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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Novembre 2011
VERTICE UE-USA A WASHINGTON PER RAFFORZARE ULTERIORMENTE IL PARTENARIATO TRANSATLANTICO  
 
Bruxelles, 28 novembre 2011 - Il vertice Ue-usa si tiene a Washington Dc il Lunedi 28 novembre. L´ue sarà rappresentata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. L´alto Rappresentante Catherine Ashton e commissario Ue al commercio Karel De Gucht. Gli Stati Uniti saranno rappresentati dal presidente Barack Obama, il segretario di Stato Hillary Clinton e altri rappresentanti dell´amministrazione statunitense. Prima della sua partenza per gli Stati Uniti, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha dichiarato: "Non vedo l´ora di discutere dello stato dell´economia globale, tra cui la crisi del debito sovrano europeo, con il presidente Obama noi, l´Ue e gli Stati Uniti. , sono i più forti relazioni economiche e commerciali nel mondo e rimanere partner di prima istanza. Saremo sia necessario intervenire per affrontare nel breve termine la questione della crescita, nonché a vulnerabilità fiscale e finanziario. Insieme, potremo anche cercare modi per utilizzare i nostri legami molto forti economica per la crescita e creare posti di lavoro su entrambe le sponde dell´Atlantico. Oltre ai nostri dibattiti sull´economia che terrà anche il tempo di toccare alcune delle questioni d´attualità internazionale quali l´Ue e la cooperazione degli Stati Uniti è stata intensa dall´ultimo vertice. Noi a questo proposito discutere del Medio Oriente, Nord Africa e vicinato orientale dell´Unione europea " . Il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha dichiarato: " Con l´economia mondiale sta attraversando momenti di incertezza e di grandi cambiamenti che si verificano nel sistema internazionale, la relazione transatlantica è più attuale che mai non vedo l´ora di discutere con il presidente Obama come affrontare le sfide di oggi per. Modo concertato Siamo partner strategici degli altri e fedeli alleati Abbiamo bisogno di lavorare insieme per assicurare lunga durata, e la crescita equilibrata in tutto il mondo abbiamo bisogno anche di sviluppare un´agenda transatlantica per la crescita e l´occupazione Approfondire le relazioni economiche transatlantiche -... Il più rilevanti ed integrati nel mondo - è parte della risposta di creare nuovi e migliori posti. Ma il mondo globalizzato di oggi non è solo economia, ma anche sui valori e gli standard. In questo senso sarà anche a discutere su come aumentare la nostra cooperazione internazionale e costruire un sistema più forte e più giusto le regole base " L´obiettivo principale del vertice sarà la situazione economica globale. I leader sono attesi per discutere l´Unione europea e le risposte degli Stati Uniti per la crisi e su come sostenere la crescita e creare posti di lavoro. Essi potranno anche dibattito sulle sfide globali come il cambiamento climatico ed energia e cooperazione allo sviluppo. Una serie di questioni di politica estera, tra cui la primavera araba, Iran, Siria, la pace in Medio Oriente e in Afghanistan, così come vicinato orientale dell´Ue sarà affrontata anche. Ue-usa Energy Council si terrà lo stesso giorno, mentre il Consiglio economico transatlantico e il dialogo Ue-usa per lo sviluppo sono previste per Martedì 29 novembre.  
   
   
DURBAN DEVE FORNIRE LA TABELLA DI MARCIA PER UN´AZIONE PER IL CLIMA DA PARTE DI TUTTE LE PRINCIPALI ECONOMIE  
 
 Bruxelles, 28 novembre 2011 — La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che avrà inizio il 28 novembre a Durban in Sudafrica, dovrà concordare una tabella di marcia e un calendario per portare a termine un quadro globale ambizioso, completo e legalmente vincolante per l´azione per il clima da parte di tutte le principali economie. Un accordo su tale tabella di marcia rappresenta una delle rassicurazioni che l´Unione europea esige per aderire a un secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto. Occorre anche che la conferenza di Durban renda operative le decisioni prese l´anno scorso a Cancún, in Messico, e affronti questioni rilevanti rimaste in sospeso. Ne dovrà derivare un pacchetto equilibrato di decisioni che sia accettabile per tutte le Parti. L´unione riferirà a Durban sui progressi compiuti nell´esecuzione del pacchetto di 7,2 miliardi di euro di finanziamenti rapidi per il clima che si è impegnata a fornire ai paesi in via di sviluppo nel periodo 2010-2012. A tutt´oggi ne sono stati movimentati due terzi del totale, pari a 4,68 miliardi. Connie Hedegaard, commissaria responsabile per l´Azione per il clima, ha dichiarato: "L´unione europea è disposta ad aderire a un trattato globale a Durban. Purtroppo però altre economie, come gli Stati Uniti e la Cina, non lo sono. Diciamolo chiaramente: l´Ue sostiene il protocollo di Kyoto. Ma un secondo periodo del protocollo con la sola partecipazione dell´Ue, che rappresenta l´11% delle emissioni globali, sarebbe chiaramente insufficiente per il clima. Un simile risultato a Durban non potrebbe essere considerato un successo. La domanda è: gli altri quando si muoveranno? Nel mondo interdipendente di oggi abbiamo bisogno di un´azione globale per il clima con la partecipazione di tutti. La posta in gioco a Durban è appunto il superamento di Kyoto. Perciò l´Ue può essere disponibile ad un secondo periodo del protocollo di Kyoto se otterremo la garanzia che gli altri grandi produttori di emissioni ci seguiranno. A Copenaghen i leader si sono impegnati a non superare i 2°C. Ora devono dimostrare che fanno sul serio.". Il ministro polacco dell´Ambiente Marcin Korolec, il cui paese detiene la presidenza del Consiglio dell´Unione europea, ha dichiarato: "L´ue è disposta a considerare un secondo periodo del protocollo di Kyoto, ma a determinate condizioni. Oltre all´accordo sulla tabella di marcia, occorre migliorare l´integrità ambientale del protocollo e istituire nuovi meccanismi di mercato per aiutare le economie emergenti a tagliare le emissioni a costi minimi. A Durban occorrerà anche prendere decisioni per rendere operativi gli accordi presi a Cancún l´anno scorso e affrontare una serie di lacune rilevanti che essi comportano.". Un quadro per l´azione futura - Una decisione importante per la conferenza ministeriale di Durban starà nel determinare quale seguito dare al "primo periodo di impegno" del protocollo di Kyoto —– il periodo in cui i paesi sviluppati (ad eccezione degli Stati Uniti, che non hanno ratificato il protocollo) devono raggiungere i loro obiettivi di emissioni — che copre il periodo 2008-2012. L´unione europea ritiene che sia assolutamente necessario disporre di un quadro globale per il clima, completo e legalmente vincolante, che impegni tutte le principali economie, per mantenere il riscaldamento globale entro 2°C rispetto alla temperatura del periodo preindustriale. Tale quadro deve basarsi su regole chiare e deve mantenere gli elementi essenziali del protocollo di Kyoto. Kyoto da solo non basta più, perché impegna solo i paesi sviluppati a limitare le loro emissioni. Inoltre, gli Stati Uniti, il Giappone, la Russia e il Canada hanno dichiarato che non aderiranno a un secondo periodo di impegno, di modo che un secondo periodo probabilmente non coprirebbe più del 16% delle emissioni globali dopo il 2012. Nell´ambito di una transizione ad un regime internazionale del clima più ampio, l´Ue è disponibile a un secondo periodo di Kyoto a condizione di raggiungere un accordo su: la tabella di marcia e il calendario per un quadro globale per il clima completo e legalmente vincolante, che dovrà entrare in vigore entro il 2020; il miglioramento dell´integrità ambientale del protocollo di Kyoto attraverso un quadro contabile solido per la gestione forestale e mediante una soluzione alla questione delle eccedenze dei bilanci di emissioni ("Aau") del primo periodo di impegno. Tale soluzione non deve essere discriminatoria e deve mantenere gli incentivi al superamento degli obiettivi di emissioni; l´istituzione di uno o più nuovi meccanismi di mercato per accelerare lo sviluppo di un solido mercato internazionale del carbonio. Il dopo Cancún Per accelerare l´azione per il clima sul campo a breve termine, Durban deve anche rendere operative le decisioni adottate dalla conferenza di Cancún dell´anno scorso e affrontare questioni rilevanti che non sono state risolte in quella sede. In particolare, occorre adottare linee guida per rendere operativo un sistema rafforzato di trasparenza, onde chiarire quali paesi stiano rispettando i loro impegni in termini di emissioni all´orizzonte del 2020. L´ue auspica anche che si prendano decisioni volte ad avviare il funzionamento del fondo verde per il clima per finanziare l´azione per il clima nei paesi in via di sviluppo e nuove istituzioni nei settori della tecnologia e dell´adattamento ai cambiamenti climatici. Cancún ha riconosciuto che gli attuali impegni di riduzione delle emissioni sono complessivamente inadeguati per mantenere il riscaldamento sotto i 2°C e pertanto a Durban occorrerà individuare alternative per affrontare tale "carenza di ambizione" e varare un processo per discuterle nel corso del prossimo anno. Inoltre, la conferenza dovrà varare un programma di lavoro sull´agricoltura e prendere provvedimenti sulle emissioni causate dal trasporto aereo e marittimo internazionale. Un intervento sull´aviazione e sulla navigazione potrebbe avere un ruolo significativo per il futuro finanziamento delle azioni per il clima nei paesi in via di sviluppo. Conferenze stampa dell´Ue a Durban La delegazione dell´Unione europea terrà conferenze stampa regolari accessibili sia in diretta che in differita su http://www.unfccc.int/  Gli orari esatti delle conferenze stampa saranno riportati su: http://unfccc.Int/meetings/durban_nov_2011/meeting/6245/php/view/press.php    
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI: LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE L´ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER RESTRIZIONI AGLI INVESTIMENTI IN SOCIETÀ PRIVATIZZATE  
 
Bruxelles, 28 novembre 2011 — La Commissione europea ha deciso di deferire l´Italia alla Corte di giustizia dell´Unione europea in quanto ritiene che alcune disposizioni della normativa italiana che conferisce poteri speciali allo Stato italiano nelle società privatizzate operanti in settori strategici come le telecomunicazioni e l´energia impongano restrizioni ingiustificate alla libera circolazione dei capitali e al diritto di stabilimento (articoli 63 e 49 Tfue). Uno o più di questi poteri speciali sono stati introdotti negli statuti di Enel, Eni, Telecom Italia e Finmeccanica. La legislazione italiana stabilisce che allo Stato possano essere conferiti poteri speciali onde salvaguardarne gli interessi fondamentali, nel caso in cui essi siano a ris chio. In primo luogo, lo Stato italiano ha il potere di opporsi sia all´acquisto di azioni che alla conclusione di patti da parte degli azionisti che detengono una determinata quota del diritto di voto (pari al 5% o inferiore, se così stabilito). In secondo luogo, lo Stato può opporsi a talune decisioni prese dalle imprese, ad esempio riguardo a fusioni o scorporazioni. La Commissione ritiene che tali poteri rendano gli investimenti diretti e di portafoglio meno vantaggiosi e che quindi scoraggino i potenziali investitori stabiliti in altri Stati membri dall´acquistare azioni di queste società. Stando agli ultimi contatti con le autorità italiane si può prevedere che entro breve l´Italia riuscirà a conformarsi alla legislazione Ue. Pertanto, la Commissione europea ha deciso di rimandare di un mese l´esecuzione della decisione di rinvio dinnanzi alla Corte. Contesto: Gli Stati membri possono giustificare tali misure alle condizioni rigorose stabilite dal trattato Ue e circostanziate nella giurisprudenza della Corte. Tuttavia, in questo caso la Commissione ritiene che le restrizioni riguardanti le acquisizioni e i patti tra gli azionisti, oggetto della procedura in questione, siano inadeguate per proteggere l´obiettivo di salvaguardare gli interessi vitali dello Stato. Inoltre, i criteri per l´esercizio dei poteri speciali non sono sufficientemente precisi e potrebbero comportare un´eccessiva discrezionalità da parte dello Stato. Pertanto, secondo la Commissione, questi diritti speciali pongono restrizioni ingiustificate alla libera circolazione dei capitali (articolo 63 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea — Tfue) e al diritto di stabilimento (articolo 49 Tfue). Qual è l´obiettivo della normativa Ue in questione? La libera circolazione dei capitali è uno dei principi fondamentali del mercato unico e rappresenta una delle "quattro libertà" al suo interno. Essa garantisce l´esistenza di un mercato e di servizi più aperti, integrati, competitivi ed efficienti a livello europeo. Per i cittadini ciò comporta la possibilità di effettuare varie operazioni all´estero: dall´apertura di un conto bancario, all´acquisto di azioni in società estere o di beni immobili. Per le imprese significa essere in grado di investire in imprese di altri paesi europei, di diventarne proprietari e poter svolgere un ruolo attivo nella loro gestione. Per ulteriori informazioni: Libera circolazione dei capitali: http://ec.Europa.eu/internal_market/capital/index_en.htm    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE L´ITALIA E LA POLONIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER INCOMPLETO RECEPIMENTO DELLA TERZA DIRETTIVA SUI REQUISITI PATRIMONIALI  
 
 Bruxelles, 28 novembre 2011 — La Commissione ha deciso di adire la Corte di giustizia contro l´Italia e la Polonia poiché i due Stati membri non hanno ancora provveduto al recepimento della terza direttiva sui requisiti patrimoniali (2010/76/Ue) e di chiedere alla Corte di comminare ammende nei confronti dei suddetti Stati membri. Il termine per il recepimento è scaduto il 1° gennaio 2011. La terza direttiva sui requisiti patrimoniali verte sulle disposizioni della direttiva in materia di politiche di remunerazione e su altre politiche relative alla proroga di taluni requisiti patrimoniali minimi degli istituti di credito (una seconda data di scadenza di recepimento è stata fissata al 31 dicembre 2011: le disposizioni in parola non sono interessate dal presente ricorso). La Commissione ha fatto uso della nuova possibilità offerta dal trattato di Lisbona di chiedere alla Corte di comminare fin dall´inizio del procedimento penali giornaliere agli Stati membri che non abbiano recepito integralmente la direttiva il giorno in cui è stata emessa la sentenza di constatazione dell´inadempienza. Le ammende finanziarie chieste alla Corte ammontano a 96.446,70 Eur / giorno per l´Italia e a 37.396,80 Eur / giorno per la Polonia. L´importo è stato fissato sulla base delle rispettive situazioni degli Stati membri nonché della gravità dell´infrazione accertata. Le ammende finanziarie richieste sono penali giornaliere che dovrebbero essere versate a decorrere dal giorno della sentenza della Corte (sempre che nel frattempo non si sia già provveduto all´adeguamento), e questo fino a quando il processo di recepimento non sia stato ultimato. Contesto La direttiva 2010/76/Ue è stata adottata il 24 novembre 2010. Fin dal mese di marzo 2011, la Commissione aveva lanciato una serie di procedimenti nei confronti degli Stati membri in ritardo nel recepire la direttiva di cui trattasi (cfr. Ip/11/612). I due Stati membri attualmente interessati sono gli unici a non avere ancora recepito integralmente il testo della direttiva. La Polonia, pur avendo già notificato alcune misure adottate per dare attuazione alla direttiva, non ha ancora recepito tutte le disposizioni inerenti alla proroga dei requisiti patrimoniali minimi e non ha comunicato le misure di esecuzione adottate dall´autorità di vigilanza in materia di politiche remunerative. L´italia, invece, non ha finora comunicato alcuna misura di recepimento. Qual è l´obiettivo della normativa Ue in materia? La direttiva 2010/76/Ue modifica le direttive 2006/48/Ce e 2006/49/Ce per quanto riguarda i requisiti patrimoniali, volte a garantire la solidità finanziaria di banche e imprese di investimento. Tali direttive stabiliscono di quanti fondi propri debbano disporre i suddetti istituti di credito per coprire i loro rischi e tutelare i depositanti. Questo quadro giuridico deve essere regolarmente perfezionato ed aggiornato per soddisfare le esigenze del sistema finanziario nel suo insieme. La direttiva contrasta l´effetto perverso degli incentivi retributivi, richiedendo a banche e imprese di investimento di applicare rigorose politiche di remunerazione che non incoraggino o ricompensino un´eccessiva esposizione al rischio. Le autorità di vigilanza bancaria hanno facoltà di sanzionare le banche che adottano politiche remunerative non conformi ai nuovi requisiti. Essa impone altresì una percentuale di fondi propri specifica per le ricartolarizzazioni, al fine di garantire che le banche tengano nel debito conto i rischi correlati all´investimento in questi prodotti finanziari così complessi, nonché nuove norme più rigorose in materia di pubblicità al fine di garantire la fiducia dei mercati necessaria per incoraggiare le banche a ricorrere nuovamente ai prestiti interbancari. Infine, la direttiva modifica le modalità con cui le banche valutano i rischi connessi ai loro portafogli di negoziazione per fare in modo che esse tengano pienamente conto delle perdite che potrebbero scaturire da evoluzioni negative del mercato in situazioni di crisi. Per ulteriori informazioni Sui requisiti patrimoniali: http://ec.Europa.eu/internal_market/bank/regcapital/index_en.htm    
   
   
I FUNZIONARI DELL ´UE PERDONO L´1,8% DEL LORO POTERE D´ACQUISTO A SEGUITO DELL´ADEGUAMENTO ANNUALE DELLE RETRIBUZIONI  
 
Bruxelles, 28 novembre 2011 – Mentre il costo della vita in Belgio è aumentato del 3,6% e i dipendenti pubblici del paese beneficiano di un adeguamento salariale equivalente, la formula impiegata per calcolare l´adeguamento annuale delle retribuzioni dei funzionari dell´Unione europea ha comportato una perdita dell´1,8% del loro potere d´acquisto. La formula - conosciuta come "il metodo" - segue l´andamento, al rialzo o al ribasso, del potere d´acquisto dei dipendenti pubblici nazionali di un "paniere" di otto Stati membri (Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Belgio e Lussemburgo, che rappresentano il 76% del Pil dell´Ue). In altre parole, si basa su decisioni politiche adottate dai governi nazionali di tali Stati membri. Quest ´anno, malgrado le notevoli differenze registrate tra i paesi interessati, la variazione combinata del potere d´acquisto dei dipendenti pubblici nazionali di tali Stati membri è pari a -1,8%. Pertanto, la stessa riduzione è stata proposta per i funzionari dell´Ue, a prescindere dalla loro sede di servizio nell´Unione e dall´istituzione o agenzia di appartenenza. Tale cifra verrebbe quindi adeguata in relazione al costo della vita nel paese in cui il funzionario presta servizio. L ´elevato tasso d´inflazione del Belgio (3,6%) ha fatto sì che l´adeguamento nominale delle retribuzioni dei funzionari dell´Ue che lavorano a Bruxelles fosse pari all´1,7% (rispetto al 3,6% dei dipendenti pubblici belgi). La retribuzione dei funzionari dell´Ue con sede di servizio in Germania verrebbe adeguata dello 0,6% (rispetto all´1,3% dei dipendenti pubblici tedeschi, che beneficeranno altresì a fine anno di aumenti supplementari che possono raggiungere il 2,4%). L´adeguamento sarà pari allo 0,4% nei Paesi Bassi (2% per i dipendenti pubblici olandesi) e all´1,9% in Francia (2% per i dipendenti pubblici francesi). Numerosi funzionari dell ´Ue che lavorano in altri Stati membri subirebbero una riduzione nominale dalla retribuzione, ad esempio a Praga (-2,7%), Lubiana (‑2,2%), Sofia (-1,7%), Atene (-1,1%) e Roma (-0,1%). Il 4 novembre, gli Stati membri hanno chiesto alla Commissione di ricorrere alla clausola di eccezione, che consente effettivamente di sospendere l´applicazione del metodo qualora siano soddisfatti rigorosi criteri giuridici legati a un "deterioramento grave e improvviso della situazione economica e sociale" – che il metodo non è in grado di misurare. Da un´analisi fondata sulle previsioni economiche europee dell´autunno 2011, pubblicata il 10 novembre, risulta che tali criteri non erano soddisfatti e che la proposta di ridurre dell´1,8% il potere d´acquisto rispecchia appieno la mutata situazione dei dipendenti pubblici nazionali. Spetta ora al Consiglio adottare la proposta entro la fine dell´anno. Non sono escluse tuttavia riforme strutturali della funzione pubblica europea . È per questo che la Commissione propone altresì una riduzione del 5% del personale in tutte le istituzioni ed organismi, un incremento dell´orario di lavoro minimo settimanale a 40 ore senza adeguamenti salariali a titolo di compensazione, l´aumento dell´età pensionabile normale da 63 a 65 anni, l´applicazione di notevoli restrizioni in materia di pensionamento anticipato, nonché misure riguardanti le norme sulle carriere, quali una netta riduzione delle retribuzioni per certe funzioni. Tali proposte, conformi alle misure adottate o discusse per le amministrazioni pubbliche nazionali, consentirebbero di risparmiare oltre 1 miliardo di euro nell´ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale e 1 miliardo di euro l´anno a lungo termine. Inoltre, per fronteggiare la recente tempesta finanziaria e tener conto della necessità di realizzare risparmi nelle amministrazioni nazionali e ridimensionare i bilanci nazionali, la Commissione ha deciso non solo di continuare ad applicare un prelievo speciale che dovrebbe scadere nel 2013, ma anche di aumentare tale contributo di solidarietà (che viene applicato oltre all´imposta sul reddito) dal 5,5 al 6%. Tra le riforme strutturali proposte figurano modifiche del metodo : qualora fossero accolte, quest´ultimo risulterebbe semplificato e verrebbe prorogato di dieci anni. Tutti gli Stati membri sarebbero inseriti nel paniere, che diverrebbe più rappresentativo. Una nuova clausola di eccezione consentirebbe di reagire in modo adeguato a un´eventuale crisi economica al momento dell´adeguamento annuale.  
   
   
ASSARID: "LA CRISI NON INCIDERÀ SULLA COOPERAZIONE UE-ACP" "UNA CATTIVA GESTIONE DEGLI AIUTI DELL´UE NON PERMETTERÀ LA CRESCITA DEI NOSTRI PAESI". "NON È PERCHÉ LE BANCHE HANNO SPECULATO SULLE FINANZE PUBBLICHE CHE CROLLERÀ L´EUROPA".  
 
Bruxelles, 28 novembre 2011 - A seguito degli accordi di Cotonou, la capitale economica del Benin, la cooperazione tra Unione europea e paesi dell´Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Acp) ha preso una nuova direzione. Dal 2000 i parlamentari europei e quelli dei paesi Acp s´incontrano due volte all´anno in un´Assemblea paritaria. Il copresidente malese dell´assemblea Assarid Ag Imbarcaouane ha accettato di rispondere alle nostre domande sullo sviluppo, la crisi e la Primavera araba. Quali sono attualmente le priorità per incentivare lo sviluppo dei paesi Acp? Assarid Ag Imbarcaouane - Sono le stesse dell´Unione europea: una migliore gestione delle risorse, la volontà politica di votare dei bilanci giusti, assicurare una gestione trasparente delle finanze pubbliche e assicurare una ottima distribuzione degli aiuti allo sviluppo che riceviamo dai nostri partner. Prendiamo l´esempio del Mali. Non abbiamo risorse naturali: niente petrolio o gas, ma riusciamo comunque a pagare l´insieme dei nostri funzionari e realizzare strade e ponti... Questo si spiega attraverso una buona gestione delle finanze pubbliche. Una cattiva gestione degli aiuti che l´Unione europea ci invia tramite il Fondo europeo allo sviluppo (Fes) non permetterà la crescita dei nostri paesi. La crisi potrà incidere sulle relazioni Ue-acp? Teme una riduzione degli aiuti allo sviluppo in Europa? Assarid Ag Imbarcaouane - Non credo. La crisi è passeggera. Ho la profonda convinzione che ci stiamo dirigendo verso un nuovo Fondo europeo allo sviluppo. Ciò che il commissario per lo Sviluppo Andris Piebalgs e i membri della Commissione ci hanno riferito è che gli aiuti ai paesi Acp saranno aumentati del 30% nonostante il periodo di crisi che sta attraversando l´Europa. Le risorse dell´Europa non sono scomparse. Non è perché le banche hanno speculato sulle finanze pubbliche che crollerà l´Europa. Ho la profonda convinzione che la crisi non inciderà sulla cooperazione tra Unione europea e i paesi dell´Acp. La fine del regime di Gheddafi in Libia ha prodotto alcune paure legati a una possibile destabilizzazione della regione sub-sahariana. Cosa pensa della Primavera araba? Assarid Ag Imbarcaouane - Il problema non è la Primavera araba o quello che sta succedendo in Tunisia o in Egitto, ma l´intervento della Nato in Libia! In Mali ci sono molti cittadini con la doppia nazionalità libico-malese e, dopo la rivolta, molti di loro sono stati trattati da "mercenari" dal Consiglio nazionale di transizione. E sono tornati cosí nelle regioni del Nord del Mali. Hanno molti veicoli e molte armi. Stiamo negoziando con loro un modo per potersi integrare nella società malese. E pensiamo che l´Europa, al momento giusto, dovrà essere presente per aiutarci a risolvere questa situazione. L´assemblea parlamentare paritaria (App) Acp-ue riunisce i rappresentanti eletti dell´Unione europea e dei paesi Acp. Questi deputati hanno infatti firmato nel 2000 l´accordo di Cotonou che è la base della cooperazione allo sviluppo Ue-acp. Attualmente il copresidente dell´assemblea è il malese Assarid Ag Imbarcaouane e il belga Louis Michel (Liberali e democratici).  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ANNUNCIA IL SUPPORTO PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE E PROGETTI DI RICERCA IN GIORDANIA  
 
Bruxelles, 28 novembre 2011 - La Commissione europea ha adottato il 24 novembre due programmi in Giordania, che fornirà il supporto per le piccole e medie imprese (Pmi), così come ai progetti di ricerca, contribuendo a generare crescita economica e l´occupazione nel paese. Il Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha commentato: ´´la decisione di oggi mette in evidenza la priorità che l´Ue dà alle aree cruciali come la ricerca e la tecnologia in Giordania. Sono orgoglioso che la nostra assistenza sosterrà anche le piccole e medie imprese e con ciò contribuire a ridurre la povertà e la disoccupazione nel paese . Da facilitare l´accesso ai finanziamenti, stiamo contribuendo a rimuovere le barriere per la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo pacchetto di assistenza mostra chiaramente che w e non continuare a sostenere Giordania continuo programma di riforme, non solo politicamente ma anche finanziariamente ". Per quanto riguarda le piccole e medie imprese , l´obiettivo del programma è quello di rafforzare ed espandere la modernizzazione del settore dei servizi attraverso il sostegno di micro-imprese e l´imprenditoria femminile in Giordania, combattere la povertà e la disoccupazione al tempo stesso, rafforzando le Pmi situate in aree svantaggiate. Il progetto di ricerca si propone di ampliare il contributo della ricerca della Giordania e lo sviluppo tecnologico e l´innovazione settori alla crescita economica del Paese e l´occupazione, aumentando il livello di ricerca applicata, brevetti registrati e rafforzando i legami tra l´Unione europea e giordani di ricerca. Dettagli sul programma: Questo pacchetto di assistenza è uno stanziamento complessivo di € 20M e si concentra su due settori prioritari : Piccole e Medie Imprese e della Ricerca. In queste aree, i programmi saranno attuati i seguenti: Giordano Servizi programma di modernizzazione (Jsmp Ii) ( € 15 milioni) - Attraverso il miglioramento continuo del settore dei servizi in Giordania, questo programma aiuterà l´economia a diventare più produttive e globalmente connesso, tramite il potenziamento e facilitare la creazione di start-up innovative e il settore dei servizi, con particolare attenzione su quelli al di fuori del governatorato di Amman. Essa contribuirà inoltre ad aumentare lo sviluppo del settore delle esportazioni internazionali, con particolare attenzione quelle imprese al di fuori della capitale. Sostegno a ricerca, sviluppo tecnologico e l´innovazione in Giordania (Srtd) (€ 5 milioni) - L´obiettivo generale del progetto è di aumentare la capacità di ricerca della Giordania e lo sviluppo tecnologico e l´innovazione settori al fine di favorire la crescita economica della Giordania e di occupazione. Lo sviluppo della ricerca applicata Giordania e la capacità tecnologica si concentrerà sulla commercializzazione della ricerca e dello sviluppo tecnologico del settore privato, in particolare mira le piccole e medie imprese. Questo sarà anche ulteriormente progredire l´integrazione della Giordania nello Spazio europeo della ricerca. In linea con le due recenti comunicazioni congiunta della Commissione europea e dell´Alto rappresentante dell´Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza ("Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale" 1 e "Una risposta nuova ad un cambiamento di vicinato " 2 ), il pacchetto di oggi fa parte del programma indicativo nazionale 2011-2013 per la Giordania, secondo il quale l´assistenza per un importo di € 223.000.000 saranno forniti. Per ulteriori informazioni Ue-giordania r Elazioni: http://ec.Europa.eu/europeaid/where/neighbourhood/country-cooperation/jordan/jordan_en.htm    
   
   
EUROPA 2020: PROSPETTIVE PER LA VALLE D’AOSTA  
 
Aosta, 28 novembre 2011 - La Presidenza della Regione informa che giovedì 1° dicembre, alle ore 9.00, nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale, si terrà il consueto appuntamento annuale dei responsabili dei programmi europei con il partenariato e i cittadini. Europa 2020 – prospettive per la Valle d’Aosta, questo è il titolo dell’incontro che affronterà il futuro della Politica regionale e di Sviluppo ruraleper il periodo 2014/2020, illustrando anche le recenti proposte della Commissione europea. La Valle d’Aosta, dalla sua particolare condizione di regione di montagna e frontaliera, vuole, anche attraverso questo evento, continuare a fornire il proprio contributo alla discussione, affinché le nuove politiche europee possano adattarsi pienamente alle specificità e ai bisogni regionali. I lavori del convegno, introdotti dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin e dall’Assessore all’agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, proseguiranno con gli interventi di Vasco Cal, consigliere per la politica europea presso la Presidenza della Commissione europea, e Rossella Rusca, dirigente del Ministero dello sviluppo economico, che presenteranno i contenuti delle nuove politiche europee e le previsioni di prosecuzione del negoziato con gli Stati. Nella seconda parte dell’incontro, i responsabili regionali illustreranno le prospettive per i programmi della Valle d’Aosta, in termini di opportunità e di punti di attenzione per la politica di sviluppo, dando quindi spazio al dibattito con il pubblico. La partecipazione all’evento è gratuita e aperta al pubblico.  
   
   
LOMBARDIA/RUSSIA: GRANDI OPPORTUNITÀ PER TERRITORIO  
 
Sondrio, 28 novembre 2011 - ´Regione Lombardia guarda al futuro e promuove l´internazionalizzazione delle Piccole e medie imprese. In particolare intende allargare i propri mercati in Russia, una realtà in forte espansione e strategica per settori importanti dell´economia lombarda´. Lo ha detto l´assessore al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia Stefano Maullu, intervenuto il 25 novembre al convegno ´Russia, opportunità di business attraverso fiere e iniziative´ organizzato alla Camera di Commercio di Sondrio. ´Le eccellenze agroalimentari e la filiera turistica della Valtellina - ha aggiunto Maullu - permettono a questa zona del territorio lombardo di affacciarsi alle sfide globali con prospettive molto interessanti. Sono soddisfatto dei risultati raggiunti finora´. I dati di quest´anno, infatti, confermano che l´export dei prodotti agroalimentari tipici della Valtellina vale 27 milioni di euro, e il comparto alimentare italiano esportato in Russia nei primi 5 mesi del 2011 ha superato i 180 milioni di euro. ´Per continuare questo percorso virtuoso - ha concluso l´assessore - e offrire agli imprenditori lombardi strumenti privilegiati per esportare i propri prodotti all´estero, sarà indispensabile rafforzare la sinergia con il nostro sistema fieristico´.  
   
   
LOMBARDIA/PIEMONTE.FRONTE COMUNE SU EXPO, ARIA E TRASPORTI INCONTRO TRA FORMIGONI E COTA A TORINO, INTESE A TUTTO CAMPO PRONTI A PREMERE SUL GOVERNO PER SBLOCCARE FONDI PER I TRENI  
 
Torino, 28 novembre 2011 - Collaborazione sull´Expo per fare dell´evento del 2015 un´occasione di crescita per tutto il Paese; lotta comune per il miglioramento della qualità dell´aria nel bacino padano e di fronte all´Unione europea; navigabilità del Po con la costruzione di una via d´acqua che congiunga direttamente Torino e Milano con l´Adriatico; accordo per la ricerca e il trasferimento tecnologico in ambiti come l´agroalimentare e l´energia a partire dalla sinergia tra il Politecnico di Milano e quello di Torino e, infine; realizzazione di un progetto sulla banda ultra larga, che favorisca la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Sono alcuni degli obiettivi strategici individuati dai presidenti della Regione Lombardia e del Piemonte Roberto Formigoni e Roberto Cota: sede del tavolo di lavoro il 25 novembre , il Palazzo della Regione Piemonte a Torino. Presente nel capoluogo lombardo, assieme a Formigoni, il sottosegretario per l´Attuazione del programma ed Expo 2015 Paolo Alli. Collaborazione Interregionale Stabile - Il primo risultato, dunque, è la conferma della collaborazione tra la Lombardia e il Piemonte. Non è solo l´alta velocità ad aver unito i capoluoghi regionali: le istituzioni lavorano fianco a fianco, rafforzando - spiega Formigoni - ´la collaborazione a vantaggio dei nostri cittadini. Ci sono temi di assoluto interesse comune come lo sviluppo del sistema infrastrutturale, della ricerca e dell´applicazione tecnologica. Stiamo lavorando, ciascuno nella propria regione, per installare una rete a banda ultra larga: abbiamo verificato un interesse comune e, quindi, confronteremo i progetti e li porteremo avanti´. Pacchetti E Abbonamenti Per L´expo - Tema d´attualità anche quello dell´Expo: ´La Lombardia - prosegue il presidente lombardo - sta lavorando per fare dell´Esposizione universale un´occasione di ripresa anche economica dell´intero nostro Paese. Vogliamo far conoscere l´Italia nei suoi aspetti migliori´. In questa direzione l´ipotesi è quella di sviluppare opportunità turistiche interregionali con la proposta di pacchetti e abbonamenti speciali. I Passi Sulle Infrastrutture - Formigoni parla della necessità di ´incrementare la collaborazione istituzionale´. I risultati confermano la fattività di questo lavoro, iniziato da un anno e che la Lombardia intende ´rendere stabile´. È il caso, ad esempio, dell´autostrada regionale Broni-mortara, per la quale giovedì prossimo la Giunta piemontese approverà il progetto relativo al raccordo Mortara-stroppiana, per l´accesso all´A26. Da parte del Piemonte, poi, c´è l´interesse a realizzare in project financing una bretella tra Novara e Malpensa, così da creare una via d´accesso diretta all´hub varesino. Uniti Sul Tpl Davanti Al Governo - Fronte comune, inoltre, anche per quanto riguarda le sfide nazionali. Nella sala riunioni c´è, accanto al gonfalone piemontese e alla bandiera dell´Unione europea, il tricolore. E al Governo del Paese guardano Formigoni e Cota. Vale per il tema della sanità e, in particolare, per il Patto della salute da sottoscrivere, per il trasporto pubblico locale dove - rimarca Formigoni, pensando all´incontro romano in programma giovedì - ´ci sono da recuperare 1,5 miliardi di risorse´ e, infine, per il federalismo ´con l´ampliamento delle materie di competenza regionale´. ´Il Paese - ha sintetizzato Formigoni al termine dell´incontro, svoltosi a porte chiuse - riprenderà nella misura in cui ci sarà una forte collaborazione tra Governi regionali e Governo nazionale´.  
   
   
COLLABORAZIONE PIÙ STRETTA TRA PIEMONTE E LOMBARDIA  
 
 Torino, 28 novembre 2011 - La collaborazione tra Piemonte e Lombardia sarà ancora più stretta e verterà su diversi temi di interesse comune: dall’Expo 2015 al trasporto pubblico locale, dall’inquinamento atmosferico alle infrastrutture, dalla ricerca all’innovazione. L’incremento dei rapporti istituzionali tra le due Regioni è stato sancito durante l’incontro che i presidenti Roberto Cota e Roberto Formigoni hanno avuti il 25 novembre a Torino. Cota ha ribadito l’importanza di dare un giusto risalto, nell’offerta fatta dal comitato organizzatore dell’Expo 2015, "dei pacchetti turistici delle tre grandi aree piemontesi, i laghi, Torino e le residenze sabaude e l´enogastronomia". “Siamo interessati - ha spiegato Formigoni - ad un coinvolgimento sempre maggiore delle altre Regioni, a cominciare proprio dal Piemonte. L´obiettivo è arrivare a 20 milioni di presenze nel nostro Paese e non vogliamo che siano turisti ‘mordi e fuggi’, ma che restino nelle nostre zone il più a lungo possibile”. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario locale, Cota ha evidenziato che "se non arriveranno i soldi del Governo non potremo rispettare il contratto di servizio con Trenitalia e i treni regionali si dovranno fermare Per il 2011 il Piemonte deve avere 168 milioni, per il momento in cassa ce ne sono 47”. Fiducioso Formigoni: "Sarebbe molto strano che i fondi non si sbloccassero. Il trasporto pubblico locale è, con la sanità e il federalismo, uno degli argomenti trattati nella lettera che i presidenti delle Regioni hanno scritto al Governo Monti". "L´obiettivo di questi confronti - ha spiegato Formigoni - è incrementare la collaborazione tra Lombardia e Piemonte nell´ottica di chi vuole governare al meglio i propri territori e quindi guarda all´esperienza degli altri come qualcosa da cui c´e´ sempre da imparare. Oggi non si e´ trattato di un incontro sporadico ma della conferma di un rapporto stabile avviato lo scorso anno con la visita di Cota in Lombardia". E a questo proposito, Cota, ricordando che il Piemonte "sta facendo un´importante riforma della sanita´", ha osservato che "guardiamo con attenzione a quella fatta in Lombardia nel 2005, non per copiarne il modello, perchè ognuno ha le sue specificità, ma perchè quella riforma ha funzionato e quindi merita di essere confrontata". I due presidenti hanno anche affrontato temi come la lotta comune per il miglioramento della qualità dell´aria nel bacino padano e di fronte all´Unione Europea, la navigabilità del Po con la costruzione di una via d´acqua che congiunga direttamente Torino e Milano con l´Adriatico, la ricerca e il trasferimento tecnologico in ambiti come l´agroalimentare e l´energia a partire dalla sinergia tra il Politecnico di Milano e quello di Torino, la realizzazione di un progetto sulla banda ultralarga che favorisca la digitalizzazione della pubblica amministrazione.  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE SCOPELLITI HA RICEVUTO L’AMBASCIATORE DELL’URUGUAY GUSTAVO ALVAREZ  
 
Catanzaro, 28 novembre  2011 -  Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha ricevuto il 25 novembre a Catanzaro l’Ambasciatore plenipotenziario dell’Uruguay in Italia Gustavo Alvarez, in visita per la prima volta in Calabria. Per l’occasione l’Ambasciatore era accompagnato dal Console Generale dell’Uruguay Jorge Serè e dal Console Onorario Giorgio Rinaldi. Per la Regione era presente, inoltre, il Capo di Gabinetto della Presidenza Elena Scalfaro. Si è trattato di un incontro molto cordiale, nel corso del quale l’Ambasciatore Alvarez ha avuto modo di illustrare al Governatore Scopelliti una proposta di protocollo di collaborazione per avviare future sinergie in campo turistico, commerciale e culturale, per come già fatto con altre Regioni italiane. L’uruguay è un Paese con un’alta percentuale di popolazione di origine italiana, calabrese in particolare. Il Presidente Scopelliti si è dimostrato molto interessato alla proposta dell’Ambasciatore Alvarez, rilanciando l’idea, già messa in opera, di una più ampia politica di cooperazione internazionale per fare emergere le grandi potenzialità della Calabria grazie soprattutto alle numerose tipicità regionali sempre più apprezzate all’estero.  
   
   
VENDOLA AI CONSIGLIERI REG: "FACCIO APPELLO AL SENSO DI RESPONSABILITÀ DI TUTTI"  
 
Bari, 28 novembre 2011 - Di seguito una dichiarazione del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. “Neanche per un attimo l’Amministrazione regionale ha dimenticato di occuparsi dei 561 dipendenti vittime di un procedimento di retrocessione che scaturisce da una norma del Governo Berlusconi (l’articolo 16, comma 8, della Legge 111/2011: il cosiddetto comma Puglia). La mia giunta, pur avendo più di qualche motivo di indicare il colpevole in chi aveva firmato quella legge, non ha inteso invece strumentalizzare questa dolorosa vicenda e non ha aperto polemiche su chi ha la responsabilità originaria di vecchie leggi regionali e procedure zoppicanti. Abbiamo invece chiesto all’intero Consiglio di condividere le scelte utili a risolvere il problema, piuttosto che giocare cinicamente sulla pelle dei dipendenti. Deve essere chiaro a tutti che sono in ballo due profili di grande criticità: il primo riguarda la lesione di diritti soggettivi di lavoratori che vedrebbero scomparire anni e anni di lavoro e di qualificazione professionale; il secondo riguarda la conseguente paralisi dell’attività amministrativa. Nessuno può scherzare con cose così drammaticamente serie. In Consiglio regionale abbiamo varato una norma a tutela dei profili retributivi di tutti questi lavoratori. Ma sappiamo che sono ben più complessi i livelli che vengono implicati dalla retrocessione (incluso il decisivo tema del trattamento previdenziale): per questo stiamo concordemente, con spirito unitario tra gli schieramenti politici, lavorando per proporre norme di legge al Parlamento nazionale che ci aiutino a superare i terribili ostacoli che oggi incontriamo sul nostro cammino. Questa è la verità. Personalmente ho affrontato queste tematiche infinite volte con nuovi ministri, dirigenti e funzionari di ministeri, e presso la Presidenza della Regione è al lavoro ogni giorno un gruppo di esperti. Non capisco ora cosa c’entri l’avviso pubblico per alcuni nuovi dirigenti per una minima parte dei posti dirigenziali vacanti e solo per quella per cui vi è una assoluta necessità dell’Amministrazione. Si tratta poi di un bando che si riferisce a mobilità da altre amministrazioni, rivolto solo a dirigenti pubblici che occuperebbero posti vacanti e che quindi non toglierebbero il posto a nessuno e – nel rispetto delle norme in materia di spesa pubblica – senza alcun aggravio per i costi del comparto pubblico complessivo. Non si commetta il delitto di rendere torbido un passaggio di assoluta linearità. Faccio appello a tutti i Consiglieri Regionali ad evitare speculazioni fondate su leggende metropolitane e su dietrologie ridicole. Faccio appello al senso di responsabilità di tutti. Abbiamo il dovere di trovare la migliore soluzione per 561 lavoratori. Questa non è davvero l’ora della demagogia o della malafede”.  
   
   
“LA NOSTRA AUTONOMIA SOPRAVVIVERÀ ALLA CRISI ECONOMICA” A FOLGARIA IL DIBATTITO CON IL PRESIDENTE DELLAI SUL FUTURO DELLA COMUNITÀ AUTONOMA DEL TRENTINO  
 
Trento, 28 novembre 2011 - Nel momento della crisi più acuta della politica italiana, è la stessa politica a riempire un teatro, quello di Folgaria, sul tema tutto politico del futuro dell’autonomia trentina. E’ successo nella serata del 25 novembre: sul palco Gianfranco Postal, oggi storico e ieri uomo dell’istituzione trentina con incarico a tenere i rapporti con le istituzioni romane, e Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento. “L’autonomia trentina - chiarisce subito Dellai - non è un muro che ci mette al riparo dagli urti di un mondo in repentina evoluzione ma è uno strumento che ci permette di intervenire per far fronte alla crisi. Abbiamo strumenti hard (finanziamenti) ma anche soft (Università), abbiamo flussi in entrata ma anche flussi in uscita, di spesa, con un’autonomia che può decidere”. Ottimista è anche Postal che ricorda le precedenti crisi: “Il Trentino ha resistito alla stretta del ’48 e a quelle dei decenni successivi. La crisi è servita a rafforzare l’autonomia e credo che ce la farà anche questa volta. L’importante è mirare alto, puntare ad obiettivi strategici, in grado di aprire nuove prospettive verso il futuro”. L’ombra della crisi nazionale apre la serata sull’autonoma locale e lo spettro dei tagli al bilancio provinciale è già nella domanda che Fabrizio Franchi, giornalista del quotidiano l’Adige, rivolge ai due ospiti Gianfranco Postal, storico e già dirigente generale del Dipartimento affari e relazioni istituzionali della Provincia autonoma d Trento, e il presidente della stessa, Lorenzo Dellai. La risposta è univoca, perché entrambi offrono speranza: da storico, Postal ricorda la seconda metà del secolo scorso con le sue crisi economiche e finanziarie che però “non hanno minato la struttura dell’autonomia trentina. L’autonomia è un impianto permanente che nessun atto del Governo può modificare o, peggio, mettere in forse. Il futuro però - ammonisce Postal - è anche nelle nostre mani, perché quando lo statuto è stato interpretato in senso restrittivo (il periodo del Los Von Trient, ad esempio) abbiamo vissuto le crisi più pericolose, ma quando il Trentino è stato chiamato ad un ruolo sfidante, questa terra ha sempre dato il meglio di sé”. La prospettiva che i tagli prossimi venturi del Governo Monti intacchino il bilancio provinciale non sembra preoccupare nemmeno il presidente Lorenzo Dellai, che ricorda il lavoro fin qui svolto: “Abbiamo lavorato per dotare la nostra autonomia di nuovi strumenti e nuovi poteri. L’autonomia non è un barriera che ci mette al riparo ma uno strumento che rende sostenibile il nostro modello in un contesto di crisi. E’ importante però tenere un atteggiamento ottimistico che ci deve motivare a trasformare l’autonomia. Non dobbiamo pensarci - avverte però Dellai - come una delle tante province italiane, con un po’ più di soldi. Noi siamo un land, ovvero una comunità autonoma. La nostra storia non è sabauda e centralista, e la costituzione lo ha riconosciuto concedendoci l’autonomia”. “Ciò che resiste alla crisi del mondo attuale - continua Dellai - è la cultura del territorio, non regressiva e leghista, ma aperta verso gli altri territori. Questa è la nostra storia: orgogliosi di essere italiani, ma inseriti nel tirolo ed europei convinti. Il Trentino doveva capire (e l’ha fatto) che l’autonomia era intrecciata con Bolzano ed Innsbruck per la costituzione di una Regione europea, nel solco dell’Europa delle Regione e dei popoli, che oggi non c’è. Ogni giorno ci misuriamo con la lontananza dell’Europa dal quotidiano”. Il futuro costringerà il Trentino a ridefinire i rapporti con lo Stato, l’aggiornamento dello Statuto d’autonomia e il definitivo bilanciamento di un’autonomia sbilanciata sul ruolo centrale e centralizzante della Provincia: “La riforma istituzionale vuole ridare un ruolo attivo alla periferia e il tempo renderà giustizia alle Comunità di valle, scelta fondamentale per la provincia e il territorio ma ancora invisa ad una parte dell’opinione. La Provincia deve occuparsi di alte scelte, di legiferare e di costruire rapporti con altri territori. Le Comunità dovranno dare risposte e servizi anche ai piccoli Comuni, almeno fino a quando non decideranno di fondersi. Se le Comunità di valle falliranno, la Provincia si riapproprierà di un sistema che ritornerà ad essere centralizzato e relegherà su un binario morto Comuni e comunità locali”. In più in Trentino - è questa l’opinione di Dellai - sta venendo avanti una nuova classe dirigente: “Il nostro compito è fare spazio alle nuove generazioni, preparare le condizioni e formare le persone che saranno chiamate a reggere le sorti del Trentino”.  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: LEGGE FINANZIARIA DELLA REGIONE PER IL 2012 L’ASSESSORA REGIONALE MARTHA STOCKER ILLUSTRA LE SEMPLIFICAZIONI INTRODOTTE NEL VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO REGIONALE PER I PERIODI DI CURA E ASSISTENZA E L’ESTENSIONE DEL PROGETTO PENSPLAN.  
 
Trento, 28 novembre 2011 - L’assessora regionale al pacchetto famiglia e alla previdenza Martha Stocker ha presentato il 24 novembre le importanti novità contenute nella finanziaria della Regione per l’anno 2012 relative ai settori di sua competenza. La prima novità riguarda il versamento diretto del contributo regionale alla copertura previdenziale dei periodi dedicati alla cura dei figli o dei familiari non autosufficienti, che snellisce e semplifica notevolmente le modalità per accedere a tale contributo. La seconda prevede di estendere il campo d’azione del Progetto Pensplan per rispondere sempre meglio con progetti innovativi alle esigenze di un moderno welfare. La commissione legislativa ha approvato le proposte dell’assessora Stocker, che approderanno in Consiglio regionale nel prossimo mese di dicembre. Progetto Pensplan: La Regione intende allargare il campo d’azione di Pensplan a sostegno di una più ampia politica sociale territoriale. Per consentire le realizzazione di progetti innovativi quali ad esempio il risparmio casa o i fondi sanitari e darsi per tempo gli strumenti atti a sostenere in modo adeguato le due Province autonome la Regione ha introdotto e approvato nella legge finanziaria due importanti premesse: 1. Il primo intervento punta ad aprire la partecipazione azionaria nella società Centrum Pensplan S.p.a., di cui la Regione è socio principale, anche alle due Province di Trento e di Bolzano: la Giunta regionale potrà infatti cedere alle due Province autonome azioni della società fino ad un massimo del 2 per cento del capitale sociale. 2. La norma prevede inoltre di estendere il raggio d’azione del Progetto Pensplan, pur restando sempre nel campo previdenziale inteso nel senso più ampio: accanto ai fondi pensione Pensplan potrà occuparsi anche di progetti legati al risparmio previdenziale e alla sanità integrativa. Corresponsione diretta dei contributi previdenziali nei fondi di previdenza complementare per periodi di assistenza ai figli e a familiari non autosufficienti: In futuro il versamento contributivo di euro 3.500 per i periodi dedicati alla cura dei figli e all’assistenza di familiari non autosufficienti sarà effettuato direttamente su un apposito conto della persona beneficiaria. La prassi finora seguita prevedeva che gli aventi diritto anticipassero il versamento che in seguito veniva rimborsato dalla Regione o dall’Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico (Asse). Fatti salvi i contributi per periodi di assistenza ai figli: Coloro che, dopo aver usufruito del congedo parentale, decidono di astenersi dal lavoro per assistere i figli, possono fare affidamento, per un massimo di 12 mesi entro i tre anni di vita del bambino, su un contributo (finalizzato alla costituzione di una pensione obbligatoria) per la copertura previdenziale di tali periodi di astensione fino all’importo massimo di 6.000 euro. Resta invece confermato il contributo regionale per coloro che effettuano versamenti presso un fondo complementare. Esso però non dovrà più essere anticipato, ma verrà corrisposto direttamente. Si tratta di un considerevole vantaggio finanziario per molte famiglie, laddove attualmente molto spesso, anche a causa della perdita dello stipendio di un genitore, l’anticipazione di tale contributo previdenziale significherebbe un ulteriore aggravio per il bilancio familiare. Al contrario i contributi dovuti all’Inps devono essere anticipati dai diretti interessati, dato che soltanto lo Stato può intervenire riguardo ai relativi presupposti giuridici e amministrativi. Naturalmente la corresponsione diretta troverà applicazione anche per i versamenti contributivi regionali per i periodi di assistenza a familiari non autosufficienti.  
   
   
LUNEDÌ 5 DICEMBRE A BARI L’AMBASCIATORE DEL KAZAKISTAN IN ITALIA  
 
Bari, 28 novembre 2011 - L’assessore alle Risorse agroalimentari, Dario Stefàno ha partecipato il 26 novembre alla conferenza stampa organizzata in collaborazione con Isiamed, l’Istituto per l’Asia ed il Mediterraneo, il Corpo Consolare di Puglia Basilicata e Molise, Confapi Bari e Bat, Confindustria Bari e Bat, Camera di Commercio di Bari, per presentare alla stampa il programma della giornata di lunedì 5 dicembre quando S.e. Almaz Khamzayev, Ambasciatore del Kazakhstan in Italia, sarà a Bari per incontrare le nostre realtà istituzionali politiche e produttive. Cogliendo l’occasione dei 20 anni della nascita della repubblica kazaka e dei 150 anni della Unità d’Italia, il 5 dicembre sarà l’occasione per mettere in contatto due realtà di grande interesse reciproco tanto sotto l’aspetto del turismo, che dello sviluppo di utilizzo di fonti energetiche alternative. L’ambasciatore Khamzayev sarà ricevuto dal Presidente Vendola, con gli assessori al Mediterraneo o turismo, Godelli e alle risorse agroalimentari, Stefàno, alle 10.45, presso la Presidenza regionale (L.mare N.sauto, 339, per poi spostarsi, alle 11.30, al Convegno sui temi, appunto, dello sviluppo, organizzato presso la Camera di Commercio di Bari  
   
   
FINANZE FVG: TONDO, VELOCITÀ PAGAMENTI P.A. AIUTA LE AZIENDE  
 
Trieste, 28 novembre 2011 - "Essere definiti ´la Regione più virtuosa´ nella velocità dei pagamenti del sistema sanitario, fa certamente piacere". Lo rileva il presidente Renzo Tondo in relazione ad un approfondimento riportato il 25 novembre su un quotidiano nazionale. "Dobbiamo continuare su questa strada - indica il presidente - per portare l´intera Amministrazione regionale alla velocità di pagamento, entro 30 giorni, che l´Unione europea sta indicando a tutte le pubbliche amministrazioni". Secondo un´indagine della Confartigianato, riportata dal Corriere della Sera, le aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia pagano mediamente in 87 giorni, portando il Friuli Venezia Giulia ed Trentino Alto Adige (96 giorni) ad essere le uniche regioni "dove la Sanità onora i propri debiti in meno di 100 giorni". "Già stiamo chiedendo a Regione ed Enti locali di spendere le risorse a disposizione - aggiunge Tondo - per metterle in circolazione a sostegno delle aziende. La velocità dei pagamenti è il punto immediatamente successivo perché l´impresa che ha dato una prestazione non può attendere a lungo, specialmente in momenti di difficile crisi come quello attuale. Utilizzare le risorse e pagare velocemente è uno degli strumenti che abbiamo per dare fiato alla nostra economia".  
   
   
BOLZANO, BILANCIO 2012: NON AUTOSUFFICIENZA, TRA UN ANNO LEGGE SULLA FAMIGLIA  
 
Bolzano, 28 novembre 2011 - Ammontano ad oltre 178 milioni di euro gli stanziamenti previsti nel 2012 per il fondo di non autosufficienza, 6 milioni in più rispetto all´anno scorso. Lo ha annunciato il 25 novembre l´assessore Richard Theiner durante la conferenza stampa di presentazione delle priorità del bilancio provinciale. A settembre, inoltre, dovrebbe concludersi il percorso di elaborazione della nuova legge sulla famiglia. 178.644.201 euro: è questa la cifra inserita nel bilancio di previsione 2012 per quanto riguarda il fondo per la non autosufficienza. A questi vanno poi aggiunti i 30 milioni garantiti dal finanziamento regionale, che fanno crescere gli stanziamenti sino ad oltre 208 milioni di euro. Rispetto all´anno scorso c´è da registrare una crescita di 6 milioni di euro, in linea con il piano finanziario elaborato cinque anni fa al momento del varo della legge che istituiva il fondo. "Il cambiamento demografico che sta investendo la nostra società - ha spiegato l´assessore Richard Theiner, che in Giunta provinciale ha le competenze in materia di famiglia, sanità e politiche sociali - rende inevitabile questo sviluppo: ad oggi il 2,9% della popolazione altoatesina riceve un assegno mensile per la non autosufficienza, una percentuale superiore rispetto al modello germanico che abbiamo preso come punto di riferimento, ma che si spiega con il fatto che la legge altoatesina coinvolge anche coloro che soffrono di malattie legate alla demenza". In totale, sono 14.599 gli altoatesini che ricevono l´assegno di cura: 10.790 vivono a casa, gli altri 3.809 sono ricoverati presso le strutture presenti sul territorio. Complessivamente, il settore famiglia e politiche sociali assorbe 417,5 milioni del bilancio provinciale 2012 (+ 6 milioni rispetto all´anno precedente), "ma con il crescente fabbisogno di prestazioni dovuto non solo all´invecchiamento della popolazione, ma anche alla crisi economica - ha aggiunto Theiner - non possiamo più garantire lo stesso standard di assistenza a tutti. La nostra priorità, soprattutto in un momento difficile come questo, è tutelare i ceti socialmente più deboli". Per quanto riguarda l´anno che sta per iniziare, uno dei passaggi-chiave per l´assessore Richard Theiner sarà la nuova legge provinciale sulla famiglia: attualmente il comitato intersettoriale è al lavoro sulla prima bozza del provvedimento, che verrà poi discussa nella maniera più ampia possibile prima di arrivare a settembre 2012 in Giunta provinciale. "Stiamo compiendo grossi passi in avanti con i Comuni per quanto riguarda gli standard e il finanziamento dell´assistenza alla prima infanzia - ha concluso Theiner - e con la nuova legge puntiamo ad unificare tutti gli assegni per la famiglia in una sola prestazione, e a migliorare la conciliazione lavoro-famiglia. Stiamo lavorando, inoltre, ad una tessera per la famiglia che dia diritto a sconti ed agevolazioni". Per il futuro, la strategia sarà quella di sgravare gli ospedali da numerose prestazioni che possono essere trasferite sul territorio. "Ma per farlo - ha precisato Theiner - occorre creare una rete forte ed efficiente. Si tratta di un processo inevitabile, intrapreso da tutti a livello internazionale, e che richiede molti anni. In Alto Adige puntiamo sull´ampliamento degli orari di visita degli studi dove operano i medici di base, su un sempre maggiore dirottamento sul territorio del personale sanitario, e su un più forte sostegno alle cure domiciliari per le malattie croniche". Il processo, per quanto riguarda la Provincia di Bolzano, è già iniziato, e la dimostrazione arriva da un dato reso noto dallo stesso Richard Theiner. "Negli ultimi anni - ha sottolineato l´assessore alla sanità - i sette ospedali altoatesini hanno ridotto i posti letto per acuti di un numero superiore a tutti i posti letto a disposizione negli ospedali di San Candido, Vipiteno e Silandro. Ciò significa che ci stiamo muovendo nella giusta direzione, lungo la strada maestra tracciata anche dall´Unione Europea".  
   
   
SARDEGNA: I CENTRI SERVIZI PER IL LAVORO SVOLGONO UN SERVIZIO IMPORTANTE CHE VA RIORDINATO GLOBALMENTE, RILANCIATO E GARANTITO IN MANIERA CONTINUATIVA  
 
Cagliari, 28 Novembre 2011 - "In attesa che il Consiglio regionale possa legiferare sulla riforma del sistema dei servizi per il lavoro, saranno necessari due passaggi: la proroga a tempo determinato dei contratti e poi il provvisorio passaggio del personale all´Insar". Lo ha detto il 25 novembre l´assessore regionale del Lavoro, Antonello Liori, al termine dell´incontro su Csl e Cesil con le Province ed i sindacati. Questa settimana ci sarà la riunione di un tavolo tecnico per analizzare le problematiche emerse durante la riunione. "L´iter legislativo che riguarda il riordino dei servizi per l´impiego, da avviare in tempi brevi, dovrà puntare ad uniformarli a livello regionale ed a regolarizzare i rapporti di lavoro del personale mediante una procedura concorsuale. Nel frattempo, - ha proseguito l’assessore Liori – servono alcune azioni per salvaguardare il servizio ed il personale. Una proroga dei contratti dei lavoratori, da parte delle Province, per quattro mesi, tempo necessario per consentire all’Insar di studiare e valutare le modalità tecnico-giuridiche per il temporaneo passaggio all´agenzia regionale del personale dei Centri servizi per il lavoro. Sono ottimista che i tempi verranno rispettati, grazie anche al clima collaborativo e di fiducia reciproca che si è instaurato con le altri componenti del tavolo regionale. E’ una vicenda che ho affrontato con decisione sin dai primi giorni del mio insediamento nell’Assessorato del Lavoro, quando ho promesso ai precari dei Csl di Sassari, in presidio nella piazza Italia, che oltre la solidarietà avrei voluto portare avanti un’azione risolutiva del loro problema. I Centri servizi per il lavoro svolgono un servizio importante che va riordinato globalmente, rilanciato e garantito in maniera continuativa."  
   
   
PUGLIA: AL VIA DA LUNEDÌ LA FORMAZIONE SUL PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO. UN PASSO IN PIÙ PER INTERCETTARE TUTTE LE OPPORTUNITÀ DI LAVORO  
 
 Bari, 28 novembre 2011 - Parte lunedì la formazione sul Piano Straordinario per il Lavoro, il programma varato dalla Regione Puglia per potenziare l’occupazione attraverso una quarantina di interventi rivolti ad oltre 52mila destinatari per una dotazione totale pari a 340milioni di euro. La formazione consiste in un ciclo di seminari in(formativi) dal titolo “Il lavoro prende forma…. Nelle Province pugliesi”, programmati in tutta la Puglia. Il primo appuntamento è il 28 novembre a Foggia, il secondo il 30 novembre nella Bat, a Bisceglie, il I dicembre il seminario si svolgerà a Lecce, il 2 a Brindisi, il 5 a Taranto per terminare il 6 dicembre a Bari.  
   
   
BOLZANO: BASSA DISOCCUPAZIONE, ALTO ADIGE REGIONE LEADER A LIVELLO EUROPEO  
 
Bolzano, 28 novembre 2011 - - La Provincia di Bolzano è l´area regionale con il più basso tasso di disoccupazione di tutta Europa. Lo certifica uno studio Eurostat. Con appena il 2,7% di forza lavoro non occupata, l´Alto Adige condivide il record con la regione olandese dello Zeeland. Soddisfatti l´assessore competente Roberto Bizzo e il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder. La Provincia di Bolzano si conferma leader a livello europeo per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, che nel 2011 si è fermato al 2,7%. Lo stesso risultato è stato raggiunto solo da un´altra regione europea, quella olandese dello Zeeland. L´alto Adige, oltre a posizionarsi nettamente al di sopra della media italiana, batte anche i vicini di casa del Tirolo del Nord, che si piazzano al secondo posto con il 2,8% di disoccupazione. "Gli indicatori Eurostat - commenta l´assessore provinciale Roberto Bizzo - confermano che siamo uno dei motori del Nordest". "Il dato della disoccupazione è invidiabile - sottolinea il presidente Luis Durnwalder - ed è merito delle politiche di sostegno adottate dalla Provincia durante la crisi economica e finanziaria degli ultimi anni". Grazie all´istituzione di un tavolo anticrisi con il coinvolgimento delle parti sociali e del Ministero del Lavoro, infatti, è stato possibile applicare quegli ammortizzatori sociali in deroga che hanno consentito di sostenere le imprese e i lavoratori in difficoltà. "Nonostante la situazione favorevole - conclude Bizzo - nei prossimi anni il mercato del lavoro altoatesino si troverà ad affrontare sfide importanti: sarà necessario un forte impegno per il ricollocamento degli over 50 e dei lavoratori con bassa qualificazione, e occorrerà favorire il reinserimento lavorativo delle donne".  
   
   
"GIOVANI E LAVORO, LA SFIDA DEL TRENTINO PER UN FUTURO SICURO"  
 
Trento, 28 novembre 2011 - Organizzato dall´amministrazione comunale di Cavalese e, nello specifico dall´assessorato industria, artigianato, commercio turismo e pari opportunità guidato da Maria Elena Gianmoena, si è svolto il 24 novembre al Palacongressi un incontro pubblico dedicato a "Giovani e lavoro: la sfida del Trentino per un futuro sicuro". Oltre a Silvia Delli Zotti (giovane imprenditrice), Tiziano Berlanda (presidente New Generation), Mattia Zorzi (referente tecnico organizzativo del piano giovani della val di Fiemme), Diego Delvai (animatore gruppi giovanili), sono stati invitati il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai e Tiziano Salvaterra, gia assessore provinciale all´istruzione e alle politiche giovanili, ora Rettore dell´Università di Studi di Tirana, "padre" dei piani giovani della Provincia autonoma di Trento. Sala del Lettore di Cavalese (Palacongressi) gremita per l´incontro che tratta uno dei temi più importanti e delicati del nostro tempo. Tiziano Salvaterra, primo a intervenire, ha esordito chiedendosi: "che cos´è il lavoro? La società non ci dà indicazioni chiare di cosa sia. Si mescolano un sacco di concezioni ma l´elemento del lavoro è fondamentale. E´ un approccio antropologico, il nostro. Quando al ragazzo dai questo - il lavoro - dai un sogno. Viviamo in un´epoca in cui nulla sarà più come prima. Bisogna accompagnare il giovane, aiutarlo ad orientarsi. Elemento centrale dello sviluppo della professionalità è la conoscenza. Solo con quello il giovane riesce a costruire il suo progetto di vita. Conoscenza è sì studio, ma è anche esperienza, assumere decisioni, conoscere il proprio contesto. Spazio di prospettiva, è questo - ha continuato Salvaterra - ciò che il giovane deve riuscire ad avere. Il ragazzo va aiutato a vedere il contesto in cui vive, solo così c´è orientamento. La comunità deve sapere orientare, accompagnare. Su questo siamo in ritardo; poi viene il ruolo della politica che funziona solo se funzionano gli altri elementi". Salvaterra ha quindi accennato al passaggio generazionale come fulcro molto importante delicato. Caratteristica principale dell´intervento della giovane imprenditrice Silvia Delli Zotti (che si occupa di traduzioni e opera con diverse e disparate realtà - dal doppiaggio dei film ai futuri campionati di sci nordico del 2013 -) è stato l´entusiasmo e l´esortazione ai giovani presenti in sala ad avere fiducia in se stessi, coraggio, pazienza e responsabilità, perché, dice Silvia Delli Zotti: "Noi giovani abbiamo un futuro in mano, se non ce ne prendiamo cura tutti i giorni, il nostro estro e la nostra necessità di crearci spazio nel mondo diventeranno sempre più piccoli". Tiziano Berlanda, giovane presidente dell´associazione New Generation nata nel febbraio scorso, sostenuta dalla Cassa Rurale locale e che comprende giovani dai 18 ai 35 anni, ha illustrato ciò che fin´ora ha fatto l´associazione. Berlanda ha rilevato che il Trentino è molto frammentato, ma in realtà: "Bisognerebbe remare tutti dalla stessa parte". Non è mancata una "tiratina di orecchie" a chi amministra, perché: "Ci dovrebbero ascoltare di più". Diego Delvai, che conosce bene la realtà del mondo giovanile della val di Fiemme ed è un punto di riferimento importante per i giovani dalla valle, ha posto l´accento sull´importanza della centralità del lavoro nelle nuove generazioni, sulla necessità del giovane di fare qualcosa con passione, mettendosi in gioco. "A volte l´unico obiettivo dei giovani sembra essere un buono stipendio e un posto di lavoro sicuro", ha detto Delvai ponendo l´attenzione anche sul fatto che le opportunità per chi è giovane ora si sono ristrette. Articolato il ragionamento di Mattia Zorzi, giovane "multitasking" che opera in molti ambiti, insegnando all´istituto turistico di Cavalese, ma anche come referente organizzativo per il Piano giovani di zona: "Credo sia necessario, anche, ragionare sul tema della costruzione della società del domani. I giovani devono essere protagonisti attivi, non devono solo rivolgersi alla classe dirigente. La funzione della politica, ´funziona´, se c´è consapevolezza". Il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai ha iniziato il suo intervento dicendo che: "Dobbiamo imparare a coltivare e a far crescere la centralità del lavoro dei giovani, deve essere un filo conduttore fondamentale. Mi identifico pienamente nelle cose che hanno detto i giovani questa sera, nel loro entusiasmo che è importantissimo per costruire il futuro. E´ giusto dire che non deve essere solo compito delle istituzioni, costruzione di futuro deve coinvolgere consapevolezze diverse. La grande trasformazione - la crisi - è qualcosa che siamo destinati a vivere ancora per molto tempo. Con uno scenario di questo genere sappiamo che si devono mettere in campo modi di vedere e consapevolezze diverse. L´aspirazione a stare meglio, che è stata una linea di continuità degli ultimi decenni, oggi è a repentaglio; questo fa arrabbiare ma anche stimola. E´ un terreno sconosciuto - ha continuato il presidente - quello in cui ci stiamo incamminando; ogni giorno scopriamo che siamo su un terreno nuovo sia dal punto di vista sociale che economico e nelle relazioni. Nessuno ha ricette, dobbiamo fare una ricerca tutti insieme con entusiasmo ma anche con umiltà. Girando per il Trentino si hanno certamente percezioni problematiche però ci sono anche esperienze che, in questo chiaro-scuro, realizzano cose straordinariamente belle, fino a tempo fa inimmaginabili. Ora c´è questa inquietudine e, nello stesso tempo, queste straordinarie opportunità. E allora che fare? Con tutta umiltà credo sia necessario costruirsi una bussola per orientarsi. L´importante, è investire sulle cose che contano e cioè sulla formazione e sulla capacità di rafforzare il capitale sociale. Il Trentino ha fatto storicamente grandi in investimenti e offre una rete di opportunità e di formazione di grande respiro. La nostra Autonomia ha compreso che si poteva richiedere allo Stato le leve economiche ma anche le leve più soft, quelle della conoscenza. La nostra Autonomia sa che questo vuol dire investire sul futuro, mettersi in rete. Io penso che il Trentino abbia un´esperienza importante sulla scuola professionale che oggi, sui tre anni, è molto significativa e fa fare esperienze in azienda. Il 20% degli studenti dopo le medie sceglie la leva professionale; ora abbiamo in animo di ricentrare la scuola tecnica con alcune filiere importanti". Due sono i pilastri fondamentali per il presidente Dellai: "Uno la formazione, e qui è necessario che ci credano anche le famiglie, e due il capitale sociale, che bisogna abituarsi a coltivare con maggior partecipazione. E´ importante imparare a vedere le luci e le ombre. C´è l´esperienza molto positiva del servizio civile volontario e vorremmo potenziarlo. Il servizio civile per un giovane, è la possibilità di fare un anno molto importante in ambito, appunto, civile, un modo di essere partecipi nella società. C´è anche la partecipazione alla vita delle istituzioni e inviterei, a questo proposito, ad una visione senza stereotipi. Ci sono molti giovani nei consigli comunali e nelle amministrazioni locali. Dentro questo quadro c´è il lavoro che suscita preoccupazione ed è trasversale e organico. Il Trentino - ha proseguito Dellai - parte da buoni livelli: siamo preoccupati insieme alle parti sociali perché la disoccupazione dei giovani fra i 15 e i 29 anni è del 15%, molto al di sotto della media italiana ed europea. Ci siamo dati degli strumenti nuovi, ne è nato un pacchetto di misure per favorire il lavoro dei giovani e, questo documento che è stato approvato ha dei capitoli molto importanti. E´ necessario curare molto di più l´ingresso nel mondo del lavoro. Abbiamo rilevato che a 29 anni il tasso di disoccupazione scende al 9%. Per curare l´ingresso nel mondo del lavoro si devono potenziare alcuni strumenti come l´apprendistato e il contratto di inserimento. I nove decimi dei giovani che si avviano al lavoro si pongono al di fuori delle garanzie che non prevedono le clausole di stabilità. E´ necessario pensare a qualche cosa che introduca il principio della clausola, questa ci pare una strada importante. L´auspicio è che nasca un patto sociale per sperimentare in Trentino delle forme organizzative e favorire le opportunità di formazione individualizzata (Fondi per progetti personalizzati al di fuori delle forme standard). Ci sono poi i temi legati all´impulso dell´attività giovanile imprenditoriale. Ci sono strumenti che vanno però usati con approccio personalizzato, c´è un problema di orientamento da parte dei giovani e delle imprese. E´ necessario - ha concluso il presidente Dellai - costruire questa rete pubblica-privata con tutti gli enti della comunità, rete che passa anche attraverso formule nuove attivando, per esempio, la città dei mestieri e delle professioni, luogo fisico da un lato e virtuale dall´altro, per intraprendere per corsi di prima prova, per dare anche l´idea visiva, fisica ed esperienziale. Come vedete ci sono luci e ombre, dobbiamo avere più fiducia, già oggi il mondo dei giovani trentini esprime delle attitudini che sono reali e penso che possiamo mettere accanto alle inquietudini anche un po´ di serenità".  
   
   
GIOVANI E IMPRESE, IL 15 DICEMBRE ESCE IN TOSCANA IL BANDO DELLA NUOVA LEGGE  
 
Firenze, 28 novembre 2011 – “La nuova legge per l’imprenditoria giovanile e femminile che proprio oggi ha visto concretizzarsi il suo strumento attuativo, con la firma dell’intesa fra Regione e banche, è un tassello essenziale del progetto Giovanisì, un progetto che rappresenta per la Regione la priorità delle priorità, perchè non può esserci uno sviluppo equo e qualificato della nostra regione e del paese senza l’apporto dei giovani e delle donne”. Lo ha detto l’assessore alle attività produttive, lavoro Gianfranco Simoncini nel presentare, il 25 novembre in Sala Pegaso, la nuova normativa ai giovani artigiani nel corso dell’incontro promosso da Cna. L’assessore ha ricordato come la componente giovanile costituisca l’anello debole di un mercato del lavoro dove la modalità di assunzione prevalente in questa fascia di età è quella a tempo determinato. Una situazione di precarietà su cui la crisi si è accanita espellendo dal mercato buona parte delle giovani generazioni. Una perdita gravissima in termini di qualità, propensione all’innovazione e dinamismo del nostro sistema produttivo. “E’ proprio per fronteggiare questa duplice emergenza – spiega Simoncini – che abbiamo pensato ad uno strumento forte, per iraprire un canale fra giovani e mercato e per concentrare risorse adeguate sulle ecellenze, sui talenti, in altre parole per investire di più e meglio sul capitale umano, requisito indispensabile per dare un futuro alla nostra regione”. Ciò ha significato stanziare 300 milioni per il progetto Giovanisì, una scommessa basata su tre punti di forza: l’autonomia, la formazione, l’occupazione. La nuova legge per l’imprenditoria giovanile, che la Regione ha esteso alle donne senza limite di età e ai lavoratori percettori di ammortizzatori sociali, ha una ditazione iniziale di 12 milioni, sarà gestita da Fiditoscana e partirà operativamente il 15 dicembre, data in cui è prevista la pubblicazione del bando. I primi di dicembre sarà operativo anche lo sportello Fidi Toscana Giovani, per informare sulle nuove opportunità per sostenere e rafforzare sia le imprese di nuova costituzione, sia quelle già costituite. Entrando nel merito, l’assessore ha ricordato le principali novità della legge: oltre all’innalzamento del limite di età a 40 anni, la previsione di contributi in conto interesse (non più in conto capitale) per allargare la platea dei beneficiari, l’estensione a tutti i settori produttivi (e non più solo per le imprese innovative), la previsione di partecipazione al capitale di rischio di imprese in fase di start up, il sostegno a interventi in conto liquidità. A questo intervento, ha spiegato ancora l’assessore, potranno poi aggiungersene altri. In particolare, quando sarà operativa la nuova legge sulla competitività delle imprese già licenziata dalla giunta e prossimamente discussa in consiglio regionale, si potrà utilizzare anche per le imprese di giovani e donne la possibilità di un alleggerimento dell’Irap, già prevista per le imprese virtuose (che si radicano e potenziano l’attività in Toscana)  
   
   
TOSCANA: ACCORDO A SHANGHAI SULLA SCHOOL OF POLICY  
 
Firenze, 28 novembre 2011 – Seconda tappa del viaggio in Cina dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, e secondo accordo siglato con le autorità cinesi. Dopo il primo accordo sottoscritto nei giorni scorsi a Pechino, e la visita del Beijing Children Hospital, il 24 nvoembre l’assessore ha firmato a Shanghai un accordo sulla School of Policy. Il firmatario cinese era il professor Xu Jianguang, direttore generale dello Shanghai Municipal Health Bureau. La School of Policy è una piattaforma regionale che promuove percorsi di alta formazione in ambito sanitario, rivolti ai professionisti provenienti da Paesi partner, attraverso la valorizzazione delle eccellenze presenti sul territorio toscano. La School of Policy si propone di divenire strumento di promozione del sistema sanitario toscano e delle sue eccellenze, della cooperazione scientifica tra Università e strutture sanitarie, di attrazione di investimenti stranieri. Due i principali settori di interesse della School of Policy: sanità (management e specialità cliniche) e sicurezza alimentare. “Con la School of Policy – dichiara l’assessore Scaramuccia – la Toscana vuole offrire una risposta integrata alle richieste del Ministero della salute cinese, che intende mettere a disposizione del proprio personale medico diversi percorsi di alta formazione”. Il progetto della School of Policy, unico in Italia, prevede un corso triennale, che si propone di offrire ad amministratori e operatori cinesi un meccanismo per interagire con i loro omologhi toscani, scambiare esperienze, formulare programmi di collaborazione a vari livelli, dalla pianificazione alla ricerca. Il primo corso manageriale in gestione sanitaria si terrà a Firenze dal 5 al 12 marzo 2012, con la partecipazione di 10 “allievi” cinesi. Tra i temi del corso, il confronto di sistemi sanitari, l’ospedale e la sua organizzazione, le cure territoriali e l’assistenza agli anziani non autosufficienti, il sistema delle emergenze-urgenze. Il corso prevede sedute di studio, con presentazione di best practice e visite guidate a strutture socio-sanitarie.  
   
   
FAMIGLIA, ROMA: DIFENDERLA E AIUTARLA PER GARANTIRE IL PRESENTE E IL FUTURO  
 
 Roma, 28 novembre 2011 - «Ogni persona che ha a cuore Roma e l’Italia ha la responsabilità di prendersi concretamente cura della famiglia, difendendola e favorendola. Il futuro e il presente della nostra società passano attraverso la famiglia». Così l’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo, il 25 novembre in occasione della prima giornata del Convegno per i 30 anni dell’esortazione apostolica ‘Familiaris Consortio’ dal titolo La fecondità di ‘Familiaris Consortio’: da Giovanni Paolo Ii a Benedetto Xvi, in programma da oggi a domenica presso la Domus Pacis. «Negli ultimi 30 anni - aggiunge De Palo - la famiglia ha subito numerosi attacchi. In una fase di crisi economica e di cambiamento culturale, può dare l’impressione di essersi indebolita. Tuttavia, i dati ci dicono che ogni anno si celebrano a Roma oltre 8.500 matrimoni e che i residenti sposati sono quasi un milione e mezzo. La nostra città ha saputo conservare iniziative forti di sussidiarietà orizzontale e di associazionismo familiare, grazie alle quali sono stati mantenuti i principi sanciti dagli articoli 29, 30 e 31 della Carta Costituzionale. Anche per questo, sono convinto che oggi tutte le Istituzioni, a partire da quelle locali, hanno il dovere di rendere sempre più la famiglia soggetto attivo delle politiche cittadine». «L’istituto familiare precede le regole sociali, compresa la Costituzione, che non a caso lo ‘riconosce’ e non ‘istituisce’. Per promuovere un’attenzione concreta alle esigenze della famiglia - conclude De Palo - Roma Capitale organizza la sua Prima Conferenza sulla Famiglia, in programma il prossimo 17 dicembre alla Limonaia di Villa Torlonia. In quella occasione, saranno le associazioni familiari a parlare ai rappresentanti istituzionali, per condividere la costruzione di scelte di welfare capaci di rendere la nostra città davvero a dimensione familiare».  
   
   
FAMIGLIE SARDE: INIZIA IL CONFRONTO TRA REGIONE, ASSOCIAZIONI E FORZE SOCIALI SU PROGETTI 2012  
 
Cagliari, 28 Novembre 2011 - L´illustrazione dei progetti e delle politiche che la Regione metterà in campo nel 2012 a favore delle famiglie sarde sono al centro degli incontri che l’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, ha programmato con tutti gli attori sociali e istituzionali per concordare con loro strumenti e strategie con i quali attuarli. Oggi in assessorato si è tenuto il primo appuntamento, con i rappresentanti di alcune associazioni familiari e con il presidente del Forum famiglia sardo, che riassume movimenti che svolgono attività di promozione e supporto della cellula primaria della società. “Anche per il prossimo anno la Regione sosterrà progetti e iniziative a favore delle famiglie della Sardegna – spiega l’assessore – e questa fase preliminare è fondamentale per ascoltare il contributo di associazioni, organismi religiosi, sindacati e forze sociali. L’obiettivo è arrivare a gennaio 2012 con la stipula di un protocollo d’intesa dove, nero su bianco, vengano stesi gli impegni e i programmi per le famiglie che attendono risposte concrete in un momento di forte crisi economica e sociale. A questo proposito, l’anno prossimo prevediamo di mettere in campo ingenti risorse finanziarie".  
   
   
IL BENESSERE DELLA FAMIGLIA FA CRESCERE IL TERRITORIO  
 
Trento, 28 novembre 2011 - “Il benessere della famiglia giova alla crescita del territorio, sia da un punto di vista sociale che economico”. Il messaggio arriva dalla seconda convention dei comuni "Family Friendly", organizzato dall´Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili, in collaborazione con il Comune di Cles e l´Anci. Alla manifestazione hanno partecipato i Comuni che hanno ottenuto la certificazione Family in Trentino e i Comuni che stanno iniziando questo percorso. L’evento ha visto la presenza degli assessori provinciali alla Salute e alle politiche sociali Ugo Rossi e all’Urbanistica e enti territoriali Mauro Gilmozzi, e il presidente del Consorzio dei Comuni, Marino Simoni. “Il Trentino - hanno ribadito i due assessori - è un luogo amico della famiglia, un valore che garantisce la coesione e lo sviluppo del territorio. La famiglia fa parte appieno della cultura trentina. Tutti noi, politici, pubblica amministrazione, imprese e società civile, dobbiamo lavorare in una direzione comune per raggiungere l’obiettivo di rafforzare sempre più l’istituzione familiare in un contesto in rapida evoluzione”. Nel corso dell’incontro sono stati consegnati gli attestati di assegnazione del marchio Family in Trentino ai Comuni di Rovereto, Cles, Cavalese, Ossana, Vigo Rendena, Ragoli e Bocenago, oltre a Zevio, Comune del veronese, prima amministrazione al di fuori del Trentino ad ottenere la certificazione. Oggi a Cles, in occasione della seconda edizione della convention dei “Comuni Family friendly”, si è discusso per individuare un sistema premiante per i Comuni che aderiscono al progetto. Lo scorso marzo è stata approvata la legge “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità” che istituisce e disciplina i distretti territoriali per la famiglia ed i marchi familiari. Ad oggi i Comuni che hanno conseguito la certificazione sono 12: Arco, Roncegno, Villalagarina, Dro, Brentonico, Canal San Bovo, Lavis, Vigolo Vattaro, Pinzolo, Giustino, Carisolo, Massimeno. Altri Comuni - Darè, Dimaro, Caldes, Ronchi, Novaledo e Torcegno - hanno già espresso l’impegno, all’interno dei distretti territoriali per il benessere famiglia, a conseguire la certificazione. “Molti altri Comuni sul territorio provinciale - come sottolinea l’assessore provinciale Gilmozzi - stanno avviando processi per realizzare dei distretti famiglia, assieme alle comunità, ed ottenere le relative certificazioni. Il nostro obiettivo è di arrivare a 60 Comuni e consolidare così la rete sul territorio a sostegno della famiglia”. Nel corso dell’incontro sono stati consegnati gli attesati di assegnazione del marchio Family in Trentino ai Comuni di Rovereto, Cles, Cavalese, Ossana, Vigo Rendena, Ragoli e Bocenago, oltre a Zevio, Comune del veronese, prima amministrazione al di fuori del Trentino ad ottenere la certificazione. Nel suo discorso di apertura, l’assessore provinciale alla Sanità e politiche sociali, Ugo Rossi, ha insistito sulla necessità di dotare la società trentina di nuovi strumenti a tutela della famiglia: “Il contesto in cui viviamo è in rapida evoluzione e stanno venendo meno determinate garanzie, quali il lavoro, la pensione e determinati rapporti tra parti sociali. Da qui la necessità di trovare strumenti attuali per garantire ai giovani e, in particolare alle donne, di mediare - ad esempio - tra mondo del lavoro e famiglia”. Un esempio su tutti è l’utilizzo del part-time: “Questo strumento va concesso più ai giovani che vogliono metter su famiglia che agli over 50. Sono i primi ad avere necessità di forme di incentivazione e di facilitazione perché la famiglia è la chiave di lettura che ci aiuta a decifrare in parte il futuro di un territorio”. Secondo Gilmozzi, la famiglia va messa al centro delle azioni delle azioni della politica e del pubblico: “Dentro questo schema vanno inserite le iniziative che abbiamo promosso sul territorio con i Comuni. A questo proposito - ha concluso Gilmozzi, facendo riferimento alle recenti notizie di cronaca - voglio ribadire che nessuno cancellerà l’Agenzia per la famiglia che rimarrà il motore di queste iniziative”.  
   
   
MATRIMONI MISTI: UNA VIA PER L´INTEGRAZIONE FRA I POPOLI  
 
Trento, 28 novembre 2011 - I rapporti matrimoniali - e nello specifico i cosiddetti "matrimoni misti" - come momento di contatto e integrazione tra i popoli: una costante che attraversa i secoli e che rappresenta uno dei tratti più importanti della società multiculturale, oggi come in passato. Questo il tema del convegno che si terrà giovedì 1 e venerdì 2 dicembre 2011, rispettivamente presso il Seminario Vescovile di Verona e lo Spazio archeologico sotterraneo del Sas (S.a.s.s.) di Trento. L’evento è promosso dal Progetto Alteritas in collaborazione con il Comune di Verona e la Provincia autonoma di Trento. I lavori della sessione di Trento saranno aperti alle ore 10.15 di venerdì 2 dicembre dagli assessori provinciali alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e alla cultura Franco Panizza. “Il confronto con l’altro non è mai una routine, ma frutto di uno sforzo creativo, senza il quale non si dà accrescimento intellettuale”; così Karl Popper, uno dei grandi filosofi del Xx secolo. Ed è proprio all´incontro fra i popoli, attraverso la modalità delle unioni matrimoniali, che è dedicato il convegno coordinato da Alteritas, progetto scientifico multidisciplinare fondato a Verona nel 2009, con l´obiettivo di studiare le forme di contatto e di scambio tra culture e popoli di diverse origini, lingue, culture e tradizioni. Nel corso del convegno - organizzato in collaborazione con l’assessorato alle Relazioni con i cittadini del Comune di Verona, il centro Cinformi e la Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento - si cercherà di capire quali sono i meccanismi che regolano il fenomeno nel passato e nel presente, con l´aiuto di archeologi, antropologi, sociologi, sociolinguisti e storici. Relatori provenienti da Germania, Inghilterra, Finlandia, Giappone, Indonesia, oltre che dall’Italia (Verona, Trento, Roma, Pisa, Salerno, Milano, Padova, Pordenone, Bergamo), si incontreranno l´ 1 e il 2 dicembre, a Verona e a Trento, territori storicamente “cross over” di popoli diversi. Qui si incontravano già nel passato Veneti, Reti, Celti, Camuni ed Etruschi, diversi per lingua, religione e cultura. Qui si mettevano alla prova le dinamiche di relazione con l’altro mediante la condivisione e lo scambio di alfabeti, nomi personali, elementi culturali e della vita quotidiana. Il tema verrà seguito dagli studiosi nelle varie epoche, dalla preistoria all’età moderna e contemporanea. Oggi certamente l’osservazione delle unioni e dei matrimoni misti è possibile in modo più diretto e tangibile rispetto al passato, dove talvolta ci dobbiamo affidare alla complessa esegesi di fonti letterarie, epigrafiche e archeologiche. Sarà interessante, seguendo i lavori, riconoscere storie di famiglie "a noi vicine" e osservare come le piccole cose, i dettagli che segnano il loro quotidiano, costituiscano per lo studioso tracce importanti nella ricostruzione di processi sociali di più ampia portata. All’interno della famiglia si negozianoinfatti i tratti della nuova identificazione etnica, alla quale si informa anche e soprattutto il rapporto educativo verso i figli. Scopo dell’iniziativa è quindi, in sintesi, quello di fare il punto su una dimensione che nella società multiculturale si presenta con sempre maggiore frequenza: la possibilità di integrarsi in un nuovo tessuto sociale e civile, mediante il matrimonio con un cittadino di una nuova nazione, una forma esperita oggi da molti stranieri, come già, a suo tempo, da molti italiani emigrati all’estero in cerca di lavoro. Da quegli italiani, sposatisi poi con donne e uomini del paese di accoglienza, sono nate nuove famiglie, che, assieme ad altri immigrati di tutto il mondo, sono andate a costituire le nuove realtà nazionali del mondo moderno. A conclusione di ogni sessione dei lavori una discussione generale e una tavola rotonda con moderatori di Alteritas e giornalisti serviranno a tirare le somme del convegno, che nella sua struttura e modalità si presenta unico nel suo genere: l’evento è infatti strutturato in sessioni di introduzione multidisciplinare alternate a sessioni di approfondimento di casi di dettaglio per tutte le epoche della storia. Il programma della sessione di Trento Venerdì 2 dicembre, Trento, S.a.s.s., piazza C.battisti: 9:30 apertura segreteria e registrazione. 10:15 Saluto Autorità: Lia Beltrami, Assessore alla Solidarietà internazionale e alla convivenza della Provincia Autonoma di Trento; Franco Panizza, Assessore alla Cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia Autonoma di Trento; Livio Cristofolini, Dirigente Soprintendenza per il Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia Autonoma di Trento; 10:30 Apertura e introduzione - L´incontro con l´altro. Matrimoni misti come tema interdisciplinare. - Simona Marchesini, Vittorio Dell´aquila (Alteritas); 10:50 I matrimoni misti. Laboratori culturali nella società trentina. - Serena Piovesan (Cinformi Provincia Autonoma di Trento)m; Sincronia: biodemografia, religione: 11:10 «Mixed marriages»: biological implications. - Paola Gueresi, Sergio De Iasio (Università Bologna, Università di Parma); 11:30 Coppie miste, coppie interreligiose? Anatomia di una definizione. - Barbara Ghiringhelli (Iulm Milano, Cadr Milano); 11:50 Pausa caffè; 12:05 Matrimoni misti nel Basso Medioevo tra diritto, prassi e giurisprudenza. - Ermanno Orlando (Università di Padova); 12:25 Mixed Marriages in Early Modern Europe - Cecilia Cristellon (Deutsches Historisches Institut, Roma); 12.45 Discussione. Modera Franco Marzatico (Museo del Castello del Buonconsiglio, Trento); 13:15 Pausa pranzo; Diacronia: medioevo, età contemporanea: 15:30 Language Proficiency and Language Choice Among Children of Mixed Marriages - Laura Sacia (Nagoya University, Giappone); 15:45 Linguistic Compromise in Mixed Marriage - Eni Sugiharyanti (Brawijaya University, Malang, Indonesia); 16:00 Discussione generale. Modera Marco Pontoni (Ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento); 17:00 Visita guidata allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Per informazioni e iscrizioni: info@progettoalteritas.Org    
   
   
UMBRIA, MINORI: INTERVIENE INIZIATIVA S.MARIA DEGLI ANGELI SU ADOLESCENZA,”I GIOVANI SONO LA VERA RISORSA DELLA COMUNITÀ”  
 
Perugia, 28 novembre 2011 - Ascolto, relazione, responsabilità: sono queste tre parole a dettare la linea della programmazione regionale nell´area infanzia e adolescenza basata sulla promozione dei diritti della fascia più giovane della popolazione, sullo sviluppo di legami di reciprocità e sulla prevenzione. Dell´argomento si è parlato a Santa Maria degli Angeli nel corso dell´iniziativa "Adolescenti in primo piano: tra voglia di protagonismo e fuga", organizzato dai Comuni della Zona sociale 3 (Assisi, bastia Umbra, Bettona, Cannara, Valfabbrica), con il patrocinio della Regione Umbria, dell´Università degli Studi di Perugia, Asl3, Ordine degli assistenti sociali. All´incontro sono intervenuti, la vicepresidente della Regione Umbria, Carla casciari, docenti universitari, ricercatori e psicoterapeuti dell´età evolutiva. "La Regione Umbria ha sviluppato la sua programmazione strategica mediante la definizione di una Linea di indirizzo nell´area dell´infanzia e dell´adolescenza attorno a tre assi - ha detto Carla Casciari - Il primo asse promozionale è incardinato sui diritti e, in particolare, sul coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi nelle decisioni che li riguardano e sullo sviluppo di legami di reciprocità. In questo contesto la parola chiave è l´ascolto, e cioè prestare ´orecchio´ al mondo dei bambini. Altro asse relazionale è quello incardinato sulla qualità del sistema dei rapporti, genitoriali, intergenerazionali e fra pari, con una valenza socio-educativa. In questo contesto si parla di ´relazione´, quindi il tenere ben presente che il rapporto fra adulti e minori non è fra pari, ma asimmetrico che rimanda ad un´etica della responsabilità. Infine è stato previsto un filone incardinato sulla prevenzione e sullo sviluppo di una ´responsabilità´ comunitaria che consideri l´infanzia un bene comune e favorisca il percorso di crescita di persone motivate alla vita". Casciari ha quindi ricordato che "è all´interno di questa nuova strategia che la Regione Umbria ha elaborato, in funzione dell´utilizzo delle risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili, prima il progetto ´I giovani sono il presente´, formalizzato attraverso una specifico Accordo di Programma Quadro (Apq) con il Governo Nazionale, e poi la nuova intesa in materia per il biennio 2010 - 2011". "I progetti hanno l´obiettivo di valorizzare e promuovere il ruolo delle giovani cittadine e dei giovani cittadini dando concretezza ai diversi diritti sanciti per le giovani generazioni, che rimangono spesso vuote affermazioni di principio. In pratica i giovani non vengono concepiti come problema, ma una grande risorsa della società odierna e di quella futura capace di costruire concretamente una comunità più sicura, più giusta, più capace e solidale". Concludendo la vicepresidente Casciari ha sottolineato che in questo ultimo anno "il quadro delle politiche nazionali per il settore ha destato forte preoccupazione": "Abbiamo avuto e abbiamo il timore che questo patrimonio culturale costruito dalle risorse territoriali e dalle politiche pubbliche attivate dalla nostra regione si perda e che si torni ad un approccio tradizionale verso le giovani generazioni, in una logica che le veda esclusi dai processi sociali, che li releghi in un ambito di marginalità che escluda un approccio globale ai loro bisogni, che neghi il loro ruolo di protagonismo. Credo quindi, che ci sia la necessità di rimarcare alcune peculiarità che devono caratterizzare il complesso delle politiche rivolte all´infanzia e all´adolescenza. E´ quindi necessario che le azioni pubbliche continuino ad assumere più complessivamente responsabilità verso l´insieme dei cittadini più giovani, assicurando azioni a lungo termine nei loro confronti, rendendo vivo il rapporto con la comunità di cui fanno parte, considerando che la loro esclusione alla vita sociale inasprisce la loro vulnerabilità e rende possibile l´emergere di fenomeni di disagio e di maltrattamento e devianza. Occorre investire in attività educative che consentono ad ogni persona, ma in particolare ai ragazzi di esprimere, affermare e sviluppare il proprio potenziale umano, fatto di unicità, di creatività e di responsabilità, permettendogli quindi di sentirsi parte di una comunità, capace di dialogare, di confrontarsi, di cooperare con il mondo degli adulti".  
   
   
I SERVIZI ANTI-VIOLENZA DONNE ´EDUCAZIONE DEI RAGAZZI E VALORE DELLA PERSONA  
 
Lecco, 28 novembre 2011 - ´Due sportelli anti-stalking presso l´Ospedale Niguarda di Milano e l´Ospedale di Lecco e una campagna informativa, attraverso cartelloni pubblicitari, su tutto il territorio regionale e agli ingressi di Palazzo Lombardia. E´ il modo con cui Regione Lombardia è scesa in campo prendendo iniziativa contro la violenza alle donne´. Così l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli ha ricordato l´impegno di Regione Lombardia nel contrastare ogni tipo di violenza sulle donne, intervenendo il 25 novembre alla tavola rotonda ´La rete a sostegno delle donne vittime di maltrattamento e violenza´, organizzata dalla Provincia di Lecco presso la locale Sede Territoriale della Regione Lombardia (Ster) in occasione della Giornata internazionale per l´eliminazione della violenza contro le donne. Prevenzione - L´assessore Boscagli ha sottolineato l´importanza della prevenzione contro il fenomeno della violenza sulle donne: ´Dobbiamo far sapere alle vittime di molestie e violenza - ha ribadito Boscagli - che esistono servizi, che funzionano, in grado di aiutarle. Pubblicità e comunicazione, anche attraverso iniziative come questo convegno, sono fondamentali. Un´altra azione fondamentale è quella dell´educazione, poiché solo educando si riesce a prevenire. In una società dove il consumo sembra essere l´unico orientamento, si rischia di rovinare il rapporto con l´altro. Questa è la sfida, la formazione della persona´. ´Da parte sua Regione Lombardia - ha detto l´assessore Boscagli - si è mossa in questo, campo dando un contributo concreto. Con 160.000 euro infatti siamo riusciti ad aprire due sportelli: uno a Milano e uno a Lecco. Il nostro obiettivo è quello di estendere questo progetto al resto delle province della Lombardia´. Sportello Antistalking - Nella sola Provincia di Lecco lo sportello anti-stalking di Regione Lombardia, in un anno di attività, ha registrato 81 contatti telefonici, 114 colloqui psicologici e 35 colloqui legali. Di cui, nel 55 per cento dei casi, il rapporto fra vittima e aggressore è quello di ex partner, il 26 per cento riguarda un conoscente, il 9 per cento un familiare, il 6 per cento un vicino di casa e il 4 per cento un collega di lavoro. Nel proseguire il suo intervento l´assessore Boscagli ha posto l´accento sul fatto che il primo impegno di tutta la società deve essere quello di ´spiegare ai nostri ragazzi che la persona è un valore in sé, che la donna è una ricchezza fondamentale per la società e che il rispetto per l´altro è indispensabile´.