Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Luglio 2012
PARLAMENTO EUROPEO, FRA GLI ARGOMENTI DELLA SESSIONE PLENARIA DEL 2-5 LUGLIO: PRESIDENZA CIPRO, ACTA, ECALL, FERROVIE, ACCORDI CON RUSSIA  
 
 Strasburgo, 2 luglio 2012 – Di seguito gli argomenti della sessione del 2-5 luglio 2012, Risultati del vertice Ue sotto esame - L’economica dell´Europa desta preoccupazioni ed è ancora all’ordine del giorno dei leader europei che s´incontreranno il 28-29 giugno. I Capi di Stato e di governo avvieranno inoltre i colloqui per il bilancio dell´Ue per i prossimi sette anni. Cipro alla Presidenza dell’Ue dopo la Danimarca - Il Presidente di turno, Demetris Christofias, presenterà mercoledì alle 9.00 il programma e le priorità della Presidenza cipriota "Verso un´Europa migliore", cui seguirà un dibattito con i deputati europei. Il Primo ministro, Helle Thorning-schmidt, presenterà le conclusioni della Presidenza danese martedì. Verdetto finale per Acta - L´anti-counterfeiting Trade Agreement (Acta) arriva a una fase decisiva del suo percorso. Mercoledì, l´intero Parlamento deciderà se dare il proprio consenso all’accordo; in caso contrario, Acta, per quanto riguarda l´Unione europea, non sarà legge. Brevetto europeo: atto finale - L´ue si doterà di un sistema comune di brevetti, dopo 30 anni di tentativi, se il Parlamento approverà mercoledì un accordo con il Consiglio ottenuto dai deputati a dicembre 2011. Il nuovo brevetto paneuropeo sarebbe meno costoso e semplice da utilizzare e quindi più competitivo del sistema attuale. Il Parlamento, nei negoziati, ha ottenuto modifiche in favore delle piccole e medi imprese. Il sistema di emergenza eCall obbligatorio salverebbe delle vite - Entro il 2015, tutti i nuovi veicoli dovranno essere dotati dei dispositivi eCall per allertare automaticamente i soccorsi in caso di incidenti stradali attraverso il servizio pubblico di chiamata di emergenza al 112, sostengono i deputati in un progetto di risoluzione che sarà messo ai voti martedì. Il sistema potrebbe accelerare l´arrivo dei servizi d´emergenza, salvare vite umane e ridurre la gravità delle lesioni. Dibattito con Consiglio e Commissione sui controlli illegali nell´area Schengen - Il Parlamento discuterà la questione della reintroduzione illegale dei controlli alle frontiere all´interno dell´area Schengen mercoledì. Il 14 giugno, il Parlamento ha deciso di interrompere le trattative su cinque progetti di legge nel settore giustizia e affari interni finché i ministri dell´Ue non ritorneranno sui propri passi revocando la loro decisione di escludere il Parlamento dai meccanismi di valutazione di Schengen. Bilancio 2013: deputati chiedono al Consiglio richieste realistiche - Per scongiurare momenti di stallo nei negoziati per il bilancio Ue 2013 che cominceranno il 9 luglio, i governi nazionali dovrebbero evitare di proporre tagli "artificiali" ai pagamenti e garantire che le richieste inoltrate per maggiori fondi siano accurate e realistiche, secondo quanto si afferma nel progetto di mandato che sarà votato mercoledì. L´aula chiederà inoltre ai negoziatori del Parlamento di insistere per ottenere un bilancio di crescita e occupazione. Nuovi tachigrafi per controllare i camion - La commissione per i trasporti sostiene che il rispetto dei tempi di guida e di riposo da parte dei conducenti di camion dovrebbe essere più rigoroso e identico in tutta l´Ue. Il progetto di relazione chiede che i camion siano muniti di dispositivi di registrazione più efficienti, ma anche che gli ispettori siano dotati di apparecchi adeguati per migliorare la sicurezza stradale ed eliminare la concorrenza sleale nel settore dei trasporti su strada. Il Parlamento si appresta ad aprire alla concorrenza ferroviaria - Nonostante il progressivo incremento della concorrenza dal 2001, gli operatori ferroviari nazionali hanno mantenuto il controllo sulle loro reti, soffocando il mercato e impedendo la creazione di uno spazio ferroviario europeo unico. Il Parlamento si appresta a votare regole più severe per garantire una sana concorrenza. Benessere animali: introdurre etichette per abbattimento senza stordimento - Il benessere degli animali è strettamente collegato alla sanità pubblica e norme in materia di salute animale dovrebbero essere applicate adeguatamente in tutta l´Ue, per evitare la diffusione di malattie, sostengono i deputati in un progetto di risoluzione non legislativa che sarà discusso lunedì e votato mercoledì. Ciò creerebbe inoltre condizioni paritarie per tutti gli agricoltori. Accesso garantito a un conto bancario - Un conto bancario per le transazioni di tutti i giorni dovrebbe essere un diritto anche per il 10% di europei che non lo possiede, fra i quali ci sono senzatetto, persone con un reddito basso, studenti e lavoratori emigrati, secondo quanto si afferma in un progetto di risoluzione che sarà votato mercoledì. I deputati vogliono chiedere alla Commissione di presentare una proposta legislativa entro il gennaio dell´anno prossimo per risolvere la questione. Nuovi piani per la tutela delle risorse idriche, l´Italia è in ritardo - Tariffazione dei servizi idrici più trasparente, migliore gestione delle acque reflue, bandiera blu per i fiumi e condizioni per il risparmio idrico nei sussidi all´agricoltura e all´energia: queste sono alcune delle proposte presentate dai deputati in una risoluzione che sarà votata martedì e sarà il contributo del Parlamento a una proposta della Commissione attesa per novembre. L´italia è in ritardo nell´applicazione della legislazione esistente. Controlli doganali più efficaci per proteggere proprietà e garantire sicurezza - Regole più chiare per aumentare l´efficacia dei controlli doganali nel prevenire l´ingresso di merci illegali o pericolose nell´Ue saranno messe ai voti martedì. Le norme dovrebbero anche ridurre i costi di magazzinaggio delle merci sequestrate dai funzionari doganali, chiarendo quando e in quali condizioni possono essere distrutte. I "project bond" al voto del Parlamento - I deputati dovrebbero approvare lo stanziamento Ue di € 230 milioni in garanzie per sostenere l´emissione privata di obbligazioni di progetto per lavori infrastrutturali, in un voto di giovedì. Il dibattito di mercoledì vedrà la presenza del Commissario Olli Rehn e di Werner Hoyer, Presidente della Banca europea per gli investimenti (Bei). Riflettori puntati su Siria, Egitto e Georgia - I deputati discuteranno gli sviluppi recenti in politica estera con l´Alto rappresentante Catherine Ashton, inclusi il mancato stop delle violenze in Siria, l´elezione del nuovo Presidente in Egitto e le prossime elezioni in Georgia. Tre accordi per sviluppare il commercio con la Russia - Tre accordi commerciali con la Russia saranno posti in votazione mercoledì. Essi hanno l´obiettivo di proteggere l´industria europea dei pezzi di ricambio automobilistici contro eventuali discriminazioni, evitare la possibilità che la Russia introduca di sorpresa dazi sulle materie prime, aiutare la creazione di agenzie europee sul trasporto marittimo in Russia e, infine, facilitare l´accesso per le imprese Ue ai permessi di lavoro per il proprio personale.  
   
   
UE, BARROSO: I PRINCIPALI RISULTATI DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 28-29 GIUGNO 2012  
 
Bruxelles, 2 luglio 2012 - "Il Consiglio europeo ha portato quello che i nostri cittadini, i nostri partner internazionali e i mercati chiedevano." Gli accordi sul meccanismo di vigilanza bancaria unico, il patto per la crescita e l´occupazione come anche l´impegno chiaro di creare un´unione bancaria ne sono la prova. Nel suo discorso dopo l´ultima sessione di lavoro del Vertice, il Presidente Barroso ha sottolineato le tre principali aree in cui si collocano i risultati: Primo, misure di breve periodo per supportare Paesi sotto pressione dai mercati. "Abbiamo un chiaro impegno verso un meccanismo di vigilanza unico per la zona euro che permetterà una ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Meccanismo europeo di stabilità a condizioni molto strette." Secondo, pieno accordo sul patto per la crescita e l´occupazione che trasforma le parole in azioni concrete e impegni di finanziamento. Esso include anche il potenziamento della capacità creditizia della Banca europea per gli Investimenti (Bei); il lancio della prima fase dei project bonds; riprogrammazione di alcuni fondi strutturali. Infine, il Presidente ha espresso la sua profonda sodisfazione per il raggiungimento dell´accordo sull´unione bancaria. Egli ha ricordato che tale unione sarà disegnata in modo tale da rispettare pienamente l´integrità del Mercato unico, riconoscendo gli accordi riguardanti i Paesi che fanno parte della moneta unica. "Nel corso dell´estate, la Commissione preparerà le sue proposte per far sì che essa diventi realtà", ha annunciato il Presidente Barroso. Approfondire l´Unione economica e monetaria continuerà. A seguito del Rapporto presentato dal Presidente del Consiglio europeo, in stretta collaborazione con i Presidenti della Commissione, dell´Eurogruppo e della Bce, sarà sviluppata una roadmap specifica e scandita nel tempo che prenderà in considerazione le decisioni prese a questo Vertice.  
   
   
EURO AREA SUMMIT STATEMENT: CHIESTA L’ISTITUZIONE, PER LE BANCHE DELLA ZONA EURO, DI UN EFFICACE MECCANISMO DI VIGILANZA UNICO  
 
 Bruxelles, 2 luglio 2012 – Di seguito una dichiarazione nella quale viene affermato che è imperativo spezzare il circolo vizioso tra banche e debito sovrano. La Commissione europea presenterà a breve proposte relative a un meccanismo di vigilanza unico fondate sull´articolo 127, paragrafo 6. Inoltre viene chiesto al Consiglio di prenderle in esame in via d´urgenza entro la fine del 2012. Una volta istituito, per le banche della zona euro, un efficace meccanismo di vigilanza unico con il coinvolgimento della Bce, il Mes potrà avere facoltà, sulla scorta di una decisione ordinaria, di ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari. Questa procedura si baserà su un´appropriata condizionalità, ivi compresa l´osservanza delle regole sugli aiuti di Stato, che dovrebbe essere specifica per ciascun istituto, specifica per settore ovvero applicabile a tutta l´economia e sarà formalizzata in un memorandum d´intesa. L´eurogruppo esaminerà la situazione del settore finanziario irlandese nella prospettiva di migliorare ulteriormente la sostenibilità del programma di aggiustamento che sta dando buoni risultati. Casi simili saranno trattati allo stesso modo. Viene ribadito inoltre che sia concluso celermente il memorandum d´intesa allegato al sostegno finanziario a favore della Spagna per la ricapitalizzazione del suo settore bancario, nonché riaffermato che l´assistenza finanziaria sarà fornita dal Fesf fino a quando il Mes non sarà disponibile, meccanismo al quale sarà in seguito trasferita senza ottenere status preferenziale. Il vertice afferma inoltre il forte impegno a compiere quanto necessario per assicurare la stabilità finanziaria della zona euro, in particolare facendo ricorso, in modo flessibile ed efficace, agli strumenti Fesf/mes esistenti al fine di stabilizzare i mercati per gli Stati membri che rispettino le raccomandazioni specifiche per paese e gli altri impegni, tra cui i rispettivi calendari, nell´ambito del semestre europeo, del patto di stabilità e crescita e delle procedure per gli squilibri eccessivi. Tali condizioni dovranno figurare in un memorandum d´intesa. Ci compiacciamo che la Bce abbia convenuto di fungere da agente per conto del Fesf/mes nel condurre operazioni di mercato in modo effettivo ed efficace. Viene infine incaricato l´Eurogruppo di attuare tali decisioni entro il 9 luglio 2012.  
   
   
UE, KARAS: REGOLE PIÙ RIGIDE PER I BONUS DEI MANAGER BANCARI  
 
Bruxelles, 2 luglio 2012 - Prolungare i prestiti, raccogliere gli interessi e aumentare i profitti delle banche. Ecco l´obiettivo dei manager eccessivamente pagati nel periodo precedente alla crisi. I manager delle banche erano infatti spinti a prendere rischi eccessivi, talmente eccessivi da spingere l´economia in una profonda crisi da cui le banche si sono salvate grazie ai soldi pubblici. Othmar Karas, vicepresidente del Pe, pensa che siano necessarie regole più severe per i bonus bancari. Jenni Gren Black, una delle internaute in chat, voleva sapere se l´Ue, adottando regole più rigide sui bonus bancari, rischia di spingere gli istituti finanziari a lasciare l´Unione. "Al momento non ci sono limiti per i bonus, ma voglio fissare un rapporto tra stipendio fisso e bonus di 1:1. I bonus non devono condurre ad azioni troppo rischiose". Ma così facendo le banche non aumenteranno lo stipendio fisso dei manager, ha rilanciato in chat Clarisse Bergerol. "È una decisione degli azionisti e del Consiglio di amministrazione" ha risposo Othmar Karas, aggiungendo che in questo caso si tratterebbe comunque di una soluzione più trasparente e onesta rispetto alla situazione attuale. La direttiva sui fondi propri regolamentari, di cui è il relatore, non si concentra unicamente sui bonus bancari, ha avvertito Karas. "Il Parlamento è convinto che le banche europee debbano essere solide come una roccia di fronte al mercato finanziario internazionale. Vogliamo che le banche europee mettano da parte maggiore - e migliore - capitale per prepararsi a una situazione di crisi". Quali sono gli ingredienti più importanti per un sistema bancario forte, ha chiesto Esa Mikkola. "Abbastanza capitale proprio e liquidità. E poi trasparenza e dei controlli più efficaci". Othmar Karas pensa che le proposte per un´unione bancaria all´interno della zona euro siano un passaggio logico. "Fino all´introduzione dell´euro è stato chiaro che era necessario un quadro di bilancio e finanziario integrato. Oltre ad un sistema europeo di garanzia per le banche" ha concluso, aggiungendo che sono state spese abbastanza parole e che oggi l´Unione europea ha bisogno di azione concrete.  
   
   
UE: DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE: MIGLIORI STRUMENTI PER I CONSUMATORI  
 
Bruxelles, 2 luglio 2012 - In Europa i prodotti contraffatti arrivano ad un giro d´affari pari a 250 miliardi di euro all´anno. Alcuni sono rischiosi anche per la salute e la sicurezza. Un modo di proteggere i mercati e i cittadini dell´Ue è quella di evitare l´ingresso della merce contraffatta all´interno dell´Unione. Lunedì i deputati discuteranno la relazione di Jürgen Creutzmann su come rafforzare i diritti di proprietà intellettuale. "Una grande parte della crescita economica e del lavoro in Ue dipende dall´effettivo rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale… le autorità di controllo sono in una buona posizione per migliorare la situazione" ha indicato il deputato Jürgen Creutzmann. Le nuove regole permetterebbero alle autorità di controllo di fermare la merce sospetta, lasciando la decisione sulle regole sulla proprietà intellettuale nelle mani dell´Unione europeo e della legislazione nazionale. La relazione del Parlamento europeo esprime delle preoccupazioni relative al mercato dei medicinali generici che potrebbe essere ostacolato da questa legislazione. La relazione sottolinea anche che la legislazione sarebbe applicabile unicamente ai beni importati in Ue e non per quelli in transito in Europa. Viene anche richiesta un´inchiesta della Commissione relativa all´efficacia delle misure attuali relative alla lotta al mercato dei medicinali contraffatti.  
   
   
GIUGNO 2012: IL CLIMA ECONOMICO RIMANE STABILE NELL´UNIONE EUROPEA E DIMINUISCE NELL´AREA DELL´EURO  
 
 Bruxelles, 2 luglio 2012 - L´indicatore del clima economico (Esi) è rimasto invariato, a 90,4, a giugno nell´Unione europea ed è diminuito di 0,6 punti nell´area dell´euro, a 89,9. Il calo della fiducia in industria, servizi e, in misura minore, tra i consumatori è stato compensato o mitigato dal crescere della fiducia nel commercio al dettaglio e delle costruzioni. Tra gli Stati membri più grandi, il sentimento è peggiorato in Francia (-1,5), Germania (-1,4), Polonia (-1,3) e, in certa misura, i Paesi Bassi (-0,3). Al contrario, il sentimento è migliorato nel Regno Unito (1,9), Spagna (1,0) e Italia (0,9). L´esi è al di sopra della sua media a lungo termine solo in Germania. La fiducia nell´industria è diminuita sia nella Ue (-0,7) e la zona euro (-1,3), sulla base di un peggioramento delle attese di produzione e dei loro valutazione delle loro aziende gestori attuale livello di portafoglio ordini complessivo. In entrambe le regioni, la valutazione dell´adeguatezza del livello corrente delle scorte di prodotti finiti è rimasto sostanzialmente invariato. «Valutazione delle loro aziende responsabili della produzione passata e attuale livello di portafoglio ordini di esportazione anche peggiorata in entrambe le regioni. La fiducia nel settore dei servizi è sceso sia nella Ue (-1,2) e, in particolare, l´area dell´euro (-2,2), riflettendo un peggioramento in tutti e tre componenti: la valutazione della situazione aziendale passato e passato, la domanda è diminuita notevolmente nell´area dell´euro. Nell´unione europea il calo della valutazione della domanda di passato era meno pronunciato. Anche le aspettative della domanda deteriorata in entrambe le aree. Dopo il forte calo registrato il mese scorso, la fiducia nel commercio al dettaglio ha rimbalzato in sia per l´Ue (+4,3) e l´area dell´euro (+3,2), a causa di un significativo miglioramento della situazione percepita attività attuale e prevista. La valutazione dei dettaglianti della adeguatezza del volume corrente degli stock migliorata. La fiducia recupera anche nella costruzione sia nella Ue (1,5) e l´area dell´euro (+2,1), parzialmente compensato una diminuzione del mese scorso. Valutazione sia dei manager di portafoglio ordini e le aspettative di lavoro hanno contribuito a questo recupero. In entrambe le regioni, piani per l´occupazione sono stati ulteriormente rivisti al ribasso per l´industria ei servizi, mentre è aumentato nel commercio al dettaglio e delle costruzioni. Allo stesso tempo, le aspettative sui prezzi di vendita diminuito significativamente in tutti i settori eccetto costruzione. La fiducia tra i consumatori è leggermente diminuita di 0,3 punti nell´Unione europea e di 0,5 punti nell´area dell´euro, basati principalmente sulle aspettative circa il futuro peggiorato situazione economica generale e le paure disoccupazione è aumentata in entrambe le regioni. Al contrario, le aspettative dei consumatori circa della propria situazione finanziaria e migliorato i propri risparmi sia nell´Ue che nell´area dell´euro. La fiducia nei servizi finanziari - non inclusa nel Esi - nettamente diminuito sia nell´Ue (-4,8) e la zona euro (-2,6) a causa di una significativa diminuzione nelle aspettative della domanda e la valutazione della situazione aziendale passato. Nell´ue anche la valutazione della domanda passato peggiorata, mentre è rimasto sostanzialmente invariato nella zona euro.  
   
   
LA BEI RINNOVA IL SUPPORTO PER UNA CRESCITA INTELLIGENTE IN TURCHIA CON 475 MILIONI DI EURO  
 
 Ankara / Lussemburgo, 2 luglio 2012 - La Banca europea per gli investimenti (Bei) rinnova il suo sostegno per una crescita intelligente in Turchia con un 475 milioni di euro pacchetto finanziario totale per le piccole e medie imprese (Pmi) e le aziende di media grandezza (mid-caps), così come azione per il clima. Il pacchetto di finanza è in forma di quattro distinte linee di finanziamento, con quattro grandi banche pubbliche e promozionali, che hanno forti posizioni di mercato e complementari del paese, vale a dire Halkbank, T ü rkiye Sinai Kalk ý Nma Bankas ý (Tskb) e per Ziraatbank l´attività imprenditoriale e per Ilbank ambientale e azione per il clima. I contratti sono stati firmati il 28 giugno in una cerimonia pubblica ad Ankara da: Bei, Vice-presidente, del dott Pim van Ballekom , vice-sottosegretario del Tesoro, il signor Cavit Daðdaþ , consiglio Ziraatbank membro di origine e Direttore Generale, il Sig. Hüseyin Aydýn, General Manager Ilbank, il signor Ahmet Candan , Halkbank di Consigliere e Direttore Generale, Sig. Süleyman Aslan, e membro del consiglio Tskb e Ceo, il signor Fevzi Onat, In questa occasione, Vicepresidente della Bei Pim van Ballekom ha commentato: "Come recentemente nominato Vicepresidente della Bei responsabile per la Turchia, sono particolarmente lieto di annunciare che il nostro sostegno alla crescita intelligente della Turchia rimane stabile e forte. Nel 2011 abbiamo raggiunto un totale di 2 miliardi di euro per 19 progetti in Turchia in settori chiave per lo sviluppo del paese, e prosperità. Sostenere la crescita intelligente in Turchia è la quintessenza della nostra politica di finanziamento in Turchia. Oggi firmiamo un ulteriore pacchetto di 475 milioni di euro in prestiti per l´imprenditorialità e il cambiamento climatico nel Paese, in collaborazione con quattro partner di importanti banche turche. I nostri mezzi finanziari e le competenze come il più grande istituzione finanziaria multilaterale si fondono con l´esperienza dei nostri partner bancari locali a favore della fiorente attività imprenditoriale in Turchia. Il funzionamento con Ilbank a favore delle acque e delle infrastrutture dei rifiuti solidi apre la cooperazione tra le nostre due istituzioni a favore delle collettività locali turche e sulle loro popolazioni. Come banca dell´Unione europea, siamo desiderosi di Riconfermiamo il nostro sostegno di grandi dimensioni, rapida e forte alla Turchia, che rimane il paese più grande beneficiario di finanziamento della Bei al di fuori dell´Ue. Nel 2012 ci concentreremo ulteriormente sui tre pilastri della attività della Bei in Turchia: infrastrutture pubbliche, Pmi e corporate lending, quest´ultimo con un focus sul sostegno a favore degli investimenti diretti esteri, e il settore energetico. Sostegno a favore della economia della conoscenza e la lotta contro i cambiamenti climatici resteranno tra le priorità della Bei nel 2012. " La 325 milioni di euro (ripartizionato 150 milioni di euro per Halkbank, 75 milioni di euro per Tskb e 100 milioni di euro Ziraatbank), è in forma di tre distinte linee di credito per finanziare investimenti di piccole e medie imprese da parte delle Pmi e mid-cap imprese attraverso Halkbank e Tskb, per cui sarà particolarmente Halkbank incoraggiare gli investimenti trovano o ri-localizzazione di zone industriali organizzate, mentre Tskb si concentrerà sugli investimenti delle mid-cap imprese che sono particolarmente ben posizionati per affrontare usando la loro profonda conoscenza di questo segmento di mercato. Ziraatbank si concentrerà su piccole e medie imprese nella produzione, commercio e servizi, al di fuori grandi aree urbane del paese di Istanbul, Ankara e Izmir. Queste linee mirano a sostenere un gran numero di settori di attività economica. Prendono di mira l´intera gamma da piccole a medie imprese. La Bei sta iniziando a distribuire, per la prima volta, prestiti a media capitalizzazione in Turchia, per completare tradizionali linee di credito della Bei e colmare il divario tra le linee di credito per le Pmi e per i singoli prestiti diretti per i grandi progetti di imprese più grandi. I partner della Bei in Turchia hanno dimostrato attraverso numerose modalità di finanziamento precedenti che sono in buona posizione per i fondi alla concessione di prestiti della Bei a favore degli investimenti ammissibili. La 325 milioni di euro di finanziamenti consentirà alle istituzioni intermediarie per migliorare ulteriormente le condizioni possono offrire ai beneficiari finali dei finanziamenti della Bei, in particolare in termini di maturità dei prestiti concessi. Un ulteriore 150 milioni di euro va a Ilbank sotto forma di una linea di credito per finanziare gli investimenti comunali nel settore idrico e dei rifiuti solidi in tutta la Turchia. Questa è la prima operazione della Bei con Ilbank. Nel corso degli ultimi anni, la Bei ha finanziato una serie su larga scala di acqua e progetti di trasporto urbano attuati dai comuni metropolitani turchi. Tuttavia, al fine di potenziare l´intervento nel settore delle acque reflue e solidi e di raggiungere anche i comuni più piccoli, la Bei sta collaborando con Ilbank di ampliare la sua portata a favore di una più ampia gamma di autorità locali. Utilizzando Ilbank come partner e intermediario, con il loro know-how locale, completerà la Bei rinomata esperienza nel fornire sia i servizi finanziari e tecnico alle autorità locali. Oltre a rendere un contributo specifico al miglioramento delle condizioni ambientali e gli standard di vita della popolazione locale, il progetto sarà uno strumento importante nel promuovere l´adesione della Turchia alle norme ambientali e le politiche dell´Unione europea.  
   
   
DECOLLA LA MACROREGIONE ALPINA, CUORE D´EUROPA  
 
Bad Ragaz/ch, 2 Luglio 2012 - Fino allo scorso autunno era un´ipotesi di lavoro lanciata dalla Lombardia. Dal 29 Giugno le Regioni alpine d´Europa - appartenenti a Francia, Italia, Svizzera, Austria e Germania, capaci di accogliere una popolazione di 70 milioni di abitanti - hanno iniziato a fare quadrato, promuovendo una comunità di lavoro e sviluppando una strategia comune tesa a orientare anche la programmazione 2014-2020 dell´Unione europea. Si riaccende, dunque, l´ideale politico di "una Europa dei popoli e delle Regioni, com´era originariamente nella visione di Europa dei padri fondatori": così ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, alla Conferenza delle Regioni alpine d´Europa, nel Cantone di San Gallo, in Svizzera, dove era affiancato dal vice presidente e assessore all´Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione Andrea Gibelli, dall´assessore alla Sanità Luciano Bresciani e dal sottosegretario all´Attuazione del programma ed Expo Paolo Alli. Regioni, Province, Stati, Länder E Cantoni - La Lombardia ha voluto dunque essere tra i fondatori di una comunità di lavoro fatta di Regioni, Province autonome, Stati federati, Länder e Cantoni: oltre alla Lombardia, ne fanno parte Piemonte, Veneto, Valle d´Aosta, Friuli Venezia Giulia, Bolzano, Trento, Rhône-alpes, Provenza-alpi-costa Azzurra, Franca Contea, Baden-württemberg, Baviera, Vorarlberg, Salisburgo, San Gallo, Grigioni, Ticino, Tirolo, Svitto e Vallese, le cui delegazioni si sono ritrovate assieme a Bad Ragaz, nella valle del Cantone sangallese. Tra i prossimi appuntamenti la Conferenza di Milano, proposta dal presidente Formigoni e da tenersi nel primo semestre del 2013. Per Un Uso Più Efficiente Delle Risorse - Obiettivo finale non è quello di creare ulteriori Enti od organismi all´interno dell´Unione europea, né tantomeno di sostenere la creazione di nuove leggi o fondi, ma - al pari delle strategie già intraprese per il Baltico, il Danubio e l´Adriatico-ionico - quello di stimolare all´interno dell´Europa "un maggiore coordinamento delle politiche già esistenti su temi d´interesse comune e, allo stesso tempo, un uso più efficiente delle risorse a disposizione su priorità selezionate e condivise". Questa strategia macroregionale alpina vuole essere - ha detto Formigoni - "una nuova piattaforma globale, non-burocratica e aperta, in un´area fondamentale per la crescita europea". Regioni Motori Di Sviluppo - L´antidoto alla crisi globale - ha rimarcato il presidente a Bad Ragaz, mecca delle cure termali già dai tempi del filosofo Paracelso - consiste nell´assunzione, da parte dei Governi subnazionali, di un ruolo sempre più trainante: "Sono proprio le Regioni a essere in grado di intercettare aspettative, interessi e bisogni da parte della società, dimostrando di saper reagire alla crisi in modo più rapido ed efficace rispetto ai sistemi nazionali". Cooperazione Dal Basso Verso L´alto - Il modello di governance - individuato ai piedi del monte Pizol in Svizzera - è quello della cooperazione sviluppata dal basso verso l´alto, secondo il metodo della sussidiarietà, "che responsabilizza i Governi subnazionali sia nel rapporto con i cittadini sia con i livelli di governo superiori, in un´ottica di governance multilivello". Priorità Allo Sviluppo Integrato - Tre sono i pilastri su cui si svilupperà la strategia macroregionale alpina, sottolineati da Formigoni: agricoltura e competitività; energia e ambiente; comunicazioni e trasporti. Il campo d´azione non sarà limitato "alla protezione e allo sviluppo delle aree montane", ma lo sforzo comune sarà quello di "leggere le aree montane come parte di territori più ampi, per uno sviluppo pienamente integrato". La Macroregione alpina - per la quale sarà adottata oggi una risoluzione a Bad Ragaz - intende così offrire "un contributo specifico delle Regioni per il superamento della crisi economico-finanziaria europea, in una prospettiva di sviluppo non solo dei singoli Paesi coinvolti, ma dell´Europa intera" "Quello che è accaduto a San Gallo è la dimostrazione che si va verso l´Europa delle Regioni e questo è il primo mattone della costruzione". Lo ha detto Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato di Regione Lombardia, presente nella delegazione a Bad Ragaz per la sottoscrizione della risoluzione per la Macroregione alpina. Nel corso dello stesso incontro il presidente Roberto Formigoni e il vice presidente Andrea Gibelli hanno annunciato il rientro della Lombardia nell´Alpe Adria. Regioni Vogliono Contare Come Stato Nazionale - "Questo - ha proseguito Gibelli - è un passo storico e sta a dimostrare che, sessant´anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, le Regioni che si affacciavano su uno dei fronti più terribili riescono oggi a incontrarsi. Elaborano una strategia comune e vogliono, in quanto Regioni, contare come gli Stati nazionali dentro una logica multilivello". Su Stessa Identità Nasce Nuova Identità Europa - "Ci si ritroverà tutti a Innsbruk il 12 ottobre 2012 e poi - ha detto ancora il vice presidente - a Milano nel 2013 per definire i livelli di governance, aumentando il livello di perfezionamento della strategia, che oggi punta sullo sviluppo economico anche per superare la drammatica crisi. Queste nostre Regioni sono le principali produttrici di ricchezza. Attorno alle Alpi c´è il primato del turismo, il primato dell´artigianato, il primato dell´impresa, dei servizi. Primati che sono inseriti nella medesima identità economica, come hanno sottolineato i partecipanti sia di lingua tedesca, italiana e francese: è il primo segnale che, contestualmente all´Europa degli Stati, che sta discutendo senza effetti a Bruxelles, a San Gallo sta nascendo una nuova idea di Europa". Fondamentale Il Tavolo Energia - Gibelli ha voluto sottolineare con forza anche il tema dell´energia che è uno dei punti trainanti della convenzione. "La Baviera - ha detto Gibelli - ha la necessità di definire una strategia energetica comune. E questo è dovuto al fatto che nel proprio pacchetto energetico ha il 50 per cento in meno di energia prodotta da fonte nucleare e per questo deve compensare il proprio fabbisogno con energia rinnovabile con fonte idrica, dunque è inevitabile un accordo con le nostre Regioni padane, che hanno la titolarità sui più grandi bacini idroelettrici. Servirà dunque una politica comune, per evitare che Bruxelles stabilisca il livello di intervento d´approvvigionamento di fonti energetiche. Il tavolo dell´energia è fondamentale in questo contesto". Quarantotto regioni (tra cui Lombardia, Veneto, Piemonte, Valle D´aosta, Friuli e le Province autonome di Trento e Bolzano) 70 milioni di abitanti. Questi i due numeri che formano la Macroregione alpina, i cui rappresentanti si sono ritrovati a Bad Ragaz, nel Cantone San Gallo della Svizzera, per dare il via alla risoluzione che, di fatto, è il punto iniziale della strategia della stessa Macroregione, che da mesi si sta costruendo, coinvolgendo i territori di Italia, Francia, Svizzera, Germania e Austria. Una Macroregione alpina cuore d´Europa, che vuole un coordinamento e un migliore utilizzo dei fondi e che esclude altre spese sui cittadini e pesanti sovrastrutture burocratiche. Un´unione per potenziare l´innovazione e la forza economica e garantire uno sviluppo sostenibile del sensibile spazio vitale rappresentato dalle Alpi. Questi i punti centrali dell´accordo sottoscritto. Elaborazione Di Una Politica Per Le Alpi - "Le Regioni alpine - è scritto nel testo - si pronunciano a favore di una strategia macroregionale europea per le Alpi e invitano i rispettivi Governi nazionali a promuovere l´elaborazione di una strategia macroregionale europea per le Alpi". Obiettivi: Agricoltura, Industria, Ambiente Trasporti - "Le Regioni - sottolinea la risoluzione - si concentrano su questi settori: competitività e innovazione, agricoltura, silvicoltura, acqua, energia, ambiente, clima, accessibilità, comunicazioni e trasporti. In questi comparti è possibile creare un valore aggiunto attraverso un quadro operativo europeo comune, che consenta piena collaborazione a tutti i livelli secondo il principio della multilevel governance". Pronta Una Cabina Di Regia - "Le Regioni costituiranno un apposito ´comitato di pilotaggio´, per armonizzare il procedimento e illustrare il documento di iniziativa alle diverse istituzioni europee". Nel testo si accoglie con favore che lo Spazio Alpino elabori soluzioni per un orientamento strategico a lungo termine per l´area alpina. Le Prossime Tappe Fondamentali - Nella risoluzione si "accoglie con favore che i contraenti della Convenzione delle Alpi si propongano di adottare, contestualmente alla Conferenza delle Alpi in programma nel settembre del 2012 a Poschiavo, un proprio specifico contributo all´elaborazione di una strategia macroregionale europea per le Alpi". La conferenza ha anche accolto con favore che il Tirolo organizzi, in occasione della conferenza in programma per il 12 ottobre 2012 a Innsbruck, un incontro per illustrare il progetto ai rappresentanti della Commissione europea e dei Governi nazionali e sollecitare l´adozione di tutti i passi istituzionali necessari per l´elaborazione di una strategia macroregionale. E´ aperto l´invito ai Governi nazionali, alle Istituzioni europee, alle Autorità di gestione dei programmi a partecipare, insieme alle Regioni, a Milano, nel primo semestre del 2013, a una conferenza, in cui concordare i contenuti e i successivi interventi, dialogando secondo il principio della multilevel governance.  
   
   
FVG: CONFERENZA REGIONI ALPINE  
 
 Trieste, 2 luglio 2012 - Il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, ha rappresentato il 29 giugno il Friuli Venezia Giulia alla Conferenza delle Regioni Alpine tenutasi in Svizzera. "Si è trattato - ha spiegato Ciriani - del primo passo concreto di questa macroregione europea che raggruppa molte delle aree più produttive del continente. E´ stato importante essere presenti; molte regioni di quest´area affrontano problematiche comuni e presentano punti di forza molto simili, per questo è opportuno dare il via ad una collaborazione che possa, congiuntamente, far crescere ancora di più le nostre realtà". La conferenza era presieduta dal Consigliere Willi Haag, membro del governo del Canton S. Gallo, il quale ha sottolineato come "questa conferenza invia un segnale politico forte ai governi nazionali e all´Unione Europea, vogliamo fare in modo che l´arco alpino diventi il "cuore" d´Europa". La Conferenza ha approvato un documento congiunto che delinea i settori nei quali privilegiare un approccio comune; tra questi la promozione e il potenziamento della competitività economica dell´area, lo sviluppo dei temi ambientali, l´attenzione alle problematiche connesse alla viabilità e ai trasporti e, infine, l´articolazione di un sistema di coordinamento fra i vari livelli di governo locale. Sulla base del documento le regioni Ue partecipanti intendono adoperarsi affinché i propri governi nazionali nel Consiglio Europeo si impegnino perché la Commissione Europea elabori una strategia europea per l´intero arco alpino, coinvolgendo anche gli stati non membri come la Svizzera e il Liechtenstein. Contemporaneamente, essi vogliono promuovere questa priorità direttamente presso le istituzioni europee. Hanno partecipato all´elaborazione del documento d´iniziativa: le regioni Provence-alpes-côte d´Azur, Rhône-alpes e www.Argealp.org. Franche-comté, le regioni Baviera e Baden Württemberg, le regioni Lombardia, Valle D´aosta, Piemonte, Veneto e Friuli/venezia Giulia, le Province Autonome di Bolzano-alto Adige e Trento, i Land Tirolo, Salisburgo e Vorarlberg, i cantoni Grigioni, S. Gallo, Ticino, Uri, Svitto e Vallese, nonché rappresentanti della Slovenia.  
   
   
PRENDE FORMA IN SVIZZERA LA MACROREGIONE ALPINA. ZAIA: “RILANCIAMO IL RUOLO DELLE REGIONI NEL PERCORSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA”  
 
 Venezia, 2 luglio 2012 - Le Regioni dell’arco alpino di Italia, Francia, Svizzera, Germania e Austria si sono date appuntamento il 29 giugno o a Bad Ragaz, nel Cantone Svizzero di San Gallo, per dare forma al progetto istituzionale di costituzione di una macroregione delle Alpi. Alla conferenza ha partecipato anche il governatore veneto Luca Zaia, che ha salutato con grande interesse l’iniziativa, condividendone pienamente la finalità: “Oggi abbiamo rilanciato il ruolo delle Regioni nel percorso di formazione dell’Europa – ha sottolineato –, introducendo un elemento di modernità nelle relazioni interne del vecchio continente”. “L’obiettivo che ci siamo posti – ha aggiunto – è quello di superare i confini e di portare l’integrazione europea ad un livello più vicino ai cittadini e in linea con lo spirito dei padri fondatori dell’Europa”. Sulla strategia per la formazione della macroregione alpina i rappresentanti delle Regioni hanno approvato un documento inviato alla Commissione Europea e ai Governi nazionali, per confermare la volontà di dare concretezza a questo percorso che potrebbe aprire scenari istituzionali innovativi e di grande prospettiva.  
   
   
VDA: LA CONFERENZA DELLE REGIONI ALPINE SOTTOSCRIVE UN DOCUMENTO PER L’ADOZIONE DI UNA STRATEGIA MACROREGIONALE PER LE ALPI  
 
Aosta, 2 luglio 2012 - E’ stata formalizzata in un documento d’iniziativa comune la volontà delle Regioni alpine riunitesi, venerdì 29 giugno, nella località termale di Bad Ragaz, nel Catone di San Gallo, in Svizzera, di inviare un segnale politico forte ai rispettivi Governi nazionali e all’Unione Europea, pronunciandosi a favore di una Strategia macroregionale europea per le Alpi che possa costituire il quadro di azione idoneo per realizzare, sulla base dell’identità comune, una collaborazione sempre più stretta ed efficiente, a tutti i livelli, per affrontare con maggiore incisività le sfide condivise e per sfruttare al meglio le grandi potenzialità del territorio, valorizzando innovazione e forza economica. All´elaborazione della risoluzione hanno partecipato i rappresentanti di Lombardia, Valle D’aosta, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, delle Regioni Provence-alpes-côte d´Azur, Rhône-alpes e Franche-comté, di Baviera e Baden Württemberg, dei Land Tirolo, Salisburgo e Vorarlberg, dei cantoni Grigioni, S. Gallo, Ticino, Uri, Svitto e Vallese, nonché della Slovenia. Per la Valle d’Aosta era presente il Presidente della Regione Augusto Rollandin, accompagnato dal Consigliere regionale Luciano Caveri, anche nella sua veste di Capo della delegazione italiana nel Comitato delle Regioni. Il Presidente della Regione Augusto Rollandin, intervenendo nel corso del dibattito, ha evidenziato i punti della mozione approvata alcuni giorni fa dal Consiglio regionale che, esprimendo parere favorevole sulla Strategia europea per le Alpi, aveva segnalato una serie di necessità. «La nostra adesione al progetto – ha precisato Rollandin – è legata alla necessità di conciliare l’area più vasta della zona alpina con le caratteristiche particolari della parte più propriamente montana. A questo proposito, come valdostani, non possiamo non rimarcare la necessità, conseguente all’articolo 174 del Trattato di Lisbona, di considerare la specificità delle zone montane nell’ambito della coesione territoriale nell’Unione europea. Parteciperemo quindi alle prossime tappe nella convinzione che non si debba aprire un contenzioso preliminare tra grandi città della pianura subalpina e zone alpine propriamente dette, perché è invece necessario cementare un’alleanza reciproca, pur nella tutela delle diversità». «Il Comitato delle Regioni – ha sottolineato il Consigliere Caveri – è stato protagonista e promotore di questa iniziativa nel solco di quanto già avviato per il Mar Baltico e il fiume Danubio. A dicembre ospiteremo a Bruxelles un’apposita iniziativa, con autorevoli esponenti europei, per tenere viva l’attenzione su questa progettualità decisiva per le popolazioni alpine». Con il documento condiviso, i partecipanti alla Conferenza hanno voluto evidenziare il plusvalore di una Strategia comune europea per l´arco alpino, evidenziando quali sono i settori che possono trarre maggior giovamento da un approccio congiunto che si serve di misure condivise piuttosto che di soluzioni individuali adottate dai singoli Governi. Concretamente ciò significa che: − l´obiettivo centrale di una Strategia europea per l´arco alpino deve essere quello di promuovere e potenziare l´innovazione e la competitività; − il secondo pilastro riguarda i temi Acqua, Energia, Agricoltura e Silvicoltura, Ambiente e Clima. In particolare, proprio in riferimento al cambiamento climatico, le Regioni alpine vogliono attuare misure innovative, con il sostegno dell´Unione Europea; − il terzo pilastro risiede nello sviluppo di soluzioni riguardanti l´aumento del traffico transalpino e l’accessibilità delle Regioni montane più difficilmente raggiungibili; − infine la Strategia europea per l´arco alpino mira ad offrire un quadro di gestione che permetta la collaborazione di tutti i livelli essenziali di Governi e Amministrazioni. Sulla base della risoluzione le Regioni partecipanti hanno quindi deciso di adoperarsi affinché i rispettivi Governi nazionali si impegnino nel Consiglio Europeo affinché la Commissione elabori una Strategia europea per l´intero arco alpino coinvolgendo anche gli Stati non membri come la Svizzera e il Liechtenstein. Parallelamente, esse promuoveranno la priorità individuata direttamente presso le Istituzioni europee. Il documento di’iniziativa è disponibile sul sito www.Argealp.org    
   
   
PRIMO PASSO VERSO LA MACROREGIONE ALPINA UNO SCENARIO NUOVO, AL QUALE IL PIEMONTE GUARDA CON GRANDE INTERESSE  
 
Torino, 2 luglio 2012 - La Macroregione alpina, un territorio di 70 milioni di abitanti cuore pulsante dell’Europa, ha compiuto il primo, fondamentale passo. Si è apre così uno scenario nuovo, al quale il Piemonte guarda con grande interesse per una prospettiva comune di sviluppo sociale ed economico. Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte e presidente di turno dell’Euroregione Alpina-mediterranea, al termine dell’incontro tenutosi il 29 giugno a San Gallo tra i presidenti delle Regioni alpine di Italia, Svizzera, Francia, Germania e Austria non ha dubbi: “Una giornata storica. La votazione convinta e all’unanimità della risoluzione da parte di tutte le Regioni aderenti al progetto apre uno scenario nuovo, a cui il Piemonte guarda con grande interesse. Sono stati stabiliti i punti da cui partire per la strategia della Macroregione alpina: l’obiettivo è quello di poter affrontare e risolvere insieme dei problemi comuni. Le Regioni che insistono sull’arco alpino sono il cuore pulsante dell’Europa, ed è chiaro che lavorare insieme è l’unica via anche per uscire da questa crisi e per poter avere una prospettiva”: “Noi non possiamo pensare - ha proseguito Cota - che gli Stati nazionali rappresentino una camicia di forza, soprattutto in un periodo in cui si parla di globalizzazione e di Europa. Territori che hanno delle caratteristiche omogenee dai punti di vista socio-economico, delle esigenze concrete, delle vocazioni socio-produttive devono poter sviluppare delle politiche comuni, parlando direttamente agli Stati e all’Europa”. Durante la riunione è stato elaborato un documento di strategia comune per la Macroregione che poggia su tre pilastri, complessi ma ugualmente fondamentali: innovazione e competitività, ambiente ed energia, accessibilità e trasporti. Le Regioni alpine di Italia, Svizzera, Francia, Germania e Austria condividono un percorso di coordinamento delle politiche europee che riguarda uno spazio significativo nel cuore del continente, abitato da 70 milioni di persone e costituito dai territori più sviluppati e dotati di un tessuto imprenditoriale e di centri di innovazione di prim’ordine. Le Regioni e le Province autonome italiane, che abbracciando la totalità del versante sud delle Alpi rappresentano da sole un terzo delle popolazioni della zona interessato dalla Strategia, sono arrivate unite all’appuntamento, determinate a dare una spinta decisiva a questa iniziativa comune ed a farsene sostenitrici presso il Governo nazionale e tutte le istituzioni europee nell’applicazione del principio di sussidiarietà.  
   
   
SLOVENIA, PIL PRO CAPITE SOTTO LA MEDIA UE  
 
Lubiana, 2 luglio 2012 - L´eurostat, l´Istituto statistico dell´Unione Europea, ha pubblicato i nuovi dati relativi all´andamento del prodotto interno lordo (Pil) pro capite nel corso del 2011. Stando alle elaborazioni compiute dall´Istituto, in Slovenia il Pil pro capite sarebbe pari all´84 per cento della media dell´Unione Europea. Per quanto invece riguarda il consumo pro capite, in Slovenia il livello risulterebbe pari all´81 per cento della media Ue.  
   
   
ROMANIA AL 6° POSTO PER PROSPETTIVE D´INVESTIMENTO IN EUROPA  
 
Bucarest, 2 luglio 2012 - La Romania si colloca al sesto posto nella graduatoria stilata da Ernst & Young dei Paesi che nei prossimi tre anni saranno più attraenti per gli investimenti in Europa: la graduatoria è il risultato di un sondaggio condotto dalla società tra 840 dirigenti d´impresa a livello globale, scrive Nine o´Clock. Il sondaggio mette in luce che gli investimenti in Romania nel prossimo triennio risulteranno più attrattivi di quelli portati avanti in Paesi come Italia, Spagna, Olanda, Svizzera, Svezia o Repubblica Ceca: l´immagine della Romania come Paese che offre opportunità d´investimento abbastanza sicure deriva da una crescita costante del Pil e da un capitale umano di qualità; il processo di privatizzazione e l´attenzione allo sviluppo delle rinnovabili costituiscono altri fattori chiave. Lo studio di Ernst & Young evidenzia come l´Europa centro orientale sia vista come uno dei principali poli di attrazione per gli investimenti, seconda solo a Cina ed Europa Occidentale. L´81 per cento degli interpellati ha fiducia nel superamento della crisi da parte del Vecchio Continente: un ruolo non marginale potrebbe essere rivestito proprio dalle economie del centro-est-sud europeo: nazioni come Romania, Serbia, Slovacchia e Repubblica Ceca offrono apparati industriali in forte sviluppo, ad esempio nel settore auto, avendo creato complessivamente il 53 per cento dei nuovi posti di lavoro in Europa.  
   
   
PROGRAMMI UE: WORKSHOP CON MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO A UDINE  
 
 Trieste, 2 luglio 2012 - Fare il punto sul percorso d´informazione e dibattito riguardante i principali contenuti di Europa 2020 e sulla futura programmazione della politica di coesione 2014-2020 concernente i Fondi strutturali: è questo l´obiettivo dell´incontro che si terrà lunedì 2 luglio a Udine nell´Auditorium della Regione in via Sabbadini: si tratta di un passaggio fondamentale per avviare il percorso di partenariato regionale necessario all´elaborazione della futura programmazione del Friuli Venezia Giulia attraverso specifici Programmi operativi. L´iniziativa sarà anche l´occasione per illustrare i risultati di una prima consultazione pubblica curata sul tema dalla Direzione Centrale Cultura, Sport, Relazioni Internazionali e Comunitarie, coadiuvata da Informest di Gorizia e che dovrà radicarsi e ampliarsi nei prossimi mesi. Il Workshop, al quale parteciperà il Capo Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica del Ministero dello Sviluppo economico, dott.Ssa Sabina De Luca, sarà presieduto dall´Assessore regionale Elio De Anna.  
   
   
CALABRIA: LUNGA E ARTICOLATA DISCUSSIONE IN GIUNTA SULLA LEGGE DI RIORDINO DI AFOR E COMUNITÀ MONTANE  
 
 Catanzaro, 2 luglio 2012 - Il Presidente Scopelliti, a margine della Giunta regionale del 28 giugno, che ha portato all’approvazione della proposta di legge “Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale”, ha reso noto che una lunga e articolata discussione ha avuto come oggetto la legge di riordino di Afor e Comunità Montane, che sarà portata in discussione il prossimo 3 agosto in Consiglio Regionale. Il Presidente Scopelliti e l’intera Giunta da lui presieduta, sono fermamente convinti che il processo di riordino del comparto forestale e montano non può essere ulteriormente procrastinato. Ritengono che le discussioni avviate con tutti i gruppi consiliari e le rappresentanze sindacali debbano avere naturale epilogo con l’approvazione della proposta di legge che prevede l’Istituzione dell’Azienda Regionale per la Forestazione e le Politiche della Montagna. Proprio il 3 agosto. La buona riuscita delle leggi di riordino sta nella condivisione fra tutte le forze politiche e sindacali. Ma ormai il tempo a disposizione sta praticamente scadendo ed urge pervenire alla riorganizzazione del comparto, pena un suo declino inesorabile, avviato con la sua messa in liquidazione nel 2007.  
   
   
LA GIUNTA REGIONALE DELLE MARCHE RIDUCE DI UN TERZO LA RETRIBUZIONE DI RISULTATO 2011 DEI DIRIGENTI APICALI.  
 
Ancona, 2 luglio 2012 - La Giunta regionale ha ridotto di un terzo la retribuzione di risultato 2011 dei dieci dirigenti apicali, in pagamento nel mese di luglio. “La decisione – afferma l’assessore al Personale, Luigi Viventi – era già stata annunciata nel corso dei lavori dell’Assemblea legislativa, nell’ambito delle iniziative intraprese dall’esecutivo per ridurre i costi di gestione. Proseguiamo nell’opera di contenimento delle spese organizzative, senza comprimere i diritti dei dipendenti, ma consapevoli della necessità di risparmiare risorse, specie in un momento di crisi come l’attuale. Ogni euro che possiamo distogliere dalla gestione rappresenta un euro in più da destinare a investimenti e ai servizi alla collettività. Negli ultimi anni la Regione ha ridotto la spesa del personale e il numero dei dirigenti (da 88 del 2007, ai 61 del 2012), perseguendo un equilibrio che va continuamente riorientato, a seguito delle minore risorse disponibili”. Il provvedimento adottato riguarda le figure apicali della struttura regionale, la cui valutazione viene effettuata direttamente dalla Giunta. Il contenimento (pari al 34 per cento dello scorso anno) si aggiunge alla riduzione operata al Fondo di risultato delle “posizioni di funzione”: dirigenti appartenenti ai dieci Servizi della Regione, la cui valutazione è di competenza dei dirigenti apicali.  
   
   
BILANCIO: POLVERINI, LAZIO PRIMA REGIONE AD APPROVARE ASSESTAMENTO 2012  
 
 Roma, 2 luglio 2012 - “Oggi è un giorno importante per il Lazio: per la prima volta siamo la prima regione ad approvare l’assestamento di bilancio. Abbiamo accettato una sfida ambiziosa facendo parte da subito con altre regioni e alcuni comuni del processo di armonizzazione dei bilanci. La Giunta e il Consiglio hanno dato prova di maturità straordinaria: ringrazio, e lo faccio con sincerità, anche l’opposizione perché ha saputo cogliere una indicazione che avevo già dato con la manovra finanziaria di dicembre e oggi insieme si compie un altro passo in avanti. Per non svilire il lavoro del Consiglio, infatti, in occasione del bilancio di dicembre avevo proposto alla Giunta di presentare una manovra senza collegato e così è stato: il Consiglio ha lavorato per provvedimenti legislativi che potevano essere inseriti con una forzatura, come sempre accaduto in passato, e anche questa volta abbiamo evitato il ricorso al ‘subemendamentone’”. E’ quanto dichiara la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il 28 giugno in occasione dell’approvazione da parte del Consiglio regionale della manovra di assestamento di bilancio 2012. “Oggi dal Consiglio – aggiunge - esce una manovra migliore di come ci è entrata e ho voluto dare una apertura affinché si valutassero gli emendamenti, anche dell’opposizione, che potessero dare un contributo al testo. Assumo formalmente l’impegno a portare il processo di razionalizzazione delle nostre strutture di servizio, un impegno preso già con la manovra finanziaria in cui non era stabilito un termine perentorio, ma prima di arrivare in Aula con la prossima finanziaria vogliamo che ci sia una discussione preventiva. Ringrazio per questo il consigliere Battistoni per aver ritirato l’emendamento presentato”. “Con questa manovra – sottolinea Polverini – non abbiamo voluto far mancare risposte ai bisogni primari delle persone come dimostra l’impegno ad esempio per le politiche sociali, parte delle quali saranno destinate alla non autosufficienza. Quando in aula – conclude - il clima si fa un po’ più vivace, significa che si crede in ciò che si fa. Scusandomi quindi con il presidente Abbruzzese e tutti i consiglieri, abbiamo dato prova oggi che siamo vivi e che siamo qui e che siamo tutti qui con la testa, il cuore e la passione”.  
   
   
PAESAGGIO: AVVIATE SETTE AZIONI PER AGGIORNARE PTRC. OGGI A TREVISO SI PARLA DI AREA METROPOLITANA E NUOVE CITTA’  
 
 Venezia, 2 luglio 2012 - La Regione del Veneto ha avviato il processo di aggiornamento del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (Ptrc), adottato nel 2009. Questa operazione, in cui il Ptrc assumerà anche valenza paesaggistica attraverso una variante parziale, è un momento centrale per definire e dare nuovo significato al disegno territoriale del Veneto e sono state previste sette azioni con l’obiettivo del più ampio coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati per rendere il Ptrc maggiormente aderente alle esigenze del territorio regionale. La quarta di queste azioni riguarda il tema “Area metropolitana veneta – le nuove città” e sarà approfondita lunedì mattina a Treviso, nella sede dell’amministrazione provinciale a S. Artemio (Via Cal di Breda, 116). Il programma (con inizio alle ore 9.30) prevede i saluti della presidente della Provincia Leonardo Muraro e del sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo e gli interventi del vicepresidente della giunta regionale e assessore al territorio Marino Zorzato, che illustrerà l’importanza del Ptrc per il Veneto e il suo paesaggio, e di Silvano Vernizzi, segretario regionale alle infrastrutture. Seguiranno le relazioni dei tecnici e degli esperti. Sono previsti i contributi di Amerigo Restucci rettore dell’Iuav di Venezia, Giuseppe Roma direttore generale della Fondazione Censis, Cesare De Michelis dell’Università di Padova, l’architetto Toni Follina, l’imprenditore Massimo Colomban e Marino Folin presidente della Fondazione Venezia 2000. L’appuntamento è accompagnato dall’esposizione itinerante delle fotografie selezionate con il concorso “Paesaggio veneto. Luoghi, persone, prospettive”.  
   
   
FVG, PRESIDENZA: BILANCIO RIFORME, RISPARMI DI 73 MILIONI ALL´ANNO  
 
 Trieste, 2 luglio 2012 - "Un´occasione per confermare ad Andrea Garlatti la massima stima e l´apprezzamento per il lavoro svolto, per aver saputo trasferire le sue competenze all´interno dell´Amministrazione regionale, per esprimergli un ringraziamento non formale al termine del suo mandato. Garlatti rimarrà, in altre forme, un nostro prezioso collaboratore". La conferenza stampa convocata dopo le dimissioni dell´assessore alla Funzione pubblica, Autonome locali e Coordinamento delle riforme, annunciate il 28 giugno mattina in Consiglio e poi formalizzate in Giunta, è servita al presidente della Regione Renzo Tondo, e allo stesso Garlatti, per tracciare un bilancio di tre anni particolarmente intensi di riforme della macchina amministrativa. Un bilancio che si può riassumere in una cifra: 73 milioni di euro all´anno di risparmi strutturali nelle spese di funzionamento di Regione, Enti locali e Sanità, risparmi che sono già stati e saranno destinati in futuro a investimenti, alla riduzione della pressione fiscale, alle spese per la protezione sociale. Il presidente Tondo ha confermato che, con l´uscita di Garlatti, il numero di assessori sarà ridotto da 10 a 8, dopo che neppure Vladimir Kosic alla Salute era stato sostituito, confermando così l´impegno assunto nelle dichiarazioni programmatiche del settembre scorso. Nei prossimi giorni le deleghe dell´assessore uscente saranno infatti ridistribuite all´interno della Giunta. Garlatti ha confermato le ragioni personali delle dimissioni, nella consapevolezza di aver portato a termine gli obiettivi prefissati. "Non sta a me giudicare se quello che ho fatto è poco o tanto - ha detto - ma credo di essere riuscito a introdurre alcune innovazioni di sostanza e di aver tracciato un percorso da proseguire con decisione. Non c´è alternativa ai cambiamenti delle modalità organizzative, alla razionalizzazione e all´ammodernamento della pubblica amministrazione". Il mandato che Garlatti aveva ricevuto dal presidente era chiaro: "governare meglio e spendere meno", confermando e rafforzando la strada già intrapresa sin dall´inizio della nuova legislatura con la riduzione dei dirigenti, l´accorpamento delle funzioni, l´abolizione dell´Agenzia della Sanità. Dal 2007 al 2011 i dirigenti sono passati da 145 a 114 (- 21,4 per cento), la spesa complessiva per il personale regionale si è ridotta da 173 a 156 milioni di euro (- 9,6 per cento), i posti nelle segreterie degli assessori da 44 a 27, le spese di funzionamento, comprese le "auto blu", da 19,9 a 14,9 milioni (- 25,2 per cento). Negli Enti locali il personale è calato di 719 unità (- 5,5 per cento pari a oltre 25 milioni di euro) e la revisione dei compensi degli amministratori ha permesso di risparmiare altri 1,2 milioni (- 8,1 per cento). In Sanità, accanto ai risparmi per l´abolizione dell´Agenzia (2 milioni), si sono aggiunti 20 milioni attraverso il riequilibrio del turn over, che hanno consentito di incrementare i servizi ai cittadini. Tra le partire più delicate portate a termine dall´assessore, sono stati ricordati fra gli altri il rinnovo del contratto del pubblico impiego, con forti elementi di premio alla produttività, il superamento delle Comunità montane, l´istituzione della Scuola della Funzione pubblica regionale, la riforma dell´Insiel, il varo della previdenza complementare regionale.  
   
   
CONSUNTIVI 2011 APT E ATER POTENZA, SÌ DA II CCPVIA LIBERA ANCHE SUL PIANO DI CONCESSIONE DI CONTRIBUTI PER GLI ASILI NIDO E SUL PIANO DELLE ATTIVITÀ EDUCATIVE E CULTURALI.  
 
Potenza, 2 luglio 2012 - La seconda Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale (Bilancio e Programmazione) ha approvato, il 28 giugno, a maggioranza, il Rendiconto 2011 dell’Apt (Agenzia di promozione territoriale). Favorevoli al provvedimento il vicepresidente dell’organismo Erminio Restaino (Pd, che ha presieduto i lavori per l’assenza del presidente Autilio) ed i consiglieri Gaudiano (Gruppo Misto), Romaniello (Sel), Scaglione (Pu), Vita (Psi) e Singetta (Api); contrario il consigliere Rosa (Pdl); astenuto il consigliere Navazio (Ial). Prima dell’approvazione il rendiconto è stato illustrato alla Commissione dal direttore generale dell’Apt, Gianpiero Perri, che ha evidenziato i dati essenziali del rapporto sull’attività svolta dall’Apt nel 2011: degli 8,691 milioni di euro del bilancio dell’agenzia, 4,480 provengono da fondi comunitari (Po – Fesr) e 3,50 milioni di euro da finanziamenti regionali. Nel 2011 i costi di gestione dell’Apt sono stati pari a 2,7 milioni di euro, di cui 1,189 milioni di euro per il personale (pari al 21,20 per cento della spesa complessiva), su cui si registra una contrazione della spesa dovuta anche alla scelta di avvalersi del nucleo di valutazione regionale. Sempre a maggioranza (con il voto favorevole di Restaino, Gaudiano, Romaniello, Vita Singetta e Scaglione, il voto contrario di Rosa e l’astensione di Navazio) la Commissione ha approvato in sede di controllo il Bilancio consuntivo 2011 dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) di Potenza. L’azienda, come ha spiegato Michele Bilancia nell’audizione che ha preceduto l’approvazione del provvedimento, non ha molte risorse per dare risposte certe nel campo dell’edilizia economica e popolare, e si concentra soprattutto sulla gestione del patrimonio. Nel 2011, a seguito delle alienazioni e delle nuove assegnazioni, sono risultati 5.815 gli alloggi gestiti dall’Ater di Potenza. Nello stesso periodo sono stati eseguiti interventi di manutenzione per 1,8 milioni di euro. Sempre nel 2011, l’Ater di Potenza ha appaltato lavori per la costruzione di 76 alloggi (a Montemurro e Potenza), mentre è in corso la realizzazione di 248 alloggi di edilizia sovvenzionata ed agevolata a Balvano, Chiaromonte, Potenza, Rionero in Vulture e Vietri di Potenza. Altri 104 alloggi, in fase di progettazione, saranno realizzati ad Atella, Filiano, Guardia Perticata, Lagonegro, Melfi, Potenza e Rionero in Vulture. Annunciata, infine l’imminente definizione della questione del palazzo di via Manhes a Potenza, che in passato ha ospitato gli uffici del Consiglio regionale ed è stato riconvertito in alloggi di edilizia convenzionata che saranno presto assegnati. Ancora a maggioranza (con il voto favorevole di Restaino, Gaudiano, Vita, Singetta e Scaglione, il voto contrario di Rosa e Navazio e l’astensione di Romaniello) la Commissione ha dato il proprio via libera al “Piano annuale 2012 delle attività educative e culturali”, condizionando però il parere favorevole – ha spiegato Restaino – all’acquisizione in Consiglio di una tabella riepilogativa dettagliata degli interventi, per i quali è previsto un finanziamento di 900 mila euro. Infine, sempre a maggioranza (con il voto favorevole di Restaino, Gaudiano, Vita, Singetta, Scaglione, Navazio e Romaniello e il voto contrario di Rosa) è stato approvato il Piano annuale 2011 di concessione dei contributi ai Comuni per la gestione ed il funzionamento degli asili nido. Sono 25 le richieste di finanziamento, per una spesa complessiva di 750 mila euro. Tutti gli atti varati oggi dalla Commissione passano ora all’esame dell’Aula per la definitiva approvazione. Terminato l’esame dei provvedimenti all’ordine del giorno, la Commissione ha ascoltato il dirigente generale del Dipartimento Presidenza Angelo Nardozza e i dirigenti degli Uffici Bilancio e Ragioneria, Maria Grazia Delleani e Nicola Coluzzi, che hanno fatto il punto sulle misure adottate dal governo regionale, anche a seguito delle indicazioni emerse nella seduta del 28 maggio del Consiglio regionale, per affrontare i problemi delle imprese e degli enti pubblici per quanto attiene ai vincoli e agli effetti derivanti dal rispetto del Patto di stabilità. A quanto è stato riferito, su un obiettivo complessivo di programmazione della spesa pari a 588 milioni di euro per il 2012, a gennaio sono stati liquidati 188 milioni di euro (comprensivi di circa 170 milioni di euro per pagamenti del 2011). Attualmente sono disponibili per le spese soggette al Patto di stabilità circa 200 milioni di euro. La Giunta ha inoltre deciso di stanziare 20 milioni di euro per i pagamenti relativi a provvedimenti degli enti locali già richiesti alla Ragioneria, mentre si attende dal Ministero dell’Economia il provvedimento che dovrebbe consentire per il 2012 la cosiddetta “verticalizzazione” del Patto, cioè la possibilità che la Regione trasferisca agli enti locali quote della propria capacità di spesa. Possibilità che per la Basilicata dovrebbe ammontare a 21 milioni di euro. Si sta inoltre lavorando al provvedimento, proposto dal presidente De Filippo ed approvato all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni, per l’esenzione dai vincoli del Patto di stabilità di tutte le spese relative alla ricostruzione post – terremoto. Allo studio infine un provvedimento che punta a realizzare la “verticalizzazione” del Patto anche per i fondi Fas, con una quota per la Basilicata di circa 15 milioni di euro. La Regione ha inoltre firmato con tre istituti bancari convenzioni per il “pro soluto”, attraverso le quali l’ente offre la propria garanzia per la cessione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Una tabella con il quadro completo delle spese soggette al Patto di stabilità e degli interventi in atto sarà consegnata al più presto ai consiglieri regionali. Alla riunione, oltre al vicepresidente Restaino (Pd), hanno partecipato i consiglieri Rosa (Pdl), Falotico e Mollica (Mpa), Navazio (Ial), Gaudiano (Gruppo Misto), Romaniello (Sel), Scaglione (Pu), Vita (Psi) e Singetta (Api).  
   
   
IL DIPARTIMENTO CONTROLLI DELLA REGIONE CALABRIA HA PREDISPOSTO UN QUESTIONARIO DI PARTECIPAZIONE ATTIVA PER IL COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER.  
 
Catanzaro, 2 luglio 2012 - Per favorire i processi di partecipazione attiva di quanti nei confronti della Regione sono portatori di diritti ed interressi - ovvero cittadini, enti locali, associazioni, istituti scolastici/ universitari ed aziende - il Dipartimento Controlli, senza alcun onere finanziario, ha predisposto un questionario on-line sul gradimento e la capacità della Regione Calabria di rispondere alle esigenze rispetto agli obiettivi fissati nel Piano delle Performance 2012-2014. Tale documento, consultabile sul sito delle Regione, Dipartimento Controlli, è stato approvato dalla Giunta Regionale e si traduce nella esplicitazione di parametri misurabili che l’ente intende raggiungere nel perseguimento della sua mission e, conseguentemente, nella valutazione delle proprie prestazioni e dell’efficacia dell’azione amministrativa. In questo contesto, dunque, il questionario si rivela come importante strumento conoscitivo che la Regione utilizzerà a supporto di future scelte strategiche ed operative. Un’iniziativa di “e-democracy ed accountability” che favorisce il dialogo tra amministrazione e cittadini potenziando lo scambio di informazioni sulle attività svolte, i risultati conseguiti e le aspettative. Questionario: https://docs.Google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dghotml4zezmujr0zdb5ejb1bzrlrke6ma#gid=0  
   
   
CRESCE ANCORA L’INFLAZIONE A FIRENZE AUMENTANO I PREZZI DI ALIMENTARI E ALBERGHI, IN CALO I CARBURANTI. LE RILEVAZIONI DELL´UFFICIO STATISTICA PER IL MESE DI MAGGIO  
 
 Firenze, 2 luglio 2012 - Cresce ancora l’inflazione a Firenze: la variazione mensile è +0,3% (a maggio era +0,4%); la variazione annuale è +2,8% (lo scorso anno era +2,7). La rilevazione, effettuata dall’Ufficio Statistica del Comune, si è svolta come di consueto dal 1° al 21 del mese di maggio su oltre 900 punti vendita (anche fuori dal territorio comunale) appartenenti sia alla grande distribuzione sia alla distribuzione tradizionale, per complessivi 11.000 prezzi degli oltre 900 prodotti compresi nel paniere. A contribuire a questo dato sono stati, rispetto al mese precedente, gli aumenti dei prezzi dei comparti Prodotti alimentari (1,9%), delle Comunicazioni (+0,9%) dei Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,7%); sono invece risultati in calo i prezzi del capitolo Trasporti (-1,0%). La forte variazione mensile dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche (+1,9%) è causata principalmente dall’aumento della frutta (+21,4% rispetto a maggio e +14,2% rispetto a giugno 2011), delle patate (+5,2%) e dello yogurt (+3,2%). In forte aumento anche la variazione annuale passata da +2,4% di maggio a +3,9% per il mese in corso. Per le Comunicazioni, si registra l’aumento degli apparecchi per la telefonia mobile: +3,7% rispetto a maggio 2012 (comunque sempre in forte diminuzione (-15,6%) su base annuale, ovvero rispetto al giugno 2011. Nel settore Servizi di alloggio e di ristorazione sono aumento i servizi di alloggio (+2,5%) che tuttavia risultano in diminuzione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente ( 4,0%). La diminuzione registrata per i Trasporti è dovuta al sensibile calo dei carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati (-3,1%); mentre rispetto allo stesso mese dell’anno precedente i carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati incrementano di +15,6%. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 4,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I beni, che pesano nel paniere per circa il 56%, hanno fatto registrare a giugno 2012 una variazione di +4,0% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I servizi, che pesano per il restante 44%, hanno fatto registrare una variazione annuale pari a +1,4%. Scomponendo la macrocategoria dei beni, si trova che i beni alimentari registrano una variazione annuale pari a +3,8%. I beni energetici sono in aumento di +14,5% rispetto a giugno 2011. I tabacchi fanno registrare una variazione di +9,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.  
   
   
APPRENDISTATO -SARDEGNA: STRUMENT​O IMPORTANTE PER INSERIMENT​O DEI GIOVANI NEL MONDO DEL LAVORO  
 
Cagliari, 2 luglio 2012 – "Uno strumento importante, che si inserisce nella programmazione delle politiche attive per il lavoro, insieme ai tirocini e ad altre iniziative per l’autoimprenditorialità, con l’obiettivo di agevolare l´inserimento dei giovani nel mondo del lavoro." Lo ha detto l’assessore del Lavoro, Antonello Liori, durante la presentazione del Programma regionale dell’Apprendistato. "Le recenti scelte fatte dal Governo nazionale dimostrano che abbiamo imboccato una strada giusta – ha aggiunto l’assessore Liori - Siamo tra le Regioni all’avanguardia in Italia, avendo compiuto un importante sforzo di elaborazione e programmazione, grazie anche ad un´intensa concertazione con le parti sociali, per ridare vitalità all´offerta formativa pubblica. L’apprendistato, oltre al rafforzamento delle competenze ed al sostegno della competitività delle imprese, è utile anche per contrastare precariato e lavoro nero. Stiamo realizzando un modello Sardegna: fare sistema per fare formazione, in stretto rapporto di collaborazione con le agenzie formative e le associazioni di categoria, affinché anche questo strumento sia una componente essenziale dello sviluppo." "Con un bando da 615.000 euro finanziamo 1.500 domande di giovani tra 18 e i 29 anni, con la certezza che le aziende che accedono al contratto di apprendistato assumeranno almeno il 50% del personale formato. Comunque, considerata l’elevata richiesta, è prevedibile che entro l’anno verrà pubblicato un altro bando. Al momento l’offerta regionale è quella dell’apprendistato ´professionalizzante´, ma presto partiranno i programmi di apprendistato ´qualificante´ e di ´alta formazione´. Infine, in autunno verrà organizzato il ´Salone dell´apprendistato´, con alcune giornate di confronto e di incontro tra domanda ed offerta", ha concluso Liori.  
   
   
LAVORO, IN SARDEGNA FONDI A FAVORE DELL´INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI  
 
Cagliari 2 luglio 2012 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro, Antonello Liori, ha approvato due provvedimenti a favore dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. "Abbiamo deliberato di trasferire alle Province le risorse del ´Fondo regionale per l’occupazione dei diversamente abili´, pari ad un milione 470.000 euro. Tra gli interventi strategici da realizzare - ha detto l’assessore Liori - riveste particolare importanza l’attivazione di tirocini formativi e di orientamento, che, per essere omogenei a livello regionale, seguiranno le linee guida regionali stabilite dal Comitato regionale del Fondo. "Inoltre, con le risorse finanziarie provenienti dal ´Fondo nazionale per il diritto al lavoro dei disabili´, pari a 716.000 euro per l’annualità 2010, abbiamo deliberato di riconoscere contributi ai datori di lavoro privati che assumeranno persone disabili in regime di convenzione con le Province, non più con la fiscalizzazione sugli oneri contributivi ed assistenziali, ma attraverso incentivi all’assunzione calcolati sul costo salariale annuo. È previsto anche un rimborso forfetario parziale al datore di lavoro per le spese necessarie all’adeguamento del posto di lavoro alle possibilità operative dei disabili, o per l´apprestamento di tecnologie di telelavoro, o per la rimozione delle barriere architettoniche che limitano in qualsiasi modo l´integrazione lavorativa del disabile. Per il 2010 sono state ammesse ai contributi 38 aziende con 41 assunzioni".  
   
   
BOLZANO: LA NUOVA LEGGE AUMENTA L´ATTRATTIVITÀ DELL´APPRENDISTATO  
 
 Bolzano, 2 luglio 2012 - Ora l´apprendistato diventa ancora più competitivo e attrattivo: lo sottolinea l´assessore provinciale Sabina Kasslatter Mur dopo che il Consiglio provinciale ha approvato il 28 giugno il suo disegno di legge sull´ordinamento dell´apprendistato. "La nuova legge assicura l´apprendistato dai 15 anni di età come percorso di formazione professionale e riforma il contratto aprendolo anche a chi ha conseguito la maturità o ai laureati, che potranno entrare nel mondo del lavoro con un analogo contratto", sottolinea Kasslatter Mur. Da decenni l´Alto Adige segue una propria via di successo nell´apprendistato, puntando sul modello di formazione duale con il giovane impegnato nella scuola professionale e parallelamente in azienda. Nel 2011 il Governo ha avviato il tentativo, con una nuova legge sull´apprendistato, di coniugare meglio formazione e mercato del lavoro e combattere in tal modo la disoccupazione giovanile. Poichè alcune norme della legge provinciale in materia non sono conformi al nuovo impianto statale, la Giunta provinciale ha adeguato le proprie disposizioni, oggi approvate dal Consiglio. L´assessore Kasslatter Mur, che ha presentato il ddl, descrive la situazione di partenza: "L´alto Adige è l´unica provincia italiana nella quale la formazione duale funziona già molto bene e si conclude con un titolo riconosciuto. Anche per il futuro abbiamo bisogno di un modello che venga condiviso sia dai giovani e dai genitori sia dai datori di lavoro. Sono convinta che l´apprendistato, con la nuova legge provinciale, possa guadagnare in attrattività e competitività." Anche con le associazioni di categoria e i sindacati è già stato raggiunto un consenso sui principali punti della legge. Il nuovo ordinamento dell´apprendistato prevede - come indicato dalla normativa nazionale - tre tipi di formazione: il modello già noto, vale a dire l´apprendistato per conseguire una qualificazione professionale e un diploma professionale, a cui si aggiungono il cosiddetto apprendistato professionalizzante e l´apprendistato di alta formazione e ricerca. Oltre a recepire la mutata tipologia dell´apprendistato (formazione dopo le medie, per i diplomati delle superiori, per laureati o universitari), la nuova legge provinciale semplifica anche alcune procedure burocratiche a carico dei datori di lavoro. Dopo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, la legge provinciale entrerà in vigore a metà luglio. Si lavora già alla sua concreta attuazione: la Provincia ha avviato le trattative con le parti sociali per definire, nel regolamento di esecuzione, le professioni in cui sarà necessario un apprendistato triennale e quelle invece in cui sarà richiesto quadriennale.  
   
   
PIEMONTE: LA DEDUZIONE IRAP PER L’ASSUNZIONE DEI GIOVANI VALE GIÀ PER IL 2011  
 
Torino, 2 luglio 2012 - E’ operativa la deduzione regionale Irap di 30.000 euro per le imprese che assumono giovani al di sotto dei 35 anni: i soggetti con periodo di imposta coincidente con l’anno solare potranno usufruirne già in riferimento al periodo di imposta 2011. Entra così definitivamente in atto la misura di agevolazione fiscale prevista dal Piano Giovani della Regione Piemonte, che consente all’azienda che assume a tempo indeterminato un under 35 di risparmiare nell’arco di tre anni 30.000 di Irap, in pratica azzerando la quota regionale dell’imposta. “Come avevamo già deciso con il Piano straordinario per l’occupazione a favore dell’assunzione di lavoratori sopra i 50 anni - dice Massimo Giordano, assessore regionale allo Sviluppo economico - abbiamo semplicemente fatto un ragionamento analogo anche per sostenere il lavoro giovanile: abbassare le tasse per favorire la crescita delle nostre imprese e l’aumento dei posti di lavoro, soprattutto per i nostri ragazzi, un modo limpido per sottoscrivere un patto generazionale in favore dell’occupazione e dell’imprenditorialità”. “La deducibilità dell’Irap per i nuovi assunti under 35 - aggiunge Giordano - è una delle dieci idee del Piano Giovani, approvato per rimuovere gli ostacoli di accesso al sistema delle opportunità, individuare nuovi canali di dialogo per recepire istanze spesso inespresse, costruire un contesto favorevole alla valorizzazione del merito e della creatività. Il sostegno ai giovani piemontesi è una delle priorità assolute per il futuro del Piemonte, sulla base della considerazione che nessuno dei processi individuati per incidere strutturalmente sull´economia piemontese potrà produrre i propri effetti senza il coinvolgimento delle nuove generazioni”.  
   
   
BOLZANO: PUBBLICATO BANDO DI GARA PER L´ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA EUROPEO FEG A SOSTEGNO DEI LAVORATORI IN MOBILITÀ  
 
 Bolzano, 2 luglio 2012 - Giovedì 28 giugno 2012 è stato pubblicato un bando di gara per l’attuazione del programma Feg mirato all’attuazione di percorsi di formazione e di accompagnamento di lavoratori entrati in mobilità o che hanno perso il posto di lavoro tra il 1 marzo 2010 e il 1 dicembre 2010 e che risultino ancora disoccupati ovvero occupati a tempo parziale o a tempo determinato. Il bando scadrà il 20 agosto 2012. A fine 2011, è stata approvata dalla Commissione europea, la richiesta di cofinanziamento europeo, tramite il Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione Feg, avanzata dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, per il tramite del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, finalizzata ad un progetto di intervento programmatico in favore dei lavoratori collocati in esubero, tra il 1 marzo 2010 e il 1 dicembre 2010, presso 323 imprese del settore dell’edilizia nel territorio della Regione Trentino Alto Adige. A differenza dei fondi strutturali (quali ad esempio il Fondo Sociale Europeo) il Feg fornisce un sostegno puntuale, limitato nel tempo e individuale, focalizzandosi sui lavoratori che si trovano in esubero a causa della globalizzazione o dell’attuale crisi economico-finanziaria. In particolare, il Feg si propone di facilitare il reinserimento dei lavoratori nei settori, territori o mercati del lavoro che subiscono lo shock di una perturbazione economica grave, attraverso un cofinanziamento di misure attive nel mercato del lavoro. A tale scopo, la Provincia di Bolzano e quella di Trento rendono noto che oggi, giovedì 28 giugno 2012 è stato pubblicato un bando di gara per l’attuazione del programma Feg sul sito http://www.Bandi-altoadige.it/sourcing/tenders/resume/id/21163 mirato all’attuazione di percorsi di formazione e di accompagnamento di lavoratori entrati in mobilità o che hanno perso il posto di lavoro nel periodo sopraindicato e che risultino ancora disoccupati ovvero occupati a tempo parziale o a tempo determinato. Tale programma dovrà essere attuato in stretta sinergia con l’Agenzia del Lavoro e con gli Uffici del lavoro e i Centri per l’impiego, attraverso interventi di politica attiva del lavoro a favore dei disoccupati e occupati, comunque target del programma; sostegno al reddito dei medesimi disoccupati e occupati, effettivamente coinvolti. Il bando, che scadrà il 20 agosto 2012, prevede la conclusione di tali interventi entro il 7 febbraio 2013. Essendo stato pubblicato congiuntamente dalle due Province, è possibile partecipare sia per una sola realtà territoriale che per entrambe.  
   
   
MOLTE AGGREGAZIONI DI GIOVANI IN EMILIA-ROMAGNA MA POCHE "BABY GANG". LO DICE UNA RICERCA PRESENTATA NELL´AMBITO DEL PROGETTO EUROPEO «EU RECO STREET VIOLENCE».  
 
Bologna, 2 luglio 2012 - Nessun quartiere ghetto, riqualificazione (vedi l’area vicino alla stazione di Reggio Emilia) delle aree degradate, sostegni mirati alle famiglie, progetti (come a San Donato a Bologna) per prevenire i fenomeni del bullismo o recuperare i giovani che si sono allontanati dalla giusta strada. In questi anni la Regione Emilia-romagna non ha sottovalutato il pericolo derivante dalle marginalità giovanili. E i risultati confermano che l’impegno di viale Aldo Moro ha dato i suoi frutti. Lungo la via Emilia infatti l’allerta per il diffondersi del fenomeno delle “bande giovanili” resta alto, ma non c’è emergenza. Questo è il quadro che emerso questa mattina nel corso de “Le esperienze europee di devianza giovanile negli spazi pubblici”, seminario di studio organizzato nell’ambito del progetto europeo «Eu Reco Street Violence», finanziato dalla Commissione Europea con il Programma Daphne Iii, e promosso dal Forum Europeo per la sicurezza urbana con la partecipazione dalla Regione Emilia-romagna. Durante il seminario è stata presentata una prima ricerca sul fenomeno bande giovanile da cui è emerso uno spaccato interessante del fenomeno: sul territorio regionali ci sono molte aggregazioni di giovani, ma quelle realmente classificabili come “baby gang” si contano sulle dita di una mano e soprattutto sfatano gli stereotipi che vorrebbero questi fenomeni a totale appannaggio di giovani stranieri visto che le “bande” sono composte in modo paritetico da italiani e da figli di stranieri, l’uso di sostanze stupefacenti riguarda i singoli componenti delle bande e non è un elemento caratterizzante dell’appartenenza al gruppo, non esiste un forte legame tra gruppo e territorio, e i giovani più che atti criminali sono responsabili di comportamenti deviati come schiamazzi dovuto all’abuso di alcol. “Negli ultimi 15 anni la Regione ha puntato molto sulla prevenzione e sulla riqualificazione degli spazi come deterrente al rischio”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore alle Politiche per la Sicurezza della Regione Emilia-romagna, che ha ricordato come “Le politiche educative, in particolare quelle attinenti alla scuola dell’obbligo, dove rappresentano fondamentali processi di socializzazione, di integrazione e di introiezione di regole condivise, basi fondamentali per acquisire una idea condivisa di legalità”. Tra gli altri interventi che, numeri della ricerca alla mano, hanno permesso di tenere basso il rischio “baby gang”, Saliera ricorda: “le politiche di sostegno ai nuclei familiari disagiati, le politiche urbanistiche volte ad evitare la formazione di quartieri-ghetto, le politiche sociali per creare luoghi di incontro ed attività per gli adolescenti, le politiche in ambito scolastico per favorire l’acquisizione del capitale umano e professionale necessari per l’inserimento nel mondo del lavoro, le politiche di controllo e la repressione della devianza giovanile”.  
   
   
PROFUGHI NORD AFRICA IN TOSCANA: LAVORARE PER GARANTIRE AUTONOMIA AI MIGRANTI  
 
Firenze, 2 luglio 2012 – Favorire i percorsi di inserimento lavorativo andando oltre la fase della semplice accoglienza, ottenere un riconoscimento per la permanenza in Italia, proporre aiuti per il rientro nei paesi di origine, monitorare le pratiche di accoglienza ed allargare il sistema ordinario gestito dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Sono questi i punti sui quali si è soffermato il 28 giugno a Lucca l’assessore al welfare Salvatore Allocca, nell’ambito di un convegno sull’Emergenza Nord Africa che si è tenuto a Lucca presso la sede della Provincia. L’iniziativa è stata organizzata dalla Regione per fare il punto sulle azioni proposte per favorire l’autonomia delle persone accolte in Toscana. “All’interno delle circa 300 strutture di accoglienza sparse sul territorio che ospitano tuttora 1200 persone provenienti dalla Libia ma di diverse nazionalità – ha detto Allocca – gli interventi si sono concentrati prevalentemente sulla prima accoglienza. Adesso, considerato che il 31 dicembre si concluderà il programma, dovremo concentrarci sulla individuazione di percorsi che promuovano l’autonomia, specie quella lavorativa”. Partendo dal riconoscimento di un titolo di protezione. “La Regione – ha aggiunto l’assessore – sta facendo vari passi per consentire ai migranti di poter continuare a vivere legittimamente in Italia. Il Consiglio regionale ha approvato una mozione ed il presidente Rossi ha inviato una lettera al Ministero dell’interno. É una decisione che spetta al governo ma la Regione sta esercitando pressioni affinchè si arrivi ad una soluzione prima della fine dell’anno”. E proseguendo, appunto, con i percorsi di inserimento lavorativo. “Il settore formazione e orientamento, che ha collaborato con noi per l’organizzazione di questa giornata, punta principalmente su due strumenti: l’accesso ai tirocini formativi ed i percorsi di certificazione delle competenze. Questi sono ambiti da sviluppare sia per l’inserimento lavorativo diretto che per il riconoscimento delle competenze acquisite”. L’assessore ha poi proposto l’erogazione di un aiuto economico per il rientro nei paesi di origine. “Questa è una proposta – ha spiegato Allocca – che ho avanzato in più occasioni nei vari tavoli nazionali ai quali ho preso parte. Esiste già un programma di aiuto al rientro ma è piuttosto debole. A chi lo richiede si potrebbe erogare un aiuto utilizzando anche una parte delle risorse previste per l’accoglienza, in modo che possa concretamente favorire il reinserimento nel paese di origine”. L’osservatorio sociale regionale (attraverso la rete degli Osservatori provinciali) ha quindi anticipato alcuni dati sul monitoraggio del sistema di accoglienza toscano. “L’indagine – ha sottolineato Allocca – è importante per capire il modello toscano, valutarne i punti di forza e di debolezza e definire un insieme minimo di ‘buone pratiche’ da utilizzare come standard di riferimento per la gestione delle accoglienze future”. Un lavoro che si allaccia alla eventualità di un allargamento del sistema di accoglienza ordinario, gestito dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) che al momento gestisce in Toscana 8 progetti in sei province (2 a Firenze e Pisa, 1 ad Arezzo, Lucca, Prato e Livorno). “Anche su questo – ha aggiunto Allocca – stiamo facendo pressione sul governo, che sembrerebbe disponibile al dialogo. Se la proposta venisse accolta, alcune delle esperienze migliori fatte in questa fase di emergenza potrebbero entrare a far parte della rete Sprar”. Tra i dati più interessanti anticipati, il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver partecipato a percorsi di inserimento lavorativo (corsi di formazione e tirocini formativi) ed il 90% di aver preso parte a corsi di lingua organizzati dalle strutture.  
   
   
TRENTO: 15° CENSIMENTO: ECCO I DATI RELATIVI ALLE MINORANZE LINGUISTICHE  
 
Trento, 2 luglio 2012 - Alla data del Censimento - 9 ottobre 2011 - si sono dichiarati appartenenti alla popolazione di lingua ladina 18.550 residenti, pari al 3,5% della popolazione totale. Il comune che presenta la percentuale più elevata di persone che si dichiarano ladine è risultato Vigo di Fassa (87,7%), seguito dal comune di Soraga (85,5%). Gli appartenenti alla popolazione di lingua mòchena, storicamente concentrata in valle del Fersina o valle dei Mòcheni, sono risultati invece 1.660, lo 0,3% della popolazione trentina. Infine, hanno dichiarato di appartenere alla popolazione di lingua cimbra 1.072 residenti, lo 0,2% della popolazione, residenti in gran parte nel Comune di Luserna ma con percentuali significative anche a Folgaria e Lavarone. Si tratta - come precisa il Servizio Statistica della Provincia, di di dati preliminari che derivano da informazioni acquisite in forma aggregata e, quindi, suscettibili di modifiche. Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta i primi risultati del 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni e della Rilevazione sulla consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti alle popolazioni di lingua ladina, mòchena e cimbra. Vediamo innanzitutto i dati generali sulla popolazione residente in Trentino. Alla data di riferimento del Censimento (9 ottobre 2011) risultano residenti in provincia di Trento 526.510 persone, di cui 256.563 maschi (48,7% del totale) e 269.947 femmine (51,3%). Il comune in cui è più elevata la presenza femminile è Montagne (57,4%) mentre il comune in cui si rileva la percentuale più bassa è Garniga Terme (46,3%). Rispetto al dato definitivo del 2001 (477.017 abitanti) la popolazione in Trentino è aumentata di circa 50.000 persone, ad un tasso medio annuo dell’1% circa. La dimensione media dei comuni trentini si conferma piuttosto contenuta: meno di 2.500 abitanti per comune, rispetto alla media nazionale pari a poco più di 7.300 abitanti. In Trentino 44 comuni hanno meno di 500 residenti e solo il 6,5% dei comuni ha più di 5.000 abitanti. Sono soltanto 5 i comuni che hanno più di 10.000 abitanti: si tratta di Trento, Rovereto, Pergine Valsugana, Arco e Riva del Garda. Alla data del 15° Censimento della popolazione le famiglie residenti in Trentino sono risultate 223.096 e i componenti residenti in famiglia 520.356. La dimensione media delle famiglie è di 2,3 componenti; al Censimento del 1951 il numero medio di componenti per famiglia era pari a 3,9. Vediamo ora i dati sulle minoranze linguistiche. Alla data del Censimento si sono dichiarati appartenenti alla popolazione di lingua ladina 18.550 residenti, pari al 3,5% della popolazione totale. Il comune che presenta la percentuale più elevata di persone che si dichiarano appartenenti alla popolazione di lingua ladina è risultato Vigo di Fassa (87,7%), seguito dal comune di Soraga (85,5%). In numerosi altri comuni del Trentino sono state rilevate persone appartenenti alla popolazione di lingua ladina. Gli appartenenti alla popolazione di lingua mòchena sono, invece, risultati 1.660, lo 0,3% della popolazione trentina. I comuni in cui è più alta la percentuale della minoranza linguistica mòchena sono Palù del Fersina (92,9%) e Fierozzo (91,9%). Segue Frassilongo, con l’83,3% dei residenti che ha dichiarato di appartenere alla popolazione di lingua mòchena. Si tratta dei tre comuni di insediamento storico della popolazione mòchena. Infine, hanno dichiarato di appartenere alla popolazione di lingua cimbra 1.072 residenti, lo 0,2% della popolazione. La quota più consistente si riscontra nel comune di Luserna (83,8%), il comune di insediamento storico della popolazione cimbra. Percentuali significative si sono rilevate anche nei comuni di Folgaria (7,9%) e Lavarone (7,8%). La pubblicazione è disponibile sul sito del Servizio Statistica della Provincia all’indirizzo: www.Statistica.provincia.tn.it    
   
   
TERREMOTO/EMILIA E DETENUTI, LA PROPOSTA DEL MINISTRO SEVERINO AL CENTRO DI UN INCONTRO OGGI IN REGIONE. MARZOCCHI: "UN´INIZIATIVA IMPORTANTE CHE PERMETTE DI VALORIZZARE UNA ULTERIORE POSSIBILITÀ DI ALTERNATIVA ALLA DETENZIONE"  
 
Bologna, 2 luglio 2012 – La proposta del ministro della giustizia Paola Severino di accogliere la disponibilità dei detenuti a svolgere attività di volontariato nelle zone colpite dal sisma è stata al centro di un incontro svoltosi il 28 giugno a Bologna tra l’assessore regionale alle politiche sociali Teresa Marzocchi, il vice capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Luigi Pagano e gli assessori comunali alle politiche sociali Matteo Sassi di Reggio Emilia, Chiara Sapigni di Ferrara e Francesca Maletti di Modena. All’incontro hanno partecipato anche il presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna Francesco Maisto e il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria regionale Felice Bocchino. Secondo una prima ricognizione compiuta dall’Amministrazione penitenziaria, potrebbero essere circa quaranta i detenuti ospitati negli istituti di pena del’Emilia-romagna con i requisiti per svolgere un’attività di pubblica utilità nelle aree terremotate. Si tratta di persone non pericolose e che già hanno intrapreso un percorso di reinserimento sociale. Spetterà ora ai Comitati locali carcere delle quattro province interessate verificare sui rispettivi territori le possibilità di incrociare domande e offerta, così come è stato fatto fino ad ora per tutte le altre attività di volontariato che vengono prestate nelle aree terremotate. “E’ un’iniziativa importante – ha sottolineato l’assessore Marzocchi – che offrirà ai detenuti l’opportunità di uscire dal carcere e di sentirsi utili, mettendo una parte del proprio tempo a disposizione della collettività. Come Regione la sosteniamo perché siamo convinti che vadano valorizzare tutte le possibili misure alternative alla detenzione. Anche in questa occasione ci attiveremo in stretto raccordo con l’Amministrazione penitenziaria, gli Enti locali, il mondo del volontariato seguendo necessariamente le indicazioni della Protezione civile e della struttura commissariale del sisma”. Luigi Pagano ha parlato “di un’ esperienza di rilievo sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, un’esperienza pilota che potrà rappresentare un utile punto di riferimento per future analoghe iniziative anche al di là dell’emergenza terremoto”. Da parte del magistrato di sorveglianza Maisto è stata espressa “la massima disponibilità a selezionare le proposte in vista di decisioni socialmente apprezzabili”.  
   
   
“IL LAVORO DELLE DONNE IN TEMPO DI CRISI NELLA REGIONE VENETO” UNA FOTOGRAFIA DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE VENETA NEL TRIENNIO DI CRISI ECONOMICA. L’INCIDENZA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, LA NECESSITÀ DI FARE RETE PER RENDERE PIÙ EFFICACI GLI INTERVENTI E LE POLITICHE REGIONALI.  
 
Venezia, 2 luglio 2012 – Nel 2011 in Veneto sono 885mila le donne occupate (il 41,5% dell’occupazione totale e il 46,5% della componente dipendente) e 60mila quelle disoccupate, numero pari al 54% del complessivo delle persone senza un lavoro, una percentuale comunque che era maggiore fino al 2008, anno in cui ha cominciato a contrarsi per l´accresciuto numero di maschi espulsi dal lavoro. Rispetto agli uomini le donne occupate sono più giovani (di loro il 47,3% ha un’età inferiore ai 40 anni, percentuale che nei maschi tocca il 43,4%) e più istruite (il 59% ha un titolo di studio superiore alla maturità, rispetto al 47,9% degli uomini). Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto “Il lavoro delle donne in tempo di crisi nella regione Veneto”, promosso dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotto da Veneto Lavoro, che è stato presentato in una tavola rotonda venerdì 29 giugno a Venezia: un momento di confronto a più voci tra i diversi attori istituzionali e sociali regionali, per ipotizzare insieme linee di intervento possibili a sostegno dell’occupazione femminile, affinché le donne non siano penalizzate dalla contrazione di domanda di lavoro generata dalla crisi. Il rapporto ha voluto capire come la crisi abbia colpito in modo diverso lavoratrici e lavoratori, quale sia la situazione per le donne e ancora, in che settori siano oggi maggiormente occupate e con quali forme contrattuali. Infine quali possano essere i percorsi da intraprendere per proteggerle dalla crisi e massimizzare gli effetti positivi degli interventi di formazione e placement attivati. La crisi inizialmente ha colpito soprattutto il comparto manifatturiero, più esposto alla concorrenza mondiale, coinvolgendo maggiormente la forza lavoro maschile: la caduta occupazionale che nel periodo giugno 2008–dicembre 2011 ha interessato in Veneto oltre 70mila lavoratori dipendenti ha infatti toccato i maschi per i 2/3 del numero complessivo: la concentrazione femminile in ambiti specifici, generalmente ritenuta negativa, ha costituito dunque un primo argine agli effetti della crisi economica sull’occupazione femminile. Per quel che riguarda le cadute occupazionali femminili, nell’industria ne è soprattutto coinvolto il settore del “made in Italy”. Come effetto della crisi sulle donne, aumenta il lavoro domestico, che vede la componente femminile assolutamente dominante (83%) e nel 2011 registra sempre maggiori assunzioni (anche di collaboratrici italiane); così pure perdura nello stesso anno il boom del lavoro intermittente, con una crescita delle assunzioni del 22% di cui le donne sono le maggiori responsabili. Dopo una prima parte che ricostruisce il contesto generale europeo, italiano e veneto, lo studio fotografa il panorama della formazione professionale in Veneto, strumento per agevolare l’inserimento o il reinserimento e la conseguente occupazione. Quella iniziale nel triennio 2008-2010 ha visto in Veneto 11.417 allievi portare a termine un corso di formazione triennale: di loro 4.273 sono donne, pari al 37,4% del totale. Negli indirizzi formativi si riscontra una stereotipata segregazione di genere: estetista, confezionista-modellista, accoglienza turistica, acconciatore, operatrice di punto vendita, segretaria sono quasi ad esclusiva prevalenza femminile e, di conseguenza dall’altra parte operatore meccanico, edile, installatore e manutentore, saldocarpentiere, carrozziere e autoriparatore sono qualifiche a prevalenza maschile, legate maggiormente alla domanda tipica del sistema produttivo industriale. Rispetto invece alla formazione per disoccupati (corsi di formazione conclusi nel 2009) sono poco meno di 2mila gli individui coinvolti, equamente ripartiti per genere con una scelta dei percorsi meno stereotipata. Ma quale l’efficacia in termini di esiti occupazionali per i frequentanti i corsi? I maschi che hanno frequentato la formazione iniziale presentano una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e tassi di occupazione mediamente più alti ma di poco superiori rispetto alle donne (88% contro 81%); nella formazione per i disoccupati, invece, sono le donne a mostrare le migliori performance (76% rispetto al 72% dei maschi). Nell’ultima parte del rapporto attraverso otto interviste si raccoglie l’opinione di alcuni attori del mondo dell’impresa, del sindacato e della formazione: ne emerge l’importanza dell’interazione tra le reti presenti sul territorio per veicolare la domanda di lavoro e la necessità di operare in sinergia; si sono rilevate pure alcune debolezze su cui bisogna intervenire in un’ottica “anti crisi” e interessanti proposte per rendere efficaci gli interventi e maggiormente coerenti i percorsi di formazione. Tra le criticità emerse la scarsa presenza e la rigidità dei servizi a sostegno delle famiglie: si tratta di uno dei principali limiti alla presenza delle donne in percorsi di formazione. E ancora, rispetto alla formazione per gli occupati, il fatto che la maggioranza dei corsi sia basata su piattaforme generiche (come la sicurezza) o trasversali, con effetti trascurabili sulle chance occupazionali. Un’altra significativa debolezza rilevata è la discontinuità dei provvedimenti: diventa invece necessaria la programmazione di una strategia di lungo periodo per i differenti soggetti, disegnata secondo traiettorie coerenti con le esigenze delle imprese, la programmazione regionale e le reali necessità dei lavoratori coinvolti. Dalle interviste emerge anche come sia necessario superare alcuni stereotipi professionali che continuano a perdurare generando un circolo vizioso tra formazione e occupazione, influenzando le scelte formative secondo una logica di riproduzione dell’esistente e riducendo l’occupabilità e il potenziale innovativo connesso con la valorizzazione delle competenze femminili.  
   
   
MONZA: NUOVE REGOLE PER PATTO WELFARE  
 
Monza, 2 luglio 2012 - "Un nuovo welfare ha bisogno di una diversa soggettività della famiglia". E´ la premessa da cui è partito, oggi, l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, intervenendo, a Monza, in occasione della terza tappa del suo tour sul territorio, per presentare le linee guida del ´Patto per il Welfare´ e ricevere indicazioni da chi opera nel sociale. "I cambiamenti demografici - ha spiegato l´assessore -, come la denatalità e l´allungamento delle aspettative di vita, impongono un ripensamento del sistema di welfare così come l´abbiamo sin qui conosciuto, anche per le mutate condizioni prodotte dalla crisi economica internazionale". Di qui l´idea della consultazione in ogni provincia di tutti i soggetti pubblici e privati attivi in questo ambito: istituzioni locali, sindacati, associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato, cooperative, ecc. Monza Sperimenta Fattore Famiglia - La tappa di Monza, capoluogo della Provincia di Monza e Brianza, ha anche un significato particolare, perché il Comune è tra quelli inseriti nella sperimentazione del ´Fattore Famiglia´, introdotto in Lombardia con la legge regionale 2/2012, che fotografa i reali bisogni dei nuclei familiari, tenendo conto della presenza di persone con disabilità, di lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, di chi ha perso il lavoro. Non soltanto quindi la semplice situazione reddituale così come veniva restituita con l´indice Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), ma una vera e propria analisi dei bisogni della famiglia. I Punti Principali Del Patto - Gli altri punti centrali del ´Patto per il Welfare´, oltre alla centralità della famiglia, sono l´abbandono della logica di offerta di servizi e assistenza verso un sistema imperniato sulla domanda, la semplificazione e la maggiore accessibilità ai servizi, l´introduzione della Dote Welfare, la sussidiarietà e il ruolo strategico del Terzo Settore. All´incontro, organizzato presso la sala Convegni del Teatrino della Villa Reale, hanno partecipato, tra gli altri, anche il consigliere regionale Stefano Carugo, il direttore generale dell´Asl di Monza Humberto Pontoni, il prefetto di Monza e della Brianza Giovanna Vilasi, l´assessore alle Politiche sociali e familiari della Provincia di Monza e Brianza Giuliana Colombo, sindaci e assessori comunali.  
   
   
WELFARE,A TRADATE SI SPERIMENTA FATTORE FAMIGLIA A VARESE SECONDA TAPPA DI CONSULTAZIONE PER NUOVO PATTO DIALOGO APERTO PER UNA RIFORMA CONDIVISA  
 
Varese, 2 luglio 2012 - Si è svolta il 28 giugno a Varese la seconda tappa delle consultazioni con istituzioni locali, sindacati associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato e cooperative, attraverso cui Regione Lombardia vuole stabilire principi e azioni per una riforma complessiva del sistema del Terzo Settore. All´appuntamento, promosso e coordinato dall´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, è intervenuto anche l´assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo, in qualità di presidente del Tavolo Territoriale di confronto. Erano presenti anche i consiglieri regionali Alessandro Alfieri, Stefano Tosi e Rienzo Azzi. Cambiare Il Modello Di Welfare - "Regione Lombardia ha avviato questo percorso per scrivere il ´Patto per il welfare´ - ha detto l´assessore Boscagli -, perché il Paese è in affanno, soprattutto per quanto riguarda la spesa sociale, e occorre quindi ripensare il sistema. Se da un lato abbiamo pensato a una riorganizzazione, dall´altro abbiamo cercato di mettere in campo, nonostante i tagli, più risorse possibili. Siamo riusciti, con grandi sforzi, a ripristinare il fondo sociale di 70 milioni di euro". Gli obiettivi generali del riordino del sistema sono il passaggio ´dall´offerta alla domanda´, che Regione Lombardia ha già avviato in alcune sperimentazioni e che intende perseguire. "Questo passaggio - ha spiegato l´assessore - non deve essere uno slogan, ma un processo che deve essere governato, monitorato e valutato. Non si tratta solo di introdurre meccanismi di competizione, di rivedere il sistema di accreditamento e di trasferire i finanziamenti dalle unità di offerta alle famiglie ma anche di costruire il sistema a partire dagli effettivi bisogni delle persone". Dialogo Concreto Con Territorio - Soddisfatto l´assessore Raffaele Cattaneo. "Voglio sottolineare una volta di più - ha sottolineato - che Regione Lombardia si mette in gioco, dialogando concretamente con il territorio per intercettare i bisogni, senza calare dall´alto un modello pensato esclusivamente negli uffici. Il sistema del welfare lombardo è un sistema di eccellenze, sia per l´assistenza agli anziani, sia per l´assistenza alle dipendenze. Per quanto riguarda tutta l´area del sistema sociale la Lombardia è la Regione più all´avanguardia del Paese". "Per mantenere questa efficienza - ha aggiunto Cattaneo - occorre continuare il percorso di miglioramento e l´assessore Boscagli, con la sua presenza nelle province, ha voluto fare proprio questo. Il territorio di Varese ha le sue peculiarità: penso ad esempio alla differenza fra un sistema di welfare delle aree montane rispetto a quelle di pianura. La riforma che stiamo pensando sarà cucita su misura di queste specifiche differenze". Persona E Famiglia Al Centro - L´assessore Boscagli ha evidenziato quali siano alcuni dei pilastri su cui è posta maggiore attenzione come il ruolo che occorre dare alla famiglia. "La persona - ha spiegato -, intesa dentro una trama di relazioni che è la famiglia, deve essere posta al centro del sistema. Per questo occorre mettere la famiglia nelle condizioni di svolgere i compiti di assistenza e cura, grazie a una rete di prossimità più vicina alle mura domestiche in maniera da sostenerla concretamente e accompagnarla nelle scelte future". "Con l´introduzione del ´Fattore Famiglia lombardo´ - ha concluso Boscagli - cerchiamo di superare i limiti dell´Isee, che non tiene conto della reale situazione delle famiglia. Il ´Fattore Famiglia´ è invece una reale fotografia della realtà, che tiene conto, in maniera efficace, di tutte le cpomponenti, come ad esempio una situazione di cassa integrazione o la presenza di una persona con disabilità. Al momento lo stiamo sperimentando in 15 Comuni, sia piccoli sia medi. Nel territorio varesino abbiamo iniziato la sperimentazione nel Comune di Tradate".