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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Febbraio 2007
PARLAMENTO EUROPEO, VINO: PREPARARE IL SETTORE ALLA GLOBALIZZAZIONE  
 
Il Parlamento europeo detta la linea per una riforma del settore vitivinicolo europeo che premi la qualità e permetta di far fronte alla crescente concorrenza internazionale. Contrario a una politica di espianti, propone una parziale liberalizzazione degli impianti e un nuovo meccanismo di crisi. Si dice favorevole allo zuccheraggio ma anche agli aiuti per il mosto concentrato. Chiede poi una migliore difesa delle indicazioni geografiche e un´incisiva politica di promozione all´estero. Adottando la relazione di Katerina Batzeli (Pse, El) con 484 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni, il Parlamento afferma anzitutto che la riforma dell´Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) del vino debba rafforzare il carattere coerente delle politiche, delle misure di equilibrio del mercato, degli interventi strutturali e delle regole di etichettatura e di classificazione dei vini, definendo gli obiettivi dell´Ocm e le politiche che possono essere attuate per pervenirvi. Precisa peraltro che questa coerenza globale deve tuttavia basarsi sul principio di sussidiarietà, al fine di «rispettare le specificità esistenti a livello nazionale e regionale». Ma è contraria al trasferimento di stanziamenti dal primo al secondo pilastro della Pac, con un cofinanziamento, attraverso programmi di sviluppo rurale. Più in particolare, per i deputati è indispensabile promuovere una riforma dell´Ocm che si basi sulla semplificazione e l´armonizzazione delle misure legislative, riconoscendo le specificità del settore, sul rafforzamento e il miglioramento della competitività del settore vitivinicolo europeo, sul mantenimento del bilancio comunitario destinato all´Ocm e sulla compatibilità del settore vitivinicolo con le politiche della Pac. Inoltre, la riforma dovrebbe assoggettare i viticoltori alle norme di condizionalità ambientale e prevedere un programma di sostegno strutturale per rafforzare la competitività e la sostenibilità del settore, garantendo la sussidiarietà grazie a programmi nazionali di sostegno e di sviluppo attraverso il primo pilastro della Pac. Occorre poi che siano rafforzati il ruolo e la corresponsabilità delle organizzazioni di produttori e delle altre organizzazioni professionali del settore, e che sia adeguato lo schedario viticolo. Infine, sono necessarie campagne specifiche di promozione per il recupero dei vecchi e l´apertura di nuovi mercati dentro e fuori dall´Unione europea e campagne di informazione dei consumatori per un consumo responsabile e moderato del vino in Europa. La riforma, d´altra parte, dovrà prendere in considerazione il contesto internazionale sempre più competitivo, l´impatto degli accordi e dei negoziati commerciali dell´Unione europea e le prospettive della Pac, e in particolare il suo futuro finanziamento, sul quale prenderanno il via i negoziati nel 2009. Per conseguire i suoi obiettivi, inoltre, la riforma deve essere attuata progressivamente in due fasi. Nella prima fase (2008-2011), l´obiettivo dovrà essere l´equilibrio, il risanamento e la trasparenza del mercato come pure il sostegno ai produttori e alle regioni viticole. Occorrerà quindi adottare progressivamente misure che abbiano soprattutto un carattere comunitario unitario e preparino il settore vitivinicolo europeo ad un´apertura più aggressiva dei mercati, spostando progressivamente le risorse recuperate dalla distillazione al sostegno, alla competitività e allo sviluppo. Sì allo zuccheraggio e agli aiuti al mosto concentrato - Secondo i deputati, la questione del mantenimento o soppressione degli aiuti al mosto concentrato e al mosto concentrato rettificato «è strettamente e indissolubilmente collegata alla soppressione o mantenimento della capitalizzazione con saccarosio». Al riguardo, adottando con 466 voti favorevoli, 154 contrari e 6 astensioni un emendamento proposto dal Pse, il Parlamento evidenzia la necessità di fornire aiuti per il mosto e il mosto concentrato rettificato utilizzato per l´arricchimento, ritenendolo necessario «per preservare una pratica enologica tradizionale». Sottolinea anche la necessità di mantenere gli aiuti per il mosto destinato alla produzione di succo d´uva, per non far scomparire un prodotto «importante per il settore e che contribuisce a mantenere l´equilibrio del mercato». Riguardo allo zuccheraggio, il Parlamento ritiene che esso debba essere autorizzato in tutte le regioni viticole dove è tradizionalmente praticato e in cui non esistono eccedenze strutturali. Sostiene infatti che un divieto di tale pratica porterebbe a una discriminazione nei confronti degli Stati membri «situati in regioni dell´Ue in cui la coltivazione della vite è più difficile a causa di condizioni climatiche meno favorevoli». D´altra parte, l´ammissibilità dell´arricchimento potrebbe essere subordinata a determinate condizioni dagli Stati membri, come il controllo delle misure per il miglioramento della qualità (ad esempio il rispetto dei limiti massimi di resa) e alle circostanze climatiche. In caso di arricchimento mediante aggiunta di mosto concentrato, questo dovrebbe provenire dallo stesso bacino di produzione. Espianto dei vigneti, anche temporaneo - Il Parlamento non concorda con l´approccio della Commissione in materia di espianto. Tale misura, infatti, sarebbe volta a ridurre la produzione e la manodopera utilizzata nel settore «anziché puntare sul controllo della produzione attraverso misure di regolamentazione dell´offerta e della domanda». Teme quindi che «impedirà il rafforzamento auspicato della competitività del settore vitivinicolo». La decisione di abbandonare definitivamente la produzione dovrebbe invece spettare al produttore, mentre ogni Stato membro o regione dovrebbe poter fissare un massimale autorizzato flessibile per l´espianto in ogni regione e scegliere le categorie di vino che avranno la priorità. D´altra parte, ritiene necessari dei criteri comunitari obiettivi che limitino la possibilità di abbandono definitivo. Tra questi, il Parlamento cita i vigneti situati in zone montane, costiere ed insulari che producono principalmente vini ad indicazione geografica, oppure quelli situati in zone in cui occorre arginare l´erosione dei suoli e la scomparsa della biodiversità o in regioni tradizionali d´importanza storica. Ma anche quelli la cui riduzione eccessiva «pregiudicherebbe l´esistenza di un intero territorio viticolo o di una denominazione di origine controllata (Doc)». I deputati raccomandano poi che, oltre al regime di abbandono definitivo, possa essere scelto l´espianto temporaneo, lasciando alla discrezionalità di ogni Stato membro la scelta delle modalità. A loro parere, infatti, ciò permetterebbe di assegnare un aiuto finanziario al viticoltore, in quanto il diritto di nuovi impianti viene congelato per diversi anni, al termine dei quali il viticoltore potrà procedere a nuovi impianti, cedere i suoi diritti di impianto o richiedere la trasformazione in abbandono definitivo, se il regime in questione è previsto dallo Stato membro. Liberalizzazione progressiva dei nuovi impianti - Il Parlamento ritiene che si dovrà seguire una procedura prudente e trasparente di cessione graduale dei nuovi diritti di impianto, «in modo da evitare ripercussioni negative sul mercato derivanti da uno sviluppo incontrollato del potenziale vitivinicolo». I nuovi diritti, è anche precisato, dovrebbero essere destinati principalmente ai giovani agricoltori, alla produzione di vini di qualità e alle aziende che hanno avviato programmi di qualità e di commercializzazione. D´altra parte, prima di avviare la cessione di nuovi diritti di impianto, andrà valutata la situazione degli impianti non legalizzati e/o illegali. Secondo i deputati, inoltre, per quanto riguarda le zone di produzione con indicazione geografica, può essere utile che le decisioni circa la liberalizzazione vengano prese dalle competenti autorità regionali. Sarebbe così possibile salvaguardare il valore degli investimenti realizzati dai viticoltori nella zona a indicazione geografica, evitare di sminuire il prestigio dell´indicazione geografica in questione e mantenere il controllo della qualità della produzione. Etichettatura semplice e trasparente - I deputati ritengono essenziale l´etichettatura dei vini dell´Unione europea, sottolineando tuttavia che essa «non dovrebbe essere più complicata dell´etichettatura dei vini provenienti dai paesi terzi». Inoltre, sostengono che le pratiche enologiche non consentite nell´Ue dovrebbero figurare chiaramente sull´etichetta delle bevande importate «al fine di proteggere l´immagine del vino». Protezione delle indicazioni geografiche: promuovere un registro internazionale - Il Parlamento sostiene che l´Unione europea debba perseguire il consolidamento, il riconoscimento e la protezione su scala mondiale dei vini di una determinata provenienza geografica. A tale proposito, chiede alla Commissione di fare «tutto il possibile» per rafforzare la protezione delle indicazioni geografiche, in particolare nel contesto dell´Omc e degli accordi sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Adpic), in vista della creazione di un registro multilaterale per i vini e i superalcolici che consentirebbe una più efficace lotta contro la contraffazione e contro ogni forma di abuso delle indicazioni geografiche europee e delle denominazioni tradizionali nei paesi terzi. E´ anche sottolineata la necessità di concludere accordi bilaterali con i paesi terzi riguardo al commercio del vino, sulla base del riconoscimento reciproco e della protezione delle indicazioni geografiche. Una politica europea di promozione più incisiva - Il Parlamento invita la Commissione a dimostrare la volontà di riformare il settore vitivinicolo, soprattutto attraverso «un´incisiva e concreta politica comunitaria di promozione del vino europeo, tramite la previsione di congrui impegni finanziari». Ritiene quindi opportuna la costituzione di un apposito fondo destinato alla promozione dei vini europei attraverso le organizzazioni e organismi professionali e interprofessionali di settore, i consorzi di tutela o le agenzie di sviluppo territoriale pubbliche. La Commissione inoltre, dovrebbe stabilire linee generali d´azione per la promozione dei vini europei, basate su un consumo moderato e responsabile dei vini. E´ poi indispensabile sostenere e finanziare l´informazione dei consumatori in merito alle caratteristiche qualitative del vino prodotto in Europa secondo metodi tradizionali e controllati di produzione vinicola, «in modo da difenderli dai prodotti d´importazione di dubbia qualità e da promuovere il suddetto prodotto europeo sul mercato interno e internazionale». Politica commerciale esterna ambiziosa per i vini europei - I deputati sottolineano che, per rafforzare la competitività di questo settore sui mercati internazionali, è necessario definire, in stretta concertazione con le organizzazioni rappresentative degli operatori europei, una politica commerciale esterna per i vini europei che sia proattiva e ambiziosa e a cui si coniughino una ridistribuzione delle risorse di bilancio e di strumenti appropriati. Chiedono inoltre alla Commissione di attenuare le conseguenze della riduzione delle sovvenzioni migliorando la disponibilità delle risorse per una diversificazione dei redditi dei produttori di vino e introducendo un accesso qualificato al mercato per i prodotti vinicoli. Il Parlamento auspica poi che il vino sia inserito nell´elenco dei prodotti sensibili dell´Omc e ritiene che la legislazione comunitaria non dovrebbe permettere la vinificazione di mosti importati né la loro miscela con mosti comunitari. Pratiche enologiche: una lista comunitaria positiva decisa dal Consiglio - In un periodo di negoziati difficili nel quadro dell´Omc come pure degli accordi bilaterali dell´Unione europea sulla protezione dei prodotti alimentari europei, dei prodotti a indicazione geografica, dei prodotti biologici, ecc, i deputati ritengono che spetti al Consiglio, previa consultazione del Parlamento europeo, essere l´organo competente per l´approvazione delle nuove pratiche enologiche. Sostengono infatti che se tale competenza venisse trasferita alla Commissione, «si metterebbe in pericolo la definizione e la classificazione dei vini di qualità nell´Unione europea». Tali pratiche enologiche, è anche precisato, dovrebbero essere iscritte in una lista positiva comunitaria. Il Parlamento, d´altra parte, sottolinea che le pratiche vinicole non devono provocare confusione tra i consumatori, dar luogo a adulterazioni e creare situazioni di concorrenza sleale. Ritiene inoltre che il fatto di affidare tutte queste pratiche enologiche all´Oiv vada nella giusta direzione, «a condizione che si proceda alla valutazione e all´adozione di tali pratiche sulla base di indagini scientifiche e tecniche», e fermo restando l´obbligo di garantire la sicurezza alimentare e la salute pubblica. Distillazione e nuovo meccanismo di gestione delle crisi - Il Parlamento ritiene che le proposte della Commissione volte a mantenere la distillazione o a ritirare i sottoprodotti senza finanziamento «non sono pertinenti», mentre le misure proposte relative al ritiro sotto controllo dei sottoprodotti della vinificazione «creerà gravi problemi ambientali nelle grandi regioni produttrici di vino». D´altra parte, i programmi di distillazione dovrebbero essere progressivamente estinti nel corso di un periodo transitorio ragionevole «che consenta ai viticoltori di consolidare o adottare metodi di produzione sostenibile e una produzione vinicola di qualità». A suo parere è necessario creare un nuovo meccanismo di gestione delle crisi, al quale ricorrere «a fronte di specifiche, serie e reali situazioni di emergenza, individuate secondo rigorosi criteri obiettivi predefiniti a livello comunitario». Andrebbe inoltre soppresso lo stoccaggio pubblico di alcol e sostituita la vendita di alcol proveniente da una distillazione di crisi con l´organizzazione immediata di vendite dirette mediante bandi di gara. D´altra parte, sottolineano l´opportunità di mantenere l´aiuto ai mosti destinati alla trasformazione in succo d´uva. Una politica vitivinicola uniforme in tutta l´Ue - Il Parlamento sottolinea la necessità di mantenere il bilancio della Comunità e di non trasferire stanziamenti dal primo al secondo pilastro della Pac, «in quanto potrebbe avere come conseguenza la diluizione delle risorse a scapito del settore viticolo». Ciò sarebbe «contrario a qualsiasi logica» e va quindi respinto al fine di poter dotare i pacchetti finanziari nazionali di mezzi finanziari e garantire lo sviluppo sostenibile del settore tramite misure del quadro finanziario nazionale notificate dalla Commissione. I deputati inoltre esigono che siano accuratamente specificate le misure ammissibili al finanziamento, al fine di garantire che i fondi siano effettivamente destinati al settore e raccomandano la fissazione di condizioni quadro comunitarie che possano essere applicate a livello nazionale/regionale, anche per quanto riguarda il loro finanziamento attraverso il primo pilastro della Pac. Tali politiche, è precisato, possono consistere fra l´altro in misure per la ristrutturazione delle vigne, in norme ambientali nel quadro di una gestione della qualità, in un meccanismo di gestione delle crisi, nella ricerca sulla produzione e il miglioramento della commercializzazione dei prodotti. Ma anche nella lotta contro le catastrofi naturali, nella promozione e nell´informazione dei consumatori come pure nell´espianto e, in una fase transitoria, nello stoccaggio privato, nelle misure di distillazione e in altri meccanismi di mercato. Il Parlamento sottolinea poi che la ripartizione delle risorse comunitarie tra i diversi programmi nazionali di sostegno e sviluppo del settore vitivinicolo debba avvenire sulla base di criteri comuni evitando che si creino disparità tra gli Stati membri e le regioni. Suggerisce in proposito di procedere a una ripartizione a priori del bilancio delle dotazioni nazionali sulla base di una relazione percentuale fra produzione e superficie occupata dalla viticoltura in ogni Stato membro, per esempio durante il periodo 2001-2005. Senza però escludere altri metodi quali la ripartizione fondata sugli importi utilizzati da ciascuno Stato membro durante l´attuale Ocm del settore vitivinicolo, ovvero l´elaborazione di una formula e/o criterio misto, che tenga conto del dato storico, dell´estensione del vigneto, delle quantità prodotte e commercializzate per ciascuno Stato membro. Background - la vite e il vino in Europa e in Italia - La viticoltura europea è rappresentata da più di 1,6 milioni di aziende, che coprono 3,4 milioni di ettari, assicurando il 5,4% del valore della produzione agricola dell´Unione e assorbendo il 2,5% delle spese del Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (Feaog). Secondo dati Eurostat, la produzione di vino, nel 2003-04, si aggirava intorno ai 160 milioni di ettolitri. L´italia si colloca al terzo posto in Europa in termini di superficie (827 mila ettari), dietro la Spagna (1. 175 mila ettari) e la Francia (864 mila ettari). Viste le rese all´ettaro, tuttavia, la produzione italiana sale al secondo posto (con circa 44 milioni di ettolitri), dietro alla Francia (46,3 milioni di ettolitri) e davanti alla Spagna (circa 41 milioni di ettolitri). L´europa, inoltre, concorre a più del 70% del commercio mondiale di vino. In tale ambito l´Italia si colloca sul più alto gradino del podio con un´incidenza pari al 20%, davanti a Francia e Spagna (rispettivamente 19,8 e 19,1%). Dal 1996 il volume delle importazioni di vino nell’Ue-25 è aumentato al ritmo del 10% all´anno ed ha raggiunto quasi 11,8 milioni di ettolitri nel 2005. I vini del Nuovo Mondo si sono conquistati una quota ragguardevole di mercato a scapito dei vini europei. Il volume delle esportazioni di vino comunitario è in continuo aumento dal 1996, ma ad un ritmo ben più lento di quello delle importazioni dal resto del mondo: nel 2005 sono stati importati circa 13,2 milioni di ettolitri. Nel 2006, secondo elaborazioni di dati Istat realizzati dalla Coldiretti, il vino Made in Italy ha realizzato un boom del 6,4% nel valore delle esportazioni e un successo rilevante negli Stati Uniti (+ 5,7 per cento, primo attore del mercato) e nei nuovi Paesi emergenti come India (+60,5%) e Cina (+141,7%). L´italia, è il primo esportatore mondiale di vino con un valore di 2,8 miliardi di Euro (+250% rispetto al 1986, anno della frode del metanolo), che ha contribuito a portare il fatturato del settore nello scorso anno a 9 miliardi di Euro (+260% rispetto al 1986). Ciò, secondo la Coldiretti, anche grazie al raddoppio del numero di vini certificati come doc, docg e igt che nel 2006 sono 481 rispetto ai 228 dell´86. .  
   
   
AGRICOLTURA: RECUPERA (+ 3%) LA PLV REGIONALE NEL 2006, ATTESTANDOSI A 3.564 MILIONI DI EURO. RABBONI: "UN SEGNO POSITIVO, FRUTTO ANCHE DELLE PERFORMANCE DI UN SETTORE PIÙ DINAMICO".  
 
 Bologna - Nel 2006 la produzione lorda vendibile agricola dell´Emilia-romagna è ammontata a quasi 3. 564 milioni di euro, contro i 3. 468 milioni del 2005 (+3% circa), secondo le prime previsioni diffuse dal Servizio Programmi, monitoraggio e valutazione della Direzione regionale Agricoltura. Un recupero, dunque, rispetto ai risultati molto deludenti del 2005, ottenuto nonostante il forte ridimensionamento subìto dal comparto bieticolo-saccarifero a causa della riforma dell´Ocm zucchero. Il merito è in gran parte da attribuire ai prezzi di cereali, frutta e vino, che segnano una netta ripresa rispetto ai livelli minimi raggiunti nella precedente campagna. Il settore degli allevamenti ha fatto registrare nel complesso un lieve incremento del valore della produzione complessiva, attestandosi a 1. 573 milioni di euro (+ 0,9% rispetto al 2005). Mostrano segnali di ripresa rispetto allo scorso anno i prezzi di bovini (10,1%), suini (10,3%) e pollame (+8,9%), dopo la crisi determinata dall´influenza aviaria, e uova (+13%), mentre perdurano le difficoltà del settore lattiero-caseario dovute alla crisi di mercato del Parmigiano-reggiano. Nel settore dei seminativi, che vale 1. 057 milioni di euro (- 4,9% rispetto al 2005) il buon andamento del valore delle produzioni cerealicole (+15%) e orticole (+2,1%) non è riuscito ad assorbire completamente i cali determinati dalla forte diminuzione degli investimenti a barbabietola da zucchero. Le colture frutticole hanno chiuso il 2006 in netto attivo, con 678 milioni di euro (+19% rispetto al 2005). Bilancio positivo anche per il settore vitivinicolo: 256 milioni di euro (+ 12%). "Dopo diversi anni di difficoltà - ha commentato l´assessore regionale all´Agricoltura, Tiberio Rabboni - finalmente un dato positivo, sul quale hanno certamente inciso il particolare andamento climatico e la ripresa della situazione economica generale, alla quale il settore primario ha senza dubbio contribuito. La nostra agricoltura, grazie alla sua organizzazione, alla ripresa delle esportazioni, alla capacità di dar vita a filiere strutturate ed efficienti, all´attenzione ai problemi della sicurezza, della qualità e della tracciabilità delle produzioni è stata in grado di intercettare ed amplificare questi aspetti. Dobbiamo continuare in questa direzione, investendo sulla qualità, sull´efficienza, sull´allargamento della nostra presenza sui mercati per rendere strutturale la ripresa, utilizzando tutti gli strumenti disponibili e soprattutto valorizzando la professionalità e l´intraprendenza dei nostri agricoltori, specialmente quelli più giovani". "Un concreto contributo - ha concluso Rabboni - arriverà certamente dal nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013 che, dopo l´approvazione dell´Assemblea regionale, è ai blocchi di partenza ed è largamente orientato al conseguimento di questi obbiettivi". .  
   
   
AD ALIMENT SI PARLA ANCHE DI EDUCAZIONE ALIMENTARE CON PAPILLON LEZIONI PER GIOVANI E BAMBINI  
 
Sarà dedicata all’educazione alimentare la giornata conclusiva di Aliment, la rassegna agroalimentare di Brescia. Il Club di Papillon ha infatti organizzato quattro incontri rivolti ai bambini e ai ragazzi per affrontare due tematiche di indiscussa attualità ed interesse sociale legate alla conoscenza e all’approccio con il cibo e il vino. Nel giorno conclusivo di Aliment, mercoledì 21 febbraio, Papillon affronterà il tema dell’educazione alimentare - Zona officina del gusto e Laboratorio di cucina con quattro incontri dedicati ai giovani: Alle 10,00 e alle 11,30 “La conoscenza come fattore di prevenzione” con Paola Gula, Sommelier e delegata di Club di Papillon, Pierluigi Villa, Direttore centro Vitivinicolo Bresciano e Daniela Corioni, pedagogista. Due incontri sono stati pensati per i bambini più piccoli e avranno come tema “La merenda del terzo millennio”. Alle ore 10,00 e alle ore 11,30 Carlino Rossi già protagonista de L’albero Azzurro e Gemma Cruciani del Consorzio Terra Bresciana guideranno una degustazione per avvicinare i bambini ai prodotti gastronomici di qualità attraverso leggende, fiabe, giochi. “Il vino – dichiara Paolo Massobrio - è l’emblema della complessità dei gusti e soprattutto rappresenta un prodotto che determina un metodo per conoscerlo, applicabile a qualsiasi altro prodotto. Non si tratta di avvicinare i giovani all’alcool, quanto di parlare, senza nasconderlo, di una civiltà”. In tema di educazione alimentare Paolo Massobrio, giornalista e fondatore del Club di Papillon che attualmente conta oltre 50 sedi e 6. 000 associati in tutta Italia, ha pubblicato Maramangio (Comunica Edizioni, pag 300, euro 14,50): il manuale che pone alla base delle scelte alimentari un´educazione al gusto, in cui si confronta con il dietologo Primo Vercilli e la maestra di cucina Giovanna Ruo Berchera. .  
   
   
NOMISMA: IL PASTO FUORI CASA CONQUISTA ANCHE GLI ITALIANI  
 
Qualche volta è una cenetta al ristorante, spesso una colazione mordi e fuggi al bar o un piatto pronto comprato al supermercato: certamente il pasto fuori casa ha conquistato anche il palato degli italiani e il mercato dei consumi alimentari extradomestici ha superato i 60 miliardi nel 2006 e rappresenta ormai un terzo del totale dei consumi alimentari del Paese. Una situazione che vede l’Italia allinearsi alla media europea (33% i pasti fuori casa sui consumi alimentari dei Paesi Ue nel 2005), dopo una galoppata durata dieci anni, l’Italia infatti è cresciuta al ritmo più elevato in quest’ambito, segnando +25% fra il ’95 e il 2001. Pizze, panini, insalate, ma anche cibi etnici come quello messicano sono i menù più gettonati. In grande crescita appaiono inoltre i cibi pronti confezionati, soprattutto i primi piatti, proposti dalla Gdo (grande distribuzione organizzata). Sono questi i principali risultati della ricerca “New food for new people, nuovi prodotti tra Gdo e ristorazione fuori casa: concorrenza o complementarietà?” affidata a Nomisma da Rimini Fiera spa e presentata da Fabio Lunati nell’ambito della Mostra internazionale dell’alimentazione.  
   
   
A RIETI IL POLO DI ECCELLENZA DELLE CARNI LAZIALI DI QUALITÀ  
 
 Nascerà a Rieti il Polo di eccellenza delle carni laziali di qualità. La Regione avrà cosi per la prima volta una sua filiera delle carni. Un passo importante in questa direzione è già stato compiuto: è pronto, infatti, lo studio di fattibilità per la realizzazione del progetto. Questa la conclusione di un tavolo che si è svolto in Regione alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Daniela Valentini, del presidente della Commissione agricoltura del Lazio Mario Perilli, del commissario straordinario Arsial e presidente del Centro Agroalimentare Massimo Pallottini e dei rappresentanti del ministero per le Politiche agricole. “L’arsial - ha sottolineato l’assessore Valentini - darà il proprio sostegno e la propria disponibilità ai soggetti coinvolti fornendo loro tutto quanto sarà necessario per realizzare la filiera. Per garantire infine uno sbocco commerciale concreto alla produzione reatina - ha aggiunto - stiamo lavorando con il Comune di Roma per definire tempi e modalità per la nascita di una piattaforma di distribuzione delle carni”. L’istituto per lo sviluppo agroalimentare, per conto del ministro per le Politiche agricole, si è inoltre reso disponibile a finanziare il 49% del progetto; finanziamenti che si andranno ad aggiungere a quelli regionali. Durante la riunione sono stati stabiliti anche tre successivi incontri che sisvolgeranno nei prossimi 40 giorni: uno con il Comune di Roma ele associazioni di categoria, uno con i sindacati e uno con irappresentanti regionali per definire il piano d’impresa del Polo e la situazione dei lavoratori dell’azienda Inalca in cassa integrazione. "Questo progetto - ha concluso l’assessore - non solo garantirà la crescita, lo sviluppo e la competitività del settore, ma darà anche reddito e sbocchi occupazionali ai lavoratori”. .  
   
   
NUOVI SPAZI PER LA SCUOLA PROFESSIONALE ALLA LAIMBURG SCUOLA PROFESSIONALE PER LA FRUTTI- VITICOLTURA E GIARDINAGGIO  
 
Bolzano - Per venire incontro alle esigenze della Scuola professionale per la frutti- viticoltura e giardinaggio "Laimburg" è prevista la costruzione di un edificio sull´areale dell´ex "Stadlerhof". Entro il 2007 dovrebbe concludersi la progettazione ed essere appaltati i lavori che dovrebbero poter essere concretamente avviati a fine 2008. In questi giorni l´ass. Provinciale Hans Berger e il direttore del Dipartimento lavori pubblici Josef March hanno fatto un sopralluogo. Negli ultimi anni la Scuola professionale per la frutti- viticoltura e giardinaggio "Laimburg" ha registrato un incremento di allievi e, come spiega l´assessore provinciale Hans Berger, in seguito all´introduzione di un anno aggiuntivo di specializzazione e di moltelplici proposte di formazione ed aggiornamento necessita ora di essere ampliata. Nei giorni scorsi l´ass. Berger accompagnato dal direttore del Dipartimento lavori pubblici, Josef March, hanno effetuato un sopralluogo. Ai piedi della montagna sull´areale dell´ex "Stadlerhof" è prevista la costruzione di un nuovo edificio di forma allungata che comprenderà oltre a classi normali, aule per la pratica, ed officine. Nella nuova palazzina, che verrà a costare sui 35 milioni di Euro, vi saranno spazi per la facoltà di agraria della Lub Libera Università Bolzano e per il vicino Centro di sperimentazione agraria, nonchè per la Scuola provinciale di agricoltura di lingua italiana. I lavori di costruzione potranno essere effettivamente avviati verso la fine del 2008; nell´ottobre del 2008, infatti, sarà conclusa la campagna di scavi archeologici attualmente in corso che ha portato a ritrovamenti risalenti tra l´8. Ed il 4. Secolo avanti Cristo. Nel frattempo l´assessore provinciale ai lavori pubblici, Florian Mussner, ha già dato il via ai lavori di progettazione che dovrebbero concludersi entro la fine del 2007 con successivo appalto dei lavori. .  
   
   
MOSCA - IL CONSORZIO TUTELA MOZZARELLA DOP SOLLECITA L’AMBASCIATA ITALIANA PER UNO SNELLIMENTO DELLE PROCEDURE DOGANALI DELLA FEDERAZIONE RUSSA.  
 
Il Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop è stato presente dal 12 al 16 febbraio al Prodexo di Mosca, la più importante rassegna della produzione agroalimentare dell’Europa Orientale. “Il mercato russo e dell’Europa Orientale si conferma attento, curioso ed a tratti entusiasta della Mozzarella Dop – dice il direttore del Consorzio Tutela Vincenzo Oliviero, che sottolinea – permangono però problemi di natura burocratica per l’esportazione di Mozzarella Dop verso la Federazione Russa, legate a procedure doganali ancora molto complesse e che devono essere sicuramente snellite nel corso dei prossimi mesi, in vista della definitiva adesione della Russia alla Word Trade Organization. ” Il Consorzio Tutela a breve attuerà un’importante azione di promozione della Mozzarella di Bufala Campana Dop in Russia, finanziata dal Ministero per le Politiche Agricole Agroalimentari e Forestali della Repubblica Italiana. La Mozzarella Dop è già esportata in Russia da 8 caseifici, ma i quantitativi sono ancora bassi, a causa dell’elevato rischio d’invenduto, connesso ad una eccessiva permanenza alla frontiera del latticino. Il valore complessivo delle esportazioni di Mozzarella Dop nel 2005, desumibile dai quantitativi dichiarati al Consorzio dai caseifici, era di 50 milioni di Euro. Ma a causa delle difficoltà doganali, il mercato Russo stenta ancor oggi a strappare una quota significativa di questa torta. “Eppure - ricorda Oliviero - la mozzarella Dop è fortemente richiesta sia nell’alta ristorazione della Russia, che nei negozi specializzati, oltre che, naturalmente, nella Grande Distribuzione. ” L’argomento è stato oggetto di una conversazione informale tra Oliviero e l’ambasciatore italiano a Mosca Vittorio Lo Surdo. Oliviero ha sollecitato Lo Surdo perchè l’Italia accresca il livello di collaborazione bilaterale con le autorità della Federazione Russa, finalizzata alla omologazione delle procedure doganali del paese agli standard della Wto. “Ho spiegato al ministro Lo Surdo – racconta Oliviero - che per le produzioni agroalimentari di qualità deperibili i tempi di giacenza alla frontiera troppo lunghi possono di fatto equivalere ad una ingiustificata barriera d’ingresso. ” “Come Consorzio Tutela Mozzarella Dop - aggiunge ancora Oliviero - intendiamo ben spendere il denaro che ci sarà affidato per la promozione del prodotto in Russia. ” La Russia, era l’ultimo grande Paese fuori dalla Wto dopo l´adesione della Cina nel 2003, con un mercato di circa 150 milioni di abitanti ed una crescita economica del 6,4% nel 2005 (le stime parlano di un +6% per il 2006 e del +5,5% nel 2007): rappresenta una grande opportunità per l’export di mozzarella di bufala campana, specie a Mosca e nelle grandi città. .  
   
   
REGGIO EMILIA: PREZZO A RIFERIMENTO DEL LATTE INDUSTRIALE  
 
Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal nuovo regolamento ed agli accordi interprofessionali, tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall´altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo “a riferimento” del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1° settembre/31 dicembre 2005 - nella misura di: 36,84 euro il quintale, Iva compresa e franco stalla. Il pagamento del latte sarà corrisposto entro 30 gg. Dalla data della pubblicazione (16 febbraio 2007). .  
   
   
PRESENTATA A STRASBURGO RIEDIZIONE VOLUME “CAMPAGNE UMBRE”. APPREZZAMENTO DA PARTE DEL PRESIDENTE NAPOLITANO  
 
 Perugia – E’ considerata uno dei migliori esempi di opere regionali mai realizzate e meritevole del più ampio riguardo nel contesto della tradizione dei geografi ruralisti francesi: si tratta del volume dal titolo “Campagne umbre” di Henri Desplanques, la cui riedizione aggiornata su iniziativa della Regione Umbria, curata da Alberto Melelli ed edita dalla casa editrice "Quattroemme", è stata presentata il 14 febbraio nelle “Gallerie Sud” del Parlamento Europeo di Strasburgo, dove era anche presente, per impegni istituzionali il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In occasione della presentazione, alla è intervenuto il vicepresidente della Giunta regionale, Carlo Liviantoni, sono stati presentati i prodotti enogastronomici umbri ed è stata allestita una mostra fotografica con immagini tratte dal volume che illustrano la storia delle campagne umbre, visitata dal Capo dello Stato. “Il grande successo del volume ‘Campagne umbre’– ha detto il vicepresidente della Giunta regionale dell’Umbria – è rafforzato dall’apprezzamento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il paesaggio umbro, fortemente connotato ed unico, si caratterizza per le sue campagne la cui peculiarità non è quella della immobilità ma della pervasione nella rete quotidiana, culturale e sociale”. L’opera nella sua versione originale in francese propone un’interpretazione dei paesaggi umbri derivati da un passato ormai lontano o risultato di una evoluzione più recente, analizzati alla luce degli eventi storici e offre una descrizione dei paesaggi rurali, per le quali furono necessarie lunghe ricerche di archivio e di biblioteca. Lo studio è anche basato sulle inchieste condotte presso gli abitanti delle campagne o persone responsabili della vita economica dell’Umbria, che hanno permesso di acquisire una conoscenza diretta della regione negli anni sessanta. La riedizione aggiornata del volume presenta molte novità: è stata rivista e aggiornata la traduzione ed eliminate varie storpiature toponimiche, sono state sostituite le foto in bianco e nero presenti nella prima edizione italiana con le immagini a colori selezionate tra le molte diapositive scattate dallo stesso Desplanques e acquisite dalla Regione Umbria e sono stati rivisti e ampliati la bibliografia e gli indici tematici e dei luoghi geografici. Le cinque sezioni in cui il geografo francese aveva articolato la sua trattazione sono state oggetto di altrettanti saggi di aggiornamento da parte di un’équipe di specialisti dell’Università degli Studi di Perugia, coordinati dal professor Alberto Melelli, volti a presentare i molteplici e profondi cambiamenti che hanno investito le campagne umbre negli ultimi tre quattro decenni, sono corredati da foto a colori che mostrano tale evoluzione, già iniziata ai tempi del Desplanques, ma che lo stesso non aveva potuto approfondire perché non ancora nel suo pieno svolgimento. L’autore di “Campagnes Ombriennes”, Henri Desplanques, è nato in Francia nel 1911, dove nel 1937 viene ordinato sacerdote. Si laurea in Storia e Geografia nel 1938 e successivamente in Teologia con una tesi sul Perdono di Assisi nel Medioevo (da qui la sua prima visita in Umbria e il conseguente amore per la regione, terra di San Francesco). Fino al 1950 insegna al Collegio Saint-jacques e al Petit Séminaire di Hazebrouck, quindi succede all’abate professor Baeckeroot quale docente di Geografia alla Facoltà di Lettere della Libera Università di Lille. La sua monumentale tesi di dottorato viene pubblicata con il titolo di Campagnes Ombriennes ed è considerata uno dei migliori esempi di opere regionali mai realizzate e meritevole del più ampio riguardo nel contesto della grande tradizione dei geografi ruralisti francesi. .  
   
   
RIUNITA TASK-FORCE REGIONALE SULLA BRUCELLOSI BUFALINA  
 
 Si è riunita 19 febbraio 2007 presso gli uffici della Regione Campania al Centro Direzionale, la task-force istituita 10 giorni fa dalla Regione Campania per l’eradicazione della brucellosi. Al tavolo erano presenti rappresentanti degli Assessorati Regionali all’Agricoltura e alla Sanità, dell´Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, della Provincia di Caserta, delle associazioni professionali agricole. Sono state definite alcune linee guida per la predisposizione del piano regionale, che sarà sottoposto ai Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole e all’Unione Europea per l’approvazione. Il lavoro di questi ultimi tre mesi messo in campo dalla Regione Campania ha consentito la predisposizione delle priorità sanitarie del piano in maniera unitaria e condivisa da tutta la task-force regionale. Per tale ragione, si è convenuto di chiedere un’anticipazione della riunione dell´organismo insediato in sede ministeriale, già prevista per il prossimo 12 marzo. "L´obiettivo prevalente - ha dichiarato l´Assessore regionale alla Sanità, Angelo Montemarano - è quello di tutelare la salute del cittadino, che si contempera con le esigenze dell´agricoltura, evitando danni irreversibili al comparto zootecnico coinvolto. Tutto questo attraverso una strategia condivisa a livello nazionale e comunitario". "Stiamo elaborando - ha dichiarato l´Assessore all´Agricoltura e alle attività produttive, Andrea Cozzolino - un piano di eradicazione che, salvaguardando il patrimonio bufalino, porti all´abbattimento dei capi infetti. E´ tempo di lavorare sodo e con serietà con tutte le istituzioni, agricole e sanitarie, nazionali e comunitarie, per garantire l´eradicazione della malattia, qualora se ne accertasse la presenza, ed equi indennizzi per gli allevatori". .  
   
   
VITERBO: PARTE IL MONITORAGGIO CONTRO IL CINIPIDE GALLIGENO  
 
Ha preso il via il 19 febbraio l’opera di monitoraggio sul cinipide galligeno coordinata dal Centro studi e ricerca sul nocciolo e castagno, insediato presso il Cefas, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Viterbo. Nel mirino dei rilevatori l’odiosa vespa, nemica dei castagni, che da qualche anno e in forma limitata ha fatto la sua comparsa anche nella Tuscia, portando con sé una fama tutt’altro che benevola, dopo i guasti prodotti in Piemonte e in altre zone del mondo. Da qui l’avvio dell’iniziativa di monitoraggio, concordata con il Servizio fitosanitario dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, su tutta la superficie provinciale interessata. La prima fase - programmata per le prossime tre settimane nei Comuni di Vallerano, Canepina, Bagnoregio, Soriano nel Cimino e Vetralla - riguarderà i castagni cedui, ovvero da taglio per legname, ubicati in prossimità dei focolai individuati la scorsa estate, sulla base delle segnalazioni ricevute da castanicoltori e potatori. Nella seconda fase, dal mese di aprile per sei settimane, sarà sviluppata un‘azione su una superficie più estesa e toccherà gli alberi da frutto. “Questa monitoraggio sistematico – spiega Andrea Vannini, coordinatore del progetto e docente dell’Università degli Studi della Tuscia – ci consentirà di avere il quadro più chiaro sulla diffusione del cinipide nella nostra provincia, ampliando il lavoro di prevenzione avviato lo scorso anno per contenere l’infestazione”. Le rilevazioni saranno svolte da sei squadre di tre persone ciascuna, opportunamente formate, composte da tirocinanti della Facoltà di Agraria, dalle guardie della Riserva naturale del lago di Vico, dal personale della Polizia provinciale e del Corpo Forestale dello Stato, dai volontari indicati dalle Associazioni di produttori e dai Comuni interessati. L’opera di mappatura - finanziata in questo primo momento dalla Camera di Commercio di Viterbo, dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Viterbo e dalla Comunità montana dei Cimini - consiste nell’individuazione delle cosiddette “galle”, dove si ritiene che sia presente l’insetto. Gli operatori provvedono con il Gps a tracciare le coordinate geografiche della zona a rischio, a rendere individuabili a vista le piante con nastro segnaletico e a compilare la scheda di rilevazione, che in serata sarà trasmessa via fax direttamente al Servizio Fitosanitario della Regione Lazio. Questo, nei giorni seguenti, effettuerà il sopralluogo per l’accertamento e la prescrizione finalizzata a contenere l’infestazione in corso. “Sulla questione del cinipide – dichiara Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo – c’è stata una risposta tempestiva, concertata e qualificata di tutte le forze in campo: istituzionali, imprenditoriali e scientifiche. Questo fare sistema ci permette di procedere secondo una strategia comune, evitando dispersioni di risorse e di tempo”. .  
   
   
CHIUSO SALONE DELLA PESCA DI RIMINI  
 
Si è chiuso il 13 febbraio a Rimini il Salone Internazionale delle Tecnologie e dei Prodotti della Pesca per il Mediterraneo. Alla manifestazione è intervenuta l’assessore alla pesca del Veneto, Isi Coppola. La Regione del Veneto era presente anche anche con uno stand istituzionale di circa 150 mq. “Lo spirito della nostra partecipazione – sottolinea l’assessore Coppola, commentando positivamente l’esito del salone, che è l’unico appuntamento in Italia dedicato al “seafood” e alle tecnologie per il trattamento dei prodotti della pesca – è quello di mettere insieme gli operatori del settore per dare del Veneto un’immagine unica sul piano nazionale e internazionale. Con questo stesso spirito ci presenteremo ad altre manifestazioni, come l’European Seafood Exposition di Bruxelles e lo Slow-fish di Genova”. “Sul piano delle strategie condivise – aggiunge l’assessore – intendiamo anche far sentire quanto più possibile la nostra voce in sede di Commissione Europea dove provvedimenti che possono apparire neutri rischiano invece di diventare deleteri per le produzioni tipiche della fascia costiera veneta”. In Veneto il comparto pesca è in crescita grazie anche agli investimenti messi in moto dalle risorse regionali ed europee. Nel periodo 2000-2006 infatti circa 22 milioni di risorse finanziarie pubbliche hanno attivato investimenti per circa 54 milioni di euro. “In accordo con il mondo della pesca – evidenzia l’assessore Coppola – abbiamo puntato soprattutto ad una sempre maggiore qualità e tracciabilità del prodotto, con un occhio di riguardo per la sostenibilità e la salvaguardia degli stock ittici”. Lo stand del Veneto, oltre all’offerta promozionale e informativa, è stato dotato anche di una zona con cucina dove sono stati preparati da cuochi polesani piatti tipici regionali. Delle circa 170 imprese specializzate presenti al salone di Rimini, quelle venete erano una decina ed hanno presentato al pubblico esempi concreti della qualità dei prodotti freschi e conservati del comparto ittico veneto. .  
   
   
UNA PROPOSTA DI LEGGE PER TUTELARE L’ESPRESSO E IL CAPPUCCINO ITALIANI  
 
L’on. Marco Lion, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, presenterà una proposta di legge per tutelare con la dicitura «Autenticità Certificata» alcuni prodotti alimentari tradizionali, tra cui l’espresso e il cappuccino italiani. Sarà inoltre proposto di chiedere la tutela dell’Unione Europea per l’espresso e il cappuccino. L’11 febbraio 2007, a Eisday2007, convegno annuale organizzato dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano a Rimini Fiera, l’on. Marco Lion, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, annuncerà l’intenzione di rafforzare i prodotti tipici italiani come l’espresso e il cappuccino italiano. «La perdita dell’identità agroalimentare ed enogastronomica della nostra società è una questione assai delicata che dobbiamo celermente affrontare e risolvere. Avendo preso piena coscienza della serietà delle questioni enunciate, anche grazie allo stimolo del Cappuccino Italiano Certificato promosso dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano, ho ritenuto opportuno, con una specifica proposta di legge, tutelare l’autenticità del Made in Italy attraverso l’apposizione sul prodotto di una specifica garanzia» ha dichiarato il presidente Lion. Questa garanzia sarà attestata dalla dicitura “Autenticità Certificata” e servirà a distinguere i prodotti tipici, tradizionali e originali autenticamente italiani. Sarà utilizzabile solo da quelle produzioni che saranno iscritte in un apposito registro e ottenute osservando le regole che rendono il prodotto autentico. Prima di entrare in commercio l’alimento dovrà avere superato controlli ufficiali per garantire la sua conformità al disciplinare cui si riferisce. Il progetto di legge prevede che tra i primi beneficiari della menzione di autenticità vi saranno l’Espresso italiano, il Cappuccino italiano e la pasta di qualità italiana. Inoltre, sempre a Eisday2007, l’on. Lion lancerà la proposta di proteggere la denominazione “Cappuccino Italiano” anche attraverso la registrazione europea della “Specialità Tradizionale Garantita” (Stg). «Vi sono tutte le condizioni per procedere in tal senso, in primis l’autorevolezza e l’ufficialità del percorso di certificazione dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano che, come vuole lo spirito del regolamento, mira ad accertare le garanzie di ottima qualità» ha inoltre dichiarato il presidente Lion «Solo a questa condizione l’Unione Europea, tramite la protezione del nome, potrà sostenere gli operatori nel far conoscere la qualità del cappuccino italiano a livello comunitario». Cosa è Eisday2007 Eisday, incontro annuale dell´Istituto Nazionale Espresso Italiano, si terrà a Rimini l´11 febbraio ospitato all´interno di Pianeta Birra, manifestazione nazionale dedicata al beverage (Sala Tiglio, h. 10. 00). Il tema di quest´anno sarà "Il Cappuccino Italiano Certificato”. .  
   
   
SALONE DELL’AGROALIMENTARE LIGURE LE NOVITÀ DELLA TERZA EDIZIONE DALL’ARENA EVENTI AL GIARDINO DEI SAPORI E DEI PROFUMI  
 
Dal 16 al 18 marzo 2007 torna l’atteso appuntamento con il Salone Regionale dedicato alle eccellenze agroalimentari provenienti da tutta la Liguria: il Salone dell’Agroalimentare Ligure. La manifestazione si svolgerà, anche in questa edizione, a Finale Ligure Borgo (Sv), nel borgo medievale, una delle perle del Club dei Borghi più belli d’Italia, presso il prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina. La Liguria vanta un grande patrimonio agricolo e gastronomico, costituito da piccole realtà produttive, le cui caratteristiche organolettiche sono fortemente connesse con le peculiarità del territorio di origine, produzioni di nicchia di alta qualità, ma la cui quantità è piuttosto limitata. Il consumo di prodotti enogastronomici è divenuto negli anni sempre più attento e consapevole. Grazie alla ricerca da parte di consumatori consapevoli le produzioni agricole di tipicità e di qualità hanno cominciato a competere e a trovare un proprio spazio commerciale. Il valore aggiunto dai prodotti tipici della tradizione è alla base di una richiesta di mercato sempre più significativa. La Regione Liguria sta portando avanti un programma di promozione del territorio attraverso la valorizzazione delle produzioni agroalimentari liguri di qualità, le stesse produzioni che rendono la cucina ligure una tra le più apprezzate, non solo tra il turista-consumatore, ma anche tra gli addetti ai lavori. Si pensi all’olio extra vergine d’oliva, al pesto, alla focaccia: tre prodotti che hanno reso celebre la Liguria non solo a livello europeo, ma anche oltreoceano. La manifestazione è nata per valorizzare le peculiarità enogastronomiche regionali attraverso l’esposizione, la vendita e la degustazione di prodotti tipici. Il Salone si svolgerà in una cornice molto suggestiva e la struttura medievale, che ospita il Salone dell’Agroalimentare Ligure, verrà suddivisa in aree tematiche: Carruggio del Pesto, Largo dell’Olio, la Cantinetta, Largo del Dolce, Largo degli Orti, Via dei Sapori ed altro ancora. In ogni settore il pubblico potrà trovare le migliori produzioni del territorio ligure. Le novità 2007 √ Il 2007 vedrà potenziate sia le aree espositive, ricordiamo che gli espositori della passata edizione sono stati più di 130, sia le aree dedicate agli eventi collaterali. Nella Sala delle Capriate e nella Sala Liguria saranno organizzati incontri didattici, corsi di degustazione, laboratori, seminari e convegni, tutti dedicati alle peculiarità dei prodotti liguri. √ Sarà allestita un’Arena Eventi dedicata ai laboratori a cielo aperto. Nell’arena Eventi si susseguiranno corsi di composizione floreale - durante i quali un maestro dimostratore si cimenterà nelle creazioni floreali più creative - , corsi di cucina, dimostrazioni sulla produzione dei più svariati prodotti della tradizione ligure. √ Inoltre nell’edizione 2007, all’interno del giardino botanico del Complesso Monumentale di Santa Caterina, sarà allestito “il Giardino dei Sapori e dei Profumi”, un’area dedicata alle degustazioni gastronomiche con la preparazione di farinata, panissa, le biscette di Solva ed altre specialità della cucina della tradizione ligure. In questo settore il pubblico avrà l’occasione di degustare piatti tipici preparati secondo le antiche ricette della tradizione. √ Un altro settore introdotto nell’edizione 2007 sarà quello dedicato alle aziende agrituristiche della Liguria sviluppato in collaborazione con le Associazioni di Categoria. Questo settore rappresenterà una vetrina dedicata agli agriturismo ed ai servizi offerti ai turisti dalle numerose aziende agrituristiche liguri. √ il 2007 sarà l’anno dedicato al “business to business”. Una sezione workshop ricavata nella secolare “Cappella Oliveri” sarà l’area dedicata agli espositori del Salone dell’Agroalimentare Ligure che intenderanno incontrare i loro clienti acquisiti e/o potenziali in una sala dedicata alle trattative. Inoltre verrà allestita la mostra del Parco del Basilico di Prà, all’interno della quale il pubblico potrà scoprire tutti i segreti del quartiere genovese dove si produce il famoso basilico. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure vuole rendere omaggio a tutte le produzioni presenti sul territorio che si sono distinte per il recupero delle tradizioni enogastronomiche liguri. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure è una manifestazione ricca di attrattiva con una rassegna espositiva -costituita da un’ampia area di spazi espositivi suddivisi tra l’Auditorium, l’Oratorio de’ Disciplinanti e negli splendidi chiostri quattrocenteschi di Santa Caterina -, in cui i produttori presenteranno prodotti della tradizione ligure caratterizzati da elevati livelli qualitativi. Tra le produzioni presenti possiamo citare: il pesto, la focaccia di Recco, la focaccia classica genovese, la panissa, la farinata, le biscette di Solva, l’olio extravergine d’oliva, i formaggi, i dolci, pane allo zafferano, il chinotto di Savona, l’aglio di Vessalico, i fagioli di Badalucco, le salse liguri (pesto, patè di olive, machetto, pasta d’acciughe, crema di carciofi, ecc. ), i formaggi, gli insaccati, le castagne, il miele, il Pigato, il Vermentino, il Rossese, lo Sciacchetrà, la birra artigianale ed altro ancora. Un fitto programma di laboratori, seminari e corsi sarà a disposizione dei visitatori e degli espositori. Tra i laboratori citiamo quelli dedicati alla valorizzazione di olio extravergine d’oliva, sciroppo di rose, miele –attraverso la degustazione di cocktail a base di miele-, vini liguri, albicocche di Valleggia, pesto e basilico, fagioli di Badalucco ed altri prodotti della tradizione enogastronomica ligure. Tra le novità dei laboratori 2007 possiamo segnalare: Degustare Acque: Non Solo Gusto, un laboratorio di degustazione innovativo e molto atteso dal pubblico del Salone. Le associazioni di categoria: Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori proporranno eventi divulgativi dedicati ai progetti di valorizzazione dei prodotti tipici regionali. La Coldiretti proporrà un evento legato all’origine dei prodotti, la Confagricoltura un incontro dedicato alla nuova legge regionale sull´Agriturismo in Liguria dal tema: vantaggi e rischi per l´ambiente e l´economia del territorio, mentre la Confederazione Italiana Agricoltori organizzerà un convegno sui vini del territorio. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure seguirà i seguenti orari: F venerdì 16 marzo dalle ore 15. 00 alle ore 20. 00 F sabato e domenica 17 e 18 marzo dalle ore 10. 00 alle ore 20. 00 Il Salone sabato e domenica farà orario continuato. La filosofia dell’evento si può sintetizzare nei seguenti punti: Ïprivilegiare la dimensione culturale delle produzioni agroalimentari liguri, intese come momento di scoperta, confronto e conoscenza; Ïriconoscere l’esigenza di un consumo responsabile dei prodotti agroalimentari; Ïporsi come una risposta credibile alle esigenze di un pubblico che non si percepisce come “consumatore tradizionale”, ma che sa “degustare” i prodotti che acquista; Ïvalorizzare il territorio attraverso l’esposizione dei suoi prodotti. La terza edizione del Salone dell’Agroalimentare Ligure è organizzata dalla Regione Liguria e da Unioncamere Liguria con la collaborazione della Provincia di Savona, la Camera di Commercio di Savona, il Comune di Finale Ligure e la Comunità Montana Pollupice. La manifestazione è organizzata con la collaborazione ed il sostegno delle associazioni di categoria: Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori. Www. Saloneagroalimentareligure. Org .  
   
   
LA CIOCCOLATA CALDA PERFETTA COME RILANCIARE UNA TRADIZIONE DI TORINO  
 
Venerdì 9 Marzo, in occasione della grande festa di Cioccolatò, Confartigianato Imprese Torino organizza 2 golose iniziative: il convegno La Cioccolata Calda Perfetta e l’iniziativa Cioccolata sCaldacuore Con la stagione più fredde arriva la cioccolata calda! Densa, cremosa, tiepida o calda, voluttuosa e profumata, aromatizzata, fumante… Viene preparata in tantissimi modi diversi, con altrettante varianti per accontentare ogni appassionato di cioccolato. Ma qual è la ricetta della cioccolata calda perfetta? Quali requisiti deve avere questa deliziosa bevanda per incantare appassionati gourmands ed esigenti esperti? Se ne discute a Torino, durante il convegno organizzato da Confartigianato Imprese Torino. Sono invitati: cioccolatieri, esercizi commerciali, giornalisti Al termine del convegno il maestro cioccolatiere Silvio Bessone offrirà una degustazione di due cioccolate calda: con addensanti e secondo la ricetta tradizionale. Cioccolata sCaldacuore Una tazza di cioccolata calda fumante. Per scaldare il cuore. E´ il nuovo progetto di Confartigianato Imprese Torino che in occasione di Cioccolatò ha organizzato un dopocena davvero speciale per i senzatetto della città. La sera del 9 Marzo i maestri cioccolatieri di Confartigianato saranno presenti negli asili notturni di Torino per preparare e offrire a tutti i senzatetto una buona tazza di cioccolata calda. Il cioccolato, elemento che contiene sostanze psicoattive, stimolanti e antidepressive è stato scelto per coccolare, con un semplice e dolce gesto, i tanti senza tetto di Torino. Così una tazza di cioccolata calda, densa, cremosa e profumata offerta dai cioccolatieri di Confartigianato Imprese Torino sarà il goloso dessert che verrà distribuito agli ospiti di alcune mense della città. Un goloso gesto di solidarietà, un momento di vera dolcezza, una coccola “scaldacuore” a coloro che più ne hanno bisogno. L’iniziativa sarà presentata al termine del convegno “La cioccolata calda perfetta”, in programma per la mattina del 9 Marzo (Fondazione Accorsi, 9 Marzo 2007, ore 10,30) Maggiori dettagli sono presenti sul sito internet www. Confartigianatotorino. It .  
   
   
A TUTTA GRAPPA! 23 FEBBRAIO ALL’OSTERIA DEI VINATTIERI  
 
Quando l’uva incontra l’oliva nasce Olivetto, un distillato dal gusto morbido, ideale a fine pasto o come ingrediente di ghiotte ricette. Www. Olivetto. It Cenetta sfiziosa per omaggiare una grappa dal sapore unico In lista ne vanta già una cinquantina, ma questa mancava all’appello. L’osteria dei Vinattieri di San Donato Milanese alle grappe ci tiene molto e ha deciso di presentarne una davvero particolare: Olivetto, sorta dalla felice unione (o meglio, infusione) della grappa trentina firmata Distilleria Pisoni e le olive del Lago di Garda, coltivate biologicamente, maturate lentamente e poi raccolte in collina da piante ultracentenarie. Quello che ne risulta è un prodotto dal profumo armonico e ricercato, dal gusto vellutato e dal colore ambrato, con sottili riflessi che oscillano fra il bronzeo e il ramato. A realizzarlo è Marco Pallua (titolare, fra l’altro, dell’Osteria alla Rosa a Malcesine), riscoprendo un’antica ricetta della tradizione alto-gardesana. Un distillato elegante, capace di distinguersi per gli intensi aromi e per il sapore strutturato e piacevolmente persistente. Perfetto da sorseggiare a fine pasto, freddo oppure caldo, con una scorza di limone (www. Olivetto. It). Ma Olivetto si dimostra altresì versatile, e, nelle mani dello chef dell’Osteria dei Vinattieri, diviene ingrediente per alcune intriganti ricette. Piatti succulenti dal tocco fantasioso, serviti in un’atmosfera calda e accogliente, fatta di semplicità ma anche di qualità. Per una cenetta ad alti gradi(menti). Antipasto Mousse di baccalà alla grappa Olivetto servita con crostini aromatici Primi piatti Risotto Carnaroli mantecato alla mela verde e gelatina di grappa Olivetto; ravioli di magro con panna e speck tirolese Secondo piatto Petto di faraona nostrana con mele Stark e melograno; verdure di stagione in giardiniera Dessert Strudel aperto con mascarpone ghiacciato alla grappa Olivetto; salame di cioccolato e crema inglese Bevande Vini selezionati dalla cantina, acqua minerale, caffè e grappa Olivetto Tel. 02 5231200 .  
   
   
RISTOREXPO CELEBRA I DIECI ANNI DI VITA CON LA “CENA DELL’ANNO” FILOSOFI DEL CIBO E CUOCHI D’ECCEZIONE A CONFRONTO PER FESTEGGIARE IL DECENNALE DELLA MANIFESTAZIONE  
 
Ristorexpo, la manifestazione lariana dedicata alla ristorazione professionale e all’enogastronomia, compie dieci anni. E festeggia questo traguardo con un evento unico, una speciale cena-laboratorio con otto protagonisti d’eccezione: quattro tra i migliori cuochi italiani e altrettanti “filosofi del cibo”, che si confronteranno su differenti visioni della ristorazione, intrattenendo gli ospiti con presentazioni e assaggi. La “Cena dell’anno”, questo il nome dell’evento, si è svolta ieri sera alla presenza dell’autore de “Il Gastronauta” Davide Paolini, Paolo Marchi, ideatore e curatore della manifestazione “Identità Golose” e tra i fondatori della sezione italiana dei Jeunes Restaurateurs d’Europe; Giacomo Mojoli, membro del Comitato di presidenza internazionale di Slow Food e Presidente onorario di Slow Food Giappone; Davide Di Corato, direttore responsabile di Ho. Re. Ca. Magazine. Ad interpretare la loro visione dell’enogastronomia, il talento di altrettanti cuochi di fama. Davide Paolini ha scelto Enrico Bartolini del ristorante “Le Robinie” di Montescano (Pv). Emanuele Scarello, vice presidente dei Jeunes Restaurateurs d´Europe e chef del ristorante “Agli Amici” di Udine interpreterà il pensiero di Paolo Marchi. Giacomo Mojoli e Davide Di Corato, infine, hanno invitato rispettivamente Piero Alciati del ristorante “Guido Da Costigliole” di Santo Stefano Belbo (Cn) e Herbert Hintner di “Zur Rose” a San Michele Appiano (Bz). “Nel pensare a questo evento abbiamo voluto sollecitare un dibattito attorno alle diverse visioni della ristorazione. – afferma Giovanni Ciceri, consigliere di Lariofiere delegato per Ristorexpo - Per questo motivo abbiamo coinvolto quattro opinion leader di settore ai quali abbiamo chiesto di presentarci la propria visione della cucina oggi, attraverso altrettanti chef di indiscusso valore. La loro è la proposta di piatti che siano buoni non solo da mangiare, ma anche capaci di far pensare. L’obiettivo è quello di trasmettere a tutti gli operatori un importante messaggio: che stimolare la qualità e la cultura gastronomica non è solo un modo per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, ma anche l’occasione per diventare ambasciatori dei valori più autentici di un territorio, ottenendo successo imprenditoriale”. Questa sera martedì 20 febbraio un altro famoso cuoco calcherà le scene di Ristorexpo: protagonista della “Cena d’autore” sarà Marilù Terrasi, patron del ristorante “Pocho” di San Vito Lo Capo e straordinaria interprete della tradizione enogastronomica siciliana. Tema della serata sarà l’esplorazione delle nuove frontiere della cucina mediterranea, in particolare attraverso la specialità di Marilù Terrasi, il cous cous all’italiana. La cena è aperta al pubblico, su prenotazione. Promossa da Lariofiere di Erba con il patrocinio di Confcommercio Como e Lecco e in collaborazione con Slow Food Convivium Erba-lecco-como, Ristorexpo 2007, che lo scorso anno ha visto la partecipazione di oltre 130 espositori e 18. 000 operatori del settore, sarà aperta gratuitamente a tutti gli operatori, che potranno registrarsi sul sito www. Ristorexpo. Com; il costo del biglietto per i non operatori è di 7 Euro. .  
   
   
IL NUOVO CHEF FABIO BARBAGLINI PER MONTEROTONDORESORT SULLE COLLINE DEL GAVI  
 
La nuova stagione sarà caratterizzata da un´importante novità in cucina: l´arrivo del nuovo chef Fabio Barbaglini che, dopo l´esperienza del Caffé Groppi di Trecate, metterà a disposizione degli ospiti del ristorante La Gallina il suo talento portando avanti quella ricerca del gusto e degli antichi sapori che caratterizza la sua cucina e che trova nel progetto della famiglia Moccagatta il totale appoggio. L´albergo L´ostelliere, il ristorante La Gallina e le cantine Villa Sparina attendono all´insegna di una ospitalità di charme, dei piaceri della tavola e del buon vino. .  
   
   
KOPI LUWAK, IL CAFFÈ PIÙ PREZIOSO CHE C’È TORNA NEI LINO’S COFFEE SHOP LA “SELEZIONE” DEI PICCOLI MARSUPIALI INDONESIANI  
 
Il clamore e il successo del prezioso Kopi Luwak chiedeva a gran voce il bis. Ed eccolo arrivare. Dalla fine del mese di febbraio è di nuovo disponibile nei Lino’s Coffee che aderiranno all’iniziativa il caffè indonesiano dalla storia curiosa e dal gusto inimitabile. Si tratta sicuramente del caffè più raro, oltre che più caro al mondo. Proveniente dalle maggiori isole indonesiane, in quantitativi insignificanti, venne scoperto inizialmente da raffinati consumatori giapponesi, e in seguito la sua fama si è diffusa in Europa ed in America. La sua esclusività mette alla prova i palati più esigenti, ma non c’è da essere troppo schizzinosi. Perché il procedimento della sua torrefazione è a dir poco “particolare”. Vengono raccolti da terra, tra le piantagioni di caffè, i chicchi digeriti ed “espulsi” da un piccolo marsupiale appartenente alla famiglia degli zibetti, chiamato localmente luwak, che si ciba solamente dei frutti della pianta del caffè più dolci e maturi. I succhi gastrici che ne favoriscono la digestione creano un processo di fermentazione assolutamente unico tra tutti i caffè, giustificandone il gusto effettivamente diverso ed originale. Dopo averlo lavato e sgusciato dal pergamino il chicco viene insaccato in balle da 20 chilogrammi. Nell’analisi sensoriale del “caffè in tazzina” il gusto risulta estremamente corposo e liquoroso, con sapore di erbe aromatiche e confettura di arance amare. Il retrogusto, denso e molto persistente, regala in più un’insolita essenza di rabarbaro. E ora per gustare questa delicata prelibatezza basta recarsi in uno dei tanti Lino’s Coffee… E-mail: linoscoffee@tin. It Sito web: www. Linoscoffee. Com .  
   
   
UN CONFETTO GUSTO MENTA FRESCA: PIÙ ACCATTIVANTE NEL GUSTO, PIÙ EFFICACE NELL´AZIONE. E’ NICORETTE PER VINCERE IL VIZIO DEL FUMO  
 
Le nuove Nicorette gomma gusto menta fresca. Più gradevoli al gusto e anche per questo più efficaci: «Grazie alla sua particolare formulazione», afferma il professor Stefano Nardini, Pneumologo Coordinatore della rete regionale veneta di disassuefazione dal fumo del programma regionale veneto e Segretario Generale Aimar (Associazione Scientifica Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Respiratorie), «la gomma alla menta invoglia chi sta cercando di smettere di fumare a utilizzarla tutte le volte che avverte il bisogno di contrastare i sintomi dell´astinenza. Un aspetto importante, visto che nel trattamento con Nrt molti soggetti tendono ad assumere dosi inferiori a quelle terapeutiche e per un tempo complessivo inferiore ai tre mesi medi raccomandati, compromettendo così il percorso terapeutico e il risultato finale». Inoltre, l´azione delle nuove Nicorette gusto menta può essere massimizzata dall´aspirante ex-fumatore grazie al particolare metodo "chew & park" (letteralmente "mastica & parcheggia"), ideato dagli stessi ricercatori dei laboratori Nicorette. Metodo che si sviluppa in 3 fasi: Fase 1: Masticare la gomma fino a quando non si avverte un pronunciato sapore indicatore dell’avvenuto rilascio della nicotina. Fase 2: Parcheggiare la gomma per alcuni minuti vicino alla guancia, per consentire alla nicotina di essere assorbita attraverso i tessuti della bocca, ed entrare così nel circolo sanguigno. Fase 3: Una volta che il sapore è svanito, tornare a masticare la gomma, e ripetere quindi l´intera procedura fino a quando la gomma non ha più sapore. Un "trucco" che consentirà di sfruttare al meglio le gomme alla nicotina, aumentando di conseguenza le possibilità di successo: «Adottando il metodo "chew & park"», conferma il prof. Bruno Berra, ordinario di chimica biologica dell´Università degli Studi di Milano, «la gomma rimane a contatto per un periodo relativamente lungo con i tessuti del cavo orale, per loro natura sottili e caratterizzati da un abbondante irrorazione venosa: due proprietà ideali per favorire l´assorbimento della nicotina senza coinvolgere il sistema arterioso e andare ad agire direttamente sui recettori cerebrali. Inoltre, la masticazione della gomma favorisce un rilascio costante della nicotina, la cui concentrazione e il successivo declino nell´organismo hanno - al contrario che per la sigaretta - uno sviluppo assai lento: una caratteristica farmacocinetica che assicura così un´azione più lunga da parte di Nicorette, aiutando il fumatore a gestire meglio e in un sufficiente arco temporale i disagi dell´astinenza». Con un vantaggio in più: secondo un recente sondaggio condotto da Nicorette Institute, tenere impegnata la bocca è lo stratagemma preferito dai fumatori quando si ritrovano nell´impossibilità di mettere mano a pacchetto e accendino. Ad esempio masticando una caramella (33% del campione) o addirittura una matita (20%) se non possono allontanarsi dalla scrivania; sorseggiando un drink (35%) se invitati a un party rigorosamente "no smoking"; parlando ininterrottamente (46%) se costretti a un viaggio in auto in compagnia di un intollerante nemico del fumo. «Il fumatore frustrato e reso nervoso dall’assenza del suo oggetto di appagamento ricorre facilmente a palliativi quali caramelle e gomme da masticare, matite o unghie da rosicchiare», osserva la dottoressa Manuela Troisi, psicologa e psicoterapeuta, consulente presso differenti strutture ospedaliere di Milano. «Si tratta, banalmente, del tentativo di trovare delle soddisfazioni sostitutive e di dare sfogo all’ansia derivata dall’impossibilità di mettere in atto un comportamento ormai “iperappreso”: quello, appunto, di portare e tenere la sigaretta alle labbra. Il masticare, inoltre, consente di scaricare tensione e nervosismo attraverso il movimento ripetuto dell’articolazione mandibola-mascella: ecco perché la gomma può essere particolarmente appagante per contrastare il nervosismo dell´astinenza, data la sua consistenza e la resistenza che la gomma oggettivamente oppone». .  
   
   
APPARECCHIARE LA TAVOLA DI PRIMAVERA CON SIA  
 
Un’occasione da non perdere dal 16 Aprile al 16 Maggio Sia propone ai suoi Clienti una fantastica opportunità per apparecchiare la tavola di Primavera. E’ in arrivo “Enjoy Table with Sia” la promozione che permetterà di acquistare il servizio da tavola in ceramica dal delicato decoro liberty ad un prezzo promozionale di euro 49,00 (valore reale euro 109,00) Il set si compone di 24 pezzi (6 piatti piani, 6 piatti fondi, 6 piatti frutta, 6 tazzine caffè c/piattino) ed è corredato da una raffinata confezione regalo Presso le Sia Boutiques di Milano, Bologna, Firenze, Roma e presso i Sia Espace e i negozi Vip. .  
   
   
VINI DI TOSCANA, IL PREMIO AL MONDO DELLA RICERCA E DELL´INNOVAZIONE  
 
 Firenze - All´origine del successo mondiale dei vini di Toscana c´è anche un notevole e spesso poco appariscente lavoro nel campo dello studio, della ricerca e dell´innovazione. Ed è a questo anello scientifico e tecnologico della catena da cui nascono le nostre pregiate produzioni che è stato indirizzato il Vini di Toscana 2006, il premio che la Regione Toscana attribuisce ogni anno a chi si è particolarmente distinto nel campo della produzione, della ricerca, della promozione e dell´informazione legata al mondo dei vini toscani. Il premio sarà assegnato dal presidente della Regione Claudio Martini a una figura di riferimento nell´ambito della ricerca e dell´innovazione in Toscana. La cerimonia è in programma martedì, 20 febbraio, ore 11, nella sala giunta di Palazzo Bastogi, via Cavour 18. Saranno presenti, oltre al presidente, l´assessore all´agricoltura Susanna Cenni, il Rettore dell´Università di Firenze Augusto Marinelli e il presidente dell´Accademia dei Georgofili Franco Scaramuzzi. .  
   
   
L’ACCADEMIA ITALIANA DELLA VITE E DEL VINO PRESENTA IL PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ 2007  
 
 Vicenza - L’accademia Italiana della Vite e del Vino, massima istituzione nazionale in campo vitivinicolo, ha presentato il programma delle attività per il 2007, cinquantottesimo anno accademico. Eventi e manifestazioni (in ambito accademico definiti “Tornate”) che si svolgeranno in Italia e all’estero, nei quali saranno affrontati argomenti di carattere produttivo, agronomico, scientifico, tecnico-economico, giuridico: “Abbiamo messo a punto un programma molto ricco, proprio per confermare il ruolo dell’Accademia come principale riferimento nazionale per tutto il settore vitivinicolo”, ha commentato il presidente Antonio Calò. L’attività accademica inizierà, con un’anteprima a Verona, in occasione del Vinitaly: il 31 marzo, in occasione della cerimonia di Consegna della Targa intitolata a Giuseppe Morsiani a Giacomo Tachis, si svolgerà un Simposio sulla Microbiologia Enologica. L’apertura ufficiale dell’Anno Accademico 2007 si terrà a Siena, ove si trova una delle sedi dell’Accademia, il 14 aprile, con una cerimonia presieduta dal presidente del Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari, presso la sede dell’Istituto. Il 24 aprile, in collaborazione con l’Accademia del Vino Ungherese, l’Accademia sarà presente a Köszeg (Ungheria), dove si affronterà il tema della relazione tra la conformazione delle piante di vite e i cambiamenti climatici negli ultimi 250 anni. A Köszeg è infatti conservata la catalogazione completa dei tralci di vite di tutte le annate a partire dalla metà del secolo Xviii. Al termine dei lavori, sarà assegnata una Borsa di Studio per un approfondimento su questo argomento. Dal 31 maggio al 2 giugno l’Accademia si trasferirà in Salento: nelle località di Galatina (Lecce) e Sardonici (Brindisi) organizzerà una Tornata per discutere il settore vitivinicolo salentino tra passato e futuro. Dal 2 al 6 ottobre, l’Accademia si sposterà nelle Isole Eolie, a Salina, per il secondo Convegno internazionale sulle Malvasie nel Mediterraneo. Alla fine di ottobre, è prevista una Tornata accademica organizzata in Vaticano, in collaborazione con l’Accademia Pontificia, mentre il 15 dicembre avrà luogo a Vicenza, sede operativa dell’Istituzione, la cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico con la commemorazione del centenario della nascita del professor Dino Rui. “Tutte le iniziative in programma”, ha aggiunto il professor Calò, “sono in linea con il nostro obiettivo principale: sensibilizzare, discutere su tutti gli aspetti che interessano il mondo del vite e del vino. Momenti di riflessione e di confronto, indispensabili per l’analisi e l’approfondimento, in considerazione dei punti di vista delle diverse componenti del mondo vitivinicolo”. .  
   
   
“SCRIVI IL PAESAGGIO DEL VINO” PREMIA I VINCITORI DELL’EDIZIONE 2006 PAOLO BROSIO MIGLIOR COMUNICATORE  
 
 Paolo Brosio è il vincitore come “miglior comunicatore” del concorso Scrivi il paesaggio del vino 2006/2007. Il premio sarà consegnato al giornalista giovedì 22 febbraio, alle ore 10 presso la Sala Convegni della Camera di Commercio di Asti (Piazza Medici, 8) nel corso di una cerimonia che premierà anche i ragazzi che hanno partecipato al concorso nelle altre sezioni. Scrivi il paesaggio del vino ha invitato i ragazzi piemontesi a raccontare il mondo vivo e complesso che ruota attorno ai filari di vite e ai calici di vino: più di 800 gli elaborati giunti da tutto il Piemonte. Tre le sezioni previste dal bando: la prima è riservata agli studenti delle scuole medie superiori del Piemonte; la seconda è rivolta agli studenti delle scuole medie superiori di Asti e provincia; la terza è destinata a un personaggio del mondo della comunicazione che abbia saputo meglio contribuire, con la propria attività professionale, alla promozione in Italia e all’estero del paesaggio del vino e in generale del territorio, inteso come insieme delle tradizioni e delle tipicità d’eccellenza. Il premio come miglior comunicatore (Premio Fondazione Cassa di Risparmio di Asti) è andato a Paolo Brosio, conduttore per diversi anni delle trasmissioni televisive Linea Verde e Paese che vai. Nelle edizioni precedenti il premio era stato conferito al nutrizionista e dietologo Giorgio Calabrese, membro dell’Authority Europea Sicurezza Alimentare, e a Beppe Bigazzi, esperto di enogastronomia e conduttore de La prova del Cuoco insieme ad Antonella Clerici. I ragazzi vincitori sono: per la prima sezione (Piemonte): 1a classificata (1. 500 euro): Francesca Zaffora Blando (del Liceo Classico Scientifico “Isaac Newton” di Chivasso – To) per un testo che mescola la lingua italiana con il dialetto piemontese e mette in scena un caleidoscopio di personaggi di un piccolo paesino collinare, colto nel momento di lavoro e di festa tipico dei giorni della vendemmia; 2° classificato (1. 000 euro): Enrico Tartaglino (dell’Istituto “Umberto I” di Alba – Cn), per un racconto dalla prosa ricca e dallo stile ritmato, in cui una bottiglia di vino segna il superamento di un dramma passato e il ritorno alla vita tra le vigne, dopo la sofferta perdita del padre. Per la seconda sezione (Asti e provincia): 1a classificata (1. 500 euro): Elisabetta Bona (dell’Istituto “Augusto Monti” di Asti), per un testo dalla profonda capacità descrittiva dei sentimenti, ambientato tra le colline ricche di filari di vite, animato dal ricordo doloroso per una madre ormai defunta e per il segreto che nascondeva; 2° classificato (1. 000 euro): Alberto Ghia (del Liceo Classico “Vittorio Alfieri” di Asti), per un testo epistolare in cui l’autore, spinto dai forti ricordi di un’infanzia trascorsa con un anziano vignaiolo, sancisce l’addio a una carriera da manager in una multinazionale e l’inizio di una vita appassionante dedicata al lavoro in vigna. La Giuria che ha proclamato i vincitori è presieduta dallo scrittore Raffaele Nigro e composta da Roberto Bava (produttore di vini), Roberto Bellato (vicedirettore de La Stampa), Giovanni Bo (architetto), Daniele Cernilli (condirettore di “Gambero Rosso”), Michele Maggiora (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti), Franco Matteucci (scrittore e vicedirettore di Rai Uno) e Giuliano Soria (presidente del Premio Grinzane Cavour). Prima della cerimonia di premiazione si terrà una tavola rotonda coordinata dallo scrittore Arnaldo Colasanti, dal titolo “Cultura materiale e giovani: nuovi percorsi mediatici tra informazione, educazione alimentare e spettacolo”, a cui parteciperanno Giorgio Calabrese, Daniele Cernilli, Vanni Cornero, Franco Matteucci, Filippo Polidori e Lorenzo Strona. Gli spazi dedicati all’enogastronomia nelle trasmissioni televisive e sulla carta stampata sono sempre più ampi. Ma quanto è soltanto spettacolo e quanto invece informazione o educazione alimentare? E, ancora: in quale misura ci si pone l’obiettivo di raggiungere i giovani e il loro mondo? Quando la cultura materiale può essere oggetto della comunicazione? Al termine del dibattito gli esperti risponderanno alle domande degli studenti. La mattinata si concluderà con l’iniziativa Vino è…: esperti dell’enogastronomia d’eccellenza del territorio astigiano guideranno i presenti alla conoscenza dei significati storici e culturali di piatti tradizionali. Ne seguirà la degustazione. Vino è. È organizzato dal Grinzane, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e la collaborazione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Asti, grazie alle aziende del Comitato Sostenitore Astigiano del Parco Culturale del Premio Grinzane Cavour. L’iniziativa vedrà coinvolta la Scuola Alberghiera di Agliano Terme (At), che presenterà con i suoi allievi alcune ricette storiche astigiane, come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, il mais otto file, il peperone quadrato di Motta di Costigliole e la nocciola tonda gentile piemontese. Scrivi il paesaggio del vino è istituito dal Premio Grinzane Cavour e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, d’intesa con Regione Piemonte. .  
   
   
XII° PRIMAVERA PROSECCO DOC 2007, 15 MOSTRE, VETRINA DELLE ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE DELL’ALTAMARCA TREVIGIANA  
 
Partirà tra poco più di un mese, ed esattamente il 3 marzo a Vidor, la Xii° edizione della Primavera Prosecco Doc. L’ambizioso obiettivo di questa edizione 2007 è quello di superare i 250. 000 turisti dello scorso anno, che sono arrivati nel territorio dell’Altamarca Trevigiana. La manifestazione, che si concluderà il 3 giugno a San Pietro di Feletto, per tre mesi offrirà ospitalità, visite ai luoghi artistici della zona: Abbazia di Follina e di Vidor, i castelli di Cison, Susegana, Conegliano, Vittorio Veneto, tanto per citarne alcuni, passeggiate guidate lungo l’Anello del Prosecco, degustazioni, offerta di prodotti tipici e appuntamenti dell’enogastronomia con serate, laboratori del gusto e la conoscenza delle svariate eccellenze del comparto produttivo ed alimentare del territorio. “La Primavera del Prosecco è l’esaltazione di una cultura diffusa e di successo di un grande vino oramai conosciuto in tutto il mondo legato ai prodotti tipici del territorio e frutto di una consolidata e continua ricerca della qualità grazie anche alla storica presenza da 130 anni della Scuola Enologica del Cerletti di Conegliano” ha detto il coordinatore della manifestazione, prof. Giovanni Follador, alla numerosa platea di giornalisti presenti alla conferenza stampa di Milano. Il protagonista principale è, ovviamente, il Prosecco Spumante Doc Conegliano-valdobbiadene, ma anche i vini doc Colli di Conegliano con il Refrontolo passito, il decantato Marzimino nel Don Giovanni di Mozart, il Verdiso e il Torchiato di Fregona. “Il Prosecco Doc Spumante – ha detto Floriano Zambon anche nella sua veste di presidente di Altamarca – è oramai assurto a simbolo della spumantistica nazionale con incrementi di vendite e di riconoscimenti, confermandosi il più amato dagli italiani ed uno dei prodotti del made in Italy più apprezzati sui mercati stranieri”. Un successo decretato dalle peculiari qualità della Doc che permette di distinguersi nettamente dai tanti generici prosecco presenti sul mercato, proprio perché la alta collina trevigiana – ovvero l’Altamarca, patria del vitigno Prosecco - è unica per clima, per terreni, per passione, per storia, per cultura e per tradizioni. Primavere tiepide ed estati fresche fanno dell’Altamarca un territorio vocato, ma anche turistico per vivere bene e all’italiana. Tra le novità del 2007: lo “scontiPass” che, al costo di un euro, dà diritto a sconti del 10-15% su acquisti, menù in mostra nei ristoranti, degustazioni; il “carnetPass”, un blocchetto di 10 buoni numerati, per avere lo sconto pernottamento, su degustazioni e acquisti; il premio giornalistico “Primavera Prosecco Doc- sui Colli dell’Altamarca“ con in premio, oltre ad un riconoscimento economico, anche un weekend da usufruire nell’area di produzione dello Spumante Doc; il concorso artistico-fotografico denominato “Sguardi sul territorio” rivolto a tutti gli alunni dell’area Doc e le degustazioni delle migliori etichette dell’anno premiate in occasione del “Gran Premio del Prosecco e dei vini dell’Altamarca” che si svolgerà in estate e in autunno sulla riviera adriatica come ambasciatori del territorio. L’altamarca Trevigiana oltre ad essere un territorio di dolci colline e di 41 comuni, dai Colli Asolani a Conegliano, dal Montello a Valdobbiadene, dal Monte Grappa all’altipiano del Cansiglio, di prodotti tipici alimentari e di un benessere salutistico e naturale di percorsi ed itinerari, è la patria di 3500 viticoltori, 500 vinificatori e 150 impianti di spumantizzazione, che, negli ultimi 15 anni, hanno contribuito a creare un mito a tavola come il Prosecco Spumante Doc e un impulso sempre maggiore alla conoscenza, nel mondo, di tutti gli altri vini doc. Circa 70 milioni di bottiglie doc, di cui oltre 22 esportate, per un valore al consumo di € 400 milioni. Per visitare le mostre non si paga nessun biglietto d’entrata, mentre il costo per le degustazioni varia a seconda delle tipologie. Le 15 Mostre sono aperte principalmente solo al pomeriggio e alla sera dalle 16. 00 o dalle 18. 00 fino alle 23,00; di sabato e domenica orario continuato dalle 10. 00 alle 24. 00. Info@primaveraproseccodoc. It .  
   
   
ALL´ENOTECA REGIONALE FINO AL 24 È DI SCENA LA VALLE TEVERINA  
 
Roma - Tra salumi e formaggi, dolci e altre specialità enogastronomiche della provincia di Viterbo prende il via domani all´enoteca regionale "Palatium" di Via Frattina "La settimana del vino della strada Teverina". Fino al 24 febbraio i prodotti tipici della Tuscia e in particolare i vini della valle del Tevere saranno i protagonisti di degustazioni, cene e altri momenti di incontro per palati fini. Oggi l´iniziativa è stata presentata dall´assessore regionale all´Agricoltura, Daniela Valentini, commissario straordinario Arsial, Fabio Massimo Pallotini, e dal presidente della strada della Teverina, Giorgio Mottura. "Senza progetti comuni la Regione non cresce - ricorda l´assessore Valentini - di risorse il Lazio è pieno. Dobbiamo continuare a fare sistema e le strade del vino sono un elemento strategico". La Valle teverina, che confina con l´Umbria, abbraccia i comuni di Bagnoregio, Bomarzo, Civitella D´agliano, Castiglione in Teverina, Celleno, Graffignano e Lubriano e comprende meravigliosi scorci naturalistici e antichi borghi medievali, come civita di Bagnoregio. .  
   
   
UNA NOVITA´ ASSOLUTA: CONOSCERE IL VINO NAVIGANDO SUL TEVERE SULLE ACQUE DEL BIONDO TEVERE PER IL PIACERE DEGLI OCCHI E DEL PALATO  
 
Per godere delle bellezze di Roma da un´angolazione davvero suggestiva, alla luce del tramonto, assaporando il dolce nettare di Bacco delle Grave del Friuli La liason tra le Grave, questo splendido angolo di Friuli, e la Capitale dura ormai da anni. E a Roma sono diversi gli appassionati che apprezzano i tesori enogastronomici di questo interessante territorio. Per loro, ma anche e soprattutto per coloro che volessero avvicinarsi per la prima volta alla conoscenza di etichette della zona, il Consorzio Tutela Vini Doc Friuli Grave organizza quattro imperdibili appuntamenti che vedranno protagonisti i Rossi del terroir: dall’autoctono Refosco dal peduncolo rosso, una chicca per intenditori, fino ai grandi classici internazionali come il Cabernet Franc e il Merlot. Due gli appuntamenti, in altrettante enoteche: il 21 febbraio ad aprire le danze sarà l’Enoteca Chirra, in via Torino 133 (inizio alle ore 18. 30) . Il 28 sarà la volta dell’Enoteca Ristorante S. Andrea, in via Sant’andrea delle Fratte, 13 (partenza alle ore 18. 00). Un’assoluta novità è invece quella rappresentata dalle altre 2 degustazioni che avranno come teatro galleggiante la motonave Agrippina Maggiore della Compagnia di Navigazione Ponte Sant´angelo. "Si tratterà di un’esperienza davvero suggestiva - ci racconta Piergiovanni Pistoni, Presidente del Consorziotutela Vini Doc Friuli Grave - dove alle gioie del palato, allietato dagli ottimi Rossi delle Grave, si aggiungeranno quelle degli occhi che potranno bearsi delle bellezze di Roma viste dal Tevere al tramonto". Il primo imbarco, presso il molo di Ponte Sant´angelo (lungotevere Tor di Nona) giovedì 22 febbraio alle 18. 15; il secondo giovedì 1 marzo, sempre alle 18. 15. Le iniziative che vedono protagoniste le etichette delle Grave godono del contributo del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, da anni in prima linea nel proporre situazioni che educhino il pubblico dei consumatori a un approccio corretto con il Pianeta Vino. Per tutte le degustazioni, che saranno gratuite, è obbligatoria la prenotazione ai n. 06. 99705682 - 06. 99705685 .  
   
   
STRAORDINARIO SUCCESSO DEL CONVEGNO DI TIRANO SULLA FERROVIA RETICA UNA CANDIDATURA ANCORA PIU’ FORTE  
 
Sondrio - Duecento persone sedute e tantissime in piedi in una sala riunione della Banca Popolare di Sondrio gremita: mai come in questo caso, sono stati gli assenti ad avere torto. Chi dunque aveva dubbi sulla riuscita del convegno “Il paesaggio culturale di Tirano e la Valtellina nel Patrimonio Mondiale Unesco” è stato servito, perché all’invito della Fondazione Provinea “Vita alla Vite di Valtellina” Onlus ha risposto, oltre alle tante autorità ed agli addetti lavori, anche la gente comune: molti, moltissimi i tiranesi, oltremodo interessati, ma non sono mancati - e gli interventi del pubblico lo testimoniano - anche i residenti di altri centri della Valtellina. Ad animare la serata interventi snelli e precisi e un dibattito finale quasi inaspettato per intensità e interessi. Dal tavolo dei relatori, la parte istituzionale prima e quella più operativa poi hanno sottolineato l’importanza strategica, economica e culturale di un progetto trasnazionale unico nel suo caso e proprio per questo già vincente dalla sue origini. L’unione d’intenti tra Svizzera e Italia, favorita da febbrili trattative e dall’immane lavoro di Ferrovia Retica su un fronte e Fondazione Provinea dall’altra, sta già portando a risultati tangibili, una condizione fondamentale nell’iter per diventare Patrimonio Mondiale dell’Unesco e quindi territorio sotto i riflettori di tutti e cinque i continenti. Un concetto forte, questo, che non è sfuggito agli interventi di Pietro Del Simone, sindaco di Tirano, Claudio Lardi, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e della protezione dell’ambiente del Cantone dei Grigioni, Tino Zanetti, Podestà di Tirano, Silvio Briccola, vicedirettore e responsabile delle Finanze della Ferrovia retica, Adele Cesi, dell’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale Unesco al Ministero per i beni e le attività culturali, e Sandro Faccinelli, direttore di Provinea. Considerevoli, in tutti i termini, gli investimenti iniziati e quelli già programmati della Ferrovia retica da qui al 2010, anno del centenario. Non certo minori quelli fatti da Provinea in questo periodo. Anni di dedizione sottolineati dal presidente Domenico Triacca nel suo saluto prima dell’inizio dei lavori: “Stiamo facendo qualcosa di molto importante e con connotati unici, visto che, nel nome di un territorio che ha tantissimo da valorizzare, siamo riusciti a far combaciare gli intenti e le ambizioni di due popoli, divisi sì da una barriera - la frontiera di Campocologno - ma uniti da tradizioni e qualità che affondano le radici nella notte dei tempi. A congiungere i due poli un immenso e favoloso cordone ombelicale che si chiama Ferrovia retica, un’occasione per tutti. Per gli amici oltreconfine che avranno così finalmente la possibilità di vedere i loro sforzi premiati dall’Unesco e diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per quelli italiani, specie coloro che abitano queste zone, che potranno in un solo colpo farle brillare di luce propria e non più considerarle solo come un cuscinetto tra le attrattive turistiche dell’Alta Valle e quelle economiche e logistiche del Sondriese e del morbegnese. E nessuno più di me, che rappresento le due anime (cittadino svizzero che opero da anni sul territorio italiano), può essere felice e stimolato da quel che è stato fatto. Non è stato facile, ma entusiasmante e averlo vissuto in prima persona è stato per me un vero e proprio privilegio”. Concetti forti, confermati anche dal direttore di Provinea, Sandro Faccinelli: “Se oggi siamo qui a parlare di Tirano e Unesco però è anche perchè Provinea, con testardaggine, ha deciso, a suo rischio e pericolo, di fare tutto quanto in suo potere per convincere tutti gli enti interessati, in Svizzera e in Italia, a darle la possibilità di dimostrare le sue buone intenzioni e soprattutto le sue capacità operative e competenze. Questa operazione finora è stata frutto esclusivamente delle nostre risorse economiche, organizzative ed intellettuali e della nostra buona volontà e come tali le rivendichiamo. Insomma oneri ed onori. Riguardo agli impegni che derivano dalla candidatura non spetta a me o a Provinea approfondire il tema, lasciatemi solo dire che quando un’azienda straniera investe sul suolo italiano delle cifre come quelle apparse precedentemente, come cittadino mi piacerebbe che lo stato, attraverso le sue organizzazioni sul territorio nazionale, degnasse di maggiore considerazione tali investitori perchè, qui la battuta viene facile, certi treni non passano molto spesso”. .