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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Ottobre 2009
PARLAMENTO EUROPEO, APERTURA DELLA SEDUTA: APPELLO PER L´ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE, LIBERTÀ D´INFORMAZIONE IN ITALIA  
 
Strasburgo, 20 ottobre 2009 - Ieri, dando inizio ai lavori, il Presidente Buzek ha voluto ricordare l´impegno del Parlamento a favore di una moratoria mondiale sulla pena di morte e ha condannato il ricorso a tale pratica "disumana" in Bielorussia, Iran, Cina e Stati Uniti. L´aula non ha accolto la proposta del Ppe di cancellare il riferimento esplicito all´Italia dal titolo della risoluzione sulla libertà di informazione che sarà votata mercoledì. Pena di morte Il Presidente Buzek ha ricordato che il 10 ottobre si è celebrata la Giornata internazione per l´abolizione della pena di morte che, dal 2007, coincide con la Giornata europea contro la pena di morte, "volta a manifestare la nostra risolutezza ed il nostro impegno a porre fine a questa pratica disumana e per compiere importanti passi avanti verso una moratoria globale, come ribadito sia nella risoluzione del Parlamento del 2007 sia nelle risoluzioni dell´Assemblea generale delle Nazioni Unite". In proposito, ha deplorato che in Europa vi è ancora un solo paese in cui si applica la pena di morte: la Bielorussia. Il Presidente ha poi condannato il continuo ricorso alla pena capitale in Iran e ha espresso preoccupazione per le sentenze capitali inflitte agli iraniani che hanno partecipato alle sommosse di giugno seguite alle elezioni presidenziali. Ha inoltre denunciato il ricorso alla pena capitale nei confronti dei minori in Iran, nel ventesimo anniversario della Convenzione dei diritti del fanciullo che vieta tale pratica. Il Presidente si è poi detto preoccupato dagli ultimi avvenimenti in Cina, dove dodici persone sono state condannate a morte a seguito delle sommosse e della violenza etnica nella provincia dello Xinjiang. Sebbene siano stati perpetrati gravi crimini durante le sommosse dello scorso luglio, ha puntualizzato, "chiediamo alle autorità cinesi di garantire un processo equo e trasparente". Infine, il Presidente ha espresso preoccupazione per le sentenze capitali e l´applicazione della pena di morte negli Stati Uniti, in particolare nello Stato dell´Ohio, dove diverse esecuzioni per iniezione letale sono state rimandate dopo diversi tentativi senza successo. Tali condanne devono essere stralciate dal codice o deve essere introdotta una moratoria perché queste pene capitali non vengano più eseguite. Ha quindi concluso ribadendo l´appello ad ogni Paese che applica la pena di morte affinché l´abolisca oppure stabilisca, nell´attesa della sua abolizione, una moratoria sulle sentenze di morte". Libertà d´informazione in Italia - Con 195 voti favorevoli, 231 contrari e 9 astensioni, l´Aula ha respinto la proposta avanzata dal Ppe di modificare il titolo della risoluzione sulla libertà d´informazione eliminando il riferimento all´Italia per includervi l´Ue nel suo insieme. Simon Busuttil (Ppe, Mt) aveva motivato la proposta sostenendo che, dal dibattito dell´8 ottobre scorso, era emersa la volontà comune di affrontare la questione a livello europeo senza fare una crociata contro un paese in particolare. A suo parere, d´altra parte, il Parlamento europeo non avrebbe dovuto intervenire in un dibattito nazionale agendo come a "Corte superiore" alle istanze italiane. Contrario alla modifica del titolo si è detto Hannes Swoboda (S&d, At), sostenendo che la richiesta era una "farsa vergognosa". Pur affermando che la questione riguarda tutta l´Ue, ha puntualizzato che "c´è un caso particolare in Italia" e che il Ppe dovrebbe dire chiaramente se intende "difendere Berlusconi qualsiasi cosa faccia". .  
   
   
UE: 10 COSE DA SAPERE SUL TRATTATO DI LISBONA  
 
Bruxelles, 19 ottobre 2009 - Cecilia Mallström spiega cosa cambia con il Trattato Tutti ne parlano, tutti dicono la loro. Ma forse non tutti si ricordano che cosa cambia con l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Che poteri acquisisce il Parlamento? Cosa ci guadagnano i cittadini? In attesa della firma del Presidente ceco, ecco un ´bigino´ in dieci punti per ripassare le 300 pagine di Trattato. Il Parlamento europeo: 1. Il Parlamento sullo stesso piano dei Governi - Con il Trattato quasi tutta la legislazione europea passa alla procedura di ´co-decisione´, che rende il Parlamento e il Consiglio dei Ministri co-legislatori allo stesso livello. Crescono così i poteri dei rappresentati direttamente eletti dai cittadini. 2. Una voce più forte su bilancio, agricoltura, fondi strutturali, giustizia e affari interni - Sono tutti campi in cui il Parlamento aveva finora meno poteri rispetto al Consiglio dei Ministri. 3. Presidente della Commissione eletto dal Parlamento - Mentre oggi il voto sul Presidente è un´approvazione della volontà dei Governi, con il Trattato la scelta deve ricadere su una persona che rappresenta la maggioranza parlamentare, e l´assemblea avrà più poteri di controllo sull´esecutivo. 4. Aumenta il numero dei parlamentari - Si passa dai 736 attuali a 751. Le altre istituzioni - 5. Due nuovi alti incarichi - Il Presidente dell´Unione europea, che rappresenta il Consiglio e sostituisce il presidente oggi in carica solo per sei mesi; e l´Alto Rappresentante per la Politica estera e la politica di sicurezza, chiamato a parlare per l´Unione nel mondo. 6. Gli stati membri possono uscire dall´Ue se lo desiderano. Finora non era contemplato. 7. Consiglio a porte aperte e voto a maggioranza qualificata - Le riunioni dei Consigli dei Ministri, finora riservate, saranno video trasmesse, come quelle del Parlamento. In più cade la regola dell´unanimità in quasi tutti i campi. Per far passare un testo sarà sufficiente il via libera del 55% dei Paesi, che rappresentino almeno il 65% della popolazione. 8. Nuovi poteri ai parlamenti nazionali - Avranno 8 settimane dalla pubblicazione di una proposta di legge europea per esaminarla e determinare se è compatibile con il diritto nazionale. In caso contrario potranno bloccarla. I cittadini e i loro diritti - 9. Potere di iniziativa ai cittadini - Raccogliendo un milione di firme, i cittadini europei potranno chiedere alla Commissione di pubblicare una proposta di legge di loro interesse. 10. Carta dei diritti fondamentali - Diventa giuridicamente vincolante: significa che tutte le leggi approvate nell´Ue devono rispettare i principi in essa contenuti (tranne nel Regno Unito e in Polonia). .  
   
   
DIBATTITO SUL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO  
 
Bruxelles, 20 ottobre 2009 - Le prossime nomine di alto profilo, non appena il Trattato di Lisbona sarà ratificato ed entrato in vigore, saranno al centro del dibattito del summit previsto a Bruxelles il 29 e 30 ottobre. Il Consiglio e la Commissione informeranno i deputati europei sullo stato di preparazione dei lavori. Gli altri punti principali in discussione al prossimo Consiglio europeo includono la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (che si terrà a Copenhagen), la situazione economica (inclusa la supervisione finanziaria), la strategia per promuovere lo sviluppo della regione baltica, l´immigrazione illegale e le relazioni esterne. .  
   
   
UE, DENARO VERDE: NUOVI MODI PER AIUTARE I PAESI IN VIA DI SVILUPPO A COMBATTERE I CAMBIAMENTI CLIMATICI  
 
Bruxelles, 20 ottobre 2009 - In Aula avrà luogo un dibattito martedì mattina con Commissione e Consiglio su come aiutare i paesi in via di sviluppo a combattere i cambiamenti climatici, nel contesto della Conferenza delle Nazioni Unite su tale tema che si terrà a dicembre. Il finanziamento internazionale per aiutare tali paesi nella lotta ai cambiamenti climatici è decisivo per raggiungere un accordo globale ambizioso a Copenaghen. Entro il 2020, probabilmente, i paesi in via di sviluppo dovranno affrontare costi annuali intorno ai 100 miliardi di euro per attenuare le loro emissioni di gas serra e per adeguarsi agli impatti di tale cambiamento. Nella proposta di risoluzione i deputati invitano la comunità internazionale ad aumentare in modo rilevante il proprio aiuto finanziario ai paesi in via di sviluppo e sottolineano la responsabilità dei paesi industrializzati a fornire un aiuto finanziario e tecnico - sufficiente, sostenibile e prevedibile - ai paesi in via di sviluppo. .  
   
   
NONOSTANTE LA CRISI GLI EUROPEI CONTINUANO A SOSTENERE GLI AIUTI ALLO SVILUPPO DEI PAESI TERZI  
 
Bruxelles, 20 ottobre 2009 - Circa il 90% degli europei continua a considerare importanti gli aiuti a favore dei paesi in via di sviluppo e il 72% ritiene persino che vadano assunti ulteriori impegni. È questo il principale risultato che si evince dal sondaggio Eurobarometro n. 318 intitolato "L´aiuto allo sviluppo in tempi di difficoltà economiche", che dimostra come la crisi in corso non abbia intaccato lo spirito di solidarietà degli Europei nei confronti del resto del mondo. In vista della quarta edizione delle "Giornate europee dello sviluppo", che si terranno a Stoccolma dal 22 al 24 ottobre, la Commissione ha condotto un sondaggio a livello comunitario allo scopo di valutare se la crisi abbia influenzato il sostegno pubblico alla cooperazione allo sviluppo nei paesi europei. "Questo sondaggio dimostra chiaramente che i cittadini si aspettano che i loro governi e la Commissione dell´Ue scavino a fondo per trovare finanziamenti a favore dello sviluppo", sostiene il commissario europeo per lo sviluppo e gliaiuti umanitari, Karel De Gucht. "Anche nel contesto della crisi economica, invito di nuovo gli Stati membri dell´Ue a mantenere il loro impegno ad aumentare l´aiuto allo sviluppo fino a 69 milioni di euro entro il 2010, per conseguire il traguardo a medio termine degli obiettivi di sviluppo del millennio". Il sondaggio Lo Speciale Eurobarometro n. 318 dal titolo "L´aiuto allo sviluppo in tempi di difficoltà economiche" è stato condotto nei mesi di maggio e giugno 2009. Si tratta della più recente di una serie di indagini volte a misurare la consapevolezza degli europei circa le questioni dello sviluppo a partire dal 2004. La relazione espone i risultati dell´indagine sia a livello dell´intera Ue, sia paese per paese. Da questi risultati si evince che la cooperazione allo sviluppo rende l´Unione europea più coesa. Perché gli aiuti siano efficaci devono aumentare la coerenza e il consenso tra gli Stati membri. I sondaggi europei mostrano che dal 2004 si stanno riducendo le differenze interne all´Unione, specialmente tra i paesi che hanno aderito all´Ue a partire da quell´anno e gli altri Stati membri. Sono forniti dati sul livello di istruzione, sull´età e sulla posizione socioeconomica degli interpellati. Laddove opportuno vengono stabiliti confronti con i risultati di studi precedenti. I principali risultati Una vasta maggioranza dei cittadini europei (il 61%) ritiene che l´Europa possa contribuire positivamente alla discussione sullo sviluppo globale. "Gli europei capiscono sempre meglio perché lo sviluppo sia importante e chiedono che i mezzi d´informazione nazionali dedichino più spazio alle questioni dello sviluppo", afferma Margot Wallström, vicepresidente della Commissione e commissario responsabile delle relazioni istituzionali e della strategia di comunicazione. È interessante notare che la crisi economica non viene considerata una sfida cruciale per i paesi in via di sviluppo: per un europeo su due, la difficoltà principale per tali paesi è la povertà, che supera la crisi economica e alimentare (35%). Sembra che gli europei comprendano che, al di là del declino economico, la povertà costituisce il problema strutturale fondamentale. Altri risultati interessanti: - due europei su tre citano motivazioni di interesse personale per fornire gli aiuti (64%), in particolare il commercio, il terrorismo, la migrazione e le relazioni politiche con i paesi terzi; - non si registra una mancanza d´interesse: il 42% degli europei chiede anzi che i mezzi d´informazione dedichino maggiore spazio alle questioni relative allo sviluppo; - il 74% degli europei non ha mai sentito parlare degli obiettivi di sviluppo del millennio: questa percentuale è inferiore a quella del 2007 (80%). .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI SEMPLIFICARE E DI RENDERE PIÙ PREVEDIBILE LA DISCIPLINA DELLE SUCCESSIONI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 19 ottobre 2009 - La Commissione ha adottato, il 14 ottobre, una proposta diretta a semplificare notevolmente la disciplina delle successioni internazionali nell´Unione europea. Obiettivo: facilitare la vita ai cittadini, definendo norme comuni che permettano di individuare agevolmente l´autorità competente e la legge che verrà applicata a tutti i beni della successione, ovunque si trovino. Grazie al regolamento proposto saranno garantiti meglio i diritti degli eredi, dei legatari e di tutti gli altri interessati, ma non solo: chiunque potrà organizzare più serenamente la propria successione e scegliere la legge che disciplinerà la trasmissione di tutti i suoi beni. La Commissione propone anche un certificato successorio europeo che consenta di dimostrare facilmente in tutta l´Unione la qualità di erede o di amministratore testamentario. Il vicepresidenze Jacques Barrot, Commissario responsabile per il portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, ha espresso soddisfazione per l´adozione della proposta: "È assolutamente necessario consentire ai cittadini e agli operatori del diritto di comprendere, e in certa misura di scegliere, le norme da applicare a tutti i beni costitutivi di una successione, ovunque si trovino. Con questa proposta, che assume la residenza abituale a criterio per determinare l´autorità competente e la legge normalmente applicabile, pur consentendo, se lo si desidera, di scegliere che la successione sia regolata dalla legge dello Stato di cui si ha la cittadinanza, siamo in grado di offrire maggiore certezza giuridica e maggiore flessibilità, quindi più serenità. Il certificato successorio europeo permetterà invece di far valere la qualità di erede o di amministratore testamentario in tutta l´Unione senza bisogno di ulteriori adempimenti. Abbiamo così aggiunto un altro tassello alla costruzione di un vero spazio giudiziario europeo in materia civile". Ogni anno nell´Unione europea sono 450. 000 le successioni internazionali aperte, patrimonio notevole stimato in più di 120 miliardi di euro. Le norme applicabili a queste successioni sono però assai complesse e difficilmente prevedibili e le disposizioni che disciplinano la competenza, ma anche la legge applicabile, variano molto da uno Stato membro all´altro. Ne discende una grande incertezza giuridica, spesso vissuta male non solo dagli eredi, che si ritrovano in una situazione giuridico-amministrativa intricata per avere ereditato un bene situato in un altro Stato membro, ma anche da quanti desiderano organizzare la successione mentre sono ancora in vita. La proposta ha tre obiettivi: aumentare la certezza giuridica garantendo la prevedibilità e la coerenza delle norme applicabili; offrire alle persone maggiore flessibilità nella scelta della legge applicabile alla loro successione; garantire i diritti degli eredi e/o legatari ma anche i diritti degli altri interessati (ad esempio i creditori). Quest´iniziativa non modifica tuttavia le disposizioni nazionali sostanziali che disciplinano le successioni. Sono sempre le norme nazionali che regolano questioni quali la determinazione dell´erede o la quota ereditaria che spetta ai figli e al coniuge. Allo stesso modo, non vi sono conseguenze per il diritto reale o il diritto di famiglia proprio di ogni Stato membro. La proposta non modifica poi neanche il trattamento fiscale applicabile ai beni della successione, che continua ad essere regolato dal diritto nazionale. Come funzionerà il futuro regolamento? La proposta prevede un criterio unico per determinare nel contempo la competenza delle autorità e la legge normalmente applicabile a una successione transfrontaliera: la residenza abituale del defunto. I cittadini residenti all´estero potranno tuttavia scegliere di sottoporre l´intera successione alla legge dello Stato di cui hanno la cittadinanza. Tutti i beni della successione saranno quindi disciplinati da una sola ed unica legge, e si ridurrà così il rischio di decisioni contraddittorie degli Stati membri. Unica sarà anche l´autorità competente a risolvere le controversie legate alla successione, ossia l´autorità del luogo di residenza abituale che potrà comunque declinare la competenza a favore dell´autorità dello Stato di cittadinanza, se quest´ultima è più adatta per conoscere della causa. Il principio del reciproco riconoscimento si applicherà poi, in pieno, alle decisioni e agli atti pubblici adottati in materia successoria. La proposta crea anche un certificato successorio europeo , affinché sia possibile dimostrare, senza ulteriori adempimenti, la qualità di erede o i poteri di amministratore o esecutore testamentario. Il certificato segnerà un progresso evidente rispetto alla situazione attuale in cui può essere molto difficile far valere i propri diritti. Ne conseguiranno un´accelerazione dei procedimenti e una riduzione dei relativi costi. .  
   
   
UE: EVENTO SU INNOVAZIONE E RICERCA IN PIEMONTE  
 
Bruxelles, 20 ottobre 2009 - Il 28 ottobre si terrà presso la rappresentanza ufficiale della Regione Piemonte a Bruxelles, in Belgio, un evento dedicato a "Innovazione, ricerca, finanziamenti e programmazione affidabile: incentivi per attirare gli investimenti stranieri in Piemonte". L´evento è rivolto ad aziende, istituzioni internazionali, associazioni commerciali e autorità dell´Ue, allo scopo di presentare le opportunità di investimento nella Regione Piemonte. Saranno affrontati i seguenti temi: "Piemonte, la localizzazione intelligente: competenze, capacità d´innovazione, forte contesto industriale, stimoli governativi, qualità della vita in un ambiente creativo"; "Il Contratto di insediamento regionale: uno strumento finanziario innovativo, unico in Italia, ideato per favorire l´atterraggio e lo sviluppo in Piemonte di nuovi investimenti e progetti di localizzazione". Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Centroestero. Org/invest/index. Php?lang=ita .  
   
   
INCONTRO TECNICO SU FUTURO COMUNITÀ ALPE ADRIA  
 
Udine, - Il futuro e le attività per il rilancio della Comunità di Lavoro Alpe Adria sono stati al centro il 16 ottobre ad Udine di un incontro tecnico della Commissione dirigenti dell´Alpe Adria. Nel corso della riunione - alla quale hanno partecipato i dirigenti delle Regioni e dei Paesi membri dell´Alpe Adria (Baranya, Burgenland, Friuli Venezia Giulia, Carinzia, Lombardia, l´Austria Superiore, Slovenia, Somogy, Stiria, Vas, Veneto, Zala), sul cui territorio vivono circa 26 milioni di abitanti - sono state approvate alcune proposte ed iniziative progettuali comuni ed è stato deciso l´ordine del giorno dell´Assemblea plenaria della Comunità, che si terrà il 19 novembre a Villa Manin di Passariano. Nel corso dell´incontro è stata poi esaminata in modo approfondito l´ipotesi di realizzare - per evitare il ristagno ed il blocco nella cooperazione - una conferenza internazionale sul futuro dell´area di Alpe Adria da tenersi in Croazia, sull´isola di Brioni, nel 2010. Un incontro, caldeggiato dai presidenti di Austria, Heinz Fischer, e Croazia, Stjepan Mesic, e proposto anche dal presidente protempore della Comunità, Renzo Tondo, che potrà rappresentare un´occasione per rafforzare a livello centrale e regionale i rapporti istituzionali. La Comunità di lavoro, nata 30 anni fa in uno scenario politico internazionale completamente diverso, dovrebbe oggi diventare, è stato sottolineato, un polo aggregante anche per le comunità dell´area balcanica. Alla riunione si è parlato anche dello sviluppo che si orienta sempre di più verso la realizzazione in Europa delle macroregioni, con migliori possibilità di attingere ai fondi europei. .  
   
   
RELIGIONI, POLITICA INTERNAZIONALE, PACE: UN CONVEGNO A TRENTO IL 22 E 23 OTTOBRE TRENTA ESPERTI MONDIALI A CONFRONTO SU INIZIATIVA DEL MINISTERO DEGLI ESTERI ORGANIZZAZIONE A CURA DELL´ISPI E DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO  
 
Trento, 20 ottobre 2009 - Una trentina fra i massimi esperti mondiali del settore discuteranno a Trento - il 22 e 23 ottobre prossimi - sul ruolo delle religioni nelle relazioni internazionali, con particolare riferimento ai conflitti, alla loro prevenzione e alla loro gestione. L´annuncio è stato dato ieri dall´assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami nel corso dell´ultima conferenza stampa di Giunta. L´evento nasce nel contesto dell´Alliance of Civilizations, un´iniziativa delle Nazioni Unite, su proposta del Ministero degli Esteri italiano (fra gli ospiti attesi anche il ministro plenipotenziario Pasquale Ferrara), ed è organizzato dall´Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento. La scelta del Trentino quale sede del convegno "Religioni e relazioni internazionali: cambiamenti e opportunità" valorizza la vocazione di questa terra ad ospitare iniziative e percorsi di soluzione di conflitti, di studio e approfondimento delle tematiche legate alla guerra, alla pace ma anche al ruolo che le religioni possono svolgere nel favorire il dialogo e la riconciliazione. Circa trenta tra i massimi esperti mondiali, provenienti da università e centri di studio di tutto il mondo discuteranno, nel corso di due distinte sessioni di lavoro, in particolare della sottovalutazione de fattore religioso nelle relazioni internazionali e del loro ruolo "transnazionale" di strumenti di prevenzione o risoluzione dei conflitti. Fra gli ospiti attesi a Trento don Gino Battaglia, direttore dell´Ufficio nazionale per l´ecumenismo della Conferenza dei Vescovi, Claudio Betti della Comunità di Sant´egidio, distintasi negli anni per il suo paziente lavoro di mediazione nei conflitti a fianco della diplomazia ufficiale, Svanimi Hamsananda Giri, vicepresidente del forum Hindu per l´Europa, Ioan Lupastean, responsabile dell´informazione per la Chiesa ortodossa di Romania, Ben Mollov della Bar Ilan University di Israele, Nasser Hadian, dell´Università di Teheran, Iran, e molti altri. I seminari si svolgeranno a porte chiuse. Venerdì si terrà una tavola rotonda finale, aperta al pubblico, al Seminario di Trento, in Corso Tre Novembre, alle ore 16: interverranno il ministro plenipotenziario degli Esteri italiano Pasquale ferrara, il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, il presidente dell´Ispi Boris Biancheri, ed inoltre Sergio Fabbrini, docente di Scienze politiche all´Università di Trento, Fabio Petito dell´Università del Sussex e Luigi De Salvia, segretario Generale per l´Italia della Conferenza mondiale delle religioni per la pace. .  
   
   
CREDITO: ABI VENETO, OLTRE 80% SPORTELLI BANCARI HA GIÀ ADERITO AL PROTOCOLLO ANTI-CRISI  
 
Venezia, 20 ottobre 2009 - Sono stati siglati ieri a Venezia gli accordi attuativi del Protocollo anti-crisi, siglato a fine luglio da Abi e Regione Veneto ed elaborato con il contributo efficace delle organizzazioni di categoria locali, destinato a supportare le imprese e i lavoratori del territorio nell’attuale momento di difficoltà economica e produttiva. Undici le banche firmatarie (Banca Antonveneta Spa, Bp Friuladria, Bp Marostica, Bp Ravenna, Bp Verona – San Gimignano, Bp Vicenza, Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio di Venezia, Unicredit Banca, Unicredit Corporate Banking, Veneto Banca) che, insieme alla Federazione delle Bcc, hanno aderito al pacchetto di misure finalizzato a supportare gli attori economici del Veneto verso le prospettive di ripresa, portando così all’82% (3038 su un totale di 3678) la percentuale di sportelli bancari locali aderenti all’intesa. All’incontro, avvenuto oggi a Venezia nell’ambito del Tavolo tecnico di monitoraggio sulla situazione del credito hanno presenziato, tra gli altri, Maria Luisa Coppola, Assessore regionale alle Politiche di bilancio, Vendemiano Sartor, Assessore regionale alle Politiche dell’economia e dello sviluppo, Elena Donazzan, Assessore regionale al Lavoro, e Ferdinando Brandi, Presidente di Abi Veneto. Alla base dell’accordo la possibilità di lavorare in un’ottica di sistema perché la crisi si sconfigge solo mobilitando tutte le risorse a disposizione e coinvolgendo tutti gli attori sul territorio: Istituzioni, Associazioni di categoria e Istituti di Credito. Il Presidente della Commissione regionale Abi Veneto, Ferdinando Brandi, ha dichiarato: “Il contesto economico rimane molto difficile. Sono soddisfatto di quanto fatto con la Regione Veneto per le imprese locali. Si tratta di strumenti concreti che le imprese potranno utilizzare sin da subito. Il nostro impegno è far funzionare questo accordo e l’80% di adesioni è la testimonianza che abbiamo lavorato seriamente con un forte spirito di squadra. Gli impegni che ci siamo assunti riguardano tutti i punti nodali delle questioni creditizie oggi sul tappeto: i tempi, i ritardi nei pagamenti della P. A. , i Confidi, la patrimonializzazione delle Pmi, l’aiuto ai lavoratori in Cigs”. I principali obiettivi dell’intesa sono: contrastare i ritardi di pagamento della P. A. , attraverso cessioni semplificate e certificazione dei debiti, esistenti e scaduti, da parte della Regione verso le imprese creditrici; favorire le imprese nel pagamento delle rate dei finanziamenti non agevolati, attraverso la sospensione temporanea delle scadenze e la rimodulazione del debito (nel solco dell’Avviso comune per le imprese siglato a livello nazionale da Abi e associazioni imprenditoriali); costituire un Tavolo Tecnico per l’elaborazione di uno o più modelli di “business plan” da utilizzare nei rapporti banca-impresa e che rappresentino una modalità di dialogo condivisa e comprensibile da entrambe le parti; monitorare i tempi medi di risposta delle banche alle richieste di fido delle imprese; realizzare un migliore coordinamento del sistema dei Fondi di garanzia operanti in regione per rafforzarne il funzionamento; monitorare trimestralmente, per mezzo del Tavolo istituito a livello regionale, gli interventi attuati in esecuzione del protocollo d’intesa, e i loro effetti nei confronti delle imprese e dei lavoratori. A partire da ieri le banche aderenti avvieranno le necessarie procedure interne per realizzare la piena operatività degli strumenti previsti dall’accordo. .  
   
   
COMMERCIO ESTERO, ASSOCAMERESTERO: BATTUTA D’ARRESTO PER L’EXPORT ITALIANO  
 
Roma, 20 ottobre 2009 - Dopo l’incremento congiunturale del 3,1% registrato a luglio, ad agosto calo del 7,7% delle vendite complessive di prodotti italiani, dato in linea con la performance di Germania e Francia, nostri primi partner commerciali, che sperimentano una contrazione dell’1,8% e del 7,7%. “Il dato di agosto rende conto di un mese comunque anomalo per le vendite sui mercati internazionali ed è attribuibile in gran parte al rallentamento in ambito extra-europeo (-15%), che nei mesi scorsi era cresciuto più velocemente, mentre riduzioni più contenute si registrano all’interno dell’Ue a 27 (-1,9%) – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi – ciò testimonia l’attuale fase di assestamento delle economie mondiali, che comporta stop&go nei rapporti con l’estero. Le imprese stanno riorientando le proprie politiche di margine: in Europa, per ridurre le perdite più elevate, si interviene limando i prezzi delle merci, mentre sull’extra-Ue i margini si mantengono stabili, anche grazie al dollaro, e si assiste ad un processo di riposizionamento qualitativo del prodotto italiano nel mondo”. Nonostante alcuni settori tipici del Made in Italy (tra cui mobili, metalli e prodotti in metallo e mezzi di trasporto) abbiano dimezzato il valore delle loro vendite complessive, guardando agli sviluppi futuri, riscontriamo che il recupero degli ordinativi esteri nel mese di luglio (+15,6% rispetto a giugno), potrebbe riflettersi positivamente sulle vendite all’estero delle imprese manifatturiere. “I segnali che ci vengono dai mercati mondiali vanno letti in un’ottica di medio-lungo periodo, tenendo conto dell’instabilità del momento attuale e puntando su strategie che consolidino la ripresa. Bisogna rafforzare le nostre reti all’estero per rendere stabili le posizioni raggiunte, raccordando le iniziative di promozione – prosegue Esposito – di questo si parlerà durante la 18ª Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, che si terrà a Salerno dal 24 al 28 ottobre e affronterà proprio il tema dell’internazionalizzazione e della competitività, ponendo l’accento sulla necessità di coniugare nuove azioni di supporto all’estero con il sostegno allo sviluppo delle aree del Sud”. .  
   
   
LOMBARDIA: FORMIGONI LANCIA PIANO PER ECONOMIA SOSTENIBILE IL MEETING CON IMPRESE, BANCHE, ASSOCIAZIONI E SINDACATI 2,2 MILIARDI DI INVESTIMENTI, 40.000 NUOVI POSTI DI LAVORO  
 
 Milano, 20 ottobre 2009 - Un programma "ambizioso" per far partire con grande spinta un comparto di "economia ambientalmente sostenibile", in grado di creare entro il 2015 almeno 40. 000 nuovi posti di lavoro, legati a queste nuove produzioni. Aprendo i lavori del meeting con i più importanti rappresentanti del mondo delle imprese, banche, associazioni di categoria, sindacati, società del settore energia sul "Piano per una Lombardia sostenibile", il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ne ha riassunto in questi termini il significato e la portata. "Il Piano - ha spiegato Formigoni - prevede lo stanziamento di 900 milioni di risorse pubbliche, in parte recuperate da programmi già esistenti, in parte nuove, per progetti però tutti nuovi. Con l´incontro di oggi chiediamo alla società lombarda di collaborare con noi investendo altri fondi che ci permettano di arrivare ad una cifra di 2,2 miliardi di investimenti". Il Piano (la cui stesura finale avverrà appunto dopo questo confronto) "non è della Regione - ha sottolineato il presidente - ma vuole essere dell´intera Lombardia". Tra i progetti più significativi, incentivi per nuove forme di mobilità a basso impatto ambientale, rinnovamento del sistema infrastrutturale e dei trasporti, efficientamento energetico delle piccole e medie imprese e dell´edilizia, concreta diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. Ma anche nuove regole per la gestione del territorio e per la realizzazione di interventi di risparmio energetico in tutti i settori (dall´edilizia, al commercio, alla sanità), con una forte attenzione alle più moderne tecnologie e all´innovazione. "La Lombardia - ha aggiunto Formigoni - si muove tra i primissimi al mondo sul versante nuovo dello sviluppo dell´economia verde e delle imprese ambientalmente compatibili". Il Piano lombardo per la sostenibilità è il contributo che la Regione mette in campo per raggiungere l´obiettivo 20-20-20 dell´Unione Europea (abbattimento del 20% delle emissioni di Co2, 20% dei consumi energetici da fonti rinnovabili e risparmio del 20% dell´energia utilizzata, il tutto entro il 2020) e per fare della stessa Lombardia un territorio "a bassa intensità di carbonio e ad alta efficienza energetica". In questo contesto va collocata la lotta all´inquinamento che - ha messo in evidenza Formigoni - "ha due facce, quella globale e quella locale, connesse tra di loro ma talvolta anche in antitesi. Compito di un governo regionale è conciliare le esigenze locali con quelle globali. In questa direzione l´esperienza maturata dalla nostra Regione e dalle altre regioni europee dimostra che il livello dei governi subnazionali è quello meglio in grado di realizzare questo obiettivo". Per concretizzare il Piano, che si svilupperà con interventi a breve, medio e lungo termine, la Regione ha chiamato dunque a raccolta l´intera società lombarda. C´è la consapevolezza infatti che l´unico modo per rendere effettive le azioni in esso contenute sia la condivisione e compartecipazione di tutte le forze attive in Lombardia. La realizzazione del Piano sarà tutt´altro che un costo da sostenere ma potrà rappresentare al contrario una grande opportunità di crescita economica e occupazionale, garantendo il posizionamento della Lombardia sui livelli delle migliori eccellenze europee nel campo tecnologico ed energetico. Il Piano si articola in "azioni verticali" a breve e medio termine e "azioni trasversali" a lungo termine. In totale sono 75 interventi. Azioni Verticali - Si tratta di 48 azioni suddivise in 5 ambiti, che prevedono un investimento pubblico di 900 milioni, in grado di attivare risorse per 2,2 miliardi e di comportare un risparmio di emissioni di Co2 che può andare da un minimo di 560. 000 e un massimo di 840. 000 tonnellate. I cinque ambiti riguardano: - Mobilità (4 azioni, 114 milioni di risorse pubbliche e 264 milioni di investimento complessivo): incentivi per il rinnovo del parco mezzi degli enti pubblici, sostituzione di auto inquinanti, ecc. ; - Reti e infrastrutture (7 azioni, 179 milioni di risorse pubbliche e 411 milioni di investimento complessivo): reti di teleriscaldamento, risparmio energetico nella pubblica illuminazione, impianti per produrre energia da fonti rinnovabili, intermodalità, potenziamento delle reti stradali locali, ecc - Imprese (15 azioni, 178 milioni di risorse pubbliche e 370 milioni di investimento complessivo): fondo di garanzia per l´efficienza energetica, nuovi impianti per l´erogazione del metano, progetti di ricerca industriale, interventi in agricoltura, ecc. - Edifici (14 azioni, 257 milioni di risorse pubbliche e 979 milioni di investimento complessivo): pompe di calore, contabilizzazione del calore e sostituzione di impianti termici, impianti solari, ecc. - Territorio (8 azioni, 167 milioni di risorse pubbliche e 198 milioni di investimento complessivo): energia da biomasse, foreste di pianura, sistemi verdi, ecc. Azioni Trasversali - Sono 27 azioni suddivise in 7 ambiti: Enti Locali, Mobilità, Edifici, Territorio, Assorbimento Co2, Reti e infrastrutture, Imprese. Tra i principali interventi, oltre al Piano Casa recentemente entrato in vigore, semplificazione normativa per la diffusione della geotermia a bassa temperatura, definizione di criteri ambientali per gli acquisti delle Pubbliche Amministrazioni, nuovi criteri di progettazione per la realizzazione degli edifici, promozione della diffusione degli impianti a metano, interventi di forestazione e gestione delle aziende agricole, riforma del trasporto pubblico locale e investimenti in ricerca e sviluppo. All´incontro hanno preso parte circa 80 esponenti del sistema lombardo, tra cui il neo presidente di Confindustria Lombardia, Alberto Barcella, quello uscente, Giuseppe Fontana e poi Diana Bracco, Salvatore Ligresti, Luciano Martucci (presidente Ibm), Giuseppe Pasini (presidente Federacciai), Enrico Salza (presidente consiglio gestione di Intesa-san Paolo), Francesco Micheli, Benito Benedini, i vertici delle Camere di Commercio, delle associazioni datoriali e dei sindacati. Per la Giunta regionale hanno partecipato gli assessori Massimo Buscemi, Raffaele Cattaneo e Luca Daniel Ferrazzi. .  
   
   
LAZIO : BILANCIO PARTECIPATO, AI CITTADINI IL COMPITO DI DECIDERE ´VOCI DI SPESA´  
 
Roma, 20 ottobre 2009 - Contribuire all´individuazione delle diverse voci di bilancio, e quindi di spesa, della Regione in cui si vive. Decidere se impegnare più risorse finanziarie per le politiche sociali o per la ricerca e l´innovazione, per le politiche della casa o per il diritto allo studio. Nel Lazio si può, con ´Metti la tua voce in bilancio´ 2009-2010, il processo di partecipazione dei cittadini al bilancio della Regione Lazio, voluto dall´amministrazione regionale, che, per quest´anno è iniziato ufficialmente il14 maggio scorso e si concluderà il prossimo 3 novembre. "L´idea del bilancio partecipato - spiega l´assessore regionale alla Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione, Luigi Nieri - è nata partendo dalla constatazione che è difficile governare senza il coinvolgimento dei cittadini. Il nostro, da questo punto di vista, è un paese molto arretrato - aggiunge - mentre nel Nord Europa, e da un po´ anche in altri Paesi del Continente, c´è più attenzione su questi temi ed è normale avviare processi di coinvolgimento dei cittadini. Noi siamo partiti da qui, io non nascondo anche sotto la spinta di Porto Alegre; e poi ci siamo resi conto che nel Lazio quella del bilancio partecipato era proprio una necessità". Ma quali sono le modalità di partecipazione dei cittadini al bilancio della Regione? Innanzitutto, attraverso il sito Internet www. Economiapartecipata. It, in cui, oltre a trovare tutte le informazioni sull´iniziativa, i cittadini residenti nella Regione, registrandosi con il proprio codice fiscale, potranno decidere di ´votare´ fino a cinque diversi ´ambiti´ di bilancio tra i venti a disposizione. Si va dalla qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari fino ad arrivare alla cooperazione/solidarietà internazionale, passando per il sostegno a piccole e medie imprese, trasparenza e partecipazione, iniziative culturali, diritto allo studio e formazione, manutenzione della rete stradale, sicurezza degli edifici scolastici, investimenti per la casa. E ancora: reddito minimo garantito, trasporto pubblico, diffusione di adsl e banda larga, sostegno all´inserimento degli immigrati nella società, politiche sociali per le persone e per le famiglie, contrasto all´usura, ricerca e innovazione, turismo, lotta all´abusivismo edilizio, energie rinnovabili e raccolta differenziata dei rifiuti. E, per coinvolgere ancora più i cittadini, è stata attivata una nuova modalità di voto innovativa. "Alle modalità classiche - racconta Nieri - come gli incontri e le assemblee, che sono fondamentali in questo processo di partecipazione, da quest´anno si è aggiunto, accanto alla scheda cartacea, agli sms e al sito, anche il voto elettronico. Basta avere la tessera sanitaria o il codice fiscale in tasca: si entra in questi ´totem´ e si vota direttamente l´ambito prescelto". Il sistema ´E-poll´, una serie di postazioni di voto elettronico, realizzato dall´Amministrazione regionale, è presente, infatti, nei Comuni della regione e nei Municipi romani. E il bilancio partecipato ha coinvolto sempre più cittadini nella regione. "Quando siamo arrivati al governo - ricorda l´assessore al Bilancio - c´era solo un Comune che provava a fare esperienze di coinvolgimento dei cittadini. Siamo arrivati oggi a essere la prima Regione in Europa per numero di Comuni che hanno avviato il processo di partecipazione del proprio bilancio: siamo ormai a un Comune su tre nella regione e superiamo, quindi, abbondantemente i 100 Comuni che fanno il bilancio partecipato". Sono state tante in questi mesi le iniziative che hanno visto i cittadini direttamente protagonisti. "Siamo stati in giro nei Comuni del Lazio - dice Nieri - che hanno avviato il processo di partecipazione e il 10 ottobre abbiamo tenuto la ´Giornata della Partecipazione´: in sette municipi di Roma e in 30 Comuni della regione si è potuto votare contemporaneamente il bilancio della Regione Lazio. E´ un´iniziativa molto innovativa, con alle spalle oltre 4 anni e mezzo. Quello che possiamo dire è che è aumentato sempre più - sottolinea - l´interesse dei cittadini, che c´è una grande voglia di partecipare, di capire, di conoscere, di poter dire la propria idea su temi che apparentemente sembrano molto complicati ma che, se viene fatto un lavoro di semplificazione come quello operato da noi svolto, c´è un grande interesse dei cittadini". Il percorso di partecipazione si concluderà il 3 novembre. "I voti confluiranno - spiega Nieri - in un´urna virtuale, al Ministero degli Interni, che, al termine di questo processo, si aprirà e verrà valutata la voce più votata per il bilancio della Regione. Poi, il 14 novembre - conclude l´assessore - ci sarà una giornata di discussione, alla presenza di un campione rappresentativo della popolazione del Lazio studiato insieme al Cnr, sull´ambito più votato, per il quale la Regione aumenterà il finanziamento previsto". .  
   
   
IMPRESE, FAMIGLIE, AGRICOLTURA: DALLA REGIONE ALTRI 13 MILIONI CONTRO LA CRISI IERI L´INCONTRO DI MARTINI CON BANCHE E FONDAZIONI TOSCANE QUASI RADDOPPIATO IL FONDO PER LE PMI E NOVITÀ PER IMPRESE AGRICOLE, IMPRESE ROSA E CREDITI VERSO LA PA.  
 
 Firenze 20 ottobre 2009 - Il Rifinanziamento del fondo di garanzia per le Pmi con 11 milioni di euro; attivazione di un fondo di garanzia per il microcredito alle famiglie toscane in difficoltà (1,5 milioni di euro), e ancora provvedimenti per le garanzia sulle cambiali agrarie da parte delle imprese agricole, lo smobilizzo dei crediti verso la pubblica amministrazione, l´intervento a garanzia delle imprese femminili (780 mila euro) ed un fondo di partecipazione al capitale per il rilancio di impresa. Queste le novità emerse dall´incontro che si è tenuto ieri mattina a Palazzo Strozzi Sacrati tra il presidente Martini e i rappresentanti di banche e fondazioni. Durante il confronto, che ha visto tra i partecipanti anche il vice presidente Gelli e gli assessori Brenna, Frag ai, Bertolucci e Salvadori, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento di accordi ed intese in atto con il sistema creditizio toscano. Al termine il presidente Martini ha sottolineato «la grande disponibilità da parte del sistema creditizio toscano a condividere il lavoro con quello imprenditoriale. Le banche, da parte loro, hanno manifestato la volontà di agevolare l´accesso al credito rendendo il sistema più fluido. Sotto questo profilo è essenziale un dialogo continuo con le imprese. In questo momento occorre da parte di tutti uno sforzo straordinario, da affrontare con strumenti straordinari. Un altro elemento cruciale è anche il miglioramento dello scambio di informazioni». Microcredito per famiglie in difficoltà. La Regione garantirà in modo gratuito l´80% circa (fino a 4000 euro per famiglia) per fronteggiare le situazioni più difficili. Verrà sviluppata una rete ´di ascolto´, con il coinvolgimento delle più importanti organizzazioni del volontariato toscano, in grado di assistere le famiglie nella presentazione della domanda e accompagnarle fino alla restituzione del prestito. L´investimento regionale è di circa 1,5 milioni di euro. Emergenza economia. Il rifinanziamento di 11 milioni di euro del fondo di garanzia per dare liquidità alle Pmi toscane, grazie anche alla controgaranzia statale, permetterà di far affluire alle imprese altri 275 milioni di euro nei prossimi 6-9 mesi, oltre ai 362 milioni di euro già accolti. «Questo nuovo intervento – ha aggiunto Martini – ha anche l´obiettivo di guardare oltre la crisi. Le garanzie regionali serviranno per favorire la ricapitalizzazione delle Pmi toscane. Auspichiamo che le banche mettano a disposizione delle imprese prestiti partecipativi per incentivare i soci ad immettere risorse fresche, in modo da rafforzare il patrimonio». Monte dei Paschi di Siena e Cassa di Risparmio di Firenze hanno già raccolto l’invito del presidente Martini dichiarando la disponibilità ad erogare a favore delle Pmi toscane 50 milioni di euro ciascuno di prestiti partecipativi. Fidi Toscana ha fornito i dati aggiornati al 16 ottobre sulle domande presentate dalle aziende per l´accesso al credito: 3281 le richieste per oltre 818 milioni di euro, accolte 2071, per oltre 433 milioni di finanziamenti (1625, per 362 milioni di euro, per liquidità; 446, per 71 milioni di euro, per investimenti). Garanzia sulle cambiali agrarie. Per consentire alle aziende agricole di usufruire maggiormente delle garanzie regionali, considerato che sono quelle che hanno avuto meno possibilità oltre a essere anche quelle che hanno i maggiori problemi di accesso al credito, è stato deciso di includere tra le iniziative che possono essere ammesse alla misura liquidità anche la garanzia gratuita al 60% sulle cambiali agrarie, strumento creditizio ampiamente usato nel settore. Aiuti alle imprese rosa. Garanzie regionali gratuite (con copertura “a prima richiesta” dell’80% del rischio bancario) alle micro e piccole imprese femminili, grazie a circa 780 mila euro in due anni (2009 e 2010) in grado di ´attivare´ circa 19 milioni di euro di nuovi finanziamenti. Si calcola che in Toscana ci siano oltre 97 mila imprenditrici, quasi il 23% del totale. Spesso hanno rilevanti problemi di accesso al credito. Previsto anche un intervento di microcredito “al femminile” con procedure semplificate e più snelle. L’intervento è interamente aggiuntivo rispetto alle misure di garanzia regionale già operative per tutte le Pmi, anche femminili. Smobilizzo crediti verso la Pa. Viene dato nuovo impulso a questo accordo, garantendo al 60% e a prima richiesta il finanziamento da parte delle banche dei crediti vantati dalle imprese nei confronti di qualsiasi Pa. In tal modo le imprese potranno ottenere subito dalle banche, a tassi contenuti, la liquidità che gli è stata sottratta a causa del ritardo dei pagamenti da parte della Pa. Il presidente Martini ha auspicato che tutte le Pa debitrici nei confronti delle imprese effettuino in tempi rapidi l’accettazione del credito consentendo così lo smobilizzo alle condizioni migliori. Rilancio di imprese in difficoltà. L´obiettivo è attivare, presso Sici (Sviluppo Imprese Centro Italia), un fondo Fidi Toscana/banche/fondazioni bancarie (che dovrebbe avere una dotazione di 65-70 milioni di euro) da utilizzare a sostegno di imprese in temporanea difficoltà ed in situazioni speciali, ma che sia anche in grado fungere da elemento attrattivo di idee imprenditoriali in Toscana. L´idea è costituire nuove società capaci di rilevare gli asset di imprese in crisi, assicurandone la continuità aziendale e preservandone il capitale umano. .  
   
   
BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: VENDOLA PRESENTA IL PROGETTO "LIBERA IL BENE"  
 
Bari, 20 ottobre 2009 - Un progetto, promosso dalla Regione Puglia in collaborazione con “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” denominato “Libera il Bene”, destinato attraverso un avviso pubblico a Comuni e Province pugliesi, per il recupero, la riconversione e la gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Il progetto verrà presentato alla stampa nel corso di una conferenza in programma Mercoledi’ 21 Ottobre alle ore 11,30 presso la Sala Stampa della Presidenza della Regione Puglia – Lungomare Nazario Sauro, 33 Bari. Interverranno il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, l’Assessore Regionale alla Cittadinanza Attiva Guglielmo Minervini, il Commissario Straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati Antonio Maruccia e il responsabile dell’Ufficio Beni Confiscati per l’Associazione “Libera” Davide Pati. Ideato nell’ambito del Programma Regionale “Bollenti Spiriti”, il progetto dispone di un finanziamento Ue del Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) pari a 6 milioni e 500 mila Euro. .  
   
   
VENTURI, “POLITICA RESTI FUORI DA ASSOCIAZIONISMO ANTIRACKET”  
 
Palermo, 20 ottobre 2009 – “Non andrò giovedì alla seduta del consiglio comunale di Caltanissetta in cui si discuterà sulla costituzione ed operatività delle associazioni antiracket nel territorio di Caltanissetta. Non ci andrò perché ritengo che la politica non debba in alcun modo mettere il cappello a questa o a quella associazione”. Lo dichiara l’assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, precisando la sua posizione in merito alla discussione che il consiglio comunale si appresta a fare su due associazioni antiracket, quella fondata da Confindustria Caltanissetta, e la “Rosario Livatino”. Venturi ha contribuito, sia nella sua veste di imprenditore che ha denunciato il racket, sia come presidente della Camera di commercio, al lungo e delicato lavoro sottotraccia che ha portato alla nascita dell’”associazione antiracket” di Caltanissetta. Un’operazione laboriosa in cui ha lavorato gomito a gomito con Confindustria Caltanissetta guidata da Antonello Montante (oggi delegato per la legalità di Confindustria nazionale), e con la Federazione antiracket italiana, guidata da Tano Grasso, a cui l’associazione aderisce. “Il modello a cui ci ispirammo – ha affermato Venturi – è quello di Gela. L’obiettivo era, ed è, quello di convincere gli imprenditori a denunciare il racket. Abbiamo lavorato tanto prima di annunciare, circa un anno fa, la nascita dell’associazione ed avviare la fase operativa. Tra i punti fondamentali, che l’associazione è apartitica, deve essere costituita solo da imprenditori e commercianti e non ci devono essere Enti pubblici, comune, provincia, regione etc. L’obiettivo - ha proseguito l’assessore - è convincere gli imprenditori a denunciare, assisterli nel loro rapporto con le forze dell’ordine e successivamente costituirsi parte civile nei processi. Non parteciperò dunque in ogni caso – ha conclude Venturi – ad assemblee che tendono a strumentalizzare un argomento così importante e delicato”. .  
   
   
DIGITALE TERRESTRE E CONTRASTO AL BULLISMO FRA PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA REGIONALE DELP PIEMONTE  
 
Torino, 20 ottobre 2009 - Digitale terrestre e contrasto al bullismo nelle scuole sono i principali argomenti trattati dalla Giunta regionale durante la riunione di ieri mattina e successivamente illustrati agli organi di informazione dalla presidente Mercedes Bresso e dagli assessori Andrea Bairati e Gianna Pentenero. Per superare i disagi ancora provocati dalla transizione al digitale terrestre agli utenti delle zone montane e alle televisioni regionali, su proposta della presidente Bresso e dell’assessore Bairati si procederà in due fasi: la Regione si farà carico con una cifra compresa tra 300. 000 e 400. 000 dell’adeguamento dei ripetitori a suo tempo installati dalle Comunità montane e che non rientrano tra quelli oggetto di adeguamento da parte della Rai o che ricevono sovvenzioni ministeriali; per facilitare gli operatori televisivi nel sostenere gli investimenti necessari, si verificherà l’apertura di un bando per l’accompagnamento alla digitalizzazione finanziato con i fondi europei. Queste misure serviranno anche per facilitare il passaggio dall’analogico al digitale nel Piemonte orientale, previsto per l’autunno 2010. Le iniziative per contrastare e prevenire i fenomeni di bullismo o di violenza nelle scuole saranno estese, su proposta dell’assessore Pentenero, dalla provincia di Torino (dove sono state richieste dal 95% degli istituti) a tutto il Piemonte. A questo scopo è stato votato il testo del protocollo d’intesa tra Regione, Ufficio scolastico regionale, Questure di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Verbania e Vercelli e comando della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta che verrà firmato il 29 ottobre. I criteri per il sostegno delle aree a rischio di desertificazione commerciale o commercialmente deboli, così come proposti dall’assessore Luigi Sergio Ricca, stanziano un finanziamento di tre milioni di euro per l’insediamento di nuovi centri polifunzionali, l’aiuto alle imprese e alle aree mercatali, la realizzazione di azioni sperimentali, la predisposizione di indagini sul grado di desertificazione. Prosegue la razionalizzazione della presenza sul territorio degli Sportelli del consumatore, nell’ottica del miglioramento del servizio per qualità ed ampiezza di orario. La proposta dell’assessore Luigi Sergio Ricca prevede per il 2010 la riduzione da 30 a 25 Sportelli, così dislocati: sei a Torino, tre a Novara, due ad Alessandria, Biella, Cuneo e Vercelli, uno ad Asti, Verbania, Ciriè, Pinerolo, Ivrea, Alba, Bra e Mondovì. Torino perderà due Sportelli, Alessandria, Asti e Cuneo uno, mentre quello di Saluzzo sarà sostituito da Bra. Le piccole e medie imprese che eserciscono impianti di distribuzione di carburante potranno, sempre su iniziativa dell’assessore Ricca, ottenere contributi per complessivi 254. 000 euro per aggiungere il metano alla gamma dei prodotti erogati e riqualificare le strutture in termini di minore impatto ambientale e maggiore sicurezza rispetto ai rischi di criminalità. I servizi aerei effettuati da Alitalia nell’aeroporto di Caselle saranno, su iniziativa dell’assessore Daniele Borioli, sottoposti alla valutazione di un tavolo di monitoraggio composto da Regione, Provincia e Città e di Torino, Sagat e Alitalia, che avrà come compito l’analisi dei dati di regolarità e puntualità e l’individuazione dei tempi e dei modi di una efficacia strategia per risolvere eventuali problemi. Sono stati inoltre approvati: - su proposta dell’assessore Eleonora Artesio, il programma di monitoraggio e lotta alla zanzara tigre, l’istituzione presso l’Asl di Alessandria del centro di coordinamento per la sorveglianza delle malattie da importazione, la conferma di Walter Arossa quale direttore generale dell’azienda ospedaliera Regina Margherita-sant’anna di Torino; - su proposta dell’assessore Nicola de Ruggiero lo spostamento dal 30 novembre 2008 al 1° luglio 2010 del termine per il completamento e la rendicontazione degli intreventi per la realizzazione delle zone di limitazione totale o parziale del traffico sono stati prorogati, a condizione che entro il 1° marzo i Comuni interessati abbiano ottenuto dalla rispettiva Provincia l’attestazione di coerenza sul raggiungimento dell’estensione minima delle aree limitate, e la precisazione dei criteri per il computo della percentuale di strade coinvolte. .  
   
   
MARCHE: LA GIUNTA REGIONALE INCONTRA LA PROVINCIA DI PESARO E URBINO. SPACCA E RICCI: PIENA CONVERGENZA NELLE POLITICHE A SOSTEGNO DELLA COESIONE SOCIALE.  
 
Urbino, 20 Ottobre 2009 - ´Grande convergenza nell´impostazione delle politiche a sostegno della coesione sociale, per continuare a resistere alla crisi economica´: e` il giudizio espresso dai presidenti della Regione, Gian Mario Spacca e della Provincia, Matteo Ricci, a margine dell´incontro che si e` tenuto ieri ad Urbino tra la Giunta regionale e quella della Provincia di Pesaro e Urbino. Si e` trattato del terzo incontro con la provincia di Pesaro e Urbino, il primo sotto la presidenza Ricci, ´all´insegna della leale collaborazione nell´organizzare la vita della comunita`, condividere progetti e rafforzarli ´ ha detto Spacca ´ rilanciando il ruolo essenziale del Centro Italia, una cerniera non solo geografica, per far fronte all´azione del Governo centrale che ci penalizza concentrando le risorse nelle aree di maggior consenso´. Una ´santa alleanza´ del centro, quindi, per gli investimenti in corso o in via di realizzazione. A partire dalle infrastrutture, strategica come la Fano-grosseto, per cui si sta cercando - dopo la mancata presentazione delle offerte dei privati per il project financing - ´un patto bipartisan tra le forze politiche per un´unica istanza che abbia forza col governo, in modo da riaprire la partita´, ha annunciato Ricci e sara` la vera ´cartina al tornasole´ con cui misurare il grado di interesse verso le regioni centrali, ha aggiunto Spacca. ´Prioritario ´ secondo il presidente della Regione - e` il completamento del lotto 10 e lotto 4 che rende funzionali per la viabilita` marchigiana le opere fin qui eseguite. Completamento che dovrebbe essere realizzato con il finanziamento Anas nel prossimo piano annuale. Chiediamo che questa parte dell´accordo sottoscritto col governo sia onorato per avviare la realizzazione dell´ opera´. Piena condivisione anche nella ferma volonta` di mantenere alta la qualita` della vita che distingue le Marche dalle altre Regioni. Un primato ottenuto riservando priorita` assoluta, nella programmazione politica, alla protezione dei cittadini: il diritto al lavoro, alla salute, all´educazione, all´istruzione. ´Purtroppo stiamo assistendo a tagli drammatici alle politiche sociali, ha detto il presidente Spacca, il trend e` fortemente discendete. Il finanziamento nazionale per le regioni, che era di un miliardo di euro nel 2008, e` sceso a 500 milioni nel 2009 e rischia di scendere a 150 milioni nel 2010. E´ un problema serio, non riusciamo piu` a compensare alla mancanza di fondi con le nostre risorse e questo impedisce alle regioni di portare avanti una politica di coesione sociale. Ricci si e` complimentato con l´azione regionale sul fronte della difesa del lavoro che e` stata ´tempestiva e appropriata: le Marche sono state una delle prime regioni ad intervenire per arginare e resistere alla crisi economica con le misure a sostegno dell´occupazione. Ha aiutato la piccola impresa, ha utilizzato gli ammortizzatori in deroga mettendo al centro il lavoro e la sicurezza dei lavoratori´. Apprezzamento e` stato espresso anche per la promozione dell´immagine del territorio che favorisce la crescita di tutto il sistema Marche. ´Il turismo, secondo motore di sviluppo, va rilanciato - ha detto Spacca - perche` offre un grande ritorno economico. Attraverso i finanziamenti della Banca europea, che la Regione e` riuscita ad intercettare, sara` possibile migliorare il sistema di accoglienza´. ´Fiore all´occhiello dell´azione del governo regionale´ e` stata, poi, l´istituzione dell´azienda ospedaliera Marche nord. ´Una riforma che mira a far crescere le eccellenze anche a nord delle Marche - ha commentato Ricci,- e tende a ridurre la mobilita` passiva verso altre regioni´. Per quanto riguarda, infine, le nuove fonti energetiche, Spacca ha anticipato che la prossima finanziaria regionale prevvedera` un fondo di garanzia specifico alle imprese a sostegno degli investimenti in energie rinnovabili. .  
   
   
INCONTRO ANNUALE DELLE AUTORITÀ DI GESTIONE DEI PROGRAMMI OPERATIVI REGIONALI DELLA CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 20 ottobre 2009 - È iniziato oggi a Santa Trada l´incontro annuale delle autorità di gestione dei Programmi operativi regionali. Due giorni di riunioni per fare il punto sullo stato di chiusura della programmazione 2000/2006 e sull´andamento della programmazione 2007/2013, alla presenza dei rappresentati delle regioni, di tutti i ministeri che hanno gestione dei fondi comunitari e della Commissione Europea, guidati da Raul Prado (direttore generale della Commissione Europea per le politiche regionali). Una riunione tecnica, quella di oggi, nel corso della quale si è parlato dell´andamento dei programmi, delle eventuali difficoltà e si sono ipotizzate soluzioni per risolvere le criticità e implementare procedure diverse da quelle già adoperate. Presente all´incontro, naturalmente, l´Assessore alla Programmazione nazionale e comunitaria, Mario Maiolo, che si è detto felice e onorato della opportunità di ospitare questa importantissima riunione in Calabria. “Questo significa attenzione alla nostra Regione – ha detto Maiolo – e in un certo senso è anche un riconoscimento per il lavoro svolto nell´ambito della programmazione, un lavoro di qualità nei confronti del quale più volte la Commissione Europea ha espresso il suo apprezzamento”. Dopo aver portato ai presenti i saluti del Presidente della Regione, Agazio Loiero (che seguirà la giornata di lavori di oggi), l´Assessore Maiolo ha posto l´accento su due questioni che riguardano la gestione dei fondi comunitari. Per Maiolo sono due i concetti ai quali deve ispirarsi l´azione di miglioramento della programmazione comunitaria: semplificazione e flessibilità. “La gestione dei programmi necessita una forte semplificazione – ha sostenuto Maiolo nel corso dell´incontro – perchè a causa di procedure farraginose c´è un rischio evidente di rallentamento nella spesa, e questo può condurre a uno spreco di risorse. Cristallizzare una ´burocrazia della complessità è il rischio che si corre, cosa che, è facilmente comprensibile, è solo di impedimento al buon uso dei fondi comunitari”. Maggiore flessibilità, invece, significherebbe, secondo l´Assessore alla Programmazione, la possibilità di agire in maniera più forte e incisiva sulla crisi. “Più flessibilità nell´utilizzo dei fondi comunitari, – ha continuato Maiolo – in particolare nella gestione delle problematiche socio economiche, vuol dire più capacità di ´aggredire´ la crisi anche attraverso gli strumenti forniti dalla programmazione, maggiore possibilità di fornire risposte più specifiche ai lavoratori che sono rimasti esclusi dal mercato del lavoro, ma anche alle imprese”. “Oggi non è semplice poter intervenire attraverso i fondi comunitari. – ha concluso l´Assessore – Una vera flessibilità nell´utilizzo delle risorse, invece, sempre nel quadro delle responsabilità che competono ai diversi livelli della programmazione, condurrebbe di certo a una migliore gestione dei fondi, che è vitale in momenti di crisi come questo”. La giornata di lavori oggi vede un approfondimento più di ordine politico, con riferimento proprio alla crisi economica e ai piani anticrisi realizzati dalla Commissione Europea, dal Governo nazionale e dalle varie Regioni, per fare una prima valutazione sugli impatti. .  
   
   
FVG: SERVE UN INDIRIZZO AI COMUNI SULL´´ICI A BILANCIO  
 
Trieste, 20 ottobre 2009 - Con l´avvicinarsi della fine dell´anno i comuni della nostra regione dovranno risolvere un problema non da poco: l´iscrizione a bilancio dell´Ici. Dovranno gli enti locali inserire o meno tra i residui attivi le quote spettanti dallo Stato? A sollevare la questione è Paolo Menis, consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia del Pd, che sollecita un intervento del competente assessorato per fare chiarezza e trasmettere agli enti locali indicazioni univoche su come comportarsi. Diversamente - fa sapere Menis - la doverosa comparazione e valutazione dei bilanci rischia di essere particolarmente complessa e onerosa. Confidavamo in un intervento a livello nazionale, prosegue il consigliere, ma l´ultima circolare ministeriale, datata 28 settembre scorso, ha fornito solo una stima sull´entità degli stanziamenti statali in favore degli enti locali pari all´86% circa del gettito Ici dichiarato per il 2008. Il problema è che al momento non esistono ancora dei criteri certi per la ripartizione di questi fondi, il cui importo è peraltro ancora incerto mancando i dati di alcuni comuni e soprattutto nessun ente locale ha ancora visto nemmeno una rata dei trasferimenti compensativi dell´imposta sugli immobili. Peraltro, la nota del Ministero non ha un valore vincolante e quindi alcuni enti locali potrebbero agire in autonomia, secondo principi contabili diversi da quanto indicato nel documento. Ecco perché serve fornire un indirizzo comune da parte dell´assessorato alle Finanze, così da favorire un doppio risultato: da un lato ciò porterebbe a una semplificazione dell´attività degli enti locali che sapranno come comportarsi, dall´altro si sarà creato un importante strumento per ottenere uniformità nei criteri di redazione del bilancio che ne faciliterà sicuramente la comparazione nel prossimo futuro. Un impegno minimo da parte della Giunta che otterrebbe un grande risultato - conclude Menis, che proprio con questo obiettivo ha sollecitato l´attenzione sul problema con un´interrogazione, alla quale spera di aver risposta nel prossimo Consiglio regionale in calendario per il 27 ottobre. .  
   
   
IN ARRIVO NELL´AMBITO DEI PIUSS APPROVATI IN QUESTI GIORNI DALLA REGIONE A LUCCA E VIAREGGIO 50 MILIONI PER 56 PROGETTI  
 
Firenze, 20 ottobre 2009 - Nella provincia di Lucca sono in arrivo oltre 50 milioni di euro di contributi pubblici, nell´ambito dei Piuss, i Piani integrati di sviluppo urbano sostenibile, approvati in questi giorni dalla Regione. «Una straordinaria occasione di sviluppo per due città come Lucca e Viareggio che beneficeranno di tali risorse - sottolinea l´assessore a bilancio e finanze Giuseppe Bertolucci - Si tratta di un eccellente risultato che, inquadrato a livello regionale, complessivamente significa 548 milioni di investimenti per ridisegnare tante città della Toscana. Queste risorse - aggiunge - costituiscono un´opportunità concreta di creare sviluppo di qualità e sostegno dei territori, delle imprese e del welfare». Dei 56 progetti finanziati nella provincia di Lucca, 14 sono nel capoluogo, per creare nuovi spazi pubblici in città e una nuova accoglienza turistica, ma anche un asilo nido, un centro di attività di contrasto del disagio sociale nell´ex Manifattura e un nuovo anfiteatro in piazzale Verdi. Altri 42 progetti, 25 dei quali immediatamente finanziabili, riguardano Viareggio: riqualificazione del porto con la costruzione del polo tecnologico della nautica e spazi per incubatori produttivi e servizi, riqualificazione della passeggiata a mare, restauro del teatro Eden, della Torre Matilde e di Villa Puccini al Marco Polo. «Dietro a tanti di questi progetti - illustra Bertolucci - c´è il recupero di contenitori, anche di notevoli dimensioni, in una logica di riuso del patrimonio edilizio esistente dismesso o degradato. Un approccio che non solo privilegia il riutilizzo di ciò che già c´è, ma che esclude l´urbanizzazione e il consumo di nuove porzioni di territorio, in una logica di sviluppo sostenibile. Una filosofia progettuale che punta dritto a ridisegnare una città dinamica e pluridisciplinare senza mortificare ambienti, architetture tradizionali ed emergenze pienamente calate nel contesto sociale, culturale e storico della città. Ma, anzi, esaltandone caratteristiche e specificità, adeguandole e indirizzandole verso i nuovi e i vecchi bisogni dei cittadini». I Piuss - i progetti di Lucca, di Viareggio e di tante altre città della Toscana - sono frutto della collaborazione tra istituzioni, tra i diversi livelli della pubblica amministrazione: Regione, Province, Comuni. E del coinvolgimento di tante professionalità, di una partecipazione interdisciplinare di tanti soggetti: dalla impostazione del lavoro, al momento della progettazione, a quello delle valutazioni e delle scelte. «Le risorse così impegnate e, auguriamoci, molto presto spese - conclude Bertolucci - rappresentano una delle migliori risposte alla crisi. Sono una di quelle occasioni tante volte evocate per uscire in positivo dall´attuale fase di grandi difficoltà che colpiscono i lavoratori, le loro famiglie e l´intero sistema produttivo». .  
   
   
BOLZANO: L´INCENTIVO TREMONTI-TER CUMULABILE CON ALTRE AGEVOLAZIONI  
 
Bolzano, 20 ottobre 2009 - L’incentivo fiscale “Tremonti ter”, la manovra d’estate introdotta dallo Stato, è cumulabile con i contributi provinciali per gli investimenti aziendali nell’artigianato, nell’industria, nel commercio e nei servizi: "In tal modo resta garantito il massimo sostegno possibile alle aziende altoatesine", sottolinea l´assessore provinciale Thomas Widmann. È confermata la possibilità di cumulare l’incentivo fiscale “Tremonti ter”, introdotto dal Governo in estate, con l’agevolazione economica, vale a dire con i contributi provinciali per gli investimenti aziendali nell’artigianato, nell’industria, nel commercio e nei servizi. "Dopo un approfondito studio della legge Ue - informa l´assessore Widmann - la Ripartizione provinciale all´economia ha verificato che non dispone nulla in merito alla cumulabilità dell´agevolazione denominata Tremonti-ter con altri incentivi che abbiano come oggetto gli stessi investimenti. " L’agevolazione dello Stato (D. L. 1° luglio 2009 n. 78 "decreto anticrisi") ha come oggetto lo sconto Irpef/ires, pari al 50% dei costi per l´acquisto di nuove macchine e nuovi macchinari acquistati nel 2009 e fino al 30 luglio 2010. Per lo stesso investimento in Provincia è già prevista un’agevolazione all’economia in base alla legge provinciale 4/97 sugli interventi della Provincia per il sostegno dell’economia: contributi in conto capitale di 8,5% dell’investimento per imprese medie e di 23% per piccole imprese. "Questa confermata cumulabilità garantisce il massimo sostegno possibile alle aziende altoatesine", sottolinea soddisfatto l´assessore provinciale Thomas Widmann. .  
   
   
CON ´CITTÀ DEI MESTIERI´ SI ESTENDE RETE DEI SERVIZI  
 
Roma, 20 ottobre 2009 - "A distanza di soli quattro mesi dall´inaugurazione della ´Città dei mestieri e delle professioni´ di Roma Tuscolana, si apre la possibilità di estendere la rete dei servizi offerti al territorio della regione". E´ quanto ha dichiarato l´assessore al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della Regione Lazio, Alessandra Tibaldi, all´atto della concessione da parte della Commissione internazionale della ´Rete delle Città dei mestieri´ che ha sede a Parigi. "E´ stato infatti concesso - ha detto Tibaldi - dalla Commissione internazionale della ´Rete delle Città dei mestieri´ il ´Label´ che autorizza l´apertura di ´Antenne territoriali´ nei comuni e municipi che ne facciano richiesta. Questo riconoscimento internazionale ci conforta nella scelta che abbiamo operato di mettere a disposizione della comunità tutti gli strumenti idonei a rafforzare le politiche attive per il lavoro". "La ´Città dei mestieri e delle professioni´ di Roma Tuscolana, realizzata dal consorzio ´Il Sol. Co. ´ in collaborazione con gli assessorati regionali e provinciali al Lavoro e del municipio X, ha registrato in questi primi mesi, nonostante il periodo di chiusura estivo, oltre 1. 000 visitatori - ha aggiunto - e ha destato molta attenzione. Numerose sono le richieste di replicare il servizio in altri contesti e a questo ci apprestiamo a rispondere. Siamo convinti - ha concluso Tibaldi - che il potenziamento di questo servizio di orientamento e informazione sul lavoro, sulle opportunità della formazione e sullo sviluppo d´impresa possa contribuire a promuovere un nuovo approccio basato sull´analisi delle competenze e delle attitudini delle persone, in particolare donne, giovani e fasce sociali deboli". .  
   
   
RINSALDATI RAPPORTI FVG E MIDWEST  
 
Trieste, 20 ottobre 2009 - Rinsaldare i rapporti recentemente avviati tra la Regione Friuli Venezia Giulia e il Midwest degli Stati Uniti è la sintesi di quanto emerso in occasione dell´incontro che il vice presidente del Consiglio regionale Maurizio Salvador, accompagnato dal consigliere Franco Brussa, hanno avuto con il console italiano d´Italia a Detroit Marco Nobili, e che si inquadra nell´ambito delle iniziative istituzionali alle quali stanno partecipando negli Usa. Dopo la cerimonia del Premio fedeltà al lavoro del 2008 promossa da Camera di commercio, Provincia di Pordenone e Efasce, che ha avviato i rapporti tra i due territori, ha fatto seguito un´importante mostra fotografica sul tema dell´immigrazione in Nord America, nonché la visita di organismi regionali come l´Area Science Park di Trieste. Un segnale di interesse verso il rafforzamento delle relazioni, che il console Nobili ha ribadito più volte nel corso dell´incontro e che l´esponente della Regione ha fatto proprio, sottolineando che si attiverà nei confronti dei vertici dell´Esecutivo per incrementare gli scambi di informazioni in particolare in ambito culturale, scientifico ed economico. Questa fitta rete di iniziative che ha visto impegnati il Friuli Venezia Giulia e la capitale del Michigan fa seguito a una nota recentemente inviata dal diplomatico al presidente della Regione Renzo Tondo, nella quale viene "rinnovato l´incoraggiamento nel proseguire sul percorso di avvicinamento già efficacemente tracciato e finalizzato alla valorizzazione della presenza economica e culturale italiana nell´area di cui la componente friulana potrà rappresentare un efficace volano di sviluppo". .  
   
   
LAVORO: PROGETTO P.A.R.I. : IN UMBRIA 209 ASSUNZIONI GRAZIE A PROGRAMMA  
 
Perugia, 20 ottobre 2009 - Sono 209 gli assunti a tempo indeterminato in Umbria grazie al Programma Pari, finalizzato al reimpiego di lavoratori svantaggiati. Lo comunica l’assessore regionale al lavoro, Maria Prodi, a conclusione dell’ultimo monitoraggio relativo alla seconda fase del progetto, coordinato dalla Regione Umbria con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro ed il coinvolgimento delle Province di Perugia e Terni. Il programma – ricorda Prodi – sperimenta modalità innovative di reimpiego di adulti disoccupati, rendendo più efficaci gli strumenti per il reinserimento occupazionale di lavoratori in cassa-integrazione o a rischio di espulsione dal mercato del lavoro e prevedendo misure personalizzate gestite direttamente dai Centri per l’impiego. L’efficacia della sperimentazione, che rientra nel Piano regionale di rilancio occupazionale e di emersione dalla crisi, assume particolare rilievo in quanto le azioni del Programma Pari (annualità 2007) sono divenute operative quando anche il tessuto produttivo umbro è stato colpito dalla regressione economica in atto, determinando un aumento del tasso di disoccupazione e delle domande per accedere alla cassa integrazione guadagni in deroga. La qualità degli interventi emerge – secondo Prodi - dall’analisi di alcuni indicatori di monitoraggio. In particolare – spiega - il numero dei lavoratori segnalati a ciascuna impresa, prossimo a quello degli assunti dalla stessa azienda, evidenzia l’efficienza raggiunta nell’individuare idoneità, corrispondenze, mansioni e profili dei candidati richiesti delle aziende. Sono state infatti 235 le imprese che hanno aderito al Programma, con un tasso di copertura della domanda di profili superiore all’80%. Le assunzioni a tempo indeterminato sono state inoltre accompagnate da percorsi formativi personalizzati in azienda, al fine di adeguare le competenze di ciascun lavoratore e favorirne l’integrazione nell’ambiente di lavoro. E’ stata poi potenziata nell’ambito del programma la promozione dei diversi canali di comunicazione istituzionale on-line, raggiungendo così in tempi contenuti il numero di adesioni necessarie all’attivazione dei processi d’intermediazione. Le sinergie consolidate, in particolare dai Centri per l’impiego, con il privato sociale e le imprese completano il quadro positivo della sperimentazione. I dispositivi e le misure adottate per il reimpiego dei lavoratori – annuncia l’assessore - saranno portate a regime attraverso un’azione di sistema triennale di “Welfare to Work”, sostenuta dal Ministero del lavoro e destinata a completare il piano degli interventi della Regione a tutela dei livelli occupazionali e a sostegno delle imprese umbre colpite dalla grave crisi congiunturale. .  
   
   
CONVEGNO DI VERONA SU OPPORTUNITA’ FISCALI PER IMPRESA E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
Verona, 20 ottobre 2009 «La cooperazione sociale rappresenta uno dei settori più importanti dell’economia veneta e delle politiche sociali, per le sue attività di servizi alla persona e di inclusione sociale tramite l’inserimento lavorativo di persone con disabilità ma anche di persone svantaggiate e/o deboli. La legge regionale n. 23 del 2006 sulla cooperazione sociale e i provvedimenti che l´attuano sono fortemente innovativi e all’avanguardia in Italia, e anche a livello europeo, perché promuovono la realizzazione del principio di sussidiarietà stabilito dalla Costituzione”. Lo ha detto l´Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi intervenendo il 15 ottobre a Verona, al Palazzo della Gran Guarda, al convegno “Lavorare aiuta” sulle opportunità fiscali e i vantaggi della cooperazione sociale per l’impresa e la Pubblica Amministrazione, organizzato da Lega Coop, Confcooperative e Consorzio Sanco, in relazione all´affidamento di forniture, servizi, lavori. “Queste particolari imprese coniugano imprenditorialità e solidarietà sociale - ha detto – e costituiscono un riferimento imprescindibile per le moderne politiche sociali pubbliche e un braccio operativo necessario del Welfare». In particolare Valdegamberi si è soffermato su due aspetti della legge regionale: quello riguardante la convenzione diretta tra pubblica amministrazione e cooperative sociali con l´affidamento ad esse di forniture, servizi e lavori, con importanti ricadute per la comunità locale e quello che concerne la titolarità del servizio da parte delle cooperative sociali per cui non sono più parti terze rispetto alla pubblica amministrazione ma parte inerente al servizio da svolgere”. Inoltre, l´Assessore ha sottolineato come la legge regionale premi il legame territoriale delle cooperative sociali e la loro azione di inclusione sociale, fattori determinanti che dovrebbe essere tenuto nella giusta considerazione da parte delle amministrazioni pubbliche. Il convegno ha rappresentato il momento conclusivo del progetto “rete come strumento di sussidiarietà orizzontale nei percorsi di riqualificazione di persone svantaggiate” che ha visto insieme per la prima volta nella storia della cooperazione veronese, un gruppo di 28 cooperative sociali di tipo (impiego persone svantaggiate) a ragionare di marketing, mercato, punti di forza e di debolezza per arrivare a un nuovo modello di economia e di responsabilità sociale. . .  
   
   
FVG: IL VANTAGGIO DEI CONTRATTI DI SOLIDARIETA  
 
Trieste, 20 ottobre 2009 - "La Regione continuerà ad affiancare, come del resto ha stabilito con la norma approvata lo scorso giugno sulle misure urgenti in materia di sviluppo economico (L. R. 11/09), le imprese che stipulano contratti di solidarietà difensivi". Lo conferma l´assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca, Alessia Rosolen, a latere del convegno organizzato il 16 ottobre sull´argomento al Circolo ufficiali di Trieste dalla facoltà di Economia dell´ateneo giuliano, sottolineando la validità di uno strumento che consente di non perdere occupati ed aziende salvaguardando così il nostro sistema produttivo. "Condivido la filosofia di questo tipo di contratto difensivo che, in attesa di tempi migliori, permette di ripartire tra tutti i dipendenti il calo delle ore di lavoro e gli ammortizzatori sociali, evitando drammatiche espulsioni", conferma l´assessore. "Inoltre - continua - ritengo che se è utile in caso di aziende che rientrano nell´applicazione della Cigs, dove viene usato il contratto di solidarietà di tipo A, esso lo sia ancor di più nelle ditte minori come quelle artigiane, dove in genere la Cigs non trova applicazione e si utilizza il contratto di solidarietà di tipo B". "Al 31 agosto erano otto le aziende che in Friuli Venezia Giulia avevano sottoscritto il contratto di solidarietà - ricorda l´assessore - e di queste 3, e cioè Fantoni di Osoppo, Patt di Attimis e Lancon di Villa Vicentina, hanno già chiesto i contributi regionali". Contributi che, in caso di applicazione del contratto A, vanno per il 40 per cento a sostegno dell´impresa (sino ad un massimo di 100 mila euro) e per il 60 per cento a sostegno del reddito dei lavoratori e, in caso di applicazione del contratto B, vanno per il 20 per cento della quota (sempre sino ad un massimo di 100 mila euro) a sostegno dell´impresa e per l´80 per cento a supporto dei lavoratori. "Giudichiamo questo strumento talmente opportuno - spiega Rosolen - che stiamo riflettendo su come rilanciarlo, sia attraverso una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali che alzando il livello di copertura della retribuzione dei lavoratori, oltre che intervenendo per ridurre i problemi organizzativi ed utilizzando incentivi di tipo normativo". "Da parte dell´impresa - conclude - questo strumento ha comunque già i suoi punti di forza, dal momento che consente di evitare il costo dei licenziamenti e, quel che più conta, di poter avere a disposizione personale proprio e qualificato al momento del rilancio". .  
   
   
VERTENZA POLTRONA FRAU: INTESA IN REGIONE.MARCHE  
 
Ancona, 20 Ottobre 2009 - ´E´ un´intesa importante ´ afferma il Presidente Gian Mario Spacca - per la difesa del lavoro e della coesione sociale di Tolentino e dell´intera comunita` marchigiana. Poltrona Frau e` un simbolo delle Marche e la Regione si e` impegnata attivamente per ricercare una soluzione condivisa dalle forze sindacali e dall´azienda a questa difficile vertenza. Alcuni sacrifici debbono essere compiuti, ma nel complesso i risultati complessivi dell´intesa sono positivi per la difesa del lavoro e la riaffermazione della centralita` di Tolentino nella strategia attuale e futura di Poltrona Frau: sono stati evitati gli esuberi forzati previsti inizialmente; sono previsti incentivi per esodi su base volontaria; l´azienda si e` impegnata a confermare e rafforzare Tolentino quale polo strategico e direzionale di Poltrona Frau, soprattutto per gli aspetti piu` qualificanti della progettazione, dello sviluppo e del design del prodotto; le istituzioni si impegnano ad un monitoraggio della situazione e ad accompagnare i processi di riorganizzazione, anche con azioni di formazione´. Questo e` il commento del Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca alla firma dell´intesa avvenuta questa mattina, dopo 18 ore di trattativa con le parti nel corso dell´ultimo di una lunga serie di incontri promossi dalla Regione in queste settimane. La Regione ha promosso l´intesa tra i Sindacati e l´Azienda svolgendo la funzione istituzionale di mediazione prevista dalla legge (art. 4 e 24 della legge 223/91), tesa ad agevolare l´accordo tra le Parti. Agli incontri per la Regione ha partecipato anche il dott. Fabio Montanini. ´Abbiamo lavorato - ha dichiarato l´Assessore alle attivita` produttive Fabio Badiali ´ per tutelare l´occupazione, evitare la penalizzazione di Tolentino, rafforzare la competitivita` di Poltrona Frau: sono stati fatti grandi passi avanti per la conclusione dell´intesa sia da parte del Sindacato che dell´Azienda. I risultati di questa disponibilita` alla collaborazione sono evidenti. Ne trae vantaggio Tolentino e l´intero territorio delle Marche. ´ Nel verbale di intesa sottoscritto in Regione con le Parti sono scongiurati gli esuberi, se non quelli su base volontaria, e` previsto un periodo di cassa integrazione di 1 anno per esigenze di riorganizzazione; sono previsti incentivi all´esodo volontario; le Parti (Sindaci ed Azienda) si impegnano ad individuare del personale che su base volontaria aderiranno al piano di incentivazione di accompagnamento alla mobilita` Nel verbale di intesa, tra gli altri punti, si sottolinea che ´la Societa` Poltrona Frau ribadisce l´importanza del marchio Frau per il Gruppo e la centralita` di Tolentino quale polo strategico e direzionale per quanto attiene allo sviluppo e alla ricerca sul prodotto e sui materiali, con particolare riferimento alla pelle, sul marketing, sul design e sullo stile, nonche` quale sito fondamentale per la realizzazione dei prodotti a marchio Frau e per la divisione Car; che unitamente alla Direzione Brand Frau (responsabile della ricerca e sviluppo, stile, marketing e comunicazione sulla marca Frau), alla Direzione Interiors in Motion, responsabile del business allestimenti, alla Direzione Manufaturing Internazionale, alla Direzione Contract Frau, e al responsabile acquisti per la categoria pelle, gia` presenti sul sito di Tolentino, verranno create e localizzate a Tolentino nei prossimi mesi nuove funzioni nelle aree dell´ingegneria e nella sicurezza, igiene e ambiente, nonche` un´area manager commerciale responsabile di gestire le forze vendite per tutti i marchi del gruppo nel centro sud Italia´ . . .  
   
   
GALAN AL FORUM DELL’INNOVAZIONE NORD EST “MODERNIZZAZIONE DELLA P.A. E SVILUPPO DEL TERRITORIO”  
 
Piazzola sul Brenta, 20 ottobre 2009 – Di seguito l’ intervento di ieri del Presidente Giancarlo Galan al forum dell’ innovazione Nord Est:” Partecipo con vivo piacere ad un convegno che, dal titolo, promette di essere molto interessante, e che voglio arricchire con alcune considerazioni maturate nel corso della mia esperienza di governo. Sono sicuro di non sbagliare se penso che la mia presenza oggi sia stata richiesta per motivi tutt’altro che cerimoniali. Ho la presunzione, infatti, di avere qualche titolo di merito per essere stato invitato a parlare in questa sede di modernizzazione della Pubblica Amministrazione in relazione allo sviluppo del territorio. La ragione, io credo, sta in tutto quello che in questi anni abbiamo fatto e abbiamo saputo inventare per rispondere alle domande espresse dal territorio. Quello delle infrastrutture è indubbiamente l’esempio più eclatante. Si pensi al Passante, con la figura del Commissario, con la Commissione tecnica per gli espropri, con la Cav. Ma prima ancora alla costituzione di Veneto Strade, nel 2001. Oggi, agli accordi per una società mista Regione-trenitalia per il trasporto ferroviario delle merci. Modi e formule innovative, tese a migliore efficienza ed efficacia della P. A. , che talvolta hanno lasciato perplessi, non sempre sono state comprese, spesso sono state osteggiate. Ma questo è il prezzo da pagare per innovare. È stato così anche in passato, per la sanità. Ricordate? Proviamo a riguardare a quell’esperienza oggi che il processo si è positivamente concluso. Fino agli anni ’70 la tutela della salute del singolo cittadino non veniva riconosciuta come bene pubblico e trovava soddisfazione solo nella tutela della salute collettiva. In linea con questa impostazione, i compiti riguardanti la sanità spettavano alla polizia locale – non a caso si parlava di polizia sanitaria – e le funzioni pubbliche per la tutela della salute collettiva erano attribuite al Ministero dell’Interno e all’apparato amministrativo periferico, Prefetti e Sindaci. Qual era l’elemento problematico? Il dualismo tra autorità dotate di potere decisionale, ma estranee alle problematiche sanitarie, e tecnici esperti di salute, privi tuttavia di possibilità decisionali. Negli anni ’70, convinti che solo una revisione organica di quel modello avrebbe potuto aumentare l’efficienza del sistema, venne attuata una prima riforma che apparentemente poneva la Regione al centro dello scenario sanitario locale. In realtà la dimensione comunale veniva riaffermata quale livello di gestione e controllo della sanità, con l’idea che si trattasse di funzioni di interesse esclusivamente locale. Ricordiamo tutti quello che accadde: le Usl diventarono feudi clientelari, attenti agli interessi dei partiti e delle caste piuttosto che a quelli dei cittadini. La conseguenza inevitabile fu l’esplosione delle spesa sanitaria, la crescita dell’inefficienza, il malcontento dei malati. Ci vollero oltre dieci anni perché, con la successiva riforma del 1992, le amministrazioni regionali divenissero l’effettivo ente di governo del servizio sanitario. Responsabili a tutti gli effetti della programmazione e dell’erogazione delle prestazioni. Oggi, a 17 anni dall’istituzione delle Aziende Sanitarie Locali, sono stati spazzati via i dubbi e le critiche di quanti pensavano che la riforma avrebbe snaturato i principi del Sistema Sanitario Nazionale. Lo stretto legame tra Direttori generali e governo regionale da un lato, e una logica di valutazione basata su criteri di tipo tecnico gestionale dall’altro, responsabilizzano fortemente sia il management delle Aziende sanitarie, sia la Regione. Ma, soprattutto, rendono entrambi – dirigenti e politici - estremamente sensibili al giudizio dei malati e dei cittadini. La vicenda del settore sanitario insegna che molti dei problemi della Pubblica Amministrazione quale soggetto “governante”, chiamato a scegliere, a prendere decisioni, a realizzare, nascono da dualismi tra amministrazioni, dalla cattiva e spesso non chiara suddivisione delle competenze, da un rapporto ambiguo tra politica e amministrazione. Mi accusano di aver scelto i Direttori generali delle Asl senza consultare i partiti: bene, io ne vado fiero, e mi assumo fino in fondo la responsabilità nei confronti di tutti i cittadini della mia regione sulla base del mandato elettorale che ho ricevuto. Non compromessi clientelari, ma rigorosa assunzione delle rispettive responsabilità: questa, a mio avviso, è l’unica strada che dobbiamo percorrere per dare trasparenza ed efficacia all’azione amministrativa. Prima di internet, prima della customer satisfaction per l’erogazione dei servizi, la modernizzazione della Pubblica Amministrazione passa dunque attraverso: 1. L’individuazione del livello ottimale di governo per ogni ambito di politica pubblica; mi chiedo sempre, a questo proposito, che senso hanno le Province, perché continuiamo a crearne quando potrebbero tranquillamente costituire in modo più efficiente il livello amministrativo della Regione sul territorio, senza mantenere un inutile ulteriore livello di governo politico-elettorale. La domanda è retorica perché, in questa sala, le ragioni le conosciamo tutti e sappiamo bene essere irriferibili; 2. La strutturazione di un assetto di poteri congruente con il livello di governo prescelto. Ciò di cui si ha bisogno è la risoluzione delle concorrenze verticali e orizzontali nella distribuzione delle competenze tra amministrazioni. E anche laddove la suddivisione dei compiti è chiara troviamo una reiterazione delle procedure che non esiste in nessun altro Paese. Nel caso delle opere infrastrutturali, ad esempio, le procedure sono eccessivamente lente e farraginose. Ciò deriva, tra l’altro, da una ripartizione di responsabilità tra Stato e Regioni, ed Enti Locali, poco chiara e molto complessa, che risale all’inserimento delle grandi reti di trasporto tra le materie a legislazione concorrente. Ben si comprende perché tutti invocano la Legge Obiettivo: essa consente snellimenti procedurali in fase di programmazione, progettazione ed autorizzazione, che permettono di ridurre i tempi necessari alla realizzazione delle grandi opere. Prima di questa legge, per costruire bisognava superare dai 25 ai 30 pareri! Essa è, di fatto, uno strumento per superare la duplicazione delle procedure, destreggiandosi nella selva delle competenze concorrenti. Anche la figura dei Commissari Straordinari nasconde lo stesso problema. Per noi, non smetterò mai di ricordarlo, ha rappresentato uno strumento straordinario e che ha consentito, tra l’altro, di far vedere come sono in grado di lavorare le nostre strutture tecniche. Tuttavia, se vogliamo ragionare su come innovare la Pa, il ricorso a procedure straordinarie evidenzia la necessità di rivedere l’assetto complessivo delle competenze tra enti, in un’ottica di semplificazione procedurale e chiarificazione delle responsabilità. Uno degli ambiti di policy in cui ciò si rende particolarmente urgente è quello ambientale, in modo particolare per quanto riguarda la Via. In discussione non è, ovviamente, l’opportunità di questo tipo di valutazione, quanto piuttosto perché debba essere fatta necessariamente a livello centrale per alcune opere (tra le quali ferrovie, autostrade, ecc. ). Ritengo che il livello regionale sia quello ottimale per tali tipi di valutazione. Questo per una serie di motivi che vanno da una maggiore conoscenza del territorio e delle sue problematiche da parte di chi valuta, ad una maggiore vicinanza dell’ente Regione al territorio inteso nella sua accezione più ampia. A livello centrale è giusto invece che venga mantenuta la Vas – la Valutazione Ambientale Strategica - sulla programmazione di respiro nazionale. L’esclusività della Valutazione d’Impatto Ambientale a livello regionale e la regionalizzazione delle competenze in materia del Ministero dei Beni culturali sono solo un esempio di come la Pubblica Amministrazione dovrebbe modernizzarsi per andare incontro alle esigenze di sviluppo dei territori. Da parte nostra, come ricordavo in apertura, certamente nessuno potrà dire che non abbiamo la capacità di lettura delle esigenze del nostro territorio ed il coraggio e la lungimiranza per sperimentare nuove modalità di risposta. La costituzione di Cav, nel 2008, ne è un esempio. Un ottimo esempio, visti i risultati. Frutto di una lotta dura contro i molti che la avversano. Emblema di quel federalismo infrastrutturale che dà fastidio al sistema delle concessioni. In modo analogo stiamo procedendo per quanto riguarda le ferrovie, dove abbiamo messo in discussione l’intera partita del trasporto su ferro, con l’obiettivo di costituire società regionali sia per il trasporto dei passeggeri che delle merci, società che vedano la partecipazione di Trenitalia e di Sistemi Territoriali S. P. A. Dicevo prima che le Aziende Sanitarie Locali sono oggi a pieno titolo una istituzione che nessuno si sognerebbe di mettere in dubbio. Altri “giovani” soggetti della Pa si trovano ancora in via di maturazione: mi viene in mente a questo proposito la nostra Agenzia per l’ambiente, all’avanguardia in Italia per i sistemi di monitoraggio sui rischi industriali e per la sicurezza del territorio, e che è impegnata in un importante processo di innovazione interna. Strada facendo altri enti sono stati istituiti e sono falliti: si pensi alle Comunità Montane. Altri enti ancora, anche se vengono da lontano, sono oggetto di continua discussione e non solo nelle sedi “alte”. Provate a chiedere ad un cittadino di che cosa si occupano le Province: tutti le conoscono, ma quasi nessuno saprà dirvi cosa fanno. Non voglio comunque dilungarmi qui sugli aspetti “tecnici”, quanto piuttosto ribadire che modernizzare è necessario e, almeno guardando alla nostra regione, possibile, purché si abbandonino le logiche del passato e si accettino fino in fondo i principi di trasparenza e responsabilità che dobbiamo, non ai giudici amministrativi, ma ai cittadini elettori. Grazie. .  
   
   
IMMIGRAZIONE. RIUNITO DIRETTIVO DELLA CONSULTA REGIONALE DEL VENETO  
 
Venezia, 20 ottobre 2009 - La programmazione triennale 2007-2009 in materia di immigrazione sta procedendo verso il suo completamento con l’attuazione dell’annualità 2009 che dispiegherà i suoi effetti anche nel 2010. In considerazione però del fatto che il prossimo anno si chiuderà la legislatura regionale, il Direttivo della Consulta per l’Immigrazione riunito a Mestre (Venezia) nella sede di Veneto Lavoro dall’assessore ai flussi migratori Oscar De Bona ha deciso di mettere nero su bianco alcune indicazioni e riflessioni sulle possibili politiche di accoglienza e integrazione, maturate alla luce dell’esperienza di questi cinque anni, che saranno raccolte nell’arco di qualche settimana e lasciate come proposta per la prossima programmazione regionale di settore. “L’immigrazione in questi ultimi cinque anni – sottolinea l’assessore De Bona - ha subito un’ulteriore trasformazione rispetto al passato. Ormai la presenza complessiva degli stranieri in Veneto è intorno alle 500 mila unità, pari a quasi il 10 per cento della popolazione veneta. Anche il livello di rappresentanza del mondo degli immigrati si è progressivamente qualificato e abbiamo lavorato bene nell’ambito della Consulta, insieme anche ai soggetti pubblici e privati impegnati nel campo dell’integrazione e dell’accoglienza. Siamo quindi nella condizione ideale per consegnare alla prossima legislatura idee e suggerimenti su cui poter elaborare nuove politiche”. La riflessione ha riguardato anche le ricadute negative della generale situazione di crisi sulle dinamiche economiche e occupazionali. Il Direttivo ha ricordato, inoltre, Angela Cristina De Oliveira Silva, componente della Consulta regionale dell’immigrazione, rimasta vittima dell’incidente dell’airbus dell’Air France all’inizio dello scorso giugno, esprimendo la volontà di partecipare alle iniziative che saranno promosse per commemorarla. .  
   
   
LE CITTÀ SOSTENIBILI DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI  
 
Firenze, 20 ottobre 2009 - Utilizzare al meglio i 16 Piani integrati di sviluppo urbano sostenibile (i cosiddetti Piuss), con i loro 548 milioni di euro, per ripensare città davvero a misura di bambino, nella consapevolezza che realtà urbane più attente ai bambini sono anche più vivibili e sicure per tutti. È questa l´idea che ha lanciato il vicepresidente Federico Gelli intervenendo il 16 ottobre al seminario “Nuovi scenari e nuove sfide per bambini adolescenti e città”, organizzato da Istituto degli innocenti e Unicef nell´ambito del Festival della Creatività. «Parlare dei Piani integrati di sviluppo urbano sostenibile significa parlare di strumenti, approvati proprio in questi giorni, che permetteranno di investire ben 548 milioni di euro per ridisegnare le nostre città e dare loro nuovo slancio. Si tratta di un´occasione preziosa per riorganizzare le nostre periferie, i nostri quartieri, i nostri centri storici intorno alle esigenze dei bambini – ha sottolineato Gelli – Fare questo esige sicuramente un impegno di notevolissime proporzioni. Però più giardini pubblici significa più verde e più aria pulita per tutti. Più ciclabili e strade meno trafficate si traduce in meno ingorghi e più serenità per un´intera comunità. Più illuminazione e più attenzione per i tempi e per gli spazi produce più sicurezza per ogni cittadino. Insomma, i bambini sono davvero il riferimento centrale per costruire una città a misura di tutti». .  
   
   
COOPERAZIONE VENETO: PRESENTATO RAPPORTO SU 10 ANNI DI PROGETTI  
 
Venezia, 20 ottobre 2009 - Oltre 19 milioni di euro per circa 650 progetti di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale destinati ad 85 Paesi nel mondo e quasi 4 milioni e mezzo di euro per poco meno di 250 progetti di promozione dei diritti umani e della cultura di pace sul territorio veneto. Sono sintetizzati in queste cifre i 10 anni di vita della legge 55/1999 della Regione del Veneto in materia di diritti umani, dettagliati ora in una pubblicazione dal titolo “Il Veneto di oggi per il mondo di domani” presentata il 16 ottobre a Palazzo Balbi dall’assessore regionale Isi Coppola. Il rapporto offre una panoramica sulla quantità e la qualità delle iniziative, accompagnate dallo stato dell’arte dei progetti e da un puntuale e aggiornato rendiconto economico-finanziario. La pubblicazione è corredata da mappe, inserti e strumenti multimediali con immagini realizzate dagli operatori delle organizzazioni impegnate nei vari Paesi alla realizzazione dei progetti di aiuto alla crescita e dai funzionari regionali in missione sul campo. Il volume è completato con gli strumenti attuativi della legge n. 55 della prossima programmazione regionale. “E’ una legge che ha dato risultati straordinari – ha detto l’assessore Coppola – grazie ai quali abbiamo fatto scuola a livello nazionale. Siamo riconosciuti dallo stesso Ministero degli esteri come regione capofila in questa materia, in virtù dell’esperienza consolidata in molti Paesi, spesso in realtà problematiche in cui la diplomazia è fondamentale”. L’assessore ha sottolineato che questa credibilità e affidabilità sul piano nazionale e internazionale è stata sostenuta anche dall’attività di monitoraggio dell’andamento dei singoli progetti finanziati, per i quali è stato rendicontato fino all’ultimo centesimo per garantire che le risorse fossero usate al meglio. Per dare il senso del filo conduttore che ha caratterizzato le politiche regionali in questi 10 anni, in occasione di questa pubblicazione – che sarà tradotta anche in inglese - la Regione ha proposto 10 “parole chiave” che ne riassumessero principi e orientamenti: 1. Associazionismo e volontariato; 2. Cooperazione e sviluppo; 3. Dialogo e rete; 4. Diritti delle bambine, dei bambini e delle donne; 5. Educazione e formazione; 6. Enti locali e ulss; 7. Microcredito e finanza etica; 8. Monitoraggio e valutazione; 9. Relazioni internazionali e governante; 10. Sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente. Anche il programma della 4. A Conferenza Regionale in tema di cooperazione e diritti umani, che si terrà quest’anno a Treviso (Casa dei Carraresi) il 10 e 11 dicembre, sarà sviluppato attorno a queste parole chiave. Per il 10. Mo anniversario della legge regionale è stato realizzato anche un apposito logo dalla classe Iv A dell’Istituto Statale d’Arte “Bruno Munari” di Vittorio Veneto (Tv), che ha vinto il concorso creativo bandito tra le scuole venete nell’anno scolastico 2008/2009. .  
   
   
“CONVIVENZA E PARI OPPORTUNITA’ NELLE SCELTE E NEI PERCORSI LAVORATIVI”, PRESENTATO A CLES UN PROGETTO PER LE DONNE STRANIERE  
 
Trento, 20 ottobre 2009 - Promuovere la cultura del lavoro femminile tra la popolazione di donne straniere. E´ questo lo scopo principale del progetto pilota denominato “Convivenza e pari opportunità nelle scelte e nei percorsi lavorativi - donne straniere con sè e con gli altri”. Il progetto, realizzato dal Comprensorio della Valle di Non, è stato promosso dall´assessorato provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza e dalla Consigliera di Parità, in collaborazione con il Cinformi e l’Ufficio per le Pari Opportunità. Stamane a Cles, presso la sede del Comprensorio, alla presentazione dell´iniziativa hanno partecipato, fra gli altri, l’Assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, il Vicepresidente del Comprensorio Rolando Valentini, l’Assessore comprensoriale per le Politiche sociali e della Salute Flavia Giuliani, la Consigliera di Parità Eleonora Stenico, il responsabile del Servizio per le Politiche sociali e abitative del Comprensorio Ivan Zanon e la dottoressa Claudia Mammani, coordinatrice del progetto sul territorio. “Il progetto – ha detto stamane l´assessore Giovanazzi Beltrami – nasce da un percorso avviato nei mesi scorsi con l´operazione ascolto sul territorio provinciale. Abbiamo assunto un impegno preciso partendo dalle istanze più urgenti emerse dagli incontri con tutti gli attori legati al fenomeno migratorio. Con questa iniziativa, in particolare – ha aggiunto l´assessore – vogliamo valorizzare il ruolo delle donne straniere, perchè questo può rappresentare un importante contributo per la convivenza e la coesione sociale. ” Il progetto intende creare un contesto di relazioni favorevole al confronto e alla condivisione di pensieri, intelligenze e proposte per supportare le donne protagoniste nella costruzione di un proprio progetto lavorativo. Raccogliendo gli stimoli dei principali attori impegnati nell’integrazione della popolazione immigrata, l’iniziativa mira quindi a rispondere a due principali bisogni sociali facendosi carico della condizione di “vulnerabilità” (solitudine familiare, emarginazione sociale e discriminazione lavorativa) dei soggetti beneficiari dell’intervento - le donne straniere - in relazione all’integrazione nella società e alla presenza nel mondo del lavoro. In particolare, la dimensione lavorativa rappresenta per le donne di origine immigrata un´opportunità importante di rielaborazione della propria identità e di riposizionamento positivo nel nuovo contesto sociale. Il progetto offre quindi la possibilità di partecipare attivamente ad un percorso di formazione finalizzato a potenziare le abilità sociali. L’intervento desidera inoltre rafforzare la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione della popolazione straniera. Per questo il progetto intende promuovere l´elaborazione di buone prassi attraverso il consolidamento di reti tra le amministrazioni locali, le associazioni culturali e i cittadini immigrati. Il gruppo delle donne straniere sarà coinvolto in un percorso a più fasi. Da un primo momento dedicato alla formazione sui temi delle pari opportunità tra uomo e donna nei contesti lavorativi e professionali, il gruppo sarà poi chiamato a scegliere una o due tipologie di lavoro (domestico, autonomo, lavoro nel commercio, ecc. ). La fase finale vedrà le cittadine immigrate protagoniste collaborare con esperti del settore scelto, per accrescere le competenze acquisite e svilupparne di ulteriori e specifiche. .  
   
   
INCONTRO A PREDAZZO: PERCHÈ LA POLITICA NON È DONNA? APPUNTAMENTO MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE  
 
Trento, 20 ottobre 2009 - Una iniziativa promossa dalla Commissione Pari Opportunità, dalla Consigliera di Parità e dall´Associazione "La voce delle Donne", col patrocinio del Comune di Predazzo, avrà luogo mercoledì 21 ottobre 2009, alle ore 20. 30, nell´Aula Magna del Comune di Predazzo. Si parlerà de: "La partecipazione attiva delle donne alla politica". L´incontro vedrà la partecipazione di Eleonora Stenico, consigliera di parità; Isa Cubello, presidente Commissione provinciale Pari Opportunità tra uomo e donna; Donata Borgonovo Re, già difensore civico della provincia di Trento. L´incontro è patrocinato dal Comune di Predazzo e si inserisce all’interno dell’iniziativa "L´arte di governare la società", percorso di informazione e formazione per donne e uomini che vogliono crescere e sentirsi più responsabili in un mondo in continua evoluzione. L´iniziativa è realizzata con il contributo di Provincia autonoma di Trento - Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza. .