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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2011
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE L’ATTUAZIONE DELLE PIÙ RECENTI DISPOSIZIONI SUI REQUISITI PATRIMONIALI DELLE BANCHE  
 
 Bruxelles, 23 maggio 2011 - La Commissione europea ha invitato Grecia, Italia, Polonia, Portogallo, Slovenia e Spagna a notificare, entro due mesi, le misure di attuazione delle importanti disposizioni sull’adeguatezza patrimoniale e sulle politiche remunerative degli istituti finanziari previste dalla terza direttiva sui requisiti patrimoniali delle banche, nota anche come Crd Iii (2010/76/Ue). Il termine ultimo per l’attuazione delle disposizioni era il 1ogennaio 2011. La Commissione ha inoltre sollecitato Belgio, Lussemburgo, Slovacchia e Svezia ad attuare le norme ancora in sospeso. La Crd Iii mira a garantire solidità finanziaria a banche e imprese di investimento e ad evitare l’assunzione di rischi eccessiva e imprudente in ambito bancario, favorita da prassi remunerative mal concepite che hanno portato al fallimento di singoli istituti e a ripercussioni sociali generalizzate. Per affrontare seriamente il fenomeno è necessario che la direttiva sia recepita puntualmente e integralmente. Le richieste della Commissione agli Stati membri interessati sono trasmesse sotto forma di “pareri motivati”. La Commissione si riserva di deferire alla Corte di giustizia gli Stati membri che entro i prossimi due mesi non notificheranno le necessarie misure di attuazione. Qual è l’obiettivo della normativa Ue in questione? La direttiva in oggetto modifica le direttive sui requisiti patrimoniali (2006/48/Ce e 2006/49/Ce), volte a garantire la solidità finanziaria di banche e imprese di investimento. Insieme tali direttive stabiliscono di quanti fondi propri debbano disporre le banche e le imprese di investimento per coprire i loro rischi e proteggere i loro depositanti. Questo quadro giuridico deve essere regolarmente aggiornato e perfezionato per soddisfare le esigenze del sistema finanziario nel suo insieme. Le principali modifiche introdotte dalla direttiva sono le seguenti. Politiche e prassi remunerative delle banche - La direttiva contrasta l’effetto perverso degli incentivi retributivi, richiedendo a banche e imprese di investimento di applicare rigide politiche di remunerazione che non incoraggino o ricompensino un’eccessiva esposizione al rischio. Le autorità di vigilanza bancaria hanno facoltà di sanzionare le banche che adottano politiche remunerative non in linea con i nuovi requisiti. Tuttavia la direttiva non introduce tetti a stipendi e bonus. Requisiti patrimoniali per le ricartolarizzazioni - Le ricartolarizzazioni sono prodotti finanziari strutturati che hanno condizionato l’evoluzione della recente crisi finanziaria. In determinate circostanze le banche che detengono tali prodotti sono potenzialmente esposte a perdite significative. La direttiva impone requisiti patrimoniali più severi per le ricartolarizzazioni, al fine di garantire che le banche tengano debitamente conto dei rischi correlati all’investimento in prodotti finanziari così complessi. Informativa sull’esposizione alle cartolarizzazioni - La fiducia dei mercati è subordinata a un’adeguata informativa sul livello di esposizione al rischio delle banche. Le nuove norme rendono più rigorosi gli obblighi di informativa al fine di aumentare la fiducia dei mercati necessaria per incoraggiare le banche a ricorrere nuovamente ai prestiti interbancari. Requisiti patrimoniali per il portafoglio di negoziazione - Un portafoglio di negoziazione è costituito dall’insieme degli strumenti finanziari detenuti da una banca allo scopo di essere rivenduti nel breve termine o a copertura di altri strumenti del portafoglio. La direttiva cambia l’approccio delle banche nella valutazione del rischio connesso ai portafogli di negoziazione per garantire che questi ultimi rispecchino pienamente le potenziali perdite dovute a movimenti di mercato sfavorevoli nel quadro di condizioni di stress come quelle vissute di recente. Non per tutte le norme è prevista l’attuazione entro il 1o gennaio 2011. Infatti, la direttiva 2010/76/Ue prevede due fasi di attuazione. La prima, che riguarda le remunerazioni e una serie di altre disposizioni volte ad ampliare requisiti patrimoniali minimi già esistenti, doveva essere attuata entro il 1° gennaio 2011. Le restanti disposizioni vanno recepite entro il 31 dicembre 2011. Com’è possibile che uno Stato membro non rispetti queste norme? La maggior parte degli Stati membri ha pienamente rispettato la direttiva. Dieci Stati membri, ovvero Belgio, Grecia, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Slovacchia e Svezia devono ancora attuare, parzialmente o interamente, le sue disposizioni. In Grecia, Italia, Polonia, Portogallo, Slovenia e Spagna la direttiva non è stata recepita nemmeno in parte. In quattro Stati membri sono ancora necessari interventi legislativi aggiuntivi o secondari al fine di attuare diverse disposizioni, legate prevalentemente ai requisiti patrimoniali minimi preesistenti (Belgio, Lussemburgo, Svezia e Slovacchia) e alle disposizioni sulla remunerazione (Slovacchia). In che modo ciò si ripercuote su cittadini e imprese dell’Ue? La direttiva è stata concepita nell’intento di garantire solidità finanziaria a banche e imprese di investimento e ridurre un’assunzione di rischio eccessiva che potrebbe essere incoraggiata da prassi remunerative mal impostate. L’attuale crisi finanziaria dimostra quanto sia importante sensibilizzare i cittadini, le imprese e l’intera società su questi due elementi. Se non opteremo per un’unica normativa condivisa all’interno dell’Ue, lasceremo spazio a pericolose lacune normative.  
   
   
UE: POLITICA ECONOMICA: SEI PROPOSTE PER USCIRE DALLA CRISI SHARON BOWLES SUL PACCHETTO DI POLITICA ECONOMICA: "GRANDE SHOCK PER GLI STATI MEMBRI"  
 
Bruxelles, 23 maggio 2011 - Mentre gli Stati cercano di porre rimedio alla crisi economica, il Parlamento sta lavorando a un pacchetto di regole per evitare che si ripeta. Le nuove leggi prevedono un monitoraggio migliore dei bilanci e dei deficit degli Stati, nonché misure per individuare e sanare gli squilibri tra le economie della zona euro. Per saperne di più abbiamo intervistato la Presidente della commissione economica, la liberale inglese Sharon Bowles, che sta negoziando con gli Stati membri prima del voto in plenaria. Onorevole Bowles, cosa si vuole ottenere con questo pacchetto? Innanzitutto maggiore trasparenza, che significa anche più responsabilità per gli Stati. Vogliamo poi introdurre il voto di "maggioranza qualificata invertita" come processo normale per le misure di politica economica. Ciò significa che il Consiglio dovrà votare per bloccare le misure correttive imposte agli Stati che non rispettano il Patto di stabilità e crescita, piuttosto che votare per la loro applicazione, come succedeva prima. Questo darà alla Commissione molta più libertà d´azione. La Banca centrale europea è d´accordo con noi nel voler aumentare l´automaticità delle decisioni. La ragione è semplice: non ci fidiamo del Consiglio. In passato i paesi più grandi, come Francia e Germania hanno infranto le regole, poi le hanno cambiate. Vogliamo assicurarci che ciò non si ripeta. Poi c´è la questione delle ammende. Sono uno strumento importante, anche se non ci piace multare paesi già in difficoltà. La nostra intenzione è piuttosto quella di individuare l´andamento negativo di uno Stato in una fase preliminare, così da poter intervenire subito e evitare che si arrivi alle sanzioni. Solo se lo Stato rifiuta di intraprendere misure correttive in questa fase, scattano le multe. Ci piacerebbe che il denaro delle ammende fosse destinato a una causa comune, come alla Banca europea per gli investimenti, piuttosto che lasciato agli Stati più ricchi. Infine è molto importante assicurare l´indipendenza delle statistiche e delle revisioni sulle condizioni finanziarie degli Stati. Non c´è pericolo che l´austerità proposta possa ostacolare l´uscita dalla crisi e la crescita futura? Il pacchetto non prescrive l´austerità, ma certo è una conseguenza quando ci sono grandi aggiustamenti da fare al bilancio. Si è discusso molto sull´argomento, e persistono differenze di opinione in seno al Parlamento. Ma la maggioranza dei deputati ritiene che ci sia già abbastanza flessibilità nel Patto di stabilità e crescita, per proporre riforme strutturali. Gli squilibri commerciali sono la causa della crisi in corso nella zona euro? Gli squilibri non hanno certo aiutato! Dobbiamo essere in grado di affrontarli meglio in futuro. Gli Stati con grandi disavanzi di bilancio hanno una certa responsabilità per come le loro eccedenze hanno portato a bolle speculative in altri paesi, sia per l´effetto economico delle decisioni sui tassi di interesse che per il credito bancario e le politiche di investimento che questi paesi hanno effettuato su quelli in difficoltà. Ecco perché se uno Stato affronta un periodo di recessione non è solo un suo problema. Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo trovare una soluzione insieme. Il Consiglio rivendica che i gruppi politici al Parlamento si ostacolano l´uno l´altro ... Ha ragione? No, abbiamo votato elettronicamente il pacchetto di politica economica in sede di commissione, e conosciamo la maggioranza precisa per ogni singolo emendamento. Su molte questioni siamo uniti e anche su quelle controverse la maggioranza è molto forte; ciò pone le basi per il nostro mandato negoziale. In ogni caso, anche al Consiglio non c´è l´unanimità. Cosa spera che gli Stati membri abbiamo imparato dall´inizio dei difficili negoziati con il Parlamento sul "pacchetto per la vigilanza finanziaria"? Ormai da anni siamo co-legislatori in materia di servizi finanziari, e le battaglie sono sempre state all´ordine del giorno. La grande novità è che ora abbiamo potere di co-decisione in materia di sorveglianza di bilancio. È stato un po´uno shock per il Consiglio realizzare che avevamo questo ruolo, ma in fin dei conti sono stati gli Stati a assegnarcelo, quando hanno cambiato il Trattato. Questo pacchetto legislativo consta di 4 proposte sulle quali abbiamo potere di co-decisione, non lo abbiamo sulle restanti, ma gli Stati dovranno comunque negoziare con noi il pacchetto nel suo insieme. Si aspetta di raggiungere un accordo con il Consiglio prima dell´estate? Certamente lo spero. Abbiamo già affrontato una volta i negoziati a tre con Commissione e Consiglio, e ora stiamo lavorando sugli elementi che ci uniscono e su quelli che ci dividono. Ci siamo già scambiati opinioni sulle bozze. Possiamo dividere i problemi in "buono, brutto e cattivo": questioni su cui siamo già d´accordo, altre su cui possiamo trovare un compromesso e le restanti che ci vedono ancora lontani. Per quest´ultime, sia noi che il Consiglio, dobbiamo essere pronti a rinunciare a qualcosa. Comunque non siamo disposti a raggiungere un accordo a ogni costo. Il voto sul pacchetto legislativo è in programma per la plenaria di giugno a Strasburgo.  
   
   
UE: UNA PERSONA SU SEI NON HA ACCESSO ALL´ACQUA POTABILE  
 
Bruxelles, 23 maggio 2011 - Il libero accesso all´acqua potabile dovrebbe essere un diritto fondamentale per tutti, ma così non è in molte parti del mondo: l´acqua contaminata provoca un milione e mezzo di morti l´anno, 2,5 miliardi di persone vivono senza le condizioni igienico-sanitarie di base, e 1 persona su 6 non ha accesso all´acqua potabile. L´assemblea Ue-acp a Budapest ha sollecitato misure globali per migliorare la situazione igienico-sanitaria, conservare la foresta pluviale e punire chi inquina l´acqua. L´assemblea parlamentare paritetica Ue-acp (Africa, Caraibi, Pacifico - Unione europea) ha discusso di come migliorare l´accesso e la governance dell´acqua potabile nelle regioni più povere del mondo il 17 maggio scorso. Migliorare le strutture igienico-sanitarie - Nei paesi in via di sviluppo il 70% dei rifiuti non trattati viene scaricato nelle acque, con conseguente inquinamento dell´approvvigionamento idrico. A inquinare sono l´industria, l´agricoltura e le fognature, ma nel complesso il contaminante più comune è la materia fecale. L´impatto è drammatico: secondo le statistiche delle Nazioni Unite ogni 2 secondi un bambino muore a causa delle pessime condizioni sanitarie. "Buone infrastrutture per i servizi igienico-sanitari sono il pre-requisito più importante per la salute" ha sottolineato la co-relatrice da parte europea, la tedesca del Ppe Christa Klass. Il problema è che investire nelle reti di smaltimento delle acque reflue è costoso e molti paesi dell´Acp non dispongono dei mezzi finanziari per farlo, mentre la crescente urbanizzazione imporrebbe investimenti urgenti per fornire acqua pulita e trattare i rifiuti. Alcune priorità - Secondo l´Assemblea paritetica, bisognerebbe costruire più pozzi nei villaggi e nelle baraccopoli, in linea con l´aumento demografico, e trovare soluzioni innovative come compresse di cloro per combattere le epidemie, in primis il colera, collegate all´inquinamento delle risorse idriche. Gli Stati membri dell´Ue e dell´Acp dovrebbero poi adottare misure per assicurare che l´industria, la deforestazione, l´estrazione mineraria, la produzione chimica e l´uso di pesticidi non incidano sulla qualità dell´acqua, facendo pagare i trasgressori di tasca propria. Rispettare le norme ambientali - Uno degli obiettivi di sviluppo del Millennio (Osm) è dimezzare il numero di persone senza accesso all´acqua potabile entro il 2015. La liberale inglese Fiona Hall ha invitato a "essere coerenti nelle politiche". "Se da un lato abbiamo firmato gli Obiettivi del Millennio" ha ricordato "dall´altro abbiamo permesso che le compagnie minerarie europee inquinassero l´acqua, perché non abbiamo insistito abbastanza nel rispetto di standard appropriati anche oltreoceano." Anche le foreste tropicali hanno un ruolo fondamentale: immagazzinano grandi quantità di carbonio, aiutando a regolare la temperatura e a generare pioggia. "Per salvaguardare l´acqua bisogna innanzitutto prestare attenzione ai cambiamenti climatici e proteggere le foreste che custodiscono le sorgenti" ha ricordato il co-relatore camerunense dell´Acp Bobbo Hamatoukour. Il Fondo per l´acqua Acp-ue - Nel 2004 è stato istituito il Fondo Acp-ue per l´acqua, allo scopo di provvedere all’approvvigionamento idrico e alle infrastrutture igienico-sanitarie di base delle popolazioni più povere. Duecento milioni sono stati stanziati dal decimo Fondo europeo di sviluppo 2008-2013 (Fes), a sostegno dei progetti previsti dal programma.  
   
   
RAGGIUNTO UN ACCORDO SUL MARCHIO EUROPEO PER IL PATRIMONIO CULTURALE  
 
Bruxelles, 23 maggio 2011 - Il commissario europeo Androulla Vassiliou ha espresso il suo compiacimento per l´accordo raggiunto dai ministri della cultura dell´Ue inteso a creare un "marchio europeo per il patrimonio culturale" che darà rilievo ai siti che celebrano la storia e lo sviluppo dell´Unione europea. I primi siti che riceveranno il nuovo marchio verranno proclamati nel 2013. Androulla Vassiliou, commissario responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "Il marchio europeo per il patrimonio culturale incoraggerà un maggior numero di persone, soprattutto i giovani, a riflettere sulla dimensione europea della nostra storia comune. Sono certa che ciò andrà anche a vantaggio del turismo e dell´economia." Nel 2013-14 gli Stati membri potranno designare quattro siti che riceveranno il marchio. Esperti indipendenti valuteranno le candidature dei siti e selezioneranno quelli che saranno insigniti del marchio. A partire dal 2015 la selezione avverrà con cadenza biennale. Gli Stati membri potranno designare fino a due siti ogni volta e gli esperti selezioneranno un massimo di un sito per ogni paese. La partecipazione al programma è volontaria. Il marchio integrerà le iniziative esistenti come ad esempio la lista del Patrimonio mondiale dell´umanità dell´Unesco. Esso verrà concesso tenendo conto del loro valore simbolico europeo e della loro attività educativa piuttosto che sulla base di considerazioni architettoniche o estetiche. La Commissione europea ha presentato la sua proposta di marchio europeo per il patrimonio culturale nel marzo dell´anno scorso (Ip/10/250) e il Parlamento europeo e il Consiglio hanno perfezionati i criteri che vi si applicano. A seguito dell´accordo odierno una decisione formale che istituisce il marchio verrà adottata dal Consiglio a luglio e dal Parlamento in autunno. I lavori preparatorio per l´istituzione del marchio verranno condotti nei prossimi 18 mesi e la prima selezione si svolgerà nel 2013. La proposta della Commissione relativa al marchio si basa sull´iniziativa intergovernativa del 2006 portata avanti dal ministro francese della cultura Renaud Donnedieu de Vabres. Tale iniziativa aveva coinvolto 18 Stati membri che successivamente si sono adoperati per trasformarla in un progetto Ue con obiettivi e criteri più chiari. "Quale iniziativa Ue a pieno titolo il marchio europeo per il patrimonio culturale godrà di maggiore credibilità, visibilità e prestigio" ha commentato il commissario Vassiliou. I 68 siti che hanno ricevuto il marchio nel contesto del programma precedente potranno candidarsi per ricevere il nuovo marchio Ue. Essi comprendono la casa del padre fondatore dell´Ue Robert Schuman a Scy-chazelles, Francia, e i cantieri di Danzica in Polonia, luogo di nascita del sindacato indipendente Solidarność che ha contribuito a innescare gli eventi sfociati nella riunificazione del continente dopo la Guerra fredda.  
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI: LA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITA LA SPAGNA AD ATTENERSI ALLE NORME DELL´UE IN TEMA DI AUTORIZZAZIONE DEI VEICOLI A MOTORE  
 
Bruxelles, 23 maggio 2011 - La Commissione europea ha chiesto il 19 maggio alla Spagna di modificare la sua legislazione sulla concessione delle autorizzazioni ai veicoli a motore in modo da ottemperare alle regole dell´Ue sulla libera circolazione delle merci. L´attuale legislazione spagnola prescrive che un veicolo pesante per trasporto merci non debba essere stato registrato per la prima volta da più di cinque mesi per ottenere una "autorizzazione di trasporto privato supplementare". La Commissione ritiene che tale disposizione violi i principi di reciproco riconoscimento e di proporzionalità. Sulla base del parere motivato emanato in data odierna la Spagna dispone di due mesi per informare la Commissione delle eventuali misure da adottarsi al fine di assicurare la conformità con la normativa dell´Ue onde evitare il deferimento alla Corte di giustizia dell´Ue. La legislazione spagnola sui trasporti su strada1 specifica che la prima registrazione di un veicolo pesante per trasporto merci non deve risalire a più di 5 mesi se si vuole ottenere l´autorizzazione al trasporto privato supplementare prescritta per l´importazione e l´uso del veicolo in Spagna. In effetti, senza tale autorizzazione un veicolo pesante per trasporto merci può essere usato esclusivamente a fini personali. La Commissione ritiene che tale disposizione non sia in linea con il principio del reciproco riconoscimento di cui all´articolo 34 del Tfue sulla libera circolazione delle merci. In particolare, la disposizione spagnola non tiene conto del fatto che tali veicoli sono già conformi alle disposizioni tecniche europee/nazionali relative all´uso di tali veicoli nello Stato membro d´origine. La Spagna non ha inoltre giustificato tale disposizione adducendo una motivazione legittima, come ad esempio la protezione dell´ambiente o la sicurezza stradale. In tutti i casi la Commissione ritiene che tali obiettivi potrebbero essere perseguiti adottando misure alternative meno restrittive.  
   
   
ENTRA NEL VIVO IL PERCORSO VERSO LA MACROREGIONE ADRIATICO IONICA: IL PRESIDENTE SPACCA, RELATORE DELLA PROPOSTA, A BRUXELLES PER L´ILLUSTRAZIONE DEL PARERE IN PRIMA LETTURA..  
 
Ancona, 23 maggio 2011 - ´Alla luce dei problemi urgenti e delle sfide attuali nel Mediterraneo, occorre cominciare subito a elaborare una strategia europea per l``area adriatico-ionica. Il Comitato delle Regioni invita pertanto il Consiglio europeo ad affidare alla Commissione l``elaborazione di questa strategia e chiede al Parlamento europeo di fornire la propria collaborazione´. Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, relatore della proposta di parere per il riconoscimento della Macroregione Adriatico-ionica, il 19 maggio di fronte alla Commissione Coter (la Commissione Politica di coesione territoriale del Comitato delle Regioni). All´ordine del giorno della riunione Coter, l´illustrazione in prima lettura del parere da parte di Spacca, in vista dell´approvazione, sempre in Commissione, il 4 luglio. Entro quella data si svolgeranno incontri con tutti gli stakeholders, parlamentari europei, commissari europei, ministri ed ambasciatori degli otto Stati Iai, associazioni di regioni e citta`, reti europee, Forum delle camere di commercio, delle universita`, delle citta` Adriatico ioniche: i primi incontri del presidente Spacca gia` la prossima settimana. ´Compito precipuo della strategia ´ ha evidenziato oggi il presidente in Commissione ´ e` quello di `collegare e proteggere´: collegare i territori della Macroregione per promuoverne lo sviluppo sostenibile e al tempo stesso proteggere il fragile ambiente marittimo e costiero. Le macrostrategie europee esistenti e la strategia dell``Ue per la Macroregione adriatico-ionica dovrebbero costituire un asse ideale fra Nord e Sud dell``Europa e, in questo contesto, la Macroregione sarebbe l``accesso sud-orientale dell``Europa al resto del mondo´. La Macroregione rappresenta una modalita` innovativa di cooperazione territoriale a livello interregionale e transnazionale in grado di rafforzare la coerenza ed il coordinamento delle azioni politiche in vari settori, razionalizzando l``impiego delle risorse finanziarie e valorizzando il ruolo degli enti regionali e locali in base ai principi della governance multilivello, coinvolgendo in modo ampio le organizzazioni della societa` civile. ´A un livello piu` ampio ´ ha sottolineato poi Spacca - la strategia adriatico-ionica si propone di essere uno strumento prezioso non soltanto per la Macroregione, ma per l``Ue nel suo complesso. Essa sara` pienamente conforme agli orientamenti strategici dell``Unione europea in materia di sviluppo, crescita e stabilita`, e in particolare alla strategia Europa 2020. Vi e` una dimensione marittima in ogni questione fondamentale che interessa oggi la Macroregione adriatico-ionica, comprese la protezione e conservazione dell``ambiente, l``energia, i cambiamenti climatici, la ricerca e l``innovazione, la tutela delle aree sottomarine, le risorse culturali, la competitivita` e la creazione di posti di lavoro, il commercio, i trasporti e la logistica´.  
   
   
CAVALLI VICEPRESIDENTE REGIONI CHIMICHE EUROPEE  
 
Milano, 23 maggio 2011 - Ecrn, la rete delle regioni europee caratterizzate da presenze rilevanti dell´industria chimica, ha un nuovo vicepresidente italiano: è Alberto Cavalli, sottosegretario del presidente Formigoni all´Università e Ricerca, in rappresentanza di Regione Lombardia. La professoressa Birgitta Wolff, ministro dell´Economia e della Scienza nel Land tedesco Sassonia-anhalt, sarà il nuovo presidente dell´Associazione, alla quale appartengono 21 regioni di 10 diversi Stati membri dell´Unione Europea e che ha saputo guadagnarsi il riconoscimento di interlocutore privilegiato della Commissione e del Parlamento europei in tema di competitività, ricerca, logistica, regolamentazione dell´industria chimica. ´In coincidenza con l´elezione da parte dell´Assemblea Generale, con il nuovo presidente e il presidente uscente di Ecrn - ha dichiarato Alberto Cavalli - siamo stati ricevuti dal Commissario all´Industria Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea, e abbiamo presentato il contributo di Ecrn al futuro Programma Quadro di Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, redatto con il fondamentale supporto di Regione Lombardia´. ´Abbiamo anche sottolineato - ha aggiunto il sottosegretario - il ruolo chiave delle regioni nell´attivare la cooperazione, sviluppare favorevoli condizioni di sistema e mobilitare risorse grazie agli stretti rapporti con i protagonisti economici e sociali sul territorio e alla concreta gestione delle politiche attive. Inoltre, abbiamo evidenziato la necessità di coinvolgere e sostenere prioritariamente le piccole e medie imprese negli sforzi orientati all´innovazione e nella richiesta di semplificazione delle procedure´. ´La chimica - ha sottolineato Cavalli - è sempre più decisiva per la qualità della nostra vita e la nostra Regione è la più importante d´Europa per numero di imprese e di occupati (circa 90.000)´. ´Sono convinto - ha concluso Cavalli - che, anche grazie a questo nuovo incarico, Regione Lombardia possa essere sempre più efficace nel promuovere la competitività economica, la crescita dei posti di lavoro e la tutela della sicurezza. Vorrei svolgere nell´associazione soprattutto il ruolo di promotore delle strategie per la ricerca e per l´innovazione, in coerenza con il compito affidatomi dal presidente Formigoni, e monitorare lo sviluppo del Programma Quadro, che potrebbe mettere a disposizione fino al 2020 risorse per circa 80 miliardi di euro´.  
   
   
INDUSTRIA, ROMANI: “TRIMESTRE DI CRESCITA, SI CONSOLIDA LA RIPRESA” SEGNALI INCORAGGIANTI, SALGONO RICAVI E COMMESSE GRAZIE ALLA DOMANDA ESTERA.  
 
Roma, 23 maggio 2011 - “Il dato positivo di marzo rispetto a quello del mese precedente su ordinativi (+8,1%) e fatturato (+2%) conferma che la crescita della nostra produzione si sta consolidando, visti anche i buoni risultati già registrati a febbraio e gennaio”. È quanto ha affermato Paolo Romani, Ministro dello Sviluppo Economico commentando i dati diffusi oggi dall’Istat. “Il primo trimestre si chiude in modo positivo – ha proseguito il Ministro – sul piano tendenziale il fatturato è aumentato dell’11,1% e gli ordini del 18,5%. Su base congiunturale i ricavi sono saliti del 3% e le commesse del 6,3%. Sono segnali incoraggianti, che fanno ben sperare su una ripresa più sostenuta dell’industria italiana, trainata prevalentemente dalla domanda estera”. “Per rafforzare questo trend di crescita – ha aggiunto il Ministro – il governo ha messo in campo il decreto sviluppo che supporterà le imprese italiane in questa nuova fase, quella del recupero della competitività. In questo senso le riforme sull’internazionalizzazione, le reti d’impresa, l’innovazione tecnologica stanno giocando un ruolo fondamentale e il governo è determinato a supportare le forze imprenditoriali e sociali sulla strada della ripresa economica” ha concluso Romani.  
   
   
CONVEGNO “INVESTIRE IN MAROCCO E IN LOMBARDIA”, GLI IMPRENDITORI MAROCCHINI IN ITALIA +5,7% SONO 50.863 I TITOLARI MAROCCHINI IN ITALIA, SOPRATTUTTO COMMERCIANTI E COSTRUTTORI  
 
Milano, 23 maggio 2011 - Sono 50.863 in Italia i titolari di imprese individuali nati in Marocco, in crescita del 5,7%, dal 2010 al 2011, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza sociale non residenziale (+91,4%) e le attività professionali scientifiche e tecniche (+90%), quasi esclusivamente traduttori ed interpreti ubicati a Roma e provincia. I settori dove i nativi del Marocco sono più presenti sono il commercio al dettaglio, 36.632 imprese individuali, 72% del totale imprese marocchine e i lavori di costruzione specializzati, con 6.472 titolari d’impresa, 12,7% del totale. Geograficamente gli imprenditori del Marocco si trovano soprattutto in Lombardia e Piemonte, regioni praticamente appaiate con rispettivamente 6.847 e 6.828 titolari, che costituiscono il 13,5% e il 13,4% del totale nazionale. Al terzo posto la Toscana con 4.337, l’8,5% delle imprese individuali italiane con titolare marocchino. Le regioni a maggiore crescita sono il Friuli Venezia Giulia, dove in un anno gli imprenditori marocchini sono cresciuti del 10,4% e la Liguria che fa registrare un +10,3%. La regione in cui gli imprenditori di Rabat pesano di più sul totale ditte individuali è la Calabria, i nativi del Marocco costituiscono infatti il 3,3% di tutti i titolari di imprese individuali della regione, segue il Piemonte con il 2,6%, in coda classifica il Friuli, dove i marocchini rappresentano solo lo 0,6% dei piccoli imprenditori. La media nazionale è dell’1,5%: un piccolo imprenditore su 75 tra quelli italiani è marocchino. Tra le province prima è Torino, con 3.768 titolari marocchini, 7,4% del totale nazionale, seguita da Roma con 2.008 imprenditori, 3,9% del totale e Milano con 1.679 ditte individuali e il 3,3% delle imprese. A crescere di più sono La Spezia e Trieste, rispettivamente con +20,7% e +20%. Chi sono. I titolari di imprese individuali italiane nati in Marocco sono soprattutto uomini, 9 casi su 10, tra i 30 e i 49 anni in 3 casi su 5 e tra i 50 e 69 anni in un caso su 4. Import Export. Nel 2010 il commercio tra Italia e Marocco ha generato un interscambio di quasi 2 miliardi di euro, in crescita del 9,2% dal 2009, con oltre 1,4 miliardi di esportazioni e più 520 milioni di import. L’interscambio maggiore lo fa registrare la Lombardia con 421 milioni di euro, seguita dal Piemonte con 294,6 e dal Veneto con 259 milioni mentre cresce in un anno soprattutto la Puglia, +67,9%. Ad esportare di più è ancora la Lombardia, che ha venduto merci per 354 milioni di euro al Paese africano mentre il maggiore cliente è il Piemonte, che dal Marocco ha acquisito 117 milioni di euro di prodotti in un anno. Le importazioni salgono del 25% ed emerge il +132,6% pugliese, le esportazioni invece salgono del +4,4%, con a spiccare il +53,2% della Sardegna. Le merci più esportate verso il Marocco sono i prodotti delle attività manifatturiere, che costituiscono con i loro 1,4 miliardi di euro il 98,9% dell’export, esse costituiscono inoltre il 96,3% dell’interscambio. La stessa voce primeggia anche nell’import, dove i 471 milioni di beni acquistati rappresentano l’89,4% delle importazioni, seguiti dai prodotti minerari al 6,2%, con 32,6 milioni di euro. “Investire in Marocco e in Lombardia”. Dei rapporti commerciali con il Marocco e della possibilità di investire nel paese africano si parlerà nel convegno “Investire in Marocco e in Lombardia”, cofinanziato dal Comune di Milano e realizzato dall’organizzazione non governativa Cosv in collaborazione con le associazioni Medinaterranea e Al Ouissal, con il Cri (Centro Regionale per gli Investimenti di Tadla Azilal), il Ministero della comunità marocchina residente all’estero, l’Unione Artigiani della Provincia di Milano e Monza e Brianza, la Camera Arbitrale di Milano, l’associazione Ispramed e Promos - azienda speciale della Camera di Commercio di Milano. Il convegno si terrà lunedì 23 maggio 2011 dalle 9.30 alle 13.30 presso la Camera di commercio di Milano, via Meravigli 9/b (Mm Cordusio). “Nel quadro delle relazioni tra Italia e Marocco – ha dichiarato Marco Accornero, membro di giunta della Camera di commercio di Milano – è importante incentivare il più possibile forme di cooperazione economica in grado di offrire opportunità di investimento e progetti concreti sia per i cittadini marocchini residenti in Lombardia che per le imprese italiane che intendono avviare attività produttive nei Paesi nordafricani.” “La Camera arbitrale – ha dichiarato Stefano Azzali, segretario generale della Camera arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano – si pone al servizio di imprese, professionisti e consumatori delle due sponde del Mediterraneo che mirano alla creazione di uno spazio condiviso di stabilità e sicurezza negli scambi internazionali. Il nostro obiettivo è quello di favorire la conoscenza e la diffusione dell’arbitrato quale strumento flessibile di tutela delle relazioni economiche e mezzo trasparente e rapido per risolvere le controversie commerciali”. Imprese individuali con titolare marocchino suddivise per settore
Settore I trim 2011 Persone Peso % 2010 Var % 2011/2010
Commercio al dettaglio 36.632 72,0% 34.671 5,7%
Lavori di costruzione specializzati 6.472 12,7% 6.112 5,9%
Commercio all´ingrosso 1.128 2,2% 1.035 9,0%
Costruzione di edifici 1.012 2,0% 1.059 -4,4%
Trasporto terrestre 901 1,8% 950 -5,2%
Fabbricazione di prodotti in metallo 645 1,3% 629 2,5%
Supporto per le funzioni d´ufficio 552 1,1% 451 22,4%
Ristorazione 494 1,0% 447 10,5%
Attività di servizi per edifici e paesaggio 435 0,9% 381 14,2%
Telecomunicazioni 418 0,8% 448 -6,7%
Commercio all´ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli 322 0,6% 279 15,4%
Altre attività di servizi per la persona 214 0,4% 196 9,2%
Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 190 0,4% 100 90,0%
Riparazione di computer e beni 123 0,2% 107 15,0%
Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali 98 0,2% 90 8,9%
Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 96 0,2% 80 20,0%
Altre industrie manifatturiere 90 0,2% 85 5,9%
Confezione di articoli di abbigliamento 86 0,2% 70 22,9%
Industrie alimentari 79 0,2% 75 5,3%
Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 75 0,1% 70 7,1%
Assistenza sociale non residenziale 67 0,1% 35 91,4%
Servizi postali e attività di corriere 67 0,1% 69 -2,9%
Magazzinaggio e trasporti 63 0,1% 64 -1,6%
Ingegneria civile 60 0,1% 59 1,7%
Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerari 49 0,1% 51 -3,9%
Attività ausiliarie dei servizi finanziari 43 0,1% 40 7,5%
Fabbricazione di articoli in pelle 39 0,1% 24 62,5%
Imprese non classificate 39 0,1% 107 -63,6%
Pubblicità e ricerche di mercato 34 0,1% 34 0,0%
Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature 33 0,1% 34 -2,9%
Produzione di software, consulenza informatica 26 0,1% 27 -3,7%
Attività di direzione aziendale e gestionale 24 0,0% 17 41,2%
Fabbricazione di apparecchiature elettriche 22 0,0% 17 29,4%
Fabbricazione di mobili 22 0,0% 21 4,8%
Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 21 0,0% 22 -4,5%
Fabbricazione di articoli in gomma e plastiche 20 0,0% 16 25,0%
Industrie tessili 20 0,0% 19 5,3%
Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 16 0,0% 12 33,3%
Attività legate ai rifiuti 15 0,0% 13 15,4%
Servizi d´informazione 14 0,0% 13 7,7%
Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 13 0,0% 12 8,3%
Agenzie di viaggio 11 0,0% 12 -8,3%
Alloggio 9 0,0% 9 0,0%
Istruzione 9 0,0% 9 0,0%
Attività creative, artistiche e di intrattenimento 9 0,0% 9 0,0%
Stampa e riproduzione di supporti registrati 8 0,0% 8 0,0%
Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 7 0,0% 6 16,7%
Attività di noleggio e leasing operativo 7 0,0% 7 0,0%
Attività legali e contabilità 6 0,0% 6 0,0%
Attivita´ immobiliari 5 0,0% 6 -16,7%
Studi di architettura e d´ingegneria 4 0,0% 3 33,3%
Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica 4 0,0% 5 -20,0%
Metallurgia 3 0,0% 2 50,0%
Attività di risanamento e altri servizi 2 0,0% 1 100,0%
Attività di produzione cinematografica e video 2 0,0% 3 -33,3%
Servizi di vigilanza e investigazione 2 0,0% 3 -33,3%
Fabbricazione di carta e simili 1 0,0% 0 -
Fabbricazione di prodotti chimici 1 0,0% 0 -
Assistenza sociale residenziale 1 0,0% 0 -
Altre attività di estrazione minerarie 1 0,0% 1 0,0%
Industria delle bevande 1 0,0% 1 0,0%
Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base 1 0,0% 1 0,0%
Pesca e acquacoltura 0 0,0% 1 -100,0%
Totale 50.863 100,0% 48.134 5,7%
Elaborazione Camera di commercio su dati del registro imprese al I trimestre 2011 2010 Imprese individuali con titolare marocchino suddivise per regione
Regione I trim 2011 Persone Peso % 2010 Var % 2011/2010 Totale imprese individuali Peso % marocchini sul totale.
Lombardia 6.847 13,5% 6338 8,0% 422.028 1,6%
Piemonte 6.828 13,4% 6485 5,3% 266.999 2,6%
Toscana 4.337 8,5% 3992 8,6% 219.320 2,0%
Campania 4.206 8,3% 4055 3,7% 295.501 1,4%
Emilia Romagna 4.057 8,0% 3901 4,0% 252.152 1,6%
Calabria 4.020 7,9% 3845 4,6% 120.593 3,3%
Sicilia 3.995 7,9% 3840 4,0% 284.828 1,4%
Veneto 3.216 6,3% 3114 3,3% 269.487 1,2%
Lazio 3.118 6,1% 2886 8,0% 261.164 1,2%
Puglia 2.209 4,3% 2083 6,0% 255.238 0,9%
Liguria 2.116 4,2% 1918 10,3% 89.557 2,4%
Marche 1.345 2,6% 1275 5,5% 102.111 1,3%
Sardegna 1.279 2,5% 1254 2,0% 103.879 1,2%
Umbria 900 1,8% 835 7,8% 52.241 1,7%
Abruzzo 668 1,3% 662 0,9% 92.598 0,7%
Trentino - Alto Adige 593 1,2% 581 2,1% 65.797 0,9%
Friuli-venezia Giulia 370 0,7% 335 10,4% 60.934 0,6%
Basilicata 354 0,7% 345 2,6% 42.681 0,8%
Molise 295 0,6% 290 1,7% 24.731 1,2%
Valle D´aosta 110 0,2% 100 10,0% 7.522 1,5%
Italia 50.863 100,0% 48134 5,7% 3.289.361 1,5%
Elaborazione Camera di commercio su dati del registro imprese al I trimestre 2011 2010
 
   
   
DELEGAZIONE CINESE DELLO JIANGSU NELLE MARCHE  
 
Ancona, 23 maggio 2011 - Cooperazione culturale, riqualificazione urbana e conservazione del patrimonio artistico e architettonico. Sono stati questi gli argomenti al centro del recente incontro, nella sede della Regione Marche, tra una delegazione cinese della Provincia dello Jiangsu ed esperti regionali. Il meeting si e` inserito nell´ambito del rapporto di collaborazione ed amicizia tra le Marche e la Provincia cinese, con capitale Nanchino, inaugurato nel giugno del 2009 con la firma di un accordo di partenariato. Lo Jiangsu e` una delle aree cinesi piu` popolose ed economicamente sviluppate ed e` col desiderio di sfruttare le grandi opportunita` di cooperazione presenti sul suo territorio che la Regione Marche vi ha aperto, sempre nel 2009, un desk operativo a sostegno delle imprese. La delegazione, ricevuta dal dirigente regionale Pietro Talarico, era guidata dal vice direttore dell´Amministrazione provinciale Patrimonio Culturale dello Jiangsu, Liu Jinsheng. Ad offrire una panoramica sulle buone pratiche di gestione ed amministrazione e sulle concrete possibilita` di cooperazione, un gruppo di esperti marchigiani, tra cui Gabriele Baldelli, gia` dirigente del Ministero dei Beni e delle Attivita` Culturali; Filippo Mignini, direttore dell´Istituto Matteo Ricci di Macerata; Roberto Perna, professore presso il Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storiche dell´Antichita` dell´Universita` di Macerata; Umberto Cao, rettore della Scuola di Architettura e Design dell´Universita` di Camerino; Laura Baratin dell´Universita` di Urbino; Fausto Pugnaloni e Fabio Bronzini del Politecnico di Ancona. Le Marche, in quanto sintesi di una somma di esperienze storico-culturali diverse, sono una delle regioni italiane piu` ricche di beni e ricchezze culturali, un vero e proprio museo diffuso. Le professionalita` di eccellenza e le buone pratiche elaborate per la gestione di tali ricchezze sono riconosciute nel mondo e costituiscono opportunita` di scambio e oggetto di interessanti progetti di cooperazione. La Cina, in particolare, Paese le cui risorse storiche ed architettoniche sono state a lungo trascurate, e` alla ricerca di competenze e know - how e oggi guarda alle Marche come caso di eccellenza nel settore. Dall´incontro sono emerse importanti possibilita` di cooperazione tra le universita` marchigiane e soggetti cinesi, con una particolare attenzione alle tematiche della collaborazione in ambito formativo.  
   
   
VENDOLA E AMATI INCONTRANO DELEGAZIONE PALESTINESE. COOPERAZIONE PER LA PACE  
 
Bari, 23 maggio 2011 - “È partito da molto tempo un lavoro sistematico di cooperazione con la Palestina perché questo paese ci sta nel cuore e il diritto del popolo palestinese ad avere una patria è uno dei problemi che il mondo intero deve saper affrontare e risolvere”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a conclusione dell’incontro svoltosi il 19 maggio con una delegazione di palestinesi coinvolta nel progetto di cooperazione internazionale “Sviluppo locale e sostegno alla produzione agroalimentare nella valle di Sebastiya” cofinanziato dalla regione Puglia (l. R. 20/2003) con capofila il comune di Lecce. “Finchè sarà aperta quella ferita, finchè il conflitto arabo israeliano non sarà superato – ha continuato il Presidente Vendola - nessuno di noi potrà vivere con felicità in un mondo che conosce una storia così triste. Noi dobbiamo poter affermare il principio di due popoli e due stati, dobbiamo poter affermare il diritto dei palestinesi ad avere una patria, il diritto di Israele alla sicurezza. Sono due pilastri fondamentali su cui si può costruire, in quell’area del mondo, la pace. Noi siamo piccoli piccoli e cerchiamo di camminare verso la pace, lo facciamo con progetti di cooperazione con tutte le parti in causa. Con i palestinesi in particolar modo, sviluppiamo progetti nell’agroalimentare, aiutiamo la terra di Palestina a fare della propria cultura olivicola un punto di forza. La terra di Palestina non è molto diversa dalla terra di Puglia. I profumi nella campagna palestinese sono come i profumi nella campagna pugliese”. Vendola ha poi paralato degli altri progetti di cooperazione in corso con la Palestina. “Abbiamo molteplici progetti importanti per quanto riguarda per esempio lo sviluppo di attività culturali, la musica, il patrimonio archeologico, abbiamo molti progetti che riguardano la sanità in Cisgiordania, a Gerusalemme, a Betlemme e sono tutti progetti importanti che riguardano persone ferite durante azioni di guerra”. Infine per quanto riguarda i progetti futuri “stiamo sviluppando – ha concluso Vendola - insieme con l’assessore competente Fabiano Amati, quello che sarà un importante progetto di cooperazione sul sistema delle risorse idriche in Palestina. Noi ci proviamo e nel nostro piccolo ci sentiamo protagonisti di un mondo di pace”. La delegazione che ha incontrato il presidente Vendola era composta dal sindaco di Sebastya, Kamilia M.y.sokkar, e da alcuni delegati delle municipalità della vallata, tutti operatori agricoli.  
   
   
IMPUGNAZIONE FINANZIARIA 2011: PROBLEMA CHE VERRA’ RISOLTO SUBITO E CHE NON INFLUISCE SULL’OPERATIVITA’ DELLA REGIONE VENETO  
 
 Venezia, 23 maggio 2011 - “Tengo a precisare, innanzi tutto, che non c’è nulla di cui preoccuparsi in quanto l’impugnazione da parte del Ministero per i Rapporti con le Regioni della Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2011, non ha alcuna incidenza sulla nostra operatività, poiché si tratta di rilievi relativi a due soli aspetti della norma e di carattere essenzialmente tecnico e burocratico, a cui in ogni caso porremo rimedio senza alcuna difficoltà e in tempi celeri”. Sono rassicuranti le parole dell’assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti, in merito alla decisione del 19 maggio del Consiglio dei Ministri di impugnare la finanziaria della Regione Veneto. “Si tratta fondamentalmente di problemi di legittimità che derivano dalla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 – sottolinea Ciambetti – relativa alle cosiddette materie concorrenti. Ebbene, tale riforma ha determinato situazioni di conflittualità e contenzioso sulle competenze tra il Governo centrale e le Regioni che mi auguro siano in futuro definitivamente sanate. A conferma di ciò, basti considerare che, oltre alla nostra, altre cinque leggi di altrettante Regioni sono state oggi impugnate dal Consiglio dei Ministri”. In particolare, per quanto concerne le obiezioni mosse dal Ministero in materia di impianti fotovoltaici a terra ed impianti di produzione alimentati da biomassa, biogas e bioliquidi nelle aree agricole, l’assessore Ciambetti spiega che “l’obiettivo della Regione è quello di rispondere alle istanze che provengono dai settori economici e nel contempo di tutelare il territorio, le cui caratteristiche di pregio impongono di fatto di applicare le norme nazionali considerando la peculiare ricchezza delle nostre coltivazioni”. “Mi fa piacere che il Ministro Fitto – prosegue l’assessore – voglia individuare d’intesa con noi un percorso per modificare la parte impugnata della legge: siamo fiduciosi che le nostre motivate controdeduzioni possano trovare in questa fase la giusta considerazione”. “Quanto, poi, all’ennesima lezioncina che la collega Laura Puppato vorrebbe propinarci dall’alto di una non si sa bene quale autorevolezza e competenza – conclude Ciambetti –, mi limito a rammentare alla capogruppo del Pd che il suo partito ha contribuito attivamente alla stesura della norma che ora viene messa in discussione dal Consiglio dei Ministri. Il suo sdegno, quindi, o è conseguente alla sua scarsa memoria o è l’ennesima polemica sterile di un’opposizione che ci attacca su tutto, persino sui provvedimenti ai quali abbiamo lavorato assieme. La Puppato dica pure quello che vuole: la difesa del nostro territorio, del nostro ambiente e della nostra economia, ma anche del Consiglio regionale e del diritto-dovere della Regione di legiferare in materia urbanistica, val bene il rischio di un confronto con il Governo che è pur sempre risolvibile”.  
   
   
UMBRIA, LEGGE IMPUGNATA DA CDM: DA GOVERNO NAZIONALE PESI E MISURE DIVERSI  
 
Perugia, 23 maggio 2011 - "Non è la Regione Umbria che ha bisogno di amicizie romane per far passare provvedimenti finalizzati ad aiutare il mondo delle imprese regionali e ad incentivare l´occupazione sul proprio territorio, piuttosto è il Governo nazionale che adotta pesi e misure diversi a seconda degli interlocutori ritenuti amici o nemici; il Consiglio dei Ministri non ha infatti sollevato alcun vizio di legittimità sulla legge regionale (n.19 del 3/08/2010) del Piemonte che conteneva un provvedimento analogo a quello dell´Umbria": E´ la replica dell´assessore regionale al Bilancio Franco Tomassoni alle affermazioni congiunte del portavoce di Pdl e Lega in Consiglio regionale, Fiammetta Modena, e dei capigruppo di Pdl e Lega, Raffaele Nevi e Gianluca Cirignoni. "L´umbria - ha aggiunto Tomassoni - non ha fatto altro che anticipare di un anno quello che lo stesso Governo ha già stabilito relativamente all´abbattimento dell´Irap con la nuova legge sul federalismo fiscale. C´è quindi da chiedersi su quali basi i rappresentanti del centrodestra in Consiglio regionale esultano per l´impugnazione di un atto con cui si intendono dare risposte concrete alle difficoltà delle imprese umbre, incentivandole ad assumere per risolvere i gravi problemi occupazionali che investono anche la nostra regione. Nessun accordo quindi con il Governo nazionale per modificare un provvedimento che ha la finalità di offrire un servizio agli umbri e all´Umbria e che oltretutto viene finanziato con risorse proprie del Bilancio regionale. Rimane comunque aperta la domanda - conclude Tomassoni - se è vero che il centrodestra ha effettivamente a cuore gli interessi dei lavoratori e degli imprenditori dell´Umbria. "Nessuna intesa con il governo nazionale per modificare il Collegato alla manovra di Bilancio 2011 dell´Umbria": è quanto afferma l´assessore regionale al bilancio, Franco Tomassoni, in merito a notizie di presunti accordi tra Regione Umbria e Consiglio dei ministri per arrivare ad una modifica concordata delle parti della legge regionale impugnate dal Governo. "La Regione Umbria - ha spiegato Tomassoni - non modificherà di una virgola una normativa che prevede l´agevolazione dell´Irap per le imprese che assumono o stabilizzano i lavoratori, incrementando l´occupazione a tempo indeterminato all´interno dell´azienda. La decisione del Governo di impugnare una misura che ha effetti certamente positivi sulle imprese che assumono e sull´intero sistema produttivo regionale è assolutamente incomprensibile, tanto più perché finanziata con risorse proprie della Regione e perché anticipa quanto previsto dalla recente riforma sul Federalismo Fiscale approvata dal Governo. D´altronde analogo provvedimento era stato adottato dalla Regione Piemonte nell´agosto 2010 senza che il Governo avesse avuto nulla da eccepire".  
   
   
VILLA UMBRA: PRESENTAZIONE DELLE PROCEDURE PER IL CONTROLLO ANALOGO DELLE SOCIETÀ IN HOUSE  
 
Perugia, 23 maggio 2011 - Venerdì 20 maggio, nella Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica di Villa Umbra a Perugia, sono state presentate le metodologie applicative e le procedure individuate per l’esercizio del controllo analogo e del controllo analogo congiunto sulle società in house. L’implementazione operativa del processo di controllo analogo nell’ambito dell’organizzazione della Regione Umbria e la definizione dei procedimenti e del dimensionamento organizzativo è l’obiettivo primario del progetto formativo sviluppato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica su incarico dalla Giunta Regionale. Alla presenza dell’Assessore regionale al bilancio e risorse umane, il gruppo di lavoro che ha partecipato al progetto ha presentato il modello operativo e le procedure standardizzate per il controllo delle società in house della Regione Umbria, risultati ottenuti dal lavoro e dagli approfondimenti del gruppo. Per il raggiungimento dell’obiettivo si è previsto il coinvolgimento di tre tipologie di esperti: per l’aspetto economico Andrea Ziruolo, coordinatore del gruppo di lavoro, professore associato di Economia Aziendale; per l’aspetto giuridico il prof. Fabrizio Figorilli, Vice Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia e l’esperto di diritto societario avv. Pier Francesco Valdina; infine, per l’aspetto organizzativo, Giuseppe Negro e Francesco Beccari, docenti di organizzazione snella e di reingegnerizzazione dei processi. La metodologia è stata elaborata in stretta collaborazione con il Servizio Provveditorato, Gare e Contratti della Regione Umbria. L’amministratore Unico della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Alberto Naticchioni, ha espresso grande soddisfazione per il modello elaborato per il controllo analogo sulle società in house providing che è stato recepito dalla Regione Umbria. “Il modello umbro è uno dei primi elaborati a livello nazionale nel complesso panorama delle Società partecipate - afferma Naticchioni - e sta diventando un esempio per tutte le altre realtà dello scenario nazionale”.  
   
   
GIUNTA SARDEGNA: APPROVA ELENCO PROGETTI HOUSING SOCIALE  
 
Cagliari, 23 maggio 2011 - E’ stata approvata il 19 maggio dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Sebastiano Sannitu, la delibera sulle manifestazioni di interesse per i progetti di "housing sociale". L’esecutivo ha preso atto dell’elenco completo delle iniziative che rispondono ai requisiti del bando dell’assessorato e ha stabilito di procedere alla costituzione del fondo immobiliare regionale per l’housing sociale mediante uno stanziamento di 12 milioni e dando mandato all’assessorato di verificare la disponibilità di ulteriori partner finanziari e di individuare una società di gestione. L’elenco delle iniziative comprende 27 proposte (3 delle quali prive di requisiti di valutazione e 4 con alcune criticità) presentate, per la maggior parte, da Comuni, singolarmente (18 progetti) e in forma associata (1), da comuni e privati (5), da soli privati (3) e dall’Azienda per l’edilizia abitativa (4). I progetti proposti all’assessorato prevederebbero la costruzione totale di 1820 alloggi a fronte di un investimento complessivo, comprese le risorse del fondo immobiliare e quelle pubbliche e private, pari a 284 milioni di euro. Nello specifico i programmi di housing sociale possono essere definiti iniziative di finanza etica finalizzate alla realizzazione di alloggi per l’edilizia residenziale. Il tutto avviene attraverso uno strumento particolarmente innovativo, ossia con la costituzione di un fondo immobiliare al quale partecipano, appunto, lo Stato e la Regione e possono partecipare altri soggetti istituzionali e privati, quali Comuni, Azienda regionale per l’edilizia abitativa, cooperative edilizie, imprese di costruzione, associazioni imprenditoriali e intermediari finanziari. L’obiettivo finale dell´housing sociale è quello di realizzare case a costi accessibili (alloggi sociali) per famiglie della cosiddetta “fascia grigia”, troppo ricche per avere diritto alle assegnazioni di edilizia residenziale pubblica, troppo povere per accedere alla casa sul mercato, e abitazioni private. Il sistema di housing sociale deve essere prima di tutto un progetto sostenibile sotto il profilo economico-finanziario, i nuovi quartieri devono essere caratterizzati da un elevato livello di qualità edilizia ed ambientale oppure devono nascere come recupero urbanistico ed edilizio di aree urbane o patrimoni immobiliari dismessi.  
   
   
SOCIETÀ IN HOUSE DELLA REGIONE UMBRIA: “CONTROLLO ANALOGO”: PRENDE AVVIO L’IMPLEMENTAZIONE.  
 
Perugia, 23 maggio 2011 - – “L’implementazione operativa del processo di controllo analogo: questo l’obiettivo della Regione Umbria a partire da oggi”. Ad affermarlo è l’Assessore regionale al bilancio ed alle risorse umane Franco Tomassoni nel corso del seminario di illustrazione del modello operativo e delle procedure standardizzate per l’esercizio del controllo analogo delle società in house della Regione Umbria che si è tenuto nella Scuola Umbra di Amministrazione pubblica, a Perugia. “Volontà della Giunta Regionale è diffondere la cultura del controllo analogo in modo che questo non sia vissuto come un ulteriore appesantimento o un costo aggiuntivo ma come uno strumento di gestione, semplificazione, miglioramento continuo nonché un atto di trasparenza politica e di garanzia nei confronti dei cittadini. Tutto ciò sia nell’interesse del servizio erogato che dell’Amministrazione visto che per quest’ultima rappresenta anche uno strumento di sicurezza”. L’assessore ha espresso soddisfazione di fronte al modello per il controllo analogo sulle società in house providing recepito dalla Regione Umbria, uno dei primi elaborato in questo campo. In particolare ha espresso grande apprezzamento per aver saputo integrare le esigenze derivanti sia dagli aspetti giuridici che da quelli economici ed organizzativi, con l’intento di creare un modello immediatamente applicabile e replicabile. “Sarà opportuno a questo punto del lavoro – ha affermato Tomassoni - verificare il modello da un punto di vista giuridico ma anche dell’organizzazione interna della Regione stessa perché siano applicati i principi dell’organizzazione snella. Occorrerà implementare l’applicazione pratica del modello verificandone la fattibilità con step successivi e prevedendo quindi altri appuntamenti di verifica e di riflessione con il gruppo di lavoro coordinato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica che ha sviluppato tutto il progetto formativo appena concluso per conto della Regione”.  
   
   
CAMPANIA, CALDORO: CON POLITICHE ATTIVE SIAMO SU BUONA STRADA  
 
Napoli, 23 maggio 2011 - "Un dato estremamente incoraggiante che premia il lavoro svolto dalla intera Giunta ed in particolare dall´assessore Severino Nappi". Cosi il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro commenta i dati forniti dall´assessorato al Lavoro e dall´Arlav. "Sono state premiate le politiche attive del lavoro che abbiamo messo in campo per superare la logica assistenzialista che aveva caratterizzato gli ultimi anni. Dopo anni di stagnazione finalmente il segno ´più´ in un settore strategico. La Campania è la prima Regione ad aver attivato il piano triennale del lavoro in linea con le indicazioni del piano nazionale del Governo. I risultati testimoniamo che è possibile creare nuova occupazione, intervenire sulle aree di crisi e che una qualificata e mirata formazione è utile alle imprese. In linea con gli impegni assunti lavoriamo per lo sviluppo e la modernizzazione della Regione. I numeri ci ricordano che l’inversione è possibile e che siamo sulla buona strada".  
   
   
MILANO: ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2011 BALLOTTAGGIO DEL 29 E 30 MAGGIO: TUTTI I SERVIZI DEL COMUNE PER I CITTADINI  
 
Milano, 23 maggio 2011 - In occasione del turno di ballottaggio per il rinnovo del Sindaco, il Comune di Milano ha predisposto una serie di servizi per consentire agli elettori, che ancora ne sono sprovvisti, di ritirare la tessera elettorale e ottenere/prorogare la carta di identità. Per garantire a tutti i cittadini di esercitare il diritto di voto, è stato predisposto anche un servizio gratuito per l’accompagnamento ai seggi delle persone disabili residenti a Milano. 1. Quando E Dove Si Vota - Il turno di ballottaggio si svolgerà domenica 29 e lunedì 30 maggio. I seggi saranno aperti domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15 . Per sapere in quale seggio recarsi a votare, i cittadini possono rivolgersi - con la propria tessera elettorale alla mano - all’Infoline 02.02.02 o consultare il sito internet del Comune all’indirizzo: http://elezioni.Comune.milano.it/dove-voto.html  2. Come Ritirare/ottenere Una Nuova Tessera Elettorale - I cittadini che non hanno ancora provveduto a ritirare la tessera elettorale o l’hanno smarrita, possono rivolgersi al Salone Anagrafico di via Larga 12, all’Ufficio Elettorale di via Messina 52, e presso le Delegazioni Anagrafiche Decentrate. Coloro che intendono ritirare le tessere elettorali di altre persone (anche non parenti) devono presentare copia dei documenti di identità degli interessati (passaporto, carta di identità o patente). 3. Come Prorogare/ottenere La Carta Di Identità - Sabato 28 e domenica 29 maggio tutte le sedi dell’anagrafe, quella Centrale di via Larga e le Delegazioni Decentrate, saranno aperte al pubblico per richiedere la carta di identità o prorogare la scadenza di quella in possesso. 4. Orari Di Apertura Degli Sportelli Orari di apertura del Salone Anagrafico Centrale di via Larga 12 e dell’Ufficio Elettorale di via Messina 52: da lunedì 23 maggio a venerdì 27 maggio dalle 8.30 alle 19.00 (dopo le 15.30 gli sportelli saranno aperti esclusivamente per le carte di identità dei residenti a Milano e per le tessere elettorali); sabato 28 maggio dalle 8.30 alle 20.00; domenica 29 maggio dalle 8.00 alle 22.00; lunedì 30 maggio dalle 7.00 alle 15.00. Orari di apertura delle Delegazioni Anagrafiche Decentrate: da lunedì 23 maggio a venerdì 27 maggio dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 15.30; sabato 28 e domenica 29 maggio dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.00; lunedì 30 maggio dalle 8.30 alle 15.00 (orario continuato). Nelle giornate di sabato, domenica e lunedì gli sportelli della sede di via Larga e delle Delegazioni Decentrate saranno operativi solo per le carte di identità e le tessere elettorali. 5. Servizi Ai Disabili - Come per ogni tornata elettorale, il Comune ha organizzato un servizio di trasporto al seggio e riaccompagnamento al domicilio delle persone disabili residenti a Milano in taxi o minibus attrezzati. Può essere richiesto direttamente all´Ufficio Autopubbliche del Comune di Milano telefonando ai numeri 02.88465290/2/4, o per fax al n. 02.88465293, o per e-mail a Mta.autopubbliche@comune.milano.it  La richiesta va inoltrata domenica 29 maggio dalle 8.00 alle 22.00 e lunedì 30 dalle 8.00 alle 15.00. Il servizio è a disposizione dei disabili muniti di idonea certificazione dell’autorità sanitaria competente, attestante lo stato di inabilità. Per chiarimenti e informazioni si può telefonare all’Ufficio Autopubbliche fino a venerdì 27 maggio, dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 16.00 ai numeri 0288465290/2, inviare un fax allo 02.88465293, o una e-mail a Mta.autopubbliche@comune.milano.it  
   
   
CREDITO IMPOSTA: ROMA PRECLUDE APPLICAZIONE IN SICILIA  
 
 Roma, 23 maggio 2011 - "Il presidente Lo Bello farebbe bene, piuttosto che prendersela con il governo della Regione, a sottolineare l´intollerabilita´ del comportamento del governo nazionale che, con la delibera Cipe, ha precluso alla Sicilia l´accesso al credito d´imposta e ci ha impedito anche le anticipazioni a valere sui fondi regionali. E´ ingiusto sottrarre alle imprese siciliane questa opportunita´ alla quale si sono preparate. Si tratta di un ulteriore modo per appesantire il divario fra Sud e Nord in una fase di grave crisi". Cosi´ l´assessore all´Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, interviene sulle dichiarazioni del presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. "Il primo differimento - spiega l´Assessore Armao -, come e´ noto, e´ stato richiesto dalle associazione di categoria (anche di Confindustria) e con esse concordato. Il governo regionale nella Finanziaria ha inserito una previsione di 150 milioni di euro da destinare al credito d´imposta. Questi fondi, adesso, sono inseriti nel disegno di legge sugli investimenti e la crescita economica che e´ gia´ all´esame della commissione Bilancio. Sono certo che l´Ars, come sta facendo con altre riforme, procedera´ con la massima celerita´ a varare la normativa che consentira´ di offrire strumenti finanziari ed incentivi alle imprese siciliane e per l´attrazione degli investimenti. Suggerisco al presidente Lo Bello di individuare bene dove si annidano le ostilita´ allo sviluppo del Mezzogiorno, cosi´ come avrebbe fatto chi ha sempre avuto chiaro, come il presidente La Cavera, quali forze economiche e politiche del Paese puntino a mantenere la Sicilia e il Sud quale mero mercato di consumo e non attivo protagonista della crescita produttiva del Paese".  
   
   
CREDITO IMPOSTA: REGIONE SICILIA PRONTA A PARTIRE ATTENDENDO INTESA SUI FAS  
 
Palermo, 23 maggio 2011 - "Era tutto pronto per partire con il credito d´imposta per gli investimenti previsti dalla l.R. N. 11 del 2009, tuttavia la pubblicazione della delibera Cipe (n. 1 del 2011) di rimodulazione e revisione dei fondi Fas per la Sicilia - il Programma stanzia 120 milioni per questo incentivo - ha determinato le condizioni per il differimento del termine per l´avvio della procedura". Lo ha dichiarato l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao che, a seguito di quanto stabilito in merito dalla Giunta di Governo, ha emanato il 19 maggio il decreto con cui si differiscono i termini per la presentazione delle domande di accesso al credito d´imposta per gli investimenti, strumento finanziario inserito tra le misure di programmazione regionale per l´uso dei fondi Fas 2007/2013. Il provvedimento scaturisce dall´obbligo imposto dal Governo nazionale, con la delibera Cipe dell´11 gennaio 2011, di rivedere i programmi regionali gia´ adottati, non solo per rimodularli finanziariamente a seguito della riduzione finanziaria dei Fas ma, soprattutto, per verificarne, d´intesa con il Governo nazionale, la coerenza con le linee guida del Piano per il sud. A quel punto potra´ essere immediatamente attivata la piattaforma informatica, gia´ definita dall´Agenzia delle Entrate, per il click day. "Il credito d´imposta per gli investimenti - ha sottolineato Armao - rimane uno strumento insostituibile per le politiche di sviluppo che il Governo regionale intende portare avanti per il tessuto imprenditoriale siciliano e per attrarre investimenti in Sicilia". "Si tratta, per altro, di una misura - ha proseguito l´assessore - fondamentale per la crescita degli investimenti. Una misura voluta dall´Ars e attesa dalle imprese e riteniamo percio´ che, a breve, anche su questo punto possa chiudersi positivamente l´intesa con lo Stato alla quale sta lavorando il Presidente della Regione Raffaele Lombardo con il Ministro Fitto ". "In ogni caso - ha concluso l´assessore Armao - siamo pronti, non appena approvato il ddl collegato alla finanziaria sugli investimenti e la crescita all´esame della Commissione Bilancio dell´Ars, a far partire l´incentivo con risorse regionali che, nel caso di esito positivo della trattativa con lo Stato, comunque si aggiungeranno a quelle previste dal Par Fas. E cio´ potra´ avvenire in poche settimane". Della decisione sono state informate le categorie produttive, le organizzazioni sindacali e gli ordini professionali.  
   
   
REGIONE SICILIA: PROTOCOLLO INTESA CON INPDAP PER VIGILANZA ISPETTIVA ENTI  
 
Palermo, 23 maggio 2011 - Un protocollo d´intesa per la vigilanza ispettiva presso gli enti e´ stato firmato stamani tra Regione Siciliana e Inpdap. Tre i punti salienti del documento che prevede: lo scambio di informazioni utili alla pianificazione dell´attivita´ di verifica della regolarita´ delle dichiarazioni e dei versamenti contributivi degli enti da ispezionare; l´avvio di attivita´ mirate di vigilanza ispettiva per il recupero contributivo che il personale dell´Inpdap e quello del servizio ispettivo del Dipartimento lavoro dell´assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, svolgera´ nei confronti delle amministrazioni iscritte che risultino inadempienti. Il protocollo prevede inoltre attivita´ congiunte di comunicazione e formazione, anche programmando incontri e seminari, finalizzati alla conoscenza della normativa in materia lavoristica e previdenziale e alla corretta attuazione della stessa. "Sono concorde - ha spiegato l´assessore Andrea Piraino - che la stipula del documento costituisce l´avvio di un solido rapporto di collaborazione tra la Regione e l´istituto nazionale di previdenza che, oltre ai punti stabiliti, potra´ essere integrato e perfezionato". Presenti alla firma dell´accordo, oltre all´assessore Piraino e al segretario particolare Rosario Asta, il Dirigente generale del Dipartimento Lavoro, Alessandra Russo, il direttore regionale dell´Inpdap, Maria Sciarrino, il dirigente generale delle Entrate e delle posizioni assicurative dell´istituto, Diego De Felice, e Cioffi Amorosina dell´Ufficio normativo della direzione centrale dell´Inpdap. L´accordo firmato oggi replica l´esperienza gia´ avviata nel territorio nazionale dall´Inpdap e dal Ministero del Lavoro.  
   
   
OLTRE 250 ´BIMBI IN UFFICIO´ IN REGIONE LOMBARDIA FORMIGONI: SPLENDIDA INIZIATIVA, PIAZZA SARÀ SEMPRE VIVA  
 
 Milano, 23 maggio 2011 - Grande festa il 20 maggio in Piazza Città di Lombardia che, in occasione di ´Bimbi in ufficio´, si è trasformata in un gigantesco parco divertimenti. Gonfiabili, laboratori di arte e disegno, spettacoli musicali e giochi di prestigio con il ´Mago da legare´. A far gli onori di casa il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che ha ballato e cantato con i più piccoli con la musica e le filastrocche di Carlo Pastori. ´Abbiamo aderito volentieri all´iniziativa proposta da Corriere della Sera e La Stampa - ha spiegato Formigoni - per far vedere ai bimbi dove mamma e papà trascorrono buona parte della loro giornata. E´ un altro modo per dimostrare ai più piccoli che i genitori pensano a loro anche quando sono alla scrivania´. Diverse le visite guidate organizzate nel pomeriggio alla scoperta del grattacielo più alto d´Italia. Molta curiosità hanno suscitato gli ascensori della torre senza pulsanti al loro interno. I bimbi, oltre 250, hanno colorato con palloncini e gadget la piazza. Tra una merenda e un succo di frutta, prodotti rigorosamente delle cascine lombarde, tutti con il naso all´insù a cercare l´ufficio del presidente. ´Una splendida iniziativa - ha commentato Formigoni - un momento di festa che ripeteremo. Ma soprattutto un altro tassello della puzzle che abbiamo in mente: una Piazza sempre aperta e fruibile in tutti i momenti della giornata´. Il presidente ha anche ricordato che a Palazzo Lombardia ci sarà spazio anche per un asilo nido e una scuola materna, ´un altro modo per conciliare i tempi di famiglia e lavoro´. Gran finale a sorpresa con Cino Tortorella, l´indimenticabile Mago Zurlì, che ha brevemente riproposto alcuni dei suoi più celebri pezzi forti.  
   
   
SICUREZZA. SISTEMA INTEGRATO ROMA SICURA – SIRS RICEVE PREMIO AL SUMMIT DI GENOVA  
 
Roma, 23 maggio 2011 - Roma Capitale ha ricevuto il 20 maggio a Genova un premio nell’ambito della I edizione dell’“Urban Security Award”, bandito in occasione del Primo Summit Euro-mediterraneo sulle nuove tecnologie per la sicurezza urbana. Il riconoscimento è arrivato grazie al progetto, sviluppato e gestito dall’Ufficio Coordinamento Politiche della Sicurezza - Patto Roma Sicura, denominato “Sistema Integrato Roma Sicura - Sirs”, vincitore per la categoria “Progettazione”, quale miglior progetto realizzato con l´utilizzo di tecnologie innovative applicate a reali fabbisogni. Il Summit di Genova, organizzato dal comune ligure nella prestigiosa sede di Palazzo Ducale, sotto il patrocinio del Forum Italiano e del Forum Europeo per la Sicurezza Urbana (Fisu ed Efus), ha visto la partecipazione di Enti pubblici, Forze di polizia, Centri di ricerca, Università e Aziende, italiani, europei e del bacino del Mediterraneo, che si sono confrontati in uno scambio propositivo di esperienze multidisciplinari sulle nuove tecnologie per la Sicurezza Urbana. Tra le oltre 40 candidature pervenute all’attenzione del comitato Scientifico Internazionale del Summit, il Sirs valutato “molto positivamente”, si è classificato al primo posto tra quanti hanno concorso per la categoria “progettazione”. Idea fondante del progetto Sirs, che testimonia l’impegno di Roma Capitale nel campo delle politiche per la sicurezza del cittadino e del territorio, è contribuire in maniera puntuale e sostanziale alla definizione della mappa del rischio urbano, così come stabilito nell´ambito degli interventi previsti dal Patto Roma Sicura siglato, il 29 luglio 2008, con la Provincia di Roma, la Regione Lazio e la Prefettura. Il Sirs, strutturalmente basato sull’interconnessione tra i diversi sistemi informatici sviluppati all’interno dell’Amministrazione, sia in termini di standard, sia in termini di ottimizzazione di costi e interoperabilità, è pensato per offrire servizi ad alta innovazione tecnologica finalizzati all’individuazione, all’analisi e al monitoraggio dei fenomeni connessi alle diverse forme di degrado, abusivismo e disordine urbano diffusi sull´intero territorio comunale, quali ad esempio, insediamenti nomadi, abusivismo alberghiero, messa in sicurezza di siti, sgomberi e bonifiche. Attraverso il Sirs, l’Amministrazione dispone di un supporto decisionale per la sicurezza integrata e di uno strumento permanente di acquisizione, analisi, veicolazione e monitoraggio con cui poter pianificare e coordinare gli interventi, migliorando l’efficacia e l’efficienza dell’Amministrazione nel ridurre la percezione di insicurezza da parte del cittadino, a difesa e salvaguardia della vivibilità e della coesione sociale, ma anche a beneficio della prevenzione del rischio. Hanno ritirato il premio, consegnato dal sindaco di Genova, Marta Vincenzi, e dall’assessore alla Città Sicura, Francesco Scidone, nella splendida cornice della sala degli Squali dell’Acquario di Genova, il Direttore dell’Ufficio Coordinamento Politiche della Sicurezza - Patto Roma Sicura e il Responsabile del Progetto. Lo comunica l´Ufficio Stampa del Campidoglio.  
   
   
FUNZIONA IL PIANO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA DI ACCOGLIENZA AI PROFUGHI PROSEGUE IL LAVORO DELLA CABINA DI REGIA PER COMPLETARE IL QUADRO DELL´ACCOGLIENZA.  
 
Bologna, 23 maggio 2011 - Funziona il piano di accoglienza. E´ quanto è emerso nel corso della riunione della cabina di regia per l´emergenza profughi, riunita oggi nella sede della Regione Emilia-romagna, durante la quale è emersa una tenuta sostanziale del sistema attuato nel territorio riguardo all´arrivo dei migranti, grazie anche al lavoro straordinario di funzionari di Comuni e Province, affiancato a quello dei volontari della Protezione civile. Il modello scelto dall´Emilia-romagna prevede un´accoglienza territorialmente decentrata e una sistemazione in piccole strutture o appartamenti. 90 le strutture utilizzate finora, di cui la metà appartamenti e 40 i contratti di affitto già siglati, per un totale di 688 persone attualmente sul nostro territorio ( comprese le 40 annunciate il 19 maggio). Una cifra non ancora definitiva, che potrà crescere anche per la nostra regione in relazione agli sbarchi annunciati in queste ore. Si tratta di un modello a cui guardano molte Regioni, anche se non mancano le criticità, segnalate dai rappresentanti di Province e Comuni: dalla mancanza di documenti dei migranti, all´ampia mole di lavoro per i funzionari pubblici, fino alla difficoltà di rientrare nelle spese previste di 40 euro al giorno per persona. "Siamo in una emergenza - ha sottolineto il sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli - e quindi è difficile pensare che tutto vada alla perfezione e che non ci siano problemi da affrontare " - . "E´ importante continuare a collaborare tutti insieme, e uno scambio continuo di informazioni soprattutto con le Prefetture e le Questure, in modo che tutti siano nelle condizioni di fare bene la propria parte".. "Verranno fornite anche circolari e informazioni più dettagliate dal punto di vista tecnico - ha sottolineato l´assessore alla protezione civile Paola Gazzolo - per supportare Comune e Province nel loro lavoro di accoglienza". Mentre per quanto riguarda il Piano di degli interventi di accoglienza dei richiedenti asilo, l´assessore Teresa Marzocchi ha avanzato una proposta che garantisce un trattamento analogo a quello riservato dal Ministero dell´Interno ai soggetti ospitati nei Centri di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara) tenendo conto però delle diverse caratteristiche di ospitalità dei centri regionali, in cui le persone avranno una permanenza superiore a sei mesi (tempo di attesa dell´esito della richiesta di asilo e successivo tempo per definire un progetto di uscita). Gli interventi minimi previsti nei Cara dalle strutture che accolgono i richiedenti protezione internazionale sono: vitto e alloggio, vestiario e igiene personale, orientamento, informazione legale e assistenza nella procedura per la richiesta di protezione internazionale tramite operatori competenti in materia, mediazione linguistica culturale, orientamento e accompagnamento ai servizi sociali, sanitari, accompagnamento all´iscrizione scolastica per minori e accessibilità a percorsi per l´insegnamento della lingua italiana.  
   
   
VDA: RIUNITO IL COMITATO DI COORDINAMENTO EMERGENZA NORD AFRICA 2011  
 
Aosta, 23 maggio 2011 - Si è riunito venerdì 20 maggio 2011, nella sede della Protezione civile a Saint-christophe, il Comitato di Coordinamento regionale per l’Emergenza Nord Africa 2011. Al tavolo, i rappresentanti della Protezione civile, della Questura, dell’Azienda Usl, del Comitato Permanente Enti Locali, del Dipartimento Sanità, salute e politiche sociali e della Presidenza della Regione, hanno fatto il punto sulla gestione dei flussi di migranti e profughi provenienti dalle aree del Maghreb, nell’ambito dell’accordo stipulato il 6 aprile scorso in sede di Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti locali. In particolare, sono state esaminate le procedure di accoglienza dal punto di vista sanitario e della sicurezza dei servizi offerti sulla base delle disposizioni dedicate; non sono state individuate particolari criticità, grazie anche al buon livello di coordinamento tra i diversi enti coinvolti sul territorio regionale. Nel corso della riunione, inoltre, si è deciso di istituire un tavolo tecnico allargato agli operatori del “terzo settore”, il volontariato, per definire un’azione a largo raggio che consenta un supporto efficace di assistenza sociale per tutti coloro che rientrano, in base alle disposizioni nazionali, nel Piano per la gestione dell’accoglienza dei migranti. In questa prima fase, sono 18 i migranti ospitati in Valle d’Aosta, 15 dei quali hanno avviato l’iter per il riconoscimento dello status di profugo.  
   
   
TUTELA DELLE MINORANZE: SUMMIT OSCE STUDIA L´ALTO ADIGE, INTERVENTO DI DURNWALDER  
 
Bolzano, 23 maggio 2011 - Le Raccomandazioni di Bolzano come linee guida per la tutela delle minoranze: ministri, parlamentari e ambasciatori di 24 delegazioni ne hanno discusso oggi (20 maggio) a Bolzano su invito dell´Osce, l´Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha illustrato il metodo di collaborazione del modello altoatesino e gli sviluppi futuri. In un telegramma il Capo dello Stato Napolitano ha ribadito che le minoranze sono una ricchezza da tutelare e che l´Italia promuove politiche di autonomia specifiche. La protezione delle minoranze nazionali, le Raccomandazioni di Bolzano (19 punti, una sorta di manifesto sulle minoranze nazionali varato nel 2008) e la politica dell´Osce: questi i temi che esperti internazionali e rappresentanti dell´organismo europe affrontano a Bolzano, al centro congressi dell´Hotel Sheraton, nel seminario organizzato dalla Delegazione italiana nell´Assemblea parlamentare dell´Osce - composta da 13 parlamentari nominati da Camera e Senato - in collaborazione con la Giunta provinciale. Ai lavori partecipano 24 delegazioni europee, con la presenza di ministri ungheresi, slovacchi e rumeni, nonchè di parlamentari, ambasciatori e l´Alto Commissario per le minoranze nazionali, il norvegese Knut Vollebaek. Nel suo intervento introduttivo il presidente Luis Durnwalder ha ringraziato l´Osce per il suo impegno a tutela delle minoranze, "perchè è importante che possano contare sul sostegno di organismi internazionali: occuparsene è un atto di giustizia e di politica per la pace." Durnwalder ha ribadito che l´Alto Adige "è un esempio, non il modello unico e non esportabile in toto, di come risolvere pacificamente i problemi delle minoranze" e ha indicato tre fattori necessari ovunque per giungere a questo risultato: "Servono basi giuridiche, nel nostro caso il contratto internazionale tra Italia e Austria, serve la comprensione dello Stato nazionale, serve soprattutto una minoranza che voglia impegnarsi a vivere la propria identità e a non restare passiva." Il metodo di collaborazione va sviluppato confermando alla minoranza la garanzia di poter parlare la propria lingua, di poter partecipare all´amministrazione pubblica e di poter contare sulla tutela giuridica di queste misure. "Negli ultimi cinquant´anni l´Alto Adige ha fatto molta strada, passando da area povera e conflittuale a regione con standard europei, valori di eccellenza nell´occupazione e nel Pil, università trilingue", ha ricordato Durnwalder che ha sintetizzato con un gioco di parole i prossimi passi della collaborazione tra i gruppi linguistici: "Siamo arrivati al ´miteinander´, dobbiamo impegnarci verso il ´füreinander´." L´onorevole Riccardo Migliori, presidente della Delegazione parlamentare italiana, ha letto il telegramma inviato ai partecipanti al convegno dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: definisce le minoranze "una ricchezza da tutelare, uno stimolo culturale e un´opportunità di ulteriore crescita economica." Nel suo messaggio il Capo dello Stato ricorda inoltre che l´Italia è da sempre impegnata "per promuovere lo sviluppo di politiche di autonomia e di tutela delle minoranze." Indirizzo di saluto è stato inviato a Bolzano anche dal presidente del Senato Renato Schifani. L´organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) è stata creata agli inizi degli anni ´70 come foro multilaterale di dialogo, per ricercare una stretta cooperazione tra l´Est e l´Ovest e favorire la sicurezza del continente. Attualmente ne fanno parte 320 parlamentari di 56 Paesi, dal Canada alla Russia. "Purtroppo - ha detto l´onorevole Migliori - quello della tutela delle minoranze è un tema ancora molto "caldo" in diversi paesi dell´area Osce, e i fatti avvenuti lo scorso anno in Kirghizistan, dove sono stati uccisi 400 uzbeki, dimostrano quanto pericoloso sia non governare in maniera intelligente questo problema. Abbiamo scelto Bolzano come sede del convegno perchè l´Alto Adige è Regione diventata stabile e a livello internazionale ci viene portato come esempio concreto per arrivare a una soluzione pacifica che porti benessere a un´intera area", ha concluso Migliori. I lavori affrontano anche casi concreti del trattamento delle minoranze nazionali, con particolari esempi dall´Est Europa.  
   
   
ROSSI SU MIGRANTI A PRATO: “TREDICI PROFUGHI NON FANNO SCOPPIARE UNA GUERRA”  
 
Firenze, 23 maggio 2011 - “Arrivano 13 profughi e sembra che sia scoppiata la guerra. Mi sembra troppo. Credo che si perda tempo e che ci si serva di pretesti per attaccare la Regione. Forse è bene abbassare i toni e discutere nel merito”. Questo il commento del presidente Enrico Rossi alle polemiche scoppiate a Prato per l’ospitalità prestata a un piccolo gruppo di profughi. “La procedura stabilita per l’accoglienza – prosegue il presidente – prevede che la Regione avverta le Province e questa, a loro volta, i Comuni. Sappiamo che Prato ha già una presenza di extracomunitari importante e sappiamo che non dobbiamo sovraccaricarla. Ma 13 persone, insomma, non costituiscono un problema. C’è uno sforzo nazionale in atto, chiesto dal ministro Maroni a tutte le Regioni. Noi dobbiamo accogliere in Toscana, come dice l’accordo, fino ad un massimo di 3.500 immigrati. Non mi sembra che, per come ci siamo organizzati, la cosa crei chissà quali sconquassi, mi pare invece che l’idea delle piccole comunità d’integrazione, di piccoli nuclei favorisca i rapporti ed attenui le tensioni. Insomma è un modello che funziona”. “Quello che invece non funziona più è brandire la paura verso l’immigrazione. Noi abbiamo risposto ad un’esigenza che c’è stata posta da ministri che sono politicamente affini a chi governa Prato. La Toscana ha adottato un suo modello, il modello risulta vincente e ha rimesso in moto un vero movimento di solidarietà. Quando l’ho incontrato per discutere sul Progetto Prato il sindaco non ha accennato al problema. Non vorrei si usassero due ‘piste’, una istituzionale e una politica”.  
   
   
PROFUGHI, ACCOLTI IN EMILIA-ROMAGNA 150 MIGRANTI  
 
Bologna, 23 maggio 2011 - Centocinquanta migranti arrivati al porto di Genova, provenienti da Lampedusa, sono stati accompagnati e accolti il 19 maggio in Emilia-romagna da funzionari e volontari della Protezione civile regionale. I migranti hanno trovato un’adeguata sistemazione nelle Province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-cesena nel rispetto del criterio della proporzionalità, in base a quanto stabilito dal piano di accoglienza messo a punto dalla cabina regionale di regia per l’emergenza profughi, presieduta dal sottosegretario alla giunta Alfredo Bertelli e costituita dagli assessori alla Protezione civile (Paola Gazzolo) e Politiche sociali (Teresa Marzocchi), e dai rappresentanti di Province, Comuni e Comunità montane. Fino a oggi in Emilia-romagna sono stati accolti 660 migranti; per il 20 maggio era previsto un nuovo arrivo, di altre 40 persone, in linea con il piano di assegnazioni stabilito dal Dipartimento nazionale della Protezione civile che ha fissato a 840 la quota-obiettivo per la Regione Emilia-romagna, su un totale complessivo di 10 mila profughi a livello nazionale. L’agenzia regionale di Protezione civile, in stretto raccordo con la cabina di regia e con le Prefetture, gli enti locali, la Caritas e gli enti diocesani dell’Emilia-romagna, sta seguendo l’organizzazione di tutti gli aspetti dell’accoglienza: dal trasferimento dai porti di sbarco al centro logistico regionale di Protezione civile a Bologna, alla prima assistenza - con l’aiuto degli intermediatori culturali - allo spostamento verso le province di assegnazione.  
   
   
AD ASCOLI PICENO LA CONFERENZA REGIONALE SULLA FAMIGLIA .  
 
Ascoli Piceno, 23 maggio 2011 - Un´occasione importante per accrescere l´interesse verso la famiglia intesa come unita` fondamentale della societa`. Ecco come si presenta la Conferenza regionale sulla Famiglia, che si è svolta il 21 maggio ad Ascoli Piceno. L´evento, che ha ottenuto il patrocinio dell´Unicef, fa parte del programma delle iniziative regionali per il 2011 a supporto delle politiche sociali. ´E´ stata scelta questa data ´ spiega l´assessore regionale alla Famiglia, Luca Marconi ´ perche` e` inserita nel contesto delle celebrazioni della Giornata internazionale della Famiglia del 15 maggio. La Conferenza e` stata concordata con la Consulta regionale della Famiglia ed era finalizzata alla promozione e valorizzazione della famiglia, quale luogo di solidarieta`, comunione di intenti e di incontro intergenerazionale tra giovani, adulti e anziani´. Sono state coinvolte le associazioni delle famiglie, le parrocchie, i consultori familiari, le associazioni sportive e ricreative, l´universita` della terza eta`. ´Questa giornata ´ continua Marconi ´ puo` costituire uno straordinario mezzo di sensibilizzazione a favore della famiglia e una valida opportunita` per dimostrare la propria solidarieta` nella ricerca di migliori standard di vita. Va inoltre utilizzata per approfondire insieme con tutti i soggetti coinvolti la conoscenza dei processi economici, culturali, sociali e demografici che colpiscono le famiglie´. All´organizzazione dell´evento ha collaborato il Comune di Ascoli Piceno che per l´occasione sono state pensate una serie di iniziative collaterali che hanno coinvolto tutta la cittadinanza. Si è cominciato alle ore 10 in Piazza del Popolo dove per tutta la giornata sono stati aperti gli stand espositivi delle associazioni familiari. La Conferenza ha avuto inizio alle ore 17, nella Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani. Sono intervenuti, oltre all´assessore Marconi: il presidente della Regione, Gian Mario Spacca; il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli; il presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Piero Celani; Filippo Sabattini, psicopedagogista counselor dell´Associazione Rimbalzo; Paolo Weber, dirigente della Provincia autonoma di Trento; Gilberto Barbieri, amministratore Clesius Servizi per il Welfare. Allegria e fantasia, per bambini, ragazzi e per i loro genitori, animeranno tutta la giornata. In Piazza del Popolo sono stati organizzati giochi e attrazioni; al Chiostro di San Francesco è stata allestita un´isola naturale che ha portato una ´fattoria in citta`´: c’ erano animali da cortile, pecore, l´asinello e la capretta, i laboratori del formaggio e della lana, accompagnati da antiche narrazioni tratte dalla tradizione rurale. Al Loggiato del Chiostro di San Francesco si sono svolti laboratori artistico-manuali, mentre alla Loggia dei Mercanti sono stati affidati agli operatori della ludoteca del riuso ´Riu`´ giochi e animazione, con musica, baby dance e balli di gruppo.  
   
   
BERGAMO, INAUGURATO CENTRO FAMIGLIA  
 
Bergamo, 23 maggio 2011 - Spazi per i bebè, percorsi di accompagnamento per le giovani coppie in attesa del primo figlio, incontri di gruppo per neo genitori, sostegni economici per la conciliazione tra famiglia e lavoro, consulenza pedagogica. Sono solo alcune delle iniziative che saranno realizzate dal Centro Famiglia di Bergamo, inaugurato il 20 maggio alla presenza dell´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, del Vescovo di Bergamo S. E. Mons. Francesco Beschi, del sindaco di Bergamo Franco Tentorio, degli assessori comunali Leonio Callioni (Politiche Sociali e Pari Opportunità) e Danilo Minuti (Istruzione, Servizi per l´Infanzia, Giovani e Sport) e del direttore generale dell´Asl Mara Azzi. ´La famiglia - ha ricordato l´assessore Boscagli - si trova spesso a sostenere gran parte del peso dell´assistenza di anziani e bambini, confermandosi nel nostro Paese la colonna portante del sistema di welfare. A fronte di questo decisivo ruolo la famiglia però vive, attualmente, momenti di grande difficoltà; aumentano in Lombardia le separazioni e spesso viene a mancare quella rete di rapporti che sostiene le famiglie nelle mansioni di cura. In questa prospettiva si comprende la necessità di luoghi come quello che oggi inauguriamo. Luoghi dove la famiglia può trovare appoggio, sostegno e risposte ai bisogni´. ´Regione Lombardia - ha continuato Boscagli - in questi anni ha messo in campo importanti iniziative, a cominciare dalla prima legge Famiglia d´Italia, approvata nel 1999. Oggi siamo in procinto di avviare un´altra importante riforma con l´introduzione del Fattore Famiglia, un nuovo sistema di calcolo del reddito che tenga conto del carico familiare, numero di figli, presenza di anziani o disabili, sul quale verrà misurata la compartecipazione ai servizi. Riusciremo così ad andare sempre più incontro alle famiglie con reddito basso o con un forte carico´. In conclusione l´assessore ha poi ricordato l´istituzione del Fondo Nasko, iniziativa lanciata quest´anno per aiutare le donne che decidono di non interrompere la gravidanza pur a fronte di seri problemi economici. ´Grazie a questo progetto - ha concluso Boscagli - abbiamo aiutato oltre 900 donne e, tra quest´anno e il prossimo, potremo festeggiare la nascita di altrettanti bambini´.  
   
   
ASILI NIDO: REGIONE UMBRIA PUBBLICA BANDO PER ABBATTIMENTO RETTE  
 
Perugia, 23 maggio 2011 - Aiutare le famiglie a sostenere le rette per gli asili nido: è con questa finalità che la Giunta regionale dell’Umbria ha approvato, per il terzo anno consecutivo, un apposito bando che è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Umbria N. 22, del 18 maggio 2011. Il bando, proposto dall’assessore regionale alle politiche sociali Carla Casciari, prevede per l’anno scolastico 2010-2011 uno stanziamento di 750mila euro, che consentirà di finanziare 2mila 500 domande e di abbattere così i costi per le rette degli asili nido gestiti da soggetti pubblici o privati. Il beneficio regionale concesso alle famiglie residenti in Umbria è di 300 euro per ogni figlio iscritto e che frequenti un asilo nido autorizzato. “Il bando – ha spiegato l’assessore Casciari – individua requisiti di reddito abbastanza ampi per l’accesso ai contributi, il reddito Isee del nucleo familiare non deve infatti essere superiore a 50mila euro. Come per il passato, la filosofia che ispira il provvedimento è di considerare l’intervento come un sostegno universalistico alle famiglie, non solo per quelle che hanno particolari difficoltà di carattere economico. I nidi vanno intesi anche come servizi educativi da garantire potenzialmente a tutti i bambini e a tutte le famiglie. Anche nelle politiche europee – ha concluso Casciari - i servizi all’infanzia sono considerati non solo luogo di cura essenziale per la crescita di bambine e bambini, ma come sostegno all’occupazione femminile e allo sviluppo economico della società e alle pari opportunità in campo lavorativo”. I due bandi precedenti hanno fatto registrare una forte partecipazione. Per l’annualità 2008-2009 sono state presentate mille 803 domande, di cui oltre mille 560 ammesse a contributo per un’erogazione complessiva di finanziamenti pari a circa 500mila euro. Nel 2009-2010 le domande presentate sono state 2 mila 185, di cui ammesse a contributo 2 mila 48 per una erogazione di 600 mila euro. Il bando è disponibile anche nel sito della Regione Umbria alla pagina www.Istruzione.regione.umbria.it. Il 2 luglio è la data di scadenza per la presentazione delle domande.