenza italiana dell’Ue. Programma Saluti istituzionali: Dott. Paolo Perrone, Sindaco della città di Lecce. Prof. Ing. Domenico Laforgia, Magnifico Rettore dell’Università del Salento. Stato dell’Unione e sfide dell’Ue per il 2014, Alessandro Giordani, Capo Comunicazione della Commissione europea in Italia. Presentazione alla stampa dell’Europe Direct presso l´Università del Salento e delle reti europee presenti sul territorio. Presentazione dell’app di geolocalizzazione dei servizi, dei centri d’informazione e degli eventi dell’Ue http://www.Europaintornoame.eu/  La nuova programmazione 2014-2020 e la sua proiezione sul territorio, Anguel Kostantinov Beremliynsky, Ufficio stampa della Commissione europea in Italia Dibattito e chiusura - Al termine del dibattito le Associazioni che hanno partecipato ai tavoli costituiti durante la giornata de Il Network delle idee si incontreranno per proseguire il lavoro avviato il 4 Ottobre 2013. L´evento sarà trasmesso in Diretta Streaming sul sito web di Europe Direct del Salento al link www.Europedirect.unisalento.it Tutti gli internauti possono partecipare attivamente al dibattito attraverso i canali social di Europe Direct (Twitter - Facebook), utilizzando l´hashtag #eurosalento2014.  
   
   
FONDI EUROPEI 2014/2020. CONCLUSA AD UNICAM LA SECONDA TAPPA DI CONFRONTO CON IL TERRITORIO.  
 
Ancona, 21 ottobre 2013 - Si è aperto il 17 ottobre, in una sala della Muta dell’Ateneo camerte gremita da più di trecento partecipanti, l’incontro organizzato dalla Regione Marche con l’Università di Camerino dal titolo “Una regione intelligente, sostenibile e inclusiva”. Si tratta del secondo appuntamento di ascolto che la Regione Marche ha messo in campo per disegnare il futuro dei fondi strutturali e della programmazione 2014/2020. I lavori sono stati aperti dall’assessore regionale alle Politiche Comunitarie Paola Giorgi, che ha sottolineato la volontà della regione di organizzare un incontro su questi temi proprio all’Università di Camerino, sia per il ruolo che l’Ateneo camerte ricopre, sia perché è senz’altro fondamentale la presenza dell’istituzione regionale in un’area interna ricchissima, che può esprimere una peculiarità enorme di contenuti e opportunità. “La scelta di Camerino è chiara e precisa – ha affermato l’assessore Giorgi – Questo secondo appuntamento è importantissimo per la crescita di tutto il territorio. È fondamentale, infatti, ascoltare le istanze di chi, quotidianamente, si misura con le contingenze produttive e sociali di questo momento storico. La programmazione dei fondi 2014-2020 è, per questo, una straordinaria opportunità per trasformare i bisogni e le indicazioni degli esperti e degli attori territoriali in un punto di forza della futura politica di sviluppo e coesione della Regione Marche”. Nel corso dell’intervento, l’assessore ha poi sottolineato la necessità di concentrare le risorse su obiettivi strategici, facendo convergere su di essi i vari fondi a disposizione, senza mai perdere di vista la strategia macroregionale. Infatti, la Regione Marche è protagonista, a livello europeo, anche per quanto concerne la realizzazione della Macro regione Adriatico-ionica, che si basa su quattro pilastri di programmazione: il business nei settori della blu economy, coordinato dalla Grecia-montenegro; il rafforzamento dei collegamenti della Macroregione, coordinato dall’Italia con la Serbia, per potenziare e creare infrastrutture materiali e immateriali; il miglioramento ambientale, coordinato da Slovenia e Bosnia, e la valorizzazione della ruralità, coordinato da Croazia-albania. “Quanto la Regione Marche sta proponendo ai nostri territori, con questo spirito di apertura internazionale, nella certezza che stiamo tutti investendo nel nostro futuro, è fondamentale ” – ha sottolineato nel suo discorso il prof. Flavio Corradini, rettore dell’Università di Camerino. –“ C’è una questione di consapevolezza: chi è attento allo sviluppo dei nostri territori non può che vedere l’Europa come l’unico vero e reale interlocutore di supporto finanziario. L’alternativa sarebbe accontentarsi delle briciole, ma questo l’Italia, le nostre imprese, non possono permetterselo. Per questo è importante imparare a conoscere l’Europa, il linguaggio europeo, gli strumenti delle politiche comunitarie e della relativa programmazione. È l’unica via di uscita; bisogna fare rete, lavorare e crederci!” A questo proposito, il rettore ha anche sottolineato l’importanza di considerare la ricerca e l’innovazione come motori di sviluppo economico: una maggiore sinergia e messa in rete di uffici e laboratori sulle tematiche europee già esistenti non potrà che aiutare. “Le Università e le altre istituzioni di formazione superiore hanno un ruolo fondamentale nella definizione delle strategie regionali e nella progettualità, nella ‘creazione di conoscenza’ così come nella trasformazione di questa conoscenza in prodotti e servizi innovativi nei vari settori di sviluppo” – ha concluso il rettore Unicam. Dopo l’intervento del dirigente della P.f. Politiche Comunitarie della Regione Marche, Mauro Terzoni, che ha illustrato, nello specifico, le varie azioni e i vari livelli d’intervento, ha preso la parola il prof. Fulvio Esposito, già rettore dell’Ateneo camerte, ora capo della segreteria tecnica del ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, che ha illustrato il quadro generale europeo, con particolare riferimento alle attività che Miur e Mise stanno portando avanti, in collaborazione con le Regioni, per riprendere quel circolo virtuoso dell’incontro tra domanda e offerta di ricerca e innovazione: “L’italia è indietro, occorre aumentare la velocità della performance innovativa” – ha affermato il capo della segreteria tecnica del Miur. “Quando ci troviamo di fronte a uno stallo d questa performance, le conseguenze incidono pesantemente sulla produttività del lavoro: in assenza di performance innovativa, il valore aggiunto dei prodotti è scarso; l’Italia sta soffrendo moltissimo questa situazione. Perfino Paesi quali la Spagna, hanno avuto un significativo aumento della produttività rispetto al nostro Paese. Il recente “Programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti”, condotto dall’Ocse su 25 Paesi dell’Unione europea, ha posizionato l’Italia al venticinquesimo posto. È necessario interrompere questo stallo e riprendere il circolo virtuoso interrotto”. Istituzioni locali, imprese, terzo settore e mondo dell’associazionismo, consulenti, tecnici, parti sociali e datoriali si sono confrontati, nella seconda parte della mattinata, in quattro workshop paralleli dedicati rispettivamente alle seguenti tematiche per lo sviluppo regionale: “Ricerca, innovazione, competitività, internazionalizzazione delle Pmi;” “Agenda Digitale”; “Energia e mobilità sostenibile, clima e rischi ambientali”; “Attrattività turistica e valorizzazione delle risorse culturali nelle aree rurali”.  
   
   
EUROPA: CHIODI, RIVEDERE RIPARTO RISORSE TRA REGIONI ALLARME CONFINDUSTRIA ANCHE NOSTRO. MI BATTO A TUTTI LIVELLI  
 
L´aquila, 21 ottobre 2013 - "Il criterio della ripartizione delle risorse è un problema sollevato già da tempo e su cui mi sto battendo a tutti i livelli". Il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi risponde così alla lettera inviata da Confindustria in cui si palesa preoccupazione sulle risorse di cui andrebbe a beneficiare l´Abruzzo per il settennato 2014-2020. "Sono grato, per il suo intervento, al Presidente regionale di Confindustria, Angelucci con il quale condivido pienamente l´allarme - ha proseguito Chiodi - Devo però sottolineare che già da tempo ho rappresentato il problema in sede di Conferenza delle Regioni, a livello governativo ed europeo, per modificare i criteri di ripartizione delle risorse pur in presenza di tagli drammatici sui Fondi strutturali europei a livello nazionale. Del resto, la programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2014-2020 per l´Abruzzo rappresenta un importante strumento per le politiche di sviluppo regionale per cui abbiamo sottoscritto un documento unitario con le altre regioni in transizione, nel quale chiediamo, un incontro urgente con il ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia per rivedere alcune percentuali di compartecipazione sui fondi europei 2014-2020 e recuperare il gap di partenza nei confronti delle altre regioni. Vorrei ricordare, inoltre, che il 4 ottobre a Roma, davanti a una platea qualificata, sia come rappresentante delle Regioni italiane, sia come delegato dall´Assemblea regioni europee (Aer), ho lanciato un allarme in diretta streaming sostenendo una posizione molto dura davanti rappresentanti di istituzioni europee, europarlamentari, autorità regionali e nazionali italiane, imprese e associazioni riuniti proprio per discutere dei fondi strutturali europei per il settennato 2014-2020. I numeri sono in continua evoluzione e fino a quando non avremo avuto consapevolezza di un giusto riequilibrio non abbasseremo la guardia".  
   
   
LA REGIONE VALLE D´AOSTA CONFERMA LA PROPRIA PRESENZA NEL COMITATO DELLE REGIONI  
 
Aosta, 21 ottobre 2013 - Arriva da Roma la conferma della presenza della Valle d’Aosta nel Comitato delle Regioni. La ratifica della partecipazione della Regione alla delegazione italiana del Comitato è avvenuta il 17 ottobre, nel corso della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, a cui ha preso parte il Presidente della Regione Augusto Rollandin. «La partecipazione attiva della Valle d’Aosta nel contesto europeo – ha detto il Presidente della Regione Augusto Rollandin – è oggi quanto mai importante, sia per quanto riguarda il futuro della politica regionale, sia per quanto attiene alla tutela delle Autonomie regionali, proprio nel momento in cui si stanno ultimando le strategie del nuovo periodo di programmazione dei fondi strutturali europei per il periodo 2014/2016». Il Comitato delle Regioni è una istituzione consultiva attraverso la quale enti regionali e locali appartenenti all´Unione europea possono rappresentare le loro istanze e dare forma a specifiche esigenze. «A margine della Conferenza delle Regioni – continua il Presidente Rollandin - è stata inoltre redatta una calendarizzazione per riunioni straordinarie monotematiche, nel corso delle quali, nelle prossime settimane, saranno analizzati i principali temi dell’agenda di Governo che, attraverso la legge di stabilità, coinvolgono Regioni ed Enti locali».  
   
   
SARDEGNA INCONTRA DELEGAZIONE BIELORUSSIA: "GUARDIAMO CON ATTENZIONE ANCHE VERSO EST EUROPEO"  
 
Cagliari, 21 ottobre 2013 - "Guardiamo con attenzione anche verso l´est europeo, sia come mercato che per scambi culturali e professionali." Lo ha detto il 17 ottobre l´assessore dell´Industria, Antonello Liori, durante l´incontro con una delegazione della Bielorussia, capitanata dal vice ministro dell´Istruzione, Alexander Zhuk. "Tra i settori che possono rappresentare un interesse reciproco, c´è quello delle energie rinnovabili, verso il quale la Regione Sarda ha una particolare attenzione, con gli obiettivi principali di un concreto risparmio energetico e della salvaguardia dell´ambiente - ha sottolineato Liori - Come assessorato dell´Industria puntiamo molto sull´internazionalizzazione delle imprese sarde con appositi finanziamenti, consapevoli che la ripresa del nostro sistema produttivo passi anche attraverso le opportunità commerciali che si creano nei mercati internazionali. Infine, ho accolto con piacere l´invito del Viceministro al Forum economico internazionale, in programma a Minsk nel mese di novembre, e valuteremo come rendere operativi questi importanti contatti internazionali." All’incontro ha partecipato anche l´assessore della Programmazione, Alessandra Zedda, che ha illustrato la battaglia della Regione per la zona franca, evidenziandone l´importanza per lo sviluppo economico dell´Isola e per l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali.  
   
   
OGGI A TRIESTE CONVEGNO SU INTERSCAMBIO FVG-TURCHIA  
 
Trieste, 21 ottobre 2013 - Le prospettive di sviluppo delle relazioni economiche tra il Friuli Venezia Giulia e la Turchia saranno approfondite in un convegno in programma lunedì 21 ottobre a Trieste, con inizio alle ore 10, nella sede della presidenza della Regione in piazza Unità d´Italia, su iniziativa della stessa Regione assieme a Unioncamere, Isiamed (Istituto Italiano per l´Asia e il Mediterraneo) e Ambasciata della Repubblica di Turchia a Roma. È prevista la partecipazione dell´Ambasciatore di Turchia in Italia, Hakki Akil, che concluderà l´incontro. Le relazioni introduttive saranno svolte da Francesco Peroni, assessore alle Finanze della Regione, dal parlamentare Ettore Rosato e da Giuseppe Alberto Moggi, presidente della Camera di commercio italiana in Turchia. Nel corso dell´incontro saranno approfonditi in particolare i temi della nautica, dell´innovazione e del trasporto marittimo/logistica. Sarà infine illustrato il programma Turchia" 2013-2014 di Unioncamere Friuli Venezia Giulia.  
   
   
TOSCANA: LA GIUNTA REGIONALE DI LUNEDÌ 21 OTTOBRE IN DIRETTA STREAMING  
 
Firenze, 21 ottobre 2013 – I lavori della Giunta regionale di lunedì 21 ottobre saranno trasmessi in diretta online a partire, indicativamente, dalle ore 15.00. Lo streaming sarà disponibile alla home page del sito www.Toscana-notizie.it  Al termine della seduta sarà resa disponibile la registrazione. Si ricorda che gli atti approvati saranno disponibili all´indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew  dopo la verbalizzazione degli stessi da parte degli uffici regionali.  
   
   
"L´ECONOMIA E LE POLITICHE DI WELFARE IN TEMPO DI CRISI": LEZIONE MAGISTRALE DI JEAN-LOUIS LAVILLE IL 21 OTTOBRE IN REGIONE EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna, 21 ottobre 2013 - L’economia “solidale” quale possibile risposta alla crisi dell’economia “ufficiale”. Ne parlerà Jean-louis Laville, sociologo ed economista, durante la sua lezione magistrale in programma lunedì 21 ottobre in Regione. L’appuntamento con “L’economia e le politiche di welfare in tempo di crisi”, questo il titolo del suo intervento, è nella sala A della Terza Torre (viale della Fiera 8), alle 11. Laville darà un contributo al dibattito sulle nuove proposte di sviluppo socio-economico e sulle opportunità che possono offrire l’economia solidale e le “economie diverse”, a partire dal principio della sostenibilità ecologica e sociale. Parteciperanno all’iniziativa (inizio ore 10), promossa dall’assessorato alle Politiche sociali, Roberto Grilli (direttore Agenzia sanitaria e sociale regionale), gli assessori Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive, Piano energetico e sviluppo sostenibile) e Patrizio Bianchi (Scuola, Formazione professionale, Università e Ricerca, Lavoro), e Stefano Zamagni, professore di Economia Politica dell’Università di Bologna. Chiuderà i lavori Teresa Marzocchi, assessore regionale alle Politiche sociali. Già ricercatore al Cnrs (Centre national de la recherche scientifique) e direttore del Crida (Centre de recherche et d’information sur la démocratie e l’autonomie), Laville insegna attualmente al Conservatoire national des arts et métiers (Cnam) di Parigi e svolge ricerche nel campo della sociologia economica. E’ autore di numerose pubblicazioni, in particolare sull’economia solidale come prospettiva internazionale, sul governo e la politica delle associazioni, sulla sociologia dei servizi.  
   
   
VARIAZIONE DI BILANCIO 2013, LIGURIA: 90 MILIONI PER IL PAGAMENTO DEI CREDITI A TUTTE LE AZIENDE, ENTRO FINE ANNO  
 
 Genova, 21 Ottobre 2013 - È pronta a sbarcare in consiglio regionale per l´approvazione definitiva, entro il 30 novembre, la variazione di bilancio discussa mercoledì 16 ottobre dalla competente commissione consiliare. Lo ha comunicato giovedì 17 ottobre l´assessore regionale al bilancio, Pippo Rossetti. Una manovra incentrata principalmente sul pagamento, entro il 2013, di tutti i crediti maturati dalle aziende liguri nei confronti della pubblica amministrazione e sulla partecipazione della Liguria al padiglione Italia dell´Expo 2015. La variazione prevede il pagamento di 25,1 milioni di euro di crediti arretrati per le aziende fornitrici in ambito non sanitarie e di 65,4 milioni a favore dei fornitori del comparto sanità. "Siamo tra le prime regioni in Italia – spiega l´assessore Rossetti – che sottoscrivono la convenzione con il Ministero dell´economia e delle finanze per pagare tutti i crediti arretrati entro la fine dell´anno". Un´iniziativa che aveva già preso il via prima dell´estate quando erano stati pagati 17 milioni di euro di crediti arretrati ai fornitori del comparto non sanitario e 81,8 milioni a quelli della sanità. "Con quest´ultima variazione di bilancio – aggiunge Rossetti – la pubblica amministrazione pagherà, entro fine anno, i debiti certi, liquidi ed esigibili di tutte le aziende liguri". Assegnati inoltre 15,4 milioni di euro, provenienti dall´agenzia nazionale per l´attuazione degli investimenti e lo sviluppo d´impresa Spa, per i laboratori di ricerca del parco scientifico e tecnologico degli Erzelli. "Con questo atto – spiega Rossetti – si aggiunge un tassello importante al finanziamento del trasferimento dell´Università agli Erzelli". Previsti inoltre 900mila euro di maggior gettito della tassa universitaria che serviranno per conferire a tutti gli aventi diritto le borse di studio, 600mila euro per la formazione professionale. E infine 80mila euro di risorse regionali verranno destinate alla partecipazione della Liguria al Padiglione Italia dell´Expo´ 2015.  
   
   
LEGGE STABILITÀ, CAPPELLACCI: "CON MODIFICA ART.10 VIA LIBERA A RIDUZIONE 70% DELL´IRAP IN SARDEGNA"  
 
Cagliari, 21 ottobre 2013 - "Il taglio dell´Irap del 70% deciso dalla Regione Sardegna ora non ha più ostacoli. Auspichiamo che il Parlamento approvi quella parte del disegno di legge del Governo che recepisce la nostra proposta". Lo ha dichiarato il presidente Cappellacci, annunciando che l´esecutivo nazionale ha inserito la modifica dell´articolo 10 dello Statuto nella Legge di stabilità. "Un altro passo in avanti - ha aggiunto il presidente - che consente di dare immediata efficacia, senza più nessuna limitazione, ad un provvedimento finalizzato a dare un boccata d´ossigeno alle imprese e allo stesso tempo apre la strada a quell’autonomia fiscale della Sardegna, necessaria a calibrare le scelte in materia sulle reali esigenze del territorio. La Regione - ha evidenziato Cappellacci - ha intrapreso un cammino ambizioso, quello di una politica fiscale di vantaggio che deve dare nuova vita al nostro sistema economico sociale, prostrato dalla crisi e da scelte passate poco lungimiranti. Un percorso durato un paio di mesi - ha aggiunto l’assessore Zedda-, passato attraverso un confronto serrato sul piano tecnico e politico. La strada tracciata è quella giusta, consolida i risultati del 2013, e ci fa ben sperare anche per la Finanziaria 2014, nella quale intendiamo proseguire le misure a favore delle imprese e conseguentemente del lavoro. Rivogliamo un appello ai parlamentari sardi - hanno concluso Cappellacci e Zedda- affinché sostengano l’operato della Regione e, al di là delle appartenenze partitiche, difendano il risultato fino all’approvazione finale".  
   
   
POLITICHE SOCIALI, INCONTRO REGIONI CON MINISTRO  
 
 Napoli, 21 ottobre 2013 - "L´incontro di oggi tra le Regioni ed il ministro del Welfare Enrico Giovannini ha avuto un esito interlocutorio. Gli assessori regionali alle politiche sociali hanno rappresentato al titolare del dicastero del Welfare come non sia possibile che per i servizi essenziali lo stanziamento dei fondi da parte del Governo nella Legge di Stabilità si sia fermato a poco più del 50 per cento delle risorse richieste dalle Regioni: 550 milioni di euro tra Fondo Nazionale Politiche Sociali e il Fondo per la Non Autosufficienza a fronte dei 900 milioni necessari. Stanziamento che si riduce addirittura di 69 milioni di euro se rapportato allo scorso anno: 550 milioni invece che 619 milioni." E´ questo il commento del 17 ottobre di Ermanno Russo, assessore all´Assistenza sociale della Campania, a margine dell´incontro avuto questa mattina a Roma con il ministro Giovannini. "Le Regioni presenteranno un documento contenente un´ulteriore proposta, su cui il Governo si è riservato una decisione, ma i parlamentari si mobilitino fin da subito per migliorare questo disegno di legge in aula", conclude Ermanno Russo.  
   
   
ABRUZZO: CHIODI A ENTI, RINNOVATE I CDA. PARALISI CAUSA DANNI C´E´ UN OBBLIGO DI FINANZA PUBBLICA. INTOLLERABILE INERZIA  
 
L´aquila, 21 ottobre 2013 - "Non è più tollerabile che le società pubbliche partecipate dagli Enti locali tardino ancora a rinnovare i consigli di amministrazione scaduti ormai da tempo". L´atto di accusa arriva dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, che chiede con forza di "ridisegnare i nuovi Cda delle partecipate per riallinearsi alla normativa nazionale del 2012. Si tratta di un obbligo di finanza pubblica che non è più possibile disattendere". La legge 135 del 2012 fa obbligo alle società partecipate di rinnovare i rispettivi consigli di amministrazione secondo le regole della spending review con Cda di tre componenti con la partecipazione maggioritaria dei Comuni soci. "E´ una inadempienza ? insiste Chiodi ? che si riverbera sulla qualità dei servizi offerti dalla partecipata e sui cittadini stessi che questi servizi pagano profumatamente". In Abruzzo solo tre società, la Gran Sasso Acqua dell´Aquila, la Ruzzo Reti di Teramo e la Sasi di Chieti, hanno rinnovato i rispettivi Cda secondo le indicazioni della legge nazionale; rimangono fuori la Aca di Pescara, la Saca di Sulmona e il Cam di Avezzano "che devono procedere con sollecitudine". Il mancato rinnovo del Cda, come detto, genera una situazione di paralisi anche sul versante degli investimenti. È il caso dell´Aca di Pescara. "La difficile situazione economica ? spiega il presidente Chiodi ? impedisce alla società, tra le altre cose, di far fronte al cofinanziamento di interventi previsti nell´Accordo di programma quadro con il governo per mettere in sicurezza agglomerati urbani e di rimborsare ai Comuni e all´Ente d´ambito i mutui relativi ad impianti del servizio idrico integrato, come i depuratori e le reti fognarie. In queste condizioni ? prosegue Chiodi ? viene pesantemente minata l´affidabilità del gestore anche in ragione della difficoltà oggettiva di beneficiare di finanziamenti pubblici come i Fas". Stesso discorso anche per le altre due società gestore, la Saca di Sulmona e il Cam di Avezzano, che tardano a rinnovare i rispettivi Cda. Per la Saca, il consiglio di amministrazione è scaduto dopo l´approvazione dell´ultimo bilancio di esercizio; per il Cam "la situazione è maggiormente preoccupante considerato che l´assemblea dei soci non ha ancora provveduto ad approvare il bilancio 2012". Da qui la richiesta del presidente della Regione di "assunzione di responsabilità da parte dei Comuni soci, che non possono sacrificare l´interesse pubblico dei cittadini per salvaguardare posizioni di parte".  
   
   
PROVINCE: I RISULTATI DI UN SONDAGGIO DELL´ISPO SUI COMUNI PER IL 64% DEI SINDACI NESSUN RISPARMIO DA RIFORMA PROVINCE  
 
Firenze, 21 ottobre 2013 - Il 65% dei sindaci dei piccoli Comuni non considera la riforma delle Province una priorità, il 64% sa che non porterà alcun risparmio, il 63% pensa che farà indebolire i territori. Questi i dati piu significativi della ricerca presentata oggi a Milano all´Assemblea delle Province del Nord dal Prof. Renato Mannheimer, che analizza l´opinione dei sindaci dei piccoli comuni sulla riforma delle Province varata dal Governo. Se dunque un 61 % la vede come una opportunità di razionalizzare competenze, quindi sa bene che c’è bisogno di razionalizzare, non di eliminare, il 57% ha capito che perderà un riferimento e il 63% è molto più preoccupato dalla mancanza di risorse che dalle riforme. La maggioranza dei sindaci poi è cosciente di non avere personale (53%) e competenze (34%) idonee per svolgere le funzioni delle province, oltre ad essere questo un peso in più di cui dovrà sobbarcarsi (28%). Si dichiarano poi molto preoccupati, i Sindaci dei piccoli comuni di ricevere le funzioni tipicamente di area vasta: in particolare l´80% dichiara che avrebbe difficolta´ a garantire il servizio di trasporto extraurbano, il 72% il mercato del lavoro, il 68% la formazione del personale, il 57% la gestione del territorio e la tutela ambientale, il 55% i serivzi per la scuola. Mentre non hanno problemi a riprendersi quelle tipicamente comunali: sport, turismo e cultura. Il 51%, infatti non crede che sarà in grado di gestire i servizi delle Province. Per quanto riguarda le elezioni, il 55% crede serva un modello elettorale che preveda elezioni dirette da parte dei cittadini o totali (37%) o almeno del Presidente (18%). Leggi il sondaggio in http://www.Upinet.it/4171/istituzioni_e_riforme/
province_i_risultati_di_un_sondaggio_dellispo_sui_comuni/
 
 
   
   
PAVIA: TERZO INCONTRO SU PRS CON I COMUNI  
 
Pavia, 21 ottobre 2013 - Terzo incontro sui contenuti del Programma regionale di sviluppo della X legislatura 2013-2018 tra l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini con i Comuni della provincia di Pavia. Dopo gli appuntamenti con gli enti locali dell´Oltrepo montano e quelli dell´Oltrepo collinare, il 17 ottobre è stata la volta dei Comuni della Fascia di Pianura del Po. Nel corso del confronto, Melazzini ha illustrato le linee fondamentali dell´azione di governo regionale e ha raccolto istanze, osservazioni e proposte del territorio. Vicinanza Al Territorio - "Questi momenti di confronto - ha spiegato Melazzini agli amministratori presenti - servono soprattutto per conoscere quali sono i temi che voi ritenete prioritari per il vostro territorio. Io mi impegno, insieme alla Sede Territoriale, a portare le vostre osservazioni, critiche, proposte o indicazioni di priorità agli interlocutori giusti, oltre che a dare le risposte di mia competenza. Sono convinto che il metodo del coinvolgimento e del gioco di squadra sia fondamentale per dare soddisfazione ai bisogni del nostro territorio". Temi Più Rilevanti - Per quanto riguarda in particolare la Fascia di Pianura del Po, diversi i temi discussi nel dibattito che ha seguito la relazione dell´assessore Melazzini. Le infrastrutture innanzitutto (Ponte della Becca ma non solo); il settore sociosanitario (e in particolare l´accesso ai servizi per le persone più fragili); le difficoltà di bilancio dei piccoli Comuni; i possibili strumenti di supporto alle imprese artigiane; lo sviluppo del turismo. I Contenuti Del Prs/scheda - Continuità e innovazione, confronto e collaborazione con tutti, cooperazione con le Regioni del bacino padano, Macroregione del Nord, Expo 2015 e riduzione della pressione fiscale (mantenendo in Lombardia il 75 per cento delle tasse versate). Queste alcune delle linee fondamentali di azione del Prs, che si declinano in vari settori: politiche per le imprese (start up, innovazione, credito, ricerca, ecc); mercato del lavoro più aperto e inclusivo; welfare e sanità (con nuove modalità di soddisfacimento delle domande e dei bisogni in continua evoluzione); Pubblica amministrazione più efficiente e meno costosa; scuola e università più improntate al merito; volontariato e no profit da valorizzare; tutela del territorio e dell´ambiente; promozione del patrimonio culturale; riforma delle Aler e nuova programmazione dell´edilizia residenziale pubblica; commercio; sviluppo del settore agricolo; infrastrutture; sport; ordine pubblico; sicurezza.  
   
   
TRENTO: 416.498 ALLE URNE IL 27 OTTOBRE  
 
Trento, 21 ottobre 2013 - 416.498: tanti gli elettori chiamati alle urne, domenica 27 ottobre, per scegliere direttamente il presidente e i componenti del Consiglio della Provincia autonoma di Trento. In maggioranza le donne, 214.015 mentre gli uomini sono 202.483. Questo il dato "cristallizzato", come tradizione, a quindici giorni dal voto. Saranno 528 le sezioni nelle quali sarà possibile esprimere il voto. Nei Comuni ladini - ricordiamo che un seggio del Consiglio è riservata alla lista più votata a Campitello di Fassa, Canazei, Mazzin, Moena, Pozza di Fassa, Soraga e Vigo di Fassa - gli elettori sono 7.695 (3.927 femmine, 3.768 uomini).  
   
   
PRESIDENTI DI SEGGIO, FORMAZIONE ON LINE IN VISTA DEL VOTO DEL 27 OTTOBRE (CHE COINCIDE CON IL CAMBIO DALL´ORA LEGALE A QUELLA SOLARE)  
 
Trento, 21 ottobre 2013 - E´ disponibile sul sito della Provincia, all´indirizzo http://www.Elezioni.provincia.tn.it/  il materiale per la formazione dei presidenti di seggio. In occasione di questa tornata elettorale è stato infatti organizzato per la prima volta un corso di formazione a distanza, che ripercorre i principali adempimenti dei seggi in occasione dell´elezione del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale del prossimo 27 ottobre. Il percorso online è articolato per moduli e consente, non solo ai presidenti, ma anche ai segretari e agli scrutatori, di selezionare le tematiche di maggior interesse sulle quali effettuare gli approfondimenti. Con l´occasione si ricorda, in particolare ai componenti dei seggi, che la notte tra il 26 e il 27 ottobre ci sarà il cambio dall´ora legale a quella solare.  
   
   
RAPPORTO SVIMEZ MEZZOGIORNO. VENDOLA: "OCCORRE UN SUD CON SCHIENA DRITTA"  
 
Bari, 21 ottobre 2013 - “Serve innanzitutto la capacità del Sud di alzarsi in piedi, di stare a schiena diritta, di combattere in prima persona le proprie patologie, i propri nemici. Molti dei nemici del Sud sono al Sud, sono un pezzo di classe dirigente collusa e corrotta. Un nemico del Sud però è anche il pregiudizio, il luogo comune, lo stereotipo cattivo. Credo che abbiamo bisogno di rimettere la conoscenza del Mezzogiorno dentro il dibattito pubblico”. Lo ha affermato il 17 ottobre a Roma alla presentazione del Rapporto Svimez del 2013 sul Mezzogiorno il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. “Purtroppo - ha proseguito il governatore pugliese - l´egemonia culturale della destra è stata impregnata di questione settentrionale, che non era esattamente la sorella gemella della questione meridionale. La questione meridionale è sempre stato il tema dell´unità del Paese, il Risorgimento incompiuto, un Paese a due velocità. Dentro la questione meridionale c´era un´idea di nuovo patto sociale e civile del sistema Paese Italia. E c´era anche la consapevolezza di essere Europa. Dentro la questione settentrionale, invece, c´è il rintanarsi nella piccola patria, c´è la predicazione contro i meridionali, contro i sudici. Ecco io penso che contro questo assetto ideologico in questi anni non si sia combattuto abbastanza”. “Noi - ha concluso Vendola - abbiamo combattuto contro questi pregiudizi sul Sud, anche con i fatti, perchè senza il Meridione il resto d´Italia non cresce. Noi siamo il cuore pulsante del Mediterraneo, e se affonda quella parte di Paese a rimetterci sarà non solo l´Italia ma un intero continente”.  
   
   
IDEAL STANDARD: CHIESTA LA CIG PER IL PRIMO SEMESTRE 2014 FVG, VENETO E LAZIO ALLEATE PER UN PIANO DI RILANCIO  
 
Trieste, 21 ottobre 2013 - Gli assessori regionali al Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Loredana Panariti, del Lazio, Lucia Valente, e del Veneto, Elena Donazzan, hanno incontrato il 17 ottobre a Roma il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini chiedendogli di condividere l´utilizzo della Cig-cassa Integrazione Guadagni in deroga per tutto il primo semestre del prossimo anno per tutti i lavoratori del Gruppo Ideal Standard, al fine di consentire l´attuazione di un piano di rilancio che tuteli l´occupazione nei tre stabilimenti di Orcenico di Zoppola (Pn), Roccasecca (Fr) e Trichiana (Bl). Come auspicato dalla presidente Debora Serracchiani, che in proposito aveva inviato una lettera ai presidenti del Veneto, Luca Zaia, e del Lazio, Nicola Zingaretti, le tre Regioni hanno fatto quindi fronte comune per individuare una prospettiva industriale che consenta di mantenere la presenza di Ideal Standard in tutti e tre i siti, scongiurando l´ipotesi della cessazione anche di uno solo di essi. Un´alleanza che si è concretizzata anche oggi, con i tre assessori che, consegnando al ministro un documento congiunto - nel quale hanno riassunto la situazione del Gruppo e precisato che i contratti di solidarietà difensivi, in scadenza a fine anno, non potranno essere più prorogati - hanno chiesto di continuare ad assicurare almeno fino a giugno 2014 la copertura degli ammortizzatori sociali. Un periodo nel quale si spera di trovare un accordo su una riorganizzazione aziendale, individuando una strategia di rilancio del Gruppo "che veda tutti i territori coinvolti e che consenta di tutelare i livelli occupazionali". Nella nota al ministro Giovannini, infatti, gli assessori regionali al Lavoro hanno evidenziato che "le Istituzioni delle tre Regioni coinvolte, unitamente alle parti sociali, pur consapevoli della crisi che interessa anche il settore della ceramica, stanno condividendo con l´Azienda un articolato percorso - sia a livello nazionale, presso il Ministero dello Sviluppo economico, che a livello territoriale - finalizzato all´individuazione di una soluzione industriale". Parallelamente lo scorso 14 ottobre, anche grazie ad una assai efficace mediazione istituzionale, l´Azienda ha accettato di sospendere l´annunciata procedura di licenziamento fino a tutto il 31 ottobre 2013, proprio "per continuare la discussione finalizzata ad un complessivo accordo sulla concreta realizzazione del necessario piano di riorganizzazione aziendale". "Il nostro impegno per salvare i tre stabilimenti continua - ha commentato l´assessore Panariti -. Confidiamo che il ministro Giovannini accolga la nostra proposta, anche in considerazione del fatto che il Governo, con la legge di stabilità, ha scelto di aumentare lo stanziamento per gli ammortizzatori in deroga nel 2014".  
   
   
PARMA: NUOVO BANDO DEL SILD PER PROMUOVERE L’INSERIMENTO DI DISABILI GRAVI NELLA FORMAZIONE E AL LAVORO. 235MILA EURO L’INVESTIMENTO. INCLUSIONE SOCIALE, PIÙ FACILE IL CAMMINO VERSO IL LAVORO  
 
Parma, 21 ottobre 2013 – Quando si soffre di una disabilità psichica o intellettiva grave “reggere” l’inserimento al lavoro e i ritmi imposti dalla mansione che si svolge, ma anche partecipare a corsi di formazione con continuità, è a volte una impresa impossibile. Per facilitare il cammino di transizione al lavoro delle persone con gravi disabilità la Provincia ha promosso attraverso il Sild, il servizio inserimento lavorativo per disabili, una azione sperimentale, realizzata per la prima volta lo scorso anno, mirata ad accompagnare i disabili, per alcuni periodi, in ambienti formativi adeguati e in situazioni lavorative in cui si svolgono attività idonee. L’azione, realizzata con investimento di 235mila euro, è esplicata in un bando in pubblicazione in questi giorni e presentato oggi in Provincia alla platea dei destinatari: le cooperative sociali e le associazioni dei disabili che dovranno presentare progetti diretti al coinvolgimento di persone con invalidità civile non inferiore al 67%, dunque con invalidità di tipo psichico o intellettivo, iscritti alle liste secondo la L 68/99. “ E’ una iniziativa che ha una valenza sociale forte e che trasmette un segnale importante: non lasciare da sola nessuna persona e nessuna famiglia in difficoltà. E’ un messaggio culturale anche di fronte alla crisi e richiama una visione della società che ci appartiene, improntata alla coesione sociale e alla solidarietà” ha detto il presidente Vincenzo Bernazzoli aprendo l’incontro. “Noi vogliamo lavorare per una inclusione che tenda dentro tutti e aiutare queste persone a far crescere le loro abilità sociali, nelle relazioni, nell’autostima, nei luoghi di lavoro dove si è in tanti, tutti aspetti che sono conquiste in un cammino lungo che può portarli davvero nel mondo del lavoro a trovare un posto a loro misura” ha aggiunto Manuela Amoretti. L’assessore provinciale alla Formazione e Politiche del Lavoro ha parlato anche della prima edizione del bando, quella del 2012, che ha coinvolto complessivamente 153 disabili; 31 i progetti presentati da 4 associazioni e 11 cooperative sociali di tipo B; 16 i corsi di formazione realizzati, 11 i tirocini formativi, 4 i percorsi di tutoraggio. Oggi all’incontro si è anche parlato di tre esperienze condotte nell’edizione sperimentale dello scorso anno. Anna Chiara Gandi presidente cooperativa sociale Lasse di Fornovo ha parlato di socialità e integrazione dei partecipanti come risultati ottenuti dal corso di formazione per operatore bibliotecario e pc di base e da quello di addetto alle pulizie. “Fornendo loro strumenti per l’autonomia e l’autostima le persone hanno avuto la possibilità di rimettersi in gioco” ha detto evidenziando che al termine dei corsi per una persona disabile è stato attivato un tirocinio e sono stati stipulati due contratti di lavoro a tempo determinato. Michele Fiore presidente Unione italiana Ciechi e Ipovedenti ha invece raccontato l’esperienza del corso di formazione cui hanno partecipato otto allievi per l’apprendimento della lettura Braille e per l’uso del pc. “ Dico sempre che una persona che lavora è una persona in meno da assistere - ha sottolineato - abbiamo fatto questo corso con la speranza che i nostri ragazzi possa trovare occasioni di lavoro”. Bruno Marchio della cooperativa sociale Il Ciottolo si è soffermato su uno dei quattro progetti realizzati, mirato ad accompagnare il cambiamento delle persone disabili che hanno un aggravamento della loro condizione. “Questa esperienza – ha spiegato - ci ha dato la spinta e il coraggio di ragionare con i fornitori degli appalti in modo da rendere più efficace l’inserimento guardando ad avvicinare il lavoro alla persona e secondo noi questo ha fatto crescere la qualità del servizio”. Inclusione sociale: il bando La Provincia di Parma mette a disposizione risorse finanziarie a valere sul Fondo Regionale Disabili per un importo complessivo di 235.000 euro. Soggetti proponenti possono essere: a) cooperative sociali (di cui all’art 1, comma 1, lett. B L 381/ 91) o loro consorzi (di cui all’art. 8 della stessa legge) con almeno una unità locale nel territorio della provincia di Parma; b) associazioni delle persone con disabilità, facenti parte della Consulta regionale per le politiche a favore delle persone con disabilità (di cui all’art. 12 della L.r. N. 29/1997) aventi sede nel territorio della provincia di Parma. Destinatari finali dell’intervento sono le persone con invalidità civile non inferiore al 67% ovvero con invalidità di tipo psichico o intellettivo, indipendentemente dalla percentuale, iscritti alle liste di cui all’art. 8 della L 68/99 nella Provincia di Parma. I contributi vengono erogati per la realizzazione di progetti individuali di transizione al lavoro quali formazione e accompagnamento al lavoro, tirocini formativi, a favore delle persone disabili, individuate in concertazione con il Sild della Provincia di Parma e a patto che si tratti di attività per le quali non sono erogati altri benefici. Numeri del Sild Sono 3702 (il 47% donne) gli iscritti al Sild “disponibili”, ovvero persone che hanno chiesto di essere supportate nella ricerca di lavoro attraverso i servizi attivi per l’occupazione e che stanno preparandosi all’ingresso nel mondo del lavoro attraverso l’utilizzo dei diversi servizi. 445 i nuovi iscritti nel corso del 2012: un dato significativo e in progressivo aumento anche in relazione agli effetti della crisi economica sul nostro territorio. Nei primi nove mesi del 2013 i nuovi iscritti sono invece 274 sono (il 44% donne). Gli avviamenti al lavoro effettuati dal Sild sono stati 342 nel 2012, di cui 82 a tempo indeterminato e dall’inizio dell’anno sono 275 (il 15% a tempo indeterminato) con un aumento del 6% rispetto a quelli nello stesso periodo dell’anno scorso. Nel 2012, 1719 utenti con disabilità hanno usufruito di almeno un servizio erogato nell´ambito dei servizi per il lavoro della provincia di Parma e ammontano a 1475 colloqui individuali di presa in carico e consulenza orientativa erogati dal servizio, oltre a 274 colloqui di ricerca attiva del lavoro di gruppo e 1597 colloqui di altro genere: colloqui di selezione, accompagnamento al lavoro, disponibilità a tirocini o a corsi di formazione, tutoraggio, ecc. Nel 2012 sono state anche effettuate 52 visite dedicate all’analisi ambientale del posto di lavoro per le nuove aziende in obbligo. I bandi pubblicati con il Fondo Regionale Disabili riguardano: - mobilità casa/lavoro disabili - bando multi misura incentivi alle imprese - formazione professionale - alternanza scuola lavoro - promozione responsabilità sociale delle imprese / oltre l’obbligo della Legge 68/99.  
   
   
POLITICHE INDUSTRIALI, LA PROVINCIA AL MINISTRO ZANONATO: “VOGLIAMO SPERIMENTARE IN PIEMONTE NUOVE POLITICHE DEL LAVORO”  
 
Torino, 21 ottobre 2013 - Intervenendo il 17 ottobre mattina all´incontro con il Ministro allo sviluppo economico Flavio Zanonato organizzato dal Comune di Torino, l´assessore al lavoro della Provincia Carlo Chiama ha ricordato che in Piemonte dall´inizio della crisi la disoccupazione è raddoppiata, l´uso della cassa integrazione è quadruplicato e la quantità di lavoro generata nel corso dell´anno si è dimezzata. “E’ forte la necessità di una politica nazionale di sviluppo per sostenere le imprese del nostro territorio - ha detto Chiama al ministro - perché sono patrimonio di tutto il Paese: poiché nel 2014 il Piemonte continuerà a spendere alcune centinaia di milioni di euro per gli ammortizzatori sociali (l´8% circa del totale) e si tratta di risorse determinanti per garantire la coesione sociale, proviamo a utilizzarle al meglio sviluppando gradualmente la politica della condizionalità. Le persone che beneficiano di un sostegno al reddito dovrebbero avere, necessariamente, un´opportunità di riqualificazione oppure potrebbero svolgere un´attività di pubblica utilità. Il nostro territorio potrebbe quindi candidarsi a sperimentare nuove forme di politiche attive del lavoro connesse alle passive, per avvicinarci ai modelli europei di reddito di cittadinanza." Un tavolo congiunto fra Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico e gli Enti locali potrebbe essere costituito in tempi brevi per studiare la realizzazione della proposta.  
   
   
BOLZANO: PATTO GENERAZIONALE, LUNEDÌ IN GIUNTA L´ACCORDO CON I SINDACATI  
 
Bolzano, 21 ottobre 201 - Accordo di massima raggiunto, fra Provincia e sindacati, sull´attuazione del patto generazionale nel pubblico impiego. Durante il terzo incontro del tavolo di confronto sono state introdotte alcune piccole modifiche alla bozza d´intesa già elaborata dieci giorni fa, e lunedì prossimo l´accordo sarà all´ordine del giorno della Giunta provinciale. Il patto generazionale consiste nell´opportunità offerta a coloro che si trovano a pochi anni dalla pensione di ridurre volontariamente il proprio orario di lavoro per favorire l´inserimento dei giovani. Il tutto con una decurtazione dello stipendio, ma senza alcun taglio sui contributi pensionistici, che saranno tarati sulla retribuzione "piena", con la differenza a carico della Provincia. Il tavolo di confronto tra l´amministrazione provinciale e tutti i sindacati di categoria del pubblico impiego aveva come scopo l´elaborazione di un contratto integrativo di intercomparto che permettesse concretamente di attuare il patto. Dopo il terzo incontro, al quale hanno hanno partecipato l´assessore al lavoro, il direttore della Ripartizione personale Engelbert Schaller, il direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn, il direttore di Dipartimento Andrea Zeppa e i rappresentanti dei lavoratori, l´obiettivo si può dire sostanzialmente raggiunto. "C´è un accordo di massima sulla bozza d´intesa già raggiunta dieci giorni fa - commenta l´assessore al lavoro - durante l´incontro sono state introdotte alcune piccole modifiche che però non vanno a intaccare la sostanza dell´accordo, che lunedì verrà portato in Giunta provinciale". Dopo il via libera dell´esecutivo di Palazzo Widmann ci potrà dunque essere la firma tra Provincia e sindacati. La bozza prevede la possibilità di una riduzione dell´orario di lavoro non inferiore al 25% del totale. Con i soldi risparmiati sugli stipendi verrebbe creato un fondo ad hoc, con l´obbligo per ogni ente pubblico di utilizzarlo per l´assunzione di giovani under 35 non occupati, oppure di altre particolari categorie di lavoratori.  
   
   
UNA RETE DI SOGGETTI PER DIRE BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE A TRENTO UNA SERIE DI INCONTRI PROMOSSI DA PROVINCIA, MAGISTRATURA, FORZE DELL´ORDINE E TERZO SETTORE  
 
Trento, 21 ottobre 2013 - A pochi giorni di distanza dall´approvazione della legge sul femminicidio, si può dire che la Provincia autonoma di Trento ha già percorse alcune delle novità contenute nella legge. Fra queste vi sono i due protocolli di intesa recentemente sottoscritti, che coinvolgono la Procura e il Commissariato e puntano a creare una rete fra i soggetti che si occupano di proteggere i soggetti deboli. La stessa legge provinciale 6/2010 va in questa direzione e, accanto alla creazione di un Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza, prevede anche un fondo - operativo a breve - per sostenere le cause che le donne vittime di violenza intendono promuovere. Va anche ricordato che la Provincia autonoma di Trento ha già creato una "casa rifugio" e che sono attive sul territorio numerose associazioni del cosiddetto terzo settore che si occupano di questa tematica; i dati forniti dai diversi enti e associazioni vanno poi a confluire in un Osservatorio che sta analizzando la situazione e che consentirà di mettere maggiormente a fuoco il fenomeno. Di tutto questo si è parlato stamattina a Trento, alla sala della cooperazione, nel primo degli incontri con i soggetti del territorio promossi dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con la Procura della Repubblica, il Commissariato del Governo e le altre forze dell´ordine, proprio per fare un focus sulla violenza di genere. Il punto è stato fatto stamattina, in apertura, dagli assessori provinciali di riferimento, nonché dal procuratore Giuseppe Amato, che ha messo in luce la necessità di lavorare in rete non solo fra istituzioni ma soprattutto fra associazioni. Quindi gli interventi dei rappresentanti degli enti a cui sono affidati i diversi servizi presenti sul territorio, ovvero Centro antiviolenza - Associazione coordinamento donne, Alfid - Associazione laica famiglie in difficoltà, Casa accoglienza alla vita "Padre Angelo", Casa tridentina della giovane - Acisjf, Fondazione famiglia materna, Punto d´approdo Società cooperativa sociale, Casa rifugio per donne vittime di violenza. Sono in programma altre tre mattinate di incontri sul territorio - il 22 ottobre a Mezzolombardo, il 28 ottobre a Pergine e il 31 ottobre a Riva del Garda -, quindi l´ultimo appuntamento sarà a Trento il 6 novembre per parlare di femminicidio con alcune protagoniste femminili fra cui Serena Dandini.  
   
   
FIRENZE: PARI OPPORTUNITÀ: LA CRISI SI AFFRONTA AL FEMMINILE CONVEGNO A PALAZZO BASTOGI SU “DONNE IN QUOTA”, PER LA PIENA APPLICAZIONE DELLE NORME NAZIONALI E REGIONALI.  
 
Firenze, 21 ottobre 2013 - “E’ giunto il momento di fare i conti con la rappresentanza di genere a tutto tondo ed è più che mai urgente una svolta politica”. Con queste parole la consigliera segretaria dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea toscana Daniela Lastri ha dato il “la” al convegno a Palazzo Bastogi su “Donne in quota, ai vertici delle società e nei consigli di amministrazione: l’impegno per la piena applicazione delle norme nazionali e regionali”. Le leggi infatti ci sono, ma vanno rispettate, “l’equilibrio della rappresentanza tra uomini e donne ha dato più risultati nei contesti aziendali che non a livello istituzionale” ha sottolineato Lastri. “Ringrazio la commissione Pari Opportunità della Toscana, da tempo impegnata in questa battaglia, una sfida che chiama alla responsabilità”. Come affermato anche da Rossella Pettinati, presidente Crpo, “la difficoltà è passare dai principi alle azioni concrete e da parte nostra, abbiamo pensato di contare anche su uno strumento in più, la Banca dei saperi delle donne, rinnovata nella veste grafica e nei contenuti”. “Gli organi di rappresentanza, così come qualunque altro ente pubblico o partecipato della nostra regione, potranno facilmente accedervi per ricercare i profili che rispondono ai requisiti richiesti per eventuali designazioni” ha rilevato. “La Banca dei Saperi delle Donne non è un ufficio di collocamento telematico, ma solo un luogo di promozione delle conoscenze femminili, grazie ai curriculum di donne che lavorano o risiedono in Toscana”. Da qui l’appello alle donne: “Iscrivetevi numerose, con questo strumento vogliamo dimostrare che le donne ci sono, sono brave e sono competenti. Impegniamoci noi in prima persona, per dare corpo alla rappresentanza di genere e quindi alla democrazia”. Presente ai lavori anche l’assessore regionale alle Pari Opportunità Salvatore Allocca, che ha rilasciato una dichiarazione che fa ben sperare: “L’avanzamento della presenza femminile, sia nei Consigli di amministrazione che nei luoghi di decisione, non è solo un fattore di pari opportunità ma anche di efficienza e di capacità di azione. Nel periodo di difficoltà che stiamo vivendo è uno strumento per affrontare la stessa crisi”. Il pomeriggio di approfondimento è continuato con gli interventi di Anna Ferrero (Federutility), che ha illustrato le ricerche sull’occupazione e la managerialità al femminile; e con Franca Alacevich, dipartimento Scienze politiche e sociali, che ha invece parlato della presenza delle donne nei Cda. Come evidenziato dalle indagini, le donne ai vertici sono ancora poche. La prima ricerca – condotta dal maggio 2010 al marzo 2011 e realizzata da Acta Consulting per Federutility – ha acceso i riflettori su 7 gruppi di lavoro e su un totale di 71 donne manager che operano in 15 aziende distribuite in tutte le regioni d’Italia (tra cui anche le toscane Asa Estra e Publiacqua). L’indagine Federutility, dal titolo “Il Cambiamento: ascoltare e decidere”, ha confermato il trend nazionale relativo ad una presenza ancora insufficiente delle donne nelle posizioni apicali, pur con prospettive positive di crescita ed una particolare sintonia tra le aziende di pubblici servizi e la managerialità femminile. Gli ultimi dati contrattuali raccolti dalla federazione dimostrano che tra i dirigenti dei settori Gas ed Acqua, le donne sono il 10,26 per cento e nel settore Elettrico, il 12,70 per cento. La seconda ricerca, "Occupazione e competenze nelle public utilities: il ruolo delle donne", avviata nel luglio 2012, analizza la presenza femminile nelle aziende associate valutando, anche attraverso il confronto di genere, le variazioni delle dinamiche occupazionali, nel periodo 2007 - 2011, rispetto alle collocazioni organizzative e agli inquadramenti contrattuali. Cresce nelle aziende di pubblici servizi la presenza femminile in ruoli e aree di business significativi. Le competenze tecniche e la cultura del servizio al cittadino di cui le donne sono portatrici hanno modificato in questi ultimi anni le strutture organizzative delle aziende di servizi pubblici, dall’acqua al gas all’energia elettrica. L’indagine ha mostrato che la presenza delle donne nelle aziende di servizi pubblici è aumentata nelle aree marketing (+22%), comunicazione (+20%), tecnica (+15%) e approvvigionamenti (+13%). In totale, nell’area commerciale e marketing la presenza femminile si attesta al 48%, nelle relazioni esterne al 59%. Sono tuttavia ancora lievi i cambiamenti negli organi societari delle aziende, dove la presenza femminile risulta ancora scarsa. Gli interventi – che sono stati coordinati dal giornalista Giacomo Guerrini – sono stati chiusi da Gina Giani, amministratore delegato dell’Aeroporto di Pisa.  
   
   
CENTRI ANTIVIOLENZA E CASE RIFUGIO, PIEMONTE: RIAPERTO IL BANDO PER LAVORI DI MANUTENZIONE E ALLESTIMENTO DELLE SEDI LE DOMANDE SCADONO IL 31 OTTOBRE 2013  
 
 Torino, 21 ottobre 2013 - Sono stati riaperti i termini del bando regionale per l’allestimento ed adeguamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio presenti sul territorio piemontese. Lo annunciano gli assessori alle Politiche sociali e alle Pari opportunità, Ugo Cavallera e Giovanna Quaglia, sottolineando l’impegno della Regione a mettere a disposizione le risorse non utilizzate nel bando precedente. Sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte del 17 ottobre sono pubblicati sia il nuovo bando, sia la graduatoria del primo intervento, chiuso nell’agosto scorso, che ha finanziato complessivamente 11 progetti per un importo complessivo di 275mila euro. “Mettiamo a disposizione del territorio - rilevano Quaglia e Cavallera - le risorse non utilizzate proprio con l’obiettivo di dare un’altra opportunità a chi non è riuscito a presentare domanda, prima che le risorse vengano reimpostate. I Centri antiviolenza in Piemonte costituiscono un tassello importante della Rete regionale contro la violenza alle donne e pertanto vanno sostenuti con interventi specifici. Questa è una risposta concreta della Regione Piemonte a favore di chi quotidianamente viene in aiuto delle donne che subiscono violenza e spesso anche dei loro bambini”. Possono presentare domanda di contributo i Comuni, singoli o associati, e i Consorzi socio-assistenziali titolari dei Centri antiviolenza. I finanziamenti prevedono contributi in conto capitale per interventi edilizi e impiantistici di adeguamento o allestimento dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, oltre alla fornitura di arredi e attrezzature utili allo svolgimento dell’attività. Le domande scadono il 31 ottobre 2013.  
   
   
CONTRASTO ALLA POVERTA´: DALLA REGIONE LAZIO 12 MILIONI PER I SERVIZI ALLE PERSONE  
 
Roma, 21 ottobre 2013 - Nel Lazio un milione e duecentomila persone si trovano in grande difficoltà perché vivono con un reddito di poche centinaia di euro al mese. Per questo la Regione sta portando avanti un vasto piano contro la povertà. I fondi serviranno per mense, attività di accoglienza notturna e di distribuzione di alimenti, percorsi di inclusione sociale per disoccupati, mamme sole con minori, anziani a basso reddito ed emarginati, e anche all’erogazione di contributi economici per il reddito familiare, le utenze domestiche, i buoni spesa e i buoni pasto. “Non vogliamo lasciare soli le cittadine e cittadini del nostro territorio – ha detto il presidente Nicola Zingaretti - che ogni giorno lottano contro la miseria per affermare il proprio diritto a vivere una vita dignitosa”. “Questo Programma di interventi – ha spiegato Rita Visini, assessore alle Politiche Sociali - è una boccata d´ossigeno anche per i Comuni, che potranno contare su risorse aggiuntive per garantire i servizi essenziali di contrasto all´indigenza, e una opportunità importante per le associazioni che vogliamo sostenere”.  
   
   
MARCHE: DAI BISOGNI DEGLI ANZIANI LA VIA D’USCITA DALLA CRISI, LA PROPOSTA DI ITALIA LONGEVA.  
 
Ancona, 21 ottobre 2013 - Da sempre nelle società organizzate l’anziano è un elemento importante del progresso sociale, lo specchio cui guardano le giovani generazioni per trarre ispirazione e stimoli indispensabili per progettare il futuro sulla base di valori che hanno resistito alla prova dei fatti. Anche oggi dobbiamo considerare il vissuto e le esigenze degli anziani come stimoli all’ingegno e alla creatività della ricerca e della produzione tecnologica, per mettere a punto, produrre e offrire nuove soluzioni destinate a rendere più serena la stagione dei capelli d’argento. Con questi obiettivi Italia Longeva – Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva, istituita dal Ministero della Salute, con la Regione Marche e l’Irccs Inrca – ha riunito oggi a Roma, nell’Auditorium Biagio D’alba del Ministero della Salute, i principali rappresentanti della domanda e dell’offerta dei servizi di tecnoassistenza più all’avanguardia. Il primo esito del convegno – dal titolo “L’anziano e la tecnoassistenza, il Servizio sanitario nazionale e l’industria” – al di là dei contenuti scientifici e tecnici delle diverse relazioni, è stato una testimonianza tangibile della capacità del nostro Paese di fornire risposte costo-efficaci al progressivo invecchiamento della popolazione, conciliando le esigenze di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale con i bisogni concreti degli anziani. Fra le soluzioni tecnologiche presentate oggi al ministero della Salute, non sono mancate proposte originali: indumenti che rilevano e trasmettono parametri clinici come pressione e glicemia, laboratori di diagnostica itineranti che viaggiano su furgoni fra le abitazioni dei pazienti, cucine a dimensione di anziano non deambulante con controllo automatico dei fuochi, orologi che inviano un segnale d’allarme attraverso il telefono se l’anziano cade in casa o manifesta anomalie del battito cardiaco, dispositivi che aiutano l’aderenza alle terapie emettendo segnali acustici. Alcune relazioni sono state dedicate all’illustrazione di “best practice”, cioè a testimonianze concrete, di progetti già lanciati sul territorio, basati su servizi di teleassistenza e di monitoraggio di diversi parametri, dalla glicemia alla corretta assunzione dei medicinali prescritti, così da rendere sempre più concreta e sostenibile la continuità assistenziale fra ospedale, territorio e residenze sanitarie. “La domanda di prodotti e servizi da parte della popolazione over 65 – ha detto Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche – è sempre crescente. Una popolazione, quella delle Marche, che è la più longeva d’Europa e quella con l’aspettativa di vita tra le più alte al mondo. Gli over 65, nella nostra regione, rappresentano circa il 22% del totale contro il 20% nazionale, con un trend di crescita che prevede il 24% nel 2020. Dati, questi, che interrogano inevitabilmente il nostro sistema istituzionale, sociale ed economico ad un approccio multisettoriale al tema della longevità. La Regione Marche guarda dunque non solo ai bisogni sanitari della comunità longeva, attraverso l’Inrca impegnato sul versante della cura e della ricerca, ma anche a quelli sociali e alle esigenze quotidiane dell’anziano. È per questo che abbiamo avviato il progetto della Casa intelligente, in collegamento con il network internazionale delle conoscenze sul tema. La Regione ha messo a disposizione risorse rilevanti con bandi finalizzati che hanno attivato progetti in rete che hanno coinvolto oltre 70 aziende del settore. Utili si sono poi rivelate le opportunità offerte dal Governo centrale e dall’Europa. Nel primo caso la Regione ha ottenuto l’inserimento nel bando nazionale del cluster sulla longevità attiva. Quanto all’Europa, attraverso la Svim, partecipiamo a un progetto transnazionale che coinvolge altri quattro Paesi europei (Finlandia, Turchia, Francia e Regno Unito) e di cui l’Inrca è partner. Abbiamo chiamato a raccolta, in questa prospettiva, il sistema produttivo regionale affinché partecipi alla riflessione su questa nuova fascia di bisogni pensando prodotti e servizi che aiutino il longevo a vivere meglio e in maggiore autonomia”. Il presidente Spacca ha inoltre auspicato che all’Expo 2015, dedicato al tema della nutrizione, sia prevista una sezione dedicata proprio ai sistemi, modelli, protocolli per la longevità attiva di cui l’alimentazione è una parte di grande rilievo. “Quello che oggi viene affrontato – ha concluso Spacca - è uno dei temi decisivi per garantire la coesione sociale e il benessere dei cittadini negli anni a venire. Affrontarlo con gli strumenti più efficaci è dunque un compito moralmente, oltre che economicamente, determinante”. Il progetto “Casa intelligente per una longevità attiva e indipendente dell’anziano” nasce con lo scopo di realizzare un prototipo di casa intelligente in cui gli anziani possano vivere in modo indipendente, sicuro e in salute il più a lungo possibile. “L’auspicio che anima questa giornata – ha detto il presidente di Italia Longeva, Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – è di riuscire a trasformare la terza età in una grande opportunità per uscire dalla crisi non solo con le detrazioni fiscali e le manovre finanziarie, ma anche producendo cose, manufatti, oggetti tangibili e utili che entrino nel mercato e possano essere venduti, possibilmente in tutto il mondo. Il nostro Paese, il più anziano insieme al Giappone, può diventare un enorme laboratorio nel quale sperimentare nuovi prodotti, costruiti dalle nostre industrie e destinati a divenire la risposta italiana alla questione dell’invecchiamento progressivo della popolazione del pianeta. Per questo intendiamo individuare tecnologie, strumentazioni e software che possano essere inseriti in un processo di valutazione, approvazione e marketing validato da Italia Longeva, intesa come network del buon invecchiamento e come garante dell’effettiva efficacia dei nuovi strumenti nel migliorare la qualità di vita degli anziani”. La tecnoassistenza promossa da Italia Longeva è quindi una proposta lanciata all’Italia, quasi una provocazione a farsi carico della terza età divenendo imprenditorialmente più propulsivi. Di qui le caratteristiche del convegno di oggi, destinato a ospitare non solo idee, ma esempi concreti, “best practices” già sperimentate sul territorio e strumenti ingegnosi in fase di lancio o già in produzione. “Ci siamo chiesti, concretamente, ‘quali tecnologie?’ – ha proseguito Bernabei – e abbiamo voluto conoscerle, presentarle attraverso un convegno, e contribuire a portarle sul mercato. Mi riferisco, ad esempio, a tutti i software di comunicazione destinati a rendere possibile una continuità fra i tanti ambiti di assistenza dedicati all’anziano, dall’ospedale all’assistenza domiciliare, fino alle residenze sanitarie assistenziali. Ma penso anche alle soluzioni di monitoraggio in remoto di persone spesso affette da cronicità, magari costrette anche a vivere da sole. Non sono mancate, poi, le idee per realizzare in casa un vero ‘ambiente assistito’, una sorta di abitazione intelligente a misura di anziano”. Italia Longeva Italia Longeva è la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva istituita dal Ministero della Salute, con la Regione Marche e l’Irccs Inrca, per consolidare la centralità degli anziani nelle politiche di sviluppo, fronteggiare le crescenti esigenze di protezione della terza età e porre l’anziano come protagonista della vita sociale. Il network Italia Longeva si propone di mettere in rapporto tra loro competenze scientifiche sanitarie, sociali, economiche e tecnologiche, mantenendo una strategia di completa apertura verso le nuove adesioni e le “contaminazioni” disciplinari. In particolare, Italia Longeva ha l’obiettivo di promuovere la sperimentazione di soluzioni innovative in campo clinico e assistenziale, ma non esaurisce le sue aree di competenza in questo ambito: ha l’ambizione di porsi come interlocutore privilegiato in tutti i settori della società che sono oggi influenzati dalla “rivoluzione” della longevità diffusa. I progetti che intende promuovere non sono solo sperimentazioni classiche dei trial clinici o studi epidemiologici, ma l’interesse del network investe anche settori quali quello della domotica e dell’Ambient Assisted Living, e del mondo produttivo in generale, nell’ambito del cosiddetto silver market, il mercato dei consumatori anziani.  
   
   
REGIONI, LEGGE STABILITÀ, WELFARE, LIGURIA: NO A RIFINANZIAMENTO SOCIAL CARD. FONDO SOCIALE E DELLA NON AUTOSUFFICIENZA NON ARRIVANO A SOGLIA MINIMA  
 
Genova, 21 Ottobre 2013 - "I finanziamenti che il Governo ha previsto per il 2014 a favore del fondo sociale e della non autosufficienza non arrivano alla soglia minima necessaria per far fronte alle richieste del territorio: 250 milioni per il fondo della non autosufficienza e 260 milioni per il fondo sociale non serviranno perché non raggiungono nemmeno la soglia dei 300 milioni stanziati per entrambi lo scorso anno". Lorena Rambaudi, coordinatrice degli assessori al welfare delle Regioni e assessore alle politiche sociali della Liguria esprime la sua insoddisfazione per l´esito dell´incontro svoltosi a Roma con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini e il viceministro Cecilia Guerra, all´indomani dell´approvazione da parte del consiglio dei ministri della legge di stabilità. Le risorse che il Governo ha messo sul piatto a favore delle politiche sociali sono "largamente insufficienti per mettere in campo iniziative di contrasto alla povertà". "Come regioni – spiega Rambaudi – avevamo fatto richieste più elevate, tenendo conto che bisognava almeno arrivare ai finanziamenti previsti lo scorso anno e cioè 300 milioni per il fondo sociale e altrettanti per quello del non autosufficienza". Gli assessori hanno espresso inoltre la loro contrarietà al rifinanziamento della social card, giudicata "perché è solo una misura di tipo assistenziale di basso profilo che, nonostante alcuni miglioramenti, non ha alcuna capacità di incidere sul contrasto alla povertà". "Meglio sarebbe stato – continua Rambaudi – dirottare le risorse previste dalla social card pari a 250 milioni, sul fondo sociale". Le regioni si sono comunque dette disponibili a formalizzare, in un documento da ripresentare al Ministro, le loro proposte a risorse invariate, per utilizzare in modo più proficuo i finanziamenti disponibili.