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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 13 Dicembre 2006 |
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MATERA, CENTRO REGIONALE TRAPIANTI : UN RENE IN DONO. COME UN REGALO DI NATALE |
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Matera, 13 dicembre 2006 - "Un rene in dono. Come un regalo di Natale, ma più prezioso di qualunque altro, perché significa rinascere alla vita. Lo ha ricevuto una donna lucana di 58 anni, da tempo in attesa dell’organo che le avrebbe restituito la salute". Lo rende noto l´ospedale "Madonna delle Grazie" di Matera. "Stamane l’intervento di trapianto, - prosegue il comunicato - nel Centro Trapianti del Policlinico Umberto I di Roma: il rene è di un donatore romano. Era una “eccedenza”, poiché fra i pazienti in lista nel Lazio, nessuno era compatibile. Così, è stato offerto al Crt di Basilicata. Immediata l’individuazione delle donna per il trapianto, che nella notte è stata trasferita nella Capitale. Un motivo di soddisfazione, dunque, per il Crt Basilicata, che sta lavorando sodo per la sensibilizzazione del territorio e per la pianificazioni delle attività. La scorsa settimana, il gruppo del Crt lucano, coordinato dal dr. Vito Gaudiano, ha affrontato una importante riunione organizzativa, alla quale erano presenti tutti i rappresentanti dei Centri Dialisi della regione (presenti a Potenza, Matera, Tinchi, Venosa, Lauria, Villa d’Agri e Chiaromonte). L’incontro è avvenuto nella sede del Crt, nell’ospedale “Madonna delle Grazie”. Sono state discusse e condivise le procedure per le iscrizioni in lista d’attesa dei pazienti che attendono un trapianto di rene. La valutazione dell’idoneità al trapianto non è cosa semplice, poiché sia l’intervento che la terapia immunosoppressiva che i pazienti devono affrontare dopo sono ad alto rischio. Le condizioni cliniche vanno dunque valutate a fondo, con esami specifici: discuterne e fissare delle linee guida cui attenersi era quindi un tema delicato e di fondamentale importanza". . . . |
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DAL PROGETTO PROSTATA TORINO E DALL’ UNIVERSITA’ DI CHIETI GLI ULTIMI PROGRESSI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI PER CURARE IL TUMORE ALLA PROSTATA CHE COLPISCE IN ITALIA IL 30% DEGLI UOMINI OVER 50 CON 21 MILA NUOVI CASI L’ANNO. NUOVI FARMACI E TRATTAMENTI , PREVENZIONE ANTICORPI MONOCLONALI, VACCINI |
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Milano, 13 dicembre 2006 - Dal Progetto Prostata Torino e dall’Università di Chieti gli ultimi progressi medico scientifici per la diagnosi precoce, prognosi , nuovi farmaci per le forme avanzate e con metastasi e innovative metodiche mediche e chirurgiche per curare il tumore alla prostata (adenocarcinoma) che esordisce in modo subdolo senza sintomi finché non raggiunge uno stadio avanzato e colpisce in Italia il 30% degli uomini over 50 con 21 mila nuovi casi l’anno ponendosi primo in classifica per diagnosi e incidenza . “Si tratta di un problema primario di salute pubblica in preoccupante aumento- dice il professor Raffaele Tenaglia , Direttore Cattedra di Clinica Urologica Università di Chieti e Presidente della Società Italiana di Urologia Oncologica, “nel mondo ne sono affetti oltre 500 mila uomini e recenti stime indicano che entro 2015 il tumore alla prostata sarà la neoplasia più frequente nella popolazione maschile”. “Le cause della malattia”, prosegue il professor Alessandro Tizzani, Direttore Clinica Urologica I Università di Torino, Responsabile Progetto Prostata Torino, Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista, Torino, “ restano ancora misconosciute anche se esiste una certa predisposizione genetica ereditaria per cui il tumore alla prostata può manifestarsi in più persone della stessa famiglia. Fondamentale quindi scoprirlo prima di una sintomatologia già indice di malattia, giocando d´anticipo. Prima si interviene e più aumentano le possibilità di guarigione”. Diagnosi precoce - le novità sono l’analisi dei polimorfismi genetici , “un esame genetico”, precisa il professor Tizzani, “ che, attraverso un prelievo ematico , consente di individuare le persone ad alto rischio di sviluppare il tumore . I due geni studiati a Torino (già individuati in altre Nazioni nel mondo) sono Rnasel e Elac2 indici di un elevato rischio tumore e la proteomica una nuova tecnica che si basa su test in grado di scoprire precocemente particolari proteine presenti nel siero, plasma, secreto prostatico o in un tessuto coinvolte nel tumore”. “Questi innovativi esami, ancora sperimentali, ricorda il professor Tenaglia “ non sostituiscono ma si aggiungono a quelli tradizionali come l’esplorazione rettale , il dosaggio del Psa, l’ ecografia transrettale , la diagnostica per immagini (Tac , Rmn ,Pet ) e la biopsia”. “Gli esami prognostici”, continua Tizzani, “consentono invece di prevedere l’evoluzione della malattia e consistono nel dosaggio delle metalloproteasi (Mmps) un nuovo test ematico che permette di stimare il grado di invasività di tumori anche di piccole dimensioni, il Real Time Pcr e cioè la ricerca di cellule circolanti mediante nuove tecniche di amplificazione genica consente invece di rilevare la presenza anche di piccole quantità di cellule tumorali altrimenti non visibili”. Nuovi Farmaci - “Nelle forme ormai avanzate e con metastasi, spiega Tizzani ,” l’unica terapia è quella farmacologica con specifici farmaci gli Lhrh analoghi che bloccano la secrezione del testosterone - l’ormone che stimola la crescita della neoplasia (un tempo l’unica possibilità era la castrazione chirurgica- orchiectomia- ) Questi farmaci riducendo i livelli del testosterone in circolo rallentano o stabilizzano il tumore. E proprio nel campo farmacologico un arma in più arriva da un nuovo farmaco (appartenente alla classe degli Lhrh analoghi ) giunto in Italia proprio in questi giorni : la leuprolide nuova formulazione, grazie a un innovativo sistema di rilascio è in grado di garantire rispetto agli altri farmaci esistenti, un controllo ottimale del testosterone su una percentuale maggiore di pazienti. Secondo studi clinici ottiene una soppressione dei livelli di testosterone analoga a quella dell’orchiectomia bilaterale (< 20 ng/dl) e duratura in tutti i pazienti, La novità ancora più importante legata alla leuprolide è che costa circa il 20% in meno rispetto agli analoghi già in commercio consentendo così, oltre ad un controllo ottimale della malattia anche un notevole risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale . Altre promettenti sostanze - quando il male non risponde più alla terapia ormonale, sono i bifosfonati di terza generazione che bloccano la crescita delle metastasi nell’osso. Sempre sull’osso, oltre alla tradizionale radioterapia, si possono impiegare radionuclidi beta-emittenti farmaci dotati di debole radioattività che si concentrano selettivamente nelle lesioni ossee. La chemioterapia classica non consente di ottenere risultati sul tumore di prostata. I taxani sono una nuova classe di chemioterapici che in studi preliminari hanno consentito di bloccare la progressione del tumore nel 38-46% dei pazienti. Infine una delle più promettenti novità è l’associazione della “vecchia” terapia con gli estrogeni (gli ormoni femminili impiegati fin dagli anni 60 e poi soppiantati dagli analoghi Lhrh) con gli analoghi della somatostatina in quei tumori che dopo anni di terapia con Lhrh, “scappano”dal controllo trasformandosi nei cosiddetti tumori neuroendocrini della prostata”. La Chirurgia - Terapie Radicali “Oggi i progressi in campo anestesiologico e chirurgico”, sottolinea il professor Tizzani “consentono di operare con sicurezza anche tumori localmente avanzati o pazienti con altre comorbilità . Le scelte terapeutiche per il trattamento del cancro della prostata dipendono dall’estensione della malattia (stadio clinico) e dall’aspettativa di vita del paziente (quindi dall’età e dalla presenza di co-morbidità) . La prostatectomia radicale è l’unico intervento in grado di curare e guarire il tumore prostatico quando localizzato alla ghiandola prostatica. “L’intervento che può essere eseguito per via retropubica o perineale con o senza linfoadenectomia”, prosegue il professor Tenaglia ,” comporta l’asportazione chirurgica di tutto il contenuto della loggia prostatica. In pazienti a basso rischio e con un tumore di dimensioni ridotte e circoscritto è possibile eseguire l’operazione con la tecnica “ nerve sparing” che preserva i nervi erettori almeno da un lato. Ora , grazie alla diagnosi precoce è possibile effettuare questo tipo di intervento nell´80% dei casi, conservando la potenza sessuale”. La chirurgia mininvasiva. “ Alla chirurgia tradizionale”, continua Tizzani , “si affiancano strumenti che consentono di asportare la prostata “senza tagli” attraverso piccoli fori praticati nell’addome e microtelecamere che guidano il bisturi. Questo approccio già noto come laparoscopia aveva molti svantaggi (tempi operatori lunghi, rischio di sanguinamento elevato, difficoltà di insegnamento ai “giovani chirurghi”). Ora questi problemi sono superati con la chirurgia robotica che grazie all’impiego di visori tridimensionali e di microstrumenti capaci di rotazioni a 360 gradi supera i tradizionali ostacoli della laparoscopia. Grandi speranze anche per quei pazienti che a causa di tumori più avanzati non erano candidati all’intervento chirurgico. La Intra-operative radiation Therapy – Iort, consente di trattare, durante l’intervento, con la radioterapia direttamente i tessuti sani non rimossi dopo l’asportazione della prostata, per eliminare anche eventuali cellule di tumore “già scappate” dall’organo e non visibili ad occhio. Ampio è il capitolo del trattamento radioterapico: si passa da quello standard (la Radioterapia Conformazionale Tridimensionale 3D-crt), alla sua sofisticata evoluzione cioè alla Radioterapia con Modulazione di Intensità- Imrt). Tale modalità di irradiazione permette di modulare meglio l’intensità della dose nell’ambito di ogni campo di trattamento e quindi colpire solo il tessuto prostatico malato. La Image Guided Radiation Therapy (Igrt) prevede invece l’impianto di semi di oro posizionati, sotto guida ecografica, nella ghiandola prostatica, consentendo un ottimizzazione del trattamento radioterapico. Un’ulteriore modalità di trattamento è rappresentata dalla brachiterapia prostatica interstiziale indicata per pazienti a basso rischio che prevede il posizionamento di semi di iodio radioattivi nella prostata malata . Il vantaggio di questa tecnica mininvasiva è quello di controllare la malattia salvaguardando la potenza sessuale e la continenza urinaria . High Intensity Focused Ultrasound Therapy “Tra le metodiche ancora sperimentali” prosegue il professore Tizzani , “rientra anche la High Intensity Focused Ultrasound Therapy (Hifu) “ , che consente una ablazione selettiva della ghiandola con ultrasuoni ad alta energia focalizzati sul tessuto malato. Con l’immunoterapia invece si induce il sistema immunitario da uno stato di tolleranza a uno stato di sorveglianza verso il tumore. Ciò si può raggiungere tramite un vaccino ,messo a punto costituito da cellule prelevate dal paziente stesso e trattate con nuove tecnologie in modo da renderle capaci di stimolare il sistema immunitario del paziente contro il tumore . Per alcune caratteristiche specifiche infatti il tumore prostatico rappresenta un bersaglio ideale per l’immunoterapia. I risultati fino a ora ottenuti, sebbene modesti dal punto di vista quantitativo, hanno avuto il grande merito di indicare una nuova via terapeutica che dovrà essere attentamente valutata e migliorata . Infine gli anticorpi monoclonali, che potrebbero essere impiegati come traccianti o come farmaci. - si tratta di anticorpi tutti uguali l’uno all’altro e prodotti con innovativa tecnologia (George J. F. Köhler e César Milstein - premio Nobel per la medicina nel 1984) in grado di produrli in elevate quantità capaci di legarsi in modo selettivo e speciifico sulle cellule del cancro . Quello che fa la differenza oggi è la scelta del bersaglio psma (prostate spefic membrane antigen ) e la selezione e degli anticorpi che avviene con il metodo microarray” (che consente di aiutare il medico a scegliere quegli anticorpi che attancandosi alla cellula tumorale accendono o spengono i geni chiave”. “Il tumore alla prostata che esordisce in modo subdolo senza sintomi finché non raggiunge uno stadio avanzato” dice il professor Raffaele Tenaglia , Direttore Cattedra di Clinica Urologica Università, Chieti e Presidente della Società Italiana di Urologia Oncologica, “in Italia con 21 mila nuovi casi l’anno e 7mila decessi si pone primo in classifica per diagnosi e incidenza , Nel mondo ne sono affetti oltre 500 mila uomini e recenti stime americane indicano che entro il 2015 sarà la neoplasia più frequente nella popolazione maschile. Ora si può tracciare una sorta di carta di identità del tumore e proporre una terapia personalizzata per la singola neoplasia”. “Una terapia sempre più accurata “ aggiunge il professor Alessandro Tizzani Direttore Clinica Urologica I Università di Torino, Responsabile Progetto Prostata Torino, Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista, Torino “che si avvale attualmente di nuovi sofisticati esami diagnostici per la diagnosi precoce, la prognosi, tradizionali e innovative metodiche mediche e chirurgiche , nuovi farmaci per le forme avanzate e futuri vaccini per le recidive. ” . |
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TUMORE PROSTATICO: EPIDEMIOLOGIA |
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Milano, 13 dicembre 2006 - Ogni anno in Italia 21. 000 uomini sono colpiti dal tumore prostatico e 7. 000 muoiono a causa di questo tumore. In Italia il carcinoma prostatico rappresenta il primo tumore più comune nella popolazione maschile, nonché la patologia neoplastica più diagnosticata nell’uomo oltre i 75 anni . “Tra i nuovi casi di tumori stimati in Usa”, precisa il professor Raffaele Tenaglia, “il tumore della prostata si posiziona al primo posto con un incidenza del 33% (polmoni e bronchi 13%, colon 10% ecc) mentre la mortalità stimata è del 9% contro il 31% del polmone ed il 10% del colon. Cresce il rilievo se si considera che dal 1930 per la prima volta negli stati Uniti vi è stata una diminuzione delle morti per cancro meno 369 casi su 557. 271 dell’anno precedente - Cancer J clin 2006;56:106-130 “ . “Il cancro della prostata” prosegue il professor Tizzani “ è il sesto più comune tumore al mondo per numero di nuovi casi, il terzo più frequente nella popolazione maschile, e il più comune negli uomini di Europa, Nord America e di alcuni paesi dell’Africa. Nel 2000 il numero di nuovi casi al mondo è stato stimato essere di 513. 000; questa neoplasia costituisce mediamente il 9,7% di tutti i tumori della popolazione maschile. “L’incidenza del cancro della prostata”, continua Tenaglia, “ è aumentata regolarmente in quasi tutti i Paesi, e si prevede che entro il 2015 il carcinoma prostatico sarà la neoplasia più frequente nella popolazione maschile”. “I dati epidemiologici”, evidenzia il professor Alessandro Tizzani, “raccolti dal Registro Tumori Piemonte nel periodo 1998-2000 mostrano un tasso standardizzato d’incidenza di 78. 6/100. 000 abitanti maschi ed un tasso standardizzato di mortalità di 16,8/100. 000 abitanti maschi. La sopravvivenza relativa a 5 anni di osservazione è cresciuta dal 55,5% del periodo tra il 1985 e il 1989, al 79,8% del periodo tra il 1995 e il 1998; questo incremento sembra principalmente dovuto all’anticipazione diagnostica . Il cancro della prostata raramente è diagnosticato prima dei 50 anni (in meno dell’0,1% dei casi), l’età media dei pazienti affetti da questa neoplasia è di 72-74 anni, e in circa l’85% dei casi viene diagnosticato dopo i 65 anni . I risultati di studi autoptici suggeriscono che la maggior parte degli uomini sopra gli 85 anni ( più dell’75%) presenta un carcinoma prostatico latente . L’incidenza del carcinoma prostatico varia sensibilmente nelle diverse etnie e nazioni: i tassi più bassi si osservano nelle popolazioni asiatiche, i più alti tra gli Afro-americani residenti negli Stati Uniti . Zanetti R, Gafà L, Pannelli F, Conti E, Rosso S: Il cancro in Italia. I dati di incidenza dei registri tumori. Vol. Iii:1993-1998. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore 2001. Parkin Dm, Whelan Sl, Ferlay J, Teppo L, Thomas Db, eds: Cancer incidence in five continents. Vol Iiv. Lyon: Iarc Sci Publ, 1997. Parkin Dm, Bray Fi, Devesa Ss: Cancer burden in the year 2000: the global picture. Eur J Cancer 2001; 37 (suppl): S4-66. E. Pagano, G. Ciccone, C. Galassi, N. Segnan, F. Merletti: Relazione Sanitaria sull’oncologia in Piemonte: Aspetti Epidemiologici. 2004; capitolo 1: tavola 12. Sakr Wa, Haas Gp, Cassin Bf, Pontoes Je, Crissmass Jd: The frequency of carcinoma and intraepithelial neoplasia of the prostate in young male patients. J Urol 1993; 150: 379-85. . |
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SVILUPPO DI NEOPLASIA PROSTATICA: I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO |
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Milano, 13 dicembre 2006 - Età “E’ il fattore di rischio principale” dice Tenaglia ,” legato allo sviluppo di neoplasia prostatica. La malattia è rara prima dei 50 anni, mentre dopo questa età l’incidenza e la mortalità aumentano in modo quasi esponenziale. Fattori genetici L’aggregazione familiare del cancro prostatico può essere dovuta ad una suscettibilità genetica , all’esposizione a comuni fattori ambientali o al solo caso in considerazione dell’elevata prevalenza di questo tumore. Il 10-15% dei pazienti affetto da questa neoplasia ha almeno un parente anch’esso colpito , ed i parenti di primo grado di pazienti con carcinoma prostatico hanno un rischio 2-3 volte maggiore di sviluppare la malattia; inoltre, tale rischio aumenta all’aumentare del numero delle persone affette in famiglia e al ridursi dell’età alla diagnosi. Fattori infiammatori L’infiammazione agisce da precursore dei processi tumorali, intimamente legati ai processi di cancerogenesi. La “overexpression” della Cox2 sembra essere un evento precoce di cancerogenesi. Fattori razziali L’incidenza del carcinoma prostatico varia ampiamente tra le popolazioni. I cinesi residenti in Cina hanno una incidenza pari a 19 su 100000 abitanti mentre gli afro-americani residenti negli stati uniti hanno una incidenza pari a 137 su 100000 abitanti. Fattori dietetici di rischio: latticini, grassi, carni rosse cotte ad elevata temperatura”. Fattori dietetici protettivi licopene carotenoidi ,Vitamina E , Selenio. “Il licopene”, spiega il professor Tenaglia , “è una sostanza antiossidante contenuta nei pomodori, che potrebbe ridurre il rischio di sviluppare tumore alla prostata. Le catechine del tè verde inibiscono la crescita di cellule tumorali in animali “. Le altre sostanze protettive che hanno effetto benefico sulle cellule prostatiche. Sono gli acidi grassi polinsaturi del pesce, i carotenoidi contenuti frutta e verdure. Diversi studi stanno valutando a quali dosi i supplementi di vitamine e minerali possono costituire un´arma contro questo tumore. ” Una molecola prodotta dall´intestino quando digerisce la soia sarebbe in grado di bloccare l´azione dell´ormone maschile Dht, legato alla ipertrofia della prostata e al cancro. (Nutrition and cancer guide, Prostate Cancer Foundation. ) Prevenzione – professor Tizzani - Studi in corso: Select (Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial) – Usa Reduce (Reduction by Dutasteride of Prostate Cancer Events) – Usa Studi conclusi: Pcpt (Prostate Cancer Prevention Trial) – Usa: concluso nel 2005, farmaco testato finasteride, arruolati 18882 volontari, conclusione: riduzione del rischio di carcinoma del 24,8% nel gruppo trattato ma maggior rischio di sviluppar tumori più aggressivi nel gruppo trattato. In corso ulteriori elaborazioni di dati. H Grönberg: Prostate cancer epidemiology. Lancet 2003; 361: 859 - 864 Hayes Rb, Liff Jm, Pottern Lm et al: Prostate cancer risk in Us blacks and whites with a family history of cancer. Int J Cancer 1995; 60: 361–64. Monroe Kr, Yu Mc, Kolonel Ln et al: Evidence of an X-linked or recessive genetic component to prostate cancer risk. Nat Med 1995; 1: 827–29. Thompson Im, Tangen Cm, Klein Ea, Lippman Sm: Phase Iii prostate cancer prevention trials: are the cost justified? J Cli Oncol 2005; 23:8161-8164 Esami Diagnostici tradizionali e innovativi - Esplorazione rettale Questa manovra, utile come primo approccio valutativo per la sua facile esecuzione, è poco sensibile nell’identificazione delle neoplasie di piccole dimensioni e negli stadi precoci; essa ha inoltre una riproducibilità inter-esaminatore bassa. Dosaggio del Psa sierico Il Psa (Antigene Prostatico Specifico) è una proteasi prodotta dalle cellule -sia benigne, sia maligne- dell’epitelio duttale e acinare della prostata; secreto nel liquido seminale (dove si ritrova in elevate concentrazioni), ha la funzione di liquefare il coagulo seminale. Poiché il Psa è quasi esclusivamente di origine prostatica, e dal momento che una piccola parte della quota prodotta raggiunge la circolazione sanguigna, esso può essere considerato un marcatore specifico prostatico. I livelli di Psa circolante sono considerati normali quando inferiori a 4. 0 ng/mL: concentrazioni superiori fanno salire il rischio di diagnosticare la neoplasia alla biopsia prostatica al 30-35%. Usando questo valore limite si possono individuare circa il 70% dei casi di cancro della prostata. Il Psa non è però un marcatore tumore-specifico: nella tabella sono elencate alcune condizioni che possono farne variare i livelli sierici come ad esempio l’età , l’ attività fisica sostenuta l’ attività sessuale,la prostatite e la ritenzione urinaria che determinano un aumento mentre la terapia farmacologia con inibitori della 5a-reduttasi causano una diminuzione del 50 % per tutta la durata del trattamento Una delle principali limitazioni del suo impiego clinico quale marker tumorale è la significativa sovrapposizione dei suoi valori nell’Ipb e nel carcinoma prostatico, in particolare in quel range di valori denominato “zona grigia del Psa” compresa tra 4 e 10 ng/mL. I dati della letteratura riportano che per valori di Psa inferiori a 4 ng/mL il rischio di riscontrare un cancro della prostata è dell’ordine del 5%; tra 4 e 10 ng/mL tale rischio è di circa il 25%; per valori maggiori di 10 ng/mL il rischio è del 67%. Si ricordi che nell’80% circa dei carcinomi confinati all’organo i valori di Psa sierico sono inferiori a 10 ng/mL. Free Psa Espresso come rapporto tra Psa non complessato e Psa totale, questa percentuale è significativamente più bassa nei pazienti affetti da carcinoma prostatico rispetto a coloro che non lo sono, soprattutto negli uomini con Psa totale tra 4 e 10 ng/mL: in questa zona grigia, un rapporto Psa libero/Psa totale compreso tra 0% e 10% ha un valore predittivo positivo maggiore del 50%163; con un valore limite di questo rapporto stabilito al 25% vengono individuati il 95% delle neoplasie. Agobiopsia prostatica Il sospetto diagnostico di neoplasia prostatica deve essere confermato dall’esame istologico mediante agobiopsia. Viene eseguita sotto guida ecografia: l’ecografia permette non solo il campionamento delle aree sospette, ma anche di indirizzare l’ago in precisi e determinati settori prostatici. Il campionamento sistematico della prostata è utile soprattutto in pazienti con reperto ecografico negativo e Psa elevato, ma va effettuato anche in presenza di aree sospette. Nel corso della prima biopsia è raccomandata l’esecuzione di almeno10 prelievi (schema a sestanti + 2 prelievi parasagittali). In caso di ripetizione della biopsia prostatica è raccomandato lo schema a 11 prelievi (10 + 1 dalla zona di transizione). Ecografia transrettale (Trus) Viene più comunemente impiegata come guida all’agobiopsia prostatica in soggetti con esplorazione rettale sospetta per neoplasia o con elevate concentrazioni sieriche di Psa. Solo i tumori della prostata localizzati nella zona periferica (che rappresentano la maggior parte delle neoplasie, ma non la totalità) possono agevolmente essere individuati con la Trus: essi appaiono nel 70-80% dei casi come aree ipoecogene. L’ecografia transrettale ha una elevata sensibilità ed una bassa specificità. Da sola ha un limitato valore nella stadiazione del carcinoma prostatico (studio dell’interessamento della capsula): i risultati di due ampi studi prospettici multicentrici suggeriscono che la Trus non è più efficace dell’esplorazione rettale nel predire l’estensione extracapsulare della malattia. Agobiopsia prostatica Il sospetto diagnostico di neoplasia prostatica deve essere confermato dall’esame istologico mediante agobiopsia. Viene eseguita sotto guida ecografia: l’ecografia permette non solo il campionamento delle aree sospette, ma anche di indirizzare l’ago in precisi e determinati settori prostatici. Il campionamento sistematico della prostata è utile soprattutto in pazienti con reperto ecografico negativo e Psa elevato, ma va effettuato anche in presenza di aree sospette. Nel corso della prima biopsia è raccomandata l’esecuzione di almeno10 prelievi (schema a sestanti + 2 prelievi parasagittali). In caso di ripetizione della biopsia prostatica è raccomandato lo schema a 11 prelievi (10 + 1 dalla zona di transizione). Tc La tomografia computerizzata non ha né un ruolo diagnostico né stadiante per il tumore prostatico Rm con bobina endorettale eRm Recenti pubblicazioni riportano per la stadiazione con eRm un elevato valore predittivo negativo (91%) ed un’accuratezza diagnostica (77%) più elevata rispetto agli altri esami radiologici (Tc ed ecografia trans rettale). Un ruolo più specifico sarà rivestito dalla risonanza associata alla spettroscopia. Pet (Positron Emission Tomography) È una scansione tomografica che consente di individuare aree molto piccole (0,5 cm) di localizzazione di un tracciante metabolico (cioè catturato elettivamente dalle cellule tumorali). In genere si usa il fluorodesossiglucosio Fdg che, concentrandosi nell’urina non consente la stadiazione dei tumori prostatici. Risultati promettenti sono stati ottenuti con l’impiego della colina marcata. Non è una metodica diagnostica standardizzata. Trova un razionale, al momento, nella diagnosi differenziale delle recidive locali da sistemiche dopo terapie radicali. Dosaggio delle metalloproteinasi Mmps “Le metalloproteinasi della matrice (Mmps)”, spiega Tizzani, “ sono una famiglia di enzimi proteolitici che degradano la matrice extracellulare e le componenti della membrana basale; per questo, esse hanno un ruolo essenziale nell’invasione tumorale e nella metastatizzazione. L’espressione delle Mmps, bassa o indosabile nella maggior parte nei tessuti normali, si è rivelata essere significativamente aumentata in molti tumori maligni, e per alcune neoplasie i livelli urinari e plasmatici di Mmps sono risultati sensibilmente accresciuti nei pazienti affetti da neoplasia maligna rispetto a quelli relativi alla popolazione sana. Sono in corso studi per valutare la loro efficacia diagnostica e soprattutto prognostica e studiante Ricerca delle cellule circolanti esprimenti il Psa mediante amplificazione genica Real Time Pcr. L´utilizzo real-time della Rt-pcr per la dimostrazione di cellule circolanti che esprimono Psa in pazienti affetti da carcinoma prostatico potrebbe rivelarsi uno straordinario mezzo per la diagnosi, la stadiazione e la valutazione prognostica di questa malattia. Analisi dei polimorfismi genetici. Le difficoltà principali sono dovute al fatto che il tumore di prostata sembra legato a molteplici geni associati a basso rischio più che a pochi geni legati ad un alto rischio. Sono in corso tentativi di identificare gli alleli più frequentemente associati al tumore anche nella popolazione italiana. I geni studiati con maggior successo sono Rnasel ed Elac2. Risultati preliminari indicano polimorfismi Rnasel più frequenti in pazienti con tumore rispetto a controlli sani (44% vs 36,8%). Polimorfismi di Elac2 sono invece associati ad una età di insorgenza minore. Proteomica È lo studio su larga scala, qualitativo e quantitativo, del complesso delle proteine espresse da una cellula. Oggi con sitemi spettrofotometrici avanzati è possibile aver uno “spettro” completo e veloce delle proteine presenti in un liquido biologico (siero, plasma, secreto prostatico) o in un tessuto. Questo sistema consentirà di trovare nuove proteine differentemente espresse in campioni provenienti da pazienti con tumori o senza”. “Questi innovativi esami, ancora sperimentali” , ricorda il professor Tenaglia “ non sostituiscono ma si aggiungono a quelli tradizionali come l’esplorazione rettale , il dosaggio del Psa, l’ ecografia transrettale , la diagnostica per immagini (Tac , Rmn ,Pet ) e la biopsia”. Screening “Attualmente” prosegue Tizzani , “ non esistono ancora studi in grado di dimostrare che uno screening di massa con Psa possa modificare la sopravvivenza o la qualità di vita della popolazione; per questo, non è lecito, al di fuori di studi prospettici, sottoporre la popolazione maschile asintomatica a test diagnostici. Sia l’American Cancer Society (Acs) che la American Urological Association (Aua) raccomandano l’adozione di programmi per la diagnosi precoce prima dei 50 anni per gli uomini ad alto rischio, e cioè:uomini con una storia familiare positiva per carcinoma della prostata (due o più parenti di primo grado affetti e la cui diagnosi è avvenuta ad una età precoce); appartenenza alla razza Afro-americana”. “ Molta attenzione” precisa Tenaglia ,” viene riversata oggi sugli studi di screening per il rischio che hanno insito nel metodo, della cosiddetta “overdiagnosis” cioè nella diagnosi di tumori a basso rischio. Tuttavia la strada della conoscenza precoce non è un dato negativo. Ma è dimostrato che la conoscenza precoce di livelli di Psa nei giovani adulti può essere utile (creando dei gruppi di controllo dei pazienti a rischio) per lo screening e la diagnosi precoce”.
Gann Ph, Hennekens Ch, Stampfer Mj: A prospective evaluation of plasma prostate-specific antigen for detection of prostatic cancer. Jama 1995; 273: 289-294. Ellis Wj, Chetner Mp, Preston Sd, Brawer Mk: Diagnosis of prostatic carcinoma: the yield of serum prostate specific antigen, digital rectal examination and transrectal ultrasonography. J Urol 1994; 152: 1520-1525. Catalona Wj, Richie Jp, Ahmann Fr et al: Comparison of digital rectal examination and serum prostate specific antigen in the early detection of prostate cancer: results of a multicenter clinical trial of 6630 men. J Urol 1994; 151: 1283-1290. Nccn: Clinical Practice Guidelines in Oncology - v. 1. 2005. Prostate Cancer Early Detection. Partin Aw, Carter Hb, Chan Dw, et al: Prostate specific antigen in the staging of localized prostate cancer: influence of tumor differentiation, tumor volume and benign hyperplasia. J Urol 1990; 143: 747-752. Partin Aw, Brawer Mk, Subong En, et al: Prospective evaluation of percent free-Psa and complexed-Psa for early detection of prostate cancer. Prostate Cancer Prostatic Dis 1998; 1: 197-203. Smith Ds, Catalona Wj: Interexaminer variability of digital rectal examination in detecting prostate cancer. Urology 1995; 45:70-74. Smith Ja, Scardino Pt, Resnick Mi, et al: Transrectal ultrasound versus digital rectal examination for the staging of carcinoma of the prostate: results of a prospective, multi-institutional trial. J Urol 1997;157:902–906. Matlaga Br, eskew A and Mccullough Di: prostate biopsy: indications and technique. J Urol 2003; 169:12-19. Claus Fg, Hricak H, Hattery Rr: pretreatment evaluation of prostate cancer: role of Mr imaging and H Mr spectroscopy. Radiographics 2004; 24:S167 L. Coussens et al. : Science, Vol 295, Issue 5564, 2387-2392 . |
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TRATTAMENTO DEL CANCRO DELLA PROSTATA: LA CHIRURGIA TERAPIE RADICALI |
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Milano, 13 dicembre 2006 - “Oggi i progressi sia in campo anestesiologico che chirurgico”, sottolinea il professor Tizzani “consentono di operare con sicurezza anche tumori localmente avanzati o pazienti con altre comorbilità Le scelte terapeutiche per il trattamento del cancro della prostata” ;” dipendono dall’estensione della malattia (stadio clinico) e dall’aspettativa di vita del paziente (quindi dall’età e dalla presenza di co-morbidità) . La prostatectomia radicale è l’unico intervento in grado di curare e guarire il tumore prostatico quando localizzato alla ghiandola prostatica”. “L’intervento che può essere eseguito per via retropubica o perineale con o senza linfoadenectomia”, prosegue il professor Tenaglia ,” comporta l’asportazione chirurgica di tutto il contenuto della loggia prostatica. In pazienti a basso rischio (Psa < 10, Gleason < 7 ) e con un tumore di dimensioni ridotte e circoscritto è possibile eseguire l’operazione con la tecnica “ nerve sparing” che preserva i nervi erettori almeno da un lato. Ora , grazie alla diagnosi precoce è possibile effettuare questo tipo di intervento nell´80 per cento dei casi, conservando la potenza sessuale”. La nuova chirurgia minivasiva “Alla chirurgia tradizionale”, aggiunge Tizzani, “si affiancano oggi strumenti che consentono di asportare la prostata “senza tagli” attraverso piccoli fori praticati nell’addome e microtelecamere che guidano il bisturi. Questo approccio già noto come laparoscopia aveva molti svantaggi (tempi operatori lunghi, rischio di sanguinamento elevato, difficoltà di insegnamento ai “giovani chirurghi”). Oggi questi problemi sono superati con la chirurgia robotica (da Vinci S). Che grazie all’impiego di visori tridimensionali e di microstrumenti capaci di rotazioni a 360 gradi supera i tradizionali ostacoli della laparoscopia. Grandi speranza anche per quei pazienti che a causa di tumori più avanzati non erano candidati all’intervento chirurgico. La Intra-operative radiation Therapy – Iort, possibile al momento solo durante interventi chirurgici tradizionali, consente di trattare durante l’intervento con la radioterapia direttamente i tessuti sani non rimossi dopo l’asportazione della prostata, per eliminare anche eventuali cellule di tumore “già scappate” dall’organo e non visibili ad occhio. Radioterapia Il trattamento radioterapico standard è rappresentato dalla Radioterapia Conformazionale Tridimensionale (Tridimensional Conformal radiation Therapy, 3D-crt), modalità di irradiazione che consente di somministrare una dose elevata di radiazioni (78 Gy) ad un volume ben circoscritto, con significativa riduzione dell’esposizione ad alte dosi del tessuto sano adiacente. Una ulteriore intensificazione della dose totale somministrata (81 Gy), accompagnata da una parallela riduzione della tossicità iatrogena, è permessa dalla Radioterapia con Modulazione di Intensità (Intensity Modulated Radiation Therapy, Imrt), sofisticata evoluzione della 3D-crt. Tale modalità di irradiazione permette di modulare l’intensità della dose nell’ambito di ogni campo di trattamento attraverso l’uso di collimatori multilamellari gestiti da specifici software, migliorando ulteriormente la distribuzione della dose in termini di scarto terapeutico tra copertura della ghiandola prostatica e risparmio dei tessuti sani. La Image Guided Radiation Therapy ( Igrt) prevede l’impianto di semi di oro posizionati, sotto guida ecografica, nel contesto della ghiandola prostatica, consentendo una ulteriore ottimizzazione del trattamento radioterapico mediante correzione on-line degli errori di posizionamento del paziente. I nuovi trattamenti - Brachiterapia , High Intensity Focused Ultrasound Therapy (Hifu)- Un’ulteriore modalità di trattamento è rappresentata dalla brachiterapia prostatica interstiziale con semi a perdere (Iodio 125), che prevede l’infissione di sorgenti radioattive nel contesto della ghiandola prostatica sotto guida ecografica. L’aumentato interesse, da parte della comunità scientifica e dell’opinione pubblica, nei confronti della brachiterapia prostatica interstiziale, ha condotto ad un incremento del numero di pazienti trattati con tale metodica. I risultati ottenuti consentono di affermare come, in pazienti selezionati 8Gleason < 7 e Psa < 10), il trattamento brachiterapico sia del tutto sovrapponibile, in termini di controllo locale alle altre modalità di trattamento con intento radicale, con una minore tossicità. Tra le metodiche ancora sperimentali rientra anche la High Intensity Focused Ultrasound Therapy (Hifu). Che consente una ablazione selettiva della ghiandola con ultrasuoni ad alta energia focalizzati sul tessuto malato”. Terapie farmacologiche - “Nelle forme ormai avanzate e con metastasi” spiega il professor Tizzani. “quando l’età del paziente non consente il ricorso alla chirurgia o per importanti comorbiltà, l’attesa di vita del paziente sia inferiore ai 10 anni, l’unica terapia è quella farmacologica con specifici farmaci , gli Lhrh analoghi che bloccano la secrezione del testosterone , l’ormone che stimola la crescita della neoplasia (un tempo l’unica possibilità era la castrazione chirurgica- orchiectomia- ) Questi farmaci riducendo i livelli in circolo del testosterone rallentano o stabilizzano il tumore. E proprio nel campo farmacologico un arma in più arriva da un nuovo farmaco (appartenente alla classe degli Lhrh analoghi ) giunto in Italia proprio in questi giorni : la leuprolide nuova formulazione, grazie a un innovativo sistema di rilascio è in grado di garantire rispetto agli altri farmaci esistenti, un controllo ottimale del testosterone su una percentuale maggiore di pazienti. Secondo studi clinici ottiene una soppressione dei livelli di testosterone analoga a quella dell’orchiectomia bilaterale (< 20 ng/dl) e duratura in tutti i pazienti, La novità ancora più importante legata alla leuprolide è che costa circa il 20% in meno rispetto agli analoghi già in commercio consentendo così, oltre ad un controllo ottimale della malattia anche un notevole risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale”. “E’ chiaramente importante”, sottolinea Tenaglia, “ avere a disposizione sempre nuovi farmaci. Nel campo del blocco ormonale naturalmente si tratta di un procedimento che non riguarda solo i tumori in fase avanzata ma quasi tutti i tumori che possono venire “preparati” meglio all’intervento e “controllati” anche quando la prostata è stata estirpata”. “Quando la malattia non risponde più alla terapia ormonale”, prosegue Tizzani si può ora ancora intervenire con bifosfonati di terza generazione che bloccano la crescita delle metastasi nell’osso. Sempre sull’osso oltre alla tradizionale radioterapia si possono impiegare radionuclidi beta-emittenti farmaci dotati di debole radioattività che si concentrano selettivamente nelle lesioni ossee”. “Su questo argomento”, afferma Tenaglia “ci saranno novità su studi avviati su rapporto tra l’attività delle cellule tumorali della prostata e le cellule dell’osso. Un “dialogo biologico” molto importante attraverso il quale le cellule tumorali preparano le metastasi attraverso “chemioattrattori” (Nat Cell Biol 2006) Di notevole interesse sembra essere l’Acido Zoledronico nella prevenzione della compromissione ossea che ,come si sa è ,un punto di non ritorno del tumore . (Manteining bone health in pat. With prostatic cancer Med J. 2006 feb 20,184 ) . Dati importanti emergono dai centri osservazionali che rivelano l’alta incidenza di fratture nei pazienti , con trattamenti e senza adeguata copertura delle problematiche ossee. L’urologo deve familiarizzare rapidamente con la densitometria ossea,controlli di laboratorio,diete e prescrizioni adeguate”. “La chemioterapia classica” precisa Tizzani ,” non consente di ottenere risultati sul tumore di prostata. I taxani sono una nuova classe di chemioterapici che in studi preliminari hanno consentito di bloccare la progressione del tumore nel 38-46% dei pazienti. Infine una delle più promettenti novità è l’associazione della “vecchia” terapia con gli estrogeni (gli ormoni femminili impiegati fin dagli anni 60 e poi soppiantati dagli analoghi Lhrh) con gli analoghi della somatostatina in quei tumori che dopo anni di terapia con Lhrh, “scappano” dal controllo della terapia trasformandosi nei cosiddetti tumori neuroendocrini della prostata. Recenti studi hanno evidenziato, per la combinazione estrogeni-somatostatina, risposte cliniche oggettive nel 90% dei pazienti trattati con miglioramento del dolore osseo, del performance status, riduzione della Cromogranina A circolante (Cg-a) e del Psa”.
Patel Vr, Tully As, Holmes R, Lindsay J. Robotic radical Prostatectomy in the community setting – the learning curve and beyond: initial 200 cases. Urology. 2005 July; 174: 269-272. Abstract. Nccn: Clinical Practice guidelines in Oncology – v. 2004 . Nutting Cm, Convery Dj, Cosgrove Vp et al: Reduction of small and large bowel irradiation using an optimized intensity-modulated pelvic radiotherapy technique in patients with prostate cancer. Int J Radiat Oncol Biol Phys 2000; 48: 649–656. Pollack A, Zagars Gk, Smith Lg et al: Preliminary results of a randomized radiotherapy dose-escalation study comparing 70Gy with 78 Gy for prostate cancer. J Clin Oncol 2000; 18: 3904–3911. Akerley W, Butera J, Wehbe T, et al: A multiinstitutional, concurrent chemoradiation trial of strontium-89, estramustine, and vinblastine for hormone refractory prostate carcinoma involving bone. Cancer 2002; 94: 1654–1660. Saad F, Gleason Dm, Murray R et al: A randomized, placebo controlled trial of zoledronic acid in patients with hormone-refractory metastatic prostate carcinoma. J Natl Cancer Inst 2002; 94: 1458–1468 . |
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TERAPIA VACCINICA: PROFESSOR ALESSANDRO TIZZANI , DIRETTORE CLINICA UROLOGICA I UNIVERSITÀ DI TORINO, RESPONSABILE PROGETTO PROSTATA TORINO, AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI BATTISTA, TORINO |
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Milano, 13 dIcembre 2006 - Terapia vaccinica - Presso il Laboratorio di Immunologia dei Tumori dell’Università degli Studi di Torino”, è stato messo a punto un vaccino destinato a pazienti affetti da tumori della prostata in progressione. La preparazione di questo biofarmaco di nuova istituzione, è stata approvata dall’Istituto Superiore di Sanità (protocollo 24/9/2004-0045052) per l’impiego nella sperimentazione clinica di fase I. Il vaccino è stato messo a punto dalla professoressa Lina Matera presso il Laboratorio di Immunologia dei Tumori dell’Università di Torino, afferente alla Scu di Chirurgia Oncologica (direttore professor . Antonio Mussa) e al Dipartimento di Medicina Interna (direttore professor Ezio Ghigo) e nell’ambito di Progetti di Ricerca Finalizzati della Compagnia di San Paolo e della Regione Piemonte. Il vaccino è costituito da cellule isolate dal sangue del paziente e re-iniettate dopo qualche giorno di coltura in strutture appositamente studiate. Impiego del vaccino nella sperimentazione clinica. La sua sperimentazione, nell’ambito del Progetto Prostata Torino, sarà condotta nel Centro per la Prevenzione Diagnosi e Cura del Tumore Prostatico e sarà curato dal professor . Alessandro Tizzani, responsabile del Centro e direttore della I Clinica Urologica dell’Università e dal dottor Oscar Bertetto direttore del Centro Onco Ematologico Subalpino. Chi potrà usufruire di questa terapia di nuova istituzione: i pazienti con tumori della prostata in progressione e resistenti alle terapie convenzionali. Inoltre, elemento nuovo nel campo della immunoterapia antitumorale, il trattamento sarà anche indirizzato ai pazienti clinicamente guariti ma con rischio di recidiva: in tale modo sarà attuata una strategia di profilassi della malattia. Tale profilassi è, a differenza di quella sulla popolazione sana a rischio di realistica attuazione e perciò prioritaria . Quando: l’inizio è esclusivamente subordinato all’autorizzazione, da parte dell’Autorità Regolatoria, delle “cell factory” per la produzione di biofarmaci destinati all’impiego nell’uomo”. Anticorpi Monoclonali - Si tratta di anticorpi, cioè molecole in grado di riconoscere in modo estremamente selettivo e specifico porzioni definite di altre molecole (antigeni). Il termine monoclonale indica l’origine da un solo clone di cellule. In altre parole sono tutti uguali (con la stessa specificità di legame) ed è possibile produrli in grande quantità. La tecnologia per la produzione di anticorpi monoclonali è stata sviluppata da George J. F. Köhler e César Milstein (premio Nobel per la medicina nel 1984). In poche parole: i linfociti prelevati da topi immunizzati contro l’antigene bersaglio, vengono fusi con cellule di mieloma murino per trasformarli in “ibridomi”. Gli ibridomi così ottenuti sono cellule immortali, quindi in grado di replicarsi e sopravvivere in vitro per un periodo di tempo indefinito, e capaci di produrre anticorpi contro un antigene noto: “bersaglio”. Gli anticorpi monoclonali, se resi simili a quelli umani (umanizzati) possono essere impiegati come traccianti o come farmaci. Un anticorpo monoclonale umanizzato in grado di legarsi specificamente su antigeni tumore associati può infatti essere marcato con sostanze radioattive e quindi essere impiegato come localizzatore estremamente sensibile di cellule tumorali nell’organismo o, a dosi maggiori, può essere impiegato come radiofarmaco. Se l’anticorpo viene coniugato con una tossina, diventa un veicolo specifico per portare il farmaco solo sulle cellule tumorali (immunotossina). Nei laboratori del Cento Prostata di Torino abbiamo prodotto anticorpi monoclonali murini diretti verso molecole di superficie in grado di identificare stadi differenziativi normali e tumorali delle cellule prostatiche umane. Il bersaglio adottato in partenza è il Psma (Prostate-specific Membrane Antigen), un ectoenzima espresso ad elevata specificità in tumori primari e secondari di prostata e in endoteli di vasi neoformati. Altri anticorpi sono stati prodotti immunizzando con cellule ottenute da campioni chirurgici di tumori prostatici e successivamente identificati in base alla capacità di legare in modo differenziato cellule normali e tumorali. Gli anticorpi specifici per Psma sono stati prodotti e purificati clinical grade e marcati con 131Iodio. Il modello in vivo adottato si è basato su topi Scid trapiantati con linee continue di tumore prostatico umano Psma+. Gli anticorpi marcati sono stati iniettati in vivo, ove ne sono state valutate la capacità di localizzare in modo specifico le lesioni tumorali sia primarie che secondarie, ottenute facendo crescere il tumore nell’osso femorale. Il pannello di anticorpi ottenuti (ma di cui non si conosce ancora la specificità) è stato analizzato con un approccio innovativo basato sulla capacità di indurre una modulazione positiva o negativa di geni umani valutati con tecniche di microarray. In altre parole ne è stato sfruttato la capacità di indurre segnali positivi e negativi, oltre ad identificare quelli che sono funzionalmente inerti. Sono stati così selezionati anticorpi monoclonali in grado di legare molecole di superficie appartenenti alla famiglia delle heat shock proteins ed altri il cui legame era in grado invece di indurre l’accensione di geni codificanti metastasis related proteins-2 (mrp-2) o callicreina-3. Il primo bersaglio identificato consente di disegnare degli anticorpi come farmaci in grado di identificare lesioni tumorali con tecniche scintigrafiche e utili per applicazioni terapeutiche a distanza. Il secondo anticorpo invece potenzialmente rientra come farmaco in grado di indurre espressione de novo di molecole di superficie, che a loro volta possono diventare bersaglio di difese cellulari naturali e di strategie farmacologiche di inibizione della diffusione metastatica. . |
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CORDIS ENDOVASCULAR, I CATETERI DI RIENTRO FRONTRUNNER XP CTO E OUTBACK LTD POSSONO AIUTARE I PAZIENTI AD EVITARE L´AMPUTAZIONE |
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Londra, 13 dicembre 2006 - Cordis Endovascular, una divisione della Cordis Corporation, ha annunciato ieri il lancio nella regione Emea di due importanti innovazioni nella cura dei blocchi delle arterie nella parte inferiore della gamba: il catetere Frontrunner Xp Cto ed il catetere di rientro Outback Ltd. Questi dispositivi collocano con sicurezza fili guida nelle arterie bloccate - diventate più strette, durante procedure minimamente invasive che rimuovono i blocchi e ripristinano il flusso del sangue. L´occlusione totale cronica (Cto), o blocco delle arterie della gamba, si verifica frequentemente nel diabete e nelle malattie delle arterie periferiche, e deve essere curato per evitare complicazioni quali ulcere, infezioni o addirittura l´amputazione. Fino ad ora, molti pazienti con Cto non potevano trarre beneficio da un´angioplastia o stenting minimamente invasivi, a causa della difficoltà di attraversare blocchi completi. "Gli intervenzionalisti preferiscono metodi minimamente invasivi, come prima opzione per la cura di Cto periferiche, ma non è facile penetrare un blocco completo prima di eseguire l´angioplastica o la collocazione dello stent", dichiara il Dr. Dierck Scheinert, Capo del Dipartimento Angiologia Clinica e Intervenzionale dell´Università di Lipsia - Centro Cardiaco. "I progressi tecnologici che ci permettono di sistemare con sicurezza fili attraverso un´occlusione, ci consentono di curare efficacemente i pazienti con procedure meno invasive al posto degli interventi chirurgici tradizionali". Nuove cure minimamente invasive sono l´angioplastica con palloncino o lo stenting di vasi fortemente ristretti, per evitare il ripetersi dell´evento e ripristinare il flusso del sangue senza bisogno di eseguire un intervento chirurgico di bypass. Il catetere Frontrunner Xp Cto e il catetere di rientro Outback Ltd migliorano le procedure attuali permettendo di introdurre fili guida vitali attraverso vasi delicati bloccati e rimuovere le ostruzioni. "I primi insuccessi tecnici della cura endovascolare delle Cto sono spesso dovuti all´impossibilità di rientrare nel lume vero dopo aver attraversato l´occlusione in un piano sub intimale", afferma il Prof. Carlo Setacci, Capo del Dipartimento di Chirurgia vascolare ed endovascolare dell´Università di Siena, Italia. "Di fronte ad una situazione di rientro difficile, la manipolazione eccessiva delle guide nel piano sub intimale può causare la dissezione dei vasi distali, che può complicare il successivo intervento chirurgico di rivascolarizzazione. Questi dispositivi aiutano all´attraversamento positivo di occlusioni molto calcificate che non possono essere attraversate usando un filo guida normale". . |
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ROMA: AL SAN GIOVANNI IL NUOVO AMBULATORIO PER LA PATOLOGIA DELLA MAMMELLA |
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Roma, 13 dicembre 2006 - Da oggi l´ospedale San Giovanni - Addolorata di Roma ha un nuovo ambulatorio per curare le patologie della mammella. Oltre ad utilizzare le attività cliniche del Centro per la diagnosi e la terapia della mammella, infatti, la struttura, che dispone di due sale separate per lo studio delle pazienti, ospita un mammografo digitale con possibilità di esposizione manuale o automatica, le cui immagini vengono raccolte ed elaborate. Il mammografo è dotato anche di un nuovo dispositivo per la stereotassi e di un ecografo con sonda lineare ad alta frequenza per lo studio delle parti molli. Uno studio per l’elaborazione e la refertazione delle immagini, con collegamento in rete agli archivi radiologici e agli altri sistemi di gestione dell’Azienda, completa i nuovi ambienti situati nel presidio ospedaliero San Giovanni che, in questo ambito, svolgerà anche attività ambulatoriale esterna. Nel “Nuovo ambulatorio per la patologia della mammella” potranno essere eseguite, previa prenotazione, le seguenti prestazioni: mammografia, ecografia, agoaspirati e biopsie ecoguidate, ago aspirato sotto guida stereotassica. Dotata di apparecchiature all´avanguardia, la struttura è dunque in grado di accogliere la paziente ed inserirla in un percorso che va dalla prevenzione al ciclo terapeutico. Per proseguire nella direzione indicata dal piano di prevenzione lanciato dalla Regione, "abbiamo bisogno di una sanità in grado di adattarsi al futuro” - ha detto l´assessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia, intervenuto oggi all´inaugurazione – “perché solo se riusciremo ad innovare e a cambiare ci libereremo del debito. La strada che abbiamo scelto è quella dell´ammodernamento e non quella del taglio dei servizi". . |
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CELL THERAPEUTICS, INC. ANNUNCIA CHE UN TRATTAMENTO TERAPEUTICO COMBINATO CON PIXANTRONE PRODUCE ALTI TASSI DI RISPOSTA |
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Orlando 13 dicembre 2006,– Cell Therapeutics, Inc. Ha annunciato ieri i risultati di uno studio di fase Ii relativo a una terapia combinata Cpop con Pixantrone per pazienti con Nhl aggressivo recidivato. I risultati, presentati nel corso del 48° incontro annuale dell´American Society of Hematology (Ash), hanno mostrato una risposta globale (Orr) del 73%, di cui il 47% di completa scomparsa del tumore (risposta completa, Rc). Questi pazienti erano stati precedentemente sottoposti a trattamenti di prima linea con antracicline e, a causa della limitazione del dosaggio imposta dalla potenziale cardiotossicità, non erano idonei a un nuovo trattamento standard con antracicline. “Questi dati suggeriscono che in un quadro di recidive in cui i pazienti sono già stati sottoposti a trattamenti a base di antracicline, la combinazione Cpop ha un´attività importante, con un tasso di remissione completa significativo e una bassa incidenza di eventi cardiaci gravi,” ha commentato il Dott. Andreas Engert, Professore di Medicina interna, Ematologia e Oncologia presso la Clinica Universitaria di Colonia e sperimentatore principale dello studio. Pixantrone in combinazione con ciclofosfamide, vincristina e prednisone (Cpop) in pazienti con Nhl aggressivo recidivato (pubblicazione n. 529). In una sessione orale il Dott. Peter Borchmann, Ph. D. , Senior Consultant di Ematologia e Oncologia presso la Clinica Universitaria dell´Ospedale di Colonia e sperimentatore dello studio, ha presentato i risultati di uno studio clinico di fase Ii su una terapia combinata a base di Pixantrone, nota come Cpop, in pazienti con Nhl aggressivo recidivato, tutti in precedenza sottoposti a cicli terapeutici a base di antracicline. Nel trattamento Cpop, il Pixantrone sostituisce la doxorubicina nel regime Chop standard. Dei 30 pazienti valutabili per la risposta, il 73% (22 pazienti) ha ottenuto una risposta oggettiva e di questi il 47% (14 pazienti) ha registrato una risposta completa (Rc) e il 26% (8 pazienti) una risposta parziale (Rp). La durata media della risposta è stata di 10,2 mesi (intervallo di confidenza 95%: range da 6,7 a 23 mesi). I principali effetti collaterali (grado 3/4) erano di natura ematologia, compresa neutropenia (97%), leucopenia (90%), linfopenia (53%), anemia (30%), trombocitopenia (20%) e neutropenia febbrile (20%). I risultati preliminari dello studio sono stati annunciati nel mese di marzo 2006. Informazioni sullo studio Cpop - Questo studio ha esaminato la sicurezza e la potenziale efficacia del Pixantrone quando viene sostituito alla doxorubicina nel regime Chop in pazienti affetti da Nhl aggressivo nei quali un precedente trattamento con Chop non aveva dato esito positivo. I pazienti hanno ricevuto una media di sei cicli di terapia (range da 1 a 6). Il dosaggio del trattamento Cpop prevedeva Pixantrone a 150 mg/m2 al giorno l, ciclofosfamide a 750 mg/m2 al giorno l, vincristine a 1,4 mg/m2 al giorno l e prednisone a 100 mg nei giorni da 1 a 5, per ogni ciclo di tre settimane. Informazioni sul trattamento con Chop - Il regime chemioterapico Chop (combinazione di ciclofosfamide, vincristine, prednisone e doxorubicin) in combinazione con rituximab per pazienti con Cd20+ è il trattamento standard (di prima linea) per Nhl aggressivo di recente diagnosi. I tassi di risposta successivi al trattamento di prima linea Chop in Nhl aggressivo possono raggiungere il 70% e il regime è potenzialmente curativo nel 40% dei pazienti. La prognosi è insufficiente per i pazienti con recidive (pazienti recidivati). Malgrado la sua notevole attività antitumorale, spesso il Chop non può essere usato nelle recidive nel 60-65% dei pazienti a causa della sua cardiotossicità cumulativa, associata a uno dei suoi componenti, la doxorubicina, un agente chemioterapico appartenente alla famiglia delle antracicline. La dose massima raccomandata, in tutta la vita, di doxorubicin è di 450 mg/m2. Nel trattamento di prima linea con Chop, gran parte dei pazienti riceve una dose di doxorubicin compresa tra 300 e 400 mg/m2. “I dati presentati al congresso dell´Ash suggeriscono che nelle recidive dello Nhl aggressivo e indolente il Pixantrone offre ai pazienti una probabilità elevata di conseguire una risposta completa, con un profilo di sicurezza accettabile, anche nei pazienti già sottoposti a trattamento,” ha detto Scott C. Stromatt, M. D. , Executive Vice President of Clinical Development and Regulatory Affairs presso la Cti. “Restiamo in attesa di ulteriori risultati dagli studi attualmente in corso con il Pixantrone. ” Cti sta inoltre studiando il Pixantrone in due studi attualmente in corso: uno studio di fase Iii ad agente singolo per il trattamento dello Nhl aggressivo recidivato (noto come studio Extend) e uno studio di combinazione di fase Ii (Cpop-r vs Chop-r) per il trattamento di prima linea dello Nhl aggressivo (noto come studio Rapid). I risultati interim dello studio Extend sono previsti per la fine del primo semestre del 2007. Informazioni sul Pixantrone - Il Pixantrone è un agente sperimentale, attualmente in fase di sviluppo, destinato al potenziale trattamento di diverse forme maligne ematologiche, tumori solidi e patologie autoimmuni. Esso è stato messo a punto per migliorare l´attività e la sicurezza della famiglia di agenti antitumorali delle antracicline. L´elevata efficacia delle antracicline è stata dimostrata clinicamente in numerose tipologie di tumori. Tuttavia abitualmente sono associate a danni cardiaci cumulativi, che ne impediscono l´utilizzo su una larga fascia di pazienti. Il Pixantrone è stato concepito per ridurre il potenziale di queste cardiotossicità gravi, oltre a incrementare potenzialmente l´attività e a semplificare la somministrazione rispetto alle antracicline attualmente disponibili in commercio. . |
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LEUCEMIA LINFATICA CRONICA: DATI FINALI DI UNO STUDIO DI FASE III |
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Leeds, Inghilterra, 13 dicembre 2006 - Sono stati presentati al 48degrees Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (Ash) i dati finali dello studio internazionale di fase Iii Cam 307. 1 In base ad essi, i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica a cellule B (B-cell chronic lymphocytic leucemia, B-cll) potrebbero presto disporre di una più efficace opzione terapeutica da somministrare nelle fasi iniziali del decorso della loro malattia. I dati dello studio hanno dimostrato che, in pazienti affetti da B-cll precedentemente non trattati, alemtuzumab è superiore a clorambucile come terapia di prima linea in termini di sopravvivenza libera da progressione (progression free survival, Pfs). Rispetto ai pazienti trattati con clorambucile, i pazienti a cui è stato somministrato alemtuzumab hanno anche mostrato migliori percentuali di risposta complessiva e di risposta completa con un profilo di sicurezza gestibile. "Questo studio dimostra che, come terapia di prima linea, alemtuzumab è superiore a clorambucile", ha dichiarato lo sperimentatore principale Peter Hillmen, M. B. , Ch. B, primario di ematologia presso il Leeds General Infirmary, Regno Unito. I risultati dello studio in aperto randomizzato hanno mostrato che i pazienti riceventi alemtuzumab hanno avuto una Pfs superiore rispetto a quelli riceventi clorambucile (p = 0. 0001), raggiungendo l´obiettivo primario dello studio. Inoltre, il rischio di progressione o di morte è ridotto del 42 per cento con alemtuzumab rispetto a clorambucile (p=0. 0001). Nei 297 pazienti arruolati nello studio, la percentuale di risposta complessiva (overall response rate, Orr) con alemtuzumab è stata dell´ 83 per cento rispetto al 55 per cento con clorambucile (p < 0. 0001). Con alemtuzumab si ha perció un incremento di Orr di quasi il 30%. La percentuale di risposta completa (complete response rate, Crr) è stata del 24 per cento con alemtuzumab rispetto al due per cento con clorambucile (p < 0. 0001). Con alemtuzumab si è quindi ottenuto un incremento di Crr del 22 %. Clorambucile è un farmaco chemioterapico ampiamente utilizzato nel trattamento di prima linea della B-cll. "Siamo decisamente incoraggiati dall´attività e dalla sicurezza di alemtuzumab somministrato in monoterapia per il trattamento della Cll. Questo studio ci sprona ad indagare a fondo il potenziale di alemtuzumab nelle terapie combinate e nelle terapie di consolidamento", ha commentato il Dott. Hillmen. Su un totale di 34 pazienti che hanno ottenuto una risposta completa con alemtuzumab, nove hanno ottenuto l´eradicazione completa della malattia minima residua (minimal residual disease, Mrd): i test per il rilevamento della malattia residua dopo il trattamento sono risultati al di sotto della soglia di rilevabilitá. Otto di questi nove pazienti Mrd negativi hanno dimostrato una risposta duratura non mostrando nessuna progressione della malattia ad un follow-up mediano di due anni dopo il trattamento. L´eradicazione della Mrd non è stata raggiunta in nessuno dei tre pazienti che hanno ottenuto una risposta completa con clorambucile. Alcuni studi suggeriscono che l´obiettivo di eradicare la Mrd e ridurla al di sotto della soglia di rilevabilitá è un obiettivo raggiungibile e si associa ad una prolungata sopravvivenza globale e libera da ulteriori trattamenti. Non si sono osservate differenze significative in termini di insorgenza di trombocitopenia di grado 3/4 (riduzione del numero di piastrine nel sangue), di anemia (riduzione del numero di eritrociti nel sangue e/o dei livelli di emoglobina) o di neutropenia febbrile (una condizione in cui i pazienti si presentano con febbre associata a un basso numero di leucociti). Tra i gruppi di pazienti trattati con alemtuzumab e clorambucile, sono state segnalate differenze statisticamente significative nelle percentuali di neutropenia di grado 3/4 (una condizione caratterizzata da un basso numero di un tipo di leucociti noti come granulociti neutrofili). Tra i pazienti trattati con alemtuzumab, i più comuni eventi avversi di grado 3/4 correlati al trattamento sono stati reazioni da infusione che si verificano in seguito alla somministrazione per via endovenosa. Una sintomatologia associata alla riattivazione del Cmv si è verificata solo nel 16 per cento dei pazienti ed è stata curata con una terapia antivirale. Tra i pazienti trattati con alemtuzumab non si sono verificati decessi correlati al trattamento, mentre tra i pazienti trattati con chlorambucil si è verificato un decesso correlato al trattamento. . |
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SORIN GROUP: SIGLATO UN ACCORDO CON DATASCOPE PER LA DISTRIBUZIONE IN ESCLUSIVA DELLA LINEA DI STENT PERIFERICI SORIN L’INTESA PREVEDE UN’OPZIONE PER L’ACQUISTO DELLA LINEA DI STENT PERIFERICI SORIN |
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Milano, 13 Dicembre 2006 – Sorin Group ha annunciato di avere siglato un accordo quinquennale di distribuzione in esclusiva mondiale, esclusi Stati Uniti e Giappone, con Datascope Corp. Relativo ai prodotti della linea di stent vascolari periferici di Sorin. L’accordo raggiunto include una call option, esercitabile entro due anni, per l’acquisto di tale linea di business. Gli innovativi stent periferici di Sorin sono indicati per il trattamento delle patologie delle arterie periferiche ed utilizzano l’esclusiva tecnologia del Carbofilmtm, le cui eccezionali caratteristiche di biocompatibilità ed emocompatibilità sono clinicamente dimostrate da anni. La linea di prodotti comprende sistemi di stent - auto-espandibili ed espandibili tramite palloncino – impiegati principalmente per il trattamento delle lesioni delle arterie iliache, renali ed infrapopliteali, oltre a sistemi a palloncino da utilizzare nelle procedure di angioplastica coronaria transluminale (Pta: Percutaneous Transluminal Angioplasty). La linea di stent periferici di Sorin verrà distribuita da Intervascular, una divisione di Datascope, uno dei leader mondiali nella produzione e distribuzione di graft vascolari ai cardiochirurghi e ai chirurghi vascolari. Datascope ritiene che gli stent periferici di Sorin rappresentino un importante completamento del proprio portafoglio prodotti e che beneficeranno della struttura di vendite e marketing, dei programmi di sviluppo clinico e di prodotto di Intervascular. “Siamo convinti che questo accordo rappresenti un’opportunità unica per sostenere e rafforzare la leadership tecnologica di Sorin nel mercato della cardiologia interventista, grazie all’elevata qualità della rete commerciale di Datascope”, ha dichiarato Franco Vallana, President Cardiac Surgery Business Unit e Chief Scientific Officer di Sorin Group. “Crediamo che gli stent periferici di Sorin rappresenteranno una significativa integrazione del portafoglio prodotti di Intervascular,” ha commentato Nino Laudani, President di Intervascular. “Siamo entusiasti di mettere a disposizione le nostre strutture di vendite e marketing, i nostri programmi di formazione clinica e di sviluppo prodotto per accelerare l’introduzione di questi prodotti Sorin. La nostra riconosciuta forza nel settore della chirurgia cardiovascolare, così come l’impegno nell’innovazione tecnologica, ci dovrebbero permettere di incrementare le vendite di stent periferici e di espanderne l’utilizzo da parte dei chirurghi vascolari e dei cardiologi interventisti. ” Si stima che il mercato mondiale degli stent vascolari periferici e dei cateteri-palloncino per le procedure Pta, esclusi Stati Uniti e Giappone, sia pari a 192 milioni di dollari, e in crescita grazie ad un incremento delle procedure di diagnosi, a fattori demografici, ad una maggiore incidenza di diabete, ipertensione, obesità ed ipercolesterolemia – tutte possibili cause di patologie alle arterie periferiche. . |
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INAUGURATA NUOVA SEDE ASL CREMONA |
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Milano, 13 dicembre 2006 - Oltre 2,9 milioni di costo complessivo, 600mila dei quali finanziati da Regione Lombardia, e 2. 200 mq di superficie dislocati su tre blocchi, tutti adibiti ad uffici e a sportelli per gli utenti: è la nuova sede dell´Asl di Cremona, inaugurata ieri dall´assessore regionale alla Sanità, Alessandro Cè, alla presenza di numerose autorità istituzionali, sanitarie e religiose. La nuova sede dell´Asl è stata ricavata nel vecchio Ospedale Psichiatrico di Cremona dopo un anno di lavori che hanno portato alla nascita di un polo sanitario che ospita tutte le principali attività istituzionali e tutti i servizi al cittadino. "Oggi è un giorno di festa - ha dichiarato Cè - come ogni volta che si inaugura una struttura che riesce a migliorare l´offerta sanitaria regionale, una struttura nata, come questa, grazie alla collaborazione e alla sinergia tra il governo regionale, le Province, i Comuni e la società civile. Questa cerimonia è anche il riconoscimento dei successi ottenuti grazie a questa sinergia nel coniugare l´attività di organizzazione di un sistema sanitario così complesso come quello lombardo con la centralità della persona". Cè ha poi sottolineato la grande importanza data dall´assessorato regionale alla Sanità al ruolo delle Asl, "struttura di raccordo con il territorio e protagonista della programmazione sanitaria di concerto con gli enti locali, un ruolo decisivo destinato a crescere sempre più nel tempo". Alla cerimonia era presente anche l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni, che ha sottolineato con soddisfazione come "grazie alle risorse messe in campo dalla Regione Lombardia" sia stato restituito alla comunità di Cremona un immobile prezioso "che servirà a rendere più facile la vita ai cittadini grazie al fatto di aver riunito nello stesso luogo tutti i maggiori servizi forniti dall´Asl". . |
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PRESIEDUTO DALL’ASSESSORE ALLE POLITICHE PER LA SALUTE REMO ANDREOLLI INSEDIATO IERI A TRENTO IL COMITATO SCIENTIFICO PER LA RICERCA SANITARIA FINALIZZATA |
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Trento, 13 dicembre 2006 – Si è insediato nel pomeriggio di ieri, presieduto dall’assessore alle politiche per la salute Remo Andreolli, il Comitato scientifico per la ricerca finalizzata in provincia di Trento. Tra i principali compiti del comitato la predisposizione della proposta del programma di ricerca sanitaria finalizzata da proporre alla Giunta provinciale per la sua approvazione e per il relativo finanziamento a carico del Fondo sanitario provinciale e la definizione del bando annuale per la ricerca sanitaria finalizzata, bando che dovrà contenere tutti gli elementi utili per consentire una equa e diffusa partecipazione da parte di tutti i professionisti sanitari, la valorizzazione della coerenza con la programmazione sanitaria, la definizione dell’impatto sul miglioramento della salute dei cittadini, la definizione dell’impatto sul miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria erogata, l’integrazione fra livelli di assistenza e la multiprofessionalità, l’estensione delle partnership, il coinvolgimento prioritario dell’Università di Trento e degli Istituti di ricerca operanti sul territorio provinciale nonché le imprese locali. Ulteriore compito dell’organismo è la verifica dei risultati finali dei progetti finanziati, il loro impatto sulla realtà locale e l’eventuale loro trasferimento ed applicazione in altre realtà affini. Con il termine di “ricerca finalizzata” si intende quel tipo di ricerca che viene svolto allo scopo di trovare soluzioni pratiche e specifiche applicabili al sistema sanitario. In relazione alla ricerca sanitaria, il documento “Linee guida programmatiche di legislatura in materia di politiche per la salute”, approvate dalla Giunta provinciale nel novembre 2004, dichiara che la ricerca sanitaria e medica costituisce e costituirà, negli obiettivi della Giunta provinciale, specifico campo di approfondimento e di interesse, anche attraverso l’individuazione di risorse finanziarie appositamente dedicate. Il documento motivava l’opportunità di attivare un programma di ricerca finalizzata sanitaria al fine di consentire ai professionisti che operano all’interno del sistema sanitario di confrontarsi con altre realtà sanitarie di alto livello superando qualsiasi resistenza in termini di autoreferenzialità del sistema sanitario provinciale, e di inserirsi in processi innovativi di ampio respiro, aprendosi al confronto con le nuove frontiere della prevenzione, della cura e della riabilitazione. In questa logica i professionisti della salute sono chiamati a dare un appropriato contributo secondo il duplice approccio proprio della ricerca con le sue regole (scientifiche e di finanziamento) e le sue sensibilità etiche, nonché quello dell’assistenza che dovrà beneficiare solamente di quei risultati della ricerca che hanno maggiore probabilità di determinare un guadagno in salute delle persone e della comunità a costi sostenibili. Al fine di studiare, definire e implementare una strategia complessiva per lo sviluppo della ricerca sanitaria in provincia di Trento in tutti i suoi aspetti e secondo gli indirizzi dati, la Giunta provinciale ha approvato nel marzo di quest’anno (delibera n. 434 del 13 marzo 2006) l’Atto di indirizzo per lo sviluppo delle attività di ricerca sanitaria finalizzata in provincia di Trento”. Le principali caratteristiche del programma sono: 1. Il coinvolgimento di tutte le componenti del sistema sanitario provinciale (ospedale e territorio) 2. Il coinvolgimento di tutto il personale sanitario (professionisti della salute medici e non medici) 3. L’attribuzione all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di specifiche competenze in materia di ricerca sanitaria finalizzata da esplicare anche attraverso l’attivazione di uno specifico nucleo con il compito di supportare i professionisti della salute, dipendenti dall’Azienda stessa, nell´attività di ricerca attraverso: la definizione di studi clinici e lo svolgimento delle attività operative correlate; il sostegno, il coordinamento dell’attività e l’elaborazione delle informazioni cliniche ed epidemiologiche; il supporto alla Commissione per le sperimentazioni cliniche che opera presso l’Azienda provinciale per i servizi sanitari; le interazioni, prioritariamente, con l’Università di Trento e Istituti di ricerca operanti sul territorio provinciale per lo sviluppo di iniziative comuni. 4. Il coinvolgimento nelle iniziative di ricerca delle Scuole superiori di formazione sanitaria. 5. L’attribuzione alla Scuola di Formazione specifica in Medicina generale, attualmente gestita in convenzione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, di specifiche competenze in materia di ricerca sanitaria finalizzata da esplicare anche attraverso l’individuazione di risorse umane - in possesso di documentate competenze in materia di metodologia della ricerca e ricerca epidemiologica - in grado di supportare nell´attività di ricerca i medici di medicina generale, i medici coordinatori delle Rsa ed i pediatri di libera scelta che operano sul territorio della provincia di Trento. Il Comitato scientifico che è stato insediato oggi è così composto: Remo Andreolli, assessore alle Politiche per la salute della Provincia autonoma di Trento, con funzioni di presidente; Gianluca Salvatori, assessore provinciale alla Programmazione, Ricerca e Innovazione della Provincia autonoma di Trento; Carlo Favaretti, direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari; Andrea Zanotti, presidente dell’Istituto Trentino di Cultura; Davide Bassi, rettore dell’Università degli Studi di Trento; Andrea Segatta, dirigente generale del Dipartimento Politiche sanitarie della Provincia autonoma di Trento; Diego Loner, dirigente generale del Dipartimento Programmazione, ricerca e innovazione della Provincia autonoma di Trento; Giovanni Martini, dirigente del Servizio Innovazione e formazione per la salute della Provincia autonoma di Trento; Giuseppe Zumiani, presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Trento; Luisa Zappini, presidente del Collegio Ipasvi della provincia di Trento; Fabrizio Valcanover, direttore della Scuola di formazione specifica in medicina generale; Tiziano Vecchiato, direttore scientifico della Fondazione Zancan di Padova, in qualità di esperto; Carlo Calandra Buonaura, professore presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Modena, presidente del Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione, anche in qualità di esperto; Enzo Galligioni e Maurizio Amichetti in rappresentanza delle Associazioni o Fondazioni nel cui statuto si preveda la promozione e/o il finanziamento di iniziative di ricerca sanitaria finalizzata; Diego Conforti, funzionario del Servizio Innovazione e formazione per la salute della Provincia autonoma di Trento che svolgerà anche funzioni di segretario. Presso l’Assessorato alle Politiche per la salute verrà altresì costituita una Commissione per la valutazione dei progetti di ricerca sanitaria finalizzata che verranno presentati a seguito dell’emissione del bando di concorso. Tale commissione formulerà la graduatoria per il finanziamento dei singoli progetti nel rispetto di criteri e modalità che saranno disposti in apposito regolamento, definito dalla stessa commissione. Alla commissione per la valutazione spetta altresì il monitoraggio relativo all’andamento dei progetti finanziati, con la possibilità di fornire ai promotori supporto tecnico scientifico durante la realizzazione del progetto. Il programma di Rsf sarà finanziato a carico del Fondo sanitario provinciale a partire dall’anno 2007 per tre anni e per un importo pari a 500. 000 euro annui. |
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CIRCA LA POSIZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DELLA ASL 11 ENRICO ROSSI: "SU EMPOLI NECESSARIO UN RAPIDO CHIARIMENTO" IL DG ALESSANDRO REGGIANI È STATO RAGGIUNTO DA UN AVVISO DI GARANZIA |
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Firenze, 13 dicembre 2006 - Un rapido chiarimento: è quanto chiede l´assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi al direttore generale della Asl 11 di Empoli, Alessandro Reggiani, in relazione all´avviso di garanzia che gli è stato notificato per truffa ai danni della Regione e per evasione fiscale. "Sono venuto a conoscenza di recente - afferma l´assessore Rossi - dell´avviso di garanzia che ha raggiunto il direttore generale Reggiani. Si tratta di indagini preliminari, che non riguardano comunque accuse di corruzione o di appropriazione indebita di beni o denaro a fini personali. Confido nella personale onestà del direttore generale e nella sua capacità di dimostrare ai giudici l´estraneità ai reati contestati e la sua correttezza". "Tuttavia - prosegue l´assessore - non mi sfugge che si tratta di accuse pesanti. In particolare quella relativa alla presunta truffa ai danni della Regione che, se accertata, evidentemente costituirebbe il venir meno del rapporto fiduciario e quindi la necessità di risolvere il contratto del direttore generale. Per questo - conclude Enrico Rossi - ho ritenuto di chiedere al direttore generale di produrre quanto prima prova evidente della sua estraneità ai fatti contestati". . |
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ANAGRAFE SANITA´, RITARDI SCOPERTI DA REGIONE REGIONE LOMBARDIA REPLICA A COMUNISTI ITALIANI: NON UN EURO IN PIU´ DALLO STATO |
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Milano, 13 dicembre 2006 - Regione Lombardia non ha alcuna responsabilità nei ritardi di registrazione dei defunti nell´anagrafe sanitaria, ritardi imputabili a mancati adempimenti da parte dei Comuni. Anzi, ha il merito di aver scoperto il difetto, grazie alla Carta Siss e all´accordo con il Ministero dell´Economia che l´ha riconosciuta pochi giorni fa (30 novembre 2006) come Codice fiscale, permettendo finalmente controlli informatizzati. Il problema peraltro riguarda 31. 167 casi oggetto di verifica, in un periodo di 10 anni (1997-2006), su un totale di 830. 000 persone decedute. In ogni caso, non un euro in più la sanità lombarda ha ricevuto dallo Stato (dal quale già percepisce pro capite meno della media delle altre regioni), in quanto il riparto del Fondo sanitario nazionale si basa sui dati Istat e non sull´anagrafe sanitaria regionale. Sono cose che i Comunisti Italiani dovrebbero sapere, anche se si mostrano unicamente interessati a una polemica pretestuosa. E´ quanto spiega una Nota dell´assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, in relazione alle notizie circolate negli ultimi giorni sull´aggiornamento dell´anagrafe sanitaria. Queste il testo integrale della Nota di Regione Lombardia. 1 - L´aggiornamento dell´anagrafe sanitaria regionale si deve all´accordo fra Regione Lombardia e il Ministero dell´Economia che ha portato al riconoscimento della Carta Siss quale Codice Fiscale con decreto ministeriale del 30 novembre 2006. In sede di verifica delle procedure, lo scorso mese di settembre, il Ministero dell´Economia ha comunicato finalmente i Codici Fiscali soggetti a verifiche per persone risultanti decedute; Lombardia Informatica ha immediatamente avviato le procedure di verifica e aggiornamento dell´anagrafe sanitaria regionale. 2 - Questo aggiornamento permetterà di superare la criticità con i Comuni che non rispettano per tempo gli adempimenti relativi alla trasmissione degli aggiornamenti anagrafici. 3 - I nominativi delle persone decedute oggetto di verifica, per il periodo 1997-2006, ammontano a 31. 167. In tale periodo sono deceduti circa 830. 000 cittadini lombardi, mentre la popolazione lombarda è aumentata da 9 milioni a 9,5 milioni. Ne consegue pertanto che l´anagrafica sanitaria regionale della Lombardia è aggiornata, al contrario di quanto avviene in altre Regioni di cui recentemente la cronaca si è occupata, verificando percentuali di molto superiori a quelle di Regione Lombardia. 4 - Non è possibile che il numero di cittadini deceduti possa aver avuto influenza sul riparto del Fondo sanitario, poiché il calcolo viene effettuato non sull´anagrafica sanitaria regionale, bensì sulla popolazione residente al 1 gennaio dell´anno comunicata ufficialmente dall´Istat. 5 - Da più anni Regione Lombardia agisce sulla questione dell´aggiornamento delle anagrafi fornendo indirizzi precisi alle Asl, che possono stipulare convenzioni con i Comuni per avere in tempo reale gli aggiornamenti sulla popolazione. Le Asl inoltre possono e devono ottenere dai Medici di Medicina generale e dai Pediatri di Libera scelta quella collaborazione, sancita anche dalla convenzione nazionale, per avere il numero degli assistiti effettivi, da cui dipende anche il loro compenso. . |
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RINVIATO L’INCONTRO SCIENTIFICO “NUOVE FRONTIERE IN CHIRURGIA VERTEBRALE MINI-INVASIVA” |
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Aosta, 13 dicembre 2006 – L’assessorato della Sanità, Salute e Politiche sociali, comunica che l’incontro scientifico “Nuove Frontiere in chirurgia vertebrale mini-invasiva” previsto per sabato prossimo 16 dicembre, alle ore 9, alla Biblioteca Regionale di Aosta non avrà luogo. L’incontro è stato posticipato a data da destinarsi. . |
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PRESENTATA NEL CORSO DI UN CONVEGNO LA RICERCA “RAPPORTO GENDER SALUTE” DONNE E UOMINI A CONFRONTO” |
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Bolzano, 13 dicembre 2006 - Si è svolto ieri mattina nell’Auditorium del Palazzo provinciale 2 in via Crispi a Bolzano il convegno “Rapporto Gender salute. Donne e uomini a confronto” nel corso del quale è stato presentato l’omonimo rapporto elaborato dall’Istituto provinciale di statistica (Astat). Nel corso del convegno, aperto dagli indirizzi di saluto degli assessori Luisa Gnecchi e Richard Theiner, dopo gli interventi del direttore dell’Astat, Alfred Aberer, e della vicedirettrice, Johanna Plasinger, le autrici Angela Giungano, Cristina Irsara, Maria Plank, Annalisa Sallustio e Michela Zambiasi, hanno illustrato i dati più significativi emersi dalla ricerca. Lo stato di salute percepito da oltre l’80% degli intervistati si colloca a livelli piuttosto alti (molto buono o buono) con una prevalenza tra gli uomini (83,9%) rispetto alle donne (78,4%). Dall’indagine emerge che il 12,8% delle donne e l’8,9% degli uomini nei 12 mesi precedenti l’indagine hanno effettuato la vaccinazione antinfluenzale. Poco più della metà della popolazione controlla il proprio peso almeno una volta al mese, il 36,1% lo controlla una volta all’anno. Per quanto riguarda l’abitudine al fumo degli intervistati la percentuale più alta di fumatori si registra nella classe d’età tra i 20 ed i 29 anni, segue la classe d’età dai 14 ai 19 anni in cui più di un quarto delle persone fuma. Circa la metà della popolazione condivide l’opinione che le diverse tecniche di medicina alternativa siano utili. Tra i trattamenti ritenuti più utili vi sono trattamenti manuali e l’omeopatia, rispettivamente con il 51,2% ed il 48,5%. Per genere sono più le donne a dare fiducia alla medicina non convenzionale rispetto agli uomini. La ricerca ha dedicato uno spazio particolarmente significativo alle malattie cronico – degenerative presenti in Alto Adige, con particolare attenzione verso quelle più presenti tra la popolazione della provincia di Bolzano. Queste patologie risultano essere oggi, a causa di molteplici fattori, sempre più diffuse tra le persone: il 19% degli intervistati ha dichiarato di essere affetto da malattie di tipo cronico (16,7% uomini, 21,1% donne). Le malattie croniche più diffuse sono l’ipertensione (10,9%), le allergie (10,6%), l’artrosi/artrite (9,5%) e l’emicrania o cefalea (8,6%). La ricerca analizza inoltre l’età di prima diagnosi delle principali malattie croniche, il consumo di farmaci legato a queste patologie e la frequenza di diagnosi delle stesse. Per quanto riguarda il capitolo relativo alla gravidanza, al parto ed all’allattamento dalla ricerca emerge che negli ultimi anni in provincia di Bolzano vi è stata una lenta ripresa della natalità, sintetizzabile con il tasso di fecondità che a partire dal 2003 si è mantenuto costantemente al di si sopra del valore di 1,50 figli per donna. Nel contempo si registra anche un progressivo aumento dell’abortività spontanea. Solo nel 2005 sono stati notificati 674 casi, che rapportati alle nascite dell’anno corrispondono a 122,0 casi ogni 1. 000 nati vivi. Una percentuale molto alta di donne è in possesso di informazioni relative alla diagnosi prenatale (92,4%), più nei comuni urbani (95,4%) che in quelli rurali (90,4%). La diagnosi precoce di patologie che colpiscono le donne, come il tumore alla mammella o del collo dell’utero, negli ultimi anni ha registrato un’intensificazione con programmi di prevenzione quali le campagne di informazione e di screening. Www. Provincia. Bz. It/astat . |
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´´LA CONDIZIONE DELL´INFANZIA NEL MONDO 2007´´ |
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Roma, 13 dicembre 2006 - E´ stato presentato l’11 dicembre 2006 a Roma dal Presidente dell’Unicef Italia, il Rapporto annuale dell’Unicef “La condizione dell’infanzia nel mondo 2007”, alla presenza del Ministro delle Politiche per la Famiglia e del Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia. Secondo il rapporto, l’influenza delle donne nelle decisioni più importanti migliora non solo la loro vita ma anche quella dei figli, con effetti positivi sul benessere dei bambini e sul loro sviluppo. Tuttavia, nonostante sia molto progredita la condizione femminile nel corso degli ultimi decenni, sulla vita di milioni di donne e bambine continuano a gravare discriminazioni di vario tipo, mancanza di potere e povertà. Il rapporto rileva altresì che le donne non sempre hanno pari possibilità di partecipare alle decisioni familiari fondamentali, il che può avere conseguenze negative per i bambini; e che nelle famiglie dove sono soprattutto le donne ad assumere le decisioni fondamentali, la quota di risorse destinate ai bambini è di gran lunga maggiore rispetto a quelle in cui le donne hanno un ruolo meno incisivo. Inoltre, le disparità di genere nel reddito possono diminuire o limitare le risorse a disposizione per i diritti fondamentali dei bambini, come, per esempio, un’adeguata forma di istruzione, di assistenza sanitaria, di alimentazione. In conclusione, “La Condizione dell’infanzia nel mondo” dimostra come, promuovendo l’uguaglianza di genere ed il ruolo delle donne, si imprima un effetto propulsivo ad ogni altro possibile obiettivo: dalla riduzione della povertà e della fame alla salvaguardia della vita dei bambini; dal progresso della salute materna alla garanzia dell’istruzione universale; dalla lotta all’Hiv/aids a quella contro la malaria ed altre malattie, fino a garantire, in pari tempo, la sostenibilità ambientale. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/rapporto_unicef_2007/index. Html . |
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FORMIGONI: LOTTA A DROGA PRIORITA´ PER ISTITUZIONI |
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Milano 12 dicembre 2006 - "La lotta alla droga deve diventare una priorità nell´agenda di tutte le istituzioni, come problema di cultura, di sanità e di sicurezza". E´ quanto scrive il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni in un messaggio inviato al convegno "Le via d´uscita dal futuro", promosso dal dipartimento Dipendenze dell´Asl di Milano. "I dati emersi dallo studio - afferma il presidente - confermano le dimensioni drammatiche di questo fenomeno che, senza un tempestivo intervento, è destinato ad espandersi ulteriormente nei prossimi anni". Formigoni non condivide il provvedimento dell´attuale Governo, che ha soppresso il Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga "senza prevedere un adeguato sistema di coordinamento, con la conseguenza di ridurre l´efficacia dell´intervento nel campo della tossicodipendenza". "Come Governo lombardo - prosegue Formigoni - siamo invece fermamente convinti che, per combattere incisivamente questo fenomeno, occorra andare proprio nella direzione opposta, elaborando una strategia globale in cui siano attivamente coinvolti tutti gli attori impegnati nella lotta alla droga, dalle forze dell´ordine, agli operatori nel campo della formazione e della sanità". "Proprio per questo - sottolinea il presidente - intendiamo sostenere la realizzazione in Lombardia del progetto sperimentale di un Osservatorio Regionale delle Dipendenze, avviato dall´Asl di Milano, quale strumento in grado di prevedere l´evoluzione del consumo di droga e quindi di individuare gli interventi adeguati non solo a ridurre il fenomeno, ma soprattutto a prevenirne le cause. . |
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IL TELETHON FRANCESE RACCOGLIE FONDI PER LA RICERCA SULLA DISTROFIA MUSCOLARE |
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Bruxelles, 13 dicembre 2006 - Grazie al Telethon francese, che quest´anno si è svolto l´8 e il 9 dicembre, sono stati raccolti 101,5 Mio Eur per la ricerca medica sulla distrofia muscolare. La manifestazione benefica, organizzata dall´Associazione francese per la distrofia muscolare (Afm), è giunta alla sua 20ª edizione e consiste in uno spettacolo televisivo di 30 ore accompagnato da decine di migliaia di appuntamenti a livello locale per sensibilizzare il pubblico al problema delle malattie genetiche rare. Le donazioni promesse da circa 22 000 persone saranno destinate a finanziare Genethon, un laboratorio con sede in Francia che si occupa di ricerca e applicazioni nelle bioterapie per le malattie genetiche rare, ritenute incurabili. Dal 1991, anno in cui è stato istituito, il laboratorio è riuscito, grazie alle donazioni del pubblico francese, a mappare i geni responsabili di oltre 700 malattie, tra cui le malattie neuromuscolari, il tumore alla prostata, alcuni tipi di diabete, la schizofrenia e la sindrome di Rett. Il laboratorio inoltre sviluppa terapie geniche e cellulari per malattie muscolari rare, come la sindrome di Wiskott-aldrich, la distrofia muscolare di Duchenne e il deficit di gamma-sarcoglicano. Secondo Laurence Tiennot-herment, presidente dell´Afm, sono attualmente in corso nel laboratorio circa 30 sperimentazioni cliniche per 25 diverse malattie, e il costo annuo per ogni test ammonta fino a 9 Mio Eur. «Senza la generosità del pubblico non potremmo continuare [questa attività]», ha dichiarato. Http://www. Afm-france. Org http://www. Genethon. Fr/ . |
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ASPHALTICA/URBANIA: A PADOVA NUOVE IDEE E SPERIMENTAZIONI PER LA CITTA’ IN MOVIMENTO FINO AL 15 DICEMBRE 2006 ALLA FIERA DI PADOVA |
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Padova, 13 dicembre 2006 – Apre oggi la terza edizione di Asphaltica, il Salone delle Attrezzature e tecnologie per pavimentazioni e infrastrutture stradali, alla Fiera di Padova fino a venerdì 15 dicembre 2006. La rassegna, organizzata in collaborazione con Siteb ( Associazione Italiana Bitume Asfalto Strade) offre ai principali attori del comparto delle strade e della viabilità, a chi opera negli enti pubblici che si occupano d’infrastrutture viarie a livello comunale, regionale e provinciale e ai privati, l’occasione di conoscere le innovazioni tecnologiche e le applicazioni dell’asfalto. Presenti in questa edizione 180 espositori su 22. 300mq, con presenze europee e in particolare dalla Gran Bretagna, oltre a importanti compagnie petrolifere quali Esso e Total. In mostra i nuovi materiali e le tecnologie in grado di migliorare la sicurezza degli automobilisti e dei lavoratori e le ultime soluzioni per ridurre l’impatto ambientale delle strade, dai bitumi colorati ai fonoassorbenti, dagli asfalti drenanti alle tecnologie per il riciclaggio delle vecchie pavimentazioni. Riqualificazione urbana, innovazione tecnologica e ambientale, i temi al centro della sezione congressuale con workshop su tecnologie per il riciclaggio e recupero, materiali innovativi e tecnologie per i conglomerati a bassa temperatura, nuovi approcci ingegneristici per la progettazione dei materiali stradali. Tra gli eventi in rassegna, il concorso nazionale per fotografi “di strada” “L’asfalto d’autore” che premierà gli scatti più significativi sul tema della trasformazione del paesaggio urbano tramite l’asfalto. In giuria, oltre ad Anas, Siteb, Triennale di Milano anche Paolo Piccozza artista celebre per usare il bitume come materia primaria dei suoi lavori Completa la manifestazione, Urbania, il Salone dedicato al traffico, ai trasporti e all’arredo città, con soluzioni tecnologiche e incontri per risolvere i problemi di maggiore attualità della città in evoluzione. . |
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PROWINTER 07 L’IMPEGNO PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E IL PATROCINIO DELLA FIS |
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Milano, 12 dicembre 2006 - Dopo sei edizioni caratterizzate da un sempre maggior interesse e da una continua e forte crescita dimensionale, Prowinter è ormai considerato il più importante e significativo momento d’incontro annuale per i professionisti degli sport invernali. Nell’aprile scorso, ben 9. 500(*) titolari di noleggi e di negozi di articoli sportivi, skimen, direttori di scuole di sci e dirigenti di club, manager di stazioni sciistiche, guide alpine, maestri di sci e snowboard, nonché operatori di altri comparti turistico-sportivi della montagna, hanno visitato la rassegna. Il successo consolidato non ha però distolto la Direzione di Fiera Bolzano dal costante impegno per dotare la manifestazione di contenuti sempre attuali e in linea con le esigenze del mercato. Nel passato recente si è, peraltro, fatta più viva l’attenzione nei confronti di Prowinter da parte dei mercati transalpini che non godono delle opportunità offerte da un evento espositivo analogo. Per questo Fiera Bolzano, in occasione della settima edizione, ha deciso di incentivare il processo di internazionalizzazione della manifestazione con investimenti pubblicitari mirati su tutto l’arco alpino europeo. Tale strategia ha meritato il conferimento dell’ambito patrocinio della Fis (Federazione Internazionale Sci) che ha riconosciuto il valore promozionale della fiera anche oltre confine. Il prestigio e la funzione di motore di sviluppo del settore, unanimemente riconosciute a Prowinter, saranno quindi confermate non solo dalla consueta e apprezzata qualità dell’esposizione ma anche da un’assidua ed efficace attività dedicata all’espansione e all’ottimizzazione. L’appuntamento per l’edizione 2007 è a Fiera Bolzano dal 12 al 14 aprile prossimi. . |
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ARTE: MERCATO IN CRESCITA E PREVISIONI MODERATAMENTE POSITIVE PER IL 2007; ECCELLE LA FOTOGRAFIA |
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Bologna, 13 dicembre 2006 - Investire nella bellezza è sempre più attraente: cresce il mercato dell’arte nel 2006 e le previsioni per il 2007 sono moderatamente positive. Nomisma stima a preconsuntivo, un valore del mercato italiano dell’arte 2006 di 554 milioni di euro in crescita del 5,5% rispetto al 2005. Sono soprattutto l’arte moderna e contemporanea a mantenere vivace il settore, nella pittura come nella scultura, nei disegni come nella fotografia. Quest’ultima rivela un appeal particolarmente spiccato: i prezzi medi nel 2006 sono cresciuti del 16,4% contro una crescita dei prezzi medi di tutte le arti prese in esame del 7,1%. Il secondo rapporto 2006 sul mercato dell’arte, curato dal Laboratorio per il commercio del beni artistici e diretto da Stefano Stanzani, evidenzia che gli oggetti trattati dalle rivendite d’arte interpellate sono in percentuale soprattutto quadri (la pittura rappresenta il 46% del mercato), sculture (30%), disegni (15%). I principali clienti sono collezionisti (67,3%), rivendite (19,6%), banche e fondazioni (5,3%) musei (3,7%), investitori (2,9%). " . |
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CATALOGAZIONE BENI CULTURALI, INTESA CON GOVERNO PRIMO PASSO PER IL CENTRO REGIONALE DI DOCUMENTAZIONE RICERCA |
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Milano, 12 dicembre 2006 - Coordinare le attività di catalogazione dei beni culturali per offrire un panorama sempre più ricco e aggiornato del patrimonio; promuovere lo sviluppo di un sistema informativo che garantisca la disponibilità di diversi archivi. Sono questi due dei principali scopi della "Intesa tecnica per la catalogazione dei Beni culturali" sottoscritta questa mattina a Milano da Regione Lombardia e Ministero per i beni e le Attività culturali. Nel ricordare come la catalogazione dei beni culturali sia uno "strumento essenziale per la tutela e valorizzazione del patrimonio", l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, ha sottolineato come la Regione sia impegnata da molti anni e in maniera importante in questo campo con un lavoro di cui viene unanimemente riconosciuta "la validità tecnica e operativa". "Siamo fieri di questo accordo - ha proseguito Zanello - perché lo Stato non solo riconosce il nostro lavoro ma avvia una collaborazione con noi per estendere il nostro modello anche ad altre realtà. Questo dimostra ancora una volta la capacità di governo della Regione, esercitata in piena sintonia con lo Stato centrale". Nel corso dell´incontro - al quale hanno partecipato tra gli altri Pietro Petraroia (Direttore generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia), Maria Rita Sanzi Di Mino (Direttore dell´Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero) e Carla Di Francesco (Direttore regionale per i Beni culturali e Paesaggistici della Lombardia) - è stato ricordato come la Lombardia sia uno dei centri d´eccellenza nelle attività di catalogazione e nei sistemi informativi che riguardano i beni culturali, con un impegno che coinvolge non solo la stessa Regione ma anche enti locali, musei, diocesi, università, centri di ricerca e associazioni. Da questo punto di vista, l´intesa tecnica sottoscritta oggi costituisce anche il primo tassello in vista della realizzazione di un Centro regionale di documentazione, catalogazione e ricerca applicata ai beni culturali, in grado di diventare un punto di riferimento stabile per tutte le realtà coinvolte nei processi di catalogazione. Regione Lombardia ha avviato fin dal 1992 il Sirbec (Sistema Integrato di documentazione dei beni culturali) e nel 1998 lo ha allineato agli standard nazionali. Il Sistema comprende 500. 000 beni catalogati (architetture, fotografie, beni storico-artistici e archeologici, strumenti scientifici e tecnologici, stampe, ecc), può contare su oltre 200 partner e su un nuovo sito (www. Lombardiabeniculturali. It) sul quale, in accordo con i diversi soggetti coivolti, vengono pubblicate mensilmente informazioni sui beni catalogati. . |
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BENCHÉ NON SIA MIA PROFESSIONE... MICHELANGELO E IL DISEGNO DI ARCHITETTURA FIRENZE, CASA BUONARROTI, 16 DICEMBRE 2006-19 MARZO 2007 |
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Firenze, 13 dicembre 2006 - I più bei disegni di architettura di Michelangelo saranno esposti in Casa Buonarroti a Firenze dal 16 dicembre 2006 al 19 marzo 2007. La grande rassegna presenterà tutte le opere ospitate a Vicenza presso il Centro Internazionale di Studi d´Architettura Andrea Palladio nella prima tappa della mostra, ma sarà arricchita da altri, fondamentali fogli del Buonarroti che non è stato possibile portare a Vicenza. Ad accogliere i visitatori sarà lo stesso Maestro proposto in un grande dipinto cinquecentesco che lo raffigura nel suo studio. L´antica tela sarà idealmente messa a confronto con un sorprendente "ritratto dal vivo" di Michelangelo, opera del fotografo Pino Guidolotti: una inedita serie di immagini digitali, montate in sequenza, del celeberrimo busto di Michelangelo, realizzato da Daniele da Volterra ed esposto in originale in Casa Buonarroti nella "Camera della Notte e del Dì". Nelle quattro sale espositive a piano terra e in un´ampia sala al primo piano della Casa Buonarroti si avrà una visione ravvicinata ed intensa dei più importanti disegni michelangioleschi di architettura. Nella straordinaria edizione fiorentina, la mostra presenta ben 39 disegni originali; inoltre, un ampio apparato didattico multimediale consentirà di verificare la genesi delle architetture michelangiolesche, dal primo momento creativo sino all´opera compiuta. Da una mostra come questa emerge una dimensione nuova dell´artista. "Nelle sue architetture - afferma Howard Burns che, con Caroline Elam e Guido Beltramini, ha curato la mostra - Michelangelo scrive poesia. In senso letterale perché non è raro trovare versi appuntati dal Maestro accanto agli schizzi di architettura, quasi ad esprimere di getto l’emozione sorta dall’aver ´inventato´ forme armoniche, poetiche appunto. Ma anche perché si serve, nelle sue architetture non di figure scolpite, ma di capitelli e basamenti, luce e ombra, che evocano i grandi temi poetici della Vita e della Morte, dell´Amore, del Tempo e della Fama". Michelangelo architetto è stato grande, grandissimo, interprete, assolutamente all´altezza di quanto ha raggiunto in pittura, scultura e poesia. L´approfondita ricerca scientifica che ha preceduto questa fondamentale mostra ha portato anche a numerose nuove scoperte. Da questa esposizione e dagli studi raccolti nel catalogo, edito da Marsilio, emerge un Michelangelo ancora più "titanicamente poeta", afferma Burns. Tra le numerose novità, la scoperta del primo disegno di architettura oggi conosciuto del Maestro, un foglio con schizzi sul recto e sul verso, prima solo attribuito e ora documentato di sua mano. Burns, con l´ausilio di nuove tecnologie digitali, ha scoperto il disegno originale di mano di Michelangelo sotto il ripasso a inchiostro di un suo allievo, e sullo stesso foglio un’annotazione di misure espresse in braccia fiorentine, anch´essa autografa del Maestro. Lo studioso ha inoltre dimostrato che il verso di questo disegno raffigura, della chiesa fiorentina di San Felice in Piazza, il progetto degli addobbi per la festa annuale della chiesa. Michelangelo passò poi il foglio all´amico Jacone che aveva avuto l´incarico di lavorare a questi effimeri ornamenti. Le ricerche (che, nei secoli, su Michelangelo architetto sono state meno intense che sugli altri aspetti della sua arte) hanno anche portato ad assegnare a lui un edificio sino ad oggi ritenuto di architetto anonimo del Cinquecento, il Palazzo di Baccio Valori, oggi noto come Galli Tassi, in via Pandolfini a Firenze. Riunire tante opere originali di questo livello non è stata impresa facile. Determinante è risultata la costante condivisione del progetto tra il Centro Internazionale di Studi di Architettura "Andrea Palladio" e la Fondazione Casa Buonarroti. La direttrice dell´istituzione, Pina Ragionieri, che ha lavorato a fianco dei curatori nella elaborazione e costruzione dell´iniziativa, così ne parla: "Dobbiamo riportarci a tempi abbastanza vicini a noi per vedere compresi e valutati nel loro intrinseco valore i disegni di architettura; e l´esposizione voluta dal Centro Internazionale Palladio, alla quale la Casa Buonarroti si è con impegno e partecipazione associata, si rivela molto utile anche in questo senso. Qui si parla infatti di disegni d´architettura di Michelangelo e se ne mostrano esempi insigni proclamandone l´intrinseco valore. Qui si celebra la forza e la bellezza del progetto in sé. La Casa Buonarroti possiede il numero più alto al mondo di disegni di architettura di Michelangelo; ecco una occasione degna e ottima per parlarne e per farne conoscere la portata al pubblico delle persone colte, anche se non esplicitamente addette ai lavori". Non meno preziosa la disponibilità del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, e delle raccolte inglesi dell´Ashmolean Museum di Oxford e della Christ Church della stessa città, che hanno prestato per le due sedi fogli di grande rilievo mai esposti in Italia. . |
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AL PAC DI MILANO ESPONE GRAZIA TODERI |
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Milano, 13 dicembre 2006 - Il Pac prosegue la programmazione 2006 con la mostra di Grazia Toderi che presenta nuove opere create per l’occasione e un’ampia raccolta dei suoi video. Nella ricerca di Grazia Toderi (Padova, 1963), una delle più interessanti personalità emerse nella generazione artistica italiana dell’ultimo decennio, il teatro lirico italiano è un elemento fondamentale, presente al Pac con l’ultimo lavoro, inedito, realizzato con la collaborazione del Teatro alla Scala di Milano la scorsa estate. Grazia Toderi ha dedicato video di grande bellezza al Teatro La Fenice di Venezia, al Teatro Rossini di Pesaro, al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Comunale di Ferrara e a quello di Modena e ad altri più periferici, piccolissimi e preziosi. Attraverso la rilettura di questi luoghi decisivi nella cultura musicale, artistica e architettonica italiana Grazia Toderi propone un’interazione tra il patrimonio storico e il linguaggio contemporaneo dell’arte visiva. Ha inoltre, spesso, preso a tema le architetture a pianta centrale, arene e stadi italiani, europei e americani. Le sue immagini di queste architetture, rielaborate e arricchite da luci e movimenti, si trasfigurano in corpi siderali che si fanno tramite e luogo di sintesi tra lo spazio cosmico e quello umano. Al Pac un flusso continuo coinvolge tutto lo spazio ed evoca appunto il rapporto tra terra e cielo. Nelle due proiezioni del nuovo video Scala nera, 2006, l’immagine del Teatro alla Scala è virata in una tonalità che allude al buio nel momento in cui sta per iniziare lo spettacolo. In una proiezione l’immagine è frontale; nell’altra il teatro, raddoppiato in modo da costituire una ellissi circondata dai palchi, ruota attorno al proprio asse. L’ovale nero, nucleo germinale e segreto, crea un’attrazione ipnotica. Da un lato la sua forma ellittica ci riporta al lavoro sugli stadi; dall’altro evoca una grande bocca che ricorda i ritratti dei personaggi delle commedie di Plauto, o del Giardino di Bomarzo. Questa ellissi nera diventa simbolo di una sedimentazione così profonda da diventare imperscrutabile. L’altro nuovo lavoro si intitola Rosso Babele, 2006, due proiezioni video. Attraverso la sovrapposizione di riprese di città appare una materia rossastra, brulicante di luci, dalla quale si innalza, si sgretola, sprofonda una torre, formata dalla stratificazione di centinaia di livelli di trasparenza. Una moderna Torre di Babele che si intreccia alla moltitudine di città indistinte dove, sempre più spesso, il significato profondo del linguaggio fluttua tra crescita, moltiplicazione e distruzione, tra eccesso di informazione e impoverimento del messaggio. Il titolo si collega a quella tonalità notturna delle lampade ai vapori di sodio dell’illuminazione stradale. Un colore rossastro che non esiste nella tavolozza e che Toderi chiama “Rosso Babele”, proprio per la sua mobilità e indefinitezza per lo sguardo, ma anche per l’ossessivo sovrapporsi di livelli che attornia la Babele che stiamo attraversando. La mostra si articola in un’ampia sequenza di proiezioni tra le quali troviamo: Zuppa dell’eternità e luce improvvisa, 1994, dove l’artista tenta di camminare e aprire un ombrello completa-mente immersa in una piscina, sperimentando l’assenza di gravità, tema che ritroveremo poi nel video dedicato alle riprese televisive dello sbarco sulla Luna, Nata nel ’63, 1996, in Ragazzi caduti dal cielo, 1998, e ne Il fiore dele 1001 notte, 1998, che collegano lo spazio dell’immaginazione filmica a quello cosmico. Il legame con la televisione e i media riappare nei video dedicati alle riprese televisive degli stadi, Il decollo, 1998, San Siro, 2000, Diamante, 2001, e in Q, 2003, ispirato invece al famoso quiz televisivo italiano “Rischiatutto”. Il rapporto reale e simbolico con lo spazio siderale trova un’ulteriore lettura nelle immagini prese dall’alto di Mirabilia Urbis, 2001, e di Milano, 2003, dove le luci intermittenti che brillano tra il tessuto urbano creano un collega-mento con le costellazioni, e in Empire, 2002, dove nell’immagine satellitare notturna degli Usa, anch’essa brulicante di luci, sembra quasi che quei punti luminosi provengano dalla terra stessa e si immergano nel firmamento. L’attenzione ai monumenti architettonici storici ritorna in Rendez-vous, 2005, che riprende, in una doppia proiezione, la cupola della chiesa - progettata da Juvarra - di Sant’uberto nella Reggia della Venaria Reale, vicino a Torino. Come di consueto, la mostra sarà accompagnata da un programma di attività didattiche per ragazzi, visite guidate per singoli visitatori e gruppi. Si terranno, inoltre, l’undicesima rassegna di Pacinconcerto - concerti di musica contemporanea legati ai contenuti della mostra - altri eventi e conferenze sul tema, e l’iniziativa Domeniche al Pac, 5 domeniche ad ingresso gratuito: 17 e 24 dicembre, 7 e 21 gennaio, 4 febbraio. . |
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VINCENZO MOLLICA SCARABOCCHI SENZA FISSA DIMORA |
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Roma, 13 dicembre 2006 - La mostra "Scarabocchi senza fissa dimora" ospitata nella Sala Giubileo dell´Ala Brasini presso il Complesso del Vittoriano dal 15 dicembre 2006 al 7 gennaio 2007, intende offrire una originale panoramica sull´attività di disegnatore del noto giornalista fino ad oggi poco conosciuta. Vincenzo Mollica, per gioco e per passione ha dato vita ad una serie di soggetti pittorici che ne mettono in evidenza l´estrema versatilità e arguzia. Il filo conduttore è quello dell´arte contemporanea - ma non solo - rivisitata in chiave fantastica e con un sottile filo di ironia. Dai geniali e intriganti "Molligliani" che riproducono alcuni dei più noti capolavori e ritratti di Amedeo Modigliani, alle rivisitazioni di Hopper, fino alla creazione del Boopismo, ironica e fantasiosa avanguardia artistica del Novecento, indagata in tutte le sue forme, nelle opere di molti altri esponenti dell´arte contemporanea, in cui troneggia l´immagine di Betty Boop. L´esposizione si avvale del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali -, della Regione Lazio - Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport -, della Provincia di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali. La mostra è a cura di Alessandro Nicosia in collaborazione con Gina Ingrassia. L´organizzazione generale è curata da Comunicare Organizzando. . |
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LA SPERANZA INDUSTRIALE IN VALSUGANA NELLE FOTOGRAFIE DI ENRICO MINASSO |
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Trento, 13 dicembre 2006 - Ricostruire storicamente, da un lato, la presenza industriale in Valsugana nel secondo Novecento prestando attenzione anche agli interventi politici che ne hanno condizionato lo sviluppo e, dall’altro, rilevare la memoria del processo di industrializzazione presso la popolazione locale e l’immagine che le nuove generazioni hanno sia dell’esperienza lavorativa dei propri padri, che nelle prospettive per il futuro. Questo l’intento che motiva il progetto “La speranza industriale. Sviluppo e modernizzazione della Valsugana 1950-1990” realizzato dalla Provincia – Servizio Attività culturali in collaborazione con l’Università di Trento – Dipartimento di Economia, l’Associazione Industriali, il Comune di Borgo Valsugana ed il Museo Storico in Trento. Iniziativa inserita nel più ampio Progetto Memoria per il Trentino, che, dopo il seminario del maggio scorso dedicato allo sviluppo locale e alla programmazione in Trentino nel secondo Novecento, entra nel vivo con una serie di appuntamenti, il primo dei quali – sabato 16 dicembre – l’inaugurazione allo Spazio Klien di Borgo Valsugana della mostra fotografica di Enrico Minasso “Industrie in Valsugana”. La mostra – presentata ieri in Provincia nel corso di una conferenza stampa - racconta la realtà industriale attuale dando testimonianza di una nuova sensibilità verso il paesaggio industriale. Le fabbriche fissate dall’obiettivo di Minasso non solo rappresentano un patrimonio in quanto frutto dell´ingegno umano e tappa della nostra evoluzione tecnologica, ma sono anche la testimonianza viva di fatiche, di lotte sindacali, di fortune economiche. Una sensibilità che ritiene gli edifici industriali spesso abbandonati in seguito al superamento dei processi produttivi e a una diversa organizzazione del lavoro, un patrimonio culturale importante da salvaguardare e tramandare alle future generazioni, come espressione del nostro operare e della nostra cultura materiale. Una sensibilità che è ormai diffusa, come ha mostrato alcuni anni fa la mobilitazione per la salvaguardia dell’edificio della ex filanda, testimonianza di archeologia industriale. E proprio alla necessità di non cancellare dalla memoria collettiva le testimonianze del passato industriale del Trentino ha fatto riferimento la vicepresidente e assessore alla cultura Margherita Cogo, che ha spezzato una lancia in favore di una presenza, nel futuro comparto che sorgerà sull’area della ex Michelin, di una testimonianza della storica fabbrica, della quale non è rimasto oggi nemmeno un muro. “Il progetto sull’industria in Valsugana – ha affermato – si collega a temi che sono di straordinaria attualità, quali il futuro della manifattura in Italia, il problema dell’energia, dei grandi insediamenti industriali dentro le città che hanno modificato non solo il territorio ma la società stessa. Vogliamo chiederci, anche, quali sono stati i limiti della programmazione provinciale e come ripensare il futuro del nostro territorio partendo anche dall’industria, sapendo che il Trentino del terzo Millennio deve puntare sulla qualità dello sviluppo”. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Gianluigi Bozza, dirigente del Servizio attività culturali (“La mostra e il convegno che ci sarà a gennaio aprono una finestra su cosa è oggi la fabbrica e il lavoro operaio, un mondo che non è più quello di un tempo ma che continua ad esistere”), il direttore del Museo Storico in Trento Giuseppe Ferrandi (“Storia e memoria sono un binomio che porta a discutere del futuro”), l’assessore alla cultura del Comune di Borgo, Emanuele Montibeller (“C’è una stretta connessione positiva tra mondo culturale e mondo industriale, se è importante la memoria storica è importante anche avere una prospettiva sul futuro”) e il professor Andrea Bonoldi, che ha tratteggiato il percorso industriale del quale è stata protagonista, in ritardo rispetto al resto del paese, la Valsugana e del ruolo avuto dalla pianificazione territoriale. La mostra – promossa dal Comune di Borgo Valsugana, dalla Provincia autonoma di Trento, dal Sistema culturale Valsugana Orientale e realizzata da esaExpo - sarà inaugurata sabato 16 dicembre 2006 alle ore 18,30 a Borgo Valsugana presso lo Spazio Klien, in Piazza Degasperi, 20 e rimarrà aperta fino al 21 gennaio 2007 (orari: da martedì a sabato 10. 00-12. 00 / 16. 00-19. 00, domenica 10. 00-12. 00, chiuso tutti i lunedì, il 25 dicembre e l’1 gennaio). All’interno della mostra ci sarà anche uno spazio per la raccolta di videointerviste ai protagonisti – amministratori comunali, sindacalisti, operai, industriali - della storia industriale della Valsugana. Altri eventi completano il programma del progetto “La speranza industriale”. Il 12 gennaio, ore 20,30, nella sala video della Biblioteca comunale di Borgo Valsugana sarà presentata una rassegna di film (“La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri, “I compagni” di Mario Monicelli, “La vita agra” di Carlo Lizzani le pellicole in programma). Sabato 20 gennaio, alle ore 9, presso la Filiera Agroalimentare Trentina (ex Malerba), si terrà invece il convegno “La speranza industriale: sviluppo e modernizzazione in Valsugana (1950-1990) in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento – Dipartimento di economia e l’Associazione per lo sviluppo della Valsugana. Enrico Minasso, classe 1961, svolge l’attività di fotografo dal 1986. È un professionista che si occupa principalmente di fotografia pubblicitaria, architettura, cerimonia, ritratto e reportage industriale ed antropologico. Dall’incontro, nel 1997, con il fotografo Eric Hartman, già presidente di Magnum Photos, derivano sia un’irrinunciabile attrazione per il bianco nero che un’importante svolta nelle proprie ricerche fotografiche. Stampatore Fine Art d’eccezione, ha esposto sue opere, rigorosamente bianco nero, in prestigiose gallerie sia in Italia che in Svizzera. Costantemente impegnato nella ricerca personale attraverso l’utilizzo meno convenzionale dei materiali fotografici, da diverso tempo predilige la tecnica del foro stenopeico, ovvero l’utilizzo di fotocamere artigianali di medio e grande formato senza obiettivo. Tra le sue pubblicazioni vanno ricordati i libri fotografici "Luoghi d’Ombra" con testi di Stefano Crispi, "Le Fucine di Bamako" con testi di Ando Gilardi e "Wundertal – la Valle di Sella" con testi di Andrea Repetto. Dal catalogo della mostra “Industrie in Valsugana” riproduciamo il contributo di inquadramento storico di Andrea Bonoldi. . |
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CHIASSODANZA : EST-CE QUE JE PEUX ME PERMETTRE D´ATTIRER VOTRE ATTENTION SUR LA BRIÈVETÉ DE LA VIE? COMPAGNIE PHILIPPE SAIRE |
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Chiasso, 13 dicembre 2006 - “Nous sommes tous des Pierrots lunaires, irréels, inconsistants, des équilibristes, des funambules, des somnambules, oscillant entre l’allégresse et la mélancolie, l’humour et le désespoir, désenchantés, nous nous privons de tout enchantement». Alice Balanset, La légèreté, éditions Autrement. L’insostenibile leggerezza di Philippe Saire - Parafrasando il celebre romanzo di Kundera, si direbbe che nella sua nuova coreografia Est-ce que je peux me permettre d´attirer votre attention sur la brièveté de la vie?, secondo evento della stagione autunnale di Chiassodanza, Philippe Saire ricerchi, ‘l’insostenibile leggerezza’; un tema a lui molto affine, se si considera che già nel 1998 lo aveva affrontato in Etude sur la légèreté. A otto anni di distanza la Compagnia di Losanna, che raggiunge l’importante traguardo dei vent’anni dalla sua fondazione, affronta nuovamente il tema, arricchendolo di nuove esperienze ed esplorazioni, con l’intento di allontanarsi, seppure temporaneamente, dalle fatiche e dalle tematiche impegnative che hanno caratterizzato i loro lavori recenti. Il tema è pressoché inesauribile per un letterato come per un filosofo. Lo è tanto più per il coreografo e danzatore romando che quotidianamente, con i suoi danzatori, si confronta con la pesantezza del corpo, la sua fragilità, la sua caducità, ricercando la vetta sublime della leggerezza come suprema forma di libertà espressiva e creativa. In questa sua nuova coreografia l’idea di leggerezza viene tuttavia estesa all’elemento ludico del perdere peso, del trascendere la gravità del vivere e dell’essere, in una danza che si confronta con il piacere dell’umorismo, del gioco, del movimento; per sfuggire all’insostenibile pesantezza della nostra epoca, alle ombre e agli orrori che quotidianamente ci colgono, nostro malgrado. Sin dal titolo Est-ce que je peux me permettre d’attirer votre attention sur la brièveté de la vie? traspare infatti l´idea di una danza che gioca con l’umorismo, con una scrittura leggera del movimento, fatta di luce e musica, di sorgenti di elevazione spirituale e di piacere fisico. Elementi che si combinano e si fondono per ‘trasfigurare la notte´, il contrasto tra una ‘clarté’ quasi insopportabile e una penombra preziosa e tranquillizzante, per rivedere (o vedere con più chiarezza) la nostra concezione del mondo sensibile e ritrovare l’incanto di una realtà disincantata. Saire si confronta dunque, in questa sua nuova creazione, sugli espedienti che caratterizzano la distrazione, per una sorta di disquisizione coreografico-filosofica che apre un interrogativo: come si manifesta quell’istinto di sopravvivenza che, al di là di ogni logica spiegazione, cerca legittimità al bisogno di euforia e distrazione? “Nous sommes, par nature, si futiles, que seules les distractions peuvent nous empêcher vraiment de mourir». Céline , Voyage au bout de la Nuit. Philippe Saire e la sua Compagnia - Nato in Algeria, Philippe Saire si stabilisce da bambino a Losanna, città in cui studia danza classica e moderna (Philippe Dahlmann e Noemi Lapzeson). Frequenta successivamente molti stage all’estero e a Parigi con Peter Gross, Anne Dreyfus, Robert Kovitch. Nel 1986 rientra in Svizzera dove fonda la propria compagnia, dapprima a Morges, per poi nel 1990 trasferirsi a Losanna. Gli spettacoli Encore Torride, Don Quixote, Nouvelles, Vacarme ou Etude sur la légèreté ottengono grande successo di critica e di pubblico, e gli permettono di acquisire notorietà anche al di fuori dei confini nazionali. Realizza molte coreografie (una media di una all’anno), che sono state rappresentate in oltre centoquaranta paesi, in Europa, in Asia, Medio Oriente, Africa e America. Philippe Saire è stato insignito di numerosi premi, come il prestigioso Prix suisse de danse et de choréographie (2004); nel 1998 riceve il Grand Prix de la Fondation Vaudoise pour la Promotion et la Création Artistique. Nello stesso anno ottiene, per la creazione Etude sur la Légèreté, il Prix d´Auteur e il Prix Adami d´Interprétation Collective pour les danseurs du Conseil Général de Seine Saint-denis, Bobigny, (Francia), al Vi Rencontres Chorégraphiques Internationales. Théâtre de Sévelin, un luogo di creazione - Nel 1995 la Compagnie Philippe Saire inaugura un nuovo spazio e diventa compagnia residente presso il Théâtre Sévelin 36, a Losanna. Questo luogo permette a Saire di sviluppare e approfondire la propria ricerca artistica in modo più continuativo e di sviluppare un´azione pedagogica più puntuale, nonché di offrirsi come spazio di residenza per le creazioni di altre compagnie. Il Théâtre Sévelin 36, luogo interamente consacrato alla danza contemporanea, oltre ad accogliere nella sua programmazione compagnie svizzere ed estere, è la sede del Festival International de danse di Losanna. Coreografia Philippe Saire in collaborazione con i danzatori Interpreti: Philippe Chosson; Anne Delahaye; Karine Grasset; Gilles Viandier; Mike Winter; David Zagari; Luci Laurent Junod; Suono Christophe Bollonsi; Costumi Isa Boucharlat; Regia generale Yann Serez. Produzione Compagnie Philippe Saire. Giovedì 14 dicembre 2006, ore 20. 30 Cinema Teatro di Chiasso. Informazioni: tel. +41/ 91/ 695 09 14 / 17 . |
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AL VIA IL BSI WINTER FESTIVAL 2006 A ST. MORITZ, CON LA DIREZIONE ARTISTICA DI RENAUD CAPUçON |
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Lugano, 13 dicembre 2006 - Banca Bsi, da sempre attiva promotrice di eventi di grande interesse nel campo della cultura e dell’arte, presenta l’edizione 2006 del Bsi Winter Festival che quest’anno vedrà quale eccezionale protagonista Emmanuel Pahud, accompagnato da numerosi altri straordinari interpreti selezionati da Renaud Capuçon, direttore artistico del Bsi Winter Festival che sottolinea come gli artisti presenti “condividono la passione per la musica da camera e oltre alla musica hanno in comune l’amore per la montagna e le cime innevate”. Lo stesso Capuçon si esibirà suonando, in una sintesi non comune di arte e di storia, uno strumento superlativo, lo Isaac Stern, ex Panette, Guarneri del Gesù 1737, realizzato da Bartolomeo Giuseppe Guarneri (Cremona, 1698-1744), che nel 2005 è entrato a far parte della collezione di banca Bsi, fondata nel 1873 a Lugano. I tre concerti del Bsi Winter Festival si terranno tra Natale e Capodanno il 27, 28, 30 dicembre 2006 alle ore 18. 30 nella splendida cornice dell’Église au Bois, già cara a Herbert von Karajan. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto a favore della Blindenskischule St. Moritz per sostenere le meritorie attività umanitarie di questa istituzione grigionese che coinvolge i ciechi e gli ipovedenti in un’entusiasmante esperienza sportiva. Www. Stmoritz. Ch . |
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DANZA. SGARBI PRESENTA LO SPETTACOLO DELLA TRISHA BROWN DANCE COMPANY |
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Milano, 13 dicembre 2006 - “L’arrivo di Trisha Brown nella nostra città ci offre oggi l’occasione per presentare il Tam, Teatro degli Arcimboldi di Milano, con il suo nuovo presidente Francesco Micheli”. Lo ha detto questa mattina l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, presentando il Calendario Danza 2007 del Teatro Arcimboldi e, in particolare, la Trisha Brown Dance Company, la compagnia della celebre coreografa americana che aprirà la stagione con due spettacoli il 15 e il 16 dicembre. Il programma della danza al Teatro Arcimboldi porterà a Milano artisti internazionali con rappresentazioni di alto livello che si concluderanno a maggio con l’esibizione del Teatro Bolshoj di Mosca. Questo il programma: martedì 20 e mercoledì 21 febbraio 2007 Sylvie Guillem e Russell Maliphant "Push" coreografie di Russell Maliphant; mercoledì 21 e giovedì 22 marzo 2007 Les Ballets Trockadero De Monte Carlo "Il Lago dei Cigni" - atto Ii passo a due o assolo a sorpresa "Go for Barocco" "La Morte del Cigno" "Paquita"; giovedì 29 e venerdì 30 marzo 2007 Aterballetto "Romeo & Juliet" coreografia di Mauro Bigonzetti; lunedì 16 e martedì 17 aprile 2007 Bill T. Jones/arnie Zane Dance Company "Blind Date" coreografie di Bill T. Jones. Www. Teatroarcimboldi. Org . |
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PRIMA INIZIATIVA DEL CEFRASM È L’EVENTO CULTURALE “LE USATE LEGGIADRIE” – 14/16 DICEMBRE 2006 COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN LORENZO MAGGIORE (NAPOLI) DA VALENCIA FINO ALLA TERRA SANTA, PASSANDO PER NAPOLI NASCE IL CEFRASM (CENTRO FRANCESCANO DI STUDI SUL MEDITERRANEO) |
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Napoli, 13 dicembre 2006 - Un messaggio rivoluzionario, quello del Francescanesimo, che è riuscito a conservare la sua carica dal Xiii secolo fino ad oggi, attraversando ed influenzando epoche e regni. Lo studio e la ricerca in campo internazionale sono alla base dell’attività del Cefrasm – Centro Francescano di Studi sul Mediterraneo - che sarà tenuto a battesimo dal 14 al 16 dicembre, in occasione dell’evento culturale “Le usate leggiadrie” in programma presso il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, a Napoli. Da Valencia fino alla Terra Santa, passando per Napoli, Montella (Avellino) e Otranto, il Cefrasm si propone di ricreare, grazie al contributo di liberi studiosi e ricercatori universitari, quella linea ideale che influenzò sorti e coscienze dell’area Mediterranea. Obiettivo del Centro Francescano di Studi sul Mediterraneo è approfondire la storia della diffusione del Francescanesimo nel Mediterraneo, in particolare nell’età medievale, fino alla società contemporanea, in cui continua ad avere una straordinaria affermazione. Il Cefrasm ha sede nel Convento di San Francesco a Folloni, ubicato a Montella, in provincia di Avellino. Un suggestivo Convento legato alle origini della predicazione di San Francesco durante il suo pellegrinaggio a Monte Sant’angelo, nel quale la tradizione agiografica vuole che egli abbia compiuto il miracoloso prodigio di far rinvenire in un sacco del pane ai frati affamati. La reliquia del sacco, custodita in una preziosa cappella settecentesca, è tuttora oggetto di venerazione dei fedeli. Presidente è Fra Agnello Stoia, mentre direttamente coinvolti nelle attività del Cefrasm sono il professor Errico Cuozzo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e la dottoressa Gemma Colesanti dell’Ibam-cnr. “L’iniziativa – spiega fra Agnello Stoia – è nata con l’esigenza di creare un Centro di documentazione al servizio dell’intero territorio. Non solo materiale archivistico, ma anche un punto di riferimento di tutti i centri di cultura e associazioni impegnati nella tutela delle tradizioni religiose e culturali. Il Cefrasm si propone soprattutto di analizzare e studiare la presenza francescana nel territorio irpino e campano e in tutto il Mediterraneo, ricostruendo quella linea ideale che unisce Valencia, Napoli, Montella, Otranto fino alla Terra Santa, abbracciando il bacino del Mediterraneo attraverso studi e approfondimenti. Non solo. Attraverso lo studio dell’azione francescana nel Medioevo, nell’Umanesimo e nel Rinascimento si riesce a comprendere la risposta francescana nelle varie epoche alle esigenze del tempo, della gente e dei potenti, ma anche come hanno cercato di guidare e correggere i codici etici dei regnanti”. Il legame delle aree interne della Campania con il Mediterraneo è poco conosciuto eppure è stato parte integrante della storia di queste zone. “In Irpinia – continua fra Agnello Stoia - c’è molto di Mediterraneo. L’impronta data dagli aragonesi, dai mercanti catalani, da chi ha governato queste terre tra il ‘400 e il ‘500 si vede tuttora nelle coltivazioni, nelle strutture religiose, come le confraternite. Rretaggi che sono tuttora presenti e che evidenziano l’esistenza di una koiné culturale mediterranea che ritroviamo anche qui, nei valori, nelle tradizioni, nei modelli. Una realtà che ci proietta al di là delle nostre montagne e che svela come centinaia di anni fa queste non fossero zone isolate, ma facevano da ponte - attraverso personaggi come il conte Diego Cavaniglia – con Napoli e la Spagna”. Naturalmente il Cefrasm ha anche uno scopo didattico. Oltre alle pubblicazioni e alle mostre, all’ampliamento della già ricca biblioteca che sarà resa funzionale grazie alla consultazione del catalogo on line, c’è la volontà di creare un legame con le istituzioni culturali e le scuole dell’intero territorio campano e non solo, collaborando in modo privilegiato con le Comunità della Corona d’Aragona e operando attraverso uno spazio sul portale web www. Francescani. It Il tutto mettendo in evidenza la carica rivoluzionaria del messaggio del Francescanesimo, tanto nel contesto politico e sociale nel quale si mosse tra Xiii e Vi secolo, quanto oggi, nella società moderna. Prima tappa dell’attività del Cefrasm sarà proprio il convegno internazionale di studi “Le usate leggiadrie”, che vedrà la presenza di eminenti studiosi dei Paesi del Mediterraneo che si confronteranno sul tema del costume e della moda, della festa, della rappresentazione del potere e dei codici etici francescani per la Corona. L’evento è promosso dal Cefrasm sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e l’Alto Patrocinio del Consiglio Mediterraneo della Cultura Unesco di Parigi, il patrocinio di Regione Campania, Comunità Montana Terminio Cervialto, La Generalitat Valenciana, Provincia di Avellino e Comune di Napoli, e la collaborazione di Convento San Lorenzo Maggiore, Convento San Francesco a Folloni, Hebraica Hereditas e Ibam-cnr. A fare da cornice all’evento sarà la mostra “Il costume di un’epoca” – esposizione degli abiti provenienti dal corredo funebre del conte Diego Cavaniglia - allestita presso il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore di Napoli, che sarà inaugurata il 14 dicembre e che resterà aperta fino al 7 gennaio 2007. . |
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GIOCHI DI PESCARA 2009: FIRMATA LA CONVENZIONE PER IL VILLAGGIO MEDITERRANEO PAOLINI, MANTENUTI GLI IMPEGNI DALLA REGIONE |
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Pescara, 13 dicembre 2006 - E´ stata siglata ieri mattina, a Chieti, nella sala consiliare del Municipio teatino, la convenzione tra il Comitato Organizzatore, il Comune di Chieti e la Società Villaggio Mediterraneo per la realizzazione del Villaggio ospitalità degli atleti per i Giochi di Pescara 2009. Per la Regione sono intervenuti il presidente, Ottaviano Del Turco, ed il vice presidente ed assessore al Turismo, Enrico Paolini. L´importante firma, che è stata apposta anche alla presenza del Sottosegretario allo Sport, Giovanni Lolli, ha concluso l´odierna seduta dell´Ufficio di Presidenza del Comitato Organizzatore dei Xvi Giochi del Mediterraneo. Incontro che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei sindaci di Chieti e Pescara, Francesco Ricci e Luciano D´alfonso, dei presidenti delle due Provincie, Tommaso Coletti e Pino De Dominicis, dell´onorevole Sabatino Aracu, presidente del Comitato Organizzatore, dell´imprenditore Gianni Di Cosmo in rappresentanza della Società Villaggio Mediterraneo, e di Claudio Bellino, già a Toroc 2006, in qualità di componente del Comitato di supervisione dei Giochi. "Il fatto nuovo è che l´Abruzzo oggi esce dai confini territoriali di una città, Pescara, che è la regina dei Giochi" ha dichiarato il vice presidente, Enrico Paolini, "per rappresentare, insieme a Chieti, l´intero territorio regionale. Si realizza quindi una convergenza decisiva tra i due capoluoghi, le due Provincie, l´Università "G. D´annunzio", che non a caso tocca entrambe le città ed i rispettivi comprensori, la cordata degli imprenditori ed i veritici delle principali banche abruzzesi che sono qui presenti". Paolini ha poi rimarcato come da parte della Regione ci sia stato il pieno rispetto degli impegni assunti. "Mercoledì scorso, 6 dicembre" ha aggiunto il vice presidente della Regione "è stata pubblicata sul Bura la legge regionale 43 del 2006 che disciplina interventi e competenze della Regione in relazione ai Giochi del Mediterraneo e al Campionato Europeo di Basket femminile. Per il primo dei due eventi sportivi lo stanziamento previsto è di 3 milioni di euro annui, così come ci eravamo impegnati a fare. Siamo consapevoli che questo non basterà" ha concluso Paolini "ma crediamo che, insieme, pubblico e privato potranno ancora fare ulteriori passi". . |
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BIGMAT OFFICIAL PARTNER DI MASCALZONE LATINO-CAPITALIA TEAM |
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Milano, 13 dicembre 2006 - Bigmat si affianca al Mascalzone Latino-capitalia Team nel ruolo di Official Partner in occasione della 32ma America´s Cup. Un´ alleanza ufficializzata a Madrid nella giornata del 1 dicembre 2006. Bigmat è il primo Gruppo europeo di distributori indipendenti di materiali edili. Nato nel 1981, conta oggi 700 punti vendita in Belgio, Spagna, Francia, Italia e Portogallo. Bigmat realizza un fatturato di oltre 2,5 miliardi di Euro. Bigmat vende tutti i materiali necessari per la costruzione principalmente ai professionisti dell’edilizia. I 6000 collaboratori del Gruppo, con competenza e professionalità, non si limitano a vendere prodotti, ma si impegnano a fornire servizi e consulenza per chi costruisce. "Abbiamo deciso di sostenere il Mascalzone Latino-capitalia Team perché con questo team Bigmat condivide molti dei valori di eccellenza e di performance- ha commentato Gérard Pillaud, Presidente di Bigmat International-. Anche in Bigmat, abbiamo una squadra internazionale che tutti i giorni lotta per essere la prima, perché nell’azione del vendere come nell’America’s Cup non esistono secondi posti, esiste solo chi arriva primo. Mascalzone Latino-capitalia Team, con il suo stile comunicativo e scanzonato, è proprio il “challenger” che ci rassomiglia e ci rappresenta”. Grande soddisfazione è stata espressa da Vincenzo Onorato, Presidente del Mascalzone Latino-capitalia Team: "È con grande piacere che accolgo Bigmat tra i partner del nostro Team- ha sottilineato Onorato- cosciente anche del fatto che si tratta di un marchio che opera con successo in campo europeo. Mi auguro infatti che insieme potremo far ancor più ampiamente conoscere ad un largo pubblico quanta passione e lavoro ci siano dietro ad una campagna per l’America’s Cup”. L’intermediazione tra Mascalzone Latino- Capitalia Team e Bigmat è stata curata dall´agenzia "Event´s Way srl" di Flavio Gallarato e Milagros Patrizi. . |
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PRESENTAZIONE STAGIONE AGONISTICA FISI |
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Castel d´Aviano, 13 dicembre 2006 - Apertura ufficiale e presentazione della stagione agonistica 2006/2007 della Federazione Italiana Sport Invernali (Fisi), in serata al Golf Club di Castel d´Aviano. La Regione ieri era rappresentata dall´assessore allo Sport, Roberto Antonaz. Madrina l´olimpionica Gabriella Paruzzi e sponsor ufficiale la Banca Popolare Friuladria, la stagione 2006/2007 si caratterizza per la presenza nei poli sciistici del Friuli Venezia Giulia di alcune gare di particolare importanza agonistica: Campionato del Mondo di sci alpino femminile (2-4 marzo), Campionati Mondiali Junior e Under23 di Sci Nordico (29 gennaio-4 febbraio). Ma il carnet della Fisi regionale - rappresentata a Castel d´Aviano dal presidente Franco Fontana, presenti anche il sindaco di Aviano, Riccardo Berto, rappresentanti di altri Comuni, del Coni, di Sci Club, del mondo istituzionale e sportivo in generale - è ricchissimo di appuntamenti agonistici, rivolti sia agli atleti "normodotati" sia a quelli portatori di disabilità. Per poter conoscere appieno i vari appuntamenti, la Fisi ha redatto l´Agenda dello Sciatore 2007. Per l´assessore Antonaz il programma di attività della Fisi è un´ottima occasione per far conoscere e apprezzare le montagne del Friuli Venezia Giulia agli atleti e ai loro accompagnatori. Gli appuntamenti di Coppa del Mondo, poi, saranno il volano per una promozione ben più ampia di tutte le possibilità che i nostri poli sciistici offrono. "Sulla montagna - ha affermato Antonaz - la Regione sta investendo molto. L´ottimo successo della stagione passata, sia per i risultati agonistici sia per le tante manifestazioni, dicono della capacità organizzativa e della varietà dell´offerta. Certamente la prossima stagione porterà risultati altrettanto positivi". Infine l´assessore ha sottolineato come gli sport invernali - al di là dell´uso di materiali sempre più sofisticati - siano rimasti quasi unici nel mettere l´uomo e la donna a contatto diretto con la natura e i suoi elementi invernali. "L´augurio della Regione e di tutti noi va certamente agli atleti che gareggiano in tante specialità, ma anche ai tanti sportivi che praticano le discipline invernali". . |
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