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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Settembre 2006
L´IMPATTO DELL´EGOVERNMENT IN EUROPA, SE NE PARLA AD HELSINKI  
 
Bruxelles, 4 settembre 2006 - Il 13 settembre avrà luogo a Helsinki (Finlandia) una conferenza sull´impatto dell´eGovernment. L´obiettivo dell´iniziativa è seguire i progressi riguardanti il piano d´azione per l´eGovernment, nonché verificare la situazione dei quadri d´impatto nazionali e regionali, analizzando allo stesso tempo il partenariato con l´industria. Tutti gli Stati membri si sono impegnati a utilizzare l´eGovernment per conseguire "vantaggi considerevoli in termini di efficienza" e "riduzioni significative degli oneri amministrativi" entro il 2010. Nell´ambito del piano d´azione i2010 eGovernment, la Commissione e gli Stati membri istituiranno un quadro di valutazione finalizzato all´impatto, in linea con il quadro di analisi comparativa i2010. La conferenza è organizzata congiuntamente dalla Commissione europea e dalla Presidenza finlandese dell´Ue, in collaborazione con Sap e Capgemini. La manifestazione sarà aperta dal ministro delle Finanze finlandese. Http://europa. Eu. Int/information_society/activities/egovernment_research/doc/highlights/e&e_agenda. Pdf . .  
   
   
INTEGRARE I CITTADINI DEI PAESI TERZI: LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA L´INVITO A PRESENTARE PROPOSTE 2006 PER PROGETTI NEL QUADRO DEL PROGRAMMA INTI  
 
Bruxelles, 4 settembre 2006 - La Commissione europea pubblica l´invito a presentare proposte Inti 2006: un budget di 5 milioni di euro è stato stanziato per il programma Inti per l´anno 2006, di cui 4 milioni di euro per questo invito a presentare proposte. Il Vice-presidente della Commissione Franco Frattini, Commissario per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza, ha sottolineato che "incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri e la creazione di partenariati e reti transnazionali è fondamentale per promuovere vie nuove e innovative di integrare gli immigrati. I progetti selezionati nel contesto del programma Inti contribuiranno in modo concreto allo sviluppo di politiche di integrazione riuscite, che rafforzeranno la responsabilizzazione dei migranti" Nel quadro di questo invito a presentare proposte, saranno finanziate azioni preparatorie che mirino a promuovere l’integrazione negli Stati membri dell’Ue. In particolare, queste azioni perseguiranno i tre obiettivi specifici seguenti: Sostenere la costruzione di reti transnazionali di cooperazione o di progetti pilota destinati a identificare, scambiare e valutare buone pratiche e nuovi approcci in materia di integrazione; Migliorare la conoscenza di base per lo sviluppo di politiche di integrazione a livello dell´Ue; Sostenere il dialogo transnazionale e la consapevolezza in materia di integrazione e sul suo impatto sulla società. La sovvenzione minima per progetto è di 100. 000 euro. La sovvenzione massima per progetto è di 500. 000 euro. Il termine per presentare le proposte è il 20 ottobre 2006. Perché abbiano una chiara dimensione transnazionale i progetti Inti devono coinvolgere partner di almeno 5 Stati membri. Nel quadro del programma Inti 2005, la Commissione europea ha ricevuto 139 domande di sovvenzione e in marzo a selezionato 15 progetti perché siano co-finanziati. Questi progetti, che saranno gestiti da Ong e autorità pubbliche, copriranno una vasta gamma di temi diversi, come per esempio: Affrontare il problema della carenza d´informazioni chiare e comparabili e migliorare la qualità delle politiche di integrazione degli immigrati, attraverso l´elaborazione di un sistema di valutazione delle politiche attuali e una piattaforma di discussione delle soluzioni; Migliorare la qualità dell´azione dei soggetti regionali e locali che partecipano all´elaborazione e all´implementazione delle politiche concernenti l´integrazione dei cittadini dei paesi terzi; Scambiare esperienze per quanto riguarda le politiche per la promozione della cittadinanza e la coesistenza in zone ad alta concentrazione d´immigranti provenienti da paesi non membri dell´Ue; Raccogliere e distribuire esempi di migliori pratiche d´integrazione grazie allo sport; Confrontarsi alla situazione specifica delle donne migranti per facilitare i loro contatti con il paese ospitante e i suoi cittadini. Questo sarà l´ultimo invito a presentare proposte nel quadro del programma Inti: a partire dal 2007, il Fondo Europeo per l´Integrazione dei cittadini dei paesi terzi coprirà le necessità di questo settore, in modo coerente con le priorità determinate dai Principi Fondamentali Comuni per l´integrazione, adottati dal Consiglio e ampliati nella Comunicazione della Commissione per Un’agenda comune per l’integrazione (Com(2005) 389 final), con un bilancio sostanzialmente incrementato:
Attività 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Total
Fondo Europeo per l´Integrazione dei cittadini dei paesi terzi 65,00 78,00 98,00 106,00 132,00 163,00 183,00 825,00
Le informazioni sul programma Inti e i documenti riguardanti questo invito a presentare proposte figurano al seguente indirizzo: http://europa. Eu. Int/comm/justice_home/funding/inti/funding_inti_en. Htm .
 
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI RAFFORZARE IL DIRITTO DI LIBERTÀ E LA PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA NELL’UNIONE EUROPEA, SPAZIO COMUNE DI LIBERTÀ, SICUREZZA E GIUSTIZIA  
 
Bruxelles, 4 settembre 2006 – Lo scorso 29 agosto 2006 la Commissione europea ha adottato una proposta di decisione quadro del Consiglio per consentire a quei cittadini dell’Unione che sono indagati in uno Stato membro diverso dal loro di rientrare in patria sotto la sorveglianza dello Stato membro d’origine, invece di essere trattenuti in custodia cautelare o sottoposti ad altre misure cautelari in attesa di giudizio nello Stato membro in cui è stato commesso il reato. Dalle statistiche raccolte negli Stati membri dell’Ue emerge che un indagato non residente rischia di essere posto in custodia cautelare più frequentemente di un indagato residente. La decisione quadro avrà quindi anche l´effetto di attenuare la discriminazione nei confronti di questa categoria, contribuendo nel contempo a ridurre la popolazione carceraria. Creare uno spazio europeo di giustizia, libertà e sicurezza significa fare in modo che i cittadini europei possano godere pienamente dei loro diritti, ovunque vivano o si trovino nell’Unione. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Franco Frattini, commissario responsabile per il portafoglio Libertà, sicurezza e giustizia, che ha quindi aggiunto: “Con questa proposta, la Commissione intende rafforzare il diritto di libertà e la presunzione di non colpevolezza permettendo agli indagati non residenti, cittadini dell’Ue, di rientrare nel loro Stato membro d’origine in modo controllato, invece di essere inutilmente trattenuti in custodia cautelare in un altro Stato membro. La nuova decisione quadro dovrebbe avere un impatto concreto poiché potrebbe riguardare fino a 8 000 persone. ” Secondo la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu) del 1950, cui l’Unione è vincolata in forza dell’articolo 6 del trattato sull’Unione europea, e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea del 2000, ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza e chiunque sia accusato di un reato è presunto innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata. Il diritto di libertà e la presunzione di non colpevolezza sono principi fondamentali di ogni società democratica. Sempre secondo la convenzione, la persona che sia sospettata di aver commesso un reato può essere privata della libertà solo in circostanze eccezionali, per esempio se sussiste un rischio di fuga. Questa restrizione presuppone che gli Stati membri debbano preferire, nella misura del possibile, una misura cautelare non detentiva. Tuttavia, le varie alternative alla custodia cautelare contemplate nel diritto nazionale (ad esempio l´obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria o il divieto di espatrio) non possono al momento essere recepite né trasferite al di là delle frontiere poiché gli Stati non riconoscono i provvedimenti giudiziari stranieri emessi in materia. Al momento, pertanto, gli indagati non residenti vengono spesso tenuti in custodia cautelare –principalmente a causa del rischio di fuga – o assoggettati a misure cautelari non detentive in quello che è per loro uno Stato membro straniero. Obiettivo principale della proposta di decisione quadro è permettere all’autorità giudiziaria dello Stato membro in cui è stato commesso il reato di trasferire una misura cautelare non detentiva nello Stato membro nel quale l’indagato di norma risiede. L’autorità giudiziaria di questo Stato membro sarebbe in linea di principio tenuta a riconoscere e eseguire la misura cautelare sul suo territorio nell’attesa che si tenga il processo nello Stato membro di emissione. In questo modo, l’indagato sarebbe oggetto di una misura cautelare nel suo ambiente abituale, diminuirebbe la discriminazione nei confronti degli indagati non residenti così come il numero di detenuti in attesa di giudizio nell’Unione europea, e si rafforzerebbero il diritto di libertà e la presunzione di non colpevolezza in tutta l’Unione. Per garantire il normale corso della giustizia, la proposta contempla, come extrema ratio, un meccanismo specifico di ritorno per tradurre un indagato che non intende collaborare nello Stato in cui si celebra il processo. .  
   
   
ANNUNCIATI WORKSHOP TSI: SICUREZZA AEROPORTUALE; I PRODOTTI TESSILI INTELLIGENTI; L´INFORMATICA BIOMEDICA  
 
Bruxelles, 4 settembre 2006 - È stato pubblicato un elenco degli workshop proposti per l´iniziativa della Commissione europea dedicata alle tecnologie della società dell´informazione (Tsi). La conferenza Tsi si svolgerà dal 21 al 23 novembre a Helsinki (Finlandia). Il programma prevede un workshop Cordis sul tema "Comunicare la ricerca europea e immettere sul mercato i benefici generati dalle Tic", che vedrà gli interventi di personalità provenienti da una Piattaforma tecnologica, un progetto Tsi e Ist Results. Il workshop presenterà esempi delle modalità utilizzate per promuovere le Tic presso i cittadini, i servizi pubblici e le aziende. Altri workshop tratteranno temi quali: la sicurezza aeroportuale; l´informatica biomedica; la cooperazione internazionale; le attività di prospettiva europee; l´e-health; il Settimo programma quadro (7Pq); i trasporti; i prodotti tessili intelligenti. Le parti interessate sono invitate a pronunciarsi sugli workshop proposti. Http://ec. Europa. Eu/information_society/istevent/2006/cf/itemlist. Cfm?type=session&status=published .  
   
   
UN PROGETTO COMUNITARIO FORNISCE INDICAZIONI SUL FUTURO DELLA NANOTECNOLOGIA SU: MATERIALI, SALUTE E SISTEMI MEDICALI, ED ENERGIA  
 
 Bruxelles, 4 settembre 2006 - Un progetto finanziato dall´Ue ha pubblicato una serie di tabelle di marcia, fornendo una panoramica della situazione attuale e futura della nanotecnologia in tre settori fondamentali: materiali, salute e sistemi medicali, ed energia. Negli ultimi anni l´attività di ricerca e sviluppo (R&s) ha registrato una crescita senza precedenti nel settore della nanotecnologia, un processo sostenuto dalla convinzione che quest´ultima rappresenti un approccio radicalmente nuovo alla produzione. Gli esperti ritengono che la tecnologia sia destinata a rivoluzionare praticamente tutti i settori industriali nonché la vita quotidiana, e che tale cambiamento radicale non sia tanto lontano nel tempo. Per coloro che si occupano della pianificazione futura è estremamente utile sapere come si evolverà la nanotecnologia nei prossimi anni e quali applicazioni saranno più rilevanti. Il progetto Nanoroadmap è finanziato a titolo della priorità tematica "Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali basati sulla conoscenza, e nuovi processi e dispositivi di produzione" del Sesto programma quadro (6Pq). Il consorzio Nanoroadmap è formato da otto partner industriali e della ricerca dei settori pubblico e privato di Repubblica ceca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e Israele. Si tratta di 12 tabelle di marcia complessive raggruppate in tre relazioni settoriali, che forniscono dettagli sulle proprietà di ciascuna tecnologia, nonché sulle sfide e le barriere rispetto alle loro applicazioni attuali e future. Secondo il documento, i nanomateriali conosceranno la fase di massimo sviluppo nell´arco dei prossimi 10 anni. I nanomateriali sono materiali nuovi la cui dimensione strutturale elementare è stata progettata su scala nanometrica. I materiali di tali dimensioni evidenziano comportamenti e proprietà molto potenziate o totalmente nuove. La loro ubiquità fa sì che i nanomateriali possano trovare applicazione in un´ampia varietà di mercati, dalla catalisi alle membrane per le pile a combustibile. I nanotubi di carbonio rappresentano il nanomateriale più conosciuto. Tuttavia, l´ampio spettro delle possibili applicazioni previste, si legge nella relazione, rende difficile formulare una stima ragionevolmente precisa delle dimensioni dei mercati futuri. Un mercato che subirà un particolare impatto è il settore medico. La relazione ha rilevato che la ricerca sul rilascio razionale e sulla somministrazione mirata di agenti terapeutici e diagnostici è già piuttosto avanzata, e la nanotecnologia verrà impiegata sempre più spesso per creare sistemi che consentano ai farmaci di selezionare aree del corpo specifiche. Con l´aiuto della nanotecnologia, la medicina si sta orientando verso terapie più individualizzate. Poiché utilizzano particelle inferiori a 50 nanometri, o persino a 20 nanometri, i farmaci o i veicoli degli stessi possono attraversare le pareti dei vasi sanguigni e interagire senza difficoltà con le molecole presenti sulla superficie e all´interno della cellula, spesso senza alterare il comportamento delle molecole stesse. Tuttavia, malgrado le enormi aspettative riguardo all´utilizzo delle nanoparticelle a scopo medico, la tecnologia è ancora nelle prime fasi del proprio sviluppo, e la relazione fa presente che molti problemi devono essere risolti o aggirati per ottenere risultati. Ad esempio, l´interazione tra nanoparticelle e "target intracorporei" deve essere ancora studiata, per migliorare la comprensione dei complessi principi biologici di base che disciplinano l´impatto di tali applicazioni specifiche. In base alla relazione degli esperti, una delle sfide più importanti è legata ai possibili effetti collaterali o alla potenziale tossicità cellulare delle nanoparticelle disponibili. È importante che eventuali effetti collaterali non prevalgano sugli esiti terapeutici del farmaco. Secondo la relazione, il sostegno pubblico nelle prime fasi della ricerca è una priorità, e sarebbe opportuno tentare in qualche modo di semplificare i processi di autorizzazione (senza ovviamente compromettere la qualità e la sicurezza del processo stesso). Inoltre, la nanotecnologia è considerata potenzialmente promettente in tutta la filiera energetica, dalla produzione alla trasmissione, distribuzione, conversione e utilizzo, al fine di offrire soluzioni alternative per la generazione, l´immagazzinaggio e il risparmio di energia. Secondo la relazione, benché la tecnologia sia ancora agli albori del proprio sviluppo, la ricerca europea sulla nanoscienza è già molto diffusa per quanto riguarda le fonti energetiche alternative quali energia solare, termoelettricità, batterie ricaricabili e supercondensatori. L´industria europea è inoltre competitiva in diverse aree. Per quanto riguarda l´isolamento e la conduttanza termica correlati alla nanotecnologia, ad esempio, la posizione dell´industria europea è considerata buona o eccellente dalla maggior parte degli autori della relazione. Nel segmento delle cellule fotovoltaiche, vi sono numerose grandi imprese europee e alcune nuove aziende che, secondo gli esperti, occupano un´ottima posizione. Anche per quanto riguarda le batterie ricaricabili e i supercondensatori, la posizione delle piccole e medie imprese (Pmi) europee è valutata da soddisfacente a buona. La relazione indica tuttavia che si tratta di eccezioni degne di nota, e osserva che l´industria europea è in ritardo rispetto ai concorrenti statunitensi e dell´Asia sudorientale. Nel caso della termoelettricità, la stragrande maggioranza delle aziende menzionate dagli esperti della relazione quali società che apportano il massimo contributo ai progressi della nanotecnologia in questo campo ha sede negli Usa. Inoltre, la posizione competitiva dell´industria europea varia a seconda dei settori e delle dimensioni di una società, ossia grandi imprese o Pmi. La tabella di marcia dell´energia rispecchia una difficoltà generale in tutti e tre i settori in esame: il trasferimento della conoscenza sulla nanoscienza dal mondo accademico all´industria. Poiché molte delle barriere riscontrate in un settore sono presenti anche negli altri, la relazione suggerisce la creazione di centri multidisciplinari per far progredire il trasferimento della conoscenza sullo sviluppo sull´applicazione dei materiali e sulle strutture produttive pilota. Tali centri agevoleranno la cooperazione, faciliteranno l´accesso ad apparecchiature sofisticate, contribuiranno a trasferire i risultati della ricerca nei prodotti, creeranno processi di produzione modulari in linea con i requisiti industriali e formeranno il personale. Secondo la relazione, di questi centri beneficeranno sia le università sia l´industria, soprattutto le Pmi. Sintetizziamo qui di seguito le raccomandazioni della relazione: ricerca fondamentale per comprendere il rapporto struttura-proprietà-trasformazione a livello molecolare; modellazione e simulazione informatica su nanoscala; strumenti online per la caratterizzazione, il monitoraggio e il controllo del processo; metrologia; sviluppo di un quadro normativo standard e di procedure di autorizzazione comuni; identificazione e sviluppo preliminare di materiali, applicazioni e capacità che rispondano alle esigenze rigorose della produzione di massa, riducendo pertanto il rischio connesso al loro sviluppo; adozione di una produzione modulare; migliorare la collaborazione tra mondo accademico e industria, e promuovere il trasferimento della tecnologia; fornire formazione e competenze per i giovani ricercatori e i collaboratori; rispondere alle preoccupazioni crescenti riguardo a problematiche di salute, sicurezza e ambiente; promuovere discussioni e informazioni trasparenti con tutte le parti interessate su vantaggi e rischi della nanotecnologia. Per leggere la versione integrale della relazione consultare: http://www. Nanoroadmap. It/ .  
   
   
BCE: I TASSI RIMARRANNO INVARIATI  
 
Francoforte, 4 settembre 2005 - Nella riunione del 31 agosto 2006 il Consiglio direttivo della Bce ha deciso che il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 3,00%, al 4,00% e al 2,00%. .  
   
   
MEF: AD AGOSTO DISAVANZO SETTORE STATALE A 7.800 MLN DI EURO, FABBISOGNO A 36.400 MLN DI EURO NEI PRIMI OTTO MESI DEL 2006  
 
 Roma, 4 settembre 2006 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica che per il mese di agosto 2006 il disavanzo del settore statale è determinato, in via provvisoria, in circa 7. 800 milioni di euro, dato migliore rispetto al fabbisogno registrato nel mese di agosto 2005, pari a 9. 128 milioni. Il fabbisogno cumulato dei primi otto mesi dell´anno si attesta quindi a circa 36. 400 milioni di euro, quasi 22 miliardi in meno rispetto ai 58. 323 milioni di euro dello stesso periodo del 2005. Il saldo del mese di agosto ha beneficiato, in particolare, del buon andamento delle entrate fiscali, del minore impatto sulla tesoreria statale da parte degli enti territoriali e del perdurare degli effetti del contenimento della spesa delle Amministrazioni centrali, in particolare della gestione degli impegni di bilancio in dodicesimi. Sul lato dei pagamenti, il dato di agosto sconta inoltre uscite determinate dal recupero dei trasferimenti a Ferrovie Spa per circa 1 miliardo e dal finanziamento di quota parte del progetto European Fighter Aircraft. .  
   
   
UNICREDIT GROUP: RISULTATI DEL SECONDO TRIMESTRE 2006 UTILE NETTO A 1.686 MILIONI, IN CRESCITA DELL´82,5% A/A (+47% CIRCA A/A ESCLUSA LA PLUSVALENZA RELATIVA ALLA CESSIONE DI SPLITSKA BANKA) RISULTATO OPERATIVO A 2.745 MILIONI, IN CRESCITA DEL 38,0% A/A  
 
Milano, 4 agosto 2006 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredito Italiano ha approvato lo scorso 4 agosto i risultati consolidati del secondo trimestre del 2006 . Il secondo trimestre dell´anno si è chiuso per il Gruppo con un utile netto di 1. 686 milioni, con un incremento dell´82,5% rispetto al corrispondente periodo dell´anno precedente, una crescita che si conferma molto significativa (+47% circa a/a) anche al netto della plusvalenza sulla cessione di Splitska Banka. Il risultato di gestione (2. 745 milioni) registra una crescita del 38,0% sul secondo trimestre del 2005 (+34,4% a/a a cambi e perimetro costanti). All´andamento dei risultati del Gruppo ha contribuito molto positivamente il Gruppo Hvb con un utile netto pari a 1. 055 milioni (prima delle rettifiche di consolidamento), più che quadruplicato rispetto all´anno precedente (230 milioni) e un risultato di gestione di 1. 195 milioni (+67,1% a/a a cambi e perimetro costanti). Tale andamento è principalmente riconducibile ad una forte crescita dei ricavi (+16,3% a/a a cambi e a perimetro costanti) e ad una sostanziale riduzione dei costi operativi (-4,8% a/a a cambi e a perimetro costanti). Il margine d´intermediazione del Gruppo ha raggiunto i 5. 969 milioni, con un incremento del 16,3% a/a (+13,0% a/a a cambi e a perimetro costanti), quale risultante di una crescita sia del margine d´interesse (3. 195 milioni, +3,8% a/a e +1,9% a/a a cambi e perimetro costanti), sia dei proventi da intermediazione e diversi (2. 774 milioni, +34,9% a/a e +29,7% a/a a cambi e a perimetro costanti). L´andamento del margine d´interesse evidenzia una forte crescita per Unicredit escluso Hvb (1. 599 milioni, +8,1% a/a) ed una sostanziale stabilità per il Gruppo Hvb (1. 578 milioni, -0,1% a/a). Analizzando la dinamica dei soli interessi netti, l´aumento in Unicredit escluso Hvb (1. 493 milioni, +10,7% a/a) è sostenuto dalla crescita dei volumi e da un miglioramento dello spread sulla raccolta. Su base annua, contribuisce a tale risultato principalmente la Divisione Retail (+14,5% a/a), che spiega più della metà dell´incremento, ma l´andamento è positivo in tutte le Divisioni. Il Gruppo Hvb (1. 416 milioni) evidenzia una lieve flessione (-0,6% a/a). I crediti verso clientela, pari a 430,1 miliardi, registrano un incremento dell´1,5% su giugno 2005 (+0,8% su dicembre 2005). Unicredit escluso Hvb mostra un aumento notevole a/a (+11,0% a/a) con trend positivi nelle tre Divisioni più significative (Retail: +14,1% a/a, Corporate: +7,4% a/a, New Europe: +25,1% a/a a cambi costanti). Per quanto riguarda i prodotti, mantengono un buon ritmo di crescita i mutui alle famiglie (3) (+20,5% a/a) e il credito al consumo3 (+27,0% a/a) nel Retail e il leasing nel Corporate (+31,2% a/a). I crediti nel Gruppo Hvb (258,3 miliardi) evidenziano una flessione (-3,6% a/a, -1,5% su dicembre 2005). Tale andamento risente della riduzione strategica dei crediti operata dal Gruppo Hvb nel segmento real estate e della diminuzione conseguente all´ accelerazione in Germania di una politica di pricing maggiormente correlata al rischio. Il complesso dei crediti deteriorati netti del Gruppo (che comprendono sofferenze, incagli, crediti ristrutturati e crediti scaduti) è pari a 16,7 miliardi, in flessione del 7,9% sul dicembre 2005 e del 5,0% su marzo 2006. Il totale delle sofferenze e degli incagli si attesta a 14,2 miliardi (-10,1% su dicembre 2005 e –8,1% su marzo 2006). Il rapporto tra il totale dei crediti deteriorati ed i crediti verso clientela, scende dal 4,26% di fine 2005 al 3,87% di giugno 2006, con un rapporto di copertura al 48,6% (49,4% a dicembre 2005). L´incidenza delle sofferenze nette e degli incagli sul totale crediti di giugno 2006 scende dal 3,70% di dicembre 2005 al 3,29%, con un rapporto di copertura in miglioramento dal 51,8% al 52,4% di giugno 2006. La raccolta diretta si attesta su un livello di 474,6 miliardi, in aumento del 2,7% su dicembre e del 3,9% su giugno 2005. Unicredit escluso Hvb si posiziona a 187,0 miliardi (+ 5,0% su dicembre 2005, +9,5% a/a) ed il Gruppo Hvb raggiunge i 284,9 miliardi (+1,4% su fine 2005, +1,0% a/a). I proventi da intermediazione e diversi (2. 774 milioni) crescono significativamente (+34,9% a/a, +29,7% a/a a cambi e perimetro costanti) per il forte progresso in tutte le componenti. Le commissioni nette (2. 109 milioni) salgono del 16,6% a/a. Unicredit escluso Hvb si attesta a 1. 193 milioni (+13,2% a/a), con un contributo particolarmente positivo della Divisione Private Banking & Asset Management (+23,8% a/a) e della Divisione New Europe (+21,7% a/a). Il Gruppo Hvb mostra anch´esso una forte progressione delle commissioni sul secondo trimestre 2005 (917 milioni, +21,6% a/a). All´interno delle commissioni nette di Gruppo, le commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio si attestano a 1. 002 milioni, in significativo aumento a/a (+22,3%). Tutte le componenti delle commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio sono in crescita sul secondo trimestre del 2005, in particolare le commissioni sui fondi di investimento (545 milioni, +21,7% a/a), le commissioni sulle gestioni patrimoniali (61 milioni da 17 milioni nel secondo trimestre del 2005) e le commissioni sul collocamento di prodotti assicurativi (150 milioni, +20,0% a/a). Le commissioni sulla negoziazione, collocamento e altri servizi sui titoli amministrati si attestano a 246 milioni, +7,4% a/a. In crescita dell´11,8% a/a anche le commissioni sugli altri settori di attività, pari nel complesso a 1. 107 milioni. In particolare, all´interno di questa voce, evidenziano un marcato incremento le commissioni legate ai servizi di incasso e pagamento (+28,4% a/a) e quelle relative a negoziazione di valute (+20,1% a/a). L´incremento delle commissioni su conti correnti, crediti di firma e finanziamenti è del 3,7% a/a. Il patrimonio gestito dalle società di Asset Management del Gruppo si colloca a 236 miliardi, in aumento del 5,6% su fine 2005, grazie anche all´acquisizione di Vanderbilt in Usa (oltre 10 miliardi di euro). Più in dettaglio, Pioneer ha registrato una crescita del 7,4% nel semestre, con un aumento più marcato nelle Divisioni International (+34%) e Usa (+29,6%), mentre l´incremento per il Gruppo Hvb si attesta all´1%. Il risultato netto di negoziazione, coperture e fair value, pari a 564 milioni nel secondo trimestre 2006, registra un sostanziale aumento a/a (+334 milioni), grazie all´eccezionale risultato conseguito dal Gruppo Hvb (+317 milioni a/a) e ad una crescita del 7,6% a/a registrata da Unicredit escluso Hvb (254 milioni nel secondo trimestre del 2006). Più in dettaglio, il risultato del Gruppo Hvb ha beneficiato del positivo andamento del business dei derivati e del desk Global Markets in Hvb esclusa Ba-ca e del buon contributo di Ba-ca (94 milioni), più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre del 2005. L´aumento in Unicredit escluso Hvb nel secondo trimestre è invece sostanzialmente imputabile alla variazione positiva nel fair value dell´opzione call emessa sul titolo delle Assicurazioni Generali di circa 42 milioni, determinata da una flessione nel corso del titolo nel secondo trimestre. A fine giugno la plusvalenza maturata sul titolo Generali, classificato tra le attività disponibili per la vendita, è pari a 290 milioni e verrà realizzata solo al momento della vendita. Gli altri proventi sono pari a 101 milioni, in aumento di 84 milioni a/a, di cui 31 milioni relativi al Gruppo Hvb. I costi operativi (3. 224 milioni) sono in flessione dello 0,5% a/a (a cambi e a perimetro costanti). All´interno di questa voce, Unicredit escluso Hvb si attesta a 1. 564 milioni (+4,3% a/a (4)) mentre il Gruppo Hvb (1. 642 milioni) registra una sostanziale flessione (-4,8% a/a (4)). Le spese per il personale (1. 948 milioni, +5,3% a/a (4)) mostrano un incremento riconducibile sia ad Unicredit escluso Hvb (951 milioni, +4,8% a/a (4)) sia al Gruppo Hvb (5) (997 milioni, +5,9% a/a (4)), quest´ultimo dovuto al sistema premiante legato agli eccellenti risultati commerciali, che più che compensa la riduzione avviata nell´organico di Hvb esclusa Ba-ca (-600 unità nel trimestre). L´aumento in Unicredit escluso Hvb è riconducibile al contratto collettivo nazionale (+18 milioni circa a/a) e all´aumento della componente variabile della remunerazione (+26 milioni a/a). Tali crescite sono solo parzialmente controbilanciate dai benefici legati alla diminuzione dell´organico (-502 unità a/a, prevalentemente nella Divisione Retail). Il complesso degli altri costi operativi, pari a 1. 276 milioni, registrano una forte diminuzione a cambi e perimetro costanti (-8,3% a/a), grazie alla riduzione nel Gruppo Hvb (-17,9% a/a), risultante da una flessione delle altre spese amministrative e degli ammortamenti, che più che controbilancia la crescita registrata in Unicredit escluso Hvb (+3,6% a/a). Il rapporto tra costi e ricavi scende nel secondo trimestre 2006 al 54,0% dal 61,3% del corrispondente periodo dell´anno precedente. Il risultato di gestione del Gruppo del secondo trimestre 2006 raggiunge i 2. 745 milioni, un livello superiore del 38,0% a/a (+34,4% a cambi e a perimetro costanti). La positiva evoluzione di tale voce è il risultato dell´ottima performance operativa del Gruppo Hvb (1. 195 milioni, +77,0% a/a, +67,1% a cambi e a perimetro costanti) e della crescita di Unicredit escluso Hvb (1. 551 milioni, +17,9%), alla quale hanno contribuito in misura particolarmente positiva le Divisioni Private Banking & Asset Management (+38,3% a/a), Retail (+22,7% a/a) e New Europe (+12,7% a/a). Il complesso di accantonamenti e rettifiche del trimestre ammonta a 628 milioni rispetto ai 582 milioni del secondo trimestre 2005. In particolare, si segnalano: accantonamenti per rischi ed oneri per 79 milioni, contro i 4 milioni del secondo trimestre 2005; rettifiche nette su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni per 549 milioni contro i 578 milioni del secondo trimestre 2005 (-5,0% a/a). L´incremento del risultato di gestione a/a è stato amplificato dai maggiori profitti netti da investimenti, solo in parte compensati dagli aumenti degli accantonamenti e delle rettifiche nette su crediti, oltre che da oneri di integrazione per 52 milioni. I profitti netti da investimenti del secondo trimestre ammontano a 449 milioni (66 milioni nel secondo trimestre 2005) e sono essenzialmente riferibili al Gruppo Hvb con un apporto di circa 420 milioni. L´importo più significativo compreso in tale voce è relativo alla cessione di Splitska Banka a Socgen (perfezionata da Ba-ca il 30 giugno) che genera profitti netti nel conto economico consolidato di Hvb per 669 milioni, peraltro rettificati per 302 milioni nel consolidato di Unicredit, tenuto conto delle valutazioni effettuate al momento del primo consolidamento. La plusvalenza per il Gruppo ammonta quindi a 367 milioni (con un apporto all´utile netto pari a 332 milioni). Le imposte sul reddito del periodo, pari a 613 milioni, registrano un aumento del 37,8% rispetto al secondo trimestre 2005, con un´incidenza sull´utile lordo del 24,4%, in riduzione rispetto al 30,6% dell´intero esercizio 2005, grazie a maggiori plusvalenze su partecipazioni (non tassate) e ad una maggiore incidenza dell´utile di Hvb Ag, la cui tassazione beneficia dell´utilizzo delle perdite registrate negli esercizi precedenti. L´utile netto dell´operatività corrente risulta pertanto pari a 1. 901 milioni (+84,9% a/a). Alla formazione dell´utile netto concorrono le attività in via di dismissione per complessivi 16 milioni. L´utile di periodo si attesta così a 1. 917 milioni (+85,6% a/a, +78,9% a/a a perimetro e cambi costanti). L´utile di pertinenza di terzi del secondo trimestre è pari a 231 milioni, rispetto ai 109 milioni del secondo trimestre 2005. L´aumento è prevalentemente riconducibile alla quota di terzi del Gruppo Hvb, al netto della quota di Ba-ca direttamente posseduta. L´utile netto di pertinenza del Gruppo si attesta pertanto a 1. 686 milioni, con una crescita di 762 milioni (+82,5%) rispetto al secondo trimestre 2005. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 30 giugno 2006 a 34. 771 milioni (35. 203 milioni a fine 2005). Il Core Tier 1 stimato si attesta al 5,94% a fine giugno 2006, in miglioramento su dicembre 2005 (5,53%). Il Total Capital Ratio stimato raggiunge il 10,25% (6). La struttura del Gruppo a fine giugno era composta da un organico (7) di 134. 870 dipendenti (+71 unità su dicembre 2005, -502 su giugno 2005). L´aumento rispetto a dicembre è spiegato dalla presenza di lavoratori stagionali operanti nel settore del turismo per le società del Gruppo Zagrebacka (circa 800 unità). La rete distributiva del Gruppo è composta da 7. 336 sportelli (8) (+152 su fine 2005). .  
   
   
GRUPPO BIPIEMME SUPERA I TARGET  
 
Milano, 4 settembre 2006 - In merito a richieste di informazioni che pervengono dal mondo finanziario e giornalistico, Banca Popolare di Milano ribadisce che i dati analitici della gestione del primo semestre 2006 saranno sottoposti al Consiglio di Amministrazione che si riunirà martedi 12 settembre prossimo e solo allora saranno ufficiali. Nel frattempo, però, si può anticipare che sulla base dei primi risultati economico/patrimoniali relativi al primo semestre, si rileva un andamento del Gruppo Bipiemme superiore agli obiettivi. Continua ad essere sostenuta la crescita degli impieghi rispetto ai target ed anche la raccolta evidenzia un buon andamento. Quest’ultima, compensa ampiamente l’andamento, inferiore alle aspettative, del risparmio gestito. Relativamente al secondo semestre si può aggiungere – pur con tutta la necessaria prudenza relativa all’andamento congiunturale – che qualora i trend finora registrati proseguissero nei prossimi mesi ciò porterebbe a risultati superiori a quelli comunicati in occasione della presentazione dei risultati 2005 ed agli obiettivi del piano 2004-2006. .  
   
   
BANCA POPOLARE ITALIANA - ESAME E APPROFONDIMENTO DELL´ATTIVITA´ DI ADVISORY  
 
Lodi, 4 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare Italiana, riunitosi il 31 agosto sotto la presidenza del Prof. Dino Piero Giarda, ha esaminato le prime risultanze del Piano industriale e ne ha ribadito la piena validità. Ha poi avviato l’esame delle proposte di Bper, Bpm e Bpvn, unitamente a quella di Bpu pervenuta successivamente, nelle rielaborazioni predisposte dagli advisor Mediobanca e Rothschild. Ha deliberato di dare mandato al Presidente e all’Amministratore Delegato di valutare le loro compatibilità e sinergie rispetto alle linee strategiche di sviluppo del Gruppo Bpi. Il lavoro degli advisor proseguirà per una miglior definizione di diversi aspetti delle proposte. Il Consiglio ha altresì deliberato di approfondire, anche attraverso esperti legali, le questioni della rappresentanza degli interessi del territorio e della compagine sociale nelle possibili configurazioni di governance ipotizzate. .  
   
   
BANCA LOMBARDA: EMISSIONE AZIONI A SEGUITO DELL´ESERCIZIO PIANO STOCK OPTION  
 
Brescia, 4 settembre 2006 - In data 28 agosto 2006 è scaduto il termine ultimo per l´esercizio delle opzioni emesse da Banca Lombarda nell´ambito del piano di stock option riservato a Promotori Finanziari deliberato dal Consiglio d´Amministrazione in data 9 luglio 2003. Le opzioni in questione vennero attribuite per l´acquisto di azioni Banca Lombarda ad un prezzo di Euro 9,546 per azione, da esercitarsi nei quindici giorni successivi alla scadenza del periodo triennale di vesting e pertanto entro il 28 agosto 2006. A seguito di ciò 115 promotori finanziari hanno esercitato il diritto loro spettante relativamente a n. 160. 916 opzioni. Pertanto in data 29 agosto 2006 Banca Lombarda ha proceduto all´emissione di complessive n. 160. 916 azioni Banca Lombarda, che sono state assegnate ai rispettivi beneficiari. Successivamente all´iscrizione presso il Registro delle Imprese di Brescia, il capitale sociale di Banca Lombarda sottoscritto e versato passerà da Euro 351. 591. 554 a Euro 351. 752. 470. .  
   
   
DEXIA CREDIOP: NEL 1° SEMESTRE 2006 ATTIVO CONSOLIDATO A 41,7 MILIARDI DI EURO (+11%).  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione di Dexia Crediop - la banca d’affari per la finanza pubblica e di progetto - ha approvato 28 luglio alla presenza del Presidente Mauro Cicchinè e dell’Amministratore Delegato Marc Brugiere la relazione sull’andamento della gestione della banca nel 1° semestre dell’esercizio in corso che evidenzia un incremento di circa l’11% dell’attivo consolidato che ha raggiunto i 41,7 miliardi di Euro, rispetto ai 37,5 miliardi di Euro del primo semestre 2005. Nel corso dei primi sei mesi dell’esercizio in corso la banca ha conseguito un significativo incremento del 12,3% delle stipule di finanziamenti le quali hanno superato i 3,1 miliardi di Euro rispetto ai 2,8 miliardi di giugno 2005. Dal punto di vista economico il bilancio consolidato presenta nel 1° semestre 2006 un margine di interesse consolidato pari a 72,1 milioni di Euro. Il margine di intermediazione è risultato pari a 104,6 milioni di Euro in crescita di quasi il 14% rispetto ai 91,8 milioni di Euro dei primi 6 mesi 2005 soprattutto grazie all’attività di negoziazione nel segmento della finanza pubblica in virtù di numerose e rilevanti operazioni realizzate con primari Enti Locali italiani. Il risultato dell’operatività corrente al lordo delle imposte - sempre a livello di Gruppo - è risultato pari a 80,9 milioni di Euro in crescita del 13,4% rispetto al medesimo semestre del 2005; al netto delle imposte di periodo, l’utile netto consolidato ha raggiunto i 50 milioni di Euro in crescita di quasi il 20% rispetto al 1° semestre 2005. Concentrando l’analisi sulla capogruppo Dexia Crediop S. P. A. , al 30 giugno 2006 la banca ha registrato un margine di interesse pari a 71,1 milioni di Euro. Il margine di intermediazione è risultato in crescita fino a 105,9 milioni di Euro (+14,3% rispetto ai 92,6 milioni di Euro del 1° semestre 2005) ed è stato positivamente influenzato dalla citata attività di negoziazione nell’ambito della finanza pubblica. Il risultato netto della gestione finanziaria è stato pari a 104,96 milioni di Euro in crescita del 13,5% rispetto ai 92,5 milioni di Euro del 1° semestre del 2005. L’utile ante imposte è incrementato di quasi il 14% raggiungendo gli 82,3 milioni di Euro, mentre l’utile netto si è attestato al valore di 51,3 milioni di Euro in crescita di quasi il 20% rispetto ai 42,7 milioni di Euro del 1° semestre del precedente esercizio. Nel settore della finanza pubblica, la banca ha svolto il ruolo di Arranger di numerose e importanti emissioni obbligazionarie promosse da Enti Locali italiani; tra queste si ricorda l’emissione di Abs originata dalla Regione Abruzzo (327 milioni di Euro), l’apertura di credito al Comune di Roma (quota Dexia Crediop pari a 136,7 milioni di Euro), il mutuo e il bond domestico della Regione Toscana (300 milioni di Euro), i bond domestici della Provincia di Brescia (175 milioni di Euro) e del Comune di Palermo (150 milioni di Euro). Dexia Crediop è inoltre stata protagonista di diverse emissioni obbligazionarie rivolte ai mercati internazionali: tra queste, la banca ha ricoperto il ruolo di Joint Lead Manager per l’emissione da 500 milioni di Euro della Regione Lazio e per il bond da 115 milioni di Euro della Regione Abruzzo, nonché il ruolo di Co-manager e Underwriter per complessivi 600 milioni di Euro del bond da complessivi 1,9 miliardi di Euro della Regione Campania. In aggiunta, sempre sul fronte della finanza pubblica, la banca è arranger nelle emissioni obbligazionarie domestiche a tasso variabile per complessivi 288 milioni di Euro coordinate dal Comune di Reggio Emilia. Hanno aderito alla convenzione la quasi totalità dei Comuni capoluogo di provincia dell’Emilia-romagna, che saranno i principali utilizzatori della stessa. Nel settore della finanza “corporate”, Dexia Crediop è risultata aggiudicataria di due mutui per complessivi 80 milioni di euro a favore dell’Atm di Milano e dell’incarico di advisory (insieme a Mcc) per l´assistenza ad una cordata, di cui la società Impregilo è mandataria, per la presentazione dell´offerta in project financing (Art 37 bis della Legge Merloni) per la realizzazione e gestione della metropolitana linea D di Roma. L’importo degli investimenti a base di gara è di Euro 2,86 miliardi di euro. Per quanto riguarda, infine, l’attività di “rating advisory”, nel secondo trimestre 2006 Dexia Crediop ha assistito la Provincia di Brescia nell´ottenimento del primo rating da parte dell´agenzia Fitch Ratings ed è stato inoltre concluso, con l’ottenimento del rating Aa-, l´affiancamento alla Regione Sardegna per l´acquisizione della prima valutazione di rating da parte dell´agenzia Fitch Ratings. .  
   
   
DA BANCA CR FIRENZE 10 MILIONI DI EURO PER LE PMI CON GARANZIA EUROFIDI IL PLAFOND È RIVOLTO ALLE IMPRESE UMBRE E TOSCANE ED È DISPONIBILE ESCLUSIVAMENTE CON MODALITÀ ON LINE  
 
 Firenze, 4 settembre 2006 - Per la prima volta in Toscana e in Umbria, le piccole e medie imprese possono usufruire di uno strumento di finanziamento nuovo ed estremamente efficace. Si tratta del plafond on line da dieci milioni di euro messo a disposizione da Banca Cr Firenze e garantito da Eurofidi, struttura leader in Italia tra i soggetti di garanzia fidi. L’accordo fra Banca Cr Firenze ed Eurofidi ha fatto sì che le modalità per accedere al finanziamento siano molto semplici e particolarmente rapide. Una volta registrati sul Portale Internet www. Europmi. It, basta accedere all’area “Finanziamenti Online” e, nella sezione dedicata a Banca Cr Firenze, inoltrare la richiesta di finanziamenti compilando un apposito modulo, sempre on line. Le Pmi interessate possono, direttamente dal loro ufficio, inoltrare la richiesta e la risposta sarà pressoché immediata. La formula dei plafond on line permette tempi veloci e condizioni economiche allineate alle migliori del mercato. L’iniziativa è rivolta alle Pmi toscane e umbre dei settori industria, commercio, servizi, artigianato, turismo e agricoltura, che possono destinare i finanziamenti a una vasta tipologia d’investimenti: l’acquisto di beni strumentali connessi all´attività produttiva, di software, di impianti e di macchinari; la ristrutturazione di immobili; lo sviluppo di progetti di ricerca e di innovazione di prodotto; l’ottenimento di certificazioni di qualità. L’importo richiesto va da un minimo di 50. 000 euro a un massimo di 500. 000 per ogni singola operazione. Le condizioni applicate sono tra le migliori riscontrabili sul mercato, con il parametro per il tasso variabile indicizzato all’Euribor e quello per il per tasso fisso è l’Irs. La durata del finanziamento va da 24 a 60 mesi e la periodicità del rimborso è con rate mensili, trimestrali o semestrali costanti di capitale ed interessi oppure con rate mensili, trimestrali o semestrali decrescenti (quota capitale fissa). La garanzia Eurofidi copre fino al 50% del finanziamento erogato. È prevista una riduzione del costo della garanzia del 5% per le aziende che acquistano uno spazio pubblicitario sul portale Europmi. Il plafond on line ha scadenza il 30 settembre (salvo chiusura anticipata per esaurimento fondi). .  
   
   
BANCAPERTA APPROVA I RISULTATI SEMESTRALI AL 30 GIUGNO 2006: +12,9% L´UTILE NETTO DI PERIODO  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione di Bancaperta - Società del Gruppo Credito Valtellinese - riunitosi il 28 agosto sotto la presidenza di Miro Fiordi, ha esaminato ed approvato i risultati relativi al primo semestre 2006, determinati applicando per la prima volta i principi contabili internazionali Ias/ifrs, che evidenziano un andamento positivo della gestione. In particolare, è continuata l´espansione dei servizi internet della linea banc@perta che al 30 giugno 2006 contava 237. 032 clienti, con una crescita dell´8,2% rispetto al dato rilevato al 31. 12. 2005. Il conto economico evidenzia una significativa crescita (+ 106,8% su base annua) del risultato netto dell´attività di negoziazione, pari a 4,6 milioni di euro. Le commissioni nette si attestano a 10,4 milioni di euro (-10,4%), alla luce della cessione ad Aperta Sgr - Società del Gruppo specializzata nella gestione del risparmio individuale e collettivo - del ramo di attività relativo all´asset management, avvenuta nell´ottobre 2005. I dividendi e proventi simili si determinano in 2,2 milioni di euro, in aumento del 20,3%. Il margine d´intermediazione assomma pertanto a 17,9 milioni di euro, risultato sostanzialmente in linea con quanto realizzato nel primo semestre dello scorso esercizio. I costi operativi sono pari a 8,3 milioni di euro - in contrazione del 15,1% - e il risultato lordo dell´attività operativa ammonta a 9,8 milioni di euro (+13,3%). Le imposte, stimate in 3,4 milioni di euro, determinano un utile netto di periodo di 6,4 milioni di euro, in crescita del 12,9% rispetto ai valori registrati nel primo semestre 2005. La situazione patrimoniale della Banca esprime una raccolta diretta da clientela nell´ordine di 442,1 milioni di euro, +2,8% rispetto ai valori di fine anno. La raccolta indiretta si attesta a 1. 424,1 milioni di euro, in linea con il dato di fine esercizio precedente. La raccolta globale ammonta quindi a 1. 866,2 milioni di euro, in crescita dell´1,4% rispetto alla fine dell´esercizio 2005. Le attività finanziarie detenute per la negoziazione, infine, assommano a 1. 052,3 milioni di euro, segnando un incremento del 54,4% in confronto al 31. 12. 2005. Si precisa che la prima applicazione dei principi contabili internazionali Ias/ifrs ha comportato una variazione positiva del patrimonio netto della Banca che, alla data del 1° gennaio 2005, si è incrementato di 1,5 milioni di euro, al netto del relativo effetto fiscale. L´incremento deriva principalmente dall´esercizio, in sede di prima applicazione, dell´opzione che prevede la possibilità di rilevazione degli immobili al fair value in sostituzione del costo (opzione prevista dall´Ifrs 1) e dalla rilevazione al fair value degli strumenti finanziari inseriti nel portafoglio di attività finanziarie detenute per la negoziazione.
Dati Economici (importi in milioni di euro) 1°sem. 2006 1°sem. 2005 Var. %
Utile netto 6,4 5,7 +12,9%
Margine di intermediazione 17,9 18,1 -1,5%%
Risultato lordo dell’attività operativa 9,8 8,7 +13,3%
Dati Patrimoniali (importi in milioni di euro) 30. 6. 2006 31. 12. 2005 Var. %
Raccolta Diretta 442,1 430,2 +2,8%
Raccolta Indiretta 1. 424,1 1. 410,7 +0,9%
Raccolta Globale 1. 866,2 1840,9 +1,4%
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1. 052,3 681,6 +54,4%
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BANCA DELL´ARTIGIANATO E DELL´INDUSTRIA APPROVA I DATI SEMESTRALI AL 30 GIUGNO 2006 CRESCITA DEL 26% RISPETTO A DICEMBRE 2005  
 
 Brescia, 4 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca dell´Artigianato e dell´Industria, banca del Gruppo Credito Valtellinese, ha esaminato ed approvato il 30 agosto 2006i risultati relativi al primo semestre 2006, determinati applicando per la prima volta i principi contabili internazionali Ias/ifrs, che evidenziano una crescita significativa degli aggregati patrimoniali e un sensibile progresso degli indicatori reddituali. In particolare, il risultato lordo dell´attività operativa passa da 1,4 milioni di euro in negativo di fine giugno 2005 a 0,6 milioni di euro in positivo di fine semestre corrente. La raccolta globale, in crescita del 26% rispetto a dicembre 2005, si attesta a 437 milioni di euro. Di questa, 346 milioni di euro sono relativi alla raccolta diretta (+26,7% rispetto a dicembre 2005) e 91 milioni di euro alla raccolta indiretta (+23% rispetto a dicembre 2005). La componente riferita al risparmio gestito assomma a 50 milioni di euro ed evidenzia una crescita superiore al 21% rispetto a dicembre 2005. I crediti verso la Clientela si posizionano a 425 milioni di euro (+27,6% rispetto a dicembre 2005). Conseguentemente, tutti gli indicatori reddituali sono in significativo progresso. Il margine di interesse pari a 6,3 milioni di euro evidenzia un sensibile aumento (+60,3% rispetto a giugno 2005), sostenuto dal progressivo ed equilibrato sviluppo dell´operatività e dalla crescita dei volumi intermediati. Crescono in misura altrettanto decisa le commissioni nette da servizi, che si assommano a 2,1 milioni di euro (+41,3% rispetto al primo semestre dello scorso anno). Il margine di intermediazione raggiunge 8,5 milioni di euro con un aumento prossimo al 55% rispetto a giugno 2005. Le rettifiche nette di valore di attività finanziarie, essenzialmente crediti, sono complessivamente pari a 1,3 milioni di euro, in diminuzione del 25,4% su giugno 2005. Conseguentemente il risultato netto della gestione finanziaria si attesta a 7,2 milioni di euro, con una crescita del 94% rispetto al primo semestre 2005. I costi operativi passano da 5 milioni di euro, registrati a fine giugno 2005, a 6,5 milioni di euro (+29,4%); in particolare, le spese per il personale - che passano da 2,5 a 3,4 milioni di euro al 30 giugno 2006 - crescono del 39,2% e le altre spese amministrative - da 2,3 milioni a 3,1 milioni di euro - aumentano del 31,7%. Il sensibile incremento dei costi operativi è da porsi in relazione alla progressiva attuazione del piano di sviluppo della banca, con l´apertura di nuove filiali nelle principali piazze venete e il consolidamento della rete nel bresciano. In particolare, negli ultimi dodici mesi sono state aperte quattro nuove filiali in Veneto, tenuto conto delle quali la rete operativa annovera oggi 18 dipendenze. Il risultato lordo dell´attività operativa raggiunge 0,6 milioni di euro e risulta in sostanziale miglioramento rispetto al risultato negativo di 1,4 milioni di euro del corrispondente periodo dello scorso anno, evidenziando il raggiungimento di risultati gestionali positivi in un contesto di crescente sviluppo dimensionale. Tenuto conto degli oneri fiscali stimati, il risultato netto di periodo è in sostanziale pareggio. La prima applicazione dei principi contabili internazionali Ias/ifrs ha comportato una variazione negativa del patrimonio netto della Banca che, alla data del 1° gennaio 2005, si è ridotto di 1,4 milioni di euro (al netto del relativo effetto fiscale), principalmente conseguente alla valutazione dei crediti in bonis e deteriorati secondo le modalità previste dai nuovi principi. Dati di sintesi
(migliaia di euro) 30. 6. 2006 30. 6. 2005 Var. %
Utile netto di periodo 24 - 637 n. S.
Margine di interesse 6. 344 3. 957 60,3%
Margine di intermediazione 8. 508 5. 493 54,9%
Risultato netto della gestione finanziaria 7. 166 3. 693 94%
Risultato lordo dell´attività operativa 620 - 1. 367 n. S.
(milioni di euro) 30. 6. 2006 31. 12. 2005 Var. %
Raccolta Diretta 346 273 26,7%
Raccolta Indiretta 91 74 23%
Raccolta Globale 437 347 26%
Crediti verso Clientela 425 333 27,6%
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CREDITO SICILIANO +20,2%: APPROVATI I DATI SEMESTRALI AL 30 GIUGNO 2006  
 
Acireale, 4 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Siciliano, banca del Gruppo Credito Valtellinese, ha esaminato ed approvato il 31 agosto i risultati relativi al primo semestre 2006 - determinati applicando per la prima volta i nuovi principi contabili internazionali Ias/ifrs - che evidenziano un generalizzato andamento positivo della gestione: +20,2% del risultato lordo dell´attività operativa; +22,7% dell´utile netto rispetto al 30 giugno 2005. La raccolta globale, in crescita del 2,3% rispetto a dicembre 2005, si attesta a 3. 659 milioni di euro di cui: 2. 168 milioni di euro di raccolta diretta (+4,8% rispetto a dicembre 2005) e 1. 490 milioni di euro di raccolta indiretta (-1,1% rispetto a dicembre 2005), di cui 978 milioni di euro di raccolta gestita (-2% rispetto a dicembre 2005). I crediti verso la clientela si posizionano a 1. 726 milioni di euro (+0,5% rispetto a dicembre 2005). Il conto economico presenta un margine di interesse pari a 39,1 milioni di euro (+2,1% rispetto a giugno 2005). Il margine di intermediazione raggiunge 63,6 milioni di euro (+5,1% rispetto a giugno 2005); i costi operativi sono a fine giugno 2006 pari a 51,4 milioni di euro (+4% rispetto al dato del giugno 2005). Il risultato lordo dell´attività operativa, pari a 7,7 milioni di euro, registra un incremento del 20,2% rispetto a giugno 2005. L´utile netto di periodo, al netto delle imposte di esercizio (5,1 milioni di euro), si attesta a 3,5 milioni di euro (+22,7%) rispetto a 2,9 milioni di euro del 1° semestre 2005. La prima applicazione dei principi contabili internazionali Ias/ifrs ha comportato una variazione negativa del patrimonio netto della Banca che, alla data del 1° gennaio 2005, si è ridotto di 3,1 milioni di euro, al netto del relativo effetto fiscale. La variazione deriva principalmente dalla valutazione al costo ammortizzato dei crediti, in bonis e deteriorati, parzialmente compensata dall´esercizio dell´opzione che prevede la possibilità di rilevazione gli immobili al fair value in sostituzione del costo (opzione prevista dall´Ifrs 1). Dati di sintesi
(milioni di euro) 30. 6. 2006 30. 6. 2005 Var. %
Utile netto di periodo 3,5 2,9 22,7%
Margine di interesse 39,1 38,3 2,1%
Margine di intermediazione 63,6 60,4 5,1%
Risultato netto della gestione finanziaria 59,1 55,8 5,9%
Risultato lordo dell´attività operativa 7,7 6,4 20,2%
(milioni di euro) 30. 6. 2006 31. 12. 2005 Var. %
Raccolta Diretta 2. 168 2. 069 4,8%
Raccolta Indiretta 1. 490 1. 507 -1,1%
Raccolta Globale 3. 659 3. 576 2,3%
Crediti verso Clientela 1. 726 1. 717 0,5%
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UBS ARCHIVIA IL SECONDO TRIMESTRE 2006 CON UN UTILE NETTO DI CHF 3147 MILIONI IN RIALZO DEL 47% RISPETTO ALL’ESERCIZIO PRECEDENTE  
 
 Zurigo / Basilea, 4 settembre 2006 - Ubs chiude il secondo trimestre 2006 con un utile netto di competenza degli azionisti («utile di competenza») pari a Chf 3147 milioni, in aumento rispetto ai Chf 2147 milioni registrati nello stesso periodo dell’esercizio precedente. Le attività finanziarie hanno contribuito per Chf 3032 milioni all‘utile netto di competenza, in crescita del 51% dall’anno scorso (attività continuative), sfiorando quasi il risultato record del primo trimestre 2006. Nel primo semestre, l´utile di competenza nell’ambito delle attività finanziarie si è attestato a 6080 milioni, in aumento dai Chf 4538 milioni registrati nello stesso periodo dell´esercizio precedente. Le partecipazioni industriali di Ubs, che ora includono solo il portafoglio di private equity, hanno contribuito per Chf 115 milioni, ovvero per il 3,7%, all’utile di competenza del secondo trimestre di Ubs. «La nostra performance è stata solida, malgrado l’inversione di tendenza dei mercati a metà maggio. I ricavi ricorrenti hanno continuato a beneficiare dei livelli elevati dei patrimoni investiti. Le commissioni di underwriting hanno raggiunto livelli record. Anche le commissioni di corporate finance e di brokeraggio sono cresciute, così come i proventi da attività di negoziazione» ha spiegato Clive Standish, Chief Financial Officer. Nel secondo trimestre, i proventi operativi complessivi delle attività finanziarie sono saliti a Chf 12 057 milioni, traducendosi in un aumento del 33% in confronto allo stesso periodo del 2005. I ricavi di portafoglio, come ad esempio le commissioni generate dai fondi di investimento o dai mandati di gestione di portafoglio, hanno continuato a beneficiare dei livelli elevati degli attivi investiti. Le commissioni di underwriting hanno fatto segnare un record, a comprova della crescita nell’underwriting azionario su scala globale. Nell’investment banking, Ubs ha ottenuto risultati particolarmente eccellenti in Asia, inclusa l’operazione in veste di bookrunner e coordinatore congiunto globale nell’Ipo di Bank of China. Le commissioni di corporate finance sono aumentate rispetto allo stesso trimestre del 2005 in seguito al vivace contesto delle fusioni e acquisizioni. Le commissioni di brokeraggio generate dalla clientela istituzionale e privata sono progredite, con un picco soprattutto all’inizio del periodo in rassegna. I proventi da attività di negoziazione hanno evidenziato una crescita in tutti i prodotti: nel segmento azionario l’incremento è stato trainato dai derivati e dall’espansione del prime brokerage, mentre nell’ambito del reddito fisso sono incrementati i derivati e i titoli garantiti da ipoteche. Anche i ricavi da negoziazioni su cambi hanno registrato un rialzo. I proventi netti da prodotti su margine d’interesse sono aumentati grazie ai volumi crescenti delle attività creditizie nel settore della gestione patrimoniale. La performance è stata ulteriormente sostenuta dalle plusvalenze risultate dalla dismissione di investimenti finanziari detenuti in Investment Bank. I costi operativi complessivi prodotti dalle attività finanziarie sono cresciuti del 25%, raggiungendo i Chf 8017 milioni. L’incremento è riconducibile all’aumento delle spese per il personale e di quelle generali e amministrative, dato che Ubs ha continuato a espandere le proprie attività operative in tutti i mercati chiave. Le spese per il personale rispecchiano l´ampliamento costante dell´organico e sono pertanto aumentate per effetto dell´incremento dei costi salariali e degli accantonamenti correlati alla performance. Le spese generali e amministrative sono cresciute di pari passo con le commissioni professionali, nonché per un incremento dei costi It e di altri servizi esternalizzati, di viaggio e d´intrattenimento, come pure spese per i locali, di marketing e di pubbliche relazioni. Nello stesso periodo dell’anno scorso le spese risultavano più contenute per effetto dello scioglimento di accantonamenti. Complessivamente, la performance ha inoltre beneficiato di un ulteriore trimestre positivo nell’ambito dei recuperi su crediti in sofferenza. Al 30 giugno 2006 il numero di collaboratori impiegati nelle attività finanziarie era pari a 71 882, in rialzo di 2313 unità rispetto ai 69 569 al 31 dicembre 2005. L’aumento dell’organico ha coinvolto pressoché tutte le aree geografiche. Nelle Americhe, il numero di collaboratori è salito del 3% raggiungendo le 27 874 unità rispetto a fine 2005, mentre in Asia Pacifico l´organico è cresciuto del 18% a 6388 e in Europa del 6% a 11 716. In Svizzera il personale è calato dello 0,5% a 25 904 in seguito al trasferimento delle attività di facility management a Edelweiss nel primo trimestre. Senza contare questa esternalizzazione, i collaboratori in Svizzera sono aumentati di 525 unità, ovvero del 2%. La quota di fondi propri Bri Tier 1 si è attestata al 12,2% al 30 giugno 2006, in calo rispetto al 12,9% al 31 marzo 2006. Gli attivi ponderati in funzione del rischio hanno raggiunto Chf 315,9 miliardi, progredendo di 4,1 miliardi dal 31 marzo 2006. Le posizioni fuori bilancio sono aumentate, principalmente a seguito di facilitazioni di credito concesse, ma non ancora erogate a clienti corporate nel quadro delle attività di syndicated finance di Investment Bank. Il capitale Bri Tier 1 al 30 giugno 2006 si è attestato a Chf 38,4 miliardi, segnando una flessione rispetto ai Chf 40,3 miliardi al 31 marzo 2006. Il risultato è stato condizionato dalle annunciate acquisizioni di Banco Pactual, di Piper Jaffray e delle attività globali di Abn Amro in future e opzioni, che hanno comportato la riduzione del capitale Tier 1 di Chf 3,9 miliardi e la diminuzione di 1,2 punti percentuali della relativa quota di fondi propri. Il capitale Bri Tier 1 è stato ridimensionato ulteriormente dagli accantonamenti per dividendi, dall´impatto valutario e dai riacquisti azionari. Tuttavia queste dinamiche sono state ampiamente compensate dal solido utile netto trimestrale. In maggio, Ubs ha anche emesso trust preferred securities per Usd 1 miliardo, compensando ampiamente i rimborsi di Usd 300 milioni effettuati successivamente nel corso del trimestre. Dillon Read Capital Management (Drcm), la nuova unità di gestione degli investimenti alternativi di Ubs, ha aperto i battenti a inizio giugno. Drcm, che conta 156 collaboratori, è stata trasferita da Investment Bank a Global Asset Management il 5 giugno 2006. L’unità gestisce strumenti di investimento alternativi per conto di Investment Bank. Per l’anno in corso è previsto anche il lancio di fondi di investitori esterni. Le condizioni di negoziazione divenute più difficili verso la fine del secondo trimestre sono rimaste tali. I crescenti timori di natura geopolitica unitamente alle preoccupazioni riguardo al ritmo dell’espansione economica futura, all’inflazione e alle implicazioni per la politica monetaria e i tassi d’interesse continuano a influire sulle attività degli investitori e sui livelli di asset investiti. Ciò potrebbe indicare un ritorno a un andamento più vicino alle normali caratteristiche di stagionalità per le società finanziarie, dove a un vigoroso inizio anno fa seguito un indebolimento della performance nel secondo semestre. D’altra parte, nel settore aziendale i bilanci e gli utili si confermano solidi, l’attività di fusioni e acquisizioni è sostenuta e i fattori di crescita secolare nelle attività di gestione patrimoniale e di asset management rimangono intatti. Le transazioni già in corso di realizzazione in seno a Investment Bank sono tuttora su livelli favorevoli. «Nelle fasi più difficili del mercato, la fiducia che i clienti ripongono nella nostra consulenza diventa un fattore particolarmente rilevante. Siamo convinti che il 2006 sarà un ulteriore anno caratterizzato da eccellenti risultati per i nostri azionisti», ha dichiarato Peter Wuffli, Chief Executive Officer. Ubs concentra la propria attenzione sui quattro principali indicatori di performance, fissati in modo tale da poter fornire ai propri azionisti risultati sempre migliori. I primi due indicatori, ovvero gli obiettivi del Roe e l’utile diluito per azione, sono calcolati per l’intera Ubs, mentre gli altri due, ossia quelli relativi al rapporto costi/ricavi e ai nuovi capitali netti, si limitano alle attività finanziarie. I risultati evidenziano quanto segue: nella prima metà del 2006, il rendimento annualizzato del patrimonio netto (attività continuative) si è attestato al 29,6%, in crescita dal 26,9% dello stesso periodo dell’esercizio precedente, collocandosi ampiamente al di sopra del target di Ubs stabilito in un minimo del 20% per il periodo. Il progresso dell’utile di competenza è stato neutralizzato dall’aumento del patrimonio netto medio a sua volta riconducibile agli utili non distribuiti; l’ utile diluito per azione (attività continuative) è stato pari a Chf 1. 48, in progresso del 51% (Chf 0. 50) rispetto ai Chf 0. 98 dello stesso trimestre del 2005, a dimostrazione della crescita dell’utile netto e della riduzione del 2% nel numero medio di azioni in circolazione dovuta ai continui programmi di riacquisto azionario di Ubs. Detti dati riflettono lo split azionario in rapporto 2:1 effettuato il 10 luglio 2006; il rapporto costi/ricavi nelle attività finanziarie è pari al 66,7%, in calo rispetto al 71,2% del secondo trimestre 2005. Il miglioramento riflette l’aumento dei ricavi in tutte le aree, compensando la maggiorazione delle spese per il personale e di quelle generali e amministrative; i nuovi capitali netti ammontano a Chf 36,3 miliardi e sono in crescita rispetto ai Chf 31,0 miliardi registrati l’anno scorso. Gli afflussi persistono a livelli elevati. Nel trimestre in rassegna le unità di gestione patrimoniale hanno registrato afflussi per Chf 31,2 miliardi, una cifra in aumento rispetto ai Chf 20,2 miliardi del secondo trimestre 2005. La raccolta nelle unità internazionali e svizzere ha invece segnato un record di Chf 30,5 miliardi, sospinta dai massimi storici negli afflussi provenienti dalla clientela asiatica ed europea. Tuttavia i pagamenti annuali delle imposte da parte dei contribuenti e il contesto di mercato negativo hanno ridimensionato la raccolta di capitali nell’unità di gestione patrimoniale statunitense. Gli afflussi di Global Asset Management sono diminuiti a Chf 3,6 miliardi rispetto ai Chf 8,9 miliardi dell’esercizio precedente, mentre quelli provenienti dalla clientela istituzionale in Europa, nel Medio Oriente e in Africa, nonché da prodotti alternativi e quantitativi, sono stati parzialmente neutralizzati dai deflussi nel comparto azionario negli Stati Uniti. L’attività di wholesale intermediary ha registrato deflussi nel segmento azionario e obbligazionario conseguenti alla volatilità di mercato, in parte compensati dagli afflussi nei fondi strategici. Nel settore retail in Svizzera è stata raggiunta una raccolta netta di Chf 1,5 miliardi. I patrimoni investiti sono risultati pari a Chf 2657 miliardi a fine giugno, in calo del 4% rispetto al 31 marzo 2006, evidenziando il maggiore impatto del calo del dollaro statunitense nei confronti del franco svizzero e dell’andamento dei mercati rispetto alla raccolta netta. Nel secondo trimestre, l’utile ante imposte di Global Wealth Management & Business Banking si è attestato a Chf 2094 milioni. L’unità di Wealth Management International & Switzerland ha archiviato il periodo in rassegna con un utile ante imposte record di Chf 1283 milioni, in progresso dell’1% rispetto ai primi tre mesi del 2006. I proventi operativi complessivi sono progrediti del 3% dal primo trimestre 2006, mentre i ricavi correnti sono cresciuti sulla scia del rialzo degli interessi attivi dovuto alla crescita del portafoglio crediti e all’elevato livello della base patrimoniale all’inizio del secondo trimestre. L’indebolimento sia dei mercati, sia del dollaro statunitense ha tuttavia comportato una flessione della base patrimoniale a fine trimestre. I ricavi non ricorrenti hanno accusato una lieve contrazione a causa dei minori livelli di attività. I costi operativi sono saliti del 6% rispetto al primo trimestre. Le spese per il personale sono aumentate principalmente a seguito dell’incremento dell’organico. Le spese generali e amministrative sono cresciute rispetto ai primi tre mesi per effetto della continua espansione delle attività. La raccolta netta per il secondo trimestre si è attestata a un livello record pari a Chf 30,5 miliardi, in crescita del 23% dai Chf 24,7 miliardi del primo trimestre. Nell’area della clientela internazionale sono stati raccolti nuovi capitali netti per Chf 28,8 miliardi, grazie all’afflusso record nelle attività domestiche europee e a un ulteriore solido contributo da parte della clientela asiatica. L’area della clientela svizzera ha registrato un afflusso di Chf 1,7 miliardi, in calo dal risultato estremamente elevato di Chf 2,9 miliardi del primo trimestre. Nel periodo in rassegna, i proventi delle attività di gestione patrimoniale europea sono saliti del 7% rispetto ai tre mesi precedenti, riflettendo il progresso del livello medio dei patrimoni investiti. La raccolta netta record pari a Chf 7,2 miliardi è ascrivibile all´eccellente performance nei cinque Paesi target, in particolare Regno Unito e Francia. Nel secondo trimestre, Wealth Management Us ha registrato un utile ante imposte di Chf 179 milioni, in calo del 4% dai Chf 186 milioni dei primi tre mesi dell´anno. Sulla stessa base contabile, ma in Usd, il risultato operativo si è attestato a un livello record pari a Usd 146 milioni, in crescita del 2% rispetto al primo trimestre. I proventi operativi complessivi per il secondo trimestre ammontano a Chf 1380 milioni, in flessione del 7% dai Chf 1478 milioni dei primi tre mesi. Espressi in Usd, i proventi operativi sono scesi dell’1% rispetto al periodo precedente, incluse le plusvalenze dei posti di membro al Nyse. Il risultato record dei ricavi ricorrenti ha neutralizzato la contrazione delle commissioni di negoziazione dovuta al calo dei mercati. Nel secondo trimestre, il rapporto costi/ricavi si è attestato all’87,0%, in diminuzione rispetto all’87,4% dei primi tre mesi. Nel periodo in rassegna, Business Banking Switzerland ha realizzato un utile ante imposte di Chf 632 milioni, in progresso di Chf 73 milioni o del 13% rispetto ai tre mesi precedenti. I proventi operativi complessivi per il secondo trimestre hanno raggiunto Chf 1357 milioni, crescendo di Chf 46 milioni dal periodo precedente. Gli interessi attivi netti sono aumentati di Chf 24 milioni a Chf 843 milioni nel secondo trimestre, riflettendo principalmente l’ulteriore espansione del portafoglio crediti, mentre i proventi di natura diversa sono saliti a Chf 463 milioni dai Chf 442 milioni del periodo precedente, prevalentemente in seguito alla rivalutazione delle plusvalenze delle partecipazioni azionarie e alla lieve crescita delle commissioni ricorrenti. Il portafoglio crediti, pari a Chf 143,2 miliardi al 30 giugno 2006, evidenzia un progresso di Chf 1,3 miliardi rispetto al livello del 31 marzo 2006. La maggiore domanda di mutui ipotecari privati ha più che neutralizzato la costante riduzione del portafoglio crediti in sofferenza, sceso di Chf 0,2 miliardi a Chf 2,9 miliardi al 30 giugno 2006. Nel secondo trimestre, Global Asset Management ha conseguito un untile ante imposte di Chf 334 milioni, in flessione dell’11% dai Chf 374 milioni dei primi tre mesi dell’anno, ma superiore del 52% rispetto ai Chf 220 milioni del secondo trimestre 2005. Le commissioni basate sulla performance hanno accusato una flessione, in particolare negli investimenti alternativi e quantitativi, mentre le commissioni di gestione degli investimenti hanno continuato a progredire sulla scia della vigorosa raccolta netta dei primi tre mesi e dell’aumento della base patrimoniale nella prima parte del secondo trimestre. La raccolta netta per le attività istituzionali si è attestata a Chf 4,9 miliardi, scendendo dai Chf 7,1 miliardi del primo trimestre a causa dei deflussi dal comparto azionario, principalmente negli Stati Uniti. Afflussi di nuovi capitali sono stati registrati nei prodotti multimanager nell’ambito degli investimenti alternativi e quantitativi, nonché nei mandati del reddito fisso, di asset allocation e del settore immobiliare. Nel secondo trimestre, le attività di wholesale intermediary hanno registrato deflussi per Chf 1,3 miliardi contro i Chf 5,5 miliardi di afflussi dei primi tre mesi. Escludendo i deflussi relativi ai fondi monetari, la raccolta netta è stata pari a Chf 0,2 miliardi. Si sono registrati afflussi nei fondi di asset allocation e deflussi dai fondi azionari e obbligazionari. Investment Bank - L’utile ante imposte per il secondo trimestre si è attestato a Chf 1754 milioni, in crescita del 57% rispetto allo stesso periodo del 2005. L‘aumento dei ricavi nei tre dipartimenti ha più che neutralizzato l´incremento dei costi, causato principalmente dalla crescita delle spese per il personale e dalle maggiori spese generali e amministrative, a loro volta riconducibili all’espansione delle attività. Rispetto al primo trimestre, l’utile ante imposte è rimasto pressoché invariato. I proventi operativi complessivi per il secondo trimestre hanno raggiunto Chf 5715 milioni, in progresso del 50% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Nel periodo in rassegna i ricavi dell’unità Equities sono stati pari a Chf 2280 milioni, in crescita del 59% rispetto allo stesso trimestre del 2005. Nonostante il secondo trimestre sia iniziato in modo positivo, i timori degli investitori circa l’evoluzione dei tassi d’interesse e l’aumento dell’inflazione hanno peggiorato le condizioni di mercato nel corso del periodo in rassegna. Ubs ha conseguito una notevole crescita nelle attività su derivati, in particolare nelle Americhe. I ricavi primari sono progrediti in parte grazie al ruolo di Ubs quale bookrunner e coordinatore congiunto globale nell´Ipo di Bank of China. I ricavi in cash equity hanno evidenziato una solida espansione in tutte le regioni in virtù della crescita dei volumi nella prima parte del trimestre. I servizi di prime brokerage hanno continuato a progredire a ritmo sostenuto, a dimostrazione dell´aumento del numero di clienti e dei saldi dei clienti. Anche i prodotti equity-linked hanno archiviato un trimestre positivo, beneficiando della continua ripresa dei mercati dei convertibili. I ricavi sono stati alimentati anche dalle plusvalenze della partecipazione di Ubs al London Stock Exchange e dalla cessione di ulteriori quote in Babcock & Brown. Rispetto al primo trimestre, i ricavi azionari sono scesi del 20%. La maggior parte delle attività, ad eccezione del prime brokerage, ha accusato flessioni. I ricavi di Fixed income, rates and currencies per il periodo in rassegna si sono attestati a Chf 2626 milioni, in aumento del 50% rispetto allo stesso trimestre dell’esercizio precedente. L’attività sui tassi ha conseguito una solida performance per quanto riguarda i titoli garantiti da ipoteche e i derivati, neutralizzando il calo dei ricavi nella negoziazione di materie prime energetiche. L’attività creditizia ha registrato un progresso su base annua, trainato dalle negoziazioni di crediti strutturati della fascia investment grade. Ubs ha accusato una perdita di Chf 30 milioni derivante dai Credit Default Swap (Cds) utilizzati come copertura dell´esposizione creditizia, contro lo zero registrato nel secondo trimestre 2005. I ricavi delle municipal securities sono diminuiti in seguito alla flessione dei volumi complessivi di emissioni sul mercato, che nel trimestre dell’esercizio scorso avevano conseguito eccellenti risultati. I metalli, in particolare quelli preziosi, hanno registrato ottimi rendimenti in un contesto di mercati volatili. Nel periodo in rassegna, le attività operative gestite da Drcm su incarico di Investment Bank hanno evidenziato una crescita dei ricavi rispetto allo stesso trimestre del 2005. Nel secondo trimestre 2006 sono stati registrati risultati record anche nelle attività di negoziazione su cambi e in quelle di cash & collateral trading, dato che Ubs è riuscita a trasformare l’aumento dei volumi in una crescita dei ricavi. Al risultato ha contribuito anche la plusvalenza derivante dalla vendita della sua partecipazione in Ebs Group (ex Electronic Broking Services). I ricavi generati dalle attività su reddito fisso, tassi e valute sono saliti del 7% rispetto al primo trimestre, progredendo nella maggior parte delle aree. I ricavi di Investment banking si sono attestati a Chf 795 milioni, in crescita del 33% dal secondo trimestre 2005. Questo andamento riflette la crescita dei ricavi in tutte le regioni, in particolare nell’area Asia Pacifico, dove il ruolo di Ubs quale bookrunner e coordinatore congiunto globale dell’Ipo di Bank of China si è rivelato un’importante fonte di ricavi. I proventi delle attività di consulenza hanno espresso una notevole espansione. I mercati dei capitali azionari e della leveraged finance hanno registrato forti progressi, mentre i ricavi dei mercati dei capitali del debito sono scesi dai livelli record raggiunti lo scorso anno. I ricavi di investment banking sono progrediti del 19% rispetto al primo trimestre, con una crescita in tutte le aree. Nel periodo in rassegna, i costi operativi complessivi sono risultati pari a Chf 3961 milioni, in aumento del 48% rispetto allo stesso trimestre del 2005. Le spese per il personale sono state pari a Chf 2988 milioni, in crescita del 48% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2005, sostenuti dal progresso dei salari e dalla continua esposizione delle attività, dovuta all’incremento sia dell´organico, sia dei costi di assunzione. Anche gli accantonamenti per gratifiche in contanti sono aumentati rispetto al secondo trimestre 2005, a dimostrazione della crescita dei ricavi. Le spese generali e amministrative sono salite del 52% a Chf 713 milioni. In aumento anche le commissioni professionali, alimentate dalle spese per contenziosi e progetti, inclusi i costi del trasferimento di Dillon Read Capital Management. Nel secondo trimestre 2005, Ubs aveva sciolto un accantonamento per rischi operativi costituito precedentemente. I costi di outsourcing nel settore informatico sono aumentati, in parte riflettendo gli investimenti nelle infrastrutture azionarie e nel continuo sviluppo delle attività di offshoring. Il rischio di mercato per Investment Bank, misurato dalla media a 10 giorni del Value at Risk (Var) al 99%, nel secondo trimestre è sceso a Chf 408 milioni dai Chf 429 milioni dei primi tre mesi. Il Var di fine trimestre si è attestato a Chf 390 milioni, in calo dai Chf 436 milioni della fine del periodo precedente. Il rischio dei tassi di interesse continua a rappresentare la quota maggiore del Var complessivo di Investment Bank, ma il contributo delle azioni ha perso rilevanza nel corso del trimestre in rassegna. .  
   
   
STUDIO UBS “PREZZI E SALARI” 2006 UN RAFFRONTO GLOBALE TRA SALARI E POTERE D’ACQUISTO BASATO SU 71 CITTÀ A LIVELLO MONDIALE. QUATTRO CITTÀ EUROPEE E TOKYO LE PIÙ CARE - MASSIMI SALARI IN SCANDINAVIA, SVIZZERA E NEGLI USA.  
 
Zurigo / Basilea, 4 settembre 2006 - Zurigo e Ginevra, sulla base dei più alti salari netti corrisposti, occupano i primi posti nel confronto del potere d’acquisto insieme a Dublino, Los Angeles e Lussemburgo. L’asia è il continente in cui si lavora di più, quasi 50 giorni all’anno in più rispetto all’Europa occidentale. In Asia gli impiegati possono compensare un minore potere d’acquisto del salario orario almeno in parte con un orario di lavoro più lungo. Oslo, Londra, Copenhagen, Zurigo e Tokyo sono le città più care del mondo tenendo conto di un paniere ponderato composto da 122 beni e servizi. Inserendo nel confronto anche i costi delle abitazioni e gli affitti, dallo studio Ubs “Prezzi e salari” si evince che la vita è particolarmente cara a Londra e New York. Il paniere registra i prezzi più bassi dei prodotti nelle città di Kuala Lumpur, Bombai, Nuova Delhi e Buenos Aires. Leggero calo per New York e Chicago - Le oscillazioni all’interno della classifica sono spesso una conseguenza di variazioni nella struttura dei cambi. Rispetto all’edizione 2003 di “Prezzi e salari”, le città statunitensi di New York e Chicago sono leggermente scese di posizione all’interno della classifica, principalmente a causa dell´ indebolimento del dollaro statunitense. Shanghai e Pechino rimangono invece relativamente convenienti nonostante il boom economico poiché la valuta nazionale, il renminbi, non è stato abbandonato alla pressione di rivalutazione delle forze di mercato. Massimi salari in Scandinavia, Svizzera e negli Usa - Nelle città dell’Europa occidentale e dell’America settentrionale, i lavoratori di una rosa di 14 professioni rappresentative guadagnano ca. 15 euro lordi per ogni ora di lavoro prestata, nelle città asiatiche e dell’Europa orientale oggetto dello studio, il salario all’ora è invece compreso tra 3 e 4 euro. I salari più alti si percepiscono a Copenhagen, Oslo, Zurigo, Ginevra, New York e Londra. Nel confronto sui salari netti, le città scandinave e tedesche perdono terreno a causa dell’elevato livello di imposte e di contributi sociali. L’unica a salire di posizione nel confronto dei salari a livello internazionale è l’Europa anglosassone con Dublino e Londra che si collocano ora tra le prime dieci posizioni. Lavorare 35 minuti per un Big Mac - Il livello dei salari acquista un certo significato e indica cosa ci si può permettere solo se correlato al livello dei prezzi. Il confronto diviene particolarmente chiaro se si prende un prodotto omogeneo a livello mondiale, come il Big Mac. Dalla media mondiale risulta che è sufficiente lavorare 35 minuti per potersi permettere un Big Mac, le differenze sono tuttavia notevoli: a Nairobi serve un’ora e mezza di lavoro per potersi comprare un Big Mac con il salario netto percepito all’ora. Nelle città statunitensi di Los Angeles, New York, Chicago e Miami bastano invece al massimo 13 minuti di lavoro. A causa dei maggiori costi di produzione, nelle città svizzere e scandinave servono da 15 a 20 minuti, sebbene tali città ricoprano le prime posizioni in classifica nel confronto globale del potere d’acquisto prendendo in considerazione il salario lordo. Deducendo dal salario netto l’acquisto del paniere base di beni, nelle città di Zurigo, Ginevra, Dublino, Los Angeles e Lussemburgo avanza solitamente qualcosa per concedersi una vacanza, l’acquisto di oggetti di lusso o semplicemente da accantonare. Seoul ha l’orario di lavoro più lungo, Parigi quello più corto - I bassi salari orari percepiti in Asia possono almeno in parte essere compensati da un orario di lavoro più lungo. Con un numero medio di ore di lavoro annue di 2088, le città asiatiche sono quelle in cui si lavora di più. Con una settimana di 42 ore lavorative, si ottengono in media 50 giorni in più all’anno di lavoro rispetto a Parigi o Berlino, dove le ore di lavoro annue sono rispettivamente 1480 e 1610. L’analisi dei dati storici dello studio Ubs “Prezzi e salari”dimostra che in Europa l’orario di lavoro si è ridotto negli ultimi 30 anni a favore di più tempo libero. Americani e asiatici attribuiscono invece un maggior valore al reddito che percepiscono lavorando. Livello dei salari e tempo libero determinano il benessere – il maggior tempo libero a disposizione consente però di accrescere il livello di benessere solo se i salari hanno già raggiunto un livello sufficientemente alto. Le Americhe: New York la più cara – Los Angeles il maggiore potere d’acquisto - Un dollaro guadagnato a Los Angeles, al netto di imposte e contributi sociali, vale più di un dollaro guadagnato a Chicago, New York, Miami, Toronto e Montreal. Anche se a New York si percepiscono i salari più alti, si registrano all’interno del continente americano anche i maggiori costi legati al tenore di vita. Il livello dei salari notevolmente più alto consente però a chi lavora nelle città nordamericane di poter disporre di molto più denaro, dopo avere speso quello da devolvere all’acquisto del paniere di base, da destinare a vacanze, articoli di lusso o da risparmiare, rispetto all’America latina. Il potere di acquisto esistente in America centrale e del sud costituisce in media solo un terzo di quello delle città nordamericane. Rispetto all’ultima edizione dello studio di raffronto “Prezzi e salari” il maggiore salto in alto è stato compiuto dalle città brasiliane di San Paolo e di Rio de Janeiro nonché Santiago del Chile. Crescita economica e apprezzamento valutario hanno ridotto il divario sia dei prezzi che dei salari rispetto alle città nordamericane. I prezzi sono tuttavia aumentati molto più pesantemente rispetto ai salari, il forte dislivello tra nord e sud nella distribuzione del potere di acquisto resta quindi per ora confermato. Asia Pacifico: grosso dislivello di prezzi e salari - In nessun´ altra regione, la forbice dei prezzi tra città più cara e città meno cara è così pronunciata come in Asia. Mentre Tokyo si colloca al quinto posto tra le città più care al mondo, in fondo alla classifica troviamo Nuova Delhi, Bombai e Kuala Lumpur, tre delle città meno care. Singapore e Taipei hanno una posizione intermedia nel confronto dei prezzi e dei salari, analogamente alle due città dall’altra parte dell’oceano Sydney e Auckland. A Tokyo si percepiscono i salari più alti di tutta l’Asia, anche se la capitale del Giappone è retrocessa di sette posizioni nel confronto internazionale dei salari dall’ultimo rilevamento di prezzi e salari del 2003. I motivi sono legati alla svalutazione dello yen rispetto all’euro nonché all’andamento dei prezzi ancora deflazionario sino a poco tempo fa. Il massimo potere d’acquisto in Asia è detenuto dagli impiegati di Tokyo, Taipei e Seoul. Sydney e Auckland sono addirittura riuscite ad entrare nella Top Ten mondiale. Europa: mercato unico ed euro stimolano la convergenza dei prezzi - La riduzione delle differenze di prezzo per beni e servizi simili è un indicatore fondamentale dell’integrazione del mercato. Gli autori dello studio Ubs hanno appurato una convergenza dei prezzi all’interno del mercato unico dell’Ue basata su dati omogenei relativi ai prezzi registrati nel corso di molti anni. La creazione di un mercato unico comune e l’introduzione dell’euro hanno consentito di ridurre le differenze esistenti nei prezzi. Dal 1985, infatti, la relativa diversificazione dei prezzi nella media delle città inserite nello studio dell’Unione dei 15 si è ridotta di circa un terzo. L’armonizzazione del livello dei prezzi non è tuttavia un processo lineare e vi sono sempre dei momenti di arresto. L’integrazione del mercato registra i massimi risultati in Eurolandia. L’entrata dei nuovi dieci membri ha nuovamente portato a una maggiore diversificazione dei prezzi all’interno dell’Unione Europea. Svizzera: elevato potere d’acquisto stabile - Nel raffronto del potere d’acquisto, le città svizzere di Zurigo e Ginevra mantengono le prime posizioni in classifica. Un notevole contributo a tale risultato è apportato dai salari percepiti nel settore pubblico. A differenza, infatti, di molti paesi emergenti, dove insegnanti e conducenti d’autobus guadagnano notevolmente meno rispetto ad analoghe professioni nel settore privato, tali lavori sono retribuiti relativamente bene in Svizzera (e anche in Scandinavia). Le città svizzere si riconfermano però ai vertici della classifica anche per i prezzi. Sono in particolare i prezzi dei generi alimentari a confermare l’immagine di “isola dei prezzi alti”, solo a Tokyo i prezzi di tali generi sono ancora più alti. Le differenze di prezzo tra le due città svizzere oggetto dello studio, Ginevra e Zurigo, sono inferiori per i prodotti in commercio che per i servizi, che a Ginevra sono più convenienti del dieci percento circa rispetto a Zurigo. .  
   
   
L’INDICATORE UBS DEI CONSUMI PERDE SMALTO IN LUGLIO  
 
 Zurigo / Basilea, 4 settembre 2006 - A luglio l’indicatore Ubs dei consumi ha accusato una flessione rispetto al mese precedente, pur mantenendosi su un livello complessivamente elevato. Conferma dunque la tesi degli economisti di Ubs, secondo cui i consumi privati agiranno anche in futuro da catalizzatore dell’andamento congiunturale in Svizzera. A luglio l’indicatore Ubs dei consumi calcolato su base mensile è sceso a quota 1,88 dopo il picco di 2,12 punti toccato a giugno e l’1,92 messo a segno in maggio. Nonostante la correzione, l’indicatore si mantiene su un livello nettamente superiore alla sua media pluriennale di 1,49. Un fatto sintomatico di una tendenza positiva costante per la spesa privata. La flessione subita dall´indicatore Ubs dei consumi è riconducibile alla brusca frenata nella crescita delle nuove immatricolazioni di autovetture nonché al leggero raffreddamento dell´andamento degli affari nel commercio al dettaglio rispetto a giugno rilevato dal sondaggio Kof. Sebbene l’indicatore abbia perso terreno, gli economisti di Ubs ritengono che il settore dei consumi in Svizzera sia destinato a mantenersi nel complesso in buona salute. A suffragare tale tesi contribuiscono in particolar modo le cifre relative al mercato del lavoro, che evidenziano una tendenza positiva da oltre un anno. Nel secondo trimestre il tasso di occupazione ha messo a segno un +0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sulla scia della maggiore sicurezza dei posti di lavoro, non a caso a luglio si è inoltre osservato un ulteriore recupero del sentimento dei consumatori. Gli economisti di Ubs ritengono pertanto che il clima di ritrovata fiducia nel futuro nonché le prospettive rosee sul fronte occupazionale forniranno ulteriori stimoli alla spesa privata anche nei prossimi mesi del 2006, per i quali Ubs prevede un incremento dell’1,9%. In termini di Pil si ipotizza tuttora una crescita complessiva di 3 punti percentuali. .  
   
   
BORSA ITALIANA LEADER IN EUROPA PER SCAMBI DI ETF E COVERED WARRANTS SUI SISTEMI TELEMATICI GENNAIO-LUGLIO 2006 SU GENNAIO-LUGLIO 2005 ETF : CONTRATTI +218%, CONTROVALORE +132% SEDEX: CONTRATTI +8%, CONTROVALORE +48%  
 
 Milano, 4 settembre 2006 - Nei primi sette mesi del 2006 gli scambi sul mercato degli Etf (Exchange Traded Fund) di Borsa Italiana si confermano su livelli record: con una media giornaliera di 3. 268 contratti e 69,5 milioni di euro di controvalore hanno infatti registrato un incremento, sul corrispondente periodo del 2005, rispettivamente del 218% e del 132%. Anche Sedex, il mercato dei Securitised Derivatives (Certificates e Covered Warrants) di Borsa Italiana, in questi primi sette mesi dell’anno ha registrato una crescita costante: con una media giornaliera di 17. 612 contratti e un controvalore medio giornaliero di 238,8 milioni di euro ha segnato un progresso dell’8,3% e del 48,2% sul periodo gennaio-luglio 2005. Complessivamente, da gennaio a luglio 2006, sugli Etf sono stati scambiati 483. 671 contratti e 10,3 miliardi di euro e su Sedex 2. 606. 540 contratti per un controvalore di 35,3 miliardi di euro. A livello internazionale Borsa Italiana si conferma leader in Europa sia per gli scambi su Exchange Traded Fund, sia per quelli su Securitised Derivatives. Le statistiche ufficiali della Fese (Federazione delle Borse Europee) del mese di luglio 2006 confermano infatti il primato del mercato italiano per contratti scambiati sui sistemi telematici: sugli Etf sono 35. 101 davanti ai 22. 390 di Deutsche Borse e ai 18. 500 di Euronext; sui covered warrants sono 305. 050, a fronte dei 262. 815 di Euronext e dei 106. 818 di Swiss Exchange. L’etf più scambiato in questi primi sette mesi dell’anno è stato l’ Ishares Msci Japan con una media giornaliera di 597 contratti e 8,6 milioni di euro di controvalore. Per Sedex, il sottostante maggiormente scambiato è stato l’indice S&p/mib di Borsa Italiana con una media giornaliera di 6. 917 contratti e un controvalore di 64,3 milioni di euro. Gli Etf hanno esordito sul mercato italiano nel settembre 2002, con la quotazione dei primi tre strumenti; a fine luglio 2005 gli Etf quotati in Borsa Italiana erano 24 e un anno dopo, a fine luglio 2006, la cifra è più che raddoppiata: sono infatti 51. Il patrimonio complessivo distribuito in Italia, cioè l’asset under management depositato in Monte Titoli, ha raggiunto a fine luglio il nuovo massimo storico di 6,6 miliardi di euro (ammontava a 2,6 miliardi di euro nel luglio 2005). Nel corso dell’ultimo anno si è inoltre ampliata la copertura geografica e settoriale offerta, con la quotazione di Etf dedicati, per esempio, ai mercati emergenti, al mercato Uk, alle commodities, al real estate e ancora con i cosiddetti “style”. Il numero di strumenti negoziati su Sedex è cresciuto dallo scorso anno del 23% raggiungendo, a fine luglio 2006, la quota di 4. 980 (erano 4. 059 a fine luglio 2005); nel dettaglio si tratta di 3. 976 covered warrant plain vanilla, 191 covered warrant strutturati/esotici, 290 leverage certificates e 523 investment certificates. .  
   
   
DAL 29 AGOSTO È POSSIBILE NEGOZIARE LE AZIONI EUROPEE ANCHE SU TLX  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Dal 29 agosto 2006 sarà possibile negoziare sul mercato regolamentato Tlx le prime 10 azioni emesse dalle società europee a maggiore capitalizzazione presenti nell´indice Eurostoxx 50: Bnp Paribas, Daimler Chrysler, Deutsche Bank, Deutsche Telekom, France Telecom, Nokia, Sanofi-aventis, Siemens, Telefonica e Total. Per la negoziazione di questi strumenti Tlx S. P. A. Mette a frutto la propria convalidata esperienza maturata fin dall´inizio della sua attività con la negoziazione di 140 titoli azionari europei, svizzeri e statunitensi sul Sistema di Scambi Organizzati Eurotlx. Le 10 azioni sono la prima serie cui seguirà, entro l´inizio del prossimo anno, l´ammissione alla negoziazione su Tlx dell´intera gamma delle oltre settanta azioni europee, attualmente negoziate su Eurotlx. Le dieci azioni negozieranno in continua, dalle 9. 00 alle 17. 30, con liquidità garantita da Ubm in qualità di market maker e regolamento sulla depositaria Monte Titoli a T+3. Per ogni azione negoziata sarà disponibile sul sito www. Eurotlx. Com la nota di sintesi, prodotta dalla società mercato Tlx spa ed approvata dal Comitato dei Saggi. Gli obblighi informativi saranno a cura della società e saranno diffusi tramite il sito. Come per tutti gli strumenti negoziati sui Mercati Tlx, non sono previsti costi di negoziazione per gli aderenti al mercato. I mercati gestiti da Tlx spa sono indirizzati a soddisfare le esigenze degli investitori non professionali. Su Tlx ed Eurotlx sono negoziati dalle 9. 00 alle 20. 30 più di 1. 000 strumenti finanziari tra le seguenti tipologie: azioni europee ed americane, obbligazioni corporate, strutturate, sovranazionali, sovereign e titoli di stato italiani ed europei. Www. Eurotlx. Com .  
   
   
MTA INTERNATIONAL: I 10 TITOLI AL VIA DAL 24 LUGLIO 2006  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Dal 24 luglio 2006 al via le negoziazioni di 10 titoli azionari su Mta International, il nuovo segmento di Borsa Italiana dedicato ad azioni di emittenti di diritto estero già scambiate in altri mercati regolamentati comunitari. I 10 titoli, ammessi su iniziativa di Borsa Italiana, sono: Bnp Paribas; Daimlerchrysler; Deutsche Bank; Deutsche Telekom; France Telecom; Nokia; Sanofi-aventis; Siemens; Telefonica; Total. .  
   
   
OPA RESIDUALE SU AZIONI PARTECIPAZIONI ITALIANE: DETERMINAZIONE DEL PREZZO  
 
Milano, 4 settembre 2006 - La Consob ha fissato in euro 0,2079 per ogni azione il prezzo dell´offerta pubblica residuale che Glass Italy bv è tenuta a promuovere, ai sensi degli articoli 108 e 109 del Tuf, anche in nome e per conto della controllante Banca Popolare Italiana sc, sulla totalità delle azioni ordinarie di Partecipazioni Italiane (Pit) spa. L’opa residuale è conseguente all´acquisto di circa l´1,2% di azioni ordinarie, effettuato lo scorso 11 aprile da Glass Italy, società con sede ad Amsterdam. Per effetto di tale acquisizione, l’offerente è giunta a detenere, congiuntamente alla controllante Banca Popolare Italiana sc, una partecipazione complessivamente pari al 91,2062% del capitale di Pit, circostanza che ha determinato l’obbligo solidale di opa residuale. L´intenzione di promuovere l´opa residuale in caso di superamento della soglia del 90% era stata peraltro manifestata da Bpi con comunicato dell’11 aprile 2006. Il prezzo dell´opa residuale è stato determinato - ai sensi dell´art. 50, comma 3 del regolamento emittenti - attribuendo un peso preminente agli elementi del patrimonio netto rettificato a valore corrente e a quello dell´andamento e prospettive reddituali, congiuntamente considerati. Non si è invece potuto tener conto degli ulteriori elementi previsti dall’articolo 50, perché, da un lato, non è stata effettuata una precedente offerta pubblica e, dall’altro, non era disponibile il prezzo medio ponderato di mercato delle azioni, in quanto le azioni Pit sono sospese dalle negoziazioni dal 28 novembre 2003. .  
   
   
VOGLIA DI IMPRESA DOPO LE VACANZE? ARRIVANO IN AIUTO I CORSI FORMAPER PROPONE CORSI E SEMINARI PER GLI IMPRENDITORI "IN ERBA”, ANCHE ON LINE  
 
Milano, 4 settembre 2006 - “Come fare un business plan”, "Mettersi in proprio", "Creare impresa nei servizi sociali: infanzia, giovani, terza età”, "Saper gestire i collaboratori difficili": sono alcuni dei seminari e dei corsi organizzati da Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, da settembre a dicembre. Molti dei quali si possono seguire anche on-line. I temi-novità: gli incentivi e la gestione del personale che si affiancano a quelli tradizionali sulle principali funzioni aziendali, marketing e bilancio. “L’attività della Camera di commercio, per quel che riguarda la nascita di nuove imprese, - ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano - dal 1987 ha coinvolto oltre 48. 000 persone tra aspiranti e piccoli imprenditori. E fare impresa, sono convinto, rappresenta il modo più creativo di creare nuova occupazione, contribuendo così "da protagonisti" allo sviluppo di Milano e del Paese”. Seminari e corsi - Orientamento all´imprenditorialità e al lavoro autonomo. Il seminario “Mettersi in proprio” (28 settembre e 9 novembre), fornisce agli aspiranti imprenditori i primi elementi per orientarsi in un mercato sempre più dinamico e competitivo. Ma se si volesse conoscere i limiti nei quali è possibile utilizzare lecitamente un marchio o un´opera dell´ingegno? Oppure come sia tutelabile il proprio marchio o la propria comunicazione dalle pratiche abusive della concorrenza? Per continuare poi con quali sono i diritti per la registrazione di un marchio o quali contenuti presenti su un sito Internet possono essere utilizzabili, copiabili e modificabili ai sensi della disciplina del diritto d´autore, arriva il seminario “La tutela del diritto d’autore, del marchio e del nome a dominio in Internet” (19 ottobre). Per chi volesse poi creare un´impresa nell´ambito delle nuove tecnologie c’è il seminario “Mettersi in proprio: nelle nuove tecnologie” (12 ottobre - a Legnano). Per chi invece vuole comprendere il franchising come forma di distribuzione moderna e vuole saper leggere vincoli e vantaggi della relazione di partnership tipica del rapporto di franchising può iscriversi al seminario “Mettersi in proprio nel franchising” (23 novembre). La creazione d´impresa ed il lavoro autonomo: cosa fare per conoscere il mercato, prevedere prezzi e costi, scegliere la forma giuridica e trovare finanziamenti? Per avviare un’impresa su solide basi, il primo passo è quello di elaborare e realizzare il business plan. Ed ecco il seminario: “Come fare un business plan” (16/17/18 novembre, a Milano e 22/23/24 novembre a Monza) e “Crea la tua impresa nel settore spettacolo ed eventi culturali. ” (13/14 ottobre) aiuta a identificare gli strumenti fondamentali per definire ed elaborare un piano di fattibilità. Nuovo sul fronte delle attività imprenditoriali, esso si prefigge di dare gli elementi di orientamento nel panorama della domanda e dell´offerta di spettacolo. E poi i seminari: “Donne creano impresa” (13/14 ottobre) che aiuta le donne nell’accesso alle informazioni, al ruolo e al credito attraverso conoscenze e competenze necessarie per l’elaborazione di un progetto imprenditoriale di successo. “Creare impresa nei servizi sociali: infanzia, giovani, terza età” (10/11 novembre), settore in forte espansione che risponde ad una crescente domanda sociale di nuovi bisogni e maggior attenzione ai diritti personali. “Creare impresa nello sport” (20/21 ottobre) che offrirà elementi utili a conoscere il settore dello sport, valutandone i vincoli e cogliendone l’opportunità. Tutto il sapere manageriale si è sviluppato considerando le grandi organizzazioni. Le piccole imprese funzionano in modo diverso e originale. Per saper gestire una piccola impresa occorre disporre di conoscenze, metodologie e tecniche adeguate e specifiche. Tra i corsi organizzati da Formaper per aiutare i piccoli imprenditori troviamo: “Gestire e sviluppare la piccola impresa” (16/17/18/19/20/27/28 ottobre, 10/11/13/14/15/16/17/24/25 novembre, 1/2 dicembre), un programma innovativo progettato appositamente per sviluppare la professionalità del piccolo imprenditore e “Costruire autonomamente un sistema qualità certificabile” (18 ottobre, 8/22 novembre 13 dicembre). Ci sono poi i corsi e seminari su marketing e vendite: “Migliorare la trattativa commerciale con il cliente” (8/15/22 novembre), “Gestire le risorse umane della rete di vendita” (12/19 ottobre) e quelli sull´amministrazione, sulla finanza e sul controllo, quale "Il bilancio per non specialisti" (5/6 ottobre) che affronta le tematiche della gestione aziendale attraverso l´analisi dei processi, “Il rapporto tra la banca e la piccola impresa” (14 dicembre), “L’analisi di bilancio” (26/27 ottobre) e “Gestire la liquidità nella piccola impresa” (21 novembre). Spesso imprenditori e manager sperimentano situazioni di utilizzo non ottimale del proprio tempo di lavoro e di vita, disorganizzazione e improduttività, insoddisfazione, ansia e stress. Diviene quindi fondamentale sviluppare abilità manageriali. A questo proposito sono stati organizzati i corsi: “Migliorare se stessi per gestire gli altri” (10/11/17/24 ottobre, 7/14/21/28 novembre e 12/19 dicembre) e “Gestire i collaboratori nelle attività di ristorazione” (28/29 settembre). Ultimi, ma non per importanza, i corsi sulla gestione delle risorse umane: “Saper gestire i collaboratori difficili” (29/30 novembre). Per informazioni e iscrizioni : Formaper, segreteria corsi, Via Camperio 1 - 20123 Milano. Tel. 028515. 5385 - Fax 02/8515. 5331 - formaper. Mkt@mi. Camcom. It - Sito Internet http://www. Formaper. It . .  
   
   
BRASILE: TERRA D’AFFARI PER LA LOMBARDIA DAL 23 AL 26 SETTEMBRE MISSIONE IMPRENDITORIALE A SAN PAOLO E FLORIANóPOLIS  
 
 Milano, 4 settembre 2006 - Un interscambio che cresce in un anno del 18%, oltrepassando i 327 milioni di euro. E’ questo il valore degli scambi commerciali tra Lombardia e Brasile. Nel I trimestre 2006 l’import ha superato i 163 milioni, il 16,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2005, l’export, invece, ha raggiunto un incremento del 19,8% varcando la soglia dei 164 milioni. Con questi dati la Lombardia contribuisce al 22,5% dell’interscambio nazionale. Milano è la provincia lombarda più attiva sia nell’import che nell’export con rispettivamente il 53,9% e il 54,9% sui totali regionali. Segue Bergamo con il 15,2% dell’import lombardo e il 12,2% dell’export. Tra le merci lombarde più esportate in Brasile spiccano i macchinari e il materiale da trasporto che rappresentano il 51,7% delle esportazioni totali, al secondo posto i prodotti chimici e connessi con il 23,6% e terzi i prodotti finiti classificati secondo la materia prima con il 18,3%. Questi ultimi sono anche i prodotti brasiliani più apprezzati in Lombardia con il 32,7% delle importazioni regionali, seguiti dai prodotti alimentari e animali vivi con il 20,6%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat aggiornati al I trimestre 2006. E per favorire ulteriormente gli scambi commerciali con il Brasile, Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali, ha organizzato un viaggio d’affari a San Paolo e Florianópolis dal 23 al 29 settembre 2006. Le imprese che prenderanno parte all’iniziativa avranno modo di approfondire la conoscenza del mercato brasiliano e le interessanti opportunità di business offerte da in vari settori. Coordina gli incontri personalizzati con le aziende brasiliane l´ufficio Promos - Camera di commercio di Milano, attivo a San Paolo. Per informazioni: Promos - Camera di commercio di Milano, tel 02 8515. 5393, fax 02 8515. 5227, e-mail: bertocci@mi. Camcom. It. “Il Brasile è da tempo uno dei nostri principali partner commerciali. E’ un legame solido tra due aree geograficamente distanti ma culturalmente e storicamente vicine - ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali -. E le nostre aziende mostrano un interesse crescente verso le opportunità che il nuovo mercato brasiliano offre. A tal scopo risultano particolarmente utili iniziative come questa missione e il supporto dato dal nostro ufficio estero presente a San Paolo”. Interscambio tra Lombardia e Brasile Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat relativi al I trimestre 2006
2005 I trim. 2006 I trim. variaz. -2005- 2006 I trim. Tot. Interscambio Tot. Interscambio Variaz. % % su tot. Lomb. 06 % su tot. 06
import export import export import export 2005 2006 interscambio 05-06 import export interscambio
Varese 7. 977. 746 12. 310. 825 7. 180. 830 14. 512. 196 -10,0% 17,9% 20. 288. 571 21. 693. 026 6,9% 4,4% 8,8% 6,6%
Como 6. 301. 710 5. 665. 743 6. 985. 123 6. 840. 790 10,8% 20,7% 11. 967. 453 13. 825. 913 15,5% 4,3% 4,2% 4,2%
Sondrio 6. 453. 186 627. 766 5. 333. 544 589. 719 -17,4% -6,1% 7. 080. 952 5. 923. 263 -16,3% 3,3% 0,4% 1,8%
Milano 79. 130. 313 78. 960. 410 87. 989. 243 90. 073. 071 11,2% 14,1% 158. 090. 723 178. 062. 314 12,6% 53,9% 54,9% 54,4%
Bergamo 18. 528. 117 14. 369. 240 24. 842. 987 20. 101. 503 34,1% 39,9% 32. 897. 357 44. 944. 490 36,6% 15,2% 12,2% 13,7%
Brescia 8. 043. 314 13. 457. 841 12. 596. 094 17. 344. 469 56,6% 28,9% 21. 501. 155 29. 940. 563 39,3% 7,7% 10,6% 9,1%
Pavia 689. 998 4. 706. 955 1. 341. 501 5. 119. 677 94,4% 8,8% 5. 396. 953 6. 461. 178 19,7% 0,8% 3,1% 2,0%
Cremona 3. 530. 149 1. 388. 998 4. 767. 936 2. 722. 923 35,1% 96,0% 4. 919. 147 7. 490. 859 52,3% 2,9% 1,7% 2,3%
Mantova 7. 265. 662 2. 186. 157 3. 795. 884 2. 270. 558 -47,8% 3,9% 9. 451. 819 6. 066. 442 -35,8% 2,3% 1,4% 1,9%
Lecco 2. 517. 094 2. 010. 033 5. 415. 880 2. 437. 329 115,2% 21,3% 4. 527. 127 7. 853. 209 73,5% 3,3% 1,5% 2,4%
Lodi 608 1. 285. 061 2. 911. 497 2. 100. 089 478764,6% 63,4% 1. 285. 669 5. 011. 586 289,8% 1,8% 1,3% 1,5%
Lombardia 140. 437. 897 136. 969. 029 163. 160. 519 164. 112. 324 16,2% 19,8% 277. 406. 926 327. 272. 843 18,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Italia 654. 304. 226 410. 240. 146 947. 696. 751 509. 653. 741 44,8% 24,2% 1. 064. 544. 372 1. 457. 350. 492 36,9% Lomb/it 17,2% Lomb/it 32,2% Lomb/it 22,5%
Interscambio tra Lombardia e Brasile per prodotto Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat relativi al I trimestre 2006
Merce 2005 I trim. 2006 I trim. % su tot var 2005/06
import export import export import export import export
0-Prodotti alimentari ed animali vivi 28. 343. 929 1. 400. 730 33. 666. 912 1. 147. 944 20,6% 0,7% 18,8% -18,0%
1-Bevande e tabacchi 168. 368 197. 997 188. 461 423. 894 0,1% 0,3% 11,9% 114,1%
2-Materie prime non commestibili, esclusi i carburanti 14. 016. 063 1. 118. 756 25. 262. 958 941. 591 15,5% 0,6% 80,2% -15,8%
3-Combustibili minerali, lubrificanti e prodotti connessi 0 11. 193 0 35. 281 0,0% 0,0% nr 215,2%
4-Oli, grassi e cere di origine animale e vegetale 1. 728. 947 46. 361 7. 770. 609 152. 128 4,8% 0,1% 349,4% 228,1%
5-Prodotti chimici e prodotti connessi, n. C. A. 14. 678. 646 29. 015. 086 15. 791. 245 38. 778. 080 9,7% 23,6% 7,6% 33,6%
6-Prodotti finiti classificati principalmente secondo la materia prima 47. 337. 586 25. 733. 028 53. 278. 732 30. 031. 239 32,7% 18,3% 12,6% 16,7%
7-Macchinari e materiale da trasporto 31. 425. 150 70. 251. 289 22. 368. 273 84. 898. 098 13,7% 51,7% -28,8% 20,8%
8-Prodotti finiti diversi 2. 705. 093 9. 191. 589 4. 797. 351 7. 701. 069 2,9% 4,7% 77,3% -16,2%
9-Articoli e transazioni non classificati altrove nella C. T. C. I. 34. 115 3. 000 35. 978 3. 000 0,0% 0,0% 5,5% 0,0%
Tot. Lombardia 140. 437. 897 136. 969. 029 163. 160. 519 164. 112. 324 100,0% 100,0% 16,2% 19,8%
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DONNE D’IMPRESA CRESCONO: IN DODICI MESI 18MILA IN PIÙ UNA SU 3 È IMMIGRATA, UNA SU 10 È CINESE  
 
 Roma, 4 settembre 2006 – Altre 18mila neo-imprenditrici si aggregano all’esercito del milione e 200mila donne capitane d’impresa nel I semestre 2006, portando quasi al 24% la componente femminile sul totale delle imprese italiane. Secondo l’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere, realizzato da Retecamere, tra il 30 giugno 2005 ed il 30 giugno 2006 la voglia d’impresa “rosa” ha mantenuto un ritmo più serrato di quello del totale delle imprese: 1,5% a fronte dello 0,9% totale, con il Nord-ovest che mette a segno il tasso di crescita più consistente (+1,8%). Se a Molise, Basilicata e Abruzzo spetta il primato in termini di incidenza delle imprese femminili sul totale, è alle donne calabresi che va la medaglia delle più intraprendenti: Vibo Valentia, Crotone e Catanzaro, infatti, sono le province in cui si registrano i più elevati tassi di crescita rispetto a giugno 2005, anche se le grandi città – Milano, Napoli, Roma, Torino e Bari – continuano nella classifica delle province più popolate da donne imprenditrici. In aumento Spa ed Srl, le ‘compagne’ d’impresa sono quasi sempre altre donne. Nell’avvio di una nuova attività, sempre più donne scelgono forme giuridiche strutturate, come quelle delle società di capitali: rispetto a giugno dello scorso anno, aumentano dello 0,9% le Spa ed Srl (sono oggi quasi 97mila) e, parallelamente, si riduce di 1 punto percentuale la preponderante presenza di ditte individuali che, con le loro 876mila unità, rappresentano oggi il 71,3% delle imprese femminili (erano il 72,3% a giugno 2005). In diminuzione dello 0,5% risultano anche le società di persone (sono 239. 758, pari al 19% del totale). La voglia di fare impresa al femminile rimane comunque una questione “tra donne”: il 95,3% delle imprese oggi esistenti sono infatti ad esclusiva[1] conduzione femminile (erano il 95,1% lo scorso anno). Pari opportunità significa anche… Tende invece a diffondersi la cultura delle “pari opportunità”, tant’è vero che le donne imprenditrici cominciano a mettere lo “zampino” anche in settori tradizionalmente “maschili”: sono quasi 3mila in più le imprese femminili nel settore delle costruzioni (+7,8%), 7. 825 in più quelle attive nelle attività immobiliari, informatica e ricerca (+6,3%), 1. 028 in più quelle operanti nei Trasporti e Telecomunicazioni (+4,8%), 801 in più quelle dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+3,5%). Pari opportunità significa anche… Tende invece a diffondersi la cultura delle “pari opportunità”, tant’è vero che le donne imprenditrici cominciano a mettere lo “zampino” anche in settori tradizionalmente “maschili”: sono quasi 3mila in più le imprese femminili nel settore delle costruzioni (+7,8%), 7. 825 in più quelle attive nelle attività immobiliari, informatica e ricerca (+6,3%), 1. 028 in più quelle operanti nei Trasporti e Telecomunicazioni (+4,8%), 801 in più quelle dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+3,5%). Pari opportunità significa anche… Tende invece a diffondersi la cultura delle “pari opportunità”, tant’è vero che le donne imprenditrici cominciano a mettere lo “zampino” anche in settori tradizionalmente “maschili”: sono quasi 3mila in più le imprese femminili nel settore delle costruzioni (+7,8%), 7. 825 in più quelle attive nelle attività immobiliari, informatica e ricerca (+6,3%), 1. 028 in più quelle operanti nei Trasporti e Telecomunicazioni (+4,8%), 801 in più quelle dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+3,5%). Elevata però anche la crescita in settori tradizionalmente a vocazione femminile, quali quello della Sanità (+660 imprese con un tasso di crescita del +7,5%), dell’Istruzione (+240 imprese, +4,3%), e del Turismo (+2. 133 imprese, pari al +2,5%). 1. 700 nuove imprenditrici con gli occhi a mandorla Ben 5mila delle nuove imprenditrici titolari di ditte individuali provengono da Paesi extracomunitari: prime tra tutte le cinesi (9. 141, +1. 700 dal giugno 2005), seguite anche quest’anno dalle svizzere (che sfiorano quota 5mila, ma crescono solo di 151 unità) e dalle marocchine (2. 785, +592 rispetto allo scorso anno). .  
   
   
GIOVANI, DONNE, LAUREATE, DEL CENTRO-SUD. IL PROFILO DEI LAVORATORI ATIPICI IN ITALIA  
 
Roma, 4 settembre 2006 - Chi sono i lavoratori atipici in Italia? L’unico elemento di omogeneità che l’universo presenta è la tendenziale giovane età: il 57% dei lavoratori a termine o con contratti di collaborazione, a progetto od occasionali, ha infatti meno di 35 anni. Vi è una maggiore incidenza tra le donne, pari al 14,7%, piuttosto che tra gli uomini, dell’8,7%; e tra quanti posseggono livelli di istruzione più elevati: 14,1% tra i laureati, 11% tra i possessori di un diploma superiore, con una particolare incidenza del lavoro a progetto od occasionale proprio nei segmenti di istruzione più alti. A livello territoriale, è il centro-sud a detenere il primato: la percentuale di atipici si attesta rispettivamente all’11,5% e al 13,9%, contro l’8,8% del nord ovest e il 9,9% del nord est; a causa non solo della maggiore debolezza strutturale del tessuto produttivo, ma anche della sua specifica vocazione delle due aree contigue, più terziaria nel centro, più agricola nel meridione. Guardando ai profili professionali dei lavoratori atipici è evidente la trasversalità con cui il fenomeno si presenta. Da un lato il lavoro atipico incide sull’universo delle professioni non qualificate, dove si contano 22,4 atipici ogni 100 occupati. Dall’altro, all’opposto, l’atipicità dei contratti tende ad addensarsi nei gradini più alti della piramide professionale: il 10,5% nelle professioni intellettuali, il 18,4% in quelle tecniche intermedie e il 13,3% in quelle esecutive amministrative. Per i lavoratori a progetto, tale tendenza è ancora più accentuata: sono infatti concentrati in maggioranza nelle professioni tecniche intermedie (33%) e intellettuali (18,3%), e poco o nulla presenti tra quelle non qualificate (6,2%). Anche sul piano dei settori economici lo scenario appare estremamente articolato, con settori che, pur piccoli sotto il profilo della rilevanza numerica hanno una significativa concentrazione di lavoro atipico. Come alcuni segmenti del terziario – attività ricreative, culturali sportive, e ricerca e sviluppo - dove il tasso di atipicità supera la soglia del 25%. O il comparto dell’istruzione, con il 20,2% di atipici, in prevalenza con contratti a tempo determinato, che negli ultimi anni si è sempre più orientato verso una logica di temporaneità degli incarichi (si pensi alle docenze universitarie), e delle attività di organizzazioni associative (sindacati, circoli, associazioni di vario tipo), dove la presenza di atipici è del 18,3%), di noleggio (14,9%), di servizio alle imprese (13,1%); o infine l’industria, che con un tasso di atipicità dell’8% incide per il 22,4% in tale universo e la pubblica amministrazione che conta, tra lavoratori a tempo determinato (8%) e collaboratori (1,4%) quasi 10 atipici su 100. Questo profilo deriva da un’elaborazione del Censis sui dati delle statistiche ufficiali del lavoro (Istat), con l’obiettivo di realizzare in autunno un progetto di ricerca più approfondito, volto ad accompagnare le future politiche del lavoro. .  
   
   
SCUOLA E LAVORO: GIOVANE È BELLO, MA SPECIALIZZATO È MEGLIO I TITOLI DI STUDIO PIÙ RICERCATI DALLE IMPRESE NEL ‘CATALOGO’ DELL’ESTATE 2006  
 
Roma, 4 settembre 2006 – Seguire la propria vocazione, ascoltare i consigli di genitori e parenti, cercare risposte e suggerimenti nelle guide specializzate. Passa tradizionalmente tra questi paletti la scelta dell’indirizzo di studi che, soprattutto nel periodo estivo e all’avvicinarsi delle scadenze di iscrizione, suscita negli studenti e nelle famiglie dubbi e incertezze. Ma per chi guarda alla carriera scolastica come il trampolino per il mondo del lavoro un contributo alla scelta dell’indirizzo di studio viene anche dai piani di assunzione delle aziende italiane dai quali, all’inizio di ogni anno, emerge il profilo dettagliato dei candidati da selezionare che l’Unioncamere rileva attraverso l’indagine Excelsior, condotta insieme al Ministero del Lavoro su oltre 100mila imprese di ogni dimensione e settore di attività. Per il 2006 nel mirino delle aziende ci sono quasi 300mila tra laureati e diplomati. Un terzo di loro dovrà avere un titolo di studio di indirizzo economico e commerciale (quasi 18mila laureati e oltre 76mila diplomati). Subito a ruota, tra i laureati, vengono le richieste di ingegneri (oltre 15mila, di cui la metà in ingegneria elettronica e dell’informazione) e i sanitari e paramedici (6mila). Ai posti d’onore tra i diplomi di livello secondario e post-secondario, i più richiesti sono quelli in indirizzo meccanico e turistico-alberghiero (circa 20mila posizioni in entrambe i casi). Ordine inverso dei primi tre posti, invece, per i livelli di qualifica professionale: qui a prevalere sono le ricerche di candidati con un titolo nell’indirizzo turistico, seguiti dai meccanici e dagli amministrativi e commerciali (in tutto circa 64mila assunzioni su un totale di 133. 440 previste). Il 39,5% di tutte le assunzioni riguarderà giovani fino a 29 anni (in calo del 3,4% rispetto allo scorso anno) ma, se si dovrà scegliere tra l’età e la preparazione, gli imprenditori puntano a partire in corsa: in genere è meglio un neo-assunto con una specializzazione (soprattutto post-laurea) che un under 30. Solo per alcuni specifici indirizzi come il sanitario-paramedico e il linguistico per i laureati, e l’informatico per i diplomati, è in aumento la previsione di assumere giovani da formare dopo l’ingresso in azienda. In lieve progresso tra i laureati la marcia delle pari opportunità tra uomini e donne: sebbene gli uomini mantengano una lieve preferenza (16 contro 12%), per le imprese nel 72% dei casi non fa differenza assumere una donna rispetto a un uomo (lo scorso anno era il 69%). I posti a tempo indeterminato sono il 46,3% di tutte le assunzioni previste e prevalgono sulle altre formule contrattuali, ma per le opportunità migliori sono riservate ai laureati (62,1% le offerte a tempo indeterminato, 44,8% quelle per i diplomati). Se poi la laurea è in ingegneria, le possibilità del posto fisso sono anche di più: l’offerta di un contratto a tempo indeterminato riguarda infatti tre posti su quattro tra quelli messi a disposizione dalle imprese. Per i diplomati, le occasioni di un contratto stabile sono maggiori per gli edili e gli informatici (rispettivamente il 68,3 e il 61,8% delle assunzioni). Poco appeal, in generale, per le lauree brevi ma in alcuni indirizzi (sanitario-paramedico, insegnamento e psicologia) possono essere davvero la via più rapida verso il lavoro. .  
   
   
CONVEGNO; LE AZIENDE E I PROFESSIONISTI DEI SERVIZI: SPETTATORI ED ATTORI DELLE NUOVE REGOLE DELLA COMPETIZIONE  
 
 Milano, 4 settembre 2006 - Le regole della Competizione stanno cambiando rapidamente, imponendo anche alle Aziende dei Servizi di confrontarsi con esse per competere nel proprio settore in Italia e in Europa e ponendole, allo stesso tempo, in prima linea come traino per lo sviluppo del sistema Italia. Organizzato dall’Area Servizi dell’Unione del Commercio, Turismo, Servizi e Professioni di Milano, il Convegno vedrà la partecipazione di aziende e rappresentanti dei più diversi Settori del mondo dei Servizi a testimonianza della varietà e allo stesso tempo affinità di strategie e necessità presenti. Il convegno vuole quindi, grazie all’intervento di esperti e la presentazione di "best practices", dare una panoramica e fornire possibili soluzioni nei diversi ambiti in cui le nuove regole della competizione influenzeranno le strategie aziendali. 19 Settembre 2006, Ore 9. 00 Sala Commercio Corso Venezia, 47/49. . .  
   
   
IMPREGILO, SIRTI, TECHINT: AGGIUDICATI I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA SEDE DELLA REGIONE LOMBARDIA L’IMPORTO COMPLESSIVO DELL’OPERA PARI A 185 MILIONI DI EURO.  
 
Sesto San Giovanni, 4 settembre 2006 - Il Consorzio di imprese guidato da Techint e formato inoltre da Impregilo, Sirti, Cmb, Ccc, Pessina Costruzioni, Cile Lavori Edili, Montagna Costruzioni ha ricevuto dalla società regionale “Infrastrutture Lombarde” l’aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della nuova sede della Regione Lombardia a Milano. Il valore complessivo dell’opera è pari a 185 milioni di euro. Il termine di ultimazione dei lavori è previsto nella primavera del 2009. La nuova sede della regione Lombardia sorgerà tra via Melchiorre Gioia e via Restelli su un’area di 33. 700 mq nell’ambito del programma di riqualificazione dell’area Garibaldi-repubblica. Si tratta di un progetto particolarmente imponente che prevede la realizzazione di un complesso di quattro moderni edifici ad andamento sinusoidale e di una torre centrale alta 160 metri con al centro una piazza completamente coperta da una volta trasparente. Il progetto è degli studi di architettura Pei Cobb Freed & partners di New York, Caputo partnership e Sistema Duemila. “Particolare soddisfazione” - ha espresso Alberto Lina, Amministratore Delegato di Impregilo – “perché in questo significativo progetto urbanistico per la città di Milano si realizza anche la piena collaborazione di tre importanti aziende milanesi, Impregilo, Techint, Sirti, queste ultime due presenti anche nella compagine azionaria di Impregilo”. .  
   
   
INDESIT COMPANY RISULTATI DEL SECONDO TRIMESTRE 2006 FATTURATO IN CRESCITA A 768 MILIONI (+3,9%) CON COSTANTE MIGLIORAMENTO DELLA QUOTA DI MERCATO.  
 
Milano, 4 settembre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione di Indesit Company si è riunito lo scorso 27 luglio a Milano per approvare i dati consolidati del secondo trimestre che si è chiuso con un fatturato di 768 milioni di Euro (+3,9% rispetto al 2005). In crescita dello 0,4% la quota di mercato con miglioramenti in tutte le aree in cui la Società opera. Il margine operativo (prima dei costi di ristrutturazione) è di 37 milioni di euro (+15,5% rispetto al 2005). L’utile netto trimestrale passa a 7 milioni (-11,9% rispetto al 2005) per effetto dei maggiori oneri di ristrutturazione pari a 11 milioni di Euro (7 milioni nel secondo trimestre 2005). La posizione finanziaria netta migliora scendendo a 694 milioni dai 726 dello stesso periodo 2005 e il capitale circolante netto passa a 257 milioni dai 281 del 30 giugno 2005. L’andamento semestrale è particolarmente positivo dal punto di vista operativo con un incremento del fatturato a 1. 464 milioni di Euro (+5,1%), l’Ebit prima dei costi di ristrutturazione a 73 milioni (+16,1%) e l’utile netto a 19 milioni (+0,5%). “L’andamento positivo delle vendite di questo trimestre ha spinto il margine operativo in modo significativo” ha commentato l’amministratore delegato Marco Milani. “L’incremento delle vendite è diffuso su tutte le aree con percentuali che variano dal +1,3% della West Europe al +9,6% della East Europe. Complessivamente Indesit Company è cresciuta più della media del mercato. Da segnalare che nel Regno Unito, area particolarmente significativa per la società, si è verificata una positiva inversione di tendenza. Il periodo registra inoltre la crescita degli oneri straordinari legati al nostro piano industriale che procede secondo le linee previste. Il rigoroso controllo delle spese generali, l’efficienza produttiva e il successo dei prodotti lanciati nell’ultimo periodo hanno alimentato il circolo virtuoso avviato nell’ottobre del 2005, al momento della presentazione del piano triennale”. Principali risultati del secondo trimestre 2006 (tra parentesi i dati del secondo trimestre 2005) Il fatturato è di 768,3 milioni (739,5 milioni). L’ebitda prima degli oneri di ristrutturazione è di 74,2 milioni (68,5 milioni). L’ebitda è di 62,8 milioni (61,4 milioni). Gli ammortamenti sono pari a 36,7 milioni (36,0 milioni). L’ebit prima degli oneri di ristrutturazione è di 37,5 milioni (32,5 milioni). L’ebit è di 26,1 milioni (25,4 milioni). I costi di ristrutturazione sono pari a 11,3 milioni (7,0 milioni). L’utile netto totale è di 7,1 milioni (8,0 milioni). La posizione finanziaria netta è di 693,7 milioni (726,2 milioni). Il capitale circolante netto è di 257,0 milioni (281,3 milioni). Principali risultati del primo semestre 2006 (tra parentesi i dati del primo semestre 2005) Il fatturato è di 1. 464,1 milioni (1. 393,6 milioni). L’ebitda prima degli oneri di ristrutturazione è di 144,6 milioni (132,2 milioni). L’ebitda è di 123,7 milioni (122,1 milioni). Gli ammortamenti sono pari a 71,3 milioni (69,1 milioni). L’ebit prima degli oneri di ristrutturazione è di 73,2 milioni (63,1 milioni). L’ebit è di 52,4 milioni (53,0 milioni). I costi di ristrutturazione sono pari a 20,8 milioni (10,1 milioni). L’utile netto totale è di 19,4 milioni (19,3 milioni). .  
   
   
"COMMERCIO E INDUSTRIA DEL LEGNO PER L´EDILIZIA: QUALE FUTURO?" LA CARENZA DI MATERIA PRIMA SPINGE IN ALTO IL PREZZO DEL LEGNO  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Nel quadro delle assemblee generali delle associazioni di Federlegno-arredo, svoltesi a Venezia lo scorso giugno, Edilegno e Fedecomlegno, rispettivamente associazioni nazionali delle imprese industriali operanti nel settore dell´edilizia e delle aziende del commercio legno, hanno organizzato congiuntamente un workshop sul tema "Commercio e industria del legno per l´edilizia: quale futuro?", fornendo così un´occasione di confronto all´interno della filiera. È questo un momento delicato per il settore che, se da un lato registra crescite direttamente legate all´effetto "traino" del comparto dell´edilizia, dall´altro subisce l´aumento generalizzato dei costi in conseguenza alla scarsa disponibilità di materia prima. Di qui la necessità per le due associazioni di discutere sulle ragioni che hanno portato a questa situazione ed elaborare strategie adatte che tutelino gli interessi delle proprie aziende. "I ritardi nei tagli - commenta Michele Alfano, Presidente di Fedecomlegno - dovuti in molti paesi ad una stagione invernale particolarmente dura e lunga, hanno determinato una minore disponibilità di tronchi, nell´ordine di circa il 5%. La crescita della domanda di materia prima legno da parte di acquirenti "non tradizionali" (paesi produttori di petrolio) disposti a pagare prezzi maggiori e la valorizzazione del legno quale fonte di energia alternativa hanno portato, per la prima volta negli ultimi 15 anni, ad un importante aumento del prezzo del legno. " I diversi interventi hanno poi illustrato la situazione in alcuni paesi strategici per la produzione di materia prima legno: si è discusso della Russia che ha recentemente attivato una politica di valorizzazione del proprio patrimonio forestale e dallo scorso autunno applicato un aumento del dazio sulle esportazioni di tronchi; della Cina che si va configurando come primo importatore mondiale di legno, ma soprattutto dell´Austria, che rappresenta il 60% del mercato del legno di conifere per il nostro Paese e che più da vicino influenza le imprese italiane. Infatti, la minore offerta di legname dall´Austria finirà certamente per incidere sui volumi delle importazioni italiane. In conclusione, il quadro emerso dal dibattito è quello di un´industria del legno che, nonostante tutte le difficoltà e le problematiche di reperimento di materia prima, riesce comunque a sfruttare le opportunità offerte dal settore dell´edilizia. Negli ultimi anni, infatti, l´uso del legno nelle costruzioni è cresciuto in maniera esponenziale, anche in ragione delle caratteristiche tecniche di questo materiale (si pensi all´utilizzo nelle zone sismiche) e dei vantaggi che esso mette a disposizione del consumatore in termini di risparmio energetico. Inoltre, il recente inserimento nel Testo Unico sulle costruzioni di un apposito capitolo sul legno, che rappresenta una novità per il nostro ordinamento, dovrebbe imprimere un ulteriore sviluppo all´utilizzo del legno strutturale in Italia. "I comparti dei pavimenti, delle porte e delle finestre di legno - illustra Andrea Negri, Presidente di Edilegno - così come quello dei tetti e delle strutture di legno, vivono un buon momento, a dispetto delle congiunture generalmente sfavorevoli legate alla difficoltà di reperimento di materia prima. Il boom dell´edilizia italiana e la valorizzazione delle proprietà ambientali ed energetiche del legno non sono, però, sufficienti a spiegare tale trend. Ancora una volta, è il made-in-italy il valore aggiunto che le nostre imprese garantiscono al consumatore: un mix di know-how tecnologico e design, che ci permette di competere sul mercato globale con prodotti di altissimo livello e di rispondere all´agguerrita concorrenza asiatica". .  
   
   
SI CHIUDE L’8 SETTEMBRE LA CONSULTAZIONE SULLE “PROPOSTE PER INDENNIZZI AI CONSUMATORI IN CASO DI INTERRUZIONI PROLUNGATE DEL SERVIZIO ELETTRICO”. ANCORA DUE SETTIMANE PER INVIARE OSSERVAZIONI E SUGGERIMENTI  
 
Milano, 4 settembre 2006 - L´autorità per l´energia elettrica e il gas ha pubblicato un Documento di consultazione che formula proposte per l´introduzione di un sistema di indennizzi ai clienti coinvolti in interruzioni del servizio elettrico particolarmente lunghe ed estese. Il documento è disponibile sul sito www. Autorita. Energia. It. La proposta presentata dall´Autorità prevede indennizzi se l´interruzione si prolunga oltre il tempo massimo di ripristino del servizio, che verrebbe fissato in 24 ore per le interruzioni che avvengono in condizioni eccezionali (eventi riconducibili a fenomeni meteorologici avversi) e in 8 ore per le interruzioni che avvengono in condizioni ordinarie (sia per eventi accidentali che per lavori sulle reti). La distinzione tra tali tipologie di condizioni, avviene attraverso il calcolo di un indice di eccezionalità. Per i clienti connessi in media e alta tensione sono fissati standard più brevi per le interruzioni che si verificano in condizioni normali. Potranno essere previste esenzioni ai tempi standard di ripristino solo per le zone eventualmente evacuate per ordine delle autorità competenti o per motivi legati a norme di sicurezza sul lavoro. Per le interruzioni che si prolungassero oltre i tempi fissati di ripristino, si prevede che i clienti ricevano indennizzi crescenti con l´aumentare della durata del disservizio. Le imprese distributrici dovranno identificare i clienti coinvolti nelle interruzioni; a questo scopo l’Autorità ha già diffuso un provvedimento tecnico (delibera n. 122/06) per definire le regole operative funzionali all’introduzione degli indennizzi dal 2008. Nei casi in cui le interruzioni prolungate siano provocate sia dalla rete di trasmissione che da quella di distribuzione, gli oneri degli indennizzi saranno ripartiti proporzionalmente al contributo delle due reti (trasmissione o distribuzione) all’interruzione. Le interruzioni prolungate sono spesso dovute a nevicate abbondanti che formano dei “manicotti” di ghiaccio lungo le linee aeree provocandone la rottura. La prevenzione di questi fenomeni è demandata al recepimento delle nuove norme tecniche europee per la progettazione delle linee aeree, il cui iter è in via di completamento. Sono stati messi a punto dal Cei (Comitato Elettrotecnico Italiano), con il contributo della ricerca di sistema elettrico (Cesi Ricerca) gli Aspetti Normativi Nazionali (Nna, National Normative Aspects) che integrano la norma europea per una completa applicabilità in Italia e che sono in fase di consultazione pubblica. L’autorità segue con attenzione l’iter di approvazione della nuova norma europea e ribadisce il proprio interesse a favorire l’adeguamento delle linee aeree esistenti ai nuovi requisiti. Particolare attenzione viene data anche ai piani di emergenza delle imprese distributrici, in modo da massimizzare il coordinamento con le amministrazioni locali (comuni, province, regioni) e nazionali preposti alla gestione delle emergenze e alla protezione civile. Il Documento di consultazione, reso pubblico fin dall’11 aprile 2006, fa seguito alla precedente consultazione del 18 maggio 2005; dopo aver valutato le nuove osservazioni che perverranno, l’Autorità potrà adottare un provvedimento i cui effetti entreranno in vigore dal 2008, cioè con l’inizio del terzo periodo regolatorio. I soggetti interessati potranno inviare proprie osservazioni e suggerimenti, per iscritto, entro il giorno 8 settembre 2006. Http://www. Autorita. Energia. It/com_stampa/index. Htm .  
   
   
ENERGIA ELETTRICA: SVILUPPO DEGLI IMPIANTI DI GENERAZIONE DISTRIBUITA E DI MICROGENERAZIONE  
 
 Milano, 4 settembre 2006 - L´autorità per l´energia elettrica e il gas ha approvato, con la delibera n. 160/06, la relazione Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita e di microgenerazione in Italia ed analisi dei possibili effetti della generazione distribuita sul sistema elettrico nazionale. Tale relazione è stata redatta ai sensi della legge 23 agosto 2004, n. 239/04, secondo cui l’Autorità è tenuta ad effettuare annualmente il monitoraggio dello sviluppo degli impianti di microgenerazione e ad inviare una relazione, sugli effetti della generazione distribuita sul sistema elettrico, al Parlamento, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’ambiente, al Ministro dell’interno ed alla Conferenza unificata. La predetta relazione, allegata alla delibera n. 160/06, è disponibile sul sito internet www. Autorita. Energia. It. Essa analizza lo stato di evoluzione della diffusione della generazione distribuita, definita come l’insieme degli impianti di potenza inferiore a 10 Mva, e della microgenerazione, definita come il sottoinsieme degli impianti di potenza fino a 1 Mw. Nella relazione vengono evidenziati: il quadro regolatorio attualmente applicabile alla generazione distribuita per quanto di pertinenza dell’Autorità, vale a dire relativamente alle condizioni di accesso alle reti elettriche e ai regimi di cessione; gli effetti che la predetta diffusione può comportare sul sistema elettrico; le necessità di sviluppo, a carattere infrastrutturale e in materia normativa/regolatoria, che il progredire della diffusione della generazione distribuita e della microgenerazione, comporta. L’obiettivo principale perseguito è quello di definire un quadro della situazione attuale in Italia, circa lo stato e l’evoluzione della generazione distribuita e della microgenerazione, che possa costituire un punto di riferimento per eventuali approfondimenti. La capacità di produzione da generazione distribuita risulta di entità non trascurabile, tanto che nel 2004 ha fornito, tramite 2. 481 impianti per circa 3. 852 Mw, una produzione di ben 14,3 Twh; circa il 5% dell’intera produzione lorda nazionale di energia elettrica (303 Twh). Inoltre, all’interno della generazione distribuita, circa il 15% della produzione lorda (2,15 Twh) è stata assicurata tramite impianti di microgenerazione (1. 437 impianti, per circa 578 Mw installati). Nel corso delle proprie attività ai fini della predisposizione della relazione, l’Autorità ha rilevato che attualmente i dati disponibili sulla generazione distribuita e sulla microgenerazione non risultano immediatamente estraibili da un unico sistema informativo e che, pertanto, è necessario disporre di un archivio unificato e contenente tutti i dati relativi agli impianti di generazione distribuita e di microgenerazione; ciò anche al fine di condurre valutazioni sull’efficienza dei predetti impianti. L’autorità rileva anche che i temi relativi alla diffusione della generazione distribuita e della microgenerazione, e della loro interazione con il sistema elettrico e del gas, devono essere necessariamente oggetto di ulteriori approfondimenti (anche analizzando casi pratici) alla luce della possibile evoluzione del parco di generazione italiano. Pertanto, per superare tale situazione e per consentire un’organica attività di monitoraggio della generazione distribuita e della microgenerazione, l’Autorità ritiene necessaria l’istituzione di un archivio unico che contenga almeno i seguenti elementi: i dati generali d’impianto, del sito d’installazione e della proprietà; lo stato dell’impianto, precisando se esso sia in fase autorizzativa, o in costruzione, completato, in funzione, in manutenzione, ecc. ; i dati di esercizio, inseriti con cadenza temporale da definire (mensile, trimestrale, annuale). L’autorità ritiene che tale archivio sia organizzato e gestito, sulla base di condizioni stabilite dalla medesima Autorità, da Terna Spa; essa infatti già dispone di adeguati strumenti e competenze; ad essa già convergono rilevanti flussi informativi, utili alla compilazione e alla gestione del predetto archivio. . .  
   
   
ENEL: ANTICIPATA L’APPROVAZIONE DELLA RELAZIONE SEMESTRALE  
 
 Roma, 4 settembre 2006 – Enel comunica che la riunione del Consiglio di Amministrazione per l’esame e l’approvazione della relazione semestrale al 30 giugno 2006 è stata anticipata dal 7 al 6 settembre 2006. .  
   
   
AMGA VENDE AD ACEGAS-APS IL 50% DI SIL  
 
Genova, 4 settembre 2006 - Amga S. P. A. Ha perfezionato lo scorso 19 luglio la vendita ad Acegas-aps S. P. A. Della partecipazione posseduta in Sil S. R. L. , pari al 50% del capitale sociale di quest´ultima verso il corrispettivo di Euro 205. 000 Sil - Società Italiana Lining - S. R. L. È una società con sede a Padova operativa nella costruzione e manutenzione di reti idriche, fognarie e gas con tecnologie innovative non invasive che consentono di ridurre in modo significativo la spese per investimenti di manutenzione minimizzandone il costo relativo agli scavi. Il fatturato 2005 di Sil è stato di Euro 2 milioni La partecipazione era contabilizzata da Amga tra quelle disponibili per la vendita (Afs) ad un valore di 90. 000 Euro per il 50%. La cessione ha quindi determinato per Amga una plusvalenza di Euro 115. 000 ed ha consentito ad Acegas-aps S. P. A. Di acquisire l´intero capitale sociale di Sil S. R. L. L´operazione si inserisce nell´ambito di un più ampio processo di riorganizzazione dei gruppi nelle rispettive aree territoriali. .  
   
   
SIEMENS FIRMA IL PRIMO SISTEMA DI CONTROLLO WEB BASED PER LA CENTRALE A LIGNITE PIÙ GRANDE DEL MONDO.  
 
Milano, 4 settembre 2006 - La divisione Power Generation (Pg) di Siemens doterà di un innovativo sistema di controllo entrambe le unità del nuovo impianto alimentato a lignite Rwe Power di Grevenbroich-neurath (North Rhine-westphalia). Il valore complessivo dell’ordine è di oltre 90 milioni di Euro. Rwe Power sta costruendo una centrale a due blocchi con una capacità totale di 2. 100 megawatts (Mw). Il sistema di controllo costituisce un componente particolarmente importante della centrale, quello fornito da Siemens sarà il primo sistema di controllo al mondo completamente web-based di quarta generazione. Con il suo utilizzo nella nuova centrale a lignite questo sistema entra in una nuova dimensione di performance. Siemens fornirà inoltre trasformatori per l’impianto e le turbine per le pompe acqua alimento. “Essere in grado di fornire un componente così vitale della nuova centrale di Neurath è per noi motivo di grande soddisfazione,” ha dichiarato Voges. Siemens ha già fornito tra le più grandi turbine a vapore al mondo e i principali sistemi di controllo per impianti a lignite a Nied-eraussem nello stato della North Rhine-westphalia che alimenta la rete dal 2003. “L’ordine è stato preso da Siemens grazie ad un’offerta migliore sul piano economico e tecnologico," ha aggiunto Lambertz, Capo dell’area centrali a combustibili fossili di Rwe Power. .  
   
   
UTILITIES: AGAM MONZA AVVIA IL NUOVO SISTEMA DI FATTURAZIONE (BILLING) SVILUPPATO DA E-UTILE  
 
Milano, 4 settembre 2006 - E’ entrato in esercizio dopo soli tre mesi di sviluppo il nuovo sistema di fatturazione elettronica di Agam Monza, multiutility che gestisce i servizi di vendita gas, energia elettrica, distribuzione gas e elettricità e teleriscaldamento per circa 135. 000 clienti. Il progetto è stato sviluppato da e-utile S. P. A. , società del gruppo Siemens Business Services specializzata in soluzioni e servizi It per le utilities. Il sistema di billing implementato in Agam Monza è basato su piattaforma tecnologica Giadaage, il pacchetto applicativo studiato da Utilia per la gestione delle Utilities. Offre numerosi vantaggi: una più flessibile definizione delle tariffe relative ai servizi erogati; una gestione razionale dei dati di consumo rilevati; un’offerta più ampia, comprensiva di nuovi prodotti e nuovi servizi; una più approfondita conoscenza dei clienti dell’utility derivante dalla possibilità di analizzare i profili di consumo. L’introduzione della nuova piattaforma tecnologica ha coinvolto più di 135. 000 clienti e permette di gestire oltre 57. 000 contatori per le società di vendita. Dall’entrata in esercizio, sono stati introdotti nel nuovo sistema oltre 63. 000 contratti relativi ai diversi servizi erogati, di cui circa 2. 000 di tipo business. E-utile è stata impegnata in tutti i passaggi che hanno portato al rilascio del sistema: dalle fasi più critiche, come la migrazione dei dati, alle attività di supporto al personale Agam - quali l’avvio delle operazioni e la formazione dei cosiddetti key users - fino all’affiancamento successivo al go-live di progetto. “Le recenti evoluzioni del settore delle utilities, l’introduzione delle fasce orarie di consumo, la forte spinta alla personalizzazione del servizio hanno portato a dotarci di un sistema di fatturazione che fosse in grado di supportare sia gli sviluppi del mercato sia le nuove esigenze manifestate dalla nostra clientela. ” dichiara Silvio Bosetti, Amministratore Delegato di Agam Monza. “L’efficienza dimostrata da e-utile nell’elaborazione del progetto è stata ulteriormente confermata dal brevissimo periodo di tempo che abbiamo impiegato per mettere in esercizio un sistema funzionante, affidabile e completamente personalizzato sulla base delle specifiche esigenze di Agam” aggiunge Giovanni Gurrieri, Amministratore Delegato di e-utile. .  
   
   
ENI: NUOVA SCOPERTA DI GAS NELLE ACQUE PROFONDE DEL GOLFO DEL MESSICO  
 
San Donato Milanese (Milano), 4 settembre 2006 – Eni ha effettuato una nuova scoperta di gas con il pozzo esplorativo “Longhorn”, situato nelle acque profonde del Golfo del Messico a 195 km a sud est di New Orleans, nel blocco “Mississippi Canyon 546”. Il pozzo Longhorn è stato perforato in 750 metri d’acqua a una profondità totale di oltre 3. 900 metri. Eni detiene nel blocco “Mississippi Canyon 546” una quota del 50%, mentre il restante 50% è detenuto dalla società canadese Nexen Petroleum (operatore). Eni ha avviato, inoltre, la produzione di petrolio dal giacimento “Allegheny South”, situato nelle acque profonde del Golfo del Messico a 260 km a sud di New Orleans, nel blocco Green Canyon 298. La produzione, pari a circa 3. 000 barili al giorno, è stata ottenuta dopo soli 18 mesi dalla scoperta ed è stata realizzata utilizzando gli impianti esistenti sulla piattaforma Eni di Allegheny. La piattaforma di Allegheny, in produzione dal 1999, è operata da Eni al 100% e riceve anche il gas prodotto dal vicino giacimento “King Kong”, anch’esso operato da Eni e in produzione dal 2000. Nel Golfo del Messico Eni detiene partecipazioni in più di 300 blocchi, 90% dei quali in acque profonde, dove è concentrato l’interesse principale. L’attuale produzione di Eni nel Golfo del Messico è di circa 44. 000 barili di olio equivalente al giorno. .  
   
   
“ECOSISTEMA URBANO EUROPA”, LEGAMBIENTE, AMBIENTE ITALIA E DEXIA CREDIOP: FORTE DIVARIO TRA LE CITTÀ EUROPEE SUL FRONTE DELLA QUALITÀ DI VITA  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Un´europa a più velocità, con città all´avanguardia - come Helsinky, Berlino e Barcellona tra le principali- in quasi tutti gli indicatori ambientali e con città con più o meno gravi sofferenze ambientali, dalla qualità dell´aria, alla gestione dei rifiuti, al verde urbano al trasporto pubblico. Questo, in sintesi, è l’identikit ambientale delle città europee con oltre mezzo milione di abitanti ritratto dalla ricerca “Ecosistema Urbano Europa”, realizzata da Legambiente e dall’Istituto di Ricerche Ambiente Italia con il contributo di Dexia Crediop, presentato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa da Roberto Della Seta (Presidente nazionale di Legambiente), Mauro Cicchiné (Presidente di Dexia Crediop), Maria Berrini e Lorenzo Bono (Ambiente Italia). Più in particolare, “Ecosistema Urbano Europa” è il primo studio di benchmarking ambientale realizzato a livello di Unione Europea (è la prima esperienza in tal senso a livello mondiale) su un campione di città così elevato e su un ampio spettro di parametri con dati originali. Il report prende in esame 26 città della Ue25 che hanno collaborato con Legambiente e Ambiente Italia fornendo le cifre relative ai diversi indicatori esaminati: inquinamento atmosferico (con le concentrazioni di biossido di azoto, polveri sottili e ozono), depurazione delle acque reflue, consumi idrici, aree verdi e pedonalizzate, uso del trasporto pubblico e la densità delle linee urbane su ferro, gestione dei rifiuti ed energetica (con un focus su impianti solari e teleriscaldamento) e, infine, le politiche ambientali dell’amministrazione (dagli acquisti verdi alla progettualità sostenibile). In tutto 20 indicatori che hanno consentito di comparare analiticamente le prestazioni ambientali di 20 centri urbani con popolazione superiore a 500. 000 abitanti conferendo alla ricerca un elevato livello di copertura: i centri considerati (8 dell’Europa centrale, 7 del sud e 2 dell’est) appartengono a 13 diverse nazioni. Oltre il 50% delle aree urbane oggetto dell’analisi hanno più di 1 milione di abitanti di cui 5 superano i 2 milioni. Le 26 città esaminate, che possono essere suddivise in gruppi di tipo dimensionale e geografico, sono: Aarhus, Anversa, Barcellona, Berlino, Bristol, Bruxelles, Copenaghen, Dresda, Goteborg, Heidelberg, Helsinki, Lione, Londra, Madrid, Milano, Napoli, Nicosia, Parigi, Praga, Riga, Roma, Saragozza, Stoccolma, Tampere, Turku e Vienna. Già a partire dal prossimo anno il progetto prevede di estendere la ricerca ad altre capitali europee, quali ad esempio Atene, Amsterdam, Budapest, Lisbona e Varsavia, oggi assenti per scarsa disponibilità di informazioni. “L’idea di Ecosistema Urbano Europa non è tanto quella di promuovere o bocciare le metropoli - spiega Roberto Della Seta - I numeri, prima di ogni altra cosa, ci aiutano a capire che spingere sull’acceleratore della sostenibilità urbana è possibile. Che non sono da libro dei sogni, in altre parole, metropoli che hanno ad esempio livelli di smog entro i limiti di legge, con percentuali di raccolta differenziata superiori al 50%, che investono sulle fonti rinnovabili e su trasporti pubblici efficienti. Questo primo report, unico del genere a livello mondiale, ci dice che ci sono best practices diffuse in tutto il Continente. Ci dice anche che l’Unione non fa la forza: le performance variano tantissimo a seconda dell’area geografica analizzata. Ci dice infine, purtroppo, che per i grandi centri urbani italiani rimane ancora molto cammino da percorrere rispetto alle città del Nord Europa. Bisogna ricominciare a lavorare davvero sulle città - in quelle italiane si concentra un terzo della popolazione del Paese - che spesso sono oggi il luogo dove la scarsa qualità ambientale, si incrocia al rischio sanitario, a una non sufficiente dotazione di servizi, a una scarsa qualità della vita”. “La ricerca sulle politiche e le prestazioni ambientali di importanti città europee - ha sottolineato Mauro Cicchiné - è una testimonianza del concreto impegno di Dexia Crediop per la diffusione a livello internazionale delle conoscenze e delle migliori pratiche per la sostenibilità a livello locale, in linea con lo spirito del Gruppo Dexia, leader mondiale nei servizi finanziari per gli enti territoriali e per le infrastrutture, da sempre attento a promuovere la cultura della sostenibilità. Tale impegno è strettamente connesso anche al ruolo di Dexia Crediop quale banca socialmente responsabile, che fornisce il necessario sostegno agli investimenti pubblici e privati per l´innovazione e la realizzazione di infrastrutture e servizi di pubblica utilità ecosostenibili, integrando le istanze della collettività e dell’ambiente in cui opera nelle proprie strategie di sviluppo aziendale”. "Il benchmarking delle città europee - osserva infine Maria Berrini - offre degli importanti punti di riferimento per fissare anche quantitativamente i livelli delle prestazioni ambientali e delle politiche urbane ragionevolmente conseguibili anche in aggregati urbani di grandi dimensioni, come per esempio per l´estensione delle aree verdi o delle piste ciclabili". . .  
   
   
SE LA CASA È IN LEGNO, IL TERREMOTO NON FA PAURA UN EDIFICIO A PIÙ PIANI COSTRUITO CON ALBERI MADE IN ITALY SUPERA IL TEST ANTISISMICO IN GIAPPONE. MATERIA PRIMA DELLA VAL DI FIEMME E TECNICA DELL’IVALSA – CNR, LA PALAZZINA HA RETTO A SIMULAZIONI FINO A 7,2 SULLA SCALA RICHTER .  
 
Roma, 4 settembre 2006 - Un sistema avanzato per la costruzione di edifici multipiano in legno, dell’altezza record fino a 6 piani, con superfici interne superiori a novemila metri quadri, caratterizzati da elevate prestazioni meccaniche, basso consumo energetico, comfort acustico ed ottima resistenza in caso di sisma. A dimostrarlo, i primi risultati di una serie di prove antisismiche effettuate presso il National Institute for Earth Science and Disaster Prevention (Nied) di Tsukuba, in Giappone, nell’ambito del progetto Sofie (Sistema Costruttivo Casa Fiemme), coordinato dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di San Michele all’Adige in collaborazione con la Provincia di Trento e con le aziende del settore legno del Trentino. “Abbiamo studiato e affinato una tecnica costruttiva” dice Ario Ceccotti, direttore dell’Ivalsa “che prevede la realizzazione di pannelli massicci di spessore variabile dai 5 ai 30 cm da utilizzare come pareti e solai per edifici e realizzati dall’incollaggio di strati incrociati di tavole di spessore medio di 2 cm. I pannelli vengono poi tagliati su misura, a seconda delle esigenze, completi di aperture per porte, finestre e vani scala mediante l’utilizzo di macchine a controllo numerico e vengono poi issati e collegati tra loro in opera con angolari metallici, chiodi a rilievi tronco-conici e viti autoforanti in grado di garantire la tenuta e l’elasticità della struttura. In questo modo la relativa leggerezza del materiale utilizzato rende minori le sollecitazioni indotte dal sisma e i particolari giunti riescono a dissipare grandi quantità di energia dinamica senza che l’edificio crolli”. Le prove sono state effettuate nei laboratori del Nied, il più importante istituto di ricerca sismica al mondo, dove è stata costruita una palazzina in legno alta tre piani collocata su una piattaforma vibrante, di 15 metri per 15, che ha permesso di simulare tre tipi di ondate sismiche, diverse per tipologia e intensità. “Durante il test la casa è stata sottoposta a tre simulazioni” spiega l’ing. Carmen Sandhaas, ricercatrice coinvolta nel progetto “che hanno riprodotto il terremoto avvenuto a Kobe, in Giappone, nel 1995, che ha raggiunto la magnitudo 7,2 sulla scala Richter, quello di El Centro, verificatosi nel 1940 nella parte meridionale della California e diventato oramai uno standard nell’ambito di questa tipologia di prove, di magnitudo 6,7, e il terremoto di Nocera Umbra del 1998, magnitudo 5,8. Il terremoto di El Centro è stato addirittura amplificato al 160% della sua intensità reale. Inoltre le aperture al pianoterra della casa (porte e finestre) sono state gradualmente ampliate in modo tale da creare una struttura meno resistente, che è stata infine sottoposta alla simulazione del terremoto reale di Kobe”. “L’edificio ha risposto in maniera più che positiva a tutti e tre i test” continua il prof. Ceccotti “e non ha subito danni strutturali, cosa che purtroppo non è successa nei luoghi dove i terremoti sono effettivamente avvenuti. L’italia è un Paese a forte rischio sismico e la sua storia è caratterizzata da numerosi terremoti disastrosi. Ricerche come queste forniscono dei chiari segnali al mercato e alla società: le caratteristiche di flessibilità, resistenza, duttilità e leggerezza proprie del legno ne rendono particolarmente appropriato l’impiego nelle aree classificate ad alto rischio sismico. Non solo. Il legno da noi utilizzato, abete rosso della val di Fiemme proveniente da foreste certificate per la gestione sostenibile, è un materiale naturale, ecocompatibile, e possiede qualità estetiche tali da favorire l’utilizzo delle soluzioni architettoniche più funzionali e creative”. Con questi risultati il gruppo di ricerca Sofie si prepara ad una nuova e più emozionate sfida. “Durante la cosiddetta Primavera Italiana 2007, un’iniziativa promossa dall’ambasciata d’Italia in Giappone” conclude Ceccotti “un edificio-Sofie di ben sette piani verrà testato a Miki (Kobe) sulla tavola vibrante più grande e “potente” al mondo”. Un esperimento senza precedenti che porterebbe al limite il comportamento dei materiali impiegati per la costruzione di una casa in legno. .  
   
   
NANOTECNOLOGIE E STUDIO DI MEGA-TERREMOTI: DUE ITALIANI TRA I 25 VINCITORI DEL PREMIO EURYI  
 
Roma, 4 settembre 2006 - Massimiliano Cavallini e Francesca Funiciello sono i vincitori italiani del premio scientifico Euryi – European Young Investigator Awards 2005 - , indetto dall’European Science Foundation (Esf), che ha selezionato 25 giovani e brillanti ricercatori di tutto il mondo, su un totale di 457 candidati, dei quali 47 italiani. "Questi riconoscimenti - ha affermato il presidente del Cnr, Fabio Pistella - sono la testimonianza della validità e vitalità della ricerca italiana e più specificamente della ricaduta positiva dell’investimento del Consiglio Nazionale delle Ricerche a favore dei giovani ricercatori del Cnr e delle Università, attraverso la sottoscrizione del Memorandum d’Intesa fra le istituzioni europee, per la creazione di un fondo comune destinato al premio Euryi". Alla realizzazione di una nuova generazione di nano-sensori è dedicato il progetto Dymot (Dynamic of Molecules on Organic Transistors) di Massimiliano Cavallini dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr. Ammonta a circa 1 milione 100 mila euro il finanziamento assegnato al ricercatore per portare avanti, nei prossimi cinque anni, il progetto. Nato a San Marcello Pistoiese, Cavallini, 39 anni, ha al suo attivo oltre 50 pubblicazioni ad alto impact factor su riviste internazionali e sei brevetti internazionali. Un bagaglio di conoscenze trasferito nella ‘Scriba Nanotecnologie’,- impresa spin-off di cui è uno dei soci fondatori - ,impresa che rappresenta un esempio concreto delle prospettive industriali generate dai risultati della ricerca. Dymot è un progetto che riguarda il settore delle nano- e nano-bio- tecnologie. “L’obiettivo a lungo termine di Dymot” spiega “è quello di creare le basi per la realizzazione di una nuova generazione di nano-sensori a basso costo, utilizzabili anche in campo biomedicale – diagnostico e ambientale. Questi dispositivi nanoscopici, infinitamente più piccoli di un ago e non invasivi, saranno in grado analizzare molecole catturate su superfici in tempo reale, potranno avere un’ ampia applicazione per effettuare analisi cliniche, individuando rapidamente l’alterazione di valori, o per monitorare l’evoluzione e la presenza di sostanze inquinanti nell’ambiente”. Diverso il campo di indagine di Francesca Funiciello, romana di 36 anni, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università “Roma Tre”, che ha concorso con il progetto “Margini convergenti e sismogenesi”. Questa ricerca è finalizzata alla definizione del rischio prodotto dai mega- terremoti, attraverso l’analisi di dati statistici e la realizzazione di modelli matematici. Uno studio che si è distinto per l’ approccio innovativo e multidisciplinare al tema, meritando uno stanziamento di oltre 800 mila euro. “Il progetto” spiega la Funiciello “ha lo scopo di analizzare il processo di subduzione, ossia le dinamiche responsabili dell’accumulo dell’energia terrestre da cui scaturiscono terremoti di magnitudo più elevata, come quello che ha colpito l’Indonesia nel 2004. L’elaborazione di modelli sperimentali e numerici ci permetterà di realizzare una mappa globale delle aree a rischio di mega -terremoti, anche di quelle mai prese in considerazione finora. Conoscere le probabilità di rischio sismico aiuta a prevenire e a minimizzare i danni di tali fenomeni che, contrariamente a quanto si sa, sono molto frequenti: dai dati statistici si evince che negli ultimi cento anni c’è stato un grande terremoto quasi ogni anno, anche se non tutti hanno colpito aree popolate”. La premiazione dei vincitori dell’Euryi avverrà ad ottobre a Praga alla presenza dei presidenti degli enti di ricerca europei. .