Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Ottobre 2011
Politica
PARLAMENTO EUROPEO, APERTURA DELLA SESSIONE: CRISI DELL´EURO, TUNISIA, LIBIA, ETA E TURCHIA IL PRESIDENTE JERZY BUZEK HA SOTTOLINEATO L´IMPORTANZA DEL VOTO DI MERCOLEDÌ SUL BILANCIO UE 2012. LA MORTE DEL COLONNELLO GHEDDAFI HA FINALMENTE CONCLUSO UN PERIODO DI 42 ANNI DI DITTATURA IN LIBIA.  
 
Strasburgo, 26 ottobre 2011 - Il Parlamento ha aggiunto all´ordine del giorno di martedì pomeriggio un dibattito sui vertici sulla crisi dell´euro. Il Presidente Jerzy Buzek ha sottolineato l´importanza del voto di mercoledì sul bilancio Ue 2012. Ha poi accolto con favore le prime elezioni libere in Tunisia, la fine in Libia dopo 42 anni della dittatura di Gheddafi e la rinuncia dell´Eta alla violenza. Infine, ha espresso il cordoglio del Parlamento ai familiari delle 200 vittime del catastrofico terremoto di domenica in Turchia. L´eurogruppo e il Consiglio europeo devono prendere decisioni nelle prossime settimane per garantire ai cittadini e ai mercati che sarà trovata una soluzione per uscire dalla crisi dell´euro, ha dichiarato Buzek, sottolineando che il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, sarà presente in Aula giovedì per riferire in merito ai progressi compiuti. Il Parlamento discuterà dei vertici già martedì, alle 15.00, con le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulla crisi economica. Questo dibattito avrà una durata di 45 minuti e i successivi punti già all´ordine del giorno subiranno quindi un ritardo di 45 minuti. I bilanci dell´Ue, su cui il Parlamento si pronuncerà mercoledì, devono essere un investimento per la crescita e la creazione di posti di lavoro, ha proseguito, ringraziando i deputati che avevano contribuito al successo della Conferenza a alto livello sul quadro finanziario pluriennale dell´Ue della scorsa settimana. Tunisia e Libia - Il Presidente del Pe ha accolto con favore le prime elezioni libere tenutesi domenica scorsa in Tunisia, sottolineando che si sono svolte in maniera pacifica, registrando un´affluenza del 90%, e che la gente aveva votato "responsabilmente". Ha inoltre dichiarato che, la morte del Colonnello Gheddafi ha finalmente concluso un periodo di 42 anni di dittatura in Libia e potrebbe rappresentare l´inizio del cammino verso la democrazia. Eta - La rinuncia alla violenza da parte dell´organizzazione terroristica spagnola Eta della scorsa settimana è stata accolta con favore da Buzek, il quale ha sottolineato che l´Eta deve ora "disarmarsi e sciogliersi". Ha quindi reso omaggio ai servizi antiterrorismo spagnoli e alle 829 vittime dell´Eta degli ultimi quarant´anni. Turchia - Infine, il Presidente ha espresso il cordoglio del Parlamento ai familiari delle 200 vittime del terremoto che ha colpito la Turchia domenica. "Condividiamo il dolore della nazione turca", ha dichiarato.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: PREPARAZIONE DEL VERTICE EUROZONA  
 
Strasburgo, 26 ottobre 2011 - I principali portavoce dei gruppi politici del Parlamento hanno tenuto martedì un dibattito per discutere il Vertice Eurozona di oggi , che mira a fornire gli strumenti necessari per gestire la crisi. I deputati in generale hanno criticato la gestione dei summit europei, sostenendo che già l´anno scorso era stato dimostrato che questi non sono lo strumento per gestire la crisi. Jerzy Buzek (Presidente del Pe): "Questa crisi fornisce a tutti l´opportunità di agire, ma dobbiamo fare attenzione alla frammentazione tra i paesi della zona euro e quelli che non vi partecipano". Corien Wortmann Kool (Ppe, Nl): "La causa della crisi del debito è da attribuirsi ad alcuni Stati membri, ma tutti ne stiamo pagando le conseguenze e quindi dobbiamo trovare una soluzione comune. E´ inoltre importante garantire l´indipendenza della Bce". Martin Schulz (S&d, De): "Il problema più grande è che le regole sono state annunciate, ma in seguito non sono state implementate. Abbiamo bisogno di modificare questa situazione, in modo da ripristinare la fiducia indispensabile per i politici". Guy Verhofsadt (Alde, Be): "Il Vertice di domani sarà davvero in grado di aprire un varco? Non sono convinto che l´utilizzo dell´Efsf (fondo salvastati) per garantire il 20% del debito funzionerà. Ciò di cui abbiamo bisogno sono gli Eurobond". Jan Zahradil (Ecr, Cz): "Nella migliore delle ipotesi le decisioni di domani ci permetteranno di guadagnare un po´ di tempo, forse due o tre anni. Domani sapremo se l´Europa ha ancora degli statisti dotati di una visione oppure se ha solo dei poltiici". Rebecca Harms (Verdi, De): "Non siamo in grado di gestire l´Eurozona con dei Vertici. Abbiamo bisogno di una modifica dei Trattati, perché il modo in cui è stata gestita la Grecia è un chiaro esempio di come non avremmo dovuto agire". Lothar Bisky (Gue/ngl, De): "L´abile utilizzo dell´Efsf è un inganno tecnico. Al pari dei credit default swap, può diventare un´arma di distruzione di massa". Francesco Speroni (Efd, It): "Le decisioni adottate dall´Unione europea in questa crisi allontano sempre più i suoi cittadini. Non possiamo continuare a trasferire il potere all´Ue".  
   
   
UE: LA FINANZA GLOBALE E LE SUE ISTITUZIONI DEVONO ESSERE RISTRUTTURATE  
 
Strasburgo, 26 ottobre 2011 - In vista del G20 di Cannes di novembre, il Parlamento ha approvato il suo contributo alla riforma della governance economica globale. La risoluzione chiede una riorganizzazione del Fmi per trasformarlo in un´organizzazione più politica e fermare la manipolazione dei tassi di cambio a fini politici, e regole globali per separare le attività speculative delle banche da quelle al dettaglio per i risparmiatori. Il G20 è invitato ad accordarsi su un´imposta globale sulle transazioni finanziarie. La risoluzione, presentata da Gunnar Hokmark (Ppe, Sv), chiede una regolazione della finanza globale più incisiva e controlli stringenti su possibili sotterfugi e sottolinea la necessità di correggere gli squilibri esistenti nell´economia mondiale allo scopo di evitare ulteriori turbolenze, una cosa che finora il G20 ha avuto serie difficoltà a fare. Un Fmi politico - La risoluzione chiede un Fmi più democratico, trasparente e responsabile, proponendo che il direttore operativo sia eletto attraverso elezioni "aperte e basate sul merito" e una più equa redistribuzione del diritto di voto in favore delle nazioni in via di sviluppo e in transizione. Il testo chiede anche l´estensione del mandato d´intervento del Fmi per consentirgli di concentrarsi innanzitutto su quelle economie di importanza sistemica e non solo sulla sorveglianza multilaterale. Più in generale la risoluzione invita a sviluppare una maggiore partecipazione democratica alle decisioni del Fmi, della Banca Mondiale e delle organizzazioni "G", specialmente il G20, chiedendogli di associare i parlamenti ai loro processi decisionali. A tutte queste istituzioni finanziarie, inoltre, chiede di coordinare meglio il proprio lavoro. Un settore finanziario al servizio dell´economia Tra i diversi elementi proposti per rendere la finanza globale più sicura e meglio controllata, la risoluzione sostiene due punti cruciali. In primis, la richiesta al G20 di trovare un accordo "senza ulteriore indugio" sugli elementi minimi di un´imposta globale sulle transazioni finanziarie. La risoluzione invita poi il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria a proporre misure per tutelare le attività bancarie al dettaglio, quelle rivolte ai piccoli risparmiatori, degli istituti sistemicamente importanti e a imporre loro l´obbligo di una capitalizzazione autonoma per tali attività, cosi da evitare possibili contagi fra le due attività. Questa proposta rispecchia quella fatta lo scorso settembre dalla relazione Vickers sulla riforma del settore bancario britannico.  
   
   
UE: BLOCCARE L´ACCESSO DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA AI FONDI PUBBLICI  
 
Strasburgo, 26 ottobre 2011 - Servono regole più severe per impedire alle organizzazioni di stampo mafioso di accedere ai fondi pubblici, sostiene la risoluzione adottata dal Parlamento martedì. I deputati hanno ribadito la necessità di istituire una commissione speciale incaricata di investigare la negatività dell´impatto sociale ed economico della criminalità organizzata in Europa. Il crimine organizzato, soprattutto quello di stampo mafioso, sta sfruttando a suo favore la globalizzazione, l´abbattimento delle frontiere nell´Ue e le differenze normative tra gli Stati membri, per realizzare profitti sempre più considerevoli e per garantirsi allo stesso tempo l’impunità. La criminalità organizzata ha ormai creato una rete di consenso e di sostegno, con infiltrazioni profonde e consolidate nel mondo della politica, della pubblica amministrazione e dell´economia legale. "Il crimine organizzato e le mafie rappresentano una delle più grandi minacce per la sicurezza dell´Ue. Questa relazione propone una chiara linea di contrasto: confiscare i beni delle organizzazioni criminali e i profitti delle loro attività. Voglio dedicare questo lavoro a tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata e delle mafie e a quelli che hanno sacrificato la loro vita per combatterle" ha dichiarato la relatrice Sonia Alfano (Alde, It) nel dibattito precedente al voto. La risoluzione è stata adottata con 584 voti a favore, 6 contrari e 48 astensioni. Prevenire l´accesso ai fondi pubblici... - Per evitare che fondi comunitari finiscano nelle mani di organizzazioni di stampo mafioso, il Parlamento invita la Commissione ad attivarsi affinché siano stabilite le norme necessarie ad assicurare la piena tracciabilità dei fondi europei da parte delle istituzioni competenti, così come da parte di cittadini e stampa. Particolare attenzione è dedicata alle amministrazioni locali che, secondo quanto sostiene il testo, "sono maggiormente esposte a infiltrazioni da parte del crimine organizzato". La Commissione dovrebbe anche predisporre chiare direttive per impedire che imprese legate alla criminalità organizzata e alle mafie partecipino alle gare pubbliche. La piena tracciabilità dei flussi finanziari legati ad appalti pubblici di lavori, forniture e servizi dovrebbe sempre essere garantita, afferma il Parlamento. E contrastare i patrimoni criminali - La Commissione e gli Stati membri dovrebbero concentrare la loro azione sul contrasto ai patrimoni criminali, compresi quelli che spesso sono occultati attraverso una rete di prestanome, fiancheggiatori, istituzioni politiche e gruppi d´interesse. Allo stesso modo, bisognerebbe predisporre regole chiare in materia di tracciabilità del denaro in modo da facilitare l´individuazione di fenomeni connessi al riciclaggio di denaro sporco proveniente da attività illecite. Il volume di affari delle organizzazioni criminali di stampo mafioso che agiscono in Europa è imponente, in particolare se si guarda a quelle italiane per le quali si stimano entrate per almeno 135 miliardi di euro. Una commissione speciale - Entro tre mesi sarà istituita una commissione speciale che valuterà la diffusione delle organizzazioni criminali e delle mafie che agiscono a livello transnazionale. Essa avrà anche il compito di monitorare l´appropriazione di denaro pubblico da parte delle organizzazioni criminali, le loro infiltrazioni nel settore pubblico e lo stato di "contaminazione dell´economia legale e della finanza". No a deputati mafiosi - Infine, il Parlamento chiede che si adottino nuove regole per assicurare l´esclusione dalle liste elettorali del Parlamento europeo di persone condannate per reati legati alla criminalità organizzata. A tal fine, i gruppi politici europei dovranno adottare codici interni di etica e gli Stati membri dovranno prevedere simili regole per le elezioni nazionali e locali.  
   
   
UE, APPALTI PUBBLICI: NUOVE REGOLE PIÙ SEMPLICI E FLESSIBILI  
 
Strasburgo, 26 ottobre 2011 - Le regole europee sugli appalti pubblici dovrebbero essere semplificate per permettere alle piccole e medie imprese di accedere più facilmente alle gare d´appalto, affermano i deputati in una risoluzione approvata martedì. In particolare, propongono che l´appalto sia assegnato non solo all´offerta più bassa, ma anche a quella più innovativa o con un miglior impatto ambientale. La Commissione presenterà le proposte di riforma a dicembre. Gli appalti pubblici rappresentano circa il 17% del Pil dell´Ue. Utilizzare i fondi pubblici nel modo più efficace per rilanciare l´economia è vitale in un periodo di crisi, secondo quanto sostengono i deputati in una risoluzione preparata da Heide Rühle (Verdi/ale, De) e approvata per alzata di mano. Il testo è il contributo del Parlamento alla preparazione delle proposte legislative di riforma che la Commissione presenterà a dicembre. "In questa crisi profonda, abbiamo bisogno di regole chiare: solo così le autorità pubbliche potranno sostenere innovazione e crescita", ha detto la relatrice durante il dibattito. Un passaporto elettronico per le imprese - Fra le varie proposte approvate dall´Aula per semplificare le procedure di assegnazione di un appalto vi è la creazione di un passaporto elettronico che certifichi rapidamente il rispetto, da parte dell´impresa in gara, delle regole comunitarie in materia. I deputati, per semplificare ulteriormente l´iter amministrativo, propongono l´autocertificazione sul possesso dei requisiti per partecipare all´appalto e che la richiesta della documentazione originale da parte delle autorità si faccia solo per le imprese selezionate per la fase finale della gara. Accesso più facile per le Pmi - Le piccole imprese ottengono una percentuale di contratti pubblici minore rispetto al loro peso nell´economia europea: circa il 31-38% rispetto a una partecipazione globale all´economia stimata al 52%. Il motivo principale, secondo il Parlamento, sono le procedure di accesso agli appalti, oggi troppo complicate e costose. L´aula propone quindi la possibilità di suddividere in lotti gli appalti, che dovrebbe garantire alle piccole e medie imprese migliori possibilità di partecipazione alle gare. I deputati chiedono inoltre alla Commissione di verificare "se per il subappalto siano necessarie nuove norme, ad esempio l´istituzione di una catena di responsabilità" per evitare che le Pmi subappaltatrici siano soggette a condizioni peggiori di quelle applicabili all´impresa principale che si è aggiudicata l´appalto. Criteri più ampi per l´assegnazione di appalti - I deputati affermano che il criterio del "prezzo più basso" non dovrebbe più essere un fattore determinante per l´assegnazione dei contratti, ma dovrebbe essere sostituito da criteri più ampi che includano l´impatto sociale e ambientale della proposta e prendano in considerazione l´intero ciclo di produzione del bene o del servizio in appalto. I deputati sottolineano che tale proposta risulta vantaggiosa soprattutto per settori specifici quali ospedali, case di riposo, scuole e asili; per garantire un accesso ad alimenti salutari e con un buon rapporto qualità/prezzo e non solo all´opzione meno costosa disponibile. Allargare i criteri di selezione e ammettere sistematicamente offerte alternative permetterebbe, secondo il Parlamento, alle imprese in gara di proporre nuove soluzioni e fare degli appalti un motore d´innovazione, secondo gli obiettivi della strategia Ue2020. Infine, i deputati chiedono alla Commissione di valutare l´adeguatezza delle soglie esistenti per gli appalti di beni e di servizi.  
   
   
UE: APRIRE IL MERCATO DEL LAVORO AI CITTADINI BULGARI E RUMENI  
 
Strasburgo, 26 ottobre 2011 - Tutti gli Stati membri devono accettare i cittadini bulgari e romeni nel proprio mercato del lavoro entro la fine del 2011: questa è la richiesta contenuta in una risoluzione del Parlamento approvata martedì. Non è stato riscontrato nessun impatto negativo in quegli Stati membri che hanno aperto il mercato del lavoro ai cittadini dei paesi che sono entrati a far parte dell´Ue nel 2004, secondo quanto afferma la risoluzione preparata da Traian Ungureanu (Ppe, Ro) e approvata per alzata di mano. Dati ufficiali, inclusi quelli presentati dalla Commissione, dimostrano che i lavoratori provenienti dall´Europa dell´est non creano disoccupazione né un carico maggiore per lo stato sociale. Al contrario, il flusso ha portato a una crescita economica nei paesi di destinazione di circa l´1% del Pil", ha affermato il relatore durante il dibattito di lunedì. No a restrizioni - I deputati chiedono ai paesi che hanno approvato restrizioni per i cittadini bulgari e romeni di rimuoverle entro la fine di quest´anno, in anticipo rispetto alla data ultima del 2013 prevista dai trattati di adesione Ue. Tali restrizioni sarebbero controproducenti e violerebbero valori comunitari quali la libera circolazione, la non discriminazione, la solidarietà e la parità di diritti. Il Parlamento esprime anche una forte critica contro le proposte legislative che sono state recentemente adottate da alcuni Stati membri allo scopo di reintrodurre restrizioni nei confronti dei cittadini di altri Stati dell’Ue per impedire loro l’ingresso nel proprio mercato del lavoro e chiede alla Commissione di verificare la loro compatibilità con il diritto comunitario. Attuare il diritto di libera circolazione dei lavoratori - I deputati sostengono che la legislazione comunitaria in vigore sulla libertà di movimento dei lavoratori non è applicata in modo corretto, in particolare la direttiva 2004/38/Ce che prevede il diritto dei cittadini e dei loro familiari di risiedere liberamente in qualsiasi Stato membro. Se necessario, la Commissione dovrebbe iniziare procedure d´infrazione contro quei governi che non rispettano tali norme. Riconoscimento delle qualifiche professionali - La risoluzione approvata sottolinea anche che le procedure attuali per il riconoscimento delle qualifiche professionali rappresentato un altro ostacolo alla mobilità dei lavoratori e chiede alla Commissione di presentare una proposta di riforma per semplificarle.  
   
   
RAFFORZARE L´INNOVAZIONE PER UN´EUROPA PIÙ FORTE  
 
Bruxelles, 26 ottobre 2011 - L´innovazione e la ricerca sono due priorità dell´agenda europea. Ma l´innovazione ha bisogno di più della semplice ricerca per far progredire l´Europa. Questo è stato il messaggio principale della terza edizione del summit europeo sull´innovazione, tenutosi dal 10 al 13 ottobre 2011. Con il motto "Verso un ecosistema per l´innovazione europeo", l´evento era diviso in due parti: al Parlamento europeo a Bruxelles, in Belgio, e come una conferenza ministeriale e uno dei quattro eventi faro della presidenza polacca a Varsavia, in Polonia. Rivolgendosi ai membri della conferenza attraverso videocollegamento, il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek ha dichiarato: "L´innovazione è la via d´uscita dall´attuale crisi economica. Attendiamo i risultati del vertice con grande speranza." I risultati delle sessioni della conferenza, che hanno riunito oltre 100 esperti provenienti dall´Europa e altrove, saranno presentati all´evento "Innovation Convention" della Commissione europea il prossimo 6 dicembre. La conferenza, organizzata da Knowledge4innovation (K4i), una piattaforma non-profit e indipendente composta da varie parti interessate e con membri del settore pubblico, privato e accademico europeo, ha puntato i riflettori su questioni chiave che incidono sui responsabili politici, i cittadini e l´industria europei. Un ostacolo che gli europei devono superare è la frammentazione del sistema di innovazione, ha detto Krzysztof Gulda, capo del dipartimento della strategia del ministero polacco della Scienza e dell´istruzione superiore, alla cerimonia di apertura della manifestazione a Varsavia. Se gli europei vogliono restare al vertice del gioco globale, è necessario stabilire un reale mercato unico per l´innovazione. "L´innovazione è un concetto molto complesso che va dalla scuola all´internazionalizzazione dei mercati, e di conseguenza coinvolge una varietà di settori, in cui la ricerca è soltanto una delle varie politiche", ha spiegato il direttore amministrativo di K4i Roland Strauss. "Anche se la ricerca è importante per l´innovazione, sono necessari molti altri ingredienti affinché l´innovazione abbia successo. Innovazione significa, per definizione, prendere dei rischi e accettare eventuali fallimenti." Da parte sua, l´eurodeputato (Mep) Lambert van Nistelrooij dei Paesi Bassi, che è anche presidente del Forum K4i del Parlamento europeo, ha detto ai membri della conferenza che l´economia europea riceve una spinta enorme dall´innovazione. "È tuttavia importante che abbiamo messo in atto un quadro che agevoli il percorso dalla conoscenza alle innovazioni, che poi in ultima analisi generano crescita e occupazione", ha detto l´europarlamentare Van Nistelrooij. Una componente importante per guidare la competitività europea, alimentando la crescita economica e fornendo la maggior parte delle innovazioni nel settore industriale, sono le piccole e medie imprese (Pmi), secondo Carlos Oliveira, il segretario di Stato portoghese per l´Imprenditorialità, la competitività e l´innovazione. "Il rapporto tra Pmi e grande impresa è l´elemento chiave per l´impatto che possono avere sull´innovazione", ha detto Oliveira. Il governatore del Forum K4i e deputato europeo Danuta Hubner, della Polonia, ha sottolineato l´importanza della competitività, che è il "motore per sostenere la crescita e generare crescita". Che l´innovazione sia in cima alla lista dell´agenda per la crescita europea, non sorprende. La conferenza ha inoltre rilevato quanto sia importante per l´Europa impostare il percorso che presto imboccheranno i nostri futuri scienziati, responsabili politici e imprenditori. "I giovani sono quelli che sono più toccati dagli sviluppi attuali e i talenti europei dovranno trovare le risposte alle sfide future", ha detto Hans van der Loo, vicepresidente del collegamento con l´Ue presso Shell International. "Gli studenti della scuola devono essere preparati per fare lavori che non esistono ancora e per risolvere problemi di cui non siamo ancora a conoscenza. Il futuro non è lineare ma esponenziale. Il collegamento più importante sono il talento delle persone e le sfide nella società." Il governatore del Forum K4i ed eurodeputato Alojz Peterle, della Slovenia, ha continuato nel sottolineare come migliorando il funzionamento della società si contribuisce a garantire che vengano raggiunti gli scopi e gli obiettivi in una serie di settori. "Se non rispettiamo il contesto sociale del problema, non andremo da nessuna parte", ha detto Peterle. Per maggiori informazioni, visitare: knowledge4innovation: http://www.Knowledge4innovation.eu/eis/sitepages/eis2011_home.aspx  Unione dell´innovazione http://ec.Europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm    
   
   
FVG: ACCOLTI A BRUXELLES NUOVI PROGRAMMI  
 
Trieste, 26 ottobre 2011 -  La Commissione europea ha accolto con favore la proposta avanzata dall´assessore regionale alle Relazioni internazionali Elio De Anna di dar vita - nell´ambito della programmazione 2014-2020 - ad un nuovo progetto Interreg che veda protagoniste Italia, Slovenia e Croazia con un ruolo attivo del Friuli Venezia Giulia. Ciò è quanto emerso dall´incontro che il 24 ottobre, in tarda serata, l´esponente dell´esecutivo Tondo ha avuto a Bruxelles con i vertici amministrativi dell´organismo europeo. L´obiettivo è stato quello di dare avvio ad nuova stagione di attività e progettazione, che possa rilanciare - attraverso iniziative congiunte - tanto l´Italia quanto le nazioni confinanti alla nostra regione, proseguendo così nel proficuo rapporto di collaborazione già instauratosi da tempo. Da parte dei funzionari della Commissione europea c´è stato pieno apprezzamento della proposta avanzata, che fa ben sperare in attesa che il programma passi al vaglio e all´approvazione dell´assise. Questa iniziativa è solo l´ultima in ordine di tempo nell´ambito delle relazioni internazionali che l´assessore De Anna sta portando avanti in questi mesi. Dopo le missioni in Montenegro ed Albania, superato positivamente il Comitato di Sorveglianza per l´Interreg Italia-slovenia, archiviata la missione a Toronto con i giovani corregionali del Nord America e la cabina di regia dei "Protagonisti nel mondo", l´attività continua con una serie di riunioni svoltesi tra Roma e Bruxelles. Da questi incontri è emerso che a fine novembre a Gorizia, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, si terrà un workshop sul Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) in prosecuzione degli Open Days di Bruxelles che hanno visto il Friuli Venezia Giulia protagonista nell´ambito della rete creatasi con le Università che appartengono all´area Alpe Adria. "Gli approfondimenti - spiega l´assessore De Anna - saranno utili anche in vista della Trilaterale (Carinzia-friuli Venezia Giulia e Veneto) che dovremo organizzare come Regione a Trieste entro la fine dell´anno." Tra le altre iniziative in programma figura anche quella dedicata alla cooperazione territoriale. "Tra il mese di novembre e quello di dicembre - prosegue l´assessore - a Roma avranno inizio i lavori sul futuro di questo importante settore. In questo ambito una giornata sarà interamente dedicata alla presentazione della Commissione europea dei nuovi regolamenti. A febbraio del 2012, invece, grazie alla collaborazione tra Commissione europea e Ministero degli esteri, verrà organizzato un forum sulla Macroregione Adriatico-ionica, finanziato in gran parte dalla Commissione". Infine, tra le cose già fatte, va ricordato che, di recente, il Gruppo di contatto Ministeri-regioni, che sta lavorando sulla nuova politica di coesione ed Europa 2020, ha deciso all´unanimità di affidare al Fvg il coordinamento del tavolo di lavoro nazionale su Cooperazione Territoriale e Gect. "In sostanza - conclude De Anna - la Regione sta tornando ad assumere un ruolo molto forte a livello internazionale, coadiuvato dai risultati fino ad ora già ottenuti, dalla credibilità conquistatasi con le diverse iniziative organizzate nel tempo ma soprattutto per la capacità di saper fare da collante tra i diversi partner istituzionali che si occupano di cooperazione".  
   
   
GRANDI PROGETTI PER LA CAMPANIA, LA COMMISSIONE EUROPEA NE DICHIARA AMMISSIBILI ALTRI OTTO. CALDORO: "PREMIATA LA SCELTA DEGLI INVESTIMENTI STRATEGICI"  
 
Napoli, 26 ottobre 2011 - La Commissione Europea ha dichiarato immediatamente ammissibili altri 8 Grandi Progetti presentati dalla Regione Campania. Questi gli interventi approvati: Completamento della riqualificazione e recupero del Fiume Sarno; Sistema integrato portuale di Napoli; La bandiera blu del Litorale Domitio; Litorale del golfo di Salerno; Risanamento ambientale e valorizzazione dei Regi Lagni; Valorizzazione Centro storico di Napoli, sito Unesco; Risanamento ambientale e valorizzazione laghi Campi Flegrei; Riqualificazione urbana area portuale Napoli Est. Gli 8 Grandi Progetti si aggiungono ai 5 sui quali la Commissione Europea ha dato l’ok nell´agosto scorso, ovvero Banda Larga, Metropolitana Linea 6, Polo fieristico regionale, Tangenziale aree interne, Strada statale 268, per un totale di 13 interventi complessivi. Gli investimenti previsti in totale sono pari a 1 miliardo e 700 mila euro, di cui il 50%, ovvero 855 milioni di euro, di quota Fesr. La performance della Campania è la migliore tra le Regioni della Convergenza. "Viene premiata - sottolinea il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro - la scelta della Giunta regionale di concentrare gli investimenti sui progetti strategici. Continueremo a lavorare in questa direzione", conclude il presidente.  
   
   
EXPO, IL BENVENUTO DI FORMIGONI AI PARTECIPANTI FINO A GIOVEDÌ PRIMO MEETING INTERNAZIONALE CON 750 DELEGATI  
 
Milano, 26 ottobre 2011 - "L´expo che immaginiamo è una grande tavola su cui vogliamo sederci tutti insieme". Con la metafora della tavola intesa come luogo di convivialità il presidente della Regione Lombardia e commissario generale dell´Expo 2015, Roberto Formigoni, ha salutato gli oltre 750 partecipanti alla prima edizione dell´International Participants Meeting in programma da ieri a giovedì. Accanto a lui, in piazza dei Mercanti a Milano, il presidente dell´Assemblea generale del Bie, Jean-pierre Lafon, il segretario generale del Bie, Vicente Loscertales, il commissario straordinario e sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il presidente delle Provincia di Milano, Guido Podestà, la presidente di Expo 2015, Diana Bracco e il sottosegretario regionale per l´Attuazione del programma e l´Expo 2015, Paolo Alli. Ad accogliere gli ospiti di tutto il mondo una pioggia scrosciante, ma - come ha commentato sorridendo il presidente della Lombardia - "Expo bagnato, Expo fortunato". Grandioso Festival - A oltre 3 anni dall´avvio dell´Expo, già 57 Paesi - a cui si aggiunge l´Organizzazione delle Nazioni Unite - hanno aderito all´evento in programma nel 2015. Oggi a Milano (domani e dopodomani a Cernobbio) le delegazioni di 91 Paesi partecipanti ufficiali e numerosi esponenti di partecipanti non ufficiali, come le rappresentanze della società civile e le organizzazioni non governative, sono convenuti in Lombardia. "La tavola - ha detto loro Formigoni - è il luogo in cui si consuma il cibo e in cui si dialoga, si accolgono gli ospiti, si ascoltano persone che prima non si conoscevano, si condividono esperienze, giudizi, sogni e progetti. L´expo è una grande tavola che vogliamo sia idealmente aperta a tutti gli altri uomini e a tutte le altre donne del mondo: non vogliamo imbandirla solo per noi, ma per preparare e servire il cibo a cui possano accostarsi uomini, donne, Paesi, culture ed esperienze di vita". Sotto questo aspetto, dunque, l´Expo sarà "un grandioso festival in cui questo insieme di esperienze, di desideri e di sogni potrà manifestarsi: se così sarà, si affermerà come una pietra miliare per la riflessione dell´umanità del ventunesimo secolo". Bandiere - Con l´International Participants Meeting gli organizzatori dell´Expo hanno abbassato "la bandiera a scacchi per il gran premio finale che ci porterà all´evento del 2015". E proprio questa mattina - alla presenza delle autorità - sono state svelate le bandiere allestite in via Dante a Milano. "Questa mostra permanente di bandiere dei Paesi aderenti all´Expo - ha commentato Formigoni prima dell´esecuzione dell´inno di Mameli e dell´inno alla gioia - è una splendida iniziativa che assume anche una forte connotazione simbolica, in quanto le bandiere sono l´espressione più importante dell´identità di ogni popolo. Vederle tutte insieme è la testimonianza più bella della coralità e della sinfonia che vogliamo eseguire insieme. Nel coro e nella sinfonia ognuno canta e suona la sua parte, e quello che emerge è unico e straordinario". L´augurio di Formigoni è che i tre giorni dell´International Participants Meeting possano servire "per lavorare insieme con spirito costruttivo". Uomo E Natura - Il tema principale della sinfonia dell´Expo sarà "Nutrire il pianeta Energia per la vita". I contenuti costituiranno "uno dei motivi principali del successo della manifestazione - ha sottolineato Formigoni -. Se riusciremo a rendere affascinante il tema in tutte le sue sfaccettature, esplorandolo in tutta la sua particolarità e rendendolo anche comunicativamente semplice, curioso e nuovo, molti cittadini del mondo si convinceranno a venire in Lombardia nei sei mesi dell´Expo per partecipare a questa riflessione". L´expo del 2015 prenderà le mosse dal giusto rapporto tra l´uomo e la natura: "Vogliamo avviare un dialogo e un confronto che serva a condividere il percorso che ci aspetta nei prossimi anni". Sotto questo aspetto la tre giorni del Meeting servirà "a tracciare un sentiero, il percorso di un lavoro che continueremo a svolgere insieme, tenendoci connessi quotidianamente come le moderne tecnologie rendono possibile". Lombardia In Mostra - Se l´avvio del Meeting è stato il centro storico di Milano, il proseguo - domani e dopodomani - sarà un´altra parte della Lombardia: "Vogliamo che in questi tre giorni possiate assaggiare un po´ di quel gusto e di quel sapore che fanno parte della nostra identità di nazione italiana - ha spiegato Formigoni -. Milano, la Lombardia e l´Italia si sono fatte conoscere nel mondo per il gusto e la qualità dei propri prodotti, per il sapore dei propri cibi. Vogliamo che l´Expo del 2015 dia la possibilità al visitatore di godere non soltanto di quello che i Paesi metteranno in mostra nel loro padiglione, ma che possa godere di alcune delle nostre bellezze artistiche, dei nostri tesori culturali e della dolcezza di alcuni paesaggi: ecco perché in questi tre giorni abbiamo deciso di spostarci dalla metropoli milanese, che ci è così tanto cara, in una località altrettanto affascinante come Cernobbio, uno dei luoghi più belli della Lombardia". E per il 2015 - ha annunciato il presidente - "stiamo studiando un palinsesto di eventi straordinari e una ricca offerta di iniziative nell´ambito dell´arte, della musica, del teatro, del cinema, dello sport e del cibo".  
   
   
EXPO. FORMIGONI PER CODICE ETICO CONTRO SPRECO ALIMENTARE  
 
Milano, 26 ottobre 2011 - "È arrivato il momento di dotarci di un Codice etico contro gli sprechi e contro le speculazioni alimentari". È questa la proposta concreta che il presidente della Regione Lombardia e commissario generale dell´Expo 2015, Roberto Formigoni, ha lanciato ieri pomeriggio alla tavola rotonda dell´International Participants Meeting svoltasi a Fieramilanocity. Al suo fianco il segretario generale del Bie, Vincente Loscertales, e il professor Umberto Veronesi, promotore di "Carta 2015", un progetto contro la fame nel mondo. "All´interno dei vari processi della coltivazione e della produzione, distribuzione, vendita e consumo dei prodotti alimentari - ha riflettuto Formigoni - si generano enormi sprechi dovuti spesso a scelte discutibili o sbagliate di natura economica, imprenditoriale e politica. Allo stesso tempo assistiamo alla troppa incidenza delle speculazioni finanziarie nella determinazione dei prezzi alimentari". Il presidente e commissario pensa anche "al ruolo fondamentale dei governi che devono impegnarsi fortemente a combattere e contrastare questi fenomeni". Oggi, dunque, "dai lavori preparatori di Expo 2015 - ha proseguito - vorremmo lanciare una sfida a tutti gli operatori della filiera agroalimentare e che avranno un livello di responsabilità in questo settore". L´esposizione universale intende lasciare una grande eredità, contribuendo a diffondere nuove prassi in materia di cibo. Il punto di partenza per Formigoni è l´approccio umanistico che vede "la persona al centro della nostra visione dell´Expo". Al centro dell´alimentazione, infatti, "c´è l´uomo, artefice e destinatario del cibo. Allo stesso modo l´Expo deve porsi al centro delle relazioni tra i Paesi del mondo interessati a questo tema fondamentale per il futuro del nostro pianeta e delle popolazioni che lo abitano". Formigoni immagina "un Expo capace di chiamare a raccolta le good practises di tutto il mondo. L´expo non deve essere una rassegna dispersiva e neanche un teorema: può e deve essere una presentazione di progetti che raccontano e fanno vedere a tutti come si sta affrontando il problema dell´alimentazione". E affrontare il problema significa - ha notato Formigoni - "partire da una solida base scientifica: occorre una posizione comprensiva di tutti gli aspetti e di tutte le sfumature culturali del tema, e un approccio che tenga conto di tutte le istanze".  
   
   
FORMIGONI: COSÌ AFFRONTIAMO LE CRISI AZIENDALI LINEE D´AZIONE: FRENO A DELOCALIZZAZIONI, SOSTEGNO AL REDDITO SALVAGUARDIA POLI INDUSTRIALI, INIZIATIVE DI AIUTO AL CREDITO  
 
Milano, 26 ottobre 2011 - Importanti attività industriali tentate dalla prospettiva della delocalizzazione mantenute sul territorio lombardo. Assegnazione di voucher e tempestività nell´erogazione degli ammortizzatori sociali a lavoratori di imprese fallimentari rimasti senza stipendio. Contrasto alla deindustrializzazione di poli industriali. Infine, sostegno al credito e all´internazionalizzazione di aziende in crisi di ordinativi e di liquidità. Sono queste le quattro tipologie di azioni messe in atto da Regione Lombardia, che riguardano centinaia di aziende e migliaia di lavoratori, con un buon numero di risultati positivi in termini di salvaguardia delle imprese e del lavoro. Ne ha dato resoconto nell´aula consiliare il presidente Roberto Formigoni, che ha concluso assicurando "l´impegno della Giunta per la conferma e il rafforzamento degli strumenti e dei luoghi istituzionali come il Patto per lo sviluppo", attraverso cui la Lombardia può fare sistema per trovare soluzioni. Conferma Dell´impegno - "La nostra azione è sempre stata doverosamente attenta alle situazioni di difficoltà delle nostre aziende che procurano sofferenza a tanti lavoratori e alle famiglie - ha sottolineato Formigoni -. La nostra volontà è di essere concretamente al fianco di queste persone, non soltanto come espressione di un sentimento dovuto di solidarietà, ma anche attraverso lo sviluppo di azioni che in diversi casi si sono rilevate utili: siamo disposti a incrementarle ulteriormente per poter fronteggiare al meglio, nella nostra regione, una difficoltà economica che procura molto disagio". Freno Alla Delocalizzazione - Anche la Lombardia ha conosciuto il fenomeno delle aziende di grandi e medie dimensioni decise ad abbandonare il territorio per motivazioni riconducibili al costo del lavoro o alla concentrazione della produzione in stabilimenti con costi marginali decrescenti. "La Regione - ha illustrato Formigoni - è intervenuta attraverso un´immediata verifica con i soggetti per impedire l´attuarsi di questa scelta, utilizzando le leve possibili". Regione Lombardia si è attivata, ad esempio, rispetto a queste aziende: Yamaha (191 lavoratori coinvolti), Indesit (430 lavoratori a Brembate), Esab (85 lavoratori), Maflow (400 lavoratori), Riello (140 lavoratori), Sisme (700 lavoratori), Mangiarotti Nuclear (97 lavoratori), Schering Plough/merck (138 lavoratori a Comazzo e 70 a Segrate e 370 a Pavia), Federal Mogul (185 lavoratori). Tra i migliori risultati, quello delle Cartiere Pigna, per le quali è stata realizzata "un´azione per riqualificare un´area nella Bergamasca e il mantenimento dei livelli occupazionali in un´azienda che ha fatto la storia del nostro Paese", ha spiegato Formigoni. Oppure il caso della Carlo Colombo, impresa metalmeccanica dell´hinterland milanese, "per la quale insieme a sindacati e azienda si è costruito un accordo innovativo che ha visto l´azienda premiare la volontà dei lavoratori di riqualificarsi e ricercare una nuova occupazione, con l´investimento regionale da Milano a Pizzighettone". Imprese Fallimentari - La seconda tipologia di crisi con cui la Lombardia ha dovuto fare i conti ha riguardato le crisi conseguenti ad azioni imprenditoriali tese a speculazioni finite male. Si tratta di aziende medie o grandi, con sedi non solo in Lombardia, e che hanno impatti occupazionali gravi. Tipico in quest´ambito è il comparto dei call center, talvolta connessi ad aziende provenienti dalla tradizione informatica italiana. Casi particolarmente seri che sono stati affrontati sono l´ex Eutelia che coinvolge circa 350 persone e Phonemedia che ha circa 250 persone coinvolte, ma il fenomeno è esteso anche ad altri settori (Novaceta che ne coinvolge circa 185 o Firema che ne coinvolge circa 100). In simili casi Regione Lombardia è sempre stata in prima linea "nel denunciare l´esistenza di azioni spregiudicate - ha detto Formigoni - ma soprattutto, di fronte al dramma di lavoratori che non percepivano lo stipendio da mesi, abbiamo prontamente riconosciuto voucher, fino a 2.100 euro mensili di valore spendibile, ed è stata realizzata anche l´assegnazione di ammortizzatori sociali di comune accordo con tutte le parti sociali, con assoluta tempestività e massima trasparenza". Poli Industriali - La terza tipologia di crisi riguarda la progressiva dissoluzione di poli industriali legati a comparti e aree produttive. Le realtà imprenditoriali più evidenti sono aziende di media e grossa dimensione a cui si accompagna un pesante indotto di piccole dimensioni meno visibile, ma significativamente numeroso. Esempi noti sono: nel campo della ricerca, il Nerviano Medical Science con circa 600 lavoratori; nell´ict/elettronica, soprattutto nella zona del Vimercatese: Bames-sem con 300 lavoratori coinvolti, Alcatel, Italtel con 400 lavoratori, Nokia Siemens con 400 lavoratori; per le ceramiche nel mantovano e nel bresciano: Biztiles con 70 lavoratori coinvolti, Ideal Standard con 119 lavoratori; nel tessile, nella provincia di Bergamo: Legler-texfer con 350 lavoratori coinvolti. "La Lombardia - ha chiarito Formigoni - è presente in tutte le sedi istituzionali e individua per ciascuna realtà azioni che possano sostenere il mantenimento della vocazione industriale lombarda non solo con ammortizzatori sociali ad hoc, ma con linee di finanziamento il più possibile a sostegno di chi crea sviluppo". Tra i risultati è emblematico il caso di Nerviano Medical Science. "Questa realtà di ricerca oncologica è stata oggetto di un intervento significativo di Regione Lombardia - ha ricordato il presidente - che, attraverso il coinvolgimento di istituti bancari e della comunità scientifica, ha potuto tutelare un valore utile non solo per l´economia del nostro Paese, ma anche per la salute di tutti i cittadini". Criticità Finanziarie - Il fenomeno colpisce aziende di grande, media e piccola dimensione ed è legata alla stasi di ordinativi. Regione Lombardia interviene con azioni di sostegno al credito e all´internazionalizzazione e, infine, "con l´accompagnamento delle realtà più critiche per trovare soluzioni che garantiscano sviluppo industriale e tutela dell´occupazione". Raid - Tra gli strumenti più innovativi, Formigoni ha citato la "Rete di affiancamento delle imprese in difficoltà" (Raid) attiva da 4 mesi e in grado di accompagnare le imprese che per libera iniziativa presentano richiesta di essere supportate nel proprio progetto di rilancio industriale. Dote - Sul fronte delle Politiche attive del lavoro Formigoni ha citato il Patto sottoscritto lo scorso 25 marzo 2011 che ha confermato la Dote quale strumento particolarmente adatto all´attuazione delle politiche attive del lavoro: attualmente sono state assegnate complessivamente 7.745 Doti (di cui 4.808 Doti ricollocazione e 2.937 Doti riqualificazione) per un totale di 16,7 milioni di euro.  
   
   
AMBASCIATORE REPUBBLICA ARABA D’EGITTO IN VISITA IN UMBRIA  
 
Perugia, 26 ottobre 2011 - Valutare la possibilità di uno scambio di esperienze tra l´Egitto e l´Umbria, per favorire lo sviluppo di progetti a favore delle piccole e medie imprese di entrambi i territori. Lo hanno stabilito ieri la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, e l´ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Araba d´Egitto presso la Repubblica Italiana, Farid Monib, nel corso di un incontro che si è svolto stamani a Palazzo Donini, a Perugia. L´ambasciatore, durante la visita di cortesia nella sede della Giunta regionale dove era accompagnato da alcuni suoi stretti collaboratori, ha fatto notare che la situazione economica dell´Egitto è in una fase di grandi cambiamenti e che "in questo momento, si punta molto sull´innovazione, anche attraverso lo sviluppo delle piccole e medie imprese che possono offrire uno sbocco occupazionale ai giovani egiziani. Contestualmente - ha aggiunto - è utile uno scambio con nuove realtà, in particolare come quella umbra, ricca di aziende che per dimensione, possono offrire una possibilità di cooperazione utile allo sviluppo economico del paese". La vicepresidente Carla Casciari, ha accolto l´invito con interesse ed ha evidenziato che per l´Umbria "può rappresentare, oltre che una nuova opportunità di conoscenza ed arricchimento reciproco, anche nuovi sbocchi per le aziende. Ci troviamo ad affrontare un momento difficile e delicato - ha detto la vicepresidente - In seguito alla manovra finanziaria stiamo rivedendo le linee regionali di programmazione e sviluppo e tramite la comunità egiziana presente in Umbria, potremo valutare la possibilità di iniziare un cammino insieme. L´umbria e ricca di piccole e medie imprese solide e molte di queste sono artigiane. Spero che queste possano rappresentare un modello esportabile nel vostro paese".  
   
   
INTESA DI AMICIZIA E COLLABORAZIONE TRA VENETO E PROVINCIA COREANA DI GANGWON  
 
Venezia, 26 ottobre 2011 - Il Veneto e la Provincia coreana di Gangwon hanno sottoscritto ieri mattina a Palazzo Balbi di Venezia un’intesa “per l’amicizia e la collaborazione”. Il documento è stato sottoscritto per la Regione italiana dall’assessore al bilancio Roberto Ciambetti in rappresentanza del presidente Luca Zaia e per la Provincia coreana dal vicegovernatore Kim Sang Pyo, presenti i rappresentanti di Confindustria Veneto, Veneto Promozione, Veneto Nanotech, Veneto Innovazione e Veneto Sviluppo e gli esponenti coreani del dipartimento industria della conoscenza, economia e costruzioni e dell’Ufficio cooperazione internazionale. Questo pomeriggio è già in programma uno scambio di idee a livello tecnico – economico tra delegazioni sulle tematiche di comune interesse. In previsione delle Olimpiadi Invernali che si svolgeranno in Corea nel 2018, sono state chieste informazioni circa le società che operano nel campo dell’allestimento di impianti sciistici. Tra i settori ai quali i coreani sono più interessati ci sono inoltre il turismo e le nanotecnologie. La Provincia di Ganwong – ha ricordato il vicegovernatore Kim Sang Pyo – ha una struttura produttiva fondata come in Veneto sulle Piccole e Medie Industrie, che operano in numerosi settori produttivi e c’è dunque un forte interesse a collaborare nei settori di reciproco vantaggio. Con la firma di oggi siamo a metà percorso, ha aggiunto in sostanza il rappresentante coreano, ma siamo tutti intenzionati a compiere il resto del viaggio. E’ nostra intenzione, ha confermato dal canto suo Ciambetti, favorire il massimo interscambio: dai settori del commercio e dell’economia alla scienza e alla tecnologia, dalla pubblica amministrazione al sistema sociale, dal turismo all’agricoltura, dall’ambiente alla cultura, dallo sport all’istruzione e formazione. Le due istituzioni territoriali si sono tra l’altro impegnate a partecipare con proprie delegazioni a fiere e manifestazioni nei rispettivi territori.  
   
   
LA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE PUÒ AUMENTARE LA PRESENZA DELLE DONNE IN POLITICA  
 
Firenze, 26 ottobre 2011 – Inizia con un ricordo familiare il saluto dell’assessore regionale, on. Riccardo Nencini, al convegno su “Le donne e la Costituzione” promosso dall’associazione Fidapa e dall’istituto Mircea Eliade. E’ il ricordo di “nonna Giulia, che affermò con tenacia i propri diritti – ha detto Nencini alla platea femminile della sala delle feste di palazzo Bastogi – rifiutando il matrimonio combinato dal padre che la cacciò di casa per molti mesi ma poi si piegò al suo carattere ferrigno. E lei si sposò poi con l’uomo da lei scelto. Era il 1918 in una società patriarcale e strutturata gerarchicamente, come la mezzadria. Perché fosse riconosciuto alle donne il diritto di voto bisognava aspettare il 1946”. “Vedere la Costituzione italiana in un’ottica femminile è un tema interessante – ha detto poi l’assessore al bilancio e rapporti istituzionali che ha anche la delega alla promozione dei diritti umani – Anche se non sempre considerato un fronte protagonista, è difficile pensare al quinquennio 43-48, gli anni della Resistenza, della Liberazione, della Costituzione repubblicana, della ricostruzione e poi del boom economico senza una presenza forte delle donne. La Resistenza non ci sarebbe stata senza il loro contributo determinante, fin da giovanissime. La ragazza di Bube (la cui vicenda fu rievocata da Carlo Cassola e interpretata sullo schermo da Claudia Cardinale) aveva 16 anni”. L’assessore Nencini si è poi interrogato sugli strumenti possibili per consolidare e ampliare i diritti delle donne in una società post-patriarcale, come l’ha definita Nelly Ippolito, viceprefetto di Firenze che ha aperto il convegno. “Un ruolo importante per rimediare a un gap di partenza che c’è stato lo hanno gli Statuti regionali – ha detto – Come lo ha una Carta come quella di Nizza, che riconosce diritti oggi considerati indispensabili, ma che nel ’48 non lo erano. E dunque fa da pendant alla Costituzione. Per incentivare la presenza delle donne nella politica, si potrebbe poi estendere anche alle altre regioni il meccanismo della doppia preferenza di genere, una maschile e una femminile, introdotta nelle ultime elezioni regionali in Campania”.  
   
   
VALLE D’AOSTA: BILANCIO E INTERVENTI PER IL SOSTEGNO ALL´ECONOMIA NELL´INCONTRO DEL PATTO PER LO SVILUPPO  
 
Aosta, 26 ottobre 2011 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin e gli Assessori alle attività produttive Ennio Pastoret e al bilancio, finanze e patrimonio Claudio Lavoyer hanno incontrato ieri pomeriggio i rappresentanti del mondo economico valdostano riuniti nel tavolo di concertazione del Patto per lo sviluppo alla Pepinière d’entreprises di Aosta. All’ordine del giorno, l’analisi degli effetti della manovra finanziaria dello Stato per l’anno in corso, i provvedimenti anticrisi della Regione per il 2012, le linee di intervento del bilancio di previsione della Regione 2012/2014 e l’illustrazione del rapporto sull’andamento occupazionale. Come ha dichiarato l’Assessore Lavoyer in avvio dei lavori “l’incontro è finalizzato a condividere con gli interlocutori presenti le linee tracciate dall’Amministrazione regionale in vista della prossima approvazione del bilancio. Nel confronto di oggi ci preme sottolineare il fatto che gli interventi che abbiamo previsto sono finalizzati allo sviluppo, alla ripresa, al sostegno all’occupazione e tutto ciò malgrado i numerosi vincoli ai quali siamo sottoposti. Pur essendo infatti favorevole il quadro delle entrate, nella programmazione abbiamo dovuto tenere conto, per il rispetto del Patto di stabilità, dell’accordo del federalismo fiscale, della manovra nazionale del 2010 e di quella dell’estate del 2011. Nonostante i vincoli e la situazione di crisi e incertezza generalizzate, siamo comunque riusciti a mantenere gli interventi anticrisi per le famiglie e per le imprese valdostane.” Osservazione che è stata ribadita anche dal Presidente Rollandin, che ha sottolineato come “siamo riusciti ad operare delle scelte precise: quelle di mantenere invariati i livelli di assistenza sanitaria, pensando alle fasce più deboli della popolazione, e il sostegno alla ricerca e all’innovazione e di garantire, nel bilancio regionale, un equilibrio tra investimenti e spese di gestione. Privilegiare gli investimenti, soprattutto in questo momento, significa credere nello sviluppo e offrire concrete garanzie all’occupazione, significa pensare alle imprese valdostane – siano esse di piccole, medie o grandi dimensioni – e ai giovani. L’attuale bozza di bilancio ci permette quindi di procedere con le opere e le strategie programmate – ha aggiunto - dall’ospedale all’Università, dalla funivia del Monte Bianco all’accorpamento delle società degli impianti di risalita. Per le spese di gestione, nel confronto con gli Enti locali, abbiamo chiesto ai Comuni sotto i mille abitanti di accorpare le funzioni, mentre riteniamo che le Comunità Montane debbano ridurre le spese, in quanto il loro ruolo è essenzialmente quello di gestire i servizi delegati dai Comuni.” Tra gli argomenti in discussione al tavolo del Patto, anche il rapporto sull´andamento occupazionale nella regione, che ha evidenziato una situazione di tenuta del sistema Valle d’Aosta, malgrado la difficile congiuntura e grazie agli interventi avviati dall’Amministrazione regionale. Analizzando il periodo temporale da gennaio a settembre, le ore autorizzate in Cassa Integrazione Guadagni nel 2011 sono diminuite del 13,1 per cento rispetto al 2010 (897.624 confrontate a 1.032.730), confermando un trend in discesa già registrato nel 2010 in rapporto al 2009, quando le ore autorizzate erano state 1.834.111. Nei primi nove mesi dell’anno, gli avviamenti, ovvero gli inserimenti lavorativi, sono stati 26.677, in crescita sia rispetto al 2010 (25.282) che al 2009 (23.555), anche se il numero dei lavoratori coinvolti è pressoché stabile nei tre anni considerati (16.742 nel 2011, 16.909 nel 2010 e 16.630 nel 2009). Sul totale degli avviamenti registrati finora quest’anno, l’85 per cento ha riguardato contratti a tempo determinato (in aumento rispetto al passato) – percentuale che comprende anche le assunzioni tramite le agenzie di somministrazione (11 per cento) e l’apprendistato (5 per cento) - a fronte del 14 per cento a tempo indeterminato (in contrazione). Sempre per quanto concerne gli avviamenti, l’80 per cento ha riguardato cittadini italiani, il 9 per cento cittadini comunitari e l’11 per cento extracomunitari. Gli ingressi in mobilità sono diminuiti, passando da 594 nel 2009 a 327 nel 2010 e 273 nei primi nove mesi dell’anno corrente. Infine, i dati forniti dal Dipartimento politiche del lavoro e della formazione hanno evidenziato che, nel mese di ottobre, gli iscritti ai tre Centri per l’impiego della Valle d’Aosta sono 2.408 (1.456 donne e 952 uomini), di cui 354 extracomunitari (207 donne e 147 uomini). 53 le nazionalità di provenienza, con una maggioranza di 1.923 Italiani, 155 Marocchini e 95 Romeni.  
   
   
BILANCIO. LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI IN REGIONE EMILIA ROMANGA: GESTIONE POSITIVA  
 
 Bologna, 26 ottobre 2011 - “Il giudizio positivo della Corte dei Conti ci onora”. Così la vicepresidente e assessore al bilancio Simonetta Saliera commenta la relazione annuale sul bilancio della Regione, stilata dalla Corte dei Conti e presentata ieri nel corso dell’audizione che si è tenuta nella Commissione regionale “Bilancio affari generali ed istituzionali”. “I dati attestano che l’Emilia-romagna ha il minor debito in assoluto, che sono in continuo calo i costi di gestione sia della struttura politica sia di quella amministrativa”, aggiunge Saliera. “La Corte conferma la trasparenza e la solidità del bilancio della Regione e come le risorse pubbliche vengano destinate all’erogazione di servizi per i cittadini, alla tutela delle persone e dei territori e al sostegno al lavoro e alle imprese”. La relazione della Corte dei Conti In particolare la Corte dei Conti parla di una gestione economico-finanziaria del bilancio relativo all’esercizio 2010 “positiva” e che “ha consentito di assicurare il rispetto dell’equilibrio di bilancio sia in sede previsionale, che di assestamento e di consuntivo, nonché il rispetto del patto di stabilità”. “Concorrono a determinare la positività della valutazione - scrive ancora la Corte - anche la contenuta spesa per il debito, ampiamente al di sotto del limite di legge, e l’assenza di criticità derivanti da operazioni di finanza derivata. La complessiva solidità dell’impostazione contabile e finanziaria colloca la Regione Emilia-romagna in una posizione che può essere ritenuta certamente positiva rispetto al complessivo attuale scenario della finanza pubblica territoriale”. Sul fronte del debito, la Corte sottolinea come l’Emilia-romagna abbia il minor debito pro capite d’Italia: 206 euro a residente nel 2010 (erano 221 nel 2009). Il giudizio positivo della Corte sottolinea però anche le incertezze e le difficoltà del sistema di finanziamento delle Regioni “conseguenza di un assetto federalista denso di precarietà e contraddizioni”. In particolare, scrive, “nonostante la nuova sensibilità federalista, soprattutto a causa della condizione complessiva della finanza pubblica italiana, il sistema finanziario regionale è attualmente un sistema dipendente dalla finanza statale e soffre, pertanto, delle disfunzioni connesse alla indeterminatezza temporale dei flussi finanziari e della solo apparente natura tributaria del gettito Irap, il cui ammontare regionale in realtà è strettamente connesso alla spesa sanitaria”. Per quanto riguarda la spesa, commenta la Corte, se “diminuiscono sensibilmente le risorse destinate al funzionamento della struttura amministrativa”, le misure adottate dalla Giunta “per il 2011 sono dirette, in particolare, a garantire la salvaguardia del potere di acquisto alle famiglie (nido, non autosufficienza, fondo per l’affitto, ecc.), al contenimento delle tariffe dei servizi pubblici, al sostegno alla competitività del sistema produttivo e all’occupazione, a favorire la mobilità sostenibile e gli investimenti infrastrutturali”. Il 68,9% delle risorse complessivamente stanziate sono “destinate alle politiche della salute e della solidarietà sociale”, mentre oltre il 16% della spesa è destinato ad investimenti.  
   
   
"REPORT": IL TRENTINO TUTELATO DA STATUTO E ACCORDO DI MILANO  
 
Trento, 26 ottobre 2011 - "In Trentino l´attuazione del federalismo fiscale passa attraverso l´Accordo di Milano. Il percorso fino ad oggi è stato coerente con questo disegno, salvo per gli ultimi decreti attuativi emanati dal Governo. Il primo è già stato impugnato dalla Provincia di fronte alla Consulta; il secondo, quello sul sistema cosiddetto di ´premi e sanzioni´ lo sarà a breve. Non è vero affatto, dunque, come scritto anche da un quotidiano nazionale che riprendeva la puntata di domenica di ´Report´, che il Trentino ignori il fatto che dovrà recepire le norme sul federalismo; è vero invece che il Trentino è una Provincia dotata di uno Statuto speciale di Autonomia, e quindi applicherà le leggi e parteciperà al risanamento dei conti dello Stato, in maniera diversa rispetto alle Regioni a statuto ordinario." Questa la precisazione della Provincia autonoma in merito ad alcuni contenuti della popolare trasmissione "Report", andata in onda ieri con la conduzione della giornalista Milena Gabanelli, e ad alcuni commenti che questa ha suscitato sulla stampa. Vediamo di entrare nel merito della questione, ovvero l´applicazione del federalismo fiscale alle Regioni e Province autonome e al Trentino in particolare. In primo luogo, va detto che nei decreti di attuazione della legge 42 approvati dal Governo sui cosiddetti "fabbisogni standard di comuni", sul "federalismo fiscale municipale" e sul "federalismo regionale", sono presenti specifiche clausole di salvaguardia per le Autonomie speciali. Non solo: l´Accordo di Milano, siglato nel dicembre 2009, ha riformato lo Statuto nel senso di definire specifiche regole e misure per la partecipazione della Provincia autonoma al risanamento della finanza pubblica; le disposizioni statali relative all´attuazione degli obiettivi di perequazione e di solidarietà nonché al rispetto degli obblighi derivanti dal Patto di stabilità interno, in particolare, non trovano applicazione nelle Province autonome e sono sostituite da quanto previsto dall´articolo 79 dello Statuto. Il percorso seguito per l´attuazione del Federalismo in Trentino, per quanto riguarda la maggior parte dei decreti legislativi approvati dal Governo, è stato, fino ad un certo punto, coerente con questo disegno generale, che salvaguardia le prerogative autonomistiche pur impegnando anche il Trentino a recepire quanto il Paese ha deciso di attuare. Fanno eccezione due decreti, il primo, il 118 del 23 giugno scorso ("Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi"), già impugnato dalla Provincia presso la Corte costituzionale; il secondo, il 149 del 6 settembre 2011 ("Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni"), sembra contenere anch´esso una disposizione non compatibile con il nostro sistema statutario. La norma statale prevede infatti che l´eventuale mancato adeguamento, entro sei mesi, e attraverso norme di attuazione statutarie, ai contenuti del decreto, comporti la immediata applicazione dello stesso. Anche per questo secondo decreto la Provincia presto adirà la Consulta. Nessuna disattenzione, dunque, fa sapere la Provincia, e nessun vulnus all´Autonomia che non possa essere risanato nelle sedi istituzionali apposite.  
   
   
FVG: PROGETTI PILOTA AI BLOCCO DI PARTENZA  
 
Trieste, 26 ottobre 2011 - Ottenuto a fine settembre il vaglio da parte del Ministero dell´ambiente e della tutela del territorio e del mare relativamente alle proposte progettuali provenienti dal territorio regionale, sono ora in fase di lancio i seguenti progetti pilota presentati nel quadro del Protocollo d´intesa "sviluppo sostenibile e promozione delle tecnologie a basse emissioni di carbonio". Diversi gli attori istituzionali coinvolti nell´iniziativa: in primis la Regione Friuli Venezia Giulia, che per mezzo della Direzione Centrale finanze, patrimonio e programmazione ha visto accettarsi un progetto pilota denominato "programma di efficienza energetica negli edifici pubblici di proprietà dell´A.r. Attraverso la diagnosi energetica e l´applicazione di tecnologie efficaci". Positive le ricadute attese nel medio-lungo termine in termini di risparmio duraturo nel campo dell´energia, per un co-finanziamento statale che nel caso specifico supera i 4,8 milioni di euro (4.825.000,00 €). Prospettiva lungimirante improntata al risparmio energetico, dunque. Tra i beneficiari annoveriamo altresì il Comune di Duino Aurisina, per iniziative progettuali finalizzate alla conservazione ed allo sviluppo della "costa dei barbari", così come per altri interventi di carattere ambientale. In questo caso l´ammontare dei contributi ministeriali si attesta sul 50% del loro valore complessivo, che sfiora i due milioni di euro (1.954.001,00 €). Infine meritano menzione le iniziative promosse dal Comune di Trieste, per le quali il co-finanziamento ministeriale arriva anche qui a coprire il 50% del valore complessivo, rispettivamente per interventi collegati all´aggiornamento della segnaletica (grafo) stradale, per opere di rifacimento della scalinata che dalla Tenda Rossa porta al porticciolo di Santa Croce ed in ultimo per verifiche inerenti l´efficienza energetica in alcuni edifici pubblici. In questo caso, l´ammontare del cofinanziamento statale arriverebbe a cifre prossime ai 170 mila euro (169.000,00 €).  
   
   
INCONTRO TRA I RAPPRESENTANTI UIL FPL ED ESPONENTI DELLA GIUNTA REGIONALE DELL’ EMILIA ROMAGNA  
 
 Bologna, 26 ottobre 2011 - Un percorso condiviso per affrontare con efficacia le misure necessarie a contrastare la crisi e porre in atto un piano di rilancio della Pubblica amministrazione, partendo dagli effetti delle recenti manovre finanziarie sull’organizzazione e i servizi dell’Ente. Sono i temi principali affrontati nel corso di un incontro tenutosi ieri nella sede della Regione Emilia-romagna, tra i rappresentanti del sindacato Uil Fpl e quelli dell’amministrazione regionale, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Alfredo Bertelli e l’assessore allo Sviluppo risorse umane e Organizzazione, Donatella Bortolazzi. Il sindacato ha illustrato le articolate ragioni dello sciopero generale di tutte le categorie del pubblico impiego, indetto per venerdì 28 ottobre, ascoltate dai rappresentanti regionali che hanno a loro volta ribadito il proprio impegno nel costituire un fronte largo, anche con i rappresentanti dei lavoratori, per affrontare i temi della crisi e difendere i servizi.  
   
   
PUGLIA: APPROVAZIONE LEGGE SU SEMPLIFICAZIONE  
 
Bari, 26 ottobre 2011 - Si riportano di seguito le dichiarazioni dell’Assessore regionale alla Semplificazione, Maria Campese, in merito al testo di legge approvato in Consiglio regionale nella seduta di ieri. “Con votazione unanime, il Consiglio regionale ha approvato la legge “Semplificazione e qualità della normazione”. “In questo modo la Regione si dota finalmente di uno strumento fondamentale per una semplificazione e una maggiore qualità sia di ciascuna singola legge, sia della legislazione nel suo complesso. “Nello specifico, la legge approvata prevede criteri per la chiarezza dei testi normativi, l’incentivazione alla redazione dei testi unici e codici ed una legge annuale di riordino e semplificazione normativa. “Essa introduce, inoltre, nuovi elementi quali le consultazioni preliminari alla redazione del testo legislativo, l’analisi e la valutazione dell’impatto delle norme sulla società pugliese, le clausole valutative e la programmazione dell’iniziativa legislativa. “Particolarmente rilevanti sono, poi, le procedure per l’abbattimento del contenzioso e per la riduzione del numero delle leggi”. L’assessore Campese esprime soddisfazione per il carattere “innovativo e fortemente riformatore di questa legge che porterà ad un cambiamento rilevante del modo di fare le norme e ad una riduzione della complessità dell’attuale ordinamento e, infine, ringrazia tutti i colleghi consiglieri, di maggioranza e di opposizione, per il contributo dato.”  
   
   
COSTI POLITICA, REGIONE SICILIA: GIA´ TAGLIATE 15 AUTOBLU  
 
Palermo, 26 ottobre 2011 - Nuovo step nel percorso di riorganizzazione e contestuale riduzione delle spese dell´autoparco regionale. E´ stata avviata, infatti, la progressiva riduzione delle auto in servizio, con la restituzione, 3 mesi prima della scadenza prevista e senza il pagamento di alcuna penale, di 15 Peugeot 407. Contestualmente, e´ stata disposta anche la sostituzione dei mezzi assegnati agli uffici di diretta collaborazione degli assessori con auto di segmento inferiore: le Fiat Bravo a Gpl, recuperate dal piano di riduzione gia´ avviato per gli uffici periferici. "Abbiamo voluto dare noi stessi l´esempio - spiega l´assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici - procedendo a cambiare i mezzi in dotazione ai vari uffici di gabinetto, perche´ riteniamo che l´auto debba servire come mezzo di trasporto e non come status symbol. Il percorso avviato ci consentira´, passo dopo passo, di ridurre il costo complessivo del parco auto, salvaguardando, pero´, la funzionalita´ del servizio stesso". Il nuovo provvedimento segue quello gia´ entrato in vigore il primo ottobre, che ha previsto l´assegnazione delle vetture ai dirigenti generali e ai capi di gabinetto non piu´ in forma esclusiva, ma direttamente a ciascun dipartimento o ufficio di diretta collaborazione per assolvere a tutte le esigenze di mobilita´ ordinarie degli stessi, comprese quelle del servizio posta.  
   
   
ACQUISTI GREEN & PA: IN EMILIA-ROMAGNA LA SPESA VERDE È IL 21,2% DEL TOTALE.  
 
Bologna, 26 ottobre 2011 – In Emilia-romagna il 45,3% degli Enti locali intervistati ha fatto almeno un bando ´verde´ negli ultimi tre anni, mentre il volume stimato degli acquisti ´green´ sul totale della spesa pubblica è pari al 21,2%. Nella spesa ´verde´ degli Enti, i prodotti hanno un peso maggiore rispetto ai servizi che implicano aspetti tecnici più complessi nei contratti d’appalto. Sono questi alcuni dei dati che emergono nello studio ‘Green Public Procurement - Una ricerca sui processi di acquisti sostenibili negli Enti Locali dell’Emilia-romagna’, realizzato da Ervet nell’ambito delle attività regolate dalla convenzione 2010-2012 con la Regione. La ricerca ha analizzato la situazione degli enti pubblici in Emilia-romagna, attraverso un campione rappresentativo di Comuni e Province. In particolare, la ricerca indaga il grado di penetrazione, lo stato di attuazione e le modalità di introduzione del Green Public Procurement sul territorio regionale cercando, nel contempo, di comprenderne le dinamiche che sottendono le scelte di prodotti e/o servizi ecosostenibili nelle pubbliche amministrazioni locali. I volumi di spesa per l’acquisto di beni e servizi effettuati dalla Pa a livello nazionale sono mediamente pari al 7% del Pil (corrispondenti a 104 miliardi di euro) e rappresentano il 14% della spesa totale. È evidente che il Green Public Procurement sia un efficace strumento di politica ambientale, in grado di favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica. «Il Green Public Procurement - sottolinea Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle attività produttive - ha in sé le potenzialità per divenire uno strumento di ‘competizione economica’ e giocare un ruolo fondamentale nella Green economy e servire da modello di buon comportamento per le imprese e i cittadini, dando quindi un significativo contributo al mercato e all’ambiente. Nell’attuale situazione economica, in cui le amministrazioni versano in gravi restrizioni di bilancio e di difficoltà economiche, è strategico ottenere risultati ottimali in materia di appalti. Nel libro verde si pone l’accento proprio sulla convenienza economica che alcuni obblighi dettati da una maggiore protezione dell’ambiente potrebbero generare nel medio o lungo termine, come ad esempio, nel settore dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e non solo». Tra le tipologie di acquisto spiccano alcune categorie merceologiche di prodotti (cancelleria 27%, apparecchiature informatiche 14%, alimenti biologici 13%, arredi 13%) privilegiate per prezzo; disponibilità dei criteri ecologici; maggiore offerta sul mercato. Le tipologie di acquisti variano in base alle modalità di acquisto: la cancelleria viene acquistata attraverso il sistema centralizzato (segnalato nel 74% dei casi); lo stesso se gli acquisti sono affidati a soggetti esterni (45%); mentre gli arredi, le apparecchiature informatiche e gli alimenti biologici vengono acquistati attraverso il sistema decentralizzato, affidato ai singoli servizi (74%). I supporti informativi più utilizzati sono le banche dati (51%) e reti e network con altri enti (38%). La metà degli enti che dichiara di fare bandi verdi utilizza criteri premianti, mentre l’altra metà criteri obbligatori avvalendosi dell’offerta più bassa; a testimonianza del fatto che ci sono ancora incertezze dettate dalla paura di eventuali inadempienze normative. «La Regione Emilia–romagna, nell’ambito degli obiettivi delle politiche comunitarie mira - aggiunge Muzzarelli - ad attuare le strategie elaborate dalla Commissione europea e contenute nel recente ‘Libro verde’ sulla modernizzazione della politica dell’Ue in materia di appalti pubblici, per una maggiore efficienza del mercato europeo». Infatti il tema degli appalti ha un ruolo fondamentale nella strategia Europa 2020. In particolare: per migliorare il contesto generale per l’innovazione nelle imprese, utilizzando integralmente le politiche incentrate sulla domanda; per favorire la transizione verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio, ad esempio promuovendo un più ampio ricorso agli appalti pubblici ‘verdi; per migliorare il clima imprenditoriale, specialmente per le Pmi innovative. Gli impatti ambientali, ritenuti prioritari dagli enti nelle scelte dei prodotti/servizi acquistati/erogati spaziano dalla produzione di rifiuti (32%) associata alla cancelleria, arredi e prodotti alimentari; al consumo di acqua ed energia (25%) associata ai prodotti informatici, all’inquinamento atmosferico (24%) fino ai cambiamenti climatici (19%) associato ai trasporti.  
   
   
COMUNI D’ABRUZZO: AVVIATO PERCORSO PER ACCORPAMENTO SERVIZI"  
 
Pescara, 26 ottobre 2011 - L´avvio del processo di riforme istituzionali è stato al centro di un confronto che l´assessore al ramo, Carlo Masci, ha aperto con sindaci e amministratori dei Comuni abruzzesi. Quello di ieri è stato il primo dei quattro incontri programmati con tutte le realtà territoriali regionali in vista del prossimo 17 novembre. Entri tale data la Regione dovrà individuare i limiti demografici per la costituzione delle Unioni municipali, le associazioni tra Comuni con meno di mille abitanti, per la gestione di alcuni servizi fondamentali. Un obbligo che discende dalla legge 148 del 13 agosto 2011 recante misure urgenti per la Stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. "L´architettura istituzionale che finora ha guidato le amministrazioni pubbliche - ha affermato l´assessore Masci - si sta trasformando velocemente soprattutto per i piccoli Comuni che dovranno svolgere le funzioni fondamentali in forma associata se inferiori a mille abitanti ed anche alcune funzioni non fondamentali sempre in forma associata se inferiori a cinquemila abitanti. Alla Regione - ha continuato l´assessore - spetta il compito di reggere le fila di questo importante processo poiché è il soggetto istituzionalmente deputato a verificare tutte le situazioni normative cogenti sul territorio. Tuttavia, le decisioni che andremo ad assumere - ha sottolineato Masci - saranno il frutto di un confronto continuo con il mondo dei piccoli Comuni. Infatti, la nuova realtà amministrativa ed istituzionale che emergerà alla fine dovrà essere il più possibile aderente alle esigenze dei nostri territori". L´assessore Masci ha parlato, a tal proposito, di "un lavoro complesso che viene portato avanti grazie all´impegno degli uffici dell´assessorato e attraverso un dialogo sereno e costante con tutte le municipalità. Si sta lavorando, in sostanza, - ha concluso - per ottimizzare i servizi da fornire in forma associata perseguendo, al tempo stesso, il massimo risparmio possibile e la migliore qualità".  
   
   
COMUNITÀ MONTANE. DALLA GIUNTA LIGURE 1 MILIONE DI EURO ALLE ASSOCIAZIONI DEI COMUNI  
 
Genova, 26 Ottobre 2011 - Un milione di euro per favorire le forme associative tra i Comuni privilegiando quelle che comprenderanno i Comuni montani con meno di 1000 abitanti. È quanto previsto dalla delibera della Giunta regionale approvata ieri mantenendo l´impegno assunto in occasione della soppressione, dal 1 maggio di quest´anno, delle Comunità Montane. Il finanziamento andrà a favore di quei Comuni che svolgeranno funzioni ed erogheranno servizi in modo associato per accelerare il processo di aggregazione e di unione dei Comuni con meno di 1000 abitanti e tra i 1000 e i 5000 abitanti reso obbligatorio dall"articolo 16 della "manovra bis". "In questo modo – spiega l´assessore regionale alle infrastrutture, Raffaella Paita, incaricata del progetto – intendiamo favorire le unioni dei Comuni e lo svolgimento in forma associata di determinati servizi sulla base dell"impegno politico che la Giunta regionale si era assunta, adottando una misura sperimentale per sostenere le aggregazioni proposte dal territorio e verificare se e dove vi sono le condizioni per l"esercizio volontario e condiviso e non imposto dall´alto di funzioni e servizi da parte dei comuni. Per tale motivo si sono inseriti nel provvedimento regionale elementi di flessibilità che possano consentire di tener conto della realtà e complessità del territorio ligure". Tra i servizi che i Comuni potranno svolgere in forma congiunta la gestione della polizia locale, le funzioni sociali, la gestione dei servizi di bilancio e di personale, lo sportello unico delle attività produttive, la gestione del territorio e dell"ambiente, viabilità e trasporti, istruzione pubblica e asili nido. I finanziamenti verranno erogati sulla base delle funzioni svolte dalle associazioni dei Comuni. Chi svolgerà almeno due funzioni in modo congiunto riceverà fino a 30.000 euro, le associazioni che svolgeranno due funzioni, almeno altri due servizi e lo sportello unico delle attività produttive si vedranno riconoscere fino a 40.000 euro e 50.000 euro saranno erogati alle unioni che svolgeranno almeno tre funzioni oltre alla gestione del Suap. Tali massimali potranno essere raddoppiati nel caso in cui le forme associate di gestione dei servizi comprendano almeno il 70% di Comuni montani con meno di 1000 abitanti. "L´obiettivo di questi finanziamenti – aggiunge Paita –provenienti dalle economie derivanti dall"abolizione delle comunità montane è quello di aiutare a migliorare la qualità dei servizi erogati e l"organizzazione degli enti". I Comuni potranno richiedere le informazioni rivolgendosi a comuniassociati@regione.Liguria.it ed inviare le loro domande entro il 30 novembre. Ammontano a 99 i comuni liguri con meno di 1000 abitanti e a 84 quelli compresi tra 1000 e 5000 abitanti per un totale di 183 comuni al di sotto dei 5000 abitanti pari al 77% della totalità che per la Liguria ammonta a 235.  
   
   
BOLZANO: OK ALLA FINANZIARIA, TETTO A 70MILA EURO PER DETRAZIONI IRPEF  
 
Bolzano, 26 ottobre 2011 - Via libera della Giunta provinciale alla legge finanziaria 2012. Tra i passaggi più importanti quelli relativi all´addizionale Irpef e all´Irap. Per quanto riguarda la prima, è stato fissato a 70mila euro il tetto massimo del reddito per avere diritto alle detrazioni per figli a carico, mentre sull´Irap è stata introdotta un´aliquota al 2% per le imprese che producono energia alternativa. Per l´addizionale regionale all´imposta sulle persone fisiche (Irpef) la Giunta ha confermato l´innalzamento del limite di reddito per il quale è previsto l´azzeramento, che passa da 12.500 a 15.000 euro. I redditi al di sopra di questa cifra verranno tassati con un´aliquota pari allo 0,9%, comunque più bassa del tetto massimo concesso che è dell´1,4%, con il provvedimento che peserà sulle casse della Provincia per circa 20 milioni di euro di mancati introiti. Questa cifra comprende anche le ulteriori agevolazioni, sotto forma di detrazioni, previste per chi ha un reddito superiore ai 15mila euro annui ma anche figli a carico. Per i redditi fino a 28mila euro, e per ogni figlio a carico al 100%, la detrazione prevista sarà di 252 euro (126 euro se il figlio è al 50%), cifra che va esattamente ad annullare l´addizionale Irpef dello 0,9%. Il meccanismo sarà strutturato prendendo come riferimento sia le fasce di reddito che il numero dei figli. Oltre alla prima fascia, che comprende i redditi inferiori ai 28mila euro, ce ne sarà una seconda che arriverà fino a 56mila euro: in questo caso, in presenza di 2 o più figli a carico, l´addizionale Irpef sarà annullata, mentre con un solo figlio l´aliquota dello 0,9% sarà calcolata solamente sulla parte di reddito eccedente i 28mila euro. "Abbiamo fissato a 70mila euro di reddito annuo - ha aggiunto il presidente Luis Durnwalder - il tetto oltre il quale non si potrà più avere diritto alle detrazioni". Capitolo Irap: confermate l´aliquota al 2,98% ("resterà bloccata per tre anni", ha spiegato Durnwalder) per tutte le imprese, fatta eccezione per banche (4,65%), assicurazioni (5,9%) e imprese concessionarie (4,2%), per le quali sono state recepite le nuove aliquote introdotte dalla Stato, nonchè per le imprese virtuose. Queste ultime, ovvero quelle che che incrementano i posti di lavoro, il valore della produzione o gli investimenti in ricerca e innovazione, verranno tassate con un´aliquota ridotta al 2,5%. L´ultima novità riguarda le imprese che producono energie da fonti rinnovabili e che effettuano, sul territorio provinciale, attività di ricerca e sviluppo in questo settore: per loro l´aliquota sarà ulteriormente abbattuta sino a raggiungere il 2%. Altro importante argomento affrontato durante la discussione in Giunta provinciale è stato quelle riguardante la finanza locale. "Rispetto allo scorso anno - ha spiegato Durnwalder - siamo riusciti a mantenere inalterati i fondi destinati ai comuni, i quali chiedevano invece di ricevere ulteriori finanziamenti. In linea di principio potrei anche essere favorevole, ma dobbiamo fare i conti con le risorse a disposizione e con la necessità che tutti partecipino al contenimento della spesa pubblica. Non dobbiamo inoltre dimenticare che, tra la partecipazione ai dividendi sull´energia e gli investimenti ambientali garantiti dalle concessionarie di derivazioni idroelettriche, le amministrazioni municipali altoatesine riceveranno ogni anno circa 15 milioni di euro che prima non incassavano". Tra gli altri provvedimenti inseriti nella legge finanziaria 2012 spicca l´assegnazione a iniziative per la prevenzione e la riabilitazione della dipendenza dal gioco dell´1,5% dei 21 milioni incassati dalla Provincia quale compartecipazione al prelievo erariale su giochi e scommesse (circa 315mila euro) . In previsione del progetto di unificazione del calendario scolastico sono state ampliate le competenze dirette della Giunta provinciale, mentre per quanto riguarda i rimborsi delle spese sanitarie sostenute da coloro che si rivolgono a strutture non convenzionate, saranno erogati a condizione che gli interessati non abbiano già un´assicurazione privata. I collaudi degli autoarticolati di peso inferiore alle 3,5 tonnellate, inoltre, non saranno più eseguiti solo a Bolzano, ma potranno essere effettuati anche presso le officine autorizzate presenti su tutto il territorio provinciale. "Terme di Merano e Agenzia Casaclima - ha poi aggiunto Luis Durnwalder - verranno trasformate da società in house in enti pubblici sul modello della Laimburg per garantire una gestione più flessibile, in futuro verrà incentivata la rotazione fra i dirigenti dell´amministrazione provinciale, e si procederà all´accorpamento della Ripartizione sviluppo del territorio e della Ripartizione natura e paesaggio". Sarà operativa dal 1° aprile 2012, invece, l´Agenzia unica degli appalti. "Si tratta di una struttura - ha spiegato Durnwalder - che offrirà ai comuni e a tutti gli enti pubblici non solo consulenza, ma anche la possibilità di preparare le singole gare d´appalto. L´agenzia sarà insediata presso la Direzione generale della Provincia (Ufficio di presidenza) e sarà strutturata con un presidente e un comitato di esperti composto da rappresentanti delle Ripartizioni provinciali lavori pubblici, mobiltà, sanità ed acque pubbliche, nonchè da rappresentanti del Consorzio dei comuni e dei consorzi di bonifica". Infine, per quanto riguarda i controlli su tutti gli enti strumentali della Provincia (Comuni, Lub, ecc.), e alla luce della recente norma di attuazione che assegna questo compito alla Provincia e non più alla Corte dei Conti, la Giunta ha deciso la composizione del relativo comitato di coordinamento. Sarà formato da due rappresentanti del Nucleo di valutazione, da un rappresentante a testa delle Ripartizioni finanze ed enti locali, nonchè da altri due membri nominati uno dal Consiglio provinciale e l´altro dal Consorzio dei Comuni. "Il loro compito - ha concluso il presidente Luis Durnwalder - sarà quello di eseguire i controlli e preparare i verbali da inviare successivamente alla Corte dei Conti".  
   
   
FVG: URGENTI POLITICHE A SOSTEGNO EXPORT  
 
Trieste, 26 ottobre 2011 - L´assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti ha riunito ieri a Trieste i rappresentanti dei soggetti (Finest, Informest, Ice, Sace, Simest, Enti camerali) che costituiscono lo Sportello regionale per l´internazionalizzazione delle imprese (Sprint) per mettere i ferri in acqua e predisporre le politiche di sostegno alle aziende del Friuli Venezia Giulia che esportano - o hanno l´intenzione di esportare - i loro prodotti all´estero. Un lavoro tanto più urgente in un momento in cui, anche in seguito a quanto indicato dal Consiglio regionale in sede di assestamento di bilancio, "diventa necessario - ha detto l´assessore - riformulare lo scenario dei finanziamenti che la Regione sta dando oggi ai vari componenti di questo sistema attraverso modalità diverse e più capitoli di bilancio". "Anche su indicazione del presidente della Regione, Renzo Tondo, - ha spiegato Federica Seganti - dobbiamo cercare di mettere assieme le varie linee di finanziamento e definire il Piano strategico per l´internazionalizzazione delle Pmi, chiedendo agli Enti che se ne occupano di presentare progetti che siano congruenti con tale Piano e corrispondano a quanto effettivamente richiesto dalle aziende, che spesso si lamentano per lo scollamento tra le loro necessità e le azioni di sistema avviate". Come indicato nel Protocollo che ha dato vita a Sprint nel 2001, "si tratta di attività che rientrano tra i compiti dello Sportello" ha sottolineato l´assessore, che ha rinnovato la richiesta alle Camere di commercio di far pervenire osservazioni e proposte sia sui Paesi da tenere in considerazione per l´esportazione dei prodotti regionali che sugli strumenti e le strategie da sviluppare. In tale contesto il presidente di Finest, Renato Pujatti, ha ricordato l´importanza dei "contratti di rete" per la penetrazione commerciale nei mercati esteri, mentre il rappresentante dell´Ice, Florindo Blandolino, ha dato alcuni suggerimenti finalizzati ad un miglior utilizzo, da parte delle imprese, della rete di Ambasciate e sedi Ice all´estero. L´assessore ha quindi suggerito la formulazione di una sorta di vademecum, analogo a quello predisposto per l´accesso al credito, che aiuti le imprese ad orientarsi nell´offerta di azioni a supporto dell´export e chiesto ad Informest di elaborare, entro una decina di giorni, la prima bozza del Piano per l´internazionalizzazione delle Pmi, che sarà sottoposto ai componenti di Sprint ed alle Associazioni di categoria prima dell´approvazione della Giunta regionale. Non meno urgente del Piano, ha sottolineato l´assessore, è la formalizzazione del Comitato di coordinamento di Sprint a cui compete l´indirizzo, la programmazione, il coordinamento ed il monitoraggio delle attività erogate e dei servizi offerti dallo sportello. A giudicare i progetti che verranno presentati in base al Piano strategico sarà invece un Comitato tecnico di indirizzo composto da 4 membri indicati dalle Associazioni di categoria, mentre presso Informest, che quest´anno ha fornito la base per l´elaborazione del Piano strategico, verrà costituita la Segreteria tecnica a cui verrà affidato il compito di monitorare sia il prossimo Piano strategico che l´andamento dei progetti presentati.  
   
   
RETROCESSIONE DIPENDENTI. VENDOLA E INTRONA SCRIVONO A ROMA  
 
 Bari, 26 ottobre 2011 - Vendola e Introna al lavoro per risolvere il problema dei dipendenti regionali “retrocessi” dalla fascia D alla C, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato i concorsi superati nel 1998 e del 1999. L’ordine del giorno approvato all’unanimità in Consiglio regionale nella seduta del 18 ottobre è stato trasmesso a tutti i Parlamentari pugliesi con una nota congiunta a firma dei presidenti della Regione, Nichi Vendola, e dell’Assemblea, Onofrio Introna.
dopo l’approvazione della norma che riconosce lo svolgimento delle mansioni superiori al personale interessato, la trasmissione a Roma del documento unitario che sollecita un intervento normativo nazionale “risolutivo” è il secondo degli impegni assolti nei confronti di “risorse umane e professionali essenziali per la Regione”, insistono i presidenti.
L’ordine del giorno consiliare è stato inviato sempre a firma Vendola e Introna anche a Palazzo Chigi, ai presidenti di Camera e Senato e al ministro Fitto. “Sui tavoli romani il problema è già noto ed è al centro di un confronto aperto con i tecnici del Ministero per le Regioni”, ricorda Vendola. “I diritti soggettivi dei lavoratori – aggiunge - sono indicati come aspetto prioritario del problema e i drammi umani e personali prevalgono sulle oggettive esigenze dell’Ente, comunque penalizzato nel funzionamento della macchina amministrativa”.
Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna ricorda che tutte le iniziative si svolgono in confronto costante con le organizzazioni sindacali. “Rivolgendosi al livello istituzionale romano – osserva – la Puglia chiede un’iniziativa legislativa specifica del Parlamento nazionale. Risponde anche ad un principio di equità sociale considerare che per oltre un decennio questo personale ha garantito funzioni essenziali, vitali per la Regione”.
il legislatore nazionale – questa la richiesta della Regione Puglia - dovrebbe perciò intervenire a ristoro delle posizioni soggettive, anche in considerazione del legittimo affidamento consolidato a vantaggio degli interessati, impegnati senza soluzione di continuità in funzioni vitali per l´Amministrazione regionale e per gli amministrati.
Le funzioni sono state svolte nel presupposto della legittimità della loro attribuzione e sulla scorta di una norma primaria. “Grazie all´operato di questi dipendenti – si legge nella nota dei presidenti Vendola e Introna - la Regione ha potuto assolvere l’ingente carico di competenze riconosciute alla Regione Puglia dalla riforma del titolo V della Costituzione e dalla crescente rilevanza delle funzioni regionali in materia di investimenti in conto capitale (Programmi Fas e Programmi Comunitari)”. Lettera: Bari, 24 ottobre 2011, Prot. N. 277lPres. Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Presidente della Camera dei Deputati, Al Presidente del Senato, Al Ministro per i Rapporti con le Regioni, Ai Parlamentari pugliesi Roma, Nella seduta del 1 8 ottobre scorso, il Consiglio regionale della Puglia ha approvato all´unanimità I´ordine del Giomo che trasmettiamo con la presente nota, perché venga "preso in attenta considerazione", come richiesto nel documento, recante la firma di nove Presidenti dei gruppi consiliari di maggioranza e minoranza. L´intera Assemblea invita il Governo e il Parlamento ad assumere ogni iniziativa atta a coniugare la garanzia del buon andamento dell´amministrazione con la tutela socio-economica di cinquecentosessantuno dipendenti della Regione Puglia in servizio, interessati da un procedimento di retrocessione dopo la dichiarazione di illegittimità costituzionale, da parte della Consulta, della nonna con la quale la Regione aveva disposto di tener fermi gli inquadramenti in favore dei dipendenti collocati nelle graduatorie di merito di due concorsi celebrati nel 1998 e 1999 ed annullati dal Giudice Amministrativo. Stanti la sentenza della Corte Costituzionale e il disposto dell´art. 16, comma 8, della legge statale n.11ll20ll, I´ Amministrazione regionale, dopo aver ottenuto il parere dalla Sezione di Controllo della Corte dei Conti, ha avviato i provvedimenti di retrocessione del personale interessato. Allo stato, le procedure riguardano 561 dipendenti, la quasi totalità del personale inquadrato nella categoria D, dei quali: 291 titolari di posizioni organizzative, alte professionalità e responsabili di Azione,269 titolari di altri incarichi. Regione Puglia Tale complessa attività di riclassificazione del personale regionale, oltre a determinare rilevanti conseguenze istituzionali, amministrative e organizzative che la Regione Puglia ha inteso regolare esercitando le proprie prerogative legislative in materia di organizzazione, incide in maniera significativa sulle posizioni dei dipendenti, impegnati senza soluzione di continuità in funzioni vitali per I´ Amministrazione regionale e per gli amministrati. Per oltre dodici anni, le funzioni sono state svolte nel presupposto della legittimita della loro attribuzione e sulla scorta di una norma primaria. Grazie all´operato di tali dipendenti la Regione ha potuto assolvere I´ingente carico di competenze riconosciute alla Regione Puglia dalla riforma del Titolo V della Costituzione e dalla crescente rilevanza delle funzioni regionali in materia di investimenti in conto capitale (Programmi Fas e Programmi Comunitari). Va considerato, a latere, che il reinquadramento nella qualifica inferiore incide sulla personalità, professionalità, dignità e sulle retribuzioni con effetti negativi pensionistici di centinaia di lavoratori regionali, vincitori di concorsi, che operano negli uffici con responsabilità e carichi di lavoro: I´intera Assemblea ritiene quindi conforme a criteri di equità sociale promuovere un intervento statale, teso a salvaguardare la posizione dei dipendenti regionali interessati dalle procedure di retrocessione oltre un decennio dopo aver espletato il concorso successivamente dichiarato illegittimo. Il Consiglio regionale pugliese avanza, in particolare, la richiesta di un´iniziativa legislativa specifica che - in considerazione dell´eccezionale tempo trascorso durante il quale lo stesso personale ha svolto funzioni vitali per la Pubblica Amministrazione regionale * intervenga a tutela delle posizioni soggettive, in ragione della loro acquisizione in un arco di tempo ultradecennale e del legittimo afhdamento consolidatosi in capo agli interessati. Ii Presidente della Regione Nichi Vendola; Il Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna  
   
   
DIRIGENTI ABRUZZESI: REGIONE PRECISA IN MERITO A NUOVE ASSUNZIONI  
 
L´aquila, 26 ottobre 2011 - L´assessore al Personale Federica Carpineta spiega, in una nota, le reali intenzioni della Giunta in risposta alle dichiarazioni della Cgil Fp, pubblicate sui quotidiani abruzzesi e riguardanti le assunzioni dei dirigenti. "Torno, per dovere di chiarezza, sulle notizie pubblicate oggi e riguardanti la riorganizzazione della macchina amministrativa della Giunta Regionale; le precisazioni sono indispensabili per fornire ai Cittadini dati più precisi e chiarimenti sui percorsi programmati e attuati.Ho sempre sostenuto, prima che altri lo facessero solo oggi, che la migliore riorganizzazione sta nella diminuzione sia dei dirigenti sia delle figure professionali inferiori e nel contestuale incremento dei funzionari, cioè delle categorie di laureati intermedie tra dirigenti e categorie esecutive. Tanto è vero che la Giunta Regionale, sin dal suo insediamento, nel gennaio 2009, sta operando la riorganizzazione e la razionalizzazione della sua macchina burocratica sia attraverso la diminuzione delle direzioni, passate da 12 a 11, sia attraverso la diminuzione dei dirigenti, passati da 120 a 87, sia, infine, attraverso la diminuzione delle figure di livello inferiore nel comparto. Lo si è fatto seguendo il criterio essenziale di ogni buona riorganizzazione, cioè diminuendo le spes´ (di alcuni milioni di euro) e aumentando la qualità dell? efficienza burocratica. Al contrario, i tagli lineari portano spesso solo ad un risparmio economico senza tener conto della qualità e dell? efficienza che un pubblico servizio deve garantire ai cittadini. Nel dettaglio va spiegato che, mentre si tagliano le spese ? giustamente - si deve tener conto del fatto che alcune figure professionali, ritenute necessarie (si tratta non di semplici dirigenti ma di ingegneri e economisti) non sono disponibili tra quelle già in servizio. Allora abbiamo ripreso la determinazione del fabbisogno già approvata e l´abbiamo vincolata alla preventiva verifica della presenza di determinate figure negli enti strumentali soppressi. Questo perché nel contempo sono stati eliminati alcuni enti strumentali e si deve procedere anche alla necessaria ricollocazione del personale di quegli enti. Alcune figure professionali saranno destinate ad adempiere le funzioni proprie, transitate da quegli enti alla Regione, altre dovranno sopperire proprio a specifiche carenze di determinate figure professionali previste nella pianta organica della Giunta Regionale. E´ vero che si sta facendo prima per i dirigenti, ma se consideriamo che si tratta di far un controllo sulle qualifiche e competenze di 6 persone in tutto è naturale che si faccia prima rispetto alla massa di quasi 300 dipendenti che dagli enti strumentali dovrebbero transitare in Regione. Di fatto, la contestata delibera di Giunta ha imposto un limite in più rispetto alle precedenti previsioni, perché non si procede né a scorrimento di graduatorie né a concorsi se queste figure esistono già nei ruoli di quegli enti soppressi, sempre tenendo fermo il fatto che si tratta di figure di cui si ha bisogno per migliorare il servizio amministrativo, inserendo qualità laddove manca.Voglio precisare che il confronto con le Organizzazioni Sindacali è stato chiaro e largamente condiviso. Se qualcuno ora si tira fuori per agitare polemiche strumentali questo non può cambiare la linearità del percorso avviato ed ancora in itinere, perché non siamo certo ad una conclusione ma solo ad un passaggio della riorganizzazione. Un giudizio ora saprebbe un po´ di pregiudizio. E´, infine, apparsa una nota relativa all´operazione trasparenza della Giunta Regionale. Ebbene, il sito è sicuramente aggiornato e non presenta lacune. Un solo dato non è aggiornato all? ultimo anno, quello della retribuzione di risultato dei direttori e dirigenti regionali. Ma va tenuto conto che la delibera di Giunta è stata adottata a metà agosto e la liquidazione è avvenuta tra la fine di settembre e i primi del corrente mese di ottobre. Tra qualche giorno anche questo dato sarà presente sul sito della Giunta Regionale. Invito tutti i cittadini a controllare e a segnalare eventuali problemi di aggiornamento o di poca chiarezza perché è per loro che questa attività viene svolta".  
   
   
SINDACATO - INCONTRO TRA I RAPPRESENTANTI UIL FPL ED ESPONENTI DELLA GIUNTA REGIONALE DELL’ EMILIA ROMAGNA. SENTITE LE RAGIONI DEL PROSSIMO SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO, RIBADITO L´IMPEGNO PER LA COSTITUZIONE DI UN FRONTE LARGO PER AFFRONTARE LA CRISI E DIFENDERE I SERVIZI  
 
Bologna, 26 ottobre 2011 - Un percorso condiviso per affrontare con efficacia le misure necessarie a contrastare la crisi e porre in atto un piano di rilancio della Pubblica amministrazione, partendo dagli effetti delle recenti manovre finanziarie sull’organizzazione e i servizi dell’Ente. Sono i temi principali affrontati nel corso di un incontro tenutosi ieri nella sede della Regione Emilia-romagna, tra i rappresentanti del sindacato Uil Fpl e quelli dell’amministrazione regionale, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Alfredo Bertelli e l’assessore allo Sviluppo risorse umane e Organizzazione, Donatella Bortolazzi. Il sindacato ha illustrato le articolate ragioni dello sciopero generale di tutte le categorie del pubblico impiego, indetto per venerdì 28 ottobre, ascoltate dai rappresentanti regionali che hanno a loro volta ribadito il proprio impegno nel costituire un fronte largo, anche con i rappresentanti dei lavoratori, per affrontare i temi della crisi e difendere i servizi.  
   
   
BOLZANO: FORMAZIONE PROFESSIONALE PER I PROFUGHI PROVENIENTI DALLA LIBIA  
 
Bolzano, 26 ottobre 2011 - Sono poco meno di 180 i profughi ospitati i strutture provinciali a Bolzano, Vandoies e Merano provenienti da vari Paesi africani e che lavoravano in Libia prima di raggiungere l’Italia. Si tratta di persone cha hanno fatto richiesta di asilo politico e che sino al riconoscimento di tale status non possono svolgere un’attività lavorativa. Allo scopo di andare incontro alle esigenze di questi numerosi profughi provenienti da vari Paesi africani il settore formazione professionale del Dipartimento alla formazione di lingua tedesca ha organizzato un vero e proprio pacchetto di offerte per quanto riguarda l’apprendimento della lingua tedesca e l’acquisizione di conoscenze di base nel campo dell’informatica. Nei giorni scorsi è iniziato il primo corso di formazione nel campo dei computer mentre a Bolzano è stato avviato un corso di tedesco al quale prendono parte 15 persone. Complessivamente saranno avviati due corsi di alfabetizzazione, sei corsi di tedesco e sei corsi di computer. Il servizio di coordinamento della formazione professionale di lingua tedesca gestisce questi corsi in collaborazione con la scuola professionale per il commercio, l’artigianato e l’industria di Merano e presso l’analoga scuola professionale provinciale di Bressanone. La progettazione dei corsi di lingua tedesca è stata realizzata dall’Ufficio per l’aggiornamento in collaborazione con la Ripartizione famiglia e politiche sociali.  
   
   
UE: LE MADRI SOLE E I LORO BAMBINI DOVREBBERO BENEFICIARE DI UN SOSTEGNO DIRETTO  
 
Bruxelles, 26 ottobre 2011 - Gli Stati membri dell´Ue dovrebbero aiutare le madri sole attraverso la creazione di "case famiglia" per fornire loro alloggio temporaneo, consulenza e formazione, afferma il Parlamento in una risoluzione adottata martedì. Nel testo si evidenza che il numero delle madri sole è in crescita in tutti i paesi avanzati e industrializzati, a seguito di divorzio, separazione o per la scelta di non sposarsi. "La relazione è ricca di nuove iniziative e soprattutto di nuovi obiettivi che l´Unione europea si deve porre perché si tratta di una tematica che deve entrare nella centralità dell´agenda delle priorità dell´Unione, sicuramente considerando che il numero di queste donne è in crescita in tutta Europa" ha detto la relatrice Barbara Matera (Ppe, It) aprendo il dibattito di lunedì. Alloggio - Le madri sole dovrebbero poter fruire di assistenza in materia di alloggio e di priorità sulle liste di attesa per l´assegnazione di abitazioni. Agevolazioni fiscali - La risoluzione chiede detrazioni fiscali per le famiglie monoparentali e altri incentivi fiscali per le società che assumono madri sole e, al proprio interno, gestiscono strutture di custodia per i figli. L´istruzione per sfuggire alla povertà - Per ridurre il numero di gravidanze indesiderate, i deputati evidenziano l´importanza dell´istruzione e d´informazioni sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne, in particolare per le più giovani. Le giovani donne in gravidanza dovrebbero essere incoraggiate a non abbandonare gli studi, in modo da ottenere qualifiche e condizioni di lavoro dignitose, per sfuggire alla povertà. Il testo sottolinea inoltre che, in tutta Europa, le madri sole sono meno istruite rispetto a quelle sposate. La risoluzione chiede agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di corsi di formazione per insegnare ai giovani genitori soli e senza reddito come affrontare al meglio il compito di crescere un bambino. Infine, l´accesso alla formazione professionale e a borse di studio mirate per madri sole, siano esse nubili, vedove o separate, dovrebbe essere facilitato attraverso i finanziamenti del Fondo sociale europeo e degli Stati membri. Padri soli - Gli Stati membri dovrebbero assicurare che le prestazioni dovute dai genitori che non hanno la custodia dei figli, vale a dire gli alimenti, siano pagati regolarmente. Inoltre, nel testo si chiede che tutte le misure e le azioni predisposte a favore delle madri sole siano aperte alla partecipazione dei padri soli.  
   
   
BABY-PENSIONI: UN´EREDITA´ DEL PASSATO  
 
Trento, 26 ottobre 2011 - L’articolo comparso ieri su un quotidiano locale relativo alla spesa per le cosiddette "baby-pensioni" in Trentino, derivato da un’analisi del Centro Studi Sintesi, fa riferimento a quelle pensioni liquidate a lavoratori con un’età anagrafica inferiore a 50 anni e che sono ancora in pagamento. L’analisi - spiegano gli uffici della Provincia autonoma di Trento - si sofferma solo sui “baby-pensionati” il cui numero è cresciuto a partire dal 1973 (con il decreto 1092 varato dal governo Rumor). All’epoca, infatti, alle impiegate pubbliche con figli, bastavano appena 14 anni, sei mesi e un giorno per andare in pensione; e indifferentemente dal sesso tutti i dipendenti statali potevano ambire alla pensione dopo 19 anni, sei mesi e un giorno. I dipendenti degli enti locali potevano andare in pensione con 25 anni di contributi. Questa situazione valeva per tutto il Paese e anche per il Trentino. Ma questa normativa, a cavallo fra gli anni ‘80 e ‘90, è stata modificata radicalmente. Pertanto, i dati presentati dal giornale fanno riferimento ad un contesto normativo ormai superato e che non trova riscontro nella situazione attuale. In Trentino, fra l´altro, la percentuale di pensionati sugli occupati è più bassa che nel resto d´Italia (62 pensionati ogni 100 occupati in Trentino, 70 ogni 100 in Italia). Dall’articolo si può osservare che le regioni che hanno questo maggior peso dei “baby-pensionati” sono regioni di piccole dimensioni demografiche (tra 0,2% e il 2,8% della popolazione italiana) e con competenze molto ampie gestite territorialmente (Valle d’Aosta, Trentino-alto Adige, Friuli-venezia Giulia e Sardegna). In Trentino in particolare le competenze via via acquisite hanno comportato un aumento significativo degli organici del sistema pubblico locale, sopratutto a partire dai primi anni ‘70 e dopo il varo del secondo Statuto di Autonomia. Dal censimento della popolazione del 1991 - anno di possibile pensionamento dei dipendenti assunti negli anni ’70 - si rileva che i dipendenti pubblici rappresentavano in Trentino il 26% degli occupati mentre in Italia circa il 24%. La particolare normativa sulle pensioni, come detto, fra gli anni ‘80 e ‘90 è stata modificata radicalmente. Pertanto, il problema può dirsi da tempo superato. I dati relativi al 2008 (ultimo dato disponibile) rilevano che i pensionati sotto i 50 anni per pensioni di vecchiaia sono solo 185 e rappresentano lo 0,2% dei pensionati trentini. Sempre nel 2008, in Trentino le pensioni di vecchiaia sul totale delle pensioni pesano per il 76,6%, mentre a livello italiano per il 68%. Di contro, in Trentino il peso delle pensioni per inabilità rappresentano il 7,2% contro il 10,2% dell’Italia. I pensionati, chiaramente, sono direttamente correlati agli occupati. Si ricorda che in Trentino il tasso di occupazione è superiore al dato italiano di circa 10 punti percentuali. Ma in Trentino il numero di pensioni ogni 100 occupati è pari a 62 mentre in Italia tale rapporto è pari a 70.  
   
   
STUDIO SUL LAVORO AL FEMMINILE  
 
Varese, 26 ottobre 2011 - Una ricerca con cui la Camera di Commercio porta il suo contributo all’analisi dell’importanza della promozione e valorizzazione dell’occupazione femminile per la crescita del sistema economico varesino. Promosso in collaborazione con i sindacati Cgil/cisl/uil, lo studio verrà presentato nei suoi risultati giovedì 27 ottobre in un convegno che si svolgerà nella sale del Centro Congressi “Ville Ponti” con inizio alle ore 9.15. Dopo un’introduzione a cura della Camera di Commercio e un approfondimento sui perché della ricerca condotto da Carmela Tascone, segretario generale della Cisl Varese, si entrerà nel merito dei risultati dell’indagine con la relazione di Manuela Samek Lodovici, docente dell’Università Carlo Cattaneo-liuc di Castellanza, mentre Eliana Minelli dello stesso ateneo presenterà due interessanti casi di studio relativi ad aziende della nostra provincia. Seguirà una tavola rotonda che, coordinata da Monica D’ascenzo del Sole24ore, vedrà la partecipazione di diversi esponenti del mondo imprenditoriale, del sistema associativo e delle istituzioni della provincia di Varese. Concluderà gli interventi Teresa Palese, segretario Uil Milano e Lombardia. La partecipazione al convegno è aperta a tutti gli interessati. Occorre però registrarsi con procedura telematica accessibile sul sito della Camera di Commercio www.Va.camcom.it  alla pagina “convegni” oppure via mail all’indirizzo statistica@va.Camcom.it . Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi al “Servizio Cultura e Relazioni d’Impresa” (tel. 0332/295.333; email: statistica@va.Camcom.it ).  
   
   
VERSILIANA: AUGURI ALLA PRIMA DONNA PRESIDENTE  
 
Firenze, 26 ottobre 2011 – “Le mie più vive felicitazioni per la nomina all’avvocato Dianora Poletti quale nuovo presidente della Fondazione La Versiliana”. Lo scrive in un messaggio inviato alla neo eletta l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti. “Il fatto che siamo di fronte alla prima donna al vertice di un ente così importante rende l’occasione ancora più lieta. Naturalmente invio i miei ringraziamenti per l’opera prestata vanno al presidente uscente, Manrico Niccolai, e al sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi per la brillante scelta”. “Aggiungo che vedo con piacere dalle prime dichiarazione della neo presidente – conclude l’assessore Scaletti – la volontà di operare a favore di una presenza non stagionale dell’ente, anche attraverso una rete di collaborazioni con vari soggetti del territorio, e l’attenzione che si vuol dedicare ai giovani. Linee culturali che si rispecchiano perfettamente in quelle della politica della Regione per rispondere in modo alto al momento di crisi generale”.