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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Novembre 2006
LA CULTURA, RISORSA PER L´EUROPA LA COMMISSIONE EUROPEA PUBBLICA UNO STUDIO INDIPENDENTE SULL’IMPATTO ECONOMICO DEL SETTORE  
 
Milano, 16 novembre 2006 - La cultura nel 2003 ha contribuito per il 2,6 per cento al Pil dell’Unione europea e il suo apporto ha registrato tassi di crescita superiori a quello dell’industria chimica, della gomma e della plastica. Inoltre il settore ha impiegato, nel 2004, 5,8 milioni di lavoratori superando il totale della forza lavoro di Grecia e Irlanda. Un giro d’affari che ha toccato i 654 miliardi di euro nel 2003. Queste alcune delle conclusioni dello studio indipendente commissionato dall’esecutivo europeo e presentato ai ministri della Cultura dell’Ue lo scorso 13 novembre. Bruxelles mette così in evidenza l’importanza della cultura per l’economia e sottolinea il suo potenziale occupazionale. “Questo studio aiuta a rompere il classico pregiudizio sul settore della cultura e della creatività", ha dichiarato Ján Figel’, commissario responsabile per l’istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, presentando le conclusioni dell’analisi agli Stati membri. "Esso conferma che l’arte e la cultura sono tutt’altro che marginali dal punto di vista del loro contributo economico. Rappresentano, infatti, una delle principali fonti d’occupazione e contribuiscono all’innovazione e allo sviluppo economico e sociale dell’Ue, delle sue regioni e delle sue città", afferma il commissario Il documento mette in luce il contributo diretto della cultura all’agenda di Lisbona, in termini di crescita e occupazione, ma anche quello indiretto, cioè i legami tra la creatività e l’innovazione, con il settore delle tecnologie informatiche e telematiche (Ict), con lo sviluppo regionale e con l’attrattività. "La cultura è il motore della creatività e la creatività, a sua volta, è alla base dell’innovazione sociale ed economica", prosegue Ján Figel’. "Io sono convinto che la cultura e l’arte nell’Ue costituiscano un dinamico volano economico e sociale per conseguire più crescita e per ampliare il numero e la qualità dei posti di lavoro". Ecco le principali conclusioni dello studio: In termini economici: La cultura nel 2003 ha contribuito per il 2,6 % al Pil dell’Unione europea e il suo apporto ha superato quello dell’industria chimica, della gomma e della plastica (2,3%). Il settore mostra una buona performance e sta incrementando la propria quota di attività economica. Tra il 1999 e il 2003 il comparto è cresciuto il 12,3% in più rispetto all’andamento generale dell’economia europea. Il giro d’affari ha toccato i 654 miliardi nel 2003, superando quello del settore delle tecnologie d’informazione e comunicazione, che nello stesso anno ha registrato un giro d’affari di “soli” 541 miliardi di euro. In termini sociali: Il settore nel 2004 impiegava 5,8 milioni di persone, pari al 3,1% del totale della forza lavoro nei 25 paesi dell’Ue. L’occupazione nel comparto in questione è aumentata dell’1,85 nel biennio 2002-2004, mentre nell’Ue è diminuita. L’analisi dimostra che la spesa a favore della cultura rappresenta un investimento sicuro e fa riferimento a una strategia coerente, includendo alcune raccomandazioni politiche tese a rilasciare il “potenziale di Lisbona” dell’economia culturale europea. La strategia proposta per il futuro si compone di tre filoni principali: Migliorare la raccolta di dati statistici sull’importanza del settore culturale in Europa. Accrescere gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona attraverso i programmi dell’Ue, l’incentivazione della creatività, la condivisione di tecnologie, la creazione di piattaforme comuni, la promozione degli investimenti nell’industria della cultura, e l’inserimento della dimensione culturale negli accordi di cooperazione tra l’Ue e gli Stati terzi. Realizzare una riforma strutturale tramite un coordinamento rafforzato delle attività e delle politiche della Commissione europea che riguardano il settore culturale e creativo. Lo studio alimenterà il dibattito del vertice europeo di Lisbona nella primavera del 2007. Questo documento sarà inoltre uno stimolo per la Comunicazione sul ruolo della cultura in Europa che verrà adottata il prossimo anno. .  
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DEI SERVIZI: IL PARLAMENTO EUROPEO DÀ IL VIA LIBERA ALLA DIRETTIVA SERVIZI  
 
Bruxelles, 16 novembre 2006 - L´aula ha adottato la posizione comune del Consiglio in merito alla direttiva servizi che, in gran parte, riflette quanto suggerito dal Parlamento in prima lettura. Come chiesto a suo tempo dai deputati, il testo della direttiva risulta ora profondamente riformulato rispetto alla proposta originaria e, più in particolare, è stato soppresso il molto controverso principio del paese d´origine. La Commissione, con una dichiarazione, ha rassicurato i deputati su una serie di temi sensibili. Un lungo applauso ha salutato l´adozione della relazione di Evelyne Gebhardt (Pse, De) che sottoscrive la posizione comune del Consiglio, permettendo così alla direttiva servizi di diventare realtà. La stessa posizione comune era stata largamente ispirata dai suggerimenti avanzati dal Parlamento europeo che, in prima lettura, aveva praticamente riscritto il testo della direttiva combinando l´accordo raggiunto dai due maggiori gruppi parlamentari con alcuni emendamenti proposti dalla commissione per il mercato interno. Numerosi emendamenti del Parlamento, infatti, sono stati ripresi integralmente o parzialmente nella posizione comune, tra i quali figura anche la soppressione del contestatissimo "principio del paese d´origine" che è stato sostituito dal più blando concetto di "libertà di prestazione dei servizi". La posizione comune contiene inoltre alcune nuove disposizioni che il Consiglio ha voluto introdurre per assicurare un´efficace attuazione della direttiva e contribuire al corretto funzionamento del mercato interno. Come richiesto dai deputati, nel corso del dibattito (si veda più sotto), il commissario Charlie Mccreevy ha formulato una dichiarazione che chiarisce la portata legale e la natura degli orientamenti che la Commissione presenterà agli Stati membri, l´eventualità di un´armonizzazione futura della legislazione relativa alla prestazione dei servizi, la neutralità della direttiva in relazione al diritto del lavoro, nonché l´influenza della stessa sulla prestazione dei servizi sociali. La dichiarazione, inoltre, comprende una menzione in merito all´impatto della direttiva sul diritto penale. La proposta avanzata dalla Gue/ngl e dai Verdi/ale di respingere la posizione comune non è stata accolta dall´Aula con 105 voti favorevoli, 405 contrari e 12 astensioni. Gli Stati membri hanno ora tre anni per attuare le disposizioni della direttiva. Oggetto Della Direttiva La direttiva stabilisce le disposizioni generali che permettono di agevolare l’esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori nonché la libera circolazione dei servizi, «assicurando nel contempo un elevato livello di qualità dei servizi stessi». Il testo, peraltro, precisa che la direttiva «non riguarda la liberalizzazione dei servizi d’interesse economico generale riservati a enti pubblici o privati, né la privatizzazione di enti pubblici che forniscono servizi». Non riguarda neppure l’abolizione di monopoli che forniscono servizi né gli aiuti concessi dagli Stati membri cui si applicano le regole comunitarie di concorrenza. E´ anche puntualizzato che la direttiva lascia impregiudicata la libertà, per gli Stati membri, di definire, in conformità del diritto comunitario, quali essi ritengano essere servizi d’interesse economico generale, in che modo tali servizi debbano essere organizzati e finanziati, in conformità delle regole sugli aiuti concessi dagli Stati, e a quali obblighi specifici essi debbano essere soggetti. La direttiva, inoltre, non pregiudica le misure adottate a livello comunitario o nazionale, in conformità del diritto comunitario, volte a tutelare o a promuovere la diversità culturale o linguistica o il pluralismo dei media. Non incide neppure sulla normativa degli Stati membri in materia di diritto penale. Tuttavia, è precisato, gli Stati membri non possono limitare la libertà di fornire servizi applicando disposizioni di diritto penale che disciplinano specificamente o influenzano l’accesso ad un’attività di servizi o l’esercizio della stessa, aggirando le norme stabilite nella presente direttiva. La direttiva non pregiudica nemmeno la legislazione del lavoro, segnatamente le disposizioni giuridiche o contrattuali che disciplinano le condizioni di occupazione, le condizioni di lavoro, compresa la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, e il rapporto tra datori di lavoro e lavoratori, che gli Stati membri applicano in conformità del diritto nazionale che rispetta il diritto comunitario. Parimenti, la presente direttiva non incide sulla normativa degli Stati membri in materia di sicurezza sociale. Non pregiudica nemmeno l’esercizio dei diritti fondamentali quali riconosciuti dagli Stati membri e dal diritto comunitario, né il diritto di negoziare, concludere ed eseguire accordi collettivi e di intraprendere azioni sindacali in conformità del diritto e delle prassi nazionali che rispettano il diritto comunitario. Campo D´applicazione Un "considerando" introdotto dal Consiglio precisa che, tra i servizi oggetto della direttiva, rientrano numerose attività in costante evoluzione. Fra queste sono citati, i servizi alle imprese, quali i servizi di consulenza manageriale e gestionale, i servizi di certificazione e di collaudo, i servizi di gestione delle strutture, compresi i servizi di manutenzione degli uffici, i servizi di pubblicità o i servizi connessi alle assunzioni e i servizi degli agenti commerciali. Sono inoltre oggetto della i servizi prestati sia alle imprese sia ai consumatori, quali i servizi di consulenza legale o fiscale, i servizi collegati con il settore immobiliare, come le agenzie immobiliari, l’edilizia, compresi i servizi degli architetti, la distribuzione, l’organizzazione di fiere, il noleggio di auto, le agenzie di viaggi. Nell’ambito di applicazione della direttiva rientrano anche i servizi ai consumatori, quali i servizi nel settore del turismo, compresi i servizi delle guide turistiche, i servizi ricreativi, i centri sportivi, i parchi di divertimento e, nella misura in cui non sono esclusi dall’ambito di applicazione della direttiva, i servizi a domicilio, come l’assistenza agli anziani. Queste attività, è poi precisato, possono riguardare servizi che richiedono la vicinanza del prestatore e del destinatario della prestazione, servizi che comportano lo spostamento del destinatario o del prestatore e servizi che possono essere prestati a distanza, anche via Internet. La direttiva si applica quindi soltanto ai servizi che sono prestati dietro corrispettivo economico ed è spiegato che i servizi non economici d’interesse generale sono pertanto esclusi dal suo ambito di applicazione. Viceversa, i servizi d’interesse economico generale sono servizi che, essendo prestati dietro corrispettivo economico, rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva. Questa, inoltre, non si applica nemmeno ai servizi finanziari quali l’attività bancaria, il credito, l’assicurazione e la riassicurazione, le pensioni professionali o individuali, i titoli, gli investimenti, i fondi, ai servizi di pagamento e quelli di consulenza nel settore degli investimenti. Così come sono esclusi i servizi e le reti di comunicazione elettronica. Parimenti, non rientrano nel campo d´applicazione i servizi nel settore dei trasporti, ivi compresi i servizi portuali, e i servizi delle agenzie di lavoro interinale. Sono anche esclusi i servizi sanitari, «indipendentemente dal fatto che vengano prestati o meno nel quadro di una struttura sanitaria e a prescindere dalle loro modalità di organizzazione e di finanziamento sul piano nazionale e dalla loro natura pubblica o privata», i servizi audiovisivi, ivi compresi i servizi cinematografici, a prescindere dal modo di produzione, distribuzione e trasmissione, e i servizi radiofonici. Anche le attività di azzardo che implicano una posta di valore pecuniario in giochi di fortuna, comprese le lotterie, i giochi d’azzardo nei casinò e le scommesse sono esclusi, assieme alle attività connesse con l’esercizio di pubblici poteri e ai servizi forniti da notai e ufficiali giudiziari nominati con atto ufficiale della pubblica amministrazione. Ma anche i servizi sociali riguardanti gli alloggi popolari, l’assistenza all´infanzia e il sostegno alle famiglie ed alle persone temporaneamente o permanentemente in stato di bisogno, forniti dallo Stato, da prestatori incaricati dallo Stato o da associazioni caritative riconosciute come tali dallo Stato, nonché i servizi privati di sicurezza. Liberta´ Di Prestazione Di Servizi E Deroghe Come richiesto dal Parlamento, il principio del paese d´origine è stato sostituito con quello della libera prestazione di servizi (articolo 16 della direttiva). In base a tale principio, agli Stati membri è imposto l´obbligo di rispettare «il diritto dei prestatori di fornire un servizio in uno Stato membro diverso da quello in cui sono stabiliti». Lo Stato membro in cui il servizio viene prestato, quindi, deve assicurare il libero accesso a un’attività di servizi e il libero esercizio della medesima sul proprio territorio. E´ anche precisato che non può subordinare l’accesso a un’attività di servizi o l’esercizio della medesima sul proprio territorio a requisiti che non rispettino una serie di principi. Pertanto i requisiti non possono essere direttamente o indirettamente discriminatori sulla base della nazionalità o, nel caso di persone giuridiche, della sede («non discriminazione») e devono essere giustificati da ragioni di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, di sanità pubblica o di tutela dell’ambiente («necessità»). Inoltre, i requisiti devono essere tali da garantire il raggiungimento dell’obiettivo perseguito e non devono andare al di là di quanto è necessario per raggiungere tale obiettivo («proporzionalità»). Più in particolare, è precisato che Gli Stati membri non possono restringere la libera circolazione dei servizi forniti da un prestatore stabilito in un altro Stato membro imponendo l’obbligo per il prestatore di essere stabilito sul loro territorio o di ottenere un’autorizzazione dalle autorità competenti, compresa l’iscrizione in un registro o a un ordine professionale sul loro territorio, salvo i casi previsti dalla presente direttiva o da altri strumenti di diritto comunitario. Non è consentito imporre il divieto al prestatore di dotarsi sul loro territorio di una determinata forma o tipo di infrastruttura, inclusi uffici o uno studio, necessaria all’esecuzione delle prestazioni in questione. Inoltre, a eccezione di quelli in materia di salute e di sicurezza sul posto di lavoro, non è possibile richiedere il rispetto di requisiti all’uso di attrezzature e di materiali che costituiscono parte integrante della prestazione del servizio. Parimenti non può imporsi l’applicazione di un regime contrattuale particolare tra il prestatore e il destinatario che impedisca o limiti la prestazione di servizi a titolo indipendente, o l’obbligo per il prestatore di essere in possesso di un documento di identità specifico per l’esercizio di un’attività di servizi rilasciato dalle loro autorità competenti. Allo Stato membro in cui il prestatore si reca, d´altra parte, non può essere impedito di imporre requisiti relativi alla prestazione di un’attività di servizi qualora siano giustificati da motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, di sanità pubblica o tutela dell’ambiente. Allo stesso modo, a quello Stato membro non può essere impedito di applicare, conformemente al diritto comunitario, le proprie norme in materia di condizioni di occupazione, comprese le norme che figurano negli accordi collettivi. Entro cinque anni dall´entrata in vigore della direttiva, e previa consultazione degli Stati membri e delle parti sociali a livello comunitario, la Commissione dovrà trasmettere al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull’applicazione di tali disposizioni, in cui dovrà esaminare la necessità di proporre misure di armonizzazione per le attività di servizi che rientrano nel campo d’applicazione della direttiva. Ulteriori deroghe alla libera prestazione di servizi Come proposto dal Parlamento in prima lettura, anche il testo della posizione comune prevede che le disposizioni sulla libera prestazione di servizi non si applica ai servizi di interesse economico generale forniti in un altro Stato membro, fra cui i servizi nel settore postale contemplati dalla direttiva 97/67/Ce, a quelli nel settore dell’energia elettrica contemplati dalla direttiva 2003/54/Ce, ai servizi nel settore del gas contemplati dalla direttiva 2003/55/Ce, a quelli di distribuzione e fornitura idriche e ai servizi di gestione delle acque reflue, nonché ai servizi legati al trattamento dei rifiuti. L´articolo 16, inoltre, non si applica alle materie disciplinate dalla direttiva relativa al distacco dei lavoratori nell´ambito di una prestazione di servizi (96/71/Ce), a quelle disciplinate dalla direttiva sulla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e sulla libera circolazione di tali dati (95/46/Ce). Sono anche escluse le materie disciplinate dalla direttiva intesa a facilitare l’esercizio effettivo della libera prestazione di servizi da parte degli avvocati, le attività di recupero giudiziario dei crediti e le materie sulla libera prestazione di servizi disciplinate dalla direttiva relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, «compresi i requisiti negli Stati membri dove il servizio è prestato che riservano un’attività ad una particolare professione». Anche gli atti per i quali la legge richiede l´intervento di un notaio non sono sottoposti al principio di libera prestazione dei servizi, così come le materie disciplinate dalla direttiva sulla revisione legale dei conti annuali e dei conti consolidati. Inoltre, beneficiano della deroga l´immatricolazione dei veicoli presi in leasing in un altro Stato membro e le disposizioni relative agli obblighi contrattuali e non contrattuali, compresa la forma dei contratti, determinate in virtù delle norme di diritto internazionale. Sono, infine, esenti i diritti d’autore e diritti connessi. Relazioni con altre disposizioni del diritto ue Se le disposizioni della direttiva sono in conflitto con disposizioni di altri atti comunitari che disciplinano aspetti specifici dell’accesso ad un’attività di servizi o del suo esercizio in settori specifici o per professioni specifiche, è precisato che le disposizioni di questi altri atti comunitari «prevalgono e si applicano a tali settori o professioni specifiche». Tra tali atti comunitari, sono citati la direttiva relativa al distacco dei lavoratori nell´ambito di una prestazione di servizi (96/71/Ce), il regolamento relativo all´applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati e ai loro familiari che si spostano all´interno della Comunità (1408/71), la direttiva relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l´esercizio delle attività televisive(89/552/Cee) e la direttiva relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali (2005/36/Ce). Liberta´ Di Stabilimento Gli Stati membri possono subordinare l’accesso ad un’attività di servizio e il suo esercizio ad un regime di autorizzazione soltanto se questo non risulta discriminatorio nei confronti del prestatore, se è giustificato da un motivo imperativo di interesse generale o se l’obiettivo perseguito non può essere conseguito tramite una misura meno restrittiva, in particolare in quanto un controllo a posteriori interverrebbe troppo tardi per avere reale efficacia. Tra i motivi imperativi di interesse generale figurano l’ordine pubblico, la sicurezza, l’incolumità e la sanità pubblica, il mantenimento dell’equilibrio finanziario del sistema di sicurezza sociale, la tutela dei consumatori, dei destinatari di servizi e dei lavoratori, l’equità delle transazioni commerciali, la lotta alla frode, la tutela dell’ambiente, la salute degli animali, la proprietà intellettuale, la conservazione del patrimonio nazionale storico ed artistico, gli obiettivi di politica sociale e di politica culturale I regimi di autorizzazione devono basarsi su criteri che inquadrino l’esercizio del potere di valutazione da parte delle autorità competenti «affinché tale potere non sia utilizzato in modo arbitrario». Tali criteri, è precisato, devono essere non discriminatori, giustificati da un motivo imperativo di interesse generale, commisurati all’obiettivo di interesse generale, chiari e inequivocabili, oggettivi, resi pubblici preventivamente, nonché trasparenti e accessibili. L’autorizzazione - che in principio ha una durata limitata - dovrà permettere al prestatore di accedere all’attività di servizi o di esercitarla su tutto il territorio nazionale, anche mediante l’apertura di rappresentanze, succursali, filiali o uffici, tranne nei casi in cui la necessità di un’autorizzazione specifica o di una limitazione dell’autorizzazione ad una determinata parte del territorio per ogni stabilimento sia giustificata da un motivo imperativo di interesse generale. Semplificazione Amministrativa Per agevolare l’accesso alle attività di servizi e il loro esercizio nel mercato interno, la direttiva stabilisce l’obiettivo, comune a tutti gli Stati membri, di una semplificazione amministrativa. Prevede quindi disposizioni riguardanti, in particolare, gli sportelli unici, il diritto all’informazione, le procedure per via elettronica e la definizione di un quadro per i regimi di autorizzazione. Altre misure adottate a livello nazionale per raggiungere quest’obiettivo potrebbero consistere nel ridurre il numero delle procedure e formalità applicabili alle attività di servizi, limitandole a quelle indispensabili per conseguire un obiettivo di interesse generale e che non rappresentano, per contenuto o finalità, dei doppioni. Controlli La direttiva impone agli Stati membri di cooperare strettamente affinché le sue disposizioni siano rispettate. Per quanto riguarda i prestatori che forniscono servizi in un altro Stato membro, lo Stato membro di stabilimento deve fornire le informazioni sui prestatori stabiliti sul suo territorio richieste da un altro Stato membro, in particolare la conferma del loro stabilimento sul suo territorio e del fatto che, a quanto gli risulta, essi non vi esercitano attività in modo illegale. Lo Stato membro di stabilimento, inoltre deve procedere alle verifiche, ispezioni e indagini richieste da un altro Stato membro e informa quest’ultimo dei risultati e, se del caso, dei provvedimenti presi. Qualora venga a conoscenza di comportamenti o atti precisi di un prestatore stabilito sul suo territorio che presta servizi in altri Stati membri che, a sua conoscenza, possano causare grave pregiudizio alla salute o alla sicurezza delle persone o all’ambiente, lo Stato membro di stabilimento deve informarne al più presto gli altri Stati membri e la Commissione. Restrizioni Ai Destinatari Vietate In forza alla direttiva, gli Stati membri non possono imporre al destinatario requisiti che limitano l’utilizzazione di un servizio fornito da un prestatore stabilito in un altro Stato membro. In particolare non potrà essere imposto l’obbligo di ottenere un’autorizzazione dalle loro autorità competenti o quello di presentare una dichiarazione presso di esse né stabilire limiti discriminatori alla concessione di aiuti finanziari a causa del fatto che il prestatore è stabilito in un altro Stato membro o in ragione del luogo in cui il servizio è prestato. Gli Stati membri, inoltre, dovranno provvedere affinché al destinatario non vengano imposti requisiti discriminatori fondati sulla sua nazionalità o sul suo luogo di residenza. Dibattito In Aula (15/11/2006) Intevento della relatrice Evelyne Gebhardt (Pse, De) ha sottolineato che oggi si giunge alla conclusione di una discussione durata più di due anni e si può essere orgogliosi del lavoro svolto dal Parlamento europeo. Dopo aver ringraziato una serie di colleghi, ha voluto rendere un omaggio particolare al relatore ombra del Ppe/de per l´ottima collaborazione che ha permesso di definire un testo condiviso che non mette in evidenza le divisioni del Parlamento. Il testo della direttiva, ha quindi spiegato, combina gli interessi dei lavoratori con quelli dei consumatori e del mondo economico e, anche attraverso la soppressione del principio del paese d´origine, «contribuisce a mettere le persone al centro della politica». La relatrice ha infatti sottolineato come il testo eviti una «concorrenza malsana» tra i sistemi sociali degli Stati membri, garantendo quindi i lavoratori, limiti la sua applicazione ai soli servizi commerciali e avvantaggi le imprese attraverso l´introduzione del principio della libera prestazione di servizi che vieta l´applicazione di misure protezionistiche. Dichiarazione della Commissione Charlie Mccreevy ha sottolineato come la direttiva costituisca «una pietra miliare» non solo per i suoi contenuti ma anche per l´importante ruolo svolto dal Parlamento nella procedura legislativa. La direttiva, ha aggiunto, rappresenta uno sforzo fondamentale per rilanciare l´economia europea attraverso il completamento del mercato interno e, quindi, la promozione della crescita e dell´occupazione, nonché la tutela dei lavoratori e dei prestatori. Nell´evidenziare come il Parlamento abbia dimostrato la capacità di giungere a compromessi su questioni spinose e come la posizione comune rispecchi appieno l´approccio dei deputati, il commissario ha chiarito che i futuri orientamenti della Commissione serviranno ad assistere gli Stati membri ad applicare la direttiva in modo adeguato e non sarà giuridicamente vincolante (ruolo che spetta alla Corte di giustizia). La Commissione, inoltre, agirà in modo trasparente informando sistematicamente il Parlamento, anche sulla necessità di future ulteriori armonizzazioni. Ha quindi precisato che il diritto del lavoro non sarà intaccato dalla direttiva e, pertanto, non avrà effetto sulle prassi nazionali e sui diritti collettivi definiti dagli Stati membri e avrà un impatto neutrale nei confronti dei modelli relativi al ruolo delle parti sociali. Resteranno comunque d´applicazione i principi sanciti dal Trattato. La direttiva, ha poi aggiunto, non avrà ripercussioni sul diritto penale nazionale e, di conseguenza, gli Stati membri applicheranno le loro norme in materia anche alle imprese straniere che operano sul loro territorio. Tuttavia, non si potrà ricorrere al diritto penale per aggirare le disposizioni della direttiva. Infine, il commissario ha precisato che i servizi sociali, offerti da imprese per conto degli Stati membri o da organizzazioni di volontariato, sono esclusi dal campo d´applicazione della direttiva. Dichiarazione del Consiglio Mauri Pekkarinen ha affermato che l´adozione della direttiva segna la storia del mercato interno e si è detto felice che, «finalmente», si sia giunti a un avvicinamento delle posizioni. Si tratta, ha detto il Ministro, di una «riforma radicale» ed è quindi normale che si siano aperte divisioni profonde. Ma ora, ha aggiunto, «è ora di guardare al futuro». Il voto del Parlamento in prima lettura, ha proseguito, ha rappresentato un «compromesso storico» che ha reso più semplice la continuazione dei lavori. Sottolineando quindi la profonda differenza tra la posizione comune e la proposta originaria, il Ministro ha però affermato che la direttiva mantiene lo stesso obiettivo di «aprire nuove porte ai prestatori e agli utenti (consumatori e imprese). Offre quindi certezza del diritto agli operatori, dimostrando il valore aggiunto dell´azione europea. Ha poi precisato che, tuttavia, non si tratta del capolinea di un processo che deve portare al completamento del mercato interno. Per concludere ha affermato di condividere la dichiarazione chiarificatrice della Commissione. Replica della relatrice Per Evelyne Gebhardt (Pse, De) la dichiarazione della Commissione «chiarisce le incertezze» e, pertanto, ha invitato l´Aula ad approvare la posizione comune senza emendamenti. Ha però voluto esprimere una punta di amarezza per il fatto che il Consiglio abbia limitato le prerogative del Parlamento affermando che, visto il delicato equilibrio raggiunto dai Ministri, non sarebbe stato possibile apportare modifiche alla posizione comune. Sottolineando quindi che anche il compromesso parlamentare era frutto di un equilibrio molto delicato, la relatrice ha quindi auspicato che questa situazione non si ripeta più in futuro. Intervento in nome dei gruppi Per Malcolm Harbour (Ppe/de, Uk) si tratta di «un giorno importante per i cittadini europei» poiché non bisogna dimenticare che il completamento del mercato unico riguarda proprio loro. La direttiva, ha aggiunto, mira a promuovere la crescita economica e migliorare la vita dei cittadini nonché a rimuovere le barriere a vantaggio delle imprese. Ha quindi sottolineato che, per la prima volta, spetta ora agli Stati membri prendere le disposizioni per promuovere il mercato interno presso le imprese nazionali. Ha quindi concluso ricordando che le Pmi rappresentano il 90% del settore dei servizi e se ognuna di esse creasse un solo nuovo posto di lavoro, il problema della disoccupazione in Europa sarebbe risolto. Johannes Swoboda (Pse, At) ha sottolineato le paure che spesso accompagnano le misure di completamento del mercato interno che, a volte, sfociano in forme di nazionalismo pericolose. Per far fronte a queste paure, ha aggiunto, occorre che il mercato unico sia realizzato senza minacciare la coesione sociale, ossia creando le condizioni affinché i cittadini lo accettino. Anneli Jäätteenmäki (Alde/adle, Fi) ha voluto evidenziare come gran parte dei nuovi posti di lavoro sono creati nel settore dei servizi. Il compromesso, per la deputata, era l´unico possibile in questo momento e non è vero che il Parlamento abbia svenduto la sua posizione adeguandosi a quella del Consiglio. Al riguardo, ha quindi sottolineato che il campo d´applicazione della direttiva include un´ampia gamma di servizi importanti come quelli nell´edilizia, nel commercio e nella distribuzione e nel tempo libero. Consentendo una maggiore concorrenza, ha aggiunto, si arriverà a una riduzione dei prezzi ma, ha precisato, occorre anche garantire la qualità dei servizi. In conclusione, ha stigmatizzato il fatto che molti Stati membri hanno precluso l´accesso dei lavoratori dei nuovi futuri Stati membri sul proprio territorio e si preparano a limitarlo anche ai futuri membri Ue. Heide Rühle (Verdi/ale, De) si è detta delusa che i tre grandi gruppi del Parlamento si siano rifiutati di procedere a una vera seconda lettura sulla proposta di direttiva. Ha quindi sottolineato che il Consiglio ha messo «sotto pressione» il Parlamento affinché non modifichi il testo, ma ha poi proceduto a riformulare profondamente la direttiva, soprattutto sui temi sociali. Ossia proprio su quegli argomenti che hanno portato alla bocciatura del referendum sulla costituzione in Francia. Per la deputata è inconcepibile accettare che i servizi sociali siano soltanto citati senza ulteriori spiegazioni, lasciando poi il compito alla Corte di giustizia di interpretare il testo. L´adozione della direttiva, ha concluso, rappresenta «una sconfitta del Parlamento». Per Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) alla procedura di codecisione e di conciliazione si è aggiunta quella «della capitolazione», visto che il Parlamento cede agli ordini del Consiglio di non presentare nuovi emendamenti al testo. Il deputato avrebbe auspicato una più netta esclusione dal campo d´applicazione del diritto del lavoro e dei servizi sociali, visto che la posizione comune è, su questi temi, troppo vaga e che la «dichiarazione consolatoria» della Commissione è insufficiente. Ha quindi stigmatizzato le troppe zone grigie della direttiva che si prestano a interpretazioni ingestibili da parte della Corte di giustizia. Il deputato ha poi criticato che i servizi sociali e le norme sul distaccamento dei lavoratori sarebbero sottoposte, di fatto, alle regole della concorrenza. Ha quindi annunciato il voto contrario del suo gruppo. Adam Bielan (Uen, Pl) ha sottolineato l´esigenza di eliminare gli ostacoli e completare il mercato interno e ha criticato le limitazioni imposte alla libera circolazione dei lavoratori dei nuovi Stati membri, che impongono ai consumatori prezzi più elevati per servizi scadenti. Ha quindi affermato che un ulteriore annacquamento della direttiva la priverebbe di efficacia, portando alla perdita di posti di lavoro. Per Jens-peter Bonde (Ind/dem, Dk) si tratta della direttiva dei giudici, vista la scadente chiarezza delle norme. Ha quindi ricordato di aver presentato tre emendamenti che consentirebbero agli Stati membri di pretendere il rispetto degli accordi collettivi da parte delle imprese straniere che offrono servizi sul proprio territorio, di definire quali servizi debbano essere regolamentati e di applicare le stesse tasse e l´Iva gravanti alla imprese nazionali ai prestatori che operano sul proprio territorio. Si è detto quindi favorevole a un mercato unico dei servizi, a condizione però che siano rispettate le norme nazionali. Interventi dei deputati italiani Per Mario Borghezio (Ni, It), rispetto al progetto originario della Commissione, «che era già altrettanto pericoloso», le finalità di imporre una regolamentazione unica per tutti gli Stati membri dell´Unione europea restano ancora «molto pericolose». E ciò anche alla luce degli interessi diffusi del sistema delle piccole e medie imprese, «specialmente quelle della Padania», perché la direttiva porta a una «concorrenza spietata nel settore dei servizi» che - ha tenuto a ricordare - rappresenta il 70 per cento del Pil dell´Unione europea. È lecito chiedersi - ha aggiunto - se, su un tema così delicato, siano stati veramente ascoltati e accolti i rilievi fatti dalla società civile o se i pericoli di dumping sociale ed economico siano stati effettivamente eliminati «da questa nuova versione edulcorata della direttiva Bolkestein». Purtroppo, ha proseguito, «la concorrenza sleale da parte di imprenditori spregiudicati a danno del sistema delle piccole e medie imprese, che invece lavorano nel pieno rispetto delle leggi, è a tutt´oggi presente». E questi, ha spiegato, «sono i risultati di una liberalizzazione che è stata voluta dalla Commissione e dalla Corte di giustizia delle Comunità europee». Ha quindi concluso dichiarandosi contrario «a questo centralismo burocratico dell´Unione europea». Luigi Cocilovo (Alde/adle, It) si è detto convinto che l´adozione della direttiva nella formulazione attuale, «possa aiutare l´Europa», poiché contribuisce «a sciogliere incrostazioni e a superare ostacoli e barriere che hanno pesato su l´unificazione del mercato dei servizi e sull´iniziativa di imprese di offrire prestazioni professionali anche al di fuori dei confini nazionali». Nello stesso tempo, ha aggiunto, la direttiva fornisce garanzie e rafforza la prospettiva di una dimensione europea di mercato e di sistema, «dove la libera circolazione sia possibile non solo per la competizione schiacciata sulla concorrenza per costi e rischio di dumping ma anche per le buone regole o prassi tese a garantire principi ed interessi irrinunciabili». Tra questi ha quindi citato quelli relativi alla garanzia delle prestazioni universali, degli interessi generali anche in ambiti di rilevanza economica, degli obiettivi di qualificazione e di impresa, della tutela dell´ambiente e della sicurezza, delle tutele sociali fondamentali. Il deputato ha quindi concluso auspicando «non solo di avere domani più Europa, ma anche un´Europa migliore». Per Roberta Angelilli (Uen, It), al fine di sostenere crescita ed occupazione, l´Europa ha bisogno di ampliare il mercato, «eliminando i troppi ostacoli burocratici che ci sono in questo settore». Tuttavia, ha aggiunto, «ciò non deve avvenire a discapito dei diritti dei lavoratori, né creare situazioni di sfruttamento o di dumping sociale». Riconoscendo poi che dalla direttiva originaria sono stati esclusi numerosi servizi «di rilevanza sociale», la deputata ha affermato che il testo posto in votazione «rimane ancora ambiguo», poiché «non è ancora ben chiaro il confine tra questa direttiva e il diritto del lavoro e le tutele sociali nazionali». Per questi motivi, e nonostante le rassicurazioni di questa mattina, la deputata ha chiesto che la direttiva, nella sua concreta applicazione, «rispetti le pratiche di concertazione nazionale e non eluda gli accordi collettivi di categoria». Ha poi insistito sulla necessità di «una severa verifica» dell´applicazione della direttiva, «affinché non siano violate le norme a tutela dei diritti dei lavoratori e dei consumatori e le norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro». Stefano Zappalà (Ppe/de, It) ha anzitutto ricordato di essersi occupato, già durante la scorsa legislatura e in parte della presente, di altre direttive e iniziative che riguardano l´attuazione del mercato interno, insieme alla relatrice e al relatore ombra del Ppe/de. Ha voluto quindi complimentarsi con la relatrice perché, oltre che della direttiva "Forniture e servizi", durante la scorsa legislatura hanno trattato congiuntamente la direttiva "Qualifiche professionali". Per il deputato, la direttiva servizi «è una parte fondamentale dell´attuazione prevista dai trattati del mercato interno» e rappresenta il seguito di altre attività legislative di cui egli si è occupato assieme alla relatrice e al relatore ombra. Si è quindi nuovamente complimentato con la prima per la capacità con cui è riuscita, sin dalla prima lettura, a portare a felice conclusione la direttiva in esame in un settore così importante. Ha poi voluto precisare che tali tipi di legislazione sono volti ad armonizzare i sistemi nazionali e non a «imporre ai sistemi nazionali». Sostenendo il completamento del mercato interno e sottolineando che in Aula è ancora aleggiato un nome (Bolkestein, ndr) «che non esiste più», ha voluto evidenziare che, rispetto agli egoismi nazionali rappresentati dal Consiglio e rispetto agli egoismi di altro tipo rappresentati dalla Commissione, il Parlamento europeo è l´istituzione che certamente «riesce a risolvere i problemi di rilevante e di importante valore». Replica della Commissione Charlie Mccreevy ha affermato di non condividere le preoccupazioni circa il ruolo determinante della Corte di giustizia poiché l´ampio consenso che si è delineato all´interno del Consiglio non dovrebbe portare a controversie. Ricordando poi che gli Stati membri hanno tre anni di tempo per adeguarsi alle disposizioni della direttiva, ha sottolineato che la Commissione vigilerà affinché la direttiva sia correttamente trasposta. Il commissario ha poi concluso evidenziando nuovamente il ruolo svolto dal Parlamento che, «dimostrando maturità», non ha scelto la facile via di respingere la proposta ed ha adempiuto al suo compito di colegislatore. .  
   
   
EUROPA: VERSO UN VERO MULTILINGUISMO APPRENDIMENTO PRECOCE DI ALMENO DUE LINGUE STRANIERE  
 
Bruxelles, 16 novembre 2006 - In un´Europa pluralista, il multilinguismo è un fattore essenziale dell´integrazione culturale, economica e sociale, rafforza le qualifiche dei cittadini e ne facilita la mobilità. E´ quanto afferma il Parlamento, sostenendo la promozione dell´apprendimento precoce di almeno due lingue straniere da parte dei cittadini, compresi gli insegnanti. I deputati, inoltre, sottolineando la ricchezza culturale delle lingue regionali, chiedono all´Ue di promuovere e tutelare la diversità linguistica. Approvando con 537 voti favorevoli, 50 contrari e 59 astensioni la relazione di Bernat Joan i Marí (Verdi/ale, Es), il Parlamento ricorda anzitutto che il rispetto della diversità linguistica e culturale costituisce un principio fondamentale dell´Ue riconosciuto anche dalla Carta dei diritti fondamentali. Per tale ragione accoglie con favore l´obiettivo a lungo termine fissato dalla Commissione di migliorare le competenze linguistiche individuali e far sì che ogni cittadino apprenda almeno due lingue straniere oltre alla propria madrelingua. Ricorda poi la necessità di promuovere un´effettiva politica di apprendimento delle lingue e riafferma l´importanza dell´apprendimento precoce. Per i deputati, inoltre, al fine di conseguire gli obiettivi fissati dalla Strategia di Lisbona, è indispensabile migliorare la qualità, l´efficacia e l´accessibilità dei sistemi d´istruzione e di formazione dell´Ue, favorendo appunto l´apprendimento delle lingue. Vedono quindi con favore il metodo Clil di apprendimento integrato di lingua e contenuto (Content and Language Integrated Learning), nel quale gli studenti imparano una materia esposta in una lingua straniera. Il Parlamento ritiene inoltre che l´apprendimento di nuove lingue dovrebbe costituire «un elemento fondamentale» nel programma di apprendimento lungo tutto l´arco della vita. Il Parlamento, d´altra parte, ricorda che la formazione linguistica è essenziale per promuovere e facilitare non soltanto la mobilità degli studenti, ma anche quella di tutti i lavoratori alla ricerca di un´attività professionale in uno degli Stati membri. I deputati, peraltro, appoggiano le iniziative volte a migliorare la formazione degli insegnanti, compresi quelli di materie non linguistiche e quelli che si occupano di formazione professionale. Inoltre, a loro parere, il ventaglio di lingue insegnate dentro e fuori la scuola deve essere ampliato, onde consentire ai futuri insegnanti di apprendere - e in seguito di insegnare - una gamma più ampia di lingue a parità di condizioni. Particolare attenzione va poi posta sull´accesso degli immigrati all´apprendimento delle lingue, in vista della loro integrazione sociale, nonché alle persone svantaggiate o in difficoltà e ai portatori di handicap. Il Parlamento accoglie poi con favore la proposta di introdurre un indicatore europeo di competenza linguistica, che dovrebbe tenere conto di tutte le lingue ufficiali dell´Unione europea e che potrebbe essere esteso, al di là delle cinque lingue maggiormente parlate, anche alle altre lingue dell´Ue «al fine di fornire un quadro fedele della situazione delle competenze linguistiche». Ribadisce inoltre l´importanza di una maggiore trasparenza nel campo dell’insegnamento e delle procedure di valutazione e di certificazione delle lingue attraverso la pubblicazione di un inventario dei sistemi attualmente disponibili. Secondo i deputati, il multilinguismo deve anche favorire il rispetto della diversità e della tolleranza, per evitare l´insorgere di eventuali conflitti attivi o passivi tra le diverse comunità linguistiche negli Stati membri. D´altronde, ritengono che le lingue regionali e minoritarie «costituiscono un’enorme fonte di ricchezza culturale e dovrebbero essere maggiormente sostenute in quanto patrimonio culturale comune». Pertanto, facendo proprio un emendamento proposto da Michl Ebner (Ppe/de, It), il Parlamento invita le istituzioni e gli organi europei a cooperare strettamente con il Consiglio d´Europa nella promozione e nella tutela della diversità linguistica e dell´apprendimento delle lingue. La promozione del multilinguismo in Europa, è anche precisato, non dev´essere limitato alle principali lingue ufficiali degli Stati membri. I deputati invitano inoltre la Commissione all´attuazione, nella misura possibile, delle proposte contenute nella relazione di Michl Ebner (Ppe/de, It) adottata dal Parlamento europeo nel settembre 2003, e chiedono di facilitare e favorire l´accesso all´informazione e al finanziamento degli organismi candidati che perseguono l´obiettivo di promuovere il multilinguismo attraverso reti e/o progetti finanziati dalla Commissione, a decorrere dal 2007. .  
   
   
L´UE LANCIA UN PROGRAMMA DI RICERCA PER UNA MIGLIORE PROTEZIONE DELLE FORZE ARMATE  
 
Bruxelles, 16 novembre 2006 - I ministri della Difesa dell´Unione europea hanno lanciato un nuovo programma di ricerca congiunto che esaminerà tecnologie volte a proteggere le forze armate europee da minacce come cecchini, trappole esplosive e bombe improvvisate. Il programma d´investimenti congiunti (Pic) triennale, coordinato dall´Agenzia europea per la difesa (Aed) e del valore di 54,2 Mio Eur, coinvolge 19 paesi europei ed entrerà in vigore il 1° gennaio 2007. Il nuovo piano prevede nuove iniziative per la tecnologia e la ricerca per la difesa in campi come la protezione individuale dei soldati, l´analisi dei dati, le comunicazioni senza fili sicure, la pianificazione delle missioni e la formazione. A differenza delle precedenti forme di cooperazione in tecnologia e ricerca per la difesa europea, che per ogni singolo progetto prevedevano la negoziazione di quote finanziarie e industriali da parte dei governi, il Pic istituisce un bilancio comune per finanziare l´intero programma. «Se l´Europa intende mantenere un´efficace base tecnologica e industriale per la difesa e sviluppare le capacità militari necessarie nel futuro, occorre semplicemente spendere di più in R&t [ricerca e tecnologia] e collaborare molto di più» ha spiegato Javier Solana, capo dell´Aed e Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune <http://europa. Eu/scadplus/glossary/european_security_defence_policy_it. Htm> dell´Ue. Per rafforzare ulteriormente la cooperazione, Finlandia, Francia, Italia, Spagna e Svezia si sono impegnate a lanciare un apposito programma di ricerca congiunto (Essor) nell´ambito dell´Aed, il cui valore è stimato a 100 Mio Eur. Scopo del programma Essor è potenziare l´interoperabilità della tecnologia Sdr (Software Defined Radio, radio definita dal software) in Europa, congiuntamente con Stati Uniti e Nato. Si tratta di una tecnologia per comunicazioni sicure dalle importanti applicazioni potenziali per uso militare e civile. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Eda. Europa. Eu/ .  
   
   
I RICERCATORI EUROPEI INVITANO A UTILIZZARE MAGGIORMENTE LE ECOTECNOLOGIE ESISTENTI PER COMBATTERE IL SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA  
 
Bruxelles, 16 novembre 2006 - I protocolli internazionali e le normative nazionali in vigore che puntano a ridurre l’inquinamento atmosferico devono andare oltre gli attuali obiettivi se vogliamo evitare che il clima e l’ambiente subiscano altri danni dovuti alle elevate concentrazioni dell’ozono. Fino a quando ciò non avverrà, un miglior impiego delle tecnologie esistenti potrà aiutare a contenere gli effetti dannosi di queste emissioni e riportare il livello dell’ozono nella maggior parte delle regioni del pianeta entro gli standard attualmente consentiti . In questo modo sarebbe possibile ridurre al minimo gli impatti negativi dell’ozono sulla salute umana, sugli ecosistemi e in termini di surriscaldamento del pianeta. Questa è la conclusione di una serie di studi scientifici svolti da scienziati della Commissione europea e dalla rete di ricercatori Accent, finanziata dall’Ue. In uno studio pubblicato sulla rivista “Environmental Science and Technology”, i ricercatori hanno messo a confronto i risultati di 26 modelli di chimica atmosferica riguardanti l’intera atmosfera terrestre. Dai modelli risulta che, in assenza di normative, le emissioni salirebbero a livelli potenzialmente pericolosi, ma anche attuando la legislazione già esistente, le emissioni continuerebbero ad aumentare e, con loro, le minacce per l’intero ecosistema globale. Il terzo scenario prende in esame il caso in cui vengano sfruttate tutte le potenzialità della tecnologia esistente per l’abbattimento delle emissioni, dimostrando che ne conseguirebbe un notevole miglioramento sia nei livelli dell’ozono che in termini di impatto derivante dalla deposizione dell’azoto. Ciò mette in luce come un migliore utilizzo delle tecnologie possa ridurre l’inquinamento atmosferico e l’impatto del surriscaldamento globale causato dai gas serra che non figurano nel protocollo di Kyoto. Il passo successivo sarà quello di elaborare linee guida pratiche su come dare applicazione a queste conclusioni partendo da un’attenta analisi dei costi e dei benefici. L’ozono viene prodotto dalla reazione di sostanze come il monossido di carbonio, il metano o altri composti analoghi con gli ossidi di azoto derivanti dai trasporti, dall’industria o dall’energia consumata in ambito domestico, ad esempio per cucinare o riscaldare gli edifici. L’ozono è un gas serra e contribuisce pertanto al surriscaldamento globale. Nell’ue, nei paesi del Nord America e in Giappone esistono normative che limitano le concentrazioni di ozono nell’aria, mentre altri paesi dell’Asia e dell’America Latina le stanno mettendo in atto. In ambito internazionale è stata firmata una convenzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza, che indica varie misure specifiche da adottare per abbattere le emissioni degli inquinanti atmosferici, tra i quali l’ozono. Questo studio è apparso proprio mentre i ministri di tutto il mondo sono riuniti a Nairobi per discutere gli interventi necessari per combattere i cambiamenti climatici alla scadenza del protocollo di Kyoto, prevista per il 2012. La ricerca è stata condotta dal Centro di ricerca della Commissione europea, in collaborazione con la rete Accent, una rete di eccellenza finanziata dall’Ue che si occupa principalmente dei cambiamenti nella composizione dell´atmosfera. Per ulteriori informazioni su questo tema consultare i seguenti siti: Convenzione delle Nazioni Unite: http://www. Unece. Org/env/lrtap/ Ccr, unità cambiamenti climatici: http://ies. Jrc. Cec. Eu. Int/climate_change. 40.  
   
   
CONVEGNO: IL PARTENARIATO NELL´ARCO ALPINO PER LA COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO IL PROGETTO PUSEMOR NELLA PROSPETTIVA STRATEGICA DELLA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2007-2013  
 
Milano, 16 novembre 2006 - In preparazione ai nuovi progetti di cooperazione territoriale europea, la Dg Industria intende valorizzare i progetti ancora in corso per allargare le sinergie e i partenariati in coerenza con le priorità strategiche della programmazione europea 2007-2013. L´ue attribuisce priorità strategica assoluta all´innovazione per la competitività delle imprese e del territorio, come condizione fondamentale per la produzione delle risorse necessarie all´attuazione della strategia di coesione e delle strategie in campo sociale, ambientale e culturale. Gli Obiettivi previsti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), la cui attuazione è affidata alle Regioni, si fondano su una strategia comune che favorisce le sinergie tra i rispettivi Programmi operativi. L´ue, a tale scopo, sostiene la Cooperazione territoriale europea come strumento essenziale e prevede la costituzione di Gruppi europei di cooperazione territoriale (Gect) e futuri bandi transnazionali in funzione dell´integrazione delle risorse regionali, nazionali ed europee - per fare massa critica e sistema tra le rispettive potenzialitào:p> Una base di partenza pragmatica è costituita dai progetti migliori, della programmazione 2000-2006, per dare continuità al loro successo, valorizzando e sviluppando nel modo più razionale ed efficace i risultati raggiunti, il know how acquisito. A tale scopo la Dg Industria, in collaborazione con Uncem Arco Alpino, invita al Convegno sul progetto Pusemor (Interreg Iiib Spazio Alpino) finalizzato all´individuazione delle esigenze e strategie di sviluppo dei servizi locali nelle aree montane come fattori di contesto determinanti della permanenza della popolazione, dell´attrattività del territorio e di attività imprenditoriali competitive. Il Convegno si svolgerà secondo l´allegato programma a Milano, Grattacielo Pirelli Sala Pirelli, via F. Filzi 22, il 29. 11. 06, ore 09. 30-13. 30. .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI SETTEMBRE 2006  
 
Roma, 16 novembre 2006 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di settembre 2006. Fabbisogno del settore statale del mese di settembre 2006
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 27. 503
Spese 35. 595
di cui: spesa per interessi 3. 318
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -8. 092
Copertura
Totale 8. 092
Titoli a breve termine -2. 450
Titoli a medio-lungo termine -118
Titoli esteri 2. 628
Altre operazioni (1) 8. 032
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. .
 
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 15 NOVEMBRE 2006  
 
Btp 3,75%
Scadenza 15. 09. 2011
Cod. /tranche It0004112816/5
Imp. Offerto 2000
Regolamento 17. 11. 2006
Imp. Domandato 3293
Imp. Assegnato 2000
Prezzo aggiudicazione 100,29
Prezzo esclusione 98,370
Rendimento lordo 3,71
Variazione Rend. Asta prec. (*) -0,06
Rendimento netto 3,24
Riparto 66,168
Importo in circolazione (mln) 8831
Riapertura (mln) 200
Prezzo nettisti 100,29000000
(*) raffronto con titolo di pari durata
Elaborazione Assiom
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PATTO DI SINDACATO DI CAPITALIA S.P.A.  
 
Roma, 16 novembre 2006 – Si è riunita ieri, sotto la Presidenza di Vittorio Ripa di Meana, l’Assemblea del Patto di Sindacato di Capitalia la quale ha ascoltato le comunicazioni di Cesare Geronzi e Matteo Arpe confermando il proprio coeso e pieno sostegno al Presidente, all’Amministratore Delegato ed al management del Gruppo con i quali ha condiviso all’unanimità le linee di sviluppo già comunicate al mercato. L’assemblea del Patto ha inoltre manifestato la più viva soddisfazione per i brillanti risultati dei primi 9 mesi del 2006 e per la straordinaria crescita di valore realizzata per linee interne dal Gruppo dal 2002 ad oggi. L’assemblea ha infine designato all’unanimità i 20 componenti della lista del nuovo Consiglio di Amministrazione, lista che sarà sottoposta all’Assemblea dei Soci di Capitalia convocata per il 4 e 5 dicembre. Della lista fanno parte – oltre al Presidente Geronzi e all’Amministratore Delegato Arpe, già designati dal Patto di Sindacato – Pasquale Cannatelli, Carlo Colaiacovo, Roberto Colaninno, Paolo Cuccia, Paolo Fresco (ind. ), Salvatore Mancuso, Alfio Marchini, Gabriel M. Marino, Paolo Mariotti (ind. ), Silvio Martini Bianchi (ind. ), Ahmed A. Menesi, Ernesto Monti, Massimo Pini, Alberto Rossetti, Carlo Saggio, Paolo Savona (ind. ), Pierluigi Toti, Walter Vezzosi. Paolo Cuccia e Paolo Savona sono stati designati quali Vice-presidenti. .  
   
   
INVESTITORI E FONDI DIVISI DALLE PERFORMANCE FREQUENTI INGRESSI E USCITE PENALIZZANO I RENDIMENTI EFFETTIVI REALIZZATI DAI RISPARMIATORI. E NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI UNA SCORRETTA ASSET ALLOCATION È LA CAUSA DI RITORNI DELUDENTI. IL TEMA È STATO OGGETTO DI UN CONVEGNO ORGANIZZATO DA MORNINGSTAR E IBBOTSON IERI A MILANO.  
 
 Milano, 15 novembre 2006 - Le performance di un fondo raramente coincidono con il guadagno dell´investitore. Non solo, diversi studi dimostrano che il 90% dei ritorni di un portafoglio è spiegato dalla strategia. Di allocazione adottata dai gestori nel tempo. Come aumentare le probabilità di successo nelle scelte di investimento e quali metodologie impiegare per creare una reale diversificazione delle risorse finanziarie in modo da ottimizzare il rapporto rischio/rendimento è stato l´oggetto del convegno "L´evoluzione dell´asset allocation da Markowitz a Black-litterman", che si è svolto oggi a Milano, promosso da Morningstar, leader mondiale nell´analisi e nella valutazione dei fondi d´investimento, e Ibbotson Associates, società specializzata nei servizi di asset allocation e acquisita da Morningstar nel marzo 2006. Come ha spiegato Don Phillips, managing director di Morningstar Inc. , frequenti ingressi e uscite da un fondo penalizzano il ritorno dell´investitore, indipendentemente dal suo andamento. In base a un recente studio, nel caso di un fondo bilanciato (60% azionario e 40% obbligazionario), la performance decennale è pari al 9%, ma quella realizzata da un risparmiatore medio nello stesso periodo è inferiore (8,75%). La differenza è maggiore se si considera un prodotto settoriale, il 10,4 contro il 7,6%. L´analisi mostra che per gli strumenti più volatili (maggior deviazione standard) la probabilità di successo dell´investitore è minore, in quanto entra in gioco il fattore emotivo che spinge a una maggior movimentazione di portafoglio. Per aumentare il grado di soddisfazione dell´investitore, spiega Phillips, esistono diverse vie: l´identificazione di prodotti di qualità e, ancor più importante, la determinazione di una corretta asset allocation. E´ rilevante anche l´impegno delle società di gestione nella formazione per migliorare le competenze del cliente, perché, conclude Phillips: "Se l´investitore non vince, perdiamo tutti". La ricerca del miglior rapporto tra rischio e rendimento e il conseguente concetto di "frontiera efficiente" sono stati fino a tempi recenti la base per la costruzione dei portafogli, ma tali modelli hanno il difetto di ipotizzare l´esistenza di un unico scenario di riferimento, mentre la realtà attuale è molto complessa. Inoltre, considerano solo tre fattori: i rendimenti attesi, la volatilità (deviazione standard) e la correlazione tra le classi di attivo. Per superare tali limiti sono stati sviluppati nuovi modelli, tra i più recenti quello di Fischer Black e Robert Litterman, che integra le opinioni del comitato di investimento in un modello di previsione basato sulla capitalizzazione di mercato. A ciascuna opinione è associato un livello di confidenza che equilibra l´impatto sull´asset allocation finale rispetto a un modello matematico-statistico. Il risultato, ha spiegato Thomas Idzorek, direttore della ricerca e dello sviluppo prodotti di Ibbotson Associates, è un´asset allocation più diversificata, che incorpora anche la visione del gestore. "Il computer non ha sempre ragione", dice Michele Gambera, senior research analyst e capo-economista di Ibbotson Associates. "La frontiera efficiente non è un´invenzione del pc, ma un calcolo basato su determinati input (rendimenti attesi, varianza e covarianza), e, di conseguenza sulle attese del gestore, in merito ai ritorni e alla correlazione tra le diverse classi di attività". Spesso ne derivano asset allocation estreme, poco adatte per un investitore comune. Per contro, metodologie come la Black-litterman e il ri-campionamento (ossia la costruzione di frontiere efficienti che superano i limiti di quella tradizionale) consentono di impiegare una molteplicità di set di input e quindi la simulazione di diversi tipi di portafoglio, arrivando a definire quello ottimale. Come per i fondi comuni, anche per gli hedge fund si pone il problema della differenza tra rendimenti del prodotto e risultati conseguiti dall´investitore. Eppure, secondo un recente studio di Ibbotson, l´alfa (il valore aggiunto generato dalla selezione dei titoli effettuata dal gestore rispetto all´indice di riferimento) è in media positivo in linea con le commissioni di gestione a significare che l´extra-performance è equamente divisa tra investitori e gestori. Ma qual è l´impatto della crescita del patrimonio? E´ vero che all´aumentare degli asset, l´extra-rendimento diminuisce? In base a un´analisi presentata al convegno dal professor Andrea Beltratti, Pro-rettore dell´Università Bocconi di Milano (realizzata in collaborazione con Claudio Morana, professore dell´Università del Piemonte orientale), esiste una correlazione positiva tra rendimenti passati e flussi netti, mentre è meno forte la relazione tra performance attuali e raccolta passata. In altre parole, l´aumento dei flussi ha un impatto negativo solo sui ritorni futuri dei fondi che adottano strategie non direzionali (non correlate alle dinamiche dei mercati), in particolare event driven (detenzione di posizioni significative in pochi titoli caratterizzati da situazioni particolari, come spin off, fusioni e acquisizioni, ecc. ), non per la maggior parte delle categorie, nonostante i profitti siano ciclici. .  
   
   
FIRM CHARACTERISTICS AND INVESTMENT MANAGEMENT CONVEGNO ORGANIZZATO DA BSI GAMMA FOUNDATION LUGANO, 21 NOVEMBRE 2006  
 
 Lugano, 16 novembre 2006 - Bsi Gamma Foundation (con sede a Lugano, Svizzera) in collaborazione con lo Swiss Finance Institute, Lugano, presentano presso l’Università della Svizzera Italiana un convegno sul tema Firm characteristics and investment management. In questo convegno (l’ingresso è libero), Bsi Gamma Foundation intende analizzare e stabilire l´utilità di caratteristiche aziendali e la variazione di tali caratteristiche ai fini della previsione dei rendimenti azionari. Nel corso del convegno verranno presentati studi incentrati sul potere predittivo di elementi quali il cash flow su attivi internazionali, oltre a lavori che danno un contributo innovativo nel cercare di capire perché alcuni fattori (quali la composizione di utili contabili o utili passati inattesi) sembrano consentire la costituzione di portafogli con rendimenti attivi positivi. Nel corso dell’ultimo decennio abbiamo assistito a un drastico aumento degli studi che dimostrano come le caratteristiche aziendali e le variazioni delle stesse (ad esempio indici contabili, politiche d’investimento e di compensazione e composizione del consiglio d’amministrazione) possano essere utili in termini di previsione dei rendimenti azionari. I dati raccolti sono difficilmente conciliabili con i modelli stabiliti dei rendimenti attesi e molti di essi sono, inoltre, controversi. In particolare, l’utilità di alcune caratteristiche aziendali dipende dal periodo preso in esame. Questo convegno è rivolto a tutti coloro che desiderano approfondire le proprie conoscenze su come prevedere i rendimenti azionari. La Partecipazione È Gratuita - Al convegno parteciperanno i seguenti relatori: Tarun Chordia, Goizueta Business School, Emory University; Amit Goyal, Goizueta Business School, Emory University; Andrea Frazzini, University of Chicago; G. Andrew Karolyi, The Ohio State University; S. P. Kothari, Massachusetts Institute of Technology; Valeri Nikolaev, Tilburg University (Paesi Bassi) e Russ Wermers, University of Maryland. Programma: 13. 15 Registrazione dei partecipanti; 13. 30 Presentazione Giovanni Barone Adesi, Università della Svizzera Italiana, Swiss Finance Institute René Stulz, Ohio State University e Presidente di Bsi Gamma Foundation; 14. 00 “Economic Link and Predictable Returns” Andrea Frazzini, University of Chicago; 14. 45 “Liquidity and the Post-earnings-announcement Drift” Tarun Chordia, Goizueta Business School, Emory University, Amit Goyal, Goizueta Business School, Emory University; 15. 45 “Agency Theory of overvalued equity as an explanation for the accrual anomaly” S. P. Kothari, Massachusetts Institute of Technology, Valeri Nikolaev, Tilburg University (Paesi Bassi); 16. 30 “The Investment value of mutual fund portfolio disclosure” Russ Wermers, University of Maryland; 17. 15 “What Factors Drive Global Stock Returns?” Andrew Karolyi, The Ohio State University; www. Bsigammafoundation. Com .  
   
   
PIAGGIO: CONCLUSO ACCELERATED BOOKBUILD OFFER  
 
Milano, 16 novembre 2006 - Citigroup, Deutsche Bank Ag, Lehman Brothers, Mediobanca e Banca Caboto (joint bookrunners) comunicano di aver concluso ieri il collocamento di n. 23,553,611 azioni ordinarie pari a circa il 6,1% del capitale sociale ordinario di Piaggio & C S. P. A. , attraverso un “Accelerated Bookbuilt Offer”, presso investitori istituzionali italiani ed esteri, ad un prezzo di € 3,05 per azione. I joint bookrunners hanno offerto le azioni per conto di Deutsche European Partners Iv (Deutsche Morgan Grenfell) unitamente ad alcuni co-investitori, dell’Ing Sabelli e dell’Ing Neri, entrambi non facenti parte del management della Piaggio & C S. P. A. Ieri e per conto di Interbanca. I joint bookrunners hanno concordato di sciogliere dagli impegni presi con i precedenti accordi di Lock up sulle 23,553,611 azioni oggetto dell’offerta. .  
   
   
CONCLUSO CON GRANDE SUCCESSO I´IPO DEL GRUPPO POLTRONA FRAU  
 
 Milano, 16 novembre 2006 - Il Gruppo Poltrona Frau comunica che si è concluso il 10 novembre il collocamento sul segmento Star di Borsa Italiana con una oversubscription superiore a 16 volte il livello massimo del range di prezzo. La domanda ricevuta nell´ambito del collocamento istituzionale è stata molto elevata, caratterizzata da un forte peso della componente internazionale degli investitori (pari a circa 1´80% del totale), con importante richiesta soprattutto da Stati Uniti, Inghilterra, Germania ed Emirati Arabi. Anche tutti i più importanti investitori italiani hanno formulato ordini di grande rilievo. Grande successo anche sul retail, con oltre 60. 000 persone che hanno richiesto azioni Poltrona Frau. Il prezzo di offerta è stato fissato a 2,1 euro per azione, inferiore al massimo del range compreso fra 1,8 e 2,2 euro per azione, con la precisa intenzione di creare le migliori condizioni per condividere con il mercato la crescita futura del titolo. Il Gruppo Poltrona Frau è stato riconosciuto dal mercato finanziario come il migliore esempio di azienda di successo del made in Italy nel settore del design di alta gamma. La creazione del Gruppo ha permesso di individuare un nuovo segmento del settore dei beni di lusso quotati, combinando le valenze positive delle singole aziende attraverso l´uso innovativo del private equity come strumento imprenditoriale di sviluppo e con la Borsa come ulteriore elemento di crescita aziendale. .  
   
   
A PERUGIA PRESENTATO IL PROGETTO PER IL RECUPERO DELL’EX BORSA MERCI  
 
 Perugia, 16 novembre 2006 - Un luogo di rappresentanza, di incontri e confronti, ma anche una moderna struttura multifunzione posta al servizio della città e del sistema locale delle imprese. Con questi intenti è stato tracciato il progetto di ristrutturazione di quella che per molti anni è stata la Borsa Merci di Perugia - ricavata all’interno della sconsacrata Chiesa di Santa Maria del Popolo di via Mazzini, il cui progetto si deve a Galeazzo Alessi, architetto perugino tra i più importanti del cinquecento italiano -, fulcro di quella che è sempre stata la via degli affari, delle contrattazioni, via Mazzini, già via Nova. Stamane in via Mazzini, la Camera di Commercio di Perugia ha presentato ufficialmente il progetto di recupero alla presenza del sindaco della città Renato Locchi. “La Camera di Commercio ha inteso recuperare ad una piena dignità spazi che sono parte integrante e distintiva del centro storico della città” ha detto il presidente della Camera di Commercio Alviero Moretti. “La ristrutturazione – ha sottolineato Alviero Moretti - consentirà di creare una struttura multifunzionale dotata di modernissime tecnologie di comunicazione che si integrano e convivono con i segni, le testimonianze storico artistiche che emanano da uno dei siti tra i più significativi del centro storico perugino”. La cerimonia di oggi voleva essere anche una simbolica posa della prima pietra dei lavori che sono già stati appaltati e che quindi cominceranno tra breve. Il costo complessivo dell’intervento di ristrutturazione, tutto a carico della Camera di Commercio di Perugia, è di circa 360mila euro. Via Mazzini è sempre stata il luogo deputato agli affari, fin da quando si chiamava Via Nova, qui si teneva mercato (il martedì e il sabato) e dal 1963 cominciò ad operarvi la Borsa Merci fino, che si spostò soltanto nel 1986. I locali della Borsa furono ricavati all’interno della Chiesa di Santa Maria del Popolo (chiusa al culto dei fedeli), opera di Galeazzo Alessi, architetto perugini tra i più insigni del cinquecento italiano. “Per quanto riguarda l’architettura, ha detto l’Arch. Mario Pisani, autore del progetto e intervenuto alla cerimonia - dopo l’indagine storica che ha voluto evidenziare i diversi momenti nella vita di questa antica fabbrica, le sue evoluzioni ed i cambiamenti, avendo colto l’alto significato culturale dell’edificio che è anche uno dei rari esempi dell’Alessi, collaboratore del Sangallo nella Rocca Paolina ed autore di edifici assai interessanti a Genova e a Milano come Palazzo Marino e la chiesa di San Barnaba, ma anche della Basilica di Santa Maria degli Angeli, ci siamo posti l’obiettivo primario di esaltare le originarie membrature architettoniche, adeguatamente recuperate nel loro straordinario valore espressivo”. “Ciò comporta – ha affermato Pisani - una piena valorizzazione del prospetto prospiciente via Mazzini e dell’aula della ex chiesa con il particolare potenziamento della delicata architettura del portico attraverso un sensibile inserimento di pochi, emblematici elementi in grado di testimoniare la nuova funzione della fabbrica ed il suo essere anche espressione del tempo in cui viviamo”. L’ex Borsa Merci è destinata a diventare un prestigioso luogo dell’accoglienza per Perugia e per il territorio, rivolto da un lato agli ospiti istituzionali o del mondo economico e culturale, dall’altro ai turisti ed ai visitatori italiani e stranieri. Parallelamente la nuova sede dovrà rappresentare la vetrina delle eccellenze economiche, artistiche e culturali del territorio, al servizio delle nostre imprese e dei nostri imprenditori. Data la sua centralità e la dotazione di avanzate tecnologie multimediali e di comunicazione, la nuova struttura potrà assolvere alla funzione di centro di collegamento, in tempo reale, delle diverse realtà istituzionali, economiche e sociali della città con il resto del mondo. .  
   
   
LOMBARDIA/QUEENSLAND: DAL BIOTECH ALLO SPORT, INTESA A 360°  
 
Milano, 16 novembre 2006 - Dall´australia alla Lombardia per la seconda volta, quest´anno: il premier del Queensland, Peter Beattie, ha firmato ieri un importante Accordo con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. "L´accordo - ha sottolineato Formigoni - rilancia la cooperazione, da tempo iniziata, su diversi settori chiave della competitività: la ricerca e la formazione professionale, le biotecnologie, la salute e le scienze mediche, l´industria culturale (film, moda e design). E anche lo sport". Forte è infatti l´interesse degli sportivi australiani ad avere la Lombardia come palestra privilegiata per gli allenamenti. Su tutti questi campi si attiveranno scambi di ricercatori, studenti e informazioni. Particolare attenzione, da parte di Beattie, per la ricerca bio-medica che troverebbe nella Lombardia ricca di industrie e laboratori di ricerca farmaceutica un partner privilegiato. La firma dell´Accordo ha rappresentato il culmine di un intenso lavoro concreto sui singoli campi tra le due delegazioni. Di quella lombarda facevano parte, oltre al sottosegretario alle Relazioni internazionali, Robi Ronza, tre assessori: Pier Gianni Prosperini (Giovani, Sport e Turismo), Domenico Zambetti (Artigianato) e Massimo Zanello (Culture, Identità e Autonomie). Ma anche ricercatori di altissimo profilo come Paolo Radice (suscettibilità genetica al cancro all´Istituto dei Tumori), Alessandro Gandelli (dipartimento di elettronica del Politecnico di Milano e consigliere delegato Abie) e Carlo Maria Ferrario (presidente della stessa Abie). Il premier Beattie ha invitato Formigoni a una visita istituzionale nel suo Stato. .  
   
   
REGIONE PIEMONTE E QUEENSLAND IL PREMIER AUSTRALIANO PETER BEATTIE A TORINO  
 
Torino, 16 novembre 2006 - La presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso e l´assessore all´Internazionalizzazione, Andrea Bairati, hanno incontrato il 14 novembre, presso la sede del Consiglio regionale, il Premier del Queensland, Peter Beattie, nel corso di una più ampia missione che la delegazione australiana sta effettuando in Europa e in Medio Oriente. Il Premier Peter Beattie, alla guida dello Stato del Queensland ormai da 7 anni, è stato accompagnato da una delegazione politica ed economica del suo Paese ed è stato impegnato in una nutrita serie di incontri con tutti gli attori istituzionali del Piemonte. Torino e Milano le due tappe italiane previste dalla missione. Nel corso della giornata torinese il Premier ha incontrato i rappresentanti delle principali istituzioni e delle realtà piemontesi che operano nel settore della ricerca scientifica e tecnologica e dell´innovazione. Dalle istituzioni accademiche e collegate alla ricerca (Politecnico, Fondazione Torino Wireless, Istituto Boella) ai centri di ricerca privati (Fiat, Motorola) alle associazioni e istituzioni economico-imprenditoriali (Camera di Commercio, Unione Industriale, Finpiemonte). "Questo incontro – ha spiegato la presidente Bresso - è stato molto utile per stabilire un primo contatto istituzionale ed effettuare uno scambio di informazioni sulla struttura e sulle strategie di sviluppo adottate dalle due Regioni, anche alla luce elementi emersi dai contatti in corso da alcuni mesi. Sono emerse varie aree di comune interesse, in particolare nei settori dell´Ict e delle tecnologie wireless, settori già oggetto dello Statement of Intent siglato lo scorso luglio a Brisbane. " "Sono numerose - ha commentato l´assessore Bairati - le aree strategiche di comune interesse, da cui potrebbero partire iniziative di scambio e collaborazione. In primo luogo le tecnologie wireless, ma anche i settori delle biotecnologie e delle "creative industries", come la produzione cinematografica e il design. Abbiamo inoltre discusso di alta formazione e di eventuali scambi di ricercatori e docenti in settori di elevato contenuto tecnologico. " Il Premier ha inoltre incontrato, nel corso della giornata, il presidente della Fondazione Torino Wireless, Rodolfo Zich, confermando il comune impegno a promuovere lo sviluppo del settore Ict come volano per la crescita economica del territorio. Durante l´incontro sono stati approfonditi gli ambiti della collaborazione già avviata fra la Fondazione Torino Wireless e lo Stato del Queensland, in particolare nell´accelerazione d´impresa, nello sviluppo di soluzioni di e-security ed e-health, e nella collaborazione per il programma Galileo. Zich ha sottolineato "che il fuoco e gli obiettivi della strategia di sviluppo adottata in Queensland sono perfettamente in sintonia con quelli perseguiti in Piemonte. Il Distretto Ict del Piemonte, di cui spetta alla Fondazione Torino Wireless il coordinamento, mira infatti a far crescere il tessuto industriale del territorio tramite lo sviluppo di innovative applicazioni e servizi in ambito Ict. La visita odierna ha confermato il valore della scelta strategica di aggiungere una dimensione internazionale al processo di crescita del distretto Ict piemontese". .  
   
   
ABRUZZO: DEL TURCO, IMPORTANTE ALLACCIARE RAPPORTI CON ESTERO  
 
L´aquila, 16 novembre 2006 - L´abruzzese Giuseppe Magno,nuovo ambasciatore d´Italia in Honduras,ha scelto proprio l´Abruzzo e, in particolare, il presidente della Regione, per il suo primo incontro ufficiale. Magno, infatti, ieri mattina, a palazzo Centi, ha incontrato Del Turco per una visita di cortesia ma anche per stringere un patto di collaborazione futura. "Continuo a cercare i segni di una ripresa dell´Abruzzo in Italia e nel mondo - ha commentato il Presidente Del Turco - Il fatto che la nostra regione possa rappresentare l´Italia in Honduras costituisce un passaggio importante perché intendiamo riallacciare rapporti con tutti i Paesi con cui abbiamo bisogno di commercializzare e di scambiare le nostre esperienze". Giuseppe Magno è originario di Orsogna (Chieti) e nelle ultime settimane è stato nominato ambasciatore del paese centro americano dove si insedierà da gennaio prossimo. "Vorrei esportare tradizioni e cultura di questa regione - ha detto Magno - e spingerò al massimo per offire agli imprenditori abruzzesi possibilità di penetrazione in Honduras, senza trascurare, ovviamente, le altre regioni. Si può dire che questa sia la mia prima visita ufficiale. Tengo molto alle mie origini e, soprattutto, all´amicizia che mi lega al presidente Del Turco, con il quale ho avuto il piacere di collaborare in passato".  
   
   
ANCONA: NASCE L´OSSERVATORIO REGIONALE DEI PREZZI E DELLE TARIFFE  
 
Ancona, 16 novembre 2006 - E´ stata firmata dal vice presidente della giunta regionale e assessore al Commercio, Luciano Agostini, la convenzione con i quattro Atenei marchigiani, che istituisce l´Osservatorio regionale dei prezzi. Un organismo in grado di realizzare delle indagini, delle rilevazioni statistiche e delle analisi sulle esigenze che emergono dai consumatori stessi, monitorando in particolar modo prezzi e tariffe dei beni e dei servizi. Coordinato dalla Regione Marche, l´Osservatorio e` costituito in prevalenza dalle associazioni di consumatori (presenti all´incontro), dagli enti locali e da un gruppo tecnico di lavoro, composto da docenti delle universita` di Ancona, Urbino, Macerata e Camerino. ´E´ uno strumento utilissimo di studio ´ ha sottolineato Agostini - che ci permette di capire quali sono le dinamiche del mercato e di calibrare meglio l´azione politica per tutelare i consumatori. L´osservatorio regionale sara` in relazione con quello nazionale e attraverso questa sinergia si potranno assumere iniziative per far sapere, capire e scegliere al consumatore i beni e i servizi dal punto di vista della qualita` e del prezzo. Inoltre, ci permette di comprendere gli sviluppi relativi all´innalzamento dei prezzi e cercare di poterli contenere o bloccare´. Tra gli obiettivi della convezione firmata ci sono quelli di aumentare la quantita` e la qualita` delle informazioni ai cittadini ad un consumo piu` consapevole. Altra priorita` e` quella di attuare una valutazione dell´impatto della spesa sul reddito di alcune tipologie di famiglie classificate in base alla struttura. L´incarico di realizzare uno studio sulla dinamica dei prezzi e tariffe sul reddito di un campione di famiglie marchigiane, e` affidato alle universita` delle Marche. L´articolazione in fasi dell´incarico permette agli Atenei di realizzare un quadro conoscitivo dei dati provenienti dalle fonti disponibili, descrivendo il fenomeno e l´andamento dei prezzi, di sviluppare ulteriori indagini e di attuare un progetto operativo con le scelte definite dalle fasi precedenti. Circa 320mila euro sono i fondi stanziati per lo svolgimento della attivita` del programma stabilito dall´Osservatorio regionale dei prezzi. .  
   
   
GRUPPO BANCARIO CREDITO VALTELLINESE MEDIOCREVAL E GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA SONDRIO INSIEME PER SOSTENERE INVESTIMENTI TECNOLOGICAMENTE INNOVATIVI.  
 
 Sondrio, 16 novembre 2006 - Il Gruppo Giovani Imprenditori della Provincia di Sondrio e Mediocreval Spa – società del Gruppo bancario Credito Valtellinese orientata al presidio dell´area del rischio di credito e alla gestione ed erogazione dei finanziamenti a medio-lungo termine - hanno siglato una convenzione per una linea di credito di 5. 000. 000 di euro che prevede un Fondo Rotativo - il cui plafond si ricostituisce periodicamente grazie ai regolari rientri dei prestiti e dalle eventuali estinzioni anticipate. La convenzione è tata sottoscritta per Mediocreval Spa dal Direttore Generale Filippo Grieco e per il Gruppo Giovani Imprenditori della Provincia di Sondrio dal Presidente Paolo Mainetti. Alla firma era presente anche il Direttore Generale del Credito Valtellinese, Miro Fiordi. L´accordo, destinato alla concessione di finanziamenti a favore degli imprenditori associati al Ggi di Confindustria Sondrio per la realizzazione di investimenti in innovazione tecnologica, rappresenta un nuovo modello di relazione tra imprenditori e sistema bancario che premia le capacità progettuali con una metodologia di ricorso al credito innovativa. La concessione del finanziamento sarà usata esclusivamente sulla valutazione del progetto e non richiederà l rilascio di alcuna garanzia. La durata massima del finanziamento sarࠤi 84 mesi con un tasso di interesse pari all´Euribor a 3 mesi maggiorato di uno spread variabile in relazione al rating dell´azienda. La valutazione dei singoli progetti seguirà un iter che prevede: la presentazione del Business Plan alla Segreteria del Ggi di Confindustria Sondrio da parte degli associati; la valutazione del progetto e la verifica del possesso dei requisiti del richiedente da parte di una Commissione Interna al Ggi di Sondrio appositamente istituita; la successiva presentazione del Business Plan presso la banca; la convocazione di un Comitato Tecnico Paritetico - composto da due membri nominati dalla banca e due membri nominati dal Ggi di Confindustria Sondrio - per la valutazione del progetto; la delibera e la successiva erogazione del finanziamento da parte di Mediocreval sulla scorta del parere di idoneità formulato dal Comitato Tecnico Paritetico. Ogni singolo progetto potrà essere di norma finanziato per un importo massimo di 150. 000 euro e comunque non potrà superare l´80% del valore complessivo dell´investimento. Potranno essere finanziati: i costi del personale addetto alla ricerca e sviluppo; i servizi consulenziali finalizzati al progetto; l´acquisto di strumentazioni, attrezzature, macchinari, hardware e software (proporzionalmente al solo uso effettivo destinato al progetto); l´acquisto di brevetti, licenze, realizzazioni di prototipi ed impianti pilota, a condizione che non siano commercializzati; le spese per l´ottenimento di brevetti e/o per la tutela di marchi. Potranno usufruire dei finanziamenti imprese di qualsiasi dimensione e forma giuridica, a condizione che risultino regolarmente iscritte al Registro delle Imprese ed il cui imprenditore sia associato al Ggi di Confindustria Sondrio; imprenditori eventualmente non aderenti al Ggi al momento della richiesta risulteranno automaticamente associati a concessione avvenuta del finanziamento da parte di Mediocreval,. Ulteriori informazioni e relativa assistenza tecnica presso tutti gli sportelli del Credito Valtellinese e la Segreteria del Ggi di Confindustria. .  
   
   
LA BCC DI BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE STANZIA 10 MILIONI DI EURO PER IL PISL ALTOMILANESE  
 
 Busto Garolfo, 16 novembre 2006 - La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate scende in campo a difesa dell’economia e dell’ambiente del territorio dove opera e stanzia 10 milioni di euro a tasso agevolato (Euribor + 1,25%) per il Pisl dei piccoli comuni dell’Altomilanese. I soldi, assegnati ai progetti presentati tramite gara, andranno a finanziare opere qualificanti, che dovranno garantire effetti migliorativi sulle condizioni materiali di vita nei sette comuni promotori del bando, Busto Garolfo, Canegrate, Dairago, Parabiago, San Giorgio su Legnano, San Vittore Oolona e Villa Cortese. Obiettivo: migliorare la vivibilità e la qualità della vita nell’Altomilanese. I progetti presentati in questo bando avranno accesso ai 10 milioni di euro stanziati dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ed in più, sono completamente cumulabili con iniziative di finanziamento Regionali, Provinciali e di Stato, anche a titolo de minimis. Il limite massimo di finanziamento è fissato nella misura dell’80% della spesa ritenuta ammissibile e comunque non potrà superare euro 300. 000 per progetto. Ogni ente potrà partecipare in forma singola con un progetto soltanto. La partecipazione da parte di un soggetto in forma associata con altri enti non preclude allo stesso di partecipare anche singolarmente. “L’attenzione che la nostra banca dedica al territorio è massima – spiega Gianmario Quaglia, responsabile area commerciale della Bcc di busto Garolfo e Buguggiate – Il Pisl dei piccoli Comuni dell’Altomilanese, va nella direzione di portare ricchezza nelle zone dove operiamo, per questo volentieri abbiamo collaborato con le amministrazioni comunali che lo compongono. Nel Pisl la nostra banca viene indicata come il partner principale del progetto “sistema produttivo” dato che ha messo a disposizione propri fondi e risorse umane per finanziare il bando a tasso agevolato. Per noi questo strumento è una grande opportunità di rilancio dell’intera zona, una risposta qualificata alle richieste che arrivano dalla popolazione esidente e dagli operatori economici, un progetto consapevole di cooperazione fra piccole realtà per meglio valorizzare le risorse e le opportunità presenti su scala locale”. Uno degli ambiti strategici del Pisl è orientato a promuovere il “fare impresa” e il lavoro come parti dell’ampio progetto di abitabilità del territorio. L’impresa è una delle principali cellule che modifica e trasforma il territorio e in quanto tale debba essere parte integrante e attiva per la promozione della vivibilità nel territorio dei Piccoli Comuni dell’Altomilanese. Il Pisl da un lato pone l’attenzione sulla responsabilità delle unità produttive rispetto al contesto ambientale e territoriale in cui si inserisce (inteso nella sua accezione più materiale di risorse ambientali, ma anche di quelle sociali); dall’altro sottolinea il valore dell’attività economica sul territorio andando a sottolineare come le amministrazioni e gli enti collettivi possano essere variabili di redditività determinanti per il contesto economico andando a fornire beni pubblici, sperimentazioni di soluzioni innovative e, in generale, condizioni a favore dell’imprenditorialità privata. “Abitabilità significa rendere il territorio una casa sempre più accogliente; in questa casa sono presenti a pieno titolo le imprese il cui ruolo è quello di abitanti responsabili e di indispensabili portatori di ricchezza e di attività. – spiegano Livio Frigoli e Matteo Baglioni della X-consulting, segreteria tecnica del Pisl – La Bcc con i finanziamenti agevolati che ha messo in campo ha un ruolo decisivo: serve da sostegno economico per fare fronte alle spese che le aziende sostengono per rilanciare il territorio. Il Pisl è strutturato per fare in modo che assieme i comuni pianifichino lo sviluppo e l’acquisizione di risorse, ma questo lavoro va fatto assieme ai privati e alle associazioni di categoria”. L’intesa che ha portato i sette Comuni firmatari all’avvio della collaborazione per la stesura del Pisl si basa sulla consapevolezza che compito primario della comunità politica ed amministrativa sia quello di identificare i bisogni di innovazione di un sistema socioeconomico locale e quindi dargli risposte “qualificate”. Sotto il profilo oggettivo tale lavoro è stato in un certo senso favorito dalla sostanziale omogeneità delle realtà coinvolte: sotto il profilo sociale, urbanistico, istituzionale e produttivo, i sette Comuni promotori del Pisl evidenziano infatti numerosi tratti di somiglianza e di affinità. “Il Pisl da un punto di vista politico è uno strumento importantissimo – spiega Giovanni Azzi, sindaco di Busto Garolfo, Comune capofila e soggetto attuatore del Pisl dei piccoli Comuni dell’Altomilanese – Vogliamo dare vivibilità al nostro territorio, farlo crescere e cercare nuove vie di sviluppo economico, cercheremo con gli industriali di portare nuovi posti di lavoro, ma sempre nel rispetto dell’ambiente”. Quadro socio economico Pisl dei piccoli comuni dell’Altomilanese - Il quadro socio economico ha mostrato un’area che gode di un benessere generale, in cui il declino industriale ha portato gli attori locali a ripensare il territorio attraverso nuove funzioni terziarie e un modo nuovo di fare impresa che si allontana dalla vecchia impostazione fordista, avvicinandosi sempre di più a nuovi mercati e sistemi organizzativi. Il quadro infrastrutturale colloca la nostra area allo stesso tempo fra quelle più dotate e più congestionate, evidenziando come l’incremento della densità abitativa (a discapito di quella industriale) abbia messo rapidamente in crisi le infrastrutture sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo. A livello socio-demografico si assiste ad un incremento parziale della popolazione residente, accompagnato da un progressivo accrescimento della densità abitativa. Molte aree risultano ormai sature o inedificabili. A livello economico l’elemento distintivo è rappresentato dalla assenza di una vocazione specialistica dell’area: mancano ormai le condizioni per classificare questi territori come un “distretto produttivo”. Nello specifico le linee di tendenze sono così evidenziate: a) Nel settore manifatturiero: - una progressiva accelerazione del processo di deindustrializzazione ed una caduta di occupati - una sostanziale stabilità delle unità locali - una conseguente diminuzione delle dimensioni delle stesse unità locali manifatturiere - una sostanziale e definita scomparsa della specializzazione b) Nel settore terziario: - una crescita di imprese e lavoro nel settore privato - una sostanziale stabilità nell’area pubblica (esclusa la sanità) Alla luce di questo scenario, gli amministratori coinvolti hanno tutti evidenziato una fortissima preoccupazione per un crescente grado di dipendenza economica dei propri territori nei confronti delle grandi realtà limitrofe. L’impresa e il Lavoro Punti di forza Presenza di casi di eccellenza industriale (distretto della calzatura di Parabiago) La capacità di innovare, vi è la presenza di imprese che hanno raggiunto livelli di eccellenza all’interno del proprio settore Punti di debolezza Condizione di criticità elevata delle emissioni atmosferiche per alcuni impianti produttivi. Una scarsa attenzione per le risorse ambientali nell’attività di programmazione. Indirizzi di intervento del Pisl per l’imprenditoria Alla base di intereventi orientati al lavoro e alla formazione devono preesistere forti premesse che si basano sui processi di consultazione tra le imprese e le loro associazioni di rappresentanza. Solo attraverso una stretta collaborazione tra questi soggetti si potranno delineare obiettivi più specifici e corrispondenti all’idea di sviluppo che questo progetto tenta promuovere. Gli obbiettivi delineati a questo punto del processo sono i seguenti: a. Il rafforzamento delle relazioni fra le diverse unità, accrescendo le relazioni fra le imprese per favorire eventuali sinergie intra e infrasettoriali. Incentivare le relazioni con i centri di formazioni e di ricerca deve ritenersi uno degli obiettivi principali soprattutto per le aziende in via di riconversione che guardano ai nuovi mercati innovativi. Anche la relazione con i poli attrattori presenti nel contesto della scala locale più ampia deve ritenersi un’opportunità. B. Valorizzazioni di imprese eco-compatibile e eco-incentivanti. Imprese di questo tipo tenderanno a valorizzare e considerare la realtà territoriale in cui si inseriscono, non compromettendo le risorse ambientali presenti. C. Opportunità e accesso a strumenti e risorse per lo sviluppo di impresa. Intese come la possibilità di far circolare le informazioni tra le imprese presenti sul territorio affinché le diverse esperienze possano concorrere ad accrescere la mentalità e il modo di fare impresa. Anche l’accessibilità a finanziamenti e la possibilità di rendere più accessibili i mercati esteri sono certo obiettivi fondamentali per aumentare le possibilità di innovazione dell’imprenditoria locale d. Realizzazione di infrastrutture di servizio all’impresa, per facilitare la fruibilità della stessa ma anche di coloro che vivono l’impresa lavorandoci quotidianamente; e. Sperimentazioni, servizi e infrastrutture per la riduzione dell’utilizzo di risorse e delle spese per la compatibilità ambientale; f. Valorizzazione per le nuove attività delle aree dimesse o ad elevato potenziale sul territorio. . . .  
   
   
CRESCITA RECORD DELL’INTERSCAMBIO CON L’INDIA  
 
 Varese, 16 novembre 2006 – L’impegno della Camera di Commercio a supporto del Sistema Varese sui mercati internazionali trova un riscontro concreto nell’interscambio commerciale. E’ quanto emerge da una lettura dei dati sull’export con l’India nel secondo semestre di quest’anno, subito dopo l’esito positivo dell’ultima edizione del “Varese International Meetings”. Un’iniziativa, quest’ultima, promossa in collaborazione con l’Osservatorio provinciale sull’internazionalizzazione, che nella primavera 2005 ha richiamato diversi imprenditori del subcontinente asiatico oltre allo stesso ambasciatore in Italia. Oggi, quando la cronaca evidenzia che tra le economie lombarde trascinanti l’export con l’India un posto speciale – insieme a Milano, Bergamo e Brescia – occupa appunto Varese, assume ancor maggior rilievo l’aver posto le basi con un’iniziativa importante a questo vero e proprio boom. Basti segnalare che tra il primo semestre 2004 e quello di quest’anno la crescita delle esportazioni è stata esponenziale: si passa da quota 11milioni e 244mila euro di 24 mesi or sono ai 26milioni e 278mila euro che rappresentano il fatturato realizzato con l’India dal Sistema Varese nel periodo gennaio-giugno di quest’anno. L’impegno sul fronte dell’internazionalizzazione resta costante: il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 23 novembre, quando nelle sale del Centro Congressi “Ville Ponti” (inizio ore 14. 30), si terrà un nuovo incontro del ciclo di assistenza specialistica per l´export, questa volta dedicato alla Svizzera. L’assistenza specialistica – promossa dalla Camera di Commercio in collaborazione con la sua azienda speciale Formas, il Centro Estero Camere Commercio Lombarde e l’Osservatorio provinciale sull’internazionalizzazione – si propone di fornire risposte attraverso il contatto diretto con esperti su temi di natura finanziaria, normativa, societaria, fiscale, doganale, amministrativa e logistica, oltre a informazioni relative ai mercati esteri. La partecipazione è gratuita. Occorre però iscriversi al Lombardiapoint della Camera di Commercio (tel. 0332/295. 313; e-mail: lombardiapoint. Varese@va. Camcom. It). .  
   
   
AMPLIFON S.P.A. APPROVATO LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2006: RICAVI CONSOLIDATI: € 423,3 MILIONI, +12,5% INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO: € 230,2 MILIONI (€ 88,9 MLN AL 31 DIC. 2005)  
 
 Milano, 16 novembre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione di Amplifon S. P. A. , Gruppo leader mondiale nella distribuzione ed applicazione di apparecchi acustici e dei servizi correlati, riunitosi sotto la presidenza di Anna Maria Holland Formiggini, ha approvato il 9 novembre i risultati della Relazione Trimestrale al 30 settembre 2006.
Principali Risultati Economici E Finanziari
• (Milioni di Euro) 30/09/06 30/09/05 Var. In % ´
Ricavi netti¹ 423,3 376,2 12,5%
Ebitda¹ 63,7 57,2 11,4%
Ebita¹ 50,6 46,0 10,1%
Ebit¹ 45,7 42,8 6,9%
Risultato Netto del Gruppo 29,5 25,7 15,1%
Posizione Finanziaria Netta - 230,2 - 88,9 160,6%
Free Cash Flow² 20,3 26,0 - 28,1%
¹ d tti ità i f i t
I ricavi delle vendite e delle prestazioni consolidati, derivanti da attività in funzionamento, hanno evidenziato nei primi nove mesi del 2006 un incremento pari al 12,5%, passando a € 423,3 milioni da € 376,2 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. L’incremento dei ricavi è riconducibile sia alla crescita per linee esterne, pari all’11%, che alla crescita organica, che presenta un incremento pari al 4,2% rispetto al medesimo periodo del 2005. In particolare i ricavi sono stati generati per il 68,8% sul mercato europeo e per il 31,1% nell’area Nord America. Con particolare riferimento all’area europea, nel terzo trimestre 2006 il Gruppo ha proseguito nella strategia di espansione attraverso l´acquisizione di nuove società e rami d’azienda, con l’obiettivo prioritario di consolidare il presidio nei mercati in cui il Gruppo è già presente. In particolare il Gruppo Amplifon ha: acquisito, in data 1 luglio, il 100% del Gruppo Ultravox, leader nella distribuzione di apparecchi acustici nel Regno Unito, il secondo più importante mercato mondiale. Il controvalore di questa operazione, la più grande finora realizzata dal Gruppo Amplifon, è stato pari a Gbp 63,4 milioni. Ultravox è leader del mercato inglese ed ha fatturato circa Gbp 57 milioni negli ultimi dodici mesi. Concluso, sempre nel mese di luglio, l´acquisizione della partecipazione totalitaria di quattro aziende tedesche (Audimed Gmbh Hórzentrum, Bendhacke, Horgeràte Aksuma Gmbh, Horgeràte Hohenstein Gmbh, Horgeràte Drechsel Gmbh), che hanno portato complessivamente 38 nuovi punti vendita per un fatturato complessivo, su base annua, pari a 9,3 milioni di euro circa. Concluso l’acquisizione della partecipazione totalitaria di due aziende operanti sul mercato spagnolo, Bioacustica e Laudio, attive sul mercato attraverso 39 punti vendita localizzati soprattutto nelle città di Madrid e Barcellona per un fatturato complessivo, su base annua, di 10 milioni di euro. Acquisito L’aide Auditive Sa, azienda svizzera con un fatturato, su base annua, pari a circa € 1,3 milioni. Perfezionato l’acquisizione di Sa Laboratoire Audiclair, azienda operante in Francia, con un fatturato, su base annua, pari a circa € 1,5 milioni. Con riferimento agli altri eventi rilevanti che si sono verificati nel corso del terzo trimestre, il 2 agosto il Gruppo Amplifon, attraverso 2 controllate estere, ha chiuso con successo un’operazione di Private Placement obbligazionario del valore di 180 milioni di Dollari Usa destinato ad investitori istituzionali statunitensi. Il prestito obbligazionario paga un coupon medio pari a 6,4% ed ha una durata media di 8 anni. L’ebitda consolidato derivante da attività in funzionamento ha raggiunto € 63,7 milioni, in crescita del 11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un’incidenza sui ricavi pari al 15,0% ed un incremento pari a € 6,5 milioni. L´ebita derivante da attività in funzionamento, pari nel terzo trimestre 2006 a € 50,6 milioni ha evidenziato un incremento del 10,1% rispetto a € 46,0 milioni nell´analogo periodo dell´esercizio precedente. L´incidenza sul fatturato è stata del 12%. L´ebit derivante da attività in funzionamento ha raggiunto € 45,7 milioni ed è cresciuto del 6,9% rispetto a € 42,8 milioni del 30 settembre 2005. L´incidenza sul fatturato è stata del 10,8%. Il Risultato Netto consolidato derivante da attività in funzionamento, pari nel terzo trimestre 2006 a € 29,5 milioni ha registrato un incremento pari al 15,1% rispetto a € 25,7 milioni nell’analogo periodo dell’esercizio precedente. Il patrimonio netto consolidato al 30 settembre 2006 si è attestato a € 248,3 milioni rispetto ai € 228,2 milioni del 31 dicembre 2005. L’indebitamento finanziario netto pari a € 230,2 milioni al 30 settembre 2006 (€ 88,9 milioni al 31 dicembre 2005) registra un incremento di € 141,3 milioni, dovuto all’aumento dell’indebitamento finanziario di breve periodo, pari a € 26,3 milioni, e all’incremento dell’indebitamento finanziario netto a medio-lungo periodo, pari a € 114,9 milioni. Tale variazione è principalmente dovuta al finanziamento delle acquisizioni concluse nei primi nove mesi dell’anno in corso. Il free cash flow del terzo trimestre 2006 derivante da operazioni ricorrenti (pre acquisizioni e distribuzione dei dividendi) è stato pari a € 20,3 milioni, mentre il free cash flow totale (pre acquisizioni e distribuzione dei dividendi), al netto delle operazioni non ricorrenti, è stato pari a € 8,5 milioni. Per operazioni non ricorrenti si intende il pagamento dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del marchio, pari ad € 11,7 milioni. Gli investimenti netti realizzati nei primi nove mesi del 2006 sono stati pari a € 156,9 milioni, di cui 143,7 per operazioni di acquisizione. “I risultati dei primi nove mesi del 2006 – ha affermato Franco Moscetti, Amministratore Delegato del gruppo Amplifon – sono positivi ed in linea con le attese, in quanto confermano il trend di crescita costante del Gruppo, pur in presenza di alcuni mercati che stanno evidenziando una leggera flessione. ” “Continuiamo – ha proseguito Moscetti – nel processo di espansione internazionale, ed in particolar modo, nel trimestre appena concluso, europeo. Nello specifico, siamo particolarmente soddisfatti di aver concluso l’acquisizione di Ultravox, la più grande operazione finora realizzata dal Gruppo, che ci permette fin da ora di avere una posizione di leadership sul mercato del Regno Unito e stiamo proseguendo con la politica di acquisizioni che da sempre ci contraddistingue, con l’obiettivo di incrementare ancora di più la presenza sui mercati strategicamente rilevanti per Amplifon. ” “Le previsioni per il 2006 - ha concluso Moscetti - sono quindi positive in termini di crescita sia del fatturato, che avevamo stimato ad inizio anno tra 8 e 12%, che della redditività del Gruppo. ” .
 
   
   
NARDI ELETTRODOMESTICI E SABAF SIGLANO ACCORDO DI COLLABORAZIONE LA SABAF S.P.A. FORNIRÀ IL “CUORE” AGLI ELETTRODOMESTICI NARDI  
 
Paderno Dugnano, 16 Novembre 2006 – Nardi Elettrodomestici Spa - marchio noto nella produzione di elettrodomestici da incasso - e Sabaf - azienda all’avanguardia nella produzione di componenti per cucine ed apparecchi domestici per la cottura a gas - annunciano di avere concluso un accordo di collaborazione che prevede la fornitura del 100% del fabbisogno dei bruciatori, rubinetti e termostati per il triennio 2007/2009. Il valore complessivo del contratto per l’intero periodo si stima sarà tra i 12 e i 13,5 milioni di euro (a fronte di vendite per circa 2,8 milioni di euro nel 2006). “La partnership con un’azienda come la Sabaf – dichiara Fabio Nardi, Amministratore Delegato di Nardi Elettrodomestici – che come noi è dinamica e sempre alla ricerca dell’innovazione e della qualità, è un ulteriore e decisivo passo in avanti per il raggiungimento dell’eccellenza dei prodotti per la cottura. ” Con questo accordo Nardi Elettrodomestici Spa e Sabaf iniziano un rapporto di partnership strategica volta al miglioramento continuo della competitività del prodotto finale. Obiettivo che verrà raggiunto grazie alla capacità di Sabaf di sviluppare nuovi componenti, in funzione delle esigenze tecniche ed estetiche di Nardi Elettrodomestici. Le due aziende inoltre collaboreranno per la realizzazione di nuovi progetti che verranno poi sviluppati congiuntamente. “L’accordo assume per Sabaf una particolare rilevanza strategica sia per l’elevato profilo industriale e commerciale di Nardi Elettrodomestici, sia in quanto consente di consolidare la nostra quota di mercato” - afferma Angelo Bettinzoli, Amministratore Delegato di Sabaf S. P. A. - “I prodotti Nardi si distinguono per l’eleganza delle forme, per l’accurata selezione dei materiali, per la lavorazione di alto pregio e per la specifica attenzione che Nardi dedica ai dettagli ed ai particolari. Elementi che associati alla qualità dei nostri prodotti porteranno ad una partnership di successo”. .  
   
   
PARTE L’OFFERTA PUBBLICA DI SOTTOSCRIZIONE DI DELTA IMMOBILIARE, IL PRIMO FONDO RETAIL NEL SETTORE TURISTICO-ALBERGHIERO DI FIMIT SGR (CAPITALIA GRUPPO BANCARIO) PERIODO DI OFFERTA: FINO AL 15 DICEMBRE 2006 ENTRO 6 MESI DALLA CHIUSURA DEL COLLOCAMENTO, LA SGR INTENDE INVESTIRE I CAPITALI RACCOLTI  
 
 Roma, 16 novembre 2006 - Fimit Sgr rende noto che si è aperta l’Offerta Pubblica di Sottoscrizione di Delta Immobiliare – Fondo Comune di Investimento Immobiliare di Tipo Chiuso. Si tratta del primo fondo di Fimit specializzato nel settore turistico-alberghiero ed è destinato al pubblico dei risparmiatori. Il Nulla Osta alla pubblicazione del Prospetto Informativo è stato rilasciato da Consob l’8 novembre 2006. In analogia a quanto avviene in altri Paesi, Fimit ha varato un prodotto finalizzato a consentire ai risparmiatori di investire nel mercato immobiliare turistico-alberghiero, strutturando un fondo immobiliare che miri a beneficiare sia della recente forte ripresa dei flussi turistici internazionali, sia di una maggiore richiesta di standard elevati nelle strutture ricettive. Il lancio di Fondo Delta fa inoltre seguito ai positivi risultati conseguiti nei collocamenti di Alpha e Beta, avvenuti rispettivamente a giugno 2002 e ad ottobre 2005, nei quali hanno investito, con soddisfazione, oltre 30. 000 risparmiatori. “La scelta di lanciare Fondo Delta Immobiliare nasce soprattutto dalla necessità di diversificare la nostra offerta di prodotti per i risparmiatori”, spiega l’Amministratore Delegato di Fimit, Massimo Caputi. “Molti operatori del settore turistico e alberghiero si stanno orientando verso la vendita dei propri immobili di prestigio, dedicandosi esclusivamente alla loro gestione. Il nostro Fondo intende dunque inserirsi efficacemente in questo panorama, collaborando anche a valorizzare le grandi potenzialità del patrimonio turistico italiano”. Delta Immobiliare è un Fondo ordinario “a raccolta di capitali” della durata di 8 anni e punta a raccogliere sul mercato, entro il 15 dicembre 2006, un patrimonio minimo di 150 milioni di Euro. Il Fondo ha un Tasso Interno di Rendimento obiettivo a scadenza del 5% annuo. Entro 6 mesi dalla chiusura del collocamento, il patrimonio raccolto sul mercato sarà investito in immobili a destinazione d’uso turistico-alberghiera situati in importanti città europee e località turistiche di prestigio. Fimit ha da tempo avviato un’attenta attività di scouting che permetterà, in tempi brevi, di investire i capitali raccolti in qualificate strutture e costruire per Delta un portafoglio immobiliare caratterizzato da un ottimo profilo di rischio-rendimento. Le Quote di Fondo Delta Immobiliare potranno essere sottoscritte fino al 15 dicembre 2006 presso tutte le agenzie della rete Capitalia: Banca di Roma, Banco di Sicilia, Bipop Carire, Finecobank (collocatore fuori sede o mediante tecniche di comunicazione a distanza). Il Fondo è adatto anche alle esigenze dei piccoli risparmiatori, infatti l’importo minimo di sottoscrizione ammonta a 2. 000 Euro (pari a numero 20 Quote del valore unitario di 100 Euro). Entro il 2007, in largo anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa, la Sgr intende richiedere l’ammissione delle Quote alla negoziazione sul Mercato Telematico Azionario - segmento Mtf (Mercato Telematico Fondi), gestito da Borsa Italiana S. P. A. Il Prospetto Informativo, secondo i termini di legge, è a disposizione del pubblico presso la sede di Fimit Sgr, sul sito internet www. Fondodelta. It, presso i soggetti collocatori (compreso il sito di Finecobank www. Fineco. It, collocatore fuori sede o mediante tecniche di comunicazione a distanza) e presso la Banca Depositaria e le filiali della stessa site nei capoluoghi di regione. .  
   
   
NASCE RGD JOINT VENTURE PARITETICA FRA BENI STABILI E IGD CON L’OBIETTIVO DI GENERARE UN NUOVO BUSINESS SUL COMPARTO IMMOBILIARE DEI CENTRI COMMERCIALI  
 
Milano, 16 novembre 2006 – E’ stata presentata ieri a Borsa Milano la Joint Venture fra Beni Stabili e Igd. Aldo Mazzocco ceo di Beni Stabili e Filippo Carbonari ceo di Igd si sono soffermati sul nuovo e singolare obiettivo che si prefigge questa unione fra due importanti realtà attive nel sette immobiliare. In pratica due aziende si sono fuse su Rgd allo scopo di creare sinergie fra loro e quindi generare nuovi business tramite i centri commerciali. In particolare l’azione di Rgd si svolgerà inizialmente al Nord Italia dove i centri commerciali , di un certo interesse, sono un centinaio. La società, che ha una capitalizzazione di 120 milioni di Euro, mira alla quotazione in borsa e ad oggi ha già al suo attivo l’acquisizione di due centri commerciali uno a Nervino ed un altro nei pressi di Ferrara. Con questa operazione, nuova in Italia, le due aziende vogliono mettere in comune le loro potenzialità e capacità di creare profitto, la prima mettendo a disposizioni i capitali per l’acquisto degli immobili e la seconda, che interviene in un secondo tempo, nella gestione degli stessi mediante un restiling generale o parziale ed in pratica con la completa rivalorizzazione del complesso. In pratica, dichiara Mazzocco :” Siamo in grado di grado di trasformare un brutto anatroccolo in un bel cigno”. Il Focus di Rgd sarà sui centri commerciali già avviati, ma che stentano a decollare, nel volgere di 3 o 4 anni l’intervento di riqualificazione produrrà i suoi benefici, ne consegue che sono escluse operazioni di costruzioni di nuovi stabili. In particolare l’azione di Rgd non sarà quella di partecipare ad acquisizione mediante base d’asta, l’espertise di Beni Stabili ed in particolare di Igd farà in modo che le stesse saranno in grado di individuare sul territorio realtà che per un motivo o per l’altro non sono riuscite a decollare. Allo scopo è stato creato un tavolo comune dove verranno discusse le nuove idee. Con questa operazione le sinergie fra Beni Stabili e Igd faranno in modo che la prima entri, gradatamente ed in maniera indolore, sul mercato della gestione e la seconda nell’ambito delle acquisizioni patrimoniali. Lo staff ad hoc al momento non è ancora stato pronto, ma se dopo 3 anni saranno stati raggiunti gli obiettivi dichiarati sarà necessario creare una dirigenza dedicata unicamente a Rgd. . .  
   
   
RDMREALTY: DEPOSITATO IL DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO ALL’ACQUISIZIONE DEL 100% DI ADRIATICA TURISTICA S.P.A.  
 
Milano, 16 novembre 2006 - Ieri la Società ha proceduto al deposito presso la sede sociale e presso Borsa Italiana S. P. A. Del documento informativo, in relazione all´operazione di acquisizione, anche mediante conferimento in natura, dell´intero capitale sociale di Adriatica Turistica S. P. A. , società operativa nel settore turistico e dell´intrattenimento. L’’assemblea ordinaria e straordinaria dei Soci che dovrà deliberare, tra l’altro, sull’acquisizione in oggetto è stata convocata in prima convocazione per il giorno 27 novembre 2006 alle ore 9. 30 presso lo studio del Notaio Piergaetano Marchetti in via Agnello n. 8, Milano, e, occorrendo, per il giorno 30 novembre 2006 alle ore 9. 30 in seconda convocazione e per il giorno 5 dicembre 2006 alle ore 15. 00 in terza convocazione presso Borsa Italiana, in Piazza degli Affari n. 6, Milano. .  
   
   
UNI LAND S.P.A. RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2006 RICAVI NON SIGNIFICATIVI PER IL TRIMESTRE PARI A 246 MILA EURO STIPULATI PRELIMINARI DI VENDITA PER IMMOBILI PER UN CONTROVALORE PARI A 11,152 MILIONI DI EURO  
 
 Monghidoro (Bo), 16 novembre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione di Uni Land S. P. A. Riunitosi ieri ha esaminato e approvato i risultati della gestione del Gruppo al 30 settembre 2006. E’ da premettere che il caratteristico modello di business di Uni Land S. P. A. Si basa sulla rivalutazione degli asset patrimoniali piuttosto che sulla generazione di ricavi costanti e cospicui nel corso degli esercizi; Per tale ragione, gli indicatori più significativi diventano quelli patrimoniali. Inoltre, la società ha visto il radicale cambio di attività a seguito della cessione delle attività cosmetiche avvenuta il 3 novembre 2005 ed al successivo conferimento nella capogruppo da parte del socio Cemlux S. A. Del 100% delle azioni di Cem spa operante nel settore immobiliare, conferimento avvenuto in data 28 Febbraio 2006 e a seguito del quale la controllante ha assunto anche una nuova denominazione, per meglio identificare l’attività caratteristica. Pertanto il raffronto con i passati esercizi non risulta significativo ai fini della valutazione dell’andamento aziendale. Andamento della gestione nel terzo trimestre dell’esercizio 2006 - Il terzo trimestre dell’esercizio sociale 2006 si chiude per il Gruppo Uni Land con risultati nel complesso non significativi, in quanto nel periodo in oggetto è avvenuta una sola vendita di beni immobili; mentre sono stati sottoscritti numerosi preliminari di vendite che verranno stipulate nel corso del prossimo esercizio. I ricavi sono stati pari a 246 mila euro, il risultato operativo lordo è stato negativo nei primi nove mesi dell’esercizio per 931 mila euro, mentre il risultato netto di periodo è stati negativo per 738 mila euro. Tale risultato è in parte imputabile ai costi connessi all’operazione finanziaria straordinaria che la società ha compiuto nel corso dell’esercizio. Per quanto riguarda lo stato patrimoniale, la Relazione Trimestrale al 30 settembre 2006 riporta immobilizzazioni per Euro 291,279 milioni, un capitale circolante netto di Euro 0,5 milioni, disponibilità liquide per Euro 10,418 milioni, patrimonio netto pari a 202,384 milioni e una posizione finanziaria netta negativa e pari a Euro - 7,763 milioni. .  
   
   
ERIFAZIENDE.IT DALLA FIERA DEL FRANCHISING DI MILANO ALLE CASE DEI GIOVANI IMPRENDITORI  
 
Milano, 16 novembre 2006 - Quasi duemila contatti con aspiranti imprenditori, trenta marchi interessati, giovani con un’età media di 30 anni che si interessano all’attività. Procede a gonfie vele “Sviluppo Franchising”, il progetto che Erif Aziende, divisione di Erif Real Estate, società di costruzioni presente in Lombardia e Piemonte, ha presentato in grande stile al 21esimo Salone Internazionale del Franchising e del Commercio che si è svolto nella nuova Fiera di Rho. L’innovativa formula “all inclusive”, presentata da Erif Aziende, ha incuriosito non poco franchisee e franchisor: il progetto accompagna per mano chi desidera intraprendere un’attività in proprio, aiutandolo a trovare il settore più adatto al proprio profilo professionale e alle disponibilità economiche. “Sviluppo franchising” ha contatti con i marchi più prestigiosi presenti sul mercato, ma ha scelto di non legarsi esclusivamente ad alcuni nomi in modo da poter conservare una certa indipendenza ed oggettività, per poter garantire ai clienti un giudizio oggettivo e super partes. E non finisce qui: il progetto offre anche un’assistenza professionale e qualificata per trovare la location più adatta all’attività, grazie all’esperienza di Erif Aziende da anni presente sul mercato dell’intermediazione e commercializzazione rami d’azienda. Il target di chi ha avvicinato lo stand di Erif Aziende per aprire un’attività in proprio è composto soprattutto da giovani: l’80% delle persone contattate in Fiera ha una media di 30 anni e la percentuale è equamente divisa tra uomini e donne. Per quanto riguarda la provenienza geografica, la metà dei contatti risiede in Lombardia e Piemonte, zone in cui Erif Aziende è presente da anni, mentre l’altra metà, per il 70% è pugliese o siciliano e intende trasferirsi al Nord per aprire un’attività in franchising. Il settore più gettonato è quello della ristorazione veloce (pizzerie, gelaterie, piadinerie e yogurterie), in quanto sono attività che richiedono un investimento iniziale contenuto (si parte da 20mila euro) e con ottime probabilità di successo. Non a caso, l’immagine che meglio identifica l’attività di “Sviluppo Franchising” è quella di un lancio nel vuoto col paracadute. Non è un caso nemmeno che, proprio durante lo svolgimento di Salone Franchising, per la prima volta ci sia stato un lancio di paracadutisti nel cielo della Fiera. In 300 si sono anche fatti fotografare nello stand con indosso l’imbragatura professionale. La presentazione al Salone di settore è stata anche l’occasione per presentare il nuovo sito internet erifaziende. It, che si propone di diventare una sorta di polo catalizzatore delle attività svolte. «La nascita del portale -dice Enrico Piacentini, coordinatore di Sviluppo Franchising- è stata assolutamente fondamentale alla luce dei risultati ottenuti durante la fiera. Essere stati avvicinati da così tante persone ci ha portati ad accelerare la nascita di questo strumento, proprio per garantire l’accesso alle prime informazioni a tutti i giovani che risiedono nel Bel Paese». Il sito si rivolge a tutte le categorie interessate dal franchising: chi intende acquistare un’attività commerciale, chi la vuole vendere e chi vuole informazioni su questa particolare tipologia imprenditoriale. Per tutti gli utenti sono previsti servizi su misura. Chi sta cercando un immobile o un’attività commerciale in affitto o da acquistare, trova un elenco delle proposte di Erif Aziende: la ricerca può avvenire con tre criteri: tipologia, area geografica e investimento. Ogni proposta è accompagnata da una scheda tecnica in cui si riportano tutti i dati necessari ad effettuare una prima valutazione. Chi al contrario desidera vendere, trova un apposito modulo da compilare per inserire la propria richiesta sul sito. C’è poi una selezione delle attività in franchising, suddivise nelle macro categorie food e non food, in cui sono contenute tutte le informazioni necessarie per avviare un’attività, da quelle relative al negozio (metratura) alle fee d’ingresso al costo d’affiliazione, royalties o canoni periodici e una recensione di Erif Aziende. .  
   
   
IMPRESE “ROSA”: NUOVI ORIZZONTI PER L´IMPRENDITORIA FEMMINILE FRA QUESTI IMMOBILIARE ENERGIA  
 
 Roma, 16 novembre 2006 - La voglia di “fare impresa” delle donne comincia a cercare nuovi spazi anche in settori tipicamente “maschili: sono 8mila in più le imprese guidate da donne nate tra giugno 2005 e giugno 2006 nel settore immobiliare, 3mila quelle delle costruzioni e mille quelle dei trasporti che sono andate ad ingrossare l’esercito del 1 milione e 200 mila imprese femminili italiane. Hanno inoltre registrato una crescita del 12,06% le imprese “rosa” operanti nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica e una crescita del 7,80% quelle operanti nelle costruzioni. Un esercito sempre più popoloso (18mila le imprese femminili in più rispetto all’anno scorso), con la maggiore concentrazione e il più elevato tasso di crescita nel Mezzogiorno. Questa novità, fotografata dall’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-retecamere, è emersa nel corso dell’incontro dei 100 Comitati per l’imprenditorialità femminile, che si è svolto oggi a Roma. Sebbene le donne comincino a far capolino anche in ambiti prevalentemente maschili, i settori economici con una maggiore presenza femminile si confermano il commercio (31,64%) e l’agricoltura (22,41%), seguiti dalle attività immobiliari e manifatturiere (rispettivamente il 10,72% e il 10,37%), mentre quelli con il tasso di femminilizzazione (la percentuale di imprese femminili sul totale del settore) più elevato sono i servizi pubblici, sociali e personali (49,00%) e sanità (41,33%), seguiti dal turismo e dall’istruzione (rispettivamente 33,60% e 32,58%). In termini assoluti è risultato rilevante l’incremento delle imprese nel commercio (+3. 642), nel settore turistico (+2. 133) e nelle attività manifatturiere (+952); l’agricoltura ha invece subito una riduzione di circa 2. 500 unità, pari allo 0,90%. Permangono, però, le “criticità” evidenti nella struttura di queste imprese, a cominciare dalla dimensione molto contenuta (il 70% delle imprese “rosa” soprattutto nelle aree meridionali e centrali del Paese ha forma giuridica di impresa individuale, mentre al Nord prevalgono le società di persone e di capitali), fattore che, unitamente alla difficoltà di accesso al credito e alla necessità di conciliare vita lavorativa e vita familiare fortemente sentita dalle donne possono rendere particolarmente fragili queste tipologie di imprese. Partendo dall’analisi di questi dati, si sono riuniti oggi i 100 Comitati per l’imprenditoria femminile delle Camere di Commercio. “Dove va l’imprenditoria femminile” è il titolo del seminario promosso dall’Unioncamere con le associazioni imprenditoriali, diretto ad individuare il percorso di una nuova fase di attività dei Comitati, i cui punti qualificanti siano la formazione, l’accesso al credito, le nuove politiche di incentivazione sui temi dell’internazionalizzazione, dell’innovazione e della ricerca e un nuovo welfare, con la valorizzazione della risorsa femminile in tutte le politiche di sviluppo. Su questi temi parte da oggi un lavoro in rete dei Comitati, per l’elaborazione di progetti da portare all’attenzione del mondo istituzionale in occasione del prossimo incontro pubblico dei Comitati che si terrà a febbraio 2007. Esce, inoltre, dalla giornata una sollecitazione alle associazioni di categoria e alle Camere di Commercio per un maggior coinvolgimento delle donne nei processi decisionali e nelle iniziative. .  
   
   
EDISON IMPORTERÀ ALTRI 2 MILIARDI DI METRI CUBI DI GAS ALL’ANNO DALL’ALGERIA ATTRAVERSO IL NUOVO GASDOTTO GALSI  
 
Algeri, 16 novembre 2006 – Edison ha sottoscritto ieri con l’algerina Sonatrach (ente nazionale idrocarburi), alla presenza del Presidente della Repubblica d’Algeria Abdelaziz Bouteflika e del Presidente del Consiglio Romano Prodi, un accordo per l’approvvigionamento di 2 miliardi di metri cubi annui di gas naturale che si aggiungono ai 2 miliardi di metri cubi all’anno già acquisiti in relazione al potenziamento del gasdotto Transmed. La nuova capacità sarà resa disponibile attraverso il gasdotto Galsi, che collegherà l’Algeria alla Sardegna e alla Toscana e il cui progetto è in fase di sviluppo. La fornitura di gas è prevista a partire dall’avvio dell’opera e avrà una durata di 15 anni. L’accordo firmato oggi rappresenta infatti un importante passo avanti per la realizzazione del progetto Galsi. Edison, con una quota del 18%, è il principale socio italiano del Galsi, che sarà realizzato insieme a Sonatrach e ad alcuni operatori italiani e internazionali. Il metanodotto si svilupperà per circa 900 chilometri, di cui più di 300 nelle acque profonde oltre 2500 metri fra Algeria e Sardegna. La capacità di trasporto sarà pari a 8 miliardi di metri cubi all’anno, di cui una quota sarà destinata alla metanizzazione della Sardegna, mentre la parte restante sarà immessa nella rete nazionale di trasporto del gas. “La firma di questo accordo consolida ulteriormente un rapporto di collaborazione di lunga data fra Edison e Sonatrach e consente a Edison di proseguire con decisione nello sviluppo delle fonti di approvvigionamento di gas”, ha commentato Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison. “Il gasdotto Galsi, un progetto strategico per il nostro Paese che Edison ha promosso e sviluppato nel corso degli anni, contribuirà ad ampliare le aree di cooperazione reciproca, con lo sguardo rivolto anche all’evoluzione delle politiche energetiche dell’Unione Europea e della collaborazione tra Unione Europea e Algeria”. Il settore del gas rappresenta un elemento trainante per lo sviluppo di Edison, che si è prefissata l’obiettivo di consolidare il proprio ruolo di operatore leader nel settore degli Idrocarburi, rafforzandosi come player di livello internazionale in questo campo. Tra gli altri progetti destinati ad aumentare nel medio periodo la disponibilità di gas di Edison si ricorda la realizzazione del terminale di rigassificazione di Rovigo, l’unico attualmente in costruzione in Italia, che sarà operativo nel 2008 e che consentirà al Gruppo di importare il gas naturale in forma liquefatta. Edison è inoltre impegnata nello sviluppo del gasdotto fra Italia e Grecia (Igi) e di un ulteriore terminale di rigassificazione. Queste infrastrutture potranno consentire a Edison e all’Italia di diversificare le fonti di approvvigionamento del gas, aumentandone al tempo stesso la sicurezza e l’economicità. .  
   
   
FIRMATO L’ACCORDO HERA – SONATRACH PER LA FORNITURA DI GAS NATURALE ATTRAVERSO IL METANODOTTO GALSI ARRIVERÀ UN MILIARDO DI METRI CUBI DI GAS NATURALE ALL’ANNO  
 
Bologna, 16 novembre 2006 - È stato firmato ieri ad Algeri tra il Gruppo Hera e l’algerina Sonatrach, uno dei colossi mondiali del settore gas, alla presenza del primo ministro Romano Prodi e assieme ad Enel ed Edison, un protocollo di accordo per la vendita e l’acquisto di un miliardo di metri cubi all’anno di gas naturale, compiendo così una passo importante nel rafforzamento di una partnership avviata nel 2002. L’accordo prevede che la fornitura ad Hera avrà una durata di 15 anni, a partire dal momento in cui sarà operativo il metanodotto Galsi che dall’Algeria, attraverso la Sardegna e l’approdo in Toscana, fornirà di gas algerino l’Italia. Il completamento della progettazione esecutiva di Galsi avverà entro il 2007, la realizzazione dei lavori tra il 2008 e il 2009 e la prima fornitura di gas potrà avvenire già dal 2010. Nella società Galsi, Hera detiene una quota del 9%. Altri partner dell’iniziativa sono Edison, Enel, Wintershall e le società sarde Progemisa e Sfirs, oltre a Sonatrach con il 34%. “Per il Gruppo Hera questo è il primo contratto importante di lunga durata e rilevanti dimensioni – ha dichiarato il Presidente Tomaso Tommasi di Vignano –, che, unitamente alle attività di import da Nord Europa sviluppate in questi anni, contribuirà ad assicurare una importante copertura delle forniture ai clienti finali della società e alla dinamica di sviluppo dei fabbisogni captive per produzioni elettriche. Crediamo che con il progetto Galsi, non solo Hera ma anche l’Italia possa compiere un importante passo verso un assetto infrastrutturale più adeguato e soprattutto più competitivo”. Le prime basi del progetto della realizzazione di un metanodotto tra Italia e Algeria sono state poste nel 2002. Il Gruppo Hera è tra i soci fondatori della società Galsi, attraverso la controllata Hera Trading. Questa scelta strategica testimonia la grande attenzione al processo di liberalizzazione dei mercati di energia elettrica e gas naturale in atto in Italia e nel resto d’Europa. Hera è oggi la prima multiutility in Italia e il terzo operatore nazionale per la distribuzione e la vendita di gas metano. Nel 2005 ha venduto quasi 3 miliardi di metri cubi di gas a quasi un milione di clienti . .  
   
   
LE COMPETENZE DI SNAM RETE GAS AL SERVIZIO DEL SISTEMA DI TRASPORTO DEL GAS RUSSO  
 
 San Donato Milanese, 16 novembre 2006 – Snam Rete Gas, leader nel trasporto e nel dispacciamento di gas naturale in Italia, esprime soddisfazione per l’accordo strategico tra Eni e Gazprom firmato il 14 novembre a Mosca ed è pronta, nell’ambito dell’accordo, a mettere a disposizione le proprie competenze ed esperienze di gestione di grandi infrastrutture di trasporto del gas. Grazie all’importante accordo, Snam Rete Gas potrà fornire il proprio contributo per l’implementazione tecnologica del sistema di trasporto del gas russo su lunga distanza. Ancora una volta viene riconosciuta a livello internazionale la leadership tecnologica e gestionale di Snam Rete Gas, che vanta più di 60 anni di competenza nella progettazione, realizzazione, gestione di oltre 30 mila chilometri di rete, 11 stazioni di compressione, 8 distretti di supervisione e 55 centri di manutenzione. La Società è l’unico operatore italiano che svolge il servizio di rigassificazione di gas naturale liquefatto (Gnl). Nel 2005 ha trasportato oltre 85 miliardi di metri cubi di gas per conto di oltre 50 Shipper. Attraverso il Centro di Dispacciamento, il cervello della rete, operativo 24 ore su 24, rende disponibili le quantità di gas necessarie in ogni punto della sua rete interconnessa. Ciò viene realizzato assicurando il servizio di trasporto in condizioni di massima sicurezza ed affidabilità. Snam Rete gas ha in corso di realizzazione in Italia un importante Piano di Sviluppo della rete con investimenti di 3,5 miliardi di euro nel periodo 2006-2009. .  
   
   
RIGASSIFICATORE TARANTO: LOSAPPIO CONVOCA COMITATO V.I.A.  
 
Bari, 16 novembre 2006 - Per proseguire le audizioni connesse al procedimento di installazione di un rigassificatore nel porto di Taranto, l’assessore all’Ecologia, Michele Losappio ha convocato per oggi 16 novembre il Comitato Regionale V. I. A. Alle ore 9,30 verranno ascoltati i rappresentanti della Gas Natural e della Medea. Alle ore 11 quelli della Lega Ambiente. Queste procedure di ascolto, facoltative e particolari, vengono praticate dall’Assessorato onde consentire il massimo della esplicitazione delle differenti ragioni davanti ai componenti il Comitato Regionale Via. .  
   
   
IL LAZIO SIGLA UN PROTOCOLLO CON ´LA SAPIENZA´ SU FONTI RINNOVABILI  
 
Roma, 16 novembre 2006- “Formare la classe dirigente di domani in direzione della sostenibilità ambientale significa offrire nuove opportunità ai giovani nel futuro mercato di lavoro”. Lo afferma in una nota Filiberto Zaratti, Assessore all´Ambiente e Cooperazione tra i Popoli, a margine della firma del Protocollo tra l´assessorato all´Ambiente della Regione Lazio e l´Università la Sapienza. “Con questa iniziativa - spiega Zaratti - vogliamo colmare un gap formativo sulle energie rinnovabili che nel nostro Paese è ancora forte. La valenza del progetto è duplice: da un lato desideriamo stimolare gli studenti universitari a iniziare percorsi formativi in campo ambientale, dall´altro vogliamo diffondere la disciplina delle energie rinnovabili nei corsi di laurea”. Il programma prevede l´introduzione di un insegnamento specifico negli ordinamenti didattici di tutti i Corsi di Studio delle Facoltà della Sapienza, che rilascerà un credito formativo sul tema della sostenibilità energetica e ambientale all´interno di tutte le attività formative. L’attività formativa prevede un ciclo di lezioni effettuate anche on-line, a cura del Servizio di Ateneo per l´Energia dell´Università la Sapienza Sae, la diffusione di un libretto di testo anche via Internet e la compilazione di un questionario finale on-line a cura del singolo studente per l´ottenimento dell´idoneità. .  
   
   
BIONENERGIA: L’ESPERIENZA TEDESCA, CONFERENZA  
 
Perugia, 16 novembre 2006 - La Germania si presenta attualmente come un Paese con uno stadio avanzato di tecnologia nel campo delle fonti energetiche alternative; il tema riveste un notevole interesse a livello regionale ed esiste una forte domanda di informazione sui fattori necessari allo sviluppo del settore innovativo della bioenergia. Con questi presupposti la Camera di Commercio di Perugia ha organizzato una conferenza dal titolo "Valorizzazione energetica delle biomasse - L´esperienza della regione Nord Reno Vestfalia e le possibili collaborazioni" per creare un momento di conoscenza e di contatto tra imprese e soggetti istituzionali interessati al settore. L’appuntamento è per martedì 21 novembre, dalle 9,30, nel Centro Congressi della Camera di Commercio di Perugina. La conferenza è il frutto di un partenariato fra l´ente camerale e la Camera di Commercio italiana per la Germania - Ufficio di Berlino, ed è organizzata in collaborazione con il Centro Ricerca sulle Biomasse, l´Arpa e le associazioni di categoria. Interverranno Alviero Moretti, presidente della Camera di Commercio di Perugia, l´assessore regionale all´agricoltura Carlo Liviantoni, l´assessore regionale all´ambiente Lamberto Bottini , Peter Schelhorn, direttore della Camera di Commercio di Berlino, Frank Michael Baumann, del ministero per l´Economia e l´energia del Land Nord Reno Vestaflia, e Rolf Dieter Linden, amministratore Denaro Energiesysteme Gmbh. .  
   
   
CONVEGNO ENERGIA: IN UMBRIA BILANCIO ENERGETICO IN PAREGGIO  
 
Perugia, 16 novembre 2006 – L’umbria è l’unica regione del centro nord che presenta un sostanziale pareggio tra produzione di elettricità e consumi elettrici (con uno scarto del meno 2 per cento nel 2005) anche se rispetto alla media nazionale si caratterizza per un 22 per cento in più di consumi elettrici per abitante (pari a 6mila 452 Kwh annui), mentre un solo utente, l’Ast di Terni, assorbe il 25 per cento dei consumi regionali (1400 Gigawattora). Per converso l’Umbria fa registrare un dato doppio (il 27,6 per cento) rispetto a quello nazionale (del 13,9 per cento) per consumi elettrici derivanti da energia pulita, grazie alla forte presenza dell’idroelettrico ternano. Sono alcuni dei dati forniti nel corso del convegno su “Le politiche energetiche sostenibili” promosso dall’assessorato allo sviluppo economico della Regione Umbria nell’ambito della settimana di appuntamenti di “Umbri@mbiente”, in programma fino al prossimo 19 novembre. Al convegno, che si è tenuto a Perugia, tecnici ed esperti hanno affrontato i diversi aspetti legati all’efficienza energetica a all’energia alternativa, rinnovabile e pulita, sottolineando “le oggettive difficoltà di lettura di un settore che si conferma risorsa strategica ma è soggetto a rapide trasformazioni soprattutto di carattere normativo e tecnologico”. Nell’illustrare le opportunità ed i vincoli economici offerti dalle fonti energetiche rinnovabili, Pierluigi Manna (Dirigente del servizio energetico della Regione Umbria) ha tratteggiato il quadro energetico dell’Umbria, anche alla luce dei contenuti e delle previsioni del Piano energetico regionale. “Per quanto attiene il metano – ha detto Manna - negli ultimi cinque anni il consumo regionale è cresciuto del 54 per cento, pari a quasi due miliardi di metri cubi all’anno, un incremento dovuto all’entrata in funzione delle due centrali Edison di Narni e Terni e di quella di Pietrafitta”. I 598 km di gasdotti dell’Umbria e la rete regionale di distribuzione consentono di raggiungere tutti i comuni umbri (ad eccezione di sei piccoli comuni di Lisciano Niccone, Pietralunga, S. Maria Tiberina, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo e Polino), anche se permangono alcune zone e frazioni non servite, dove viene utilizzato il “Gpl”. Un ulteriore ampliamento della rete sarà inoltre possibile con la prossima approvazione, da parte della Giunta regionale, del Gasdotto Pietrafitta - Perugia. Il gas – ha spiegato manna – viene utilizzato per il 39 per cento per la produzione di elettricità, per il 33 per cento dalle reti cittadine e per il 27 per cento dal mercato industriale; solo l’1 per cento serve invece per l’autotrazione. Per quanto riguarda l’eolico, dopo l’approvazione del Piano energetico, sono state presentate domande per produrre circa 40 megawatt complessivi nei comuni di San Giustino, Narni, Fossato di Vico e Gualdo Tadino. Notevole successo ha inoltre avuto in Umbria la misura nazionale di incentivazione di pannelli fotovoltaici finalizzati alla produzione di elettricità. Sono infatti 532 le domande ammesse a contributo per un totale di 14,8 Megawatt, che rappresentano ben oltre il 4 per cento delle domande ammesse a livello nazionali. Infine relativamente all’energia derivante da biomasse è da segnalare l’imminente approvazione da parte della Regione di un impianto per la produzioni di elettricità da olio vegetale per 1 megavat di potenza nel comune di Bastia Umbra. Intervenendo a margine del convegno l’assessore regionale all’energia, Mario Giovanetti, ha evidenziato la necessità di un “impegno istituzionale straordinario che recuperi i ritardi del passato e realizzi una intesa tra Stato, Regioni ed enti locali per la definizione di un Piano energetico nazionale in cui siano coinvolti anche i soggetti economici interessati”. Per l’assessore infatti il tema energetico è una “grande questione nazionale che necessita di azioni strategiche capaci di mettere in campo interventi mirati e finalizzati al recupero della dipendenza dai prodotti fossili, in particolare petrolio e gas”. Il tema quindi dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e della efficienza e risparmio energetico diventano per Giovanetti “priorità non più rinviabili”. Relativamente all’Umbria, l’assessore ha ricordato che il Piano energetico regionale, approvato nel 2004, indicava un percorso importante sia nello sviluppo, controllato, delle fonti rinnovabili, sia nella responsabilizzazione degli enti locali, con le autorizzazioni in capo ai Comuni. “Credo che queste indicazioni di fondo debbano essere riconfermate, introducendo invece nella strumentazione del Piano un supporto tecnico al servizio dei Comuni, oltre alla definizione di ulteriori prescrizioni ed indirizzi. Come Giunta regionale – ha annunciato - stiamo predisponendo un regolamento che risponda a queste sollecitazioni avanzate dai piccoli Comuni”. Nel portare il saluto ai convegnisti la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, ha sottolineato come la cultura della sostenibilità abbia improntato, da tempo, i vari atti di programmazione della Regione Umbria. Ciò – ha aggiunto – ci ha consentito alla Regione Umbria di affrontare con efficacia le criticità che si sono presentate senza dover ricorrere le emergenza. Le politiche ambientali - ha sottolineato la Presidente - non vanno considerate come politiche di settore, ma al contrario vanno integrate con quelle di valorizzazione, tutela e sviluppo dell’Umbria, nell’ottica di una sostenibilità finalizzata al miglioramento della qualità sociale e di vita della comunità regionale. Per questo, sia all’interno del Patto per lo sviluppo che della nuova programmazione dei fondi comunitari, come Giunta regionale – ha concluso Lorenzetti - abbiamo dato particolare valore alla filiera turismo, ambiente, cultura, agricoltura ed artigianato, come scelta innovativa di politiche integrate e strategiche per una crescita della regione sia qualitativa ed innovativa”. Apprezzamento per l’iniziativa della Regione Umbria è stato espresso dal sindaco di Perugia, Renato Locchi, che ha sottolineato come l’Umbria abbia raggiunto traguardi di grande importanza da un punto di vista ambientale. “Anche la recente classifica di Legambiente - ha detto Locchi – pone l’Umbria in una posizione di tutto rispetto e questo grazie alle politiche di avanguardia attuate nella nostra regione in tema ambientale. La città di Perugia – ha ricordato il sindaco - si è dotata di un proprio piano energetico e da tempo, come amministrazione comunale, stiamo lavorando a sistemi di mobilità alternativi alla gomma che consentano di ridurre l’inquinamento. Daremo il nostro contributo alle iniziative in programma nel corso di Umbri@mbiente, mente saremo pronti a cogliere qualsiasi utile suggerimento proveniente dagli esperti presenti alla manifestazione o dalle esperienze maturate in altre città. “Umbri@mbiente - ha detto l’assessore regionale all’ambiente Lamberto Bottini - ha l’obiettivo di aprire un dibattito serrato ed onesto sulle diverse tematiche legate all’ambiente. Esperienze diverse verranno messe a confronto su una questione che non può essere relegata settorialmente e sulla quale cresce l’interesse e la sensibilità della collettività umbra. Il territorio della nostra regione - ha conclsuo - rappresenta un fattore di competitività e sviluppo a garanzia del futuro dell’Umbria in una epoca di globalizzazione che comunque impone scelte calibrate alle dimensione umbra”. .  
   
   
CAMBIAMENTI CLIMATICI: ABBATTERE LE EMISSIONI È GIÀ POSSIBILE PUBBLICATO UNO STUDIO SULLA RIVISTA “ENVIRONMENTAL SCIENCE AND TECHNOLOGY”  
 
 Bruxelles, 16 novembre 2006 - I protocolli internazionali e le normative nazionali in vigore che puntano a ridurre l’inquinamento atmosferico devono andare oltre gli attuali obiettivi se vogliamo evitare che il clima e l’ambiente subiscano altri danni dovuti alle elevate concentrazioni dell’ozono. Fino a quando ciò non avverrà, un miglior impiego delle tecnologie esistenti potrà aiutare a contenere gli effetti dannosi di queste emissioni e riportare il livello dell’ozono nella maggior parte delle regioni del pianeta entro gli standard attualmente consentiti. In questo modo sarebbe possibile ridurre al minimo gli impatti negativi dell’ozono sulla salute umana, sugli ecosistemi e in termini di surriscaldamento del pianeta. Questa è la conclusione di una serie di studi scientifici svolti da scienziati della Commissione europea e dalla rete di ricercatori Accent, finanziata dall’Ue. In uno studio pubblicato sulla rivista “Environmental Science and Technology”, i ricercatori hanno messo a confronto i risultati di 26 modelli di chimica atmosferica riguardanti l’intera atmosfera terrestre. Dai modelli risulta che, in assenza di normative, le emissioni salirebbero a livelli potenzialmente pericolosi, ma anche attuando la legislazione già esistente, le emissioni continuerebbero ad aumentare e, con loro, le minacce per l’intero ecosistema globale. Il terzo scenario prende in esame il caso in cui vengano sfruttate tutte le potenzialità della tecnologia esistente per l’abbattimento delle emissioni, dimostrando che ne conseguirebbe un notevole miglioramento sia nei livelli dell’ozono che in termini di impatto derivante dalla deposizione dell’azoto. Ciò mette in luce come un migliore utilizzo delle tecnologie possa ridurre l’inquinamento atmosferico e l’impatto del surriscaldamento globale causato dai gas serra che non figurano nel protocollo di Kyoto. Il passo successivo sarà quello di elaborare linee guida pratiche su come dare applicazione a queste conclusioni partendo da un’attenta analisi dei costi e dei benefici. L’ozono viene prodotto dalla reazione di sostanze come il monossido di carbonio, il metano o altri composti analoghi con gli ossidi di azoto derivanti dai trasporti, dall’industria o dall’energia consumata in ambito domestico, ad esempio per cucinare o riscaldare gli edifici. L’ozono è un gas serra e contribuisce pertanto al surriscaldamento globale. Nell’ue, nei paesi del Nord America e in Giappone esistono normative che limitano le concentrazioni di ozono nell’aria, mentre altri paesi dell’Asia e dell’America Latina le stanno mettendo in atto. In ambito internazionale è stata firmata una convenzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza, che indica varie misure specifiche da adottare per abbattere le emissioni degli inquinanti atmosferici, tra i quali l’ozono. Questo studio è apparso proprio mentre i ministri di tutto il mondo sono riuniti a Nairobi per discutere gli interventi necessari per combattere i cambiamenti climatici alla scadenza del protocollo di Kyoto, prevista per il 2012. La ricerca è stata condotta dal Centro di ricerca della Commissione europea, in collaborazione con la rete Accent, una rete di eccellenza finanziata dall’Ue che si occupa principalmente dei cambiamenti nella composizione dell´atmosfera. .  
   
   
LA REGIONE LAZIO SOSTIENE LA RICERCA UNIVERSITARIA FINANZIANDO CON 24 MILIONI DI EURO, IN TRE ANNI, LE CINQUE PIÙ IMPORTANTI UNIVERSITÀ DEL TERRITORIO.  
 
Roma, 16 novembre 2006 - A sancire l’accordo è stato Raffaele Ranucci, assessore regionale allo sviluppo economico, ricerca, innovazione e turismo, che ha firmato cinque protocolli d’intesa con i rettori di dell’università di Roma Tre, di Tor Vergata, di La Sapienza, dell’università degli Studi della Tuscia e di quella di Cassino. I protocolli impegnano le parti ad attuare "programmi e iniziative congiunte finalizzate alla conoscenza". Per ciascuna università saranno sviluppate diverse materie sulle quali si concentreranno programmi di ricerca: si va dalle tecnologie aerospaziali alla protezione del territorio per La Sapienza; dalle scienze agroalimentari alle nanotecnologie per l´università della Tuscia; dalla generazione di energia da fonti rinnovabili alla riduzione dell´inquinamento per l´ateneo di Cassino; dalle biotecnologie ai beni culturali per Roma Tre; dai sistemi innovativi per il trasporto alla sicurezza delle reti informatiche per Tor Vergata. L’assessore Ranucci ha annunciato che a partire da domani si svolgeranno sul territorio degli incontri per parlare e confrontarsi con le cinque province del Lazio sul tema della ricerca. In particolare, i tavoli di concertazione si apriranno a Cassino e a Viterbo, nelle sedi delle rispettive università. "E´ il modo per fare sistema tra università e impresa – ha detto Ranucci - Per la Regione è uno sforzo importante e forte". L´assessore ha poi raccolto l´invito dei rappresentanti dei cinque atenei alla creazione di un´anagrafe della ricerca: "Un progetto che può essere integrato nel portale della ricerca già attivo - ha detto Ranucci - e nel quale possono essere inseriti anche i neolaureati, in modo da costituire un´utile vetrina per il mercato del lavoro". .  
   
   
I MIGLIORI A SCUOLA PRENDONO ZETA UN PROGETTO PER COMBATTERE LA DISPERSIONE SCOLASTICA NELLE SCUOLE  
 
Milano, 16 novembre 2006 - Il 20 novembre ricorre l´anniversario dell´approvazione della Convenzione sui diritti dell´infanzia stipulata nel 1989 a New York da parte dall´Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Regione Lombardia, ha scelto di ricordare l´anniversario 2006 dell´approvazione della Convenzione attraverso un´iniziativa sul diritto allo studio, riferita all´art. 28 della convenzione stessa, con la quale si incoraggia la regolare frequenza scolastica e la riduzione dei tassi di abbandono da parte di ragazzi e ragazze. Quest´anno, nell´ottica di mettere in atto interventi maggiormente incisivi contro il fenomeno dell´abbandono, è stato ideato il progetto I migliori a scuola prendono Z dove "Z" sta per Zeta Card, brochure ripiegabile che assume le dimensioni di una carta di credito e che può essere tenuta nel portafoglio. Sabato 18 novembre 2006 alle ore 23 su Telereporter ci sarà una trasmissione dedicata alle iniziative di Regione Lombardia a contrasto della dispersione scolastica. Regione Lombardia sta inviando a tutte le scuole secondarie di primo grado della Lombardia la locandina I Migliori a scuola prendono Z , che i dirigenti scolastici possono anche richiedere al seguente indirizzo mail ventinovembre@consorziosis. Orgo telefonando a Sis, Consorzio di Cooperative Sociali di Milano (02-89530686). .  
   
   
BUCHI NERI: NUOVI SCENARI SENZA ORIZZONTI SIMULANDONE IL PROCESSO DI FORMAZIONE, UN TEAM INTERNAZIONALE DI FISICI PROPONE UNA SOLUZIONE RIVOLUZIONARIA PER LA FISICA DEI BUCHI NERI  
 
Trieste, 16 novembre 2006 - «I buchi neri, previsti dalla relatività generale di Albert Einstein, sono tra gli oggetti più bizzarri dell’Universo. Se in realtà fossero dei quasi buchi neri?». Parole di Stefano Liberati, astrofisico della Sissa che, con Carlos Barceló, Sebastiano Sonego e Matt Visser, ha pubblicato su Physical Review Letter l’articolo Hawking-like radiation does not require a trapped region. Il buco nero è un corpo celeste estremamente denso e caratterizzato da un’attrazione gravitazionale talmente elevata da distorcere lo spazio-tempo e intrappolare anche la luce al suo interno. Il suo confine è chiamato orizzonte degli eventi: una superficie formata da raggi di luce che non riescono a fuggire verso l’esterno. A metà degli anni Settanta il fisico Stephen Hawking scoprì che i buchi neri evaporano emettendo radiazione termica, detta poi radiazione di Hawking, della quale finora non c’è alcuna prova osservativa. Liberati, Barceló, Sonego e Visser, nel contributo scientifico pubblicato su Prl, propongono un nuovo modello teorico che potrebbe permettere di testare in laboratorio l’analogo della radiazione di Hawking: il quasi buco nero. Dal punto di vista teorico, la radiazione di Hawking è stata un elemento chiave nel dibattito su come conciliare la relatività generale con la meccanica quantistica. «Il fatto che il buco nero evapori emettendo radiazione termica, che è la forma più degradata di energia, implica che quasi tutta l’informazione su ciò che vi è intrappolato all’interno è persa - spiega Liberati - e questo è inconciliabile con le leggi della meccanica quantistica. Ecco che il problema della perdita di informazione nasce simultaneamente all’ipotesi dell’esistenza di questa radiazione». Al fine di studiare questo problema, oltre che per capire la natura dei buchi neri e verificarne la teoria, i ricercatori da tempo utilizzano come strumenti teorici i modelli analoghi, quali per esempio i superfluidi. «Agli inizi degli anni Ottanta lo scienziato canadese William Unruh - ricorda Liberati - osservò infatti che la propagazione del suono in un superfluido, come l’elio liquido, e la propagazione della luce in uno spazio-tempo curvo sono governate dalle stesse equazioni». Questa analogia implica che il comportamento dei fononi (i quanti di suono) in un superfluido è lo stesso dei fotoni (i quanti di luce) in uno spazio-tempo curvo. Una regione supersonica può dunque essere considerata come un buco nero acustico e può essere quindi usata per comprendere l’origine della radiazione di Hawking. «Con i miei colleghi - illustra Liberati, che alla Sissa di Trieste è docente nel settore di Astrofisica - ho studiato il processo di formazione di un buco nero acustico descrivendo l’evoluzione del fluido nel tempo e, con grande sorpresa iniziale, ci siamo resi conto che emette una radiazione termica indistinguibile dalla radiazione di Hawking anche nel caso in cui l’orizzonte acustico, e quindi il buco nero, si formi solo asintoticamente, a tempi infiniti. Nel nostro modello, cioè, non serve formare una regione supersonica, analoga alla regione di intrappolamento della luce, per assistere all’emissione della radiazione di Hawking». Il team internazionale di fisici ha così proposto un nuovo scenario rivoluzionario per la fisica dei buchi neri. «Riteniamo possibile supporre, infatti, che effetti quantistici prevengano la formazione dell’orizzonte. In sostanza suggeriamo il quasi buco nero come nuovo modello: un oggetto che osservativamente è indistinguibile da un buco nero ma che in realtà ha una struttura radicalmente diversa da esso, in prossimità della sua superficie». «Credo che la nostra ricerca – conclude Liberati – sia importante per due aspetti. Uno sperimentale: il modello del quasi buco nero è più facile da riprodurre in laboratorio perchè non contempla la formazione della regione supersonica ma ugualmente consente di testare l’analogo della radiazione di Hawking. Uno teorico: proponiamo infatti di vagliare un nuovo scenario per la fisica dei buchi neri, uno scenario in cui l’orizzonte si forma solo in tempi infiniti e nel quale si può dimostrare che l’informazione non andrebbe persa. Non è da escludere cioé, ma da verificare, che i buchi neri anche in natura siano in effetti dei quasi buchi neri». .